Solo scrivimi...

di Valu Valonsa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diario di Amerigo ***
Capitolo 2: *** Dietro la mattonella! ***
Capitolo 3: *** Diario di Amerigo ***
Capitolo 4: *** Corrispondenze ***
Capitolo 5: *** Corrispondenze 1 ***
Capitolo 6: *** Corrispondenze 2 ***
Capitolo 7: *** Corrispondenze 3 ***
Capitolo 8: *** Corrispondenze 4 ***
Capitolo 9: *** Corrispondenze 5 ***
Capitolo 10: *** Corrispondenze 6 ***
Capitolo 11: *** Corrispondenze 7 ***
Capitolo 12: *** Corrispondenza 8 ***
Capitolo 13: *** Corrispondenze 9 ***
Capitolo 14: *** Corrispondenza 10 ***
Capitolo 15: *** Corrispondenza 11 ***
Capitolo 16: *** Aspetto te. ***
Capitolo 17: *** 27-05-2012 ***
Capitolo 18: *** Epilogo! ***
Capitolo 19: *** Amerigo. Tra corrispondenze 9-10 ***



Capitolo 1
*** Diario di Amerigo ***


  
SOLO SCRIVIMI....

 
                                                                                    A tutti quelli che,
nonostante le tecnologie avanzate,
credono ancora nella scrittura.



   Diario di Amerigo
 07/02/2012


 
Ciao,
è molto strano trovarmi di fronte a questo foglio e non avere quasi nulla da scrivere. In realtà di cose da dire ce ne sarebbero milioni, ma sono appunto da “dire”…non credo che da “scritte” manterrebbero lo stesso valore.
Comunque da qualche parte bisogna pur iniziare e perché non farlo così?
Non puoi vedermi, ma potresti conoscermi.
Non puoi ascoltare la mia voce, ma le mie parole giungeranno a te in ogni caso.
Non puoi sapere se ti piaccio oppure no, ma potrebbero piacerti le cose che ti scriverò.
Mi conosceresti senza mai avermi conosciuto realmente…
Certamente non è la tecnica più leale, visto che io posso vederti, ascoltarti, capire se ti piaccio fisicamente oppure se mi ignori.
Non è né giusto né leale, ma non ho mai detto che tu lo sia con me!
Ti chiedo la possibilità di farmi conoscere così, attraverso le mie parole, scritte nero su bianco.

Ps.: Se per qualche strana ragione, a me ignota, tu voglia realmente darmi questa possibilità puoi lasciare le tue lettere dietro la porta del bagno. C’è una mattonella che si solleva, lascia lì sotto una tua possibile risposta.

Bacio






Ecco, l’avevo fatto per davvero! Avevo davvero scritto una lettera e l’avevo realmente lasciata sotto il suo banco quando eravamo usciti per educazione fisica…
Quanto tempo avrei dovuto aspettare prima che la consapevolezza della stronzata fatta mi paralizzasse?
Fortuna che era l’ultima ora, così potevo scappare a casa!
Sarebbe meglio partire dall’inizio!!!
Ciao a te! Io mi chiamo Pierfrancesca  Ostuni, all’epoca avevo 18anni  e frequentavo l’ultimo anno del liceo scientifico “Pierpaolo Pasolini”. Non sono figlia unica, ma condivido casa e genitori con mio fratello Dario, di un anno più piccolo di me, ma sarebbe giusto dire che non c’è mai stata differenza di età visto che lui ha sempre frequentato molti dei miei amici. Nella sua lista non poteva mancare Amerigo Tullisano. Amerigo al liceo non era il bello e dannato, non era sensibile e incompreso, ma era un normale ragazzo del 21° secolo: un po’ stronzo; a tratti gentile ed educato, tranne quando giocava a tennis e lasciava l’educazione fuori dal campo; simpatico e a tratti intelligente; gli piacevano le ragazze, ma lungi da lui averne una fissa, perché si annoiava delle loro chiacchiere (almeno secondo il cretino di Dario). Io presi una leggera cotta per lui al secondo anno di liceo, quando per la prima volta lo vidi varcare la soglia della mia classe. Si presentò come il miglior amico di Michele Mussi, compagno di classe della mia migliore amica. Riuscì a legare con tutti in un batter d’occhio, tutti tranne me. Io restavo in disparte e lui non si avvicinava. Con il tempo quella lieve ed insignificante cotta diventò qualcosa di più. Nonostante avessi avuto alcune storie, quando le cose si facevano serie abbandonavo tutto, perché l’unica persona che realmente desideravo non era mai accanto a me al cinema, non era quella che mi teneva stretta la mano passeggiando per strada.
I rapporti con Amerigo non erano molto migliorati in quegli anni, avevo provato a conoscerlo, ma lui non era molto incline ad accontentarmi.
E così fino a quel maledetto martedì, quando la sottoscritta aveva deciso di fare un passo verso il buco dell’inferno. Avevo pensato per mesi, anni oserei dire, alle ragioni che non gli avevano permesso di legare con me. L’amicizia con Dario? Mio fratello lo reputava un ottimo amico, ma non il suo miglior amico, perché anche con lui risultava a volte distante. Forse lo aveva traumatizzato il mio atteggiamento di chiusura verso di lui i primi giorni di scuola? Nonostante però mi fossi scusata per la mia timidezza lui non aveva mai ceduto. Così m’infuriavo sempre di più, perché anche io meritavo un’occasione per farmi conoscere e se lui non era disposto a concedermela nel modo tradizionale avrei trovato altri sistemi. L’unico che ero riuscita ad escogitare era quello delle lettere. Poteva non rispondere se non gli andava, io potevo continuare fin quando volevo o smettere quando più lo desideravo. Nessuno era obbligato a fare nulla, né io né tanto meno lui.
Con queste convinzioni quel martedì gli lasciai la prima lettera. Le nostre classi, cioè 5T la mia classe e la 5S quella della mia migliore amica, Michele e Amerigo, erano poste una di fronte all’altra ed entrambe erano fuori per andare in palestra. Io come sempre ero  rimasta indietro(perché evitavo di tornare in classe ogni volta dopo l’ultima ora e così raccoglievo tutto prima di uscire!), e colsi l’occasione per posizionare la bomba ad orologeria sotto il suo banco, vicino il diario. Quando sarebbe tornato in classe l’avrebbe trovata e deciso in seguito sul da farsi. Io per allora sarei stata già in macchina diretta verso casa, ma tutto sommato se anche fossi stata di fronte a lui, nuda e con una mutanda in testa, lui non mi avrebbe notata.
Come già detto: avevo l’impressione che quello sarebbe stato il primo passo verso l’inferno!

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Capitolo 2
*** Dietro la mattonella! ***


       







    SOLO SCRIVIMI...


 
Ad Hachiko,
che inconsciamente mi sprona a non arrendermi mai.




         Dietro la mattonella
      10/02/2012



 
Per ragioni anche a me sconosciute sono qui a risponderti, che poi risposta non è visto che ho molte domande da farti del tipo: Chi sei? Sei una ragazza, o è uno scherzo? Sei Lisa della III B? Se sei lei ti prego di smetterla, perché non sono interessato a te… Se invece sei un’altra persona… Beh CHI DIAVOLO SEI??? Hai almeno un nome?

Ps.: È strano anche ricevere lettere anonime! E questa non è una possibilità è solo curiosità.

Niente bacio!





Erano passati tre interi giorni da quando gli avevo lasciato la lettera. Durante le prime 24h avevo pensato che non avesse ricevuto niente, ma la mia informatrice nonché migliore amica Cat mi aveva assicurato al 100% che lui, Amerigo, quella lettera l’aveva ricevuta. Eccome se l’aveva ricevuta! Cat, o meglio Caterina Guanna, sua compagna di classe, mi aveva minuziosamente descritto almeno 20 volte la faccia sbalordita di Amerigo, seguita da sguardi circospetti nella speranza di trovare davanti a sé l’artefice di quello scherzo. Dopo 48h senza risultati la mia mente sfornò un’ulteriore idea: che Amerigo la lettera non l’avesse mai letta. Probabilmente l’aveva gettata nel cestino senza neanche aprirla, ma Dario aveva sciolto ogni dubbio chiedendomi se conoscessi qualche ragazza “che era brava a scrivere e a cui piacesse Amerigo”. Dovevo ammettere che mio fratello era un cretino completo e non ha mai compreso il termine discrezione! Alla fine ciò che mi era rimasto era la certezza di essere stata rifiutata anche con l’anonimato. Dopo 72 ore complete dal lancio della bomba, avevo toccato non solo il fondo dello sconforto, ma anche la mattonella a più non posso. Ero andata in bagno 7 volte e Cat altre 5, ma non c’era traccia di foglietto/biglietto né tanto meno di qualche lettera. L’unica cosa che realmente volevo in quei momenti era andare a casa, mangiare gelato a più non posso e deprimermi fino a quando tutto sarebbe tornato come tre giorni prima. Cat, l’amica di sempre, mi ripeteva in continuazione che il gelato era il miglior amico di una ragazza depressa, io ero più dell’idea che il gelato fosse il nostro miglior amico in ogni circostanza. Lei, sognatrice nata, sosteneva che Amerigo mi avesse notata, ma che si vergognasse di parlare con me.  Inutile dire che preferivo la mia versione del “non gli piaccio” piuttosto che sentirmi dire che si vergognava di me! Quando le speranze ormai erano perdute, la santa mattonella aveva illuminato la mia giornata. Ero andata per l’ennesima volta in bagno, per veri bisogni, ma l’abitudine mi aveva spinto a sbirciare ancora una volta sotto il nascondiglio.
E proprio lì avevo trovato la prima lettera di risposta di Amerigo.
La prima risposta che inconsapevolmente avrebbe fatto scoppiare una guerra dentro me.




NOTE AUTORE:
Capitolo un pò breve ma di passaggio,
grazie per aver letto! : D

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Capitolo 3
*** Diario di Amerigo ***


             
SOLO SCRIVIMI...


 
 A Etto,
che nonostante gli anni che passano, a modo suo c'è sempre.
Il capitolo non è ancora finito.




  Diario di Amerigo
  14/02/2012



 
Ciao,
devo ammettere che la tua “non-risposta” mi ha spiazzata.
Anzi in verità mi ha scioccato ancora di più il fatto che tu mi abbia risposto. Dopo 72 ore avevo perso le speranze e ho avuto bisogno di un paio di giorni per riscriverti.
Scusa il ritardo.
Allora non sono un ragazzo ovviamente, pensavo fosse già chiaro, non è uno scherzo e sì ho anche un nome. Strano vero? :D
Ieri ti ho visto in corridoio parlare con Michele e sembravi un po’ dispiaciuto. Spero non sia nulla di grave, anche se il tuo sguardo faceva pensare ad altro. Ieri, mentre ti osservavo parlare con lui, per un attimo ho avuto voglia di venirti ad abbracciare. Non è la prima volta, ma la prima da quando ti ho scritto e cioè da quando indirettamente sai che esisto. Mi son fermata solo perché non è ancora tempo di svelarmi.
Come va con il tennis? Ti scopro più bravo e appassionato giorno per giorno! Ti vedo quasi ogni pomeriggio passare con la racchetta vicino al parco diretto in palestra sempre con uno sguardo già concentrato e attento. Non pensare che ti pedini eh… E’ che ci incrociamo spesso, ma ho imparato a non farmi notare. Insomma sei bravo, ma suppongo che questo tu lo sappia già…
Anche se per te non è una risposta, non è una possibilità e anche se  non condividi la mia idea di farmi conoscere così, ti voglio comunque ringraziare perchè mi rendi un po’ più visibile ai tuoi occhi di ragazzo distratto.

Ps.: Non sono Lisa della III B, mi spiace ;)
Baci




“Mi ha risposto, in un certo senso è come se mi si fosse presentato,no?”
Confessai alla mia dolce Cat,in uno dei frequenti attimi di elettrica felicità.
“Vabbene mo esageri…sì ha risposto, ma molto scorbuticamente, menzionando chiaramente che per lui non vale come risposta o come possibilità….È stato chiaro Piff!”
Avevo detto dolce?? Volevo dire Cat “l’ammazza allegria ed euforia”.
“Non chiamarmi Piff! Lo sai che non mi piace…Se ti chiamassi Caterpillar saresti felice?”
In tutta risposta scoppiò a ridere, in seguito cambiammo argomento, ma nella mia mente la felicità aumentava…. Per me lui sì che si era dannatamente presentato!!






Note autore:
Vi garantisco che poi saranno più lunghi, questi sono iniziali per farvi incuriosire...spero!
Buona lettura :)

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Capitolo 4
*** Corrispondenze ***


  
SOLO SCRIVIMI...


 
A nonna,
che la memoria ormai l'ha abbandonata,
ma le nostre risate resteranno per sempre.





Dietro la mattonella
  18/02/2012



 
Non mi hai detto quello che voglio sapere.
Io non so perché non sono stato leale con te, ma di certo adesso non lo sei tu visto che neanche un nome vuoi darmi.
Con Michele parlavamo di cose che non ti riguardano e preferirei che non ti impicciassi dei fatti miei. E se ti ignoro nella vita reale, perché questa è tutta una stronzata, vuol dire che non mi interessi. Non attiri la mia attenzione, né il mio interesse. Tra l’altro mi meraviglio del fatto che per una faccia dispiaciuta ti saresti già fatta scoprire, resisti molto poco eh?




