*Il mio piccolo satiro

di Dany Art 99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: Salvatore ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: Occhi negli occhi ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: Come passano gli anni ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: Unione ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: Famigliare ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: Salvatore ***


eccomi qua tornata con una nuova storiaaaa.. è da un po' di tempo che mi sto mettendo in testa di scrivere delle FF sulle mie saghe preferite che sono tantissime premetto.. e questo voglio utilizzarlo come esperimento perchè sono fermamente convinta che non si possa fare meglio e neppure allo stesso livello del grande RickRiordan..
lasciamo stare i preamboli e vi lascio al capitolo,
Buona lettura
[Revisionato]




La vita di una Ninfa della foresta non si può dire né noiosa né divertente.. in fondo sei legata ad un albero per tutta la tua immortale vita.. non puoi né allontanarti.. né anche solo pensare di farlo... quindi non puoi vedere il mondo anche se è uno dei tuoi più grandi sogni.
La vita delle Nereidi era più semplice.. essendo Ninfe dell'acqua non potevi uscire dall'acqua.. e quindi non potevi andare sulla terra..ma l'acqua è praticamente dappertutto e non in un sol metro quadro piantato dentro la terra.
Una delle cose divertenti di questa vita però era il vendicarsi sui giovani maschi, spiriti della natura.. in particolar modo dei satiri.
In fondo erano buffi.
Ed io ero una delle più cattive negli scherzi.
Già a quindici anni ridacchiavo alle loro battute, sorridevo sempre ammiccando e quando loro cercavano di afferrarmi imi immergevo nella corteccia del mio albero per fargli abbracciare solo corteccia scura e fredda.
Vivevo in una foresta poco lontana da New York.. con mia madre e tutte le mie amiche Ninfe.
Era una vita noiosa ma felice.. mi bastava.
Un giorno stavo sola a dondolare le gambe sopra un ramo del mio albero guardando il fiumiciattolo che gli scorreva di fianco, avevo sedici anni e mezzo.
Il luccichio del sole si infrangeva sulla sua superficie e creava giochi di luce che mi piaceva guardare fin da piccola
Niente di speciale.
Poi vidi la figura di una ragazzo che si avvicinava al fiumiciattolo per bere.
Sembrava un mortale.
Aveva larghi pantaloni jeans, un paio di scarpe rosse, una felpa scura e una cappello colorato sopra i riccioli neri.
Non sembrava pericoloso e talvolta capitava un mortale che noi ninfe adescavamo per divertirci un po'.
Però .. era una cosa che non mi era permesso fare.
La mamma diceva che ero troppo piccola.
Cosa che non mi andava giù.. insomma tutte le mie amiche lo aveva già fatto.
Mi guardai intorno e vidi che di Ninfe sveglie non c'è n'era traccia. Era la mia occasione.
Saltai giù e mi sistemai sul corpo il vestito di fiori e mi lisciai i capelli castani posizionandoli come meglio potevo.
Non dovevo aver fatto nemmeno un po' di rumore visto che il ragazzo era molto intento a bere come se niente ci fosse oltre all'acqua.
Risi leggermente per attirare l'attenzione ma niente.
Mi scocciai un po' sbattendo il piede contro l'erba.
Strinsi le braccia intorno al petto.
Dei.. i mortali erano talvolta così tonti.
Mi avvicinai fino ad un passo di distanza e mi schiarii la gola più forte che potei.
Finalmente alzò la testa e cominciò a girarsi.
Io sorrisi più che potei aprendo per bene gli occhi e sbattendo le ciglia in modo sensuale per poi rimanere lì a guardarlo inarcando un sopracciglio.
Sembrava avere forse due anni più di me.. aveva un pizzetto sul mento leggermente lungo.. un principio di acne sulle guance e gli occhi scuri.
-Tu non sei un mortale- dissi a mo di accusa riprendendo la posa della braccia incrociate, -si..vede così tanto?- chiese strabuzzando gli occhi e dandosi una veloce occhiata ai vestiti.
-No.. solo che nemmeno io lo sono .. quindi lo capisco- dissi io squadrandolo, lui sorrise imbarazzato e si guardò intorno -sei l'unica Ninfa qui? Sembri piccola- disse lui puntando gli occhi su di me.
Assottigliai gli occhi e gli puntai un dito al petto, -io non sono piccola. Ho sedici anni- dissi stringendo i denti.
Lui rise leggermente e mi guardò, -ok ok piccola furia non alberarti che poi le foglie diventano marroni- disse sorridendomi.
Strinsi ancora di più i pugni ma cercai di non saltargli addosso e fargli ingoiare quel cappellino che gli ricopriva i capelli.
-Che stai facendo travestito da mortale? Sei strano- dissi io sedendomi a terra e incrociando le gambe.
-Sono un satiro cercatore di semidei.. devo infiltrarmi nelle scuole per cercarmi- disse lui togliendosi la scarpa e mostrandomela.
Era una normale scarpa con l'imbottitura ai lati e lo spazio per uno zoccolo, -dev'essere scomodo- commentai.
-Nah.. ormai ci sono abituato- disse lui, io mi sporsi verso di lui sfiorandogli con le dita la maglietta per tastare se avesse imbottiture ulteriori.
No.. era solo davvero magro come un cencio.
Lui cominciò a belare ed alzai gli occhi guardandolo da vicino, quasi sfiorandogli il naso con il mio.
-Perchè sei tutto rosso?- chiesi, -no..beee.. niente- riuscì a farfugliare, io mi allontanai e risi.
-Ed ora dove andrai?- chiesi appoggiando la schiena ad tronco, -a trovare altri .. semidei suppongo- disse lui guardandomi.
-Allora ti consiglio di muoverti.. le scuole stanno per aprire secondo il sole- dissi io guardando il sole alto nel cielo che illuminava tutta la foresta.
Lui guardò qualcosa in mano.. qualcosa di strano e strabuzzò gli occhi, -hai ragione.. sono in ritardo- disse alzandosi di scatto e rinfilandosi la scarpa sullo zoccolo spoglio.
Ma lo fece talmente velocemente che cadde di faccia sull'erba.
Risi e mi arrampicai sulla corteccia fino a tornare seduta sul ramo.
Lui mi rivolse un ultimo sguardo e poi si mise a correre sparendo dalla mia visuale.
Risi di nuovo e dissi fra me e me -corri piccolo satiro-.
Non avrei mai pensato che quellosarebbe stato il mio primo incontro con quello che sarebbe stato la mia metà.
In fondo nella mia vita non l'avevo mai provato quell'emozione chiamata amore.. quel sentimento.
In fondo l'amore ..non lo capisci finché non lo provi in prima persona.. ed io ero una di quelle ninfe che quando un'amica trovava il ragazzo e si univa a lui.. la prendeva in giro anche se in fondo, per me, era più gelosia che sarcasmo..
Bramavo quella felicità.
Ma non avrei mai pensato che sarebbe accaduto con quel satiro così buffo.
Ma l'amore è cieco.
E non sceglie chi unire.

