Patto con la luna

di shinepaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Bacio ***
Capitolo 3: *** Prova di coraggio ***
Capitolo 4: *** Lupo geloso, lupo pericoloso - Extra ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


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Nel bosco dietro casa tutto taceva, non c'era nemmeno un corvo a gracchiare fastidiosamente come ogni giorno. Il silenzio venne rotto dallo squittio spaventato di uno scoiattolo, seguito dal calpestio leggero di foglie secche.

Il lupo si fermò ad annusare l'aria, muovendo la coda grigia e vaporosa avanti e indietro come un piumino per la polvere. Poi, con aria circospetta, s'infilò dentro la catapecchia di legno di fianco alla casa.

Questo odore è peggio del richiamo delle femmine... cibo?

Niente cibo. Il suo stomaco brontolò.

Un rumore di passi.

Shane si voltò di scatto a vedere se fosse l'umano che abitava in quella casa. Proprio lui. Un ragazzo strano, alto, muscoloso, con i capelli corvini e gli occhi dello stesso colore del sangue dei cervi.

Il lupo fece schioccare i denti, minaccioso. Il ragazzo lo osservò con espressione indecifrabile, prima di abbassarsi sui talloni.

- Ehi - disse. Aveva una voce roca, come un ringhio che sale dal profondo della gola. Shane rimase sulla difensiva, rilassandosi appena. - Non c'è nulla da mangiare qui...

Lo vedo anch'io...

- Hai fame?

Shane emise un gorgoglio in affermazione.

- Vado a prenderti qualcosa da mangiare - asserì il ragazzo, rientrando in casa. Il lupo se la svignò, sparendo nel bosco.

Chase tornò nella catapecchia che usava come ripostiglio, in mano uno striminzito pezzo di carne. Il lupo dagli occhi dorati non c'era più. Sul terreno, solo impronte confuse.

Scrollò le spalle e lasciò la carne dentro la baracca. Ne era certo: lui sarebbe tornato.

Quella sera il moro aspettò a lungo il lupo, sbirciando in continuazione fuori dalla finestra mentre cenava. L'animale non venne.

Calò la notte. Shane trotterellò fino al proprio albero preferito, quello che delimitava il proprio territorio, e l'annusò. Niente di nuovo. Scivolò di soppiatto fino alla casa dell'umano, l'umano dall'odore irresistibile.

Andò fin sotto la sua finestra e poi si tirò su fino ad appoggiare le zampe sul bordo. Dormiva, illuminato dalla tenue luce della luna.

Qualcosa in lui lo spinse a marcare anche la casa e la baracca come proprio territorio. Il prossimo punto sarebbe stato marcare l'umano, se degno di fiducia e all'altezza di un lupo speciale come lui.

Il ragazzo alzò il capo di scatto e si girò verso la finestra.

- Ah, sei tu - disse, tranquillo. Si fissarono per un po', poi il lupo decise che era stato abbastanza e riscomparve nella propria, di casa, il bosco.

Mentre fissava e si lasciava fissare da Chase, una sensazione indefinita gli si era agitata nel profondo dello stomaco (vuoto). Non era un semplice umano, non era come lui ma... aveva qualcosa di diverso.

Nel proprio giaciglio trovò una fastidiosissima volpe, che cacciò ringhiando. Quella si voltò un'ultima volta, prima di cercare un altro rifugio appartenente a qualcuno ma non usato.

