Alice Swan di chi lo sa (/viewuser.php?uid=65248)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Funerale ***
Capitolo 2: *** New York ***
Capitolo 3: *** Alice ***
Capitolo 4: *** Natale ***
Capitolo 5: *** Edward ***
Capitolo 6: *** Domande ***
Capitolo 7: *** ...e risposte ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** Strani poteri ***
Capitolo 10: *** brutte sorprese ***
Capitolo 11: *** Un'interruzione provvidenziale ***
Capitolo 12: *** A piedi nudi nel parco ***
Capitolo 1 *** Funerale ***
cap 1
Ero al funerale di mia madre. Cose che capitamo,fanno parte della vita.
Dolorose,incomprensibili quando tu sei così giovane e tua madre
anche,ma fanno parte del corso delle cose,non si possono evitare.
In realtà si,ma io allora non lo sapevo .Lui avrebbe potuto fare
una scelta diversa ma prese la decisione più nobile e dolorosa
per tutti . A parte per me,ovviamente,perchè io non sarei nata e
non sarei qui a tirare le somme di ciò che accadde quell'anno.
In fondo ero preparata,sapevamo che sarebbe stata un'operazione
pericolosa e che le probabilità erano poche ma ora sono felice
di ave avuto la possibilità si salutarla ed evitare le
sofferenze di una lunga malattia. Diceva fosse ironico ma non assurdo
che fosse il cuore a creare problemi,erano più di 20 anni che
non batteva,se non per me ovviamente.
Questa non la capivo:sicuramente non si riferiva a mio padre visto che
lo aveva lasiato lei. In effetti si erano conosciuti e sposati
decisamente in fretta:lui era un architetto ed era venuto a Forks per
seguire i lavori per la costruzione di un ponte,aveva conosciuto mia
madre che era tornata a casa per la prima volta da quando era partita
per il college 4 anni prima e che stava decidendo che fare con la sua
laurea,si erano innamorati e sposati in un paio di mesi. A distanza di
anni la mamma mi ha detto che era stata “sopraffatta” dai ricordi e che
mio padre le ricordava qualcuno che conosceva al liceo. Insomma,come si
fa a sposare qualcuno solo psrchè ti ricorda il tuo ragazzo del
liceo? E' insano! Alla fine anche lei lo ammetteva. Le cose andavano
già male,ma quando lui dopo 3 anni ha finito iol suo lavoro qua
e avremmo dovuto trasferirci in messico per seguire la costruzione di
un'autostrada lei gli ha detto che non poteva seguirlo e lasciare Forks
e lui è partito da solo. Così io mi sono ritrovata
crescere nella piovosa Forcks,nella Penisola del Nulla invece che
girare per il mondo con entrambi i miei genitori. Ma in fondo non
gliene volevo,in fondo ho sempre saputo che aveva delle buone
ragioni,anche se io le ignoravo e per me lei bastava per entrambi
i genitori. Mia madre scherzava sul fatto che nel suo caso era successo
l'opposto ed era stata sua mamma s scappare con lei da Forks.
Certo,con mo padre non ho un grande rapporto:lo vedevo 2
settimane all'anno durante le vacanze astive e perlopiù lo
raggiungevo in qulache posto in giro per il mondo:giappone,brasile,
sudafrica e via dicendo. Ma ho compensato la mancanza di figura paterna
con mio nonno Charlie,l'ex capo della polizia che mi ha insegnato a
sparare nel giardino dietro casa(cosa che mia madre non ha mai saputo)
e lo zio Jakob. Non che lui sia veramente mio zio,è un
vecchissimo amico di famiglia ed il miogliore amico di mia madre. Era
lui che veniva a fare i piccoli lavori di idraulica quando perdeva un
tubo e che mi portava le brioche calde per colazione il giorno del mio
compleanno.
Ora stavo lì a guardare mio padre in lacrime al funerale
dell'ex moglie pensando che non era propriamente un bell'uomo ma
aveva degli splendidi capelli castano ramato (che per fortuna
avevo eraditato) e uno strano modo di sorridere,leggermente sghembo,che
faceva impazire le donne,compresa mia madre. Infatti 8 anni prima si
era risposato con una donna, molto in gamba in effetti,che lo seguiva
nei suoi viaggi e gli aveva dato altri 2 figli,cosa che ci aveva
allontanato ancora di più. non che gliene volessi,è solo
che non puoi tenere più di tanto a qualcuno che vedi 15 giorni
all'anno,ed ero felice che lui avesse una nuova vita serena.
Ma questo era anche il motivo per cui non sarei andata a vivere con
lui. Oltretutto ero stata ammessa alla Columbia University,anche
se il problema della retta me la faceva sembrare un'ipotesi piuttosto
lontana:pare che fossi troppo povera per potermela pagare(ovviamente
è costosissima,è una dellemigliori università del
paese) ma non abbastanza povera per avere una borsa di studio anceh se
la Columbia è il mio sogno di una vita.
Nel frattempo la cerimonia era finita. Finalmente. Non sopporto queste
vuote commemorazioni e ancora meno piangere in pubblico,cosa che avrei
sicuramente fatto se non mi fossi messa a pensare ad altro...aveva
perso mia madre,la mia migliore amica,la mia consigliera,tutto e il
futuro mi sembrava decisamente nebuloso. Ah,e a breve avrei anche
dovuto laciare il mio ragazzo perchè questa situazione mi aveva
fatto capire che non lo amavo e non potyevo stare con lui solo
perchè avevo bisogno di qualcuno a cui appoggiarmi. Mia madre
rideva sempre quando pensava che uscivo con John Newton,il figlio di un
suo “assiduo corteggiore” del liceo.
La folla iniziava a disperdersi e potevo vedere lo zio Jack parlare con
mio padre che era di spalle. Strano,lui lo detestava e non ho mai
capito perchè. Un avolta mi disse che gli ricordava
quancuno...probabilmente il famoso sosia del liceo.
Poverino,chissà cosa aveva fato per meritarsi tanto odio. Mentre
mi avvicinavo però lo sentii dire
-ti ho fatto restare più che abbastanza,ora vattene. Lei
sta arrivando e non voglio che tu la veda. Neanche da lontano,non
azzardarti,sanguisuga
E mio padre si allontanò velocemente
-Zio,ma sei impazzito,non ti vergogni a parlargli così? E' mio
padre! Anche lui soffre.
Jack sembrava starno,confuso,poi ci pensò su e con uno sguardo
che racchiudeva rabbia,dolore,ironia e quancos'altro che sembrava
sollievo mi disse
-quello non è tuo padre
-come no. Lo conosco.
-ti ripeto che non è lui!
-L'ho riconosciuto da dietro:la corporatura è la sua e devo
ricordarti che quei capelli li vedo ogni mattina allo specchio? Quindi
non venire a dirmi che non è lui!
-guarda,tuo padre è là,a parlare con Newton.
Ah,già. A quanto pare mi ero sbagliata. Ma sembrava
proprio lui. Chissà chi sarà stato?
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Capitolo 2 *** New York ***
cap 2
Però,la mia prima storia e
già 4 recensioni...e 115persone che l'hanno letto in 3 ore!
sulla location ero un po' indecisa,ma ho pensato ceh era ora di
andarsene da Forks e visto che new york la adoro...
Ho già un po' di capitoli pronti ma per il terzo vi farò
sudare un po di più,quindi recensite!!!!
New
York
I primi
tempi avevo acconsentito a stare a casa dello zio alla riserva,era
molto protettivo e non voleva che stessi da sola ma sentivo di avere
bisogno dei miei spazi e di capire cosa fare della mia vita adesso
ceh che il mio punto fermo se ne era andato e il mio sogno i sempre
di andare alla Columbia era svanito.
Finchè
un giorno,mentre stavo controllamdo le mail ne trovai una che
cambiò
la mia vita per sempre:avevo vinto una borsa di studio. Una delle
tante per cui avevo fatto richiesta,a quanto pare. In effeti questa
non me la ricordavo neanche, ma che importava? Sarei andata alla
Columbia! E sarei diventata medico. Mia madre non ha mai capito
questa mia passione per la medicina,lei che sveniva solo a sentire
l'odore del sangue. Probabilmente mi era nata perchè da
bambina frequentavo piuttosto spesso gli ospedali. Niente di grave,ma
devo ammettere che mia madre era un disastro. Di
più,attirava disgrazie. Praticamnete finivamo al pronto
soccorso due volte all'anno,anche per cose da niente. Se avesse avuto
un marito probabilmente avrebbero pensato che la picchiava ma dopo le
prime visite era diventata quadi una tradizione. Chissà. In
ogni caso una nuova vita mi aspettava a New York.
La
columbia era esattamente come me la spettavo,splendida,maestosa e
imponente. I corsi erano splendidi e c'era una tale varietà di
persone. Dopo essere cresciuta a forks un tale mondo mi sconvolgeva.
Ed oltretutto nel centro di New York,una città che adoravo da
quando ci ero stata la prima volta a 15 anni.
Altra
cosa incredibile,e non sapevo ancora come la avessi ottenuta,avevo
una camera singola che al college vale oro. Pare ci siano liste
d'attesa che iniziano dal primo anno del liceo e famiglie che se la
passano da un fratello all'altro. Perchè per quanto tu possa
essere una persona socievole,e io lo ero,l'idea di non avre un
briciolo di privacy per 5 anni è paurosa.
Avevo
paura di sentirmi sola,ma anche in quello mi era andata bene:alla
prima lezione mi ero ritrovata vicino a 2 ragazze,Jenny e Sara ed
avevamo iniziato a parlare e anche se eravamo molto diverse l'una
dall'altra avevamo legato e ci vedevamo spesso per pranzo ed ai
corsi. Così Jenny,la classica biondina di Boston decisamente
ricca
(pare
che suo padre possedesse meza città) aveva deciso che dovevo
diventare la sua compagna di uscite per locali con i suoi amici.
