Omake

di Shainareth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Disonore ***
Capitolo 2: *** Voglia di cioccolata ***
Capitolo 3: *** Misure ***



Capitolo 1
*** Disonore ***







DISONORE





Okuzaki-san richiuse la porta alle proprie spalle. Quindi, rimase fermo dov’era per alcuni attimi, lo sguardo nel vuoto. Sua figlia aveva perso il Carnival e, nonostante ciò, i poteri le erano tornati, insieme alla persona a lei più cara.
   Quel ragazzino… Takumi.
   Il cipiglio dell’uomo si fece più torvo al pensiero di Akira, svestita, stretta fra le braccia di uno sconosciuto. Nessuno dei due aveva mostrato segno di imbarazzo per la cosa, come se entrambi vi fossero abituati. E avevano condiviso la stessa camera al dormitorio per più di un semestre. Quale grave errore aveva commesso nel permetterlo…
   Il Maestro strinse il pugno. Se anche quel moccioso fosse riuscito a sopravvivere alla Stella delle HiME, di certo avrebbe incontrato la morte per mano sua: disonorare la sua bambina aveva un prezzo, e lui lo avrebbe senza dubbio pagato.

   Se solo Okuzaki-san avesse saputo la verità…













Questo mi era stato richiesto da Hinata_chan. Ne ho pronti altri due che posterò nei prossimi giorni (il terzo, tra l'altro è una shot vera e propria, vista la lunghezza), ma se avete richieste, accomodatevi pure. ^^
Shainareth







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Capitolo 2
*** Voglia di cioccolata ***







VOGLIA DI CIOCCOLATA





«Cos’è?»
   «È per il White Day.»
   Akira non seppe se arrossire o se piuttosto sbiancare. Nell’incertezza, fece l’una e l’altra cosa contemporaneamente, e vi possiamo assicurare che il risultato di tale prodigio è qualcosa di inimmaginabile. Takumi fu sul punto di ridere.
   «Non lo apri?» le chiese, riportandola con i piedi per terra.
   Lei riacquistò di colpo ogni facoltà fisica ed intellettiva che aveva precedentemente perso. «Per… Per quale dannato motivo mi fai un regalo per il White Day?!» gracchiò, spaventata da quell’enorme novità e chiedendosi se dovesse preoccuparsi o meno di aver donato il proprio cuore ad un tipo capace di accettare un pensiero per San Valentino da parte di un altro maschio.
   Il ragazzino le sorrise. «Akira-kun mi ha preparato della cioccolata esattamente un mese fa.»
   «S-Sì, ma… cosa c’entra?! Non l’ho mica fatto perché…!» Tacque, la ninja, troppo sconvolta per trovare una scusa che giustificasse quella sua azione più che palese. Incapace di resistere oltre agli occhi dell’amico che la fissavano con tenerezza, agguantò bruscamente il sacchetto di carta che lui le porgeva e lo aprì. Rimase di sasso: una bambola. Non di quelle costose, quanto di quelle che si trovavano nei mercatini a poco prezzo. Il suo sguardo si velò di lacrime.
   «Mi spiace, ma non avevo abbastanza soldi per comprarne una migliore…» La voce di Takumi le giunse alle orecchie quasi ovattata.
   «No… è bellissima, davvero» assicurò lei, stringendo il regalo al petto quasi come se avesse avuto fra le mani un neonato vero. Le sue labbra si incresparono leggermente verso l’alto. «Grazie, Takumi.»






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Capitolo 3
*** Misure ***







MISURE





Benché avrebbe dovuto essere così sin dall’inizio, Akira si sentiva come un pesce fuor d’acqua. Tutti i maschi della classe avevano preso Takumi per le braccia e lo avevano trascinato dall’altra parte della piscina, lasciandola in balìa delle ragazze. Lei non ci era abituata, si sentiva di troppo e, in qualche modo, esclusa dal gruppo. Provò a spostare la propria verso di loro, e, vedendole impegnate a chiacchierare e a ridere con fare complice, provò la stessa identica sensazione che avvertiva volgendo lo sguardo sull’altro gruppo. Non che fosse una novità, per lei, il non sentirsi pienamente a proprio agio con gli altri, ma crescendo la cosa aveva iniziato a pesarle parecchio, specie da quando aveva messo piede al Fuuka e aveva conosciuto lui.

   «Allora?» proruppe una delle fanciulle, distogliendola da quei tristi pensieri e andando incontro ai compagni che tornavano dal loro interrogatorio con l’imputato al seguito.

   «È assolutamente maschio» rispose il capo del gruppo inquisitorio, alzando le spalle con aria soddisfatta. «Anche se a vederlo non si direbbe.»