- Non ti innamorare degli umani, non ti capiranno mai - lo mise in guardia. Shane fece schioccare le fauci vicino al suo muso rossiccio.

~~~

Nei giorni successivi si costrinse a non gironzolare troppo da quelle parti, per quanto la presenza dell'umano lo attraesse. Diede la colpa semplicemente al fatto che lui gli lasciasse ogni giorno carne fresca, carne che annusava un po' e non mangiava mai completamente.

Quel mattino decise di cacciare, aveva fiutato da qualche tempo una cerva col suo cucciolo. Li seguì per parecchio, cercando di controllare la fame che lo indeboliva in modo più che evidente.

Nell'esatto momento in cui si decise ad attaccare la madre (al piccolo avrebbe pensato più tardi, non era come i soliti agili e tenerelli bensì magro e tremante) e provò a saltarle addosso, arrivò il maschio.

Accidenti, non l'ho sentito...

Il cervo lo puntò immediatamente con i palchi dall'aria tutt'altro che rassicurante e anche se Shane riuscì a schivare qualche colpo, deciso a non rinunciare al pranzo, venne poi comunque colpito al petto dalle sue maledette corna appuntite. Il colpo gli tolse il fiato ed iniziò a sanguinare copiosamente.

Ecco che fine fanno i lupi solitari ed orgogliosi come te...

Represse un guaito e scappò. Dove poteva andare, prima di trasformarsi? In una forma o nell'altra sarebbe morto lo stesso, senza cure.

Corse alla baracca. La porta era socchiusa, come al solito. Entrò, accasciandosi goffamente a terra, il proprio ingombrante corpo che iniziava a rimpicciolirsi. La vista gli si fece nera e un gemito soffocato rotolò fuori dalla bocca non più canina.

Poco dopo la porta si aprì.

- Oh mio Dio! - squittì Chase, portandosi le mani al volto. Davanti a lui un ragazzo bellissimo e... nudo, con un'enorme ferita sanguinante sul petto. Fece per portarlo in casa, quando egli spalancò gli occhi dorati e lo fissò con la morte in essi.

- Aiu... tami - mormorò, disperato. Il moro lo prese in braccio senza fatica e lo depositò nel proprio letto, prima di medicarlo. Era così magro che poteva contargli le costole.

- Come ti chiami? - gli chiese. Il castano lo guardò sofferente e non rispose. Chase era certo che quello fosse il lupo, il suo lupo, nessuno aveva gli occhi di quel colore.

- Ho sete - ringhiò il ragazzo-lupo. Non era strano, per lui. Parlava così raramente che gli veniva naturale esprimersi come faceva nella propria forma alternativa.

- Non ti muovere - disse Chase, e tornò neanche un minuto più tardi con un bicchiere d'acqua che gli fece bere pian piano. - Che ti è successo?

Ma Shane s'era addormentato. Il moro restò ad osservarlo finché non scese la notte. Era così bello, un ragazzo bellissimo.

Decise di dormire sul divano e andò nella stanza adibita a salotto. Il ragazzo-lupo aprì gli occhi e si scrollò di dosso le coperte, poi scese dal letto. Il pavimento di legno sotto i piedi nudi gli fece un effetto stranissimo. Si stiracchiò, cercando di fare meno rumore possibile. Il petto gli faceva male come non mai dove quel maledetto cervo l'aveva trafitto.

'Lupo, lupo, lupo...', pensò. Un attimo dopo non c'era più il ragazzo dagli occhi dorati e i capelli castani. Al suo posto un grosso lupo grigio, il pelo sul petto macchiato di sangue secco e con una strana medicazione che si strappò in fretta coi denti.

Trotterellò silenziosamente verso la porta d'entrata. Il suo salvatore dormiva.

La porta era chiusa.

Accidenti.

Non gli restava che provare ad aprirla a testate. Un mugugno lo fermò.

- È così che si ringrazia chi ti ha salvato? - chiese Chase, sistemandosi sulla pancia e fissandolo, inespressivo.

Il lupo batté piano la coda.

- Ho capito, razza di ingrato. Come ti chiami?

L'animale ringhiò e si contorse, restando in piedi.

- Shane - disse a fatica, la sua voce molto diversa da quella umana che gli aveva sentito.

- Shane - ripeté il moro. - Sai, cioè, puoi parlare, Shane?

Il lupo si contorse ancora e scosse il capo.

- Tornerai? - insistette il ragazzo dagli occhi rossi.

Shane batté ancora la coda e si voltò, puntando la porta. Con una sola testata quella si aprì. L'ultima cosa che Chase vide del suo lupo fu la coda folta e vaporosa.

Tornerà, si disse. E ci credeva.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Allora, oggi niente capitolo perché avevo 'sta idea e volevo dedicarla ad Amelia (glielo devo per cose nostre), inizialmente nata come shot ma diventerà una short story di tre/quattro capitoli il cui rating massimo direi sarà arancio. Ispirazione nata dalla saga di Shiver (leggete Shiver, Deeper e Forever, sono bellissimi), mi dispiace se un po' di cose si assomigliano lontanamente. Per il resto sto sviluppando un'ossessione per gli F.T. Island, sono in fissa con 'Always with you' (e menomale che stavo cercando quella di Daichi Miura!). Baci, a domani

