221/B Hogwarts Street

di Mary Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Smistamento - Primo Anno ***
Capitolo 2: *** L'Inizio - Primo Anno ***
Capitolo 3: *** Quidditch - Secondo Anno ***
Capitolo 4: *** Famiglia - Terzo Anno ***
Capitolo 5: *** Scocciatori - Quarto Anno ***



Capitolo 1
*** Smistamento - Primo Anno ***


 

«Quando chiamerò il vostro nome, verrete avanti. Io vi metterò il cappello parlante sulla testa e verrete smistati nelle vostre case.»

L’austera professoressa McGranitt srotolò la pergamena che aveva in mano ed iniziò a chiamare gli undicenni davanti a lei.

«John Watson.»

Un ragazzino dai capelli biondo cenere uscì dalla massa e andò a posizionarsi sullo sgabello davanti alla professoressa, che gli posizionò sulla testa un cappello tutto rattoppato.

“Sei leale, ragazzo, abbastanza per essere un Tassorosso. Ma la tua indole è un’altra…”

Il ragazzino sembrava impaurito, e fu con sorpresa che sentì esclamare a gran voce: «Grifondoro!»

Il tavolo rosso-oro applaudì vigorosamente e il piccolo John andò a sedersi fra di loro, un sorriso sbalordito ancora in volto.

Seguì una ragazzina di nome Irene Adler, tutta capelli neri, occhi versi e puzza sotto il naso.

Andò a posizionarsi sullo sgabello con una grazia senza pari, ma il responso sembrava scontato per tutti: «Serpeverde!»

Seguirono Molly Hooper e Amelie Hudson, ed entrambe finirono a Tassorosso; Poi un ragazzino dall’aria strana, Jim Moriarty, che finì a Serpeverde, e infine, finalmente…

«Sherlock Holmes.»

Un ragazzino dai riccioli scuri con profondi occhi grigi si avvicinò allo sgabello con aria scettica.

Dal tavolo dei Serpeverde, suo fratello Mycroft si mosse irrequieto, mentre il preside Albus Silente faceva lo stesso.

Gli Holmes erano sempre stati una famiglia purosangue molto antica, con caratteristiche ereditarie fuori dal comune.

Mycroft Holmes, studente del quinto anno, non aveva deluso le sue aspettative, anche se il suo smistamento nella casa di Salazar lo aveva preoccupato non poco.

La sorte era stata bizzarra, e adesso tutte le aspettative ripiegavano sul fratello minore.

Il cappello fece una smorfia appena sfiorò i riccioli dell’undicenne.

“Hai un cervello fuori dal comune, ragazzo. Non vedevo una testa simile dai tempi di Cosetta Corvonero… eppure in te vedo coraggio, desiderio di mettersi alla prova, generosità… ti troveresti bene in tutte le case, a mio parere. Come tutti gli Holmes, d’altro canto. Tuo fratello ha scelto Serpeverde, ma tu non sei davvero come lui…”

«Mi stai annoiando con le tue indecisioni, cappello!» sbottò Sherlock, e un secondo dopo il cappello urlò: «Corvonero!»

Il tavolo dei Corvonero iniziò ad applaudire freneticamente urlando: «Abbiamo Holmes! Abbiamo Holmes!»

Dal tavolo dei Serpeverde, Mycroft Holmes applaudiva mestamente: se lo era aspettato, anche se avrebbe preferito avere il suo irrequieto fratellino più sotto controllo nella sua casa.

Ma Sherlock era intelligente, anche se non al suo livello.

Con il suo cervello avrebbe potuto avere l’intero mondo magico ai suoi piedi, e la casa Corvonero avrebbe potuto renderlo più arguto di quanto già non fosse.

Alla sua sinistra, vide quella Adler insieme a Moriarty parlare sotto voce. Assottigliò gli occhi. Quei due erano decisamente da tenere d’occhio…

Dal suo tavolo, Sherlock fece un cenno con la mano al fratello maggiore, che rispose con un sorriso.

Sherlock era un rompipluffe, ma era pur sempre il suo fratellino.

 

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Lo so, sono totalmente impazzita. Sherlock Holmes ad Hogwarts era un’idea che mi frullava in testa da un po’, ed eccola qui scritta!

Spero solo non vi sembri troppo stravagante…

Beh, aspetto con ansia vostri pareri in merito. Con affetto, Mary Evans.

 

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Capitolo 2
*** L'Inizio - Primo Anno ***


L’intero corpo insegnanti, dopo appena una settimana di lezioni, si riunì eccezionalmente per discutere degli studenti del primo anno. In particolare, di uno studente fuori dal comune: Sherlock Holmes.

