Momenti

di Nocturnia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 - voglie notturne ***
Capitolo 2: *** #2 - il maggiordomo e la gatta ***
Capitolo 3: *** #3 - famiglia ***
Capitolo 4: *** #4 - quante stanze ha un castello? ***
Capitolo 5: *** #5 - ospiti ***
Capitolo 6: *** #6 - cliché ***
Capitolo 7: *** #7 - il sonno del giusto ***
Capitolo 8: *** #8 - matrimonio ***
Capitolo 9: *** #9 - vacanza ***
Capitolo 10: *** #10 - abbandono ***
Capitolo 11: *** #11 - morte ***
Capitolo 12: *** #12 - il dopo ***
Capitolo 13: *** #13 - pezzi ***
Capitolo 14: *** #14 - caduta ***
Capitolo 15: *** #15 - gelosia ***
Capitolo 16: *** #16 - destino ***
Capitolo 17: *** #17 - sondaggi sbagliati ***
Capitolo 18: *** #18 - succede a tutti ***
Capitolo 19: *** #19 - dichiarazioni ***
Capitolo 20: *** #0 - al futuro ***



Capitolo 1
*** #1 - voglie notturne ***


Momenti
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Fra i pensieri, i sospetti sono come i pipistrelli fra gli altri uccelli: volano nel crepuscolo."

- Francis Bacon -



Momenti


#1 - voglie notturne

"Ho fame." petula Selina "Ho fame e sono stanca."
Bruce rimane immobile, stoico nel suo affrontare una gatta che, per quella sera, pare aver deciso di fargli saltare tutti i nervi.
"Quei due non andranno da nessuna parte."
Silenzio.
"Abbiamo tempo per un tacos."
Altro silenzio. Selina digrigna i denti, un grin grin per nulla rassicurante.
"Un panino?"
Wayne non muove neppure un muscolo, granitico come le gargolle che tanto ama.
"Un gelato?" sibila Selina, esasperata.
Un gufo intercetta il suo sguardo e pare quasi compatirla, scuotendo le ali e riprendendo la sua caccia notturna.
"Ti odio." è il commiato con il quale Selina libera la frusta e salta sul tetto adiacente "Ti odio e questa me la pagherai cara, pipistrello."
Bruce sospira e si prepara ad affrontare una settimana d'inferno.

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Capitolo 2
*** #2 - il maggiordomo e la gatta ***


Cap 2 Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#2 - il maggiordomo e la gatta


"Un gelato. Non ho chiesto molto, solo un dannatissimo gelato. Andava bene persino alla crema." ripete Selina, affondando il cucchiaino fino al manico ed estraendo una palla gigantesca di pistacchio "Bruce è un imbecille."
"Per quanto mi sia sforzato d'educarlo al meglio, alcune volte padron Bruce sa essere un vero maleducato, concordo." ribatte Alfred, versandosi una tazza di tè.
"Stiamo sulla pista, Selina. Seguiamo quei due, Selina. Ci porteranno al traffico d'armi di Maroni, Selina." lo imita la gatta, portandosi il tovagliolo davanti alla bocca come un mantello e due dita sulla testa a simulare le orecchie "Dobbiamo solo stare seduti tutta la notte su un tetto mentre quei due si accoppiano come ricci!"
Alfred deglutisce un paio di volte, soffocando un colpo di tosse; l'esuberanza della signorina Kyle è qualcosa a cui deve ancora abituarsi del tutto.
"Non sarebbero andati da nessuna parte, te lo dico io. E poi al traffico d'armi potevamo anche arrivarci tramite uno dei suoi gregari." borbotta, riponendo la vaschetta di gelato e allungandosi verso il tè.
"Ne sono convinto, signorina Kyle." replica Alfred, addentando un biscotto.
Selina annuisce con forza, soppesando in tralice il maggiordomo.
"Non è che mi stai dando ragione tanto per fare, vero?"
Alfred sfodera la sua miglior espressione ferita e si porta una mano al petto, alzando un sopracciglio.
"Mai, signorina Kyle. Non potrei neanche se volessi, perché sono davvero convito della bontà delle sue ragioni."
Selina capisce immediatamente da chi Bruce abbia imparato a mentire così bene.

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Capitolo 3
*** #3 - famiglia ***


dddd Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.

#3 - famiglia


La colazione, a casa Wayne,  è un evento tutto particolare.
Alfred ha appena posato l'ultimo waffle sul tavolo quando un Bruce malconcio e pesto scende le scale, sedendosi come un sacco di patate e lasciandosi andare sul bancone della cucina.
"Notte difficile, padron Bruce?"
Wayne grugnisce, allungando la mano per afferrare il suo caffè e aggiungerci lo zucchero e la panna.
Alfred decide che per il momento l'argomento può aspettare e sta per mettere in infusione il tè quando è il turno della signorina Kyle di scendere le scale - zoppicando, questa volta.
Selina cerca il divano e si accorge troppo tardi d'aver la vestaglia quasi del tutto slacciata - è Grayson a dirglielo, mettendosi in un bocca una frittella e lanciando un biscotto a Tim, che li ha appena onorati della sua presenza.
"Grazie mille, uccellaccio." geme poco elegantemente la gatta, arricciando il naso all'odore dei suoi stessi capelli.
"Puzzi di fogna."
Selina si volta, mimando un deciso vaffanculo.
"Colpa di tuo padre, piccolo demone che non sei altro."
"Selina." l'ammonisce Bruce, ma deve aver un labbro rotto perché le parole gli escono impastate e prive di forza.
Damian assottiglia gli occhi, sedendosi e cominciando a bere la sua spremuta.
"Sono il figlio dell'antica stirpe degli al Ghul, gattaccia." la redarguisce dalla cucina "Non credo tu possa vantare altrettanto."
"Genocidi e atti di terrorismo non compaiono nel mio curriculum, questo è vero."
"E neppure pazzia e resurrezione." s'intromette Tim, scansando all'ultimo secondo il coltello di Damian.
Bruce esala un solo, stanco, sospiro.
"Cosa avevamo detto sul non uccidere nessuno, in particolare della famiglia?" lo redarguisce Grayson, colpendolo proprio in mezzo alle scapole.
Damian replica con un calcio a basso ventre che Dick evita con facilità, seguito da un placcaggio di Drake e da Selina che, non si sa bene il perché, ha sentito il bisogno viscerale d'intromettersi e rendere il tutto un incrocio tra un set di Playboy e un incontro di wrestling.
Bruce espira con forza, finendo di bere il suo caffè e raccogliendo la panna rimasta con il cucchiaino.
Alfred comincia a lavare le tazze, sfidando la morte quando una forchetta gli sfiora la tempia.
"Pensa di fermarli, padron Bruce?" chiede con noncuranza.
Wayne gli regala un'occhiata rassegnata, osservandoli in tralice; Selina con un piede sui reni di Damian e quest'ultimo che cerca di slogare la spalla a Tim.
Nel mezzo, un Grayson che non sa più se ridere o piangere.
"No." esala poi, alzandosi e stropicciandosi le palpebre "Non ho intenzione di fare proprio un bel niente."
Tutti i suoi buoni propositi se ne vanno al diavolo quando un piatto volante lo colpisce dritto in testa.