“È un gran pezzo di merda! Oh ma tu adesso gliene scrivi 50 di insulti, ne ho qualcuno già pronto. Domani se lo vedo lo prendo a calci in culo…ma chi si crede di essere! Figlio di grandissima -”
“CAT! Basta. Lo sapevo che anche così facendo lui poteva reagire in tanti modi diversi. Mi ero ormai convinta che il peggio fosse passato, che si fosse incuriosito… comunque adesso non ho voglia nemmeno di vedere una penna. Quando e se ne avrò voglia lo risponderò. È tutto apposto davvero.”
Cat mi guardava arrabbiata, fosse stata lei al posto mio la faccia di Amerigo già si sarebbe trovata sbattuta contro la porta di casa sua.
“Hey Cat, so che mi faccio cicciona così, ma lo mangeresti un gelato con me?”
I suoi lineamenti si addolcirono, corse in cucina prese una mega coppa gelato e due cucchiai.
Affogammo così la sua rabbia e il mio dispiacere.





 
       Diario di Amerigo
    25-02-12



Ciao.
Se non ho risposto alle tue domande un motivo ci sarà, non credi?
Mi dispiace di essermi intromessa nei tuoi fatti privati, anche se non ho chiesto nulla ho solo descritto ciò che ho visto io e altre 200 persone. Inoltre non è necessario evidenziare il fatto che m’ignori, sono intelligente abbastanza da arrivarci da sola…Grazie comunque per avermelo fatto sapere con sicurezza.
Devo obiettare anche sulla poca resistenza: sono 3 anni che ti muoio dietro, quindi ad occhio e croce direi che non sono pochi e che sì molto volentieri mi sarei fatta scoprire. Forse siamo partiti con il piede sbagliato, forse sono io che ho invaso i tuoi spazi che per me saranno sempre off limits, non voglio crearti problemi, voglio solo poterti conoscere.
Allora potrei ricevere una vera possibilità di conoscerti?
Baci




“Sei stata troppo cordiale!”
Mi urlò contro Cat, era impossibile farle capire che non volevo abbassarmi al livello di Amerigo.
“Non sono così vendicativa e poi capiscilo: una che non conosce lo spia quasi, è normalino che sta tutto elettrizzato sto poveraccio!”
Probabilmente usai le parole meno adatte, perché s’infuriò ancora di più!!
“COSA? Lo difendi adesso!??? Ti ha esplicitamente detto di farti i cazzi tuoi e che non gli interessi….poteva dirlo in 2034 modi diversi…e li ho contati per davvero! Porca troia Pierfrancesca non farti inculare da lui così..!!!”
“Chi è che si fa inculare da chi?!”
Spuntò all’improvviso dalla porta mio fratello/spione/impiccione Davide. Io e  Cat all’unisono lo mandammo a quel famoso paese e lui senza indugiare oltre richiuse la porta dietro di sé.
“Non lo difendo… vediamo cosa risponde e SE risponde! Non agitarti, ti voglio più bene quando sei calma e rilassata..”
Speravo vivamente per Amerigo che non avesse fatto più lo stronzo o Cat l’avrebbe castrato!





Note autore:
Spero vi stia piacendo :) Grazie per aver letto!

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Capitolo 5
*** Corrispondenze 1 ***


      
     SOLO SCRIVIMI...





Questo è per te,
che non hai mai smesso di sperare
in un futuro migliore.







      Dietro la mattonella
    28-03-2012




 
Forse non sono stato sufficientemente chiaro: la decisione di restare anonima non la condivido, quindi fin quando non mi darai qualche informazione reale puoi pure scordarti le mie risposte.
Forse puoi anche scordartele dopo le informazioni…





“Ma è proprio un figlio di un carciofo! Ma che pezzo di letame appeso è…che cazzo sto cercando di conoscerlo non di rubargli i soldi in banca. Potrei essere anche una gran figa e lui mi lascerebbe scappare così…”
“Te l’avevo detto che era un grande stronzo! E poi tu sei una grande figa, volendo potresti averne 10-100-1000 di ragazzi…ma no! Tu ti sei incaponita con sto c-”
“Citrullo!!!”
La bloccai giusto un attimo prima dell’ennesima parolaccia. Ormai da quando era iniziata questa storia delle lettere, nella mia stanzetta volavano solo insulti e cattive parole…e Cat era la regina del vocabolario sconcio!
“Adesso basta! Mi dovrà supplicare per parlarmi…”





 
          Diario di Amerigo
      2-03-2012





Non mi piacciono gli ultimatum, se poi me lo proponi tu li odio ancora di più.
Non sono niente di speciale, sono una ragazza con cui non sei scortese né cordiale, mi eviti se puoi e mi ignori costantemente. Sei socievole e simpatico con TUTTI, ma non con la sottoscritta verso cui provi un odio latente a quanto pare. Sembra che sia destino visto che anche in queste circostanze preferisci attaccarmi e ostinarti a non capirmi, piuttosto che venirmi incontro visto e considerato che mi sento già una cretina a scriverti. Poco elegantemente tu mi hai messo in condizione di vergognarmi di un gesto così semplice e senza complicazioni. Ribadisco che non volevo crearti problemi o fastidi, volevo solo la possibilità di farmi conoscere senza rivelarti subito chi fossi. Mi sarebbe piaciuto essere apprezzata da te per quello che sono, non per come appaio. Forse ho scelto il modo sbagliato, forse sono io quella sbagliata ed è giusto che vada così.
Una possibilità non credevo di chiedere l’impossibile, in fondo è quella che tu concedi a tutti, che tutti concedono a tutti, ma non a me.
Davvero esilarante. Essere respinti anche per iscritto fa uno strano effetto, non te lo auguro affatto. J
Beh non mi resta che finire qua con questa “stronzata” e ritornare alla vita vera, che non è poi così diversa da quella cartacea.
In ogni caso non ti dirò il mio nome, la mia classe, il colore dei miei capelli o dei miei occhi… Se devo essere anonima voglio farlo fino in fondo.
Chi è la ragazza che ti scriveva scoprilo da solo, se e quando ti andrà…





Ed era tutto finito così. Senza capo né coda, alla fine non ero riuscita ad ottenere neanche una convivenza civile. Cat mi ripeteva sempre che il-ragazzo-che-non-doveva-essere-nominato era tra le nuvole, ansioso, ma di certo non lo era per me. O per la me delle lettere. O per qualsiasi tipo di me che sarebbe entrata in contatto con lui.
Comunque dopo la conclusione poco pacifica mi ero messa quasi l’anima in pace nel provare ad ignorarlo, magari qualcun’altro di interessante l’avrei trovato! Facevo del mio meglio per non seguirlo con lo sguardo, non ascoltare le sue conversazioni nel corridoio con il suo amico Michele. Insomma non c’erano grandi progressi, ma almeno qualcosa ero riuscita a tirarla fuori. Avevo preso anche l’abitudine a non andare più nel bagno del piano, perché sapevo che avrei sbirciato dietro la mattonella e sarei rimasta delusa nel trovarla priva di segni di interessamento. Cat sosteneva che il ragazzo-a-cui-non-dovevo-più-pensare bazzicava spesso fuori dal bagno e che addirittura una volta aveva fermato una ragazza chiedendole cosa avesse in mano. Resosi conto che erano solo dei fazzoletti si era scusato ed era scappato in classe. Dal mio canto non davo peso a queste dicerie e perseguivo il mio piano di indifferenza.
Si sa che quando tutto sembra aver trovato il giusto peso, un po’ di equilibrio, tutto viene buttato giù da una folata di vento.
La mia brezza primaverile fu Cat che mi raggiunse in classe durante la ricreazione in un martedì qualunque. Aveva un sorriso a 32 denti e gli occhi che le brillavano, pensai che fosse riuscita a parlare con quel ragazzo di 3° B che tanto le piaceva, invece non potevo essermi sbagliata più di così. Saltellando allegramente mi raggiunge e agitò davanti ai miei occhi un foglio.
Sembrava un foglio anonimo preso da un quaderno a quadri, invece la svolta, il venticello era tutto lì. E quel martedì qualunque si trasformò nel “martedì della primavera”.

 

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Capitolo 6
*** Corrispondenze 2 ***


SOLO SCRIMIVI...




 
A volte la nostra luce si spegne e riprende vita grazie alla scintilla di un'altra persona.
E allora la nostra più profonda gratitudine vada a coloro che hanno acceso questa fiamma
dentro di noi.

A. Schweitzer
     




Dietro la mattonella
     20- 03- 2012



 
Mi risulta dannatamente difficile non cercarti tra la folla durante la ricreazione o all’uscita, o quando passo vicino al parco. Guardo tutte le ragazze che incontro, ne sono certo, ma non so se e quando sto vedendo te. Sembro un maniaco, dovresti assistere a una delle scene pietose di cui sono stato il protagonista in queste settimane. Forse c’eri.
Il problema è che non so praticamente nulla di te quindi è come se cercassi un fantasma…Ed è tutta mia la colpa.
Adesso vorrei provare a scusarmi con te, ma non sono molto abile con le parole, preferirei potermi scusare faccia a faccia, così eventualmente potresti darmi un bello schiaffo tutto meritato.
Allora fanciulla misteriosa scusami per il tono da stronzo perenne che ho avuto con te sin dall’inizio, ma per me la miglior difesa è l’attacco e lettere d’amore anonime mi sembravano un buon motivo per attaccarti e fare, per l’appunto, lo stronzo! Mi dispiace essermi comportato così con te e ancora di più voglio scusarmi per la strafottenza che ho avuto nei tuoi confronti. Forse ce l’ho ancora visto che non riesco a capire chi sei. Di sicuro sei in una delle classi del nostro piano, visto che hai libero accesso alle aule e lo fai quando non ci siamo. Quindi frequenti il mio stesso indirizzo e hai forse la mia stessa età, già abbiamo due cose in comune! Bene questo è quanto so di te, non è molto…in realtà non è niente. Sappi che da quando lascerò questo foglio dietro la mattonella sarò in perenne attesa di una tua risposta. Adesso voglio scoprire chi sei, se ancora vuoi farti scartocciare da me come un regalo di Natale del tutto inaspettato.


 


    Diario di Amerigo
    23-03-2012



 
Hey,
Come stai? Io un po’ meglio…grazie anche a te! Mi ha fatto davvero piacere la tua lettera, anche più lunga del solito :P
Lo so che mi cerchi tra la folla, ti ho intravisto fissare speranzoso tutte le ragazze, ma voli troppo in alto, sono più vicina di quanto pensi. Anche se non credo che tu abbia bisogno del mio perdono, comunque ti assolvo da ogni peccato mio piccolo giovanotto! Scherzo ovviamente, non devi sentirti così tanto in colpa, infondo sono io ad essere così anonima da non riuscire a farmi notare, ma ti ringrazio per averci almeno pensato.
Quindi dopo aver conosciuto Amerigo lo stronzo deduco di poter fare amicizia anche con Amerigo sono-amico-di-tutti?
Sappi che ho intenzione di giocare un po’ con te, per esempio ci tengo a dirti che il blu ti dona, mette in risalto i tuoi occhioni verdi e il sorriso luminoso(troppo sdolcinata?!).E visto che ci siamo voglio confessarti cosa che mi è piaciuto subito di te, mi sembra doveroso farti sapere cosa ha suscitato il mio interesse: la tua risata. So che può risultare una risposta scontata, ma la prima volta che ti ho sentito/visto ridere sono rimasta folgorata. Hai una risata limpida, contagiosa e poi ha quelle fossettine belline quando ridi che sono eccezionali. Inoltre è scientificamente provato che le persone con le fossette sono simpatiche! Sto ancora lottando, ma spero alla fine di poter dire che anche per te è così. E visto che ci siamo ti confesso che mentre leggevo la tua “lettera di scuse” ero comunque convinta di lasciarti perdere, ma l’ultima frase ha sconvolto il senso di tutto. L’immagine del regalo di natale è stata davvero molto toccante, ma una frase così reale e sentita non può essere suscitata da un “quasi fantasma“… Mi viene spontaneo chiedermi a chi pensavi mentre la scrivevi.
Comunque sì il blu ti dona decisamente.

Baci




“Cazzo più ci penso e meno riesco a capacitarmi della lettera che ti ha scritto. WOW! Quando l’ho letta in bagno stavo per piangere quasi…e tu lo sai che ce ne vuole per farmi commuovere. Si è scusato per bene, tra l’altro è vero che ha azzeccato più figure di merda lui in questi giorni che tu in tutta la tua vita!”
Cat rideva di gusto ogni volta che ripensava alla lettere del “Martedì della primavera”. Per me era meglio evitare di pensarci se no ero capace di bussare a casa sua seduta stante. Ero rimasta più che contenta della sua risposta di scuse, i fiori sbocciavano, il sole splendeva in cielo niente poteva migliorare il mio già ottimo stato d’animo. Ero al massimo della forma fisica e morale, tutto grazie a lui.
“Si può sempre migliorare però…”
Continuò Cat, al che mi sentì in obbligo di difenderlo ancora una volta.
“Cat ma a te Giò della 3°B l’ha scritta una lettera, un biglietto?”
E così la zittì e potei godermi la mia pace assoluta.

 

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Capitolo 7
*** Corrispondenze 3 ***



SOLO SCRIVIMI....
  


 
Alla musica, compagna di mille avventure e ricordi.
 
"So it’s gonna be forever or it’s gonna go down in flames.
You can tell me when it’s over, if the high was worth the pain
."
Taylor Swift





 Dietro la mattonella
26-03-2012



 
Sto per impazzire! E’ cosa certa e provata.
Non è giusto che tu puoi giudicare il mio abbigliamento (ah a proposito grazie!), mentre io devo ancora immaginare il colore dei tuoi occhi, dei tuoi capelli, il tuo sorriso, vorrei poter avere un tuo sorriso solo per me. Vorrei già poter conoscere il tuo carattere e essere certo del fatto che sei simpatica e solare, essere sicuro che le prime impressioni con te sono state quelle giuste e che sono stato io lo stronzo madornale. Vorrei mi dedicassi almeno cinque minuti per farti capire che non sei per niente anonima, ma sono io che ho la testa altrove e come perspicacemente hai dedotto c’è qualcuna che mi impensierisce. Mi piacerebbe poter pensare che le nostre menti viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Vorrei avere l’occasione di poter essere in contatto con la tua ironia e non percepirne piccoli assaggi, mi farebbe piacere poter testare i vari colori sulla tua tonalità di pelle e poi scegliere quale sia il più adatto a te. Già poter vedere la tua carnagione sarebbe un traguardo! Ma so che forse dovrò aspettare un po’,perché non è facile fidarsi di me adesso, ma provo a chiederti una seconda possibilità anche su questo fronte. Davvero ho una risata piacevole? Sei la prima che me lo dice, i miei compagni di squadra dicono che rido troppo :/
Spero a presto, baci.




