La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa. di Meissa Antares (/viewuser.php?uid=600242)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New Year's Eve. ***
Capitolo 2: *** You killed her! ***
Capitolo 3: *** Una mancata Serpeverde, in famiglia. ***
Capitolo 4: *** I wanna be with you, every day of my life. ***
Capitolo 5: *** Nice to meet you. ***
Capitolo 6: *** Girls just wanna have fun. ***
Capitolo 7: *** Trick or Treat? ***
Capitolo 8: *** A nightmare Luma-party. ***
Capitolo 9: *** Keep your friends close and your enemies closer. ***
Capitolo 10: *** All I want for Christmas is you. ***
Capitolo 11: *** Merry Christmas. ***
Capitolo 12: *** Nuovi inizi. ***
Capitolo 1 *** New Year's Eve. ***
Racconto12 - New Year's Eve.
Capitolo 1.
New Year's Eve.
“I lost control today. Everything I keep inside came rushing to the surface.
I’m simply not able to resist her.”
(Paul Wesley - The Vampire Diaries 1x01)
Appena aveva varcato le soglie della Stanza delle Necessità, palesemente e strategicamente in ritardo di solo un’ora, si era reso immediatamente conto che qualcosa non andava: quelle poche ed intime
persone che si aspettava di trovare, si erano trasformate in una
baraonda comprendente mezza Hogwarts, i cui corpi andavano a definire
una fitta trama labirintica. Certamente, quello che si presentò
ai suoi occhi fu senz’altro uno spettacolo che avrebbe ricordato per tutta la vita.
Nonostante il frastuono
fosse a dir poco assordante e sperando vivamente che la miriade di
bottiglie alcoliche sparse sul pavimento di pietra fossero soltanto
frutto della sua più fervida immaginazione, si avvicinò
incuriosito ad un gruppetto - piuttosto folto - di ragazzi, esattamente
posizionati al centro della sala. Erano tutti accomodati su dei
divanetti di pelle nera, con l’aria imbambolata di uno che ha
preso un Bolide in testa, intenti a fissare senza alcun ritegno uno
stupido tavolino e proprio non riusciva a capirne il motivo. E poi,
eccola: comparve esattamente come un’apparizione. Una magnifica apparizione, per essere più precisi.
Ballava a piedi nudi sulla
solida superficie di plastica scura con le braccia tese verso
l’alto, i lunghi capelli rossi che le ricadevano sulla schiena in
dolci boccoli e si divertiva a scuoterli in un modo alquanto buffo. Gli
occhi color cioccolato erano un po’ lucidi e aveva le guance
arrossate, forse sintomo di un qualche bicchiere di Whiskey Incendiario
di troppo. Si muoveva a tempo e in maniera sensuale, sorridendo
maliziosamente e scoppiando - di tanto in tanto - in una risata
cristallina. Avrebbe potuto rimirarla per ore intere. Oh, se avrebbe voluto.
Quei due coglioni di Blake
e Shane si erano aggregati a lei, e Scorpius potè giurare di
sentire il povero tavolino cigolare in maniera alquanto sinistra.
Stavano ballando appassionatamente e, forse, fin troppo vicini tra loro
ma d’altronde - tra i tre - non avrebbe saputo affermare con
certezza chi fosse quello messo meglio. Sophia, esattamente sotto di
loro, saltellava sul posto tenendo una delle mani di Lily e, ogni
tanto, si lanciava in urletti di incoraggiamento nei confronti dei tre
performer. Albus era sparito chissà dove, mentre Adam, invece,
si stava premurando di risistemare il casino creato con un veloce colpo
di bacchetta. Grazie a Merlino qualcuno ancora normale lì dentro, c’era. Era stata tutta colpa di Zabini e della sua folle trovata di organizzare una spettacolare festa di Capodanno ad Hogwarts. “Un party come Merlino comanda”, così aveva detto.
La bella Grifondoro scese
dalla sua postazione - o meglio, quasi cadde - e si avvicinò a
lui, che li fissava appoggiato ad una colonna di marmo bianco, con le
braccia incrociate al petto e un’espressione a metà tra il
palesemente irritato e il divertito.
« Scorpius, dai,
vieni anche tu! » urlò, cercando di farsi udire al di
sopra della musica, chiamandolo con gesti concitati. Quando, poi,
capì che non ci sarebbe stato verso di smuoverlo da lì,
lo afferrò per un braccio e tentò di trascinarlo in mezzo
alla pista.
Era sicuramente brilla, perchè da sobria non avrebbe mai osato chiamarlo per nome.
La squadrò con un sopracciglio inarcato, non potendo fare a meno di pensare a quanto fosse dannatamente bella.
« Sei ubriaca, Potter? »
« Forse solo un pochino
» mimò il gesto con una mano e scoppiò in
un’altra risata. « Eddai, non puoi restare qui - tutto solo
- la notte di Capodanno! »
« Tra poco scatterà
la mezzanotte » le fece notare, non riuscendo a staccare gli
occhi dai suoi. « E poi, devo assicurarmi che tu
non combini alcun disastro. Altrimenti, poi, tuo fratello chi lo sente?
» le lanciò una breve occhiata accusatoria.
« E va bene, resta pure qui
ad auto-commiserarti » scandì animatamente le parole,
accompagnandole con un gesto secco della mano, dopodichè si
lanciò addosso a Sophia che - colta totalmente alla sprovvista -
si resse in piedi per miracolo, rischiando che entrambe cadessero sul
pavimento.
Sì, era tutta colpa
di Blake. Ah, ma gliel’avrebbe fatta pagare - in un modo o
nell’altro - questo è poco ma sicuro. Incrociò le
iridi color giada di Adam e, dentro quello sguardo, riuscì a
cogliere perfettamente tutte le parole taciute nei mesi precedenti.
« Manca soltanto un
minuto alla mezzanotte, gente! » tuonò allegramente Shane,
sollevando una bottiglia di champagne al cielo e ottenendo grida
entusiaste in risposta. Probabilmente non era ancora così del tutto sballato come credeva.
Con passo furtivo, Blake si
avvicinò frettolosamente a Sophia che lo respinse in malo modo,
gli voltò le spalle e si diresse a ballare assieme ad Eric
Huddertone. Adam strappò, dalle mani dell’amico, la
bottiglia alcolica e la portò ad una notevole distanza di
sicurezza, cominciando poi ad aprirla. E lei?
Che fine aveva fatto? Possibile che non l’avesse tenuta sotto
controllo per un secondo e - nell’arco di quel breve lasso di
tempo - fosse riuscito a perderla di vista?
I suoi occhi plumbei scrutarono
preoccupati l’orizzonte, ben soffermandosi sugli angoli bui
più appartati, ma - a causa della moltitudine di luci - non
riuscirono in alcun modo a trovare una chioma rosso scuro nè
tantomeno, il ragazzo, percepì la sua risata contagiosa.
« Cercavi me, per caso? » gli soffiò divertita una voce calda, all’orecchio. La sua voce.
Si voltò ed eccola
lì: ancora con indosso quel vestitino rosso così elegante
che - aveva affermato qualche ora prima - era sicura non avrebbe mai
messo.
Sfoderò il suo
migliore ghigno di scherno, mentre dentro di sè tirò un
enorme sospiro di sollievo. « In realtà, Potty, speravo
che te ne fossi già andata »
Sbuffò, facendo sollevare
leggermente una ciocca di capelli, ed incrociò le braccia al
petto, sfoderando un’espressione imbronciata semplicemente
adorabile. « Se vuoi, sono sempre in tempo per farlo »
La sua mano partì da sola,
arpionando il suo braccio con una delicatezza inaspettata, cosa che
sorprese persino lui stesso.
« Resta, Lily »
Meno cinque.
Lo guardò, mentre
nei suoi occhi color cioccolato spuntava una nuova luce. Una qualche
emozione che Scorpius non seppe definire, nè in quel momento
nè in futuro.
Meno quattro.
L’ombra di un sorriso
spuntò sulle sue labbra rosee e, soltanto in quel momento, il
ragazzo, si accorse di essere così vicino a lei da poter
riuscire a contare perfettamente le miriadi di lentiggini che
puntellavano il suo viso di porcellana.
Meno tre.
Le sue narici vennero
solleticate dal suo profumo. Era dolciastro e decisamente buono,
stranamente non era affatto nauseante. Un profumo che si stampò
nella sua mente e si fece largo fino al suo cuore. Un profumo che, in
seguito, avrebbe sempre e solo ricollegato a lei. Profumo di gigli.
Meno due.
Era strano che proprio lui,
Scorpius Hyperion Malfoy, il “Re delle Serpi”, - come
alcuni amavano definirlo - provasse tutta quelle serie di emozioni che mai
si sarebbe aspettato di sentire per una ragazza. Il fastidioso
sfarfallio nello stomaco e una percepibile accelerazione del battito
cardiaco. Insomma, era pur sempre l’erede della prestigiosa
casata dei Malfoy! Quindi le soluzioni possibili erano banalmente due:
o era improvvisamente diventato una femminuccia, oppure si era
semplicemente innamorato.
Meno uno.
Ci doveva essere
senz’altro una spiegazione ben plausibile per quell’evento.
Una situazione del genere era soltanto paragonabile alla collisione di
un asteroide contro la Terra o all’estinzione dei dinosauri dal
pianeta. Vide chiaramente la distanza tra i loro volti annullarsi e
aveva già socchiuso gli occhi, quando sentì un dito
sottile premuto contro le sue labbra.
« Non è ancora
mezzanotte » disse lei, forse in preda ad un attacco di
lucidità. Ma ciò sarebbe stato impossibile,
poichè, se fosse stata cosciente, non si sarebbe mai azzardata a
fare una cosa del genere. E con mai, si intende proprio mai: eppure, stava accadendo davvero.
« Al diavolo le tradizioni
» sussurrò con voce roca, prendendo il viso della ragazza
tra le proprie mani e poggiando finalmente le labbra sulle sue.
Mezzanotte.
Aveva voluto disperatamente assaggiare quelle labbra al sapore di ciliegia. Anzi no, ne aveva avuto un folle e ostinato bisogno.
Come se ne andasse della sua stessa vita. Sentiva le piccole mani della
ragazza sulle proprie e non potè provare gioia più grande
nel sentirle ricambiare il bacio, quasi come se anche lei non avesse
aspettato altro.
Sì adesso che c’era
lei, si sentiva completo. Lei che, con il suo odio sviscerato, era
riuscita sempre a tenergli testa, facendosi spazio in lui, fino a
raggiungere il suo cuore, la sua vera essenza. Ma Lily era fatta
così: una volta che entrava a far parte della tua vita, non
potevi fare a meno di amarla.
« Buon anno, Lily » mormorò, posandole un dolce bacio sulla fronte.
« Buon anno anche a te,
Scorpius » sorrise, le labbra leggermente gonfie e i capelli
scompigliati ma, per lui, non c’era spettacolo più bello
al mondo.
Fissò quelle iridi
cioccolato per quelle che gli sembrarono ore, anzichè pochi
minuti. Erano così profonde che, ogni volta, vi restava
invischiato, affogandoci.
La ragazza si alzò sulle
punte e gli diede un ultimo bacio a fior di labbra, prima di
allontanarsi dagli altri senza - però - smettere di tenere gli
occhi allacciati ai suoi.
Angolo dell'autrice.
Giuro solennemente di (non) avere buone intenzioni.
* Si affaccia timidamente da
un angolino nascosto * Ehm... Salve a tutti! :) Dunque, come avrete
avuto modo di notare, non è da molto tempo che sono iscritta in
questo fantastico mondo parallelo che è EFP (abbiate, quindi,
pietà di me e munitevi di tanta, taaaanta
pazienza). Era da almeno un annetto buono che continuavo a scrivere
storielle per conto mio e, finalmente, dopo attente riflessioni, sono
giunta alla conclusione che fosse arrivato il tanto atteso momento di
pubblicare ciò che la mia mente contorta e malata riusciva a
partorire. Ho scoperto questo sito per puro caso e - praticamente fin
da subito - ne sono rimasta colpita e affascinata (la Potteriana che
è in me non si è ancora rassegnata alla conclusione di
una saga così bella ed avvicente). Più che altro mi sono
sorpresa nel vedere che altri, proprio come me, non accettavano
determinate coppie "scelte" (parlo sia di Harry Potter ma anche di
differenti saghe e telefilm/film) e, grazie alla loro immaginazione,
sono riusciti a creare altrettante storie meravigliose, che mi hanno
totalmente catturata durante alcuni dei miei oziosi pomeriggi estivi.
Anyway, non voglio tediarvi troppo! :) Per prima cosa, voglio scusarmi
per la "presentazione" all'inizio della mia pagina: so che è un
qualcosa di obbrobrioso ed è alquanto stringata
ma al momento non ho la più pallida idea di come descrivere me
stessa in modo soddisfacente (sono una persona piuttosto puntigliosa e
precisina su determinate cose T.T). Magari, col tempo, la
riaggiusterò un poco (giusto per evitare che tutti la guardino e
scappino via urlando) ma - principalmente - preferisco che si capisca
qualcosa di me dalle mie storie :). Posso però affermare con
totale sicurezza che l'immagine della Kath dance resterà praticamente per sempre, visto che la trovo un personaggio formidabile (io AMO Nina Dobrev).
Okay, sto parlando davvero troppo (e di cose abbastanza inutili). Passiamo, quindi, a discutere di qualcosa decisamente più importante, ossia il capitolo!
* Lancia una miriade di coriandolini colorati * Allora, questo è il primo della long-fic: "La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa" ed è più che altro una sorta di prologo, in quanto comincia dalla "spettacolare festa di capodanno ad Hogwarts"
(che - ovviamente - sarà ripresa e spiegata meglio più
avanti). I protagonisti sono Lily Luna Potter e Scorpius Hyperion
Malfoy (che io shippo da morire *.* Spero che non me ne vogliano tutte
le amanti delle Rose/Scorpius) che, per una volta, riescono a mettere
da parte i mille risentimenti e si lasciano andare alle loro vere
emozioni (che poi la nostra Lily sia ubriaca è irrilevante. In
vino veritas, no? u.u). É una storia incentrata prevalentemente
su questa coppia ma, intorno a loro, ci saranno anche i vari problemi e
casini degli svariati amici e parenti. Magari nel prossimo capitolo
inserirò una parte completamente dedicata a loro, da come li
immagino io (ossia chi reputo perfetto per interpretarli), alle Case di
appartenenza (per evitare di confondere le idee. Sì, ho fatto questa follia e vi assicuro che ci ho lavorato su una serata intera. Però ne è valsa la pena!). Vorrei chiarire una miriade di cose ma al momento non mi viene in mente null'altro di abbastanza sensato (se avete delle domande, chiedete pure eh! :D) e, soprattutto, non vorrei fare un romanzo in questo spazio riservato al mio commento
(cosa che invece - a quanto pare - ho già fatto T.T * Chiede
umilmente perdono *). Scusate se mi sono dilungata tanto ("Miseriaccia se l'hai fatto!")
ma ci tenevo a spiegare più o meno per bene alcune cosette :).
La bella notizia è che ho già pronti i prossimi sei
capitoli quindi, - molto probabilmente - salvo imprevisti di vario
genere, dovrei riaggionare la prossima settimana.
Un bacio a tutti e grazie a chi leggerà! ♥
Fatto il misfatto.
Giorgia.
PS: * Si copre per evitare padellate di vario genere *
Ah, quasi dimenticavo: per chi volesse, o fosse interessata/o, sono iscritta anche su Pottermore e il mio nickname è SunLight25635 :) Se volete aggiungermi, sarò ben lieta di accettarvi :)
Questa volta me ne vado per davvero. Adìos! ☀
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Capitolo 2 *** You killed her! ***
Racconto12 - You killed her!
Capitolo 2.
You killed her!
“Vivi come se dovessi morire domani,
Impara come se dovessi vivere per sempre.”
(Mahatma Gandhi)
Si sentiva osservata.
Sollevò gli occhi
nocciola dal corposo volume che stava sfogliando avidamente, beandosi
dell’odore di inchiostro fresco e di quel profumo di pagine un
po’ consumate e terribilmente vecchie - da dove la cultura
traboccava a fiotti -, rendendo tutto ciò quanto di più
similare al Paradiso Terrestre. Stranamente, quell’assolato
sabato mattina, all’interno della Biblioteca di Hogwarts, erano
presenti i suoi numerosi amici e parenti, facendola sorridere
dolcemente per le buffe smorfie dipinte sul volto di ciascuno.
Hugo aveva il viso paonazzo dalla concentrazione, le punte delle
orecchie scarlatte e i capelli smossi in tutte le direzioni possibili,
sfidando le numerosi leggi sulla gravità e facendole sembrare
terribilmente inutili. Alice cercava ad ogni costo di terminare un tema
di Rune Antiche - materia da lei estremamente odiata -, sbuffando ogni
cinque secondi e facendo scorrere velocemente gli occhi color miele
sulla moltitudine di fogli sparsi sul tavolo, ricoperti di fitti
appunti scritti con la sua calligrafia elegante. Sage si era legata i
capelli in una coda alta, socchiudendo le grandi iridi verde scuro e
ripentendo a bassa voce ciò che aveva appena assimilato,
ricontrollando - di tanto in tanto - sul libro di testo. Lorcan e
Lysander, come loro solito, erano impegnati a fare di tutto tranne che
studiare; o meglio: era Lysander a far desistere il suo povero gemello
dai buoni propositi che si era ricreato, come - per esempio - riuscire
a passare i M.A.G.O. a fine anno scolastico. Roxanne si era appena
avventurata tra gli immensi scaffali, per recuperare un libro con cui
avesse potuto svolgere i suoi compiti - per il lunedì seguente -
e stava studiando con particolare attenzione ciascuna copertina.
Dominique, Lexie, Lucy e Molly erano rincantucciate ad un angolo del
tavolo e stavano bisbigliando - con una certa enfasi - l’uso
delle radici di asfodelo in Pozioni. Frank guardava con aria assorta il
paesaggio della campagna scozzese, illuminato dai raggi di quella
giornata di metà ottobre, probabilmente sognando di trovarsi al
campo di Quidditch a volare fra gli anelli e a lanciare qualche Bolide,
compiendo spettacolari peripezie. Albus, forse, era il più
tranquillo di tutti: stava scribacchiando distrattamente qualcosa sulla
sua pergamena, passandosi - alle volte - una mano tra i capelli neri
perennemente scarmigliati e con il naso sbaffato d’inchiostro.
