The silence of the snow

di Hayhey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- Scende scende la neve ***
Capitolo 2: *** Rientro ad Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Casa ***
Capitolo 4: *** Astronomia ***
Capitolo 5: *** Libri e inviti ***
Capitolo 6: *** Speciale Selene e James ***
Capitolo 7: *** Speciale Arya e Lysander ***
Capitolo 8: *** Confessioni ***
Capitolo 9: *** Compromessi ***
Capitolo 10: *** L'uscita ***
Capitolo 11: *** Nuove situazioni ***
Capitolo 12: *** Dolore e neve ***
Capitolo 13: *** Lysander e Arya ***
Capitolo 14: *** L'attacco di Jamie ***
Capitolo 15: *** Il silenzio della neve ***
Capitolo 16: *** Epilogo - Nove anni dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo- Scende scende la neve ***


The silence of the snow
 
Prologo - Scende scende la neve
 
Scende, scende, dolcemente, graziosamente, rimbalzando nell’aria, seguendo il vento, appoggiandosi al suolo leggero.
Scendono tanti suoi compari, tutti diversi, ma uniti fra loro.
Formano un manto bianco e soffice che ovatta il paesaggio creando quel silenzio adatto ai pensieri, ai momenti che non necessitano parole.
La bambina saltava nella neve, col suo buffo cappello e la sua graziosa goffaggine, ammirava il paesaggio creato dai fiocchi che continuanavano a cadere, balzando come lei.
Arrivò nel parco, avvolta dal silenzio e dagli alberi carichi. Continuava la sua danza fatta di saltelli spensierati, ammirando al coltempo il paesaggio incantato.
Per questo non si accorse del bambino biondo che stava giocando con la neve e così gli finì addosso, travolgendolo col suo peso.
«Oh, scusa! Mi dispiace molto!» esclamò la piccola.
«Stai più attenta la prossima volta!» disse il bambino con voce un po’ scocciata ma con una luce incuriosita negli occhi grigi che scrutavano la bambina, guardando i riccioli rossi e gli occhietti azzurri e vispi.
«Ti ripeto che mi dispiace, stavo facendo la danza della neve!» La piccola mise su il broncio ed incrociò le braccia. Poi un fiocco dispettoso le finì sul nasino lentigginoso e sorrise di colpo, scordandosi della sua arrabbiatura. «Dai, vieni a giocare anche tu!» e prese il bambino per mano, trascinandolo nella sua danza speciale; pareva che anche il biondo si fosse scordato del torto subito, perchè iniziò a ridacchiare insieme a quella rossa che gli era finita addosso come se niente fosse e aveva cominciato a giocare con lui.
Insieme costruirono mondi nascosti e silenziosi avvolti dal bianco, sconfissero yeti, attraversarono bufere e infine giunsero in una radura perfettamente circolare e caddero a terra, sfiniti. I fiocchi continuavano indisturbati a cadere sopra di loro, che avevano cominciato a fare gli angeli, finivano sulle lentiggini e sui ricci della bambina e si impigliavano tra le ciglia del bambino; entrambi ridacchiavano spensierati, incuranti del mondo intorno a loro.
«Sai, sei molto simpatico» disse come se niente fosse la rossa, distesa accanto a lui. Il biondo arrossì leggermente, poi rispose: «Anche tu non sei male».
«Non so nemmeno come ti chiami... Io sono Rose, molto piacere».
«Già è vero. Io sono Scorpius, piacere mio» si alzò e tese la mano a Rose. «Sarà meglio andare, ormai è buio e i nostri genitori ci staranno cercando» la piccola accettò il suo aiuto e si fece tirare su.
«Rose! Rose! Dove sei?»
«Oh, questi sono i miei, devo andare» si alzò sulle punte dei piedi e lasciò un bacino sulla guancia di Scorpius. «Ciao Scorpius, ci vediamo» e corse via, lasciandosi dietro un bambino tutto rosso.
«Scorpius! Dov’eri finito?»
«Ciao papà, arrivo...» si toccò un’ultima volta la guancia, poi si girò e andò verso suo padre, Draco Malfoy.
 
«Rose! Ci hai fatto preoccupare moltissimo, non ti trovavamo più!» esclamò preoccupata Hermione Granger in Weasley, abbracciando la figlia, seguita da Ron che teneva in braccio il piccolo Hugo, di soli quattro anni. «Tao Rosie!»
«Ho fatto tantissime cose mamma! Ho anche conosciuto un bambino della mia età e abbiamo costruito un castello tuuuuuutto di neve!» disse la piccola Rose, aprendo le braccia il massimo possibile per farle immaginare la grandezza del loro castello magico. Continuò a raccontare di tutte le avventure che aveva avuto col suo nuovo amico, mentre i genitori la guardavano divertiti e Hugo ammirato. Si avviarono verso casa, dove li attendeva un camino accesso e tanti dolci natalizi, insieme a tutti i cuginetti.


My Corner^^
Eccomi qui con una nuova storiella, la mia prima fanfiction!
Spero vi piaccia e prometto che cercherò di aggiornare una volta a settimana, il primo capitolo è già quasi finito^^
Ringrazio in anticipo chi leggerà e recensirà.
COSA IMPORTANTE: questa fic è dedicata ad Arya_95 che me la sta leggendo prima e mi dà un parere^^ Grazie mille cara :*

 

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Capitolo 2
*** Rientro ad Hogwarts ***


Capitolo 1 - Rientro ad Hogwarts
 
«Presto papà! Faremo tardi!» gridò sulle scale di casa Weasley una Rose sedicienne, abbastanza nervosa e agitata –stava per tornare ad Hogwarts, insomma-, con i lunghi ricci che le andavano un po’ in tutte le direzioni e le gote arrossate, che coprivano la miriade di lentiggini marca Weasley.
«Sì, amore mio, arrivo... è colpa di tua madre che- ouch!» Ron ricevette un colpo da una donna sulla quarantina, che aveva gli stessi ricci della figlia, ma castani.
«”Che” cosa, Ronald?»
«Niente cara, niente» disse grattandosi il capo con fare innocente l’uomo. Nonostante l’età, Ronald Bilius Weasley non era cambiato di una virgola, i suoi capelli erano sempre rosso fuoco, gli occhi erano ancora di un azzurro innocente –Rose aveva preso da lui- e l’altezza era la stessa, infatti si doveva abbassare per entrare da ogni porta; ah! Anche le lentiggini erano tutte lì.
«Qualcuno ha svegliato Hugo?» esclamò improvvisamente Rose, ricordandosi del fratello più piccolo.
«Certo sorellona, cosa credi? Io sono comunque sempre pronto prima di te, in ogni caso.» Un ragazzo che dimostrava quindici anni scese dalle scale, borbottando insulti rivolti alla famiglia di disorganizzati in cui gli toccava vivere, insieme a quella esagitata che aveva per sorella. Era anche lui abbastanza alto, al contrario della sorella, aveva i capelli corti, ricci –ovviamente- e castani, le lentiggini c’erano, ma erano poche e presenti solo sul naso e un po’ intorno, gli occhi erano azzurri, con qualche sfumatura castana. Dato che giocava a Quidditch, come cacciatore, era anche ben piazzato, in tutti i sensi, come dicevano le ragazzine che gli correvano dietro... letteralmente, dato che Rose lo vedeva sempre mentre scappava.
«Sì, sì, bravo... Ora, per favore, potremmo andare?? » disse spazientita sua sorella.
«Sì, tesoro, hai ragione come sempre... chissà da chi hai preso...» disse Ron lanciando un’occhiata di sbieco a sua moglie, che stava finendo di preparare tutto.
Poi salirono tutti sulla macchina, direzione: King’s Cross, binario 9¾.
 
Arrivati alla stazione corsero per non perdere il treno, sbattendo con i bauli contro molti Babbani, che li guardavano storti fino a che Hermione non si scusava per tutti. Attraversarono il muro e si ritrovarono sul binario, circondati dai loro simili: primini che si guardavano intorno spaesati, sopratutto i Nati Babbani, ragazzi che correvano da tutte le parti con i loro bauli e i loro animali chiusi nelle gabbie, genitori che salutavano i figli con i lacrimoni.
«Eccoli mamma!» si sentì una voce di una ragazzina, la famiglia si girò e si vide davanti i Potter, capeggiati dalla piccola –ma non troppo- Lily Luna. Capelli rossi, ovviamente, lentiggini, ovviamente e occhi castani della madre, da cerbiatta. Era abbastanza alta per la sua età e molto magra. «Ciao Hugo!» fece un urletto e abbracciò il suo cugino preferito, stritolandolo.
«Ciao Lily... non è che potresti staccarti? Mi staresti strozzando» rantolò il ragazzo, cercando di staccarsi di dosso la cozza. «Ci siamo visti solo due giorni fa!»
«Oh, scusa» ridacchiò Lily, staccandosi.
«Ciao zii, ciao cugini» salutò con la mano James Sirius, un ragazzo alto e muscoloso, con i capelli scuri tra cui passava sempre la mano per spettinarli e come diceva lui “farsi bello per le ragazze che mi aspettano impazienti”. Aveva gli occhi castani e profondi, poche lentiggini sulle guance ed era Grifondoro, come tutta la sua famiglia eccetto che per suo fratello Albus Severus, Serpeverde incredibilmente astuto.
Era buono James, si dava tante arie, ma alla fine era buono come il pane che faceva nonna Molly alla domenica mattina. Giocava come cercatore a Quidditch, era degno del ruolo che aveva lasciato il padre, ma si vantava come il suo omonimo nonno. Doveva affrontare l’ultimo anno e sapeva che poteva farcela, magari facendo quella cosa che la gente chiamava studiare.
Dietro di lui spuntò Al, che dopo un breve cenno con la mano ai parenti, afferrò James e Rose per il braccio e li portò davanti ad un gruppetto di ragazzi e ragazze che li attendevano sorridenti. Al era uguale a suo padre, ma aveva quell’aria sbarazzina e furba che aveva preso dalla madre e che lo rendeva una perfetta serpe, i suoi occhi verdi e luminosi erano sempre vispi e attenti.
Dopo essere rimasti un po’ frastornati per la presa di Al, si ripresero e si videro davanti i loro migliori amici, infatti Rose si ritrovò stretta fra due paia di braccia magre: «Sel! Arya!» urlò di felicità al ritrovo delle amiche e insieme cominciarono a saltellare come bambine, circondate dalle risatine del gruppo.
Selene Moonlee era una ragazza bassa, di corporatura media, aveva gli occhi verdi con sfumature castane e i capelli lunghi e mossi, castano chiaro con sfumature ramate. Aveva la carnagione chiara, con poche lentiggini sul naso e sulle guance. Era una ragazza che cercava sempre di interagire con gli altri, anche se a volte faceva fatica. Quando la si conosceva si scopriva che era una pazza che faceva ridere per i suoi comportamenti, di certo non per le sue battute... Adorava mangiare e non si faceva problemi mentali se non riguardo a qualcuno che stava per salutarla e con cui arrossiva sempre; in più era dolce e in classe arrivava subito alle risposte con la logica e con quel qualcosa in più che le faceva intuire la risposta.
Sua mamma era Babbana e suo padre era un mago; sia Rose che Arya erano le sue compagne di Corvonero, insieme ad altre due ragazze con cui non parlavano molto. Quando vide James arrossì di colpo e balbettò un “C-ciao J-james”, ricambiato allo stesso modo dal ragazzo che improvvisamente si imbarazzò e si passò nervosamente le mani in mezzo ai capelli. Poi entrambi continuarono a salutare i rispettivi amici, sfuggendo alle occhiate maliziose di Al, Rose ed Arya.
Arya Tulbooth era la più alta del gruppo, magra, con capelli lunghi e castani, gli occhi erano fantastici: avevano un colore indefinito, fra l’azzurro e il verde chiaro. Era spontanea e un po’ pasticciona, ma molto intelligente e dolce. Adorava leggere e insieme alle sue compagne organizzava momenti di sola lettura, dove nessuno doveva disturbarle o rischiava una delle “fatture magnifiche di zia Ginny”, come diceva Rose.
I suoi genitori erano entrambi maghi, però adorava la letteratura babbana, dato che quella magica si fermava –per bellezza- ai libri della biblioteca della scuola e alle storie per bambini... se non si contava Gilderoy Allock, che non si contava.
Quando vide Lysander Scamandro con il gemello Lorcan –figli di Luna Lovegood in Scamandro- spuntare nel gruppo –erano un po’ tanto alti e biondi quei due- arrossì come Selene poco prima e salutò i gemelli –in particolare uno-; si pentì delle occhiatine a Sel, perchè ora erano pienamente ricambiate.
Lysander e Lorcan erano uguali, tranne per il fatto che Lys era più silenzioso e studioso e Lorcan era il contrario. Avevano i capelli di un biondo sporco e con il ciuffo che gli ricadeva sempre davanti agli occhi, gli occhi grandi –come quelli della madre- e azzurri.
«Rosie!»
«Sco’!» urlò Rose correndo verso un ragazzo biondo platino con un sorriso enorme sul volto, specchio di quello dell’altro. Ebbene sì, Scorpius Malfoy e Rose Weasley erano migliori amici da un giorno non ben definito di undici anni fa. Scorpius era alto, come tutti i ragazzi del gruppo, biondo, con gli occhi chiari e un sorriso fantastico rivolto sopratutto ai suoi migliori amici, Rose e Al. Scorpius era –come diceva Rose- un distributore di abbracci: ne avevi bisogno e bastava chiedere per essere stretti in una morsa forte e rassicurante.
I due ragazzi si strinsero come se non si vedessero da una vita e infatti per tutta l’estate non erano riusciti a vedersi, a causa delle vacanze di entrambi, prima una poi l’altro. Scorpius diede un bacio fra i capelli a Rose, che gliene diede uno sulla guancia. Si strinsero un’ultima volta prima di essere interrotti da Al.
«Potrei salutare il mio migliore amico, ora?» disse con tono stizzito.
Rose si spostò e lasciò che i due si dessero pacche sulle spalle e che si dimostrassero il loro volersi bene con metodi da ragazzo. Mah!
Sentirono un fischio acuto e si fiondarono tutti verso il treno per non perderlo e per trovare i posti vuoti e vicini. Quando furono nel vagone si sporsero e salutarono i rispettivi genitori e parenti, Ron e Draco si guardavano un po’ schifati pensando all’assurdo motivo per cui i loro figli fossero migliori amici, poi il treno sparì all’orizzonte e un senso di tristezza avvolse, come ogni anno, i cuori dei genitori al vedere allontanarsi la propria prole.
 
Lo scorpatimento di Rose era occupato da lei, Scorpius, Al, Arya, Sel e Lysander, dato che erano tutti dello stesso anno e così potevano parlare dei professori, potevano confrontarsi i compiti (cosa che Al e Scorpius disapprovavano, essendo Serpeverde in mezzo a quattro Corvonero) e parlare di Quidditch. Fra i Corvonero i prefetti erano Lys e Arya, mentre fra i Serpeverde lo erano Al e una ragazza che si chiamava Annelise Haustfen; per questo, Al, Lys e Arya ad un certo punto dovettero uscire per fare la ronda, lasciando soli i loro amici.
Scorpius e Rose avevano cominciato a parlare delle loro avventure estive, lasciando Sel in pace mentre leggeva.
«Davvero? Non ci posso credere!» disse il biondo scoppiando a ridere al racconto della ragazza che stava descrivendo come Al, il prefettino (o perfettino, come avrebbero detto Fred e George Weasley), si era arrampicato sul tetto della Tana mentre era sonnambulo.
«E poi ha fatto “Chicchirichì! Sveglia dormiglioni!” ed è caduto di nuovo addormentato sul tetto!» sghignazzò Rose, ricordandosi la scena.
«Non ci credo!» rise ancora Scorpius.
«Oh sì, è stato proprio così, quel perfettino di mio fratello ha svegliato tutti noi!»
«Jamie! Come mai qua?» disse la rossa, sorpresa ma contenta.
A sentire quel nome Sel alzò la testa di scatto e, vedendo che era proprio James che le stava davanti, arrossì –stranamente, eh?
«Mi andava di fare un giretto e vi ho visto che ridevate, quindi ho deciso di venire qua da voi.» Poi si sedette vicino a Selene che nel frattempo era diventata rossa pomodoro.
Scorpius e Rose si lanciarono uno sguardo pieno di malizia come per dire Oh sì, noi che ridevamo e cercarono di trattenere le risatine, nascondendosi la bocca con la mano, il biondo dovette anche appoggiare la testa sulla spalla della rossa, preso dai sussulti.
 
Dopo qualche altra ora passata a parlare e a farsi scherzetti e battutine si cambiarono per l’arrivo ad Hogwarts e prepararono i bagagli.
Al fischio del treno si ammassarono davanti alle porte e usciti, di diressero verso le carrozze.
Davanti al portone tutti pensarono la stessa cosa: Casa.


MY CORNER^^:
Ehilà! Ecco qua come promesso il capitolo 1! Spero vi piaccia, anche se è più o meno un introduzione ai personaggi:)
Spero di finire in tempo il prossimo, che ho già iniziato:)
Dedicato come sempre ad Arya_95^^

 

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Capitolo 3
*** Casa ***


Capitolo 2- Casa
 
Il brusio della Sala Grande diventava sempre meno forte, gli studenti iniziavano ad avvertire i primi segnali di sonno e cominciavano a sognare i loro letti caldi, le Sale Comuni coi caminetti accesi e la calma post cena.
La professoressa McGranitt si alzò dalla sedia della preside e con un gesto della bacchetta fece sparire gli avanzi dai tavoli.
«Volevo dare alcuni avvisi prima di andare a letto, sopratutto per i nuovi studenti –fece un cenno verso i nuovi smistati- ma anche per quelli vecchi –e lanciò un’occhiata al tavolo dei Grifondoro-. L’accesso alla Foresta Proibita è severamente vietato per chi non vuole fare una brutta fine, il signor Rabastan mi ricorda inoltre che qualsiasi prodotto “Tiri Vispi Weasley” è bandito e chi sarà trovato in possesso di uno di questi sarà punito.
«Gli orari saranno  ditribuiti domani mattina durante la colazione, è tutto, vi auguro una buona notte».
Tutti gli studenti si alzarono per andare nelle loro Sale Comuni e i prefetti iniziarono a guidare i primini per mostrare loro la strada.
Rose e Selene si avviarono verso la torre di Corvonero insieme a Louis, sesto anno, altro cugino della rossa; Arya era dovuta andare prima con Lysander per accogliere i piccoli nuovi Corvi nella Sala Comune.
«Rose! Rose!»
La ragazza si voltò un po’ scocciata, dato che non poteva resistere un secondo di più dal sonno, ma appena vide chi l’aveva chiamata cambiò subito espressione.
«Ragazzi andate pure avanti, dopo arrivo. Sco’!». Raggiunse il ragazzo biondo di corsa, fermandosi ad un passo da lui. «Hai bisogno?» chiese sorridente.
«Non mi hai dato la buonanotte» disse mettendo su il suo solito broncio finto.
«Oh, scusami tanto, è che avevo troppo sonno e me ne sono dimenticata...» Rose abbracciò il suo migliore amico per farsi perdonare, non sapendo che lui l’aveva già fatto quando l’aveva vista sorridere con felicità nella sua direzione.
 «E va bene... Riesci sempre a scamparla tu!» Scorpius scoppiò a ridere, non resistendo più e lo stesse fece Rose, perchè anche lei era troppo felice quando era insieme al Serpeverde, erano così felici che dovevano per forza sorridere o ridere ogni volta.
«Ora andiamo a letto, va, che domani se no non riusciamo ad alzarci.» disse il ragazzo, diede un ultimo abbraccio alla rossa e la lasciò andare verso alla Torre di Corvonero e dopo averla vista rispondere all’indovinello ed entrare si girò per avviarsi ai sotterranei, più sereno.
 
