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Rating: per tutti Genere: drammatico, generale,
introspettivo Personaggi: Severus Snape, Sirius
Black Pairing: nessuno Epoca: V libro Avvertimenti: missing
moment Riassunto: Sirius va di nascosto a
casa di Severus, e tra i due è sempre un’occasione per litigare. Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me
bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I
personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K.
Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il
mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa
storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di
lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto
intesa. Parole/pagine: 326/1 Nota: Storia scritta per la Sfida FF n° 7 “La Sfida Olimpica”
facente parte della Severus House Cup del Forum “Il Calderone di Severus”.
Specialità: Tennis.
Black, Sirius
«Sei
sempre il solito, Snivellus.»
«Parla
con le pulci che hai addosso, non ho tempo da perdere ad ascoltare i tuoi
guaiti.»
«Non
mi sei mai piaciuto.»
«Che
peccato, pensavo fossimo destinati ad essere una
meravigliosa coppia.»
«Neanche
se non avessi altra scelta che te.»
«È
una cosa reciproca, te l’assicuro.»
«Non ho mai creduto alla tua
conversione. Sei e sarai sempre un vile Mangiamorte.»
«Non mi serve la tua fiducia,
Black! Perché hai deciso di portare le tue zampe pulciose qui?»
«Per vedere in faccia il codardo che
chiama “amici” quelli che un tempo uccideva. A quando il prossimo tradimento?»
«Non
chiamarmi “codardo” e poi sei tu quello che si è fatto dodici anni ad Azkaban,
non io, Black, vai a raccontare a qualcun altro chi è che ha tradito.»
«Io… sporco bastardo, lo sai
benissimo che non ero io il loro Custode! Sei tu quello che è passato
dall’altra parte dopo aver ucciso molti di noi. Avrai goduto nel vedere James
morto, vero? E Lily?»
«…»
«Non
parli, vero?»
«Le
tue parole sono aria e non devi ricordarmi ciò che ho fatto, lo so benissimo.»
«Non
hai idea di quanto mi brucia il desiderio di ucciderti in questo momento.»
«Avanti, fallo. Sono qui,
disarmato. Ti offro ogni punto vitale del mio corpo, mi faresti un grosso
favore. Mira bene, però, perché se tu dovessi solo
sfiorarmi, io non lo farò.»
«Non
ti faccio favori, Snivellus!»
«Ah
ah ah, chi è il codardo adesso, Black? Non riesci
neppure a levare la bacchetta contro il mago che ha goduto nel vedere morto il
tuo amato James. È lui quello che ti manca, vero? Il tuo amato compare o
semplicemente il tuo amato?»
«Non
starò qui a sentire un’altra idiozia.»
«Sei tu che sei venuto, non te
l’ho chiesto io. Sentire la verità purtroppo da fastidio a molti.»
«Non
rimarrò qui ad ascoltarti ancora!»
«Chiudi
bene la porta quando esci, mi raccomando.»
Rating: per tutti Genere: generale Personaggi:
Severus Snape, Petunia Dursley, Harry Potter Pairing: nessuno Epoca: post 7° anno Riassunto: Harry vuole andare di
persona a dire ai suoi zii che è tutto finito e chiede a Severus di
accompagnarlo. Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me
bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I
personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K.
Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il
mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa
storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di
lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto
intesa. Parole/pagine: 272/1 Nota: Storia scritta per la Sfida FF n° 7 “La Sfida Olimpica”
facente parte della Severus House Cup del Forum “Il Calderone di Severus”.
Specialità: Tennis.
Dursley, Petunia
«Harry,
cosa ci fai qui?»
«Io… volevo solo dirvi che è tutto
finito. Sei da sola?»
«Vernon è al lavoro e Dudley a
scuola. Lui chi diavolo è? Ci conosciamo?»
«No.»
«Eppure
hai un’aria familiare.»
«Mi
dispiace deluderla, ma credo che io e lei non ci siamo mai incontrati.
So soltanto che è una parente del signor Potter.»
«No,
a me sembra proprio di conoscerti.»
«Si
sbaglia.»
«Non dimentico facilmente delle
facce, signor…? Come ha detto di chiamarsi?»
«Non
l’ho detto.»
