Dark paradise

di Louissessual
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** Dark Angel. ***
Capitolo 3: *** Have you got wings? ***
Capitolo 4: *** 78, Tomlinson. ***
Capitolo 5: *** You're beautiful when you sleep ***
Capitolo 6: *** Sorry for yesterday ***
Capitolo 7: *** Tentation ***
Capitolo 8: *** He hates me. ***
Capitolo 9: *** Don't let me go ***
Capitolo 10: *** Don't touch him ***
Capitolo 11: *** Surprise! ***
Capitolo 12: *** Sorry. ***
Capitolo 13: *** It's Christmas. ***
Capitolo 14: *** He loves you ***
Capitolo 15: *** In my thoughts ***
Capitolo 16: *** Just a night ***
Capitolo 17: *** Help ***
Capitolo 18: *** Enough ***
Capitolo 19: *** Silence ***
Capitolo 20: *** The beginning ***
Capitolo 21: *** Dark Paradise ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


Harry non era mai stato un bambino normale, fin da piccolo aveva avuto una passione smisurata per il sovrannaturale, tutte invenzioni dell’immaginazione fervida di un bambino e fin qui il problema non sussisteva.
Ma quando le sue paranoie lo perseguitarono anche nell’adolescenza divenne improvvisamente “quello strano” oppure “il malato” o più comunemente a scuola, “lo sfigato”.
Aveva sempre avuto voglie strane e aveva l’incredibile capacità di farsele venire nei momenti meno opportuni; questa volta la sua golosità (anch’essa strana) lo aveva indotto ad uscire alle due di notte a dicembre solo per un bicchiere del buon vecchio  latte al cacao del “Billy’s Supermarket”  che distava pochi isolati dalla sua abitazione (anche se sua non era dal momento che i suoi genitori erano vivi e vegeti).
Così, senza troppe cerimonie, lasciando un post-it sulla fronte della madre con su scritto-testuali parole- “ Sono uscito per il latte ‘ma, a dopo”, il ragazzo si era incamminato verso il negozio senza evitare di lasciare qualche occhiata furtiva ai cespugli ai lati del marciapiede in seguito a qualche rumore che, a parer suo, poteva essere una retata aliena o roba simile. Infondo, lui era quello strano, no?
Ormai se ne era convinto anche lui, così, senza pensarci troppo il nostro piccolo riccio (che piccolo non era dato la sua stazza decisamente grande) era entrato nel market ed adesso era pronto a pagare la sua misera bottiglia di latte, guadagnandosi anche un’occhiata a metà tra il divertito e lo sconcertato da parte della cassiera di turno quella notte.
Era per gente come Harry che il Billy’s stava aperto 24 ore su 24. Già.
 
 
Fuori dal negozio , a pochi passi dal riccio, due ragazzi ( se è possibile definirli così) lo stavano osservando.
<< E’ bello >> disse uno dall’aria strafottente mentre aspirava il fumo di una delle sue amate malboro << è molto bello >> continuò gettando a terra il filtro della sua, ormai terminata, sigaretta << ma ciò non toglie che è rischioso >> sbuffò a pochi centimetri dall’amico << a Liam non piacerà ciò che stiamo facendo >> continuò guardandolo con un cipiglio accusatorio.
<< Eddai amico, voglio solo divertirmi un po’ –sospirò l’altro- è bellissimo, vero ? >> finì guardando il ragazzo annuire debolmente
<< Ottimo, iniziamo >> battè le mani divertito guardando la sua piccola preda uscire dal super market.
 
<< Hey >>il moro richiamò l’attenzione del riccio mentre correva verso di lui << scusa ragazzo, c’è un mio amico a pochi passi da qui che si è sentito male, potresti aiutarmi ? >> disse una volta giunto davanti al riccio fingendo di riprendere fiato dopo una corsa.
<< C- certo >> balbettò il ragazzo dai capelli ricci seguendo il moro.
e poi fu un attimo: Harry non capì cosa accadde e non ebbe il tempo di replicare poiché una mano si posò sulla sua bocca. Cercò di dimenarsi, ma in vano, poiché la stretta era troppo ferrea, quasi inumana.
Credette per un secondo che potesse essere il moro di prima, ma non appena lo vide di fronte a lui con una sigaretta tra le labbra e uno sguardo preoccupato seppe che non  poteva trattarsi di lui.
Dopo pochi istanti sentì un fiato freddo all’altezza dell’orecchio e poi una sensazione umida nella zona del lobo, segno che qualcuno vi aveva posato un bacio

<<  I tuoi film di fantascienza qui non ti serviranno Harreh >>

 







Angolo autrice:

 

Salve a tutti!

Allora, l'ispirazione per questa storia mi è arrivata alle DUE di notte una serata in cui, evidentemente, non avevo nulla di meglio da fare, ho preso carta e penna e ho iniziato a scrivere, ma non sono molto sicura di come si siano evoluta le situazioni che nella mia piccola testolina riccioluta erano abbastanza carine, quindi continuerò a postare questa storia (prima che pubblico sia su efp che su wattpad, seconda che ho scritto) solo se a qualcuno piacerà almeno un po'.

Alla prossima, 

Denny xx

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Capitolo 2
*** Dark Angel. ***


Ricordava vagamente tutto ciò che era accaduto nelle ultime ore, così Harry credette che quel po’ che ricordava non era altro che un residuo di un brutto sogno.
Assolutamente brutto.
Non appena aprì gli occhi però, ciò che vide non fu il soffitto della sua camera da letto, bensì un soffitto color crema totalmente inusuale per casa sua.
Harry batté due o tre volte le palpebre e si guardò intorno; non c’erano finestre in quella camera e tutto sembrava stranamente.. calmo.
Guizzò lo sguardo sul comodino color legno sul quale si ergeva una lampada,poi condusse gli occhi lungo la parete alla sua sinistra soffermandosi poi sulla parete di fronte dove vi era un armadio anche esso color legno. Tutto sembrava calmo, molto calmo, e questo per Harry era molto starno dal momento che si era abituato all’ esuberanza della sorella e la vivacità della madre.
 
L’intorpidimento mattutino fece largo ad una nuova sensazione:la paura; Harry adesso aveva realizzato che no, quella non era la sua stanza e tanto meno quella dei suoi genitori; iniziò a vagare con lo sguardo nella stanza e questa volta fu affascinato da un altro piccolo particolare.
Un ragazzo se ne stava seduto a gambe incrociate su una poltrona accanto all’armadio.

Aveva gli occhi azzurri tendenti al color ghiaccio, i tratti del fiso delicati in netto contrato con l’accenno di barba che si estendeva sulla mascella, i capelli color caramello tirati all’insù e le labbra sottili.
E’ bellissimo pensò Harry che nel frattempo si era messo a sedere e fissava l’altro ragazzo dall’altro lato della stanza che lo guardava divertito.
<< dove sono ? >> sussurrò a bassa voce, tanto bassa che credette di non essere stato sentito , evidentemente si sbagliava.
<< Nella mia camera >> disse l’altro alzando le spalle con fare ovvio ed Harry ricordò che quella era la stessa voce che aveva sentito la sera precedente “I tuoi film di fantascienza qui non ti serviranno” aveva detto; il riccio la udì chiara e definita, decisamente acuta per appartenere ad un uomo.
<< Chi sei? >> chiese
<< Louis >> rispose l’altro
<< Non puoi essere più specifico, Louis? >>
<< Credimi, tu non vuoi che io sia più specifico >> gli fece l’occhiolino
<< Merito una spiegazione o no? >> il riccio non era mai stato tanto impertinente e si stupì delle sue stesse parole, evidentemente fu lo stesso anche per Louis che inarcò le sopracciglia e sbuffò una risata
<< Un angelo >> rispose con tutta la semplicità del mondo il che fece spalancare gli occhi del riccio oltre il limite.
<< Mi stai prendendo in giro? Senti io non so chi ti credi di essere ma- >>
<< Okay scusa, sono un angelo oscuro >> precisò il castano.
Okay. Harry non è possibile si diceva il riccio, sta delirando anzi, ti sta prendendo in giro, continuava a ripetersi nella mente.

<< Sei una specie di… demone? >> azzardò

<< Ti prego di non confondermi con quella feccia, Harry >> si alzò l’altro sbuffando sonoramente.
<< S-scusami >> balbettò Harry a corto di parole
<< Come sai il mio nome >> continuò poi più incuriosito che intimorito
<< Harreh- Louis si era fatto più vicino tanto che poteva sentirne il fiato sulle labbra e poteva vedere da vicino gli occhi bellissimi- io so di te più cose di quante tu ne sai di te stesso >> aveva continuato scoccandogli un leggero bacio a fior di labbra.
Dal canto suo Harry era rimasto piacevolmente sorpreso e sconcertato allo stesso tempo dal gesto sfacciato dell’altro.
<< Adesso alzati che siamo in ritardo >> aveva detto quest’ultimo allontanandosi dal suo viso e scompigliandogli i capelli arruffati.
Harry aveva provato a ribattere, ma Louis era già uscito dalla camera attraverso una delle due porte presenti.
Sbuffò alzandosi e si diresse verso l’altra porta dove sperava avrebbe trovato un bagno e fortunatamente fu così.
Si guardò  allo specchio e si accorse di avere ciò che sembrerebbe un pigiama nero  indosso con un piccolo stemma  raffigurante due piccole ali dorate all’altezza del cuore.
Chissà se Louis le ali le ha davvero, si chiese il riccio prima di scuotere la testa violentemente convincendosi che tutto quello era fottutamente assurdo, per poi uscire dalla stanza.
Eppure, lui avrebbe potuto giurare, di aver visto una piuma sulla poltrona dove prima vi era il castano.
Assurdo, assolutamente assurdo.

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Capitolo 3
*** Have you got wings? ***


Harry non sapeva né come né perché era arrivato lì, tutto ciò che sapeva era che… no, Harry non sapeva proprio nulla.
Non appena uscì dalla stanza di Louis si ritrovò in un corridoio lungo e molto ampio pieno di porte tra le quali quella dalla quale era uscito lui.
Si guardò intorno e vide una figura svoltare l’angolo alla fine del corridoio vestito con dei semplici jeans scuri e una giacca nera con lo stesso stemma che aveva lui su quello strano pigiama, lo squadrò improvvisamente intimorito, chissà chi è si ritrovo a pensare; ormai non si stupiva più di nulla.
<< Harry diamine! Che ci fai ancora qui vestito in quel modo! >> il ragazzo ignoto lo aveva notato lì impalato (ed evidentemente sapeva anche il suo nome) e adesso, senza lasciar tempo al riccio di replicare lo stava conducendo con forza (forse un po’ troppa ) attraverso una porta sulla quale vi era una targa con incisa una scritta sopra:
Horan, 96
<< Harry perché indossi quella… cosa ? E’ ridicola >> il ragazzo distolse il giovane dai suoi pensieri circa cosa potesse significare quell’incisione
<< Io n-non lo so, l’avevo indosso quando mi sono svegliato, ma aspetta… tu mi conosci? >> balbettò questi
<< Harry, qui tutti ti conosciamo, da quando Lizzie ha mostrato la tua storia a Lou, lui non ha smesso un attimo di venire nel tuo mondo anche fuori missione e non smetteva di parlare di te e- >>
<< Frena, frena, frena biondino- lo aveva interrotto Harry- Louis ha… visto la mia storia? >>
<< Si riccio capirai meglio con il tempo. Wow. Non mi sembra vero che ti abbia portato qui… è un grande onore, Harry >>
<< Immagino di sì >> rispose timidamente
<< Comunque io sono Niall Horan, il numero 96 della sesta Piuma del nostro ordine >> il biondino  sorrideva con uno strano luccichio negli occhi azzurri.
Ad Harry stava già simpatico.
<< Harry, ma questo già lo sai >> si ritrovò a ridacchiare il riccio improvvisamente a suo agio; il biondo ricambiò con un risolino che parve ad Harry il suono più bello che avesse mai sentito dopo la voce di Louis, ma presto si sarebbe ricreduto
<< Niall? >>
<>
<< Voi avete le ali? >>
<< No, Harry >> rispose ridacchiando
<< Neanche Louis quindi? >> aveva chiesto innocentemente il riccio
<< Non è il momento di parlarne Harry, andiamo siamo in ritardo >>
Il riccio annuì e non aggiunse altro.
 
 
 
 
 
Circa mezz’ora dopo Harry si era ritrovato in quello che sembrava essere un atrio nel quale centro era situato un tavolo enorme con alcune carte e fotografie sparse sopra, attorno ad esso delle persone stavano sedute osservando insistentemente le varie scartoffie con fare preoccupato ed interessato.
Subito dopo che aveva tirato un ballo l’argomento Louis-ali, Harry si era accorto del cambiamento repentino di Niall, esso infatti si era irrigidito e aveva cambiato immediatamente argomento, così Harry aveva deciso di lasciar perdere per non irritare il biondino, che a suo parere, avrebbe potuto fargli molto male, e dopo aver indossato qualcosa di più normale lo aveva seguito senza batter ciglio.
Così lui e il biondino si erano recati in quella stanza dove Harry riconobbe trai seduti al tavolo il moro che lo aveva ingannato e che adesso, alla luce del sole sembrava davvero molto bello, come tutti in quel luogo pensò Harry, forse è una cosa da angeli essere belli. Già.
Era proprio dal moretto che si stava recando
<< Ancora nulla Zayn? >> aveva sussurrato Niall poggiando una mano sulla spalla del ragazzo seduto
<< Stanno ancora decidendo se ne vale la pena oppure no >> aveva risposto questi sbuffando deluso
<< Prenderanno la decisone giusta Zayn >> lo aveva rassicurato il biondo
<< Già- aveva annuito Zayn per poi posare la sua attenzione sul riccio- Harry, non ci siamo presentati come si deve l’altra notte, colpa mia, mi dispiace, comunque io sono Zayn Jawaard Malik numero 36 della sesta Piuma >>  aveva sussurrato il moro porgendo una mano verso Harry che aveva stretto la sua attorno a quella del moro annuendo flebilmente.
<< Ragazzi >> aveva richiamato la loro attenzione la voce di una ragazza che entrò presto nella visuale di Harry , aveva i capelli biondi sciolti lungo le spalle; anche lei, come Niall, indossava quella fantomatica giacca nera col piccolo stemma.
I due ragazzi accanto ad Harry la salutarono con un cenno del capo
<< Tu devi essere Harry- aveva sorriso la bionda- io sono Perrie Edwards, numero 13 della terza Piuma >>
<< Harry Styles, 18 anni di Holmes Chapel  >> aveva risposto seriamente il ragazzo.
I tre presenti si guardarono per un istante e poi scoppiarono a ridere causando ad Harry una serie di brividi che lo fecero sentire a disagio .
<< Davvero credi di aver bisogno di presentarti? >> aveva continuato la bionda cercando di contenere le risate
<< Uhm…io.. >>
<< Oh lascialo perdere Perrie, lui non sa nulla di questo posto >> ed eccola quella voce che gli piaceva così tanto nonostante l’avesse sentita pochissime volte
<< Louis >> lo aveva salutato Zayn
<< Andiamo Jawaard non avercela con me. Harry è una brava persona e non ci darà problemi, giusto Hazza? >> aveva parlato il castano avvolgendo una delle sue braccia attorno alle spalle di Harry dal quale ottenne nulla di più che un timido segno di assenso.
<< Sai che non è questo che intendo >> Zayn si era alzato in piedi irruentemente fissando Louis negli occhi
<< Non succederà Zaynie >>
<< Si che succederà e poi a Liam non piacerà >> aveva continuato il moro alzando la voce
<< Okay basta ragazzi – aveva interrotto Perrie- ne parlerete con Liam, in privato >> ed Harry capì che non ne potevano parlare poiché lui era presente, abbassò lo sguardo sentendosi improvvisamente escluso.
<< Hai fame Harry? >> aveva sussurrato Louis continuando però a guardare Zayn
<< Io… uhm non dovete preoccuparmi per me io- >>
<< Vieni ti procuro qualcosa da mangiare >> non lo aveva lasciato finire e lo stava guidando verso una stanza adiacente all’atrio.
Harry lanciò un’occhiata ai ragazzi salutandoli con lo sguardo non potendo fare altro.






Angolo autrice:

Buongiorno a tutti! Eccomi di nuovo con il secondo capitolo, allora in questo capitolo vediamo la comparsa di Niall che sarà decisamente importante per lo svolgimento della storia (piccolo spoiler!) e Perrie, della quale non vi dico nulla..
Anyway, c'è un piccolo particolare che, anche se può sembrare banale, non lo è (fidatevi eheh) quindi, se avete qualche idea in proposito, scrivetemela in una recensione, esprimendo anche le vostre opinioni riguardo alla storia in generale!
Colgo l'occasione per ringraziare Giuls che è stata la prima a recensire, e tutte le brave personcine che hanno messo tra le S/P/R (ve se ama).
Alla prossima!
Denny xx

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Capitolo 4
*** 78, Tomlinson. ***


Harry stava mangiando mezza pizza raccattata non sapeva dove né voleva saperlo, con lo sguardo indecifrabile di Louis puntato addosso.
<< Quando me ne andrò? >> aveva chiesto tra un boccone e l’altro.
<< Non ti piace qui? >> aveva deviato la domanda l’altro.
<< Si cioè… Non è nei miei standard ma almeno non mi trattate male qui… Solo, questo- gesticolò con le mani indicando tutto ciò che li circondava- non può essere reale, quindi so che prima o poi tornerò a casa >> aveva risposto Harry.
Non ricevendo alcuna risposta il riccio si era permesso un’altra domanda.
<< Perché ti interesso, Louis? Voglio dire, tu sei un angelo perché hai portato un mortale qui? Perché tutta quella gente sa chi sono? Non capisco… >>
<< Non lo so perché Harry, so solo che è la prima vola che azzardo così tanto…-lo aveva guardato sbuffando frustratamente – a Liam non piacerà >> ridacchiò nervosamente ripetendo la frase che aveva detto poco prima Zayn.
<< Liam è il vostro… c-capo? >> per Harry non fu difficile da immaginare, anche se tutta quella situazione gli sembrava ancora al quanto irreale.
<< Una specie >> ridacchiò l’altro mentre si aggiustava i capelli e lanciava uno sguardo alla pizza.
<< E-e cosa non gli piacerà? Voglio dire.. non vuole che io sia qui? >>
<< Vedi Harry, gli umani non possono venire qui.. Ma non è questo il problema >> aveva continuato abbassando gli occhi
<< E qual è? >>
<< Vuoi sapere troppo ragazzino >>
<< S-scusami >> balbettò il riccio
<< Ad ogni modo.. Ti piace la tua pizza? >> sorrise Louis.
<< Si grazie.. Tu, t-tu non mangi? Cioè voi morite se mangiate cibo umano o cosa? >>
L’angelo rideva sguaiatamente adesso, mentre guardava l’espressione confusa del riccio.
<< Harry tu vedi troppo film- cercava di placare le risate- ti avevo detto che le tue ricerche e i tuoi libri qui non ti sarebbero serviti >>
Il riccio abbassò la testa bisbigliando un flebile << Oh >> sentendosi preso in giro; il liscio se ne accorse e tentò di rassicurarlo.
<< Non fraintendermi, le tue teorie sono interessanti.. ma voi umani siete così prevedibili. Ti avviso che non mangio solo perché non mi è necessario.. inoltre non bruciamo se ci esponiamo al sole o ci disintegriamo se ci vede un umano, tanto perché tu lo sappia >> lo aveva informato Louis ed Harry aveva riso sinceramente mentre l’altro lo guardava affascinato.
 
Dopo la pizza e la chiacchierata con Louis, Harry aveva passato il pomeriggio passeggiando per i corridoi salutando quelli che passavano sulla sua strada e tentando di memorizzare quanti più nomi possibili.
Gli piaceva stare lì e le persone lo trattavano abbastanza bene- tranne Zayn dal quale non aveva ottenuto altro che delle frasi di circostanza, ma tutto quello era troppo irreale per lui e voleva tornare a casa.
Molti erano i dubbi che gli attanagliavano lo stomaco: cosa voleva Louis da lui? Qual era il problema di cui tutti parlavano? Cosa ci faceva lui lì?
Ad Harry venne il mal di testa così decise di mettersi alla ricerca della camera di Louis non sapendo dove andare, ma non appena iniziò la ricerca si ricordò che non sapeva né il cognome né il numero di Louis.
Perfetto.
<< Merda >> sbatté la testa contro una delle pareti delle porte affacciate sul corridoio e si lasciò cadere fino a toccare con il fondoschiena sul pavimento.
<< Harry? >> una voce lo richiamò.
<< Niall >> sussurrò ad occhi chiusi.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese incuriosito.
<< Cerco la camera di Louis >>
<< La numero 78, Tomlinson >> rispose il biondo sedendosi accanto al riccio.
<< Grazie amico >> amico? Harry lo aveva chiamato amico?
<< Figurati Harry >>.
Stettero in silenzio per un po’ finché ad Harry vennero in mente le parole che Niall aveva rivolto a Zayn quella mattina.
<< Niall? >>
<< Mhmh ? >>
<< Qual è il problema di Zayn? >>
<< Che intendi? >> chiese corrucciando le sopracciglia.
<< Oggi aveva un aria… triste, ecco >>
<< Oh, non che di solito sia iperattivo, ma hai ragione- sospirò Niall- stanno decidendo cosa fare di Steven, era un suo amico d’infanzia prima di venire bhe.. qui >>
<< In che senso “stanno decidendo”? >>
<< Steven è un assassino, Zayn lo conosceva bene da bambino ed era adorabile, non avrebbe fatto male ad una mosca, poi è cambiato quando Malik si è unito a noi, ha iniziato a  frequentare le persone sbagliate e Zayn non poteva intervenire in alcun modo sentendosi così, il responsabile della sua sorte ed adesso la sua esistenza è in pericolo. Non possiamo lasciare impuniti i suoi atti.. >>
<< E’ questo che fate? Punite gli umani che non adempiono ai principi morali? >>
<< Si, in un certo senso..Ma possiamo dare una seconda possibilità a chi crediamo lo meriti davvero >>
<< Ma Zayn non poteva semplicemente rimanere nel mio mondo? Voglio dire- >>
<< So cosa intendi e non è possibile. Vedi, non lo scegliamo noi, noi siamo nati così, arriva un giorno in cui ti svegli e arrivano a casa tua e tu devi abbandonare tutti i tuoi affetti familiari senza alcuna giustificazione plausibile >>
<< E’ ingiusto >>
<< Lo so >> sospirò il biondo fissando il riccio negli occhi verdi.
<< Chi sono? >> chiese il ragazzo davanti a lui.
<< Chi? >> disse con sguardo confuso.
<< Quelli che decidono.. chi sono? >>
<< I membri del Consiglio. Praticamente il nostro organismo è abbastanza complesso, ogni Piuma conta cento membri e in totale le Piume sono venti; immaginale come i piani di questo edificio okay? Ogni piano corrisponde ad una piuma. Mi segui? >>
Il riccio annuì.
<< Bene. Ora, ogni Piuma possiede un “protettore” una specie di capo insomma, che ci “guida” a tirare dritto; in più è l’unico intermediario che abbiamo con il consiglio essendone a tutti gli effetti un membro. Capito? >>
<< Credo di essere ancora più convinto che questo sia fottutamente assurdo, ma sì, ho capito >> sorrise poco convinto.
<< Anche a me all’inizio sembrava assurdo >> si lasciò sfuggire una risatina il biondo.
<< Credi che io sia un angelo, Niall? >> domandò Harry adorabilmente.
Niall sorrise, poi scosse la testa con fare dispiaciuto.
<< Lo avremmo saputo, Harry. Comunque potreb-- >>
<< Perché credi che io sia qui allora? >> lo aveva interrotto.
<< Non lo so. Però sappi che la storia di Louis non è stata semplice e in più portare qui un umano è una scelta rischiosa ovviamente. Se lo ha fatto deve avere una buona motivazione, Harry >>
Il riccio sospirò a quelle parole e sussurrò un flebile “okay” prima di socchiudere di nuovo gli occhi.
<< Bene, adesso devo andare, sai, doveri del mestiere! A presto Curly >>
Harry aveva ridacchiato al tono solenne di Niall e lo aveva salutato con un cenno del capo.
Okay, cerchiamo quella fottuta stanza, pensò Harry prima di alzarsi.