Rose entrò nella Sala Grande insieme ad Arya e Selene, parlando delle lezioni che sarebbero iniziate quel giorno, curiose come solo delle Corvonero potevano esserlo riguardo allo studio, ma quando si tornava ad Hogwarts per studiare Incantesimi o Aritmanzia al posto di Storia era tutto molto più bello, cosa che Selene sapeva benissimo.
Hogwarts era la casa di tutte loro, di tutti i loro parenti e amici, là potevano essere loro stessi senza avere il fiato dei genitori sul collo ed erano tutti insieme; Hogwarts era magia pura, c’era l’aria intrisa di essa in qualunque luogo della scuola, dal lago alla Torre di Astronomia. Se volevi stare da solo a riflettere c’era un posto sicuramente libero per farlo, se avevi bisogno bastava chiedere per ricevere aiuto, anche da chi non ti aspettavi, se volevi degli amici li trovavi di sicuro, se non ce la facevi in una materia ce n’erano tante altre. Mamma Hogwarts ti attendeva sempre con ansia, pronta ad accoglierti coi suoi camini accesi, coi suoi gustosi pasti, fra le sue forti mura, resistite alla guerra. Le mura che avevano visto le sofferenze di tutti in quella guerra di più di venti anni fa e che le avevano prese come insegnamenti, rinforzi.
Erano finalmenti lì, dove si sentivano a casa.
Il professor Wishwand, il successore dell’ormai pensionato Vitius e direttore della casa di Corvonero, passò per distribuire gli orari al tavolo dove le ragazze lo attendevano ansiose.
«Buongiorno ragazze! Passate buone vacanze?» esclamò con il suo solito entusiasmo giovanile il professore amato da tutta la popolazione femminile di Hogwarts. Aveva trent’anni, anche se ne dimostrava venticinque, i capelli ricci e corti, portava una barbetta trasandata artisticamente, particolare che faceva impazzire tutte, e gli occhiali rotondi con la montatura in legno. Era molto buono e condiscente con gli alunni, lato che poteva anche essere sfruttato, ma che lo rendeva “il cucciolino” di tutti. Non era amato solo dalle ragazze, ma anche dai ragazzi, che lo ammiravano per le sue capacità di insegnante, che coinvolgevano sempre tutti gli studenti; i giovani maghi inoltre, spesso e volentieri, chiedevano consigli sulle ragazze proprio a lui. Era come un nuovo professor Lupin, ma insegnava Incantesimi.
«Buongiorno professore! Sono passate benissimo, ci siamo incontrate qualche volte e ci siamo divertite molto! Lei?» chiese Sel con aria sognante alla vista del suo insegnante preferito.
«Tutto a posto signorina Moonlee! Quest’anno il vostro programma sarà molto interessante, sapete?»
«Oh, già! Quest’anno impariam o gli incantesimi non verbali, giusto?»
«Esattamente signorina Weasley, mi aspetto grandi risultati da voi ragazze, siete le mie studentesse migliori, insieme al signor Malfoy, quindi impegnatevi per la vostra Casa! Voglio avere la Coppa quest’anno!»
«Certo signor Wishwand! Ci impegneremo come al solito!» disse chiudendo il discorso Arya.
Il professore sorrise loro per poi continuare il suo giro di distribuzione degli orari.
«Ragazze abbiamo un lunedì fantastico! Due ore di Incantesimi con i Serpeverde, una di Aritmanzia, un’ora di Difesa contro le Arti Oscure con i Grifondoro, pranzo e al pomeriggio due ore di Trasfigurazione con i Tassorosso. Alla sera abbiamo anche la lezione di Astronomia di nuovo con i Serpeverde... evvai!» esclamò Rose, tutta contenta, la maggior parte erano le sue materie preferite, stessa cosa per le sue due amiche, Sel era appassionata di Incantesimi, Aritmanzia e Astronomia, mentre Arya lo era di Incantesimi, Difesa e Trasfigurazione.
«Ehi Rose, sta arrivando Scorpius» disse Arya guardando oltre la spalla della rossa. Rose si girò e attese che arrivasse il suo migliore amico, seguito da Albus, assonnato come non mai.
«Ehilà Rosie! Buongiorno!» sorrise il biondo abbassandosi per dare un bacio sulla guancia della Corvonero, ricambiato subito. «Visto che bell’orario? Abbiamo due lezioni insieme già dal primo giorno, contenta?»
«Ovvio che sì, non vedo l’ora di poterti superare come ogni anno!»
«Se, se, questo lo dici tu, tanto lo sai che alla fine vinco io!»
«Oh, ma state zitti voi due! Tanto avrete come sempre entrambi tutte E!» sbuffò il cugino di Rose, cercando di sistemarsi la cravatta verde messa fuori posto. Arya e Sel scoppiarono a ridere al vedere i due ragazzi gridare indignati che non era per niente vero, per poi essere zittiti con un colpo di bacchetta da Al.
«Su, dobbiamo andare ora, abbiamo lezione». Al liberò i due dall’incantesimo e, ripreso il suo tono da prefetto –era sveglio ormai-, obbligò i suoi amici a muoversi verso l’aula, con anche Lys che li aveva avvicinati all’ultimo momento, per felicità di una certa castana con gli occhi verdi-azzurri.
Mentre si avviavano verso l’aula li raggiunse James che “voleva salutare il fratello e la cugina preferita”, come no, e mentre se ne andava passò accanto ad una Selene più rossa di una Weasley imbarazzata e le lanciò un’occhiata di striscio, arrossendo anche lui e passandosi –cosa che non succedeva mai, eh- una mano fra i capelli.
 
«Buongiorno ragazzi e bentornati anche quest’anno. In questi mesi affronteremo gli incantesimi non verbali, come ho già accennato ad alcune studentesse,» il professor Wishwand fece un cenno verso le tra amiche Corvonero «e cominceremo ad esercitarci con quelli più semplici, dalla primo anno.
«Per questo inizieremo con l’incantesimo di Levitazione, il Wingardium Leviosa. Per praticare un incantesimo non verbale è necessaria la massima concentrazione, per poi pensare con molta intensità alla formula e all’obbiettivo finale, in questo caso la Levitazione di una piuma. Bene, cominciate e ricordate: massima concentrazione.» Concluse l’insegnante, distribuendo le piume fra gli studenti, che smisero di prendere appunti e tirarono fuori le bacchette, impazienti di sperimentare nuove cose, sopratutto i Corvi, Scorpius e Albus.
Rose fece un respiro profondo prima di concentrarsi sulla piuma di fronte a lei e ripetere la formula nella sua mente. Wingardium Leviosa, forza! La piuma di mosse di qualche millimetro, ma non si sollevò. Wingardium Leviosa! Si sollevò di un centimetro, per poi riposarsi sul banco. La situazione intorno a lei non era diversa, anche Scorpius aveva qualche problema e non ci riusciva proprio. Poi si sentì un “Oooh” di meraviglia e si videro due piume alzarsi contemporaneamente e compiere disegni astratti nell’aria, incrociandosi, guidate dalle bacchette di Rose e di Scorpius, che si guardavano sorridendo felici.
«Ottimo ragazzi, ottimo! Sapevo di poter contare su di voi! Dieci punti a Corvonero e a Serpeverde!» esclamò contento il professor Wishwand.
Incentivati da loro, man mano anche gli altri studenti riuscirono a compiere l’incantesimo correttamente, sorridendo entusiasti quando ci riuscivano. La campanella suonò e tutti uscirono chiaccherando sereni, felici di non avere compiti per gli ottimi risultati ottenuti.
Rose, Scorpius, Albus, Arya, Selene e Lysander si staccarono dal gruppetto e si diressero verso l’aula di Aritmanzia, materia che frequentavano solo loro, due Tassorosso –Jane Mildrey e Laurence O’Grey- e un Grifondoro, Rupert Cornhorn.
Quando entrarono nell’aula si sedettero nei banchi a tre con le solite posizioni che avevano dall’anno scorso: Al, Sco’ e Rose in prima fila, dietro c’erano Arya, Lys e Sel, mentre in fondo c’erano Jane, Laurence e Rupert.
Selene tirò subito fuori il libro, la penna e una pergamena nuova, non vedeva l’ora che incominciasse la nuova lezione di una delle sue materie preferite e appena entrò la professoressa Boomie, iniziò a scrivere frenetica tutto quello che diceva, rispondendo alle domande e ottenendo dieci punti per la sua Casa, soddisfatta.
«Pss, Rosie!» sussurrò Scorpius alla sua vicina di banco che gli rispose con un mugolio, segno che lo stava ascoltando. «Come mai Selene è così appassionata di Aritmanzia? Per carità, piace anche a me, ma non così tanto...»
«Beh, devi sapere che quando andava alla scuola babbana, prima che ricevesse la lettera, era la più brava della sua classe in Matematica, la materia dei numeri da loro, e per questo, quando ha scoperto che qua si studiavano i numeri collegati alla magia è completamente impazzita, ha cominciato a saltellare per la Sala Comune e quando è andata a letto ha dormito sorridendo.» Raccontò la rossa, continuando però a prendere appunti.
«Ah, okay... grazie Rosie, non capivo» Scorpius le scompigliò i capelli e riprese a seguire la lezione.
 
Dopo la lezione di Difesa contro le Arti Oscure, i Corvonero andarono in Sala Grande affamati e già stanchi per tutte quelle ore di lezione, mangiarono insieme agli altri studenti e si andarono a riposare nella loro Sala Comune in attesa della prossima lezione con i Tassorosso.


MY CORNER^^:
Eccomi qua, com promesso!
Intanto grazie a tutte le seguite/ricordate/preferite, a chi recensisce, e anche a chi legge in silenzio, sono molto contenta che la storia vi piaccia (speroXD)! Dobbiamo ringraziare la mitica zia Row, è tutto proprietà sua^^
Poi volevo, come sempre, dedicare il capitolo ad Arya_95  e scusarmi se ci sono errori... Tra l'altro secondo me non ha alcun senso l'ultima parte, la lezione di Aritmanzia, ma va beh XD
Per il prossimo capitolo ho già una mezza idea, all'inizio saranno solo capitoli un po' per ambientarsi... poi chissà^^
Beh alla prossima, ancora grazie,
vostra,
hayhey<3

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Capitolo 4
*** Astronomia ***


Capitolo 3- Astronomia
 
Tre ragazze, Corvonero –a giudicare dallo stemma sulle divise-, stavano correndo per i corridoi di Hogwarts, con le borse che cadevano dalle loro spalle e i mantelli che pendevano da un lato, sgualciti. Una di loro inciampò anche ad un certo punto, trascinando con sè le altre due. Queste ragazze erano Rose –era lei ad inciampare quando correva-, Arya e Selene, in ritardo per la lezione di Trasfigurazione con i Tassi; non riuscivano ad immaginare la vergogna che avrebbero provato davanti alla famosa occhiata-alla-Granitt e per questo cercavano di fare il più in fretta possibile.
Dovevano essersi perse troppo a leggere come al solito, ma lo avevano fatto perchè dovevano inaugurare bene l’anno scolastico nuovo con delle nuove letture, dei nuovi mondi che le avrebbero accompagnate senza abbandonarle.
Entrarono di corsa nell’aula di Trasfigurazione, tirarono un sospiro di sollievo nel non vedere la professoressa e si sedettero nel loro banco da tre, prima fila, lato sinistro, verso le finestre che davano sul parco della scuola.
Salutarono i compagni Tassorosso e iniziarono a parlare con la loro amica Alice, figlia del professor Paciock di Erbologia; la ragazza era molto piccolina, sia di statura che di corporatura, era molto semplice –capelli castani e lisci, occhi castani-, ma aveva quell’aria amorevole che ti faceva capire subito che era chi di più fedele potessi aspettarti –non per niente era a Tassorosso-.
Suo fratello Frank era il migliore amico di James, era colui che fermava le sue cavolate ma anche chi lo accompagnava quando il maggiore dei Potter riusciva a convincerlo con le sue “arti persuasive” –convinto lui, convinti tutti-.
Per sfortuna della popolazione erano nella stessa casa e quindi spesso perdevano punti insieme... che poi erano recuperati grazie all’intelligenza di Frank e dalla bravura di James sul campo da Quidditch.
Le ragazze stavano proprio parlando di loro quando la professoressa entrò nella classe e fece zittire gli studenti con una solo occhiata.
«Buongiorno e bentornati ragazzi» disse col suo fare imperioso –non per niente era la preside.
«Buongiorno professoressa McGranitt» risposero in coro gli alunni.
«Quest’oggi faremo un rapido ripasso del programma dell’anno passato e poi ritirerò i compiti delle vacanze.
«Bene, qualcuno da dirmi qual’è stato il primo argomento affrontato al quinto anno?»
Rispose un Tassorosso e la professoressa lo scrisse con un colpo di bacchetta sulla lavagna; continuarono a ripetere tutto ciò che avevano fatto per un’ora, in quella seguente ripassarono con le bacchette e, vedendo i risultati più che buoni, la preside si disse soddisfatta e per compito diede solo un ripasso generale, ritirò i temi che c’erano per compito con un Accio e li lasciò liberi.
Gli studenti uscirono, contenti –i Tassi- che le lezioni del primo giorno fossero finite ed ognuno prese una direzione diversa.
Arya continuava a blaterare initerrotamente su quanto fosse bella Trasfigurazione insieme a Lysander, mentre Rose, Sel e Alice la guardavano con un sorrisino ironico e un po’ malizioso alla vista di quei due così vicini e decisero di lasciarli soli, allontanandosi per andare in Biblioteca e ripassare il programma come aveva detto loro la McGranitt.
Ad un certo punto Arya si accorse di essere sola con Lys e arrossì di botto, seguita da un Lys imbarazzato come non mai –anche lui se ne era accorto- e si zittirono insieme, guardando da altre parti che non fossero i rispettivi occhi.
«T-ti a-andrebbe di ripassare con me in Sala Co-comune?» balbettò il biondo.
«C-certo...» rispose –sempre balbettando- la castana.
Si avviarono allora verso la Torre, cercando di fare un po’ di conversazione che non prevedesse imbarazzo e, dopo alcuni esperimenti falliti, ci riuscirono e lo fecero anche mentre ripassavano Trasfigurazione, confrontandosi sui vari argomenti.
 
Dopo due ore buone di studio le ragazze che erano in Biblioteca chiusero i libri e appoggiarono la testa sull’enorme tavolo, spargendo i capelli che si erano sciolte, tutt’intorno.
«Ragazze io vado che devo portare i libri in Sala Comune prima di cena» disse con voce assonnata Alice. Si alzò e si trascinò fuori dal portone, verso i sotterranei.
«Andiamo anche noi? Io devo andare a controllare Hugo al campo da Quidditch, vieni con me?»
«Va bene, andiamo». Anche Selene e Rose si alzarono e, dopo aver portato i libri alla Torre di Corvonero, si recarono al campo, dove i Grifondoro si stavano allenando, volteggiando in aria.
Le Corvonero salirono i gradoni e si sedettero dagli spalti, nel punto più alto in modo da seguire meglio l’allenamento.
Un certo Potter si era accorto delle due e ora cercava di trovare il Boccino nel minor tempo possibile, per poter poi scendere verso di loro a parlare con la sua cuginetta preferita, ovviamente. La sua squadra stava andando abbastanza bene, aveva iniziato subito gli allenamenti per la prima partita contro i Tassi e, anche se all’inizio erano un po’ infuriati, i suoi compagni avevano accettato per poter vincere da subito il campionato.
James era il Cercatore, come suo padre, Hugo era uno dei battitori –insieme a Lily-, i gemelli Nicholas e Angeline Bell erano due dei cacciatori, quarto anno, insieme a Rupert Cornhorn e il portiere era Michael Gilbert, settimo anno.
Quando l’allenamento finì e il capitano permise ai giocatori di entrare nello spogliatoio, Selene e Rose videro questi volare verso di loro. Rose sorrise, contenta di vederlo, e Sel cercò di essere tranquilla, riuscendoci quasi.
«Ehilà, ragazze! Come va?»
«Buon pomeriggio cugino! Tutto a posto, ci manca solo la lezione di Astronomia questa sera e non vedo l’ora! Ha fatto il bravo Hugo?»
«Sì Rose, dovresti lasciarlo un po’ in pace poverino... Ha solo un anno in meno di te!»
«Sì, ma-»
«Niente ma, Rose! Lo sai che lo controllo io, come controllo mia sorella, non c’è bisogno di essere in due!»
«Va bene... Dopotutto sei tu il cugino maggiore. Giusto Sel?» e si girò verso l’amica sorridendole con una punta di malignità negli occhi.
«Eh? Sì sì! Cioè, no, cioè, sì... Ah, ma che vuoi?» esclamò presa alla provvista la castana, arrossendo per la figuraccia fatta.
«Ehi Rose trattala bene! Che ti ha fatto?» James era un po’ arrabbiato, poi sorrise all’amica di sua cugina e le porse una Cioccorana che aveva in tasca. «Tieni, per calmarti» le sorrise dolce. «Adesso devo andare, ciao ciao ragazze!»
Rose lo guardava soddisfatta mentre si allontanava, poi si girò verso Selene con un sorrisino.
«Lo sai che James non dà mai a nessuno i suoi dolci?» detto questo, si girò e si avviò verso la Sala Grande per la cena, seguita da una Selene rossa come non mai.
 
Dopo cena le ragazze con Louis, Lys, Scorpius e Albus andarono alla torre e attesero l’arrivo della professoressa Sinistra –la nipote- e intanto si posizionarono dai loro telescopi.
Rose e Scorpius erano come al solito vicini e la ragazza era già persa tra le stelle che le illuminavano gli occhi, osservati con tenerezza dal suo migliore amico che la avvicinò.
«Sempre amante delle stelle, eh?» le disse con la sua solita dolcezza.
«Ovvio» rispose con tranquillità la rossa.
Le stelle erano ciò che li legava –oltre alla neve-, spesso nelle sere estive salivano sul tetto della casa in cui erano per poterle osservare insieme in silenzio, quel silenzio che amavano. Stavano seduti vicini, spalla contro spalla, con le mani che si sfioravano, con la testa di Rose che si appoggiava a Scorpius che le lasciava il solito bacio sui capelli per poi tornare ad alzare la testa verso quella coperta blu puntellata di bianco che li sovrastava.
Astronomia era un modo per poter avere quei momenti anche a scuola e per questo erano stati molto fortunati ad avere la lezione insieme anche quest’anno, dato che non si erano visti durante l’estate. Era ovviamente la materia preferita di entrambi.
La professoressa arrivò e mise ognuno alla sua posizione.
«Cercate la costellazione dello Scorpione, disegnatela sulla pergamena e per la prossima volta voglio un tema su di essa di venticinque centimetri» diretta e concisa, era così Rumiel Sinistra.
I due migliori amici si guardarono con un sorrisino per poi girarsi verso i rispettivi cannocchiali e puntarli esattamente dove sapevano si trovasse la costellazione che rappresentava il nome del Serpeverde. In quella costellazione i due amici avevano visto una volta una stella, piccola ma luminosa, chiamata Antares, e avevano deciso che era la stella di Rose, in modo che i due fossero sempre uniti, in ogni circostanza.
Fecero il loro lavoro e dato che finirono prima di tutti, iniziarono a scrivere il tema, nominando le stelle che facevano parte della costellazione, fra cui Shaula e Antares, le principali.
«Ehi Sco’, lo finiamo insieme domani il tema?»
Non poteva farle domanda più bella «Certo Rosie, Biblioteca?»
«Ovvio» sorrise la Corvonero.

