The reflex of your light di dina (/viewuser.php?uid=49412)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
light
The
reflex of your light
Il
cielo era coperto da spesse coltri di nubi grigie,quasi nere,
nonostante fossero appena le cinque. Le strade oscure sembravano
specchiare l'animo dei loro abitanti, tutto era grigio e nero, sporco
ed oscuro.
Camminavano
tranquilli, nonostante la soggezione che riuscisse a mettere quel
posto, sapevano che se fosse accaduto qualcosa sarebbero riusciti a
cavarsela in un modo o nell'altro. Entrarono in un negozio
sgangherato e sporco,con il vetro rotto e la porta, spaccata a metà,
marcia.
-Sono
stati qui- constatò freddo.
-E'
vero, una delle nostre ultime spie, una delle nostre ultime
speranze..- disse il vecchio malinconico.
-Già..-
-Portiamolo
via di qui, merita una sepoltura come si deve..- detto questo
estraendo la bacchetta, fece levitare il corpo ormai senza vita
dell'uomo.
Dettero
un ultima occhiata in giro ed uscirono fuori -Dovremmo passare a
ritirare le erbe per Hagrid, quelle lumache hanno divorato le erbe
della professoressa Sprite..- l'altro annuì -converrebbe prima
portarlo all'ospedale, per accertare la sua morte-
-Vada
lei io penso a quelle stupide erbe- disse distaccato.
-Di
questi tempi non è sicuro andare in giro soli, lo sai meglio di
chiunque altro- l'altro era calmo.
-Me
la so cavare da solo, non ho bisogno di guardie del corpo- era
seccato, che venissero pure, non aveva paura di loro!
-Sta'
attento..- il ragazzo gli girò le spalle, facendogli un segno di
congedo con la mano e gli girò le spalle, incamminandosi.
-Silente?-
si fermò -dica a mio zio che deve sostituirmi domattina a prima ora,
ho delle cose da sbrigare- e riprese a camminare.
Camminava
lento e sicuro, non aveva paura del buio, dell'oscurità, lui c'era
nato nell'oscurità, nel male, non aveva paura di morire né di
uccidere, sarebbe stato pronto a tutto.
Sapeva
che prima o poi sarebbero andati a cercarlo per regolare i conti, lo
sapeva da quando aveva deciso di disertare, rinunciando così ad un
destino di morte e desolazione, di torture e mali, un futuro che
davvero non gli andava giù, il destino del Mangiamorte. Non che non
condividesse le loro idee, no affatto, per lui i babbani erano feccia
ed i mezzosangue inferiori, punto, ma per lui la faccenda si finiva
lì, non capiva tutto questo bisogno di ucciderli a tutti i costi, se
loro evitavano lui, lui evitava loro, senza bisogno di torture o
assassinii, una convivenza basata sul menefreghismo.
Come
detto precedentemente, lui non aveva paura di uccidere, ma
dall'uccidere per difendersi, all'uccidere per hobby, o peggio per
eseguire gli ordini di qualcuno, che vista la sua ideologia sarebbe
dovuto morire il primo di tutti, magari ucciso da sé stesso, la
differenza era enorme.
La
legge della giungla signori e signore, uccidi o vieni ucciso..non si
scappa.
No,
questo destino non faceva per lui, gli piaceva terrorizzare e punire,
destare ammirazione e paura, ed aveva trovato un modo efficacissimo
per farlo: insegnava Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di
magia e stregoneria di Hogwarts.
Tutti
gli studenti lo rispettavano, non sapeva se più per paura o per
ammirazione, le studentesse lo idolatravano, e nessuno osava
discutere le sue punizioni o i suoi metodi..insomma una vera e
propria pacchia! E gli davano anche lo stipendio!
Entrò
nel negozio e si diresse direttamente al bancone, senza neanche
guardare le clienti del negozio che lo guardavano mangiandoselo con
gli occhi.
-Due
buste di erba lumalenosa- ordinò e subito il negoziante con i suoi
occhietti vispi, nascosti da un paio di vecchi occhialetti di
un'epoca fa,prese due grandi sacchi panna e li mise sul bancone.
-Due
galeoni- il ragazzo li sfilò dalla tasca, pagò e con un gesto della
bacchetta rimpicciolì le buste e se le mise nella tasca del
mantello, uscendo.
Camminò
per i vicoli bui e freddi di quel quartiere malfamato, sembrava
conoscerlo molto bene, voleva andare a rilassarsi in qualche bettola,
magari con qualche bella ragazza in grembo,era così annoiato.
Nella
pallida luce, riuscì a scorgere per caso, un fagotto nero,
appallottolato, pensò che fosse qualche barbone, troppo ubriaco
anche per reggersi in piedi, ma quando stava per superarlo ed andare
oltre, quello emise una specie di gemito di dolore. Si fermò di
scatto con la bacchetta in mano e si guardò intorno, che fosse tutta
una finzione per farlo cadere in trappola? Ma il fagotto emise un
altro gemito, e decise di andare a controllare, si inginocchiò e
girò lentamente il corpo inerme ammantato di nero.
Era
tutto sporco, il viso ricoperto di fango, stava per andarsene di
nuovo, confermando l'ipotesi del barbone, quando uscì da quelle
labbra sporche un sospiro, spostò con un fazzoletto un po' di fango
dal viso, e si rese conto che era una ragazza, controllò il battito
cardiaco, era lento ma stabile, ma che ci faceva una ragazza da sola
svenuta, in un vicolo di Nocturn Alley? Che avesse subito l'attacco
di un Mangiamorte?
Spostò
il mantello e le controllò distrattamente il corpo, non era ferita,
soltanto sporca e sudata, ma non ferita, le controllò la fronte e
vide che scottava, che doveva fare, lasciarla lì al suo destino ed
andarsene oppure aiutarla?
Lui
non era mai stato un buon Samaritano, anzi non era mai stato nemmeno
buono, con nessuno, ma in quel momento non se la sentì di lasciare
quella ragazzina, perchè non poteva avere più di diciassette o
diciotto anni, lì sola a morire, la prese tra le braccia e,
rimpiangendo il suo mantello nuovo, si smaterializzò.
Comparve
nell'ufficio di Silente, unico luogo dove ci si poteva materializzare
e smaterializzare tranquillamente senza uscire fuori dai confini
della scuola, protetta da potenti incantesimi
anti-smaterializzazione.
-Devo
portarla da Madama Chips- rispose freddo all'occhiata curiosa del
preside -non mi chieda nulla- e si incamminò.
Portarla
tra le braccia era stranamente facile, era molto leggera, quasi
friabile, cercò di imboccare corridoi poco frequentati, ma fu tutto
inutile, incontrò lo sguardo di numerosi studenti, che con una sua
occhiata truce subito si glissarono in un'altra direzione.
Aveva
il fango che gli colava lungo i vestiti, ed anche il suo viso si
doveva essere sporcato, perchè oltre a sentirne l'orrenda puzza
sentiva qualcosa di viscido colargli dal viso.
Chiunque
tu sia non credere che questa te la farò passare liscia..
Finalmente
arrivò all'infermeria e posò la ragazza nel letto più vicino ed
andò a chiamare l'infermiera.
-L'ho
trovata per terra, coperta di fango, il battito è lento ed ha la
febbre alta- la informò mentre la donna le misurava magicamente la
temperatura.
-40!
Ci credo che è messa così male! Presto Signor Malfoy mi prenda la
pozione viola che c'è in quell'armadietto di vetro.- Il biondo fece
come aveva detto e vide la donna prendere una siringa ed
iniettarglielo nel braccio sottile.
-Che
è successo?- entrò il preside -Draco?- lo guardò, l'altro sospirò
e si apprestò a spiegare.
-Ho
trovato questa ragazza in un vicolo di Nocturn Alley, era svenuta,
infangata e con la febbre altissima. Ho controllato se sanguinasse,
ma non aveva ferite, ha il battito rado ed ho deciso di portarla qui-
Silente si soffermò ancora un po' a guardare negli occhi Draco, che
irritato distolse lo sguardo per posarlo sulla ragazza.
-Capisco..hai
fatto bene, a portarla qui..ma mi chiedo chi sia, e cosa ci facesse
lì..?-
-Non
lo so, io l'ho soltanto vista e portata qui, non so altro- detto
questo uscì irritato dall'infermeria.
-Si
salverà Poppy?- chiese preoccupato il preside.
-Non
lo so, tutto dipende da questa notte,se la supera sarà salva..se
no..-
-Ho
capito- posò lo guardo sulla ragazza.
-Hai
fatto un buon lavoro con quel ragazzo, fino a qualche anno fa se ne
sarebbe fregato,girandosi dall'altra parte- disse incoraggiante la
donna.
-..C'è
ancora tanto che quel ragazzo deve imparare..- sospirò -se peggiora
o migliora fammi sapere per favore. Buona notte.- ed uscì.
Erano
passati quattro giorni, aveva saputo che la ragazza era
sopravvissuta, e che solo il giorno prima si era svegliata, non
ricordava nulla, chi era, da dove veniva, cosa ci faceva in quel
vicolo svenuta..niente, le avevano cancellato sicuramente la memoria,
ed i suoi effetti personali non la aiutavano affatto, aveva soltanto
una borsa con un sacchetto in cuoio rosso pieno di galeoni d'oro, una
bacchetta magica ed un libro di un autore babbano, quale William
Shakespire, “Sogno di una notte di mezza estate” con una piccola
dedica che però non aveva aiutato affatto a capire chi fosse.
Lui
dopo essersene andato quel giorno, non era più tornato a trovarla,
non gliene importava molto, anche se a volte si ritrovava a pensarci
ed a farsi sempre le solite domande.
Adesso
era notte ed era almeno un ora che cercava di prendere sonno
inutilmente, si alzò e si versò un bicchiere di Whisky Incendiario,
lo bevve d'un fiato, e si vestì prendendo la decisione improvvisa di
andare a vedere la ragazza, in fondo lui l'aveva salvata, aveva
diritto di vederla in viso.
Scese
tranquillo, e quando arrivò all'infermeria aprì piano la porta, le
avrebbe dato un occhiatina veloce e poi se ne sarebbe tornato a
letto.
Entrò
senza fare rumore e si avvicinò al letto dove dormiva inconsapevole
la ragazza, la guardò, aveva la pelle dorata, come se avesse addosso
tanti brillantini, il collo sottile e la bocca rossa e voluttuosa,
gli occhi leggermente a mandorla, le guance magre e fine, il tutto
incorniciato da lunghi capelli corvini, dovette ammettere che era
davvero molto bella, nonostante le leggere occhiaie, non perdeva
quell'eleganza e regalità quasi che emanava da ogni poro, il suo
corpo era minuto, ma era sufficientemente alta, ed aveva le forme al
punto giusto, non troppo abbondanti, ma abbastanza belle da attirare
un qualsiasi uomo. Eccetto lui certo,a lui piacevano quelle formose e
dai fianchi tondi.
Ad
un certo punto si ritrovò a fissare due occhi curiosi, neri come la
pece, ma con piccole pagliuzze azzurre, incorniciati da lunghe ciglia
scure.
-Beh
che hai da guardare?- chiese scontroso, non gli piaceva che l'avesse
beccato mentre la osservava, quella sciocca ragazzina non doveva fare
l'errore di pensare di poter contare un minimo per lui.
-Veramente
quello che mi guardava eri tu..- rispose piano lei -chi sei?-
-Non
sono affari che ti riguardano-
-Non
ti ho chiesto mica il codice del tuo conto in banca, soltanto il tuo
nome..-
-Ah
fai anche la spiritosa?!- disse irritato
-Non
faccio la spiritosa-
-Si
invece, impara a portare un po' di rispetto a chi è più grande e
superiore a te- disse freddo
-Superiore
a me?-
-Si-
-Non
credo proprio..- sospirò ed il suo sguardo si fece triste -come fai
a sapere che sei più grande di me, se non sai neanche quanti anni
ho..nemmeno io lo so..-
-L'ho
visto dal tuo corpo, più di 12 anni io non ti darei..- lei arrossì
indignata.
-Se
non hai intenzione di presentarti ma di offendermi,quella è la
porta- disse arrabbiata.
-Oh
ti sei offesa?- fece ironico -scusa, ma è la verità, anzi dovresti
ringraziarmi, perchè almeno ti ho fornito una piccola informazione
sul tuo oscuro passato- sghignazzò.
-FUORI!-
-Calmati
ragazzina, non puoi darmi ordini- disse tornando serio e freddo.
-Invece
si, è notte, sono stanca devo soltanto riposare e tu mi vieni a
rompere?!-
-Ti
ho detto di calmarti, io non sono tuo fratello, non puoi parlarmi
come ti pare stupida ragazzina- il tono era arrogante, con tracce di
freddezza ed irritazione.
-Non
mi interessa chi sei, e sinceramente se tu fossi mio fratello giuro
che mi ucciderei..adesso per favore te ne vuoi andare, prima che
chiami l'infermiera e ti faccia buttare fuori a calci?!- era molto,
molto irritata.
-Come
ti permetti?Tu non sai chi sono io..- disse indignato, quella
stupidissima ragazzina si era permessa non solo di dargli degli
ordini, ma anche di minacciarlo!
-No,
hai ragione, e non mi interessa affatto saperlo. Ora se vuoi
scusarmi- si girò dalla parte opposta -avrei sonno, buona notte-
-Ti
auguro i peggiori incubi della tua vita, mia cara- disse
irritato voltandosi ed incamminandosi verso l'uscita.
-Oh
no, non puoi essere così crudele da augurarmi di sognarti!- disse ad
alta voce.
-Almeno
a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei
qui da oltre cinque giorni, e nessuno è venuto a cercati, non credo
che qualcuno tenga così tanto a te- disse irritato uscendo dalla
stanza.
Stupida
ragazzina senza cervello, non potevo lasciarla marcire in quel
vicolo?!
****************
-Allora
Signorina come stiamo?- disse cortese il preside.
-Bene-
mentì,no non stava affatto bene, non sapeva chi era, chi era stata,
da dove veniva, ed aveva la testa che le doleva, voleva soltanto
andare a casa, ovunque essa fosse.
-Sono
contento- continuò Silente -visto che non sa nulla del suo passato,
e quindi nessun posto dove andare, ho pensato che potrei ammetterla
in questa scuola, sarebbe smistata in una delle quattro case,
riprenderà le lezioni di magia e nel frattempo studierò qualche
incantesimo per la sua memoria,e cercherò di scoprire il motivo per
cui era in quel vicolo, in quelle condizioni..che ne dice?-
-Va
bene- disse distrattamente.
-Bene,
mi sono permesso di fornirle la divisa della scuola e tutti i libri
necessari- le sorrise -se ha qualche lacuna non esiti a chiedere ai
nostri valenti professori, oppure ad usufruire della biblioteca della
scuola-
-Okay,
la ringrazio-
-Ora,visto
che non ricorda il suo nome, vuole sceglierne uno a piacere suo?-
-Scelga
lei,a me non fa differenza, non sarà mai mio- disse triste.
-Direi
Calypso, “colei
che cela, colei che nasconde”..Calypso
Baker..che ne pensa?- l'altra scollò le spalle.
-Bene
Signorina Baker, la cerimonia di smistamento avverrà questa sera
alle 7:30 p.m. Per la cena, più o meno tra una mezz'ora. Buon
pomeriggio.- sorrise ed uscì.
Rimasta
sola, la ragazza si alzò, ed andò a vedere la borsa piena di libri
che il preside aveva poggiato su di una sedia, tutti libri del
settimo anno, difficili a detta sua, non ricordava neppure come si
teneva in mano una bacchetta magica, figuriamoci!
Sospirò
ed andò alla finestra, vide dei ragazzini ridere e correre,
spensierati, loro sapevano chi erano, da dove venivano, non dovevano
inventare uno stupido nome per essere ammessa in una stupida scuola.
Sospirò e andò a fare una doccia nel bagno dell'infermeria,
indossando poi la divisa scolastica, si sistemò i capelli e mise un
po' di kajal dentro gli occhi, altra cosa trovata nella sua borsa.
Era
quasi ora, e si sentiva nervosa, tutti i suoi nuovi compagni le
avrebbero fatto un milione di domande, e lei, lei cosa avrebbe
risposto? Avrebbe mentito, senza ombra di dubbio, non le andava di
dire che non sapeva completamente nulla di sé stessa e della sua
vita.
Prese
la borsa con i libri e si incamminò, ed incontrò la Mcgranitt, che
la scortò in Sala Grande, la fece attendere fuori dalla porta fino a
quando il preside non la annunciò, e poi entrò, era nervosa, e
guardò una delle pochissime persone che conosceva e che si era
mostrata gentile con lei, Albus Silente.
Sentiva
gli sguardi curiosi e stupiti di tutti su di sé, ma cercò di non
farci caso proseguendo dritto, al seguito della Mcgranitt.
Questa
la fece sedere in un piccolo sgabello e le mise sulla testa un
vecchio cappello nero, che come le aveva spiegato precedentemente
serviva a smistarla in una delle quattro case, Grifondoro,
Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
-Mmm..difficile..hai
coraggio da vendere, voglia di scoprire e metterti alla
prova..saresti d'accordo se ti mettessi a GRIFONDORO!?!- esclamò e
tutta la sala irruppe in un fragoroso applauso, i più entusiasti
però erano i Grifoni.
Si
alzò ed andò a stringere la mano al preside, quando i suoi occhi,
come dotati di volontà propria, si andarono a posare alla figura
all'ultimo posto del tavolo..conosceva quel ragazzo, era lo stesso
che l'aveva insultata ed offesa qualche notte prima in infermeria,
quello che in mancanza di un nome, aveva chiamato “l'arrogante
bastardo platinato nottambulo”.
-Almeno
a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei
qui da oltre cinque giorni, e nessuno è mai venuto a cercati, non
credo che qualcuno tenga così tanto a te-
Quelle
parole l'avevano ferita profondamente, lo guardò meglio vide che la
guardava con un ghigno malevolo, senza dubbio l'aveva riconosciuta,
ed era deciso a vendicarsi.
Poco
male, io non ho paura di te..
Si
girò e si incamminò verso il tavolo dei rosso-oro, dove la
accolsero tutti con un sorriso, -ciao io sono Adele, molto
probabilmente sarai la mia nuova compagna di stanza visto che da me
c'è un letto vuoto- le sorrise una ragazza alla sua sinistra, la
guardò, aveva i capelli castano chiaro corti sopra le spalle, e gli
occhi verdi, sul naso qualche piccola lentiggine.
-Piacere
di conoscerti Adele, io sono Calypso-
-Calypso,la
ninfa, un bel nome complimenti- fece pensierosa.
-Grazie,
ma dovresti complimentarti con chi l'ha scelto- le sorrise.
Calypso
la ninfa..esiste nome più stupido?
-Sei
di qui? Dell'Inghilterra intendo-
-No,
io..vengo da..dal New Jersey..sono americana..-
-Ah
capisco..non hai l'accento yenkee però..-
-Io..-
-Oh
Adele non ti tenere tutta l'attenzione della ragazza per te..faccela
conoscere anche a noi- sorrise un ragazzo moro, con gli occhi
castani, molto attraente, poi si rivolse all'altra che lo guardò
grata -Io sono Jean e loro sono Jimmy e Jeff- disse indicando altri
due ragazzi vicino a lui, Jimmy era alto e nerboruto, coi capelli
chiari e gli occhi scuri, mentre Jeff era mingherlino con i capelli
biondo sull'arancione e gli occhi verdi.
-Le
tre J..stanno sempre assieme e ne combinano di tutti i colori- alzò
gli occhi al cielo Adele -guardati da loro, frequentandoli troppo ti
porterebbero ad una cattiva strada- scherzò.
-Beh
tu ci hai frequentato molto, soprattutto uno di noi, e mi pare che
sei ancora viva- guardò allusivo Jeff,i due arrossirono
simultaneamente, facendo scoppiare a ridere gli altri -o sbaglio?-
-Mmm,
mi sa che mi dovrò informare- rise guardando Adele maliziosa
-Comunque io sono Calypso, piacere di conoscervi – sorrise, Adele
la guardò grata per aver cambiato argomento.
-Calipso,
la ninfa dall'infinita bellezza, immortale, ma innamorata di un
mortale- disse ad alta voce Jean -nome molto azzeccato- le sorrise
affascinante.
Ecco,
comincia a piacermi questo nome..
Lei
scoppiò a ridere -la ninfa che però fu rifiutata da Odisseo, il
mortale appunto- si stupì di ricordarsi.
-Conosci
l'Odissea?- chiese molto stupito.
-Vagamente-
rispose sinceramente, non si ricordava proprio tutto, ricordava
alcuni punti soltanto.
-Non
molti maghi la conoscono..- disse Jimmy, lei alzò le spalle e si
servì del cibo che era appena apparso in tavola.
-Allora
ti va di visitare la scuola?Ti faccio da guida se vuoi- propose
entusiasta Adele quando ebbero finito di cenare.
-Certo-
sorrise, si alzarono ed uscirono.
Le
fece visitare quasi tutta la scuola, cavolo quel castello era enorme!
Le spiegò che non doveva mai avvicinarsi troppo al lago nero, che
doveva far attenzione ai Serpeverde,perchè erano infidi ed
antipatici, nonchè alcuni di essi futuri Mangiamorte,ecc.
-Cavolo,
hai stupito Jean- le disse quando dopo quasi un'ora, stavano entrando
nella guferia -non è facile sorprenderlo sai, poche ci sono
riuscite, è uno dei ragazzi più belli di Hogwarts- la mora alzò le
spalle.
-Senza
contare il professor Malfoy certo- disse sognante.
-Chi
è il professor Malfoy?- chiese curiosa
-Quello
biondo con dei bellissimi occhi grigi..se non fosse per il suo
caratteraccio..-
-VUOI
DIRE “L'ARROGANTE BASTARDO PLATINATO NOTTAMBULO”?!- la
interruppe leggermente isterica, quell'idiota era un professore?!
-Vedo
che non hai perso ancora questo brutto vizio Baker – emerse
una figura dall'ombra e le ragazze con il cuore a mille fecero un
passo indietro, cosa che fece sghignazzare il biondo – non vi
mangio- le derise.
Calypso
si riprese ed alzò la testa a mo' di sfida – nemmeno tu hai perso
quello di osservare dall'oscurità,come un viscido serpente-
-Come
ti ho già ripetuto più volte, ci vuole rispetto, soprattutto adesso
che sarai mia allieva, ti consiglio di cucire la bocca e parlare solo
quando interpellata se non vuoi passare un pessimo anno- fece freddo
e si incamminò verso l'uscita -ah dimenticavo, 10 punti in meno a
Grifondoro, è appena scattato il coprifuoco- sghignazzò uscendo.
-Che
bastardo..stronzo..idiota..come osa minacciarmi?- sussurrò irritata.
-Ehm..forse
è meglio ritirarci, se ci ritrova qui ci mette in punizione..- disse
ancora imbarazzata, aveva commentato il suo aspetto ed il suo
carattere con lui presente..che figuraccia!
-Eh?Si..hai
ragione- fece ancora irritata -ma che cosa insegna, “bastardaggine
nel 2000?” per caso?-
-No,
Difesa contro le Arti Oscure – rise l'altra
-Ah
bene..- entrarono nel quadro della Signora Grassa.
-Ma
com'è che vi conoscete?- chiese curiosa
-Oh..beh..diciamo
che abbiamo avuto un piccolo scontro- l'altra la guardò con un
sopracciglio alzato -ci siamo praticamente insultati dal primo
istante che ci siamo visti- sbuffò, l'altra scosse la testa ridendo
-ma è stato lui a cominciare però!-
-Sembri
una bambina arrabbiata- rise -comunque ti consiglierei di seguire il
suo consiglio, è bellissimo si, ma è un infido bastardo di prima
categoria-
-Mmm..-
-Ecco
questa è la stanza che dividerai con me- disse quando entrarono, era
una stanza abbastanza grande, le pareti erano color dell'oro e i due
baldacchini, uno di fronte all'altro, avevano tende e piumoni
rossi,c'erano due scrivanie e due piccoli armadi.
