Vuoi diventare amico di Shindou?

di Silvy08
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Contact ***
Capitolo 2: *** Friends? ***
Capitolo 3: *** Stolen Kiss ***
Capitolo 4: *** Disappointment ***
Capitolo 5: *** I'll Forget You ***
Capitolo 6: *** Wrong ***
Capitolo 7: *** Clarifications ***
Capitolo 8: *** All As Before..Or Maybe Not ***
Capitolo 9: *** Magic ***
Capitolo 10: *** You & I, a little secret ***
Capitolo 11: *** Concert ***
Capitolo 12: *** Look After You ***
Capitolo 13: *** Always ***
Capitolo 14: *** Unexpected ***
Capitolo 15: *** Zero ***
Capitolo 16: *** He's the one ***



Capitolo 1
*** First Contact ***


CAPITOLO 1 -First Contact-

POV Shindou
Era tardo pomeriggio ed un ragazzino stava passeggiando al fianco di una donna. Quel ragazzino si chiamava Takuto Shindou, quattordici anni e figlio di uno degli uomini più importanti e ricchi del paese. Era un ragazzo talentuoso, tutto ciò che faceva gli riusciva bene,  pianista eccellente e ragazzo dalle molte doti. Sembrava perfetto sotto ogni punto di vista, era anche carino, occhi scuri, capelli castani ondulati. ma avevo un grosso difetto: come ogni ragazzo ricco era viziato. Era stato abituato dai suoi genitori ad ottenere tutto quello che desiderava.
La donna che lo accompagnava poteva sembrare sua madre, ma era in realtà una delle donne che lavoravano per la famiglia Shindou, i genitori di Takuto non avevano tempo per stare con il proprio figlio, così gli facevano passare il tempo con badanti e cameriere.
All'apparenza poteva sembrare un ragazzo felice che possedeva tutto, ma la realtà era che si sentiva molto solo, essendo ricco aveva dei professori privati e non era mai andato a scuola, quindi non aveva mai frequentato ragazzi della sua età. La verità era che Shindou non aveva proprio nessuno.
Fu proprio quel giorno a cambiare completamente la vita di Takuto.
Shindou camminava in silenzio al fianco della donna e si guardava attorno. Qualche metro più avanti l'attenzione del ragazzo si concentrò su qualcosa, o meglio su qualcuno.
Seduto su una panchina del parco c'era un ragazzo circondato da altri che parlava animatamente attirando l'attenzione di tutto il gruppo. 
Amici. Fu la prima cosa che pensò Takuto. Quel gruppo di ragazzi erano amici. Lui non sapeva nemmeno cosa volesse dire avere un amico.
Si fermò qualche istante a fissarli meglio, ora stavano ridendo tutti insieme. Shindou provò un moto di gelosia verso quei ragazzi, avrebbe voluto essere li anche lui a ridere con loro e sapere come ci si sente ad avere degli amici.
-emm.. Signorino?- la voce titubante della donna che l'accompagnava arrivò appena alle sue orecchie.
Ancora si chiedeva perché ogni volta che qualcuno gli parlava si rivolgeva a lui con quel tono riverente e timoroso.
-Ora arrivo- fu la risposta di Takuto, che però non aveva intenzione  di muoversi da li. Stava ancora fissando il ragazzo al centro del gruppo.
-Hiromi- 
La donna sentendo la voce del ragazzo chiamarlo gli si avvicinò 
- si signorino?-
-voglio che quel ragazzo diventi mio amico- disse Takuto indicando il ragazzo dai capelli rosa al centro del gruppo.

POV Kirino
-Ma Hamano, non dire stupidaggini!- subito dopo questa frase il ragazzino dai capelli rosa scoppiò a ridere insieme al resto dei suoi amici.
-Hayami! Perché non mi difendi mai?- 
-Perché tu dici solo stupidaggini-
Mentre Hamano e Hayami discutevano il resto del gruppo se la rideva fissando di divertiti i loro compagni che, come ogni giorno, litigavano. Nessuno dicevano niente perché sapevano che in fondo quei due si volevano bene, ma Hamano era troppo positivo rispetto ad Hayami, che era la negatività in persona, e qualche piccola lite ogni tanto ci scappava.
Furono interrotti da una donna che si era avvicinata a loro. Era di bel l'aspetto e ben vestita. 
-Scusi, mi chiamo Hiromi e vorrei parlare qualche minuto con lei-
La donna stava guardando il ragazzo al centro del gruppo che stupito si alzò e la segui.
Quando si furono allontanati dal gruppo la donna si voltò e comincio a parlare.
-Salve, lavoro per la famiglia Shindou, che presumo lei conosca. 
Il signorino Takuto, nonché figlio e erede della famiglia, vuole che lei diventi suo amico- 
Sul volto del ragazzo di disegno un'espressione perplessa.
-Cosa scusi?- 
La donna lo squadrò un po' e ripeté lentamente la frase, come se fosse un ritardato.
-Si ho capito, non sono stupido. Ma le sembra una cosa normale chiedere a una persona di diventare amica di un'altra senza nemmeno conoscerla?-
-Questo è il desiderio del signorino-
Per poco il ragazzo non scoppiò a ridere.
-Ah, mi sono dimenticata di dirle che ovviamente verrà ricompensato-
-Ricompensato?-
-Verrà pagato-
-Si avevo capito, le ho già detto che non sono stupido- il ragazzo era davvero stupito e più guardava Hiromi più capiva che per lei non era una cosa strana da chiedere. Chissà quante altre cose strambe aveva chiesto quel ragazzino viziato. Perché si, quel ragazzino doveva proprio essere viziato.
-Scusi, ma secondo me non è molto norm..- la donna non lo stava ascoltando, stava scrivendo su un piccolo foglietto bianco.
-Questo le basta?- sul foglietto c'era un numero con tanti zeri che il giovane non riusciva nemmeno a contarli. 
-Ovviamente questo è solo l'acconto- disse la donna come se fosse ovvio.
Il ragazzo non spiaccicava parola. Aveva gli occhi sgranati e se ne stava fermo con il foglietto in mano. Con tutti quei soldi avrebbe potuto mantenere lui e i suoi genitori per almeno un paio di anni senza che questi lavorassero. Avrebbe potuto iscriversi all'università che tanto avrebbe voluto frequentare, ma non poteva perché troppo costosa.
-I..io..-
-Allora? Il signorino non ha tutta il giorno-
-Io..io..accetto-
-Perfetto, allora può cominciare subito il suo lavoro- lavoro, era questo che era ciò che doveva fare? Che strano il mondo dei ricchi.
Il ragazzino corse dai suoi amici per avvisarli che se ne doveva andare e tornò dalla donna che lo accompagnò da quello strano ragazzino ricco.
-Piacere, io sono Takuto Shindou- disse questo perdendogli la mano e sorridendo.
-Ranmaru Kirino


***

Angolo dell'autrice

Salve!! 
Eccomi con un'altra TakuRan (quanto adoro questa coppia *_*)
Allora...come avete letto Takuto e Ranmaru non si conoscono, ma Takuto "obbliga"' Ran a diventare suo amico. All'inizio i rapporti saranno, ovviamente, freddi. Ma poi.... Beh non vi dico altro u.u
Sarà una long, ancora non so quanti capitoli.  
Nel prossimo capitolo ci sarà la presentazione di Kirino che comincerà il suo nuovo "lavoro"
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e correggetemi pure eventuali errori (dei quali mi scuso in anticipo)
Un bacio, Silvy

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Capitolo 2
*** Friends? ***


CAPITOLO 2  -Friends?-


Ranmaru Kirino, quattordici anni, era uno dei ragazzi più popolari della sua scuola, oltre ad essere simpatico e disponibile con tutti era bellissimo. Bello nel vero senso della parola, tutte le ragazze della scuola avevano una cotta per lui, e non solo le ragazze, spesso anche alcuni ragazzi gli confessavano il loro amore. Una delle sue caratteristiche migliori era il suo sorriso, perennemente presente sul suo volto. Aveva un unico difetto: alcune volte veniva scambiato per una ragazza. Aveva un aspetto delicato ed alcuni lo confondevano seriamente per una femmina. 
Ora quel ragazzo si stava recando nell'ultimo posto dove avrebbe mai pensato di mettere piede: casa Shindou. 
Dopo aver parlato con Hiromi, Kirino aveva passato un'oretta con il più giovane degli Shindou per cercare di conoscersi. Non avevano avuto molto successo: dopo essersi detti i propri nomi non avevano praticamente spiaccicato parola. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Tutto questo a Kirino era sembrato ridicolo. Obbligarlo, quasi, ad essere suo amico e poi non parlargli. Al contrario di come se lo era aspettato, Shindou, era sembrato una persona molto timida e un po' impacciata.
Arrivò finalmente all'enorme ed imponente cancello della villa Shindou. Citofonò ed entrò percorrendo il giardino interno della villa. Non poteva dire di non essere rimasto impressionato davanti a tutto quel lusso, ma a Kirino non era mai importato molto dei soldi. Si era sempre fatto bastare ciò che aveva. Ma ora si chiedeva come fosse stato vivere in un luogo del genere, forse si sarebbe addirittura annoiato. 
All'entrata una cameriera scortò il giovane in una stanza dalla quale proveniva un dolce suono. Una volta all'interno della stanza si accorse che quella deliziosa melodia proveniva da un pianoforte e che quel pianoforte era suonato da Takuto. 
Doveva ammettere che quel ragazzo era proprio bravo. Per qualche minuto rimase in silenzio ad ascoltarlo, finché Shindou non si accorse della sua presenza.
Appena lo vide arrossì impercettibilmente è abbassò lo sguardo mormorando un "ciao" appena udibile.
-Ciao- rispose il ragazzo dai capelli rosa con un sorriso un po' tirato.
La situazione del giorno prima si ripeté nuovamente. Il silenzio più totale. Shindou osservava i tasti del piano e Kirino si guardava intorno facendo finta di nulla.
Passarono così vari minuti, finché Kirino capì che se non avesse cominciato a parlare lui per primo la situazione non si sarebbe sbloccata. E poi, in fondo, lui non era una persona timida, non si era mai fatto problemi a dire quello che pensava.
-Senti ascolta. Tu hai chiesto se potevo diventare tuo amico. Perché non mi parli allora?-
Alla domanda Shindou abbassò ancora di più lo sguardo se possibile. 
-Emm..ecco...io..- Takuto cominciò a torturarsi le mani e diventò rosso.
-Emm vedi...-
Kirino non poté evitare di sbuffare, il che mise ancora più agitazione a Shindou. Ranmaru non riusciva proprio a capire. Un ragazzo che chiedeva ad un altro, che (giusto per precisare) nemmeno conosceva, di diventare suo amico, anzi aveva addirittura mandato una delle donne che lavorava per la sua famiglia, ora non aveva nemmeno il coraggio di aprire la bocca.
-Ecco vedi.. Io non ho mai avuto un amico- alle sue parole Kirino sgranò gli occhi. 
-E scusa a scuola con chi stai?-
-Io non vado a scuola. Ho degli insegnanti privati- la voce di Shindou era spezzata, gli occhi lucidi, il ragazzo stava per scoppiare a piangere.
Kirino era palesemente imbarazzato e voleva evitare che l'altro scoppiasse a piangere, a quel punto non avrebbe proprio saputo che fare. Deciso allora di andare a sedersi a fianco di Shindou.
-Allora rimedieremo, ok?- non sapeva nemmeno lui perché, ma ora voleva provare a diventare amico di quel ragazzo che non aveva amici. 

~~~

Kirino gli si era seduto di fianco. Aveva cercato di consolarlo. Gli aveva addirittura detto che sarebbero diventati amici. Perché quel ragazzo era così gentile con lui? Nemmeno si conoscevano.

~~~

Passarono il resto della giornata a chiacchierare del più e del meno imparando a conoscersi.
Dopo qualche settimana passata insieme Kirino scoprì che passare del tempo con Shindou, infondo, non era poi così male.
Aveva imparato a capire che sotto al suo carattere da ragazzo viziato si nascondeva un ragazzo timido ma anche sicuro, ma soprattutto aveva capito che quel ragazzo era fondamentalmente solo.
Ogni giorno che passava lo apprezzava sempre più. E si poteva dire che erano ormai amici.
Kirino, che inizialmente voleva essere amico di Shindou solo perché gli faceva pena, ora provava un sincero affetto nei suoi confronti.
Shindou, invece, si era reso conto che l'amicizia verso il ragazzo dai capelli rosa contava molto per lui e più il tempo passava più si accorgeva che ormai per lui Kirino era molto più che un amico. Gli piaceva, eccome se gli piaceva. 
Ma questo sarebbe rimasto segreto, non avrebbe rovinato la sua nuova e unica amicizia per nulla al mondo.


***



Note dell'autrice

Rieccomi!!
Si, lo so. Questo capitolo fa schifo, me ne rendo conto da sola >.<
Ma purtroppo non sapevo come fare questo capitolo di mezzo, e questo è ciò che ne è uscito. Tra l'altro è anche corto.
Mi scuso. Prometto che i prossimi capitoli saranno migliori e soprattutto meno noiosi, perché dal prossimo capitolo comincerà la vera storia, quindi la parte interessante.
Mi scuso ancora. Fatemi comunque sapere cosa ne pensate! (Se ci riuscite senza uccidermi XD)
Un bacio, Silvy

*fugge dai pomodori che gli lanciano*

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Capitolo 3
*** Stolen Kiss ***


CAPITOLO 3 -Stolen Kiss-

Ormai erano passati almeno due mesi da quando Kirino e Shindou si erano conosciuti e si poteva dire che ormai erano quasi inseparabili. 
Si vedevano tutti i giorni. Shindou ormai si era accorto che quello che provava per Kirino non era più una semplice cotta. Ma per il momento si accontentava di essere suo amico. Non lo voleva perdere, dopo averlo appena trovato. Inizialmente rimase scioccato accorgendosi di essere gay, nella sua famiglia non erano molto accettati gli omosessuali, ma poi capì che fondamentalmente non gli importava poi così tanto, Kirino gli piaceva, punto; e più il tempo passava meno gli bastava la sua amicizia.
Fu proprio in uno di quei pomeriggi che Shindou venne a sapere la cosa peggiore che potesse scoprire su Kirino.


Shindou stava suonando e, come sempre ormai, Kirino era al suo fianco ad ascoltarlo ad occhi chiusi. Amava ascoltare l'amico suonare.
Rimasero così finché Shindou non concluse la melodia.
Si sedettero a sorseggiare del tè e a parlare sul comodo divano del salotto. Uno squillo del telefono di Kirino li interruppe. Letto il messaggio il volto di Ranmaru si aprì in un sorriso a trentadue denti.
-Tenma ti ha detto che avete gli allenamenti?- spesso Kirino, quando era a casa di Shindou, doveva scappare via perché Tenma, anche negli orari più improbabili, decideva di chiamare la squadra ed allenarsi. Perché si, Kirino giocava a calcio. Shindou lo invidiava moltissimo, fin da piccolo aveva sempre amato il calcio, ma i suoi non gli avevano mai dato la possibilità di iscriversi ad un club sportivo. 
"Un giorno", gli aveva promesso Kirino "ti insegnerò a giocare a calcio".
-No- rispose Kirino evidentemente imbarazzato.
-Chi è allora?- chiese curioso Takuto che non fece caso al rossore sul guance dell'altro.
-Emm..ecco vedi..- vedendo l'insolita insicurezza del rosa Shindou intuì da solo il mittente del messaggio.
-Ah! È la tua ragazza!- nella tono del ragazzo c'era un'impercettibile nota di tristezza mista alla speranza di sbagliarsi.
-Diciamo di si, è la persona con cui sto- fu la risposta di Kirino che oramai era tutto rosso.
Shindou invece fu colpito da una dolorosa fitta al cuore. Gelosia, forse? Eppure ne aveva sentito parlare così tanto, aveva letto tanti libri, visto tanti film, ma nessuno mai gli aveva detto che faceva così male. Così male da volersi chiudere in stanza a piangere e non uscirne più. 
Ma cosa pretendeva lui? Insomma già di partenza gli mancava un requisito fondamentale: non era una ragazza. Secondo, Kirino si meritava di meglio di lui. Chissà com'era bella la sua ragazza...
Voleva evitare di scoppiare a piangere davanti al rosa, aveva sempre avuto la lacrima facile, ma non voleva dover spiegare il perché stava piangendo a Kirino.
-Hey Shindou? Tutto bene?- la voce dell'amico lo richiamò dai suoi pensieri.
-Si certo! Tutto a posto- a quella risposta Kirino gli sorrise come era solito fare quando erano insieme.
Quanto era bello quel sorriso! Quanto era bello Kirino!
Tutti i pensieri si affollarono nella testa di Shindou. Erano così vicini, gli bastava così poco per raggiungere quelle morbide e invitanti labbra, non doveva nemmeno sforzarsi troppo, un leggere movimento e..
Il corpo di Shindou si mosse da solo e fece combaciare le proprie labbra con quelle dell'altro ragazzo senza nemmeno pensarci. 
Non appena si accorso di quello che aveva fatto si staccò e senza nemmeno vedere la reazione di Kirino si alzò e corse via.

~~~

Tre secondi. Erano passati tre secondi da quando gli aveva detto che tutto andava bene. E ora? Ora si ritrovava le labbra di Shindou sulle sue senza, quasi, nemmeno rendersene conto. Il suo cervello stava ancora cercando di metabolizzare, quando l'altro si staccò di botto e corse via.
-Ma che cavolo?- che saltava in mente a Shindou? Gli sorrideva, poi lo baciava e poi scappava? Ma soprattutto, lo baciava?
Ci impiegò qualche minuto prima di alzarsi dal divano. Fosse stato per lui sarebbe rimasto lì ancora qualche ora a cercare di capire cosa fosse successo. Ma doveva per forza andare da Shindou per scoprire la causa del suo atteggiamento.
Corse per i corridoi, fino a raggiungere la sua stanza, dove vide Takuto steso sul letto a pancia in giù. Si avvicinò e sedendosi accanto a lui sul letto lo fece voltare.
Stava piangendo.

