Non aprite quella porta

di moira78
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


NON APRITE QUELLA PORTA!

Capitolo I




Su un ignota strada di campagna un pick-up verde scuro sobbalzava sul sentiero accidentato con grande disappunto dei suoi dieci occupanti. All’ennesima buca, Ranma diede un poderoso pugno in testa al guidatore.
“Idiota, vuoi stare attento?!”
Qualcuno lo picchiò a sua volta.
“Come ti permetti di colpire il mio più fedele servitore, Ranma Saotome?!” Strepitò il Tono Blu. “Posso farlo solo io!” Detto ciò mollò un secondo pugno al povero Sasuke, che si ritrovò così con due bernoccoli doloranti.
“Ma padroncino, non è colpa mia se la strada è dissestata! E poi ho l’impressione che ci siamo persi, questo sentiero non è sulla cartina!”
Kuno si appoggiò allo schienale con noncuranza.
“Impossibile! I miei antenati hanno tracciato personalmente questi sentieri perché tutti gli appartenenti alla famiglia Kuno potessero accedere al ranch della casata!”
“Sarà, ma a me sembra di stare sempre nello stesso posto!” Commentò Ryoga da tergo. Ranma lo squadrò.
“Da quando in qua hai il senso dell’orientamento… P-CHAN?!”
”Maledetto Ranma Saotome, come osi offendermi davanti ad Akane… IO TI AMMAZZOOOOO!”
“Vuoi combattere?!”
Ignari dei richiami degli altri che urlavano di rimanere fermi, i due cominciarono a pestarsi. Akane si voltò indignata.
“Che stupidi…” Commentò.
Kuno la abbracciò da dietro sospirando.
“Quanta saggezza nelle tue parole, Akane Tendo. Lascia quell’insulso di Saotome e mettiti con mgghhhhgh!” Mugugnò sulla sua gomitata implacabile.
“Come ti permetti di picchiare mio fratello, ragazzina?!” Strepitò Kodachi sfoderando il suo nastro.
“Che c’è, hai voglia di batterti anche tu?!”
“Smettetela adesso! Bastano da soli quei due, volete farci andare fuori strada?!” S’intromise Ukyo dividendole con la sua spatola gigante.
“Tu non intrometterti!” Sentenziò la Rosa Nera lanciando il nastro. Ukyo si spostò e Shampoo si ritrovò legata come un salame.
“Ehi, sta un po’ attenta, stupida!”
“Stupida a chi, ragazzina?!” Ribatté Kodachi piccata.
“Lascia stare la mia Shampoo!” Sbottò Mousse afferrandola per un polso.
“Taci tu!” Lo liquidò con un pugno.
“Che massa di idioti…” Commentò calma Nabiki nella confusione generale. Si chiese, ancora una volta, cosa l’avesse spinta a partecipare a quella stupida gita.
“Ahhhh, smettetela, andiamo fuori stradaaaaahhhh!!!” Strepitò il ninja manovrando il volante con frenesia.
Il mezzo si inclinò su un fianco e procedette per un po’ su due ruote tra le urla generali, poi si riassestò e Kodachi smise di stringere Sasuke per il collo.
“Padroncina… mi sai… strozzando!”
”Ehi guardate là!” Indicò Akane. “Una ragazza!”
In effetti una loro coetanea vestita alla bell’e meglio camminava con passi strascicati sul ciglio della strada. Era sporca di una strana sostanza nera. Nabiki si affacciò.
“Ehi tu, tutto bene?!”
Lei si voltò, pallida.
“Le mie… povere sorelle… Oh Kami, che incubo!”
La seconda delle sorelle Tendo fece per scendere, ma Kuno la bloccò con un braccio.
“Lascia fare a me, Nabiki.”
Obbediente si ritrasse, cercando di capire cosa diavolo avesse in mente. Il ragazzo scese con studiata flemma, si ravviò il ciuffo sulla fronte ed esordì prendendole la mano.
“Mia dolce creatura, posso io, il Tuono Blu del liceo Furinkan, offrirti il mio aiuto?”
“Il solito cascamorto…” Commentò Nabiki dal finestrino.
La ragazza fece un urlo tale che tutti caddero all’indietro.
“Ma che le è preso?!” Biascicò Ranma con le mani sulle orecchie.
Kuno alzò un sopracciglio a intervalli regolari, fingendo noncuranza.
“Cosa ho fatto di male…?” Chiese sudando freddo. Per tutta risposta, la ‘dolce creatura’ cominciò a picchiarlo.
