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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 2 - Prima cotta ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Primo Incontro ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - confessione d’amore ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Stella cadente ***



Capitolo 1
*** Capitolo 2 - Prima cotta ***


Capitolo 2

Prima cotta

 

Lei era in seconda superiore e lui in terza; Enea era una classe avanti nonostante fossero dello stesso anno.

I loro sguardi si incontravano sempre quando erano nei corridoi della scuola.

Quando lui era in classe, passava gran parte del tempo a guardare fuori dalla finestra o attaccato al calorifero. Sedeva all’ultimo posto in fondo e questo gli permetteva di distrarsi da quelle lezioni troppo noiose. Aveva sempre lo sguardo freddo, tagliente e distaccato. Indossava sempre i soliti vestiti, in particolare una felpa nera con capuccio. Dava l’impressione di non voler stare in quel posto a contatto con quelle persone.

Durante uno degli intervalli il ragazzo decise di seguire i suoi amici e di andare nel cortile della scuola a fumarsi una sigaretta. Zoe lo vide e il suo cuore pareva come impazzito, batteva fortissimo e sentiva che a momenti gli poteva uscire dal petto. “Lui impugna la sigaretta in un modo davvero bello. Quanto vorrei essere quella sigaretta… solo per poter stare a contatto con quelle labbra” Si disse la ragazza. Fu allora che i loro occhi si incrociarono di nuovo, ma questa volta lui le sorrise e lei ricambiò. Era incredibile: l’aveva notata. In mezzo a tante ragazze aveva scelto lei. Ad Enea stava simpatica, anche se non le aveva ancora parlato.

La lezione di storia procedeva placidamente. Ogni tanto il professore si fermava per riprendere i soliti due. Zoe non ne poteva più e quindi si distraeva disegnando e perdendosi nei suoi pensieri. A volte Anna le parlava a bassa voce, poi le chiese: -Si può sapere che ti prende? -. Zoe le rispose in falsetto, come se le stesse nascondendo qualcosa: -Nulla! Assolutamente nulla. Perché? -. Anna le disse: -Sai, da quando è finito l’intervallo che hai un sorriso sornione stampato in faccia. Che è successo? -. L’insegnante alzò lo sguardo dal libro; la loro spiegazione consisteva nella lettura del libro. Zoe si rassegnò e le disse: -Okay, va bene. Ora te lo dico, ma non fare o dire cose strane. Dio… è così imbarazzante! -. Zoe si fermò ed Anna divenne sempre più impaziente.

-Dai, mi vuoi dire che ti prende? Si o no? -. Le chiese la riccia.

-Sono innamorata! -. Rispose Zoe leggermente imbarazzata. La ragazza dai capelli ricci rimase scioccata: -Come? Tu hai dei sentimenti come noi comuni esseri umani? -. Disse meravigliata, per poi riprendere: -Ma non pensavi che l’amore fosse stupido e fatto per i bambini? -. Zoe non sapeva cosa risponderle e rimase per qualche minuto in silenzio. Poi le disse: -Beh, a quanto pare anche io nutro dei sentimenti. Ma rimandiamo la discussione a dopo. Non voglio un’altra nota a causa del mio chiacchierare. -. Passarono l’ora in silenzio.

Suonò la campanella ed Anna era ancora lì; Zoe quindi la prese da parte e le parlò: -E’ in terza E. E’ abbastanza alto, ogni tanto esce in cortile a fumare e… -. Anna aveva capito chi era il fortunato. La ragazza riccia le disse: -Ho capito chi è. Pratica anche il karate. Se non mi sbaglio è una cintura nera. -. A Zoe non interessavano questo tipo di informazioni ma la sua amica sapeva parecchie cose sul suo conto di quel tipo e questo spinse la ragazza a chiederle come faceva a sapere tutto su quel tipo, ma soprattutto le chiese come si chiamava. –Enea. Il suo nome è Enea. Pensa, avete entrambi nomi di origine greca. Fareste davvero una bella coppia. -. Scoppiò a ridere; Zoe arrossì e le chiese: -Si, ma come fai a sapere tutte queste cose?! -. Ad Anna non restò che confessare: -Il mio ragazzo è in classe con lui. Si chiama Leonardo ed ogni tanto usciamo insieme. Non vogliamo spargere la voce perché altrimenti le oche al suo seguito me ne direbbero di tutti i colori...-. Era la prima volta che Zoe vide l’allegria della sua amica sfumare via per poi tornare con il suo solito sorriso. Quella ragazza sembrava un raggio di sole: aveva lunghi capelli ricci e biondi e con la sua allegria era in grado di contagiare l’intera classe. Anna era l’unica persona con la quale aveva realmente legato da quando aveva iniziato le superiori e a differenza di Zoe era molto più aperta al mondo e meno timida.

