La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa.

di Meissa Antares
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New Year's Eve. ***
Capitolo 2: *** You killed her! ***
Capitolo 3: *** Una mancata Serpeverde, in famiglia. ***
Capitolo 4: *** I wanna be with you, every day of my life. ***
Capitolo 5: *** Nice to meet you. ***
Capitolo 6: *** Girls just wanna have fun. ***
Capitolo 7: *** Trick or Treat? ***
Capitolo 8: *** A nightmare Luma-party. ***
Capitolo 9: *** Keep your friends close and your enemies closer. ***
Capitolo 10: *** All I want for Christmas is you. ***
Capitolo 11: *** Merry Christmas. ***
Capitolo 12: *** Nuovi inizi. ***



Capitolo 1
*** New Year's Eve. ***


Racconto12 - New Year's Eve.
Capitolo 1.
New Year's Eve.

London New Year's Eve.



   “I lost control today. Everything I keep inside came rushing to the surface.
I’m simply not able to resist her.”
(Paul Wesley - The Vampire Diaries 1x01)

 


Appena aveva varcato le soglie della Stanza delle Necessità, palesemente e strategicamente in ritardo di solo un’ora, si era reso immediatamente conto che qualcosa non andava: quelle poche ed intime persone che si aspettava di trovare, si erano trasformate in una baraonda comprendente mezza Hogwarts, i cui corpi andavano a definire una fitta trama labirintica. Certamente, quello che si presentò ai suoi occhi fu senz’altro uno spettacolo che avrebbe ricordato per tutta la vita.

Nonostante il frastuono fosse a dir poco assordante e sperando vivamente che la miriade di bottiglie alcoliche sparse sul pavimento di pietra fossero soltanto frutto della sua più fervida immaginazione, si avvicinò incuriosito ad un gruppetto - piuttosto folto - di ragazzi, esattamente posizionati al centro della sala. Erano tutti accomodati su dei divanetti di pelle nera, con l’aria imbambolata di uno che ha preso un Bolide in testa, intenti a fissare senza alcun ritegno uno stupido tavolino e proprio non riusciva a capirne il motivo. E poi, eccola: comparve esattamente come un’apparizione. Una magnifica apparizione, per essere più precisi.

Ballava a piedi nudi sulla solida superficie di plastica scura con le braccia tese verso l’alto, i lunghi capelli rossi che le ricadevano sulla schiena in dolci boccoli e si divertiva a scuoterli in un modo alquanto buffo. Gli occhi color cioccolato erano un po’ lucidi e aveva le guance arrossate, forse sintomo di un qualche bicchiere di Whiskey Incendiario di troppo. Si muoveva a tempo e in maniera sensuale, sorridendo maliziosamente e scoppiando - di tanto in tanto - in una risata cristallina. Avrebbe potuto rimirarla per ore intere. Oh, se avrebbe voluto.

Quei due coglioni di Blake e Shane si erano aggregati a lei, e Scorpius potè giurare di sentire il povero tavolino cigolare in maniera alquanto sinistra. Stavano ballando appassionatamente e, forse, fin troppo vicini tra loro ma d’altronde - tra i tre - non avrebbe saputo affermare con certezza chi fosse quello messo meglio. Sophia, esattamente sotto di loro, saltellava sul posto tenendo una delle mani di Lily e, ogni tanto, si lanciava in urletti di incoraggiamento nei confronti dei tre performer. Albus era sparito chissà dove, mentre Adam, invece, si stava premurando di risistemare il casino creato con un veloce colpo di bacchetta. Grazie a Merlino qualcuno ancora normale lì dentro, c’era. Era stata tutta colpa di Zabini e della sua folle trovata di organizzare una spettacolare festa di Capodanno ad Hogwarts. “Un party come Merlino comanda”, così aveva detto.

La bella Grifondoro scese dalla sua postazione - o meglio, quasi cadde - e si avvicinò a lui, che li fissava appoggiato ad una colonna di marmo bianco, con le braccia incrociate al petto e un’espressione a metà tra il palesemente irritato e il divertito.

« Scorpius, dai, vieni anche tu! » urlò, cercando di farsi udire al di sopra della musica, chiamandolo con gesti concitati. Quando, poi, capì che non ci sarebbe stato verso di smuoverlo da lì, lo afferrò per un braccio e tentò di trascinarlo in mezzo alla pista.
 

Era sicuramente brilla, perchè da sobria non avrebbe mai osato chiamarlo per nome.

La squadrò con un sopracciglio inarcato, non potendo fare a meno di pensare a quanto fosse dannatamente bella.

« Sei ubriaca, Potter? »
« Forse solo un pochino » mimò il gesto con una mano e scoppiò in un’altra risata. « Eddai, non puoi restare qui - tutto solo - la notte di Capodanno! »  
« Tra poco scatterà la mezzanotte » le fece notare, non riuscendo a staccare gli occhi dai suoi. « E poi, devo assicurarmi che tu non combini alcun disastro. Altrimenti, poi, tuo fratello chi lo sente? » le lanciò una breve occhiata accusatoria.
« E va bene, resta pure qui ad auto-commiserarti » scandì animatamente le parole, accompagnandole con un gesto secco della mano, dopodichè si lanciò addosso a Sophia che - colta totalmente alla sprovvista - si resse in piedi per miracolo, rischiando che entrambe cadessero sul pavimento.

Sì, era tutta colpa di Blake. Ah, ma gliel’avrebbe fatta pagare - in un modo o nell’altro - questo è poco ma sicuro. Incrociò le iridi color giada di Adam e, dentro quello sguardo, riuscì a cogliere perfettamente tutte le parole taciute nei mesi precedenti.

« Manca soltanto un minuto alla mezzanotte, gente! » tuonò allegramente Shane, sollevando una bottiglia di champagne al cielo e ottenendo grida entusiaste in risposta. Probabilmente non era ancora così del tutto sballato come credeva.

Con passo furtivo, Blake si avvicinò frettolosamente a Sophia che lo respinse in malo modo, gli voltò le spalle e si diresse a ballare assieme ad Eric Huddertone. Adam strappò, dalle mani dell’amico, la bottiglia alcolica e la portò ad una notevole distanza di sicurezza, cominciando poi ad aprirla. E lei? Che fine aveva fatto? Possibile che non l’avesse tenuta sotto controllo per un secondo e - nell’arco di quel breve lasso di tempo - fosse riuscito a perderla di vista?
I suoi occhi plumbei scrutarono preoccupati l’orizzonte, ben soffermandosi sugli angoli bui più appartati, ma - a causa della moltitudine di luci - non riuscirono in alcun modo a trovare una chioma rosso scuro nè tantomeno, il ragazzo, percepì la sua risata contagiosa.

« Cercavi me, per caso? » gli soffiò divertita una voce calda, all’orecchio.  La sua voce.

Si voltò ed eccola lì: ancora con indosso quel vestitino rosso così elegante che - aveva affermato qualche ora prima - era sicura non avrebbe mai messo.

Sfoderò il suo migliore ghigno di scherno, mentre dentro di sè tirò un enorme sospiro di sollievo. « In realtà, Potty, speravo che te ne fossi già andata »
Sbuffò, facendo sollevare leggermente una ciocca di capelli, ed incrociò le braccia al petto, sfoderando un’espressione imbronciata semplicemente adorabile. « Se vuoi, sono sempre in tempo per farlo »
 

La sua mano partì da sola, arpionando il suo braccio con una delicatezza inaspettata, cosa che sorprese persino lui stesso.

« Resta, Lily »

Meno cinque.

Lo guardò, mentre nei suoi occhi color cioccolato spuntava una nuova luce. Una qualche emozione che Scorpius non seppe definire, nè in quel momento nè in futuro.

Meno quattro.

L’ombra di un sorriso spuntò sulle sue labbra rosee e, soltanto in quel momento, il ragazzo, si accorse di essere così vicino a lei da poter riuscire a contare perfettamente le miriadi di lentiggini che puntellavano il suo viso di porcellana.

Meno tre.

Le sue narici vennero solleticate dal suo profumo. Era dolciastro e decisamente buono, stranamente non era affatto nauseante. Un profumo che si stampò nella sua mente e si fece largo fino al suo cuore. Un profumo che, in seguito, avrebbe sempre e solo ricollegato a lei. Profumo di gigli.

Meno due.

Era strano che proprio lui, Scorpius Hyperion Malfoy,  il “Re delle Serpi”, - come alcuni amavano definirlo - provasse tutta quelle serie di emozioni che mai si sarebbe aspettato di sentire per una ragazza. Il fastidioso sfarfallio nello stomaco e una percepibile accelerazione del battito cardiaco. Insomma, era pur sempre l’erede della prestigiosa casata dei Malfoy! Quindi le soluzioni possibili erano banalmente due: o era improvvisamente diventato una femminuccia, oppure si era semplicemente innamorato.

Meno uno.

Ci doveva essere senz’altro una spiegazione ben plausibile per quell’evento. Una situazione del genere era soltanto paragonabile alla collisione di un asteroide contro la Terra o all’estinzione dei dinosauri dal pianeta. Vide chiaramente la distanza tra i loro volti annullarsi e aveva già socchiuso gli occhi, quando sentì un dito sottile premuto contro le sue labbra.

« Non è ancora mezzanotte » disse lei, forse in preda ad un attacco di lucidità. Ma ciò sarebbe stato impossibile, poichè, se fosse stata cosciente, non si sarebbe mai azzardata a fare una cosa del genere. E con mai, si intende proprio mai: eppure, stava accadendo davvero.
« Al diavolo le tradizioni » sussurrò con voce roca, prendendo il viso della ragazza tra le proprie mani e poggiando finalmente le labbra sulle sue.

Mezzanotte.

Aveva voluto disperatamente assaggiare quelle labbra al sapore di ciliegia. Anzi no, ne aveva avuto un folle e ostinato bisogno. Come se ne andasse della sua stessa vita. Sentiva le piccole mani della ragazza sulle proprie e non potè provare gioia più grande nel sentirle ricambiare il bacio, quasi come se anche lei non avesse aspettato altro.
Sì adesso che c’era lei, si sentiva completo. Lei che, con il suo odio sviscerato, era riuscita sempre a tenergli testa, facendosi spazio in lui, fino a raggiungere il suo cuore, la sua vera essenza. Ma Lily era fatta così: una volta che entrava a far parte della tua vita, non potevi fare a meno di amarla.

« Buon anno, Lily » mormorò, posandole un dolce bacio sulla fronte.
« Buon anno anche a te, Scorpius » sorrise, le labbra leggermente gonfie e i capelli scompigliati ma, per lui, non c’era spettacolo più bello al mondo.

Fissò quelle iridi cioccolato per quelle che gli sembrarono ore, anzichè pochi minuti. Erano così profonde che, ogni volta, vi restava invischiato, affogandoci.
La ragazza si alzò sulle punte e gli diede un ultimo bacio a fior di labbra, prima di allontanarsi dagli altri senza - però - smettere di tenere gli occhi allacciati ai suoi.  





Angolo dell'autrice.

Giuro solennemente di (non) avere buone intenzioni.

* Si affaccia timidamente da un angolino nascosto * Ehm... Salve a tutti! :) Dunque, come avrete avuto modo di notare, non è da molto tempo che sono iscritta in questo fantastico mondo parallelo che è EFP (abbiate, quindi, pietà di me e munitevi di tanta, taaaanta pazienza). Era da almeno un annetto buono che continuavo a scrivere storielle per conto mio e, finalmente, dopo attente riflessioni, sono giunta alla conclusione che fosse arrivato il tanto atteso momento di pubblicare ciò che la mia mente contorta e malata riusciva a partorire. Ho scoperto questo sito per puro caso e - praticamente fin da subito - ne sono rimasta colpita e affascinata (la Potteriana che è in me non si è ancora rassegnata alla conclusione di una saga così bella ed avvicente). Più che altro mi sono sorpresa nel vedere che altri, proprio come me, non accettavano determinate coppie "scelte" (parlo sia di Harry Potter ma anche di differenti saghe e telefilm/film) e, grazie alla loro immaginazione, sono riusciti a creare altrettante storie meravigliose, che mi hanno totalmente catturata durante alcuni dei miei oziosi pomeriggi estivi. Anyway, non voglio tediarvi troppo! :) Per prima cosa, voglio scusarmi per la "presentazione" all'inizio della mia pagina: so che è un qualcosa di obbrobrioso ed è alquanto stringata ma al momento non ho la più pallida idea di come descrivere me stessa in modo soddisfacente (sono una persona piuttosto puntigliosa e precisina su determinate cose T.T). Magari, col tempo, la riaggiusterò un poco (giusto per evitare che tutti la guardino e scappino via urlando) ma - principalmente - preferisco che si capisca qualcosa di me dalle mie storie :). Posso però affermare con totale sicurezza che l'immagine della Kath dance resterà praticamente per sempre, visto che la trovo un personaggio formidabile (io AMO Nina Dobrev).
Okay, sto parlando davvero troppo (e di cose abbastanza inutili). Passiamo, quindi, a discutere di qualcosa decisamente più importante, ossia il capitolo!
* Lancia una miriade di coriandolini colorati * Allora, questo è il primo della long-fic: "La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa" ed è più che altro una sorta di prologo, in quanto comincia dalla "spettacolare festa di capodanno ad Hogwarts" (che - ovviamente - sarà ripresa e spiegata meglio più avanti). I protagonisti sono Lily Luna Potter e Scorpius Hyperion Malfoy (che io shippo da morire *.* Spero che non me ne vogliano tutte le amanti delle Rose/Scorpius) che, per una volta, riescono a mettere da parte i mille risentimenti e si lasciano andare alle loro vere emozioni (che poi la nostra Lily sia ubriaca è irrilevante. In vino veritas, no? u.u). É una storia incentrata prevalentemente su questa coppia ma, intorno a loro, ci saranno anche i vari problemi e casini degli svariati amici e parenti. Magari nel prossimo capitolo inserirò una parte completamente dedicata a loro, da come li immagino io (ossia chi reputo perfetto per interpretarli), alle Case di appartenenza (per evitare di confondere le idee. Sì, ho fatto questa follia e vi assicuro che ci ho lavorato su una serata intera. Però ne è valsa la pena!). Vorrei chiarire una miriade di cose ma al momento non mi viene in mente null'altro di abbastanza sensato (se avete delle domande, chiedete pure eh! :D) e, soprattutto, non vorrei fare un romanzo in questo spazio riservato al mio commento (cosa che invece - a quanto pare - ho già fatto T.T * Chiede umilmente perdono *). Scusate se mi sono dilungata tanto ("Miseriaccia se l'hai fatto!") ma ci tenevo a spiegare più o meno per bene alcune cosette :). La bella notizia è che ho già pronti i prossimi sei capitoli quindi, - molto probabilmente - salvo imprevisti di vario genere, dovrei riaggionare la prossima settimana.
Un bacio a tutti e grazie a chi leggerà! ♥  

Fatto il misfatto.

Giorgia.

PS: * Si copre per evitare padellate di vario genere *
Ah, quasi dimenticavo: per chi volesse, o fosse interessata/o, sono iscritta anche su Pottermore e il mio nickname è SunLight25635 :) Se volete aggiungermi, sarò ben lieta di accettarvi :)
Questa volta me ne vado per davvero. Adìos! ☀

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Capitolo 2
*** You killed her! ***


Racconto12 - You killed her!
Capitolo 2.
You killed her!

Quidditch




“Vivi come se dovessi morire domani,
Impara come se dovessi vivere per sempre.”
(Mahatma Gandhi)




Si sentiva osservata.

Sollevò gli occhi nocciola dal corposo volume che stava sfogliando avidamente, beandosi dell’odore di inchiostro fresco e di quel profumo di pagine un po’ consumate e terribilmente vecchie - da dove la cultura traboccava a fiotti -, rendendo tutto ciò quanto di più similare al Paradiso Terrestre. Stranamente, quell’assolato sabato mattina, all’interno della Biblioteca di Hogwarts, erano presenti i suoi numerosi amici e parenti, facendola sorridere dolcemente per le buffe smorfie dipinte sul volto di ciascuno.

Hugo aveva il viso paonazzo dalla concentrazione, le punte delle orecchie scarlatte e i capelli smossi in tutte le direzioni possibili, sfidando le numerosi leggi sulla gravità e facendole sembrare terribilmente inutili. Alice cercava ad ogni costo di terminare un tema di Rune Antiche - materia da lei estremamente odiata -, sbuffando ogni cinque secondi e facendo scorrere velocemente gli occhi color miele sulla moltitudine di fogli sparsi sul tavolo, ricoperti di fitti appunti scritti con la sua calligrafia elegante. Sage si era legata i capelli in una coda alta, socchiudendo le grandi iridi verde scuro e ripentendo a bassa voce ciò che aveva appena assimilato, ricontrollando - di tanto in tanto - sul libro di testo. Lorcan e Lysander, come loro solito, erano impegnati a fare di tutto tranne che studiare; o meglio: era Lysander a far desistere il suo povero gemello dai buoni propositi che si era ricreato, come - per esempio - riuscire a passare i M.A.G.O. a fine anno scolastico. Roxanne si era appena avventurata tra gli immensi scaffali, per recuperare un libro con cui avesse potuto svolgere i suoi compiti - per il lunedì seguente - e stava studiando con particolare attenzione ciascuna copertina. Dominique, Lexie, Lucy e Molly erano rincantucciate ad un angolo del tavolo e stavano bisbigliando - con una certa enfasi - l’uso delle radici di asfodelo in Pozioni. Frank guardava con aria assorta il paesaggio della campagna scozzese, illuminato dai raggi di quella giornata di metà ottobre, probabilmente sognando di trovarsi al campo di Quidditch a volare fra gli anelli e a lanciare qualche Bolide, compiendo spettacolari peripezie. Albus, forse, era il più tranquillo di tutti: stava scribacchiando distrattamente qualcosa sulla sua pergamena, passandosi - alle volte - una mano tra i capelli neri perennemente scarmigliati e con il naso sbaffato d’inchiostro. Trattenne a stento un risolino, coprendolo giusto in tempo con una mano davanti alla bocca e falsificandolo con un leggero colpo di tosse.

Di nuovo quella strana sensazione: come se qualcuno la stesse effettivamente spiando.

Esattamente di fronte a lei c’era una sorridente Lily, i palmi delle mani bellamente appoggiati sulle guance rosee e i capelli rossi raccolti in una treccia laterale, che la fissava con un’improbabile espressione di pura innocenza dipinta sul viso. Doveva immaginarselo che c’entrasse qualcosa la sua molesta cugina.

« Cosa c’è, Lils? » sbuffò seccata, roteando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia sul tavolo di legno.
 

Se possibile, il sorriso di Lily si allargò ancora di più, facendole intuire che ci fosse davvero qualcosa sotto. Quella ragazza avrebbe dovuto essere smistata a Serpeverde, altro che Grifondoro.

« Sai Rosie, stavo notando quanto fosse bello il tempo oggi » per un attimo, si fece ammaliare dalle fossette comparse sulle gote della cugina e dal candido sorriso che riempiva le sue labbra piene.
Scosse violentemente il capo, come per darsi un certo contegno. « Non se ne parla, Lily »
« Oh ma andiamo, Rosie! » la pregò con insistenza, giungendo le mani. « Non puoi farmi - anzi farci - questo! Suvvia, è quasi ora di pranzo e direi che per oggi abbiamo studiato più che abbastanza »
 

Con sommo orrore, la primogenita di casa Weasley, si accorse che tutti gli altri avevano voltato le teste verso loro due: segno che stavano ascoltando la conversazione e che la trovavano estremamente interessante. Senza dubbio più avvincente di quello che era contenuto nei loro libri. Sapeva con assoluta certezza che di lì a poco avrebbe ceduto, accontentando le richieste della cugina minore, messa sotto pressione dal resto della compagnia.

« Lily ha ragione, Rosie » si intromise Hugo, sfoderando una terribile aria abbattuta e decisamente poco convincente. « In fondo, saranno almeno tre lunghissime ore che studio e, cosa ancora più impensabile, senza nemmeno fare una pausa spuntino! »
 

Benedetto Godric Grifondoro. Quando ci si metteva anche Hugo a dar manforte alla sua parente prediletta, era una battaglia già persa in partenza. Non ne sarebbe mai uscita vincitrice, a meno che...
Incrociò lo sguardo smeraldino di Albus, già fisso su di lei da diverso tempo. Oh no. Quell’occhiata non prometteva niente di buono. Quell’occhiata significava soltanto una cosa: “Rose stai per essere brutalmente sconfitta, cerca di uscire di scena con almeno un po’ di dignità”.

« E va bene, mi avete convinta » pronunciò sconsolata, assaporando l’amaro sapore della delusione, ritirando frettolosamente i libri all’interno della borsa. « Per oggi abbiamo concluso »

Lily e Hugo si lanciarono in un balletto di vittoria piuttosto ridicolo, strappando qualche risolino divertito ai presenti e facendo un gran chiasso - ovviamente, beccandosi anche un’occhiata assassina da parte di Madama Pince -, finendo poi per coinvolgere Rose in un abbraccio decisamente soffocante.

« Dovrebbero farti una statua, Rosie! » urlò Hugo, prima di correre dietro alla cugina preferita attraverso gli intricati corridoi della scuola.

Molto probabilmente erano diretti a recuperare le loro scope da corsa, rinchiuse nei bauli all’interno dei Dormitori, per poi fare un salto al campo da Quidditch.

La riccia scosse i lunghi capelli di un rosso decisamente più scuro rispetto alla solita tonalità tipicamente Weasley, sfoderò un’espressione abbattuta e sospirò pesantemente, ma accolse con gioia il bacio affettuoso che Albus le lasciò sui capelli.

« Senza dubbio è stato meglio così, Rosie. Credimi »
 

E come poteva dubitare di lui? Non ci sarebbe mai riuscita, nemmeno volendolo intensamente e con tutte le sue forze. Il secondogenito di casa Potter era - senza alcuna esitazione - una delle poche persone di cui si fidava ciecamente.
Annuì concorde, consapevole che il suo unico cugino con un po’ di sale in zucca avesse pienamente ragione. In fondo, sarebbe stata solo una questione di pochi minuti prima che si ammutinassero tutti, senza esclusione di colpi.

Come aveva brillantemente previsto, si diressero tutti quanti al campo, organizzando immediatamente una partita di Quidditch all’ultimo sangue. Si avviò tranquillamente sugli spalti - accompagnata da Molly e Lexie -, preferendo assistere piuttosto che volare ad altezze vertiginose. Represse un brivido al pensiero, dopodichè osservò con interesse lo svolgimento del gioco: non era un’amante delle scope ma delle partite sì, soprattutto se erano tra Grifondoro e Serpeverde. Doveva pur aver preso qualcosa da suo padre, no?
Dei passi leggeri la distrassero e la fecero ridestare dai suoi pensieri di accanita tifosa: era la sua migliore amica, Sage Spence.
   

« Pensavo che scendessi a giocare » le disse sinceramente, scostandosi appena sulla panca per farle spazio.
« Preferisco non dover essere ricordata come la più imbranata del gruppo. Penso che - se dovessero perdere a causa mia - nè Lily, nè Albus riuscirebbero mai a perdonarmi » sorrise appena, scrollando poi le spalle con non curanza e lanciò un’occhiata preoccupata a Lysander, che ricambiò facendole un occhiolino divertito.
« In squadra con me voglio Alice, Hugo, Rox e Frank » disse Lily con ostentata determinazione. « E non si discute, fratellino » sfoderò un ghigno malandrino. Alle volte, quella ragazzina sapeva essere veramente terrificante.

Albus - vuoi per un innato istinto da fratello maggiore - non seppe assolutamente rifiutarsi, così incominciò a valutare con la sua squadra - composta da Lucy, Dominique, Lysander e Lorcan - un piano d’attacco contro quella avversaria, decisamente in vantaggio tattico visto che facevano tutti parte della squadra di Quidditch di Grifondoro.

« Si comincia! » urlò Hugo, già posizionatosi davanti agli anelli delle porte, fischiando con le dita per dare avvio al gioco.  
 

Vennero liberati Boccino, Bolidi e Pluffa, facendo sì che ciascun giocatore sfrecciasse a tutta velocità in sella alla sua scopa cercando di svolgere al meglio il ruolo assegnatogli. Gli occhi nocciola di Rose seguirono ogni movimento, senza perdersi nemmeno un fotogramma nonostante l’eccessiva rapidità con cui si muovevano.
Alice e Roxanne continuavano a passarsi la Pluffa tra di loro, in un’ottima strategia che era riuscita a confondere gli avversari, permettendo alle due ragazze di segnare parecchi punti e - quindi - di portare la squadra di Lily in netto vantaggio.
Dominique fece qualche mirabolante numero, più simile ad uno spettacolo di Scopa Sincronizzata che ad una vera e propria partita di Quidditch, però Albus apprezzò lo stesso lo sforzo compiuto dalla cugina Veela. Al contrario, non si poteva proprio dire lo stesso di Lucy che era praticamente terrorizzata da qualsiasi cosa la sfiorasse - che fosse un Bolide o un altro giocatore. Lysander si divertiva come un pazzo a lanciare Bolidi a destra e a manca, spesso rischiando di disarcionare i suoi compagni, mentre Frank aveva la compostezza e la fermezza tipiche di chi ha assunto quel ruolo milioni di volte e che gli calzava a pennello. Hugo compiva delle parate spettacoli che - doveva ammetterlo - riuscivano a mandare in estasi il suo smisurato orgoglio di sorella maggiore; Lorcan era frequentemente chiamato a dover svolgere il suo incarico di Portiere ma lo svolgeva piuttosto malamente, spesso lasciando scoperto un anello su tre. Lily e Albus, da buoni fratelli Potter, si stavano fronteggiando in un testa a testa continuo, alla ricerca del Boccino d’Oro che - praticamente quasi sempre - svolazzava allegramente davanti al loro naso e appena coglieva una loro minima distrazione si dileguava nel nulla.

« Non è che starai guardando un po’ troppo il caro Frank? » la prese in giro Sage, schioccandole due dita davanti al naso, col risultato di farla sobbalzare per lo spavento.
Le lanciò un’occhiataccia di sottecchi e potè chiaramente notare che si stava trattenendo dallo scoppiare in una fragorosa risata e - vi posso assicurare, cari lettori - che la risata di Sage sarebbe stata in grado di contagiare anche Lord Voldemort in persona.
« Continua a preoccuparti per Lysander, piuttosto » brontolò, ricambiando la frecciatina, incrociando le braccia al petto e sollevando il mento con aria offesa. « Se va avanti di questo passo, finirà per ammazzare qualcuno e l’unico posto in cui potrai andarlo a trovare sarà Azkaban »
Sage spostò i suoi occhi luminosi sul diretto interessato che stava facendo roteare, con una certa maestria, la sua mazza da Battitore e si reggeva alla scopa con - a malapena - una mano sola.

« Lys, non fare il deficiente, datti un contegno! » urlò Lily, che gli passò accanto ad un’andatura così folle che di lei si poteva soltanto distinguere il colore rosso scuro dei capelli.
« Così mi offendi, Lils! » replicò di rimando, lanciandole contro un Bolide per vendicarsi dell’affronto subìto.

La piccola Potter lo schivò abilmente e, grazie alla manovra appena messa in atto, riuscì ad adocchiare il baluginio dorato del Boccino, a qualche metro di distanza da lei. Si lanciò in picchiata, ben consapevole che Albus - anche se aveva sicuramente notato un certo scompiglio a metà campo - fosse troppo distante per raggiungerla in tempo. Difatti, qualche secondo dopo, la mano destra della ragazza stringeva saldamente lo strumento che regalò alla sua squadra ben centocinquanta punti, ponendo così fine alla partita.

« Vi abbiamo a dir poco stracciato » canticchiò allegramente Alice, sfoderando un sorriso gigantesco e scambiandosi un cinque con il fratello.
« E questo vi costerà, come minimo, una settimana di clamorose prese in giro » aggiunse Hugo, atterrando agilmente sull’erba ben curata del campo. « Tenetevi pronti, cugini e amici! »

Rose, una volta scesa dagli spalti, gli tirò un sonoro scappellotto sulla nuca, fulminandolo con lo sguardo più severo che avesse nel suo repertorio.

« Lo sai che è un comportamento anti sportivo » lo rimproverò, senza però riuscire a nascondere il leggero sorriso che andò ad incresparle le labbra. « Però, miseriaccia, siete stati a dir poco
fe-no-me-na-li!  Quest’anno la Coppa sarà senz’altro nostra! » le si illuminarono gli occhi nocciola e - del tutto colta alla sprovvista - si lasciò stritolare in un abbraccio entusiasta da parte di suo fratello.
« Non è giusto, le squadre non erano affatto equilibrate! » tentò di protestare Albus, allentandosi il nodo della cravatta verde-argento.
« Vedila così, Al » cominciò Lily, tenendo sulla spalla destra la sua Firebolt - una scopa per cui tutti i maghi del mondo avrebbero fatto carte false.  « Almeno questa partitella è stata un utile allenamento per la squadra. Non sei contento di aver contribuito alla prossima vittoria di Grifondoro? »
 

Sì, quella ragazza doveva essere senz’altro una mancata Serpeverde. Ma da chi aveva preso?

Il fratello - e si sa che, quando perdono, tutti i maschi sono un po’ suscettibili - si limitò a lanciarle un’occhiataccia che avrebbe fatto arretrare anche un Mangiamorte e lasciò il campo, borbottando a mezza voce insulti e frasi sconnesse. Dominique si strinse nelle spalle, lamentandosi per i capelli scompigliati a causa dell’elevata velocità, e si addentrò nel castello seguita da una Lucy mortalmente pallida. Lorcan fu l’unico della squadra a congratularsi con gli avversari per l’ottimo modo di giocare, augurando loro di poter vincere la prima partita di campionato stracciando i Tassorosso.

« Scusate un attimo... » li interruppe Roxanne, con fare pensieroso. « Se non sbaglio, manca qualcuno all’appello. Dov’è Lysander? »
 

Quello era un grosso problema. Una cosa da codice rosso, per intenderci. Le sparizioni improvvise di Lysander Scamandro portavano sempre guai. Era una cosa appurata scientificamente.

« Sono quassù! » tuonò gioiosamente, sventolando la mazza da Battitore per far notare la sua presenza parecchi metri più in alto. « Non trovate anche voi che io sia perfetto per questo ruolo? Quasi, quasi, prenderei in considerazione una futura carriera nel Quidditch! »
 

Sage - che forse era colei che conosceva i gemelli meglio di tutti - roteò gli occhi al cielo, con fare esasperato.

« Scendi Lys, la partita si è conclusa da un pezzo, ormai! » lo intimò Lorcan, mettendosi le mani a coppa davanti alla bocca per amplificare il suo tono di voce.

Il ragazzo scosse la testa in maniera alquanto vivace, proseguendo imperterrito a scrutare l’orizzonte con espressione concentrata e ghignando malandrinamente di quando in quando.

« Arriva, finalmente! » gridò euforico, sistemandosi meglio sul manico di scopa e brandendo la mazza come se ne andasse della sua stessa vita.

Quando si accorsero a cosa stesse facendo riferimento, fu troppo tardi: uno dei due Bolidi - che avevano dimenticato di rimettere a posto - venne colpito violentemente dal ragazzo, producendo un botto talmente forte che rimbombò per tutto il campo, paralizzandoli ciascuno al proprio posto. Lysander respirò l’aria fresca a pieni polmoni, fiero di aver probabilmente spedito quella malefica palla in orbita, e rimase incantato ad ammirare i riflessi che producevano i raggi solari a contatto con la superficie liscia delle acque del lago Nero. Fu soltanto quando sentì degli schiamazzi concitati e preoccupati che si ridestò dal suo sogno ad occhi aperti e guardò verso il basso: il suo gruppo di amici e parenti era riunito attorno ad una persona, svenuta sull’erba tagliata. Con uno scatto fulmineo, arrivò a terra e si fece largo tra la piccola folla, riconoscendo il corpo privo di sensi come quello della povera Sage - che presentava un profondo taglio sulla tempia sinistra e un livido violaceo a circondarlo.

Per Merlino e Morgana.

« Miseriaccia, Lys! » esordì Hugo spaventato, sgranando gli occhi azzurri. « L’hai uccisa! »





Angolo dell'autrice.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Salve, salvino! :) Alloooooora, siamo giunti al secondo capitolo! Che ne pensate? Troppo corto? Troppo lungo? Troppo... troppo?
Principalmente è un capitolo di passaggio, un po' "leggero" ma necessario per far conoscere brevemente i nostri eroi :')
La povera Rose che viene "molestata" psicologicamente dalla cuginetta minore, soltanto perchè ha costretto tutti quanti a fare una sorta di gruppo di studio (anche se poi la maggior parte di loro sbuffa/lancia maledizioni/guarda fuori dalla finestra. Ma, in fondo, non lo facciamo anche noi? xD). Hugo e Lily (Huly? Ligo? Santo cielo che orrore) sono una vera forza della natura: questi due sono come un fuoco d'artificio, messi assieme. Si vogliono un gran bene, principalmente perchè sono cresciuti assieme e si sono tenuti compagnia quando i loro fratelli/cugini erano tutti entrati ad Hogwarts (e loro due piccini a casa T.T). Abbiamo intravisto la figura di Sage Spence, la migliore amica di Rose (non preoccupatevi, tornerà! Sana e salva, si spera) e amica coi gemelli Scamandro (anche se con Lysander... muahahah). Poveraccia, però, colpita in quel modo brutale da un Bolide! (Chissà che dolore T.T). Diciamo soltanto che Lysander non ha la stoffa del Battitore :p Per quanto riguarda Frank e Alice Paciok, sono i figli di Neville (MA VA'?!) e mi sembrava carino che prendessero i nomi dai nonni paterni (e Alice anche il nome dalla bisnonna) :') 
E l'adorabiltà di Albus? Costretto dalla sorellina a giocare con una squadra di gente abituata a giocare così tanto per e non in modo competitivo (Lucy terrorizzata dalla sua stessa ombra e Dominique che fa spettacoli di Scopa Sincronizzata, dovrebbero farlo capire), che si arrabbia (come solo un maschio può fare) per aver perso ingiustamente. Sì, se siete rimasti delusi, il mio Albus è stato smistato a Serpeverde (ho letto da qualche parte, qualcosa a proposito delle curiosità potteriane, dove veniva affermato che le iniziali di Al, A.S.P., sono un altro modo in inglese per indicare il cobra egiziano).
Dunque, come vi avevo promesso nel capitolo precedente, ecco qui la lista dello smistamento dei vari personaggi (alcuni compariranno più avanti). Il prossimo angolo autrice sarà dedicato agli interpreti dei personaggi e alle loro bacchette, I swear! ;)
Chiedo umilmente perdono se queste note non sono scritte in un italiano comprensibile e conosciuto ai più, ma sono parecchio stanca... perciò sorry!

Già usciti da Hogwarts:

Grifondoro: James Sirius Potter, Electra Beth Hamilton, Fred Weasley II, Effy Birkey, Sheeva Cooper
Corvonero: Victoire Weasley, Louis Weasley
Serpeverde: Elijah Nott
Tassorosso: Ted Lupin

Settimo anno:

Grifondoro: Rose Weasley, Frank Paciok, Lysander e Lorcan Scamandro, Sage Spence, Duncan McLaggen
Corvonero: Molly e Lucy Weasley
Serpeverde: Scorpius Hyperion Malfoy, Shane Harper, Blake Zabini, Adam Nott, Albus Severus Potter, Lexie Moore, Dominique Weasley, Katherine Dursley
Tassorosso: Emily Walker

Quinto anno:

Grifondoro: Lily Luna Potter, Alice Augusta Paciok, Roxanne Weasley, Hugo Weasley, Leroy Prescott
Serpeverde: Sophia Stonem, Naya Quensfort, Eric Huddertone
Tassorosso: Aimee Forson

Fatto il misfatto.

Giorgia.

 
   

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Capitolo 3
*** Una mancata Serpeverde, in famiglia. ***


Capitolo12 - Una mancata Serpeverde, in famiglia.
Capitolo 3.
Una mancata Serpeverde, in famiglia.

 Slytherin




“Sono un mix di acidità e sarcasmo.
Poi, però, arriva la notte e divento quasi amore”.
(Deborah Simeone)

 


L’infermeria di Hogwarts era il posto più pacifico che ci potesse essere all’interno della scuola di magia e stregoneria, eccezion fatta - forse - per la Biblioteca. Madama Chips era sempre stata una premurosa ed apprensiva infermiera, che si prendeva cura degli studenti come se fossero stati tutti figli suoi. Ogni cosa in quel posto risplendeva come di luce propria, e non perchè era tutto rigorosamente d’un bianco accecante. Vi era come un candore innaturale dove sembrava sempre che risplendesse il sole, anche se fuori era nuvolo.  

Quel pomeriggio - al contrario di ciò che è stato affermato precedentemente - un gruppo piuttosto folto di ragazzi e ragazze, era radunato attorno al letto di Sage Spence, finita in Infermeria giusto un paio di giorni prima.

« Secondo voi come sta? » domandò Lily, sondando il viso della ragazza con i suoi occhi color cioccolato.
« Madama Chips ha detto che ha una commozione cerebrale » rispose prontamente Rose, in piedi - esattamente dietro la cugina - e con le braccia incrociate al petto. « Ma niente di cui preoccuparsi » aggiunse frettolosamente, una volta notato che Lysander era diventato pallido come uno dei tanti fantasmi che infestavano il castello.

Da due giorni a quella parte, il ragazzo era divorato dai sensi di colpa e continuava a tormentarsi interiormente, domandandosi quale trattamento gli avrebbe riservato l’amica una volta che avesse ripreso conoscenza. Più probabilmente, come minimo, l’avrebbe Schiantato.

« Dai Lys, vedrai che si rimetterà in sesto in men che non si dica. Madama Chips è un’ottima infermiera »  disse Albus con fare consolatorio, avvicinandosi all’amico di infanzia e posandogli una mano sulla spalla.
« L’ha uccisa, l’ha uccisa! Ed io ho assistito al suo omicidio! » borbottava sconnessamente Hugo, facendo avanti e indietro. « Per i mutandoni con le stelle cadenti di Merlino, resterò traumatizzato a vita! »
« Se continui così, Hugs, ti faccio restare io traumatizzato. Per davvero, però, questa volta » lo rimproverò Roxanne, assestandogli una poderosa gomitata nelle costole.

Le grandi e pesanti porte di quercia vennero improvvisamente spalancate, mentre all’interno della stanza si riversarono - con una certa urgenza - Adam Nott, sorretto da Shane Harper e da Blake Zabini, seguiti da un palesemente irritato Scorpius Malfoy.
A quanto pareva, le selezioni per ricomporre parte della squadra di Quidditch di Serpeverde non si erano concluse nel migliore dei modi, visto che uno dei Battitori titolari aveva una spalla lussata e un sopracciglio spaccato da cui sgorgavano fiotti di sangue. Com’era prevedibile, Albus accorse ad aiutare i suoi amici, depositando il ragazzo su uno degli svariati letti liberi.

« Santo Silente! » sbottò Madama Chips, accorrendo immediatamente. « Signor Nott! Fate largo, voi quattro! »

Un brusio sovraeccitato si sollevò dal gruppetto dei Grifondoro, ancora attorniati al capezzale di Sage, che continuavano a domandarsi cosa potesse mai essere accaduto.

« Che Morgana ci fate tutti voi, qui?! » strillò l’infermiera, in preda ad un grave attacco di crisi isterica. « Questa è l’Infermeria, non la vostra chiassosa Sala Comune! La signorina Spence ha bisogno di assoluto riposo, perciò andate subito fuori! » li cacciò senza alcuna esitazione, chiudendo le porte dietro di loro con un secco e deciso colpo di bacchetta.
« Che caratteraccio, miseriaccia » constatò Hugo, passandosi una mano tra i capelli rossi e dando voce ai pensieri della maggior parte dei presenti. « Avrebbe proprio bisogno di una bella Pozione Tranquillante. Magari somministrata in dosi massicce »
« Certamente non preparata da te » esordì Lily, malandrina. « Con i tuoi scarsi risultati in Pozioni, rischieresti soltanto di farla secca! »
« Ah - ah, davvero divertente cuginetta » disse ironico, allungando una mano a scompigliarle i lunghi capelli rossi. « Bene! » proseguì poco dopo, sfregandosi con insistenza le mani. «Propongo di dirigerci tutti in Sala Grande, ci aspetta un lauto e meritatissimo pasto! »

Alice roteò gli occhi al cielo, a metà tra il seccato e il divertito. « Non so se tu te ne sia accorto ma - alla cena - manca ancora un’oretta, direi » diede uno sguardo all’orologio da polso del fratello e annuì soddisfatta: era più che certa di non essersi sbagliata.

Il ragazzo sgranò i grandi occhi azzurri, a dir poco orripilato da una simile notizia che - per lui - equivaleva, probabilmente, ad un evento di proporzioni catastrofiche.

« Che Salazar sia dannato! » sbottò incupendosi e assumendo un tono capriccioso, ed era una scena talmente buffa che quasi tutti evitarono di scoppiare a ridergli in faccia per un soffio. « Che cos’è questo frastuono raccapricciante? » domandò poi palesemente confuso, guardandosi sospettosamente intorno, quasi come se non aspettasse altro che vedere Pix sbucare da un angolino buio, pronto a giocare uno dei suoi numerosi tiri mancini.

« Fan di Nott » rispose Lily con una calma quasi innaturale, indicando un corridoio deserto alle sue spalle. « Saranno qui a momenti »
« Forse converrebbe tornare in Sala Comune » suggerì Roxanne, ricevendo qualche cenno d’assenso. « Almeno eviteremo di essere presi d’assalto da quelle oche petulanti che tenteranno in tutti i modi di sfondare le porte dell’Infermeria »
« Non vorrei essere qui quando Madama Chips scatenerà la sua furia » proclamò Frank, reprimendo un brivido di orrore nell’immaginarsi la scena.
« Io, invece, voglio restare » si impuntò Lysander, gli occhi azzurri che brillavano di tenacia e determinazione.
« D’accordo, ma almeno spostiamoci di qui prima che sia troppo tardi » azzardò Rose con aria materna, assicurandosi - poi - che fossero tutti presenti una volta che raggiunsero un punto non troppo distante. « Qualcuno ha visto Albus? »  
« Sarà ancora dentro » rispose Lorcan, indicando con un cenno del capo le porte dell’Infermeria, oramai circondate da un folto gruppo di ragazzine del primo e secondo anno. « In fondo, Nott è un suo amico fino a prova contraria »
« Mi sono sempre chiesta come riesca a sopravvivere in quel covo di irritanti e arroganti palloni gonfiati » disse Lily con disgusto, dando voce ai suoi pensieri, ed incrociando le braccia al petto come se fosse un’opinione comune a chiunque.
« La risposta è semplice, Potty: tuo fratello è  un irritante e arrogante pallone gonfiato » una voce tanto roca quanto affascinante raggiunse le loro orecchie, cogliendoli decisamente di sorpresa.

Scorpius Malfoy era appena uscito dall’Infermeria - facendosi largo tra ragazzine adoranti che cercavano in tutti i modi di trattenerlo con la forza -, la solita aria beffarda ed il solito ghigno di scherno stampato sulle labbra a contraddistinguerlo.

« Nessuno ha chiesto la tua opinione, Malfoy » pronunciò, con un tono palesemente sarcastico mentre una certa collera iniziò a fare capolino in lei. « Almeno, così mi pare di ricordare »
« Non mi permetterei mai di fare un qualsiasi torto ad uno dei miei migliori amici - quindi - devi soltanto ringraziare la tua stretta parentela con Albus, Potter, altrimenti... »  
« Altrimenti, cosa? » domandò incuriosita, inarcando un sopracciglio. « Mi stai minacciando, Malfoy? »
« Non mi permetterei mai, Potter » passò una mano a scompigliarsi i biondissimi capelli, facendo sì che qualche sospiro adulatorio sfuggisse dalle labbra delle ragazzine ancora lì presenti.

Nel corso degli anni, tutti avevano imparato a farsi bellamente gli affari propri, quando quei due litigavano: tentare di dividerli o di intromettersi era sicuramente una battaglia persa in partenza, difatti i poveri malcapitati di turno - spediti in Infermeria per causa loro - potevano testimoniarlo.
 

« Allora ci si vede in giro, Scorpy » disse con voce sensuale, sorridendo maliziosamente nella sua direzione e salutandolo con una mano, prima di allontanarsi per raggiungere gli altri.

Il ragazzo rimase immobile in mezzo al corridoio, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni della divisa, ostentando un’espressione palesemente divertita, mentre fingeva - con assoluta maestria - di non aver udito l’assurdo nomignolo che lei gli aveva affibbiato di proposito.

« Ehi, Scorps » Shane Harper gli diede un paio di colpetti delicati sulla spalla, distogliendolo dai suoi pensieri sulla Potter. « Vogliamo andare? »

Poco più avanti li aspettavano Blake e Albus, quest’ultimo era intento a farsi spiegare dall’amico che cosa diamine fosse accaduto di tanto terribile al campo di Quidditch per ridurre Nott in quello stato.

« Come sta Adam? » domandò Malfoy, con fare quasi annoiato, affiancandosi ai due.
« Meglio » rispose Blake, prendendo parola e puntando i suoi occhi blu mare esattamente di fronte a sè. « Madama Chips ha detto che vuole tenerlo sotto osservazione per un po’. Ha preso una bella botta, in fondo »
« Quindi, niente Quidditch per almeno una settimana » aggiunse Harper con fare sconsolato, scuotendo la testa un paio di volte.
Albus imprecò mentalmente, lanciando maledizioni in ogni lingua a lui conosciuta e non. « Qualcuno di voi, per caso, ha visto il resto della mia famiglia o, almeno, mia sorella? »
« Oh non preoccuparti, Al. Tua sorella sta benissimo » annunciò Scorpius, non riuscendo proprio a trattenere un ghigno di scherno, anche se questo significava - certamente - scatenare l’ira dell’amico.

Gli occhi smeraldini del moro saettarono velocemente nella sua direzione e i suoi muscoli si irrigidirono per la tensione ed il nervosismo. « Che cosa diavolo è successo questa volta, Scorp? »  
« Assolutamente nulla » ribadì il biondo con estrema tranquillità, beccandosi come unica risposta tre occhiate decisamente poco convinte. « Ci siamo soltanto scambiati qualche innocente frecciatina, niente di più »
« Senza offesa, Al, ma tua sorella è veramente uno schianto » commentò Zabini maliziosamente, umettandosi le labbra in un modo terribilmente perverso e provocatorio.
« Senza offesa, Zabs, ma non credo che questo sia affar tuo » scimmiottò acidamente il suddetto, mostrando un’espressione contrariata e facendo forza su se stesso per non affatturarlo seduta stante.
« É affare di tutta Hogwarts, se permetti, visto che l’intera popolazione maschile del castello sogna di avere un appuntamento ad Hogsmeade con lei » proseguì Blake, per nulla turbato dalla reazione del secondogenito di casa Potter, continuando a pulire l’anello di famiglia con un lembo del mantello.
Shane annuì col capo, concorde. « Merlino » invocò sognante, sfoderando l’espressione più imbecille che avesse nel suo repertorio. « Tua sorella me la farei eccome »

Scorpius, probabilmente provando uno strano moto di pietà nei confronti di Albus mentre uno strano moto di rabbia cominciò a farsi strada nel suo animo imperturbabile, gli tirò un poderoso scappellotto sulla nuca, impegnandosi il più possibile per fargli del male.

« Porco Godric, è pur sempre la sorella di Albus! » sbottò infastidito, prendendo entrambi per il colletto della divisa e trascinandoli lungo il corridoio semi deserto. « E, come le vostre menti acute avranno senz’altro notato, il caro Severus è proprio qui tra noi » mollò la presa sui due, una volta che furono di fronte al corvino. << Indi per cui, non credo sia proprio il caso di sfoderare questi commenti - decisamente poco carini - nei confronti della sua amata sorellina... » lanciò un’occhiata di sottecchi ad Albus, la cui espressione non esprimeva altro che una sincera gratitudine. «... O almeno, non in sua presenza » sfoderò l’ennesimo ghigno di scherno e schivò abilmente il pugno che l’amico deriso tentò di rifilargli.

La prima cosa che Scorpius fece non appena varcò le soglie della Sala Grande - ovviamente premurandosi di non farsi beccare dagli altri - fu quella di cercare con lo sguardo una chioma rosso scuro, alla tavolata dei Grifondoro. La individuò verso la metà, affiancata da quel Leroy Prescott - con cui si vociferava avesse avuto una storia, l’anno precedente - e stava ridendo di gusto, così come tutti gli altri nei dintorni, per una battuta snocciolata dal suddetto.

« Ci sarà un ritorno di fiamma? » domandò Shane con fare interessato, prendendo posto al tavolo dei Serpeverde, e commentando il tutto come se stesse facendo la cronaca di una delle tante partite di Quidditch.
« Dici tra la Potter e Prescott?! » si intromise Blake sfoderando una pessima faccia da poker e concentrandosi in modo inquietante sulla coppia. « Nah, non credo proprio »
« Che ne dici di una scommessa, Blakeuccio? » ribattè prontamente l’altro, tendendo una mano verso l’amico mentre un luccichio sinistro si fece largo nei suoi occhi nocciola.
« Scusate se interrompo il vostro idilliaco discorso » saltò su Albus, con un tono di voce ed un’espressione che non promettevano nulla di buono. Come minimo - più tardi, in dormitorio - sarebbe scoppiata un’accesa discussione, seguita subito dopo da una rissa leggera. « State sempre parlando di mia sorella »
« Ci sto, affare fatto » disse Blake con aria allegra, ignorando palesemente gli insulti e i commenti malevoli che il moro stava lanciando nei loro confronti. « Cinque galeoni che quei due non torneranno assieme e la Potter, quest’anno, farà strage di cuori »
« Andata! »

Scorpius scosse ripetutamente la testa, afflitto dall’avere degli amici così mostruosamente idioti ed essere l’unico sano di mente in quella combriccola di matti.

« Possibile che quei due debbano sempre battibeccare come due vecchie pettegole? » una voce femminile, proveniente dalla sua sinistra lo fece voltare. « Nemmeno Rita Skeeter si comporterebbe in questo modo così deplorevole » ancora prima di guardare in faccia il suo interlocutore, Scorpius riuscì a capire chi fosse.