Sulle prime ero decisamente contaria,apettamdomi i classici figli di
papà perennemente ubriachi e scansafatiche ma dopo molte
insisenze li avevo conosciuti ed erano simpatici ed in gamba.
Certo,l'alcool scorreva a fiumi ma non nel periodo degli
esami,entravamo gratis nei migliori locali della città e in
fondo ero all'università e un po' di pazzia me la potevo
permettere dopo aver passato i miei primi 19 anni a Forks. E poi ero
decisamente padrona di me e non mi lasciavo rapire da questo nuovo
mondo.
Sara
invece studiava cinema ed i suoi amici erano tutti fotografi o
scrittori,il suo ragazzo l'assistente di un professore di
letteretura,insomma,i classici artisti. Con loro passavo serate al
village ad ascoltare concerti di piccoli gruppi che aspettavano di
sfondare,organizzando mostre di fotografia e discutendo di politica e
della situazione in mdioriente.
Ed oltre
a tutto ciò ovviamente seguivo i corsi di medicina che mi
appassionavano sempre di più.
Insomma,tutto ciò che di
meglio New York ha da offrire.
Certo,la mia vita andava avanti perfettamente solo che non avevo
nessuno con
cui dividerla:ormai mi rimaneva solo lo zio Jack che sentivo spesso
ma quella che era stata il centro del mio mondo fino ad allora se ne
era andata.
Mi
mancava una famiglia.
Nelle
vacanze di natale sarei dovuta tornare a casa dallo zio ma alla fine
o rinunciato inventando un invito di Jenny a sciare ad Aspen(tra
l'altro l'importo della mia borsa di studio continuava ad aumentare
,a quanto pare in virtù dei miei ottimi voti, e me lo sarei
anche potuto permettere) perchè non me la sentivo di tornare a
Forks,non ne avevo la forza. In effetti l'invito era vero,solo che
in quel periodo avevo davvero pensato di tornare a casa. Ed ora acausa
del mio orgoglio che mi impediva di confidarmi con la mia
amica avrei passato le feste da sola a NY.
Era il
20 dicembe,completamente buio alle 6 di sera e camminavo per il
campus con i libri in braccio e Claire de lune nelle orecchie
dirigendomi in biblioteca x studiare in vista dell'ultimo esame prima
delle vacanze quando ho scontrato qualcuno e mi è caduto
tutto. Alzando gli occhi ho visto che era una ragazza e dopo le
classiche scuse ogniuna ha aiutato l'altra a raccoliere i suoi libri.
Tra i suoi c'era Romeo e Giulietta
-Dai,è
uno dei miei libro preferiti
-Davvero?
Anche il mio!
- A me
in effeti ha attaccato questa mania mia madre,insieme a Debussy- e
le mostrai l'mp3 come a scusarmi di esserle finita addosso
-Ah. E
piacere,io mi chiamo Alice,Cullen
La
fissavo mentre mi tendeva la mano
-Anche
io Alice,piacere. Alice Swan
Ed
entrambe scoppiammo a ridere
Era
tanto che non mi sentivo così leggera,visto l'avvicinarsi
delle feste.
-Sono
appena arrivata,sai per caso dov'è la bioblioteca? mi chiese
-Ci sto
andando anche io,se vuoi facciamo la strada insieme
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Capitolo 3 *** Alice ***
cap 3
Rimanemmo a studiare insieme fino alle 9,quando il mio stomaco mi
ricordò che non avevo ancora cenato. Lei disse che non aveva
fame e avrbbe continuato a studiare e rimanemmo d'accordo per vederci
il giorno dopo. Che strana ragazza...a parte il fatto che sembrava un
folletto,con capelli neri scuri e corti e una pelle ancora più
chiara della mia che era già cadaverica (quella l'avevo presa da
mia madre) era veramente belissima. Tutti i ragazzi della bioblioteca
ci guardavano. In effetti ci ero abituata,anceh io ero decisamente
bella,ma insieme sembravamo attirare ogni sguardo maschile nel raggio
di 100 metri.
Era molto simpatica e mi sentivo a mio agio con lei perchè la
sua situazione familiare era simile alla mia:i suoi genitori
erano morti da molti anni ed era stata adottata dal Sig Cullen,che
amava come un vero padre. In effetti quella casa doveve essere un vero
manicomio perchè oltre a lei c'erano altri quattro figli,tutti
adottati. Beh,se pensavo che la mia situazione familiare fosse
complicata...
Avevo un margine di manovra veramenete ristretto questa volta. Dio,so
non avessi amato tanto mio fratello lo avrei odiato. Sempre così
melodrammatico. Ero stata brava e non avevo ceduto al mio egoismo:avevo
fatto quello che era meglio per lei creando quella borsa di studio
perchè non era giusto che rimanesse lì a Forks per il
resto della vita. Le avevo anche trovato (a caro prezzo ma
cosa sono i soldi per chi prevede come me gli andameni della borsa?)
una camera singola perchè se assomigliava anche solo un po' a
sua madre sarebbe impazzita senza possibilità di stare da sola
ed ero pronta a lasciarla in pace a vivere la sua vita normale
come avevo fatto con Bella. L'unico motivo per cui non ero intervenuta
quando si era ammalata era che non l'avevo vista: mi ero
così allenata a non osservarla e a rimandare indietro le
visioni che la riguardavano che non avevo visto quella che riguardava
la sua morte. Non avevo neanche scoperto che anni prima aveva chiamato
sua figlia con il mio nome o che l'uomo che aveva sposato era molto
simile ad Edward (alla sua parte umana almeno). Ma sarei rimasta in
disparte a controllarla ed occuparmi di lei se non fosse stato per lui.
Dopo essersi aggirato per forks per quattro mesi ricordando ogni
secondo della loro vita insieme,Edward aveve deciso che non poteva
sopportarlo oltre e che la vita non aveva più significato.
Sarebbe andato dai Volturi a chiedere di morire come aveva premeditato
20 anni prima. Sapeva che sarebbe successo,solo sperava che quel
momento venisse un po' dopo,che lei avesse una vita più lunga da
vivere,non che morisse a soli 43 anni. Alice lo aveva visto arrivare
per dire addio a tutti loro e aveva visto che non sarebbero
riusciti a fermarlo ne i muscoli di Emmet ne i regionamenti di
carlisle. C'era solo una persona che poteva riuscirci e lei neanche lo
sapeva. Sempre che lo avesse voluto se avesse saputo cosa aveva fatto a
sua madre quel'idiota del mio fratellino.
E ora veniva la parte più difficile:convincere Rosalie a fare un
bel pranzo di natale davanti ad un'umana.
La famiglia era tutta riunita nella sala da pranzo che come al solito
usavano come sala riunioni.
-ho visto Edward tornare a casa. A natale
-fantastico
-bene
-era ora
-non verrà per fermarsi. Sarà un addio. Partirà
per l'italia e noi non lo potremo fermare
Non c'era bisogno della lettura del pensiero per vedere la disperazione
nei loro occhi
Ho un'idea ma ho bisogno del vostro sostegno e che approviate...
...
...
-ma non rischiamo di ritrovarci nella stessa situazione dell'altra
volta?- era Emmet
-Non se ne parla,non voglio che quella ritorni nella nostra famiglia-
Rosalie
-sei sicura che funzionerà?- jasper
-si,proviamoci,qualunque cosa piuttosto che lui muoia- Esme
-L'idea mi piace ma non sono sicuro per lei. E' giusto per lei entrare
nel nostro mondo?
– Non merita una vita
normale?-Carlisle
– Ascoltate,ho pensato a tutto,basta che lui la
veda. Non riuscirà più a lasciarla. Ha anche lo stesso
odore. Lo conosco,non cometterà lo stesso errore due volte.
Rimarrà nell'ombra a distanza di sicurezza. Ma avrà di
nuovo un motivo per vivere.
– Va bene- disse Carlisle. E la sua parola come
sempre valeva per tutti
-Bene,allora preparatevi per un tradizionale pranzo di Natale umano!
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Capitolo 4 *** Natale ***
cap 4 natale
Ero con Alice a Briant Park,decisamente il mio posto
preferito della città. Se solo ci fosse stato un po' più
di caldo...odiavo il freddo. Stranamente invece Alice non aveva
problemi mentre io stringevo tra le mani la mia tazza fumante di
caffè,la mia droga a base di caffeina.
Stavamo parlando come al solito del più e del meno,strano come
una persona che conoscevo da così poco mi fosse già
così cara qundo il mio cellulare squillò.
-Pronto?
-Ciao Alice,sono Jake
-Hey zio,ciao! Come stai? E' un po' che non ti sento...
-si,sono stato un po' in giro con il branco
Che strano,mio zio chiama i suoi amici “Il branco”,neanche se fossero
una setta! Vado alla partita con il branco. Andiamo a mangiare da Sue
con il branco ecc... per il mio quinto compleanno mi aveva anche
regalato un lupo di peluche che è tuttora sul letto nella mia
camera a Forks
-allora,come va nella grande mela?
-benissimo,non ne hai idea...è il sogno di una vita!
-basta che non ti dimentichi della tua vecchia vita. Sei sicura di non
tornare a casa per le feste? La montagna sarà sempre lì.
E sarebbe il tuo primo natale da sola da quando...
Ricacciai indietro le lacrime e probabilmente lo fece anche lui
all'altro capo del telefono
-Si,lo so. Ma sul serio,così mi distrarrò e non ci
penserò. E' megnio se vado ad Aspen con
jenny,sul serio.
– va bene,come preferisci. Ma ti chiamerò il
24,il 25 e alla mezzanotte del 31. Non ti libererai di me tanto
facilmente!
-certo zio,ci conto. Ti voglio bene.
E con l'animo pesane per avergli mentito riagganciai
-Uno zio? Pensavo che non avessi nessuno.