Trattenne a stento un risolino, coprendolo giusto in tempo con una mano
davanti alla bocca e falsificandolo con un leggero colpo di tosse.
Di nuovo quella strana sensazione: come se qualcuno la stesse effettivamente spiando.
Esattamente di fronte a lei
c’era una sorridente Lily, i palmi delle mani bellamente
appoggiati sulle guance rosee e i capelli rossi raccolti in una treccia
laterale, che la fissava con un’improbabile espressione di pura
innocenza dipinta sul viso. Doveva immaginarselo che c’entrasse
qualcosa la sua molesta cugina.
« Cosa
c’è, Lils? » sbuffò seccata, roteando gli
occhi al cielo ed incrociando le braccia sul tavolo di legno.
Se possibile, il sorriso di Lily
si allargò ancora di più, facendole intuire che ci fosse
davvero qualcosa sotto. Quella ragazza avrebbe dovuto essere smistata a
Serpeverde, altro che Grifondoro.
« Sai Rosie,
stavo notando quanto fosse bello il tempo oggi » per un attimo,
si fece ammaliare dalle fossette comparse sulle gote della cugina e dal
candido sorriso che riempiva le sue labbra piene.
Scosse violentemente il capo, come per darsi un certo contegno. « Non se ne parla, Lily »
« Oh ma andiamo, Rosie! » la pregò con insistenza, giungendo le mani. « Non puoi farmi - anzi farci - questo! Suvvia, è quasi ora di pranzo e direi che per oggi abbiamo studiato più che abbastanza »
Con sommo orrore, la primogenita
di casa Weasley, si accorse che tutti gli altri avevano voltato le
teste verso loro due: segno che stavano ascoltando la conversazione e
che la trovavano estremamente
interessante. Senza dubbio più avvincente di quello che era
contenuto nei loro libri. Sapeva con assoluta certezza che di lì
a poco avrebbe ceduto, accontentando le richieste della cugina minore,
messa sotto pressione dal resto della compagnia.
« Lily ha
ragione, Rosie » si intromise Hugo, sfoderando una terribile aria
abbattuta e decisamente poco convincente. « In fondo, saranno
almeno tre lunghissime ore che studio e, cosa ancora più impensabile, senza nemmeno fare una pausa spuntino! »
Benedetto Godric Grifondoro.
Quando ci si metteva anche Hugo a dar manforte alla sua parente
prediletta, era una battaglia già persa in partenza. Non ne
sarebbe mai uscita vincitrice, a meno che...
Incrociò lo sguardo smeraldino di Albus, già fisso su di lei da diverso tempo. Oh no.
Quell’occhiata non prometteva niente di buono.
Quell’occhiata significava soltanto una cosa: “Rose stai
per essere brutalmente sconfitta, cerca di uscire di scena con almeno
un po’ di dignità”.
« E va bene, mi
avete convinta » pronunciò sconsolata, assaporando
l’amaro sapore della delusione, ritirando frettolosamente i libri
all’interno della borsa. « Per oggi abbiamo concluso »
Lily e Hugo si lanciarono
in un balletto di vittoria piuttosto ridicolo, strappando qualche
risolino divertito ai presenti e facendo un gran chiasso - ovviamente,
beccandosi anche un’occhiata assassina da parte di Madama Pince
-, finendo poi per coinvolgere Rose in un abbraccio decisamente
soffocante.
« Dovrebbero
farti una statua, Rosie! » urlò Hugo, prima di correre
dietro alla cugina preferita attraverso gli intricati corridoi della
scuola.
Molto probabilmente erano diretti a recuperare le loro scope da corsa,
rinchiuse nei bauli all’interno dei Dormitori, per poi fare un
salto al campo da Quidditch.
La riccia scosse i lunghi capelli
di un rosso decisamente più scuro rispetto alla solita
tonalità tipicamente Weasley, sfoderò
un’espressione abbattuta e sospirò pesantemente, ma
accolse con gioia il bacio affettuoso che Albus le lasciò sui
capelli.
« Senza dubbio è stato meglio così, Rosie. Credimi »
E come poteva dubitare di lui? Non
ci sarebbe mai riuscita, nemmeno volendolo intensamente e con tutte le
sue forze. Il secondogenito di casa Potter era - senza alcuna
esitazione - una delle poche persone di cui si fidava ciecamente.
Annuì concorde, consapevole che il suo unico cugino con un po’ di sale in zucca avesse
pienamente ragione. In fondo, sarebbe stata solo una questione di pochi
minuti prima che si ammutinassero tutti, senza esclusione di colpi.
Come aveva brillantemente
previsto, si diressero tutti quanti al campo, organizzando
immediatamente una partita di Quidditch all’ultimo sangue. Si
avviò tranquillamente sugli spalti - accompagnata da Molly e
Lexie -, preferendo assistere piuttosto che volare ad altezze
vertiginose. Represse un brivido al pensiero, dopodichè
osservò con interesse lo svolgimento del gioco: non era
un’amante delle scope ma delle partite sì, soprattutto se
erano tra Grifondoro e Serpeverde. Doveva pur aver preso qualcosa da
suo padre, no?
Dei passi leggeri la distrassero e
la fecero ridestare dai suoi pensieri di accanita tifosa: era la sua
migliore amica, Sage Spence.
« Pensavo che scendessi a giocare » le disse sinceramente, scostandosi appena sulla panca per farle spazio.
« Preferisco non dover
essere ricordata come la più imbranata del gruppo. Penso che -
se dovessero perdere a causa mia - nè Lily, nè Albus
riuscirebbero mai a perdonarmi » sorrise appena, scrollando poi
le spalle con non curanza e lanciò un’occhiata preoccupata
a Lysander, che ricambiò facendole un occhiolino divertito.
« In squadra con me
voglio Alice, Hugo, Rox e Frank » disse Lily con ostentata
determinazione. « E non si discute, fratellino » sfoderò un ghigno malandrino. Alle volte, quella ragazzina sapeva essere veramente terrificante.
Albus - vuoi per un innato
istinto da fratello maggiore - non seppe assolutamente rifiutarsi,
così incominciò a valutare con la sua squadra - composta
da Lucy, Dominique, Lysander e Lorcan - un piano d’attacco
contro quella avversaria, decisamente in vantaggio tattico visto che
facevano tutti parte della squadra di Quidditch di Grifondoro.
« Si comincia!
» urlò Hugo, già posizionatosi davanti agli anelli
delle porte, fischiando con le dita per dare avvio al
gioco.
Vennero liberati Boccino, Bolidi e
Pluffa, facendo sì che ciascun giocatore sfrecciasse a tutta
velocità in sella alla sua scopa cercando di svolgere al meglio
il ruolo assegnatogli. Gli occhi nocciola di Rose seguirono ogni
movimento, senza perdersi nemmeno un fotogramma nonostante
l’eccessiva rapidità con cui si muovevano.
Alice e Roxanne continuavano a
passarsi la Pluffa tra di loro, in un’ottima strategia che era
riuscita a confondere gli avversari, permettendo alle due ragazze di
segnare parecchi punti e - quindi - di portare la squadra di Lily in
netto vantaggio.
Dominique fece qualche mirabolante
numero, più simile ad uno spettacolo di Scopa Sincronizzata che
ad una vera e propria partita di Quidditch, però Albus
apprezzò lo stesso lo sforzo compiuto dalla cugina Veela. Al
contrario, non si poteva proprio dire lo stesso di Lucy che era
praticamente terrorizzata da qualsiasi cosa la sfiorasse - che fosse un
Bolide o un altro giocatore. Lysander si divertiva come un pazzo a
lanciare Bolidi a destra e a manca, spesso rischiando di disarcionare i
suoi compagni, mentre Frank aveva la compostezza e la fermezza tipiche
di chi ha assunto quel ruolo milioni di volte e che gli calzava a
pennello. Hugo compiva delle parate spettacoli che - doveva ammetterlo
- riuscivano a mandare in estasi il suo smisurato orgoglio di sorella
maggiore; Lorcan era frequentemente chiamato a dover svolgere il suo
incarico di Portiere ma lo svolgeva piuttosto malamente, spesso
lasciando scoperto un anello su tre. Lily e Albus, da buoni fratelli
Potter, si stavano fronteggiando in un testa a testa continuo, alla
ricerca del Boccino d’Oro che -
praticamente quasi sempre - svolazzava allegramente davanti al loro
naso e appena coglieva una loro minima distrazione si dileguava nel
nulla.
« Non è
che starai guardando un po’ troppo il caro Frank? » la
prese in giro Sage, schioccandole due dita davanti al naso, col
risultato di farla sobbalzare per lo spavento.
Le lanciò
un’occhiataccia di sottecchi e potè chiaramente notare che
si stava trattenendo dallo scoppiare in una fragorosa risata e - vi
posso assicurare, cari lettori - che la risata di Sage sarebbe stata in
grado di contagiare anche Lord Voldemort in persona.
« Continua a
preoccuparti per Lysander, piuttosto » brontolò,
ricambiando la frecciatina, incrociando le braccia al petto e
sollevando il mento con aria offesa. « Se va avanti di questo
passo, finirà per ammazzare qualcuno e l’unico posto in
cui potrai andarlo a trovare sarà Azkaban »
Sage spostò i suoi
occhi luminosi sul diretto interessato che stava facendo roteare, con
una certa maestria, la sua mazza da Battitore e si reggeva alla scopa
con - a malapena - una mano sola.
« Lys, non fare
il deficiente, datti un contegno! » urlò Lily, che gli
passò accanto ad un’andatura così folle che di lei
si poteva soltanto distinguere il colore rosso scuro dei capelli.
« Così mi
offendi, Lils! » replicò di rimando, lanciandole contro un
Bolide per vendicarsi dell’affronto subìto.
La piccola Potter lo
schivò abilmente e, grazie alla manovra appena messa in atto,
riuscì ad adocchiare il baluginio dorato del Boccino, a qualche
metro di distanza da lei. Si lanciò in picchiata, ben
consapevole che Albus - anche se aveva sicuramente notato un certo
scompiglio a metà campo - fosse troppo distante per raggiungerla
in tempo. Difatti, qualche secondo dopo, la mano destra della ragazza
stringeva saldamente lo strumento che regalò alla sua squadra
ben centocinquanta punti, ponendo così fine alla partita.
« Vi abbiamo a
dir poco stracciato » canticchiò allegramente Alice,
sfoderando un sorriso gigantesco e scambiandosi un cinque con il
fratello.
« E questo vi
costerà, come minimo, una settimana di clamorose prese in giro
» aggiunse Hugo, atterrando agilmente sull’erba ben curata
del campo. « Tenetevi pronti, cugini e amici! »
Rose, una volta scesa dagli
spalti, gli tirò un sonoro scappellotto sulla nuca, fulminandolo
con lo sguardo più severo che avesse nel suo repertorio.
« Lo sai che è un comportamento anti sportivo »
lo rimproverò, senza però riuscire a nascondere il
leggero sorriso che andò ad incresparle le labbra. « Però, miseriaccia, siete stati a dir poco fe-no-me-na-li!
Quest’anno la Coppa sarà senz’altro nostra! »
le si illuminarono gli occhi nocciola e - del tutto colta alla
sprovvista - si lasciò stritolare in un abbraccio entusiasta da
parte di suo fratello.
« Non è giusto, le squadre non erano affatto equilibrate! » tentò di protestare Albus, allentandosi il nodo della cravatta verde-argento.
« Vedila così, Al » cominciò Lily, tenendo sulla spalla destra la sua Firebolt - una scopa per cui tutti i maghi del mondo avrebbero fatto carte false.
« Almeno questa partitella è stata un utile allenamento
per la squadra. Non sei contento di aver contribuito alla prossima
vittoria di Grifondoro? »
Sì, quella ragazza doveva essere senz’altro una mancata Serpeverde. Ma da chi aveva preso?
Il fratello - e si sa che,
quando perdono, tutti i maschi sono un po’ suscettibili - si
limitò a lanciarle un’occhiataccia che avrebbe fatto
arretrare anche un Mangiamorte e lasciò il campo, borbottando a
mezza voce insulti e frasi sconnesse. Dominique si strinse nelle
spalle, lamentandosi per i capelli scompigliati a causa
dell’elevata velocità, e si addentrò nel castello
seguita da una Lucy mortalmente pallida. Lorcan fu l’unico della
squadra a congratularsi con gli avversari per l’ottimo modo di
giocare, augurando loro di poter vincere la prima partita di campionato
stracciando i Tassorosso.
« Scusate un
attimo... » li interruppe Roxanne, con fare pensieroso. «
Se non sbaglio, manca qualcuno all’appello. Dov’è
Lysander? »
Quello era un grosso problema. Una cosa da codice rosso, per intenderci. Le sparizioni improvvise di Lysander Scamandro portavano sempre guai. Era una cosa appurata scientificamente.
« Sono
quassù! » tuonò gioiosamente, sventolando la mazza
da Battitore per far notare la sua presenza parecchi metri più
in alto. « Non trovate anche voi che io sia perfetto per questo
ruolo? Quasi, quasi, prenderei in considerazione una futura carriera
nel Quidditch! »
Sage - che forse era colei che conosceva i gemelli meglio di tutti - roteò gli occhi al cielo, con fare esasperato.
« Scendi Lys, la
partita si è conclusa da un pezzo, ormai! » lo
intimò Lorcan, mettendosi le mani a coppa davanti alla bocca per
amplificare il suo tono di voce.
Il ragazzo scosse la testa
in maniera alquanto vivace, proseguendo imperterrito a scrutare
l’orizzonte con espressione concentrata e ghignando
malandrinamente di quando in quando.
« Arriva,
finalmente! » gridò euforico, sistemandosi meglio sul
manico di scopa e brandendo la mazza come se ne andasse della sua
stessa vita.
Quando si accorsero a cosa
stesse facendo riferimento, fu troppo tardi: uno dei due Bolidi - che
avevano dimenticato di rimettere a posto - venne colpito violentemente
dal ragazzo, producendo un botto talmente forte che rimbombò per
tutto il campo, paralizzandoli ciascuno al proprio posto. Lysander
respirò l’aria fresca a pieni polmoni, fiero di aver
probabilmente spedito quella malefica palla in orbita, e rimase
incantato ad ammirare i riflessi che producevano i raggi solari a
contatto con la superficie liscia delle acque del lago Nero. Fu
soltanto quando sentì degli schiamazzi concitati e preoccupati
che si ridestò dal suo sogno ad occhi aperti e guardò
verso il basso: il suo gruppo di amici e parenti era riunito attorno ad
una persona, svenuta sull’erba tagliata. Con uno scatto fulmineo,
arrivò a terra e si fece largo tra la piccola folla,
riconoscendo il corpo privo di sensi come quello della povera Sage -
che presentava un profondo taglio sulla tempia sinistra e un livido
violaceo a circondarlo.
Per Merlino e Morgana.
« Miseriaccia, Lys! » esordì Hugo spaventato, sgranando gli occhi azzurri. « L’hai uccisa! »
Angolo dell'autrice.
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Salve, salvino! :) Alloooooora, siamo giunti al secondo capitolo! Che ne pensate? Troppo corto? Troppo lungo? Troppo... troppo?
Principalmente è un capitolo di passaggio, un po' "leggero" ma necessario per far conoscere brevemente i nostri eroi :')
La povera Rose che viene "molestata" psicologicamente dalla cuginetta
minore, soltanto perchè ha costretto tutti quanti a fare una
sorta di gruppo di studio (anche se poi la maggior parte di loro
sbuffa/lancia maledizioni/guarda fuori dalla finestra. Ma, in fondo,
non lo facciamo anche noi? xD). Hugo e Lily (Huly? Ligo? Santo cielo
che orrore) sono una vera forza della natura: questi due sono come un
fuoco d'artificio, messi assieme. Si vogliono un gran bene,
principalmente perchè sono cresciuti assieme e si sono tenuti
compagnia quando i loro fratelli/cugini erano tutti entrati ad Hogwarts
(e loro due piccini a casa T.T). Abbiamo intravisto la figura di Sage
Spence, la migliore amica di Rose (non preoccupatevi, tornerà!
Sana e salva, si spera) e amica coi gemelli Scamandro (anche se con
Lysander... muahahah). Poveraccia, però, colpita in quel modo brutale da
un Bolide! (Chissà che dolore T.T). Diciamo soltanto che
Lysander non ha la stoffa del Battitore :p Per quanto riguarda Frank e
Alice Paciok, sono i figli di Neville (MA VA'?!) e mi sembrava carino
che prendessero i nomi dai nonni paterni (e Alice anche il nome dalla
bisnonna) :')
E l'adorabiltà di Albus? Costretto
dalla sorellina a giocare con una squadra di gente abituata a giocare
così tanto per e non in modo competitivo (Lucy terrorizzata
dalla sua stessa ombra e Dominique che fa spettacoli di Scopa
Sincronizzata, dovrebbero farlo capire), che si arrabbia (come solo un
maschio può fare) per aver perso ingiustamente. Sì, se
siete rimasti delusi, il mio Albus è stato smistato a Serpeverde
(ho letto da qualche parte, qualcosa a proposito delle curiosità
potteriane, dove veniva affermato che le iniziali di Al, A.S.P., sono
un altro modo in inglese per indicare il cobra egiziano).
Dunque, come vi avevo promesso nel capitolo precedente, ecco qui la
lista dello smistamento dei vari personaggi (alcuni compariranno
più avanti). Il prossimo angolo autrice sarà dedicato
agli interpreti dei personaggi e alle loro bacchette, I swear! ;)
Chiedo umilmente perdono se queste note non sono scritte in un italiano
comprensibile e conosciuto ai più, ma sono parecchio stanca...
perciò sorry!