 
 Diario di Amerigo
28-03-2012


 
Ciao Amerigo,
prima di tutto ci tengo a dirti che mi hai mentito. Alla faccia del non esser bravo con le parole e con le scuse, per poco non mi prendeva un coccolone per la tua lettera. Sei stato davvero dolcissimo e ti ringrazio per avermi reso partecipe dei pensieri che hai, sei stato molto delicato e gentile.
Scusa ma sono davvero piacevolmente impressionata!
Tornando a noi: a tempo debito avrai tutte le tue risposte, per ora giochiamo un po’ insieme e conosciamoci così, impariamo a fidarci delle nostre parole e dei nostri pensieri. Smettila di scusarti, non è davvero più necessario!
Parlando di cose serie ho davvero fatto centro al primo colpo? Allora chi è che occupa i tuoi pensieri? Ovviamente se vuoi parlarne con me o magari preferisci confidarti con Michele, con il quale DEVI recuperare il rapporto che avevate. Siete amici da una vita, cosa vi porta a scontrarvi tutti i giorni e ad urlare come delle anziane inviperite perché sono state superate durante la fila alla posta?
So probabilmente non sono cazzi miei, ma se vuoi io son qui.
A due passi da te.
In compenso posso strapparti un sorriso. Ero a casa qualche giorno fa, stesa sul divano, quando hanno bussato alla porta. Mi precipito ad aprire e convinta di aver spalancato la porta ci vado a sbattere contro. Alla fine era chiusa a chiave e tutto si è risolto con un bernoccolo per me e tante risate per tutti.
Sono un caso clinico di sbadataggine lo so… : )
Baci





“Senti amica mia ammetto la mia ignoranza in materia amorosa e sentimentale e dolcetti vari…ma a me Amerigo mi sembra un coglione totale!”
Ed eccola che Cat ripartiva con le parolacce e gli insulti, diciamo che non le era andato proprio a genio che il suddetto c*****e avesse confermato la mia ipotesi dell’ispirazione. Certo non aveva fatto piacere nemmeno a me, a dirla tutta stavo per andargli a dire in faccia che era una testa di cane, ma Cat mi aveva fermato dicendo che attualmente l’unica cosa buona che possedevo era l’anonimato. E se lo mandavo a pomodori era finita.
“Lo so, lo sembra anche a me. E questo mi sconforta da morire.”
Per dindirindina per quale motivo pensava volessi conoscerlo? Per giocare insieme i numeri del lotto?! Alla fine sarei diventata pure sua amica, ci avrei scommesso le sue palle.
“Non ci abbattiamo Piff!” esordì Cat, la mia quasi disperazione era palpabile.
“No?! Non chiamarmi Piff!!!” risposi spingendola leggermente.
“Conosciamo il nostro nemico, fatti raccontare di questa ragazza a cui pensa e vediamo come possiamo sminuirla. Non è detta l’ultima parola.”
Le si accese uno sguardo minaccioso e ciò mi preoccupò non poco, era capace di tutto e questo, invece, mi inquietò ancora di più.
“Mi fai paura quando fai così Cat!”
Masochisticamente decisi di seguire la sua linea dura.
Fortunatamente mi restava ancora l’anonimato.
Ed era assolutamente da difendere.

 

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Capitolo 8
*** Corrispondenze 4 ***


     
SOLO SCRIVIMI...




 
Ai Lupetti
che danno sempre il loro meglio
..






Dietro la mattonella
  30-03-2012



 
Ciao a te!
Ammetto di aver riso un po’ anche io immaginando la scena, ma poi mi sono sentito un po’ in colpa perché sicuro avrai sentito dolore.
Per quanto riguarda il resto è una situazione molto delicata e a volte non so nemmeno io cosa fare con Michele. Ha un’idea in mente, ma non vuole saperne di condividerla con me.
Noi litighiamo per una ragazza, che è la mia ”ispiratrice” se vogliamo chiamarla così. Come sai gira voce che io non sia il tipo da ragazza fissa, i legami in effetti mi spaventano. Essendo cresciuto con dei genitori separati in casa vivo le relazioni in modo troppo negativo e quindi cerco di starne alla larga più che posso…ma come hai già intuito c’è un’eccezione.
La conosco da un po’, è stato colpo di fulmine. Almeno da parte mia. E anche se evito di far capire in giro che sono seriamente interessato a lei, lei resta intoccabile per tutti.
Ed è questa la vera ragione delle nostre tensioni, tra Michele e me. So che lui sta progettando qualcosa, ma non deve farlo con lei. Non lo accetto, a costo di farmelo nemico.
Scusa per lo sfogo.


                            
Diario di Amerigo
05/04/2012


 
Ciao Amerigo,
scusa il ritardo ma troppe informazioni nuove hanno scombussolato il mio equilibrio.
Prima di ogni cosa ci tengo a chiarire che quando ho iniziato a scriverti non avevo idea del tuo interesse profondo verso questa ragazza, se no non avrei mai permesso a me stessa di intromettermi. Come hai detto tu evitavi di non darlo a vedere e per quanto mi concerne non ho notato mai nulla. Quindi sei davvero bravo e sono certa che nemmeno lei sospetti qualcosa, quindi se non vuoi perderla devi farti avanti. So che non è semplice, ma da qualche parte devi pure iniziare. Se ci tieni davvero tanto a lei supera le tue paure.
Su una rivista, tempo fa, lessi che tutti hanno una vicenda personale da raccontare, ma che spesso per non trovarsi al centro dell’attenzione utilizzano nomi fittizi. Una volta trovati questi nomi il resto verrà da se.
Tu sei il protagonista di questa mia storia, che di finto non ha proprio nulla, e la ragazza misteriosa ha prepotentemente preso il posto che speravo sarebbe spettato a me. Quello che cerco di dirti è che io il mio “resto della storia” sono disposta a viverlo nell’ombra, ma tu non puoi farti da parte.
Fatti coraggio, alzati e prenditi quello che desideri ardentemente.
Fallo per te, per i tuoi sentimenti e per quello che potrebbe nascere.

Baci






“È un completo deficiente! ”
Esordì Cat. Eravamo a scuola, quindi non poteva esagerare ulteriormente con le parolacce e con i nomi soprattutto.
“Lo so.”
Dissi atona. Ormai ero arrivata al punto di rassegnazione totale. Mi aveva parlato con tanto amore e trasporto di questa ragazza, che quasi anche io me ne stavo innamorando. Non potevo e non volevo mettermi in mezzo, cosa che lui nemmeno avrebbe permesso.
“Lo sai?”
Chiese perplessa voltandosi verso me, che ero seduta vicino al mio banco. Erano ormai un paio di giorni che non mi andava di andare in giro per i corridoi rischiando di beccare lui, magari che parlava amabilmente con lei.
No. No. E poi altre 100 volte no.
“Sì lo so, ma noi non ci metteremo in mezzo. Non possiamo e non voglio. Quindi ricaccia nel cervello tutte le idee che hai realizzato, ok?”
Ragazza avvisata mezza salvata.
Era in procinto di rispondere quando entrò in classe l’amico di colui che per ora non doveva essere nominato. Ci salutò amabilmente e poi prese in disparte Cat per chiederle qualche appunto su non so che materia. Nel frattempo rimasta sola mi resi conto che la mia classe quel giorno era miele per orsi, perché entrò Renato, un mio amico delle medie che aveva una cotta per me. Dovevo ammettere che nel tempo era migliorato, ma io per il solito motivo avevo evitato di dargli anche solo la possibilità di chiedermi di uscire.
“Ciao bellissima!”
Esordì con un sorriso enorme e luminoso.
“Ciao Renato tutto bene?”
Risposi meno allegra e luminosa di lui. Mi raccontò del più e del meno e poi passò all’azione.
“Senti io ci provo anche se già penso di sapere la tua risposta. Che ne dici se usciamo insieme sabato prossimo? Niente di impegnativo, una passeggiata, una chiacchiera o due.”
Ed eccola  lì la domanda tanto attesa. Non ero mai stata una fan del “chiodo schiaccia chiodo”, ma pensare di continuare in questo stato nemmeno mi rallegrava.  Alla fine accettai speranzosa che almeno quell’appuntamento avrebbe cambiato qualcosa in me.
Andato via Renato, notai che sia Cat che Michele mi fissavano sorpresi ognuno per un motivo diverso. Fortunatamente poi suonò la campanella e quindi evitai le loro domande. Solo Cat riuscì ad avvicinarsi per sussurrarmi un paio di cose.
“Oggi casa tua: io, tu e due vaschette di gelato.”
Santa Cat e soprattuto santo Gelato.


 

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Capitolo 9
*** Corrispondenze 5 ***


SOLO SCRIVIMI....




 
"Alla fine ho imparato che,
anche nel profondo dell'inverno,
dentro di me regnava un'invincibile estate."
A. Camus





Dietro la mattonella
 09/04/2012



 
Sono un coglione!
Non volevo farti stare male, non ne faccio una giusta con te. Mi dispiace da morire. Con te è così facile parlare e aprirmi, che dico anche cose che non dovrei. 
Sono davvero molto dispiaciuto per tutto questo. Ti sto scoprendo molto simpatica, ironica, dolce e soprattutto sincera. Sei tutto quello che ogni ragazzo dovrebbe desiderare, ma io ho questo pallino continuo e ho bisogno di sapere se lei mi vuole, o in caso contrario di essere rifiutato ufficialmente. Forse non è giusto continuare a scriverci, non voglio che tu stia male, per nessuna ragione al mondo. Tanto meno se è per un cretino come me.
Perdonami se puoi.
Amerigo

 




 
  Diario di Amerigo
12/04/2012




Hey,
non preoccuparti. Ammetto che mi dispiace sapere che sei interessato ad altre persone, ma sono anche contenta che hai qualcuno da amare.
Io starò bene, tranquillo.
Non ne parliamo più e vedrai che andrà sempre meglio. Alla fine era uno dei rischi del conoscerti.
Voglio continuare a parlare con te e, se posso, anche aiutarti, ma ho davvero poche informazioni a riguardo quindi posso solo venirti incontro se hai bisogno di consigli.
Le hai parlato? Ti sei finalmente fatto avanti? Non aspettare troppo o qualcuno prenderà il tuo posto e poi sì che sarà troppo tardi.
Baci






 
“La buona samaritana no cazzo!”
Più che giustificato lo sfogo di Cat, dopo aver letto la brutta copia della lettera lasciata ad Amerigo.
“Cosa dovevo dirgli?”
Domandai esasperata più a me stessa che a lei.
“Beh per iniziare che è un mega-coglione! Che tu ne sei innamorata e che non ti abbasserai ad essere una buona samaritana che lo aiuta a conquistare un’altra ragazza! Porco mondo!”
Restammo in religioso silenzio per alcuni minuti dopo la sua sfogata più che sensata. Avrei dovuto dire io quelle cose.
“Non ce l’ho fatta. Preferisco sentirlo piuttosto che non parlargli affatto. So che mi faccio solo del male gratuito, ma se consolida con quella lì mi arrenderò e lo lascerò stare definitivamente.”
Cat si sedette accanto a me e mi abbracciò. E con gli occhi dolci che solo lei sapeva fare parlò con più calma.
“Sei come una sorella per me, ci tengo più io che lui a te. Devi troncare non appena tutta questa storia si metterà al proprio posto. Per te, non per lui.”
Mi strinse ancora a sé e così restammo per un po’. Non aveva nessun torto, mi avrebbe trattata come un’amica e sinceramente della sua amicizia non sapevo che farmene… Ma avrei preferito quello piuttosto che il silenzio totale.
Era ai ferri corti e priva di ogni speranza, questa situazione mi destabilizzava. A dirla proprio tutta era l’effetto di Amerigo, era lui che influiva sul mio umore e sulla mia stabilità. E la cosa peggiore era che fossi cosciente di quanto sbagliato era tutto ciò, ma nonostante questo continuavo imperterrita a farmi del male.
Purtroppo in quell’occasione il gelato non avrebbe sortito nessun effetto di guarigione.

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Capitolo 10
*** Corrispondenze 6 ***



SOLO SCRIVIMI...







 
Fai rumore nei sogni di qualcuno solo per farlo svegliare felice.
Altrimenti lascialo dormire.
M. Bisotti








   Dietro la mattonella
16/04/2012




Ciao fanciulla misteriosa,
non mi sono ancora fatto avanti. Non saprei nemmeno da dove iniziare. Ogni volta che provo anche solo ad avvicinarmi mi blocco e torno sui miei passi. Non sono abituato ad entrare in ansia, ad avere il cuore a mille quando parlo con le ragazze. Con lei nemmeno mi avvicino e mi sento così.
Beh che raccontarti di lei…È impossibile ignorarla, è dolce, intelligente, insomma è un obiettivo che difficilmente raggiungerò.
L’ho conosciuta 3 anni fa quando ho cambiato istituto, ma già l’avevo vista in precedenza per la città. Non sapevo nulla e mi sconvolgeva, da un annetto a questa parte  qualcosina l’ho scoperta e puoi solo immaginare cosa mi succede. All’inizio era solo attrazione fisica, poi è esploso qualcosa che non so spiegarti. E l’attrazione si è evoluta in qualcosa che non so definirti.
Se le fossi stato alla larga al 100% sarei stato più tranquillo.
Cambiando discorso ci tengo a precisare che voglio poterti assicurare che se tu cambiassi idea io sarei disposto a rinunciare a queste nostre conversazioni epistolari, ma ti prego di informarmi in tempo. Prima che mi affezioni ancora di più a te. Non voglio rovinare la nostra amicizia…che poi siamo amici,sì?