-Diciamo che è aquisito. Figurati che suo padre era il migliore
amico di mio nonno e con mia madre sono praticemente fratelli. Anche se
io ho sempre sospettato che lui volesse qualcosa di più,solo che
lei da quel punto di vista non lo vedeva proprio. Ma c'è sempre
stato per me come un padre,visto che quello vero era occupato a
costruire strade nella giungla. E mi ha permesso di farmi una cultura
sui Quilete.
-Perchè?- Alice sembrava nervosa
-Beh,è un indiano Quilete,c'è una riserva vicino a dove
vivevo
-Vabbè,cambiamo argomento:così vai a sciare per natale?
Chiese Alice
– Ehm,in effetti no. Ma non ce la facevo a
tornare a casa così presto ed ho inventato una scusa.
– Ma sarai qui da sola!!
– tranquilla,sono un tipo solitario- Come mi era
venuto in mente di dirglielo? Perchè non ero andata avanti con
la bugia come con gli altri? Perchè la sentivo così
amica? La conoscevo si e no da tre giorni!
– Non se ne parla. Tu a natale vieni a pranzo da noi!
– No,sul serio,non ti preoccupare. Non ce ne è
bisogno. E poi il natale è una festa che si passa in famiglia ed
io sono un'estranea.
– Guarda,la mia famiglia è tutto ma non
convenzionale,una persona in più non farà alcuna
differenza. E poi quel giorno tornerà anche mio fartello e devi
assolutamente conoscerlo.
– E nel caso tu non lo avessi ancora capito quando
decido qualcosa nessuno mi può far cambiare idea.
– Si,queso lo avevo intuito.
– Allora,visto che pare che non abbia
alternative...per che ora vengo da voi?
–
Ma cosa hanno messo nel biberon dei cullen da bambini? Poco ferro,visto
il colorito pallidissimo di tutti. Ma sicuramente quanche sostanza
sconosciuta stimolante la bellezza,visto che quando ho conosciuto la
famiglia di Alice ho pensato di trovarmi circondata da modelli sul set
di un servizio fotografico,nel caso particolare quello di natale,visto
che la casa sambrava un concentrato di tutte le decorazioni natalizie
che si potevano in una città come New York. Erano tutti
bellissimi e,anche se molto diversi tra di loro,somiglianti.
Il pranzo è andao benissimo,erano tutti molto gentili a parte la
sorella di Alice,Rosalie che a mala pena mi parlava. Ma a quanto diceva
la mia amica lei era fatta così e non dovevo prendermela.
Anche la conversazione procedeva spedita,e io che mi aspettavo lunghe
pause imbarazzanti. Solo ogni tanto ho perso il filo del discorso,come
quando è venuto fuori che studiavo medicina e Carlisle è
rimasto perplesso e ha chisto se non svenissi alla vista del
sangue...chissà perche avrei dovuto. O quando ho preso al volo
una bottiglia che stava per cadere e fartello molto grosso di
Alice,Emmet, è rimansto stupito dalla mia prontezza di riflessi
che in realtà sono assolutamente nella norma.
Il pranzo era agli sgoccioli e Alice mi ha chiesto di andare a prendere
lo Champaghe che avevo portato per brindare. Mentre mi dirigevo in
cucina hanno suonato alla porta e la mia amica mi ha chiesto di andare
ad aprire perchè era troppo piena per muoversi.
Così vado alla porta,la apro e mi ritrovo davanti un ragazzo.
Stupendo.
La cosa più simile ad un dio greco che avessi mai visto.(*)
Lo fisso.
Ed anche lui fissa me di rimando ma,mentre nel mio sguardo c'è
solo sorpresa,nel suo vedo passare mille
emozioni:sorpresa,dolore,soffrenza,rabbia,un attimo di
perplessità ed alla fine comprensione.
E lo sento dire,con una voce che sembra appartenere più ad un
angelo che ad un umano delle parole che porprio angeliche non suonano:
- Alice,che tu sia maledetta. Queta volta me la paghi.
Ed entra in casa spingendomi da parte senza troppa grazia.
Forse mi sbaglio ma dal rumore di vetri che ho sentito ho
l'impressione che la bottiglia che avevo salvato poco prima non sia
vissuta a lungo
–
(*) citazione decisamente palese
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Capitolo 5 *** Edward ***
5 bs
Allora,grazie e tutti
quelli che commentano e che hanno messo la storia tra i preferiti!
grazie 1000!!
morivo dal ridere quando mi
immaginavo le differenze tra bella ed alice =)
Perchè non avevo ascolato i loro pensieri prima di bussare?
Semplicemente perchè pensavo che non ci fosse niente di
particolare da sentire,se non la loro sofferenza perchè sapevano
il motivo per cui ero tornato a casa. E stavo già abbastanza
male da non aver bisogno di aggiungere le loro sofferenze alle mie. Ma
avrei dovuto percepire una “voce” diversa,nuova. Merda!
Questo lo pensavo mentre mi dirigevo verso la sala da pranzo imbandita
per il natale.
Che cosa assurda.
Tutta colpa di mia sorella
Gliela farò pagare.
Non avevo capito immediatamente chi fosse quella ragazza che apriva
alla porta di casa mia. Se fossimo stati un tipo diverso di vampiri
avrei pensato ad uno spuntino invitato a pranzo senza sapere che in
realtà il pranzo era lei stessa. Anche l'odore era squisito. Non
so se è stato il sio odore o sono stati i suoi occhi a farmi
capire. Sta di fatto che in quel momento averi voluto essere in
compagnia di un paio di licantropi da aizzare contro Alice. Magari
avrei potuto portarmeli da Forks,a quanto avevo visto c'era un branco
piuttosto nutrito. Quel cane,Jacob,aveva anche provato a mandarmi via
dal suo funerale. Come se avessi potuto andarmene visto che una parte
di me era nella tomba con lei. E presto ci sarebbe stato anche tutto il
resto,qualunque cosa pensasse di fare Alice.
Entrai in sala e la prima cosa che mi capitò in mano fu una
bottiglia che andò in mille pezzi addosso al Alice. Peccato che
non potesse farle niente.
-Edward! Che bello vederti!
-non posso dire lo stesso. Che bella sorpresa,sorellina. Il mio tono
era glaciale
-fratellino,conserva per dopo le tue dimostrazioni d'affetto nei miei
confronti,oggi abbaimo un'ospite e non vorrei che pensasse che questa
tua reazione è colpa sua. Era già così restia a
venire ed intrufolarsi in una festa di famiglia che l'ho
dovutaconvincere a modo mio. E sai bene come si comporta Rose con gli
estranei. Non vorrei proprio che pensasse di aver sbagliato ad unirsi a
noi e ci rimanesse male.
In quel momento capii cosa doveva essere stata la mia reazione ai suoi
occhi e non volevo che questa ragazza,sua figlia,soffrisse per il mio
comportamento. Quello che avevo fatto a Bella era abbastanza per
qualche decina di generazioni.
In quel momento mi sono girato e l'ho vista sulla porta.
– Scusa per la mia reazione di poco fa. Mi sa che ti
ho fatto paura,mi dispiace moltissimo,ma avevo un discorso in sospeso
con mia sorella e lei ha il potere di mandarmi in bestia.
– Sono Edward,Edward Cullen.
Ed in quelle parole ho cercato di mettere veramente tutto il mio
dispiacere per quella situazione assurda e le ho teso la mano. In fondo
ne venivo da fuori e l'inverno newyorkese sarebbe capace di rendere le
mani di qualunque umano fredde come le mie.
Lei la prese e mentre la stringevo ho capito una cosa
incredibile:potevo leggere i suoi pensieri!
Certo che l'ingresso non è stato dei migliori ma Alice ha detto
che ha passato un brutto periodo e sembra vramente dispiaciuto. Anche
troppo in effetti. In fondo un'estranea che apre alla porta di casa tua
il giorno di natale può portare a strane reazioni. E poi sembra
simpatico
- Ciao,io sono Alice Swan. Piecere di conoscerti. Non ti
preoccupare,durante le feste siamo tutti un po stressati. E mi sorrise
Ma quello che i sorprendeva era quel “simpatico”. In tutti i
pensieri che avevo sentito in un secolo di vita da vampiro nessuno,uomo
o donna bambino che fosse aveva pensato di me che sembravo simpatico.
Bello ,stupendo,pericoloso,irreale,felino,angelico,diabolico si,ma mai
simpatico. Certo,visto di chi era figlia era logico che i suoi pensieri
fossero anomali.
Comunque ora me ne dovevo andare. E di corsa. In fondo avevo rimediato
al mio ingresso disastroso. Potevo aspettare che se ne andasse e
tornare dopo per parlare con la mia famiglia e fare a pezzi mia sorella.
Ora avevo bisogno di pensare
-scusate,ma ho lasciato degli amici ad aspettarmi di sotto in macchina.
Ero salito solo per salutare appena rientrato in città. Finisco
un paio di cose e ci vediamo stasera.
-Va bene,Edward,torna pure quando vuoi- mi disse Alice con un sorriso
enorme stampato in faccia e la sua aria da “io ho sempre ragione
perchè vedo il futuro,sono brava e lo rigiro a mio piacimento”
E vidi cio che aveva visto pochi secondi prima: io e lei che camminiamo
in Central Park accanto al laghetto,il nostro posto preferito. Siamo
soli, nessuna ragazza dai capelli ramati e gli occhi rossi da
vampiro è con noi. Ma le persone accanto a noi sono in maniche
corte. A quanto pare quest'estate sarò ancora qua.
Ovviamente avrei fatto in modo di non incontrare mai più
quella ragazza,me ne sarei tenuto lontano. Potevo aver sbagliato una
volta ma non mi sarei ripetuto.
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Capitolo 6 *** Domande ***
cap 6 bis
Finalmente passarono anche le feste e potei tornare alla vita
normale.