Già usciti da Hogwarts:
Grifondoro: James Sirius Potter, Electra Beth Hamilton, Fred Weasley II, Effy Birkey, Sheeva Cooper
Corvonero: Victoire Weasley, Louis Weasley
Serpeverde: Elijah Nott
Tassorosso: Ted Lupin
Settimo anno:
Grifondoro: Rose Weasley, Frank Paciok, Lysander e Lorcan Scamandro, Sage Spence, Duncan McLaggen
Corvonero: Molly e Lucy Weasley
Serpeverde: Scorpius Hyperion Malfoy, Shane Harper, Blake Zabini, Adam Nott, Albus Severus Potter, Lexie Moore, Dominique Weasley, Katherine Dursley
Tassorosso: Emily Walker
Quinto anno:
Grifondoro: Lily Luna Potter, Alice Augusta Paciok, Roxanne Weasley, Hugo Weasley, Leroy Prescott
Serpeverde: Sophia Stonem, Naya Quensfort, Eric Huddertone
Tassorosso: Aimee Forson
Fatto il misfatto.
Giorgia. ♥
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Capitolo 3 *** Una mancata Serpeverde, in famiglia. ***
Capitolo12 - Una mancata Serpeverde, in famiglia.
Capitolo 3.
Una mancata Serpeverde, in famiglia.
“Sono un mix di acidità e sarcasmo.
Poi, però, arriva la notte e divento quasi amore”.
(Deborah Simeone)
L’infermeria di Hogwarts era
il posto più pacifico che ci potesse essere all’interno
della scuola di magia e stregoneria, eccezion fatta - forse - per la
Biblioteca. Madama Chips era sempre stata una premurosa ed apprensiva
infermiera, che si prendeva cura degli studenti come se fossero stati
tutti figli suoi. Ogni cosa in quel posto risplendeva come di luce
propria, e non perchè era tutto rigorosamente d’un bianco
accecante. Vi era come un candore innaturale dove sembrava sempre che
risplendesse il sole, anche se fuori era nuvolo.
Quel pomeriggio - al
contrario di ciò che è stato affermato precedentemente -
un gruppo piuttosto folto di ragazzi e ragazze, era radunato attorno al
letto di Sage Spence, finita in Infermeria giusto un paio di giorni
prima.
« Secondo voi come sta? » domandò Lily, sondando il viso della ragazza con i suoi occhi color cioccolato.
« Madama Chips ha detto che
ha una commozione cerebrale » rispose prontamente Rose, in piedi
- esattamente dietro la cugina - e con le braccia incrociate al petto.
« Ma niente di cui preoccuparsi » aggiunse frettolosamente,
una volta notato che Lysander era diventato pallido come uno dei tanti
fantasmi che infestavano il castello.
Da due giorni a quella
parte, il ragazzo era divorato dai sensi di colpa e continuava a
tormentarsi interiormente, domandandosi quale trattamento gli avrebbe
riservato l’amica una volta che avesse ripreso conoscenza.
Più probabilmente, come minimo, l’avrebbe Schiantato.
« Dai Lys, vedrai che
si rimetterà in sesto in men che non si dica. Madama Chips
è un’ottima infermiera » disse Albus con fare
consolatorio, avvicinandosi all’amico di infanzia e posandogli
una mano sulla spalla.
« L’ha uccisa,
l’ha uccisa! Ed io ho assistito al suo omicidio! »
borbottava sconnessamente Hugo, facendo avanti e indietro. « Per
i mutandoni con le stelle cadenti di Merlino, resterò
traumatizzato a vita! »
« Se continui così,
Hugs, ti faccio restare io traumatizzato. Per davvero, però,
questa volta » lo rimproverò Roxanne, assestandogli una
poderosa gomitata nelle costole.
Le grandi e pesanti porte
di quercia vennero improvvisamente spalancate, mentre all’interno
della stanza si riversarono - con una certa urgenza - Adam Nott,
sorretto da Shane Harper e da Blake Zabini, seguiti da un palesemente
irritato Scorpius Malfoy.
A quanto pareva, le selezioni per ricomporre parte della squadra di
Quidditch di Serpeverde non si erano concluse nel migliore dei modi,
visto che uno dei Battitori titolari aveva una spalla lussata e un
sopracciglio spaccato da cui sgorgavano fiotti di sangue. Com’era
prevedibile, Albus accorse ad aiutare i suoi amici, depositando il
ragazzo su uno degli svariati letti liberi.
« Santo Silente!
» sbottò Madama Chips, accorrendo immediatamente. «
Signor Nott! Fate largo, voi quattro! »
Un brusio sovraeccitato si
sollevò dal gruppetto dei Grifondoro, ancora attorniati al
capezzale di Sage, che continuavano a domandarsi cosa potesse mai
essere accaduto.
« Che Morgana ci fate tutti voi, qui?! » strillò l’infermiera, in preda ad un grave attacco di crisi isterica. «
Questa è l’Infermeria, non la vostra chiassosa Sala
Comune! La signorina Spence ha bisogno di assoluto riposo,
perciò andate subito fuori! » li cacciò senza alcuna esitazione, chiudendo le porte dietro di loro con un secco e deciso colpo di bacchetta.
« Che caratteraccio,
miseriaccia » constatò Hugo, passandosi una mano tra i
capelli rossi e dando voce ai pensieri della maggior parte dei
presenti. « Avrebbe proprio bisogno di una bella Pozione Tranquillante. Magari somministrata in dosi massicce »
« Certamente non preparata
da te » esordì Lily, malandrina. « Con i tuoi scarsi
risultati in Pozioni, rischieresti soltanto di farla secca! »
« Ah - ah, davvero
divertente cuginetta » disse ironico, allungando una mano a
scompigliarle i lunghi capelli rossi. « Bene! »
proseguì poco dopo, sfregandosi con insistenza le mani.
«Propongo di dirigerci tutti in Sala Grande, ci aspetta un lauto e meritatissimo pasto! »
Alice roteò gli
occhi al cielo, a metà tra il seccato e il divertito. «
Non so se tu te ne sia accorto ma - alla cena - manca ancora
un’oretta, direi » diede uno sguardo all’orologio da
polso del fratello e annuì soddisfatta: era più che certa
di non essersi sbagliata.
Il ragazzo sgranò i
grandi occhi azzurri, a dir poco orripilato da una simile notizia che -
per lui - equivaleva, probabilmente, ad un evento di proporzioni
catastrofiche.
« Che Salazar sia dannato! » sbottò incupendosi e
assumendo un tono capriccioso, ed era una scena talmente buffa che
quasi tutti evitarono di scoppiare a ridergli in faccia per un soffio.
« Che cos’è questo frastuono raccapricciante?
» domandò poi palesemente confuso, guardandosi
sospettosamente intorno, quasi come se non aspettasse altro che vedere
Pix sbucare da un angolino buio, pronto a giocare uno dei suoi numerosi
tiri mancini.
« Fan di Nott »
rispose Lily con una calma quasi innaturale, indicando un corridoio
deserto alle sue spalle. « Saranno qui a momenti »
« Forse converrebbe tornare in Sala Comune » suggerì Roxanne, ricevendo qualche cenno d’assenso. « Almeno eviteremo di essere
presi d’assalto da quelle oche petulanti che tenteranno in tutti
i modi di sfondare le porte dell’Infermeria »
« Non vorrei essere qui
quando Madama Chips scatenerà la sua furia »
proclamò Frank, reprimendo un brivido di orrore
nell’immaginarsi la scena.
« Io, invece, voglio restare
» si impuntò Lysander, gli occhi azzurri che brillavano di
tenacia e determinazione.
« D’accordo, ma almeno
spostiamoci di qui prima che sia troppo tardi » azzardò
Rose con aria materna, assicurandosi - poi - che fossero tutti presenti
una volta che raggiunsero un punto non troppo distante. «
Qualcuno ha visto Albus? »
« Sarà ancora dentro
» rispose Lorcan, indicando con un cenno del capo le porte
dell’Infermeria, oramai circondate da un folto gruppo di
ragazzine del primo e secondo anno. « In fondo, Nott è un
suo amico fino a prova contraria »
« Mi sono sempre chiesta come riesca a sopravvivere in quel covo di irritanti e arroganti palloni gonfiati
» disse Lily con disgusto, dando voce ai suoi pensieri, ed
incrociando le braccia al petto come se fosse un’opinione comune
a chiunque.
« La risposta è semplice, Potty: tuo fratello è
un irritante e arrogante pallone gonfiato » una voce tanto roca
quanto affascinante raggiunse le loro orecchie, cogliendoli decisamente
di sorpresa.
Scorpius Malfoy era appena
uscito dall’Infermeria - facendosi largo tra ragazzine adoranti
che cercavano in tutti i modi di trattenerlo con la forza -, la solita
aria beffarda ed il solito ghigno di scherno stampato sulle labbra a
contraddistinguerlo.
« Nessuno ha chiesto
la tua opinione, Malfoy » pronunciò, con un tono
palesemente sarcastico mentre una certa collera iniziò a fare
capolino in lei. « Almeno, così mi pare di ricordare »
« Non mi permetterei mai di
fare un qualsiasi torto ad uno dei miei migliori amici - quindi - devi
soltanto ringraziare la tua stretta parentela con Albus, Potter, altrimenti... »
« Altrimenti, cosa? » domandò incuriosita, inarcando un sopracciglio. « Mi stai minacciando, Malfoy? »
« Non mi permetterei mai, Potter
» passò una mano a scompigliarsi i biondissimi capelli,
facendo sì che qualche sospiro adulatorio sfuggisse dalle labbra
delle ragazzine ancora lì presenti.
Nel corso degli anni, tutti
avevano imparato a farsi bellamente gli affari propri, quando quei due
litigavano: tentare di dividerli o di intromettersi era sicuramente una
battaglia persa in partenza, difatti i poveri malcapitati di turno -
spediti in Infermeria per causa loro - potevano testimoniarlo.
« Allora ci si vede in giro, Scorpy »
disse con voce sensuale, sorridendo maliziosamente nella sua direzione
e salutandolo con una mano, prima di allontanarsi per raggiungere gli
altri.
Il ragazzo rimase immobile
in mezzo al corridoio, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni
della divisa, ostentando un’espressione palesemente divertita,
mentre fingeva - con assoluta maestria - di non aver udito
l’assurdo nomignolo che lei gli aveva affibbiato di proposito.
« Ehi, Scorps »
Shane Harper gli diede un paio di colpetti delicati sulla spalla,
distogliendolo dai suoi pensieri sulla Potter. « Vogliamo andare?
»
Poco più avanti li
aspettavano Blake e Albus, quest’ultimo era intento a farsi
spiegare dall’amico che cosa diamine fosse accaduto di tanto
terribile al campo di Quidditch per ridurre Nott in quello stato.
« Come sta Adam? » domandò Malfoy, con fare quasi annoiato, affiancandosi ai due.
« Meglio » rispose
Blake, prendendo parola e puntando i suoi occhi blu mare esattamente di
fronte a sè. « Madama Chips ha detto che vuole tenerlo
sotto osservazione per un po’. Ha preso una bella botta, in fondo
»
« Quindi, niente Quidditch
per almeno una settimana » aggiunse Harper con fare sconsolato,
scuotendo la testa un paio di volte.
Albus imprecò mentalmente,
lanciando maledizioni in ogni lingua a lui conosciuta e non. «
Qualcuno di voi, per caso, ha visto il resto della mia famiglia o,
almeno, mia sorella? »
« Oh non preoccuparti, Al. Tua sorella sta benissimo
» annunciò Scorpius, non riuscendo proprio a trattenere un
ghigno di scherno, anche se questo significava - certamente - scatenare
l’ira dell’amico.
Gli occhi smeraldini del
moro saettarono velocemente nella sua direzione e i suoi muscoli si
irrigidirono per la tensione ed il nervosismo. « Che cosa diavolo è successo questa volta, Scorp? »
« Assolutamente nulla
» ribadì il biondo con estrema tranquillità,
beccandosi come unica risposta tre occhiate decisamente poco convinte.
« Ci siamo soltanto scambiati qualche innocente frecciatina,
niente di più »
« Senza offesa, Al, ma tua sorella è veramente uno schianto » commentò Zabini maliziosamente, umettandosi le labbra in un modo terribilmente perverso e provocatorio.
« Senza offesa,
Zabs, ma non credo che questo sia affar tuo » scimmiottò
acidamente il suddetto, mostrando un’espressione contrariata e
facendo forza su se stesso per non affatturarlo seduta stante.
« É affare di tutta
Hogwarts, se permetti, visto che l’intera popolazione maschile
del castello sogna di avere un appuntamento ad Hogsmeade con lei
» proseguì Blake, per nulla turbato dalla reazione del
secondogenito di casa Potter, continuando a pulire l’anello di
famiglia con un lembo del mantello.
Shane annuì col capo,
concorde. « Merlino » invocò sognante, sfoderando
l’espressione più imbecille che avesse nel suo repertorio.
« Tua sorella me la farei eccome »
Scorpius, probabilmente
provando uno strano moto di pietà nei confronti di Albus mentre
uno strano moto di rabbia cominciò a farsi strada nel suo animo
imperturbabile, gli tirò un poderoso scappellotto sulla nuca,
impegnandosi il più possibile per fargli del male.
« Porco Godric,
è pur sempre la sorella di Albus! » sbottò
infastidito, prendendo entrambi per il colletto della divisa e
trascinandoli lungo il corridoio semi deserto. « E, come le
vostre menti acute avranno senz’altro notato, il caro Severus
è proprio qui tra noi » mollò la presa sui due, una
volta che furono di fronte al corvino. << Indi per cui, non credo
sia proprio il caso di sfoderare questi commenti -
decisamente poco carini - nei confronti della sua amata sorellina...
» lanciò un’occhiata di sottecchi ad Albus, la cui
espressione non esprimeva altro che una sincera gratitudine. «...
O almeno, non in sua presenza
» sfoderò l’ennesimo ghigno di scherno e
schivò abilmente il pugno che l’amico deriso tentò
di rifilargli.
La prima cosa che Scorpius
fece non appena varcò le soglie della Sala Grande - ovviamente
premurandosi di non farsi beccare dagli altri - fu quella di cercare
con lo sguardo una chioma rosso scuro, alla tavolata dei Grifondoro. La
individuò verso la metà, affiancata da quel Leroy
Prescott - con cui si vociferava avesse avuto una storia, l’anno
precedente - e stava ridendo di gusto, così come tutti gli altri
nei dintorni, per una battuta snocciolata dal suddetto.
« Ci sarà un
ritorno di fiamma? » domandò Shane con fare interessato,
prendendo posto al tavolo dei Serpeverde, e commentando il tutto come
se stesse facendo la cronaca di una delle tante partite di Quidditch.
« Dici tra la Potter e
Prescott?! » si intromise Blake sfoderando una pessima faccia da
poker e concentrandosi in modo inquietante sulla coppia. « Nah,
non credo proprio »
« Che ne dici di una
scommessa, Blakeuccio? » ribattè prontamente
l’altro, tendendo una mano verso l’amico mentre un
luccichio sinistro si fece largo nei suoi occhi nocciola.
« Scusate se interrompo il vostro idilliaco discorso
» saltò su Albus, con un tono di voce ed
un’espressione che non promettevano nulla di buono. Come minimo -
più tardi, in dormitorio - sarebbe scoppiata un’accesa
discussione, seguita subito dopo da una rissa leggera. « State sempre parlando di mia sorella »
« Ci sto, affare fatto
» disse Blake con aria allegra, ignorando palesemente gli insulti
e i commenti malevoli che il moro stava lanciando nei loro confronti.
« Cinque galeoni che quei due non torneranno assieme e la Potter,
quest’anno, farà strage di cuori »
« Andata! »
Scorpius scosse
ripetutamente la testa, afflitto dall’avere degli amici
così mostruosamente idioti ed essere l’unico sano di mente
in quella combriccola di matti.
« Possibile che quei
due debbano sempre battibeccare come due vecchie pettegole? » una
voce femminile, proveniente dalla sua sinistra lo fece voltare. «
Nemmeno Rita Skeeter si comporterebbe in questo modo così
deplorevole » ancora prima di guardare in faccia il suo
interlocutore, Scorpius riuscì a capire chi fosse.
Sophia Stonem era seduta
comodamente accanto a lui, osservando con i suoi grandi occhi azzurri i
due ragazzi di fronte a loro, che continuavano a confabulare con una
certa enfasi, quasi come se ne andasse della loro stessa vita.
« Si stanno soltanto
divertendo nel far impazzire Albus » scrollò le spalle,
approfittando di quella distrazione generale per osservare anche il
più piccolo movimento effettuato da Lily Potter. «
Comunque, qual buon vento ti porta a questo lato del tavolo? Non
c’è nessuna delle tue amorevoli compagne di Dormitorio che è disposta a tenerti compagnia? »
« Sei sempre così
galante con tutte le tue fiamme, oppure riservi soltanto a me questo
speciale trattamento? » domandò divertita, versandosi del
succo di zucca in un bicchiere dorato. « Comunque, per
risponderti, no: Naya è rimasta in Sala Comune per cercare di
finire il tema di Trasfigurazione e, senza di lei, le altre non riesco
a sopportarle »
« Lo sai perfettamente che tu sei e rimani
la mia preferita » ghignò con aria malevola, servendosi
una fetta di torta di melassa. « Così come sai
perfettamente quanto io odi perdermi in futili chiacchiere. Cosa
c’è sotto? »
« Oggi sei più
intrattabile del solito, lo sai? » gli rubò abilmente un
pezzo del dolce, assaporandone il gusto amarognolo e beccandosi
un’occhiata truce dal ragazzo. « Ero venuta sì a
cercare un po’ di compagnia - come se fosse possibile, vicino a
te - ma volevo anche chiederti di Adam. Sai, le notizie corrono in
fretta »
« Sta meglio, quella
rompipluffe di Madama Chips lo terrà praticamente in ostaggio
per l’intera settimana » concluse la sua cena, pulendosi
elegantemente la bocca con il tovagliolo e gustandosi un ultimo sorso
di rinfrescante succo di zucca. « Quindi, per rispondere alla tua
tacita richiesta sì, domani sarà ancora bloccato in
Infermeria e tu potrai andarlo a trovare »
« Ti ringrazio »
proferì, alzandosi in piedi e rassettandosi la gonna a balze
della divisa, già perfettamente lisciata. «
Ah Scorpius, lascia che ti dia un consiglio: in futuro, evita di
trattare Lily Potter in questo modo, altrimenti per quel qualcuno
interessato a lei, non dovrebbe essere troppo difficile soffiartela da
sotto il naso »
Scorpius rimase
pietrificato al suo posto, guardando Sophia Stonem allontanarsi verso
l’ingresso della sala, lasciando un vago sentore di profumo
femminile francese dietro di sè.
