A Black Flower

di gilroyal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** The best day of my life ***
Capitolo 3: *** Snow ***
Capitolo 4: *** Quidditch ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO
Quello era stato il giorno più bello della mia vita.
Avevo passato tutto il giorno su una scomodissimo treno, Bhè non è questa la parte bella, però dovete ascoltarla lo stesso, allora . . .
Avevo passato tutto il giorno su una scomodissimo treno, insieme a delle ragazze che avevano schiamazzato come oche per tutto il tempo, poi finalmente il viaggio era finito, come gli schiamazzi e tutto il resto. Ero salita su una barchetta traballante e per la prima volta avevo visto Hogwarts, era un magnifico castello e la luna lo faceva risplendere, poi ero entrata in una stanzetta, aspettando di essere smistata. Avevo paura e rimasi a fissare il vuoto, finché non arrivò una professoressa che ci spiegò come si sarebbe svolto lo smistamento.
Quando entrai in Sala Grande la paura passò, ma solo perché ero troppo occupata a cercare di non saltellare e correre ovunque, capitemi era la prima volta, essendo una nata babbana, a vedere qualcosa di simile. Mi guardavo intorno strabiliata , poi arrivai davanti ad uno sgabello con un cappello poggiato sopra, non sentii quello che disse, ero troppo felice di essere in quel posto per pensarci.
-ANTHEA LONGI- e in quel momento mi prese il panico.
Mi avviai lentamente, molto lentamente, sullo sgabello e qualcuno mi mise il cappello in testa, neanche in quel momento sentii le sue parole, non le riuscivo a distinguere,  però parlò davvero tanto, alla fine disse il nome della mia casa, ma io non lo capii, un boato si alzò da una tavolata e capii subito la mia casa: Grifondoro.
E poi lo vidi per la prima volta: Sirius Black era un’ opera d’arte a tredici anni come lo è a diciassette, ne rimasi fulminata.
 
E dopo questa piccola introduzione:
Mi chiamo Anthea Longi e ho quindici anni, non sono molto alta ma posso dire di avere un bel fisico, ho gli occhi chiari e i capelli castani, o almeno li avevo così prima di fissarmi con le tinte, ora sono bianchi.
Sono brava a scuola e la mia materia preferita è difesa contro le arti oscure, sono una cacciatrice nella squadra di quidditch e amo leggere.
Prima di compiere undici anni non sapevo di avere poteri magici, sapevo di essere speciale, ma non capivo in che modo, e possiamo dire che la mia magia involontaria, non era poi così involontaria, passavo giorni ad architettare scherzi con mio fratello babbano.
E basta questa sono io e questa è la mia storia . . .


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NDA
Buonsalve a tutti,
avete appena vinto un premio per essere arrivati fino a qui: un bel assolutamente niente :D
Lo so che è un regalo bellissimo ma non divulghiamoci troppo, spero che il prologo vi sia piaciuto.
ditemi tutto ciò che volte, non mi offendo (forse)
Alla prossima :D
Gilroyal

 

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Capitolo 2
*** The best day of my life ***