-Carina-
-Già..bene,
quello è il mio letto- disse indicando il baldacchino alla sua
sinistra -e l'altro è il tuo, il tuo baule è già..- guardò meglio
ai piedi del letto e non vide nessun baule -dov'è il tuo baule?-
chiese confusa.
-Oh..ehm..io
l'ho..perso..- che scusa idiota..
-Come
l'hai perso?-
-Non
lo so..l'ho affidato al macchinista del treno e poi non l'ho trovato
più-
-E
come farai con i vestiti?-
-Ho
dei soldi nella borsa, li comprerò nuovi-
-Sabato
c'è la settimanale uscita a Hogsmeade, se vuoi ti accompagno visto
che non sei di qui- propose Adele
-Sarebbe
grandioso, grazie-
-Bene
allora buona notte- con un incantesimo si mise il pigiama e ne passò
un altro a Calypso -visto che non hai il baule puoi mettere questo
per ora.. se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi- disse
coricandosi.
L'altra
annuì -grazie- e andò in bagno ad indossare il pigiama viola a
maniche corte che le aveva prestato la sua nuova amica.
Sarà
così d'ora in avanti la mia vita? Piena di bugie e frasi non dette?
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
jsnj
-Hey!Calypso
svegliati, è ora di scendere a colazione!-
-Mmm..altri
cinque minuti..- si girò dall'altra parte, erano passate tre
settimane da quando aveva preso a frequentare le lezioni, ed ancora
non si era abituata alle ore di lezione mattutina.
Aveva
imparato alcuni incantesimi, i professori avevano fatto in modo che
si mettesse in pari con gli altri, e la aiutavano, senza far capire
nulla ai suoi compagni, tutti tranne uno, Malfoy, che invece faceva
tutto l'opposto, la chiamava quasi sempre e coglieva ogni occasione
per umiliarla e beffeggiarla,in privato o davanti a tutti.
-No
nessun minuto, siamo già in ritardo..alzati o ti butto di sopra un
secchio d'acqua- rise Adele.
-Mmm..non
lo faresti mai..- disse da sotto il cuscino la mora.
-E
come fai ad esserne tanto sicura?-
-Perchè
poi ti ucciderei- rise pigramente
-Si
certo..adesso alzati- dopo un altro po' di lamentele da parte di
Calypso, Adele riuscì a farla alzare e sbrigare, e poi scesero
insieme a fare colazione.
-Forza
sbrigati a mangiare, indovina chi abbiamo a prima ora?- la guardò
sogghignante
-Oh
no..non dirmi che abbiamo quello
-
-MI
dispiace per te, ma si abbiamo quello
a prima ora, e se arriviamo in ritardo non sai che ci farà,
soprattutto a te, visto i precedenti che avete avuto- rise l'altra
-Andiamo!- la prese per il
braccio e la trascinò di corsa avanti l'aula della loro prima
materia -ho fatto abbastanza in fretta?- le chiese ironica con il
fiatone.
L'altra annuì ed
entrarono,posizionandosi in due degli ultimi posti, lasciati quasi
sempre liberi, le aveva spiegato Adele, perchè le studentesse
volevano mettersi il più vicino possibile al bellissimo professore.
-Seduti- entrò il professore,
seguito dai sospiri ammirati di quasi tutte le studentesse -oggi
spiegheremo l'incanto patronus..qualcuno di voi sa già come si
esegue?- chiese freddo alla classe, nessuno parlò -bene,uno di voi
vuole venire qui ad eseguirne uno, per esempio..la Signorina Beker?-
la chiamò con una luce malevola negli occhi.
Ma era scemo o cosa?Non lo
sapeva che non ricordava niente degli incantesimi magici?!
-Professore, io non so come si
faccia- disse sincera.
-Male, molto male, 10 punti in
meno a Grifondoro per la sua inettitudine- sogghignò, seguito dai
Serpeverde, lei invece arrossì -ma venga lo stesso qui Signorina
Beker-
-Come?- chiese stupita
-Ho detto di venire qui, subito-
il tono di voce freddo non ammetteva repliche.
-Non vedo perchè dovrei venire
lì a dirle la stessa cosa- disse,ora si stava irritando.
-Perchè glielo ordino io- disse
glaciale -venga qui- ordinò
-Professore, le ho già detto
che non so come si esegue un incanto patronus, non ha senso che io
venga lì-
-Lei deve eseguire alla lettera
TUTTI i MIEI ordini, se le dico di venire qui, lei deve
immediatamente venire qui!- disse irritato -30 punti in meno a
Grifondoro, per la sua sfacciataggine- lei aprì la bocca indignata e
stava per rispondergli a tono, quando lui la precedette -facciamo 40
e un compito extra come punizione, deve farmi una relazione di 40 cm
sul ruolo che hanno i professori e il posto degli alunni,per domani-
lei sgranò gli occhi -adesso venga subito qui- ordinò perentorio.
Lei si alzò lentamente e lo raggiunse.
-Bene,vedo che ha capito..- si
rivolse alla classe -il patronus serve a sconfiggere i Dissennatori,
si esegue agitando la bacchetta e dicendo la semplice formula:
“Expecto patronus” mentre si pensa al ricordo più felice della
propria vita- tornò a guardarla, lei aveva gli occhi ridotti a due
fessure.
-Prego, lo esegua- sghignazzò,
lei strinse i pugni lungo i fianchi, e lo superò raggiungendo la
porta -le ho detto che poteva andarsene?- chiese duro.
Lei
strinse ancora di più i pugni e si girò a guardarlo, i suoi occhi
mandavano lampi -sa benissimo che non posso farlo, professore-
ed uscì.
Corse fuori e raggiunse il lago
nero, si sedette ai suoi margini ed iniziarono a sgorgarle piccole
lacrime.
Come
hai potuto chiedermi questo..come..
-Come ti sei permessa di
andartene dalla mia lezione così?!- chiese una voce adirata alle sue
spalle.
Non si girò, non voleva farsi
vedere mentre piangeva, non voleva dargli anche quella soddisfazione.
-COME TI PERMETTI DI
IGNORARMI?!GUARDAMI QUANDO TI PARLO!- le prese un braccio e la fece
alzare di forza, guardò i suoi occhi lucidi e rossi e le sue guance
bagnate di lacrime e ne rimase per un attimo disarmato, ma solo un
attimo,poi riprese la sua freddezza -allora?!-
-Lasciami stare!- strattonò il
braccio nel tentativo di liberarlo, ma la sua presa era ferrea.
-Allora, come ti sei permessa?!-
-IO come mi sono permessa?!TU
non hai un briciolo di cuore, sai che non ricordo nulla del mio
passato, e che questo mi fa soffrire molto, ma a te non importa
nulla, anzi ne approfitti per infierire sempre di più!- si asciugò
una lacrima -tu sei un essere spregevole!- la presa al braccio si
fece dolorosa.
-Non mi interessa quello che
pensi di me stupida ragazzina, mi interessa che non mi mancherai mai
più di rispetto! Questa sera alle otto in punto nel mio ufficio,
discuteremo della tua punizione- la lasciò e girandole le spalle se
ne tornò sui suoi passi.
Lei rimasta sola, si risedette
per terra e scoppiò in un pianto a dirotto.
Lo
odio,lo odio..è un essere spregevole ed odiosamente arrogante..non
ho mai odiato così tanto una persona in vita mia..o almeno credo..
Si incamminò lenta verso le
scale, le salì ed imboccò il primo corridoio a destra, doveva
andare nell'ufficio di quel mostro, per farsi assegnare la sua
punizione.
Stava ancora male per la
giornata trascorsa, era stata tutto il giorno a piangere vicino al
lago nero, senza muoversi, senza andare a pranzare o cenare, non
voleva rispondere ad alcuna domanda, e per questo non si era mossa da
lì.
Arrivò alla sua porta, e cercò
di mettersi una maschera di freddezza e menefreghismo che sapeva di
non possedere,bussò.
-Entra- un ordine, freddo ed
autoritario.
Lei entrò -siediti- le indicò
una sedia davanti la sua scrivania, dove stava correggendo alcune
pergamene, verifiche,suppose.
-Quello che hai fatto oggi è
inammissibile, e non dovrà ripetersi mai più- alzò gli occhi su di
lei, che non rispose, cercando di restare calma -non hai niente da
dirmi?- chiese freddo.
-No- rispose allo stesso modo.
-Nessuna parola di scuse,
nessuna giustificazione?-
-No-
-Bene,
per i tre mesi avvenire sarai in punizione con me, ogni sera alle
otto verrai nel mio ufficio e mi assicurerò che tu spenda le tue ore
nel massimo della piacevolezza-
lei non rispose -e ti assicuro che mi impegnerò al massimo per
trovare qualcosa di divertente da farti fare- ghignò.
-Non ne dubito- disse fredda.
-Inizierai domani sera, tutto
chiaro?- lei annuì -bene puoi andare- ordinò tornando a correggere
le pergamene.
Calypso si alzò, ed andò alla
porta, ma la sua voce la fermò -ti consiglio di non rifare mai più
ciò che hai fatto oggi, o non sarò così buono nella prossima
punizione- lei strinse i pugni ed uscì.
Tornò in fretta in camera,
cercando di non farsi vedere, ma arrivata in camera fu subito
abbracciata da un' Adele preoccupatissima -dove sei stata?Ero in
pensiero per te!Che ti è preso oggi?Stai bene?-
-Sto bene, ma di quello che è
successo oggi non mi va di parlarne, ti spiace?-
-No,come vuoi..- sospirò -ma
che cosa ti ha fatto il professore, quando è uscito a cercarti era
furioso, ho avuto paura che ti avesse fatto qualcosa di male..-
-Niente mi ha solo detto di
andare questa sera nel suo ufficio a discutere la punizione-
-Meno male!Che punizione ti ha
dato?-
-Per
tre mesi devo andare ogni sera nel suo ufficio, provvederà poi lui a
farmi passare le ore nel
modo più piacevole possibile-
lo imitò, facendo ridere l'altra.
-Adesso è meglio se vai a
letto, domani ti aspetta una giornata molto pesante..- la mora annuì
-sai Jean era preoccupato per te, ti ha cercata per tutta la scuola,
e quando non ti ha trovata ha dato di matto- sorrise maliziosa e
l'altra arrossì -oh oh qualcuno è lusingato da queste attenzioni-
la prese in giro.
-Tu
sta' zitta e pensa per te..Jeff
oh Jeff..è bellissimo..Jeff fuori fa freddo copriti bene..- la
imitò, l'altra arrossì di brutto e Calypso scoppiò in una
fragorosa risata.
-Cos-cosa dici..-
-Ti piace Jeff ammettilo..-
-No!- disse imbarazzata
-No che non ti piace, o no che
non lo ammetti?- rise l'altra
-Io..oh ti odio!- scoppiò a
ridere anche lei.
-Ma cos'è successo tra voi?-
chiese Calypso quando l'eccesso di risa si fu fermato.
-I-io..noi siamo stati insieme
per tre mesi..e poi ci siamo lasciati..-
-Perchè?Ho visto come ti
guarda, e come tu guardi lui, siete cotti l'uno dell'altra-
-Ci sono state delle
incomprensioni- sospirò -io sono andata per un mese in Italia, da
alcuni parenti, e lui non si è fidato di me..quindi l'ho lasciato..-
disse triste.
-Mi dispiace..devi aver sofferto
molto-
-Non fa niente..è acqua passata
ormai..- si asciugò una piccola lacrima – raccontami un po' di te,
ti sei mai innamorata?-
-I-io..sono stanca,vado a
letto..scusami..- cercò di temporeggiare, sapeva però che sarebbe
stato inutile, era già passato troppo tempo, ed Adele aveva il
diritto di sapere.
-Eh no..io ti ho detto i miei
sentimenti per Jeff e raccontato la mia storia, ora tocca a te..-
-...-
-Non ti giudicherò se temi
questo- le sorrise incoraggiante.
-..E se non avessi una storia da
raccontare?-
-In che senso?- chiese confusa,
l'altra sospirò.
-..Mi hanno trovata qualche
settimana fa, con la febbre altissima, in un vicolo buio di Nocturn
Alley..sono stata in coma per quasi cinque giorni..al mio risveglio
non ricordavo nulla del mio passato.. Silente mi ha accolto in questa
scuola, sapendo che non avevo un posto dove andare e nella speranza
che col tempo potessi ricordare, ma io non ricordo nulla, chi sono,
da dove vengo, se ho una famiglia, cosa ci facessi lì..non so
niente..-
-Qui-quindi non ti chiami
Calypso Beker e non sei americana..-
-No..quello è il nome inventato
da Silente- singhiozzò
-Non piangere..ricorderai..-
-No,
non è vero..io mi sforzo di ricordare, davvero, ma è tutto
inutile.. - si asciugò le lacrime con il fazzoletto che le aveva
passato l'amica -e Malfoy lo sa..lo sa benissimo..è stato lui a
trovarmi e portarmi qui..- disse con rabbia.
-E' per questo che oggi te ne
sei andata dalla classe?- chiese, ad un tratto fu tutto chiaro, provò
pena per lei e capì il dolore che doveva aver provato l'amica.
-Il patronus si invoca con il
tuo ricordo più felice..ma io non potevo farlo..non potevo..io..non
ne ho..- l'amica la abbracciò.
-Il professor Malfoy è solo uno
stronzo..non devi dargli coccio..-
-Lo so..- si staccò da lei e si
alzò -ti prego non dirlo a nessuno..non voglio che si sappia la
verità..- la pregò.
-Te lo giuro- le promise.
Si misero a letto in silenzio,
tutte e due molto tristi, una cercava di ricordare un passato
completamente sconosciuto e l'altra pregava sinceramente per l'amica.
*********************
-Puntuale, brava forse cominci a
mettere un po' di giudizio?- la guardò, lei non rispose -non oso
sperare..bene questa sera la passerai a ripulire il mio ufficio, da
cima a fondo, perchè quando si ha la coscienza sporca, cosa c'è di
meglio di pulire?Non si sa mai che poi ti accorgi della grande
cavolata che hai fatto- ghignò.
-Non ho fatto nessuna cavolata,
l'hai fatta tu semmai-
-Ecco mi sembrava troppo bello
il tuo silenzio- sospirò teatralmente, si sedette su una
poltroncina,in posizione relax -puoi cominciare-
-Tu non hai altre cose da fare,
che so altri studenti da ferire, o tiranneggiare in giro per la
scuola?- fece ironica.
-No, per tua sfortuna questa
sera non ho niente di meglio da fare che guardarti lavorare- sorrise
sarcastico -ah quasi dimenticavo, dammi la tua bacchetta- lei gliela
lanciò e lui la prese al volo.
-Posso iniziare adesso?-
-Prego-
Cominciò a rassettare i vari
libri ed a spolverarli,poi passò un panno bagnato sulla scrivania,
che prima sgomberò, pulì la libreria e riordinò le pergamene
sparse per la stanza, cambiò alcune candele quasi finite e pulì per
terra, il tutto sotto lo sguardo insistente del biondo, che non
l'aveva mollata nemmeno per un istante.
-Devo ammettere che come
sguattera te la cavi abbastanza bene, sicura che non lo facessi per
mestiere prima?- le chiese sardonico quando ebbe finito.
-Ho finito posso andare adesso?-
disse ignorando l'affermazione di prima.
-Mmm..nessuna coscienza che
rimorde?- chiese finto speranzoso.
-Assolutamente no..e tu?-
-Assolutamente no..- imitò il
suo tono di voce.
-Bene, allora se non ti dispiace
mi ridai la mia bacchetta?- chiese tendendo la mano.
-Vieni a prendertela- disse
aprendo il suo palmo sinistro su cui era poggiata la sua bacchetta,
lei si avvicinò e si abbassò per poi prendere la bacchetta alla
velocità della luce, non gli piaceva stargli così vicino, era dura
ammetterlo, ma stare da sola con lui..beh le faceva un po' paura.
Lui sembrò intuirlo e scoppiò
in una fragorosa risata -brava fai bene ad avere paura di me-
-Io non ho paura di te- mentì
prontamente.
-Si certo..- la prese in giro.
-E' vero, non ho paura di te-
-Bene, dimostramelo- si alzò
velocemente e si avvicinò a lei, fino a schiacciarla a muro con il
suo corpo premuto addosso, il cuore le batteva fortissimo, e sentiva
l'aria mancarle nei polmoni, ma non l'avrebbe mai ammesso davanti a
lui.
-Che fai, allontanati!- cercò
di spingerlo via, ma lui fermò le sue mani.
-Sta' ferma- avvicinò la testa
al suo collo, e lei immaginò che volesse baciarglielo, si
immobilizzò ed il cuore minacciò di scoppiarle in petto.
Ma lui si limitò a poggiare un
orecchio per qualche secondo e poi scoppiare nuovamente a ridere,
staccandosi di pochi centimetri da lei.
-Hai paura..- constatò
-N-non è vero..-
-Il tuo cuore sta scoppiando, ti
manca il respiro e..- le prese una mano e la guardò -ti tremano le
mani, o hai paura o sei tremendamente innamorata di me..- sghignazzò.
-I-io..ma come ti permetti!- lo
spinse via con rabbia e si allontanò da lui -io non ho paura di te e
soprattutto non sono e non sarò mai innamorata di te, come potrei
amare un essere come te?!- gli girò le spalle e se ne
andò,lasciandolo solo.
**************
Guardò fuori dalla finestra,
era una giornata cupa e nuvolosa, come sempre del resto, ma si
sentiva una strana inquietudine dentro, da quattro giorni a quella
parte non aveva chiuso occhio, pensava e ripensava a quello accaduto
pochi giorni prima con quella stupida ragazzina.
All'inizio si era avvicinato a
lei solo per dimostrarle che lui avesse ragione, aveva paura di lui,
lo nascondeva bene,ma l'aveva,e quando l'aveva capito aveva deciso di
metterle ulteriormente soggezione, avvicinandosi di più a lei, aveva
stretto il suo corpo al suo e sentito il suo corpo morbido aderire
perfettamente a lui, poi aveva avvicinato la testa al suo collo,
voleva sentire i suoi battiti cardiaci, per umiliarla di più, ma
quando aveva sentito il suo profumo di ciliegia, la sua pelle morbida
ed il suo battito frenetico, si era inevitabilmente eccitato, gli era
venuta una gran voglia di baciarla e.. Scosse la testa, non sapeva né
come né perché, sapeva soltanto che era successo, e questo lo aveva
mandato in bestia, e le aveva detto per imbarazzarla quell'assurda
teoria che fosse innamorata di lui, l'aveva fatto per vederla
arrossire, vendicarsi..ma la risposta che gli aveva dato lo aveva
spiazzato, quasi ferito, non sapeva perchè, sapeva soltanto che era
così.
-...non
sono e non sarò mai innamorata di te, come potrei amare un essere
come te?!-
C'era rimasto di sasso, era
abituato a mietere vittime con il suo fascino da bello e dannato, ad
avere sciami di ragazzine che sbavavano per lui, ma non gliene era
mai importato nulla, ma lei lo aveva ferito dicendogli quella frase,
non perchè tenesse a lei..assolutamente no, ma era una questione
d'orgoglio, tutte gli cadevano ai piedi, tutte, nessuna
esclusa e lei non poteva essere risparmiata, doveva essere a tutti i
costi innamorata di lui, così lui poi l'avrebbe tranquillamente
respinta ed umiliata e si sarebbe sentito soddisfatto.
Nelle sere di punizione che
erano seguite a quella fatidica sera, si era limitato ad assegnarle
il lavoro da svolgere ed a guardarla, senza proferire altra parola,
si divertiva a vederla arrabbiata, a vederla combattere contro
l'impulso di mandare tutto a quel paese ed andarsene, qualche volta
l'aveva stuzzicata, ma lei non aveva risposto, divertendolo ed
inquietandolo allo stesso tempo.
Sentì la porta che si aprì
alle sue spalle -sei in ritardo- constatò.
-Ho finito tardi di mangiare-
disse tranquilla -allora quale altra ridicola punizione mi assegnerai
questa volta?-
Lui si girò a guardarla, aveva
una coda alta, ed un ciuffo di capelli sfrangiati le ricadevano
coprendo la tempia sinistra, leggermente truccata e con la divisa un
po' in disordine, manteneva sempre quella sua bellezza regale che le
aveva sempre riconosciuto -oggi dovrai ordinare quei libri per me-
indicò una libreria con almeno un centinaio di libri messi a
casaccio -in ordine alfabetico e data di creazione..- lei spalancò
gli occhi scuri – buon lavoro- le sorrise sardonico ed andò a
sedersi nella solita poltrona.
La guardò iniziare a leggere
tutti i titoli ed a sospirare rassegnata, prese dalla borsa che aveva
lasciato vicino alla porta una piccola pergamena ed una piuma con il
relativo inchiostro. Cominciò a segnare i vari nomi e le date con
concentrazione, era vicino a lui, tanto che riusciva ad udirne il
respiro.
La guardò scrivere frettolosa,
forse ansiosa di finire al più presto ed andarsene, si toccò piano
il collo e spostò una ciocca di capelli corvini, sfuggiti alla
severa coda, dietro la spalla, lui seguì quel movimento ammaliato e
poi accarezzò con gli occhi la linea gentile del collo, e quando si
piegò per prendere un altro libro un po' più distante, lui riuscì
a scorgere il pizzo del reggiseno fucsia, distolse lo sguardo
immediatamente, sentendo la gola secca.
No
quella ragazzina non mi può fare quest'effetto, non glielo permetto!
Si alzò di scatto ed andò a
versarsi un bicchiere di Whisky Incendiario, bevendolo d'un fiato.
-Lo sai che non si beve quando
si è in servizio?- disse lei distrattamente
-Fatti gli affari tuoi-
-Non è molto professionale, e
potresti ubriacarti e provarci con me- era ironica.
-Non devi preoccuparti di
questo, io non ci proverei con te nemmeno sotto effetto di sostanze
stupefacenti ed in fin di vita, diciamo..si non sei proprio il
massimo che un uomo possa desiderare, c'è di meglio..quindi puoi
stare tranquilla- disse freddo, la vide stringere i pugni e guardarlo
con odio -che c'è delusa?- la derise.
-Affatto, non ci tengo proprio
ad attirarti, non ci terrei neanche se fossi l'ultimo uomo sulla
faccia della terra- disse tornando a scrivere.
-A me sembra proprio il
contrario..scommetto che pagheresti l'oro che non hai per passare una
notte con me-
-Non credo proprio-
-Fidati-
-Sei completamente fuori strada-
-Se ti facessi passare una notte
con me ti innamoreresti subito-
-Hai un concetto completamente
sbagliato sull'amore- lo guardò
-Ah si?-
-Si-
-E allora cos'è per te l'amore
Calypso Beker?- disse il suo nome con una vena di derisione.
-I-io non lo so..- distolse gli
occhi -non riesco a ricordare di essere mai stata innamorata- disse
triste -ma so che non è soltanto carnalità..è di più, lo so, lo
sento..l'amore non può mai essere solo sesso come credi tu, credo
che sia qualcosa di dolce e protettivo..-
-Che commovente..ed assurdo- la
prese in girò
-Già dimenticavo con chi stavo
parlando..- sospirò
-Allora non scordarlo più..odio
sentire certi discorsi smielati- disse disgustato.