~~~

Perché? Perché gli era saltato in mente di baciarlo? Cosa aveva combinato? Lo aveva baciato! E lui aveva una ragazza! Kirino non era nemmeno gay! Ora lui non lo avrebbe mai più voluto vedere, tutto perché non era resistito all'impulso di baciarlo!
Questi erano i pensieri che affollavano la testa di Shindou che se ne stava sdraiato sul letto a versare lacrime.
Improvvisamente sentii una mano appoggiarsi alla sua spalla. Si voltò e con grande stupore notò che era Kirino. Perché non se ne era andato? Probabilmente voleva delle spiegazioni o, peggio ancora, era lì per sgridarlo ed era arrabbiato. 
Ma Kirino non disse nulla. Semplicemente gli spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio e gli sorrise porgendogli un fazzoletto.
-S..scusa Kirino. I..io..non volevo, non so cosa mi sia preso- in realtà lo sapeva benissimo, ma non poteva certo spiattellarglielo in faccia e fuggire di nuovo, anche perché questa volta sarebbe fuggito per davvero.. Mmm l'America non è niente male.
-Shhh tranquillo- il sorriso di Kirino esprimeva solo dolcezza, sembrava quasi una madre amorevole -faremo finta che non sia successo nulla. Ok?-
-Grazie Kirino- Shindou era pieno di gratitudine verso l'amico, ma era anche triste: se per Kirino era come se  non fosse successo nulla allora aveva la conferma che lui non provava nulla nei suoi confronti. 
Kirino sarebbe rimasto per sempre solo il suo migliore amico.


***

Angolo dell'autrice:
Scusate per il ritardo, sono stati un giorni un po' così..e ho avuto davvero poco tempo per continuare il capitolo.
Comunque....questo capitolo è un po' triste e forse il prossimo sarà anche peggio, perché.....NO niente anticipazioni! :P
Tutti: tanto non ci interessava nulla u.u
*se ne va con una nuvoletta di depressione attorno*

Concludo e me ne vado per davvero. Buon capodanno a tutti, visto che non credo proprio di riuscire ad aggiornare prima dell'uno.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Scusate eventuali errori.
Un bacio, Silvy

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Capitolo 4
*** Disappointment ***


CAPITOLO 4 -Disappointment- 

Orami erano passate un paio di settimane, e del bacio non se ne era più parlato. Come se non fosse successo nulla, proprio come aveva detto Kirino. Amici come prima. Shindou non sapeva se considerare ciò come un vantaggio o come uno svantaggio. Alla fine convenne che era di gran lungo un vantaggio, insomma poteva continuare a vederlo ogni giorno ed essere suo amico, sarebbe stato sicuramente peggio se se ne fosse andato per sempre. Ormai era il suo migliore amico, certo era anche l'unico che aveva, ma era certo che se ne avesse avuti altri Kirino sarebbe comunque stato il migliore.

Stava, come sempre, aspettando Kirino mentre suonava una nuova melodia al piano, quella musica gli ricordava moltissimo l'amico ed era, in poco tempo, diventata la sua preferita.
Stranamente Ranmaru era in ritardo, non era certo da lui. Controllò il suo telefono ma non c'era traccia n'è di messaggi n'è di chiamate.
Riprese a suonare, sperando che di li a poco l'amico arrivasse.
Ma passarono i minuti e di Kirino non c'era traccia. Shindou cominciava a preoccuparsi, se gli fosse successo 
qualcosa mentre veniva da lui? Nel momento in cui si decise di prendere il telefono per chiamarlo gli arrivò un 
messaggio.

Lesse velocemente il mittente e lo aprì

Scusa Shindou, oggi non posso venire. Tenma mi ha appena chiamato, allenamento improvviso. Ci vediamo domani.
Kirino


Per fortuna non era successo nulla, solo una delle folli idee di Tenma. Guardò fuori dalla finestra, pioveva. Solo a Tenma poteva venire in mente di allenarsi con quel tempaccio. 


~~~


-Cosa?? Ma Tenma! Ti sei accorto che piove?-
...
-Tanto con te è inutile provare a ragionare, vero? Ci vediamo tra venti minuti- detto ciò Kirino buttò il telefono sul letto e cominciò a preparare la borsa per gli allenamenti borbottando qualche insulto verso il capitano della sua squadra. 
Perché a quella testa calda di Tenma veniva in mente di allenarsi sempre nei momenti più improbabili? Che ci fosse il sole, che piovesse o che nevicasse il capitano chiamava la squadra per gli allenamenti. 
Non che odiasse Tenma, per carità, era simpaticissimo, ma forse era un po' troppo fissato con il calcio, ecco. Solo Tsurugi riusciva, ogni tanto, a farlo smettere di pensare al calcio. Chissà come mai?! Ormai tutta la squadra aveva capito dell'interesse del blu verso Tenma, a parte quest'ultimo. Non che Tsurugi lo avesse mai ammesso, figuriamoci.

Dopo aver, a malincuore, avvisato Shindou che non potevano vedersi Kirino corse verso il club di calcio evitando di prendere l'ombrello, tanto non gli sarebbe servito a molto.
Appena arrivò sospirò vedendo che nella sala del club erano tutti presenti, tranne Tenma. Lui li chiamava e arrivava sempre in ritardo. Ma come prendersela con lui? Aveva sempre quell'aria spensierata e allegra che ti faceva subito passare la rabbia.

Dopo svariati minuti di attesa Tsurugi decise di andare a cercarlo, borbottando qualcosa del tipo "magari è scivolato in una pozzanghera" che fece scoppiare una risata generale nella stanza. Ovviamente solo dopo che il blu era uscito, nessuno ci teneva particolarmente a perdere la vita.
Dopo la risata si guardarono complici e il primo a parlare fu Hamano
-Bene, che ne dite se ci alleniamo da soli? Tanto non credo che il capitano arriverà tanto presto ora che Tsurugi è andato a cercarlo- disse con un sorriso malizioso sulle labbra.
Sapevano tutti che Hamano aveva ragione, quindi acconsentirono e si diressero al campo.

Durante l'allenamento capitò più volte a Kirino di pensare a Shindou, al rapporto che si era creato tra loro. Non avrebbe mai pensato che si sarebbe legato così tanto a quel ragazzo, anche se non si conoscevano da molto lo considerava già il suo migliore amico. Si comprendevano benissimo e conoscevano ormai ogni aspetto del carattere dell'altro. 
All'inizio Kirino, doveva ammetterlo, aveva accettato solo per soldi, ma presto aveva capito che ci teneva a lui e che non gli importava nulla di quegli stupidi soldi. Aveva, infatti, quasi subito riferito a Hiromi che non voleva più essere pagato, non lo trovava per niente un comportamento adatto, perlomeno non ora che erano amici.  

~~~

Noia. L'unico pensiero fisso di Shindou era che si stava annoiando terribilmente. Era così abituato, ormai, a passare del tempo con Kirino che quando non c'era si annoiava terribilmente. Prima di diventare amico del rosa passava i pomeriggi studiando o leggendo un libro, ma ora non ne aveva proprio voglia. Voleva solo il suo Kirino al suo fianco.
Decise, infine, di andare ad esercitarsi un po' al piano, dato che c'era in programma un'importante esibizione e Shindou non aveva ancora cominciato a prepararsi.
Passando per i vari corridoi sentii un paio di cameriere sghignazzare tra loro e spettegolare, solitamente Shindou non si faceva gli affari altrui e tanto meno si metteva a origliare le conversazione, ma quella volta, nemmeno lui sapeva il perché, si appostò dietro alla parete e le ascoltò
-ti sei accorta che quel ragazzo oggi non c'è?-
-ti riferisci a quello un po' strano dai capelli rosa?- 
All'aggettivo "strano" Shindou si accigliò un po', ma non intervenne continuando ad ascoltare, se avessero detto qualcosa di male su Kirino le avrebbe licenziate all'istante.
-si si, proprio lui, è sempre qui in giro con il signorino. Non ti pare strano che oggi non ci sia?-
A quanto pareva l'unico motivo della domanda della cameriera era solo per spettegolare un po' e farsi i fatti degli altri. Cosa le interessava se Kirino quel giorno c'era o pure no? Shindou se ne stava andare, quando udì la risposta dell'altra donna.
-beh, io ho saputo che quel ragazzino che sembra tanto innocente si faceva pagare per venire qua ogni giorno!- 
Cosa? Non poteva essere! Probabilmente era solo un pettegolezzo che era girato tra le cameriere di casa Shindou. O almeno Takuto ci sperava.
-si dai lo sapevano tutti! A me lo ha detto Hiromi in persona-
-già, ma non finisce qui! Un po' di tempo fa quel ragazzo ha smesso di farsi pagare! Probabilmente si è già stufato di dover sopportare il signorino e non vuole più venire! Vedrai che piano piano verrà sempre di meno. Anzi secondo me già da domani non si presenterà più-
-...- 
Shindou non fece in tempo a sentire la risposta, stava già correndo nella sua stanza con le lacrime agli occhi.

***



Angolo dell'autrice

Giorno a tutti!
Scusate per lo ritardo, ma la scuola mi sta incasinando parecchio >.<
Allora, in questo capitolo ho voluto parlare un po' anche della vita di Kirino. E, si, ho messo un accenno di KyouTen, perché insomma io li trovo adorabili *_*
La fine è molto triste, Shindou, se non si era capito, non sapeva del fatto che  Kirino inizialmente venisse pagato.
Nel prossimo capitolo... No, niente spoiler. Spero solo di riuscire ad aggiornare presto..
Vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate.
Scusate eventuali, certamente ci saranno, errori ma ho dovuto rileggere tutto in fretta.
Ringrazio tutti quello che seguono la storia in particolare chi ha recensito.
Alla prossima :D
Un bacio, Silvy

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Capitolo 5
*** I'll Forget You ***


CAPITOLO 5 -I'll Forget You-

Le lacrime calde gli scivolavano ancora sul volto imperterrite, non avevano intenzione di fermarsi, non finivano. Semplicemente scorrevano lungo le guance. Mille domande gli affollavano la mente e mille risposte a quelle domande davano un motivo in più a quelle lacrime di continuare a uscire.
Perché lo aveva fatto? Ovvio, solo per soldi.
Quindi non gli voleva bene? Nemmeno un po'.
Avrebbe smesso di venire? Sicuro, aveva anche smesso di farsi pagare.
Sarebbe rimasto solo di nuovo? Certamente.
L'avrebbe più rivisto? Mai.
Le risposte che lui stesso si dava non facevano altro che peggiorare la situazione. Continuava a chiedersi come non aveva potuto capirlo prima, dopotutto chi voleva passare del tempo con un ragazzino viziato e nemmeno un po' simpatico?
Non riusciva proprio a smettere di piangere, aveva passato tutto il pomeriggio chiuso nella sua stanza a sfogare la sua tristezza. Il suo primo amico e il suo primo amore l'avevano ferito, deluso e ingannato, nulla al mondo lo avrebbe calmato.
Così arrivò la notte, aveva finalmente smesso di piangere, ma non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte.


Il mattino aveva un'aria stanchissima, uscì dalla stanza solo per pranzare, poi si diresse in salotto ad aspettare Kirino, sempre che fosse venuto e non avesse avuto un "impegno" improvviso di nuovo.
Qualche minuto dopo suonò il campanello di casa Shindou e poco dopo Kirino era lì davanti a lui con il consueto sorriso raggiante stampato sulle labbra.

~~~

Kirino era appena entrato in casa del suo migliore amico, non lo aveva visto solo per un giorno, ma doveva ammettere che gli era mancato.
-Ciao Shindou- lo salutò allegramente, ma il sorriso si spense un po' non appena vide le occhiaie dell'amico, la sua faccia sconvolta e l'apatia con cui rispose al suo saluto.
-Hey! Tutto bene?- chiese un po' preoccupato.
Shindou non lo degnò di una risposta, semplicemente fissava un punto indefinito davanti a se.
-Qualche problema con i tuo?- Kirino sapeva che i genitori di Takuto erano persone molto rigide e non accettavano ben volentieri l'amicizia del figlio con il rosa.
Nessuna risposta, di nuovo.
Decise, quindi, di far finta di niente e comportarsi come sempre, magari gliene avrebbe parlato dopo.
-Ah, scusa per ieri. Tenma ha deciso all'ultimo!-
Dopo un po' che continuava a parlare Kirino cominciò a stancarsi, era come parlare da soli.
-Shindou! Si può sapere che hai?-
A quel punto il castano si alzò di scatto dal divano fissando Ranmaru con uno sguardo che questo non aveva mai visto negli occhi di Shindou.
-Davvero vuoi sapere che mi prende?- la sua voce era carica di...rabbia?
-Certo, altrimenti non te lo avrei chiesto-
-So cosa hai fatto!- Kirino non capiva proprio a cosa si stesse riferendo.
-Mi sono allenato con Tenma e gli altri?-
-Non intendo ieri!!-
-Di cosa stai parlando, allora?-
Shindou sbuffò come infastidito e si voltò dandogli le spalle.
-Tu sei diventato mio amico solo per soldi-
-Un minuto, tu non...- Kirino era sconvolto, era convinto che Shindou lo sapesse, era proprio quello il fatto che gli era sembrato strano, che un ragazzo ne pagasse un altro per essere suo amico.
-Io credevo che la tua amicizia fosse sincera!-
-Ma, infatti per me conta davvero la tua amicizia!-
-E io ci devo credere? Scommetto che tra poco avresti smesso di venire vero?-
-Certo che no!-
-Ieri non avevi gli allenamenti vero? Sei stato a casa perché non avevi voglia di venire!-
-Ma cosa dici? Non lo avrei mai fatto-
-Si, come no-
-Ti prego Shindou! Credimi!-
-Non ti è mai importato nulla di me. L'unica cosa che ti interessa sono i miei soldi!-
A quelle parole Kirino si alzò di scatto dal divano e fissò intensamente gli occhi del castano.
-È così che la pensi?-
Shindou si voltò dall'altra parte evitando di incontrare gli occhi azzurri dell'altro e non rispose.
-Shindou, ti ho fatto una domanda- continuò Kirino innervosendosi.
Ancora nessuna risposta.
-Shindou, guardami negli occhi e dimmi se la pensi così per davvero!- disse infine urlando.
A qual punto il castano alzò lo sguardo per fissare l'altro e pronunciò un secco
-Si-
A quel punto Kirino senza esitazioni e senza dire nulla si diresse al portone d'ingresso.

L'ultimo rumore che sentì Shindou fu la porta di casa che sbatteva violentemente.
Non sapeva il perché, ma tutta la tristezza provata fin dal giorno prima era mutata in rabbia. Rabbia che aveva sfogato tutta addosso a Kirino. Il suo primo pensiero era che se lo meritava. Ma più il tempo passava più si pentiva. Forse non avrebbe dovuto reagire così, ne avrebbe dovuto parlare con calma all'amico. Ma non era riuscito a calmarsi. Aveva fatto uscire da se tutta la rabbia e la tristezza accumulata in quei due giorni.
Alla fine concluse che era meglio così. Non aveva bisogna di una persona che si interessava solo ai suoi soldi.

~~~

Era rarissimo vedere Kirino piangere. Il suo sorriso solare era perennemente stampato sul suo volto. Eppure quando uscì da casa Shindou il suo volto era pieno di lacrime.
Quando la madre lo vide rientrare in quello stato si era preoccupata subito, era così difficile che suo figlio piangesse.
Ma Kirino non poteva fare altro. Non si sarebbe mai aspettato un simile comportamento da parte di Shindou, come aveva potuto credere che lui fosse suo amico solo per soldi?! Kirino non era quel genere di persona! Shindou avrebbe dovuto saperlo. Invece lo aveva accusato lo stesso.