Sophia Stonem era seduta comodamente accanto a lui, osservando con i suoi grandi occhi azzurri i due ragazzi di fronte a loro, che continuavano a confabulare con una certa enfasi, quasi come se ne andasse della loro stessa vita.

« Si stanno soltanto divertendo nel far impazzire Albus » scrollò le spalle, approfittando di quella distrazione generale per osservare anche il più piccolo movimento effettuato da Lily Potter. « Comunque, qual buon vento ti porta a questo lato del tavolo? Non c’è nessuna delle tue amorevoli compagne di Dormitorio che è disposta a tenerti compagnia? »
« Sei sempre così galante con tutte le tue fiamme, oppure riservi soltanto a me questo speciale trattamento? » domandò divertita, versandosi del succo di zucca in un bicchiere dorato. « Comunque, per risponderti, no: Naya è rimasta in Sala Comune per cercare di finire il tema di Trasfigurazione e, senza di lei, le altre non riesco a sopportarle »
« Lo sai perfettamente che tu sei e rimani la mia preferita » ghignò con aria malevola, servendosi una fetta di torta di melassa. « Così come sai perfettamente quanto io odi perdermi in futili chiacchiere. Cosa c’è sotto? »
« Oggi sei più intrattabile del solito, lo sai? » gli rubò abilmente un pezzo del dolce, assaporandone il gusto amarognolo e beccandosi un’occhiata truce dal ragazzo. « Ero venuta sì a cercare un po’ di compagnia - come se fosse possibile, vicino a te - ma volevo anche chiederti di Adam. Sai, le notizie corrono in fretta »
« Sta meglio, quella rompipluffe di Madama Chips lo terrà praticamente in ostaggio per l’intera settimana » concluse la sua cena, pulendosi elegantemente la bocca con il tovagliolo e gustandosi un ultimo sorso di rinfrescante succo di zucca. « Quindi, per rispondere alla tua tacita richiesta sì, domani sarà ancora bloccato in Infermeria e tu potrai andarlo a trovare »
« Ti ringrazio » proferì, alzandosi in piedi e rassettandosi la gonna a balze della divisa, già perfettamente lisciata. « Ah Scorpius, lascia che ti dia un consiglio: in futuro, evita di trattare Lily Potter in questo modo, altrimenti per quel qualcuno interessato a lei, non dovrebbe essere troppo difficile soffiartela da sotto il naso »  

Scorpius rimase pietrificato al suo posto, guardando Sophia Stonem allontanarsi verso l’ingresso della sala, lasciando un vago sentore di profumo femminile francese dietro di sè.





Angolo dell'autrice.

Giuro sollennemente di non avere buone intenzioni.

Salve a tutti! Come state? :) Avete passato buone vacanze? (Lo so, probabilmente il ritorno sarà stato a dir poco traumatico * sospira pesantemente *). Comunque, miei cari, veniamo a noi! Siamo giunti al terzo (e tranquillo) capitolo!
É (finalmente) riapparso Scorpius che si diverte assieme a Blake e Shane a prendere in giro il povero Albus (anche se, persino lui si arrabbia un bel po' nel sentire quelle cose su Lily hehe, ma non lo ammetterà mai!). Iniziamo anche a fare la "conoscenza" di una new entry, ossia Sophia! (Che ne pensate di lei?). Soph è una delle poche persone che il nostro caro, carissimo Scorp riesce a sopportare e con le quali si confida (per come si possa confidare il bel Malfoy). Si conoscono praticamente da una vita (Purosangue) e - anche se non lo ammetteranno mai - si vogliono un gran bene, considerandosi praticamente fratello/sorella. Dunque, anche per questo capitolo credo sia praticamente tutto (se avete sempre dei dubbi, sarò lieta di chiarirli!) e dal prossimo capitolo faranno capolino nuovi personaggi (e ci discostiamo completamente dall'ambiente "Hogwarts"). Ma non voglio anticiparvi null'altro :) Purtroppo, non so quando potrò riaggiornare nuovamente, perchè l'università è ricominciata e, con essa, i miei esami incombono minacciosi (aiuto T.T), spero comunque sempre di venerdì sera :) Vi lascio alla lista dei personaggi, ossia a come li immagino io, e a chi reputo perfetti per interpretarli.

Lily Luna Potter: Nina Dobrev
Scorpius Hyperion Malfoy: Paul Wesley
Rose Weasley: Crystal Reed
Alice Augusta Paciok: Minka Kelly
Roxanne Weasley: Naya Rivera
Shane Harper: Steven R. McQueen
Hugo Weasley: Dylan O'Brien
Albus Severus Potter: Taylor Kitsch
James Sirius Potter: Austin Nichols
Frank Paciok: Tyler Posey
Lysander Scamandro: Colton Haynes
Sage Spence: Holland Roden
Lorcan Scamandro: Ian Harding
Lexie Moore: Lucy Hale
Dominique Weasley: Ashley Benson
Sophia Stonem: Candice Accola
Blake Zabini:
Michael Trevino
Adam Nott: Ian Somerhalder
Electra Beth Hamilton: Hilarie Burton
Fred Weasley II: Chad Michael Murray
Effy Birkey: Sophia Bush
Sheeva Cooper: Emma Roberts
Louis Weasley: Alex Pettyfer
Naya Quensfort: Kat Graham
Molly Weasley: Dakota Blue Richards
Lucy Weasley: Freya Mavor
Emily Walker: Phoebe Tonkin
Eric Huddertone: Joseph Morgan
Elijah Nott: Daniel Gillies
Katherine Dursley: Victoria Justice
Aimee Forson: Shelley Hennig
Duncan McLaggen: Daniel Sharman
Leroy Prescott: Zach Roerig
Ted LupinAndrew Garfield
Victoire Weasley: Karen Gillan
Ecco fatto! :) Un bacione a tutti, alla prossima!

Fatto il misfatto.

Giorgia.

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Capitolo 4
*** I wanna be with you, every day of my life. ***


Racconto12 - I wanna be with you, every day of my life.
Capitolo 4.
I wanna be with you, every day of my life.

Ele e Fred

 

“This thing called love I just can’t handle it,
This thing called love I must get round to do it.
I ain’t ready.
Crazy little thing called love.”
(Queen - Crazy Little Thing Called Love)
 



Se c’era un orribile vizio che Electra Hamilton non aveva perso neanche dopo aver concluso egregiamente la sua carriera scolastica ad Hogwarts, era proprio il non volersi mai alzare dal caldo tepore mattutino che assumeva il suo letto. Abbracciò il cuscino, voltandosi su un fianco ed ignorando i capelli biondissimi scarmigliati che le stavano bellamente solleticando il viso. Una volta trovata la posizione più comoda, sospirò con aria soddisfatta e cercò di riprendere il sonno da dove l’aveva interrotto.

Praticamente era già tra le braccia di Morfeo, quando la porta della sua stanza venne spalancata in malo modo, facendola sobbalzare ed imprecare mentalmente maledizioni a tutto spiano. Sua madre, alle volte, aveva la grazia di un Gigante particolarmente corpulento.

« Sveglia, dormigliona! » le sue povere ed innocenti coperte vennero bruscamente separate dal suo corpo, che non apprezzò particolarmente il freddo pungente proveniente dalla finestra aperta.

Con uno sforzo sovraumano, riuscì a sollevare le palpebre giusto di mezzo centimetro - quel tanto che bastava per riconoscere la molesta figura che si era accomodata con grazia ai suoi piedi.

« James? » biascicò con la voce impastata di sonno, riconoscendo a malapena il suo migliore amico. Ma certo, soltanto lui poteva avere quelle trovate geniali.
« Esattamente! » trillò euforico, battendo le mani in modo alquanto rumoroso. « Tua madre mi ha incaricato di venire a buttarti giù dal letto, sperando che fossi più persuasivo »

Ecco: sua madre c’entrava sempre qualcosa, in un modo o nell’altro.

« Puoi sempre dirle che non ci sei riuscito » si coprì la faccia col cuscino. « Non ti farà del male, stai tranquillo: è innocua »
James sfoderò un’espressione scioccata e offesa. « Non so se te lo ricordi, signorina, ma io sono James Sirius Potter! »
« Non siamo più ad Hogwarts, Jamie » lo interruppe, con voce ovattata.
« Sono pur sempre uno dei Cacciatori dei Cannoni di Chudley! » esclamò scandalizzato, scattando in piedi come una molla. « In questo preciso istante, sicuramente, migliaia di ragazze venderebbero la loro bacchetta pur di trovarsi al tuo posto! »
« Perfetto, allora vai a trovartene una e lasciami dormire in pace » sbuffò ad occhi chiusi.
« Electra Beth Hamilton » pronunciò seriamente, con tono minaccioso.

Se James usava il nome completo, allora erano guai seri. Anche se, Electra era fermamente convinta che si stesse appellando a tutti gli dèi esistenti per evitare di scoppiare in una fragorosa risata e rovinare - quindi - la sua teatrale sceneggiata.

« Mh? » mugugnò in risposta, facendogli capire che stava ascoltando.
« Non so se te lo ricordi, ma oggi il mio carissimo cugino e migliore amico, Fred Weasley - nonchè tuo ragazzo - comincia ufficialmente a lavorare a Diagon Alley, ai Tiri Vispi Weasley. Perciò gradirei che alzassi il tuo regale fondoschiena e ti preparassi, perchè ho deciso che passeremo a salutarlo »

La ragazza sbuffò seccata, mettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto, non curandosi minimamente del suo aspetto insonnolito e dei suoi capelli a dir poco sconvolti: ovviamente, la colpa di tutto ciò era di James che - quando ci si metteva - sapeva essere davvero sfiancante.

« Fammi capire bene » borbottò a mezza voce, incrociando le braccia al petto e lanciando lampi dagli occhi. « Tu ti saresti precipitato in camera mia, svegliandomi praticamente all’alba, solo per trascinarmi a Diagon Alley a vedere Fred che lavora?! »

L’ex Grifondoro sfoderò un sorriso trentadue denti, non accorgendosi - o forse facendo soltanto finta - di non aver sentito il tono irritato della sua migliore amica. « Esattamente »

Electra non sapeva se mettersi ad urlare e lanciargli contro maledizioni a tutto spiano - per aver rovinato il suo sonno ristoratore -, oppure se scoppiare a piangere istericamente per la notizia appena ricevuta. Alla fine, saggiamente, optò per ributtarsi a peso morto sul letto, desiderando ardentemente di diventare un tutt’uno col materasso.

« Sicuramente, Fred non se la prenderà più di tanto se vado a trovarlo domani, possibilmente di pomeriggio » disse, affondando la faccia nel cuscino. « E ora, buonanotte »
« D’accordo, Ele » mormorò James, voltandosi di scatto nella sua direzione. « Non avrei mai voluto arrivare a questi metodi così... drastici, ecco. Sappi che mi hai proprio costretto a farlo » con un gesto deciso, tirò fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans, puntandola proprio contro la ragazza che - impegnata com’era ad ignorarlo - non si accorse assolutamente di nulla. « Aguamenti! »

Un getto d’acqua fredda la investì in pieno, bagnandola da capo a piedi e contribuendo a svegliarla definitivamente - il tutto, ovviamente, accompagnato dalla sonora risata di James.

« James Sirius Potter » gli puntò contro un dito, mostrandogli l’espressione più minacciosa che riuscisse a fare. « Sappi che, questa, non te la perdonerò mai » afferrò a casaccio i vestiti che il suo migliore amico le aveva gentilmente porto e si chiuse in bagno, a dir poco furibonda per quel trattamento.

D’altro canto, il primogenito del Salvatore del mondo magico, scese le scale con aria estremamente soddisfatta, congratulandosi mentalmente con se stesso per quella brillante idea anche se - molto probabilmente - si era appena guadagnato l’odio eterno da parte della sua migliore amica. In fondo, ne sarebbe valsa la pena: tutti questi sacrifici erano per una più che nobile causa ed era certo che, alla fine di tutto ciò, l’avrebbe sinceramente ringraziato.

« L’hai già svegliata? » domandò Chloe - la madre di Electra - con un sopracciglio inarcato, in un evidente segno di incredulità.
« Sì, con un tempo record di soli venticinque minuti » rispose estremamente orgoglioso, controllando l’orologio da polso.
« Complimenti James, sono colpita » disse la donna, sprimacciando un cuscino del divano con fin troppa energia. « Prima o poi, dovrai insegnarmi quale trucchetto hai utilizzato per buttarla giù dal letto così in fretta »
« Oh, ma è stato semplicissimo » trillò, assumendo una buffa espressione pomposa. « É bastato un semplice Incantesimo Acqua-... »

Electra, scesa dalle scale a passo di carica, lo afferrò per il cappuccio della banalissima felpa nera - rischiando, tra le altre cose, di soffocarlo - e lo trascinò fuori di casa, dopo aver salutato calorosamente la madre.  

 « Non ti prenderai gioco di me in questo modo, caro il mio Sirius » replicò piccata, guardandolo severamente con i suoi occhi azzurri.
Il ragazzo ridacchiò, con l’aria di uno che si sta terribilmente divertendo. « Che ne dici, andiamo Beth? » le tese la mano e lei l’afferrò con assoluta sicurezza, facendo sì che entrambi si Smaterializzassero.

Diagon Alley era da sempre il fulcro del mondo magico, la via principale dove maghi e streghe di ogni età passeggiavano tranquillamente o si affrettavano a portare a termine gli ultimi acquisti. Tutti i cosiddetti ‘portatori di bacchette’ potevano vantare, almeno una volta nella vita, di aver visto la sontuosa stradina, ricostruita alla perfezione alla fine della seconda guerra magica.
Nonostante fosse una giornata piuttosto uggiosa, una di quelle in cui il tempo minaccia pioggia da un momento all’altro, il posto pullulava di gente, esattamente come nel periodo che precedeva l’ingresso ad Hogwarts.

« Buongiorno, Hannah! » tuonò allegramente James, sventolando energicamente la mano per salutare la proprietaria del Paiolo Magico, nonchè moglie del professor Paciok.
« Buongiorno a te, James » disse con voce gioiosa, lucidando un boccale piuttosto impolverato. « Come mai sei a Diagon Alley già a quest’ora? Visita di piacere? » tirò ad indovinare, lanciando un’occhiata allusiva ad Electra.

James scoppiò in una fragorosa risata, dovuta sia all’equivoco sia alla buffa smorfia che si venne a creare sul viso della sua amica.

« Oh no, Hannah » fece un gesto secco con la mano, scuotendo la testa. « Lei è la mia migliore amica, stiamo andando a trovare mio cugino, comincia a lavorare oggi »

« Ah, il giovane Fred! » disse, quasi illuminandosi. « L’ho visto passare di qui giusto l’altro giorno »

James sorrise, dopodichè mise le mani sulle spalle della ragazza e cominciò a guidarla, svicolando tra i corpi dei primi clienti della giornata.

« Adesso, però, dovremmo proprio andare. Sai, abbiamo una certa
urgenza » si chinò verso la barista, sussurrandole qualcosa che Electra proprio non riuscì a cogliere ma, quando terminò, potè notare chiaramente una luce entusiasta nei suoi dolci occhi castani.

 Quando raggiunsero l’uscita sul retro del locale, James si posò una mano sul mento con fare pensieroso e si mise a contare tre mattonelle sopra il bidone della spazzatura, picchiettandola poi con la propria bacchetta magica in modo da far aprire il passaggio che dava direttamente sulla via.

« Ti va un gelato dal signor Fortebraccio? » domandò James, indicando il negozio e mostrando un’espressione a dir poco affamata.

Electra roteò gli occhi azzurri al cielo, divertita dal suo modo di fare così terribilmente infantile.

« D’accordo, va bene » acconsentì, precedendolo all’interno del locale.

« Sentissi quant’è buono il cono al gusto di Cioccorana! » disse la ragazza con aria sognante, guardando l’amico di sottecchi.
« Fammi assaggiare, immediatamente »
« Non ci penso nemmeno » ribattè indignata, osservando con aria assorta la figurina che le avevano dato in omaggio. « Oh guarda, ho trovato tua zia Hermione »
« Forte! Io non sono mai riuscito ad trovarla » la guardò come se fosse una piccola montagna di galeoni d’oro.
« Se mi fai assaggiare il tuo cono al gusto di Whiskey Incendiario, forse potrò regalartela »
James le tese il gelato, fingendosi orribilmente seccato. « Un morso piccolo, mi racc-... Ehi! » si lamentò, guardando esterrefatto la sua merenda orribilmente mutilata.
Electra ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca, dopodichè gli tese il proprio. « Tieni, finisci pure il mio »
« É proprio per questo che sei la mia migliore amica » sfoderò un sorriso smagliante, roba che avrebbe fatto passare a miglior vita le sue fan, e divorò con gusto quel capolavoro creato dal signor Fortebraccio. « Mio padre me lo diceva sempre che, già quando aveva la nostra età, i suoi gelati erano i migliori di tutto il mondo magico »
Lei annuì, con fare concorde. « Da piccola insistevo sempre per comprarne uno, ogni volta che facevo una capatina a Diagon Alley. E papà non sapeva mai dirmi di no »

Le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola a sè con fare protettivo e fraterno: Electra aveva perso il padre pochi mesi prima che entrasse ad Hogwarts per la prima volta, in un tragico incidente al Ministero.

« Siamo dei sentimentali eh, Potter? » disse con un ghigno malandrino, scrutandolo. « Muoviamoci, siamo già in ritardo »
« In ritardo per cosa? »
« Se non sbaglio eri tu quello che, stamattina, smaniava per andare a trovare Fred »

Per la barba incolta di Merlino! Si era completamente dimenticato di suo cugino Fred!

I Tiri Vispi Weasley erano sicuramente il negozio più colorato, allegro e vistoso di tutta Diagon Alley: all’interno, vi erano tanti di quei maghi e di quelle streghe - intenti, per lo più, ad accontentare i capricci dei figli - che era quasi impossibile riuscire a farsi largo tra quella folla immensa.

« Come faremo a trovarlo?! » chiese Electra, alzandosi sulle punte per sperare di avere una visuale migliore, ma senza alcun risultato.  
« Non ne ho la più pallida idea » ammise sinceramente James, senza nascondere una nota di frustrazione. « Stammi vicina e cerchiamo di non perderci di vista »
« Potremmo non fare più ritorno! » pronunciò la ragazza scherzosamente, assumendo un tono spettrale e tendendogli una mano.

James l’afferrò con sicurezza, scuotendo appena il capo con fare divertito, precedendola per poi avventurarsi tra la moltitudine di scaffali stipati di prodotti fino al soffitto. I bambini, in età non ancora pertinente per Hogwarts, facevano a gara per accaparrarsi qualsiasi tipo di invenzione: dalle più recenti a quelle classiche, che non sarebbero passate mai di moda.

« Quello potrebbe... ma sì, è lui! » il ragazzo si illuminò di colpo, facendosi largo tra la folla a spintoni - forse non troppo delicati - e trascinando l’amica con sè, rischiando più volte di farla incespicare nei suoi stessi piedi.
« James! Per la barba incolta di Merlino, si può sapere che ti è preso?! » domandò esasperata, cercando di tenere salda la presa sul suo braccio anche se con scarsi risultati.
« Sono riuscito ad intravedere Fred, Ele! Ne sono sicuro, andava per di qu-... » si immobilizzò di colpo, facendo sì che Electra si scontrasse violentemente contro la sua schiena ed emettesse un mugolio di dolore.
« Potter, maledizione! Avvertimi la prossima volta » si lagnò, massaggiandosi il naso con le lacrime agli occhi. « Che succede? Un’Acromantula gigante ha invaso il negozio? »
« No, ehm... io... credo di essermi sbagliato su Fred » biascicò, voltandosi velocemente e tentando di cambiare direzione.
« Te l’ha mai detto nessuno che non sai proprio mentire? » inarcò scetticamente un sopracciglio, dopodichè individuò la chioma rossa del suo fidanzato a qualche passo di distanza.

Fidanzato che, anzichè impegnarsi a lavorare duramente, stava amorevolmente chiacchierando con una dipendente del negozio.

« Forse non è stata una buona idea... » pigolò James con aria spaventata, notando il tic nervoso che aveva colpito l’occhio della bionda. Tutte le volte in cui si era manifestato, erano successi guai. Guai grossi.
« Maledetto Weasley » sibilò la ragazza con aria omicida, liberandosi dalla stretta stritolatrice del moro per dirigersi a passo di carica verso i due.  

Fortunatamente riuscì ad afferrarla per la vita prima che compisse un duplice omicidio al quale non aveva, per altro, voglia di assistere: ingaggiarono così una lotta silenziosa, fatta di pugni, morsi e calci mentre il primogenito di casa Potter resisteva valorosamente ai ripetuti attacchi dell’amica.

« James?! Ele?! » la voce stralunata di Fred raggiunse le loro orecchie ed entrambi si voltarono, sfoderando le espressioni più innocenti che avessero nel loro repertorio. « Mi spiegate cosa sta succedendo? »
« Siamo venuti a trovarti, mi pare ovvio » replicò stizzita la sua ragazza, incrociando le braccia al petto e squadrandolo come se fosse un insetto particolarmente disgustoso. « Ma, a quanto pare, te la cavi egregiamente anche senza la nostra presenza »

James si battè il palmo della mano sulla fronte, cercando di pensare se esistesse un modo qualsiasi per arginare la furia che si sarebbe scatenata di lì a momenti.

Fred Weasley Junior, captando nell’aria un enorme segnale di pericolo, si limitò a lanciare un’occhiata preoccupata al cugino, sperando che potesse dargli qualche delucidazione.

« Ele io... »

« Oh, ma certo! Adesso vorresti dirmi che tra voi due non c’è assolutamente niente, sono io quella che ha le paranoie e che dovrei farmele passare, vero?! »
« Esattamente » disse con un sorrisetto divertito, avvicinandosi con estrema cautela.
« Perfetto! » esordì improvvisamente James, sfregandosi le mani e lanciando occhiate tutt’intorno. « Fred è stato un piacere vederti » gli battè un’amichevole pacca sulla spalla. « Ele cerca di non farlo fuori, mi serve tutto intero! Vi saluto! » lanciò un occhiolino alla ragazza, dopodichè si defilò tra la marmaglia di gente alla ricerca di non si sa bene cosa.

La ragazza lo guardò sparire con aria stralunata e quasi si dimenticò il vero motivo per cui era lì.

« Ehi... » sussurrò Fred, prendendole le mani ed intrecciandole alle sue. « Ancora arrabbiata, gelosona? » proprio non riuscì a trattenere un ghigno compiaciuto.
Puntò le sue iridi azzurre sul viso del ragazzo, sbuffando impercettibilmente. « Ho esagerato, vero? »
« Solo un po’ » replicò, soffocando a stento una risata e lasciandole una lieve carezza sui capelli biondi. « Come mai questa inaspettata visita? »

Affondò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare e rassicurare dalle braccia forti e muscolose del suo ragazzo.

« È tutta colpa di James » biascicò con voce lamentosa, sperando di fargli tenerezza.

« Scommetto che è venuto a buttarti giù dal letto, stamattina »
« Era praticamente l’alba » lo corresse automaticamente, facendolo ridacchiare appena.
« In realtà, Ele, sono stato io a chiedergli di trascinarti qui, oggi »
« Come sarebbe?! E perchè?! »
« Diciamo solo che James mi doveva un favore e... ne ho approfittato. Non mi aspettavo, però, di vederti prima di questo pomeriggio, quindi spero che perdonerai la mia improvvisazione »

Le sopracciglia della ragazza svettarono verso l’alto, mostrando tutta la perplessità che stava provando in quell’istante.

« Fred, cominci a farmi paura »
« Giuro solennemente di non avere cattive intenzioni » portò la mano destra al petto, sopra il cuore, mentre l’altra la sollevò verso l’alto, mostrandole il palmo. « Devo soltanto dirti una cosa importante »
« Sarà meglio che tu non intenda confessarmi di esserti innamorato di quella Banshee da quattro zellini con cui chiacchieravi poco fa. Altrimenti, credo proprio che James dovrà venire a trovarmi ad Azkaban, dove sconterò la mia pena per duplice omicidio » fece un largo ed inquietante sorriso, sotto lo sguardo leggermente preoccupato del rosso.
« Stai parlando di Jenny!? » indicò con un cenno del capo un punto non ben precisato alla sua sinistra. « Guarda che è sposata e ha due figli »

Electra sentì il sangue affluirle alle guance: aveva preso un Fiammagranchio davvero grosso.

« Okay, potresti andare avanti col tuo discorso, per favore? »
« Oh giusto, giusto » passò una mano a scompigliarsi i capelli rossi marchio Weasley, perennemente disordinati. « Dunque, è una cosa abbastanza stupida da dire, in realtà, però... non so come potresti prenderla, ecco »
« Non ti seguo »
« Vedi, papà e mamma hanno deciso di lasciarmi in gestione la filiale di Hogsmeade. Ovviamente, essendo da poco uscito da Hogwarts, verranno costantemente a dare un’occhiata al mio operato »
« È... Merlino, Fred, è meraviglioso. Dico sul serio, sono molto fiera di te » gli regalò un sorriso disarmante, entusiasmandosi per quella magnifica notizia.
« Aspetta, non è tutto » proseguì, innervosendosi leggermente. « Proprio come questa sede a Diagon Alley, quella al villaggio di Hogsmeade ha un appartamento sopra al negozio, dove dovrò vivere. Io ti amo da impazzire, Ele. E lo so, lo so, che tu hai mille progetti a cui vorresti dedicarti costantemente e con grande impegno. Però, io... mi domandavo se ti andasse di condividere con me quest’esperienza. O quantomeno di provarci » prese fiato, osservando la moltitudine di espressioni che si fecero largo sul volto della bionda, passandole in rassegna una per una.
« Tu... »
« Sì, ti sto chiedendo di venire a vivere con me ad Hogsmeade »

Electra, incapace di proferire una sola parola che avesse un senso compiuto, afferrò il ragazzo per le spalle e lo coinvolse in un bacio che terminò soltanto quando entrambi si separarono per riprendere fiato.

« Devo prenderlo come un sì? » sussurrò Fred, poggiando la fronte su quella della fidanzata.
« Ti amo » replicò lei, premendogli delicatamente le mani sul viso e sfiorando la punta del naso col suo. « Certo che lo voglio, stupido d’un Weasley » soffiò divertita, a pochi centimetri dalle sue labbra.


Roxanne Weasley,
Sala Comune dei Grifondoro
Castello di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Scozia  

Fred Weasley,
Appartamento sopra i Tiri Vispi Weasley
Diagon Alley, Londra
Cara, carissima Roxie,
innanzitutto: come stai? Le cose al castello come proseguono? Spero che vada tutto per il meglio. Che cos’è quella faccia?! Sei sorpresa che proprio io, il tuo bellissimo e simpaticissimo fratellone, ti scriva una lettera e - per di più - a quest’ora?! Be’, non esserlo! Sono proprio io, Frederick Weasley II. Nessuno scambio di identità e nessuna Pozione Polisucco. La verità è che ti scrivo per un motivo ben preciso: forse sarebbe stato meglio dirtelo di persona ma dovrai accontentarti. Lo sai che non sono molto bravo a mantenere un segreto (sarei impazzito ad aspettare le vacanze natalizie e, di conseguenza, il tuo ritorno), soprattutto se la novità in questione è una cosa bella (almeno per me).
Papà e mamma hanno deciso di lasciarmi in gestione la filiale dei Tiri Vispi di Hogsmeade (non sei contenta? Ci potremmo vedere molto più spesso!) ma la cosa più euforica è il fatto che vivrò nell’appartamento sopra il negozio. E non sarò da solo. Tranquilla: questa volta, il mio fedele compagno di avventure non sarà James bensì Ele (so perfettamente che se io e James fossimo rimasti da soli - e senza la supervisione di un adulto qualsiasi - avremmo raso al suolo l’intera casa e, probabilmente, anche il negozio).
Ebbene sì, la mia fantastica ragazza verrà a convivere assieme al sottoscritto (ti prometto che mi comporterò bene e non la farò arrabbiare). Sono così felice, Roxie, che non la smetto più di blaterare, così James - come misura di sicurezza per i suoi nervi - ha avuto la brillante idea di lanciarmi un Silencio per farmi tacere. Speravo che, quando prenderai l’Espresso per tornare a casa, ti andrebbe poi di fare un salto qui per poter vedere la casa (mi auguro, finalmente, sistemata a dovere) e passare del tempo assieme. Che ne dici?
Bene, credo di averti detto praticamente tutto (sì, puoi annunciare la notizia agli altri). Salutami tutti.
Ti voglio bene, sorellina.
Freddie.






Angolo dell'autrice.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
 

Saaaalve a tutti, miei cari! Come state? Io sono immensamente stanca, per colpa di queste intense giornate di studio (maledetti esami! T.T). Okay, probabilmente non ve ne fregherà una beneamata mazza u.u

Orsù, passiamo a discutere di questo nuovo capitolo! Siamo giunti al quarto, yeeeee! Che ve ne pare? :) Abbiamo l'introduzione di personaggi totalmente nuovi (Electra, come avrete capito, è di mia pura invenzione) e, magari, - in seguito - mi piacerebbe poter fare una sorta di racconto parallelo in cui raccontare per bene com'è nata la storia tra questi tre u.u

Sappiate solo che per la relazione tra Electra e Fred (Frele?), mi sono palesemente basata sull'amicizia/inimicizia/odio/amore tra Hermione e Ron :) Diciamo solo, però, che Fred si è svegliato un po' prima rispetto a Ron xD
Ele e James (Jale? Oddio... Aiuto!), invece, sono praticamente fratelli (un po' come Harry ed Hermione, per intenderci).

Voi non adorate semplicemente Jamie? *.* Io lo trovo formidabile!
È borioso e pieno di sè, esattamente come Sirius e James Potter senior (prima che si mettesse con Lily, ovvio u.u) ma ha un gran cuore ed è un bonaccione.
Fred, invece, è un po' il burlone della situazione (in fondo è pur sempre figlio di George Weasley!), segue le "orme" del cugino, tentando di conquistare più fanciulle possibili, ma alla fine l'unica che vuole è proprio Electra (awwww :3).
Ele ha un bel caratterino: decisamente più matura e più responsabile rispetto agli altri due, ha avuto delle belle litigate con Fred e ha capito che le piaceva, un bel po' di tempo prima del ragazzo (questi maschi tardoni! u.u). Ci hanno messo un po' anche loro, però alla fine ce l'hanno fatta :D (se vi piace, l'idea della storia parallela, potrò metterla in atto! Fatemi sapere che ne pensate! ;) ).

Nonostante gli esami, penso sempre di poter riaggiornare il venerdì sera (in realtà soltanto perchè ho già pronti i primi sette capitoli T.T). Dal prossimo, ritorniamo in ambiente Hogwarts e, se posso darvi un consiglio, sappiate soltanto che l'incidente capitato a Sage e ad Adam non è stato un qualcosa di puramente casuale ;) In seguito, si capirà! :D
Bene, in caso abbiate bisogno di spiegazioni eventuali, sarò sempre lieta di chiarire tutti i vostri dubbi! :)

Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o tra quelle da ricordare, a coloro che lasciano recensioni e grazie anche soltanto a chi la legge :)

Un bacione a tutti, a venerdì!


Fatto il misfatto.

Giorgia.



 

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Capitolo 5
*** Nice to meet you. ***


Racconto12 - Nice to meet you.
Capitolo 5.
Nice to meet you.

Lily and Adam

 

“You want a love that consumes you.
You want passion and adventures, and even a little danger.”
“So what do you want?”
(Ian Somerhalder and Nina Dobrev - The Vampire Diaries 3x22)
 



Da quanto era lì? Quand’era l’ultima volta che si era alzato da quel letto?

A giudicare dai muscoli completamente intorpiditi e privi di ogni sensibilità, la risposta doveva essere da parecchio tempo.
Tentò di sollevarsi leggermente ma una fitta lancinante alla testa lo fece desistere dal suo intento, cosicchè si ributtò a peso morto sui soffici cuscini di piume. Era ancora presto per le prime visite mattutine, indi per cui la stanza era immersa in un silenzio quasi surreale. E, come se essere praticamente rinchiusi in Infermeria non bastasse, si stava annoiando a morte.

Il suo sguardo color giada saettò per la stanza e, soltanto in quel momento, si accorse della presenza di un’altra ragazza che occupava il letto esattamente di fronte al suo. Era sdraiata supina, con un braccio poggiato sulla pancia e uno disteso lungo il fianco, e aveva una benda intorno alla fronte. Non potè fare a meno di chiedersi che cosa le fosse accaduto.

« Sono un caso clinico così interessante? » ribattè divertita con un sorriso di scherno e un sopracciglio inarcato, mentre gli scoccava una finta occhiata di rimprovero.

Si riscosse immediatamente, sentendosi vagamente in imbarazzo per essere stato colto sul fatto: non si era neanche reso conto di essersi soffermato a guardarla.

« Mi dispiace, non volevo... » scosse impercettibilmente le spalle. « ...Solo che qui, sai, non c’è molto da fare per distrarsi »

Lei annuì, trovandosi pienamente d’accordo. « Stai parlando con una che è ricoverata da quasi una settimana »

Il ragazzo sgranò gli occhi, non riuscendo proprio a trattenersi. « Una settimana?! E come hai fatto a sopravvivere, potresti spiegarmelo? »

Ridacchiò candidamente, portandosi una mano davanti alla bocca.

« All’inizio non riuscivo proprio a sopportarlo, mi sentivo un animale in gabbia. Poi sono riuscita a mantenere la mia sanità mentale grazie alle visite quotidiane dei miei amici » spiegò, indicando il piccolo comodino di fianco al letto, straripante di ogni sorta di dolciumi o di vasi di fiori. « Non so proprio come avrei fatto senza di loro, fortunatamente sono prossima alla liberazione. Devo ammettere che mi manca terribilmente la solita e noiosa routine »

« Oh, puoi giurarci »  replicò con aria funerea, agitandosi leggermente. « Comunque, io sono Adam Nott »

« Lo so » rispose, sventolando una mano in segno di saluto. « Piacere, Sage Spence »

Il viso di Adam si aprì in un’espressione di malcelata sorpresa. « Mi conosci? »
 

« Credo proprio che tutta la scuola sappia chi sei » incrociò le braccia al petto. « Sai, dovresti ringraziare il tuo fan-club ogni tanto »

Scoppiò in una risata divertita. « Posso sapere che cosa hai fatto di male, in una vita precedente, per meritarti una... punizione tanto lunga, Sage Spence? » disse, alludendo alla sua permanenza in Infermeria.

« Se te lo racconto, la cosa diventerebbe ancora più imbarazzante di quanto non lo sia già »

« Andiamo, non può essere peggiore della mia, no? » indicò se stesso, piuttosto malconcio. « Voglio dire: mi hanno tirato un Bolide in piena faccia, durante le selezioni di Quidditch! Ed io dovrei essere l’altro Battitore, non so se mi spiego... »

« Bè... più o meno è successa la stessa cosa anche a me » esordì, incrociando il suo sguardo serio. « Con la differenza che io non stavo affatto giocando a Quidditch » si indicò la benda con un rapido gesto.

« Mh... Brutta faccenda »

« Niente risate? Che strano... » mormorò con fare pensieroso. « Mi sarei aspettata uno scoppio d’ilarità impossibile da fermare. In fondo, fosse capitato a qualcun altro, sono sicura che avrei fatto lo stesso »

« Direi che non sono proprio nelle condizioni migliori per prenderti in giro... » sorrise appena, indicandosi il sopracciglio spaccato e il livido violaceo sotto l’occhio sinistro, nonchè la fasciatura alla spalla lussata.

Le pesanti porte in legno di quercia vennero spalancate, lasciando entrare l’allegro e tipico chiacchiericcio mattutino degli studenti che si stavano recando in Sala Grande per la colazione, ed entrò una sorridente Lily Potter: i lunghi capelli rossi raccolti in una coda scarmigliata, la cravatta dai colori rosso-oro leggermente allentata e la divisa scolastica che le ricadeva perfettamente sul fisico snello.

« Ciao Sage » le diede un bacio affettuoso sui capelli ramati. « Questi te li manda Lys » le mostrò un variopinto mazzo di fiori che poggiò all’interno di un vaso - fatto comparire precedentemente grazie all’uso della bacchetta - e che ripose in precario equilibrio sul cassettone, di fianco agli altri.

Le poggiò in grembo un sacchetto di carta e si accomodò con estrema grazia sul materasso, adagiando la schiena contro la testata del letto.

« Dolci di Mielandia! » esclamò allegramente Sage con gli occhi verde scuro leggermente sgranati e luminosi. « Che bel pensiero, grazie! È andata bene la prima gita dell’anno? »

« Non è stata affatto male, sì » le rispose, scuotendo la mano come a darvi poca importanza. « Alla prossima, però, vedi di esserci »

« Parlane con Lysander » ribattè con un tono di voce piuttosto irritato. « A quanto pare, quest’anno, si è messo in testa di attentare alla mia vita » mangiucchiò distrattamente qualche caramella. « Adam ne vuoi una? » domandò cordialmente, tendendogli il sacchetto. « Qui continuano a rimpinzarmi di dolci: di questo passo finirò per scoppiare! »

Il ragazzo rifiutò garbatamente l’offerta e proseguì imperterrito ad osservare l’inaspettata visitatrice, con aria decisamente incuriosita. Ne rimase particolarmente colpito, anche se non ne seppe il motivo vero e proprio.

« Oh, giusto, che sbadata! » Sage si tirò una sonora pacca sulla fronte, salvo poi ricordarsi - a causa del dolore - che quello era il motivo principale per cui si ritrovava obbligata su una brandina dell’Infermeria. « Adam, lei è Lily: una delle mie più care amiche »

« Nott » soffiò divertita la ragazza, inclinando leggermente la testa di lato e scrutandolo con un vago interesse dipinto negli occhi color cioccolato.

« Potter » rispose l’altro, facendo un lieve cenno col capo a mo’ di saluto.

« Bella botta » commentò indiscreta, puntando un dito verso il suo viso.

Rispose con una smorfia contrariata. « Appena esco da qui, saprò chi ringraziare: Warrington. Penso che sia il Serpeverde più idiota che io abbia mai avuto il dispiacere di incontrare »

« Oh, non c’è dubbio » replicò, sfoderando un sorriso malizioso. « Voi Serpi siete palesemente idiote »

« Ti ricordo che ne fa parte anche tuo fratello Albus »

« Infatti » confermò, fingendosi quasi annoiata. « Era compreso anche lui »

« Strano, dovresti difenderlo a spada tratta » disse placidamente. « Non è così che fate voi valorosi Grifondoro? »

« Chi ti dice che fossi realmente destinata a Grifondoro? » esordì in modo provocante, incrociando le braccia al petto.

Madama Chips uscì frettolosamente dal suo ufficio, facendo levitare davanti a sè un vassoio piuttosto ampio, contenente parecchie pozioni dall’aria particolarmente disgustosa.

« Signorina Potter si faccia cortesemente da parte per un attimo » intimò, tirando le tende attorno al letto di Sage con un semplice colpo di bacchetta.
« Potrebbe volerci qualche minuto » la sentì dire alla sua compagna.

Lily rimase ad aspettare pazientemente, nel bel mezzo dell’Infermeria, battendo il piede a tempo con i continui rintocchi della pendola appesa al muro di pietra. Segnava solo le otto e mezza.

Merlino, che lenta tortura!

« Non si può proprio affermare che tu ti stia, come dire... divertendo » lo stuzzicò con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.

Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli corvini. « Mi sto già annoiando a morte e la giornata è appena cominciata. Sai, dovresti provarlo »

« In questi cinque anni sono stata più io in Infermeria che Madama Chips stessa » lanciò un’occhiata alle tende ancora ben serrate.

All’improvviso, le iridi cioccolato di Lily guizzarono verso di lui, riempite di una strana luce che Adam non seppe riconoscere nè tantomeno catalogare. Prese a frugare distrattamente nella sua borsa a tracolla, per poi tirarne fuori un grosso tomo dalla copertina di un polveroso blu scuro che poggiò sulle gambe del ragazzo.

« ‘Come conquistare un mago o una strega in dodici infallibili mosse’ » lesse, trattenendosi dallo scoppiare a ridere. « Senza offesa: ma che roba è? »

« La tua sopravvivenza » snocciolò bellamente, suscitando l’ennesima ondata di mistero che riusciva ad affascinare tutti - lui compreso -, attirandoli come orsi col miele. « Direi che ti conviene conservarlo e leggerlo, magari. Sai, quella cosa che si fa con i libri... » riprese a parlare in tono sarcastico, scoccandogli delle occhiate divertite. « ...Ti servirà: non mi sembra di vedere nessuno dei tuoi amici Serpeverde a tenerti compagnia »

Aveva centrato perfettamente il punto.

« Sono in debito con te, dunque »

« Oh, sono certa che saprai perfettamente come ricambiare il favore » si avvicinò al suo letto, così tanto che riuscì a percepire il suo leggero profumo di gigli. « Comunque, se fossi in te lo terrei »

« E sentiamo: perchè dovrei farlo? »

« Perchè così ti ricorderai di me » sorrise candidamente, mostrando le fossette sulle guance e sparì, richiudendosi la porta alle spalle, con delicatezza.

Adam sfiorò la copertina del tomo, perfettamente intatta: ne era assolutamente convinto, che lui, quel bellissimo sorriso non l’avrebbe mai dimenticato.






Angolo dell'autrice.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

* Protego! * O MIO DIO. Sono a dir poco imperdonabile, lo so T.T Chiedo umilmente venia, ma - purtroppo - i miei esami all'università hanno praticamente prosciugato tutte le mie forze (e i rimasugli della poca sanità mentale che mi era rimasta). Mi dispiace davvero tanto, soprattutto perchè avevo promesso di riaggiornare tipo due venerdì fa T.T La buona notizia è che lunedì ho l'ultimo esame,dopodichè sarò libera! :D * Organizza un party *

Alloooooora... veniamo a noi! Il capitolo è un po' cortino, me sono resa conto e me ne rammarico. Il prossimo, se non mi sbaglio, dovrebbe essere più lungo (e più divertente! ;) Okay, devo smetterla di spoilerare, così gratuitamente: nuoce soltanto alla salute del lettore). Ta-daaaan! Sage e Adam non sono morti/mutilati/feriti gravemente (cit.- Dobby *.*). Sono soltanto un po' ammaccati e terribilmente annoiati, con una gran voglia di tornare alla quotidianità! (Penso che - a lungo andare - persino io, che sono una pigra cronica, mi suiciderei a passare tutte le mie giornate in un letto, sotto le cure ossessive di Madama Chips :p). Come avrete benissimo notato, la povera Sage si è persa la prima gita dell'anno ad Hogsmeade ed è - per di più - un tantino incazzata con Lysander (insomma, ha quasi tentato di ammazzarla!).

Com'è che si dice in questi casi? Galeotto fu quell'incontro? Santissimo Merlino. Lily e Adam. Adam e Lily. Voi non potete capire quanto io ami questi due (ovviamente amo di più Scorpius, non preoccupatevi). Come si potranno chiamare? Aily? Datemi una mano, su queste cose sono proprio una frana. :(

La mia Lily non è propriamente una Grifondoro a tutti gli effetti. Mi spiego meglio: è stata sì smistata nella Casa di Godric ma ha qualche caratteristica da vera Serpe. Si circonda di un alone di mistero, ha sempre una risposta pronta ed è astuta. Possiede anche caratteristiche tipiche dei Grifoni, però! Testardaggine, coraggio e orgoglio vi dicono niente? ;)
Adam è il cugino di Scorpius (la madre del giovane Malfoy, Asteria Greengrass, è la sorella di Daphne Greengrass che - nella mia assurda fantasia - si è sposata con Theodore Nott). Forse, inizialmente, vi sembrerà un Serpeverde un po' "diverso" dai suoi compagni di Casa, ma vi assicuro che lo è fino al midollo! E' una persona un po' taciturna e tranquilla ma con un grande spirito d'osservazione. Penso che sia l'unico in grado di tenere a freno i suoi amici e ha un grande legame con Scorpius che, più che un cugino sembra quasi un fratello. Che sia una cosa bella (o meno) Adam è rimasto affascinato dalla piccola e bella Lily e più avanti se ne vedranno delle belle (non uccidetemi xD).

Bene, spero sia tutto. Se avete sempre domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò ben lieta di rispondere a tutto ciò che vi frulla per la testa :)

Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o tra quelle da ricordare, a coloro che lasciano recensioni e grazie anche soltanto a chi la legge :)

Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o per eventuali frasi/pezzi scritti in un modo incomprensibile, ma sto scrivendo ad un orario improponibile, mentre guardo "Harry Potter e la Camera dei Segreti" :D

Credo proprio che da adesso in avanti, inizierò ad aggiornare la storia di domenica :) Quindi... a domenica! 


Un bacione a tutti.

Fatto il misfatto.

Giorgia.
♥  



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Capitolo 6
*** Girls just wanna have fun. ***


Racconto12 - Girls just wanna have fun.
Capitolo 6.
Girls just wanna have fun.



Lily Potter

 

Strong inside but you don’t know it,
Good little girls, they never show it.
When you open up your mouth to speak,
Could you be a little weak.
[...] Hurt that’s no supposed to show,
And tears that fall when no one knows.
When you’re trying hard to be your best,
Could you be a little less.
(Madonna - What It Feels Like For a Girl)


  


Stump. Stump. Stump.

Albus Severus Potter, probabilmente in preda ad una grave crisi isterica, continuò a battere incessantemente le nocche della sua mano destra contro la porta in legno scuro della sua stanza, all’ultimo piano del dormitorio di Serpeverde, ignorando palesemente le facce curiose dei presenti.
A quanto pareva, uno dei suoi compagni - pensando probabilmente di mettere in atto una geniale trovata - aveva fatto entrare sua sorella Lily, che stava utilizzando il suo grammofono per ascoltare a volume assordante uno dei dischi delle Sorelle Stravagarie.  

Stump. Stump. Stump.

Ingenuamente pensava che, continuando ad insistere, - prima o poi - sarebbe riuscito ad entrare nella sua camera. Zia Hermione gli aveva sempre detto che “la pazienza è una virtù dei forti” ma chissà come mai, soprattutto in momenti come quello, aveva la meglio il suo cosiddetto ‘lato Grifondoro’, facendo prevalere la parte impulsiva su quella razionale e calcolatrice.
A forza di menare colpi di quell’intensità contro l’uscio, avrebbe finito per scardinarlo e la cosa che lo mandava più in bestia era l’essere palesemente ignorato da sua sorella che - ne era più che certo - l’aveva sentito benissimo.

« Per amor di Severus Piton, Albus, si può sapere che diamine stai facendo?! » Scorpius Malfoy - probabilmente attirato, così come tutti gli altri, dal frastuono infernale che il suo amico stava mettendo in atto - lo squadrò con aria visibilmente irritata, le sopracciglia bionde perfettamente inarcate a mostrare tutto il suo scetticismo.

Probabilmente stava cercando di capire se avesse tutte le rotelle al posto giusto.

« Non sono impazzito! » sbottò con veemenza, quasi come se avesse intercettato i suoi pensieri. « Lo senti questo baccano insopportabile?! » domandò retoricamente, indicando la porta con fare stizzito. « È da più di mezz’ora che busso! E, secondo te, quella... quella fattucchiera riesce a sentirmi?! E come potrebbe, con questo rumore lancinante?! » a mano a mano che sfogava la sua ira repressa, il tono di voce del secondogenito di casa Potter andava sempre più ad aumentare.

Gli occhi grigi di Scorpius sondarono il suo viso alla ricerca di un qualche segno di incantesimi - come l’Incantesimo Confundus o la Maledizione Imperius - o di una pozione - la Polisucco, ad esempio -, gli unici che avrebbero potuto spiegare in maniera esauriente il crollo nervoso di Albus.

« Che sta succedendo?! » domandò Adam, salendo gli ultimi gradini della scala a chiocciola. « In Sala Comune sono fuggiti tutti perchè avevano paura di un possibile attacco da parte di forze oscure » fece fatica a trattenere una risata, vista la ridicola affermazione, posando i suoi occhi color giada sui due ragazzi.
« Al ha semplicemente bisogno di essere trasportato d’urgenza al San Mungo » replicò placidamente Scorpius, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa. « Niente di grave » ironizzò, con un ghigno di scherno.
« Sto bene! » ringhiò Albus frustrato, passandosi una mano tra i capelli corvini, già in possesso di una vita propria. « Volevo semplicemente entrare in camera mia, peccato che sia stata monopolizzata! » li guardò supplichevole, nella speranza che gli credessero e lo aiutassero. « Scommetto che è stato Zabini » proseguì, ignorando bellamente gli altri due, passeggiando avanti e indietro. « O magari Harper. Sì, è la spiegazione più logica: quei due sono talmente idioti che farebbero di tutto pur di ingraziarsi mia sorella »
« Ah, c’è Potty lì dentro? » ghignò il biondo, con aria piuttosto divertita. « Questo non lo avevi specificato, caro Severus »

Il viso di Albus assunse tutte le possibili tonalità di rosso esistenti in natura - Adam era indeciso se soccorrerlo o meno - e meditò seriamente se avventarsi su Scorpius e cercare di soffocarlo oppure se lanciargli una fattura, cosicchè avrebbe dovuto passare il resto dei suoi giorni in Infermeria.

« Ti ricordo » intervenne Malfoy, probabilmente avendo ormai perso la poca pazienza che possedeva. « Che siamo dei maghi, Albus. Teoricamente, al compimento dei tuoi undici anni, sei stato dotato di una bacchetta » con un abile gesto tirò fuori la sua, da una tasca interna della divisa. « Vedi? Si fa così » la puntò contro la porta, schiarendosi teatralmente la voce. « Alohomora! »

La serratura scattò, sotto lo sguardo estremamente soddisfatto di Scorpius, mentre Albus spalancava bruscamente l’uscio, questa volta rischiando seriamente di sfondarlo.
Lo spettacolo che li accolse fu, senza ombra di dubbio, il più assurdo a cui il trio avesse mai assistito. E sì che da buone Serpi ne avevano viste veramente di tutti i colori ai loro festini.

Al centro esatto della stanza, Lily stava ballando con indosso una felpa di Scorpius - che le arrivava giusto a metà coscia -, scuotendo i capelli rossi e dimenandosi, alternando movimenti buffi a movimenti sensuali. Non appena si accorse della loro molesta presenza, inclinò leggermente la testa di lato e sorrise in un modo pressappoco infantile e malizioso, quasi come se l’avessero appena beccata con le mani nella cioccolata.