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Capitolo 2
*** Bacio ***


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Per diversi giorni Shane vagabondò per il bosco, infrangendo la regola sacra per la quale un lupo solitario che aveva abbandonato il branco come lui dovesse restare nel proprio territorio. Sì ma nel proprio territorio c'era Chase.

Chase che l'aveva salvato.

Quando pensò che gli fosse stato lontano abbastanza, tornò nel luogo che sentiva più casa del proprio giaciglio o della tana dov'era nato. La porta della catapecchia era socchiusa come sempre, ma non c'era odore di carne.

Che l'avesse già dimenticato?

Borbottò il proprio disappunto in modo assai lupesco e andò ad annusare e rimarcare casa e baracca. L'umano era all'interno, il suo profumo era inconfondibile.

Prese la rincorsa e caricò la porta d'entrata col capo. Quella si aprì subito con uno scricchiolio inquietante. Trotterellò subito dall'umano.

Chase era seduto nel mezzo della propria stanza, a gambe incrociate, sul pavimento di legno.

- Ti stavo aspettando - sorrise, poi sbuffò. - Ti pregherei però di non sfondarmi la porta ogni volta che entri. Gratta e io ti aprirò.

Il lupo batté la coda e si sedette davanti a lui, prima di sbadigliare. Un attimo prima il moro stava contandogli i denti candidi e appuntiti nella bocca rossa, un attimo dopo in quella stessa bocca c'erano dei normalissimi denti umani, a parte i canini che restavano più lunghi e affilati.

Il ragazzo dagli occhi rossi lo fissò, imponendosi subito dopo di distogliere lo sguardo.

- Non ti imbarazza? - chiese, anche se il più imbarazzato era lui.

- Cosa?

- E-essere nudo...

Shane fece spallucce e si osservò una mano. Da quanto non si trasformava in umano per volontà propria?

Chase si alzò e frugò nell'armadio, dopodiché gli lanciò addosso una canottiera nera e un paio di jeans, tornando a sedersi.

Il castano li indossò. Gli stavano a favola.

- Puoi tenerli, se vuoi.

Lui inarcò un sopracciglio.

- Cosa se ne fa un lupo dei vestiti? - domandò con ovvietà. Calò il silenzio, il disagio che aleggiava fra di loro come un nuvolone scuro.

- Lupo, eh? - disse infine il moro. Il ragazzo-lupo annuì.

- Non avresti mai dovuto vedermi...

- Lo so. Perché ti sei trasformato?

- Non era volontario. Le situazioni potenzialmente letali causano la trasformazione involontaria. Un lupo ferito può resistere di più e aver più possibilità di guarire in fretta, possibilità pari a quelle di trovare un cacciatore pazzo che decida di sparargli addosso perché è debole e vulnerabile - fece una pausa, arricciando le labbra e scoprendo i canini. - Un essere umano ferito morirà in fretta senza cure, ma fa più compassione e ha quindi più possibilità che qualcuno lo salvi.

- Non ti ho salvato per compassione - commentò il ragazzo dagli occhi rossi.

Shane non replicò.

- Come ti sei fatto... quella? - Chase indicò la cicatrice sul petto, quella che lui stesso aveva medicato.

- È stato un cervo...

- Ah...

Il castano scrollò le spalle e arricciò il naso.

- Hai paura di me? - chiese. Non c'era odore di paura.

Lui scosse il capo.

- Perché dovrei averne?

E si sporse verso il ragazzo-lupo, prima di baciarlo delicatamente sulle labbra. Shane si ritrovò, piacevolmente sorpreso, a rispondere al suo bacio. Era come quando da lupo mangiava qualcosa di delizioso come un cerbiatto particolarmente morbido o un coniglietto paffuto: una sensazione deliziosa, inebriante, assuefacente.

Il moro si staccò, le iridi color sangue fisse nelle sue.

Il ragazzo dagli occhi dorati si passò le dita sulle labbra, il respiro corto. Dopodiché chiuse gli occhi per un lungo attimo e si sfilò la canottiera.

La schiena di Chase venne percorsa da un piacevole brivido. Cosa stava per fare?

Shane lo inchiodò al pavimento e lo baciò ancora, insinuando la lingua tra le sue labbra mentre andava a sbottonarsi i jeans. Il moro portò una mano fra i suoi morbidi capelli castani.

E d'improvviso il ragazzo-lupo si alzò e si voltò, dandogli la schiena e lasciando cadere i pantaloni a terra. Con delusione Chase lo vide trasformarsi in lupo e puntare la finestra socchiusa della propria camera.

L'animale saltò sul letto e poi fuori con un balzo elegante. Il moro si sporse dalla finestra.

- Shane! Ti amo! - gridò. Il lupo batté la coda ed emise un mugolio.

L'umano non gli chiese se sarebbe tornato. Shane tornava sempre.

