Ten of the best

di Lady_Marmalade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** // ***
Capitolo 2: *** 1. Prima notte da vampiri - Everything ***
Capitolo 3: *** 2. Prima notte di nozze - Into the night ***
Capitolo 4: *** 3. Accettare di sposare Edward - Sì ***
Capitolo 5: *** 4. Edward decide di andare a casa di Bella - Peccatore ***
Capitolo 6: *** 5. Dopo la radura - Nessuno mi hai mai fatto sentire così ***
Capitolo 7: *** 6. Ritorno dall'Italia - Casa ***
Capitolo 8: *** 7. Ballo di fine anno - Mi basta, per sempre ***
Capitolo 9: *** 8. Dopo il ritorno dall'Italia -Sogno ***
Capitolo 10: *** 9. Prima del matrimonio - Nightmare before wedding ***
Capitolo 11: *** 10. Non m'importa! - Bella capisce cos'è Edward ***



Capitolo 1
*** // ***


Note: rileggendo Eclipse, ho visto che c’è un accenno alle dieci notti migliori dei protagonisti della saga. Incuriosita ho deciso di riproporvi le dieci notti migliori (le ten of the best appunto) di Edward e Bella. (Nel caso non sia stato chiaro, per ora è un elenco sommario, le fanfiction verrano postate a breve e messe come link interni) Spero che vi piaccia, buona lettura^^. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite e apprezzate. Per guardare le storie cliccate sulle scritte in blu, vi porteranno direttamente alla storia che volete leggere^^

(*) citazione da Eclipse.

ten of the best

 

"Potresti raccontarmi qualcosa delle tue dieci notti migliori"

suggerii. “Sono curiosa”

Scoppiò a ridere. “Indovina”

Scossi la testa. “Ci sono troppe notti di cui non so nulla.

Almeno un secolo”

“La farò breve. Tutte le notti migliori le ho vissute da quando

ti ho incontrata” (*)

1. Everything - Prima notte da vampiri

2. Into the night - Prima notte di nozze

3. Sì - Accettare di sposare Edward

4. Peccatore - Edward decide di andare a casa di Bella

5. Nessuno mi ha mai fatto sentire così - Dopo la radura

6. Casa - Ritorno dall'Italia 

7. Mi basta, per sempre - Ballo di fine anno

8. Sogno - Dopo il ritorno dall’ Italia

9. Nightmare before wedding - Prima del matrimonio

10. Non m'importa! - Bella capisce cos'è Edward

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Capitolo 2
*** 1. Prima notte da vampiri - Everything ***


Note: 1. Prima notte da vampiri. Drabble con pov di Edward. Gente è l’ultima fic della raccolta, spero che vi sia piaciuta tutta, e grazie per essere arrivati fino a qui. Buona lettura, spero vi piaccia. Commenti, critiche, recensioni et similia, sempre molto gradite e apprezzate. (Grazie infinite a pinkgirl, elyxyz, feferica. Un bacio^^).

 

everything

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La paura di non poter vivere più accanto a te, il terrore degli attimi seguenti al parto, il tremendo sospetto di non poterti più riabbracciare. Tutto spazzato via. Da te: finalmente immortale, finalmente per sempre al mio fianco, finalmente uguale a me. I nostri baci, le nostre carezze, il nostro amore…niente più trattenersi, fare attenzione, combattere l’istinto. E’ tutto facile.

“Ti manca?” sussurri, una voce melodiosa che fa a gare con il canto dei passeri.

“Cosa?” domando, spiazzato.

“Tutto. Il calore, la morbidezza…” mi rispondi.

Ma come fa a mancarmi qualcosa, quando tutto quello che voglio è qui? Tutto. Finalmente.

 

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Capitolo 3
*** 2. Prima notte di nozze - Into the night ***


Note: 2. Prima notte di nozze. Song fiction con la canzone “Into the night” di Santana e Chad Kroeger, che ripercorre la prima notte di nozze, ovviamente col pov di Edward ^^. Niente di troppo scabroso tranquilli, direi un pairing arancione… Spero vi piaccia, buona lettura. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite e apprezzate. (Grazie mille a Alhia, pinkgirl, e elyxyz… grazie della recensione utile al capitolo sul ballo, l’errore era dovuto alla fretta di battitura e a un cambio successivo del pov dopo la prima stesura, ora è corretto… un bacio grande^^)

 

into the night

 

 

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“Ti aspetto in acqua” le mie ultime parole prima di uscire dalla stanza, diretto verso la spiaggia.

Ero uscito nella notte, la luna che brillava nel cielo, la spiaggia fine sotto i miei piedi.

Tolsi i vestiti, appoggiandoli al ramo di un albero. Conoscendo Bella mi dovevo aspettare un bagno di mezzanotte come minimo movimentato, riflettei con un ghigno sulle labbra. Un pensiero però mi fece tornare serio: non solo anch’io desideravo quel bagno più di quanto fosse lecito persino a una coppia sposata, ma avevo anche paura. Paura di esagerare, di lasciarmi trasportare dall’istinto; paura di rovinare tutto, di non essere all’altezza.