Suonò anche l’ultima campanella, il solito avviso per potersene tornare a casa. Le due si salutarono e Zoe le disse che il suo segreto era al sicuro.

 

 

Note dell'autrice: Eccoci qua con il secondo capitolo :) Da qua in poi potremo capire meglio come si sono conosciuti i nostri personaggi. Una cosa che non vi ho detto nel primo capitolo: lo so che di storie d'amore il mondo è pieno, e che sono quasi tutte uguali (questa non è diversa dalle altre), ma a me piace e spero che possa piacere anche a voi. La seconda cosa è che il 6 parto per l'inghilterra e che quindi non potrò aggiornare fino al venti. Per il prossimo capitolo dovrete aspettare fino al 21/22 dipende dal pc. Detto questo, alla prossima e mi raccomando di recensire :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo1

Quel giorno di agosto il caldo era davvero pesante e anche la terra pareva friggere sotto alle suole delle scarpe. I raggi picchiavano del sole forte in tutta Italia e, a Ferrara, non si poteva quasi respirare a causa di quel calore soffocante arrivato da poco con l’estate.

Zoe ed Enea decisero di organizzare un picnic, loro due da soli. I due decisero di prendersi una piccola pausa dagli studi e di svagarsi un po’. I due avevano programmato tutto: cestino, panini, una coperta e delle bevande. Inoltre decisero di stare fuori fino a tarda sera ed ammirare le stelle.

 

Arrivò il giorno del picnic.

Zoe indossava una semplice gonna blu, una maglietta bianca a righe blu e un paio di sandali color terra. Quando Enea la vide, il suo cuore saltò un battito; era bellissima ed era strano vederla vestita in modo così femminile poiché la ragazza indossava sempre abiti scuri, larghi, che non facevano risaltare mai la sua figura. Il ragazzo indossava un paio di pantaloni color terra e una camicia bianca che contrastava con i suoi capelli. Enea aveva una zazzera di capelli nero corvino e qualche ogni tanto qualche ciocca gli ricadeva delicata sugli occhi. A Zoe piaceva spostarglieli per ammirare i due occhi blu e taglienti che si celavano sotto quei capelli. La ragazza pareva incantata quindi lui le sorrise e le disse: -Pronta? Ho preparato tutto io. -. Lei spostò lo sguardo con fare imbarazzato e ricambiò il sorriso rispondendo: - Bene, allora possiamo anche andare. -.

Lui la fece accomodare sulla sua vespa; era rossa e comoda. Alla vista di quel motorino, la ragazza disse: - Un bravo ragazzo come te che ha una motoretta del genere, direi che è azzeccata. -. E scoppiò in una risata. Il ragazzo non fece altro che sorridere e avvicinarsi a lei: -Solo perché sei più piccola di me di un paio di mesi, non vuol dire che io ti debba fare da baby-sitter, quindi o sali o sali. -. Amava guardarla negli occhi e sfidarla. Lei si stufò di quel contatto visivo, si mise il casco e salì in moto. “Chissà perché distoglie sempre lo sguardo… Forse nasconde qualcosa oppure non vuole mostrarmi un lato di se… Forse se me lo mostra ha paura di perdermi. Basta, era solo imbarazzata. Non mi sta nascondendo nulla!” Si disse Enea tra sé e sé.

Zoe intrecciò le sue piccole mani attorno alla vita di Enea ed appoggiò la sua testa sopra la schiena. Enea la guardò con la coda dell’occhio e sorrise di felicità.

In moto il caldo non si sentiva ma si poteva percepire l’aria sferzare il respiro. Lei si stringeva forte ad Enea mentre lui sorrideva sotto a quel casco pesante e caldo. La strada si muoveva veloce e così anche i negozi che sembravano immagini effimere che si perdevano nell’aria.