Dopo quel terribile pomeriggio entrambi si ripromisero di dimenticarsi dell'altro. Di tornare alla propria vita..

Kirino aveva sempre avuto dei fantastici amici.
Perché era se ne era trovato una altro?
Quelli che aveva gli erano sempre bastati..
E gli sarebbero bastati di nuovo.
Anche se quella melodia che Shindou suonava sempre non l'avrebbe mai dimenticata...
Shindou  non aveva mai avuto amici.
E aveva sempre avuto tutto quello che voleva.
Che se ne faceva degli amici?
Stava bene comunque.
Anche se quel sorriso che  Kirino aveva sempre sulle labbra non l'avrebbe mai dimenticato...   




***


Angolo dell'autrice:

Scusatemi tantissimo per il super ritardo!!! La scuola mi distrugge >.<
Che dire?! Questo capitolo non mi piace, perché Ran e Takuto litigano! Loro si amano troppo per litigare!!!
Va beh. Dovevo mettere qualcosa che movimentasse un po' la situazione. Lo so sono cattiva u.u
Comunque se continuerete a leggere scoprirete cosa accadrà tra questi due!
Ringrazio chi ha recensito e chi segue la storia.
Lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, grazie :D
Alla prossima
Un bacio, Silvy

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Capitolo 6
*** Wrong ***


CAPITOLO 6 -Wrong-

 

Tutto era tornato esattamente come prima. O perlomeno questo era quello di cui Shindou, ogni giorno, cercava di convincersi.

Il mattino si alzava, faceva colazione, si recava in studio per le sue lezioni private, pranzava, prendeva le sue quotidiane lezioni di pianoforte, si dedicava alla lettura, cenava e andava a dormire. Insomma la sua tipica giornata prima di conoscere Kirino.

Ma in tutto questo non c'era momento in cui la sua mente non pensasse a Kirino. Mentre mangiava, mentre studiava pensava a lui. Peggio ancora il pomeriggio, dopo la lezione di piano, quando rimaneva da solo. Prendeva un libro in mano, ma non lo leggeva mai. Quel libro lo aveva iniziato da settimane, precisamente da quando aveva litigato con Kirino, ma non era nemmeno arrivato a metà.

Quando era solo e non aveva nulla con cui distrarsi pensare a lui era inevitabile.

Spesso si chiedeva se non fosse stato uno sciocco a reagire in quel modo, ma velocemente scacciava via quei pensieri dalla mente.

Le ore passavano, i giorni passavano, le settimane passavano. Ma non c'era momento in cui Shindou non pensasse a quel sorriso radioso sempre presente, a quei capelli così particolari legati in due codini che non avrebbe mai tagliato, a quei suoi occhi così profondi e belli che Shindou ci si perdeva dentro ogni volta che li guardava.

 

 

Anche per Kirino la vita era tornata esattamente come prima. Giocava a calcio e usciva con i suoi amici. A volte capitava che qualcuno di loro gli chiedesse perché non andava più da Shindou. Lui si limitava a tacere o cambiava discorso ignorando la domanda, tanto che ormai avevano smesso di chiederlo, anche perché quando gli rivolgevano la domanda Kirino tendeva ad assumere un aria cupa.

Si, era felice con i suoi amici, ma gli mancava qualcosa. Spesso pensava a Shindou.

A volte aveva davvero bisogno di un amico con cui parlare, un amico che lo stesse a sentire e che lo aiutasse, e subito pensava a Shindou.

Tutti si erano accorti di quanto Kirino fosse triste in quell'ultimo periodo.

Il tempo passava, ma non c'era giorno in cui Kirino non pensasse alla dolce melodia che suonava Shindou, così bravo da incantarlo ogni volta che suonava, a quel dolce sorriso che dedicava solo a lui, a quegli occhi castani che sapevano leggergli l'anima.

 