Angolino autrice:
E bene sì, sono di nuovo qua! Sto postando molto velocemente questo capitolo poiché è un capitolo abbastanza semplice e corto, da qui ci viene esposta la "situazione" di questi angeli, anche se più avanti-moolto più avanti- questi concetti che probabilmente stonano ai vostri occhi secondo la mia piccola testolina hanno un senso, quindi staremo a vedere-o meglio, a leggere.
Anyway, Harry è cofuso, non sa perché si trova lì, ma si trova bene. Zayn, beh, Zayn è il mio chiodo fisso per tutta la fanfiction, voglio esprimere al meglio il suo carattere, quindi avremo numerose notizie sue in futuro.
Per quanto riguarda Niall e Louis, beh, il primo è forse il più normale haha-scherzo, ci saranno sorprese anche da parte sua lala- e il secondo...lui è semplicemente un mistero!
Credo di essermi dilungata un tantino troppo-sopportatemi- ma volevo ancora chiedervi: pareri sul video di SMG?
Credo di essere l'unica alla quale non convince gran ché-lol- se volete, scrivetemi per qualsiasi cosa, o anche per chiaccherare all'account twitter @nexttoloujs oppure su Tumblr!
Baci, alla prossima!
Denny xx

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Capitolo 5
*** You're beautiful when you sleep ***


Quando aver trovato la stanza (dopo essere entrato in due stanze senza aver aperto quella giusta) Harry aveva visto proprio ciò che non si aspettava di trovare.
Louis in tutta la sua bellezza se ne stava a petto nudo davanti all’armadio mentre cercava qualcosa frettolosamente; il riccio lo guardò facendo scorrere gli occhi sul corpo dell’altro e sugli innumerevoli tatuaggi tra i quali uno in particolare attirò la sua attenzione: un “78” posizionato sul suo petto a sinistra.
Harry cercò di distogliere lo sguardo dal petto dell’altro e si diresse verso il letto.
Il suo essere gay gli aveva causato sempre molti, troppi problemi. Con suo padre, quando aveva fatto coming out in famiglia, che lo aveva quasi buttato fuori di casa se non fosse stato per l’amore che sua madre provava nei suoi confronti; successivamente il padre aveva deciso che non valeva la pena di vivere sotto lo stesso tetto di “un malato di mente e per giunta frocio” così li aveva abbandonati e tanti saluti.
Poi questo gli aveva causato grossi problemi a relazionarsi a scuola, il riccio non era visto di buon occhio già per i suoi modi anticonvenzionali, poi dopo che i suoi amici scoprirono la sua omosessualità lo abbandonarono, così Harry si ritrovò solo, finché sopraggiunsero gli insulti e i maltrattamenti passati inosservati sotto gli occhi degli insegnanti.
Così Harry non aveva intenzione di avere problemi con Louis (anche se questi lo aveva già baciato un paio di volte, cosa che poteva far indugiare sulla sua scontata eterosessualità) e si sedette cercando di nascondere l’evidente gonfiore che stava sopraggiungendo nei pantaloni.
<< Esci? >> chiese dopo alcuni minuti
<< Dobbiamo andare da un ragazzo>> rispose prendendo una camicia nera dall’armadio
<< Oh... Steven? >> riuscì a sussurrare Harry torturandosi le mani.
<< Lo… U-ucciderete? >> balbettò poi.
L’altro lo guardò incuriosito e poi scosse la testa.
<< Okay >> disse piano Harry.
<< Tu nel frattempo mangia, nel secondo cassetto dovrebbe esserci qualcosa di commestibile- ridacchiò- oh, e poi dormi se vuoi.. Non credo che tornerò per un orario decente >>.
Il riccio annuì sentendo improvvisamente l’amaro in bocca, ma lo ignorò.
<< Louis? >>
<< Dimmi Harry >>
<< Stai.. benissimo >> disse titubante.
L’altro sorrise poi si avvicinò al riccio schioccandogli un bacio sulle labbra per poi uscire dalla stanza.
Il ragazzino si sedette sul letto portando, senza neanche accorgersene, le dita sulle labbra ancora leggermente dischiuse, chiuse gli occhi e sospirò.
Non avrebbe preso sonno molto facilmente quella sera, il mal di testa ormai dimenticato.
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La prima cosa che Harry sentì non appena fu sveglio fu una sensazione di calore sulla guancia. Dopo pochi istanti aprì gli occhi sbattendo le palpebre  un paio di volte per eliminare il torpore mattutino.
La prima cosa che vide non appena ebbe una vista decente fu l’azzurro.
La seconda cosa che vide furono le ciglia che svolazzarono davanti a lui togliendogli la visuale dell’azzurro per una frazione di secondo.
La terza cosa che vide fu il sorriso accattivante e bellissimo del possessore degli occhi azzurri che era disteso accanto a lui.
<< Buongiorno >> disse questi accarezzando ancora la guancia del riccio.
<< Giorno >> gracchiò l’altro con la voce ancora impastata dal sonno.
<< Sei bellissimo quando dormi, sai? >>
Il riccio sorrise abbassando la testa cercando di nascondere l’evidente rossore sulle sue guance.
<< Devo alzarmi? >> chiese poi con un lamento.
<< No, oggi no, se non vuoi >>.
Socchiuse gli occhi per un altro istante beandosi delle carezze che gli dedicava l’altro.
<< Da quanto sei qui? >> chiese curioso.
<< Da sei ore all’incirca >> rispose l’altro.
<< mhm >> mugolò il riccio.
<< Ti manca tua madre? >> chiese poi il castano preoccupato, il riccio aprì di scatto gli occhi
<< Si, cioè un po’… Perché me lo chiedi comunque? >> rispose.
<< Quando sono tornato stanotte ti ho sentito chiamarla nel sonno >>
<< Oh >> rispose il riccio, quello di parlare nel sonno era un problema che lo aveva accompagnato fin da piccolo.
<< Beh, un po’ mi manca, tutto qui.. >> continuò poi.
Vide l’altro annuire prima di socchiudere di nuovo gli occhi.
Dopo pochi attimi Harry non sentì più le mani di Louis sul suo viso e aprendo gli occhi lo vide mentre si alzava e con un flebile “ci vediamo dopo” abbandonava la stanza.
Harry si mise a sedere sul letto passandosi svogliatamente le mani sugli occhi.
Cosa ho sbagliato? Pensò prima di alzarsi anche lui e andare a fare una doccia.
 
 
 
Louis bussava frettolosamente contro la sua porta, ma questi non apriva.
<< Merda >> imprecò a bassa voce quando la porta davanti a lui si aprì con uno scatto.
<< Louis >> lo chiamò confuso
<< Fammi entrare >> disse questi scostando l’altro dalla porta ed entrando nella stanza senza permesso
<< Fai pure >> ironizzò l’altro
<< Non ho tempo per le cordialità >> sputò acido l’altro.
<< Scherzavo amico, calmati. Cosa è successo? >> chiese con un cipiglio preoccupato.
<< Harry >> asserì l’altro senza aggiungere nulla.
<< Ha fatto qualcosa? Si è fatto male? >> chiese l’altro cercando di ricavare qualche informazione in più.
<< E’ qui >> disse Louis guardandolo in viso.
<< Cosa?- sbraitò l’altro- Louis cosa cazzo stai dicendo? >>
<< Che l’ho portato qui >>
<< Hai la minima idea di quello che potrebbe succedere? >>
<< Si, lo so. Ci ho pensato, sai? Ci ho pensato fottutamente tanto e sono ancora sicuro che non accadrà. Solo che sono un emerito stronzo >> disse il castano prendendosi i capelli tra le dita.
<< Non sei uno stronzo, sei solo imprudente >>
<< Ti ripeto che non accadrà >> sibilò l’altro con i nervi a fior di pelle.
<< Louis, rifletti: sappiamo entrambi la verità. E tu non sei abbastanza lucido perché offuscato dai sentimenti, ma questa cosa è sbagliata, sbagliatissima >>
<< Cosa devo fare? >> sussurrò  a bassa voce.
<< Devi solo sperare per il meglio oramai >> asserì poco convinto l’altro.
<< Okay Liam >>
 






Angolino autrice:
ZAN ZAN ZAN ZAAAAN! Ed ecco Liam1 So che stavate tutti aspettando nla sua comparsa *passa una balla di fieno+
Anyway, non mi soffermo a commentare il capitolo perché come vedere, non c'è molto da dire, vi avviso che da oggi, aggiornerò puntualmente- salvo problemi di connessione e/o server- ogni giovedì! Tranne nel caso in cui voi siate così gentili da lasciarmi ALMENO DUE recensioni, in quel caso aggiornerò tra lunedì e martedì (quindi due volte a settimana).
Detto questo vi lascio di nuovo il mio Twitter (nexttoloujs)
e il mio Tumblr (qui)!
Alla prossima! 
Denny x

P.s. se trovate qualche errore, chiedo scusa, ma nella fretta di postare non ho ricontrollato bene, e sono ancora alla ricerca di una beta.

 

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Capitolo 6
*** Sorry for yesterday ***


Da quando aveva lasciato la stanza di Louis, Harry non aveva fatto altro che giustificare in qualche modo l’improvvisa scomparsa del castano.
Perché, anche se lo conosceva da poco più di ventiquattro ore, Harry era comunque un ragazzo che odiava essere lasciato solo senza alcuna giustificazione, e questo era proprio ciò che Louis aveva fatto.
Così, aveva girovagato un po’ per i corridoi e gli atri, rifiutando persino l’offerta di mangiare qualcosa proposta da Perrie, e sia chiaro, Harry non rifiutava mai del cibo.
Mentre stava tornando in camera, sperando magari di trovarvi Louis, Harry intravide la chioma bionda di Niall uscire da una stanza seguito da qualcuno che, a suo modesto parere, poteva essere Zayn.
Ma Harry non aveva affatto voglia dell’esuberanza del biondino né tanto meno dell’indifferenza quasi fastidiosa del moro; così era entrato velocemente nella 78 chiudendosi la porta alle spalle.
Accese la luce e, con un velo di speranza negli occhi verdi, scrutò la stanza alla ricerca di un paio di occhi azzurri.
Speranza che si tramutò immediatamente in delusione non appena constatò l’assenza del castano.
Harry sbuffò sonoramente mentre si dirigeva verso il letto e vi ci sdraiava sopra. Cosa gli stava accadendo? Non avrebbe dovuto desiderare la presenza di Louis, piuttosto avrebbe dovuto trovare un modo per uscire da lì.
Ma perché?
Harry sarebbe potuto rimanere lì tranquillo senza nutrirsi ogni giorno degli insulti che tutti gli riservavano.
Tutti tranne sua madre e sua sorella. Ah ecco. Lui doveva tornare per loro.
Ma come?
I suoi pensieri furono interrotti dal cigolare della porta, segno che qualcuno l’aveva aperta .
Harry chiuse immediatamente gli occhi fingendo di dormire; anche se fosse stato Louis, lui davvero non aveva voglia di parlare. Sentì il letto abbassarsi dietro di lui e il pensiero che il ragazzo dagli occhi azzurri fosse nel suo stesso letto a pochi centimetri di distanza gli fece venire la pelle d’oca.
Certo, per quanto ne sapeva, Louis era rimasto accanto a lui per tutta la nottata precedente, ma lui dormiva ecco, ed adesso era sveglio, con i brividi per giunta.
Harry non aveva mai provato il settanta percento di tutto ciò che provano gli adolescenti, aveva baciato certo, un bacio innocente ad una sua compagnetta di banco alle elementari, prima di scoprire che le bambine non gli interessavano affatto; all’età di quattordici anni invece, aveva baciato un suo amico che giocava nella sua stessa squadra di football.
Esperienza orrenda se si considera che quel giorno era tornato a casa con un occhio nero, superfluo specificarne l’artefice.
Così Harry aveva smesso semplicemente di provarci, e non aveva problemi a essere uno dei pochi ragazzi a non aver mai baciato davvero, a non aver mai fatto sesso, a non aver mai avuto una cotta vera e propria.
Certe volte però ci pensava, pensava a come sarebbe stato essere un ragazzo “normale”.
Per questo Harry aveva giustificato i brividi lungo la schiena ripetendosi a se stesso che tutto quello era causato dalla sua sensibilità nel campo “emozioni/contatti”.
Harry aveva sospirato non appena aveva sentito il fiato dell’altro sul collo e un braccio avvolto alla sua vita da dietro.
Cosa vuoi da me, Louis? Si chiese prima di prender sonno.
 
 
Il giorno dopo si era svegliato esattamente come la mattina precedente, con il sorriso di Louis davanti agli occhi.
Ad Harry non dispiaceva affatto vederlo, ma era infastidito dall’indifferenza che mostrava l’altro riguardo quanto accaduto il giorno prima.
Così quando << Buongiorno >> sussurrò Louis, lui lo salutò con una punta di acidità e, senza degnarlo di uno sguardo, si avviò verso il bagno.
Harry chiuse la porta e appoggiò le mani sul lavandino guardandosi allo specchio.
Non capiva, lui davvero non ci riusciva e in quel momento tutto ciò che voleva era tornare da sua madre, magari per uno di quei consigli che c’azzeccano sempre.
<< Harry >> la voce di Louis lo chiamava da dietro la porta, accompagnata dal suo bussare leggero contro la porta del bagno .
Il riccio sospirò ma non rispose.
<< Harry? Tutto bene? >> continuò l’altro, ad Harry diede fastidio perché no non andava affatto bene, era confuso, era stato portato in un posto che matematicamente era impossibile esistere e per di più sembrava essere infatuato del suo aguzzino.
Spalancò la porta ritrovandosi un Louis accigliato e preoccupato davanti. Bellissimo, pensò il riccio, poi scosse la testa come a volersi liberare di quel pensiero.
<< Louis perché te ne sei andato ieri? >> disse di getto, l’altro lo guardò spalancando gli occhi per una frazione di secondo per poi scoppiare in una risatina.
Harry si infastidì ancora di più se possibile.
<< Ti faccio tanto ridere? >>
<< No Harry scusami- ridacchiò- è che sei adorabile quando ti preoccupi >>
Il riccio arrossì e perse parte dell’arrabbiatura. Fanculo.
<< Dovevo andare in un posto… molto importante, scusami se ti ho lasciato solo ieri >>
Harry sorrise e poi annuì.
Perse un battito quando le labbra dell’altro si posarono sulle sue e ridacchiò non appena si allontanarono.
<< Andiamo dai, ti faccio conoscere Liam >> sussurrò il castano.
Harry annuì sorridente e subito dopo essersi vestito, seguì Louis fuori dalla camera.
 
 
 
<< Lo hai conosciuto? >> il moro se ne stava sdraiato comodamente sul divano della camera numero 45
<< Si, sembra simpatico >> rispose l’altro ragazzo.
<< Lo è >> concordò il moro.
Dopo pochi attimi durante i quali la stanza era calata nel silenzio Zayn continuò a parlare.
<< Non credi che sia pericoloso? >>
L’altro si avvicinò al divano e alzò le gambe del moro sedendosi al loro posto e poggiandole sulle sue cosce.
<< Non lo so- sospirò- ma oramai il danno è fatto >>
L’altro annuì per poi spegnere la sigaretta che teneva placidamente tra le labbra, poi si mise a sedere e si fece più vicino all’altro appoggiando la testa sulla sua spalla.
<< So che sei preoccupato,lo sono anche io- poggiò un bacio tra i capelli scuri dell’altro- ma non possiamo fare nulla adesso >> sentì il moro annuire per poi alzare lo sguardo verso il suo.
<< Ha detto di volersi solo divertire >> sussurrò contro il suo collo del castano prima di posarvi un bacio umido sopra.
Dal canto suo, Liam era inebriato dalla presenza del moro e non stava dando giusto peso alla situazione, non era lucido ecco.
<< Sappiamo che non è così >> disse stringendosi di più al moro.
<< Mh mh >> mugolò l’altro continuando a lasciare piccoli bacetti lungo il collo risalendo lungo la linea della mascella.
<< Comunque non lo biasimo >>  aveva interrotto la sua lenta tortura per sedersi meglio a cavalcioni sul ragazzo dagli occhi color caramello ed ora lo stava fissando.
Zayn non era il tipo che esternava i sentimenti facilmente e quelle poche volte che lo faceva era sempre serio e sincero.
Liam capì che quello era uno di quei momenti così si sistemò meglio poggiando le mani sui fianchi dell’altro, cercando di tornare “lucido”almeno per qualche istante.
<< In che senso? >> chiese ricambiando lo sguardo.
<< Se fossi stato io Louis, per te avrei rischiato >> aveva detto e Liam aveva sorriso leggermente cercando di alleggerire l’atmosfera.
<< Sai che lo avrei fatto anche io >> disse poi.
<< Non ne dubito >> aveva concordato il moro poggiando le sue mani sulle guance di Liam prima di avvicinarsi a lui e coinvolgerlo in un bacio.








Angolino autrice
Buonasera lettori! Eccomi, come promesso, con un altro capitolo, il quinto per esattezza.
Qui le faccende iniziano a incasinarsi, come potete leggere ci sono i primi accenni Ziam nella storia ed Harry sta iniziando a provare una strana attrazione verso l'angelo nonostante non lo conosca affatto- non lo biasimiamo però, diciamocelo, è pur sempre Louis quello di cui stiamo parlando.
Non ho molto da dire al dire il vero, ringrazio tutte le adorabili personcine che aggiungono silenziosamente la storia alle P/R/S
Al prossimo giovedì!
Denny xx

 

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Capitolo 7
*** Tentation ***


Una settimana dopo.
Era passata una settimana da quando Harry aveva conosciuto Liam, il ragazzo si era dimostrato disponibile e comprensivo, di certo non come gli avevano fatto intendere fosse realmente. Ad Harry stava abbastanza simpatico.
Oltre alla lontananza dalla sua famiglia, Harry stava facendo fronte anche ad un altro problema: Louis.
Louis era una vera e propria tentazione per Harry che non aveva mai vissuto veri e propri contatti fisici con nessuno.
Come quando, due mattine precedenti, era entrato nel bagno senza bussare, credendo che non ci fosse nessuno in camera ed lo aveva trovato intento a spogliarsi per entrare sotto la doccia, Harry era avvampato dall’imbarazzo ed era uscito immediatamente guadagnandosi qualche risatina dall’altro che sembrava essere totalmente a proprio agio.
Oppure adesso mentre stava uscendo dal bagno con solo un asciugamano in vita e i capelli arruffati ed ancora bagnati.
Dannate docce.
Il riccio era seduto sulla poltrona presente nella stanza e cercava di non distrarsi dal libro che stava leggendo, ma proprio non ci riusciva.
Così fece qualcosa che superava le sue aspettative, qualcosa che prima non avrebbe mai avuto il coraggio di fare.
<< Louis >> attirò la sua attenzione, il ragazzo si girò e lo guardò spronandolo a continuare
<< Posso baciarti? >> aveva chiesto mentre l’altro lo guardava shoccato .
Non che Louis non avesse baciato Harry di recente, ma nulla di più che un bacetto a stampo e tutto per iniziativa del castano, quindi no, non si aspettava proprio quella frase dall’Harry che conosceva così bene.
Harry si alzò ed andò incontro a Louis impacciatamente, si mosse verso di lui afferrò il suo viso con entrambe le mani, poi esitante lasciò un piccolo bacio sul labbro inferiore del castano tirandolo un po’ non appena si fu allontanato di pochi millimetri.
A quel punto Louis aveva reagito ricongiungendo le loro labbra e poggiando le sue mani delicate sul collo di Harry che aveva dischiuso le labbra lasciandogli libero accesso. Le ciglia di Harry svolazzarono quando questi si allontanò dopo alcuni istanti per guardare l’altro.
Harry poi lo aveva tirato più vicino facendo scontrare disordinatamente le loro labbra e facendo scorrere le sue mani sul petto nudo dell’altro.
Per Harry tutto quello era assolutamente nuovo e forse stava procedendo troppo velocemente quando spinse l’altro fino a farlo sedere sul letto per poi sedersi sopra di lui.
<< Hey aspetta Hazza >> aveva ridacchiato l’altro senza però, dai segno di volersi allontanare.
A quanto pare la sua mente e il suo corpo rispondevano differentemente ai comandi.
Harry si era fermato immediatamente confuso.
Louis non lo voleva? Aveva sbagliato qualcosa?
<< S-scusami, io non so che mi è preso, perdonami >> aveva cercato di alzarsi dal corpo dell’altro per ricomporsi, ma il castano lo teneva ancorato a se senza lasciarlo andare.
<< Harry, calmati. Non sai quanto ti voglio, ma non adesso.. non così >> aveva risposto Louis cercando di sollevare il mento di Harry per vedere la sua espressione.
Il riccio era confuso e totalmente in imbarazzo, ma sorrise non appena l’altro gli lascò un altro piccolo bacetto sulle labbra.
<< Lou, p-possiamo rimanere abbracciati un altro po’? >> aveva chiesto Harry senza nemmeno rendersene conto, l’altro sorrise e annuì.
<< Prima però fammi vestire >> gli fece notare che ancora indossava soltanto un asciugamano e il riccio avvampò ancora di più se possibile.
<< Oh mio Dio s-scusami >> aveva sussurrato alzandosi velocemente aprendo per sbaglio l’asciugamano di poco.
<< Oops scusami >>
<< Harry smettila di scusarti >> lo aveva rassicurato il liscio.
<< Scus- okay >> aveva detto l’altro.
Louis si era alzato e si era vestito (in bagno per l’esattezza, nel caso in cui ad Harry fosse arrivata un’altra scarica di adrenalina) successivamente si era diretto in camera dove Harry lo aspettava seduto ai piedi del letto.
Era adorabile.
Si era diretto verso il capezzale sedendosi con la schiena contro la spalliera
<< Vieni qui >> aveva gesticolato ad Harry incitandolo a farsi più vicino, l’altro aveva gattonato fin accanto a lui e si era accucciato contro il suo petto.
Louis passò un braccio attorno alle spalle larghe di Harry stringendolo a se.
Ed avevano trascorso la mattinata così, stretti l’uno all’altro con lo steso magone allo stomaco che Harry non riusciva più a trascurare, non più almeno.
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Per pranzo Louis aveva procurato ad Harry un menù da fast food, il cibo lo prendeva di notte, quando andava in posti più “normali” dal momento che lì non ne erano molto forniti.
Harry aveva rinunciato ormai da tempo al suo amato latte al cacao, ma sinceramente, non gli dispiaceva affatto.
Così stava mangiando seduto sul letto a gambe incrociate sotto lo sguardo vigile di Louis.

A dire il vero si sentiva un po’ a disagio per quello che era accaduto quella mattina, ma l’altro sembrava non darci peso.

Nel pomeriggio Harry era rimasto da solo poiché il castano aveva qualcosa di urgente da fare, cosa, Harry proprio non lo sapeva.
Si stava dirigendo verso l’atrio non avendo molto da fare, lì incontrò un ragazzo che era sicuro non aver visto prima d’ora.
Harry non seppe perché, ma fu percorso da un brivido, cercò di cambiare strada intimorito dalla nuova imponente figura, ma questi si diresse verso di lui sbarrandogli la strada.
<< Hey >> disse non appena fu ad una distanza udibile
<< Hey >> balbettò il riccio
<< Cosa fai qui tutto solo? >>
<< N-nulla io-- >>
<< Comunque piacere, sono Nick >>
<< Harry >>
<< Si , ho sentito parlare di te >> aveva detto il ragazzo
<< Adesso devo andare, ma spero ci rivedremo presto, mh? >>
Il riccio aveva annuito prima di vedere l’altro andare via.
Chi cazzo era quello? Si era chiesto Harry, poi scrollando le spalle si era avviato lungo un corridoio.
Sentì una voce ridere e avrebbe potuto giurare che appartenesse a Zayn.
Un momento, da quando Zayn rideva?
Harry non lo aveva mai né visto né sentito ridere da quando era lì. Così, curiosamente si era sporto dall’angolino, sbirciando e spalancando le labbra non appena focalizzò la scena di fronte a lui.
Zayn era steso a terra con le ginocchia piegate verso l’alto e la tesa poggiata sulle cosce di qualcuno.
Harry fece scorrere lo sguardo sull’altro che accarezzava dolcemente i capelli del moro per poi chinarsi verso le sue labbra e lasciarvi un leggero bacio.
Il riccio lo riconobbe subito e dovette portare una mano sulla sua bocca per camuffare ogni sbuffo di sorpresa che la scoperta aveva causato.
 