Ora che avevo meno tempo libero ed ero presa dalle lezioni vedevo
decisamente di meno Alicee ma chissà come,lei aveva sempre un
tempismo perfetto e mi chiamava quando non avevo niente da fare o mi
ero improvvisamente liberata. Certo,alcune volte era una tortura
accompagnarla su e giù per la 5th Avenue cariche dei sacchetti
dei negozi che aveva svaligiato munita della sua carta platino. Era
incredibile come una ragaza così piccola avesse tante
energie,ogni tanto dovevo implorarla di fermarci in un bar ma lei
non prendeva mai niente. Come se questo rubasse tempo allo
shopping!
Una volta ha detto che dovevo assolutamente accompagnarla a scegliere
il vestito per il suo anniversario con Jasper (anche se non mi voleva
dire da quanto stavano insieme) ma
quel giorno proprio non potevo:c'era un argomento che proprio non
riuscivo a capire e pareva che anche tutti i miei compagni fossero
nella stessa situazione,una crisi di gruppo.
Al che lei ha detto- non vedo il problema. Carlisle sarà
felicissimo di aiutarti e poi potremmo uscire! -
A cosa servirebbe avere un medico in famiglia altrimenti? Anche
se pensando alla mia di famiglia mi venivano in mente
motivi molto più validi.
Così,ormai rassegnata sono andata a casa sua. Suono,lei mi apre
ed entro. Al piano c'è suo fratello che non vedevo da
natale che sta suonando,è veramente molto bravo.
-Ah,ecco spiegato il perchè dell'inno australiano tradotto in
Swaili,mostriciattolo-
-non farci caso,mi tratta così ma in fondo mi vuole bene
-molto in fondo in giornate come questa. Ciao Alice,benvenuta. Ora
scusatemi ma devo scappare.
E scappare sembrava veramente un termine appropriato per la
velocità con cui è uscito.
Se ne andò,lasciandoci sole
Alice non disse neinte,solo fece una faccia da “non farci caso” e mi
accompagnò da suo padre che risolse tutti i miei dubbi in circa
10 minuti. Era veramente bravo a spiegare e sembrava veamente felice di
poter dare una mano.
Comunque alla fine uscimmo e quella che doveva essere la ricerca di un
singolo vestito ci portò via 3 ore e ci fermamma solo
perchè i negozi stavano chiudendo.
E io che speravo di passare da casa prima di uscire stasera.
-Alice,io ora devo proprio andare
-certo,grazie mille dei tuoi consigli! Senza non so proprio come avrei
fatto!
– ma se hai comprato praticamente tutto
– pensa che avrebbe potuto essere molto di più
– Oddio,sei incredibile! Senti,io ora vado con degli
amici di Sara a mangiare e poi a sentire un concerto di altri loro
amici che suonano in un nuovo locale ad Halrem,vieni con noi?
– No,grazie ma sono decisamente stanca stasera.
– Stranamente lei non usciva mai con noi,era molto
gentile quando incontravamo qualcuno dei miei amici nel campus ma non
dava confidenza. Probabilmente perchè sapeva che tutti i ragazzi
non le staccavno gli occhi di dosso e le ragazze al vedevano come una
minaccia. Stava sempre con i suoi fratelli.
Sembrò pensarci un po' su,poi disse:-harlem non è un bel
quartiere,sei sicura che non avrai problemi?
-No,tranquila,lo hanno risollevato tantissimo ultimamente. E poi
sarò con gli altri. Non sarai un po' snob?
- Mi preoccupo solo della tua sicurezza!
-Si mamma. Allora ci sentiamo,scappo che rischio di arrivare in ritardo!
– non arriverai tardi,tranquilla. Ciao!
In effetti arrivai in orario,quanto amavo la metropolitana!
La serata passò in fretta e poi andammo al concerto ma il
pomeriggio di studio e shopping mi aveva distrutto,così decisi
di andare via un po' prima degli altri. Mentre salutavo un ragazzo
nuovo,amico di un amico,che avevo visto quella sera per la prima volta
e con ciu avevo fatto due chiacchere perchè era saduto accanto a
me mi chiese se non preferissi che mi accompagnasse,almeno fino alla
fermata della metro. Rifiutai,non volevo essere un peso per nessuno. Ma
mentre mi dirigevo verso la metro pensavo che era veramente
carino,alto,con gli occhi azzurri ed i capelli castani un po'
disordinati. Ed era anche interessante,peccato che non mi ricordassi il
suo nome. Avrei dovuto chiedere a sara di farlo uscire con noi
nuovamente.
Persa nei miei pensieri mi accorsi troppo tardi che c'era una figura
che mi segiuva. Sulle prime cercai di convincermi che era la mia
immaginazione,ma poi dovetti riconoscere che non era così. In
quel preciso istante mi superò e mi parlò
- vieni con me,devo farti vedere una cosa.
Aper un attimo pensai di seguirlo,era veramente troppo bello ma
probabilmente grazie all'allenamento fatto con i cullen mi ripresi. Non
ricordo molto del suo viso,solo gli occhi. Erano innaturali,rossi.
-non credo proprio!
-allora mi sa che dovrai seguirmi con le cattive. Hai un odore
decisamente buono.
Sapevo che non avrei fatto in tempo a scappare e non sapevo che fare
quando un'alta figura si frappose tra di noi.
-hei amico,hai buon gusto ma l'ho vista prima io,spiacente-disse
l'assalitore
- Non sarà lei la tua preda,stasera
-ah,è già la tua,ottimo gusto. Ma sinceramente la sto
assaporando da quando era ancora con i suoi amici e mi aspettavo di
dover aspettare giorni prima di trovarla sola. Ma se vuoi te ne posso
lasciare un morsino.
Il secondo arrivato a quelle parole fece un suono stano,dovrei quasi
definirlo un ruggito e cambiò posizione,sembrava un animale sul
punto di attacare.
– ti do un ultimo avvetimento,vattene.
– Perchè,senno? - e si lanciò contro il
mio salvatore.
Si muovevano ad una velocità incredibile e non riuscivo a
seguire tutto ma pareva che lottassero a mani nude. Finalmente le
cose si misero bene e quello che voleva aggredirmi se ne andò.
Il mio salvatore allora si girò e mi disse,gurdandomi come se
cercasse di capire come mai si trovava lì – Ma perchè
devi sempre cacciarti in queste situazioni,Bella? No,intendevo Alice.
Ora vai a casa,non ci saranno altri pericoli stanotte.
Non capivo,cosa ci faceva Edward lì? Perchè mi
aveva chiamato Bella? E cosa voleva dire quella conversazione tra i due
uomini? E quella lotta a mani nude? Erano tutte domande che mi
ronzavano in testa mentre tornavo a casa,in taxi. Volevo tornare in
territorio conociuto il prima possibile
|
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Capitolo 7 *** ...e risposte ***
e risp
X
franci-cullen:dai Edward ha 17 anni,il padre almeno 40,ora più
di tanto non si possono somigliare. E poi l'avrà visto per
meno di mezzo minuto perchè lui scappava sempre
X
paretta:beh,un po' di dosgrazie ci vogliono per movimentare la
vita,no?
Crollai
nel sonno appena arrivata in camera senza neanche il tempo di
cambiarmi. Quella notte dormii male,facendo strani sogni. Ero con mio
zio ma non ero io,ero mia madre alla mia età se non più
giovane e vedevo lo zio che voleva difendermi da edward. Lui non era
una minaccia,ma lo zio non lo capiva.
Mi
svegliai alle 6 e stavo ancora peggio di quando mi ero addormentata.
Mai madre aveva sempre detto che ascoltavo troppo spesso le leggende
dei Quilete e forse aveva ragione. Era come se una serie di nozioni e
notizie mi girassero per la testa in disordine,come un puzzle a cui
manca un pezzo per capire quale sia la figura. Ma io di solito ero
brava in questo,a capire le cose. Era così che avevo sempre
fatto,mettevo tutto in ordine e la risposta arrivava. Ma non questa
volta.
Mi venne
un'idea assurda. Non ha senso percorrere mezza america per cercare il
pezzo di un puzzle ma era quello che avrei fatto. Sarei tornata a
casa perchè quel pezzo era a Forks anche se non sapevo da dove
mi venisse questa folle idea.
Durante
il volo dormii,ero più rilassata da quando ero partita
perchè
avevo la certezza che sarei venuta a capo di tutto anche se non ne
sapevo il motivo.
Non
dissi neanche allo zio che stavo tornando,sarebbe stato troppo
difficile da spiegare e non avevo intenzione di trattenermi. Speravo
solo che nessuno mi vedesse,cosa praticamente impossibile in una
città piccola come la mia.
Entrata
in casa,la casa di mio nonno dove eravamo tornate dopo che mio padre
se ne era andato, mi sentii una stupida ma ormai ero lì e
tanto valeva muoversi. Andai in camera mia come prima cosa,tanto per
cominciare da qualche parte. Pensandoci prima era stata la camera di
mia mader ma poi me la aveva ceduta perchè era più
grande. Mi sedetti sul letto impolverato e aspettai,aspettandomi
chissà quale intuizione ma non accadde niente. Mentre mi
alzavo dandomi della stupida per aver fatto una cosa tanto assurda
sentii che una trave del pavimento si spostava,non era fissa.
Sollevandola trovai una scatola.
La
aprii.
