Alice Swan

di chi lo sa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Funerale ***
Capitolo 2: *** New York ***
Capitolo 3: *** Alice ***
Capitolo 4: *** Natale ***
Capitolo 5: *** Edward ***
Capitolo 6: *** Domande ***
Capitolo 7: *** ...e risposte ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** Strani poteri ***
Capitolo 10: *** brutte sorprese ***
Capitolo 11: *** Un'interruzione provvidenziale ***
Capitolo 12: *** A piedi nudi nel parco ***



Capitolo 1
*** Funerale ***


cap 1 Ero al funerale di mia madre. Cose che capitamo,fanno parte della vita. Dolorose,incomprensibili quando tu sei così giovane e tua madre anche,ma  fanno parte del corso delle cose,non si possono evitare. In realtà si,ma io allora non lo sapevo .Lui avrebbe potuto fare una scelta diversa ma prese la decisione più nobile e dolorosa per tutti . A parte per me,ovviamente,perchè io non sarei nata e non sarei qui a tirare le somme di ciò che accadde quell'anno.
In fondo ero preparata,sapevamo che sarebbe stata un'operazione pericolosa e che le probabilità erano poche ma ora sono felice di ave avuto la possibilità si salutarla ed evitare le sofferenze di una lunga malattia. Diceva fosse ironico ma non assurdo che fosse il cuore a creare problemi,erano più di 20 anni che non batteva,se non per me ovviamente.
Questa non la capivo:sicuramente non si riferiva a mio padre visto che lo aveva lasiato lei. In effetti si erano conosciuti e sposati decisamente in fretta:lui era un architetto ed era venuto a Forks per seguire i lavori per la costruzione di un ponte,aveva conosciuto mia madre che era tornata a casa per la prima volta da quando era partita per il college 4 anni prima e che stava decidendo che fare con la sua laurea,si erano innamorati e sposati in un paio di mesi. A distanza di anni la mamma mi ha detto che era stata “sopraffatta” dai ricordi e che mio padre le ricordava qualcuno che conosceva al liceo. Insomma,come si fa a sposare qualcuno solo psrchè ti ricorda il tuo ragazzo del liceo? E' insano! Alla fine anche lei lo ammetteva. Le cose andavano già male,ma quando lui dopo 3 anni ha finito iol suo lavoro qua e avremmo dovuto trasferirci in messico per seguire la costruzione di un'autostrada lei gli ha detto che non poteva seguirlo e lasciare Forks e lui è partito da solo. Così io mi sono ritrovata  crescere nella piovosa Forcks,nella Penisola del Nulla invece che girare per il mondo con entrambi i miei genitori. Ma in fondo non gliene volevo,in fondo ho sempre saputo che aveva delle buone ragioni,anche se io le ignoravo e  per me lei bastava per entrambi i genitori. Mia madre scherzava sul fatto che nel suo caso era successo l'opposto ed era stata sua mamma s scappare con lei da Forks.
 Certo,con mo padre non ho un grande rapporto:lo vedevo 2 settimane all'anno durante le vacanze astive e perlopiù lo raggiungevo in qulache posto in giro per il mondo:giappone,brasile, sudafrica e via dicendo. Ma ho compensato la mancanza di figura paterna con mio nonno Charlie,l'ex capo della polizia che mi ha insegnato a sparare nel giardino dietro casa(cosa che mia madre non ha mai saputo) e lo zio Jakob. Non che lui sia veramente mio zio,è un vecchissimo amico di famiglia ed il miogliore amico di mia madre. Era lui che veniva a fare i piccoli lavori di idraulica quando perdeva un tubo e che mi portava le brioche calde per colazione il giorno del mio compleanno.
Ora stavo lì a guardare mio padre  in lacrime al funerale dell'ex moglie pensando che non era propriamente un bell'uomo ma aveva  degli splendidi capelli castano ramato (che per fortuna avevo eraditato) e uno strano modo di sorridere,leggermente sghembo,che faceva impazire le donne,compresa mia madre. Infatti 8 anni prima si era risposato con una donna, molto in gamba in effetti,che lo seguiva nei suoi viaggi e gli aveva dato altri 2 figli,cosa che ci aveva allontanato ancora di più. non che gliene volessi,è solo che non puoi tenere più di tanto a qualcuno che vedi 15 giorni all'anno,ed ero felice che lui avesse una nuova vita serena.
Ma questo era anche il motivo per cui non sarei andata a vivere con lui. Oltretutto  ero stata ammessa alla Columbia University,anche se il problema della retta me la faceva sembrare un'ipotesi piuttosto lontana:pare che fossi troppo povera per potermela pagare(ovviamente è costosissima,è una dellemigliori università del paese) ma non abbastanza povera per avere una borsa di studio anceh se la Columbia è il mio sogno di una vita.
Nel frattempo la cerimonia era finita. Finalmente. Non sopporto queste vuote commemorazioni e ancora meno piangere in pubblico,cosa che avrei sicuramente fatto se non mi fossi messa a pensare ad altro...aveva perso mia madre,la mia migliore amica,la mia consigliera,tutto e il futuro mi sembrava decisamente nebuloso. Ah,e a breve avrei anche dovuto laciare il mio ragazzo perchè questa situazione mi aveva fatto capire che non lo amavo e non potyevo stare con lui solo perchè avevo bisogno di qualcuno a cui appoggiarmi. Mia madre rideva sempre quando pensava che uscivo con John Newton,il figlio di un suo “assiduo corteggiore” del liceo.
La folla iniziava a disperdersi e potevo vedere lo zio Jack parlare con mio padre che era di spalle. Strano,lui lo detestava e non ho mai capito perchè. Un avolta mi disse che gli ricordava quancuno...probabilmente il famoso sosia del liceo. Poverino,chissà cosa aveva fato per meritarsi tanto odio. Mentre mi avvicinavo però lo sentii dire
 -ti ho fatto restare più che abbastanza,ora vattene. Lei sta arrivando e non voglio che tu la veda. Neanche da lontano,non azzardarti,sanguisuga
 E mio padre si allontanò velocemente
-Zio,ma sei impazzito,non ti vergogni a parlargli così? E' mio padre! Anche lui soffre.
Jack sembrava starno,confuso,poi ci pensò su e con uno sguardo che racchiudeva rabbia,dolore,ironia e quancos'altro che sembrava sollievo mi disse
-quello non è tuo padre
-come no. Lo conosco.
-ti ripeto che non è lui!
-L'ho riconosciuto da dietro:la corporatura è la sua e devo ricordarti che quei capelli li vedo ogni mattina allo specchio? Quindi non venire a dirmi che non è lui!
-guarda,tuo padre è là,a parlare con Newton.
Ah,già. A quanto pare  mi ero sbagliata. Ma sembrava proprio lui. Chissà chi sarà stato?


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Capitolo 2
*** New York ***


cap 2

Però,la mia prima storia e già 4 recensioni...e 115persone che l'hanno letto in 3 ore!
sulla location ero un po' indecisa,ma ho pensato ceh era ora di andarsene da Forks e visto che new york la adoro...
Ho già un po' di capitoli pronti ma per il terzo vi farò sudare un po di più,quindi recensite!!!!


New York


I primi tempi avevo acconsentito a stare a casa dello zio alla riserva,era molto protettivo e non voleva che stessi da sola ma sentivo di avere bisogno dei miei spazi e di capire cosa fare della mia vita adesso ceh che il mio punto fermo se ne era andato e il mio sogno i sempre di andare alla Columbia era svanito.

Finchè un giorno,mentre stavo controllamdo le mail ne trovai una che cambiò la mia vita per sempre:avevo vinto una borsa di studio. Una delle tante per cui avevo fatto richiesta,a quanto pare. In effeti questa non me la ricordavo neanche, ma che importava? Sarei andata alla Columbia! E sarei diventata medico. Mia madre non ha mai capito questa mia passione per la medicina,lei che sveniva solo a sentire l'odore del sangue. Probabilmente mi era nata perchè da bambina frequentavo piuttosto spesso gli ospedali. Niente di grave,ma devo ammettere che mia madre era un disastro. Di più,attirava disgrazie. Praticamnete finivamo al pronto soccorso due volte all'anno,anche per cose da niente. Se avesse avuto un marito probabilmente avrebbero pensato che la picchiava ma dopo le prime visite era diventata quadi una tradizione. Chissà. In ogni caso una nuova vita mi aspettava a New York.


La columbia era esattamente come me la spettavo,splendida,maestosa e imponente. I corsi erano splendidi e c'era una tale varietà di persone. Dopo essere cresciuta a forks un tale mondo mi sconvolgeva. Ed oltretutto nel centro di New York,una città che adoravo da quando ci ero stata la prima volta a 15 anni.
Altra cosa incredibile,e non sapevo ancora come la avessi ottenuta,avevo una camera singola che al college vale oro. Pare ci siano liste d'attesa che iniziano dal primo anno del liceo e famiglie che se la passano da un fratello all'altro. Perchè per quanto tu possa essere una persona socievole,e io lo ero,l'idea di non avre un briciolo di privacy per 5 anni è paurosa.