 
<< Louis? >>
<< Dimmi Hazza >>
<< Liam e Zayn stanno insieme >> aveva chiesto il riccio mordicchiando una barretta di cioccolato. Louis per poco non si era strozzato con la sua stessa saliva.
<< Sì. Come lo hai saputo? >> aveva tossito l’altro.
<< Li ho visti insieme nel corridoio, Liam ha baciato Zayn quindi ho tratto le mie conclusioni. >>
<< Sì, beh hai ragione. Sono felice che tu non l’abbia scoperto come ho fatto io >> aveva ridacchiato Louis.
<< Perché? C-come lo hai scop—oh mio Dio, dimmi che non è ciò che penso Lou >>
<< Beh, se pensi che io abbia aperto la porta della camera di Zayn senza bussare e li abbia trovati in atteggiamenti.. intimi, mi dispiace deluderti, ma è ciò che pensi tu >>
Il riccio aveva immaginato la scena e aveva iniziato a ridere guadagnandosi due o tre occhiate assassine del castano.
<< Non è divertente Harry! Comunque siamo giunti ad un compromesso >>
<< Ovvero? >> aveva chiesto il riccio asciugandosi le lacrime dagli occhi per le risate.
<< Loro chiuderanno sempre la porta a chiava quando saranno insieme e io busserò sempre prima di entrare ovunque >>.
Si erano guardati per un attimo e poi erano scoppiati a ridere entrambi, poi ad Harry venne in mente una cosa.
<< Lou, quanto manca al Natale? >>
<< Una settimana e mezza circa >> aveva risposto l’altro.
<< Uhm, okay.. >>
<< Che ne dici se adesso dormi un po’? Mh? E’ abbastanza tardi >>
Il piccolo aveva annuito stendendosi meglio sul letto dove erano seduti a parlare.
<< Lou? >>
<< Mh? >>
<< P-puoi restare? Solo per questa sera >>
Il più grande lo aveva guardato mordersi il labbro timidamente e non aveva potuto far altro che annuire sorridendo.
Poi si era steso accanto all’altro lasciano che il riccio lo avvolgesse tra le sue braccia e lo stringesse a sé.
A Louis di certo non dispiaceva ed Harry, ad Harry iniziava a piacere quel posto.
 



Angolino autrice:
Mi scuso inanzitutto per il ritardo clamoroso di questo capitolo, ma ho avuto un po' di problemi personali e non ho potuto continuare la pubblicazione, spero possiate perdonarmi.
Vi lascio al capitolo, un bacio!
Denny xx

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Capitolo 8
*** He hates me. ***


Il giorno dopo Harry si era svegliato con un problema.
Stare per praticamente appiccicato  a Louis per tutta la nottata non aveva fatto altro che alimentare sogni non propriamente casti nel sonno del riccio.
Così Harry si era svegliato con l’intento di andare subito in bagno per non farsi vedere da Louis in quelle condizioni.
Ma. C’era un ma. Non appena Harry si voltò tra le coperte qualcosa andò a sbattere contro il cavallo dei suoi pantaloni, fatalità che fosse proprio la gamba del castano.
Louis ridacchiò, ma non si mosse, inutile dire che Harry arrossì per la vergogna.
Cercò di alzarsi nascondendosi alla meno peggio dall’altro, ma questi non glielo permise bloccandolo da un polso.
<< L-lou per favore lasciami >> disse il riccio inciampando di nuovo sul letto.
<< Perché? >> domandò con finta innocenza l’altro.
<< Lo sai, adesso ti prego, lasciami a-andare >>
<< Posso risolvere io aspetta >> disse Louis e senza dare tempo di ribattere al riccio, che aveva già dischiuso le labbra per parlare, posò una sua mano sul cavallo della sua vecchia tuta che aveva dato ad Harry per dormire.
<< Lou-- >> il suo nome uscì come un sospiro dalle labbra del riccio.
Louis lo zittì posando due dita della mano libera sulla sua bocca, iniziando con l’altra mano a sfregare lentamente.
Harry era rosso in viso sia per l’imbarazzo sia per l’eccitazione. Era alquanto strano trovarsi in quella situazione per lui, ma non obbiettò gran che.
Non appena il castano spostò di poco pantalone e boxer ed aumentò la velocità Harry gemette contro la spalla dell’altro accasciandovisi sopra.
Tra ansimi e sospiri Harry venne nella mano dell’altro che si alzò dopo poco sorridendo al riccio e pulendosi con dei fazzolettini.
<< Tutto okay? >> domandò non appena vide che il riccio non si era ancora mosso.
<< Si credo- si, si,tutto o-okay >> balbettò il riccio per poi alzarsi a sua volta e andare in bagno.
Da sotto la doccia Harry poté udire Louis ridacchiare.
Stronzo.
 
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Harry stava mangiucchiando seduto su un divanetto dell’atrio qualcosa somigliante ad un panino al prosciutto, ma che in realtà non ne aveva affatto il sapore.
Apprezzava gli sforzi di Louis, ma a volte gli portava cose davvero immangiabili, non che si lamentasse però.
Mentre ipotizzava qualche strategia per fa si che Louis trovasse qualcosa di decente una piccola testolina gialla attirò la sua attenzione.
<< Nialler! >>
<< Hey Harry >> salutò il biondino sedendosi accanto a lui.
<< Come stai? Non ti vedo da qualche giorno >>
<< Tutto bene diciamo, tu invece? >>
<< Bene >> asserì il riccio non tanto convinto dalla risposta dell’altro.
<< Sicuro che va tutto bene, Niall? >> domandò corrucciando le sopracciglia preoccupato.
<< Si- sospirò l’altro- sono solo un po’ stanco, tutto qui >>
<< Uhm, okay.. >>
Rimasero per alcuni attimi in silenzio quando Harry decise di chiarire i suoi dubbi facendo affidamento sulle conoscenze del biondino.
<< Niall >> lo richiamò
<< Dimmi Harry >>
<< Uhm… sai perché Zayn mi odia? >> chiese passandosi una mano sulla nuca cercando di sembrare disinvolto, il biondino lo guardò e poi si affrettò a parlare.
<< No Harry, Zayn non ti odia >>
<< Si invece, sembra che non mi sopporti >>
<< E’ solo preoccupato, tutto qui >>.
E come se chiamato all’ordine, il moro fece il suo ingresso con la solita nonchalance salutando con un mezzo sorriso quasi tutti.
Non appena passò accanto al divanetto il mezzo sorriso che prima gli caratterizzava il viso gli morì sulle labbra, Harry si chiese se fosse lui la causa del repentino cambiamento del moro e abbassò la testa con fare colpevole.
<< Niall >> salutò cordialmente il ragazzo dagli occhi color fango.
<< Zaynie come stai? >> sorrise il biondino.
<< Tutto bene. Oh ciao Harry >> si degnò di salutare il ricciolino che gli fece un leggero cenno del capo per ricambiare e gli concesse un sorriso tirato.
<< Ragazzi, io devo andare… ho da fare..alcune cose, sì. Ho da fare alcune cose >> interruppe il silenzio Niall poco convinto, Harry avrebbe giurato che se ne stesse andando per dare la possibilità a lui e al moro di chiarire.
Così, dopo che se ne andò Niall, non appena l’altro ragazzo stava per passare oltre il divanetto senza volgere al riccio un altro sguardo, Harry raccolse tutto il coraggio che aveva, sospirò e parlò.
<< Z-zayn, posso p-parlarti? >> balbettò, non sapeva spiegarsi il motivo, ma la figura del moro lo metteva in soggezione , la bellezza che lo caratterizzava era compensata dal carattere freddo e distante e davvero, ad Harry veniva il mal di testa solo al pensiero del moro.
<< Certo Harry, dimmi >> fece disinvolto l’altro, rimanendo in piedi, voleva che quel piccolo colloquio durasse il meno possibile.
<< Cosa ti ho fatto ? >> chiese il riccio fissandolo negli occhi scuri.
<< Nulla Harry, davvero >> disse il moro continuando a mantenere la sua maschera impassibile.
<< Sembra che tu mi odi- sospirò- vorrei almeno sapere cosa ti da fastidio >>
<< Harry- il moro finalmente si sedette accanto a lui- io non ti odio, certo non che ti ami sia chiaro >> il riccio udì il moro soffocare una risatina.
<< Ma non ti odio Harry, affatto. Tu non ti rendi conto di quanto sia pericoloso per te stare qui >> asserì l’altro tornando serio, nel suo sguardo però c’era qualcosa di più, qualcosa che Harry non colse.
<< Non dirò a nessuno di questo posto Zayn, non lo farei mai tranquillo >>
<< Harry qui non si tratta di ciò che potresti dire una volta uscito da qui, ma ciò che potrebbe succederti >> disse Zayn alzando un po’ la voce.
Il riccio si intimorì e annuì flebilmente non volendo irritare il moro.
<< Adesso scusami, ma devo andare >>.
Il riccio non fece altro che un segno di assenso mentre l’altro andava via.
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<< Io direi di smetterla >> ridacchiò la ragazza mentre cercava mentre cercava di spingere il biondo lontano da lei bloccandogli i polsi tra le dita delicate e sottili.
<< Soffri il solletico? >> chiese questi ignorando le proteste della castana davanti a lui arpionandole i fianchi.
La ragazza lanciò un urletto misto ad una risata non appena le dita del biondino si insinuarono sulla sua pancia e sui suoi fianchi. Tentò di sfuggire alla sua presa, mossa che la fece inciampare e far cadere entrambi sul tappeto della sua camera, la numero 26.
I due si guardarono per un attimo e poi iniziarono a ridere, quando le risate scemarono Niall si avvicinò alla ragazza che sovrastava con il suo peso e le diede un leggero bacio sulle labbra per poi sorridere contro di esse.
La rossa ne approfittò per farlo rotolare via da lei ed alzarsi ridendo.
<< Lizzie vieni qui, dai >> tentò il biondino, ma l’altra gli fece la linguaccia prima di chiudersi in bagno.
Niall sospirò e poi sorrise, forse più per se stesso.

Forse poteva imparare ad essere davvero felice in quel posto, stava iniziando a crederci.






Angolino autrice:
Buongiorno a tutti! Come potete vedere sto aggiornando con un anticipo spaziale, e tutto questo per farmi perdonare il ritardo dell'ultimo capitolo che ho pubblicato, riaggiornerò molto probabilmente giovedì prossimo!
Passando al capitolo, Harry è intimorito da Zayn che sembra odiarlo, ma cosa passa davvero per la testa del moro? Lo scoprirete solo leggendo (okay questa era piuttosto pessima).
Anyway, entra in scena un nuovo personaggio, ovvero Lizzie. Chi sarà? Cosa c'entra con la storia?
Lascio a voi le supposizioni, commentate e fatemi sapere!
Vi lascio ancora il mio twitter (nexttoloujs) dove potete contattarmi per qualsiasi cosa.
Un'ultima cosa (questo angolo autrice sta diventando più lungo del capitolo a momenti) avete visto Night Changes? Pareri? Io personalmente lo adoro!
Beh, alla prossima!
Denny xx

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Capitolo 9
*** Don't let me go ***


Una settimana dopo.
<< Harry >>
<< Dimmi Lou >> rispose il riccio udendo la voce ovattata di Louis chiamarlo dal bagno.
<< Voglio portarti in un posto a Natale >> ed Harry a quelle parole era raggelato.
Louis voleva portarlo a casa?
Sarebbe dovuto essere felice di quella constatazione, ma il riccio aveva inspiegabilmente una morsa all’altezza del petto che gli impediva di emettere alcun suono.
<< Harry mi stai ascoltando? >> il liscio si decise ad uscire non udendo la risposta dell’altro ragazzo, non appena lo vide, aggrottò la fronte davanti all’espressione diffidente del riccio.
<< Harry? >> lo richiamò un’altra volta e l’altro sembrò riscuotersi dal suo momentaneo smarrimento.
<< Uhm o-okay, e dove..? >> chiese cautamente il riccio
<< Sarà una sorpresa, curly >> rispose il castano sorridendo, l’altro ridacchiò nervosamente e annuì.
<< Tutto bene, Hazza? >> chiese Louis, visibilmente preoccupato, l’altro lo rassicurò annuendo, non fidandosi della sua voce.
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La sua figura lo sovrastava mentre cercava di far vibrare la voce attraverso le sue corde vocali, invano.
E lo vedeva chiaramente mentre con il suo bellissimo sorriso lo tentava, con gli stessi occhi di un predatore. Si girò verso destra dove vide lei, in lacrime mentre, immobile, lo guardava.
Iniziò a correre verso un punto non definito, e lui era ancora lì, davanti a lui con il suo sorrisetto e gli occhi vispi, bellissimi.
Lo richiamò, ma dalle sue labbra non usciva nulla, aveva l’impulso di urlare.
Lei era lì, ferma accanto a loro mentre pian piano svaniva come un ologramma.
Qualcosa dentro Harry scattò, allungò le braccia con l’effimera intenzione di afferrarla, mentre lei, sua madre, gli ripeteva che gli mancava, e gli chiedeva quando sarebbe tornato a casa.
“No no no no” susurrava, di nuovo in possesso della sua voce “mamma non andartene”, ma lei già non c’era più.
Si voltò e vide anche lui dissolversi.
“Louis” sospirò, “cosa succede?” domandava afferrando i ricci tra le dita e stringendoli.
“Shh, tua madre ti aspetta” gli aveva sussurrato l’altro a pochi centimetri dal suo viso.
“NO” quasi urlò, “ti prego non lasciarmi andare*”
“Va tutto bene Harry”, l’eco della sua voce continuava a chiamarlo mentre Harry lo vedeva scomparire.
<< HARRY >> il riccio spalancò gli occhi in un lampo, in preda agli spasmi.
<< Louis ti prego non andare.. >> sussurrava ancora confuso.
<< Harry, calmati. Sono qui, sei sveglio >> la voce di Louis era rassicurante contro la tempia di Harry. L’altro tremava ancora, le lacrime scendevano imperterrite lungo le sue guance.
<< Hey hey hey >> sussurrò il castano facendosi più vicino al riccio << sono qui >> sorrise flebilmente accarezzando la guancia dell’altro.
Harry lo guardò per un attimo con gli occhi spalancati, non appena comprese che Louis era effettivamente accanto a lui si gettò tra le sue braccia singhiozzando contro la sua spalla.
<< Era solo un brutto sogno, vuoi parlarne? >> chiese gentilmente l’altro strofinando la schiena del riccio con le dita, nel vano tentativo di tranquillizzarlo.
Sentì i ricci solleticargli il collo, segno che l’altro aveva scosso la testa.
<< Okay >> disse piano accarezzandogli i capelli.
Non appena Harry si rese conto di quello che aveva appena fatto cercò bruscamente  di spostarsi dal castano che continuò a tenerlo tra le sue braccia.
Dopo poco, si staccarono, Harry sorrideva leggermente, l’altro gli scompigliò brevemente i capelli prima di stendersi meglio a letto, sciogliendo quel groviglio poco comodo creato dai loro corpi, poi fece cenno al riccio di avvicinarsi.
L’altro obbedì, si accucciò con la testa nell’incavo del collo dell’altro permettendosi di inspirare il profumo della pelle di Louis.
Questi avvolte le sue braccia attorno al più piccolo avvicinandolo contro il suo corpo.
<< Non mi mandare via >> lo sentì sussurrare contro il suo petto.
“Non lo farò” rispose silenziosamente alla sua domanda, certo che lui non potesse sentirlo.
 
 
*piccolo riferimento a “don’t let me go”.
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Il giorno successivo Harry si era svegliato dalla parte sbagliata del letto.
Il sogno della notte scorsa era ancora vivido nella sua mente, così come le braccia di Louis che lo circondavano e le sue parole che lo rassicuravano.
Ed anche per questo motivo era irritato, era parso indifeso e stupido agli occhi di Louis (secondo la sua logica) e davvero, lui odiava mostrarsi alle persone debole, maggiormente a Louis che sembrava così sicuro di sé.
Era ancora avvolto contro il corpo di Louis e improvvisamente ne fu infastidito, così con cura e delicatezza si spostò scivolando fuori dalle coperte.
<< Che stai facendo? >> chiese una voce dietro di lui mentre cercava di alzarsi dal letto.
Ma quel tizio non dorme mai? Si chiese Harry, poi si rispose automaticamente.
Ah.
<< Sto andando in bagno >> rispose un po’ acidamente.
<< Perché? >> chiese l’altro e sembrava.. curioso?
<< Sai cosa si fa in bagno? >> rispose sempre più duramente l’altro.
<< Non intendevo questo >> Louis scosse la testa << volevo chiederti il perché dei tuoi incubi >>.
Harry raggelò.
<< Oh- sussurrò- come se tu non lo sapessi >> disse sottovoce sperando di non essere sentito.
<< Non lo so infatti >> disse l’altro.
Lo stava prendendo in giro? Harry sbuffò e si diresse verso il bagno senza dire altro.
Dopo pochi istanti sentì battere contro la porta. Si avvicinò e la spalancò.
<< Che vuoi? >> disse al castano di fronte a lui.
<< E’ per me? E’ p-perché sei qui che non dormi la notte? >> e wow, Louis stava seriamente balbettando?
Ad Harry scappò una risatina nervosa.
Era ovvio che no. Certo, un po’ c’entrava sicuramente, la mancanza della sua famiglia iniziava a farsi sentire, ma non aveva assolutamente voglia di andarsene da lì.
Non ora che si stava affezionando al ragazzo.
Il riccio scosse la testa e sorrise leggermente.
<< Non me lo dirai, vero? >> il castano sembrava quasi ferito.
<< Lou.. non voglio parlarne, okay? >>
<< Okay >> sbuffò l’altro prima di tornare in camera lasciando un Harry confuso allo stipite della porta del bagno.

Ma che gli prendeva?






Angolino autrice:
Buonasera a tutti! 
Sappiate che dovrei essere a studiare poesia per il compito in classe di lunedì e invece sono qui a pubblicare il capitolo, AMATEMI.
No, non dovete amarmi *piange* perché sono in ritardo con la pubblicazione di due giorni e vi chiedo umilmente scusa.
Volevo dedicare il capitolo alla mia pecorella Sofia che non leggera mai né il capitolo, né la storia. Tivibi arcobaleno mio:)
Alla prossima!
Denny x

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Capitolo 10
*** Don't touch him ***


<< Sveglia riccio! >> Harry sentì i brividi su tutto il corpo quando Louis decise di svegliarlo con una bella secchiata d’acqua ghiacciata.
<< Che cazzo fai, idiota! E’ dicembre e tu mi bagni così? >> il riccio era assolutamente arrabbiato e.. zuppo.
Per tutta risposta l’altro non fece altro che ridere e ad Harry quasi passò l’arrabbiatura al suono della sua bellissima voce che usciva in piccoli sbuffi divertiti dalle labbra sottili dell’altro.
<< Non fa ridere >> Harry iniziò a battere i denti tra le lenzuola fredde, Louis gli passò un accappatoio abbastanza grande da coprirlo interamente.
<< Dai piccolo vai a sistemarti che oggi è la vigilia di Natale >> sorrise l’altro mentre lasciava un piccolo bacio sulla fronte del più piccolo e lasciava la stanza, regalandogli un altro sguardo furtivo mentre usciva.
La sorpresa pensò Harry.
Devo tornare a casa.
Merda.
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Okay. Harry doveva decisamente calmarsi.
Era da quella mattina che non vedeva Louis e aveva seriamente paura che questi decidesse di spedirlo a casa e tanti saluti.
Dopo il sogno della scorsa notte penserà che non voglio stare qui.
Stava camminando avanti e indietro per il corridoio per calmare i nervi quando sbatte contro qualcosa o meglio… qualcuno.
<< Oh. S-scusami >> farfugliò imbarazzato.
<< Hey tranquillo. Aspetta ma tu sei Harry vero? >> disse il ragazzo davanti a lui.
Lo aveva visto qualche giorno prima, ma non ne aveva parlato con nessuno.
Il tizio sembrava al quanto ambiguo e sentiva come la consapevolezza di non doverne parlare a nessuno, soprattutto a Louis.
<< Uhm si. Tu sei.. Nick giusto? >>
<< In persona >> sorrise ed Harry ricambio timidamente.
<< Che ci fai ancora qui Harry? >> disse l’altro, improvvisamente serio.
<< Io, uhm.. non lo so >> soffiò il riccio: non aveva idea del motivo per il quale era ancora lì, e nessuno sembrava volerlo aiutare a schiarirsi le idee.
<< Lui sarà felice >> Harry sentì farfugliare Nick a voce quasi udibile.
<< Cosa hai detto? >> disse poi corrucciando le sopracciglia.
<< No, niente tranquillo. Adesso devo andare- sospirò il castano- spero di rivederti presto >>
<< Uhm, okay.. >> rispose vago il riccio.
<< Ah Harry… volevo dirti, qualsiasi, ma proprio qualsiasi, cosa ti serva basta chiamarmi >> sorrise sinceramente il castano mentre si voltava e andava via.
Harry non rispose, ma sentì e fece un piccolo sorriso.
Come cazzo faccio a chiamarlo se non ho nemmeno il suo numero? Fottuti angeli. Pensò Harry mentre scuoteva la testa sorridendo.
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<< Harreh >> urlò Louis appena entro in camera, nessuno rispose.
<< Hazza >> provò di nuovo cercando di non alzare troppo la voce per le capacità uditive di un umano.
Ancora una volta, non rispose nessuno.
<< Louis >> una voce lo richiamò da dietro.
Louis rabbrividì, quella dannata voce non lo chiamava da un bel po’ di tempo, e risentirla faceva decisamente male.
Si voltò, con le spalle tese, il busto dritto, e le labbra serrate in una smorfia dura.
<< Allan >> rispose diplomaticamente teso davanti all’uomo di fronte a lui.
<< Louis da quanto tempo non ci vediamo? >> disse l’altro con un ghigno divertito sul viso.
<< Non abbastanza >> disse il castano a denti stretti.
<< Andiamo Lou, so che ti sono successe molte cose da quando sei solo soletto qui, senza di me >> piegò la testa di lato con aria di sfida, Louis non rispose.
<< Non mi hai nemmeno presentato il tuo amico, uhm come si chiama? Harry? Si, Harry è il suo nome se non erro >> sorrise sprezzante e Louis scattò.
Un velo di preoccupazione intrise il viso del castano che fece un passo avanti, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo aguzzino.
<< Non devi avvicinarti a lui. Sono stato chiaro? >> disse alzando la voce, gli occhi vividi di rabbia, il respiro pesante.
<< Ohw non lo tocco, te lo giuro. Sarà lui a venire direttamente da me quando lo vorrà >> disse.
<< Lui non verrà da un bastardo come te >> e Louis si beccò un sonoro schiaffo in pieno viso.
<< Lui non sa nulla, vero Lou? >> disse l’altro con finta voce innocente accarezzando la guancia del castano lentamente, nel punto dolente.
<< Non è necessario. E non ti permettere ad andar-- >>
<< Sh. Stai zitto >> asserì l’altro spostando la sua mano verso le labbra dell’altro e posando l’indice sulle labbra chiuse.
<< Non gli dirò nulla. Io non gioco mai sporco >> disse serio e Louis lo guardò con tutto l’odio possibile.
<< Mi fai schifo >> disse coraggioso e invece di uno schiaffo l’altro posò un bacio sulle labbra del ragazzo davanti a lui forzando le sue labbra per far scorrere la lingua attraverso esse.
Louis si divincolò presto asciugandosi le labbra con il dorso della mano e guardando l’altro sprezzante.
<< Ci vediamo presto Lou >> rise l’altro prima di uscire dalla camera.
Merda, pensò Louis.
 
