Amore tra le pagine

di Joasteroide42
(/viewuser.php?uid=310238)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: La scoperta del Diario ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Lo strano comportamento di James Potter ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Le reazioni della gente sono sempre le più inaspettate ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Guerra aperta ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Incidenti ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Sì ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Lettere ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8:Un abbraccio può far passare tutto, ma solo quando lo si riceve dalla persona giusta ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Che impiccioni, gli amici! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Bugie ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Sogni strani e inviti ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Sorrisi e acqua fresca ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Erbologia ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Appuntamento a Hogsmeade ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Emmeline Vance ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Grifondoro VS Tassorosso ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17:Balli e danze ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18:Halloween ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: Sonni, stanchezza e confidenze ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20:Fotografie imbarazzanti per Sirius Black ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: La verità prima o poi viene sempre a galla ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Sull' Hogwarts Express ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23:E che la battaglia abbia inizio! ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24:Strategie, scherzi e sensi di colpa ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25:Colazioni insolite e giri in traghetto ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26:Dolci favolosi e notti non proprio usuali ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27:Paure, segreti e mangiamorte ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28:Spiegazioni, chiarimenti e questioni d' istinto ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29: Un gesto vale più di mille parole ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30: La festa a sopresa ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31: Il regalo più bello ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32: La Torre di Astronomia ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33: Migliori amici ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34: Il peggiore San Valentino ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35: Pretesti e Parkes Yellow ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36: Rivelazioni ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: La scoperta del Diario ***


Questa è la storia di dei ragazzi che scoprirono le proprie potenzialità e che dovettero prendere delle scelte. Questa è una storia che parla di sbagli, gelosie, amicizia, amore e sopratutto tanti sbagli.

Perché la vita è così, no? Si fa qualcosa convinto che sia giusta e poi ci si rende conto di avere sbagliato. A volte si agisce in un determinato modo anche se si è consapevoli che quell'azione porterà solo guai, ma lo si fa comunque.

E questi sbagli saranno ambientati nella Scuola della Magia più famosa al mondo, Hogwarts, un castello magico non visibile ai babbani (coloro che non hanno poteri magici).

Oh, ma voi di certo sapete già tutto di Hogwarts. Insomma, chi non si sofferma a parlare delle battaglie incredibili di cui la scuola è stata il teatro?

Proprio nei cortili di questa scuola, Lord Voldemort è caduto per mano di Harry Potter (conosciuto anche come “Il ragazzo- che è- sopravvissuto”).

Tutti sanno della fantastica e incredibile storia del ragazzo della cicatrice in fronte, ma nessuno la conoscerebbe se qualcuno, quella notte di Halloween del 1981, non avesse dato la propria vita per salvarlo, pur avendo la possibilità di continuare a vivere.

Lily Potter, così si chiamava, ma quello era il suo nome da sposata. E prima ancora: Lily Evans.

Lily Evans era stata un'amica, una madre, una moglie e una figlia leale e fedele, sempre. Coraggiosa, e per questo motivo era stata smistata a Grifondoro, la Casa degli audaci per eccellenza.

Ma Lily era una ragazza particolare, non di certo una persona che si incontra ogni giorno.

Era bella, certamente, con quei capelli lisci, rossi e lucenti, la pelle candida che sembrava sempre gelata, le lentiggini sparse sul naso e, la caratteristica che colpiva più la gente riguardo al suo aspetto, aveva degli splendidi occhi verdi.

Ma Lily non era particolare per la sua bellezza. Era particolare perché era piena di aspetti contraddittori.

Era dolce ma aggressiva, pungente ma gentile, sicura di sé ma con poca autostima. Davvero, ve lo assicuro, non capita tutti i giorni di incontrare una Lily Evans.

La nostra storia inizia il 21 settembre 1977, quando Lily frequentava il settimo nonché suo ultimo anno a Hogwarts.

Lily Evans , infatti, quel giorno tornò da lezione di Trasfigurazione (la cui insegnante era niente meno che Minerva Mcgranitt) particolarmente irritata.

E di chi era la colpa?

Non era difficile immaginarlo:James Potter.

Non solo aveva preso un voto più alto di lei a Trasfigurazione, fatto che l’aveva particolarmente seccata (perché, andiamo, non studiava neanche il decimo di lei), ma, mentre si avviava verso il ritratto della signora Grassa, l’aveva seguita e davanti a mezza scuola le aveva detto - dal momento che la lezione era terminata da pochi minuti e quel giorno c’era particolarmente caldo, Lily si era tolta la giacca della divisa - :- Hey, Evans, ti stanno cadendo i pantaloni! -.

Proprio davanti a tutti!

Lily, livida di rabbia, gli aveva tirato uno schiaffo.

James era rimasto perplesso ma non scalfito dal gesto e lei, senza lasciarlo ribattere, era corsa via impettita.
Dopo essere entrata nella Sala Comune di Grifondoro, era salita per le scale che portavano ai dormitori femminili ed era entrata nella stanza che condivideva con Alice, Mary e Marlene; dopodiché aveva sfilato dalle assi sotto al suo letto a baldacchino (che stava vicino alla finestra, fortunatamente, perché Lily odiava gli spazi troppo chiusi) un quadernetto azzurro.

Ma la verità è che quello non era un semplice quadernetto:era il suo diario segreto.

Lily si gettò sul proprio letto e, dopo avere afferrato una piuma e una boccetta d'inchiostro dal comodino, cominciò a scrivere:

Lily Evans, 15 settembre, 7° anno ad Hogwarts

Caro diario,

oggi è stata una giornata orribile, odio Potter. Lo odio con tutto il mio cuore. Sarebbe bello se si trasferisse in Antartide. Come può essere un Grifondoro, quello?Secondo me non è molto coraggioso, anche se di certo non si può dire che sia codardo. Ma nobiltà d’animo?!Cavalleria?!Ma per piacere!

Non mi sembra molto cavalleresco prendere in giro una ragazza davanti a tutta la scuola dicendo che le stanno cadendo i pantaloni!

Lui è solo arrogante,sbruffone, presuntuoso,e non vede altro che se stesso. Ma perché non mi lascia in pace?!

Lo vorrei vedere morto.

Immediatamente Lily si sentì in colpa per l’ultima frase che aveva scritto. Non sopportava Potter, ma non gli augurava di certo la morte.

Mentre stava per cancellarla, sentì qualcuno avvicinarsi.

Nascose velocemente il diario sotto le assi del letto e ripose piuma e calamaio al loro posto.

Alice piombò in camera come un fulmine, rischiando di cadere in un poltiglia di vestiti che Lily non aveva davvero avuto il coraggio di verificare di chi fossero.

- Tutto bene, Alice? - domandò Lily accigliata ma non esageratamente turbata, perché la sua amica sembrava sempre in uno stato di agitazione abbastanza alto.

Alice non rispose alla domanda della rossa, dicendo invece mentre si aggiustava i morbidi e lunghi capelli corvini:-Su sbrigati!Ti sei dimenticata?Oggi abbiamo lezione di Rune Antiche!Mary e Marlene sono già lì-.

Lily si alzò all’improvviso e replicò in fretta afferrando e infilandoci dentro l’occorrente per la lezione di Rune Antiche:-Me ne ero scordata!Su, andiamo- così, uscirono insieme, dirette a lezione.

Ma il dormitorio non fu vuoto ancora per molto.

Dopo pochi minuti infatti James Potter, Sirius Black e Peter Minus spalancarono la porta.

-Grande quella pozione non scivolante che abbiamo rubato a Lunastorta!Se solo lo sapesse!- disse James soddisfatto di essere entrato nel dormitorio femminile.

Peter annuì con vigore, mentre Sirius sbottò:-Io giuro che la uccido Mary!Mi aveva promesso di prestarle i suoi appunti di Astronomia, ma quando mi ha detto che dovevo andare io a prenderli nei dormitori femminili, Mary non pensava che ci riuscissi!-, ma mentre si stava auto-elogiando, James lo interruppe:-Felpato, gli appunti-.

Sirius si ricordò tutto ad un tratto e disse:-Beh, si...credo ci convenga metterci a cercarl..- ma non aveva finito la frase che Peter era già partito in quarta mettendosi a rovistare i cassetti di un armadio.

James e Sirius lo fissarono un secondo, poi si guardarono, e infine si misero a cercare anche a loro. Dopo tutto, anche a James avrebbero fatto comodo degli appunti. Quando James si mise sotto a un letto a cercare, Sirius inarcò un sopracciglio, ma James ribattè:-Non si sa mai-.

Sirius lasciò perdere e ripartì alla ricerca.

Mentre James tastava le assi del letto per assicurarsi che lì non ci fosse niente, un quadernetto verde cadde a terra e si spalancò.

James lo prese con l’intenzione di rimetterlo al suo posto, dato che gli appunti di Astronomia Mary aveva detto di averli presi in un quadernetto rosa, ma al suo occhio spuntò la scritta enorme che c’ era nella prima pagina:”DIARIO SEGRETO DI LILY EVANS; STATE ALLA LARGA!”.

James spalancò gli occhi, felice come una Pasqua, e riemerse da sotto il letto. Sirius non capì subito quando vide l’ amico sedersi osservando un quadernetto verde, ma quando si avvicinò, con in mano gli appunti che aveva appena trovato, e vide la scritta enorme in prima pagina, comprese tutto. Ma invece di scioccarsi, scoppiò a ridere, e anche Peter si unì in una timida risata quando vide il quaderno.

-Ahaahaa, tu, la Evans, ahaaha...-. James non rise, ma gli lanciò un occhiataccia, mentre Sirius se ne infischiava:-Ahaahaha, oddio adesso muoio, ahahaa...-

-Sirius- disse James:-Secondo te dovrei leggerlo o no?-.

Sirius domandò sarcastico:-E quando mai ti è importato James?Non abbiamo mai rispettato le regole, siamo i Malandrini!-,

-Già- gli diede man forte Peter.

James, avido di sapere, sfogliò la prima pagina e notò che aveva incominciato il diario solo la settimana prima, ma in quella pagina non c’ era nulla di interessante, solo una breve presentazione. James girò l’ altra pagina e notò che era stata scritta quel giorno. Curioso, cominciò a leggere.

Ma quando ebbe finito la lettura, James aveva un espressione contrita.

Sembrava che qualcuno lo avesse preso a botte. Peter era indignato e Sirius esclamò:-Ah questa no!Questa la facciamo a pagare alla Evans!-.

James non disse nulla, e, dopo aver rimesso a posto il quaderno, uscì dal dormitorio lasciando perplessi Sirius e Peter.

James non ci badò. Sapeva già che Lily lo considerava presuntuoso e arrogante, anche se quelle cose sul Grifondoro e la cavalleria lo avevano un po’ ferito. Ma non erano di certo paragonabili all’ ultima frase: Lo vorrei vedere morto. James si accomodò a tavola in Sala Grande e dopo poco fu raggiunto da Peter e Sirius.

Peter provò a consolarlo e Sirius disse arrabbiato:-Lo so che non è di certo bello leggere...- ma non riuscì a finire, perché Remus Lupin che era appena tornato da lezione di Antiche Rune, domandò interessato sedendosi:-Letto?E da quanto tu leggi, Ramoso?Che cosa hai letto?-.

-Il diario della Evans- disse non curante Sirius, come se fosse la cosa più normale del mondo.

-TU COSA?!- esplose Remus.

James annuì fissando il succo di zucca, afflitto. Remus continuò imperterrito:-Ti rendi conto James?!E vorresti conquistarla!Tu non hai nessun rispetto per...-

-Remus- disse Sirius:-Non vedi che sta male?La Evans ha scritto..-

-Qualunque cosa Lily abbia scritto, se la merita!- lo interruppe Remus:-Non mi sorprende che non abbia letto niente di buono, si sa che quando si origlia o si viola la privacy di qualcuno...-

-Ha scritto che lo vorrebbe vedere morto- sussurrò Sirius per non farsi sentire dalla gente intorno, con una punta di acidità nella voce.

Subito Remus non seppe cosa dire, ma poi mentre stava dicendo:-Lily non potrebbe mai...- si dovette zittire perchè videro arrivare Lily con le sue amiche.

Mentre si sedevano di fronte a loro, Lily li salutò, più che altro per rispetto nei confronti di Remus:-Ciao, com’ è andata oggi?-. J

ames gli rivolse un occhiata glaciale che a Lily non sfuggì e che la inquietò un poco.

-Perché lo chiedi, se tanto non ti interessa?- sputò James. Lily subito si sentì spaesata, che aveva fatto di male?

Ma poi rispose acida:-Si chiama cortesia, Potter. Ma immagino che tu non sia nemmeno a conoscenza dell'esistenza di questa parola-.

Ma invece di una battutina sarcastica, James rispose con sempre lo stesso tono gelido:-Sempre meglio che essere falsi-. Lily assunse un espressione stupita: Potter non l’ aveva mai trattata in quel modo.

Ma prima che potesse replicare, James si alzò da tavola e uscì dalla Sala Grande. Quandò entrò in sala comune, mormorò tra sé e sé salendo le scale che portavano ai dormitori maschili:-Vuoi essere lasciata in pace, eh Evans?Sarai accontentata- e si sbatté dietro alle spalle la porta del suo dormitorio.



 

Lily non riusciva a prendere sonno quella notte, così andò in Sala Comune e si sdraiò su un divanetto rosso vicino al fuoco. Era rimasta perplessa dal comportamento di Potter di quella sera. Lei non gli aveva fatto proprio niente, anzi, era stato lui a essersi comportato male quel giorno con la storia dei pantaloni, e poi aveva avuto il coraggio di trattarla in quel modo!Ma che le importava? Dopo tutto si trattava solo di Potter....

Ma allora perché le si stringeva un nodo allo stomaco?

Concluse che doveva aver mangiato qualcosa di sbagliato e tornò nel dormitorio infilandosi sotto le coperte del suo letto silenziosamente per non svegliare le amiche.

Sospirò. Poi si rese conto che qualcosa di male aveva fatto quel giorno, aveva scritto sul suo diario di volere vedere James Potter morto. Ma dopo tutto, lei non lo pensava davvero, aveva pensato immediatamente di cancellarlo,e nessuno lo sapeva, il suo diario era al sicuro.

Nessuno avrebbe potuto leggerlo.

Un altro sospiro. Non sarebbe mai riuscita a capire Jam..no, non James, voleva dire Potter.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: Lo strano comportamento di James Potter ***



 

Capitolo due:
Lo strano comportamento di James Potter



Quella mattina Lily fu svegliata gentilmente da Alice (“SVEGLIATI!SE NON TI SVEGLI TI VERSIAMO UN SECCHIO D’ACQUA ADDOSSO!) ed era scesa con le altre per fare colazione.

Si erano accomodate al solito posto di fianco ai Malandrini.
James salutò allegramente:-Ciao Mary, Marlene, Alice-.

Lily non l’ aveva degnata di uno sguardo.
Lei ci era rimasta male, ma non lo diede a vedere e incominciò a mangiare un uovo all’ occhio di bue.

James disse con sguardo interessato:-Marlene vuoi fare le selezioni per la squadra di Quidditch quest’ anno?Ah, Alice ormai lo sanno tutti che ti piace Frank...quasi dimenticavo Mary, grazie ancora per gli appunti di Astronomia-.
Ora Lily si sentiva davvero male. Perché la stava trattando in quel modo?Non se lo meritava, pensò Lily. Ma per quale motivo le dava fastidio che Potter...

Oh, stai zitta Lily.

Decise di parlare:-Remus, ti va di andare in biblioteca questo pomeriggio, volevo ripassare un po’ Storia della Magia...?-.
Ma James non si accorse (o almeno, fu quello che diede a vedere) neanche che la rossa aveva parlato e continuò a fare domande a Marlene sul Quidditch, o a dire qualcosa in proposito a Sirius Black, che oltre a essere il migliore amico era anche un suo compagno di squadra.

Remus rispose gentilmente:-Certo, Lily. Anche io dovrei proprio darmi una ripassatina. Facciamo verso le quindici davanti all’entrata della biblioteca?-.

Lily annuì sorridendo. Almeno qualcuno le prestava un po’ di attenzione.
Lily, rassegnata, si mise a chiacchierare con Mary e Alice del più e del meno.
La mattina passò velocemente, con le lezioni di Pozioni (in cui Lily aveva preso il massimo dei voti), Divinazione, Erbologia e Incantesimi. E James Potter la ignorava completamente. E quando finì l’ ora di Incantesimi, lui la urtò “per sbaglio”.
Così a Lily dovette chinarsi a raccogliere i libri che le erano caduti. E lui non si era nemmeno scusato, ma aveva fatto finta di niente e se n’ era semplicemente andato. Lily aveva voglia di chiudersi in una stanza e piangere. Ma non lo fece, ovviamente, e si levò subito il pensiero di dosso.

Quando Lily arrivò in Sala Grande per il pranzo, tutti erano già seduti a tavola.
Lei aveva ritardato per quello stupido incidente con Potter. Si sedette di fianco a Mary e salutò con un semplice “Ciao” non guardando in faccia nessuno e versandosi della Zuppa Inglese nel piatto. Come al solito, ultimamente, Potter non la guardò di striscio. Basta, si disse Lily, non poteva ignorarla per sempre.

Lily gli domandò cercando di essere gentile:-Mi passi la brocca di succo di zucca, per favore?-.

James in realtà la sentì, ma fece finta di nulla e continuò a chiacchierare con gli altri.

Lily lo ripetè questa volta a voce un po’ più alta:-Mi passi la brocca di succo di zucca per favore?-.
Dopo che luii continuò ignorarla, Lily esplose e disse quasi urlando:-MI PASSI IL SUCCO DI ZUCCA, PER FAVORE?!-.

Gli altri la guardarono allibiti, James la guardò un secondo con uno sguardo inespressivo, ma poi riprese a parlare e spinse la brocca di succo di zucca dalla parte di Lily senza neanche guardarla. Anche gli altri ripresero a chiacchierare, più che altro per alleviare quel momento imbarazzante.

Ma Lily non aveva proprio voglia di passare inosservata, non ne poteva più, così esclamò:-JAMES POTTER!!-.
Lui la fissò. Cosa voleva?Non aveva forse chiesto lei di essere lasciata in pace?!Cosa le importava se la ignorava, se tanto l’avrebbe voluto vedere morto?!

-Che problema hai?Ieri sera mi hai trattato da schifo e da allora mi ignori!- continuò Lily imperterrita.
A quel punto James diventò furioso:-Come ho detto ieri sera, sono stanco di essere circondato da persone false-.

Lily non ci capiva più nulla, ma non le importava, era troppo arrabbiata:-Cosa stai insinuando Potter?Io non mi sono mai comportata in modo falso con te. Ho sempre detto di detestarti. E ora cosa avrei fatto di falso?-.
La sua voce era impastata.

