Una sola Luna.

di Gigulina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Un nuovo mondo per Zero Louise. ***
Capitolo 2: *** Cap1 -L'incontro- ***
Capitolo 3: *** Cap.2 Stupido Cane! ***
Capitolo 4: *** Cap.2 -Emozioni- ***



Capitolo 1
*** Cap.1 Un nuovo mondo per Zero Louise. ***


Cap.1 L'avventura di Zero Louise.
A Tristain, le luci dell'alba illuminano le case dei contadini già in piedi per coltivare le loro terre. Le luci si propagano fino ad arrivare all'Accademia di magia, un famoso palazzo contenente piccoli maghi di ogni nazione pronti ad imparare e prestigiosi professori, altrettanto bravi ad insegnare e mostrare le arti magiche del Pentagono, che presenta gli elementi che può possedere un mago. Non manca il lieve venticello che scosta le tende di una finestra e soffia sul viso di una fanciulla. Louise Françoise le Blanc de la Vallière, una nobile dai capelli rosati, lunghe ciglia ed occhi lucidi. Aprì lentamente gli occhi e con la stessa lentezza si accinse a prepararsi per una nuova giornata. Mentre si pettinava, mormorava tra sé quello che doveva essere un giorno speciale, il Summon Servant, ovvero l'evocazione di un famiglio che resterà sempre fedele per il resto della vita alla sua padrona! Indossata l'uniforme, andò a consumare la colazione nell'ala grande del palazzo e lì incontrò Tabitha e Kirche che subito le si avvicinarono minacciose.
-"Sei pronta a far scoppiettare altre cose Zero Louise?"- scoppiò in un enorme risata la focosa maga Kirche, famosa per essere seducente; Tabitha restò impassibile com'era suo solito.
-"Alla cerimonia del "Summon Servant" non sbaglierò! Finora ho solo fatto qualche errore, ma capita fare errori!"- sbuffò Louise.
-"Tu fai sempre errori! Sei la maga peggiore in assoluto, sennò perché ti chiameremmo ZERO?"- continuò a sogghignare mentre Tabitha, ancora inespressiva, leggeva tranquillamente un libro ripreso dalla tavola dove aveva mangiato, grazie alla sua magia del vento e sfogliava tranquillamente le pagine come se quella discussione non la riguardasse.
Louise si voltò per ignorare Kirche e andò a mangiare. Alla preparazione della cerimonia mancava pochissimo e tutti gli studenti del secondo anno si radunarono in giardino. Il professor Gilbert  chiamò uno alla volta i suoi alunni, che ripetevano l'incantesimo dell'apparizione del famiglio. Louise scattò appena sentì pronunciare il suo nome e corse subito al centro del giardino per enunciare l'incantesimo. Gli studenti guardavano impazientemente, incuriositi dal famiglio che sarebbe potuto uscire da una pasticciona denominata "Zero". Finite le ultime parole, ci fu un enorme scoppio.
-"Sapevo che sarebbe andata a finire così!"- disse Kirche.
-"Cos'è quello?"- bisbigliarono alcuni compagni. Louise era ancora stesa a terra e stordita dallo scoppio, tanto da non sentire i mormorii dei compagni. Appena si riprese, si rese conto di aver combinato un altro disastro. Davanti a lei non c'era alcun famiglio, ma un cerchio blu che si allargava man mano.
-"Cos'è quella roba? Non può certo essere un famiglio!"- esclamò vanitosamente Guiche, un alunno presuntuoso ed egocentrico, sempre a caccia di ragazze.