Dentro
c'erano un quaderno,un CD,un album di foto e due buste,una più
vecchia dell'altra. Aprii quella che sembrava più vecchia,era
di mia madre:
Caro
Edward,
nonostante
tutto posso ancora chiamarti “caro” e questo non cambierà
mai. Sai,dopo che te ne sei andato ho cercato di andare avanti con la
mia vita,ma era una sofferenza continua,vivevo in una specie di
annebbiamento. Ho cercato di dimenticarti perchè pensavo che
non mi amassi più ma non ce l'ho fatta,continuavo a pensare a
te. Poi sono andata al college e li ho recuperato un p' di
serenità,ho creato una nuova Bella che non pensava al passato
e soprattutto cercavo di non pensare a Forks. Ma quando sono tornata
mi è ricaduto tutto addosso. E poi come per magia arriva un
ragazzo che ti somiglia così tanto,ha il tuo sorriso e il tuo
stesso colore di capelli. O meglio assomilgia a quello che dovevi
essere da umano,anche se non posso saperlo,no? Per me sei sempre
stato un peter pan adolescente ed immortale. A posteriori ho notato
che la somiglianza non era così marcata ma allora mi mancavi
così tanto... comunque lo sposai ed ora aspetto una bambina e
la mia vita,beh non posso dire che sia felice,ma sono uscita
dall'abisso e solo grazie a lei. Poi un giorno,mentre ero qui nella
mia camera a pensare a te,a quando dormivamo abbracciati o ti sedevi
sulla sedia a dondolo per vedermi dormireho sentito un'asse muoversi
ed ho trovato la scatola. C'era il mio CD e l'album di foto. Lì
ho capito tutto:mi avevi lasciato quelle cose perchè qualcosa
di te rimanessae con me,perchè mi amavi,ed io allora non lo
capivo. Volevi che vivessi una vita normale e avessi dei figli,non
che fossi obbligata a rinunciare a qualcosa di me per te. Ora sono
più matura,anche se tra noi il più maturo sei sempre
stato tu, e ti capisco ma non so dirti se hai fatto la scelta giusta.
Ho
scritto questa lettera perchè so che tornerai qund io non
sarò
più qui per vederti ,e voglio che tu sappia che ti perdono e
ti amo come sempre.
Bada
alla mia bambina,spero che non erediterà la mai capacità
di attirare disgrazie ma potrebbe aver bisgno di te.
Tua,
Bella
Ero
in lacrime forse ancora più confusa di prima,non mi quadrava
niente.
Così
aprii l'album di foto e rimasi sbalordita:in prima pagina c'era una
foto di mai madre diciassettenne abbracciata ad Edward. Cullen. Il
fratello di Alice. Che aveva anche lui 17 anni! Procedendo con le
pagine vidi mia madre con il resto della famiglia cullen ad una
festa,era per il suo diciottesimo compleanno. Ed erano tutti uguali
ad ora. Poi trovai una foto di mio nonno e quasi piansi dalla
gioia:lui era più giovane di quello che ricordassi,almeno
qualcuno era invecchaito in quell'album.
Poi
aprii il quaderno e scoprii che era un diario. Sulla copertina c'era
un titolo “Twilight”,crepuscolo. Passai tutto il pomeriggio
seduta per terra a leggerlo finche iniziai ad avere i brividi e
comunque continuai ancora.
...e
quelli chi sono...
...vampiro...
...da
quanto tempo hai 17 anni?...da un po'...
...e
così il leone si innamorò dell'agnello...
...tu
sei la mia vita odesso...
...è
un'impasse...
Capivo
tutto,finalmente. Crederci era più difficile,ma almeno lo
capivo.
Rimaneva
solo una lettera,quella di Edward
Bella,
perchè
ti scrivo se sei morta? Sono stato al tuo funerale e credevo di
morire anche io. Ma purtroppo per noi non è così
facile. Se solo non avessi impedito ad Alice di guardare il tuo
futuro...ma cosa avrei fatto? Sapere che sareti morta così
giovane sarebbe bastato a farmi scegliere di trasformarti? Purtroppo
non lo portò mai sapere. Comunque tra poco saremo
insieme,partirò per l'italia doo aver salutato i miei e non
permetterò ad alice di mettersi in mezzo.
Laccerò
qui questa lettera insieme alla tua,insieme per sempre.
Edward
Mi
alzai,ero completamente svuotata. Presi il libro-diario e lesciai le
lettere,foto e cd dove li avevo trovati e dove sarebbero rimaste per
l'eternita. Uscii di casa e mi diressi all'aeroporto.
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Capitolo 8 *** Chiarimenti ***
chiarimenti
Tornata dall'aeroporto mi fiondai all'univerità e
seguii le lezioni del pomeriggio anche se non riuscii a concentrarmi
molto. Uscita di lì era già buio e trovai Alice ad
aspettarmi. Aveva un aria colpevole. In effetti non ero siura di quello
che provassi,nelle ultime ore mi ero concentrata sopratutto su
edward. Chissà cosa aveva visto:il mio viaggio,il diario,tutto?
Certo che almeno ora la situazione mi risultava chiara.
Pensai che mantenere un tono neutro fosse la scelta migliore:
– Alice,noi siamo amiche o era solo un tuo modo per
prenderti gioco di me?- non lo pensavo sul serio:quello che avevo letto
e vissuto io stessa mi diceva che mi potevo fidare di lei ma ero
arrabbiata.
– Cero che no!! certo ce siamo amiche e mi dispiace
moltissimo di averti ingannata ed usata ma era l'unico modo per salvare
la vita ad edward.
– Non ti seguo
– lo avevo visto morire. Andare dai volturi a
chiedere di essere ucciso ed essere accontentato. Non lo potevo
permettere,è mio fratello e gli voglio bene. Così ho
pensato che se ti avesse conosciuto,forse questo lo avrebbe trattenuto
dal fare quello che voleva. Ed ha funzionato,sebbene continui a
soffrire per la morte di Bella ha un motivo per vivere.
– Felice di essere stata utile- dissi acida
– quanto mi dispiace che tu la prenda così.
Capisco che tu possa non volerci intorno. Se non vuoi avere niente a
che fare con noi dimmelo e noi ce ne andremo stasera stessa.non
ti cercheremo più e non sentirai mai più parlare di noi.
Sarà come se non fossimo mai esistiti
Vedevo che dire quello le costava e pensai alla possibilità di
non vederli più...e non mi piaceva. Non solo alice,ma anche
Emmet ed Esme. E carlisle. Rosalie non molto in effetti. Dannazione! A
quanto pare avevo trovato anche io una famiglia adottiva. E morivo
dalla voglia di conoscere edward.
Così risposi:
– quanto sei melodrammatica,si vede che sei nata in
un altro secolo. E vi piace proprio l'idea di andarvene e fare come se
non foste mai esistiti,ma dovreste aver capito che la cosa non
funziona,mai. Su,accompagnami,io devo mangiare,è dall'aeroporto
di Seattle che non metto niente sotto i denti- e sorrisi – e potresti
anche renderti utile in un altro modo
-dimmi- era decisamente felice
-visto che per cercare di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle non
ho studiato e domani ho un esame potresti dirmi che domande
capiteranno...
-ah ah,non se ne parla. Tengo molto alla tua istruzione. Ma posso
chiedere a Carlisle di aiutarti con un mega ripasso notturno. E ti
preparerei anche litri di caffè sebbene l'odore di quella cosa
mi disgusti.
-Venduta!
-ok,andiamo.intanto lo avverto che ariviamo
-ci sarà anche edward? Ora che si avvicinava il momento di
incontrarlo non ero più così sicura di volerlo fare.
-no,stanotte è andato a caccia e tornerà domani mattina
-e così ho anche capito da dove viene il mio nome...me lo ero
sempre chiesto e mia madre
diceva che era un caso,le piaceva e basta
-si,quando l'ho scoperto ho iniziato a saltare!! non hai idea di quanto
ne fossi felice!
E l'immagine di Alice che si metteva a saltare in mezzo ad una strada
affollata di gente mi mise di buon umore.
Arrivati a casa Cullen c'era tutta la famiglia ad aspettarmi e cio mi
fece morire di vergogna. Sembravano felici del mio arrivo.
Carlisle si avvicinò e mi disse:-sono felice che tu sia
venuta,andiamo nel mio studio. Ah,queste sono le chiavi di
casa,così potrai venire quando vuoi-
-Io,beh,insomma,non so se...grazie
Mi interruppi a metà della caccia perchè Alice mi stava
praticamente urlando in testa di ascoltarla e così feci. Stava
parlando con Alice che avava appena scoperto tutto. In effetti era
stato da codardi scappare come avevo fatto. Ma a quanto pare le cose si
erano messe bene.
Non avevo mai capito come facesse Esme ad amarci tanto,in fondo non
eravamo veramente figli suoi. E c'era anche il discorso
dell'età:come fai a considerare tuo figlio un ragazzo di un
secolo e passa? Ma in quel momento la capii:non importavano
l'età,i geni o il fatto di veder crescere una persona,era
semplicemente amore. Ed io amavo quella ragazza come la figlia che non
avrei mai avuto. Non so se fosse solo perchè era la figlia di
Bella e non mi importava:volevo stare con lei,vederla crescere e che
fosse felice vivendo una vita normale. Ma avevo imparato dai miei
errori:se lei mi avesse voluto lì,se avesse voluto che facessi
parte della sua vita(e come amico la cosa era decisamente più
semplie che come fidanzato) ci saei stato. Lei era la mia vita adesso e
l'ultimo legame con bella.
Ovviamente non le avrei detto tutto questo,mi sarei limitato a dirle
che la consideravo un'amica,avere un patrigno più giovane di lei
avrebbe potuto confonderla.
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Capitolo 9 *** Strani poteri ***
strani poteri
Per chi pensava ad una storia
Alice/Edward...mi spiace sarebbe stato veramente di pessimo
gusto,sorry!
L'esame
era andato bene,nonostante la carenza di ore di sonno ma grazie al
mio insegnane-vampiro privato e non aspettavo altro che buttarmi sul
letto fino alla mattina dopo ma quando lo vidi capii che avrei dovuto
rimandare. Edward mi stava aspettando.