 

~~~

 

 

Era passato un mese circa dall'ultima volta che aveva visto Kirino e gli mancava. Eccome se gli mancava. Ogni giorno l'impressione di aver sbagliato aumentava. Fino al punto di non reggerla più.

Così, un pomeriggio, durante le sue lunghe riflessioni, decise di risolvere la questione una volta per tutte. Avrebbe saputo come stavano le cose in realtà.

Si alzò e comincio a vagare per la casa in cerca di una persona. Una persona che, forse, lo avrebbe aiutato.

Finalmente la trovò, era lì che chiacchierava con altre cameriere.

-Hiromi- subito la donna si voltò verso il ragazzo e assunse subito un'aria riverente.

-Mi dica Signorino. Ha bisogno di qualcosa?-

-Si. Ti devo parlare- la donna capì che era una questione privata e fece cenno alle altre donne, con le quali stava chiacchierando qualche istante prima, di andarsene.

-Mi dica pure Signorino-

-Tu pagavi Kirino per essere mio amico vero?-

-Come lo ha...?- la donna sembrava sinceramente sorpresa.

-Non importa come lo ho scoperto. Non è questa la cosa di cui volevo parlarti-

-Certo. Mi scusi- Hiromi si ricompose velocemente.

-Volevo sapere per quanto tempo lo hai pagato? Quando ha smesso di farsi pagare?-

La donna era perplessa, evidentemente non si aspettava quella domanda, ma rispose comunque.

-Si è fatto pagare per poco tempo, credo nemmeno un mese-

-Nemmeno un mese..- sussurrò Shindou immerso nei suoi pensieri.

-Era venuto a dirmi che non intendeva più ricevere soldi per essere suo amico. Aveva detto che ormai eravate veramente amici, e non gli sembrava né corretto ne onesto continuare a prendere soldi. In realtà, la faccenda dei soldi lo aveva scocciato fin dall'inizio. Non mi sembra un ragazzino particolarmente interessato ai soldi-

A queste parole Shindou lasciò li la donna e corse via. Che stupido era stato. Come aveva potuto credere che Kirino fosse davvero capace di fare una cosa del genere? Eppure lui si era reputato suo amico. Doveva sapere come era fatto, doveva conoscerlo bene, abbastanza da sapere che non lo avrebbe mai fatto.

Insomma. In pochissimo tempo era riuscito a trovarsi un migliore amico, ma per perderlo ci aveva messo ancora di meno.

 

Nei due giorni successivi la depressione di Shindou era aumentata notevolmente. Faceva ogni cosa controvoglia e le faceva anche male. Non faceva altro che darsi la colpa, giorno e notte.

In poco tempo anche i suoi insegnanti e le cameriere si erano accorti di questo cambiamento in Shindou, tanto che andarono a riferire ciò ai suoi genitori, inutile dire che i genitori impegnati com'erano non se ne erano nemmeno accorti. Il padre non rientrava quasi mai a casa, la madre la vedeva davvero raramente e quelle poche volte che la vedeva era sempre impegnata con amiche o estetisti.

Quelle volte in cui i genitori si rivolgevano al figlio non era mai per complimentarsi con lui, ma erano sempre frasi del tipo "non ci deludere" o "non farci fare brutte figure davanti ai nostri amici". Insomma Takuto era solo  un oggetto di cui vantarsi con i loro amici, che poi veri amici non erano.

Ma di questo Shindou non aveva mai sofferto più di tanto, c'erano sempre state la badanti con lui, non aveva mai sofferto di carenza d'affetto. Tanto che il giorno in cui sua madre gli chiese di pranzare con lei ne rimase parecchio colpito e di sicuro non si aspettava nulla di buono da quel pranzo.

-È da tanto che non pranziamo insieme Takuto- disse sua madre con quel suo tono freddo e distaccato di sempre.

-Già- fu l'unica risposta che la donna ricevette, pronunciata con il suo stesso tono freddo, che Shindou con il passare degli anni aveva imparato ad usare.

-Dobbiamo parlare-

Ne susseguì un silenzio che sembrò infinito.

-Mi hanno detto che ultimamente le tue lezioni private e le lezioni di piano non vanno tanto bene. Posso sapere come mai non ti stai impegnando? È successo qualcosa?-

-No, mamma, non è successo nulla- era strano come Shindou non riuscisse a mentire a nessuno eccetto che ai suoi genitori. Con loro ci riusciva benissimo. Riusciva ad isolarsi completamente da tutte le sue emozioni.

-Allora vedi di impegnarti, non voglio che il concerto vada male, ci saranno tutte le persone più importanti, non vogliono che pensino che il figlio di uno Shindou sia un incapace, anzi vogliono che vengano tutti a complimentarsi-

Ecco perché Shindou aveva imparato ad escludere le emozioni. Sua madre spesso gli diceva cose crudeli, probabilmente senza accorgersi che poteva ferirlo. All'inizio Takuto ci rimaneva male, ma poi ci aveva fatto il callo. Questi commenti non gli facevano più ne caldo ne freddo.

 -Ah, che fine ha fatto quel ragazzino con i capelli rosa che gironzolava sempre qui?- quella fu l'unica frase in grado, per qualche secondo, di far sgranare gli occhi a Shindou e a congelarlo sul posto, dettagli che sua madre assolutamente non notò.

-Emm, ecco..  Kirino non viene più-

-E come mai?-

-Diciamo..che non siamo più amici- quanto gli faceva male pronunciare quella frase ad alta voce.

-Meglio così. Era un po' troppo strano per i miei gusti- Takuto avrebbe voluto volentieri alzarsi dalla sedia e andarsene sbattendo la porta, ma poi chi la sentiva più sua madre?!

 

Il resto del pranzo fu passato in assoluto silenzio, una volta congedato, Shindou si chiuse in camera sua e si sdraiò sul letto.

Non passò nemmeno un minuto che il telefono squillò. Lo prese e lesse il messaggio.

 

Ciao Shindou.

Ho bisogno di te.

Ti prego, posso venire a casa tua?

Kirino

 

 

 

***

 

Angolo dell'autrice

Buongiorno! Eccomi finalmente! Perdonate il ritardo. Se dovete prendervela con qualcuno prendetevela con la mia scuola e i miei professori (vi prego fatelo XD).

Bene. Un altro capitolo di passaggio dove Shindou in pratica è morto.. Poverino, senza Kirino non vive :3

Tutto sommato almeno il capitolo finisce bene. No?

È stata un giornata proficua! Finalmente sono riuscita ad aggiornare, e...finalmente mi è arrivata la parrucca per cosplay di Kirino! Non immaginate quanto sia contenta :D

Bene. Concludo che mi sto dilungando.

Scusate per gli eventuali errori e lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate!

Un bacio, Silvy

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Capitolo 7
*** Clarifications ***


CAPITOLO 7 -Clarifications-
 
Ciao Shindou.
Ho bisogno di te.
Ti prego, posso venire a casa tua?
Kirino
 
Il volto di Shindou era un misto tra gioia infinita e sorpresa. Era convintissimo che non avrebbe mai più rivisto Kirino. Invece quello stesso ragazzo che se ne era andato amareggiato sbattendo la porta di casa Shindou gli aveva appena mandato un messaggio, e non un messaggio dove lo insultava dicendogli che era uno stupido. No. In quel messaggio gli chiedeva di vederlo, gli aveva detto che aveva bisogno di lui.
Naturalmente ci mise meno di un minuto a rispondere a quel messaggio, con il sorriso sulle labbra.
I minuti che passarono nell'attesa dell'arrivo di Kirino furono interminabili. Passeggiava avanti e indietro per la casa in stato d'ansia. Si faceva mille domande. Chissà cosa era successo? Chissà come sarebbe stato vederlo?
Ma appena aprì la porta si trovò davanti una scena che non si sarebbe mai aspettato.
Il volto di Kirino era davanti a lui. Ma non era il solito. Gli occhi erano rossi e gonfi e i capelli spettinati. Aveva appena pianto.
Inutile dire che per Takuto rimaneva comunque bellissimo, e il non vederlo per settimane ai suoi occhi lo rendeva ancora più bello. Ma vederlo in quello stato gli aveva causato una dolorosa fitta al cuore.
Appena i loro occhi si incontrarono Kirino scoppiò a piangere, il gesto che fece in seguito Takuto fu istintivo e dettato dal cuore. Lo abbracciò forte. Come se non avessero mai litigato, come se fossero ancora migliori amici.
Ranmaru, inizialmente, rimase molto sorpreso da quel gesto, ma dopo nemmeno due secondi si lasciò andare stringendosi al petto di Shindou, che sembrava un ottimo rifugio, dove i dispiaceri scomparivano ed il cuore gli si alleggeriva.
Nessuno dei due avrebbe saputo esprimere quanto quell'abbraccio gli era mancato. Sapevano solo che ora, l'uno tra le braccia dell'altro, stavano finalmente bene. Rimasero così per un tempo che a chiunque sarebbe parso infinito, ma non a loro.
Loro sarebbero rimasti così per sempre. Il primo a muoversi e sciogliere l'abbraccio fu Shindou che appoggiò le mani sulle spalle dell'altro per poterlo guardare in volto. Istintivamente il rosa abbassò lo sguardo imbarazzato, non gli piaceva mostrare in quel modo le sue debolezze.
Takuto era seriamente preoccupato, ma soprattutto curioso, curioso di sapere cosa aveva spinto l'altro a tornare da lui con il volto in lacrime.
Al castano sarebbe piaciuto pensare che semplicemente il rosa era tornato perché gli mancavo ed il volto era rigato da lacrime di nostalgia, ma sapeva bene che non era quello il motivo.
Ma di certo non lo avrebbe forzato a raccontargli cosa era accaduto, non voleva obbligarlo a fare nulla, rischiando di farlo scappare di nuovo, questa volta per sempre.
I momenti successi furono caratterizzati da un'atmosfera di puro imbarazzo. Kirino era si vergognava per aver pianto davanti al castano e per essere corso da lui senza un minimo di pudore. Shindou si sentiva incredibilmente a disagio, ed era la prima volta che gli capitava da quando aveva conosciuto Ranmaru, ma non sapeva proprio cosa dire. Semplicemente aspettava che l'altro parlasse.
-Ti va una cioccolata?- chiese in fine, timidamente il castano.
Dalle labbra del rosa non uscì nessun suono, come se avesse avuto paura che se avesse aperto la bocca sarebbe scoppiato a piangere di nuovo, e probabilmente sarebbe stato così. Però con un movimento della testa annuì, accettando l'offerta dell'altro, che si alzò e andò a prepararla.
Non passò molto tempo prima che Shindou tornasse con due belle tazze fumanti di cioccolata in mano.
Le mise entrambi sul tavolino è tornò ad osservare Kirino come per accettarsi che non fosse solo un sogno, che lui fosse lì davvero.
Dopo qualche minuto, finalmente  Kirino decise di parlare e di spiegargli il motivo per il quale si trovava lì.
-Scusami se mi sono presentato così all'improvviso.. Solo che avevo davvero bisogno di te. Forse ti sembrerò un po' egoista, forse lo sono davvero.-
Takuto non rispose, ma se c'era una cosa di cui era sicuro era il fatto che Kirino non era affatto una persona egoista, anzi era di sicuro la persona meno egoista sulla faccia della Terra.
-Ma è successo un casino e l'unica persona in grado di starmi accanto sei tu, ne sono sicuro- quelle parole colpirono Takuto dritto al cuore, dandogli nuova speranza, o forse semplicemente alimentando quella speranza che in fondo al suo cuore non si era mai spenta.
Con un semplice sguardo il castano gli fece capire che era disposto ad ascoltarlo e la risposta di Kirino furono degli occhi già lucidi pieni di gratitudine.
-Vedi, non so se ti ho mai parlato bene della persona con cui stavo- a quelle parole il viso di Kirino si concentrò per cercare di non piangere.
-Si chiama Kariya Masaki- Shindou sussultò spalancando gli occhi.
-C..cosa c'è? Lo conosci per caso?-
-No..non è quello il problema- balbettò imbarazzato il castano.
-Allora qual'è?-
 -Emm- Il volto di Shindou aveva assunto una colorazione rossa -ecco...- abbassò lo sguardo evitando gli occhi di Kirino -beh, Masaki..- si interruppe di nuovo come se stesse decidendo se concludere la frase o lasciar perdere. Alla fine la curiosità vinse l'imbarazzo e Shindou sputò fuori il suo pensiero tutto d'un fiato -Masaki è un nome da maschio-
Inizialmente Kirino sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Dopo qualche secondo, però, scoppiò a ridere sinceramente divertito.  
La sua ristata echeggiava in tutta la stanza e Takuto ne era quasi infastidito, non aveva capito il motivo di tutte quelle ristate.
-Cosa c'è di tanto divertente- chiese offeso il castano.
-Oh nulla... Vedi Shindou, Masaki è un maschio- disse tra una risata e l'altra.
Fu il turno di Takuto di spalancare la bocca, gli ci volle un po' di tempo prima di formulare, a fatica, la fatidica domanda.
-Quindi tu..sei..-
-Si, Shindou, sono gay- disse smettendo di ridere ma con la traccia di un sorriso sulle labbra.
Per poco Shindou non cadde dal divano. Tutti i problemi che si era fatto per non far notare all'altro di essere gay, quando Kirino stesso lo era. Il castano era sconvolto e Ranmaru lo aveva notato.
-Aspetta, non dirmi che tu sei contro ai gay, non potrei sopportarlo- disse quasi impaurito.
-Cos.. NO!- Shindou urlò la sua risposta diventando rosso.
Il volto del rosa si rilassò -Per un momento mi sono seriamente preoccupato- disse sorridendo a Takuto -Comunque, pensavo te ne fossi accorto..-
Effettivamente riflettendoci un po'  Kirino aveva fatto, spesso, certi apprezzamenti che di norma un ragazzo non fa (uno dei più eclatanti era stato un "oddio quanto è figo Johnny Depp in questo film") ma non ci aveva mai dato particolarmente peso.
-Non ho mai collegato la cosa- rispose Takuto abbassando il volto, deluso di non essersi mai accorto di una cosa così importante della vita dell'altro.
-Beh, ora lo sai- ora era  Kirino ad essere imbarazzato.
Rimasero in silenzio per un po' quando -Scusa se ti ho interrotto, continua pure- disse Takuto.
-Oh, beh, in realtà hai solo alleggerito un po' l'atmosfera- Kirino si costrinse a sorridere e prima di continuare con il suo racconto prese un bel respiro -era un'annetto più o meno che stavamo insieme- pronunciando quelle parole sorrise tristemente, come se parlarne gli evocasse ricordi felici ma dolorosi allo stesso tempo -ti risparmio la storia di come ci siamo conosciuti e di come è cominciato il nostro rapporto, magari questa storia te la racconterò un altro giorno.
Oggi volevo fargli una sorpresa e sono arrivato in anticipo all'allenamento, e mi sono diretto agli spogliatoi. Quando mi sono avvicinato alla porta ho sentito strani rumori, pensai fossero due miei compagni di squadra che si stavano divertendo- a queste parole il rosa gettò un occhiata più che eloquente all'altro -decisi quindi di andarmene e lasciarli finire, e me ne sarei andato davvero, se non fosse che...- Kirino si bloccò e prese a torturarsi le mani mordendosi il labbro per non scoppiare a piangere. Con fatica riprese a parlare -se non fosse che tra quegli ansimi, riconobbi una voce in particolare. La voce di Masaki- l'ultima frase la sussurrò quasi, la voce spezzata e gli occhi lucidi.
Fu proprio in quel momento che Shindou si rese conto di quanto Kirino fosse più forte di lui. Perché nonostante stesse soffrendo continuò, deciso, a parlare -non potevo crederci. La mia mente diceva "si è lui e ti sta tradendo", il mio cuore diceva "è impossibile, lui ti ama". Così, da vero masochista che sono tornai sui miei passi e spalancai la porta degli spogliatoi. Mi accorsi che la mia mente aveva ragione. Masaki era lì. Davanti a me con le labbra sul collo di uno stupido ragazzino- fu allora che Kirino scoppiò a piangere e fu allora che Shindou lo accolse tra le sue braccia, senza dire nulla. Senza dire "mi dispiace" senza dire "che stronzo", non era questo ciò di cui Kirino aveva bisogno in quel momento. Aveva bisogno del suo affetto e del suo amore, anche se di questo ultimo sentimento ne era all'oscuro.
Dopo vari minuti passati così Kirino si scostò dal petto di Shindou asciugandosi le ultime lacrime.
-Sono davvero un egoista. Sono venuto qui senza nemmeno sapere se tu eri ancora arrabbiato, sono venuto qui come se non fosse successo nulla, senza chiederti scusa-
Shindou lo guardò convinto che stesse scherzando, non capiva davvero perché mai dovesse chiedergli scusa, quel ragazzo era davvero troppo buono, in quell'unica frase Shindou capì quanto lo amava.
-Perché mai dovresti chiedermi scusa? Semmai sono io che dovrei farlo!- Kirino sorrise a quelle parole, aveva capito che Takuto aveva scoperto di avere torto, ma non glielo stava rimpiangendo -a proposito, scusa- aggiunse in fretta Takuto. In quelle settimane non aveva fatto altro che pensare al modo migliore per chiedere scusa a Kirino, ora gli era venuto così semplice e spontaneo che si sorprese di aver pronunciato quelle parole.
-Tranquillo. Ti ho già perdonato da un pezzo- sorrise, quel bel sorriso, quanto gli era mancato -Mi sei mancato Shindou- aggiunse accoccolandosi tra le braccia del castano.
-Anche tu. Non sai quanto-
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice:
PERDONO!!! Scusate l'immenso ritardo. Questa volta non ho nemmeno la scusa della scuola, visto che non ho avuto nulla da studiare, mi sono solo persa a leggere una ff stupenda dimenticandomi così di aggiornare la mia >.<
Come riscatto, però, ho fatto un capitolo leggermente più lungo, spero che questo vi aiuti a perdonarmi (per favore :3)
Anche perché questo non è un capitolo a caso, ma uno di quelli che preferisco, finalmente hanno fatto pace e sanno tutto l'uno dell'altro (Shindou ancora festeggia per aver scoperto che  Kirino è gay)
Bene, concludo scusandomi per gli eventuali errori e ringraziando tutti quelli che seguono/ricordano/preferiscono la storia, in particolare chi lascia recensioni.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacio, Silvy 

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Capitolo 8
*** All As Before..Or Maybe Not ***


CAPITOLO 8 -All As Before..Or Maybe Not-
 
Era come se la lontananza gli avesse fatto bene, o almeno così la vedeva Kirino. Al rosa tutta quella distanza gli aveva fatto capire quanto, seppur in poco tempo, Shindou fosse diventato importante per lui, avrebbe detto quasi essenziale.
Prima di conoscere Takuto l'unica persona con cui condivideva tutto, o almeno lo credeva, era Kariya. Il rapporto con quel ragazzino era cominciato in modo un po' tempestoso, all'inizio quasi si odiavano. Masaki non faceva altro che fare dispetti all'altro. Dopo un bel po' di tempo Kirino si accorse che lo faceva solo per attirare la sua attenzione e da lo ci misero pochissimo a mettersi insieme. Masaki era cotto di Kirino. Se ne accorgevano tutti. Ranmaru stesso era consapevole dell'effetto che faceva sul minore, proprio per questo non riusciva proprio a trovare una motivazione a ciò che aveva visto qualche giorno prima. Kirino stava soffrendo ancora molto, non riusciva a dimenticare quelle immagini.
 
Le labbra che fino ad ora avevano baciato solo le sue scorrevano sul collo di quel ragazzino, si soffermò un po' in quel punto, fino a che non si accorse che il ragazzino si era di colpo irrigidito. Alzò lo sguardo e notò che quello stava fissando qualcosa alle sue spalle. Fu allora che si voltò.
Fu allora che Masaki incrociò lo sguardo sconvolto di Kirino.
Non passò nemmeno un minuto che Ranmaru si voltò e cominciò una corsa disperata che con lo scopo di andarsene, non gli importava dove, l'importante era che andasse via da li. Non badò alle urla di Masaki che gli chiedevano di fermarsi, anzi aumentò la corsa e dopo poco non udì più nulla. Solo i suoi singhiozzi.
Fu allora che decise.
Prese in mano il telefono e scrisse quel messaggio a Takuto.
 
Ora non poteva certo dire di stare bene, ma con Takuto stava meglio. Giorno dopo giorno il dolore diminuiva, forse troppo velocemente. Non capiva come mai ci stesse mettendo così poco a dimenticare Kariya. Era in conflitto, non capiva se il motivo era che in realtà non amasse Kariya ma ne provasse solo sincero affetto o se in realtà Shindou lo stava aiutando e non solo come amico.
 
 
 
Se da un lato Kirino era confuso su i suoi sentimenti dall'altro Takuto era sempre più convinto di amare Ranmaru. Amore, che parola strana per lui che non ne aveva mai ricevuto. Era un sentimento del tutto nuovo. Non era nemmeno convinto che fosse amore, lui sapeva solo che quando Kirino non c'era pensava a lui, che quando lo vedeva il cuore gli batteva forte e la vicinanza lo imbarazzava. Tanto che stargli vicino e non poterlo baciare a volte era un vero e proprio tormento.
 
Così le giornate passavano.
 
Fino a quel fatico giorno. Il giorno che segnò una svolta per entrambi.
 
 
Shindou era seduto sul letto con la schiena appoggiata al muro e guardava la televisione insieme a  Kirino disteso sul letto con la testa sulle sue gambe.
In realtà l'unico a guardare la televisione era il rosa, il castano era intento a guardare di sottecchi Ranmaru stando ben attento di non farsi notare. Takuto era mortalmente in imbarazzo, gli sembrava di essere una ragazzina inesperta, che poi in parte era la realtà.
Era bello, dannatamente bello. Non riusciva a pensare ad altro. Più lo guardava più lo trovava bello, nemmeno un difetto. Poteva sembrare un angelo, di quelli che con un solo sorriso ti portano in Paradiso.
Quell'angelo scoppiò a ridere, probabilmente stava ridendo di qualcosa che aveva visto in televisione, Takuto non lo avrebbe saputo dire, non sapeva nemmeno cosa stavano guardando. Ma non gli interessava più di tanto, finché poteva vedere quel ragazzo disteso sulle sue gambe, così vicino da poterlo baciare, ma così lontano da non poterlo fare.
Kirino, accorgendosi che l'amico non aveva riso a quella che lui riteneva "la migliore battuta nella storia cinematografica", spostò il suo sguardo nella sua direzione. Rimase sorpreso accorgendosi che Takuto lo stava fissando.
Un'ulteriore sorpresa fu il fatto che il castano non spostò lo sguardo imbarazzato, come avrebbe solitamente fatto, ma sostenne lo sguardo nel suo, deciso come non mai. Shindou stesso si sorprese.
Passarono almeno dieci minuti a fissarsi intensamente, in silenzio. Non c'era bisogno delle parole. Era come se i loro occhi si parlassero e si capissero, senza l'intervento della bocca.
Dopo quel prolungato silenzio Kirino si accorse che il volto del castano si stava lentamente, ma molto lentamente, avvicinando al suo.
Subito il cuore prese a battere all'impazzata. Lo guardò confuso, sapeva cosa stava per succedere, ma non sapeva quali erano i proprio sentimenti.
Almeno non finché il volto dell'altro fu così vicino da sentire il suo respiro sulla pelle.
In quel momento capì. Capì perché dopo tutto non era così triste della sua rottura con Masaki.
Stava per chiudere gli occhi, quando si accorse del cambiamento di Takuto.
Di colpo  si era irrigidito ed era diventato tutto rosso.
E come se fosse nella sua mente il rosa intuì che ora l'altro si sarebbe tirato indietro e avrebbe chiesto scusa troppo imbarazzato anche solo per guardarlo.
Ma non glielo avrebbe permesso.
Fu così che Kirino circondò il collo di  Shindou con un braccio e lo attirò a se, facendo scontrare le loro labbra. Labbra che non vedevano l'ora di entrare in contatto tra loro ed assaggiarsi.
Fu un bacio rapido, dolce e...per entrambi stupendo.
Si staccarono solo dopo che Kirino lasciò un rapido morsetto sul labbro inferiore del castano.
Era stato il bacio più bello che Ranmaru avesse mai dato, e forse fu proprio quello a fargli capire che Shindou, non era una ragazzo qualunque, era speciale, il suo cuore ne era convinto.
Per quanto riguardava Shindou, beh..era il suo primo bacio, se non si conta quello che si erano già dati in precedenza, ed era stato qualcosa di....indimenticabile.
Quanto aveva sognato quelle labbra sulle sue. Mai si sarebbe aspettato che il rosa lo baciasse. In tutte le fantasie che il suo cervello aveva costruito era sempre lui a prendere l'iniziativa, per poi essere respinto dal rosa. Invece non lo aveva respinto, anzi lo aveva baciato lui.
Il suo cuore piangeva di gioia.
Dopo il bacio si guardarono di nuovo.
Non uscì alcuno suono dalle loro bocche, si limitarono a guardarsi. Takuto troppo imbarazzato per proferire parola e Ranmaru non voleva spezzare l'atmosfera che si era creata.
Ma fu proprio il rosa il primo a parlare.
-Credo proprio che tu mi piaccia Takuto- il suo nome detto da quell'angelo suonava benissimo, e la frase che lo precedeva era ancora più bella.
Al che Shindou prese coraggio e rispose.
-Io, invece, credo di amarti Ranmaru-
La reazione del rosa fu solo un attimo di sorpresa, ma dopo si alzò dalla posizione in cui si trovava e lo abbracciò,.
Shindou sapeva che per Kirino era ancora presto per parlare di amore, ma per il momento gli sarebbe bastato ciò che aveva, e ricambiò l'abbracciò stringendolo forte, come per paura che scappasse. Un sorriso sulle labbra ad incorniciare il momento più bello di sempre.
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Buongiorno mondo!!
Eccomi! Si non sono morta. Ma sono solo in ritardo, come al solito.
Non trovavo l'ispirazione per questo capitolo, infatti non mi piace molto.
Scusate per gli eventuali errori.
Bene, il capitolo è tutto della serie tanto love per Kirino e Shindou.
Il prossimo capitolo sarà quello che darà un senso al rating arancione di questa ff. Già dispero, è la prima scena un po' spinta che scrivo >.<
Quindi se a voi potrebbe dare fastidio vi consiglio di saltare il prossimo capitolo.
Bene, passiamo ai ringraziamenti.
Sono contenta e ringrazio tutte le persone che hanno recensito, tanto amore per voi *-*
E ringrazio anche chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite :D
Al prossimo capitolo
Un bacio, Silvy ^.^
 
 
 

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Capitolo 9
*** Magic ***


CAPITOLO 9 -Magic-
 
Quel primo bacio fu una svolta per entrambi. Se prima Kirino era quasi ogni pomeriggio a casa di Shindou, ora era sempre da lui, dal mattino alla sera. A volte rimaneva anche da lui a dormire, nello stesso letto abbracciati, senza mai andare oltre al semplice bacio o qualche carezza.