-Bene- disse James bollendo di rabbia:-Non c’è niente da dire, allora-. Lily ribatté andandosene:-Io non ti capirò mai, Potter- e scomparve dalla loro vista.

Mary, Alice, e Marlene erano perplesse, ma James e i Malandrini non diedero ulteriori informazioni e andarono tutti nel loro dormitorio.

Quando i Malandrini si chiusero alle spalle la porta del dormitorio, Remus disse:-James, stai esagerando, adesso. In fondo Lily non ti ha fatto niente-.
James lo guardò stupefatto, Peter sgranò gli occhi e Sirius ribatté:-Ma dai Lunastorta, ha scritto che gli augurava la morte!-.
Remus sospirò:-So che cosa ha scritto, ed ha sbagliato. Ma dopo tutto, lei non ha idea del perché di questo tuo comportamento...quello che ha scritto, che ha pensato, era privato. Nessuno avrebbe dovuto leggere quelle pagine, James. Anche tu hai sbagliato. E non solo perché hai letto il suo diario, ma anche perché lei probabilmente non ha la minima idea del perchè tu l’ abbia trattata in quel modo. E diciamocelo Ramoso, non è stato molto carino da parte tua farle fare quella figura dei i pantaloni davanti a tutta la scuola-.

James esclamò:-Ma era una scherzo!Solo uno scherzo innocente!Non era sufficiente per desiderarmi morto!-

-Non è solo lì che hai sbagliato, James- gli ricordò Remus.

James ammutolì.
Alla fin dei conti, aveva trattato malissimo la Evans senza che lei ne sapesse il motivo.

Forse non avrebbe dovuto leggere il suo diario. Ma non aveva resistito. Insomma, quello era il diario di Lily Evans! Lì c’ era contenuta tutta la Lily Evans che a lui non aveva mai voluto mostrare. Lei era così...

James non sapeva descriverla. Lui era arrabbiato con Lily, era furioso, i suoi occhi esprimevano rabbia pura. Ma tuttavia non poteva mentire, perchè, James, nonostante tutto, era ancora innamorato di Lily.
Non sapeva perché, forse per i suoi occhi verde smeraldo, o i capelli rosso scuro che le incorniciavano il viso, forse per il suo splendido sorriso, o a sua intelligenza, o il suo coraggio e a volte, anche il fatto che avesse sempre la risposta pronta. Tutto gli piaceva di Lily Evans, anche il profumo della sua pelle.
Certo, a volte era acida, so tutto io ,testarda e permalosa, ma a James piaceva così. Non sarebbe stata Lily, altrimenti.

Intanto, una Lily Evans furiosa, camminava per i corridoi con i capelli elettrici e tutti spettinati. Entrò in camera nel dormitorio femminile, controllando che non ci fosse nessuno, e incominciò a scrivere sul suo diario con foga.

Nel mentre, nel dormitorio maschile, James Potter aveva deciso.

Il giorno dopo Lily Evans aveva Antiche Rune.

Lui sarebbe andato a leggere il suo diario.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3: Le reazioni della gente sono sempre le più inaspettate ***


 

 

Capitolo 3:Le reazioni della gente sono sempre le più inaspettate



Il mattino seguente Lily Evans si ritrovò con il cuscino completamente fradicio: aveva pianto (silenziosamente e con le tende del letto a baldacchino chiuse, che impedirono alle amiche di accorgersi di qualcosa) gran parte della notte.

Era strano, ma James Potter l’ aveva ferita.
Ferita sul serio. Non sapeva perché le importasse se lui la ignorasse o meno, ma le importava.

Quella mattina non avrebbe fatto colazione, non voleva vederlo.
Così disse alle amiche che non aveva fame e che le avrebbe raggiunte a lezione di Antiche Rune.


 

Intanto i Malandrini si stavano accomodando nel tavolo di Grifondoro in Sala Grande nei loro soliti posti.

Mary, Alice e Marlene erano appena arrivate.

-Dov’ è la Evans?- domandò James con tono non curante, i suoi occhi però lo tradivano. Si leggeva preoccupazione.

Alice rispose:-Non aveva fame, ha detto che ci raggiunge a lezione di Antiche Rune. Ma, sinceramente, James, cos’è successo ieri?Perché l’ hai trattata così?Non abbiamo potuto farle domande ieri perchè quando siamo arrivate credo stesse dormendo, dato che aveva le tende del letto tirate. E stamattina eravamo tutte un po’ intontite dal sonno. Perciò James, dacci una spiegazione-. Tutto questo l’ aveva detto senza fermarsi. A tutti, infatti, nella scuola era noto il fatto che Alice fosse un po’ logorroica.

Marlene e Mary annuirono all’affermazione dell’ amica.

James rispose stancamente:-Niente. E’ solo che sono stufo di essere rifiutato, tutto qua-.

Alice non ebbe in tempo di replicare, perché in quel momento l’orologio scoccò le nove e le ragazze, più Remus e Frank Paciock, uno studente timido del Grifondoro che aveva una cotta per Alice, si alzarono da tavola per andare a lezione.

Alice, prima di andarsene, lanciò un occhiata micidiale a James.

Ma mentre James guardava il gruppo dirigersi versò l’ uscita, notò che Mary stava salutando qualcuno con la mano.

Si volto verso quella direzione e vide Lily Evans davanti al portone della Sala Grande che aspettava i compagni. Per un secondo, i suoi occhi e quelli di James si incrociarono, ma non c’ era nulla di confortevole in quello sguardo. Più che altro il loro volti sembravano agitati e a disagio, soprattutto quello di Lily.
Ma fu un solo breve secondo, perché Lily si diresse ad Antiche Rune insieme agli altri.
Quando furono spariti dalla vita di James, quest’ultimo scattò in piedi. Peter sobbalzò e domandò:-Dove vai, James?-

-Ma che domande, a leggere il diario della Evans, no?- disse James sorridendo e sia Peter che Sirius rimasero a bocca aperta. Cosa particolarmente schifosa, dato che avevano le bocche piene di porridge.

Ma non ebbero il tempo di dire alcunché, perché James se ne era già andato.

Dopo avere versato un po’ della pozione non scivolante sulle scale dei dormitori femminili, James andò dritto nella stanza di Evans. Estrasse il diario dalle assi del letto, e sedutosi sopra, iniziò a leggerlo con le mani che gli tremavano:

Lily Evans, 16 settembre, 7° anno a Hogwarts

Caro diario,

ho forse detto che ieri è stata una giornata orribile?

Allora oggi è ancora peggio. Se ieri era perché James Potter non mi lasciava in pace, oggi è perché mi ignora completamente. Ieri sera mi ha trattato da schifo, dicendo che ero una persona falsa o roba simile. Neanche lo avessi voluto morto!

Beh, si lo so che ieri ho scritto che l’avrei voluto vedere morto, ma non lo pensavo sul serio, ovviamente. Ero solo arrabbiata.

L’avrei cancellata subito quella frase, se non fosse arrivata Alice.

Stavo dicendo, ieri sera mi ha trattato da schifo e oggi mi ha ignorato tutto il giorno, come quando mi ha urtato a incantesimi. Però poi io sono esplosa e allora abbiamo avuto una discussione in cui ha ripetuto che ero falsa e io ho risposto che ho sempre detto di detestarlo, che non gli ho mai nascosto niente.

Ok, forse non è del tutto vero, perché devo ammettere, che alla fine, io non credo di detestarlo. E poi quest’anno non l’ ho ancora visto scagliare incantesimi contro qualcuno o giocare con il boccino durante le lezioni...

Ma alla fine dei conti, l’ anno è appena iniziato. Ma perché mi ha trattato in quel modo?Che cosa ho fatto?Non mi nemmeno ha dato una spiegazione. Io non capisco. E non capisco nemmeno perché io, Lily Evans, stia addirittura piangendo per questa cosa.

James rilesse due volte, sicuro di aver letto male, ma quando si accorse che c’era scritto proprio così, rimise il libro al suo posto, e un enorme sorriso gli si dipinse sul volto.

Allora a Lily importava di lui!

Doveva cercarla. In men che non si dica, Potter partì a razzo verso l’aula di Antiche Rune, appena in tempo per vedere Lily Evans uscire dal portone.
A quanto pare gli altri dovevano essersene già andati, perché James non li vedeva e il corridoio sembrava deserto.

-Evans!- esclamò andando nella direzione della ragazza dai capelli rossi.
Lily si voltò verso di lui e chiese accigliata e confusa allo stesso tempo:-Potter?- ma prima che lui potesse rispondere, Lily incominciò:-Senti Potter, non ho tempo da perdere. Se sei venuto qua per insultarmi...-

-Non voglio insultarti. Ti voglio parlare- disse James sorridendo  
speranzoso, ma Lily rispose acida:-Oh, che onore!Il grande James Potter che mi dà il beneficio di parlargli, che magnanimo!-. Sbuffò.

Lily se ne stava per andare, ma James le bloccò il braccio e sorrise:-Vuoi venire ad Hogsmeade con me?-. Lily a quelle parole si congelò. Di colpo ritrasse il braccio.
La sua faccia divenne livida di rabbia, gli occhi lucidi e spinse James così forte da farlo cadere per terra.

-VAI AL DIAVOLO, POTTER!- gli urlò contro Lily prima di andarsene via correndo.


 

NOTE DELL’ AUTRICE: Anche se prima del previsto, ho pubblicato il terzo capitolo. Mi farebbe davvero piacere se qualcuno mi dicesse cosa ne pensa mi sono iscritta da poco a EFP e per me l’ opinione degli altri sui miei manoscritti conta molto. Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4: Guerra aperta ***


Capitolo 4: Guerra aperta


James Potter si alzò stupito da terra. Era ferito,ferito dentro, insomma, che cosa aveva fatto di tanto grave?

Non che si fosse aspettato di vederla correre verso di lui a braccia aperte, ma neanche quella reazione..

In realtà, neanche lui sapeva cosa si fosse aspettato. Stordito, si ricordò che l’ ora buca era quasi passata e che adesso aveva Pozioni. Grandioso,pensò sarcastico

Quando arrivò nei nei sotterranei, ancora una volta Lily Evans riuscì a sorprenderlo.

Solo pochi minuti prima era corsa via piangendo con i capelli tutti scompigliati, mentre ora era lì,normale, come sempre, i capelli perfettamente dritti, e i vestiti perfettamente in ordine.

Neanche Mary, che era la sua compagna di banco, sembrava essersi accorta di qualcosa. Ma quando Lily si accorse che James la stava osservando abbassò gli occhi e si riconcentrò sui suoi appunti.

-Ancora in ritardo, eh, Potter?- disse beffardo Lumacorno, un po' irritato, ma non in modo eccessivo.

James non disse nulla e andò nel tavolo dei Malandrini.

Non si accorse nemmeno di essere nei sotterranei con i Serpeverde, tanto era angosciato.

-Mi fai schifo- disse piano Sirius per non farsi sentire da nessun’ altro tranne che da i Malandrini:-Sei arrivato in ritardo, non per fare degli scherzi grandiosi, ma per leggere il diario della Evans-.

E fece il verso di rimettere. Remus non sembrava stupito, probabilmente Sirius e Peter gli avevano già detto tutto.

-Ti sei comportato da...- incominciò Remus, ma James lo interruppe raccontando tutto quello che aveva letto e della “conversazione” con Lily, se quella si poteva chiamare conversazione.

Sirius esclamò stupefatto alla fine del racconto:-Ma quella ha dei problemi comportamentali!Prima scrive che ti vorrebbe vedere morto, poi passa la notte a piangere perché tu la ignori, e alla fine si mette fare una scenata isterica!-.

Peter si limitò ad annuire mentre Remus replicò alzando gli occhi al cielo:-James, non ascoltare Sirius!!Mettiti nei suoi panni...-.

-La visione mi è alquanto raccapricciante, insomma, essere nei panni di Sirius- James finse di rabbrividire, e Remus continuò imperterrito:- Lily si ritrova un giorno che tu la tratti malissimo, la ignori, la insulti dandole della falsa e all’improvviso le chiedi di uscire senza nemmeno spiegare il tuo comportamento-

-Ma..- cercò di difendersi James:-Non potevo dire di aver letto il suo diario!-

-E’ questo il punto, Ramoso: tu non dovevi leggere il suo diario-.

In quell’ esatto momento suonò la campanella, e mentre Sirius, Peter e James raccoglievano la loro roba, una lampadina si accese nella mente di Remus.

-Voi tre- disse quest’ultimo:-Come avete fatto a entrare nel dormitorio femminile?!-.

James, Sirius e Peter si scambiarono uno sguardo allarmato e poi scapparono fuori dall’aula con Remus alle calcagna.


 

Intanto Lily Evans camminava per i corridoi senza una meta precisa.

Voleva solo stare il più lontano possibile da James Potter. Non ne poteva più.

Si sentiva persa, e il fatto che non riuscisse a decidere dove andare rendeva la cosa ancora più inquietante.

Le caddero i libri, e per la centesima volta, dovette chinarsi a raccoglierli.

Non era da lei essere così distratta, ma nessuno poteva biasimarla, dati gli avvenimenti di quella giornata. Perché diamine Potter si era comportato in quel modo?Voleva attirare la sua attenzione?O c’ era qualche motivo che lei non riusciva a comprendere?

In ogni caso, Potter era un vero idiota. Ma d’altronde l’ aveva sempre saputo, che cosa si era aspettata?

In realtà lei non si era aspettata proprio niente, ma il fatto che lui l’ avesse trattata così...

Perché si era limitata a dargli una spinta?!

Avrebbe dovuto schiantarlo, se lo meritava. Rimpiangeva così tanto di non averlo fatto, ora.

Il suo primo istinto era stato quello di buttarlo a terra spingendolo. La prossima volta che avrebbe dovuto vendicarsi, avrebbe pensato più a lungo a come farlo.

Passò davanti alla biblioteca, ma non ci entrò. Non aveva voglia di concentrarsi sui libri. Che strano, pensò Lily, sicura che fosse davvero lei?

-Sì- si rispose da sola:-Non è il momento di pensare ai libri-. Senza averlo deciso, si ritrovò di fronte al muro che conteneva, in realtà, la Stanza delle Necessità.

Lily l’ aveva scoperta al quarto anno con Severus mentre facevano un giro per il castello.

La ragazza sentì un tuffo al cuore, non voleva pensare a Piton. Immaginò intensamente il luogo in cui desiderava che la stanza si trasformasse.

Dopo poco, Lily entrò in un ampia stanza con degli affreschi colorati e dei dipinti appesi in tutte le pareti. Delle candele profumate erano sparse per la sala. Un tappeto beige stava ai piedi di un letto bianco. Lily si infilò sotto le coperte e smise di pensare. I suoi occhi si chiusero e velocemente Lily entrò nel mondo dei sogni, o, come in quel caso, degli incubi...

Vedeva solo il buio, ma le sue orecchie sentivano. Sentiva solo delle urla, urla di paura e di dolore che riempivano la sua testa.

Lily si svegliò di scatto nel cuore della notte.

Potter le faceva venire gli incubi. E che incubi,pensò terrorizzata.

Ah, ma non finiva così, questa volta James Potter non la passava liscia.

Era guerra aperta.
E’ questo fu il suo ultimo pensiero prima di riaddormentarsi.




 

 
NOTE DELL’ AUTRICE: Ok, lo so che in questo capitolo è noioso e che tra Lily e James non succede nulla. Ma era essenziale che si capissero i sentimenti che provavano entrambi dopo tutti gli avvenimenti che sono successi. Prometto che nel prossimo capitolo ci sarà più dialogo tra Lily e James e sarà più movimentato. Come sempre, ripeto che delle recensioni mi possono solo far piacere. Al prossimo capitolo!


 



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5: Incidenti ***


Il mattino del diciannove settembre, Lily Evans si risvegliò in un letto bianco e morbido nella Stanza delle necessità. Subito le venne il timore di essere in ritardo per le lezioni,ma poi si ricordò che era sabato. Guardò l’ orologio al polso, erano le nove. Forse le sue amiche stavano ancora dormendo. Se fosse arrivata prima che si svegliassero, non avrebbe dovuto dare spiegazioni. Così si alzò e uscì dalla porta, facendo scomparire la Stanza delle Necessità.

Arrivata nella sala comune di Grifondoro, salì per le scale che portavano al dormitorio femminile. Arrivata nella stanza, notò con piacere che le altre dormivano. Si infilò sotto le coperte del suo letto cercando di riaddormentarsi, ma il suo stomaco brontolò. Solo in quel momento, Lily si rese conto che il giorno prima non aveva toccato cibo ed era da due giorni che non mangiava. Così Lily si rialzò e andò in bagno. Lì si fece una doccia, si lavò i capelli, gli asciugò con la magia, indossò dei vestiti puliti e sopra si rimise la divisa scolastica. Si mise una borsa semplice a tracolla e andò in Sala Grande. Si sedette al tavolo dei Grifondoro, semivuoto, e si preparò una fetta biscottata con spalmata sopra della marmellata di more. Ma la tranquillità dura sempre poco. James Potter, infatti, entrò nella Sala Grande sorridendo, ma quando vide Lily, il suo sorriso si spense e si sedette davanti a lei.

-Ciao- le disse timidamente. Lily alzò lo sguardo dalla sua fetta biscottata, che si era costretta a fissare, e i suoi occhi emisero odio.

-Cosa vuoi, Potter?- gli chiese Lily combattendo con il forte istinto di prenderlo a pugni. James non rispose subito, ma poi sussurrò:-Scusarmi-

-Per?- domandò Lily inespressiva. James rispose:-Per averti ignorata, trattata male, e poi, ecco...come mi sono comportato dopo che sei uscita dall’ aula di Antiche Rune...sono stato poco coerente, mi dispiace-. Lily per un attimo rimase stupefatta (positivamente): James Potter si stava davvero scusando con lei?

-Perchè l’ hai fatto?- gli domandò cercando di non tremare nella voce.

Cavolo, e adesso che faccio?, pensò James allarmato ma poi decise di dire una mezza verità:-Ecco...io, probabilmente ero stufo di essere rifiutato e mi sono arrabbiato. Forse anche perchè mi è sembrato che quando ti ho fatto quello scherzo dei pantaloni tu mi odiassi o roba simile. Ma poi mi è dispiaciuto, ho capito di aver sbagliato e ti ho chiesto di uscire, senza alcuna coerenza. Mi dispiace davvero, scusa-. Lily era a bocca aperta: quello era il primo discorso maturo che avesse mai sentito da James Potter. Richiuse velocemente la bocca, ma non rispose. Continuò a fissarlo. I suoi occhi sembravano pentiti ma anche angosciati e allo stesso tempo speranzosi. Le labbra erano incurvate appena in un sorriso flebile e sembrava che dalla risposta di Lily dipendesse tutta la sua vita. Lily voleva parlare, ma non ci riusciva, sembrava che  avesse la bocca congelata.