“LASCIA – pugno – ANDARE – calcio – LA MIA MANO – schiaffo – BRUTTO PERVERTITO!” Kuno venne lanciato in orbita. “IO SONO UNA RAGAZZA DEBOLE E PURA, SAIII?!”
“Debole… e pura?” Si domandò Ryoga con un sorriso nervoso.
Dieci minuti dopo, il viaggio era ricominciato. Kuno sedeva a tranquillo a occhi chiusi e braccia incrociate sul sedile posteriore fasciato come una mummia, mentre la ragazza piangeva silenziosamente sulla sua disgrazia. Il terrore iniziale che la sporcizia che avesse addosso fosse sangue era scomparso. Sembrava piuttosto pece o inchiostro.
“Ci puoi dire cosa ti è accaduto?” Domandò Akane nel suo tono più dolce.
“Noi vogliamo aiutarti!” La esortò Ucchan.
“Sì, sfogati pure con noi!” Aggiunse Shampoo.
Lei le fissò con i lucciconi agli occhi e proruppe: “Io… noi… BUAAAAAAAAHHHHHH!”
Le tre ragazze vennero sbalzate all’indietro e Nabiki, più distante, commentò con le dita nelle orecchie: “Se non ci sbrighiamo a scoprire la sua tragedia diventiamo tutti sordi.”
D’improvviso Sasuke annunciò: “Ehi padroncino, credo che siamo quasi arrivati! Quel cartello…”
”NOOOO! NON DA QUELLA PARTEEEE! VI PREEEEGOOOOO!”
È inutile ripetere gli effetti del suo urlo sulla comitiva…
Inforcando gli occhiali che erano scivolati dal suo naso, Mousse guardò fuori a chiese: “Ma perché, cos’ha che non va questo pos….”
“NOOOOO! NON RIPORTATEMI DA LUUUIIIIII!” Strepitò quella cominciando a picchiare il povero ninja sulla testa prima a mani nude, poi con i vari oggetti che trovava. Quando arrivò a usare una cassaforte di discrete dimensioni – ma dove l’avrà presa?! – il poveretto svenne e il pick up continuò la sua corsa senza guidatore.
“Ma… che cosa… le hanno fatto?” Domandò Shampoo a nessuno in particolare.
“Il volanteee!” Gridò Ranma riprendendosi per primo. “Qualcuno prenda il…”
Kuno saltò in avanti e riuscì a sterzare prima di colpire in pieno un albero, poi cominciò a tempestare di pugni e scossoni il suo servo per svegliarlo. Quello riprese i sensi commentando: “Ma oggi ce l’avete tutti con me?!”
”Guida, idiota!” Lo apostrofò il Tuono Blu.
La ragazza intanto era tornata a urlare come un’ossessa di tornare indietro, di non riportarla da lui.
“Ma noi vogliamo solo aiutarti!” S’intromise Kodachi cercando di essere conciliante.
“Certo, alloggerai nella mia dimor…” Cominciò Kuno allungandosi per riprenderle la mano. Fu allora che lei, al culmine del terrore, si lanciò attraverso il lunotto posteriore lasciando un buco di notevoli dimensioni con la forma del suo corpo. Si voltarono tutti a guardarla, stupiti, scappare a gambe levate alzando dietro di sé un gran polverone. Sul sedile, rimase una larga chiazza di inchiostro nero.
“Certo che ne aveva di fretta…” Commentò Ukyo con un sorriso nervoso.
“Che disastro! Quella pazza ha rovinato il nostro mezzo di trasporto più costoso!” Si lamentò Kodachi.
“Già, pensate se viene a piovere…” Commentò Nabiki con noncuranza. In quella, un tuono esplose nel cielo prima sereno. Ranma le si accostò con aria omicida. “Non potevi stare zitta, Nabiki?”
“Oh, ma guarda tu che sfortuna…” Aggiunse con finto interesse. “Mai sentito parlare delle previsioni del tempo?”
Kodachi cominciò ad armeggiare con strane boccette colorate.
Se comincia a piovere dovremo sostare in albergo, allora farò annusare questo al mio adorato Ranma e potrò restare da sola con lui tutta la notte e ripetere l’idillio di quel bacio appassionato che…
Ma mentre lei rifletteva su episodi mai accaduti, Kuno abbracciò di nuovo Akane.
“Akane Tendo, non temere il temporale, se hai paura potrai rifugiati tra le mie forti bracmmmhhhhgghhh!!” Stavolta il Tuono Blu fu messo KO dal gomito della minore delle Tendo e dal pugno di Ranma, cadendo sulla sorella che annusò il suo stesso intruglio e dormì per il resto del viaggio.