-Solo perchè tu sei un
insensibile non vuol dire che anche gli altri lo siano e...- si
interruppe subito, e con una smorfia di dolore si prese la testa tra
le mani.
-Che succede?-
-...-
-Ragazzina, che succede?- si
avvicinò a lei e la guardò negli occhi, facendole alzare la testa,
aveva le pupille dilatate e gli occhi rossi -che cosa ti succede?-
-I-io non..lo so..mi scoppia la
testa..- d'un tratto gli occhi le tornarono normali ed abbassò le
mani.
-Che cosa ti è successo?-
chiese freddo, ma con una puntina di preoccupazione, ora, perchè
cavolo si era preoccupato vedendole gli occhi a quel modo?
-Non lo so..tutto ad un tratto
ho sentito come se la testa dovesse esplodermi..- rispose confusa.
-Quando avrai finito dovrai
andare da Madama Chips, a farti controllare- ordinò imperioso e lei
annuì.
-Finisci il lavoro- si allontanò
nuovamente da lei.
Quando finì di riordinare tutti
i libri, esattamente due ore dopo, si congedò dirigendosi
sicuramente nell'infermeria della scuola.
Che cosa aveva avuto? Che
c'entrasse con quello che le era successo precedentemente?
Si avviò verso la sua stanza
con queste domande che gli giravano nella testa e quella sera si
addormentò molto tardi, cercando incessantemente delle risposte, ma
invano.
La mattina la vide, ridere
tranquilla con quell'idiota Grifondoro, Seed Jean, un ragazzo a suo
avviso mediocre, ma molto famoso tra le ragazze.
Strinse i pugni quando Seed le
spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli, quando si rese conto
del gesto istintivo che aveva fatto, si diede mentalmente dello
stupido, non c'era motivo di scaldarsi tanto per una ragazzina.
-Sei pensieroso Draco- la voce
di Piton lo riportò alla realtà, si girò a guardarlo e scosse la
testa -qualcosa che ti turba?-
-No- la guardò sorridere
all'idiota -tutto bene-
-Non ha ancora recuperato la
memoria vero?- seguì il suo sguardo, ed il biondo si diede
mentalmente dell'idiota, suo zio non era mai stato uno stupido.
-No, infatti- lo guardò.
-So che Silente sta studiando un
incantesimo che fa al caso suo, molto efficace-
Quindi presto avrebbe recuperato
tutti i ricordi, avrebbe saputo chi era e qual era il suo posto, e
non ci sarebbe stato ulteriore bisogno di tenerla ancora ad
Hogwarts..sicuramente se ne sarebbe andata, sarebbe tornata a casa
dalla sua famiglia ed i suoi affetti, avrebbe continuato la sua vita
come se niente fosse, dimenticandosi di tutti, lui compreso.
Stranamente questo pensiero non gli piacque, non voleva che se ne
andasse, era troppo divertente farla arrabbiare, non voleva dirle
addio, ma soprattutto non voleva che lei si dimenticasse di loro, di
lui.
No,
non mi importa niente di quella ragazzina, prima se ne va e meglio
è..
-Meglio, non so per quanto
ancora potrò tollerare di averla intorno- disse glaciale.
-Draco..hai così tante cose da
imparare..- disse inaspettatamente
-Non trattarmi come un bambino
zio, non lo sono- disse irritato, l'altro sospirò e non rispose.
Si alzò e si diresse
decisamente irritato a lezione, aveva la Beker da interrogare.
La guardò piegarsi e passare lo
straccio bagnato nel pavimento, quella era la sua punizione di quella
sera, pulire l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, visto che quelli
del quarto anno avevano combinato un disastro, che lui avrebbe dovuto
pulire, quale soluzione migliore, se non farlo fare a quella sciocca
ragazzina?!
In verità era stato anche
tentato dal fatto che si dovesse inginocchiare per farlo, o meglio
mettersi a gattoni, quindi aveva preso la sua decisione molto
rapidamente, ed ora lui era dietro di lei intento a godersi uno
spettacolo davvero niente male, che lei inconsapevolmente gli
offriva.
Notò che anche mentre puliva,
chinata in terra con lo straccio in mano, manteneva quell'aria di
regalità orientaleggiante.
-Non hai niente di meglio da
fare che stare lì a guardarmi?- chiese irritata dopo un po'.
-Benché tu non sia affatto un
bello spettacolo, no non ho niente da fare, se non ricavare piacere
dal vederti umiliata ed ai miei piedi- ghignò.
-Sei uno stronzo!- strinse con
forza lo straccio
-Può darsi, ma a te non è dato
dirlo, quindi torna a pulire-
Lei si girò con occhi di fuoco
-ti diverte così tanto far del male alle persone, vederle umiliate?-
-Si, devo ammettere che mi
soddisfa molto- sorrise ironico.
-Perchè non hai fatto il
Mangiamorte se ti piace far del male alle persone?- chiese
inaspettatamente.
-Non credo che questi siano
affari tuoi- rispose freddo
Stettero in silenzio per un po',
ma poi lei lo sorprese -Perchè cerchi di dimenticare il tuo passato?
Ci sono persone che farebbero di tutto per ricordarlo- disse
malinconica.
-Persone tipo te- lei lo guardò
-ma io e te siamo molto diversi, fortunatamente-
-Il nostro passato fa parte del
nostro essere, tu sei così grazie al tuo passato, io sono così
grazie al mio passato-
-Ma guarda, abbiamo la nuova
Socrate- la derise.
-Per quanto ne so, potrei essere
anche una sua discendente- sorrise, era bello il suo sorriso, puro e
gentile, che coinvolgeva sempre i suoi occhi scuri.
-Si, certo..sogna ragazzina-
-Ragazzina..- ripetè
infastidita -non sono poi tanto più piccola di te sai?-
-Ci siamo messi a fare
conversazione?!Lavora- disse duro quando si accorse che..si gli
piaceva parlare con lei.
-Che palle!- mormorò.
-Guarda che ti sento- lei alzò
gli occhi al cielo senza farsi vedere.
-Bene, ho finito- disse dopo
mezz'ora, si ripulì le mani ed uscì insieme a lui dalla stanza, ma
all'uscita una sgradita, per Draco, gradita, per la ragazza, sorpresa
li attendeva, Jean era venuto a prendere Calypso.
-Ciao!- lo salutò entusiasta
-Che fai qui?- gli andò incontro.
-Ti aspettavo, dai ti accompagno
al ritratto- le sorrise, le mise un braccio sulle spalle, e guardò
storto il professore che ricambiò appieno, lei non si ritrasse, cosa
che infastidì non poco il biondo, che lo incenerì ancora di più.
Non aveva scusanti però per
punirlo, nemmeno per interrompere quel tètè a tètè,quindi si
limitò a fulminare i due ed andarsene rabbioso dalla parte opposta.
-Oggi cominceremo a studiare le
Maledizioni Senza Perdono- disse quando tutti si furono seduti -chi
sa dirmi quali sono?- , molti alzarono la mano -Seed?-
-La Maledizione Cruciatus, la
Imperius, e l'anatema mortale- rispose tranquillo Jean.
-Venga qui a spigarle- lui si
alzò e si diresse vicino al professore
-La Cruciatus è una specie di
tortura, serve per provocare immediato dolore alla vittima, senza
però ferirlo fisicamente-
-Ha mai provato una Cruciatus
Signor Seed?- chiese maligno
-No..-
-Vorrebbe provarla per poi dire
i suoi effetti alla classe?-
-Cosa..n-non si può..- era
impallidito
-Si, io sono il professore,
decido io il metodo..- disse freddo -allora cosa mi dice?- la classe
era ammutolita.
-I-io..-
-Non può farlo! Silente non
approverebbe certi metodi!- scattò in piedi Calypso.
-10 punti in meno a Grifondoro
per l'intervento sgradito- non la degnò di uno sguardo, lo teneva
puntato sul ragazzo, come un serpente che aspetta un passo falso
della sua preda, per attaccare.
-Ma..-
-Vuole prolungare la sua
punizione Signorina?- chiese freddo.
Guardava Jean con divertimento e
rabbia, senza dubbio si stava godendo quel momento di paura, anzi
puro terrore, come leggeva negli occhi di quell'idiota.
-I-io..- deglutì
-Vada apposto, 50 punti in meno
per la sua codardia- si diresse verso uno scatolone e lo mise sulla
scrivania, ne uscì un rospo e gli puntò la bacchetta addosso
-Crucio!- subito il rospo prese a contorcersi e emettere piccoli
versi di dolore, -questi sono gli effetti della Cruciatus, peccato
che non sia molto legale usarla- sospirò.
-Signorina Beker vuole venire a
spiegarmi la Maledizione Imperius ed eseguirlo su questo animale?- la
ragazza si alzò e si diresse verso il rospo con la bacchetta
sguainata.
-Imperio- e subito il rospo
prese a ballare, provocando l'ilarità di tutta la classe, tutta
eccetto il professore, che la guardava impassibile -questo
incantesimo serve ad imporre la propria volontà su altri esseri
viventi-.
-Adesso mi spieghi a cosa serve
l'Anatema Mortale e lo esegua su quel rospo- lei spalancò gli occhi,
ma guardando l'espressione del professore capì che se non l'avesse
fatto l'avrebbe sicuramente sgridata e punita.
-Perdonami- sussurrò al rospo
-Avada Kedavra- un fascio di luce verde fuoriuscì dalla sua
bacchetta, ed andò a colpire il povero animale, che si accasciò a
terra senza vita, -questa maledizione..uccide- disse con un filo di
voce.
-Bene, può andare a posto- si
rivolse alla classe -per domani voglio che facciate un tema di 20
centimetri su queste maledizioni.-
Finita l'ora tutti se ne
andarono, e lui andò nel suo ufficio, e sedette nella sua poltrona,
quella da cui osservava ogni sera la ragazza, mentre scontava la
punizione.
Ricordò improvvisamente di aver
dimenticato un libro che gli serviva nell'aula, stava per tornare,
aveva già aperto la porta, che vide Calypso che si toglieva la
giacca della divisa e prendeva il rospo che aveva ucciso e lo
avvolgeva in un pezzo di stoffa nera che aveva fatto comparire con la
magia, -mi dispiace piccolo, non avevo scelta- e lo portò fuori,
Draco si diresse alla finestra, intuendo ciò che la ragazza aveva
intenzione di fare e la osservò stupito scavare una buca con le mani
e sotterrarci il rospo.
Perchè mai si dava tanta pena
per uno stupido animale?
La sera, durante le ore di
punizione, gliel'aveva chiesto curioso, l'aveva vista abbassare gli
occhi e rispondergli piano: -ogni essere meriterebbe di vivere, che
sia umano o animale non ha nessuna importanza, ha avuto una morte
indegna, come minimo doveva essere sepolto- e lui l'aveva guardata
stupito da tanta saggezza e sensibilità in una ragazzina di 17 anni,
lui non era mai stato così saggio alla sua età, nemmeno ai suoi
vent'anni di adesso, figuriamoci.
-Era una creatura inferiore-
disse come se fosse ovvio.
-Secondo chi?-
-E' un dato di fatto-
-Non credo..aveva lo stesso
diritto di vivere di te-
-Vuoi paragonarmi ad un rospo?!-
aveva chiesto indignato, lei guardando la sua faccia era scoppiata a
ridere, e lui ne era rimasto un attimo incantato.
Aveva una bella risata, non
troppo rumorosa, ma piacevole, e quando la sentivi ti veniva voglia
di ridere con lei.
In seguito erano rimasti in
silenzio fino alla fine della punizione e quando lei se ne era
andata, lasciandolo solo nel suo ufficio, per un momento,ma solo per
uno avrebbe voluto risentire quel bellissimo suono, e vedere
nuovamente i suoi occhi illuminati da un luccichio di divertimento.
Passarono alcuni giorni da
quella sera, ed ogni volta Draco si stupiva dei sentimenti protettivi
e di gelosia che provava nei confronti della ragazza, una sera aveva
avuto un altro episodio di mal di testa, con conseguente dilatazione
delle pupille, non le aveva nemmeno fatto finire la punizione, che
l'aveva subito accompagnata dall'infermiera della scuola a farla
controllare, ed a nulla erano servite le sue proteste ed i suoi
tentativi di convincerlo di star bene, se l'era presa in spalla e
trasportata in infermeria.
Oppure quando quel cretino di
Seed aveva provato a baciarla nel corridoio, lui era intervenuto
prontamente, molto accigliato e aveva tolto un sacco di punti a
Grifondoro, e li aveva interrotti anche altre volte, sembrava che
quel ragazzo non si desse mai per vinto e cogliesse ogni minima
occasione per metterle le mani addosso. Inammissibile!
Si diceva che era normale, le
aveva salvato la vita, era logico che adesso si preoccupasse della
sua incolumità, di lei..ma questa scusa faceva acqua da tutte le
parti, anche alle sue orecchie, e questo lo irritava profondamente,
ed ogni volta che provava qualcosa del genere se la prendeva con lei,
e da lì sfociava un'accesa discussione.
Una sera, quando lei aveva
finito la punizione e stava per andarsene, era arrivata un affannata
Adele Smitt che le aveva sussurrato delle cose all'orecchio,
facendola impallidire ed uscire quasi di corsa, lui naturalmente e
aveva seguite di nascosto, sentendo come una puzza di bruciato, ed
adesso si trovava al freddo della foresta proibita, con loro due che
si erano incontrate con Jeff Sauders che, se possibile era più
spaventato di loro.
-Com'è possibile che si sono
persi?- chiese Calypso
-Non lo so, mi avevano detto di
aspettarli qui, ed io l'ho fatto..è da un'ora che li aspetto-
-Ma perchè siete venuti qui?-
chiese apprensiva Adele.
-Jean voleva prendere dei fiori
per lei- indicò Calypso -dei fiori rari e bellissimi, che crescono
soltanto qui..e Jimmy lo ha accompagnato, io ho provato a fermarli,
ma non mi hanno ascoltato, dicendomi che avrebbero fatto in cinque
minuti, che dovevo restare qui a fare la guardia..- disse sconsolato.
-Vado a cercarli- disse Calypso
-Cosa?NO!Potresti perderti anche
tu-
-Non preoccupatevi ho molto
senso dell'orientamento- sorrise
-E se incontrassi qualche
animale feroce?- chiese preoccupata Adele
-So difendermi, aspettatemi
qui,- e senza farsi vedere da Jeff fece l'occhiolino ad Adele che
arrossì -non chiamate per nessun motivo i professori, o ci
espellerebbero tutti-
-Ma se non torni..?- chiese
terrorizzata la castana
-Se non torno..- sospirò -di
mattina avvertirete i professori, ma tornerò giuro- prese la
bacchetta e si avviò verso la foresta.
Draco la seguì di nascosto, con
gli occhi puntati su di lei, procedeva veloce e se provava timore non
lo dava a vedere, si faceva luce con la bacchetta tremando di freddo,
quell'incosciente non si era nemmeno portata uno stupido mantello!
Stupida
Grifondoro senza cervello!
Camminò ancora per una ventina
di minuti, quando ad un trattò si sentì un rumore di zoccoli,
correvano veloci verso di lei,che prese a correre.
Dopo alcuni metri la raggiunsero
e formarono un semicerchio intorno a lei.
-Avevamo detto che non volevamo
umani nella nostra casa- parlò un centauro molto grosso, forse il
più grosso di tutti.
-Non sono qui per farvi del
male, sto cercando dei miei amici, si sono persi da queste parti-
disse all'apparenza calma e tranquilla.
-Non ci interessa, non dovevate
venire qui, ed adesso pagherete, tu ed i tuoi amici- caricò per
attaccare, e lei chiuse gli occhi, prevedendo la fine imminente, ma
Draco nel momento stesso in cui il centauro la attaccò la buttò di
lato e schiantò il centauro.
-Malfoy..cosa ci fai..- lui
corse da lei e la fece rialzare con forza, la prese per il braccio e
si mise a correre, non ce l'avrebbero mai fatta contro tutti quei
centauri, e se li doveva affrontare avrebbe prima messo al sicuro la
ragazza.
-Muoviti!- le ordinò, era
lenta, troppo lenta.
Corsero a perdifiato per almeno
dieci minuti, sorpassando gli ostacoli delle buche, dei rami degli
alberi ecc, e con alle calcagna i centauri, più furiosi che mai.
Arrivarono in un dirupo,
probabilmente fuori dai confini della foresta proibita, e presero
l'immediata decisione di saltare, sotto c'era un fiume ed un tratto
di terra, dovevano essere almeno a 20-25 metri d'altezza, con un po'
di fortuna sarebbero caduti nell'acqua.
-Non c'è alternativa..-
constatò lei.
Saltarono e nella foga del
momento allentò la presa al braccio e la lasciò, cadde
dolorosamente in terra e gli ci volle qualche minuto per riscuotersi,
si alzò dolorante,aveva sbattuto un fianco in un masso, doveva
sanguinargli, perchè gli bruciava parecchio. Cercò a tentoni la
bacchetta,ma non la trovò, e la poca luce non lo aiutò di certo
-Beker?- chiamò, ma nessuna risposta gli giunse, si guardò intorno
-BEKER!?- urlò al vento.
Guardò il fiume e vide delle
bollicine, quella stupida doveva essere finita lì in mezzo, si tolse
il mantello e la camicia in fretta, si tuffò e si immerse ad occhi
aperti cercandola.
La vide, era quasi sul fondo,
inerme, doveva essere svenuta, la raggiunse più in fretta che potè
e la portò a riva.
Controllò i battiti e vide che
c'erano, ma aveva le labbra viola per il freddo, l'acqua di quel
fiume era congelata, quindi la spogliò, facendola rimanere
completamente nuda, e le mise il suo mantello.
Si mise la camicia e se la portò
seduta sulle sue ginocchia, stringendola a sé nel tentativo di
scaldarla.
-Non ti azzardare a morire hai
capito?!- le sussurrò -o giuro che me la paghi-
Non
devi morire,tieni duro,ce ne andremo di qui.. si
guardò intorno sperando in un miracolo, perchè soltanto questo
avrebbe potuto salvarli.
***************
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
derb
***************
Aveva
male a tutto, i polmoni le bruciavano, la testa le girava, e la gola
era riarsa, ma stava stranamente bene, al calduccio, avvolta in
qualcosa di caldo e confortevole, che fosse morta?
Aprì lentamente gli occhi,
tentando di mettere a fuoco nella penombra, e vide una testa, si
spaventò e si mosse cercando di sfuggirgli, ma quando le parlò
riconobbe subito la voce e si tranquillizzò, accoccolandosi tra le
sue braccia.
TRA LE SUE BRACCIA?! Si ritrasse
di scatto provocando l'ilarità del biondo che ancora la stringeva a
sé -lasciami!- lui allentò la presa, ma non la lasciò
completamente.
-Non sembrava ti dispiacesse
fino a qualche minuto fa- fece malizioso.
-Ero svenuta!- disse irritata
-C-che cosa è successo?- chiese poi.
-La tua avventatezza ci è quasi
costata la vita- ritornò serio e duro, lei lo guardò in attesa di
ulteriori spiegazioni -siamo saltati da quel dirupo e tu sei finita
nel lago, quasi annegata, sono dovuto venire io a salvarti, perchè
stavi annegando ed in seguito morendo assiderata-
-Io..- si guardò e notò che
indossava il suo mantello e..basta?! -mi hai spogliata?!- chiese
indignata ed imbarazzata allo stesso tempo.
-Direi-
-Non ti dovevi permettere, non
ne avevi il diritto!- gli aveva urlato.
-Volevi forse morire di freddo?
O farti venire la broncopolmonite?!- urlava anche lui, e guardandolo
nella penombra lei notò una cosa, era più pallido del solito, ed
aveva le labbra e le unghie viola.
-Ma tu stai congelando!- esclamò
stupita, senza pensarci un attimo si tolse il mantello e glielo mise
sulle spalle, coprendolo, facendogli stringere i lembi del mantello
nei pugni chiusi, e poi si tirò su, appoggiando la schiena al duro
torace di lui, e avvolse le sue braccia intorno al suo corpo.
-E' forse un tentativo di
seduzione?- sussurrò ironico al suo orecchio.
-NO!Stupido idiota, non voglio
averti sulla coscienza, e non voglio morire nemmeno io..il mantello
ci riparerà dal freddo e i nostri corpi si scambieranno calore-
disse arrossendo, ma perchè quella serpe fraintendeva tutto?
-Come hai fatto ad arrivare in
tempo? Che ci facevi qui?- chiese curiosa dopo qualche minuto.
-Sapevo che saresti stata tanto
incapace da farti quasi ammazzare-
-Mi hai seguita?!- chiese
scioccata.
-CERTO!Avevo intuito che stavate
per mettervi nei guai e giuro che questa me la pagate, ho in mente
almeno un centinaio di punizioni per voi!- stranamente sentirlo
lamentare e dire cattiverie era confortante, almeno la situazione non
era così critica da demoralizzarlo..consolante no?
Con tutto che era nuda tra le
braccia della persona più antipatica ed arrogante di tutto il mondo
magico, in quel momento ringraziò di essere con lui, di essere tra
le sue braccia, si sentiva al sicuro, protetta..se ci fosse stato
Jean al posto suo non credeva che si sarebbe sentita così, Malfoy
per quanto potesse detestarla, l'aveva salvata più volte, mettendo
in pericolo la sua stessa vita..non era del tutto sicura che Jean
avrebbe fatto altrettanto.
-Malfoy..grazie-
-Non l'ho fatto per te- disse
freddo.
-Lo so..- disse triste -ma
comunque l'hai fatto..è questo l'importante- lui non rispose,
stettero in silenzio per un po', al punto che Calypso pensò che lui
si fosse addormentato.
-Malfoy, MALFOY!- lo chiamò
allarmata.
-Che c'è?- chiese scontroso.
-Non addormentarti..al freddo
non ci si deve mai addormentare..o si corre il pericolo di non
svegliarsi più!- spiegò preoccupata.
-Da quando in qua ti preoccupi
per me?- chiese ironico.
-Non sono preoccupata per te..è
solo che..non voglio restare sola in questo posto..e non voglio che
muori abbracciato a me..mi farebbe..paura..- disse piano.
-Oh oh qualcuno qui si sente a
disagio ad ammettere che tiene a me- la prese in giro.
-IO NON TENGO A TE, è solo che
non voglio che muori qui, con me... appena torneremo a scuola potrai
morire tranquillamente se ti va-
-Certo certo..- calò di nuovo
il silenzio.
-Parlami!-
-Che vuoi che ti dica?- chiese
infastidito.
-Non lo so qualsiasi cosa, ma
basta che stai sveglio-
-Raccontami qualcosa tu, visto
che ci tieni tanto-
-I-io lo farei, ma non ho niente
da raccontarti, nessun ricordo..nessun.. niente- disse triste
-Forse è meglio così, finirei
di sicuro per addormentarmi- lei gli diede una gomitata -Ahi!- si lasciò sfuggire e lei
avvertì nel gomito un qualcosa di bagnato e viscido..
-Ma tu sei ferito!-
-Non è niente-
-Come non è niente, ti sanguina
il fianco!-
-E' solo un graffio, basta che
non mi dai più gomitate e starò bene- disse freddo.
-Perchè mi hai salvata quel
giorno a Nocturn Alley?- chiese dopo un po' di silenzio.
-Non lo so- capì che era
sincero -non hai riacquistato nemmeno un piccolo frammento di
ricordo?- cambiò argomento.
-No..io..mi sforzo di ricordare,
ma è tutto inutile..non ci riesco..- disse sconsolata.
