That’s wonderful (Our Little Miracle)

di elyxyz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That’s wonderful (Our Little Miracle) ***
Capitolo 2: *** That’s wonderful (Including Early Rising at Midnight) ***
Capitolo 3: *** That’s wonderful (Loving Forever) ***



Capitolo 1
*** That’s wonderful (Our Little Miracle) ***


Modern

Modern!AU con magia, merthur, fluff, mpreg.

 

Questa è la prima mpreg che pubblico, anche se ho diverse bozze nel pc. Ed è abbastanza strano che non l’abbia mai fatto prima, visto che amo questo genere, ma recupererò!

Un pensiero va a Giuls ed elfin emrys, che so per certo condividono con me questa passione.

E agli amanti del merthur, ovviamente, se non disdegnano l’argomento.

 

Ho scritto questa cosetta a luglio, subito dopo aver letto l’articolo che allego, ma è rimasta in attesa, finora, per festeggiare la nascita del mio nipotino; ed è la fic più fluffosa che, in assoluto, io abbia mai elaborato.

Ah, secondo EFP, questa dovrebbe essere la mia 50ª storia su Merlin; sul mio conto sono invece 67, per le raccolte unite.

 

Questa piccola fic è solo una grande coccola e il rating è accessibile a tutti. Ma se invece non gradite l’argomento, forse è meglio salutarci alla prossima storia, senza rammarico.

Altrimenti, buona lettura!

 

 

 

2 febbraio 2014

 

Al piccolo Filippo,

benvenuto quaggiù.

 

 

That’s wonderful

 

(Our Little Miracle)

 

 

 

 

“È… è meraviglioso”, aveva sussurrato, sapendo che nessuna parola avrebbe mai espresso pienamente i suoi sentimenti.

Arthur pensava che il cuore gli sarebbe esploso di gioia, quando Merlin gli aveva detto di essere incinto.

 

I maghi rimasti nelle Terre di Albion erano davvero pochi, quelli che procreavano ancora di meno.

Nessuno aveva saputo spiegare il perché di quella sterilità selettiva, che da secoli li rendeva alla stregua di animali in via di estinzione.

Quando Arthur aveva incontrato Merlin, non si era fatto illusioni a riguardo. Merlin non sarebbe stato certo un’eccezione. E invece… invece…

Quello era un miracolo, davvero.

 

*

 

Arthur amava la propria vita, amava il suo compagno, amava arrivare a casa la sera, stanco da una stressante giornata di lavoro in ufficio, e cenare insieme per poi addormentarsi sul divano, la testa posata sullo stomaco di Merlin come un cuscino, mentre il suo uomo lo coccolava, accarezzandogli i capelli in un rituale rilassante tutto loro. Lo avevano fatto per anni.

 

Adesso, aveva smesso di usare le chiavi di casa. Ogni sera il suo compagno lo accoglieva sulla soglia.

E ogni sera Arthur si inginocchiava e salutava prima la pancia, baciandola, e poi baciava Merlin.

 

“Mi fai il solletico!” brontolava l’idiota che lui amava più della sua stessa vita.

 

“Papà è tornato!” diceva lui, allegro e orgoglioso, contro la pelle morbida del ventre di Merlin.

 

 

Ora che non potevano più distendersi sul divano, per non pesare su di lui, si sdraiavano a letto e Arthur posava la guancia sulla pancia di Merlin, in ascolto. Anche se era presto.

 

Sera dopo sera, settimana dopo settimana, mese dopo mese.

Stretti come due cucchiai fra le coperte, Arthur accarezzava con devozione il grembo, quella piccola curva nell’addome piatto di Merlin che cresceva e cresceva.

 

Fantasticava sulle sensazioni che il suo compagno gli raccontava, immaginava quel lieve sfarfallio sotto la pelle, sognava di cogliere impercettibili colpetti, dei piccoli movimenti della loro creatura.

 

Arthur credeva di non poter essere più felice di così. Finché non era giunto il suo compleanno.

 

Merlin lo aveva accolto come sempre con calore, e poi avevano condiviso una cenetta intima fra loro, lontano dal chiasso e dalla confusione.

 

Al momento del loro rituale, Arthur si era ritrovato fra le mani un piccolo pacco e lo aveva scartato.