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Capitolo 4
*** #4 - quante stanze ha un castello? ***


sohjadò Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



#4 - quante stanze ha un castello?

"Un'intossicazione alimentare?" ripete Grayson.
Bruce annuisce, fissando lo schermo del computer e assumendo una preoccupante tinta verdastra.
"Una normalissima, banale, intossicazione alimentare?"
Damian si stringe le mani sulla pancia e geme debolmente, sicuro di aver perso almeno cinque chili nelle ultime ore.
"Grayson, porca puttana, cosa non ti è chiaro delle parole intossicazione e alimentare?" bercia Selina, chiudendosi la porta del bagno alle spalle e cercando una superficie sulla quale sedersi - svenire, sarebbe il termine giusto.
Dick scoppia in una risata così sincera da essere quasi offensiva e Alfred lo rimprovera con una sola occhiata.
"Non ditemi che un piatto di cozze andato a male è riuscito a mettervi in ginocchio come neppure Scarecrow in tutta la sua vita; avanti, è troppo divertente." ribadisce Grayson, stirando le labbra in una piega ridicola.
"Non erano cozze." esala Bruce e Dick ha un gran brutto presentimento quando sente il tono della sua voce "Era anatra."
"Anatra?"
Damian soffoca un singhiozzo e lascia di colpo la posizione per correre su per le scale della caverna.
"Anatra all'arancia." pigola Selina, raggomitolandosi sulla poltrona al fianco di Bruce "Abbiamo già escluso un avvelenamento intenzionale. Probabilmente era andata a male la carne, oppure c'era qualcosa nel piatto, non lo so." conclude frustrata, sussultando al suo stesso riflesso - pallido e terribilmente smunto.
Grayson sposta il peso da un piede all'altro, incerto - e la voglia di ridere è davvero fortissima.
"Posso essere d'aiuto?"
Bruce apre la bocca come per dire qualcosa, ma poi la richiude di scatto, alzandosi e seguendo l'esempio di Damian.
Selina sospira, versandosi un bicchiere d'acqua e buttandoci dentro una fetta di limone.
"Almeno entrerò meglio nella nuova tuta di Fox." replica e Grayson scoppia nuovamente a ridere.
Alfred si chiede quanti bagni abbia ancora a disposizione il Manor.

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Capitolo 5
*** #5 - ospiti ***


capitolo cinque Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#5 - ospiti


Quando Selina si era trasferita al Manor, Tim aveva scommesso con Dick che gli ospiti a casa Wayne sarebbero aumentati esponenzialmente.
Grayson non gli aveva creduto, asserendo che Selina non era certo il tipo di donna che cerca la maternità a tutti i costi e Bruce... be', Bruce era paranoico dopo l'effetto Talia.
Tim si era limitato a sorridergli sinistramente e a scommettere altri cento dollari.

Il primo ad arrivare era stato Isis, un adorabile bombay dagli occhi verdissimi e il carattere stronzo (non c'era altro modo di definirlo, non quando ti svegliava a suon di unghiate e morsi)
Il secondo era un siamese - una femmina - placida e felice come un monaco buddhista.
Il terzo e il quarto erano due fratelli e Selina li aveva ribattezzati "Jason e Damian" proprio per la loro insana abitudine a fare a botte per qualsiasi cosa.
Al quinto Bruce aveva cercato di mettere un freno e Selina si era trovata d'accordo - tranne poi fregarlo perché Moka era incinta, per cui ecco scodellati altri cinque batuffoli di pelo e unghie per tutto il Manor.
Raggiunto il ragguardevole numero di dieci, era stato Alfred ad alzare bandiera bianca e davanti a questo Selina si era dovuta fermare - ma l'aveva fatto volentieri, perché a lei quel vecchio maggiordomo inglese era sempre piaciuto.

"Però in fondo sono carini." esordisce Barbara, osservandoli correre per tutto il salone "E poi sono come noi."
Dick accarezza Isis, alzando un sopracciglio.
"Cosa intendi per come noi?"
Barbara sorride e comincia a contarli, mostrando una realtà che a Grayson era sempre sfuggita - una ovvia.
"Sono una famiglia." mormora poi "Proprio come noi."
Il cuore di Grayson quasi si spacca a quelle parole.

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Capitolo 6
*** #6 - cliché ***


cliché Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#6 - cliché

Iniziava sempre litigando e, come nei migliori cliché, finiva quasi sempre in un solo modo.

Tud.