«Sarebbe
buona educazione presentarsi quando ci si reca alla porta di qualcuno, non
gliel’hanno insegnato?»
«Mm…
avevo rimosso perché mi stava antipatica.»
«Come ha detto, scusi? Se parla
con un tono di voce così basso, non riesco a sentirla.»
«Non
si preoccupi, dicevo al signor Potter che è ora di andare, abbiamo degli
impegni.»
«Impegni? Quali impegni? Non mi
ricordo di nessun impegno, professor Sn… ehi!»
«Stai zitto! Minerva ci aspetta
per aiutarla in quella cosa.»
«Oh… ah… quella cosa… giusto. Ha ragione, zia, dobbiamo proprio andare. Volevo solo dirvi che
non correte più alcun pericolo, Lord Voldemort è morto e può tutto tornare alla
normalità.»
«Noi non l’abbiamo
mai persa la normalità, il fatto di avere un nipote stramboide circondato da pazzi, non ha cambiato nulla.»
«Però
volevi tanto essere stramboide come
tuo nipote ed essere ammessa nel nostro
mondo di pazzi!»
Tipologia: flash
fic Rating: per tutti Genere: drammatico, generale,
introspettivo Personaggi: SeverusSnape, Lily Evans Pairing:
nessuno Epoca: post 7° anno Riassunto: Severus
vorrebbe che non gli apparisse più nei sogni, ma è soltanto lui che può
cancellare quelle immagini. Disclaimer:
I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non
appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K.
Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non
inventati da J.K. Rowling e
la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio
esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o
una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma
per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa. Parole/pagine: 325/1 Nota: Storia scritta per la Sfida FFn° 7 “La
Sfida Olimpica” facente parte della Severus
House Cup del Forum “Il Calderone di Severus”.
Specialità: Tennis.
Evans, Lily
«Devi
smetterla di entrare nei miei sogni!»
«Sogni? Da quando sogni, Sev? Se neppure dormi.»
«Dormo
abbastanza, e tu non devi entrare nel
mio sonno.»
«Non
entro nei tuoi sonni, Sev, io sono semplicemente nella tua testa, sei tu che
devi lasciarmi andare una volta per tutte. Dimenticami, Sev.»
«Non posso. Non ci riesco.»
«È
solamente perché non vuoi.»
«Non è vero. Non è così.»
«È
inutile che te lo ripeti amaramente, sai benissimo che
ho ragione io.»
«Vattene!»
«Io
non sono io, sono una parte di te, e se non sei tu a mandarmi via, io non posso
far altro che rimanere qui, o in qualunque posto tu voglia mettermi.»
«Io
non…»
«Tu puoi, Sev, sei un uomo
straordinario, puoi tante cose se solo le volessi compiere. Puoi riuscire in
molte cose, e se solo tirassi fuori un po’ di quella forza che usi nel
combattere, potresti finalmente dimenticarmi, lasciarmi andare.»
«Io
non riesco, non posso!»
«Sì, che puoi, Sev, non capisci
che nonostante non sia io, Lily Evans, questa parte che tu hai dentro di te,
non mi permette di andare completamente dove vorrei essere. Devi slegare questo
nodo, Sev, fallo per me se non vuoi farlo per te stesso.»
«Non
capisco, che vuoi dire?»
«Immagina
il mio corpo che si Smaterializza, e se non sono abbastanza concentrata
mi ritrovo Spaccata, una parte di me rimane fortemente ancorata al prima. Tu sei la mia mancanza di
concentrazione, mi stai Spaccando.»
«Non è vero! Stai mentendo!»
«Guardami
bene, Sev, guarda come sono.»
«Tu…
tu sei a metà!»
«Hai
visto, finalmente.»
«Non
sorridermi, ti prego, non merito il tuo sorriso!»
«Tu
meriti il mio sorriso, il mio abbraccio, la mia gratitudine, la mia stima e il
mio affetto, Sev. Lasciami andare ora.»
«Io…»
«Ti
prego…»
«Il sole sorge come sempre, ma
stavolta lo guardo con occhi diversi perché tu non ci sei più. E adesso sono io
che ti sorrido, perché finalmente ho capito. Grazie.»