Cambiamenti

di AlexisVictorie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cacciatrici confuse, spionaggio e festini assurdi ***
Capitolo 2: *** Disastro in giardino ***
Capitolo 3: *** Sfide, cene e ringraziamenti sofferti ***
Capitolo 4: *** Apollo è ovunque ***
Capitolo 5: *** Nico odiava le riunioni di famiglia ***
Capitolo 6: *** Friendship ***



Capitolo 1
*** Cacciatrici confuse, spionaggio e festini assurdi ***


 

Percy sbuffò in direzione di Leo, che voltò il capo a cercare Jason che a sua volta si girò alla ricerca di Nico.

-Spiegatemi di nuovo perché seguiamo il mio migliore amico- fece Apollo sbirciando oltre il cespuglio per vedere Will.

-Seguiamo anche nostro cugino ma io non faccio tutte ste storie-

lo rimbeccò seccato Percy.

Erano nel parco da ore ma Will e Nico non combinavano nulla di vagamente interessante.

-Io ancora non credo che sia gay-  ripeté per la centesima volta Apollo e tutti quanti alzarono gli occhi al cielo.

-Ma che ti cambia alla fine?-

-Niente! Will rimane mio amico. Ma è strano.-

Jason sbuffò.

-Non fatemi pentire di aver acconsentito.-

-Era meglio se restavo con Artemide- ribadì Apollo -almeno potevo rimorchiare una delle sue Verginelle-

-Non ne parliamo. Ce n'è una, Calypso…mi ha lanciato un vaso di fiori in testa perchè l'ho salutata educatamente. Poi ha raccolto i fiori ed è andata via borbottando che doveva piantarli altrove- Leo sembrava divertito e scocciato al tempo stesso.

-Lasciamo stare la vostra fama di Don Giovanni- li riprese Jason e Apollo prese a chiedersi chi fosse il maggiore fra lui e il superman biondo.

In famiglia erano numerosi.

Quattro fratelli.

Lui, Artemide, Jason e Thalia.

La sorella gemella, Artemide, aveva fondato il gruppo delle Verginelle anche detto le "Cacciatrici di Artemide" nome alquanto stupido per Apollo.

Ne faceva parte anche Thalia e sebbene la ragazza un tempo fosse stata una ribelle in piena regola adesso era il braccio destro della sorella e lottava per quel ruolo con Zoe Nightshade.

Apollo non sapeva chi fosse più fissata tra le due.

Forse Zoe.

Jason era una vera palla.

Sempre perfettamente rispettoso delle regole, mai una volta che sgarrasse.

Apollo non apprezzava il fratello ma avendo perso le attenzioni delle femmine della famiglia (troppo prese dalla loro setta)  si era avvicinato al Superman Biondo e aveva scoperto un ragazzo più rilassato rispetto all'immagine che Apollo aveva del minore.

Che poi Jason e Thalia (anche loro gemelli) avevano solo due anni meno di lui.

Dettagli.

Apollo era l'unico davvero deciso a rimanere bambino

Per quanto Jason fosse Superman, Apollo era Peter Pan.

E la cosa non andava giù a Zeus ed Era, i suoi genitori.

Erano entrambi troppo tesi.

Zeus cercava sempre l'occasione giusta per una scappatella ed Era era sempre sull'attenti alla ricerca del minimo accenno di tradimento.

Apollo li odiava.

Lì a New Olympus (una cittadina sperduta) i pettegolezzi regnavano e a volte a causa dei suoi, la famiglia Grace diventava lo zimbello del paese.

Ma a lui non importava della reputazione.

Per quanto fosse problematica la sua famiglia, Apollo e i suoi fratelli potevano sempre scontare sull'appoggio degli zii paterni Ade e Poseidone.

Ade aveva tre figli: Nico, appunto, Bianca ed Hazel.

Bianca era un'altra delle aggregate alle "Cacciatrici di Artemide".

Poseidone, invece, aveva avuto due figli, Percy e Tyson rispettivamente di sedici e dieci anni.

Apollo adorava i suoi cugini.

Percy era un ribelle di prima categoria.

Non gli piaceva essere domato e faceva tutto senza pensare alle conseguenze.

Poseidone diceva che in questo si assomigliavano lui ed il figlio.

Nico non era proprio il massimo dell'allegria con il suo stile total black e l'aria di uno capace di uccidere con lo sguardo.

Però era intelligente e pragmatico e riusciva a frenare Percy, il che tornava sempre utile.

Hazel gli piaceva per il semplice motivo che non apparteneva alla setta delle "Verginelle".

Sebbene sorella di Nico, era allegra e spensierata e non si faceva scrupoli a dire ciò che pensava.

Era nata da una relazione clandestina di Ade ma alla morte della madre era stata accolta in casa da Maria Di Angelo che, sebbene non approvasse la scappatella del marito, non avrebbe lasciato a sé stessa una bimba di otto anni.

Bianca aveva faticato ad accettarla dopo il rifiuto di Hazel ad aggregarsi alla setta.

Ma Nico la adorava quasi quanto la sorella naturale.

Tornando a Nico, di recente si era avvicinato moltissimo a Will Solace, il migliore amico di Apollo, e Leo Valdez, caro amico di famiglia, aveva supposto una possibile relazione tra i due, nonostante le obiezioni di Percy e Apollo.

Da cosa nasce cosa, e quindi tutti e tre, con l'aggiunta di Jason, stavano pedinando i due durante una delle loro uscite.

Ma Apollo non era certo noto per la pazienza.

All'ennesima risata di Will sbucò dai cespugli e si diresse a passo di marcia verso i due nonostante i richiami bisbigliati dei suoi amici.

Nico e Will sbarrarono gli occhi, sorpresi, vedendosi venire incontro il rispettivo, cugino/migliore amico.

-Ehi voi! Sono due ore che stiamo nascosti in un cespuglio di merda ad aspettare che vi baciate per appurare se la teoria di Leo è vera e voi siete omosessuali. Ma cavolo siete due lumache!-

Will si coprì gli occhi con le mani.

-Che stai facendo, Will?-

-Non voglio assistere quando Nico ti ucciderà- ribatte l'altro senza spostare l'arto dal viso.

Apollo parve capire cos'aveva fatto.

Si girò verso il cugino, che stava sbuffando fumo dalle orecchie.

Si sentì afferrare per le orecchie mentre il cugino, nonostante più piccolo e basso, lo trascinava verso il cespuglio da dov'era arrivato.

Lo gettò tra le braccia di Jason che lo posizionò proprio avanti a sè come scudo umano.

-Voi quattro… - sibilò assassino.

-Come facevi a sapere che c'eravamo anche noi?- fece Percy curioso.

-Nostro cugino si è tradito da solo. Ha usato il plurale quando ha detto di star spiando me e Will e da lì ho capito che non era solo opera sua. Tanto più che Apollo non è il tipo da fare l'agente segreto se non per scommessa-

Nico sembrava seccato e divertito allo stesso tempo.

Will avanzò a tentoni con ancora una mano sul viso.

L'altra era tesa per non sbattere da nessuna parte.

-Neeks? Dove sei?- chiese -Li hai già uccisi? Posso togliere la mano e portarli in obitorio?-

Nico afferrò la mano tesa e rise.

-Puoi guardare, Will-

Il biondo sorrise ai quattro ragazzi.

-Sono felice che siate ancora vivi.- dichiarò con una dimostrazione di grande coinvolgimento emotivo.

-Anche noi lo siamo- ribattè Jason con aria sollevata.

-Ma io non avevo mica finito- ringhiò Nico e Will tornò a coprirsi gli occhi.

-Will leva quella mano. Prometto di non ucciderli- parve pensarci su -o almeno…prometto che non dovrai amputare arti.-

Il ragazzo obbedì.

-Lo sai che non sono ancora un dottore vero e proprio, sì?-

-Dettagli.- fu la laconica risposta.

-Quanto a voi…giurate che non vi immischierete più nella mia vita privata, non assalterete Will per avere dettagli su quello che facciamo o non facciamo ed eviterete di aggregare altra gente a questa vostra sciocca causa-

-Lo giuriamo sullo Stige- fu la risposta unica che ricevette dai quattro amici.

-Bene...andatevene adesso.-

Si girò verso Will mentre i suoi cugini (più Leo) scappavano a gambe levate.

-Fai paura Death Boy-

-Smettila Robin Hood-

Il biondo storse il naso.

-La devi smettere di chiamarmi così. Non la indosserò mai una calzamaglia, capito?-

 

 

 

 

 

Calypso appoggiò annoiata la fronte alla scrivania.

La Tavola Rotonda (o almeno così la chiamavano loro) era stranamente vuota quel giorno.

Le "Cacciatrici di Artemide" erano un semplice gruppo votato alla castità e alla repulsione dei maschi (a meno che non fossero gay).

Pochi uomini avevano fatto parte della compagnia ed erano stati cacciati subito.

Come Orione.

Aveva cercato di conquistare nientemeno che Artemide la quale era la fondatrice di quel gruppo e poteva definirsi incorruttibile.

Aveva passato la vita a vedere Apollo conquistare e spezzare cuori di ragazzine innamorate.

Lei accoglieva quei cuori infranti e coloro che volevano evitare che l'organo vitale si spezzasse.

Calypso faceva parte della seconda categoria.

Era vissuta in giro per il mondo col padre Atlante e la sorella Zoe (anche lei parte del gruppo) ed era vissuta in una teca di cristallo.

Aveva paura del mondo e degli uomini, soprattutto dopo la rottura tragica di Zoe ed Ercole.

Di recente il gruppo era molto teso.

Arianna le aveva lasciate perchè si era innamorata.

Proprio lei che era stata sedotta e abbandonata da Teseo, tornava a fidarsi di un uomo.

E non di uno qualsiasi.

Di Dioniso.

Quel tipo era alquanto strano.

Era indubbiamente piacente ma aveva il gomito un po' troppo alto e il vizio per le feste.

Arianna lo trovava adorabile.

Calypso rabbrividÏ e si trovò a pensare al ragazzo che aveva incontrato pochi giorni fa.

Leo Valdez.

Quel pazzo l'ava salutata, tutto allegro e tranquillo.

E lei gli aveva lanciato addosso un vasetto di porcellana.

Era sembrato leggermente traumatizzato mentre si allontanava.

Sua sorella Zoe, seduta alla sinistra di Artemide, sbuffava irrequieta mentre vagava fra le sedie vuote.

-Dov'è Phoebe? Bianca? E perchè Talia non è ancora arrivata? Non è il suo braccio destro, mia signora?-

A Calypso stava venendo mal di testa a causa delle domande insistenti della sorella.

Phoebe varcò la soglia della sala con un sorriso di scuse.

Zoe cercò di assalirla con le sue stupide regole ma Calypso aveva raggiunto il punto di rottura.

-Adesso basta sorella! Talia starà arrivando e non credo riuscirai a rubarle il ruolo di seconda solo perchè è in ritardo di dieci minuti.- fece secca e autoritaria e gli occhi di Artemide brillarono.

Bianca e Talia le raggiunsero poco dopo affannate e scombinate.

-Guardatele mia signora!- fece sdegnosa Zoe ma Calypso fece per alzarsi e la sua espressione furibonda bastò a zittire la sorella maggiore.

Non perchè Calypso fosse spaventosa ma solo perchè quando si arrabbiava  voleva dire che era ora di finirla.

Talia prese il suo legittimo posto alla destra della sorella che la fissò severa.

-Ci dispiace. Davvero. Ma Hazel aveva un contrattempo. Un incidente troppo lungo da spiegare che include lo shampoo, il phon e la piastra bollente e di cui tu non vuoi sapere niente.-

-Tiro ad indovinare... stava di nuovo dando fuoco al gatto con la piastra, vero?-

Le espressioni comprensive delle due furono l'ovvia risposta.

-Passa troppo tempo con quel Leo Valdez-

A quel nome Calypso affogò con l'acqua che stava bevendo e sputò tutto addosso a Rachel che la fissò disgustata.

-Scusa- fece timida Calypso.

A differenza di Zoe, lei non rivestiva un ruolo importante nel gruppo e Rachel in ordine di importanza era la quinta dopo Phoebe.

-C'è qualcosa che non ci hai detto, Calypso?- fece indagatrice Artemide.

-No signora. Semplicemente qualche giorno fa Leo Valdez mi ha salutata e per lo spavento gli ho gettato un vaso addosso.- fece con tranquillit‡.

Talia soffocò una risata e le strizzò l'occhio.

-E dopo?- indagò la sorella severa.

-Ho raccolto i fiori e me ne sono andata a piantarli da qualche altra parte-

-E lui?- continuò Phoebe e Calypso si stava già scocciando dell'interrogatorio.

-Mi ha fissato come se fossi pazza e se ne è andato dicendo qualcosa come "Artemide e le sue amiche sono da manicomio"-

Ormai Talia stava schiattando dalle risate e anche Bianca cercava di trattenere un sorriso.

-Le vostre storie sono sempre molto avvincenti, ragazze- sbuffò Artemide, un sorriso che  le increspava le labbra.

Adorava le sue amiche.

Zoe era leale e fiera e dopo il trauma di Ercole non intendeva provarci più con nessuno.

Talia era entrata in quel gruppo perchè la sua mente era scolpita dalle immagini del padre con amanti che venivano usate come pezze e lei temeva di fare la stessa fine con un altro uomo.

Bianca aveva vissuto per anni con Nico preoccupandosi di crescerlo personalmente e spesso senza l'aiuto di Maria ed Ade che erano sempre in viaggio per lavoro e la voglia di libertà l'aveva condotta a quel gruppo.

Calypso, invece, era un caso a parte.

Artemide stessa, non capiva perchè ne facesse parte.

Lei non disprezzava gli uomini in generale.

Lei disprezzava chi vedeva le donne come trofei da mostrare e sfruttare ma non da amare.

Apprezzava ragazzi come il cugino Percy con la sua lealtà indiscussa agli amici.

Apprezzava Frank e Leo, amici di famiglia, il primo per la gentilezza e il secondo per quella sua grande capacità di nascondere il dolore dietro a battute e sorrisi.

Apprezzava Jason perchè sapeva quando era ora di fare la persona matura.

Apprezzava Will e Nico semplicemente perchè erano gay(o almeno credeva lo fossero) e lei adorava i gay.

Apprezzava Apo... no time out.

Lei non apprezzava Apollo proprio perchè era un Don Giovanni incallito che ci provava con tutte.

Scosse la testa amareggiata.

Suo fratello non si sarebbe mai responsabilizzato.

Ma forse se avesse trovato una ragazza capace di tenergli testa... 

Si ritrovò a pensare ad Arianna.

Quando le aveva chiesto di andarsene era inorridita.

Ma la ragazza le aveva raccontato dell'amore rinato in lei, stavolta verso Dioniso.

Artemide non apprezzava moltissimo Dioniso.

Ma sapeva che in amore non avrebbe mai tradito nessuno.

Non era nel suo stile.

Non aveva la pazienza di tradire.

Se si scocciava della sua fiamma la mollava.

Quella era una cosa che apprezzava.

La sincerità.

E si diceva che gli ubriaconi non mentissero mai.

Quindi di Dioniso ci si poteva fidare.

Più o meno.

Artemide sapeva accettare l'abbandono volontario di una Cacciatrice per amore.

A volte le aveva lasciate andare di sua iniziativa.

Perchè se si innamoravano non c'era giuramento che tenesse.

Artemide non avrebbe mai amato più nessuno se non la sua famiglia.

Sospirò piano e sorrise alle sue amiche.

Sentiva che quell'anno ne avrebbe perse molte.

E sperò che fosse per una nobile causa quale l'amore vero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piper fissò furibonda Drew che teneva fra le mani i pezzi di quello che un tempo era il suo nuovo vestito da sera.

Drew Tanaka era la sua odiata sorellastra.

Di tre anni più grande, non aveva mai conosciuto suo padre perchè, quando aveva saputo della gravidanza di Afrodite, questi l'aveva lasciata.

La donna, due anni dopo, era felicemente sposata con Tristan McLean ed era di nuovo incinta di sua sorella maggiore Silena.

L'anno dopo era toccato a lei.

Piper adorava Silena che le assomigliava moltissimo.

Ma Drew sembrava decisa a disprezzare le due sorellastre per motivi a loro ignoti.

Piper cercò di non piangere dalla rabbia e mettersi a inveire poco finemente contro la sorella.

Afrodite apparve sulla porta con calma ma quando vide l'abito stracciato si portò una mano al cuore inorridendo.