Dickens cade, producendo un tonfo sordo attutito dal tappeto e dal camicia di Bruce.
Selina s'inarca all'indietro, le dita che affondano in quella massa di libri e il corpo di Bruce che la preme contro la libreria.
"Ho ragione io." ripete Selina, le mani di Wayne che la cercano sotto il vestito e scorrono giù, sempre più in basso, fino a trovarla già umida e piena di promesse.
"No, non ce l'hai." ringhia sul suo collo e la morde nell'incavo della spalla, il legno della libreria che le incide la pelle morbida del seno.
"Sì, ce l'ho invece." ribatte la gatta e non cede nemmeno quando lo spazio per le parole viene soffocato da gemiti e sussurri.
"Arrenditi." riesce ad articolare Selina, il petto di Bruce che la sostiene e le unghie che gli premono sui fianchi, graffiando, marcando, amando.
"Mai." risponde il pipistrello e l'afferra per la nuca per costringerla a guardarlo "Mai."
Bruce si gode l'orgasmo che le strappa per quello che è: una vittoria momentanea.

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Capitolo 7
*** #7 - il sonno del giusto ***


7 Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#7 - il sonno del giusto


A Batman e Catwoman sono successe le cose più disparate nel corso degli anni.
Alle loro identità in kevlar e cuoio era toccata sempre una sorte diversa, dall'essere i costumi perfetti per un cosplay oppure il travestimento più eccitante per una coppia un po' sbiadita.
Selina non ci fa più nemmeno caso, ma Bruce ogni tanto s'infuria ancora - ego maschile, l'aveva chiamato una volta Lois, vedessi come la prende Clark quando un uomo di mezza età viene trovato in situazioni imbarazzanti con il suo simbolo addosso.
"Di nuovo?" gli domanda, sedendosi sul divano e porgendogli un bicchiere vuoto "Questa volta è stato un incidente domestico oppure in un club?"
"Club." mastica Wayne, aprendo il cartone della pizza "Asfissia autoerotica."
Selina ridacchia leggermente, rubandogli un'oliva e chiudendo il giornale che ha sulle gambe.
"Andiamo ancora forte."
"Green Arrow e Black Canary ci stanno superando."
"Le persone hanno gusti pacchiani."
Bruce le porge l'ultima fetta, quella con il prosciutto sopra, e Selina si raggomitola meglio contro il suo fianco.
"Però siamo sempre sopra Mera e Arthur."
"E anche sopra Harley e il Joker."
Selina sorride, pensando a cosa direbbero tutte quelle coppie se sapessero che il venerdì sera di Batman e Catwoman è a base di pizza e film che non riescono a vedere da almeno un anno.
"Guardiamo l'ultimo Sin City?"
Selina annuisce e teme a chiamare per nome quel sentimento che le brucia anche il cuore.

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Capitolo 8
*** #8 - matrimonio ***


gsdgfg Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


#8 - matrimonio


Sotto tutti al loro meglio e Oliver sorride come uno scemo - uno scemo che qualche sera prima ha visto l'inferno giù per la tazza del cesso.
"Non ti metterai a piangere, vero?" le domanda Selina, osservando gli occhi un po' lucidi di Lois.
"No." gracchia quest'ultima "È allergia." uno starnuto "Devo aver inalato del polline." un altro starnuto "Forse qui ci sono dei papaveri..." terzo e quarto starnuto di fila.
"Il boquet." mormora Diana, imbarazzata nel suo metro e novanta di pura amazzone "Il boquet di Laurel ne è pieno."
Lois sta per lanciare una bestemmia, poi si ricorda che sono in chiesa e si trattiene, tirando su con il naso e tamponandosi con un fazzolettino.
Selina sospira con fare melodrammatico, tirando la manica di Bruce.
"Cosa c'è?"
"Mi annoio."
"È un matrimonio." replica Wayne "Dovrebbe essere un evento felice."
"Disse Mr. Simpatia e Ottimismo." sibila Selina, cercando con lo sguardo Mera - bellissima nel suo abito verde - e Kory - Grayson ha proprio la perversione delle rosse.
"Anche io mi annoio." s'intromette Hal "Ma è il giorno dei nostri amici per cui silenzio e rassegnazione."
Laurel pronuncia il suo e Oliver la fissa estasiato - a Selina continua a ricordare una triglia, ma de gustibus.
Lois lancia altri due starnuti in rapida successione e Clark le porge un kleenex - un cavaliere d'altri tempi, non c'è dubbio.
"Bruce?" chiama poi Diana "Volevo scusarmi."
Wayne contrae la mascella, ignorando le promesse di Oliver.
"Per cosa?"
"Per il vaso." ribatte l'amazzone, grattandosi la punta del naso "Per averci... be'... sai cosa."
Bruce annuisce, liquidandola con un gesto secco della mano.
"Nessun problema."
Anche Queen dice il suo sì e la folla esplode in un applauso - Lois no perché è troppo impegnata a sopravvivere e a cercare di respirare.
"Adesso c'è la cena, no?" s'intromette Selina "Andiamo a mangiare, giusto?"
"Sì; fra poco." risponde Clark "Perché me lo chiedi?" replica poi, colto da un'improvvisa folgorazione.
Laurel si volta verso la platea e fissa Selina, ammiccando.
Selina le restituisce lo sguardo e Bruce coglie uno scampolo di disgrazie in arrivo.
"Selina." l'ammonisce "No."
"Non ho ancora fatto niente."
"No." ripete con più convinzione "Qualsiasi cosa sia, no."
Laurel scende dall'altare e lancia il boquet che, con una precisione letale, si schianta tra le braccia di Lois  - ora paonazza e con un Clark che sembra pronto a spiccare il volo pur di salvare la sua amata.
"Vado a congratularmi con Laurel." inizia poi la gatta "Tu aspettami qui."
Bruce stira i muscoli delle spalle come se dovesse andare di ronda da un momento all'altro.