 
Era già da una mezz’ora buona che Louis era disteso sul letto con gli occhi chiusi.
Per la prima volta nella sua vita non sapeva davvero che fare, se da un lato quello che provava per il riccio lo costringeva a tenerlo vicino a sé come se fosse l’unico appiglio al quale potersi aggrappare, dall’altro lato aveva una paura immensa che al riccio potesse succedere qualcosa e in quel caso, sarebbe stata solo e unicamente colpa sua.
Il ritorno di Allan in un momento così delicato non aveva fatto altro che male al castano, che si ritrovava a desiderare di non aver mai visto Harry quella mattina di qualche anno prima.
Perché se non conosci qualcuno  non te ne puoi innamorare, e se quel qualcuno potrebbe soffrire a causa tua, non conoscerlo non può far altro che bene.
Louis sospirò non appena la porta scattò e un ragazzino fin troppo nervoso entrò nella stanza.
<< Hey Lou >> sussurrò questi, e non appena Louis incontrò il suo sguardo si pentì di aver desiderato di non averlo mai visto.
Lo accolse con un sorriso che avrebbe potuto far sciogliere ogni cosa, e il cuore di Harry non fece eccezione, accelerando improvvisamente e battendo di una nuova luce: quella irradiata dall’altro.
Louis invitò il ragazzo in piedi a sedersi sul letto accanto a lui, ma non appena questi si mosse a disagio sul posto senza accennar a volersi sedere, il castano ricordò.
<< Harry, perché non ti prepari così ti mostro una cosa mh? >> disse e le sue parole risuonarono più serie di quanto avrebbe voluto.
Il riccio annuì nervosamente a disagio e, dopo aver preso i vestiti che l’altro gli aveva accuratamente preparato, entrò nel bagno e Louis fu di nuovo solo.

Dopo stasera non si torna indietro, pensò, poi si alzò e iniziò a sistemarsi a sua volta.








Angolino autrice:
Seraaa! Non ci posso credere, ma sono puntuale con il nono capitolo.
Non ho molto da dire su questo capitolo altrimenti spoilererei(?) la mia stessa storia eee non va bene.
Ci sentiamo alla prossima!
Denny x


P.S. grazie di nuovo a chi aggiunge tra S/R/P e a chi recensisce, siete fantastici!

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Capitolo 11
*** Surprise! ***


Harry camminava sempre più teso accanto a Louis mentre attraversavano vari corridoi.
Il liscio non aveva rilevato nessun particolare della serata al riccio che avvertiva la paura di essere riportata sempre più acuta, più vicina.
Mentre Harry rimuginava su la sua precaria presenza nel piccolo mondo che gli era venuto incontro, non si era accorto che entrambi si erano fermati davanti ad una stanza della quale Louis stava cercando freneticamente la chiave nella tasca dei suoi pantaloni.
<< Ecco fatto >> esclamò non appena la trovò e la strinse tra le mani. Guardò Harry pensieroso e poi gli chiese di chiudere gli occhi e di non aprirli per nessun motivo.
Ci siamo, ora perderò i sensi e lui mi riporterà a casa si ripeteva mentalmente Harry, a quanto pare si sbagliava.
<< Fidati di me >> disse Louis prendendo le mani di Harry tra le sue e guidandolo all’interno della stanza.
Dopo qualche passo incerto e qualche risatina il castano lasciò le mani del riccio.
<< Apri gli occhi >> ordinò ed Harry obbedì.
Quando una settimana e mezza prima Louis aveva rivelato ad Harry che per Natale lo avrebbe portato in un posto, di certo non si immaginava quello che stava vedendo in qual momento.
La stanza era quasi interamente vuota tranne che per qualche coperta e qualche sacchetto il quale contenuto era ignoto ad Harry.
La parete proprio davanti ai suoi occhi era interamente costituita da vetro, attraverso essa, Harry poteva scorgere un paesaggio che non seppe riconoscere.
Estasiato, il riccio cammino in avanti , spingendosi fino alle coperte che sfiorò con i piedi.
L’illuminazione era soffusa e delicata, quasi non ci fosse affatto.
<< Ti piace? >> chiese Louis spezzando il silenzio che regnava sovrano da quando erano entrati.
<< E’ bellissimo Lou >> il riccio annuì con foga, sorridendo e mostrando le fossette che l’altro adorava tanto.
<< Bene, che ne dici se ci sistemiamo qui e mangiamo qualcosa? >> disse Louis sospirando di sollievo.
Il ricciolino ridacchiò.
<< Tu non mangi >> disse alzando un sopracciglio.
<< Posso pur sempre fare un’eccezione >> fece spallucce l’altro prendendo una coperta e stendendola sul pavimento di parquet a mo di plaid.
Il riccio lo guardò con affetto mentre frugava tra i vari sacchetti e li sistemava accanto alla coperta.
Fece un cenno ad Harry che si sedette di fronte a lui a gambe incrociate.
<< Allora uhm.. abbiamo del take away cinese oppure uhm messicano, cosa preferisci? >> chiese il castano passandosi una mano sulla nuca.
Il riccio parve pensarci un attimo.
<< Uhm, messicano >> asserì dopo qualche secondo.
<< Perfetto >> esclamò Louis sorridendo all’altro.
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<< Quindi fammi capire, da quanto tempo sei qui? >> Harry e Louis stavano mangiando comodamente distesi sulla stessa coperta.
<< Duecentotrent’anni >> disse Louis mangiucchiando senza molto appetito.
<< Wow >> tossì sbalordito il riccio mentre, al contrario dell’altro, mangiava qualsiasi cosa gli si parasse davanti.
<< Ti.. ti manca la tua famiglia? >> si azzardò a chiedere questi.
<< Mi mancava. Inizialmente è stato decisamente difficile, ma col passare del tempo ci si abitua, passa il tempo e si rimane soli >> sospirò il liscio ed Harry ebbe improvvisamente voglia di baciarlo, forse per confortarlo.
<< Capisco >> disse poi
<< A te manca la tua famiglia? >> Bang. Ecco il momento.
<< Si, mi manca un po’- confessò il riccio- ma mi piace stare qui..con te, intendo >> arrossì e l’altro sorrise tristemente.
<< Lou? >> lo richiamò dopo qualche istante
<< Dimmi >>
<< Quando sei nato? Intendo il giorno.. >> precisò il ragazzo.
<< Il ventiquattro dicembre >> disse l’altro.
<< OGGI? – quasi urlò Harry- oggi è il tuo compleanno? >>
<< Il duecento trentesimo >> dichiarò trionfante l’altro.
 << Uhm, oddio non ne avevo idea.. auguri? >> disse prendendosi il labbro inferiore tra i denti.
Louis lo guardò serio per qualche attimo quasi ad incenerirlo solo con lo sguardo e  poi scoppiò a ridere.
<< Cosa hai da ridere? >> sbuffò l’altro quasi offeso.
<< E’ che sei carino quando fai così >> disse ridendo ancora.
<< Così come? >>
<< Quando ti imbarazzi >>
<< Oh >> e se possibile, Harry diventò ancora più rosso in viso.
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Dopo aver mangiato i due si erano sdraiati meglio sulla coperta che stavano condividendo e riscaldandosi con un'altra che li avvolgeva nel suo tepore.
Harry era accovacciato contro il petto dell’altro, mentre questi gli accarezzava lentamente i boccoli scuri.
Il più piccolo stava pensando a tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane, era ancora un po’ confuso riguardo a tutto quello che lo circondava, ma allo stesso tempo era stranamente felice di trovarsi lì, tutto merito della presenza di Louis.
Un altro punto pericoloso del riassunto degli ultimi giorni era proprio Louis.
Il riccio era quasi certo di provare qualcosa per il castano, qualcosa di più della semplice attrazione, ma ancora non era ben certo di come interpretare questo sentimento.
D’altro canto, non sapeva nemmeno ciò che provava Louis nei suoi confronti, certo, si stava prendendo cura di lui come nessuno aveva fatto prima, ma non c’era nulla a testimoniare che non lo stesse prendendo solo in giro.
Harry sospirò: non voleva rovinarsi la serata con i pensieri cupi, per il momento voleva solo godersi la vicinanza del corpo dell’altro accanto a lui.
<< Cosa c’è? >> sussurrò dolcemente contro i suoi capelli il castano.
<< Niente è che.. >> disse il riccio stringendosi nelle spalle.
<< E’ che..? >> lo spronò a continuare l’altro.
Harry si rigirò su se stesso fino a mettersi a pancia in giù, guardò nervosamente il ragazzo accanto a lui e poi si sporse per posare un bacio casto sulle sue labbra.
Era da quella volta che non provava a baciare Louis per paura di lasciarsi andare di nuovo.
Il castano sorrise contro le labbra del più piccolo prima di allungarsi un po’ e posare un altro bacio su di esse.
Harry sorrise e ripeté il gesto un’altra volta. Louis ridacchiò.
<< Cos’hai da ridere? >> sussurrò Harry sorridendo.
<< Sei bello >> soffiò semplicemente, a pochi centimetri dal viso dell’altro.
Harry arrossì e poi si chinò di nuovo su di lui, questa volta lo baciò più a lungo finché dovette staccarsi per riprendere fiato.
<< Se questo è l’effetto che ti fanno i complimenti, te ne farò di più >> disse Louis appena poté parlare.
Questa volta fu Harry a ridere.
<< Non mi comprerai con i complimenti Tomlinson >> disse risoluto,mettendosi a sedere.
<< Ah no? E come posso? >> disse l’altro con un sorriso malizioso.
<< Mh non credo che puoi >> rispose Harry con la stessa audacia.
<< Tu dici? Peccato >>si sedette anche l’altro.
Harry si voltò e guardò l’angelo negli occhi, non ne aveva mai visti così, quasi color ghiaccio. Bellissimi.
In quegli occhi Harry capì che si stava innamorando del ragazzo che gli aveva stravolto la vita, completamente.
<< Louis io.. >>
Ma Harry aveva paura, paura che l’altro non ricambiasse, paura che lo allontanasse, paura che lo ferisse.






Angolino autrice: TADAAA! Allora miei cari lettori, dopo questo finale so che mi odierete ma dettagli.
Non dico nulla, le mie labbra sono sigillate.
Cosa gli dirà?
Eheheh lo scoprirete solo leggendo (dopo questa battuta squallida potrei scavarmi la fossa da sola), nel frattempo commentate e fatemi sapere le vostre opinioni.
Alla prossima,
Denny xx

 

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Capitolo 12
*** Sorry. ***


<< Tu..? >> lo incoraggiò. Harry sbuffò, non sarebbe riuscito a dirglielo, non quella sera almeno.
<< Ti voglio >> si limitò a dire sottovoce.
L’altro sorrise lievemente poi si avvicinò al riccio e lo baciò di nuovo arpionandogli i fianchi con le mani.
Il più piccolo rabbrividì non appena sentì le dita delicate dell’altro sfiorare la pelle dell’addome sotto la felpa che indossava.
<< Freddo? >> chiese questi divertito.
<< Mhmh >> mentì annuendo l’altro prima di incastrare i capelli del ragazzo accanto a lui tra le dita.
Louis avvolse entrambi con la coperta sdraiandosi e lasciano scivolare il riccio su di lui con le gambe ad entrambi i lati del suo bacino.
<< Lou >> lo richiamò ansimando contro la sua spalla mentre cercava di trovare una frizione piacevole.
<< Ti prego.. >> supplicò Louis affinché gli desse di più, non sapeva esattamente cosa, ma stava letteralmente impazzendo e qualsiasi cosa sarebbe andata bene in quel momento.
<< Harry.. è s-sbagliato >> Louis ebbe un lampo di lucidità- si perché quando era con Harry era come ubriacato dal suo essere e i pensieri non erano molto razionali- e cercò di allontanare senza troppa voglia il riccio dal suo corpo.
Esso infatti non si mosse di un centimetro, anzi, si fece ancora più vicino sfiorando quasi le sue labbra con quelle del liscio, sottili e rosee.
<< Harry.. >> mugolò questi protestando.
<< Shh – lo interruppe l’altro- non è sbagliato, non è s-sbagliato >> farfugliò, e si maledisse mentalmente per essere sembrato uno stupido adolescente in piena crisi ormonale- oh, aspetta, ma lui lo era!
<< Non dovresti volermi, non dovrei piacerti, non va bene.. >>
<< Shh >> lo zittì di nuovo il riccio scoccandogli un bacio casto sulle labbra, poi fece scontrare i loro bacini e quando a Louis sfuggi un gemito dalle labbra, capì di aver vinto e sorrise trionfante.
<< Sei s-sicuro? >> chiese Louis serio per un attimo, il riccio annuì vigorosamente.
<< Okay >> il liscio capovolse immediatamente le posizioni, sopprimendo Harry con il suo peso.
Inizio a baciarlo lentamente sulle labbra e successivamente scese lungo il collo, gli sfilò la felpa e prese a lasciare piccoli baci sul petto del ragazzo che fremeva sotto di lui, non appena giunse alll’orlo dei jeans improvvisamente troppo stretti fu richiamato dal più piccolo.
<< Lou.. >> ansimò stringendo tra le dita i capelli lisci.
Louis si fermò immediatamente e guardò in alto verso il riccio.
<< Che succede Haz? >> soffiò contro il suo petto incrociando i suoi occhi con quelli dell’altro.
Harry rabbrividì.
<< La tua maglia >> e Louis non capì finché l’altro non gli fece notare che era ancora interamente vestito.
<< Oh >> sorrise smaliziato verso l’altro che arrossì impercettibilmente.
Dopo aver esaudito le richieste del più piccolo ed esser rimasto-così come Harry- con indosso solo i boxer, Louis baciò per un attimo le labbra rosse e gonfie del ragazzo sotto di lui per poi scendere a lambire il suo collo e successivamente il suo petto, ripercorrendo la strada che aveva già delineato pochi istanti prima.
Non appena arrivò all’elastico dei boxer dell’altro rialzò lo sguardo verso il suo ricercando un’altra volta il suo consenso, lui annuì in un tacito assenso, il più grande allora glieli sfilò senza indugiare- perché se si fosse fermato a pensare si sarebbe reso conto della situazione e non avrebbe proseguito- poco dopo, fece fare la stessa fine ai suoi.
<< Farà male >> informò Harry che con un espressione rassicurante annuì con un sorriso.
Louis cercò di prepararlo inizialmente con un solo dito, alla sensazione estranea Harry arricciò le labbra per il fastidio, ma nulla di più. Non appena introdusse il secondo dito però l’espressione sul viso di Harry cambiò in peggio, faceva male ma riusciva a sopportarlo.
Arrivò anche il terzo ed Harry stava per fermarlo, ma doveva-voleva- resistere e così fece.
Non appena però dopo pochi istanti Louis iniziò ad allargare le dita muovendole dentro di Harry, il più piccolo si sentì quasi morire.
<< Ah >> ansimo dolorante, mentre qualche lacrima scendeva sulle sue guancie senza che lui se ne accorgesse.
Chi se ne accorse fu Louis che, non appena sentì il gemito dell’altro, alzò lo sguardo per incontrare le iridi smeraldine del ragazzo e le trovò in lacrime.
Non appena lo vide il respiro quasi gli si fermò, estrasse lentamente le dita da lui e scivolò fino a raggiungere con le labbra le guancie rosee del piccolo per baciare via quelle lacrime che avevano fatto tornare la razionalità nella sua mente.
<< Haz scusa.. N-non volevo farti male, ti prego non piangere >> disse continuando a dare piccoli baci sulle guance umide.
<< Lou, ce la faccio, giuro. Riproviamoci, ti prego >> quasi implorò l’altro in un singhiozzo << ho rovinato tutto >> disse cercando di nascondere il suo viso dalle attenzioni del più grande.
<< Non è vero, non hai rovinato nulla Harry, davvero >> lo rassicurò Louis, accarezzando con le dita gli zigomi appena pronunciati.
Harry annuì e sorrise lievemente, senza far comparire le fossette.
<< Non sorridere così >> soffiò Louis, scivolando su un fianco accanto al riccio che, senza il peso dell’altro sopra di lui, ebbe un brivido avvertendo di nuovo l’aria gelida.
<< Freddo? >> chiese questi alzandosi e andando a recuperare sia i loro boxer  e le coperte che avevano allontanato nella fretta.
Dopo aver indossato i suoi porse ad Harry l’altro paio e si distese accanto a lui coprendo entrambi con la coperta calda.
<< Come non devo sorridere, Lou? >> chiese il riccio non appena si ritrovò tra le braccia di Louis.
<< Senza far comparire le tue fossette, sono bellissime >> ammise questi facendo sorridere spontaneamente l’altro e facendo comparire-appunto- le fossette.
<< Mi dispiace >> disse Harry interrompendo il silenzio che si era creato.
<< E’ colpa mia- lo interruppe l’altro- non avrei dovuto lasciarmi andare >>
<< No- protestò il riccio- i-io lo volevo, non mi hai costretto >> disse scostandosi un po’ da lui per guardarlo in viso.
<< Si ma non avrei voluto farti male, non vorrei mai.. anche se te ne faccio costantemente facendoti stare qui con me >> disse serio Louis.
<< Non capisco.. A me piace stare con te >> si accigliò Harry.
<< Anche a me con te, ma è pericoloso >>
<< Preferisco rischiare >> confessò il riccio arrossendo alle sue stesse parole.
Louis non ribatté, ma attirò il riccio in un abbraccio facendolo accoccolare contro di lui.
<< Dormi adesso >> disse poi, il riccio annuì stancamente prima di strofinare la sua guancia contro il collo dell’altro posizionandosi nell’incavo.
<< Non mandarmi via Louis >> sussurrò dopo un bel po’ lasciando il ragazzo che lo stava ascoltando con un magone allo stomaco.
<< Finché non mi amerai, non lo farò >> rispose quando credette che l’altro stesse dormendo.

Harry lo sentì, ma non seppe dire se fosse realmente lui o stava già sognando.








Angolino autrice:
Okay, non mi avete uccisa lo scorso capitolo e vi ringrazio, qui c'è l'undicesimo capitolo e niente, spero che la storia continui a incuriosirvi come ha fatto fin ora.
Ci vediamo giovedì prossimo con l'altro capitolo:)


Denny xx

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Capitolo 13
*** It's Christmas. ***


La mattina di Natale per Harry non era mai stata così caotica.
Ogni 25 dicembre da quando suo padre aveva divorziato da sua madre, Harry si era sempre preparato a trascorrere la giornata con quest’ultima e sua sorella, Gemma.
Quella mattina, invece, si era svegliato con un mezzo sorriso di Louis davanti al viso e, per quanto gli potessero mancare i suoi familiari, il riccio non poteva essere più felice.
Harry però aveva notato il velo di tristezza che affliggeva il volto delicato del castano e a dir la verità, gli dispiaceva un po’ essere la causa della sua preoccupazione.
Perché, nonostante non sapesse con esattezza cosa frenava Louis dal donarsi completamente a lui, sapeva per certo che c’era qualcosa di grave che incombeva sui sentimenti dell’angelo.
Successivamente aveva fatto colazione- con muffin che Louis gli aveva straordinariamente procurato- ed era andato a rinfrescarsi prima di affrontare quella che si prospettava essere una giornata molto impegnativa.
Per la prima volta da quando era lì, Harry era riuscito a passare tutta- ogni singolo momento- la giornata in compagnia di quello che oramai definiva il suo angelo.
Non appena erano entrati nell’atrio le reazioni dei due ragazzi erano state esattamente una l’opposto dell’altra. Harry era assolutamente stupefatto: ghirlande impreziosite da fiocchi rossi si diramavano sulle pareti da una parte all’altra creando fantastici drappeggi che incombevano piacevolmente sulle loro teste. Louis, invece, sembrava impassibile davanti all’atmosfera accogliente che gli si presentava davanti, probabilmente poiché era abituato a tutta quella messa in scena, d’altronde dopo duecento trent’anni, biasimatelo.
La stanza pullulava- letteralmente- di ragazze. E la cosa stravolse non poco Harry che si era abituato a vedere sempre i soliti ragazzi presenti- oltre Zayn, Niall e spesso Liam, aveva conosciuto molti altri della Sesta Piuma e qualcuno della Quinta- non si aspettava di trovare tutte quelle ragazze.
Louis salutò qualcuna di queste mentre Harry riconobbe solo Perrie e altre due delle sue amiche che aveva conosciuto qualche giorno prima.
<< Pezz sai dov’è Lizzie? >>  parlò Louis accanto a lui e wow, quella era la prima frase completa che il riccio gli sentiva dire da quando avevano lasciato il letto quella mattina.
<< Uhm con.. Niall credo >> corrucciò i sopraccigli la ragazza dai capelli che in quelle settimane erano diventati color lillà mentre la sua voce si affievoliva sul nome del ragazzo biondo.
<< Da quando il biondino trascorre tempo con lei? >> domandò il castano, un po’ sorpreso e vagamente divertito.
Harry assistette a quella scena in silenzio, non sapendo di cosa i due stessero parlando; anche se le domande si affollavano nella sua mente.
Chi è Lizzie? Perché Louis chiede di lei?
Okay, forse Harry era un tantino paranoico e..geloso. Forse solo un po’.
Perrie scrollò le spalle e sorrise a Harry salutandolo con un abbraccio che il riccio aveva ricambiato un po’ goffamente.
<< Adesso devo andare ragazzi, a dopo >> disse loro, facendo l’occhiolino a Louis.
No, Harry non era geloso. Affatto.
<< Vieni con me, devo presentarti Lizzie >> sorrise il castano al riccio e quest’ultimo sciolse il suo cipiglio infastidito all’istante.
Oh fanculo. Fottuto angelo ammaliatore.
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Harry e Louis girovagavano per l’atrio e i corridoi da oramai mezz’ora: Louis con lo sguardo vispo di chi sa esattamente cosa- o meglio, chi- cercare ed Harry con un cipiglio confuso sul viso.
Louis si fermò di colpo davanti alla porta di una stanza, sulla quale troneggiavano il solito numero e un cognome accanto.
26, Winston.
Harry si voltò verso l’altro guardando quest’ultimo mentre si inumidiva le labbra con la lingua. Il riccio deglutì e distolse lo sguardo.
<< Vieni, così posso fartela conoscere >> disse l’angelo, con la sua solita voce vellutata, porgendo una mano al più piccolo, e rivolgendogli un sorriso radioso.
Harry si ritrovò a sorridere come uno scemo e ad accettare quella mano, come se fosse la più bella proposta che gli avessero mai fatto.
Non appena Louis aprì la porta, tutto ciò che Harry riuscì a vedere fu la parete subito opposta alla porta dalla quale erano entrati.
Non è possibile, pensò il riccio mentre fissava la miriade di foto che costellavano l’intera parete.
Non era il fatto in sé a sconvolgere il riccio, ma il fatto che quelle fotografie fossero.. sue.
Lasciò la mano del liscio e con la bocca spalancata si avvicinò pian piano alla parete, fissando tutti gli scatti che avevano immortalato i ricordi che aveva vissuto nella sua vita.
C’erano foto di lui da piccolo, il primo bagno, il primo giorno di scuola, lui e sua sorella, e alcune foto che lo ritraevano insieme a suo padre, con la sua famiglia, la mattina di Natale.
Harry sorrise malinconicamente per una frazione di secondo ripensando a quando faceva ancora parte di una famiglia al completo.
La sua attenzione fu catturata da una trentina- o quarantina?- di fotografie più a destra che lo ritraevano dormiente, alcune erano anche piuttosto recenti.
<< Lou cos’è? >> disse sottovoce, un tremolio appena udibile.
<< E’ la tua storia >> rispose una voce femminile, solo allora Harry si voltò, distogliendo lo sguardo dal suo album da parete.
E così Harry la vide.
Era una ragazza piuttosto bassa, magrolina, con i capelli rossicci raccolti in una treccia laterale e gli occhi grandi e verdi, come i suoi.
Harry sorrise istantaneamente: non sapeva come, ma gli sembrava di conoscerla, gli sembrava un volto familiare.
Ma era impossibile, no?
<< Chi s-sei? >> chiese il riccio guardando la ragazza muoversi verso di lui, dietro di lei Louis fissava la scena con un’espressione soddisfatta sul viso.
<< Sono Lizzie, il tuo angelo, Harry >> disse seria la ragazza, portando una mano sulla guancia del riccio che la guardava confuso.
Quest’ultimo lanciò un’occhiata eloquente verso il castano che si apprestò a scuotere la testa e ridacchiare.
<< Solo perché ti ho portato qui, non significa che io sia il tuo angelo, Harry >>
Oh. Okay, Harry era un tantino deluso dal fatto che Louis non fosse il suo angelo, ma se non lo era, perché lo aveva portato lì?
Harry non faceva che porsi quella domanda tutti i giorni e davvero, non trovava mai una soluzione.
<< Sono davvero felice di conoscerti, riccio >> disse la rossa e Harry concentrò di nuovo la sua attenzione su di lei.
<< Uhm, puoi spiegarmi meglio questa cosa dell’angelo? >> chiese questi imbarazzato.
La rossa rise apertamente, spostando la sua mano dalla guancia del riccio alla spalla.
Aveva una risata davvero bella, quella che ti faceva venir voglia di ridere anche a te, senza motivo.
<< Vedi quelle foto? >> la ragazza indicò la parete dietro di lui, il riccio annuì.
<< Bene. Vedi, tutti hanno almeno un angelo bianco e un angelo nero, io sono il tuo angelo nero >> aveva continuato la rossa e appena aveva visto un cipiglio sul viso del più piccolo aveva continuato a parlare.
<< Sai cosa facciamo qui, vero Haz? >> disse seria la rossa voltandosi e guardando Louis che aveva semplicemente scrollato le spalle.
<< Si, b-bhe ne ho una vaga idea >> disse il riccio balbettando.
<< Bene. Io seguo la tua vita da quando sei nato, mi occupo di assicurarmi che tu non faccia nulla di stupido o robe simili. Capito? >> aveva continuato la ragazza mentre fissava il suo protetto.
<< Uhm okay ci sono >> la rassicurò il riccio, facendole intendere che aveva capito.
<< Ottimo >> Lizzie sorrise a trentadue denti davanti a Louis che nel frattempo si era avvicinato ai due.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
Erano trascorse due ore da quando il riccio era stato presentato al suo angelo.
Louis se n’era andato da un’oretta circa, dicendo che aveva cose da fare, ma Lizzie aveva convinto Harry a rimanere almeno un'altra decina di minuti, che poi si erano trasformati in venti e alla fine, dopo un’ora, erano ancora lì a parlare.
<< Ti giuro, eri così tenero da piccolo >> rideva la rossa mentre Harry ridacchiava leggermente imbarazzato.
Posò il suo sguardo sulle foto che lo ritraevano dormiente e gli venne in mente una cosa.
<< Lizzie ? >> chiese un po’ titubante, questa lo guardò per poi annuire e spronarlo a continuare.
<< Perché hai foto mie mentre dormo? Voglio dire, non penso che nel sonno avrei potuto combinare gran ché o rapinare una banca >> ridacchiò nervosamente, incerto sul voler sapere davvero la risposta.
La rossa sembrò rifletterci qualche attimo e poi aprì bocca per parlare.
<< Uhm.. a dire la verità quelle me le ha chieste Louis>> disse titubante.
Il riccio spalancò gli occhi e boccheggio un attimo prima di ricominciare a parlare.
Perché mai Louis avrebbe chiesto a Lizzie di fare foto ad Harry.. mentre dormiva. No, questo era assolutamente assurdo.
<< Forse è meglio se mi ascolti bene Harry. Louis ti vuole qui per un motivo ben preciso >>.