Angolo dell'autrice.
Giuro sollennemente di non avere buone intenzioni.
Salve
a tutti! Come state? :) Avete passato buone vacanze? (Lo so,
probabilmente il ritorno sarà stato a dir poco traumatico *
sospira pesantemente *). Comunque, miei cari, veniamo a noi! Siamo
giunti al terzo (e tranquillo) capitolo! É (finalmente)
riapparso Scorpius che si diverte assieme a Blake e Shane a prendere in
giro il povero Albus (anche se, persino lui si arrabbia un bel po' nel
sentire quelle cose su Lily hehe, ma non lo ammetterà mai!).
Iniziamo anche a fare la "conoscenza" di una new entry, ossia Sophia!
(Che ne pensate di lei?). Soph è una delle poche persone che il
nostro caro, carissimo Scorp riesce a sopportare e con le quali si
confida (per come si possa confidare il bel Malfoy). Si conoscono
praticamente da una vita (Purosangue) e - anche se non lo ammetteranno
mai - si vogliono un gran bene, considerandosi praticamente
fratello/sorella. Dunque, anche per questo capitolo credo sia
praticamente tutto (se avete sempre dei dubbi, sarò lieta di
chiarirli!) e dal prossimo capitolo faranno capolino nuovi personaggi
(e ci discostiamo completamente dall'ambiente "Hogwarts"). Ma non
voglio anticiparvi null'altro :) Purtroppo, non so quando potrò
riaggiornare nuovamente, perchè l'università è
ricominciata e, con essa, i miei esami incombono minacciosi (aiuto
T.T), spero comunque sempre di venerdì sera :) Vi lascio alla
lista dei personaggi, ossia a come li immagino io, e a chi reputo perfetti per interpretarli.
Lily Luna Potter: Nina Dobrev
Scorpius Hyperion Malfoy: Paul Wesley
Rose Weasley: Crystal Reed
Alice Augusta Paciok: Minka Kelly
Roxanne Weasley: Naya Rivera
Shane Harper: Steven R. McQueen
Hugo Weasley: Dylan O'Brien
Albus Severus Potter: Taylor Kitsch
James Sirius Potter: Austin Nichols
Frank Paciok: Tyler Posey
Lysander Scamandro: Colton Haynes
Sage Spence: Holland Roden
Lorcan Scamandro: Ian Harding
Lexie Moore: Lucy Hale
Dominique Weasley: Ashley Benson
Sophia Stonem: Candice Accola
Blake Zabini: Michael Trevino
Adam Nott: Ian Somerhalder
Electra Beth Hamilton: Hilarie Burton
Fred Weasley II: Chad Michael Murray
Effy Birkey: Sophia Bush
Sheeva Cooper: Emma Roberts
Louis Weasley: Alex Pettyfer
Naya Quensfort: Kat Graham
Molly Weasley: Dakota Blue Richards
Lucy Weasley: Freya Mavor
Emily Walker: Phoebe Tonkin
Eric Huddertone: Joseph Morgan
Elijah Nott: Daniel Gillies
Katherine Dursley: Victoria Justice
Aimee Forson: Shelley Hennig
Duncan McLaggen: Daniel Sharman
Leroy Prescott: Zach Roerig
Ted Lupin: Andrew Garfield
Victoire Weasley: Karen Gillan
Ecco fatto! :) Un bacione a tutti, alla prossima!
Fatto il misfatto.
Giorgia.
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Capitolo 4 *** I wanna be with you, every day of my life. ***
Racconto12 - I wanna be with you, every day of my life.
Capitolo 4.
I wanna be with you, every day of my life.
“This thing called love I just can’t handle it,
This thing called love I must get round to do it.
I ain’t ready.
Crazy little thing called love.”
(Queen - Crazy Little Thing Called Love)
Se c’era un orribile vizio
che Electra Hamilton non aveva perso neanche dopo aver concluso
egregiamente la sua carriera scolastica ad Hogwarts, era proprio il non
volersi mai alzare dal caldo tepore mattutino che assumeva il suo
letto. Abbracciò il cuscino, voltandosi su un fianco ed
ignorando i capelli biondissimi scarmigliati che le stavano bellamente
solleticando il viso. Una volta trovata la posizione più comoda,
sospirò con aria soddisfatta e cercò di riprendere il
sonno da dove l’aveva interrotto.
Praticamente era già tra le braccia di Morfeo, quando la porta
della sua stanza venne spalancata in malo modo, facendola sobbalzare ed
imprecare mentalmente maledizioni a tutto spiano. Sua madre, alle
volte, aveva la grazia di un Gigante particolarmente corpulento.
« Sveglia,
dormigliona! » le sue povere ed innocenti coperte vennero
bruscamente separate dal suo corpo, che non apprezzò
particolarmente il freddo pungente proveniente dalla finestra aperta.
Con uno sforzo sovraumano,
riuscì a sollevare le palpebre giusto di mezzo centimetro - quel
tanto che bastava per riconoscere la molesta figura che si era
accomodata con grazia ai suoi piedi.
« James? »
biascicò con la voce impastata di sonno, riconoscendo a malapena
il suo migliore amico. Ma certo, soltanto lui poteva avere quelle
trovate geniali.
« Esattamente! » trillò euforico, battendo le mani in modo alquanto rumoroso. « Tua madre mi ha incaricato di venire a buttarti giù dal letto, sperando che fossi più persuasivo »
Ecco: sua madre c’entrava sempre qualcosa, in un modo o nell’altro.
« Puoi sempre dirle
che non ci sei riuscito » si coprì la faccia col cuscino.
« Non ti farà del male, stai tranquillo: è innocua
»
James sfoderò un’espressione scioccata e offesa. « Non so se te lo ricordi, signorina, ma io sono James Sirius Potter! »
« Non siamo più ad Hogwarts, Jamie » lo interruppe, con voce ovattata.
« Sono pur sempre uno dei
Cacciatori dei Cannoni di Chudley! » esclamò
scandalizzato, scattando in piedi come una molla. « In questo
preciso istante, sicuramente, migliaia di ragazze venderebbero la loro bacchetta pur di trovarsi al tuo posto! »
« Perfetto, allora vai a trovartene una e lasciami dormire in pace » sbuffò ad occhi chiusi.
« Electra Beth Hamilton » pronunciò seriamente, con tono minaccioso.
Se James usava il nome
completo, allora erano guai seri. Anche se, Electra era fermamente
convinta che si stesse appellando a tutti gli dèi esistenti per
evitare di scoppiare in una fragorosa risata e rovinare - quindi - la
sua teatrale sceneggiata.
« Mh? » mugugnò in risposta, facendogli capire che stava ascoltando.
« Non so se te lo ricordi,
ma oggi il mio carissimo cugino e migliore amico, Fred Weasley -
nonchè tuo ragazzo - comincia ufficialmente a lavorare a Diagon
Alley, ai Tiri Vispi Weasley. Perciò gradirei che alzassi il tuo regale fondoschiena e ti preparassi, perchè ho deciso che passeremo a salutarlo »
La ragazza sbuffò
seccata, mettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto, non
curandosi minimamente del suo aspetto insonnolito e dei suoi capelli a
dir poco sconvolti: ovviamente, la colpa di tutto ciò era di
James che - quando ci si metteva - sapeva essere davvero sfiancante.
« Fammi capire bene
» borbottò a mezza voce, incrociando le braccia al petto e
lanciando lampi dagli occhi. « Tu ti saresti precipitato in camera mia, svegliandomi praticamente all’alba, solo per trascinarmi a Diagon Alley a vedere Fred che lavora?! »
L’ex Grifondoro
sfoderò un sorriso trentadue denti, non accorgendosi - o forse
facendo soltanto finta - di non aver sentito il tono irritato della sua
migliore amica. « Esattamente »
Electra non sapeva se
mettersi ad urlare e lanciargli contro maledizioni a tutto spiano - per
aver rovinato il suo sonno ristoratore -, oppure se scoppiare a
piangere istericamente per la notizia appena ricevuta. Alla fine,
saggiamente, optò per ributtarsi a peso morto sul letto,
desiderando ardentemente di diventare un tutt’uno col materasso.
« Sicuramente, Fred non se la prenderà più di tanto se vado a trovarlo domani, possibilmente di pomeriggio » disse, affondando la faccia nel cuscino. « E ora, buonanotte »
« D’accordo, Ele
» mormorò James, voltandosi di scatto nella sua direzione.
« Non avrei mai voluto arrivare a questi metodi così... drastici,
ecco. Sappi che mi hai proprio costretto a farlo » con un gesto
deciso, tirò fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei
jeans, puntandola proprio contro la ragazza che - impegnata
com’era ad ignorarlo - non si accorse assolutamente di nulla.
« Aguamenti! »
Un getto d’acqua
fredda la investì in pieno, bagnandola da capo a piedi e
contribuendo a svegliarla definitivamente - il tutto, ovviamente,
accompagnato dalla sonora risata di James.
« James Sirius Potter » gli puntò contro un dito, mostrandogli l’espressione più minacciosa che riuscisse a fare. « Sappi che, questa, non te la perdonerò mai
» afferrò a casaccio i vestiti che il suo migliore amico
le aveva gentilmente porto e si chiuse in bagno, a dir poco furibonda
per quel trattamento.
D’altro canto, il
primogenito del Salvatore del mondo magico, scese le scale con aria
estremamente soddisfatta, congratulandosi mentalmente con se stesso per
quella brillante idea anche se - molto probabilmente - si era appena
guadagnato l’odio eterno da parte della sua migliore amica. In
fondo, ne sarebbe valsa la pena: tutti questi sacrifici erano per una
più che nobile causa ed era certo che, alla fine di tutto
ciò, l’avrebbe sinceramente ringraziato.
« L’hai
già svegliata? » domandò Chloe - la madre di
Electra - con un sopracciglio inarcato, in un evidente segno di
incredulità.
« Sì, con un tempo record di soli venticinque minuti » rispose estremamente orgoglioso, controllando l’orologio da polso.
« Complimenti James, sono
colpita » disse la donna, sprimacciando un cuscino del divano con
fin troppa energia. « Prima o poi, dovrai insegnarmi quale
trucchetto hai utilizzato per buttarla giù dal letto così
in fretta »
« Oh, ma è stato semplicissimo
» trillò, assumendo una buffa espressione pomposa. «
É bastato un semplice Incantesimo Acqua-... »
Electra, scesa dalle scale
a passo di carica, lo afferrò per il cappuccio della banalissima
felpa nera - rischiando, tra le altre cose, di soffocarlo - e lo
trascinò fuori di casa, dopo aver salutato calorosamente la
madre.
« Non ti prenderai gioco di me in questo modo, caro il mio Sirius » replicò piccata, guardandolo severamente con i suoi occhi azzurri.
Il ragazzo ridacchiò, con l’aria di uno che si sta terribilmente divertendo. « Che ne dici, andiamo Beth?
» le tese la mano e lei l’afferrò con assoluta
sicurezza, facendo sì che entrambi si Smaterializzassero.
Diagon Alley era da sempre
il fulcro del mondo magico, la via principale dove maghi e streghe di
ogni età passeggiavano tranquillamente o si affrettavano a
portare a termine gli ultimi acquisti. Tutti i cosiddetti
‘portatori di bacchette’ potevano vantare, almeno una volta
nella vita, di aver visto la sontuosa stradina, ricostruita alla
perfezione alla fine della seconda guerra magica.
Nonostante fosse una giornata piuttosto uggiosa, una di quelle in cui
il tempo minaccia pioggia da un momento all’altro, il posto
pullulava di gente, esattamente come nel periodo che precedeva
l’ingresso ad Hogwarts.
« Buongiorno, Hannah!
» tuonò allegramente James, sventolando energicamente la
mano per salutare la proprietaria del Paiolo Magico, nonchè
moglie del professor Paciok.
« Buongiorno a te, James
» disse con voce gioiosa, lucidando un boccale piuttosto
impolverato. « Come mai sei a Diagon Alley già a
quest’ora? Visita di piacere? » tirò ad indovinare,
lanciando un’occhiata allusiva ad Electra.
James scoppiò in una
fragorosa risata, dovuta sia all’equivoco sia alla buffa smorfia
che si venne a creare sul viso della sua amica.
« Oh no, Hannah » fece un gesto secco con la mano,
scuotendo la testa. « Lei è la mia migliore amica, stiamo
andando a trovare mio cugino, comincia a lavorare oggi »
« Ah, il giovane Fred!
» disse, quasi illuminandosi. « L’ho visto passare di
qui giusto l’altro giorno »
James sorrise,
dopodichè mise le mani sulle spalle della ragazza e
cominciò a guidarla, svicolando tra i corpi dei primi clienti
della giornata.
« Adesso, però, dovremmo proprio andare. Sai, abbiamo una certa urgenza
» si chinò verso la barista, sussurrandole qualcosa che
Electra proprio non riuscì a cogliere ma, quando terminò,
potè notare chiaramente una luce entusiasta nei suoi dolci occhi
castani.
Quando raggiunsero
l’uscita sul retro del locale, James si posò una mano sul
mento con fare pensieroso e si mise a contare tre mattonelle sopra il
bidone della spazzatura, picchiettandola poi con la propria bacchetta
magica in modo da far aprire il passaggio che dava direttamente sulla
via.
« Ti va un gelato dal
signor Fortebraccio? » domandò James, indicando il negozio
e mostrando un’espressione a dir poco affamata.
Electra roteò gli occhi azzurri al cielo, divertita dal suo modo di fare così terribilmente infantile.
« D’accordo, va bene » acconsentì, precedendolo all’interno del locale.
« Sentissi
quant’è buono il cono al gusto di Cioccorana! »
disse la ragazza con aria sognante, guardando l’amico di
sottecchi.
« Fammi assaggiare, immediatamente »
« Non ci penso nemmeno
» ribattè indignata, osservando con aria assorta la
figurina che le avevano dato in omaggio. « Oh guarda, ho trovato
tua zia Hermione »
« Forte! Io non sono mai
riuscito ad trovarla » la guardò come se fosse una piccola
montagna di galeoni d’oro.
« Se mi fai assaggiare il tuo cono al gusto di Whiskey Incendiario, forse potrò regalartela »
James le tese il gelato,
fingendosi orribilmente seccato. « Un morso piccolo, mi racc-...
Ehi! » si lamentò, guardando esterrefatto la sua merenda
orribilmente mutilata.
Electra ridacchiò,
portandosi una mano davanti alla bocca, dopodichè gli tese il
proprio. « Tieni, finisci pure il mio »
« É proprio per
questo che sei la mia migliore amica » sfoderò un sorriso
smagliante, roba che avrebbe fatto passare a miglior vita le sue fan, e
divorò con gusto quel capolavoro creato dal signor Fortebraccio.
« Mio padre me lo diceva sempre che, già quando aveva la
nostra età, i suoi gelati erano i migliori di tutto il mondo
magico »
Lei annuì, con fare
concorde. « Da piccola insistevo sempre per comprarne uno, ogni
volta che facevo una capatina a Diagon Alley. E papà non sapeva
mai dirmi di no »
Le mise un braccio attorno
alle spalle, stringendola a sè con fare protettivo e fraterno:
Electra aveva perso il padre pochi mesi prima che entrasse ad Hogwarts
per la prima volta, in un tragico incidente al Ministero.
« Siamo dei
sentimentali eh, Potter? » disse con un ghigno malandrino,
scrutandolo. « Muoviamoci, siamo già in ritardo »
« In ritardo per cosa? »
« Se non sbaglio eri tu quello che, stamattina, smaniava per andare a trovare Fred »
Per la barba incolta di Merlino! Si era completamente dimenticato di suo cugino Fred!
I Tiri Vispi Weasley erano
sicuramente il negozio più colorato, allegro e vistoso di tutta
Diagon Alley: all’interno, vi erano tanti di quei maghi e di
quelle streghe - intenti, per lo più, ad accontentare i capricci
dei figli - che era quasi impossibile riuscire a farsi largo tra quella
folla immensa.
« Come faremo a
trovarlo?! » chiese Electra, alzandosi sulle punte per sperare di
avere una visuale migliore, ma senza alcun risultato.
« Non ne ho la più
pallida idea » ammise sinceramente James, senza nascondere una
nota di frustrazione. « Stammi vicina e cerchiamo di non perderci
di vista »
« Potremmo non fare
più ritorno! » pronunciò la ragazza scherzosamente,
assumendo un tono spettrale e tendendogli una mano.
James
l’afferrò con sicurezza, scuotendo appena il capo con fare
divertito, precedendola per poi avventurarsi tra la moltitudine di
scaffali stipati di prodotti fino al soffitto. I bambini, in età
non ancora pertinente per Hogwarts, facevano a gara per accaparrarsi
qualsiasi tipo di invenzione: dalle più recenti a quelle
classiche, che non sarebbero passate mai di moda.
« Quello potrebbe...
ma sì, è lui! » il ragazzo si illuminò di
colpo, facendosi largo tra la folla a spintoni - forse non troppo delicati - e
trascinando l’amica con sè, rischiando più volte di
farla incespicare nei suoi stessi piedi.
« James! Per la barba
incolta di Merlino, si può sapere che ti è preso?!
» domandò esasperata, cercando di tenere salda la presa
sul suo braccio anche se con scarsi risultati.
« Sono riuscito ad
intravedere Fred, Ele! Ne sono sicuro, andava per di qu-... » si
immobilizzò di colpo, facendo sì che Electra si
scontrasse violentemente contro la sua schiena ed emettesse un mugolio
di dolore.
« Potter, maledizione!
Avvertimi la prossima volta » si lagnò, massaggiandosi il
naso con le lacrime agli occhi. « Che succede?
Un’Acromantula gigante ha invaso il negozio? »
« No, ehm... io... credo di
essermi sbagliato su Fred » biascicò, voltandosi
velocemente e tentando di cambiare direzione.
« Te l’ha mai detto
nessuno che non sai proprio mentire? » inarcò
scetticamente un sopracciglio, dopodichè individuò la
chioma rossa del suo fidanzato a qualche passo di distanza.
Fidanzato che, anzichè impegnarsi a lavorare duramente, stava amorevolmente chiacchierando con una dipendente del negozio.