 





“Cretino, deficiente, stronzo…. Amici?! Ma sai dove te la devi mettere l’amicizia!!”
No. Non era Cat, lei ammirava la sua allieva, cioè io, superare la maestra, cioè se stessa.
Mi ero infuriata dopo aver letto la lettera di quel cretino, deficiente, stronzo….
“Io ci tengo a ribadire che non sono pratica di faccende amorose, infatti a Giò l’ho preso in disparte e l’ho baciato come dico io….ma secondo me Amerigo è scemo con il botto. Voglio dire non gli hanno mai insegnato che non si parla della ragazza che ti piace con la ragazza che ti fa la corte?”
Perché risultava lei la calma mentre io ero quella schizofrenica?

“Quel cretino, deficiente, stronzo….ma io sono scema a dargli anche retta. Basta! Vuole essermi amico, bene. Sabato uscirò con Renato e mi divertirò un mondo. Alla faccia sua. E lo bacerò. Sì perché ne ho voglia! E lui pure.”
Cat spalancò gli occhi evidentemente sorpresa dalla mia affermazione.

“Vuoi baciare Renato? Davvero? Dici sul serio? Oh dai Frà puoi avere di meglio!”

“Sì, ma quel cretino, deficiente e”

“E stronzo, sì ci è chiaro ormai. Non puoi farlo per ripicca, non lo verrà nemmeno mai a sapere. Smettila di pensarci e move on..”
Non poteva essere lei la ragionevole tra noi due. Grave, gravissima situazione di capovolgimento.
Renato però poteva distrarmi e farmi divertire, quindi dovevo seguire le giuste vibrazioni che mi inviava e sarebbe andato tutto bene.
Vibrazioni forti e anche fastidiose.

“Vuoi rispondere al cellulare Pieeer?”
 Alla faccia delle vibrazioni di Renato!
Staccai la chiamata, non volendo parlare con nessuno e tornammo in classe.
Quel cretino, deficiente e stronzo me l’avrebbe pagata.








 
                Diario di Amerigo             
20/04/2012




Ciao Amerigo,
ma di cosa hai paura? Non c’è niente, niente , niente di peggio della tua attuale situazione. Non sai se le piaci, non sai se ricambia, non sai se esce con qualcuno, non sai se le piace passeggiare, non sai la materia preferita, se le piacciono di più i cani o i gatti.
Non sai proprio niente.
In effetti non hai molto da perdere.
Invece, se trovassi un pizzico di coraggio magari qualcosa potresti ottenerla. Pensa se lei stesse aspettando che tu faccia una mossa, perché è troppo timida per farsi avanti. Oppure non sospetta minimamente che hai dell’interesse verso di lei. Cosa ci guadagni a restare in questa fase di stallo? Dal mio punto di vista proprio nada. Quindi rimboccati le maniche, se è davvero bella e speciale come tu la descrivi sarà nel mirino di altri ragazzi, che non si faranno scrupoli ad avvicinarsi a lei e a chiederle un appuntamento. Vuoi davvero che accada questo?
Vuoi davvero perdere quest’occasione perchè non “sai nemmeno come iniziare”?
Ne vale realmente la pensa starsene seduti a guardare piuttosto che agire? Forse non ti piace così tanto, forse non sei sicuro di quello che provi, forse ancora non sei convinto al 100% di esserne innamorato.
Perché  da come ne parli potresti esserlo!
Non hai nulla da perdere, ma sarà tutto di guadagnato. Quindi vai Amerigo! Basta un pizzico di coraggio e la paura svanirà in un batter d’occhio.
Aspetto notizie!!!

Ps.: Sabato ho un appuntamento… yeah!
Baci






E vaffanculo Amerigo,và!

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Capitolo 11
*** Corrispondenze 7 ***



                                                                                              Solo scrivimi...




 
A Valentina,
che il sorriso non lasci mai il tuo volto.






Dietro la mattonella
23/04/2012




 
    Incoraggiante fanciulla misteriosa,
    mi hai già sostituito?
Chi è il fortunato ad essere uscito con te? Mi sembra di parlare solo della mia “ispiratrice” e alla fine di te non riesco mai a capirci niente.
Allora chi è questo ragazzo?
Com’è andata?
È divertente?
Ma soprattutto tu ti sei divertita?
Io ho solo brutte notizie. Sarà la primavera, o l’amore è nell’aria ma l’ho vista in giro per la città con un cretino. Sembravano anche molto affiatati.
È  tardi ormai per provarci, oppure no? Sono nel pallone più assoluto. Ho sprecato solo tempo dietro a Michele e alle mie paranoie ed ecco la fine che mi merito.
Tralasciando i miei problemi sentimentali volevo ringraziarti per l’incoraggiamento, avevi ragione su tutti i fronti e starò più a sentire te che Michele, che mi consigliava di assediare la sua classe 24h su 24h. Un tantino esagerato per i miei standard.
Stavolta aspetto io tue notizie!
Amerigo.








Diario di Amerigo
   25/04/2012




 
  Amerigo!
Ma come? Te la sei fatta scappare da sotto il naso? Non ti abbattere, alla fine mica si sta sposando con questa new entry. Provaci, parlale!
Sii uomo, ti ripeto: e se lei aspettasse te? La stai facendo attendere troppo tempo.
Facciamo così domani o oggi a ricreazione le parlerai senza discutere.
Inizierai salutandola e presentandoti, anche se lei saprà benissimo chi sei. Le chiederai com’è stanno andando i test, lei riderà alle tue battute e risponderà cordialmente alle tue domande, anche se le mancherà il respiro e avrà il batticuore. Capirai che le tue paure erano infondate e che lei è davvero una persona che non puoi perdere e la inviterai a mangiare un gelato, perché lei li adora soprattutto in inverno. L’uscita vedrai andrà benissimo, lei sarà felice perché finalmente ti sei fatto avanti e sorriderà ogni volta la guarderai negli occhi. Passeggerete a lungo e la sua compagnia cancellerà ogni traccia di stanchezza.
Con lei sarai libero e sarai te stesso.
Fuori casa sua le chiederai se puoi baciarla e lei non solo apprezzerà che tu gliel’abbia chiesto, ma non indugerà oltre e dirà di sì.
Scoprirai che anche lei non aspettava altro.
Andrà tutto bene.

Baci








“Beh più o meno è andato così il mio appuntamento con Renato, quindi gliel’ho descritto per dargli un’idea.”
Mi stavo per l’ennesima volta giustificando con Cat, la quale non riusciva ancora a capacitarsi del perché io continuassi a dare consigli ad Amerigo. Invece di mandarlo a cagare, sue testuali parole.
“Ti ha baciata fuori casa? Quel marpione…”
Scoppiai a ridere, non si sarebbe avvicinato alle mie labbra nemmeno se fossi stata sotto tortura.

“Oddio no! Ci ha provato ma ho declinato l’offerta, però mi sono davvero divertita con lui. È simpatico, divertente, un gentiluomo di altri tempi, ma non è scattata la scintilla. Per me resta il mio amico delle medie e non riesco a vederlo in modo differente, non so perché.”
Sospirai un po’ sconfortata.

“Oh io lo so perché…. Lui non è Amerigo.”
Ok ok. Ammetto che l’uscita mi aveva distratta, ma mica Roma fu costruita in un giorno solo!

“Se pensi che io sia ancora innamorata degli occhi verdi e della risata di Amerigo ti sbagli. Non sono proprio più interessata a quelle labbra perfette, le braccia forti e nemmeno al suo carattere che sta venendo fuori dalle lettere. Per niente, assolutamente no….oh ma a chi voglio darla a bere.”
Sbuffai alla fine, non ero per niente credibile…

“Ecco appunto, a chi vuoi darla a bere questa storia. Ti piace, forse pure più di prima. E Renato per quanto perfetto e medievale, non ha nemmeno un unghia di Amerigo, quindi è autoeliminato dalla classifica.”
Mi colpii vigorosamente la faccia con la mano, in cosa mi ero cacciata? Chi era  questo angelo che aveva rubato l’uomo dei miei sogni? Ero non disperata, ma frustrata, sconsolata, abbattuta, affranta e il peggio doveva ancora venire.
Me lo sentivo che il peggio doveva ancora giungere dinanzi ai miei occhi. 






Grazie a tutti quelli voi che continuate a seguire la storia, spero vi piaccia : )
Buona lettura!

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Capitolo 12
*** Corrispondenza 8 ***


SOLO SCRIVIMI




 

"I put a spell on you
Because you’re mine
You know I love you."

"You're the cure, you're the pain
You're the only thing I wanna touch
Never knew that it could mean so much, so much...
So love me like you do, love me like you do
!"
Lennox-Goulding







Dietro la mattonella
  28/04/2012
  


 
Dolce fanciulla,
hai capito chi è? Le piace il gelato con questo freddo?  E poi con che titolo mi ci avvicino? Ho pensato di indagare prima su questa uscita che ha passato con quel carciofo. Voglio conoscere il mio nemico e capire che valenza ha per lei, se ha significato qualcosa, se ne è magari veramente innamorata. Non voglio presentarmi a lei sapendo che forse il suo cuore batte per quella  sottospecie di ragazzo. Sembrava divertirsi pure, mannaggia!
A te com’è andato l’appuntamento? Ti è piaciuto?
Raccontami qualcosa di questa uscita, se ti va.
Intanto voglio solo dirti che sono un paio di giorni che non la vedo per i corridoi, non che prima chissà quanto la vedessi! Secondo te passa la ricreazione con quel cretino?
Ti prego dimmi di no!






 
“Stiamo e stai sfiorando l’assurdo! Questo tipo necessita di un dottore, ma di quelli buoni.”
E Cat sfiorava la psicosi.
“Non fa niente di male Cat. Gli serve una mano è ovvio e poi a breve tutta la questione si risolve e io sarò in pace. Intanto fammi questo piacere su!”
Era da un paio di giorni influenzata e non potendo fisicamente consegnare la mia risposta ad Amerigo cercavo di incaricare Cat.
“Te la consegno, ma poi non lo faccio più. Le altre avranno risposta quando torni a scuola ok?”
Secondo lei mi ero ammalata in seguito al troppo stress e alla sofferenza che provavo, ma il gelato mi aveva più che rincuorato per quanto riguardava la sofferenza amorosa. Il vero motivo era il freddo che avevo preso pochi giorni prima, quando avevo deciso di andare a correre e conseguenza di questo evento unico era stato un temporale pazzesco spuntato da “non so dove”.
Era solo acqua e freddo ad avermi causato l’influenza e la febbre, che tra l’altro girava già da un po’ nel mio corpo, non Amerigo e l’amore dannatamente corrisposto, ma non verso me.
Ok forse l’abbattimento era colpa sua.
“È tutto colpa sua!”
Urlò Cat dalla cucina.
Quella ragazza mi inquietava sempre di più.






 
    Diario di Amerigo
30/04/2012


 
Amerigo calmati!
Prima di tutto non so se le piace il gelato e quando lo mangia, quello che ti ho descritto era un ipotetico appuntamento, simile a quello che ho avuto con Renato. Era solo per farti rendere conto del fatto che devi stare rilassato, farti avanti, essere uomo e prendere la situazione per le corna.
Invitala!
A prendere un gelato, una granita, un cornetto caldo, una cioccolata, un niente, ma datti questa possibilità di conoscerla meglio e di persona. Non pensare al carciofo cretino, non hai niente da invidiargli e se si è divertita buon per lei… ma con te sarà tutta un’altra storia! Insomma sei o non sei Amerigo, diavolo!
Sei bello, sei meraviglioso, sei dolce, sei stronzo, ma quel tipo di stronzo che piace da morire, sei intelligente, sei divertente, sei innamorato e ora devi essere anche testardo! Smettila di nasconderti dietro il rifiuto. Lo so non è facile farsi avanti se non si sa cosa ci si aspetta dall’altra parte, ma devi capire se ne vale davvero la pena.
Se è così smettila di scrivermi che non ce la fai e raccontami di come l’hai conquistata.
A presto.

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Capitolo 13
*** Corrispondenze 9 ***


                                                                                              
SOLO SCRIVIMI...


 


A noi che non lasciamo mai chiusa
questa finestra sul mondo.




 
     Dietro la mattonella
    03/05/2012


 
So che ti costa molto dire queste cose, come so che lo pensi davvero. Ogni volta che tu mi incoraggi mi sento bene e poi male. Mi fa sentire male il solo pensare che tu probabilmente mi vorresti ammazzare per la situazione in cui ti ho messo. Io sono dispiaciuto, io so di piacerti e ti metto nella condizione di darmi consigli amorosi, ti assillo perché sono un codardo che scrive alla persona più coraggiosa che possa conoscere.
Perché tu sei stata coraggiosissima a scrivermi e a farti avanti. E questo mi riporta allo stronzo che sono stato e a farmi sentire mille volte peggio.
Hai ragione su ogni fronte. La devo smettere di nascondermi dietro un dito e ti prometto che agirò. E ti racconterò, se vorrai, di come anche io ho trovato un po’ di forza per parlarle.
Però voglio chiederti anche di finirla con queste lettere.
Incontriamoci.
Proviamo ad essere qualcosa di non identificato dal vivo.
Dammi quello schiaffo meritato e poi chiariamoci ancora una volta.
Cerchiamo di capire cosa possiamo essere l’uno per l’altro.
Troviamo un punto d’incontro in questo rapporto.
Che ne pensi?