Mi ero addormentata tranquillamente come al solito, la mamma mi aveva dato un bacio in fronte e mi aveva intrecciato i capelli con delle rose arancioni come le piaceva fare.
Mi ero addormentata serena.. non pensavo sarebbe successo tutto quell'inferno.
Mi svegliarono delle urla.
Non urla di gioia .. erano urla di disperazione, paura e di dolore.
Un odore nauseabondo mi invase le narici  cominciai a tossire mentre uscivo dalla corteccia e appoggiavo i piedi sull'erba fresca.
Ma di fresco non c'era niente.
Il fuoco era ovunque. Gli alberi delle altre erano avvolti dal fuoco come i loro corpi.
Le loro urla mi perforavano le orecchie ed il panico cominciò ad affluire in me.
Chi era così credule da farlo? Da appiccare il fuoco ad un piccolo boschetto?
Mortali..
Il fumo non mi faceva né vedere niente né farmi muovere.. non riuscivo a respirare.
Non vedevo niente.. cominciai ad andare a tentoni tossendo e coprendomi con una mano la bocca mentre cercavo di non inciampare in niente. Mi mossi verso l'acqua.. forse mi sarei salvata.
Poi un urlo lo riconobbi e mi girai di scatto.
-Mamma!- urlai e cominciai a correre verso di lei, -via Juniper.. corri!- urlò lei distesa a terra mentre le sue vesti prendevano fuoco.
Il suo albero quasi del tutto annerito dal fuoco.
Lacrime cominciarono a fuoriuscire dai miei occhi bagnandomi le guance di fuliggine.
-No mamma!- urlai e mi mossi verso di lei ma lei mi guardò -Juniper.. tu.. salvati.. ti prego.. CORRI!- urlò e non disse più niente.
Il suo corpo cominciò a brillare di un intensa ombra verde brillante e nacque un ramoscello di rosa arancione.
Corsi più che potei e mi chinai a guardarlo,lo estirpai dolcemente ignorando tutte le altre luci verdi che vedevo con la coda dell'occhio.
Piansi di nuovo stringendo al petto quella piccola rosa, -mamma.. ti salverò...ti ripianterò e vivrai la tua vita come rosa.. ma vivrai- dissi fra le lacrime e cominciai a correre verso il mio albero, quello più vicino all'acqua.
Inciampai una volta quando sentii la gamba bruciare ma non mi fermai rialzandomi e ricominciando a correre.
Mi tuffai nell'acqua e cominciai a nuotare con una sola mano arrivando all'altra sponda.
La gamba continuava a bruciare nonostante fossi in acqua e capii che il mio albero aveva preso fuoco.. non mi rimaneva molto tempo quindi.
Feci una piccola buca vicino alla sponda e ripiantai la rosa, cospargendola di un po' di acqua e sorridendo leggermente nel vedere la rosa che riacquistava un po' di vigore.
-Ora.. starai bene.. mamma- dissi io accarezzandone un petalo e sentendo anche l'altra gamba andare a fuoco.
Non.. riuscivo più a connettere i pensieri e sentii una voce che urlava.. una voce maschile.. diversa da quelle delle ninfe dei boschi.
-Piccola driade! Vieni qui.. nuota verso di me- disse quella voce.. mi risultava molto famigliare, mi girai e vidi il satiro della mattina..
-VIENI QUI!- urlò agitando le mani e cominciò a suonare una melodia che fece spegnare le fiamme al mio albero.
Nuotai lentamente, stordita dal fumo e dalla stanchezza ed arrivai per grazie degli Dei all'altra sponda dove il ragazzo mi prese in braccio e mi fece stendere.
-Non posso farti rimanere qui.. non è un incendio normale..è fuoco appiccato dai mostri.. non si fermerà- disse lui guardandosi intorno in cerca di una soluzione.
-Io ..non posso muovermi.. da qui- dissi io tossendo e stringendo una mano sulla sua felpa.
-C'è una possibilità.. ma farò molto male.. tieni questa- disse e si tolse la felpa e mi ci avvolse.
Non vidi che cosa fece.. ma sentii molto dolore.. un fremito che mi invase totalmente e non mi lasciò un minuto di respiro.
Mi sentii come se mi avessero estratto il cuore poi svenni.

-Pan.. ti prego... fa che funzioni- sentii dire da quella voce che mi aveva salvata.. il satiro.
Sentivo ancora dolore.. ma mi sentivo come in un nuovo corpo.
Intorno a me qualcosa di caldo mi avvolgeva.. qualcosa che sapeva da capre, scuola.. e lattine?
Mossi un po' le palpebre e sentii un mormorio sommesso intorno a me.
Aprii un occhio e vidi il satiro chino su di me con un leggero sorriso di preoccupazione in volto.
-Finalmente.. piccola ninfa.. credevo di non avercela fatta- disse lui strofinandosi la fronte come se fosse sudata.
-Infatti non avresti dovuto farlo Underwood.. è una cosa contro le regole trapiantare il cuore dell'albero di una driade!- sbottò un satiro molto anziano.
-Se non l'avessi fatto.. beee... Sileno, lei sarebbe morta- disse il ragazzo strigendomi leggermente.
-Che..è successo?- chiesi biascicando le parole.. avevo la bocca impastata, -l'incendio stava divampando troppo.. non sono riuscito a salvare tutto il tuo albero..ho dovuto prenderne il fulcro e farlo assimilare da un ginepro.. e con la benedizione di Pan.. sei viva- disse lui sorridendomi.
-E la ..mamma?- sussurrai anche se sapevo già la risposta, -mi dispiace- disse lui abbassando il viso.
Nuove lacrime cominciarono a bagnarmi le guance e i singhiozzi a scuotermi, mi strinsi a lui e piansi.
-Sul serio Sileno..guarda questa piccola driade .. sarà ben accolta qui- disse un'altra satiro, Sileno sembrò indispettito e sbuffò battendo lo zoccolo a terra.
-Vi prego.. è rimasta sola.. senza una terra..- sussurrò il satiro che mi stringeva dolcemente, -su su Sileno.. può stare qui.. può vivere qui e saremo contenti di averla fra i nostri ranghi- disse una voce profonda mentre un centauro ci veniva vicino.. il suo sguardo era dolce pensai.
-Vedi Sileno.. anche Chirone dice lo stesso- disse di nuovo l'altro satiro, -avete vinto.. ma tu Underwood te ne occuperai e dovrei adempiere al tuo compito di trovare semidei, senza tralasciare nessuno dei due- disse Sileno andandosene, Chirone lo seguì mentre l'altro satiro rimaneva con noi.
Mi appoggiò una mano sulla fronte e mi accarezzò il viso, -benvenuta mia cara.. io sono Leneo o faccio parte del Consiglio dei Satiri anziani..ora devo andare ma non mancherò di certo... di venirti a salutare nuovamente- disse sorridendomi per poi andarsene e lasciare me e il satiro da soli.
-Grazie- sussurrai staccandomi da lui leggermente, -beee ho fatto solo il mio dovere..- disse lui arrossendo.
-Questo è il tuo albero.. non credevo di farcela- disse lui indicando un bell'albero dietro di noi..
Non era la mia quercia ma dovevo a lui la mia vita.
-Dove siamo..esattamente?- chiesi guardandomi intorno.. una piccola foresta, un ammasso di rocce molto vicino a noi, un laghetto con delle canoe.. dodici capanne intorno ad un falò ma rimasi fissa sui sassi.
-Questo è il pugno di Zeus.. lunga storia- disse lui ridendo, -comunque dimmi il tuo nome- aggiunse dopo, -Jun..Juniper- dissi io guardandolo.
-Io sono Grover.. Grover Underwood- disse sorridendomi e mi poggiò le mani sulle spalle girandomi verso quella sottospecie di campo estivo.
Lui si abbassò e mi sussurrò -Benvenuta al Campo Mezzosangue Juniper-.