MY CORNER^^
Ehilà gente!
Scusate il ritardo, ma la scorsa settimana non sono riuscita a scrivere niente e ho scritto tutto oggi che sono rimasta a casa da scuola XD
Scusa Arya se non te l'ho mandato, ma non potevo aspettare ^^
Scusate eventuali errori, dato che non ho riletto e grazie come al solito per tutte le preferite/seguite/ricordate/recensioni! Alla prossima, vostra,
hayhey^^

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Capitolo 5
*** Libri e inviti ***


Capitolo 4 – Libri e inviti
 
Erano ormai passate due settimane e mezzo dall’inizio delle lezioni, gli studenti si erano riabituati al ritmo –sveglia presto, colazione, lezioni, pranzo, compiti, lezioni, compiti e cena- sebbene, come sempre, qualcuno ancora se ne lamentasse. Lys, Arya e Al continuavano il loro lavoro di prefetti, James continuava  ad allenare la sua squadra per l’imminente partita di fine Ottobre, Selene continuava ad arrossire vedendolo, Scorpius e Rose continuavano ad studiare insieme e a fare i migliori amici. Come stavano facendo esattamente in quel momento, in un angolo della Biblioteca abbastanza nascosto ma caldo e confortevole.
Erano vicino ad una finestra che mostrava il meraviglioso e tipico tempo britannico –pioggia, nebbia, nuvole, pioggia- e che dava sul lato del parco da cui si vedeva la Foresta Proibita, quel giorno più inquietante del solito.
Sotto questa finestra, nella parte che dava all’interno dell’edificio, c’era una nicchia con vari cuscini, unico angolo adatto a riposarsi leggendo un bel romanzo di tutta la stanza, che era immensa. I due amici erano proprio in quell’angolo, dato che avevano appena finito il tema di trenta centimetri che aveva dato il professor Wishwand il giorno prima.
Scorpius era da un lato, appoggiato all’angolo, e dall’altro c’era Rose, nella medesima posizione, entrambi con un bel libro in mano. Ogni tanto il Serpeverde lanciava occhiate alla Corvonero e sorrideva vedendola aggrottare la fronte e fare una smorfia col nasino e la bocca quando non le piaceva un passaggio del libro, come la morte di un personaggio o una cruenta battaglia. Sbirciando il titolo aveva visto che era Le cronache di Narnia e, a giudicare dalla faccia doveva essere in atto una battaglia.
 Sorrise ancora e tornò al suo di libro, perdendosi fra le parole intrecciate fra loro che avevano scritto mani fatate in grado di mettere su carta sentimenti, emozioni, magia, cercando di entrare loro stesse dentro queste avventure, creando mondi e vivendoli. Si chiedeva sempre come delle semplici persone –non magiche tra l’altro- potessero scrivere cose così magnifiche e ringraziò ancora una volta, mentalmente, la sua amica per avergli fatto conoscere quei nuovi mondi fantastici, stufo dei trattati magici che aveva in casa.
La guardò, perdendosi nelle ciglia chiare della ragazza, nei ricci scomposti e fiammeggianti, nella moltitudine di lentiggini che parevano stelle sullo sfondo bianco della sua pelle, poi si riscosse “È solo un’amica, non posso pensare a lei come... come fidanzata”.
«Ehi Sco’, tutto a posto? Sembri sconvolto» Rose lo guardava, gli occhi pieni di preoccupazione per il suo migliore amico, le sopracciglia agrottate.
«Eh? Ah, sì sì, non ti preoccupare Rosie, è la storia...» sussultò dalla sorpresa e disse la prima cosa che gli era venuta in mente.
«Ma stai leggendo delle poesie, Sco’» ora era poco convinta, il biondo sembrava molto imbarazzato e non la guardava negli occhi, cosa che non accadeva mai.
«Ehm... è perchè stavo pensando al tema mentre leggevo, ho paura che possa aver scritto qualcosa di sbagliato...» disse incerto.
«Ma lo abbiamo controllato quattro volte Sco’! Sei sicuro che sia tutto a pos-»
«Rose!» disse una voce interrompendo la ragazza.
«Che c’è?» sbottò lei voltandosi verso il malcapitato. Era Michael Gilbert, il portiere della squadra di Grifondoro; era un ragazzo abbastanza alto, spalle larghe, capelli scuri e occhi verde bottiglia, il tutto decorato dal sorriso enorme che rivolgeva a tutti.
«Ciao Rose, ciao Scorpius. Rose ti sto cercando da un po’, volevo chiederti una cosa» disse baldanzoso come sempre, senza un minimo di imbarazzo.
«Dimmi pure Michael» sorrise gentile la rossa.
«Sabato prossimo, l’ultimo di Settembre, inizieranno già le uscite ad Hogsmeade, ti andrebbe di venirci con me?»
«Come amici?» chiese incerta; Scorpius nel frattempo aveva uno sguardo allucinato, fissava Gilbert senza vederlo, preso dai suoi pensieri confusi.
«Oh, no! Un appuntamento, nel vero senso della parola!» continuò il Grifondoro, per nulla scoraggiato dallo sguardo sorpreso e un po’ diffidente della ragazza davanti a lui.
«E perchè?»
«Beh, perchè sei una bellissima ragazza –qui Scorpius si riscosse pensando “Oh, lo so bene”- e mi piacerebbe uscire con te, sei anche molto simpatica e intelligente e vorrei trovare qualcuno con cui parlare al posto delle solite ochette starnazzanti. Voglio provare una nuova strada.» disse convinto.
Rose ci pensò un po’ su e poi decise che in fondo una possibilità poteva dargliela.
«E va bene Michael, mi hai convinto... Sabato alle nove davanti al portone va bene?»
«Certo che va bene Rose, grazie mille, ci vediamo» il ragazzò si abbassò per lasciare un bacio sulla guancia della Corva che divenne rossa come i suoi capelli per l’imbarazzo e lo salutò con voce flebile.
Scorpius spostava lo sguardo da Michael a Rose e viceversa, non riuscendo a credere a quello che aveva appena visto coi suoi occhi e quando il Grifondoro se ne andò, puntò gli occhi sulla sua migliore amica, ancora più sconvolto di prima. Rose lo guardò e scoppiò a ridere a causa della faccia buffa che aveva il suo amico, per poi mettersi una mano davanti alla bocca a causa dell’occhiataccia dell’ormai decrepita Madama Pince.
«Sco’» iniziò tra una risata trattenuta e l’altra «tutto a posto? Ora sì che hai un’espressione sconvolta!»
«Ma... ma.. tu... Hai accettato di uscire con quel damerino?» mormorò, non credendo alle sue stesse parole.
«Sì, Sco’ –iniziò Rose- , sono una ragazza e come tale mi sono sentita lusingata da quei complimenti, inoltre ha esposto una teoria motivata e perciò ho accettato» concluse, soddisfatta del suo perfetto ragionamento da Corvonero.
«Ma-»
«Su, Sco’, andiamo che è ora di cena.» Rose prese il ragazzo per un braccio e se lo tirò dietro, mentre quest’ultimo metteva su un’espressione avvilita adorabile, accompagnata da un musetto ancora più adorabile, al che, la ragazza si addolcì e gli posò un bacio sulla guancia. Scorpius la abbracciò contento e insieme andarono a cena, ridendo e scherzando.
 
La cena era finita da un pezzo, ma Rose e le sue amiche erano ancora nel loro angolino della Sala Comune dei Corvonero, in uno dei loro momenti di lettura.
La Sala era molto grande, aveva una moquette blu e il soffitto era blu scuro, puntellato di piccole stelline, per dare l’effetto cielo notturno che adoravano tutti gli appartenenti alla casa dei Corvi. La statua di Priscilla le osservava austera dall’ingresso, ma ormai erano tutti abituati al suo sguardo intelligente e fiero –tranne i primini che avevano ancora un po’ di paura-.
Nella stanza c’erano ormai pochi studenti, molti dei quali erano lì solo per finire i compiti –della settimana seguente ovviamente- o per cercare Nargilli, come stava facendo Lorcan che allo stesso tempo cercava di  convincere Louis della loro esistenza, sotto il suo sguardo scettico e divertito; Lysander era già a letto, circondato da Gorgosprizzi, come aveva annunciato prima di salire le scale del dormitorio.
Le ragazze erano nell’angolo di fianco al caminetto acceso, su delle poltrone ormai diventate di loro propietà. Avevano come al solito un libro ciascuno, Rose con Le cronache di Narnia, Selene con L’evoluzione di Calpurnia e Arya con una raccolta sui miti greci, di cui era appassionata.
Ad un certo punto Rose, che non riusciva più a leggere, iniziò a parlare.
«Ragazze devo dirvi una cosa.»
«Mh? Tutto a posto Rosie?» Selene aveva alzato lo sguardo perplessa.
«Beh... oggi, mentre ero in biblioteca a leggere con Sco’ è venuto Michael Glibert e-»
«Michael Gilbert?! Wow, Rosie! Che ti ha detto?» era saltata su Arya.
«Beh, ecco... mi ha invitata ad Hogsmeade e-»
«Hai accettato vero?» esclamò ancora la castana.
«Se la lasciassi parlare Arya, ce lo direbbe.»
«Oh, vero» ridacchiò «scusa, continua.»
«Sì sì ho accettato, mi ha detto tante cose carine» e raccontò loro dei complimenti che le aveva fatto, ma anche della faccia sconvolta di Scorpius, che non capiva a cosa fosse dovuta.
Arya e Selene la ascoltarono fino alla fine e provarono  a cercare una motivazione al comportamento di Scorpius. Selene aveva una mezza idea, ma non voleva spaventare la sua amica con possibili –e non certi- sentimenti che potevano allontanarla da un amico come lui, perciò si scambiò un’occhiata d’intesa con Arya e lasciò parlare lei.
«Mah, non sappiamo Rosie... forse è solo spaventato dal tuo possibile allontanamento che potrebbe essere causato da Michael, potrebbe essere una gelosia fraterna ecco...»
«Esatto Rosie, non ti preoccupare e domani vi scambierete uno dei vostri abbracci mozzafiato!» la rassicurò ancora Selene.
«Okay... grazie ragazze, come farei senza di voi?» sorrise addolcita e poi si abbracciarono.
«Beh... Com’è questo Gilbert?» chiese maliziosa Sel, facendo ridere tutte «Guarda che sono seria! Vogliamo sapere tutto! Vero Arya?» disse seriosissima guardando Arya che annuì prima di scoppiare a ridere ancora, trascinando nel divertimento anche le altre due.
La statua di Priscilla le vide ridere e scherzare nella sua Sala Comune e andare finalmente a letto, ridendo ancora come sceme.


MY CORNER^^
Eccomi qua anche oggi:)
Spero che vi piaccia questo capitolo, grazie alle mie fidate recensitrici (se ce ne sono altre, ben vengano XD)
Dedicato come sempre ad Arya <3
hayhey che fa schifo nelle note ^^

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Capitolo 6
*** Speciale Selene e James ***


Capitolo 5 – Speciale Selene e James
 
 I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles it’s a very very
Mad world
Mad World, Gary Jules
 
Ti vedo da dietro il muro dove mi nascondo ridere e scherzare con mia cugina, i tuoi occhi verdi accesi da una luce di divertimento, la luce del sole fa risplendere le sfumature ramate dei tuoi capelli.
Non può essere che tu mi piaccia così tanto, non lo posso accettare, tu sei solo la migliore amica di Rosie, sei più piccola e in me vedi solo il James che ti tirava i capelli quando eri piccola, come fa ogni bambino con le bambine più piccole, per farle piangere.
Quest’anno inizierai il sesto anno ad Hogwarts e quando io avrò finito ci potremo vedere solo in queste giornate di festa alla Tana o per il compleanno di papà, non voglio che succeda, voglio che tu stia sempre con me... Ma è difficile dirtelo. Non riesco. Non lo posso accettare.
 
La sera è arrivata, siamo tutti intorno al fuoco in giardino per festeggiare non so cosa, sono ancora distratto da te, adesso ridi anche con l’altra amica di mia cugina, Arya mi pare.
È arrivato anche Craig, il ragazzo che abbiamo incontrato in spiaggia il mese scorso; ma perchè ti guarda così? Cosa è successo Selene, cosa? Perchè lo guardi spaventata e scappi, con una scusa, da noi?
Ti seguo, non posso sopportare di vedere lo sguardo affamato di quel tizio, quindi mi alzo anch’io scusandomi  e correndo appena mi sono allontanato abbastanza dal cerchio.
«Selene! Selene!»
Non riesco a trovarti, mi sono ormai allontanato molto, quando sento un singhiozzo dietro all’albero dove ci arrampichiamo sempre noi Weasley-Potter: sei lì, gli occhi arrossati che si vedono anche con la poca luce della sera.
«Selene! Ti ho cercata dappertutto, cos’hai? Cosa ti ha fatto quel Craig?» mi guardi spaventata non essendoti accorta della mia presenza prima e cerchi di girarti per non essere vista.
 
 
James. James. James. È arrivato per me, è preoccupato per me... è qui per me.
Probabilmente era arrivato di corsa dato il fiatone che aveva ancora, il sudore sulla fronte, la camicia spiegazzata, che lo rendeva ancora più bello del solito e i capelli più spettinati del solito, cosa quasi impossibile.
Era fuggita appena aveva visto che Craig, quel mostro, la guardava con desiderio dopo quello che le aveva fatto, non era riuscita a stare con lui in mezzo alla sua famiglia e in mezzo ai suoi amici come se niente fosse. Si sentiva così sola, nessuno sapeva cosa era successo... e ora James era lì che la abbracciava senza dire niente, consolandola.
Dopo qualche singhiozzo e scossone di spalle Selene si calmò, James le accarezzava le spalle e le sussurrava parole dolci per calmarla.
«Sel... Cosa è successo?» le chiese con dolcezza il ragazzo.
«T-te lo d-devo dire davvero?» Selene tirò su col naso, guardando James con gli occhioni arrossati e dolci, il ragazzo si addolcì, non era più agitato come prima nei suoi confronti, ora che era con lei. Appoggiò la mano sulla sua guancia, in quel momento un raggio di luna li investì attraverso le fronde dell’albero e Selene cominciò a parlare.
«Okay... Craig ed io quest’estate ci siamo molto avvicinati, tanto che mi ero presa una bella cotta per lui. Alla festa in spiaggia a Villa Conchiglia della settimana scorsa siamo rimasti soli quasi tutto il tempo e ad un certo punto mi ha portata dagli scogli, sai dove? –James annuì- e lì mi ha detto che gli piacevo e io felice e e stupida, l’ho baciato d’impeto, deve aver frainteso, ho pensato, perchè mi ha spinto su uno scoglio e cercava di togliermi il costume e-e i-io... io –la voce le tremava- io gli ho detto di fermarsi, che non volevo tutto quello m-ma l-l-lui ha detto ‘ferma!’ e ha continuato... io sono riuscita a sfuggirgli e sono riuscita a non vederlo fino ad adesso...» la ragazza non si riuscì più a trattenere e ricominciò a piangere, stretta nella presa sempre più forte di James.
«Mi dispiace Sel, non dovevo chiedertelo, scusa, scusa, scusa...» Continuava con questa cantilena, ogni tanto interrotta da qualche singhiozzo della ragazza o qualche imprecazione rivolta a Craig dal ragazzo.
Non seppero quanto tempo passò, Selene si calmò e si staccò con lentezza dalla spalla di James, ma continuando ad abbracciarlo.
«Grazie James» disse seria «non saprò mai come ricompensarti».
«Mi hai già ricompensato» la guardò fisso negli occhi «mi hai dato la tua fiducia».
Sel sentì una fitta al cuore e quando vide il Grifondoro abbassarsi verso di lei, non percepì più il battito di quell’organo vitale, tanto era forte. Avvertì un calore umido sulla fronte e alzò di scatto il viso verso di lui.
«J-james...»
Il ragazzo si alzò in piedi e le porse la mano.
«Andiamo?» le chiese aprendosi in un meraviglioso sorriso.
 
 
L’ho fatto. L’ho rassicurata e le ho dato un bacio sulla fronte. Wow, forte essere un Grifondoro.
Siamo tornati tra tutti i nostri compagni, quello stupido se n’è andato a quanto pare, ma appena lo rivedo un pugno sulla mascella non glielo toglie nessuno.
 
 
La notte ormai avvolge tutta la campagna, ma c’è un puntino luminoso là in fondo e intorno ad esso c’è tanta gente che balla, ride, scherza e due ragazzi che si guardano sorridendo, escludendo tutto il resto del mondo dal loro.
I bambini si tengono per mano e iniziano a fare i giochi di cui solo loro conoscono il significato, girano in cerchio, corrono e saltano, sembrano pazzi al resto del mondo, ma in fondo tutti sanno che sono proprio quei piccoli esserini ad unirli, a farli essere una vera e propria famiglia pazza, amici compresi. Solo amici?
 
When people run in circles it’s a very very
Mad world
 
Il giorno prima della partenza per Hogwarts, due cugini, messisi d’accordo fecero la stessa domanda rispettivamente alla migliore amica e al fratello.
«Che è successo tra te e James?»
«Che è successo tra te e Selene?»
E i due interrogati risposero esattamene allo stesso identico modo, arrossendo entrambi.
«Niente!!»
Così dissero... ma alla stazione arrossirono di nuovo vedendosi.


MY CORNER^^"
Ehm...ciaoooooo cara gente! Perdonatemiiii *^*^* scusate il ritardo, ma ho davvero un sacco di compiti e perciò non sono riuscita a scrivere fino ad oggi (per domani no homework xD)! L'ho scritto tutto ora e non sono nemmeno riuscita a mandarlo alla mia Arya (come sempre dedicato a te cara^^).
Beh, qualcuno mi aveva chiesto informazioni sulle altre coppie e quindi ho deciso di fare due speciali per farvi capire com'è nato il loro amore:) i prossima saranno Arya e Lys <3
Se volete vedere i miei Sel e James ecco qua il link:

https://instagram.com/p/xgp4bULSfl/?modal=true

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Capitolo 7
*** Speciale Arya e Lysander ***


Capitolo 6 – Speciale Arya e Lysander
 
You look so wonderful in your dress
I love your hair like that
 
Tenerife Sea, Ed Sheeran
 
Sono sotto il melo di casa Weasley-Granger con le mie due migliori amiche Rose e Selene a leggere come al solito un libro ognuna; io ho una raccolta di miti greci, li adoro. Beh, una delle raccolte.
Il vento estivo è piacevole e fresco, anche se i nostri capelli non la pensano allo stesso modo, sopratutto quelli di Rosie, ricci e indomabili; io e Selene ce li abbiamo fermati con un comodo cerchietto-fascia.
Sto leggendo dei vari amori della dea Afrodite, dea dell’amore, quando veniamo chiamate da Hugo, il fratello di Rose, per mangiare, dato che siamo invitate tutto il giorno da loro.
Ci sediamo a tavola e iniziamo a parlare dell’anno che verrà, il nostro sesto e penultimo anno ad Hogwarts, la nostra seconda casa dove ci sono tutti i nostri amici e, nel caso dei Weasley, la maggior parte dei famigliari.
«Ragazze sapete vero che stasera c’è la festa di compleanno di Harry?» chiede il signor Weasley.
«Sì papà, abbiamo anche i vestiti! Sai per caso chi ci sarà?»
«Oh beh... Herm?»
La moglie lo fulmina con lo sguardo per la sua sbadataggine, poi risponde: «Ovviamente i Potter con i figli –Sel arrossisce, probabilmente sta pensando a James e al loro strano rapporto, venuto fuori quest’estate- tutti i Weasley e alcuni colleghi, poi Harry ha voluto invitare anche gli Scamandro»
Scamandro? Oh... vuol dire che ci sarà anche Lys... Rosie e Sel mi fissano maliziose e io distolgo lo sguardo, ma, come richiamato dal nome “Lys”, il ricordo di quando mi è iniziato a piacere viene fuori da un angolo del mio cervello:
 
“Arya sta correndo per i corridoi di Hogwarts, è al suo quinto anno ed è anche in ritardo per la lezione di Trasfigurazione, materia in cui purtroppo non va molto bene.
Mentre gira l’angolo non di accorge di un ragazzo che le sta venendo in contro, anche lui per correre a Trasfigurazione, e i due si scontrano, finendo entrambi per terra.
Arya alza lo sguardo e si accorge di che il ragazzo che le è finito contro non è altri che Lysander, il ragazzo un  po’ strano del suo anno, Corvonero come lei e prefetto come lei.
«Oh, scusami tanto Arya, non volevo!»
«Tranquillo, Lysander, ora muoviamoci che se no la McGranitt ci ammazza, visto il nostro andamento nella sua materia!» esclama la ragazza, rialzandosi e prendendo per mano anche Lysander.
Quando entrano nell’aula, la professoressa li sgrida e li obbliga a ripassare per la prossima volta, insieme, tutto il programma dell’anno; i ragazzi si guardano disperati  e capiscono che dovranno darsi molto da fare, prevedendo interi pomeriggi e nottate di noiosa Trasfigurazione, non sapendo che da quei ripassi sarebbe nato il loro amore e la loro passione comune per quella materia.”
 