 

“Che diamine è? Una… cintura? Tesoro, lo sai che non devi comperare cianfrusaglie da internet…” l’aveva sgridato, bonario, girandosi fra le mani lo strano oggetto, mentre Merlin gli sorrideva e lo costringeva a sdraiarsi con lui nel letto, facendogli promettere di chiudere gli occhi, mentre armeggiava su di lui per sistemargli la fascia in vita.

 

Pochi istanti dopo, nel silenzio più completo, Arthur aveva sentito Merlin guidare le sue mani sul pancione, con le proprie, e stava per chiedergli se poteva riaprire gli occhi quando… Quando.

 

Un colpo secco e distinto aveva battuto contro il proprio addome, e lo aveva fatto boccheggiare, impreparato, e spalancare le palpebre, trovando il sorriso di Merlin davanti a lui.

 

Mer-” Un secondo colpo lo aveva zittito, catturando l’attenzione di ogni cellula del suo corpo. E poi un terzo. E un quarto.

 

Arthur poteva solo sentire le lacrime spuntare e tracimare inesorabili, come quando aveva assistito alla prima ecografia di Merlin ed erano scoppiati in lacrime nel momento in cui avevano sentito il pulsare del cuoricino del loro piccolo, prezioso miracolo.

 

Arthur si era commosso impunemente ogni volta, anche nelle visite successive. Ma questo era molto di più.

 

“È meraviglioso. È meraviglioso”, continuava a ripetere, come un disco rotto, e Merlin poteva solo accarezzarlo e provare a zittirlo con un bacio lento e lungo. Ma quando si erano separati per riprendere fiato, Arthur ancora borbottava: “È meraviglioso”.

 

Perché sì, lo era.

 

 

 

- Fine -

 

 

 

 

Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.

 

Ringraziamenti: Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D

A Laura, per il suo entusiasmo! <3


Note: Ho un debole per i neonati e i bambini piccoli, lo sapete.

E da quando in famiglia abbiamo vissuto in diretta questi mesi di calci sul pancione, di visite e attesa, non ho resistito.

 

La cintura che duplica i movimenti del feto esiste realmente. Potete leggere l’articolo qui:

http://it.lifestyle.yahoo.com/blog/perche-te-lo-dice-mamma/una-cintura-che-simula-la-gravidanza-e-consente-095416733.html

 

 

 

Avviso di servizio (per chi segue le altre mie storie):

Linette cap. 83 è stata aggiornata pochi giorni fa. Cercherò di postare il prossimo capitolo il prima possibile.

 

 

 

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:

 

Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.

Farai felici milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

 

 

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Capitolo 2
*** That’s wonderful (Including Early Rising at Midnight) ***


Modern

Modern!AU con magia, merthur, fluff, mpreg.

 

Questa è la seconda mpreg che pubblico, a distanza di un mese dalla prima.

Onestamente non era prevista, perché le mpreg che ho in bozza fanno parte di un altro progetto, ma questo seguito mi è stato chiesto a gran voce, quindi ho cercato di accontentarvi, per ringraziarvi della calorosa risposta e del vostro entusiasmo.

Ho deciso, quindi, di trasformare la one-shot in una piccola raccolta di momenti su Arthur e Merlin con il loro bambino.

 

Come la precedente, questa piccola fic è solo una grande coccola e il rating è accessibile a tutti. Ma se invece non gradite l’argomento, forse è meglio salutarci alla prossima storia, senza rammarico.

Altrimenti, buona lettura!

                                                                                                                                                                            

 

Dedicato a Filippo, per festeggiare il suo primo mesiversario di vita!

A tutte le persone che ignoravo amassero le mpreg!

E ovviamente a chi ha commentato il precedente capitolo: FlameOfLife, Morganalastrega, Lucylu, _Jaya, Rosso_Pendragon, Hamlet_, melleth, areon, elfin emrys, misfatto, strangerinthistown, Raven Cullen, crownless, aria, chibimayu, Sheireen_Black 22, Burupya, violaliena, Yuki e katia emrys.

 

 

That’s wonderful

 

(Including Early Rising at Midnight)

 

 

 

 

Gabriel.

 

Con un unico pensiero nella mente, Merlin si mosse nel letto con cautela.