Avevo paura di sentirmi sola,ma anche in quello mi era andata bene:alla prima lezione mi ero ritrovata vicino a 2 ragazze,Jenny e Sara ed avevamo iniziato a parlare e anche se eravamo molto diverse l'una dall'altra avevamo legato e ci vedevamo spesso per pranzo ed ai corsi. Così Jenny,la classica biondina di Boston decisamente ricca
(pare che suo padre possedesse meza città) aveva deciso che dovevo diventare la sua compagna di uscite per locali con i suoi amici. Sulle prime ero decisamente contaria,apettamdomi i classici figli di papà perennemente ubriachi e scansafatiche ma dopo molte insisenze li avevo conosciuti ed erano simpatici ed in gamba. Certo,l'alcool scorreva a fiumi ma non nel periodo degli esami,entravamo gratis nei migliori locali della città e in fondo ero all'università e un po' di pazzia me la potevo permettere dopo aver passato i miei primi 19 anni a Forks. E poi ero decisamente padrona di me e non mi lasciavo rapire da questo nuovo mondo.
Sara invece studiava cinema ed i suoi amici erano tutti fotografi o scrittori,il suo ragazzo l'assistente di un professore di letteretura,insomma,i classici artisti. Con loro passavo serate al village ad ascoltare concerti di piccoli gruppi che aspettavano di sfondare,organizzando mostre di fotografia e discutendo di politica e della situazione in mdioriente.
Ed oltre a tutto ciò ovviamente seguivo i corsi di medicina che mi appassionavano sempre di più.
Insomma,tutto ciò che di meglio New York ha da offrire.
Certo,la mia vita andava avanti perfettamente solo che non avevo nessuno con cui dividerla:ormai mi rimaneva solo lo zio Jack che sentivo spesso ma quella che era stata il centro del mio mondo fino ad allora se ne era andata.
Mi mancava una famiglia.

Nelle vacanze di natale sarei dovuta tornare a casa dallo zio ma alla fine o rinunciato inventando un invito di Jenny a sciare ad Aspen(tra l'altro l'importo della mia borsa di studio continuava ad aumentare ,a quanto pare in virtù dei miei ottimi voti, e me lo sarei anche potuto permettere) perchè non me la sentivo di tornare a Forks,non ne avevo la forza. In effetti l'invito era vero,solo che in quel periodo avevo davvero pensato di tornare a casa. Ed ora acausa del mio orgoglio che mi impediva di confidarmi con la mia amica avrei passato le feste da sola a NY.


Era il 20 dicembe,completamente buio alle 6 di sera e camminavo per il campus con i libri in braccio e Claire de lune nelle orecchie dirigendomi in biblioteca x studiare in vista dell'ultimo esame prima delle vacanze quando ho scontrato qualcuno e mi è caduto tutto. Alzando gli occhi ho visto che era una ragazza e dopo le classiche scuse ogniuna ha aiutato l'altra a raccoliere i suoi libri. Tra i suoi c'era Romeo e Giulietta

-Dai,è uno dei miei libro preferiti

-Davvero? Anche il mio!

- A me in effeti ha attaccato questa mania mia madre,insieme a Debussy- e le mostrai l'mp3 come a scusarmi di esserle finita addosso

-Ah. E piacere,io mi chiamo Alice,Cullen

La fissavo mentre mi tendeva la mano

-Anche io Alice,piacere. Alice Swan

Ed entrambe scoppiammo a ridere

Era tanto che non mi sentivo così leggera,visto l'avvicinarsi delle feste.

-Sono appena arrivata,sai per caso dov'è la bioblioteca? mi chiese

-Ci sto andando anche io,se vuoi facciamo la strada insieme

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Capitolo 3
*** Alice ***


cap 3 Rimanemmo a studiare insieme fino alle 9,quando il mio stomaco mi ricordò che non avevo ancora cenato. Lei disse che non aveva fame e avrbbe continuato a studiare e rimanemmo d'accordo per vederci il giorno dopo. Che strana ragazza...a parte il fatto che sembrava un folletto,con capelli neri scuri e corti e una pelle ancora più chiara della mia che era già cadaverica (quella l'avevo presa da mia madre) era veramente belissima. Tutti i ragazzi della bioblioteca ci guardavano. In effetti ci ero abituata,anceh io ero decisamente bella,ma insieme sembravamo attirare ogni sguardo maschile nel raggio di 100 metri.
Era molto simpatica e mi sentivo a mio agio con lei perchè la sua situazione familiare era simile alla  mia:i suoi genitori erano morti da molti anni ed era stata adottata dal Sig Cullen,che amava come un vero padre. In effetti quella casa doveve essere un vero manicomio perchè oltre a lei c'erano altri quattro figli,tutti adottati. Beh,se pensavo che la mia situazione familiare fosse complicata...



Avevo un margine di manovra veramenete ristretto questa volta. Dio,so non avessi amato tanto mio fratello lo avrei odiato. Sempre così melodrammatico. Ero stata brava e non avevo ceduto al mio egoismo:avevo fatto quello che era meglio per lei creando quella borsa di studio perchè non era giusto che rimanesse lì a Forks per il resto della vita. Le avevo anche  trovato  (a caro prezzo ma cosa sono i soldi per chi prevede come me gli andameni della borsa?) una camera singola perchè se assomigliava anche solo un po' a sua madre sarebbe impazzita senza possibilità di stare da sola ed ero pronta a lasciarla in pace  a vivere la sua vita normale come avevo fatto con Bella. L'unico motivo per cui non ero intervenuta quando si era ammalata era che non l'avevo vista: mi ero
 così allenata a non osservarla e a rimandare indietro le visioni che la riguardavano che non avevo visto quella che riguardava la sua morte. Non avevo neanche scoperto che anni prima aveva chiamato sua figlia con il mio nome o che l'uomo che aveva sposato era molto simile ad Edward (alla sua parte umana almeno). Ma sarei rimasta in disparte a controllarla ed occuparmi di lei se non fosse stato per lui. Dopo essersi aggirato per forks per quattro mesi ricordando ogni secondo della loro vita insieme,Edward aveve deciso che non poteva sopportarlo oltre  e che la vita non aveva più significato. Sarebbe andato dai Volturi a chiedere di morire come aveva premeditato 20 anni prima. Sapeva che sarebbe successo,solo sperava che quel momento venisse un po' dopo,che lei avesse una vita più lunga da vivere,non che morisse a soli 43 anni. Alice lo aveva visto arrivare per dire addio a tutti loro e aveva visto che non  sarebbero riusciti a fermarlo  ne i muscoli di Emmet ne i regionamenti di carlisle. C'era solo una persona che poteva riuscirci e lei neanche lo sapeva. Sempre che lo avesse voluto se avesse saputo cosa aveva fatto a sua madre quel'idiota del mio fratellino.
E ora veniva la parte più difficile:convincere Rosalie a fare un bel pranzo di natale davanti ad un'umana.  
La famiglia era tutta riunita nella sala da pranzo che come al solito usavano come sala riunioni.
-ho visto Edward tornare a casa. A natale
-fantastico
-bene
-era ora
-non verrà per fermarsi. Sarà un addio. Partirà per l'italia e noi non lo potremo fermare
Non c'era bisogno della lettura del pensiero per vedere la disperazione nei loro occhi
Ho un'idea ma ho bisogno del vostro sostegno e che approviate...
...
...

-ma non rischiamo di ritrovarci nella stessa situazione dell'altra volta?- era Emmet
-Non se ne parla,non voglio che quella ritorni nella nostra famiglia- Rosalie
-sei sicura che funzionerà?- jasper
-si,proviamoci,qualunque cosa piuttosto che lui muoia- Esme
-L'idea mi piace ma non sono sicuro per lei. E' giusto per lei entrare nel nostro mondo?     
–        Non merita una vita normale?-Carlisle
–     Ascoltate,ho pensato a tutto,basta che lui la veda. Non riuscirà più a lasciarla. Ha anche lo stesso odore. Lo conosco,non cometterà lo stesso errore due volte. Rimarrà nell'ombra a distanza di sicurezza. Ma avrà di nuovo un motivo per vivere.
–    Va bene- disse Carlisle. E la sua parola  come sempre valeva per tutti

-Bene,allora preparatevi per un tradizionale pranzo di Natale umano!