 
La sera era arrivata e le ragazze stavano entrando in casa Potter, tutte e tre molto carine, tanto che tutti gli uomini della sala le guardarono quando entrarono, sopratutto un verto Corvonero e un certo Gridondoro.
«Ragazze siete bellissime! Fatevi dare un bacio!» disse Harry, andando loro incontro a braccia aperte e appoggiando il bicchiere di Burrobirra su di un tavolino a fianco dell’entrata. Abbracciò le ragazze e diede loro un bacio sulla fronte, a Rose scompigliò i capelli, cosa che la fece arrabbiare molto e l’eroe dovette scappare dalla nipote, ben più pericolosa di Lord Voldemort.
Selene e Arya si guardarono e scoppiarono a ridere, scuotendo la testa.
Tornando alla loro bellezza, Rose indossava un vestito blu che sfumava fino al celeste alla fine, appena sopra il ginocchio e senza spalline; Selene aveva un vestito verde bosco stretto sul petto stile impero, sopra il ginocchio e con le maniche corte a buffetto; Arya indossava un vestito bianco, stretto in vita da un laccetto di pelle nera, sembrava moribidissimo ed era lungo fino a dieci centimetri sopra il ginocchio.
Rose aveva legato due ciuffetti dietro, in modo che poi potesse portare i ricci sulle spalle senza che sembrasse una leoncina –come diceva sempre-, Selene si era fatta una delle sue treccie complicate e Arya aveva fatto i boccoli e due treccine legate dietro come la rossa.
La festa iniziò dato che erano arrivati tutti gli invitati e la gente parlava e ballava, con la musica lenta che aveva messo Ginny Potter. Una Selene imbarazzata era stata invitata da un James altrettanto imbarazzato –ma speranzoso- a ballare e ora Arya li osservava addolcita da un angolo del salotto.
«Sono dolci, vero?» disse una voce alle sue spalle. Era Lys, venuto da lei con due bicchieri in mano. «Ti ho portato da bere»
Arya arrossì un po’ e poi accettò con un sorriso il bicchiere di succo che le aveva portato.
«Selene è davvero molto bella stasera e James ne è rimasto ancora più colpito del solito» disse la ragazza.
«Non è di certo l’unico...» mormorò il Corvonero.
«Come?» chiese Arya, non aveva sentito bene.
«Eh? N-no niente!» ci fu un momento di imbarazzo «stai bene con quel vestito... e mi piacciono così i tuoi capelli...» farfugliò Lys, arrossendo e voltando la testa dall’altro lato.
Arya spalancò gli occhi, colpita, e arrossì ancora di più, cercando di non saltare dalla felicità.
 
You look so wonderful in your dress
I love your hair like that
 
«G-Grazie... Vuoi ballare?» chiese subito, senza pensarci e pentendosene subito; stava per ritirare la sua richiesta, quando Lys si girò contento verso di lei.
«Certo che voglio»
La prese per mano e la portò in pista, dove si strinsero l’uno nelle braccia dell’altro e ballarono tutta la serata.



MY CORNER ^^
Ehilà!
Eccomi qua col nuovo capitolo, sperando che vi piaccia :) Ecco i nostri due Arya e Lys^^
Volevo come al solito dedicarlo ad Arya_95 -sopratutto questo capitolo- e ringraziarvi per tutte le preferite/seguite/ricordate e sopratutto per le recensioni!
A presto, spero di riuscire a scrivere il prossimo capitolo entro domenica,
hayhey^^

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Capitolo 8
*** Confessioni ***


Capitolo 7- Confessioni
 
Selene stava camminando tranquillamente quel pomeriggio per i corridoi di Hogwarts, diretta alla Sala Comune dato che aveva finito di fare tutti i compiti; aveva lasciato Arya e Rose perchè la prima aveva incontrato Lys e si erano fermati a parlare, mentre Rosie voleva stare un po’ da sola con Sco’ per dirgli che non lo avrebbe abbandonato per un ragazzo qualunque, come le avevano consigliato le sue amiche.
Giusto quando era davanti all’ultimo corridoio prima del suo dormitorio sentì un sospiro e guardando dietro l’angolo vide Frank Paciock appoggiato alla parete con aria afflitta.
«Ehi Frank, che succede? Perchè quell’aria triste?» chiese con preoccupazione per l’amico –più conoscente che amico-.
«Oh. Ciao Selene... Niente di che...»
«Non credo proprio, sai? Vieni con me, parliamo... A volte è più facile parlare con chi si conosce poco... Me lo ha insegnato Arya!» detto questo, lo prese per il braccio e lo condusse fuori dal castello fino alla riva del Lago Nero, su una spiaggia fatta di sassolini dove si sedettero, mettendo il mantello sotto di loro in modo da non bagnarsi eventualmente con l’umidità del terreno.
Il ragazzo si appoggiò come se fosse stanco della vita, affaticato dai problemi che essa gli poneva sulle spalle, poi appoggiò le braccia sulle ginocchia piegate e alzò gli occhi castani, nonostante tutto ancora illuminati della solita luce, verso l’orizzonte. I capelli arruffati erano mossi dalla leggera brezza, ormai fredda, dell’autunno imminente.
Selene attese con calma che lui parlasse, non guardandolo per mettergli pressione, ma ammirando anche lei il paesaggio mozzafiato, con gli uccelli che volavano liberi, invidiati da Frank perchè essi non avevano problemi, potevano volare e dimenticare tutto.
«E così, proprio tu, sei venuta a parlare con me... E sia.» Selene era abbastanza perplessa, perchè proprio lei?
«Semplicemente non ne posso più di tutto quello che mi capita, non riesco a tenere tutto sulle mie spalle, sono solo un ragazzo di diciasette anni, cosa cavolo ho fatto per meritarmi tutto questo?Cosa, cazzo?» strinse un pugno così forte da graffiarsi un po’ il palmo della mano, Selene era colpita, ma non lo interruppe. «Ti starai chiedendo cosa mai mi sarà successo, beh il fatto è che mia zia è una stronza che ci ha lasciato soli e senza molto denaro –non andiamo molto avanti con la paga da professore di papà e quella dei Tre Manici di mamma- e il problema è che la mia sorellina non lo sa e io devo badarle, ma non ce la faccio da solo, non ce la faccio, porca vacca!» Chinò di scatto la testa per afferarsi i capelli con le mani, la Corvonero non sapeva cosa fare se non dargli il suo appoggio morale e gli mise una mano sulla spalla, incerta. Frank alzò il viso verso di lei, sorpreso, una lacrima gli scese finalmente dall’occhio e potè così liberarsi almeno per un po’ di quel peso, sfogandosi abbracciato a Selene che continuava a sfregargli la mano sulla schiena affettuosamente, cercando di aiutarlo come meglio poteva.
«Sai vero che hai tanti amici, sopratutto James?» disse seria.
«Sì, ma-»
«Niente ma, tu glielo dirai, come hai fatto con me, urlando, quello che vuoi! Ma glielo dirai e lui ti aiuterà, stanne certo! E per tua sorella Alice non ti preoccupare, ci penso io con le ragazze, le staremo vicine e passeremo del tempo con lei, così non si sentirà sola!» propose.
«Davvero lo farebbe Jam? E voi mi aiutereste così tanto? Ma perchè?» chiese perplesso, non capiva perchè fossero tutti così generosi.
«Perchè siamo tutti amici e gli amici si aiutano fra di loro, semplice.» sorrise.
«Oh, giusto –sorrise- grazie allora, davvero.» e senza dire nient’altro la abbracciò e se ne andò verso il campo da Quidditch. Nessuno dei due si era accorto che proprio nel momento dell’abbraccio era passato James che si era allontanato con uno sguardo ferito. Quel pomeriggio non diede a Frank la possibilità di parlargli.
 
La cena era finita da più o meno mezz’ora e Rose era seduta di fianco ai telescopi sulla Torre di Astronomia, a fissare le stelle con uno sguardo interrogativo, quasi come se stesse dialogando con loro, un dialogo in cui lei era quella che faceva delle domande sulla propria incasinata vita e le stelle rispondevano, cercando di farsi capire dalla rossa. Era così assorta nel suo dialogo che non si accorse di un ragazzo che stava entrando, probabilmente anche egli doveva riflettere.
«Oh, ciao Rosie, non pensavo fossi anche tu quassù...» era James.
Rose si girò, colta alla sprovvista, poi tirò un sospiro quando si rese conto che non era altri che Jamie, qualcuno che –a pensarci bene- poteva aiutarla, poteva ascoltarla.
«Ciao cugino, devi pensare anche tu?»
James annuì.
«Perchè non facciamo come un tempo? Ci raccontiamo quello che ci affligge?» propose con un tono nostalgico la Corvonero.
«Mi sembra assolutamente una buona idea, sai cugina? Siamo entrambi in un momento in cui abbiamo bisogno di consigli a quanto pare... e allora scambiamoci a vicenda i nostri problemi.»
Si sedette con stanchezza di fianco a lei e le fece segno di iniziare a parlare per prima.
«Prometti solo di non essere protettivo come papà e quindi non fare scenate» iniziò seria, ma quasi divertita «Ieri Michael Gilbert mi ha invitata ad Hogsmeade, non fare quella faccia, ti ho avvertito! Ne sono molto contenta, è stato gentile con me e non aveva l’aria di volermi ingannare...»
«Ma allora dov’è il problema?»
«Se mi lasciassi parlare te lo direi, Jamie! Il problema –gli lanciò uno sguardo di rimprovero, tipico suo- è che sembra che a Sco’ non sia molto piaciuta l’idea, era tutto triste ieri sera e oggi gli sono andata a parlare, gli ho detto che di certo non lo avrei lasciato solo per un ragazzo qualunque! Mi ha sorriso e mi ha detto grazie, ma so che ci sta ancora male perchè aveva gli occhi spenti... non capisco cos’abbia!» concluse e si girò verso il cugino, speranzosa di trovare un consiglio in lui.
James pensò attentamente prima di tirare fuori conclusioni azzardate. A suo parere quel Scorpius era sempre stato un po’ troppo appiccicato alla sua adorata cuginetta, ma a pensarci bene era un ragazzo di cui potersi fidare e di certo lo preferiva a quel damerino di Goulberd, lo conosceva poco ma aveva visto come faceva gli occhi dolci a quasi tutte le ragazze. Ovvero quelle che erano belle.
Quindi preferiva assolutamente che ci stesse Malfoy con la sua Rosie, ma non poteva di certo dirle della cotta colossale che aveva Scorpius per lei e che avevano notato tutti i cugini maschi Weasley-Potter. Anche se non lo conosceva molto c’era una specie di codice d’onore fra di loro –non rilevare mai eventuali infatuazioni alle interessate- e ormai Scorpius era quasi loro cugino. Doveva quindi agire per lui.
«Mah, Rosie... Non so se l’hai visto, Scorpius di sicuro sì dato il suo comportamento, ma questo Galberg è uno che fa gli occhi dolci a tutte le ragazze belle della scuola, e tu lo sei. Non dire il contrario, ti conosco. Quindi molto probabilemente vuole solo proteggerti, mi sembra normale!»
«Mmmh... Ok, può darsi, avrebbe senso... Facciamo così, proverò ad uscire con Michael, Gilbert, Jamie; e se mi darà una brutta impressione lo lascerò subito stare! Grazie cuginetto!» lo abbracciò con affetto, poi gli chiese il motivo della sua preoccupazione di prima.
Il Grifondoro era riuscito a non pensarci, occupato dal problema Rose, ma appena gli tornò in mente tutto si incupì e abbassò la testa.
Sospirò ma si decise a parlare, doveva togliersi quel peso dal petto, dirlo a qualcuno.
«HovistoFrankcheabbracciavaSelene»
«Come? Jamie, così non si capisce niente!» lo sgridò Rose.
«Ho visto Frank che abbracciava Selene. E lei ha ricambiato!» scandì, abbastanza scocciato.
«E con ciò?» la Corvonero aveva un’espressione furba, voleva tirargli fuori la cotta che aveva sospettato per la sua amica, che tra l’altro ricambiava.
«Beh, insomma non è bello quando la ragazza che ti piace abbraccia il tuo migliore amic- Cazzo. Cioè, volevo dire, in verit-» venne fermato dall’urletto eccitato di sua cugina che prese d’improvviso a saltellare per la torre.
«Ma che h-hai? » balbettò rosso come un peperone il Grifondoro coraggioso.
«Ti piace Sel! Ti piace Sel! Ti piace Sel!» disse canzonatoria Rose, dicendo fra sè qualcosa che il ragazzo non riuscì a sentire, ma che gli parve qualcosa come “Se lo sapesse probabilmente sverrebbe dalla felicità”. Ma non era assolutamente possibile, figuriamoci.
«Ma...uffa! Non è possibile che mi cogli sempre in fallo!»
«Sono una Corvonero, Jamuccio caro.» sorrise furba.
«Cattiva... beh comunque cosa dovrei fare?»
«Jamie prova a parlare con Frank, magari ti vuole dire qualcosa d’importante e si sarà trovato prima davanti la nostra Sel, sai che è sempre gentile e pronta ad ascoltare tutti, se sono amici.»
James riflettè. Cavoli, non ci aveva proprio pensato!
«Hai ragione in effetti cugina! Oggi sembrava che mi volesse parlare, ma ero troppo arrabbiato e non ci ho fatto caso. Hanno fatto proprio bene a metterti fra i Corvi!»
Rose sorrise compiaciuta e ringraziò. Il Grifondoro le diede una spallata leggere e si alzò per andare a parlare con il suo migliore amico. Dopo un po’ anche la rossa si alzò e raggiunse la sua stanza, con l’intenzione, la mattina dopo, di parlare con Scorpius e di dirgli della sua idea.


MY CORNER^^
Ehilà gente!
Scusate ma in questo periodo non riesco mai a scrivere, quindi ho deciso di spostare l'aggiornamento ogni due settimane! Quindi la prossima sarà Pasqua, così vi faccio anche gli auguri (mangiando tanto cioccolato)! Anche questa settimana non so quanto scriverò perchè poi ci sarà il mio compleanno sabato e devo pensare ad un po' di cosuccie^^
Dedico questo capitolo come sempre ad Arya, che sta scrivendo una storia magnifica^^
Ditemi cosa ne pensate di questo capitoletto e scusate per le parolacce, ma sono pur sempre ragazzi di 17 anni!
Alla prossima,
hayhey^^

ps. prometto che metterò anche Sco' nel prossimo!

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Capitolo 9
*** Compromessi ***


Capitolo 8- Compromessi
 
La mattina dopo la chiaccherata serale con il cugino, Rose si svegliò molto più rilassata, tanto che andò ad aprire le tende per far entrare il sole che faceva timidamente capolino da dietro le montagne, in modo così da svegliare le sue compagne di stanza. Quando spalancò il tessuto pesante e blu con energia, la prima a svegliarsi fu Arya, che senza neanche alzare la testa dal suo cuscino, prese l’altro –dormiva sempre con due cuscini- e glielo lanciò, mugugnando qualcosa come “Chsodjkg  rRpshfe”, che voleva probabilmente dire “Chiudi Rose”. Invece Selene ci mise un po’ ad accorgersene e quando lo fece disse “James smettila, lo so che mi vuoi rompere ma è presto!”.
«Ragazze mie, è ora di alzarsi!» cinguettò la rossa, neanche fosse Biancaneve.
Le altre due compagne di stanza, Lenaleen e Milena, la guardarono malissimo ma poi si alzarono e iniziarono a prepararsi con calma, come se niente fosse successo. Che strane, pensò Rose, ma poi tornò a guardare le sue amiche e saltò sopra ad entrambe. Le due ragazze, a quel punto, si alzarono di scatto, si guardarono, ed insieme presero ed avvolsero Rose nelle loro coperte, mentre lei scalciava e rideva come una pazza. Di prima mattina.
«Ma, Rosie, sei normale??» chiese molto perplessa Arya.
«Nooooooooooo!» e scoppiò a ridere.
Selene ed Arya decisero di allontanarsi silenziosamente, come avevano fatto intelligentemente le altre due, e si rinchiusero in bagno.
«Secondo te che le è successo?» chiese Sel.
«Non ne ho la più pallida idea...» replicò l’altra.
A quel punto la porta si spalancò e spuntò una massa di ricci rossi sparati da tutte le parti.
«Ragazze so come affrontare il problema Scorpius-Michael!» esclamò, praticamente urlando.
«È per questo che sei così euforica?»
«Beh, sì, così potrò di nuovo vedere un sorriso completo sul volto del mio migliore amico! Ed ora se mi scusate, mi preparo per scendere giù!» e detto questo, prese le altre due e le scacciò dal bagno.
Le Corvonero si guardarono molto spaventate, stupite di vedere Rose così fuori di testa.
«O è impazzita, o è innamorata. Anche se penso che le due cose equivalgano.» disse Selene.
«Penso la seconda...» rispose Arya guardando la compagna con occhio malizioso.
«Anche secondo me, ma qui sorge un’altra domanda: di Michael o di Scorpius?»
«Spero per lei di Scorpius.»
Dopo che ebbero fatto questi ragionamenti si alzarono e iniziarono a prepararsi come se niente fosse.
Magari anche loro erano pazze.
 