Da un mese a quella parte, aveva smesso di girarsi sul lato sinistro per dormire. Ma, se anche in gravidanza aveva prestato attenzione ad ogni minimo spostamento, adesso si era fatto ancora più accorto e sollecito. Era diventato un gesto istintivo e consolidato.

 

Gabriel.

 

Ancora nel dormiveglia, allungò piano una mano per sentire il cuoricino del suo bambino, ma trovò solo il freddo cotone delle lenzuola e di colpo spalancò gli occhi – il sonno passato all’istante, anche se non dormiva decentemente da mesi, e sicuramente aveva accumulato, negli ultimi trenta giorni, un debito di ore insonni da far concorrenza al Debito Pubblico di qualche Stato del Terzo Mondo.

 

Anche Arthur non c’era, registrò, scacciando con forza la voce suadente che lo invitava con le sue lusinghe a cedere e ad approfittarne, finché poteva. Ma il suo encomiabile senso del dovere – istinto parentale, o masochismo (come preferiva chiamarlo Gwaine) – lo costrinse a racimolare ogni grammo di energia e a risollevarsi dal confortevole giaciglio, fino a strisciare lentamente nella stanza accanto.

Per strada, raccolse una delle piccole coperte del loro incomparabile tesoro e se l’adagiò sulle spalle, per combattere la frescura e i brividi che gli facevano accapponare la pelle.

 

Appoggiato contro lo stipite della porta, Merlin osservò silenziosamente ciò che di più prezioso aveva.

Arthur, sdraiato sulla sedia a dondolo, canticchiava una ninna nanna e cullava il loro bambino, mentre il famelico – dispotico – principino della casa suggeva rumorosamente la sua doverosa dose di latte dal biberon.

 

Merlin poteva sentire ilGlu glu’ ingordo fin da lì.

Un sorriso gli fiorì sulle labbra.

 

“Ehi…” soffiò alla fine, raggiungendoli.

 

Arthur sollevò lo sguardo dal neonato e ricambiò il sorriso.

 

Benché apparisse spettinato, trasandato, e con delle occhiaie da far spavento ad un morto per tutte le ore di sonno perse, era ancora l’uomo più bello che avesse mai visto e Merlin se ne innamorò, se possibile, ancora un po’ di più.

 

Lo raggiunse, chinandosi a lasciargli un bacio sulla tempia, con una carezza, mentre il compagno si lasciava avvolgere dal suo abbraccio.

 

“Ti ho svegliato?” domandò, con una punta di rammarico nello sguardo.

 

“No,” negò Merlin. “Sentivo solo la vostra mancanza…” motivò, offrendogli un’altra carezza lieve.

 

“Il giovanotto si è ridestato affamato e speravo di poterti risparmiare almeno questa levataccia…” si giustificò, sbadigliando senza pudore.

 

“Bel gesto,” riconobbe, lisciandogli la zazzera bionda completamente in disordine. “Grazie”.

 

Arthur mugolò in apprezzamento, chinando la testa verso la sua mano, finché con un sonoro ‘pop’ il loro vorace bambino rese noto di aver terminato la sua poppata notturna, staccandosi dalla tettarella.

 

“Ruttino?” propose Merlin, facendosi passare il caldo fagotto che adagiò sulla spalla, mentre cominciava a girare in tondo nella stanza e batteva dolcemente sulla schiena del figlio. “Regali un ruttino a papà, eh?” lo incitò, venendo ricompensato poco dopo da un sonoro rutto che confermò la buona digestione.

 

Arthur catturò il suo sguardo ed entrambi risero, ironizzando sulla finezza del loro pargolo.

 

“Bravissimo, tesoro!” lo lodarono tuttavia, ricevendo in cambio un’altra dimostrazione di bravura.

 

“Troppa grazia, stasera!” ridacchiò Merlin, cambiando posizione per farlo riaddormentare, mentre Arthur tirava la cordicella del carillon sopra il canterano e una dolce melodia si diffondeva nell’aria.

 

“Ehi, non cedere lì!” lo ammonì Merlin, quando lo vide riadagiarsi sulla sedia a dondolo. “Vai a letto, Arthur. Domani sarà dura in ufficio…”

 

A malincuore, il suo uomo si risollevò e seguì il saggio consiglio.

 

*

 

C’era voluta una mezz’ora abbondante perché il loro angioletto volasse nel mondo dei sogni.