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Capitolo 4
*** Natale ***


cap 4 natale Ero  con Alice a Briant Park,decisamente il mio posto preferito della città. Se solo ci fosse stato un po' più di caldo...odiavo il freddo. Stranamente invece Alice non aveva problemi mentre io stringevo tra le mani la mia tazza fumante di caffè,la mia droga a base di caffeina.
Stavamo parlando come al solito del più e del meno,strano come una persona che conoscevo da così poco mi fosse già così cara qundo il mio cellulare squillò.
-Pronto?
-Ciao Alice,sono Jake
-Hey zio,ciao! Come stai? E' un po' che non ti sento...
-si,sono stato un po' in giro con il branco
Che strano,mio zio chiama i suoi amici “Il branco”,neanche se fossero una setta! Vado alla partita con il branco. Andiamo a mangiare da Sue con il branco ecc... per il mio quinto compleanno mi aveva anche regalato un lupo di peluche che è tuttora sul letto nella mia camera a Forks
-allora,come va nella grande mela?
-benissimo,non ne hai idea...è il sogno di una vita!
-basta che non ti dimentichi della tua vecchia vita. Sei sicura di non tornare a casa per le feste? La montagna sarà sempre lì. E sarebbe il tuo primo natale da sola da quando...
Ricacciai indietro le lacrime e probabilmente lo fece anche lui all'altro capo del telefono
-Si,lo so. Ma sul serio,così mi distrarrò e non ci penserò. E' megnio se vado ad Aspen con  
     jenny,sul serio.
–    va bene,come preferisci. Ma ti chiamerò il 24,il 25 e alla mezzanotte del 31. Non ti libererai di me tanto facilmente!
-certo zio,ci conto. Ti voglio bene.
E con l'animo pesane per avergli mentito riagganciai
-Uno zio? Pensavo che non avessi nessuno.
-Diciamo che è aquisito. Figurati che suo padre era il migliore amico di mio nonno e con mia madre sono praticemente fratelli. Anche se io ho sempre sospettato che lui volesse qualcosa di più,solo che lei da quel punto di vista non lo vedeva proprio. Ma c'è sempre stato per me come un padre,visto che quello vero era occupato a costruire strade nella giungla. E mi ha permesso di farmi una cultura sui Quilete.
-Perchè?-  Alice sembrava nervosa
-Beh,è un indiano Quilete,c'è una riserva vicino a dove vivevo
-Vabbè,cambiamo argomento:così vai a sciare per natale? Chiese Alice
–    Ehm,in effetti no. Ma non  ce la facevo a tornare a casa così presto ed ho inventato una scusa.
–    Ma sarai qui da sola!!
–    tranquilla,sono un tipo solitario- Come mi era venuto in mente di dirglielo? Perchè non ero andata avanti con la bugia come con gli altri? Perchè la sentivo così amica? La conoscevo si e no da  tre giorni!
–    Non se ne parla. Tu a natale vieni a pranzo da noi!
–    No,sul serio,non ti preoccupare. Non ce ne è bisogno. E poi il natale è una festa che si passa in famiglia ed io sono un'estranea.
–    Guarda,la mia famiglia è tutto ma non convenzionale,una persona in più non farà alcuna differenza. E poi quel giorno tornerà anche mio fartello e devi assolutamente conoscerlo.
–    E nel caso tu non lo avessi ancora capito quando decido qualcosa nessuno mi può far cambiare idea.
–    Si,queso lo avevo intuito.
–    Allora,visto che pare che non abbia alternative...per che ora vengo da voi?
–    



Ma cosa hanno messo nel biberon dei cullen da bambini? Poco ferro,visto il colorito pallidissimo di tutti. Ma sicuramente quanche sostanza sconosciuta stimolante la bellezza,visto che quando ho conosciuto la famiglia di Alice ho pensato di trovarmi circondata da modelli sul set di un servizio fotografico,nel caso particolare quello di natale,visto che la casa sambrava un concentrato di tutte le decorazioni natalizie che si potevano in una città come New York. Erano tutti bellissimi e,anche se molto diversi tra di loro,somiglianti.
Il pranzo è andao benissimo,erano tutti molto gentili a parte la sorella di Alice,Rosalie che a mala pena mi parlava. Ma a quanto diceva la mia amica lei era fatta così e non dovevo prendermela.
Anche la conversazione procedeva spedita,e io che mi aspettavo lunghe pause imbarazzanti. Solo ogni tanto ho perso il filo del discorso,come quando è venuto fuori che studiavo medicina e Carlisle è rimasto perplesso e ha chisto se non svenissi alla vista del sangue...chissà perche avrei dovuto. O quando ho preso al volo una bottiglia che stava per cadere  e fartello molto grosso di Alice,Emmet, è rimansto stupito dalla mia prontezza di riflessi che in realtà sono assolutamente nella norma.
Il pranzo era agli sgoccioli e Alice mi ha chiesto di andare a prendere lo Champaghe che avevo portato per brindare. Mentre mi dirigevo in cucina hanno suonato alla porta e la mia amica mi ha chiesto di andare ad aprire perchè era troppo piena per muoversi.
Così vado alla porta,la apro e mi ritrovo davanti un ragazzo.
Stupendo.
La cosa più simile ad un dio greco che avessi mai visto.(*)
Lo fisso.
Ed anche lui fissa me di rimando ma,mentre nel mio sguardo c'è solo sorpresa,nel suo vedo passare mille emozioni:sorpresa,dolore,soffrenza,rabbia,un attimo di perplessità ed alla fine comprensione.
E lo sento dire,con una voce che sembra appartenere più ad un angelo che ad un umano delle parole che porprio angeliche non suonano:
- Alice,che tu sia maledetta. Queta volta me la paghi.
Ed entra in casa spingendomi da parte senza troppa grazia.
Forse  mi sbaglio ma dal rumore di vetri che ho sentito ho l'impressione che la bottiglia che avevo salvato poco prima non sia vissuta a lungo
–      

(*) citazione decisamente palese

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Capitolo 5
*** Edward ***


5 bs Allora,grazie e tutti quelli che commentano e che hanno messo la storia tra i preferiti! grazie 1000!!
morivo dal ridere quando mi immaginavo le differenze tra bella ed alice =)



Perchè non avevo ascolato i loro pensieri prima di bussare? Semplicemente perchè pensavo che non ci fosse niente di particolare da sentire,se non la loro sofferenza perchè sapevano il motivo per cui ero tornato a casa. E stavo già abbastanza male da non aver bisogno di aggiungere le loro sofferenze alle mie. Ma avrei dovuto percepire una “voce” diversa,nuova. Merda!
Questo lo pensavo mentre mi dirigevo verso la sala da pranzo imbandita per il natale.
Che cosa assurda.
Tutta colpa di mia sorella
Gliela farò pagare.
Non avevo capito immediatamente chi fosse quella ragazza che apriva alla porta di casa mia. Se fossimo stati un tipo diverso di vampiri avrei pensato ad uno spuntino invitato a pranzo senza sapere che in realtà il pranzo era lei stessa. Anche l'odore era squisito. Non so se è stato il sio odore o sono stati i suoi occhi a farmi capire. Sta di fatto che in quel momento averi voluto essere in compagnia di un paio di licantropi da aizzare contro Alice. Magari avrei potuto portarmeli da Forks,a quanto avevo visto c'era un branco piuttosto nutrito. Quel cane,Jacob,aveva anche provato a mandarmi via dal suo funerale. Come se avessi potuto andarmene visto che una parte di me era nella tomba con lei. E presto ci sarebbe stato anche tutto il resto,qualunque cosa pensasse di fare Alice.
Entrai in sala e la prima cosa che mi capitò in mano fu una bottiglia che andò in mille pezzi addosso al Alice. Peccato che non potesse farle niente.
-Edward! Che bello vederti!
-non posso dire lo stesso. Che bella sorpresa,sorellina. Il mio tono era glaciale
-fratellino,conserva per dopo le tue dimostrazioni d'affetto nei miei confronti,oggi abbaimo un'ospite e non vorrei che pensasse che questa tua reazione è colpa sua. Era già così restia a venire ed intrufolarsi in una festa di famiglia che l'ho dovutaconvincere a modo mio. E sai bene come si comporta Rose con gli estranei. Non vorrei proprio che pensasse di aver sbagliato ad unirsi a noi e ci rimanesse male.
In quel momento capii cosa doveva essere stata la mia reazione ai suoi occhi e non volevo che questa ragazza,sua figlia,soffrisse per il mio comportamento. Quello che avevo fatto a Bella era abbastanza per qualche decina di generazioni.
In quel momento mi sono girato e l'ho vista sulla porta.
–    Scusa per la mia reazione di poco fa. Mi sa che ti ho fatto paura,mi dispiace moltissimo,ma avevo un discorso in sospeso con mia sorella e lei ha il potere di mandarmi in bestia.
–    Sono Edward,Edward Cullen.
Ed in quelle parole ho cercato di mettere veramente tutto il mio dispiacere per quella situazione assurda e le ho teso la mano. In fondo ne venivo da fuori e l'inverno newyorkese sarebbe capace di rendere le mani di qualunque umano fredde come le mie.
Lei la prese e mentre la stringevo ho capito una cosa incredibile:potevo leggere i suoi pensieri!
Certo che l'ingresso non è stato dei migliori ma Alice ha detto che ha passato un brutto periodo e sembra vramente dispiaciuto. Anche troppo in effetti. In fondo un'estranea che apre alla porta di casa tua il giorno di natale può portare a strane reazioni. E poi sembra simpatico
- Ciao,io sono Alice Swan. Piecere di conoscerti. Non ti preoccupare,durante le feste siamo tutti un po stressati. E mi sorrise
Ma quello che i sorprendeva era quel “simpatico”. In  tutti i pensieri che avevo sentito in un secolo di vita da vampiro nessuno,uomo o donna bambino che fosse aveva pensato di me che sembravo simpatico. Bello ,stupendo,pericoloso,irreale,felino,angelico,diabolico si,ma mai simpatico. Certo,visto di chi era figlia era logico che i suoi pensieri fossero anomali.
Comunque ora me ne dovevo andare. E di corsa. In fondo avevo rimediato al mio ingresso disastroso. Potevo aspettare che se ne andasse e  tornare dopo per parlare con la mia famiglia e fare a pezzi mia sorella.
Ora avevo bisogno di pensare
-scusate,ma ho lasciato degli amici ad aspettarmi di sotto in macchina. Ero salito solo per salutare appena rientrato in città. Finisco un paio di cose e ci vediamo stasera.
-Va bene,Edward,torna pure quando vuoi- mi disse Alice con un sorriso enorme stampato in faccia e la sua aria da “io ho sempre ragione perchè vedo il futuro,sono brava e lo rigiro a mio piacimento”
E vidi cio che aveva visto pochi secondi prima: io e lei che camminiamo in Central Park accanto al laghetto,il nostro posto preferito. Siamo soli, nessuna ragazza dai capelli ramati e gli occhi rossi da  vampiro è con noi. Ma le persone accanto a noi sono in maniche corte. A quanto pare quest'estate sarò ancora qua.
Ovviamente avrei fatto in modo di non incontrare  mai più quella ragazza,me ne sarei tenuto lontano. Potevo aver sbagliato una volta ma non mi sarei ripetuto.