Note dell'autrice: questo capitolo è un piccolo seguito della one-shot "Questo matrimonio s'ha da fare"

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Capitolo 9
*** #9 - vacanza ***


ssss Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


#9- vacanza

Nel mondo del pipistrello, vacanza significa "ricovero forzato" oppure "viaggio nel multiverso per evitare una catastrofe globale".
Selina osserva i depliant dell'agenzia con un misto di rassegnazione e irritazione, ben conscia di come Gotham non possa rimanere neanche una notte senza il suo guardiano preferito.
Tim aveva cerchiato la Grecia, mentre Damian si era concentrato sull'Italia e sulla Francia.
Grayson aveva fatto spallucce, dicendo che tanto sarebbe toccato a lui rimanere in città e indossare il mantello - e la verità è che un po' ci godeva a svolazzare in giro vestito come un pipistrello.
"Avete deciso una meta, signorina Kyle?" le domanda Alfred e la gatta scuote la testa, passandosi una mano tra i capelli.
"Posso consigliarle il Madagascar, se vuole. La fauna locale sembra essere molto interessante."
Selina grugnisce e continua a sfogliare i depliant, piccata.
Alfred le porge l'ennesima tazza di caffè e aspetta.

"Messico?"
"Messico." conferma Selina.
Bruce aggrotta le sopracciglia, perplesso.
"E cosa c'è d'interessante in Messico?"
"Il vulcano Popocatépetl, il Parícutin, il Rio Bravo, la Quitana Roo, un cartello della droga che consegnerà a Gotham tra due settimane..." butta lì con noncuranza Selina, indecisa se mettere in valigia il costume bianco oppure quello blu.
"Narcotraffico." ripete Wayne.
"I Los Zetas, nel particolare."
"E questa è la tua idea di vacanza?" le domanda Bruce, avvicinandosi al bordo del letto.
"No." ammette Selina, riponendo il bikini blu nella valigia "La mia vacanza ideale è in un posto caldo, comodo, possibilmente in riva al mare e dove mi portano da bere come e quando voglio, ma..." continua poi, alzando un dito nella sua direzione e smettendo di piegare vestiti "ho immaginato che avresti voluto unire l'utile al dilettevole."
Bruce fissa i biglietti aerei che lo scrutano dal comodino, slacciandosi la cravatta.
Selina attende una risposta, le braccia strette sotto al seno e un piede che batte ritmicamente sul tappeto.
"Va bene." accetta poi Wayne "Quando partiamo?"
Selina decide che un costume in più può sempre servire.

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Capitolo 10
*** #10 - abbandono ***


10 Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#10 - abbandono


"Togliti." gli intima Selina, il viso sconvolto e una ferita alla fronte che non smette di sanguinare, circondandole le tempie come corona rossastra e appiccicosa "Ho detto di toglierti di mezzo."
Clark è stanco e si tiene il fianco, dove la kryptonite gli ha quasi spappolato la milza e un lobo del polmone.
"Selina..."
Non lo guarda neppure la gatta, gli occhi fissi oltre le sue spalle e un tremore incontrollabile alle mani.
"Togliti." ringhia, ed è un suono umido, un rigurgito di paura e dolore che le gronda dai denti serrati "Devo vederlo."
"Non credo sia il caso che..."
Lois grida e tutto perde senso.

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Capitolo 11
*** #11 - morte ***


undici Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#11 - morte


Grayson è senza maschera e tiene il corpo di Damian tra le braccia, un peso morto che ciondola senza alcuna grazia.
"Selina..." mormora e le ricorda così tanto quel bambino in pantaloncini corti e mantello giallo di anni prima - un orfano, una vittima, un eroe. "Lei l'ha ucciso. Damian è... è..."
Non crolla Selina, perché fiuta l'odore di un'altra femmina e cerca Bruce tra le rovine della Wayne Tower - un'ombra stracciata e tumefatta.
Non crolla e non piange, perché non è suo quel dolore - non può - e scavalca morti dalle bocche spalancate e orbite cave - denti scoperti e pelle bruciata.
"Bruce."
È solo una parola, un respiro che attraversa il vento e la cenere, ma per Bruce diventa una resa assoluta - devi lasciarlo andare.
Selina ne cerca il volto sotto la maschera, inginocchiandosi alla sua altezza e sfiorandolo in punta di dita.
"Bruce."
I suoi occhi sono così pieni di rabbia che Selina non può fare a meno d'averne quasi paura.

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Capitolo 12
*** #12 - il dopo ***


sfgg Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#12 -  il dopo


C'è sempre un silenzio pastoso che circonda gli attimi tragici della nostra vita, un vuoto che riassume tutti i nostri pensieri.
C'è come una detonazione sotterranea, un'esplosione di cui percepiamo l'eco e mai la forma.
C'è che Selina è riemersa dalle macerie con addosso il suo sangue e quello di Bruce, la polvere della sconfitta un velo che la rende simile a una statua sfregiata.
C'è che Tim si porta una mano alla bocca e una al cuore, mentre Jason china solo il capo - lui sa cos'è la morte e i suoi mille inganni, le sue mille menzogne e illusioni.
C'è che oggi è morto un bambino che agli occhi del mondo era solo un soldato perfetto - un martire, un vigilante, un eroe.
Selina promette che quella vendetta non esigerà mai più alcun tributo.

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Capitolo 13
*** #13 - pezzi ***


xxxxfgf Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#13 - pezzi

L'assenza è un concetto che si esprime per contrasto.
Una sedia vuota, una frase mancante, un gioco eternamente silenzioso oppure una routine interrotta.
Sarebbero cose normali, particolari insignificanti del grande cerchio della vita, ma quando si fanno spazio nel tutto, allora sono loro a diventare un niente pieno d'ogni cosa.
Selina siede sul divano come ogni mattina da quando si è trasferita al Manor, una tazza ormai fredda tra le mani e lo sguardo assente.

Plic, plic, plic.

È silenziosa la casa, un mausoleo che è solo un viale dei ricordi triste e disperante.