-Drew! Che hai fatto al vestito che avevo comprato a Piper? Era per quella festa a casa Grace... -

-Mamma, i Grace non sono brave persone. Si parla spesso di come Zeus tradisca la moglie Era. Davvero vuoi permettere alla nostra piccola Piper di frequentare soggetti come Jason e Apollo? per non parlare di Talia ed Artemide che non credono nell'amore-

Afrodite scosse la testa.

-Avresti dovuto espormi i tuoi dubbi ed io avrei agito di conseguenza. Qui a New Olympus non succede mai niente. Falla divertire per una volta che c'è una festa. Gli dei sanno, se non serve allegria giovanile in questo paese. Tesoro userai uno dei miei vecchi vestiti.-

I vecchi abiti di Afrodite erano la collezione più bella che Piper avesse mai visto e sua madre aveva un ottimo gusto nel vestire.

Ciò che indossava non passava mai di moda, nè sembrava pacchiano o altro.

Piper adorava poter scegliere uno dei vecchi abiti di Afrodite.

Era raro avere una simile opportunità.

A Silena e Drew era capitato più spesso rispetto a lei che finalmente poteva di nuovo esplorare quella sala colorata stracolma di vestiti.

Si immerse tra le varie corsie d'abiti con calma mentre Afrodite la seguiva controllata.

Quando scelse la donna approvò soddisfatta.

Era un abito bianco con lo scollo a cuore e la gonna corta e leggermente ampia.

Il petto era cosparso di gemme che mandavano riflessi di colore.

-Sei bellissima Pips- sussurrò la madre emozionata -Era uno degli abiti che indossai durante i primi appuntamenti con tuo padre.-

Piper sorrise in risposta e la strinse piano.

Per quanto a volte la imbarazzasse, lei adorava sua madre.

-Tesoro... mi aspetto che torni con un bel giovane.-

Piper rise divertita e se ne andò con la sua solita scioltezza.

-Tesoro non scappare! Dicevo sul serio io!-

Piper corse da Silena e la trovò che chiacchierava a telefono con Beckendorf, uno dei figli dell'ingegnere Efesto.

-Va bene, Charlie. A domani. Vestiti bene.-

Silena attaccò con calma e si voltò verso la sorella che sorrise deliziata.

-Vado alla festa dei Grace.-

-Fa attenzione Piper. Apollo Grace è un Don Giovanni e non mi fiderei molto neanche di Jason.- la avvertÏ Silena.

-Vi siete fissate! Non devo sposarmi i figli di Zeus ed Era. Vado solo ad una festa, Silena. Mamma non era d'accordo quando uscivi con uno dei figli di Efesto, ricordi?-

-Diceva che il mio Charlie non era raccomandabile.-

-Ed io ti appoggiai. Adesso tocca a te. Ti prego-

-Trucco e parrucca?- fece Silena con aria complice.

-Tu sì che mi capisci!- la abbracciò Piper.

Silena le fece con delicatezza la treccia e infilò svariate piume colorate al suo interno.

Le applicò un leggerissimo filo di trucco che la rese solo più bella e giovane.

Piper era silenziosa mentre la sorella le metteva un lucidalabbra leggero.

-Un'ultima cosa, sorellina. Non imbucarti con nessuno- la reguardì.

-Credevo che Ulisse fosse morto- scherzò l'altra.

Silena sbuffò.

-Parlo sul serio, Pip-

-Non preoccuparti. Era il mio ultimo pensiero.-

-Sei la sorella migliore al mondo-

-Non è vero. La migliore sei sempre tu.-

Silena abbracciò la sorella.

-Buona fortuna.-

 

 

 

 

 

 

 

Annabeth non sapeva neanche chi l'aveva convinta a partecipare a quella stupida festa.

Ah, giusto.

Piper.

Quella ragazza era tremenda.

E l'aveva anche persa nel caos di Casa Grace.

Erano circa duecento ragazzi.

Più di quanti si aspettasse da una cittadina come New Olympus.

Lei ne vedeva pochi al giorno.

Jason Grace le passò accanto e la fissò con aria dubbiosa prima di proseguire.

Apollo Grace stava già rimorchiando una bionda chiaramente tinta.

Solo Jace Herondale aveva quel colore di capelli al naturale.

Talia Grace era la Dj e sembrava si stesse divertendo sebbene avesse già versato i suoi alcolici addosso a quattro possibili pretendenti.

-Talia fa tanto la dura, insensibile all'amore, vero?-

Annabeth si voltò e fissò disgustata Luke Castellan.

Tutti conoscevano May Castellan, la madre del ragazzo, che girava sempre con dei biscotti fatti in casa e l'aria un po' svampita.

Tutti le volevano bene.

Eppure Luke non assomigliava affatto alla madre.

Era un puttaniere.

E le stava rivolgendo la parola.

Il che voleva dire una cosa sola: corri.

Cercò di sgusciare via ma Luke la bloccò.

-Dai biondina. So che non vedi l'ora.-

Annabeth gli rifilò un calcio dritto spedito fra le gambe e si allontanò spedita.

Farla passare per una oca bionda e pure puttana.

A lei!

-Non rimuginarci troppo Chase. Tutti sanno com'è Luke Castellan.-

Annabeth si voltò ancora ed incontrò gli occhi verdemare di un perfetto sconosciuto.

-Scusa... ma ci conosciamo?-

-Perseus Jackson. Ma chiamami Percy.-

-Annabeth Chase. Chiamami bionda e ti ritrovi al tappeto.-

-Non hai l'aria della classica bionda della California.- la rassicurò Percy- I tuoi occhi fanno crollare tutta la facciata. Che colore sono? Grigi?-

-E allora? Cosa vuoi?-

-Parlare. Ma sei così sulla difensiva. Potresti far parte della banda di mia cugina, volendo-

-Banda?-

Annabeth era confusa.

Quel Percy sembrava il classico playboy.

Si stava divertendo a parlarle perchè era imprevedibile e ribelle.

Ma era solo un gioco.

Divertente certo.

Ma prima o poi si sarebbe annoiato.

-Le "Cacciatrici di Artemide". Anche Talia ne fa parte.- fece un cenno verso la postazione del Dj.

-Aspetta... quel Percy Jackson?-

Il ragazzo annuì allegro.

Zeus, Poseidone ed Ade erano tre fratelli abbastanza particolari.

Poseidone era dovuto partire per un viaggio in mare durato due anni e aveva dovuto lasciare da sola Sally Jackson, la moglie incinta.

Era stato dato per disperso per un anno buono prima che Poseidone riuscisse a tornare a casa.

Ma intanto Percy era nato e la madre gli aveva dato il suo cognome.

Per non parlare di Ade.

Aveva avuto vari figli da diverse relazioni e solo quando era caduto la seconda volta fra le braccia di Maria Di Angelo si era deciso a sposarla.

La donna si era, però, rifiutata di dare il cognome di Ade, Grace, al secondo figlio, Nico.

Voleva avesse lo stesso cognome della piccola Bianca.

Quindi Nico e Bianca portavano Di Angelo.

E a loro andava benissimo così.

Non amavano moltissimo il padre.

Quando, invece, Poseidone era tornato, Percy aveva fatto i salti di gioia ma si era ostinato a mantenere Jackson.

Lui e suo padre erano identici e avevano una sintonia assurda.

Annabeth un po' invidiava il famoso Percy Jackson.

Lei, sua madre, non la vedeva mai.

-Quindi... di preciso cosa ti serve? Le persone hanno sempre un secondo fine.-

-Non io, Chase. Volevo davvero solo parlarti. Ti ho vista con Castellan e volevo avvertirti. Ma te la cavi benissimo da sola-

-Tu hai…? -

-Mettiamola così... ricordami di non farti arrabbiare. Credo che Luke non si sia ripreso.-

Annabeth rise divertita e Percy osservò con accuratezza la sua slanciata figura.

I capelli biondi e ricci cadevano delicati sulle spalle, liberi.

La pelle abbronzata aveva una tonalità dorata che lasciava intendere che fosse naturale.

Gli occhi grigi riportavano il colore delle cupe nubi temporalesche e Percy li trovava magnifici.

Era alta ma non quanto lui ed era formosa ma non troppo.

Inoltre aveva dimostrato saggezza ed intelligenza.

E una forza bruta non indifferente.

Percy si chiese se fosse saggio avvicinarla senza parastinchi.

Meglio non provarci.

Annabeth, dal canto suo, era incuriosita dal ragazzo.

La pelle abbronzata era molto scura ma il naso si stava spellando quindi Annabeth suppose fosse solito andare in spiaggia.

I muscoli non erano enormi come quelli degli attori che lei non sopportava perchè palesemente finti.

Era forte ma magro al tempo stesso.

I capelli neri erano un disastro e Annabeth poteva dire con certezza che avesse davvero dimenticato di guardarsi allo specchio prima di uscire di casa.

Gli occhi verdemare erano in assoluto la cosa migliore.

Sembravano calmi ma l'attimo prima mentre guardava Castellan si erano fatti burrascosi.

La stava fissando con malcelato divertimento e un pizzico di sfida.

-Devo andare Chase o Nico mi ucciderà. L'ho lasciato in mano ad Apollo. Mai lasciare quei due assieme. Litigherebbero su chi è più amico di Will-

Si voltò e Annabeth scandagliò le spalle larghe, la schiena dritta e il fondoschiena da urlo prima di rendersi conto di ciò che stava facendo e voltarsi di scatto.

Percy Jackson poteva essere pericoloso.

 

 

 

 

Reyna fissava scocciata Apollo e Nico.

Il primo continuava a sbuffare e puntare il dito contro Nico, il quale era evidentemente seccato.

Will Solace apparve assieme a Percy Jackson ma se il primo era vigile e divertito allo stesso tempo, il secondo sembrava confuso e... ammaliato, quasi.

Reyna scosse la testa.

Sicuramente il moro aveva già fatto conquista di qualche oca bionda.

-Ragazzi… - iniziò Percy e i suoi cugini interruppero il battibecco per guardarlo -… la vita è bella-

Apollo allungò le mani verso la gola del cugino ma Nico lo bloccò e Willl si rabbuiò.

Sembrava una sorta di catena.

Reyna si chiese se Percy si rendesse conto dell'effetto che faceva a chi gli stava attorno.

Jason sbucò tra la folla con un sorriso sul viso abbronzato.

Reyna e Nico iniziavano a sentirsi dei cadaveri ambulanti.

Possibile che in quella cittadina costiera solo loro avessero la pelle bianco latte?

Percy era costantemente in acqua quindi era ovviamente abbronzato e Apollo e Will avevano convinto Jason ad abbronzarsi, decantando le qualità della vitamina D.

Quei due avevano una super-abbronzatura naturale.

Lei e Nico, invece, sembravano fratelli.

Occhi scuri, capelli neri e pelle pallida.

Ovviamente non erano davvero fratelli.

L'unica cosa che condividevano era la nazionalità europea.

Erano entrambi immigrati in America.

Lui in seguito al matrimonio di Ade e Maria.

Lei alla morte dei genitori visto che era stata data in adozione alla zia, Circe, insieme ad Hylla, sua sorella maggiore.

Jason fissò sbigottito Apollo che stava cercando di soffocare Percy, il quale stava respingendo in malo modo il cugino.

-Apollo finiscila! Sembra che mi stai facendo delle avances ed ho appena conosciuto una bionda davvero carina-

-La classica oca?- chiese Nico distrattamente e Will al suo fianco soffocò una risata.

-Quando l'ho vista stava dando un calcio nelle palle a Luke Castellan- ribattè tranquillamente Percy quasi soddisfatto del suo asso nella manica.

-Chi è che ha colpito i genitali di Castellan?- intervenne Talia, sbucata dal nulla.

Jason sbuffò -La nuova ragazza di Percy-

-Non è la mia ragazza. Ma mi ha colpito parecchio- precisò il moro.

-Il che vuol dire che le piace ma lei non si è dimostrata interessata- commentò Jason -Forse è davvero migliore di quel che si prospetta questa bionda-

-Talia… ma se non sei tu il Dj chi c'è alla console?- fece sospettoso Nico.

-Oh. Piper si è offerta di sostituirmi perchè adora la musica.-

-Chi è Piper?- fece Will confuso.

-Una mia amica.-

Jason seguì lo sguardo della gemella, in direzione della console e sbarrò gli occhi.

La Dj del momento aveva la pelle color cioccolato, la chioma castana legata in una treccia e un vestito bianco che esaltava la carnagione scura.

La sorella gli diede una gomitata.

-Non pensarci troppo Jas. Non voglio che giochi con Pip-

Il biondo scosse la testa.

-Non ci stavo neanche minimamente pensando-

-Non stavi neanche sbavando eppure si è allagato il pavimento- ribattè la sorella e Jason rise divertito.

-Come no-

Una ragazza bionda si avvicinò a Piper e le sussurrò qualcosa all'orecchio sotto gli occhi attenti dei due gemelli Grace.

Piper storse il naso ed annuì.

Cedette la postazione alla bionda e si diresse verso Talia.

-Tals, mi ha chiamato mio padre. Devo andare. Puoi pensare tu alla musica?-

-Certo. Chi è la bionda?-

-Oh. Annabeth. È una mia amica ed ha appena avuto un diverbio con Castellan quindi credo che la porterò a casa. Non mi fido a lasciarla sola. I capelli biondi traggono in inganno-

Piper si voltò verso Jason e il ragazzo trattenne il fiato.

Gli occhi di Piper eran verdi ma non appena si girò assunsero una sfumatura lilla.

L'attimo dopo erano azzurri.

-Bella festa comunque- rivolse un sorriso gentile ai due fratelli e fece un segno ad Annabeth che si avvicinò tranquilla.

-Annie, lei è Talia. Talia lei è Annie-

-Essere chiamata Annie è quasi peggio di biondina.- fu la risposta secca dell'amica che strinse con allegria la mano di Talia -Piacere comunque -

Annabeth scorse qualcosa alle spalle della mora e sbuffò a disagio.

-C'è Percy. Meglio che vada-

Si dileguò con Piper al seguito e Talia le osservò allontanarsi con aria pensierosa.

-Dici che è quella la bionda che ha conosciuto prima, Percy?-

-Eh?- fece Jason ancora con gli occhi puntati verso Piper.

-lascia perdere- fu la risposta rassegnata della Cacciatrice.

Maschi.

 

 

Angolo Autrice: È la prima storia che pubblico sul sito di Percy Jackson.

Finora ho preferito Harry Potter.

E qualche occasionale one-shot.

Questo primo capitolo vede come protagonisti  svariati personaggi.

Artemide ed Apollo sono adolescenti e in quanto figli di Zeus li ho resi fratelli maggiori di Talia e Jason.

Percy è sempre lo stesso ovviamente con l'aggiunta di Tyson come fratello di sangue e non semplice fratellastro.

Ah…e Poseidone è un padre presente.

Paul non l'ho mai sopportato.

Hazel continua ad avere il titolo di sorellastra di Nico e Bianca perché fisicamente è troppo diversa dai figli di Ade.

E sì…Bianca, Silena, Beckendorf, Luke e Zoe sono vivi.

E non credo che siano gli unici.

Probabilmente ho saltato qualcuno.

Tipo Phoebe.

Era morta anche lei, no?

Rachel è una Cacciatrice.

In quanto Oracolo, dalla fine del quinto libro era una Vergine.

Quindi l'ho aggregata alle Cacciatrici.

Arianna e Dioniso sono adolescenti.

Ma Mister D non è figlio di Zeus.

Al massimo sarà illegittimo.

In realtà non so neanche se apparirà costantemente.

Le coppie principali saranno: Percabeth perché se non ci sono loro non mi diverto. 

Caleo mi sono resa conto di amare questi due alla follia.

 Frazel solo io non sopportavo Frank? Mi stava antipatico. Solo da poco l'ho rivalutato.

Jiper non sono i miei preferiti ma non sono neanche così brutti assieme. Ho sempre preferito Piper a Reyna. 

Rachollo (Rachel e Apollo) ho iniziato ad amarli quando leggendone una mi sono ritrovata a pensare che lei è l'oracolo di Apollo quindi il Dio del Sole avrebbe potuto sciogliere il suo Voto di Castità, volendo.

Solangelo…io adoro Nico e Will! Sono in assoluto tra le mie coppie preferite. In realtà sono la mia OTP di Percy Jackson.

Come la Malec in Shadowhunters.

O la Jily in Harry Potter.

Li amo insomma.

 E forse Taluke anche perché non sono proprio convinta su questi due.

Non mi ispirano moltissimo.

Un bacione

Alexis

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Capitolo 2
*** Disastro in giardino ***


Bianca sorrise piano a Calypso che, china su un vaso di primule, innaffiava i fiori.

-Perché non mi aiuti invece di stare lì a guardarmi?- le propose con allegria la seconda ma la mora sbuffò infastidita.

