Il segreto di Alice

di siriopg
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** 1) Sto provando a scrivere un'intera puntata più o meno inventata. Spero di riuscirci. ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** 3) La storia prende forma. ***
Capitolo 5: *** 4) Il caso comincia a prendere forma. Non perdete gli ultimi sviluppi. ***
Capitolo 6: *** 5) Le indagini continuano senza sosta, non perdete le ultime novità. ***
Capitolo 7: *** 6) Continuano le indagini e il caso si fa sempre più fitto . ***
Capitolo 8: *** 7) Misteri e segreti nella vita di Alice e non solo. ***
Capitolo 9: *** 8) Altre indagini e piste da seguire, il giallo si infittisce. ***
Capitolo 10: *** 9) Un po' di movimento ci stava tutto. ***
Capitolo 11: *** 11) Avranno chiarito la litigata?, avranno scoperto altri indizi sulla morte di Alice?, basta leggere. ***
Capitolo 11: *** 10) ancora litigi ma il caso si sta pian piano risolvendo. ***
Capitolo 12: *** 12) Sembra che i pezzi del puzzle comincino a combaciare. ***
Capitolo 13: *** 13) Ultimo capitolo della FF, almeno per ora, non mi metto limiti. ***
Capitolo 14: *** 14) Non potevo lasciarlo a metà, ne ho scritti altri tre. Ecco il primo. ***
Capitolo 15: *** 15) Siamo quasi alla fine. ***
Capitolo 16: *** 16) Ultimo capitolo del mio racconto. Ora è davvero finito, grazie a tutti. ***



Capitolo 2
*** 1) Sto provando a scrivere un'intera puntata più o meno inventata. Spero di riuscirci. ***


Ero andata a dormire tardissimo, il sonno non arrivava, non ne voleva sapere. Nella mia testa albergava l’immagine della ragazza morta, una studentessa al primo anno di università trovata in un lago di sangue fuori la porta secondaria di un pub. Avevo bevuto anche due birre, una dietro l’altra, per sgomberare la testa, ma niente. L’orologio correva piano, i miei occhi erano sempre puntati lì come a dargli una spintarella. Alle 05:00 mi alzai e bevvi un caffè decaffeinato, Jo Venerdì dormiva sul divano e mi allungai con lei. Volevo mandare un sms a Maura ma l’avrei fatta spaventare per nulla. Misi la tuta, infilai le scarpe da ginnastica e con calma, raggiunsi Maura. Solo lei era in grado di placare le mie ansie, nonostante il suo parlare a macchinetta. Suonai il suo campanello che non erano le 6. La sentii sbirciare dallo spioncino.
“Sono io, apri.
“Jane, che stai facendo in giro a quest’ora, dai entra, disse facendomi spazio.
“Scusa non volevo svegliarti ma….
“Ma non riesci a dormire vero?, l’omicidio di ieri è stato un brutto colpo per tutti. Vuoi un caffè?, mi chiese conoscendomi bene.
“Ne ho già bevuti troppi, un tè magari.”
Ancora uno dei suoi sguardi che non avevano bisogno di spiegazioni.
“Non ho capito bene, vuoi del tè?.
“Si, se bevo altro caffè, mi dovrai far ricoverare, risposi fissando il pavimento.
“Metto su l’acqua, torno subito.”
Fece davvero veloce e si sedette accanto a me. 
“Perché ci stai così male?, mi domandò subito, avrai visto centinaia di casi come questo.”
“Non lo so, ho l’immagine fissa in testa da ieri, non se ne vuole andare.”
Ero davvero triste ma parlare con lei mi avrebbe aiutata.  Il mio sguardo era perso nel vuoto, la mia mente vuota, solo la povera ragazza.
“Vuoi latte o limone?... Jane, mi ascolti?.
“Si scusa, limone e zucchero, grazie.”
“Proviamo a parlarne un po’, hai voglia?. Vieni a tavola che è pronto, m’invitò.
Sedute una davanti all’altra, in mano le nostre tazze ma dalla mia bocca non uscivano parole.
“Capisco quello che provi Jane, vedere quella ragazza e il modo in cui è stata uccisa, è terribile per tutti, iniziò Maura.
“Aveva solo 19 anni, che avrà fatto mai di così terribile per meritare una morte in quel modo?, chi poteva avercela con lei?.”
“Lo scopriremo insieme ok?, daremo un perché a tutte le tue domande.”
“Chi l’ha fatto dovrà pagare con la propria vita, continuò, non gliela farò passare liscia. Lo giuro.”
“Dovrai trovarmi molti indizi e prove e faremo del nostro meglio.”
“Questa volta dobbiamo superarci Maura, non dobbiamo lasciare nulla d’incompiuto. Non hai nessuna idea?.”
Non avevo mai alzato lo sguardo dalla tazza. Maura non parlava molto, forse sperava che riuscissi a farlo da sola. In questo eravamo molto diverse, lei mi raccontava tutto, 10 secondi dopo il ciao mentre a me ci voleva un po’ di più. Ero sempre pronta ad aiutare tutti ma quando si trattava di me, beh ero molto riservata. Lei mi conosceva a memoria e aspettava una mia apertura di braccia.
“Vuoi andare a correre, metto la tuta?, mi domandò.
“No, dissi guardandola finalmente in faccia, credo che hai già fatto abbastanza. Scusa ancora per il disturbo.”
“Non dirlo nemmeno per scherzo, per te ci sono sempre lo sai!.
Le feci un sorriso e bevvi un altro po’ di tè.
“Faccio una doccia veloce e poi andiamo da te, così ti cambi, mi disse.
“Ok.”
Accesi la tv, volevo guardare il notiziario per vedere se i giornalisti erano già all’attacco come avvoltoi. Sapevo che la gente voleva sapere tutto ma a noi impedivano di lavorare e scoprire indizi. Maura non ci mise molto a prepararsi e andammo da me.
“Faccio il caffè, ne vuoi?, chiesi a Maura.
“Jane non esagerare con la caffeina, non sono le 7.
“Lo vuoi o no?, dissi quasi urlando.
“No grazie, disse guardandomi alterata.
“Scusa, non volevo alzare la voce, sarà una giornata lunga e faticosa. Devo calmarmi un po’.
“Si dovresti, scuse accettate. Vai a cambiarti altrimenti faremo tardi.
“Puoi dare da mangiare e l’acqua a Jo, ho come l’impressione che tornerò a casa in tarda serata, dovrò chiedere a Tommy di venire a controllarla.
“Certo che si.
Diedi un occhio alle mail, aspettavo da giorni qualche notizia da Casey dall’Afghanistan. Era in missione e mi scriveva appena gli era possibile. Niente, non c’era niente.
“Sono giorni che non scrive, dissi sbuffando.
“Lo sai che non può sempre.
“Lo so ma a volte ne ho bisogno.
“Ti manca eh?, mi chiese Maura mettendo la giacca.
“Molto. 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


CAP 2
Alle 08:00 eravamo alla centrale, tutti alle nostre scrivanie per dividerci i compiti.
“Vado a iniziare l’autopsia appena saprò qualcosa, vi chiamo, disse Maura.
“Grazie, a dopo.
Tutta la squadra omicidi era al lavoro su questo caso con me e Korsak a capo di tutto. Ogni indizio o prova era un tassello in più per trovare il colpevole. Andammo all’università per parlare con il rettore e la sua compagna di stanza. La vittima si chiamava Alice Garrett, aveva vinto una borsa di studio giocando a basket, aveva una media voti intorno al sette e lavorava per il giornalino interno. A prima vista una bravissima ragazza capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il rettore ci diede l’indirizzo dei suoi genitori mentre la compagna di stanza, alcuni nomi delle sue amiche. Andammo a parlare con il coach della squadra e ci disse che in quei giorni si era infortunata ad un ginocchio e non si era allenata. Aveva talento ma la sua priorità era di laurearsi in medicina. Voleva fare la pediatra ed aiutare i bambini. Squillò il telefono.
“Ciao Maura, hai qualche novità?.
“Si, Alice aveva bevuto molto ed ho trovato delle piccole tracce cocaina nel suo sangue…
“Cosa, si drogava?, era un’atleta com’è possibile?.
“Fatti dare al coach della squadra le sue ultime analisi, vorrei controllarle, mi suggerì.
“Ok, sono ancora qui, te le porto appena posso.
“Bene.
Spiegai a Korsak gli ultimi sviluppi e anche lui fu sorpreso. Era una studentessa modello, la droga non era da lei. Tornammo dalla compagna di stanza che negò l’uso di cocaina. Korsak chiamò Frost per avere il mandato per controllare la stanza e gli spogliatoi. Facemmo rientro alla centrale ed io andai diretta da Maura. Era al pc ma appena mi vide si alzò.
“Ciao, hai le analisi che ti avevo chiesto?, mi domandò subito.
“Ancora no, ho richiesto i mandati. Dimmi cos’hai trovato.
Mi sedetti sopra uno dei tavoli autoptici e ascoltavo con attenzione.
“Hanno usato un coltello, dobbiamo scoprire il modello, di sicuro ieri ha partecipato a qualche festa, nel suo stomaco ho trovato tante schifezze e…
“Per schifezze intendi…
“Patatine, taco, pop-corn e un’infinita lista di alcolici.
“Ah ok, tutte cose buone allora. Si era divertita direi.
“Direi di si, la cocaina era quasi inesistente ma c’era. Ho controllato le sue narici, non aveva traccia.
“E come l’ha ingerita?, chiesi ancora, dentro qualche cocktail?.
“Devo ancora controllare, non voglio tirare ad indovinare. Se era ad una festa dell’università, anche dentro una semplice tequila. Ai miei tempi la mettevano ovunque.
La guardai stupita.
“Non guardarmi male, non ne ho mai fatto uso ma potevo benissimo, era facile trovarla, specificò.
“Cosa mi sono persa non andando all’università, il divertimento era assicurato.
“Sei diventata un ottimo detective, non avere rimpianti.
Non le risposi subito e mi girai per poterla guardare in viso.
“Mi avevano accettata alla Dartmouth, le dissi.
“Cosa?, non è semplice entrare lì. Perché hai cambiato programmi?.
“Non volevo far fare sacrifici ai miei genitori, non avevano i mezzi per mantenermi lì.
“I tuoi sono fieri ed orgogliosi nel vedere quello che sei diventata, ti vogliono un gran bene.
“Lo so, infatti non credo di averli delusi.
Mi rise e continuò l’ispezione del corpo.
“Sotto le unghie non ho trovato nulla e nei suoi vestiti abbiamo trovato molte macchie da decifrare.
“Dottoressa, sono arrivate le analisi anti stupro, disse Susie entrando e consegnando i fogli a Maura.
“Grazie.
Li esaminò subito.
“Non ci sono segni di violenza ma hanno trovato vecchie escoriazioni non ancora cicatrizzate.
“Il che significa?, domandai.
“Ancora nulla, poi ci darò un’occhiata.
“Dai Maura, dammi qualcosa.
“Sai dove vivono i suoi?.
“Ancora dobbiamo andarci, sto aspettando Korsak. Che stai pensando?.
“Vorrei sapere dove abitano per poter escludere alcune tracce dalle scarpe.
“Uffffff quindi non mi dirai nulla che possa servirmi?, le chiesi ancora.
“Jane, stamattina ci siamo dette di dover fare molto di più del nostro meglio, io lo sto facendo. Non do nessuna conclusione azzardata.
“Hai ragione, come sempre.
“Andiamo con calma ma bene, vedrai che avremo i nostri risultati.
Arrivò Korsak e andammo dai genitori di Alice. Abitavano a Boston Sud, dove eravamo cresciuti Korsak ed io.
“Ogni volta che torno qui, mi ripeto quanto sono stato fortunato, mi disse Vince.
“Eh si, ne siamo usciti alla grande e di sicuro lo voleva fare anche Alice.
Suonammo il campanello e ci venne incontro una signora.
“Buongiorno, è la signora Garrett?, le chiesi.
“Chi siete?.
Con un po’ di titubanza, le spiegai. Ci fece entrare e scoppiò a piangere.
“Sono sua nonna, i suoi genitori sono divorziati e Alice viveva con me, disse tra un singhiozzo e un altro.
“Ci racconti un po’ di lei, vogliamo scoprire chi ha fatto questo e sbatterlo in galera per tutta la vita.
Quella nonnina era stupenda, parlava di Alice con il cuore negli occhi. Dopo la separazione dei genitori, la prese a vivere con lei per permetterle di frequentare l’università. Non crollò mai in un pianto ma il suo cuore era rotto dal dolore. Ci offrì il tè e dei biscotti fatti da lei. Ce ne andammo molto provati ma convinti sempre più di trovare quel maledetto assassino. Chiamai Maura nella speranza di avere qualche novità. Tornammo alla centrale e scesi subito da lei.
“Ehi, cos’hai trovato?, le chiesi subito.
“Come sai non ha subito una violenza vera e propria ma di sicuro ha avuto di recente un rapporto sessuale molto difficile.
“Povera ragazza, dissi.
“Poi abbiamo scoperto come e quando ha ingerito cocaina. Prendeva delle pillole per dimagrire e non c’era solo cocaina. Tracce di anfetamine, stimolanti e diuretici.
“Quindi non poteva trovarle con una semplice richiesta medica?.
“No, o internet o altri mezzi illeciti. Tu che hai scoperto, mi domandò curiosa.
“Potrebbe entrarci il coach?.
“Potrebbe si, andiamo a prendere un caffè, hai voglia?, chiese.
“Si, così ti racconto.
“Ciao ragazze, il solito?, ci chiese Angela da dietro il bancone.
“Per me anche un muffin, risposi.
“Ti sembra salutare il muffin?.
“Ti prego, oggi saltiamo il salutare ok?, mi servono energie nuove.
“Prova con lo yoga.
“Davvero?, ora mangio un muffin.
“Fai come vuoi.
“Appena Frost avrà i mandati torniamo di nuovo all’università mentre Korsak andrà a verificare se al pub hanno le telecamere.
“Bravi, perché le pillole dimagranti le ha ingerite poco prima di morire. Non erano ancora digerite, mi disse dall’alto della sua conoscenza.
“Potrebbero usare quel pub come centro di smercio.
“O le portava con sé già da prima.
“Dobbiamo parlare meglio con la sua compagna di stanza.
“Posso venire anch’io?, mi piacerebbe tornare alla BCU.
“Certo, allora noi andremo la e gli altri al pub.
Finito tutto, pagai ed uscimmo.
Guidò Maura e con il suo tablet controllai la mail. Ancora nessuna notizia di Casey. Oggi avevo voglia di sentirlo, ne sentivo il bisogno, anche per sapere se stesse bene.
“Ci sono giorni che mi manca da impazzire, dissi.
“I rapporti a distanza non sono mai facili.
“Eh no, specie con lui che sparisce per dei giorni interi.
“Lavorare in un posto di guerra non è facile per nessuno.
“Mi sto comportando come una cretina e…
“No Jane, è normale voler accanto la persona che si ama.
“Dai, andiamo.

 

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Capitolo 4
*** 3) La storia prende forma. ***


cap 3 All’università Maura era davvero a suo agio e nel tragitto fino agli uffici, mi raccontò alcuni aneddoti di quando studiava lì. Conosceva tutti e ci fu più facile parlare con chi di dovere. Il rettore ci accompagnò nella stanza di Alice. Maura ispezionò il bagno e io armadi e cassetti. Se Alice avesse avuto qualcosa da nascondere, non usava di certo la sua stanza. Trovammo solo dei preservativi sotto una pila di maglioni. Presi il computer per portalo a Frost, era l’unico che poteva trovare qualcosa di nascosto. Per la palestra e gli spogliatoi ci facemmo aiutare da alcuni agenti, lì la pratica era più complessa. Controllare tutti gli armadietti e risalire ai proprietari. Ancora un buco nell’acqua, a parte qualche grammo di erba da fumare, niente di che.
“Dobbiamo cercare altro, dissi a Maura, non siamo nella pista giusta.
Si avvicinò a me.
“Possiamo sempre controllare l’ufficio del coach Smith. Non lo conosco ma non mi piace particolarmente. Ho notato ansia e angoscia nel suo sguardo.
“Adoro quando leggi le facce. Vediamo se il rettore ci da l’ok, altrimenti servirà un nuovo mandato.
“Jane non possiamo perdere altro tempo, potrebbe sviarci eliminando le prove. Fai una delle tue sceneggiate, forse abboccherà.
Ci pensai un attimo. Le feci cenno di reggermi il gioco, chiedere a Maura di mentire era impossibile. Ogni volta le usciva uno sfogo di orticaria nel collo.
“Ora vorrei controllare l’ufficio del coach, dissi al rettore.
“Che cosa, e perché?, ci chiese subito impaurito.
“Sa, non vorremmo lasciare nulla al caso, più indiziati eliminiamo dalla lista, prima troveremo il colpevole. Vero dottoressa Isles?.
“Vero… e poi…
Cominciava a balbettare.
“Mica ha qualcosa da nascondere?, il mandato ce l’abbiamo, dissi tutto d’un fiato.
Era furioso ma dovette accettare. Il rettore ci accompagnò e un agente ci aiutò a tenere il coach lontano da noi. Maura guardò subito nell’armadietto dei medicinali mentre io iniziai dalla scrivania. Mi chiamò Frost.
“Ciao Barry, novità?.
“Si, il pub aveva le telecamere sia interne sia esterne, ci siamo fatti dare i filmati, ora torniamo in ufficio.
“Noi abbiamo il pc di Alice e del coach, avrai molto lavoro. Chiedi a Frankie di aiutarti.
“Ok, a tra poco.
“Perfetto, dissi a voce alta, Frost e Korsak hanno i filmati del pub. Tu che hai trovato?, chiesi a Maura avvicinandomi a lei.
“Se c’entra qualcosa con questo delitto, non troveremo nulla qui, è troppo furbo.
“Riflettiamo Maura, dove possiamo cercare?, qui non troveremo niente.
“A casa sua?.
“Torniamo alla centrale e facciamo qualche ricerca sul coach.”
Maura salutò e ringraziò tutti con la promessa che sarebbe tornata a salutarli. Le offrirono anche una cattedra di medicina legale-forense. Disse che ci avrebbe pensato ma che il suo lavoro le piaceva molto.