 

Arrivarono al parco, Zoe si mise a cercare un posto al riparo dal sole, mentre Enea stava parcheggiando la moto. Alla fine decise che si sarebbero messi sotto ad un salice piangente. “Sembra di vivere in una storia d’amore” pensò la giovane Zoe. Era strano per lei fare questo genere di pensieri perché era la persona meno romantica che esisteva sulla faccia della terra e questo lo sapeva bene, però c’era qualcosa in quell’istante che la faceva sentire così. Posizionarono la coperta sotto a quella pianta e i due si sdraiarono.

I rami cadevano delicati lungo il basso e i raggi del sole estivo filtravano leggeri tra le fronde dell’albero. I rumori della città erano diventati solo suoni in sottofondo. Ora esistevano solo loro e il loro mondo, una specie di bolla distaccata dalla realtà.

C’era un silenzio davvero irreale tra i due, Enea posò la testa sul ventre di Zoe e, al che, la ragazza arrossì. Le sue guance da bianche e candide come la neve diventarono rosee con qualche sfumatura di rosso. Odiava essere presa alla sprovvista. Ancora non ci era abituata, ma decise comunque di posare la sua piccola mano sui capelli di lui e lo accarezzò con delicatezza. “Sembra un cucciolo. Perché i ragazzi si comportano così solo quando sono soli con la propria ragazza? Secondo me dovrebbero far esaltare questa loro caratteristica così tenera ed adorabile.” Pensò Zoe. Come se Enea le avesse letto nel pensiero le disse: -Sai perché i ragazzi si comportano così quando sono in compagnia della persona che amano? Perché così possono mostrare il loro vero volto solo ad un'unica persona. -. La fanciulla gli posò un bacio delicato sulle labbra e lui parve leggermente imbarazzato. Passarono un paio di secondo in silenzio ed infine lui le disse: -E’ già ora di pranzo. Ti va se tiriamo fuori i panini ed incominciamo a mangiare? -. Tirarono fuori il pranzo dal cesto e a Zoe capitò un panino al prosciutto mentre ad Enea né capitò uno con la bresaola.

 

La giornata stava procedendo bene. I due abitavano lontano l’uno dall’altra e a causa degli impegni non si potevano vedere molto spesso quindi quando potevano si dedicavano tutto il tempo possibile. Tra di loro c’era sempre un leggero imbarazzo. Era come se la paura di sbagliare qualcosa li perseguitasse ed era questo che rendeva le loro uscite a dir poco spettacolari.

Dopo pranzo fecero una camminata per tutto il parco ma alla fine si ritrovarono di nuovo a quel punto: il luogo dove si erano confessato il loro amore.

Quel posto era molto speciale per entrambi. Lì si erano scambiati il loro primo bacio, che per lei era stato davvero il primo. Alla ragazza scivolò una lacrima e lui la fermò con un dito per poi accingerla a se con un caldo abbraccio.

Zoe rimase tra le braccia del giovane per almeno venti secondi, poi si sciolsero da quel gesto d’amore e lui la baciò di nuovo. Il bacio che Zoe ricevette, era più profondo di quello che aveva regalato al suo giovane compagno; dischiuse leggermente le labbra per lasciare accorciare quella distanza che sempre li aveva separati.

Le mani di Enea si muovevano in modo delicato tra i capelli cenerei della fanciulla. Quel bacio aveva un sapore dolciastro e ad Enea, questo piaceva. Era come se tutta l’estate si fosse concentrata in un solo e singolo gesto. I due si divisero ed ora erano tornati ad essere un’anima frammentata in due corpi come sempre era stato. Enea le disse: -Scusa, mi sono lasciato prendere dal momento. Non dovevo. - e abbassò lo sguardo. La ragazza intrecciò le mani con quelle del ragazzo e gli disse: -Invece hai fatto benissimo. Tu sai che io pensavo che l’amore fosse qualcosa di stupido e superfluo, ma sei riuscito a farmi cambiare idea… e per questo te ne sono eternamente grata. Ora viviamo il nostro amore, sentiamolo sulla nostra pelle e marchiamolo a fuoco nei nostri cuori perché non durerà per sempre e io voglio far durare questo giorno per l’eternità-. Ora fu lei a fare la prima mossa e lo baciò. Enea rimase sbigottito ma allo stesso tempo felice. Zoe si sentiva le farfalle nello stomaco e le gambe tremare. “Perché quando sono io a baciarlo non sento questi sintomi e quando è lui a fare il primo passo si fanno sentire?” Era questa la domanda che si stava facendo, ma non era quello il momento adatto per realizzare certi concetti e fece tacere tutte le voci che si stavano scavando una strada nella sua mente abbandonandosi a quel piacevole tepore che dalle rosee labbra si espandeva in tutto il suo corpo.