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Capitolo 6
*** Domande ***


cap 6 bis Finalmente passarono anche le feste e potei tornare alla vita normale.
Ora che avevo meno tempo libero ed ero presa dalle lezioni vedevo decisamente di meno Alicee ma chissà come,lei aveva sempre un tempismo perfetto e mi chiamava quando non avevo niente da fare o mi ero improvvisamente liberata. Certo,alcune volte era una tortura accompagnarla su e giù per la 5th Avenue cariche dei sacchetti dei negozi che aveva svaligiato munita della sua carta platino. Era incredibile come una ragaza così piccola avesse tante energie,ogni tanto dovevo implorarla di fermarci in un bar ma lei non  prendeva mai niente. Come se questo rubasse tempo allo shopping!
Una volta ha detto che dovevo assolutamente accompagnarla a scegliere il vestito per il suo anniversario con Jasper (anche se non mi voleva dire da quanto stavano insieme) ma    
quel giorno proprio non potevo:c'era un argomento che proprio non riuscivo a capire e pareva che anche tutti i miei compagni fossero nella stessa situazione,una crisi di gruppo.
Al che lei ha detto- non vedo il problema. Carlisle sarà felicissimo di aiutarti e poi potremmo uscire! -
A cosa servirebbe avere un medico in famiglia altrimenti? Anche se  pensando alla mia di famiglia mi  venivano in mente motivi molto più validi.  
Così,ormai rassegnata sono andata a casa sua. Suono,lei mi apre ed entro. Al  piano c'è suo fratello che non vedevo da natale che sta suonando,è veramente molto bravo.
-Ah,ecco spiegato il perchè dell'inno australiano tradotto in Swaili,mostriciattolo-
-non farci caso,mi tratta così ma in fondo mi vuole bene
-molto in fondo in giornate come questa. Ciao Alice,benvenuta. Ora scusatemi ma devo scappare.
E scappare sembrava veramente un termine appropriato per la velocità con cui è uscito.
Se ne andò,lasciandoci sole
Alice non disse neinte,solo fece una faccia da “non farci caso” e mi accompagnò da suo padre che risolse tutti i miei dubbi in circa 10 minuti. Era veramente bravo a spiegare e sembrava veamente felice di poter dare una mano.
Comunque alla fine uscimmo e quella che doveva essere la ricerca di un singolo vestito ci portò via 3 ore e ci fermamma solo perchè i negozi stavano chiudendo.
E io che speravo di passare da casa prima di uscire stasera.
-Alice,io ora devo proprio andare
-certo,grazie mille dei tuoi consigli! Senza non so proprio come avrei fatto!
–    ma se hai comprato praticamente tutto
–    pensa che avrebbe potuto essere molto di più
–    Oddio,sei incredibile! Senti,io ora vado con degli amici di Sara a mangiare e poi a sentire un concerto di altri loro amici che suonano in un nuovo locale ad Halrem,vieni con noi?
–    No,grazie ma sono decisamente stanca stasera.
–     Stranamente lei non usciva mai con noi,era molto gentile quando incontravamo qualcuno dei miei amici nel campus ma non dava confidenza. Probabilmente perchè sapeva che tutti i ragazzi non le staccavno gli occhi di dosso e le ragazze al vedevano come una minaccia. Stava sempre con i suoi fratelli.  
Sembrò pensarci un po' su,poi disse:-harlem non è un bel quartiere,sei sicura che non avrai problemi?
-No,tranquila,lo hanno risollevato tantissimo ultimamente. E poi sarò con gli altri. Non sarai un po' snob?
- Mi preoccupo solo della tua sicurezza!
-Si mamma. Allora ci sentiamo,scappo che rischio di arrivare in ritardo!
–    non arriverai tardi,tranquilla. Ciao!

In effetti arrivai in orario,quanto amavo la metropolitana!
La serata passò in fretta e poi andammo al concerto ma il pomeriggio di studio e shopping mi aveva distrutto,così decisi di andare via un po' prima degli altri. Mentre salutavo un ragazzo nuovo,amico di un amico,che avevo visto quella sera per la prima volta e con ciu avevo fatto due chiacchere perchè era saduto accanto a me mi chiese se non preferissi che mi accompagnasse,almeno fino alla fermata della metro. Rifiutai,non volevo essere un peso per nessuno. Ma mentre mi dirigevo verso la metro pensavo che era veramente carino,alto,con gli occhi azzurri ed i capelli castani un po' disordinati. Ed era anche interessante,peccato che non mi ricordassi il suo nome. Avrei dovuto chiedere a sara di farlo uscire con noi nuovamente.
Persa nei miei pensieri mi accorsi troppo tardi che c'era una figura che mi segiuva. Sulle prime cercai di convincermi che era la  mia immaginazione,ma poi dovetti riconoscere che non era così. In quel preciso istante mi superò e mi parlò
- vieni con me,devo farti vedere una cosa.
Aper un attimo pensai di seguirlo,era veramente troppo bello ma probabilmente grazie all'allenamento fatto con i cullen mi ripresi. Non ricordo molto del suo viso,solo gli occhi. Erano innaturali,rossi.
-non credo proprio!
-allora mi sa che dovrai seguirmi con le cattive. Hai un odore decisamente buono.
Sapevo che non avrei fatto in tempo a scappare e non sapevo che fare quando un'alta figura si frappose tra di noi.
-hei amico,hai buon gusto ma l'ho vista prima io,spiacente-disse l'assalitore
- Non sarà lei la tua preda,stasera
-ah,è già la tua,ottimo gusto. Ma sinceramente la sto assaporando da quando era ancora con i suoi amici e mi aspettavo di dover aspettare giorni prima di trovarla sola. Ma se vuoi te ne posso lasciare un morsino.
Il secondo arrivato a quelle parole fece un suono stano,dovrei quasi definirlo un ruggito e cambiò posizione,sembrava un animale sul punto di attacare.
–    ti do un ultimo avvetimento,vattene.
–    Perchè,senno? - e si lanciò contro il mio salvatore.
Si muovevano ad una velocità incredibile e non riuscivo a seguire tutto ma pareva che  lottassero a mani nude. Finalmente le cose si misero bene e quello che voleva aggredirmi se ne andò.
Il mio salvatore allora si girò e mi disse,gurdandomi come se cercasse di capire come mai si trovava lì – Ma perchè devi sempre cacciarti in queste situazioni,Bella? No,intendevo Alice. Ora vai a casa,non ci saranno altri pericoli stanotte.

Non capivo,cosa ci faceva Edward lì? Perchè  mi aveva chiamato Bella? E cosa voleva dire quella conversazione tra i due uomini? E quella lotta a mani nude?  Erano tutte domande che mi ronzavano in testa mentre tornavo a casa,in taxi. Volevo tornare in territorio conociuto il prima possibile

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Capitolo 7
*** ...e risposte ***


e risp

X franci-cullen:dai Edward ha 17 anni,il padre almeno 40,ora più di tanto non si possono somigliare. E poi l'avrà visto per meno di mezzo minuto perchè lui scappava sempre

X paretta:beh,un po' di dosgrazie ci vogliono per movimentare la vita,no?


Crollai nel sonno appena arrivata in camera senza neanche il tempo di cambiarmi. Quella notte dormii male,facendo strani sogni. Ero con mio zio ma non ero io,ero mia madre alla mia età se non più giovane e vedevo lo zio che voleva difendermi da edward. Lui non era una minaccia,ma lo zio non lo capiva.

Mi svegliai alle 6 e stavo ancora peggio di quando mi ero addormentata. Mai madre aveva sempre detto che ascoltavo troppo spesso le leggende dei Quilete e forse aveva ragione. Era come se una serie di nozioni e notizie mi girassero per la testa in disordine,come un puzzle a cui manca un pezzo per capire quale sia la figura. Ma io di solito ero brava in questo,a capire le cose. Era così che avevo sempre fatto,mettevo tutto in ordine e la risposta arrivava. Ma non questa volta.

Mi venne un'idea assurda. Non ha senso percorrere mezza america per cercare il pezzo di un puzzle ma era quello che avrei fatto. Sarei tornata a casa perchè quel pezzo era a Forks anche se non sapevo da dove mi venisse questa folle idea.



Durante il volo dormii,ero più rilassata da quando ero partita perchè avevo la certezza che sarei venuta a capo di tutto anche se non ne sapevo il motivo.

Non dissi neanche allo zio che stavo tornando,sarebbe stato troppo difficile da spiegare e non avevo intenzione di trattenermi. Speravo solo che nessuno mi vedesse,cosa praticamente impossibile in una città piccola come la mia.

Entrata in casa,la casa di mio nonno dove eravamo tornate dopo che mio padre se ne era andato, mi sentii una stupida ma ormai ero lì e tanto valeva muoversi. Andai in camera mia come prima cosa,tanto per cominciare da qualche parte. Pensandoci prima era stata la camera di mia mader ma poi me la aveva ceduta perchè era più grande. Mi sedetti sul letto impolverato e aspettai,aspettandomi chissà quale intuizione ma non accadde niente. Mentre mi alzavo dandomi della stupida per aver fatto una cosa tanto assurda sentii che una trave del pavimento si spostava,non era fissa. Sollevandola trovai una scatola.

La aprii.