Eccoci arrivati alla fine, spero che vi sia piaciuto se si recensite e fatelo anche perconsigli e cose del genere XD
vi aspetto al prossimo capitolo, che prometto arriverà presto.
Un bacio, 
*Dany

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: Occhi negli occhi ***


ecco qui il 2 capitolo della nostra GroverxJuniper :) Spero che vi piaccia e recensite ricordateee
Vi lascio al capitolo
buona lettura
[Revisionato]



Erano passati ormai tre anni da quando ero arrivata al Campo Mezzosangue e devo dire che non mi dispiaceva affatto.. le altre driadi erano simpatiche.. il campo era pieno di vita e di satiri con cui divertirsi, facendogli scontrare contro la corteccia del mio ginepro.
I semidei erano simpatici, almeno la maggior parte, i figli di Ares si divertivano a bruciacchiare le piante ed avevamo il permesso di fargli dispetti per vendicarci.
Io sembravo felice.
Era sorridente, parlavo con tutti ma ogni volta che ero da sola ripensavo alla mia vecchia casa.. alla mia vecchia famiglia.. a quello che avevo perso ed avevo acquisito in pochissimo tempo.
Di tanto in tanto mi veniva a trovare Leneo o Chirone per vedere come stavo e se mi ero ambientata.. il primo riuscivo ad imbrogliarlo con falsi sorrisi ma ero molto sicura che con Chirone non riuscissi a farlo.
Ogni volta che mi guardava aveva una sorta di malinconia nello sguardo come se mi capisse veramente e mi chiedevo sempre se avesse perso qualcuno per lui importante, non trovando però il coraggio di domandarglielo direttamente.
Aiutavo la vita delle fragole cantando e agitando semplicemente le dita per aiutarle a crescere più succose e grandi.
Insomma una vita meravigliosa.
Tranne per un fatto.
Qualche volta mi veniva a trovare anche Grover..
Ma ogni volta che andava via per i suoi viaggi per trovare semidei mi sentivo triste e sola..
Mi mancava.. e non mi piaceva ammetterlo.
Quel giorno mi ero presa una pausa e mi ero seduta sul bordo dello strapiombo del Pugno di Zeus a godermi quella bella brezza estiva che si era alzata a e mi scompigliava i capelli all'indietro.
-Mi manchi mamma- sussurrai al vento.. sperando che uno spirito dei venti lo portasse al cespuglio di rose arancioni che era diventata mia madre.
-Hey- disse una voce che riconobbi subito, mi girai e sorrisi -Grover!- dissi sorridendo facendogli segno di sedersi vicino a me.
-Ciao Juniper- disse lui tremando leggermente mentre si sedeva di fianco a me, aveva lo sguardo vacuo verso il campo e segni di lacrime non ancora asciutte sulle guance.
-Hey.. che.. che è successo?- chiese io mettendogli le mani sulle guance per girargliele ed asciugargli le lacrime con i miei palmi.
-è successa.. una cosa- disse lui con voce rotta dal pianto, -hey.. vieni qui- dissi io avvicinandomi e stringendolo in un leggero abbraccio.
Lui mi cinse la schiena lentamente e io gli sussurrai all'orecchio -raccontami- dissi io stringendolo a sè
Lui pianse leggermente nel farlo e mi raccontò di una semidea figlia di Zeus di nome Thalia che non era riuscito a portare al campo perchè si era sacrificata per altri due semidei che ora erano al sicuro.
E che era tutta colpa sua visto che non era era stato abbastanza forte da proteggerli tutti e tre.
-Grover.. tu sei il satiro più coraggioso di sempre ok? Ne hai salvati due.. devi pensare che due ragazzi sono vivi grazie a te- dissi io stringendolo.
-Ma la terza è diventata un pino- disse indicando l'albero nuovo da cui sembrava fuoriuscire una cupola che avvolgeva tutto il campo.
Lo strinsi e basta, più forte che potei  e lui mi lasciò fare piangendo.
-Il consiglio non mi vuole dare la.. licenza da cercatore..per il mio completo fiasco.. sono un disastro Juniper- disse  trai singhiozzi, -no.. non lo sei.. se lo fossi io non sarei qui a stringerti..- dissi io accarezzandogli i capelli riccioluti castano scuro.
-Sei forse..l'unica cosa sensata che io abbia fatto nella mia vita- disse lui sorridendomi leggermente, -non è vero. Tu riuscirai a prendere quella Licenza... e troverai il nostro Dio della Selve.. perchè sarai tu a trovarlo- dissi io guardandolo negli occhi.
Lui sorrise di rimando e mi accarezzò una guancia, sentii le guance avvampare ed il corpo surriscaldarsi.
Aprii leggermente le labbra guardandolo e lui si morse il labbro, -lo credi.. davvero?- chiese, -ne sono certa- dissi io annuendo.
-Sei meravigliosa lo sai?- chiese lui, io avvampai sul serio questa volta tanto che credevo che il mio colorito verde rugiada diventasse rosso fuoco.
-io.. ehm.. non è vero- dissi io, -beh..per ora hanno detto che non vogliono .. mandarmi a cercare altri semidei per un po'- disse riabbassando lo sguardo verso il campo.
-Quindi abbiamo un po' di tempo.. no?- chiesi io, senza riuscire a fermare le parole.
-Sì- annuì lui ma sembrava piangere ancora quindi mi ritrovai a stringerlo di nuovo ed a sussurrargli -puoi .. piangere fino a che vuoi, io sono qui.. sai una volta sei stato tu a consolarmi no?-.
Lui mi strinse di rimando e mi disse -ti va di fare qualcosa?- io annuii, -qualunque cosa, se la faccio con te- dissi alzandomi e porgendogli la mano che lui afferrò e si alzò, asciugandosi le lacrime.
Ci sarei stata sempre per lui.. mi aveva salvata.