Chiunque avesse avuto a che fare con gli studenti della casata Corvonero avrebbe dovuto aspettarsi una dose di saccenza da ignorare, e ormai chi insegnava ad Hogwarts aveva dovuto farsi il callo a questo atteggiamento, che tuttavia gran parte delle volte si trasformava in genuina curiosità per le cose con il crescere degli studenti.

Beh, non era quello il caso.

Sherlock Holmes era, a detta di tutti, il più arrogante e fastidioso ragazzino che avesse mai messo piede ad Hogwarts.

Pur essendo uno studente del primo anno, sembrava conoscere a menadito molti più incantesimi persino degli studenti da GUFO, e questo aveva sbalordito e irritato gli insegnanti al punto da affibbiargli cinque punizioni appena quel primo giorno.

«Silente deve cacciare quel piccolo furfante!» sentenziò la professoressa Sprite rossa in volto dalla rabbia.

Quel ragazzino era stato capace di metterla in ridicolo davanti agli altri studenti raccontando a tutti della sua relazione con il custode Argus Gazza: a detta sua, l’aveva dedotta dal terriccio mancante sulla punta dei suoi stivali.

«Ha avuto 5 punizioni il primo giorno di scuola del primo anno! Mai, da quando sono ad Hogwarts ho assistito ad una cosa del genere!» sentenziò la professoressa Mcgranitt.

Ma quel ragazzino era un genio, e questo nessuno poteva negarlo, quindi le loro proteste si spensero presto davanti alle mancate reazioni del preside che, anzi sembrava trovare il giovane Sherlock molto divertente.

Chi non era divertito, naturalmente, non poteva esser altri che il fratello maggiore di Sherlock, Mycroft, che a causa del fratellino stava divenendo il centro di pettegolezzi che confrontavano i caratteri dei due Holmes.

Pubblicità non desiderata, della quale avrebbe fatto volentieri a meno. Tuttavia, questa cosa gli permetteva di essere al corrente di qualsiasi spostamento del fratello, quindi non poteva lamentarsi.

Aveva promesso ai loro genitori che avrebbe tenuto d’occhio quella peste di suo fratello e avrebbe mantenuto la parola. Quanto era vero che era un Holmes.

Aveva anche notato un altro primino grifondoro degno di attenzione: John Watson. Sembrava ruotare intorno a Sherlock come le api sui fiori, e Sherlock, stranamente, trovava gradevole la sua compagnia. Non che avesse mai manifestato comportamenti di amicizia nei suoi confronti, ma già il fatto che non lo avesse fatto scappare con le sue stranezze dimostrava quanto realmente ci tenesse a quel grifondoro. E quanto quel grifondoro tenesse a lui, ovviamente. Ma dopotutto, era passata appena una settimana quindi non si poteva mai dire.

Aveva già mobilitato le sue spie nelle altre case. In particolare, credeva che i resoconti del futuro auror Thomas Gregson  sarebbero stati particolarmente interessanti… quel ragazzino era un vero piedipiatti, come si usava dire tra i babbani, ed aveva una naturale propensione ai pedinamenti che gli sarebbe sicuramente tornata utile in futuro.

Ignaro dei pensieri del fratello maggiore, Sherlock Holmes continuava a vivere tranquillo i primi giorni del suo primo anno ad Hogwarts, creando scompiglio persino fra i suoi compagni di casa.

Lo odiavano tutti, i particolar modi quelli più grandi, ma a lui non importava.

Se le persone si offendevano perchè lui riusciva a capire chi era andato a letto con chi, lui che poteva farci?

Lo disprezzavano tutti perché era più intelligente di loro.

La gente era così noiosa!

Era davvero una fortuna che almeno ce ne fosse uno con un po’ di cervello.

 

 

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Tadaaaaa! Beh pensavo di fare tipo una raccolta della vita di Sherlock ad Hogwarts e dei momenti più importanti della sua vita.

Non era quella l’idea iniziale ma credo possa andare lo stesso perché così scorre meglio.

Beh, fatemi sapere. I commenti e le critiche sono sempre graditi.

Mary Evans

 

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Capitolo 3
*** Quidditch - Secondo Anno ***


Sherlock non riusciva proprio a capire il motivo per cui si era presentato alle selezioni di cacciatore per la squadra di Quidditch di corvonero. E non riusciva nemmeno a capire come aveva fatto ad aggiudicarsi quel posto, a dirla tutta!

No, in realtà quello lo sapeva. Con la logica.

Bastava solamente analizzare il comportamento del portiere avversario per riuscire a prevedere quale anello avrebbe coperto.

Pura, semplice logica.