“Quanto manca?” Chiese Ukyo annoiata gettando via altra acqua dal lunotto spaccato con una bacinella. Kuno giaceva ancora svenuto poco distante dalla sorella ancora profondamente addormentata, mentre P-chan e Mou-Mou lottavano sulla sua faccia ignara. Sasuke consultò la cartina.
“Mhhhh, direi che siamo vicini alla stazione di polizia della zona, superata quella sono pochi chilometri.”
“Magnifico…” Disse senza entusiasmo Nabiki.
“Guardate!” Esclamò Akane prendendo P-chan in braccio. “Sta nascendo il sole! A proposito, strano come P-chan compaia sempre all’improvviso!” Commentò facendo comparire sulla testa del suo fidanzato un enorme gocciolone. Sveglia come sempre, eh? Pensò perplesso, quindi si sporse.
“È vero, ha smesso di piovere!”
Sasuke si fermò all’improvviso e tutti gli caddero addosso. I dormienti si svegliarono di colpo e lo picchiarono.
“Ma insomma, chi ti ha dato la patente?!” Strepitò Ranma-chan attirando l’attenzione di Kuno.
“Oh… la ragazza col codino!” Lei gli piantò un piede sulla faccia.
“Non cominciare ora, Kuno…”
“Dove hai nascosto il mio adorato Ranma, ragazzina?!” Strepitò Kodachi.
“Oh no, fermate il mondo, voglio scendereeee!” Gemette Ranma-chan.
“Mi dici perché hai inchiodato in quel modo, Sasuke?” Gli urlò Ukyo da tergo. Quando vide cosa, o meglio chi fosse, si gelò. “Ma quello è…”
Tutti si voltarono a guardare e rimasero di sasso, paralizzati dall’orrore.
“Ora cominciano i guai…” Commentò Nabiki glaciale.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II