Continuammo a vederci ogni giorno finchè potevamo, facevamo tutto insieme.. ed ogni notte mi mancava.. alla fine capii di essermi innamorata di Grover.
Le altre driadi lo prendevano in giro, visto che era un po' impacciato e cadeva spesso.. e poi era così timido mentre i suoi compagni provavano a baciarle ad ogni occasione.
Io lo difendevo dicendoche preferivo un ragazzo dolce a uno che mi salvata addosso e loro stavano zitte per un po', poi ricominciavano.. ma ormai mi ci ero abituata.
Le ragazze erano uguali dappertutto.
Sopratutto quando si trattava di ragazzi.
Grover era molto giù.. non poteva avere la sua licenza e nemmeno cercare i semidei..
Era un satiro senza lavoro e questo lo rendeva triste.
Io cercavo in ogni modo di risollevargli il morale.. lo portavo in giro con me, ad aiutare i semidei ad allenarsi.. ma niente.
Era triste.
Di quella tristezza che difficilmente andava via senza fare danni.
Passò un anno così.
Una sera mi convinsi che a lui non piacevo.. insomma se provava qualcosa nei miei confronti... si sarebbe dovuto già fare avanti, no?
Stavamo camminando di fianco al laghetto delle canoe e continuavo a lanciargli occhiatine di nascosto cercando di non farmi beccare.
Sospirai e lasciai cadere la mano che si sfiorò con la sua per qualche momento.
Lui si fermò di colpo mentre camminava e mi prese prima il polso, intrecciando poi le dita con le mie.
-Non sono.. bravo in queste cose.. Juniper- mi guardò e cominciai ad arrossire, -da quando ti ho visto la prima volta ho capito che .. eri la persona giusta per me... e per tutto questo tempo mi sei stata accanto... sei stata accanto a questo disastro di satiro- disse ma io lo interruppi, -non sei un disastro Grover- sussurrai.
Lui mi guardò e sorrise abbassando il volto visto che io ero una nana in confronto, -fammi continuare- mi disse e belò un paio di volte per la tensione.
-Tu sei ..sempre stata l'unica cosa che io avevo fissa.. sapevo che ogni giorno lo avrei passato con te..che cercavi di tirarmi su il morale.. sai me ne accorgevo- disse lui sorridendomi leggermente.
-Ma io ..ripeto, non sono bravo in queste cose.. né a farle notare.. ma Juniper tu.. mi piaci- disse socchiudendo gli occhi; io risi leggermente e lui sgranò gli occhi preoccupato.
-Ho..fatto.. qualcosa di sbagliato vero? Stupido Grover- si disse da solo ma io lo fermai mettendomi sulle punte e dandogli un bacio sulla guancia.
-Per questo non sei neanche bravo a notare se piaci qualcuno- dissi io sorridendogli, lui diventò completamente rosso belando un paio di volte.
-Io.. come... ti ..per Pan.. io ti piaccio?- balbettò lui, - peggio- dissi io alzandomi sulle punte e mettendogli le mani sulle guance per dargli un bacio a stampo.
-Mi sono innamorata di te, piccolo satiro- dissi io quando le nostre labbra si staccarono, lui rimase qualche momento a boccheggiare e gli diedi tempo per riprendersi ridacchiando leggermente.
Lui dopo qualche momento di smarrimento, mi guardò  sorrise  e mi prese in braccio facendomi girare un paio di volte.
Io mi aggrappai al suo collo ridendo, poi Grover mi tenne sollevata e mi mise una mano sulla nuca per spingermi contro di lui.
Devo ammettere che nonostante dicesse di non saperci fare con le ragazze.. adoravo il modo in cui baciava quel satiro.
Quando ci staccammo ricominciando a camminare mano per la mano e non ci lasciammo più.
Dopo quello che era successo finalmente riuscivo a capire quello che intendeva la gente quando diceva che due si vedeva se si amavano guardandoli mentre si guardavano negli occhi.
Io e Grover lo facevamo sempre.. era come una muta conversazione in cui ci dicevamo come stavamo.. in cui ci ringraziavamo per quello che ci davamo a vicenda solo stando assieme.
Le altre driadi ora mi prendevano in giro facendo versetti quando passavo li vicino mano nella mano con Grover ma io non le sentivo.
Non mi importava.
Eravamo io e lui e non mi importava di niente e nessuno.
Per la prima volta ero davvero felice da quando ero arrivata lì.
Sorridevo e ridevo per davvero.
Perfino Chirone sembrava averlo capito e qualche volte parlava con me.
Ero felice.. infondo il Campo Mezzosangue era un buon posto dove vivere e mettere su radici.
C'erano i falò, la foresta..il laghetto.. tutto quello che uno spirito della natura potesse volere ..c'era di tutto e io avevo il mio Grover.
Lui aveva me.

Qualche volta mi faceva perfino dei regali, come serenate sotto il mio albero con il flauto per cui la mattina dopo mi prendevo parole dalle altre driadi.
Ma nel frattempo io ridevo, rimanevo seduta a far dondolare le gambe nude seduta sul mio ramo e lo guardavo sorridendo incorraggiandolo.
Poi il più delle volte mi lanciavo giù e lui mi prendeva in braccio al volo, cadevamo entrambi  a terra ed io lo baciavo mettendomi a cavalcioni su di lui.
Il più delle volte.
Un'altra volta ero caduta all'indietro e mi ero fatta un male osceno.
Ma sono altre storie queste.
Il fatto era che avevo una casa ed una famiglia..
Avevo anche fatto amicizia con alcune semidee.
Clarisse figlia di Ares, molto maschiaccio e piena di energia.. io dicevo sempre che era un'attaccabrighe ma da quando da piccola aveva tentato di strappare una pianta e l'avevo avvolta dalle radici.. aveva cambiato idea e da quando era stata eletta capocabina costringeva anche agli altri fratelli di fare lo stesso.
Ed Annabeth Chase.. una dei due che Grover aveva portato al campo.. una ragazza tanto dolce quanto intelligente e non solo perchè era figlia della Dea della Saggezza.. lei era intelligente e previdente.
E poi mi intrecciava i capelli quando era piccola.. quasi come lo faceva mia madre.
Insomma le volevo bene.