Passavano i minuti, e nessuno diceva niente. Lily inziò a bere un po’ di succo di zucca. In quel momento James osservò un orologiò a forma di gufo appeso in una parete. Notò con dispiacere che erano quasi le dieci di mattina.

-Devo andare, tra venti minuti ci sono le selezioni di Quidditch, e quest’ anno io sono il capitano-. A Lily andò di traverso il succo di zucca e balbettò tossendo e pulendosi la bocca con un tovagliolo:-Selezioni d- di Q-quidditch?-

-Si, Evans. Perchè?Vuoi entrare nella squadra?- chiese James sorpreso,

-No, ma Marlene si...e io...io...devo andare anch’ io...- si alzò e corse verso il dormitorio femminile. James la guardò stranito, ma poi si diresse verso il campo di Quidditch. Mentre stava per entrare dal ritratto della sala Grassa, Lily Evans notò che ne stava già uscendo qualcuno. Erano Mary, Alice e Marlene.

-Dove eri ieri sera?- le domandò Mary preoccupata,

-Io?Beh..ecco..io sono stata in biblioteca fino alle sette, però poi, siccome non avevo finito ancora un compito, sono stata in un aula vuota a terminarlo e sono rientrata tardi-. Se non fosse stato per Marlene che era bianca come un cadavere, Mary e Alice si sarebbero senz’ altro accorte che quella era una bugia bella e grossa. Ma così, loro annuirono e non fecero domande

Ma Lily non doveva pensare a queste cose: doveva pensare a Marlene.

-Andrà bene, Marlene, vedrai- le disse Lily mettendole una mano sulla spalla per rassicurarla.

 

James, al campo di Quidditch, era nervoso. Non solo perchè Lily Evans non gli aveva risposto, ma anche perchè da lì a poco sarebbero iniziate le selezioni di Quidditch. E già sapeva che finite le selezioni avrebbe dovuto affrontare ragazzi inviperiti per non essere entrati nella squadra.

L’ orologio scoccò le dieci. La folla dei giovani aspiranti giocatori di Quidditch, cominciarono ad ammassarsi e a dirigersi verso di lui.

James notò che proprio in quel momento, Lily, insieme a Alice e Mary, si stava sedendo agitata in tribuna. Probabilmente era venuta per vedere Marlene, pensò James.

Senza riflettere oltre su Lily, perchè sapeva che se avesse continuato a fissarla non sarebbe riuscito a concentrarsi sulle selezioni, diede il via agli aspiranti giocatori. Sirius giocò benissimo e fu scielto tra i battitori insieme a un grosso tizio, Mark, del sesto anno. Tra i cacciatori scielse Marlene, Frank Paciock (con grande gioia di Alice) e un ragazza del quinto anno, Margaret. Il nuovo portiere era John, un giocatore promettente, anche lui del sesto anno.

Finite le selezioni, prima che qualcuno potesse lamentarsi, James si mise a cavalcioni sulla scopa e iniziò a volare per il campo.

Lily, intanto, era scesa dalle tribune per correre ad abbracciare Marlene, quando...BUM!

James,  beato della velocità, che non si era accorto di Lily Evans, le era andato addosso facendola cadere.

Lui scese immediatamente dalla scopa, mentre Lily era svenuta.

Lily, invece, non riusciva a vedere o sentire nient’ altro che l’ oblio. Una strana senzazione di piacere e tranquillità l’ avvolse.

Quando, ad un tratto...

-Lily?Lily, ci sei?Lily, svegliati!- sentì dire, dalla voce di James Potter. Un altra voce, femminile, che Lily riconobbe come quella di Madama Chips, sbottò:-La lascia stare!Si sveglierà tra poco...-

-Chi dice che si sveglierà?Finirà che, siccome lei la prende con tanta tranquillità, Lily non si sveglierà più, e...-ribattè la voce preoccupata di James,

-Chi ha detto che non mi sveglierò, Potter?- sussurrò Lily aprendo lentamente gli occhi.

-Lily!Lily, sei tu!-sospirò James, sollevato. Lily capì di essere stata portata in un letto dell’ infermeria, e l’ immagine di lei che si scontrava con Potter le tornò nitida, facendole comprendere cosa doveva essere successo.

-Però, che intuito- rispose Lily scettica

-Sul serio Lily, sembravi una specie di morta vivente!- esclamò James. Lily gli lanciò un occhiataccia, ma poi domandò:-Ehi, ma chi ti ha dato il permesso di chiamarmi Lily?-. James sorrise, ma cambiò argomento:-Scusa per averti colpita, ero distratto...-

-Come sempre- lo interruppe Lily, ma James continuò:-Mi sono preoccupato tantissimo quando non ti svegliavi...-

-Tu ti sei preoccupato per me?- lo interrupe di nuovo Lily, questa volta però piacevolmente sorpresa. Davvero James Potter si era preoccupato per lei? perchè se era così, Potter era stato davvero....dolce.

Ma James non ebbe il tempo di rispondere, perchè Minerva McGranitt piombò su di loro:-Salve signorina Evans. Signor Potter, credo che sarà inutile dirle che dovrò togliere venti punti a Grifondoro per il danno causato alla signorina Evans...-

-Si, professoressa- rispose James abbassandosi gli occhi. Lily, per un motivo ingnoto anche a lei, decise di intervenire:-E’ stato un incidente. In più anch’ io stavo scendendo velocemente dalle tribune. Davvero, professoressa, non è colpa di Potter-. James la fissò a bocca aperta, ma si riprese subito.

La professoressa McGranitt dapprima parve incerta, ma poi disse:-Beh, se è stato un incidente... d’ accordo, non toglierò punti a Grifondoro. Comunque signorina Evans, come si sente?-

-Bene- professoressa rispose Lily. Aveva solo un leggero mal di testa, ma per il resto stava bene.

-Ne sono lieta. Volevo riferire un messaggio a voi due da parte di Silente. Quest’ anno, insieme al signor Lupin, sarete i nuovi Caposcuola di Grifondoro-

-Io e Potter?- boccheggiò Lily con gli occhi sgranati, mentre James era altrettanto stupefatto.

-Si, signorina Evans- rispose la Minerva Mcgranitt.

-No, lui no!- implorò Lily, ma James disse alla professoressa:-Le duole la testa, non sa quello che dice, professoressa-. Il volto della Professoressa McGranitt era scettico, tuttavia annuì e se ne andò.

Lily era scioccata. Nonostante si era dimostrata piacevolmente sorpresa dal comportamento di Potter, non era certo desiderosa di passare più sere alla settimana con lui a fare le ronde.

James, dal canto suo, sorrideva: si prospettava un anno fantastico.

 

NOTE DELL’ AUTRICE: Spero che il capitolo sia piaciuto e voglio aggiungere che la parte “No, lui no” l’ ho presa spunto da quando Harry si fa male giocando a Quidditch e Allock vuole soccorrerlo. Ringrazio quelli che recensiscono e anche quelli che si limitano a seguire la storia. Fatevi sentire anche voi, però, qualche volta! Aggiornerò a breve il prossimo capitolo, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6: Sì ***


Lily aveva passato la notte e gran parte del giorno in infermeria e dopo che le amiche l’ ebbero tempestata di domande, la ragazza potè rilassarsi coricata a letto. Teneva in mano l’ orario delle ronde per i caposcuola del Grifondoro:

Lunedì sera:Potter/Evans

Martedì sera:Lupin/Potter

Mercoledì sera:Evans/Lupin

Giovedì sera:Potter/Evans

Venerdì sera:Lupin/Potter

Sabato sera:Evans/Lupin

Domenica sera: Potter/Evans.

 

Lily si rigirò il foglio in mano più volte. Tre sere alla settimana a fare le ronde con Potter. Fantastico, pensò sarcastica Lily. Estasse dalle assi del suo letto il suo diario segreto e scrisse per un po’.

Poi scese con le amiche in Sala Grande per cenare. Salutarono i Malandrini, si sedettero e Lily si servì un ampia porzione di salsiccie con patate.

-Ciao- la salutò Remus:-Come stai?Ho saputo dell’ incidente-

-Bene- rispose Lily, e disse vedendo Remus inarcare un soppracciglio:-Sul serio , sto bene ora.-. James pareva mortificato:-Mi dispiace, Lily. Sul serio...-

-Potter, smettila di commiserarti o dovrò vomitare- disse Lily cercando di essere acida, ma si capì benissimo che l’ aveva detto per rassicurare James.

Lo capì perfino Sirius Black, che non era di certo famoso per il suo tatto.

-Stasera abbiamo la ronda, Potter. Perciò cerca di essere puntuale- gli ricordò la ragazza dai capelli rossi.

-Okay, Lily- rispose James mordicchiando una Pies*.

Lily esclamò arrabbiata:-Smettila di chiamarmi Lily!-

-Ok, Evans- ripetè James non facendo una piega. Lily si tranquillizzò. Sirius scoppiò a ridere.

-Qualcosa di divertente, Black?- domandò Lily gelida. Lui rispose sorridendo:-Niente, Lily-

-EVANS!EVANS!EVANS!- strillò Lily, tanto che molti primini si girarono a guardarla. Lei, accorgendosene, abbassò lo sguardo e bevve del succo di zucca, sotto lo sguardo divertito di Sirius Black.

Lily gli lanciò un occhiataccia, ma non disse nulla. Marlene, più che altro per cambiare argomento, propose:-Perchè non andiamo tutti a giocare a Quidditch domani pomeriggio?Non per fare una partita, ma per divertirci!-. James esclamò:-Geniale!-

-Ti amo Marlene!- disse Sirius che in un attimo di euforia, lui e James si erano seduti sulla sedia improvvisando un balletto, subito fermato da un occhiata da parte della professoressa McGranitt. Anche Alice, Mary, Peter e Remus erano entusiasti. Tutti, insomma. Tranne una.

Lily se ne era stata zitta tutto il tempo, mentre un nodo le si stringeva nello stomaco. Tutti la guardarono, dato che era l’ unica che non aveva aperto bocca.

-Che ne dici, Evans?- domandò James un po’ deluso. Lily disse cercando di sembrare convincente:-Fantastico. E..ehm.. scusatemi- si stava già alzando, quando la voce di James la bloccò:-Aspettami Evans! Dobbiamo fare la ronda insieme!-. Lily guardando l’ orologio si accorse che era vero e infatti tranne loro c’ era pochissima gente in sala grande. Così aspettò pazientemente Potter e quando si inoltrarono nei corridoi ormai tutti erano nei loro dormitori. Mentre camminavano in silenzio. A un certo punto, stranamente, fu Lily a iniziare la conversazione:-Dev’ essere bello viaggiare. Io ho sempre desiderato farlo, ma non sono mai uscita dall’ Inghilterra-. Questa il suo tono di voce non era nè acido, ne brusco, era...sognante, pensò James.

-L’ estate scorsa sono andato nella Canarie in vacanza con i miei genitori e con Sirius-. Lily domandò interessata:-E come sono?-

-Beh, io sono andato a Lanzarote, ed è davvero bella. Lì le spiagge sono quasi tutte libere, ci sono anche i vulcani, e degli uomini babbani davvero gentili ci hanno fatto fare dei giri sui cammeli, e Sirius aveva una paura matta e continuava a gridare di voler scendere-,

-Ahaahaah, davvero?- domandò Lily ridendo a crepapelle

-Si- rispose:-Ma non dire che te l’ ho detto. Potrebbe incavolarsi seriamente-. Lily fissò un attimo James e poi disse:-Tu e Sirius vi volete davvero bene, non è così?-. James era imbarazzato:-Beh, si, ma non siamo molto zuccherevoli...-

-Ma quando uno dei due ha bisogno, l’ altro c’ è sempre, giusto?-

-Si, direi di si- rispose James, confuso dalle domande che Lily gli stava ponendo.

Lily gli sorrise. James la stava sorprendendo sempre di più, e ora era completamente sicura di non detestarlo. Anzi, quando si comportava così era davvero simpatico. Simpatico, Lily, cosa stai farneticando?

Si lui è solo arrogante... no, ormai quella scusa non reggeva più. Perchè sotto quella faccia da arrogante e presuntuoso, James era davvero dolce.

-Come mai non vuoi giocare a Quidditch?-le chiese ad un tratto James,

-Io non ho mai detto- cominciò Lily, ma James la interrupe:-Si capiva benissimo-. Lily sospirò, ma poi si decise a dire la verità:-Potter, io, io...io sono completamente negata a giocare a Quidditch!E’ sempre stato così, da bambina ero imbranata anche negli sport babbani!Io non riesco nemmeno a tirare una palla a Quidditch e finirà che mi metterò in ridicolo e mi prenderanno tutti in giro...-.

-Evans- disse James:-Non è la coppa del mondo di Quidditch, è una normale partita tra amici!Nessuno ti prenderà in giro-

-Strano di sentirlo dire proprio da te, dato che pensavo che tu fossi la persona che più mi avrebbe deriso...-

-Così mi ferisci!- disse James con tono falsamente indignato, e Lily rise.

Com’ era bella la sua risata, pensò James. Poi le disse:-Domani ti divertirai e chissene importa se giochi bene o no, l’ importante è che tu ti diverta, okay?- -Grazie, James- rispose Lily, e non si pentì nemmeno di averlo chiamato per nome. James se ne accorse e sorrise. Lily si accorse che avevano controllato tutto il perimetro prestabilito:-Beh, siccome abbiamo finito io vado. Buonanotte James-

-Buona notte, Lily-. Lily gli sorrise e incominciò a camminare, ma all’ improvviso si fermò di scatto, si voltò verso James e gli disse:-Sì-

-Sì cosa?- le domandò James confuso,

-Sì ti perdono. E se continui a comportarti così, magari potrei persino venire a Hogsmeade con te- e se ne andò. James, dapprima, restò a bocca aperta, ma poi incominciò a fare dei salti di gioia.

 

NOTE DELL’ AUTRICE: Spero che il capitolo non abbia deluso le vostre aspettative. Pubblicherò presto il prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7: Lettere ***


James Potter si svegliò la mattina del ventuno di  settembre particolarmente euforico.  Non poteva crederci, Lily lo aveva perdonato e forse sarebbe anche uscita con lui a Hogsmeade!
-SVEGLIATI  FELPATO!- urlò James a Sirius, che per risposta  grugnì. Non ottenendo nulla di soddisfacente, James provò con Peter, che lo ignorò e infilò la testa sotto al cuscino. Frank invece faceva finta di dormire ancora per non essere svegliato, così, la triste sorte toccò a Remus:-LUNASTORTA!-
-Si, Ramoso?- disse Remus  pigramente  alzandosi dal letto. James continuava a saltellare qua e là:-LILY MI HA PERDONATO!E FORSE USCIRA’ CON ME AD Hogsmeade!- esclamò James. Remus strabuzzò gli occhi, e anche gli altri cominciarono a reagire a quella notizia. Peter si fece improvvisamente svegliò e si alzò così di scattò che andò a sbattere contro il comodino, mentre Frank rimase a bocca aperta, dimenticandosi all’ improvviso di fingere di dormire. Mentre Sirius restò talmente sorpreso che cadde dal letto.
-Lei…tu…cosa?- boccheggiò, mentre James rispondeva vestendosi:-Hai capito bene Felpato!Lily mi ha perdonato e ha detto che forse uscirà con me ad Hogsmeade!-. Sirius era stupefatto, e diede un cinque distratto all’ amico, felice per lui, con gli occhi sgranati. James raccontò della loro conversazione avuta a colazione il giorno della partita e durante la ronda, omettendo alcuni particolari, ovviamente, come il fatto che aveva raccontato a Lily la fobia di Sirius per i cammelli.
 Remus era davvero contento:-Vedi, James! Non serve a nulla ricorrere a leggere il suo diario, la conquisti molto di più comportandoti così!Sono fiero di te!- ululò Remus. Mentre James lo abbracciava.
-Grande Ramoso!- strillò Peter e Frank domandò:-Ma James, sei sicuro di non esserti sbagliato…-
-Mi stai rovinando il mio momento di euforia, Frank. E poi tu dovresti stare zitto, dato che lo sanno tutti che ti piace Alice!- lo canzonò James sorridendo. E Frank avvampò diventando prima rosso, poi viola. 
James uscì dalla stanza, seguito a ruota dagli altri.
Non riusciva a reprimere un sorriso:era davvero felice.
 