Camminai nell’acqua, respirando profondamente benchè non ne avessi bisogno, nel tentativo di calmarmi. Chiusi gli occhi, inspirando, mentre venivo colpito dal suo odore, e dalla terraferma arrivavano le note lontane di una festa sulla spiaggia…

 

Come un dono dal cielo                                                                                        Like a gift from the heavens
E’ stato facile dire                                                                                                            It was easy to tell

 

Ricordavo ancora di come, la prima volta che l’avevo vista, avessi pensato che fosse un incubo sorto dal mio inferno personale per distruggermi.

Non sapevo ancora che sarebbe stata come un dono del cielo, un angelo che mi avrebbe fatto smettere di essere il mostro che avevo sempre temuto di essere. Adesso invece era facile dirlo, anche se il suo profumo, portato dalla brezza calda, mi faceva impazzire.

Percepivo anche uno strano calore, una scarica di adrenalina che irradiava dal profondo. Un’adrenalina che provavo anch’io mentre i battiti del suo cuore erano tanto forti e potenti da assordarmi. Probabilmente se il mio cuore avesse potuto, avrebbe battuto il ritmo con la stessa frequenza forsennata.

 

Che era amore fin dal principio                                                                                     It was love from above
E mi avrebbe salvato dall’inferno                                                                          That could save me from hell

“Che agnello stupido, che leone pazzo e masochista" avevamo commentato all’inizio. Eppure già da quel momento sapevamo che malgrado tutto avremmo continuato ad amarci. Un amore proibito, difficile, che ci lasciava spiazzati in molte occasioni; ma che mi aveva aiutato più di una volta a sfuggire all’inferno. Inoltre il concetto di inferno non poteva che essere più distante di così, con l’aria calda e vellutata, l’acqua che lambiva la pelle, e la luna talmente luminosa che illuminava a giorno l’aria circostante.

“Bellissima” mormorò lei, alle mie spalle posando una mano sulle mie dita, appoggiate alla superficie dell’acqua.

“Niente male” ribattei piccato, girandomi per guardarla in quegli occhi castani che mi catturavano. “Però non userei il termine bellissima. Non se il confronto è con te” conclusi, intrecciando la mia mano con la sua.

 

Aveva il fuoco nell’anima                                                                                              She had fire in her soul
Ed era facile vederlo                                                                                                         It was easy to see
Come ha potuto il diavolo stesso                                                                                     How the devil himself

essere spazzato via da me?                                                                                    could be pulled out of me?

 

Il battito del suo cuore era ormai indistinguibile, tanto era veloce. E il calore avvertito prima era ormai diventato un fuoco quasi possibile da vedere, tanto era potente.

“Ho promesso che ci avremmo provato, ma se…se faccio qualcosa che non va, se ti faccio male, dimmelo subito” ero terrorizzato al solo pensiero di perdere il controllo.

Eppure qualcosa dentro di me, mi diceva che il demone che ero stato e che ogni volta minacciava di dissanguare Bella, se ne era andato. Senza una ragione apparente, senza un perché specifico. Ma ovviamente grazie a lei.


C’erano tamburi nell’aria                                                                                       There were drums in the air
E come lei cominciò a ballare                                                                                      As she started to dance
Ogni anima nella stanza                                                                                               Every soul in the room

cominciò a tenere il tempo con le mani                                                                 keeping time with their hands


”Non temere, noi ci apparteniamo” mormorò, la mano calda sul cuore, i capelli morbidi sul petto, la voce un sussurro e i battiti cardiaci che sembravano tamburi pronti a segnare il ritmo di quella danza folle.

Chiusi gli occhi. La festa sulla spiaggia proseguiva, mentre tutti tenevano lo stesso tempo del cuore di Bella, coi battiti delle mani. Era una melodia perfetta, dolce e armoniosa.

“Per sempre” le dissi, abbracciandola e posando le labbra sulle sue. Un nuovo strumento si era aggiunto alla canzone: il rumore smorzato e assordante di un bacio.


E cantavamo, lontano, lontano, lontano                                                          And we sang a, away, away, away
E le voci sembravano i canti degli angeli                                                   And the voices rang like the angels sing
E cantavamo, lontano, lontano, lontano                                                            And singing a, away, away, away
E abbiamo ballato per tutta la notte                                                                 And we danced on into the night

 

Lei era lì, tra le mie braccia. La mia cantante l’avevano definita. Sorrisi nel bacio: era vero.

Bella era mia, la mia cantante, e la sua voce, la voce delle sue labbra, risuonava nella notte come un coro di angeli; mentre il bacio diventava più intenso, le mani occupavano lo spazio e ci immergevamo in una danza dolce e profonda.

Non era solo la mia cantante: era anche una ballerina. La mia ballerina che guidava in quella pista improvvisata in mezzo all’acqua, muovendosi sinuosa addosso a me, i respiri affannosi e attenuati che andavano ad aggiungersi alla cacofonia di suoni nell’aria: la nostra orchestra della notte più perfetta.