-Non mi piace il giardinaggio. I fiori muoiono se mi avvicino io-

-È tutta una tua convinzione assurda!- ridacchiò divertita Calypso ma non insisté troppo.

Non le piaceva obbligare qualcuno a far qualcosa che non le andava.

Sbuffò in direzione delle primule e sorrise a Bianca.

Il suo sguardo venne attratto da una cupa figura in lontananza.

Nico sorrise impercettibilmente alla sorella, mantenendo una certa distanza.

In quanto Cacciatrice, Bianca doveva mostrare una certa freddezza verso i ragazzi.

In realtà, visto che Nico era suo fratello si poteva fare un eccezione ma in pubblico, il minore, manteneva le distanze.

-Bianca? Papà ti cercava. -

-Cosa vuole?-

-credo che ancora non gli vada giù la tua decisione di unirti alle Cacciatrici- Nico fece un vago cenno verso Calypso che lo degnò di uno sguardo veloce prima di tornare alle sue primule.

-Grazie, Nico. Puoi andare.- fece cercando di mantenere un minimo di distacco.

Il ragazzo la fissò intensamente e si incamminò per la strada da cui era arrivato.

-Non dovresti essere così dura con Nico. Rimane tuo fratello sebbene sia un ragazzo. Anche Artemide ha i tuoi stessi parenti maschi e con loro è sempre affettuosa. Anche con Nico mi risulta.- osservò con tatto.

-Nico crede che io lo abbia abbandonato, entrando in un gruppo che odia i maschi e vorrebbe farli fuori a meno che non siano gay. È come se avessi voltato le spalle anche a lui, essendo un ragazzo.-

-Mi pareva di aver capito che ti eri unita a noi perché avevi troppe responsabilità…-

-Infatti. E una di queste responsabilità si chiamava proprio Nico Di Angelo. Ero così stanca di doverlo crescere. Gli voglio bene ma avevo bisogno di libertà-

-Sì ma lui ora ci sta male- provò ad obbiettare Calipso.

Bianca fissò l'amica con aria addolorata.

-Non sono il tipo che sacrifica sé stessa per gli altri. Forse sono egoista ma Neeks deve imparare che molto spesso ci ritroviamo da soli. E allora dobbiamo farcela con le nostre sole forze-

-Dubito Nico sarà mai solo. Ha i suoi cugini, gli amici di famiglia, Hazel…-

-E Will Solace-

-Il figlio di Megan Vidal in Solace?-

-Quello. Gli dei sanno quanto quel biondino mi irriti il sistema nervoso- fece Bianca, gli occhi fiammeggianti.

-Non può essere così male.- provò ad obbiettare Calipso.

-No. Un ragazzino irritante, logorroico e palesemente cotto di mio fratello. Come se Nico fosse gay!- sbottò abbastanza irritata.

-Ah allora c'è un motivo dietro tutto questo rancore, figlia di Ade!- ridacchiò Calipso.

-Mio fratello ti sembra gay? Insomma ti pare possibile?-

Calipso esitò.

Aveva chiacchierato con Talia, qualche volta, e lei le aveva detto che trovava Nico e Will una coppia fantastica e ben riuscita.

E tutti i Grace (anche quelli con un cognome diverso e quindi Percy ed Hazel) erano fermamente convinti della futura, imminente unione della, così denominata, Solangelo (nome assurdo ma Calipso era brava a farsi i fatti propri).

-Non saprei. Non conosco tuo fratello- optò per la scelta più sicura dando una risposta vaga.

Bianca si rilassò.

-Ma…se lo fosse…per te sarebbe un problema?- fece interrogativa.

-NO! Certo che no! È mio fratello! Come potrei anche solo pensare male di lui? Non voglio che venga giudicato male da una società di così strette vedute! se lo fosse rimarrebbe il mio fratellino.-

Calipso sorrise e decise che la conversazione poteva finire lì.

Si piegò e tornò ad innaffiare quelle tanto amate primule.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-TRAVIS E CONNOR STOLL!-

Un grido si propagò per quella che poteva sembrare per un giardino magico ma che in realtà era solo la amatissima proprietà privata di Demetra Gardiner, un'abilissima donna d'affari che nel tempo libero amava in maniera assoluta curare il suo giardino.

Passione che aveva trasmesso alle figlie, alla pari del rispetto per le leggi.

Ed era Katie Gardiner, la figlia minore della donna, ad aver gridato con un sottofondo di dolore e rimpianto.

Cadde in ginocchio a terra, le lacrime mal trattenute.

Il giardino della madre quello che, insieme a Miranda e Demetra, curava con tanta cura era completamente sfasciato.

Le viole erano state rovesciate, le aiuole con i garofani rossi calpestate, l'erba saetta del laghetto, strappata e rovinata, e le rose sradicate.

L'unica cosa che non era stata toccata era la sua zona personale quella delle lavande.

Sapeva che passare le risposte sbagliate ai gemelli Stoll nei compiti era rischioso, ma non credeva arrivassero a tanto.

Un ragazzo sbucò dalla zona dei gigli, la zona di Miranda, anche quella intatta.

Era alto, i capelli biondo scuro e gli occhi azzurri.

-Travis! Cos'avete fatto?- gridò, allargando le braccia come a voler abbracciare tutti i suoi fiori.

-Santo Ermes! Che cavolo è successo qui dentro?-

-Non fare il finto tonto! So che sei stato tu! Tu e quello sciocco di tuo fratello!- ringhiò, tempestando il petto del ragazzo di piccoli pugni.

Travis la bloccò, costringendola ad alzare lo sguardo.

-Katie…guardami. Mi conosci abbastanza bene da sapere quando sto mentendo. Vuoi forse negarlo?-

La ragazza alzò lo sguardo, incrociando gli occhi chiari dell'altro.

-Ti giuro sullo Stige, che io non c'entro niente. Non so chi sia stato-

Katie perlustrò ogni dettaglio del viso di Travis, in cerca di un minimo sentore di bugia.

Le sopracciglia arcuate, il naso affilato, l'accenno di sorriso scaltro che non lo abbandonava proprio mai.

Gli occhi azzurri, decisi e brillanti, non lasciarono mai i suoi, verdi.

-Ti credo. Ma allora chi è stato? E perché quelle zone sono intatte?-

-Katie!- gridò una voce in lontananza, allungando le vocali.

-Questa sembra Hazel- mormorò la ragazza.

Travis si affacciò furtivamente alla porta della serra.

Il passo felpato e l'aria furtiva spiegavano come riuscisse sempre a fregarti, qualunque cosa tu facessi per evitarlo.

Portò le mani alla bocca e richiamò Hazel a mezza voce.

La ragazza entrò velocemente nella serra e abbracciò piano Katie.

-Mio padre…Ade…la serra…distrutta…completamente…Demetra…nemici…-

-Hazel, calmati. Non capiamo nulla-

-Mio padre, Ade. Demetra di recente gli ha impedito di aprire un nuovo ramo della sua impresa. Colpa di non so quali faccende burocratiche. Che francamente non mi interessano. Ha lasciato da parte le vostre zone personali perché gli interessava ferire esclusivamente Demetra-

-Non avrei mai detto che è caritatevole- commentò Travis.

-E tu che fai qui? Non ditemi che vi ho interrotto- fece divertita Hazel, facendo arrossire i due ragazzi.

-Certo che no! Ma cosa vai a pensare!?-

-Siete entrambi due peperoni comunque- ridacchiò la ragazza.

-Ok va via!- intimò Katie.

Sembrava destino che le progenie di Ade e Demetra non andassero d'accordo.

-Hai ragione. Vi devo lasciare un po' d'intimità.-

Hazel arricciò le labbra e fece finta di sbaciucchiare l'aria con Travis che rideva e Katie che la cacciava in malo modo.

Quando da una delle finestre vide la figlia di Ade allontanarsi, Katie si voltò verso il ragazzo.

-Ok come risolviamo questo macello?-

 

 

 

 

 

 

 

 

-CALIPSOOOOOOO!-

Leo Valdez aveva il brutto vizio di ritrovarsi sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Perciò quando Katie Gardiner lo travolse e tramortì, gridando il nome di quella Cacciatrice di Artemide lancia-vasi, si chiese vagamente cosa avesse fatto di male e soprattutto, perché cavolo aveva la stessa immensa fortuna di suo padre (che a tre anni era caduto dal primo piano e rischiato di morire….dettagli).

Travis (o Connor) Stoll lo superò agilmente con un salto gridando qualche scusa a proposito di un giardino distrutto

Leo non se la cavava bene con le piante, quindi non avrebbe dovuto intromettersi, ma si ritrovò a correre dietro a Travis (o Connor) per farsi spiegare la situazione.

Quando raggiunsero la famosa Calipso, la ragazza stringeva un vaso (stavolta vuoto) a mo' di arma e sembrava decisa a colpirli tutti.

Leo si nascose dietro Travis (o Connor).

Non aveva alcuna intenzione di farsi colpire di nuovo.

Katie sollevò le mani in segno di resa.

Travis (o Connor) agitò un fazzoletto a mo' di bandiera bianca.

Calipso abbassò piano il vaso.

-Cosa volete?-

-Io e Travis abbiamo bisogno del tuo aiuto- esordì Katie.

-E lui?- fece Calipso indicando vagamente Leo ancora nascosto dietro Travis.

Tutti e tre si girarono verso il messicano, che alzò gli occhi al cielo.

-Volevo sapere che stava succedendo! Ma non contate su di me per il giardino. Di solito mi conoscono per la mia capacità di dare fuoco alle cose. In mezzo ai fiori poi.-

Calipso agitò la mano come per scacciare una mosca.

-Non so di che giardino state parlando ma non credo che il piromane possa tornare utile. So che se la cava bene con le macchine ma i fiori…non ti ci vedo Leo-

-Perfettamente d'accordo, Raggio di Sole- concordò il messicano.

Calipso gli lanciò un'occhiataccia.

Travis gli diede una gomitata nel fianco.

-Amico mai corteggiare una Cacciatrice. Sanno essere violente. Hai sentito che Rachel stava quasi per picchiare un tizio con la sua spazzola blu?-

-Come no! La notizia fece il giro del paese- rispose con noncuranza.

Calipso fece per lanciare il vaso ma Leo era già sparito dalla loro visuale.

La Cacciatrice si voltò di scatto: Leo correva all'indietro e sorrideva birichino.

-Non finisce qui Raggio di Sole!-

Calipso sbuffò ma Travis giurò che sorridesse.

-Ok. Di cosa avete bisogno per il giardino?- fece sbrigativa.

 

 

 

 

 

Katie sorrise orgogliosa.

Il laghetto era ricco di ninfee che galleggiavano placide.

Tutti i garofani erano stati ripiantati e stavolta ce n'erano di tutti i tipi e colori dal giallo al rosso.

Le rose si avviluppavano a formare archi spinosi dove spiccavano colorate.

Rosse, rosa, gialle o bianche, risaltavano tra il verde degli steli e delle foglie.

L'erba saetta era stata rimpiattata nel laghetto e le viole erano tornate a colorare il prato.

I giacinti attorniavano il laghetto.

E tutto sembrava mille v oltre meglio di prima.

-Oh, grazie Calipso! Non sai quanto io ti sia grata-

Katie abbracciò la ragazza che sorrise piano.

-È stato un piacere. Non mi divertivo così tanto da non so neanche io quando.-

-Ci fa piacere.- sorrise cauto Travis -E non giudicare subito Leo. È un bravissimo ragazzo in realtà-

-Solo leggermente fuggitivo- rise Katie.

-Fuggitivo?-

-È scappato più volte da casa sua.- spiegò Travis.

-Ma i suoi genitori?-

-La madre non dice niente. Dopo la prima volta ha capito che quando la situazione si fa pesante per Leo, lui deve staccare la spina. Nessuno dice più nulla.- scrollò le spalle Katie.

-E dove va?-

-Nel bosco, vicino i confini del paese. I suoi amici a volte lo vanno a trovare durante questi periodi. Piper soprattutto. Anche se Afrodite impallidisce anche solo a mandarla in campeggio. Vivere senza comfort? Sarebbe sacrilegio- scosse il capo Travis.

-Piper? La sua ragazza?- fece confusa Calipso.

-Oh no. È la migliore amica di Leo. Si conoscono da una vita. Fu Efesto a presentare Tristan McLean ad Afrodite. - rise Travis.

-Comunque, davvero, è un bravissimo ragazzo.- assicurò Katie.

Calipso pensò al piromane.

Sembrava sempre così allegro.

Cosa avrebbe potuto portarlo a rifugiarsi nel bosco?

-Io vado adesso. Katie, è stato un piacere-

-Grazie ancora.-

Katie salutò Calipso con un abbraccio e la osservò allontanarsi serenamente.

-Vado anche io. Connor mi avrà dato per disperso. Me lo merito un abbraccio o..?- tentò Travis con il suo solito ghigno.

Katie rise.

Si avvicinò al figlio di Ermes e strinse le braccia attorno al suo petto muscoloso.

Travis sorrise e schioccò un sonoro bacio sulla guancia della ragazza che si ritrasse di scatto.

Quando riuscì a riprendersi, Travis era già scomparso.

 

 

 

 

 

Tyson non era il bambino più intelligente del vicinato.

Ma era senza ombra di dubbio, il più dolce.

A volte veniva preso in giro dai compagni ma alla fine non potevi non adorarlo, vuoi per gli occhi scuri e cioccolatosi, vuoi per l'espressione da cucciolo, degna copia di quella del fratello, Percy.

Stava di fatto che tutti amavano Tyson e le bambine volevano sempre essere notate da lui.

Tutte tranne Ella.

Lei era più matura delle altre e non le piaceva Tyson semplicemente perché non avevano mai parlato.

Non conosceva il suo colore preferito, il suo cibo preferito, e tutte quelle cose che dovresti sapere di una persona per dire di conoscerla.

E a lei quelle cose interessavano.

Dicevano che la sua maturità e spiccata intelligenza, fossero dovute alla lettura.

Ella amava leggere e aveva anche una memoria straordinaria.

Tyson a malapena apriva i libri di scuola.

Così quando si ritrovarono a chiacchierare, nacque un legame che nessuno avrebbe mai creduto possibile.

 

*flashback* (se ve lo state chiedendo…mi sto divertendo un mondo a scrivere sta parte)

Ella non andava proprio d'accordo con le sue compagne.

A tutte piaceva Tyson e a nessuna piaceva leggere.

Insomma, zero empatia.

Lei, Tyson, non lo conosceva, ma aveva sentito che fosse molto dolce e gentile con tutti.

Ed era l'idolo delle folle.

Quel giorno non si aspettava di avere compagnia.

Dondolava tranquilla sull'altalena, spingendosi sempre più in alto.

E poi saltava.

Si lanciava nel vuoto e credeva di volare.

Volare con le sue ali, rosse proprio come i suoi capelli.

Purtroppo, si ritrovava ad atterrare e tornava letteralmente e metaforicamente coi piedi per terra.

Quel giorno aveva spiccato di nuovo il balzo dall'altalena, ma quando era atterrata, qualcuno la stava applaudendo con entusiasmo.

Di fronte a lei, c'era un bambino con una massa informe di capelli castani, due occhioni color cioccolato e il sorriso allegro, cui mancava un dente.

-Sei stata bravissima! Io non salterei mai in quel modo. Ma tu…non hai esitato neanche un istante! Fantastica!-

Ella non aveva riconosciuto Tyson.

Non l'aveva mai visto prima.

Perciò quando lui aveva teso la mano, sorriso ed esclamato un allegro "Io mi chiamo Tyson", Ella era rimasta piacevolmente e notevolmente sorpresa.

Aveva sorriso di rimando e stretto la mano al bambino.

Avevano dondolato assieme sull'altalena e diviso la merenda di Tyson, che le aveva dato la fetta più grossa della torta al cioccolato della madre.

La torta era blu, però.

Colorante, aveva spiegato Tyson.

Ad Ella era piaciuta moltissimo.

Ricordava che il giorno dopo, quando Tyson l'aveva salutata e abbracciata, a scuola, tutte le sue compagne erano carine con lei perché volevano conoscerlo.

Ella aveva rifiutato quelle attenzioni indesiderate e aveva aperto "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban"-

Da quel fatidico giorno, Ella e Tyson erano diventati inseparabili.

Chi l'avrebbe detto che bastava saltare dall'altalena.

 

 

 

 

 

Clarisse fissò accigliata il sacco da boxe che le stava di fronte.

Dall'altro lato della palestra un divertito Will Solace, rideva di un rosso e furioso Nico Di Angelo, che cercava di mantenere la presa su un arco di legno con tanto di freccia già incoccata.

Il fatto che tutte le altre frecce fossero a terra, dava molto da pensare.