“Ma… quello…” Balbettò Ukyo.
“È il nostro preside!” Finì per lei Akane.
Il tizio in questione era vestito da poliziotto di tutto punto, con tanto di sfollagente e pistola nella cintola. Sulla testa, ovviamente, era rimasta però l’unica nota discordante: la sua adorata palma…
Welcome, ragazzi!” Esclamò tutto contento. “Questo è un posto di blocco e siete pregati di scendere! Come on! Come on!
“Oh no… ci mancava solo quello stolto di mio padre!” Commentò Kuno con una mano sulla fronte. Kodachi invece si lanciò verso di lui a braccia aperte.
“Oh papariiiinoooo!”
L’uomo l’abbracciò brevemente e poi tornò a guardare gli occupanti del pick up.
“Bene boys ’n girls, ora venite avanti very slow, anche tu Taichi, lentamente e con le mani dietro la testa!”
”Non siamo tuoi prigionieri!” Sbottò Kuno contrariato. Per tutta risposta il preside gli lanciò una sorta di lazo-lametta che gli tranciò una ciocca intera di capelli. “Aaaahhh! Maledettooohh!” Si lagnò il ragazzo raccogliendoli a due mani. “Ora te la farò pagare!” Gridò lanciandoglisi contro con la sua spada di legno.
“No, Kuno, non farlo!” Gli urlò Nabiki da dietro. Il Tuono Blu rise di gusto, senza neanche frenarsi.
“Tranquilla Nabiki Tendo, vi salverò tutt…” In pochi secondi la sua adorata katana era ridotta in tanti pezzetti sfilacciati.
“….ti ha già battuto una volta con quella tecnica, idiota.” Commentò Nabiki acida.
“Ora fate come vi dico, altrimenti vi raso tutti a zero. Do you understand?” Chiese il preside. Il gruppo si mise in fila indiana.
“Ma perché noi sì e Kodachi no?!” Domandò Shampoo seccata.
“Perché quella è sua figlia, mia cara.” Rispose Ukyo piccata.
“Beh, io sono un’amazzone, non può trattarmi in questo…”
“Dove sono Ranma e gli altri?” Chiese improvvisamente Akane.
In quella Ryoga, Mousse e Ranma apparvero dietro di loro soddisfatti, benedicendo una certa sorgente calda nascosta dietro la boscaglia. Negli occhi del preside apparve una scintilla nota.
“Oh no no no no! Your hairs are trooooppo lunghi, bisogna tagliare quel codino!”
“Hai capito male, preside!” Esclamò Ranma schivando agilmente le rasoiate del preside. Poi, improvvisamente, il poliziotto strambo fece un salto in direzione del pick up.
“Oh, ma che sporcizia qui, don’t you know pulizia? E what’s this buco enooorme sul lunotto posteriore? Oh, you non potete drive in queste condizioni! No no no!”
Ranma girò la testa con disprezzo.
“È che abbiamo incontrato una tizia più folle di te che ci si è letteralmente gettata attraverso!”
Il preside annuì poi, fulmineo, si portò alle spalle di Ranma assestandogli un calcione sulle natiche.
“Bene, fammi vedere come ha fatto allora!”
Il poveretto cadde a precipizio proprio attraverso la sagoma nel vetro e Kuno ebbe il cattivo gusto di commentare: “Però, che mira!”
“Ranma!”
“Oh, povero Ranchan!”
“Ranma?!”
Esclamarono a una voce Shampoo, Ukyo e Akane soccorrendolo. Ma lui si era già rialzato, ingaggiando l’ennesima lotta.