Lily Evans si svegliò la mattina del ventuno di settembre particolarmente euforica. E questo non sfuggì alle sue amiche.
-Lily che hai?- le domandò Marlene preoccupata.
-Niente- rispose Lily velocemente, troppo velocemente per non far capire che stava mentendo.
-Stai dicendo una bugia- osservò Mary e Alice disse con un sorriso malizioso stampato sul viso:-Dai raccontaci…-.
Lily continuava a negare, ma, dato che le amiche insistevano, Lily promise:-Vi racconterò tutto stasera dopo cena, ve lo prometto-. Così Lily fu lasciata in pace.
Uscì dalla stanza seguita a ruota dalle altre.
 Non riusciva a reprimere sorriso: era davvero felice.
Arrivate in Sala Grande le ragazze si sedettero per fare colazione, mentre i Malandrini erano già arrivati da qualche minuto, grazie alla foga di Sirius di mangiare.
James si servì un ampia porzione di uova strapazzate con pancetta e salutò le ragazze:-Ciao Alice, Marlene, Mary, Lily-. Lily rispose imburrando la sua fetta biscottata:-Ciao James-. Tutti gli fissarono a bocca aperta, mentre Lily e James continuavano a mangiare tranquillamente. Dopo essersi ripresa dallo shock, Marlene domandò:-Allora oggi dopo pranzo al campo di Quidditch?-
-Certo- disse Lily calma. Fini la fetta biscottata in cui aveva messo anche della marmellata alla pesca, e iniziò a mangiare una fetta di torta alla melassa, la sua preferita. James domandò:-Che lezioni hai oggi Lily?-
-Pozioni, Trasfigurazione, Difesa contro le Arti Oscure e Incantesimi, mi sembra- rispose Lily pensierosa. “E per nulla arrabbiata” pensò preoccupata Mary.
-Anch’ io- rispose James mangiucchiando le sue uova. Lily mangiò un altro morso della sua fetta di torta e si illuminò, ricordandosi all’ improvviso:-Credo che oggi torni Lumacorno!Non che lo adori, ma….-
-E’ molto migliore di questo supplente- concluse James sorridendo. Lily annuì. Sirius deglutì. Marlene sussurrò:-Ok, è uno scherzo-. Lily parve sorpresa:-Cosa è uno scherzo?-
-Voi due..- accennò Alice:-Sono già passati dieci minuti e non gli hai ancora urlato contro!-. James osservò sarcastico:-Devo dire che hai una bella considerazione sul contegno della tua amica-. Lily scoppiò a ridere, e Mary esclamò:-Non si tratta di considerazioni, si tratta di fatti!-. Lily sbuffò:-Come sei scorbutica, Mary-. Questo fu il turno di James di ridere. Tutti erano allibiti.
-Hai fatto un cambio di personalità multipla?- domandò Sirius sarcastico,
-Taci, Black- disse Lily scoccandogli un’ occhiataccia. Sirius ribattè divertito:-A quanto pare no-. Lily gli lanciò un'altra occhiataccia, ma questa volta non disse nulla. L’ orologio scoccò le otto meno cinque, e tutti si alzarono per andare a lezione.
Pozioni passò velocemente,prima Pozioni, dopo aver salutato adeguamente Lumacorno tornato a insegnare dopo una brutta influenza, poi Incantesimi, Trasfigurazione. Ora era il momento di Difesa contro le  Arti Oscure.
-Bene- disse l’ insegnante:-Oggi faremo  una ripassata generale di quello che abbiamo fatto l’ anno scorso. In particolare, ripasseremo gli incantesimi non verbali. Le coppie sono:-Black e Mcdonald, Paciock e Prewett, Evans e Potter, Mckinnon e Minus,Lupin e Vance….-.
Ogni alunno si avvicinò al proprio compagno. Sirius non sembrò a disagio con Mary, Alice era al settimo cielo di essere in coppia con il suo Frank, Marlene non si poteva dire invece proprio entusiasta di avere come compagno Minus, Lupin era abbastanza contento di essere in compagnia con Emmeline Vance, una ragazza di Corvonero davvero intelligente. E Lily… Lily non sapeva come si sentiva a essere in coppia con James. Quest’ ultimo si avvicinò a lei:-Allora…cominciamo?-
-Ok-.  James disarmò Lily e lei, ridendo, lo schiantò per ripicca, e tutto questo non parlando. –Però Lily… niente male- disse James passandosi una mano tra i capelli. A quel gesto, Lily alzò gli occhi al cielo.
Ma prima che James potesse dire qualcosa, la voce del professore gli riportò alla realtà:-Vi state esercitando o no, ragazzi?-. Loro annuirono abbassando lo sguardo e continuarono a esercitarsi.
Dopo pranzo, Lily, Alice, Mary, Marlene e i Malandrini si diressero al campo di Quidditch. Quando iniziò a giocare, James si accorse che Lily aveva perfettamente ragione: non sapeva proprio giocare. Ma a lui non importava, a lui importava solo vederla felice e sorridente. E Lily si stava divertendo. Continuavano a scherzare, e anche a barare a dire il vero. Mary buttò persino Sirius giù dalla scopa. Anche Lily cadde a terra una volta, ma mentre tutti si aspettavano chissà quale reazione, a lei era venuta la ridarola e non riusciva a smettere di ridere. Ma mentre si stava rialzando per continuare a giocare, un gufo planò verso di lei con una busta appressa. Lily la scartò curiosa e cominciò a leggere una lettera. Ma quando finì di leggere, i suoi occhi erano colmi di tristezza.
-Ehm… i-io  n-non ho più voglia di giocare- balbettò correndo a perdifiato verso il castello. James disse agli altri preoccupato:- Voi continuate a giocare, io vado una attimo…- e corse anche lui nella direzione in cui se n’ era andata Lily.
Arrivato in Sala Comune, trovò Lily con gli occhi arrossati e lucidi che fissava il fuoco.
-Lily … cos’ è successo?- le domandò James preoccupato. Lily lo guardò e si alzò:-Niente James, niente. Io vado ai dormitori…-
Ma James le bloccò prendendola per la vita:-Dimmi cos’ è successo-. Lily si ritrasse da James e esclamò:-Niente!Niente!Per favore, lasciami stare, James!- e andò dritta ai dormitori.
Quella notte, James fece fatica ad addormentarsi. Così si decise. Era contrario a farlo di nuovo, ma Lily non voleva dirgli come mai stava male e lui così non poteva aiutarla. C’ era solo una cosa da fare: leggere il diario di Lily Evans.
NOTE DELL’ AURICE: Mi scuso per il ritardo e spero che il capitolo sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che leggono/seguono/mettono tra i preferiti/recensiscono questa storia. Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8:Un abbraccio può far passare tutto, ma solo quando lo si riceve dalla persona giusta ***


James  Potter si avviò verso la Sala Grande con i Malandrini  per fare colazione, e con sua grande sorpresa, notò che Lily Evans era già lì a fare colazione con le amiche. Sembrava serena, ma James, che l’ aveva osservata tante volte, notò che i suoi occhi, erano un po’ spenti quel giorno. Le amiche stavano parlando di qualcosa a proposito di una rivista, ma Lily non sembrava essere molto partecipe a
I malandrini si sedettero e le salutarono. Loro ricambiarono il saluto, Lily invece accennò solo un sorriso. Sirius aprì la bocca, probabilmente per chiedere qualcosa a Lily, ma Alice lo zittì con un occhiataccia. Lily continuava a mangiucchiare i suoi pancake in silenzio, guardando il piatto.  Mary iniziò a parlare d’ altro. A Lily non interessava sentire cosa dicevano. Si sentiva addosso lo sguardo di qualcuno, che però avrebbe dovuto alzare il viso per vedere chi fosse.
Sospirò, e poi alzò la testa dal suo piatto. E la sua congettura si dimostrò corretta: James Potter la stava fissando.
Gli altri non sembravano accorgersi di loro. James intanto le stava perforando gli occhi.
-Ho qualcosa che non va, James?Sono sporca di pancake?- domandò a disagio. James fu riscosso dai suoi pensieri su Lily, su cosa le stesse frullando in quella testa con i capelli rossi e bofonchiò:-No, non hai niente-. Lily sentì una fitta allo stomaco. Si sentiva in colpa per come aveva trattato James il giorno prima, ma quella lettera l’ aveva davvero turbata e…
L’ orologio scoccò le otto meno cinque, e si alzò per andare insieme ai suoi amici a lezione di Antiche Rune.
James era paralizzato. Sirius continuava a mangiare tranquillamente il suo toast con burro di arachidi senza accorgersi di James. Peter invece si preoccupò e gli domandò, dando una gomitata a Sirius :- James..c’ è qualcosa che non va?-. Ma James non fece in tempo a rispondere, che Sirius lo guardò stralunato:- James .. quel diario ti sta creando dipendenza!-
-Ehi!Pensavo che tu fossi dalla mia parte!- esclamò James. Sirius osservò:-Era prima che questa cosa diventasse una malattia!Sei diventato un maniaco!-. James era indignato:-Non ci andrei se non ce ne fosse veramente bisogno!Ma Lily sta male e non mi vuole dire perché … -
-Ma perché dovrebbe dirlo proprio a te?Non ha forse passato gli ultimi sette anni della sua vita a detestarti?- disse Sirius esasperato. James gli tirò un ceffone.
-Ahi!Mi hai fatto male!- si lamentò Sirius, ma James gli urlò contro:-Te lo meriti! E ora se vuoi scusarmi, io me ne vado. Ho un diario da leggere, che ti piaccia o no-. E se ne andò infuriato.
Dopo essere entrato nella Sala Comune di Grifondoro, James andò nei dormitori femminili, e dopo aver estratto il diario dalle assi del letto di Lily, incominciò a leggere sedendosi per terra.
Lily aveva riempito parecchie pagine dall’ ultima volta che aveva letto il diario. Raccontava di quando lui le aveva chiesto di uscire e di come si era sentita, e a quanto pare, con grande sorpresa di James,  quella notte del diciotto settembre era andata a dormire nella Stanza Delle Necessità. Poi raccontava che si era sentita strana e che era rimasta colpita dal fatto che lui le avesse chiesto scusa. James sentì un tuffo al cuore: Lily aveva scritto che dopo la sera in cui avevano fatto la ronda insieme, pensava che sotto sotto lui fosse dolce.
Invece James arrossì quando scriveva che gli era sembrata molto leale l’ amicizia tra lui e Sirius e che ne era rimasta colpita. Si sentì in colpa, forse era stato un po’ troppo morboso nei confronti di Lily e Sirius stava cercando di farglielo capire …
Ma non fece in tempo a rifletterci oggi perché trovò la parte che gli interessava e lesse:
Lily Evans, 22 settembre, 7° anno a Hogwarts
Caro diario,
mi sento uno schifo. E pensare che fino a poche ore fa ero così felice…
Forse  è meglio che spieghi cos’ è successo, altrimenti non si capirà niente. Bene, allora oggi stavo giocando a Quidditch, e, stranamente, mi stavo divertendo, quando è arrivata una lettera. La ricopio qui:
Caro mostro,
non avrei mai pensato di scriverti, ma ora lo faccio per dei motivi importanti. Il primo è che quando ieri mattina è arrivata la tua ennesima lettera indirizzata a me, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non ho mai risposto a una tua lettera, ma ora basta. Quindi ti scrivo per dirti di non scrivermi più. Non ho niente da dire a una pazza. Per me tu non sei mia sorella, io non ho sorelle.
L’ altro motivo per cui ti scrivo, è che a dicembre mi sposo. Sono sicura che a te non potrebbe capitare una cosa del genere, nessuna persona sana di mente , al massimo qualcuno della tua specie. Cosa che dubito, perché credo che nemmeno uno di loro ti vorrebbe.
Mamma voleva che ti invitassi al matrimonio, ma io le ho risposto che se lo sogna. Infatti scrivo per dirti che non sei invitata e non venire a rovinare tutto. Non voglio che il giorno più bello della mia vita sia rovinato a causa tua. Non venire al matrimonio, non osare farlo.
Petunia Evans
Lo so che non è morto nessuno né niente di grave, ma è normale che io ci rimanga male, no?
Mi sento in colpa anche per come ho trattato James prima, in Sala Comune. Gli ho urlato di lasciarmi in pace e me ne sono andata quando lui voleva solo sapere cos’ era successo. Sarei volentieri restata con lui, ma non ho voglia di domande a cui non ho voglia di rispondere. Non voglio spiegare, raccontare, non me la sento.
Arrivano dei passi, saranno le mie amiche. Dirò a loro che non ne voglio parlarne, mi capiranno. Ti saluto caro diario, prima che mi scoprano
James finì di leggere scioccato. Come poteva, quella che a quanto pare doveva essere la sorella di Lily, dirle quelle cose?Come osava?L’ avrebbe voluta strozzare per aver detto una cosa simile.
Il mostro era lei, non Lily! E, comunque, Petunia si era sbagliata. Non era vero che nessuno non avrebbe mai voluto Lily. Lui, la voleva. La voleva con tutto il suo cuore.
Rimise il diario al suo posto, e scese in Sala Comune. Si sedette su una poltroncina rossa.
Dopo circa sei minuti, qualcuno sbucò dal buco del ritratto della Signora Grassa. Era Lily, ora che finita la lezione di Antiche Rune, era andata in Sala Comune con l’ intenzione di salire in dormitorio per prendere un fermaglio per i capelli. Lì ci trovò James.
Fece un bel respiro, era la buona occasione per scusarsi, ora che erano soli:- James, mi dispiace per ier…- ma non fece in tempo a finire la frase che le braccia di James l’ avvolsero. Si dimenticò di parlare, si dimenticò di sua sorella, si dimenticò di tutto. C’ era solo James.
NOTE DELL’ AUTRICE: Spero che il capitolo sia piaciuto!Pubblicherò presto  il prossimo capitolo ! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9: Che impiccioni, gli amici! ***


James abbracciò Lily a lungo, fino a quando lei si ritrasse e mormorò:-Grazie, James-. James le sorrise. Ad un tratto si ricordò e disse allarmata guardando l’ orologio:-Oh, no James!La lezione di Pozioni!E’ iniziata … è finita adesso!No…-
-Lily, è solo una lezione..e poi con i voti alti che hai in Pozioni…- cercò di calmarla James, ma lei lo interruppe, presa dal panico più totale:-James, quest’ anno abbiamo M.A.G.O!Dobbiamo essere preparati e se hanno fatto qualcosa di importante?!-
-Ne dubito. Ma anche se fosse così, puoi farti prestare gli appunti da Remus- le suggerì James. Lei si illuminò e gli disse dandogli un bacio sulla guancia senza neanche accorgersene:-Si!Ottima idea!Vado subito!- e uscì dal ritratto della Sala Grassa correndo.
James fissò il ritratto della Signora Grassa sorridendo come un ebete, passandosi una mano sulla guancia in cui lo aveva baciato Lily.
Ma in quell’ esatto momento,il ritratto si aprì di nuovo e  Sirius Black entrò con passo baldanzoso nella Sala Comune. Vedendo James in quello stato, si dimenticò del litigio di poco prima e gli domandò ridendo:-Perché di tocchi la guancia, James?E soprattutto, perché hai una faccia che ti fa sembrare più tonto di Mocciosus?Neanche ti avesse baciato la Evans, lì!-. James deglutì e boccheggiò ancora incredulo:-Ma … è successo proprio così!-.
Subito Sirius lo fissò a bocca aperta e con gli occhi sgranati e poi … svenne.
James si chinò sul corpo inerte del suo amico e lo agitò bruscamente, come se così potesse farlo rinvenire.
Ma le sorprese non erano ancora finite. Alice Prewett, promettente Grifondoro del loro anno e nonché una delle migliori amiche di Lily Evans, varcò la soglia del ritratto. Ma quante persone vengono in Sala Comune, oggi? Pensò James esasperato.
Alice non lì notò subito. I capelli lunghi e neri le ricadevano ondulati appena sopra al seno e stava facendo il possibile per legarli in una coda. Le cadde l’ elastico per capelli e si chinò a raccoglierlo, ma quando si rialzò, la bizzarra scena di  un Sirius svenuto e un James che lo scuoteva furiosamente le si proiettarono davanti.
-James!- esclamò Alice stupefatta:-Che è successo a Sirius?-
-E’ rimasto sconvolto- disse James scuotendolo ancora più forte di prima.
-Smettila James! Non si fanno rinvenire le persone così!- esclamò Alice indignata. James smise di scuotere Sirius e le domandò stranito:-E come si fa?Sai, non è che faccia resuscitare cadaveri ogni giorno-. Alice alzò gli occhi al cielo, ma poi disse pensosa:-Beh … ci vorrebbe un po’ di acqua e zucchero..-
James corse subito in camera sua e ne uscì dopo poco con un bicchiere pieno di acqua e zucchero. Ma invece di farlo bere a Sirius, gli buttò addosso l’ acqua.
-MA SEI SCEMO?!- gli urlò Sirius risvegliandosi di botto, completamente fradicio. Alice era esasperata:-Dovevi farglielo bere, non buttarglielo addosso, idiota!-. James disse in sua difesa:-E io che ne sapevo … dovevi  specificarlo … -. Alice si battè una mano sulla fronte, rassegnata. Mentre Sirius, furioso, mollò un ceffone a James proprio nella guancia in cui lo aveva baciato Lily.
-Ehi!E questo perché?- domandò James massaggiandosi la guancia,
-O vediamo..- disse Sirius facendo finta di riflettere:-Non solo prima mi fai questo scherzo dicendomi che la Evans ti ha baciato, facendomi svenire, MA MI RISVEGLIO ANCHE TUTTO BAGNATO E…-. Ma non fece in tempo a finire perché l’ esclamazione di Alice lo interruppe:-LILY HA FATTO COSA???-. Sia Sirius che James sobbalzarono.
-Solo su una guancia- chiarì James con le mani alzate in segno di difesa, mentre Sirius lo guardava stralunato, capendo che non era stato uno scherzo.
Ma  Alice non  sembrò calmarsi e bofonchiò tra sé e sè salendo le scale del dormitorio:-Adesso Lily … adesso quella mi sente..-. Dopo poco ritornò in Sala Comune e uscì dal ritratto, con appressa la borsa dei libri.
 A un certo punto James cominciò a ricordarsi:-Abbiamo lezione di Trasfigurazione, accidenti!- . Si alzò e vedendo che Sirius restava lì impalato, gli domandò:-Tu non vieni?-. Sirius gli lanciò un occhiata omicida:-TI PARE CHE POSSA VENIRE CONCIATO COSI’!NON SOLO SONO BAGNATO, MA PROFUMO DI ZUCCHERO, DIAMINE!-. James fermò le urla di Sirius:-Ok, ok calmati. Io vado..-
Si voltò e uscendo dal ritratto della Signora Grassa, sentì urlare:-SE LE MIE FANS MI VEDESSERO RIDOTTO COSI’…-
James sospirò ed entrò nell’ aula di Trasfigurazione a testa bassa, ma questo non servì a non essere notato dalla professoressa McGranitt:-Le sembra l’ ora di arrivare, signor Potter?Cinque punti in meno a Grifondoro-. James si passò una mano tra i capelli, imbarazzato e si sedette di fianco a Remus e Peter.
Peter domandò a James:-Dov’ è Sirius?-. James liquidò la domanda “velocemente”:-Diciamo che era conciato troppo male, per farsi vedere dalle sue “fans” in quello stato, che poi oltretutto ne ho più io di lui…-
-Sempre il solito modesto, Ramoso- lo interrupe Lunastorta:-Comunque, perché?Cos’ è successo?E come mai non sei venuto a Pozioni?-
-E’ una storia lunga- rispose James estraendo i libri dalla borsa.
-Strano- disse Remus sospettoso:-E’ la stessa cosa che mi ha detto Lily-.
A James cadde il libro che teneva in mano  a terra, sorpreso e a disagio. E James Potter non era MAI a disagio.
Intanto dall’ altra parte della classe Alice Prewett stava assalendo la sua compagna di banco. Quest’ ultima era una bella ragazza dai capelli rossi e lisci e gli occhi profondi.
-Calmati Alice … invece di bofonchiare cose senza senso, spiegami qual’ è il problema!- esclamò Lily Evans esasperata.
-Il problema, Lily, é che noi dovremmo essere migliori amiche!-eclamò Alice in tono eccessivamente teatrale. Lily le rispose alzando gli occhi al cielo :-Addirittura. Senti Ali, puoi dirmi cosa succede?-
-A te piace James Potter e non mi hai detto nulla!- esplose Alice. Lily arrossì e poi bofonchiò:-A me?Potter?Ma tu sei…-
-Smettila di mentirmi. Dimmi la verità: ti piace o no James?-. Lily subito non rispose, mentre il suo colorito da rosso diventava viola, ma poi mormorò:-Io…io… io credo di si, accidenti!-
NOTE DELL' AUTRICE: Eccomi di nuovo qui! Ringrazio di cuore tutti quelli che seguono, recensiscono la mia storia, e la mettono tra i preferiti. Un grazie particolare va a Marty Evans, la mia lettrice più accanita. Riguardo alla storia, preciso che quando James si passa una mano sulla guancia in cui l' ha baciato Lily, ho preso spunto da quando Hermione ha dato  un bacio sulla guancia a Ron prima di una partita di Quidditch. Beh allora..al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10: Bugie ***