-

Note dell'autrice:
okay, il prossimo capitolo è l'ultimo... ma ci sarà un extra! Quindi nulla, restano quattro. Non temete, posterò anche il secondo capitolo di 'Le parole che non ti ho mai detto'. Ora torno a scrivere! Baci

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Capitolo 3
*** Prova di coraggio ***


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Un grattare furioso di unghie alla porta. Chase andò ad aprire. Il lupo era tornato, ancora. Si fece da parte per farlo entrare, ma l'animale scosse il capo e agitò impazientemente la coda, indietreggiando, gli occhi dorati fissi nei suoi.

- Che c'è?

Shane indietreggiò ancora, costringendo il ragazzo ad uscire di casa. Lo condusse oltre la baracca.

- Ah... vuoi che ti segua? - chiese, iniziando a capire. Il lupo annuì, spazientito, ed agitò una zampa. Poi si voltò, trotterellando verso il bosco.

Il moro lo seguì.

Aveva piovuto recentemente, e ancora si poteva sentire il profumo della terra bagnata. Le foglie secche scricchiolavano sotto le All Star nere di Chase. Di tanto in tanto Shane si voltava a controllare che gli fosse dietro. Le sue zampe non producevano alcun suono sul terreno.

Allungò il passo, costringendo il ragazzo ad imitarlo. Il lupo iniziò a correre.

È così elegante...

Le zampe, più chiare rispetto al corpo, si allungavano con leggerezza, mentre bruciava senza sforzo un metro dopo l'altro. Quasi saltava ad ogni falcata. Dietro di lui Chase vedeva i suoi muscoli tendersi, guizzare sotto la pelliccia grigia e folta.

E intanto il ragazzo dagli occhi rossi correva con lui, restando un po' indietro. Le sue scarpe alzavano i sassolini. All'improvviso inciampò in una radice assai sporgente e cadde di faccia.

Shane lo sapeva, sapeva che il compagno umano era caduto, ma non poteva voltarsi. Era una prova, lui doveva vedere se davvero era all'altezza.

Il moro si ritirò su immediatamente e riprese a correre, nonostante avesse il fiatone. Si domandò quanto grande fosse il bosco.

Il lupo saltò oltre un ampio tronco e iniziò a zigzagare tra i pini. Chase continuava a incespicare, ma non voleva arrendersi. Dovunque stessero andando, ci sarebbe arrivato anche lui, più o meno illeso.

Di colpo l'animale rallentò: davanti a loro un fiume dalle forti correnti. In mezzo ad esso passavano delle rocce grandi a sufficienza per attraversarlo standoci sopra.

Shane puntò la prima senza timore, poi la seconda, e la terza, e la quarta... conosceva quelle rocce a memoria. Il ragazzo lo imitò, anche se non aveva in sé tutta quella sicurezza. Le sue scarpe scivolavano sulla superficie bagnata.

All'ultima roccia tentennò, purtroppo, e finì in acqua. Non era bassa come sembrava, e soprattutto era gelida. Annaspò e si aggrappò alla roccia. Il lupo lo aspettava sulla sponda.

Si sforzò di restare calmo e prese un grande respiro. Non era così lontana. Ma come poteva fare?

Se fosse stato umano, Shane avrebbe sospirato. Si limitò ad alzare gli occhi al cielo e si protese verso Chase, afferrando con i denti il cappuccio della sua felpa. Lo tirò a riva. Il moro non fece in tempo a lanciargli un'occhiata di gratitudine, siccome l'animale riprese a correre.

Si ritrovarono in una grande radura, alle loro spalle il fiume e alcuni alberi. Diversi lupi riposavano l'uno contro l'altro.

- Sono come te? - ansimò, poggiando le mani sopra le ginocchia. Il lupo scosse il capo e si contorse.

- Loro hanno rotto il patto con la terra - disse faticosamente.

Si rivolse al branco.

- Ehi - mugugnò.

Suo padre, un enorme lupo nero dagli occhi dorati, gli lanciò un'occhiata.

- Cosa vuoi? Questo non è il tuo territorio. E perché c'è qui questo umano?

- Papà, questo è il compagno che ho scelto.

- Com'è arrivato fino a qui?

- Ce l'ho portato io. Mi ha seguito.

Il lupo nero spiò l'umano. Fradicio da capo a piedi, con le mani e gli abiti sporchi di terra e il viso graffiato.

Lanciò un richiamo agli altri.

- Bene, Shane. Vediamo se tutta la strada che ha fatto ne è valsa la pena.

Il branco accerchiò Chase. Lui rimase immobile e si lasciò annusare.

- Resta lì - abbaiò il padre a Shane.

E poi senza alcun preavviso balzò addosso al moro e lo atterrò, ringhiandogli davanti al viso. Il ragazzo evitò i suoi occhi e non si mosse.

Dopo poco il grosso lupo nero si levò e andò a leccare un altro membro del branco.

- Buona scelta. Romperai il patto con la luna? - chiese. Shane scosse il capo. - Ora vattene.

Il lupo grigio tornò dal compagno e scodinzolò come un cane troppo cresciuto.

- Ho la netta sensazione che mi stessi mettendo alla prova... - mormorò Chase.