« Prego, entrate pure » fece loro gesto di accomodarsi. « Non c’è bisogno che restiate lì fuori » continuò, avvicinandosi al gruppetto con manovre ben studiate. « Harper è stato così gentile da farmi entrare: non te la sarai mica presa, fratellone, vero? » sbattè candidamente le lunghe ciglia prive di trucco, abbagliandoli tutti e tre.
« Cos-... io... tu... » balbettò sconnessamente Albus, gli occhi verdi sgranati e i capelli corvini talmente sconvolti che erano paragonabili soltanto a quelli di James appena sveglio.
« Quella è la mia felpa, Potter?! » gli occhi argentati di Scorpius percorsero la camera e trovarono la divisa della ragazza bellamente abbandonata sul letto di Adam.
« Spero che tu non abbia trovato le nostre scorte di Whiskey Incendiario » Nott sorrise in modo beffardo, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.

Le sopracciglia di Lily si inarcarono, mentre un’espressione divertita si fece largo sul suo viso. « Avete delle scorte di Whiskey Incendiario?! »

« Grandioso, Adam » sbottò Malfoy, sollevando le braccia al cielo e lasciandole ricadere pesantemente ai lati del corpo. « Tanto vale ammetterla nei Serpeverde, adesso. Perchè non le facciamo cambiare dormitorio? »
« È possibile? » domandò Albus con fare spaventato, ovviamente non riuscendo più a ragionare in modo lucido a causa dello shock.

Il biondo si battè una mano sulla fronte, scuotendo la testa esasperato. « Complimenti, mini-Potter » sibilò nella direzione della ragazza. « Grazie alle tue... strabilianti performance, rischi di far restare secco tuo fratello! »

 
« Ah » esordì Lily, imperturbabile. « Le trovi strabilianti, Malfoy? » un ghigno di scherno si fece largo sulle sue labbra rosee, mentre Adam si appellò a tutti gli dèi esistenti per evitare di ridere o si sarebbe ritrovato - come minimo - appeso al soffitto a testa in giù.

I suoi occhi plumbei rotearono al cielo. « Affatto » replicò con fermezza. « E ora, se non ti dispiace... dichiaro la festa ufficialmente finita » con un colpo di bacchetta spense la musica. « Fuori di qui, Potter. Sei nel posto sbagliato, al momento sbagliato »

Gli lanciò uno sguardo di fuoco, dopodichè accaddero molte cose contemporaneamente e con una certa rapidità: prima di tutto, la rossa afferrò due lembi della felpa che aveva addosso e - una volta sfilata dalla testa - la lanciò in faccia a Scorpius, restando praticamente mezza nuda.
Albus, alla cui vista per poco non ebbe un collasso, dopo aver gridato un acuto: “LILY!”, fu costretto a sedersi sul pavimento di pietra fredda, per evitare di andare prematuramente al Creatore.
Infine, una volta infilata la divisa alla bell’è meglio - il che, per Lily Potter, equivaleva ad apparire meravigliosa come sempre -, uscì dalla stanza sotto lo sguardo basito di Scorpius e Adam, le cui menti stavano certamente elaborando pensieri poco casti.

Scese frettolosamente le scale che portavano alla Sala Comune verde-argento - ancora vuota, per intenderci -, quando venne bruscamente riportata alla realtà dal battito sonoro di un paio di mani: Sophia Stonem, con la spalla destra poggiata al muro, la stava squadrando in modo curioso e interessato, qualche gradino più in alto.

« Devo ammetterlo, è stato proprio un bello spettacolo » decantò, indicando con un cenno del capo la camera da cui era uscita qualche minuto prima.
« Lo prenderò come un complimento » ribattè, con uno strano luccichio negli occhi color cioccolato.
« Era esattamente quello il mio intento »
« A cosa devo l’onore? Voglio dire, una Serpe che fa un apprezzamento ad uno studente che non appartiene alla sua Casa deve essere un evento piuttosto raro »

Sophia si fece scappare un sorriso, lasciando che i suoi grandi occhi azzurri si posassero su di lei. « Li hai fatti restare a bocca aperta lì dentro »

« Chi? » domandò incuriosita.
« Mi sembra ovvio » replicò, ora sinceramente divertita dalla situazione. « Scorpius e Adam » proseguì, beandosi dell’espressione scioccata e confusa che comparve sul viso della Grifondoro. « Credo di non averli mai visti così affascinanti da qualcuna, prima d’ora » capì al volo i pensieri della ragazza, intercettandoli e precedendo la sua domanda. « Oh, non preoccuparti. Ci sarà tempo per le presentazioni, ne sono sicura »

Le diede le spalle, percorrendo quei pochi scalini che le mancavano per arrivare al settimo ed ultimo piano. Non appena sentì dei passi allontanarsi, la bella Serpeverde si avvicinò con cautela alla soglia della camera: due dei cinque occupanti erano comodamente buttati a peso morto sui loro letti, intenti a rilassarsi.
Scorpius aveva le braccia poggiate dietro la nuca, gli occhi socchiusi e in viso un’espressione talmente beata e serena che Sophia pensò immediatamente che qualcun altro avesse preso le sue sembianze. Adam, invece, leggeva tranquillamente uno dei suoi numerosi libri, piuttosto allettato dal suo contenuto, e le labbra erano stirate in un pigro sorriso.
Bussò delicatamente, facendo sobbalzare entrambi che si voltarono a fissarla con aria omicida, facendole trattenere a stento un sorriso di scherno.

« Stonem » sibilò Scorpius seccato, posizionandosi esattamente come era in precedenza. « Che cosa sei venuta a fare fin quassù, oltre a rompere visibilmente i Bolidi come sempre? »
« Siamo passati all’uso del cognome, adesso, Malfoy? » lo rimbeccò, sedendosi con eleganza sul bordo del letto di Adam.
« Soltanto quando è fuori di sè dall’entusiasmo » scherzò Adam, lanciando un’occhiata di sottecchi al cugino che si limitò a rispondere con un grugnito insensato.
« Dov’è Albus? » chiese innocentemente la ragazza, guardandosi intorno. « È andato a compiere un omicidio per poi darsi alla macchia? »
« La tua fantasia non ha davvero confini » biascicò il biondo, puntellandosi sui gomiti per poi ricadere sui guanciali di piume. « Se proprio ci tieni a saperlo, Severus è semplicemente in bagno: probabilmente starà tentando di annegarsi sotto la doccia, dopo lo spettacolo che mini-Potter ci ha regalato »
« Sai, Hyperion, in qualità di tuo migliore amico te lo devo proprio dire, perchè comincio seriamente a preoccuparmi: una volta le tue battute erano più stronze. Prettamente in stile Malfoy. Non è che stiamo perdendo colpi? » lo schernì Albus, uscendo dal bagno con indosso soltanto un asciugamano legato in vita, schivando abilmente il cuscino lanciatogli dal suddetto. « Oh, non sapevo che avessimo ospiti »
« Non preoccuparti, Al, non mi scandalizzo » disse Sophia con un gesto secco della mano, come a scacciare un insetto molesto. « L’importante è che non ti azzardi ad arrotolare quella sottospecie di lenzuolo che hai addosso per poi farlo saettare in direzione di Scorpius » minacciò, mentre Adam scoppiava in una fragorosa risata. « Lì sì che potrei restare seriamente traumatizzata »  

Il giovane Potter le rivolse un sorriso gentile, afferrando poi gli abiti per andarsi a cambiare. « Però mi hai dato un’ottima idea, magari potrò usare questo metodo più tardi per vendicarmi dell’affronto subìto »

Malfoy sbuffò sonoramente, evitando in modo accurato di perdersi in commenti alquanto futili e tediosi che avrebbero soltanto portato ad una noiosa discussione, fatta di frecciatine e magari qualche incantesimo.

« Allora, Soph » Adam interruppe le sue elucubrazioni mentali. « Ritornando al discorso iniziale: qual buon vento ti porta fin quassù? »
« Oh sì, che sbadata » si tirò una pacca sulla fronte, scuotendo appena i lunghi capelli biondi raccolti in una coda.
« Sicura di non dover essere smistata a Tassorosso?! » domandò ironicamente il biondo, beccandosi poi una cuscinata in piena faccia.
« Non volevo causarti un così grande dispiacere, con la mia lontananza, tesoro » obiettò, trucidandolo con lo sguardo. « Comunque, ecco a voi » sventolò cinque buste racchiuse da un sigillo di ceralacca rossa che presentava il blasone di Salazar Serpeverde.
« Che cosa sono? » chiese Albus, rientrando in stanza e afferrandone una. « Oh no »
« Sapevo che avresti avuto questa reazione » confermò divertita, quasi gongolando. « Ce n’è uno per ciascuno di voi, persino per Zabini » pronunciò quel nome con un tale disgusto che avrebbe potuto benissimo essere scambiato per una bestemmia. « Lumacorno si è caldamente raccomandato di ottenere tutte e cinque le vostre risposte affermative, altrimenti ha giurato che verrà a stanarvi dovunque voi siate »
« Quel vecchio pazzo » brontolò Scorpius, aprendo l’invito e leggendone velocemente il contenuto. « Bisognerà procurarsi un vestito »

Sophia si alzò in piedi con un balzo tale che nessuno si era accorto del suo cambio di posizione. « Credo proprio che questo Luma-party sarà... intrigante » dispensò loro un caldo sorriso, dopodichè se ne andò esattamente come era arrivata.

« Ragazze... » sospirò Albus con fare arrendevole, passandosi una mano tra i capelli corvini ancora umidi e scuotendo impercettibilmente il capo. « ...Chi le capisce è bravo »





Angolo dell'autrice.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Hello, everyone! Avete visto? Questa volta sono stata puntuale u.u * Viva me! * Come state, tutto bene? Io ho finalmente concluso la sessione esami
* Soffia in una trombetta e saltella felice *, peccato che - purtroppo - domani ricomincino le mie entusiasmanti lezioni * Sospira pesantemente, con aria afflitta *.
Ma bando alle ciance, veniamo a noi! Siamo al sesto capitolo, babies! :D Pian, pianino ci avviciniamo alla prima decina! *.* (Sarà un gran traguardo, ve lo prometto!). Che ne pensate? Vi piace? Vi fa schifo? Mi volete maledire in tutte le lingue del mondo? (Dovrei darmi alla macchia come Albus?).
Le nostre Serpi son tornate! Io li adoro, giuro. Mi fa letteralmente morire il modo in cui il povero Al viene trattato da Scorpius (come se fosse completamente ammattito), ma d'altronde: potete biasimarlo? La sua innocente sorellina si è appropriata del suo spazio vitale, alias la sua camera, ignorandolo bellamente. Siete riusciti ad immaginarvi la scena? Quando entrano nella stanza, poi! :'D
Vi posso inoltre dire che Lily indossa la felpa di Scorps e la sua divisa è "bellamente abbandonata" sul letto di Adam. Vi dice niente? u.u (muahahah)
In questo capitolo, la rossa di casa Potter fa anche "conoscenza" con Sophia :D Dite che diventeranno amiche? Le barriere tra Serpeverde e Grifondoro potranno essere abbattute, seppur di un minimo? Lo scopriremo nelle prossime puntate!
Nella parte finale vi è una piccola anticipazione dell'ottavo capitolo: Luma-Party! * Stappa una bottiglia di champagne *. Ne succederanno delle belle.
Il prossimo, il settimo, è nuovamente ambientato fuori da Hogwarts, ritroviamo James, Electra e Fred! (Più un nuovo personaggio, alias la ragazza di James! Quanta pazienza dovrà avere...).
Bene, credo che anche per oggi sia tutto :) Se avete domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere :)
Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge. :)
Direi che ci si vede domenica prossima!

Un bacione a tutti.

Fatto il misfatto.

Giorgia.
♥  

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Capitolo 7
*** Trick or Treat? ***


Racconto12 - Trick or Treat?
Capitolo 7.
Trick or Treat?



Trick or Treat?
 



I am the ‘who’ when you call: “who’s there?”,

I am the wind blowing through your hair.
I am the shadow on the moon at the night,
Filling your dreams to the brim with fright.
This is Halloween, this is Halloween...
(Marilyn Manson - This Is Halloween)


Le origini di Halloween risalgono agli antichi druidi celti, all’incirca duemila anni fa. I Celti celebravano la vigilia del nuovo anno il trentuno di ottobre in onore di Samhain, il principe della morte. Questo popolo credeva che, in questo particolare giorno, gli spiriti malvagi dei morti ritornassero per creare confusione e caos tra i viventi. La festa, quindi, aveva lo scopo di placare Samhain e gli spiriti dei defunti.

Halloween è una di quelle tipiche ricorrenze che vengono puntualmente segnate ogni anno con un circoletto rosso sul calendario, facendo sì che per gli abitanti anglosassoni sia impossibile dimenticarsene. Nel mondo magico, questa festa, è un evento assai importante poichè viene anche celebrata la morte dei coniugi Potter e la caduta del potere di Lord Voldemort, mentre il primogenito della giovane coppia divenne il famoso Bambino Sopravvissuto. I portatori di bacchette considerano l’evento anche come un qualcosa di estremamente divertente poichè, per una notte, possono travestirsi come una delle creature tanto conosciute dalla loro società e possono decorare le loro abitazioni per cercare di renderle il più spaventoso possibile.

Quel trentuno ottobre del 2023, la villetta al numero 32 vicino al villaggio di Ottery St. Catchpole era illuminata dai deboli raggi del primo sole mattutino, che cercava disperatamente di farsi largo tra la fitta coltre di nubi grigiastre. Harry e Ginny Potter avevano abbandonato la loro dimora qualche ora prima, per recarsi frettolosamente a svolgere le mansioni quotidiane che richiedevano i loro impieghi: l’uno a dirigere il corpo degli Auror al Ministero della Magia, l’altra a scrivere l’ennesimo articolo sportivo per la Gazzetta del Profeta o ad intervistare un qualche talentuoso e famoso giocatore di Quidditch. I primi tempi, allontanarsi dal tetto coniugale era - per entrambi - un’enorme sofferenza: spesso e volentieri, significava abbandonare i bambini per ore, affidandoli alle amorevoli cure dei nonni alla Tana, rientrando dal lavoro che era ormai ora di cena. Ultimamente, però, questa era una condizione ben accetta, difatti - da quando James era entrato a far parte dei Cannoni di Chudley come Cacciatore mentre Albus e Lily erano ad Hogwarts - la casa era diventata uno spazio malinconico, a causa dell’opprimente silenzio che vi regnava. Spesso, si ritrovavano a parlare dei bei tempi andati, ricordando di quando James ed Albus litigavano per ogni minima sciocchezza - rischiando di farli impazzire - o di quando Lily, a pochi mesi dalla nascita, aveva manifestato le prime tracce di magia.

Era tarda mattinata quando James Sirius Potter si Materializzò nell’accogliente salotto dell’abitazione, ben felice di essere tornato in Inghilterra dopo l’estenuante trasferta con la squadra, lasciando completamente all’oscuro - del suo arrivo - i suoi numerosi parenti. Era tarda mattinata quando, in preda ad un attacco di fame acuta, si lanciò alla ricerca di un qualsiasi cibo degno della sua attenzione e riuscì a scovarlo soltanto dopo un’accurata ricerca: la meravigliosa torta di zucca - ancora calda - che sprigionava un delizioso ed invitante profumo per tutta la cucina, facendo così gorgogliare il suo stomaco. Era tarda mattinata quando cominciò a strafogarsi allegramente, incurante di tutta la fatica e l’amore che ci aveva messo Ginny Weasley in Potter nel prepararla. Era tarda mattinata quando la sua ragazza, Effy Birkey, si presentò sulla soglia della porta di casa, guardandolo con aria stralunata. Era tarda mattinata quando James Sirius Potter capì di essere in grossi guai.

« Effy, tesoro! » spalancò le braccia, sorridendo in modo accattivante, ben pensando che lei volesse salutarlo calorosamente, dopo la lunga assenza.

La ragazza si limitò a scrutarlo con aria omicida, incrociando le braccia al petto ed inarcando pericolosamente un sopracciglio vermiglio. Non si mosse di un centimetro, cosa che riuscì a far vacillare il sicuro sorriso di James.

« Non... non mi saluti?! » decretò, infine, lasciando ricadere pesantemente le braccia lungo il corpo, sgonfiandosi come un palloncino.

Era rimasto come scioccato, in fondo essere il primogenito del Salvatore del Mondo Magico comprendeva una grande quantità di ammiratrici e - in più - essere la punta di diamante dei Cannoni di Chudley
- ritornati magicamente in testa al campionato da quando il ragazzo vi era entrato a far parte - aveva contribuito, e non poco, ad aumentare a dismisura il suo ego, abituandolo ad essere venerato ovunque andasse.

« Ieri sera mi hai mandato un gufo ad un’ora improponibile, scrivendomi almeno cento volte che questa mattina saresti rientrato a casa e che non vedevi l’ora di andare a trovare Freddie ed Ele » gli ricordò con un cipiglio severo, molto simile a quello che usava sua madre quando combinava qualche malefatta. « E sai qual è la cosa più divertente? Non solo sono stata svegliata dal tuo orrido pennuto che ha continuato a becchettarmi sulla testa ma, come se non fosse abbastanza, ti ho aspettato per una dannatissima ora davanti all’ingresso di Hogsmeade perchè tu avevi deciso così! »
 

Oh Merlino. Oh Merlino santissimo. Se n’era dimenticato. Se n’era dimenticato perchè aveva la memoria di un fottuto pesce rosso. Avrebbe dovuto sorbirsi una scenata di quelle da far accapponare la pelle, fortunatamente - nella peggiore delle ipotesi - aveva sempre a portata di mano la sua bacchet-... Oh Godric. Era spacciato.

« Effy, te lo giuro, posso spiegarti » replicò James con voce incerta, mostrandole i palmi delle mani e ponendosi sulla difensiva.
« Oh, ma certo! Sono proprio curiosa di sentire quale gloriosa impresa tu abbia dovuto compiere, questa volta! » sollevò il mento, aspettando una risposta esauriente da parte di quello che era il suo ragazzo. Anche se, probabilmente, non lo sarebbe stato ancora per molto.

« Vedi, stamattina mi sono svegliato tardi e ho perso la Passaporta che era stata instaurata per tornare in Inghilterra. Sono andato al Ministero della Magia bulgaro ma non c’era una sola fottutissima persona che parlasse la mia lingua. Fortunatamente è comparso Viktor Krum, riesci a crederci?!, che stava svolgendo non so più quale incarico per la scuola di cui è diventato Preside, Durmstrang, ed è riuscito a darmi una mano. Ovviamente, prima, mi sono fatto fare un autografo... anche se non credo che zio Ron ne sarebbe molto felice. Sai che Krum e mia zia Hermione hanno avuto una specie di storia al loro quarto anno? Incredibile eh? » si accorse della sfumatura color rubino che avevano assunto le guance della ragazza, segno che stava inequivocabilmente perdendo la pazienza. « Comunque » riprese, schiarendosi un poco la voce. « Sono riuscito a tornare in Inghilterra, dopodichè mi sono Materializzato qui e - prima di rendermi conto di quanto fosse tardi - stavo facendo colazione con l’eccellente torta di zucca preparata da mia madre. Ecco tutto. Fine » sorrise speranzoso, forse credendo di essere stato finalmente perdonato per il gravoso errore da lui commesso.

A discapito di ciò, Effy spalancò le iridi nocciola e si avventò su di lui, tempestandolo di pugni su ogni centimetro del suo corpo che gli esili polsi della ragazza riuscivano a trovare. « Tu... enorme... stronzo... James... Potter! » ¹ 

 « Ahia! Effy, ahia! Ma si può sapere che diavolo ti prende?! »
« Quell’eccellente torta di zucca che ti sei allegramente sbafato era il dolce che tua madre ha preparato perchè oggi lo potessimo portare da Ele e Fred! » urlò, tirandogli un ultimo colpo mentre i suoi occhi lanciavano saette. « Adesso cosa portiamo, mh?! I tuoi avanzi?! Anzi, il piatto contenente soltanto più le briciole! Complimenti, davvero! »
 

Probabilmente mai in tutta la sua vita, James Potter si sentì così terribilmente mortificato. Si mordicchiò il labbro inferiore, indeciso sul da farsi, e scoccando di tanto in tanto un’occhiata ad Effy, che gli dava le spalle e stava respirando profondamente per cercare di darsi una calmata.

« Io... » si passò una mano tra i capelli, avvicinandosi con passo incerto alla ragazza. « ...Mi dispiace, Eff » le posò delicatamente le mani sulle spalle e pensò che fosse un buon segno il fatto che lei non le avesse scrollate via con rabbia.

La ragazza si voltò lentamente, scoccandogli uno sguardo di fuoco e scuotendo impercettibilmente il capo. « Eh, menomale! » sbottò, abbracciandolo di getto. « Sei incorreggibile, Jamie »

Sorrise appena, sorprendendosi un po’ per quell’ennesimo sbalzo d’umore - ma d’altronde con Effy avrebbe sempre dovuto sopportare anche quel suo piccolo difetto -, avvolgendola dolcemente tra le sue braccia e lasciandole un lieve bacio sui capelli, annusando il suo inebriante profumo alla cannella.
 

« Sai, mi è venuta un’idea »
« Speriamo che non sia una delle tue solite strampalate sciocchezze! Dai, sputa il rospo »
« Forse... ecco, forse potremmo cucinarne un’altra » suggerì speranzoso, specchiandosi nei suoi occhi luminosi.

Non gli lanciò un incantesimo, nè tantomeno gli scagliò contro una fattura o una maledizione, per poi occultarne il cadavere, il che - forse - significava che la sua non era una trovata così stupida o insensata.

« Allora coraggio Sirius... di certo, non si preparerà da sola! » entrò in cucina, trascinandolo per mano ed aiutandolo a legarsi un grembiule per evitare di sporcarsi.

James la lasciò fare, seguendo le istruzioni che di tanto in tanto gli impartiva e cercando di non esserle troppo d’intralcio. Scoprì di essere piuttosto portato nell’arte culinaria e si lasciò stampare un caldo bacio da Effy, subito dopo che ebbero concluso la loro operazione “Torta della salvezza”.

« Sembra buona » constatò la rossa, dopo averla tirata fuori dal forno. « Devo ammetterlo: non sei così incapace in cucina, lo sai? » gli sorrise radiosa, tirandogli una sonora pacca sul fondoschiena.

L’ex Grifondoro la osservò mentre dava gli ultimi ritocchi alla torta e ripuliva le stoviglie con un rapido colpo di bacchetta, mentre un’espressione da ebete si fece largo sul suo volto. Gli piaceva tutto di lei: Effy sapeva di casa, Effy sapeva d’amore.



****



« Mamma, mamma! Voglio una Puffola Pigmea. Me la compri? »

Una bambina di circa sei anni, dai corti capelli biondi raccolti in due codini, si era improvvisamente bloccata poco prima della porta d’uscita del negozio, impuntandosi caparbiamente, mentre un’espressione di pura determinazione si fece largo sul suo visetto paffuto.

Ecco che ricominciavano i capricci. Ogni benedettissima volta che entravano dai Tiri Vispi Weasley.

La donna, qualche metro più avanti, continuava a tenere saldamente aperto l’uscio, facendo entrare all’interno una fresca e piacevole brezza autunnale.
 

Per essere il 31 di ottobre, stranamente faceva ancora piuttosto caldo.

« Tesoro, lo sai che non possiamo permettercelo... » rispose in un sussurro, guardandosi intorno a disagio. « I soldi che abbiamo non sono abbastanza e tuo padre non copre le spese » roteò gli occhi al cielo, anche solo infastidita dal pronunciare e pensare all’uomo che l’aveva messa incinta - regalandole quella piccola peste che per lei rappresentava una gioia infinita - e l’aveva abbandonata, continuando a vivere normalmente la sua vita, aiutandole economicamente soltanto perchè era un suo dovere.

Le guance della figlia si gonfiarono di indignazione, mentre calde lacrime salate sgorgavano dai suoi grandi occhioni castani e l’urlo potentissimo del suo pianto squarciò immediatamente l’aria, spaventando i pochi clienti rimasti a quell’ora, che si aggiravano nei dintorni.
La madre si avvicinò frettolosamente, tentando in tutti i modi di prenderla in braccio per tranquillizzarla almeno quanto necessario per non farsi osservare come se fosse un orripilante mostro cattivo.

« Ti prego, smettila di piangere... » disse dolcemente, sentendo uno strano groppo in gola e l’inconfondibile senso di colpa farsi largo strisciando nel suo stomaco. « Mi dispiace, ma proprio non si può. Magari possiamo prendere in considerazione l’idea per il tuo compleanno, che ne dici? » proseguì, sorridendo appena, con l’intento di risollevarle un po’ il morale.
« M-Ma... » si strofinò le nocche sugli occhi, asciugandosi le lacrime. « ...Io la voglio adesso » singhiozzò, rispondendo con quell’innocenza tipica della fanciullezza, come se tutto ciò che si desiderava dovesse per forza essere nostro.

La madre si accucciò alla sua stessa altezza, specchiandosi nei suoi stessi identici occhi castani, passandole dolcemente una mano sulla schiena e coccolandola per un po’ di tempo. Le dispiaceva da morire non riuscire a permettersi nemmeno il lusso di regalare un oggetto tanto agognato dalla sua bambina, recludendo il momento per i regali soltanto al compleanno e a Natale. Aveva sempre fatto mille lavori per mantenere entrambe e aveva spesso rinunciato a cose che per alcuni possono sembrare banali, soltanto per poterla viziare ogni tanto.

« Scusate se vi interrompo, ma tra dieci minuti il negozio chiude » annunciò una dipendente, con indosso la coloratissima divisa dei Tiri Vispi, avvicinandosi alle due con un sorriso bonario impresso sulle labbra piene.
« Ecco, vedi? Dobbiamo andare... » si aggrappò a quella futile scusa, sperando di trascinare via la piccola, in modo che - dopo poco tempo - si sarebbe dimenticata dell’animaletto.
« Mamma, per favore! » le tirò la gonna, attirando nuovamente l’attenzione su di sè. « Prometto che me ne prenderò cura per sempre! Per favore, per favore! Non può essere il mio unico regalo di Natale? Per favore, per favore! »

Entrambe guardarono la commessa, l’una con una buffissima aria di suppliche - forse sperando che anche lei sostenesse la sua piccola causa -, l’altra con aria vagamente imbarazzata, non sapendo più come fare per portarla via da lì, negandole quell’ennesimo desiderio.

« Tesoro, l’hai sentita la signorina. Il negozio sta per chiudere e... »
« Ciao, io mi chiamo Electra » la interruppe la ragazza, porgendole la mano. « E tu? »

La bambina spalancò le iridi, sorpresa che “un’adulta” così bella potesse interessarsi a lei. « Mi chiamo Hope » rispose timidamente, dondolandosi appena sui talloni.
« Ehi, è un nome bellissimo! » anche lei si piegò sulle ginocchia, accovacciandosi. « Da quanto ho capito ti piacciono le Puffole Pigmee, giusto? »

La piccola Hope non rispose, limitandosi a lanciare un’occhiata alla madre che era in piedi esattamente dietro di lei.

« Sì, ne va pazza » confermò la donna con un cenno del capo, sospirando appena. « Ma purtroppo non possiamo proprio permetter-... »
« Quale ti piace? Hai già un’idea? » Electra la ignorò palesemente, conducendo la bambina verso la gabbia dei piccoli animaletti.

Hope le osservò gioiosamente, mentre le Puffole si radunarono obbedienti, per guardarla a loro volta, producendo dei deliziosi versetti di giubilo.

« Questa qui » e ne indicò una color giallo canarino, che squittì deliziata e cominciò a saltellare allegramente, in attesa di essere presa per essere consegnata alla sua nuova padrona.
« Hai buon gusto, Hope. Fa parte di una nuova razza, ecco perchè ha quella tonalità » le mostrò quella piccola palla di pelo, posizionandogliela tra le manine. « Che ne dici? »

La studiò attentamente per qualche minuto buono, dopodichè sollevò le ciglia e squadrò Electra timorosa. « Ma la mamma ha detto che non possiamo comprarla »
« Consideralo il mio regalo di Natale, un po’ anticipato » le fece l’occhiolino, con aria complice. « Nessun bambino dovrebbe lasciare questo negozio piangendo. Dai Tiri Vispi Weasley, può uscire soltanto gente allegra »
 

La donna la squadrò con una malcelata sorpresa, portandosi le mani tremanti al volto. Non pensava che ci fosse ancora qualcuno capace di una simile bontà d’animo. Non dopo tutto quello che le due guerre avevano fatto passare alla comunità magica.

« Noi... io... » balbettò in modo confusionario, cercando di esprimere tutte le emozioni che sentiva dentro di sè. « ...Davvero, non so come ringraziarti »
« Nessun problema, il sorriso di Hope è la cosa più importante » le lasciò una fugace carezza sulla testa. « Però, dovrai prendertene cura tutti i giorni, senza trascurarla mai. E anche se ti dovesse far impazzire, tu le vorrai bene e la desidererai come in questo preciso istante. Me lo prometti? »
« Te lo prometto! » replicò gioiosa, lasciando che la sua nuova Puffola le si abbarbicasse sulla spalla.

Electra annuì e sorrise, salutandole con la mano mentre si dirigevano verso chissà quale meta, nell’assolata stradina di Hogsmeade nella direzione che conduceva fuori dal villaggio.

« Saresti una mamma straordinaria » le sussurrò Fred all’orecchio, lasciandole un bacio sul collo e cingendole la vita.
« C’è ancora tempo per queste cose » rispose serenamente, voltandosi a guardarlo. « Ti devo esattamente cinque galeoni, per la vendita della nostra prima Puffola gialla »
 

Fred fece un gesto secco con la mano, come se stesse scacciando un insetto. « Non ce n’è alcun bisogno »

« Perchè no? » domandò confusa, aggrottando le sopracciglia.
« Hai fatto un gesto bellissimo, che non avrebbero compiuto in molti, soltanto per vedere una bambina sorridente e felice. Per me questo vale più di cinque galeoni » si affrettò a stringere Electra che si era letteralmente catapultata tra le sue braccia. « E poi, non si può certo dire che gli affari vadano male! » le scompigliò i capelli biondi, dispettoso.

Gli stampò un caldo bacio sulle labbra, cercando di metterci tutto l’amore possibile e tutte le parole che non riusciva a pronunciare. « Fred Weasley sei una persona meravigliosa e penso di non poterti amare più di così »

Le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridendole in modo raggiante. « Ti sbagli: tu sei una persona meravigliosa e sì, ti amo anche io » le diede una pacca sul fondoschiena, beccandosi un’occhiataccia in risposta - tradita però dagli angoli delle labbra sollevati apertamente. « E adesso, baby, chiudi te il negozio? Io vado a prendere Jamie ed Effy, per portarli nella nostra nuova dimora! »
 

Si cambiò velocemente, salutandola con un bacio frettoloso e uscendo con passo baldanzoso sotto quella splendida giornata di fine ottobre, incamminandosi per raggiungere il luogo dell’incontro.



****



Electra Beth Hamilton non poteva dichiararsi più soddisfatta di come era in quel preciso momento. Con un semplice e veloce colpo di bacchetta, appese l’ultima lanterna a forma di zucca - vicino agli infissi della cucina - e si guardò intorno con un allegro sorriso dipinto sulle sue labbra rosee.

Tra qualche minuto, Fred sarebbe rincasato in compagnia dei suoi due migliori amici - Effy e James -, conducendoli per la prima volta nel loro nido d’amore rimesso a nuovo, in modo tale che le prossime volte avrebbero potuto Smaterializzarsi senza alcun problema. Lanciò un’occhiata incuriosita al di fuori della finestra e osservò, con un misto tra stupore e venerazione, la sagoma in lontananza del castello di Hogwarts. Nonostante ormai abitasse in quell’appartamento da qualche settimana, ancora non era riuscita a farvi del tutto l’abitudine: molto probabilmente, non si era ancora resa conto che - durante le visite concesse dagli insegnanti per recarsi al villaggio magico - avrebbe osservato schiere di studenti accalcarsi lungo le stradine acciottolate, sia che fossero ricoperte di neve, sia che fossero battute da un caldo torrido o da sferzate di vento gelido.

Una chiave girò nella toppa della porta d’ingresso, che si spalancò rivelando un Fred Weasley II sulla soglia di casa, accompagnato da sonore risate.

« Ele! Siamo arrivati! »

Senza alcun bisogno di dire altro, si precipitò velocemente tra le braccia di entrambi gli amici, facendoli quasi stramazzare al suolo e rischiando di rovinare il loro capolavoro culinario per cui avevano adoperato quasi tutte le loro forze, impiegandoci l’intera mattinata.

« Piano, piano! » urlò James, reggendosi a malapena in piedi. « La torta! »
« Oh, scusatemi » la bionda si allontanò di qualche passo, sorridendo e guardandoli affettuosamente. « É solo che ho sentito la vostra mancanza » si strinse nelle spalle. « Okay, dai pure a me » tese le mani verso il primogenito di casa Potter, nel vano tentativo di afferrare la torta. « Coraggio, Jamie. Giuro che non le farò del male »

Il ragazzo in questione, la osservò con aria sospettosa beccandosi - nel frattempo - una gomitata nelle costole da parte di Effy, che lo trucidò con lo sguardo, intimandolo ad obbedire. Alle volte incuteva veramente paura.

« Allora! » tuonò gioiosamente Fred, sfregandosi le mani con aria soddisfatta. « Benvenuti nella nostra umile dimora! Vi faccio fare un piccolo tour, mentre la mia bellissima ragazza sistema il delizioso spuntino che ci avete portato »
 

Electra tagliò con estrema cura il dolce e lo dispose in quattro piattini di porcellana azzurra che sua madre le aveva gentilmente regalato, non appena aveva saputo che sarebbe andata a vivere con Fred. Li aveva definiti come “l’ennesimo ed inutile set di stoviglie ricevuto al matrimonio” e di cui era ben felice di liberarsi a causa del vasto spazio che occupavano.

« E qui, c’è la cucina! » decantò abilmente Fred, improvvisandosi cicerone. « Certo, non è una reggia ma... »
« ...Ma è casa nostra e a noi va benissimo così » completò la bionda finendo di apparecchiare e dandogli un leggero buffetto sul naso. « Che ve ne pare? »
« É fantastica, perfetta per voi due » dissero in coro, per poi guardarsi straniti e scoppiare in una fragorosa risata.
« Sarà semplicemente strepitoso vedere generazioni intere di studenti di Hogwarts passeggiare per il villaggio » proruppe James, afferrando velocemente il piattino contenente il pezzo di torta più grande. « Piacerebbe molto anche a me »
« Be’, tu ed Effy potreste sempre venire a vivere qui » suggerì Fred, illuminandosi: avere suo cugino - nonchè migliore amico - così a portata di mano sarebbe stato grandioso.
« Merlino » sospirò Effy, sollevando le iridi castane al cielo. « Se James si trasferisse qui, con me, accadrebbero senz’altro due cose » sollevò una mano, pronta ad elencarle. « Primo: raderebbe al suolo l’intera Hogsmeade e addio per sempre al villaggio magico più grande della Gran Bretagna che ha fatto sognare ed innamorare tutti i maghi e le streghe che hanno frequentato Hogwarts »
« Ah- ah, davvero divertente, Ef » si lagnò James, lanciando un’occhiataccia anche ai suoi amici che si erano permessi di ridere in modo tanto divertito.
« Secondo » proseguì imperturbabile, come se nessuno l’avesse interrotta. « Penso che mi dovrete ricoverare d’urgenza al San Mungo dopo cinque minuti di convivenza »
 

Scoppiarono tutti in una fragorosa risata, contagiando anche lo stesso - e offeso - James che si lasciò corrompere immediatamente con un bacio da parte della sua ragazza.

« Bene, io direi che possiamo cominciare a mangiare questa meraviglia! » esordì Fred, con l’acquolina in bocca. « Buon appetito! » alzò la sua fetta di torta, come per proclamare un brindisi.
« E buon Halloween » aggiunse Effy, stringendo una mano a James. « Il vostro primo Halloween come coppia! »
 

Electra e Fred si guardarono con aria complice, come se il mondo fosse improvvisamente sparito e fossero rimasti soli, nella loro piccola bolla incantata. Si sorrisero sdolcinatamente a vicenda, facendo salire il diabete al moro - che guardò da un’altra parte con finta espressione scandalizzata.
 

« Allora buon Halloween, amore » soffiò ironicamente la bionda, stirando le labbra in un impercettibile sorriso malizioso.
« Buon Halloween anche a te, dolcezza » Fred si sporse ulteriormente verso la ragazza, coinvolgendola in un bacio a dir poco appassionato.

Dopo qualche minuto di straordinario silenzio - con, come unico sottofondo, il rumore di schiocchi -, James non resistette più.

« Scusate! » tuonò sconvolto, coprendosi teatralmente gli occhi con le mani. « Questo, non è San Valentino! »
« Oh James, per l’amor del cielo... » sbuffò Effy, scuotendo la testa con esasperazione e rassegnazione, facendo scoppiare entrambi i piccioncini in una fragorosa risata che coinvolse anche l’altra coppia, riuscendo a contagiare il più scettico tra i romantici.






Angolo dell´autrice:

¹ Per questa frase, mi sono liberamente ispirata a "Harry Potter e i doni della morte", quando Ron ritorna dagli amici e rivede Hermione, che gli si catapulta praticamente contro, insultandolo per averli abbandonati.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Salve a tutti! :D Come state? Spero bene! Io ho concluso la mia prima settimana di università e... sono a dir poco distrutta T.T Questi orari sono troppo massacranti!
Anyway
, siamo arrivati al settimo capitolo! Che ve ne pare? A me non convince tantissimo ma vabbè, ormai è fatta! C'è da dire che mi è venuto particolarmente lungo, a differenza dei precedenti. Come vi avevo già accennato, siamo nuovamente al di fuori di Hogwarts e il nostro "New Golden Trio" (possiamo definirlo così?) è il protagonista indiscusso. Abbiamo una new entry, Effy! :D Che vi sembra? Un po' rompipluffe, eh? u.u Ma d'altronde, poverina, deve sopportare uno come James! Io penso che diventerei matta e mi dovrebbero ricoverare al San Mungo (spero solo non nella stessa stanza con Allock).
Però, c'è da dire che James/Effy (Jeffy?) sono carini insieme, si completano a meraviglia, litigando per ogni minima cavolata ma poi facendo subito pace.
I nostri Frele, awwwwww *.* come sono pucciosi! :3 Onestamente non so cos'altro chiarire, mi sembra tutto a posto. xD
Prossimo capitolo, l'ottavo, torniamo ad Hogwarts con... * rulllo di tamburi * THE LUMA-PARTY! Yeeeeee * Stappa bottiglie di champagne e riempie i calici *
Vi posso anticipare che sarà una serata un po'... particolare, ecco.
E anche per oggi è tutto! Se avete domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere. :)
Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge. :)
Direi che ci si vede domenica prossima!

Un bacione a tutti.  

Fatto il misfatto.

Giorgia.
 

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Capitolo 8
*** A nightmare Luma-party. ***


Racconto12 - A nightmare Luma-Party.
Capitolo 8.
A nightmare Luma-party.


A nightmare Luma-party



 

It’s close to midnight and something evil’s lurking in the dark.
Under the moonlight, you see a sight that almost stops your heart,
You try to scream but terror takes the sound before you make it.
You start to freeze as horror looks you right between the eyes,
You’re paralyzed...  
(Michael Jackson - Thriller)




Famiglia Potter,
Villa Potter al numero 32
Ottery St. Catchpole, Devon

Lily Luna Potter,
Guferia, Torre ovest
Castello di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Scozia

Mamma, papà e Jamie,
(sì lo so che anche tu sei tornato a casa e no, non ti dico come l’ho scoperto)

Ciao mamma, papà e Jamie,
come state?

Cari mamma, papà e Jamie,
buon Halloween! Spero che stiate tutti bene e che passiate una buona giornata, anche se senza di me sarà un qualcosa di impossibile! (Stai tranquillo Jamie, stavo scherzando). Qui tutto procede per il meglio


« Non sapevo che fossi in grado anche di alzarti a quest’ora del mattino, Potter. Sai, quando il sole sta per sorgere... »

Lily sbuffò impercettibilmente, osservando la nuvoletta di condensa fuoriuscire dalle sue labbra violacee e leggermente screpolate per il troppo freddo. Fece Evanescere l’ennesimo pezzo di pergamena su cui era riuscita a scribacchiare sì e no due parole in croce che - sicuramente - non erano minimamente adatte per essere spedite in una lettera alla sua famiglia.

Conoscendoli ci sarebbero rimasti male e si sarebbero preoccupati più del dovuto perchè scriveva due righe striminzite anzichè le sue solite missive piene di “esplosiva vitalità”.  D’altronde, era dall’inizio della scuola che non scriveva una lettera ai suoi e le sembrava corretto farlo prima di ritornare a Londra, per trascorrere le vacanze di Natale a casa.

Peccato che non ci volesse affatto quella seccatura. Una seccatura con un nome ed un cognome: Scorpius Hyperion Malfoy.

« L’ho semplicemente fatto per cercare di evitare gente come te, Malfoy » replicò piccata, socchiudendo appena i grandi occhi color cioccolato, privi di trucco. « Peccato che - a quanto pare - non sia riuscita nel mio intento » fece una lieve carezza al suo gufo dal piumaggio ramato e gli permise di tornare su alla voliera, dove si posizionò di fianco ad un barbagianni particolarmente inquietante. Begli amici che si sceglieva il suo compagno pennuto.
 

Scorpius fischiò debolmente e - appena il suono si dileguò - quel barbagianni scese in picchiata, appollaiandosi con una certa eleganza e maestosità sulla spalla del suo padrone. Rilesse la sua missiva un paio di volte, dopodichè l’arrotolò con cura e la legò alla zampa del volatile che spiegò le ali e si librò nel cielo dorato, mentre andava a delinearsi la prima alba mattutina.

« Scrivi ai tuoi? » domandò cordialmente, voltandosi per osservarlo.

Annuì impercettibilmente. « Devo dedurre che sia lo stesso motivo per cui anche tu sei qui » replicò placidamente, accendendosi una sigaretta babbana e tirando una boccata di fumo.
« Non ho spedito nulla » scrollò le spalle con noncuranza, abbassando lo sguardo. « Stranamente Albus è molto più bravo di me in queste cose... affettive. E dire che è una Serpe » gli lanciò quella lieve ed innocente frecciatina, donandogli un sorriso malandrino.

Aveva i capelli raccolti in un morbido chignon e la brezza fredda che soffiava sulla torre glieli scompigliava dispettosamente, facendo sì che alcune ciocche ribelli sfuggissero alla presa salda dell’elastico di spugna.

« Hai ricevuto anche tu l’invito al party di Lumacorno, per questa sera? » da quand’è che non la stuzzicava decentemente?

Fece un cenno d’assenso col capo. « Credo proprio che questa festa si rivelerà piuttosto divertente » lo studiò con attenzione, rubandogli la sigaretta e facendo un breve tiro, per poi soffiargli il fumo in faccia. « Ci si vede in giro, Malfoy » fece un saluto con la mano, scendendo i primi gradini. « Ah, ti conviene restare alla larga dal corridoio del secondo piano. Sai quello dove si trova il bagno di Mirtilla Malcontenta: non credo che saresti felice di essere... bè, lo vedrai »

Scorpius gettò via la sigaretta ormai consumata, guardando la sua chioma rossa allontanarsi verso il castello mentre un qualcosa di non ben definito gli svolazzava allegramente all’interno dello stomaco.



****



Quando voleva, Lily Luna Potter sapeva correre come il vento. O - per dirla nei termini di suo cugino, Hugo Weasley - sapeva volare come la sua Firebolt.

Essendo piuttosto piccola e minuta, svicolava tra uno studente e l’altro con estrema agilità, senza sfiorare minimamente i corpi di coloro che affollavano i corridoi in quell’assolato sabato mattina.
All’ennesima falcata, i suoi capelli si liberarono dalla soffocante morsa del legaccio di spugna, ricadendo dolcemente sulla sua schiena - come un piccolo fuoco ben visibile anche a chilometri di distanza.

Le scappò una risata divertita quando la voce roca di Gazza - che la stava seguendo valorosamente - le giunse alle orecchie, lanciando imprecazioni e maledizioni a tutto spiano. Qualche alunno curioso, soprattutto quelli del primo anno, si fermava ad osservarla sparire tra la fiumana di gente, affascinati da quello spettacolo che - negli anni a seguire - avrebbero certamente potuto rimirare fino allo sfinimento, finendo per non farci più caso.

« Ehi! » qualcuno la arpionò improvvisamente per un braccio, trascinandola in un anfratto all’interno delle mura di pietra, con un’armatura come unica protezione.
« Direi che sto salvando il tuo grazioso fondoschiena, Potter » Sophia Stonem si sporse oltre il loro perfetto nascondiglio, intimandola poi a seguirla non appena il pericolo - rappresentato dall’anziano custode - venne sventato.

La condusse in un luogo solitario, un posto che durante la sua quinquennale carriera scolastica non aveva mai avuto il piacere di visitare: si trovava sulle sponde del lago Nero, ma era ben distante dal punto in cui solitamente si dava appuntamento con gli altri Grifondoro. Era un posto piacevole ed infinitamente tranquillo, decisamente lontano dal chiassoso caos che regnava sulle rive dell’acqua scura. Nonostante tutto, si aveva una perfetta visuale dell’intero parco e di parte del castello, ma era sicuro e al riparo da orecchie indiscrete.

Si poteva guardare chiunque e qualsiasi cosa, ma senza essere visti in alcun modo.

« É carino qui » commentò distrattamente Lily, accomodandosi sull’erba ancora fresca di rugiada e togliendosi le ballerine, per poi immergere i piedi nell’acqua fresca.
« É la rimessa delle barche » disse Sophia, osservando l’orizzonte con aria assorta e rispondendo alla sua tacita domanda.
« Posso sapere perchè hai deciso di aiutarmi, Stonem? » rimarcò volutamente il suo cognome, studiandone i movimenti con la coda dell’occhio.

La bionda sorrise, incrociando le braccia al petto. « Vedo che qualcuno ha fatto i compiti a casa... » si sedette accanto a lei, giocherellando distrattamente con alcuni fili d’erba. « Sei una specie di... fuggitiva, no? » la guardò attentamente con i suoi occhi azzurri, ma Lily non accennò - neanche per un attimo - ad abbassare i propri. « Devo ammetterlo, Lily Potter: mi incuriosisci »  
« Onorata di farti quest’effetto » pronunciò divertita, dondolando i piedi e schizzandosi appena le ginocchia.
« Credo di non essere l’unica, comunque » proseguì imperterrita, disegnando strani ghirigori sul prato. « E credo che tu lo sappia perfettamente »

Lily scrollò le spalle, fingendosi indifferente, ma Sophia sapeva con assoluta certezza che la sua coetanea aveva le orecchie tese e pronte a captare qualsiasi frase le avesse voluto dire: si era guadagnata l’attenzione e la curiosità della piccola Potter, il che non era un’impresa da molti.

« Ci sono fin troppi ragazzi, in questo castello, che farebbero qualsiasi cosa pur di passare anche solo un semplice minuto in tua compagnia » continuò, sondando il suo viso alla ricerca di una qualche emozione ben visibile.

Roteò gli occhi al cielo, con fare stizzito, mentre una smorfia andò a modellarne le labbra in un broncio adorabile. « Non sei la prima che me lo dice »  

« E neanche l’ultima, probabilmente » esordì, divertita dalla situazione. « Non ti è mai venuto in mente che potrebbe essere la verità? »
« Forse non mi interessa »
« Impossibile » ribattè con convinzione, scuotendo la testa. « Sei una tale vanitosa! » l’altra scoppiò in una risata cristallina, portando una mano a coprirsi la bocca. « Sembri quasi la copia di Scorpius al femminile! »

Lily, nel sentire quell’assurda affermazione, si rotolò - letteralmente - per terra dalle risate, contagiando anche la bionda Serpeverde. « Malfoy si pavoneggia dal mattino alla sera perchè gli piace. Lo trova... allettante, presumo » disse, ancora scossa da qualche singhiozzo. « Io, invece, lo faccio per... »
« ...Per attirare l’attenzione? »

La squadrò attentamente, l’ombra di un sorriso dipinto sulle labbra rosee. « Forse » quella Sophia cominciava a starle simpatica.

Rimasero entrambe in silenzio per un attimo, ognuna persa a contemplare l’orizzonte contornato da nuvole grigiastre, mentre un tentacolo della Piovra Gigante fece capolino dal centro esatto dello specchio d’acqua.
Non era uno di quei silenzi pesanti e carichi di imbarazzo, dove le persone cominciano a ciarlare di qualsiasi cavolata viene in mente, pur di sostenere un minimo di conversazione. Affatto. Era uno di quei silenzi piacevoli, dove è giusto che si stia zitti. Uno di quei silenzi che non devono essere interrotti da futili chiacchiere.

« Come mai stavi fuggendo da Gazza, prima? »
« Oh, per lo scherzetto di Halloween » disse facendo un gesto secco con la mano, come a darvi poca importanza. « Ogni anno ne inventiamo uno nuovo: è come una specie di tradizione, per noi Malandrini »¹
« Stasera c’è il festino di Lumacorno » decretò Sophia, incrociando elegantemente le gambe.
« Allora, spero solo di non avere il vestito uguale al tuo » ghignò in maniera alquanto provocatoria, beccandosi un colpo sul braccio in risposta.
« Se mai dovessimo vestirci alla stessa maniera - cosa di cui dubito fortemente -, dovrebbe essere un onore per te » ribattè Sophia, fingendosi indignata.
« Non lo metto in dubbio » le lanciò addosso uno spruzzo d’acqua ghiacciata.

Nessuna delle due avrebbe mai ammesso ad alta voce che si stava terribilmente divertendo, godendo della compagnia reciproca di una coetanea appartenente ad una Casa rivale, con cui - fin dalla notte dei tempi - si avevano rapporti conflittuali.



****



Non si poteva di certo affermare che, quella sera di festa, Lumacorno non avesse fatto le cose in grande.