Plic, plic, plic.

"Sei qui."
Nessuna risposta.
"Bruce dorme ancora?"
"No." riesce poi a rispondere "Non ha proprio dormito."
Grayson annuisce, spostando lo sguardo dal bancone della cucina.
"È nella caverna?"
"Ho mandato Alfred a controllare."
Dick sospira, sfiorandole le spalle in una stretta che vorrebbe essere rassicurante, ma che a Selina suona solo di compatimento.
"Dovresti raggiungerlo."
Altro silenzio.
"Gli farebbe bene."
Selina rimane immobile, le labbra serrate in una linea sottile e pallida.
"Non è stata colpa tua."
"Lo so."
"È già successo prima."
"E questo lo rende più facile da sopportare?"
"No." mormora Grayson, ricordando il rimorso che aveva portato la morte di Jason "Ma dobbiamo onorarlo nell'unico modo che conosciamo: combattendo."
Selina non ha il coraggio di dirgli la verità. 

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Capitolo 14
*** #14 - caduta ***


egr Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#14 - caduta


Damian aveva gli occhi di sua madre.
Aveva il cipiglio contrariato di Talia e la stessa, irritante, arroganza.
Aveva sangue al Ghul nelle vene e per Selina era una continua dimostrazione di cosa fosse stata Talia per Bruce, un ricordo che diventava presente ogni volta che Damian le compariva davanti e la sfidava.

"Mia madre è la figlia del grande Ra's al Ghul e io sono il suo diretto erede."
"Dovrebbe impressionarmi?"
"Non lo so: cosa ne sa in fondo una prostituta di diritti nobiliari e imperi?"

Selina osserva la bara che viene calata nella fossa in silenzio, chiedendosi se Alfred reggerà anche questo colpo - se il suo cuore non sia ormai troppo vecchio per amare e poi perdere, sempre.

"Mio padre e mia madre torneranno insieme, com'è giusto che sia."
"E allora perché non abita lei qui invece della sottoscritta?"

Bruce ha un occhio gonfio e Selina sa gli mancano due molari a destra, dove il pugno dell'Eretico era stato implacabile - era con lui mentre li sputava al suolo, dadi irregolari e senza numeri.
Le stringe la mano e nel suo infinito egoismo cerca consolazione proprio dalla donna che ha tradito troppe volte per poterle contare tutte - eppure sei ancora qui.

Lo schiaffo lo colpisce dritto sulla guancia, facendogli cadere il controller di mano.
"Come osi?" bercia Damian, portandosi una mano al volto "Come hai osato toccarmi?"
Selina abbassa il braccio, indurendo lo sguardo e preparandosi a contrattaccare.
"Devi imparare cosa sia il rispetto."
"Sei solo una misera criminale. Gotham muore a causa di quelli come te."
"Talia non ti ha mai detto tutta la verità."
"È mia madre" grida Damian, cercando di afferrarla per il collo "È mia madre e ti ucciderà."
"E sarà allora che perderai Bruce."
Damian scuote la testa e nega a se stesso ogni possibilità.

La seconda bara è più semplice di quella di Damian, un ebano lucido e senza screziature.
Jason ha un viso bellissimo nel suo disprezzo, una furia che gli illumina gli occhi e la memoria.
Selina sente la presa di Bruce allentarsi e lasciarla sola nel mezzo della tempesta.

È immobile, Talia.
Offre alla morte la bellezza della pietra, un volto eternamente giovane e una mente imprigionata nel suo stesso delirio.
Selina ne ha fissato il corpo senza vita per quelle che devono essere state ore, il freddo della caverna che le graffiava le caviglie e il cuore.
"Tu l'amavi." mormora nel silenzio della grotta, Bruce un'ombra che si delinea alle sue spalle.
"Sì."

Crack.

Talia pare quasi sorriderle dal tavolo autoptico e Selina cerca sotto le palpebre lacrime che non hanno la forza di cadere.
"Mi dispiace per Damian."
"Lo so."
"Ma non m'interessa niente di lei."
"Non posso chiederti altrimenti."
Selina stringe il bordo del lettino fino a far sbiancare le nocche, l'immagine di Bruce che cerca la bocca di Talia un rostro rovente nel petto.
"Sono contenta che sia morta."
Bruce non abbassa lo sguardo e rimane fermo nella sua posizione.
"Cosa vuoi veramente sapere, Selina?" le domanda poi, sfiorandole il livido che ha sulla fronte "Se ti amo?"
"Non lo so."
Bruce sospira e la stringe a sé fino a quando non si addormenta tra le sue braccia.

Ha cominciato a piovere e Bruce la fissa da oltre una cortina d'acqua spessa quanto le sue lacrime.
Non dice una parola e le si avvicina tendendole una mano - la stessa che ha stretto per tutta la durata del funerale.
"Andiamo a casa, Selina."
"Che donna patetica che devo sembrarti." geme tra i singhiozzi che le premono in gola "Una di quelle ragazzine innamorate e che fanno i capricci alla prima difficoltà. Una di quelle che è gelosa di un fantasma, di un'idea. Di quelle che hanno bisogno di qualcuno che le sostenga, che le ami, di un uomo che abbia occhi solo per loro."
Bruce accorcia la distanza che li separa, osservandola ritrarsi e chiudersi dentro il cappotto come un gatto ferito e spaventato.
"Non c'è nulla di patetico in te."
"Non osare compatirmi!" grida "Non farlo." ripete poi, un fulmine che delinea la sua figura contratta e sottile "Io non ho bisogno d'aiuto."
Gotham trasforma la pioggia in neve fragile come vetro.