-...-
-Credo che non ricorderò mai
nulla della mia vita precedente..-
-Ho sentito che Silente sta
studiando un incantesimo, credo che ce la farà, è un vecchio
bacucco, però è molto potente-
-Lo spero..- sospirò -quando
quella sera all'infermeria te ne sei andato mi hai detto: “sei qui
da oltre cinque giorni, e nessuno è venuto a cercati, non credo che
qualcuno tenga così tanto a te”, credo che tu abbia avuto ragione,
nessuno teneva a me..nessuno si è preoccupato di cercarmi..- disse
con gli occhi lucidi.
-Si che sarebbe un sollievo
liberarsi di te, ma non è detto che non ti abbiano cercata..magari
ti hanno cercata e non ti hanno trovata, dandoti per morta..oppure
sono morti tutti, o non avevi nessuno..-
-E' questo che mi preoccupa, che
razza di persona ero, se alla mia scomparsa nessuno si è disperato,
nessuno ha fatto di tutto per cercarmi.. che razza di persona ero, se
sono stata sola per tutta la vita?- singhiozzò e calò il silenzio.
-Mi sembra che qui però hai
fatto amicizia con molti, c'era quell'idiota di Seed che si sarebbe
fatto espellere per portarti degli stupidissimi fiori..- disse
freddo, ma nell'ultima parte colse una vena di irritazione.
-Non dirmi che sei geloso..-
scherzò lei.
-Ma figurati, io sono l'uomo più
bello ed ambito della scuola, molte pagherebbero per essere al tuo
posto in questo momento- disse superbo.
-Pagherebbero per essere
sperdute, doloranti, infreddolite e nude, cadute da un dirupo per
sfuggire a morte sicura e perse?- parlò a vanvera.
-Pagherebbero per stare tra le
mie braccia- la strinse di più a sé -..nude per di più- rise, e
lei gli diede una gomitata, facendo però attenzione a non colpire la ferita.
-Non pensi di essere un po'
troppo arrogante a volte?-
-Io me lo posso permettere-
-Si, ma questo non vuol dire che
devi per forza esserlo-
-Stai sempre a criticare..Ma non
ti stai mai sulle palle tu?- chiese ironico.
-No, però in compenso mi stai
tu sulle palle, va bene lo stesso?- rispose con sarcasmo.
-Sai sarà il freddo a farmi
parlare, ma a volte mi sembri quasi simpatica, quasi- la prese in
giro.
-Io sono sempre simpatica,
quando non mi si fa arrabbiare-
-Si..certo certo-
-Perchè non hai fatto il
Mangiamorte?- questa domanda gliel'aveva già fatta, ma lui non le
aveva risposto, e lei voleva sapere.
Lo
sentì sospirare -Se te lo dico poi stai per qualche minuto zitta?-
lei annuì -io ho quegli ideali, sono nato in una famiglia che fin da
quando ero piccolo mi ha insegnato che i babbani ed i mezzosangue
erano inferiori, e come ho detto prima io lo condivido pienamente..ma
non vedo perchè se loro non mi disturbano io devo andare ad
ucciderli, io li ignoro, a patto che loro ignorino me, e mi stiano
alla larga..non capisco tutto questo bisogno di ucciderli-
-Hai ragione, questa guerra non
ha né capo né coda..e poi i Mangiamorte obbediscono ad un idiota
che ha manie di grandezza, e che per quello che pensa ed insegna ad i
suoi adepti dovrebbe essere il primo a morire-
-Sei informata bene- si stupì.
-Si ho letto dei vecchi articoli
di cronaca e Silente mi ha spiegato alcune cose, e non condivido il
tuo pensiero che i babbani ed i mezzosangue siano inferiori ai
purosangue-
-Punti di vista- rispose
distratto.
-Sei mai stato innamorato?-
-Cosa?- chiese spiazzato dal
repentino cambiamento di discorso.
-Sei mai stato innamorato?-
ripetè.
-E questa domanda da dove salta
fuori?-
-Non lo so, mi è venuto in
mente, allora?-
-Non che siano affari tuoi, ma
no, non sono mai stato innamorato-
-Capisco..-
-E tu?-
-Domanda
idiota Malfoy, ponimene un'altra degna della tua grande
intelligenza- lo prese in giro.
-Sei innamorata di Jean Seed?-
le chiese -questa è abbastanza intelligente?-
-No, non proprio..comunque no,
non sono innamorata di Jean, lui mi sta simpatico, e mi piace stare
con lui, ma..manca la scintilla, il batticuore, le farfalle nello
stomaco, il sangue che si rimescola nelle vene..la voglia di stare
insieme a lui, la voglia di intimità..gli sguardi complici..la
passione che brucia e consuma..la gelosia..manca tutto questo, quindi
no non sono innamorata di lui- disse sicura.
-Mi sa che hai una versione un
po' troppo romanzata dell'amore-
-E allora tu come lo vedi?-
chiese offesa
-Non lo so..- scrollò le spalle
-appena lo saprò verrò sicuramente a dirtelo- ironizzò.
-Io ti aspetterò- lei era
seria.
Passarono le ore così, a
parlare, a battibeccare ed a conoscersi, ed alle prime luci
dell'alba, quando ci fu abbastanza luce per cercare le bacchette,
decisero che era il momento di cercare di tornare a scuola.
Calypso con addosso ancora il
mantello di Draco, trovò ed indossò i suoi vestiti, ed in seguito
la sua bacchetta.
-Tieni, grazie- gli porse il
mantello piegato.
-Tienilo, sfigata come sei ti
salirebbe immediatamente la febbre- lo rifiutò, lei sorrise, aveva
capito che dietro gli insulti, c'era una lieve cortesia e lo indossò
di nuovo.
Draco trovò, finalmente, la sua
bacchetta, fortunatamente integra e con un incantesimo fece comparire
una scaletta per risalire nel dirupo.
-Sali prima tu, ci mancherebbe
soltanto che tu cadessi di sotto e non ci fosse nessuno a prenderti-
lei gli fece la linguaccia ed iniziò a salire.
-Se mi guardi sotto la gonna ti
uccido!-
-Ti ricordo che ti ho già vista
nuda, quindi non sarebbe poi tutta quella novità- disse malizioso.
-TI UCCIDO!-
Salirono e ripercorsero la
foresta ed arrivarono al punto in cui lei aveva detto a Calypso di
aspettarla, trovandovi Jeff ed Adele che dormivano abbracciati
sorrise -che carini!- ma poi vide Malfoy svegliarli in malo modo, -ma
che cavolo fai?!?!- chiese indignata.
I due si svegliarono di
soprassalto e si guardarono intorno spaventati, videro Calypso e la
ragazza corse ad abbracciarla.
-Stai bene?Cosa hai fatto tutto
questo tempo?Ti sei persa?Eravamo così preoccupati!- disse
apprensiva, l'altra rise.
-Sto bene, diciamo che si mi
sono persa, ma niente di grave- l'amica si staccò -e Jean e Jimmy?-
-Sono a scuola, sono tornati
un'ora dopo che tu te ne eri andata, con quei dannati fiori e con un
polso slogato Jean ed una caviglia rotta Jimmy.. noi abbiamo voluto
aspettarti-
-L'ho visto..-le sorrise
maliziosa e l'altra arrossì, si girò dall'altra parte e granò gli
occhi alla vista del professore.
-Pr-professor Malfoy..-
balbettò, l'altro annuì secco.
-Tornate subito tutti a scuola,
penserò dopo alle punizioni da darvi, intanto 100 punti in meno a
Grifondoro-
-Dirà..a Silente?- chiese
timido Jeff.
-No, lui non saprà nulla di
questa..avventura, ci penserò io a punirvi per bene, non si
preoccupi- rispose freddamente.
Gli altri sospirarono sollevati,
e Calypso lo guardò grata, si avviarono verso la scuola, tutti
sollevati, e tutti e quattro con la consapevolezza che quella notte
qualcosa era cambiato.
Si
avviò verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, per l'ennesima
sera in punizione, ed anche se era stanchissima e assonnata, era un
po' più serena, Adele e Jeff erano tornati insieme, e lei, lei aveva
visto una parte di Malfoy nuova, diversa, che non a tutti era dato
vedere, e non lo vedeva più come “l'arrogante bastardo platinato”
, ma come “l'arrogante bastardo salvatore platinato” un gran
passo avanti no?
Bussò e la sua voce le intimò
di entrare, lo guardò e lo vide seduto alla sua scrivania intento a
riordinare dei fogli, poi la raggiunse e la superò, senza degnarla
di un'occhiata -questa sera passerai la tua punizione in un altro
posto- si incamminò e lei lo seguì, fino all'aula di pozioni, dove
erano raggruppati diversi mucchi di erbe.
-Piton mi ha chiesto il favore
di tagliare queste per lui, ma tu lo farai al posto mio, questa è la
tua punizione di sta sera- lei sgranò gli occhi -puoi iniziare- ed
andò a sedersi sopra la scrivania.
Lei si incamminò e prendendo il
grosso coltello, iniziò a tagliuzzare e sminuzzare -voglio un lavoro
preciso ed accurato, sai com'è Piton..e non voglio fare una
figuraccia per colpa della tua incompetenza- lei strinse di più il
coltello e non rispose.
Tutto
qui?..
Quando si era avviata per andare
alla sua giornaliera punizione, c'era andata tranquilla, quasi
entusiasta, convinta che non sarebbe stato lo stronzo di prima, che
qualcosa tra loro due fosse cambiato, si erano detti la verità l'un
l'altro, avevano passato ore abbracciati a capirsi, a conoscersi, e
lei credeva davvero di aver visto una parte nuova di lui, una parte
molto recondita, nascosta da strati e strati di arroganza e
freddezza..ma a quanto pareva si sbagliava, forse aveva ragione lui,
era davvero il freddo a farlo parlare e comportare a quel modo, non
c'era altra spiegazione.
Povera
illusa, credevo di aver scoperto il suo vero io, ma sono soltanto una
stupida pensò triste.
Finì rapidamente, ma aveva la
testa completamente altrove, e la sua distrazione le costò parecchi
tagli alle dita, che subito si curò di nascondere al professore, non
voleva che li vedesse, non voleva che commentasse malignamente, c'era
rimasta già troppo male per il suo comportamento di prima.
-Ho finito- disse tenendo i
pugni chiusi.
-Bene,
fammi vedere le mani- disse freddamente, e lei se le portò dietro la
schiena, nascondendole alla sua vista - Non ti ho chiesto
mica il codice del tuo conto in banca, soltanto di vedere le tue
mani- le fece il verso, e lei
strinse i pugni.
-Non c'è niente da vedere nelle
mie mani-
-Ah no? Allora perchè le
nascondi dietro la schiena?-
-Non sono affari tuoi, adesso
scusami, ma sono molto stanca- cercò di superarlo, ma lui fu
rapidissimo, le fu davanti in un attimo e le prese con forza le
braccia, costringendola ad arrendersi, poi le aprì i pugni chiusi.
Controllò le sue mani e vide i tanti taglietti pieni di sangue sulla
sua pelle, alcuni molto piccoli, altri un po' più profondi, fece
apparire delle bende e le fasciò le mani delicatamente -sono
incantate, domattina non avrai un graffio- disse freddo, ma lei si
stupì comunque, perchè le riservava quella cortesia?
-Grazie..-
-Guarda che non lo faccio per
te, per quanto mi riguarda potresti anche morire dissanguata, ma se
qualche professore, o Silente vedesse i tuoi tagli mi darebbero noia-
lei lo guardò ferita -adesso vattene sono stanco- la cacciò in malo
modo e lei con le lacrime agli occhi raccolse le sue cose e se ne
andò.
Nei corridoi si asciugò la
piccola lacrima che le era scivolata lungo le guance, no, non avrebbe
pianto, era solo colpa sua, solo e soltanto colpa sua, si era
costruita castelli di sabbia per aria, ed adesso la dura realtà li
aveva buttati giù.
Bene, almeno adesso sapeva
davvero con chi aveva a che fare.
*************
Ringraziamenti:
Nika_night:
grazie per la recnsione:) vedrò di provvedere al problema delle
frasi..mmm il finale è già delineato nella mia testolina
pazza, quindi cercherò di aggiornare spesso.. x Draco..non ce lo
vedo a farsi male, lo vedo più come un superuomo, ma vedremo
cosa si può fareXD
kiss
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
lff
Passarono le settimane e le cose non migliorarono, lui
la trattava freddamente, e lei rispondeva alla cortesia, non
parlavano quasi mai, lui si limitava ad interrogarla ed a spiegarle
le punizioni che doveva eseguire, e lei a rispondere.
Una sera, mentre correggeva i compiti dei bambini del
terzo anno, sentì un leggero bussare alla sua porta, seccato diede
il permesso di entrare, e vi entrò timida Calypso -Posso?- chiese
nervosa ed imbarazzata.
-Che vuoi?- chiese irritato.
-I-io..-
-Non sei un po' in anticipo per la tua punizione?-
-Non sono qui per questo..-
-Allora?-
-Ho un tratto di pelle come insensibile, congelato..-
disse imbarazzata.
-E cosa vuoi da me?- era sempre più irritato, quella
ragazzina doveva smetterla di perseguitarlo, prima i suoi pensieri,
poi i suoi sogni, ed adesso anche la realtà.
-M-madama Chips non sta bene, e Piton mi ha detto che
aveva da fare e quindi di venire qui da te, mi avresti dato la
soluzione- disse piano, con gli occhi sulle sue scarpe.
-Anch'io ho da fare- disse secco.
-L-lo so, ma è davvero urgente..non sarei qui se no..-
Sospirò, le avrebbe dato una stupida pomata, così se
la sarebbe tolta dai piedi in fretta – da cosa è causato?-
-Non lo so...ce l'ho da sta mattina- rispose piano lei.
-Sei veramente un caso disperato- si alzò -fammelo
vedere-
-C-cosa?- chiese allarmata.
-Il tratto di pelle congelato, cos'altro!?- rispose
irritato.
-I-io..non puoi darmi una pozione e basta?-
-No, devo vedere di che si tratta- era veramente molto
seccato -quindi muoviti non ho tempo da perdere-
-E' in una parte un po'..privata- sussurrò.
-Non mi interessa, quindi se vuoi il mio aiuto devi
muoverti-
Lei annuì rossa come un pomodoro, e cominciò a
sbottonarsi la camicia, -che stai facendo?- chiese lui stupito,
indeciso se fosse uno dei suoi soliti sogni o un'improbabile realtà.
-E'..qui..- mormorò, si indicò poco sopra il seno
sinistro e lui deglutì e le si avvicinò.
-Sbrigati- cercò di mantenersi freddo.
Lei continuò a sbottonarsi la camicia, e poi se la
scostò dalla spalla sinistra, ed abbassò la bretella del reggiseno
blu, facendo vedere una grossa macchia quasi grigia, lui si avvicinò
di più e la sfiorò piano con le dita, lei sussultò -senti
qualcosa?- lei scosse la testa e lui continuò a sfiorarla piano,
cercando di mantenere il controllo ed al contempo capire a cosa fosse
dovuta quella insensibilità.
-Potrebbe essere di qualsiasi cosa, una specie di
reazione allergica o altro..- era come incantato dalla sua pelle,
così delicata e morbida -dimmi cos'hai usato negli ultimi quattro
giorni?- le chiese piano.
-Beh..ho usato un bagnoschiuma al latte, il solito
profumo..creme non ne metto lì, la uso soltanto per le mani..-
spiegò imbarazzata.
-Nient'altro?-
-No..- ci pensò -ah..ehm..due giorni fa per sbaglio
Jean mi ha versato addosso un po' di pozione-
-Che tipo di pozione?-
-Anestetizzante, per le ferite magiche..-
-Il solito idiota..- si allontanò a malincuore da lei e
prese dal cassetto della sua scrivania una piccola ampolla di vetro
-bevi questa sta sera e domani mattina, in poche ore non avrai più
nulla-.
Lei si ricompose, si rialzò la bretella del reggiseno
ed riabbottonò la camicia -grazie- prese con mani tremanti l'ampolla
che le porgeva.
Si avviò verso la porta, ma fu fermata dalla fredda
voce di lui -questa sera salteremo la punizione, sono stanco- la
guardò annuire senza voltarsi, non voleva correre il rischio di
perdere il controllo e di sbatterla a muro e prenderla come
desiderava fare da un sacco di tempo.
La sera di Halloween era arrivata, aveva sentito gli
alunni in fermento, tutti erano entusiasti dell'annuale festa in Sala
Grande, lui aveva preso la notizia con freddezza, se non con noia
quando aveva saputo che anche i professori avrebbero dovuto
mascherarsi.
Adesso stava legando al collo il mantello del suo
costume, si era deciso a vestirsi da vampiro, tutto di nero come
piaceva a lui, a parte il lato interno del mantello che era rosso. Il
pallore del suo viso si intonava perfettamente, e per l'occasione
aveva fatto un incantesimo ai suoi denti allungando leggermente i
canini.
Si chiese come si sarebbe mascherato Piton, o la
Mcgranitt, o meglio Silente, rise mentalmente immaginandolo vestito
da fungo.
Chissà come si vestirà lei..scosse la testa, non
doveva pensare a lei, se l'era ripromesso, lei non contava niente per
lui, niente meno di zero!
Uscì dalla sua stanza e si avviò lungo il corridoio,
sarebbe stata una serata veramente pallosa, se non per il fatto che
avrebbe visto suo zio Severus vestito in maschera, camminò
lentamente e si fermò un attimo dietro l'angolo per sistemare il
laccio del mantello che si era slegato, quando sentì delle voci.
-Stai benissimo, appena ti vedrà impazzirà!- disse
entusiasta la prima voce, che lui riconobbe subito.
-Non è vero..è troppo..troppo..- disse un'altra
imbarazzata.
-Giuro che stai benissimo, se ti stesse male te lo direi
no?-
-..E' troppo osè!A Jeff verrà un infarto appena mi
vedrà!-
-Si, ma per la tua bellezza, non per altro credimi-
dalla sua voce capì che doveva sorridere.
-Non so Caly..-
-Adele fidati di me, con questo costume il tuo caro
Jeffino schiatterà- rise -dai l'abbiamo scelto apposta per questo-
-E tu, chi vuoi far schiattare con quel costume?- chiese
maliziosa.
-Nessuno- disse velocemente.
-Menti..-
-Invece no, non voglio conquistare nessuno- disse
sicura.
-E Jean? Ti assicuro che non appena ti vedrà ti cadrà
ai piedi come una pera-
-Che sei esagerata- rise.
-Ma proprio non ti interessa Jean?-
-Non lo so..sono confusa- disse sincera Calypso.
-Beh sicuramente questa sera ti chiarirai le idee,
perchè ti assicuro che ti bacerà, e proverà a portarti in camera-
disse tra il serio e il divertito Adele.
-E tu cosa ne sai?- chiese divertita.
-Io sono una veggente-
-Ah giusto..perchè non prendi il posto di quella
vecchia bacucca della Cooman allora?Perchè a quella non la reggo
più-
-Lo farò senz'altro..- rise -ti ha detto qualcos'altro
quella cretina?-
-Si, che il mio passato ed il mio futuro è legato ad
una casata importante e bla bla bla, devo discernere e scegliere tra
passato e futuro ed altre cretinate così..-
-Mmm bene..adesso andiamo prima che ci ripensi e torni
nel dormitorio a mettermi un lenzuolo sopra questo abito indecente!-
scherzò.
-Non te lo permetterei mai- voci lontane.
Ricominciò
a camminare, con i pugni chiusi, non avrebbe permesso che
l'affermazione della Smitt si realizzasse, che fosse una veggente o
no, avrebbe impedito quell'eventualità, Calypso non sarebbe mai, mai
andata a letto con Jean
Seed, anche al costo di farle un imperius e costringerla a
rifiutarlo, oppure legarla ad una sedia in un'altissima torre,
sorvegliata da un drago (lui) in un paese sperduto nel mondo..forse
si era un po' inspirato ad una favola babbana, rabbrividì.
Comunque
sia li terrò d'occhio tutta la sera..
Entrò e tutte le ragazza presenti nella sala se lo
mangiarono con gli occhi, era veramente bellissimo, tutte tranne una,
che era di spalle e molto probabilmente non aveva notato la sua
entrata trionfale, ma poi lei si girò a guardarlo.
Aspetta
un secondo..
La guardò meglio, e ne rimase scioccato ed incantato
allo stesso tempo, era semplicemente bellissima!
Aveva un vestito da odalisca orientale, bianco, la gonna
era di stoffa sottile, con degli spacchi laterali, lunga poco sopra i
piedi, che seguiva ed abbracciava sinuosa ogni suo movimento, fermata
alla vita da una cintura di strass, perle e brillantini in argento,
la specie di reggiseno, perchè in altro modo non si poteva chiamare,
era tutto ricamato da perle ed aveva dei sottili e corti fronzoli,
sempre di perle, che le scendevano nell'addome piatto, ed anche nelle
braccia, dove aveva dei bracciali che iniziavano dai polsi per finire
qualche centimetro sopra i gomiti.
Aveva il viso truccato, gli occhi scuri allungati dall'
eyeliner ed i capelli, leggermente arricciati per l'occasione, spinti
indietro da una sottile fascia bianca, nell'insieme era semplicemente
sublime.
Irritato scoprì di non essere il solo a pensarla a quel
modo, perchè tutti i maschi della sala la guardavano ammaliati e le
chiedevano questa o quella danza.
La guardò per tutta la sera ridere e scherzare e
passare da un cavaliere all'altro, sempre più irritato, aveva fatto
ricorso a tutto il suo autocontrollo per non schiantare tutti quegli
impertinenti, anche se si era fatto una lista mentale di chi avrebbe
casualmente interrogato e punito nei prossimi giorni.
-Draco non ti diverti?- la voce di suo zio lo fece
tornare alla realtà, lo guardò, era vestito normalmente di nero, ma
al viso portava una piccola maschera scura, ovvio Severus Piton
non si sarebbe mai mascherato.
-No zio, al contrario mi diverto molto- rispose freddo.
-Hai guardato tutta la sera rabbioso ed incantato quella
ragazza, senza guardare altre o ballare con altre, non credo che tu
ti stia divertendo-
-Non so di che parli- disse un po' a disagio, non gli
andava che venisse scoperto, non voleva che nessun altro sapesse..ma
sapesse cosa poi?Che era ossessionato da quell'odalisca?!
-Si che lo sai..e non c'è alcun bisogno di fingere con
me- disse freddo -è carina, hai ottimo gusto-
-Zio!- esclamò indignato -non potrebbe mai, mai
piacermi quella pezzente!- si girò a guardarla, e la vide ridere con
un ragazzo, poco dopo arrivò Jean Seed e le sussurrò qualcosa
all'orecchio, lei arrossì ed annuì, e per mano si incamminarono
verso l'uscita della Sala Grande, Draco strinse i pugni fino a far
diventare le nocche bianche.
-Non ti piace eh?- indicò i suoi pugni chiusi.
-Devo andare- e lo superò, più che mai deciso ad
interrompere quei due, non gli piaceva che fossero da soli, fuori dal
suo campo visivo, li seguì fuori, ma non li vide più, svoltò per
diversi corridoi sempre più furioso, com'era possibile che in due
secondi si fossero volatilizzati?!
Perquisì numerose aule, ed angoli nascosti, ma non li
trovò da nessuna parte, alla fine sempre più irritato e deciso ad
uccidere tutti e due gli “amanti mancati” (ci avrebbe pensato lui
a farli diventare tali) , li trovò. Si stavano baciando dietro la
statua della strega orba -Devo aver sbagliato posto, pensavo che
questa fosse una scuola, non un bordello- disse con gli occhi che
lampeggiavano d'ira.
I due si staccarono all'istante, la ragazza guardava in
basso rossa in viso, ed il ragazzo guardava il professore con rabbia,
senza dubbio non aveva gradito l'interruzione.