Dentro c'erano un quaderno,un CD,un album di foto e due buste,una più vecchia dell'altra. Aprii quella che sembrava più vecchia,era di mia madre:


Caro Edward,

nonostante tutto posso ancora chiamarti “caro” e questo non cambierà mai. Sai,dopo che te ne sei andato ho cercato di andare avanti con la mia vita,ma era una sofferenza continua,vivevo in una specie di annebbiamento. Ho cercato di dimenticarti perchè pensavo che non mi amassi più ma non ce l'ho fatta,continuavo a pensare a te. Poi sono andata al college e li ho recuperato un p' di serenità,ho creato una nuova Bella che non pensava al passato e soprattutto cercavo di non pensare a Forks. Ma quando sono tornata mi è ricaduto tutto addosso. E poi come per magia arriva un ragazzo che ti somiglia così tanto,ha il tuo sorriso e il tuo stesso colore di capelli. O meglio assomilgia a quello che dovevi essere da umano,anche se non posso saperlo,no? Per me sei sempre stato un peter pan adolescente ed immortale. A posteriori ho notato che la somiglianza non era così marcata ma allora mi mancavi così tanto... comunque lo sposai ed ora aspetto una bambina e la mia vita,beh non posso dire che sia felice,ma sono uscita dall'abisso e solo grazie a lei. Poi un giorno,mentre ero qui nella mia camera a pensare a te,a quando dormivamo abbracciati o ti sedevi sulla sedia a dondolo per vedermi dormireho sentito un'asse muoversi ed ho trovato la scatola. C'era il mio CD e l'album di foto. Lì ho capito tutto:mi avevi lasciato quelle cose perchè qualcosa di te rimanessae con me,perchè mi amavi,ed io allora non lo capivo. Volevi che vivessi una vita normale e avessi dei figli,non che fossi obbligata a rinunciare a qualcosa di me per te. Ora sono più matura,anche se tra noi il più maturo sei sempre stato tu, e ti capisco ma non so dirti se hai fatto la scelta giusta.

Ho scritto questa lettera perchè so che tornerai qund io non sarò più qui per vederti ,e voglio che tu sappia che ti perdono e ti amo come sempre.

Bada alla mia bambina,spero che non erediterà la mai capacità di attirare disgrazie ma potrebbe aver bisgno di te.

Tua,

Bella


Ero in lacrime forse ancora più confusa di prima,non mi quadrava niente.

Così aprii l'album di foto e rimasi sbalordita:in prima pagina c'era una foto di mai madre diciassettenne abbracciata ad Edward. Cullen. Il fratello di Alice. Che aveva anche lui 17 anni! Procedendo con le pagine vidi mia madre con il resto della famiglia cullen ad una festa,era per il suo diciottesimo compleanno. Ed erano tutti uguali ad ora. Poi trovai una foto di mio nonno e quasi piansi dalla gioia:lui era più giovane di quello che ricordassi,almeno qualcuno era invecchaito in quell'album.

Poi aprii il quaderno e scoprii che era un diario. Sulla copertina c'era un titolo “Twilight”,crepuscolo. Passai tutto il pomeriggio seduta per terra a leggerlo finche iniziai ad avere i brividi e comunque continuai ancora.

...e quelli chi sono...

...vampiro...

...da quanto tempo hai 17 anni?...da un po'...

...e così il leone si innamorò dell'agnello...

...tu sei la mia vita odesso...

...è un'impasse...


Capivo tutto,finalmente. Crederci era più difficile,ma almeno lo capivo.

Rimaneva solo una lettera,quella di Edward


Bella,

perchè ti scrivo se sei morta? Sono stato al tuo funerale e credevo di morire anche io. Ma purtroppo per noi non è così facile. Se solo non avessi impedito ad Alice di guardare il tuo futuro...ma cosa avrei fatto? Sapere che sareti morta così giovane sarebbe bastato a farmi scegliere di trasformarti? Purtroppo non lo portò mai sapere. Comunque tra poco saremo insieme,partirò per l'italia doo aver salutato i miei e non permetterò ad alice di mettersi in mezzo.

Laccerò qui questa lettera insieme alla tua,insieme per sempre.

Edward


Mi alzai,ero completamente svuotata. Presi il libro-diario e lesciai le lettere,foto e cd dove li avevo trovati e dove sarebbero rimaste per l'eternita. Uscii di casa e mi diressi all'aeroporto.

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Capitolo 8
*** Chiarimenti ***


chiarimenti Tornata dall'aeroporto  mi fiondai all'univerità e seguii le lezioni del pomeriggio anche se non riuscii a concentrarmi molto. Uscita di lì era già buio e trovai Alice ad aspettarmi. Aveva un aria colpevole. In effetti non ero siura di quello che  provassi,nelle ultime ore mi ero concentrata sopratutto su edward. Chissà cosa aveva visto:il mio viaggio,il diario,tutto? Certo che almeno ora la situazione mi risultava chiara.
Pensai che mantenere un tono neutro fosse la scelta migliore:
–    Alice,noi siamo amiche o era solo un tuo modo per prenderti gioco di me?- non lo pensavo sul serio:quello che avevo letto e vissuto  io stessa mi diceva che mi potevo fidare di lei ma ero arrabbiata.
–    Cero che no!! certo ce siamo amiche e mi dispiace moltissimo di averti ingannata ed usata ma era l'unico modo per salvare la vita ad edward.
–    Non ti seguo
–    lo avevo visto morire. Andare dai volturi a chiedere di essere ucciso ed essere accontentato. Non lo potevo permettere,è mio fratello e gli voglio bene. Così ho pensato che se ti avesse conosciuto,forse questo lo avrebbe trattenuto dal fare quello che voleva. Ed ha funzionato,sebbene continui a soffrire per la morte di Bella ha un motivo per vivere.
–    Felice di essere stata utile- dissi acida
–    quanto mi dispiace che tu la prenda così. Capisco che tu possa non volerci intorno. Se non vuoi avere niente a che fare  con noi dimmelo e noi ce ne andremo stasera stessa.non ti cercheremo più e non sentirai mai più parlare di noi. Sarà come se non fossimo mai esistiti
Vedevo che dire quello le costava e pensai alla possibilità di non vederli più...e non mi piaceva. Non solo alice,ma anche Emmet ed Esme. E carlisle. Rosalie non molto in effetti. Dannazione! A quanto pare avevo trovato anche io una famiglia adottiva. E morivo dalla voglia di conoscere edward.
Così risposi:
–    quanto sei melodrammatica,si vede che sei nata in un altro secolo. E vi piace proprio l'idea di andarvene e fare come se non foste mai esistiti,ma dovreste aver capito che la cosa non funziona,mai. Su,accompagnami,io devo mangiare,è dall'aeroporto di Seattle che non metto niente sotto i denti- e sorrisi – e potresti anche renderti utile in un altro modo
-dimmi- era decisamente felice
-visto che per cercare di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle non ho studiato e domani ho un esame potresti dirmi che domande capiteranno...
-ah ah,non se ne parla. Tengo molto alla tua istruzione. Ma posso chiedere a Carlisle di aiutarti con un mega ripasso notturno. E ti preparerei anche litri di caffè sebbene l'odore di quella cosa mi disgusti.
-Venduta!
-ok,andiamo.intanto lo avverto che ariviamo
-ci sarà anche edward? Ora che si avvicinava il momento di incontrarlo non ero più così sicura di volerlo fare.
-no,stanotte è andato a caccia e tornerà domani mattina
-e così ho anche capito da dove viene il mio nome...me lo ero sempre chiesto e mia madre   
diceva che era un caso,le piaceva e basta
-si,quando l'ho scoperto ho iniziato a saltare!! non hai idea di quanto ne fossi felice!
E l'immagine di Alice che si metteva a saltare in mezzo ad una strada affollata di gente mi mise di buon umore.
Arrivati a casa Cullen c'era tutta la famiglia ad aspettarmi e cio mi fece morire di vergogna. Sembravano felici del mio arrivo.
Carlisle si avvicinò e mi disse:-sono felice che tu sia venuta,andiamo nel mio studio. Ah,queste sono le chiavi di casa,così potrai venire quando vuoi-
-Io,beh,insomma,non so se...grazie


Mi interruppi a metà della caccia perchè Alice mi stava praticamente urlando in testa di ascoltarla e così feci. Stava parlando con Alice che avava appena scoperto tutto. In effetti era stato da codardi scappare come avevo fatto. Ma a quanto pare le cose si erano messe bene.
Non avevo mai capito come facesse Esme ad amarci tanto,in fondo non eravamo veramente figli suoi. E c'era anche il discorso dell'età:come fai a considerare tuo figlio un ragazzo di un secolo e passa? Ma in quel momento la capii:non importavano l'età,i geni o il fatto di veder crescere una persona,era semplicemente amore. Ed io amavo quella ragazza come la figlia che non avrei mai avuto. Non so se fosse solo perchè era la figlia di Bella e non mi importava:volevo stare con lei,vederla crescere e che fosse felice vivendo una vita normale. Ma avevo imparato dai miei errori:se lei mi avesse voluto lì,se avesse voluto che facessi parte della sua vita(e come amico la cosa era decisamente più semplie che come fidanzato) ci saei stato. Lei era la mia vita adesso e l'ultimo legame con bella.
Ovviamente non le avrei detto tutto questo,mi sarei limitato a dirle che la consideravo un'amica,avere un patrigno più giovane di lei avrebbe potuto confonderla.



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Capitolo 9
*** Strani poteri ***


strani poteri

Per chi pensava ad una storia Alice/Edward...mi spiace sarebbe stato veramente di pessimo gusto,sorry!


L'esame era andato bene,nonostante la carenza di ore di sonno ma grazie al mio insegnane-vampiro privato e non aspettavo altro che buttarmi sul letto fino alla mattina dopo ma quando lo vidi capii che avrei dovuto rimandare. Edward mi stava aspettando.