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Capitolo 15
*** #15 - gelosia ***


dddd Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#15 - gelosia


L'amore non rende felici.
Bruce l'ha capito fin da subito, eppure non ha saputo resistervi.
Percepisce ogni mutamento dell'animo Wayne e neppure il kevlar è riuscito ad arginare quell'emorragia di sentimenti e sensazioni.
Selina se ne è andata dal Manor qualche giorno prima e seduto su quella vecchia poltrona si sente quasi la perfetta imitazione di Scrooge, l'avaro protagonista di Dickens.
Ha scaraventato il bicchiere nel camino molte ore prima e adesso gli rimane solo la propria commiserazione - un buco che assorbe ogni altra intenzione.

"Torno nel mio appartamento."
"Per quanto?"
"Per il tempo necessario."

Gotham è sporcata da nembi gonfi di pioggia e fumi verdastri, filamenti rossi che l'alba rende simili a un complesso intrico d'arterie.

"Va bene."
Selina sorride senza alcuna allegria, facendo scattare la combinazione della valigia.
"Manderò qualcuno a prendere il resto della mia roba."
L'angoscia gli avvolge il cuore in una morsa implacabile.

Le fiamme languono sotto la cenere e Bruce le fissa stolidamente - incapace di fare altro.

"Dovresti andare a riprenderla." consiglia Dick, riavvolgendo il rampino "La morte di Damian è stata difficile per tutti noi, soprattutto per Selina."
Wayne gli regala uno sguardo indifferente, quasi asettico.
"Non era suo figlio."
Grayson ride, ed è come il cigolio di un cardine poco oliato.
"Che stronzate. Certo che non era suo figlio, anzi; a dirla tutta era uno sputo in faccia alla sua persona, ma ciò non cambia che è più difficile lottare con un fantasma che con una donna di carne e sangue."
Bruce controlla i batarang della cintura, ignorandolo.
"Sei un ipocrita. Credi che il dolore sia esclusivo, ma appartiene a chiunque sia in grado di provarlo."
Bruce prosegue nel suo inventario, dandogli le spalle.
"A volte mi chiedo se meriti d'essere così tanto amato, Bruce."
Le parole di Grayson cadono nel vuoto della caverna.

Il rimorso è una marea che soffoca ogni altro pensiero.

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Capitolo 16
*** #16 - destino ***


Destino Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#16 - destino


"Ho fatto i conti con i miei fantasmi." aveva iniziato Selina "E tu, Bruce?"

S'incontrano con ancora le maschere addosso e l'odore della città sulla pelle, sguardi nascosti e verità strette nel pugno.

"Non se ne andranno mai davvero, Selina."

La notte è priva di speranze a Gotham, e pulsa quella metropoli sotto i loro piedi, tum tum, tum tum, tum tum.

"Lo so."

Batte sempre più forte quel cuore nerastro e colmo di rimpianti, un ammasso di cavità che stilla solo veleno e parole abortite.

"Siamo noi i nostri fantasmi, Selina."

Si curva sotto il peso di Gotham il cielo e brilla una stella cieca, l'occhio che tutto vede, che tutto può.

"So anche questo."

"Stavi per morire."
"Hai lanciato tu quel sasso?"
"La frusta era troppo corta."
"Avevo la situazione sotto controllo."
"Bugiardo."
"Perché sei qui?"
"Perché sono una stupida."
Bruce si volta, osservandola in silenzio.
"Tornerai?" trova poi il coraggio di chiedere "Tornerai... al Manor? - a casa?"
"Me ne sono mai davvero andata?"
Bruce le regala un sorriso così fragile da fare male.

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Capitolo 17
*** #17 - sondaggi sbagliati ***


#17 - sondaggi sbagliati Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#17 - sondaggi sbagliati


"Dicono che dopo qualche anno di relazione il rapporto si raffredda."
Bruce non replica neppure, litigando con la cerniera della sua tuta giusto il tempo esatto per capire che no, l'avrebbe rotta e basta - crick, ecco duemila dollari di cuoio e kevlar che se vanno.
"Dicono che dopo i quarant'anni la resistenza non è più quella di una volta."
Wayne la solleva di peso e Selina si rovescia languidamente all'indietro, schiudendo leggermente le cosce.
"Ho letto che gli ormoni calano, i capelli cominciano a diminuire e tutta un'altra serie di cose poco gradevoli per la virilità di qualsiasi uomo."
Bruce le riserva uno sguardo per nulla amichevole, soffocando la frase successiva in un bacio vorace ed esigente - preme e strappa, saggiando in punta di lingua la sua stessa brutalità.
"E come se non bastasse, alcuni uomini non riescono neppure a mantenere un'erezione."
Ride Selina all'espressione contrariata di Bruce, chiudendo poi gli occhi quando le sue dita la trovano già umida tra le gambe, non vergognandosi d'alcun gemito - graffia e reclama la gatta, desideri che hanno sempre avuto la consistenza liquida del sangue e della voglia.
"Dicevano anche che..."
"Oh, ma smettila." replica finalmente Wayne "Sono tutte scemenze."
Selina sorride e ricorda il perché si diverte così tanto a irritarlo.

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Capitolo 18
*** #18 - succede a tutti ***