 
 Dietro la mattonella
05/05/2012


 
Hey,
come stai?
Aspettavo la tua risposta puntuale come sempre, ma non è arrivata.
Forse lo devo interpretare come una risposta negativa o come un’interruzione definitiva della conoscenza?
So che sono contraddittorio, ma mi manchi.
Mi manca la te che scrive e che mi consiglia, che si altera e che mi fa sorridere. È un periodaccio, sono confuso su tutto e incerto anche su che mutande indossare, ma tu ci sei.
O per lo meno c’eri.
Senti lascia stare tutte le stronzate che ho detto sul vederci, se non vuoi non fa niente, aspetterò, ma ti prego non smettere di parlarmi.
Ti aspetto.
Amerigo



 
 Dietro la mattonella
  07/05/2012


 
Porca paletta!
Non rinunciare a me…rispondimi!






“Hey Piff come ti senti?”
L’unica visita assidua era quella di Cat.
Come se mi aspettassi da un momento all’altro che dalla porta potesse entrare qualcun altro a dichiararmi amore eterno.
Era ormai passata più di una settimana e non avevo avuto più notizie di Amerigo, il valore delle persone lo si scopre nei momenti peggiori. A mie spese quando il mio fisico era allo stremo avevo scoperto che tipo era il vero Amerigo: uno strafottente.
Nessun segno che avesse fatto intendere a me o chiunque altro che avesse notato che non gli avevo più risposto, per ovvi motivi.
Nada.
Purtroppo nonostante tutto ogni volta che Cat quasi pronunciava il suo nome il mio cuore partiva all’impazzata verso orizzonti lontani.
“Ci saranno giorni migliori, ma ormai sono pronta per tornare a scuola. Domani sarò dei vostri.”
Di colpo Cat si buttò sul letto e disse qualcosa, ma avendo la faccia contro il cuscino non capì un niente.
“Mi ammazzerai lo so, ma farò di tutto per farmi perdonare. L’ho fatto per non farti stressare ancora di più. Tutta questa storia ti stava facendo impazzire e lui è un cretino che non capisce niente.”
Prese un bel respiro, parlò a raffica e non compresi appieno a cosa si riferisse, ma una vaga idea me l’ero fatta.
“Di che parli Cat?”
Chiesi quasi sussurrando e mio fratello non era nemmeno in giro.
“Amerigo.”
E rieccoci con la corsa forsennata del mio cuore.
“Ti ha scritto due lettere e un bigliettino.”
Mi sedetti sulla sedia per non cadere a terra. Le mie gambe ormai non mi reggevano più. Non mi arrabbiai con lei, sapevo che l’aveva fatto per il mio bene. Voleva proteggermi da qualcosa che io desideravo più di tutto, ma che difficilmente sarebbe stato mio.
“Mi dispiace, volevo dirtelo ieri, ma quando sono arrivata dormivi e piangevi nel sonno. E all’improvviso hai chiamato lui e… scusami.”
L’abbracciai forte forte tanto da toglierle il respiro.
“Mi soffochi Pieeer!”
La liberai dalla stretta e le sorrisi.
“Tranquilla lo so che lo fai per me. Ora però dammi le lettere.”
Non se lo fece ripetere due volte e me le diede.
Le lessi 100 volte e ogni volta non riuscivo a comprendere il vero messaggio che voleva darmi.
Di sicuro non volevo incontrarlo, non dopo quello che mi aveva confessato riguardo la ragazza di cui era innamorato. Non avrei retto un confronto faccia a faccia.
Ero certa però di dover rispondere.
Forse a malincuore dovetti ammettere anche che era arrivato il momento di mettere fine a questa sceneggiata.

 

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Capitolo 14
*** Corrispondenza 10 ***



SOLO SCRIVIMI...





 
"E' ritornato il sole.
Il vento mi parla di cose nuove.
La natura verde si staglia sull'azzurro cielo e mare.
Ed io, come nuova foglia,
ricomincio a respirare."
Primavera






  Diario di Amerigo
  08/05/2012
                                            


 
Ci sono.
Non c’ero.
Ciao Amerigo,
per scriverti quello che stai per leggere ci è voluto molto più coraggio di quello che ho usato per la prima.
Perché se quella era stata pensata per poter iniziare qualcosa con te, questa è destinata a chiudere tutto.
Come ormai già sai l’obiettivo era quello di poterti conoscere, non ambivo a presentarmi come la ragazza dei tuoi sogni, quella che aspettavi, ma volevo farti conoscere anche l’altra parte della medaglia. Volevo dimostrarti che ignorandomi nella vita “vera” ti perdevi qualcosa che poteva piacerti.
Ripeto che non volevo diventare la tua ragazza, ma infondo un po’ ci speravo.
Noi ragazze viviamo sulle speranze per tutta la nostra vita, è quello che ci fa guardare avanti con coraggio.
Poi le carte in tavola sono cambiate. La vita “vera” si è mischiata a quella cartacea, ci siamo conosciuti, ci siamo anche piaciuti in modi diversi. Il piacersi ha comportato fiducia e ciò ci ha condotto ad una verità per me scomoda.
Ero certa che non ci fosse nessuno d’importante per te, come ho detto già qualche lettera fa, se lo avessi saputo non mi sarei mai fatta avanti. Ormai ero in ballo e mi dispiaceva lasciarti in balia dei tuoi dubbi e delle tue insicurezze e quindi ho provato ad avvicinarmi a te come facevi tu, come semplici amici. E per un po’ è andata anche bene, perché pur di non perdere il contatto faticosamente creato con te ero disposta ad aiutarti. Purtroppo però le cose cambiano, i sentimenti si rafforzano, sia i tuoi per questa ragazza, sia -ahimè- i miei verso te.
E non posso reprimerli più.
E non posso far finta di non sentirli.
E non posso più ignorarli.
E non voglio.
Sono troppo intensi e radicati per poterli accartocciare e dimenticare e sinceramente non me la sento di farlo così. Voglio affrontarli, soffrire e poi piano piano provare a superarli per andare avanti.
E arriviamo alle note dolenti.
Non posso più scriverti facendo finta che il mio cuore non batta all’impazzata al solo pensiero che toccherai questi stessi fogli e leggerai ciò che penso.
Non ce la faccio più.
Mi dispiace aver iniziato tutta questa storia facendoti pensare che alla fine ci saremmo presentati di persona. E credimi, all’inizio era questo il mio obiettivo.
Ora è tutto diverso! Non riuscirei nemmeno a guardarti in faccia senza pensare a tutto ciò che ti ho confessato o che si è potuto leggere tra le righe, mentre tu nemmeno mi conosci e mi racconti di lei.
Mi sento così sola e frustrata.
E mi dispiace da morire per tutto ciò.
Spero che un giorno possiamo provare a conoscerci faccia a faccia, con vere strette di mano e riuscire a parlare come due amici di vecchia data. Spero che riuscirai a risolvere con la tua ragazza, già sai che tifo per te.
Abbi coraggio!
Magari riuscirò anche a darti lo schiaffo meritato, chissà…
Penso di aver detto tutto.
Amerigo a me non piacciono gli addii e di certo questo non lo è.
È un arrivederci, un caloroso arrivederci.
A presto.



 



“Sei sicura della tua decisione Pier?”
Che domande erano? Ovvio che no! Non ero decisa nemmeno quando l’avevo scritta, né quando l’avevo ricopiata, tanto meno quando l’avevo lasciata nel suo diario.
“È la cosa giusta da fare Cat. Lo sai, lo so e lo capirà. ”
Presi un respiro profondo e mi riconcentrai sugli esercizi di matematica, quanto li odiavo. Cat tossì, era normale per lei continuare conversazioni per me chiuse.
“Io credo che qualcosa senta per te, tutte e due le te. Solo che è ignorante in materia ed è cretino. Un mix letale.”
Presi un altro grande respiro, era sempre più difficile ricacciare dentro le lacrime.
“Ho fatto il mio meglio e se ho preso questa decisione è perché è la cosa più giusta per me e per lui. Basta parlarne ora.”
Logicamente lei continuò a parlarne anche i giorni a venire, ma io decisi di ignorarla sperando in una sua resa. Purtroppo però lei aveva degli alleati.
Forti alleati.
Persuasivi.
Inaspettati.
Amerigo.
    




    
Dietro la mattonella
11/05/2012




 
Adesso posso capire.
Non ti scriverò molto, perché la tua ultima lettera racchiudeva tutti i motivi più validi per non avere più niente a che fare con me, ma sappi che tutto ciò mi rende anche il tuo miglior interlocutore.
Ho solo tre cose da porti sotto esame e vorrei ci riflettessi per bene:
- Spero Renato non ti abbia baciata.
- Se l’ha fatto gli spacco la faccia, perché sono fottutamente geloso.
- Non mettermi da parte.
L’ho capito che ti senti sola e la colpa probabilmente è tutta mia, la situazione mi è sfuggita di mano. E ne ho perso il controllo. E mi dispiace. E sono un enorme coglione, ma non per questo devi chiudere tutti i rapporti con me.
Hai ragione le cose cambiano e lo fanno così in fretta che nemmeno ce ne rendiamo conto. E pensiamo di essere innamorati di una persona per poi scoprire che non è ciò che proviamo, perché subentra qualcosa di più forte verso chi non era nemmeno oggetto di simpatica. Cambiano così drasticamente che ti trovi ad essere innamorato della stessa persona senza nemmeno saperlo…
Ti prego dammi una possibilità.
L’ultima che ti chiedo e giuro che questa non la manderò a puttane.
Ma ti prego, pensaci.

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Capitolo 15
*** Corrispondenza 11 ***


SOLO SCRIVIMI...





 
"Ora, mi sento come se
stessi aspettando qualcosa
che non arriverà mai,
perchè adoro illudermi e
sperare, ti senti più vivo
mentre lo fai."
C. Bukowski






  Diario di Amerigo
14/05/2012




 
Io non penso di essere innamorata di te.
Io lo sono.
Cretino.






 
 
“Breve e concisa.”
Cat “la sarcastica” era la nuova Cat che si impegnava con tutta se stessa a rompermi le cosiddette scatole. Era diventata a dir poco assillante e ripetitiva e prima o poi l’avrei mandata dove ormai aveva dimora fissa mio fratello Davide.
Forse più prima che poi.

“Senti Cat e giuro che non te lo ripeterò più. Sono molto stufa di tutta questa pagliacciata. Mi hai perforato i timpani cercando di convincermi a lasciarlo perdere e ora che finalmente, porco cazzo!, ho un motivo per farlo e voglio farlo…TU che fai? Inizi la tua arringa a suo favore? Davvero? Metti in pace la coscienza e il cervello per favore! Perché io sono stufa.”
Non avevo nemmeno alzato la voce.

“Faccio tutto questo perché tu non riesci a vedere oltre il tuo naso!”
Esplose anche lei, ma nessuna aveva ancora iniziato ad urlare.
Per fortuna.

“Cosa dovrei vedere? Gli piace un’altra, ne è innamorato. Cosa altro cazzo dovrei vedere?”
Ecco iniziavano le urla.
Ma inaspettatamente lei non ricambiò.

“Che chiede a te di dargli un’altra possibilità, ti prega di non metterlo da parte, ti vuole incontrare, ti confessa che è confuso. E la confusione è ovvio che gliela crei tu!”
Mi buttai esausta sul letto. Sospirai pesantemente.
Non ce la facevo più con questa storia.

“Cosa dovrei fare? Non voglio essergli amica. Io lo amo. E non amo tutti i miei amici.”
Mi coprì il volto con il cuscino, ammettere ad alta voce di amare qualcuno era la prova definitiva e tangibile dell’accettazione di quel sentimento.
E l’accettazione era anche il primo passo verso la guarigione.

“Non esserlo. Incontralo, fai qualcosa che ti metta nella posizione di scegliere che ruolo avere. Non fartelo affibbiare. Ora che sai che potrebbe volere un’altra, cerca di capire quanto desidera conoscere veramente te e valutare se ne vale la pena.”
Era facile parlare per lei.
Lo era per tutti.
In quale casino mi ero cacciata.






 
                           Dietro la mattonella                     
16/05/2012



 
E io lo sono di te.
Il 27 maggio ho la finale di tennis. Mi farebbe piacere se tu venissi.
Ti riconoscerò, ormai riesco a farlo anche quando sei tra la folla.
Se non dovessi essere presente capirei la tua scelta, non la condividerei, perché ammettilo ancora una volta che sono bello, intelligente etc. etc.! :P
Insomma io ti aspetterò per chiarire. Tutto e definitivamente.
E tanto per essere chiari:
Sono fottutamente, completamente, irrimediabilmente innamorato di te.

Amerigo








“Oh cazzo.”
E di nuovo non era Cat.
Eravamo insieme nel bagno ed era sua sola abitudine ormai controllare la mattonella. E logicamente fu lei a consegnarmi il biglietto/lettera/invito.
E il “”oh,cazzo” era fuori uscito proprio da me medesima.
Come faceva a riconoscermi?
Per riconoscermi vuol dire che mi conosceva?
E come cazzo mi conosceva?
“Oh porca merda.”
Ancora io sì.

“Beh almeno hai smesso di dire cazzo.”
La sarcastica sempre presente gongolava da morire.
.
“Oh porco merda di cazzo!”

“Stai diventando scurrile Pier, smettila!”
Aveva pienamente ragione. La dovevo smettere. Mi ricomposi esteriormente, ma nelle mia testa le parolacce danzavano il tip tap.

“Come fa a conoscermi?”
Chiesi più o a me stessa che a Cat, ma lei ovviamente rispose.

“Lui ti ha scritto che ti ama e tu pensi al come ti ha scoperta? Sei fottutamente strana tu… E comunque non ne ho idea, ma grazie Apollo per averci dato questo segno divino! È una buona cosa no?”
Domandò a me, non a se stessa.

“Io non ne ho idea.”
Zero idee, vuoto, nero, buco nero, vuoto assoluto.