-"Non allarmatevi!"- urlò il professore. Esaminò da lontano quella circonferenza che continuò ad allargarsi finché non raggiunse il suolo. -"Sembra un portale"- disse, toccandolo.
-"Zero Louise che crea portali a posto del suo famiglio!"- finì la frase Kirche e l'intera classe di Louise scoppiò a ridere.
Infastidita, Louise si avvicinò al professore per chiedere spiegazioni.
-"Miss Vallière, non penso che questo possa essere definito un famiglio. Ciò nonostante, è una cosa che è stata creata da lei stessa quindi ha il diritto di continuare con la cerimonia!"- concluse asciugandosi il sudore dalla fronte.
-"Ma professore! Lei sa come si conclude il patto della cerimonia del Summon Servat! E sa bene quanto me che è impossibile stabilire un vero e proprio patto!"-disse preoccupata la povera Louise.
-"Su Zero Louise bacia il portale-famiglio"- "Si concludi il patto"- Si accavallarono le voci dei compagni che continuavano a stuzzicare Louise, sofferente per quello che aveva combinato. Il professore fece un cenno con la testa.-"Proceda miss Vallière."- e si riasciugò la fronte sperando di poter finire in fretta.
Quasi con le lacrime agli occhi, Louise continuò a pronunciare le parole che avrebbero sigillato il patto col suo famiglio e non appena si avvicinò per baciare il portale, quest'ultimo mostrò qualcosa di insolito.
-"Vedo qualcosa... un ragazz-"- non finì di pronunciare la frase che venne risucchiata dal portale.
Il professore non fece in tempo a salvarla, nemmeno con una magia, ed il portale sparì. Gli alunni erano in preda al panico, tutti si domandavano se quello che avessero visto fosse vero o meno. Il professore li rispedì tutti dentro le mura. Toccava a lui, ora, scoprire cos'era appena accuduto.
Intanto nel portale, Louise era ricoperta dalle tenebre. Iniziò a camminare lentamente finché non vide una luce che mostrava di nuovo quel ragazzo. In preda alla disperazione, corse verso quella luce e all'improvviso il suolo scomparve ed ella precipitò verso quel ragazzo dai capelli neri. Il ragazzo alzò lo sguardo e vide una ragazza graziosa precipitare verso di lui. Spaventato, provò ad aprire le braccia e prenderla al volo ma l'atterraggio non fu dei migliori, poiché la ragazza gli crollò sulla testa.
Entrambi stesi a terra, ripresero i sensi dopo pochi secondi e il loro sguardo si incrociò.
-"T-tutto bene?"- disse impacciato il ragazzo.
-"Ugh! Scusa ma non capisco quello che dici... ahi ahi che male!"- la caviglia di Louise s'era slogata e il ragazzo, anche se non conosceva la sua lingua, la prese in braccio.
-"C-c-cosa fai? L-lasciami subito"-
-"Smettila di dimenarti, tanto non ti capisco nemmeno. Forse è una lingua europea quella che parli? E poi da dove sei precipitata? Sopra di me c'è un cielo piatto!"-
Arrivarono in un edificio al quanto singolare, a due piani. -Sembra essere la dimora del ragazzo-, pensò Louise, -c-c-cosa vorrà farmi?-
Entrati in casa, Louise venne appoggiata su uno scalino, mentre il ragazzo si tolse le scarpe ed andò nella stanza affianco. Si sentì un rumore fastidioso, uno scricchiolio. Tornò e le porse una fascia e del ghiaccio.
-"Questo per ora dovrebbe bastare. Come ti chiami?"- allungò la mano verso la sua caviglia, ma Louise si ritirò, infuriata.
-"Come osa un cittadino toccare una nobile come me? Stai al tuo posto!"- disse, mostrando la bacchetta.