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Capitolo 5
*** 4) Il caso comincia a prendere forma. Non perdete gli ultimi sviluppi. ***


IL SEGRETO DI ALICE Tornate alla base, ci mettemmo subito al lavoro per cercare nuovi indizi, Frost i computer di Alice e del coach, Korsak e Frankie i video del pub, io e Maura la vita privata del coach Smith. Oramai per Maura era diventata una sfida a due.
“Non ti convince proprio eh?, le chiesi.
“Per niente Jane, per niente. 
“Meno male che ha abboccato al nostro tranello, il mandato non era valido per il suo ufficio.
“Perché tu sai recitare bene e incuti timore negli altri. 
“Mi piace fare la parte della poliziotta cattiva, dissi orgogliosa. 
“Parte, quale parte?, mi disse con un sorrisino ironico.
“Jane guarda, mi disse Frankie, al pub è entrata con la sua compagna di stanza e un ragazzo.
“Mmmmmm e perché non ce lo ha detto, che ha da nascondere?. Cerca di capire chi è il ragazzo, così torniamo alla BCU preparate.
“Ci torno con te, disse Maura.
“Dottoressa, il suo lavoro è disotto in obitorio, mica vorrai rubare il mio?. 
“Il coach ha molti scheletri nell’armadio. In meno di dieci anni ha cambiato tre università. La cosa puzza un po’.
“Ok, oggi pomeriggio ci torniamo, vado a richiedere altri mandati validi. Andiamo a prendere un caffè?, chiesi a Maura.
“Oh si, ho un calo di zuccheri e devo rimediare.
“Oh si, io ho un calo di caffeina invece.
“Smettila, non esiste in medicina il calo di caffeina.
“Davvero?. 
“Ti senti meglio quando mi pendi in giro?.
“Un pochino, alla tua mente app-google non si può nascondere nulla.
“Forza andiamo, disse prendendomi per un braccio. 
La caffetteria era piena e ci sedemmo in un tavolino.
“Sai, dobbiamo controllare anche la redazione del giornalino, voglio sapere a cosa stava lavorando. Potrebbe essere una valida pista. 
“Giusto, magari si è trovata in mezzo ad una situazione losca. Dobbiamo scoprire la provenienza di quelle pillole. 
“Ciao ragazze, che prendete?, ci disse Angela raggiungendoci. 
“Per me un tè al limone lei ovviamente un caffè, rispose Maura per tutte e due.
“Arrivano subito.
“Chiamo Tommy per sapere se è andato a vedere Jo Venerdì. 
Maura aveva il suo tablet e continuava la ricerca sul coach.
“Mi fai controllare la mail?, le chiesi.
“Certo, guardi se ha scritto Casey?.
“Si.
“E’ la quarta volta oggi, c’è qualcosa che ti preoccupa?, mi chiese.
Stavo per rispondere ma arrivò mia madre con la nostra ordinazione. Casey non aveva scritto e stavo iniziando ad agitarmi. Nel frattempo arrivò Korsak con i mandati. 
“Siete pronte?, ci domandò. 
Lasciammo l’argomento aperto e finito di bere, uscimmo. Ero diventata scontrosa e evitai di parlare per un po’. Maura invece iniziò a far congetture e ipotesi sul delitto. Korsak la stava ad ascoltare impassibile ma lei non la smetteva più. 
“Dottoressa, non tiri ad indovinare, non è il suo punto forte, dissi. 
“E dai Jane, dimmi se posso aver capito qualcosa. 
“Allora vediamo, le pasticche che Alice ha ingerito potrebbe averle avuto dal coach ma io non escluderei la compagna di stanza e il tipo del pub. Se il sig. Smith fosse immischiato, perderebbe un’altra opportunità di insegnare. Questa volta per sempre. Dobbiamo capirci molto bene. Voi due andrete dal coach io al giornalino. 
Mi sforzavo di non pensare a Casey e lasciare la mente libera per riflettere al caso. Non potevo far errori. Ci dividemmo.  Nella redazione del giornalino trovai solo un ragazzo che stava fotocopiando dei fogli. 
��Salve, vorrei farti qualche domanda su…
“Su Alice immagino.
“Si, qualsiasi cosa anche se ti sembra insignificante, potrebbe  risultare utile per le indagini. 
“Certo. Guardi, Alice era un vero asso nel trovare notizie per il giornale, da molti era considerata un’impicciona ma alla fine le sue indagini portavano sempre a qualcosa. Era soprannominata FBI. 
“Di cosa si occupava in questo periodo. 
“Nessuno lo sa, il suo metodo era che ci consegnava il tutto solo alla fine. 
“Sai dirmi se era fidanzata o frequentava qualcuno?.
“Fino a poco fa stava insieme ad un suo compagno di corso, un certo Charlie. 
“Charlie come?, chiesi.
“Non lo so, qui lo chiamiamo tutti CJ. 
“Ok, mi faresti vedere qualche articolo scritto da lei?. 
“Certo.
Frugò in un armadietto e mi consegnò le varie copie. 
“Ti lascio il mio numero di telefono, se ti venisse in mente altro, chiamami ok?. Non ci siamo nemmeno presentati, sono la detective Rizzoli, Jane per te.
“Piacere, Lucas Moreno. 
“A presto allora.
Lo lasciai lì e cercai la compagna di stanza. Mandai un sms a Maura ma non mi rispose. Chiamai Frost.
“Ciao Jane, dimmi. 
“Sei riuscito ad entrare nel computer di Alice?. 
“Ci sto guardando ora.
“Vedi se trovi qualche collegamento con un certo Charlie o CJ.
“Ok, ti farò sapere. 
Tornai dal rettore e mi feci dare l’annuario con nomi e foto. Intanto avrei iniziato da lì. Ricevetti l’sms di Maura chiedendomi di andare da loro.
“Cosa avete trovato?, domandai.
“Non ci sono le pillole che abbiamo trovato nel corpo di Alice ma guarda?, anabolizzanti nascosti nella grata di areazione. 
“Ottimo lavoro ragazzi, ora non ci resta trovare i ragazzi che si allenano con lui e indagare più a fondo. 
“Tu che hai trovato?, mi chiese Korsak.
“Ho scoperto che Alice adorava fare la giornalista e a volte si metteva in mezzo a casi più grandi di lei. La chiamavano FBI.
“Anch’io avrei voluto un soprannome, disse Maura.
“Saputella non ti piace più?. 
Mi fece una smorfia e continuò le ricerche. Guardai l’orologio ed erano quasi le 7.
“Vi spiace se torno a casa?, non mi sento molto bene.
“Che succede Jane?, mi chiese subito Maura. 
“Solo un po’ di stanchezza, credo.
“Va bene vai pure, qui finiamo noi.
“Ok, Maura ti aspetto a casa tua, penso io alla cena. 
“Perfetto, a dopo allora. Se avete novità chiamatemi ok?. 
“Su, ora vai. 





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Capitolo 6
*** 5) Le indagini continuano senza sosta, non perdete le ultime novità. ***


alice per efp Passai al ristorante giapponese e presi tutti i piatti preferiti di Maura. Andai a far fare una passeggiata a Jo e poi dritta a casa di Maura. Controllai la mail e dato che non c’era nessuna novità, scrissi due righe a Casey. Mi convinsi che era in missione e l’avrebbe letta appena poteva. Apparecchiai e mi misi a guardare la tv. Non trovavo nessun canale che mi calmasse, nemmeno quello sportivo. Maura tornò che erano quasi le nove.
“Ehi, mi stavo addormentando, le dissi.
“Scusa ma in centrale abbiamo fatto il punto della situazione e ho spiegato a Susie il lavoro urgente per domattina. Come ti senti, stai male?. 
“Non proprio ma avevo bisogno di stendermi. 
“Che hai Jane?.
Si sedette accanto a me in attesa di una spiegazione. Ancora una volta non riuscivo a guardarla negli occhi eppure lei era la sola che volevo sempre al mio fianco. 
“Ho mandato una mail a Casey, non volevo parlarti prima di dirlo a lui…
“Mi stai preoccupando, mi disse iniziando ad agitarsi.
La guardai.
“Sono incinta Maura… 
“Cosa?.
Mi alzai e andai a prendere il test che avevo fatto la sera prima. 
“Ho fatto il test e…
Mi abbracciò e mi chiese se fossi felice.
“Non lo so come mi sento, come dovrei sentirmi?.
“Non ne ho idea, che sentimenti provi?.
Ci sedemmo di nuovo sul divano. 
“Hai idea di quanti mesi sei?, domattina ti faccio un prelievo e ne sapremo di più, mi disse.
“Ok. A Casey ho scritto una mail, lo volevo dire prima a lui ma è difficile contattarlo. 
“Cosa ti preoccupa?, hai dubbi?.
“Amo Casey e sono certa che anche lui mi ami però…
“Però cosa?. 
“Non eravamo pronti per tutto questo, i nostri lavori, lui è appena stato promosso, io non…
“Non fare congetture prima di averci parlato. Un figlio è una cosa importante. Non dare per scontato nulla.
“Mangiamo?. 
“Certo. 
La cena fu abbastanza silenziosa, malgrado eravamo in mezzo ad un caso assai complicato. Maura mi proibì la birra ma mi concesse mezzo bicchiere di vino. 
“Hai voglia di uscire?, le chiesi.
“Dove vuoi andare?.
“In cerca di Rondo, gli chiederò di controllare il pub. Dai ho voglia di uscire un po’, mi serve una bella boccata d’aria fresca. 
“Va bene. 
Per tutto il tragitto non parlammo anche se ne ero certa, Maura aveva mille cose da chiedermi. Feci spargere la voce che cercavo Rondo e ci sedemmo in un tavolo del pub.
“Che beviamo?, mi chiese.
“Io birra e noccioline con…
“Non berrai più birra lo sai vero?, fa male al bambino.
“Cosa?, no… dai Maura, non oggi.
“Jane devi salvaguardare il feto, i primi tre mesi sono importantissimi per la sua formazione. Mani, piedi e tutta la funzione cerebrale. 
“Maura basta, ho capito. Prendo una bibita analcolica.
“Vaniglia!!! Vaniglia sono qui.
“Se mi chiama Vaniglia ancora una volta, giuro che gli sparo. 
Era Rondo e uscimmo a parlare con lui.
“Ciao Vaniglia, sempre in forma eh?, buonasera dottoressa. Mi è arrivata voce che mi stavi cercando.
“Si Rondo, sai niente dell’omicidio dell’altra sera?.
“Brutta storia, povera ragazza. 
“Puoi fare di meglio, dimmi qualcosa che non so. 
Gli allungai 20 dollari.
“Questo è un posto frequentato da studenti e non solo, ho visto delle brutte facce girare qui intorno. 
“Che vorresti dire?, gli chiesi. 
“Sembra che ci sia uno smercio e un traffico di cose poco legali. 
“Sai niente del proprietario?.
“No ma posso informarmi, tutto quello che vuoi Vaniglia.
“Ecco bravo, informati e fammi sapere. Ora torniamo, dissi a Maura, si è fatto davvero tardi.
“Ok.
Il tragitto di ritorno fu più prolifico di argomenti.
“Che segreto avrà mai avuto Alice?, possibile che non riusciamo a trovare nulla di sensato?, dissi. Ogni traccia sembra buona, nessuna esclusa.
“Vedrai che riusciremo a trovare il bandolo della matassa. Ti porto a casa o resti da me?. 
“Vista l’ora tarda, resto da te, così domattina faremo prima. Vorrei tornare a trovare la nonna di Alice, forse nella sua camera troveremo qualcosa di utile.
“Vero, potrebbe aver lasciato lì alcune cose per scrupolo.
“E’ quello che ho pensato, se non hai nulla da fare vieni con me?.
“Molto volentieri, mi disse. 
Ora che Maura sapeva il mio segreto ero più tranquilla e serena. Lei sapeva cosa fare e cosa dire. Preso possesso della camera degli ospiti, andai da lei per la buonanotte. 
“Grazie di tutto e buonanotte, le dissi.
“Cerca di fare una bella dormita, se hai bisogno sono qui.
Feci cenno con la testa di si e me ne andai. 


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Capitolo 7
*** 6) Continuano le indagini e il caso si fa sempre più fitto . ***


capitolo oggi

La mattina il telefono di Maura squillò, io ero ancora nel letto e la sentii parlare dalla cucina. La raggiunsi.
“Buongiorno, dissi.
“Giorno, ti ho svegliata?.
“Si ma tanto era ora, ci sono novità?.
“Si, ti ho preparato la colazione, mangia intanto ti racconto. Era Susie, hanno trovato dello sperma nella sua camicetta, di sicuro aveva fatto sesso quella sera.
“Trovato il dna?. 
“Lo stanno analizzando, dovremo procurarci il dna di tutti gli studenti. Sono quasi certa che provenga dalla BCU.
“Ehiiiiii stai tirando ad indovinare?.
“E’ che conosco quella realtà, è facile trovare compagnia a 20 anni. Gli ormoni galleggiano nell’aria. Come stai?, mi chiese a bruciapelo.
“Mah, così, inutile dirti di non dirlo a nessuno, mi sbatterebbero dietro ad una scrivania e non lo sopporterei. Specie con l’omicidio di Alice ancora in alto mare.
“Si però tu stai attenta e non ti immischiare in cose pericolose, promesso?. 
“Promesso. 
“E ricordati il prelievo del sangue, lo esaminerò di persona, mi disse. 
“Ok, ora vestiamoci e andiamo dalla nonna di Alice.
“Va bene.
Guidai io, adoravo farlo e mi toglieva un po’ di tensione di dosso.
“Non hai controllato le mail come mai?. 
“Ora che gli ho scritto la notizia, non sono più in ansia, lo farò dopo dall’ufficio.
“Vuoi che ci guardi io?.
“No lascia stare, pensiamo ad Alice ora. 
“Hai il mandato vero?.
“Ehmmm no ma spero non serva, non avrà problemi a farci vedere la stanza.
“Jane… chiamo Frost e lo faccio portare. 
“Ok. 
La nonna di Alice, Jennifer, ci fece entrare e le raccontai un po’ gli ultimi sviluppi, senza entrare nello specifico. Come immaginavo ci diede l’ok per entrare nella camera della nipote, intanto ci parlava di Alice e di quanto fosse brava anche nelle faccende di casa. Maura le chiese se aveva un computer da qualche parte e disse di si.
“Certo che si, non viveva senza quell’aggeggio.
“Può farcelo vedere?, potrebbe nascondere indizi importanti.
“Lo tiene… teneva, dentro l’armadio sotto i jeans.
Lo presi e la ringraziai. Maura parlava con lei, era brava a mettere a proprio agio le persone, molto più di me. Provai ad accenderlo ma non dava segnali di vita.
“Forse è scarico Jane, è un po’ che non viene acceso, mi disse Maura vedendomi agitata.
“Giusto, altro lavoro per Frost e Frankie.
“Vi offro qualcosa da bere?, ci chiese Jennifer.
“Molto volentieri, tè per tutte e due, rispose Maura.
“Bene, ho fatto anche un piccolo dolce… piaceva molto ad Alice.
“Va benissimo, grazie.
Andò in cucina e ci lasciò lì.
“Che hai trovato in bagno?, le chiesi.
“Niente, mi sto convincendo che Alice non assumesse sostanze stupefacenti. Solo le pillole dimagranti e forse non aveva idea della loro pericolosità.
“Già, questa pista mi sembra debole però, dobbiamo scoprire a cosa stava lavorando al giornale della BCU. Mi sono fatta dare i vecchi articoli, dopo li leggerò. 
Passammo alcune ore con Jennifer e poi tornammo alla centrale. Maura disotto io in ufficio.
“Cosa avete trovato?, chiesi a tutti.
“Dobbiamo tornare al pub, i video dimostrano Alice entrare ed uscire molte volte. Tu hai avuto fortuna?. 
“Si, ho trovato un secondo computer, prova a vedere Frost. Possibile che una ragazza come lei non avesse un cellulare?. 
“Per ora non lo abbiamo trovato, rispose Korsak. 
“Chi l’ha uccisa lo avrà preso, di sicuro c’erano cose compromettenti. Hai scoperto niente sul Charlie o CJ?.
“Si, è il quarterback della squadra, un gigolò, a sentire ha avuto molte storie e tutte finite. 
“Forza andiamo a parlarci. Non vedo l’ora di incontrare questo latin lover, dissi già immaginando il tipo.
Stava facendo l’allenamento e ci sedemmo a guardarli un po’. CJ non era male e mi appassionai talmente tanto che iniziai a tifare. Lo sport mi tira fuori l’ultrà che ho dentro. Finito tutto, fermammo CJ e ci parlammo direttamente da lì.
“Ci devi qualche spiegazione, dissi e vogliamo la verità. L’accusa potrebbe essere omicidio.
“Cosa?, state scherzando vero?.
“Per niente, inizia a parlare.
“Sentite, si ho avuto un storiella con Alice ma poi lei voleva qualcosa di serio ed io non glielo potevo dare. Siamo rimasti amici e…
“Raccontaci della sera al pub.
“Ci riuniamo tutti la, prima del coprifuoco dell’università, una birra, quatto chiacchiere e poi si torna. Eravamo in molti della BCU. 
“A che ora ve ne siete andati?. 
“Poco prima la mezzanotte e lei stava benissimo. Ho notato che era seduta in un tavolo con altre persone, a malapena ci siamo parlati.
“Chi erano gli altri?.

“Mai visti, lo giuro. 
“Che ne pensi?, chiesi a Korsak.
“Non lo so, sarebbe stupido mentirci ora.
“Infatti vi ho detto la verità, io non ho fatto niente.
 