Mi avvicinai e per spezzare la tensione gli dissi:- per fortuna piove,altrimenti dove mi avresti aspettato alle 11 del mattino? - lui sorrise,il suo famoso sorriso sghembo che ora potevo riconoscere come tale, e mi disse

-hai fatto colazione? Ti offro un caffè- certo,era da lui ricordarsi delle mie debolezze umane

no,non ancora, sono stata a studiare con tuo padre fino alle 8 stamattina. E si,grazie del caffè. E grazie anche di avermi salvato la vita. Era un vampiro anche lui,vero? A quanto pare li attiro.

-E' che hai veramenete un ottimo odore- e rise. Era veramente ilare stamattina

-Certo non come quello di Bella,ma il suo era così incredibile solo per me. Il suo è più...come dire di gusto comune

-Che hai detto?

-Che hai un buon odore. Era una battuta.

-No,dopo. Sulla differenza tra me e mia mamma

-niente. Cosa fa,mi legge nel pensiero?

-No,non ti leggo nel pemnsiero

-oh oh. E invece mi sa di si. Casa albero muro

-no,insomma,non è possibile,io sono umana. E cosa c'entramo le case,gli alberi e i muri?

-Non ci credo. Impossibile

-cosa?

-Io quelle cose le ho solo pensate. In effetti ora siamo zitti,facci caso. Stiamo solo pensando.

-No

-e invee si

-ma come è possibile?

-Facciamo una prova,leggi cosa sta pensando questo ragazzo qui accanto

    ...
-Niente. E neanche tutti gli altri qua vicino

Edwardi si mise a ridere,non riusciva a trattenersi mentre io ero spaventatissima

riprese a parlare:

-a quanto pare puoi leggere solo la mia mente

-e perchè solo la tua?

-Credo che sia il discorso della tramissione am -fm.

-quello che avete fatto al ristorante di Port Angels?

-ogni tanto dimentico che sai tutto.- e sul suo viso passò una smorfia di dolore- Si,quello. Probabilmente tra di noi c'è una strana connessione:i dati che normalmente vanno solo in una direzione,dagli altri a me,con te viaggiano nei due sensi. Ma mi sa che è solo se mi rivolgo a te direttamente. Facciamo una prova

...

-Niente- dissi

-stavo afcendo la lista dei presidenti americani. Questo prova la mia teoria,puoi sentire i miei pensieri solo quando riguardano te.

-una specie di telefono senza fili mentale?

-giusto. Io invece i tuoi li vedo tutti.

-ecco,questa è una cosa che detesterò. Quindi io non ho poeri,dipende tutto da te?

-tranquilla,li posso bloccare,lo faccio sempre,anche con i miei fratelli.

-si,ma non puoi bloccarli del tutto e odio non avere la mia privacy!!!

-abituati- e rideva. Ok,è ufficiale,lo conosco da mezz'ora (prima non contava perchè scappava quando entravo in una stanza) e già lo odio.

-cosa ci avrà trovato in lui la mamma?

Appena lo pensai mi resi conto del mio errore. Sul suo viso c'era una smorfia di sofferenza e tutta l'ilarità se ne era andata.

-scusami scusami-questa volta a parole- stavo scherzando. Mi dispiace.

  • sono cose che capitano,tranquilla.- e mi mise una mano sulla spalla

Un gesto molto paterno a pensarci. Uff mi devo abituare al fatto che mi legge nella testa. Che faccia strana,sarà per qualcosa che ho pensato?

-Ehm.

-Cosa??? “paterno”? Mi vedi come una figlia?

-ecco cosa succede quando incontro qualcuno che ha il mio potere,finalmente capiso quanto è fastidiosa questa cosa.

-rispondimi,papino!

-ehm,si

-ma sei più giovane di me!

-no,ho più di un secolo e tu solo 20 anni.

Ti dispiace darmi un minimo di privacy,devo elaborare la cosa?

-Certo,scusa. Fatto,ho alzato ogni barriera possibile.pensa pure. Detto a voce alta.

Allora,un vampiro di 17 anni che aveva amato mia madre infinitamente aveva deciso che ero come una figlia. Così,da un giorno all'altro. Forse era questo che aveva visto alice,il motivo per cui viveva ora. Che responsabilità. Ma io cosa provavo? Non puoi volere bene a qulacuno a comando,neanche al mio vero padre nevolevo così tanto,eppure lo conosevo da una vita. Ma in fondo sentivo di voler bene ad edward anche se non sapevo il perchè. Forse era stato leggere il diario della mamma. Magari era genetica,o passava con il latte.

-finchè non mi imponi il coprifuoco e non critichi i ragazzi con cui esco- e gli sorrisi.

Anche lui sembrava sollevato

-avevo paura che si sentisse oppressa dalla cosa. O merda,l'ho fatto di nuovo,vero?

-se ti riferisci al farmi sentire quello che non volevi,allora si. E' brutto provare un po' della propria medicina,vero papino?

-si,appena torno a casa mi scuso con tutti.

-allora,questa colazione? Ti ricordo che alcuni di noi devono mangiare tre volte al giorno!

-ah,eccola che fa i capricci!

Si,è ufficiale,lo odio.

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Capitolo 10
*** brutte sorprese ***


brutte sorprese

Avevo deciso che avere un amico (avevo deciso di eviatare di usare la parola padre) che aveva più di un secolo poteva essere utile.

Quel giorno in particolare avrei sfruttato il fatto che avesse vissuto l'inizio del'900 per farmi fare da guida al metropolitan,in particolare le sale degli impressionisti. Insomma,avrebbe potuto essere lì quando Monet dipingeva!! Sulle prime avevo provato a vedere lui ed alice in altre situazioni,ma ad esempio qualunqe cosa implicasse il cibo era da escludere,ho sempre odiato mangiare da sola. E loro stavano lì e guardarmi mangiare e mentre io mi chiedevo cosa pensassero degli odori che si originavano dal mio piatto. Quindi avevo abolito colazioni,parnzi,cene,aperitivi e caffè.

Così io ed Edward ci ritrovammo al museo mntre alice era partita per un paio di giorni per una battuta di caccia.

-Alice!- mi sentii chiamare. Mi voltai ed era Luke,uno degli amici di Jenny. Devo ammettere che un po' mi stupii di trovarlo lì,me lo immaginavo più a guardare una partita di baseball o a Wall street a lavorare.

-ciao Luke,come va?-

-bene,tu?-

-tutto bene,grazie-

-Io sono qua con il mio fratellino. Deve fare una ricerca per la scuola. Tu che fai di bello?-

Non avevo bisogno di leggere nel pensiero per capire che aveva visto Edward.

-Niente di che,sono qui con quel mio amico,mi sta illuminando su alcuni aspetti poco conosciuti degli impressionisti

-allora ti lascio,non vorrei che il tuo ragazzo si annoiasse

-Ah ah,è geloso il poverino. Pensa che tra noi ci sia qulcosa e non crede di poter competere!

-Zitto Edward! Non entrarmi nel cervllo mentre parlo con un ragazzo carino,regola numero 6(avevo già stabilito un po' di regole)! E lo capivo anche da sola quello che pensava.

E a Luke dissi,con un tono a metà tra il divertito e il noncurante- NO,Ed non è il mio ragazzo. Assolutamene! Siamo praticamente fratelli,sai cresciuti insieme e tutto il resto...

-ah,bene. Allora forse ti andrebbe di andare a bere qualcosa una sera di queste?

-assolutamente! Ti lascio il mio numero.


Tornata da Edward lui attaccò:-allora,ho letto i suoi pensieri e ho visto che-

-Fermati subito!-

-cosa? Perchè?-

-hai visto che è un maniaco?

-no

-un serial killer?

-neanche

-un vampiro?

-tutt'altro

-allora non c'è niente che io voglia sepere sui suoi pensieri

-perchè? Insomma,se ti innamorerai di quel ragazzo è meglio se sai già qualcosa...

-innamorarmi di lui? Ma se non ci sono neanche ancra uscita!

-perchè ci esci se non ti piace?

-si vede che sei del secolo scorso. Non ho detto che non mi piace. E' alto,biondo, con gli occhi azzurri,intelligente e gentile a quanto ho visto finora. E accompagna il fratellino al museo per fargli fare una ricerca! Tutti ottimi motivi per uscirci. Per il resto si vedrà. Sicuramente per l'amore siamo ben lontani. Per le persone normali l'amore è qualcosa di molto più graduale ed ha più che altro a che fare con l'abitudine.

-sei un po' disillusa per essere così giovane. Ma sono siuro che cambierai idea quando incontrerai quello giusto.-

Avrei voluto ribattere masapevo che con lui non l'avrei spuntata.


Luke mi chiamò quella sera e rimanemmo d'accordo per uscire la sera dopo,venerdì.

Ovviamnte quando lo vide, Alice tornò di corsa dalla battuta di caccia decisa e prepararmi per la serata e stranamente Rosalie venne con lei. Chissà quanto era costato alla mia amica convincerla. Ma pareva che volesse seppellire l'ascia di guerra ed io ero assolutamente d'acordo.

Quando stavo uscendo Alice disse:-ti aspettiamo qui,quando torni devi raccontarci tutto!

Rose:-alice,magari vuole invitarlo a salire!- e dal suo tono era implicito che non intendeva a bere un caffè

-no,tranquille ragazze,non lo farei salire al primo appuntamento.che idee si farebbe? Potete aspettarmi qua se volete.

-bene- Rosalie sembrava quasi felie di una serata tra...amiche.