~~CAPITOLO 1
ODIO ALZARMI PRESTO.
Questo era il primo pensiero che ogni mattina mi assillava prima di dovermi preparare per le lezioni. Ormai ero in Sala Grande e fare colazione, ero l’unica dei Grifondoro a stare già al tavolo oltre a Piton dei Serpeverde , stavo bevendo il mio the quando entrarono i malandrini, era strano per loro essere già in piedi, ma mi sorpresi ancora di più quando James e Sirius si misero di fianco a me, uno da una parte e uno dall’altra.
Feci finta di non averli notati e presi una bomba alla crema, in quel momento i due mi misero le braccia intorno alle spalle e poi Sirius mi tolse la ciambella dalle mani, buttandola per terra, stavo per protestare quando un botto si sentì dall’altra parte della sala, Piton era ricoperto di crema dalla testa ai piedi.
-Non c’è bisogno che ci ringrazi, Anthea- dissero Sirius e James in coro, mi chiesi se si preparassero le battute prima di parlare con qualsiasi persona, ma evitai di chiederglielo veramente. Prima che potessi fare qualcosa si erano già dileguati.
***
La mattinata passò lentissima, le lezioni erano state noiose, persino per chi, come me, non aveva ascoltato una parola, probabilmente non era stata una buona idea, visto che quell’anno mi aspettavano i G.U.F.O.
Stavo pranzando e chiacchierando con Alice, quando il professor Silente si alzò e prese parola, ci disse che quella domenica ci sarebbe stata la prima uscita ad Hogsmade, per la felicità di tutti gli studenti.
-lo inviterai ad uscire?- mi chiese Alice.
-chi?- chiesi con l’aria più distaccata del mondo.
-Sirius, naturalmente- Alice sapeva che mi piaceva da secoli, ma ero troppo orgogliosa, o timida, per chiederglielo.
-No, assolutamente- risposi secca, abbassando la testa per non far vedere che ero arrossita.
-Guarda che se non lo fai tu, ci penserà qualcun’altra- mi avvisò
-Non mi importa, sul serio- Alice mi guardò, ma poi passò sopra all’argomento.
Iniziarono le lezioni pomeridiane e ancora una volta non ascoltai niente, non per pigrizia ma solo perché ero immersa nei miei pensieri. Forse avrei dovuto davvero invitare Sirius, ma non ne avevo il coraggio, e meno male che sono una Grifondoro, dopo le ore di lezione mi decisi, appena lo avrei visto, lo avrei invitato.
Sembrava così facile dirglielo, ma ora che mi stava davanti, non riuscivo ad avvicinarmi, Alice mi spinse costringendomi a fare qualche passò, mi convinsi e mi avvicinai.
-Black- lo chiamai, si girò verso di me e io sobbalzai –Posso parlarti un attimo?- ora avevo seriamente paura.
Lui fece segno agli amici di andare avanti e mi si mise davanti, in confronto a me era davvero altissimo.
-Dimmi, Anthea- mi disse con un sorrisino malizioso.
-Non è che… cioè, io ti volevo…- tentennai, presi un respiro profondo e dissi tutto ad un fiato – Ti andrebbe di venire ad Hogsmade con me?- ora mi sarebbe scoppiato a ridere in faccia e se ne sarebbe andato.
-Ti aspetto nella sala comune alle 10- e se ne andò con un saluto.
Aspettai che scomparisse in un corridoio, prima di girarmi e correre tra le braccia di Alice, iniziammo a correre, saltare e urlare, ignare che appoggiato alla parete di un corridoio vicino a noi, un ragazzo dagli occhi neri sorridesse.
Dopo la cena corsi nel mio dormitorio, che condividevo con Alice e altre due ragazze con cui non ero mai andata molto d’accordo, ma in quel momento non mi importava di niente, ero troppo felice per pensare a quelle ochette.
Orami era notte fonda, tutte nel dormitorio dormivano, tranne me, stavo leggendo quando qualcosa picchiettò alla finestra, scostai le tende e mi avvicinai, fuori c’era un gufo reale con un biglietto nel becco, mi guardava scocciato, ma aprii lo stesso, il pennuto lasciò cadere il biglietto ai miei piedi e si dileguò.
Mi chinai per raccoglierlo e lessi le poche parole, scritte velocemente:
“sono in sala comune, sbrigati.     
                            S.B.”
Non poteva essere che una persona, senza pensare che indossavo una maglietta larga e degli shorts mi affrettai per andare da Sirius.
Fu un vero miracolo che non caddi per le scale, quando arrivai lo vidi, seduto sul divano  davanti al camino e con i piedi sul tavolino, aveva gli occhi chiusi, ma li aprì non appena mi sentì sedermi accanto a lui, non avevo pensato a quanto sarebbe stato imbarazzante scendere.
Mi raggomitolai su me stessa e iniziai a guardare le fiamme del camino che danzavano. -Non pensavo saresti venuta veramente- ancora non mi guardava.
-perché non sarei dovuta venire? –
-Sai le persone normali dormono alle due di notte- disse sorridendo -o magari non riuscivi a dormire, pensando a me- rise.
-o magari, tu sei troppo egocentrico- sbuffai.
 -perché? - mi chiese, era tornato serio, il ché era davvero un evento.
 -perché sei egocentrico? Vediamo ...-
-perché mi hai chiesto di uscire- ora ero fregata, nella mia mente iniziarono a formularsi un sacco di scuse. Qualcosa del tipo: ero sotto imperius, volevo ucciderti e vendere i tuoi organi...
-Così, mi andava- wow che risposta brillante, davvero davvero geniale.
Sirius rise apertamente, ero davvero in imbarazzo, nascosi la testa sulle ginocchia, o almeno finché lui non mi prese il mento fra le dita e non mi sfiorò le labbra con le sue, non fu un vero bacio, il contatto era stato minimo, ma bastò per farmi andare a fuoco le guance, Sirius rise di nuovo.
-Buonanotte, Anthea- e mi lasciò un lieve bacio sulla fronte, prima di lasciarmi da sola davanti al camino .
Quello era stato il più bel giorno della mia vita.