“Per ora va bene così, nel caso ci rivedremo presto, gli disse Korsak.
 
“Sapete dove trovarmi, non scappo sicuro, ci rispose in modo spocchioso.
 
Si era fatto tardi e corsi da Maura per il prelievo del sangue.
 
“Ciao, le dissi.
“Ma dove cavolo eri finita?, ti aspetto da ore.
“Abbiamo trovato CJ e ci abbiamo fatto una bella chiacchierata.
 
“Novità?, intanto siediti e togli la giacca. Quanto caffè hai bevuto senza la mia supervisione?, mi chiese
 
“Nessun caffè, ascolto sempre le parole del dottore.
“Brava. Ora rilassati e riprendi fiato.
Mi fece il prelievo e fu molto delicata. Lo mise in una provetta anonima e la mise nel mini frigorifero.
 
“Oramai è tardi, la esaminerò domattina.   
“Allora torniamo a casa, per oggi basta lavoro, dissi tenendo il batuffolo di cotone al braccio.
“Vieni da me?, mi chiese.
 
“No stasera no, faccio una doccia e filo a letto.
“Nemmeno una cenetta veloce?.
“Se non ti dispiace no, ho bisogno di rilassarmi.
 
“Ok, però devi mangiare e prendere queste.
Mi diede delle pasticche.
“Per cosa?.
“Sono vitamine e cose che servono al bambino. Una la mattina e una la sera. Te lo ricorderai vero?.
“Nel caso ho te che me lo ricorderai vero?, dissi prendendola in giro.
“Eh si, ho molta cura per il mio primo nipotino.
“Non gli insegnerai ne il balletto ne a suonare il violino, dovrà imparare il baseball e il football.
“E se fosse femmina?.
“Uguale, io li ho imparati da piccola.
 
“Si si ora andiamo, torno a casa anch’io, qui ho finito.
Ci salutammo nel parcheggio e andammo ognuna a casa propria.
 



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Capitolo 8
*** 7) Misteri e segreti nella vita di Alice e non solo. ***


capitolo oggi Mi svegliai con un terribile torcicollo, mi ero addormentata sul divano ancora vestita e con il computer sulle gambe.
“Oh mio Dio, non riesco a muovermi, dissi a voce alta.
Sentii qualcuno alla porta, cercai la pistola, diedi un’occhiata all’orologio ed erano 07:30. Ci misi poco a capire che fosse Maura.
“Buongiorno, sei già pronta?, da non credere, mi disse.
“A dire il vero mi sono appena svegliata.
“Sei incorreggibile, hai dormito sul divano?, disse iniziando a guardarsi intorno.
“Che stai cercando?.
“Prove della tua cena e la bottiglia della birra.
La guardai male.
“Non ho bevuto birra e… ieri sera ho cenato con il gelato. Ma prima che mi…
“Jane, te l’ho detto devi stare attenta a quello che mangerai ora.
“Si lo so ma ero sfinita, non succederà più.
”Ti preparo qualcosa da mangiare, ti ho comprato un caffè dec delizioso. Vai a farti una doccia e a cambiarti.
“Dec?, stai scherzando?. Casey non ha risposto.
“Lo farà appena può, dai sbrigati.
“Con calma Maura, non muovo il collo.
“Ci credo, il divano è il peggior luogo dove poter dormire. E’ appurato che per la schiena fa malissimo, la spina dorsale ne risente.
“Stop smettila, faccio presto.
Arrivate alla centrale, scesi in laboratorio con lei. Volevo news da Susie sul caso e le mie risposte. Maura andò a prendere tutte le cartelle e cercò la mia. Andammo nel suo ufficio e chiudemmo la porta per avere un po’ di privacy. Mentre lei leggeva io mi massaggiavo il collo.
“Quindi?, le chiesi, non tenermi sulle spine.
“Allora, hai quasi finito il secondo mese, i valori sono quasi tutti nella norma a parte una carenza di ferro, che rimedieremo con delle pillole da assumere una al ….
“Cazzo, cazzo, cazzo…
“Jane, non dire parolacce, con un ciclo di ferro torneranno a posto.
“Maura non è il ferro… due mesi, sei sicura?.
“Ti sembro una che scherza su queste cose, che c’è?.
“Fai due conti, due mesi, la sparatoria con Paddy Doyle, Gabriel qui a Boston…
Ci fu un silenzio imbarazzante.
“Non ci credo, mi disse, non hai usato protezioni?.
Ero entrata nella più profonda preoccupazione.
“Hai modo di farmi avere qualche oggetto di Casey?, uno spazzolino da denti per esempio, lo farò analizzare.
“Oh mio Dio, che ho combinato, sono una….. cazzo devo uscire da qui, ho bisogno di aria, dissi correndo fuori.
“Jane, aspetta vengo anch…
Non le risposi e scappai da lì. Mi sedetti sulla panchina fuori in fondo alle scale e ripresi fiato. Maura non mi raggiunse e feci mente locale nella mia testa. Squillò il cellulare, erano Frost e Korsak che mi stavano aspettando. Con calma li raggiunsi ed iniziammo a parlare del caso.
“Buongiorno e scusate il ritardo, abbiamo novità?, gli dissi sedendomi alla mia scrivania.
“Si, abbiamo notato che il pub è frequentato anche dai professori e l‘altra sera c’era anche il coach.
“Frost non abbiamo nulla contro di lui, ogni indizio da esito negativo, ci deve essere dell’altro. Il mio istinto dice che dobbiamo scavare sul nuovo articolo del giornalino, ora leggo quelli che aveva già scritto, dissi. Voi andate al pub e se vedete Rondo fatevi dire cos’ha scoperto. 20 dollari dovrebbero bastare.
“Ok, a dopo, rispose Frost.
Avevo appena iniziato a leggere il primo pezzo quando mi arrivò un sms da Maura.
“Ehi, tutto bene, dove sei?. M.
“Si tutto ok, sono in ufficio, appena posso scendo. J.
“Ti aspetto. M.
Continuai a leggere ma non ero per niente concertata, malgrado amassi il mio lavoro, le uniche cose di cui avevo bisogno erano pace e tranquillità. E una bella birra ghiacciata. Lessi tre articoli ma ero convinta che la cosa fosse del tutto inutile. Volevo e dovevo trovare quello a cui stava scrivendo prima di essere uccisa. Mi presi una pausa e scesi un caffetteria.
“Ciao mà, mi fai un tè?, le chiesi.
“Che ti devo fare?.
“Dai mà, sto andando da Maura.
“Ah ok, tu cosa prendi?.
“Un caffè grazie.
Mi preparò i bicchieri e scesi in laboratorio.
“Jane, tutto a posto?, mi domandò subito.
”Tieni ti ho preso un tè…
“Tu cosa stai bevendo?.
“Ho preso un caffè per non far insospettire mamma ma non lo bevo.
“Facciamo a cambio, lo bevo io.
“No grazie, ho lo stomaco chiuso.
“Capisco il tuo stato d’animo ma devi mangiare e bere Jane, non fa bene a nessuno il tuo digiuno. Ti sei calmata un po’?.
“Diciamo che non ci penso, ho sbagliato a scrivere a Casey… e se non fosse figlio suo?. Maura, che ho combinato?.
“Prima di farti prendere dall’angoscia, analizziamo il dna di Casey, poi ne riparleremo. Hai scoperto nulla del caso?.
“Ho letto i vecchi articoli di Alice ma niente, gli altri sono andati al pub, spero ci sia Rondo con buone dritte.
“Possiamo andare a prelevare il dna degli amici di Alice, così iniziamo ad rimpicciolire il cerchio dei probabili assassini.
“Possiamo?, vuoi dire tu ed io?.
“Si dai, non ho un granché da fare.
Sbuffai ma le diedi ascolto. Chiesi il mandato e andammo di nuovo alla BCU. Il rettore non c’era e ci affidammo alla segretaria, una buffa signora che si ricordava benissimo di Maura. Ci diede i nomi dei compagni di tutti i corsi di studio di Alice e tutti i nomi degli atleti. E’ noto che chi fa sport, tende a formare gruppi.
“Oh mio Dio dissi, ma quanti sono?, ci vorranno giorni.
“Tranquilla, mi farò mandare degli aiutanti, lavoreremo sodo vedrai. Anzi, chiamo Susie e organizzo la cosa.
“Ok, ci sistemiamo nell’infermeria, così sarai più a tuo agio.
“Grazie, mi rispose quasi felice.
Avevo capito che lo stare lì le piaceva molto e non ero certo io a negarle la cosa. Prese il suo kit dalla macchina e si impossessò dell’infermeria.
“Ti piace proprio stare qui eh?.
“Oh si Jane, ho passato anni bellissimi.
“Prima o poi dovrai raccontarmi qualcosa, qualche storia amorosa di cui non andare fiera?.
“No Jane nessuna ma Luke Parker mi aveva catturato il cuore.
“Wow, dai racconta.
Mentre sistemava i suoi attrezzi mi raccontò del suo amore folle per un ragazzo che inseguiva il sogno di diventare uno scienziato nucleare e andare sulla luna. Lo stesso ragazzo che le aveva fatto perdere la testa e in un compito prendere una A-.
“Inaccettabile, disse.
“Cavolo, A- Maura e come sei sopravvissuta?. Com’è andata a finire?.
“Siamo stati insieme per un po’ e poi è finita. 
Nel frattempo arrivò Susie con tutte le attrezzature e alcuni aiutanti. Montarono un vero e proprio ambulatorio medico con Maura a dare istruzioni. Presi la lista dei nomi e chiesi alla segretaria di andarli a chiamare in gruppi da dieci. Dal canto mio, andai a fare un giro al campo di football. L’odore dei solventi mi nauseava. CJ era in campo e lo ammirai ancora una volta. Quando il coach mi vide mi fece un gesto con la mano di andare da lui. 
“Ha davvero una bella squadra, gli dissi raggiungendolo.
“Si, novità su Alice?. 
“Ci stiamo lavorando, aveva una vita alquanto segreta e seguiamo diverse piste.
“Non sono stati i miei ragazzi detective, ne sono certo.
“Davvero?, stiamo prendendo il loro dna, quando avranno finito li mandi in infermeria.
“Sarà fatto e se vi serve altro, basta chiedere. Conosco abbastanza bene l’università.
“Grazie, lo farò.
Mi era venuta fame e prima di tornare da Maura presi una merendina al bar. 
“Cos’è quello?, mi chiese subito.
“Mi era venuta fame e non ho trovato altro. 
“Hai idea delle schifezze che ci mettono?. 
“A dire il vero è una bontà ma…
“Buttalo, ho io qualcosa per te.
“Cosa?.
“Si ti ho preparato un toast, mangia questo disse.
“Non ci credo, non mangio cose che tieni nei frigoriferi dei morti.
Guardai il contenuto e lo trovai alquanto squallido.
“Non avresti un po’ di maionese?, le domandai scansando la foglia d’insalata.
“Mangialo e bevi dell’acqua. Qui ne abbiamo per molto, se vuoi puoi tornare a casa.
“Si, ti aspetto per cena, cucino io.
“Jane, non voglio cose fritte o imburrate.
“Ok.

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Capitolo 9
*** 8) Altre indagini e piste da seguire, il giallo si infittisce. ***


cap oggi Mi svegliai ancora vestita ma questa volta nel letto, feci mente locale e ricordai che Maura non mi aveva raggiunta per cena, il lavoro alla BCU si era prolungato più del dovuto e preferì tornare a casa. Mi stiracchiai un po’ e il mio cellulare vibrò.
“Oh no, datemi un secondo per svegliarmi bene, dissi.
Un messaggio di Maura.
“Fai una colazione abbondante e sana, M.
La gravidanza mi aveva fatto trovare una seconda mamma,
“Patate fritte e hot dog andranno bene?, le risposi. Al bambino piaceranno di sicuro. J
“Latte, cereali e premuta d’arancia. Sbrigati, ti aspetto alla BCU. M
Risposi con un ok ed iniziai a prepararmi. Doccia veloce, colazione degna del medico e raggiunsi l’università. Passai al bar a prendere due tè, mi stavo convertendo al “sano” e Maura ne sarebbe stata fiera. Nel corridoio incontrai CJ.
“Buongiorno detective, disse fermandosi a parlare.
“Ciao, tutto ok?.
“Si, la stavo cercando e…
“Hai qualcosa da dirmi sul caso?.
“Non proprio però…
Ora lo stavo ascoltando con tutta la mia attenzione.
“Dimmi tutto, vieni andiamo in infermeria, staremo più tranquilli.
Diedi il tè a Maura e ci sedemmo nella scrivania.
“Racconta, gli dissi.
“Non conosco molti dettagli ma Alice stava lavorando ad un caso molto complicato, diceva che avrebbe scritto l’articolo dell’anno. Aveva smesso di uscire con noi, ultimamente non studiava più come una volta e passava i pomeriggi lontana da qui.
“Dobbiamo scoprire su cosa stava indagando, intanto ti ringrazio e se hai notizie ti prego di dircele. Voglio scoprire chi ha fatto questo alla povera Alice.
“Sarà fatto.
Lasciò la stanza e rimasi seduta lì.
“Ci sono novità?, mi chiese Maura prendendo il posto di CJ.
“Era come immaginavo, di sicuro c’entra il nuovo articolo che stava scrivendo e…
“Ha scritto Casey, la mail è arrivata pochi minuti fa, avrai lasciato l’account nel mio computer aperto e mi è arrivata la notifica.
Mi gelai, avevo paura di leggere la sua risposta.
“Che c’è non sei contenta?, l’aspetti da giorni!.
“Ho paura di quello che troverò scritto.
“Vuoi che lo apra io?.
“No grazie.
Mi lasciò sola e aprii la mail. La lessi con timore e poi lasciai l’ufficio senza dire nulla. Andai al campo di football e mi sedetti sugli spalti anche se non c’erano gli allenamenti.
“Sapevo di trovarti qui, mi disse Maura raggiungendomi e sedendosi.
“Scusa se sono andata via ma non volevo parlare con tutta quella gente.
“Tranquilla, tutto bene?.
Feci un sospiro
“Non lo so, dall’e-mail sembra contento ma… sono anche certa che sarà una decisione difficile per tutti e due. Uno di noi dovrà abbandonare la carriera.
“Ho il test del DNA, il bambino è di Casey.
“Oh mio Dio, grazie, almeno su questo non ho più dubbi. Ci farà fare scelte a cui non siamo preparati e pronti.
“Prendetevi del tempo e decidete con serenità.
“Già, ora torno in centrale così decidiamo il da farsi con gli altri. Ti raggiungo a pranzo.
“Ok e non sparire ok?, mi farai stare in pensiero.
“Tranquilla, torno. Grazie.
Me ne andai e con calma raggiunsi la centrale e la mia scrivania.
“Novità?, mi chiese Frost.
“Maura sta prendendo il dna di tutti e io ho parlato ancora con CJ. Mi ha raccontato che ultimamente era distaccata e lavorava ad un nuovo articolo. Dobbiamo scoprire a cosa, è quella la chiave di tutto.
“Sto guardando tutti i movimenti bancari, ha una carta di credito insieme a sua nonna ma non sembra esserci nulla di strano. Non è mancata a nessuna lezione anche se in alcune usciva prima della fine, mi informò Frost.
“Puoi sapere quali e a che ora?.
“Ci provo.
“Avete trovato Rondo, vi ha detto qualcosa?.
“Il proprietario sembra pulito ma il buttafuori è un ex galeotto.
“Per cosa è stato dentro?, domandai curiosa.
“Piccoli furti, auto rubate, spaccio di droga non si è fatto mancare nulla.
“Direi di scoprire dove abita e farci due chiacchiere, forza andiamo.
Mandai un sms a Maura dicendo che l’avrei raggiunta appena finito. Il tipo non era in casa ma Frost riuscì a scoprire che frequentava una palestra e andammo a dare un’occhiata. Da fuori sembrava un hotel a cinque stelle.
“Come fa un buttafuori a permettersi una palestra del genere?, chiese Korsak.
Lo trovammo lì e appena ci vide tentò una buffa fuga in mezzo ai vari macchinari ginnici. Frost non si fece trovare impreparato e gli corse dietro bloccandolo faccia a terra.
“Non lo sai che dalla polizia non si scappa?, gli disse, così sembri proprio colpevole.
Lo tirò su e andammo nell’ufficio del capo.
“Cos’hai da nascondere per scappare a gambe levate?, iniziò Korsak.
“Non ho fatto nulla?, che volete da me!.
“Vogliamo solo sapere qualcosa sull’omicidio avvenuto davanti al pub dove lavori. Ne sai nulla?.
“E certo, avete visto che ho precedenti penali e subito pensate sia stato io.
“Non sei stato tu?, dicci chi è stato allora?, dissi. E’ morta una ragazza di 19 anni e vogliamo scoprire perché.
“Sentite, io sto filando dritto, ho pagato il mio debito con la società ed ora sono un cittadino pulito.
“Come ti guadagni da vivere, quanto guadagna un buttafuori al giorno d’oggi?.
“Nella vita ho avuto anche fortuna, ho ereditato parecchi soldi, controllate se volete.
“Lo faremo sicuro.
Ce ne andammo quasi tutti convinti che avesse detto la verità. Andai ad un take-away e raggiunsi Maura. Fortunatamente avevano raccolto tutti i dna e stavano sbaraccando tutto. Noi mangiammo nei giardini della BCU, volevo dare a Maura altro tempo per godersi l’ombra di quei fantastici alberi secolari. Non parlammo della mia gravidanza e gli raccontai gli ultimi sviluppi.
“Ora ci vorrà qualche giorno per avere tutti i risultati, mi spiegò, dovrete avere un po’ di pazienza.
“Lo immaginavo, aspetteremo. Vorrei tanto trovare l’articolo su cui stava lavorando, tu dove nasconderesti una cosa così importante?.
“In camera non c’era, in redazione nemmeno, se lo avesse salvato in una chiavetta usb di spazio ne serve davvero poco, disse ancora.
“Sei un genio, vieni con me.
Tornammo in camera di Alice. Ancora una volta perquisimmo ogni oggetto ma niente.
“Non ci credo, dissi, ancora un buco nell’acqua.
“Non disperare, ci stiamo avvicinando sempre di più. Io torno alla centrale tu che fai?.
“Vengo via, ho ancora del materiale da leggere.
Ci salutammo davanti l’ascensore con la promessa di cenare insieme al Dirty Robber. Korsak e Frost erano fuori e chiesi a Frankie di aiutarmi con la ricerca web, dei ragazzi trovati nell’annuario dell’università. Visto che stavano studiando i loro dna, volevo sapere qualcosa di più sulle loro vite private. Finito tutto, scesi in laboratorio.
“Ehi, ancora al lavoro?, le chiesi.
“Si, tu hai finito?.
“Più o meno, mi ha scritto Casey e stasera faremo una videochiamata, così chiariremo un po’ di cose. Dovremo rimandare la nostra cena, mi spiace.
“Non dire fesserie, già parlare è meglio di una semplice e-mail. Sei nervosa?.
“Nervosa no però non mi sento a mio agio. Non voglio costringerlo a fare una cosa che non vuole.
“Parlaci e decidete per il bene di tutti.
“Ok, ci vediamo domani allora.
“Jane, se hai bisogno basta che mi chiami.
“Grazie.