“Allora che pensi di fare, ci vai?”
Domanda da un milione di dollari a cui io avevo già la risposta più che pronta.

“Col cazzo che non ci vado. Voglio vedere cosa è capace di fare per la me che pensa di aver riconosciuto e che crede di amare.”
Sì che ci sarei andata.
Non me lo sarei perso per niente al mondo.
Ecco l’ultima occasione che stava cercando e speravo ardentemente che sapesse sfruttarla bene.
Ero troppo curiosa per non andare.
E troppo masochista per non perdermi lo show in diretta.
Ma sopra ogni cosa ero troppo innamorata per non rivederlo ancora una volta. Fosse stata anche l’ultima.

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Capitolo 16
*** Aspetto te. ***


SOLO SCRIVIMI...





 
 
 
"Quanto tempo che è passato
senza che me ne accorgessi
quanti giorni sono stati
sono stati quasi eterni
quanta vita che ho vissuto inconsapevolmente
quanta vita che ho buttato
che ho buttato via per niente...
"
Noemi



 



Mi mancava.
A tutti gli effetti quei giorni senza lettere o comunque senza un minimo contatto con lui erano i veri primi giorni di lontananza.
Non osavo nemmeno pensare lontanamente a cosa mi sarebbe successo se fosse andato tutto a puttane.
Avrei sofferto come un cane abbandonato sul ciglio di una strada.
Chissà lui come stava?
Se gli mancavo o erano solo stronzate e si era già abituato alla mia assenza.
Tecnicamente lo vedevo ogni giorno per i corridoi, ma a me sembrava stesse più che bene. Rideva e scherzava con gli amici, solo io la vivevo come un abbandono.
10 lunghi giorni, non sarebbero passati con facilità. Lo sapevo questo, ma vederlo pascolare felice li rendeva inesorabilmente ancora più lenti e infelici.
E Cat aveva smesso di parlarne, a volte la beccavo a fissarmi sorridendomi, ma quando le chiedevo se dovesse dirmi qualcosa ritornava quella di sempre. Non aveva più nominato Amerigo, nemmeno per sbaglio. Neanche un singolo accenno al 27 Maggio, o alle lettere o a qualsiasi altra cosa riguardasse il suo compagno di classe.
Dissolto nel nulla l’argomento: “La fine è vicina”.
E se non ci fossero state le sue risposte, tutto scritto nero su bianco, avrei facilmente giurato di aver sognato tutto.
Che poi dovevo aspettare quella fatidica domenica per sapere se vivevo un sogno o un incubo. Ero sicura di non aver mai lasciato trasparire nessun indizio sulla vera me, quindi non mi capacitavo sul come avesse anche solo lontanamente pensato di riconoscermi. Era impossibile. Improbabile. Un sogno.
Quindi la domanda sorgeva spontanea: per chi diavolo mi aveva scambiata? Si era innamorato della me che scriveva, ma quale volto aveva associato ai miei sentimenti?
I giorni passavano lenti e inesorabili, la mia pazzia aumentava proporzionalmente alla lentezza dei giorni e a peggiorare il tutto era subentrato anche Renato. Forte dell’appuntamento trascorso insieme pensava ci fosse la possibilità di avere una replica, ma più volte e gentilmente gli avevo risposto negativamente. Fin quando un giorno non venne a scusarsi per l’insistenza nei miei confronti, ignaro che fossi fidanzata.
Capirete al volo perché assunsi una faccia di caiser...Io non ero per niente fidanzata con nessuno.
Cioè avrei voluto, ma la storia era lunga e non l’avrei spiegata a lui.
“Scusa chi te l’ha detto?”
Chiesi scioccata e sorpresa.

“Questo non posso dirtelo se no mi vedrai appeso sulla luce della direzione. E non scherzo! Tralasciando le minacce so perché questa persona è venuta a parlarmi e a espormi un po’ i suoi piani su di te. Non sono per niente male, lasciatelo dire. È fortunato questo già lo sa e se ti torce un capello finisce lui appeso.”
Perché per me il suo discorso era giapponese? Non capivo di chi diavolo stesse parlando e riguardo cosa.

“Io…Senti Renato io non ci capisco più niente, io non sono fidanzata, non ho proprio nessuno e lungi da me averne uno ora come ora. Già te l’ho ripetuto tempo fa, so solo che ti voglio come amico, com’è stato fino ad oggi se per te vabbene.”
Rimettere le cose in chiaro era la mia filosofia di vita da un paio di giorni a questa parte.

“Oh ma lo so bene! Dai tempo al tempo e tutto avrà senso Pierfra. Amici?”
E allungò la sua mano verso la mia, la strinsi titubante.
Qui qualcuno tramava qualcosa e l’unica a non saperlo ero proprio io!
Scanagliare Cat era improbabile, muta com’era diventata, ma con l’amico d’infanzia di Amerigo, Michele, qualcosina avrei potuto saperla, visto che nell’ultimo periodo parlava sempre fitto fitto con Cat. Quella pazza stava progettando qualcosa.
Così a meno cinque giorni dalla data X durante la ricreazione entrai nell’aula posta di fronte la mia, che purtroppo conoscevo fin troppo bene. Volsi lo sguardo direttamente verso i posti che già in segreto avevo frequentato. Tutti mi fissavano, Cat compresa che mi aveva seguita nella sua classe in un silenzio quasi tombale. Amerigo e Michele mi guardavano sorpresi, soprattutto l’ultimo quando gli chiesi se poteva uscire per parlare un attimo. Lanciò uno sguardo terrorizzato verso l’amico di banco e poi si alzò.
“C-certo Pierfrancesca. Usciamo.”
Mi tirò per un braccio e mi portò vicino la scala anti-incendio.
Adesso dirigeva lui il gioco? Mi allontanai bruscamente e iniziai l’opera di estorsione.
“Allora parla! So già tutto, confessa e facciamola finita.”
Sgranò gli occhi e si appoggiò al muro dietro di lui.

“Sai tutto? Come sai tutto?”
Chiese quasi sussurrando. Ma cosa combinavano questi due?

“State tutto il giorno a parlare fitto fitto. Anche uno scemo se ne sarebbe accorto. E poi perché dite in giro che ho il ragazzo quando non è così?”
Gli puntai un dito contro, nei film funziona sempre!

“Beh è parte del piano lo dovresti sapere...no!?”
Un piano? Che piano?! Alle mie spalle??!

“Scusami Pier cosa sai?”
Domandò notando la mia faccia sperduta e fin troppo sorpresa, per una che sosteneva di conoscere questo grande piano.

“Che state tramando qualcosa tu e Cat alle mie spalle.”
Per non dire nostre, perché se c’era Cat di mezzo sicuro in qualche modo l'obiettivo era anche Amerigo.
Tirò un sospiro di sollievo. Un palese sospiro!

“Ma dico io sei scemo? Pronto?! Sono qui! Che ti sospiri!!”
Sbuffai contrariata dalla sua pacatezza appena riacquistata.

“Io e Cat non progettiamo nulla, facciamo solo amicizia e mi confida delle cose sue.”
Era scemo.

“E il piano di cui parlavi?”
Incastrato bello mio! Ero una detective nata, lui però non si scompose.

“Ho parlato io con Renato, perché Cat mi ha chiesto di tenerlo alla larga. Questo era il piano. Ti tormentava e mi ha chiesto di parlargli dicendogli che hai un ragazzo e il resto penso lo sai.”
Cazzo non faceva una piega.

“E perchè non mi ha detto nulla?”
Domandai al ragazzo che mi stava di fronte come se lui fosse onnisciente e sapesse tutto.

“Che ne so io. Mi ha chiesto un favore che potevo farle e l’ho fatto, suppongo ti saresti incazzata se lo avresti saputo.”
Vero. Tutto vero, le avrei tirato ogni ciocca dei capelli. Lasciai andare il sospettato numero due e feci cadere tutte le accuse. La mia paranoia rasentava l’assurdo. Questo era certo.
Dovevo rilassarmi e non pensare sempre e continuamente alle stesse cose, alla partita, a quello che mi aspettava insomma.
Oh mio dito avevo l’ idea fissa che tutto sarebbe andato male e cosa avrei fatto io alla fine di tutta questa storia?
Schifo.
Inesorabilmente schifo.

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Capitolo 17
*** 27-05-2012 ***


SOLO SCRIVIMI...





 
A Pasquale ed Angela,
senza di voi davvero non sarei qui.
E a te, compagno di altre mille avventure.








27 – MAGGIO – 2012
 



Ed era arrivato. Inesorabile e lento ma era giunto anche il fatidico giorno della finale. Fortunatamente essendo anche gli ultimi giorni di scuola di compiti non ne avevo da fare, questo mi permetteva di vivere appieno l’ansia! Avevo occupato il pomeriggio con la televisione, i libri, le pulizie e in ultimo avevo messo libri e cd in ordine alfabetico. Tutto pur di avere la mente occupata!
La finale era alle 19, così un’ora prima iniziai a prepararmi, non perché fossi lenta, ma perché ormai non sapevo che altro fare quindi preparai un bagno caldo ormai fuori stagione. Mi lavai accuratamente i capelli pieni di polvere e mi vestì. Cat era sparita per tutto il pomeriggio, aveva solo mandato un messaggio chiedendomi di vederci direttamente fuori il campo sportivo un po’ prima. Nonostante mi ero anticipata con i tempi arrivai con un quarto d’ora di ritardo, infatti la trovai già seduta sugli spalti intenta a mimare qualcosa a Michele seduto nella sua postazione di arbitro.
Ma non doveva seguire che so magari la partita? Logicamente però notai che ancora non era iniziata.

“Buh!”
La feci sobbalzare e mentre io ridevo di gusto lei mi fissava con sguardo truce.

“Ma dico io un po’ di anticipo no?”
Chiese alterata, sbuffando mi sedetti accanto a lei e mi sfilai il giubbino. Il bagno bollente più le temperature quasi estive mi avevano resa infuocata.

“Perché aspettavano me?”
Riprovai a farla sorridere ma evidentemente qualcosa l’impensieriva, scrisse un messaggio veloce e poi mi rivolse la sua completa attenzione. Mi dovevo scusare pure.

“Scusa! Non mi sono accorta dell’ora e ho impiegato tempo ad asciugare i capelli… chiedo venia!”
Fortunatamente mi sorrise lievemente senza dire nulla, non feci in tempo a chiedere spiegazioni che i due finalisti entrarono in campo.
Amerigo era bellissimo, con la tuta blu, che come avevo scritto anche a lui gli donava maledettamente. Abbassai lo sguardo intimorita da ciò che provavo in quel momento, era la svolta decisiva: o davvero mi aveva scoperto e allora tutti i nodi sarebbero stati sciolti, oppure ne sarei uscita a pezzettini minuscolissimi. Cat era più agitata di me e questo la diceva lunga sulla svolta che stava prendendo tutta questa vicenda.
Amerigo giocò la partita migliore che potesse, fu davvero impeccabile, attivo su ogni lancio anche quello che palesemente era fuori. La tenacia dimostrata gli aveva fatto guadagnare non solo la vittoria, ma anche i complimenti dell’arbitro e del presidente della confederazione. 
Un successo sotto ogni punto di vista!
Dopo la consegna dei premi e le duemila foto fatte con sponsor, le fan (tutte ragazzine viscide che si strusciavano addosso!), e il presidente fu libero. Solo allora, lontano dalla folla di gente che lo circondava, potei intravedere lo sguardo felice e rilassato che aveva. Ero davvero contenta ed emozionata per lui, aveva raggiunto il suo obiettivo poteva solo essere felice fino a toccare le stelle. E tutta questa allegria non capivo cosa c’entrasse con il provare a me, o alla me delle lettere, che lui ci aveva scoperte. Poteva scegliere un giorno migliore, più tranquillo, meno caotico così che potesse godersi appieno i festeggiamenti.
Che poi a nessuno era chiaro come volesse dimostrare la sua “conoscenza”!
Aspettai sugli spalti con Cat fino alle 22, ma nessun segno divino o umano si palesò davanti ai nostri occhi. Oddio il custode un po’ mi spaventò, ma la notizia bomba che ci portò era che il centro stava per chiudere.
Ergo dovevamo sloggiare.
Ergo me ne sarei andata a casa.
Ergo vaffanculo Amerigo!
Presi il giubbino e me lo infilai, prima di incamminarmi colpì la spalla di Cat per farle spostare l’attenzione dal cellulare a me. Non avevamo parlato granchè, si limitava a stringere tra le mani il suo telefono e a volte la sentivo imprecare silenziosamente verso il suo interlocutore. Le avevo chiesto se andava tutto bene e lei si voltò verso di me sorridendomi e annuì.
Un sorriso naturale e sincero come una banconota da 3 euro!
Mi arresi anche con lei, se voleva raccontarmi cosa le stava passando per la vita sapeva di poterlo fare e di certo non l’avrei assillata per farmelo raccontare. Le davo i suoi spazi e i suoi tempi.
Che brava amica che ero!

“Cat io torno a casa, già adesso mia madre mi ammazza per il ritardo. Ci sentiamo domani no?”
Parlare con un muro avrebbe portato risultati maggiori.

“Vabbè io vado ciao eh!”
Un po’ incazzata mi incamminai verso l’uscita, quando sentì dei passi rincorrermi.
Sinceramente ero convinta fosse Amerigo, resosi conto che l’avevo atteso fino ad ora, aveva preso coraggio per dichiararsi una volta scoperto che ero la “fanciulla misteriosa.” Nonostante lo scetticismo ci speravo che mi scoprisse, così l’avremmo finita una volta per tutte. Nel bene e nel male.

“Pier! Dove vai?”
Cat.
Tranquilli voi e tranquillo cuore era solo Cat.
Mi voltai per fissarla, era preoccupata.