***
Ciao volevo ringraziare che ha recensito e messo la storia tra le preferite o le seguite. un bacione :)

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Capitolo 3
*** Snow ***


~~Capitolo 2
Quella giornata doveva essere perfetta, senza se e senza ma.
Naturalmente non sarebbe andata così, lo sapevo, ma la speranza è l’ultima a morire.
Ero già pronta ma all’appuntamento mancava ancora parecchio tempo, ero seduta sul letto, a pensare a quello che era successo in quegli ultimi giorni. Dopo il “non bacio”, come lo avevo soprannominato, non ci eravamo più parlati, a volte i nostri sguardi si erano incontrati, ma non ero riuscita a sopportare i suoi occhi, quindi avevo sempre distolto lo sguardo, ma che brava Grifondoro che sono . . .
Mi ero vestita semplicemente: un maglioncino e un paio di jeans, solo perché sarei uscita con il ragazzo che mi piace da sempre, non mi sarei messa troppo in ghingheri, nonostante ciò che diceva Alice non sarei cambiata per lui.
Il grande orologio nella sala comune suonò dieci colpi, segno che mi dovevo sbrigare  a scendere, mi alzai lentamente dal conforto delle mie bellissime coperte e mi decisi ad aprire quella dannatissima porta e a scendere quelle dannatissime scale.
La sala comune era in fermento, gente che urlava, spingeva e alcuni litigavano. A dire il vero solo due persone: Lily Evans e James Potter, cioè Lily cercava di litigare mentre il cercatore la implorava di uscire con lui, io da brava fan girl li shippavo con tutto i l mio cuore e tutta la mia anima, ma sapevo che era alquanto impossibile vederli insieme, poi sentii la Evans urlare : -SE ESCO CON TE UNA VOLTA, LA SMETTERAI DI’ ASSILLARMI?-
Il tutto finì con un James felicissimo e con una faccia d ebete e una Lily imbarazzata perché i suoi toni soavi erano stati uditi perfino dalla piovra gigante, che probabilmente di era messa ad applaudire con entusiasmo di quella scelta, perché voi non lo sapete ma anche la piovra gigante li shippa.
Notai Sirius, era vicino all’entrata e si stava godendo la scena, quando il cercatore gli passò vicino per uscire, si diedero il cinque, poi mi decisi ad avvicinarmi, ricevendo un caloroso sorriso dal mio accompagnatore, anche se assomigliava di più ad un ghigno, ma non me ne curai troppo e ricambiai il sorriso, anche se ero molto tesa.
Uscimmo dal castello in silenzio, avevo iniziato a trovare molto interessanti i miei stivali e intanto giocherellavo  con la mia sciarpa rossa e oro, faceva davvero molto freddo e sentivo il mio naso ghiacciato, al contrario Sirius sembrava non provare freddo e camminava sulla neve sicuro e spavaldo, o almeno finché non scivolò e per poco non cadde faccia a terra, io non riuscii  trattenermi e scoppiai  ridere, dopo un po’ mi seguì anche lui e la tensione si alleggerì un po’. Eravamo quasi  arrivati ad Hogsmade e non riuscivamo  a guardarci in faccia, appena lo facevamo scoppiavamo a ridere, anche se il vero motivo delle risate era già dimenticato.
Arrivammo da Madama Rosmerta e ordinammo da bere, lui una burrobirra e io una cioccolata, odiavo la burrobirra dalla prima volta che l’avevo sentita nominare.