Proprio questo cominciava a preoccuparli, Takuto in particolare. Shindou era una ragazzo sicuro e deciso, ma non su questo versante. Takuto aveva paura. Non che non volesse avere un rapporto con Ranmaru, anzi, ormai i suoi ormoni stavano letteralmente impazzendo e anche solo stare seduti vicini portava la sua mente a pensieri del quale lui stesso si vergognava; il suo problema era che sapeva poco delle relazioni di coppia e temeva di non essere pronto per il momento in cui Kirino gli avesse chiesto di più ed era fermamente convinto che quel momento si stesse paurosamente avvicinando. 
Ed infatti non ci volle molto prima che i due dovessero fare i conti con i proprio ormoni da adolescenti...
 
Come accadeva spesso Kirino si era fermato per cena e poi a dormire da Shindou. C'era solo un piccolo particolare che segnava quella serata.
 
-Mi raccomando Takuto, fai attenzione- l'ennesima raccomandazione di sua madre.
-Certo mamma-
-Chiudi bene la porta a chiave e non lasciar entrare nessuno. Chiaro?-
-Si, mamma-
-E per qualsiasi emergenza chiamaci. Hai capito?-
-Va bene, mamma-
Erano ormai almeno venti minuti che la madre di Takuto si stava raccomandando con il figlio di stare attento. Quella sera, come sempre, lei e il marito avevano una cena di lavoro, ma per un piccolo inconveniente, chiamato comunemente 'festa dei lavoratori' i domestici non c'erano, quindi doveva lasciare suo figlio in casa solo ed incustodito.
Aveva borbottato tutta la giornata frasi come "ma guarda questi scansafatiche, cosa avranno mai da festeggiare. Che senso ha inventare una festa solo per far stare a casa le persone? Come se avessero bisogno di riposarsi. Guarda noi invece, lavoriamo anche oggi".
Takuto invece non poteva che essere più allegro. Casa sua a disposizione per tutta la serata e nottata.
Appena i suoi genitori chiusero la porta afferrò il telefono e chiamò quello che ormai poteva definire il suo ragazzo.
 
 
Ranmaru suonò al campanello di casa Shindou.
Erano entrambi felicissimi. Quando Kirino era a casa di Takuto difficilmente potevano baciarsi o anche solo abbracciarsi, perché c'era sempre almeno una domestica pronta a raccontare tutto ai suoi genitori.
Ora avevano tutta la serata da passare accoccolati sul divano stretti l'uno all'altro sotto la stessa coperta.
Non si aspettavano di certo che la serata sarebbe stata completamente diversa da come se la prospettavano.
Si sedettero entrambi sul divano e subito Ranmaru si appoggiò con la testa alla spalla dell'altro che prese il telecomando e cominciò a scorrere canali per trovarne uno decente.
Non passarono nemmeno dieci minuti che si resero conto che quella sera in televisione non c'era proprio nulla di interessante.
-Beh, che facciamo?- chiese il castano voltandosi a guardare Kirino.
-Io un'idea ce l'avrei..- dopo aver detto queste parole Kirino si voltò a suo volta e baciò Shindou. Fu un bacio diverso dai soliti che si scambiavano, più passionale. Mentre le loro labbra erano ancora in contatto il rosa con una mano si arpionò ai capelli del castano l'altra cominciò a muoversi lungo il corpo dell'altro partendo dal collo e scivolando sui suoi addominali, dove cominciò a disegnare piccole figure immaginarie.
D'istinto Takuto si irrigidì e Kirino si bloccò subito.
-N..non vuoi?-chiese con calma guardandolo negli occhi.
Shindou ci dovette pensare un po' su prima di dare la sua risposta. Quei minuti di silenzio aumentarono notevolmente l'ansia di Ranmaru, che aveva paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Dopo poco Shindou riprese a baciare il rosa, si imbarazzava troppo per rispondere verbalmente alla domanda di Kirino. Aveva deciso, allora, di fargli capire le sue intenzioni fisicamente.
Le labbra di Ranmaru si curvarono formando un sorriso, ormai era da tanto che entrambi aspettavano quel momento. Dopo tutto erano in piena crisi ormonale e i loro corpi si desideravano più di ogni altra cosa.
Lentamente il rosa sfilò la maglia all'altro facendolo sdraiare e cominciò a posare leggeri baci sul suo collo scendendo piano piano verso il petto del castano per poi arrivare alla pancia, dove si soffermò più del dovuto per poi ricominciare a scendere. Shindou era scosso da ripetuti brividi, e quando la lingua di Kirino arrivò al bordo dei suo pantaloni non riuscì a trattenere un gemito.
Per tutta risposta Ranmaru sorrise soddisfatto. Poi con una mano gli fece scivolare i pantaloni lungo le gambe, lasciandolo con addosso solo i boxer.
Takuto ,che si sentiva piuttosto inutile, decise di fare la sua parte e sfilò a sua volta la maglietta a Kirino.
Il rosa lo fissò e lo bacio con passione, mentre con le mani accarezzava le gambe del castano provocandogli altri brividi. Poi una delle mani salì velocemente fino ad arrivare all'erezione di Shindou intrappolata ancora dalla stoffa dei  boxer. A quel punto il respiro del castano aumentò notevolmente e non poté bloccare i gemiti quando l'altro cominciò ad accarezzargli quella parte che gli provocava così tanto piacere.
Senza molte esitazioni gli levò anche i boxer lasciandolo completamente nudo. Subito Shindou si colorò di rosso e provò un forte imbarazzo, cose che non sfuggirono a Kirino che subito gli posò un delicato bacio sulle labbra per aggiungere poi un
-Sei bellissimo- sussurrato al suo orecchio.
Per Takuto fu come un calmante. Subito si rilassò lasciandosi completamente nelle mani di Kirino.
Allora il rosa scese con la testa in mezzo alle gambe del compagno e prese a stuzzicargli con la lingua l'erezione. Takuto si aggrappò ai capelli di Kirino tirandoglieli leggermente.
Dopo qualche minuto tra un gemito e l'altro il castano riuscì a dire -K..kirino..s..to..per..- qualche istante dopo raggiunse l'orgasmo con un gemito più forte degli altri.
Ranmaru tornò a fissarlo negli occhi per, poi, baciarlo nuovamente. Si sfilò a sua volta pantaloni e boxer rimanendo anche lui totalmente nudo.
-Sei sicuro che vuoi andare fino in fondo?-
-Si- il tono di Shindou era sicuro, e ciò spinse Kirino a continuare.
Il rosa appoggiò due dita sulle labbra dell'altro che intuì cosa doveva fare e cominciò a leccargliele mentre Kirino continuava a baciarlo letteralmente ovunque.
Qualche istante dopo Ranmaru sfilò le dita dalla bocca di Shindou e andò a prepararlo.
La prima sensazione di Takuto fu un leggero fastidio mischiato a piacere, tanto che tornò in poco tempo ad ansimare, il fastidio sparì abbastanza in fretta e a quel punto Kirino  sfilò le dita dalla sua apertura e gli si mise tra le gambe.
Lo sguardo di Kirino si posò su di lui. Voleva essere sicuro che anche Shindou lo volesse. Il castano in tutta risposte mosse il bacino in modo da far toccare la sua apertura  e il membro del rosa.
A quel punto Ranmaru sorrise, forse più che un sorriso era un ghigno, e lentamente lo penetrò. Quando arrivò in fondo posò un bacio sulle labbra di Shindou per cercare di fargli dimenticare il dolore che stava sicuramente provando.
Passò un po' prima che il castano riuscì ad abituarsi e che il dolore sparisse. Fu in quel momento che Kirino cominciò a dare le prime lente spinte.
Shindou spalancò gli occhi e urlò quasi. Era poco ferrato in materia, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato di provare tanto piacere.  Quello che Kirino gli stava facendo provare era indescrivibile.
Kirino aumentò le spinte e proporzionalmente aumentò anche il piacere di Takuto che ormai gemeva incontrollato.
Con un urlo Kirino raggiunse l'orgasmo e poco dopo Shindou lo raggiunse.
Il primo a parlare fu Kirino che con voce stanca disse
-Ti amo-
Shindou sgranò gli occhi, non se lo aspettava. Ed era davvero felice di quella dichiarazione.
-Anche io- rispose dandogli un veloce bacio.
Si addormentarono accoccolati tra di loro sul divano entrambi con un sorriso sulle labbra.
 
 
Angolo dell'autrice:
Primo per importanza: SCUSATEE! Sono una delle persone peggiori del mondo lo so! T.T
Ho avuto mille impegni tra cui la scuola che mi sta distruggendo, maledetti esami mi state uccidendo.
Ma stamattina, finalmente in vacanza, mi sono decisa a concludere quella bozza iniziata mesi fa u.u (finalmente).
Secondo: sto morendo di imbarazzo!!! è la prima scena spinta che scrivo in tutta la mia vita e... aaaah che vergogna >////-////<
Ultimo, scusate so che non è uno dei miglior capitoli e perdonatemi per gli eventuali errori.
Quindi detto questo scapperò informando che probabilmente non sarà molto vicino il mio prossimo aggiornamento, in quanto sto leggendo una bellissima *-* fanfiction in inglese che mi sta prendendo troppo, ma non essendo io brava con l'inglese ci impiegherò gli anni per leggerla :/ ma mi prende troppo e quando la leggo non riesco a fare nient'altro, nemmeno studiare, aimè. Quindi non aggiornerò finché non la finirò. Sorry. Mi scuso già da ora. Perdonatemi se potete.
 
Ps: ringrazio tutti quelli che seguono la storia (vi adoro ^.^) e chi recensisce, vi voglio bene a tutti quanti :)
 
Un bacio, Silvy
 
 
 

 

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Capitolo 10
*** You & I, a little secret ***


CAPITOLO 10 -You & I, a little secret-
 
Il loro primo rapporto aveva come segnato un cambiamento nella loro relazione. Ora erano sempre insieme, sempre incollati l'uno all'altro. Ogni occasione era buona per scambiarsi qualche bacio o spingersi un po' oltre. C'era solo un piccolo problema che premeva in modo fin troppo opprimente su entrambi: i genitori di Shindou. Loro erano le persone più rigide che Kirino avesse mai conosciuto, erano quelle classiche persone snob, quelle che lui era abituato a prendere in giro con i suoi amici.
Non avrebbero mai accettato di avere un figlio gay e se poi avessero scoperto che addirittura stava con Ranmaru sarebbe stata la fine per entrambi i ragazzi, uno si sarebbe ritrovato chiuso nella sua stanza a vita, a suonare il piano finché non gli sarebbe uscito il sangue dalle dita, dell'altro si sarebbe ritrovato il cadavere in un fiume.
Insomma le prospettive non erano delle migliori. Assolutamente no.
E pensare che quando il rosa, dopo giorni e giorni di preparazione, aveva confessato il suo orientamento sessuale ai suoi genitori loro gli avevano semplicemente sorriso come se non avesse detto nulla di sconcertante. Proprio dai suoi genitori, infatti, aveva imparato a non vergognarsi di quello che era, quindi non aveva mai fatto segreto con nessuno del fatto che gli piacessero i maschi.
Ora, Kirino amava tantissimo Shindou, ma per lui nascondersi era un enorme problema. Odiava mentire, odiava dover nascondersi nella stanza di Shindou anche solo per baciarsi e più di tutto odiava dover fare l'amore con lui velocemente per la paura di essere beccati, fare le cosiddette sveltine. A lui piaceva non avere segreti, fare ciò che gli piaceva senza vergognarsene e fare l'amore con calma, in modo da poter vivere a pieno tutte le sensazioni che gli dava.
Ci aveva provato Ranmaru a parlare con il suo ragazzo, ma questo aveva sempre chiuso il discorso con un "lo sai che non possono scoprirci. Sarebbe la fine di tutto", e Kirino lo sapeva bene che sarebbe stata la fine di tutto, soprattutto sarebbe stata la fine della loro storia.
Per non contare il fatto che la madre di Shindou gli avesse fatto un bel discorsetto qualche giorno prima.
 
-Takuto. Ti devo parlare- recentemente quelle sembravano le parole preferite di sua madre. Con un'aria solo leggermente scocciata il castano si sedette sulla poltrona opposta al divano dov'era seduta la madre.
-Dimmi-
-Ho notato, con non poco disappunto, che quel ragazzino è tornato ad essere tuo amico- ed ecco che tornava sull'argomento, si trattenne a stento dall'alzare gli occhi al cielo.
-Si mamma, posso sapere da cosa deriva il tuo disappunto?-
-Beh, prima di tutto, come ti avevo già detto, è strano, si comporta come un..non so, come un..-
-Povero?- chiese Shindou sapendo dove stava mirando sua madre.
-Esatto. Come se non conoscesse certe regole, corre ovunque, ogni tanto entra in casa con i vestiti bagnati o peggio infangati- a quelle parole il viso della madre assunse un'espressione disgustata.
-Gioca a calcio! È normale che ogni tanto si sporchi!- se possibile l'espressione di sua madre divenne ancora più disgustata appena sentì la parola calcio.
-Gioca a calcio? Peggio ancora!- sospirò come se si fosse rassegnata capendo che con quel ragazzino non c'era proprio nulla da fare. Intanto Shindou si stava, non poco, innervosendo. Insomma stava parlando del suo ragazzo, o perlomeno, per quanto ne sapeva lei, del suo migliore amico. Come si permetteva di essere così perfida?-
-E poi passate troppo tempo insieme. Tra i camerieri girano voci non tanto carine su voi due- a quel punto tutta la rabbia di Takuto si era trasformata in puro terrore. "lei sa tutto!" non faceva altro che ripetersi nella mente.
-Non voglio che si pensi che abbia un figlio..insomma hai capito- di nuovo quell'espressione disgustata.
-Anzi, faresti meglio a trovarti una ragazza, di buona famiglia ovviamente- la rabbia era tornata ad impadronirsi di Takuto che si era alzato di scatto mormorando un
-Ci penserò mamma- e se ne era andato in fretta e furia.
 
Insomma, non era stata una delle migliori conversazioni, aveva solo avuto l'effetto di far arrabbiare e allo stesso tempo rattristire Takuto.
Della conversazione con la madre a Kirino aveva raccontato solo lo stretto necessario, ossia il fatto che sua madre non volesse un figlio omosessuale per non infangare il nome degli Shindou.
Era stato ben attento a non raccontare tutti i particolari della conversazione al suo amato Ranmaru. Sapeva che se gli avesse raccontato tutto quello che sua madre pensava sul suo conto ci sarebbe rimasto male, e come dargli torto?
Senza contare il fatto che sua madre volesse che si trovasse una ragazza, questo non sarebbe piaciuto per niente al rosa.
 
 
 
Purtroppo per Takuto, sua madre sapeva essere una grande testona quando si impuntava su qualcosa, e qualche pomeriggio dopo gliene diede la dimostrazione.
 
-Takuto, oggi potresti non invitare quel ragazzino?- chiese autoritaria sua madre. In realtà più che una domanda sembrava un ordine.
-Per quale motivo?- il castano non si ribellava mai ai suoi genitori, ma quella volta non poté trattenere un'occhiataccia alla madre, che lo ignorò palesemente continuando a parlare.
-Abbiamo un importante incontro e non vorrei averlo qui in giro per casa-
-Mmm, va bene, allora posso uscire con lui. Così non ti intralcerò nemmeno io-
-No. Tu devi esserci a questo incontro-
Perfetto, non solo non poteva vedere Kirino, in più doveva assistere ad uno dei noiosissimi incontri tra i suoi genitori e chissà quale ospite di chissà quale famiglia ricca. Fantastico.
 
Non passò molto prima che il campanello suono e il maggiordomo accolse gli ospiti facendoli accomodare nel salotto dove Takuto e sua madre li stavano attendendo.
La prima ad entrare fu una donna sulla quarantina ma che dimostrava la metà degli anni, al suo fianco c'era una ragazza più o meno della stessa età di Takuto. Aveva dei lunghi capelli castani legati in due trecce e gli occhi di uno strano colore viola, sul volto aveva un'espressione composta.
Le madre di Shindou e l'altra donna si salutarono educatamente prima di passare alle presentazioni.
-Allora Takuto. Questa bella ragazza è Akane Yamana, figlia della prestigiosa famiglia Yamana- la ragazzina gli si avvicinò e gli porse la mano senza scomporsi. Dopo qualche secondo le strinse la mano e si presentò a suo volta. Dopo le presentazioni le due donne sparirono e lasciarono soli i due ragazzini.
Calò un silenzio sovrumano. Shindou, che di carattere era sempre stato un po' timido, cercava di trovare qualcosa da dire. Akane, invece, sembrava persa in un mondo tutto suo.
Il pomeriggio passò, quindi, senza che i due si dicessero un granché.
Quando le due ospiti se ne andarono subito la madre di Takuto gli si sedette di fianco.
-Allora?- chiese curiosa.
-Allora cosa?- Shindou era un po' perplesso: era la prima volta che sua madre sembrava curiosa su qualcosa che lo riguardasse, e lui non sapeva nemmeno riguardo a cosa potesse essere curiosa.
-Oh, ma dai Takuto! Parlavo di Akane!- rispose come se fosse la cosa più ovvia.
-Akane?- la confusione di Takuto non fece che aumentare.
-Akane Yamana è la figlia di un nostro carissimo amico e ti ha visto suonare qualche anno fa ad uno dei tuoi concerti, sua madre mi ha detto che da quel momento non fa altro che parlare di te. Ho pensato che potreste fare amicizia, e magari con il tempo..-
Shindou aveva capito benissimo dove voleva andare a parare.
-No mamma, non voglio che Akane diventi la mia ragazza-
-Ma è così dolce e carina! Sarebbe perfetta!-
-Mamma. Ho detto di no. Non mi interessa-
A quel punto la donna si alzò e lo guardò furiosa.
-Takuto Shindou. Devi rispettare il nome di questa famiglia e trovarti una ragazza che sia degna di te-
-Non ho intenzione di fidanzarmi con una ragazza che mi scegli tu. Voglio stare con una persona che davvero mi interessi- Takuto si alzò e se ne andò. Sapeva che non sarebbe finita li, sua madre avrebbe ripreso il discorso, ma per il momento non voleva più sentirla.
 
Ranmaru, dobbiamo parlare..
Takuto
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice
 
Scusate. Scusate. Scusate.
So che inizio così ogni angolo dell'autrice, un giorno mi ammazzerete, e farete bene.
Purtroppo sono nel periodo esami. Quindi non sto facendo altro che studiare :S
Non sono nemmeno riuscita a recensire tutte le storie che seguo e io amo recensire X/
Però dovevo per forza aggiornare, non potevo lasciar passare altro tempo..
Vi chiedo scusa di nuovo..
Passando alla storia, questo capitolo è di passaggio ed è incentrato sul rapporto di Takuto con sua madre, che mi deve perdonare perché la sto facendo passare come una ****** e magari è la persona più buona del mondo XD
In poche parole Kirino vorrebbe rivelare la loro relazione al mondo intero ma Shindou non può (poveretti :'C). Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Il prossimo capitolo non so proprio quando riuscirò a metterlo, dato che settimana prossima ho gli orali e domenica un concerto, quindi non ho nemmeno il tempo di respirare. Vi chiedo perdono, siate indulgenti please.
Ah, volevo un parere, siccome Akane ricomparirà preferite che sia stronza oppure la preferite come amica di Takuto? Io sono molto indecisa, quindi chiedo a voi :)
 
Infine ringrazio tutte le persone che seguono/preferiscono questa fanfiction e soprattutto chi recensisce, mi fa sempre piacere leggere le vostre recensioni, mi mettono di buon umore ^.^
Ora vi lascio che questo angolo sta diventando davvero troppo lungo XD
 
Un bacio, Silvy
 

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Capitolo 11
*** Concert ***


CAPITOLO 11 -Concert-
 
Ormai i pomeriggi di Takuto erano pienissimi di impegni: tra le mille lezioni di pianoforte, che stavano sempre più aumentando via via che il concerto si avvicinava, e le visite a "sorpresa" di Akane, Shindou vedeva Kirino ormai raramente.
Aveva avuto modo di dirgli della nuova, geniale idea di sua madre: la fidanzatina perfetta.  Inutile dire che la gelosia di Kirino si era fatta sentire subito, facendolo inveire in tutte le lingue contro la signora Shindou, e più Takuto passava il suo tempo con Akane più Ranmaru diventava irritabile ed intrattabile, l'ultima volta che si erano visti la conversazione si era presto trasformata in un litigio.
In tutta questa situazione, però, poteva dire di aver trovato qualcosa di positivo: Akane era una ragazza molto gentile e comprensiva, non era la classica figlia di papà. Stavano diventando ottimi amici, tanto che Shindou gli aveva confessato che lui non era interessato al fidanzamento e che stava già con un altro ragazzo, Akane non sembrò stupita dalla confessione, anzi si aprì in un sorriso e disse
 -Me lo devi presentare. Lo voglio assolutamente conoscere!-
 
Passarono un paio di settimane, mancava un giorno al concerto di Takuto. Quest'ultimo si stava allenando con il pianoforte affiancato dal suo maestro. Non stava azzeccando nemmeno una nota. Era reduce da uno degli, ormai frequenti, litigi con Kirino. Questo era stato peggio degli altri però, e Takuto era parecchio depresso.
Quando arrivò l'ennesimo richiamo da parte dell'insegnante decise che doveva chiarire al più presto tutta questa situazione, non riusciva più a vivere con la paura di litigare con Kirino ogni volta che si vedevano.
Prese il telefono e chiamò il suo ragazzo che rispose dopo nemmeno due squilli.
-Takuto?- la sua voce era piena di preoccupazione.
-Senti Kirino, questa conversazione dovrei fartela faccia a faccia, ma ora mia madre non mi lascerebbe mai uscire di casa, ne tanto meno mi lascerebbe invitare ospiti, quindi scusami se lo faccio in modo così freddo e distaccato, ma davvero ormai non sopporto più..-
-Aspetta Shindou..- sembrava sempre più agitato.
-No Ran, lasciami finire un attimo. Non sopporto più tutta questa situazione, ogni volta che ci vediamo finiamo per litigare, e tutto questo a causa di mia madre. Io odio litigare con te.-
-Ommioddio, grazie- il rosa lanciò un sospiro di sollievo.
-Grazie? Di cosa?-
-Pensavo che mi stessi lasciando, non mi stai lasciando vero?-
-Cosa? No! Certo che no!-
-Ora sono così felice! E mi sento uno stupido per aver litigato con te, ora che avevo paura di perderti mi sono reso conto che l'importante è stare con te e che la mia gelosia non ha senso. Ti amo così tanto! Scusami per tutto-
-Ti amo anche io. Scuse accettate. Ci vediamo domani al concerto allora?-
-Certo, a domani-
Il discorso con Kirino lo aveva completamente ristabilito, si sentiva felice. Tornò alla sua postazione al pianoforte riprendendo a suonare, questa volta senza sbagliare nemmeno una nota.
 
Finalmente era arrivato il fatidico giorno. Mancavano pochi minuti al turno di Shindou. Quest'ultimo era l'ansia fatta in persona, nemmeno la presenza di Kirino al suo fianco riusciva a tranquillizzarlo.
-Stai calmo Takuto, vedrai che andrà tutto bene!- la voce del rosa gli arrivò come ovattata.
-Cosa?- rispose il castano imbambolato.
-Ti vuoi calmare?- Ranmaru lo strinse a se -Nessuno suona bene come te. Vedrai che tutti rimarranno a bocca aperta!-
-Per lo schifo che farò! Vedrai che sbaglierò tutte le note!-
In tutta risposta Kirino alzò gli occhi al cielo -Ma la vuoi smettere? Andrai alla grande, e non voglio sentire nessuna protesta. Capito?-
-Okay- rispose il castano che si era un po' calmato. Ci voleva decisamente qualcuno di deciso nella coppia e Kirino sapeva farla bene quella parte.
Prima di lasciare andare il castano gli posò un lieve bacio sulle labbra che fece arrossire Shindou.
Kirino in tutta risposta sorrirse.
-Hey! Perché ridi ora?-
-Possibile che è me si che siamo insieme e tu ancora arrossisci quando ti bacio?-
Se possibile il castano diventò ancora più rosso -È che non me lo aspettavo-
Il rosa scoppiò a ridere prima di andarsene per sedersi al suo posto.
 
Shindou era appena salito sul palco, Kirino lo stava osservando con attenzione, vestito così era davvero bellissimo, non che normalmente non lo fosse, ma in quel momento al rosa stavano venendo dei pensieri  che non potrebbe dire ad alta voce.
 
Inutile dire che il concerto era andato benissimo e che tutti erano rimasti incantati dall'esibizione di Takuto.
Persino i suoi genitori sembravano commossi dalla bravura del figlio. L'applauso durò interi minuti, nessuno sembrava aver intenzione di smettere. Molte persone alla fine del concerto andarono a complimentarsi con lui.
 Kirino, dopo aver aspettato che tutti se ne fossero andati, corse subito verso il suo ragazzo per abbracciarlo e complimentarsi con lui. Shindou aveva le lacrime agli occhi da quanto era felice e senza pensarci nemmeno un attimo prese per le spalle il rosa e lo baciò con passione, dopotutto si meritava una ricompensa no?
Il momento che si era creato era magico, ma una voce spezzò l'incantesimo.
-Takuto?-
Si voltarono entrambi terrorizzati verso la persona che aveva appena parlato...
 
 
 
***
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Scusate!!! Non sapete quanto mi dispiaccia! Il problema è che in vacanza non avevo internet e quindi non potevo aggiornare e in questi giorni sono stata impegnatissima con tutti i test vari per le università.
Quindi chiedo perdono.
Per di più ho anche scritto un capitolo cortissimo, la mia maledetta ispirazione mi ha abbandonato, in realtà in testa ho una one-shot MinaKura e una long HakuShuu che voglio scrivere e ho già in mente le trame, ma per questa long sono un po' a corto di idee T.T
Anche perché ultimamente amo Hakuryuu e scriverei fanfiction solo su di lui (lo so, sto male XD).
Anyway, prima finisco questa, prima posso cominciare le altre due, quindi impegnati Silvy u.u
Mi spiace lasciarvi con il capitolo così in sospeso, ma che ci volete fare, io sono cattiva muahahah.
Okay, scusate, momento di follia.
Spero che vi piaccia, anche se a me questo capitolo fa un po' schifo (aimè D':). Mi scuso per eventuali errori e ringrazio di cuore tutti che quelli che hanno recensito e/o aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio, Silvy
 

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Capitolo 12
*** Look After You ***


CAPITOLO 12 -Look After You-
 
Una settimana. Una settimana chiuso in quella stanza che, ora più che mai, odiava con tutto il suo cuore, era diventata la sua prigione, non gli era concesso di uscirne per nessun motivo, se non per i pasti e per le lezioni di pianoforte.
 Era passata una maledettissima settimana da quando aveva visto per l'ultima volta Ranmaru. Inutile dire che gli mancava da morire. Ma quello che lo faceva  soffrire più di tutto era sicuramente la consapevolezza che non lo avrebbe rivisto mai più.
 