dddd Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#18 - succede a tutti


Selina si rigira nel letto due o tre volte prima di mettersi ferma, rubandogli tutte le lenzuola.
"Ridammele." bercia Bruce "Mi servono."
Selina tira su con il naso, buttando l'ennesimo fazzoletto a terra e prendendone un altro.
"No." ribatte con voce nasale "È tutta colpa tua se sono in questo stato, per cui niente lenzuola."
Bruce sospira, sconquassato da un eccesso di tosse.
"Dio, che schifo." si lagna Selina "Che schifo che schifo che schifo."
"Abbiamo visto di peggio."
Selina si volta nelle sua direzione, piantandogli due occhi grandi come cocomeri (e gonfi altrettanto) addosso.
"Bruce..." inizia con un tono di finta condiscendenza "Siamo sopravvissuti ad attentati, sparatorie, veleni, gas allucinogeni e mille altre cose, ma questa è molto peggio."
"È solo influenza, Selina." replica Wayne, facendo leva sulle braccia e appoggiando la schiena alla testiera del letto "Passerà."
"Perdo muco ovunque."
"Ti ho vista perdere sangue da molte altre parti e molto più strane del naso, Selina; un po' di raffreddore non ci ucciderà di certo."
"Mi fa male la pelle. Persino la punta dei capelli mi fa male."
Bruce espira con forza, osservando il suo triste 38,9 che fa bella mostra di sé sul termometro.
"Quando ti hanno quasi spaccato un rene stavi peggio: la tua urina era dello stesso colore di una prugna."
"Proprio un bel ricordo, grazie mille, Bruce."
"Tieni." le dice Wayne, allungandole il termometro "Guarda un po' quanto hai."
Selina glielo strappa di mano, raggomitolandosi sotto al lenzuolo e lasciando al freddo, sudato e ansimante.
"Sarà altissima."
"Capirai."
"È insofferenza quella che sento, signor Wayne?"
Bruce abbassa le palpebre, troppo stanco persino per replicarle.
"39,2." sibila Selina "Maledetto te, le fogne e quel buco merdoso di Arkham. Spero solo non sia una nuova arma letale del Joker."
Bruce si sta quasi addormentando e sa che non è giusto e che dovrebbe ascoltarla, ma è davvero troppo stanco.
"L'unica nota positiva sono le tisane di Alfred. E le sue attenzioni. E i suoi piatti. E anche la cioccolata calda."
Bruce continua a ignorarla, cercando di concentrarsi solo sul silenzio nella sua testa.
"Quando starò meglio rimpiangerai amaramente questo momento."
Wayne cede al sonno e inclina la testa verso sinistra, chiudendo del tutto gli occhi.
"La prossima ronda sarà un inferno, te lo prometto."
Selina aspetta qualche minuto, poi torna a girarsi, contrariata dal non aver ricevuto alcuna risposta.
"Be'?" esordisce "Il gatto ti ha per caso..."
Il pipistrello è immobile, il petto che si alza e si abbassa lentamente, i capelli leggermente appiccicati sulla nuca.
Selina ne osserva il profilo rilassato, la bocca socchiusa, la mano tiepida che è ancora appoggiata sul suo fianco - la stava accarezzando prima che lei gli inveisse contro in tutte le lingue conosciute.
Sospira Selina, e lo copre con l'altra metà del lenzuolo, stringendogli le braccia attorno alla vita e appoggiando la testa sulla sua spalla; in fondo, c'erano cose peggiori di un'influenza e loro le avevano sempre superate tutte.
Questa non avrebbe fatto eccezione.  

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Capitolo 19
*** #19 - dichiarazioni ***


Dichiarazioni Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#19 - dichiarazioni


Per un attimo, una frazione di secondo, Selina s'immagina già vecchia, i capelli ormai ingrigiti sulle tempie e una tazza di caffè perennemente stretta tra le mani.
Non sa dire se Grayson e i pettirossi rimasti saranno ancora vivi, perché Gotham è un inverno che difficilmente lascia andare i suoi germogli sepolti, ma in fondo al cuore lo spera.
Non sa dire se lei e Bruce riusciranno a sopravvivere a tutto quello che Gotham ha in serbo per loro, ma anche quella è una speranza che non vuole morire - che non può morire.
Sorride, e ricorda quando Bruce l'aveva salvata da se stessa, dal suo dolore e dall'incertezza che l'aveva prostrata al suolo.
Ricorda tutte quelle notti sui tetti, quel lento cercarsi e quell'amarsi veloce, vorace, sempre in bilico sul bordo della fine - di un abisso che aveva il volto e il nome di una madre tiranna.
Ricorda quanto gli era costato fidarsi, mostrarle la sua vera maschera, confessarle segreti che avrebbero potuto distruggerlo.
Bruce si rigira nel letto e la stringe contro il suo petto, borbottando qualcosa nel silenzio della stanza - forse un ordine, forse quella dichiarazione che nessuno dei due era ancora pronto a fare.
Selina amplia il sorriso, chiudendo gli occhi e cercando gli ultimi scampoli del sonno residuo, a cullarla verso l'incoscienza una consapevolezza inaspettata.
Avrebbe dovuto aspettare ancora a lungo, ma prima o poi, quando della gatta non sarebbe rimasto che il nome e del pipistrello la leggenda, Bruce avrebbe lasciato cadere anche l'ultimo muro e tutto avrebbe allora preso il sapore di una storia conclusa - di una fine che sarebbe stata anche un inizio.
L'alba li coglie ancora avvolti da un sonno quieto e, per la prima volta dopo tanto tempo, privo di sogni.

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Capitolo 20
*** #0 - al futuro ***


Momenti - fine Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


#0 - al futuro


Il gatto fissa il pipistrello, incuriosito.
Lo vede uscire ogni notte e andare a caccia, tornando poi solo all'alba.
Alcune volte è ferito, altre volte è il sangue dei suoi nemici a macchiargli il muso, ma non cede mai - nemmeno una volta.
Un giorno il gatto entra nella sua caverna e ne aspetta il risveglio, impressionato dalla grandezza delle sue ali.
"E tu chi saresti?" gli domanda poi il pipistrello, irritato "Mi stai solo facendo perdere tempo."
"Sono un gatto." risponde il felino "E caccio di notte, proprio come te. Vivo di notte, proprio come te. E come te, non ho paura del buio."
Il pipistrello gli regala un battito d'ali frustrato e se ne va senza aggiungere altro.

Passano gli anni e il gatto ha cominciato a inseguire il pipistrello, sfidandolo a fare di meglio - a batterlo dove il buio è più scuro e dove non brilla mai alcuna luce.
Ogni tanto si dividono le prede e il pipistrello ha cominciato ad apprezzarne le abilità, ma non l'invadenza.
"Sei molesto." gli dice una volta "Mi deconcentri."
"Sicuro di non esserti innamorato?" replica il gatto ed è allora che il pipistrello comincia a vacillare.