I due si divisero di nuovo e lei gli disse: -Quando sto con te mi sembra di ballare una danza arcana quanto il tempo. Mi sento sempre in bilico tra sogno e realtà… Certe volte mi sembra di ballare sopra al ciglio di un burrone con te che mi tieni per mano. -. Lui ascoltò in silenzio le parole che la ragazza gli stava dicendo per poi ribattere: -E’ così che ti faccio sentire? -. Sorrise, ma non era un sorriso sadico, era un sorriso dolce di chi capiva per poi riprendere: -A volte anche io mi sento così, solo che non avrei usato esattamente le parole che hai usato tu. Però anche io quando sono con te ho paura di sbagliare e…-. Si interruppe; si alzò un po’ di vento. Era una brezza piacevole che portava con se il profumo dei fiori e degli aghi di pino presenti nel parco. I capelli di Zoe si muovevano repentini e questo non faceva altro che far saltare continui battiti cardiaci al poveretto. Quell’aria che sferzava in modo così delicato i loro corpi, quella luce che illuminava il parco… Era tutto perfetto. Solo allora si rese conto che si stava facendo tardi. –E…?  - Gli fece eco lei, così lui riprese: -E questo è normale in una coppia appena nata. Stiamo insieme da poco anche se so che ci conosciamo da molto… e tu non sai nemmeno per quanto tempo ti ho aspettata…-. Zoe era rimasta senza parole; lei ribatté: -Anche io ti ho amato, solo che non trovavo il momento e il modo per parlarti. A volte ti vedevo con i tuoi amici e un giorno mi sorridesti… Quello per me era l’avverarsi di un sogno. -.

-Davvero? E poi tu mi ricambiasti con un altro sorriso; dovrei dire lo stesso per me. -.

 

Note dell'autrice: Salve a tutti, questa storia l'ho pubblicata qualche ora fa su wattpad per poi decidermi a pubblicarvela anche qua. Questa storia l'ho scritta così ed è nata a dir poco dal nulla; diciamo solo che in questo periodo mi sento particolarmente in vena di scrivere questo genere di storie. Inoltre, vi devo anche dire che è la prima storia originale che ho scritto ed è uscita anche abbastanza lunga quindi saranno un po' di capitoli. Penso che mi stia dilungando troppo quindi mi dileguo. L'ultima cosa: recensite pure, se volete e alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Primo Incontro ***


Capitolo 3

Primo incontro

Si chiama Enea” Si disse la ragazza.

…Ed ecco che i filmini mentali ebbero inizio nella sua mente. Era sulla via del ritorno a casa quando si perse in quei pensieri ed era strano per una persona come lei. Era la prima volta che si sentiva così presa da una persona in carne ed ossa. Di solito si abbandonava a personaggi immaginari di libri che erano tutto meno che reali. Lei amava i libri difficili e questo la rendeva, secondo lei, noiosa agli occhi degli altri, ma in realtà tutti la trovavano una persona interessante con la quale era piacevole parlare.

I giorni passavano ed i loro occhi continuavano ad incontrarsi per poi evitarsi a causa dell’imbarazzo. Zoe era convinta che fosse solo la sua immaginazione e così decise di andare a chiedere aiuto ad Anna. Anna era una ragazza solare, aveva lunghi capelli ricci.

La ragazza le disse: -Zoe, secondo me gli piaci e dovresti buttarti. Insomma, o la va o la spacca. -.  Zoe non era ancora convinta, ma diede retta all’amica. Insomma, c’era ancora parecchio tempo davanti a loro e l’anno scolastico era ancora lungo.

Entrambe erano rimaste a scuola per dei corsi e così anche il ragazzo. Anna le aveva consigliato di “buttarsi”, ma ancora non ci riusciva. Inoltre, aveva indagato un po’ e aveva scoperto che il ragazzo si era beccato il debito in scienze e quindi doveva partecipare ai corsi di recupero di metà semestre. I due si erano incrociati in corridoio, ma a causa dell’imbarazzo e della paura non si rivolsero la parola; solo uno sguardo veloce per intendersi qualcosa che nemmeno loro sapevano. “Che strano” si disse lui.