Come il pezzo di un puzzle                                                                                        Like a piece to the puzzle

che cade al suo posto                                                                                                      that falls into place

Puoi dire come cosa proviamo                                                                                  You could tell how we felt

col solo sguardo sul tuo volto                                                                                  from the look on our faces

 

Aprii gli occhi, sbirciando tra le ciglia. Ricordai di aver detto una volta che ogni giorno finisce, anche il più perfetto.

Quella notte sembrava non avere fine, era come il pezzo più bello del puzzle, quello che completa l’opera, che dona un senso a tutto il resto.

E il pezzo di quel puzzle ci ritraeva: per una volta leone e agnello senza nessuna differenza, la preda e il predatore persi allo stesso modo, all’interno di un paio di occhi nocciola che riflettevano solo l’amore che c’era tra i due, mentre la danza si faceva sempre più intensa.


Giravamo in cerchio                                                                                              We were spinning in circles

con la luna nei nostri occhi                                                                                      with the moon in our eyes
Nessuna stanza in cui nasconderci                                                                                  No room left to move

nello spazio tra noi                                                                                                         inbetween you and I

 

Giravamo veloci, all’interno di un cerchio immaginario; le schiene che si inarcavano dolci e allo stesso tempo decise come in un passo di tango, mentre le mani premevano sulla pelle lasciando segni leggeri.

La canzone era ormai diventata una vera e propria sinfonia a cui si era aggiunta l’immagine di quella luna definita bellissima, che ora brillava sui nostri volti, riflettendosi sull’acqua e nell’aria come in un folle gioco di luci e specchi.

Eravamo arrivati al punto di non ritorno, quella linea di passaggio in cui non si può più tornare indietro, in cui non si può più fingere. Non c’erano più luoghi in cui potessimo nasconderci, ora che le nostre anime entravano in contatto.


Dimenticando dove eravamo                                                                              And we forgot where we were
Abbiamo perso la concezione del tempo                                                                      And we lost track of time
Cantando nel vento                                                                                                  And we sang to the wind

mentre ballavamo nella notte                                                                           as we danced through the night

Ormai non c’erano più differenze tra noi, sembravamo un tutto unico e magico; mentre la ragione non dominava più su nessun istinto, e la concezione del tempo sfumava nel nostro punto d’incontro.

Potevano essere passati minuti come potevano essere secoli, senza che noi potessimo accorgercene, persi in quell’istante di tempo perfetto che sembrava voler durare per l’eternità.

Un’eternità che sembrava essere appena cominciata, mentre le nostre voci intrecciate, si disperdevano nella brezza notturna che frustava gentilmente l’acqua.


Come un dono dal cielo                                                                                        Like a gift from the heavens
E’ stato facile dire                                                                                                            It was easy to tell

Di nuovo l’immagine di un angelo cullato dalle mie braccia, che mi rendeva facile poter dire che il paradiso sulla terra era qualcosa di fattibile.

Un angelo fragile, con la pelle più friabile della polvere; ma tanto forte da aggrapparsi a me come se avessi potuto scappare via da un momento all’altro. Ricambiai l’abbraccio, ancora travolto dall’onda lunga del nostro amore.

 

Che era amore fin dal principio                                                                                     It was love from above
E mi avrebbe salvato dall’inferno                                                                          That could save me from hell

 

Il nostro amore che aveva reso possibile l’annullamento di qualsiasi dubbio, di qualsiasi possibile inferno, mentre la sete che solitamente mi invadeva lasciava il posto a un altro desiderio, portando il sapore familiare del veleno lontano dai miei pensieri.

 

Aveva il fuoco nell’anima                                                                                              She had fire in her soul
Ed era facile vederlo                                                                                                         It was easy to see
Come ha potuto il diavolo stesso                                                                                   How the devil himself  

essere spazzato via da me?                                                                                    could be pulled out of me?

Un fuoco che si trasmetteva dalla sua anima alla mia, invadendomi.

Mi avevano detto che sarebbe stato unico, potente, più debole solo del desiderio di sangue umano.

E benchè il suo profumo fosse semplicemente irresistibile, tramutandola nella cantante più brava che si possa desiderare, non potei trattenere una risata: io avevo assaggiato il suo sangue, il sangue più potente al mondo, eppure quel calore non era neanche lontanamente paragonabile al fuoco che adesso bruciava tutti e due.

C’erano tamburi nell’aria                                                                                       There were drums in the air
E come lei cominciò a ballare                                                                                      As she started to dance
Ogni anima nella stanza                                                                                               Every soul in the room

cominciò a tenere il tempo con le mani                                                                 keeping time with their hands

 

La pressione delle sue dita sulla mia pelle cominciò a scemare, il cuore che ritornava ad un battito lento e ritmato simile a quello dei tamburi e degli applausi sulla spiaggia; uno scroscio di vita che aveva contagiato anche noi.