-"Una bacchetta? Sei una cosplayer?"-non fece in tempo a fare altre domande che la bacchetta si illuminò, mentre Louise pronunciava delle parole, e ci fu una grossa esplosione.
 Passato il fumo, il ragazzo si rialzò sulle ginocchia -"Ma sei impazzita? Non sono così ricco da ristrutturare casa! E poi come hai fatto?"-
-"L'hai voluto tu! Un cittadino comune non dovrebbe nemmeno vedere una nobile come me! Non pensare che ti ripaghi per il trattamento!"-
-"Ma guarda un pò questa..."- il ragazzo s'era appena reso conto di riuscire a comprenderla -"Allora sei giapponese!"-
-"Giapponese? Che cos'è? Fortuna che almeno quest'incantesimo mi sia riuscito. Non avrei sopportato l'idea di continuare a non essere capita! Anche se il mio intento era quello di polverizzarti."-
Louise lo vide ancora confuso, sbuffò e cercò di spiegargli cosa le era appena successo -"Ascoltami bene, perché non lo ripeterò una seconda volta! Non so dove mi trovo ma so per certo chi sono! Louise Françoise le Blanc de la Vallière, una Nobile che frequenta  l'Accademia magica di Tristain. Non appena ho concluso la cerimonia del famiglio mi sono ritrovata qui ed ora voglio andarmene immediatamente e ripetere tutto quanto, così d'avere anch'io un famiglio!"-concluse irritata.
-"Io sono Saito, Hiraga Saito e... non ci ho capito molto e non so nemmeno se crederci onestamente. Eh eh!"- ridacchiò Saito.
-"Ti pareva! Stupido cittadino! Fortuna che non sei il mio famiglio e che me ne andrò presto da qui!"-
-"Famiglio?Cos'è un famiglio?"-chiese, incuriosito.
Louise, annoiata ed irritata, cercò di spiegarglielo con parole semplici, senza andare troppo nello specifico e senza allungare il discorso. D'improvviso smise di parlare.
-"E-ehi ti senti bene?"-
Il dolore alla caviglia si fece più forte e crollò dalla stanchezza.
Quando riprese i sensi, si trovò su un letto e, spostando gli occhi leggermente verso la finestra, notò che il Sole era calato. In altro brillava la Luna. Ma ce n'era solo una. -Solo una? cosa significa?- in preda al panico si alzò dal letto ed aprì la finestra, scrutando meglio il cielo.
-"Solo una... com'è possibile?"- Aveva la mente offuscata e non riusciva a ragione come si deve. Nel suo mondo c'erano ben due Lune! Ma Louise non pensava a nulla se non al dolore che continuava a tormentarla, seppur era minore rispetto a qualche ora fa.
Non contenta, zoppicò fino ad arrivare alla porta per capire qualcosa in più, ma non appena la aprì, si trovò di fronte Saito.
-"Cosa fai? Devi riposare! La tua caviglia non è ancora guarita ed hai bisogno di stenderti. Per stanotte ti presto il mio letto ed anche la stanza. Quando ti sentirai meglio, parleremo tranquillamente. Io dormirò al piano di sotto. Non ho cattive intenzioni per cui non temere!"- le sorrise.
-"Posso farti delle domande?"- gli disse barcollando, -"Dove mi trovo esattamente? Qui non sono a Tristain e nemmeno in un'altra regione del continente Halkeginia... e pe-perché c'è una sola Luna?"- non riuscì a stare in piedi e crollò a terra.
Saito l'aiuto a rimettersi a letto.
-"Non ho mai visto una notte che avesse due Lune e i nomi che mi hai appena detto non li conosco."-le disse preoccupato.