 
Lily Evans si buttò sul suo letto con aria afflitta. Non poteva essere…non poteva davvero essere innamorata di James! Era una cosa contro i suoi principi!Non poteva essere vero!
Guardò l’ orologio: erano solo le quattro del  pomeriggio!Come avrebbe impiegato tutto quel tempo?Non voleva passarlo pensando a… a lui.
Ma non poteva mentire a se stessa. Ora che aveva conculco che le piaceva James, si sarebbe potuta comportare in tre modi:
1. Ascoltare il cuore e mettersi con James.
2. Lasciare che le cose si sistemassero da sole.
3.Ignorare i suoi sentimenti e auto-convincersi non essere affatto attratta dal Malandrino dagli occhi nocciola.  Tra le tre, preferiva sicuramente la terza. Si, avrebbe scelto la terza opzione. Con questo pensiero, si alzò dal letto, stufa di non fare niente. Ma non era ancora del tutto sicura della sua scelta. Si mise una felpa e andò dritta nei cortili di Hogwarts, sotto un possente albero. Era lì che Severus le aveva detto…
Un mare di immagini le passò davanti agli occhi: una bella giornata di sole, lei che stava immergendo i piedi nel lago, Severus  che veniva attaccato da James e Sirius, lei che minacciava James, Severus che la chiamava mezzosangue..
Severus si era comportato in modo orribile, anche se James non era stato da meno. E adesso lei era davvero innamorata di quel bullo arrogante?
Ma Lily sapeva che James stava cambiando. Lo si notava dai suoi atteggiamenti più gentili, meno fastidiosi del solito, e sembrava anche, in qualche modo, più maturo…
Ma Severus non era cambiato. Lui aveva scelto la sua strada.
Ma lei non lo avrebbe mai perdonato. Non poteva essere davvero amica di una persona così.
Piton non era più il suo vecchio amico con cui passava l’ estate e che si sdraiava su un prato verde con lei, stava diventando una persona malvagia, quel genere di persona che non sarebbe mai potuta essere sua amica. Decise di allontanarsi il più possibile da lì. Corse a perdifiato nella direzione opposta, e si scontrò con proprio la persona che si era decisa ad evitare quel giorno.
-Scusa- bofonchiò Lily, ignorando la mano che James Potter le stava porgendo per aiutarla ad alzarsi, e decise di fare da sola.
-Come mai così di fretta?- le domandò James inarcando un sopracciglio.
Lily cercò di improvvisare:-Ecco..io avevo una gran voglia di andare al lago nero…-
-Possiamo andare insieme- propose James sorridendo. Dì di si Lily! Sussurrava una vocina nella testa di Lily, ma questa rispose invece:-Mi sono appena ricordata di…di dover aiutare Mary in Pozioni…mi dispiace- ma prima che James potesse risponderle, lei riprese a correre verso il castello.

James la guardò correre via stupito: che aveva fatto questa volta?
Si sdraiò sull’ Erba. Gli era sembrato che Lily lo stesse evitando.
Eppure gli era sembrato che quella mattina lui e Lily andassero piuttosto d’ accordo, molto d’ accordo…

In quel momento Mary Mcdonald gli passò di fianco. James alzò la schiena  di botto:-Ma tu non dovresti essere a fare Pozioni con Lily?-.
Lei lo guardò confusa:-Io?Pozioni?No, non mi pare che io e Lil..- ma poi capì che cosa doveva aver fatto l’ amica e disse battendosi una mano sulla fronte:-Oh, si è vero…!Me n’ero scordata, grazie per avermelo ricordato, James-!
E anche lei se ne andò, decisa a fare un bell’ interrogatorio come si deve.
Dal canto suo, James, era indignato: perché quel giorno tutti gli mentivano?!
                                   
Lily era coricata sul letto del dormitorio femminile, quando Mary Mcdonald entrò nella stanza.
-Non ricordavo che oggi io e te dovessimo fare Pozioni- disse sarcastica Mary. Lily impallidì e balbettò sedendosi a gambe incrociate sul letto e appoggiando la schiena,irrigidita, allo schienale:-H-hai incontrato James?-.
Mary annuì vigorosamente sedendosi ai piedi di Lily. 

-Che cosa vi siete detti?- Mary sospirò e le raccontò per filo e per segno la conversazione avuta con il Malandrino. Quando Mary raccontò che cosa aveva risposto a James, Lily si sentì rincuorata, ma Mary la riscosse subito:-Ehi, non te la cavi così facilmente…mi devi raccontare tutto!-. Lily sbuffò e le disse la verità. Le raccontò dell’ abbraccio con James, della sera in cui avevano fatto la ronda insieme, di quando domenica e James avevano fatto la  ronda insieme, di come se n’ erano dimenticati la sera prima….

-Ah- e disse Alice sbucando dalla porta:-Si è dimenticata di dirti del suo bacino sulla guancia di James?-

-COSA?!- domandò Mary stupefatta.. Lily ribattè:-Non è vero, io non ho dato nessun bac…- poi si ricordò ed esclamò:-Oh,  si che l’ ho fatto, diamine!Ma non me ne sono resa conto..-. Alice e Mary si scambiarono un’ occhiata complice e poi Alice disse:-Ti stai proprio innamorando, Lily…-
-Dovrai cambiare tutto il tuo modo di pensare…- continuò Mary, e Alice concluse sognante:-La tua vita cambierà radicalmente, Lily!-. In quell’ esatto momento entrò Marlene, che avendo sentito solo le ultme tre frasi, esclamò:-QUALCUNO PUO’ DIRMI COSA STA SUCCEDENDO?-.
Le altre ragazze scoppiarono a ridere.


NOTE DELL' AUTRICE:Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!Ringrazio tutti quelli che leggono questa storia. Ma, solo se vi va, ditemi cosa ne pensate, mi farebbe davvero piacere. Pubblicherò a breve il prossimo capitolo!A presto!
    

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11: Sogni strani e inviti ***


Dopo aver raccontato a una scocciata Marlene tutta la storia, Lily si addormentò profondamente,sperando di non incontrare James anche lì.
Intanto, in quel preciso istante, James Potter stava facendo il suo ingresso in Sala Grande con fare baldanzoso. Remus lo seguiva perplesso, Peter aveva un espressione scioccata dal comportamento dell’ amico, mentre Sirius era piuttosto noncurante. Intanto un paio di ragazze sorrisero a Sirius sognanti, e quest’ ultimo sogghignò:-Hai più ammiratrici di me Ramoso?Tsk, come no-.
Ma in quel preciso istante, un altro paio di ragazze sospirò quando James passò vicino a loro.
-Hai qualcosa da dire, Felpato?- lo canzonò James sedendosi insieme agli altri Malandrini.
 Sirius sbuffò, e stava per ribattere quando Remus lo interruppe:-Non interessa a nessuno!-
-In effetti, ragazzi, dovreste imparare a essere un po’ più modesti- disse scherzosamente una voce sopra di loro: quella di Marlene Mckinnon. Insieme a Alice e Mary, si sedette di fronte ai Malandrini.
 
-I non sono egocentrico, sono solo realista- rispose Sirius sorridendo.
James lo ignorò e domandò alle ragazze:-Dov’ è Lily?-. Alice cercò di assumere un’ aria indifferente e rispose mangiucchiando delle uova strampazzate:-In camera-
-Non si sente bene?- domandò Remus preoccupato, e James si fece più attento, già pronto a salire al dormitorio femminile per portare qualcosa di caldo da mangiare a Lily e delle coperte.
 
Ma Mary rispose scuotendo la testa:-No, sta bene … era solo stanca. Ora dorme-. James non disse nulla, ma annuì.
 
Poi continuarono a parlare d’ altro e la serata passò velocemente.

 James dovette fare un breve giro di ronda con Remus (in cui, grazie al cielo, non parlarono di Lily e quindi James  non fu costretto a dirgli di essere andato ancora a leggere il diario della rossa).

Poi tornarono anche loro al dormitorio, e tutti gli studenti di Grifondoro caddero tra le braccia di Morfeo. Tutti, tranne uno.
 
James Potter si rigirava inquieto tra le coperte. Si chiedeva ancora perché Lily lo avesse evitato quel giorno..e anche perché le era mancata, a cena.
Era inutile mentire, non gli era piaciuto affatto mangiare senza avere di fronte la sua chioma rossa e non avere il suo profumo vicino. Ok, stava diventando patetico. Ma Lily gli piaceva talmente tanto…
 
E con questo pensiero, James si addormentò.  
Il giorno dopo alle sette, mezz’ ora prima della solita ora in cui si sarebbe dovuta svegliare, Lily Evans aprì gli occhi intontita. Ma poi appena capì quello che era successo, diventò incredula.

 Non solo non si era mai svegliata da quando era andata a dormire il giorno prima, ma aveva avuto un sonno riposante senza sogni.
Sorridendo, si diresse in bagno, e, notando l’ orario, fece attenzione a non svegliare le amiche.
In bagno fece la doccia, si lavò e asciugò i capelli, indossò la divisa di Hogwarts e iniziò a pettinarsi i capelli con foga. Non sapeva come pettinarsi. Alla fine, dato che li portava sempre sciolti decise di cambiare un po’ e lì legò in una coda di cavallo.
Senza fare rumore, riempì la borsa dei libri e andò in Sala Grande. Il tavolo del Grifondoro era deserto, ci saranno state in tutto sei persone.
Lily si sedette e prese un brownie.
Dopo un quarto d’ ora, in cui Lily aveva iniziato a leggere un libro che si era infilata in borsa.
Era di Agatha Christie, una scrittrice babbana. I suoi genitori le avevano regalato quel libro. Era un giallo:”il ritratto di Elsa Greer”.
Da come era iniziato sembrava interessante. Lily bevette un po’ di succo di zucca, senza staccare gli occhi dalle pagine.
-Anche tu qui, Lily?- domandò una voce a Lily fin troppo conosciuta.
Quest’ ultima non si preoccupò nemmeno di smettere di leggere e rispose con voce impassibile:-Si. Mi stupisco piuttosto che tu sia già qui, piuttosto, non ti alzeresti dal letto nemmeno se ci fosse un terremoto-. 
 
-Ah –ah, divertente- ribattè James seccato, ma poi proseguì:-Beh, più o meno è stato un terremoto: Sirius ha fatto una puzzetta così fort…-
-Non lo voglio sapere- lo interruppe Lily schifata, alzando finalmente gli occhi del libro.
James le sorrise compiaciuto:- Comunque … che stavi leggendo?-
-Un libro, ma dubito fortemente che tu sappia cosa sia, James-.
-Oggi vedo che sei in vena di sarcasmo- osservò James ridendo:-Non ti fa molto bene andare a letto così presto…-
 
-Oh, si invece!Era da giorni che non passavo una notte come si deve, e oggi mi sono svegliata tranquilla senza neanche aver fatto un singolo sogno … - disse Lily al culmine della velocità.
 
James le domandò interessato:-E cosa sogni?-. Lily non sapeva cosa rispondere: ultimamente sognava l’ immagine di James che compariva e scompariva, ma era un lieve bagliore, non un James in carne ossa.

Ma non se la sentiva di raccontare a James di sognarlo, così gli parlò di quello in cui sentiva delle urla, e che si era ripetuto più volte, ultimamente:-Beh, non è proprio un sogno.Non vedo niente, ma sento delle urla. Urla terrificanti, di persone spaventate-.
 
 James era piuttosto sorpreso dal sogno di Lily: non si era
 aspettato cose di quel genere:-Fai sogni alquanto originali-
Lily scrollò le spalle:-E tu?Invece?Cosa sogni?-.
Beh, James sognava … cose troppo intime e erotiche su Lily, per essere dette ad alta voce. In più era sicuro che se le avesse dette, lei gli avrebbe dato uno schiaffo.
-Io che gioco a Quidditch- rispose inventandosi tutto su due piedi,
-Certo che non hai un minimo di sensibilità, James - disse Lily con disappunto. Lui ribatté fingendosi indignato:-Io?Insensibile?Ma se sono più romantico di un poeta-
-E modesto, come al solito- ribatté  Lily scuotendo la testa divertita.
James la fissò. Era davvero bella. Quel giorno portava i capelli raccolti in una coda, e stava davvero bene. Ma lei stava sempre bene …
-James la smetti di fissarmi?Le tue fans potrebbero arrabbiarsi, sai…- disse Lily, infastidita dal comportamento del ragazzo.
 
-Non mi importa di loro. Piuttosto..la prima ora è buca, possiamo fare un giro insieme … -.

E anche se non seppe mai perché, Lily Evans accettò l’ invito.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12: Sorrisi e acqua fresca ***


Alice Prestert* si alzò assonnata dal proprio letto nel dormitorio femminile di Grifondoro.

Anche Mary e Marlene si svegliarono.

-Dov’ è Lily?- domandò Mary sbadigliando.

 

 Marlene scrollò le spalle, e Alice disse pensosa:-Probabilmente è già a fare colazione-.

 Le altre annuirono, e dopo essersi lavate, pettinate e vestite, le tre Grifondoro scesero in Sala Grande per fare colazione. Lì trovarono  Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus già intenti a fare colazione.

Le ragazze si sedettero di fronte  a loro e Alice domandò:- Dov’ è James?-                       
    -Non lo sappiamo-  risposero i malandrini in coro


-E Lily?- domandò a sua volta Remus,

-Non lo sappiamo nemmeno noi- rispose Marlene.

 Le ragazze si lanciarono uno sguardo eloquente, mentre i Malandrini erano piuttosto perplessi, non capendo il comportamento delle amiche.

Intanto, nei cortili di Hogwarts, James Potter e Lily Evans, stranamente, stavano camminando e chiacchierando insieme. -Ed è stato un disastro!Il giorno dopo mi sono ritrovato la casa zeppa di piume!Non userò mai più un fetefono**!- esclamò James ridendo.

-Si chiama telefono, James - lo corresse Lily divertita. James disse sorridendo:-E io che ne so?Non ne capisco niente di quegli aggeggi..-.

Lily rise.

A James piacque moltissimo la sua risata.

 Arrivati vicino al lago James le domandò:-Ci sediamo qui?-. Lily annuì imbarazzata e entrambi si distesero sul prato.

 -Quando ero piccola- mormorò Lily:-Giocavo sempre a indovinare le forme delle nuvole.

 Per esempio, quella assomiglia a un ippogrifo-.

 E indicò una nuvola.

-Ippogrifo?Ma si vede subito che è una bacchetta gigante!- esclamò James.

Lily inarcò un sopracciglio, ma poi disse accennando a un'altra nuvola:-Quello invece è uno scrigno!-

-Secondo me assomiglia più a uno specchio- ribattè James divertito.

-Sempre a pensare all’ aspetto, tu!- lo rimproverò Lily ridendo.

-Ok ammetto di non essere proprio Mister umiltà, ma non penso solo esclusivamente all’ aspetto!- esclamò James. Lily inarcò un sopracciglio e poi disse scettica:-Oh si hai ragione … anche al Quidditch-

-Ehi!Cos’ hai contro il Quidditch?- -Nulla. Ma non credo che si debba pensare SOLO al Quidditch!- disse Lily.

 -Io penso anche ad altro!- si difese James. Lily domandò ancora più scettica di prima:-Per esempio?- James non rispose, ma continuò a fissarla intensamente.

A te, avrebbe voluto dire, ma le parole non gli uscivano di bocca. Lily, dal canto suo, era davvero imbarazzata dallo sguardo che James le stava rivolgendo.

Non devo farmi abbindolare, sicuramente

 usa questo sguardo con tutte, si ripeteva a se stessa. Ma quello sguardo era così bello …

Cercò di cambiare argomento:-Sai, sono molto agitata per i M.A.G.O…-.

 James alzò gli occhi al cielo, esasperato:-L’ anno è appena iniziato, Lily!-

-Si, ma è l’ ultimo anno!-esclamò lei. James liquidò l’ argomento con la mano:-Parliamo d’ altro-.

-Ad esempio?- domandò Lily.

James ci pensò un attimo e poi disse:-Cosa vuoi fare dopo Hogwarts?-

-Io, ecco … non lo so ancora, tu?-

-Mi piacerebbe diventare Auror-.

Lily cominciò a fare a domande a James sul perché volesse diventare proprio Auror e altre tantissime domande su quel lavoro. James riuscì a rispondere alle prime domande, ma poi quando Lily continuò senza pietà, lui la interrupe:-Ehi Lily fermati, non capisco niente se parli così veloce!-. Lily disse gesticolando con le mani:-Scusa ma.. è così interessante … -

-Davvero?Quindi Lily Evans sta davvero dicendo che trova interessante passare del tempo con me?- le domandò James sorridendole strafottente. Lily sbuffò: ogni cosa che diceva quel ragazzo riusciva a metterla a proprio favore!

-Non montarti la testa, Potter- disse Lily a sua volta in tono

di sfida.

 -Siamo ritornati ai cognomi?- domandò James confuso.

Lily si battè una mano sulla fronte, ricordando all’ improvviso:-Scusa. È l’ abitudine-.

 James rise, e Lily si unì a quella risata.

Risero per un bel po’, poi James disse:-Beh, siamo a settembre e non c’ è poi così freddo...- -E allora?- domandò Lily non capendo.

James ghignò beffardo e diede un occhiata al lago nero, per poi rivolgere di nuovo lo sguardo a Lily.

Lily lo guardò allarmata, e poi si alzò, già pronta ad andarsene:-Te lo scordi, James. E poi tra meno di venti minuti abbiamo lezione…- -Ok- si arrese James propose:-Andiamo almeno a bagnare i piedi-. Lily restò un attimo interdetta ma poi acconsentì:-Va bene, ma solo bagnare i piedi … -

-Certo- promise James.

Entrambi andarono a sedersi in riva al lago, si tolsero le scarpe, Lily arrotolò un poco i pantaloni in basso per non rischiare di bagnarli e i due Grifondoro immersero finalmente i piedi nell’ acqua.

Subito Lily rabbrividì al contatto dell’ acqua fredda con la sua pelle, ma poi si sentì piacevolmente rinfrescata e chiuse gli occhi per assaporare quella sensazione gradevole.

 

 Aprì gli occhi e disse sorpresa:-E’ fresca-. James esclamò sarcastico:-Ma no Lily … non senti che è bollente?!-. La rossa scoppiò a ridere.

 

Parlarono del più e del meno, poi Lily gli ricordò che era ora di andarsene, e dopo essersi asciugati i piedi e essersi infilati le scarpe, entrambi si diressero al castello.

 Appena prima di entrare nell’ aula, James le ricordò:-Ah Lily, tra due settimane c’ è l’ uscita a Hogsmeade e tu hai accettato di venire con me…-.