Mi ha guardata ancora, forse Anna ha ragione. Forse dovrei buttarmi e lasciarmi controllare da questi strani sentimenti… No, non ho alcuna intenzione di  farmi controllare da qualcosa di così irrazionale.” Si voltò e lui era sparito tra quei corridoi ormai a lei troppo familiari. Chissà in quale classe era tenuto il suo corso. Sospirò e tornò in classe.

Anna le chiese cosa fosse successo, come se non lo sapesse.

Suonò anche l’ultima campanella.

-Finalmente! -. disse Zoe e si stiracchiò. Le lezioni di scienze erano sempre noiose e le portavano sonnolenza; per restare sveglia si metteva a disegnare e poi a casa si ritrovava una caterbia di roba da recuperare.

-Allora, che fai oggi? Provi a parlarci? -. Era Anna, l’unica a conoscenza di quel suo piccolo e imbarazzante segreto. Zoe arrossì e, questo, Anna lo notò. Poi le disse: -Non ti devi vergognare. E’ normale provare qualcosa del genere nei confronti di un'altra persona. Quindi che farai? -.

-Penso che proverò a parlargli in treno e dato che fa la mia stessa strada avrò parecchio tempo per tentare di fare la prima mossa. -. Era decisa a farsi avanti e nessuno le avrebbe messo il bastone tra le ruote.

 

Dato che era inverno, la sera calò presto, ma la stazione era comunque piuttosto popolata. Vide il ragazzo. Stavano aspettando lo stesso treno. I loro sguardi si incrociarono di nuovo. Con grande sorpresa della ragazza, fu lui a fare la prima mossa: -Tu sei in seconda E, giusto? -. La ragazza si era trovata spiazzata. Gli piaceva la voce del moro: era calda e profonda, sembrava quasi non adatta ad un ragazzo così giovane però lei la apprezzava. Le guance le erano diventate rosse, le ginocchia cominciarono a tremare, poi rispose: -Si, e tu sei in terza E.-. Lui le rispose: -Si, anche se dovrei essere in seconda. Diciamo che i miei mi hanno iscritto un anno prima all’asilo ed ora mi tocca stare con quelli di terza. -. I due passarono così il tragitto; a parlare di scuola alternati a strani momenti di imbarazzo.

I due scesero alla stessa fermata. Il viaggio era stato un mix di imbarazzo e paura di sbagliare.

Le loro strade si divisero appena arrivati ad un bivio, lui la salutò dicendole: -Allora ci vediamo domani a scuola. – e le sorrise.

Il cielo era grigio e sembrava che neve dovesse cominciare a cadere da un momento all’altro. Ma questo non rovinò l’umore della ragazza, anzi, le sembrava di vivere un sogno. Stava accadendo per davvero?

Era una cosa incredibile. Quel ragazzo aveva qualcosa che l’attirava come se lui stesso fosse un polo negativo e lei un polo positivo; “del resto gli opposti si attraggono, no?” Si ripeteva nella sua mente ed un leggerò sorriso si formò sulla sua faccia.

Intanto, Enea era già arrivato a casa. Si tolse le scarpe sull’uscio della porta e disse: -Nico, sono a casa. Non ho fame per ora, quindi puoi anche iniziare a cenare senza di me. -. Nico dalla cucina gli disse: -Okay, va bene. Al massimo appena è pronto, ti porto su la bistecca e un po’ di insalata. -.

Nico era il fratello maggiore. Erano abbastanza simili di aspetto; l’unica cosa che li differenziava era che Nico, appunto, aveva i capelli più chiari di Enea. Nico era più aperto ed espansivo, mentre Enea pareva ripudiare l’intera umanità, fatta eccezione per qualche persona.

Il maggiore si fermò a pensare a cosa fosse accaduto: era strano che suo fratello si rifiutasse di mangiare qualcosa, specialmente quando si trattava del suo piatto preferito, e quindi si disse: -Indagherò! -.

 

Enea si chiuse in camera ed iniziò a pensare a quella ragazza. Non capiva se gli piacesse o meno. Anche se era troppo strana per lui, ed alcuni ragazzi gli avevano detto che in certi momenti si comportava come uno scaricatore di porto, a lui stava simpatica. Poi ricordò di averla già vista; avevano frequentato la stessa scuola media, solo che lui era avanti di un anno e lei dovette cambiare scuola all’improvviso. In quel periodo nessuno dei due sapeva dell’esistenza dell’altro; solo qualche occhiata durante l’intervallo e via. Nessuno dei due soggetti in questione si fermava ad osservare un po’ di più l’altro.