Angolino autrice:
LO SO, LO SO, LO SO.
Sono una persona pessima, non aggiorno da più di due settimane, ma perdonatemi.
Vi chiedo di perdonarmi soprattutto poiché sto attraversando un brutto periodo con problemi personali e problemi scolastici che non vi sto qui a raccontare. 
Vi lascio con questo capitolo e nulla, se riesco, per farmi perdonare, domani pubblicherò il quattordicesimo, ma non vi prometto nulla eh.
Baci a tutti, e auguri di buon anno (anche se abbondantemente in ritardo)

Alla prossima,
Denny xx

 

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Capitolo 14
*** He loves you ***


 
Harry era in stanza da più di due ore, ma ancora nessuna traccia di Louis.
Era già il ventisette dicembre, due giorni dal Natale, due giorni da quando aveva conosciuto Lizzie. Sbuffò disteso sul letto mentre le parole del suo Angelo gli riaffioravano in mente.

<< E’ una persona fragile, ma non impulsiva, Harry. Da quando, anni fa, vide che eri diventato il mio nuovo Protetto non ha smesso nemmeno per un giorno di assicurarsi che tu stessi bene. Dio, eri un bambino Harry, eppure lui già ti amav--voleva tanto bene >>.
<< Ma.. perché? >> non poté fare a meno di chiedere il riccio << io non sono nessuno >>.
<< Esiste davvero un perché, Harry? Non può semplicemente.. essere così? Voglio dire, all’amore non c’è spiegazione >>
<< Ma lui non mi ama >> ribatté Harry perché ne era più che convinto, Louis poteva provare affetto per lui, ma non amore .. O forse si?
<< Perché, tu si? >> disse divertita la rossa che riuscì a far arrossire il riccio.
<< Questo cosa c’entra con le mie foto mentre dormo? >> chiese il riccio cercando di cambiare discorso e non rispondendo alla domanda della ragazza.
Lizzie gli sorrise benevola e << adorava il modo in cui dormivi, gli piaceva fantasticare su cosa tu stessi sognando, su quali fossero le tue pene. Dio, era così dispiaciuto che a scuola ti trattassero in quel modo. Tante volte ha cercato di intervenire, ma- fortunatamente- Zayn ha sempre saputo frenare ogni sua mossa >>.
<< Perché dici “fortunatamente”? >> chiese interrogativo e un po’ aspro il riccio. Avrebbe potuto vivere senza quegli stronzi dei suoi compagni che lo maltrattavano e Zayn glielo aveva- per così dire- impedito?
Harry sospirò, non era molto convinto della veridicità delle parole del moro quando questi aveva ammesso di non odiarlo.
<< Harry, hai idea di quanti guai Louis avrebbe potuto passare se fosse intervenuto? Il Comitato non tollera tali comportamenti. Harry, noi per te, non dovremmo esistere, lo sai questo vero? >> disse la ragazza con un tono di voce più duro questa volta. Harry annuì, ma un’altra domanda sorse nella mente del più piccolo.
<< Ma allora perché sono qui? >>
Lizzie sorrise, prese una delle guance del riccio e la strinse tra le dita, come una madre avrebbe fatto con il suo bambino più piccolo.
<< Perché Louis ti ama, Harry >>

E qui Harry aveva avvertito un senso di nausea attanagliargli le viscere. Era possibile che Louis si fosse innamorato di lui? Ai suoi occhi sembrava così strano e impossibile, però al tempo stesso rispondeva a molti quesiti, tra i quali il motivo della sua permanenza ancora in quel posto.
Harry sorrise istantaneamente, perché seppure il fatto che Louis lo amasse gli sembrava fottutamente impossibile, lui un po’ ci sperava.
Il sorriso gli morì sulle labbra quando ricordò la vigilia di Natale, a come era stata una serata bellissima e a come poi aveva rovinato tutto con le sue inutili lacrime.
Louis lo aveva rifiutato. Anche se Harry sapeva che era stata anche colpa sua, non poté fare a meno di pensare che il castano si era fermato anche perché forse non lo voleva davvero.
E sì, Harry credeva che parlare d’amore fosse decisamente troppo presto, ma, davvero, era sicuro di provare qualcosa per l’angelo che andasse ben oltre la semplice attrazione fisica. Di certo il riccio non negava di essere inesorabilmente attratto dal castano, che aveva quegli occhi che lo avevano fatto cadere, e quel sorriso che Harry avrebbe voluto rivedere ancora e ancora come se fosse il suo film preferito, quello che rivedeva il più spesso possibile nonostante le proteste della sorella Gemma.
Altro tasto dolente: la sua famiglia.
Ad Harry mancava da morire la sua piccola Gems e la sua adorabile madre, ma non era ancora pronto a rinunciare a Louis- quindi, nonostante l’affetto che provava per la sua famiglia, Harry non intendeva rendere l’angelo partecipe dei suoi conflitti mentali, inducendolo magari a riportarlo a casa.
Un rumore distolse il riccio dai suoi pensieri e lo riportò alla realtà.
Abbassò lo sguardo che aveva fin ora dedicato al soffitto e vide Louis di fronte a sé varcare la porta della sua stanza- che da più di un mese è diventata la loro.
<< Hey >> lo richiamò il castano con un sorriso sul viso. Lo stomaco di Harry fece una capriola.
<< Hey >> rispose il riccio sottovoce senza muoversi di un millimetro.
Vide Louis avvicinarsi e il riccio non poté fare a meno di guardare il suo corpo muoversi in modo sinuoso, lento, quasi studiato e- okay, Harry davvero desiderava Louis più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Portava un semplice maglioncino beige con uno scollo a V che gli lasciava intravedere le clavicole, i pantaloni –stretti a tal punto che Harry si chiese se fossero davvero cuciti sulla pelle- erano di una tonalità più scura dello stesso colore.
<< Che ci fai qui da solo? >> chiese vagamente divertito l’angelo << credevo fossi con Niall o Lizzie, il che è praticamente la stessa cosa dal momento che quei due stanno perennemente insieme ormai >> concluse lo stesso con uno sbuffo che Harry non riusciva a identificare se fosse divertito o infastidito.
Molto probabilmente un po’ entrambe le cose.
Harry rispose con un’alzata di spalle e si limitò a restare in quella che era la sua posizione da almeno un’ora e mezza. Quando Louis si chinò verso di lui steso sul letto, un sorriso nacque sul volto del riccio che però morì quasi subito, quando Louis deviò la sua direzione rilasciandogli un bacio sulla guancia anziché sulle labbra, dove Harry credeva si stesse dirigendo.
Sbuffò e si spostò, mettendosi seduto sul letto e lasciando Louis allontanarsi con un cipiglio confuso in viso.
<< Harry ma- >>.
<< Perché non mi baci più? >> chiese il riccio con tono accusatorio. L’angelo, infatti, non sfiorava le sue labbra con quelle del riccio dalla notte di Natale ed Harry non reggeva più quel clima di ansia e tensione che si era instaurato tra loro ogni qualvolta fossero vicini.
<< Se è per quello che è successo la scorsa notte io- >> continuò il riccio ma fu quasi subito interrotto dal più grande che gli poggio delicatamente l’indice della mano destra sulle labbra appena schiuse del ragazzo seduto, il quale rabbrividì sotto il suo tocco.
L’espressione di Louis divenne seria mentre si sedeva accanto al riccio, il quale si era spostato affinché l’altro avesse lo spazio necessario per pararsi proprio di fronte a lui.
<< Harry.. >> iniziò Louis con un tono di voce vago, quasi assente; se non fosse che Harry sentiva i battiti del suo cuore accelerare, avrebbe potuto dire di stare sognando e che l’angelo davanti a lui fosse un’effimera illusione causata da Nyx* che si divertiva con la mente confusa del povero Harry.
<< Non è stata colpa tua.. I-io non dovevo perdere il controllo. Mi dispiace, non avrei dovuto e se adesso sei in imbarazzo con me è solo colpa mia >> concluse Louis abbassando lo sguardo.
Harry raccolse quel poco di sfacciataggine che aveva in corpo e alzò il mento del ragazzo con due dita, facendo collidere i loro sguardi. Blu nel verde. Verde nel blu. Se Harry avesse dovuto definire il colore più bello sulla faccia della Terra- anzi, dell’Universo-, egli avrebbe senza alcun dubbio risposto che era quello dei suoi occhi e di Louis mescolati insieme: con le loro tonalità, le loro sfaccettature e i loro difetti, i loro occhi sembravano essere stati creati per ricercarsi sempre.
Non appena il viso dell’angelo fu nella sua visuale, Harry poté constatare il dispiacere che vi si leggeva addosso.
<< Louis, io sto bene con te. Probabilmente- anzi sicuramente- non sono abbastanza per te e capirei se tu volessi iniziare a distaccarti da me, ma se credi che questo sia il meglio per me, ti sbagli >> disse sicuro di sé il riccio, applaudendosi mentalmente per aver appena compiuto un discorso con Louis senza balbettare e mettersi in imbarazzo.
Quest’ultimo- che fino a due minuti prima sembrava smarrito come il riccio non aveva mai avuto occasione di vederlo- riacquistò la sua solita sicurezza e con un sorriso sulle labbra, le mani appoggiate sulle guance dell’altro, si avvicinò e posò un delicato bacio su quelle rosse e carnose dell’altro.
Il cuore di Harry perse un battito.
 
*Nyx: dea della notte per i Greci.


Angolino autrice:
Scusatemi ma sono dannatamente di fretta, vi prometto che appena posso modifico questo anngolo autrice parlando del capitolo..
Scusatemi..intanto, godedevi il capitolo!

 

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Capitolo 15
*** In my thoughts ***


Harry si abbottonò l'ultimo bottone della camicia che Louis gli aveva gentilmente concesso per quella serata speciale.
Perché per Harry lo era, lui che non aveva mai partecipato ad una festa di capodanno, era decisamente su di giri, inoltre, avrebbe trascorso tutta la serata con Louis e questo appariva ai suoi occhi come la miglior prospettiva da dover affrontare nella sua vita.
Diede uno sguardo al suo riflesso nello specchio e si riconobbe a stento. Aveva un aspetto più elegante, più vissuto, come se in quel mese vissuto lì con gli angeli, lo avesse fatto crescere più di quanto avessero fatto diciotto anni di cure amorevoli da parte di sua madre.
Sorrise lievemente pensando brevemente a tutto ciò che era accaduto in poco più di un mese.
In quel mese era arrivato Louis. Come il più bello tra i temporali, Louis sembrava essere un ossimoro vivente. Era arrivato nella vita di Harry come un temporale, disfacendo ciò che- seppur tristemente- era diventato la sua quotidianità; eppure l'angelo sembrava portare la pace e la tranquillità che Harry non aveva avuto modo di trovare nel corso della sua adolescenza.
Era arrivato al punto di stravolgere totalmente la concezione che Harry aveva dell'amore. Egli era fermamente convinto che l'amore, quello vero, arrivasse col tempo, mesi e mesi di conoscenza e perché no, amicizia, e poi, solo dopo un grande periodo di tempo, sarebbe potuto essere definito 'amore'. Ma da quando Louis aveva fatto capolino nella sua vita Harry aveva messo in dubbio tutto questo ragionamento che aveva costruito col tempo. Perché benché fosse passato poco tempo, Harry era convinto di essere già irrimediabilmente innamorato di Louis, l'angelo oscuro.
********
Nell'aria fluttuavano le note di una melodia che mai nessuno aveva avuto l'onore di sentire. Tutti nell'atrio principale si beavano di ciò che per le loro orecchie era l'apice del piacere. Nonostante da oramai moltissimi anni, gli angeli fossero a conoscenza degli inediti con i quali Zayn amava esibirsi la notte di San Silvestro, ognuno di essi rimanevano stupefatti davanti alla bravura di colui che, apatico nella sua solitudine, riusciva a mostrare quella speciale notte dell'anno; quando l'anno vecchio lasciava il passo ad uno nuovo, da scoprire.
Zayn amava due cose della sua vita da angelo: la prima era senza alcun dubbio la musica.                             
Da quando era giunto nella Sesta Piuma, aveva potuto esprimere e mostrare agli Immortali* le capacità che le sue dita possedevano non appena sfioravano leggiadre i tasti bianchi e neri del pianoforte. Egli sentiva di poter entrare dentro ogni singola nota che le corde tese all'interno della coda potessero produrre. Era il suo modo di                  esprimersi, e gli altri angeli non potevano che essere lieti di ciò.
La seconda cosa che Zayn amava della sua vita da angelo era Liam.
Liam era stata la sua benedizione. Acqua dopo un lungo periodo di sete. L'arcobaleno dopo la tempesta.
Era arrivato piano piano, come una nuvola piuttosto che come un uragano. Lentamente era penetrato sotto la pelle di Zayn fino a diventarne parte integrante.
E adesso, mentre Louis ed Harry facevano il loro ingresso nell'atrio: Harry con le guance un po' rosse e Louis con un sorriso turbato in viso; Zayn non aveva occhi che per Liam; a pochi passi da lui, che gli sorrideva incoraggiante, come se da lui arrivasse la luce che rischiarava il suo sorriso. E Zayn sorrise, perché per quanto non riuscisse ancora a crederci, la luce di Liam era proprio quel ragazzo un po' apatico che talvolta stava da solo a fumare le sue Marlboro.
******                             
Harry non aveva mai visto qualcuno suonare con la stessa passione che stava vedendo in Zayn mentre sfiorava leggiadramente i tasti del pianoforte.
Era, sinceramente, un po' basito nell'attribuire quella virtù al moro, soprattutto non appena questi sorrise meravigliosamente verso colui che si era rivelato essere Liam.
Harry non aveva mai visto il moro sorridere così (anzi, non lo aveva mai visto sorridere in generale) e poté constatare la bellezza che il volto di Zayn irradiava quella sera, come praticamente tutti gli angeli all'interno
della sala. A suo modesto parere però, l'angelo più bello rimaneva proprio quello accanto a lui che ora stava afferrando le dita del riccio intrecciandole tra le sue.
<< Ti piace? >> chiese Louis con un sorrisino un po' malizioso sul viso."Mi piaci tu" avrebbe voluto rispondere Harry, ma si limitò ad annuire.
E mentre Zayn suonava dedicando una delle più belle sue composizioni alla persona che amava e Harry guardava Louis con amore e ammirazione nello sguardo, nessuno di loro si accorse che qualcuno li stava spiando, tenendosi discretamente in disparte.
********
Harry rideva.
Harry rideva mentre, camminando all'indietro, tirava Louis con sé nella loro camera (era ufficialmente la camera di Louis, ma oramai Harry ci aveva trascorso così tanto che ormai la definiva anche un po' sua).
Non ricordava nemmeno perché avevano iniziato a ridere, sapeva solo che lo stavano facendo da molto tempo.
Aperta la porta della camera dell'angelo, il riccio lo trascinò dentro con lui.
E fu un attimo.
Harry guardò Louis negli occhi e smise di ridere in una frazione di secondo prima di avvicinarsi e allacciargli le braccia dietro al collo prima di avvicinarsi e far collidere le loro labbra.
Louis si irrigidì immediatamente e inizialmente non ricambiò il bacio, per poi schiudere le labbra fini per modellarle su quelle del più piccolo.
Harry si lasciò sfuggire un gemito quando il castano morse il suo labbro inferiore. Il rumore che interruppe il silenzio stantio che si era creato nella stanza sembrò riscuotere  Louis, che si staccò quasi repentinamente da Harry e sussurrò un flebile “no” che le orecchie umane di Harry non riuscirono a captare.
Il riccio guardò il ragazzo più grande con le sopracciglia corrugate, chiedendosi perché si fosse interrotto.
<< Lo sai il perché >> disse Louis rispondendo alla domanda inespressa di Harry.
Al più piccolo vennero i brividi. Era tanto incredibile che Louis potesse capire cosa Harry stava pensando, quando frustante: il riccio si sentiva come circondato da Louis.
In tutti i sensi. Louis era ovunque. Nella sua mente, davanti ai suoi occhi e adesso persino nei suoi pensieri.
Harry supplicò Louis con lo sguardo e non appena vide che questi non dava segni di cedimento sbuffò contrariato prima di parlare.
<< Louis, so cosa stai pensando >> disse con la voce leggermente tremante.
Louis sembrò essere incuriosito dal comportamento del riccio e alzò un sopracciglio in attesa.
<< Tu hai paura di farmi nuovamente del male ma—no aspetta, fammi finire – ciò che tu non capisci è che io ho bisogno di questo >> sospirò Harry e non appena si accorse quando il suo tone sembrava implorante parlò di nuovo.
<< E non lo dico perché voglio fare sesso con te, okay?—Dio, Louis, non è per questo, assolutamente no >> arrossì il riccio mentre l’altro reprimeva una risatina all’improvviso imbarazzo del ragazzo davanti a sé.
<< Il fatto è che nessuno nella mia vita sembra essere una figura certa, che vuole rimanere accanto a me il più a lungo possibile e so che può sembrare stupido m-ma questo sarebbe di più per me. N-nel senso, anche se per te non sarebbe la stessa cosa, io lo sentirei come una promessa e – non fa nulla scusami, sto divagando come uno stupid-- >> il soliloquio di Harry fu interrotto dalle labbra di Louis che si fiondarono sulle sue zittendolo e finalmente, finalmente acconsentendo a ciò che Harry desiderava.
<< E’ bello sapere che mi vuoi nella mia vita >> soffiò leggero l’angelo sulle sue labbra e Harry si trovò a rabbrividire, di nuovo.
<< Mi pare di avertelo dimostrato più di una volta >> disse di getto Harry avvicinandosi di più all’altro, sentendo i loro respiri mescolarsi.
L’angelo sbuffò una risata e baciando il più piccolo, si trascinò verso il letto della sua camera, per poi stendersi sul più piccolo, continuando a baciarlo.
<< Farà male, però >> lo avvertì Louis, sperando quasi che l’altro cambiasse idea.
<< Dovrà succedere prima o poi e voglio che sia tu a farmi male >> ribatté Harry e l’altro si chinò per lasciargli un lungo, lento bacio sulla fronte.
Un bacio che bramava di aspettativa, che suggellava una promessa.
Harry si perse nei meandri dei suoi pensieri mentre Louis scendeva a baciargli delicatamente il collo per poi sfilare uno ad uno i bottoni dall’asola della camicia del riccio.
Harry non si era mai esposto così tanto a qualcuno prima di quella sera in vita sua, sia fisicamente che moralmente. Aveva accennato a Louis le sue debolezze, quasi invitandolo a curarle con un po’ di affetto. Perché Harry lo sapeva che lui e solo lui in  quel momento sarebbe stato in grado di curarle.
Harry aveva bisogno di una presenza fissa nella sua vita, e Louis sembrava essere perfetto per il ruolo.
Il riccio fu riportato alla realtà dalle mane di Louis che, delicate, stavano facendo scivolare giù la sua camicia, cercando ancora una volta il suo consenso con gli occhi.
Non appena l’angelo ebbe finito, alzò lo sguardo verso il ragazzo sotto di lui.
Se fa troppo male, fermami. Sembrava voler dire.
Harry annuì: anche lui riusciva a capire ciò che Louis stesse pensando.
Forse, perché anche il riccio era nei pensieri di Louis?
Questi sorrise con questo pensiero fisso in testa, mentre si preparava a vivere la notte più bella della sua vita.



*Immortali: appellativo per indicare gli angeli.