-Possibile che abbia creato davvero un portale? Ciò spiegherebbe molte cose... Si non c'è dubbio dev'essere così! Non ci sono altre spiegazioni!- Pensò Louise guardando costantemente il soffitto. Si arrese all'idea che avesse davvero creato un portale-famiglio e, esausta, richiuse gli occhi. Saito lasciò silenziosamente la stanza, guardandola in volto per un pò prima di chiudere la porta.
I raggi del Sole infastidirono Louise e la costrinsero ad alzarsi. Il dolore era quasi sparito e riuscita a camminare. Uscì dalla stanza e scese al piano di sotto.
-"Vedo che ti sei svegliata, dormito bene?"- Saito stava preparando la colazione in una minuscola cucina. Tutto era piccolo per Louise. Abituata alla bella vita di nobile, le sembrava tutto scialbo e decadente. Non si sentiva ancora sicura e non rispose alle domande di Saito, speranzoso di una risposta. Le porse una porzione di riso e dei tamagoyaki (fritttatine dolci). Louise annusò il piazzo senza farsi notare e aspettò che Saito facesse il primo boccone per verificarne la commestibilità. Il suo palato sopraffino non era abituato a piatti così semplici, eppure non era affatto dispiaciuta a mangiare quella "strana" colazione.
-"Quindi, non sai bene dove ti trovi..."-
-"Sono solo confusa! Questo non dev'essere il mio mondo, ciò spiegherebbe molte cose"- disse continuando a spazzolare il cibo.
-"Mondo? Possibile che esistano più mondi?"- Forse è pazza ma restiamo al gioco- pensò.
-"Non lo so e non voglio saperlo per adesso. Voglio solo capire dove sono!"- disse irritata -"Fammi fare un giro nel tuo mondo! E' possibile che riesca ad evocare il mio famiglio-portale."-
Ora c'è anche un famiglio-portale? Questa ragazza è proprio strana. Ma non posso lasciarla in questa condizione. Sembra dica la verità ma è così assurdo da credere!- 
Messo tutto a lavare, Saito propose a Louise di uscire e guardare con i suoi occhi ciò che la circondava.
Sebbene fosse impaurita, non le restava scelta. Doveva verificare con i suoi occhi e sperare che fosse tutto un brutto sogno. Aveva già nostalgia di casa, dell'accademia, del suo mondo.Così si decise.
-"Ti ringrazio per quello che hai fatto per me, sii grato delle mie parole perchè non tutti i cittadini possono godere di un ringraziamento simile!"-
-"EEEh ?!? Ancora questa storia del cittadino? Chiamami semplicemente Saito."- disse Saito, seccato di essere considerato tale. -"Ora ti mostrerò il mio mondo! E tu mi dirai del tuo!"-
Louise strinse le labbra e, infastidita, si avviò verso la porta. Il Sole era forte e il suolo sembrava brillare. S'incamminarono senza una meta mentre Saito le mostrava ogni cosa anche se fu uno sforzo vano.
-"Quindi questo è davvero un altro mondo."- sospirò Louise. Abbassò il capo per qualche secondo rimuginando su cosa potesse fare. Non era brava a fare magie e non sapeva come richiamare il suo famiglio. Poi si rivolse a Saito.
-"Se non stiamo a Tristain, dove ci troviamo?"-
-"In Giappone!"- disse sorridendo. -"Benvenuta nel mio "mondo" Louise!"- Disperata, Louise sfoderò la bacchetta e la puntò in un punto a caso. Con le lacrime agli occhi, enunciò un incantesimo, che si trasformò in un'altra esplosione.
-"Penso che dovrai adattarti prima del previsto sennò sono rovinato."- disse disperato Saito.