Mi
avvicinai e per spezzare la tensione gli dissi:- per fortuna
piove,altrimenti dove mi avresti aspettato alle 11 del mattino? - lui
sorrise,il suo famoso sorriso sghembo che ora potevo riconoscere come
tale, e mi disse
-hai
fatto colazione? Ti offro un caffè- certo,era da lui
ricordarsi delle mie debolezze umane
no,non ancora, sono stata a studiare con
tuo padre fino alle 8 stamattina. E si,grazie del caffè. E
grazie anche di avermi salvato la vita. Era un vampiro anche lui,vero?
A quanto pare li attiro.
-E' che
hai veramenete un ottimo odore- e rise. Era veramente ilare stamattina
-Certo
non come quello di Bella,ma il suo era così incredibile solo per
me. Il suo è più...come dire di gusto comune
-Che hai detto?
-Che hai un buon odore. Era una battuta.
-No,dopo. Sulla differenza tra me e mia mamma
-niente. Cosa fa,mi legge nel
pensiero?
-No,non ti leggo nel pemnsiero
-oh
oh. E invece mi sa di si. Casa albero muro
-no,insomma,non
è possibile,io sono umana. E cosa c'entramo le case,gli alberi e
i muri?
-Non
ci credo. Impossibile
-cosa?
-Io quelle cose le ho solo pensate.
In effetti ora siamo zitti,facci caso. Stiamo solo pensando.
-No
-e
invee si
-ma
come è possibile?
-Facciamo
una prova,leggi cosa sta pensando questo ragazzo qui accanto
...
-Niente. E neanche tutti gli altri qua
vicino
Edwardi
si mise a ridere,non riusciva a trattenersi mentre io ero
spaventatissima
riprese
a parlare:
-a
quanto pare puoi leggere solo la mia mente
-e
perchè solo la tua?
-Credo
che sia il discorso della tramissione am -fm.
-quello
che avete fatto al ristorante di Port Angels?
-ogni
tanto dimentico che sai tutto.- e sul suo viso passò una
smorfia di dolore- Si,quello. Probabilmente tra di noi c'è una
strana connessione:i dati che normalmente vanno solo in una
direzione,dagli altri a me,con te viaggiano nei due sensi. Ma mi sa
che è solo se mi rivolgo a te direttamente. Facciamo una
prova
...
-Niente-
dissi
-stavo
afcendo la lista dei presidenti americani. Questo prova la mia
teoria,puoi sentire i miei pensieri solo quando riguardano te.
-una
specie di telefono senza fili mentale?
-giusto.
Io invece i tuoi li vedo tutti.
-ecco,questa
è una cosa che detesterò. Quindi io non ho
poeri,dipende tutto da te?
-tranquilla,li
posso bloccare,lo faccio sempre,anche con i miei fratelli.
-si,ma
non puoi bloccarli del tutto e odio non avere la mia privacy!!!
-abituati-
e rideva. Ok,è ufficiale,lo conosco da mezz'ora (prima non
contava perchè scappava quando entravo in una stanza) e
già
lo odio.
-cosa
ci avrà trovato in lui la mamma?
Appena
lo pensai mi resi conto del mio errore. Sul suo viso c'era una
smorfia di sofferenza e tutta l'ilarità se ne era andata.
-scusami
scusami-questa volta a parole- stavo scherzando. Mi dispiace.
Un
gesto molto paterno a pensarci. Uff mi devo abituare al fatto che mi
legge nella testa. Che faccia strana,sarà per qualcosa che ho
pensato?
-Ehm.
-Cosa???
“paterno”? Mi vedi come una figlia?
-ecco
cosa succede quando incontro qualcuno che ha il mio potere,finalmente
capiso quanto è fastidiosa questa cosa.
-rispondimi,papino!
-ehm,si
-ma
sei più giovane di me!
-no,ho
più di un secolo e tu solo 20 anni.
Ti
dispiace darmi un minimo di privacy,devo elaborare la cosa?
-Certo,scusa.
Fatto,ho alzato ogni barriera possibile.pensa pure. Detto a voce
alta.
Allora,un
vampiro di 17 anni che aveva amato mia madre infinitamente aveva
deciso che ero come una figlia. Così,da un giorno all'altro.
Forse era questo che aveva visto alice,il motivo per cui viveva ora.
Che responsabilità. Ma io cosa provavo? Non puoi volere bene a
qulacuno a comando,neanche al mio vero padre nevolevo così
tanto,eppure lo conosevo da una vita. Ma in fondo sentivo di voler
bene ad edward anche se non sapevo il perchè. Forse era stato
leggere il diario della mamma. Magari era genetica,o passava con il
latte.
-finchè
non mi imponi il coprifuoco e non critichi i ragazzi con cui esco- e
gli sorrisi.
Anche
lui sembrava sollevato
-avevo
paura che si sentisse oppressa dalla cosa. O merda,l'ho fatto di
nuovo,vero?
-se
ti riferisci al farmi sentire quello che non volevi,allora si. E'
brutto provare un po' della propria medicina,vero papino?
-si,appena
torno a casa mi scuso con tutti.
-allora,questa
colazione? Ti ricordo che alcuni di noi devono mangiare tre volte al
giorno!
-ah,eccola
che fa i capricci!
Si,è
ufficiale,lo odio.
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Capitolo 10 *** brutte sorprese ***
brutte sorprese
Avevo
deciso che avere un amico (avevo deciso di eviatare di usare la
parola padre) che aveva più di un secolo poteva essere utile.
Quel
giorno in particolare avrei sfruttato il fatto che avesse vissuto
l'inizio del'900 per farmi fare da guida al metropolitan,in
particolare le sale degli impressionisti. Insomma,avrebbe potuto
essere lì quando Monet dipingeva!! Sulle prime avevo provato a
vedere lui ed alice in altre situazioni,ma ad esempio qualunqe cosa
implicasse il cibo era da escludere,ho sempre odiato mangiare da
sola. E loro stavano lì e guardarmi mangiare e mentre io mi
chiedevo cosa pensassero degli odori che si originavano dal mio
piatto. Quindi avevo abolito colazioni,parnzi,cene,aperitivi e
caffè.
Così
io ed Edward ci ritrovammo al museo mntre alice era partita per un
paio di giorni per una battuta di caccia.
-Alice!-
mi sentii chiamare. Mi voltai ed era Luke,uno degli amici di Jenny.
Devo ammettere che un po' mi stupii di trovarlo lì,me lo
immaginavo più a guardare una partita di baseball o a Wall
street a lavorare.
-ciao
Luke,come va?-
-bene,tu?-
-tutto
bene,grazie-
-Io sono
qua con il mio fratellino. Deve fare una ricerca per la scuola. Tu
che fai di bello?-
Non
avevo bisogno di leggere nel pensiero per capire che aveva visto
Edward.
-Niente
di che,sono qui con quel mio amico,mi sta illuminando su alcuni
aspetti poco conosciuti degli impressionisti
-allora
ti lascio,non vorrei che il tuo ragazzo si annoiasse
-Ah
ah,è geloso il poverino. Pensa che tra noi ci sia qulcosa e
non crede di poter competere!
-Zitto
Edward! Non entrarmi nel cervllo mentre parlo con un ragazzo
carino,regola numero 6(avevo già stabilito un po' di regole)!
E lo capivo anche da sola quello che pensava.
E
a Luke dissi,con un tono a metà tra il divertito e il
noncurante- NO,Ed non è il mio ragazzo. Assolutamene! Siamo
praticamente fratelli,sai cresciuti insieme e tutto il resto...
-ah,bene.
Allora forse ti andrebbe di andare a bere qualcosa una sera di
queste?
-assolutamente!
Ti lascio il mio numero.
Tornata
da Edward lui attaccò:-allora,ho letto i suoi pensieri e ho
visto che-
-Fermati
subito!-
-cosa?
Perchè?-
-hai
visto che è un maniaco?
-no
-un
serial killer?
-neanche
-un
vampiro?
-tutt'altro
-allora
non c'è niente che io voglia sepere sui suoi pensieri
-perchè?
Insomma,se ti innamorerai di quel ragazzo è meglio se sai
già
qualcosa...
-innamorarmi
di lui? Ma se non ci sono neanche ancra uscita!
-perchè
ci esci se non ti piace?
-si vede
che sei del secolo scorso. Non ho detto che non mi piace. E'
alto,biondo, con gli occhi azzurri,intelligente e gentile a quanto ho
visto finora. E accompagna il fratellino al museo per fargli fare una
ricerca! Tutti ottimi motivi per uscirci. Per il resto si vedrà.
Sicuramente per l'amore siamo ben lontani. Per le persone normali
l'amore è qualcosa di molto più graduale ed ha più
che altro a che fare con l'abitudine.
-sei un
po' disillusa per essere così giovane. Ma sono siuro che
cambierai idea quando incontrerai quello giusto.-
Avrei
voluto ribattere masapevo che con lui non l'avrei spuntata.
Luke mi
chiamò quella sera e rimanemmo d'accordo per uscire la sera
dopo,venerdì.
Ovviamnte
quando lo vide, Alice tornò di corsa dalla battuta di caccia
decisa e prepararmi per la serata e stranamente Rosalie venne con
lei. Chissà quanto era costato alla mia amica convincerla. Ma
pareva che volesse seppellire l'ascia di guerra ed io ero
assolutamente d'acordo.
Quando
stavo uscendo Alice disse:-ti aspettiamo qui,quando torni devi
raccontarci tutto!
Rose:-alice,magari
vuole invitarlo a salire!- e dal suo tono era implicito che non
intendeva a bere un caffè
-no,tranquille
ragazze,non lo farei salire al primo appuntamento.che idee si
farebbe? Potete aspettarmi qua se volete.
-bene-
Rosalie sembrava quasi felie di una serata tra...amiche.