   «Ehi!» sbottarono a una voce Takumi e Akira, indignati.

   «Non mi pare fosse necessario un esame psicologico per capirlo» aggiunse poi la seconda, braccia conserte, mentre l’amico la fissava con rassegnato rimprovero: durante le prime settimane di conoscenza, non era forse stata lei a ricoprirlo di insulti che andavano dal semplice Femminuccia al più ricercato Sottospecie di Eunuco, per finire ad un ben più ridicolo Principessina Rosa? Il giovane sospirò, decidendo di lasciar perdere come al solito, lieto per lo meno del fatto che adesso la ninja lo vedesse con tutt’altri occhi.

   Il leader scosse la testa verso di lei, scettico. «Scusa se te lo faccio notare, Okuzaki-kun, ma… tu saresti il primo di cui la gente non dovrebbe dubitare, visto che sei molto più virile di lui, eppure…»

   I due arrossirono, sempre più stizziti. «Eppure?» lo esortò a continuare Akira, sentendo crescere la voglia di prenderlo a pugni.

   «Eppure Tokiha-kun ha dimostrato di apprezzare le ragazze molto più di te» concluse l’altro, accompagnando le parole con un gesto delle mani che mimava una palpeggiata a dei seni invisibili, così da causare ulteriore imbarazzo nel compagno e tanta delusione nelle fan dello yaoi. «Peccato solo che gli piacciano le tipe con le tette piccole.»

   «Non c’è bisogno di scendere nei particolari!» protestò a quel punto Takumi, evitando accuratamente di posare ancora lo sguardo su Akira che, occhi sgranati, strinse istintivamente le braccia che aveva ancora intrecciate al petto.

   «E dire che con la sorella che si ritrova, dovrebbe mirare ad una ragazza con la quinta, come minimo» continuavano a ragionare poco saggiamente gli altri maschi.

   «È che Tokiha-kun è molto più intelligente di voi e guarda al di là dell’aspetto fisico!» dettero loro battaglia le fanciulle: se anche Takumi non poteva ricambiare il suo coinquilino, questo non significava certo che lui non avesse comunque una concezione di amore universale, dove l’essere maschio o femmina aveva solo un’importanza relativa.

   «Certo, ma vuoi mettere la soddisfazione di poter affondare la faccia fra due tette enormi? Se provi a farlo fra quelle di una piatta come una tavola, rischi di spaccarti il naso» fu la replica poco galante che ricevettero.

   «Il naso ve lo spacchiamo noi se continuate a dire cattiverie!» si indispettirono loro, mentre, trovando finalmente il coraggio di sbirciare di nuovo in direzione di lei, Takumi vide Akira aggrapparsi mestamente alla rete di recinzione della piscina, un’espressione tremendamente sconsolata in volto: in effetti, non la si poteva affatto definire una maggiorata, tutt’altro.

   «Dite così perché non capite quanto è eccitante la sola idea di avere a disposizione due…»

   «Non sono d’accordo!» Il giovane Tokiha prese parola, interrompendo l’ennesima rispostaccia dei compagni ed avanzando verso le ragazze con l’intento di schierarsi dalla loro parte. «Le donne sono belle a prescindere da tutto. E se anche voi siete convinti del contrario, non si dice forse che il seno perfetto è quello che entra in una coppa di champagne?»

   «In una pentola per il ramen, vorrai dire!»

   Takumi ignorò sia quel commento che gli improperi che esso ebbe in risposta. «Ragioniamo, le giapponesi non hanno mai avuto un petto generoso, e per quel che mi riguarda…» La sua voce calò di un’ottava per la vergogna. «Penso che il migliore sia quello che entra in una mano.»

   Un applauso femminile accolse quella dichiarazione, mentre lui arrossiva ancora e ad Akira, di colpo, pareva di non essere mai stata donna prima di allora, né di essere mai stata tanto innamorata di lui.

   Il portavoce dei maschi incrociò le braccia, fissando il compagno con aria di sfida. «Insomma, sei convinto che i centimetri non siano importanti?» L’altro annuì, deciso, e lui volse la fronte verso gli amici, commentando: «Gente, adesso avete capito perché prima si rifiutava di dirci quanto misura il suo?»

   Un attimo dopo, però, fu catapultato in piscina e si ritrovò in un mortale corpo a corpo acquatico con l’agguerrita Okuzaki, scattata in avanti per prendere le difese dell’amato, ben sapendo che questi era troppo signore per rispondere a tono a quella perfida provocazione.

 














Doveva essere una flash-fic come le precedenti, e invece...
Un grazie a chi legge e a NicoDevil, Atlantislux e Hinata_chan per i commenti. ^^
Shainareth





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