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Capitolo 2
*** Cap1 -L'incontro- ***


-"Quando cadde quella ragazza non pensavo alle conseguenze che mi avrebbe portato. Pensavo soltanto al suo visino grazioso e il suo corpo così delicato."-

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Capitolo 3
*** Cap.2 Stupido Cane! ***


Cap.2  Baka Inu!

Dopo l'esplosione, vari passanti si fermarono per capire cos'era davvero accaduto e cosa avesse provocato tanto fumo. Per fortuna, la magia di Louise non era abbastanza forte da creare una vera e propria esplosione. Saito la fece allontanare furtivamente dalla folla che si stava creando man mano e la portò in un negozio vicino.
Guardandosi intorno notò che quel negozio faceva proprio al caso suo.
-"Siamo in un negozio di abbigliamento femminile! E' perfetto!"- sgranò gli occhi e si guardò attorno.
-"Cosa sarebbe perfetto? Ho fallito per l'ennesima volta! Volevo solo richiamare il mio strano famiglio... anche se non sono sicura che sia davvero tale. Ehi! Mi stai ascoltando?"- disse irritata.
Saito le si avvicinò e tentò di mettere le mani sulle sue spalle.
-"Spogliati!"-ordinò.
-"Cheee?!?"- urlò Louise con il volto arrossato -"T-tu sei pazzo! Sapevo che non dovevo fidarmi di te! M-maniaco!"- e mentre finiva la frase sfoderò subito la bacchetta, ma Saito fece in tempo a fermarla, bloccandole le mani e spostandola verso uno spogliatoio.
-"No, non qui! O saremo davvero nei guai!"- prese fiato e lascio la presa -"Hai frainteso, volevo solo suggerirti un cambio d'abito perchè dai troppo nell'occhio con quel vestito."
-"E' la mia uniforme e sono onorata di p-" -la interruppe subito Saito-"Si, ma va bene indossarla nel tuo mondo. Qui siamo nel mio e sembri strana!"- le disse, indicando ogni parte del suo abito.
Louise, titubante, non poteva certo protestare un'affermazione tanto ovvia! Era un mondo diverso ed era giusto adeguarsi. Avrebbe trovato una soluzione più avanti. 
-"Non appena riuscirò a trovare il mio famiglio ed acquisire più energia, mi sbarazzerò di questo stupido cittadino maniaco!"-pensò Louise, che iniziò a spogliarsi.
-"E-ehi aspetta! Qui ci sono dei camerini e sono fatti apposta per questo! Una volta che ti sarai cambiata, potrai uscire."- e così fece non appena Saito le prese dei vestiti della sua taglia.
Mentre Louise provava i vestiti, Saito notò una graziosa commessa che aiutava una bambina a scegliere il vestitino più adatto per uscire. 
-"Eheh è proprio carina non c'è che dire... se anche Louise avesse quel... seno...!"- Saito sentì premere in un modo rude il fianco sinistro, tanto da fargli male. Non appena si girò, vide Louise che lo pizzicava. Era piuttosto infastidita.
-"Avevo ragione... sei un pervertito. UN CANE PERVERTITO!"- questa volta Saito non poté far nulla contro l'ira di Louise, che estrasse la bacchetta e lo fulminò. Non era una vera e propria scarica elettrica mortale, bensì qualcosa di molto leggero che mise Saito K.O.
Avvertito il trambusto, la commessa si incamminò verso i camerini. Per non essere scoperta, Louise trascinò Saito nel camerino e chiuse subito la porta prima che potessero scoprirla.
-"Tutto bene lì dentro? Serve una mano?"- disse la commessa preoccupata. Bussò una seconda volta e Louise finalmente rispose.
-"S-si, è tutto ok!"- disse con voce tremolante. -"Vorrei provare un completo diverso, questo mi sta largo."- continuò ad agitarsi e allo stesso tempo distese Saito che aveva perso momentaneamente i sensi.
-"Come lo vuole signorina?"-
-"Faccia lei!!!"- la commessa, turbata, eseguì gli ordini. Louise cercò di rianimare Saito agitando molto velocemente le mani e cercando di dargli quanta più aria possibile. Il ragazzo riprese i sensi e non appena aprì gli occhi notò la scollatura della maglia a pois blu che indossava Louise. Le andava così larga che le si vedeva tutto! Si fece rosso in viso non appena vide quella scena. Louise arrossì a sua volta non appena capì quanto era accaduto e si coprì velocemente, stropicciando la maglia contro il suo corpo.
-"S-sei un cane! Uno stupido cane! Prima quella cittadina ed ora... u-u-una n-nobile come me!"- arricciò le sopracciglia e cercava ancora di coprirsi nonostante fosse già coperta dall'abito.
-"Mi dispiace?"- rispose Saito, mostrando un sorriso da ebete e con la speranza che non ricapitasse quella scossa che l'aveva messo fuori uso.
-"O-ora ti insegno io le buone manier-"- non finì in tempo che la commessa bussò di nuovo.
Louise, imbarazzata, aprì lentamente e non del tutto la porta dello spogliatoio, mentre quella graziosa signorina dal seno sporgente ed anche piuttosto evidente, le mostrava un abito davvero grazioso; verso l'alto era una camicetta coi bottoncini rossi e con i merletti alle estremità delle maniche e verso il basso una gonna rossa a strisce bianche, anch'essa finiva con i merletti. 