Ma quando fu certo che Gabriel stesse dormendo, Merlin si mosse silenziosamente verso la culla accanto al letto matrimoniale e lì lo depose.

Non era il lettino della sua cameretta – che Arthur aveva insistito per montare di persona e che quasi gli era costato due dita –; quella era una situazione provvisoria, per i primi mesi, il primo dei mille diktat su cui avevano giurato di non cedere (e su cui poi avevano ceduto), perché sì, ormai avrebbero consumato il pavimento nell’eterno andirivieni fra le stanze e la privazione del sonno era una delle più antiche ed efficaci torture e il piccolo despota li aveva marcati stretti, finché non avevano capitolato. Almeno, in quel punto, poteva essere controllato a vista… Ma non era servito poi molto, perché Gabriel non amava stare lì, nella culla, non quando poteva essere coccolato al sicuro fra i suoi due papà.

 

Merlin pregò che la quiete durasse almeno per un pisolino decente, si lasciò cadere a peso morto sul materasso e agognò un’ora di pace nel buio dell’oblio.

Arthur fu lesto ad abbracciarlo, tirandoselo addosso per regalargli un momento di coccole private.

 

“Ti avevo detto di non aspettarmi…” mugolò sottovoce, e tuttavia grato di quella premura rigenerante.

 

“Non riesco più a dormire, se tu non ci sei…” confessò l’altro, in un bisbiglio, lasciandogli una scia di baci nell’incavo del collo, che lo fecero rabbrividire di piacere.

 

“Non ci credo”, lo smentì. “Siamo così stanchi che potremmo dormire anche in piedi, con o senza l’altro vicino…

A quelle parole, lo sentì ridacchiare contro la tenera carne del suo orecchio – uno di quei punti che un tempo avrebbero acceso i loro preliminari.

“Cosa c’è?” domandò, sbadigliando.

 

“Ti ricordi quando stavamo in giro tutta la giornata e andavamo a letto a mezzanotte e facevamo l’amore fino all’alba?”

 

Nh…”

 

“Era meno di un anno fa”.

 

“Ti sbagli. Era di sicuro in un’altra vita”, contestò. “In questa, voglio solo dormire per due ore prima della prossima poppata”, pregò, come il più fervente dei religiosi. “Niente più vita spericolata. Niente più sesso. Se mi tocchi con un dito, mordo. Sappilo. Voglio dormire. Voglio solo dormire. Lo sapevi che dormire otto ore è più eccitante e appagante del sesso?” domandò retorico.

 

“Sì, beh… ma non sarà così per sempre… Gabriel crescerà, prima o poi…”

 

“È il poi che mi preoccupa…”

 

“D’accordo. Allora concentriamoci sull’adesso”, propose Arthur, cedendo su ogni ulteriore assalto. “Buonanotte, finché dura…”

 

“Anche a te…” bisbigliò Merlin, augurandosi nuovamente che il loro amato tiranno dormisse almeno un po’, senza tuttavia farsi molte illusioni al riguardo.

 

Difatti, poco dopo, la luce tenue dell’abat-jour si mise a tremolare, come se ci fosse stato un calo di corrente elettrica, ma Merlin sapeva – per esperienza – che era un segnale ben diverso.

Tentò di ignorare il richiamo, finché non percepì un mugolio scontento che cresceva d’intensità mentre la lampadina cambiava colore, diventando incandescente.

 

I piccoli aeroplanini, sospesi sopra la culla, si muovevano volteggiando impazziti.

 

Era straordinario come la sua magia fosse già così forte. E anche se questo avrebbe complicato il loro essere genitori, Merlin non poteva che sentirsi orgoglioso per avere un figlio così talentuoso.

 

“D’accordo. D’accordo. Hai vinto tu…” capitolò, sporgendosi oltre la sponda per sbirciare nel paniere di vimini.

 

Gabriel, sul punto di mettersi a piangere, smise all’istante di agitarsi, come intravide la sua figura nell’ombra e udì la voce familiare.

 

Merlin lo prese in braccio, rimproverandolo blandamente. E il neonato si mise a gorgogliare felice, atterrando esattamente dove voleva essere. Al centro del lettone.