E cantavamo, lontano, lontano, lontano                                                          And we sang a, away, away, away
E le voci sembravano i canti degli angeli                                                 And the voices rang like the angels sing
E cantavamo, lontano, lontano, lontano                                                            And singing a, away, away, away
E abbiamo ballato per tutta la notte                                                                 And we danced on into the night

 

Uscimmo dall’acqua, mentre la portavo velocemente nella nostra stanza, le ultime parole della canzone che risuonavano ancora nell’aria calda, creando un’eco fatata, che illuminava i ricordi della nostra danza proibita.

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Capitolo 4
*** 3. Accettare di sposare Edward - Sì ***


Note: 3. Accettare di sposare Edward. Rivisitazione di un pezzo che mi ha ispirato particolarmente, con pov di Edward (lo so, son fissata, ma che volete farci, io adoro pensare come un vampiro^^). Spero vi piaccia, buona lettura^^. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite e apprezzate. (Grazie mille a Alhia e a pinkgirl, un bacio grande^^)

 

 

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Era una scatolina nera, semplice, tanto piccola da stare in una mano senza sforzo. Eppure tu sudavi, come se dentro ci fosse un pericoloso ordigno a orologeria. “Hai speso un sacco di soldi, vero? Menti pure, se l’hai fatto” cincischiasti, prendendo tempo. Il matrimonio, o forse la sua idea di aveva sempre terrorizzato. Preoccupata dell’opinione degli altri, dal loro giudizio, piuttosto che dalla tua felicità.

“Non ho speso nulla” ribattei alle tue spalle “E’ solo un altro riciclaggio. E’ l’anello di fidanzamento di mia madre. Immagino che sia un po’ fuori moda. Ti posso far avere qualcosa di più moderno, se ti fa piacere” mi scusai, sorridendo.

“Mi piacciono le cose fuori moda” mormorasti trattenendo il respiro, mentre con le dita tremanti aprivi il coperchio nero. All’interno della scatola un rivestimento di satin nero, faceva da sfondo all’ anello ovale, completamente avvolto da spirali di diamanti attorniate dall’oro giallo. Involontariamente passasti le dita piano, sulla fitta rete di gemme, con la bocca aperta per lo stupore “Che carino” uscì in un sussurro dalle tue labbra.

“Ti piace?” sondai con cautela.

“E’ bellissimo. Perché non dovrebbe piacermi?” ribattesti piccata, punta sul vivo.

“Guarda se ti va bene” sogghignai, provocandola. La reazione fu esattamente quella che mi ero aspettato: alla sola minaccia di provare l’anello, chiudesti forte il pugno, in un moto involontario quanto repentino. Alzai gli occhi al cielo, sbuffando: le tue paure erano per me qualcosa di incredibilmente oscuro. Cose banali come un anello o come il ballo ti terrorizzavano, e poi davanti a mostri e vampiri non facevi la più piccola grinza… “Bella, non te lo salderò al dito. Vorrei solo che te lo provassi per vedere se la misura è giusta. Dopo te lo puoi togliere”.

“Bene” borbottasti mentre ti chinavi per provare la vera. Ma la tentazione era troppo forte, e in pochi istanti sfilai la fede dalla scatolina e la infilai svelto all’anulare. Prima che te ne potessi rendere conto, entrambi stavamo guardando la tua mano con tanto di anello, all’altezza esatta dei nostri occhi. Era perfetto, talmente bello che la vista venne per un attimo annebbiata, concentrando il fuoco sul gioiello: emanava una luce particolare, che si irradiava di riflesso sui nostri volti.

“Misura perfetta. Non c’è male…mi risparmia un viaggio dall’orefice” conclusi indifferente. Spostasti lo sguardo sul mio volto. Potevo vedere riflessi nei tuoi, i miei occhi che sprizzavano felicità: non mi sembrava vero, tutto ciò che sognavo si stava realizzando.

“Ti piace non è vero?” mi stuzzicasti, ironica.

“Sì mi piace. E non sai quanto” mormorai al tuo orecchio, dopo che la maschera di indifferenza era stata totalmente sciolta da un sorriso precedente il bacio.

“Ti dispiace se faccio una cosa?” chiesi, un sorriso sardonico che mi si apriva sulle labbra; mentre mi alzavo dal letto, costringendo anche te a sollevarti in piedi.

“Oh no” esclamasti gemendo, mentre mi inginocchiavo di fronte a te.

“Dai, sii gentile” scherzai, facendo l’occhiolino. Poi tornai serio mentre pronunciavo le parole che fin dal primo momento avevo sognato pronunciare: “Isabella Swan, prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l’eternità. Mi vuoi sposare?” .

E tu, a dispetto di tutto il fiume di parole che probabilmente ti sarebbe piaciuto esprimere, non potesti far altro che sbattere forte le palpebre per un paio di volte e rispondere con un debole quanto sincero “Sì”

“Vedi, non è stato poi così difficile” balzai in piedi, ridendo e stringendoti in un abbraccio, le nostre mani ancora intrecciate.