« Forse non è
stata una buona idea... » pigolò James con aria
spaventata, notando il tic nervoso che aveva colpito l’occhio
della bionda. Tutte le volte in cui si era manifestato, erano successi
guai. Guai grossi.
« Maledetto Weasley »
sibilò la ragazza con aria omicida, liberandosi dalla stretta
stritolatrice del moro per dirigersi a passo di carica verso i due.
Fortunatamente
riuscì ad afferrarla per la vita prima che compisse un duplice
omicidio al quale non aveva, per altro, voglia di assistere:
ingaggiarono così una lotta silenziosa, fatta di pugni, morsi e
calci mentre il primogenito di casa Potter resisteva valorosamente ai
ripetuti attacchi dell’amica.
« James?! Ele?!
» la voce stralunata di Fred raggiunse le loro orecchie ed
entrambi si voltarono, sfoderando le espressioni più innocenti
che avessero nel loro repertorio. « Mi spiegate cosa sta
succedendo? »
« Siamo venuti a trovarti,
mi pare ovvio » replicò stizzita la sua ragazza,
incrociando le braccia al petto e squadrandolo come se fosse un insetto
particolarmente disgustoso. « Ma, a quanto pare, te la cavi egregiamente anche senza la nostra presenza »
James si battè il
palmo della mano sulla fronte, cercando di pensare se esistesse un modo
qualsiasi per arginare la furia che si sarebbe scatenata di lì a
momenti.
Fred Weasley Junior,
captando nell’aria un enorme segnale di pericolo, si
limitò a lanciare un’occhiata preoccupata al cugino,
sperando che potesse dargli qualche delucidazione.
« Ele io... »
« Oh, ma certo! Adesso vorresti dirmi che tra voi due non c’è assolutamente niente, sono io quella che ha le paranoie e che dovrei farmele passare, vero?! »
« Esattamente » disse con un sorrisetto divertito, avvicinandosi con estrema cautela.
« Perfetto! »
esordì improvvisamente James, sfregandosi le mani e lanciando
occhiate tutt’intorno. « Fred è stato un piacere
vederti » gli battè un’amichevole pacca sulla
spalla. « Ele cerca di non farlo fuori, mi serve tutto intero! Vi
saluto! » lanciò un occhiolino alla ragazza,
dopodichè si defilò tra la marmaglia di gente alla
ricerca di non si sa bene cosa.
La ragazza lo guardò sparire con aria stralunata e quasi si dimenticò il vero motivo per cui era lì.
« Ehi... » sussurrò Fred, prendendole le mani ed intrecciandole alle sue. « Ancora arrabbiata, gelosona? » proprio non riuscì a trattenere un ghigno compiaciuto.
Puntò le sue iridi azzurre sul viso del ragazzo, sbuffando impercettibilmente. « Ho esagerato, vero? »
« Solo un po’ »
replicò, soffocando a stento una risata e lasciandole una lieve
carezza sui capelli biondi. « Come mai questa inaspettata visita? »
Affondò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare e rassicurare dalle braccia forti e muscolose del suo ragazzo.
« È tutta colpa di James » biascicò con voce lamentosa, sperando di fargli tenerezza.
« Scommetto che è venuto a buttarti giù dal letto, stamattina »
« Era praticamente l’alba » lo corresse automaticamente, facendolo ridacchiare appena.
« In realtà, Ele, sono stato io a chiedergli di trascinarti qui, oggi »
« Come sarebbe?! E perchè?! »
« Diciamo solo che James mi
doveva un favore e... ne ho approfittato. Non mi aspettavo,
però, di vederti prima di questo pomeriggio, quindi spero che
perdonerai la mia improvvisazione »
Le sopracciglia della
ragazza svettarono verso l’alto, mostrando tutta la
perplessità che stava provando in quell’istante.
« Fred, cominci a farmi paura »
« Giuro solennemente di non avere cattive
intenzioni » portò la mano destra al petto, sopra il
cuore, mentre l’altra la sollevò verso l’alto,
mostrandole il palmo. « Devo soltanto dirti una cosa importante
»
« Sarà meglio che tu
non intenda confessarmi di esserti innamorato di quella Banshee da
quattro zellini con cui chiacchieravi poco fa. Altrimenti, credo
proprio che James dovrà venire a trovarmi ad Azkaban, dove
sconterò la mia pena per duplice omicidio » fece un largo
ed inquietante sorriso, sotto lo sguardo leggermente preoccupato del
rosso.
« Stai parlando di Jenny!? » indicò con un cenno del capo un punto non ben precisato alla sua sinistra. « Guarda che è sposata e ha due figli »
Electra sentì il sangue affluirle alle guance: aveva preso un Fiammagranchio davvero grosso.
« Okay, potresti andare avanti col tuo discorso, per favore? »
« Oh giusto, giusto »
passò una mano a scompigliarsi i capelli rossi marchio Weasley,
perennemente disordinati. « Dunque, è una cosa abbastanza
stupida da dire, in realtà, però... non so come potresti
prenderla, ecco »
« Non ti seguo »
« Vedi, papà e mamma
hanno deciso di lasciarmi in gestione la filiale di Hogsmeade.
Ovviamente, essendo da poco uscito da Hogwarts, verranno costantemente
a dare un’occhiata al mio operato »
« È... Merlino, Fred,
è meraviglioso. Dico sul serio, sono molto fiera di te »
gli regalò un sorriso disarmante, entusiasmandosi per quella
magnifica notizia.
« Aspetta, non è
tutto » proseguì, innervosendosi leggermente. «
Proprio come questa sede a Diagon Alley, quella al villaggio di
Hogsmeade ha un appartamento sopra al negozio, dove dovrò
vivere. Io ti amo da impazzire, Ele. E lo so, lo so, che tu hai mille
progetti a cui vorresti dedicarti costantemente e con grande impegno.
Però, io... mi domandavo se ti andasse di condividere con me
quest’esperienza. O quantomeno di provarci » prese fiato,
osservando la moltitudine di espressioni che si fecero largo sul volto
della bionda, passandole in rassegna una per una.
« Tu... »
« Sì, ti sto chiedendo di venire a vivere con me ad Hogsmeade »
Electra, incapace di
proferire una sola parola che avesse un senso compiuto, afferrò
il ragazzo per le spalle e lo coinvolse in un bacio che terminò
soltanto quando entrambi si separarono per riprendere fiato.
« Devo prenderlo come un sì? » sussurrò Fred, poggiando la fronte su quella della fidanzata.
« Ti amo »
replicò lei, premendogli delicatamente le mani sul viso e
sfiorando la punta del naso col suo. « Certo che lo voglio, stupido d’un Weasley » soffiò divertita, a pochi centimetri dalle sue labbra.
Roxanne Weasley,
Sala Comune dei Grifondoro
Castello di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Scozia
Fred Weasley,
Appartamento sopra i Tiri Vispi Weasley
Diagon Alley, Londra
Cara, carissima Roxie,
innanzitutto:
come stai? Le cose al castello come proseguono? Spero che vada tutto
per il meglio. Che cos’è quella faccia?! Sei sorpresa che
proprio io, il tuo bellissimo e simpaticissimo fratellone, ti scriva
una lettera e - per di più - a quest’ora?! Be’, non
esserlo! Sono proprio io, Frederick Weasley II. Nessuno scambio di
identità e nessuna Pozione Polisucco. La verità è
che ti scrivo per un motivo ben preciso: forse sarebbe stato meglio
dirtelo di persona ma dovrai accontentarti. Lo sai che non sono molto
bravo a mantenere un segreto (sarei impazzito ad aspettare le vacanze
natalizie e, di conseguenza, il tuo ritorno), soprattutto se la
novità in questione è una cosa bella (almeno per me).
Papà e
mamma hanno deciso di lasciarmi in gestione la filiale dei Tiri Vispi
di Hogsmeade (non sei contenta? Ci potremmo vedere molto più
spesso!) ma la cosa più euforica è il fatto che
vivrò nell’appartamento sopra il negozio. E non
sarò da solo. Tranquilla: questa volta, il mio fedele compagno
di avventure non sarà James bensì Ele (so perfettamente
che se io e James fossimo rimasti da soli - e senza la supervisione di
un adulto qualsiasi - avremmo raso al suolo l’intera casa e,
probabilmente, anche il negozio).
Ebbene
sì, la mia fantastica ragazza verrà a convivere assieme
al sottoscritto (ti prometto che mi comporterò bene e non la
farò arrabbiare). Sono così felice, Roxie, che non la
smetto più di blaterare, così James - come misura di
sicurezza per i suoi nervi - ha avuto la brillante idea di lanciarmi un
Silencio
per farmi tacere. Speravo che, quando prenderai l’Espresso per
tornare a casa, ti andrebbe poi di fare un salto qui per poter vedere
la casa (mi auguro, finalmente, sistemata a dovere) e passare del tempo
assieme. Che ne dici?
Bene, credo di averti detto praticamente tutto (sì, puoi annunciare la notizia agli altri). Salutami tutti.
Ti voglio bene, sorellina.
Freddie.
Angolo dell'autrice.
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Saaaalve a tutti, miei cari! Come
state? Io sono immensamente stanca, per colpa di queste intense
giornate di studio (maledetti esami! T.T). Okay, probabilmente non ve
ne fregherà una beneamata mazza u.u
Orsù, passiamo a discutere di questo nuovo capitolo! Siamo
giunti al quarto, yeeeee! Che ve ne pare? :) Abbiamo l'introduzione di
personaggi totalmente nuovi (Electra, come avrete capito, è di
mia pura invenzione) e, magari, - in seguito - mi piacerebbe poter fare
una sorta di racconto parallelo in cui raccontare per bene com'è
nata la storia tra questi tre u.u
Sappiate solo che per la relazione tra Electra e Fred (Frele?),
mi sono palesemente basata sull'amicizia/inimicizia/odio/amore tra
Hermione e Ron :) Diciamo solo, però, che Fred si è
svegliato un po' prima rispetto a Ron xD
Ele e James (Jale? Oddio... Aiuto!), invece, sono praticamente fratelli (un po' come Harry ed Hermione, per intenderci).
Voi non adorate semplicemente Jamie? *.* Io lo trovo formidabile! È
borioso e pieno di sè, esattamente come Sirius e James Potter
senior (prima che si mettesse con Lily, ovvio u.u) ma ha un gran cuore
ed è un bonaccione.
Fred,
invece, è un po' il burlone della situazione (in fondo è
pur sempre figlio di George Weasley!), segue le "orme" del cugino,
tentando di conquistare più fanciulle possibili, ma alla fine
l'unica che vuole è proprio Electra (awwww :3).
Ele
ha un bel caratterino: decisamente più matura e più
responsabile rispetto agli altri due, ha avuto delle belle litigate con
Fred e ha capito che le piaceva, un bel po' di tempo prima del ragazzo
(questi maschi tardoni! u.u). Ci hanno messo un po' anche loro,
però alla fine ce l'hanno fatta :D (se vi piace, l'idea della
storia parallela, potrò metterla in atto! Fatemi sapere che ne
pensate! ;) ).
Nonostante gli esami, penso sempre di poter riaggiornare il
venerdì sera (in realtà soltanto perchè ho
già pronti i primi sette capitoli T.T). Dal prossimo, ritorniamo
in ambiente Hogwarts e, se posso darvi un consiglio, sappiate soltanto
che l'incidente capitato a Sage e ad Adam non è stato un
qualcosa di puramente casuale ;) In seguito, si capirà! :D
Bene, in caso abbiate bisogno di spiegazioni eventuali, sarò sempre lieta di chiarire tutti i vostri dubbi! :)
Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa
tra le preferite o tra quelle da ricordare, a coloro che lasciano
recensioni e grazie anche soltanto a chi la legge :)
Un bacione a tutti, a venerdì! ☀
Fatto il misfatto.
Giorgia. ♥
|
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Capitolo 5 *** Nice to meet you. ***
Racconto12 - Nice to meet you.
Capitolo 5.
Nice to meet you.
“You want a love that consumes you.
You want passion and adventures, and even a little danger.”
“So what do you want?”
(Ian Somerhalder and Nina Dobrev - The Vampire Diaries 3x22)
Da quanto era lì? Quand’era l’ultima volta che si era alzato da quel letto?
A giudicare dai muscoli
completamente intorpiditi e privi di ogni sensibilità, la
risposta doveva essere da parecchio tempo.
Tentò di sollevarsi leggermente ma una fitta lancinante alla
testa lo fece desistere dal suo intento, cosicchè si
ributtò a peso morto sui soffici cuscini di piume. Era ancora
presto per le prime visite mattutine, indi per cui la stanza era
immersa in un silenzio quasi surreale. E, come se essere praticamente
rinchiusi in Infermeria non bastasse, si stava annoiando a morte.
Il suo sguardo color giada
saettò per la stanza e, soltanto in quel momento, si accorse
della presenza di un’altra ragazza che occupava il letto
esattamente di fronte al suo. Era sdraiata supina, con un braccio
poggiato sulla pancia e uno disteso lungo il fianco, e aveva una benda
intorno alla fronte. Non potè fare a meno di chiedersi che cosa
le fosse accaduto.
« Sono un caso
clinico così interessante? » ribattè divertita con
un sorriso di scherno e un sopracciglio inarcato, mentre gli scoccava
una finta occhiata di rimprovero.
Si riscosse immediatamente,
sentendosi vagamente in imbarazzo per essere stato colto sul fatto: non
si era neanche reso conto di essersi soffermato a guardarla.
« Mi dispiace, non
volevo... » scosse impercettibilmente le spalle. « ...Solo
che qui, sai, non c’è molto da fare per distrarsi »
Lei annuì,
trovandosi pienamente d’accordo. « Stai parlando con una
che è ricoverata da quasi una settimana »
Il ragazzo sgranò gli occhi, non riuscendo proprio a trattenersi. « Una settimana?! E come hai fatto a sopravvivere, potresti spiegarmelo? »
Ridacchiò candidamente, portandosi una mano davanti alla bocca.
« All’inizio non riuscivo proprio a sopportarlo, mi sentivo
un animale in gabbia. Poi sono riuscita a mantenere la mia
sanità mentale grazie alle visite quotidiane dei miei amici
» spiegò, indicando il piccolo comodino di fianco al
letto, straripante di ogni sorta di dolciumi o di vasi di fiori. « Non so proprio come
avrei fatto senza di loro, fortunatamente sono prossima alla
liberazione. Devo ammettere che mi manca terribilmente la solita e
noiosa routine »
« Oh, puoi giurarci » replicò con aria funerea, agitandosi leggermente. « Comunque, io sono Adam Nott »
« Lo so » rispose, sventolando una mano in segno di saluto. « Piacere, Sage Spence »
Il viso di Adam si aprì in un’espressione di malcelata sorpresa. « Mi conosci? »
« Credo proprio che tutta la
scuola sappia chi sei » incrociò le braccia al petto.
« Sai, dovresti ringraziare il tuo fan-club ogni tanto »
Scoppiò in una
risata divertita. « Posso sapere che cosa hai fatto di male, in
una vita precedente, per meritarti una... punizione tanto lunga, Sage Spence? » disse, alludendo alla sua permanenza in Infermeria.
« Se te lo racconto, la cosa diventerebbe ancora più imbarazzante di quanto non lo sia già »
« Andiamo, non
può essere peggiore della mia, no? » indicò se
stesso, piuttosto malconcio. « Voglio dire: mi hanno tirato un
Bolide in piena faccia, durante le selezioni di Quidditch! Ed io dovrei
essere l’altro Battitore, non so se mi spiego... »
« Bè...
più o meno è successa la stessa cosa anche a me »
esordì, incrociando il suo sguardo serio. « Con la
differenza che io non stavo affatto giocando a Quidditch » si
indicò la benda con un rapido gesto.
« Mh... Brutta faccenda »
« Niente risate? Che
strano... » mormorò con fare pensieroso. « Mi sarei
aspettata uno scoppio d’ilarità impossibile da fermare. In
fondo, fosse capitato a qualcun altro, sono sicura che avrei fatto lo
stesso »
« Direi che non sono
proprio nelle condizioni migliori per prenderti in giro... »
sorrise appena, indicandosi il sopracciglio spaccato e il livido
violaceo sotto l’occhio sinistro, nonchè la fasciatura
alla spalla lussata.
Le pesanti porte in legno
di quercia vennero spalancate, lasciando entrare l’allegro e
tipico chiacchiericcio mattutino degli studenti che si stavano recando
in Sala Grande per la colazione, ed entrò una sorridente Lily
Potter: i lunghi capelli rossi raccolti in una coda scarmigliata, la
cravatta dai colori rosso-oro leggermente allentata e la divisa
scolastica che le ricadeva perfettamente sul fisico snello.
« Ciao Sage »
le diede un bacio affettuoso sui capelli ramati. « Questi te li
manda Lys » le mostrò un variopinto mazzo di fiori che
poggiò all’interno di un vaso - fatto comparire
precedentemente grazie all’uso della bacchetta - e che ripose in
precario equilibrio sul cassettone, di fianco agli altri.
Le poggiò in grembo un sacchetto di carta e si accomodò
con estrema grazia sul materasso, adagiando la schiena contro la
testata del letto.
« Dolci di Mielandia!
» esclamò allegramente Sage con gli occhi verde scuro
leggermente sgranati e luminosi. « Che bel pensiero, grazie!
È andata bene la prima gita dell’anno? »
« Non è stata
affatto male, sì » le rispose, scuotendo la mano come a
darvi poca importanza. « Alla prossima, però, vedi di esserci »
« Parlane con
Lysander » ribattè con un tono di voce piuttosto irritato.
« A quanto pare, quest’anno, si è messo in testa di
attentare alla mia vita » mangiucchiò distrattamente
qualche caramella. « Adam ne vuoi una? » domandò
cordialmente, tendendogli il sacchetto. « Qui continuano a
rimpinzarmi di dolci: di questo passo finirò per scoppiare!
»
Il ragazzo rifiutò
garbatamente l’offerta e proseguì imperterrito ad
osservare l’inaspettata visitatrice, con aria decisamente
incuriosita. Ne rimase particolarmente colpito, anche se non ne seppe
il motivo vero e proprio.