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Capitolo 10
*** 9) Un po' di movimento ci stava tutto. ***


cap ora
“Oh cavolo, chi è che rompe a quest’ora, dissi, fuori è ancora buio.
“Shhhhh Jane, è il mio non urlare che rispondo.
“Maura, che ci fai a casa… tua.
Mi guardai in giro e ancora una volta mi ero addormentata nel suo divano, sicuramente più comodo del mio. Parlava al telefono mentre io cercavo di riprendere il sonno.
“Si certo, ho capito, arrivo il prima possibile, disse accendendo la macchinetta del suo espresso.
“Uffff io ho sonno.
“Vai in camera mia io mi vesto ed esco.
“Perché dove devi andare?, che è successo?, le chiesi iniziando a svegliarmi.
“Era il capitano, un omicidio e vuole il mio parere.
“Il mio cellulare non ha suonato.
“Jane è un favore personale, ci vediamo dopo in centrale e portami un buon tè ok?, a dopo.
Il caso di Alice non era ancora chiuso, perché aveva chiamato Maura, iniziai a pensare, eppure ne avevamo di bravi Dottor Morte, Maura aveva voluto i migliori intorno a lei. Guardai l’orologio e non erano ancora le 6. Colsi il suo consiglio e andai a finire il sonno nel suo letto, quello si che era comodo. Alle 7 suonò la sveglia, doccia veloce, una bella colazione e mi precipitai al lavoro. Passai al bar esterno, presi due tè e andai da Maura.
“Ehi, tutto bene?, ecco il tuo tè. Che è successo stanotte?.
“Un omicidio in un club privato e dentro c’era il marito della governatrice.
“La Johnson, chi è il morto?, chiesi guardando il corpo.
“Un imprenditore di materiali elettrici, 50 anni, non sposato e viveva in collina. Aveva una gran bella villa.
“Lo conoscevi?.
“Non di persona, aveva contatti con mio padre. Facevano affari insieme.
“E cosa voleva il capitano da te?.
“Discrezione Jane, solo quello.
“Ok, salgo disopra, spero che Frost abbia trovato qualcosa nelle card di Alice.
Avevo capito che Maura non mi poteva dare molti indizi e non feci più domande. Frost e Korsak erano già al lavoro ai computer mentre Frankie leggeva dei fascicoli.
“Datemi novità vi prego, dissi in generale.
“Avevi ragione, il pub è il centro dello smercio e Alice stava indagando. Il buttafuori non c’entra, anzi in qualche occasione l’aiutava con qualche spiata e nemmeno il titolare. Succede tutti all’esterno.
“Gli studenti?.
“Si, tanti studenti e anche Lucas Moreno era spesso lì.
“Ma non mi dire, abbiamo preso il suo dna?.
“No, solo agli sportivi.
“Bene, chiamo Maura e torniamo alla BCU.
Molto gentilmente declinò l’invito e mandò Susie. Avrebbe dovuto seguire l’omicidio della notte in prima persona. Andai arrabbiata in laboratorio.
“Che significa che non verrai?, le chiesi ancora dalla porta.
“Che non posso, ho da fare.
“Davvero?, allora Alice passa in secondo piano.
“Jane non dire fesserie, eseguo solo degli ordini.
“Qui si tratta di persone di serie A o di serie B, evidentemente Alice è di B. Questo è assurdo.
“Finiscila ok, ce la farete benissimo da soli. Non ti servo a nulla oggi, Susie sarà più che in grado, è il mio braccio destro e dovresti fidarti un po’ di più.
“Sai che ti dico, perfetto. Ciao.
Me ne andai senza aspettare una sua risposta, ero arrabbiata e lo dimostravo tutto. Non accettavo quegli ordini ne tanto meno l’obbligo di eseguirli. Non trovammo Lucas e mi feci dare l’indirizzo di casa e i vari recapiti telefonici. Gli mandai un sms dicendogli che volevo incontrarlo alla centrale il più presto possibile e che Alice aveva lasciato una cosa importante per lui.
“Vedrete che correrà da noi presto. Facciamo un salto al pub, vediamo che aria tira, dissi a Frost che era alla guida.
Vista l’ora lo trovammo chiuso ma in giro c’erano dei gruppetti di persona a parlare.
“Che dite, troveremo qui il nostro sospettato?.
Frankie ci mandò una foto tramite cellulare così anche gli altri avrebbero potuto riconoscerlo.
“Avete saputo dell’omicidio di questa notte?, domandai.
“Si, cose grosse, si stanno mobilitando i piani molto alti.
“C’è immischiato il marito della governatrice, ci lavorerà tutta la città.
“Già ma Maura l’hanno tolta a noi però.
“Perché è la più brava, io non vorrei nessun’altro, disse Korsak.
“Me ne ricorderò, risposi ridendo.
Non trovammo Lucas e tornammo alla centrale. Avevo voglia di caffè, tanta voglia. In caffetteria non c’era mia madre e ordinai un mezzo caffè molto macchiato. Una buona scusa da dare a Maura nel caso se ne fosse accorta. Non scesi da lei ma dopo neanche mezz’ora era in piedi davanti alla mia scrivania.
“Che stai bevendo?, mi chiese subito e alquanto alterata.
“Ecco… io… avevo…
“Non mentire, sento l’odore.
“Si però è un latte macchiato.
Scrollò la testa e si rivolse e Frost.
“Novità sul caso di Alice?.
“Stiamo aspettando Lucas.
Infatti fece capolinea davanti all’ascensore e corsi da lui a fare gli onori di casa. Lo portai nella stanza degli interrogatori e iniziai a fargli le domande.
“Perché non mi hai detto che avevi una relazione con Alice, che hai da nascondere?.
“Non era una relazione, dopo CJ non voleva legarsi con nessuno, diciamo che ci divertivamo un po’ insieme.
“Il tuo dna era nella sua camicetta, stai diventando un sospettato, non mentirmi ok?, oggi non è proprio giornata.
“Le giuro, non c’entro niente con il suo omicidio.
“Dimmi a cosa stava lavorando, non ci credo che voi due non ne abbiate mai parlato.
“Guardi, Alice non era per niente una persona alla buona, sapeva quello che voleva e come ottenerla.
“E’ stata uccisa per qualcosa di grosso, qui la cosa è molto seria.
“Davvero, non so a cosa stesse lavorando ma… scavate nella vita del professore di chimica. Ci sono voci strane su di lui.
Cominciai a fare mente locale.
“Come si chiama?.
“Gray, Mike Gray.
“Svolgeva qualcosa di illecito nel laboratorio dell’università?, spaccia droghe?. Aspettami un attimo.
Andai dagli altri.
“Frost, trova tutto quello che puoi sul prof Mike Gray.
“Ok, per oggi basta, dissi a Lucas, puoi andare ma per favore, non tenermi nascoste le cose, le scoprirei lo stesso solo che ci metterei più tempo, devi aiutarmi ok?. Vuoi che ti riaccompagni?.
“No grazie, ho la bicicletta.
Andai da Maura per sapere se conoscesse il sig Gray.
“Quando studiavi alla BCU avevi il Prof. Gray?, le chiesi.
Mi guardò seria.
“Ti sei accorta che sto lavorando all’altro caso?, non ora Jane.
“Che c’è, ti è stato impedito di parlare con me?, hai avuto ordini dall’alto?.
Si tolse gli occhiali e i guanti blu, coprì il corpo con un lenzuolo e mi fece il gesto di entrare nel suo ufficio. Chiuse la porta quasi sbattendola, eravamo in piedi in mezzo alla stanza e stavamo iniziando una litigata con i fiocchi.
“Si Jane, sono il medico legale capo dello stato e se mi danno un ordine devo svolgerlo, è questo il mio lavoro.
“Non è questo il punto Maura, è che…
“Ah no e qual è?.
“E’ che in questo modo le persone come voi avranno sempre un posto privilegiato, lo capisci che non è giusto?. Noi quando inizieremo a contare qualcosa nella società?.
“Noi, voi, che stai dicendo?, di che parli?.
“Lo sai perfettamente, non fare la finta tonta con me Maura, non sono una stupida.
“Non ho detto questo.
“Si invece, un po’ lo stai dicendo.
Stavamo decisamente litigando.
“Ti sbagli di grosso, continuò, tra noi non c’è mai stato un noi-voi, ho deciso di lavorare qui, la mia vita è questa. Adoro il mio lavoro e so farlo molto bene. I piani alti, come pensi tu non li frequento, è vero, ho genitori ricchi, molto ricchi ma io lavoro qui con voi, con te. Sai che c’è, mi dispiace molto che hai questo pensiero su di noi, credevo di averti ampiamente dimostrato che star qui mi piace. Questa è la vita che ho scelto e… riprese fiato, e se un mio superiore mi da un ordine, sono abituata ad eseguirlo. E’ così che ci si comporta. Lo sai?, non ho nemmeno voglia di discutere di questa cosa, non sono di tua proprietà, non seguo solo i tuoi casi. Il Massachusetts è grande, ho obblighi molto più grandi di te. Nel caso non te ne fossi accorta, muoiono persone ogni giorno ed il mio compito è scoprire come.
Non mi dava modo di replicare tanto parlava.
“Vado a casa, disse prendendo la giacca e la borsa, ora scusami ma sono stanca, sono in piedi dalle 5 e discutere con te non mi aiuta per nulla. Vai a farti una birra, magari rinsavisci.
Se ne andò, le sue ultime parole mi fermarono il cuore per un lungo secondo. Non avevo mai visto quello sguardo, dalla sua bocca non erano mai uscite quelle parole contro di me.
“Bene, brava, vai a riposarti nella tua…
Se ne era andata, mi aveva davvero lasciata lì. Notai che tutti in laboratorio mi stavano guardando e uscii di corsa. Non tornai in ufficio e me ne andai. Il mio istinto mi portò al Dirty Robber, mi sedetti e ordinai una birra ghiacciata. Stavo per bere il primo sorso quando la mia coscienza, per fortuna, mi fece capire che non dovevo farlo, tra l’altro avevo già bevuto il caffè. Cambiai l’ordinazione e presi un sidro, molto ghiacciato. Tornai a casa passando a prendere una pizza da portar via con coca-cola light e molto succo d’arancia. Portai a fare una passeggiata a Jo e poi mi rilassai nel divano. Mi preparai un caffè dec che mi aveva portato Maura, una giornata così non la ricordavo da un po’. Doccia veloce e filai a letto, non scrissi a Maura come nostro solito e non ricevetti nessun sms da lei. Mi addormentai con un bel groppo in gola.

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Capitolo 11
*** 11) Avranno chiarito la litigata?, avranno scoperto altri indizi sulla morte di Alice?, basta leggere. ***


cap oggi Riuscii a dormire qualche oretta e mi svegliai prima del suono della sveglia. Ero stanca, avevo un po’ di mal di stomaco ma conclusi che forse dovevo mangiare qualcosa. Niente di quello che avevo in casa mi andava e mi preparai un caffè dec e un toast al formaggio, che però ne mangiai una piccolissima parte. Avevo fame ma il mio stomaco si rifiutava. Nel pomeriggio avrei avuto la visita dalla ginecologa e pensai che Maura non mi avrebbe fatto compagnia, senza Casey in città lei era l’unica che avrei voluto al mio fianco. Andai in ufficio desiderosa di torchiare il prof Gray e scoprire nuove cose sul suo spaccio illegale. Non era arrivato nessuno, scesi in caffetteria e mi sedetti al bancone, mia mamma non c’era e presi un tè, lo sorseggiavo pian piano cercando di concentrarmi sul caso quando sentii la sua voce.
“Puoi farmi un tè da portar via, per favore.
Avevo Maura dietro di me e mi girai. Non mi parlò e mi fece una specie di sorrisino.
“Maura ti prego, siediti un attimo, ho bisogno di…
Continuò ad ignorarmi, pagò il tè e scese in laboratorio. Le corsi quasi dietro e mi fermai sulla porta.
“Jane, che vuoi?, finalmente mi parlò
“Dai, voglio solo parlare, io parlo e tu ascolti.
Si sedette nella sua bella poltrona di pelle bianca ed io in piedi davanti alla scrivania.
“Mi ascolterai?.
Braccia conserte e sguardo fisso su di me, stava aspettando la mia arringa.
“Giorni fa hai visto dove sono nata e cresciuta, hai visto che non c’era nulla di cui andar fieri e l’unica cosa che sognavamo era di potercene andare da lì. Una vita di sacrifici solo per poterci far finire il liceo, mio papà dopo che chiudeva la ditta, andava a far qualche lavoretto extra e allora ci saremmo potuti permettere una serata a cena fuori tutti insieme. So che la colpa non è tua, credimi lo so però è innegabile che quando qualcuno dell’alta società chiama, tutti rispondono. Odio questo e odio il fatto di averti fatta arrabbiare, non dovevo dirti quelle cose… ma l’ho fatto e ti chiedo scusa, ancora e ancora.
Non parlava, stava lì seria ad ascoltarmi. Mi venne un terribile bruciore allo stomaco e corsi nel lavandino. L’odore di quei prodotti chimici mi stava facendo male.
“Jane ti senti male?, forza usciamo da qui, ti sentirai subito meglio. Hai delle forti nausee e non va bene, hai mangiato vero?.
“Non molto, non riesco a mangiar nulla, ora sto meglio.
“Sei la solita, andiamo al bar e prova a mangiare.
“No, prima voglio finire il discorso.
“Lo finiamo fuori da qui, muoviti.
Mi trascinò per un braccio e andammo la bar.
“Da quanto non mangi?, mi domandò da dottore.
“Non lo so, non riesco a mandar giù niente.
“Hai chiamato il tuo dottore?.
“Per fare cosa?.
Fece un lungo respiro e mi parlò calma.
“Jane sei incinta, lo capisci vero?, devi badare e te ma soprattutto al bambino. Ha bisogno di cibo, acqua e tutte le attenzioni del caso. La vita ti sta cambiando sotto gli occhi e devi cambiare pure tu.
“Finiamo il discorso, dissi ancora.
“Piantala ok?, mangia.
Ancora un toast insipido e ancora non lo mangiai.
“Devi andare dal medico, non puoi continuare così, mi disse.
“Oggi ho appuntamento dalla ginecologa.
“Qui serve il medico di famiglia, devi farti dare una cura ricostituente Jane.
“Si si ci andrò, finiamo il discorso ora?.
“No, ora vai dal medico.
“Non posso, devo fare un interrogatorio importante.
“Sul serio?, stai dicendo davvero?. Io con te non ci parlo, se non tieni a tuo figlio io non starò qui ad assecondare la tua stupidità.
Se ne andò ancora, non riuscivo più ad entrare in sintonia con lei, sentivo la rabbia nelle sue parole e la vedevo nei suoi occhi. Vidi arrivare Korsak e Frost e tornai disopra con loro. Ci facemmo portare Gray nella stanza uno e lo raggiungemmo. Iniziammo a fargli domande a raffica, rispondeva a tutto con estrema sincerità. Ci svelò molti nomi, persone implicate nello spaccio di droghe e non solo, avevano montato un organizzazione vera e propria. La BCU non era coinvolta ma molti studenti erano dei clienti fissi.
“Ho iniziato con piccole cose ma poi la situazione mi è sfuggita di mano, sempre più richieste e molti soldi, non era semplice dire di no. Il mercato è bello ampio, chiunque cerca e vuole qualcosa per poter star meglio qualche oretta in più, chiedete pure alla narcotici.
“Noi siamo della omicidi, indaghiamo sulla morte di una vostra studentessa, ci dica di più, disse Frost.
Ci giurò di non aver ucciso Alice ma forse poteva sapere chi fosse stata.
“Non è possibile, mi dica che non è vero, gli dissi quasi delusa.
“Ho solo detto che potrebbe essere, Alice era invidiata da molte persone.
Lasciai la stanza per prendere una boccata d’aria, quelle parole mi sconvolsero, non potevo crederci. Scesi da Maura.
“Hai tempo per tornare alla BCU?, le domandai quasi con timore.
Mi guardò da dietro gli occhiali protettivi.
“Poi andiamo dal dottore?.
“Si, poi ci andiamo, te lo prometto. Ho delle novità importanti.
Era ancora arrabbiata ma si cambiò e venne via, forse solo per potermi portare dal medico e avere la certezza che ci sarei andata.
“Come va il tuo caso?, le chiesi, state tenendo tutto segreto, non ho sentito dire nulla.
“Si, diciamo che facciamo le cose in sordina.
“Come è stato ucciso, lo sai?.
“Avvelenamento ma ancora non abbiamo capito con cosa.
“Con chi lavori?.
“I detective Sanchez e Rivera.
“Ottimi poliziotti.
“Tu che hai scoperto?, mi domandò.
“Il prof Gray mi ha dato una dritta e dobbiamo verificare una cosa. Questa sera vorrei dire a mamma che sono incinta, mi sono stancata di mentire. Hai voglia di essere dei nostri?.
Non mi rispose subito e guardò fuori dal finestrino.
“Daiiiii Maura ti prego, ti ho chiesto scusa che altro vuoi che faccia.
“Vorrei che andassi dal medico e accertare le tue condizioni, sono molto preoccupata.
“Ci andremo appena fatto all’università, dimmi solo che l’arrabbiatura ti sta passando e che non ti ho delusa. Ho troppe cose in testa in questi giorni e sono scoppiata. Il brutto è che sei sempre tu a farne le spese. Ecco perché a volte ho bisogno di scappare qualche ora per rinfrescarmi le idee. Davvero, scusami.
“Dovresti imparare a tener a freno la tua lingua e riflettere prima di parlare, specie quando ti escono quelle stupidaggini.
“Si dovrei, scusami ancora.
Il suo cellulare squillò.
“Dottoressa Isles, si Susie dimmi tutto, davvero?, quindi sono riconducibili?. Lo dirò a Jane, è qui con me, grazie. Non ci crederai mai, mi disse.
“Che altro è successo ora?.
“Sono arrivate le risposte delle analisi fatte al cadavere e indovina?, hanno trovato Ritalin e altre sostanze.
“Cosa?, le stesse del prof Gray e Alice?, qui la faccenda si fa sempre più seria. Ecco cosa aveva scoperto Alice, una cosa molto più grande di lei.
“Si e nessuno l’ha aiutata. Se solo avesse chiesto aiuto, tu l’avresti ascoltata Jane.
“Si Maura, l’avrei ascoltata e aiutata. Ora come ci muoviamo, i piani alti ci daranno contro. Dobbiamo avvertire il capitano e unire i due casi, ora dovremo lavorare insieme.
“Meno male, odio Sanchez e Rivera.
“Non mi dire!, questo vuol dire che siamo tornate una squadra?.
“Non prima della visita del dottore, disse e della ginecologa oggi pomeriggio.
“Ci sto, mi è tornata anche la fame, fermiamoci un attimo al bar prima di entrare.
“Bene, ora so che era solo un fatto psicologico e non fisico.
Mangiai un panino con un caffè dec mentre lei leggeva l’e-mail di Susie.
“Hai ancora dolori di stomaco?, mi domandò.
“No, sono passati. Dai andiamo.
Senza dare troppe spiegazioni prendemmo alcuni dna, questa volta alle atlete e alcune compagne di Alice e poi Maura mi portò dal medico. Entrò con me per paura che poi non le dicessi il responso. Mi diede una cura di quindici giorni e mi fece promettere che ci sarei tornata dopo la visita della ginecologa.
“Sarà fatto dottore, rispose Maura per me.
Di corsa tornammo alla centrale e dal capitano per dirgli le ultime novità sui due casi.
“Ok Rizzoli, ora il caso è di nuovo tutto tuo, fatti ragguagliare da Sanchez.
“Non ce n’è bisogno, Maura mi ha raccontato tutto poco fa. Come ci muoviamo?.
“Dovete andare al Club e indagare.
“Possiamo disturbare chiunque?, anche il marito della governatrice?, chiesi per capire il raggio d’azione.
“Se prometti di andarci piano e senza alzare un polverone si.
“Ok, domani faremo tutto. Oramai è tardi.
“Brava Rizzoli, così mi piace.
“Perfetto, buona serata capitano. Dai andiamo, dissi a Maura, abbiamo un appuntamento.
“Sono pronta.
Andammo dalla mia ginecologa, mi face un esame completo e dettagliato, con Maura lì non avrebbe potuto fare altrimenti e mi disse che era tutto a posto. Confermò la cura del medico e mi diede appuntamento per il mese successivo.
“Jane mi raccomando, vacci piano al lavoro ok?. I primi mesi sono delicati.
“Si grazie, starò molto attenta.
Maura mi guardò sorpresa e incredula. Il solito sguardo che diceva più di mille parole. Passammo a prendere la cena e tornammo a casa. Mamma era già rientrata
“Ciao mà, abbiamo la cena, vieni che si mangia.
“Ciao ragazze, giusto avevo fame.
Ci sedemmo a tavola, senza pensarci su Maura mi servì l’acqua e non la solita birra.
“Devo dirti una cosa mà, però prometti di non dare in escandescenza.
“Che hai Jane, stai male?.
“No no non sto male è che…vedi…
“E’ incinta, disse Maura.
“Cosa?, sul serio?, oh mio Dio Jane.
Mi abbracciò da togliere il fiato.
“Dai mà, non piangere.
“Figlia mia sono così contenta, diventerò nonna. Oh mio Dio!!!.
“Ora calmati, rischi un arresto cardiaco, disse ancora Maura.
“Si ora mi calmo, amore sono così felice. Quindi Casey è…
“Si mà il bambino è di Casey, ora ti chiedo solo discrezione, in ufficio non lo sa nessuno.
“Jane, per l’amor del cielo, dai la notizia e fatti mettere in ufficio, disse Angela.
“Sei impazzita?, sette mesi in ufficio divento matta, però dopo questo caso lo dirò a tutti.
Cenammo parlando del bambino e di quante persone gli avrebbero voluto bene. Ero felice per questo, anche con Casey lontano. Ricevetti una sua videochiamata e andai in camera. Mi disse che non poteva più prendere un permesso e che gli dispiaceva molto. Non facemmo progetti ne programmi, avremmo vissuto alla giornata tutto quanto. Lo salutai e restai un po’ lì da sola. Credevo nel suo amore per me ma non nelle sue parole, non avrebbe lasciato l’Afghanistan, non ora. Io però ero tranquilla, avevo accanto la mia famiglia, Maura e i colleghi, ero al sicuro. Scesi a dare la buonanotte e tornai in camera.