Sì, una semplice parola niente di più, ma che spalancava a te, ragazza titubante e a me, vampiro sorridente, le porte dell’eternità.

 

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Capitolo 5
*** 4. Edward decide di andare a casa di Bella - Peccatore ***


Note: 4. Edward decide di andare a casa di Bella. Ambientato in Twilight. Edward pov. Spero vi piaccia, buona lettura^^. Commenti, critiche, recensioni et similia molto gradite davvero^^.

 

peccatore

 

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“Edward” una parola chiara, netta, assordante nel silenzio della notte.

Mi alzo spaventato, pronto ad andarmene, sicuro che tu mi abbia visto. Ma poi sussurri ancora, ti giri e torni nel mondo beato dei sogni.

Mi risiedo vicino alla scrivania, con un sospiro di sollievo. Ma la quiete di prima è sparita: dentro di me è appena cominciato un concerto di desideri contrastanti. Dalla sete che torna a colpirmi ogni volta che il tuo profumo mi sfiora, al voler scappare per tenerti al sicuro, passando per la voglia pura e semplice di mantenere le cose come sono; perché la voglia di te va oltre la sete, va oltre la mia natura.

Il non poterti leggere dentro come faccio con qualsiasi altra persona, il tuo essere completamente imprevedibile, il tuo voler essere mia amica a tutti i costi indifferente del fatto che così metti a rischio entrambi, ti rendono allo stesso tempo il mio peccato e la mia punizione.

Perché smettendo di ignorarti mi sono condannato, e mentre esco dalla finestra sfiorandoti leggero, capisco qual’è il mio peccato: chiamatelo desiderio, chiamatelo follia, chiamatelo amore.


 


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Capitolo 6
*** 5. Dopo la radura - Nessuno mi hai mai fatto sentire così ***


Note: 5. Dopo la radura. Doppia drabble (200 parole esatte) con pov esterno. Come per tutte le fic di questa raccolta, le parti di dialogo sono tratte dai libri. Buona lettura, spero vi piaccia. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite e apprezzate (Grazie a chi ha commentato fino adesso, un bacio^^).

 

nessuno mi hai mai
fatto sentire così
 

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“Hai mai…?” una domanda che si disperdeva, lasciando intuire il senso delle parole non dette.

“Certo che no” disse la ragazza, arrossendo visibilmente, il fiotto di sangue caldo che colorava le guance pallide. “Te l’ho già detto, nessuno mi hai mai fatto sentire così, nemmeno lontanamente” una sincerità devastante, che ridusse al silenzio la mortale e il vampiro per qualche interminabile istante.

Quel pomeriggio nella foresta, tutti i muri erano caduti, tutte le insicurezze sciolte nel sole che aveva trasformato la pelle del vampiro in una pioggia di diamanti. La bruna aveva solo detto la verità: quel desiderio, quell’amore, quella paura mista a un’attrazione profonda che li legava, non l’aveva mai provato per nessun altro.

“Bene. Se non altro una cosa in comune l’abbiamo” concluse soddisfatto il vampiro, mormorando nei capelli della ragazza. Anche per lui era un’esperienza nuova, un’emozione che in più di ottant’anni nessuna gli aveva mai procurato.

Un amore dannato, reso proibito dalla sete che lo sconvolgeva ancora, ma così bello da togliere il respiro anche agli immortali. Un amore che li lasciava senza parole, perché nessuno dei due avrebbe mai potuto pensare, che il giorno in cui sarebbero rimasti senza parole per qualcuno sarebbe mai arrivato.

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Capitolo 7
*** 6. Ritorno dall'Italia - Casa ***


Note: 6. Ritorno dall’Italia. Piccola drabble, Edward pov. Spero vi piaccia, buona lettura^^. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite e apprezzate.

 
casa

 

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Sei qui, di nuovo tra le mie braccia.

Sembrano passati secoli, sembra quasi irreale averti ancora vicino a me; eppure sei tu, col profumo inconfondibile di sempre, mentre viaggiamo da Roma ad Atlanta.

Non posso credere di averti lasciato andare, mi sento troppo egoista adesso perfino per pensare anche solo un istante di allontanarmi di nuovo da te.

Guardo fuori dall’oblò mentre ritorniamo verso casa. Ma la mia casa, quella dove sto ritornando davvero, sei tu che mi accarezzi i capelli mentre faccio scorrere un dito sulla tua pelle morbida. Inspiro deciso il tuo profumo: il profumo di casa

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Capitolo 8
*** 7. Ballo di fine anno - Mi basta, per sempre ***


Note: 7. Ballo di fine anno in Twilight. Ho sempre adorato questo capitolo e spero di non aver fatto scempi usando il pov di Edward. Spero che vi piaccia, buona lettura. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite^^.

 

mi basta, per sempre

 

 

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Era lì, impacciata come sempre, mentre entrava nella Volvo: una bambolina stupendamente goffa, vestita da Alice con chiffon e seta.