Il consiglio dei Satiri Anziani però.. cominciavo ad odiarlo.
Non davano nessun tipo di tregua a Grover e lui ci rimaneva davvero male ogni volta che andava a parlarci per pregargli di ridargli il lavoro.
Ci avevo tentato anche io e per molto tempo.
Sembrava che con me fossero più clementi che con altri e mi permettevano di parlargli.
Ci provai in tutti i modi.
Mi arrabbiai perfino ma niente.
La decisione era irremovibile
Poi il miracolo..
Concessero un'ultima possibilità a Grover.. un figlio semideo che avrebbe dovuto portare al Campo.
Un semidio.. di nome Perseus Jackson.. che anche Chirone avrebbe tenuto d'occhio.
Mi sentivo un tantino meno in ansia a sapere che anche il centauro era con lui.. ma separarci dopo tutto quel tempo.. era difficile.
Ora lui era la mia sicurezza nella vita e non sapevamo nemmeno per quanto sarebbe dovuto star via.
Il giorno della partenza gli sistemai la giacchetta ed il cappello, -mi mancherai piccolo satiro- dissi stringendolo, -anche tu piccola ninfa- rispose di rimando dandomi un lungo bacio sulle labbra.
-Underwood.. dobbiamo muoverci- disse Chirone mentre avanzava su una sedia a rotelle.. non ero abituata a vederlo così e rimasi davvero sbalordita.
-Stai attento ok?- gli dissi infilandogli nel collo un collanina con una sasso a forma di metà cuore.. io avevo l'altra metà
Lo so che cosa pensate.. cosa scontata..ma noi potevamo solo quello .. insomma mica c'era un negozietto di articoli per coppia.
-E non dimenticarti di me- aggiunsi dopo accarezzandogli una guancia, -questo mai- disse nascondendo il ciondolo nella maglia ed incamminandosi con Chirone.
Lo lasciai andare e quando sparì mi sentii maledettamente sola.




ecco qui il secondo capitolo, spero che la storia vi piaccia e se vi va lasciate un recensione per far contenta questa povera ragazza :)
domani posto il terzo capitolo, almeno spero ,
un bacio,Dany

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: Come passano gli anni ***


eccoci al terzo capitolo, spero che la storia vi piaccia e che recensiate,
buona lettura..
[Revisionato]




Se avessi saputo che con l'arrivo di quel semidio.. Percy Jackson, sarebbero accaduto tutte quelle cose in quegli anni.. forse avrei tentato in tutti i modi di non farlo arrivare.
No no .. scherzo.. in fondo una volta conosciuto, ho subito voluto bene a quel ragazzo.. anche perchè era Grover a volergli bene.
Ma .. ripensandoci.. ne avevamo passate davvero troppe.
L'apparizione di Ade nel falò..
Grover in mano a Polifemo.. (di cui ho saputo che si era vestito da donna per salvarsi.. quindi ho preferito non sapere altro)
Il ritrovamento del figlio di Ade..
La morte del Dio Pan..
E quando avevo dovuto difendere il campo dall'esercito di Crono.. vicenda molto pericolosa.. ma dovevo ammettere che mi ero divertita.
Sul serio.. quando serviva ero una molto combattiva.
Poi ripensavo subito a quanto fosse stato fortunato Grover ad incontrare il Dio Pan..
Lo aveva cambiato.
Da quel momento non aveva più indossato abiti da mortale e dovevo ammettere che lo preferivo di gran lungo così... sembrava più lui..
C'era stato un periodo in cui tutto sembrava andar bene..per noi spiriti della natura il tempo era diverso.. e vedere il piccolo Percy stare con la sua Annabeth mi riempiva di gioia..
poi, piansi per i morti.
Anche per Luke Castellan..
Non era colpa sua e poi era qualcuno a cui Grover teneva.
Quel periodo di pace era bellissimo... calmo e sereno.. Grover aveva una nuova missione.
Quella di salvare la Selve e di propagare il messaggio del Dio Pan.. io lo incorraggiavo e lui cominciò a partire.
Ogni volta che poteva ritornava e passavamo un po' di tempo insieme.. poi ripartiva e non lo vedevo per settimane.. o anche mesi.
Ma era importante per entrambi.. avrei sopportato.
Ma gli Dei non erano contenti, (che me lo permettano) e no.. dopo un po' di tempo Gea in persona voleva distruggere la mia casa e uccidere tutti.
Ed io pensavo solo a quando avrei avuto una vacanza vera lì dentro.
Non passava un mese che già succedeva qualcos'altro di pericoloso.
Ricostruimmo per la seconda volta il campo.. seconda... avete presente ricostruire tutto un campo estivo?
Ecco.
Per la battaglia contro Gea .. Grover era tornata ed io avevo combattuto al suo fianco.
Alla fine ne eravamo usciti entrambi ammaccati ma almeno eravamo vivi.
Era già qualcosa.
Ci fu una grande festa con semidei romani e greci insieme.. c'era tanto cibo, musica e festeggiamenti.
Si respirava aria di allegria.. di gioia e di un “finalmente è passata”
Percy ed Annabeth ballarono e anche Clarisse e Chris.
Li guardai sorridendo seduta su un tronco vicino al falò centrale.
Ero contenta..
Finalmente calma.
Poi qualcosa mi picchiò la spalla ed io mi girai di scatto, riconoscendo il suo volto all'istante.
-Ciao Grover- sorrisi e lui mi presa la mano sedendosi di fianco a me e cingendomi la schiena con un braccio per portarmi vicino a lui.
-Ne abbiamo passate tante eh?- mi chiese, -eh sì- dissi io sorridendogli a poggiando la testa sulla sua spalla, il mio sguardo incontrò di nuovo Percy e Annabeth che ballarono e Grover probabilmente seguì il mio sguardo perchè senza dire niente mi prese la mano delicatamente, mi fece alzare, mi diede un bacio a stampo e mi portò in pista.
Quella sera indossavo un semplice vestito di foglie ed un fiore arancione fra i capelli ma Grover mi guardava come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto.
Mi premette contro di sè e io gli posai la schiena sul petto prendendogli entrambe le mani e cominciando a dondolare mentre la musica di intensificava.
Ballammo tutta la notte.. ci amammo tutta la notte.
Fu la più bella notte di tutta la mia vita.