Sabato mattina,mi sveglio e non mi sento bene.Uff,38,2 di febbre. La classica influenza invernale. Dovevo chimare Alice e Rose per disdire il pomeriggio di shopping. E poi anche Luke per la cena,ormai erano 3 settimane che uscivamo insieme. E domani avrei dovuto vedere lo zio che veniva in città per una importante fiera di motori e ne approfittava per far visita alla sua nipotina che non sentiva molto ultimamente. In effetti tra Luke,i cullen e gli esami non ero satta decisamente latitante. Ma non mi potevo ammalare il weekend prossimo?

Stavo per chiamare Alice quando suonò il mio telefono. Era lei,ovviamente.

-Mi dispiace che tu sai malata. Stasera salirà ancora la febbre ma tranquilla,domani starai meglio.

-graize dell'informazione Alice,ma potremmo fingere di avere una conversazione normale per una volta?

-cosa intendi?

-Facciamo che ora metti giù ed io ti chiamo x dirti che ho la febbre e che dobbiamo rimandare lo shopping?

-Ma è una perdita inutile di tempo!

-Va bene,ma la prossima volta lasciami fare la telefonata.

-Ah,edward è preoccupato,sta venendo lì.

-Ma è solo un'influenza!

--Si,ma sai quanto è protettivo. E poi noi non siamo abituati a fare i conti con la malattia. E i suoi sono morti di spagnola.

-Non puoi paragonare la spagnola con questa. E se rischiassi di morire? Pensi che mi trasformerebbe?

-non dirlo neanche per scherzo!

-Ci sentiamo,ciao

-ciao

Ehi,stavo scherzando! Ma si,in effetti non è stata di buon gusto. Ah,eccolo qui! E a quanto mi sembra di vedere ha svaligiato una farmacia.

-come stai?

-Bene,è una semplicissima influenza,niente di che

-dovresti metterti a letto

-edward,noi mortali abbiamo l'influenza aleno una volta all'anno. Ti vuoi tranquillizzare?

-va bene,ma mi fermerò a tenerti d'occhio

Era una causa persa

-d'accordo. Ora però devo chiamare Luke,quindi sati buono.

-e chiamerai anche il cane?

-Mio zio,JACOB,non lo chimerò ancora. Spero di satre bene domami e di poter uscire con lui- mi mandava in bestia quando trattava così lo zio. In effetti lui c'era stato tutti quegli anni ed Edward no. Ed io ora lo stavo tracurando

La smorfia di sofferenza sul viso di Edward mi disse che avevo di nuovo sbagliato e pensato qualcosa che lo aveva fatto soffrire,e molto. Ma era involontario,non potevo controllare i meii pensieri per quanto potessero ferire edward e per quanto io tenessi a lui.

-scusa. Hai ragione,non ho motivo di impicciarmi. Se vuoi me ne vado e ti lascio da sola. In fondo è vero,non hai bisogno di me per una cosa così da niente.-

Se prima alice non mi avesse ricordato di come era morta la sua famiglia e lui era stato trasformato preobabilmente gli avrei detto di andare pure ma quel fatto mi trattenne

-No,rimani. Almeno non mi dovrò alzare x prendere da bere e le medicine. E con te qui non avrò bisogno del ghiaccio sulla testa.

Sembrava di umore leggermente migliore ed io mi sentii in colpa per avergli praticamente rinfacciato di aver lasciato mia madre.

La chiamata con Luke fu più semplice:

-hei,ciao luke

-ciao ali come va?

-appunto quello volevo dirti,mi sono presa l'influenza quindi direi che stasera la cena salta

-oh,peccato.ma ti serve qualcosa? Passo a comprarti qualcosa in farmacia? O ti tengo compagnia stasera? Magari ci vediamo un film?

-No,sei un tesoro ma ha già pensato a tutto Edward

-edward?- per quanto lo rassicurassi,luke non riuscuva a credere che con edward non ci fosse nessun sottinteso sentimentale

-si,mi ha chiamato per caso mentre misuravo la febbre e si è precipitato qui con tutto l'occorrente. Ehm,è molto protettivo anche se ha solo(e rimarcai il solo) 17 anni.

-Ha detto che si fermerà tutta la notte

-Ah,ok. Magari passo domani mattina a vedere come stai e porto la colazione per tutti e tre.

-Sarebbe fantastico! Tu sei fantastico. A domani allora. Un bacio


-rimettiti e sogni d'oro


Ovviamente come aveva detto Alice durente la notte la febbre salì nonostante le medicine.

-Edward?

-si?

-ho un mal di testa tremendo,mi presti una mano?

-prego?

-so,voglio un po' di fresco sulla fronte

-ah,capito.creto,felice di essere utile- e mi mise la sia mano gelata sulla fronte

-subito meglio,grazie. Però mi fa ansia vederti incombere così, stenderti dalla sedia in equilibio precario.

-ma lo sai che per me la scomodità non esiste

-dai,vieni qua sul letto,le coperte sono pesantissime e non mi farai freddo. Poche storie,io sono la malata e decio io!- ormai prevedevo ogni sua possibile obiezione

-Va bene,ma terrò d'occhio la tua temperaturaora

- va bene,ma ora zitto che ho sonno

E così mi addormentai accanto ad edward.

A quanto pare durante la notte avevo preso il suo braccio per un orsetto di peluche perchè mi ci ero raggomitolata attorno,come mi accorsi quando la luce del sole iniziò a svegliarmi. Ma stavo bene,il suo braccio era molto confortevole e preotettivo.

Stavo per dire qualcosa di assolutamente inutile quando la porta della mia camera si aprì e sulla porta comparve mio zio jacob, il licantropo, che mi vide sul letto, svegliarmi abbracciata ad un vampiro,e non uno qualunque,ma quello che aveva fatto innamorare mia madre e poi le aveva spezzato il cuore.

Aveva in mano i croassant per farmi una sorpresa e svegliarmi con il loro odore come quando ero bambina.

In quel momento ho maledetto il fatto che in quelle camere ci fosse anche la manglia esterna.

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Capitolo 11
*** Un'interruzione provvidenziale ***


un'interruz

- Zio,non è come sembra!

lo so che è la cosa più stupida da dire in questi casi ma non mi veniva in mente altro. Mio zio stava tremando,sembrava non più in grado di controllarsi e ora sapevo a cosa avrebbe portato quel tremore. Ma non potevo permettere che si trasformasse in licantropo qui in mezzo al campus. Scesi dal letto e cercai di andargli incontro ma edward mi stava trattenendo e si portava davanti a me per proeggermi. Era in posizione di attacco,merda! Non sapevo cosa fare,rischiavo veramente che iniziassero a combattere nella mia stanza.

-Zio,ti prego. Non è come sembra. Abbaimo solo dormito,avevo la febbre ed edward mi ha fatto da borsa del ghiaccio

-uno schifoso suchiasangue nel tuo letto. Sei fortunata ad essere ancora viva. E tu cosa volevi fare,conquistare anche la seconda generazione? Ti avevo già detto al funerale di starle lontano,non mi sarei dovuto fidare ed ucciderti quel giorno!

-Oh,stai sicuro che se ci battessimo non sarei io a morire


E guardando edward in quel momento non avevo dubbi che avesse ragione,metteva paura. Sembrava veramenete un predatore pronto a scattare

-ok,ora tu perfavore stai calmo,Edward. Devo cercare di tranquillizzarlo e potrei dire qulacosa di spiacevole e comunque laciami andare e togliti dalla posizione di attacco.-sapevo cosa stava per dire,che era per la mia sicurezza -comunque se voi due combatteste qui dentro,difficilmente ne uscirei incolume

Edward pensò alle mie ultime parole e sembrò distendere leggermente i muscoli ed allentare la presa su di me.

-edward,lasciami stare! Lo zio jake non mi farà del male.- ed iniziai ad avvicinarmi a lui

-stammi lontana,puzzi di sanguisuga! Credevo che avessi un po' più di amor proprio!-

-te lo ripeto,non è come sembra. So chi è lui e cosa ha fatto alla mamma. Possiamo parlarne ma ti prego calmati,ho paura che tu mi faccia del male se ti vedo in questa condizione. E finchè non ti calmerai lui non se ne andrà. Invece io ho bisogno di parlare con te,zio-

Sembrò funzionare e lui smise di tremare,lentamente. Appena in tempo perchè la porta era ancora aperta e dietro di lui sbucò Luke. Non ero mai stata tanto felice di vederlo!

-Luke,vieni! Ciao,sei venuto!- e il mio sorriso era decisamente caloroso

-si,ti ho portato le brioche calde- e mi diede un bacio sulle labbra mentre edward e jacob studiavano l'avversario e noi due. Luke sembrava non essersi reso conto di niente

-ciao Edward,come va? so che stanotte hai fatto il crocerossino. Ho portato la colazione ma pensavo fossimo solo in tre

-luke,questo è mio zio jacob. Era in città e mi a fatto una sorpresa,in effetti dovevamo vederci nel pomeriggio.

-zio,lui è Luke,il mio ragazzo

-ora sembra calmo.me ne vado per non rischiare. Perfortuna è arrivato luke,non so come sarebbe finita senza testimoni. Comunque rimarrò nei paraggi per sicurezza-di disse edward mentalmente

-si,l'arrivo del mio ragazzo con la colazione per te è stato provvidenziale. Ha portato un minimo di razionalità a tutta la situazione.