Angolino autrice:
TADAA SONO VIVA.
Okay sono in ritardi di..uhm.. in ritardo di giusto un paio di giorni *ridacchia nervosamente*.
A parte lo scherzo, scusate davvero per il mio comportamento, ma ho avuto problemi familiari abbastanza impegnativi e ho dovuto- per forza di cose- lasciare la fanfiction per un po' da parte.
Spero possiate scusarmi.
In ogni caso, NON ho alcunissima intenzione di abbandonare questa long perché, chiamatemi stupida, mi ci sono affezionata.
Passando al capitolo.
Questo è stato per me uno dei capitoli più impegnativi da scrivere per me. Ogni volta che lo rileggo, penso sempre di non aver espresso al meglio ciò che voglio dire.
Ad ogni modo, spero che a voi piaccia e che vi inviti a lasciare qualche commento.
Alla prossima (spero non troppo tardi),
-Denny xx

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Capitolo 16
*** Just a night ***



Harry respirava faticosamente.
Era così sopraffatto dalle emozioni che la sua vista sembrava appannata e non riusciva a distinguere bene la figura china su di lui.
Ovviamente si trattava di Louis, questo lo sapeva bene. Eppure stentava ancora a crederci che quello davanti a lui fosse proprio l'Angelo.
Harry ridacchiò non appena il liscio solleticò la sua pelle baciando un punto particolarmente sensibile del suo interno coscia.
《 Adoro quando ridacchi in quel modo》 disse Louis, vibrando le parole sulla coscia scoperta di Harry.
 Questi arrossì mentre si copriva il viso con una mano.
Louis risalì lungo il percorso precedentemente delineato: dalle cosce, alle anche, al basso ventre e al torace.
Inspirò il profumo umano che emanava Harry prima di chinarsi su di lui per premere dolcemente le loro labbra assieme.
Louis aveva acconsentito, ma aveva ancora paura di fare male al riccio, per questo cercava di fare tutto in modo più delicato possibile, lasciando che Harry si abituasse a tutti i tipi di sensazioni prima di passare a quello.
Il più piccolo sorrise nel bacio mentre afferrava l'altro dal retro della nuca, allacciando le sue mani tra di loro dietro di essa.
《 Lou- mormorò dopo qualche bacio e qualche strusciatina che l'altro stava compiendo contro il suo bacino- vai 》
Louis annuì e tolse i suoi boxer insieme a quelli del riccio, che erano gli ultimi indumenti che impedivano il contatto diretto tra i loro corpi.
<< Se dovessi-- >> proruppe Louis nel silenzio della stanza.
Harry lo interruppe con un bacio sulla guancia e annuendo.
Louis lo guardò un’ultima volta inumidendosi le labbra per poi sporgersi verso il comodino per prendere un tubetto di lubrificante. Harry lo guardò divertito, alzando le sopracciglia.
<< E quella? >> chiese ridacchiando il suo piccolo e—okay Louis stava arrossendo, ed Harry non lo aveva mai visto arrossire da quando lo conosceva.
<< Potrei.. p-potrei aver fatto qualche giro in città, qualche tempo fa >> sussurrò piano Louis sembrando, effettivamente, in imbarazzo.
Harry rise, guadagnandosi un’occhiataccia mal celata dal più grande. Poi allargò un po’ di più le gambe e circondò il bacino dell’angelo, invitandolo ad iniziare.
Questi prese un po’ di liquido sulle dita e iniziò a tastare l’entrata del riccio, che rabbrividì al contatto per lo sbalzo di temperatura al quale era stato sottoposta la sua pelle.
Louis lo violò con un dito e Harry sussultò, stringendo i denti. Dava fastidio, ma non faceva male come l’ultima volta. Dopo averlo preparato per qualche istante, fece scivolare un altro dito dentro e questa volta il più piccolo si agitò un po’ di più.
Louis alzò lo sguardo e fisso il ragazzino che, seppur un po’ più irrequieto, sembrava mantenere la calma. L’angelo sforbiciò giusto un po’ e questa volta Harry ansimò stringendo le dita sulle lenzuola.
<< Tutto okay Haz? >> Harry annuì poco prima di sorridere per quell’appellativo con il quale l’angelo si era rivolto a lui.
Louis aggiunse un terzo dito e cercò di preparare il più piccolo al meglio, per evitare che soffrisse. Dopo qualche minuto, estrasse le dita dal corpo di Harry e cercò di preparasi, prendendo un altro po’ di lubrificante e passandolo lungo la sua stessa lunghezza.
Harry lo guardò mordendosi il labbro, pensieroso. Poi, in un momento di coraggio si sollevò appena e trascinò la sua mano sull’eccitazione dell’altro.
Louis lo lasciò fare, facendosi scappare qualche gemito che non sfuggì all’altro.
Harry sorrise e Louis lo spinse di nuovo giù, nella posizione precedente.
<< Vado? >> chiese l’angelo per l’ennesima volta.
<< Vai >> rispose Harry, un po’ nervoso, ma felice.
Louis entrò lentamente dentro Harry trattenendo un gemito.
Harry urlò. Letteralmente. Qualche lacrima sfuggì dal suo controllo e si depositò sulle sue guance.
Louis se ne accorse e si chinò su di lui per toglierle via con le labbra. Harry gli regalò un sorriso acquoso, che l’angelo ricambiò con uno sguardo preoccupato.
Restarono entrambi fermi per qualche istante, di modo che il riccio si abituasse alla sua presenza, nonostante Louis sentisse il necessario bisogno di muoversi.
Dopo un po’ l’angelo si mosse giusto un po’ ed Harry si sentì morire dentro. Bruciava, ma doveva, voleva resistere.
Louis portò le mani del riccio sulle sue stesse spalle, cosicché questi potesse aggrapparsi a lui. Dopo qualche spinta, Harry si abituò al fastidio, ed esso si tramutò in piacere.
Si aggrappò alla schiena dell’altro ancorando le gambe al suo bacino e graffiandogli la schiena. Louis ansimò contro le sue labbra ed Harry gemette, iniziando ad incontrare le spinte dell’angelo.
<< Louis >> gemette contro l’orecchio dell’altro. Questi capì di cosa avesse bisogno e scese con una mano tra i loro corpi connessi, per lambire l’erezione del riccio che riposava contro il suo stomaco.
Harry gemette e Louis venne al suono della voce roca e graffiata dell’altro. Strinse di più l’eccitazione del riccio tra le dita mentre il suo corpo era percorso dai brividi.
E così anche Harry venne sussurrando il nome di Louis come se fosse una cantilena.
Il liscio alzò lo sguardo verso il riccio e questi si poté beare della visione del viso di Louis.
Le pupille dilatate, le guance rosse e le labbra gonfie: Harry era quasi sicuro che il viso dell’altro fosse il riflesso del suo.
L’angelo baciò il riccio a fondo, lentamente, per poi sfilarsi da lui e stendersi proprio al suo fianco, lasciando che questi si accoccolasse contro il suo petto.
 
**************
<< Li ho visti Al >> disse il castano, inspirando il fumo della sigaretta che teneva tra le dita. La guardò come se volesse incenerirla con lo sguardo e poi la gettò a terra in modo disgustato.
<< E allora? >> chiese indifferente l'altro mentre continuava a guardare il soffitto, poco interessato.
Nick sbuffò e si rigirò tra le lenzuola, fissando Allan, cercando un contatto visivo che l'altro non gli concesse.
<< Quando hai intenzione di intervenire? >> gli chiese questi, aspettandosi una risposta che non tardò ad arrivare.
Allan ruotò il capo e gli rivolse un ghigno prima di rispondere.
<< Ogni cosa a tempo debito >> disse, lasciando fluttuare la frase tra di loro.
<< Ma perché tutta questa fretta? >> Spezzò poi il silenzio creatosi.
Nick sospirò. In realtà forse era solo geloso e desiderava che ogni contatto tra Allan e Louis finisse al più presto.
<< Nulla...e che mi dispiace per quel tipo, Harry-- mentì-- e prima finiamo tutto questo, prima lo elimineremo dalla faccenda >> rispose dopo un po'.
L'altro rise in modo gutturale e al castano vennero i brividi.
<< Quel ragazzino non sa di avermi offerto la vendetta su un piatto d'argento >> disse, mugolando e strofinando la testa contro il collo di Nick che portò automaticamente una mano ad accarezzare i capelli dell'uomo.
<< Tu non mi abbandonerai, vero? >> chiese questi alzando la testa e fissando Nick negli occhi, in modo innocente.
Il castano lo guardò negli occhi, rossi e vitrei, e questi sembrarono incantarlo ancora una volta, facendolo annuire tranquillamente.
"Bene--mormorò-- adesso che ne dici se festeggiamo il capodanno a modo nostro?" concluse poi, iniziando a mordicchiare il collo del giovane.
quest'ultimo non rispose, ma si limitò a baciare l'altro con passione.
Ebbe un po' timore quando in quel bacio non vi lesse null'altro che eccitazione, nemmeno un po' dell'amore che lui provava nei suoi confronti.
Diede ancora una volta la colpa a Louis, che indirettamente era ancora parte della vita di Allan.
E a Nick non andata affatto bene. Per questo, mentre scendeva con le labbra a lambire ogni centimetro del petto del ragazzo, si ripromise che avrebbe fatto di tutto per distruggere l'angelo.
Anche a costo di ferire un'innocente.





Angolino autrice:
ed eccomi qui! Dopo appena cinque giorni dall'ultimo aggiornamento (stento ancora a crederci lol).
Parlando del capitolo, finalmente- finalmente- Louis concede ad Harry di donarglisi completamente, con grande gioia del ricciolino (e anche nostra, grazie tante). Proprio su questo punto volevo soffermarmi: non so se ho espresso al meglio la delicatezza e la dolcezza di entrambi, ma al tempo stesso la passione e l'urgenza che anima i due.
Mi farebbe davvero piacere se commentaste questa parte in particolare per farmi sapere se vi è piaciuta o se avreste cambiato qualcosa.
Nella mia mente funziona tutto alla grande, ma quando devo scrivere questo genere di scene, mi impanico e -- okay.
Per quanto riguarda l'ultima parte, lasco a voi immaginare cosa Allan e Nick abbiano intenzione di fare.
Fate le vostre supposizioni, io vi dico semplicemente che questi due personaggi avranno un ruolo molto importante tra qualche capitolo.
Ringrazio ancora una volta chi segue, commenta, e preferisce la storia.
Inoltre vorrei dedicare questo capitolo alla mia piccina Giuls, che sta ancora aspettando di leggere questa scena (love you bae).
Alla prossima, 
-Denny. X

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Capitolo 17
*** Help ***


Sette giorni dopo.
 

<< Dai Haz tocca a te >>.
Harry stava seduto sul pavimento a gambe incrociate, imitando la posizione di quelli che erano diventati i suoi amici più stretti, nonché Niall e Lizzie che, seduti a cerchio accanto al riccio, lo avevano costretto a giocare a obbligo o verità.
Il ragazzo sbuffò alla voce Niall e successivamente mormorò un “verità” sospirando pesantemente. Era inutile dire che quel gioco non lo soddisfacesse affatto: il riccio non aveva la malizia di Niall né l’audacia di Lizzie, per questo motivo le sue domande e gli obblighi che costringeva ai due amanti- si Harry aveva scoperto che il biondo e la rossa stavano insieme ufficialmente- erano spesso noiosi e privi di inventiva, mentre al contrario, quelli rivolti a lui erano piuttosto umilianti e spesso lo mettevano in imbarazzo.
Oltre questo però, Harry amava la compagnia di quei due, soprattutto quando Louis era via a fare dio-solo-sa-cosa e lui non aveva con chi trascorrere il tempo.
Proprio mentre Lizzie stava per porre chissà quale domanda al riccio, dopo aver scambiato uno sguardo d’intesa col biondo, la porta della camera si aprì rivelando un Liam piuttosto calmo. Non che solitamente il ragazzo non fosse un tipo calmo, ma quel giorno già in molti avevano ammesso di averlo visto molto più quieto del normale, quasi fosse giù di morale.
<< Ehi Lì, va tutto bene? >> chiese Niall non appena questi si fu accomodato a gambe incrociate accanto ad Harry. Il castano annuì, sforzandosi di sorridere.
<< Posso stare un po’ qui con voi? >> chiese con una timidezza che non gli apparteneva. In fondo, era il capo della Sesta Piuma*.
Fu Lizzie a rispondere, osservando il ragazzo come se lo stesse vivisezionando da lontano. Era questa la dote della ragazza. Harry aveva scoperto che seppur- ovviamente- gli angeli non avessero poteri o roba simile, ognuno di essi aveva qualcosa di speciale, una qualità unica nel suo genere. Aveva inoltre capito che il suo angelo custode era in grado di analizzare l’anima di una persona attraverso i gesti, che osservava in modo quasi inopportuno, mettendo a disagio il soggetto delle sue “analisi”.
<< Certo che puoi. Ma Zayn? >> disse la rossa e a quelle parole il labbro inferiore di Liam tremò impercettibilmente, tanto che il riccio non se ne accorse. Il movimento non sfuggì però ai due angeli.
<< Non so dove sia sinceramente. Credo ci raggiungerà più tardi >> sorrise lievemente Liam, cercando di mascherare il suo nervosismo.
<< Avete discusso? >> chiese a bruciapelo la ragazza, il tono di voce mortalmente serio.
Liam fa finta di rifletterci un po’ su prima di rispondere. C’è tensione nell’aria, Harry riesce a sentirla sulla sua pelle.
Il mutismo del ragazzo castano porta i tre a capire che sì, ha discusso con Zayn.
<< Risolverete >> concluse Lizzie rivolgendo un sorriso di rassicurazione al suo interlocutore. Successivamente si rivosge al riccio, continuando il gioco.
Harry sbuffò e gli altri iniziarono a ridacchiare. L’atmosfera tesa sembrò essere sparita, anche se nel corso del pomeriggio la rossa continuò a gettare di tanto in tanto sguardi preoccupati a Liam.
Sul finire del pomeriggio, dopo altri sette giri di obbligo o verità- Harry era quasi felice che sia arrivato il tempo di lavorare per gli angeli, grazie tante- alla porta della camera Horan bussò qualcuno.
I quattro si lanciarono degli sguardi perplessi a vicenda, prima che una figura familiare facesse irruzione nella loro visuale.
Ad Harry mancò un battito non appena vide Louis entrare con nonchalance e salutare tutti con un energico “ciao”, prima di chinarsi verso di lui e lasciargli un piccolo bacio sulle labbra. Era frustante sentire i brividi lungo la schiena ogni qual volta l’angelo lo sfiori, ma Harry non può fare a meno che rabbrividire.
Era così strano per lui essersi legato a questo ragazzo in così poco tempo. Il riccio sentiva di non avere più difese contro ciò che Louis- puntualmente- gli faceva provare.
Il giovane umano venne riportato alla realtà dalla voce dell’irlandese.
<< Ehi ricciolino, sei ancora tra noi o no? >>  chiese divertito. In quel momento Harry si accorse che i quattro stavano parlando tra di loro, mentre lui si era imbambolato a guardare Louis. O meglio, il pomo d’Adamo di Louis che si muoveva ogni qualvolta parlasse e che serviva a far impazzire Harry più di quanto fosse lecito.
Questi si riscosse arrossendo e annuendo a Niall.
<< Ti dico che non c’è bisogno, Lou >> stava dicendo Liam, il riccio non aveva idea di cosa stessero discutendo.
<< Lì davvero, posso venire tranquillamente stasera. Non vi aiuto da troppo tempo >> era vero, Harry poteva confermarlo. Quando la sera gli Angeli dovevano andare in missione tra gli umani, Louis era solito andare con loro e aiutare. Era, però, da un po’ di tempo che il ragazzo rinunciava, preferendo restare a tener compagnia ad Harry.
Liam sospirò. Non aveva voglia di discutere anche con Louis; per questo motivo annuì arrendevole.
<< Bene ragazzi, io direi che è ora di prepararci >> disse Niall, alzandosi per poi porgere una mano alla sua ragazza ancora accovacciata a terra.
Successivamente fu il turno di Harry, Louis e Liam che, dopo essersi alzati, uscirono dalla stanza di Niall, diretti ognuno alle proprie rispettive.
***
Entrati in camera, Harry si perse ad osservare Louis che si preparava in silenziose.
<< Sei troppo silenzioso oggi sweetie >> gli disse infatti l’angelo mentre indossava uno dei suoi soliti dolcevita rigorosamente nero.
Harry scrollò le spalle da dove si trovava, ovvero appollaiato sulla poltrona. Dopo un po’ parlò, mettendo fine al silenzio che colmava l’aria.
<< A che ora tornerai? >> disse, fingendo di sembrare tranquillo. In realtà Louis gli era mancato molto quel giorno, visto che l’ultima volta che ci aveva parlato era stata la mattina, quando il lisco era poi uscito dalla camera dicendo di avere un impegno urgente.
Louis si fermò un attimo dal suo via vai tra bagno-camera e lo osservò.
<< Presto. Molto prima rispetto alle altre sere, non abbiamo molte persone da visitare stanotte >> sussurrò mentre si avvicinava al riccio.
Questi lo guardò dal basso verso l’alto annuendo poco convinto.
<< Ehi c’è qualcosa che non va? >> il liscio portò una mano tra i ricci di Harry, massaggiandogli dolcemente la cute. Stessi ricci che poi vide smuoversi, mentre Harry scuoteva la testa, negando.
L’angelo si chinò poi su di lui, baciandogli le labbra. Harry ricambiò e si lasciò baciare. Dio, quanto gli era mancato. Ancora una volta Louis parve leggere nella sua mente, dato quello che disse subito dopo.
<> .
Il riccio aggrottò la fronte.
<< Che genere di cazzata? >> chiese poi. Louis sembrò combattuto se parlare o no.
<< Bhe, non so se hai saputo che lui e Liam hanno litigato >> il riccio annuì << Liam non mi ha detto per quale motivo, ma ieri notte è venuto e mi ha chiesto- supplicato- di cercarlo, perché lui non riusciva a trovarlo. Quindi presumo sia una cosa seria, niente di irrimediabile comunque >> aveva continuato.
<< Lo hai trovato? >> chiese Harry, sinceramente preoccupato. Anche se tra lui e il moro non ci fosse una solida amicizia, il riccio era comunque preoccupato perché ormai lo considerava un amico all’interno di quel posto così speciale.
Louis negò. Poi prese le mani del più piccolo per costringerlo ad alzarsi in piedi.
L’umano eseguì e poco dopo si ritrovò sulle gambe del più grande, il quale aveva preso il suo posto sulla poltrona.
<< Mi sei mancato anche tu >> bofonchiò questi affondando il naso tra i capelli di Harry e lasciandogli piccoli baci umidi sulla nuca.
Il riccio rabbrividì e cinse il collo del maggiore con entrambe le braccia. Louis portò le sue mani sui fianchi dell’altro stringendolo contro il suo corpo.
Stettero così per un po’, in silenzio a bearsi l’uno della compagnia dell’altro. Louis con il confortevole peso di Harry addosso e questi con la testa incastrata nell’incavo del collo dell’altro.
***
Erano ore che si trovava lì. Non si era mosso da quel posto perché non sapeva dove altro sarebbe potuto andare senza che qualcuno lo disturbasse.
Gli occhi rossi per le lacrime, l’ennesima sigaretta della giornata tra le labbra, Zayn se ne stava seduto a terra, in uno dei corridoi più deserti della Seconda Piuma.
Cercò di schiarirsi la gola secca per via del pianto e alzò gli occhi al cielo inspirando di nuovo dalla sua Marlboro.
I ricordi della discussione con Liam erano ancora vividi nella sua mente da quando lo aveva lasciato da solo in camera.
Erano rare le occasioni per discutere, tra di loro. Avevano una sorta di sintonia che tutti nella Sesta Piuma invidiavano. Nessuno poteva vantare tale relazione quanto loro. A volte però questa sintonia si spezzava e i due finivano per litigare, ma ogni qualvolta questo avveniva, i disguidi venivano risolti in pochissimo tempo e i legami ricuciti più forti di prima. Ma questa volta era diverso.
Zayn non era riuscito a frenare la disperazione e si era rifugiato lontano da tutti. Non aveva però intenzione di mollare: se Liam non lo avrebbe ascoltato, si sarebbe rivolto a qualcuno che poteva aiutarlo a risolvere la situazione.
Qualcuno che mai nella sua vita avrebbe pensato di poter supplicare.
Allan.
 

 

 
 
*Per quelli che ancora non ricordano cos'è la Sesta Piuma, vi consiglio di riguardare il capitolo "78, Tomlinson"
 




Angolo autrice:
Buonaseraaaa. Sono uhm, due settim-quattro mesi che non aggiorno? Allora sono proprio da fucilare senza pietà, eh.
Parlando seriamente, mi dispiace davvero davvero tanto di non aver potuto aggiornare prima, ma ho avuto problemi su problemi che adesso non so a elencarvi, vi basti sapere che ho perso la pendrive sulla quale avevo salvato il capitolo-due mesi fa- e che probabilmente ci sarà qualche tizio del mio paese che si è letto tutti i miei appunti di fanfiction e visto il mio smut larry..
But, andando al capitolo: questo è uno di passaggio, ma FONDAMENTALE perché ahimè da qui si complicheranno le cose.
Sappiate che dal prossimo capitolo ci sarà angst, angst, angst e ancora angst che io personalmente ADORO, ma preferisco non spoilerare.
Ovviamente tutto ciò implicherà Zayn (no, ma dai?) e lo scoprirete solo leggendo.
Mi scuso ancora con i lettori che probabilmente mi avevano dato per morta, ma in ogni caso se mai si dovesse ripresentare una situazione simile (cosa difficile, dal momento che senza lo stress della scuola, spero di riuscir ad aggiornare nuovamente una volta a settimana) non pensate mai che non abbia più intenzione di continuare. In questa storia, per quanto stupida o insensata possa sembrarvi, c'è molto di me, della mia vita, del mio carattere e di coloro che mi circondano. Quindi stay tuned in ogni caso, davvero.
Alla prossima, con affetto
-Denny

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Capitolo 18
*** Enough ***


Era notte ed Harry era solo in camera, dal momento che Louis era in città con gli altri della Sesta; quindi non aveva molto da fare se non che fissare il soffitto.
Probabilmente si era addormentato inconsapevolmente perché quando aveva riaperto gli occhi, dopo aver sbattuto le palpebre, aveva visto un'ombra sulla poltrona dove lo aveva accolto Louis la prima volta che si erano incontrati ufficialmente.
Harry aveva corrugato le sopracciglia perché, non poteva esserci nessuno oltre lui, visto che dalla porta nessuno era entrato né uscito nelle ultime quattro ore. Eppure. Harry era leggermente in ansia:l'adrenalina scorreva tra le sue vene.
Forse che l'angelo fosse entrato senza che il riccio se ne accorgesse? Improbabile.
Harry stava fissando la porta, sperando nel ritorno di Louis da quando questi lo aveva lasciato lì dopo un bacio a fior di labbra.
Dopo qualche istante e parecchio sudore dopo, la porta della camera si era aperta e la luce si era accesa.
Louis comparve nel suo solito maglioncino nero, avvolto tra skinny jeans che lasciavano ben poco all'immaginazione. Inutile dire che la vista lasciò il riccio senza fiato.
<< Ciao >> sussurrò l'angelo,  stirando le labbra in un sorriso pigro, ma sincero.
Harry gli sorrise di rimando, per poi rivolgere lo sguardo verso la poltrona, trovandola vuota.
Lo avrò sognato, pensò.
Louis si accorse del suo sguardo e gli si avvicinò mentre iniziava a togliersi le scarpe.
<< Che succede Haz? >> chiese corrucciando le sopracciglia.
Il riccio scosse la testa, prima di allargare braccia per invitare l'angelo ad abbracciarlo.
<< Aspetta che mi cambio e arrivo >> disse questi, facendo l'occhiolino al riccio, mentre si dirigeva verso il bagno.
Harry lo aveva già visto  nudo, ma Louis non si faceva mai vedere quando cambiava vestiario soprattutto quando tornava dal suo - lavoro serale.
Non appena l'angelo tornò in camera, Harry non poté fare a meno di mordersi il labbro, fissando insistentemente l'outfit del ragazzo.
Aveva indosso un pigiama, uguale a che Harry si era ritrovato addosso la mattina che era giunto dagli angeli. E dio-- non fategli commentare come quel pigiama fasciasse i suoi fianchi o il suo culo-- okay, il concetto era chiaro.
<< Che hai fatto mentre non c'ero, piccolo? >> chiese Louis dopo essersi sdraiato a letto e aver lasciato che il riccio posasse il capo sul suo petto.
Harry rabbrividì per come lo aveva chiamato l'altro ragazzo e dopo essersi stretto ancor più contro di lui  <> sussurrò dolcemente lasciandosi cullare dal castano che aveva cominciato ad accarezzargli i capelli, facendolo mugolare.
Il ragazzo più grande si accorse dei mugolii del più piccolo e sorrise contro i suoi ricci.
<< Che ne dici se dormiamo un po' adesso? >> disse, schiacciando un bacio sulla fronte ricoperta di riccioli.
Il possessore di essi alzò lo sguardo per incontrare quello dell'angelo, con un'espressione incuriosita sul volto.
<< Tu non dormi >> disse spicciolo.
<< Ma tu si >> ribatté il castano prima di aggiungere << quindi taci a dormi >>
Harry corrugò le sopracciglia, ma si mise comunque nella posizione di prima.
Dopo pochi istanti che Louis ebbe spento la luce - come cazzo ha fatto lo sa solo lui dal momento che l'interruttore è vicino alla porta- parlò di nuovo.
 << Haz? >> lo chiamò.
<< Mh? >> Mormorò questi.
<< Buonanotte piccolo mio >>
<< Buonanotte Lou >>
 
******
Qualcuno stava battendo alla porta, Louis ne era sicuro. Si spostò attentamente, scostando il capo riccioluto di Harry dal suo petto per poggiarlo sul cuscino. Il ragazzo mugugnò, abbracciando le coperte, beato tra le braccia di Morfeo. Louis non poté fare altro che provare un moto di smisurato affetto nei confronti di quel ragazzino che gli aveva strappato il cuore dal petto e lo aveva fatto suo.
Si mosse soltanto quando sentì un altro colpo contro la porta. Si diresse verso di essa e l'aprì lentamente, rimanendo interdetto davanti a ciò che si trovò davanti.
Zayn se ne stava seduto a terra, la testa penzoloni tra le gambe, mentre
Non si udiva alcun rumore tranne il suo respiro affannoso.
Louis si avvicinò cautamente, pensando a come agire.
Dopo pochissimo tempo il moro alzò lo sguardo e lo piantò insistentemente su quello del liscio. Poi, sorprendendo Louis e probabilmente anche se stesso, scoppiò a ridere.
L'angelo dagli occhi blu si sedette al suo fianco, aspettando che le sue risa si placassero.
<< Che succede Zay? >> chiese quando questo avvenne, il suddetto ragazzo si girò verso di lui e lo osservò.
<< Liam va via >> disse con la voce piuttosto roca. Louis pensò di aver capito male e stava per replicare prima che il moro ribadisse il concetto.
<< Liam se ne va >>
<< Zay ma che stai dicendo >> rise nervosamente Louis prima di accorgersi che l'altro stava parlando seriamente.
<< Cosa cazzo stai dicendo Zayn? >>Ripeté a voce più alta il ragazzo.
<< È così. Per questo abbiamo litigato >> riprese il moro, accendendosi una sigaretta.
 