Lily restò sorpresa e inorridita per un attimo:non si era ricordata dell’ uscita a Hogsmeade che aveva promesso a James. Cercò una scappatoia:-Io avevo detto FORSE…-

 James la fissò intensamente, e poi le diede un bacio sulla guancia.

Lily rimase basita.

 

-Per favore- la supplicò James. I suoi occhi emettevano speranza. Lily non se la sentì di deluderlo, e ancora perplessa dal comportamento del ragazzo, balbettò:-O-ok-.

James le sorrise e insieme entrarono nell’ aula di trasfigurazione. Lily si accorse solo allora che inconsciamente stava scegliendo la seconda opzione.

 E la cosa non le piaceva affatto.

Ma vedendo James che si sedeva al suo posto accanto a Sirius, non potè fare a meno di sorridere.






NOTE DELL’ AUTRICE:Ringrazio tutti quelli che leggono questa fic.

 Pubblicherò a breve il tredicesimo capitolo. Riguardo alla storia, spiego gli asterischi che ho messo: *mi sono accorta troppo tardi che il cognome “Prewett” era quello di Molly Weasley da nubile e ho dovuto cambiarlo, ma il personaggio è sempre lo stesso.

 **Questa scena l’ ho presa spunto da Hermione quando corregge Ron dicendoli che il ricevitore si chiama telefono e non “fetefono”

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13: Erbologia ***


-La Mcgranitt ci ha caricato, tre rotoli di pergamena per un tema..secondo me ha esagerato, tu che ne pensi, Lily?-domandò Mary uscendo dall’ aula di Trasfigurazione insieme all’ amica.
Ma la rossa non sembrava ascoltarla. 
Stava pensando ancora a James:aveva fatto bene ad accettare l’ invito?O se ne sarebbe pentita?
-Ehi, Lily mi stai ascoltando?!- sbottò Mary infastidita di non essere presa in considerazione.
-Si..cioè no … che stavi dicendo?- domandò Lily riscuotendosi dai suoi pensieri.
-Lasciala perdere, Mary. E’ l’ amor…- esclamò Marlene comparendo al loro fianco, ma non riuscì a finire la frase, perché Lily la zittì tappandole la bocca con una mano.

-Taci Marlene Mkinnon o giuro che passerai il resto dei tuoi giorni sotto forma di rana, sai l’ altro giorno ho trovato una Pozione niente male, e potrei usarla contro di te- la minacciò Lily.
Marlene annuì fingendosi spaventata e disse  ridacchiando scostando la mano di Lily alla sua bocca:-Ma certo..ho capito il problema. Vi lascio un po’ d’ intimità … dai Mary, andiamocene-.
Mary e Marlene si scambiarono un occhiata eloquente vedendo James e  dietro di loro.
Ma prima che Lily potesse replicare, le due Grifondoro, erano già sparite.
-Dannazione!Io le ammazzo quelle due..- sbottò Lily furiosa.

-Sbaglio o sei un “pochino” nervosa, Evans?- domandò Sirius sbucando dal nulla all’ improvviso al fianco di James.
Lily si voltò irritata e disse sarcastica:-Ah-ah come sei divertente, Black.
Sirius disse sorridendo e scostandosi i capelli da un occhio:-Grazie Evans, mi commuovi. Comunque, come mai tutta questa rabbia verso le tue amiche?-
-E come tutto questo ficcanasare, Black?Smettila o ti riduco in uno scarafaggio-.
Un particolare del carattere di Lily Evans, è che aveva sempre la risposta pronta.

Ma anche Sirius  non era da meno, e esclamò fingendosi impaurito:-Oh che paura, Evans!Mi stai facendo venire la pelle d’ oca!-
-Perché il grande Sirius Black non ha mai paura di niente, vero?- ghignò beffarda Lily, ricordandosi di quando James le aveva svelato la paura dei cammelli di Sirius.
-Ovviamente-. Lily guardò James e capendo al volo, scoppiarono a ridere all’ unisono.
Sirius era confuso.
-Beh in tal caso, stai lontano dai deserti, Black. E’ un consiglio- sussurrò Lily sorridendo beffarda prima di voltarsi e cominciare a dirigersi verso la serra di Erbologia.
Sirius domandò a James confuso:-Di che stava parlando?-
-Niente- rispose James innocentemente e cambiò argomento:-Dove sono Remus e Peter?-
-Remus è già alle serre, Peter credo sia giù nelle cucine … quasi quasi salto Erbologia e  lo raggiungo … ho un po’ fame, in effetti-
-E quando mai non ne avresti?- lo interrupe James, ironico.
Sirius lo ignorò e propose all’ amico:-Vieni anche tu?-
-No, non credo salterò lezione- mormorò  James guardando la chioma rossa di Lily  in lontananza.
Sirius alzò gli occhi al cielo,  e poi se ne andò, diretto alle cucine.
James scrollò le spalle e si mise a correre per raggiungere Lily. Quando fu arrivato a destinazione, le appoggiò una mano sulla spalla, ansimante.
-James?- domandò Lily voltandosi verso di lui stupita:-Tutto bene?-
-Certo- rispose James riprendendo il controllo di se, e sorridendo.
Lily scrollò il capo divertita e disse:-James, hai ancora la tua mano sulla mia spalla-. James ritrasse la mano e  bofonchiò uno “scusa, non me ne sono accorto” che risuonava poco credibile.
-Comunque … che ci fai qui?- domandò la Grifondoro.
Lui rispose come se fosse ovvio:-Quello che stai facendo tu. Sto andando a lezione-

-Si, ma intendevo, come mai non c’ è Black? E’ rimasto  forse troppo sconvolto da quello che ho detto poco fa?- sorrise Lily beffarda.

James rispose fingendosi arrabbiato:-No, per fortuna non ha capito l’ allusione … ma avevi promesso di non dire niente!-.
Lily scrollò le spalle:-Scusa, ma non ho resistito. E’ stato troppo divertente vedere la sua faccia confusa!-. Sia lei che James scoppiarono a ridere.
-Studenti!Fantastico!Tra rose e fior, nasce l’ amor, Potterino e Evansuccia, si voglion sposare!-. E con grande orrore dei due, Pix il Poltergeist, stava venendo verso di loro, con qualcosa di strano simile a gelatina tra le mani.
-CORRI!!- urlò James e tutti e due iniziarono a correre verso le serre di Erbologia.
Arrivati appena fuori dalla porta, Lily disse furente:-Che Pix sia dannato!-
-Non avercela troppo con lui, a volte ci ha aiutato persino a fare qualche scherzo!- esclamò James ridendo. Lily lo guardo esasperata, e poi rise.
Si affrettarono a entrare in classe. Ma era troppo tardi, la lezione era già iniziata da dieci minuti.
Pomona Sprite, alla cattedra, disse in tono di rimprovero ai due:-Le sembra l’ ora di arrivare, Potter?Mi meraviglio di lei signorina Evans…-
-Mi scusi professoressa, ma vede, è stata colpa di Pix!- si difese Lily.
La professoressa, a quel punto, annuì comprensiva:-Ah, ora capisco. L’ ho sempre detto che quel poltergeist sarà la rovina di questa scuola … comunque, è  rimasto un tavolo da due libero, là in fondo..-. Lily e James si sedettero imbarazzati al tavolo indicato. Le amiche di Lily, che erano già sedute a un tavolo da tre persone, li guardarono con sguardo malizioso.
Remus, invece, era seduto accanto a Frank, era  piuttosto perplesso. Ma ben presto gli altri smisero di guardarli, intenti a studiare la pianticella che aveva assegnato loro la Sprite. Ogni pianta era diversa dall’ altra, una per ogni tavolo.
James e Lily osservavano curiosi la loro. Era un pianticella di medie dimensioni, che a quanto pare aveva il potere di  fare addormentare chiunque gli tagliasse una foglia. Come potere, non era un granchè, pensarono James e Lily all’ unisono. Il loro compito era di occuparsi della piantina per i tre mesi successivi.
-Beh, e ora cosa facciamo?- domandò James a Lily confuso.
Quando Lily gli spiegò che dovevano scoprire il suo sesso, James domandò incredulo:- E come si fa a scoprire il sesso di una pianta?-
-Dobbiamo alzarla un po’ dal vaso, e controllare se il vaso sotto ha assunto un colorito arancione o blu. Se è arancione è una femmina, altrimenti è un maschio-.
James cominciò ad alzare la pianta dal vaso, e Lily gli raccomandò:-Stai attento a non strappare delle fogl..-. Ma non aveva fatto in tempo a finire la frase, perché James per sbaglio ne aveva già strappata una. Lily prese il vaso con dentro la pianticella e la poggiò sul tavolo. Intanto, James, si era addormentato beato con la testa sul banco.
Lily lo riprese piuttosto seccata:-Dai, James, svegliati-. Gli picchiettò la spalla, e vedendo che questo non si svegliava, lo scosse per un po’.
-James, svegliati!- ma dato che Ramoso non ne voleva sapere, Lily lo avvertì:-L’ hai voluto tu..-.
E gli tirò violentemente uno schiaffo sulla guancia, lasciandogli il segno della dita.
-Ehi!Mi hai fatto male!- disse James svegliandosi di colpo e massaggiandosi la guancia ferita. Lily replicò piuttosto  compiaciuta :-Non volevi svegliarti!-
-Diciamo pure che non vedevi l’ora di trovare un pretesto per schiaffeggiarmi-.
Lily sorrise:- Adoro questa pianta. Non la sottovaluterò più-. James lanciò un occhiata furente alla pianticella:-Scommetto che è una femmina..per essere così crudele…-
-Non ci resta che scoprirlo- disse Lily e insieme, trovarono il fondo del vaso di un colorito decisamente arancione.
-Visto te l’ avevo detto!- si vantò il Malandrino e Lily disse comprensiva:-Si, avevi ragione tu, le donne proprio non ti sopportano … credo che andremo d’ accordo io e questa piantina-. Lily rivolse uno sguardo amorevole alla pianta, e James le lanciò un occhiataccia.
Poi ripresero a chiacchierare e la giornata si svolse normalmente.


Il mattino dopo, a colazione, con suo grande stupore, James vide Remus, Frank e le ragazze uscire presto dalla sala grande, mentre lui, Sirius e Peter stavano ancora mangiando. All’ improvviso si ricordò che quel giorno c’ era Antiche Rune.
Normalmente sarebbe andato a leggere il diario di Lily, ma rimase lì. Sirius gli domandò stupito:-Perché non sei ancora andato a leggere il diario della Evans?-
-Perché non ho intenzione di farlo- mormorò. E non lo fece per davvero.
Passò l’ ora a chiacchierare con Peter e Sirius e finita la lezione di Antiche Rune, esclamò soddisfatto:-C’ è l’ ho fatta, non ho letto il diario di Lily!C’ è l’ ho fatta!-




NOTE DELL' AUTRICE: Ta daa!E questo capitolo si conclude così. Presto pubblicherò il quattordicesimo. Ringrazio ancora  tutti quelli che leggono questa fic!Alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14: Appuntamento a Hogsmeade ***


Lily Evans se ne stava seduta sul suo letto con la testa fra le mani alle nove del mattino, di fronte all’ armadio spalancato e a una catasta di vestiti che lei aveva buttato per terra poco fa, non trovandoli adatti a quell’ occasione.

Ma per capire meglio, è meglio spiegare la situazione: era già passate due settimane da quando lei e James avevano ricevuto la loro piantina, ormai ottobre era arrivato e l’ aria stava cominciando a farsi più fredda.
Ed ora era il gran giorno: l’ uscita a Hogsmeade!
Ma come poteva uscire se non aveva niente di meglio da mettersi addosso...
Nel dormitorio maschile di Grifondoro, la situazione non era altrettanto migliore.
Se qualcuno penserà che James Potter, essendo un ragazzo, non badò molto al suo aspetto e indossò la prima cosa che gli capitava tra le mani, si sbaglia di grosso!
James, infatti, dopo essere stato in bagno per ben un ora e trantacinque minuti (Sirius aveva cronometrato) camminava nervosamente avanti e indietro di fronte all’ armadio.
Remus, Sirius e Peter si scambiavano un occhiata preoccupata.
-Ehm...James..- disse timidamente Peter, facendo voltare di scatto James verso di lui.
-Si?- disse con la voce leggermente irritata. Remus si fece avanti e proseguì:-Va tutto bene?-
James lo aggedì-Certo che non sto bene!Come potrei stare bene!L’ appuntamento con Lily è tra un’ ora e io non so cosa idossare-Sirius lo guardò sconcertato, poi si sedette sul letto sfogliando una rivista di sole immagini assumendo un espressione non curante.
Poi si rivolse verso James e disse chiaro e tondo:-Sei un idiota. Vestiti normalmente, qualsiasi ragazza di Hogwarts vorrebbe uscire con te e...-
-Ma Lily non è come tutte le altre!- lo interrupe James e Sirius sbuffò.
-Già, Lily non è come tutte le altre...e dopo anni che ti insulta perchè sei egocentrico, presuntuoso, arrogante, bullo, vanitoso, e...-
-Vai al punto, Lunastorta- disse James seccato.
Remus concluse sorridendo:-Credi davvero che dopo tutte le volte che ti ha fatto notare che ti importa troppo dell’ aspetto, sia una buona mossa vestirsi elegante?-. James abbracciò Remus:-Hai ragione, mi devo vestire in modo semplice...-

Così indosso un paio di Jeans, una maglietta a maniche corte e sopra una giacca  beige. Sosirò rilassato, e, neanche provando a pettinarsi i capelli (sarebbe stato inutile) si avviò verso la Sala Grande per fare colazione.
E la ragazza a cui non avrebbe dovuto importare l’ aspetto, era proprio quella più indecisa sul come vestirsi.
Le sembrava che all’ improvviso fosse tutto orribile.
Rasseggnata, chiamò:-MARY!-. Alice era già uscita con Frank, e Marlene non era proprio la migliore in fatto di consigli su come vestirsi.
Mary fece capolino dal bagno. Indossava un maglione verde scuro e dei leggins neri stretti. I capelli castano chiaro sciolti le incorniciavano il viso e gli occhi azzurro ghiaccio guardavano Lily con curiosità.
Lily spiegò il problema all’ amica, e dopo una breve risata da parte di Mary, quest’ ultima si mise al lavoro.
Scelse per Lily un maglione blu scuro davvero carino con dei pantaloni neri,  un cappotto blu, e degli scarponcini che si abbinavano al cappotto.
Per il trucco mise solo un lievo filo di matita  e un po’ di lucida labbra rosa. Lily la ringraziò e dopo aver messo una borsa a tracolla, si diresse direttamente al portone di ingresso.
Ci aveva messo parecchio tempo a prepararsi e ormai erano quasi le dieci: non aveva più tempo di fare colazione. Arrivò puntuale all’ ora prevista, e si meravigliò nello scoprire che James era già lì.
-Ciao- disse la ragazza sorpresa.
James la guardò sorridendo divertito:-Pensavi che arrivassi in ritardo vero?-
-In effetti ci speravo, avrei potuto vantarmi a vita appendendo degli striscioni per la Sala Comune “Finalmente, quando James Potter riesce ad invitare Lily Evans ad Hogsmeade, si sveglia tardi e l’ appuntamento va in fumo!”-.
Tutti e due risero. Ma, quando stavano per varcare la soglia, Lily si fermò di botto. E se, dopo che fossero usciti, James avesse avuto quel che desiderava, e avesse smesso di starle dietro?Ormai Lily teneva troppo a James per perderlo.
E sei lei fosse stata solo un pezzo mancante alla sua collezione, e che, dopo averlo preso, James si sarebbe stancato di lei?
Guardò il ragazzo, che la guardava preoccupato. Probabilmente pensava che lei avesse cambiato idea.
No, io mi fido di James, e sorridendo al ragazzo, varcò la soglia della porta, seguita a ruota da lui.

Le vie di Hogsmeade erano accoglienti, amichevoli, e, sopra tutto, famigliari.
Lily ancora adesso ne rimaneva ancora adesso affascinata.
James le domandò:-Dpve ti piacerebbe andare?-
-Mmh..non so, tu che dici?-
Il moro propose:-Potremmo andare ai Tre Manici di Scopa-.

Lily acconsentì e dopo poco furono nel locale stabilito.
Lily notò che alcune ragazze la guardavano male. Le ignorò e lei e James andarono a sedersi in un tavolo infondo al locale.
Madama Rosmerta li raggiunse e dopo che i due ebbero odinato due   Burro Birre, se ne andò.
-Allora..ehm..credo che delle ragazze mi stiano guardando male..- disse Lily a disagio non potendo più ignorare le occhiataccie che le venivano rivolte.
-Non farci caso, sarà perchè hai un appuntamento con il fantastico, strepitoso, meraviglioso..-
-Questo NON è un appuntamento- lo interrupe Lily. James alzò un soppracciglio, scettico:-E cosa sarebbe, allora?-. Lei ci pensò su, e infine affermò:-James e Lily vanno insieme ad Hogsmeade-
-E’ comunque una frase sconcertante, detta da te- la prese in giro James. Lily finse di essere arrabbiata:-Potrei andarmene, se volessi...-
-No no, ok, hai vinto tu- si correse James frettolosamente. Lily sorrise compiaciuta.
In quel momento arrivarono le due Burro Birre e i ragazzi inziarono a berne un po’.
-Allora- disse Lily, pulendosi la bocca sporca di schiuma con un tovagliolo:-Se questo è un “appuntamento”, come lo chiami tu, dovremmo parlare dei nostri interessi: per esempio, qual’ è il tuo colore preferito?-
-Verde, il tuo?- domandò il moro interessato,
-Azzurro-
-Gusto preferito di gelato?- domandò James,
-Limone-
-Cioccolato-.
Continuarono a farsi domande del genere per un po’ finchè James domandò a Lily:-Qual’ è il tuo animale preferito?-
-Il cervo- rispose immediatamente la rossa, e James, che stava bevendo, si strozzò con la Burro Birra.
Lily si alzò preoccupata, ma James le fece cenno di sedersi. Lily obbedì e quando Ramoso si fu ripreso, gli domandò:-Tutto bene, James?-
-Si..ma dovrei bere più lentamente- mentì James. Lily rise:-Già. Sei proprio uno sciocco-
-Grazie, Miss prefetto-
-Prego, Mister idiota-.
Entrambi scoppiarono a ridere. Dopo i tre Manici di Scopa andarono dal Ghirigoro (in cui Lily ci stette per ben mezz’ ora sotto lo sguardo esasperato di James) da Mielanda, da Zonko (James aveva praticamente obbligato la ragazza) e in parecchi altri posti molto carini.
Lily e James risero e scherzarono puzzecchiandosi a vicenda e si divertirono un mondo.
Alle diciassette tornarono al castello.
-Grazie James, mi sono divertita molto- e incerta, Lily gli diede un bacio sulla guancia, questa volta rendendosene pienamente conto, e se ne andò sorridendo. James fissò per qualche istante la ragazza andarsene, e poi se ne andò anche lui, diretto alla Sala Comune di Grifondoro.
Intanto, sulle scale, un ragazzo magro, dai capelli unticci e il naso adunco aveva osservato la scena dall’ ombra, da quando i due erano ritornati a quando se n’ erano andati.
Avrebbe dovuto aspettarselo,ma per qualche ingnoto motivo non se l’ era immaginato affatto, o forse, sperava solo che non accadesse.
Una lacrima gli scese dall’ occhio destro, ma lui l’ asciugò in fretta, e, tornato quello di sempre, Severus Piton se ne andò.