Oggi per la prima volta le aveva parlato… Se per parlare si intendevano lunghe pause ricche di imbarazzo puro, allora sì, le aveva parlato.

 

 

 

Note dell'autrice: Allora, ecco a voi il terzo capitolo e mi dispiace tanto avervi fatto aspettare. Una cosa: penso che scriverò un'altra storia su questo genere solo con l'ambientazione leggermente diversa e con dei personaggi in più :) Non so che altro dirvi, quindi buona lettura e fatemi sapere che ne pensate. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - confessione d’amore ***



Capitolo 4

Confessione d’amore

 

Passarono i mesi dalla loro prima conversazione e i due erano diventati più legati. Adesso passavano i loro intervalli insieme ed ora i due lupi solitari facevano parte di un piccolo branco. Ogni volta che lei lo beccava con una sigaretta in mano, lo rimproverava dicendogli: -Basta fumare! Ti fa male e ti rovina la salute. -. Lui la guardava e poi scoppiava a ridere dicendole: -Non sei la mia ragazza, né tanto meno mia madre, quindi smettila dirmi che devo smettere. -.

-Ma io te lo dico per il tuo bene… Perché non lo capisci? Dio, certe volte voi maschi sapete essere davvero stupidi! Perché non capisci i segnali?!-. Zoe era esplosa. Strinse i denti e serrò i pungi. Non ce la faceva più a tenersi i suoi sentimenti tutti per sé; doveva confessargli ciò che provava per lui, così gli disse: -Senti, oggi raggiungimi al parco davanti casa mia alle 16.00 ed evita di arrivare in ritardo. Ti devo dire una cosa importante. -. E se ne andò via correndo con le lacrime che le scendevano lungo il volto. “Di sicuro sarà già arrivata in classe. Forse starà leggendo o parlando con Anna” Si disse il ragazzo, quando raggiunse i suoi compagni. Uno dei suoi amici, Leonardo, gli disse: -Quella ragazza… Qui gatta ci cova, vero? -.

Enea arrossì; era la prima volta che si trovava ad avere a che fare con una conversazione del genere e rispose: -No, non credo anche se…-. Si interruppe e alzò lo sguardo al cielo, la sigaretta ancora in mano. Leonardo gli diede una pacca sulla spalla con fare fraterno, per poi riprendere: -…Ti piacerebbe. Amico mio, sai che ti dico? Dico che ti devi buttare, è cotta di te e anche tu mi sembri cotto come una pera, se non peggio; quindi va da lei e confessale il tuo amore. Tu sai che non parlo quasi mai in modo serio, e questo è uno di quei momenti in cui dico qualcosa di saggio. -. In effetti era vero, per essere più grande di lui di un anno ma Leonardo si comportava ancora come un bambino ed era raro vederlo così saggio. Leo era di origini spagnole, era un ragazzo aperto ed espansivo; aveva molte ragazze al seguito ma lui era già fidanzato con Anna ed Enea questo lo sapeva. Lo spagnolo riprese: -Amico mio, è raro trovare una ragazza seria al giorno d’oggi e ti consiglio di non attendere oltre e di seguire il tuo cuore. -. Gli sorrise ed Enea ricambiò dicendogli che quel pomeriggio stesso si sarebbe confessato.

I due non si incontrarono sul treno, o meglio: si videro ma entrambi si evitarono. Tutti e due si stavano preparando a ciò che si sarebbero detti. Entrambi con le cuffiette nelle orecchie; ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, si evitavano; un po’ come i vecchi tempi.

 

-Nico sono a casa! -. Urlò Enea. Nico sbucò dalla cucina, come al solito e gli chiese perché fosse così agitato e nervoso. Sorpreso da quella domanda, Enea gli disse che non aveva nulla. Nico si avvicinò e gli chiese: -E’ per una ragazza? Oggi le dirai ciò che provi? E fammi indovinare: si chiama Zoe. -. Enea era a dir poco scioccato e divenne paonazzo in volto: -Che vai blaterando, fratello? -.