Trenta ore prima.
 
Zayn entrò in camera di Liam che erano le 8 pm in punto.
Si diresse, come al solito, verso il letto per buttarvisi sopra senza troppe cerimonie, constatando- dal rumore proveniente dal bagno annesso- che il suo amante fosse sotto la doccia. Si rilassò contro la testiera del letto e attese con calma che Liam finisse.
Nel frattempo il suo sguardo cadde su un foglio ripiegato sul comodino e- aggrottando le sopracciglia- si sporse per afferrarlo.
Apri quella che si rivelò essere una lettera che era già stata aperta- probabilmente da Liam stesso- e lesse riga per riga le parole che sporcavano il foglio bianco.
Il fiato gli si bloccò in gola e le mani iniziarono a tremargli violentemente. In quel momento Liam uscì dal bagno. Il sorriso gli morì sulle labbra non appena vide cosa Zayn stringeva tra le mani.
<< Trasferimento? >> chiese quest’ultimo con la voce spezzata dal panico.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola si avvicinò a lui e cercò di spiegare cosa quella lettera, tanto discussa dal Consiglio, stesse a significare, ma Zayn non gliene diete il tempo, alzandosi e allontanandosi dalla sua presa.
<< Zay, ti prego, posso spiegarti >> supplicò Liam, ma l’altro non lo ascoltò nemmeno.
<< Cosa c’è da spiegare, mh? Qui c’è scritto chiaramente che se quel fottuto Harry o come ti pare non se ne andrà di nuovo nel suo mondo, tu verrai trasferito in un altro distretto per “mancata professionalità” >> il moro sbraitò.
<< Quando avevi intenzione di dirmelo? E soprattutto, quando lo avresti detto a Louis? Quel ragazzino deve andarsene al più presto >>.
Liam non rispose, ma si limitò ad abbassare lo sguardo. Zayn capì immediatamente le sue intenzioni e sbuffò rumorosamente allargando le braccia.
<< Tu non vuoi mandarlo via >> realizzò il moro.
<< Zay, ti preg- >>
<< No Liam, ti prego un cazzo- alzò la voce- sono stanco di vederti preferire Louis a me. Ti sei anche solo fermato a pensare per un attimo a come potessi sentirmi io? Sei disposto a lasciare me qui da solo per far felice un finto angelo innamorato di un ragazzetto umano? >>
<< Louis è un angelo, Zayn >> disse Liam a denti stretti.
<< Non è uno di noi, svegliati cazzo Liam! >> quasi urlò Zayn, avvicinandosi pericolosamente al ragazzo.
<< Louis ha sofferto tanto, dobbiamo aiutarlo >> sussurrò Liam.
<< Vuoi sapere qual è la verità, Lì? La verità è che sei ancora fottutamente innamorato di lui e io sono stanco di essere la tua seconda scelta >> disse Zayn, le lacrime avevano iniziato a scorrere lungo le sue guance, ma lui non se ne curò.
Liam alzò repentinamente la testa a quelle parole.
<< Non dire cazzate. Sai che ti amo più della mia stessa vita >> disse guardandolo fermamente negli occhi. Zayn si lasciò sfuggire una risatina amara.
<< Così tanto che preferisci lasciarmi pur di far felice lui >> scosse la testa tirando su col naso. Zayn non era solito piangere spesso, ma quando lo faceva era uno spettacolo pietoso, capace di sciogliere anche il cuore più duro.
Liam restò in silenzio, finché non sentì Zayn pronunciare un flebile “bene” prima di lasciare definitivamente la camera del suo amante.
 
 
<< Mi dispiace Zay... se Liam me lo avesse detto io- >> disse Louis dopo che il moro gli ebbe raccontato a grandi linee la situazione.
<< Ma sei ancora in tempo, Lou >> lo interruppe lui, puntando i suoi occhi velati di lacrime in quelli azzurri dell’altro.
****
Harry si svegliò che era ancora tarda notte- o mattina molto presto, che dir si voglia- non appena si accorse di essere da solo nel letto che condivideva da tempo con Louis. Si alzò per controllare che questi non fosse in bagno e sentì delle voci parlare fuori dalla porta. Si avvicinò con curiosità ad essa- sebbene normalmente non amasse origliare- e si mise in ascolto.
<< Ti prego Lou, non ti sei divertito abbastanza? Riportalo a casa >> la prima voce che identificò fu quella di Zayn, più roca del solito.
<< Hai ragione Zay, riporterò al più presto Harry a casa sua >> la seconda voce era più sicura e meno vacillante. E soprattutto era la voce di Louis. Del suo Louis.
“Non ti sei divertito abbastanza?”
“Ti sei divertito abbastanza”
“Ti sei divertito”
Harry non riuscì a capacitarsi di ciò che aveva sentito. Si accasciò a terra, accanto alla porta.
Il suo cuore perse un battito.
O forse più di uno.
 
 
 
Angolo autrice:
ODIATEMI PURE.
Vi avevo avvertito che questo capitolo sarebbe stato un po' tragico, ma io sinceramente ho adorato scriverlo e spero che non dispiacerà anche a voi.
Ho aggiornato in tempo record e sono abbastanza soddisfatta di questo, anche se non so quando avrò occasione di pubblicare il prossimo capitolo.
Parlando proprio di questo: vi invito ancora una volta a scrivermi cosa ne pensate, quali sono le vostre teorie sugli sviluppi della storia e qualsiasi altra cosa!
Vi ricordo il mio twitter ( @nexttoloujs) dove potete contattarmi quando volete per chiedere chiarimenti o semplicemente per parlare un po'.
Alla prossima
-Denny

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Capitolo 19
*** Silence ***


Harry grugnì mentre si rigirava tra le lenzuola. Sentì le guance tirare mentre si stiracchiava e apriva lentamente prima uno e poi l’altro occhio. Si abituò lentamente alla luce che regnava nella camera e si sedette, sentendo la gola arsa. Passo le dita di entrambe le mani sul viso e lo sentì appiccicoso. Poi, gli eventi delle ultime ore gli tornarono in mente.


Non riusciva a crederci.
Harry era immobile davanti alla porta, le voci di Zayn e Louis si erano ammutolite e dopo poco capì che Zayn se ne fosse andato, dopo aver ringraziato Louis con un flebile “grazie”.
Harry si era accasciato a terra dopo aver udito quelle parole... Louis si era divertito con lui e adesso lo avrebbe riportato a casa senza curarsi dei suoi sentimenti.
Che stupito era stato. Aveva seriamente creduto che Louis avesse potuto ricambiare l’amore che il più piccolo aveva iniziato a provare nei suoi confronti? Invece l’angelo voleva soltanto un passatempo e lo aveva trovato.
Il riccio si lasciò sfuggire un singhiozzo e abbracciò le sue stesse ginocchia poggiando il mento su di esse.
Dopo minuti che parvero infiniti, la serratura della porta scattò ed Harry vide la figura di Louis fare ombra davanti a lui. Alzò lentamente lo sguardo e puntò gli occhi velati di lacrime in quelli tristi e freddi di Louis.
Un brivido gli percosse la schiena. Quello davanti a lui non era Louis. Non era il suo Louis. Aveva gli occhi troppo spenti. L’azzurro nel quale si era abituato ad affondare ogni qualvolta lo guardasse sembrava non essere più così bello come era sicuro che fosse. Le sue labbra fini e sottili che Harry più volte aveva avuto occasione di assaggiare erano adesso strette tra di loro, bianche dalla forza che l’angelo stava applicando l’una contro l’altra.
Louis non fiatò. Si sedette, piuttosto, davanti al riccio con le gambe incrociate. Ricambiò lo sguardo in silenzio aspettando che fosse il più piccolo a parlare. Dopo poco tempo Harry sussultò e si lasciò andare al pianto, raggomitolandosi ancora di più su se stesso. Louis non riuscì a controllare l’istinto di muovere una mano verso di lui, attraversando la tensione che aleggiava tra i due. Harry si scostò appena, per non farsi toccare. Vide le dita dell’angelo iniziare a tremare prima che si arricciassero fino a chiudersi in un pugno, che tornò alla sua posizione originale.
<< Haz >> fu Louis a interrompere il silenzio. Harry sussultò al suono della sua voce, tirò su col naso e scosse la testa, come a voler eliminare quel suono dalla sua mente.
<< Harry >> il tono dell’angelo si fece più sicuro ed il riccio finalmente reagì.
<< Non parlarmi Louis. Non azzardarti a farlo >> disse cercando di sembrare arrabbiato. La sua voce però lo tradì, spezzandosi nel dire le ultime parole.
Louis lo guardò. Sapeva che Harry aveva sentito la sua discussione con Zayn, ma non era sicuro su quanto egli avesse captato del loro dialogo. Lo capì poco dopo.
<< Il tuo divertimento è finito. Zayn ha ragione, portami a casa >> disse, questa volta con tono più freddo, Harry.
<< Haz io- >> provò Louis, guardando da terra il riccio alzarsi e asciugarsi le lacrime. Avrebbe così tanto voluto alzarsi e abbracciarlo, asciugare le lacrime che scendevano dai suoi splendidi occhi e dirgli che non lo avrebbe mai lasciato, ma non poteva. Per il bene di Liam e per quello di Harry.
<< NON PARLARE >> urlò il riccio. Louis sussultò. Che fine aveva fatto il suo dolce e mite Harry? Quello che non aveva mai osato alzare la voce, soprattutto con lui? Quello che bramava i suoi tocchi e che adesso li evitava come fossero incandescenti? Lo aveva distrutto. Louis realizzò di aver distrutto Harry quando questi si girò verso di lui e sostenne il suo sguardo con il respiro affannato. Non una traccia di timidezza nei suoi occhi, solo lacrime e rabbia. O forse delusione.
<< Non parlare >> ripeté più piano, mentre cercava qualcosa con cui rivestirsi. Era abituato a dormire in biancheria da quando sapeva che Louis si sarebbe messo accanto a lui ad abbracciarlo nel sonno, procurandogli abbastanza calore.
<< Harry c’è stato un problema, devi credermi. Non puoi più stare qui, non è un mio capriccio. Credimi, Harry >> disse Louis, agitandosi e alzandosi in piedi. Non riusciva più a vedere Harry in quel modo, voleva spiegargli. Avrebbe mandato a puttane l’idea di lasciar calmare il riccio prima di dirglielo, ma non aveva più tempo.
Harry rise. Una risata amara, triste. Non la risata sbarazzina che le sue labbra carnose rilasciavano solitamente. Louis rabbrividì nuovamente.
<< Vuoi sapere qual è il problema, Louis? >> il riccio si avvicinò pericolosamente a Louis che rimase fermo a pochi centimetri da lui. Sentiva il respiro bruciare sulla sua pelle, a pochi centimetri dalle sue labbra. Poi qualcosa negli occhi verdi del ragazzino cambiò. Louis rivide per un attimo il vecchio Harry, quello che aveva iniziato ad amare, benché questi non lo sapesse.
<< Il fottuto problema è che mi sono innamorato di te >> sussurrò il riccio sottovoce, certo che l’angelo avrebbe sentito. Così fu.
Louis lo guardò intensamente negli occhi, cercando di non far trasparire nessuna delle emozioni che stava provando sul suo volto. Harry sorrise tra le lacrime e abbassò lo sguardo. Louis sapeva che se avesse dichiarato al riccio i suoi sentimenti sarebbe stato più difficile per lui dimenticarlo una volta ritornato alla sua vecchia vita; per questo stette in silenzio, continuando a guardare davanti a sé, immobile.
<< Tu non mi ami >> realizzò Harry, ad alta voce. Il riccio era convinto che se quelle parole fossero state false, Louis glielo avrebbe detto, magari urlato. Il silenzio che ne seguì dopo fu un’ulteriore conferma della veridicità di esse. L’angelo strinse gli occhi, senza proferir parola.
Harry inspirò e dopo aver sussurrato un flebile “bene” uscì dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Poi, si accasciò su di essa, piangendo silenziosamente.
In fondo, se lo aspettava.


Un groppo in gola grande quanto un mattone si depositò nella sua gola quando ricordò come Louis lo avesse lasciato andare, in silenzio.
Un colpo di tosse lo riportò al presente. Si voltò e vide il volto familiare di Niall davanti a sé. Era seduto sul letto a gambe incrociate nello stesso letto in cui si era svegliato. Il riccio lo guardò e rimase in silenzio.
Quando Harry era uscito dalla camera di Louis, non aveva idea di dove poter andare. Così aveva bussato alla camera di Niall, trovandolo- fortunatamente- da solo. Il biondo aveva guardato incuriosito il volto sconvolto del ragazzino prima di attirarlo tra le sue braccia, lasciando che piangesse contro la sua spalla.
Non gli aveva chiesto cosa fosse successo, non era il momento.
Fu Niall a parlare dopo aver sospirato pesantemente.
<< Harry, ho parlato con Lou mentre dormivi >> disse con aria colpevole mentre il riccio a quelle parole lo guardava come tradito.
<< Non voglio che lo nomini ti prego n-non dirmi nulla >> chiese, l’aria da duro della sera precedente era scomparsa, facendo riemergere la timidezza e l’insicurezza che Harry ostentava solitamente. Niall annuì e si avvicinò al riccio, lasciando che questi appoggiasse la testa dell’incavo del suo collo.
Harry tirò su col naso e rimase lì avvinghiato al ragazzo biondo.
<< Mi dispiace essere piombato qui all’improvviso Nì, è che non avevo dove andare. Sei l’unico amico che ho qui >> sussurrò piano il riccio. Il biondo gli strinse una spalla, contrariato.
<< Non dire così. Non preoccuparti di essere venuto qui, hai fatto la cosa giusta. E soprattutto non dire che non hai altri amici, c’è Liam, Zayn, Lizzie- >> elencò il biondo. Harry scosse la testa stringendo più forte il ragazzo. Lizzie gli aveva mentito, non era sua amica per quanto lo riguardava.
Ricordava come quel pomeriggio gli avesse detto che Louis lo amava e come il riccio ci aveva creduto, seppur con qualche dubbio. Alla fine, anche lei aveva semplicemente giocato con lui, schierandosi dalla parte di Louis e aiutandolo facendo affezionare il riccio, pur sapendo che l’angelo non avrebbe ricambiato. Non disse nulla per non infastidire Niall, dal momento che si trattava della sua ragazza.
<< Harry>> lo richiamò il biondo dopo un po’. Harry si scostò dall’abbracciò e lo invitò a proseguire mugugnando un leggero “mh?”.
<< Devo raccontarti una cosa. Ho promesso di non farlo, ma voglio che tu sappia >> proseguì, meritandosi uno sguardo confuso da parte del riccio.
<< Devi sapere cosa è successo a Louis, no aspetta fammi finire- Niall vide il ragazzino iniziare a mormorare che non voleva sapere nulla di lui-, so cosa è successo tra di voi stanotte e non ho intenzione di parlare di questo, te lo assicuro. Devo raccontarti un’altra cosa, sono sicuro che dopo mi ringrazierai >> disse sicuro.
Harry corrugò la fronte, ma non disse nulla aspettando che il biondo iniziasse a parlare. Niall sospirò e poi iniziò a parlare.
<< Ti ricordi cosa mi chiedesti quando venisti qui la prima volta? >> chiese al riccio.
Harry frugò tra i suoi pensieri cercando di ricordare, dopo un po’ annuì.
<< Ti chiesi se voi aveste le ali >> rispose. Niall annuì, contento che il riccio avesse capito.
<< Bhe, non ti ho detto tutta la verità quel giorno >> disse portandosi goffamente una mano a grattarsi la nuca.


<< Ci siamo Nickey, manca poco amore >> disse felice l’omaccione in piedi davanti a lui. Il ragazzo castano sorrise a sua volta, rendendosi conto dell’imminenza dei loro piani. Finalmente tutto sarebbe andato bene. Avrebbero sistemato quella faccenda e sarebbero stati felici, insieme. Era tutto quello che desiderava. Vivere felicemente con l’uomo che amava, senza che nessun angelo dagli occhi azzurri si mettesse in mezzo. Un po’ gli dispiaceva per quel ragazzino riccio. Lo aveva osservato e dai suoi occhi aveva capito quanto innamorato fosse di quel Louis. Quasi si era tirato indietro davanti a quello sguardo, ma aveva capito che per una volta avrebbe dovuto essere egoista. Così, si prese di coraggio e scrisse una lettera anonima al membro più importante del Consiglio, sperando che invitasse Louis a mandare via il riccio. Così era stato, semplice. Non si era pentito di quello che aveva fatto, ma ogni tanto si fermava a pensare che forse, per lui, sarebbe potuto esserci un destino migliore, qualcosa di meglio per la sua vita, ma ogni volta si girava verso Allan e ammetteva a sé stesso che per lui non ci sarebbe stato meglio nella vita.
<< Si, lo so >> rispose a questi, sorridendogli brevemente.
<< Ti vedo accigliato, c’è qualcosa che non va? >> chiese dolcemente al ragazzo. Questi sorrise con più enfasi: era raro che Allan si comportasse in modo dolce nei suoi riguardi e quelle poche volte il cuore minacciava di scoppiargli dentro al petto.
Scosse la testa e si avvicinò al suo compagno prendendogli la mano.
<< Guardali, non sanno cosa li attende >> sussurrò questi, baciando le nocche della mano di Nick, intrappolata nella sua.
Il ragazzo castano appoggiò la testa sulla sua spalla, guardando le due figure sedute di spalle a pochi metri davanti a loro.
<< No, non lo sanno >> disse infine.



A Louis quel posto era sempre piaciuto. Non sapeva perché, ma gli era sempre sembrato un ottimo posto per pensare.
Anche quella volta non aveva fatto altro che rifugiarsi in quell’angolo di città che si ergeva sotto di loro, in quella terrazza che anni prima aveva ospitato la sua famiglia.
Sospirò, voltandosi verso colui che gli aveva fatto compagnia nelle ultime ore.
Zayn stava seduto con le gambe penzoloni proprio accanto a lui, con gli occhi rossi, ma asciutti e le labbra serrate.
<< Lui ti ama, lo sai >> disse Louis, sapevano entrambi chi fosse il soggetto della frase. Non c’era bisogno di specificarlo.
<< Quello che è successo anni fa, è rimasto anni fa. Nessuno dei due ha memorie di quel periodo. Sai che sia io che Liam ci siamo buttati alle nostre spalle quella storia >> continuò poi, alludendo alla relazione che Louis e Liam avevano consumato anni e anni prima. Prima di Zayn. Prima di.. Harry.
<< Lo so >> dichiarò Zayn. Louis non capì se sicuro o incerto delle sue stesse parole.
<< Allora perché gli hai detto in quel modo? Era distrutto Zayn, non sto scherzando. Avresti dovuto vederlo. E’ venuto da me, affinché cercassi te. Non per stare con me, te ne rendi conto, sì? >> chiese l’angelo dagli occhi blu. Il moro si limitò ad annuire.
<< Bene >> sussurrò Louis.
<< E’ che speravo negasse, che mi dicesse che mi sbagliavo, che non ti amava più. Volevo convincerlo a restare, volevo convincerlo che ne vale la pena >> disse finalmente Zayn.
<< Tu ne vali la pena Zay, non te ne rendi conto? Ne vali la pena, cazzo. Liam lo sa ed anche io >> disse il liscio ricercando lo sguardo dell’altro, che non tardò a intercettare.
Zayn sorrise e si avvicinò a Louis, abbracciandolo.
<< Che farai con Harry? >> chiese in un sussurro. Sentì Louis sospirare.
<< Lo lascerò andare >>
<< Mi dispiace >> strinse la presa intorno a quello che negli ultimi anni era diventato il suo migliore amico.
<< Lo so >>.


<< Niall parla >> supplicò Harry, una brutta sensazione ad attanagliargli le viscere.
<< Louis le ali le ha >>




Precisazione: la parte in corsivo è, ovviamente, un flashback, mentre nell'ultima parte del capitolo ci sono diversi cambi di scena, spero di essere stata abbastanza chiara nello scriverli.
Angolino autrice:
EE BUONASERA. Questo è forse il capitolo- insieme al prossimo- più importante di tutta la storia. L'ho scritto mentre ascoltavo Einaudi che tira fuori l'angst che è in me, quindi prendetevela con lui, non con me. Posso sclerare su quanto sia piccino Harry? No, io non posso, MA voi si, quindi commentate e ditemi voi. Su Louis non mi soffermo perché tesserei le sue lodi per tutto il giorno se solo potessi *sigh*.
Allora, detto questo, andiamo alle cose più importanti. Nel prossimo capitolo leggerete sicuramente della storia di Louis e finalmente avrete chiarezza sui vostri dubbi. Spero di non deludervi.
Per quanto riguarda questo capitolo volevo soffermarmi sul personaggio di Nick (che io adoro, piccolo cavallo del mio cuore) e volevo esprimere attraverso poche righe le sue vere intenzioni. Lui non è cattivo, è solo accecato dall'amore che prova per Allan.
Per quanto riguarda Zayn, beh, lui è insicuro, fragile, anche se non lo da a vedere volentieri. Spero davvero. Spero aver reso al meglio il suo carattere, di averlo reso a voi così come lo vedo io in questa storia.
Ma basta chiacchiere, il prossimo capitolo arriva presto, promesso. Vi avviso che mancano all'incirca tre/quattro capitoli (forse) più l'epilogo per la fine della storia (non ci credo waa).
Alla prossima,
Denny xx

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Capitolo 20
*** The beginning ***


Harry fissava Niall in attesa che questi continuasse a parlare.
« Parla Niall » disse, incitandolo a continuare il discorso appena iniziato. Il biondo sospirò e si avvicinò al riccio sedendosi a pochi centimetri da lui.
« Louis era un angelo bianco prima. Gli angeli bianchi, che posseggono ali fatte di splendide piume bianche, sono quelli che voi umani chiamate più comunemente 'angeli custodi' e vi proteggono durante la giornata, al contrario di noi che vi puniamo per i vostri errori - anche se per il vostro bene. Bene, allora all'età di diciotto anni Louis scoprì di essere l'angelo bianco di una delle sue sorelline quando trovò una piuma sul suo cuscino, dopo essersi alzato la mattina presto. Sebbene gli umani non possano vederle, esse ci sono. Devi sapere, Harry, che gli angeli bianchi possono continuare a vivere con la propria famiglia ed agire direttamente da lì, al contrario nostro che siamo costretti ad abbandonare tutto e venire qui.
Ai tempi Liam aveva un certo... interesse nei confronti di Louis. Zayn ancora non era arrivato e io ero il suo amico più fidato, così lo appoggiai quando decise di conoscere l'angelo bianco.
In quel periodo però, Louis conobbe un ragazzo di nome Allan del quale si infatuò terribilmente. Il ragazzo sembrava ricambiare a pieno i sentimenti di Louis, e questi non sapeva a quale rischio si stesse esponendo. Allan era difatti un demone. Ora, sappi Harry che i demoni sono creature prive di buon senso, da loro si deve sempre diffidare, non scordarlo mai. Comunque.. Liam conosceva Allan e aveva cercato di avvertire più volte Louis, il quale però, accecato dall'amore che provava nei confronti del ragazzo, gli aveva puntualmente riso in faccia, dicendo che era impossibile e che Allan non era altro che un semplice ragazzo » raccontò il biondo, mentre Harry annuiva di tanto in tanto.
« Bene. Un giorno Allan e Liam si scontrarono, il primo intenzionato a
creare problemi all'interno della congrega, il secondo a proteggere Louis. Allan uscì di testa alle parole dell'angelo oscuro e decise di vendicarsi, attaccando Louis ». Harry sgranò leggermente gli occhi non fiatando una parola per non interrompere il biondo,che continuava a parlare. « Così un giorno… »


Allan aveva chiesto a Louis di incontrarsi per passare un po' di tempo insieme, da brava coppietta romantica. Louis aveva accettato con la foga di chi desidera stare con il ragazzo che ama più del necessario.
Quando si erano incontrati Allan si era comportato come era solito fare.