Ed ora, eravamo mano per mano a camminare sulla riva del laghetto delle canoe.
Come la sera del nostro primo bacio.
Era un bel ricordo dopo tutto quello che avevamo passato.
Ci fermammo e si sedemmo sul molo, io ero troppo bassa quindi non toccavo nemmeno con le punta dei piedi l'acqua invece Grover aveva tutti gli zoccoli immersi.
-Ti va di fare un bagno?- mi chiese e io non risposi guardando l'acqua, lui si avvicinò al mio viso preoccupato ma io non gli diedi il tempo nemmeno di dire “a”o di sfiorarmi la guancia come stava per fare.
Lo gettai in acqua prima.
Quando sbucò dall'acqua sputacchiò un po' e mi guardò con aria di sfida, -perchè?- chiese, -così mi diverto- dissi io semplicemente.
Lui fece un salto e mi prese per le braccia tirandomi dentro mentre io ridacchiavo.
L'acqua era fredda in effetti.
Ma il corpo di Grover era già abbastanza caldo per tenermi a mio agio. Gli strinsi le braccia intorno al collo e le gambe intorno al bacino.
-Sei stata cattiva, ninfa- mi disse lui ridendo e dandomi un bacio a stampo, -sì... certo.. mio piccolo satiro- dissi io stringendolo e baciandolo di nuovo.
-Ti amo lo sai?- gli chiese guardandolo negli occhi scuri, -anche io.. e devo ringraziare quel fiumiciattolo e la mia ardente sete se ti ho incontrata-disse lui ridacchiando, mi unii alla risata e lo strinsi a me in acqua.
Eh sì.
Finalmente un po' di tranquillità.
Non credevo che succedesse quello che sarebbe successo.
Dopo ci asciugammo entrambi e ci sedemmo sotto il mio ginepro a rilassarci.
C'era silenzio fra noi mentre li tenevo la testa sulle gambe e chiudevo gli occhi, lui mi accarezzava piano le braccia e la pancia facendomi rabbrividire.
-Juniper.. tu.. vorresti avere una famiglia?- mi chiese d'un tratto, io aprii gli occhi e gli puntai contro i suoi, -certo.. che voglio una famiglia con te, Grover- dissi io in tono sicuro.. era quello che volevo.
Lui sospirò e mi accarezzò i capelli.
-Questo è bellissimo .. sopratutto detto da te- disse lui sfiorandomi le labbra con le sue.
Io risi leggermente, -perchè me lo chiedi?- chiesi io titubante, -perchè lo stavo pensando.. io e te con dei.. piccoli satiri e piccole driadi che corrono per il campo giocando e ridendo- disse lui sorridendomi.
-Sul .. serio?- chiesi io spalancando gli occhi, -sul serio..- sussurrò lui guardandolo.
Per qualche momento ci fu solo silenzio fra noi, io mi stavo immaginando quella scena.
Io e Grover mano nella mano che camminavano.
Le risate dei bambini vicino a noi.. magari una piccola driade con i capelli color castao scuro e gli occhi verdi come al pelle.. un piccolo satiro dai miei capelli ambrati e gli occhi scuri..
-Me li immagino- dissi io sussurrando con gli occhi ancora chiusi, -anche io e molto bene.. spero prendano da te- disse lui ridendo.
-Nahh.. voglio anche un piccolo te- dissi io toccandogli il naso, -spero che prendano qualcosa sempre di te- disse lui ridendo e riappoggiando la testa sul tronco del mio ginepro e chiudendo gli occhi.
Passarono alcuni minuti così.
Entrambi i silenzi, che ci accarezzavano a vicenda sorridendo come due ebeti.
Passarono altri minuti e alla fine fui io a rompere il silenzio.
-Come ti piacerebbe chiamarli?- chiesi ad un tratto, lui sorrise e mi guardò.
-Mmm.. allora se è femmina Daphne.. se è maschio Alex- disse lui guardandomi, io annuì come ad immaginarmeli su di loro, o meglio sull'idea che avevo di loro.
-E tu?- mi chiese dopo qualche momento, -mm allora se è femmina Chloe.. se è maschio Fred- dissi io pensandoci un po'.
Chloe era il nome di mia mamma.. era un modo di ricordarla.
-Suonano tutti e quattro bene no?- chiesi io guardandolo, -anche signora Underwood.. suona bene- disse lui, -oh.. beh anche que..- cominciai io poi mi bloccai e mi alzai di colpo seduta guardandola.
-Signora..Under..wood?- ripetei io, -sì.. se vogliamo essere una famiglia.. voglio sposarti- disse lui e mi prese una mano e se la portò alle labbra baciandola.
-Vuoi.. sposarti ..con me?- biascicai leggermente guardandolo, lui annuì ridendo e si portò il flauto alle labbra suonando una piccola melodia dolce.
Crebbe un piccolo rampicante che formò un anello con un piccolo fiore arancione ed una piccola pietra d'ambra in mezzo ai petali.
-Grover.. io- dissi senza parole, -ora fammelo fare bene- disse lui sorridendo.
Mi prese la mano e mi fece alzare, io rimasi ferma immobile a guardarlo.
Lui si inginocchiò e mi prese la mano, -Juniper.. mia piccola driade dei boschi.. vorresti farmi.. il grandissimo onore.. di diventare mia moglie?- mi chiese guardandomi negli occhi.
In quel momento credetti di svenire.
No..parlo sul serio.
Cominciai a respirare o meglio ad iperventilare e sentii le gambe come gelatina..
-Io non ..so cosa dire..- mi portai una mano agli occhi asciugandoli velocemente, -dimmi di sì- disse lui guardandomi poi si sbilanciò leggermente ed aggiunse -anche perchè finchè non me lo dici devo rimanere in questa posizione e sinceramente rischio di .. cadere e farmi male conoscendomi- aggiunse dopo ridacchiando.
-Sì- rispose seccamente , lui mi infilò quel bellissimo anello e si alzò baciandomi, io praticamente gli saltai in braccio.. come una bambino e lo bacia premendo le mie labbra contro le sue forse più forte che mai.
Cercavo di soffocare i singhiozzi di felicità.




al prossimo capitolo,
un bacio,Dany

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: Unione ***


eccomi tornata con il 4 capitolo, il penultimo.
vi lascio alla storia,
buona lettura
[Revisionato]