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Capitolo 11
*** 10) ancora litigi ma il caso si sta pian piano risolvendo. ***


cap oggi Jo Venerdì mi svegliò salendo nel letto e leccandomi la faccia.
“No smettila, chi ti ha fatto entrare in camera, vai via subito.
“Jane sono la mamma sei in casa?.
Arrivò alla porta.
“Sei ancora a letto?, hai visto che ore sono?. Ti stanno cercando e chiamando tutti, non senti il cellulare?.
“Dormivo e…
“Sono le 10 passate, eravamo preoccupati, mi hanno mandato a vedere che fine avessi fatto.
“Cosa?, oh mio Dio!, non ho sentito la sveglia, dissi alzandomi di scatto.
“Mentre ti prepari ti faccio qualcosa da mangiare.
“Non posso, non ho tempo.
Guardai il telefono e notai decine di chiamate e sms, mancava quello di Maura.
“Mangia qualcosa o bevi il caffè non puoi uscire digiuna.
“Non posso bere il caffè mà perché sono in… ritardo….
Volevo dirle della mia gravidanza ma sapevo che poi non mi avrebbe permesso di uscire dalle mille domande che mi avrebbe fatto. Il cellulare continuava a squillare ininterrottamente.
“Rizzoli, dissi rispondendo alla cieca.
“Sono Frankie, tutto bene?.
“Si sto arrivando, scusa ho avuto un contrattempo.
Notai che la macchina di Maura non era nel suo posto-auto e dedussi che nemmeno oggi avrebbe fatto parte della nostra squadra. Di corsa raggiunsi l’ufficio e chiesi scusa diverse volte.
“Trovato nulla sul Sig. Gray?, chiesi subito.
“Si Jane, ha diversi conti in banca e uno all’estero e la sua busta paga non è poi così pesante. Una casa qui a Boston e una al mare con una piccola imbarcazione.
“Ecco, questa un po’ gliela invidio, disse Korsak.
“Bella vita direi, dissi.
“Frost, lo chiamò il capitano, puoi venire qua un attimo?.
“Non ci credo, ora ci tolgono pure Frost, che intenzioni hanno maledizione?.
“Non ti agitare, mica è detto.
“Ci scommetto 50 dollari, scendo un attimo il laboratorio.
Susie confermò l’assenza di Maura e il fatto che stesse seguendo a pieno ritmo l’altro caso. Delusa come non mai dal comportamento del dipartimento, tornai disopra. Con Korsak andammo alla BCU ma ci dissero che Gray aveva preso qualche giorno di permesso. Nessuno di noi aveva creduto a quella storia e ci accordammo per il pomeriggio di andare alla casa al mare. Non avevo avuto nessun contatto telefonico con Maura, in nessuna discussione ci eravamo comportate così. Chiesi il mandato per la casa del prof e nel frattempo presi appuntamento per una visita dalla mia ginecologa. Notai che il capitano era solo in ufficio e andai da lui.
“Che state cercando di fare?, gli chiesi subito.
“Che vuoi dire Rizzoli?.
“Ci state togliendo pezzi della nostra squadra per seguire l’altro caso, Alice non vi sembra importante?.
“Non è questo, mi hanno solo chiesto Frost e la dottoressa Isles per un po’ e…
“Un po’?, un po’ quanto capitano?, i superiori ordinano e noi ubbidiamo?, stavo decisamente urlando.
“Rizzoli smettila, Maura non ti serve più e Frost in serata sarà di nuovo qui.
“Certo la governatrice avrà dato ordini ben precisi, loro possono prendere tutto quello che vogliono vero?, ha paura che si sappia cosa stesse facendo il marito quella sera?, ha paura di perdere voti?.
“Esci da qui, subito, mi indicò l’uscita.
L’avevo fatto arrabbiare e mi cacciò per non compromettere il nostro rapporto extra lavoro. Frequentava mia madre e un po’ teneva a me. Andai a mangiare qualcosa in caffetteria, ordinai un semplice toast e presi una bottiglia d’acqua.
“Tutto bene Jane?, mi chiese mamma.
“No mà, sto rischiando di vincere il premio: con quante persone riesci a litigare in un solo giorno.
“Non ti capisco.
“Lascia stare, hai visto Maura?.
“No, infatti volevo chiederti dov’era.
“Ha un caso importante e difficile.
“Ah ok.
Il pomeriggio con Frankie e Korsak andammo alla casa al mare di Gray, alla fine ero felice di quella piccola gita, dentro avevo ancora malumore e il mare d’inverno mi era sempre piaciuto. Mi mancava parlare con Maura e dovevo rimediare alla discussione del giorno prima. Era lì e dopo molto discutere e con il mandato in mano, ci facemmo portare a casa sua. Sudava freddo e si vedeva la sua preoccupazione, se ci fosse stata Maura avrebbe tratto una teoria degna della sua preparazione sul comportamento del corpo. Nel seminterrato trovammo un vero e proprio laboratorio chimico, con macchinari in funzione a fabbricare pillole.
“Guarda guarda, cosa abbiamo qui?, disse Korsak, professore per caso ha qualcosa da dirci?.
Senza più scampo, si sedette sul divano ed iniziò una specie di confessione. Mettemmo i sigilli alla casa e avvertimmo il capitano. Ci disse che il giorno dopo avrebbe mandato una squadra per prelevare prove ed eventuali tracce di complici.
“Ottimo lavoro Rizzoli, mi disse, ora tornate in città e scrivete il rapporto.
“Posso chiederle di poter andare a casa?, ho una cosa urgente da fare, il rapporto lo porterò domattina.
“Ok però cerca di riposarti, domani sarà una lunga giornata.
Non sa quanto, pensai. Tornammo a Boston e, portato il professore alla centrale, scesi subito alla ricerca di Maura. Non era ancora rientrata e Susie dubitava del suo ritorno in serata in laboratorio.
“Ok, grazie. Buona serata Susie.
“Anche a lei detective.
Con la macchina raggiunsi casa di Maura ma ancora una volta non la trovai, dove cavolo sei finita, perché non ti trovo più?. Mi sedetti in terra in attesa del suo rientro, le dovevo delle scuse, me l’ero presa con lei, le avevo dato la colpa e non era giusto. Non poteva essere sempre lei la persona che sopportava i miei sbalzi d’umore o le mie crisi isteriche. Cominciava a far freddo e dovetti abbandonare l’idea di aspettarla lì. Stavo per salire in macchina quando la vidi arrivare e parcheggiare nel vialetto, mi guardò ma proseguì fino al garage. Con calma, la raggiunsi.
“Che ci fai qui?, mi chiese senza guardarmi in faccia.
“Avevo voglia di vederti e volevo chiederti scusa, sono stata stupida e impulsiva… non era colpa tua… vorrei….
”Come sempre Jane, sono arrabbiata, arrabbiata da impazzire ma questo mi passerà e…
“Bene, dissi quasi sottovoce.
“No, non è un bene perché poi arriverà la delusione e sarà anche peggio.
Cercai di incrociare il suo sguardo ma lei si spostò abilmente dalla mia visuale prendendo la borsa e il pc dal sedile posteriore.
”Dai Maura, per favore, parliamone con calma.
“Non ho nulla da dirti, puoi andartene ora.
“Ti prego, ho capito di aver sbagliato e…
“Mi hai sputato in faccia cose talmente false che non so neanche perché ti sto ancora parlando. Vai via Jane.
“Ma…
Il suo sguardo non mentiva, non mi voleva lì.
“Ok, ci vediamo domani in ufficio.
Entrò in casa e chiuse il portone dietro di se. Triste come non mai, tornai a casa e mi stesi sul divano. Non cenai e dopo una piccola passeggiata a Jo, mi dedicai al rapporto per il capitano. Scrissi due pagine striminzite confidando nel buon lavoro di Korsak e Frankie. Ero nervosa, non riuscivo ad andare a dormire, i sensi di colpa aumentavano e lo sguardo di Maura era sempre ben impresso nei miei pensieri. Misi la tuta ed uscii di casa, non avrei fatto nulla di impulsivo, solo camminare per togliermi di dosso un po’ di malinconia. Era ormai notte fonda, il freddo cominciava ad essere insopportabile e quando decisi di rientrare, erano le 4 passate. Mi buttai nel letto senza spogliarmi e con molta fatica mi addormentai.

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Capitolo 12
*** 12) Sembra che i pezzi del puzzle comincino a combaciare. ***