-"Vuole una mano ad indossarlo?"- le sorrise la commessa.
-"Ehm no grazie, faccio da sola!"- ricambiò il sorriso Louise. Non appena si girò, vide Saito con un sorriso e gli occhi lucenti che disse -" Vuole una mano ad indossarlo?"- allargando le mani verso Louise. Saito si ritrovò fuori nemmeno due secondi dopo.
-"Rimani fuori STUPIDO CANE PERVERTITO!"- e chiuse la porta con violenza mentre Saito era steso a terra proprio come un cane.
-"Donne...  e chi le capisce. Chissà se anche questo le andrà largo".-pensò mentre si alzava. Subito si fece una grossa risata pensando alla scena che si sarebbe potuta ripetere, ma quando Louise uscì, spalancò gli occhi ed arrossì. Rimase incredulo e non poteva pensare ad altre ragazze che avrebbero potuto indossare quel vestito meglio di lei. Perchè Louise era davvero carina  e il vestito era molto succinto senza esagerazioni. Risaltava ogni sua qualità corporea ma soprattutto il suo viso. -"Molto molto graziosa.."- pensò Saito chiudendo lentamente le labbra ed osservandola ancora.
-"Cos'hai da guardare cane? Non volgere il tuo sguardo perverso su di me!"- la magia negli occhi di Saito si spense subito alla fine di quella frase. -"In fondo è pur sempre lei."-pensò sospirando.
-"Bene, ora andiamo!"- camminò velocemente verso l'uscita.
-"SIGNORINA! Deve pagare!"- Saito lasciò i soldi sul banco senza prendere il resto e corse verso Louise che era già arrivata verso un semaforo. -"Forse da più nell'occhio ora che con quel suo costume."-pensò Saito preoccupato.
La fermò in tempo, il semaforo era rosso per i pedoni e avrebbe rischiato grosso. Le macchine sfrecciavano davanti a lei, alzandole di poco quel bel vestito. Saito si mise dietro di lei per coprirla ma senza farsi notare dall'interessata, era piuttosto preoccupato. Scattò il verde e Saito le prese la mano facendole strada. Louise imbarazzata scostò subito la sua. 
-"Cosa stavi cercando di fare? Non farti strane idee, ti ripagherò di tutto non appena riuscirò ad andare finalmente a casa! Quindi sta al tuo posto, CANE!"- e continuò a camminare per non mostrare il suo bel faccino imbarazzato, mentre Saito, sbuffando, continuò a seguirla come un fedele servitore.
-"Ti va di mangiare qualcosa?"- le chiese.
-"In effetti, avrei fame..."- senza notarlo, erano già passate delle ore ed entrambi mostravano un chiaro segno di appetito.
Entrambi si avvicinarono ad una gelateria. -"Caspita sembra proprio un appuntamento!"-pensò Saito.
-"Due gelati."- ognuno scelse il suo gusto e continuarono a camminare dritti. Intanto Saito continuava a farsi delle strane idee e su come comportarsi in una situazione simile. Mentre ci pensava, passarono diverse scolarette. Tutte avevano la gonna piuttosto corta e lui non poté far a meno di osservarle. Una di loro urtò Saito involontariamente -"Ouch." -e il gelato cadde. 
-"M-mi dispiace."- disse la ragazza con i lacrimoni. 
-"Ma no è tutto ok, non avevo tanta fame."- disse accennando un sorrisetto.
-"Ti sei anche macchiato la manica."- la ragazza estrasse un fazzoletto umido e iniziò a strofinarlo sulla macchia. Louise guardava in silenzio, notando lo sguardo felice di Saito. Notò come delle piccole gentilezze o premure potessero farlo sorride. -"Tsk. Forse si sta solo eccitando! Eppure a quella ragazza non dispiace affatto."-pensò, riconducendo di nuovo il suo sguardo verso quella coppia. Il gruppetto avanzò per la sua strada e Saito raggiunse Louise, che avanzò non appena quella ragazza si scrollò di dosso.
-"Ehi ti si sta sciogliendo il gelato."-disse, sporgendo il capo verso il lato del cono sul quale il gelato si stava posando. 
-"Vuoi...?"- girò velocemente il capo dall'altra parte, imbarazza per aver chiesto e tenendo ancora il gelato verso il lato di Saito. Notò un leggero peso, durato una frazione di secondi. Non appena si girò, il lato in cui il gelato stava per cadere non c'era più e notò Saito masticare con gioia e con un pò di brivido.
-"Non male!"- disse, continuando a degustarlo.
Louise rimase stupita dal suo atteggiamento e con il volto pieno di rossore, continuò a camminare, questa volta lentamente, cercando di eguagliare il passo di Saito.
-"Forse, non è del tutto uno stupido cane."- pensò, finché non vide una figura slanciata venire dalla parte di Saitoe strofinandosi addosso.

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Capitolo 4
*** Cap.2 -Emozioni- ***


-"C'è qualche magia intorno al suo sorriso che mi incanta, nonostante sia un comune cittadino."-

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