Sbadigliando assonnato con la sua boccuccia a cuoricino, si aggrappò con i piccoli ditini al pigiama del suo papà. Un momento dopo, con l’altra manina, sfiorò i capelli dell’altro papà. E allora poteva star sicuro e cadere nuovamente nel suo piccolo mondo dei sogni incantati.

 

Arthur si accoccolò meglio per facilitargli la presa e allungò un piede per accarezzare quello di Merlin. In un attimo, le loro gambe erano intrecciate, mentre i loro corpi creavano un nido d’amore.

 

E tutti si addormentarono felici.

 

 

 

- Fine -

 

 

 

 

Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.

 

Ringraziamenti: Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D

A Laura, per il suo entusiasmo! <3


Note: Il titolo, per quelli che – come me – litigano con la lingua inglese, si traduce in: “È meraviglioso (Compresa la levataccia a mezzanotte)”. XD

 

La parola “diktat” è di origine tedesca, si traduce condettato’, e si usa generalmente in campo militare per chiarire quella serie di condizioni non negoziabili, imposte con la forza, in modo anche drastico su chi le subisce.

 

 

Avviso di servizio (per chi segue le altre mie storie):

- Waiting for You cap. 7 è stata aggiornata pochi giorni fa.

- Linette cap. 85 arriverà a breve.

- C’è una shot Arthur!topo che attende di essere postata da secoli…

 

 

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Grazie (_ _)

elyxyz

 

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Capitolo 3
*** That’s wonderful (Loving Forever) ***


Modern

Modern!AU con magia, merthur, fluff, mpreg.

Warning: Colata di zucchero. E miele. E caramello. Just to say.

 

Questa è la terza mpreg che pubblico. Una double drabble di 200 parole esatte.

Come le precedenti, questa piccola fic è solo una grande coccola e il rating è accessibile a tutti. Ma se invece non gradite l’argomento, forse è meglio salutarci alla prossima storia, senza rammarico.

Altrimenti, buona lettura!

                                                                                                                                                                            

 

Dedicato a Filippo, a tutte le persone che amano le mpreg.

E ovviamente a chi ha commentato il precedente capitolo: chibimayu, Burupya, areon, Raven Cullen, Orchidea Rosa, violaliena, Barby_Ettelenie_91, Sheireen_Black 22, Yuki Eiri Sensei e sejamerthurshipper.

 

 

That’s wonderful

 

(Loving Forever)

 

 

 

 

Gabriel amava le braccia forti con cui lo stringeva il suo papà biondo e l’ampio petto su cui lo faceva appisolare. Amava la sua risata, le sue facce buffe e il solletico, quando cercava di farlo ridere, e l’allegria mentre gli faceva il bagnetto, alla sera, circondato dalle paperelle e da tanta schiuma morbida.

Gabriel amava il suo papà biondo.

 

Ma adorava l’altro papà. Riconosceva la sua voce, la stessa voce che lo aveva cullato in quel posto buio e caldo, la stessa voce che gli sussurrava paroline dolci e ninne nanne, la stessa voce che si era unita a queltu-tum’ particolare, che sapeva calmare Gabriel come nient’altro al mondo, perché quel suono era il primo che aveva imparato – il primo che aveva riconosciuto, in quel posto buio e caldo. Era stato quel suono a fargli compagnia, notte dopo notte, giorno dopo giorno, per tutti quei mesi.

E anche adesso, che un po’ il mondo lo spaventava e sentiva la nostalgia per quel posto buio e caldo, aveva quella voce e queltu-tum’ a confortarlo, a cullarlo, a fargli capire che non sarebbe mai stato solo.

 

Pelle a pelle, cuore a cuore, anima contro anima.

Lui e papà.

 

 

 

- Fine -

 

 

 

 

Disclaimers: I personaggi e le immy, presenti in questo racconto, non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.

 

Ringraziamenti: Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D


Note: Il titolo, per quelli che – come me – litigano con la lingua inglese, si traduce in: “È meraviglioso (Amare per sempre)”.

 

Prima di chiudere, ho trovato in giro per il web due immagini che sono perfette per il precedente capitolo 2. Mi spiace solo di non averle viste prima, ma non sono adorabili?

 

 

 

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Avviso di servizio (per chi segue le altre mie storie):

- Aggiornata la raccolta comica post!5x13: “The Once and Future… Prat.” cap. 12.

 

 

 

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