« Oh, giusto, che
sbadata! » Sage si tirò una sonora pacca sulla fronte,
salvo poi ricordarsi - a causa del dolore - che quello era il motivo
principale per cui si ritrovava obbligata su una brandina
dell’Infermeria. « Adam, lei è Lily: una delle mie
più care amiche »
« Nott »
soffiò divertita la ragazza, inclinando leggermente la testa di
lato e scrutandolo con un vago interesse dipinto negli occhi color
cioccolato.
« Potter » rispose l’altro, facendo un lieve cenno col capo a mo’ di saluto.
« Bella botta » commentò indiscreta, puntando un dito verso il suo viso.
Rispose con una smorfia
contrariata. « Appena esco da qui, saprò chi ringraziare:
Warrington. Penso che sia il Serpeverde più idiota che io abbia
mai avuto il dispiacere di incontrare »
« Oh, non c’è dubbio » replicò, sfoderando un sorriso malizioso. « Voi Serpi siete palesemente idiote »
« Ti ricordo che ne fa parte anche tuo fratello Albus »
« Infatti » confermò, fingendosi quasi annoiata. « Era compreso anche lui »
« Strano, dovresti difenderlo a spada tratta » disse placidamente. « Non è così che fate voi valorosi Grifondoro? »
« Chi ti dice che fossi realmente destinata a Grifondoro? » esordì in modo provocante, incrociando le braccia al petto.
Madama Chips uscì
frettolosamente dal suo ufficio, facendo levitare davanti a sè
un vassoio piuttosto ampio, contenente parecchie pozioni
dall’aria particolarmente disgustosa.
« Signorina Potter si
faccia cortesemente da parte per un attimo » intimò,
tirando le tende attorno al letto di Sage con un semplice colpo di
bacchetta.
« Potrebbe volerci qualche minuto » la sentì dire alla sua compagna.
Lily rimase ad aspettare
pazientemente, nel bel mezzo dell’Infermeria, battendo il piede a
tempo con i continui rintocchi della pendola appesa al muro di pietra.
Segnava solo le otto e mezza.
Merlino, che lenta tortura!
« Non si può proprio affermare che tu ti stia, come dire... divertendo » lo stuzzicò con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.
Sbuffò, passandosi
una mano tra i capelli corvini. « Mi sto già annoiando a
morte e la giornata è appena cominciata. Sai, dovresti provarlo »
« In questi cinque
anni sono stata più io in Infermeria che Madama Chips stessa
» lanciò un’occhiata alle tende ancora ben serrate.
All’improvviso, le
iridi cioccolato di Lily guizzarono verso di lui, riempite di una
strana luce che Adam non seppe riconoscere nè tantomeno
catalogare. Prese a frugare distrattamente nella sua borsa a tracolla,
per poi tirarne fuori un grosso tomo dalla copertina di un polveroso
blu scuro che poggiò sulle gambe del ragazzo.
« ‘Come conquistare un mago o una strega in dodici infallibili mosse’ » lesse, trattenendosi dallo scoppiare a ridere. « Senza offesa: ma che roba è? »
« La tua
sopravvivenza » snocciolò bellamente, suscitando
l’ennesima ondata di mistero che riusciva ad affascinare tutti -
lui compreso -, attirandoli come orsi col miele. « Direi che ti
conviene conservarlo e leggerlo,
magari. Sai, quella cosa che si fa con i libri... » riprese a
parlare in tono sarcastico, scoccandogli delle occhiate divertite.
« ...Ti servirà: non mi sembra di vedere nessuno dei tuoi
amici Serpeverde a tenerti compagnia »
Aveva centrato perfettamente il punto.
« Sono in debito con te, dunque »
« Oh, sono certa che
saprai perfettamente come ricambiare il favore » si
avvicinò al suo letto, così tanto che riuscì a
percepire il suo leggero profumo di gigli. « Comunque, se fossi
in te lo terrei »
« E sentiamo: perchè dovrei farlo? »
« Perchè
così ti ricorderai di me » sorrise candidamente, mostrando
le fossette sulle guance e sparì, richiudendosi la porta alle
spalle, con delicatezza.
Adam sfiorò la copertina del tomo, perfettamente intatta: ne era assolutamente convinto, che lui, quel bellissimo sorriso non l’avrebbe mai dimenticato.
Angolo dell'autrice.
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
*
Protego! * O MIO DIO. Sono a dir poco imperdonabile, lo so T.T Chiedo
umilmente venia, ma - purtroppo - i miei esami all'università
hanno praticamente prosciugato tutte le mie forze (e i rimasugli della
poca sanità mentale che mi era rimasta). Mi dispiace davvero
tanto, soprattutto perchè avevo promesso di riaggiornare tipo
due venerdì fa T.T La buona notizia è che lunedì
ho l'ultimo esame,dopodichè sarò libera! :D * Organizza
un party *
Alloooooora... veniamo a noi! Il capitolo è un po' cortino, me
sono resa conto e me ne rammarico. Il prossimo, se non mi sbaglio,
dovrebbe essere più lungo (e più divertente! ;) Okay,
devo smetterla di spoilerare, così gratuitamente: nuoce soltanto
alla salute del lettore). Ta-daaaan! Sage e Adam non sono
morti/mutilati/feriti gravemente (cit.- Dobby *.*). Sono soltanto un
po' ammaccati e terribilmente annoiati, con una gran voglia di tornare
alla quotidianità! (Penso che - a lungo andare - persino io, che
sono una pigra cronica, mi suiciderei a passare tutte le mie giornate
in un letto, sotto le cure ossessive di Madama Chips :p). Come avrete
benissimo notato, la povera Sage si è persa la prima gita
dell'anno ad Hogsmeade ed è - per di più - un tantino
incazzata con Lysander (insomma, ha quasi tentato di ammazzarla!).
Com'è che si dice in questi casi? Galeotto fu quell'incontro?
Santissimo Merlino. Lily e Adam. Adam e Lily. Voi non potete capire
quanto io ami questi due (ovviamente amo di più Scorpius, non
preoccupatevi). Come si potranno chiamare? Aily? Datemi una mano, su queste cose sono proprio una frana. :(
La mia Lily non è propriamente una Grifondoro a tutti gli
effetti. Mi spiego meglio: è stata sì smistata nella Casa
di Godric ma ha qualche caratteristica da vera Serpe. Si circonda di un
alone di mistero, ha sempre una risposta pronta ed è astuta.
Possiede anche caratteristiche tipiche dei Grifoni, però!
Testardaggine, coraggio e orgoglio vi dicono niente? ;)
Adam è il cugino di Scorpius (la madre del giovane Malfoy,
Asteria Greengrass, è la sorella di Daphne Greengrass che -
nella mia assurda fantasia - si è sposata con Theodore Nott).
Forse, inizialmente, vi sembrerà un Serpeverde un po' "diverso"
dai suoi compagni di Casa, ma vi assicuro che lo è fino al
midollo! E' una persona un po' taciturna e tranquilla ma con un grande
spirito d'osservazione. Penso che sia l'unico in grado di tenere a
freno i suoi amici e ha un grande legame con Scorpius che, più
che un cugino sembra quasi un fratello. Che sia una cosa bella (o meno)
Adam è rimasto affascinato dalla piccola e bella Lily e
più avanti se ne vedranno delle belle (non uccidetemi xD).
Bene, spero sia tutto. Se avete sempre domande/dubbi/richieste di
chiarimenti, sarò ben lieta di rispondere a tutto ciò che
vi frulla per la testa :)
Grazie mille a tutti coloro che
seguono questa storia, l'hanno messa tra le preferite o tra quelle da
ricordare, a coloro che lasciano recensioni e grazie anche soltanto a
chi la legge :)
Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o per eventuali
frasi/pezzi scritti in un modo incomprensibile, ma sto scrivendo ad un
orario improponibile, mentre guardo "Harry Potter e la Camera dei
Segreti" :D
Credo proprio che da adesso in avanti, inizierò ad aggiornare la storia di domenica :) Quindi... a domenica! ☀
Un bacione a tutti.
Fatto il misfatto.
Giorgia. ♥
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Capitolo 6 *** Girls just wanna have fun. ***
Racconto12 - Girls just wanna have fun.
Capitolo 6.
Girls just wanna have fun.
Strong inside but you don’t know it,
Good little girls, they never show it.
When you open up your mouth to speak,
Could you be a little weak.
[...] Hurt that’s no supposed to show,
And tears that fall when no one knows.
When you’re trying hard to be your best,
Could you be a little less.
(Madonna - What It Feels Like For a Girl)
Stump. Stump. Stump.
Albus Severus
Potter, probabilmente in preda ad una grave crisi isterica,
continuò a battere incessantemente le nocche della sua mano
destra contro la porta in legno scuro della sua stanza,
all’ultimo piano del dormitorio di Serpeverde, ignorando
palesemente le facce curiose dei presenti.
A quanto pareva, uno dei suoi compagni - pensando probabilmente di mettere in atto una geniale trovata - aveva fatto entrare sua sorella Lily, che stava utilizzando il suo grammofono per ascoltare a volume assordante uno dei dischi delle Sorelle Stravagarie.
Stump. Stump. Stump.
Ingenuamente pensava che,
continuando ad insistere, - prima o poi - sarebbe riuscito ad entrare
nella sua camera. Zia Hermione gli aveva sempre detto che “la pazienza è una virtù dei forti”
ma chissà come mai, soprattutto in momenti come quello, aveva la
meglio il suo cosiddetto ‘lato Grifondoro’, facendo
prevalere la parte impulsiva su quella razionale e calcolatrice.
A forza di menare colpi di quell’intensità contro
l’uscio, avrebbe finito per scardinarlo e la cosa che lo mandava
più in bestia era l’essere palesemente ignorato da sua
sorella che - ne era più che certo - l’aveva sentito
benissimo.
« Per amor di Severus Piton, Albus, si può sapere che diamine stai facendo?!
» Scorpius Malfoy - probabilmente attirato, così come
tutti gli altri, dal frastuono infernale che il suo amico stava
mettendo in atto - lo squadrò con aria visibilmente irritata, le
sopracciglia bionde perfettamente inarcate a mostrare tutto il suo
scetticismo.
Probabilmente stava cercando di capire se avesse tutte le rotelle al posto giusto.
« Non sono impazzito!
» sbottò con veemenza, quasi come se avesse intercettato i
suoi pensieri. « Lo senti questo baccano insopportabile?! »
domandò retoricamente, indicando la porta con fare stizzito.
« È da più di mezz’ora che busso! E, secondo
te, quella... quella fattucchiera riesce a sentirmi?! E come potrebbe, con questo rumore lancinante?!
» a mano a mano che sfogava la sua ira repressa, il tono di voce
del secondogenito di casa Potter andava sempre più ad aumentare.
Gli occhi grigi di Scorpius
sondarono il suo viso alla ricerca di un qualche segno di incantesimi -
come l’Incantesimo Confundus o la Maledizione Imperius - o di una
pozione - la Polisucco, ad esempio -, gli unici che avrebbero potuto
spiegare in maniera esauriente il crollo nervoso di Albus.
« Che sta
succedendo?! » domandò Adam, salendo gli ultimi gradini
della scala a chiocciola. « In Sala Comune sono fuggiti tutti
perchè avevano paura di un possibile attacco da parte di forze oscure » fece fatica a trattenere una risata, vista la ridicola affermazione, posando i suoi occhi color giada sui due ragazzi.
« Al ha semplicemente bisogno di essere trasportato d’urgenza al San Mungo
» replicò placidamente Scorpius, infilando le mani nelle
tasche dei pantaloni della divisa. « Niente di grave »
ironizzò, con un ghigno di scherno.
« Sto bene!
» ringhiò Albus frustrato, passandosi una mano tra i
capelli corvini, già in possesso di una vita propria. « Volevo semplicemente entrare in camera mia, peccato che sia stata monopolizzata!
» li guardò supplichevole, nella speranza che gli
credessero e lo aiutassero. « Scommetto che è stato Zabini
» proseguì, ignorando bellamente gli altri due,
passeggiando avanti e indietro. « O magari Harper. Sì,
è la spiegazione più logica: quei due sono talmente idioti che farebbero di tutto pur di ingraziarsi mia sorella »
« Ah, c’è Potty lì dentro? » ghignò il biondo, con aria piuttosto divertita. « Questo non lo avevi specificato, caro Severus »
Il viso di Albus assunse
tutte le possibili tonalità di rosso esistenti in natura - Adam
era indeciso se soccorrerlo o meno - e meditò seriamente se
avventarsi su Scorpius e cercare di soffocarlo oppure se lanciargli una
fattura, cosicchè avrebbe dovuto passare il resto dei suoi
giorni in Infermeria.
« Ti ricordo » intervenne Malfoy, probabilmente avendo ormai perso la poca pazienza che possedeva. « Che siamo dei maghi,
Albus. Teoricamente, al compimento dei tuoi undici anni, sei stato
dotato di una bacchetta » con un abile gesto tirò fuori la
sua, da una tasca interna della divisa. « Vedi? Si fa così
» la puntò contro la porta, schiarendosi teatralmente la
voce. « Alohomora! »
La serratura scattò,
sotto lo sguardo estremamente soddisfatto di Scorpius, mentre Albus
spalancava bruscamente l’uscio, questa volta rischiando
seriamente di sfondarlo.
Lo spettacolo che li accolse fu, senza ombra di dubbio, il più assurdo a cui il trio avesse mai assistito. E sì che da buone Serpi ne avevano viste veramente di tutti i colori ai loro festini.
Al centro esatto della
stanza, Lily stava ballando con indosso una felpa di Scorpius - che le
arrivava giusto a metà coscia -, scuotendo i capelli rossi e
dimenandosi, alternando movimenti buffi a movimenti sensuali. Non
appena si accorse della loro molesta
presenza, inclinò leggermente la testa di lato e sorrise in un
modo pressappoco infantile e malizioso, quasi come se l’avessero
appena beccata con le mani nella cioccolata.
« Prego, entrate pure
» fece loro gesto di accomodarsi. « Non c’è
bisogno che restiate lì fuori » continuò,
avvicinandosi al gruppetto con manovre ben studiate. « Harper
è stato così gentile
da farmi entrare: non te la sarai mica presa, fratellone, vero? »
sbattè candidamente le lunghe ciglia prive di
trucco, abbagliandoli tutti e tre.
« Cos-... io... tu...
» balbettò sconnessamente Albus, gli occhi verdi sgranati
e i capelli corvini talmente sconvolti che erano paragonabili soltanto
a quelli di James appena sveglio.
« Quella è la mia felpa, Potter?!
» gli occhi argentati di Scorpius percorsero la camera e
trovarono la divisa della ragazza bellamente abbandonata sul letto di
Adam.
« Spero che tu non
abbia trovato le nostre scorte di Whiskey Incendiario » Nott
sorrise in modo beffardo, incrociando le braccia al petto e
appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.
Le sopracciglia di Lily si inarcarono, mentre un’espressione divertita si fece largo sul suo viso. « Avete delle scorte di Whiskey Incendiario?! »
« Grandioso, Adam
» sbottò Malfoy, sollevando le braccia al cielo e
lasciandole ricadere pesantemente ai lati del corpo. « Tanto vale
ammetterla nei Serpeverde, adesso. Perchè non le facciamo
cambiare dormitorio? »
« È possibile?
» domandò Albus con fare spaventato, ovviamente non
riuscendo più a ragionare in modo lucido a causa dello shock.
Il biondo si battè una mano sulla fronte, scuotendo la testa esasperato. « Complimenti, mini-Potter » sibilò nella direzione della ragazza. « Grazie alle tue... strabilianti performance, rischi di far restare secco tuo fratello! »
« Ah » esordì Lily, imperturbabile. « Le trovi strabilianti,
Malfoy? » un ghigno di scherno si fece largo sulle sue labbra
rosee, mentre Adam si appellò a tutti gli dèi esistenti
per evitare di ridere o si sarebbe ritrovato - come minimo - appeso al
soffitto a testa in giù.
I suoi occhi plumbei rotearono al cielo. « Affatto
» replicò con fermezza. « E ora, se non ti
dispiace... dichiaro la festa ufficialmente finita » con un colpo
di bacchetta spense la musica. « Fuori di qui, Potter. Sei nel
posto sbagliato, al momento sbagliato »
Gli lanciò uno
sguardo di fuoco, dopodichè accaddero molte cose
contemporaneamente e con una certa rapidità: prima di tutto, la
rossa afferrò due lembi della felpa che aveva addosso e - una
volta sfilata dalla testa - la lanciò in faccia a Scorpius,
restando praticamente mezza nuda.
Albus, alla cui vista per poco non ebbe un collasso, dopo aver gridato un acuto: “LILY!”, fu costretto a sedersi sul pavimento di pietra fredda, per evitare di andare prematuramente al Creatore.
Infine, una volta infilata la divisa alla bell’è meglio -
il che, per Lily Potter, equivaleva ad apparire meravigliosa come
sempre -, uscì dalla stanza sotto lo sguardo basito di Scorpius
e Adam, le cui menti stavano certamente elaborando pensieri poco casti.
Scese frettolosamente le
scale che portavano alla Sala Comune verde-argento - ancora vuota, per
intenderci -, quando venne bruscamente riportata alla realtà dal
battito sonoro di un paio di mani: Sophia Stonem, con la spalla destra
poggiata al muro, la stava squadrando in modo curioso e interessato,
qualche gradino più in alto.
« Devo ammetterlo, è stato proprio un bello spettacolo » decantò, indicando con un cenno del capo la camera da cui era uscita qualche minuto prima.
« Lo prenderò come un complimento » ribattè, con uno strano luccichio negli occhi color cioccolato.
« Era esattamente quello il mio intento »
« A cosa devo
l’onore? Voglio dire, una Serpe che fa un apprezzamento ad uno
studente che non appartiene alla sua Casa deve essere un evento
piuttosto raro »
Sophia si fece scappare un
sorriso, lasciando che i suoi grandi occhi azzurri si posassero su di
lei. « Li hai fatti restare a bocca aperta lì dentro
»
« Chi? » domandò incuriosita.