Chris Rodriguez alla parete d'arrampicata, stava seduto sulla cima e rideva della faccia rossa del povero Nico.

Austin Solace, anche lui arciere, batteva una mano sulla spalla del figlio di Ade, con fare rassicurante.

-Ehi Di Angelo!-gridò Clarisse, compassionevole -andiamo ad esercitarci con la scherma. Credo sia meglio non colpire nessuno con quelle- e accennò alle frecce sparse a terra.

Nico sorrise riconoscente e si sollevò per sussurrare qualcosa all'orecchio di Will Solace.

Il biondo sorrise sghembo e Austin alzò gli occhi al cielo.

-Quando fate così, non mi sorprendo se i cugini di Nico vi perseguitano.-

-Il pivello e i due biondi Grace?- fece Clarisse incurante.

-Anche il piromane- li aggiornò Will.

-Insomma hanno dei nomi! Percy, Apollo, Jason e Leo, gente- gridò Chris dall'alto della parete.

Clarisse sbuffò nella sua direzione, e ricevette un occhiolino dal terzo figlio di Ermes, dopo i gemelli.

-Se vengo lì, ti meno Rodriguez-

-Quando vuoi La Rue. Non dovevi combattere con Nico? Non avrai paura d sfidarlo?-

Nico lanciò un'occhiata divertita a Chris che rispose con una implorante.

Clarisse mise su un'espressione scocciata.

-Facile per lui parlare, da lassù. Andiamo Di Angelo-

Nico sorrise un'ultima volta a Will e si diresse verso la postazione di scherma.

Alla fine pareggiarono.

E Chris Rodriguez diede inizio ad un inseguimento mozzafiato che vide partecipe un'agguerrita Clarisse, un Nico che voleva indietro la sua spada e un Will che voleva Nico.

Ah e Austin e Lee che volevano Will.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Secondo capitolo abbastanza inutile se volete il mio parere.

Però mi piace abbastanza.

Abbiamo una Bianca Di Angelo, molto particolare.

A me non è mai piaciuta.

Forse, perchè il suo unirsi alle Cacciatrici, l'ho visto come un gesto egoista e io sono tutto ma non egoista.

Adoro Nico e mi è sembrato che lo abbandonasse.

Quindi Bianca non la adoro particolarmente.

Ah, e la ragazza non sa che il fratello è gay.

Ops.

Io la penso così.

Abbiamo Katie e Travis (o Connor? XD).

A me piacciono molto quei due.

Nella prima parte, Calypso è un po' come il prezzemolo: ovunque.

Prima aiuta Bianca, poi i Tratie e cerca di lanciare un altro vaso al piromane curioso aka Leo.

Abbiamo anche Tyson ed Ella.

Mi sono divertita a scrivere di loro.

Anche perchè hanno solo dieci anni e non sono abituata a trattare di bambini.

Decisamente no.

Accenni di Chris/Clarisse e di Solangelo nell'ultima parte.

Adoro Clarisse perchè...non si fa mettere i piedi in testa ma anche lei ha un lato dolce e sensibile talvota.

Ho detto tutto.

Ringrazio le sette recensioni.

Risponderò alle vostre recensioni quanto prima.

Scusate l'attesa ma ieri era un anno di amicizia con la mia sorellina/parabatai.

Quindi ho pubblicato una one-shot su di noi.

Ho avuto il piede in due scarpe questa settimana.

Un bacione

Alexis

 

P.S. Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate e tutti i lettori silenziosi.

Vi adoro anche se non vi conosco.

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Capitolo 3
*** Sfide, cene e ringraziamenti sofferti ***


Frank sorrise a Nico e mise in campo Dioniso in posizione di difesa.

L'altro sbuffò e posizionò Apollo in posizione di attacco.

Il dio del Sole sterminò buona parte dei mostri di Frank che riuscì comunque a non soccombere.

Will, seduto tra di loro, cercava ancora di capire le regole del gioco.

Aveva un foglio fra le mani (le istruzioni probabilmente) e l'aria corrucciata.

Nico lo trovò adorabile.

Tossicchiò nervoso (che cavolo andava a pensare?) e sbuffò (di nuovo) cercando di pensare alla partita.

Mosse Ade (il fatto che suo padre avesse il nome del dio dei morti lo inquietava) e tutte le difese di Frank crollarono.

-Se stessimo giocando a scacchi dire scacco matto. Ma…ho vinto- ironizzò Nico.

A quelle parole Will sobbalzò e spalancò gli occhi con un sorriso.

Il povero Frank sorrise gentile e si alzò per raggiungere Hazel in cucina.

Nico lo osservò mentre si allontanava, soppesando le possibilità che aveva di ucciderlo prima che toccasse sua sorella.

Purtroppo aveva un testimone.

Will al suo fianco sogghignò, quasi avesse capito a cosa pensasse Nico, e si alzò spolverando i pantaloni a tre quarti, praticamente immacolati.

-Sei stato gentile ad invitarmi a cena. Anche se scommetto che tuo padre baderà più a Frank che a me.- osservò Will.

-Considerati fortunato allora. Sa essere inquietante, quando vuole.-

Bianca arrivò con un bicchiere di succo di frutta e inciampò nei suoi stessi piedi.

Il succo inzuppò la maglia di Will che arrossì fino alla punta dei capelli.

Hazel li raggiunse assieme a Zoe (invitata da Bianca) e Frank.

Nico si sbatte una mano sulla fronte con aria scocciata.

-Io…ehm…ah…ops?- farfugliò Will mettendo su un'aria da cucciolo di cerbiatto finito nella tagliola.

L'istante dopo si era tolto la t-shirt e la teneva per il dito cercando di allontanata da sé stesso.

La maglia gocciolò sul pavimento.

Hazel arrossì.

Zoe fulminò Will.

Bianca sbuffò irritata cercando qualcosa con cui coprire il ragazzo e i suoi dannati addominali.

Frank divenne improvvisamente imbronciato e il suo sguardo si piantò su una pudica Hazel.

Nico dal canto suo aveva cercato di girarsi.

Ci aveva provato con tutte le sue forze.

Ma la tentazione era troppo forte.

Gli addominali lisci e definiti risaltavano sulla pelle perfettamente abbronzata.

I muscoli non erano troppo gonfi ma comunque evidenti.

E il viso di Will era rosso acceso.

La porta di casa si aprì e Ade Grace fece il suo ingresso seguito a ruota da Maria Di Angelo.

Nico sbiancò, Bianca arrossì e Hazel si coprì il viso con le mani.

Zoe sbuffò e si lasciò cadere sul divano.

Frank, che si era seduto già prima, cercò di sprofondare nella sua poltrona.

Will spiccava a torso nudo nel bel mezzo della stanza.

Ade sgranò gli occhi con aria sgomenta.

-Nico…è questo il Will Solace a cui hai accennato?- fece interrogativo l'uomo.

Il ragazzo arrossì.

Zoe, con grande spirito di iniziativa, afferrò una larghissima maglia di Nico e la lanciò a Will che la afferrò di scatto e la infilò velocemente.

Nico quasi se ne dispiacque.

-Bene. Ora che ci siamo tutti e siamo tutti vestiti- aggiunse sarcastico (qui Will divenne viola) -possiamo cenare.-

Maria rise e abbracciò Nico che era pallido.

Hazel ridacchiava piano e Frank al suo fianco dondolava a disagio.

Zoe sembrava indifferente e Bianca sorrideva tranquilla con aria divertita.

Will si tormentava una ciocca di capelli mentre Ade lo scrutava assorto.

Il tavolo dei Di Angelo era circolare.

Eppure a tutti era evidente quale fosse il posto da capotavola (quello di fronte la TV).

Bianca e Zoe si sedettero a sinistra di Ade, Maria prese posto alla destra del marito, Hazel, Frank e Nico si erano posizionati secondo quest'ordine alla destra di Maria e Will (povero lui) si era beccato il posto di fronte ad Ade.

Deglutì a disagio e Nico picchiettò un dito sulla sua gamba con fare rassicurante.

Almeno erano vicini.

Certo Zoe dall'altro lato non aiutava.

Continuava a distanziare le loro sedie.

Will la fissò astioso.

-Insomma Zoe voglio capire che sei una Cacciatrice ma non ho la peste- ringhiò a mezza voce.

-Come fai a dirlo, scusa?-

-Sono alla facoltà di medicina! E una delle mie ultime tesi riguardava proprio suddetta epidemia!- sbottò Will.

Ade, dall'altro lato del tavolo rise piano.

-Sai ti ho giudicato male, Will. Sai farti valere lo ammetto. Anche se mi sembri troppo abbronzato per i miei gusti.- poi si voltò verso Hazel -Senza offesa tesoro. La sua non può essere carnagione naturale. Solo Apollo finora aveva gli stessi toni caramellati-

-Apollo è il suo migliore amico.- precisò Nico, nascondendosi dietro una fetta di pane.

-Uno dei miei migliori amici- precisò Will sorridendogli più tranquillo.

Ade sembrava meno minaccioso di prima.

Nico divenne roso in zona orecchie e le nascose nervosamente con i capelli scuri.

Bianca assottigliò lo sguardo mettendo su la posa da "persona pericolosa con la quale non vuoi avere a che fare".

Zoe salvò la situazione.

-Ottima questa insalata mista, signora Di Angelo.-

-Dopo abbiamo il gelato. Per te Frank (so che sei intollerante al lattosio) ho preparato un piccolo dolce che potrai anche portare a casa se ti va. Voi giovani dovete crescere. Guarda il mio Nico. Sei troppo gracidino, tesoro-

Will scoppiò a ridere.

-Scusi signora. Sono d'accordo sul fatto che Nico debba mangiare di più, mi creda glielo ripeto in continuazione.-

-Ore, minuti e quarti d'ora- confermò sbuffando il rampollo di casa Di Angelo.

-Ma Frank…se cresce ancora un po' non entra dalla porta!- continuò fra le risate Will.

Zoe nascose un sorriso nella fantomatica insalata

Bianca sbuffò cercando di non ridere e Hazel ridacchiò con aria colpevole.

Frank arrossì ma mandò un'occhiata a Will, che gli fece intendere che non se l'era presa.

Maria scosse la testa con aria divertita.

Ade sorrise piano ma fu solo un sollevarsi dell'angolo della bocca.

Will credette di averlo immaginato.

-Ok. Chi vuole la frutta?- fece esitante Maria.

Nico si massaggiò le tempie.

Quella cena era stata un grosso errore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Dobbiamo riciclare! Smettiamo di inquinare! Salviamo la natura, una vita più sicura!-

Grover agitò con entusiasmo il suo cartello, iniziando a fare strane acrobazie.

Rachel sbuffò mentre Juniper metteva su l'espressione sognante che aveva costantemente in presenza di Grover.

Calypso passò lì vicino e sorrise lanciando una moneta dritto nel cappello teso di Rachel.

-Voi, il tempo lo passate sempre così?- si interessò la ragazza, avvicinandosi alla compagna Cacciatrice.

-Sì. Ma i temi che trattiamo sono svariati. Dalla fame nel mondo…-

-All'estinzione dei panda- concluse Juniper soddisfatta.

-Ricordate quando Leo costruì appositamente per noi delle apparecchiature ecologiche che sfruttavano solo fonti naturali?-

-Sì! Chi se lo scorda il frullatore solare!? Io lo uso ancora!- fece Rachel divertita.

-Leo? Leo Valdez?-

-Sì. Ci aiutò con un progetto che doveva portare le persone ad utilizzare oggetti che funzionavano grazie a delle fonti rinnovabili. Lavorò sodo. Chiese anche aiuto al padre per gli svariati progetti. Lavorò tantissimo. Alla fine fu un successone. Le sue invenzioni fecero furore. Dovevi vedere Efesto commosso!-

Calypso iniziava a stufarsi.

Leo Valdez sembrava avere le mani in pasta ovunque.

Prima Katie e Travis che le raccontavano delle sue fughe nei boschi, poi Rachel, Grover e Juniper che lodavano le sue opere di ingegneria.

Artemide che non la sgridava perché aveva permesso che Valdez si avvicinasse e Apollo che raccontava alla gemella come Leo riuscisse sempre a farli ridere.

E Jason Grace e Piper McLean che lo definivano il loro fratellino.

Calypso si rimproverò mentalmente.

Il ragazzo sembrava sempre presente nei suoi pensieri come se ogni singolo argomento fosse collegabile a Leo Valdez.

E a lei dava fastidio.

Era una Cacciatrice.

I ragazzi avrebbero dovuto essere assenti nella sua mente.

Si concentrò su Rachel, che stava esponendo alcuni quadri di paesaggi tropicali.

Demetra Gardiner, passando di lì, si entusiasmò moltissimo ammirando e lodando la rossa pittrice per il suo incredibile talento artistico.

Comprò un paio di dipinti e continuò per la sua strada seguita dalla figlia Miranda.

La osservò con attenzione.

Era identica alle figlie, stessi capelli scuri, stessi occhi verdissimi.

Eppure se Katie aveva uno scintillio di dolcezza negli occhi, e Miranda un'innocente malizia, Demetra aveva solo una studiata freddezza.

Il suo sguardo non trasmetteva nulla.

Eppure quando si posava su una delle figlie si riempiva d'affetto, così come quando lavorava al suo giardino.

La donna si fermò di scatto e si voltò gentilmente verso Calypso.

-Tu sei la ragazza che ha aiutato la mia Katie con il giardino, vero?-

Calypso annuì, sorpresa che Demetra le stesse rivolgendo la parola con una nota di tranquillità e soddisfazione.

-Vorrei fare un salto al tuo, di g

iardino, un giorno. Hai fatto un lavoro stupendo per aggiustare il mio.-

-Oh. Grazie. Ma Katie e Travis mi hanno aiutata moltissimo.- provò a dire Calypso.

-Travis? Travis Stoll? Il figlio di Ermes?-la interruppe interdetta Demetra.

-Sì. Lui- rispose perplessa.

-A quanto pare dovrò ringraziare uno dei figli di quella specie di postino. Mi toccherà mettere da parte l'orgoglio.-

Calypso ricordava che Ermes Stoll dirigesse un'importante azienda di trasporti.

Non che facesse il postino.

Ma preferì non commentare.

La donna se ne andò con aria rassegnata.

Calypso si voltò a cercare sostegno in Rachel ma la ragazza si stava dipingendo la faccia di verde.

Sembrava uno strano garofano rosso vivente.

Juniper si era dipinta di viola e il risultato, accostato alle ciocche verdi fra i capelli, la faceva assomigliare ad una grossa prugna.

Grover continuava a gridare slogan di dubbio gusto e quando Rachel fece per pitturarla con il blu, Calypso convenne che era ora di andare.

Juniper sorrise divertita e si unì al coro di Grover, ridendo con lui.

Rachel stava per aggregarsi, quando sentì una risata alle sue spalle.

-Vi è caduta della tintura addosso?- ridacchiò un Apollo piegato in due e mezzo sconvolto, mezzo divertito.

-Stiamo...-

ù-Vedo cosa state facendo e approvo ma potreste cercare di non spaventare le persone, cercando di sembrare degli alieni. Avete dei buoni propositi ma così non arivate d nessuna parte. Dovete mettere in mostra le ostre abilità, affinchè la gente sia affasconata e sganci la grana.-

-Cosa consigli?- fece Juniper con aria interessata

-So che Grover è bravissimo con il flauto a canne e Juniper può ballare seguendo la sua amica. E Rachel...tu hai un grande talento artistico...Da quel che vedo- qui indicò i dipinti -Potresti creare dipinti su richiesta. No?-

La rossa sorrise entusiasta e tirò fuori un cartellone che appese ad un pezzo di legno.

Scrisse velocemente “Dipinti su richiesta” e lanciò via il pennarello.

Grover mise mano al suo flauto (lo portava sempre con sé) e Juniper si pulì dalla pittura come meglio poteva.

-Forse dovreste iniziare domani. E andare a pulirvi.- suggerì Apollo sempre più divertito.

Juniper si volatilizzò e Grover si sbrigò a seguirla.

Rachel recuperò il suo cartello e si voltò verso Apollo.

-...Grazie-

Apolllo osservò quella Cacciatrice allontanarsi e si ritrovò a sorridere.

Si maledì mentalmente.

Non doveva pensare alle Cacciatrici di sua sorella.

O Artemide lo avrebbe trafitto con una freccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-10 minuti di riscaldamento! Poi a terra! 30 flessioni, 20 addominali, 5 giri di campo!-

Coach Hedge era un tipo particolare.

Portava sempre una mazza da baseball con sé (anche se la usava a mo' di clava) ed era un po'...interventista.

Lo chiamavano Hitler 2.0. in gran segreto.