Innanzitutto aveva ampliato il suo ufficio: quel tanto che bastava per contenere i suoi numerosi studenti prediletti, il resto del corpo insegnanti e qualche mago o strega dall’influente carriera lavorativa, che non vedeva l’ora di presentare ai suoi pupilli. Successivamente, si era premurato di agghindarlo al meglio, rendendolo un’immensa tenda di broccati e velluto color smeraldo, con qualche spettrale decorazione per Halloween, mentre al centro della stanza si stendeva una graziosa pista da ballo, contornata da luci soffuse e da un’orchestra in carne ed ossa. Per concludere, agli angoli più vicini alla terrazza, era stato predisposto un ricco buffet di pietanze squisite - preparate apposta dagli elfi domestici - e un piccolo bar in cui ci si poteva far servire qualsiasi tipo di bevanda: dalla più semplice Burrobirra al più rinomato Ogden Stravecchio.

Alle otto in punto, gli invitati cominciarono a riversarsi in massa verso i sotterranei: chi accompagnato dal proprio partner, chi godendosi la fedele compagnia di amici o parenti e chi - addirittura - riuscì a presentarsi da solo, finendo per essere il bersaglio di occhiate sorprese o commenti malevoli, provenienti dalle bocche che più facilmente cedevano ai gossip.
Lo scaltro professore - che aveva lo straordinario ed impensabile dono dell’ubiquità - riusciva a braccare i suoi adorati eletti con una qualche improbabile scusa e a presentarli immediatamente ai suoi rinomati ospiti.

« L’ho già detto che odio Lumacorno? » domandò retoricamente Hugo, servendosi di un tono decisamente sarcastico, sorseggiando la sua Burrobirra con aria omicida.

Alice roteò gli occhi ambrati al cielo, sbuffando sonoramente, mentre Roxanne - al suo fianco - scoppiava in una sonora risata, non riuscendo proprio più a trattenersi.

« Quaranta » rispose prontamente Lysander, scrutando il gemello di sottecchi con aria furba.
« Quaranta cosa?! » sbottò infastidito il Weasley.

A quanto pareva, tutti erano a conoscenza dell’argomento di conversazione tranne lui.

« Le volte in cui hai ripetuto fino allo sfinimento, lasciatelo dire, che odi i festini di Lumacorno e il professore stesso » gli spiegò Sage, scrutando nei dintorni con evidente curiosità. « Rose? Ero sicura che fosse scesa prima di me »
« Infatti » Hugo passò una mano a scompigliarsi i capelli rossi, che gli ricaddero disordinatamente sugli occhi. « Indovina un po’ che fine ha fatto?! »

La ragazza fece finta di non accorgersi delle costanti occhiate di Hugo e del soffermarsi dei suoi occhi cerulei sulla sua figura. Si sentiva un po’ a disagio e le sue guance si imporporarono lievemente, come a darle conferma di ciò.

« Non dirmelo... » sospirò abbattuta, facendo ricadere pesantemente le braccia lungo i fianchi e rassettandosi la gonna di tulle dell’elegante abito color tortora. « L’ha rapita. Non è così? »

Il minore dei fratelli Weasley annuì con fare dispiaciuto, continuando a mantenere il suo sguardo ben fisso sul pavimento di pietra scura. Era consapevole del fatto che sarebbe toccato a Sage, in qualità di migliore amica, andare a salvare Rose dalle grinfie di Lumacorno, rischiando di restarne invischiata a sua volta.

« Bene » borbottò tra sè e sè, cercando di adocchiare una chioma rosso scuro in lontananza. « Spero che sia una cosa veloce e indolore » fece un cenno affermativo col capo, forse tentando inutilmente di convincersi della cosa per infondersi un po’ di coraggio. « Lys » lo chiamò gentilmente, senza - però - ottenere alcuna risposta. « LYS! »
« Che c’è?! » brontolò seccato, riuscendo soltanto a beccarsi una poderosa gomitata nelle costole.
« Se non torno entro dieci minuti, vieni a cercarmi » si raccomandò, puntandogli un dito contro e ostentando un’espressione minacciosa.
« Manderò Lorcan » sorrise in modo smagliante, prendendo il fratello per una manica della giacca. « Onestamente, non me la sento di dover raccontare, per quella che ormai credo sia la millesima volta, la storia su come mamma e papà abbiano combattuto valorosamente la guerra fianco a fianco e di come poi si siano innamorati » fece un verso disgustato.
« Ti ricordo, caro il mio Lysander, che tu sei in debito con me » lo fronteggiò, con una malcelata furia nei limpidi occhi verdi, facendolo arretrare di qualche passo. « Non ti ho ancora perdonato per quello che è successo al campo da Quidditch, qualche settimana fa »

In seguito, gli voltò rapidamente le spalle - prima che il ragazzo potesse anche soltanto tentare di replicare qualcosa - e gli diede una spallata decisamente poco delicata, non prima di avergli lanciato un ultimo sguardo di fuoco, e ripercorse inconsapevolmente gli stessi passi di Rose, sparendo velocemente tra la folla.

« Vado da mio fratello » disse Alice, afferrando velocemente un bicchiere di Acquaviola da uno dei vassoi trasportati abilmente dagli elfi domestici. « Conoscendolo, starà tentando in tutti i modi di rendersi invisibile. Sempre se non ha già compiuto la gentilezza di mollarmi qui » scosse la testa con fare rassegnato, incrociando successivamente gli occhi smeraldini di Albus - cosa che la fece arrossire -, mascherando poi abilmente l’accaduto.

« E rimasero in... »
« ...Due » completò Roxanne, indicando al cugino i gemelli Scamandro ormai lontani.
« Grandioso » brontolò Hugo, tentando inutilmente di allentarsi il nodo della cravatta - fin troppo stretta in un ambiente soffocante come quello. « Piacerebbe molto anche a me diventare invisibile! Se soltanto avessi il mantello di Lil-... ahia! » Roxanne utilizzò le sue nuove scarpe bianche col tacco - fortunatamente non troppo alto - per rifilargli un pestone. « Si può sapere perchè diamin-... oh, ciao Albus! » proseguì facendo finta di nulla - anche se il suo tono di voce troppo alto tradiva un leggero nervosismo -, salutandolo con la mano, mentre dentro di sè si stava lanciando in sproloqui contro Merlino e Morgana che avrebbero fatto impallidire chiunque.
« Qual buon vento ti porta da noi, caro cugino? » domandò cordialmente Rox, sorridendo in modo smagliante. « Con la scorta, per di più » notò tranquillamente, incrociando le braccia al petto e squadrando Malfoy, Nott, Zabini e Harper con evidente curiosità.

Il secondogenito di casa Potter scrollò le spalle, con disinvoltura. « Non posso passare per fare un saluto ai miei cugini? »  
« Dì la verità » lo interruppe la Weasley, studiandolo con i suoi occhi nocciola. « Vuoi sapere dov’è Lily, giusto? »

Le sue labbra si aprirono in un sorrisino di scuse e non tardò a passarsi una mano tra i capelli corvini, cosa che faceva quando era estremamente nervoso o nel più totale imbarazzo.

Se soltanto avessero saputo la verità...

« Touchè » replicò divertito. « La mia adorata sorellina? »
« Rose è scesa per ultima dal Dormitorio, dicendo che potevamo tranquillamente avviarci »
« E se non la vedi qui... » esordì Hugo, lasciando volutamente la frase in sospeso.
« ...Vuol dire che è in ritardo, come al solito » annuì, dandosi mentalmente dell’idiota per non averlo capito prima.
« A Lily piace farsi... desiderare » commentò distrattamente Roxanne. « Ci vediamo in giro, Al »

Il corvino li salutò con una mano, sorridendo appena e affrettandosi a vuotare in un sol sorso il bicchiere di champagne.

Sarebbe stata una lunga serata, senza ombra di dubbio.

« Fortunatamente i tuoi cugini non sono poi così abili a riconoscere quando qualcuno sta dicendo una bugia bella e buona » disse Adam, avvicinandosi all’amico ed osservandolo attentamente.

Albus sentì gli occhi verdi di Nott marchiargli a fuoco la pelle e, stranamente, si sentì a disagio. « Non so di cosa tu stia parlando »

Adam schioccò la lingua in modo scettico, dandogli una pacca fraterna sulla spalla. « Caro il mio Albus... te l’ha mai detto nessuno che, per essere una Serpe, non sai proprio mentire? »

Si corresse mentalmente: quella sarebbe stata una serata infinita.

Fortuna volle che, in quel preciso istante, una magnifica Lily Luna Potter - avvolta nel suo abito nero a mezza lunghezza, contornato da degli strass e dalla generosa scollatura - fece il suo ingresso all’interno dello studio di Lumacorno, dispensando candidi sorrisi a chiunque si soffermasse a rimirarla affascinato. Portava i capelli sciolti, a differenza della maggior parte delle ragazze presenti, che ricadevano disordinatamente sulla schiena, andando a delineare deliziosi boccoli che ondeggiavano ad ogni suo passo.

« Lily! Mia cara! » Lumacorno non tardò ad accoglierla, con i suoi soliti ed invadenti modi di fare. « Sei arrivata finalmente! Temevo quasi che non saresti più venuta »

La giovane, abituata ad affascinare chiunque fin dalla nascita, giocò bene le proprie carte, non lasciandosi intimidire dalla posizione di rilievo che occupava il suo insegnante. « Non avrei potuto perdermi questa festa per niente al mondo, professore » si portò una ciocca di capelli dietro all’orecchio, sbattendo lentamente le palpebre contornate da un leggero strato di trucco. « Le dispiace se mi guardo un po’ intorno, signore? »
« Oh, no affatto! Vai pure a curiosare in giro! Non troppo tempo, però, mi raccomando! Devo presentarti a qualche mio influente ospite che non vede l’ora di conoscerti! » le fece un occhiolino complice, dopodichè sparì per accalappiare qualche altro studente.

Con passo sicuro, nonostante i tacchi vertiginosi, si diresse verso il bancone del bar, pronta a farsi servire qualsiasi bevanda, un po’ più forte di una semplice Burrobirra, per riuscire a sopportare quella festa.

« Un bicchiere di Whiskey Incendiario » ordinò, tamburellando le unghie della mano destra sulla superficie scura e lucente sul ripiano del bar.
« Non sei un po’ troppo piccola per bere quella roba? »

Gli angoli delle sue labbra si stirarono in un pigro sorriso divertito e i suoi caldi occhi color cioccolato si posarono velocemente sul suo interlocutore.

« Non penso che siano affari che ti riguardino, Nott » soffiò suadente, afferrando il suo bicchiere colmo del liquido ambrato. « Per riuscire a sopravvivere a questo... party da incubo, ne ho bisogno »
« Me ne faccia un altro, per favore » ordinò, continuando a studiarla. « Tuo fratello ti stava cercando, prima »

Sbuffò dal naso, non riuscendo a sopprimere una buffa smorfia scocciata. « Albus è troppo paranoico. Comunque, sei sicuro che cercasse proprio me? Altrimenti, a quest’ora mi avrebbe già trovata »
« In realtà no ma... »
« Lo so come è fatto: cercare di cavargli una parola di bocca è come tentare di fare amicizia con una delle piante assassine tanto amate dal professor Paciok »

Adam ridacchiò divertito, per poi sollevare il suo bicchiere, come a proclamare un brindisi. « Alle piante assassine del professor Paciok, allora »
« Salute » proclamò Lily, mentre un guizzo svagato si fece largo nelle sue iridi scure.

Bevvero il contenuto dei loro calici in un sol sorso, abbandonandoli poi sul vassoio vuoto di un elfo domestico che passava di lì per puro caso. Si guardarono per quelle che parvero ore, anzichè pochi attimi e nessuno dei due accennava ad abbassare il proprio sguardo.

« Ho letto il tuo libro » iniziò Adam, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni dello smoking. « É stato... illuminante »
« Sei stato veloce » commentò, arraffando un bicchiere di champagne. « Scoperto qualcosa in più sulla psiche femminile? »

Scrollò le spalle, con aria indifferente. « Forse. Non che io ne abbia bisogno, comunque »
Lily rise leggermente, facendo comparire le sue deliziose fossette sulle guance. « Giusto. Dimenticavo che sei imparentato con Malfoy »
« Dovrò restituirti quella sottospecie di manuale, prima o poi »

Gli si avvicinò lentamente, squadrandolo da sotto in su con fare accattivante. Grazie ai tacchi, riusciva ad essere quasi alla sua stessa altezza e ciò consentiva al verde prato e al cioccolato di fondersi assieme, contribuendo a rendere più intrigante quella danza di sguardi.

« Be’, quando vorrai, sai dove trovarmi » sussurrò al suo orecchio e lasciando che il suo profumo di gigli gli invadesse le narici.

Lily cominciò ad allontanarsi verso la terrazza, camminando lentamente all’indietro e continuando a fissarlo di rimando con un’espressione furba e maliziosa dipinta sul viso di porcellana.



****



Aveva i gomiti appoggiati allo spesso e solido parapetto in pietra: una delle sue mani era posizionata sotto al mento - come se lo stesse sorreggendo -, mentre con l’altra stava facendo roteare il suo calice pieno di champagne fino a metà, osservando con fin troppo interesse il movimento del liquido ambrato.

« Non dovresti essere dentro, tu? » Sophia scostò con delicatezza una delle tende verde smeraldo, avvicinandosi alla persona in penombra.

Scorpius non accennò a muovere un solo muscolo o ad arrischiare una qualsiasi risposta di senso compiuto. Dov’era finita la sua tanto famigerata lingua biforcuta?

« Sai, sarebbe educazione rispondere! » un’altra voce si aggiunse al loro quadretto, interrompendo quel suo magico momento di solitudine.
« Naya... » sospirò a mo’ di saluto, sperando che - se le avesse ignorate entrambe - si sarebbero scocciate e se ne sarebbero tornate alla festa.
« Ti stai nascondendo da Lumacorno? » propose la bruna, aggiustandosi un lembo del vestito color bronzo.
« No, si sta nascondendo da Lily » rispose prontamente Sophia, guadagnandosi un’occhiata truce da parte del biondo. « Anche se, a quanto ne so io, non era ancora arrivata »
« La Potter, dici? » Naya ridacchiò, incuriosita dalla situazione. « Mi dispiace deluderti ma è entrata nell’ufficio giusto qualche minuto fa. Ha un vestito da urlo »

Sophia inarcò un sopracciglio, quando notò che un po’ dello champagne di Scorpius si rovesciò miseramente a terra, non appena il ragazzo ebbe sentito quella novella.
Anche l’altra ragazza aveva notato che qualcosa non andava: non era da Malfoy comportarsi in quel modo così distratto e taciturno, soprattutto ad uno di quei festini che odiava con tutto il suo cuore e, una delle sue specialità era proprio quella di lamentarsene con chiunque avesse la sfortuna di trovarsi sul suo cammino.
Le due amiche si lanciarono uno sguardo di intesa, capendosi al volo senza aver bisogno di usare futili parole.

« Io vado dentro, ho bisogno di bere qualcosa » si inventò velocemente Naya, sorridendo ad entrambi e dileguandosi all’interno della stanza.

Scorpius e Sophia rimasero da soli, ognuno perso dietro ai propri pensieri, osservando il meraviglioso panorama del parco del castello, che si stendeva davanti ai loro occhi. Improvvisamente, il giovane Malfoy sentì il capo della Stonem poggiarsi sulla sua spalla, con una dolcezza ed una delicatezza inaspettati. La guardò con la coda dell’occhio ed un breve e rapido sorriso fece la comparsa sulle sue labbra.

« Possiamo andarcene, se vuoi » disse, lanciando quella semplice idea.

Scosse la testa, in segno di diniego. « Non importa, ormai a questi strampalati party mi ci sono abituato »
« Così come ti sei abituato a lei, non è vero? »

Il cuore del ragazzo cominciò a battere più velocemente del normale e ringraziò mentalmente Salazar per il fatto che la sua amica non potesse realmente sentirlo.

« Io non... »
« Lily! » esordì Sophia, in modo fin troppo euforico. « Santo cielo, sei magnifica. Lumacorno ti ha già presentato tutto il mondo magico? »
« Non ancora, sono riuscita ad inventarmi una scusa piuttosto credibile, ma non credo che reggerà ancora per molto »   
« Albus stava dando di matto, nel non vederti arrivare » sorrise appena, sapendo perfettamente che Scorpius - ancora appoggiato alla ringhiera - stava ascoltando ogni minimo pezzo di quella conversazione.
« Sì, me l’ha già accennato Nott »

Il biondo si sentì ribollire il sangue dalla rabbia e, quasi senza rendersene conto, si voltò di scatto, furente. « Così tu e Adam siete amici, adesso?! »

Sophia pensò di lasciarli da soli, in modo che potessero quanto meno cercare di fare un po’ di conversazione. Se Scorpius non si fosse comportato da Scorpius, ovviamente.

« Stavamo soltanto scambiando quattro chiacchiere in maniera civile, Malfoy » si sedette con grazia sulla balaustra, fregandogli il bicchiere di champagne e finendolo in un sorso. « Cosa che non si può dire io abbia mai fatto con te »

Accusò il colpo silenziosamente, mordendosi la lingua per evitare di sfogare tutta la sua ira repressa su di lei con parole ed epiteti che avrebbero compromesso il loro “rapporto” e, soprattutto, che lei non meritava affatto.

« Il gatto ti ha mangiato la lingua? » domandò, osservandolo. « Sei stranamente silenzioso »
« E tu, invece, parli troppo come tuo solito » la rimbeccò sgarbatamente, schioccando la lingua con fare scocciato.

Lily si sentì punta sul vivo, riscoprendo che quel misero commento - detto con un tono cattivo che, solitamente, non gli apparteneva - le aveva fatto del male. Scese con grazia dal parapetto, reggendosi in piedi per miracolo, salvo poi accorgersi che una mano di Scorpius la stava reggendo per un braccio.

 L’aveva aiutata. L’aveva aiutata e questo, per lei, contava più di mille parole.

« Grazie » esordì gentilmente, fissando il punto in cui l’aveva sfiorata.
« Non ti aspettare che accorra sempre, Potter. Dovresti fare più attenzione a dove metti i piedi »
« Lo farò » replicò con decisione, muovendo qualche passo nella sua direzione. « Lo faccio sempre » gli lasciò una lieve carezza sulla spalla, un gesto quasi impercettibile.
« Perchè sei qui? »
« Qualcuno mi ha suggerito di andare a prendere una boccata d’aria » le sue parole lasciarono intendere più del dovuto.
« Oh, Lily! Finalmente ti ho trovata! » Lumacorno uscì sul balconcino, interrompendo quel loro strano ed intimo momento assieme. « Hai gironzolato abbastanza? Ci tenevo molto a presentarti ad un paio di persone... »
« Certamente, professore » asserì, continuando a fissare Scorpius che - al contrario - ignorava palesemente il suo sguardo indagatore.

La rossa venne trascinata via, lasciandolo nuovamente da solo, ma con la costante presenza del suo profumo di gigli a tenergli compagnia.

Scorpius si voltò verso le vetrate dell’ufficio e controllò ogni minima persona presente all’interno della stanza, con la speranza di trovare lei. Quello di cui però non si accorse, fu di un paio di occhi color verde prato che avevano visto tutto. Adam Nott lo squadrò con una malcelata gelosia, mista a qualcosa di simile a rabbia e preoccupazione.



****



« Lily? Tu sei Lily Potter? »
« Puoi benissimo evitare di far finta di non conoscermi »

La ragazza ridacchiò, per nulla offesa dalla risposta poco garbata. « Sophia me l’ha detto che sei simpatica, ma non volevo crederle »
« Scommetto che ti sembravo una piccola, bambina viziata. Per di più, Grifondoro »
« Be’, onestamente... sì »
« Apprezzo le persone sincere, in più - da quanto ho capito - sei amica di Stonem »
« Esattamente »
« Quello che non capisco è: che cosa vuole una Serpeverde, che tra l’altro non conosco, da me? » riprese, assottigliando leggermente le iridi scure.
« Ultimamente mi ronzate sempre attorno, perciò cercavo di capire se sono così affascinante come mi dicono tutti o se, più semplicemente, mi avete nominata vostra mascotte o qualcosa del genere »

Annuì col capo, sorridendo appena. « Sophia mi ha accennato della vostra piacevole chiacchierata di stamattina e, da quanto ho visto poco fa, anche con Adam hai... una sorta di legame »
« Che cosa stai cercando di dirmi? Che mi piacciono le Serpi? »
« Ritengo che una buona dose d’aria fresca ti sarà utile per chiarire le idee »

Gli occhi di Lily saettarono verso l’invitante balcone dell’ufficio di Lumacorno e si accorse con stupore che non era vuoto come pensava: due chiome bionde - di cui una facilmente riconducibile al suo proprietario - spiccavano in mezzo a quella notte così buia.

« Buona serata, Lily »
« Buona serata anche a te, Naya »






Angolo dell'autrice:

¹Mi era sembrato carino riprendere la storia dei Malandrini e di farli rivivere attraverso Lily e Hugo :)  

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Hola a todos! Cómo estás? :D Allora, ta-daaaan! Ottavolo capitolo, splendori! :) Che ve ne pare? Ve gusta?
Dunque, prima parte: Lily e Scorpius (Lilius? Bo). Sono a dir poco meravigliosi. Qua iniziano ad avere qualche dubbio sul loro "rapporto", iniziano a porsi qualche domanda sul perchè cominciano ad approcciarsi verso l'altro in maniera diversa, rispetto a prima. Ma state tranquilli: non sarà tutto rose e fiori già da ora! E vogliamo parlare del povero gufo della Potter che fa "amicizia" con il barbagianni di Malfoy? :D
Seconda parte: momento Lily/Sophia. Queste due stanno cominciando a sciogliere il ghiaccio ed entrambe si rendono conto che la reciproca compagnia non è poi così male ;) Le barriere tra Grifondoro e Serpeverde stanno tremando leggermente, vedremo se crolleranno poi del tutto.
Terza parte: Fiestaaaaaaaa! :D Lumacorno è proprio appiccicoso eh? D: Onestamente, il titolo del capitolo non è dettato dal fatto che succeda chissà che avvenimento orribile, ma dal fatto che Lumacorno è sempre stato un po' ossessivo e fin troppo "attaccato" ai propri studenti prediletti. Cominciamo con Hugo. Oh, il mio dolce, piccolo adorato Hugo. Si vede proprio che non riesce a soffrire il professore, eh? xD E con Sage? Avete notato qualcosa di strano? u.u La povera Rose, in questo capitolo, è scomparsa, rapita dall'insegnante di Pozioni. Alice anche, fa una breve apparizione ma con Albus.... muahahah. Albus che non sa mentire e non riesce ad ingannare Nott. Gli amici si riconoscono nel momento del bisogno!
E poi, Lily. Lily, Lily, Lily. Questa ragazza è la quintessenza della bellezza, delle furbizia e della malizia. Il momento degli Aily è stato un qualcosa di estremamente importante e penso che anche tra di loro le cose comincino a cambiare leggermente. Insomma, ne vedremo delle belle!
Quarta parte: Piccolo momentino Sophia/Scorpius (Scorphia? T.T), dove vediamo quanto realmente siano attaccati questi due. Piccola new entry: Naya! Fa una piccola comparsa ma è piuttosto importante il suo ruolo, soprattutto in questo caso. Entrambe le ragazze capiscono tutto ciò che Malfoy non vuole dire e decidono di aiutarlo e di lasciarlo solo con la Potter. Di nuovo loro due. Che dire? Questo secondo momento Lilius è stato bellissimo da descrivere e spero di averlo fatto al meglio, cercando di farvi capire cosa provano entrambi e questa loro "confusione". Purtroppo è finito ancora prima di cominciare, proprio per colpa di Lumacorno (sono sadica eh?). Infine, quinta ed ultima parte: capiamo chi ha suggerito a Lily di andarsi a prendere una boccata d'aria.
Chiedo umilmente scusa se queste note non sono scritte in modo comprensibile, ma è la stanchezza.
Ora, se avete domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere. :) Un ringraziamento speciale a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge. :)
Vi lascio agli abiti della serata:

Lily Luna Potter
Rose Weasley
Sophia Stonem
Sage Spence
Roxanne Weasley
Alice Augusta Paciok
Naya Quensfort

Bene, ci si rivede domenica prossima con il nono capitolo! :) 

Sarà di passaggio, molto probabilmente i protagonisti indiscussi saranno i nostri Lily/Hugo, anche se poi si spazierà un po' verso tutti gli altri. Onestamente non ne sono ancora sicura perchè devo finire di scriverlo (ebbene sì, i miei capitoli già pronti sono conclusi con questo qui :( Dovrete avere pazienza, perchè ultimamente mi sono capitati un po' di blocchi dello scrittore, quindi chiedo già venia nel caso in cui non riuscissi ad aggiornare settimanalmente come promesso).
Un bacione a tutti.

Fatto il misfatto.

Giorgia.
♥ 

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Capitolo 9
*** Keep your friends close and your enemies closer. ***


Racconto12 - Keep your friends close and your enemies closer.
Capitolo 9.
Keep your friends close and your enemies closer.

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"You are my person. You will always be my person."
(Christina Yang - Grey's Anatomy 9x02)





Quella mattina di inizio novembre, i caldi raggi di un pallido sole invernale colpivano l’Inghilterra serenamente, permettendo sia agli esseri umani, sia agli animali di svegliarsi e alzarsi per cominciare la loro giornata.
Grazie ad essi, una stanza circolare occupata da tre confortevoli letti a baldacchino - drappeggiati con i colori rosso e oro - prese vita, illuminandosi e risplendendo come se un fuoco fosse rimasto acceso costantemente.
Una delle occupanti, a differenza delle sue compagne, era ancora seppellita sotto ad un cumulo di pesanti coperte, le braccia strette al cuscino e qualche ciuffo scarmigliato dei lunghi capelli vermigli sparso sul guanciale stesso. Dormiva beatamente, incurante delle manovre messe in atto dalle coetanee per tentare di buttarla giù dal materasso.

« Ci ho già provato, Ali, peccato che non dia alcun segno di vita! » sbottò Roxanne, molto probabilmente in preda ad un pesante attacco isterico. « É sempre la stessa storia, possibile che tutte le mattine - da quattro anni a questa parte - dobbiamo perderci la colazione? »

Alice sbuffò, roteando gli occhi al cielo. « Ci penso io, Rox, tranquilla. Forse riusciamo a scendere in Sala Grande per tempo » controllò l’orologio da polso. « Coraggio, Lils! É ora di alzarsi, dormigliona! »

La ragazza in questione fece soltanto un mugolio scocciato e si voltò dall’altra parte, riprendendo a poltrire tranquillamente, come se non fosse accaduto nulla.

« Dai, Lils, svegliati! » incalzò Roxanne, scuotendola per una gamba.
« Ancora cinque minuti... » biascicò in modo stentoreo, con la voce impastata e la gola secca.
« Lily Luna Potter » esordì Alice, con un tono severo e minaccioso. « Se non ti alzi immediatamente, e ci fai perdere di nuovo la colazione, giuro su quant’è vero che mi chiamo Alice Augusta Paciok che ti tiro giù dal letto con le maniere forti »

Siccome dal plaid color rubino non giungeva alcuna risposta, lei e Roxanne si lanciarono uno sguardo di intesa e tirarono via le lenzuola con un solo gesto.

« Ma siete pazze?! » strillò, con gli occhi semi chiusi, rannicchiandosi su se stessa per tentare di scaldarsi a causa dell’aria gelida che entrava dalla finestra. « Vi ringrazio per avermi svegliato in questo modo così dolce e per niente traumatico » brontolò sconnessamente, arraffando la divisa scolastica e dirigendosi in bagno per cambiarsi.

Uno sguardo veloce alla pendola attaccata al muro e un urlo terrificante proveniente dal bagno, fece capire alle altre due ragazze che la piccola Potter si era finalmente resa conto di che ore fossero.

« Non mi avevate detto che era così tardi! » sbraitò, affacciandosi dalla soglia del bagno.

Roxanne alzò gli occhi al cielo, invocando Godric Grifondoro. « Veramente, è da più di dieci minuti che ti chiamiamo! »
« State a vedere che adesso è sempre colpa mia... » borbottò distrattamente, infilandosi la cravatta della divisa alla bell’è meglio e precipitandosi fuori dal Dormitorio, assieme alle sue amiche.

Il soffitto incantato della Sala Grande, a differenza delle condizioni meteorologiche esterne, era di un color grigio cupo, con pesanti nuvoloni carichi di pioggia. Appena misero piede all’interno dell’immensa stanza, un enorme stormo formato da migliaia di gufi planò sopra ai tavoli delle quattro Case, rovesciando calici ricolmi di succo di zucca o sparpagliando pezzi di colazione un po’ dappertutto.

« Buongiorno a tutti! » trillò allegramente Alice, accomodandosi con grazia sulla panca, di fianco ad una concentratissima Rose Weasley.
« Come mai tutta questa allegria di prima mattina, sorellina? » biascicò Frank, proprio non riuscendo a trattenere il gigantesco sbadiglio che gli venne fuori.

La bruna scrollò le spalle, con aria disinvolta. « Perchè, per una volta, posso meritatamente godermi l’ottima colazione preparata dagli elfi domestici di Hogwarts! » e i suoi occhi color miele si posarono accusatori sulla figura della piccola Potter.
« Ehi! » si lamentò la suddetta, scoccando un sonoro bacio sulla guancia di Hugo e ricevendo un affettuoso abbraccio stritolante in risposta.
« Di quale morte dobbiamo morire, questo lunedì mattina? » domandò Roxanne, ricontrollando - come ogni benedettissimo giorno - l’orario delle lezioni.
« Ancora non l’hai imparato?! » Rose strabuzzò gli occhi, facendo poi spazio ad una Sage decisamente imbronciata.
« Doppia Erbologia, Incantesimi, Storia della Magia e doppia Difesa Contro le Arti Oscure » recitò correttamente Alice, annuendo soddisfatta e attaccando voracemente le sue salsicce fritte.
« Mi domando che cosa sia capitato alla McGranitt per mettere Storia della Magia alla prima ora dopo pranzo » esordì afflitta Rox, scrutando il soffitto con aria ansiosa, per vedere se qualche volatile fosse venuto da lei.
« Probabilmente è impazzita » commentò Lily, spalmandosi la marmellata di pesche sui toast leggermente abbrustoliti e scostando velocemente il bricco del latte, prima che un barbagianni vi atterrasse sopra. « Grazie » asserì, pagando immediatamente i cinque zellini dell’abbonamento alla Gazzetta del Profeta, e regalando all’animale un paio di striscioline di bacon.
« Qualche novità? » chiese Frank interessato, sporgendosi appena per cercare di leggere il titolo della prima pagina.

Le sopracciglia di Lily si corrugarono appena, facendo nascere una sottile ruga dovuta alla concentrazione. « Soltanto uno dei soliti e perfidi articoli di Rita Skeeter sulla possibile incapacità di Viktor Krum di gestire la scuola di Durmstrang » ripiegò malamente il giornale, poggiandolo accanto ai vari piatti.
« A proposito! » saltò su Alice improvvisamente. « Quando hai intenzione di organizzare il primo allenamento della squadra di Quidditch, Capitano? »

Un sorriso gioioso spuntò sulle labbra della rossa: adorava il Quidditch. Non poteva proprio farne a meno, in fondo suo padre era stato uno dei Cercatori più giovani che Hogwarts avesse mai avuto e sua madre, a suo tempo, aveva giocato per parecchi anni come Cacciatrice nelle Holyhead Harpies, l’unica squadra professionista del campionato, completamente al femminile. Amava stare in sella ad una scopa - soprattutto se era la sua Firebolt - e amava il vento che le scompigliava dolcemente i capelli, contribuendo a farla sentire libera. Sì, non c’erano altre parole per descrivere quella sensazione.

« Onestamente non ci ho ancora pensato. Potremmo fare questo venerdì » propose, finendo di bere il suo succo di zucca fresco.
« F’bvigafi folo ftare cfamso »¹ disse Hugo a bocca piena, sputacchiando qualche pezzo della sua colazione addosso ai malcapitati di turno, seduti di fronte a lui.

Un pezzo di pancake, mezzo morsicato - e con ancora i residui di quello che era senz’altro sciroppo al cioccolato - atterrò sul libro di Antiche Rune che Rose stava leggendo avidamente. Sgranò le iridi nocciola - talmente tanto che tutti parvero pensare che gli occhi le sarebbero cascati da un momento all’altro -, guardando il tutto con un’espressione di puro ribrezzo dipinta sul viso squadrato e le sue guance iniziarono ad assumere uno strano ed inquietante colorito purpureo.

« Per le abilità magiche di Merlino » sussurrò Sage, portandosi entrambe le mani alla bocca. « L’hai fatta davvero grossa, Hugo »  
« HUGO WEASLEY! » tuonò inferocita, facendo voltare l’intera Sala Grande. Il suo tono di voce rasentava spaventosamente quello delle Strillettere. Quando non vengono aperte.
« Rosie, per favore, abbassa la voce! » la supplicò, giungendo le mani a mo’ di preghiera. « Andiamo, ci stanno guardando tutti »
« NON ME NE FREGA UN ACCIDENTE! » proseguì lei, alzandosi di scatto, come se il suo corpo fosse stato attraversato da un basso voltaggio di corrente elettrica. « Perchè, tu piuttosto, non impari a mangiare decentemente!? Magari evitando di parlare con la bocca piena di ogni genere di cibo esistente su questa tavola! » urlò, lanciandogli in piena faccia il pezzo di colazione che si era posato sul suo libro. « Me ne vado, prima di affatturarti seduta stante! »

La guardarono dirigersi fuori dalla Sala Grande a passo di carica, tutti ancora troppo scossi e basiti per riuscire anche solo a pronunciare una frase di senso compiuto. Se c’era una cosa che non bisognava toccare a Rose Weasley - oltre ai membri della sua famiglia, s’intende - erano proprio i suoi preziosissimi libri.

« Oh bè » esordì Lily, battendo qualche pacca consolatoria sulla spalla del cugino. « L’hai scampata bella, Hugie »
« Effettivamente... » mormorò, piuttosto pallido, scompigliandosi appena i capelli con la mano sinistra. « ...Pensavo la prendesse peggio »

Sage si limitò a scuotere la testa, sollevando gli occhi verdi al cielo. « Non cambierai proprio mai »
« Il mio intento sarebbe proprio quello » sorrise malandrino, scoccandole un occhiolino complice.
« Coraggio, Grifoni » Alice riportò l’ordine, interrompendo altre possibili frecciatine tra i due, battendo sonoramente le mani. « Dobbiamo andare, altrimenti il professor Paciok ci darà in pasto al Tranello del Diavolo »
« Mh. Dimenticavo quanto fosse terrificante tuo padre, alle volte » si lamentò Roxanne, afferrando velocemente la borsa e seguendo i suoi tre amici.



****



« Shane, sia dannato Godric e tutto il Wizengamot! » urlò Blake Zabini, attraverso la porta di legno massiccio del Dormitorio di Serpeverde. « Vuoi uscire da quello stramaledettissimo bagno?! »

Tirò un forte calcio all’uscio, cercando di sfogare la sua ira repressa, col solo risultato di essersi probabilmente rotto un alluce.

« Porc-! »
« Blake » lo richiamò severamente Malfoy, intento ad abbottonarsi con calma la camicia immacolata della divisa scolastica. « Piantala »

Il corvino si voltò lentamente e lo scrutò con aria omicida, meditando se continuare a prendersela con quel Troll che stava occupando i servizi da mezz’ora abbondante o se avventarsi contro il biondo.

« Si può sapere perchè non siete scesi a colazione? » domandò Albus sorpreso, entrando in camera seguito da Adam.
« Mi sono perso la... Mi sono perso... » farfugliò sconnessamente il ragazzo, in preda ad una grave crisi di nervi. « ShaneTesta di Bubotubero, IO TI AMMAZZO! »
« Si può sapere per quale motivo stai urlando come un pazzo?! » chiese stralunato Harper, finendo di aggiustarsi i capelli. « Zabs ma... » lo squadrò attentamente, inarcando le sopracciglia. « ...Non sei ancora pronto?! »

Blake Zabini si scaraventò sull’amico con un grido agghiacciante, le mani tese pronte ad afferrare il suo collo muscoloso, mentre gli altri tre occupanti della stanza rimasero paralizzati dall’orrore.



****



Neville - o meglio, il professor Paciok - stava mostrando loro, con fin troppa euforia (quasi come se avesse ingurgitato un calderone pieno di Felix Felicis) un’orrenda pianta dotata di numerosi tentacoli di un bel rosso intenso e ricoperti di aculei.

Lily si sentiva intorpidita, scrutando l’uomo con occhi vacui e respirando l’acre odore del fertilizzante utilizzato dall’insegnante.

C’era troppa umidità lì dentro.

Con un gesto irritato, si scostò dagli occhi un ciuffo di capelli rosso vermiglio, emettendo un verso di pura disperazione non appena - quello - ritornò esattamente dov’era prima.

« Chi sa dirmi che tipo di pianta andrete ad affrontare oggi e quali sono le sue proprietà? » domandò il professore, scrutandoli serenamente uno ad uno. « Sì, Hugo? »
« É una Tentacula Velenosa, signore » rispose correttamente. « I suoi semi sono molto tossici e ticchettano. Inoltre, secondo il Ministero della Magia, vengono considerati Sostanza Non Commerciabile di Classe C »  
« Ottimo, dieci punti a Grifondoro » sorrise gioviale.

La piccola Potter lo squadrò con la coda dell’occhio. « Quando fai così, capisco perchè tu e Rosie siete imparentati »
« Sei sempre uno spasso, cuginetta » si lagnò fingendosi offeso ed oltraggiato, ma il lieve sorriso che spuntava sulle sue labbra lo tradì.
« Qualcuno sa come affrontarla? Voglio dire... » si scrollò di dosso uno dei tentacoli che aveva tentato di abbarbicarsi sulla sua spalla. « ...Sicuramente non siete qui per potare Cespugli Farfallini, oramai avrete capito che il vostro compito è quello di prendere più semi possibili » si levò un certo mormorio rassegnato. « Naya? »
« Con l’Incantesimo Diffindo, signore » indicò la ragazza, giocherellando con i ciuffi di capelli che sfuggivano dalla sua treccia laterale. « Bisogna recidere i due steli laterali e il gambo principale »
« Eccellente! Dieci punti a Serpeverde » si schiarì la voce. « Adesso: mettetevi a gruppi di quattro persone, due per ogni Casa, e collaborate per riuscire ad afferrare i semi. Purtroppo ci restano soltanto una quarantina di minuti, ma saranno sufficienti. Cominciate! »

Hugo e Lily si avvicinarono inconsapevolmente, mentre la seconda si legò i capelli alla meno peggio, lasciando che Sophia e Naya si unissero a loro.

« Carine » soffiò ironica la Stonem, osservando le piante, e arricciando il labbro superiore. « Non trovate anche voi? » lanciò un’occhiata ai due Grifondoro, esattamente di fianco a lei. « Comunque, non penso che ci siamo mai presentati » proseguì, rivolgendosi a Hugo. « Sophia Sto-... »
« Non mi sembra il momento più adatto per le presentazioni » la redarguì l’amica, fulminandola con gli occhi. « Dunque, qualcuno ha un’idea? »
« Dobbiamo creare un diversivo, suppongo » esordì il ragazzo, portandosi una mano al mento con fare pensieroso.
« Che cos’hai in mente, Hugs? » lo interrogò Lily, sicurissima che - sotto a quella matassa di indomabili capelli rossi - gli ingranaggi del cervello di suo cugino, si stessero muovendo freneticamente.

Le rivolse un sorriso malizioso, mentre uno strano sbrilluccichio si fece largo nei suoi occhi azzurri. « Signore... siete pronte a dare un po’ di spettacolo? »



****



« Sono simpatiche quelle tue amiche di Serpeverde » sussurrò Hugo, buttando sul banco - e con una certa foga - una delle carte Autorimescolanti.

Ignorando sommessamente il borbottio monotono proveniente da qualche parte vicino alla cattedra, dove il fantasma del professor Rüf spiegava l’ennesima rivolta dei Goblin, Lily osservò attentamente il tavolo di gioco, facendo poi la sua mossa.

« Cosa ti ha fatto pensare che fossero mie amiche? » inarcò elegantemente un sopracciglio, mentre gli angoli delle labbra rosee andavano a piegarsi lievemente all’insù, in quel suo tipico e misterioso sorriso.
« Ti dice niente il detto: ‘Tieniti stretti gli amici e ancor più stretti i nemici?' »

Fortunatamente, la ragazza, riuscì a nascondere abilmente una risatina divertita con una specie di colpo di tosse che assomigliava di più ad uno starnuto mal riuscito.

« Tutto bene, laggiù? Signorina Rettop, signor Leyasew? »² domandò l’insegnante con un tono di voce palesemente seccato. « State disturbando il corso della mia lezione » proseguì, innervosito ed irritato.
« Ci scusi! » esordì Hugo, probabilmente urlando un po’ troppo, cercando di sedersi in modo composto - per fare buona impressione - ma col solo risultato di cadere dalla sedia e di rovesciare il banco a cui aveva tentato inutilmente di sorreggersi.

L’intera classe venne scossa da risate incontrollabili, mentre il professor Rüf si guardava intorno con aria smarrita, perdendo tutto il suo invidiabile autocontrollo. « Zitti! Silenzio! Sonfor, torna al tuo posto! »²

Lily singhiozzando e asciugandosi le lacrime dovute alle troppe risate, gli tese prontamente una mano per aiutarlo a rialzarsi e a porre fine a quel disastro che aveva combinato.

Fortunatamente, in quel preciso istante,la campanella che segnava la fine dell’ora suonò, salvandoli da quella tortura immane. Come se fossero stati un corpo solo, tutti gli studenti del quinto anno di Grifondoro e di Tassorosso schizzarono fuori dalla classe, spintonandosi e correndo velocemente il più lontano possibile da quello che era considerato un vero e proprio inferno.

« Sei uscita dall’aula con uno scatto impressionante »
« Nott » soffiò la piccola Potter divertita, sistemandosi meglio la tracolla sulla spalla destra. « Non so se te lo ricordi, ma le lezioni di Storia della Magia sono sicuramente le più soporifere in assoluto » sorrise.
« A me piacevano, in realtà » confessò.
« Sei tutto strano, Adam Nott » lo osservò, sondandolo candidamente con i suoi grandi occhi color cioccolato. « Non che io, comunque, la segua molto: sto seriamente pensando di farmi bocciare apposta ai G.U.F.O. »
« Molto probabilmente, Potty, riuscirai a farti bocciare anche in tutto il resto, visto come ti applichi »
« Grazie per averci degnato della tua... regale presenza, Malfoy »
« É sempre un piacere » sghignazzò divertito.

Blake si avvicinò al terzetto, ostentando un’espressione scocciata. « Ciao Rossa »
« Zabini... » sospirò affranta, sollevando gli occhi al cielo. « Prima o poi la smetterai di chiamarmi con quel ridicolo soprannome? »
« La risposta dovresti conoscerla già da te, Rossa » sorrise sornione, umettandosi le labbra con fare malizioso.
« Dove avete abbandonato quell’idiota di Harper? Si è, per caso, buttato giù dalla Torre di Astronomia, regalandoci dei futuri giorni felici? »

Due dei tre Serpeverde fissarono con un silenzio innaturale - e carico d’accuse - l’ultimo arrivato, che si dipinse un’espressione di pura innocenza sul volto.

« Perchè fissate tutti me? »
« Mh, fammici pensare » disse ironicamente Scorpius, portando una mano a sfregarsi il mento, ricoperto da invisibili accenni di barba. « Forse perchè stamattina ne hai quasi tentato l’omicidio per soffocamento?! »

Lily fischiò, sorpresa da quella rivelazione. « Accidenti, Zabini. Questo è troppo persino per uno come te » incrociò le braccia al petto. « Se avessi mai dovuto scommettere, ero più che certa che il caro Malfoy sarebbe stato il primo a finire tra le sbarre di Azkaban »   
« Avresti scommesso bene, Potter, perchè ti Crucerei all’istante » affermò Scorpius, lanciando saette dagli occhi plumbei. « E se non mi sbaglio di grosso, l’uso di una delle Maledizioni Senza Perdono, ti procura un biglietto di sola andata per Azkaban »
« Già, ma se lo facessi, che cosa penserà Albus del suo migliore amico? Gli spezzeresti il cuore »
« Occhio non vede, Al non rompe le Pluffe »
« Non me lo ricordavo proprio così questo proverbio... » assottigliò pericolosamente gli occhi.

Malfoy fece per ribattere, ma venne prontamente interrotto da Blake, che sbuffò sonoramente, lasciando intendere che ci fosse qualcosa che non andava.

« Se non la piantate, io finisco di filata al San Mungo! »  
« Ti ci spedirei volentieri, ma sicuramente non nel reparto che ti aspetti » minacciò Scorpius, sghignazzando malignamente.

La piccola Potter roteò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente con aria seccata. « Non è stato un piacere incontrarvi: ultimamente sembra che io eserciti uno strano fascino su voi Serpeverde... »

Si allontanò salutandoli con la mano, affrettandosi a saltare addosso a Hugo - che l’aspettava qualche metro più avanti - per farsi portare a cavalcioni, ridendo come due pazzi. Inconsapevolmente, i tre ragazzi della Casa verde-argento, seguirono ogni suo minimo movimento, fermandosi a riflettere su qualche piccolo particolare della ragazza che - e qui ringraziarono sentitamente Merlino - nessuno degli altri poteva venire a sapere.



****



Probabilmente, quella fu senz’altro una delle giornate più lunghe che la popolazione di Hogwarts, compresi gli abitanti dei quadri e i fantasmi, potesse ricordare. La temperatura era scesa sotto lo zero e ciò era dimostrato dal fatto che i prati intorno al castello fossero ricoperti da uno strano strato di leggero nevischio.

Un gufo bruno tubava allegramente sul ramo di un qualche albero, ma il suo concerto venne interrotto improvvisamente: un leggero scricchiolio di passi lenti si fece largo nel silenzio opprimente della notte. Due figure, un ragazzo e una ragazza, dagli inconfondibili capelli rossi - anche se di tonalità diverse - stavano tranquillamente passeggiando nel parco di Hogwarts, incuranti del freddo pungente che mordeva qualsiasi loro parte scoperta dai capi d’abbigliamento.

La persona più minuta e piccola scrutò l’altra con crescente attenzione: era piuttosto abile a studiare gli atteggiamenti e i comportamenti altrui ma, da qualche giorno, lui era diventato più difficile da comprendere. Quasi come se avesse voluto tenere per sè i propri pensieri ed emozioni.

« Se ti dico quello che mi frulla nella testa, la smetterai di fissarmi come se fossi un elfo domestico in attesa di un ordine? » le scoccò un’occhiata divertita, sbuffando impercettibilmente.

Piegò lievemente gli angoli delle labbra all’insù, abbassando gli occhi e facendo sì che le sue ciglia sfiorassero appena le guance rosate. « Lo so che hai qualcosa che non va » disse con un tono di voce inaspettatamente dolce. « Sei il mio migliore amico, Hugie, se hai bisogno... »
« ...Tu ci sei » completò all’istante, annuendo come a confermare le sue stesse parole. « Sì, ne sono consapevole » sospirò, portando una mano a scompigliarsi i capelli.  « E non ti arrenderai facilmente, giusto? » una strana smorfia comparve sul suo viso.

Lily sgranò gli occhi color cioccolato, facendoli sembrare ancora più immensi, come a volergli rimarcare un imperdonabile errore. « No! » negò, forse fin troppo velocemente a giudicare dall’occhiataccia che ricevette. « Okay, sì... » si corresse con fare arrendevole, facendolo ridacchiare. « ...Ma non ti costringerei mai a dirmi qualcosa se tu non lo volessi veramente » esordì con straordinaria convinzione.
« E va bene... » osservò l’orizzonte con fare pensieroso.

Hugo si tormentò le mani per qualche minuto di troppo, evitando di incrociare le iridi della cuginetta minore che erano sicuramente intente a scrutarlo difatti, nei punti in cui si erano posati, i suoi occhi gli avevano lasciato come una marchiatura a fuoco. La ragazza ebbe la prontezza di restare completamente in silenzio, aspettando che il ragazzo fosse pronto per parlare di ciò che lo affliggeva.

« Onestamente, non so se l’hai notato... »
« Che cosa? Che ti piace Sage? » lo interruppe.

Il giovane Grifondoro si fermò di botto, mentre la sua bocca si spalancava in una muta espressione di stupore. « Co-... Ah già, dimenticavo: tu sei Lily Potter. Capisci tutto e tutti, prima degli stessi » brontolò innervosito dalla “superiorità” della sua parente prediletta.

Rise in modo delizioso, facendo comparire le fossette sulle guance, e portando una mano davanti alla bocca. « Scusa » ammise sincera, posandogli una mano sulla spalla.

Sospirò pesantemente, stringendole la mano. « Sì, mi piace. Ma per lei non sembro neanche esistere »

Lily si portò una mano al mento, annuendo lievemente e facendo un mugolio di assenso. « Be’, il mio consiglio penso che sia uno dei trucchi più vecchi del mondo: devi concentrarti su qualcun’altra. E poi, chissà, potrebbe non interessarti più! »   
« Ci proverò... quello che mi preoccupa potrebbe essere la reazione di Lysander se venisse a sapere tutto questo »
« Hugie » gli prese entrambe le mani, posizionandosi di fronte a lui. « Non ti devi preoccupare. Tu sei la mia persona, tu sarai sempre la mia persona. Io ti sosterrò, qualsiasi scelta tu decida di intraprendere »

Lily Luna Potter era sempre stata una persona determinata fin da quando aveva imparato a muovere i primi passi e Hugo l’aveva sempre ammirata per questa - e per altre - qualità. Sentiva un grosso groppo in gola che gli impediva di pronunciare anche soltanto una semplice frase di senso compiuto: lei ci sarebbe sempre stata per lui. Di Lily ci si poteva fidare.

Forse, comprendendo ciò che stava provando, la Potter si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò. Un abbraccio semplice e fraterno, dove sembrava che venissero espresse tutte le parole che non si erano detti. Ovviamente rimasero entrambi in silenzio, godendosi appieno quel momento di completa unità.