« Ciao amore mio » disse e il cuore ingenuo di Louis iniziò a battere furiosamente nella cassa toracica.
Si avvicinò al suo ragazzo e allacciò le braccia attorno al suo collo
avvicinandoselo al corpo. Allan strinse la mano fredda sulla nuca di Louis con troppa forza tanto che questi ebbe un fremito.
« Al, piano ti prego » gemette di dolore l'angelo mentre un sorriso soddisfatto prendeva forma sul volto del demone.
Allan si avvicinò alle labbra del suo ragazzo e si chinò per baciarle con foga.
Il liscio si sentì improvvisamente mancare l'aria in gola e la terra da sotto i piedi. Guardò l'amante con il panico negli occhi.

« Dopo questo, potremo stare insieme per sempre » affermò per poi sparire, lasciando Louis inerme e solo.
L'angelo si portò una mano alla gola, cercando di capire perché non riuscisse ancora a respirare. Non ci volle molto prima che si trovasse privo di sensi a terra, in apnea.


« Io e Liam lo trovammo così. Liam capì
subito cosa fosse successo e fece convocare un Consiglio straordinario seduta stante. Avevamo poco più di un'ora, dopo Louis sarebbe morto.
Il Consiglio decise, in via del tutto eccezionale, di forzare le regole che regolavano acquisizione di nuovi membri nella congrega e permisero all'angelo bianco di unirsi a noi, evitandogli la morte. Essendo prima un angelo bianco, Louis mantenne le ali, ma visto che un'anima oscura e vile come quella di Allan avevano infangato il cuore del giovane, esse si tinsero di nero. Ora queste non sono sempre presenti, ma in casi di estremo pericolo appaiono e ricordano a Louis la terribile esperienza vissuta » concluse Niall, guadagnandosi lo sguardo sconvolto del riccio puntato addosso. Harry aveva bisogno di metabolizzare tutte le informazioni e per qualche istante stette in silenzio.

« Niall mi devi aiutare, non resterà in vita per molto » disse Liam in preda al panico. Tremava dalla paura di perdere quell’angelo bianco al quale si era tanto affezionato.
« Niall cazzo aiutami » quasi urlò, cercando l’aiuto dell’amico che annuì e si fece al suo fianco immediatamente.
« Dobbiamo portarlo alla congrega, subito » istruì il maggiore, sollevando il corpo di Louis e venendo affiancato dal biondo, il quale lo aiutava a sorreggerlo.
Una volta giungi al piano della Sesta Piuma lo poggiarono a terra e lì finalmente Liam poté rianimarlo. Poggio una mano sul suo petto a sinistra, più o meno all’altezza del cuore e iniziò a pronunciare alcune parole troppo sotto voce affinché Niall potesse sentirle.
Premette le dita fredde contro il petto del ragazzo e sotto di esse una macchia nera iniziò a spargersi, ingrandendosi a formare un numero d’inchiostro nero
macchiando la pelle nivea e candida.

Il corpo di Louis sobbalzò improvvisamente tornado a respirare con affanno. Il ragazzo si portò una mano al ventre, mugolando di dolore per i polmoni che sembravano in fiamme.
« E’ tutto finito Lou » disse Liam sorridendo al ragazzo non appena questi aprì gli occhi blu pieni di panico.
Il nuovo angelo non parlò mentre Niall lo aiutava a sollevarsi. Ancora instabile, le gambe gli cedettero, ma i due ragazzi furono veloci a recuperarlo. Lo portarono in una delle stanze ancora disoccupare e spalancarono leggermente la bocca quando videro che sulla porta stavano comparendo lettere incise di nero.
78, Tomlinson
Era l’inizio di tutto, da quel momento Louis fu parte integrante della Sesta piuma.


« E poi Liam cosa fece? » chiese poi.
« Lasciò a Louis i suoi spazi. Il liscio non parlò con nessuno per almeno un anno, troppo sconvolto dall'evento. Nel frattempo arrivò Zayn e Liam perse qualsiasi interesse che andasse oltre l'amicizia per Louis e dopo un bel po' lui si riprese » scrollò le spalle Niall, sinceramente. Il riccio annuì senza aggiungere altro.
« Poi sei arrivato tu però- riprese il biondo-, Harry. Louis ti ama, ne sono più che certo. Se non ti ha risposto è perché è preoccupato per la tua incolumità. Allan non è mai stato trovato e teme che dicendoti cosa prova, lui possa tornare a fare del male a te per distruggere lui » concluse Niall alzando un po' la voce, lo sguardo bruciante puntato su Harry. 
L'umano abbassò lo sguardo, confuso da tutto ciò che gli era successo in quegli ultimi giorni. Annuì incerto al biondo che sospirò a quel gesto.
« Devi credermi Har » supplicò l'angelo afferrando un braccio del ragazzo.
Egli alzò lo sguardo e annuì con più convinzione. 
Niall sorrise e scompigliò i capelli del più piccolo.
« Qualsiasi cosa accada, stai attento. Non voglio vedere nessun altro soffrire qui dentro ».


« Ehi » il rappresentante della Sesta Piuma sentì una voce fin troppo familiare giungere alle sue orecchie. Si voltò di scatto verso la porta della sua camera- dove era rimasto in solitudine nelle ultime ventiquattrore- e vide il suo ragazzo fermo sulla soglia, incerto se entrare o meno.
Liam lo salutò con un sorriso e gli fece cenno di entrare. Zayn si passò una mano mulatta sul viso e si avvicinò al ragazzo, sedendosi a terra accanto a lui. Restarono in silenzio per un po’ ad osservarsi, sperando che iniziasse l’altro a parlare.
« Senti io.. » dissero in contemporanea. Zayn ridacchiò nervosamente e l’altro abbassò lo sguardo. « Prima tu » sussurrò, il moro annuì e iniziò a parlare.
« Mi dispiace averti detto quelle cose l’altro giorno, so che quello che c’era tra te e Louis è finito ancora prima di iniziare, ma ero sconvolto e non ho pensato bene a ciò che stavo dicendo- il moro vide Liam annuire- e mi dispiace anche di essere sparito, facendoti preoccupare » concluse, cercando lo sguardo del compagno.
Liam alzò gli occhi e fissò il ragazzo davanti a lui torturarsi le mani. Evitò di parlare e si gettò su di lui, abbracciandolo di slancio.
« Mi dispiace non averti detto nulla riguardo a quella lettera » bofonchiò contro i capelli del moro. Questi rabbrividì percependo il contatto che tanto aveva desiderato invano in quegli ultimi giorni.
« Mi dispiace così tanto » singhiozzò quasi, stringendo la presa con più veemenza.
« Non fa nulla, ora è passato » lo rassicurò l’altro, stringendo gli occhi e inspirando il profumo dell’amato che gli era mancato così tanto.
Si staccarono dopo poco soltanto per spostarsi dalla posizione scomoda in cui erano. Poi, tornarono ad abbracciarsi e a scambiarsi stupide scuse di cui
sapevano entrambi di non aver bisogno.


Louis stava vagando senza meta per l’edificio, non sapendo come agire. Passò davanti ad un paio di camere e non sollevò lo sguardo da terra finché non udì una voce familiare. Si appostò contro la porta dalla quale proveniva e stesse ad ascoltare.
« Poi sei arrivato tu però- riprese il biondo-, Harry. Louis ti ama, ne sono più che certo. Se non ti ha risposto è perché è preoccupato per la tua incolumità. Allan non è mai stato trovato e teme che dicendoti cosa prova, lui possa tornare a fare del male a te per distruggere lui »
Niall aveva appena mandato a puttane il suo tentativo di tenere Harry allo scuro. Il castano sospirò constatando che non aveva più tempo: doveva agire.
Avrebbe riportato Harry a casa quella notte stessa.




Angolino autrice:
Buongiorno a tutti! Ecco qua il nuovo capitolo: qui c'è la storia di Louis. Non sono soddisfatta del tutto dal punto di vista stilistico e mi scuso con voi se troverete (o)rrori ortografici e logici, ma ho scritto il capitolo stanotte alle 00:12 dal cellulare e i miei occhi non hanno fatto un buon lavoro nel scovare le pecche del capitolo.
Andando ai contenuti, il capitolo come vedere riprende un po' tutti i personaggi della storia- come nel precedente- tranne Allan e Nick i quali probabilmente appariranno di nuovo tra due capitoli.
Vi lascio alla lettura e vi invito a commentare con la vostra opinione! E' davvero molto importante per me.
Alla prossima,
Denny x

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Capitolo 21
*** Dark Paradise ***


Loving you forever can’t be wrong,
Even when you’re not here , I won’t move on.
//Dark Paradise, Lana Del Rey.

 
C’era un poster dei The Fray sulla parete che Harry aveva visto non appena ebbe aperto gli occhi quella mattina. Osservò Isaac* e si sentì confuso.
Sembrava lo stesso poster che possedeva nella sua camera, nella sua realtà. Che Louis l’avesse prelevato da lì e lo avesse portato alla congrega? Harry non capiva.
Non appena una voce femminile e tremendamente familiare giunse alle sue orecchie iniziò a ricordare tutto.
« Scricciolo alzati che altrimenti mamma viene a svegliarti a modo suo » la voce di Gemma, che giungeva ovattata al riccio, poiché ostacolata dalla porta chiusa della sua camera, lo intimava ad alzarsi gli fece prendere coscienza della realtà. La sera precedente aveva sentito quella storia raccontata da Niall e dopo poco si era addormentato nella camera di questi, senza dar l’impressione di voler chiarire con Louis.
Di ciò che successe dopo non ricordava nulla, sapeva soltanto che si era risvegliato nella sua vecchia camera.
La realizzazione portò con sé un’ondata di panico ed Harry si sentì mancare l’aria. Non avrebbe più rivisto Louis: era questo ciò che più lo preoccupava. Il liscio lo aveva sicuramente riportato a casa sua, come aveva accordato con Zayn. Ma perché proprio quella notte? Il pensiero che l’angelo avesse ascoltato segretamente la discussione tra il riccio e Niall gli balenò in mente, ma la scacciò via come un insetto fastidioso. Infondo, Harry aveva saputo fin dal primo istante che era giungo alla congrega che prima o poi Louis lo avrebbe riportato a casa, anzi, nei primi tempi aveva sperato ardentemente che quel momento tornasse in fretta.
Il riccio però, non aveva messo in considerazione l’eventualità di innamorarsi dell’angelo. Erano successe così tante cose in quelle settimane in cui era stato da Louis che a pensarci adesso, gli sembravano impossibili.
Non aveva idea di che giorno fosse adesso. Non sapeva se dovesse andare a scuola o fosse ancora in vacanza. Non sapeva come la sua famiglia avesse reagito alla sua scomparsa e alla sua improvvisa ricomparsa.
Un senso di timore si stanziò sul suo stomaco e fece battere il suo cuore più velocemente del solito. Harry allungò un braccio verso il comodino accanto al letto e prese con la mano tremante il telefonino posato su di esso. Ebbe un brutto presentimento e non appena lesse la data digitale che esso forniva, per poco non lo fece cadere a terra.
5 dicembre
E no, Harry proprio non poteva crederci. Era certo che quella data fosse la stessa in cui era stato “rapito”- per così dire— da Louis.
Che fosse stato tutto un sogno? Gli angeli, il Natale, le risate, gli amici, Allan, Zayn: che fosse stato tutto frutto dei suoi strani sogni?
Harry represse le lacrime che forzavano per uscire dai suoi occhi e si convinse che no, non poteva essere stato un sogno. La voce, le carezze, le mille emozioni che Louis gli aveva donato, Harry riusciva ancora a sentirle sotto pelle se chiudeva gli occhi.
Non poteva aver sognato tutto quello.
O forse sì?
Harry si alzò velocemente, ricevendo una fitta alle tempie per l’azione brusca. Si stropicciò gli occhi e si diresse con passo malfermo e tremante fuori dalla sua camera.
« Credevo non ti alzassi più » disse una voce alle sue spalle, dall’incrinatura delle note, Harry poté capire che chi stesse parlando stesse sorridendo. Sussultò e si voltò, trovando sua sorella ad osservarlo.
Erano mesi che non la vedeva e per un momento lasciò da parte le sue preoccupazioni e si gettò tra le sue braccia stringendola convulsamente al petto.
Questa ridacchiò sorpresa e poi strinse il fratello- più alto di lei, nonostante fosse più giovane- a sua volta, confusa da quell’affetto improvviso che egli ostentava nei suoi confronti. « Che ti prende Haz? » sussurrò, un po’ preoccupata per lui—stava letteralmente tremando quindi sì, doveva essere successo qualcosa.
Il riccio si limitò a scuotere la testa, sicuro che raccontare di quel sogno—che poi, lui non credeva affatto che fosse stato tutto un sogno, proprio non riusciva a crederci—a sua sorella non fosse una buona idea.
« Forza preparati che devi andare a scuola » disse la ragazza, dando qualche pacca sulla schiena del più piccolo.
Egli si staccò di malavoglia e si diresse in bagno per darsi una sistemata. Puntò lo sguardo nello specchio dinnanzi a sé e tutti i ricordi dell’ultimo mese trascorso da Louis affiorarono alla mente, portando leggere lacrime nelle sue iridi.
Tirò su col naso e si gettò un po’ d’acqua sul viso, cercando di scacciare i suoi pensieri con quel gesto. Quando rialzò gli occhi verdi nella superficie specchiata gli sembrò per un attimo di scorgere il riflesso degli occhi azzurri che aveva imparato ad amare riflesso nei suoi.
La possibilità che tutto quello fosse stato un sogno svaniva sempre di più dalle ipotesi di Harry.
Everytime I close my eyes 
It's like a dark paradise 
No one compares to you 
But that there's no you, except in my dreams tonight.
//Dark Paradise, Lana Del Rey.
 
Giorni e notti erano passati da quel 5 dicembre. Essi si rincorrevano lentamente, scanditi solo dalla presenza o assenza del sole. Ore, minuti e secondi sembravano scorrere più lentamente ed Harry non riusciva ancora a capacitarsi della realtà alla quale apparteneva.
Seppur per anni egli avesse vissuto in quella casa, con la sua famiglia, adesso gli era estremamente difficile riadattarsi alla quotidianità.
Non vedere il sorriso di Louis appena sveglio e non udire la risata di Niall, Lizzie e persino il tono roco e lo sguardo indifferente di Zayn, era una condanna per il riccio. Era convinto di star scontando la pena per i suoi peccati in questo modo, su questa Terra. Non esisteva inferno peggiore che una vita senza Louis, Harry non aveva esitazioni a pensarlo.
La notte però, durante quelle ore che Morfeo gli concedeva per riposare, Harry stava bene. Sognava Louis ogni notte da quel giorno.
La prassi era la stessa: sognava di svegliarsi e di trovare davanti a sé i suoi occhi color ghiaccio e sorrideva, vedendo l’altro fare lo stesso. Quando si abituava all’idea che quello non fosse solo un sogno, allungava una mano verso il volto dell’angelo, per accarezzargli il viso e lui scompariva. Quando si svegliava davvero le sue urla si sentivano fino dai vicini.
In quelle due settimane, di fatti, sua madre e sua sorella si erano preoccupate per questo.
Gli avevano proibito di bere caffè, credendo che l’irrequietezza notturna fosse dovuto alla caffeina. Avevano provato a farlo parlare, chiedendogli se ci fosse qualcosa che non andasse, se a scuola andasse tutto bene, ma nulla: Harry scuoteva la testa e saliva le scale per tornarsene in camera, a capo chino.
In tutto questo, Gemma era colei che si sentiva più impotente: era la sorella maggiore eppure non riusciva ad aiutare Harry. Vedeva suo fratello appassire inspiegabilmente, chiuso nel suo silenzio, e vedeva sua madre preoccupata fino allo stremo: la notte, in quella casa non dormiva nessuno.
Una sera, dopo aver udito gli ennesimi lamenti del fratello, la ragazza si diresse in camera sua, intenta a farlo parlare una volta per tutte.
Superfluo dire che fu inutile, non appena il riccio la vide entrare in camera sua, smise di singhiozzare e si concesse un pianto silenzioso.
Gemma sospirò e si avvicinò a lui, passandogli una mano tra i capelli. Poi si fece spazio tra le coperte e si sdraiò accanto ad Harry, lasciando che questi si accoccolasse contro di lei. Il giorno dopo Anne li ritrovò così e decise che doveva trovare una soluzione al più presto. Provò a parlare con i professori e loro non fecero altro che affermare ciò che diceva la donna, accorgendosi di quanto Harry fosse diventato più svogliato e meno attento in classe. Diedero la colpa allo stress, sperarono che le imminenti vacanze di Natale riportassero un po’ di tranquillità nell’animo del giovane.

 
There’s no relief, I see you in my sleep
And everybody’s rushing me, but I can feel you touching me
There’s no release, I feel you in my dreams
//Dark Paradise, Lana Del Rey

 
Le cose non fecero altro che peggiorare. Arrivò la vigilia di Natale e ciò non fece altro che ricordare a Harry la notte trascorsa insieme a Louis.
Ai baci, alle carezze, a come l’angelo l’avesse rifiutato per paura di fargli male. I ricordi arrivarono alla mente di Harry come una stilettata al cuore.
Già da qualche giorno il riccio aveva iniziato a credere che tutto ciò che aveva vissuto con Louis fosse stato solo un sogno, ma qualche dubbio ancora gli attanagliava la mente e il cuore. Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a percepire il tocco di Louis sulla sua pelle e il suo fiato gelido tra i ricci.
Per questo no, Harry non riuscì ancora a credere che tutto quello vissuto fosse stato pura immaginazione. Aveva anche iniziato a non curarsi di nascondere i suoi pensieri.
La notte di Natale, Anne cercò di far sorridere il figlio invano. Aveva invitato quanti più parenti possibili, seppur le loro finanze economiche non le permettessero di fare le cose in grande, solamente perché sapeva che a Harry piaceva stare in famiglia quasi quanto il latte al cioccolato di Billy’s**. Ma niente. Anne aveva visto il figlio mangiare silenziosamente e poi salirsene in camera sua, scusandosi e giustificandosi con un semplice ‘mal di testa’.
Gemma era salita poco dopo, quando le lamentele del ragazzo raggiunsero il soggiorno.
La ragazza si avvicinò al letto del fratello, trovandolo che si rivoltava e rigirava tra le coperte, bofonchiando parole incomprensibili. Si chinò silenziosamente accanto a lui e riuscì a capire cosa stesse dicendo.
« Louis » il riccio chiamava invano, gli occhi chiusi e i pugni stretti alle lenzuola. Ripeteva quel nome sconosciuto come fosse una cantilena e Gemma non riuscì a impedirsi di svegliarlo, incapace di vederlo sofferente.
« Haz, svegliati » lo scosse leggermente, il riccio afferrò la sorella dalla maglietta, ancora dormiente, e le strinse forte. « Ti prego Louis » singhiozzò. Gemma ebbe paura dell’espressione dipinta sul volto del fratello, ma non si arrese. Lo scosse più violentemente ed egli aprì gli occhi intrisi di panico.
Il respirò si regolarizzò pian piano, mentre Harry diminuiva la presa sulla maglia della sorella, tranquillizzandosi di poco.
« Ti picchia? » chiese la sorella, non appena Harry si calmò del tutto. Il riccio la guardò confuso e con la voce ancora vacillante « chi? » chiese sussurrando.
« Louis » rispose Gemma e vide il ragazzo trasalire istantaneamente. Harry scosse la testa. « Come fai a conoscerlo? » chiese dopo un po’ il riccio. Forse non era l’unico ad aver visto Louis, forse quello non era solo un sogno, forse aveva la possibilità di rivederlo.
« Non lo conosco infatti. Ma lo nomini ogni notte, durante i tuoi incubi » disse la sorella, provando astio nei confronti di questo Louis che nemmeno conosceva, era evidente che stesse facendo soffrire suo fratello e questo era sufficiente per odiarlo.
« Lui non mi picchia » sorrise amaramente il riccio, l’immagine dell’angelo che lo baciava delicatamente gli affiorò in mente. « Io lo amo » dichiarò alla sorella dopo poco. Gemma fissò intenerita suo fratello: che tutto quel casino delle ultime settimane fosse stato solo un problema d’amore?
« Dimmi chi è » ordinò la ragazza, passando una mano sulla spalla del ragazzo accanto a lei. « E’ un angelo » disse semplicemente Harry, vedendo l’altra strabuzzare di poco gli occhi.
« In che senso Haz? » chiese poi. « E’ un angelo vero e proprio, ha le ali. A dire il vero è l’unico ad averle e sono nere. Io le ho viste, loro dicevano che lui non le avesse ma io le ho viste il primo giorno, sulla poltrona della sua camera***. Sono bellissime. Lui è bellissimo » sproloquiò il riccio senza seguire un filo logico. Gemma non chiese ulteriormente e annuì, seppure non credesse minimente alle parole del riccio.
Gli intimò di dormire e pensò che il giorno dopo ne avrebbe parlato con sua madre: Harry stava impazzendo, letteralmente.
 
********
« Sei sicuro che sia stata la cosa più giusta da fare? » chiese il biondo, mordicchiandosi la pellicina nel pollice, un chiaro segno di nervosismo.
Louis annuì, seppur sospirando. Abbassò lo sguardo ed evitò quello di Niall, seduto affianco a lui. Aveva riportato Harry a casa ed era riuscito persino a farsi accordare qualcosa di assolutamente straordinario e fuori dalle regole della congrega: un salto nel tempo.
L’angelo era sicuro che Harry non sarebbe riuscito a lasciarsi quei giorni trascorsi insieme alle spalle, ma sperava che facendogli credere che tutto non fosse stato altro che un sogno, egli sarebbe andato avanti più facilmente, mentre lui continuava a osservarlo in silenzio, la notte, unica sua amica.
« Non andrai nemmeno più a trovarlo, la notte? » chiese poi Niall, cercando di far ragionare l’amico. « No Nì- il liscio aspirò il fumo da una sigaretta che aveva scroccato da Zayn- quando vado via lui soffre, lo sento urlare. E’ una tortura, quindi no. Non andrò più » disse buttando il filtro oramai consumato della Marlboro.
Il biondo sospirò, ma gli diede ragione. « Senti Lou, mi dispiace per aver raccontato quella storia ad Harry » sussurrò dopo un po’, interrompendo il silenzio creatosi tra loro due.
Il liscio annuì « Doveva sapere, hai fatto bene » lo assecondò Louis.
« Hai paura che lui ritorni? » chiese infine Niall. Louis si voltò verso di lui, inclinando la testa con espressione impassibile. In quelle settimane l’angelo aveva percepito ogni triste lamento che Harry aveva espresso chiamandolo e il suo corpo ne dava la prova. Erano legati indissolubilmente oramai: Harry appassiva, Louis faceva lo stesso.
La sua pelle era smunta, più pallida del solito e i suoi occhi avevano perso vivacità. Ogni tanto, quando i lamenti si facevano più forti, Louis avvertiva addirittura dolore fisico alla schiena, dove sapeva iniziassero le sue ali, poiché non stesse rispondendo ai suoi richiami, infrangendo la prima regola in assoluto dell’ordinamento degli angeli. Se un umano chiamava, l’angelo doveva accorrere a lui nel minor tempo possibile.
« Lui è già tornato ».



*Cantante dei The Fray
** La sera del “rapimento” Harry esce per andare a comprare una bottiglia di latte al cacao da Billy’s Supermarket
*** Harry trova una piuma sulla poltrona di Louis la prima mattina che si risveglia in camera di quest’ultimo.




Angolino autrice:
Buonasera a tutti! Sono leggermente in ritardo con la pubblicazione e un po' di fretta, quindi non mi dilungherò molto. Mi scuso per il ritardo di diciassette giorni (as always) e vi invito a commentare il capitolo. Scusate per eventuali errori, ma come ho già detto vado di fretta e se mi fossi messa a ricontrollare non sarei riuscita ad aggiornare stasera.
Vi avviso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, dopo di che ci sarà l'epilogo.
Alla prossima,
Denny xx

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