NOTE DELL’ AUTRICE: Mi scuso tantissimo per l’ imperdonabile ritardo, ma, prima mi sono ammalata, e poi quando sono tornata a scuola, le prof  hanno riempito  tutti  di verifiche e sono stata molto impegnata con lo studio. Comunque spero che il capitolo abbia valso l’ attesa! Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15: Emmeline Vance ***


-Dai calmati, sono sicura che la partita andrà bene!- disse Lily sorridendo rassicurante, ma James rispose, con la mano che gli tremava tutta per infilzare con la forchetta del cibo:-Non sono mai stato più calmo in vita mia, Lily-

-Si vede- mormorò la rossa scettica, guardandolo. Lui sbuffò, e, ritornando in sé, si sforzò di mangiare con naturalezza. Era passata una settimana da quando i due ragazzi erano usciti insieme ad Hogwarts e quel giorno si sarebbe tenuta la prima partita della stagione: Grifondoro VS Tassorosso.

-E poi...sono il Cercatore migliore di tutta Hogwarts, no?-disse James parlando più con se stesso che con Lily.

-Se questo serve a farti stare meglio..- disse Lily ridendo. James le fece la linguaccia, e poi, tornando di buon umore, ricominciò a mangiare questa volta con allegria.

-SI!!- urlò una voce all’ orecchio di Lily. Quest’ ultima sobbalzò e vide la persona da cui si sarebbe più dovuta aspettare quell’ entusiasmo:Alice.

-Alice, si cosa?- le domandò la rossa confusa. Alice si sedette di fianco all’ amica e sussurrò per non farsi sentire da orecchie indiscrete, sorridendo:-Stasera. Io. Frank. Sala Comune di Grifondoro!-.

Lily sospirò di sollievo: finalmente quel ragazzo aveva preso coraggio e si era deciso a chiederle di uscire!

-Oh, Alice, sono così contenta!- solo che Lily, dalla gioia, praticamente urlò questa frase. Alice zittì Lily tappandole una mano con la bocca, ma ormai il danno era fatto.

-Contenta per cosa, per aver finalmente scoperto di amarmi?- domandò James Potter facendo un sorriso malizioso. Lily scostò la mano di Alice dalla propria bocca e disse con fare sognante:-Si, James, mi hai scoperto, ti sogno tutte le notti...nei miei incubi-

-Ma non sognavi delle urla o roba simile?- domandò James divertito, e Lily replicò:-Beh, si...allora sono delle urla di persone che si spaventano vedendoti...-

-Qualcuno mi presta attenzione?!- disse Alice seccata. Lily fu riscossa bruscamente dai suo insulti dedicati a James:-Eh..Alice..dicevi?-

-Niente...lascia perdere. Ne parliamo più tardi- e si servì una ampia porzione di uova e bacon.

Lily annuì, e James la guardò con sguardò interrogativo. Lei scrollò le spalle e liquidò l’ argomento con una mano, per dire che non era importante. James annuì anche lui a sua volta e riprese a mangiare un toast con spalmato del burro.

La ragazza alzò il polso per guardare il proprio orologio: erano le nove.

Ok, la partita di Quidditch iniziava alle dieci e un quarto. Aveva un ora di tempo per ripassare Storia della Magia, dato che il mercoledì successivo avrebbe avuto il compito in classe.

-Io vado a studiare...tu Alice vieni?- domandò Lily alzandosi all’ amica, sapendo però già la risposta.

Alice rispose infatti come Lily aveva previsto:-Studiare?Scherzi?!E’ sabato mattina!-.

-Si, si ho capito- disse Lily rassegnata. Stava per andarsene quando la voce di James la richiamò:-Lily...verrai alla partita, vero?-. Lily si voltò a guardare il volto speranzoso di James.

-Certo che verrò. Devo pur venire a vedere la mia Casa, no?Ora però vado..ci vediamo più tardi... buona fortuna!- e dicendo questò uscì di filato dalla Sala Grande.

Camminò velocemente le scale, diretta alla biblioteca, ma delle voci provenienti da un aula di disuso la fecero voltare. Appoggiò l’ orecchio alla porta da dove provenivano le voci per ascoltare.

-Devi smetterla di dirmi cosa devo o non devo fare!Non sono la tua marionetta!- urlò arrabbiata una voce femminile.

-Sei tu che ti fai comandare ... perchè non hai personalità!Perchè non sei niente!- esclamò altrettanto furiosa la voce di un ragazzo. Lily aprì appena la porta, lasciando aperta una fessura piccolissima per poter osservare e capire la situazione.

La ragazza, rammentava Lily, era Emmeline Vance. Era in coppia con Remus a Difesa Contro le Arti Oscure. Non sapeva molto di lei, solo che era una Corvonero, che era anche lei del settimo anno, e che si diceva in giro fosse una ragazza molto ordinata e precisa.

Era molto carina: naso piccolo all’ insù, in cui spuntavano alcune graziose lentiggini. Inoltre aveva delle belle gambe, dei capelli marrone cioccolato e gli occhi castani. Era poco più alta di Lily.

Ma in quel momento, arrabbiata e con le lacrime che le solcavano il viso, non si riusciva a intravedere molto la sua bellezza, pensò Lily.

Il ragazzo seduto di fronte a lei, un tizio che di cognome si chiamava Wilson, doveva essere il suo ragazzo. Lily gli aveva visti qualche volta insieme per i corridoi. E, si ricordò, non era la prima volta che li vedeva litigare.

Wilson era alto, con i capelli castani e gli occhi scuri, il mento spigoloso, i lineamenti marcati. Intanto che Lily faceva tutte queste riflessioni, i due continuavano a litigare. Fino, a quando, a un certo punto, Wilson tirò uno schiaffo a Emmeline.

La ragazza indietreggiò spaventata, portandosi una mano alla guancia, dai cui Lily aveva visto scendere alcune gocce di sangue.

A quel punto la rossa non ce la fece più a starsene lì zitta e spalancò la porta uscendo allo scoperto.

-Ma cos’ hai nel cervello?Sei pazzo?- disse furiosa sposastando lo sguardo dal ragazzo a Emmeline, che teneva le schiena piegata e si massaggiava la guancia che perdeva ancora dell’ altro sangue.

-Fatti gli affari tuoi,Evans- rispose sgarbato il ragazzo, ma Lily ribattè altezzosa:-Si dal caso, Wilson, che io sia caposcuola. E non solo adesso di tolgo trenta punti a Corvonero, meno dieci perchè mi dispiace per Emmeline, che è anche lei di Corvonero. Quindi venti punti in meno alla tua Casa, senza contare che farò senz’ altro parola dell’ accaduto con il professor Vitious-.

Il ragazzo impallidì, e balbettò:-Q-questo non è g-giusto...-

-Non è giusto?Non è giusto?!Ti sembra guisto che Emmeline debba pagare perchè tu sei un cretino?Questo non è giusto, e ora scusami,- cinse le spalle di Emmeline con un braccio, la quale la guardava riconoscente, e concluse:-Ma noi togliamo il disturbo..-

-Emmeline..- sussurrò il ragazzo. Lily guardò la ragazza con un espressione trepidante, ma questa si limitò a scuotere la testa e disse con voce lenta e smorzata:-Stai zitto. Fai più bella figura a stare zitto-. Il ragazzo non disse nulla. Lily la guardò con approvazione e entrambe uscirono dall’ aula di disuso.

-Grazie- sussurrò Emmeline mentre, nella Stanza della Necessità, Lily medicava la ferita di Emmeline. Prima la disinfettò, poi porse del ghiaccio alla ragazza dicendole di tenerselo sulla ferita per un po’.

Durante tutto questo procedimento, Emmeline spiegò a Lily che anche se era la prima volta che la picchiava, David (il nome di battesimo di Wilson) si era infuriato con lei parecchie volte, e spaventandosi, lei si lasciava comandare. Non aveva neanche molte amiche, prima era amica con le ragazze del suo anno di Corvonero ma poi avevano litigato, queste “amiche” si erano rivelate delle persone superficiali e false. E anche se si parlavano e aveva qualche conoscenza, per esempio a pranzo a volte parlava con una Corvonero del sesto anno, non aveva molte amiche. Aveva solo David. E ora che non aveva più neanche lui, era sola, spiegò a Lily.

Quest’ ultima le sorrise e disse:-Non è vero, hai trovato una nuova amica. Hai me-. Emmeline la guardò con gli occhi che emanavano scintille e balbettò:-D-davvero?-

-Certo. E ora andremo insieme alla partita di Quidditch, che ne dici?-le domandò Lily alzandosi.

-Mi sembra un ottima idea- rispose Emmeline sorridendo e alzandosi a sua volta.
 

 

NOTE DELL' AUTRICE:Ecco finalmente un altro capitolo sfornato!Spero vi piaccia

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16: Grifondoro VS Tassorosso ***


 

James era nello spogliatoio maschile di Grifondoro, e tutti i componenti della squadra sembravano alquanto nervosi.

-Su ragazzi, impegnatevi, siate sicuri di voi stessi, e vinceremo, ne sono sicuro- disse il moro sorridendo incoraggiante. Sirius fu il primo ad alzarsi, seguito insieme dagli altri. Col la propria scopa alla mano, ogni membro della squadra di Quidditch di Grifondoro uscì dallo spogliatoio per fare il proprio ingresso in campo. Strinse la mano al capitano della squadra di Tassorosso e poi ritornò dalla sua squadra.

In quel momento, sotto la luce del sole, James si chiese chi sarebbe stato quell’ anno il commentatore delle partite, dato che il precedente aveva finito gli studi ad Hogwarts l’ anno prima.

La sua richiesta fu subito esaudita, perchè dal microfono arrivò una voce limpida e eccitata:-Salve ragazzi, benvenuti alla prima partita del campionato di Quidditch di quest’ anno!Ed ecco che fa ingresso nel campo la squadra capitanata da nientemeno che James Potter, noto Cercatore di Quidditch, certamente tutti ci aspettiamo grandi cose da lui quest’ anno..-. Si sentiva che la voce, che era femminile, stava trattendendo a stento una risata. Il malandrino si voltò in direzione della voce, e scoprì che il commentatore della partita era... Mary Mcdonald!

Marlene esclamò stupita:-Mary?!-.

James guardò Sirius, che anche lui, come Mary, stava trattendendo una risata.

Mary continuò spedita:-Quest’ anno la squadra che Potter ha formato sembra davvero ottima: Sirius Black, noto don Giovanni, uno degli scapoli più ambiti di Hogwarts e un emerito idiota..-

-Ehi!- urlò Sirius indignato, aspettandosi un rimprovero per Mary da parte della McGranitt che però non arrivò. La professoressa era infatti divertita, ma, non potendosi permettere di ridere, aveva fatto finta di non sentire.

-Poi c’ è Marlene Mckinnon, un’ ottima scelta davvero..- e dicendo questo, Marlene intanto arrossiva furiosamente.

-Poi c’ è Frank Paciock, Margaret Roberts, Mark Ward, e John Morris. I giocatori della squadra di Tassorosso sono invece...-

Intanto che Mary continuava a parlare presentando la squadra di Tassorosso(Green, Hall, Lewis, Smith, Harris, Clarke, Patel),James cercò con lo sguardò Lily nelle tribune. Era accanto a Alice e a una ragazza di cui non ricordava il nome. La rossa stava legando i suoi capelli in una coda. James fissò i suoi capelli che ondulavano alla brezza leggere mentre lei cercava di raccoglierli. Poi, vide che Lily, finito il suo lavoro, stava salutando qualcuno con la mano sorridendo. E si accorse con imbarazzo che quel qualcuno era lui. Ricambiò frettolosamente il saluto, per poi voltarsi verso Madama Bumb e sentire appena in tempo:-Al mio via in sella alle scope...tre...due...uno...VIA!-

Le scope si alzarono in alto e la parita iniziò. James si guardò intorno in cerca della pallina dorata, ma al momento proprio non riusciva a vederla, e, a intuire dallo sguardo dell’ altro cercatore, nemmeno il suo avversario.

James non poteva permettersi di guardare direttamente la partita, doveva concentrarsi sul boccino, però poteva ascoltare Mary:

-Roberts passa la palla a Paciock che la passa a Mckinnon, vai Marlene, no un bolide va verso di lei, oh grazie al cielo Mark Ward lo para prontemente ma Smith, cacciatore dei Tassorosso entra in possesso di palla, e prontamente la passa a Valerie Lewis, che corre verso la porta di Grifondoro e...Tassorosso segna, oh no!Non può essere vero...-

-Signorina Mcdonald!-

-Mi scusi professoressa Mcgranitt. Allora, dieci a zero per i Tassorosso, e palla a loro- annunciò Mary annoiata e delusa.

James sapendo che la sua squadra stava perdendo, cercava inutilmente di visulizzare in boccino, e Mary riprese a parlare, questa volta con più enfasi:-Morris cerca di passare la palla a Harris, ma Mkinnon entra in possesso di palla, vai Marlene!Sei la migliore!-

-Signorina Mcdonald, se non la smette immediatamente le giuro che...- disse minacciosa la professoressa, ma Mary si scusò velocemente e riprese a parlare:-E Marlene la passa a Paciok, che la passa a Roberts, che si dirige verso la porta di Tassorosso e..segna!Dieci a dieci per Grifondoro!Oh, no, un bolide punta verso James Potter!Scansati, James, deficiente, spostati!-

James, che in quel momento era troppo preso dalla ricerca del boccino, non si era accorto del bolide che veniva verso di lui. Ma, per fortuna, Sirus- si catapultò davanti a lui e respinse il bolide.

-Grazie, amico- disse James a Sirius, pieno di gratitudine. Quest’ ultimo annuì distrattamente e ritornò a giocare.

Intanto, nella tribune...

-Lily, James ora sta bene, smettila di stringermi il polso- disse Alice a Lily seccata. Lily, quando aveva visto James che stava per essere colpito da un bolide, aveva chiuso gli occhi e aveva ordinato a Alice di dirle quando poteva riaprirli. Con sollievo, la rossa aprì gli occhi e smise di stringere il polso ormai rosso della povera Alice.

-Ti deve piacere molto. Potter, intendo-osò insinuare timidamente Emmeline e Lily borbottò:-Ma..che cosa?!Questò è...guardiamo la partita- e volse il suo sguardo verso la partita.

-Non farci caso, lo sa anche lei. Solo che le è difficile ammetterlo- sussurrò Alice a Emmeline per non farsi sentire da Lily, ma la ragazza, che le aveva sentite benissimo, ordinò loro di tacere che doveva seguire la partita.

Già è senz’ altro per quello, pensò sarcastica Alice.

Nel campo di Quidditch, le cose procedevano non troppo bene. Tassorosso stava vincendo trenta a dieci.

Fino a quando James intravide in basso una piccola pallina dorata. Anche l’ altro cercatore l’aveva notato. Entrambi si tuffarono in picchiata, ma tutti sapevano che James era il cercatore migliore di tutta Hogwarts. Infatti fu più veloce, e, vittorioso, alzò la mano che conteneva il Boccino d’ oro!

-Si, Grifondoro vince per 150 a 30!- esclamò Mary felice, e anche la McGranitt era al culmine della gioia.

Un applauso clamoroso si diffuse dalle Tribune di Grifondoro. Lily si era persino alzata in piedi e batteva le mani eccitata.

Il cuore di James, vedendola così, si gonfiò a tal punto che stesse per esplodere. Poi Sirus lo convolse in un abbraccio con tutta la squadra. Dopo un po’ i giocatori andarono nello spogliatoio a cambiarsi quasi tutti gli spettatori della partita se ne erano andate.

Tranne quattro ragazze: Lily Evans, Alice Prestert, Emmeline Vance e Mary Mcdonald. Alla vista di Emmeline, all’ inizio Mary era restata un po’ sorpresa, perchè due anni addietro, entrambe erano state vittime di uno scherzo da parte dei Serpeverde. Ma Emmeline le sembrava davvero simpatica anche se un po’ timida.

Le quattro bussarono allo spogliatoio e aprirono Frank, Sirius e James. Alice arrossì vedendo Frank, il quale le sorrise timidamente.

-Mary... cosa vorrebe dire: “Scansati deficiente”- disse James sarcastico e anche Sirius la imitò:-E invece “Un emerito idiota”-. La ragazza sorrise innocentemente, così che tutti e cinque scoppiarono a ridere, mentre Alice e Frank si erano allontanati in disparte.

-Ah, Black, James, lei è Emmeline Vance, di Corvonero-. I due ragazzi spostarono il loro sguardo su Emmeline, incuriositi.

Ella sorrise timidamente e porse la mano ai due. Lily era piuttosto scioccata: davvero Emmeline si dava la pena di stringere la mano a qualcuno come James e Sirius?Bah!Da quanto si erano conosciuti lei aveva proferito loro quasi solo insulti!

I ragazzi fissarono prima lei, poi la mano, poi sorridendo gliela strinsero, presentantosi:-James-

-Sirius-. Emmeline alzò gli occhi al cielo:-So già come vi chiamate...- e aggiunse sarcastica:-D’altronde chi non sa chi sono i Malandrini...-

-Dei furbi?- domandò Sirius compiaciuto, e James a sua volta disse:-Dei fighi?-

-Secondo me stava per dire degli scemi ma anche questi termini sono azzeccati!-disse Mary ridendo. Sirius e James spalancarono la bocca falsamente indignati, mentre le ragazze scoppiavano a ridere.

Lily sopprattuto si piegava la pancia dal ridere:-Ahaahaa...,  Mary ti stimo!-.

James la guardò male:-Pff, fai così solo perchè mi ami e allora vuoi nascondere i tuoi sentimenti, facendo finta di...-

-Taci, che non sai neanche collegare la bocca con il cervello!- esclamò la ragazza sempre ridendo. Dopo che le risa furono cessate, Black le avvertì:-Stasera facciamo una festa per la vittoria nella Sala Comune di Grifondoro..-

-Bella idea, Black!- esclamò Lily, e tutti si girarono a guardarla, stupefatti. Lei, rendendosi conto in quel momento di quello che aveva appena detto, balbettò:-No, volevo dire, n-non p-possiamo...-.