-50 punti in meno a Grifondoro per amoreggiamenti in
corridoio, avete qualcosa da dire in vostra discolpa?-
-...- erano scioccati, chi, quale professore se la
prendeva tanto per dei baci in corridoio, soprattutto in un giorno di
festa?
-Bene, Signor Seed sarà messo in punizione da domani-
disse freddo.
-Cosa?Cosa ho fatto?-
-Ha trasgredito le regole della scuola-
-Ma non è vero!- ribattè.
-Sono io il professore, lo dico io!- esclamò irato.
-Ma non stavamo facendo nulla di male!- intervenne
Calypso alzando gli occhi.
-Tu signorina vieni con me- le prese un polso ed
incominciò a camminare, trascinandosela dietro.
-Che fai?Lasciami!- lei si divincolava, ma era tutto
inutile, lui era troppo forte.
-La lasci!- gridò Jean raggiungendoli.
-Tu fatti gli affari tuoi, sei già nei guai così, vuoi
che ti faccia espellere dalla scuola?- quello deglutì, se quell'uomo
voleva una cosa la otteneva, non c'era niente da fare, ed era capace
di tutto pur di fare ciò che voleva, scosse la testa -bene, allora
fatti gli affari tuoi e vattene- intimò freddo.
Quello con un ultima occhiata di scuse a Calypso corse
via, -JEAN!- chiamò allarmata.
-Lasciami!- lui entrò nel suo ufficio e la lasciò,
sigillò di nascosto la porta mentre lei si massaggiava il polso.
-Che cosa stavate facendo?- chiese cercando di stare
calmo.
-Niente che ti interessi-
-RISPONDIMI!- le urlò in faccia.
-N-niente..ci stavamo solo baciando..- rispose
spaventata.
-E cosa avevate intenzione di condividere poi, un
letto?!- chiese sardonico.
-I-io- deglutì facendosi coraggio -ma si può sapere
cosa vuoi da me?-
-Cosa voglio da te?!- sussurrò più a sé stesso che a
lei -Voglio te!- urlò e la sbattè a muro, immobilizzandole le
braccia sopra la testa, la baciò con rabbia e passione, mordendole
le labbra, tenne i polsi con una mano, e con l'altra iniziò ad
esplorare il suo corpo.
Lei cercava di spingerlo via, ma lui non le dava scampo,
le baciò il collo e le slacciò il reggiseno, continuando a lasciare
una scia di baci, le morse piano un capezzolo inturgidito, ed a lei
sfuggì un gemito che lo fece sorridere, si sbottonò la camicia e
slacciò i pantaloni, continuando a baciarla.
Le fece scivolare giù la gonna e lei rimase in una
misera mutandina in pizzo bianco, lui gliela scostò e le fece
entrare dentro un suo un dito, disegnando cerchi ed arabeschi
immaginari in lei, che gemette forte, poi le tolse le mutandine e con
le gambe si fece circondare la vita.
Entrò in lei violentemente ed inesorabilmente,
lasciandole i polsi ed accarezzandole tutto il corpo, cavolo non si
era mai sentito così eccitato in vita sua, la prese più forte e lei
urlò di piacere, accarezzandogli i capelli, quando raggiunsero il
massimo piacere si accasciarono a terra, cercando di riprendere
fiato.
-I-io..- provò a dire piano lei dopo qualche minuto
-cosa..-
-Va' a dormire, non voglio più vederti con Seed- disse
freddo, si alzò e si rivestì in fretta.
-Cos-cosa significa?Perchè hai..?-
-Non significa niente, avevi voglia di farti scopare da
Seed ed invece ti ho scopata io- si legò il mantello e tolse gli
incantesimi dalla porta, riaprendola.
-Cosa vuol dire?- chiese con le lacrime agli occhi.
-Vuol dire solo che è stata una scopata..piacevole, ma
la cosa si ferma qui, io e te non siamo niente- disse cattivo, le
aprì la porta e le fece segno di uscire, ma lei non si mosse, era
scioccata, le lacrime le scendevano da sole, senza che nemmeno se ne
accorgesse -sei sorda forse?Ti ho detto di andartene!-
Lei raccolse le sue cose e si rivestì in fretta, ed
uscì correndo.
Finalmente aveva avverato i suoi sogni, adesso non
sarebbe mai più stata la sua ossessione, se l'era scopata, punto e
basta, aveva provvisto ai suoi bisogni, aveva concretizzato le sue
fantasie, ora poteva affermare con assoluta fermezza che quella
ragazzina non contasse nulla per lui, adesso se l'avesse voluta
ancora Jean Seed sarebbe stato libero di prendersela.
Faceva questi pensieri, ma nel suo gelido cuore sentiva,
sentiva che qualcosa dentro di lui era cambiato, per sempre.
*****************
Ringraziamenti:
Nika_night:grazie x la
recensione ed i complimenti:) comunque non credo che lei riuscirà a
finire di mettersi nei guai, perchè quando ci prova..beh saranno i
guai a trovare lei..come un po' con tutti XD per quanto riguarda
l'immunità di Draco..qualcuno deve pur riparare ai disastri che fa
la ragazza no?XD
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
df
Pulì bene i libri, che lui le
aveva assegnato come punizione per quella sera, non si erano
cambiati una parola dalla sera di Halloween, solo brevi fredde frasi,
non avevano nemmeno più parlato di ciò che era accaduto quella
dannata sera.
Era come se tra loro fosse sceso
un baratro, i loro rapporti erano glaciali, ed a lei andava benissimo
così.
Quando quella sera era tornata
nel suo dormitorio si era buttata nel letto, aveva chiuso le tende ed
insonorizzato, ed era scoppiata in un pianto a dirotto, che era
continuato fino all'indomani mattina.
Si era sentita malissimo, lui
l'aveva usata, usata e poi buttata via come una pezza vecchia, quando
le aveva detto quelle terribili parole si era sentita morire.
Quando l'aveva toccata e
baciata, per un tempo che era durato un battito di ciglia, si era
sentita bene, a casa, si era illusa che lui tenesse in qualche modo a
lei, che se perdesse di nuovo la memoria o le succedesse qualcosa,
lui sarebbe andato a cercarla in capo al mondo..
Ma questi erano solo sogni,
uccisi subito dalla dura realtà, cavolo quanto aveva pianto per quel
bastardo, a lui non importava nulla di lei, l'aveva fatto solo per
uno sfogo, aveva bisogno di far sesso ed il destino aveva voluto che
lei si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato, niente di
più.
E questo lo aveva capito
soltanto l'indomani mattina, quando aveva deciso che non gli avrebbe
mai più permesso di usarla ed umiliarla a quel modo.
-Non
significa niente, avevi voglia di farti scopare da Seed ed invece ti
ho scopata io- strinse
convulsamente la pezza che aveva in mano, anche se erano passati sei
lunghi giorni, quelle parole le facevano male, un male tremendo ogni
volta che ci pensava.
Mai
più..
-La punizione di domani è
anticipata al pomeriggio- la riportò alla realtà – mi serve un
facchino per portare dei sacchi ad Hogsmeade, e chi meglio di te può
ricoprire quel ruolo?!- lei strinse i pugni ma si limitò ad annuire.
Finì di pulire e sistemare i
libri, raccolse le sue cose e se ne andò, senza salutare né niente,
quel verme schifoso non meritava nemmeno il saluto.
Si incamminò velocemente verso
la torre Grifondoro, quando una voce alle sue spalle la fermò
-Calypso!- lo riconobbe subito, era Jean, quello che non l'aveva
salvata dalle sue grinfie, che aveva permesso che commettesse il più
grosso errore della sua vita -Calypso!Ti prego aspetta!- la fermò
per un braccio, ma lei lo scrollò via -ti prego ascoltami-.
-Che vuoi?- chiese irritata.
-Scusarmi, so che ho fatto una
cosa riprovevole, ma ho avuto paura e..- sospirò -ti prego mi
dispiace-.
-Non me ne faccio niente delle
tue scuse- riprese a camminare, ma lui la raggiunse.
-Non ti ha fatto niente alla
fine, quindi potresti anche smetterla di fare la smorfiosa-
-Non
mi ha fatto niente..NON MI HA FATTO NIENTE? TU DOVEVI IMPEDIRE
COMUNQUE CHE MI TRASCINASSE CON LUI, DOVEVI DIFENDERMI, MI FAI SCHIFO
SEI SOLO UN CODARDO!- gli urlò in faccia.
-Smettila di urlare, che cosa ti
ha fatto? Ti ha toccata?- chiese geloso.
-Questi non sono affari tuoi,
vattene non voglio più avere niente a che fare con te-
-Io..capisco che sei arrabbiata
adesso, ma spero che prima o poi..mi perdonerai..-
-Si, certo riprova tra cinque o
sei secoli- e se ne andò, lasciandolo solo e distrutto.
Erano almeno due ore che
giravano, lei era già piena di borse e sacchetti, che non ce la
faceva più, ma non si azzardava a fiatare, a quanto pareva lui aveva
ancora parecchi negozi da visitare.
Questo
qui è peggio di una donna..
Entrò in un negozio di
quidditch e le ordinò di rimanere fuori, lei obbedì, tirandosi il
cappuccio sulla testa, e rimase al freddo ad aspettarlo una decina di
minuti.
Quando ne uscì aveva due grossi
pacchi in mano -Tieni, portameli- e lei cercò di farsi spazio nelle
mani già piene, ma inutilmente.
-Non ci entrano nelle mie mani,
sono troppo piena!- esplose.
-Ti ho forse ordinato di
parlare?- lei lo fulminò -Non mi sembra-
-Non ho bisogno del tuo permesso
per parlare!-
-Invece si-
-Sei solo un cafone e..- un
forte boato le fece morire le parole in bocca, si voltò e vide una
mezza dozzina di Mangiamorte.
Posò le buste per terra ed
estrasse la bacchetta, pronta a tutto, vide che anche Malfoy aveva
fatto la stessa cosa.
-Nipote quanto tempo- un
Mangiamorte in prima fila si tolse il cappuccio facendosi
riconoscere, Bellatrix Lestrange.
-Bellatrix- salutò freddo.
-Un tempo mi chiamavi zia- rise
quella, lui alzò le spalle.
-Figlio- disse un secondo
Mangiamorte togliendosi il cappuccio e la maschera d'argento -come te
la passi?-.
-Bene padre e voi?-
rispose freddamente.
-Molto bene, ma tra poco ancora
meglio..perchè toglierò di mezzo un traditore del suo sangue-
-Fatti avanti allora, io sono
qui- iniziarono a combattere, Malfoy contro sua zia e suo padre e lei
contro altri due Mangiamorte, -va' a chiamare aiuto subito!- le
sussurrò quando le fu vicino.
-No, io devo combattere!-
pietrificò uno dei suoi avversari e congelò l'altro.
-Vai stupida cretina!- disse lui
rabbioso, evitando una cruciatus.
-Non ti lascio solo!-
-So cavarmela benissimo, ma se
non chiami aiuto ci lasceremo la pelle!- lei sospirò e si guardò
intorno, i Mangiamorte erano più rabbiosi ed accaniti che mai, forse
avevano davvero bisogno di aiuto.
Corse dal lato opposto, decisa a
fare il più in fretta possibile, per poi tornare a combattere, ma
fece pochi passi che una mano la afferrò per il cappuccio,
costringendola a voltarsi lentamente.
-Dove pensi di andare?- un
Mangiamorte le stava davanti, ghignando le lasciò il cappuccio, che
scivolò giù e lui la guardò a bocca aperta -Amira?- chiese
scioccato.
-Come mi ha chiamata?-
-Amira..sei viva..- le accarezzò
piano una guancia, lei fece un passo indietro.
-L-lei chi è?E perchè mi ha
chiamata a quel modo?- chiese confusa.
Lui si guardò indietro -non
qui..ti svelerò tutto-
-Tutto cosa?- chiese confusa.
-Il tuo passato-
-Sa chi ero?- lui annuì -la
prego me lo dica, io non ce la faccio più, non ricordo nulla- disse
disperata.
-Ti svelerò tutto a tempo
debito- sorrise.
-Quando?- chiese impaziente, lui
le guardò lo stemma della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
-Venerdì alle otto, avverti
Silente che vengo in pace e soprattutto da solo- disse tornando
indietro.
-Chi mi dice che non sia una
trappola?- chiese sospettosa.
-Giuro sul mio onore che non
alzerò bacchetta su nessuno, se non verrò attaccato- se ne andò, e
lei si portò affianco a Malfoy, sanguinante e si smaterializzarono a
scuola.
-Che cosa hai fatto piccola
stupida?!- chiese irritato.
-Ti ho salvato la pelle-
-Ti avevo detto di chiedere
aiuto, non di farci scappare!-
-Stavi morendo se non l'hai
notato!-
-Non è vero, me la stavo
cavando benissimo!- le urlò.
-Comunque sia non mi importa, ho
di meglio da fare- si incamminò verso la scuola, doveva avvertire
subito Silente.
-Cioè?- la seguì.
-Cioè non sono affari tuoi!-
-Vabbè comunque non me ne frega
niente, devo avvertire Silente- la superò.
-No, devo parlare io con Silente
prima- lo raggiunse .
-Assolutamente no- aumentò il
passo.
-Invece si, la mia è una cosa
più importante- lo sorpassò.
-No!- iniziò a correre e lei
gli stese di poco dietro -quanto sei infantile!- accellerò, ma lui
la sorpassò comunque.
Quando infine arrivarono
nell'ufficio del preside avevano tutti e due il fiatone, ma Draco si
ricompose subito.
-I Mangiamorte erano ad
Hogsmeade, ci hanno attaccati- disse d'un fiato.
-I Mangiamorte ad Hogsmeade?Per
quale motivo?- chiese sbalordito Silente.
-Non lo so-
-State bene?- li guardò,
osservando il sangue che colava dal naso del ragazzo.
-Si, stavo combattendo contro di
loro, quando questa cretina ci ha smaterializzato qui!- spiegò
irritato.
-Ti..ho salvato..la vita- aveva
ancora il fiatone.
-Manderò dei gufi agli Auror,
controlleranno la zona, - disse calmo -ottimo lavoro ragazzi-
-Avrei potuto ucciderli, se lei
non fosse intervenuta, e..-
-Uno di loro mi ha fermata,
stava per colpirmi ma poi non l'ha fatto, dice di sapere delle cose
su di me, sul mio passato, mi ha chiamato in un modo
strano..Amir..Amira..- lo interruppe.
-Ma lo sai che è maleducazione
interrompere?-
Lei lo ignorò -Verrà qui
venerdì alle otto, in pace, ha giurato che non attaccherà nessuno,
se non sarà attaccato, verrà soltanto per spiegarmi chi sono e
perchè sono qui..-
-Cosa?Un Mangiamorte
qui?!!Assolutamente no!- disse secco Draco.
-Preside la prego, ho bisogno di
sapere..- lo supplicò.
-Va bene, lo faremo venire qui-
le sorrise, lei lo guardò grata.
-Cosa???Silente non dirà sul
serio spero!E se fosse una trappola?- disse allarmato Draco.
-Può darsi, in tal caso saremo
pronti ad accoglierlo, la ragazza ha tutto il diritto di sapere-
disse calmo.
-MA LEI E' PAZZO!INVITA
VOLONTARIAMENTE I LUPI A CENA!-
-Il suo sguardo era sincero, non
mi mentiva- disse sicura Calypso.
-E da quando ci fidiamo delle
tue impressioni, ti sei già sbagliata delle volte o no?- chiese
sarcastico, lei lo guardò ferita.
-Mi fido del suo giudizio Draco,
se dice che era sincero lo era-
-E' un Mangiamorte, la sincerità
nemmeno la conosce!-
-Lui lo era- disse sicura .
-Certo certo, e noi ci dovremmo
fidare dei pareri di una sciocca ragazzina sognatrice?- chiese a
Silente.
-Se non acconsentirete a farlo
venire andrò io da lui-
-Ti ha detto dove sta?-
-No..-
-E allora come farai a trovarlo
piccola stupida!?-
-Non lo so, ma in qualche modo
farò-
-Verrà qui, manderemo a
chiamare Harry Potter ed i Weasley- disse calmo il preside.
-Grazie- anche se non aveva la
minima idea di chi fossero..chi?
-Continuo a pensare che sia una
pazzia- mormorò Draco.
-Nessuno ha chiesto il tuo
parere- lo rimbeccò Calypso e lui la fulminò con lo sguardo.
-Signorina Baker, sa chi era?-
chiese curioso Silente.
-Io..no, mi dispiace..ma so che
aveva un che di familiare..-
-Benissimo- sussurrò il biondo.
-Bene, potete andare, mi
occuperò io di tutto, vi aspetto qui alle sette e mezza. Buona
serata-
Loro uscirono e Draco subito la
fermò -non dirmi che sei tanto stupida da cederci, è tutta una
farsa, una trappola-
-Non è così-
-Si, e metterai in pericolo
tutti noi-
-Non è vero..saprò del mio
passato..-
-No, ti dirà un mucchio di
sciocchezze e ci rimarrai malissimo, soffrirai e magari morirai pure-
-Non puoi saperlo..-
-Sei solo una stupida
sognatrice- le voltò le spalle -un giorno all'altro questi tuoi
sogni ti uccideranno- se ne andò.
L'hanno
già fatto..
Recensite
per favore...mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate..^^ accetto le
critiche costruttive, servono a migliorare no?:)
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
new chap
Scusate tutti il leggero
ritardo, ma ho avuto un pò di impegni...e poi mi è venuta
un'improvvisa ispirazione x una FF che avevo lasciato a metà a
natale..bruttissimo il blocco della pagina bianca..comunque
vedrò di fare tutte e due, anche perchè questa so
già come finirà..ihih
Spero vi piaccia il capitolo che segue..buona lettura.
Il venerdì era arrivato,
Calypso l'aveva aspettato con impazienza, contando quasi le ore, era
felice, tra non molto avrebbe saputo chi era e chi era stata.
Silente si era fidato di lei, ed aveva fatto venire soltanto alcuni
Weasley ed il Bambino Sopravvissuto, che sarebbero restati nascosti
per uscire soltanto in caso di necessità.
Era seduta davanti la scrivania
del preside, con lei c'erano Silente, Malfoy e Piton, lei tremava
impaziente sorseggiando il suo thé -quando arriva!?- chiese
impaziente.
-Magari era tutta una farsa, si
è soltanto preso gioco di te, è molto facile sai di questi tempi-
lei strinse i pugni.
-Non lo farà, lui non è come
te!-
Improvvisamente sentirono il
classico flop della materializzazione, e dinnanzi a loro, in
tutta la sua avvenenza comparve un uomo alto e biondo. -Lucius
Malfoy!- esclamò Piton impugnando la bacchetta e puntandogliela
contro.
-Stavi dicendo?!- Draco si
rivolse alla ragazza che ora guardava un po' Draco e un po' il padre,
erano praticamente identici!
Lo stesso colore degli occhi e
dei capelli, il fisico aitante, la stessa espressione fredda ed
arrogante, cambiavano soltanto i lineamenti, quelli del padre molto
marcati, e quelli del figlio un po' più delicati.
La forma degli occhi e della
bocca, il mento del padre era più pronunciato ed i suoi capelli
erano leggermente più chiari, e molto più lunghi.
Come aveva fatto a non notare
prima quella somiglianza?!
Si che era buio ed aveva il
cappuccio nero, ma soltanto un cieco non l'avrebbe visto!
-Lucius che ci fai qui?- chiese
Piton sempre con la bacchetta contro di lui.
-Avevo avvertito che sarei
venuto, ma prego abbassala pure, non sono qui per combattere- guardò
la ragazza, e la sua espressione si addolcì leggermente
-Amira..Amira..-.
-LEI NON SI CHIAMA COSI'
VATTENE!- si alzò di scatto Draco e gli puntò contro la bacchetta.
-Fermi!Aspettate ve ne prego- li
supplicò Calypso, Piton annuì sempre in allerta, ma Draco non si
mosse -Ti prego, voglio sentire cosa ha da dirmi..ti prego, se lo
uccidi non potrò mai sapere..ti supplico Malfoy- lui abbassò di
poco la bacchetta, tornando a sedere, ma non lo perse di vista un
solo istante.
-Chi sono io? Da dove vengo?
Perchè mi trovavo in quel vicolo buio ricoperta di fango? Come ho
perso la memoria? Chi è lei? Cosa c'entra con me?- si rivolse
all'uomo.
-Non sei cambiata affatto-
sorrise -ti chiami Amira Zeina Fahd Al-Haddad..-
-Che cavolo di nome è? Cosa
sono araba?- chiese scioccata.
-No, non esattamente, sei nata
in Alessandria d'Egitto, dove vivevi con tuo padre-
-Sono un'egiziana?- lui annuì.
-Si, ed esattamente il tuo nome
Amira Zeina in egiziano vuol dire bellissima principessa..mai nome fu
più azzeccato- le sorrise.
Lei arrossì e Draco fece una
smorfia di disgusto.
-Amira Zeina..- ripetè.
-Per sapere cosa ci facevi senza
memoria, e ricoperta di fango devo prima raccontarti di noi, vuoi che
loro sentano?-
-Perchè non dovrebbero
sentire?- chiese allarmata.
-Perchè sono cose private..-
-In che senso?- chiese confusa.
-Ci arriveremo..allora posso
cominciare?- lei annuì -come ho detto prima vivevi con tuo padre,
che faceva il traduttore per i Mangiamorte..-
-Mio padre era un Mangiamorte?!-
-No, lavorava soltanto per
noi..e per favore non interrompermi più, odio essere interrotto-
-Mi scusi..- sussurrò piano.
-Non mi avevi mai dato del lei-
disse divertito -comunque, lavorava per noi Mangiamorte, traduceva
sotto compenso dalla vostra lingua all'inglese, per questo parli così
bene la nostra lingua..ritornando al nostro discorso, un giorno però
il Signore Oscuro si accorse che faceva il doppio gioco, e che
riferiva buona parte delle nostre informazioni alle schiere nemiche
ed ordinò a me di ucciderlo.
Andai dove mi disse e mi fermai
un attimo a guardare dalla finestra, e vidi te..bellissima ed
arrabbiata che discutevi animatamente con tuo padre. Lui ti
rinfacciava che era per colpa tua se tua madre era morta, che ti
odiava, e come mi dicesti poco tempo dopo e mi spiegasti che non era
la prima volta.
Comunque discutevi con lui,
entrai e voi mi vedeste, tremaste di paura..mi chiedesti
coraggiosamente cosa volevo, che non ero il benvenuto ecc ed io
restai colpito dal tuo coraggio, per questo ti risparmiai e ti
spiegai che non ero lì per te, e quindi di farti gli affari tuoi se
non volevi finire male.
A quelle parole tuo padre
impallidì, e cercò di scapparmi, lo legai e stavo per
smaterializzarmi, quando tu mi chiedesti cosa ne avrei fatto di lui,
“lo torturerò e poi lo ucciderò” ti dissi, e tu mi chiedesti se
c'era un modo per evitarlo, per salvarlo. Ti chiesi cosa saresti
stata disposta a dare in cambio, e tu rispondesti: “tutto, me
stessa, la mia vita” , “non è abbastanza” ti risposi e me ne
andai con tuo padre.
Ma avevi catturato
inesorabilmente la mia attenzione, perchè ci tenevi così tanto a
salvare una persona che ti odiava ed insultava?
E dopo quelle domande venne il
desiderio del tuo corpo, anche quando baciavo e toccavo mia moglie,
mi venivi sempre in mente tu..cercavo somiglianze di te in tuo padre,
ma non ce ne erano, quindi la voglia di vederti, di averti mi
costrinse una notte a venire da te.