Sabato
mattina,mi sveglio e non mi sento bene.Uff,38,2 di febbre. La
classica influenza invernale. Dovevo chimare Alice e Rose per disdire
il pomeriggio di shopping. E poi anche Luke per la cena,ormai erano 3
settimane che uscivamo insieme. E domani avrei dovuto vedere lo zio
che veniva in città per una importante fiera di motori e ne
approfittava per far visita alla sua nipotina che non sentiva molto
ultimamente. In effetti tra Luke,i cullen e gli esami non ero satta
decisamente latitante. Ma non mi potevo ammalare il weekend prossimo?
Stavo
per chiamare Alice quando suonò il mio telefono. Era
lei,ovviamente.
-Mi
dispiace che tu sai malata. Stasera salirà ancora la febbre ma
tranquilla,domani starai meglio.
-graize
dell'informazione Alice,ma potremmo fingere di avere una
conversazione normale per una volta?
-cosa
intendi?
-Facciamo
che ora metti giù ed io ti chiamo x dirti che ho la febbre e che
dobbiamo rimandare lo shopping?
-Ma
è una perdita inutile di tempo!
-Va
bene,ma la prossima volta lasciami fare la telefonata.
-Ah,edward
è preoccupato,sta venendo lì.
-Ma
è solo un'influenza!
--Si,ma
sai quanto è protettivo. E poi noi non siamo abituati a fare i
conti con la malattia. E i suoi sono morti di spagnola.
-Non puoi
paragonare la spagnola con questa. E se rischiassi di morire? Pensi che
mi trasformerebbe?
-non
dirlo neanche per scherzo!
-Ci
sentiamo,ciao
-ciao
Ehi,stavo scherzando! Ma si,in effetti
non è stata di buon gusto. Ah,eccolo qui! E a quanto mi sembra
di vedere ha svaligiato una farmacia.
-come
stai?
-Bene,è
una semplicissima influenza,niente di che
-dovresti
metterti a letto
-edward,noi
mortali abbiamo l'influenza aleno una volta all'anno. Ti vuoi
tranquillizzare?
-va
bene,ma mi fermerò a tenerti d'occhio
Era una
causa persa
-d'accordo.
Ora però devo chiamare Luke,quindi sati buono.
-e
chiamerai anche il cane?
-Mio
zio,JACOB,non lo chimerò ancora. Spero di satre bene domami e
di poter uscire con lui- mi mandava in bestia quando trattava
così
lo zio. In effetti lui c'era stato tutti quegli anni ed Edward no.
Ed io ora lo stavo tracurando
La
smorfia di sofferenza sul viso di Edward mi disse che avevo di nuovo
sbagliato e pensato qualcosa che lo aveva fatto soffrire,e molto. Ma
era involontario,non potevo controllare i meii pensieri per quanto
potessero ferire edward e per quanto io tenessi a lui.
-scusa.
Hai ragione,non ho motivo di impicciarmi. Se vuoi me ne vado e ti
lascio da sola. In fondo è vero,non hai bisogno di me per una
cosa così da niente.-
Se
prima alice non mi avesse ricordato di come era morta la sua famiglia
e lui era stato trasformato preobabilmente gli avrei detto di andare
pure ma quel fatto mi trattenne
-No,rimani.
Almeno non mi dovrò alzare x prendere da bere e le medicine. E
con te qui non avrò bisogno del ghiaccio sulla testa.
Sembrava
di umore leggermente migliore ed io mi sentii in colpa per avergli
praticamente rinfacciato di aver lasciato mia madre.
La
chiamata con Luke fu più semplice:
-hei,ciao
luke
-ciao
ali come va?
-appunto quello volevo dirti,mi sono presa
l'influenza quindi direi che stasera la cena salta
-oh,peccato.ma ti serve qualcosa? Passo a
comprarti qualcosa in farmacia? O ti tengo compagnia stasera? Magari ci
vediamo un film?
-No,sei un tesoro ma ha già pensato a
tutto Edward
-edward?- per quanto lo rassicurassi,luke non
riuscuva a credere che con edward non ci fosse nessun sottinteso
sentimentale
-si,mi ha chiamato per caso mentre misuravo
la febbre e si è precipitato qui con tutto l'occorrente.
Ehm,è molto protettivo anche se ha solo(e rimarcai il
solo) 17 anni.
-Ha detto che si fermerà tutta la notte
-Ah,ok. Magari passo domani mattina a vedere
come stai e porto la colazione per tutti e tre.
-Sarebbe fantastico! Tu sei fantastico. A
domani allora. Un bacio
-rimettiti e sogni d'oro
Ovviamente
come aveva detto Alice durente la notte la febbre salì
nonostante le medicine.
-Edward?
-si?
-ho
un mal di testa tremendo,mi presti una mano?
-prego?
-so,voglio
un po' di fresco sulla fronte
-ah,capito.creto,felice
di essere utile- e mi mise la sia mano gelata sulla fronte
-subito
meglio,grazie. Però mi fa ansia vederti incombere così,
stenderti dalla sedia in equilibio precario.
-ma lo sai che per me la scomodità non
esiste
-dai,vieni qua sul letto,le coperte sono
pesantissime e non mi farai freddo. Poche storie,io sono la malata e
decio io!- ormai prevedevo ogni sua possibile obiezione
-Va bene,ma terrò d'occhio la tua
temperaturaora
- va bene,ma ora zitto che ho sonno
E così mi addormentai accanto ad
edward.
A quanto pare durante la notte avevo preso il
suo braccio per un orsetto di peluche perchè mi ci ero
raggomitolata attorno,come mi accorsi quando la luce del sole
iniziò a svegliarmi. Ma stavo bene,il suo braccio era molto
confortevole e preotettivo.
Stavo per dire qualcosa di assolutamente
inutile quando la porta della mia camera si aprì e sulla porta
comparve mio zio jacob, il licantropo, che mi vide sul letto,
svegliarmi abbracciata ad un vampiro,e non uno qualunque,ma quello che
aveva fatto innamorare mia madre e poi le aveva spezzato il cuore.
Aveva in mano i croassant per farmi una
sorpresa e svegliarmi con il loro odore come quando ero bambina.
In
quel momento ho maledetto il fatto che in quelle camere ci fosse
anche la manglia esterna.
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Capitolo 11 *** Un'interruzione provvidenziale ***
un'interruz
- Zio,non è come sembra!
lo so che è la cosa più stupida
da dire in questi casi ma non mi veniva in mente altro. Mio zio stava
tremando,sembrava non più in grado di controllarsi e ora sapevo
a cosa avrebbe portato quel tremore. Ma non potevo permettere che si
trasformasse in licantropo qui in mezzo al campus. Scesi dal letto e
cercai di andargli incontro ma edward mi stava trattenendo e si portava
davanti a me per proeggermi. Era in posizione di attacco,merda! Non
sapevo cosa fare,rischiavo veramente che iniziassero a combattere nella
mia stanza.
-Zio,ti prego. Non è come sembra.
Abbaimo solo dormito,avevo la febbre ed edward mi ha fatto da borsa del
ghiaccio
-uno schifoso suchiasangue nel tuo letto. Sei
fortunata ad essere ancora viva. E tu cosa volevi fare,conquistare
anche la seconda generazione? Ti avevo già detto al funerale di
starle lontano,non mi sarei dovuto fidare ed ucciderti quel giorno!
-Oh,stai sicuro che se ci battessimo non
sarei io a morire
E
guardando edward in quel momento non avevo dubbi che avesse
ragione,metteva paura. Sembrava veramenete un predatore pronto a
scattare
-ok,ora
tu perfavore stai calmo,Edward. Devo cercare di tranquillizzarlo e
potrei dire qulacosa di spiacevole e comunque laciami andare e togliti
dalla posizione di attacco.-sapevo
cosa stava per dire,che era per la mia sicurezza -comunque se
voi due combatteste qui dentro,difficilmente ne uscirei incolume
Edward
pensò alle mie ultime parole e sembrò distendere
leggermente i muscoli ed allentare la presa su di me.
-edward,lasciami
stare! Lo zio jake non mi farà del male.- ed iniziai ad
avvicinarmi a lui
-stammi
lontana,puzzi di sanguisuga! Credevo che avessi un po' più di
amor proprio!-
-te
lo
ripeto,non è come sembra. So chi è lui e cosa ha fatto
alla mamma. Possiamo parlarne ma ti prego calmati,ho paura che tu mi
faccia del male se ti vedo in questa condizione. E finchè non
ti calmerai lui non se ne andrà. Invece io ho bisogno di
parlare con te,zio-
Sembrò
funzionare e lui smise di tremare,lentamente. Appena in tempo
perchè
la porta era ancora aperta e dietro di lui sbucò Luke. Non ero
mai stata tanto felice di vederlo!
-Luke,vieni!
Ciao,sei venuto!- e il mio sorriso era decisamente caloroso
-si,ti
ho portato le brioche calde- e mi diede un bacio sulle labbra mentre
edward e jacob studiavano l'avversario e noi due. Luke sembrava non
essersi reso conto di niente
-ciao
Edward,come va? so che stanotte hai fatto il crocerossino. Ho portato
la colazione ma pensavo fossimo solo in tre
-luke,questo
è mio zio jacob. Era in città e mi a fatto una
sorpresa,in effetti dovevamo vederci nel pomeriggio.
-zio,lui
è Luke,il mio ragazzo
-ora
sembra calmo.me ne vado per non rischiare. Perfortuna è
arrivato luke,non so come sarebbe finita senza testimoni. Comunque
rimarrò nei paraggi per sicurezza-di disse edward mentalmente
-si,l'arrivo
del mio ragazzo con la colazione per te è stato
provvidenziale. Ha portato un minimo di razionalità a tutta la
situazione.
-mi
dispiace che sia successo così,so quanto tieni a lui
-preima
o poi avrei dovuto farci i conti,avevo rimandato anche troppo
A
vedere un umano copletamente ignaro lo zio aveva ripreso il controllo
ed un atteggiamento normale
-dove
è finito edward? Non fa colazione? Vabbè,io devo
andare. Vado a fare due vasche in piscina. Ti chiamo dopo.