Il giorno in cui mi sposai con Grover.. non lo ricordo molto.. insomma era tutto un' immensa emozione che non mi lasciava capire niente.
Clarisse ed Annabeth mi aiutarono a vestirmi e truccarmi.. il vestito era di lino leggero decorato con dei fiori sul fianco che sembravano aprirsi e chiudersi mentre camminavo.
In testa, sopra i capelli intrecciati leggermente, avevo una corona di rose bianche, in mano un bouquet che mi avevano fatto le altre ninfe.
I piedi erano scalzi e mi accompagnò Percy nonostante fosse il testimone di Grover ma avevano deciso tutto loro e non mi avevano dato il permesso di metterci bocca.
-Tutto bene Juni?- mi chiese poggiando una mano sul mio braccio incrociato al suo.
-Sì.. o meglio no.. cioè... si sto bene.. ma sono nervosa- dissi io in preda ad un totale delirio, -hey.. andrò tutto bene- sorrise lui e gli credetti mentre lo guardavo.
Feci un respiro profondo e finalmente le idee mi si schiarirono.
Era il giorno del mio matrimonio.
Lo stavamo celebrando al campo mezzosangue..  in un tendone da celebrazioni vicino al pugno di Zeus.
Stavo camminando con un Percy vestito in camicia e pantaloni scuri che mi teneva in caso cadessi da tensione.
Chirone avrebbe fatto da celebratore.
Annabeth era la mia testimone e continuava a sorridermi incorraggiante mentre camminavo.
Ai nostri lati, delle piccole fiaccole illuminavano la navata che portava all'altare che avevano costruito in quattro e quattrotto.
Al di là della torce c'era un piccolo pubblico composto prevalentemente da spiriti della natura e i ragazzi del Campo mezzosangue.
In prima fila c'era anche quello che rimaneva del Consiglio dei Satiri anziani e sinceramente ne ero felice, anche perchè voleva dire che finalmente avevano perdonato Grover e avevano dimenticato tutti i loro burrascosi trascorsi di cui non ne volevo nemmeno più sapere.
Erano solo brutti ricordi.
Le Ninfe d'acqua mi salutavano dal laghetto delle canoe in lontananza.. avevo sempre desiderato essere una di loro, ma adesso non contava.. volevo solo essere la sposa di quel bel satiro che mi guardava con le gote tutte rosse mentre cercava di respirare.
Quel satiro che sembrava stare per svenire da un momento all'altro se non fosse per Annabeth che continuava a rassicurarlo con pacche sulla schiena e parole dolci.
Dovevamo molto a quella coppia.
Una musica lenta cominciò ed io mi mossi con Percy al suo ritmo.. troppo lento per i miei gusti.. volevo arrivare lì il prima possibile per guardar Grover nei suoi bellissimi occhi color cioccolato.
Anche per evitare che svenisse sul serio.
Quindi presi una decisione.
Me ne fregai altamente della musica lenta e aumentai il passo trascinandomi appresso Percy che biascicò qualcosa mentre quasi correva.
Quando arrivai finalmente lo potei toccare e tutti i miei istinti, emozioni, paure ed insicurezze si condensarono in un bellissimo sorriso sul mio volto.
Lui mi rispose con lo stesso sorriso seppur vedevo che era davvero molto emozionato.
Forse più di me.
Gli avvicinai la mano e lui la strinse.
Ci demmo stabilità per tutta la cerimonia.
Chirone cominciò a parlare, non ricordo molto bene cosa disse troppo concentrata sulla mano del satiro stretta nella mia ma sentì chiare e concise le parole, “Amore”, “Figli” “eternità” e cose del genere e mi bastarono per capire che era esattamente quello che volevo condividere con lui e donargli.
Chirone sorrise caldamente a tutti e disse -quindi.. restringendo la cerimonia in stile mortale direi di arrivare al fatidico sì- disse girandosi verso Grover che deglutì.
-Di le tue promesse- gli intimò gesticolando con una mano e il satiro cominciò a cercare qualcosa nelle tasche che però non trovò.
Io risi leggermente e a quel suono lui alzò lo sguardo e mi guardò deglutendo e rilassando la posizione.
-Al Tartaro i foglietti che non si trovano.. non mi servono quelli per dirti quanto ti amo.
Juniper.. mia bellissima ninfa dei boschi..ringrazio gli Dei per averti trovato quella notte in quel fiume e mi averti portato qui.. senza di te la mia vita è vuota.. come un albero solitario che non da né fiori né frutto.. ti voglio al mio fianco e anche se ti stancherai di me non ti abbandonerò.
Voglio avere una famiglia con te.. voglio respirare ogni mio singolo istante al tuo fianco finchè non esalerò l'ultimo ma anche in quel momento ti dirò quanto ti amo.
Tu mi completi.. siamo come un ruscello e la luce del sole, che si amano e creano milioni di arcobaleni.. siamo come le fragole e la cioccolata -rise leggermente, come tutti gli invitati e me medesima- Sei un candido fiore che io ho avuto l'onore di cogliere.. sei bellissima, intrepida, di una dolcezza infinita e continuo a dire che io non sono abbastanza ma sembra che a te basti.. quindi va bene così.
Quando ho avuto bisogno di qualcuno che mi abbracciasse e che stesse al mio fianco tu ci sei stata.. ora voglio ricambiare il favore.. sei stata l'unica a credere che questo satiro imbranato potesse fare qualcosa di buono e ci sono riuscito solo perchè tu eri al mio fianco.. eri tu la musa ispiratrice di tutte le cose buone che ho fatto.
Ti sei schierata sempre al mio fianco...contro tutto e tutti, incurante se io avessi ragione o torno.
Tu stavi al mio fianco, solo perchè ero io.. e questo dimostra quanto io non ti meriti.. insomma sono un vero disastro, parliamoci chiaro, cado anche da fermo ma saprò sempre che tu sarai quella che riderà e mi porgerà la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Quindi.. questa per me è solo una formalità ma la voglio fare.. sposarti sarà forse la seconda cosa più giusta che ho fatto nella mia esistenza.. perchè la prima è stata baciarti quella sera al molo- disse scandendo piano piano le parole ed ogni parola era una lacrima che minacciava di uscire dai miei occhi per rovinarmi quel bel trucco che Annabeth mi aveva fatto.
Diamine.
Alla fine però piansi.
Sentirlo parlare così.. era naturale.. dolce ma sopratutto era lui che si apriva a me e mi diceva tutto quello che aveva nel cuore.
-Molto dolce, Grover.. ora tu signorina- disse Chirone sorridendomi dolcemente.
Cercai di riprendermi.. o meglio a cercare di ricordarmi come si facesse a parlare dopo quel discorso che francamente mi aveva distrutto e biascicai qualche parola prima di cominciare a parlare.
Non mi ero preparata un discorso lo ammetto.. non sapevo che scrivere e non volevo provarci per poi vedere che veniva un fiasco.
Quindi improvvisai.
-Grover.. mio piccolo satiro.. per prima cosa sei stato davvero fantastico e certamente non riuscirò a dire qualcosa di migliore ma ci proverò.
Voglio ricordare un fatto doloroso ma che in sua assenza tutto questo non ci sarebbe.
Quando vivevo lontano da qui con la mia famiglia, ero gelosa delle ninfe che trovavano l'amore.. le prendevo in giro, perchè era esattamente quello che volevo io.
Avere qualcuno che mi abbracciasse la notte, che mi baciasse ogni volta che piangevo, che mi stringesse fino a farmi male anche solo per dirmi che era qui con me.
E con te ho trovato tutto questo.
Quando hanno dato fuoco alla mia piccola foresta credevo di non sopravvivere per rivedere un nuovo sole.. riuscii solo a ripiantare quella piccola rosa che era diventata mia madre e decisi che non c'è l'avrei fatta ma poi ti sentii e fu il suono più bello che potessi sentire in quel momento.
Tu mi salvasti, mi hai dato una nuova casa,un nuovo albero e una nuova famiglia.. di cui tu facevi parte.
Poi sono successe tante cose.. con cui potrei riempire dei romanzi e poi venderli.. che ci hanno fatto combattere assieme e per la prima volta ebbi paura di perdere qualcun'altro.
Tu.
Avevo paura di perderti e di rimanere ancora da sola, perchè tu sei una delle uniche cose fisse che ho nella mia vita.. ci sei sempre stato.. prima come salvatore, poi come amico da tirar su di morale..poi come ragazzo e infine adesso come mio sposo.
Sono io a non meritarti.. ci completiamo a vicenda e voglio passare ogni singolo istante che mi separa dalla morte con te e la famiglia che ci creeremo.
Ti amo, mio piccolo satiro- dissi io cercando di non far figuracce balbettando e magari sbagliando le parole, ma probabilmente per via dell'adrenalina che mi scorreva nelle vene con la clorofilla.
Lui mi strinse la mano e sorrise dolcemente.
Poi Chirone parlò e disse -ora senza ulteriori preamboli.. ed evitando altri discorsi strappalacrime.. passiamo al vero e proprio evento- disse poi si girò verso Grover e disse -vuoi tu Grover Underwood prendere la qui presente Juniper come tua moglie, ninfa e spirito della natura?- chiese, lui mi guardò e con tono sicuro rispose -sì-.
Poi passò a me e disse -vuoi tu Juniper, driade della foresta prendere questo satiro come tuo marito?-, e risposi anche io con un -sì-.
Tutti applaudirono e nessuno disse niente quando Chirone chiese se qualcuno aveva da obbiettare.
-Ora Grover..puoi baciare la tua bella mogliettina- disse Chirone sorridendo e lui mi prese per i fianchi mi alzò e mi baciò intensamente.
E quello fu il bacio più bello che si potesse avere.