Per questo non capiva le espressioni stupite dei suoi compagni e degli allievi delle altre case. Suo fratello Mycroft lo aveva guardato con aria esausta, quasi stancandosi per lui per la fatica che avrebbe dovuto metterci in quello sport, e per quello che lo aspettava, dovendo assistere a tutte le partite (Sì, perché per quanto sembrasse freddo agli occhi degli altri, Mycroft era un perfetto fratello maggiore).

E poi c’era John, talmente entusiasto della cosa che non la finiva di dire che, finalmente, sarebbe riuscito ad essere migliore di lui almeno in quello.

Ma doveva ancora nascere chi era in grado di sconfiggere Sherlock Holmes in qualcosa, anche se quella Adler si stava mettendo proprio d’impegno.

Di sicuro era più brava di lui nelle relazioni interpersonali, pensò con una smorfia. Era infastidito, anche se non ne capiva il motivo.

Il che era abbastanza strano.

Adesso doveva sbrigarsi per andare a quei dannatissimi allenamenti, non poteva permettersi di pensare.

Chiuse il libro di scatto.

Ma chi diamine glielo aveva fatto fare? Si chiese. Poi ricordò.

«Saresti carino con la divisa e qualche muscolo in più, sai Holmes?»

Dannata Adler. Centrava sempre lei!

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Capitolo 4
*** Famiglia - Terzo Anno ***


Sherlock Holmes era in punizione, e la cosa in sé non era una novità per nessuno.
Era stato in punizione molte volte dal suo primo anno, ma quella fu l'unica volta che in cuor suo sapeva di meritarsela.
Fece una smorfia nel vedere il gran numero di trofei che ancora gli toccava pulire.
Lui lo sapeva che non avrebbe affatto dovuto schiantare Luke Ferrars per aver invitato ad uscire Irene Adler.
E sapeva che non avrebbe dovuto nemmeno fargli crescere le emorroidi mentre lo trascinavano incosciente in infermeria, ma non era riuscito proprio a trattenersi!
Suo fratello Mycroft lo aveva strigliato per bene, in quanto non approvava questi atteggiamenti irrazionali, ma Sherlock sapeva che in fondo si era divertito anche lui.
Luke Ferrars stava antipatico un po' a tutti persino tra i Serpeverde!
Fu per quello che non si sorprese quando se lo vide comparire all'entrata della Sala Trofei.
Con un tocco di bacchetta concluse in un secondo quel lavoro che sicuramente lo avrebbe tenuto impegnato fino a sera, e immediatamente si alzó avanzando verso di lui con un sorrisetto in volto.
Mycroft Holmes sbuffó prima di fare un mezzo sorrisetto e sventolargli davanti agli occhi un pacchetto di api frizzole.
-Sei il migliore fratellone!- esultó Sherlock iniziando ad ingozzarsi con i dolciumi sotto lo sguardo schifato ma soddisfatto di suo fratello maggiore .
Perché, nonostante tutto, la famiglia ti appoggerá sempre.
Soprattutto negli sbagli.

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Capitolo 5
*** Scocciatori - Quarto Anno ***


Gregory Lestrade era uno scocciatore, Sherlock ne era sempre piú convinto.
Era il figlio magonó del vecchio custode Armando, e sembrava avere un'autentica passione per Sherlock al limite del morboso.
Lo seguiva per i corridoi, gli spolverava il mantello… ma la cosa peggiore era che chiedeva il perché di tutto quello che faceva!
Perché hai detto a quel Grifondoro che sapevi ieri sera aveva fatto sesso con quella Tassorosso?
Perché hai indossato gli stivali da Quidditch invece che quelli scolastici?
Perché ti sei arrabbiato quando ho fondato un fan club dedicato a te?
Il suo amico John trovava la cosa estremamente divertente, e anche suo fratello Mycroft si lasciava andare a qualche sorriso quando vedeva il fratellino perdere la pazienza.
Ma il colmo giunse quando Lestrade gli chiese perché aveva affatturato un ragazzo del settimo anno.
Non ricordava nemmeno il suo nome in realtà, sapeva solo che aveva invitato Irene Adler ad uscire.
L'istinto aveva agito per lui.
Lo stesso istinto che lo portó a schiantare il povero Lestrade quando provó accennare ad un suo possibile interesse amoroso per quella Donna.
Quell'azione gli causó un mese di detenzione, ma grazie a quello mai più nessuno si azzardó ad ipotizzare una cosa del genere in sua presenza.
Che Sherlock Holmes amasse Irene Adler era una cosa risaputa da tutta la scuola, insegnanti inclusi, ma poiché a nessuno piaceva ritrovarsi schiantato, meglio imparare a farsi gli affari propri.

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