~~~

Era notte fonda, in cielo brillava la luna piena. Shane si fermò sotto la finestra del moro e lanciò un lungo ululato. La finestra si aprì.

- Forza, entra - biascicò il ragazzo dagli occhi rossi. Il lupo prese la rincorsa e saltò, atterrando direttamente sul letto di Chase, dove si acciambellò.

Lui gli posò una mano sulla schiena. Un attimo dopo, al posto di toccare il folto e caldo manto grigio, si trovò ad accarezzare la sua pelle liscia.

Si girò su un fianco e lo coprì alla bell'e meglio con il piumone. Shane si schiacciò contro il suo petto. Il moro affondò il viso nell'incavo tra la sua spalla e il collo e inspirò profondamente.

- Sai di terra, sangue, bosco e soprattutto sai di lupo - disse. Il ragazzo dagli occhi dorati si chiese se fosse una buona cosa.

- Mi stai dicendo che puzzo?

- No. Amo il tuo odore.

- È stato il tuo a condurmi da te - mormorò Shane. Chase lo baciò sul collo.

- Shane... un giorno voglio fare l'amore con te - sussurrò, tanto piano o forte che lo dicesse lui l'avrebbe sentito comunque, aveva i sensi ultra-sviluppati.

- ... fare l'amore? - suonò interrogativa la sua voce.

Insomma, il suo lato umano lo rendeva un lupo più intelligente e viceversa, ma aveva passato così poco tempo nella forma di Shane l'umano che aveva dimenticato la maggior parte di ciò erano gli usi e i costumi delle persone e anche molte altre cose legate al linguaggio.

Il moro arrossì.

E adesso come glielo spiego?

- Sai, quello che penso voi lupi chiamiate... 'accoppiarsi'.

- Oh.

Il ragazzo-lupo rifletté un attimo.

- Ma a che serve? Io non posso avere un cucciolo - disse infine. Chase sospirò.

- No, ovvio. Lo so anch'io. È solo una grande dimostrazione d'amore.

E gli accarezzò il petto, baciandolo ancora sul collo. Il castano sentì un milione di brividi percorrergli la pelle nuda. Quella sensazione era così piacevole che nemmeno il vento notturno fra la pelliccia poteva batterla.

All'improvviso le labbra del moro vennero sostituite dai suoi denti: un morso fugace, leggero, indolore.

- Ehi. Mordi?

Chase lo strinse a sé.

- Sei mio e per questo voglio che tutti vedano dove ho lasciato il segno.