Scesero tutte insieme a colazione, ma quando entrarono non c’era nessuno, vista l’ora mattutina esagerata, tranne che le loro due compagne e qualche altro studente che probabilmente aveva gli esami –e doveva per questo studiare sempre- o aveva qualche problema di sveglia.
La rossa mangiò in fretta e furia una quantità assurda di roba indefinita presa a caso sul tavolo, poi si alzò ed aspettò davanti alla porta della Sala Grande suo cugino e il suo migliore amico.
Mentre aspettava, vide una testa riccioluta e castana spuntare con fare misterioso da dietro un gargoyle, la testa si girò a destra e a sinistra prima di avviarsi in punta di piedi da Rose che la guardava, incerta se ridere o fare la sorella matura. Hugo la raggiunse e si nascose dietro di lei, sempre con fare circospetto.
«Ehilà sorella!» disse con allegria ma sottovoce «Come ti va la vita? È un po’ che non ti si vedeva in giro, sempre rinchiusa in biblioteca, eh?» sussurrò scherzoso, dandole poi un pugnetto sulla spalla.
«Eh sì, Hugie, io studio! Tu piuttosto?» disse Rose scompigliandogli i capelli, che sembrarono ancora di più un nido di cicogna.
«Ehi, non chiamarmi Hugie!» protestò il ragazzo, rimettendosi a posto il ciuffo  e sbuffando leggermente «Hai portato quello che ti avevo chiesto?» chiese, dopo aver tolto il broncio che non teneva mai a lungo, essendo un ragazzo solare, gentile e molto affezionato –anche se non lo dava a vedere- alla sua sorellona, che gli arrivava poi alla spalla.
«Sì, sì, ecco qua la tua colazione.» La Corva gli porse un sacchetto con dentro le cose preferite di suo fratello che aveva trovato sul tavolo quella mattina. «Ti hanno visto questa mattina?»
«Oh, grazie tu sia benedetta sorella!» disse Hugo, stritolando la rossa che gli stava di fianco e lasciandola poi come se nulla fosse, iniziò a mangiare e, col cibo in bocca le rispose: «No, ancora no per fortuna... Insomma non è che mi dispiaccia essere popolare, ma vorrei vivere un po’ normalmente, ecco.»
«Eccolo! Ragazze l’ho trovato!» urlò una voce femminile.
I due Weasley si girarono spaventati verso il punto da cui proveniva l’urlo e videro un gruppo di ragazze che andavano dal secondo anno al quinto, con qualche elemento del sesto anno –il primo non c’era ancora, la scuola era appena iniziata-. Hugo si girò verso la sorella, le diede un bacio sulla guancia, le sussurrò un grazie per la colazione e, con il cibo tutto in bocca, iniziò a correre verso il chiostro e verso il ponte al di fuori, rincorso dalle sue fan.
«Era Hugo quello?» chiese una voce perplessa alle spalle di Rose.
«Sco’!» Rose lo abbracciò, ricambiata, «Sì, era lui inseguito dalle sue fans, ora deve addirittura chiedermi di portargli la colazione perchè nella Sala lo avrebbero assalito. Povero ragazzo.» sospirò, mettendosi le mani sui fianchi come se fosse nonna Molly preoccupata per il suo nipotino, e nel frattempo guardava il punto in cui poco prima era scomparso Hugo. Scorpius scoppiò a ridere e disse: «Da quando è che fai la mammina preoccupata Rosie?»
«Ehi! Io non faccio la mammina preoccupata!» stava per mettere il broncio, quando si ricordò che doveva parlare con lui. «Ah Sco’! Volevo proporti un compromesso per la faccenda Michael Gilbert!»
Il viso di Scorpius si scurì, ma poi annuì per sentire la proposta della sua migliore amica. Se fosse servito un compromesso per non perderla, avrebbe accettato.
«Allora, sabato uscirò con Michael, vedrò com’è e cercherò di conoscerlo senza pregiudizi, sia buoni che cattivi, poi mi farò la mia opinione e se sarà brutta lo lascerò stare. Ma Sco’, sappi che, qualunque decisione prenderò, tu sarai e sempre resterai il mio migliore amico e la persona a cui vorrò più bene. Okay?» disse decisa la rossa, prendendogli le mani e guardandolo fisso negli occhi chiari coi suoi azzurri.
Scorpius pensò intensamente ai rischi che correva la sua amica, cercò di scorgere il dubbio e ogni sfacettatura della sua mente attraverso  quel mare profondo e lucente; vi lesse decisione e qualcosa di potente sotto la forte amicizia che provava per lui. Forse fu quel qualcosa ancora piccolo e non venuto a galla a spingerlo ad accettare, perchè sapeva che lei sarebbe sempre tornata fra le sue braccia. Sospirò.
«Okay.»
La rossa squittì di felicità e lo strinse come lui di solito la stringeva, trasmettendogli quello che sentiva per lui come meglio poteva. Il biondo la strinse a sua volta e le lasciò il solito bacio fra i capelli, ma più prolungato del solito. Se solo sapessi Rosie...
 
Arya era in biblioteca, doveva mettersi avanti perchè quella sera ci sarebbe stata la riunione di fine mese dei prefetti e dei capiscuola. Era chinata sul libro di Trasfigurazione, concentrata come non mai, aggrottava la fronte nei punti più difficili per cercare di capire meglio e i capelli erano sciolti, infatti il ciuffo le andava davanti e doveva spostarlo spazientita ogni volta.
In tutto ciò, qualcuno –un certo Corvonero biondo del suo stesso anno- la guardava affascinato, guardava i suoi occhi meravigliosi che chiedevano silenziosamente riposo da tutto quello studio, troppo anche per una Corvonero che ha studiato tutto il pomeriggio. Era venerdì ed era anche in pensiero per Rose che l’indomani avrebbe avuto il fatidico appuntamento.
Lysander si avvicinò e si sedette di fronte a lei, che non se ne accorse minimamente e continuò a studiare.
«Arya?»
Silenzio.
«Arya?»
Una mosca che vola.
«Arya!»
«È? Che c’è?» la ragazza alzò di scatto la testa, sorpresa di vedere il ragazzo di fronte a lei e arrossì per la sua sbadataggine.
«Niente Arya, calma» disse il ragazzo ridendo sottovoce- erano in biblioteca d’altronde- «volevo solo chiederti se avevi bisogno di aiuto, ti ho visto abbastanza stanca.» il biondo addolcì la sua voce.
«Oh... certo, grazie Lys.» e gli donò un sorriso enorme, che lo illuminò tutto.
I due ragazzi si misero d’impegno per finire tutto il lavoro e poi si avviarono verso l’aula designata ad “Aula riunioni”, chiacchierando, ormai abituati alla presenza l’uno dell’altro, ma la loro abitudine non era negativa, voleva solo dire che non si imbarazzavano più di tanto, sebbene i loro sentimenti fossero sempre più forti.
 
Settembre era ormai giunto verso la fine, portando con sè il vento tipico di ottobre e le sue giornate piovose, sempre più frequenti; i primini si erano abituati ai ritmi di Hogwarts, avevano ancora molto da imparare ma erano pronti.
Era arrivato sabato e tre ragazze erano in fermento nella torre di Corvonero, pronte a rendere meravigliosa la loro amica Rose.


MY CORNER^^
Allora ragazze sono di corsa, chiedo perdono per il ritardo!
Ho scritto la maggior parte del capitolo ora e volevo pubblicare oggi perchè domani parto per Lione e sto via una settimana; non so se ci sarà internet quindi non so se potrò rispondere alle recensioni subito.
Chiedo scusa se l'ultima parte è scritta male, ma devo uscire, quindi scappo! ciao ciao!
Vostra,
hayhey^^

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Capitolo 10
*** L'uscita ***


Capitolo 9 – L’uscita
 
Alice, Arya e Selene attorniavano Rose, fissandola dall’alto al basso, come delle stiliste che stessero prendendo le misure della loro cliente con occhio critico.
Rose stava in mezzo a loro imbarazzata e chiedendosi perchè diavolo avesse accettato di uscire con Michael, ma poi pensò al suo sorriso e si addolcì, riflettendo sul fatto che sembrasse davvero un bravo ragazzo.
«Ragazze e se fossi io proporre e voi ad approvare?» chiese ad un certo punto, stanca di essere squadrata.
«Mmmh... va bene.» accettò Alice, iniziando a frugare fra i vestiti della rossa e a lanciarglieli. Passarono da felpone a gonne troppe corte, da pantaloncini estivi a pantaloni da neve, le fecero indossare di tutto, ridendo per certi outfit davvero ridicoli con cui Rose faceva sfilate ancora più ridicole.
Alla fine Arya trovò l’abbinamento perfetto: un maglioncino bianco adatto alla stagione, gonna a pieghe nera e collant neri un po’ trasparenti; le scarpe le trovò Alice, delle ballerine adatte a camminare.
Selene si propose senza esitare per la pettinatura, si pose dietro la Corvonera seduta davanti allo specchio e dopo averle pettinato a dovere i boccoli, le prese due ciuffettini da davanti lasciandole due ciocche libere,  con i ciuffetti iniziò a fare una treccia a lisca di pesce che le cadeva sulla spalla destra e gliela allargò, rendendola morbida al tatto e alla vista.
Rose si alzò finito il lavoro e si pose di fronte allo specchio.
«Wow ragazze! Grazie mille!» esclamò piacevolmente sorpresa del risultato, correndo poi ad abbracciare una ad una le sue amiche.
 
Le quattro ragazze scesero a colazione chiaccherando e cercando di mettere in imbarazzo sempre di più Rose, che era diventata del colore dei suoi capelli e cercava di nascondersi dietro Alice che era l’unica a non prenderla in giro, anche se rideva sotto i baffi, cercando di non farsi vedere dalla rossa.
Entrarono nella Sala Grande e il primo a raggiungerle fu Albus che guardava sbalordito la sua cugina preferita con occhi e bocca spalancati.
«R-Rosie? Wow! Complimenti cuginetta, semplice ma perfetto!» le disse abbracciandola e stando attento a non “spiegazzarla”.
«Ehi, come mai così stupito?» disse la Corva, mettendo su un finto broncio. «No, scherzo, tranquillo. Comunque è tutto merito loro.» spiegò indicando le sue amiche.
«Beh, ragazze mie, complimenti! Certo che se lo venisse a sapere lo zio Ron...» Albus aveva indossato il suo sorriso malizioso da serpe e da zia Ginny, sorriso che aveva un’aria molto ma molto pericolosa, tanto che Rose spalancò gli occhi spaventata e lo guardava come se fosse la sua unica salvezza.
«Non oseresti Albus.»
«Oh, sì... a meno che tu non ammetta che sono io il tuo cugino preferito e non quel decerebrato di James!» concluse soddisfatto. Rose lo guardava scettica. Solo per questo? Davvero? Mah... chi lo capisce è bravo.
«Ma è ovvio cuginetto che sei tu il mio preferito!» Per confermare la sua affermazione lo abbracciò e gli baciò la guancia.
«Molto bene, molto bene... ora se mi scusate, vado a studiare.» Detto questo, salutò le amiche di sua cugina, scompigliò i capelli della sua amica Alice –erano quasi migliori amici- e con l’atteggiamento pomposo che aveva quando faceva il prefetto uscì dalla Sala.
Le ragazze lo guardarono stranite e scoppiarono poi a ridere, mentre un certo biondino osservava una certa rossa e pensava a quanto fosse bella la sua risata.
Le amiche si decisero finalmente ad andare a mangiare e quando Rose finì per prima le salutò e si diresse verso il tavolo di Serpeverde.
«Ciao Sco’!» Disse abbracciandolo e baciandolo sulla guancia.
«Ehilà bellissima! Come siamo eleganti oggi, vedi di non far morire Coso, eh?» la salutò Scorpius, col solito bacio, ma senza scompigliata di capelli a causa della pettinatura. Anche se non mi dispiacerebbe più di tanto.
«Dai, mi fai arrossire!» protestò con una pacca sulla spalla dell’amico la rossa.
«Ahiahiahiahaihi, mi vuoi uccidere, dunque? Non fare così dolce pulzella! Salvami!»
«Ma non dovrebbe essere l’uomo a salvare la dolce pulzella?» rispose stando al gioco Rose.
I due si guardarono e poi scoppiarono a ridere, sotto le occhiate perplesse del tavolo, ma nessuno poteva capire il legame che c’era fra loro, era così speciale che neanche loro lo capivano, era qualcosa di magico.
 
Rose e Michael giravano per Hogsmeade, entrambi con il viso rosso peperone, che entrambi giustificavano con la scusa del freddo.
Nonostante quando l’aveva invitata non provava un minimo di imbarazzo, ora Michael si sentiva molto in soggezzione a causa della sua bellezza. Le aveva ovviamente fatto i complimenti e le aveva dato un bacio sulla guancia per salutarla.
Ora però non sapeva cosa fare, guardava dalla parte opposta e aveva visto che anche lei non lo osservava, probabilmente imbarazzata quanto lui. Provò a fare una cosa, sperando che lei accettasse. Sempre guardando da un’altra parte, protese la mano verso quella della ragazza e la afferrò, sentendola fredda per il vento di inizio autunno, piccola rispetto alle sue da portiere e delicata. Si girò titubante verso Rose e vide che gli stava sorridendo.
«Vuoi andare da Mielandia?» propose incerto.
«Certo!»
Preso da una nuova energia il Grifondoro la trascinò al negozio e fra dolci di tutti i tipi cominciarono a parlare, si conobbero a vicenda e quando poi uscirono e si diressero alla libreria, stavano ridendo entrambi per il racconto del castano delle sue prime magie quando era piccolo.
Nella libreria Rose si perse nel suo mondo e raccontava a Michael della sua passione, mentre il ragazzo la guardava affascinato, ammirava i suoi occhi azzurri presi da un luccichio appassionato, ammirava i capelli raccolti in quella treccia morbida e le labbra che continuavano a muoversi, prese dal racconto del libro che teneva in mano e che la Corvonero aveva letto un’infinità di volte.
Usciti da lì, la ragazza lo condusse in un nuovo ristorantino dove si poteva prendere da mangiare e portarlo via, come un TakeAway Babbano, e si chiamava Da Lucia: prendi e porta via! Era molto conosciuto fra i giovani, perchè era adatto alle loro esigenze, sopratutto per chi voleva fare dei pic-nic.
Presero le loro ordinazioni dalla gentile commessa e si diressero verso una panchina per mangiare con calma ma sopratutto per pensare alla giornata appena trascorsa.
Rose ne era molto contenta, era stata molto bene con il ragazzo ed era contenta delle sue attenzioni nei suoi confronti. Arrossì mentre pensava a quanto fosse bello, al suo sorriso aperto e gentile. Pensò a quello che aveva detto al suo migliore amico e la conclusione fu una: Michael le piaceva. Non poteva ovviamente parlare di amore, lo aveva conosciuto bene solo quel giorno anche se gli aveva parlato precendentemente, trovandolo sempre gentile e carino.
Si voltò verso di lui osservandolo. Sembrava perso nei suoi pensieri come lei e si chiese –arrossendo nuovamente- qual’era il suo parere.
Si girò verso la via in attesa.
Michael era rimasto piacevolmente stupito dell’energia della ragazza che aveva invitato. Non era come le ochette che –ammetteva- guardava di solito, ma oltre ad essere bella, di una bellezza unica e particolare, era anche divertente e intelligente, simpatica e autoironica, come aveva dimostrato in certi aneddoti che gli aveva raccontato.
La giornata era passata molto bene e si era trovato a suo agio. Pensò al suo migliore amico, quel Scorpius. Che nome ridicolo poi. Di certo era geloso di lui, lo aveva visto quando lo guardava male.
Ma ormai erano usciti e aveva l’intenzione di diventare il ragazzo di Rose Weasley.
Si girò verso di lei, vedendo il suo profilo. Osservò le sue labbra, dall’aria molto morbida.
«Rose?» la chiamò piano.
La Corva si girò e sorrise. Vide il Grifondoro che si avvicinava lentamente e d’improvviso il suo cuore accelerò i battiti e lei sgranò gli occhi. Era spaventata, ma allo stesso tempo non volle allontanarsi e quando il ragazzo le afferrò il mento fra due dita, anche lei si sporse, finchè non sentì le labbra del portiere sulle sue.
Il ragazzo era estasiato, era bellissimo. All’inizio tenne solo appoggiate le labbra, ma poi le mosse un po’, provocando una tempesta di sentimenti dentro la rossa di fronte a lui, la rossa che stava baciando.
Rose non si era mai sentita così, era fantastico. Iniziò anche lei a muovere le labbra su quelle dolci del Grifone e se prima aveva qualche dubbio ora era svanito.
Dopo un tempo indefinibile i due si staccarono, un po’ ansimanti e con le labbra gonfie.
«Rose, vuoi diventare la mia ragazza?»


MY CORNER^^
Mi si sono cancellate le note, bello.
Sono crudele per questa fine e questo capitolo, lo so. Ma vi voglio tanto bene <3
Ho aggiornato in tempooooooo XD ( e siamo a DIECI capitoli totali D:)
In queste note volevo fare tanti ringraziamenti, quindi ricomincio (perchè mi si sono cancellati per motivi a me ignoti).
Prima di tutto grazie ad Arya_95 (a cui è dedicata questa storia), e a JustAHeartBeat (a cui dedicherò la prossima che sto già scrivendo XD); vi voglio tanto bene <3
Poi grazie a chi recensisce (sempre e non), abbiamo raggiunto le 35 recensioni totaliiii!!! Grazie grazie grazie!
Grazie alle meravigliose persone che preferiscono (8!!!!), che seguono (35!!!!!!!!!) e che ricordano (5!!), siete tantissimee <3<3<3
Volevo dirvi che il prologo ha superato le NOVECENTO visite, cavoletti! Cioè, quasi mille!!!
Beh, grazie mille millissime a tutte/i voi!
Al prossimo capitolo,
la vostra stupidella hayhey^^

 

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Capitolo 11
*** Nuove situazioni ***


Capitolo 10 – Nuove situazioni
 
Dal fatidico giorno dell’appuntamento erano passati quattordici giorni, era sabato e Rose e Michael avrebbero festeggiato le due settimane di fidanzamento.
Erano cambiate un po’ di cose fra la rossa e Scorpius. Nonostante la promessa era inevitabile che la ragazza avesse meno tempo per lui fra la scuola che era ormai iniziata del tutto, i suoi numerosi famigliari, le sue migliori amiche e, in aggiunta, il suo meraviglioso ragazzo, dolce ma un po’ invadente nel loro rapporto. E ovviamente il biondo ne soffriva, voleva abbracciarla di più –doveva mantenersi carico come distributore, diceva- e sopratutto vedere la sua adorata migliore amica con un ragazzo che non era lui non gli piaceva per niente.
Quando poi erano insieme la Corvonero non faceva altro che parlargli del suo fidanzato e questo non gli andava proprio giù.
Il Serperverde, mentre rilfetteva su ciò, era in Biblioteca a studiare per lunedì, per così avere la domenica libera.
Ragionando su un esercizio particolarmente difficile di Incatesimi, sentì un sospiro e quando alzò la testa vide Albus entrare e dirigersi verso di lui con un’aria afflitta.
«Ehi Al, come mai così triste?» gli chiese, anche lui non esattamente contento.
«Rose...» sospirò nuovamente il prefetto.
«Che ha? Problemi?» esclamò l’altro con un velo di preoccupazione.
«No, sono io che non sopporto il suo attuale ragazzo... continua  a dirle, oggi che è il loro anniversario inoltre, che è noiosa! Parla lui, Misterroserossecomeituoicapelli!»
«Come osa quel cretino? All’inizio era perfetto e ora vuole spingere Rose ad essere adatta a lui? Tra l’altro le aveva detto che voleva qualcuno di diverso dalle solite ochette! Lei è perfetta.» quasi urlò dal fervore per quella risposta.
«Sco’? Calmati...» una luce di comprensione si accese negli occhi verdi di Al «Non è che sei innamorato della mia cuginetta?»
Scorpius strabuzzò gli occhi e arrossì imbarazzato.
«Io? Di Rose? Ma va, figurati...»
Iniziava a sudare freddo sotto lo sguardo furdo –da serpe qual’era- del suo amico, spostò il suo verso il compito di Incantesimi come se potesse salvarlo, poi decise che almeno qualcuno lo doveva sapere, e chi meglio del suo migliore amico?
«Okay, lo ammetto, mi piace praticamente da quando ci siamo conosciuti...» mormorò, ancora imbarazzato.
«Oh, bene! Gli altri saranno felici di sapere che non si erano sbagliati!»
«G-gli altri?»
«Sì, i miei cugini e quelli di Rose e, ovviamente, suo fratello!»
«P-perchè?» Scorpius aveva uno sguardo sempre più impaurito.
«Ma ovviamente perchè avevamo dei fortissimi, e fondati, sospetti sulla tua cotta colossale per la nostra adorata Rose!» rispose con calma e naturalezza.
A questo punto il biondo si accasciò sul tavolo e cominciò a sbatterci sopra la testa, mentre il suo migliore amico rideva di gusto.
 