Angolo dell'autrice:

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

¹
Traduzione: « Sbrigati solo a prenotare il campo! ». Onestamente ho ripreso l'idea di Hugo che si abbuffa come se non ci fosse un domani dalla Rowling: in fondo Hugie è il figlio di Ron e - se proprio non mi ricordo male - Hermione mi sembrava si lamentasse spesso per questa sua pessima abitudine di mangiare a bocca strapiena.

² Di nuovo, se non mi confondo, il professor Rüf aveva l'orrido difetto di non ricordarsi minimamente i cognomi dei propri studenti, storpiandoli. Il primo, Rettop, è al contrario: se lo leggete da destra verso sinistra, in realtà, viene fuori Potter. :) Il secondo, Leyasew, è l'anagramma di Weasley. L'ultimo, invece, Sonfor, è nuovamente l'anagramma di Forson. Aimee Forson è una Tassorosso del quinto anno e comparirà più avanti, tenetevi a mente questo nome! ;)

SONO DAVVERO IMPERDONABILE. Chiedo umilmente venia e spero di non dovermi proteggere dalla moltitudine delle vostre maledizioni.
Dunque, dunque, dunque. Siamo giunti al nono capitolo, bella gente! Che ve ne sembra? Personalmente, a me fa abbastanza schifo *Sospira pesantamente* Ma, ehi!, de gustibus. Magari ci sarà qualcuno a cui piacerà questa specie di obbrobrio. È stato un po' un parto, se devo essere sincera: le idee non erano poi così tante come speravo e ho fatto fatica a buttare giù questo scempio (ma direi che l'avrete capito dal terribile ritardo con cui aggiorno). Ma, anzichè continuare a lamentarmi, faremo meglio a passare a dare eventuali spiegazioni di questo... coso. Premessuccia: come avrete senz'altro notato, è un capitolo di passaggio (giusto per dimostrare che anche loro, ogni tanto, vanno a lezione :D)

Parte uno
: i protagonisti indiscussi sono i nostri beneamini di Grifondoro. Le povere Alice e Roxanne che devono mettere in atto le grandi manovre per svegliare Lily (che non ha alcuna intenzione di muoversi dal letto). Io sono uguale. :'D Piccolo momento tutti assieme alla tavola in Sala Grande, dove Hugo la combina davvero grossa: osa rovinare uno dei libri di sua sorella Rose, che dà completamente di matto. Essendo Rose figlia di Hermione Granger, mi sembrava quasi dovuto renderle omaggio in questo modo. Voglio dire: qualcosa deve pur aver preso da sua madre, oltre alla spiccata intelligenza, no? Alice, di solito, è quella che riporta l'ordine tra i ragazzi del quinto anno, Roxanne è un po' smemorata/sulle nuvole (ogni tanto), mentre Lily e Hugo sono i costanti ritardatari di famiglia.

Parte due: ritroviamo i nostri Serpeverde. Lo so, la parte dedicata esclusivamente a loro è decisamente corta ma a me piaceva così, per non farla diventare troppo prolissa. Ebbene, questa volta lo sclerato di turno non è Albus (sorprendetevi) ma il caro Blake Zabini. Insomma, immaginatevi di condividere il bagno con altre quattro persone, di cui una estremamente lenta, e poi moltiplicate il tutto per un ritardo clamoroso in cui voi dovete ancora prepararvi. D: Anche io comincerei a sbraitare come una matta. xD Sì, Scorpius ha - diciamo - il tono di un leader carismatico: i suoi amici lo ascoltano e "obbediscono" a ciò che ordina. E sì, Shane Harper è decisamente un idiota ma prometto che si riscatterà più avanti. ;)

Parte tre: Herbology is the way! Awwww, è tornato il nostro Neville! :3
Tanto amore per quest'uomo! ♥ Hugo è innamorato di questa materia (soltanto lui la trova meravigliosa), mentre Lily - e il resto dei nostri conoscenti - ritengono che sia un qualcosa di faticoso e dispendioso di energie. Insomma, non so quanto possa essere spassoso lottare contro piante che hanno vita propria. D: Secondo la mia mente contorta, ad Hogwarts - gli insegnanti - hanno adottato una nuova politica: cercare di coinvolgere il più possibile gli studenti alle loro lezioni (e fin qua ci siamo) e di farli collaborare tra di loro, soprattutto coloro che appartengono a Case differenti e "nemiche" (e-ehm * Tossicchia come la Umbridge *). Sophia e Naya sono tornate! :D E si uniscono ai nostri due meravigliosi Huly per svolgere il compito assegnato.

Parte quattro: Rüf è ancora tra noi. Essì, mi spiace. Però, le sue lezioni non sono molto seguite dagli alunni (mica per niente Lily e Hugo giocano a carte ahahah
♥). Io amo questi due. Hugo è così pasticcione! ♥__♥ Mentre Lily è il suo opposto: sicura di sè e determinata. Quindi, si completano a meraviglia. Come avevo già detto in precedenza, per me devono essere migliori amici: non esiste altro modo, mi dispiace. Sono perfetti. 
Ta-daaaan! Anche qui abbiamo un accenno Slytherin: ci sono Adam, Scorpius e Blake. Frecciatine a go-go con la nostra bella rossa di casa Potter! :) Nella parte finale, dove dico che ognuno di loro la osserva andarsene e - ciascuno - pensa a qualcosa che, grazie al cielo, gli altri non possono sapere, intendevo che Adam e Scorpius - ovviamente - sono rimasti incantati/affascinati dalla sua bellezza e dal suo essere così misteriosa/maliziosa, sempre con la risposta pronta e un sorriso enigmatico per tutti. Blake invece... bè, state tranquilli: lui non si innamorerà di Lily, ma comunque non è immune alla sua personalità.

Parte cinque: Qui, invece, ho cercato di approfondire un po' questa friendship tra i nostri Huly. Mi sono puramente inventata questa loro "tradizione" di passeggiare per il parco del castello, anzichè sprofondare nelle poltrone della Sala Comune vicino al fuoco, per restare lontani dal caos e dagli impiccioni. A Hugo frulla qualcosa per la testa e, finalmente, scopriamo che cos'è! Gli piace Sage (ma l'avevate già capito tutti, vero?). Lily lo conosce come le sue tasche, ecco perchè lo sapeva già. Diciamo che - un po' come Adam - ha un talento innaturale nel captare le emozioni altrui. Il suggerimento più vecchio del mondo? Trovatene un'altra, of course! Anche perchè, come ribadito da Hugo stesso, Sage non se lo calcola nemmeno di striscio (poverino T.T). La frase che dice Lily ("Tu sei la mia persona, tu sarai sempre la mia persona") è la traduzione della frase ad inizio capitolo ("You are my person, you will always be my person") che ho preso da Grey's Anatomy



Prossimo capitolo: il decimo. *-*
Cavolo, un gran traguardo, la prima decina! :D Piccolo spoiler: facciamo un balzo di un mesetto, quindi saremo a dicembre. E posso ancora dirvi che - nella mia fantasia - ad Hogwarts verrà organizzato un ballo di Natale. :D
Ho già iniziato a scriverlo e, almeno questa volta, le idee non mancano (per fortuna), quindi spero ardentemente di riaggiornare in tempo domenica prossima (almeno stavolta). Anche per questa volta, direi che è tutto: siamo giunti alla fine!
Se avete sempre delle domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere. :)
Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge. :)

Un bacione a tutti. 


Fatto il misfatto


Giorgia.

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Capitolo 10
*** All I want for Christmas is you. ***


Racconto12 - All I want for Christmas is you.
Capitolo 10.
All I want for Christmas is you.


Christmas Prom


I just want you for my own,
More than you could ever know.
Make my wish come true,
All I want for Christmas is you...
(Mariah Carrey - All I want for Christmas is you)

Da qualche anno a quella parte, la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts organizzava un favoloso ballo di Natale. Solitamente si svolgeva due serate prima della Vigilia e tutti gli studenti - dal primo al settimo anno - erano tenuti a parteciparvi, per poi prendere il treno che li avrebbe riportati a Londra il mattino seguente. Ovviamente, non aveva niente a che vedere con il prestigioso Ballo del Ceppo del Torneo Tremaghi, ma era soltanto una semplice e piccola ricorrenza per festeggiare l’arrivo del Natale e scambiarsi gli auguri prima che ciascuno ritornasse alle proprie abitazioni.

Da che ne avesse memoria, Lily Potter aveva sempre amato il Natale. In qualsiasi corridoio andasse, si respirava un’allegra aria di festa e tutto era stato magnificamente decorato per il grande evento. Hagrid aveva portato i consueti dodici alberi in Sala Grande che - insegnanti, Prefetti e Capiscuola - si erano premurati di abbellire con strepitosi addobbi, le armature erano state incantate per eseguire cori di carole natalizie al passaggio degli studenti e il parco del castello era diventato un’enorme distesa bianca, così accecante da fare male agli occhi. La neve cadeva placida da qualche settimana, contribuendo a far sì che - appena avessero un momento libero - i giovani maghi e le giovani streghe si incontrassero per organizzare battaglie a palle di neve, molto spesso incantate, all’ultimo sangue.
Alcuni rametti di vischio potevano sorprendere i poveri malcapitati di turno che vi indugiavano sotto, mentre gli studenti più furbi utilizzavano le scorciatoie conosciute e i passaggi segreti per evitare una simile tortura. Persino Pix, il poltergeist, volteggiava sulle loro teste vestito con uno splendido completo da Babbo Natale.

La sera del lieto evento, Lily entrò trafelata all’interno del Dormitorio, sbattendo violentemente la porta e attirando - inevitabilmente - su di sè gli sguardi perplessi di Alice e Roxanne.

« Che Circe ti è successo?! » domandò la prima, strabuzzando gli occhi alla vista della sua migliore amica, completamente ricoperta di una sostanza viscida e sicuramente appiccicosa.
« Malfoy » ringhiò tra i denti, furibonda. « Ha pensato che fosse spassoso ricoprirmi accidentalmente di Puzzalinfa » con un gesto secco se ne tolse una manciata che minacciava di colarle sugli occhi. « Fortunatamente sono riuscita a lanciargli una perfetta Fattura Orcovolante »

Roxanne ridacchiò appena, coprendosi la bocca con la mano: esattamente come sua madre, la piccola Potter aveva un talento naturale nell’eseguire quell’incantesimo.

« A proposito » cominciò Alice, voltandosi verso di lei. « Un gufo ti ha portato quello, qualche minuto fa » e le indicò un enorme pacco, proprio sul suo letto a baldacchino.
« Chi lo manda? » domandò curiosa, non prima di essersi tolta la Puzzalinfa di dosso grazie ad un veloce colpo di bacchetta.
« C’era un biglietto » rispose prontamente Rox, sventolandolo allegramente.

Afferrò velocemente il piccolo quadrato di pergamena, aprendolo con un tocco delicato e notando immediatamente la calligrafia elegante ed ordinata con cui era stato scritto.

Per essere la regina di questa serata.
Per essere Lily Luna Potter, la rossa Malandrina per eccellenza.
Stasera, otto in punto, ti aspetterò fuori dalla tua Sala Comune, se vorrai concedermi l’onore di essere la mia dama per il Ballo.
Adam.


Adam.
Adam, Adam, Adam.
Leggere quel nome, scoprendo chi fosse effettivamente il mittente di quell’inaspettato dono, la rese leggermente nervosa. Da quando le faceva dei regali? Certo, non poteva negare a se stessa che ultimamente si erano avvicinati - e anche parecchio -, ma niente di quel loro “rapporto” di rispetto e sopportazione reciproca le aveva mai dato quella sensazione.

« Allora? Chi te lo manda? » chiese Alice, fingendosi indifferente, continuando a sfogliare il Settimanale delle Streghe.

Sapeva benissimo che - non appena avesse confessato - entrambe si sarebbero dilungate in un interrogatorio senza fine, mettendola a disagio e con le spalle al muro. Non le era mai piaciuto parlare dei suo sentimenti.

« Oh » pronunciò distrattamente, come se non fosse nulla di importante. « Adam Nott »
« Prego?! » balzò su Roxanne, saltando giù dal suo letto ad una velocità sorprendente.
« Adam Nott?! Quell’ Adam Nott?! » Alice strabuzzò gli occhi, non prima di aver gettato in un angolo della stanza la più famosa rivista di gossip e pettegolezzi del mondo magico.

Okay, almeno poteva dire di averci provato.

« E soprattutto: da quando in qua, Nott ti fa un regalo?! » proseguì la bruna, passeggiando per la stanza con una certa foga e una luce febbrile negli occhi color miele.
« Siamo sicuri che sia proprio lui? Voglio dire: non ce ne sono altri, in giro per il castello, giusto? » esordì Roxanne, prendendo l’amica per le spalle, bloccandola. « Piantala, Ali, mi stai facendo venire il mal di mare »
« Sì, hai ragione. Scusa » si concentrarono ambedue sulla rossa, che si sentì spacciata. « Per quale motivo ti ha spedito questo pacco, comunque? »
« A quanto pare mi ha invitata al Ballo di questa sera » rispose, cercando di sbirciare dentro la scatola per vederne il contenuto e sperando ardentemente che un fulmine la colpisse in pieno, in quel preciso istante.
« Per tutti gli slip consunti di Salazar! » tuonò Roxanne, portandosi immediatamente entrambe le mani a coprirsi la bocca. « Non fateci caso, è tutta colpa di Hugo » ne sventolò una, come a darvi poca importanza. « Be’... ma è fantastico! Oppure no? »
« Credo che vada bene, tutto sommato » scrollò le spalle. « Poteva invitarmi quella lumaca gigante di Wiggs, per esempio »

Sia Alice che Roxanne si espressero con versi disgustati, mentre un’espressione schifata si fece largo sui loro visi.

« Voi, invece, con chi ci andate? » domandò la Potter, sperando così di sviare l’attenzione dal discorso ‘Adam Nott ha invitato Lily Potter al Ballo’.
« Io ci vado con Jacob Grey, sai il nostro Battitore » snocciolò Roxanne, dirigendosi verso l’armadio dei vestiti. « Me l’ha chiesto qualche giorno fa, dopo l’allenamento »
« E tu, Paciok? »
« Me l’ha chiesto Lorcan Scamandro » mormorò, abbassando lo sguardo e facendo spallucce.
« Lorcan?! » la Weasley le diede una gomitata affabile tra le costole. « Non ce lo avevi detto! »
« Da quando, tu e Lorcan siete così... intimi? » ghignò la Potter, decidendo di punzecchiarla un po’ per vendicarsi di prima.
« Luna e mio padre sono sempre stati molto uniti e dopo la seconda guerra magica si sono spesso tenuti in contatto » spiegò frettolosamente, rovistando nel baule alla ricerca di chissà che. « Così, io e i gemelli abbiamo passato gran parte della nostra infanzia assieme, tutto qua »

Calò uno strano silenzio tra le tre, ognuna persa a svolgere una qualche importante e necessaria mansione, mentre la sera era ormai velocemente calata su Hogwarts come se qualcuno avesse gettato un’immensa quantità di Polvere Buio Pesto sul castello.

« Scusate un attimo » esclamò Roxanne, con fare preoccupato. « Per che ora vi hanno detto i vostri cavalieri? »
« Per le otto, perchè? »
« Non vorrei allarmarvi, ma... siamo in ritardo » annunciò afflitta, indicando l’orologio appeso alla parete. « Sono le otto adesso »

A dispetto delle sue previsioni, si scatenò il panico più completo: Alice, nell’udire la notizia, per poco non cadde inghiottita all’interno del suo immenso baule, ricomponendosi giusto in tempo per evitare che la stessa Roxanne la superasse con un balzo, sbattendo sonoramente una gamba contro il bordo di uno dei letti a baldacchino. Lily, invece, incurante del terrore dilagante, si chiuse velocemente in bagno - a doppia mandata - per cominciare a prepararsi.

« LILY! » sentì un grido acuto, provenire dall’altro lato della porta, e sorrise malandrina, tirando con un sonoro scatto le tende e aprendo l’acqua calda della doccia, facendo bellamente finta di non sentire le imprecazioni e le maledizioni che le sue due compagne le stavano lanciando contro.

Sarebbero arrivate in un terribile e tremendo ritardo, era poco ma sicuro.

Nel frattempo un elegantissimo Adam Nott, avvolto nel suo impeccabile abito da cerimonia, era appostato davanti al ritratto della Signora Grassa e ignorava con assoluta maestria le occhiate curiose degli abitanti della Casa rosso-oro, che si domandavano con crescente curiosità chi stesse aspettando il bel Serpeverde. Era in attesa della sua accompagnatrice da almeno mezz’ora buona. Sorrise leggermente, scuotendo appena il capo con fare rassegnato: d’altronde, pretendere che Lily Potter fosse puntuale, era come chiedere al defunto Lord Voldemort di distribuire caramelle ai bambini babbani e - magari - di farci anche amicizia.

Cercò di ingannare l’attesa in tutti i modi possibili e inimmaginabili, addirittura si mise a canticchiare una delle carole di solito intonate dalle armature, ma con le dovute correzioni messe in atto da Pix. Si diede mentalmente dell’idiota per non aver portato con sè un libro con cui poter passare il tempo, ma - fortunatamente - dieci minuti più tardi il ritratto si aprì cigolando lievemente e gli occhi smeraldini del ragazzo si incrociarono con un altro paio di iridi color cioccolato.
Ed eccola lì, Lily Luna Potter in tutto il suo splendore: il suo sguardo magnetico era stato messo in risalto da un delicato strato di trucco; il suo fisico slanciato e snello era fasciato da un lungo abito dorato in cui si faceva largo uno spacco piuttosto abbondante sul lato sinistro; aveva ridotto al minimo gli accessori, limitandosi ad indossare un paio di vistosi orecchini con zirconi che brillavano in modo accecante non appena venivano a contatto con una qualsiasi fonte di luce; infine, a contornare il tutto, i suoi lunghi capelli rossi erano stati acconciati in un’elaborata pettinatura, che le lasciava scoperto il viso di porcellana e la nuca.
Le sue labbra carnose si stirarono in un pigro e allegro sorriso sghembo, mentre Adam - a causa di un groppo in gola - non riusciva a pronunciare una singola parola, da tanto era stupito e sorpreso dalla sua bellezza.

« Sono in ritardo, lo so e mi dispiace » disse, sistemandosi delle inesistenti pieghe sul suo abito. « Fortunatamente devi essere una persona molto paziente: avevo già paura di non trovarti più perchè eri scappato »

Di tutta risposta, Adam scoppiò in una fragorosa risata, probabilmente dovuta alla buffa espressione dipinta sul viso della Grifondoro. Lily, inconsciamente, pensò che non l’aveva mai visto ridere così di gusto e che avrebbe dovuto farlo più spesso.

« Sei bello quando ridi » lo scrutò senza la minima traccia di imbarazzo, cogliendo tutte le sfumature della sua espressione.
« Ti ringrazio » proclamò lui, un po’ spaesato da tanta sincerità. « Stasera, però, tu sei un vero incanto »
« Sei gentile » replicò con tranquillità, sorridendo maliziosamente. « In parte direi che è dovuto a te » fece una giravolta, facendo sollevare appena la gonna.
« Sì, probabilmente hai ragione » disse in tono pomposo, facendola ridacchiare. « Andiamo? »

Le porse gentilmente il braccio sinistro, a cui lei si aggrappò con estrema convinzione, e si diressero tranquillamente verso la Sala Grande, assieme a qualche altra coppia.

Dall’interno della stanza, proveniva una soave melodia, accompagnata dall’allegro chiacchiericcio degli studenti, che scorrazzavano gioiosamente da una parte e dall’altra per salutare qualche amico o per ordinare qualcosa da bere e da mangiare. Appena riuscirono a mettervi piede, rimasero a dir poco strabiliati: tutta quanta la Sala Grande era stata addobbata con immense sculture di ghiaccio e di fontane da cui sgorgavano fiotti del più ghiotto cioccolato di Mielandia. Fatine vive e lucenti svolazzavano allegramente attorno al soffitto incantato, che rispecchiava al meglio il panorama invernale facendo cadere della neve magica addosso ai partecipanti. I dodici alberi di Natale, portati da Hagrid qualche giorno prima, troneggiavano sulla sala, da dietro il tavolo degli insegnanti, mentre qualche tavolino rotondo faceva capolino ai lati per permettere alle coppie di sedersi e riposarsi un po’, chiacchierando con i compagni. Era uno spettacolo impossibile da descrivere e pareva persino che la Sala Grande fosse diventata ancora più estesa ed immensa di quanto già non fosse in precedenza.

Quando Lily si riscosse da tanta magnificenza, si rese conto che tutti gli sguardi nei dintorni erano puntati su loro due e alcuni sussurravano i loro nomi a voce non poi così bassa.

« Ma quella è Lily Potter?! »
« Ora capisco perchè lei ha rifiutato il mio invito! »
« La Potter e Nott: questa sì che è bella! »
« Da quando quei due sono amici?! »

Se soltanto avesse avuto i poteri di Zeus, a quest’ora sarebbero stati tutti quanti fulminati.

« Non ve l’hanno detto che è maleducazione fissare la gente in quel modo? » sbottò lei, all’ennesima occhiata sorpresa.

Adam ridacchiò divertito, osservandola di sottecchi ed infischiandosene dei commenti maligni dei pettegoli di turno.

« Hai chiesto il permesso ad Albus per invitarmi, vero? » domandò improvvisamente Lily.

Si gelò sul posto, fissandola con aria sbigottita. « Perchè, dovevo chiederlo anche a lui? »
La ragazza lo guardò di rimando, semplicemente atterrita. « Non so se lo sai, ma mio fratello è molto geloso e possessivo nei miei confronti. Potrebbe fare una strage, se la cosa non gli andasse a genio »

Il Serpeverde rimase paralizzato al suo posto, indeciso sul da farsi: poteva andare a cercare Albus in quel marasma di insegnanti e studenti, spiegandogli la situazione. Oppure, poteva fare finta di niente, cercando di godersi la serata senza avere strambe allucinazioni sull’amico che sbucava da qualsiasi angolino buio e nascosto.
Peccato che le sue elucubrazioni mentali vennero riportate bruscamente alla realtà dalla risata cristallina della sua dama. Lily era letteralmente piegata in due dalle risate, beffandosi della sua ingenuità.

« Stai tranquillo, non c’è nessun bisogno di avere il permesso scritto di Al » esalò qualche secondo dopo, asciugandosi piccole lacrime che vagavano sulle sue guance.
« Giusto, dimenticavo che sei una dei Malandrini » scosse la testa, incredulo dall’essersi fatto gabbare con tanta semplicità da quella ragazzina così misteriosa e lunatica. « A volte ignoro completamente questo tuo... lato »   
« Beh, ho quindici anni e sono una Potter: so cavarmela benissimo da sola » ribattè prontamente, avvicinandosi al ragazzo con una studiata lentezza.
 

Adam deglutì, i suoi occhi persi nel contemplare quelli di Lily, che non accennava in alcun modo ad abbassare i propri. « Ti va di ballare? »

« A tuo rischio e pericolo » mormorò, sorridendo maliziosa e afferrando prontamente la sua mano, mentre si dirigevano sulla pista.

Prima che potessero prendere posizione al centro della sala, vennero bruscamente interrotti e riportati nel mondo reale da una sconcertata e sorpresa Minerva McGranitt.
« Signorina Potter e... oh, signor Nott! » li guardò con tanto d’occhi, avvicinandosi di più alla coppia di cui - senz’altro - si sarebbe parlato per settimane intere.
« Buonasera professoressa » rispose elegantemente Adam, inclinando appena il capo in un cenno di saluto.
« Preside » soffiò Lily, mettendo su la sua migliore espressione accattivante. « Qualcosa non va? » domandò, sghignazzando leggermente quando la donna - che si era incantata a fissarli, ostentando sempre un’espressione stupita - scosse lievemente il capo, come cercando di darsi un contegno.
« Nient’affatto, Potter » disse aspramente, riprendendo il suo solito cipiglio severo e autoritario. « Sono rimasta soltanto colpita dal fatto che vi siate presentati al Ballo insieme »
« Oh beh... ritengo che sia giusto ampliare la propria rete di... conoscenze, non trova? » la ragazza sorrise angelicamente, guardando il suo accompagnatore con la coda dell’occhio.
« Assolutamente » annuì con decisione, trovandosi d’accordo con quanto appena affermato da una delle sue allieve. « Bene, forse è il caso che vada a controllare i vostri compagni » fece per allontanarsi, superando qualche studente che volteggiava sulla pista da ballo con fin troppo entusiasmo.
« Sorprendente. Sembra addirittura che siano diventati ami-... beh, perlomeno che si sopportino » la sentirono borbottare tra sè e sè.

I due ragazzi non poterono fare a meno di guardarsi con aria complice e di scoppiare in una mezza risata divertita, ancora meravigliati dal fatto che la McGranitt fosse rimasta turbata da questo loro improvviso “scoppio d’amicizia”.

« Sbaglio o stava per dire la parola amici? » disse Adam, le iridi color giada ancora fisse sul punto in cui era scomparsa la Preside, inarcando un sopracciglio.
« Io amica di una Serpe?! » sbottò Lily, volendo apparire oltraggiata. « Questo mai! »
« Se la metti così, nemmeno io voglio essere amico di una Grifondoro » replicò divertito. « Per giunta, una Potter » finse di rabbrividire, beccandosi un pugno sulla spalla come risposta.
« Non eri tu quello che mi aveva chiesto di ballare? » chiese, simulando un’espressione altezzosa che nulla aveva a che fare con la sua spiccata e vivace personalità.
« Giusto » fece un mezzo inchino giocoso. « Mi perdoni, signorina »

La guidò dolcemente verso il centro della pista, dove si posizionarono uno di fronte all’altra, mentre tutti i loro compagni ballerini volteggiavano intorno a loro. Lily sistemò con sicurezza una mano dietro al collo del suo cavaliere - afferrandone poi la sinistra - e si lasciò cingere la vita in un tocco delicato, mentre seguivano lo scorrere di quella musica lenta e dolce, dall’inconfondibile ritmo di un valzer.  

« Non te la cavi affatto male » si complimentò, sinceramente ammirato da tanta bravura.
« Puro talento naturale » ribattè, abbassando velocemente lo sguardo per osservare i passi compiuti dai suoi piedi e per evitare di rifilargli un pestone con quelle scarpe dai tacchi assassini.

Per un breve ed intenso istante, la mano destra di Adam - ossia quella posizionata sulla parte bassa della schiena della sua accompagnatrice - si separò e andò a posizionarsi sotto al suo mento, facendole quindi alzare gli occhi.

« Non sta bene fissarsi i piedi »

Lei inarcò elegantemente un sopracciglio, terribilmente divertita da quell’affermazione. « Educazione da Purosangue? »
« Educazione da Purosangue » confermò, sorridendo apertamente.



****



Seduta ad uno di quei tavolini rotondi che contornavano la pista da ballo, aspettava con infinita pazienza il suo cavaliere, sparito chissà dove. Ogni tanto lanciava un’occhiata disperata nei dintorni, sperando di veder ricomparire all’improvviso il ragazzo che le aveva romanticamente chiesto di presentarsi al Ballo di Natale con lui e che, invece, era misteriosamente scomparso. Il mento bellamente poggiato sulla mano destra, le lunghe gambe - fasciate dallo splendido abito color avorio - accavallate con estrema eleganza ed uno dei piedi che si muoveva leggermente, tenendo perfettamente il tempo della musica, facevano presagire che stesse attendendo da parecchio tempo. Ogni tanto le labbra rosee della ragazza si dischiudevano per cantare a bassa voce un pezzo del brano assordante su cui si stavano esibendo le Sorelle Stravagarie, accompagnate dalla cantante pop Celestina Warbeck - entrambi molto famosi ai tempi dei loro genitori -, facendo dimenare - in maniera decisamente poco elegante - tutti gli studenti, avvolti nei loro abiti da cerimonia più costosi.

« Mio fratello è stato così maleducato da lasciarti qui, tutta sola? »

Le iridi verde chiaro di Sage Spence si spostarono immediatamente - e con fin troppa velocità - sul suo interlocutore: Lorcan Scamandro, avvolto nel suo smoking color alabastro, la studiava attentamente, accomodandosi sulla sedia di fianco a lei, assieme alla sua dama.

« Lysander è soltanto andato a prendere da bere » rispose automaticamente, voltando il viso in un’altra direzione. Aveva il classico tono di una persona che ha già ripetuto quella frase miliardi di volte e di chi, alla fin fine, non ci credeva più tanto.

Essendo Lorcan una persona molto perspicace, riuscì ad intuire che qualcosa non andasse, ma decise che sarebbe stato meglio non tirarla in ballo proprio lì, davanti a tutta la Sala Grande. « Lei è Lexie, a proposito » presentò la sua nuova accompagnatrice, con un sorriso gioioso impresso sulle labbra.

L’attenzione della rossa venne catturata da questa nuova - e presunta - ragazza di Lorcan: Lexie Moore. Le pareva che appartenesse all’ultimo anno di Serpeverde, forse era un’amica di Dominique Weasley o qualcosa di simile. Tutto sommato, però, le sembrava simpatica e sicuramente piuttosto coinvolta sentimentalmente con il maggiore dei gemelli, a giudicare dai teneri sguardi che si lanciavano.

« Molto piacere » rispose, salutandola con un buffo cenno della mano.
« Piacere mio » ribattè cordialmente, sorridendo in modo gentile. « Hai un bellissimo vestito, ti sta d’incanto »
« Davvero Sage, sei splendida » annuì Lorcan, mostrandosi totalmente d’accordo.

Perfetto: tutti che le facevano dei complimenti su quanto le stesse bene il suo nuovo abito, tranne che il suo accompagnatore, sparito chissà dove senza nemmeno inventarsi una scusa decente.

« Ehilà! Possiamo sederci anche noi? »

Il cuore di Sage ebbe uno spiacevole tuffo, accelerando leggermente rispetto al suo solito e regolare battito. Il viso allegro e spensierato di Hugo Weasley fece capolino, entrando nel suo campo visivo, accomodandosi di fronte a lei, assieme ad una ragazza bionda che non aveva mai visto prima. Possibile che ad Hogwarts ci fosse qualcuno che non avesse mai notato?

« Ciao Hugie! » disse Scamandro, dandogli un’affettuosa pacca sulla spalla. « Chi è la tua signora? »

La Grifondoro, attenta a captare ogni minimo movimento o espressione, notò che la ragazza in questione arrossì visibilmente sulle guance, rendendo la sua pelle nivea di un evidente color porpora.

« Oh, lei è Aimee » le strinse un braccio attorno alle spalle. « Aimee Forson, Tassorosso del mio anno »

Aimee Forson, Tassorosso del mio anno.

Quelle parole rimbombarono nella testa di Sage in modo sgradevole, quasi come se stridessero entrando a contatto con il suo cervello. E di nuovo, il suo cuore mancò un colpo. Proprio non riusciva a spiegarsi quelle strane emozioni che si erano rovesciate in lei con tanta ferocia, avvolgendola ed impregnandola come se fossero state veleno.

« Io... » scattò in piedi, senza nemmeno accorgersi di quel suo cambiamento di posizione. « ...Scusate, vado a prendere una boccata d’aria »

Sage si avviò velocemente verso l’uscita della Sala Grande, scrollandosi di dosso - con un certo nervosismo - i candidi fiocchi di neve, prodotti dal Soffitto Incantato. Si sentiva soffocare, come se le solide pareti di pietra si chiudessero addosso a lei, negandole la regolarità del respiro. Dentro. Fuori. Dentro. Fuori. Le sembrava che l’aria le arrivasse ai polmoni in modo compresso e sentiva la testa girarle vorticosamente, impedendole di distinguere i volti che la circondavano.
Le cedettero le gambe e ringraziò mentalmente Merlino per averle fornito un muro a cui appoggiare la schiena, attraversata da rivoli di sudore freddo.

« Sage? » una voce maschile un po’ roca, riuscì ad interrompere il costante ronzio delle sue orecchie.

Conosceva perfettamente quel timbro vocale.

Avrebbe potuto riconoscerlo persino all’interno di una stanza con milioni di persone. Quella voce che aveva voluto disperatamente sentire per così tanto tempo. E allora perchè ne era così delusa?

« Lys? » mormorò in modo talmente flebile che si stupì di ottenere risposta.
« Per Morgana! » si accovacciò di fronte a lei. « Che ti succede? Stai male? Vuoi che ti porti in Infermeria? »
« No, io... » cominciò a respirare profondamente, mettendo la testa sulle ginocchia e chiudendo gli occhi stanchi, concentrandosi semplicemente sulla mano calda di Lysander che le accarezzava dolcemente le spalle.

Quando si sentì un po’ meglio, decise di risollevare lo sguardo, incontrando immediatamente le iridi verde-azzurro del ragazzo, impregnate di preoccupazione. Lysander era preoccupato per lei.

« Mi dai una mano ad alzarmi? »

Senza alcuno sforzo apparente, il biondo la sollevò - come un’inerme bambola di pezza - e la sorresse quando, a causa di un capogiro, Sage barcollò in modo quasi impercettibile.

« Ti accompagno in Sala Comune » decise, usando un tono che non ammetteva repliche di nessun tipo. Non che lei avesse intenzione di ribattere, comunque.

Il ritratto della Signora Grassa non le era mai parso così lontano come in quel preciso istante. Il cervello di Sage, ancora un po’ annebbiato dopo quel momento di indisposizione, stava lavorando febbrilmente, cercando di formulare ipotesi sul perchè fosse stata così male. Qual’era la causa scatenante?  
« Sembrava che ti fosse venuto un attacco di panico » esordì Lys, guardandola con la coda dell’occhio. « Come ti senti? »

Un attacco di panico. Non le era mai successo. Lei, l’imperturbabile e coraggiosa Sage Spence, stroncata in questo modo da un attacco di panico.

« Sono soltanto un po’ stanca » biascicò stentoreamente. Ed era vero, faceva fatica a tenere gli occhi aperti, mentre il sonno bramava di rapirla e portarla con sè in un profondo e dolce oblio.

Il giovane Grifondoro l’aiutò ad arrampicarsi su per il buco del ritratto e l’accompagnò fino alla base delle scale che portavano ai dormitori femminili.
« Be’, più in là non posso andare » osservò con un sorrisetto divertito i solidi gradini pronti a trasformarsi in uno scivolo se un qualsiasi ragazzo vi avesse poggiato un piede sopra. « Buonanotte Sage, ci vediamo domani mattina » si avvicinò lentamente al suo volto, riuscendo ad osservare ogni minimo particolare del viso di porcellana della ragazza. Poggiò delicatamente le sue labbra su una delle due guance, dopodichè le portò una ciocca di capelli - sfuggita dall’impeccabile pettinatura - dietro all’orecchio,  in un gesto semplice e dolce.
« Buonanotte » replicò lei, guardandolo allontanarsi verso la sua stanza. Sentiva una strana morsa allo stomaco, anche se non riusciva proprio a capire da che cosa fosse dovuta.

Fortunatamente la camera era immersa in uno strano ed inquietante silenzio, il che stava ad indicare che le sue compagne non erano ancora rientrate. Le sarebbe piaciuto che ci fosse stata almeno Rose a tenerle un po’ di compagnia, sdraiandosi sul letto assieme a lei e coccolandola come se fosse stata una sorella maggiore, o una mamma. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma era troppo combattuta e distrutta quella sera per poterle ricacciare indietro orgogliosamente, come faceva di solito.

Lysander l’aveva aiutata. Ma l’aveva lasciata sola per un tempo che sembrava interminabile. Lysander si era impensierito per lei. Ma, anche se in cuor suo quei gesti le facevano immensamente piacere, avrebbe voluto che ci fosse qualcun altro al suo posto.



****



« Quindi James ha pensato bene di nascondere uno dei nuovi fuochi d’artificio di mio zio George su per il camino, così quando papà e mamma, la sera, sono rientrati a casa e hanno acceso il focolare... bum! É saltato tutto per aria » raccontò Lily, sorridendo malandrinamente nel ricordarsi la scena, mentre i suoi occhi scuri brillavano di una luce di divertimento febbrile.

Adam, che la osservava con aria rapita, non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata, che rimbombò all’interno della protezione magica, messa sul parco del castello cosicchè gli studenti potessero godersi una passeggiata al chiaro di luna senza morire congelati.

« Mi domando cosa sarebbe successo se io e Scorps, da piccoli, avessimo fatto saltare in aria il Manor » replicò divertito, accomodandosi su una panchina. « Probabilmente, lo zio Draco sarebbe morto d’infarto »
« O sarebbe finito ad Azkaban per duplice omicidio » ribattè lei, sghignazzando apertamente.
« Potrebbe essere » le concesse, con un cenno affermativo del capo.
« Pensavo che Malfoy fosse venerato anche dalla sua famiglia »

Il ragazzo sbuffò appena, rendendo impossibile intuire se fosse seccato o se stesse trattenendo un’altra risata. « Assomiglia a zio Draco in modo impressionante, caratterialmente intendo »
« Chissà perchè, ma la cosa non mi sorprende affatto »
« Soltanto zia Asteria sa come prenderlo. Forse è l’unica in grado di capirlo veramente »
« A parte te e Sophia » gli poggiò una mano su una delle braccia muscolose, con aria comprensiva.

Adam le regalò un sorriso sghembo. « Lo pensi davvero? »
« Certo » annuì con convinzione, improvvisamente seria. « Non ho mai visto Malfoy comportarsi bene con qualcuno. Ho sempre pensato che fosse privo di qualsiasi sentimento ma poi... non lo so, ho notato come si lascia coinvolgere dalla Stonem o di come ti guarda quando tu prendi parola »
« Come mi guarda?! »
« Non nel modo in cui stai pensando, idiota » lo sentì ridacchiare. « É come se... fossi suo fratello. Non so come spiegarlo ma si vede che tiene molto a te e alla tua opinione. Neanche con Al, che è il suo migliore amico, si espone così tanto »
« Siamo maschi. Nessuno di noi, se ha dei problemi, va a piangere sulle spalle dell’altro, come fate voi femmine »

Lily roteò teatralmente gli occhi al cielo, ma era chiaramente divertita. « Oh, giusto. Dimenticavo: la vostra seduta psicologica comprende un affabile pugno sulla spalla e per voi è tutto a posto. Da veri duri, insomma »

Adam rise apertamente, contagiando anche la stessa Lily. Da quando si erano incrociati in Infermeria, quel lontano giorno di ottobre, qualcosa tra i due era radicalmente cambiata. Erano riusciti a mettere da parte gli antichi dissapori tra le loro Case di appartenenza, stringendo un solido legame e rendendo possibile un’aperta amicizia tra Serpeverde e Grifondoro, cosa che tutti gli insegnanti continuavano a consigliare vivamente.

« Sai, Nott » cominciò con tono ironico, mentre un sorriso malizioso si apriva sulle sue labbra piene. « Ci sono dei momenti, momenti come questo, in cui mi domando perchè sei stato smistato tra le Serpi »

Il ragazzo si stravaccò sulla panchina, puntando il suo sguardo color giada verso il limpido cielo stellato. « Quando il professor Paciok, quasi sette anni fa, mi mise il Cappello Parlante sulla testa, questi mi disse che avevo una grande sete di conoscenza e che ero molto ambizioso » scrollò appena le spalle, lanciandole un’occhiata di sottecchi per valutare la sua reazione « E poi, ovviamente, tutta la mia famiglia è stata smistata a Serpeverde »
« Ovviamente » assentì, inclinando appena il capo da un lato. « Ambizioso eh? »
« Non lo sai che noi Serpi otteniamo sempre tutto ciò che vogliamo? » il suo sguardo si posò candidamente sulla sua figura, in un modo talmente intenso che - se Lily fosse stata un’altra ragazza qualunque - sarebbe certamente arrossita. 
 
Invece continuò a restare rapita da quella sottospecie di gioco, sostenendo fermamente le sue occhiate penetranti, che le lasciarono marchi infuocati sulla pelle.

« Quello che mi domando è... » con studiata lentezza, si fece più vicina al ragazzo, lasciandolo quasi impietrito sul posto. « ...Proprio tutto? » sorrise in modo accattivante, alzandosi e cominciando a correre gioiosamente verso il castello, per come glielo consentivano i tacchi e il lungo abito da sera.



****



Il giorno seguente, uno Scorpius Malfoy con due pesanti occhiaie violacee sotto i magnetici occhi plumbei, i capelli spettinati, la giacca su una spalla, la cravatta semi-slacciata e la camicia in parte sbottonata, fece il suo ingresso in Sala Comune, salendo fino alla sua stanza al dormitorio.

Nonostante fosse decisamente presto e nonostante fosse esausto per la nottata passata in bianco, si accorse immediatamente che c’era qualcosa che non andava. La camera era completamente deserta, fatta eccezione per una figura snella dai capelli rosso scuro e dall’abito dorato, che dormiva placidamente. Figura che - ad un’occhiata più attenta - altri non era che Lily Potter. Un momento: che diamine ci faceva la Potter, lì?

Stava già per urlare con quanto più fiato avesse in gola, ma qualcosa nell’espressione dolce presente sul viso della ragazza, lo trattenne dal farlo. E scoprì di non avere minimamente voglia di svegliarla. Avrebbe potuto guardarla per ore intere mentre sonnecchiava con quell’espressione un po’ imbronciata e così teneramente buffa.
Scorpius rimase piacevolmente spiazzato, immobile sulla soglia della stanza e senza muovere nemmeno un muscolo. Continuava a fissarla con uno strano sorriso da ebete stampato sul viso.

Era splendida persino quando dormiva.   

Scosse la testa, semplicemente inorridito: non poteva aver appena pensato quelle cose sulla sua nemica giurata! Questa era senz’altro la stanchezza che gli stava giocando un brutto tiro. Nient’altro. Sì, avrebbe dormito una manciata d’ore e sicuramente quei bizzarri pensieri sarebbero svaniti completamente.
Era già pronto a buttarsi a peso morto sul letto, quando si accorse che la Potter era proprio adagiata sul suo baldacchino. Con strane teorie che gli ronzavano in testa, Scorpius Malfoy uscì, dirigendosi in Sala Comune per poi sdraiarsi su uno dei confortevoli divanetti di pelle nera, utilizzando un braccio per coprirsi gli occhi dalla fastidiosa luce verdognola del lago Nero e delle torce appese alle pareti.

Lily aprì le grandi iridi color cioccolato al latte, anche se con una certa fatica. Il primo pensiero che le balenò in mente fu che quella non era assolutamente la sua stanza. Dove diamine erano finiti i poster e le foto appese alle pareti? E perchè i colori rosso-oro del suo dormitorio erano stati bellamente sostituiti dal verde e dall’argento?

Come se qualcuno avesse premuto il tasto dell’avanzamento veloce, i ricordi cominciarono a venire a galla: dopo le chiacchiere nel parco del castello, Adam l’aveva giocosamente rincorsa per mezzo castello, fino a quando - entrambi sfiniti  e insonnoliti - si erano rifugiati nella Sala Comune dei Serpeverde, decisamente più vicina rispetto a quella dei Grifondoro.

« Adam? » chiamò, puntellandosi su un gomito e soffocando a stento uno sbadiglio, guardandosi intorno con aria incuriosita.

Nessuna risposta. Si ributtò a capofitto sul cuscino ed inspirò un odore piuttosto pungente e completamente diverso da quello che aveva sentito addosso al suo accompagnatore la sera precedente. Sembrava un miscuglio tra tabacco e muschio bianco.

Malfoy. Quello era il letto di Malfoy.

Si alzò di scatto, provocandosi un bel capogiro, e scese velocemente i solidi gradini di pietra che portavano alla Sala Comune, sperando ardentemente che nessuno la vedesse sgattaiolare via con fare circospetto. Fortunatamente, qualcuno lassù doveva volerle veramente bene, perchè - forse a causa delle ore piccole fatte la sera prima - la maggior parte degli studenti era ancora a letto, o già scesa in Sala Grande a fare colazione, visto che la stanza era completamente vuota, fatta eccezione per una testa platinata che sbucava dal bracciolo di uno dei divani.
Era Scorpius Malfoy che dormicchiava con un braccio sul torace e uno sugli occhi, e un’aria così serena e beata che nessuno avrebbe mai avuto il cuore di svegliarlo. Lily non potè proprio fare a meno di osservarlo: effettivamente, era proprio un bel ragazzo. I suoi occhi si sbarrarono per l’idiozia appena concepita. Non poteva pensare quelle cose sul suo nemico giurato! Era tutta colpa della stanchezza, senza dubbio.

Cercò di allontanarsi furtivamente, togliendosi persino quelle dannate scarpe col tacco che le avevano procurato un bel male ai piedi. Ci mancava soltanto che la sua nemesi si svegliasse proprio in quel preciso istante, beccandola lì - nella Sala Comune dei Serpeverde, dove non avrebbe mai e poi mai dovuto essere - e soprattutto, cosa ancora peggiore, col vestito della sera prima.

« Potter? »

Ecco, troppo tardi.

Si voltò leggermente, facendo sì che i suoi occhi scuri si scontrassero con quel mare plumbeo che erano quelli di lui, che la studiava con aria palesemente confusa e sorpresa al tempo stesso, coi capelli scompigliati più del solito. Quasi con rassegnazione, aspettava la prima frecciatina o il primo commento malevolo della giornata, perchè un Malfoy non può essere gentile con un Potter. É contro natura.

« Dove stai andando, di grazia? » chiese con insolita benevolenza.

Strano. Era tutto infinitamente tranquillo. E sospetto.

« Nella mia Sala Comune » rispose, concentrandosi apparentemente sulla figura solitaria della piovra gigante, al di là delle vetrate. « Ho approfittato troppo della vostra ehm... ospitalità »

Un sopracciglio biondo di Scorpius svettò verso l’alto, rendendo ancora più palese l’espressione perplessa del ragazzo.

« Oh, Merlino! » sbottò spazientita, sollevando gli occhi al cielo con fare scocciato. « Grazie per avermi fatto dormire sul tuo letto, contento adesso? » le sue guance si imporporarono lievemente - cosa che la sconcertò alquanto -, rendendo ciò una delle situazioni più imbarazzanti a cui avesse preso parte, ed era più che sicura che Malfoy ne avrebbe approfittato per stuzzicarla a vita.

Scorpius pensò che avrebbe potuto prenderla in giro almeno da lì fino alla fine dell’anno scolastico, ma non lo fece e si rese conto di non avere alcuna voglia di farlo. Che diavolo gli stava succedendo? Senza dubbio, il suo passatempo preferito era quello di provocare ed irritare proprio la Potter. E allora perchè tutto d’un tratto non gliene importava più niente? La prima cosa che gli balenò in testa fu che la trovava magnificamente adorabile anche se le sue guance avevano assunto una sfumatura molto simile al colore dei suoi capelli.

« Stai bene, Malfoy? » gli domandò, avvicinandosi leggermente e mostrando una strana espressione in viso.
« Che cosa? » scosse appena il capo, come per riprendersi. « Certo che sto bene, Potter, che razza di domande! » ribattè seccato, cercando di darsi un contegno e sperando ardentemente che lei non si fosse accorta che la stava fissando con un’aria imbambolata. In seguito, si passò le mani sul viso, sfregandosi gli occhi come faceva quando era bambino.
« Se lo dici tu... » mormorò lei, seccata da quei suoi continui sbalzi d’umore. « Potresti ringraziare Adam da parte mia, quando lo vedi? E dirgli che dovevo assolutamente tornare al mio Dormitorio per finire il baule? »

Malfoy fissò il suo sguardo allibito sulla parete incantata della stanza - che stava lentamente scivolando di lato - e sulla ragazza, che si stava velocemente incamminando verso la Sala Comune dei Grifondoro tenendo un lembo del vestito con la mano sinistra e con l’altra le scarpe. Non seppe di preciso che cosa gli prese in quel momento ma, in futuro, avrebbe sempre ringraziato la sua prontezza di spirito e il suo inaspettato coraggio, che - per una volta - aveva spinto da un lato l’orgoglio e si era fatto valere. Semplicemente, agì d’istinto e la seguì, rincorrendola e percorrendo inconsciamente i suoi stessi passi.

« Ehi, Potter! » la chiamò, vedendola in lontananza, facendo sì che si bloccasse a metà di una rampa di scale.

Lei si voltò, non riuscendo proprio a mascherare un’espressione di pura sorpresa, e aspettò che il ragazzo la raggiungesse, ancora più sbalordita dal fatto che Malfoy - Scorpius Malfoy - la stesse inseguendo.

« Che cosa c’è, Malfoy? » domandò stancamente, desiderando soltanto che la lasciasse in pace.
« Hai baciato Adam? »

Lily inarcò elegantemente un sopracciglio vermiglio, chiedendosi se - per caso - Malfoy non fosse impazzito tutto d’un colpo o se una strana forza misteriosa l’avesse rapito, scambiandolo con questo che di Malfoy non aveva proprio nulla, se non l’aspetto fisico.

« Credo proprio che la cosa non ti riguardi affatto » replicò duramente, dandogli le spalle e proseguendo il suo percorso, cercando inutilmente di allontanarsi il più possibile da lui.
« Potter! » il ragazzo, però, al contrario delle sue aspettative, non si diede per vinto e la sorpassò con un paio di falcate, bloccandole poi il passaggio con estrema facilità grazie a quei venti centimetri di altezza in più e al suo fisico, scolpito dai numerosi allenamenti di Quidditch. « Allora? » la intimò, guardandola con quei suoi occhi plumbei, così dannatamente belli.

Lei sbuffò, a metà tra il seccato e l’arrendevole. « Non è successo niente tra me ed Adam, contento? » gli tirò una spallata, cercando di essere il meno delicata possibile, e tentò per l’ennesima volta di arrivare al ritratto della Signora Grassa.

La mano del ragazzo scattò da sola, in un gesto fulmineo, prendendola per il polso e facendola voltare, cosicchè Lily Potter si ritrovasse a pochi centimetri dalle labbra di Scorpius Malfoy, con le mani poggiate sul suo petto, cosa che le fece andare nuovamente il viso in fiamme.

« Malfoy ma che diavolo... » tentò inutilmente di schiarirsi la voce, ma la gola era completamente secca. « ...Che diavolo stai facendo? »

Si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra per attimi che parvero interminabili, i nasi che si sfioravano e i respiri diventati leggermente irregolari, così come il battito cardiaco di entrambi, accelerato in maniera allarmante.