~~~
 
-Takuto?-
Si voltarono entrambi terrorizzati verso la persona che aveva appena parlato con gli occhi spalancati.
No, non poteva essere. O meglio, non doveva essere.
Non doveva essere la madre di Shindou la persona che aveva appena parlato. Eppure. Eppure era stata proprio lei a pronunciare quel nome.
Tutto in lei urlava rabbia. Dagli occhi che sembravano emanare raggi assassini ai due giovani, ai pugni stretti vicino ai fianchi come se fosse pronta per scattare e picchiarli. Si, picchiarli, perché in quel momento entrambi erano sicuri che la donna non si sarebbe fatta scrupoli a prendere a sberle il figlio, non dopo quello che aveva visto.
Kirino buttò lo sguardo verso il proprio ragazzo per notare che non lo aveva mai visto in quello stato, ma non poteva di certo biasimarlo, persino lui, il coraggioso Ranmaru Kirino stava tremando di paura.
Ma quali film dell'orrore? La madre di Takuto era più spaventosa di qualsiasi zombie o pazzo maniaco che ti uccide nel sonno! E il rosa avrebbe anche riso per i suoi pensieri se non fosse stato così spaventato di perdere Shindou.
-Non me lo sarei mai aspettata da te- disse la donna senza urlare indicando il figlio che abbassò lo sguardo non riuscendo a reggere quegli occhi.
Sicuramente non stava urlando per non farsi sentire o tutti avrebbero scoperto che lei aveva un figlio omosessuale, pensò Kirino.
- Non sai nemmeno quanto mi hai deluso signorino. Sapevo che questo qui- indicò Ranmaru -non avrebbe portato nulla di buono. Ti ha influenzato male. Chissà cosa ti ha raccontato - disse disgustata parlando di Kirino come se nemmeno fosse li.
Takuto non aveva nemmeno la forza di ribattere, continuava a fissare i suoi piedi in silenzio e sull'orlo delle lacrime.
- Sei ufficialmente in punizione. Non uscirai dalla tua stanza per un mese. Poi riprenderai a vederti con Rosie. Non osare parlare con qualcuno di questa tua...pff non so nemmeno come chiamarla..sbandata direi. E assolutamente non voglio più vedere quel ragazzino in casa nostra. Capito? - Ora Takuto stava piangendo. Ranmaru voleva avvicinarsi per consolarlo, ma sapeva che in quel momento non era una buona idea.
Prima di andarsene la donna puntò gli occhi su Kirino e gli parlò per la prima volta in quella serata, o forse per la prima volta da sempre - Non osare mai più avvicinarti a mio figlio. Non voglio più vedere la tua faccia. Ci siamo capiti ragazzino? Ora vattene - la donna aspettò che il rosa se ne fosse andato prima di andarsene e lasciare li suo figlio in un pianto disperato.
 
~~~
 
Si era così ritrovato chiuso a chiave in camera, senza telefono naturalmente, e con solo il suo amato pianoforte a tenergli compagnia, pianoforte che in quel momento avrebbe volentieri scambiato con un certo ragazzino dai capelli rosa.
La noia era ormai diventata la sua migliore amica. Passava le giornate steso sul suo letto a guardare il soffitto, aveva ormai smesso di piangere, tanto era del tutto inutile, i suoi genitori non sarebbero stati più compassionevoli se avessero visto le lacrime del proprio figlio. No di certo. Anzi, più volte suo padre gli aveva ripetuto che solo i deboli piangono, e lui odiava i deboli.
Era proprio in quei momenti che cominciava a riflettere sui suoi genitori. Insomma, non è normale che tua madre ti chiuda a chiave nella tua stanza. Giusto?
Il peggio era che lei, naturalmente, credeva di essere nel giusto e lo stava facendo solo per il bene di suo figlio. O forse solo per il bene dell'immagine degli Shindou. Ma poco importa quando sei la moglie di un miliardario, a quel punto anche la differenza tra affari e il bene di tuo figlio tende a non esistere più. O così, almeno, funzionava nella sua famigli, da anni ormai.
Takuto, però, ora se ne fregava altamente della sua famiglia. Aveva in testa soltanto quel maledetto ragazzino che lo aveva fatto impazzire, tanto da andare contro tutte le regole che aveva sempre seguito, regole che gli erano state insegnate e imposte fin da piccolo. Ma se dovesse tornare indietro rifarebbe ogni singola scelta, perché conoscere Kirino era stata la cosa più bella che gli fosse successa nella vita. Quel ragazzo gli aveva fatto scoprire la libertà e soprattutto, grazie a lui, aveva conosciuto anche se stesso.
Il fatto di non poterlo nemmeno sentire lo turbava non poco. Soffriva nel sapere di non potergli dire che lo amava ancora e che non si era scordato di lui.
 
~~~
 
- No, scusa, ma proprio non ne ho voglia - detto questo Kirino terminò la chiamata e buttò il telefono sul letto che rimbalzò e cadde rovinosamente a terra. Dopo una colorita imprecazione si abbassò, riprese il telefono e controllò che fosse ancora funzionante.
Era la terza volta che saltava gli allenamenti di calcio. Lui amava il calcio con tutto il suo cuore, ma davvero, in quelle condizioni non se la sentiva davvero, e non sarebbe neanche stato un granché utile ai suoi compagni. Aveva la testa da tutt'altra parte, più precisamente in una villa molto grande, nella camera di un certo castano, e un difensore che non riesce a stare attento è del tutto inutile.
Tutti avevano insistito per farlo uscire un po' di casa, da Tenma con la scusa degli allenamenti, ai suo compagni di squadra che la sera lo invitavano ad uscire, persino sua madre ci aveva provato. Alla fine ci avevano rinunciato tutti, tranne Tenma, che si sa è un vero zuccone, anche sua madre aveva smesso dicendogli che era cambiato e non lo riconosceva più.
- Dov'è finito il mio bel Ranmaru sempre allegro? - Aveva chiesto, lei una sera.
La semplice risposta del rosa fu un - Vorrei saperlo anche io - appena udibile.
Sapeva anche lui di essere cambiato. Una volta usciva tutti i giorni, nemmeno quando era malato sua madre riusciva a tenerlo in casa. Una volta aveva sempre il sorriso sulle labbra in ogni occasione, anche quando perdevano le partite il sorriso sulle sue labbra non svaniva. Una volta era una persona iperattiva che saltellava di qua e di la nemmeno fosse una rana.
Ora, invece era rinchiuso in casa, usciva solo per la scuola, quel suo bellissimo sorriso si era volatilizzato ed era diventato pigro. Sempre incollato sul letto con il telefono in mano.
Si perché l'unica cosa che in quel momento si meritava la sua attenzione era il suo telefono, dal quale ogni maledettissimo giorno, si aspettava un messaggio di Takuto, che gli dicesse che andava tutto bene e che lo amava.
Era triste di essere diventato così..associale, che detto tra noi e tutto il contrario di Ranmaru Kirino, ma Takuto era stupendo, la migliore persona che conosceva, non lo avrebbe scambiato con nulla al mondo, lo voleva solo li al suo fianco.
Quasi due settimane senza vederlo, sentirlo o quantomeno avere sue notizie. Forse avrebbe dovuto lasciar perdere, dopotutto sapeva che i genitori di Takuto non avrebbero mai permesso quella relazione. Ma non poteva arrendersi. Non ancora.
Proprio quando stava per mettere giù il telefono ed infilarsi tra le sue coperte, sentì vibrare l'aggeggio tra le sue mani.
Sussultò quando lesse il nome del mittente
 
Takuto
 
Non perse nemmeno un secondo e aprì velocemente il messaggio, come se ve valesse della sua stessa vita, cosa che più o meno rispecchiava la verità.
Fu in quel momento che il cuore del rosa smise definitivamente di battere. Facendolo pentire di tutto, di tutte le sue scelte.
Si ritrovò rannicchiato sul letto con le lacrime agli occhi leggendo e rileggendo il messaggio per assicurarsi di non aver frainteso.
 
Tra noi è tutto finito.
Scusa, ma non ti amo più.
Takuto
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice tremendamente in ritardo (come al solito):
Ebbene gente sono ancora viva. Mi scuso di non aver aggiornato per ben..due mesi credo. Purtroppo sono stata molto incasinata. L'università mi sta togliendo tutto il tempo libero. Sto praticamente diventando un eremita con l'unica compagnia dei miei libri >.<
Passando ad argomenti più interessanti, o almeno lo spero, finalmente il nuovo capitolo dove ho svelato chi ha beccato i nostri TakuRan. Per la vostra gioia ho di nuovo concluso il capitolo con una frase che lascia un po' il lettori in sospeso.
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito, vi adoro, e le persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Mi scuso per gli eventuali errori di battitura che potrebbero esserci nel capitolo e vi ringrazio di nuovo per il fatto che leggiate la mia fanfiction, significa molto per me :)
Ora vi saluto che questo angolo si sta trasformando in un poema XD
Un bacio, Silvy
 

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Capitolo 13
*** Always ***


CAPITOLO 13 -Always-
 
Un ragazzo dai capelli rosa stava correndo per la città. In mente una decisione e una direzione. Stava correndo verso villa Shindou e nessuno glielo avrebbe impedito.
Il motivo di quella disperata corsa era un messaggio, il primo messaggio che aveva ricevuto da Takuto da quando erano stati visti baciarsi dalla madre del castano.
 