Entrai dalla finestra e mi
avvicinai a te, tu apristi di scatto gli occhi e mi guardasti
tranquilla, se avevi paura non lo davi minimamente a vedere.
“Cos'hai da offrirmi in cambio della vita di tuo padre?” ti
richiesi, “tutto, me stessa, il mio corpo, la mia vita” ed io
accettai tutto di buon grado.
Quella notte ti presi più
volte, sperando che mi sarebbe bastato per sempre..ma così non fu,
divenni come ossessionato da te, venni da te più volte, e non mi
bastavi mai, diventasti la mia ossessione, il mio incubo più bello,
al punto che persino mia moglie se ne accorse, e ti odiò.
Ma a me non importava niente,
dovevo soltanto averti ed averti..non potevo liberare tuo padre, ma
lo tenni nelle segrete, in vita, non lo torturai né lo toccai mai
più, aveva tutti i confort.
Pian piano ci innamorammo, anche
se io non ho mai voluto dirti cosa provavo per te tu lo sapevi, e ti
bastava.
Voldemort si accorse dei miei
sentimenti, e mi ordinò di ucciderti..diceva che eri solo una
distrazione, che l'amore è soltanto per i deboli..io mi lasciai
convincere, ma quando stetti per farlo..non ci riuscì.
Nei giorni a seguire ideai un
incantesimo che ti facesse perdere completamente la memoria, per non
farti trovare e per non farmi venire a cercare da te, visto che
Voldemort non ti aveva mai vista, ritenni sicuro crearlo in modo che
nessuno potesse leggerti la mente, così da non correre rischi.
Sapevo che era pericoloso, ma
decisi di tentare, quindi feci questo complicato incantesimo su di
te.
Ma non ebbi il tempo di vedere
se era andato tutto apposto, che altri Mangiamorte mi raggiunsero,
feci un altro incantesimo e ti smaterializzai altrove, in un posto
dove ti avrebbero trovata ed accolta. Dovevo immaginarlo che saresti
finita qui, ma non sapevo nemmeno se tu fossi sopravvissuta..ti
credevo morta..-
-Ero in fin di vita quando mi
trovarono- annuì lei.
-Già..ma sei viva adesso..-
-Quindi io e te siamo..?- chiese
dopo qualche minuto di silenzio totale.
-Tu eri la mia amante- confermò.
Sentì una sedia strisciare per
terra, forte, si girò e vide Draco rabbioso che usciva fuori.
-I-io..scusatemi un attimo..-
uscì e lo seguì.
Lo raggiunse dopo qualche
secondo -Malfoy?- lui continuò a camminare -Malfoy, fermati- gli
prese il braccio e lui si scostò in malo modo, continuando a
camminare.
-Adesso perché ce l'hai con
me?Che cosa ho fatto?- lui si fermò di botto.
-Mi chiedi cosa hai fatto?..MI
CHIEDI COSA HAI FATTO?!- le urlò -HAI FATTO SESSO CON ME MENTRE ERI
INNAMORATA DI UN ALTRO, NON UNO QUALSIASI, MA DI MIO PADRE! HAI
ROVINATO LA VITA A MIA MADRE, E' CADUTA IN DEPRESSIONE QUANDO L'HA
SCOPERTO, HA TENTATO IL SUICIDIO QUANDO HA CAPITO, LO SAPEVI
QUESTO?!- i suoi occhi erano pericolosamente chiari.
-No, io non lo sapevo..e mi
dispiace..-
-Non servono a niente le tue
scuse, dovevi pensarci prima di scoparti quello stronzo di mio
padre!- esclamò furioso.
-Io..mi dispiace per tua madre,
non so se lo sapevo o no..però mi dispiace- disse piano -ma per
quanto riguarda quello che mi hai detto prima, il fatto di aver fatto
sesso con te, io non volevo farlo e..-
-Cosacosacosa?! No bella mia tu
eri più che consenziente, entusiasta direi-
-Va bene, ma all'inizio ero
contraria, sentivo che era sbagliato, poi mi sono lasciata
trasportare..cosa vuoi che ti dica, che sei un eccellente amatore?!
Io non sapevo di essere innamorata di lui, quindi non farmene una
colpa!- disse ad altissima voce -e poi non eri tu quello che diceva
che era stata solo una scopata, niente di più, che non siamo
niente?! Adesso perchè te la prendi tanto?-
-E' una questione di principio!-
disse freddo.
-Quale?!- la prese per i capelli
e la tirò verso di se'.
-Dimmi piccola puttanella, sei
venuta con me perchè somiglio a mio padre?! Inconsciamente
immaginavi lui?!! EH?- le strattonò i capelli forte e lei urlò, la
sua espressione le faceva paura, sembrava un folle, un pazzo furioso
-ABBI ALMENO IL CORAGGIO DI RISPONDERMI, DOPO QUELLO CHE HAI FATTO!-
-Io non ho fatto niente..non
sapevo niente!- cercò di liberarsi -e smettila, questa tua
sottospecie di parodia della gelosia non ha né capo né coda!- la
lasciò e lei cadde rumorosamente per terra, massaggiandosi la cute.
-GELOSIA?!- chiese scioccato
-GELOSIA DI TE?! MA NON FARMI RIDERE, COME POTREI ESSERE GELOSO DELLA
RAGAZZA CHE E' STATA LA CAUSA DELLA DEPRESSIONE DI MIA MADRE? DI
QUELLA CHE MI HA SOLTANTO USATO?!-
-TU MI HAI USATA, NON INCOLPARE
ME, HAI TROVATO UN CORPO SU CUI SFOGARE LE TUE VOGLIE, E POI MI HAI
BUTTATA VIA, SE C'E' QUALCUNO DA RIMPROVERARE QUI QUELLO SEI TU!-
-Pensi veramente che io ti abbia
usata? Che tu fossi solo un corpo da usare e poi buttare per me?!-
sembrava..scioccato, indignato ed irritato allo stesso tempo.
-Si, è quello che mi hai detto
anche tu!-
-Sei solo una stupida che non
capisce niente..- scosse la testa.
-Cosa c'è da capire?-
-Niente, ormai più
niente..adesso mi fai solo schifo..- le voltò le spalle -la
punizione è annullata, non voglio mai più rivederti né parlarti,
per me non esisti- se ne andò.
Ma perchè doveva fare così?
Perchè dal torto doveva per forza passare alla ragione?
Pianse silenziosamente,
coprendosi il viso - ..non voglio mai più rivederti né
parlarti, per me non esisti- .
Bene..si alzò, e si
ricompose.
Quando fu sicura che nel suo
volto non c'era traccia di lacrime tornò nell'ufficio del preside.
Nemmeno
per me esisti più..
-Amira..- la chiamò Lucius
Malfoy, lei si girò e lo guardò interrogativa -tutto bene?-
-Si, certo- sorrise cercando di
essere credibile -ho saputo chi ero, il mio passato, è solo questo
che conta-
Lui corrispose al sorriso -Ho
fatto un patto con Silente..passerò alcune informazioni utili a lui
ed agli Auror e farò da spia, in cambio dell'annullamento di tutte
le accuse a mio carico e della tua protezione-.
-I-io..non so cosa dire..- disse
sbalordita -la ringrazio Signor Malfoy...?-
-Non darmi ancora del lei..e non
chiamarmi Signor Malfoy..dopo quello che hai saputo, non credo stia
bene- sorrise ironico e lei arrossì annuendo.
E'
un hobby che hanno in comune, padre e figlio, quello di voler
mettermi in imbarazzo perennemente..
-Io ti ringrazio per le
informazioni che mi hai dato, e per avermi salvato la vita..ma vorrei
che tu creassi un incantesimo inverso a quello che mi hai fatto,
voglio recuperare la memoria-
-Non se ne parla, questa è una
precauzione in più-
-Io voglio i miei ricordi, la
mia vita..- sospirò.
-No-
-Ti prego Lucius..ti prego- lui
sembrò addolcirsi ed annuì.
-Studierò un contro
incantesimo, ma mi ci vorrà qualche giorno- sospirò.
-Va bene, grazie- sorrise.
-Signorina Bake..ehm..Signorina
Fahd..Al..Kuzum?..- provò Piton.
-Fahd Al-Haddad..- lo corresse
Lucius.
-Fahd Al-Haddad..- lo fulminò
-può andare a cena, noi dovremmo stilare gli appunti base del nostro
accordo-
-Ok..- guardò Lucius per una
conferma, e quello annuì -beh buona serata..- ed uscì veloce dalla
porta.
Adesso sapeva chi era e chi era
stata, da dove veniva, e sapeva anche che non era una persona così
orribile, o meglio non tanto, pensò ricordando le parole di Draco su
sua madre.
Che non l'avevano cercata, non
perchè nessuno l'amava, ma perchè le uniche persone al mondo che
aveva o pensavano fosse morta, o erano imprigionate..ma allora perchè
sentiva come..un vuoto? Una strana inquietudine?
E'
solo perchè per adesso non ho ricordi, quando riacquisterò la
memoria tornerà tutto alla normalità..
Si diresse in Sala Grande e si
sedette accanto ad Adele -ho delle novità da comunicarti- le
sussurrò e lei si girò interrogativa -ho saputo delle cose.. cose
riguardanti il mio passato- l'amica si accese.
-Cosa? Hai recuperato la
memoria?- le chiese speranzosa.
-No quello non ancora, ma è
questione di giorni..in compenso ho saputo buona parte del mio
passato ed il perchè mi hanno trovata in quel vicolo in fin di vita-
sorrise.
-Chi te l'ha detto?-
-Non qui..- l'altra capì ed
annuì.
Calypso si guardò intorno
felice, ma quando incontrò il suo sguardo di ghiaccio lo stomaco le
si contorse dolorosamente e distolse subito gli occhi.
Non gli avrebbe permesso di
rovinare la sua felicità.
Uscì dall'aula in fretta, come
al solito, da qualche giorno a quella parte, lui non l'aveva
interrogata, non le aveva nemmeno rivolto la parola, non l'aveva
corretta mentre sbagliava, niente, come se fosse trasparente.
E se questo all'inizio le aveva
fatto piacere, adesso le dava un fastidio tremendo, come poteva
ignorarla ed odiarla a quel modo, lei non aveva fatto niente, niente!
-Caly!- la richiamò una voce,
si fermò a guardare Adele che correva verso di lei -o dovrei dire
Ami?- sussurrò sorridendo.
La sera che aveva saputo le
aveva raccontato tutto, era troppo entusiasta, e lei non l'aveva
giudicata, si era soltanto molto molto, tanto da rimanere per due
minuti buoni a bocca spalancata, stupita al nome di Lucius Malfoy.
Ma poi aveva scherzato
riprendendosi subito dicendole ridendo -Wow adesso il professor
Malfoy non potrà mai più stuzzicarti sapendo che probabilmente
diventerai la sua matrigna- lei aveva riso forzatamente.
Ora che ci pensava, non le aveva
raccontato tutto, l'avventura con il professor Malfoy e la sua
reazione quando aveva saputo della storia con suo padre, non
gliel'aveva raccontata, non se la sentiva ancora di parlarne.
-Calypso per adesso va
benissimo- sorrise.
-Oh Caly sono così felice per
te!- la abbracciò.
-Eddai Adele, siamo in corridoio
frena l'entusiasmo- ma quella non l'ascoltò -guarda che così mi
strozzi, non respiro!- la lasciò.
-Che palle che sei, egiziana di
merda!- e scappò, Calypso la rincorse.
-Se ti prendo ti uccido!-
-Dovrei avere paura?- rise
l'altra, era velocissima quella traditrice!
-Direi proprio di si!-
continuava a rincorrerla, quando andò a sbattere contro qualcosa, o
meglio qualcuno e gli cadde addosso come una pera.
-Scusami, io non ti ho visto-
disse cercando di alzarsi, ma le faceva troppo male la gamba, non
riusciva a muoversi più di tanto.
Si stupì quando venne spostata
in malo modo e finì nuovamente a terra -Ehi!Che modi- lo guardò e
capì, il professor Malfoy non le avrebbe riservato altra cortesia.
Lo guardò alzarsi velocemente e
senza degnarla di una parola o di un'occhiata se ne andò.
La ragazza dopo qualche secondo
si riprese e si alzò, nonostante il dolore alla gamba, e riprese a
correre.
Questa
la paghi Adele..pensò ironica.
Ringraziamenti:
Nika_night:
grazie come sempre di seguirmi, spero di essere migliorata:) non
so se approfondirò la battaglia con sua zia, perchè
a questo punto quella con il padre non conviene..però
farò sicuramente qualche accenno..poi..boh prenderò in
considerazione..:) grazie come sempre ^.^ kiss
lorelei_88:
grazie per i graditi complimenti, sono contenta che ti piaccia..:)
riguardo Draco..beh si è un pò antipatichino, ma dobbiamo
capirlo, è un Malfoy poveretto ^.^ kiss
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
wsjs
Stava studiando Incantesimi in
biblioteca insieme ad Adele e Jeff, che più che studiare si
scambiavano sguardi da pesce lesso, e pensò che presto si sarebbe
scambiata quegli stessi sguardi con Lucius..o almeno sperava.
Le risultava incredibile che la
sua IO passata si fosse innamorata di un Mangiamorte, e che fosse
anche riuscita a farlo innamorare a sua volta, uno del calibro di
Lucius Malfoy per di più!
Molte volte si sentiva in colpa,
per Draco e per sua madre, lui le aveva rinfacciato di averla fatta
cadere in una depressione nera e a lei questo dispiaceva, aveva
senz'altro rovinato una famiglia che si poteva dire più o meno o
abbastanza, a seconda dei punti di vista, felice, aveva sottratto del
tempo di suo padre a loro.
Ma ogni volta si ripeteva che
non era colpa sua, come aveva detto anche Lucius, era lui che veniva
da lei, non lei che lo chiamava, e non era colpa sua se alla fine si
erano innamorati, era successo basta.
-Signorina Baker, deve venire
con me, subito- la chiamò la professoressa Mcgranitt, la guardò,
dalla sua espressione sembrava preoccupata.
-Certo- raccolse i libri e li
mise in borsa -scusatemi- disse rivolta ai due amici che annuirono
perplessi.
Seguì la Mcgranitt fino
all'ufficio del preside, dove quando entrò vi trovò Lucius
sanguinante, con Madama Chips che cercava di medicarlo, corse da lui.
-Che ti è successo?- chiese
preoccupata e si avvicinò a lui.
-Niente sto bene..- rispose
cercando di rassicurarla.
-Una profonda e sanguinante
ferita alla spalla non è proprio quel che si dice stare bene- gli
sposto i capelli sudati dalla fronte.
-E' stato scoperto da Voldemort,
- lei trasalì -ha scoperto anche che lei è viva- disse calmo
Silente.
-Grandioso..- sussurrò Lucius
riservando al preside un'occhiata truce -mi spiega, Silente, a che
serviva dirglielo?-
-Doveva sapere-
-A che scopo? Servirà solo a
farla preoccupare e spaventare- esclamò Lucius secco.
-Tu mi volevi tenere nascosta
una cosa del genere?- gli chiese indignata -e quando pensavi che
dovessi saperlo, quando Voldemort mi avrebbe puntato la bacchetta
addosso lanciandomi una Maledizione Senza Perdono?! O quando tu o
qualcun altro della scuola venisse ucciso?!-
-Non succederà niente del
genere!-
-Per quanto tu possa essere
potente e forte, non prevedi il futuro!- esclamò irritata, stupendo
tutti nella stanza, tranne uno che teneva i pugni serrati lungo i
fianchi.
-Non ti farò succedere niente!-
-Certo certo..- guardò il
preside -la ringrazio, se non fosse stato per lei chissà quando
avrei saputo- fulminò con lo sguardo Lucius che alzò gli occhi al
cielo.
-Dovere Signorina Fahd
Al-Haddad..- sorrise tranquillo Silente.
-Noto
con piacere che
non sei cambiata affatto- sospirò teatralmente e lei gli fece una
linguaccia.
-Litigavamo spesso?- chiese lei
piano, prendendo un panno bagnato ed asciugandogli il sudore dalla
fronte.
-Si, sei sempre stata una
stupida testona- rispose ironico.
-E tu scommetto che sei sempre
stato dispotico ed autoritario- lo rimbeccò.
-..Ma non c'è mai stato niente
che avrei cambiato in te- le sussurrò piano in modo che sentisse
solo lei e le accarezzò una guancia.
Sentirono dei passi veloci e
rabbiosi superarli, lei si girò giusto in tempo per distinguere la
figura che usciva sbattendo forte la porta -Malfoy- sussurrò piano.
-Professor Silente, come
faremo?- chiese preoccupata dopo qualche secondo.
-Il Signor Malfoy potrà
alloggiare a scuola se lo desidera, ma è meglio che non si faccia
vedere dagli studenti, potrebbero spargere la voce, che arriverebbe
di sicuro alle orecchie sbagliate. Inoltre proteggeremo il castello
con numerosi Auror e..-
-Sia chiaro che se resto qui non
è perchè ho paura di loro, ma per proteggere Amira- puntualizzò
secco.
Silente annuì e continuò -lei
avrà tutto l'occorrente per lavorare ad un incantesimo o pozione a
sua scelta, per la memoria della Signorina Fahd Al-Haddad e mentre
ci darà le informazioni a noi utili che ci ha promesso- l'altro
annuì, e quando l'infermiera ebbe finito di fasciargli la ferita,
Piton e Calypso lo accompagnarono nella sua nuova stanza.
-Amira, rimani un attimo, devo
parlarti- le disse quando stava per andarsene, Piton senza una parola
si richiuse la porta alle spalle.
-Prego siediti- le indicò una
poltrona vicino la finestra, dove lui guardava fuori, lei obbedì.
-Che cosa devi dirmi?- chiese
lei curiosa ed imbarazzata.
-Niente, volevo che rimanessi un
po' con me, è da molto che non stiamo insieme- la guardò -ti va?-
-Ehm..si certo..- rispose
incerta, lui continuava a guardarla intensamente, a studiare ogni
tratto del suo viso.
-Come..come sta mio padre?-
chiese imbarazzata dopo parecchi minuti di silenzio.
-Bene, oserei dire che è più
al sicuro di noi, l'Oscuro lo crede morto, e nei miei sotterranei è
più che a suo agio, servito e riverito dai miei Elfi Domestici- le
sorrise.
-Capisco..-
-E' tutto qui quello che vuoi
chiedermi? Che vuoi dirmi?- le chiese un po' deluso dopo qualche
minuto.
-No..è solo che..mi sento un
po' a disagio..è come se non ti conoscessi..io..- abbassò gli
occhi.
-Tranquilla, va bene, tra
qualche giorno tornerà tutto alla normalità... capirai quanto ci
amiamo e perchè-
-Okay..- lui si sedette e le
fece segno di sedersi nelle sue gambe, lei lo fece -perché mi hai
salvata da Voldemort, non era più sicuro e più facile uccidermi?-
-Più sicuro forse si..ma più
facile no, per niente-
-Perché non hai eseguito gli
ordini?-
-Ho ucciso molte persone Amira,
uomini e donne, non faceva differenza.. ho sempre obbedito ai suoi
ordini, facendone una legge di vita..ma lui poi mi ha chiesto di
uccidere l'unica persona che non avrei mai e poi mai toccato per
farle del male..e non ce l'ho fatta..- la guardò intensamente -forse
sono soltanto un debole, ma io non ci sono riuscito ad ucciderti-.
-Saresti stato debole se tu
l'avessi fatto- gli accarezzò i capelli.
-Mi mancava questa tua saggezza,
hai sempre avuto il dono di saper dire la cosa giusta al momento
giusto- le sorrise.
-Parlami di te, che hai fatto in
questo periodo?-
-Vuoi davvero saperlo?- le
chiese dubbioso.
Domanda
inutile, era un Mangiamorte cosa poteva fare, raccogliere fiorellini
di campo?
-No, hai ragione..- abbassò gli
occhi triste.
-E' questo ciò che sono, ciò
che sono sempre stato- le alzò il viso.
-Lo so..-
-Tu invece, che hai fatto?-
cambiò argomento, e lei gli raccontò delle cose che aveva imparato,
delle persone che aveva conosciuto, dei pigiama party con Adele,
dell'accoglienza dei professori, dei libri che aveva letto e che le
erano piaciuti molto, delle continue domande che si poneva, di alcune
battute divertenti scambiate con gli amici, gli raccontò tutto.
A parte degli episodi con il
figlio, non voleva che sapesse, non sapeva come avrebbe reagito,
voleva proteggere Draco e sé stessa, appigliandosi all'unica cosa
che poteva ridarle il suo passato.
-Hai fatto una bella vacanza
allora- rise lui, e guardandolo bene si accorse ancora una volta di
quanto somigliasse a suo figlio.
Non
me ne importa niente di lui, ho Lucius adesso, che amo e che mi ama,
a tal punto da disobbedire agli ordini del suo ammirato ex padrone..
-Si, tutto sommato mi sono
divertita- sorrise lei.
A
parte in alcuni momenti..
-Dovevo immaginarlo che saresti
sopravvissuta, sei forte..e dovevo immaginare che lo stupido di
Silente ti avrebbe accolta a braccia aperte- scherzò.
-Non lo insultare, è un
grand'uomo!- lui la guardò quasi timoroso.
-Che c'è?- chiese lei curiosa.
-Adesso cosa mi dirai, che ti
sei innamorata di un Weasley?!- disse tra il serio ed il faceto.
-In effetti c'è uno carino..mi
pare che si chiami Charlie..- finse di pensarci e lui si irrigidì.
-Okay, questo Weasley avrà vita
corta- finse di alzarsi e lei rise -mi ero quasi dimenticato quanto
fosse bello vederti ridere- disse guardandola intensamente e la
baciò.
Dopo un po' di minuti, quando il
bacio stava cominciando ad approfondirsi, e le sue mani farsi troppo
audaci, lei si scostò -i-io..-.
-Va bene, lo so..hai bisogno di
tempo..- sospirò.
-Ti ringrazio..- gli sorrise
grata -ora forse e meglio che vada..- fece per alzarsi, ma lui la
fermò.
-No, rimani un altro po'..voglio
stare un altro po' con te- lei annuì ed appoggiò il capo alla sua
spalla con la testa completamente altrove.
E'
una questione di tempo.. chiuse
gli occhi.
Erano passate due settimane, e
la pozione era quasi ultimata, entro tre giorni avrebbe riavuto la
sua memoria.
Il rapporto con Lucius era molto
migliorato, aveva imparato a conoscerlo e capirlo, era un uomo
all'apparenza freddo ed austero, ma se riuscivi a conquistare la sua
fiducia, ma soprattutto il suo cuore era molto di più.
Era un fantastico ascoltatore,
leggeva tra le righe ogni minima emozione, o frase non detta; era un
ottimo amico, capace di consolarti nei momenti più neri ed anche un
eccellente amante, la riempiva di attenzioni e cortesie, che non ci
si potrebbe mai aspettare da un ex Mangiamorte.
Peccato però che soltanto
pochi, pochissimi avevano conosciuto quel suo lato.
Invece una cosa che era rimasta
sempre la stessa, se non peggiorata era il rapporto con Malfoy
junior, che adesso la degnava di brevi ma intense occhiate irate.
Più volte aveva provato a
parlargli, mettendo da parte il suo orgoglio che le diceva di lasciar
perdere, ma lui l'aveva sempre evitata o ignorata, non sembrava
nemmeno che la sentisse, come se fosse fatta di vetro.
I
Malfoy sono uomini di parola.. sospirò.
Era a cena in Sala Grande e
stava gustando tranquillamente il suo pasticcio di patate e formaggi
quando qualcosa gelò la stanza.