« Ehi, Scorps! » Shane Harper, accompagnato da un Blake Zabini stranamente tranquillo in sua compagnia, si stava sbracciando nella loro direzione, mentre l’altro si tirò una pacca sulla fronte, scuotendo la testa esasperato.
« Ciao Zabs, ciao Shane » salutò allegramente il biondo, guardando i suoi due amici come se non l’avessero affatto beccato in atteggiamenti piuttosto equivoci con la ragazza che, in teoria, avrebbe dovuto odiare.
« Oh, ma c’è anche Lentiggini! » trillò euforico Harper, trattenendosi a stento dal soffocarla in un abbraccio entusiastico.
« Ciao Rossa » rincarò la dose Blake, guardandola con un ghigno di scherno stampato sul viso.

Lei li cruciò entrambi con una semplice occhiata, che li fece arretrare leggermente. « Sono proprio curiosa: questi nomignoli idioti, sono una caratteristica facente parte del vostro dna oppure, appena mettete piede ad Hogwarts e venite smistati tra le Serpi, vi danno in dotazione un libro? » volle sapere, usando un tono completamente intriso di sarcasmo pungente.
« Te l’ha mai detto nessuno che saresti stata proprio bene a Serpeverde? » disse Zabini, scrutandola con i suoi occhi blu scuro.
« Non sei certamente il primo, Zabini, puoi stare tranquillo » esordì, incrociando le braccia al petto e fissandolo. « E di sicuro non sono così permalosa da offendermi »
« Strano, se avessi detto questa cosa a qualsiasi altro Grifondoro, penso che - come minimo - sarebbe scoppiato un duello » ribadì, mostrandosi piuttosto sorpreso al riguardo.

Lily scrollò le spalle, con noncuranza. « Evidentemente non sono... diciamo che non sono poi così tanto Grifondoro »
« E questo cosa vorrebbe dire? » intervenne Malfoy, scrutandola con tanto d’occhi e attendendo una sua risposta. E, conoscendolo, avrebbe anche dovuto essere una risposta esauriente e sensata.
« Di nuovo, non credo siano affari che ti riguardino, Malfoy » lo liquidò con un gesto secco della mano.
« E adesso, se volete scusarmi, c’è un baule che mi attende al Dormitorio di Grifondoro » cominciò a spostarli a spintoni, finalmente allontanandosi da quello strambo gruppetto.
« Shane, va’ con lei » disse Scorpius, con un tono fin troppo tranquillo e pacato.

Okay, quello non era affatto Malfoy. Aveva chiesto (chiesto! Quando mai un Malfoy chiede qualcosa?!) ad Harper di accompagnarla, come se fosse preoccupato di un suo possibile incontro con qualcosa, o qualcuno, di estremamente pericoloso.

« Vieni Lentiggini, andiamo » disse allegramente il ragazzo, poggiandole un braccio sulle spalle.

Lily lo scrollò via con ben poca delicatezza, facendo sghignazzare sia Scorpius che Blake.

« Ti conviene non provarci mai più, Harper » sibilò con voce tagliente, regalandogli un mezzo sorriso particolarmente inquietante.
« D’accordo, d’accordo, vostra maestà » le mostrò i palmi della mani, in un improbabile gesto di pace.

Quando, finalmente, riuscì a raggiungere il ritratto della Signora Grassa - continuando abilmente ad ignorare il logorroico chiacchiericcio del suo compagno d’avventura -, la ragazza voleva semplicemente buttarsi sul suo letto e diventare un tutt’uno col comodo materasso.

« Lumos Solem » recitò correttamente la parola d’ordine, ben evitando di farla sentire al Serpeverde, e si arrampicò su per il buco del quadro, sbucando nella sua Sala Comune e non ricambiando il caloroso saluto lanciatole dallo stravagante ragazzo.



****



Alle undici in punto, tutti gli studenti di Hogwarts che sarebbero ritornati a casa per le vacanze natalizie, erano stipati nei numerosi scompartimenti dell’Espresso, aspettando il fatidico momento in cui sarebbero scesi al binario 9 e ¾, a Londra, in attesa di riabbracciare le loro famiglie.

Rose Weasley sollevò per l’ennesima volta gli occhi nocciola, nel sentir scorrere la porta dello scompartimento in cui si era rifugiata con i numerosi amici e parenti. Nel vedere che la persona appena entrata, altri non era che sua cugina Lucy, per poco non lanciò un grido esasperato.

Dove Merlino era finita Sage?  

La sua migliore amica che, quella mattina, aveva a malapena incrociato in Dormitorio, tutte prese com’erano a finire di preparare i bagagli per la partenza, si era separata da lei a partire dalla colazione in Sala Grande e quando era tornata in stanza, semplicemente, non c’era più. Una persona non poteva sparire in quel modo. A meno che non si considerasse la Smaterializzazione ma, come ricordava dai costanti suggerimenti di sua madre e suo padre prima che entrasse ad Hogwarts, non ci si poteva Materializzare o Smaterializzare all’interno dei confini del castello. Quindi, doveva per forza essere su quel treno.
Con uno scatto repentino, si alzò in piedi - ignorando palesemente le occhiate sconcertate di suo fratello Hugo - e uscì fuori in corridoio, nella vana speranza di ritrovare la sua migliore amica. Molto probabilmente le stava nascondendo qualcosa. Scansò qualche primino troppo euforico e chiuse un occhio su alcuni scherzi dei Tiri Vispi che - essendo Caposcuola - avrebbe dovuto confiscare. In fondo, era quasi Natale e si sa che - teoricamente - in questo periodo dell’anno, si è tutti più propensi alla bontà. Scrutò in ogni scompartimento chiassoso e in ogni anfratto del treno, ma della sua spensierata amica dai capelli rosso rame non c’era alcuna traccia.

Avrebbe dovuto chiamare gli Auror?

Sentiva un senso crescente di preoccupazione farsi largo all’interno del suo petto, espandendosi come una macchia di inchiostro su una pergamena perfettamente immacolata. No. Lei era Rose Weasley, non poteva - e non doveva - far sì che il panico le offuscasse la mente, impedendole di ragionare in modo lucido. Si mordicchiò il labbro, con fare assorto, continuando ad arrovellarsi il cervello nella vana speranza che qualche indizio - anche il più futile - saltasse fuori.

All’improvviso, un crescente bussare spazientito la interruppe dalle sue elucubrazioni mentali. Voltandosi, scoprì una ragazza del terzo o quarto anno di Corvonero, intenta a premere ripetutamente - e con una certa foga - le nocche contro la piccola porta del bagno delle ragazze.

« Si può sapere che cosa stai facendo lì dentro?! » sbraitò impaziente, continuando a menare colpi all’uscio. « C’è gente che ha un impellente bisogno fisiologico! »
« Anche io non vorrei avere un impellente bisogno fisiologico nel toglierti dei punti » recitò pacatamente Rose, avvicinandosi di soppiatto e facendola sobbalzare per lo spavento.

I suoi grandi occhi di un banale e spento color marrone, ingranditi dalle due spesse lenti degli occhiali, si sgranarono per la paura. Il sorriso falsamente bonario che si era stampata sul viso, poi, non doveva aiutare di certo. Quella era la classica calma riconducibile alla ‘quiete prima della tempesta’. Tutti sapevano che non bisognava scherzare con una Rose Weasley arrabbiata. Tutti.

« I-Io... » balbettò impacciata, torcendosi le mani ed evitando di fissarla.
« Sei fortunata che oggi io abbia la testa altrove » replicò scocciata, mandandola via con un gesto deciso della mano. « Sparisci prima che cambi idea e decida di metterti in punizione da qui fino alla fine dell’anno »

La ragazzina non se lo fece ripetere due volte e si volatilizzò in fretta, richiudendosi la porta dello scompartimento dietro alle spalle. Rose, ridacchiando, gongolò apertamente per la sua bravura innata nell’incutere terrore in quel modo.

« Prima o poi, qualcuno deciderà di fartela pagare »
« Frank! » si portò una mano al cuore, sentendolo martellare furiosamente all’interno della gabbia toracica. « Accidenti a te, mi hai fatto prendere un colpo! »
« Scusa » replicò il ragazzo, a dir poco divertito. « Non ho potuto fare a meno di notare il tuo sfruttamento di potere »  

Rose diventò leggermente rossa, abbassando lo sguardo. « Be’, è stato per una buona causa. Stava facendo troppo baccano e... »
« Ma andiamo, Rosie! » incrociò le braccia al petto. « Ci sono dei ragazzi in quello scompartimento laggiù che stanno provando a dar fuoco a non so quali razzi dei Tiri Vispi Weasley e ti lamenti di una povera ragazzina che stava bussando ad un bagno? »

Di tutta risposta, le guance di Rose si imporporarono maggiormente. « E tu, invece? Perchè sei qui fuori? Mi stavi seguendo, per caso? »
« In realtà ero semplicemente andato a trovare Irina, che sta in quello scompartimento laggiù per tua informazione, dopodichè passando di qua per tornare indietro, mi sono imbattuto nella tua furia » sorrise leggermente, guardandola.
« Irina? »
« Irina Tate, Grifondoro, quarto anno » snocciolò bellamente, quasi con indifferenza. « Era la mia dama per il ballo di ieri sera »
« Oh » replicò, mentre la sua voce ebbe un leggero tremolio, appena udibile. « Giusto »
« Tu con chi sei andata ieri sera? » chiese interessato.
« Con Duncan McLaggen » rispose, quasi sfidandolo. « Perchè? »
« Pura e semplice curiosità » anche se una strana contrazione della mascella, faceva pensare all’esatto opposto.
« Bene » replicò gelidamente, fulminandolo con lo sguardo. « Ora, se non ti dispiace, avrei da fare »
« Che cosa, se posso chiedere? » riuscì a beccarsi un’altra occhiataccia. « Ehi, non essere così scontrosa, potrei esserti d’aiuto »

Rose sospirò, passando una mano a ravvivarsi i capelli riccioluti. « Sage. É sparita da questa mattina e non riesco a trovarla da nessuna parte »
« Non pensi che... » indicò il bagno con un cenno del capo.
« . Sì, è l’unica opzione rimasta »

Rose si schiarì un poco la voce, bussando delicatamente alla porta. Peccato che non ottenne alcuna risposta.

« Sage? Sage, lo so che sei lì dentro » si appoggiò all’uscio con una spalla. « Mi apri, per favore? »
« Vattene via, Rose » le giunse una voce ovattata e dal timbro piuttosto strano, come se stesse... piangendo? Era possibile?
« Sage se non mi apri, la faccio saltare in aria »
« Non lo faresti »
« D’accordo, come credi » si rimboccò le maniche del maglioncino di lana color avorio, tirando poi fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans. « Ti conviene spostarti, potrebbe essere pericoloso. Conterò fino a tre: uno... due... »

La serratura scattò, mentre la testolina rossa di Sage fece capolino dallo stipite. « Sei davvero impossibile, Rose Weasley. Testarda come pochi »
La ragazza in questione sorrise divertita, lanciando poi uno sguardo a Frank, rimasto in disparte fino a quel momento. « Adesso posso cavarmela da sola, grazie »

Il ragazzo fece un leggero cenno d’assenso col capo e le salutò con una mano, dando poi un leggero buffetto su una guancia a Rose e facendo un occhiolino a Sage.
La Weasley si richiuse la porta del bagno alle spalle, accasciandosi poi contro di essa e sedendosi con le gambe strette al petto. Sage, poco più in là, continuò a mantenere la faccia rivolta verso il pavimento, abbracciandosi come se stesse per crollare.

« Proprio non vuoi dirmi che cosa è successo? » cominciò Rose, osservandone ogni minimo movimento, come una mamma che guarda con attenzione i propri cuccioli.
« Niente » sussurrò con voce flebile. « Non è successo niente »

Inarcò scetticamente un sopracciglio, ma decise di tenere a freno la sua linguaccia inopportuna, per lasciarle un po’ di spazio. Pensò di prendere spunto dal comportamento che metteva in atto sua cugina Lily, quando si approcciava con un musone e taciturno Hugo.

« Strano, non insisti come tuo solito? »

Rose scrollò le spalle, spostandosi un ciuffo dagli occhi. « Sto cercando di darti del tempo. Anche se tra poco arriveremo a King’s Cross, probabilmente »
« Quindi mi conviene parlare subito, giusto? » azzardò a lanciarle un’occhiata. « Altrimenti, scommetto che mi tormenterai con la tua presenza per tutte le vacanze »

Ridacchiò leggermente, annuendo. « Mi conosci troppo bene. Così come io conosco te. So che qualcosa ti ha turbata: ieri sera sei scappata via dal ballo, torno in camera e tu sei a letto, con le tende completamente serrate. Stamattina, dopo aver occupato il bagno per quasi un’ora, appena esco io, sei sparita. Sul treno sono riuscita a trovarti per miracolo, spaventando anche la ragazzina di Corvonero che bussava qui »
Sage spalancò i grandi occhi verdi, leggermente arrossati dalle troppe lacrime. « Davvero? »
Scoppiò in un’altra risata. « Sì e devo dire che non mi dispiace per niente »

« E, in tutto questo, quando è arrivato Frank? » le lanciò uno sguardo malizioso.
« Subito dopo che ho terrorizzato la molestatrice. Non penso di aver fatto una bella figura »
« Sei umana, Rosie. Come tutti noi » Sage le si avvicinò, sedendosi accanto a lei. « Onestamente, per me, sei sempre stata descritta come troppo intelligente, troppo brava, troppo perfetta. Questa è soltanto una qualità in più, che non fa altro che renderti... normale »
« Forse hai ragione » fece spallucce. « Ma al momento non mi importa. Mi importa di te, la mia migliore amica » la osservò con grande intensità, attendendo una risposta.

L’altra sospirò, forse prendendo coraggio o forse studiando per bene che cosa dire. « Ieri sera sono andata al ballo con Lysander »

Rose annuì comprensiva, evitando di pronunciare una singola parola per non spezzare il momento confidenziale che si era venuto a creare.

« Mi ha abbandonata ad un tavolino esattamente mezz’oretta dopo che siamo entrati in Sala Grande » sospirò di nuovo, probabilmente aspettandosi un commento scioccato, da parte dell’amica, che però non venne. « Poi è arrivato Lorcan, con una ragazza di Serpeverde »

La Weasley proprio non riuscì più a trattenersi e strabuzzò gli occhi. « Ma non doveva andare al ballo con Alice? »
« Credo abbiano fatto uno scambio coppie o qualcosa di simile. Lorcan sembrava molto più... coinvolto da questa Lexie Moore o come si chiama »
« Vai avanti » la esortò, annuendo.
« Beh, fatto sta che mi hanno tenuto compagnia per un po’, almeno fino a quando non è arrivato tuo fratello Hugo, con una ragazza sconosciuta »
« E chi sarebbe? »
« Aimee Forson, Tassorosso del suo anno » sputò fuori malevola, non potendo fare a meno di ostentare un’espressione disgustata, recitando le stesse identiche parole che il ragazzo aveva detto qualche manciata di ore prima, presentando la sua dama.
« Mai sentita » concordò Rose, incrociando le braccia al petto e assumendo un’espressione pensierosa. « É possibile non conoscere ancora qualcuno, dopo ben sette anni passati al castello? »

Sage sbuffò dal naso, con fare seccato. « A quanto pare sì »
« Perchè sento che non mi hai raccontato tutta la verità? Cos’è successo dopo? »
« Io... io non lo so, Rosie » ammise, guardandola negli occhi con sincerità. « Un attimo prima stavo bene e un attimo dopo... è come se mi fosse mancata la terra sotto ai piedi. Era tutto confuso e mi sentivo soffocare, così sono uscita ma... non ho fatto in tempo ad allontanarmi di qualche metro che mi sono accasciata contro ad un muro. Credevo che il cuore mi sarebbe scoppiato nel petto, Rosie. Stavo malissimo »
« Attacco di panico? »
« Così mi ha detto Lysander, quando è rispuntato e mi ha aiutato a calmarmi »
« Mh »
La riccia si chiuse in uno strano mutismo, a dir poco scioccante per una ragazza sempre così curiosa come lei. Sage continuò a far scorrere i suoi occhi verdi sull’amica, nella vana speranza che le dicesse qualsiasi cosa o che la rendesse partecipe di ciò che le frullava per la testa. Effettivamente, aveva un sospetto - riguardo a quanto accaduto -, ma sperava che Rose non glielo confermasse.

« Rosie? » la chiamò con fare incerto, stufa di quell’ostinato silenzio.
« Ti piace mio fratello? » buttò lì, all’improvviso, come se ne avessero discusso fino a qualche secondo prima.
« Cos-... ? Io... » si morse il labbro inferiore con forza, sentendo in bocca il sapore metallico del sangue. « ...Non lo so, Rosie »

Annuì lentamente, un’altra volta, e le prese una mano tra le proprie. « É normale, Sage. In fondo, hai passato tante estati a casa mia e Hugo ti ha sempre gironzolato attorno... Può darsi che vederlo con un’altra ragazza al suo fianco, ti abbia mandato in confusione »
« Ma a me piace Lys... A me è sempre piaciuto, Lys... » mormorò con voce supplichevole, mentre calde lacrime le colavano sulle guance rosee. « Perchè proprio adesso, Rosie? »
« Non lo so » ammise, stringendola a sè e sentendo una morsa di dispiacere farsi largo all’interno del suo cuore. « Non lo so, Sage, ma ti prometto che l’affronteremo insieme, qualsiasi cosa sia o qualsiasi cosa succeda. Mi hai capita? »

Fece un cenno d’assenso con il capo, continuando a piangere e a sfogarsi, tra le braccia della sua migliore amica.






Angolo dell'autrice:
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni
.

*Vergognandosi terribilmente* Salve! *Rotolano balle di fieno* Ehm... C'è ancora qualcuno che si ricorda della sottoscritta? T.T Lo so, è a dir poco scandaloso. Dopo ben un mese (UN FOTTUTISSIMO MESE, DICO IO!), sono tornata (posso sperare che qualcuno di voi lanci coriandoli e suoni delle trombette?). Sono imperdonabile, so perfettamente anche questo. T.T Come sono a conoscenza del fatto che non ci siano scusanti, ma proverò ad elencarvele comunque. E-ehm: 1) Liberi di crederci o meno, ho cominciato a leggere quella splendida saga che è Divergent (se non l'avete fatto, leggetela subito!) e in tre giorni di totale nullafacenza ho concluso tutti e tre i libri. Praticamente vagavo con il mio fedele Ipad per tutta casa e leggevo in ogni momento libero; 2) Subito dopo aver finito Divergent (ed è stato un colpo al cuore), ho cominciato a leggere Shadowhunters. Che - come chi li ha letti ben sa - è un'altra meravigliosa saga, composta da sei libri (di nuovo, se non l'avete letta, fatelo). Per quanto abbia continuato a leggere ovunque andassi, sempre col mio fedelissimo Ipad a portata di mano, ci ho messo un mesetto più o meno a concluderla; 3) I miei esami universitari (santo Merlino e chi per lui, non fatemici pensare) incombono. E sono più che certa che morirò di una morte lenta e dolorosissima. Ergo, impiegavo la maggior parte delle mie giornate non-universitarie (ossia senza lezioni) in biblioteca, cercando di studiare qualcosa; 4) Quando mi mettevo al pc (quelle rare volte in cui mi separavo dal mio Ipad), stavo davanti al foglio di Word (su cui avevo già cominciato a scrivere il primo pezzo) senza che mi venisse in mente qualcosa di buono (e ancora adesso non sono convinta del risultato finale); 5) Subito dopo Shadowhunters, ho comprato sul Kindle (praticamente sostituendolo all'Ipad) i primi due libri di The Maze Runner che - per la cronaca - sto ancora finendo. Dio mio, ho letto tre saghe differenti e mi piacciono una più dell'altra. Bene, credo sia tutto qui.
 
Anyway, torniamo a noi e passiamo a parlare di questo decimo capitolo. PRIMA DECINA, OH YEAH!
Spero di essermi fatta minimamente perdonare con questo capitolo di ben 17 pagine. Senza dubbio è uno dei più lunghi che abbia mai scritto. Che ne pensate? Onestamente, l'unica parte che mi entusiasma tantissimo è la prima e basta. AHAHAHAH okay, la smetto subito.

Parte uno: come avevo già accennato in precedenza, in questo capitolo abbiamo il ballo natalizio.
Non è propriamente elegante o formale quanto il Ballo del Ceppo del Torneo Tremaghi, ma ho preso spunto. Le protagoniste indiscusse sono Lily, Alice e Roxanne. Queste tre ragazze sono l'ammmmore. Ora, il fulcro della vicenda è che Adam Nott (sì, proprio lui) ha invitato al ballo la nostra carissima Lils. Penso di non aver esagerato con le reazioni e i commenti da parte delle altre due, quando sono venute a saperlo (alcune mie amiche quando racconto loro di essere uscita con un ragazzo, mi torchiano nello stesso modo ahahah). Piccola premessuccia: Lily è confusa da questo inaspettato invito, perchè lei e Adam si sono sì avvicinati parecchio ma non pensava così tanto (chi vuole intendere, intenda). Vogliamo parlare della reazione della McGranitt? AHAHAHAH, per tutto il tempo mi immaginavo la sua faccia sbalordita e la sua incredulità (insomma, Lily non è mai stata una fan delle Serpi - soprattutto se amiche di Malfoy -). Reazioni di puro stupore giungono anche dal resto della popolazione hogwartsiana (?), insomma sono Potter e Nott! I nostri Aily, però, sono un vero spettacolo: sanno ridere, scherzare, prendersi in giro come pochi sanno fare e (perchè no) hanno anche una gran bella alchimia.

Parte due: in questa seconda parte, la protagonista è Sage. Ho deciso di darle un po' più di spazio, in questo capitolo, e spero che non me ne vogliate. Ritenevo - e ritengo - che sia giusto così, per farla conoscere un po' meglio al grande pubblico (?). La poveretta è stata abbandonata dal suo cavaliere (che scopriamo essere il nostro caro e vecchio Lys) e diciamo che non si sta propriamente divertendo. Per fortuna appare Lorcan (
) con una misteriosa dama: Lexie Moore (nuovo personaggio, gente! Non so ancora se sarà proprio una ricorrenza, lo vedremo), con cui sembrerebbe avere un solido legame. E poi, ta-dan!, appare il nostro piccolo e adorabile Hugie! _E sorpresa, sorpresa: HA PORTATO UN'ALTRA RAGAZZA AL BALLO! (Zan-zaaaan *parte una musichina inquietante*). Aimee Forson. Ve l'avevo detto che questo nome sarebbe rispuntato! :D (Continuo ad essere troppo sadica?). Sage non ha avuto una bella reazione, come avrete tutti notato (e spero letto). Un attacco di panico. Fortunatamente io non ne ho mai avuto uno, ma spero di averlo descritto al meglio. Comunque, tenete a mente anche questa storia degli attacchi di panico, tornerà "utile" più avanti. Rispunta magicamente Lys che - per una volta - si comporterà da vero cavaliere e aiuterà Sage.

Parte tre: Nuovamente momento Aily. Questa volta li ritroviamo a parlare come se fossero due vecchi amici e love is in the air? MAH! Lo scopriremo... :D Mi è piaciuto molto descrivere questa parte, soprattutto il pezzo in cui Lily "rassicura" Adam. La frase: «[...] la vostra seduta psicologica comprende un affabile pugno sulla spalla e per voi è tutto a posto. [...]», sono sicurissima di averla sentita da qualche altra parte (telefilm/film) ma proprio non riesco a ricordare dove (ovviamente l'ho rivisitata a modo mio). Se qualcuno avesse una memoria migliore della mia, me lo faccia sapere! :D Nell'ultimo paragrafo, Adam e Lily stanno spudoratamente flirtando e la nostra Potter è a dir poco divertita dalla situazione.

Parte quattro: Trullallero, è ricomparso Scorpius, ladies!
Non si sa dove abbia trascorso la notte e non chiedete: la sottoscritta non vuole neanche saperlo, ahahahah. Comunque, *si schiarisce la voce*, iniziamo a notare come il caro Malfoy provi dei sentimenti contrastanti nei confronti della sua nemica giurata. Sentimenti che si sono leggermente evoluti rispetto al Luma-party di Halloween. Da tenere in considerazione anche la parte successiva, dove Lily va nel Dormitorio di Serpeverde con Adam ma giace sul letto di Scorpius *fischietta innocentemente*. E poi, bum! Big-bang babies! Sembra che anche la rossa di casa Potter non sia del tutto immune al fascino del biondissimo Serpeverde (ma d'altronde, parliamoci chiaro: chi di noi lo è?). Un'altra ondata di feels arriva quando Scorpius la rincorre per chiederle quell'innocentissima e casualissima domandina, ahahah. E momento, momento, momento: vogliamo parlare di quando la afferra per un polso e si ritrovano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra? Quante di voi ho fatto morire, con questa scena? E quante mi odiano per non averli fatti baciare? Ahahahah, è ancora troppo, troppo presto mie care! Shane e Zabs. Oh, questi due sono un'accoppiata vincente di amici, ve lo assicuro. Mi fanno morire, ogni benedettisima volta. Soprattutto perchè Harper è un bel po' stravagante e spigliato, cosa che Blake non sopporta minimamente. Ma gli vogliamo (e gli vogliono) bene lo stesso. 

Parte cinque: Ordunque, siamo all'ultima parte (e magari direte anche un bel: "FINALMENTE!"). Questo pezzo ho deciso di dedicarlo all'amicizia tra Rose e Sage. Visto che non le avevo dato molto spazio in precedenza, con tutto quello che era successo al ballo, mi sembrava il minimo. Ci tengo a precisare che Rose si comporta un po' come una mamma: vuole molto bene a Sage e si preoccupa immensamente quando non riesce più a trovarla da nessuna parte. Potrà sembrare un po' soffocante, alle volte, ma per me - questo suo lato - è di fondamentale importanza: tutti, prima o poi nella vita, hanno bisogno di un amico che faccia "crollare" le nostre barriere emotive, permettendo di sfogarci. Le ho anche regalato un lato più "perfido", diciamo così (muahahah), nel momento in cui decide di spaventare la Corvonero rompipluffe. E puff, spunta poi magicamente Frank Paciok. Ora, per chi non lo sapesse, Frank e Rose inzomma, come dire... si piacciono, ecco (l'ho ammesso e magari l'avrete anche capito), ma il caro Paciok preferisce passare il suo tempo in compagnia di ragazze senza cervello mentre Rose... beh, è Rose. Finalmente ritrovano una Sage sul limite di una crisi di nervi, che si sfoga - non senza qualche riluttanza - con la Weasley che - probabilmente più della sua amica - capisce ed intuisce qual è realmente il problema. Zan-zaaaan *di nuovo parte la musichina inquietante*: Sage è confusa dalle emozioni contrastanti e dal mezzo colpo apoplettico che le è capitato al ballo. Le piace Lys ma... che le piaccia anche Hugo? Non vi anticipo nulla. u.u Spero che anche questo momento di friendship vi sia piaciuto (magari dedicherò un capitolo intero alle varie amicizie del racconto).

Se avete sempre domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere. :) Un ringraziamento speciale a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge. :)
Vi lascio con gli abiti della serata (anche se alcune delle nostre girls non sono comparse, beh eccole qua lo stesso):

Lily Potter
Rose Weasley

Sophia Stonem
Sage Spence
Roxanne Weasley
Alice Augusta Paciok
Naya Quensfort
Lexie Moore
Aimee Forson

Per chi non si ricordasse più (o non li avesse mai visti) i volti dei personaggi, vi consiglio di rifare un salto nell'angolo autrice del capitolo 3. ;) Bene, adesso arriviamo al punto dolente della situazione. Come vi ho già detto, purtroppo, a breve ricominceranno i miei esami e non ho la più pallida idea di quando potrò riaggiornare (ormai niente più domeniche, quando riuscirò pubblicherò T.T). Spero che abbiate una pazienza davvero, davvero infinita e se non mi ammazzerete e/o non mi verrete a cercare, ve ne sarò eternamente grata. Grazie mille, di cuore, dico davvero. Non riesco neanche ad esprimere quanta gioia mi avete regalato in questi mesi, fino ad oggi. Sono felicissima che la storia sia tanto apprezzata e vi posso assicurare che - nonostante i continui e costanti ritardi che ci saranno - non smetterò mai di aggiornarla. Ci tengo tantissimo a questo racconto e non intendo mollarlo così, a metà (anzi a meno della metà, diciamo che siamo più all'inizio). Quindi niente, la smetto coi discorsi lacrimevoli e alla prossima!
Un bacione, 


Fatto il misfatto.

Giorgia.
 



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Capitolo 11
*** Merry Christmas. ***


Racconto 12 - Merry Christmas.
Capitolo 11.
Merry Christmas.

Christmas Tree



 Jingle bells, jingle bells,
Jingle all the way!
Oh, what fun it is to ride
In a one-horse open sleigh!
(Michael Bublè - Jingle Bells)



« Dove stai andando? Guarda che tra poco arriveremo alla stazione di King’s Cross »

La ragazza si voltò sulla soglia dello scompartimento - in un mulinìo di lunghi capelli rosso scuro -, sorridendo tranquillamente alla sua interlocutrice, come se niente e nessuno avesse il potere di scalfire quel solido muro di calma, di cui amava circondarsi ogni benedettissima volta.

« Vado semplicemente a cercare Albus, Roxie » spiegò, ravvivandosi con una mano i boccoli che le arrivavano quasi fino alla vita sottile. « Non preoccuparti, tornerò prima che tu possa sentire la mia mancanza » strizzò un occhio con fare gioioso e divertito, salutando tutti gli altri occupanti con un cenno.

Di solito, i Serpeverde amavano stare all’interno dello spazio loro riservato, esattamente quattro carrozze più avanti rispetto a quello dei Grifondoro. Per cui, non sarebbe stato poi così difficile trovare suo fratello.
Si richiuse delicatamente la porta alle spalle, incamminandosi - non senza alcuna difficoltà - lungo lo stretto corridoio dell’Espresso, gremito di ragazzini esaltati dall’imminente ritorno a casa. Schivò abilmente qualche Bolide umano ed ignorò con particolare maestria le occhiate adoranti e ammaliate, che le venivano lanciate dalla maggior parte della fauna maschile.

« Lily, aspetta! »

Dei passi leggeri si affrettarono a raggiungere l’unico punto abbastanza isolato in cui era riuscita a rifugiarsi, per attendere - a braccia conserte - chiunque l’avesse chiamata. Quando ormai la figura riuscì a fendere la folla, si ritrovò davanti un’accaldata Alice.
Si fermò a pochi passi da lei, poggiandosi le mani sui fianchi e cercando di riprendere quel minimo di fiato necessario per parlare.

« Ogni volta che prendiamo questo dannato treno, mi domando come facciamo ad aumentare sempre di più. Non è possibile che la gente si sdoppi o si riproduca all’interno delle mura del castello! »
« Probabilmente, quasi tutti questi primini petulanti saranno figli illegittimi di Malfoy » ironizzò Lily, incurvando pigramente gli angoli delle labbra all’insù. « Che cosa succede, comunque? Perché hai abbandonato il rifugio sicuro e hai deciso di avventurarti attraverso questa giungla di corpi? »

L’amica scrollò le spalle, fingendosi indifferente. « Volevo sgranchirmi un po’ le gambe »
« E casualmente venire con me da Al? È molto premuroso da parte tua » inarcò le sopracciglia con aria scettica. « Chissà perché, ma ci avrei scommesso »
« Oh, suvvia! Non farla tanto lunga, Lily Potter! » si lagnò sbuffando, posandole poi le mani sulle spalle e spingendola lungo il resto del tragitto, mentre alle sue orecchie giunse la risata divertita della sua coetanea.

Non appena varcarono la soglia di una delle tante carrozze percorse, fu possibile notare un netto e drastico cambiamento d’atmosfera: il vociare chiassoso e spensierato era stato sostituito da bisbigli e sussurrii udibili a malapena, e la loro traversata venne accompagnata dagli spiacevoli sguardi penetranti da parte degli alunni verde-argento.  

« Che accoglienza calorosa » soffiò la rossa, stirando le labbra in un impercettibile ghigno malizioso.
« Forse non è stata una buona idea... » provò a suggerire Alice guardandosi intorno e sentendosi terribilmente a disagio.
« La tua amica non ha tutti i torti »
« Da quando è proibito far visita agli studenti di altre Case? » domandò Lily con fare provocatorio. « E poi, sono pur sempre una Grifondoro: la vista di qualche Serpeverde non mi fa certo tremare di paura »

Adam, con la spalla destra bellamente appoggiata ad una delle pareti del treno e le braccia incrociate al petto, sorrise divertito, per nulla turbato dagli strambi comportamenti assunti dalla sua nuova amica: ormai, poteva affermare con certezza di averci fatto l’abitudine.

« Che cosa porta due... coraggiose fanciulle come voi nella tana del serpente? »
« Dire che passavamo da queste parti è troppo scontato, vero? » intervenne la minore dei fratelli Paciok, piegando leggermente gli angoli delle labbra a formare un impercettibile sorriso.
« Per quello che so io, di solito, voi leoni vi raggruppate un bel po’ più indietro, rispetto a dove siamo ora »
« Touchè »

Il giovane Nott sondò con i suoi occhi verdi la nuova interlocutrice, ben sicuro di non averci mai avuto a che fare.

« Alice Augusta Paciok, tanto piacere » lo sorprese lei, salutandolo con uno sventolio della mano.
« Il piacere è tutto mio, Alice » ricambiò, per poi mettersi a squadrarle entrambe. « Allora, c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi? »
« Potresti dirci dov’è mio fratello, per esempio » esordì Lily, con fare stranamente - ma forse non poi così tanto - scaltro e ammaliatore.

Il ragazzo fece un cenno d’assenso col capo. « Siete fortunate, so esattamente dove si trova » cominciò ad incamminarsi, sembrando una sorta di guida turistica.
« E che cosa vorresti in cambio? Insomma, lo sanno tutti quanti che voi di Serpeverde non fate mai niente per niente » lo interruppe Alice, prima che potesse proseguire qualunque discorso stesse andando ad affrontare.

Inaspettatamente, Lily scoppiò in una risata cristallina, forse dovuta alla buffa espressione che si era venuta a creare sul volto basito dell’amico.

« Devo proprio ammetterlo: ti ho istruita ben, bene, Paciok » annuì soddisfatta, dandole qualche colpetto delicato sulla schiena. « L’allieva ha superato la maestra, direi »
« Beh... » esordì Adam, osservando la bruna senza batter ciglio. « ...È risaputo che a Natale si è tutti più buoni » sorrise in modo enigmatico, voltandosi verso le due ragazze. « Comunque, signore, siamo giunti a destinazione » con un solo e fluido movimento, aprì uno dei tanti scompartimenti della locomotiva.

Lily fu la prima a mettere piede dentro il loro ritrovo sicuro, ben certa di non essere accolta con la stessa benevolenza e accettazione di Adam.

« Potter?! Che diavolo ci fai, tu, qui? »
« Grazie per l’interessamento, Malfoy, io sto bene e tu? » sorrise appena, accomodandosi con grazia e dando dei colpetti all’imbottitura del sedile, per intimare Alice a sedersi accanto a lei.
« Scorps vacci piano » lo redarguì Albus, incenerendolo con lo sguardo.

Il biondo roteò teatralmente gli occhi al cielo, sbuffando e limitandosi ad incrociare le braccia, proprio come farebbe un bambino indispettito.
 

« Sembra che si sia offeso, Al » osservò Lily, trattenendosi a stento dal ghignare in modo divertito.
« Lily » ringhiò il fratello, contraendo pericolosamente la mascella.

La ragazza scrollò le spalle, ostentando un’espressione di pura innocenza. « Perché te la prendi con me? Non ho fatto assolutamente nulla di male » dischiuse la bocca rosea in un sorriso mille denti, cosa che fece ridacchiare Alice. « Come sei nervoso, fratellone. Avresti proprio bisogno di una vacanza, lo sai? »

Fortuna volle che l’omicidio di Lily Luna Potter, ad opera di Albus Severus Potter, venisse prontamente rimandato, grazie all’entrata in scena di Blake Zabini e Shane Harper, a cui la ragazza - da questo fatidico giorno - decise di dare una chance in più.

« C’è una festa in corso, per caso? Oppure ci siamo persi qualcosa? » domandò Blake, sedendosi tra le due ragazze e mettendo un braccio sulle spalle di ciascuna.

Braccio che venne immediatamente scrollato via con ben poca delicatezza, da parte di entrambe

« Paciok, mi sembrava che la pensassi diversamente ieri sera... » disse Zabini, utilizzando un tono provocante e facendole l’occhiolino.

Otto paia d’occhi si fissarono immediatamente sulla povera malcapitata - che arrossì vistosamente -, il tutto con in sottofondo la contagiosa e allegra risata di Shane.

« CHE COSA?! » urlò Lily, sgranando le grandi iridi color cioccolato al latte. « Avevi detto che saresti andata con Lorcan! »
« Scambio coppie » spiegò velocemente lei, fulminando Blake con lo sguardo e maledicendolo mentalmente per essere stato così inopportuno. « Lorcan è innamorato cotto di questa Lexie Moore e voleva andare a tutti i costi con lei » 
« Il problema era che la deliziosa Lexie era già stata invitata dal sottoscritto » proseguì Zabini, gonfiando il petto con aria di importanza. « Quindi, per forza di cose, io e Paciok abbiamo deciso di fare le persone altruiste e di concedere ai due piccioncini di godersi una serata in compagnia l’uno dell’altra. Fine della storia »

La piccola Potter si posizionò esattamente di fronte al ragazzo, assumendo una postura praticamente identica a quella di solito utilizzata da una furente signora Weasley, lanciandogli uno sguardo di fuoco, cosa che lo fece arretrare sul sedile.

« Zabini fai attenzione ai tuoi gioielli di famiglia. Fossi in te, d’ora in avanti, dormirei con entrambi gli occhi aperti »

Dopodichè si riaccomodò serenamente, come se non avesse appena minacciato di castrare uno dei più cari amici di suo fratello.


 ****


Il fumo bianco-grigiastro che riempiva il binario 9 e ¾ si stava lentamente dissolvendo, mentre l’Espresso - proveniente dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts - aveva ormai terminato la sua corsa a Londra, arrivando alla stazione di King’s Cross, da dove sarebbe ripartito ai primi di gennaio.
La banchina si era pian, piano popolata di maghi e streghe in trepida attesa di rivedere i loro figli o nipoti, cosa che avvenne non appena il treno si fermò: i numerosi studenti, già con indosso i più pratici abiti babbani, si riversarono in massa fuori dalla locomotiva, tutti quanti - nessuno escluso - trascinandosi dietro il proprio bagaglio e le varie gabbie contenenti gufi o gatti. Improvvisamente si alzò un fitto chiacchiericcio - composto da grida, risate e dai versi prodotti dai molteplici animali -, che rimbombava tra le ampie pareti composte da solidi mattoni marroncini.

Lily Luna Potter si era bloccata in un punto che riteneva essere non troppo d’intralcio, cercando di distinguere tra la folla una folta chioma nera e disordinata oppure una di colore rosso Weasley. I suoi amici e parenti li aveva persi nell’esatto istante in cui Hugo - prima di uscire dallo scompartimento - aveva prontamente urlato, al di sopra del frastuono, un: “Stiamo uniti, mi raccomando!”. E, adesso, tentare di riconoscere qualcuno in mezzo a quel marasma era praticamente impossibile. Non vedeva l’ora di andare alla Tana, di rivedere i suoi mille mila cugini e zii, di aiutare la nonna a cucinare, di progettare qualche scherzo con James a discapito del povero Albus, di passare queste vacanze in tranquillità con i suoi amati parenti e...

« Ciao »

Si voltò, colta decisamente alla sprovvista, e si ritrovò davanti un ragazzo - certamente di età più grande  di lei -, con dei tratti somatici che le sembravano in qualche modo familiari. Aveva i capelli corti e di colore castano scuro, così come le iridi, di una sfumatura quasi tendente al nero carbone. Lo studiò con attenzione, inclinando leggermente la testa di lato e socchiudendo appena gli occhi, incuriosita dall’essere stata avvicinata da un completo sconosciuto.

« Ciao » rispose con un sorriso enigmatico, scostandosi dal viso un ciuffo di capelli rosso scuro.
« Non ho potuto fare a meno di notarti... » cominciò, incurvando gli angoli delle labbra all’insù.
« Che tu ci creda o meno, non sei l’unico »

Scoppiò in una risata leggera, continuando a fissarla. « Oh, ne sono convinto »
« Immagino che tu sia venuto qui a prendere qualcuno » per un breve istante si guardò intorno, dopodiché tornò a focalizzare la sua attenzione sul suo nuovo ed intrigante interlocutore.

Annuì con il capo, passandosi una mano tra i capelli già scompigliati a regola d’arte. « Mio fratello. Mi sono offerto volontario per riportarlo a casa, ma non ero preparato a tutta questa confusione »
« Hogwarts è molto... popolata »
« E tu? »
« Io cosa? »
« Chi stai aspettando »
« Elijah?! »

Entrambi si voltarono ad osservare il nuovo arrivato: una chioma biondo platino lasciava ben poco spazio alla fantasia.

« Scorpius » sorrise compiaciuto, dandogli qualche leggera pacca sulla spalla. « Se tu sei qui, significa che tra poco potremmo andarcene tutti quanti a casa »
« Elijah! »
« Detto fatto » fece un cenno con la mano, per farsi raggiungere.

Adam Nott si fece largo tra la massa di persone, riuscendo ad avvicinarsi a quello strano gruppetto il cui assortimento era avvenuto in modo puramente casuale.

« Lily, che ci fai qui? » domandò il giovane Nott con gentilezza.
« Tuo fratello è stato così carino da presentarsi » rispose, facendo l’occhiolino al ragazzo in questione.

Malfoy mugugnò qualcosa che stranamente somigliava ad un: “E ti pareva”.
« Geloso, Malfoy? » la ragazza inarcò un sopracciglio, sorridendo apertamente.
« Ma per favore... » brontolò seccato, voltandosi dall’altra parte. « Tu, piuttosto, non hai una famiglia da cui andare?! »
« Non riesco a trovare nessuno dei miei parenti » fece spallucce.
« Che peccato »

La piccola Potter lo trucidò con lo sguardo, mentre nella sua testa pensava a mille modi diversi per ucciderlo con violenza e poi occultarne il cadavere.

« Lily! » qualcuno la chiamò, sventolando le braccia in lontananza per farsi notare.
« Oh » pronunciò, prendendo il suo baule e la gabbia contenente il gufo. « A quanto pare sei fortunato, Malfoy. Sembra proprio che io debba andare » cominciò ad incamminarsi, salvo poi girarsi verso i tre. « Scorpy, Adam, passate buone vacanze, ci rivediamo tra qualche settimana. Elijah, è stato un piacere » strizzò l’occhio a tutti quanti, e si dileguò verso il punto in cui c’erano i suoi familiari.

« Quella ragazza è... affascinante » esordì il maggiore dei Nott, puntando il suo sguardo sulla sua figura snella, senza perderla di vista.
E non sai nemmeno quanto” pensarono gli altri due, limitandosi ad ignorare il commento fatto in precedenza.

Appena riuscì ad aprirsi un varco in mezzo al caos, Lily capì immediatamente perché non aveva riconosciuto nessuno: ad attenderla c’era uno dei ragazzi più affascinanti che potessero esistere. Forse sarà stato per il suo essere un ottavo Veela, o forse erano i capelli biondo miele di mezza lunghezza che ricadevano disordinatamente sul viso squadrato, dove erano incastonati due magnifici occhi verdi.

« Lils, finalmente! Ero già preoccupato di come giustificare agli zii la tua scomparsa »

Le labbra della ragazza si aprirono nel suo tipico sorriso, quello un po’ intrigante e un po’ malizioso. « Ciao Louis »


****


La mattina della Vigilia di Natale, Molly Weasley senior era stata la prima a svegliarsi, nonostante il sole non avesse ancora fatto capolino da dietro le numerose colline del villaggio di Ottery St. Catchpole. Il cielo era cupo e di colore giallognolo, mentre i primi fiocchi di neve cominciavano ad attecchire al suolo, aggiungendosi agli altri caduti nelle settimane precedenti e formando un’immensa distesa di un bianco puro e accecante.

Era tutto perfetto: la Tana era attualmente immersa nel più completo e totale silenzio, segno che i suoi molteplici occupanti erano ancora tutti nel mondo dei sogni. Mentre preparava la colazione per ciascuno - e, grazie al cielo, il fatto di essere una strega semplificava di molto le cose -, poteva percepire una smisurata quantità di gioia e serenità farsi largo all’interno di ogni fibra del suo essere: come se l’abitazione stessa fosse stata immersa in un enorme calderone traboccante di Elisir per indurre Euforia. Avrebbe passato quelle settimane di festa insieme alla sua numerosa famiglia e i suoi tanto adorati nipoti si sarebbero fermati a dormire lì, dove lo spazio non era mai a sufficienza per contenere tutti loro e le svariate malefatte che compivano.

Quando i primi volti assonnati fecero capolino dai piani superiori - quelli di Dominique, Lucy, Molly junior e Victoire -, l’abbondante colazione era già stata servita sul tavolo in legno della cucina - magicamente estesa per riuscire a contenere tutti quanti.

« Buongiorno nonna » esclamarono una ciascuna, andando a darle un caloroso abbraccio e lasciandosi coccolare per un po’.
« Buongiorno mie care » trillò, soffriggendo delle salsicce sul fuoco. « Dormito bene? »
« Magnificamente » rispose Dominique, precedendo le altre tre. « Sempre meglio di Hogwarts, dove le mie compagne di dormitorio russano »
« Beh, Victoire parla nel sonno » disse Lucy, scoccando alla cugina maggiore un’occhiata furba.

La suddetta nascose il viso - diventato di uno straordinario color porpora - sotto la matassa di disordinati capelli rosso fuoco. « Non è vero! » si lamentò, sperando che le credessero, ma senza ottenere alcun risultato.

« Oh sì, continuavi a ripetere: “Teddy... Oh Teddy” » recitò Molly con voce sognante e sbattendo teatralmente gli occhi castani.
« Oh Teddy, ti amo anch’io » le fece eco Dominique, giungendo le mani speranzosa e rivolgendosi a Lucy, che scoppiò in una risata senza fine.
« Smettetela! » affermò la ragazza - senza troppa convinzione -, lanciando poi un pezzo di toast verso le cugine, che si abbassarono prontamente e lo schivarono.

Pezzo di toast che, immancabilmente, colpì in fronte il povero Albus, sceso per fare colazione proprio in quel momento. La sua faccia, a metà tra lo sconcertato e l’indispettito, fece scoppiare a ridere tutti i presenti, cosa che lo mandò ancora di più in escandescenze.

« Nonna, almeno tu, pensavo stessi dalla mia parte! » si sedette a tavola, brontolando poi qualcosa come: “Stupida solidarietà femminile”.
« Bella presa, Al » scherzò Louis, entrando in cucina e dando una pacca sulla spalla al cugino con fare gioioso, accomodandosi di fianco a lui.
« Bel pigiama, Lou » disse Fred, strizzandogli l’occhio con fare complice. « Che cosa sono, Puffole Pigmee? »
« Anche un Troll capirebbe che sono delle Fate, Freddie » Roxanne diede un bacio sulla guancia alla signora Weasley. « ‘Giorno nonna »
« Perché entrambi non vi togliete la cacca di drago dagli occhi? » ribattè infastidito, sgranocchiando allegramente i suoi cereali. « Sono gnomi. Ho scovato questo pigiama a Diagon Alley e l’ho trovato divertente: una sorta di elogio alla casa dei nonni »
« Louis! » la signora Weasley volò verso di lui come una tempesta, e gli rifilò una cucchiaiata in testa. « Modera il linguaggio, giovanotto! »
« Ahia, nonna! »

Ci fu uno scoppio di ilarità collettivo, che coprì le svariate proteste del ragazzo.

« Ci siamo perse qualcosa? » chiesero Rose e Lily all’unisono, affrettandosi a salutare la nonna e a prendere posto.
« La nonna ha semplicemente picchiato Louis con un mestolo » spiegò Fred, asciugandosi qualche lacrima dagli occhi, dovuta alle troppe risate.
« Un Louis piuttosto cresciuto, per ricevere ancora una sgridata del genere » replicò il suddetto, massaggiandosi insistentemente il punto colpito.   
« Che carino il tuo pigiama, Lou » soffiò la piccola Potter, dando una gomitata complice al cugino, esattamente di fianco a lei.
« Mph » si limitò a borbottare, ancora offeso dal trattamento decisamente poco amichevole riservatogli qualche minuto prima.
« Nonna, per stasera è già tutto pronto? » chiese Molly interessata, più che disponibile ad offrirsi volontaria per aiutarla, nel caso in cui la risposta non fosse stata affermativa.
« Non preoccuparti, tesoro, oggi dopo pranzo arrivano i vostri genitori e cucineremo le ultime cose » le lasciò un’amorevole carezza su una guancia.
« Sarà meglio che la mamma faccia qualcos’altro, se non volete finire al San Mungo per il resto delle vacanze di Natale » affermò Hugo - annunciando la sua presenza -, scendendo i ripidi gradini della scala con gli occhi ancora chiusi a causa del sonno.

Tutti si domandarono come avesse fatto a non inciampare e a trovare la strada per la cucina. 

« Hugie caro, potevi dormire ancora un po’ » proferì la signora Weasley, scrutandolo con aria preoccupata.

Lily si limitò a ridacchiare divertita, scompigliando i capelli - già abbastanza in disordine - al suo cugino preferito. « Ha sentito odore di cibo »
Rose annuì concorde. « Anche se in inverno va praticamente in letargo, quando scende è perché ha fame » sorrise apertamente, tagliando le uova che aveva nel piatto.

La signora Weasley lanciò un’occhiata al tavolo, da dove risuonavano chiacchiere allegre e sghignazzamenti divertiti, e cominciò a contare sottovoce.
« Dov’è James? »

« Sicuramente sta ancora ronfando serenamente, nonna » rispose Albus, precedendo la sorella. « Come se stanotte non avesse russato abbastanza! Sono convinto che un Gigante con il raffreddore farebbe meno rumore di lui »
« Stavate parlando di me? » il ragazzo si presentò in cucina sorridendo apertamente, salutando calorosamente ciascuno dei presenti e tirando uno scappellotto al fratello.
« Ahia! E questo per che cos’era?! »
« Per aver parlato male di me in mia assenza, fratellino » replicò, sbafandosi un piatto intero di frittelle in qualche boccone. « Ma, d’altronde, deve essere una caratteristica dei Serpeverde, troppo codardi per dire le cose in faccia agli altri » ghignò, osservando il viso di Albus assumere tutte le sfumature di rosso esistenti in natura.