“Mi stai portando al ballo di fine anno!” urlò, pestando il gesso e la deliziosa scarpa col tacco alto sul tappetino dell’auto. Non sapendo cosa le passava per la mente (come al solito) non potei far altro che tentare di convincerla. “Assecondami, per piacere” implorai, rivolto al suo viso stupendo.

Si arrese, non senza farmi pesare il fatto che l’ avevo portata a quello che secondo lei era il pericolo mortale per eccellenza. Non potei far altro che sorridere prima di aprire la portiera per farla scendere. “Di fronte a un assassino sei coraggiosa come un leone, ma basta che qualcuno parli di ballare…” sospirai, trascinandola fuori dall’abitacolo.

Mentre camminavamo per andare in palestra non potei non pensare che era assolutamente perfetta: i boccoli castani che ricadevano leggeri sotto le spalle, il passo reso incerto dal gesso, e la carnagione pallida che diventava purpurea sulle guance, lasciando trasparire ancora una volta il suo incredibile profumo.

“Sembra l’inizio di un film dell’orrore” mormorò entrata in palestra, mentre la musica si diffondeva dolce dalle casse.

“In effetti i vampiri non mancano” ribattei dando un’occhiata al resto della mia famiglia che già danzava in mezzo alla pista.

“Vuoi che blocchi le uscite, così potete massacrare gli ignari cittadini?” disse, facendomi l’occhiolino.

Sollevai gli occhi al cielo: chissà se avrebbe mai cominciato a comportarsi come una persona normale. “E tu da che parte stai?”

“Coi vampiri, ovvio” rispose, sghignazzando. Poi l’ espressione si fece più seria: “Qualsiasi cosa, pur di non ballare, qualsiasi cosa”. La ignorai, portandola con lentezza al centro della sala.

“Edward, sinceramente non so ballare!” rantolò mentre gli occhi castani vagavano verso le porte di uscita: come se fosse mai riuscita a scappare. Avevo promesso che non l’avrei lasciata andare un attimo in tutto il corso della serata.

“Sciocca non preoccuparti, io sì” le risposi sollevandola fin che non cominciammo a volteggiare, l’ abito che faceva ampi cerchi nell’aria, mentre i suoi capelli mi frustavano il viso, inebriandomi…

Poi d’un tratto si materializzò lui: Jacob. Uno degli eredi dei Quileute voleva portarla via da me; in fondo il patto tra noi e loro era quello, ma non mi sarei arreso tanto facilmente. Sapevo di essere egoista ma lasciarla andare in quelle mani anche solo per pochi minuti mi rendeva nervoso e inquieto. E inoltre la gelosia non aiutava.

Tirai un sospiro quando mi ritornò tra le braccia: un peso dolce che volteggiava insieme a me. “Ora va meglio?” provò, la voce leggermente soffocata dal fatto che teneva il viso premuto al mio petto. “Non proprio” risposi in modo sincero.

“Non prendertela con Billy, è preoccupato per me perché Charlie è suo amico. Niente di personale”

“Non ce l’ho con Billy, è suo figlio ha irritarmi” risposi, cercando di non ringhiare. “Prima di tutto mi ha costretta a violare la promessa  che avevo fatto di non lasciarti sola neanche un attimo. E in secondo luogo ha detto che sei carina. In pratica ti ha insultata. Stasera sei molto più che bellissima” soffiai tra i suoi capelli.

Ricominciammo a volteggiare, stretti in mezzo alla folla, diretti verso il prato. Ci sedemmo sulla panchina, dove la cullai con dolcezza, una piccola bambolina fragile tra le mie braccia. La luna brillava sul suo viso, illuminandolo tanto da farla sembrare una creatura eterea. “Di nuovo il crepuscolo. Un’altra fine. Ogni giorno deve finire, anche il più perfetto” mormorai.

“Non è detto che tutto abbia una fine” ribattè lei piccata.

Era l’ennesima battuta di entrata della nostra situazione di impasse: lei che voleva a tutti i costi diventare un vampiro, e io che non volevo assolutamente farla diventare un mostro senz’anima. “Io so ciò che sono” disse decisa. “Sì” avrei voluto rispondere “Sei precisamente la tentazione più insopportabile che abbia mai avuto. Ti amo per questo”.

La misi alla prova. “Perciò, ti senti pronta?”

“Ehm, sì” la voce che improvvisamente si rompeva, la preda che tornava se stessa, mentre il leone giocava col suo agnello.

“E adesso?” le soffiai direttamente sul collo, la sua pelle che rabbrividiva, la normale reazione al contatto freddo con la mia.

“Sì” sussurrò, una nota di paura nella voce vellutata.

Mi allontanai ridendo amaro. Era vero: nonostante la paura sarebbe stata felice di diventare un mostro come me al momento.

“Veramente diciamo che il mio sogno è restare con te per sempre” dichiarò con un mezzo sorriso sulle labbra piene.

“Bella” feci, sfiorando quelle labbra così rosa, calde, umane “Starò sempre con te. Non ti basta?”

“Mi basta per ora” sorrise da sotto la pressione del mio dito.