Quando finalmente riuscirono a mettere il preside KO, risalirono a bordo per l’ultimo tratto del viaggio. Ed eccolo, finalmente, il ranch dei Kuno che si ergeva nei suoi imponenti due piani.
“Caspita che lusso!” Esclamò Nabiki schermandosi con la mano. “Deve esservi costata un patrimonio!”
Kuno rise. “I miei antenati erano ricchi quasi quanto me.”
Nabiki si chiese per l’ennesima volta se non fosse il caso di abbordare il Tuono Blu e farsi mantenere da lui a vita, ma rinunciò quasi subito all’idea. Mentre il giovane camminava con passo lento e deciso decantando le meraviglie del suo ranch, sparì dalla loro vista con un urlo agghiacciante.
I presenti si precipitarono più che altro a curiosare se ci fossero buchi nel terreno e si sorpresero nello scorgere una trappola coperta dalle erbacce.
“Ah Ah Ah Ah Ah Ah Ah! È un sistema di antifurto molto economico ma molto letale per chiunque osi avvicinarsi troppo alla nostra proprietà!” Spiegò Kodachi sventolando il suo nastro.
“In parole povere, Kuno doveva saperlo ma ci si è buttato dentro da solo…” Osservò Mousse sistemandosi gli occhiali sul naso. Fece un passo e scomparve anche lui. Gli altri la guardarono interrogativamente.
“Sono disseminati un po’ ovunque, Ranma caro fai attenzione!”
“Tsè!” Fece lui altezzoso. “Non sono mica come quell’idiota di tuo frate…..”
“RANMA!” Gridò Akane vedendolo scomparire a sua volta. Ryoga si grattò la testa perplesso.
Meno male che non era come lui…
“Oh povero caro!” Si finse in pena la giovane Kuno. Sasuke osservò che era più prudente se si mettevano tutti in fila indiana e seguivano lui. Il loro errore fu credere che il ninja sapesse dove mettere i piedi.
Prima sparì Ryoga invocando Akane, poi nell’ordine: Shampoo, Kodachi, Nabiki, Akane, Ukyo e infine lo stesso Sasuke.

Era buio, aveva il seno, ovviamente era bagnato fradicio e qualcuno lo stava palpando. Ranma-chan urlò. Una voce profonda le sfiorò un orecchio.
“Non muoverti o ti uccido.”
Il ragazzo, o meglio, la ragazza col codino tese i muscoli per sferrargli un bel cazzotto, quando sentì un rumore sinistro, come di un piccolo motore che si accendeva e poi udì distintamente lo sferragliare di un’arma. Ma era qualcosa di molto peggio: si trattava un macchinario munito di mani di plastica atte a slegare, sfilare, sbottonare…
Tho! Quando si dice la fortuna!
Alla luce di un fiammifero che Ranma-chan sfregò sul pavimento, si accorse di una figura accovacciata accanto a lui con una strana maschera sul volto che lo armeggiava a meraviglia. In meno di un secondo si ritrovò senza maglietta. Qualcosa di viscido gli colava sul seno… inchiostro?!
”HAPPOSAI, RAZZADIMANIACOPERVERTITOCHENONSEIALTRO, CHE DIAVOLO DI TECNICA E’ MAI QUESTA?!”
Quello, con la stessa voce di prima bisbigliò: “Sbagli tesoro, io non sono Happosai… ops!” Fece quello accorgendosi che la ragazza gli aveva tolto dalla faccia il dispositivo per cambiare la voce e il lungo mantello che lo ricopriva. La mano destra di Ranma aveva trovato la corda di una tapparella e stava facendo luce su quel misterioso personaggio.
“E infatti sei Lakkyosai*, suo degno amico, non è vero, nanerottolo maniaco?” Lo apostrofò strappandosi il foglio di carta dal petto e ricomponendosi. “Dì un po’, alla tua età ancora vai in giro a ricalcare tette?!” Sbottò lanciando un pugno che andò a vuoto.
“Wasabi bakuen-boku!” Gridò il vecchietto spiccando un balzo.
Stordito dal fumo piccante, Ranma tossiva disperatamente, chiedendosi ancora una volta chi diavolo gliel’avesse fatto fare di accettare una gita gratis...