“Non mi hai sentito poco fa?”
Le chiesi conoscendo già la risposta, infatti a prova di ciò lei abbassò lo sguardo. La tecnologia avrebbe finito per ammazzarci tutti!

“Devo tornare a casa. È tardi! Ci vediamo domani Cat e per favore posa questo telefono e digli di vedervi di persona!”
Le andai incontro e l’abbracciai, per lei ci sarei sempre stata speravo lo sapesse. Mi incamminai ancora una volta verso casa, ma la mia amica non voleva saperne proprio di farmi evitare una mega discussione con la mia genitrice.

“Pier. Aspetta, io… mi sto sentendo con Michele!”

Mi voltai immediatamente.

“Michele? Michele il tuo compagno di classe? E Giò? Non stavate quasi insieme!”
Diedi voce ai miei pensieri, cosa stava combinando questa pazza! Giò non era Amerigo, che ti faceva credere che avesse compreso chi diavolo lo amasse alla follia, Giò era un ragazzo d’oro!

“No scusa non è vero, l’ho detto per farti restare. Io…Mi dispiace per stasera, non ho parole. Non doveva andare così. Non so cosa dirti per farti sentire meglio…”
Vederla realmente dispiaciuta, con quasi le lacrime agli occhi, quelle stesse lacrime che a casa sarebbero scivolate sulle mie guance, mi strinse il cuore.
Maledetto il giorno in cui iniziai quella pazzia!
Mi avvicinai di nuovo a lei e la riabbracciai, stavolta fu più sveglia e ricambiò quell’unione che non si sarebbe mai sciolta.

“Hey ho fatto il possibile. Se non è qui vuol dire che non aveva capito che fossi io e mi consolo pensando alla figura di merda che avrà fatto con qualcun altro. Ne usciremo vincitrici sempre, Cat ti voglio bene questo conta davvero per me.”
Sciolsi l’abbraccio e solo per un attimo incrociai gli occhi azzurri che avevano intrappolato il mio cuore.  Amerigo era infondo il selciato e la sua mano era stretta in quella di una ragazza dai capelli rossi. Gli accennai un sorriso che lui non ricambiò, guardai Cat augurandole una notte serena  e poi mi voltai diretta altrove.
Mi allontanai nascondendo le lacrime, magari lei avrebbe dormito anche per me. Iniziai a camminare velocemente verso casa, mischiai lacrime con vento e singhiozzi, fiato corto, fitte al petto. Il dolore mi aveva raggiunto prima di quanto pensassi e più ero lontana dal centro sportivo più aumentava.
I battiti erano incontrollati, i singhiozzi rompevano i miei respiri troppo accelerati, le lacrime scendevano copiose e non avevo forze per fermarle.
Mi sedetti su una panchina del parco, dove potevo ancora ammirare la gente del paese prendere parte alla festa dedicata al patrono. Non potevo tornare in quello stato a casa, dovevo calmarmi e distrarmi. Ero cosciente del fatto che poteva andare come in una fiaba o come in un incubo, si era sciolto ogni nodo nel modo peggiore per me. Come diavolo mi ero fatta ingannare!
Come una stupida ci ero cascata con tutte le scarpe e poi perché quella ragazzina non gli aveva chiarito che lei non sapeva nemmeno scriverle le lettere. La tortuosa ascesa ad Amerigo si sarebbe interrotta quella stessa sera, non c’era modo di interagire con lui e non era nemmeno più il caso.
Alla faccia del non pensarci.
A peggiorare l’umore si mise anche il “dj” della festa facendo partire un lento strappalacrime: Stay with me di Sam Smith. Quanto avrei dato per far sì che lui stesse accanto a me e non solo quella sera a causa delle lettere, ma a prescindere da tutto. Le classi poste uno difronte l’altra, amici in comune e nemmeno una frase di senso compiuto scambiata di persona, ma  presa a parole e trattata peggio anche per iscritto, mi chiedevo perché non mi fossi fermata prima! Già da quando lui aveva menzionato la ragazza per cui aveva una cotta, forse era proprio quella ragazzina che non ci ha pensato due volte per cogliere la palla al balzo. Ora dovevo essere felice per lui?
Nonostante le temperatura già quasi estive il venticello di pochi attimi prima si era intensificato, così mi raggomitolai su me stessa e misi le mani nelle tasche della giacca che indossavo.
Una tasca era piena. C’era qualcosa dentro e quando lo estrassi rimasi letteralmente paralizzata sul posto, con il respiro mozzato, il cuore a mille e la testa che girava vorticosamente.

Tra le mie mani avevo una lettera di Amerigo.

 

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Capitolo 18
*** Epilogo! ***



                                                                                                     SOLO SCRIVIMI...  







 
Al mio Amerigo personale,
con te mi sento sempre a casa.

A voi.
Non smettete mai mai mai mai di sognare.









                                                                                        GIACCA DI PIERFRANCESCA


 
Dolce Pierfrancesca.
Mi fa strano ora scriverti sapendo che sai che so.
Cioè tecnicamente ancora non sai. Ti spiego brevemente così che tu possa avere un quadro generale, farò in fretta perché ho voglia di vederti.
So che tu sei tu da quando sei uscita con Renato, l’unico indizio che mi hai dato tra l’altro e su cui Michele sapeva un paio di cose viste in classe tua. Ho fatto un paio di calcoli e sono risalito a te. Da quel momento ho capito chi mi scriveva e tu sei molto più di tutto quello che mi hai trasmesso, che mi hai fatto intendere e di certo non passi inosservata! Ho avuto il sorriso in faccia per giorni, ma dall’altra parte sarei voluto correre da te e starti accanto nonostante la febbre. Sarei venuto a bussare alla tua porta di casa e di classe se Michele non mi avesse fatto pensare che il mio incontro con te doveva avere un luogo e un’occasione speciale. Perché come andrà andrà questa sera la mia vittoria sarai tu.
Tu sei più di tutto e ti amo.
Volevo dirtelo di persona la prima volta, ma dovevo guadagnarmi la tua partecipazione alla serata della finale, ma dalla prima volta in cui l’ho scritto-detto-pensato è stato un escalation. Non sono riuscito più a smettere di dirlo o di pensarci.
Questa te l’ho messa in giacca all’uscita senza che te ne accorgessi (chissà a cosa pensavi!), ho notato che quando torni a casa da scuola  ormai non la metti più, ma stasera spero e credo tu la indosserai. Non sei così sprovveduta. E spero tu possa leggerla mentre gioco, così saprai che ogni punto è dedicato a te e fatto pensando a te.  E se dovessi vincere la mia vittoria è tua e se invece dovessi perdere mi consolerai con un sorriso.
Hai il sorriso più bello e contagioso che i miei occhi abbiano mai potuto vedere.
Voglio incontrarti Pierfrancesca e dare finalmente inizio a qualcosa di nostro, di vero e di vivo. Ti voglio abbracciare e dirti che sei bellissima e confidarti un segreto, poi mi voglio scusare per tutte le stronzate fatte e dette e alla fine se vorrai mi darai il famoso schiaffo.
Se nella confusione generale dovessi perdermi di vista io ti aspetterò negli spogliatoi.
Entra ad occhi chiusi! I miei occhi vedono solo te, ovunque.
Ti aspetto.
  Il TUO Amerigo.
 



L’avevo riletta 5 volte prima di rendermi conto di ciò che aveva scritto.
Amerigo sapeva chi fossi e mi aveva scritto che mi amava.
Ma allora quella ragazzetta vicino a lui chi era?
Scattai in piedi come fulminata e chiamai Cat.
Tremando sbagliai numero ben tre volte, alla quarta rispose.

“Cat Cat Cat sei ancora li?”
Le urlai nell’orecchio per sovrastare la musica e anche un po’ per l‘euforia.

“Pier lui sa chi sei!!! Ti sta cercando, corri a prendertelo!”
Urlò di rimando la mia migliore amica di sempre, le avrei fatto un regalo enorme. Chiusi la chiamata e iniziai a correre, ripercorrendo la strada fatta pochi attimi prima, ma con il sorriso a sostituire le lacrime, un cuore partito a mille per gioia e la testa ormai già ancorata al pensiero di Amerigo.
Non mi ero nemmeno fatta dare il suo numero, avrei potuto chiamarlo, scusarmi per la fuga, per vederci e poi l’avrei baciarlo fino a quando non avremmo esaurito il fiato. Mentre fantasticavo correndo mi squillò il cellulare, lo presi al volo senza leggere il mittente.

“Pronto! Chiunque tu sia non posso parlare, devo correre e il fiato mi serve, richiamami tra due orette se è proprio necessario se n-”
Mi interruppi quando dall’ altro lato sentì una risata cristallina che fece fermare drasticamente la mia corsa. Ero arrivata fuori scuola, vicino il centro sportivo in pratica, mi ero immobilizzata all’incrocio.
Io quella risata la conoscevo eccome.

“A- Amerigo?”
Sussurrai incerta, era stato più furbo di me a farsi dare il numero.

“Sì sono io, corri alla velocità della luce porca paletta.”
Il mio cuore sussultò, la sua voce risultò già così familiare al mio udito e una scarica lieve di brividi mi pervase. Mi appoggiai con la schiena al muro e sospirai.

”Fino a due anni fa ero nella squadra di atletica…Senti io forse mi devo scusare con t-“
Mi interruppe per l’ennesima volta con la sua risata, stavo per perdere le forze se continuava così.

“Dove sei? Ti raggiungo e parliamo di persona, basta con le conversazioni lontane. Voglio guardarti negli occhi.”

Trattenni il respiro. Oddio! L’avrei visto di fronte a me, a parlarmi, sì decisamente sarei svenuta prima.

“Io sono di fronte scuola.”
Sussurrai come se fosse un segreto di stato, ma in realtà avevo il fiato corto.

“Oh ma anche io…Eccoti!”
Mi voltai lentamente verso destra e me lo ritrovai davanti. In pratica stavamo percorrendo la stessa strada!
Era splendido con quella medaglia al collo e il suo sorriso a incorniciargli il volto. La stanchezza e la spossatezza furono sostituiti da una scarica di adrenalina che il solo guardarlo mi aveva scaturito.

“Ciao…”
Pronunciai augurandomi che il coraggio acquisito non mi avesse abbandonato. Amerigo sorrideva, un sorriso sincero e contagioso, non a caso iniziai anche io ad accennare una lieve inclinazione delle labbra. Era rilassato, si notava ad occhi nudi, oserei dire che fosse già a conoscenza di quello che avrei voluto dirgli.

“Ciao a te. Finalmente sei qui.”
Si avvicinò prendendomi le mani, quel tocco così dolce e gentile mi fece sciogliere letteralmente. Fu evidente che mi rilassai anche io a mia volta grazie soprattutto al suo tocco caldo.

“Ehm scusami! Ma la lettera l’ho letta solo poco fa, ti ho aspettato poi ci hanno cacciato perché il campo stava chiudendo. Io… sono una frana in queste cose!”
Sputai tutto fuori in un solo colpo e subito potetti sentirmi più sollevata. Ora toccava a lui spiegarmi giusto una ventina di cose!

“Ed io più frana di te, ti aspettavo negli spogliatoi e più il tempo passava più credevo che fossi andata già via. Poi è venuta la sorellina di Michele a chiamarmi dicendomi che tu stavi fuori, ma ero così abbattuto che non le ho creduto. Ero convinto che avessi cambiato idea su di  me. Invece tu eri lì.”
Vidi nei suoi occhi un lampo di tristezza, sostituito poi da tanta gioia nel vedermi lì accanto a lui.

“Beh eccoci qui.”
Una frase molto d’effetto davvero, ma ero in serie difficoltà. Per me potevamo già baciarci, non c’erano altre questioni aperte, ma evidentemente lui non la pensava come me.

“Francesca ascoltami: sono enormemente dispiaciuto per come è iniziata questa storia, sono stato un stronzo e non meritavo nemmeno il tuo perdono, ma sono felicissimo che tu me l’abbia concesso.”
Mentre lui si scusava dispiaciuto, io pensavo a quanto fossero sexy le sue labbra nel pronunciare il mio nome, ero un caso clinico senza cura!
Che poi nessuno mi chiamava solo Francesca, avevano tutti dei diminutivi per me, ma lui poteva chiamarmi anche palla di pelo e ne sarei stata più che felice.

“Devo confidarti un segreto. La ragazza di cui ti ho tanto parlato eri tu.”

Ritornai sulla terra ferma e spalancai la bocca e gli occhi. Io? La me che non guardava nemmeno per sbaglio?? Proprio io?
Notando il mio evidente stupore subito ricominciò a raccontare.

“Ti ho spiegato perché non mi avvicinavo, tu mi scombussoli tutto. Ho scoperto che eri tu per colpa di quel Renato, ma prima non avevo idea che foste la stessa persona. Mi hai fatto innamorare di te due volte.”
Mi avvolse tra le sue calde braccia, il mio cuore esplose di gioia, non c’erano molte parole per descrivere cosa avveniva dentro di me.

“Amerigo ti amo.”

Mi regalò uno dei sorrisi più belli: c’era amore, felicità, serenità, allegria, dolcezza. Tutto quello che avevo sempre cercato e che finalmente potevo definire mio.
In attimo eliminammo tutte le distanze e le nostre labbra si toccarono. Prima delicatamente, poi con avidità.
Aspettavamo quel momento da anni e finalmente era nostro.
Il suo sapore era inebriante, ero già stordita per le rivelazioni ma con quei baci capitolai, priva di difese con il cuore aperto verso questo ragazzo unico. E mio.
La sua stretta non si affievolì nemmeno quando ci staccammo privi di fiato, ma restammo a fissarci e a comunicare con gli occhi, i sorrisi e i nostri respiri identici.

“Ce l’abbiamo fatta alla fine.”
Ci voltammo contemporaneamente verso Michele e Cat che ci guardavano, stavano tornando a casa e ci avevano trovato lì abbracciati.