cap oggi La notte non dormii un granché, parlare con Casey mi aveva turbata. Non avevo nessun dubbio su di lui ma arrivammo alla conclusione che uno dei due dovesse lasciare il proprio lavoro. La cosa mi rendeva inquieta, senza caffè e la birra era ancora più dura. Cercavo di dar retta ai consigli di Maura ma la mia vita amorosa era un vero e proprio diavolo tentatore. Impegnarono due giorni per esaminare il sangue di tutti gli studenti e Maura era sempre chiusa in laboratorio. Io passavo il tempo al campo di football della BCU. CJ e il coach erano sempre pronti a chiedermi novità sul caso ma non ne avevo. Ricevetti un sms di Maura e tornai alla centrale.
“Ciao, qualche novità?, chiesi arrivando subito al sodo.
Prima di rispondermi mi guardò con uno dei suoi soliti sguardi che non avevano bisogno di tante parole. Sapevo cosa voleva.
“Si ok, poi di dico di Casey, ora dimmi tu.
“Abbiamo quasi finito di analizzare tutti i campioni, il dna trovato nella camicetta di Alice non combacia con nessuno ma, disse alzandosi e andando al computer, guarda?, tutti gli studenti che praticano sport, hanno grandi tracce di Ritalin.
“E significa che?.
“Il Ritalin si usa principalmente per avere più attenzione e vitalità. Ti da un senso di iperattività.
“Quindi lo usano per restare svegli e attivi.
“Si, fra lo sport e lo studio intenso si guadagnano alcune ore di attenzione in più.
“Dove lo trovano?, come fanno più di 50 studenti a farne uso senza essere scoperti?, pensai a voce alta.
“Forse in quel pub, disse scrollando le spalle.
“Dottoressa, sta tirando ad indovinare di nuo…..
Smise di parlare, incrociò le braccia e mi guardò fisso.
“Cosa vuoi che ti dica, Casey è felice, ha detto che prenderà un permesso speciale e verrà qui. Non abbiamo preso nessuna decisione.
“Ottimo, avete tutto il tempo.
Fissavo in terra e non le risposi.
“C’è un ma?, domandò ancora.
“Uno dei due dovrà abbandonare la carriera, tanti anni di sacrifici buttati.
“Tu non smetterai di fare il detective e lui può sempre trovare un buon lavoro nell’esercito ma non in posti di guerra. Il bambino non può crescere in Afghanistan.
Ancora non le diedi udienza.
“Jane, a che pensi?.
“Dobbiamo tornare a casa della nonna di Alice, ora sappiamo cosa cercare. Una chiavetta usb o qualche scheda di memoria ben nascosta.
“Vengo con te, hai mangiato qualcosa?, non stare a stomaco vuoto.
“In effetti ho fame, passo in caffetteria a prendere un toast, vuoi qualcosa?.
“Un tè da portar via grazie.
Diedi a Maura il tempo di prepararsi e andammo da Jennifer. Le feci guidare la mia macchina mentre io mangiavo il toast.
“Vedo che non hai nausee di nessun tipo, bene bene.
“Da cosa lo deduci?, chiesi ormai curiosa.
“Nessuna donna incinta mangerebbe un panino come quello, credimi.
Lo guardai.
“Cos’ha che non va il mio toast.?
“Davvero?, crema di marshmallow e burro di arachidi, lo trovo disgustoso.
“Sempre meglio del tuo cavolo e broccoli.
Scrollò la testa terminando il discorso, io sarei andata avanti per ore.
“Immagino che non abbiamo il mandato, disse.
“Dai Maura, oramai non ci serve. Dobbiamo cercare dentro qualche peluches, anche se ne ho visti pochi. Hanno quasi tutti la cerniera dietro.
“Ottima deduzione e ottimo nascondiglio. Lo usavi anche tu?.
“Si, per le sigarette e
“Fumavi?, oh mio Dio.
“E che sarà mai, meglio di qualche canna.
“Ah certo ma forse era meglio niente, disse.
“Che razza di adolescenza hai fatto tu?, birre e sigarette non potevano mancare nei pomeriggi allo sbaraglio. Nel tuo costoso collegio francese non circolava niente di tutto questo?, non ci credo.
“No Jane, nel mio collegio ci divertivamo diversamente.
“Oh fammi indovinare?, con il Piccolo Chimico e Indovina Chi?.
“Mamma mia quanto siamo spiritose, gli ormoni ti danno humour a non finire.
Jennifer non era in casa e ne approfittammo per fare una passeggiata a piedi.
“Vedi, le dissi, io sono cresciuta qui, giocavo a baseball in quel campetto e in quella panchina ho dato i miei primi baci. Capisci che sigarette e birre erano il male minore?. E ti parlo di più di venti anni fa, ora è quasi decente.
“Come ha fatto Angela a crescervi così bene?, onore ai tuoi genitori.
“Con Tommy hanno fatto qualche errore, dissi ridendo.
“Smettila, non è male nemmeno lui e poi ha un fondoschiena da urlo e…
“Ok ok stop, non voglio sapere le tue perversioni sessuali con mio fratello.
“Tommy è davvero un bellissimo ragazzo e ce la sta mettendo tutta per mettere in ordine la sua vita.
“Non starai pensando di fidanzarti con lui vero?.
“Sei matta?, non reggerei di averti anche come cognata.
“Comunque è vero, mio padre sarà contento ad averlo nella Rizzoli & Figli idraulica, spero gli vadano bene le cose.
Camminammo ancora un po’, le raccontavo le storie vissute lì e lei mi ascoltava curiosa. Vedemmo rientrare Jennifer e tornammo verso la casa. Era in compagnia di due persone e dedussi fossero i genitori di Alice. Ci presentò ed entrammo in casa.
“Ci dispiace molto per il vostro lutto ma vi assicuro che stiamo facendo tutto il possibile, dissi.
“Lo sappiamo, cosa possiamo fare per aiutarvi?.
“Pensiamo stesse lavorando ad un caso per il giornale dell’università, forse è la pista giusta. Siamo venute per controllare ancora la sua camera, ora sappiamo cosa cercare.
“Fate pure, disse Jennifer io intanto metto su il tè.
“Grazie.
Andammo nella camera e frugammo ovunque. Dentro un peluches trovammo pasticche di Ritalin ma nient’altro.
“Anche lei Ritalin, però non hai trovato tracce nell’autopsia vero?.
“No Jane, lei non lo prendeva, forse queste sono una prova delle sue indagini.
“Aveva scoperto il traffico illecito e si stava documentando, ottima conclusione. Ha dato fastidio a qualche pezzo grosso ed è stata eliminata, disse quasi bisbigliando per non farsi sentire dagli altri.
“Già.
“Ti ricordi se nel sangue di CJ ne hai trovato traccia?.
“No ma chiamo Susie e ce lo facciamo dire.
Mentre lei telefonava io curiosavo nella parete piena di foto e articoli vari.
“Possibile che voi genietti non abbiate mai un poster di qualcuno famoso appeso al muro?, sempre personaggi che conoscete … in 3-4, dissi prendendola in giro.
“Uno è
Tolstoj e l’altro Shakespeare, adorava davvero scrivere, mi spiegò
“E forse per questo è morta, qui non c’è niente di niente, dove altro possiamo guardare?.
“Signore se avete finito il tè è pronto, disse Jennifer dal salotto.
“Se bevo altro tè scoppio, le dissi facendo il gesto della pancia piena.
“Bevilo ti fa solo che bene.
Ancora quattro chiacchiere tutti insieme fino a quando a Jennifer venne in mente che Alice ogni tanto si rifugiava in garage per delle ore.
“Maura è lì, forza andiamo a vedere.
Chiamai Frost e Korsak e li feci venire a darci una mano.
Sembrava di essere in un mercatino delle pulci, cose di ogni genere accatastate uno sull’altra.
“Questo posto è fantastico, disse Maura indossando i guanti usa e getta.
“Con tutta questa polvere, stasera resterai nella vasca per ore.
Ognuno scelse il suo angolo da perlustrare.
“Wow, urlò Maura, una cosa così ce l’aveva anche mia nonna, ci teneva tutte le sue cose del cucito. Io giocavo con i bottoni.
“Li catalogavi per colore, grandezza e materiale?.
“Non riesci proprio a farne a meno eh?!?.
Adoravo prenderla in giro sulle sue manie e fissazioni. Si mise seduta in uno sgabello e si dedicò a quella scatola di legno lavorata. Io avevo scelto un vecchio armadio pieno di abiti e vecchie scarpe. Gli altri invece nel reparto officina e utensili vari. Tutti trovammo qualcosa che ci piaceva ma ad un certo punto Maura urlò felice la sua gioia.
“Trovato, Jane ecco quello che cercavi da giorni.
“Non ci credo, la fortuna del principiante.
Tirò fuori un piccolo contenitore di spilli con dentro una chiavetta usb e una scheda sim.
“Forza Frost, torna in centrale e esamina il tutto, ordinai.
Noi rientrammo in casa e dopo i cordiali saluti a tutti, raggiungemmo la centrale. Frost ci disse che tutti i file erano criptati e ci sarebbe voluto del tempo per aprirli. Vista l’ora, Maura ed io andammo a cena al Dirty Robber.
“Se non ci sono grandi novità, ci vediamo domattina, gli dissi. Non fate troppo tardi nemmeno voi ok?.
Finalmente avevamo trovato quello che stavamo cercando da giorni ed ora il caso mi sembrava un po’ meno complicato. Maura ordinò anche per me e in men che non si dica mi ritrovai un enorme piatto di verdure miste bollite e una bella fetta di carne cotta alla brace.
“Scusa, dissi al cameriere, io non ho ordinato questo, vorrei un hamburger doppio, patatine e
“Janeee, l’ho ordinato io.
“Perché non posso mangiare un bel panino?, ci faccio mettere una foglia d’insalata se proprio vuoi.
“Oggi hai mangiato solo cose assurde, almeno fai una cena decente, mi disse usando tutta la sua diplomazia.
Sapevo di non aver altro scampo e mangiai. Parlammo del caso e di Alice, ero felice per il ritrovamento di quegli oggetti anche se Maura specificò almeno dieci volte che fu lei a ritrovarle. Parlammo anche del bambino e di Casey, mi chiese quando lo avessi detto alla mia famiglia e ai colleghi più stretti e le dissi che volevo aspettare ancora un altro po’. Ancora la pancia non si vedeva molto e potevo aspettare. L’unica cosa che mi preoccupava era il non poter fare il mio lavoro in strada ma solo da dietro una scrivania.
“Quando mi sbatteranno dietro una scrivania, cosa escogiterai per non farmi alzare?, le domandai.
”E’?.
“Come farò a stare in ufficio e non a cercare i colpevoli per strada?.
“Ma smettila, saranno pochi mesi, ce la puoi fare sai?.
“Staremo a vedere, risposi in tono di sfida.
“Quando ti crescerà la pancia non sarai più in grado nemmeno di far le scale in modo normale, figuriamoci appostamenti e corse folli a piedi.
“Ti prego, non mi rovinare gli ultimi giorni da sbirro. Posso prendere le patatine per dessert?, chiesi quasi pregandola.
“Va bene, mezza porzione.
“Yessssssss.
Finimmo la cena e andammo a casa sua. Ancora chiacchiere sul caso e la mia memoria si ferma lì.


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Capitolo 13
*** 13) Ultimo capitolo della FF, almeno per ora, non mi metto limiti. ***


cap oggi La mattina andai in camera di Maura e la svegliai.
“Maura, Maura svegliati.
“Mmmmm Jane che vuoi?, hai gli ormoni sottosopra?.
“Andiamo a correre, hai voglia?.
“Correre?, ma che ore sono?.
“Le 06:20, ci vieni?.
“Che hai, perché non dormi?, mi disse cominciando a svegliarsi. Allungati un attimo, raccontami di Casey.
“Che vuoi che ti dica, non potrà prendere un permesso, quindi niente rientro a Boston e questo mi sembra un film… già visto.
“Che intendi dire?.
“Non ci sarà mai l’occasione, il suo lavoro è importante, non lo lascerà mai. E’ quella la sua vita, non fare il papà qui.
“Stai decidendo per lui?, mi domandò.
“Io non andrò da lui e lui non tornerà a Boston. Tutto qui, dissi quasi con il broncio.
“Non so che dirti.
“Non dire niente andiamo a correre.
“Oh mio Dio, mi cambio, vai a farmi un buon caffè e usa la mia polvere non la tua istantanea.
“Oookkkk ma sbrigati.
Camminammo senza correre ma trovai beneficio anche in quello, l’aria aperta mi faceva sempre un bell’effetto. Maura non parlava molto, forse aveva ancora sonno o forse mi lasciava nei miei pensieri, nei miei mille pensieri. Tornate a casa, trovammo mamma intenta a preparare la colazione per un reggimento.
“Buongiorno ragazze.
“E’ la fine, dissi a Maura ridendo. Forza, prepariamoci e andiamo a lavorare, oggi sarà una giornata tosta.
“Ti ho preparato uno spuntino per metà mattinata.
“Wow, grazie mà.
In ufficio stavano tutti aspettando noi e mentre Maura scese in laboratorio, noi andammo al Club. Le coincidenze dei due omicidi cominciavano ad essere troppe. Il Club era chiuso ma trovammo il direttore ad aspettarci. Ci fece entrare e ci pregò discrezione, per lui e i suoi clienti.
“Per ora possiamo farlo, gli rispose Korsak ma tutto dipende da cosa troveremo.
Ci dividemmo in piccole squadre, aiutati ancora una volta da altri agenti. Io e Korsak subito agli armadietti e le varie sale massaggi e ce ne erano molte. Mi accorsi che un armadietto era a nome del Sig. Isles.
“Oh no, guarda Vince, il papà di Maura era socio del Club, prima di aprirlo la vorrei avvertire e magari farla venire qua.
“Si Jane, ottima idea.
Le telefonai e mi disse che sarebbe arrivata subito.
“Speriamo non sia coinvolto in questa tragedia.
Intanto aprimmo e ispezionammo gli altri armadietti.
“E io che credevo che in questi Club si fumasse il sigaro e si leggesse il giornale, dissi, questi si davano alla pazza gioia, qui anche un gel per massaggi particolari. Più che un Club mi sembra un bordello.
Arrivò Maura un po’ sconvolta.
“Eccomi Jane, che avete trovato.
“Sapevi che tuo padre era un socio?.
“No, non lo sapevo, è coinvolto?, domandò nel panico.
“Ti abbiamo aspettata per aprire il suo armadietto, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere. Indipendentemente da quello che troveremo.
“Grazie.
“Sai se è in città?, le chiesi.
“E’ un po’ che non lo sento ma posso informarmi, dopo lo chiamo.
“Brava, se in questi giorni era a Boston, mi piacerebbe parlare con lui.
Fece un gran respiro.
“Certo.
Lo aprimmo e sicure del Sig. Isles, non trovammo nulla di compromettente. Solo il cambio per giocare a tennis. Feci convocare  il marito della governatrice e altri soci presi a caso dalla lista. Maura chiamò suo padre ma le disse che non lo frequentava più da anni, per lavoro girava molto e quindi non era tra i sospettati.
“Meno male, disse Maura.
“Si, qui le cose si mettono male, scopriremo cose poco legali, credo che il Ritalin sia il meno.
Come sempre aiutai Maura in infermeria e trovammo pillole di ogni tipo. Viagra, Ketamina, Ecstasy, Anfetamine e la più gettonata cocaina.
“Dovremmo avvertire i colleghi della narcotici, qui c’è lavoro per tutti.
“Martinez?, mi chiese Korsak sapendo il nostro passato.
“Aspettiamo di interrogare quelli convocati, poi si, avvisa il capitano intanto.
Prendemmo in prestito la sala lettura e aspettammo.
“Cavoli quanti libri, anche molto pregiati, disse Maura ammirandoli.
“Si, peccato che non li leggeva nessuno, avevano ben altro da fare.
“Già, peccato.
“Jane, mi chiamò
“Si?.
“Prometti che con il marito della governatrice ci andrai piano?.
“Non farò nessun trattamento speciale, voglio chiudere questo caso, si sta già prolungando troppo.
“Si però finché non avremo prove certe, sii un po’ tollerante.
“Maura… lo sono sempre.
“Cosa?, ma che stai dicendo?, con quella faccia e le tue espressioni, non lo sei mai.
“Da che parte stai?, se non ti fidi chiama Korsak.
“Non è che non mi fido ma tu parti in quinta e poi t’ingolfi.
“Wow dottoressa, bell’esempio, metterò la retromarcia, nel caso.
Ad uno ad uno interrogammo i venti soci chiamati, tutti confessarono le stravaganti cose che facevano lì ma tutti giurarono di non aver a che fare con l’omicidio di Alice. Squillò il telefono di Maura ed uscì dalla stanza. Lasciammo per ultimo il marito della governatrice, gli dovevamo un po’ di privacy. Si comportò da vero signore, rispose alle nostre domande in modo chiaro, anche alle più intime e ci disse di aver detto tutta la verità alla moglie.
“Bene, se ci ha detto tutto, non ha nulla da temere, la nostra chiacchierata non uscirà da qui, gli dissi, però può capire che il Club sarà messo sotto perquisizione dalla narcotici, questo non possiamo evitarlo.
“Lo capisco e grazie per la discrezione. Se posso esservi d’aiuto in qualche modo, dite pure.                                                         
La porta si aprì e Maura mi fece cenno di uscire.
“Hai novità?, le chiesi subito.
“Si, hanno analizzato i dna e Gray aveva ragione.
“Non ci credo, com’è possibile?.
Mi sedetti in una poltrona lì vicino, l’angoscia mi aveva colpita e affondata.
“Dimmi com’è possibile arrivare a tanto, le chiesi.
“Non lo so, è statisticamente provato che il cervello può far cose che nemmeno immaginiamo, la scienza dice…
“Si ok, basta, qui si parla di uccidere una ragazza di diciannove anni, il cervello va in tilt in questi casi.
“Forse hai ragione, la scienza non può controllare tutto, almeno non questo.
“Dai, torniamo alla BCU, spero per l’ultima volta. Sai, credo che dovresti tenere delle lezioni di vita, scienza e delitti, forse qualcuno seguirà il tuo esempio. Io ti seguirei ad occhi chiusi.
“Lo dici perché sei mia amica, come insegnante sarei tremenda.
“Già, hai ancora quell’A- da digerire.
“Non prendermi in giro, ho studiato sodo per togliere quel meno.
“Ne sono certa.
Arrivammo all’università e il mio umore cambiò immediatamente. Il rettore ci stava aspettando e parlammo un po’ del caso. Dalla finestra notai che si stavano allenando a football e scesi un attimo da loro. Il coach e CJ mi raggiunsero.
“Salve, ancora qui, ci sono novità?.
“Purtroppo si ma non posso dirvi nulla, la dottoressa sta parlando con il rettore, saprete tutto tra poco. Prima o poi verrò a vederti giocare, dissi a CJ.
“Ci conto detective.
Li salutai con un sorriso e raggiunsi gli altri. Il rettore ci portò nel laboratorio e chiamò Giulia Russell.
“Che è successo?, ci domandò preoccupata.                     
“Sei in guai seri ragazzina, dissi, vieni con noi.
Tornammo alla biblioteca e la interrogammo.
“Avevi paura che andasse alla polizia e per te finiva il traffico di droghe che avevi messo su con il prof di chimica?.
“Di che parlate?.
“Abbiamo scoperto tutto e andrai in galera per molto tempo. Alice non si meritava un’amica come te, era la tua compagna di stanza maledizione, una tua amica.
“Perché l’hai uccisa?, le chiese Maura per scoprire qualcosa del suo carattere.
Scoppiò a piangere e distrutta, confessò.
“Aveva scoperto tutto, il traffico di pillole e droghe, stava per spifferare tutto a voi e per noi sarebbe stata la fine.
“Lo sarà ora, dissi molto seria. Hai ucciso una tua coetanea, quando uscirai di prigione, se mai uscirai, sarai talmente vecchia da…
Ero furiosa ma riuscii a trattenermi, non era quella la sede giusta per una mia piazzata, Maura mi fece cenno di calmarmi ed uscii da lì.
“Vi aspetto fuori, dissi, faccio mandare degli agenti per l’arresto. Non fatela uscire da qui.
“Si Jane.
Trovai una panchina e mi feci passare l’arrabbiatura. Morire a diciannove anni per una passione non lo trovavo giusto. Arrestarono Giulia e con Maura tornammo alla centrale.
“Ehi, tutto ok?, mi chiese, abbiamo dato giustizia ad Alice.
“Si Maura, una ventenne morta e una in galera per tutta la vita, due vite rovinate.
“Eh si.
“Ti va di andare da Jennifer e i genitori di Alice?, le chiesi.
“Certo che si, ora possiamo rendergli il corpo per un degno funerale. Alice era davvero in gamba.
“Lo era davvero.
“Voglio chiedere a mio padre di istituire una borsa di studio a suo nome, nel campo giornalistico.
“Sarebbe magnifico, sei fantastica Maura.
Mi sorrise. Li trovammo tutti a casa e con calma facemmo il resoconto di tutte le nostre indagini. Maura gli disse che il giorno dopo potevano andare a prendere Alice e che li avrebbe aspettati lei in persona. Ci ringraziarono molto e ci salutammo con dei grandissimi abbracci. Tornate alla macchina, ci concedemmo due minuti per riprenderci dalla commozione.
“Jane.
“Si?.
“Volevo dirti che io amo il mio lavoro e farlo con te e gli altri, è una cosa che mi appaga alla grande. Non esiste un noi-voi…
La guardai.
“Maura lo so, scusa anco…
“Lasciami finire per favore, so che eri arrabbiata e hai detto quelle cose ma se le pensi davvero io, preferisco cambiare squadra e…
“No Maura ti prego, si ero arrabbiata ma non con te, tra noi non c’è un noi-voi, siamo una squadra fantastica e noi due amiche, buone amiche. Non cambiare squadra… per favore.
Mi stavano scendendo delle lacrime che non riuscivo a fermare.
“Sono venuta via dai piani alti perché non mi piacciono, quel mondo non fa per me, quando torno a casa voglio sentirmi soddisfatta del lavoro svolto e del nostro lavoro di gruppo.
“Io lo sono sempre, tu fai parte di noi e poi ora avrai un compito ancora più grande, stai diventando zia e dopo me, sarai la sua persona più importante. Su questo non ho alcun dubbio.
“Oh Jane.
“Senza di te, ci perderemmo in patatine a hamburger, dissi per sdrammatizzare.
“Grazie, ne sono onorata. Mio nipote non mangerà hamburger.
“Non iniziare ad esagerare, dagli il tempo di crescere un po’. Ho chiamato tutti al Dirty Robber, darò la notizia, forza andiamo.
“Si, abbiamo da festeggiare stasera.
Finalmente con Maura era tornata la nostra solita intesa, ci eravamo parlate apertamente e risolto tutto. Al Dirty erano arrivati tutti e ordinai birra e vino per tutto il tavolo.
“Stasera si festeggia, dissi sedendomi. Finalmente il caso è stato risolto però ci sarebbe un’altra cosa da festeggiare, volevo dirvi che
“Dai Jane, non tenerci sulle spine, mi incitò Frankie, voglio bere.
“Sempre il solito, volevo dirvi che, sono incinta, aspetto un bambino.
Ci fu un chiacchierio generale ed erano tutti contenti.
“Infatti tu berrai sidro o succo di arancia, disse Maura.
“Cosa?, no, assaggio un po’ del tuo vino. Sarà l’ultima volta lo prometto.
“Va bene, ma mezzo bicchiere.
Si unì anche il capitano e da lì la mia famiglia era al completo.
Avevamo chiuso un caso molto difficile, mi aveva presa molto e avevo rischiato di perdere Maura. Ora che tutti sapevano del bambino, la mia vita lavorativa sarebbe cambiata completamente ma contrariamente a quello che credevo, ero felice.