Will sbuffò mentre cercava di rilassare i muscoli delle spalle.

Si piegò per sgranchire le gambe e stirò le braccia.

Un sacco di ragazze ammirarono i muscoli in tensione ma non ci fece troppo caso.

Quelle attenzioni non lo interessavano.

Percy Jackson uscì agilmente dalla piscina e, fortunatamente per Will, le ragazze spostarono l'attenzone su di lui.

Iniziò le sue flessioni con calma, cercando di non usare troppe energie, che sarebbero servite succesivamente.

-Angioletti! Oggi avremo altre due classi con noi. Alcuni del quarto.- li avvisò Hedge con aria minacciosa

Will alzò gli occhi al cielo.

Più per il nomignolo “Angioletti” che per le classi in più.

Gente nuova di sicuro non gli dava fastidio.

Piuttosto aveva il sospetto che ci sarebbe stato Jason il che voleva dire una sola cosa: sfide assurde con Percy.

Sfide cui lui non voleva assistere.

Nico Di Angelo fece il suo ingresso e tutta la palestra ammutolì.

Straordinario il potere intimidatorio di quel ragazzo.

Consegnò velocemente un registro al Coach e salutò Will con un cenno e mezzo sorriso.

Il che era più di quanto avesse osato sperare.

Percy incrociò le bracccia e sbuffò.

-Perchè ha salutato solo te? Io sono il cugino!-

-Dobbiamo per forza parlarne? Io sono il suo migliore amico.- provò a contestare Will, ottenendo un'occhiataccia.

-Abbiamo lo stesso sangue e lui saluta un emerito sconosciuto-

-Non fare la prima donna Jackson-

Le porte si aprirono di nuovo.

Questa volta entrarono le classi di quarta.

Jason e Talia sembravano leggermente allegri mentre correvano al passo con l'energica ma pacata Mellie.

Nell'altra classe Will riconobbe Piper, la ragazza della festa, (stava litigando con Apollo ma l'aveva notata comunque) e Leo che saltellava come un pazzo trottando dietro la Dodds che sembrava volerlo uccidere.

Un'arpia quella donna.

Percy si mosse a salutare Leo ma spostò quasi subito l'attenzione sui cugini gemelli.

Talia alzò le mani come in segno di resa.

-Non sono in vena, oggi, Percy- si giustificò la Cacciatrice.

Il ragazzo decise di non commentare e cercò lo sguardo di Jason che annuì arrogante.

Coach Hedge si intromise.

-Se volete una sfida, angioletti, allora decido io. 2 giri di campo senza fermarsi per poi correre subito in piscina e fare due vasche.-

Will sogghignò.

Jason sembrava volare tanto era veloce nella corsa ma Percy era così bravo nel nuoto che tutti erano convinti avesse le branchie.

Entrambi eccellavano in una delle due discipline.

Will si avvciinò a Leo e gli allungò una banconota da dieci.

-Io tifo Percy. Jason non ama l'acqua. Mentre la corsa... è più neutrale e Percy non sarà un fulmine come Jaz ma è comunque molto rapido.-

Leo annuì senza staccare gli occhi.

Will gli voltò le spalle e uscì dalla palestra.

Erano tutti così concentrati sulla sfida che non dovette neanche inventare scuse poco plaausibili.

Si fermò ad una macchinetta cercando spiccioli per una bottiglia d'acqua.

-Solace? Senza soldi?-

Nico gli sorrideva (no stava ghignando) e tra le mani faceva roteare una moneta.

La lanciò verso di lui che la afferrò con sorpresa.

-Pagati qualcosa, Will. Oggi offro io-

Guardando Nico allontanarsi, Will non potè trattenere un sorriso.

 

 

 

 

Leo non era tranquillo.

Soffriva di dislessia, iperattività e deficit dell'attenzione.

No Leo decisamente non era un tipo tranquilllo.

Hazel e Piper, rispettiamente di fronte e a lato del ragazzo, erano chine sui loro libri scolastici e studiavano tranquille.

Ma lui no.

Lui non poteva rimanere tranquillo.

La parola tranquillità non esisteva nel suo vocabolario.

E non ci sarebbe mai stata.

Cercò di capire qualcosa del libro fra le sue mani.

Scrutò il titolo e i suoi occhi si illuminarono leggermente: Pitagora.

Lui sapeva tutto su Pitagora.

Quindi niene di quel che era scritto su quel libro gli era nuovo.

Non aveva neanche bisogno di studiare, insomma.

Piper chiuse il libro di fisica con aria esausta.

Hazel fece alltrettanto con Scienze della Terra.

Suo padre era un esperto di pietre preziose e strati terrestri.

Quindi tutte quelle schifezze su come uno smeraldo potesse anche essere rosso le conosceva già da una vita.

Nico si era interessato più ai riti di sepoltura come quello degli egizi o alle usanze funebri dei greci.

Mentre lei si era interessata ai minerali e al sottosuolo.

Rappresentavano le due passioni di Ade insomma.

Sapeva perfettamente che quel libro si riferiva al Berillio Rosso una pietra nota anche appunto come “Smeraldo Rosso” e che risultava mille volte più preziosa dell'oro.

Suo padre quando non si occupava dell'impresa di pompe funebri, viaggiava in cerca di gemme preziose e aveva addirittura una classifica.

Il Berillio Rosso era al sesto posto ma ad Hazel era piaciuto subito perchè rispetto alle altre pietre aveva un nome più semplice.

Insomma Musgravite non poteva essere davvero un nome.

I tre ragazzi si fissarono, esibendo le loro migliori espressioni serie.

Poi si alzarono di scatto e corsero furi casa di Leo, che le aveva invitate per studiare.

Si diressero decise verso il garage della famiglia Valdez.

Esperanza le fece entrare con un sorriso gioviale.

Efesto Valdez stava lavorando ad un magnifico trono, alto, bianco e ricco di marchingegni elettronici.

Messo da parte, c'era un altro scranno anche più maestoso di quello su cui l'ingegnere operava.

Efesto alzò lo sguardo e sorrise.

Il suo viso era ricoperto di cicatrici.Quando era piccolo era caduto dal primo piano ma per un fortunato giro di eventi, era ssopravvissuto, riportando però, orribili sfregi sul viso.

Era stato isolato dagli atri bambini perchè era intelligente, creativo e sì, brutto.

Ed aveva finito per comprendere meglio le sue macchine piuttosto che le persone.

Ma Esperanza lo aveva trovato.

Aveva amato i ricci scuri che lui usava per coprire i tagli sulla fronte,

Aveva amato il suo genio creativo e ogni sua idea.

Aveva amato le sue protesi perchè, era sopravvissuto sì, ma le gambe non erano rimaste illese.

Aveva amato la sua difficoltà a relazionarsi con le persone.

E la sua intuitività nel capire le macchine.

Esperanza era stata capace di acccettare Efesto.

E lui l'aveva ricambiata con tutto l'amore del mondo.

Leo era fiero dei suoi genitori.

Forse Esperanza avrebbe dovuto diventare meno apprensiva quando faceva giochi col fuoco ed Efesto doveva lasciare la sua officina più spesso e passare del tempo con la famiglia eppure Leo li amava lo stesso.

Per i pregi e i difetti.

In quello aveva preso da Esperanza.

Solo che non riusciva ad ammetterlo.

Era pur sempre figlio di Efesto.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice: Chi me lo fa fare di pubblicare a quest'ora della notte dico io?

Nessuno ma sono passati otto giorni quidi dovevo tornare a rompere le scatole.

Abbiamo una cena di famiglia che imbarazzante è dir poco.

Demetra che odia un po' tutti da Ade a Ermes per motivi non troppo chiari.

Calypso che non sa cosa pensare e Rachel che sa fare innamorare.

Grover e gli slogan da panico e Leo che è pur sempre il nostro ispanico.

Percy e Jason non smetteranno mai di duellare.

Nico Di Angelo è un mistero da svelare.

Will Solace resta un figo da paura.

Juniper balla bene ma non ne è tanto sicura.

Un bacio

Alexis

 

P.S. Si notano le rime sparpagliate ovunque alla rinfusa in questo angolo autrice?

 

*La classifica di pietre preziose esiste davvero. Il Berillio Rosso è davvero al sesto posto mentre la Musgravite è al terzo.

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Capitolo 4
*** Apollo è ovunque ***


Jason non era stupido.

Dei, più o meno.

Quando lui e Talia si sfidavano col tiro con l'arco si sentiva abbastanza stupido.

Per non parlare di Apollo e Artemide che venivano chiamati "Gli arcieri divini".

In pratica l'unico che non sapeva niente di tiro con l'arco era lui.

Anche se in compenso sapeva maneggiare bene le spade.

Comunque Jason non poteva certo definirsi un tipo stupido.

Se si impegnava risultava molto intelligente.

Allora perché stava balbettando?

Piper, ancora a terra, cercò di ignorare i suoi irritanti pensieri che gridavano qualcosa come "Jason Grace! Quello è Jason Grace! Il ragazzo carino della festa!"

Fece per raccogliere i suoi libri ma il biondo li aveva già raggruppati  e li tendeva verso di lei

-Mi dispiace moltissimo. Non ti sei fatta male vero?-

Jason sorrise piano e la sua cicatrice sul labbro svanì momentaneamente per riapparire quando il ragazzo non ottenne risposta.

-Sei sicura di stare bene?-

-Sì! Tranquillo.  Sto benissimo non preoccuparti!-

Cercò di rialzarsi con eleganza e non come una tartaruga che si è appena capovolta.

Quando riuscì nell'impresa si ritrovò a fissare il petto muscoloso di Jason Grace.

Era mai possibile che i ragazzi fossero così alti?

Insomma lei non era corta.

Era fiera del suo 1.65.

Ma quel Jason…la superava di almeno 15 centimetri.

Il ragazzo sorrise e le strinse la mano.

-Sei Piper giusto? Eri alla festa a casa mia. Il vestito bianco?-

La ragazza arrossì perchè -cavolo!- lui si ricordava di lei.

Ricordava anche il colore del suo vestito!

Probabilmente se l'avesse chiesto ad Annabeth avrebbe risposto marrone.

E lei odiava il marrone.

Ma Annabeth non badava molto ai vestiti ed era uno dei motivi che l'aveva avvicinata a Piper.

Annuì a Jason che sorrise ancora di più.

-Beh, mi fa piacere. Mi piacevi elegante ma casual sei anche più bella. Sembri meno una divinità che ci degna della sua presenza e più una ragazza con cui avere una conversazione sensata-

-Quante conversazioni sensate hai avuto con le ragazze?- rise Piper.

-Fra lo zero e il meno uno.- fu la risposta serissima di Jason, che tuttavia era rapito dal sorriso di Piper, le labbra rosee schiuse e i denti bianchi e pressapoco perfetti.

-Conosco un bar fantastico. Posso offrirti un caffè?- propose speranzoso Jason.

L'aveva appena conosciuta e già sperava di poter scoprire tutto di quella dolce e simpatica ragazza.

Piper scrutò il viso del biondo, illuminato da una luce accesa e annuì.

-Va bene. Finchè non mi chiedi di accompagnarti in macelleria, mi va bene tutto.-

-Macelleria?- fece confuso Jason.

-Vegetariana- fu la breve risposta di Piper, che temeva di venire giudicata per quella semplice scelta di vita.

Jason annuì.

-Lo ricorderò semmai andremo a pranzo assieme.-

-Non correre Scintilla!- lo riprese la ragazza.

-Su seguimi. - la esortò Jason.

Piper si chiese se quell'improbabile appuntamento non fosse l'inizio di qualcosa.

Jason ci sperava.

E Piper pure.

 

 

 

 

Connor sapeva che a Travis piaceva Katie.

E conoscendo entrambi era convinto non esistesse coppia migliore.

Ma lui era di parte.

Katie Gardiner non era proprio il suo tipo.

Aveva i capelli castani e ricci fino alle spalle e due grandi occhioni verdi.

Era uno scricciolo, bassa e sottile come un giunco.

Aveva un'insolita dolcezza per essere figlia di Demetra Gardiner.

Anche se con loro la sfoggiava solo in casi rari (ovvero quando non architettavano nessuno scherzo a suo danno).

Alla fine, a Connor, di Katie, piacevano solo gli occhi.

Travis, quando iniziava i monologhi alla "Quanto è bella Katie" o "Quanto è dolce Katie", diceva che gli occhi della ragazza erano verde speranza.

Connor era d'accordo.

Soprattutto quando incrociava Miranda, la sorella di Katie.

Le due non potevano essere più diverse.

Miranda aveva i capelli biondi, lisci e lunghi.

Era molto alta ma sottile come la sorella.

Avevano lo stesso sguardo verde ma se Katie era dolce e amorevole, Miranda era più fredda e regale.

Comunque Connor era bravo a nascondere ciò che provava e persino Travis non notava come il suo sguardo si soffermasse più spesso su Miranda, come la sua attenzione venisse sempre calamitata da lei.

Connor si sentiva abbastanza masochista.

Miranda, a differenza della sorella, era più chiusa e restia all'amore.

insomma si era scelto la preda difficile.

Quella che nessun cacciatore poteva vantare di aver conquistato.

D'altro canto, lui stesso si sentiva la preda e non il cacciatore ed era convinto che Miranda sapesse che effetto faceva a tutti i giovani disperati come lui.

La ragazza lo fissava con aria tranquilla, un sorriso di circostanza e l'aria di chi va al patibolo.

Al suo fianco c'era Demetra.

Aveva gli stessi occhi delle figlie, solo privi della dolcezza di Katie o della freddezza mista a eleganza di Miranda.

Erano solo due pozzi senza fondo.

Freddi e vuoti.

-Cerchiamo tuo padre. Sei Travis o Connor?- esordì la donna, facendo sbuffare Miranda.

-È Connor, mamma- 

-E chi lo dice?- fece caparbia la donna.

-Katie ha detto che, per aiutarla, Travis si è graffiato sul sopracciglio destro e che sanguinava molto. Io non vedo graffi e una ferita come quella non sparisce in due giorni. Ergo, questo è Connor-

-Quindi tu ricordi le stupidaggini che racconta Katie e non gli ordini che ti impongo io?- fece seccata la donna e Miranda arrossì appena.

-Io…ehm…ma…la stavo ascoltando e…- balbettò Miranda in difficoltà.

-Okay basta. Volete incontrare Ermes?- le interruppe Connor cercando di salvarla.

Miranda, stranamente, gli rivolse un'occhiata di gratitudine.

-Anche tuo fratello…Trevor?-

-Travis, signora.- la corresse il ragazzo.

-È lo stesso, Colin.- fece sbrigativa l'altra.

Connor non sapeva se correggerla o lasciar perdere.

Optò per la seconda.

-Venite. Vi porto da papà-

Miranda si bloccò ad un quadro appeso sul caminetto.

Raffigurava due donne sorridenti.

Una era mora con grandi occhioni caramello e l'aria simpatica.

L'altra aveva un sorriso furbo e divertito, lo stesso di Connor, si ritrovò a pensare Miranda.

I capelli rossi erano luminosi e gli occhi azzurri avevano lo stesso taglio dei due gemelli.

-Quelle donne…-

-La rossa è mia madre. Non l'ho mai conosciuta. Morì di parto. L'altra è la madre di Chris, il nostro fratellastro-

-Chris Rodriguez?- indagò Demetra.

-Sì. Io e Travis non abbiamo avuto problemi ad accettarlo. Non è figlio di Ermes però. Papà l'ha adottato. Quando lui e Grace (la madre di Chris) si sono sposati, lei aveva già avuto un figlio-

-È un bel quadro- commentò Miranda.

Le due donne sorridevano con dolcezza e divertimento ma allo stesso tempo c'era come un argine fra loro.

La madre dei gemelli, Katia, era circondata da scherzi e petardi degni dei migliori negozi di giocattoli.

La madre di Chris, Grace, era in tenuta da corsa e mostrava orgogliosa una medaglia dorata.

Alle sue spalle c'era una pista di atletica.

Grace fece la sua apparizione seguita da Chris che sorrise a Connor e fece un veloce cenno agli ospiti.

-Mamma vado in palestra. Sperando che Clarissse abbia sbollito la rabbia. Quella donna mi ucciderà un giorno.-

-Donna? parliamo di Clarisse La Rue?- ironizzò Connor, beccandosi un'occhiataccia da Chris.

Miranda scosse la testa con aria vagamente divertita.

-Io vado. Travis ha detto che ha una nuova idea. E spero di non venire coinvolto.- avvisò il ragazzo aggiustandosi la fascia sulla fronte.

-E tu cosa ci dai in cambio?-

-La mia porzione di merende salate. Io odio il salato-

-Affare fatto.-

I due si strinsero la mano e Chris uscì con aria soddisfatta.