La signora Weasley si limitò ad alzare gli occhi al cielo, pregando coloro di cui i due ragazzi portavano i nomi, affinchè donassero un po’ di pace.

« Il nonno non sarà mica a lavoro, vero? »
« Freddie, anche tu dovresti essere a lavoro, se non sbaglio »
« Jamie, se tu leggessi una delle mie lettere, ogni tanto, sapresti che - essendo gli studenti lontani da Hogwarts e non avendo alcuna uscita prevista ad Hogsmeade almeno fino a febbraio -, ho ritenuto che il negozio di Diagon Alley potesse fare più affari. Quindi, se anche chiudo il negozio per qualche giorno, non andrò sicuramente in malora » annuì, soddisfatto per l’accurata risposta che aveva dato.
« Sì, Fred caro, il nonno si è Smaterializzato questa mattina presto per fare un salto al Ministero, ma dovrebbe ritornare in tempo per il pranzo » lo sguardo di fuoco che lanciò all’orologio¹ posto sulla parete di fronte al tavolo, fece intendere a tutti che mancavano le parole: “E sarà meglio per lui che lo faccia”.
« Nonna, credo che stia venendo qualcuno » annunciò Dominique, in piedi vicino alla finestra, tenendo il suo piatto tra le mani, per andare a sciacquarlo nel lavello.

La signora Weasley si affacciò per tentare di capire chi potesse arrivare a quell’ora, siccome era riuscita a convincere tutti i suoi figli a raggiungerli nel primo pomeriggio.
Un insistente bussare alla porta la fece sobbalzare: si asciugò le mani nel grembiule allacciato dietro il collo - con sopra delle divertentissime riproduzioni di Mandragole - e si affrettò ad aprire l’uscio.

« Buongiorno a tutti e buona Vigilia! Spero di non essere arrivato troppo presto » un uomo non troppo alto, robusto e muscoloso fece capolino sulla soglia, il viso largo circondato dai capelli rossi e pieno di lentiggini.
« Zio Charlie! »

Ci fu un marasma collettivo e tutti i dodici nipoti si precipitarono fuori casa per abbracciare quello zio sempre distante, ma che quando veniva a trovarli raccontava loro storie incredibili e portava regali meravigliosi per ciascuno.

« Ehi, che accoglienza! Non pensavo che foste già tutti qui! »
« Ci piace far impazzire la nonna già da subito! » esclamò James, beccandosi un’occhiataccia dalla suddetta.

Rientrarono tutti al caldo, chiacchierando del più e del meno, e facendosi raccontare le ultime scoperte in fatto di draghi.
 

« Ragazzi, lasciate riposare un po’ lo zio... ha fatto un lungo viaggio e sarà stanco » disse la signora Weasley, scacciandoli via, nella speranza che trovassero qualcos’altro da fare.
« Battaglia a palle di neve! »

La proposta di Louis venne accolta con una risposta di assenso collettivo, suscitando un sorriso divertito sulla bocca di Charlie e una ruga corrucciata sul volto di Molly Weasley senior.

« Copritevi bene, mi raccomando! » li avvertì, impensierita.
« Stai tranquilla, nonna, ad Hogwarts ci alleniamo per questo momento dalla prima nevicata! » la rassicurò Dominique, aprendo le labbra in un sorriso meraviglioso.
« Maschi contro femmine? » suggerì Hugo, prendendo un paio di guanti con i colori di Grifondoro.
« Anche se siamo in svantaggio numerico, non pensate di poterci battere così facilmente! » disse James, allacciandosi la sciarpa intorno al collo.
« Non preoccupatevi, ci andremo piano con voi, donzelle » Louis si scambiò un cinque con Fred.
 

Lily inarcò elegantemente un sopracciglio, piegando gli angoli delle labbra in un sorriso che non prometteva nulla di buono. « Vi faremo pentire di essere nati »
« Esatto Lils! » ruggì Roxanne, agitando un pugno con aria minacciosa. « Come si permettono?! Guardatevi le spalle, perché vi faremo il cu-... »
« Roxanne! » esclamò la signora Weasley con aria scandalizzata, mentre Charlie - dietro di lei - si stava sbellicando dalle risate.
« Scusa nonna, è colpa della competizione »
« Abbiamo una cosa che volge a nostro vantaggio » spiegò Rose, la più diplomatica del gruppo.
« Ci stanno sottovalutando » completò Molly, ricevendo un cenno d’assenso dalla cugina coetanea.
 

Lucy roteò gli occhi al cielo, emettendo un mugolio esasperato. « Come ogni anno »
« Coraggio ragazze! » Dominique battè le mani per riportare l’ordine e farle concentrare.
« Andiamo a massacrarli » pronunciò Victoire, uscendo per prima in giardino.


****


« Non è possibile! » urlò James indignato, rientrando in casa e precedendo gli altri. « Avete ba-ra-to! »

Louis, Fred, Albus e Hugo annuirono, completamente d’accordo con quanto affermato dal ragazzo.

« Che cosa?! » la voce di Victoire raggiunse un livello spaventoso, degno di essere udito soltanto dai pipistrelli. « Semmai è il contrario! Avevamo stabilito di giocare pulito, senza usare la magia visto che alcuni di noi ancora non possono, eppure mi sembra di ricordare che qualcuno » e qui, il suo sguardo accusatore si soffermò verso il fratello e gli altri tre cugini - visto che Hugo era ancora minorenne -, facendoli rabbrividire. « Abbia compiuto degli Incantesimi di Levitazione! »
« Non è vero, stai mentendo! » si aggiunse la tonante voce di Louis, difendendo a spada tratta il cugino coetaneo, o forse soltanto il suo ego, profondamente offeso dall’insinuazione della sorella.
« Tu dici?! Ho ben sei testimoni oculari, Louis! » proseguì la ragazza, scatenando la sua furia.

Ginny Potter ed Hermione Weasley si affacciarono sulla soglia del soggiorno, attirate dal frastuono messo in atto dai dodici ragazzi, dove ognuno di loro sosteneva apertamente la propria innocenza.

« Che sta succedendo? » domandò Hermione sottovoce, sporgendosi verso Lily, in modo tale da riuscire a farsi sentire al di sopra del frastuono.
« James è fermamente convinto che noi ragazze abbiamo barato, durante la battaglia a palle di neve, quando l’abbiamo visto tutti che ne ha lanciate sette contemporaneamente »

Ginny sollevò gli occhi al cielo, disperata da quel comportamento così infantile. « E chi ha vinto? »
« Ovviamente noi, mamma » rispose la piccola Potter, strizzando l’occhio con fare complice.
« Allora ci subiremo lo sproloquio di James fino a Capodanno » disse la donna con un sospiro. « Mio figlio non sa assolutamente perdere »
« Mamma! » esclamò scandalizzato il suddetto, spalancando gli occhi e la bocca in una muta espressione di orrore. « Anche tu! Dovresti sostenermi, sono il tuo bambino! »
« Oh be’, ci sono sempre Albus e tuo padre che possono spalleggiarti... » e fece l’occhiolino alla figlia, che sorrise apertamente.

James stava per ribattere piccato, con un’aria completamente indignata, quando Harry Potter comparve al fianco della moglie, quasi come se avesse sentito di essere stato nominato.

« Chi è che dovrei spalleggiare? »
« Me, papà! » tuonò il maggiore dei suoi figli, indicandosi.
« Avete vinto anche quest’anno la grande battaglia, ragazze? » domandò l’uomo, rivolgendo la sua attenzione a loro.

Un ringhio sovraumano si sollevò da James che, furibondo, si diresse al piano di sopra e si chiuse nella sua stanza, in attesa di essere chiamato per il Cenone della Vigilia.

« Direi che la risposta la puoi capire da te, zio » disse Rose, ridacchiando leggermente.
« Mi chiedo come faccia a sopportarlo la povera Effy » esordì Lily, guardando il punto in cui era sparito il fratello maggiore.

George Weasley entrò trafelato in ingresso, chiudendo magicamente la porta della cucina con un veloce colpo di bacchetta, e ansimando furiosamente, quasi come se avesse corso una maratona.

« Zio, tutto bene? » domandò Lucy, preoccupandosi.

L’uomo si guardò intorno per un breve istante, accertandosi che colui o colei da cui stava scappando non fosse nei paraggi.

« Tuo padre e tua zia Angelina si sono messi di comune accordo per braccarmi » le riservò un’occhiata seria. « Ho quasi rischiato la pelle »
« Che cosa hai combinato, George? » Ginny gli puntò un dito contro, con fare accusatorio.
« Io?! » esclamò scandalizzato. « Assolutamente niente! »
« GEORGE WEASLEY! » un urlo terrificante si sollevò da dietro la porta bloccata della cucina.
« Oh santo Merlino » sussurrò l’uomo, con aria spaventata. « Devo nascondermi. Se vi chiede qualcosa, voi non mi avete visto » e scappò fuori in giardino, senza premurarsi di cancellare le impronte sulla neve.
« Credi che uno stupido incantesimo possa fermarmi?! Alohomora! » Angelina Johnson in Weasley si guardò intorno con una furia omicida nello sguardo, cosa che fece arretrare più o meno tutti quanti. « Harry! Dimmi dov’è andato, lo so che tu lo sai! »
« Ehm... io... ecco... veramente... »
« Louis! »
« Sì, zia? » domandò con voce tentennante, quasi sperando che cambiasse argomento o si concentrasse su qualcun altro.
« Se mi dici dove si è nascosto tuo zio, non ti farò più pagare nessun prodotto dei Tiri Vispi »
« Ehm... veramente zia... C’è già Fred che mi lascia prendere gratis tutto quello che voglio » disse con onestà, ignorando palesemente le occhiatacce di sbieco e i gesti di avvertimento messi in atto proprio dal cugino.

La donna si voltò lentamente verso il figlio maggiore, che si limitò a fare un sorriso mille denti, nella speranza di essere in qualche modo graziato.

« Fred. Dov’è!? »

« È scappato in giardino, mamma » cedette, abbassando lo sguardo con fare colpevole. « Probabilmente si sarà nascosto nel capanno degli attrezzi del nonno »

Qualche ora dopo - e un George Weasley con un occhio nero in più -, si sedettero tutti a tavola, pronti per cominciare a mangiare le squisite pietanze del Cenone, sotto lo sguardo amorevole della signora Weasley che non poteva ritenersi più soddisfatta e felice di com’era in quel preciso istante.

Sì, era proprio tutto perfetto.


****


Un’assonnata Lily Potter aprì i grandi occhi color cioccolato e dalla forma leggermente a mandorla, a causa di un frastuono proveniente dal piano inferiore. Si rigirò tra le coperte, ancora calde e saldamente avvinghiate al suo corpo, e rimase a contemplare il panorama al di fuori della finestra. Quella mattina, la mattina del giorno di Natale, il sole aveva deciso di degnare l’Inghilterra della sua presenza, facendo capolino tra le nubi, che giocavano a rincorrersi nel cielo grazie al delicato soffio del vento.

Con un improvviso moto di allegria si alzò dal letto, essendosi ricordata della moltitudine di pacchetti - con sopra recanti il suo nome - che l’aspettavano sotto l’albero in salotto. Una delle tradizioni della sua famiglia, nata non appena erano diventati tutti abbastanza grandi da capire cosa stesse succedendo, era quella di aprire i regali tutti insieme, chi seduto per terra e chi appollaiato sulle comode poltrone, ringraziandosi a vicenda per il bel pensiero o ridendo a crepapelle per l’obbrobrio ricevuto da chissà chi.

Scese lentamente i ripidi scalini in legno, facendo attenzione a dove mettere i piedi per non ruzzolare giù, e spalancando bene le orecchie per capire chi fosse già in piedi.

« Ben svegliata, dormigliona! » la salutò Louis, comodamente spaparanzato sul divano e tenendo in mano un piatto contenente quelli che sembravano uova e bacon.
« Sono l’ultima? » domandò tranquillamente, soffocando a stento uno sbadiglio, e ringraziando Fred per averle passato degli enormi muffin al cioccolato.
« Chi dorme non piglia pesci! » disse James, stravaccato su una delle poltrone vicino al camino, dove scoppiettava allegramente un fuocherello dalle fiamme aranciate. « O meglio: non si prende i posti migliori! »

Ginny gli tirò uno scappellotto sulla nuca, guardandolo storto. « Fai sedere tua madre, piuttosto »
« Oh mamma! » si lagnò, cercando di non spostarsi di un millimetro. « Mi sono alzato all’alba apposta! »
« Forza, poche storie. O ti rifilo una bella Fattura Orcovolante »
« Ti conviene darle retta, James » esordì George, accomodandosi vicino a Roxanne. « Quando eravamo giovani ne lanciava alcune veramente strepitose »
« Lumacorno l’aveva voluta nel suo Luma-club proprio per questo motivo » aggiunse Ron, facendo sedere Hermione sulle sue gambe.
« Perché non avete sperimentato quelle di Lily » ribattè Albus con convinzione, scacciando via il fratello che aveva tentato di spodestarlo. « Vi posso assicurare che sono a dir poco terrificanti »
« Le hai mai provate? » Rose tirò una ciabatta in testa a James, che se ne andò via affranto, dopo aver provato a prendere la sua poltrona con la forza.
« Fortunatamente per lui no » rispose Lily, precedendolo. « Ma deve aver visto quelle che ho lanciato a Malfoy, durante il corso dell’anno »
« Lily! » ruggì Harry, guadagnandosi un’occhiata di approvazione dalla moglie, ben pensando che volesse sgridarla per essersi comportata in quel modo. « Ti sembra il caso che tu compia questi incantesimi, in modo così straordinario, senza dirmi nulla?! » Ginny si allungò per tirare uno schiaffo anche a lui.

La ragazza ridacchiò leggermente, portando una mano a coprirsi la bocca. « Stando a quanto mi ha raccontato Al, l’ultima che gli ho lanciato è durata per ore »
« Brava, tesoro! » tuonò Ron, annuendo freneticamente, salvo poi beccarsi un’occhiata fulminante dalla moglie.
« Bel modo che avete di insegnare ai vostri figli la cooperazione tra le Case! » disse Hermione, assumendo un’aria indignata.    
« Ma andiamo, stiamo parlando di Malfoy! Hai presente? »
« Certo che ce l’ho presente, Harry, ma ti ricordo che la Guerra magica è finita più di vent’anni fa »
« Grazie al cielo! » squittì la signora Weasley, portando qualche altro spuntino.
« Molly cara, direi che di cibo ne abbiamo mangiato più che a sufficienza, non contando poi quello che ci sarà oggi al pranzo di Nat-... » Arthur Weasley venne immediatamente zittito da un’occhiataccia della moglie.
« Arthur, sono perfettamente in grado di capire quando è il caso di fermarmi, grazie tante! » pronunciò infastidita, sedendosi su una parte del divano che Louis le aveva riservato. « E poi non vedi come sono sciupati i ragazzi? Scommetto che non mangiano abbastanza! »
« Mamma, suvvia, direi che per il momento siamo a posto così » la interruppe Percy, facendo apparire due enormi cuscini dal nulla, sulla quale si accomodarono lui e Audrey, la moglie. « Siediti, così possiamo cominciare ad aprire i regali »
« Giusto, Perce! » acconsentì George, battendo le mani. « Forza, gente, muoviamoci a prendere posto, così possiamo iniziare! »

Gli ultimi ritardatari - tra cui Lily, che si appollaiò con grazia su uno dei braccioli della poltrona di Hugo - si affrettarono a trovare uno spazio libero in cui sedersi, più o meno comodamente.

James, prontamente respinto da tutti i suoi cugini a cui era andato a chiedere ospitalità, fu costretto a prendere un cuscino per sedersi sul pavimento, nell’unico spazio libero rimasto, ossia vicino all’albero di Natale. Questo significava che sarebbe toccato a lui, quell’anno, distribuire tutti i regali agli svariati familiari. Brontolando qualcosa tipo: “Qua mi sfruttano come un elfo domestico”, consegnò a ciascuno dei suoi parenti i propri doni, per poi riaccomodarsi e cominciare a scartare i suoi pacchetti, con l’aria di un bambino.

Lily rimase piacevolmente sorpresa dalla massa di regali che aveva ricevuto quell’anno: sembrava addirittura che ce ne fossero alcuni in più, rispetto al Natale precedente. Decise di aprire per primo un inconfondibile pacco dal contenuto soffice: certamente uno dei maglioni di nonna Molly. Difatti, proprio come previsto, qualche minuto dopo indossò quel caldo capo d’abbigliamento color blu cobalto, con una bella “L” rossa ricamata sul davanti. Guardandosi intorno, scoprì che ormai tutti i suoi parenti ne avevano uno uguale addosso. Sorrise intenerita e si affrettò a scartare il resto della pila.

Quando afferrò uno degli ultimi regali rimasti, ne cadde un biglietto, accuratamente sigillato.


Cara Lily,
Spero che tu passi un buon Natale.
Goditi questo piccolo pensiero, prima della partita
Grifondoro-Serpverde che si terrà a febbraio.
Ci rivediamo ad Hogwarts!
Con affetto,
Adam.


Sorrise, poi rivelando il misterioso contenuto accennato dal suo nuovo amico di Serpeverde: un biglietto per assistere alla partita delle Holyhead Harpies contro i Falmouth Falcons, che si sarebbe tenuta di lì a qualche giorno. Decise che si sarebbe fatta accompagnare da Hugo, in fondo era il suo Vice-Capitano.

L’ultimo pacchetto aveva una forma rettangolare e sembrava piuttosto corposo. Sicuramente un noiosissimo libro da parte di zio Percy. No, un momento: il regalo dello zio l’aveva già aperto. E allora di chi diavolo era questo

Strappò via la carta blu scuro - decorata con dei fiocchi di neve brillantinati -, con una certa foga, dovuta più alla curiosità che al regalo in sé e per sé. Era un libro dalla copertina rigida, color verde, con il titolo scritto in chiare lettere argentate: “Come diventare un perfetto Serpeverde in dieci semplici mosse”². Scoppiò in una risata cristallina, attirando su di sé alcuni sguardi incuriositi, e aprì il volume con enorme interesse. Nella prima pagina, sotto la dedica dell’autore alla sua famiglia, c’erano un paio di righe scritte con una grafia bella e semplice.


Ogni buon Serpeverde impara a dare quei “nomignoli idioti”
grazie al capitolo quattro. Da oggi potrai sbizzarrirti anche tu.
Buon Natale, Potter.
S.M.


Chi l’avrebbe mai detto.


****


Se lo getti nel camino, non saprai mai come reagisce
un perfetto Grifondoro agli affronti subiti. Da oggi, potrai
imparare a difenderti valorosamente dalle mie Fatture Orcovolanti
(nah, non credo. Sono troppo brava!).
Buon Natale, Malfoy.
Lily.


Scorpius accarezzò con cura la copertina rigida del nuovo volume che gli avrebbe tenuto compagnia, durante le notti in cui non sarebbe riuscito a prendere sonno. Era di colore rosso scuro, mentre il titolo dorato riluceva a contatto con qualsiasi fonte di luce: “Come diventare un perfetto Grifondoro in dieci semplici mosse”.

Chi l’avrebbe mai detto.





Angolo dell'autrice:

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

¹
Quest'orologio, è il famosissimo e stranissimo orologio dei Weasley, quello che al posto dei numeri ha scritte come: "In ritardo", "Pericolo mortale", ecc.
 
² Il titolo di questo libro è stato un'idea della fantastica Valyn92

Salve a tutti/e! *Si sente un incessante frinire di grilli*. Come state? Vi posso assicurare che non sono un'apparizione, ma sono tornata! Temo proprio di non avere più scusanti e mi vergogno terribilmente per essere sparita così di punto in bianco, senza più avere la decenza di aggiornare questa storia. Ma ehi, eccomi qui! Spero sempre che qualcuna di voi ci sia ancora e che si ricordi di questa autrice sciagurata, che non si fa sentire da mesi. Premetto che avevo iniziato a scrivere questo capitolo ad agosto (ed immaginatevi la stranezza nel dover descrivere ambienti natalizi), ma poi non avevo alcuna idea decente, quindi ho accantonato il tutto e l'ho ripreso giusto un paio di giorni fa. Ancora adesso, se devo essere sincera, non mi convince pienamente, ma vabbè: io non sono mai soddisfatta del mio lavoro. Spero soltanto che non sia troppo "caotico", per voi lettori/lettrici, e - se così fosse - chiedo venia, ma (come avrete senz'altro notato) in questo undicesimo capitolo ci sono più personaggi di quanti ne tratto di solito, quindi è stato piuttosto difficile (anzi, diciamo che è stato un parto vero e proprio).

Anyway, veniamo a noi e a questo obbrobrio.

Parte uno: ebbene sì, il viaggio di ritorno Hogwarts-Londra non è ancora concluso. Questa volta, a differenza del capitolo precedente, lo vediamo dal "punto di vista" di Lily e co. Come avevo già scritto in qualche risposta alle recensioni, c'è un accenno alla friendship Lily/Alice. Le nostre Lilice (?) sono molto legate da una forte amicizia, essendo praticamente cresciute insieme (mi piace pensare che Neville sia rimasto in contatto sia con Luna che con Harry, Ron, Hermione e Ginny). Casualmente, la nostra cara Paciok vuole accompagnare Lily a trovare Albus, rinchiuso in un'altra carrozza con i suoi amici, in quello che mi piace chiamare: "lo spazio riservato alle Serpi". Pensandoci bene, sia nei libri che in qualche film, i Serpeverde sono riuniti in uno scompartimento esclusivamente riservato a loro (giustamente, vista l'accoglienza che le nostre due beneamine hanno ricevuto, ahahah). Spunta il nostro caro Adam. 
Questo ragazzo è come un angelo custode (o un fungo, a seconda dei punti di vista): appare sempre nel momento più opportuno e inaspettato. Btw, finalmente, dopo uno scambio di battute alquanto stuzzicanti e divertenti, riescono a trovare Al.
Ho adorato questo piccolo momento Scorily (lo sapete che io non riesco a non farli bisticciare/punzecchiare un po').
Blake e Shane. Oh, quanto li amo.
Giuro che, successivamente, darò un po' di spazio anche a questi due idioti. Perchè non posso non farlo. Scopriamo anche perchè Lorcan è andato al ballo con Lexie, anzichè con Alice, a cui - invece - è toccato proprio Zabini. Ahahahah, sono sadica lo so. Ma lo è di più Lily, in questa parte. Inzomma, ci siamo capiti. ;)  

Parte due: abbiamo una new-entry! *Suona delle trombette colorate* Elijah Nott, signore e signori! E' il fratello maggiore di Adam, già - ovviamente - uscito da Hogwarts, dove apparteneva alla Casa di Serpeverde (eddaje!). Me lo sono immaginato come Daniel Gillies (per chi non lo conoscesse, interpreta Elijah Mikaelson in The Originals e in The Vampire Diaries): bello, elegante, con capelli e occhi scuri e un irresistibile fascino, il tutto circondato da un bell'alone di mistero. Piuttosto intrigante, ecco. :D E poteva, il nostro bell'Elijah, restare indifferente alla piccola Potter? Of course not! La nostra Flirty-Lily (l'alter ego flirtesco (?) della rossa) è, ovviamente, incuriosita da questa... novità, diciamo così. Lei non si tira mai indietro, lo sapete perfettamente. Scorpius.
Mio caro, dolce, Scorpius. Questo ragazzo impazzirà, a stare dietro a tutti gli spasimanti della Potter, ma forse ve ne sarete accorte dai suoi commenti inaciditi. Ahahahah, povero tesoro. Coraggio, Scorps, resisti!
Ta-daaaan! Ragazze belle, è arrivato LOUIS WEASLEY! Il nostro Veela-boy è andato a prendere i vari cugini, per portarli alla Tana. Lui, invece, me lo immagino come Alex Pettyfer (può esistere un ragazzo così bello?
*Occhi a cuore*).

Parte tre
: La Tana.
Vi giuro che solo a leggere la parola, mi si riempie il cuore. Ho pensato che fosse carino far sì che Molly Weasley senior ospitasse i suoi adorati (e numerosi) nipoti, per le vacanze natalizie, in modo da passare dei bei momenti tutti insieme. Abbiamo l'introduzione di altri personaggi: Victoire (anche se è la più grande del clan Potter-Weasley, ho pensato che fosse carino farla restare dai nonni, assieme ai cugini. Teoricamente - nella mia fantasia -, vive con Teddy Lupin, ma visto che quest'ultimo è il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, ho immaginato che fosse rimasto ad Hogwarts assieme agli altri insegnanti. Victoire me la immagino come Karen Gillan, che ha interpretato Amy Pond in Doctor Who); Dominique (me la immagino come Ashley Benson, la fantastica Hanna Marin di Pretty Little Liars); Molly (me la immagino come Dakota Blue Richards, Frankie di Skins) e Lucy (che me la immagino come Freya Mavor, Mini di Skins). E' un piccolo momento di raccoglimento, dove tutti i cugini sono finalmente insieme. Ovviamente, essendo in tanti ed avendo caratteri totalmente differenti, anche in futuro, aspettatevi molti piccoli ed esagerati battibecchi.
Sorpresa, sorpresa: spunta Charlie! Il Weasley meno presente, è tornato in Inghilterra per trascorrere serenamente (e lontano dai draghi) le vacanze. Stando alle mie ricerche su internet, Charlie non si è mai sposato e nella mia fantasia è rimasto un po' un "ragazzone", se così vogliamo definirlo.
Mi conoscete: non potevo resistere ad un po' di sana competizione tra Potter e Weasley. Quale modo migliore di divertirsi, se non attraverso una battaglia a palle di neve? Girls vs Boys.

Parte quattro: un altro sano momento familiare. In fondo, è Natale e sono pienamente convinta che il Natale si debba passare in famiglia, circondati dalle persone a cui si vuole bene. Anche qui, rispuntano nostre vecchie conoscenze: da Ginny ed Hermione, attirate dal frastuono messo in atto dai ragazzi; a Harry, sempre presente; da un George Weasley in fuga (
) ad un'Angelina infuriata, che lo insegue valorosamente. Un Natale prettamente in stile manicomio. Ma a Molly Weasley senior va benissimo così (e chi siamo noi per discutere?).

Parte cinque: è la mattina di Natale.
Merry Christmas! *Canticchia allegramente*. Per quanto riguarda la tradizione di aprire i regali, la mattina di Natale e aspettando ogni membro del parentame, mi sono liberamente ispirata alla tradizione della mia famiglia: a casa mia, apriamo i pacchi presenti sotto l'albero il 25 di dicembre, seduti tra divano e poltrone. Ora. A casa mia siamo in tre (io e i miei genitori), quindi la cosa è decisamente più semplice rispetto alla storia, ahahah. Nessuno viene spodestato/cacciato dal proprio posto, nè tantomeno ci svegliamo all'alba per appropriarci di uno spazio decente.
Questa volta, ho fatto diventare Jamie lo sclerato di turno, ahahahah. Povero cuore.
Ha delle reazioni un tantino esagerate, ma James me lo sono sempre immaginato come un eterno bambinone, sempre alla costante ricerca di attenzioni (non detto con cattiveria, sia chiaro). C'è anche qualche piccolo rivangamento (?) del passato e tenetelo bene a mente, soprattutto le reazioni gioiose di Harry e Ron nel sentire che Lily aveva affatturato Malfoy. Per quanto riguarda Percy (bentornato!), sempre nelle mie ricerche su internet, avevo letto che si è sposato con una certa Audrey (ecco da dove ho preso il nome). Chi sia questa Audrey, come sia fatta (fisicamente e caratterialmente) non si sa. Io me la immagino tutto l'opposto del pomposo e ambizioso Perce.
Si aprono i regali gente! Poteva mancare il tradizionale maglione della signora Weasley? Certo che no

Lo so. Adam. Capisco che abbia fatto un regalo un po'... banale? (In fondo, Ginny - lavorando come giornalista sportiva per il Profeta - avrebbe potuto avere tutti i biglietti che voleva per quella partita, però le mie idee in fatto di regali per maghi e streghe, scarseggiavano un pochetto, quindi accontentatevi :D). E Scorpius? Ne vogliamo parlare? Valyn, mio tesoro, ti ringrazio sentitamente per quest'idea che mi hai dato.
Ho fatto apparire il nostro amato Scorps un po' meno... Scorps.

Parte sei: c'è forse bisogno di qualche spiegazione?
Questi due sono l'amore, sappiate solo questo.

E anche per questo capitolo, è fatta. Dal prossimo, il dodicesimo, ritorneremo in ambiente Hogwarts e ci sarà la famigerata festa di Capodanno, già presente nel primo capitolo.
Credo di avervi detto tutto, in caso contrario sono sempre più che disponibile a chiarire i vostri dubbi. Un sentito grazie a coloro che (ancora) seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite/ricordate, a coloro che lasciano recensioni e anche soltanto a chi la legge silenziosamente. :) Di nuovo, uno speciale ringraziamento a Valyn92.
Come di consueto, vi ricordo che - chi non avesse mai visto o non si ricordasse - i volti dei personaggi potete trovarli nell'angolo autrice del capitolo 3. :) Chiedo ancora venia per l'imperdonabile ritardo con cui pubblico e, purtroppo, non sono di nuovo certa sulla data del prossimo aggiornamento, spero di farcela il prima possibile, ma tra la sessione esami sempre più vicina e svariati blocchi, non posso garantirvi nulla. Quando potrò, pubblicherò. L'importante è che sappiate che io non mollerò mai questo racconto: non mi piace lasciare le cose incompiute e a questa storia ci tengo davvero, davvero tanto. Quindi, ancora un sentito grazie (portate pazienza!). Spero che abbiate passato un buon Natale e niente, vi auguro un felice e sereno 2015. :)
Un bacione e alla prossima!


Fatto il misfatto.

Giorgia.

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Capitolo 12
*** Nuovi inizi. ***


Racconto12 - Nuovi inizi.
Capitolo 12.
Nuovi inizi.


Scorpius&Lily


“In un bacio,
Saprai tutto quello che è stato taciuto”.
(Pablo Neruda)



« Ciao Lily, ben arrivata » Neville Paciok sollevò gli occhi scuri dai fogli di pergamena che stava leggendo con interesse. « Fatto buon viaggio? »

La ragazza uscì fuori dal camino, situato nell’ufficio dell’insegnante di Erbologia, nonché direttore della Casa di Grifondoro. Con un lieve colpo di bacchetta, si affrettò a togliere la fuliggine dai suoi abiti: per quanto fosse un metodo comodo e veloce per spostarsi da un luogo all’altro - soprattutto per i maghi minorenni -, odiava utilizzare la Metropolvere.

« Non vedo l’ora di compiere diciassette anni, così da potermi Smaterializzare a mio piacimento » replicò con un tono di voce piuttosto seccato, cosa che fece sorridere l’uomo.
« Hai passato buone vacanze? »

Scrollò le spalle, poi piegando gli angoli delle labbra all’insù, con fare divertito. « Il solito manicomio » si appoggiò con nonchalance al suo baule, scrutando il suo insegnante. « E tu? Stando a quanto mi aveva riferito Alice, prima di partire, sei rimasto ad Hogwarts, giusto? »
« È esatto » si passò una mano tra i capelli corti e scuri, scompigliandoseli leggermente. « Ma sono riuscito a convincere la professoressa McGranitt a concedermi il Natale libero » le scoccò un occhiolino, con fare complice.

Scoppiò in una risata deliziosa, portando una mano a coprirsi la bocca e lasciando intravedere le fossette sulle guance. « Immagino che non sia stata una cosa semplice »
« Ho quasi preferito l’idea di dover affrontare Voldemort e il suo serpente un’altra volta » sospirò pesantemente. « Comunque sia, credo - anzi ne sono più che convinto - che Alice sia pronta a farti un resoconto dettagliato. Specialmente per quanto riguarda una certa scopa da corsa nuova, che io ed Hannah le abbiamo regalato... »
I suoi grandi occhi color cioccolato, e dalla forma leggermente a mandorla, si sgranarono per lo stupore. « Ma non mi dire... » sul suo viso, fece capolino un sorriso malizioso, uno di quei sorrisi tipici di chi la sapeva lunga. « Le avete comprato una Nimbus 2023? » Neville si limitò a farle un cenno d’assenso con il capo e - in risposta - ottenne un fischio di ammirazione. « Ci tieni parecchio a quella coppa lassù, non è vero? »

Il professore si girò a mezzobusto sulla sua comoda poltrona in chintz - rigorosamente dai colori rosso e oro - e ricercò, non senza qualche difficoltà, il 'punto d’onore' in cui aveva sistemato la famosa Coppa di Quidditch, vinta per quattro anni consecutivi dalla squadra della sua Casa. Si appuntò mentalmente di mettere un po’ in ordine tra tutte quelle piante che aveva portato con sé dai suoi numerosi viaggi, compiuti subito dopo essersi diplomato.

« Effettivamente, devo ammettere che mi ci sono piuttosto affezionato. Inoltre, credo che - se a fine anno dovessi cedere il trofeo a Lumacorno, Teddy o Vitius - la Preside sarebbe capace di non rivolgermi più la parola e, nel peggiore dei casi, di mettermi in punizione »

Un’altra risata cristallina risuonò all’interno della stanza, facendola sembrare ancora più calda, luminosa e accogliente.

« Mi dispiace di essere arrivata così tardi, ma sai... la nonna non aveva alcuna intenzione di farci tornare indietro » sollevò gli occhi al cielo, ed emise un impercettibile sbuffo seccato.
« Spero di non averti disturbato troppo »

« Oh, nient’affatto. Mi stavo divertendo a correggere alcuni temi di Erbologia, da riconsegnare subito dopo la fine delle vacanze » sventolò allegramente un rotolo di pergamena scritto con una calligrafia minuscola e fitta: chiunque fosse il proprietario di quel compito, aveva sicuramente svolto un lavoro più che eccellente. Magari era di sua cugina Rose.

Sbirciò il primo nome sulla pila di prove già valutate, ordinatamente disposte sulla parte sinistra della scrivania dell’insegnante.

« Ah, ma sono quelli del quinto anno! » esclamò entusiasta. « Il mio l’hai già letto? »
« Sì, ma fai attenzione: sono in ordine di voto » la osservò con fare piuttosto preoccupato, indeciso se interrompere o meno le sue ricerche disparate. « Stavo giusto per iniziare quello di Hugo »

Lily si bloccò per un momento, puntando il suo sguardo verso il rotolo completamente ricoperto d’inchiostro. « Sarà sicuramente un altro Eccezionale, a giudicare da quanto ha scritto » tirò fuori, con aria vittoriosa, il suo compito, leggendo attentamente il giudizio dell’insegnante. « Mi hai dato un Oltre Ogni Previsione »
« Ritenevo che fosse un tema ben fatto » puntò le sue iridi sulla figura snella della ragazza. « Stando a quanto mi hanno detto anche gli altri insegnanti, Lily, se continui di questo passo, i G.U.F.O. saranno una passeggiata. Eccelli praticamente in tutte le materie, senza sforzo alcuno »
« Tranne in Storia della Magia » annunciò, stirando le labbra nel suo tipico ghigno di scherno. « Lì il mio... talento naturale non funziona poi così bene. Non che mi
dispiaccia » disse, incamminandosi lentamente verso la porta. « Sto seriamente pensando di farmi bocciare apposta, così da non doverla più seguire il prossimo anno » guardò il suo nuovo orologio da polso, gentile regalo natalizio da parte di Alice e Roxanne. « Bene, Albus mi aveva espressamente ordinato di “restare ferma qui”, ma credo proprio che nonna Molly lo stia trattenendo con la forza » sorrise malandrina, per nulla desiderosa di compatire il fratello maggiore. « E poi, non ho assolutamente alcuna intenzione di starlo a sentire » strizzò l’occhio con fare gioioso e sventolò allegramente una mano, in segno di saluto. « Arrivederci, professore, e buonanotte »


Si richiuse delicatamente l’uscio alle spalle, affrettandosi a percorrere i lunghi e freddi corridoi del castello - completamente deserti, a quell’ora -, ben intenzionata a rimandare al giorno seguente, la noiosa e petulante ramanzina che suo fratello le avrebbe sicuramente fatto, per non avergli dato retta.
Le sarebbe bastato fare gli occhioni dolci e tutto si sarebbe risolto per il meglio. Come se lei avesse mai dato ascolto ad Al, a Jamie o a qualsiasi altra persona che non fosse se stessa. Hugo l’aveva sempre definita uno spirito libero.

« È curioso di come debba ricordare a voi Potter l’esistenza della magia. E di come possa essere praticata grazie all’uso di una bacchetta » una voce roca e sensuale la colse alla sprovvista, facendo sì che si immobilizzasse poco prima di una rampa di scale. « Baule Locomotor »

La giovane Grifondoro si voltò verso il suo interlocutore con una lentezza disarmante, sfoderando un sorriso decisamente provocatorio e malizioso. Il colore dei capelli del ragazzo era di una tonalità di biondo spaventosamente simile al bianco e riflettevano la luce delle torce, appese su entrambi i lati del muro di pietra. Quello che, però, sicuramente, tutte le ragazze di Hogwarts avrebbero affermato, era che la bellezza di Scorpius Hyperion Malfoy stava - oltre che nel fisico statuario - nei suoi magnetici occhi plumbei: di un grigio particolare, con qualche sfumatura diversa a seconda della luce.

« Malfoy » lo studiò con particolare interesse, inclinando leggermente la testa di lato, salvo poi spostare la sua attenzione sulla sua valigia, intenta a galleggiare a qualche metro da terra.
« Ero perfettamente in grado di cavarmela anche da sola »
« Correggimi se sbaglio, ma mi pare di ricordare che la vostra Sala Comune sia al settimo piano »
« Vedo che qualcuno, qui, è ben informato... »
« Mi piace tenermi aggiornato » scrollò le spalle, con noncuranza. « E avere tutto sotto controllo »

Lily mosse qualche passo studiato nella sua direzione, avvicinandosi talmente tanto che - ciascuno - riuscì a percepire il profumo dell’altro. « Non ti piacciono gli imprevisti, Malfoy? L’adrenalina dettata dall’imprevedibilità... e tutte quelle cose che non sai se stiano per accadere o meno? » soffiò al suo orecchio, con fare provocante e tentatore.
« È un qualcosa che non sopporto minimamente » rispose utilizzando un tono di voce non troppo convincente e reprimendo a stento un brivido.
« Peccato » sussurrò, mordendosi il labbro inferiore. « Quindi, se facessi una cosa del genere non ti piacerebbe... » si alzò sulle punte, afferrandolo per le spalle, e gli stampò un caldo bacio sul collo.
« Assolutamente no » replicò, socchiudendo gli occhi.
« E questo? » gli mordicchiò delicatamente il lobo dell’orecchio sinistro, mentre il ragazzo si pietrificò sul posto, quasi come se qualcuno gli avesse lanciato un incantesimo della Pastoia Total-Body a tradimento.
« No »
« Sei testardo... » bisbigliò, annullando quasi completamente la già breve distanza che li separava. « ...Ti farò crollare, Malfoy: tu verrai a fondo con me »
« E come pensi di riuscirci? » domandò, recuperando un po’ della sua spavalderia.

Lily era come un salto nel vuoto.

« Oh, ma è facile » ridacchiò appena, un suono che avrebbe voluto continuare ad ascoltare per il resto della sua vita.

Uno di quei salti nel vuoto in cui sai già che ti schianterai al suolo, perché non ci sarà nessun materasso ad attenderti alla fine della caduta, né tantomeno un incantesimo di Levitazione pronto ad essere utilizzato all’ultimo minuto.

Il viso della ragazza si fece sempre più vicino, e Scorpius sperò - in cuor suo - che quel momento potesse durare per sempre. Le sue narici respirarono l’odore dolce che l’avvolgeva, un lieve sentore di gigli, e non era più così sicuro di riuscire a resistere a quella meravigliosa tentazione, ancora a lungo.
Finalmente, quasi come se la sua fosse stata una preghiera silenziosa, le labbra carnose della Grifondoro si poggiarono delicatamente su quelle del ragazzo, che - preso dalla foga del momento - le cinse la vita con le braccia muscolose e l’attirò di più a sé. Lily intrecciò le mani dietro la nuca del Serpeverde, giocherellando con i corti ciuffi di capelli biondi.
Il giovane Malfoy pensò, per un folle attimo, che il cuore stesse per scoppiargli violentemente nel petto, da tante erano le diverse emozioni contrastanti che stava provando in quel preciso istante. Si separò controvoglia, incrociando immediatamente le sue iridi color cioccolato e accarezzandole lievemente una guancia rosea.
 
Poteva esistere una ragazza così dannatamente bella?

Avrebbe voluto baciarla per ore, assaggiando quelle labbra rosse e piene che - fino a qualche minuto prima - avevano lasciato un marchio indelebile, una striscia infuocata che ancora gli faceva ribollire il sangue al sol pensarci. La guardò. La guardò come mai aveva fatto prima di allora. E scoprì che entrambi avevano una luce diversa negli occhi, come se avessero preso piena consapevolezza di ciò che era accaduto. Qualcosa era cambiato, definitivamente.
Soltanto in quell’istante, Scorpius comprese appieno i suoi sentimenti, che gli offuscavano il cervello, mandando a quel paese la sua razionalità e il suo autocontrollo. La bramava. Lui voleva Lily Potter. E questo desiderio lo stava facendo letteralmente impazzire, corrodendo la sua sanità mentale in modo fin troppo lento.

« Lily, che cosa diavolo... »
Gli mise una mano sulla bocca, mettendo a tacere le sue incertezze. « Shh. Va tutto bene, non preoccuparti » le sue labbra si poggiarono sul lato sinistro della sua mandibola, scoccando un bacio lieve. « È tutto okay. Va bene perdere il controllo, qualche volta » proseguì la sua lunga tortura, depositando una scia di baci bollenti lungo il collo, e poi risalendo verso il viso.

In una frazione di secondo, decise di ascoltare il proprio cuore e di seguire ciò che il suo istinto gli stava praticamente urlando di fare. Non importava se si sarebbe spiaccicato al suolo. Fece un passo in avanti e si buttò, precipitando nel vuoto.
Invertì le posizioni, facendo sì che la schiena della ragazza si scontrasse contro uno dei solidi muri di pietra del castello. Le loro labbra si incontrarono per una seconda volta, dandogli l’impressione che fossero perfettamente equivalenti: come due tessere combacianti, di un puzzle particolarmente complesso da finire. Lily lo aveva fermamente arpionato per le spalle, impedendogli in alcun modo di scappare via - non che avesse intenzione di farlo -, mentre le mani di lui si fecero spazio sotto la camicetta della divisa scolastica femminile, sfiorando ogni centimetro della sua pelle perfetta. Aveva corso il rischio. Si era lanciato. Si era lanciato senza protezioni e...

« SVEGLIA, DORMIGLIONI! »

Un urlo - dalla tonalità ben al di sopra della media consentita, soprattutto a quell’ora del mattino - lo fece sobbalzare. Spalancò i grandi occhi argentei, tentando di districarsi dal groviglio informe che avevano assunto le sue lenzuola. Era stato un sogno. Un fottutissimo sogno.
Le tende intorno al suo baldacchino vennero tirate con fin troppa forza, facendo sì che - per un attimo - rimanesse accecato dalla luce verdognola del lago Nero, la cui innaturale trasparenza era probabilmente dovuta dal fatto che, all’esterno, risplendesse il sole. Aveva solo una gran voglia di far fuori chiunque avesse avuto quella geniale trovata.

« Giù dalle brande, coraggio! Fuori il cielo è limpido e sereno, una mattinata a dir poco perfet-... »  ma nessuno seppe mai com’era quella mattinata, perché Shane Harper venne zittito con un cuscino in piena faccia.
« Ottimo lancio, Zabs » sbadigliò Adam, girandosi poi sull’altro fianco.
« Se non l’avessi fatto tu, ci avrei pensato io. Più che volentieri » aggiunse Albus, seduto sul materasso a gambe incrociate, cruciando il povero malcapitato con un’occhiata terrificante.
Shane, dopo aver passato qualche interminabile minuto sdraiato sul pavimento, si tolse il cuscino dalla faccia e - puntellandosi su un gomito - lo rispedì al mittente. « Ma, dico io, vi siete scordati che gran giorno è oggi? » si spostò per la stanza, osservando i suoi compagni con aria severa. « È il trentun dicembre! E ciò significa che, questa sera, oltre a festeggiare la fine dell’anno, onoreremo il diciottesimo compleanno di Zabini! »¹

Nessuno degli altri sembrò aver ascoltato una sola parola del fantastico discorso che aveva appena pronunciato. Continuarono a riposare placidamente, qualcuno anche russando, addormentati in strambe posizioni nei loro comodissimi baldacchini e avvolti dal calore delle pesanti coperte.

« Oh be’, peggio per voi » disse Harper, scrollando le spalle con finta noncuranza e assumendo un’espressione offesa. « Visto che tra poco le ragazze saranno qui »
« Ragazze?! Quali ragazze?! » saltò su Albus, mettendosi a sedere con uno scatto talmente improvviso che, per poco, non venne sbalzato giù dal letto.
L’amico lo scrutò con i suoi occhi nocciola, ostentando un sorrisino vittorioso sulle labbra. « Le più importanti, mi sembra ovvio »

Quasi come se le avessero chiamate, un lieve bussare alla porta risuonò tra le pareti, scatenando altre maledizioni e imprecazioni da parte dei tre occupanti che si erano nuovamente lasciati cullare dalle braccia di Morfeo.  

« Toc, toc » Lily Luna Potter fece capolino sulla soglia, sorridendo apertamente, seguita a ruota da Alice Paciok, Sophia Stonem e Naya Quensfort.  « Per caso, siamo arrivate troppo presto? »
« ! » tuonò Blake, affondando la testa sotto al guanciale. « Nel caso in cui non ve ne foste accorte, siamo ancora in vacanza, perciò fuori dai piedi e lasciateci in pace »
« Harper compreso » mugugnò quello che doveva essere Malfoy, seppellito sotto al plaid.
« Suvvia, non è educato... » soffiò Naya divertita, osservandoli con i suoi occhi verdi da gatta.
« Non fateci caso, fanciulle, di mattina sono sempre tutti intrattabili » sussurrò Harper, con una mano a coprirsi la bocca.
« Sei tu che sei troppo vitale, Shane » brontolò Adam, continuando a tenere gli occhi chiusi. « Non è normale »

Lily ridacchiò divertita, accomodandosi con grazia sul letto di quest’ultimo e togliendogli qualche ciocca di capelli scuri dal viso, cercando in tutti i modi di renderli meno spettinati.

« ‘Giorno, raggio di sole » disse, quando gli occhi verde prato del ragazzo si posarono su di lei. « Dormito bene? »
Sbadigliò sonoramente, stiracchiandosi. « In realtà, speravo di potermi riposare ancora un po’ »
« Sono quasi le due del pomeriggio » lo informò Sophia, che si era seduta vicino a Scorpius. « Ormai avete perso il pranzo »
« Motivo in più per rimettersi a dormire. Addio »
« Zabini, stando a quello che ci ha detto Harper poco fa, è il tuo compleanno » affermò Alice, prendendo posto sul suo materasso.

Albus si riscosse, spostando il suo sguardo smeraldino dalla strana visione di un’Alice Paciok comodamente spaparanzata sull’altro lato del letto di Blake. « Ehi, è vero! » si tirò una pacca sulla fronte « Tanti auguri, Zabs! »
« Mh »
« Buon compleanno, Zabs » aggiunse Adam, giocherellando con una ciocca dei capelli di Lily.
Scorpius aprì svogliatamente un occhio, notando soltanto in quel momento la presenza di quattro ragazze nel loro dormitorio. « Voi che ci fate qui?! »
« Harper ci ha intercettate giù in Sala Grande » spiegò Lily, sorridendo malandrina. « E ha tanto insistito perchè vi aiutassimo ad organizzare la festa di stasera »
« Festa? » anche Blake si svegliò completamente. « Quale festa? Di cosa stai parlando, Rossa? Sputa il rospo! »
« Si dice che voi Serpi siete famose per la perspicacia e l’ambizione, di sicuro non per l’intelletto » ribattè aspramente, suscitando qualche risatina nelle altre ragazze. « La festa per il tuo diciottesimo compleanno, Zabini » precisò, scandendo bene le parole, come se stesse insegnando a contare ad un Troll di montagna particolarmente stupido. « E per festeggiare la fine dell’anno »

Sembrò quasi che, il ragazzo, nell’udire quella spiegazione, si fosse appena risvegliato da un lungo sogno ad occhi aperti. Prima di tutto, balzò in piedi con talmente tanta energia che gli altri lo osservarono con sguardi piuttosto perplessi e sgomenti. Subito dopo, cominciò a percorrere la stanza a grandi passi, camminando in tondo, e borbottando tra sé e sé parole sconnesse e frasi senza senso. Passarono la mezz’ora seguente a guardarlo mentre scavava un solco circolare nel pavimento di pietra e ad ascoltare la confusionaria litania che fuoriusciva dalle sue labbra.
Shane fece per aprire bocca - probabilmente, per chiedere delucidazioni al riguardo -, ma venne prontamente zittito da un’occhiata rassegnata da parte di Albus.

« Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo? » sussurrò Naya a mezza voce, ostentando un’espressione confusa.
« Sta semplicemente creando » le rispose pacatamente Adam, non riuscendo proprio a nascondere un sorrisino divertito ad un’occhiata stralunata di Lily.
« Prego? » Alice alzò elegantemente un sopracciglio.
« Nulla di cui dobbiate preoccuparvi più di tanto » disse Albus, prendendo parola col tono di un leader carismatico. « Per farvela breve, Blake sta solamente mettendo in moto quei due neuroni che gli sono rimasti in testa. Se vi concentrate a dovere, dovreste essere in grado di vedere le sue sinapsi connettersi, dopo mesi - se non addirittura anni - di inattività cerebrale »
« Quindi, fatemi capire bene » proferì la piccola Potter, attirando tutte le attenzioni dei presenti su di sé. « Ogni volta che ad una qualche lezione gli pongono una domanda, fa così? Speriamo che non si trovi mai nella condizione di dover prendere una decisione in punto di vita o di morte, perché altrimenti... bè, insomma, sarebbe spacciato »
Sophia sbuffò irritata, incrociando le braccia al petto, ed ignorando palesemente gli avvertimenti che il secondogenito di casa Potter le lanciava. « Zabini, dobbiamo chiamare i Guaritori? Oppure preferiresti un bel gruppetto di Auror? Puoi persino scegliere in quale posto fare la tua prossima gita: il San Mungo o Azkaban »

Il bel Serpeverde si voltò a fissarla, prestandole attenzione: sembrava che non avesse capito assolutamente nulla di quello che i suoi compagni andavano ciarlando, rendendo il suo viso una maschera di puro stupore.