-Lui verrà presto..- boccheggiò
come in trans la professoressa Cooman -ha scoperto dove si
nascondono..è accecato dalla rabbia, mieterà vittime in ogni
dove..vuole la testa dei due traditori e quella della ragazza, che
morirà per ultima annebbiata da infiniti dolori ed inumane
torture..non si fermerà davanti a niente..presto presto sarà
qui..due giorni esatti..due.. - cadde rumorosamente per terra.
Nella
sala scese lo scompiglio più totale, tutti erano impauriti ed
agitati, sapevano che la Cooman era una megera di prima categoria, ma
quando aveva questi episodi di trans, quello che diceva si avverava,
sempre.
Ed
inoltre tutti sapevano a chi era riferito quel lui.
-SILEENZIO!- Silente si alzò in
piedi -mantenete la calma, finite di mangiare, e quando tornerete ai
vostri dormitori fate i bauli, domani mattina tornerete a casa, le
lezioni saranno sospese fino a tempo indeterminato, mi occuperò io
di avvertire le famiglie- si rivolse al professor Piton -Severus
potresti accompagnare la nostra cara amica Sibilla alla sua stanza
per piacere?- l'altro annuì e si alzò, facendo levitare la donna
ancora senza sensi.
La ragazza finì in fretta di
mangiare ed incontrò lo sguardo preoccupato di Silente, poi quello
di Draco che la fulminò, si alzò di scatto e corse da Lucius.
Doveva avvertirlo, lui doveva
sapere.
Bussò ed entrò subito dopo
-cosa c'è a quest'ora?!- esclamò quello seccato senza alzare gli
occhi dal libro che stava leggendo.
-Lucius..- lui alzò lo sguardo
su di lei, e la vide con gli occhi lucidi e le guance rigate di
lacrime.
-Che è successo?- si alzò,
pronto a ridurre in polvere chiunque avesse osato farla piangere, lei
corse ad abbracciarlo.
-Verrà
qui..lui verrà qui presto- singhiozzò -ha scoperto dove siamo, è
accecato dalla rabbia e dalla voglia di vendetta..vuole la
testa dei due traditori e quella della ragazza, che morirà per
ultima annebbiata da infiniti dolori ed inumane torture..non si
fermerà davanti a niente..ha
detto..- lui la abbracciò.
-Non ti farà niente, non
permetterò che ti catturi- lei annuì e si staccò – aspettami
qui..vado a parlare con Silente- si mise il mantello e tirò il
cappuccio sugli occhi ed uscì.
Lei si strinse nelle braccia ed
andò dove era seduto lui prima, prendendo a leggere lo stesso libro,
cercando di calmarsi.
Ma non riusciva a leggere più
d'un rigo, aveva la vista annebbiata dalle lacrime, quindi vi
rinunciò, chiudendo semplicemente gli occhi ed accoccolandosi nella
poltrona.
Quando si svegliò si trovò in
un letto dalle lenzuola di cotone bianche, si girò e vide Lucius
accanto a lei che riposava tranquillo, doveva averla messa lui in
quel letto.
Guardò fuori dalla finestra e
vide che era l'alba, si alzò e in punta di piedi tornò in camera
sua.
Adele dormiva profondamente e
lei ne approfittò per fare un veloce e rilassante bagno, lavò i
denti e poi indossò la divisa scolastica.
Tornò in camera e notò
sorridendo che la sua amica aveva fatto anche il suo baule, le si
avvicinò e la svegliò piano -Adele?-
-Mmm..- si girò dall'altra
parte.
-Adele svegliati, è ora di
alzarsi, ve ne dovete andare..-
-Mmm..-
-Dai dormigliona, svegliati o ti
butto un secchio d'acqua addosso- rise.
-Da quando..in qua il mondo si è
capovolto- rispose l'altra ironica aprendo gli occhi.
-Che vorresti dire?- fece finta
offesa l'altra.
-Niente, solo che di solito
questa recita la facciamo ogni mattina al contrario, ma adesso i
ruoli sono completamente scambiati e confusi-
-E' bello cambiare ogni tanto
no?-
-Mmm..- sbadigliò.
-Forza
alzati, o perderai il treno- l'amica si alzò e prendendo i suoi
vestiti si infilò in bagno.
Uscì venti minuti dopo e si
legò i capelli in una coda -dai andiamo a colazione- scesero giù e
mangiarono abbondantemente, al momento in cui dovevano avviarsi alla
stazione, Calypso la fermò -aspetta- .
-Cosa? Dobbiamo andare o
perderemo il treno-
-Io non verrò Adele- disse
seria.
-Cosa?- chiese scioccata l'altra
pensando di non aver capito bene.
-Mi dispiace, il mio posto è
qui-
-N-no, tu devi venire..dobbiamo
andarcene..-
-Non ho altro posto dove andare-
-Verrai a casa mia, ti ospiterò
io..fino a quando vorrai, potrai stare da me-
-Non hai sentito la Cooman? E'
anche me che vuole, non metto in pericolo te e la tua famiglia- disse
calma.
-Ma non puoi restare qui..non
l'hai sentito ti torturerà ed ucciderà..non puoi restare!- esclamò
nel panico.
-So difendermi ed inoltre mi
proteggeranno-
-Resterò anch'io allora- disse
convinta.
-No-
-Non ti lascio da sola..-
-No, tu devi andare, il tuo
posto è a casa, insieme alla tua famiglia, con Jeff, tu devi..- le
scese una piccola lacrima solitaria -non voglio avere la tua morte
sulla coscienza..ti prego devi andare..-
-Ma..-
-No Ade..ti prego..fallo per me-
l'altra annuì piano -grazie..sei stata l'amica migliore che si possa
mai desiderare..- la abbracciò singhiozzando. Restarono così per
lunghi secondi, a piangere, chiedendosi se si sarebbero mai più
riviste.
-Tieni, voglio che ce l'abbia
tu- Adele si sganciò dal polso un sottile braccialetto di perle e
conchiglie e glielo mise in mano.
-Adele..io..- disse incerta.
-Accettalo- l'altra annuì.
-E' per caso un portafortuna? Se
è così lo accetto volentieri- cercò di scherzare.
-No, è una cosa che ti aiuterà
sempre a fare la cosa giusta, promettimi che quando avrai dei dubbi
lo guarderai e deciderai la cosa giusta.. promettimelo- la supplicò
seria.
-Te lo giuro, per sempre- le
sorrise -ricordati di me Adele, ma soprattutto sii felice-
-Anche tu- si asciugò le
lacrime -arrivederci Amira- le voltò le spalle e si incamminò,
senza girarsi, perchè se si fosse voltata sarebbe rimasta a
combattere al fianco dell'amica.
-Addio Adele- sussurrò
piangendo.
Si asciugò le lacrime e tornò
in Sala Grande, che adesso era stata praticamente trasformata in Sala
Riunioni per gli Auror ed i membri dell'ordine della Fenice, che
dovevano essere più o meno in cento, e si sedette accanto a Lucius.
-Abbiamo il fattore sorpresa,
Volemort non si aspetta che noi sappiamo, pensa di trovare degli
alunni indifesi..- disse Silente.
-C'è da dire che le sue truppe
sono molto più forti e compatte- intervenne Lucius.
-Anche noi siamo forti!- esclamò
Harry Potter -sono anni che vi teniamo testa-
-Ne sei sicuro Potter, sbaglio o
eravamo sempre noi ad essere in netto vantaggio?- lo rimbeccò
Lucius.
-Solo fortuna, e poi non era
sempre- intervenne Bill Weasley.
-Vediamo di non fargli avere
questa fortuna domani-
Fecero la strategia, formando
dei gruppi, sparsi per tutta la scuola, si sarebbero nascosti nei
dormitori, nella casupola di Hagrid, nelle aule e nei sotterranei,
per poi uscire in un momento di combattimento, sfruttando l'effetto
sorpresa.
Apprese inoltre che sarebbero
arrivati altri Auror quella sera, e si sentì di poco sollevata, di
poco.
-Amici, fratelli e sorelle,
parlerò chiaro, domani a quest'ora potremmo essere tutti sotto dieci
metri di terra, morti. Perciò vi dico godetevi questo giorno e
questa notte, nell'eventualità che non ci sia un domani- disse
Malocchio Moody.
-Ci sarà- risposero all'unisono
tutti e si disgregarono.
Calypso passò così la
giornata, parlando e ringraziando tutti, scherzò e rise, anche se
dentro si sentiva inquieta.
Fece amicizia con i gemelli
Weasley, che la iniziarono all'arte dell'inventare scherzi -se
sopravviveremo, ricordaci di assumerti- dissero scherzosi, quando lei
aveva suggerito loro un nuovo scherzo.
La sera cenò e stette un po' in
compagnia di Lucius, ma poi decise che c'era qualcos'altro che doveva
fare, non voleva morire con questo peso sulla coscienza, perciò
prese una sofferta e dolorosa decisione.
Non
posso morire così..
Si recò nella sua stanza, la
aprì con un incantesimo di magia nera che le aveva insegnato Lucius
-ti potrà sempre servire, per scappare o nasconderti- le aveva
detto, entrò dentro chiudendo piano la porta, e si guardò intorno.
La stanza era impregnata dal suo
odore, piacevolmente sexy e di una virilità disarmante, vi era un
letto a baldacchino con drappeggi verdi in seta, le lenzuola nere,
anch'esse in seta, posto al centro della stanza.
Una scrivania in noce scura e un
grande armadio identico, di fronte al camino erano poste due poltrone
in pelle nera con sotto un bellissimo tappeto persiano.
Cavolo se aveva gusto quella
serpe!
Andò nell'angolo più remoto
della stanza, e le lacrime le scesero senza che se ne accorgesse,
quella poteva essere la sua ultima notte di vita, i suoi ultimi
battiti cardiaci, i suoi ultimi respiri e le sue ultime lacrime.
Aveva ragione Moody, l'indomani
a quell'ora potrebbero essere tutti morti e sepolti, e se lui
l'avesse cacciata non avrebbe avuto mai più occasione di redenzione.
Passarono le ore, lei non si
muoveva, ma continuava a piangere, sempre nella stessa posizione,
saltando però ad ogni rumore esterno.
Quando però sentì la porta
aprirsi lei non si mosse, ne' guardò, attribuendo il rumore solo
alla sua immaginazione, fu soltanto la sua voce a riscuoterla.
-Che cosa ci fai tu qui?!- le
chiese irato, lei sobbalzò ma non alzò gli occhi, non voleva
incontrare il suo sguardo pieno di disprezzo.
-Dovevo parlarti..- sussurrò.
-Non mi interessa, esci fuori di
qui-
-Domani potremmo essere tutti
morti..- disse piano.
-Grazie dell'informazione,
adesso vattene-
-Non voglio morire con questo
peso sulla coscienza, voglio dirti che mi dispiace da morire..- lo
sentì avvicinarsi rapidamente e tirarla per il braccio, alzandola,
lo guardò e lo vide per un attimo stupito dalle sue lacrime.
-Perché stai piangendo?- chiese
oltremodo confuso.
-Perché non riesco a sopportare
il tuo odio..non voglio che tu mi odi.. accetto di non starti
simpatica, non pretendo che mi vuoi bene, ma non voglio che mi
odi..-
-Perché?- sussurrò.
-Non lo so..so soltanto che non
lo voglio..- si asciugò una lacrima -so che probabilmente sono una
persona orribile, che ho ferito te e tua madre, e mi dispiace da
morire..ma ti prego non odiarmi..non voglio morire con la
consapevolezza che tu mi detesti e disprezzi..ti prego- singhiozzò.
-Tu non morirai..-
-No, hai ragione, prima verrò
torturata a lungo, chissà per quanti anni..e poi uccisa- sentì la
sua presa farsi dolorosa.
-Non morirai..ti
proteggeremo..ti proteggerò- disse piano.
-Io..- lo guardò stupita.
-Ti proteggerò..- ripetè.
-Ho così tanta paura- si buttò
tra le sue braccia singhiozzando, e lui l'abbracciò, accarezzandole
piano i lunghi capelli.
-Non morirai..non lo
permetterò..finché sarò vivo non ti succederà nulla..te lo giuro-
E'
appunto di questo che ho paura.. si
sorprese di pensare.
Si sedette per terra, sempre
stringendola tra le braccia, e la cullò, lei si sentì tranquilla,
al sicuro davvero, come se la paura, la rabbia ed il dolore fossero
solo un tenue ricordo.
Dopo qualche ora di pianto
infinito si addormentò tra le sue braccia.
Sognò di volare sopra il fuoco,
e di sentire dolore, tanto dolore, vide i corpi dei suoi compagni,
dei suoi amici accasciati a terra, senza vita.
Vide Adele che piangeva
stringendo il corpo morto di Jeff, quando la vide le urlò -è colpa
tua..è solo colpa tua..- e poi vide anche Lucius circondato dai suoi
ex compagni che lo torturavano, Draco che urlava forte piangendo
stringendo convulsamente un pezzo di corpo umano, staccato dal resto
del corpo, e Silente in una pozza di sangue.
Poi vide qualcosa, un corpo o
meglio dei pezzi smembrati di un corpo martoriato, per terra, si
avvicinò alla testa e vide il suo volto. Era lei!
Boccheggiò e sentì le gambe
cederle, in lontananza le urla di Draco e una risata agghiacciante.
Aprì gli occhi di scatto e si
alzò a sedere, sudata ed ansimante, e si accorse di essere in un
letto dalle lenzuola di seta nera.
D'un tratto ricordò tutto, le
sue scuse, Malfoy che le prometteva di proteggerla, che
l'abbracciava, di aver pianto tra le sue braccia.
Si guardò intorno cercando il
proprietario della stanza e lo vide seduto su una poltrona in pelle,
vicino al suo letto, che la guardava intensamente -è stato solo un
incubo- disse piano.
-Che potrebbe realizzarsi
però..- si asciugò una lacrima.
-Non lo farà..- disse sicuro, e
la sua sicurezza sembrò calmare un po' l'animo della ragazza.
-Grazie per ieri sera, e grazie
per avermi messa qui..- cambiò argomento indicando il letto, lui
alzò le spalle continuando a guardarla.
-Che ore sono?- chiese
imbarazzata dopo qualche minuto, il suo sguardo la faceva sentire
strana..quasi a disagio.
-Le sette e mezza-
-Oh io devo..- si alzò in
fretta e si mise le scarpe -devo andare..Lucius sarà preoccupato..-
il ragazzo strinse i pugni ma annuì, lei andò alla porta -beh
allora grazie di tutto Malfoy..e buona fortuna..- si chiuse la porta
alle spalle, ma prima le sembrò di sentirlo sussurrare -ti
proteggerò Amira Zeina Fahd Al-Haddad..-.
Si diresse rapidamente nel suo
dormitorio, fece una doccia veloce, per lavarsi il suo buon profumo
che si sentiva costantemente addosso.
Mise un semplice vestito blu,
stile orientale, con lo scollo a V circondato da piccoli
lapislazzuli, a maniche lunghe, corto poco sopra il ginocchio.
Se doveva morire, tanto valeva farlo
con stile, con un bell'abito.
E con questo pensiero
superficiale andò alla scrivania e scrisse una sottospecie di
testamento in cui scriveva che lasciava tutto ciò che aveva ad
Adele, la conservò nel suo baule e scese a fare colazione.
La accolsero tutti con un teso
sorriso, fingevano di conversare normalmente, ma si vedeva lontano un
miglio che era solo scena, erano tutti nervosi e spaventati per
l'imminente battaglia.
-Ciao Amira!- la salutarono in
coro i gemelli.
-Ciao ragazzi- si mise di fronte
a loro e si servì del latte.
-Buon giorno- si girò e vide
sedersi accanto a lei Lucius.
-Buon giorno- disse piano.
-Qualcosa non va?-
-No..- posò gli occhi sulla
tazza di latte.
Cosa doveva esserci che non
andava? Si sentiva in colpa per la notte passata nella stanza di suo
figlio, si sentiva in colpa per le sensazioni di benessere che aveva
provato e..ah si, stava quasi per essere catturata e torturata
dall'essere più malvagio del mondo..in effetti c'era qualcosa che
non andava, molte cose.
-Tutto bene- bevve il suo latte.
-Questa notte ti ho cercata nel
tuo dormitorio..non c'eri..- lo guardò, era molto serio, forse
aspettava una spiegazione.
-Si..io..non ho dormito, sono
stata tutta la notte nella torre di Astronomia..- mentì velocemente,
sperando che le credesse.
-Capisco..ero venuto solo a
dirti che ho terminato la tua pozione- disse freddamente, forse non
le aveva creduto.
-Davvero?!- si illuminò e lui
annuì -quando posso prenderla?-
-Questa sera..deve
raffreddare..- il suo entusiasmo si spense all'istante, non era
sicura che sarebbe stata viva fino a quella sera.
-Ah..-
-La prenderai, non ti succederà
niente..ti abbiamo promesso di proteggerti-
Già
mi avete promesso di proteggermi..
-Si..andrà tutto bene- sorrise
brevemente ed incontrò i suoi occhi di ghiaccio all'altro capo del
tavolo, la stava guardando intensamente, come quella stessa mattina,
distolse subito lo guardo e lo riposò sul suo interlocutore.
-Adesso vieni con me..Voglio
insegnarti degli incantesimi che a scuola non insegnano- le disse
Malfoy senior e lei annuì alzandosi e lo seguì.
Ringraziamenti:
cassandra
287: sono molto contenta che ti piaccia..ho cercato di costruire il
personaggio di Draco Malfoy così come lo vedo io..:) grazie x i
complimenti.. a presto^.^
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
b
Era seduta in Sala Grande, che
giocava una partita di scacchi magici con Harry Potter, pochi erano
in quella stanza, una ventina, compresi tutti i professori e Lucius,
e tutti fingevano di occuparsi di altre cose, c'era chi leggeva, chi
giocava a scacchi, chi conversava con altri, ma in realtà tutti
erano in ansia, spaventati.
L'attesa
a volte è più snervante della battaglia..
-Regina in E 2- disse Harry e
quella si mosse, posizionandosi dove lui le aveva indicato e facendo
a pezzi il cavaliere della ragazza.
-Ma no! E' la terza volta che mi
vinci!- esclamò sconsolata lei.
-Sei proprio una frana Amira!-
rise George che aveva seguito tutta la partita.
-Oh sta' zitto e pensa per te!-
borbottò offesa.
-Io sono un maestro degli
scacchi-
-Me lo immagino..-
-Non mi chiamo mica
Amira-L'-Egiziana - la prese in giro.
-Fred, ti spiace se uccido tuo
fratello?- chiese al gemello.
-Fai pure..- alzò le spalle e
l'altro lo fulminò.
-Non sei tanto male però- la
consolò Harry.
-No, sono anche peggio- disse
sconsolata.
-Magari è perchè non ricordi
le regole, forse in passato eri una giocatrice professionista..-
cercò di rincuorarla.
-No, è sempre stata una frana
in questo gioco- disse Lucius senza alzare gli occhi dal giornale,
lei gli rivolse un'occhiata truce.
-Nessuno ti ha chiamato in
causa- disse stizzita e quello alzò le spalle.
Udirono un forte boato provenire
da fuori e la ragazza rabbrividì estraendo la bacchetta, imitata da
tutti i presenti e tutti scattarono in piedi.
La
battaglia abbia inizio..
D'un tratto la Sala Comune fu
invasa da decine e decine di Mangiamorte, che si guardarono intorno
un po' disorientati, senza dubbio non se l'aspettavano.
-Ma bravo Silente, di solito i
vecchi con gli anni rincitrulliscono, invece noto con piacere che la
tua mente è ancora arzilla ed efficace..bene, ci sarà più gusto
nell'ucciderti- disse una voce sibillina.
I Mangiamorte si spostarono,
aprendosi in due gruppi e ne venne fuori un essere, perchè uomo non
lo si poteva chiamare, bianco e calvo, il naso era piatto, e la bocca
increspata in un ghigno cattivo, se non fosse stato per gli occhi,
duri e profondi occhi rossi, lo si sarebbe potuto scambiare
tranquillamente per un cadavere.
E così questo era Voldemort.
-Cosa sei venuto a fare qui
Tom?- chiese calmo Silente.
-Mmm..forse mi sbagliavo sulla
tua mente..- ghignò -comunque la risposta mi sembra abbastanza
ovvia, ad uccidervi tutti- poi guardò Harry -Potter ti va di morire
oggi?- gli chiese ironico.
-Dopo di te Voldemort- rispose
quello.
-Ma chi abbiamo qui, la nostra
piccola egiziana, colei per la quale uno dei miei più fidati e forti
Mangiamorte mi ha tradito..- la guardò da capo a piedi -i miei
complimenti Lucius, gusti raffinati come sempre, ma temo che la sua
bellezza sarà molto presto sciupata, pagherà per il tuo tradimento,
un prezzo così caro che le farò rimpiangere di essere nata- le
sorrise e lei fece un passo indietro, cosa che fece ghignare
Voldemort.
Lucius e Draco la circondarono
ai lati.
-Naturalmente un destino simile
attende anche te piccolo disertore, avevo grandi speranze riposte in
te..- sospirò guardando Draco che non si scompose -potevi diventare
grande sai-.
-Non mi interessa, ho scelto la
mia strada, e non mi pento di nulla- disse sicuro Malfoy Junior.
-Oh sta' tranquillo, il
pentimento arriverà dopo..- guardò tutto il gruppo ad uno ad uno
-vogliamo cominciare?-.
Detto questo si scatenò il
putiferio, i Mangiamorte attaccarono gli avversari a sorpresa, ma
quelli non si fecero cogliere impreparati e risposero colpo su colpo.
Amira combattè con un
Mangiamorte potente, ma grazie alle lezioni di Lucius e il suo
impegno durante quei mesi, soprattutto per non farsi umiliare da
Malfoy junior, riuscì a tenergli testa.
Lo pietrificò e si guardò
intorno, Lucius combatteva contro Rodolphus Lestrange e Draco contro
la moglie di quello, sua zia Bellatrix.
Non erano affatto in difficoltà,
anzi schivavano e colpivano con una velocità ed abilità disarmanti,
ce l'avevano nel sangue la guerra, l'abilità di stroncare vite.
Vide un' Auror a terra, con
bacchetta ai piedi, schiantò il Mangiamorte che stava per ucciderlo
e Bill Weasley la guardò grato.
Arrivarono ulteriori
Mangiamorte, e Silente, con un leggero incantesimo richiamò gli
Auror nascosti nella scuola, i quali accorsero subito ed entrarono in
combattimento.
-Ehi ragazzina, vuoi vedertela
con un vero uomo?- lei si girò a guardare il suo interlocutore.
Doveva avere la stessa età di
Malfoy junior, non molto alto, castano con gli occhi scuri.
-Ma perché avete tutti la fissa
di chiamarmi ragazzina, lo odio!- si girò verso di lui
completamente, l'altro ghignò -forza grande UOMO fammi vedere che
sai fare-.
-Ai tuoi ordini piccola- le
lanciò una Cruciatus, che lei prontamente schivò, provò a
schiantarla, ma lei abilmente deviò l'incantesimo.
-Impedimenta!- l'altro si spostò
di lato per evitare lo schiantesimo.
-Crucio!-
-Protego!-
-Serpensortia!- d'un tratto
dalla bacchetta del Mangiamorte uscì un viscido serpente nerastro
a qualche metro da lei, subito dopo il ragazzo con un incantesimo lo
ingrandì.
Adesso doveva essere almeno 50
centimetri, con dei maligni occhi gialli.
Lei non sapeva che cosa fare,
avrebbe potuto ingoiarla in un boccone, e non aveva mai studiato un
contro incantesimo per questo, o almeno non in quel suo passato
prossimo.