Finalmente(
o purtroppo) eravamo da soli e
potevo siegargli. Si,ma cosa? Che ero amica dei vampiri? Che erano
come una famiglia per me? Lo avrei ferito anche se quelli non fossero
stati i suoi nemici mortali. Ma in fondo lui era il mio
zietto,avrebbe capito.
O
no?
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Capitolo 12 *** A piedi nudi nel parco ***
a piedi
-Usciamo,facciamo
due passi
-Si,non
posso sopportare oltre il suo odore nella tua stanza
Dio,questa
serebbe stata sicuamene la conversazione più difficil della
mia vita,come potevo spiegare a Jacob quello che provavo senza
ferirlo? Che non capivo come potesse odiarli tanto se erano vampiri
vegetariani che non cacciavano gli umani.
-Allora,tanto
per cominciare vorre chiarire che con Edward non c'è niente di
romantico,assolutamente. Mi credi?
Mi
fissò
negli occhi a lungo,quasi a cercare di leggervi dentro la verità
ma alla fine cedette:
-Si,ti
credo. Ma non capisco. Come li conosci? Perchè fanno parte
della tua viata?
-E'
una
lunga storia...e gli raccontai tutto:perchè alice mi aveva
cercato ,del diario di mia madre che avevo trovato a casa e come ero
diventata amica di edward. Evitai di nominare i suoi sentimenti nei
miei confronti,non volevo che si sentisse in competizione: già
aveva dovuto guardare mia madre soffrire per lui per anni ed essere
sempre al secondo posto nel suo cuore. Non volevo che pensasse che
fosse lo stesso per me. Questo non lo sapevo nemmeno io.
-E
così da quanto tempo va avanti questa storia?
-Sono
un paio di mesi
-e non pensavi di dirmelo?
-sinceramente
no. Cerca di capire,tu hai tutti questi preconcetti su di loro e non
riesci a vadere quanto siano buoni. Non sono degli esseri sanguinari!
-vedo
che ti hanno già fatto il lavaggio del cervello come a tua
madre prima di te. Ho passato la mia intera vita a vederla soffrire
per colpa loro e non ho intenzione di fare lo stesso con te. Alice,ti
amo come se fossi veramente mia figlia ma non posso e non voglio
starti vicino se nella tua vita ci sono le sanguisughe.
Sentivo
le lacrime che spingevano per uscire,non sapevo per quanto avrei potuto
trattenerle ancora.
-non
chiedermi di scegliere,ti prego.
-a
quanto pare lo hai già fatto- si avvicinò,mi diede un
leggero bacio sulla guancia e se ne andò.
In
quel
momento mi sentii persa,per quanto volessi bene ai cullen,Jake era
una parte di me,aveva fatto parte di tutta la mia vita e mi aveva
reso quella che ero adesso. E mi odiava. Cercavo di ripetermi che
tutto si sarebbe sistemato,che mi avrebbe perdonato e sarebbe tornato
indietro ma non riuscivo a convincermi.
Una
mano
spuntò il lati del mio campo visivo ofuscato dalle lacrime che
nel frattempo avevano iniziato a scendere e mi porgeva un fazzoletto.
Edward,ovviamente. Avrei dovuto immaginare che era rimasto nei
paraggi pronto a raccogliere i pezzi. Ma questa mano sembrava un po'
troppo scura per appartenere ad un vampiro,alzai lo sguardo e vidi un
viso che riconobbi all'istante anche se lo avevo visto solo per un
paio d'ore durante una serata affollata. La serata che aveva cambiato
drasticamente tutta la mia vita, in effetti.
Non
ci
avevo più pensato,la mia mente in quel periodi era stata
impegnata con problemi soprannaturali e di storia familiare.
-Mark-
il ragazzo che avevo conosciuto la sera che il vampiro mi aveva
attaccato ad harlem e che avevo visto edward ,quello che mi voleva
accompagnare alla metro per sicurezza. -Grazie-e presi il fazzoletto
che mi porgeva.
-Ehi,che
faccia,problemi di cuore?
-magari.
No,di famiglia.
-dai,calmati.stavo
iniziando a singhiozzare-è questo il bello delle famiglie,per
quanto male ci si possa lasciare,c'è sempre il modo di
rimediare. Vuoi parlarne? Ogni tanto sfogarsi fa bene.
-no,grazie,non
c'è bisogno. Ti annoierei.
-hei,sono
uno scrittore un bel dramma familiare potrebbe essermi d'ispirazione
per il prossimo grande romanzo americano!
Qualcosa
che assomigliava ad un sorriso cercava di farsi largo in mezzo al mio
viso rigato di lacrime,mi stavo almeno calmando.
-dai,racconta,sono
tutto orecchie. E intanto facciamo una passeggiata nel parco.
-da
dove
comincio? Ho appena voltato le spalle all'uomo che praticamente mi ha
fatto da padre per delle persone che lui detesta. Di più,nemici
mortali rende meglio l'idea. E lui non mi perdonerà mai.
-tanto
per cominciare “mai” è un tempo molto lungo e mi sembra
troppo definitivo. Sicuramente puoi rimediare
-mi
ha
chiesto di scegliere tra lui e loro e io... non ho scelto lui.
-non
avrebbe dovuto chiederti di scegliere
-non
è
così semplice,capisco perchè lo ha fatto
-non
importa il perchè. Se ami una persona devi volere il suo bene
e che sia felice. Obbligandoti a rinunciare a uno dei due ti sta
acendo soffrire.
-si,ma
rimane più complicato di così. E poi lui mi ha
cresciuto. E aveva già perso mia madre per i C...loro.-Non
volevo andare troppo nel particolare ma parlare con lui mi faceva
bene. Ma d'latra parte non credo di poter tornare indietro ormai.Sono
molto legata a tutti loro ed
Edward ne morirebbe.
-Ah,lo
avevo detto che c'era di mezzo un ragazzo!
-no,edward
non è un ragazzo! Insomma,si ma almeno non in quel senso. Dio,se
dovessimo
aggiungerci anche questo problema credo che impazzirei!
Dovevo
aver fatto una faccia starna perchè mark scoppiò a
ridere.
-bene,ora
che mi sembri più padrona di te e in grado di metere insieme
un pensiero compiuto,dimmi:-hai fatto colazione?
-non
e
ho avuto l'occasione.
-male.andiamo,conosco
un bar che fa un espresso italiano incredibile.
-ottimo,perchè
sono una caffeinomane e ho proprio bisogno della mia droga
stamattina!
-anche
io. E ti dirò,il cappuccino che fanno è una sinfonia!
E mi
trovai a sorridere. Starno come questo ragazzo sconosciuto mi facesse
sentire bene,serena.
Dopo
colazione tornammo al campus dove trovai Edward ad aspettare sul
viale che porta alla mia palazzina.
-oh,edward-mormorai
rivolta a me stessa quando lo vidi. Non pensavo che mark mi avesse
sentito ma mi chiese
-Quello
che morirebbe?
-Si,lui.
Vedo che stavi attento quando parlavo!
-certo,sono
molto interessato a tutto quello che hai da dire! Ci vediamo
domani,stesso posto e stessa ora.- e se ne andò senza
lasciarmi il tempo di rispondere.
Certo,avrei
detto di si ma c'era qualcosa che mi infastidiva,come se avessi
dimenticato qualcosa. Poco male,si vede che non era niente di
importante.
-Ciao
edward
-Alice,come
stai?
-non
me
lo leggi in testa?
-per
quello ci vorrebbe jasper
-è
vero. Sto bene. Sul serio. Quando jacob se ne è andato ero a
pezzi ma poi ho incontrato Mark che mi ha distratto. È stato
molto gentile. E carino. Mi ha visto in lacrime e mi ha offerto un
fazzoletto e ha ascoltato i miei piagnistei anche se ci conosciamo
poco.- vidi edward sogghignare mentre parlavo- cosa c'è?- gli
chiesi
-niente!
Irritata
da quel fare evasivo provai a leggere i suoi pensieri,ma vi trovai
solo l'inno brasiliano.. mi aveva battuto sul tempo:ormai era abituato
al mio "potere". Odiavo quando faceva così,chissà
cosa voleva nascondermi!
-comunque
come è andata con il can...Jacob?
-male.
Ma mi farò perdonare e gli farò accettare la situazione
e voi.
-ottimista!
-si,non
so neanche io perchè,forse parlarne mi ha fatto bene. Comunque
con lo zio ci vogliamo bene e questa è l'unica cosa che
conta,e al diavolo i miti,gli animali leggendari e la storia dei
nemici mortali!
-Sono
felice che tu sia serena. Staccherei la testa a quel cane se ti
facesse piangere ancora. Ora però devo scappare,secondo alice
tra esattamente 5 minuti le nuvole si apriranno e non vorrei
trovarmici in mezzo. Volevo controllare che stessi bene. Vieni a pranzo
da noi domani? -si,era strano ma
andavo anche a mangiare da loro:esme aveva scoperto di avere una
pasione per la cucina e io ero l'unica cavia umana a disposizione per
testare le sue creazioni.
-no,mi
spiace. Devo prendere un caffè con Mark. E poi c' qualcos'altro
che non ricordo.-
ma
non
feci in tempo a finire la fase perchè era già
andato,guardai il cielo e vidi le nuvole aprirsi.
Si,lo so,sono stata un po'
latitante...ma avevo un'altra storia che mi ronzava in testa e non
riuscivo a concentrarmi. oltre ad avere veramente pochissimo tempo!
Cmq,per la cronaca io non amo molto Jacob e mi piaceva l'idea di farlo
soffrire come un "cane"...ah ah che cattiva! anche se in versione zio e
non potenziale fidanzato di bella non è tanto male
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