Sbuffai, trattenendo ancora una volta il ringhio che mi nasceva in gola. Quella ragazza era già un mostro, anzi peggio di un mostro. Il mio adorabile mostriciattolo.

“Stammi a sentire. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, senza eccezioni. Non ti basta?” esordì il mostriciattolo, ancora convinta di poter far cambiare la mia decisione.

“Sì, mi basta” risposi, giocherellando un po’ con gli anelli perfetti dei boccoli. Poi posai una mano sulla sua guancia mentre col viso mi abbassavo al livello di quel collo bianco, perfetto e vitale. “Mi basta per sempre” conclusi, baciandola.

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Capitolo 9
*** 8. Dopo il ritorno dall'Italia -Sogno ***


Note: 8. Dopo il ritorno dall’Italia. Drabble con pov di Bella (già ogni tanto capita^^). Buona lettura, spero vi piaccia. Commenti, critiche, recensioni et similia, sempre molto gradite e apprezzate. (Grazie infinite a pinkgirl, elyxyz, feferica. Un bacio^^)

 

   sogno

 

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“Sapevo che era un sogno” balbetto, singhiozzando. E’ assurdo: vampiri italiani, voli infiniti, Alice…te. Impossibile che tu sia tornato, stringendomi tra le braccia… solo illusioni che la mente usa per tener vivo il tuo ricordo.

“Certo che ti amo e non posso farci niente” sbraito a un’allucinazione, che si fa sempre più reale, mentre mi stringi nella tua presa marmorea.

“Non devo sentire altro” mormori, prima di baciarmi.

“E’ solo un abbaglio” blatera una vocina da qualche parte me. “Al diavolo!” penso, mentre lascio che la mente venga completamente risucchiata dalle tue labbra. Un sogno che si avvera.

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Capitolo 10
*** 9. Prima del matrimonio - Nightmare before wedding ***


Note: 9. Prima del matrimonio. Mi scuso per il ritardo nel postaggio, è un periodo impegnativo. Spero di postare in modo un po’ più frequente ora che si avvicinano le vacanze^^. Il pov è di Bella (sì strano, ma vero). Buona lettura, spero vi piaccia. Commenti, critiche, recensioni et similia sempre molto gradite e apprezzate (Grazie infinite a pinkgirl, elyxyz, feferica e lady lang. Un bacio^^)La storia partecipa al contest 100 prompts! indetto dal forum Fanfiction Contest ~ {Collection of starlight since 01.06.08 }

 

nightmare before wedding

 

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“Domani è un giorno importante” aveva bisbigliato Edward, poco prima di andarsene alla sua festa di addio al celibato.

“Grazie! Questo mi aiuterà a rilassarmi” avevo risposto, con una mezza risata che voleva coprire il mio vero stato d’animo: perché quando Jasper se n’era andato col futuro sposo, tutta la calma se n’era andata con lui.

Ero semplicemente atterrita. Provai a rilassarmi, scivolando in un sonno tormentato.

 

Guardai giù verso i miei piedi: un paio di scarpe erano avvolte attorno alla mia caviglia con un semplice laccetto di cuoio. Il tacco era qualcosa di mortalmente alto. Deglutii, tentando di cacciar via il terrore. Misi un piede sulla scalinata. E come previsto, scivolai giù per tutta la lunghezza della rampa, avvolgendomi nello strascico e assomigliando in qualche modo a un cartone animato che rotolando nella neve provoca la classica valanga. La gente rideva, indicandomi sguaiata…

 

Eravamo in un prato bagnato dalla luce arancione del tramonto, io già davanti all’altare, Edward che avanzava maestoso, rilucente da mille bagliori. La gente urlava, tentando di scappare da quello spettacolo affascinante e misterioso…

 

“Tu, Isabella Swan, vuoi sposare il qui presente Edward Cullen, promettendo di essere sempre al suo fianco, finchè entrambi vivrete?” mi domandava il prete, davanti a me.

“Lo voglio” annunciavo sicura e raggiante.

“E tu, Edward Cullen, vuoi sposare la qui presente Isabella Swan, promettendo di essere sempre al suo fianco, finchè entrambi vivrete?” ripetè il sacerdote.

Alzai gli occhi verso Edward. Mi squadrò da capo a piedi, lanciando un’occhiata che decretava la sua stanchezza: “Quanta fatica per un’insulsa, semplice mortale” sembrava pensare. Si girò lentamente, voltandomi le spalle, e cominciando a camminare.

“Edward, no! Edward” provai a chiamare. Ma lui continuava a camminare, sparendo nel buio insieme a tutto il resto della scena…

 

Mi svegliai ansimante e madida di sudore. Aprii gli occhi e lanciai un urlo: i diamanti del mio anello di fidanzamento rilucevano di una luce diabolica. Dannati incubi prematrimoniali.

Provai nuovamente a calmarmi, ma inutilmente. Tutti i sogni mi tornavano alla mente in modo troppo vivido. E se fossi scivolata? Se la natura del mio futuro marito ci avrebbe traditi, costringendoci a fuggire? Se (la parte peggiore) nonostante tutto Edward avesse capito che non ero abbastanza per lui?