Demetra sbuffò.

-Posso vedere gli altri due?-

Grace strinse una spalla a Connor.

-Caro puoi andare a chiamare Ermes? e Travis? Con la tua amica, magari-

Miranda sbuffò e seguì non troppo convinta il fortunato Connor (fortunato dal suo punto di vista).

Quando Ermes li incrociò, ghignò malizioso, facendo temere al figlio un'Apocalisse.

-Figliolo se ti porti le ragazze a casa. Vorrei evitare di saperlo. Preferisco crederti ancora casto e innocente.-

-Papà! Non è come pensi! È la figlia di Demetra. Sua madre vuole parlare con te e Travis-

-Chi mi chiama?- irruppe appunto il ragazzo.

Miranda fissò con attenzione la cicatrice sul sopracciglio del ragazzo.

Era un taglio non troppo profondo e leggermente arrossato.

C'erano già i segni della crosta.

-Demetra vuole parlarti.-

Travis puntò interrogativo lo sguardo su Miranda.

-Tu ne sai qualcosa?-

-Vuole ringraziarvi. Per il giardino.-

-Quale giardino?- cascò dalle nuvole Ermes.

-Andiamo.- sospirò Travis -Spiego io mentre scendiamo-

 

 

 

 

 

 

-Percy studia!-

-Rachel non rompere!

-Percy! Ho detto Studia!-

-Voi due fate silenzio o vi caccio!-

Rachel ammutolì e bloccò l'amico che cercava di fare casino per lasciare la biblioteca in tutta tranquillità.

-Percy! Storia, algebra, chimica, fisica, biologia, biologia marina, latino e inglese non si competano da sole sai?- ribatte ironica la rossa.

Conosceva Percy da una vita e, prima di diventare Cacciatrice, avevano anche avuto una storia molto breve.

Avevano deciso di rimanere semplici amici dopo essersi resi conto che non c'era l'alchimia giusta per essere una vera coppia.

Comunque Rachel era abituata a dover sbraitare per fargli fare i suoi compiti ma si stavano raggiungendo i limiti della sua pazienza che non andava stuzzicata.

-Cugino! Come va la vita?- fece una voce allegra e solare.

Percy e Rachel si voltarono di scatto, per ritrovarsi a fronteggiare Apollo.

Dall'alto dei suoi 20 anni (anche se ne dimostrava inequivocabilmente 4) sorrise sfoderando tutto il suo charme (che non era poco).

-Apollo. Cosa ti serve? Non ti spalmerò la crema solar, puoi insistere quanto vuoi.-

-Non mi serve abbronzarmi se ho una pelle già così perfetta. Volevo solo invitarvi al orco. Oggi riunione di famiglia con amici e parenti svariati. -

-Anche Clarisse?- gemette Percy,

-Sai che è cugina di Frank. E ha detto che si porta dietro una povera vittima persona che ha conosciuto in palestra.-

-Povera lei.- sbuffò Percy.

-In realtà sarebbe un Romeo-

-Si è trovata un ragazzo? Dei che coraggio! chi è il "fortunato"?-

-Smettetela di parlare così di Clarisse. Non siete affatto simpatici!- li rimbeccò Rachele  Apollo spostò la sua attenzione sulla Cacciatrice.

-E dimmi, principessa…-

-Non chiamarmi in quel modo! E gira alla larga. Sono una Cacciatrice di tua sorella.-

-Oh santo Apollo! (si io lodo me stesso). Bellezza sprecata!-

Rachel arrossì ma lo nascose in maniera fiera.

Percy sbuffò.

-Allora chi è il ragazzo di Clarisse?-

-Non stanno assieme. Lui la stuzzica costantemente e lei cerca di prenderlo a pugni. Ma il ragazzo è veloce. Mi pare si chiami Chris…Benitez?- tentò Apollo.

-Chris Rodriguez semmai- rimbeccò Rachel.

-Sì quello.-

-Il fratellastro degli Stoll?-

-Immagino di sì.-

-Vabbè ragazzi. Io vado. Non riuscirei a studiare nulla neanche volendo- sbuffò Percy.

Rachel venne presa dal panico.

Non poteva lasciarla con Apollo.

Non poteva permetterglielo.

-Vengo con te.-

-Ma devi ancora studiare greco! E anatomia- fece confuso Percy.

-Per anatomia posso aiutarti- fece tranquillo Apollo.

-No grazie.- sbuffò Rachel.

-Guarda che non era una proposta sconcia. Sono nella facoltà di medicina.- fece irritato Apollo.

-Studi medicina-

-Sì. E sono particolarmente infastidito al momento. Non sono bravo solo a sedurre donzelle indifese che diventano stranamente consenzienti-

- Sei egocentrico se credi di poter sedurre delle ragazze così facilmente.-

-Forse non è chiaro. Non sono io che le seduco, sono loro che sono delle troie ma lo nascondono bene.-

Rachel impallidì.

-Spero tu non stia insinuando che le ragazze siano tutte così- lo avvertì minacciosa.

-No. Ad esempio…voi Cacciatrici. Voi siete oneste. Non cercate di attirare l'attenzione dei maschi. Non volete essere una sfida per gli uomini. Volete semplicemente essere lasciate stare. È una cosa che ammiro. E se non volete più essere Cacciatrici, lasciate il gruppo piuttosto che tradire la fiducia di Artemide. È una cosa che apprezzo. Anche perché adoro la mia gemella.-

-Non ti facevo così profondo Apollo- fece stupita la ragazza.

Il ragazzo ghignò e scompigliò i capelli di Rachel.

-Ci vediamo rossa!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arianna varcò con tranquillità la soglia del bar di Dioniso.

Ai vari tavoli, molta gente brindava con l'aria di chi avrebbe potuto anche esaltare i folletti ed i centauri.

Un tipo cercò di avvicinarla ma Arianna sgusciò via diretta al bancone.

Dioniso rideva con Apollo e al contempo preparava bevande di dubbio gusto.

La ragazza si avvicinò mulinando con eleganza la chioma dorata.

Gli occhi viola di Dioniso scintillarono alla sua vista e un sorriso si fece strada sul suo viso.

Apollo si voltò per capire cosa avesse attirato l'amico.

Quando vide Arianna, sorrise con affetto.

La strinse piano e lei rise.

-Ciao Apollo. Fammi salutare il mio uomo- fece divertita, cercando di lasciare le braccia del ragazzo per avvicinarsi al fidanzato.

-Dovresti ringraziarmi, donna ingrata. Te l'ho presentato io, il caro Dioniso.- sbuffò il biondo.

Arianna schioccò un bacio al suo ragazzo e si voltò a fissare Apollo, con i suoi luminosi occhi blu.

-E te ne sono grata. Non potevo avere fortuna maggiore.-

Dioniso sorrise e scosse la testa, agitando i ricci e perfetti capelli neri.

-Sono io quello fortunato. Peccato che  debba sopportare questi ubriaconi tutto il giorno. E non credere che non abbia notato quel tizio che ti voleva abbordare, prima.-

Arianna sbuffò divertita.

-Ho imparato a fare i conti con i tuoi ubriaconi.-

-Che poi non mi spiego la tua resistenza all'alcol Dion.- osservò Apollo.

-Amico! Se fossi un dio sarei il dio del vino e delle feste! Credimi la mia resistenza è incredibile perché sono allenato.-

-Quando ti ho conosciuto eri mezzo ubriaco. Mi dicesti che ero carina. E io ti dissi che non mi andava di conoscere un altro stupido che mi avrebbe piantata in asso.- ricordò Arianna con un sorriso.

-Ed io ti dissi che il tipo che ti aveva piantato in asso era un coglione. E che eri troppo carina per perdere tempo dietro uno stupido di quel genere.-

-Riuscisti a farmi ridere. Neanche le Cacciatrici erano riuscite ad alleggerire l'abbandono di Teseo. E tu invece…-

-Okay basta. Io me ne vado. Non mi interessa sentire come siete finiti a rotolarvi nella cantina.-

Arianna si strozzò con il suo bicchiere di vino bianco.

-E tranquilla Ari. So che avevi già lasciato le Cacciatrici a suo tempo-

Apollo ghignò divertito e si allontanò divertito.

-È pazzo.- sbuffò Arianna.

-È Apollo- ribattè divertito Dioniso -cosa ti aspettavi?-

-Un minimo di tatto.-

-Perché? In fondo è vero.-

-Lo so ma…-

-La cantina è libera comunque. Riviviamo i ricordi?-

Arianna ridacchiò piano con aria divertita.

-Con piacere.-

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Buon salve.

Scusate il ritardo ma l'ispirazione non arrivava.

In questo capitolo ci sono un bel po' di personaggi.

1. La Jasper. Onestamente mi sono divertita con loro. Anche se il risultato potrebbe non essere dei migliori.

2. La Connor/ Miranda. Mi piaceva che i gemelli fossero innamorati di due sorelle, tra l'altro completamente diverse.

3. Quella specie di Rachollo + Percy. Non chiedetemi il senso ma mi piace far fare bella figura al dio del sole.

4. E infine Arianna/ Dioniso.  Loro mi sono piaciuti particolarmente, devo ammetterlo.

Ringrazio chi recensisce, chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate e anche chi legge solamente.

Un bacione

Alexis

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Capitolo 5
*** Nico odiava le riunioni di famiglia ***


Nico odiava le riunioni di famiglia.

Non aveva mai capito perché a tutti i suoi cugini/amici millenari piacesse farle.

Sbuffò irritato e diede un'occhiata veloce.

A capotavola, sedeva dritto e spigoloso Zeus, con aria distinta e gli occhi attenti a cercare un accenno di bella ragazza.

"Hai quarant'anni zio" furono i pensieri di Nico ma il figlio di Ade preferì sorvolare.

A destra di Zeus, c'era Poseidone.

Stava spaparanzato su una sedia e apriva frutti di mare come se non avesse fatto altro per tutta la vita.

E Nico sospettava fosse proprio così.

Ade era a sinistra di Zeus.

Suo padre aveva i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani, l'aria tenebrosa e un mutismo completamente naturale.

Anche Nico era così dopotutto.

Sbuffò e si voltò verso le donne di casa.

Maria stava ridendo e gli occhi brillavano per qualcosa che aveva detto Sally.

L'adoratissima zia Sally.

Stringeva un contenitore come se ne andasse della sua vita.

Nico non dovette scervellarsi molto.

Era una tradizione che Sally portasse la torta blu come dessert.

Nessuno conosceva la ricetta ma tutti la amavano.

Era, invece, scrutava le due con studiato interesse.

Aveva sempre odiato la zia Era.

Sembrava la classica stratega degli Hunger Games.

Avrebbe mandato a morire chiunque per salvarsi la pelle.

Ne era quasi del tutto certo.

E aveva la straordinaria capacità di sgambare il marito ogni volta che questo la tradiva.

Nico si chiedeva spesso se non avesse inventato un radar apposito.

Le tre mogli dei "Pezzi Grossi" sedevano dall'altro lato della tavolata.

E nel mezzo c'era un po' troppa gente per il solitario Nico.

Artemide sorrideva composta, mentre Zoe (la Cacciatrice che si era portata dietro) farneticava qualcosa su come fossero stupidi i maschi.

Il figlio di Ade non poteva sentirle ma da quando Ercole l'aveva abbandonata (un po' come Teseo con Arianna) la supremazia femminile era il suo argomento preferito.

Apollo, invece, stava scompigliando i capelli del biondissimo Will Solace che rideva per qualcosa che aveva detto il cugino.

Nico sentì una stretta allo stomaco che si allentò quando notò il posto vuoto accanto a Will, che il ragazzo difendeva con le unghie  e con i denti.

Quel ragazzo gli stava davvero tenendo il posto?

Era adorabile.

Decise di passare oltre per non morire di diabete.

Jason stava continuando ad allontanare con fermezza ogni piatto di carne dalla vista di quella che Nico conosceva come Piper McLean.

La ragazza sorrideva grata.

Talia, invece, seduta vicino a Zoe (di malavoglia) borbottava qualcosa in risposta a Bianca che sembrava divertita e un po' scocciata.

Tyson stava borbottando qualcosa nell'orecchio di Ella, un'adorabile bambina che leggeva Harry Potter.

Solo per quello, aveva tutta la stima di Nico.

Percy stringeva piano il braccio di Rachel, la rossa pittrice Cacciatrice.

Sapeva che erano migliori amici ma decise che non gli importava poi molto.

Hazel, la sua sorellastra, stava raccontando qualcosa a Frank, il caro e vecchio Frank, che era tutto rosso e balbettava.

Leo, lì vicino, stava cercando di dare fuoco ad alcuni fazzoletti che Nico sperò gli venissero tolti di mano quanto prima.

Al suo fianco, i gemelli Stoll ghignavano piano passandosi degli aggeggi colorati di dubbia provenienza.

Chris Rodriguez si stava abbassando e contorcendo in continuazione, nel tentativo di evitare le botte di Clarisse,che sedeva rossa al suo fianco, cercando di ignorare gli scoppi di fangirlaggio di Silena, la sua migliore amica, la quale ignorava non tropo velatamente il fidanzato, Charles Valdez "Beckendorf".

Osservandola, Nico non si sorprese di preferire i maschi.

Spostò la sua attenzione sul posto vuoto vicino a Will.

Vi si diresse senza esitazione e il viso del biondo, amico di Apollo, si illuminò di gioia malamente mascherata.

-È occupato?- scherzò Nico, indicando la sedia.

-Sì. È per uno dei miei due migliori amici. -

Il figlio di Ade si accomodò e Will gli strinse piano il braccio prima di voltarsi verso Apollo, che reclamava la sua attenzione.

Quasi subito, però, Will si rigirò verso di lui.

-Non sono poi così male queste riunioni.- osservò.

E vedendo il suo viso allegro, gli occhi blu e luminosi e i ricci biondi e ribelli, Nico si convinse che dopotutto quei pranzi non erano poi così detestabili.

 

 

 

 

 

 

 

Annabeth era il tipo di persona troppo intelligente per arrabbiarsi con le persone che erano irrimediabilmente stupide.

Si considerava superiore all'ignoranza.

Eppure quel ragazzo irrimediabilmente un po' stupido (ma in senso buono) le stava suscitando una sorta di dolcezza e tranquillità che raramente la avvolgevano.

Percy la fissava con curiosità, un sorriso in viso e l'aria di chi si trova lì per caso.

E Annabeth aveva il presentimento che Percy ci fosse davvero capitato per caso in libreria.

-Ciao. Sei Annabeth, vero? Sai dirmi dove si trova la sezione fantasy?-

La bionda fissò confusa il ragazzo.

-Hai la targhetta. Sei una commessa no? Mi serve un libro per il mio fratellino.- precisò fissandola un po' confuso.

-Oh! Scusa. Non ti facevo tipo da biblioteca. Sei…Perseus. Giusto?-

-Percy. Lo preferisco. Comunque sai se posso trovare il primo libro di Harry Potter…la Pietra Filosofale! Sì quello.- ricordò il moro con un sorriso entusiasta.

-Oh è un libro fantastico! Vieni, seguimi!-  fece entusiasta Annabeth guidandolo nella sezione fantasy.

In bella mostra, disposti in ordine, c'erano tutti e sette i libri di Harry Potter.

Annabeth tese il primo verso Percy che lo afferrò e aprì velocemente.

Scorse velocemente la trama e un sorriso affiorò sul suo viso. 

-Sembra bello, devo ammetterlo. La fidanzata di Tyson ha buon gusto-

-Fidanzata di Tyson?- fece sorpresa Annabeth.

-Ty è mio fratello. Ed Ella non è davvero la sua ragazza. Ma si metteranno assieme prima o poi. Me lo sento. Comunque hanno scommesso, ha vinto Ella e adesso Tyson deve leggere Harry Potter. Ma penso che se mi entusiasma, lo leggerò anche io-

-È davvero magnifico. Te lo consiglio- sorrise Annabeth, da perfetta fangirl.

Percy sorrise gentile e si diresse con la bionda alla cassa.

La ragazza digitò qualcosa alla cassa e allungò uno scontrino.

Percy pagò senza fiatare e fece per uscire.

-A che ora finisci il turno, Annabeth?-

La ragazza allungò il viso per vedere il ragazzo, fermo nell'ingresso.

-Alle cinque. Mi sostituisce una collega-

-Ti va se ci incontriamo qui e prendiamo un caffè ad un bar qui vicino-

Percy la fissò con un sorriso speranzoso e Annabeth si ritrovò a sorridere di rimando.

-Va bene. Perché no? Alle cinque qui fuori?-

Il moro annuì e salutò con la mano.

Annabeth si lasciò scivolare lungo la sedia.