Rose camminava mano nella mano col suo ragazzo per i corridoi di Hogwarts. Pioveva quel pomeriggio e non sapeva dove la stesse portando per il loro settimaniversario.
«Ehi Mike, dove mi porti?»
«Adesso vedrai Rosie, non essere troppo curiosa!» rispose Michael sorridendole.
Chissà perchè mi deve sempre criticare... era solo una domanda, poteva farci tranquillamente una battuta!
La Corvonero si era accorta che nonostante le avesse detto che non voleva ragazze oche, il Grifondoro la voleva cambiare, correggere; però in altri momenti era dolce ed era per questo che non voleva lasciarlo.
A confermare la dolcezza del moro fu la sorpresa.
«Vieni Rose!» la prese per mano e la portò nel cortile interno, verso il piccolo chiosco. Corsero come pazzi sotto la pioggia, ridendo e trascinandosi l’un l’altra, schizzando nelle pozzanghere e infine arrivarono davanti al chioschetto. Prima di entrare però, Michael fermò la ragazza, le spostò alcuni ciuffi rossi incollati sulla fronte e le diede un bacio mozzafiato, di quelli da film, e la Corva, subito addolcita, rispose con passione, mettendo tutti i suoi sentimenti per il Grifone in quel bacio, quel bacio che le confermava di aver fatto una buona scelta; perchè, nonostante tutto, Rose sapeva che le scelte più belle erano quelle che bisognava ottenere sopportando grandi, anche se non evidenti, fatiche.
Finito il bacio i due si guardarono per un tempo indeterminato, con le mani di lui sulle guance di lei e quelle di lei sul petto di lui.
«Grazie» dissero all’unisono.
 
Arya guardava dalla bifora del quarto piano Rose e Michael con un senso di felicità, uno di tristezza e uno –seppur piccolo- di invidia. Felicità per la sua migliore amica, tristezza perchè vedeva qualcosa di stonato nel loro rapporto e invidia perchè anche lei voleva quel genere di rapporto con una persona che le ballonzolava nella testa un po’ troppo per i suoi gusti.
Ultimamente erano diventati più uniti, ma voleva qualcosa in più.
Come richiamata dai suoi pensieri, sentì una voce che la chiamava.
«Arya?»
La ragazza si girò di scatto con il cuore che le batteva a mille dalla sorpresa ma anche a causa del bellissimo Corvonero che le stava davanti, che la guardava attraverso il ciuffo biondo con i meravigliosi e grandi occhi azzurri.
«Lys!»
«Hai la voce e l’aria di una colta sul fatto...» indagò assottigliando le palpebre.
«I-io? M-ma che d-dici?» balbettò, avvicinandosi di più alla finestra mentre il biondo camminava verso di lei. Stava andando così indietro che arrivò a toccare con le mani il basso parapetto, se fosse arretrata ancora un po' sarebbe caduta.
Lysander la fermò appena in tempo, le mise una mano dietro la schiena e la strinse a sè, mettendole l’altra mano sulla testa. Arya sentiva il suo cuore battere forte.
«Attenta, stupida! Volevi forse farmi morire di crepacuore? La mia era solo una domanda innocente, non ti dovevi spaventare così tanto!» la lasciò andare ma la tenne ferma per le spalle. «Non lo fare mai più!»
Arya non seppe nè come, nè perchè, ma scoppio improvvisamente a piangere. Forse era tutto il peso dei pensieri precedenti e l’arrivo della causa di quei pensieri a farla scoppiare.
Il prefetto rimase sconvolto, non sapeva cosa fare, quindi fece la stessa cosa di prima e la abbracciò. Continuava a sussurarle parole dolci, cercava di calmarla ma lei proprio non riusciva a fermarsi, quindi, come ultima spiaggia, Lysander le lasciò un dolce bacio sulla fronte al sapore di felicità e di speranza.
 
James passeggiava tranquillamente mentre pensava ai prossimi allenamenti della squadra per la prima, imminente, partita.
Arrivato al portico del piano terra che dava su uno dei cortili interni -quello con la quercia dove il padre di Scorpius era stato trasformato in furetto, come gli aveva raccontato suo padre-, scorse un ciuffo castano-ramato. Avvicinandosi vide che era Selene che leggeva un libro che si chiamava Cime tempestose.
Prima di salutarla la osservò, piegò la testa di lato come se stesse contemplando un’opera d’arte e Selene era in effetti la sua opera d’arte. Il viso appuntito della ragazza trasmetteva dolcezza e compassione molto probabilmente a causa del libro che aveva sentito nominare da zia Hermione. Le sopracciglia erano corrugate e gli occhi erano lucidi nel tentativo di non piangere per la storia.
Aveva le ginocchia tirate su, con le braccia le avvolgeva e teneva il libro davanti alla gambe dovendo quindi appoggiare il mento su di esse per riuscire a leggere. I capelli erano sciolti e le ricadevano ondulati fino a metà schiena.
James si decise ad avvicinarsi e si sedette di fronte a lei a gambe incrociate. Selene finì il capitolo prima di alzare la testa e sorridere dopo aver visto chi aveva davanti, tirando su col naso.
«Triste?» domandò il castano.
«È il libro... una storia d’amore struggente e descritta maleddattamente bene.» rispose.
«Allora non dovresti  leggerla.»
«Perchè non dovrei?» chiese perplessa.
«Perchè se leggi una storia “struggente” non riesci a sorridere e a me, ecco... a me...»
«A te?» domandò curiosa e speranzosa.
«A me piace quando sorridi... mi sento bene.» Il Grifone girò la testa dall’altra parte mentre diceva queste parole, cercando di non far vedere le sue guance rosse.
Selene sorrise contenta come non mai, si mise sulle ginocchia e prese il viso di James tra le mani, girandolo verso di lei. Gli occhi del ragazzo erano fisse sulle sue mani cercando di non guardarla negli occhi.
«Allora Jamie facciamo così: quando leggo una storia di questo genere o continuo questa ti chiamo, perchè, sai, basti tu a farmi sorridere e sono contenta che ti faccia sentire bene. Okay?» sorrise.
A quel punto finalmente Jamie alzò lo sguarso e fu colpito dal meraviglioso sorriso della ragazza, si sentì in pace con se stesso e col mondo, vedeva solo lei e non pensava minimamente al Quidditch.
«Va bene.» e la abbracciò, poggiando la testa sul ventre della Corvonero.


MY CORNER^^
*spunta da un angolo*
Saaalve gente! Scusateeee *prega in ginocchio* scusate per il ritardo, ma come gli studenti sanno, questo è un po' un periodo de medda, ecco. Verifiche, verifiche e.... verifiche! In più sono ogni pomeriggio fuori per impegni miei tranne il venerdì e quando torno sono stanchissima... Ecco spiegata la mia assenza! Spero che vi piaccia questo chap e che il prossimo arrivi entro la fine della scuola!
Grazie a tutte per tutte le recensioni, le seguite/preferite/ricordate!
la vostra ritardataria,
hayhey<3

ps. come al solito dedicato ad Arya <3 questo è il tuo regalo di compleanno (ma che bello...)
pps. Ho scritto una flash-fic moolto triste sempre su Rose e Scorpius se vi interessa^^ si chiama "Lettere ritardatarie"
Love you all <3<3

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Capitolo 12
*** Dolore e neve ***


Capitolo 11 – Dolore e neve
 
Era arrivata la data preferita dalla maggior parte del castello: il 31 Ottobre, Halloween.
Gli studenti non volevano stare attenti a lezione, osservavano l’aria attorno a loro come se potesse preannunciare il banchetto previsto nella serata, si fermavano per i corridoi a parlare con le zucche dell’orto di Hagrid che cercavano di cacciarli per mandarli a lezione –era stata la McGranitt a stregarle-.
Le ragazze pensavano a come acconciarsi i capelli per farsi vedere dai ragazzi, le più ardite avevano l’idea di accorciare di molto la gonna, senza tenere a mente le probabili sgridate della preside.
I ragazzi pensavano invece a tutto il cibo e a tutte le prelibatezze che ci sarebbero state quella sera.
Già a pranzo c’erano dei pipistrelli che svolazzavano per la Sala Grande, ammassati negli angoli più alti per stare lontani dai gatti degli studenti che li osservavamo famelici.
In mezzo a tutto questo trambusto si muovevano Rose e Michael.
Rose era già pronta per quella serata, aveva i capelli raccolti in una crocchia volutamente disordinata con alcuni riccioli che le avvolgevano il collo elegante e altri che le incorniciavano il viso.
Nonostante la sua bellezza, il suo ragazzo non guardava lei e solo lei, come farebbe qualsiasi innamorato. Anzi, era attirato da tutte quelle ragazze che avevano osato e si erano accorciate la gonna.
«Mike, che guardi? Hai uno sguardo strano...»
«Oh, ehm... niente Rosie... stavo pensando al cibo che ci sarà stasera!» replicò colto sul fatto il castano.
«Okay...» La voce, nonostante la risposta, era incerta.
Prima che però potesse chiedere altro, fu raggiunta dalle sue amiche che la trascinaronoda un’altra parte per descriverle  come avevano intenzione di farsi i capelli.
Arya e Sel le avevano raccontato di come si erano avvicinate alle rispettive cotte, ormai ammesse. Rose d’altro canto era contenta che Lys il timidone si fosse fatto coraggio e si fosse avvicinato alla castana e che il suo cugino scapestrato stesse mettendo a posto la testa; perciò, quando le due le avevano confessato tutto, aveva fatto i salti di gioia. Ma in quel momento non riusciva ad ascoltarle, poichè un piccolo e malefico sospetto le si era infiltrato nel cuore, un sospetto che riguardava il suo ragazzo.
Le due Corve smisero di parlare accorgendosi della ruga di preoccupazione della loro migliore amica.
«Rose che hai?» chiese Selene.
La rossa alzò lo sguardo, prima fissato sulle venature del legno del tavolo come se potessero darle delle risposte. Guardò le ragazze che aveva davanti e decise di buttare fuori le sue preoccupazioni.
Mentre stava per confessare tutto però sentì due mani calde e grandi che le coprirono gli occhi e una voce familiare.
«Chi sono?»
«Sco’!» La ragazza si tolse le mani del biondo dal viso e si girò per poi abbracciarlo. «È così tanto che non ci abbracciamo come si deve...» mormorò sulla sua spalla, con una lieve nota di pentimento e malinconia.
«Hai ragione piccoletta, io mi devo ricaricare, sai?» disse Scorpius –ancora stretto a lei- in tono volutamente ironico, per tirarla su di morale. Gli mancava troppo e per questo aveva deciso di farle una sorpresa. Ora poteva sentire il suo profumo di vaniglia che lo inebriava, i suoi capelli che gli solleticavano gli avambracci, le piccole mani che gli stringevano il maglione della divisa e si sentiva finalmente in pace, i momenti per abbracciarsi erano veramente pochi, quindi ne approfittava.
«Ehi piccioncini, noi stavamo parlando!» li interruppe Arya.
«Ehi!» Scorpius era impallidito alla definizione che aveva dato loro l’amica della sua Rose. No. Non è mia.
Rose rise con un filo di imbarazzo e si staccò lentamente dall’amico.
«Dai Sco’, hanno ragione, stavamo parlando.»
«E va bene... Ci si vede in giro Rosie!» salutò con la mano e si girò per tornare al suo tavolo dove Al lo aspettava.
Selene richiamò la rossa all’attenzione e le chiese nuovamente cosa non andasse bene.
«Ok ragazze, io vi dico tutto, ma voi commentate alla fine!» Le due annuirono impazienti. «Prima, quando siamo entrati in Sala Grande, Mike non mi ha calcolato e quando è passato un gruppo di... oche con le gonne corte mi è sembrato che stesse guardando le loro gambe –Arya zitta! Sel non sbuffare!- ! E allora ho questo sospetto che io non gli piaccia più... Non sono bella? Simpatica? Adatta a lui? Che cos’ho che non va?» sputò tutti i suoi dubbi con la faccia rabbuiata e attese la risposta delle sue amiche.
Le Corvonero erano esterrefatte. Non pensavamo certo che la sicurissima Rose Weasley potesse avere problemi di quel tipo.
«Rosie, ma sei fuori? È lui il problema, è lui a non essere adatto a te! Se non riesce a vedere la tua bellezza, sia interiore che esteriore, è veramente messo male!» prese la parola Sel.
«Esattamente! Se lui guarda i culi alle altre vai a parlarci chiaramente! Non farti mettere i piedi in testa da qualcuno del genere! Anzi, io lo lascerei subito!» continuò Arya, incrociando poi le braccia al petto.
Rose esitò, poi rispose: «O-okay... lo farò stasera al banchetto!» dichiarò decisa come al solito.
 
Quel pomeriggio successe una cosa che la rallegrò e che la motivò ancora di più: ci fu la prima nevicata dell’anno! Era molto sorpresa perchè era presto per la neve, ma passata la sorpresa corse a prendere tutto il necessario per uscire con le altre e uscì al freddo piacevole dei piccoli fiocchi che le cadevano sul naso, sostituendo le lentiggini.
Le raggiunsero anche Scorpius, seguito da Al, poi anche Lys e James che andarono ad abbracciare per prime Arya e Selene che assorirono sotto gli sguardi maliziosi dei loro amici.
Passarono tutto il tempo in una piacevole battaglia di palle di neve che furono poi tutte stregate da James in modo che finissero tutte addosso a suo fratello, con le risate di tutti che coronarono la scena.
 
La serata arrivò in fretta, gli studenti fremevano per il banchetto, pronti a riscaldarsi dopo la neve.
Quando il gruppo entrò nella Sala Grande aprì gli occhi dallo stupore davanti al ben di Dio che avevano di fronte: zucche ad ogni tavolo che sghignazzavano agli sguardi dei ragazzi, pipistrelli che volavano sopra le teste dei presenti, e sui tavoli fontane spettacolari di cioccolato ma anche di caramelle e di tutti i dolci più conosciuti e amati dai maghi. Le Api Frizzole frizzavano allegramente in ciotole, raggruppate ad alveare; le Cioccorane saltavano dentro le fontane per farsi un bagno, i Zuccotti attorniavano le zucche stregate. C’era di tutto e di più e ce n’era per ogni gusto.
Le ragazze avevano gli occhi aperti dallo stupore e i ragazzi non vedevano l’ora di farsi una di quelle scorpacciate storiche che non si sarebbero mai scordati per il resto della loro vita. Dopo l’attimo intenso di stupore il gruppo si tuffò nel cibo, prendendo e portando alla bocca qualunque cosa capitasse loro sotto mano.
Decisero di stare tutti allo stesso tavolo, quello dei Grifondoro, a cui poi si avvicinò anche Michael –sotto lo sguardo di disapprovazione di Arya, Sel e Scorpius- che per salutare Rose le diede un bacio leggero sulla bocca. Dietro di loro Al il perfettino e James fecero finta di vomitare.
Anche Alice li raggiunse, appena si sedette il Potter dagli occhi verdi le scompigliò i capelli e lei gli fece la linguaccia. Poi la ragazza guardò Selene che la prese un attimo da parte e le spiegò la situazione di Rose e Gilbert, al che, la piccola Tassa fulminò il castano che stava al momento parlando con James di Quidditch.
Quando i piatti si riempirono dei primi, come al banchetto di inizio anno, dimenticarono però l’imminente chiacchierata che la rossa doveva fare e pensarono solo a mangiare.
 
Il banchetto era ormai finito e gli studenti si alzavano –chi ne aveva la forza- per tornare nei dormitori. Il gruppo di Rose era ancora al tavolo e stavano chiacchierando tutti tranquillamente quando si sentì Michael parlare. Stava guardando Penny Griss di Serpeverde, settimo anno.
«Ma guarda la Griss che culetto che ha! E neanche col davanzale scherza!» fischiò d’approvazione.
Rose gelò sul posto. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Si girò lentamente verso il suo ragazzo e questi, giratosi a sua volta verso si lei, sorrise sornione.
«Che c’è Rosie? Non è mica colpa mia se non me la dai. Mi devo rifare la vista.»
Rose non ci pensò un secondo e gli tirò uno schiaffo che gli fece girare la testa dall’altra parte. I presenti erano tutti con la bocca e gli occhi aperti, i cugini della Corva e Scorpius stringevano i pugni sotto il tavolo, infuriati come non mai.
«Gilbert. Sei fuori dalla squadra.» parlò James per primo.
«Stai scherzando, vero? Sono il vostro portiere!!»
«Sei anche un porco e per di più con mia cugina! Bastardo!» si alzò all’improvviso e sbattè un pugno contro il tavolo. La mano di Sel sulla spalla lo convinse a sedersi nuovamente.
«Come?! Tu stai male Potter. Se è così, ti lascio Rose, a mai più rivederci stronzetta!» e come se niente fosse, si alzà e tirò un calcio alla panca, per poi andarsene dalla Sala.
Rose non ci credeva ancora. Quando si rese conto di quello che era successo le vennero i lacrimoni e scappò dalla Sala Grande con una mano a coprirle la bocca.
«Scorpius! Vai tu.» disse Arya.
«Non c’è neanche bisogno di dirlo, vado.» e corse subito dietro alla sua migliore amica, la persona che in quel momento aveva più bisogno di lui.
 
Rose non sapeva nemmeno perchè era lì a fissare il lago al freddo, fuori. Forse perchè il lago era così scuro e gelato in quel momento che sembrava riflettere il suo dolore, il freddo che le partiva dal cuore e si diffondeva per tutto il corpo. E non era il freddo del clima, della neve. Era il freddo che le era entrato dentro come una stalattite ghiacciata dopo le parole del ragazzo di cui credeva di essere innamorata, del ragazzo che per primo l’aveva fatta sentire speciale e unica. Anche se... non era stato proprio il primo. Era stato il secondo, dopo Scorpius. Scorpius che assomigliava incredibilmente al ragazzo che stava correndo in quel momento verso di lei.
Sco’!
Il biondo la raggiunse e senza dire niente la strinse più forte che poteva, mettendo dentro a quell’abbraccio tutto l’amore che sentiva per quell’esserino scompigliato.
La rossa non ce la fece più e scoppiò definitivamente a piangere, le gocce salate e grandi le solcavano le guance finendo poi sul petto della persona più importante per lei, quella di cui aveva bisogno. Lui di certo non l’aveva abbandonata. C’era sempre stato e sapeva che anche nel futuro non l’avrebbe lasciata; anche se non sapeva perchè ne era certa.
Quando la sua crisi finì, sentì qualcosa di umido e freddo caderle sulla guancia arrossata. Neve.
«Hai visto Rosie? La neve ci ascolta e ci aiuta quando ne abbiamo bisogno. È la nostra neve, è come ci siamo incontrati ed è la cosa che sempre ci unirà. Il silenzio ovattato che porta è fatto per essere riempito di noi, del nostro volerci bene. La neve è noi e noi siamo la neve. Siamo inaspettati come lo è lei quando ti svegli alla mattina e vedi il paesaggio immerso dal bianco di questa meraviglia naturale. Tu sei una meraviglia naturale e non pensare mai più a quello che ti ha detto quello stronzo, se vuoi ci pensiamo io e Jamie a picchiarlo per bene. Però, sappi che tu sei la mia neve, la mia sorpresa ogni giorno, la mia incostante sempre fantastica. Ti voglio un mondo di bene Rosie e non permetterò che qualcun altro ti faccia male. Io ci sarò sempre quando ne avrai bisogno e pure quando non ne avrai.»
Rose piangeva di nuovo ma questa volta di felicità, di gioia, per la fortuna di avere una persona così fantastica al suo fianco. Era troppo contenta. Gli saltò in braccio e gli lasciò un bacio sulla guancia, che bagnò ancora con le sue lacrime.
«Grazie Scorpius, non sai quanto bene io ti voglia. Grazie.»