Venni colsa dall’iperventilazione. Lui era così bello, buono, generoso…così Edward! E io non ero altro che me stessa: una mortale qualunque. Non sarei mai stata alla sua altezza nemmeno da vampira. Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance. Mi alzai dal letto, sapendo che non avrei preso sonno e che la mattina dopo Alice mi avrebbe urlato contro. Lo sguardo lucido mi cadde su un vecchio album per terra. Erano tutte le foto sviluppate dai rullini di quel maledetto compleanno. Sfogliai le pagine, notando tutti i cambiamenti in me e i non cambiamenti di Edward, sempre perfettamente immutabile. Rimasi ferma su una foto in particolare: io e lui, una domenica di tanto tempo prima, quando mi aveva regalato la Mercedes. Uscivamo dalla macchina insieme, il suo braccio intorno alla mia spalla, lui folgorante come un modello in occhiali da sole, io la solita vecchia Bella, ma illuminata dal riflesso della sua bellezza.

Eravamo proprio una coppia carina. Ritornai a letto, sorridendo e asciugando le lacrime. Ricordavo il dialogo che avevamo avuto quando Charlie aveva scattato quella foto…

“Io ancora non capisco perché mi hai regalato questo sproposito di macchina. Non sono alla tua altezza anche senza tutti questi doni stupidi” mi ero lamentata già allora.

“E chi dice che non sei all’altezza?” mi aveva sfidato lui, gli occhi perforanti anche dietro le lenti degli occhiali.

“Bhè…tanta gente” avevo ribattuto io, pur sapendo che avevo le spalle al muro.

“Ciò significa che hai il singolare dono dell’ubiquità, dato che tanta gente puoi essere solo tu” aveva sorriso. Quel dannato sorriso sghembo che mi fermava il cuore. Ma volevo resistere.

“Non è vero, lo pensano tutti. E in più mi spieghi come faccio a meritarti se al matrimonio inciamperò ovunque, e dopo non avrò altro da offrirti che solo me stessa? Che tra parentesi non mi sembra abbastanza” avevo sbuffato, ironicamente ma con una goccia d’ansia. Mi si era parato davanti, annullando la mia visuale, concentrata su quegli occhi ambrati nascosti dal vetro scuro.

“Ascoltami Bella, perché non lo dirò mai più: tu non sei alla mia altezza, perché sei molto più in alto di me. Sei il dono più perfetto che mi si potesse fare, sei parte di me; una volta ti dissi che eri tutta la mia vita. Bene, la situazione non è cambiata. E chiunque osi dire il contrario è solo un povero pazzo. Capito bene?” aveva concluso minacciosamente, con un piccolo ringhio.

“Va bene, va bene. Anche se sul discorso della follia avrei qualcosa da aggiungere…” avevo scherzato, abbracciandolo.

Il ricordo finì, lasciandomi insonnolita tra le coperte che si erano fatte soffici e calde. Sbadigliai, chiudendo gli occhi: il mio perfetto angelo custode (che mi guardava ancora dalla foto), avrebbe vegliato su di me, portando via gli incubi di quella notte.

 

 

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Capitolo 11
*** 10. Non m'importa! - Bella capisce cos'è Edward ***


Note: 10. Bella capisce cos'è Edward. Pov di Edward (as usual^^). Doppia drabble sulla rivisitazione di uno dei momenti, secondo me, più belli della saga. Buona lettura, spero vi piaccia. Commenti, critiche, recensioni et similia, sempre molto gradite e apprezzate. (Grazie infinite a pinkgirl, elyxyz, feferica e lady lang. Un bacio^^)

 

non m’importa!

 

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Chiudi la portiera, dirigendoti verso casa. Lanci un ultimo sguardo alla macchina e poi entri.

Metto in moto e mi dirigo verso casa. Guardo fuori dal finestrino: l’aria è tersa, la luna brilla nel cielo. Claire de Lune, come la mia canzone preferita. Un chiarore fatato, che illumina i ricordi recenti della serata che cambierà, e forse ha già cambiato tutto.

Perché ci hai scoperti. Mi hai scoperto. Anche se non ti importa.

Troppo intelligente tu, o troppo stupido io, desideroso di farti avvicinare a me? Forse semplicemente troppo egoista, facendoti capire la verità in modo da poterti stare vicino, anche se so che sarà un errore. Ma quando non ci sei vengo assalito dall’ansia.

Ma questa sera non mi importa del perché, non mi importa delle cause e non mi importa delle conseguenze. Ho solo voglia di dare un suono a questo sorriso che mi si allarga sulle labbra. Il sorriso della libertà. Libero di essere quello che sono.

Abbasso il finestrino, tiro fuori la testa nell’aria gelida della notte e urlo.

“Non m’importa!” grido a mia volta, un ruggito che mi nasce dal petto e che esplode per una Forks, che non sarà più la stessa. Come me.

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