« Mi sembra ovvio » replicò, ora sinceramente divertita dalla situazione. « Scorpius e Adam
» proseguì, beandosi dell’espressione scioccata e
confusa che comparve sul viso della Grifondoro. « Credo di non
averli mai visti così affascinanti da qualcuna, prima
d’ora » capì al volo i pensieri della ragazza,
intercettandoli e precedendo la sua domanda. « Oh, non
preoccuparti. Ci sarà tempo per le presentazioni, ne sono sicura
»
Le diede le spalle,
percorrendo quei pochi scalini che le mancavano per arrivare al settimo
ed ultimo piano. Non appena sentì dei passi allontanarsi, la
bella Serpeverde si avvicinò con cautela alla soglia della
camera: due dei cinque occupanti erano comodamente buttati a peso morto
sui loro letti, intenti a rilassarsi.
Scorpius aveva le braccia poggiate dietro la nuca, gli occhi socchiusi
e in viso un’espressione talmente beata e serena che Sophia
pensò immediatamente che qualcun altro avesse preso le sue
sembianze. Adam, invece, leggeva tranquillamente uno dei suoi numerosi
libri, piuttosto allettato dal suo contenuto, e le labbra erano stirate
in un pigro sorriso.
Bussò delicatamente, facendo sobbalzare entrambi che si
voltarono a fissarla con aria omicida, facendole trattenere a stento un
sorriso di scherno.
« Stonem
» sibilò Scorpius seccato, posizionandosi esattamente come
era in precedenza. « Che cosa sei venuta a fare fin
quassù, oltre a rompere visibilmente i Bolidi come sempre?
»
« Siamo passati all’uso del cognome, adesso, Malfoy? » lo rimbeccò, sedendosi con eleganza sul bordo del letto di Adam.
« Soltanto quando è fuori di sè dall’entusiasmo
» scherzò Adam, lanciando un’occhiata di sottecchi
al cugino che si limitò a rispondere con un grugnito insensato.
« Dov’è
Albus? » chiese innocentemente la ragazza, guardandosi intorno.
« È andato a compiere un omicidio per poi darsi alla
macchia? »
« La tua fantasia non
ha davvero confini » biascicò il biondo, puntellandosi sui
gomiti per poi ricadere sui guanciali di piume. « Se proprio ci
tieni a saperlo, Severus è semplicemente in bagno: probabilmente
starà tentando di annegarsi sotto la doccia, dopo lo spettacolo
che mini-Potter ci ha regalato »
« Sai, Hyperion,
in qualità di tuo migliore amico te lo devo proprio dire,
perchè comincio seriamente a preoccuparmi: una volta le tue
battute erano più stronze.
Prettamente in stile Malfoy. Non è che stiamo perdendo colpi?
» lo schernì Albus, uscendo dal bagno con indosso soltanto
un asciugamano legato in vita, schivando abilmente il cuscino
lanciatogli dal suddetto. « Oh, non sapevo che avessimo ospiti »
« Non preoccuparti,
Al, non mi scandalizzo » disse Sophia con un gesto secco della
mano, come a scacciare un insetto molesto. « L’importante
è che non ti azzardi ad arrotolare quella sottospecie di
lenzuolo che hai addosso per poi farlo saettare in direzione di
Scorpius » minacciò, mentre Adam scoppiava in una
fragorosa risata. « Lì sì che potrei restare
seriamente traumatizzata »
Il giovane Potter le
rivolse un sorriso gentile, afferrando poi gli abiti per andarsi a
cambiare. « Però mi hai dato un’ottima idea, magari
potrò usare questo metodo più tardi per vendicarmi
dell’affronto subìto »
Malfoy sbuffò
sonoramente, evitando in modo accurato di perdersi in commenti alquanto
futili e tediosi che avrebbero soltanto portato ad una noiosa
discussione, fatta di frecciatine e magari qualche incantesimo.
« Allora, Soph
» Adam interruppe le sue elucubrazioni mentali. «
Ritornando al discorso iniziale: qual buon vento ti porta fin
quassù? »
« Oh sì, che
sbadata » si tirò una pacca sulla fronte, scuotendo appena
i lunghi capelli biondi raccolti in una coda.
« Sicura di non dover essere smistata a Tassorosso?! » domandò ironicamente il biondo, beccandosi poi una cuscinata in piena faccia.
« Non volevo causarti un così grande dispiacere, con la mia lontananza, tesoro
» obiettò, trucidandolo con lo sguardo. « Comunque,
ecco a voi » sventolò cinque buste racchiuse da un sigillo
di ceralacca rossa che presentava il blasone di Salazar Serpeverde.
« Che cosa sono? » chiese Albus, rientrando in stanza e afferrandone una. « Oh no »
« Sapevo che avresti
avuto questa reazione » confermò divertita, quasi
gongolando. « Ce n’è uno per ciascuno di voi,
persino per Zabini »
pronunciò quel nome con un tale disgusto che avrebbe potuto
benissimo essere scambiato per una bestemmia. « Lumacorno si
è caldamente raccomandato di ottenere tutte e cinque le vostre
risposte affermative, altrimenti ha giurato che verrà a stanarvi dovunque voi siate »
« Quel vecchio pazzo » brontolò Scorpius, aprendo l’invito e leggendone velocemente il contenuto. « Bisognerà procurarsi un vestito »
Sophia si alzò in
piedi con un balzo tale che nessuno si era accorto del suo cambio di
posizione. « Credo proprio che questo Luma-party sarà... intrigante » dispensò loro un caldo sorriso, dopodichè se ne andò esattamente come era arrivata.
« Ragazze... »
sospirò Albus con fare arrendevole, passandosi una mano tra i
capelli corvini ancora umidi e scuotendo impercettibilmente il capo.
« ...Chi le capisce è bravo »
Angolo dell'autrice.
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Hello, everyone! Avete visto? Questa volta sono stata puntuale u.u * Viva me! * Come state, tutto bene? Io ho finalmente concluso la sessione esami
* Soffia in una trombetta e saltella felice *, peccato che - purtroppo - domani ricomincino le mie entusiasmanti lezioni * Sospira pesantemente, con aria afflitta *.
Ma bando alle ciance, veniamo a noi! Siamo al sesto capitolo,
babies! :D Pian, pianino ci avviciniamo alla prima decina! *.*
(Sarà un gran traguardo, ve lo prometto!). Che ne pensate? Vi
piace? Vi fa schifo? Mi volete maledire in tutte le lingue del mondo?
(Dovrei darmi alla macchia come Albus?).
Le nostre Serpi son tornate! Io
li adoro, giuro. Mi fa letteralmente morire il modo in cui il povero Al
viene trattato da Scorpius (come se fosse completamente ammattito), ma
d'altronde: potete biasimarlo? La sua innocente sorellina si
è appropriata del suo spazio vitale, alias la sua camera,
ignorandolo bellamente. Siete riusciti ad immaginarvi la scena? Quando
entrano nella stanza, poi! :'D
Vi posso inoltre dire che Lily indossa la felpa di Scorps e la sua divisa è "bellamente abbandonata" sul letto di Adam. Vi dice niente? u.u (muahahah)
In questo capitolo, la rossa di casa Potter fa anche "conoscenza" con
Sophia :D Dite che diventeranno amiche? Le barriere tra Serpeverde e
Grifondoro potranno essere abbattute, seppur di un minimo? Lo
scopriremo nelle prossime puntate!
Nella parte finale vi è una piccola anticipazione dell'ottavo capitolo: Luma-Party! * Stappa una bottiglia di champagne *. Ne succederanno delle belle.
Il prossimo, il settimo, è nuovamente ambientato fuori da
Hogwarts, ritroviamo James, Electra e Fred! (Più un nuovo
personaggio, alias la ragazza di James! Quanta pazienza dovrà
avere...).
Bene, credo che anche per oggi sia tutto :) Se avete
domande/dubbi/richieste di chiarimenti, sarò sempre ben lieta di
rispondere :)
Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa
tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e
anche soltanto a chi la legge. :)
Direi che ci si vede domenica prossima! ☀
Un bacione a tutti.
Fatto il misfatto.
Giorgia. ♥
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Capitolo 7 *** Trick or Treat? ***
Racconto12 - Trick or Treat?
Capitolo 7.
Trick or Treat?
I am the ‘who’ when you call: “who’s there?”,
I am the wind blowing through your hair.
I am the shadow on the moon at the night,
Filling your dreams to the brim with fright.
This is Halloween, this is Halloween...
(Marilyn Manson - This Is Halloween)
Le origini di Halloween risalgono
agli antichi druidi celti, all’incirca duemila anni fa. I Celti
celebravano la vigilia del nuovo anno il trentuno di ottobre in onore
di Samhain, il principe della morte. Questo popolo credeva che, in
questo particolare giorno, gli spiriti malvagi dei morti ritornassero
per creare confusione e caos tra i viventi. La festa, quindi, aveva lo
scopo di placare Samhain e gli spiriti dei defunti.
Halloween è una di
quelle tipiche ricorrenze che vengono puntualmente segnate ogni anno
con un circoletto rosso sul calendario, facendo sì che per gli
abitanti anglosassoni sia impossibile dimenticarsene. Nel mondo magico,
questa festa, è un evento assai importante poichè viene
anche celebrata la morte dei coniugi Potter e la caduta del potere di
Lord Voldemort, mentre il primogenito della giovane coppia divenne il
famoso Bambino Sopravvissuto. I portatori di bacchette considerano
l’evento anche come un qualcosa di estremamente divertente
poichè, per una notte, possono travestirsi come una delle
creature tanto conosciute dalla loro società e possono decorare
le loro abitazioni per cercare di renderle il più spaventoso
possibile.
Quel trentuno ottobre del
2023, la villetta al numero 32 vicino al villaggio di Ottery St.
Catchpole era illuminata dai deboli raggi del primo sole mattutino, che
cercava disperatamente di farsi largo tra la fitta coltre di nubi
grigiastre. Harry e Ginny Potter avevano abbandonato la loro dimora
qualche ora prima, per recarsi frettolosamente a svolgere le mansioni
quotidiane che richiedevano i loro impieghi: l’uno a dirigere il
corpo degli Auror al Ministero della Magia, l’altra a scrivere
l’ennesimo articolo sportivo per la Gazzetta del Profeta
o ad intervistare un qualche talentuoso e famoso giocatore di
Quidditch. I primi tempi, allontanarsi dal tetto coniugale era - per
entrambi - un’enorme sofferenza: spesso e volentieri, significava
abbandonare i bambini per ore, affidandoli alle amorevoli cure dei
nonni alla Tana, rientrando dal lavoro che era ormai ora di cena.
Ultimamente, però, questa era una condizione ben accetta,
difatti - da quando James era entrato a far parte dei Cannoni di
Chudley come Cacciatore mentre Albus e Lily erano ad Hogwarts - la casa
era diventata uno spazio malinconico, a causa dell’opprimente
silenzio che vi regnava. Spesso, si ritrovavano a parlare dei bei tempi
andati, ricordando di quando James ed Albus litigavano per ogni minima
sciocchezza - rischiando di farli impazzire - o di quando Lily, a pochi
mesi dalla nascita, aveva manifestato le prime tracce di magia.
Era tarda mattinata quando
James Sirius Potter si Materializzò nell’accogliente
salotto dell’abitazione, ben felice di essere tornato in
Inghilterra dopo l’estenuante trasferta con la squadra, lasciando
completamente all’oscuro - del suo arrivo - i suoi numerosi
parenti. Era tarda mattinata quando, in preda ad un attacco di fame
acuta, si lanciò alla ricerca di un qualsiasi cibo degno della
sua attenzione e riuscì a scovarlo soltanto dopo
un’accurata ricerca: la meravigliosa torta di zucca - ancora
calda - che sprigionava un delizioso ed invitante profumo per tutta la
cucina, facendo così gorgogliare il suo stomaco. Era tarda
mattinata quando cominciò a strafogarsi allegramente, incurante
di tutta la fatica e l’amore che ci aveva messo Ginny Weasley in
Potter nel prepararla. Era tarda mattinata quando la sua ragazza, Effy
Birkey, si presentò sulla soglia della porta di casa,
guardandolo con aria stralunata. Era tarda mattinata quando James Sirius Potter capì di essere in grossi guai.
« Effy, tesoro!
» spalancò le braccia, sorridendo in modo accattivante,
ben pensando che lei volesse salutarlo calorosamente, dopo la lunga
assenza.
La ragazza si limitò
a scrutarlo con aria omicida, incrociando le braccia al petto ed
inarcando pericolosamente un sopracciglio vermiglio. Non si mosse di un
centimetro, cosa che riuscì a far vacillare il sicuro sorriso di
James.
« Non... non mi saluti?! » decretò, infine, lasciando ricadere pesantemente le braccia lungo il corpo, sgonfiandosi come un palloncino.
Era rimasto come scioccato, in fondo essere il primogenito del
Salvatore del Mondo Magico comprendeva una grande quantità di
ammiratrici e - in più - essere la punta di diamante dei Cannoni
di Chudley - ritornati
magicamente in testa al campionato da quando il ragazzo vi era entrato
a far parte - aveva contribuito, e non poco, ad aumentare a dismisura
il suo ego, abituandolo ad essere venerato ovunque andasse.
« Ieri sera mi hai mandato un gufo ad un’ora improponibile, scrivendomi almeno cento volte
che questa mattina saresti rientrato a casa e che non vedevi
l’ora di andare a trovare Freddie ed Ele » gli
ricordò con un cipiglio severo, molto simile a quello che usava
sua madre quando combinava qualche malefatta. « E sai qual
è la cosa più divertente? Non solo sono stata svegliata
dal tuo orrido pennuto che ha continuato a becchettarmi sulla testa ma,
come se non fosse abbastanza, ti ho aspettato per una dannatissima ora davanti all’ingresso di Hogsmeade perchè tu avevi deciso così! »
Oh Merlino. Oh
Merlino santissimo. Se n’era dimenticato. Se n’era
dimenticato perchè aveva la memoria di un fottuto pesce rosso.
Avrebbe dovuto sorbirsi una scenata di quelle da far accapponare la
pelle, fortunatamente - nella peggiore delle ipotesi - aveva sempre a
portata di mano la sua bacchet-... Oh Godric. Era spacciato.
« Effy, te lo giuro, posso spiegarti » replicò James con voce incerta, mostrandole i palmi delle mani e ponendosi sulla difensiva.
« Oh, ma certo! Sono proprio curiosa di sentire quale gloriosa impresa
tu abbia dovuto compiere, questa volta! » sollevò il
mento, aspettando una risposta esauriente da parte di quello che era il
suo ragazzo. Anche se, probabilmente, non lo sarebbe stato ancora per molto.
« Vedi,
stamattina mi sono svegliato tardi e ho perso la Passaporta che era
stata instaurata per tornare in Inghilterra. Sono andato al Ministero
della Magia bulgaro ma non c’era una sola fottutissima
persona che parlasse la mia lingua. Fortunatamente è comparso
Viktor Krum, riesci a crederci?!, che stava svolgendo non so più
quale incarico per la scuola di cui è diventato Preside,
Durmstrang, ed è riuscito a darmi una mano. Ovviamente, prima,
mi sono fatto fare un autografo... anche se non credo che zio Ron ne
sarebbe molto felice. Sai che Krum e mia zia Hermione hanno avuto una
specie di storia al loro quarto anno? Incredibile eh? » si
accorse della sfumatura color rubino che avevano assunto le guance
della ragazza, segno che stava inequivocabilmente perdendo la pazienza.
« Comunque » riprese, schiarendosi un poco la voce. «
Sono riuscito a tornare in Inghilterra, dopodichè mi sono
Materializzato qui e - prima di rendermi conto di quanto fosse tardi -
stavo facendo colazione con l’eccellente torta di zucca preparata
da mia madre. Ecco tutto. Fine » sorrise speranzoso, forse
credendo di essere stato finalmente perdonato per il gravoso errore da
lui commesso.
A discapito di ciò,
Effy spalancò le iridi nocciola e si avventò su di lui,
tempestandolo di pugni su ogni centimetro del suo corpo che gli esili
polsi della ragazza riuscivano a trovare. « Tu... enorme... stronzo... James... Potter! » ¹
« Ahia! Effy, ahia! Ma si può sapere che diavolo ti prende?! »
« Quell’eccellente torta di zucca che ti sei allegramente sbafato era il dolce che tua madre ha preparato perchè oggi lo potessimo portare da Ele e Fred! » urlò, tirandogli un ultimo colpo mentre i suoi
occhi lanciavano saette. « Adesso cosa portiamo, mh?! I tuoi
avanzi?! Anzi, il piatto contenente soltanto più le briciole! Complimenti, davvero! »
Probabilmente mai in tutta la sua
vita, James Potter si sentì così terribilmente
mortificato. Si mordicchiò il labbro inferiore, indeciso sul da
farsi, e scoccando di tanto in tanto un’occhiata ad Effy, che gli
dava le spalle e stava respirando profondamente per cercare di darsi
una calmata.
« Io... »
si passò una mano tra i capelli, avvicinandosi con passo incerto
alla ragazza. « ...Mi dispiace, Eff » le posò
delicatamente le mani sulle spalle e pensò che fosse un buon
segno il fatto che lei non le avesse scrollate via con rabbia.
La ragazza si voltò
lentamente, scoccandogli uno sguardo di fuoco e scuotendo
impercettibilmente il capo. « Eh, menomale! »
sbottò, abbracciandolo di getto. « Sei incorreggibile,
Jamie »
Sorrise appena,
sorprendendosi un po’ per quell’ennesimo sbalzo
d’umore - ma d’altronde con Effy avrebbe sempre dovuto
sopportare anche quel suo piccolo
difetto -, avvolgendola dolcemente tra le sue braccia e lasciandole un
lieve bacio sui capelli, annusando il suo inebriante profumo alla
cannella.
« Sai, mi è venuta un’idea »
« Speriamo che non sia una delle tue solite strampalate sciocchezze! Dai, sputa il rospo »
« Forse... ecco, forse
potremmo cucinarne un’altra » suggerì speranzoso,
specchiandosi nei suoi occhi luminosi.
Non gli lanciò un
incantesimo, nè tantomeno gli scagliò contro una fattura
o una maledizione, per poi occultarne il cadavere, il che - forse -
significava che la sua non era una trovata così stupida o
insensata.
« Allora coraggio Sirius...
di certo, non si preparerà da sola! » entrò in
cucina, trascinandolo per mano ed aiutandolo a legarsi un grembiule per
evitare di sporcarsi.