Shane si divincolò e gli scivolò a cavalcioni, osservandolo intensamente sotto la luce della luna.

Dio, quant'è sexy...

Il castano lo imitò, mordendolo sul collo. Chase gemette di dolore e portò le dita al punto dove il ragazzo-lupo aveva piantato i canini. Le ritrasse sporche di sangue.

- Shane... non così in profondità - sospirò. Lui gli leccò la ferita: in confronto al sangue degli animali che cacciava, il suo era dolcissimo.

Silenzio. Tornarono ad abbracciarsi.

- Diventerò come te?

- Solo se stringerai un patto con la luna...

Uno sbadiglio.

- Ti amo, Shane.

Il ragazzo-lupo mugolò.

- Anch'io... quindi potresti insegnarmi a vivere come un vero essere umano?

FINE (o forse no...)

-

Note dell'autrice:
ehilà! Questo è l'ultimo capitolo, al quale seguirà un extra (incluso un personaggio che conoscete, fufufu). Vorreste un sequel? Ho qualche idea... a dopo, forse, o a domani. Baci

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Capitolo 4
*** Lupo geloso, lupo pericoloso - Extra ***


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Shane sonnecchiava sul pavimento di legno della stanza del suo ragazzo. Nonostante fosse in forma umana e si trasformasse molto più raramente rispetto ai primi tempi in cui stavano insieme, non riusciva a liberarsi dei propri comportamenti lupeschi (come dormire ovunque, comodo o no che fosse, o non provare un minimo di pudore passando dall'essere lupo all'essere umano e nudo).

Quel giorno Chase era andato a scuola. Viveva assai distante dalla città, quindi stava perlopiù a casa, frequentando le lezioni una o due volte a settimana.

Una voce inconfondibile (ma prima di essa i suoi passi) strappò il castano dal proprio sonno. Un'altra voce, sconosciuta, proruppe in una risata, coprendo quella di Chase.

Shane si stiracchiò senza fretta e si trascinò alla finestra per vedere. Il suo umano del cuore stava parlando con un altro ragazzo, alto, moro e dagli occhi verdi come le foglie delle querce in primavera.

- Uh?

Chiacchieravano fra loro in maniera amichevole e rilassata, ma c'era qualcosa nello sguardo dell'estraneo che lo allarmava. All'improvviso egli abbracciò Chase, sorridendo, felice come una pasqua.

Il ragazzo dagli occhi rossi rise nervosamente.

- Dai, staccati, Edward - lo sentì dire.

Edward.

L'altro fece ciò che gli veniva chiesto, fissandogli le labbra.

Il ragazzo-lupo sentì una rabbia incontrollabile scuoterlo da capo a piedi. Un attimo dopo, senza che davvero lo volesse, si ritrovò lupo. Corse verso la porta e le diede la solita testata che sempre serviva, nonostante Chase l'avesse implorato di non farlo.

I due ragazzi si voltarono a fissarlo quando apparve, ringhiando. Il suo umano del cuore si staccò di colpo, supplicandolo con lo sguardo di darsi una calmata.

Shane non ci badò e atterrò Edward, furioso.

- Shane, no! Lascialo!

Il lupo ringhiò più forte. Edward si coprì il volto con le braccia. All'improvviso l'animale percepì qualcosa poggiarsi delicatamente sul proprio fianco e poi spingerlo via con decisione. Con un guaito di sorpresa perse la presa sul corpo del ragazzo e rotolò sulla schiena.

Chase lo fulminò con lo sguardo.

- Fila di sopra! - tuonò, indicandogli la porta. Edward era ancora paralizzato dal terrore.

- T-tu sei p-pazzo! - disse. - Un lupo! Un lupo! In casa! E ha pure un nome! E obbedisce! Sei pazzo!

Shane trotterellò nuovamente in casa, le orecchie aderenti al capo e la coda fra le zampe. Il ragazzo dagli occhi verdi fuggì in tutta fretta.

Il moro andò in cerca del lupo. Lo trovò nella propria stanza, seduto in una posizione scomoda e gli occhi dorati sfuggenti. Si sedette davanti a lui.

- Avanti, trasformati - ordinò con voce incolore.

L'animale non si mosse.

- Forza, so che puoi farlo.

Puf!