L'incontro con Percy era stato strano.

Si sentiva…leggera. Come se potesse lasciar andare ogni problema.

Ed era felice.

Non si sentiva in dovere di essere la perfetta e studiosa Annabeth.

Era solo una ragazza che si godeva la vita.

Percy le aveva trasmesso un'allegria e una spensieratezza che non provava da tempo.

Da quanto tempo non si scioglieva un po'?

Troppo.

La porta si aprì con uno scampanellio e Piper si accomodò al suo fianco.

-Allora bionda. Cosa mi racconti?-

-Oh Piper. È così bella la vita-

E quando Annabeth si allontanò canticchiando fra sé, e sistemando con cura ogni libro sul proprio scaffale, Piper si chiese se la ragazza non avesse assunto droghe senza dirle niente.

 

 

 

 

 

 

-Charlie! Non immaginerai mai!-

Charles alzò lo sguardo dal motore della Lamborghini che stava riparando.

Quando Silena fece il suo ingresso, non riuscì a non sorridere dolcemente.

La sua ragazza scosse i capelli neri e lo fissò con un sorriso entusiasta.

-Che è successo, tesoro?-

-La mia Piper ha avuto un appuntamento con Jason Grace. Non so se esserne contenta oppure meno. E se non fosse un bravo ragazzo? La devo bloccare? Credevo fosse fantastico ma pensandoci…-

-Silena…tesoro, ho sentito parlare di Jason come di un bravissimo ragazzo. Inoltre credo che Piper abbia bisogno di fare esperienza con i ragazzi, no? Non puoi permettere rimanga single a vita. Anche perché è davvero una brava ragazza e merita di avere qualcuno al suo fianco. E ripeto, Jason sembra un bravo ragazzo. Non è come suo padre, Zeus.-

-Tu dici?-

-Sì, Silena-

-Grazie Charlie-

Il ragazzo sorrise a quel nomignolo.

Nonostante fosse un Vladez, tutti lo chiamavano sempre Beckendorf a causa di un errore un po' stupido.

La stessa Silena lo aveva scambiato per un altro ragazzo, Charlse Beckendorf appunto, e aveva preso a chiamarlo in quel modo.

Il ragazzo aveva cercato di spiegarle che, no, quello non era il suo cognome ma poi il soprannome si era diffuso fra i suoi amici e ormai lo chiamavano tutti col cognome dell'altro Charles.

Silena, però, saputo lo sbaglio, si era scusata con lui e aveva smesso di chiamarlo per cognome (sbagliato ma vabbè…) ed era passata al nomignolo Charlie.

Che in realtà al ragazzo piaceva molto.

Sorrise alla sua ragazza che si accomodò su una sedia e stiracchiò le gambe.

-Che mi racconti Charlie?-

-Leo non fa che parlare di una povera ragazza lancia-vasi e temo si sia irrimediabilmente innamorato della poveretta-

-E come si chiama?- fece curiosa la mora.

-Non mi ha voluto dire il nome. Inoltre mamma e papà hanno ultimato dei troni per Zeus ed Era-

-Troni? Troni reali?-

-Già. E costano anche un patrimonio! Non so qual è il senso dell'acquisto-

-Sai come sono i signori Grace. Sempre in cerca di un modo per sventolare al mondo i loro soldi. Intanto Talia si veste come una punk, Apollo è conosciuto più come playboy che come aspirante medico, Artemide è vergine nonostante il padre che si ritrova e Jason passa le giornate

con Leo anche se ad Era e Zeus non sta proprio simpatico- osservò Silena.

-Credo che sia il loro modo di dimostrare che non sono come i loro genitori e che le proprie origini non devono necessariamente echitettarci.- sorrise Charles.

-Per questo non ti chiamo più Beckendorf. Anche quella per me è un'etichetta. Il ragazzo, il cui cognome venne scambiato con un altro. No grazie. Preferisco Charlie.-

 Il ragazzo sorrise avvolgendo le braccia attorno alla sottile vita di Silena e attirando la ragazza a sè.

Si baciarono dolcemente, mentre Silena avvolgeva le braccia dietro la nuca di Charlie e passava la sua candida mano fra i capelli di lui.

-Sono contento che tu sia l'unica a chiamarmi Charlie- sussurrò il ragazzo quando si separarono.

Silena non poté impedirsi di sorridere spontaneamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Chris strinse con forza la lancia, osservando il bersaglio posto più o meno lontano.

Sollevò il braccio e scagliò l'arma contro il manichino.

Quando affondò nella gamba sbuffò irritato.

Lui mirava al cuore!

Si guardò intorno con aria scoraggiata.

In una nugolo poco lontano, Nico Di Angelo cercava di correggere la postura di Will Solace, che si ostinava ad impugnare la spada come una penna e non come un'arma (ma da che mondo veniva uno che impugnava una spada in quel modo?).

Il biondo era rosso e sembrava raggiungere gradazioni sempre peggiori ogni qualvolta Nico si avvicinava a correggerlo.

Alla postazione delle pistole, un annoiato Luke Castellan faceva ruotare con aria di sufficienza due pistole scariche.

Annabeth Chase (quella ragazza lo spaventava) era alla postazione degli strateghi e muoveva diverse pedine con aria esperta.

Al tiro con l'arco Austin Solace stava distruggendo diverse frecce colpendo ripetutamente il centro del bersaglio.

Il suo istruttore aveva le mani nei capelli e fissava sconvolto le frecce che si aprivano in due.

Beckendorf era alla postazione del sollevamento pesi e anche da lontano, Chris, vedeva i muscoli gonfi, saettare.

Infine vide Clarisse.

Era qualche postazione più avanti e lanciava con rabbia la sua lanci scontro il manichino.

Quando colpì dritto il cuore, Chris sussultò sorpreso.

Si avvicinò di soppiatto, cercando di non farsi notare.

Clarisse era troppo concentrata sulla sua arma per notare l'avvicinarsi del figliastro di Ermes.

Chris, dal canto suo, si era praticamente incantato.

Clarisse poteva sembrare una ragazza per nulla femminile, ma c'era qualcosa di armonioso nel suo maneggiare le armi, nella sua voce che, no, non era quella di un usignolo, ma sapeva cogliere dritto al punto.

Clarisse ti diceva sempre ciò che pensava e tu dovevi riuscire a sopportare il peso del suo giudizio.

Clarisse non aveva mezzi termini.

Le cose erano o bianche o nere, senza sfumature.

Chris era il tipo che cercava di coglierla sempre quella sfumatura nascosta e in Clarisse quel colore nascosto era il rosso.

Ma non il rosso inteso come colore dell'amore.

Quelle cose non facevano per Clarisse.

E neanche per Chris ad essere sinceri.

Rosso era il colore del sangue, della battaglia, del rifiuto verso la resa.

Rosso era il colore della passione ma non intesa nel senso amoroso del termine.

Passione per la vita, per la lotta, per la vittoria.

Clarisse si voltò di scatto e Chris sussultò, sentendosi colto in fallo.

-Cosa vuoi Rodriguez?-

-Niente. Pensavo solo che sei una persona da ammirare, Clarisse-

Se ne andò tranquillo.

Non vedendo le guance della ragazza tingersi di rosso.

Proprio quel rosso che lui aveva usato per descriverla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frank scorse velocemente la lista della spesa, sbuffando appena nel leggere cose come " Filo interdentale".

Non era per lui.

La nonna sapeva essere impegnativa da trattare

Hazel, al suo fianco,  sorrise allegra e gettò un'occhiata alla lista.

La sua ragazza afferrò con aria sconsolata una busta di insalata e gettò un'occhiata a dei vasetti di yogurt ad un bancone vicino.

Ne afferrò un pacco da 10 lanciando uno sguardo alla lista.

Come ad assicurati di non sbagliare.

Afferrò una busta e la riempì di mele che pesò velocemente su una bilancia.

Recuperò un barattolo di miele da uno scaffale e un pacco di cereali da una fila più in alto.

Passò tutto a Frank che lo dispose con ordine nel carrello, mentre Hazel girovagava con aria interessata.

La riccia si chinò a recuperare una confezione di frutti di mare surgelati ma appena vide l'espressione di Frank li mollò subito.

Il ragazzo rise.

-Non per niente, Hazel. Ma non voglio che mia nonna abbia dolori…di stomaco ecco.-

L'altra arrossì e annuì, continuando il giro solo dopo aver lasciato un bacio leggero sulle labbra del ragazzo.

Frank recuperò alcuni detersivi dagli scaffali più in fondo e senza un preciso ordine passò al bancone del macellaio, un uomo grande e grosso con l'aria sempre corrucciata.

Stringeva sempre un coltello fra le mani ma nonostante la facciata minacciosa era davvero gentile.

LO trovarono ad affettare alcuni salumi con il suo coltellaccio, mentre sorrideva a tutti, nonostante le sopracciglia rimanessero nella loro smorfia di  disappunto.

Hazel lo salutò dalla sua postazione e il macellaio rise divertito, vedendoli avvicinarsi.

-Hazel! Frank! Chi vi manda? La cara nonnina o il vecchio Marte?- sorrise gioviale l'uomo.

-La nonna- rispose semplicemente Frank.

-Fammi indovinare…un etto di prosciutto crudo, un pezzo di salame e quelle salsicce che ha adocchiato pochi giorni fa- ridacchiò al ricordo e Frank sospirò di sollievo eliminando i salumi elencati dal macellaio.

-Esattamente!-

-Ecco a voi ragazzi. Buona fortuna con la nonna Frank!-

-Quella donna è famosa. Sembra che tutti la conoscano.- osservò sorpresa Hazel.

-Il problema è che tutti sembrano conoscere me tramite mia nonna. Mi compatiscono tutti!- esclamò sconvolto il ragazzo, facendo sbuffare divertita Hazel.

-Non ci pensare Frank.  Piuttosto, abbiamo finito?-

-Sì per fortuna-

-E allora torniamo da tua nonna che non intendo farla aspettare- 

Entrambi rabbrividirono al pensiero e uscirono velocemente dal supermarket.

 

 

 

Angolo Autrice: Scusate se sono mancata per così tanto ma sono stata a Salerno per circa una settimana e poi ad una festa di diciotto anni e poi mia sorella si prende il computer perché deve studiare per l'Università e così via fra un impeto e un altro non riuscivo mai a scrivere.

Cos'abbiamo qui?-

Una specie di angolo Solangelo.

Ella che convince Tyson a leggere, e il bambino che manda Percy in avanscoperta portandolo ad incontrare Annabeth che fa la commessa in biblioteca.

Io ce la vedo.

Una Silendorf che non mi spiego onestamente ma succede spesso.

La Chris/Clarisse che ho adorato immensamente perché per me sono stati i migliori di questo capitolo.

E infine la Frazel visto e considerato che li avevo trascurati non poco.

Io ce lo vedo il macellaio.

Un bacione

Alexis

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Capitolo 6
*** Friendship ***


Talia stava scribacchiando qualcosa, lanciando di tanto in tanto un'occhiataccia al suo professore.

Non stava ascoltando una parola della lezione ma quell'uomo riusciva ad annoiarti con solo il suo tono di voce così soporifero e calmo e abbastanza noioso.

La campanella suonò all'improvviso, riscuotendoli dal torpore che li aveva avvolti in quell'ora, e tutti gli alunni si sbrigarono ad allontanarsi.

Tali aveva lezione di mitologia greca con Chirone il che la sollevava molto.

Quell'uomo riusciva a rendere interessante qualunque cosa.

Cercò con difficoltà di radunare tutti i suoi fogli e li ficcò senza troppi complimenti in borsa.

Inciampò, non cadde e continuò a correre.

Sbattè contro un ragazzo e gridò un "Mi dispiace" lanciandogli una veloce occhiata.

Quando voltò l'angolo il cervello recepì ed elaborò l'immagine inviata dagli occhi.

-Ho investito Luke Castellan- fu il commento un po' sorpreso di Talia prima di riprendere la corsa.

Luke nel frattempo era ancora a terra cerando di dare un senso al tornado nero che l'aveva inghiottito e risputato urlando pure il suo dispiacere.

Quando il cervello associò il turbine a Talia Grace, un sorriso apparve sul viso malizioso di Luke.

-Adesso ho una scusa per parlarle.-

La malizia scomparve dal suo viso e chi si fosse fermato a guardarlo avrebbe giurato che quello era il gemello buono di Luke.

Perché quella dolcezza negli occhi non si addiceva al Luke puttaniere che conoscevano tutti.

Chris passava di lì, infatti, (aveva l'ora buca) e si bloccò ad osservare il biondo.

-Luke.- lo chiamò preoccupato (il ragazzo non si era rialzato da terra) -Stai bene?-

Il ragazzo sollevò lo sguardo verso Chris.

-Oh ciao…il nuovo strano amico di Clarisse?-

-Ho un nome sai? Dovete smettere di ricordarvi di me tramite Clarisse-

-Quindi il tuo nome è…-

-Chris Rodriguez- sbuffò il riccio figliastro di Ermes.

-Oh sì! Sei il più veloce ad atletica! Tua madre…anche lei corre.-

-Correva. Adesso si limita ad allenare. Dice di essere invecchiata- sorrise affettuoso Chris.

-Oh beh, con gli anni capita.- si limitò ad annuire Luke.

Chris gli tese una mano.

-Rialzati pigrone. Dieci minuti e non ti sei ancora mosso di lì- sorrise il corridore (Velocista).

Luke afferrò la mano che gli veniva tesa.

-Chris…ma tu non mi odi?-

-Odiarti? Perché mai?-

-Tutti parlano di me come un puttaniere e…- Luke si bloccò vedendo Chris ridere di gusto.

Non capiva cosa ci fosse da ridere onestamente.

-Luke non bado molto ai pettegolezzi. E poi…ti ho visto con tua madre. Nessuno stronzo bacerebbe la madre e le direbbe che la ama e la aiuterebbe nei servizi di casa fino a tardi. È per quello che vieni senza aver fatto i compiti? Aiutare tua madre occupa tutta la tua giornata?-

Luke sorrise e il suo sorriso parve a Chris dolceamaro.

-Non è mai un peso aiutare la mamma. Lo faccio volentieri. Cerco di studiare la notte ma a volte crollo addormentato.-

-Chirone lo sa. Per questo non ti fa mai pressioni sui compiti. Dico bene?-

-A volte mi aiuta.  È fantastico-

- Qualche volta posso aiutarti io se vuoi. Siamo allo stesso anno no?-

Luke sorrise grato a Chris.

Il riccio non si rendeva conto di quanto fosse difficile aiutarlo con May.

-Non è facile Chris, anzi. Badare a mia madre è un lavoro a tempo pieno e bisogna solo sperare che qualche pomeriggio si addormenti un po'.-

-Mi nomino ufficialmente tuo amico e aiutante. Facciamo un patto, okay? Da adesso noi siamo una famiglia. Niente tradimenti, sostegno a vicenda e compagni di bevute. Ti va?-

-Siamo una famiglia.- Luke assaporò quella parola e sorrise.

-Te lo prometto Chris.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nico sbuffò osservando tutti i suoi amici disposti a cerchio.

Will lo afferrò per un braccio e lo costrinse ad accomodarsi al suo fianco.

Nico si ritrovò stretto fra lui e Frank e sbuffò di nuovo cercando di allargare il suo angolino in modo da trovare una posizione comoda.

Will schivò abilmente una gomitata dal figlio di Ade e si allungò per recuperare una bottiglia di birra  da un comodino.

Osservò il gruppo riunito nella stanza.

I figli dei Tre Pezzi Grossi (Jason, Nico e Percy) si erano seduti quanto più distanti era possibile.

La rivalità (soprattutto fra Aqua-man e Saetta) era abbastanza alta fra di loro.

Hazel si era posizionata strategicamente vicino a Jason, che si sporgeva sempre per venire scelto dalla bottiglia e magari l'avrebbe salvata da qualche turno imbarazzante.

Frank si era accomodato vicino alla sua ragazza.

Piper (invitata da Jason) si era accomodata vicino al biondo che aveva fatto il possibile per allontanare dalla ragazza, il fratello Apollo.

Così Annabeth e Percy si erano ritrovati vicino a Piper.

Leo (anche detto elfo pazzo) si era ritrovato fra Apollo che cercava di flirtare con Rachel, e la suddetta Rachel che lo aveva messo in mezzo e lo usava come scudo dalle avances di Apollo.

Will si era seduto vicino ad Apollo, cercando di trattenerlo da scaraventare via Leo e aveva trascinato con sé un diffidente Nico (perché senza Nico non c'era gusto per lui a giocare).

Annabeth afferrò la bottiglia e la versò velocemente nei bicchieri.