Qui finisce il mio racconto, un grazie a chi lo ha letto e a chi lo leggerà. E’ stata la mia prima FanFiction e mi ritengo ampiamente soddisfatta. Non nego che stia pensando di proseguire la storia,  ho lasciato alcune cose in sospeso e ci sto lavorando. Vedremo.
Grazie ancora a tutti.




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Capitolo 14
*** 14) Non potevo lasciarlo a metà, ne ho scritti altri tre. Ecco il primo. ***


cap ora Era il mio giorno libero e me la presi comoda, mi alzai dal letto solo quando il sole aveva invaso tutta la stanza e il profumo di caffè appena fatto, arrivò al mio naso. Mi stiracchiai un po’ e guardai la sveglia.
“Mamma, che buon profumino, arrivo, dissi entrando in cucina in mutande e maglietta.
Rimasi impietrita, senza parole e un po’ in imbarazzo.
“Casey,  ma… quando sei arrivato?, chi ti ha fatto entrare?.
Mi venne incontro e mi abbracciò forte.
“Volevo farti una sorpresa, ho corrotto tua mamma. Come stai Jane?.
Mi presi un minuto per riprendermi e bevvi un grande sorso di caffè.
“E’ dec, specificò.
“Grazie, quello vero non posso berlo. Alla fine ti hanno dato il permesso, sono felice.
“Solo 30 ore ma dovevo venire da te. Come stai?, fatti vedere bene.
“Sto bene e tu?, com’è la vita con la guerra?.
Mi parlava e mi toccava le braccia e la pancia.
“Quindi abbiamo ben 30 ore tutte per noi?, gli chiesi baciandolo.
“Oramai 26 ma si.
“Potevi svegliarmi, ieri abbiamo chiuso un caso complicato che mi ha scosso molto, ma non parliamo di questo ora. Che vuoi fare?.
In quel momento entrò Maura con la tuta e le scarpette per andare a correre.
“Jane andiamo a corr… oh scusate, non sapevo… ciao Casey, che bello vederti, gli disse Maura.
“E’ bello vedere voi.
Guardai Jane e la trovai tranquilla.
“Ok, vado a correre, ci vediamo dopo in ufficio, mi disse.
“No, è il mio giorno libero e…
“Ah ok, buona giornata allora.
Si congedò alla svelta per paura di interrompere qualcosa.  Casey iniziò a baciarmi e la mattinata la passammo soli soletti.
“Comincio ad aver fame, gli dissi, il bimbo consuma molte energie.
“Ci penso io, tu rimani qui.
Andò in cucina e il mio cellulare vibrò.
“Nooooo vi prego, oggi no!.
Da sotto il cuscino risposi.
“Frankie che vuoi?, cosa?, parla più piano che non capisco niente, rallenta!. Oh mio Dio, arrivo subito.
Feci una doccia lampo, salutai a malincuore Casey e scappai di corsa. Raggiunsi gli altri e rimasi pietrificata. Una sparatoria a pochi metri dalla casa dei miei genitori e il morto era un nostro grande amico. Iniziarono a scendermi le lacrime e mi concessi qualche secondo. Sentii la mano di Maura sfiorarmi la spalla.
“Tutto ok?, mi chiese.
“Conoscevo la vittima.
“Si Frankie mi ha raccontato tutto, potevi rimanere a casa, qui abbiamo finito.
“Dov’è Frankie?, non può stare solo, dimmi cos’è successo?, dissi asciugandomi l’ultima lacrima.
“Per ora posso solo dirti che gli hanno sparato, ho contato due fori ma ti saprò dire meglio dopo l’autopsia. Dal sangue trovato sotto il corpo sembra essere morto dissanguato.
“Da piccoli eravamo inseparabili, come fratelli, dissi. Quindi c’è stata una sparatoria?.
“Jane vai a casa e stai con Casey, io vado in laboratorio e inizio gli esami. Se ci saranno novità, ti chiamo ok?. Non avrà molto tempo per stare qui immagino.
“No, poche ore. Cerco Frankie e poi torno, chiamami appena avrai qualche risultato, appena lo saprà mamma morirà di dolore.  Aspetto tue notizie.
“Si, ora vai e calmati un po’.
Trovai Frankie e lo abbracciai, era sconvolto quanto me e questo nuovo omicidio ci avrebbe sconvolti molto. Parlai un attimo con Korsak e Frost e tornai a casa.
“Ehi tutto bene?, mi chiese Casey preoccupato.
“No, per niente, hanno ucciso un ragazzo che conoscevo.
“Mi dispiace, vuoi andare al lavoro?.
“No, Maura inizierà l’autopsia e gli altri stanno facendo i prelievi delle prove e gli accertamenti.
“Che posso fare per farti star meglio?.
“Niente, dissi baciandolo, dobbiamo andare da mia madre e darle la notizia.
“Ok, andiamo.
Con il suo supporto, diedi la notizia a mia mamma e come immaginavo, scoppiò in un pianto infinito. La strinsi forte a me e piansi con lei. Casey se ne stava da una parte inerme, l’unica cosa che potesse fare, era rispettare il nostro dolore.
“Scusa Casey, non sei tornato per vedere questi spettacoli, mi dispiace, gli disse mia mamma.
“Non lo dica nemmeno per scherzo signora Rizzoli.
Gli sorrisi e mi sedetti accanto a lui.
“No sul serio, scusami, le dissi, di sicuro non volevo passare così le poche ore con te.
Il mio telefono vibrò.
“Scusa è Maura, devo rispondere. Ciao, hai qualche novità?.
“Si Jane, dovresti venire in laboratorio, al telefono è complicato.
“Arrivo subito. Mamma noi dobbiamo andare, ci vediamo dopo. Tu vieni con me?, chiesi a Casey.
“Si, così colgo l’occasione di salutare gli altri.
Insieme andammo alla centrale, io diretta da Maura e lui negli uffici.
 “Ciao, le dissi.
“Ehi, tutto bene?, come stai?.
“Un po’ sconvolta, poco fa l’ho detto a mia mamma, dimmi che novità ci sono, dissi quasi in automatico.
“Si, gli hanno sparato 3 colpi d’arma da fuoco, uno ad una gamba e due al petto, stanno analizzando i proiettili ma dal foro di entrata posso già dire che non si tratta di una semplice pistola. Il foro è bello grande e abbastanza lacerato.
“A cosa pensi?.
“Non tiro ad indovinare ma sembra più un fucile da caccia per grossi animali.
“Aspetteremo i risultati, hai visto Frankie?, sarà sconvolto.
“Quando sono andata via dalla scena del delitto era ancora lì, lavorare gli farà bene, tu invece dovresti stare un po’ più a riposo.
“Sto bene, davvero.
“Mi spiace che sia successo tutto questo ora che Casey è qui, mi disse.
“Già, è andato a salutare gli altri disopra.
“Jane stai con lui finché non se ne andrà, avete così poco tempo.
“Si, ora torneremo a casa, ripartirà domattina alle 04:00, però prometti di chiamarmi se hai novità importanti.
“Te lo prometto, ora vai, ci sentiamo presto.
La salutai e andai disopra. Dissi a Korsak e Frost che sarei tornata a casa ma avrei tenuto il cellulare sempre acceso. Casey salutò tutti e ce ne andammo. Visto il bellissimo pomeriggio di sole, andammo a fare una passeggiata al parco. Adoravo il parco.  Ci sdraiammo nell’erba e Casey iniziò a parlare.
“Jane, chi dei due lascerà il lavoro?, mi domandò a bruciapelo.
“Perché è così difficile?, chiunque lo faccia, avrà la carriera mezza rovinata, non è giusto.
“Lascerò l’Afghanistan e troverò un lavoro qui a Boston, disse senza esitazione.
Lo guardai seria e notai tutta la sua sincerità.
“Ascolta, non dobbiamo decidere ora, hai un lavoro importante, la Nazione ha bisogno di te, i tuoi soldati hanno bisogno di te, non puoi abbandonarli.
“Anche tu hai bisogno di me, non posso più rischiare la mia vita, non più.
“Non decidiamo ora, facciamo in modo che queste poche ore siano speciali.
Mi baciò.
“Ok, che vuoi fare?, mi chiese.
“Torniamo a casa, comincio ad essere stanca.
Mi aiutò ad alzarmi, comprammo qualcosa per cena e tornammo a casa. Mi feci una bella doccia mentre lui preparava la tavola per mangiare. Gli piaceva molto prendersi cura di me ed io lo lasciavo fare. Passammo la serata in piena serenità, dormimmo qualche ora e alle 02:00 suonò la sveglia. Decisi di accompagnarlo all’aeroporto malgrado la stanchezza. Ci salutammo davanti al terminal N°4 e lo vidi andarsene di nuovo. Tornai alla macchina con un po’ di malinconia, anche se per poche ore, ero stata davvero bene con Casey. Lo amavo molto ed era il papà di mio figlio.

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Capitolo 15
*** 15) Siamo quasi alla fine. ***


ADESSO Stavo percorrendo la statale 22, era una scorciatoia e vista l’ora non incontrai nessuno. All’incrocio davanti al parco, fui colpita in pieno da un’altra macchina che non mi aveva dato la precedenza. Feci alcune giravolte fino a fermarmi su un palo della luce. Persi i sensi per un po’ e quando aprii gli occhi, avevo già i soccorritori al lavoro.
“Mi sente signora?, come sta?, mi diceva uno di loro.
“Non… non riesco a muovermi, sono incinta, sono un detective della omicidi Jane Rizzoli, vi prego chiamate subito la dottoressa Maura Isles.
Perdevo ogni tanto conoscenza e facevo fatica a parlare.
“Lei stia tranquilla, qui facciamo tutto noi.
Mi misero la maschera dell’ossigeno e persi di nuovo i sensi. Il dolore era forte e mi bloccarono la testa con un tutore, avevano paura di qualche danno alla colonna vertebrale.
“Signora, ci dica cosa le fa male, mi chiesero.
“Avete chiamato la dottoressa Isles?, dissi urlando.
“Si, sta arrivando, ci aiuti a capire cos’ha?.
“Ho dolore al collo e all’addome, fatemi uscire da qui, dissi piangendo.
“Di sicuro le cinture di sicurezza le hanno dato una bella strattonata, si rilassi, ora la faremo uscire.
Sentivo un rumore metallico, tipo un enorme trapano e dedussi che stavano rompendo la carrozzeria della macchina per farmi uscire. Sentivo odore di benzina e la cosa mi stava nauseando. Non potevo resistere un secondo di più. Persi i sensi di nuovo.
“Jane, ti prego svegliati, forza, apri gli occhi.
Sentivo la voce di Maura in lontananza, volevo parlare ma la mascherina dell'ossigeno me lo impediva. Aprii gli occhi e vidi Maura tirare un sospiro di sollievo.
“Oh mio Dio, grazie al cielo, disse lei con gli occhi pieni di lacrime.
Mi stavo agitando e Maura ordinò di darmi un tranquillante e un antidolorifico.
“E’ incinta, fate piano, disse ai soccorritori.
“Ce l’ha detto, ora la tiriamo fuori dalla macchina.
Dovettero rompere tutta la fiancata e un pezzo di tettuccio per farmi uscire, la cosa era alquanto complicata. Mi tenevo forte la pancia, il dolore aumentava e non riuscivo a fare nulla. I vigili del fuoco parlavano tra loro e capii che non era un lavoro facile. Ne valeva la mia incolumità e quella del bambino. La cintura di sicurezza era bloccata e la tagliarono di netto. Mi stabilizzarono tutta e finalmente mi fecero uscire e stendermi in una barella. Ero ancora sveglia ma con la mente molto annebbiata, non avevo smesso di piangere e sentivo le forze svanirmi.
Allungai la mano e Maura me la strinse forte, mi stavo addormentando o era ancora uno svenimento. Sentivo le sirene e la barella muoversi molto, ero dentro l’ambulanza direzione ospedale. Un dottore era sopra di me per tenermi più ferma possibile mentre un’infermiera teneva in alto la flebo attaccata al mio braccio. Cercai con lo sguardo Maura ma non la vidi.
“Il mio bambino, come sta il mio bambino?, dissi, non smettevo un secondo di piangere.
“Cerchi di star tranquilla, ora andremo in ospedale e le faranno tutti gli accertamenti, mi disse il medico.
“Dottore mi fa male la pancia, tanto male, mi dica del mio bambino.
Urlavo, urlavo forte e mi addormentarono con una dose di tranquillante.  Ancora una volta mi risvegliai con molti medici ed infermieri intorno. Cercavo Maura ma di sicuro le avevano impedito di entrare. Ero stordita e non sentivo bene quello che dicevano i medici. Il dolore era passato e vidi il mio corpo completamente coperto da un lenzuolo blu. Mi stavano operando, lo avevo capito, mi stavano operando ma non riuscivo a capire a cosa. Ancora la mascherina dell’ossigeno e mi addormentai.
Maura aveva chiamato Frankie e mia mamma ed ora erano tutti in sala d’attesa. Li raggiunsero anche Frost, Korsak e il capitano. Il mio intervento durò qualche ora e poi il medico andò da loro.
“Come sta?, chiese mia mamma.
“Ora bene, aveva la milza perforata e gliel’abbiamo dovuta togliere, due costole incrinate, è stata colpita alle gambe e alla schiena ma quelli sono traumi che passeranno alla svelta e…
“Il bambino?, chiese Maura.
Scrollò la testa come a dire “non abbiamo potuto salvarlo.
Scoppiarono a piangere senza che il dottore emettesse parola.
“Ancora la detective non lo sa, non è mai stata cosciente per molto. Se volete potete entrare, è sedata e rimarrà incosciente ancora per un po’. Mi spiace.
“Grazie, sono sicura che avete fatto un ottimo lavoro, disse Maura da medico.
Per prima entrò mia mamma che rimase lì immobile per non so quanto tempo, di sicuro nella sua mente stava pregando e ringraziando qualche Dio. Maura invece andò direttamente nella piccola chiesina dell’ospedale. Voleva rimanere sola, piangere in santa pace e avere qualche minuto per riprendersi. Accese una candela, si sedette nella prima panca davanti all’altare e fissò il crocefisso appeso al muro. Nessuna di noi era molto religiosa ma evidentemente in casi come questi, l’unica cosa da fare, era pregare. Dopo molto, venne in camera mia, si sedette in una sedia e si accostò il più possibile al letto. Controllava tutti i macchinari, il bip del cuore era nella norma e la flebo scendeva goccia-goccia come previsto. Avevo fili attaccati in entrambe le braccia e Maura mi prese la mano. Erano passate tre ore dall’operazione e aspettava il mio risveglio. Intanto entrarono tutti gli altri ma poi decisero che stare lì era inutile e lavorare era il miglior passatempo in attesa del mio risveglio. Anche mamma tornò a casa, non aveva più le forze per star lì.
“Angela, sei sfinita, vai un po’ a casa e riposati, le disse Maura, ti chiamo appena si sveglierà.
“Anche tu lo sei, torna a casa pure…
“No Angela, aspetto il suo risveglio, poi ci daremo il cambio.
“Va bene, ti porto dei vestiti puliti e qualcosa da mangiare.
“Ok, grazie.
Entrò l’infermiera per controllare i parametri vitali di Jane.
“Tutto procede bene, disse, a Maura, sta riprendendo un bel colorito e questo è un bene.
“Si, non resta che aspettare il suo risveglio.
“Entro stasera si sveglierà, stia tranquilla.
Fece di si con la testa e continuò a guardarmi. Mi parlava, non smetteva un secondo di parlarmi, convinta che mi avrebbe fatto bene e che io la potessi sentire. Mi spiegava il funzionamento di tutti quei macchinari che avevo intorno, usava parole scientifiche a me quasi sconosciute ma così familiari per lei. Quando era nervosa parlava, parlava a ruota. Di solito la stoppavo con un “ok ok, basta” oggi non potevo. Aveva tutto il diritto di dire cose che solo lei capiva. Alle 17:00 arrivò il primario per la visita post operazione e le disse che stavo migliorando e tutto sarebbe andato bene.
“Posso dirle io del bambino?, è la mia migliore amica e so come farlo.
“Certo che si, se avesse bisogno di qualcosa, chiami pure.
“Grazie, lo farò.
Verso l’ora di cena tornò Angela e mi portò un cambio pulito e da mangiare.
“Maura mangia qualcosa, non tocchi cibo da questa mattina.
“Si, in effetti ho fame, non serve a nulla digiunare.
“Brava, hai sentito i dottori?.
“Si Angela, sembra essere tutto a posto, dobbiamo solo aspettare il suo risveglio. Dobbiamo essere cauti sulla notizia del bambino, agitarsi non le farà bene, i punti del taglio sono ancora troppo freschi, le spiegò meglio che poteva.
Angela scoppiò di nuovo a piangere e l’abbracciò, malgrado il suo non volere mai un contatto umano con nessuno.
“E Casey?, disse ancora mia mamma.
“Con calma lo chiamerà Jane, non voglio essere io a dargli la notizia, mi basta dirlo lei, disse indicandomi.
“Hai ragione e poi ancora sarà in viaggio, è inutile disturbarlo.
“Era così felice Jane ieri, ama davvero Casey, disse Maura.
“Si Maura, sarà una batosta terribile per lei, le servirà molto… molto tempo per superarla…
Smise di parlare e fissò un punto immaginario con gli occhi gonfi di lacrime.
“Angela, che ti succede?.
“Ci sono passata, ho vissuto anch’io la perdita di un figlio…
Maura si alzò in piedi e la raggiunse abbracciandola.
“Non lo sapevo, mi spiace, vuoi parlarne?.
“Non lo sa nessuno, a parte Frank. E’ stata la mia prima gravidanza ma non è andata a buon fine.
“Può capitare, non incolparti, è molto frequente alla prima gravidanza. Perché non lo hai mai detto a nessuno?.
“Non mi piace parlarne e mi rende triste. Sono passati talmente tanti anni oramai. Anche Jane la supererà alla grande.
“Certo che si.
Intanto dormivo beatamente e non ne volevo sapere di svegliarmi, non volevo sentire altro dolore fisico ne tantomeno ascoltare le parole di Maura. Mia mamma tornò di nuovo a casa mentre Maura rimase con me e Frankie tutta la notte. Parlarono molto fino a quando, esausti, si addormentarono intorno al mio letto, appoggiando le teste sulle mie gambe. L’anestesia iniziava a svanire e cominciavo a capire bene dove fossi. Ricordavo lo schianto e il rumore dei vetri rotti, ricordavo tanto dolore alla pancia e molti medici intorno a me.