-mi dispiace che sia successo così,so quanto tieni a lui

-preima o poi avrei dovuto farci i conti,avevo rimandato anche troppo

A vedere un umano copletamente ignaro lo zio aveva ripreso il controllo ed un atteggiamento normale

-dove è finito edward? Non fa colazione? Vabbè,io devo andare. Vado a fare due vasche in piscina. Ti chiamo dopo.

Finalmente( o purtroppo) eravamo da soli e potevo siegargli. Si,ma cosa? Che ero amica dei vampiri? Che erano come una famiglia per me? Lo avrei ferito anche se quelli non fossero stati i suoi nemici mortali. Ma in fondo lui era il mio zietto,avrebbe capito.

O no?

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Capitolo 12
*** A piedi nudi nel parco ***


a piedi

-Usciamo,facciamo due passi

-Si,non posso sopportare oltre il suo odore nella tua stanza

Dio,questa serebbe stata sicuamene la conversazione più difficil della mia vita,come potevo spiegare a Jacob quello che provavo senza ferirlo? Che non capivo come potesse odiarli tanto se erano vampiri vegetariani che non cacciavano gli umani.

-Allora,tanto per cominciare vorre chiarire che con Edward non c'è niente di romantico,assolutamente. Mi credi?

Mi fissò negli occhi a lungo,quasi a cercare di leggervi dentro la verità ma alla fine cedette:

-Si,ti credo. Ma non capisco. Come li conosci? Perchè fanno parte della tua viata?

-E' una lunga storia...e gli raccontai tutto:perchè alice mi aveva cercato ,del diario di mia madre che avevo trovato a casa e come ero diventata amica di edward. Evitai di nominare i suoi sentimenti nei miei confronti,non volevo che si sentisse in competizione: già aveva dovuto guardare mia madre soffrire per lui per anni ed essere sempre al secondo posto nel suo cuore. Non volevo che pensasse che fosse lo stesso per me. Questo non lo sapevo nemmeno io.

-E così da quanto tempo va avanti questa storia?

-Sono un paio di mesi

-e non pensavi di dirmelo?

-sinceramente no. Cerca di capire,tu hai tutti questi preconcetti su di loro e non riesci a vadere quanto siano buoni. Non sono degli esseri sanguinari!

-vedo che ti hanno già fatto il lavaggio del cervello come a tua madre prima di te. Ho passato la mia intera vita a vederla soffrire per colpa loro e non ho intenzione di fare lo stesso con te. Alice,ti amo come se fossi veramente mia figlia ma non posso e non voglio starti vicino se nella tua vita ci sono le sanguisughe.

    Sentivo le lacrime che spingevano per uscire,non sapevo per quanto avrei potuto trattenerle ancora.

-non chiedermi di scegliere,ti prego.

-a quanto pare lo hai già fatto- si avvicinò,mi diede un leggero bacio sulla guancia e se ne andò.

In quel momento mi sentii persa,per quanto volessi bene ai cullen,Jake era una parte di me,aveva fatto parte di tutta la mia vita e mi aveva reso quella che ero adesso. E mi odiava. Cercavo di ripetermi che tutto si sarebbe sistemato,che mi avrebbe perdonato e sarebbe tornato indietro ma non riuscivo a convincermi.

Una mano spuntò il lati del mio campo visivo ofuscato dalle lacrime che nel frattempo avevano iniziato a scendere e mi porgeva un fazzoletto. Edward,ovviamente. Avrei dovuto immaginare che era rimasto nei paraggi pronto a raccogliere i pezzi. Ma questa mano sembrava un po' troppo scura per appartenere ad un vampiro,alzai lo sguardo e vidi un viso che riconobbi all'istante anche se lo avevo visto solo per un paio d'ore durante una serata affollata. La serata che aveva cambiato drasticamente tutta la mia vita, in effetti.

Non ci avevo più pensato,la mia mente in quel periodi era stata impegnata con problemi soprannaturali e di storia familiare.

-Mark- il ragazzo che avevo conosciuto la sera che il vampiro mi aveva attaccato ad harlem e che avevo visto edward ,quello che mi voleva accompagnare alla metro per sicurezza. -Grazie-e presi il fazzoletto che mi porgeva.

-Ehi,che faccia,problemi di cuore?

-magari. No,di famiglia.

-dai,calmati.stavo iniziando a singhiozzare-è questo il bello delle famiglie,per quanto male ci si possa lasciare,c'è sempre il modo di rimediare. Vuoi parlarne? Ogni tanto sfogarsi fa bene.

-no,grazie,non c'è bisogno. Ti annoierei.

-hei,sono uno scrittore un bel dramma familiare potrebbe essermi d'ispirazione per il prossimo grande romanzo americano!

Qualcosa che assomigliava ad un sorriso cercava di farsi largo in mezzo al mio viso rigato di lacrime,mi stavo almeno calmando.

-dai,racconta,sono tutto orecchie. E intanto facciamo una passeggiata nel parco.

-da dove comincio? Ho appena voltato le spalle all'uomo che praticamente mi ha fatto da padre per delle persone che lui detesta. Di più,nemici mortali rende meglio l'idea. E lui non mi perdonerà mai.

-tanto per cominciare “mai” è un tempo molto lungo e mi sembra troppo definitivo. Sicuramente puoi rimediare

-mi ha chiesto di scegliere tra lui e loro e io... non ho scelto lui.

-non avrebbe dovuto chiederti di scegliere

-non è così semplice,capisco perchè lo ha fatto

-non importa il perchè. Se ami una persona devi volere il suo bene e che sia felice. Obbligandoti a rinunciare a uno dei due ti sta acendo soffrire.

-si,ma rimane più complicato di così. E poi lui mi ha cresciuto. E aveva già perso mia madre per i C...loro.-Non volevo andare troppo nel particolare ma parlare con lui mi faceva bene. Ma d'latra parte non credo di poter tornare indietro ormai.Sono molto legata a tutti loro ed Edward ne morirebbe.

-Ah,lo avevo detto che c'era di mezzo un ragazzo!

-no,edward non è un ragazzo! Insomma,si ma almeno non in quel senso. Dio,se dovessimo aggiungerci anche questo problema credo che impazzirei!

Dovevo aver fatto una faccia starna perchè mark scoppiò a ridere.

-bene,ora che mi sembri più padrona di te e in grado di metere insieme un pensiero compiuto,dimmi:-hai fatto colazione?

-non e ho avuto l'occasione.

-male.andiamo,conosco un bar che fa un espresso italiano incredibile.

-ottimo,perchè sono una caffeinomane e ho proprio bisogno della mia droga stamattina!

-anche io. E ti dirò,il cappuccino che fanno è una sinfonia!

E mi trovai a sorridere. Starno come questo ragazzo sconosciuto mi facesse sentire bene,serena.

Dopo colazione tornammo al campus dove trovai Edward ad aspettare sul viale che porta alla mia palazzina.

-oh,edward-mormorai rivolta a me stessa quando lo vidi. Non pensavo che mark mi avesse sentito ma mi chiese

-Quello che morirebbe?

-Si,lui. Vedo che stavi attento quando parlavo!

-certo,sono molto interessato a tutto quello che hai da dire! Ci vediamo domani,stesso posto e stessa ora.- e se ne andò senza lasciarmi il tempo di rispondere.

Certo,avrei detto di si ma c'era qualcosa che mi infastidiva,come se avessi dimenticato qualcosa. Poco male,si vede che non era niente di importante.

-Ciao edward

-Alice,come stai?

-non me lo leggi in testa?

-per quello ci vorrebbe jasper

-è vero. Sto bene. Sul serio. Quando jacob se ne è andato ero a pezzi ma poi ho incontrato Mark che mi ha distratto. È stato molto gentile. E carino. Mi ha visto in lacrime e mi ha offerto un fazzoletto e ha ascoltato i miei piagnistei anche se ci conosciamo poco.- vidi edward sogghignare mentre parlavo- cosa c'è?- gli chiesi

-niente!

Irritata da quel fare evasivo provai a leggere i suoi pensieri,ma vi trovai solo l'inno brasiliano.. mi aveva battuto sul tempo:ormai era abituato al mio "potere". Odiavo quando faceva così,chissà cosa voleva nascondermi!

-comunque come è andata con il can...Jacob?

-male. Ma mi farò perdonare e gli farò accettare la situazione e voi.

-ottimista!

-si,non so neanche io perchè,forse parlarne mi ha fatto bene. Comunque con lo zio ci vogliamo bene e questa è l'unica cosa che conta,e al diavolo i miti,gli animali leggendari e la storia dei nemici mortali!

-Sono felice che tu sia serena. Staccherei la testa a quel cane se ti facesse piangere ancora. Ora però devo scappare,secondo alice tra esattamente 5 minuti le nuvole si apriranno e non vorrei trovarmici in mezzo. Volevo controllare che stessi bene. Vieni a pranzo da noi domani? -si,era strano ma andavo anche a mangiare da loro:esme aveva scoperto di avere una pasione per la cucina e io ero l'unica cavia umana a disposizione per testare le sue creazioni.

-no,mi spiace. Devo prendere un caffè con Mark. E poi c' qualcos'altro che non ricordo.-

ma non feci in tempo a finire la fase perchè era già andato,guardai il cielo e vidi le nuvole aprirsi.


Si,lo so,sono stata un po' latitante...ma avevo un'altra storia che mi ronzava in testa e non riuscivo a concentrarmi. oltre ad avere veramente pochissimo tempo!
Cmq,per la cronaca io non amo molto Jacob e mi piaceva l'idea di farlo soffrire come un "cane"...ah ah che cattiva! anche se in versione zio e non potenziale fidanzato di bella non è tanto male


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