Poi ad un certo punto mi chiese di parlagli un po’ di me, sinceramente non pensavo mi avesse chiesto una cosa del genere, insomma il grande Sirius Black che si interessava della vita di una ragazzina? Ma a quanto pare voleva una risposta, così iniziai a parlare di me.
-Bhè, allora come forse hai notato dal cognome sono d’ origine italiana, adoro la pizza, ho paura dei tuoni e suono il pianoforte da quando ero piccola- Mi fermai, non sapendo che altro dire, ce ne sarebbero state tantissime di cose da raccontare, ma non volevo annoiarlo.
-Sul serio hai paura dei tuoni?- mi chiese, sembrava divertito.
-Colpa di mio fratello- Semplice e veloce . . .
-Tu hai un fratello?-
-Sì- mi guardava come per dirmi di continuare –è babbano ed è di due anni più grande di me, dovreste avere la stessa età ora che ci penso, si chiama Jake ed è la persona più irritante del pianeta-
Si questa era la tipica descrizione di mio fratello.
-Anche io ho un fratello- la sua frase era piena di rimorso, aveva abbassato lo sguardo verso la sua bevanda.
-Immagino che tu non ne voglia parlare- in fondo tutti sapevano che i due fratelli Black erano da sette anni che non si parlavano. Sirius annuì.
-Immagini bene- poi la sua tristezza parve scomparire e tirò fuori dalla tasca alcuni zellini che lasciò sul tavolo, per pagare ciò che avevamo preso e mi trascinò fuori dal locale.
Aveva iniziato a nevicare e faceva ancora più freddo, ma non me ne curai: ero troppo occupata a cercare di star dietro a Sirius, che sembrava avere davvero molta fretta, poi arrivammo ad un staccionata che divideva una casa che cadeva a pezzi dal resto del mondo, sapevo come era chiamata quella casa e sapevo anche la sua storia, traduzione: non mi ci sarei avvicinata neanche per tutti i galeoni della Gringott, ma Sirius non era del mio stesso avviso, a quanto pare e con un salto superò la staccionata. Io non mi mossi.
Sirius si girò verso di me –Sbrigati o ti lascio qui- mi disse.
-Non ho intenzione di entrare Lì dentro- ed indicai la casetta.
-Non ci entriamo mica, dai vieni-
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, ma decisi di fidarmi e scavalcai la staccionata anche io.
Non andammo dentro la Stamberga Strillante, ma restammo in una distesa infinita di neve, camminammo finché Sirius non decise di fermarsi, si guardò indietro per accertarci che nessuno ci potesse vedere e . . . mi colpì in piena faccia con una palla  di neve, non potei perdonare quell’affronto così iniziò una vera e propria guerra.
Alla fine eravamo completamente bagnati, ma felici, o almeno lo ero io.
Andammo via che era quasi sera, il cielo si era già oscurato ma si riusciva a vedere ancora bene, ora il freddo lo sentivo ma era sempre in secondo piana, in primo c’era il ragazzo che mi camminava davanti, con cui avevo passato una giornata fantastica.
Entrammo nella sala comune, completamente vuota, e ci separammo per andare ognuno nei proprio dormitori.
Salii le scale a due a due fino a ritrovarmi nella mia camera, mi cambiai velocemente e uscii per andare a cenare.