Non avemmo viaggio di nozze anche perchè io non potevo muovermi molto ma passammo ogni momento insieme come ci eravamo promessi il giorno del nostro matrimonio.
Anche quando per la prima volta mi sentii strana e qualcosa scalciò all'interno di me, Grover fu con me.
E non potevo scegliere compagno migliore.




il prossiimo sarà l'ultimo di questa piccola storiella su una coppia che mi è sempre piaciuta molta, e spero di averle dato come dire.. un buon tributo con questa storiella senza pretese..
se vi va lasciate una recensione; mi fareste molto contenta.
Un bacio,Dany

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: Famigliare ***


eccoci qui giunti alla fine di questa piccola storia sulla nostra ship degli spiriti della naturaaaa :)Per prima cosa voglio ringraziare Milla Renzi De Medina per la sua recensione nello scorso capitolo :9 Quindi grazieee
P.s questo capitolo è molto piùcorto come vedrete.. circa un foglio e mezzo di mie canoni quindi praticamente un cavolo XD.. in realtà la fine era lo scorso capitolo ma volevo concludere in bellezza con un pizzico di Percabeth e della new family Underwood
Buona lettura e se volete mettere una rencesione ve ne sarei grata.
[Revisionato]




-Alexander Underwood lascia in pace tua sorella- tuonai vedendo il piccolo fauno tirare i capelli alla piccola, -ma mamma non la smette più di farmi crescere rampicanti fra i capelli- disse lui esasperato.
-Chloe cosa abbiamo detto della magia della natura?- chiesi avvicinandomi a lei e sistemandole una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.
-Che.. che.. non bisonna usarla.. sennza motivo.. - disse lei biascicando ancora qualche parola ma per la sua età era normale.
-Brava bambina.. dai andiamo- dissi e la presi in braccio,-anche tu Alex.. andiamo da papà a festeggiare il compleanno dei vostri cuginetti- dissi io stringendo la piccola che cercava di togliermi i fiori dai capelli.
-Juniper!- disse Grover sorridendo ed vendendomi incontro a braccia aperte, mi strinse e mi diede un bacio a fior di labbra accarezzando la testa di Chloe.
-Ciao tesoro- dissi io accarezzandogli una guancia con la mano, -andiamo che Percy sta per portare la torta- disse Grover mettendosi in spalle Alex e cominciando a correre a per di fiato urlando mentre il bambino ridacchiava stringendosi al collo del padre.
-Che ne dici piccola? Andiamo anche noi?- chiesi a Chloe, -shi..ma correnndo- disse agitando le manine verso Grover e suo fratello.
-E va bene.. andiamo!- dissi e cominciai a correre anche io seguendo i due mentre la risata cristallina di mia figlia mi raggiungeva le orecchie.

Percy ed Annabeth festeggiavano il primo compleanno del piccolo dai capelli neri e gli occhi color argento che la bionda teneva fra le braccia.
Sospirai e mi sedetti mentre i due fratelli giochicchiavano assieme guardando la coppia che si baciava davanti ad una torna completamente blu con una candelina solitaria sopra accesa.
Grover mi si sedette di fianco e mi prese la mano guardando i piccoli, -ripensamenti?- mi chiese, io lo guardai e gli tirai un lieve pungo sulla spalla.
-Se gli avessi avuti, ora saresti per strada, satiro- dissi io ridendo, lui si finse offeso ma poi scoppiò a ridere.
-Sono bellissimi .. come te- disse accarezzandomi una guancia, -e sono tutto loro padre- dissi io ridendo e poggiandogli la testa sulla spalla.
-Ti amo sai, piccola dirade?-mi disse e sporse il viso quel tanto da baciarmi,io risposi subito e dissi sfiorando le sue labbra -anche io piccolo satiro-.


 

okkk.. ora abbiamo sul serio terminato
ringrazio tutti anche solo per aver letto o anche solo per ver cliccato per sbaglio sulla mia storia XD
recensitese vi va e alla prossuma storia
ps. continuate a seguirmi!!
Un bacione.Dany

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