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Capitolo 16
*** 16) Ultimo capitolo del mio racconto. Ora è davvero finito, grazie a tutti. ***


adesso “Ehi!!! è questo il modo di fare assistenza medica?, dissi con un filo di voce.
“Janeeee, disse Maura, ti sei svegliata finalmente!.
“Sorellona, che bello sentire la tua voce e le tue prediche, ci sei mancata.
Ovviamente ero debole e poco lucida ma loro parlavano a ruota e quasi in contemporanea.
“Vado ad avvisare mamma, disse Frankie.
“Si, le rispose Maura senza smettere di fissarmi. Allora, come stai?, ti fa male qualcosa?.
Mi guardai in giro e notai tutti quei macchinari e i tubicini attaccati alle mie braccia.
“Mi fa male tutto dottoressa… come sto?, devo morire?.
“Jane non fare sempre la sciocca, hai rischiato grosso anche questa volta. Ti hanno travolta ad un incrocio e…
“Il bambino, Maura come sta il bambino?.
L’espressione del viso di Maura disse tutto, non c’era bisogno di parole, non sapeva mentire e le diedi modo di ordinare un discorso.
“Mi dispiace Jane, hanno fatto tutto il possibile.
La guardavo, la guardavo mentre cercava di parlare, di non piangere e di tirarmi su il morale. Ovviamente missione non compiuta. Iniziai a piangere, in silenzio, quasi per non voler disturbare nessuno. Quel dolore era il mio, il mio solo.
“Maura, non fare così, le dissi appena vidi le sue lacrime scorrere dalle sue guance.
“Si lo so scusa, non dovrei farmi vedere così, dovrei essere io a confortare te.
“Raccontami dell’incidente, le chiesi
“L’altra macchina non ha rispettato una precedenza e ti ha preso in pieno, hai carambolato per un po’ e finita contro un palo della luce.
“Come sta l’altro guidatore?.
“Trauma cranico e alcune fratture, è un ragazzo di 35 anni.
“Devo avvertire Casey, dissi, deve saperlo al più presto.
“Si, appena potrai usare il cellulare lo farai, qui non è permesso.
“Giusto. Quanto mi terranno rinchiusa?.
“Sei la solita, non sei rinchiusa Jane, sei ricoverata con vari traumi.
“Per me è la stessa cosa. Novità sul caso?.
“Non ho sentito nessuno, ancora non è giorno, sono le 4:50 di mattina.
“Perché non vai a riposarti un po’?, le suggerii.
“Non ti lascio sola, non ci sperare.
“Qui non puoi far niente.
“Smettila!.
Mentre parlavo, mi accarezzavo la pancia, sentivo lo spessore delle garze, il taglio mi faceva male ma non ne potevo fare a meno. Accarezzarmi la pancia era diventato un piccolo rito, era come prendermi cura del mio… bambino.
“Quindi… non diventerai zia, le dissi all’improvviso.
Mi prese la mano e la strinse forte.
“Un giorno sarai un mamma meravigliosa Jane, potrai avere tutti i bambini che vorrai ed insegnargli a giocare a baseball.
Faceva fatica a non piangere ma riuscì a trattenersi. Nel frattempo arrivò mia madre e non ci nascose per nulla la sua commozione. Piangeva a dirotto e mi guardava.
“Ehi Ma, così non mi sei d’aiuto, smettila. Sto bene e starò meglio appena uscirò da qui.
Guardò Maura e capì che sapevo del bambino, si calmò e si sedette nella sedia libera alla mia sinistra. Frankie era davanti al letto, immobile e silenzioso.
“Perché non vai a cercare chi ha ucciso Mike?, dissi a Frankie.
“Si ora ci vado, tornerò più tardi con le novità.
“Ecco bravo, tienimi informata.
Mi diede un bacio e se ne andò. Arrivò l’infermiera e notò con soddisfazione che tutto era andato bene. I miei valori erano tornati nella norma ed ora dovevo fare una calma convalescenza.
“Per caso avete hamburger e birra?, le domandai.
“Sta scherzando vero?, disse a mia mamma.
“Purtroppo è seria me lei la ignori e basta. E’ l’unico modo per farla smettere, rispose Maura guardandomi male.
“Ah ok, oggi se le va bene, le porteranno un brodino e un budino di mela.
“Blahhhh, ne faccio a meno volentieri.
“Come vuole, per oggi niente cibo per lei, non le toglierò ancora i tubi, vedremo a cena ok?.
“Grazie, le disse mia mamma, la terremo a bada noi.
A metà mattinata mi raggiunsero gli altri con alcune novità sul caso. Avevano scoperto l’arma del delitto, era un vecchio fucile da caccia ormai fuori produzione, Frost stava spulciando i vecchi tabulati di vendita per risalire almeno al primo proprietario. 
“Notizie della famiglia di Mike?, chiesi a Korsak, i suoi genitori saranno sconvolti.
“Sai che c’è Jane, visto che qui non hai bisogno di niente, andrò a trovarli, mi disse mia mamma.
“Ottima idea, fai le condoglianze anche per me e salutami sua sorella. Appena posso, ci andrò pure io.
“Ok.
Mi diede un bacio e se ne andò.
“Vai un po’ a casa Maura, sei distrutta, le dissi. Devi risposare.
“Smettila di ripeterlo, non mi muovo da qui. A casa non saprei che fare e al lavoro per oggi possono fare a meno di me. Susie ha tutto sotto controllo. Il tuo fisico si sta riprendendo alla grande ma dentro non puoi star bene, sai, credo che dovresti piangere e liberare un po’ di dolore.
“Lo farò, ma non qui, le risposi, devo trovare il modo di dirlo a Casey.
“Lo troverai ma non ora. Prima devi elaborare il tuo di dolore, tenerlo dentro non ti giova. Prima lo farai e prima ti sentirai meglio.
“Dici che sarà possibile che mi senta meglio?, ce la farò a superare questa perdita?, le chiesi mettendola un po’ in difficoltà.
“Certo che ce la farai e noi ti aiuteremo. Non puoi farcela da sola, non fare come il tuo solito intesi?, chiedi aiuto e lascia che ti aiutiamo ok?.
Arrivarono gli altri e per molto tempo si parlò di lavoro. Per me era un toccasana, adoravo il mio lavoro e mi avrebbe liberato la mente da quello che era successo. Non avevano grandi indizi ma molte idee e supposizioni. In fondo il caso era aperto da pochissimo. Maura mi disse che sarebbe andata a prendere un tè al bar e ci lasciò soli. Mentre stavamo parlando, entrò il medico seguito a ruota da Maura.
“Che succede?, chiesi subito.
“Le facciamo una nuova tac, vorrei vedere di nuovo le sue ferite interne.
Guardai Maura e mi fece si con la testa, era una cosa buona.  Mi trasportarono con tutto il letto.
“Vieni anche tu?, le chiesi.
“Si ti accompagno e ti aspetto fuori.
“Ok.
La costola era quasi tornata in posizione e i punti della milza tolta si stavano cicatrizzando bene. 
“Ora spetta solo a lei, si rimetta con calma e non abbia fretta di tornare al lavoro, le disse il primario.
“Finché starò qui lo prometto, poi non lo so.
“Janeeeee, rispose Maura allarmata, certo che starà a riposo dottore, piuttosto faremo dei turni per tenerla buona.
“Ancora qualche giorno di degenza e poi la dimetteremo.
“Perfetto, risposi.
Gli altri tornarono alla centrale mentre noi lì a fare quattro chiacchiere.
“Sta andando tutto bene, mi disse Maura, se continui così domani ti sposteranno in una camera normale e inizierai a mangiare.
“Non vedo l’ora e avrò la tv per vedere la partita, domani ci sarà una partita importante.
“Ah certo, le tue priorità.
“Giusto, dovrò chiamare Casey… non ce la farò mai a dargli la notizia.
Mi toccai involontariamente la pancia ma tolsi le mani immediatamente.
“Devo togliermi anche questo vizio, dissi con gli occhi gonfi di lacrime.
“Jane, un passo alla volta, non affrettare le cose ok?. Non affrettare niente, tutto avverrà naturalmente.
“Quello che mi è successo non ha niente di naturale Maura, il destino mi ha fatto davvero un bruttissimo scherzo.
“Lo credo anch’io ma avrai altre opportunità. Sei giovane ed in perfetta forma, non tarderà quel momento.
La guardai.
“Non cercare l’orticaria, questa volta lo penso davvero e non sto mentendo.
“Già, dissi solo.
Convinsi tutti a lasciarmi sola la notte, sentivo il desiderio di stare da sola, non avevo ancora fatto un bel pianto liberatorio e volevo qualche ora tutta per me.
Tutti immaginavano il mio dolore ma nessuno di loro poteva minimamente avvicinarcisi.
                                                 **************************
Dopo 10 giorni e mille promesse che non sarei ritornata la lavoro subito, lasciai l’ospedale. Non avevo più nessun dolore fisico ma dentro di me non avevo ancora metabolizzato tutto. Tutti mi offrirono un letto e una sistemazione per la convalescenza ma decisi di andare a casa mia. Solo a Maura diedi il permesso di rimanere con me la prima notte, poi, patti chiari, ognuna nelle proprie case. Volevo coccolarmi con hamburger, birra e caffè ma con lei trai piedi, mi restava difficile. La prima cosa che feci, fu quella di chiamare Casey ma come al solito non era raggiungibile. Non gli lasciai nessuna e-mail, queste notizie andavano date a voce, doveva sentire la mia tristezza ed io il suo dolore. Maura mi preparò la cena e dopo le mie mille suppliche, optò per degli hamburger fatti da lei e del pane integrale, niente birre ne salse strane ma patate cotte al forno. Accettai il compromesso, per una cena potevo sorvolare. Fece tutto lei e dopo riordinato la cucina, si sedette sul divano insieme a me.
“Quando potrò tornare al lavoro?, le chiesi.
“Appena la commissione ti darà l’ok, stai guarendo molto velocemente, vedrai che sarà a breve.
“Domani mattina convoco Korsak e Frost, voglio le ultime news sul caso Mike. Gli devo almeno la cattura del suo assassino.
“Non credo che potrai farlo sai?, finché non avrai l’ok non puoi lavorare a niente.
“Cosa?, no, questo è un mio caso e…
“E niente, intanto ci penseranno gli altri. Rischi il licenziamento, mi disse seria.
“Ma dai, chi lo verrà a sapere?.
“Lo sai?, puoi rispettare qualche regola ogni tanto, non ci si muore, te lo garantisco.
“Ora spiegami che male faccio se i miei colleghi mi raccontano gli ultimi sviluppi sul caso.
“Nessuno ma queste sono le regole e se tieni al tuo lavoro, le rispetterai.
“E che palle e poi…
“Jane, niente parolacce per favore.
“Si scusa però non lo trovo giusto. Comunque gli chiederò lo stesso di passare, almeno a Frankie.
“Non lo mettere nei pasticci, lui ancora è alle prime armi, mi disse.
“Hai ragione, meglio Korsak o Frost.
“Sei senza speranza.
“Già!.
                                            *********
Senza chiedere nulla, la mattina prestissimo vedemmo arrivare i miei colleghi con la colazione e un po’ di notizie sul caso. Maura non ci raggiunse subito, per lei era ancora presto per alzarsi.
“Io vi adoro, gli dissi, ditemi tutto.
“Siamo arrivati alla conclusione che sia stata una rapina finita male. Mike aveva prelevato molti contanti al bancomat e sono spariti. Non c’è nulla che ci dica che ci sbagliamo.
“Non ci credo, dissi, morto per qualche dollaro e immagino nessuna telecamera che abbia ripreso la cosa.
“Immagini bene, a Boston Sud le telecamere non funzionano mai. Dai tempi di Paddy Doyle.
“Vero, la mafia comanda ancora. Povero Mike, dissi sconsolata.
“Chiudiamo il caso?, mi domandò Frost.
“Se siamo tutti convinti si, anche per Maura non c’è un granché di misterioso.
“Bene, allora possiamo ridare il corpo alla famiglia.
“Si, dissi, oggi pomeriggio andrò da loro.
“Non vieni al lavoro?, mi domandò Korsak.
“Non prendermi in giro, non ho ancora ricevuto l’ok dal dipartimento. Chiederò a Maura di accompagnarmi.
“Perfetto, ora togliamo il disturbo.
“Grazie ragazzi, anche per la colazione, con Maura avrei mangiato polistirolo e semi vari.
“Ti ho sentita, disse da metà scale.
“Oh mamma, ciao ragazzi a presto.
“Buongiorno dottoressa, a presto e la tenga ferma.
“Più facile fare un’autopsia ad un elefante, rispose guardandomi storto.
Se ne andarono e Maura iniziò a preparare la sua colazione. Io rimasi nel divano guardando un punto indefinito della stanza.
“Che c’è?, mi domandò.
“Niente, abbiamo chiuso il caso Mike, rapina finita male.
“E?.
“E niente, non troveremo mai l’assassino come avevo promesso.
“Dai Jane, non sempre i casi si risolvono come vorresti.
“Davvero una morte stupida, povero Mike.
“Ora senza un caso tra le mani, sarai meno scorbutica, un punto per me.
“Lo sai che mi dovrai sopportare lo stesso vero?, non cantar vittoria fino a questa sera, le dissi puntandole il dito indice.
“Ok, vai a vestirti che usciamo, shoppinggggggg.
“Cosaaaaaaa??, ti ricordo che sono malata.
“Per lo shopping non lo sei affatto, sbrigati.
Sentii il rumore di Skype del mio pc e il suono di una mail arrivata.
“E’ Casey, vado in camera, dissi a Maura.
“Ok.”
Gli diedi la notizia, gli raccontai tutto e nel frattempo piangevo, finalmente piangevo. Piangevo anche perché sapevo, dentro di me, che non lui non avrebbe funzionato ed un rapporto a distanza sarebbe stato deleterio per me. Ci salutammo con un arrivederci che aveva il sapore di un addio ma nessuno dei due aveva il coraggio di pronunciare quelle parole. Mi feci la doccia, tolsi via quelle lacrime salate dal mio corpo e tornai disotto. Maura non disse una sola parola, sapeva tutto ma rispettò il mio silenzio. Uscimmo, guidò lei, ovviamente non mi portò in giro per negozi come detto poco prima ma al mare, luogo dove adoravo stare quando avevo i miei momenti no. E questo era davvero un mio momento no, senza ombra di dubbio. Così guardando le onde, guardando il cielo e i gabbiani dedussi che la vita andava vissuta lo stesso, anche se a volte le mazzate ti fanno pensare il contrario, anche se le delusioni sembrano non finire mai, anche quando eri disposto a cambiare la tua vita per amore, di un compagno, di un figlio. Anche quando il cuore ti si spezza in due e pensi che non riuscirai mai a rimettere in ordine.
Guardando il mare però capisci che ce la puoi fare, le onde di spezzano sulla riva ma ce ne è sempre una nuova e una ancora e una ancora. Niente finisce. Niente.

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