« Di cosa vai blaterando, Stonem? »
« Quello che la cara Sophia, probabilmente, intendeva dire... » cominciò Scorpius, sollevando gli occhi al cielo. « ...É che sicuramente dovremmo darci tutti quanti una mossa. Immagino che la festa, che Shane ha deciso di organizzare senza consultare nessuno, non si preparerà certo da sola »
« Mi sembra ovvio » ironizzò Blake, come se fino a quel momento non avessero fatto altro che discutere di quello. « Fortunatamente, ci sono io, gente! Mi domando come fareste senza il mio provvidenziale aiuto » Harper si schiarì nervosamente la voce, come intimandolo ad andare avanti col suo discorso. « D’accordo » si sfregò animatamente le mani, mettendosi al centro della stanza e guardandoli con solennità. « Visto che siamo tornati ad Hogwarts soltanto ieri sera tramite la Polvere Volante e, soprattutto, visto che il tempo a nostra disposizione scarseggia inesorabilmente... Ho pensato che sarebbe molto più comodo e veloce se ci dividessimo in gruppi, a cui assegnerò uno o più incarichi da portare a termine »
« E tu, ci hai messo più di un’ora per partorire questa stronzata?! Persino un bambino di due anni ci sarebbe arrivato prima di te! » si sfogò Sophia, per poi venire prontamente trattenuta da Scorpius stesso.
« Vai avanti, Zabs » lo incoraggiò Albus, sperando di sviare l’attenzione dell’amico da quell’affronto così diretto.
« Dunque: siccome io sono il festeggiato, a me spetta il compito di stilare la lista degli invitati e di consegnare gli inviti. Paciok, sarei lieto se tu mi dessi una mano in quest’impresa: mi sembri abbastanza sveglia da potermi aiutare a scartare tutti coloro che non sono bene accetti »
« Ehm... Grazie? » sussurrò titubante, non avendo ben capito se quello fosse un complimento o un insulto ben velato.
« Naya, Shane, voi dovrete sgraffignare l’ottimo cibo delle cucine. Amico, sai come e cosa fare »
Harper si mise sull’attenti e fece il tipico gesto del saluto militare. « Signorsì, capo! »
« Al, Adam e Stonem, a voi la missione più pericolosa: dovrete trovare una quantità smisurata di alcool. Un fiume di alcool. Mi raccomando, non dovete assolutamente essere visti o intercettati. Ne va della riuscita della festa. Albus, Adam, per voi non è la prima volta, basterà che seguiate i soliti metodi »

Sophia lo fulminò con lo sguardo, mentre i due ragazzi si scambiarono un cenno d’intesa.

« Scorps, Potter... A voi due affido l’incarico più difficile: ci serve un posto spettacolare. Un luogo che abbia quello che io chiamo il wow-factor.² Ovviamente, vi toccherà anche decorarlo a dovere. Non è necessario che io lo veda, voglio poi gustarmi tutto nel suo insieme » sorrise sornione. « Bene, tutto chiaro? Sono le tre del pomeriggio, indi per cui abbiamo fino all’ora di cena per concludere l’opera. Ci ritroviamo direttamente giù in Sala Grande, okay? Buon lavoro a tutti! »
« Io mando un gufo ad Azkaban e tu al San Mungo » bisbigliò Malfoy a Sophia. « Con un po’ di fortuna, lo rinchiuderanno per il resto dei suoi giorni »



****



Albus Severus Potter adorava andarsene a zonzo per il castello, specialmente quando - per fare ciò - bisognava utilizzare la moltitudine di anfratti e passaggi segreti, necessari per non farsi scoprire da chicchessia. Nonostante mancassero ancora parecchie ore al coprifuoco, Albus era più che certo che - in quel preciso istante -, lui e i suoi due compagni d’avventura, stessero infrangendo almeno un centinaio di regole e, sicuramente, importare illegalmente dentro la scuola una spaventosa quantità di bottiglie d’alcool, era tra queste.
Improvvisamente, venne arpionato saldamente per le spalle e trascinato a forza dietro ad un arazzo, con una mano premuta sulla bocca, mentre le bottiglie tintinnarono sinistramente all’interno della sua borsa a tracolla. Sophia si sporse leggermente oltre il loro nascondiglio, assicurandosi che la via fosse libera, dopodiché si voltò a tirare un poderoso pugno al ragazzo.

« Ahia! » si lamentò il suddetto, massaggiandosi il punto colpito. « Che diavolo fai, Soph?! »
« Ma dico, sei impazzito? Dove hai la testa? Stavi quasi per farci scoprire! » e indicò la professoressa McGranitt, ormai fortunatamente lontana.
« Io... Scusate, mi ero distratto un attimo »
« Distratto? Distratto?! Potter non possiamo commettere errori! » sibilò inferocita. « A meno che tu non voglia deliberatamente farti espellere! In quel caso, prego, fai pure! »
« Sophia ha ragione, Al » aggiunse Adam, scrutando l’amico. « A che diavolo stavi pensando? »
« Non capisco a che gioco stia giocando Zabs » spiegò tutto d’un fiato, come se questo pensiero gli arrovellasse il cervello da un po’ di tempo. « Mettere in coppia Lily e Scorps... Rabbrividisco al solo pensiero di cosa possa accadere tra quei due. Come minimo, faranno saltare in aria l’intero castello »
La ragazza roteò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. « Santo Merlino, ma per quale assurdo motivo sono l’unica, qui dentro, a vedere le cose come stanno? »
« In che senso? » chiese Adam, corrugando le sopracciglia scure.
« Date tempo al tempo. E un po’ più di fiducia a quei due » sbirciò verso il corridoio, ancora fortunatamente deserto.
« Forza, muoviamoci. Al momento non sembra esserci nessuno, ma mancano ancora due piani alla nostra Sala Comune »
« Non dovremmo portarle al luogo della festa? »
« Se tu sai quale posto hanno scelto Lily e Scorpius, adesso è il momento giusto per parlare » Albus rimase zitto. « Come pensavo »
« È nervosetta oggi, eh? » sussurrò il ragazzo all’amico, evitando accuratamente di farsi sentire dalla ragazza. « Scommetto che è per Zabini. Non ho mai capito per quale motivo lo disprezza così tanto »

Adam, rimasto stranamente in silenzio fino a quel momento, si affrettò a rispondere, sempre guardandosi furtivamente intorno. « Stalkeraggio »
« Come? »
« Saranno almeno un paio d’anni che Zabs la insegue ovunque vada, tranne che nel bagno delle ragazze. Fortunatamente, lì non ha ancora tentato di approcciarla. Comunque sia, lo sai come è fatto: spara sempre battute a destra e a manca, credo nella speranza di conquistarla. L’unica cosa che, però, è riuscito a fare fin’ora è stata quella di essere riuscito a guadagnarsi il suo odio »
L’altro lo squadrava con gli occhi praticamente fuori dalle orbite. « Non la sapevo questa storia. Nessuno dei due mi ha mai detto nulla al riguardo »
« Be’, non sono propriamente cose che vai a spifferare volentieri in giro, no? Specialmente se, per colpa di Zabs, Sophia ci ha rimesso il rapporto con il suo - ormai ex - ragazzo, Eric Huddertone »
« Stava con Huddertone?! »

Il tono di voce del secondogenito di casa Potter si alzò di un’ottava di troppo, perché Sophia - che era qualche metro davanti a loro, ispezionando la zona - si voltò a scrutarli.

« Di cosa state parlando, voi due? » domandò sospettosa, assottigliando le iridi azzurre.
« Non... Non avevamo fretta? » disse Albus, sfoderando un enorme sorriso e fingendo un’espressione di pura innocenza ed ingenuità.

La Serpeverde li esaminò ancora per qualche minuto, dopodiché girò sui tacchi e riprese il cammino verso i sotterranei.

« Oh Morgana » sbuffò, passandosi una mano tra i capelli corvini ribelli. « Pensavo che ci avesse scoperti. Comunque, cosa stavi dicendo, Adam? Che è colpa di Blake se Sophia e Huddertone si sono lasciati? »
L’amico annuì impercettibilmente col capo. « Prova ad immaginare di metterti assieme ad Alice - e non negare, lo so che ti piace -, vivete un anno in totale simbiosi e armonia, poi - per chissà quale motivo - arriva un ipotetico spasimante della tua ragazza che comincia a tormentarla ad ogni ora del giorno. E no, non cambierebbe nulla se tu fossi con lei o meno. Che faresti? »
« Penso che una bella scazzottata alla Babbana non gliela toglierebbe nessuno » riflettè, puntando i suoi occhi smeraldini sulla bionda.
« Ed è quello che è successo, ma ti assicuro che è rimasto esattamente tutto come prima. Alla fine, Huddertone ha deciso di chiudere definitivamente la questione, sostenendo che siccome Zabs voleva tanto Sophia, adesso avrebbe potuto averla tutta per sé. Peccato che non abbia considerato un piccolo particolare »
« Che Soph non lo sopporta minimamente? »
« Quello è poco, ma sicuro. Anche se, tua sorella ha proposto un’interessante teoria »
« Lily è al corrente della faccenda?! » chiese, fissandolo con aria stralunata. « Perchè devo sempre essere l’ultimo a sapere le cose? » si lamentò, afflitto.
« Credo proprio che gliene abbia parlato Sophia stessa. Per quello che ne so, si è confidata soltanto con Scorps che poi l’ha raccontato a me, col chiaro intento di ricevere un aiuto, per tirarla su di morale. Blake, ovviamente, ha assistito al fattaccio in prima persona, così come Shane, che era con lui. Pensavo che qualcuno te ne avesse parlato » i suoi occhi verdi lo sondarono preoccupati, come se si aspettasse una sceneggiata.
« E mia sorella che cosa ha detto? Sono proprio curioso di sentire il suo punto di vista, solitamente è brava in queste cose. È più furba e sveglia di quello che pensiamo »
« Lily ha affermato che, in realtà, quella di Sophia sarebbe una tattica che le ragazze mettono in atto, quando non vogliono far sapere che quel determinato ragazzo a loro piace »
« Cioè? Che sta facendo tutto questo perché in realtà è anche lei cotta di Zabs? »
« Una cosa del genere, sì »

A dispetto delle sue previsioni - come minimo si aspettava che la mascella di Albus cadesse per terra dallo stupore -, l’altro ragazzo esplose in una risata a dir poco divertita.

« Che stupidaggine! » esalò tra le lacrime, asciugandosele con una manica della divisa. « Questa volta mia sorella ha toppato alla grande!  Aspetta che ne venga al corrente il resto della famiglia: saranno felicissimi di sapere che Lils non è poi così infallibile. Cominciavano a credere che fosse una Veggente o una Legilimens, sai? Hugo, quando era piccolo, ne era completamente terrorizzato, aveva paura che potesse scoprire tutti i suoi segreti e andarli a spifferare in giro »

Adam sogghignò, immaginandosi fin troppo facilmente una versione in miniatura di Lily, totalmente assorta nell’intento di terrificare il parentame, confermando le loro assurde teorie sul fatto che fosse una Veggente o che fosse in qualche modo diventata una Legilimens.
La Stonem, poco più avanti di loro, si bloccò all’inizio dei sotterranei, in un modo talmente brusco ed inaspettato che, per poco, i due ragazzi non le si scontrarono addosso.

« Soph! » brontolò Albus, con fare decisamente scocciato. « Che succede? Perché ti sei fermata? »
« Perché abbiamo compagnia » replicò, indicando un puntino che galleggiava sopra le loro teste. « E siamo nei guai »

Pix il Poltergeist fece un’allegra capriola a mezz’aria, sghignazzando divertito.



****



« Paciok che ti prende? Sarà la centesima volta che sbuffi » protestò vivamente Blake, incrociando le sue iridi color miele. « È piuttosto fastidioso avere come sottofondo l’Espresso per Hogwarts. Mi distrai e io ho bisogno di assoluta concentrazione »
Alice roteò gli occhi al cielo, risentita. « Scusami tanto, Zabini, ma sono passati almeno tre quarti d’ora e hai scritto soltanto nove nomi sulla lista. I nostri »
« Non è un lavoro così semplice, sai? Fosse per me, ci sarebbe mezza Hogwarts questa sera, ma ho promesso a Scorpius che avrei invitato pochi intimi » la sua bocca si contrasse in una smorfia disgustata.
« E da quando in qua tu dai retta a Malfoy? »
Il viso di Blake si illuminò di colpo, come se avesse appena finito di bere un calderone pieno di Felix Felicis. « Paciok cominci proprio a starmi simpatica »

Scarabocchiò freneticamente per alcuni minuti che parvero interminabili, dopodiché posò la piuma e si sgranchì la mano destra con aria soddisfatta.

« Ecco fatto, dacci pure un’occhiata »

La ragazza scrutò attentamente il foglio, non trovando assolutamente nulla da ridire, almeno fino a quando non giunse alla fine. Lesse e rilesse quei nomi più e più volte, pensando che ci fosse un errore o che forse non era riuscita ad interpretare correttamente la scrittura del Serpeverde. Eppure...

« Che c’è? » domandò Blake, sporgendosi di lato per riuscire a sbirciare la pergamena.
« Oh... ehm... niente » si affrettò a rispondere, sperando di risultare convincente.
« Ma andiamo, Paciok! » scoppiò in una risata divertita. « Sei diventata tutta rossa, ergo: sei l’ennesima persona che conosco a non essere in grado di mentire. Forza, sentiamo » poggiò i piedi sul tavolo di legno, mise le mani dietro la nuca e cominciò a dondolarsi appena con la sedia. 
« Sono soltanto rimasta piacevolmente sorpresa dal fatto che tu voglia invitare parenti e amici di Lily, tutto qua »
« Be’, non mi sembra una scelta poi così insensata, ti pare? Ormai è come se la Rossa fosse parte della famiglia, non so se mi spie-... »
« Warrington e Wiggs?! Sei impazzito, per caso? »
« A tutto c’è una spiegazione, cara Paciok. Sono mesi che rincorro quei due idioti per tutto il castello, visto che mi devono dieci galeoni a testa, ma riescono sempre a volatilizzarsi nel momento più opportuno. Quindi, questa sera, dopo essermi assicurato che svuotino a dovere le loro bottiglie di Whiskey Incendiario... » ghignò malandrinamente.

La parete di pietra che celava la Sala Comune dei Serpeverde scivolò di lato, lasciando entrare Shane e Naya, entrambi con le borse a tracolla colme di ogni sorta di vettovaglie provenienti dalle cucine.

« Ce l’avete fatta! » esclamò Zabini, correndo loro incontro. « Ottimo lavoro! È filato tutto liscio? »
« Affermativo » confermò Harper. « Mentre facevamo un giro di ricognizione, abbiamo incrociato Lily e Scorps: sono riusciti a trovare il luogo perfetto per la festa » annunciò allegramente.
« Sarà senz’altro un party come Merlino comanda » gli occhi blu mare del ragazzo luccicarono di gioia.
« Quindi? Cosa facciamo? » chiese Naya. « Raggiungiamo Lily e Scorpius e portiamo loro il cibo? »
« Diteci dov’è questo posto, lo faremo io e Paciok » affermò Zabini con convinzione. « Voi due consegnate gli inviti a tutti i nomi sulla lista » diede alla Serpeverde il foglio di pergamena.
« Paciok, qual è la parola d’ordine per la Sala Comune di Grifondoro? »
« Non sono affari che ti riguardano »
« Come sarebbe? Paciok, forse non hai capito che in quell’elenco ci sono anche i nomi dei tuoi amici Grifoni » sbottò il festeggiato, perdendo la pazienza.
« Zabini è quella la parola d’ordine. Il giorno del Ballo di Natale, la Signora Grassa era un po’... su di giri, ecco. Proprio per questo motivo, a fine serata arrivando davanti al ritratto, c’era un ingorgo pazzesco. Non aveva alcuna intenzione di aprirsi per lasciarci passare, anzi: ha iniziato a blaterare parole a caso, si è messa a litigare con uno dei Prefetti di Grifondoro e quando è arrivato mio padre, stava giusto urlando: “Sono io che mi scardino tutte le volte per lasciarvi passare, anche a notte fonda! Non avete alcun rispetto per me! Quindi quello che faccio o meno dentro la mia cornice, non sono affari che ti riguardano!”. L’ha trovata così spassosa che fino alla fine delle vacanze avremo questa parola d’ordine » spiegò tutto d’un fiato, scrollando le spalle.

Naya scoppiò in una risata cristallina, dovuta sia alla storiella appena raccontata, sia alle buffe espressioni sui volti di Shane e Blake. « Io amo tuo padre, Alice » diede poi una leggera gomitata ad Harper. « Forza, muoviamoci: abbiamo un bel giro da fare e manca poco più di un’ora alla cena »
Il ragazzo annuì con convinzione. « Comunque sia, dovete recarvi al settimo piano. Lily ha detto che vi aspetteranno di fronte all’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll. Ci vediamo dopo! » li salutarono con la mano, uscendo nuovamente dalla Sala Comune.

Anche l’altra coppia si avviò verso il settimo piano, parlottando di tanto in tanto di come avevano passato quella breve settimana trascorsa a casa. Finalmente raggiunsero quello che era sicuramente uno degli arazzi più strani che ci fossero all’interno delle mura del castello: un uomo - presumibilmente Barnaba il Babbeo - veniva preso a randellate dalle clave dei Troll, a cui aveva - inutilmente e stupidamente - tentato di insegnare la danza classica. Poco più avanti, ecco gli altri due ragazzi: Lily li guardava sorridendo maliziosamente, come suo solito; Malfoy, invece, aveva le braccia incrociate al petto e un’espressione a metà tra il contrariato e l’infastidito.

« Ehilà, festeggiato! » trillò la rossa, accogliendoli.
« Dove sarebbe questo fantomatico luogo, perfetto per la festa? » volle sapere Blake, guardandosi intorno. « Io non vedo proprio nulla »
« Devi avere fiducia, Zabini. Non preoccuparti è già tutto sistemato: mancano soltanto le vivande e... voi-sapete-cosa »
« Come sarebbe? » li interruppe Alice, con sguardo corrucciato. « Albus, Adam e Sophia non sono ancora arrivati? »
« Qua no di sicuro, Paciok. E ne sono più che certo, visto che la tua cara amica, qui presente, mi ha fatto rimanere di guardia - davanti al nulla - per più di un’ora » replicò Malfoy, irato.
« Be’, è strano... » disse l’amico, sfregandosi il mento con fare pensieroso. « ...Non sono mai arrivati nemmeno in Sala Comune »

Tutti e quattro si scambiarono un’occhiata decisamente preoccupata. Dove diavolo si erano cacciati?



****



« Potter »
« Zitto, Malfoy, sto pensando »

Era da almeno dieci minuti buoni che, ad intervalli regolari, continuava a ripetere il suo cognome. Era snervante.

« Potter »
« Che c’è?! » sbottò, voltandosi verso di lui e degnandolo delle attenzioni che tanto reclamava.
« È la quinta volta che vedo quello stupido arazzo, stiamo girando in tondo »

Lily si girò nella direzione da lui indicata. Di fronte a lei c’era un arazzo raffigurante un idiota che piroettava allegramente intorno ad un gruppo di Troll dall’aria palesemente confusa; dopodiché veniva malmenato selvaggiamente dagli stessi.
Maledizione. Malfoy aveva ragione.

« Ci siamo persi, Potter, ammettilo »
« Non è vero, so perfettamente dove siamo »

Negare. Negare sempre l’evidenza, Lily.

« Davvero? » la squadrò con sospetto. « E allora dimmi, di grazia, dov’è che stiamo andando? »
« Sai, Malfoy, ti sei sempre vantato spudoratamente di possedere un’intelligenza sopra la media. Perfetto: sfruttala. Sono l’unica cretina tra i due che si sta scervellando per trovare un posto quantomeno decente - e lontano da orecchie indiscrete -, per la festa del tuo amico Zabini, hai presente? »
Sbuffò, sollevando gli occhi plumbei al cielo, con fare teatrale. « Siamo nervosette, eh, Potter? Almeno spostiamoci di qui, se vedo ancora una volta Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll potrei mettermi ad urlare »
« Come hai detto, scusa? »
« Non ci senti, Potter? Ho semplicemente de-... »
« Sì, sì, ho capito » sventolò una mano con fare seccato, come a scacciare un insetto particolarmente molesto. « Intendevo: quello lì è l’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll? »

La squadrò come se si fosse ammattita tutta d’un colpo. « Ma certo, Potter » replicò sarcasticamente. « Hai mai studiato, o quantomeno seguito, Storia della Magia, ogni tanto? »
Gli sorrise, malandrina. « Certo che no, Malfoy » lo prese per mano. « Vieni, ho appena trovato un posto fantastico » si fermò all’improvviso davanti ad un muro di pietra completamente spoglio. « Ecco qua »
« Potter... Sei sicura di sentirti bene? Qui non c’è niente »
« Aspetta e vedrai » le sue iridi color cioccolato si allacciarono a quelle argentate di lui, e stirò le labbra nel sorrisino tipico di chi la sapeva lunga. « Quand’ero piccola, mio padre mi ha parlato di questo posto e... »
« Ah, allora se te l’ha detto il grande Harry Potter... siamo a posto » ironizzò, contraendo il viso in una smorfia.
Assottigliò pericolosamente gli occhi. « Per una volta nella tua vita, Malfoy, impara a fidarti del prossimo »

Stava già per ribattere con arroganza, quando una voce proveniente dal fondo del corridoio li fece sobbalzare entrambi.

« Ehi, Lily! »
« Roy, che piacere » mormorò maliziosa, studiandolo con il suo solito modo di fare accattivante.
« Pensavo che saresti tornata con il treno dopo il sei gennaio » si passò una mano tra i capelli biondi e, soltanto in quel momento, si accorse della presenza di Scorpius. « Oh. Ciao Malfoy »
« Prescott » sputò fuori, quasi ringhiando.
« Credevo che voi due foste nemici giurati o qualcosa del genere » fece un cenno verso di loro con il capo. « Non sapevo che vi frequentaste. Da quanto state insieme? »
« Eh? » dissero in coro, palesemente confusi e spiazzati da quella domanda.

 Guardando verso il basso, ne capirono il motivo: senza rendersene conto, avevano le mani ancora intrecciate. Immediatamente, si affrettarono a separarle.

« Oh, Roy, ma quanto sei stupido? » disse Lily con affetto. « Io e Malfoy non stiamo insieme! Era semplicemente un Incantesimo di Adesione Temporanea »

Il Serpeverde sentì il proprio cuore farsi decisamente più pesante, mentre un’inaspettata delusione si fece largo all’interno del suo essere. Ma certo, Scorpius, che ti aspettavi?

« Allora va bene » le sorrise apertamente, decisamente più sollevato nel sentire quella notizia. « Senti, Lily, in realtà volevo chiederti una cosa: ho appena visto in Sala Comune che hanno messo l’annuncio per an-... »
« Scusa l’interruzione, Prescott » esordì Malfoy, ostentando un sorriso tutt’altro che cordiale. « Io e la Potter dovremmo sbrigare una faccenda di vitale importanza. Quindi, visto che abbiamo fretta... se non ti dispiace, sarebbe... sì, insomma... sarebbe meglio se ti levassi dai piedi »

Gli occhi azzurri di Leroy gli lanciarono uno sguardo decisamente poco amichevole, ma decise saggiamente di non insistere; indi per cui - dopo aver salutato la ragazza con un caloroso abbraccio - si allontanò, lasciandoli nuovamente da soli.

« Ora capisco perché in giro si vocifera che Scorpius Hyperion Malfoy non abbia un cuore »

A giudicare dall’espressione sul suo viso di porcellana, Lily Luna Potter non sembrava arrabbiata anzi, dava l’impressione che si stesse terribilmente divertendo. E, forse, era realmente così.

« Dove le senti queste cavolate, Potter? »
« Insomma, non sei certamente la persona più adatta per fare amicizia, soprattutto con studenti di altre Case, ma che motivo c’era di prendersela così tanto con Roy? Non mi pare che ti abbia mai fatto nulla » piegò gli angoli della bocca carnosa in un impercettibile sorriso.
« C’era eccome: è insopportabile »
« A meno che... » continuò a sondarlo con i suoi grandi occhi color del cioccolato, leggermente a mandorla. Nei punti in cui si erano posati, Scorpius potè giurare che gli avessero lasciato un marchio infuocato sulla pelle.
« Cosa, Potter? » pronunciò stancamente, socchiudendo le palpebre.
« A meno che tu non sia geloso » inarcò elegantemente un sopracciglio vermiglio.
Sbuffò col naso. « Che stupidaggine »

Con mosse lente e ben studiate, la ragazza gli si avvicinò senza che se ne rendesse minimamente conto. « Ti farò crollare, Malfoy: tu verrai a fondo con me » sussurrò tentatrice, contro il suo orecchio. « Comunque » riprese, scostandosi ed indicando la parete - completamente spoglia fino a qualche minuto prima - che adesso presentava una bella porta in legno massiccio, lasciando il ragazzo paralizzato per lo stupore. « Benvenuto nella Stanza delle Necessità »



****



« Pix, per favore » lo supplicò Sophia, per quella che parve la millesima volta. « Saresti così gentile da lasciarci passare? Possibilmente incolumi? »
Il Poltergeist fece una sonora pernacchia, per poi scoppiare a ridere come un pazzo. « Non penso proprio. No, no, no! » canticchiò entusiasta.

La Serpeverde sbuffò, per poi tornare indietro sui suoi passi e ricongiungersi con gli altri due compagni, tenutisi a debita distanza dallo spiritello malvagio.

« Niente da fare, con le buone non funziona » lanciò un’occhiata di sbieco a Pix, ancora alle sue spalle. « Si potrebbe tentare con qualche incantesimo, ma ho paura della ritorsione che potrebbe mettere in atto. E oggi non abbiamo proprio bisogno di essere scoperti »
« Non ci sono altri modi per raggiungere la nostra Sala Comune, vero? » domandò Albus, anche se - in cuor suo - conosceva già la risposta.
« No, purtroppo » la bionda scosse la testa con aria afflitta. « Ci ho pensato anch’io ma... »
« Ehi, Pix! »

Tutti e tre si voltarono incuriositi verso colei che avrebbe potuto essere la loro unica chance di salvezza.

Il Poltergeist fece un breve e solenne inchino a mezz’aria, perdendo subito la sua aria giocosa in favore di una più formale. « È, per caso, la Malandrina Potterina? »
« Esattamente » sogghignò appena, annuendo. « Sai, Pix, sarebbe meglio se liberassi i miei amici e mio fratello. Anche perché scommetto che quello che ho lasciato davanti all’ufficio di Gazza ti piacerà da matti »
Lo spettro spalancò gli occhi, rendendoli ancora più immensi del solito. « Una sorpresa? Per me? »
« Puoi giurarci » soffiò maliziosa.

Si inchinò un’altra volta, dopodiché cominciò a simulare una colonna sonora bellica e svolazzò via, tutto contento.
 
« Come diavolo... » cominciò Adam, a metà tra lo stupito e l’ammirato.
« Mi ha presa in simpatia, fin da quando sono arrivata ad Hogwarts ad undici anni » replicò angelicamente, facendo strada. « Per il primo scherzo che ho fatto a Gazza, sono andata a chiedergli qualche consiglio. Volevo iniziare col botto » 



****



Cominciò a bere nell’esatto istante in cui le sue mani erano riuscite ad arraffare - senza troppe cerimonie - una delle ultime bottiglie di Ogden Stravecchio rimaste. Purtroppo, quel glorioso liquore era andato via come il pane e, a testimoniarlo, c’erano i suoi numerosi compagni mezzi ubriachi che si aggiravano nei dintorni.
Hugo Weasley era tra questi, perché lo individuò in piedi - ad occhi semichiusi e con un braccio poggiato al muro -, apparentemente intento a parlare con una rigogliosa pianta decorativa. Fortunatamente per lui, Rose non lo aveva ancora visto. Scoppiò in una risata cristallina, scuotendo appena il capo con fare divertito.
Aimee Forson gli si avvicinò, col chiaro intento di trascinarlo via e di farlo riprendere un po’, ma l’impresa si stava rivelando più ardua del previsto. Nonostante la musica assordante e spacca timpani, riuscì lo stesso ad ascoltare un pezzo della conversazione.

« E quindi, ho inventato una scopa che arriva fino a Giove! Ci crederesti? »³ biascicò il ragazzo, singhiozzando leggermente.
Aimee gli toccò una spalla con fare gentile. « Hugo » lo chiamò, alzando la voce per farsi sentire. « Stai parlando con una pianta » lui si voltò a guardarla con occhi vacui, riuscendo a stento a reggersi sulle gambe. « Vedi? » gliela indicò. « Adesso, salutala, è il momento che tu venga con me » proseguì, utilizzando parole semplici e scandendole fin troppo, sperando che la capisse.
« Noooo, non voglio! » si lamentò, lasciandosi trascinare per qualche metro. « È mia amica! »
« Sembra proprio che tuo cugino si stia divertendo » Shane sbucò a tradimento alle sue spalle, facendola sobbalzare per lo spavento.
« Forse persino troppo » replicò, una volta che il suo cuore ebbe ripreso a battere ad un ritmo regolare. « Come mai tutto solo? Pensavo che tu e Zabini foste inseparabili. Dove hai lasciato la tua dolce metà? »
« È laggiù da qualche parte, circondato da uno stuolo di ammiratrici » indicò un punto non molto distante, dove Blake - in piedi su un tavolino di plastica scura - stava tenendo comizio, circondato da ragazzine del quarto anno che lo fissavano con sguardi adoranti.

Lily scosse il capo, con un’espressione a metà tra il rassegnato e il divertito.

« Ehi! » esordì all’improvviso, Harper, guardandola ad occhi sgranati. « Lentiggini, dove diavolo hai trovato quella bottiglia?! »
Istintivamente, la ragazza strinse di più a sé l’Ogden Stravecchio, come se stesse proteggendo un figlio. « Sono stata molto fortunata: evidentemente deve essere sfuggita a qualcuno. E la risposta è no, Harper »
« Oh, per Salazar » sbuffò, portando una mano a scompigliarsi i corti capelli castani. « Eddai, Lentiggini, ne sto cercando una da quando sono arrivato » le fece gli occhi dolci.
Lo esaminò per bene, mettendogli addosso anche una certa soggezione, dopodiché fece per tendergli la bottiglia. « D’accordo, Harper, ce la smezziamo. A patto che il prossimo alcolico decente che riuscirai a trovare, lo dividerai con la sottoscritta »
« Affare fatto! » trillò allegramente, afferrando il liquore e bevendone una lunga sorsata.

Sotto lo sguardo vigile e attento di Adam, i due sgraffignarono altre tre,  quattro bottiglie e si sedettero su uno dei comodissimi divanetti che contornavano la stanza.
Lily, quella sera, - così come tutte le ragazze presenti -, indossava un vestitino rosso, con la gonna leggermente a palloncino, che le arrivava di poco sopra il ginocchio. Era bella da star male. Ovviamente, molti dei ragazzi, quando passava loro davanti, si voltavano a fissarla senza alcun ritegno, persino tirando gomitate nelle costole agli amici per indicarla. Lei, di tutta risposta, li ignorava palesemente e alcuni rischiarono di ricevere una bella Fattura Orcovolante per averla importunata una volta di troppo.
I due nuovi compagni di bevute si scolarono velocemente un paio di bottiglie a testa, dopodiché si lanciarono in pista, attorniati dalla moltitudine di studenti hogwartsiani che Blake aveva avuto la bella idea di invitare. Sophia e Naya li raggiunsero poco dopo, affrettandosi a trovare il ritmo giusto per ballare quella stramba musica da discoteca. Anche Zabini, sorprendentemente, si avvicinò al gruppo di amici, sempre tenendosi a debita distanza dalla Stonem, per evitare che succedessero spiacevoli disguidi.

« Buon compleanno, Zabini! » urlò Lily, tenendo in mano una bottiglia di Whiskey Incendiario, presa chissà dove.
« Auguri, Zabs! » rincarò la dose Shane, sollevando il suo bicchiere come a proclamare un brindisi.
« Rossa, questo posto è fenomenale! » le gridò in un orecchio, congratulandosi.
« Ha abbastanza wow-factor per i tuoi gusti, quindi? » sorrise, inarcando un sopracciglio.
« Assolutamente sì! »
« Dovremmo organizzare più feste come questa! » esordì Naya, saltellando sul posto a tempo con la canzone.
« Secondo me, il merito va al fatto che - una volta tanto - Serpeverde e Grifondoro abbiano unito le loro forze » disse Sophia, mettendo un braccio sulle spalle di Lily e scompigliandole i capelli.
« Peccato che non possiamo dirlo alla McGranitt » precisò Shane, facendo scoppiare tutti in una risata collettiva, e sghignazzando a sua volta.
« Non credo che ne sarebbe tanto fiera » proferì la Quensfort, ridacchiando.
« Che dici, Naya, balliamo? » Shane le tese una mano, a cui lei si aggrappò saldamente, cominciando poi a volteggiargli attorno.
« Ooh, non trovi che siano carini quei due? » disse Sophia, tirando una gomitata complice a Lily.
« Dai tempo al tempo, Stonem! » strillò la rossa, fermandosi un attimo per togliersi quelle dannate scarpe con un tacco decisamente assassino. « Ora va molto meglio! » e le lanciò da qualche parte.

Blake, ogni tanto, spuntava come un fungo, portando con sé bicchieri colmi di Whiskey Incendiario, che - dopo accurati brindisi fatti per ogni minima sciocchezza (« Alla piovra gigante! » tuonò Zabini, rovesciando un po’ di alcool addosso ad un malcapitato Serpeverde di passaggio) - venivano vuotati in un sol sorso.
La testa di Lily diventò leggera come una piuma, sembrava che tutto il suo corpo stesse galleggiando, e quella sensazione le piaceva moltissimo, anche se la stanza tutt’intorno aveva preso a girare leggermente.

« Ehi, guardate! È arrivato Scorps! » Blake si precipitò ad accogliere l’amico, per portarlo dagli altri.

Adam, per la prima volta da quando era iniziata la serata, fece saettare il suo sguardo smeraldino dalla Potter al cugino, nonché migliore amico: aveva accettato volentieri un bicchiere, bevendone di tanto in tanto il contenuto, e faceva scorrere gli occhi plumbei per tutto l’ambiente circostante, come se cercasse qualcosa. O qualcuno.

« Non ti unisci agli altri? »
Il ragazzo sorrise leggermente, mentre incrociava il viso minuto di Alice Paciok. « Potrei farti la stessa domanda »
Arricciò il naso. « Non sono portata per le feste, non le sopporto un granchè »
« E perché sei venuta, allora? » chiese gentilmente.
« Be’, ho fatto una certa fatica nell’organizzarla, mi sembrava il minimo partecipare » sollevò le spalle.
« Giusto »
« È proprio bella, eh? » con un cenno del capo, indicò Lily: era a qualche metro di distanza, intenta a ballare su un tavolino assieme a Blake e Shane.
« Già » annuì concorde.
« Adam... » cominciò, mettendogli una mano sul braccio. « ...Lo so che ti piace. Voglio dire, l’ho notato e... insomma, secondo me dovresti buttarti »

In quel momento, Harper balzò al centro della stanza, brandendo una bottiglia di champagne e gridando che mancava soltanto un minuto alla mezzanotte.
Ad Alice e Adam vennero passati due calici colmi di quel liquido ambrato, strumenti necessari per il brindisi di inizio anno nuovo. La folla intorno a loro gridava a squarciagola il conto alla rovescia, emozionati e pieni di buoni propositi per l’arrivo di quel 2024, che ciascuno - nel proprio piccolo - spera sempre sia migliore dell’anno precedente. 

« Tre... due... uno... buon anno! » si sollevò un coro assordante e, successivamente, tutti si affrettarono a spostarsi da una parte all’altra per fare gli auguri ad amici o parenti.
« Buon anno nuovo, direi » disse Alice, sollevando il suo calice e facendolo tintinnare leggermente contro quello di Adam, che era rimasto come pietrificato a fissare qualcosa.
« Tu dici, eh? » si allontanò, ferito, ma non prima di aver indicato alla ragazza con un cenno del capo coloro che avevano attirato pienamente la sua attenzione.

Lily e Scorpius si scambiarono un ultimo bacio a fior di labbra, sulle note iniziali di ‘Magic Works’ delle Sorelle Stravagarie



****



« So, believe... That magic works... » canticchiò Lily con voce armoniosa, sussurrando le parole all’orecchio di Scorpius, in modo che le potesse sentire soltanto lui. « ...Don’t be afraid of being hurt... Don’t let this magic die... »

Erano in mezzo alla pista, circondati da una miriade di coppiette. Ballavano vicinissimi, quasi guancia contro guancia, mentre dalle casse fuoriuscivano le dolci note di una vecchia canzone delle Sorelle Stravagarie. Lily - che, grazie a sua madre, aveva sviluppato una passione per quella band - sapeva tutti i loro pezzi a memoria, cosa che il ragazzo si appuntò mentalmente. 

« ...The answer’s there... Oh, just look in her eyes... »

E  Scorpius decise di ascoltare le indicazioni e i consigli che quella canzone gli stava dando : puntò le sue iridi argentate in quelle scure di Lily, che gli regalò un sorriso malandrino e sfregò leggermente la punta del naso contro il suo. Le fece fare una giravolta, per poi riportarla velocemente tra le sue braccia muscolose e stringerla a sé. 

« ...And make your final move... Don’t be scared, she wants you too... » lui affondò il viso in quella cascata rossa che erano i suoi capelli, non prima di averle lasciato un casto bacio sul collo. « ...Yeah, it’s hard, you must be brave... Don’t let this moment slip away... »

Continuarono a muoversi lentamente, abbracciati l’uno all’altra, come se non avessero voluto lasciarsi andare mai più. Scorpius si avvicinò alle labbra rosee della ragazza con estrema calma e senza alcuna fretta, ma Lily - più veloce e più impaziente - lo attirò a sé, coinvolgendolo nell’ennesimo bacio della serata, per poi separarsi e stirare la bocca carnosa in un sorriso vero, lasciando intravedere le fossette sulle guance.

‘Magic Works’ era ormai arrivata alle sue battute finali e - sorprendentemente - questa volta fu Scorpius a soffiare dolcemente le parole all’orecchio di Lily, che rabbrividì impercettibilmente, ascoltandole con gli occhi socchiusi e lasciandosi trasportare dalla magia del momento.

« ...So dance, your final dance... ‘Cause this is your final chance »






Angolo dell'autrice:

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

¹ Ho fatto un po' di ricerche su internet e ho scoperto che Hermione è nata il 19 settembre del 1979 (Harry e Ron sono rispettivamente nati il 31 luglio e il 1° marzo del 1980). Quindi, la nostra cara so-tutto-io preferita è di un anno più grande. Da questo, ne ho dedotto che chiunque sia nato/a dopo il 1° settembre, riceverà la lettera per Hogwarts al (quasi) compimento dei 12 anni. Stessa cosa vale per Zabini: compie 18 anni perchè è nato un anno prima degli altri.

² L'idea del "wow-factor" l'ho ripresa da Cameron Tucker di Modern Family (puntata 4x18). A chi non l'avesse mai visto, consiglio vivamente di farlo, è esilarante. :)

³ Per quanto riguarda Hugo che ha inventato una scopa che arriva fino a Giove, non sono impazzita all'improvviso: ho preso spunto da Ron in Harry Potter e il Calice di Fuoco quando, mentre fuggivano nella foresta durante l'attacco dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch, incontrano un gruppo di Veela, attorniate da dei ragazzi che stavano cercando di mettersi in mostra. E il nostro caro Ron-Ron ha proprio urlato quella frase, per pavoneggiarsi un po' (faccio tanto la Hermione Granger di turno soltanto perchè sto rileggendo - credo per la millesima volta - tutta la saga). :)

Salve a tutti/e! (Scusate, dovevo assolutamente farlo).
Come vi butta, bella gente? Spero che (caldo infernale a parte) stiate tutti bene. Oramai non vi elenco nemmeno più le svariate cause della mia assenza prolungata. Che poi, per farla breve, sono sempre le stesse: sessione d'esami invernale, università, palestra, uscite con gli amici, studio, università, studio matto e disperato, sessione d'esami estiva - la peggiore in assoluto -, caldo, stanchezza a palate, vita sociale pari a zero, blocchi dello scrittore a non finire e... credo basta. Insomma, la vita da universitari è un vero spasso.
Ma basta parlare di me e dei miei numerosi problemi (tralasciando quelli mentali). Stamattina sono andata in palestra, quindi perdonate qualsiasi strafalcione o frase senza senso, ma sono a pezzi.

Siamo arrivati al dodicesimo capitolo. Io ancora non ci credo, ve lo giuro. :') Spero che il mio (solito) clamoroso ritardo nel riaggiornare la storia, possa venire perdonato con questo capitolo di ben sedici pagine. Teoricamente avrei dovuto/voluto mettere un altro pezzettino, ma... non volevo nè dividerlo in due parti, nè tantomeno farlo diventare la nuova edizione della Divina Commedia (che Dante mi perdoni), quindi ho deciso di fermarmi qui. :) Come sempre, il mio lavoro non mi convince nè soddisfa mai pienamente, ma... ormai il danno è stato fatto. E' stato piuttosto strano parlare di Capodanno/brindisi di inizio anno nuovo e cose del genere, considerato che ormai siamo quasi ad agosto. :'D
Passiamo al capitolo? Forse è meglio, sì.


Parte uno: quante/i di voi ho fatto morire con la scena Scorily? Tanti? *esplodono boati d'indignazione*. Lo so. Sono malvagia. Sadica. Crudele. Perfida. Probabilmente, giù all'Inferno, di fianco al posto di Lucifero/Satana/come volete chiamarlo, c'è sicuramente un altro posto col mio nome sopra. Mi attendono con ansia. Perciò questo caldo è decisamente utile per ambientarsi poi a quello che mi aspetterà laggiù. E-ehm *tossicchia come la Umbridge*. Comunque sia, tanti auguri al nostro caro Blake Zabini! *soffia una trombetta e lancia coriandoli*. Aaah, 18 anni! Che bell'età! *sospira*. Be', insomma, i 18 anni non si possono certo celebrare con una festicciola da niente, no? Anche se, teoricamente, nel mondo magico i 17 sono la maggiore età, ma non importa: ogni scusa è buona per fare bagarre. Tutti i nostri Serpeverde preferiti e le due Grifondoro si sono riuniti all togethaaaa per regalare al nostro Zabs una notte da ricordare. Ci tengo a precisare che, nella mia assurda fantasia, gli studenti di Hogwarts che vogliono ritornare prima al castello (come nel caso dei nostri beneamini) possono farlo attraverso la Polvere Volante, che li catapulterà nel camino del Direttore della loro Casa (ovviamente a giorni e orari stabiliti, se no chissà che ingorghi!). Altrimenti, tutti di ritorno felici e contenti con l'Espresso, immagino dopo la Befana, quindi il 6/7 gennaio.

Parte due: devo ammettere che in questo capitolo abbiamo dei momenti di friendship completamente nuovi. In questo caso, lo strano trio formato da Adam, Albus e Sophia, tutti intenti a compiere la missione più pericolosa (altro che James Bond o Mission Impossible): contrabbandare alcool. Scopriamo qualcosa di più sul "passato" della nostra bella Stonem, che ve ne sembra? Zabini-lo-stalker, ahahah, povero cuore. ♥ Dite che la teoria di Lily sarà poi così assurda, come pensa Albus? Mah, lo vedremo... ;) Quando il caro Severus dice: "Perchè devo sempre essere l'ultimo a sapere le cose?", ecco, cari lettori, la stessa cosa succede anche alla sottoscritta. Non preoccuparti, Al, sei in buona compagnia!
*Rullo di tamburi* Gente, è tornato Pix! Il nostro Poltergeist-combinaguai è riuscito a sgamarli in pieno. Come affermo sempre: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.


Parte tre: anche qui abbiamo un'amicizia totalmente nuova e un po' strana (soprattutto per Albus): Alice e Blake (Blice? Alike? Bo). Devo ammettere che questi due non mi dispiacciono affatto, chi lo sa, magari riuscirò a reinserirli in qualche altro capitolo. ♥ Spero che la parola d'ordine di Grifondoro vi piaccia tanto quanto piace a me. ♥ Quel pezzo è nato praticamente per caso, ma lo adoro (e adoro Neville, of course).

Parte quattro: Scorily is the way! ♥ Come potevo non dedicare un pezzo interamente a loro due, come!? ♥ (Aspettatevi tanti cuori, in questa quarta parte). Io, bo, li amo troppo, non c'è niente da fare. ♥ Sono sempre lì che battibeccano e si punzecchiano come se non ci fosse un domani, ma poi... eheh. E' ritornato anche l'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll. ♥ In questo modo (visto che, alla fine, questo capitolo è una "ripresa" del primo) scopriamo come sono riusciti ad avere l'idea di utilizzare la Stanza delle Necessità (bentornata ♥). Abbiamo una new-entry, ebbene sì, bella gente: Leroy Prescott, detto Roy. Mi sembra che il suo nome sia spuntato nel secondo capitolo, dovrei averlo definito come un probabile ex per la nostra rossa di casa Potter. Aaah, Scorpius, Scorpius. ♥ Questo povero ragazzo morirà di crepacuore con Lily, ne sono convinta. Abbi fede, blondie! Per quanto riguarda la frase: "Ti farò crollare, Malfoy: tu verrai a fondo con me", tenetela bene a mente, perchè ritornerà più avanti.

Parte cinque: qua dico semplicemente che mi è piaciuta l'idea che Pix avesse preso in simpatia Lily, fin dal suo primo anno ad Hogwarts. D'altronde non è propriamente una cosa impossibile: in Harry Potter e l'Ordine della Fenice, Fred e George - prima di partire e andarsene da Hogwarts sulle loro scope - avevano dato l'incarico a Pix di rovinare la vita della Umbridge al castello.

Parte sei: comincia la fiesta! Il mio adorato Hugie è sempre uno spasso, anche inconsciamente. ♥ Vi assicuro che - durante qualche serata in discoteca - di gente che parlava con alberi o se li abbracciava con aria goduta, ne ho vista parecchia. :'D Anche qui abbiamo una new-friendshipcouple: Lily e Shane. Che vi sembrano i nostri Shaily? Ho bisogno di pareri per vedere se reinserirli in parti a caso della storia o meno. :) E vogliamo parlare di Shane e Naya? (Shaya?) Eheh. Qui gatta ci cova! ♥
Vi assicuro che nello scrivere la parte finale, mi si è spezzato il cuore. Adam, tesorino, mi dispiace tantissimo! ♥ Abbi fede pure tu, perchè so che ti rifarai!

Parte sette: questo penso che sia il pezzo che preferisco di più in assoluto. ♥ Mentro lo scrivevo mi sono ascoltata la canzone penso sulle mille volte, per prendere spunto e farmi venire l'ispirazione e... voilà. Per quanto non sia una parte lunghissima, è tanto, tanto, tanto, tanto dolce. Me li immaginavo lì, intenti a ballare quella musica lenta, abbracciati stretti, stretti, sorridendosi un po' timidamente... vi dico che mi sono persino commossa. :') La pucciosità. ♥ Godetevela, perchè - ahimè, sono sadica, ve l'ho detto - dal prossimo capitolo le cose non saranno proprio così zuccherose tra questi due. D: Se vi sembra troppo (per i loro standard, insomma), ricordatevi che comunque sia entrambi hanno dell'alcool in corpo, ahahah.

E niente, direi che anche per questo capitolo abbiamo concluso. *Scoppiano cori da stadio* Per quanto riguarda il tredicesimo capitolo, al momento, ho scritto semplicemente il titolo e incollato la perfetta immagine, per il resto pagina bianca. Abbiate fede, le idee ci sono, devo solo metterle in pratica. D: Posso anticiparvi che saremo un po' ad Hogwarts - per vedere gli strascichi della festa di Capodanno - e un po' fuori Hogwarts (ritorneranno senza ombra di dubbio i nostri James&Effy e i nostri Fred&Ele, più una nuova coppia: Teddy&Victoire).
Ricordo sempre a tutti che nell'angolo autrice del 3° capitolo ci sono i volti dei personaggi e vi consiglio di dare un'occhiata, perchè in questi giorni ho apportato un po' di modifiche: ho aggiunto i prestavolti di Teddy e Victoire (quest'ultima l'ho anche cambiata, rispetto a cosa avevo scritto nell'angolo autrice dell'11° capitolo), ho cambiato i nomi di alcuni personaggi (tipo Meghan Walker che è diventata Emily Walker e Faye Glaser che è diventata Katherine Dursley. Sì, avete letto bene: Dursley. Quando spunterà, vi spiegherò ;)) e ho - purtroppo - preferito togliere di mezzo le bacchette (a parer mio creavano troppa confusione, così mi sembra più ordinato. E - col senno di poi - ritenevo che non avessero senso).
Vi lascio agli abiti della serata (tutti rigorosamente red):

Lily Luna Potter
Naya Quensfort
Sophia Stonem
Rose Weasley
Sage Spence
Roxanne Weasley
Alice Augusta Paciok

Bene, credo di avervi detto proprio tutto quanto, in caso contrario sono sempre più che disponibile a chiarire ogni dubbio. :) Abbiate fede (anche voi) e tanta pazienza per quanto riguarda il prossimo aggiornamento: ripeto che a questa storia tengo parecchio, non la lascerò mai in sospeso nè tantomeno la mollerò. Deve solo venirmi l'ispirazione giusta, le idee sono tutte nella mia testa, ma poi a metterle per iscritto non riesco. D: Anyway, stay tuned, everybody! ♥
Per il resto, vi auguro buone vacanze (io dovrei partire il 6/7 di agosto, per questo ci tenevo a riaggiornare). ♥
Un bacione, alla prossima! ♥

Fatto il misfatto.

Giorgia. ♥   

 








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