Mentre Ranma cercava un po’ d’ossigeno nella nube di fumo lanciata dal vecchio amico di Happosai, Akane, Nabiki, Kodachi e Shampoo vagavano in un sotterraneo in cui c’era una leggera luce quasi crepuscolare.
“In queste cantine la famiglia Kuno conserva i vini della casata da più di duemila anni!” Si pavoneggiò la Rosa Nera.
“Pensa che schifo…” Mormoro Nabiki cercando di immaginare un vino allo stadio successivo all’aceto. Fu allora che videro i ragazzi impalati come spiedini su dei…
“Ganci…?” Disse Akane con voce strozzata immaginando un ferro ricurvo infilato nella carne poco sopra la spina dorsale.
“No” fece Ukyo asciutta.”Li hanno appesi per i capelli, quegli idioti.”
In effetti Mousse pendeva dai venti centimetri della sua chioma nera, gli occhiali rotti abbandonati ai suoi piedi; Kuno era stato attaccato al suo amato ciuffo borbottando che non arrivava a raccogliere la katana ai suoi piedi; Ryoga era mezzo strangolato dalla sua stessa bandana e Sasuke pendeva addirittura a testa in giù e si dimenava come un pazzo. Avevano le mani legate dietro la schiena.
“E il mio adorato Ranma? Dov’è il mio adorato Ranma?!” Gridò Kodachi saltellando lontano per raggiungerlo e spargendo petali neri ovunque. Anche Akane, Ukyo e Shampoo erano preoccupate, ma le condizioni dei loro amici erano penose, così decisero di liberarli, spinte da misericordiosa pietà. Nabiki fissò Kuno.
”Sei il solito idiota.” Lo apostrofò. “Ma sei pur sempre un mio compagno di scuola, per cui…”
“No!” La interruppe il Tuono Blu. “Non sia mai che Tatewaki Aristocrat Kuno si faccia soccorrere da una fanciulla, piuttosto la morte!”
Nabiki fece spallucce.
“Come vuoi…”
“Ferma!”
Al perentorio ordine la seconda delle sorelle Tendo si voltò con sufficienza.
“Cosa?”
“Non vorrai lasciare il Tuono Blu del Furinkan appeso come un salame! È un disonore!”
Nabiki si portò un dito alla fronte.
“È tutto qui, il tuo onore? Beh, va bene, ma voglio 5000 yen.”
“3000!”
“4500!”
“3500!”
“4000 o resti lì appeso!”
Kuno si arrese alle trattative, e la sua soccorritrice lo liberò sbrigativamente con un paio di forbici, lasciando attaccata alla corda una cospicua ciocca di capelli.
Intanto, qualcun altro, tramava nel buio.







*Ricordate il vecchietto amico di Happosay che compare nel manga? Aveva strane tecniche di combattimento derivanti da un oggetto rubatogli dal vecchio maniaco e ritornato in suo possesso grazie a un ingegnoso inganno. Le sue tecniche (mooolto feticistiche, i due sono molto simili) le ho riprese dal manga…

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III




Ryoga si massaggiò il collo profondendosi in mille inchini all’indirizzo della sua salvatrice. Secondo lui, Akane l’aveva salvato perché nutriva un amore sconfinato e quanto mai segreto nei suoi confronti e ora rideva come un beota circondato da angioletti con le sue sembianze e fiorellini di primavera che spuntavano direttamente sulla sua testa. Poi un pensiero: salvare l’amata dal folle maniaco che abitava quella casa. In due secondi netti, Hibiki Ryoga ridivenne serio e proclamò:
“Akane, non temere. Quel codardo di Ranma è fuggito, ma ci penserò io a difenderti e se hai paura gettati pure tra le mie bra….”
Si bloccò, accorgendosi che nessuno lo ascoltava da tempo. Mentre era perso nelle sue farneticazioni, gli altri se n’erano andati.