MY CORNER^^
Eccolo qua ragazze, spero vivamente che vi piaccia, è il capitol di svolta! Per il ritardo spero che abbiate notato l'avviso, mi scuso ancora! Se qualcuno vuole spiegazioni le darò senza problemi!
Alla prossima, la vostra pazza.
hayhey^^

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Capitolo 13
*** Lysander e Arya ***


Capitolo 12 – Lysander e Arya
 
Era passato un mesetto da quando Rose e Gilbert si erano lasciati e novembre era arrivato portando definitivamente con sè l’inverno freddo inglese. La neve quell’anno era abbastanza frequente e non era insolito vedere i fiocchi turbinare fuori dalle finestre del castello.
La Sala Comune dei Corvonero era la più fredda e spesso vi si potevano notare gli studenti avvolti dalle sciarpe sebbene non fossero fuori dalle mura.
James invitava spesso Selene e Rose nella sua Sala Comune e questo era un bene dato il bel fuoco scoppiettante dei Grifondoro che rallegrava e riscaldava la stanza; ovviamente le due Corve non erano così cattive da lasciare soffrire al freddo la loro migliore amica quindi si portavano dietro anche Arya e Lys. Il Grifone invitava poi anche il fratello, costretto a stare in una Sala Comune posta sotto ad un lago gelido, che a sua volta portava dietro il migliore amico biondo, per la gioia di Rose. E non si sapeva come erano riusciti anche a chiamare Alice. Per tutta questa marea di gente si era poi dovuto trovare un posto e, chiamatela fortuna, si erano ricavati un angoletto proprio vicino al fuoco, con due larghe e comode poltrone ed un divano.
Erano lì anche quel venerdì sera, con la prospettiva della gita ad Hogsmeade del giorno dopo –la neve non li avrebbe fermati- e di nessun compito da fare. Beh, James diceva che non ne aveva.
Sul divano erano seduti Al, Rose, Alice e Sco’, sulle due poltrone c’erano rispettivamente Sel e Jamie e Arya e Lys, che sembravano imbarazzatissimi.
«Allora voi Corvi in amore quando uscite insieme?» chiese Al, diretto a Lys che preso coraggio –ancora più rosso-, si girò verso la sua vicina.
«Domani.» disse deciso.
«Domani? M-ma quando me lo avresti chiesto?» chiese Arya un po’ piccata.
«Adesso. Arya Tulbooth, mi faresti l’onore di uscire con me per un appuntamento e non come amici?»
«Oh.» mormorò. Poi, come se si fosse resa conto di quello che il biondo le aveva appena chiesto, sgranò gli occhi. «Ooh. Cazzo, sì!»
«Che finezza Arya!» rise Rose, seguita da tutti nella stanza tranne che dai due “appuntamentati”.
La serata proseguì con prese in giro sui due, scherzi, sguardi decisi –che diventavano poi intimoriti- di James a Selene, abbracci di Scorpius a Rose e tante, tante chiacchiere. In quello che parve un secondo arrivò l’ora di coprifuoco e i non facenti parte dei Grifondoro dovettero andarsene, chi triste, chi stanco. L’unico Grifone del gruppo si avvicinò al gruppo in uscita per salutare la cugina e il fratello, poi, senza farsi vedere, lasciò un piccolo e dolce bacio sulla guancia di Selene, che andò a letto con un enorme sorriso in faccia.
 
 La mattina dopo si respirava un’aria ancora più agitata di quella che c’era per l’appuntamento di Rose nel solito dormitorio delle Corvonero del sesto anno. I vestiti erano appesi ovunque, persino sulla cima del baldacchino di Arya, Lenaleen e Milena avevano saggiamente deciso di scendere per la colazione e Selene assisteva la castana per aiutarla a calmarsi.
«Ok Arya, ora respira... inspira. Ok bravissima, un’altra volta.» e così via.
Rose cercava i vestiti adatti e aveva dovuto chiamare anche Alice che era ormai entrata definitivamente nel gruppetto.
Riuscirono infine a trovare qualcosa di adatto: un maglione color-occhi-di-Arya, sull’azzurro, dei leggings pesanti per il freddo e degli stivaletti anti-neve ma eleganti. Selene si occupò –come al solito- dell’acconciatura e le fece uno chignon basso e laterale che le lasciava libero i ciuffetti davanti, abilmente arricciati con la bacchetta. Le fecero indossare il mantello e la sciarpa e insieme scesero.
Ai piedi delle scale c’era Lysander che appena vide la ragazza che gli piaceva, no che amava, ringraziò Rowena per avergli dato il coraggio di chiederle quel maledetto appuntamento, solo un pretesto per sperare poi di diventare il suo ragazzo.
Lanciò sguardi infuriati a tutti i maschietti che fissavano il suo appuntamento e quando la castana arrivò davanti a lui le prese la mano e vi pose sopra un bacio.
«Sei bellissima e sono molto onorato di poter finalmente uscire con te.»
«Finalmente?»
«Sì, non immagini da quando tempo io desideri questo giorno!»
«Oh, non lo immagini neppure t- cioè, ehm... scendiamo a colazione?»
«Certo.» ridacchiò il biondo facendo finta di non aver sentito la prima parte della frase che però lo aveva reso contentissimo.
Dietro, Rose, Sel e Alice, si diedero il cinque ridacchiando.
 
Scorpius raggiunse il tavolo dei Corvonero seguito da Al e si sedette di fianco alla sua migliore amica.
«’Giorno Rosie.»
«Ehi Sco’, buongiorno!» Gli diede un bacio sulla guancia, arrossendo poi per quell’azione che di solito era lui a compiere. Ma da quella sera la rossa si sentiva molto più vicina al biondo e senza conoscerne la ragione arrossiva di più quando era con lui e si sentiva più in imbarazzo, come se volesse qualcosa di più che la loro amicizia, sì forte, ma non abbastanza. Le pareva che Scorpius le desse più di quello che si spettasse e ogni tanto sperava... ma poi tornava alla realtà.
Scorpius, contento, rispose con un altro bacio, questa volta sulla testa e le scompigiò i capelli, facendola sbuffare.
Gli altri osservavano la scena ormai rassegnati al fatto che quei due non si sarebbero mai resi conto di quanto si piacessero a vicenda, si guardarono, sospirarono e tornarono a mangiare.
 
Il gruppo si divise arrivato ai cancelli della cittadina per lasciare soli i due piccioncini e diedero loro appuntamento alla mezza ai Tre manici di scopa, dove li attendeva Hannah che aveva promesso alla figlia che avrebbe preparato un pranzo speciale.
Il biondo guardò dolcemente Arya e con delicatezza la prese per mano.
«Dove vuoi andare?» le domandò.
«Che ne dici di andare un attimo da Scrivenshaft? Devo comprare una piuma nuova.» propose la ragazza.
«Certo!»
Si incamminarono per la High Street, passando davanti all’Ufficio Postale dove Lys si fermò per scrivere una lettera ai genitori. Nel negozio provarono diversi tipi di piume, dalle canterine a quelle invisibili –quelle per ingannare nei compiti in classe erano da Zonko e dai Tiri Vispi-, divertendosi con gli inchiostri che saltavano da una boccetta all’altra.
Usciti, andarono dai Tiri Vispi per salutare Fred II che aveva il turno lì ad Hogsmeade e che diede loro una fascetta pubblicitaria del negozio con le tre W ¹ intrecciate e che per diffondere la già grande fama urlava “Tiri Vispi da fare ai tuoi nemici! Tiri Vispi per tutti, il fratello, la sorellina, la professoressa arcigna!”. Nonostante fosse un regalo i due le regalorono a un ragazzino Serpeverde del terzo anno perchè, come prefetti, non potevano indossare qualcosa che facesse pubblicità ai prodotti proibiti nella scuola.
Presero un panino veloce al Take Away “Da Lucia: prendi e porta via!” e si diressero alle panchine davanti alla Stamberga Strillante.
Durante tutta la passeggiata si erano sentiti perfettamente a loro agio tra loro e ad occhi esterni sembravano già fidanzati da anni. Finiti i panini cadde però un silenzio imbarazzante finchè un’Arya un po’ scocciata sbottò: «Allora, quand’è che ti decidi a chiedermi di stare insieme?»
Lysander era sconvolto. Scoppiò a ridere.
«Ecco perchè ti amo! Vai dritta al punto!»
«M-mi ami? E me lo dici così, come se niente fosse?»
«Sì, mia cara! E ora, mi faresti l’onore di essere la mia bellissima ragazza, fidanzata e qualunque cosa tu voglia?» mentre lo chiese le aveva preso le mani e si era avvicinato col viso al suo.
«Oh... ok! Altrochè se lo voglio, stupidello! È un po’ che ti muoio dietro!»
Ma Lys aveva solo sentito il suo consenso e mentre la sua fidanzata blaterava, si avvicinò ancora di più al suo viso e le soffiò: «Te l’ho già detto che sei bellissima?»
«S-sì... ma grazie.» si era improvvisamente accorta della sua vicinanza. Senza aspettare neanche un secondo in più, il biondo la baciò, mettendo tutta la passione trattenuta fino al momento su quelle labbra e spostando le mani sui fianchi della castana, che a sua volta le spostò sul suo viso e si lasciò trascinare in quel bacio tanto atteso.
 
Quando entrarono –dopo tanti baci- nel locale si diressero abbracciati e raggianti verso il tavolo del gruppo. Appena li videro scoppiarono i fischi e gli applausi che fecero ridere e non imbarazzare i neo-fidanzati.
«Gloria! Era ora!» urlò Rose, contenta.
«Ora chi saranno i prossimi?» Sorrise maliziosamente Alice, seguita dal fratello che diede una pacca sulle spalle al suo migliore amico guardando Selene, color Weasley. James cercava di non guardarla, sebbene fosse seduto di fianco a lei.
E con le labbra che ancora ridevano pranzarono col cibo di Hannah che fece i complimenti alla nuova coppia e chiese innocentemente se James e Selene stessero insieme.

[1] In inglese i Tiri Vispi si chiamano Weasley Wizard Wheezes, quindi sono tre W e ci stava meglio piuttosto che la T la V e la W. 

MY CORNER^^
Ehilà gente!
Ho pubblicato di domenica *gloria*!
Ci stiamo avvicinando alla fine, ancora circa 4 capitoli!
Dedicato sempre ad Arya_95 e grazie a tutti voi che seguite, ricordate, preferite, ma sopratutto recensite! Grazie anche ai lettori silenziosi, aspetto la vostra recensione XD
Alla prossima, la solita rompiballe,
hayhey^^

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Capitolo 14
*** L'attacco di Jamie ***


Capitolo 13 – L’attacco di Jamie
 
Era dalla gita ad Hogsmeade che James aveva un pensiero fisso in testa: invitare Selene ad uscire per poi chiederle il permesso, l’onore anzi, di diventare il suo fidanzato.
Questo suo desiderio però crollava nel momento in cui la vedeva e invece di dire qualcosa di intelligente si bloccava ad ammirare i boccoli castano-ramati della ragazza, i suoi occhi verdi e le sue labbra sottili e all’apparenza morbide. Chissà se sono davvero morbide... dovrei provarle! E di conseguenza finiva per balbettare cose stupide e fuggiva sul campo di Quidditch a sfogarsi mentre Frank lo prendeva in giro dagli spalti.
Selene d’altro canto, ogni volta che lo vedeva avvicinarsi sperava che le chiedesse di uscire e, ogni volta, rimaneva delusa, ma più innamorata. Accidenti a quei capelli ricci che si ritrova! Purtroppo non era una ragazza coraggiosa e non possedeva quella capacità di chiedere ai ragazzi di uscire o di stare insieme, come aveva quasi fatto Arya, stando al suo racconto.
Oltre a questo problema, aveva notato che Rose ultimamente arrossiva quando Scorpius la baciava sulla testa, gesto che era normalissimo per entrambi, e le era quindi sorso un dubbio. Che finalmente se ne sia accorta? Decise che ne avrebbe prima parlato con Arya e poi avrebbero deciso il da farsi.
Arya che in quel momento si stava slinguazzando il suo ragazzo come se non ci fosse un domani.
Selene tossicchiò. Nessuna reazione. Ci riprovò. Nisba. L’ultima volta, più forte.
Un’Arya scossa, con due guance rosse che neanche Ron ai tempi d’oro, uscì dal suo paradiso e si guardò intorno, perplessa, finchè non individuò Selene.
«Oh ciao Sel, hai bisogno?»
La castana fece un profondo respiro. Calma Sel, calma. Solo cose belle. Unicorni e panda, Sel. Su.
«Sì, cara. Dobbiamo parlare. Ora.»
Lysander ridacchiò per le condizioni confuse della sua ragazza, che bello dirlo, contento di esserne la causa.
«Vai, dopo continuiamo» le fece un occhiolino che causò la dipartita di diversi neuroni, per poi alzarsi e raggiungere Louis e Lorcan, che parlavano in un angolo.
Selene tirò un sospiro di sollievo guardandolo allontanarsi. Si girò verso la sua amica e la trascinò su per le scale del dormitorio femminile, fino ad arrivare alla loro stanza, fortunatamente vuota.
Arya sbuffò.
«Che cosa devi dirmi di così urgente da trascinarmi via da Lys?» chiese piccata, odiava essere interrotta in certi momenti. «Non mi dovrai mica parlare dei patetici tentativi del tuo James di provare a chiederti un appuntamento.»
La castano-ramata arrosì di colpo, presa alla sprovvista da quell’affermazione.
«Non mi vuole chiedere un appuntameno, non è patetico e non è mio! E comunque volevo parlarti della questione “Rose sono pazza di Scorpius ma non lo voglio ammettere”. Non trovi anche te che finalmente si stia accorgendo dei suoi sentimenti per quel figaccione che ha per migliore amico? Pensi dovremmo dirle che lui le muore dietro da sempre?»
La compagna la guardò stupefatta, sorpresa di come potesse riuscire a dire così tante cose in così poco tempo, dopo aver realizzato ciò, prese la parola.
«Prima di tutto, calma Sel. Non ti corre dietro nessuno. Secondo, sì, me ne sono accorta e penso che potremmo darle una spintarella... anche se penso che entrambi siano abbastanza lenti di comprendonio. Ci vorrebbe qualcosa di estremo...»
«Tipo?»
«Se mi lasciassi parlare te lo direi.» Le lanciò uno sguardo fra l’assassino e il divertito, di cui solo lei era capace. «Comunque pensavo a qualcosa del tipo chiuderli in uno sgabuzzino delle scope, togliendo loro le bacchette ovviamente, e non farli uscire finchè non si confessano il loro amore e bla, bla, bla... Ok?»
Selene ci pensò un po’ su, poi annuì. «Ok, può andare. Brava Arya, puoi tornare dal tuo Lys!»
«Ah Sel, ci manca una cosa alla mia lista di prima. Terzo, da quand’è che chiami Scorpius “figaccione”? Non eri cotta stracotta di James?»
La Corvonero cercò di non arrossire ancora.
«Uffa! Non si può neanche scherzare un po’ che subito mi attacchi. E comunque Jamie è molto più figo!»
«Molto più figo di chi?»
Le due si girarono di colpo, spaventate e furono sollevate alla vista di una chioma rossa e riccia.
«Nessuno!» esclamarono all’unisono.
 
Ok James, ce la puoi fare. Te lo ha detto anche Frank.
James se ne stava fermo in mezzo ad un corridoio del terzo piano, cercando di convincersi ad andare dritto dritto da Selene e chiederle quel maledetto appuntamento che ormai lo tormentava da due settimane.
Un quadro di una ragazzina dall’aria svampita lo incitò a confessare i suoi sentimenti alla “dama che aveva conquistato il suo valoroso cuore”. Se adesso mi dicono di andare da Sel anche i quadri sono messo male davvero.
La vide passare proprio in quel momento, mentre parlava con un certo Carroll, settimo anno di Corvonero, che la guardava con un sorriso che non prometteva niente di buono. Il suo sorriso era invece bellissimo e si impose di non fissarlo o tutto il suo coraggio sarebbe andato a puttane. Alla faccia del Grifondoro.
Con passo deciso si diresse verso di lei e le prese una spalla con gentilezza, girandola nella sua direzione.
«James!» esclamò stupita la Corva. «Conosci Andrew? Si è offerto di aiutarmi in Pozioni, in cui non vado tanto bene!»
«Non credo proprio che lo farà, ci sono già io! Sai che ho E in Pozioni?» le mise un braccio attorno alle spalle, quasi senza rendersene conto, e la attirò a sè, guardando con uno sguardo rabbioso Carroll.
«Ora, Andrew, se vuoi scusarci...». Fece un sorriso che convinse –con gentilezza- il Corvonero ad andarsene, anche se controvoglia.
Selene era giusto un po’ sconvolta. Ma quella era forse... Nah, che vado mai a pensare.
«James, perchè l’hai fatto? Era stato gentile!»
Sì, ma ti voleva di sicuro baciare... o di più.
«È che ti devo dire una cosa davvero urgente e non voglio che certi pidocchi ti girino attorno!»
Lo sconvolgimento di Sel aumentava sempre di più.
«James, sicuro di stare bene?»
«Mai stato meglio! Anzi... tiandrebbedivenireadHogsmeadeconme?»
«Scusa... Puoi ripetere?» Sel alzò un sopracciglio, perplessa.
Cazzo cazzo cazzo. Oh, fanculo.
«Senti Sel, è dall’estate... da quando c’è stato quell’episodio che ti muoio dietro e non mi va di stare ad invitarti ad Hogsmeade con un processo che potrebbe tirare per le lunghe. E fanculo a tutto il discorso che avevo preparato. Io ti amo, Sel. Sei fantastica, dolce e intelligente; sei Sel. Vuoi stare con me?» mentre diceva tutto ciò l’aveva presa per le spalle, tenendola stretta, come se avesse paura che potesse scappare. Quando la vide piangere si allarmò. «Perchè piangi, cosa c’è che non va?» la presa si era trasformata in carezza e ora le sue mani grandi si muovevano gentilmente su e giù, dal gomito alle spalle e viceversa; poi, non contento, la avvicinò ancora di più e la strinse in un abbraccio, con le braccia attorno alla nuca di lei, scossa dai singhiozzi.
«Jamie, non c’è assolutamente niente –si fermò per un groppo alla gola- che non vada. Sono talmente felice in questo momento... ti amo anch’io Jamie e voglio assolutamente stare con te. Grazie.» si staccò leggermente per guardarlo negli occhi, verde nel marrone cioccolato, foglie nella corteccia.
«No, Sel, grazie a te.» Le sue mani si spostarono sulla mascella delicata della castana e avvicinarono lentamente il suo viso. James posò finalmente le sue labbra su quelle morbide di Selene, appurando il fatto che fossero veramente così morbide come immaginava. Mosse leggermente le sue e la ragazza rispose con entusiasmo, trascinandolo in un mondo estraneo e lontano da quello reale, dove persero la cognizione del tempo, dove di persero l’uno nell’altra.
Rimasero ore in quel corridoio, a baciarsi, a giocare, a ridere, a innamorarsi ancora di più, finchè non si accorsero che era ormai ora di cena e si diressero ridendo come pazzi verso la Sala Grande, tenendosi per mano, a tratti correndo, a tratti fermandosi per qualche altro bacio.


MY CORNER^^
Hey there!
Eccomi qua, ancora di domenica! Adoro questo capitolo (chissà perchè) anche se scusatemi se è corto, ma doveva finire così.
Beh, che dire, grazie per tutte le recensioni e le seguite/preferite/ricordate e ai lettori ninja (cit. Arya_95) XD
Spero, LydiaBee (l'avrò scritto giusto? No me acuerdo), che la tua voglia di Jalene sia (per ora) soddisfatta XD
Arya, dedicato come sempre a te <3
Alla prossima,
hayhey :3

ps. Mi sa che manca il prossimo capitolo (spero di riuscire a farlo molto lungo) e l'epilogo. wow.

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Capitolo 15
*** Il silenzio della neve ***


Capitolo 14 – Il silenzio della neve
 
Rose era preoccupata da più o meno due settimane, ovvero dal giorno in cui James e Sel si erano messi insieme, lo stesso in cui aveva trovato le sue migliori amiche a confabulare nella stanza. Era preoccupata esattamente per quelle due, le gettavano sguardi strani che si alternavano, con aria di chi la sa lunga, fra lei e Scorpius. Aveva provato anche a parlarne col ragazzo ma egli le aveva detto che probabilmente era solo una sua impressione e dopo un po’ aveva rinunciato a indagare, autoconvincendosi di quello che le aveva detto il biondo.
Dicembre era iniziato e la neve continuava a cadere imperterrita, tanto che i professori erano preoccupati che il treno del ritorno per le vacanze di Natale non riuscisse a partire, anche se era solo l’inizio del mese.
Rose stava facendo i compiti nella Sala Grande quando un bigliettino incantato la raggiunse e leggendole rimase alquanto stupita. Diceva:
 
Incontriamoci al terzo piano dall’aula di Incantesimi, devo parlarti.
 