“Ho avvisato tua mamma che resti a cena da me, le ho detto che ho discusso con Giò e che ho bisogno di te. Non mi ringraziare!”
Continuò Cat sorridendo felice e gioiosa, invece la ringraziai mentalmente ricordandomi di farle davvero un bel regalo per natale, o per il compleanno.

“Con un paio di imprevisti ma ce l’abbiamo fatta, sì.”
Concluse sorridendo Amerigo e rafforzando la stretta intorno ai miei fianchi. Mi voltai di nuovo verso di lui e riprendemmo a baciarci, era una calamita per me e ora che avevamo iniziato sarebbe stata dura smettere.

“Oddio ora iniziano a baciarsi ovunque.”
Quasi urlò Michele iniziando a incamminarsi verso casa, seguito a ruota da Cat.

“Già bleah…Trovati una ragazza Michele! Così la smetti di lamentarti quando siamo in compagnia.”
Gli rispose Cat ridendo a crepapelle, io e Amerigo ci staccammo un attimo per ridere dei loro battibecchi continui ed esilaranti.

“Ho sempre creduto che starebbero bene insieme, non credi?”
Mi chiese Amerigo sorridendo, in effetti quei due erano uno spasso e sapevano divertirsi insieme, ma Cat aveva Giò e sembrava abbastanza presa.

“Cat frequenta Giò, devo ammettere che una volta conosciuto non si sopporta molto.”
Diedi voce ai miei pensieri e nell’attimo successivo vidi gli occhi di Amerigo illuminarsi di una strana luce, una simile a quella da “guai in vista” di Cat.

“No! Non ci immischieremo nei fatti loro, non esiste.”
Lo anticipai sperando di chiudere il discorso prima ancora che fosse iniziato, ma ti pareva che mi avesse prestato ascolto?

“Io non ho detto niente! Ho solo pensato che insieme sarebbero una bella coppia, tutto qui.”
Mi tranquillizzò con uno sguardo di chi la sapeva lunga, lasciai correre ero troppo felice per indagare su i suoi piani.
Mano nella mano ci incamminammo di nuovo verso il parco, per stare insieme ancora un po’ e cominciare finalmente a goderci questa nuova unione.
Ancora incredula per come si era risolta la questione ogni volta mi voltavo verso di lui, verso le nostre mani sempre strette e mi sembrava di star sognando.
Non poteva essere vero! E puntualmente, come se potesse leggermi nel pensiero, incatenava i suoi occhi nei miei, mi sorrideva e mi baciava.
No, non era un sogno, era proprio lì finalmente davanti a me.
Sorridevo felice come una scema, ero spensierata come mai e la serata fu tra le migliori della mia vita. Ci divertimmo e per un attimo pensai che Amerigo non aveva tutti i torni nel pensare che Cat e Michele potevano davvero formare una bella coppia.
Questa però è un’altra storia!
La mia invece era quella di una ragazzina cresciuta pari passo con la cotta verso un ragazzino, la storia di come non aveva mai rinunciato a lui e di come alla fine sia riuscita ad ottenere ciò che desiderava.
E spesso sarei ritornata con la mente al giorno in cui gli lasciai la prima lettera nel suo diario, quella notte stessa nel mio letto pregai affinché tutto andasse per il meglio. Quello che chiedevo era un passo verso di me, desiderai ardentemente che mi scrivesse. Solo che mi scrivesse.

“Non voglio molto da te. Solo scrivimi…”



                                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                     FINE











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RINGRAZIAMENTI


Vi ringrazio tanto per aver letto, sfogliato o anche solo visto di sfuggita la mia storia.
Ringrazio ancor di più chi ha recenito, condividendo con me i proprio pensieri e stati d'animo verso i protagonisti.
Un grande grazie anche al lettore silenzioso.
Spero vi abbia distratto almeno un pò dagli affanni quotidiani e vi abbia fatto divertire e, perchè no, anche commuovere, arrabbiare, gioire.
Davvero grazie grazie grazie!!
Probabilmente inserirò uno spin-off dal punto di vista di Amerigo e chissà che non li rivedremo presto, magari questa volta sarà tutta un'altra storia...

A presto... besitos :)))))

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Capitolo 19
*** Amerigo. Tra corrispondenze 9-10 ***




Punti di vista:  Amerigo









 
"Sono quella che sono grazie a tutti i libri letti.
Ho incontrato una miriade di persone lungo il mio cammino,
tutti mi hanno lasciato qualcosa.
Insegnato qualcosa.
Non vedo l'ora di conoscere altra gente."











 

La testa mi scoppiava. A momenti esplodeva lei con tutti i pensieri stupidi che prendevano una forma sempre più oscura!
Ero un casino, un caso perso e non vedevo vie d’uscita.
Fissavo il banco davanti a me, magari da lì potevo ricavare qualche idea intelligente. Michele era in giro per la scuola, da quando aveva stretto amicizia con Cat era sempre indaffarato. Quei due sarebbero stati perfetti insieme e una volta risolta la mia situazione, mi sarei focalizzato su di loro.
Mi ero intestardito con quella ragazza, Pierfrancesca, migliore amica di Cat.
La mia situazione, all’inizio così semplice, si evolveva come nelle peggiori soap opere argentine.
Il principale problema era proprio lei, Pierfrancesca, questa ragazza dolcissima e bellissima, per la quale avevo preso una sbandata colossale da anni. Lei era immune al mio fascino e a favorire questa situazione era stato il mio atteggiamento da stronzo nei suoi confronti.
Ovvio che mi odiasse a morte!
Probabilmente vedeva Lucifero in persona, ma non riuscivo a sbloccarmi. La vedevo e le mie sinapsi andavano in tilt e così facevo lo stronzo per proteggermi. D’altro canto si era data da fare, sabato scorso l’avevo vista in compagnia di un cretino, sembrava pure divertirsi. Da quel giorno il mio livello di depressione aveva raggiunto livelli record.
Me l’ero lasciata scappare, come un deficiente completo.
Il secondo problema era logicamente un’altra ragazza. Da qualche mese ricevevo e rispondevo a delle lettere anonime, una ragazza a cui piacevo. All’inizio ero restio a darle confidenza, poi la curiosità ebbe la meglio. Ancora non ero riuscito a identificarla, ma mi ci ero affezionato. Troppo.
Come ero riuscito a farmi piacere una ragazza che nemmeno conoscevo di vista io non lo sapevo, ma logicamente avevo mandato tutto a rotoli anche con lei. Lei voleva conoscermi e io le avevo spiegato che mi piaceva un’altra ragazza, nessuno era disposto ad aspettarmi e così anche lei si era data da fare, uscendo con un certo Renato. E beffa delle beffe aveva deciso di smetterla di scrivermi.
Mi piacevano entrambe, in modi così diversi.
Ero nella merda più totale, dovevo scegliere e farlo anche in fretta.

“Ameeee!!! Non sai cosa è successo! Pierfra giorni fa ha dato il benservito a Renato.”
Sentendo quel nome alzai di scatto la testa.

“Cosa?”
Risposi urlando. Ma cosa avevano i Renato che io non possedevo!!??

“Te lo dissi che giovedì lui andò in classe da lei e la invitò ad uscire, no?”
Lo fissai furioso e incazzato nero.

“No! A me non hai mai detto nulla, stronzo! Ma che amico sei, potevi dirmelo così sabato avrei evitato di uscire.”
Ricaddi sconsolato sulla sedia e sbuffai, la testa riprese a martellare.

“Beh insomma scusa. Comunque lui l’aveva invitata a prendere un gelato e si sono visti, ma Cat mi ha riferito che lei gli ha detto chiaro e tondo che non è interessata. C’è ancora speranza per te, se ti muovi! Senti la ragazzina delle lettere non si è fatta sentire più, forse ha capito che doveva girare al largo. Appena torna a scuola parla con PierFrancesca e risolvi la situazione.”
Mentre lui continuava a parlare il mio cervello si era azionato da solo.
Pierfrancesca era uscita con un certo Renato, la ragazza delle lettere anche era uscita con Renato. E ne ero certo in quanto era l’unica informazione che si era lasciata sfuggire. Entrambe erano andate a mangiare un gelato.
Io avevo visto Pier sabato con quel cretino, e la fanciulla era uscita sabato.
Sgranai gli occhi e mi alzai dalla sedia.
Non era possibile.
La percentuale di coincidenze era troppo bassa per non giungere a quella conclusione. Presi Michele per il braccio e lo trascinai fuori dove Cat parlava con un ragazzo moro. Michele si irrigidì, ma sorvolai su questa sua reazione, strappai anche lei dalle grinfie di quel cretino e li portai con me in palestra.

“Perché parlavi con Giò?”
Chiese allarmato Michele a Cat, quei due non me la contavano giusta.

“E’ il mio ragazzo perchè non dovrei?”
Eccoli che si preparavano ad un’altra sfuriata,ma li bloccai subito.

“Finitela subito. Ogni cosa a suo tempo. Siamo qui per una scoperta sensazionale e tu e tu mi aiuterete.”
Sorridevo come un deficiente, finalmente tutti i pezzi del puzzle erano al loro posto, ma per essere completamente certo avevo bisogno della loro conferma.
Cat e Michele si guardarono perplessi.

“Cat…Pierfrancesca mi scrive delle lettere?”
Sbiancò di colpo, l’avevo colta di sorpresa. Boccheggiò, prendendo aria e cercando una scusa utile.

“Michele tu sai tutto di me… Pierfrancesca è la ragazza che amo, giusto?”
Il mio miglior amico iniziò a comporre i pezzi, mi sorrise e annuì.

“Cat ho bisogno di averne la certezza. Sono al 99% sicuro che sia lei, troppe coincidenze e sia lodato il cielo che si è lasciata scappare il nome di quel cretino con cui è uscita. Per favore dimmi se è lei!”
Chiesi speranzoso, sorridevo felice, lo sapevo. Michele faceva due più due, confuso per non averlo capito subito.

“Io… Senti Amerigo io non voglio mettermi in mezzo, non c’entro e non voglio creare altri problemi. Cazzo mi sa che ho fatto già qualche danno.”
E così fece sparire il sorriso dal mio volto, mi avvicinai a lei e le presi le mani.

“Cat te ne prego. A me Francesca piace da impazzire, almeno quanto la ragazza che mi scrive… che mi scriveva. Non riesco a scegliere perché inconsciamente entrambe mi piacciono. Io… io credo di essermene innamorato, grazie anche alle lettere. Per favore, non manderò tutto a puttane. Te lo giuro. Questa volta mi farò avanti, ma per favore fammi anche solo un cenno se è vero che sono la stessa persona.”
Attesi qualche attimo trattenendo il fiato, stava decidendo se fidarsi o meno di me. Rivolse lo sguardo verso Michele, che le sorrideva timidamente e annuì con il capo. Cat ritornò a guardarmi e sussurrò un lieve “sì”. La mia gioia esplose la presi in braccio e la feci volteggiare. Michele mi bloccò e mi chiese di posarla a terra, così lasciai lei e presi lui. Ero felice come mai prima di allora. Il malessere era sparito e ogni piccola parte del mio corpo era contenta.
Dovevo mettermi all’opera. Li presi entrambi tra le mie braccia e organizzai il da farsi, lei non doveva sospettare assolutamente nulla, se tutto andava secondo i piani saremmo stati a breve finalmente insieme e felici.
Messo a punto un piano strategico salutai Cat e con Michele ritornai in classe.

“Quando glielo dirai che ti piace?”
Gli chiesi a bruciapelo. Lui si bloccò sul posto e mi fissò stralunato.

“Cat ti piace, quel Giò è un mezzo cretino. Perché non glielo dici?”
Continuava a fissarmi scioccato, sospirai e sorrisi. Era inevitabile smettere si ridere, era più forte di me.

“Risolviamo prima questa cosa te e la fanciulla, poi se ne parla. Noi non abbiamo fretta.”
Ritornai sui miei passi e lo abbracciai.

“A te ci penseremo noi. Sono sicuro che anche Francesca sarà della mia stessa idea!”
Michele scoppiò a ridere e io lo seguì, entrammo in aula sapendo che da quel giorno in poi molte cose sarebbero cambiate.
In meglio.
Resistere lontano da lei divenne ancora più complesso, la Francesca scrittrice non voleva più parlarmi e cercavo in tutti i modi possibili e immaginabili per convincerla, le avevo anche confessato il mio amore! Ma lei era dura come un mulo!!! Durante quei lunghi dieci giorni dovevo fingere di non osservarla, di non seguirla con lo sguardo e perseguire la mia solita vita da strafottente, ma dentro di me ribollivo. Contavo i minuti che mi separavano da lei, tutto era stato progettato secondo i piani, non doveva andare niente sorto, avevo già ricopiato in bella almeno 4 volte la lettera che le avrei messo nella giacca. Il torneo era finito all’ultimo posto nella scala delle mie priorità, la mia vittoria sarebbe stata lei a prescindere dal risultato.
Lei ancora non lo sapeva, ma tutto sarebbe cambiato. Lei si era specializzata nell’ignorarmi, anche quando Cat la costringeva a venire in classe per parlare con Michele io diventavo invisibile, mentre lei aveva appena illuminato la mia giornata. In cuor mio speravo che non mi avesse davvero scordato, che quella fosse solo una barriera momentanea e sottile costruita per proteggersi da ulteriori dispiaceri. Io avrei potuto disintegrarla in un attimo, ma lei meritava un inizio migliore, organizzato e preparato e non una sceneggiata esplosa sul momento. Così mi davo un pizzico sulla pancia, continuavo a fingere di ignorarla e sorridevo pensando al prossimo futuro insieme. 
Lei era il mio futuro, forse avremmo litigato sempre, ma lei era tutto ciò che desideravo e oramai niente e nessuno avrebbe potuto portarmela via.

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