Hey bella gente sono tornata!!!!
Ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia e che non ci siano troppi errori.
Come sempre critiche e consigli sono bene accetti, quindi se avete letto il capitolo siete costretti a recensire, oppure ve lo farò fare io sotto imperius, perché NON è ILLEGALE.
Alla prossima
Gilroyal
 

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Capitolo 4
*** Quidditch ***


~~CAPITLO 3
Salii le scale a due a due fino a ritrovarmi nella mia camera, mi cambiai velocemente e uscii per andare a cenare.
Ero arrivata a metà strada quando venni “rapita” da James Potter, che mi ricordò della partita contro i serpe verde, che si sarebbe svolta il giorno dopo. Non sapevo quante volte me l’aveva ricordata, in quella settimana, almeno una cinquantina …
Dopo che James se ne fu andato decisi di tornare in camera, la fame mi era passata e un’agitazione pre-partita si era impossessata del mio corpo e della mia mente, sarebbe stata la prima partita di quell’anno e la dovevamo vincere assolutamente, non volevo dare un pretesto alle serpi per continuare a infastidirci.
Non era mai andata d’accordo con i serpe verdi, un po’ perché odiarli era quasi una regola per la nostra casata, un po’ per il mio stato di sangue, non ero una strega di nascita e quei bastardi non perdevano occasione per rinfacciarmi la mia “non-purezza”.
Li dovevamo battere a qualsiasi costo.
Non sarei mai stata pronta.
Mi trovavo davanti allo specchio, a controllare che tutto fosse perfetto, la divisa rossa-oro mi andava alla perfezione, i capelli bianchi erano raccolti in una treccia, ormai iniziava a vedersi la ricrescita, avrei dovuto ritingerli durante le vacanze invernali, gli occhi erano circondati da occhiaie, simbolo evidente che avevo dormito poco e male e la scopa in mano. Se non si poteva fare di meglio, ero pronta.
Uscii dallo spogliatoio e mi misi in fila con la mia squadra, James mi si avvicinò, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
-Sai che oggi sarà colpa tua se perderemo, no?- mi chiese
-Grazie, mi tranquillizzi molto- risposi scocciata.
Il capitano non aveva tutti i torti, gli altri due cacciatori della squadra se ne erano andati l’anno prima, e sarebbe stata la prima partita per i nuovi, quindi era tutto a mio carico.
-Gioca come hai sempre fatto e vinceremo sicuro- disse con un enorme sorriso, poi le porte si aprirono e facemmo un giro di campo per salutare i nostri spettatori.
La pluffa venne lanciata in aria e io fui scattante a prenderla, volando alla massima velocità verso gli anelli avversari, appena arrivai, feci una finta verso uno degli anelli più bassi, il portiere verde andò in quella direzione e io infilai la palla in quello centrale, regalando alla mia squadra 10 punti.
Andò avanti così per un po’, finche non vidi James iniziare a inseguire il boccino d’oro, la partita finì con la nostra vittoria.
Scendemmo dalla scope, per festeggiare la vittoria, la squadra era tutta stretta in un grande abbraccio di gruppo,quando ognuno andò per la propria strada mi accorsi che qualcuno era ancora appiccicato a me, mi girai per vedere chi era, e per cacciarlo se necessario, ma appena lo vidi, avrei voluto non staccarmi mai. Sirius, nella sua divisa e con i capelli scompigliati era bellissimo, aveva una mano impegnata a reggere la scopa e la mazza da battitore, l’altra era poggiata sul mio fianco, e cosa più importante mi sorrideva, SORRIDEVA PROPRIO A ME!!!!
-Sei stata bravissima- mi disse, probabilmente ero diventata tutta rossa.
-Grazie, anche tu-
-Lo so, lo so- mi rispose, con aria da so-tutto-io, risi e lui con me.
Quella sera nella sala comune c’era il putiferio, gente che urlava, acclamava e saltava, alla fine di ogni partita vinta si organizzava una festa a cui partecipavano tutti, c’era tutta la casa dei Grifondoro, mancava solo una persona di cui mi accorsi immediatamente della mancanza, ma all’inizio non ci diedi troppo peso, pensando che dovesse ancora arrivare, così iniziai a divertirmi anch’io.
Per la festa avevo deciso di indossare un vestito nero, tutto in pizzo, con la gonna ampia un po’ sopra al ginocchio, con una cinta in pelle e le maniche corte, mentre mi guardavo allo specchio mi sentii bellissima, sperando che anche a qualcun altro piacesse –coffSiriuscoff-, qualcuno che in quel momento e probabilmente in tutta la serata non ci sarebbe stato.
La festa era iniziata da un bel po’ e io avevo ballato e mi ero divertita con le mie amiche, ma l’unica cosa che avrei voluto in quel momento era una boccata d’aria, così uscii dalla sala comune e, attenta a non farmi vedere iniziai a girare per i corridoi del settimo piano.
Non camminai poi tanto, quando mi si parò davanti una scena che avrei volentieri evitato.
Sirius era davanti a me, avvinghiato ad una ragazza e si stavano divorando la bocca a vicenda, qualcosa dentro di me si ruppe, facendo crollare anche la diga, cercai si girarmi e di correre via, probabilmente feci troppo rumore e i due si accorsero della mia presenza, e si staccarono.
Sirius mi guardò, poi finalmente riuscii ad andarmene.
Sentii dei passi rincorrermi.