-Adesso che mi dici bambina?-
ghignò l'altro, lei non rispose, aveva lo sguardo puntato su quel
viscido coso che le stava di fronte e non la perdeva d'occhio un solo
istante -Imperio! Attacca la ragazza!- ordinò .
Accadde tutto in una frazione di
secondo, ma a lei sembrò di vedere tutto al rallentatore, vide il
serpente venire a tutta velocità verso di lei, con la bocca aperta
che puntava alla sua testa.
Pensò che presto sarebbe morta,
nel più doloroso dei modi per di più, si consolò che almeno non si
sarebbe avverata la profezia della Cooman.
Ma quando vide il serpente a
mezzo metro da lei, sentì qualcosa spingerla violentemente di lato,
cadendo sopra di lei.
-Cosa stavi facendo?! Attendevi
che la morte ti raggiungesse?!- una voce rabbiosa che riconobbe
subito.
-Ma-Malfoy..-
-No, la fata Turchina!- si tirò
su da lei, solo Malfoy poteva fare dell'ironia in un momento simile,
quasi sorrise.
Il ragazzo con un -Vipera
Ivanesca- fece disintegrare il serpente e si rivolse al Mangiamorte
-Flitt, quanto tempo..come te la passi?- chiese freddo.
-Draco Malfoy..- constatò
-bene, molto meglio di te direi..- disse indicando il grosso taglio
che aveva nella spalla -adesso spostati, devo uccidere la tua
amichetta e poi penserò a te- disse puntando la bacchetta contro la
ragazza ma Draco si frappose tra loro.
-Ti dispiace se prima ti batti
con me? In onore dei vecchi tempi-
-Come vuoi..Crucio!-
-Protego!-
-Reducto-
-Protego-
-Stupeficium!- Malfoy deviò ora
questo ora quell'incantesimo, quasi annoiato, cosa che irritò non
poco il suo avversario -ora basta giocare, mi sono stancato-
-Era ora- disse freddo.
-Avada Ke..-
-Avada Kedavra!- Malfoy fu più
veloce e l'altro illuminato da una luce verde cadde a terra senza
vita.
-Alzati, o sarai facile
bersaglio- si rivolse alla ragazza, che eseguì immediatamente.
-Malfoy..- lo fermò per un
braccio -grazie..e sono quattro-.
-Non è il momento dei
ringraziamenti..- si scostò e le girò le spalle -e vedi di non
farlo accadere più, non sono mica il tuo Superman personale!- adesso
era ironico, lei scosse la testa sorridendo.
Grazie Malfoy, mi proteggi
sempre..
Si ributtò nella battaglia, ma
non c'era molto da fare, ormai l'esito era presto detto, i
Mangiamorte erano in netto svantaggio, e molti erano stati catturati
o uccisi.
Guardò Harry e proprio in quel
momento quello disse addio al suo nemico di sempre, colui che gli
aveva irreparabilmente rovinato la vita, che gli aveva portato via le
persone a lui più care, e lo uccise liberando il mondo da quella
piaga.
Il corpo morto di Voldemort
cadde rumorosamente per terra ed i Mangiamorte si trovarono nel
panico, provarono a smaterializzarsi, ma Silente aveva protetto la
scuola con una potente barriera anti-smaterializzazione e quindi si
videro costretti a dare il meglio di sé, non più per uccidere, ma
per aver salva quella loro miserabile vita.
Un forte schiantesimo la colpì
ed andò a finire contro il muro.
L'impatto fu dolorosissimo,
sbatté la testa e la spalla, ma non doveva avere niente di rotto,
soltanto il sopracciglio ed il labbro, perchè si sentiva il sapore
vischioso del sangue in bocca.
L'altro stava per completare
l'opera, ma le cadde addosso pesantemente.
Cercò di scrollarselo di dosso,
ma anche da morto era troppo pesante, si guardò intorno e vide Draco
che la guardava con la bacchetta alzata e scuoteva la testa.
Che aveva detto prima, che non
era il suo Superman personale?!
Lucius corse da lei e le tolse
l'uomo di dosso -stai bene?- la fece alzare e lei annuì, lui
l'abbracciò forte -è finita, siamo salvi..abbiamo vinto!- ma lei
non lo ascoltava, guardava il ragazzo, che le rivolse un'occhiata
delle più tristi che avesse mai visto e si girò a raccogliere i
feriti.
Malfoy...Draco...
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
n
Erano passate due settimane da
quel giorno, in seguito lei era andata da Madama Chips a farsi dare i
punti nel labbro e nel sopracciglio, poi con Lucius si era diretta
nella sua stanza ed aveva bevuto la pozione.
In trenta secondi, miliardi di
immagini e flashback le avevano inondato la mente, e nei quattro
giorni a venire aveva avuto leggeri capogiri, ma poi era tornato
tutto alla normalità, aveva riavuto la sua memoria.
Aveva fatto l'amore con Lucius
più volte, ricordando i sentimenti che la legavano a lui.
Ma diversamente da prima non
aveva provato nulla..non per colpa dell'uomo, cavolo no lui era un
perfetto amatore, ti faceva fremere di desiderio in un attimo, ma
dopo esserci andata a letto o averlo baciato o altro si sentiva
come.. svuotata, inquieta, insoddisfatta..
Non sapeva nemmeno lei come, ma
sapeva che non erano le sensazioni che provava quando, prima di
perdere la memoria lui andava da lei e stavano insieme, prima provava
tenerezza, desiderio, ammirazione.
Cavolo prima era totalmente
innamorata di lui, ma adesso? Cosa provava? Era normale stare così?
Lei non lo sapeva, e più ci
rifletteva e più si sentiva confusa, strana, sapeva che da qualche
parte dentro di lei qualcosa era cambiata, e lo aveva capito anche
Lucius che più volte l'aveva vista distratta e pensierosa, ma lei
non sapeva quali cose fossero cambiate.
Non aveva avuto il coraggio di
parlargliene, e nemmeno ad Adele, con la quale si era incontrata
qualche giorno prima ad Hogsmeade.
Aveva finto di essere felice, e
per un attimo aveva invidiato la felicità dell'amica quando le aveva
detto sorridendo -si, sono sicura che sarai un ottima madrina per il
mio bambino..- lei c'era rimasta un attimo di sasso, l'aveva guardata
a bocca aperta e l'aveva subito abbracciata, facendole le
congratulazioni e chiedendole come aveva preso la notizia Jeff.
Due ore dopo si erano dovute
lasciare, per tornare ai rispettivi impegni, ma già non vedeva l'ora
di rivederla a scuola, cosa che sarebbe avvenuta tra soli sei giorni.
Oh
Adele tu sapresti cosa dirmi..
-Sei sveglia..- Lucius aprì gli
occhi e vide che lo guardava, erano coricati nel letto, lui dopo aver
fatto l'amore con lei si era addormentato, ma a quanto pareva lei
no..
-Si..-
-Da quanto?-
-Non lo so..qualche minuto-
mentì e lui annuì.
-Che succede Amira?- chiese dopo
qualche minuto di silenzio.
-Niente..che dovrebbe
succedere?-
-Questo dovresti dirmelo tu..-
sospirò.
-Non succede niente..- distolse
gli occhi e lui le accarezzò una guancia.
-Sei così giovane..- sussurrò
triste -io so che cosa ti prende..-.
-Cosa?-
-Amira, amore è chiaro..l'ho
capito fin da quando ti ho vista nell'ufficio di Silente, ma mi
ripetevo che era questione di tempo, che se ero riuscito a farti
innamorare una volta ci sarei riuscito di nuovo, che con il
riacquisto della memoria sarebbe tornato tutto come prima..ma non
volevo ammettere ciò che dentro di me già sapevo..sapevo che era
troppo tardi ormai, che il tuo cuore era già di un altro..- disse
triste.
-Cosa??- ripeté scioccata.
Ma che stava dicendo?
-Tu non sei innamorata di me, o
almeno non più..questi mesi ti hanno cambiata profondamente, e
tu..ti sei innamorata di lui..-
-Lui..lui chi? Che stai
dicendo?-
-C'è davvero bisogno che ti
dica il suo nome?- chiese dubbioso.
-Il
tuo cuore sta scoppiando, ti manca il respiro e..- le prese una mano
e la guardò -ti tremano le mani, o hai paura o sei tremendamente
innamorata di me..- sghignazzò.
-Oh
oh qualcuno qui si sente a disagio ad ammettere che tiene a me- la
prese in giro.
-Sei
innamorata di Jean Seed?-
-Voglio
te!-
-Pensi
veramente che io ti abbia usata? Che tu fossi solo un corpo da usare
e poi buttare per me?!-
-Non
morirai..non lo permetterò..finché sarò vivo non ti succederà
nulla..te lo giuro-
-Non so di cosa parli- guardò
fuori dalla finestra la luna piena.
-Ascoltami- le prese piano il
mento e la vece voltare verso di lui -io ti amo Amira, ed è per
questo che non voglio costringerti..non mi amerai mai più. Quindi è
inutile che prendi tempo ripetendoti che un giorno tornerà tutto
come prima, non succederà mai, perché tu ami lui..non voglio che ti
senti in obbligo verso di me, non siamo sposati, puoi fare ciò che
vuoi..non voglio che tu sia infelice soltanto perché hai paura di
ferirmi, non lo accetto- la lasciò.
-I-io..-
-Il passato ci forma, ci
fortifica, ma non deve condizionare la nostra vita, io sono il tuo
passato.. un passato che sarà sempre con te, ma tu hai bisogno del
presente e del futuro- Merlino quanto gli costava dirle quelle
cose..!
-Lucius..- provò.
-Devi fare la scelta giusta..e
la tua scelta giusta non sono io- disse dolce e malinconico.
Lei guardò il bracciale, come
aveva promesso ad Adele, avrebbe fatto la scelta giusta..ma chi le
diceva che era quella la scelta giusta? Lei lo amava davvero?
Ripensò a tutte le volte che si
era sentita ferita per una sua frase o una sua occhiata, a quanto il
suo sguardo la facesse sentire strana, a quanto si era sentita felice
e lusingata quando le aveva dimostrato la sua gelosia, a quanto si
era sentita bene, al sicuro ed a casa tra le sue braccia, a quanto le
aveva fatto male vedere l'occhiata triste che le aveva rivolto quando
alla fine della battaglia Lucius l'aveva abbracciata.. ma allora lo
amava?
Ripensò alla paura che aveva
provato quella stessa sera, ricordando quando lui si era buttato su
di lei, per salvarla dalle fauci dell'enorme serpente, a quanto fosse
stata vicina a perderlo, qualche altro secondo ed avrebbe morso lui.
Sarebbe sicuramente morto, e lei
ne era rimasta terrorizzata, in seguito aveva ringraziato il cielo e
tutti i santi per quel miracolo.
-Mi dispiace Lucius..- si alzò
ed andò alla finestra.
-Va' da lui..o sarà troppo
tardi- lei si girò di scatto verso di lui, e capì che diceva sul
serio, guardò fuori il sole che stava appena sorgendo.
Quella era la sua alba, l'alba
della sua nuova vita.
**************
Bevve l'ultimo sorso di Whisky
Incendiario e posò il bicchiere sulla scrivania, ridusse con un
incantesimo le dimensioni del baule e se lo mise in tasca, indossò
il mantello ed aprì la finestra che dava sul balcone.
Prese la sua Nimbus 2009 nuova
dall'angolo, uscì fuori e guardò il cielo, aveva preso la sua
sofferta decisione, non ce la faceva più a stare lì, faceva troppo
male.. troppo male vederla con lui, guardarla e sapere di non poterla
avere mai più.
Per un momento la notte prima della battaglia si
era illuso che lei provasse un qualche sentimento per lui, quando gli
aveva detto che non sopportava il suo odio, quando lo aveva
abbracciato, e si era fatta cullare e vedere così fragile e
disperata..a lui si era stretto il cuore e si era illuso
dell'inverosimile.
Che
cosa mi hai fatto ragazzina?..
Quella notte era stata la più
bella della sua vita, l'aveva stretta a sé e guardata dormire tutto
il tempo, ascoltando il suo respiro lento ed accarezzandole i morbidi
capelli.
Si era sentito veramente bene,
felice come non gli era mai successo in vita sua e lì aveva capito
che voleva che fosse felice, e se era felice con suo padre..okay lo
avrebbe accettato, ma non poteva assolutamente pretendere di
sopportare tutto con un falso sorriso stampato in faccia, non poteva
pretendere che lui facesse l'amicone, no, questo non doveva
chiederglielo.
Dopo che aveva fatto l'amore con
lei, aveva capito di aver commesso il più grosso errore della sua
vita: si era irreparabilmente ed inconsapevolmente innamorato di lei.
E quando aveva saputo del suo
passato era diventato furioso a dir poco e l'aveva odiata, o almeno
ci aveva provato, le aveva sputato addosso tutto il suo disprezzo e
rancore.
Aveva un milione di motivi per
odiarla, quella ragazza era stata la causa del dolore di sua madre,
dei suoi tentativi di suicidio e delle sue crisi depressive, era
venuta a letto con lui mentre amava un altro..ma come si poteva
odiare qualcuno, quando lo si amava così tanto?
Perdonami
mamma..non ci riesco..
Perciò aveva preso la decisione
di partire, sarebbe andato altrove, dove non si sarebbe trovato più
i due amanti sempre davanti agli occhi, dove il suo cuore avrebbe
potuto riposare in santa pace e la sua mente pensare ad altro che non
fosse lei.
-Avevi intenzione di andartene
senza salutarmi?- chiese una voce alle sue spalle.
Amira..
-Perché avrei dovuto farlo? Noi
non siamo niente..e poi non volevo interrompere la tua idilliaca
relazione con il mio caro genitore- rispose freddo.
Ti
prego, lasciami stare, non rendere le cose ancora più difficili di
quanto sono..
-Perché te ne vuoi andare?-
chiese ignorando la sua affermazione di prima.
-Ho preso la mia decisione-
-Perché?- richiese senza
scomporsi lei.
-Non c'è più nessuna ragione
che mi trattenga qui- disse sincero nella speranza che se ne andasse
al più presto, più tempo trascorreva con lei e più sarebbe stata
dura dimenticarla.
-Dove andrai?-
-Non lo so ancora- sospirò -che
cosa sei venuta a fare qui?-
-..Per quanto tu mi possa
odiare, ci sei sempre stato, mi hai sempre salvata ed aiutata..-
Odiarti?!
Ho pregato perchè fosse così..
-Non voglio la tua gratitudine,
non è ciò di cui ho bisogno- la interruppe secco.
-E di che cosa hai bisogno
allora?-
-Niente che tu possa darmi..-
rispose piano.
-Comunque stavo dicendo che per
quanto tu possa avermi odiata e detestata, ci sei sempre stato per
me, per aiutarmi nelle difficoltà e salvarmi nei momenti di
pericolo..- attese qualche secondo prima di continuare -adesso sono
io che voglio salvare te: non voglio che tu parta, non lo permetterò-
-Cosa?- si girò a guardarla
confuso.
-Non permetterò che tu parta,
anche al costo di seguirti in capo al mondo non mi lascerai da
sola..-
-Lucius non te lo
permetterebbe mai- sospirò e tornò a guardare il cielo dandole
nuovamente le spalle.
-Non mi importa-
-Non puoi chiedermi di rimanere
qui, non puoi chiedermi di stare a guardare mentre lui..- strinse i
pugni.
-Non te lo sto chiedendo-
-Bene, allora lasciami partire
in pace-
-No-
-Perché?- chiese esasperato.
-..Poco fa mi hai detto che non
avevi più motivi per rimanere giusto?- lui annuì -..e se te lo
dessi io un motivo per rimanere?-
-Quale, fare da testimone alle
vostre nozze?! Fare da padrino ai vostri figli?!- chiese a metà tra
l'amaro e l'irritato.
-No, essere il padre dei nostri
figli..amare me ed essere amato da me..- disse lentamente.
Lui si girò di scatto stupito e
confuso.
-Cosa..? Cosa vuol dire?- non
poteva illudersi, o la speranza gli avrebbe ridotto la sua anima ed
il suo piccolo cuore in coriandoli.
-Vuol dire che ti amo..- sorrise
e gli si avvicinò piano.
Mi..ama?
-Puoi ripetere?-
-Ti amo Draco Malfoy-
-E l'amore per mio padre?- disse
cercando di mantenere un tono freddo, ma non fu del tutto sicuro di
riuscirci.
-Ho amato tuo padre, nel mio
passato, ma quando incontrai te mi innamorai perdutamente sin dal
primo istante, anche se non me ne accorsi subito.. la mia
infatuazione per lui è ormai spenta da tanto, troppo tempo, non
potevo continuare a fingere..io gli voglio bene, ma è te che amo, te
che voglio accanto per il resto della mia vita..- gli scostò
dolcemente i capelli dalla fronte e lui la guardò intensamente -se
lo vorrai ti darò tutto l'amore di cui dispongo..-
-Merlino! Che cosa ho fatto per
meritare tutto questo?!- la tirò a sé e la abbracciò fortissimo,
tanto da farle mancare il fiato.
-Draco..mi stai..strozzando..-
lui la lasciò sorpreso.
-Non mi avevi mai chiamato per
nome..-
-Ti dispiace?-
-No affatto..mi piace sentirlo
dire dalla tua bocca- sorrise.
-Ma come siamo diventati
romantici!..- lo prese in giro e lui fece una smorfia di disgusto.
-Non ti ci abituare!- lei gli
fece la linguaccia.
-Non voglio che tu parta..non
voglio che mi lasci- disse seria.
-Non lo farò-
-Me lo prometti?-
-Si- la baciò tenendola stretta
a sé.
Merlino quanto gli era mancata!
-Amira?-
-Mmm?-
-Credo di non aver mai vissuto
veramente, la mia vita è sempre stata un'immensa tenebra prima di
incontrare te..tutto il mio essere è illuminato dal riflesso della
tua luce – rimasero abbracciati, lei gli poggiò il capo nella
spalla sorridendo, e la sentì rilassarsi - Ti amo Amira Zeina Fahd
Al-Haddad-
-Per sempre?-
-Per sempre- confermò lui
stringendola di più.
lorelei_88:
scusami se ti ringrazio solo adesso, ma non avevo completamente visto
la tua recensione^.^' quindi scusa:) cmq grazie e spero che gli
ultimi capitoli ti siano piaciuti..fammi sapere se ti va^.^ kiss
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Capitolo 10 *** Epilogo ***
b
L'uomo camminava lentamente,
aiutandosi con il suo bastone d'argento e legno massiccio, ultimo
regalo di sua moglie, teneva in mano dei fiori, alcune rose rosse e
dei fiordalisi bianchi, i suoi preferiti.
Le faceva visita ogni domenica
da dieci anni a quella parte, un'abitudine che nonostante la sua
veneranda età di sessantatré anni non si era mai voluto levare.
Arrivò alla lapide e guardò la
sua foto, sorrideva, con quel suo bellissimo sorriso che partiva
dagli occhi e che contagiava chiunque la stesse a guardare.
Era giovane in quella foto,
aveva appena avuto Alexander Brad , secondo lui dopo la maternità la
sua bellezza era aumentata a dismisura, gliel'aveva detto più volte
e lei lo aveva accusato di ruffianezza e la aveva scambiata per una
scusa per non cambiare il pannolino al piccolo-spara-popò.
Posò i fiori nel vaso
trasparente, togliendo quelli vecchi, e ripensò alla sua vita. Da
quando era arrivata lei tutte le tenebre di cui da sempre era stato
avvolto erano scomparse, distrutte dal bagliore della sua luce.
Dopo che si erano confessati i
reciproci sentimenti quella sera, lui l'aveva messa sulla sua scopa
ed erano andati nella chiesa babbana più vicina, lei insisteva di
volersi sposare lì, e avevano fatto il giuramento di amore eterno
davanti ad un prete babbano.
Alcuni mesi dopo, quando lei
aveva preso il diploma, avevano girato il mondo per cinque bellissimi
anni e poi erano tornati a casa.
Lei si era trovata un lavoro
come giornalista, lavorando per La Gazzetta del Profeta e lui aveva
trovato un prestigioso posto al Ministero della Magia.
Un anno dopo era nato Alexander
Brad, dopo di lui, a soli due anni di distanza Aaron Marcus, ed
infine, altri due anni dopo, le gemelline Audrey Narcissa e Crystal
Daphne.
Avevano cresciuto con amore i
loro figli, educandoli a ciò che è bene ed a ciò che è male, ma
con profondo disappunto di lei, e segreto entusiasmo di lui, erano
finiti tutti a Serpeverde, facendone passare di tutti i colori al
professor Piton.
Ricordava ancora le sue urla
isteriche quando lo aveva saputo, aveva accusato lui, come al solito,
di essere la causa di quella disgrazia.
Lui le aveva riso in faccia,
cosa che aveva fatto infuriare ancora di più la donna, che lo aveva
spedito a dormire nel divano per una settimana intera.
-Mi manchi amore, la vita è
così vuota senza di te..- sussurrò e si asciugò una piccola
lacrima.
Dopo la sua morte, lui aveva
passato uno dei periodi più neri e brutti della sua vita, erano
stati i suoi figli ed i suoi nipoti ad aiutarlo a sorridere ancora,
soprattutto lo avevano aiutato Adele e Jeff Sauders, con cui aveva
stretto una grande amicizia anni dopo il suo matrimonio con Amira.
Amicizia che si era consolidata
sempre di più dopo la morte di quest'ultima, e quella della sua
migliore amica, avvenuta due anni dopo, Adele Smitt in Sauders.
Non saresti mai potuta stare
senza la tua migliore amica vero?
Era piacevole parlare con Jeff,
ricordavano aneddoti di gioventù ormai persi, nascosti in chissà
quale angolo buio della loro provata mente, oppure giocavano a
scacchi magici.
E come ogni cosa questo le
ricordava lei, le eterne partite di scacchi che lei puntualmente
perdeva, ma si ostinava a ripetere che la prossima volta sarebbe
andata meglio.
Avevano avuto una vita ed una
felicità delirante, ma la sua morte era stata quanto più silenziosa
ci potesse essere.
Se ne era andata nel sonno,
addormentata per sempre dall'ombra nera con la falce, morta di una
malattia che non perdona, il cancro.
Quell'ultima sera, prima di
andarsene, gli aveva detto delle cose che lo avevano fatto sentire
inquieto, anche se non aveva capito subito, lei sapeva che era
l'ultima volta che l'avrebbe rivisto in quel mondo.
-Draco, non mi pento nemmeno
di un secondo passato insieme a te, avessi la possibilità di
rinascere rifarei tutto d'accapo..sono contenta di essere riuscita ad
invecchiare con te amore mio e ti amo come il primo giorno..-
Toccò la lapide e si portò la
mano alla bocca -torno domenica prossima- le sorrise e la foto
corrispose.
Vide in lontananza una figura
sulla sedia a rotelle che avanzava lenta verso dove era lui, teneva
in mano una rosa rossa e conservava tutta la dignità che lo aveva
caratterizzato per una vita intera, soltanto l'espressione esprimeva
una profonda malinconia e solitudine.
Fece un rigido cenno di saluto
al padre, che corrispose educatamente, e si incamminò dalla parte
opposta.
Era un uomo completo, aveva
vissuto, aveva amato immensamente ed era stato riamato allo stesso
modo..adesso non gli restava che aspettare, aspettare per vivere di
nuovo, aspettare per essere di nuovo felice, aspettare che lei lo
richiamasse a sé, questa volta per sempre.
Ti amo..
FINE
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto e recensito, anche chi ha solo letto o
solo messa tra i preferiti.. grazie ragazzi, spero davvero vi sia
piaciuta. Fatemi sapere.;)
lorelei_88: sono contenta ti sia piaciuta, e grazie x i complimenti..^.^ fammi sapere che ne pensi se ti va:) kiss
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