La rossa avrebbe riconosciuto la scrittura anche senza la firma “S.”, era quella del suo amico biondo. Sorpresa,  un po’ sospettosa e –doveva ammetterlo- emozionata, si alzò dal tavolo e, col biglietto ancora in mano, si diresse a passo deciso verso il terzo piano, evitando Pix che lanciava Caccabombe fregate a qualche primino e cambiando direzione quando una scala decise di muoversi.
Quando finalmente giunse al posto prefissato, sentì una forza che la spingeva nello sgabuzzino di fianco alla classe e la porta di esso si chiuse con un colpo e un clic sospetto che le fece portare la mano alla bacchetta. Se la bacchetta ci fosse stata. Ma dove miseriaccia è? E perchè sono chiusa qua?
«Oh ciao Rose, anche tu qua?»
La rossa si girò spaventata e si ritrovò davanti i pettorali di Scorpius. Oh santa Rowena, aiutami tu. Ok, lo aveva ammesso, il suo migliore amico le piaceva. E anche tanto. Insomma, ne era innamorata.
«Sco’! Perchè siamo chiusi qua? Chi è stato miseriaccia?»
«Noi cara, e finchè non vi confessate il vostro amore, non protestare Rosie lo sanno tutti che vi sbavate dietro a vicenda, noi non vi faremo uscire! Ora noi andiamo, torniamo fra due ore con anche le vostre bacchette. Io ho un appuntamento col mio Lysandruccio!» disse la voce inconfondibile di Arya da dietro la porta.
Rose stava per protestare ma fu interrotta dalla voce dell’altra sua migliore amica. Status di cui avrebbero discorso due ore dopo.
«E io con Jamie! Devo prepararmi! Adios, ti voglio bene Rosie, ciao Scorpius, good luck!» la voce di Selene era sognante al pensiero dell’appuntamento che la aspettava.
Non sentirono neanche le proteste dei due piccioncini e si allontanarono, entrambe saltellando. Giunte alla fine del corridoio si diedero il cinque e poi si separarono.
 
Erano passati già cinque minuti e i due non si erano ancora parlati, ognuno guardava dappertutto tranne che la persona che aveva davanti.
Rose era del color rosso Weasley mentre Scorpius era di un lieve rosa, colore molto scuro per la sua carnagione chiara. Entrambi pensavano a quello che le due amiche della Corvonero avevano detto e non sapevano cosa fare.
Scorpius inspirò molta aria, si fece coraggio e iniziò il suo discorso.
«Senti Rose, io-»
«Sco’ ti devo dire che-»
Avevano parlato nello stesso momento e questo li fece zittire nuovamente, ancora –se possibile- più imbarazzati di prima.
Il biondo fece un gesto come a dirle che poteva parlare prima lei e la rossa, prendendo il coraggio che aveva comunque nelle vene, iniziò a parlare.
«Scorpius, è da quando mi hai parlato dopo che Gilbert mi ha lasciato –il ragazzo represse un moto d’ira- che ho iniziato a sentire qualcosa di più della semplice amicizia... che penso abbiano notato tutti tranne noi due –fece un risolino nervoso, portandosi dietro all’orecchio un riccio-. Però non penso che sia partito da lì, cioè voglio dire che secondo me, in fondo, oltre all’amicizia c’era qualcos’altro e quel qualcosa dev’essere scattato la sera di Halloween. Ok, sto straparlando, concentrazione Rose. Ecco, con tutto questo discorso inutile volevo dirti che, ecco... ti amo Sco’.» A discorso concluso era rossa da capo a piedi, tanto che i suoi capelli sembravano più chiari della sua pelle.
Ora il Serpeverde aveva un sorriso sicuro che passava da un orecchio all’altro e sembrava che avesse quasi voglia di saltare, con Rose in spalla, per tutta la scuola mentre la baciava.
«Oh, Rose, non hai idea di quanto tu mi stia facendo felice in questo momento. Da quando ci siamo conosciuti unidici anni fa, da quando mi hai dato quel piccolo bacetto sulla guancia, in mezzo alla nostra amata neve, mi sei sempre piaciuta e, col tempo, ho iniziato ad amarti. Ricordi il discorso che ti ho fatto ad Halloween? –la ragazza annuì, emozionata- Ecco, la conclusione del discorso era un’altra. Ti amo Rose. E la neve che c’è fuori è fatta per essere riempita dagli schiamazzi del nostro amore. »
La ragazza gli saltò al collo e lo baciò come non aveva mai fatto prima, altro che Michael Gilbert, pensò.
Aveva le mani attorcigliate ai capelli biondi del ragazzo e sentiva le sue mani calde e grandi che le riscaldavano i fianchi. Continuò a muovere le labbra, non riusciva a smettere, si sentiva drogata da quel bacio.
Scorpius si fermò un attimo per riprendere fiato e la guardò. Oh, Rowena, i suoi fottuti occhi.
«Rosie, vuoi essere la mia ragazza?»
«Ma era chiaro sciocchino!» gli diede uno scappellotto in testa e gli diede un altro piccolo bacio. Scorpius sorrise come un ebete e non diede traccia di dolore per il colpo. Rose rise all’espressione del suo ragazzo, poi le venne in mente una cosa.
«Scorpius, quanto tempo è passato?»
«Direi una mezzoretta, perchè?»
La ragazza fece un sorrisetto malizioso.
«Beh, c’è ancora un’ora e mezza di tempo prima che ci vengano a prendere, no?» il ragazzo annuì, curioso «E allora, via agli schiamazzi del nostro amore!»
Scorpius sgranò gli occhi.
«Certo che tu sai veramente come rovinare le mie frasi romantiche...» scosse la testa per poi adempiere ai voleri della sua ragazza e si gettò su di lei, baciandola in un abbraccio mozzafiato.  Il migliore che avesse mai dato.
In effetti, pensò Rose –anche se con fatica, era difficile pensare in quel momento-, forse dovrei ringraziarle quelle due pazze.
 
«Jamie secondo te quei due staranno insieme ora?» chiese Selene, appoggiata con la schiena al petto del suo ragazzo sul suo letto, mentre quest’ultimo la coccolava.
«Penso proprio di sì e penso anche che nell’attesa che voi li liberiate stiano facendo qualcosa che, anche se è mia cugina e non voglio pensarci, dovremmo fare anche noi in questo momento.» Disse serissimo.
La castano-ramata alzò la testa verso il suo ragazzo con un sorriso malizioso.
«Dici?» si alzò dalla sua postazione, si mise gattoni e cominciò a baciarlo, appoggiata al suo petto e muovendo la testa e la bocca con fare sensuale.
Il moro mugolò soddisfatto.
 
«Lys!» esclamò Arya, smettendo all’improvviso un’occupazione alquanto piacevole col biondo.
In tutta risposta, il Corvonero brontolò, infastidito dall’interruzione.
«Lys!» ripetè la castana.
«Che c’è? Non avevi la bocca occupata due secondi fa? Occupata dalla mia?» per convicerla a tornare all’occupazione precedente cominciò a solleticarle lascivo il collo con le labbra. La ragazza, che stava per parlare, sospirò soddisfatta, poi –ritornando in sè- scosse la testa e lo bloccò.
«Lys, secondo te adesso staranno insieme quei due?» domandò.
«Secondo me sì e secondo me loro sì che ci staranno dando dentro.» disse infastidito.
Arya lo guardò stupita.
«Da quand’è che sei così... voglioso?» chiese.
«Da quando sto con te e tu sei così... Wow.» rispose, serio.
«Oh. Okay...» e ritornò lentamente su di lui, per fare quel che c’era da fare.
Lys certamente approvò.
 
Aveva finalmente smesso di nevicare e i professori erano finalmente contenti.
Così come lo erano tre coppie a caso.
Quando Scorpius e Rose vennero liberati, quando gli altri si furono congratulati per la nascita della nuova e tanto attesa coppia, andarono tutti e sei a giocare fuori nella neve, senza tempesta. Furono poi raggiunti da Al, Alice e Frank, che dopo che James gli ebbe sussurato qualcosa all’orecchio gli battè il cinque sghignazzando. Poi andò da Selene e la ringraziò per averlo ascoltato e le disse che in famiglia era tutto a posto. Lei sorrise contenta, abbracciata al suo ragazzo.
Giocarono come pazzi per almeno tre ore e quando tutti se ne andarono, rimasero solo Scorpius e Rose.
Il biondo si avvicinò alla rossa che guardava ammirata i fiocchi che tornavano a scendere, più radi.
«Non è bellissimo?» mormorò.
«Tu sei bellissima.» replicò Scorpius, abbracciandola da dietro e baciandola sulla testa.
«Prevedibile,» rise «ma grazie lo stesso. Anche tu lo sei.» Si girò nelle sue braccia e lo guardò, allacciando le sue braccia al collo di lui. «Che strano essere qui come undici anni fa, sotto la neve, insieme.»
«Non penso sia strano dato che era stato tutto voluto e previsto dal sottoscritto.» Disse convinto della sua tesi inoppugnabile.
Rose rise rassegnata e si alzò sulle punte per baciarlo.
Intanto la neve scendeva, avvolgendoli, e un cappello cadeva al suolo.
Scende, scende, dolcemente, graziosamente, rimbalzando nell’aria, seguendo il vento, appoggiandosi al suolo leggero.
Scendono tanti suoi compari, tutti diversi, ma uniti fra loro.
Scende la neve e con essa il suo silenzio.


MY CORNER ^^
Non ci credo che sia finita. Cioè manca l'epilogo ok... però wow.
Non so che dire, concluderò meglio con tutto un discorsone nell'epilogo va'.
Grazie.

ps. dedicata ad Arya, grazie mille cara.


 

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Capitolo 16
*** Epilogo - Nove anni dopo ***


Epilogo – Nove anni dopo
 
Se andavi ad Hogsmeade, da due anni a questa parte, non potevi non fare una tappa alla caffetteria-libreria di Lysander e Arya, la ormai famosa S&T –Scamander and Tulbooth. I due neo sposini avevano fondato il loro negozio due anni addietro, quando erano ancora fidanzati, e avevano subito avuto una grossa clientela, affascinata dalla nuova idea di fondere la letture rilassante con il piacere del caffè o del tè.
Anche i loro amici, i coniugi –da solo quattro mesi- Potter, che insegnavano al castello, facevano spesso loro visita e, sebbene più raramente a causa del loro lavoro di Astronomi, anche i Malfoy con la piccola Sophie.
«Arya, tesoro, puoi fare un cappuccino e un tè ai frutti di bosco per il tavolo dieci? Hanno scelto la stanza dei libri piacevoli per passare il tempo.» disse, vestito con un grembiule col marchio della caffetteria, Lysander.
«Certo, arrivano subito! Proponi loro La Terra delle Storie, avventuroso ma leggero!» Il marito sorrise in cenno d’assenso. «Dopo vieni nel retro un attimo e fatti sostituire da Tracy, devo dirti una cosa.» aggiunse. Il biondo, con un luccichio di preoccupazione, annuì e poi prese ,e bevande preparate dalla moglie. Che bella parola da dire.
Il negozio era diviso in stanze e per ogni stanza c’era una tipologia di libri e di bevande adatte a quelli. I libri erano gratis, ma se li volevi portare a casa li compravi.
Quando ebbe chiamato Tracy –la nuova commessa- per farsi sostituire il venticinquenne si diresse nel retro dove ad aspettarlo trovò sua moglie che sorrideva dolcemente, Mmh, cosa strana, e che lo guardava con amore.
«Tutto a posto amore? Che mi devi dire?»
Il sorriso della giovane si fece più largo.
«Signor Scamander, ho come l’impressione che fra un po’ di tempo la famiglia si allargherà,» disse.
Lys, da ex Corvonero, capì subito il significato della sua frase e la andò ad abbracciare dolcemente, con una mano sul suo fianco e una sulla sua pancia.
«Sei incinta?» chiese per sicurezza e Arya annuì, con un’espressione che urlava Sono felice! Da tutti i pori.
Suo marito la abbracciò sollevandola di peso e la fece girare, mentre lei rideva spensierata e ogni tanto gli dava qualche bacio.

In un corridoio nascosto, ad Hogwarts, si sentivano dei mugolii confusi. Erano James Potter, professore di Volo, e Selene Moonlee in Potter, professoressa di Incantesimi e capo della casa di Corvonero. E i due rinomati insegnanti in quel momento erano occupati in una attività alquanto piacevole. Le mani di James erano sotto il maglioncino della neo-moglie, che sfregavano la schiena sempre più in alto, con i pollici sui fianchi. Quelle di Selene erano una sui capelli ormai scompigliati del marito e l’altra sul petto dove la camicia era aperta. I due erano impegnati in un bacio mozzafiato, le labbra confuse, non si capiva se erano di Jamie o di Sel.
«Jam...» mormorò la donna in un momento di ripresa fiato.
Non appena il moro sentì l’appellativo con cui la moglie lo chiamava solo in quei momenti si gettò sul suo collo e sembrava quasi glielo stesse mangiando, tanta era la foga. Selene trattenne il fiato per poi lasciarsi andare e slacciargli del tutto la camicia e baciargli il petto.
Poi improvvisamente James guardò l’orologio e si fece sfuggire un’imprecazione.
«Cazzo, Sel! Abbiamo lezione!» alla vista della faccia della castana, spaventata per il ritardo e triste per l’interruzione, disse: «Dai amore, continuiamo dopo,» le diede un bacio sul naso, «stanne certa.» e sorrise malizioso, per poi scappare fuori dal castello mentre si allacciava la camicia e urlava un “Ti amo Sel!”.
La professoressa di Incantesimi si diresse verso la sua aula, aveva lezione con i Serpeverde e i Tassorosso del terzo anno e se avesse ancora fatto ritardo il preside Wishwand le avrebbe abbassato lo stipendio.
Quando entrò nell’aula parecchi studenti la guardarono straniti e alcuni ragazzini di Serpeverde ridacchiarono, immaginandosi la causa delle sue condizioni, dato che lei e suo marito non perdevano tempo per fare i piccioncini in giro per il castello. Arrossì imbarazzata e fece finta di stare perfettamente bene e di non avere la testa ancora alle mani di suo marito. Cazzo, le sue maledette mani. Cazzo. Concentrazione Sel.
 
La situazione non era diversa sul campo da Quidditch, dove James aveva lezione con i primini di Grifondoro e Corvonero.
Arrivò sul campo tutto trafelato, con la camicia ancora spiegazzata e il maglione tenuto da una mano sulla spalla. Molti Grifondoro ridacchiarono alla vista del loro prof preferito ridotto in quello stato e i Corvonero arrivarono facilmente al motivo del suo disordine.
Un piccolo Grifondoro coi capelli rosso acceso e biondi alzò la mano.
«Sì, Lupin?» chiamò James. Sebbene avesse suo nipote davanti doveva fare il bravo insegnante.
«Professore ha la camicia allacciata male.» disse con un sorrisetto malandrino.
Il moro spalancò gli occhi, spaventato dalla possibilità che il piccoletto lo dicesse a tutta la famiglia. Sarebbe stato lo zimbello del pranzo di Natale e in più ci sarebbe andata in mezzo anche Selene. Che stronzo ‘sto piccoletto. Sto già pensando alle risate che si farà Fred... però è stato per una buona causa. Cazzo, no, ora penso di nuovo alle labbra di Sel.
Il professore si ricompose e si riallacciò –questa volta con ogni bottone al suo posto- la camicia.
«Grazie Lupin,» tossicchiò per darsi un’aria seria, «ora cominciamo la lezione!» Non voleva che Wishwand gli dicesse su. Era stato eletto preside quando Paciock aveva reclinato l’offerta dicendo che preferiva insegnare Erbologia tranquillamente.
Mentre i suoi alunni si esercitavano sulla scopa sorrise, pensando all’enorme fortuna che aveva nell’avere una moglie così fantastica, un migliore amico giocatore di Quidditch –Frank aveva sostituito Gilbert nella squadra e si era rivelato un ottimo portiere-, una cugina felicimente sposata con una bellissima figlia –la sua nipote preferita- e un bellissimo lavoro.
 
Rose e Scorpius avevano deciso di trasformare la loro passione per le stelle in lavoro ed erano diventati dei ricercatori astronomici, per cui si dovevano spesso spostare. Ma da un anno a questa parte si erano stanziati definitivamente nella periferia di Londra in una villetta a schiera perchè Rose aveva ora un nuovo lavoro: fare la madre. Era nata esattamente un anno addietro la loro prima figlia, bellissima e bionda con gli occhi azzurri: Sophie. Non appena l’avevano vista, Ron e Draco erano diventati  personali schiavetti della piccola e avevano depositato l’ascia di guerra –anche se poi litigavano per chi era il preferito della bambina e per chi le assomigliava “Ha i miei capelli biondi! Ha i miei occhi azzurri!”- e ora cenavano addirittura insieme. In più, era in arrivo anche un altro piccolo Malfoy-Weasley, questa volta maschio.
In quel momento Rose era nel salotto di casa che giocava con la figlia e ogni tanto si accarezzava la lieve pancia di tre mesi.
Scorpius depositò le chiavi sulla mensola dell’ingresso e appese il cappotto all’attaccapanni, poi, silenziosamente si diresse verso il salotto dove sentiva le risatine di sua figlia e di sua moglie. Le vide che giocavano spensierate e il sorriso che fece capolino sulla sua bocca era indescrivibile. Dentro c’era tutto l’amore che provava per loro, per la sua famiglia. Restò a guardarle per dieci minuti buoni prima di riscuotersi.
«Dove sono le mie donne?» Sophie si girò contenta verso di lui e cercò di gattonare per raggiungerlo, ridendo.
Scorpius la raggiunse e la sollevò in braccio, facendola volare come un aeroplano fino al divano, dove si sedette.
Rose aveva lo stesso sorriso di suo marito poco prima e ringraziò Merlino che l’aveva posta in quella casa, con quel marito, con quella figlia e presto con quel figlio.
Si alzò dal tappeto color pesca e baciò il biondo, che la fece sedere di fianco a lui, cingendole il fianco con un braccio.
Si stavano guardando felici e innamorati quando sentirono Sophie che cercava di dire qualcosa e si guardarono emozionati, prima di tendere le orecchie verso di lei.
«M-mamma. P-papà.» poi fece un sorriso sdentato, felice di essere riuscita nel suo intento¹.
 
[1] Non credo che i bambini parlino ad appena un anno –conosco una bambina che ha più di un anno e sa poche parole- ma lasciatemala come licenza poetica xD.
 
Fine.

MY CORNER^^
Allora, è finita. Grazie davvero a chi mi ha seguito, alle 19 persone che hanno messo la mia storiella tra le preferite, alle 6 che l’hanno messa tra le ricordate, alle 47 che l’hanno messa tra le seguite e a tutti quelli che mi hanno resa felice con le recensioni. Un grazie anche a chi ha letto silenziosamente. Vi nominerei uno per uno e vi darei un bacione sulla guancia uno per uno, ma siete davvero tanti! Contate che l’abbia fatto XD
Un grazie speciale va a 
Arya_95, a cui è dedicata la storia.
Questo capitolo è invece dedicato alla meravigliosa JustAHeartBeat, perchè è il suo compleanno e perchè le voglio un mondo di bene. Ti voglio bene, love. xP
Questa è la prima long che finisco e ci sono particolarmente legata, anche se ad un certo punto ho pensato di eliminarla. Me cretina.
Non so che altro dire, se non ancora grazie.
Con tanto tanto amore,
hayhey <3
 
ps. Se siete interessate/i ad altre Rose/Scorpius ho pubblicato due one shot su di loro:
Presto, arriverà anche Caldo [2.0], una traduzione che pubblicherò sull’account a nome dell’autrice (georginacastleorpington) e un’altra long, tutta dedicata a JustAHeartBeat: Storia di una Tassorosso. 

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