-Anthea fermati – non so perché lo feci ma non mi girai verso di lui.
-Guardami- obbedii ancora e lo guardai in faccia, probabilmente avevo un aspetto orribile, ma in quel momento non me ne poteva importare di meno.
- Che vuoi Black?- chiesi scocciata, singhiozzando.
-Perché sei scappata?- ma era stupido o cosa?
-Niente pensavo voleste un po’ di privacy-
-Sei gelosa?-
-Lasciami in pace-
-Non hai diritto di esserlo, non sei la mia ragazza- mi disse prendendomi per il polso
-Lo so, lasciami-
-Pensavi di avere qualche diritto su di me perché siamo usciti una volta?- mi chiese, deridendomi.
-Lasciami- iniziai a lamentarmi.
-Sei solo una delle tante, non so neanche perché ho deciso di uscire con te, non sei niente di speciale, non mi sarei mai interessato ad una come te. – mentre me lo diceva si era avvicinato al mio orecchio, sussurrando.
Se voleva ferirmi c’era riuscito alla grande.
-Sei solo un stronzo, non te ne frega niente delle persone che ti stanno intorno, e sai una cosa? Mi pento di aver passato cinque anni a starti dietro, perché non te ne meritavi manco mezzo – diedi uno strattone, liberandomi dalla sua presa e la indirizzai velocemente verso la sua guancia .
– fanculo – disse lui, prendendomi  entrambi i polsi e sbattendomi contro il muro, ora il dolore non era solo interno, si avvicinò a me, unendo le nostre labbra in un bacio violento. Iniziai a dimenarmi, cercando di allontanarmi, con l’unico risultato di trovarmi ancora più imprigionata, infatti mi aveva portato le braccia sopra la testa, tenendole con una sola mano, poi aveva usato l’altra per tenermi sotto il mento  e aveva bloccato interamente il mio corpo usando il suo. Iniziai ad emettere dei mugolii di protesta, completamente ignorati. Infilò la lingua tra le mie labbra, lasciandomi impreparata a difendermi, strinsi gli occhi più che potei e gliela morsi, facendolo allontanare di scatto da me e corsi via.
Mi rifugiai nella mia camera, infilandomi sotto le coperte senza levarmi il vestito, l’unica cosa che volevo era stare sul letto a piangermi addosso.
Avevo sperato di essere speciale, almeno un po’, per lui, mi addormentai con questi cupi pensieri.
Il giorno dopo era prevista la partenza per le vacanze di natale, quindi mi alzai stancamente e finii di mettere le ultime cose nel baule. Non vedevo l’ora di rivedere la mia famiglia, e quando salii sul treno mi sentii davvero sollevata, avevo trovato uno scompartimento vuoto, miracolosamente e  avevo iniziato a leggere un libro poco prima che partisse.
Eravamo partiti da qualche minuto, quando un sorridente James aprì di scatto la porta, facendomi alzare lo sguardo sul suo volto sorridente.
- Anthea,  meno male che ci sei tu, non dovremo passare il viaggio in piedi, non sei contento Felpato?-
Solo allora mi accorsi di Sirius dietro di lui.
-Certo, come una Pasqua-  disse ironico, non risposi neanche iniziando a leggere, i due si sedettero davanti a me e il viaggio continuò senza altre distrazioni,ma dopo un po’ James si alzò per andare a rincorrere Lily, lasciando me e Sirius da soli, calò un’aria ricca di tensione.
-Senti Anthea - iniziò Sirius –Volevo scusar…-
-Non me ne frega niente- lo sovrastai.
-Sai che non volevo dire quelle cose-
-Però le hai dette, zitto Black, mi distrai-
-Ascoltami per favore, ero preso dalla rabbia del momento, sai che in realtà sei importante per me- rimasi allibita, ma decisi di non dargli soddisfazioni e continuai a leggere.
-Per favore rispondi, mi sento una merda per come mi sono comportato e ancora di più per quello che è successo dopo, non avrei dovuto baciarti in quel modo, so che ora sei arrabbiata marcia con me, però devi credermi quando dico che sei importante, non avevo mai provato una cosa del genere e . . .-
-Basta, devi smetterla, tu non sai nemmeno cosa ho provato in quel momento, io ti odio- mi stava salendo un groppo alla gola, ma non dovevo piangere davanti a lui, non in quel momento, mi ero già mostrata troppo debole la sera prima, non gli avrei dato una soddisfazione del genere di nuovo, James rientrò dopo aver fatto un buco nell’acqua con Lily e la conversazione finì lì.
Passarono le ore e finalmente arrivammo, scesa dal treno mi tuffai subito nella Londra babbana, volevo rivedere la mia famiglia al più presto.
 Uscii dal binario 9e3\4 e mi sentii agguantare per un braccio, riconobbi subito quella mano.
-Lasciami Sirius –
-Solo se mi prometti che non mi ignorerai, per favore-
- Hey streghetta – mi girai per vedere mio fratello, raggiante come sempre.
Fui sollevatissima di vederlo, mi scostai da Sirius e gli corsi incontro, abbracciandolo di slancio, Jake prese il mio baule e ci avviammo verso l’uscita.
Mi girai solo una volta e Sirius era lì a guardarmi.

 

 

Zalve perzoncine belle,
 Finalmente aggiorno e vi continuo a rompere le scatole, yay
Volevo ringraziare
Lilian Potter in Malfoy
 max85
Che preferiscono la storia
Anna in Black
che la ricorda
Bianchina07
vittoriaM20
Che la seguono.
Grazie a chi ha recensito e spero vorrete lasciare un piccolo comment a questo chap-
Grazie e alla prossima, Gilroyal

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