-Lo sapete come si gioca a "Non ho mai", dico bene?-

Ci fu un assenso generale.

-A turno diciamo una cosa che non abbiamo mai fatto e chi invece l'ha fatta deve bere.-

-Annabeth. A te l'onore. - sorrise Percy.

-Non ho mai…bevuto fino a non ricordare più nulla il giorno dopo.-

Will scosse il capo con aria divertita e lanciò un'occhiata a Nico.

-Mai fatto Raggio di Sole. Non allarmarti- rispose quello.

Apollo fu il primo ad allungare la mano verso un bicchiere.

seguì Talia, Percy, Jason ed Hazel.

L'occhiata sorpresa che tutti rivolsero ad Hazle fece sogghignare il fratellastro.

-È meno innocente di quel che sembra.- sbuffò divertito.

-Percy. A te la parola.- lo incitò Jason.

-Non ho mai mese piede nella biblioteca della scuola.- annunciò con un ghigno.

In contemporanea, Annabeth, Nico, Will, Jason, Piper e Frank si allungarono verso il tavolo.

Rachel sbuffò e si avvicinò anche lei dopo un'occhiataccia all'amico.

Apollo scosse il capo divertito ed Hazel sorrise innocente.

-Io studio alla biblioteca comunale. È più silenziosa.- spiegò agli amici.

-Okay dopo la trovata di Percy per far bere un po' tutti…tocca a Piper.- sorrise Talia.

-Non ho mai…tagliato i capelli dal parrucchiere. Li taglio da sola in maniera asimmetrica.-

-Ti donano.- osservò Jason, prima di allungarsi per il suo terzo bicchiere.

Percy sbuffò e Annabeth gli tese un bicchierino, afferandone uno anche per sé stessa.

Hazel e Nico scossero il capo.

-I nostri capelli li taglia mia madre- spiegò Nico mentre Will si faceva passare un bicchierino da Talia, che aveva già inghiottito la birra del suo.

Anche Apollo e Rachel bevvero e Frank diede uno sguardo a tutti prima di ingerire il contenuto del suo bicchiere.

Alcuni iniziavano già ad avvertire gli effetti dell'alcol, ma proseguirono tranquilli.

-Rachel. Tocca a te-

-Non ho mai…baciato nessuno.-

Ci fu un sospiro generale e tutti si allungarono a prendere un bicchiere.

Apollo scavalcò Leo agilmente e sussurrò qualcosa all'orecchio di Rachel che lo cacciò via con aria irritata.

-Leo. A te l'onore.- lo incitò Piper.

- Non ho mai..baciato una persona del mio stesso sesso- sorrise soddisfatto e li fissò, quasi volesse vederli svuotare il sacco.

Will fu il primo ad alzarsi.

Annabeth lo fece controvoglia, attirando gli sguardi di tutti.

-Scommessa-

Apollo sbafò e afferrò fermamente un bicchiere.

Bevve avidamente sotto gli occhi scioccati di tutti.

-Che c'è? Io non ho standard epe vati!-

-Infatti. La prima volta che mi ha visto mi ha baciato. È stato imbarazzante. Neanche ti conoscevo!- sbuffò Will in direzione dell'amico.

-Mi sono scusato dopo. Ma quelle oche mi inseguivano e…dovevo scollarle di dosso- si giustificò il biondo.

-Non commento. Potremmo essere fratelli per quanto ci assomigliamo.-

Nico spedì una gomitata irritata a Will, che ammutolì, e si sporse per bere.

Lanciò un'occhiata truce a tutti i presenti e nessuno osò chiedere le circostanze.

Percy ci avrebbe anche provato ma due gomitate, da Annabeth e Rachel, lo bloccarono.

-Apollo…- fece Nico, ringhiando in direzione del cugino.

Perché fosse furioso col biondo non era chiaro e nessuno osò chiedere.

Apollo lo ignorò completamente.

-Non ho mai…passato la notte in un bosco-

Nico ed Hazel allungarono subito le dita verso i bicchieri.

Will sbuffò e si avvicinò al tavolo per prendere anche lui un bicchiere.

Leo saltellò allegro e un po' brillo e bevve di nuovo.

Percy e Jason si mossero a recuperare altri due bicchierini e Frank fu l'ultimo.

-Will…a te la parola.-

-Non ho mai…partecipato a concorsi o simili.-

-Nuoto- annunciò Percy facendosi avanti.

-Corsa- concordò Jason.

-Pesi- sbuffò Frank.

-Intelligenza- borbottò Annnabeth.

-Pittura- bevve Rachel.

-Arte contemporanea- annuì Apollo.

-Bellezza- concluse Piper con aria contrariata.

Bevvero tutti e toccò a Nico.

-Non ho mai…guidato una macchina in pieno giorno. Preferisco farlo di notte-

Gli unici a non bere furono Hazel, Piper e Rachel che non avevano una macchina.

-Frank..a te l'onore.- fece un Percy più o meno allegro.

-Non ho mai…urlato contro un mio amico.-

Rachel si allungò per bere.

Annabeth, Nico e Apollo fecero altrettanto.

Piper sbuffò prima di allungarsi per un bicchiere e infine anche Talia.

-Hazel, a te l'onore e abbiamo finito.- sorrise Frank.

-Non ho mai…ritardato ad un appuntamento.-

Tutti tranne, Annabeth e Jason, si mossero per bere un altro bicchiere.

Erano tutti un po' ubriachi quando si alzarono perciò sistemarono coperte e cuscini per terra e si sdraiarono come meglio potevano.

Quando Annabeth si svegliò per prima, il giorno dopo, sorrise nel vedere e mani di Rachel e Apollo sfiorarsi, Piper con il capo su una spalla di Jason (che le cingeva la vita con il braccio), Percy con braccia e gambe spalancate e la bava alla bocca, Nico raggomitolato nel fianco di Will che lo stringeva fra le sue braccia ed Hazel praticamente in braccio a Frank.

Talia, infine, si era avviluppata al divano.

Chiuse gli occhi e tornò a dormire con un sorriso sulle labbra.

Nel sonno si girò piano e finì con il viso appoggiato alla mano di Percy.

Fu così che li trovò Sally il mattino tardi e tutti convennero che le premure di Sally fossero fantastiche.

 

 

 

 

 

 

 

-Percy…- sussurrò Sally al figlio quando tutti i suoi amici se ne furono andati -C'è qualcosa fra Nico e Will?-

Percy si strozzò con il suo pancake blu e tossì leggermente.

-Perchè me lo chiedi?- sorrise rassicurante alla madre.

-Stamattina erano abbracciati e Nico si era praticamente attaccato a Will- spiegò Sally.

-Noi pensiamo di sì. Ma dicono di essere solo amici. Apollo è un po' frustato perché Will è il suo migliore amico e adesso lo deve dividere con Nico.- E quei due non sono mai andati d'accordo quindi non si spiega come Neeks possa essere amico di Solace, che assomiglia moltissimo ad Apollo.-

Sally cercò di capire il lungo monologo del figlio e sorrise notando come Percy fosse in pensiero per i due cugini.

-Spero non si arrivi a situazioni drastiche per uno stupido ragazzino biondo.- sbottò irritato il ragazzo e la madre lo riprese irritata.

-Will è un bravo ragazzo Percy. E il fatto che non sei il tipo di Nico, non deve creare dei pregiudizi verso Will.- gli fece notare Sally.

-perchè tutti quanti sembrano sapere che non sono il tipo di Nico? Ho una famiglia di pettegoli-

Percy uscì di casa borbottando e si imbattè proprio in Will.

-Oh ciao! Stai andando a scuola?- sorrise il biondo.

-Parli del diavolo…- borbottò in risposta Percy e Will aggrottò le sopracciglia.

-Ci sono problemi? Va tutto bene?- fece preoccupato.

-Andiamo a scuola Solace- sbottò Percy e l'altro lo scrutò perplesso.

Il maggiore dei Jackson non l'aveva mai propriamente amato.

Aveva sempre uno sguardo accigliato quando si rivolgeva a lui e talvolta si rifiutava anche di chiamarlo per nome.

Quando aveva chiesto a Ncio ed Apollo se avesse in qualche modo irritato Percy, il secondo aveva riso e indicato il figlio di Ade che aveva sbuffato.

-Non c'entri tu.- lo tranquillizzò - A Percy non va giù di non essere il tipo di qualcuno.-

Will non aveva mai davvero capito quelle parole ma trovava abbastanza difficile mantenere un clima rilassato con Nico e Apollo che si contendevano le sue attenzioni e Percy che neanche lo chiamava per nome.

Si avvicinò al moro e lo bloccò.

-Ehi…Percy. Hai per caso qualche problema con me? Non mi chiami mai per nome, o quasi mai, e sei sempre molto freddo con me. Ho fatto qualcosa?-

-No tranquillo Will. Sono solo… dilemmi di famiglia. Tu non c'entri. Scusa se ti ho dato questa impressione.-

-Non importa. Ma se ci sono problemi…dimmelo okay?-

-Tranquillo fratello- lo rassicurò Percy.

-Okay. Davvero dimmelo se ci sono problemi. Possiamo arrivare ad una soluzione- 

Will ci teneva ad andare d'accordo con la famiglia di Nico e Apollo.

Ma Percy non si era mai davvero fidato di lui e lo vedeva nel suo sguardo sempre freddo e distaccato.

Percy, d'altro canto, iniziava a sentirsi in colpa per come aveva trattato Will, considerando come il ragazzo sembrasse desideroso di risolvere con lui.

-Va tutto bene…Will. Solo…tratta bene i miei cugini. Non farli soffrire-

-Nico e Apollo sono i miei migliori amici, le persone più importanti della mia vita, parte della mia famiglia. Non serve che tu me lo dica-

Percy e Will rimasero a fissarsi per un tempo indefinibile.

-Okay. Mi raccomando. Tengono a te più di quanto mi piaccia ammettere-

-Va tutto bene Percy. Non ti devi preoccupare.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Artemide! Aspetta!-

Artemide sbuffò irritata chiedendosi cosa avesse fatto di male per ritrovarsi Apollo alle calcagna.

-Cosa vuoi? Che ti serve? Non ti lascio nessuna Cacciatrice sia chiaro- chiarì subito e il gemello alzò gli occhi al cielo.

-Non è quello che volevo chiederti. Volevo solo sapere come stavi-

Artemide fissò Apollo con aria indecifrabile.

-Volevi sapere come stavo?-

-Sei mia sorella. L'altra parte di me.-

-Già. Hai iniziato a rompere anche prima che io nascessi.-

Risero entrambi e per un secondo Artemide dimenticò quanto odiava i maschi e si rilassò assieme a quel fratello con cui di solito cercava di non avere nulla a che fare.

-Sto bene Apollo. E tu?-

-tutto bene. Anche se Will è uscito con Nico e non con Will.-

-Apollo devi lasciare loro un po' di spazio. So che non sei abituato, che Will è il tuo migliore amico ma Nico…quei due sembrano quasi una coppia e se lo dico io che di amore non voglio saperne niente…- Artemide lasciò cadere la frase.

-Lo so. Ho solo paura.- ammettè Apollo con aria triste.

-Non pensavo avresti mai ammesso una cosa del genere.- cercò di farlo ridere la sorella.

-Prima Will era il mio migliore amico e nessuno in famiglia si interessava a lui. Poi è arrivato Nico e…se Will per stare con lui si dimenticherà del suo migliore amico? Di me?-

-Non succederà. Will ti vuole molto bene.-

-Ma è innamorato di Nico. Inoltre Rachel…-

-Rachel? La mia Cacciatrice?- indagò Artemide.

- Mi ha detto che chi non mi conosce vede solo il puttaniere alla Luke Castellan. Nessuno vede il ragazzo ammesso alla facoltà di medicina, l'amico di Will, il gemello di Artemide, il ragazzo con dei sogni. Perché le persone non scavano più a fondo Artemis?- chiese il biondo, usando il vecchio nomignolo della sorella.

-Hanno paura di cosa viene nascosto più a fondo.- rispose la gemella.

-Come te coi ragazzi. Potresti provare ad aprirti. Non tutti i ragazzi sono come Orione.-

-Non nominarlo- ribatte Artemide, mentre gli occhi le diventavano lucidi.

-Sorellina sei una donna splendida. Un giorno troverai l'amore. Ne sono certo. Maschio, femmina o ermafrodita, qualcuno riuscirà ad abbattere le tue difese. E allora ne saremo tutti felici. E non cambierà niente. Sarai sempre la nostra Artemis.-

-Non è così facile.- sbottò la ragazza.

-Non te l'ho mai detto? In amore niente è facile. All'inizio. Bisogna solo trovare la persona giusta-

Artemide sorrise e strinse Apollo.

Chi passò di lì in quel momento avrebbe visto due ragazzi, con gli stessi lineamenti e grandi occhi blu, un biondo e una mora, che si abbracciavano come se ne andasse della loro vita.

E forse era proprio così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Reyna sorrise a Nico, cercando di non starnutirgli in faccia.

La sua febbre si stava facendo sentire anche troppo.

-Mia madre ti ha portato del cioccolato- stava dicendo il figlio di Ade - Dice che è il rimedio migliore contro la febbre. Mai avuto niente in contrario quando stavo male e mi imbottiva di barrette.- ridacchiò il moro.

Sussultò quando intravide una chioma bionda, ma era solo uno sconosciuto che passava vicino la finestra.

-Mi chiedo come fai ad essere così scheletrico allora.-

-Costituzione. E poi alle ragazze non piacciono quelli col mio fisico.-

-E a te non piacciono le ragazze.  Quindi nessun problema. E poi non tutti vanno in cerca del fisico palestrato e gonfio. Magari troverai qualcuno che preferisce una bellezza più nascosta- obiettò Reyna.

-A me piacciono alti.- riflettè Nico.

-E con l'abbronzatura 100% naturale scommetto- insinuò Reyna con un ghigno malizioso.

-La cosa non ti riguarda.- arrossì Nico.

-Guarda che io l'ho visto Will Solace in costume da bagno. Non è affatto male. Hai ottimi gusti-

-Finiscila Reyna. Non intendo parlare dei muscoli di Will. Anche mia arde sembra interessata all'argomento da quando l'ha trovato a petto nudo in soggiorno.-

-Cosa ci faceva Will senza maglia in casa tua?- spalancò la bocca Reyna e per poco non starnutì sui pantaloni dell'amico.

-Bianca l'aveva sporcato col succo.-

-E lui ne ha subito approfittato per mettere in mostra la merce eh? furbo il ragazzo-

-Dovevi vedere la faccia di papà quando l'ha visto. Credo temesse di aver interrotto uno spogliarello.- confessò Nico.

Reyna scoppiò in una fragorosa risata e il figlio di Ade puntò lo sguardo sull'amica.

Adorava Reyna.

Era in assoluto l'amica migliore che potesse avere.

-Mangia- sbuffò, lancinadole una barbetta di cioccolato nel tentativo di calmarla dagli attacchi di ridarella -Ti farà bene.-

-Sembri Remus Lupin-

-Io venero quell'uomo solo per la sua malsana ossessione per la cioccolata.- annuì Nico pensando al personaggio di Harry Potter.

-Oh lo so. La gente ama Lupin anche se non è proprio bello. Sarà la dolce dell'esiliato buono come un pezzo di pane?-

-Immagino di sì. Sai che alcune persone lo shippano con Sirius?-

-Dovevano pur occupare il loro tempo mentre James usciva con Lily.- commentò Reyna tranquilla.

- Okay non dirmi che anche tu shippi Wolfstar?  Siete assurdi! E Tonks dove la metti?-

-Quando erano ad Hogwarts, Tonks sarà stata una poppante. E quando Remus l'ha sposata Sirius era già bello morto…purtroppo. Io adoro Sirius.-

-Bello e dannato.- commentò Nico con un sorriso -Te li scegli difficili-

-Oh sta zitto- sbuffò Reyna.

Forse la cioccolata non era il rimedio per ogni malattia.

L'amicizia invece sì

 

 

 

 

 

Angolo Autrice: ritardo madornale ma non immaginate quanto è brutto quando l'ispirazione vola via col vento.

Inoltre avrò visto centinaia di film in questo periodo (e la prima stagione di Scherlock) quindi il tempo di scrivere è stato nullo.

Abbiamo un capitolo molto soft.

Solo amicizia oggi.

Chris era uno dei semidei che seguivano Luke e ho voluto ricreare la loro amicizia rendendola più sincera e meno Leader/Seguace.

Il gioco del "Non ho mai" mi andava di farlo e l'ho fatto (si sono un po' così).

Percy e Will io amici non ce li vedo proprio.

Adoro Apollo e Artemide come gemelli.

Stessa cosa per Nico e Reyna come amici.

Un bacione

Alexis

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