“Maledetto porco!” Esclamò Ranma-chan strofinandosi gli occhi. “Ci è voluto un po’ ma alla fine l’ha piantata. Tutto quel peperoncino… puah! Mi bruciano gli occhi!”
Dietro di lei, il vecchietto pendeva appeso al soffitto con i resti del suo infernale marchingegno arrotolati un po’ a casaccio insieme alla corda che lo teneva legato. D’improvviso una risata isterica arrestò il suo passo nervoso.
“Ranmaaaaaa tesoooooorooooo!”
”Oh no…” Imprecò la ragazza col codino preparandosi a defilarsi.
“Tu, cosa ci fai in casa mia?!” L’apostrofò poco gentilmente la Rosa Nera.
“Non era mia volontà entrarci in questo modo!” Rimbeccò la rossa.
“Comunque nessuno ti ha invitata! Io ti sfido, ragazza col…”
”RAGAZZA COL CODINO!” S’interpose una voce nota, a cui seguirono due braccia note, avvinghiate in un posto noto…
“Quante volte ti devo dire che NON. MI DEVI. TOCCARE!” Sbottò Ranma spedendolo in orbita, bucando il soffitto.
“Bene, almeno c’è un po’ di luce…” Commentò pratica Nabiki.
“Ranma stai be…” Akane fu interrotta dalle due furie che aveva alle spalle.
“Ayaaa Ranma!”
“Ranchan!”
In breve Ranma si ritrovò soffocato nell’abbraccio della cinesina dai capelli color lavanda e dalla chef di okonomiyaki. Per la furia della sua fidanzata ufficiale. Nel caos, nessuno si accorse dell’ombra veloce alle loro spalle.
“Ma questo rumore…” Cominciò Ranma riconoscendo il motore dell’aggeggio di Lakkyosai.
In un batter d’occhio Shampoo, Ucchan e Akane si ritrovarono con addosso il solo reggiseno.
“VIENI QUI, MALEDETTO MAIALEEEE!” Urlò Ranma-chan saltando per afferrarlo. Un vecchietto conosciuto le si avvinghiò immediatamente estasiato e si accorse con grande disappunto di essere stato privato a sua volta della casacca cinese. E lui non portava un reggiseno…
“AHHH, CHE SCHIFO! TOGLIETEMELO DI DOSSO!”
Un pugno fece volar via Happosai distratto da quella visione e Kuno, ricomparso misteriosamente, abbracciò a sua volta il povero Ranma.
“Amore, ti copro io…” Ma venne prontamente allontanato.
“Tieni.” Offrì Nabiki porgendogli una coperta.
“Grazie, Nabiki”
“Sono tremila yen!”
“Arpia! E come mai tu sei ancora vestita?!” L’apostrofò la rossa.
“Perché io ho queste!” Sorrise la seconda delle sorelle Tendo mostrando due bretelle sgargianti.
“Oh noooo!” Si lamentò una voce. “Quell’idiota di Happy non ha munito questi cosi di uno sciogli-bretelle, bwaaaaaaaaa!”
“Idiota sarai tu, Lakkyo-baka! Come ti sei liberato?!” Sbottò Ranma colpendolo sulla pelata.

Intanto le ragazze erano in cerca di qualcosa con cui ricomporsi, visto che le camicette erano state rubate dal vecchio maestro di Ranma. Mousse guardò Shampoo e svenne sul colpo, mentre Ryoga sbucò dal nulla trovandosi Akane davanti.
“Io… sono in Paradiso…” Riuscì a biascicare prima di perdere i sensi col naso sanguinante.
Quando le ragazze si furono ricoperte, Lakkyosai era sparito e Kuno era ricomparso coperto di cerotti.
“Io me ne vado!” Sbottò indignata Shampoo. “Ne ho abbastanza di questa vacanza. Andiamo Ranma!”
”Sono d’accordo.” Annuì la rossa. “Qui gironzolano liberamente ben due maniaci!”
”NOOOOO! Ragazza col codino non lasciarmmghh!” Mugugnò il Tuono Blu sul gomito della sua bella, dopo essersi lasciato andare a uno dei suoi soliti abbracci.
“Rettifico. Tre maniaci.”
”Aspetta Ranma, vengo con te!” Lo chiamò Akane.
“Akane Tendo, non lasciarmi anche tmmghhh!”
”Addio, Kuno.” Disse lapidaria. Ben presto tutti si avventurarono per i sotterranei in cerca di un’uscita.
E vagarono per tre ore.
D’improvviso aleggiò il dubbio. Si erano forse persi? Ryoga non era con loro, sperduto chissà dove, e si sentivano un po’ come lui. Nel silenzio Akane azzardò: “Ehm… Kuno?”
Il Tuono Blu li seguiva tranquillamente e non proferiva parola da quando si erano incamminati.
“Sì, mio tesoro?”
”Mi domandavo… ma abbiamo forse sbagliato strada?”
Il fratello di Kodachi spalancò gli occhi sorpreso.
“Sbagliato strada? Perché dove siamo diretti, mio fiore di primavera?”
Ranma perse la pazienza e gli si avventò contro stringendogli il bavero.
“Idiota, mi pareva che fosse chiaro che VOGLIAMO USCIRE DI QUI!”
“Ma… siamo nei sotterranei, mia dolcezza, e da qui non so uscire nemmeno io!”
La rabbia montò e ancora una volta Ranma-chan caricò il destro.
“No Ranma, non farlo!” Urlò Nabiki, troppo tardi: Kuno era volato oltre il soffitto aprendo un nuovo varco di luce.
“Bah! Perché dovrei avere pietà di lui, tanto più che così abbiamo più luce.” Commentò la rossa pulendosi le mani soddisfatta.
“Perché così abbiamo perso l’unica persona che può dirci come uscire di qui.” Rispose lei calma.
Silenzio.
Poi la voce tentennante di Ukyo: “Ma Kuno non aveva detto di non sapere neanche lui come uscire?”
”E tu gli hai creduto?” La affrontò Shampoo.
“Io sì, veramente” Le rispose Mousse.
“Non parlavo con te, idiota.” Sbraitò la cinesina accompagnando le parole con un pugno sulla testa.
“Ma Shampoooooo!” Si lamentò quello.
“Insomma, calmatevi!” Li interruppe Akane. “Kodachi e Kuno non ci sono, ma possiamo sempre cavarcela, no?” Guardò il fidanzato, come cercando una risposta. E non ne ottenne.