James la lasciò
fare, seguendo le istruzioni che di tanto in tanto gli impartiva e
cercando di non esserle troppo d’intralcio. Scoprì di
essere piuttosto portato nell’arte culinaria e si lasciò
stampare un caldo bacio da Effy, subito dopo che ebbero concluso la
loro operazione “Torta della salvezza”.
« Sembra buona
» constatò la rossa, dopo averla tirata fuori dal forno.
« Devo ammetterlo: non sei così incapace in cucina, lo
sai? » gli sorrise radiosa, tirandogli una sonora pacca sul
fondoschiena.
L’ex Grifondoro la
osservò mentre dava gli ultimi ritocchi alla torta e ripuliva le
stoviglie con un rapido colpo di bacchetta, mentre un’espressione
da ebete si fece largo sul suo volto. Gli piaceva tutto di lei: Effy sapeva di casa, Effy sapeva d’amore.
****
« Mamma, mamma! Voglio una Puffola Pigmea. Me la compri? »
Una bambina di circa sei anni, dai corti capelli biondi raccolti in due
codini, si era improvvisamente bloccata poco prima della porta
d’uscita del negozio, impuntandosi caparbiamente, mentre
un’espressione di pura determinazione si fece largo sul suo
visetto paffuto.
Ecco che ricominciavano i capricci. Ogni benedettissima volta che entravano dai Tiri Vispi Weasley.
La donna, qualche metro
più avanti, continuava a tenere saldamente aperto l’uscio,
facendo entrare all’interno una fresca e piacevole brezza
autunnale.
Per essere il 31 di ottobre, stranamente faceva ancora piuttosto caldo.
« Tesoro, lo sai
che non possiamo permettercelo... » rispose in un sussurro,
guardandosi intorno a disagio. « I soldi che abbiamo non sono
abbastanza e tuo padre non copre le spese » roteò gli
occhi al cielo, anche solo infastidita dal pronunciare e pensare
all’uomo che l’aveva messa incinta - regalandole quella
piccola peste che per lei rappresentava una gioia infinita - e
l’aveva abbandonata, continuando a vivere normalmente la sua
vita, aiutandole economicamente soltanto perchè era un suo
dovere.
Le guance della figlia si
gonfiarono di indignazione, mentre calde lacrime salate sgorgavano dai
suoi grandi occhioni castani e l’urlo potentissimo del suo pianto
squarciò immediatamente l’aria, spaventando i pochi
clienti rimasti a quell’ora, che si aggiravano nei dintorni.
La madre si avvicinò
frettolosamente, tentando in tutti i modi di prenderla in braccio per
tranquillizzarla almeno quanto necessario per non farsi osservare come
se fosse un orripilante mostro cattivo.
« Ti prego,
smettila di piangere... » disse dolcemente, sentendo uno strano
groppo in gola e l’inconfondibile senso di colpa farsi largo
strisciando nel suo stomaco. « Mi dispiace, ma proprio non si
può. Magari possiamo prendere in considerazione l’idea per
il tuo compleanno, che ne dici? » proseguì, sorridendo
appena, con l’intento di risollevarle un po’ il morale.
« M-Ma... » si strofinò le nocche sugli occhi, asciugandosi le lacrime. « ...Io la voglio adesso »
singhiozzò, rispondendo con quell’innocenza tipica della
fanciullezza, come se tutto ciò che si desiderava dovesse per
forza essere nostro.
La madre si accucciò
alla sua stessa altezza, specchiandosi nei suoi stessi identici occhi
castani, passandole dolcemente una mano sulla schiena e coccolandola
per un po’ di tempo. Le dispiaceva da morire
non riuscire a permettersi nemmeno il lusso di regalare un oggetto
tanto agognato dalla sua bambina, recludendo il momento per i regali
soltanto al compleanno e a Natale. Aveva sempre fatto mille lavori per
mantenere entrambe e aveva spesso rinunciato a cose che per alcuni
possono sembrare banali, soltanto per poterla viziare ogni tanto.
« Scusate se vi
interrompo, ma tra dieci minuti il negozio chiude »
annunciò una dipendente, con indosso la coloratissima divisa dei
Tiri Vispi, avvicinandosi alle due con un sorriso bonario impresso
sulle labbra piene.
« Ecco, vedi? Dobbiamo
andare... » si aggrappò a quella futile scusa, sperando di
trascinare via la piccola, in modo che - dopo poco tempo - si sarebbe
dimenticata dell’animaletto.
« Mamma, per favore!
» le tirò la gonna, attirando nuovamente
l’attenzione su di sè. « Prometto che me ne
prenderò cura per sempre! Per favore, per favore! Non può essere il mio unico regalo di Natale? Per favore, per favore! »
Entrambe guardarono la
commessa, l’una con una buffissima aria di suppliche - forse
sperando che anche lei sostenesse la sua piccola causa -, l’altra
con aria vagamente imbarazzata, non sapendo più come fare per
portarla via da lì, negandole quell’ennesimo desiderio.
« Tesoro, l’hai sentita la signorina. Il negozio sta per chiudere e... »
« Ciao, io mi chiamo Electra » la interruppe la ragazza, porgendole la mano. « E tu? »
La bambina spalancò
le iridi, sorpresa che “un’adulta” così bella
potesse interessarsi a lei. « Mi chiamo Hope » rispose
timidamente, dondolandosi appena sui talloni.
« Ehi, è un nome
bellissimo! » anche lei si piegò sulle ginocchia,
accovacciandosi. « Da quanto ho capito ti piacciono le Puffole
Pigmee, giusto? »
La piccola Hope non rispose, limitandosi a lanciare un’occhiata alla madre che era in piedi esattamente dietro di lei.
« Sì, ne
va pazza » confermò la donna con un cenno del capo,
sospirando appena. « Ma purtroppo non possiamo proprio
permetter-... »
« Quale ti piace? Hai
già un’idea? » Electra la ignorò palesemente,
conducendo la bambina verso la gabbia dei piccoli animaletti.
Hope le osservò
gioiosamente, mentre le Puffole si radunarono obbedienti, per guardarla
a loro volta, producendo dei deliziosi versetti di giubilo.
« Questa qui
» e ne indicò una color giallo canarino, che
squittì deliziata e cominciò a saltellare allegramente,
in attesa di essere presa per essere consegnata alla sua nuova padrona.
« Hai buon gusto, Hope.
Fa parte di una nuova razza, ecco perchè ha quella
tonalità » le mostrò quella piccola palla di pelo,
posizionandogliela tra le manine. « Che ne dici? »
La studiò
attentamente per qualche minuto buono, dopodichè sollevò
le ciglia e squadrò Electra timorosa. « Ma la mamma ha
detto che non possiamo comprarla »
« Consideralo il mio
regalo di Natale, un po’ anticipato » le fece
l’occhiolino, con aria complice. « Nessun bambino dovrebbe
lasciare questo negozio piangendo. Dai Tiri Vispi Weasley, può
uscire soltanto gente allegra »
La donna la squadrò con una
malcelata sorpresa, portandosi le mani tremanti al volto. Non pensava
che ci fosse ancora qualcuno capace di una simile bontà
d’animo. Non dopo tutto quello che le due guerre avevano fatto
passare alla comunità magica.
« Noi... io...
» balbettò in modo confusionario, cercando di esprimere
tutte le emozioni che sentiva dentro di sè. « ...Davvero, non so come ringraziarti »
« Nessun problema, il
sorriso di Hope è la cosa più importante » le
lasciò una fugace carezza sulla testa. « Però,
dovrai prendertene cura tutti i giorni, senza trascurarla mai. E anche
se ti dovesse far impazzire, tu le vorrai bene e la desidererai come in
questo preciso istante. Me lo prometti? »
« Te lo prometto!
» replicò gioiosa, lasciando che la sua nuova Puffola le
si abbarbicasse sulla spalla.
Electra annuì e
sorrise, salutandole con la mano mentre si dirigevano verso
chissà quale meta, nell’assolata stradina di Hogsmeade
nella direzione che conduceva fuori dal villaggio.
« Saresti una
mamma straordinaria » le sussurrò Fred all’orecchio,
lasciandole un bacio sul collo e cingendole la vita.
« C’è
ancora tempo per queste cose » rispose serenamente, voltandosi a
guardarlo. « Ti devo esattamente cinque galeoni, per la vendita
della nostra prima Puffola gialla »
Fred fece un gesto secco con la
mano, come se stesse scacciando un insetto. « Non ce
n’è alcun bisogno »
« Perchè no? » domandò confusa, aggrottando le sopracciglia.
« Hai fatto un gesto
bellissimo, che non avrebbero compiuto in molti, soltanto per vedere
una bambina sorridente e felice. Per me questo vale più di
cinque galeoni » si affrettò a stringere Electra che si
era letteralmente catapultata tra le sue braccia. « E poi, non si
può certo dire che gli affari vadano male! » le
scompigliò i capelli biondi, dispettoso.
Gli stampò un caldo
bacio sulle labbra, cercando di metterci tutto l’amore possibile
e tutte le parole che non riusciva a pronunciare. « Fred Weasley
sei una persona meravigliosa e penso di non poterti amare più di
così »
Le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridendole in modo raggiante. « Ti sbagli: tu
sei una persona meravigliosa e sì, ti amo anche io » le
diede una pacca sul fondoschiena, beccandosi un’occhiataccia in
risposta - tradita però dagli angoli delle labbra sollevati
apertamente. « E adesso, baby, chiudi te il negozio? Io vado a prendere Jamie ed Effy, per portarli nella nostra nuova dimora! »
Si cambiò velocemente,
salutandola con un bacio frettoloso e uscendo con passo baldanzoso
sotto quella splendida giornata di fine ottobre, incamminandosi per
raggiungere il luogo dell’incontro.
****
Electra Beth Hamilton non poteva
dichiararsi più soddisfatta di come era in quel preciso momento.
Con un semplice e veloce colpo di bacchetta, appese l’ultima
lanterna a forma di zucca - vicino agli infissi della cucina - e si
guardò intorno con un allegro sorriso dipinto sulle sue labbra
rosee.
Tra qualche minuto, Fred
sarebbe rincasato in compagnia dei suoi due migliori amici - Effy e
James -, conducendoli per la prima volta nel loro nido d’amore
rimesso a nuovo, in modo tale che le prossime volte avrebbero potuto
Smaterializzarsi senza alcun problema. Lanciò un’occhiata
incuriosita al di fuori della finestra e osservò, con un misto
tra stupore e venerazione, la sagoma in lontananza del castello di
Hogwarts. Nonostante ormai abitasse in quell’appartamento da
qualche settimana, ancora non era riuscita a farvi del tutto
l’abitudine: molto probabilmente, non si era ancora resa conto
che - durante le visite concesse dagli insegnanti per recarsi al
villaggio magico - avrebbe osservato schiere di studenti accalcarsi
lungo le stradine acciottolate, sia che fossero ricoperte di neve, sia
che fossero battute da un caldo torrido o da sferzate di vento gelido.
Una chiave girò
nella toppa della porta d’ingresso, che si spalancò
rivelando un Fred Weasley II sulla soglia di casa, accompagnato da
sonore risate.
« Ele! Siamo arrivati! »
Senza alcun bisogno di dire
altro, si precipitò velocemente tra le braccia di entrambi gli
amici, facendoli quasi stramazzare al suolo e rischiando di rovinare il
loro capolavoro culinario per cui avevano adoperato quasi tutte le loro
forze, impiegandoci l’intera mattinata.
« Piano, piano! » urlò James, reggendosi a malapena in piedi. « La torta! »
« Oh, scusatemi »
la bionda si allontanò di qualche passo, sorridendo e
guardandoli affettuosamente. « É solo che ho sentito la
vostra mancanza » si strinse nelle spalle. « Okay, dai pure
a me » tese le mani verso il primogenito di casa Potter, nel vano
tentativo di afferrare la torta. « Coraggio, Jamie. Giuro che non
le farò del male »
Il ragazzo in questione, la
osservò con aria sospettosa beccandosi - nel frattempo - una
gomitata nelle costole da parte di Effy, che lo trucidò con lo
sguardo, intimandolo ad obbedire. Alle volte incuteva veramente paura.
« Allora!
» tuonò gioiosamente Fred, sfregandosi le mani con aria
soddisfatta. « Benvenuti nella nostra umile dimora! Vi faccio
fare un piccolo tour, mentre la mia bellissima ragazza sistema il
delizioso spuntino che ci avete portato »
Electra tagliò con estrema
cura il dolce e lo dispose in quattro piattini di porcellana azzurra
che sua madre le aveva gentilmente regalato, non appena aveva saputo
che sarebbe andata a vivere con Fred. Li aveva definiti come
“l’ennesimo ed inutile set di stoviglie ricevuto al
matrimonio” e di cui era ben felice di liberarsi a causa del
vasto spazio che occupavano.
« E qui,
c’è la cucina! » decantò abilmente Fred,
improvvisandosi cicerone. « Certo, non è una reggia ma...
»
« ...Ma è casa
nostra e a noi va benissimo così » completò la
bionda finendo di apparecchiare e dandogli un leggero buffetto sul
naso. « Che ve ne pare? »
« É fantastica,
perfetta per voi due » dissero in coro, per poi guardarsi
straniti e scoppiare in una fragorosa risata.
« Sarà semplicemente strepitoso vedere generazioni intere di studenti di Hogwarts passeggiare per il villaggio
» proruppe James, afferrando velocemente il piattino contenente
il pezzo di torta più grande. « Piacerebbe molto anche a
me »
« Be’, tu ed Effy
potreste sempre venire a vivere qui » suggerì Fred,
illuminandosi: avere suo cugino - nonchè migliore amico -
così a portata di mano sarebbe stato grandioso.
« Merlino
» sospirò Effy, sollevando le iridi castane al cielo.
« Se James si trasferisse qui, con me, accadrebbero
senz’altro due cose » sollevò una mano, pronta ad
elencarle. « Primo: raderebbe al suolo l’intera Hogsmeade e
addio per sempre al villaggio magico più grande della Gran
Bretagna che ha fatto sognare ed innamorare tutti i maghi e le streghe
che hanno frequentato Hogwarts »
« Ah- ah, davvero
divertente, Ef » si lagnò James, lanciando
un’occhiataccia anche ai suoi amici che si erano permessi di
ridere in modo tanto divertito.
« Secondo »
proseguì imperturbabile, come se nessuno l’avesse
interrotta. « Penso che mi dovrete ricoverare d’urgenza al
San Mungo dopo cinque minuti di convivenza »
Scoppiarono tutti in una fragorosa
risata, contagiando anche lo stesso - e offeso - James che si
lasciò corrompere immediatamente con un bacio da parte della sua
ragazza.
« Bene, io direi
che possiamo cominciare a mangiare questa meraviglia! »
esordì Fred, con l’acquolina in bocca. « Buon appetito! » alzò la sua fetta di torta, come per proclamare un brindisi.
« E buon Halloween » aggiunse Effy, stringendo una mano a James. « Il vostro primo Halloween come coppia! »
Electra e Fred si guardarono con
aria complice, come se il mondo fosse improvvisamente sparito e fossero
rimasti soli, nella loro piccola bolla incantata. Si sorrisero
sdolcinatamente a vicenda, facendo salire il diabete al moro - che
guardò da un’altra parte con finta espressione
scandalizzata.
« Allora buon Halloween, amore » soffiò ironicamente la bionda, stirando le labbra in un impercettibile sorriso malizioso.
« Buon Halloween anche a te, dolcezza » Fred si sporse ulteriormente verso la ragazza, coinvolgendola in un bacio a dir poco appassionato.
Dopo qualche minuto di
straordinario silenzio - con, come unico sottofondo, il rumore di
schiocchi -, James non resistette più.
« Scusate! » tuonò sconvolto, coprendosi teatralmente gli occhi con le mani. « Questo, non è San Valentino! »
« Oh James, per l’amor del cielo...
» sbuffò Effy, scuotendo la testa con esasperazione e
rassegnazione, facendo scoppiare entrambi i piccioncini in una
fragorosa risata che coinvolse anche l’altra coppia, riuscendo a
contagiare il più scettico tra i romantici.
Angolo dell´autrice:
¹ Per questa frase, mi sono liberamente ispirata a "Harry Potter e i doni della morte",
quando Ron ritorna dagli amici e rivede Hermione, che gli si catapulta
praticamente contro, insultandolo per averli abbandonati.
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Salve
a tutti! :D Come state? Spero bene! Io ho concluso la mia prima
settimana di università e... sono a dir poco distrutta T.T
Questi orari sono troppo massacranti!
Anyway, siamo arrivati al settimo capitolo! Che ve ne pare? A me
non convince tantissimo ma vabbè, ormai è fatta!
C'è da dire che mi è venuto particolarmente lungo, a
differenza dei precedenti. Come vi avevo già accennato, siamo nuovamente al di fuori di Hogwarts e il nostro "New Golden Trio"
(possiamo definirlo così?) è il protagonista indiscusso.
Abbiamo una new entry, Effy! :D Che vi sembra? Un po' rompipluffe, eh?
u.u Ma d'altronde, poverina, deve sopportare uno come James! Io penso
che diventerei matta e mi dovrebbero ricoverare al San Mungo (spero
solo non nella stessa stanza con Allock).
Però, c'è da dire che James/Effy (Jeffy?) sono carini
insieme, si completano a meraviglia, litigando per ogni minima cavolata
ma poi facendo subito pace.
I nostri Frele, awwwwww *.* come sono pucciosi! :3 Onestamente non so cos'altro chiarire, mi sembra tutto a posto. xD
Prossimo capitolo, l'ottavo, torniamo ad Hogwarts con... * rulllo di tamburi * THE LUMA-PARTY! Yeeeeee * Stappa bottiglie di champagne e riempie i calici *
Vi posso anticipare che sarà una serata un po'... particolare, ecco.
E anche per oggi è tutto! Se avete domande/dubbi/richieste di
chiarimenti, sarò sempre ben lieta di rispondere. :)
Grazie mille a tutti coloro che seguono questa storia, l'hanno messa
tra le preferite o le ricordate, a coloro che lasciano recensioni e
anche soltanto a chi la legge. :)
Direi che ci si vede domenica prossima! ☀
Un bacione a tutti.
Fatto il misfatto.
Giorgia. ♥
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