-Ma dai, proprio tu che odiavi l’amore perché non ne capivi il senso-. E scoppiò a ridere, poi guardò Enea lo guardò e gli rispose con freddezza assoluta: -Anche lei odia l’amore, forse siamo fatti l’uno per l’altra e come fai a sapere che ho una cotta per lei? -. Nico scoppiò ancora a ridere: -Lo sai che di solito non rido così tanto, ma ti ricordo che tu quando hai qualcosa da nascondere, inizi a blaterale nel sonno e in più ho letto il nome di lei sul tuo diario. Accidenti, se ne sei ossessionato! -. Enea era ancora più rosso, ma decise di non ribattere e gli raccontò tutto. Nico gli rispose: -Sai che ti dico, fratellino mio? Lei è cotta di te e forse è proprio per questo che ti vuole vedere. Anzi, cambiando argomento, è pronto il pranzo. Per una volta che non hai i corsi pomeridiani sei tenuto a mangiare con me. Mi raccomando di mangiare tutto. -. I due cominciarono a mangiare.

Il clima di maggio era davvero caldo e afoso, il ventilatore che già andava al massimo. Enea ruppe il silenzio dicendo: -Ho finito di mangiare. Vado in camera mia. -. Nico fece un sorriso sornione e gli disse: -Mi raccomando, sogna la tua bella. -. Il fratello minore, Enea, gli urlò: -NICO! -. Ed entrambi scoppiarono a ridere.

Enea aprì la porta, si diresse verso il letto e vi si buttò sopra. Affondò la faccia nel cuscino e aspettò le 16.00.

 

Arrivarono le 16.00, o come le chiamava il ragazzo: “l’ora x”

Lei lo salutò con un sorriso a trentadue denti; Enea non l’aveva mai vista così solare eppure era sicuro che quel sorriso nascondesse un certo nervosismo misto a paura. Lei, come lui, indossava gli stessi abiti della mattina. Si vedeva lontano un chilometro che erano fatti per stare insieme.

Si diressero alla solita panchina e si sedettero. Zoe disse: -Senti… ehm… Ti volevo solo di che… Beh… ecco, vedi…-. Non fece in tempo a finire che lui la baciò. Quel bacio aveva un sapore di cannella misto a menta. Enea si staccò da quelle calde labbra e disse con voce bassa e flebile: -Non sono mai stato bravo con le parole e ho sempre preferito i fatti. -. La ragazza rimase sorpresa, le girava la testa e si sentiva intontita. Era accaduto ciò che voleva eppure sentiva che mancava ancora qualcosa poi gli rispose: -Accidenti. -. Disse con voce bassa e sognante. Non si era mai sentita così.

Fu allora che Enea notò un leggero rossore contornare le candide gote della giovane. La trovava adorabile. Erano contenti e cosa più incredibile Leonardo e Nico avevano ragione. –Ecco, ora che si fa? Io non posso dimenticare ciò che è appena successo-. Disse Zoe ed Enea le rispose: -Che ne dici di diventare la mia ragazza? E per la cronaca nemmeno io voglio dimenticare il mio primo bacio. -. Zoe rimase sbalordita: -Come? Questo era il tuo primo bacio? Pensavo che uno come te aveva già fatto tutte le esperienze possibili. Comunque anche per me era il primo bacio. -. Il sole stava già tramontando, i due si guardarono negli occhi per qualche secondo ed ecco che un secondo bacio scattò.

 

Note dell'autrice: Allora, eccoci arrivati quasi al capolinea. Questo è il penultimo capitolo e mi dispiace che sia quasi tutto finito; mi ero davvero affezionata ai miei personaggi... Ma penso che farò un seguito, non so quando ne come, ma lo farò! Quindi, per ora arrivederci e alla prossima :) fatemi sapere che ne pensate e buona serata :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Stella cadente ***


Quinto capitolo – stella cadente

I due camminarono ancora un po’, poi Zoe guardò l’orologio: erano già le quattro del pomeriggio. Come era possibile? Erano rimasti davvero tutto quel tempo vicino a quella panchina?