"Tra noi è tutto finito.
Scusa, ma non ti amo più.
Takuto"
 
Naturalmente all'inizio Kirino l'aveva presa molto male. Ma non aveva pianto, no.
Prima che le lacrime potessero uscire e rigargli il viso l'umore di Ranmaru era completamente cambiato. Da triste era improvvisamente diventato arrabbiato. Anzi, dire arrabbiato è un eufemismo, più che altro era davvero incazzato.
Questa rabbia l'aveva portato a pensare con determinatezza un'unica cosa.
-Se davvero la pensa così, almeno deve trovare il coraggio di dirmelo in faccia- si ripeté mentre correva verso la villa del suo ragazzo, o forse avrebbe  dovuto dire ex ragazzo? Comunque, se c'era una cosa che non sopportava era la codardia. Non si lasciano le persone attraverso degli insulsi messaggi. Devi trovare il coraggio di dire le tue parole in faccia alla persona interessata. Questa era la filosofia di Kirino ed era questo il motivo per cui si stava recando in quel luogo.
 
 
 
Ormai era parecchio tempo, non sapeva nemmeno quanto, ormai aveva perso il conto dei giorni,  che Takuto si ritrovava chiuso nella sua stanza. Ormai aveva finito le lacrime da piangere, quindi se ne rimaneva seduto sul letto  con espressione vuota a pensare. Pensare a molte cose. Ma il principale pensiero si concentrava sul trovare un modo di scappare da quella casa.
Perso com'era dai suoi pensieri non sentì un leggero rumore proveniente dalla finestra. Ma la seconda voltò lo udì chiaramente, così si avvicino un po' spaventato alla finestra per poi scostare le tende.
Ciò che vide lo lasciò non poco sorpreso. Una massa di capelli rosa aveva fatto capolino davanti alla sua finestra.
Takuto, con un sorriso sulle labbra, aprì la finestra e lasciò entrare Kirino.
Si voltò a guardarlo trovandolo più bello che mai e certo non si aspettava le parole che gli rivolse Ranmaru.
-Tu, brutto stronzo, trova almeno il coraggio di dirmelo in faccia- gli urlò un non poco furente Kirino. Il rosa aveva il volto livido di rabbia. Shindou indietreggiò un po' spaventato e lo fissò inebetito. Vedendo che il castano non parlava la rabbia di Kirino crebbe ulteriormente.
-Ora non dici nulla? Lo sapevo che sei solo un codardo. Ma almeno abbi il coraggio di dirmi in faccia che vuoi lasciarmi e che non mi ami così posso andare a piangere e cercare di dimenticarti- la rabbia era diminuita lasciando, però, posto all'inevitabile tristezza.
-Ma cos?- Shindou non stava capendo assolutamente nulla, non capiva cosa stesse dicendo il suo ragazzo. Perché avrebbe dovuto lasciarlo? E come gli era venuta in mente una cosa del genere?
-Perché mai dovrei lasciarti?-
-Ora fai anche finta di niente? Poi sei tu che dovresti spiegarmi perché mi lasci- Kirino non sapeva se arrabbiarsi o piangere. Ma non avrebbe pianto davanti a Takuto, no. Quindi cercò di cacciare indietro le lacrime e lo guardò torvo.
-Io..voglio dire..come ti è venuta un'idea del genere? Io non ti lascerei mai. Starò con te finché tu non ti stancherai di me-
A quelle parole Kirino lo guardò confuso -Stai dicendo che..-
-Sto dicendo che non ho la minima idea di cosa tu stia parlando-
-Quindi non mi ha mandato tu il messaggio?- appena il rosa pronunciò quelle parole tutto per lui si fece più chiaro.
-Io non ho il telefono da settimane. Ma poi, quale messaggio?- rispose pacatamente Shindou sempre più confuso. Ma non ebbe nessuna risposta da Kirino che invece gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò così forte da fargli mancare il respiro. Takuto appoggiò le mani ai fianchi del rosa e ricambiò l'abbraccio che non durò molto perché qualche secondo dopo Ranmaru si era già fiondato sulle sue labbra dandogli un bacio dolce ma anche esigente. Quel bacio esprimeva tutto ciò che i due avevano provato durante la separazione.
-Ti amo così tanto- sussurrò Kirino tra un bacio e l'altro.
-Anche io lo sai-
 Finirono sul letto di Shindou a baciarsi. Il rosa lentamente tolse la camicia al castano per poi cominciare a baciarlo sul petto e sul collo lasciando qua e là qualche segno. Takuto cominciò a svestire il rosa lasciandolo, infine, completamente nudo  e quando decise che faceva troppo caldo si sfilò anche lui pantaloni e boxer. Gli era tremendamente mancata la sensazione della pelle del rosa sulla sua.
Tornarono a baciarsi con passione mentre il rosa preparava attentamente Shindou che gemeva sotto di lui. Intanto il castano passava lentamente le mani su entrambe le loro erezioni.
Quando vide che finalmente il castano si era calmato entrò in lui e cominciò a dare qualche lenta spinta, per poi man mano aumentare la velocità.
Vennero nello stesso momento, cercando di reprimere un urlo e accasciandosi stanchi e affannati sul letto.
 
 
Erano entrambi sdraiati sul letto ed erano abbracciati. Ranmaru stava giocherellando con i capelli di Takuto che aveva il viso appoggiato sul petto del rosa. Kirino si stava convincendo del fatto che Shindou fosse un gatto, perché mentre lo coccolava ogni tanto emetteva qualche verso di piacere, proprio come un gatto che fa le fusa.
Mentre si coccolavano su quel letto Kirino mostrò il messaggio che aveva ricevuto e subito il castano capì perché quel mattino era arrivato un Ranmaru alquanto furente in camera sua. Lo ammirava molto, se fosse stato in lui probabilmente sarebbe ancora sul suo letto a piangere pensando alla loro reazione finita; motivo per cui strinse più forte il rosa ringraziandolo mentalmente per essersi presentato a casa sua.
-Senti Takuto.. Volevo chiederti una cosa- esclamò all'improvviso il rosa bloccando il flusso di pensieri del castano.
-Tutto quello che vuoi- rispose dandogli poi un leggero bacio.
-Mmm vedi..- sembrava un po' in difficoltà, era rosso in volto e non osava guardare Takuto negli occhi. Se il castano non fosse stato così curioso di sapere cosa voleva chiedergli, gli avrebbe volentieri fatto una foto per immortalare il momento. Insomma un Kirino imbarazzato non è cosa da tutti i giorni.
-Ecco.. quando prima hai detto che.. si insomma che starai con me finché io ti vorrò.. Umm ecco dicevi per davvero?- il rosa tornò a fissarlo e quando i loro occhi si incontrarono Takuto ebbe un tuffo al cuore. Sembrava davvero un cucciolo che aveva paura di essere abbandonato.
-Certo che dicevo sul serio. Ti sembro uno che scherzo? Non sono nemmeno capace di fare battute divertenti-
-Questo è vero- borbottò Kirino ridacchiando.
-Hey! Non ammetto di essere preso in giro in questo modo! E poi conosco un modo per farti ridere- lo sguardo del castano si fece malizioso.
-E sarebbe?- A quella domanda il castano porto la mano sui fianchi di Kirino e cominciò a fargli il solletico. La risposta del rosa arrivò immediatamente: cominciò a ridere come un pazzo e a rotolarsi nel letto per cercare di scappargli.
Dopo qualche minuto di lotta tra una risata e l'altra Kirino cercò, con scarso successo, di bloccare i polsi dell'atro e quindi  -B..basta ti prego- disse, infine.
-Ti arrendi?- disse il castano minacciandolo con le dita.
-Si, mi arrendo- non era facile ottenere una vittoria contro Kirino quindi il castano era del tutto soddisfatto di se stesso.
-Ah! Ho vinto!- proclamò Takuto tornando a sdraiarsi sul letto.
Kirino si riprese dal fiatone e tornò ad affiancare il suo ragazzo.
-Comunque. Se io ti volessi per sempre al mio fianco?- chiese Kirino, ancora un po' dubbioso.
-Allora vuol dire che rimarrei con te per sempre- il castano era tranquillo e continuò a fissare il rosa.
-Sempre?-
-Sempre-
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice:
Scusate, giuro che stavo per postare questo capitolo, ma è successo che il mio computer ha deciso di non accendersi più. Quindi me lo hanno dovuto formattare e io ho perso tutti i miei dati, tra qui il documento con il nuovo capitolo. Immaginate la mia disperazione.
Ora ho riavuto il mio computer, quindi sono riuscita a riscrivere il capitolo e finalmente ad aggiornare. Forse è un po' una schifezza, anche perché sinceramente mi secca riscrivere le cose due volte.
Bene il titolo e la parte finale del capitolo ("Always") li ho inseriti perché Sempre/Always è ormai una delle più celebri frasi di Harry Potter e io lo amo, quindi ho in qualche modo dovuto inserirlo anche qui.
Come molte di voi avevano capito il messaggio non è stato inviato da Takuto e i due sono ancora felicemente insieme. Nel pezzo finale ho aggiunto un po' di fluff perché ce ne era bisogno e io amo il fluff.
Ok, mi sto dilungando troppo. Ringrazio le persone che hanno recensito, apprezzo davvero molto sapere cosa ne pensate, e tutte le persone che seguono la storia.
Al solito mi scuso per eventuali errori e magari fatemi sapere cosa ne pensato.
Un bacione, Silvy
 
 
 

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Capitolo 14
*** Unexpected ***


CAPITOLO 14 -Unexpected-
 
Un anno dopo
 
Era passato passato esattamente un anno da quando Kirino e Shindou erano stati sorpresi dalla madre del castano a baciarsi.
Nonostante la conseguente punizione della madre del castano i due ragazzi stavano ancora insieme ed erano più felici che mai.
Dopo due mesi di "prigionia" la madre di Shindou gli concesse di nuovo la libertà di uscire dalla sua stanza, e dopo quattro mesi lo aveva lasciato addirittura libero di uscire di casa, sicura ormai che il figlio si fosse completamente dimenticato dello strano ragazzo dai capelli rosa.
La donna, infatti, sembrava sempre più felice in quel periodo. Naturalmente c'era un motivo per la sua felicità e questo motivo era una ragazza, più in specifico Akane Yamana.
La ragazza, infatti, si presentava a casa degli Shindou per vedere Takuto quasi ogni giorno. La madre di Shindou si era quindi convinta che tra i due ragazzi stesse nascendo del tenero ed era assai felice di questa cosa. Si era convinta che quel bacio che il figlio si era scambiato con un altro maschio era solo il frutto di una fase adolescenziale e che suo figlio fosse perfettamente eterosessuale. Non sospettava minimamente che in realtà fosse tutta una loro idea per ammorbidire la donna e riavere la propria libertà.
 
Kirino era sdraiato con la testa appoggiata alle gambe di Takuto, mentre quest'ultimo guardava la televisione con scarso interesse.
-Sai ho avuto un'idea- esclamò dal nulla il rosa sollevandosi e guardando il proprio ragazzo negli occhi.
-Sarebbe?-
-Vedi, di questo passo tua madre non ti lascerà mai uscire di casa e noi saremo costretti a vederci sempre qui in segreto stando ben attenti a non farci sentire-
Avevano, infatti, varie volte rischiato di farsi sentire da qualche cameriera o, peggio, dai genitori. Shindou era riuscito a salvare la situazione chiudendo Kirino nel suo bagno e dicendo che i rumori provenivano dalla televisione. Ma più i giorni passavano più la loro paura di essere scoperti cresceva e se mai fosse successo allora sarebbe davvero stata la fine.
-Secondo me, dovresti invitare qui Akane-
-Credevo che lei non ti piacesse- Shindou era sorpreso, ogni volta che Kirino sentiva parlare di Akane si incupiva e cercava di cambiare discorso.
-Non ho detto che mi piace la mia idea-
-Uuh il mio Ran è geloso!- era bello vedere quanto il rosa ci tenesse a lui, lo faceva sentire in qualche modo desiderato.
-Non sono geloso- borbottò in tutta risposta il rosa abbassando lo sguardo.
-Ah no?-
-Ok, ok, mi arrendo. Sono geloso, va bene?-
-Si molto meglio. Vai avanti, dai- disse ridendo il castano.
Kirino parve ricomporsi e tornò al suo discorso -Se tu invitassi Akane, tua madre sarebbe al settimo cielo e molto più propensa a lasciarti uscire da questa maledetta casa. Inoltre, mi sembra di aver capito che Akane sa di noi due, quindi capirebbe la situazione-
 
Il piano di Kirino aveva funzionato alla perfezione, anche se inizialmente il castano era titubante perché gli sembrava di sfruttare Akane solo per i loro scopi. Ma appena informò la ragazza del piano di Ranmaru lei fu contentissima e accettò all'istante, aggiungendo che finalmente avrebbe conosciuto Ranmaru Kirino, il ragazzo di cui Shindou non smetteva mai di parlare.
Quindi trascorsero i primi quattro mesi nascosti in quella stanza che stava davvero diventando troppo stretta. Kirino si intrufolava nella villa quasi tutti i pomeriggi dopo la scuola, alcuni giorni, per via degli allenamenti non riusciva a passare dal suo ragazzo e quindi lo chiamava la sera, dopo mangiato e passavano un paio di ore a chiacchierare per poi, inevitabilmente, finire per addormentarsi al telefono. Questo perché, dopo i primi due mesi, la madre di Takuto oltre a lasciargli la libertà di uscire dalla stanza gli aveva anche restituito il telefono; in quello stesso momento aveva capito che era stata proprio la madre a inviare quello stupido messaggio a Ranmaru.
Si poteva dire che, alla fine dei conti, ora Akane stesse un po' più simpatica a Kirino, grazie a lei ora i due ragazzi si potevano finalmente vedere all'aria aperta e senza paura di essere scoperti.
Insomma, la vita per i due giovani aveva preso davvero una bella piega e quell'anno passato insieme li aveva uniti più che mai.
Si conoscevano da quasi due anni e ormai avevano entrambi sedici anni.
Durante quella conoscenza avevano formato il loro carattere migliorandosi a vicenda. Shindou era diventato più forte e piangeva molto meno frequentemente, influenzato dal carattere forte del rosa. Kirino era molto meno impulsivo grazie alla natura calma di Takuto che riusciva a placarlo. Di sicuro il castano poteva vantarsi di essere il primo e l'unico a riuscire a calmare Kirino quando era furioso, nemmeno la madre del rosa ci era mai riuscita.
Tutto procedeva nel migliore dei modi.
Insomma tutto sembrava perfetto. Se non fosse stato per quel giorno...
 
 
-Ran, ho voglia di gelato-
-Dai,dobbiamo andare al parco-
-Se non mi lasci prendere il gelato non vengo- esordì il castano fermandosi all'improvviso.
-A volte mi sembri davvero un bambino- protestò Kirino che si era fermato a sua volta ad aspettare il suo ragazzo -sai che non abbiamo molto tempo. Oggi ho gli allenamenti e Tenma mi ha praticamente obbligato ad andare-
-E da quando ti fa paura Tenma?-
-Oh no, non è Tenma il problema, quello che mi fa paura è il suo ragazzo, Tsurugi. Sai quello alto, aria sempre tenebrosa.. È molto protettivo verso Tenma-
-Aww sembrano proprio carini-
-E lo sono, ma noi siamo molto più carini-
-Hai ragioni. Quindi mi prendi o no il gelato?- chiese il castano facendo una perfetta imitazione di un cucciolo.
-E va bene hai vinto. Ma sappi che se Tsurugi mi picchia sarà tutta colpa tua- no, proprio non ce la faceva a resistere a Takuto quando gli faceva quegli occhi dolci.
-Me ne farò una ragione-
-I sensi di colpa ti uccideranno-
-Imparerò a conviverci-
Si avviarono quindi verso la gelateria ridendo tra di loro.
Fu solo nel momento in cui ormai erano in mezzo alla strada che il rosa avvertì il rombo del motore di un auto che andava un po' troppo veloce.
L'unica cosa che riuscì a fare prima anche solo di formulare un pensiero fu spingere Shindou lontano.
Poi il buio.
 
***
 
 
Angolo dell'autrice
 
Buongiorno. Finalmente ho finito la sessione invernale degli esami e ho potuto scrivere il nuovo capitolo, mi scuso per la brevità.
So che mi odierete un sacco per come ho concluso questo capitolo, ma scusate senza un po' di suspense che ff sarebbe??
Bene, per scoprire cosa accadrà non vi resta che leggere il prossimo capitolo, o meglio aspettare che io aggiorni, non so ancora dirvi se riuscirò ad aggiornare a breve.
 
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :)
Al solito mi scuso per eventuali errori.
Grazie a tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, grazie a chi sta semplicemente leggendo questa ff.
Un ringraziamento speciale alle persone che mi hanno lasciato una recensione, grazie davvero mi fa sempre molto piacere sentirvi.

