La dura legge del tacco 12

di Maga_MaRgot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incipit ***
Capitolo 2: *** Ann ***



Capitolo 1
*** Incipit ***


Incipit
 
Adoro il periodo prenatalizio.
Mi inebria più che altro l'aspettativa dell'attesa, dei regali, della festa in famiglia e del sapore del cibo di cui finalmente, dopo dodici mesi consacrati a Pierre (Dukan), potrò ingozzarmi.
E' l'unico periodo dell'anno in cui i muscoli facciali di tutti quelli che incontri si decontraggono per sciogliersi in un costante sorriso da ebete, il virus diabetico da baci e abbracci è all'apice del suo ciclo vitale e respiri cannella e zenzero persino dal pescivendolo.
Lo amo.
Solo vorrei durasse in eterno evitando di culminare nel giorno più disastroso dell'anno: il 25 dicembre, Natale.
Perchè?!
Ecco il perchè: non dovrei sottoporre la mia Master Card a perdite emorragiche, non sarei costretta a farmi deliziare con la solita storia su come vengono cauterizzati i capillari di zia Marcy e, soprattutto, i centimetri del mio giro vita non subirebbero lo sbarco in Normandia dei carboidrati!
Ma c'è una cosa che più rende speciale dicembre ed è la Reunion delle Superchicche: io, Charlotte, Ann e Sophie abbandoniamo i nostri lidi per convergere in un we di stravizi e coccole una SPA della city.
Abbiamo dato il via a questa geniale "habitude" quando abbiamo realizzato di essere davvero delle originali Superchicche: ragazze con qualche annetto in più..insomma qualche anno prima dell'avvicinarsi dello spauracchio della menopausa e molti anni dopo l'adolescenza.
E se la vita (nella fattispecie gli uomini e la progenie che tre di noi hanno avuto l'immenso coraggio di mettere al mondo) non ci ha mai separato, la nostra amicizia varrà bene 500 dollari spesi al Cajoler: lo consideriamo un piccolo premio fedeltà.
La nostra non è la solita amicizia dei tempi del College, ognuna di noi si è aggiunta al gruppo in occasione di eventi più o meno drammatici.
Il fatto che fossero drammatici è dipeso dall'essere caratterizzati da incontri con l'altro sesso e il più o meno da quanto sono stati stronzi (ndr: il mio correttore automatico non accetta la parola stronzi...forse se la declinassi al femminile non si sentirebbe più offeso e la smetterebbe di suggerirmi termini alternativi?!) i maschietti.
Ecco, credo che sia proprio questo il collante che ha cementificato la nostra amicizia negli anni: la condivisione empatica delle sfighe delle altre.
Detto così suona molto zitelle acide incattivite con gli uomini e completamente disilluse?
Bene, ho reso l'idea.
Non che i maschi siano banditi  dalle nostre vite..anzi!
Insomma il sesso maschile è decisamente  il benvenuto nel nostro tram tram quotidiano, ma solo se alternato ad un appuntamento di lavoro, una seduta dal dentista, una puntatina in lavanderia e una riunione del comitato "genitori uniti per una mensa scolastica migliore", non in pianta stabile nella nostra camera da letto!!!
Su una cosa tutte e quattro siamo d'accordo: in casa nostra mai più trogloditi che inforcano pantofole in velluto a coste e brandiscono telecomandi per affermare il potere rivendicando il diritto di una 24 ore di rutti e sport in TV!
Unite e compatte, anche se ognuna di noi ha il suo carattere e il suo modo di vedere le cose ovviamente e non mentirebbe mai per adeguarsi al PROFILO delle altre..mai!!
Come quando Ann piombò nella nostra vita, fu la prima ad aggiungersi al binomio formato da me e Charlotte.

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Capitolo 2
*** Ann ***


La cosa che senza dubbio non si può dire di Ann è che sia un tipo che passa inosservata: è una donna affascinante e sa di esserlo.
E' autoironica, sportiva, sensuale, ha una pelle meravigliosa e...non capisce davvero una beata di uomini!
Sbattemmo letteralmente una dentro l'altra in un piovosissimo martedì di ottobre, io stavo uscendo dal bar dove facevo solitamente colazione e lei stava entrando per lo stesso mio motivo.
"Scusa, sono la solita cretina" mi disse con la sua leggera erre moscia mentre cercava goffamente di sganciare una delle bacchette del suo ombrello dall'orlo della mia gonna.
Rimanemmo in quella posizione assurda, cercando di fare meno danno possibile, e non farmi rimanere in mutande, il tempo necessario per far scattare quel non so che che mi fece decidere di prendermi una mezz'ora di permesso al lavoro per farmi offrire un caffè da lei "Per il disagio che ti ho causato è il minimo!" mi disse.
Fu amore a prima vista.
Mi entrò subito nel cuore.
Mi piaceva il suo modo di essere diretta, senza fronzoli e sbavature, una donna concreta insomma.
Mi cambiò la giornata e decisi che sarebbe valsa la pena aspettarla il giorno successivo per ricambiare il caffè.
Il mercoledì si presentò con la sua sacca da palestra ed il solito sorriso contagioso "Ciao che piacere..oggi niente ombrello: sono innoqua!" mi disse ridendo.
Dopo due parole mi accorsi che dietro i suoi modi gentili e affabili si nascondeva una Santa Barbara pronta ad esplodere.
"Scusa eh ma sono sposata con un deficiente!" esordì dopo aver estratto il cellulare dalla borsa e aver letto un messaggio "sa benissimo che ho lezione in palestra fino alle 16.00, ma siccome lui non lo ritiene un lavoro pensa che sia a disposizione sempre e comunque quando si tratta del nano!", solo dopo aver notato l'aria interrogativa con la quale stavo attendendo maggiori dettagli riprese "il nano è Edward, mio figlio, otto anni di roba e già mi legge la vita pure lui..ma lo amo così tanto che a lui concedo tutto anche di disegnarmi come la mamma più in sovrappeso di tutto il comprensorio scolastico!".
"Anche a casa mia c'è un nano, Thomas, 4 anni, ma ho perso per strada il deficiente" le dissi con un mal celato piacere nell'aver trovato un altro punto in comune.
"Beata te, noi siamo, per così dire una fase di riflessione..solo che io rifletto, lui invece beve!"
Andammo avanti così per un paio di settimane, ci vedevamo tutti i giorni al solito caffè e ci rendemmo conto che più il tempo passava più ci bastava uno sguardo per capire di che umore eravamo.
Amavo vederla flirtare con quel suo modo ingenuo ma altrettanto malizioso, mi incantavo a guardarla pensando quando e come cavolo avevo perso la mia femminilità... e soprattutto perchè!
Lei ne aveva da vendere, l'unico suo problema era che si trovava in una situazione di carenza affettiva tale che sparava sul mucchio non rendendosi conto delle conseguenze che ne avrebbe tratto e della solitudine che avrebbe continuato a portarsi dietro nel suo borsone da palestra.
Era perfetta: una Donna con la D maiuscola, vibrante di emozioni al vento impetuoso della passione ma con mille fragilità proprio come eravamo io e Charlotte: Ann era senza dubbio la pecorella smarrita che avrebbe nutrito e arricchito il nostro binomio facendoci diventare un piccolo gregge...di pecore nere!  

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