I due continuarono a camminare e arrivarono nei pressi di un piccolo stagno che ospitava qualche papera ed un cigno. I due si fermarono davanti a quello stagno, in silenzio. Poi Enea ruppe il silenzio, lo sguardo fisso sullo specchio d’acqua: -E’ bello stare insieme a te, anche se siamo diversi come il giorno e la notte, anche se litighiamo di continuo. Pensa che mio fratello si era messo ad indagare i primi tempi. -. Zoe era convinta che c’era qualcos’altro che il giovane le doveva dire, qualcosa che si stava trascinando già da un po’ di tempo: -Insomma, cosa mi stai nascondendo? -. Lei era così; era una persona diretta e lui le rispose: -Sono stato bocciato quindi è probabile che il prossimo anno saremo in classe insieme. -. Le sorrise, ma Zoe non lo ricambiò come al solito; anzi, gli tirò uno scappellotto in testa e gli disse: -Enea, sei davvero un idiota di prima categoria! Perché diamine ti sei fatto bocciare? Insomma, ti mancavano solo due anni alla fine ed ora sei indietro… -. Non fece in tempo a finire che se lo ritrovò attaccato alle sue labbra. Gli tirò un altro scappellotto e questa volta il poveretto le disse: -Ma, Zoe, non ti piace quando ti bacio? -. Lei non capiva se fosse serio o se stesse scherzando e poi gli disse: -Sei uno stupido! Ma è per questo che stiamo insieme, no? Io sono la mente e tu sei la forza. -. Lui le voltò le spalle e mise su il broncio come fanno i bambini; Zoe si girò verso di lui, si alzò sulle punte e lo baciò. Era un bacio pieno di passione ma anche di innocenza. Era come una rosa che da bianca stava diventando sempre più rossa. I due si sciolsero da quel bacio ed Enea le disse: -Voglio che ogni tua prima esperienza sia mia, ma non voglio correre. Ora comportiamoci solo come due ragazzi della nostra età e andiamo al nostro ritmo. -. Lei lo guardò con occhi pieni di curiosità e poi ribatté: -Okay, tu per me sei l’unico ma come ho detto prima: l’amore non è eterno. Quindi evita di fare promesse. -.

-Certo che tu sai sempre come portare allegria dove non, c’è! -. Disse Enea con molta ironia e sarcasmo. La ragazza gli fece una linguaccia.

 

Il sole stava già tramontando. Il cielo era roseo con delle striature arancioni. Sembrava un dipinto ed era tutto così romantico. Zoe ed Enea si rimisero sotto a quel salice che li aveva ospitati quello stesso pomeriggio.

Il buio era arrivato presto. Le stelle ora brillavano alte nel cielo e, con molto stupore, la ragazza disse: -Ma è bellissimo! Guarda quelle stelle: sono stupende. E’ incredibile come il nostro pianeta si trovi immerso in un oceano di corpi celesti così belli e allo stesso tempo pericolosi. -. Quando Zoe parlava così, Enea amava ascoltarla. Quella ragazza riusciva a tirar fuori frasi profonde dal nulla e tutto ciò era grazie ai libri che leggeva.  Poi Enea si ricordò e frugò un momento nella tasca destra dei pantaloni. Ormai il foglietto era completamente stropicciato e gli fece luce con lo schermo del cellulare. Poi si rivolse a Zoe e le disse: -Guarda, ho provato a buttare giù una poesia e… -. Venne interrotto da Zoe che gliela strappò letteralmente dalle mani. La lesse e gli disse: -Wow, ma è bellissima. Da quando scrivi cose del genere? -.

Fortuna che è buio” si disse il ragazzo poiché era diventato tutto rosso in volto. Poi le spiegò che quella poesia era una lettera d’amore che lui le aveva scritto i primi tempi, quando ancora non le aveva rivolto la parola e quello era il momento giusto per fargliela leggere. A questo pensiero la ragazza gli sorrise, gli si avvicinò delicatamente all’orecchio e gli disse: -Ti amo. -.

Quella era la prima volta che si dissero quelle due parole che sempre li spaventavano. Lui l’abbracciò e le disse: -Ti amo anch’io. -. Una stella cadente varcò il cielo ed Enea disse con voce dolce: -Esprimi un desiderio. -. La ragazza ribatté: -Ho già tutto quello che desidero: tu e il tuo amore. -.

 

 

 

Fine

 

 

 

Note dell'autrice: Che posso dire? Mi mancheranno questi personaggi e spero di poter scrivere ben altro su di loro quindi spero di riuscire a scrivere un seguito. Inoltre vorrei ringraziare coloro che hanno seguito la mia storia e alla prossima :) Ci si rivede ≧◡≦

doctorsmadness


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