Alla prossima
Un bacio, Silvy ^.^
 
 

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Capitolo 15
*** Zero ***


Capitolo 15 -Zero-


Shindou

Minuti, ore, giorni.. Non sapeva nemmeno lui quanto tempo era passato da quando era li.
Sapeva solo di essersi svegliato in quella stanza bianca che puzzava terribilmente di disinfettante. Eppure era convinto di essere con Kirino a fare un giro in centro.
Solo dopo si era ricordato di quell'auto che a tutta velocità schizzava verso di loro. In realtà lui non l'aveva nemmeno vista. Se l'avesse vista si sarebbe spostato. Se l'avesse vista Kirino non si sarebbe buttato per spostarlo dalla strada.
Quel nome fermò ogni suo pensiero.

Kirino.

Non sapeva assolutamente cosa gli fosse successo.
Forse era...
No. Non voleva nemmeno pesarci. Non avrebbe più avuto senso la sua vita se Ranmaru non fosse stato al suo fianco.
Cominciò ad agitarsi nel letto cercando di alzarsi per andare a correre a chiedere informazioni sul suo ragazzo, per andare a cercarlo. In quel momento si accorse che non avrebbe potuto alzarsi nemmeno volendo, la gamba gli faceva malissimo a ogni minimo movimento. Controllò e notò che era ingessata.
-Non puoi scendere dal letto, ti sei rotto una gamba-
Con sommo orrore Shindou si voltò per incontrare il volto della madre. Notò che aveva chi occhi rossi e un po' gonfi. Aveva pianto? Possibile che avesse davvero pianto per lui? Aveva davvero lasciato perdere il suo lavoro per assistere il proprio figlio?
-Papà è andato un attimo a prendere qualcosa da mangiare, fra un po' arriva- disse la madre accarezzandogli i capelli.
Anche suo padre era li? Cosa stava succedendo a tutti?
Ma al momento gli era tornato in mente Ranmaru e non gli interessava più così tanto il fatto che i propri genitori si stessero finalmente interessando di lui.
-Mamma. Dov'è Kirino?-
La donna cambiò immediatamente impressione, sembrava più che altro uno sguardo di commiserazione. Non era per niente uno sguardo tipico della madre, il che preoccupò non poco il castano che già aveva gli occhi pieni di lacrime.
-Non sarà..-
-No Shindou. Lui è vivo. Certo è ridotto un po' male, ma è vivo- rispose la donna in fretta.
In quel momento Shindou non voleva far altro che alzarsi, correre e cantare dalla felicità. Voleva correre dal suo amore, andare a vedere con i suoi occhi che era vivo davvero, che non lo aveva abbandonato per sempre.
Notando l'agitazione di Takuto la donna gli mise una mano sulla spalla per cercare di calmarlo almeno un po'.
-Calmati, quando avrai il permesso del dottore potrai andarlo a trovare- disse la madre sorridendogli gentilmente.
Okay. Forse era morto e ora si trovava in paradiso. Un luogo dove finalmente la madre si preoccupava per lui e non lo giudicava per la sua omosessualità.
-Ma..sono morto?-
La donna spalancò gli occhi -Ma cosa stai dicendo Takuto? Mi sa' che hanno un po' esagerato con quel sedativo.. Stai farneticando. Sei vivo quanto lo sono io-
Oh. Quindi era vivo. Ora si che era davvero confuso, forse erano davvero gli antidolorifici, ma c'era davvero qualcosa che non tornava. Tuttavia non fece in tempo a chiedere nulla perché si sentiva terribilmente assonnato, aveva solo voglia di chiudere gli occhi e dormire. Così lo fece.
 

Kirino

Gli faceva male ovunque, anche solo respirare era un'impresa, le costole dolevano in modo insopportabile ogni volta che respirava. Ma era sicuro di una cosa: era vivo. Certo non era conciato molto bene, ma era vivo.
Per puro miracolo. Kirino aveva visto l'auto. Andava troppo veloce, l'aveva preso in pieno. Sarebbe dovuto morire. Eppure era lì. Nell'ospedale della città attaccato a chissà quanti tubi.

L'auto. L'incidente. Shindou.

Takuto doveva essersi salvato, dopotutto si era buttato sotto la macchina per spostarlo, ma allora dov'era? Perché non era li con lui? Si sentiva terribilmente solo. L'unica cosa che lo aveva fatto sorridere per un attimo fu' il vaso di fiori appoggiato sul comodino con un biglietto della madre nel quale si scusava di non poter rimanere al suo fianco ma doveva tornare a lavoro.
Dopo minuti, passò il medico che si accertò delle sue condizioni e lo visitò, poi uscì lasciandolo nuovamente solo; ma non per molto. Entrò infatti l'ultima persona che si sarebbe aspettato.
La madre di Shindou.
Kirino era sempre stato una persona coraggiosa, ma in quel momento, se solo avesse potuto, sarebbe scappato a gambe levate. Doveva ammettere che aveva paura di quella donna, per di più era sicuro che la donna fosse a conoscenza del fatto che fossero insieme nel momento dell'incidente; aveva paura che fosse li proprio per questo e che magari lo incolpasse per aver messo in pericolo la vita del figlio.
-Le persone che c'erano al momento dell'incidente mi hanno detto cosa è successo- ecco, infatti, i sospetti di Kirino erano fondati.
-Sono qui proprio per questo- continuò la donna tenendo lo sguardo inchiodato negli occhi del rosa -volevo solo dirti una cosa. Grazie-
Ranmaru sgranò gli occhi -Grazie?-
-Si, hai salvato la vita a mio figlio. Ti sarò per sempre debitrice per questo-
-I..io non potevo fare altro- ammise il rosa abbassando lo sguardo.
-In che senso?- chiese la donna sedendosi sulla sedia accanto al letto del rosa.
-Non sopporterei di vivere senza di lui. E se la mia vita è il pegno da pagare per la sua salvezza, beh sono disposto a pagarlo-
La donna rimase senza parole. Ma non si mosse. Così Kirino alzò lo sguardo per osservarla e rimase stupito nel notare che stava piangendo.
-Mi s..scusi. Ho detto qualcosa che..?-
-No anzi- rispose la donna con voce spezzata -Io vi devo delle scuse, a te e a mio figlio. Ma sopratutto a te. Non meritavi di essere trattato in quel modo- la donna notò gli occhi sgranati del rosa e continuò a parlare  -Vedi, credo di aver passato i momenti più brutti della mia vita nel momento in cui mi hanno chiamata dall'ospedale, mi hanno detto che mio figlio era rimasto coinvolto in un incidente, ho subito pensato al peggio, per qualche secondo ho creduto che mio figlio fosse morto. In quel momento ho capito che non me ne frega assolutamente nulla se mio figlio è innamorato di un ragazzo. Basta che lui sia felice e stia bene. Quindi, che ne dici di ricominciare da zero?-
Passarono qualche secondi di completo silenzio, inutile dire che il rosa era sbalordito, stava ancora cercando di elaborare le parole della donna, cercando di capire se fosse un sogno o meno. Ma evidentemente non lo era, la donna stava aspettando una sua risposta e sembrava abbastanza in ansia.
-Direi che è un'ottima idea- rispose sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi -Ora, a proposito di suo figlio.. Potrei, umm, sapere dov'è?-
-Giusto. Vedi si è rotto una gamba a causa dell'incidente, ma sta benissimo, davvero- aggiunse vedendo la faccia preoccupata del rosa -stamattina ho fatto fatica a trattenerlo. Voleva saltare giù dal letto e venire da te- disse accennando un sorriso al rosa.
Kirino in tutta risposta scoppiò a ridere, si immaginava proprio la scena di un Takuto che cercava di scappare.
-Ma lei ha già detto tutto quello che ha appena detto a me?-
-In realtà volevo dirglielo stamattina, ma si è addormentato subito. Comunque vado a parlargli adesso. Poi vedrò di convincere i dottori e te lo porto qui, così magari si calma- Poi si alzò e se ne uscì dalla stanza regalandogli un ultimo sorriso.
 
 
***
 
 
Angolo dell'autrice che come al solito è in ritardo:
Salve ^.^
Eccomi, finalmente direte. Già sono una pessima persona con le date, sono sempre in ritardo. Ma oggi mi sono messa qui e mi sono detta 'Silvia aggiorna' così eccomi qui.
Bene eccoci alla quasi fine della fanfiction. Già, il prossimo è l'ultimo capitolo *piange*
Mi mancherete un sacco T.T
Ho già mille idee per altre fanfiction, ma vedremo se riuscirò a concludere i miei progetti..
Detto ciò, ringrazio come al solito tutte le perone che leggono la storia e l'hanno aggiunta alle storie seguite/ricordate/preferite. Un abbraccio speciale a tutte le persone che recensiscono :*
Mi scuse per eventuali errori.
Mi farebbe molto piacere se lasciate un parere :)
Al prossimo e ultimo (sigh) capitolo.
Un bacio, Silvy
 

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Capitolo 16
*** He's the one ***


Capitolo 16 -He's the one-
 
-Nervoso?-
-Un po'-
Dire che Shindou era nervoso era davvero minimizzare, tremava come una foglia e non stava fermo un secondo. Saltellava ovunque chiedendo ad ogni persona che incontrava se tutto quello che aveva organizzato fosse stato fatto.
Non riusciva a credere che quel momento era arrivato davvero.
Dopo i mille problemi che avevano affrontato era finalmente giunto il momento.
Sua madre era al suo fianco con il volto pieno di lacrime e di tanto in tanto gli ripeteva di stare tranquillo.
Ma come avrebbe mai potuto stare tranquillo? Già di suo non era una persona calma, in un giorno come quello si trasformava letteralmente in un terremoto.
Mentre stava finendo di vestirsi gli tornò in mente il giorno più bello della sua vita, che presto sarebbe stato sostituito da quello stesso giorno.
 
 
~~~
 
 
Ormai si era svegliato da qualche minuto quando sua madre entrò nella stanza, aveva un enorme sorriso sulle labbra. Shindou continuava a rimanere sempre più sconvolto dai comportamenti di sua madre, quella era forse la prima volta che la veda sorridere in modo così sincero.
-è successo qualcosa mamma?-
-No, niente Takuto, sono appena andata a parlare con Kirino-
-Cosa?- mancava poco e sarebbe caduto dal letto.
Senza dare una risposta al figlio la madre sistemò la sedia a rotelle di fianco al letto e gli fece cenno di salirci. Takuto, aiutato dalla madre eseguì la richiesta sempre più perplesso.
Dopo di che la donna lo portò fuori dalla stanza, lungo il corridoio.
-Mamma, vuoi spiegarmi che succede?-
-Devi sapere che quando mi hanno chiamato dall'ospedale per comunicarmi del tuo incidente- cominciò a spiegargli continuando a camminare -ho capito che non mi importa chi frequenti, l'importante è che tu sia felice che stia bene-
Shindou era senza parole, non poteva credere a quello che aveva appena sentito, sapeva solo che in quel momento avrebbe davvero voluto, per la prima volta nella sua vita, abbracciare sua madre.
-Tuo padre ancora deve abituarsi alla cosa, ma vedrai che con un po' di tempo vi accetterà-
Quando finì  di parlare si fermò davanti ad una porta, la aprì e portò dentro Takuto.
Lo aveva appena portato da Kirino.
 
 
~~~
 
 
Da quando sua madre li aveva accettati avevano passato i momenti migliori della loro vita.
Kirino aveva finalmente presentato a Shindou i suoi genitori, che lo ave vano accolto con grandi sorrisi. La madre di Ranmaru non aveva smesso un momento di fare battutine sulla coppietta facendoli inevitabilmente arrossire entrambi.
Dopo un po' di tempo persino il padre di Shindou era riuscito ad accettarli e aveva invitato la famiglia Kirino ad una cena per conoscersi, era stato bellissimo vedere i propri genitori interagire con quelli del rosa.
Insomma, i suoi erano letteralmente cambiati, erano più presenti nella sua vita e si preoccupavano per lui.
Poi...poi c'era stato quel giorno. Il giorno che poteva benissimo considerare uno dei migliori della sua vita.
 

 
~~~
 
 
Era da un po' che Kirino gli stava insegnando a giocare a calcio, e si poteva dire che Takuto aveva fatto degli ottimi miglioramenti, tanto che il rosa ogni tanto lo aveva portato a giocare con la sua squadra. Ormai erano tutti grandi e non andavano più nella stessa scuola, c'era chi andava in università e chi già lavorava, ma avevano deciso di mantenere la squadra di calcio dato che era una passione che li accomunava. Così Shindou aveva finalmente conosciuto gli amici di Kirino.
Proprio in uno di quei giorni accadde.
I ragazzi avevano appena finiti l'allenamento e si stavano tutti ritirando in spogliatoio a cambiarsi e farsi una bella doccia.
-Se non vi dispiace noi due rimaniamo ancora un po'- disse Kirino riferendosi a se stesso e a Takuto che era ben contento di rimanere ancora un po' a giocare.
-Rimango anche io!- disse felice Tenma che colse al volo l'occasione di poter giocare ancora un po' a calcio -Kyokke ti fermi anche tu?-
Sentendo quel nome il blu arrossì e si voltò dandogli le spalle annuendo.
-Così vi siete finalmente decisi a mettervi insieme?- chiese il rosa con un sorrisetto malizioso.
Tenma annuì felice. Ranmaru era contento per loro, erano anni che entrambi aveva una cotta l'uno per l'altro me nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di confessarsi all'altro, Tenma troppo timido e Tsurugi troppo orgoglioso per aprire il proprio cuore.
Passarono altre due ore a giocare prima che anche Tsurugi decidesse che era proprio ora di andare a casa e si trascinò dietro Tenma.
Kirino prese un profondo respiro e si avvicinò al suo ragazzo.
Shindou non poteva non notare come fosse agitato il rosa, anche se non ne capiva il motivo. Era ormai un po' di tempo che il suo ragazzo si comportava in modo strano, era sempre un po' distante e spvrappensiero. Forse c'era qualcosa che non andava tra di loro?
Come in risposta ai suoi pensieri Ranmaru si inginocchiò e.. Shindou sarebbe potuto svenire da un momento all'altro perché tirò fuori una scatoletta dalla tasca dei pantaloni.
-Takuto Shindou, vuoi sposarmi?- chiese il rosa con voce tremolante e viso tutto rosso.
-Oddio. Certo che lo voglio- disse il castano tra le lacrime saltando addosso a Kirino con il risultato di trovarsi entrambi a terra a ridere e piangere come due scemi.
 
 
~~~
 
 
Ecco perché ora si trovava schiacciato in un vestito elegante e nervoso come mai prima d'ora.
Quel giorno era finalmente arrivato, mancava solo un'ora e finalmente avrebbe potuto dire di essere il marito di Ranmaru Kirino.
 
Quando il castano aprì le porte la prima persona che vide fu Kirino, splendido più che mai nel suo vestito elegante, con un enorme sorriso sulle labbra che a sua volta ricambiava lo sguardo di Shindou con occhi lucidi.
Mentre camminava lungo l'ampio corridoio accompagnato dalla madre fece passare lo sguardo lungo le persone sedute, sulla sinistra vide suo padre che gli sorrideva incoraggiante, al suo fianco i genitori di Kirino entrambi con le lacrime agli occhi, a destra invece vi erano gli amici del rosa, no, i loro amici, i compagni della squadra di calcio. E infine in prima fila vi erano i testimoni, ci avevano pensato a lungo e alla fine avevano scelto Tenma e Tsurugi, entrambi sorridevano, Tenma aveva sollevato una mano con il pollice sollevato e Tsurugi gli aveva fatto l'occhiolino.
L'ansia di Shindou aumentava ad ogni passo che faceva.
Però, appena arrivò davanti al suo Ranmaru il resto del mondo smise di esistere, c'erano solo loro due. Due ragazzi che si stavano per promettere amore eterno.
 
Così finisce la loro storia, o per meglio dire così inizia per loro una nuova storia e una nuova vita.
 
 
 
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Angolo dell'autrice
Salvee. Okay sono ancora in ritardo. Perdonatemi vi prego.
Alloora questo è l'ultimo capitolo, sono triste perché mi spiace che sia finita, era sempre bellissimo leggere le vostre recensioni, mi mancherete. Allo stesso tempo sono felice perché finalmente l'ho conclusa, ci ho impiegato davvero troppo per finirla e mi scuso.
Capitolo super felice per tutti. Ho inserito i KyouTen perché li amo troppo e non potevo non metterli. Il soprannome "Kyokke" lo avevo letto in un'altra fanfiction e mi piaceva troppo, quindi mi scuso con l'autrice per averglielo copiato.
I nostro TakuRan sono finalmente felici e insieme, gioiamo per loro ^.^
Vi ringrazio ancora per aver letto questa storia e per averla inserita tra le ricordate/seguite/preferite.
Un ringraziamento speciale a chi mi ha lasciato qualche recensione, sappiate che le ho amate.
 
Mi scuso per eventuali errori che possono esserci nel capitolo.
Mi farebbe piacere sentire un parere anche su questo ultimo capitolo.
Spero di risentirvi presto.
Grazie ancora
Un bacione, Silvy

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