Passa altro tempo e il pipistrello accoglie il gatto nella sua grotta, imparando a convivere con le sue intemperanze.
Il gatto si dimostra più paziente del previsto e lo salva in più di un'occasione, facendo poi i conti con uno stormo di pettirossi giovanissimi e troppo coraggiosi.
"Sono tanti." dice una volta "Potrebbero essere la mia cena."
"Anche io." replica il pipistrello "In fondo, sono solo un topo con le ali."
Questa volta è il turno del gatto di vacillare.

Non conosce l'amore il pipistrello, eppure quando gli portano via il suo gatto fa di tutto per riaverlo indietro, cercandolo di casa in casa.
Lo trova arrotolato in una villa poco fuori città, seduto comodamente davanti al camino.
Entra da una finestra aperta e lo sveglia, guadagnandosi una zampata poco amichevole.
"Cosa vuoi?" soffia il gatto "Non hai visto che stavo dormendo?"
Il pipistrello lo ignora, tirandolo per la coda.
"Vuoi che venga via con te? E perché dovrei? Qui ho tutto quello che posso desiderare; cibo, acqua pulita e affetto."
"Ma non hai me." replica il pipistrello e ci vuole solo qualche minuto perché il gatto faccia la sua scelta.

Passano gli anni e il gatto e il pipistrello sono ancora insieme.
Ha il pelo un po' più rado il gatto e il nero della sua pelliccia sta diventando grigio, ma gli occhi sono ancora screziature verdissime e sempre giovani.
Ha quasi perso un orecchio in una guerra tra colonie e fa più fatica d'un tempo ad arrotolarsi sulle rocce della grotta, ma non dimentica mai il loro primo incontro.

"Mi stai solo facendo perdere tempo."

Il pipistrello ogni tanto sbatte contro qualche spigolo e il suo udito ha perso colpi, ma insieme riescono ancora a essere minacciosi - due cacciatori che mordono fino alla cresta dura dell'osso.
"Ti senti bene?" gli chiede quella notte il pipistrello "Non ti va d'uscire?"
Il gatto gli riserva un assenso tremolante, alzando a malapena il muso dalle zampe.
"Sono solo stanco. Ma tu vai: ti aspetto qui."
Il pipistrello annuisce ed esce di ronda, cercando di cacciare una razione extra anche per il gatto - vuole farlo contento, ma il suo cuore gli racconta una verità spietata e alla quale non potrà sopravvivere.
Quando l'alba ne illumina il volo, per il gatto è ormai troppo tardi.

Non c'è più alcun gatto a tener compagnia al pipistrello e i pettirossi si sono fatti grandi, falchi spietati e aquile senza paura.
Esce ancora la notte, perché il suo istinto non sa dirgli altro, ma accoglie come una benedizione quando un gufo quasi gli strappa un'ala, troncando quella che sarà la sua ultima caccia.
Riesce a tornare alla grotta ed è ferito troppo gravemente per appendersi al soffitto, per cui si limita a cadere al suolo e lì rimanere, immobile.
La morte lo coglie che sta ancora pensando a quello stupido gatto molesto e così innamorato da spaccargli il cuore.

"È morto, papà?"
Thomas raccoglie il pipistrello e annuisce, chiudendogli le ali.
"È stato ferito." spiega al figlio "Un gufo, probabilmente. Oppure un altro predatore notturno. Era troppo vecchio e non l'avrà visto arrivare."
Bruce annuisce ed esibisce uno sguardo incredibilmente intelligente per un bambino di soli sette anni, fissando il corpo senza vita del pipistrello.
"Lo seppellirai, papà?"
"Immagino di sì." replica Thomas "Tu dove vorresti seppellirlo, Bruce?"
Wayne indica un punto imprecisato del parco, sotto la quercia più grande.
"Dove abbiamo sepolto il gatto?" chiede Thomas, avvolgendo il pipistrello in un fazzoletto da tasca.
"Sì." risponde con più convinzione Bruce "Credo che il gatto ne sarebbe contento."
"E perché?" gli domanda il padre, facendo cenno ad Alfred di andare a prendere una pala "Erano forse amici? Tipo Red e Toby?"
Il volto di Bruce si fa improvvisamente serio, quasi spigoloso nell'ombra del crepuscolo.
"No. Perché lui l'amava. E anche il gatto l'amava."
Alfred sorride, porgendo la pala a Thomas e accarezzando i capelli di Bruce.
"È una bella favola, padron Bruce. Rientriamo ora; le preparo una tazza di cioccolato caldo."
I genitori di Bruce non vedranno l'autunno successivo.



Note dell'autrice: e con questo capitolo siamo giunti alla fine. È stato un lungo viaggio; un percorso che ho intrapreso con l'intenzione (e la voglia) di raccontare tutto ciò che più amavo (e amo) di questa coppia.
Bruce e Selina avranno per sempre un posto speciale nel mio cuore e per quanto si divertano a farmelo a pezzi ogni volta, gli dirò sempre grazie.
E un grazie ENORME va anche a voi, lettori; a Treasterischi, che c'è sempre stata (e ai suoi brainstorming illuminanti, che siano online o sotto il sole cocente mentre ci si scioglie in un pomeriggio di luglio) a MissDomino (ci manchi, sappilo), a Mamie (una presenza costante e di una gentilezza unica), a Kuma_Cla (SISTAH, che dire... spargo amore e basta), a Neverland98 (e al fangirlare senza dignità), a Robinshapeshifter (un'artista che coglie perfettamente l'anima di ciò che legge)  e a chiunque altro mi abbia seguito sui tetti di Gotham e oltre; a voi, grazie di cuore.
Nel frattempo che il Pipistrello si prende un po' di meritato riposo, vi faccio i miei migliori auguri di buone vacanze: ci si vede prestissimo e, perché no, sempre per le strade di Gotham.

*si lancia con un rampino sul tetto successivo*


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