Il castano continuò a tenere lo sguardo basso e chiuse le gambe, imbarazzato e pieno di vergogna. Chase rimase calmo e indecifrabile, eppure il ragazzo-lupo poteva annusare la sua rabbia.

Restò tremante e in silenzio, aspettandosi il peggio del peggio. L'avrebbe cacciato? Gli avrebbe detto di tornare nel bosco e non farsi vedere mai più? Cosa gli era preso?

- COSA DIAVOLO TI È PRESO? - sbottò infatti il moro, gli occhi che sprizzavano scintille. - Perché ti sei trasformato?

- Non è stato volontario - pigolò il fidanzato, affondando il viso dietro le braccia. Chase deglutì e scrollò il capo.

- No?

- Mi ha fatto rabbia che ti stesse abbracciando... e fissando le labbra - mugugnò Shane.

Il ragazzo sorrise, intenerito, e lo accarezzò sul capo.

- Si chiama gelosia - disse, addolcendosi.

- Gelosia...?

- Non è un male. È una sensazione come di rabbia mista a fastidio verso chi tocca qualcosa o qualcuno che percepisci come tuo.

Il castano continuò a fissare il pavimento, abbattuto.

- Scusa - mormorò. - Io... tornerò nel bosco, o mi troverò un altro territorio... non mi avvicinerò più a un umano.

E si alzò. Un attimo dopo era un lupo ed era saltato sul letto, pronto ad uscire dalla finestra socchiusa. Anche Chase si alzò e lo abbracciò saldamente, bloccandolo.

- Ehi. Non dire stupidaggini. So che non gli avresti fatto del male... forse un po'... ma non devi andartene per questo. Puoi controllarti, no?

Shane annuì.

- Credo... credo di sì - disse. Iniziava a padroneggiare un po' meglio il linguaggio umano anche nella propria forma alternativa.

Tornarono a sedersi. Il moro affondò le mani nel pelo folto appena sopra il collo.

- Io ti amo, Shane. Non sarà per un altro... umano che non m'interessa affatto che ti lascerò.

Il lupo mugolò e strofinò il capo sotto il palmo della sua mano.

- Romperò il patto con la luna, allora! - esclamò e fece di nuovo per uscire. Chase lo riafferrò, solo che stavolta con tanto slancio che rotolarono entrambi giù dal letto.

- No, accidenti! La vuoi smettere? Perché dovresti? Sei stufo di essere un lupo?

Shane si trasformò tra le sue braccia.

- Mi piace essere un lupo. Ma per te lo farei... almeno sarei un umano e basta - disse, abbacchiato. Il moro lo baciò sul collo.

- L'unica cosa che devi fare per me è amarmi, stupido.

Il ragazzo dagli occhi dorati si rigirò e affondò il viso nel suo petto.

- Ti amo... ti amo... ti amo così tanto che vorrei ulularlo ogni notte alla luna...

Chase rise.

- Bravo ragazzo.

Chase alzò lo sguardo dal libro, scandalizzato.

- EMMA!!!

La moglie del cugino, nonché madre di un piccolo Raphael (tre anni), non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere.

- Che c'è?

- Non mi comporterei mai così! - sbottarono in coro Shane e il fidanzato.

- E poi sembro passivo... - aggiunse il ragazzo dagli occhi rossi, sottovoce. Il castano sogghignò.

- Un bel morso ad Edward avresti potuto metterlo...

Emma sogghignò a sua volta.

- Ah, Chase, ma non lo sei?

Scoppiarono tutti a ridere, anche Niko che era appena sbucato dalla cucina. Tutti a parte il piccolo Raphael, troppo ingenuo per capire, e il diretto interessato, che li fulminò con lo sguardo.

Come sempre, il libro diventò un best-seller.

FINE

-

Note dell'autrice:
mi chiedono a gran voce un sequel e io... vi darò un sequel. Non so nulla di nulla, lunghezza, boh, rating probabilmente rosso, aggiornamenti, boh, insomma, BOH. Penso che i personaggi saranno più o meno quelli delle altre storie (ma non è detto che ci siano). Per la shot-intervista servono ancora domande: forza! Oggi posterò il primo capitolo del sequel e forse un capitolo de 'Le parole che non ti ho mai detto'. Baci, a dopo

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