Dopo un’altra ora trovarono una mappa e un bagno con l’acqua calda. Ranma era così contento di tornare maschio dopo quello che aveva subìto che non seguì le teorie degli altri, tutti chini sulla cartina, una sorta di labirinto intricatissimo su cui una freccia sottile indicava un punto remoto.

VOI SIETE QUI



Diceva la legenda. Il “QUI” era il centro esatto di una spirale. Guardandola, Ranma ebbe un’idea. Si concentrò e sferrò un Moko Takabisha bucando il soffitto. Agli altri che gliene chiedesero il motivo espose la sua teoria: un Hiryu Shotenha li avrebbe trascinati tutti fuori grazie alla potenza del tornado, centrare la voragine appena creata non era un problema. Il problema, semmai, era chi colpire così a sangue freddo da risvegliare la forza del Dragone. I sei ragazzi si guardarono. Ranma non voleva combattere con nessuna delle ragazze.
Rimaneva Mousse.
“Brutta talpa che non sei altro!” Esclamò il ragazzo col codino.
“Non funzionerà mai con me, Ranma. Non ho nessuna intenzione di volare via col tuo tornado del cavolo!” Esclamò indispettito.
“Cos’hai detto, genio?” S’intromise Ukyo.
Ranma e Shampoo si voltarono insieme: Genio?! Mousse?
“Ma certo, volare! Ti trasformi in papera, voli fino al buco nel soffitto e vai a chiedere aiuto!” Spiegò semplicemente.
“Brava Ucchan!” Esclamò Ranma ponendole le mani sulle spalle. Akane si voltò stizzita.
“Hai dimenticato che siamo praticamente nel deserto… genio?”
“Si vede che sei mia sorella.” Commentò Nabiki dandole una pacca sulla schiena. “E poi anche se trovasse Kuno o Kodachi, chi ci dice che ci tirerebbero fuori di qui?”
”Al diavolo!” Strepitò Ranma esasperato. Tacque, rifletté per un po’, poi scattò verso Shampoo. Le prese le mani e la guardò intensamente negli occhi. “Te l’ho mai detto che sei la ragazza più bella che io abbia mai visto?”
Ukyo e Akane grugnirono, pronte a sopprimere il loro fidanzato, ma Mousse fu più veloce e lo attaccò.
“Ha funzionato!” Esclamò lui dandogli corda. Shampoo era troppo felice per accorgersi della trappola e le altre commentavano sarcasticamente sull’opportunismo sfacciato di un certo ragazzo col codino, ma fu grazie a quello che uscirono dal ranch. Verso la fine della spirale Ranma gridò alle ragazze di aggrapparsi a lui. Strinse Akane a sinistra, Ucchan a destra, Nabiki si attaccò alle sue spalle. Era certo che Mousse avrebbe afferrato Shampoo per tempo e infatti così fu. Volarono fuori e atterrarono su un mucchio di fieno. Ranma non avrebbe sperato in tanta fortuna, temeva di doversi arrangiare e precipitare sul terreno tentando di attutire la caduta alle altre. Venne fuori dal mucchio di paglia scuotendo la testa per togliersela di dosso.
“Ehi, state tutti bene?”
Akane e Ucchan spuntarono fuori tossendo e sputacchiando fili di fieno, ma erano tutte intere. Nabiki era intenta a togliersi i resti della caduta dai capelli.
“Credo che ti addebiterò diecimila yen per danni, Saotome.” Disse acida.
“Ehi, io ti ho tirato fuori da lì!”
“E non avevi un metodo più ortodosso?”
“Perché, tu l’avevi?” Le strillò in faccia.
“No, ma è irrilevante! E se fossi caduta male?!”
“E se stessi un po’ zit…..?!” L’urlo di Shampoo li fece sobbalzare.
“LASCIAMI, MANIACO!”
Tutti pensarono immediatamente ad Happosai o a Lakkyosai, invece videro il docile Mousse sdraiato completamente sopra l’amazzone. Evidentemente voleva proteggerla dalla caduta ed era atterrato in quel modo. Il poveretto era paonazzo e balbettava parole di scusa, ma la cinesina gli sferrò un pugno poderoso.
“Che cattiva e pensare che voleva solo aiutarti!” Esclamò Ukyo.
“Io non gliel’ho chiesto e fatti gli affari tuoi, strega!” Rimbeccò lei furiosa.
“Strega sarai tu! Ma guardati, sei tutta rossa, non è che Mousse magari ti piace un po’?”
A quella Shampoo le saltò addosso e cominciarono a combattere, l’una con i bombori, l’altra con le spatole. Nessuno vide i due maniaci sbucare dal nulla.
Fu un attimo.
Ranma fu innaffiato di acqua gelida e in breve lui e le altre ragazze furono vittima di un furioso inseguimento. Gli aggeggi a motore ronzavano implacabili e raggiunsero per sbaglio il povero Mousse che era rimasto senza i suoi occhiali. Ora era anche senza vestiti.
“Shampooooooo!” Gridò afferrando un mucchio di fieno per coprirsi alla meglio.
“VENITE QUI ZUCCHERINIIIII!” Gridavano i due vecchietti maneggiando le loro infernali invenzioni. In breve si ritrovarono nell’area dove Kodachi era solita stendere la biancheria.
Volarono lenzuola, futon, reggiseni, mutandine, per la gioia di Happosai e Lakkyosai, che però non si distrassero dal loro obiettivo. Sul tetto, Kuno, che giaceva svenuto per il precedente colpo inflittogli da Ranma-chan, guardò la scena serrando i pugni.
“Non toccate la mia ragazza col codino o la mia Akane Tendo o ve la farò pagare caraaaaaaa!” Gridò gettandosi a capofitto e centrando il tronco di un sempreverde.
Kodachi uscì dalla porta esclamando: “Oh cielo, il mio bucato!” E si lanciò all’inseguimento assetata di vendetta. “Tornate qui, maledetti! Ora chi rilava tutto da capo?!” Strepitava.
“Kodachi, nooo!” L’ammonì Ranma. Troppo tardi, il suo body era sparito. La giovane Kuno arrossì fino alla punta dei capelli, afferrò un lenzuolo per coprirsi e lanciò a vuoto due clavette.
“Ma dimmi, Happy, sono tutte piatte come lei? Io speravo di ricalcare una meraviglia come questa!” Esclamò deluso Lakkyosai mostrando il foglio che aveva messo sul petto di Ranma poco prima.
“Ohhhh le riconosco! Queste sono di Ranma-chaaaan! Inimitabili, vecchio mio…”
Kodachi era diventata viola.
“Brutto pervertito maniaco, CHI SAREBBE PIATTA?!” Gridò sferrando un pugno che colpì suo fratello. Il poverino si era appena ripreso dall’incontro ravvicinato con il tronco dell’albero e stava cercando di salvare le sue amate.
“Oh, povero fratello mio! Maledet…” Ma quando si voltò, non c’era più nessuno. Più ad ovest continuava l’inseguimento.
“Ranma… ti giuro… che quando torniamo a casa…. ti ritroverai con tanti di quei debiti… da lavorare gratis A VITA!” Ansimò Nabiki correndo a perdifiato.
“Guarda… che io… non volevo neanche venirci qui!” Rimbeccò la rossa scansando di poco un colpo di Lakkyosai.
“Non fuggire tesoro, ne voglio un’altra copiaaaa!”
”Te lo sogni!” Gridò di rimando facendo un gran salto.
“Ranma, tiraci fuori da questo guaio!” Esclamò Akane disperata.
“Dimmi tu come… faccio… appena… mi fermo… questi mi spogliano!”
“Sacrificati, allora… non vuoi proteggere… la tua fidanzata?!”
”Quando ti fa comodo vero?!” S’indignò Ranma-chan. “Non l’ho chiesto io… di esserlo…”
”Però quando… ti torna utile... mi chiedi aiuto, eh?”
“BAKAAA!”
”RACCHIA!”
Si domandò Shampoo risparmiando il fiato. Voltandosi vide Mousse praticamente in mutande correre e chiamare il suo nome e accelerò distaccandoli tutti.
“Mousse, sei davvero… UN MANIACO!” I suoi bombori lo colpirono in pieno.
“E io… che ho anche chiuso… il ristorante…” Si lamentò Ukyo lanciando un mucchio di spatole mentre il sole tramontava sulla loro corsa.
Nei meandri del ranch dei Kuno echeggiò la voce di Ryoga: “MA COME DIAVOLO SI ESCE DA QUI?!”



FINE

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