Tutti quanti scoppiarono a ridere, mentre Lily arrossiva.

Emmeline era un po’ triste: lei non sarebbe potuta entrare nella Sala Comune di Grifondoro...

-Tu verrai, vero Emmeline?- le domandò Sirius vedendo la faccia delusa della ragazza. Lei disse confusa:-No, non posso entrare nella Sala Comune di Grifondoro, sono di Corvonero...-

Sirius alzò gli occhi al cielo e le cinse la spalla con un braccio alla destra di lei mentre James faceva altrettanto alla sua sinistra.

-Emmeline, Emmeline...- la rimproverò Sirius e James le annunciò:-Ora ti spiegheremo la dettagliata e sottile arte dell’ infrangere le regole-.

Lily si battè una mano sulla fronte, esasperata:-Oh, no!Quei due porteranno la gente alla rovina!-


NOTE DELL' AUTRICE:Spero che il capitolo sia piaciuto sopra tutto perchè mi sono divertita tantissimo a scriverlo!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17:Balli e danze ***


-Allora, acquila reale, il piano sorbetto al limone sta per essere compiuto-

-Certo segugio-

-La smettete di fare gli idioti?!- esclamò Lily irritata a Sirius Black e James Potter. James la guardò malizioso:-Sei bella quando ti arrabbi, così trasgress...ahia!Mi hai fatto male!-

-Te lo sei meritato!- strillò Lily.

Sirius gli zittì con uno sguardò furente:-Fate piano, se non volete che ci scoprano..-

-Si comportano spesso così?- domandò Emmeline incuriosita parlando a voce bassa, e Sirius mormorò sorridendo:-Praticamente sempre..e mi tocca doverli sopportare!-.

-Ehi!-esclamarono all’ unisono James e Lily ma Sirius replicò:-Zitti voi due!-.

Tutti e quattro aguzzarono bene le orecchie, e, non sentendo rumori, uscirono pian piano dal loro nascondiglio, e James coprì velocemente una terrorizzata Emmeline con il mantello dell’ Invisibilità, rammaricandosi di aver lasciato la Mappa del Malandrino nel dormitorio.

-Che cos’ è quel cos...- domandò Lily sbalordita e spaventata allo stesso tempo, ma James le zittì la bocca con la mano. Lily tentò di parlare, ma la mano di James era saldamente appiccicata alla sua bocca.

Quando tutti e quattro furono vicini al ritratto della Signora Grassa, Sirius e James si resero conto che non sapevano la nuova parola d’ ordine. I loro occhi puntarono su Lily. Lei era Caposcuola, doveva essere senz’ altro al corrente della parola d’ ordine. Beh, lo era anche James, ma tutti sapevano che non era un tipo troppo responsabile e molto distratto nelle cose che lui giudicava di “poca importanza”.

Lily gli guardò compiaciuta. James le sussurrò:-Ora, adesso ti libero, e tu ci dici la parola d’ ordine...e basta, chiaro?Le altre cose te le spieghiamo in Sala Comune!-. Lily lo guardò un secondo, indecisa, ma poi annuì. Allora la rossa sospirò:-Lumache gelatinose-

-Ma che schifo!Che gusti ha Silente...- borbottò Sirius scandalizzato, e Lily gli ricordò:-Black, la parola d’ ordine...-

-Oh, giusto-. Sirius si posizionò di fronte al ritratto della Signora Grassa e mormorò:-Lumache gelatinose-. Il ritratto si aprì e i quattro poterono entrare.

Non c’ era nessuno oltre a loro in Sala Comune oltre a loro. Mary e Marlene erano andate di sopra a farsi una doccia, Remus si trovava in biblioteca e Peter nella cucine per cominciare a prendere un po’ del cibo che avevano bisogno per la festa di quella sera. E Alice, naturalmente, era con Frank.

Emmeline si tolse il mantello di dosso lanciandolo a James e mormorò:-Io so cos’ è. E’ il mantello dell’ Invisibilità-

-Però... è vero che i Corvonero sono intelligenti- osservò James. Lily era sbalordita, aveva sentito parlare di mantelli dell’ Invisibilita, ma pensava fossero rari e inestimabili.

-Avevo sentito qualcosa al riguardo...ma pensavo che ormai non ce ne fossero più...e tu come fai ad averne uno?-

James sorrise:-Me lo ha regalato mio padre. Nella mia famiglia ce lo tramandiamo da generazioni, non so da dove proviene- . Si strinse le spalle.

Lily alzò un cipiglio:-Allora è così che..tutti i vostri scherzi..-. Sirius e James sorrisero innocentemente.

Ed Emmeline, improvvisamente, scoppiò a ridere. Quei tre, messi insieme, erano così buffi!E anche simpatici!

Gli altri la guardarono perplessi, ma poi scoppiarono a ridere anche loro.

-Beh, e ora, se non vi dispiace, io e Sirius ce ne andiamo in cucina a raggiungere Peter. Servirà pure qualcosa per stasera..- disse James.

-Non avrete intenzione di ubriacarvi?- domandò Lily, ormai sicura che quella fosse la loro intenzione.

-Ma certo che no, Evans..ma per chi ci hai presi?- disse Sirius disinovolto,

-Si, come no...- ribattè la rossa, scettica. Loro la ignorarono e insieme si diressero verso le cucine.

Emmeline, guardando Lily, domandò in imbarazzo:-Ehm...Lily..non potresti prestarmi un tuo vestito da festa?Ho lasciato i miei abiti nel mio armadio...-

-Certo- rispose Lily prontamente:-Ma io non ho gusti elegantissimi. Ho qualche vestito carino, se ti piace, ma credo che troverai più di tuo gusto quelli di Mary e Alice. La maggior parte delle volte io stessa me li faccio prestare da loro!-

Emmeline sorrise, e insieme si diressero ai dormitori femminili.

Alle 21:00, le ragazze erano conciate nei seguenti modi. Alice si era fatta i boccoli ai capelli e indossava un vestito azzurro che le stava d’ incanto, con un trucco leggero.

L’abbigliamento di Marlene, invece, era stato scielto personalmente da Alice. I capelli neri che le arrivavano fino alle spalle, dritti, avevano una perfetta acconciatura. Le ciocche estreme dei capelli erano state legate dietro al capo da un fermaglio color crema. Indossava una gonna bianca con una camicia sempre bianca. Da contrasto facevano le scarpe con il tacco rosso evidenziatore, e così anche la sua collana. E indossava anche una cintura dorata. Di trucco aveva messo solo un po’ di gloss sulle labbra e un ombretto che Alice le aveva mischiato con il bianco e il marrone. Lei, Marlene, che era abituata a jeans e maglietta, si sentiva a disagio conciata in quel modo.

Mary invece, indossava una camicetta glicine a fru’ fru’ sbracciata, con una mini gonna bianca stile jeans. Aveva raccolto i cappelli in uno chignion dietro la nuca e come scarpe aveva addosso un semplice paio di ballerine bianche. Quella sera, inaspettatamente, aveva deciso di non truccarsi.

Emmeline indossava un abito rosso stretto al collo e che si apriva in vita, di seta morbida. Glielo aveva prestato Mary. I suoi capelli erano legati in una coda di cavallo con l’ elastico sempre rosso.Come trucco aveva un rossetto color carne e gli occhi avevano una sfumatura dorata di ombretto , adornati da una striscia pesante di matita nera.

E poi c’ era Lily. Per l’ occasione Alice le aveva prestato un vestito bellissimo: un abito verde cortissimo e sbracciato. Aveva deciso di tenere i capelli come suo solito: lisci e sciolti. Aveva indossato delle zeppe alte, ma non troppo, che avevano come stoffa delle stringhe dei colori di vari fiori. Si era truccata con solo un filo di matita nera, niente di più, niente di meno.

 

E ora queste cinque scendevano dalle scale, nell’ ordine in cui sono state presentate.

Quando Lily scese, James la fissò a bocca aperta. Era bellissima.

Lei gli sorrise e si avvicinò a lui:-Ciao... allora come procede la festa?-

-Guardati intorno- le rispose lui allegramente. La musica era altissima, un pezzo che Lily riconobbe come quello delle Sorelle Stravagarie. I Malandrini avevano fatto apparire un tavolo e sotto ci avevano messo tantissimi aperitivi: salame, tramezzini, Whisky Incendiario, Idromele, Burrobirre, Milk Shake, salatini, gelati,gelatine tutti gusti +1 e tantissime altre cose buonissime.

C’ erano festoni ovunque e un cartellone con scritto “Grifondoro, sei la migliore!” con la foto della squadra di Quidditch.

Sirius, notò la rossa, stava già iniziando a bere.

-Ehi, vacci piano, Black!- lo avvertì ridendo. Lui scoppiò a ridere sguaiatamente e le disse:-Dai vieni qua, Evans...-.

Lily accigliata andò vicino a Sirius seguita dagli altri (Remus che non si capiva bene se era preoccupato o esasperato, probabilmente entrambe)

-Perchè non ne assaggi un po’?- disse porgendogli una bottiglia di Whisky Incendiario.

-Stai scherzando?!- esclamò Lily non potendo credere ai propri occhi. Sirius scuotè la testa e la sfidò:-Dai, perchè no?!Su, Evans, mostra un po’ del tuo coraggio Grifondoro!

Lily non si rese conto quando di preciso iniziarono le urla che la incitavano (“Lily!Lily!), ma, non potendone più di tutta quella insistenza, la ragazza bevette un sorso della bottiglia e la restituì a Sirius asciutta.

Tutti applaudirono, e Sirius e James erano sbalorditi.

-Non credevo l’ avrebbe fatto- esclamò Sirius, e James annuì, troppo sconvolto per parlare.

-Non dovresti più sottovalutarmi, Black- replicò Lily sorridendo, ma Sirius non la stava ascoltando, si dirigeva già verso un gruppo di ragazze del sesto anno.

Lily alzò gli occhi al cielo, e quando James si fu ripreso dallo shok, insieme si sedettero su un divano lì vicino e iniziarono a intavolare un discorso.

-Che strani questi aerotani!- disse James curioso dalla spiegazione di Lily su come viaggiassero i babbani e lo corresse:-Aeroplani, James. E comunque, non capisco come tu possa trovare interessanti queste cose. Insomma la magia è molto più affascinante..-

-Per te che sei cresciuta in “un mondo” babbano, ma io che sono abituato al mondo magico, non ci faccio molto caso, come tu non fai caso agli oggetti babbani-. Lily dovette convenire che si, forse era vero.

-Che musica babbana ti piace?- gli domandò James e Lily rispose pensierosa:-Beh..i Beatles, i Rolling Stones, gli ACDC...-

-Che ne dici di mettere qualcuna di quelle canzoni?- le domandò James. La ragazza accettò con entusiasmo e prese un suo Cd azionando “Hey, Jude” dei Beatles.

-Ti va di ballare?- propose il moro, e Lily accettò timidamente. Insieme si lasciarono cullare dalle note calde della canzone. James cinse in fianchi di Lily con le proprie braccia, mentre quelle di lei erano strette attorno al collo di lui.

Remember to let her into your heart,Then you can start to make it better”

Ricorda di lasciarla nel tuo cuore, così potrai renderla migliore..”...

All’ improvviso gli altri non esistevano più, c’ erano solo loro due. E in quel momento, il viso di James si avvicinò lentamente a quello di lei, che, stranamente, non si allontanava, le loro labbra ormai stavano quasi per sfiorarsi...

Quando, ad un tratto, la canzone terminò e la musica cambiò mettendo la canzone successiva del Cd, Surfin Usa, dei Beach Boys, bella,ma molto più movimentata e allegra. Si allontanarono di scatto. E questo rovinò il loro attimo di romanticismo, e, almeno per quella sera, James lo sapeva, non ci sarebbe stato un bacio. Lily arrossì. Ma il ragazzo non si lasciò scoraggiare e prendendo Lily per un braccio iniziarono a ballare allegramente e facendo un po’ gli stupidi, e Frank, Alice, Marlene, Mary, Emmeline, Sirius, Remus e Peter, vedendo quanto si divertivano, si unirono anche loro al ballo.

E danzarono, ridendo, scherzando, e facendo solo come degli amici sapevano fare.


 

NOTE DELL’ AUTRICE:Ok...non uccidetemi per non avere fatto baciare Lily e James XD..in mia difesa dico che la storia era progettata così e non sono riuscita a fermarmi mentre scrivevo!Per il resto spero che il capitolo via sia piaciuto!(Invito tutti quelli che non conoscono "Hey Jude" dei Beatles di ascoltarla perchè è davvero bellissima!)A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18:Halloween ***


Capitolo 18:Halloween

Le foglie cadevano sempre più velocemente negli alberi, e anche per Hogwarts il trentuno ottobre, il giorno di Halloween era arrivato.

Una ragazza dai lunghi capelli rossi e degli occhi verde smeraldo sembrava concentrata e intenta a leggere il suo libro di Pozioni Avanzate.

Appunto, sembrava. Perchè in realtà Lily non riusciva proprio a leggere il libro. Rileggeva più volte la stessa frase senza neanche accorgesi di leggerla. Era già passato un po’ di tempo da quando e lei e James si erano quasi baciati. Se soltanto un mese prima qualcuno le avesse accennato una cosa del genere, avrebbe trovato l’ idea semplicemente ridicola. E anche adesso, ragionando con il cervello, le sembrava assurdo quello che era successo. Eppure, anche se faceva fatica ad ammetterlo, quando il moro si era avvicinato a lei, il suo cuore batteva così forte che sarebbe potuto scoppiare e in quel momento la sua ragione era andata perduta. In quel momento, lei, Lily Evans, aveva desiderato ardentemente che James la baciasse.

Si arrabbiò con se stessa e chiuse violentemente il libro.

-Che cosa?!Lily Evans che non studia un libro di Pozioni?!-esclamò Sirius Black sbucando dal dormitorio maschile di Grifondoro e sedendosi anche lui sul divano alla sinistra di lei. Ultimamente lui e Lily andavano molto più d’ accordo, probabilmente a causa di James. Si erano arrivati persino a chiamare per nome, tranne quando Lily era troppo arrabbiata e lo chiamava per cognome, si intende.

-Ah-ah, divertente Sirius- fece sarcastica la rossa. Sirius stava per ribattere, quando Remus Lupin, Peter Minus e James Potter scesero anche essi dal dormitorio maschile. Peter si sedette sulla poltroncina accanto al divano, e James, con grande rammarico ma allo stesso tempo gioia di Lily, si sedette alla destra della ragazza.

Remus domandò a tutti e quattro:-Qualcuno di voi vuole venire con me in biblioteca?-.

-Io vengo- disse Lily alzandosi contenta: magari con Remus sarebbe riuscita a studiare.

Gli altri tre emisero un espressione contrariata.

Sirius urlò spaventato:-No, io ho paura di quel posto..-

-E’ proibito!- esclamò James con altrettanto terrore. Peter emise un gemito e boccheggiò:-No..io lì...non posso davvero venire lì..-.

Lily era sbalordita:-Remus...non dicono sul serio, vero?-. Remus la guardò dispiaciuto:-Si, Lily, sono serissimi, purtroppo. A, proposito, James, non mi sembra proibito andare in biblioteca!-

Jame gesticolò furiosamente con le mani:-E’ proibito secondo la legge dei Malandrini!-

-Quale legge dei Malandrini?Io sono da anni che sono un Malandrino e da altrettanto tempo vado in biblioteca-

-Tu sei l’ eccezione che conferma la regola- disse Sirius convinto. Lily decise di adottare un altra tattica e disse a Remus con aria rassegnata:-Lasciali perdere, si vede che non vogliono. Però, non mi sarei mai immaginata che il grande James Potter, avesse paura di un paio di pergamene..-

James scattò in piedi:-Io?Paura?!Ma figuriamoci!Ci verrò certamente!-. Sirius lo guardò stralunato:-Eh?!-

-Esatto- confermò James, e anche Peter si alzò. Sirius era ancora lì mezzo imbambolato, quando Lily gli mormorò:-Sirius, scommetto che in biblioteca ci saranno un sacco di ragazze che quest’ anno hanno i M.A.G.O...-

-Saranno delle secchione- sbuffò Sirius, ma una certa voglia cresceva in lui.

-Eppure, l’ altro giorno, mi è sembrato di vedere anche Jane Carter lì...-.

Janes Carter era una delle più belle ragazze di Hogwarts, e tutti sapevano che Sirius non resisteva molto alle donne.

-Jane Carter?Ehm..si, vengo anch’ io- e Sirius partì in quarta verso il ritratto, sbattendoci contro. Gli altri si misero a ridere, e, dopo che Sirius li ebbe insultati, insieme se ne andarono in biblioteca. Durante il tragitto incontrarono Mary e Marlene, che si unirono volentieri a loro.

Quando furono entrati, Peter non ci mise molto ad adagiarsi, ma Sirius e James facevano delle scenate isteriche.

Quando si furono finalmenti rassegnati, M adama Pince li vide entare e disse loro scandalizzata (ma parlando a voce bassa per non disturbare la quiete della biblioteca):-Black?!Potter?!E voi che ci fate qui?-

-Lo so...strano vero?!- esclamò James, e Madama Pince li avvertì:-Se avete in mente di combinare qualcosa, vi giuro che...-

-Ma, Madama Pince, non faremmo mai nulla di simile- disse innocentemente Sirius, e la bibliotecaria, scettica, se ne ritornò al proprio tavolo a leggere un libro.

Lily e Remus si accomodarono a un tavolo, e gli altri rammaricati, si sedettero con loro al tavolo.

Chissà come mai James è sempre seduto proprio di fronte a me..” pensò sarcastica la rossa, ma non disse nulla.

James le sorrise e lei rispose con un sorriso altrettanto sincero. -Inziamo da Pozioni?-propose Lily, ma Sirius scuotè la testa:-Te lo scordi, Lily. Pozioni proprio no-. Così si misero a ripassare incantesimi, anche se Sirius ogni tanto lanciava qualche occhiata in giro in cerca di qualche ragazza carina. Ma il giorno di Halloween non c’ era in giro molto gente.

-Ok..allora quindi se uso questa formula..viene così no?- domandò James indicando a Lily una formula di un libro e lei annuì concentrata:-Si...allora...si dovrebbe venire proprio così...oh, ciao Emmeline!-. Emmeline Vance stava venendo verso di loro, con una catasta di libri e di pergamene tra le mani che si faceva fatica a distinquerne la faccia.

-Ciao..Lily... come...va?- ansimò Emmeline con il fiato corto appoggiando tutti i libri nel tavolo in cui erano seduti loro e sedendosi anche lei. Ultimamente Emmeline passava molto tempo con loro, e almeno tre sere alla settimana dormiva nel dormitorio femminile di Grifondoro con Lily, Mary, Marlene e Alice.

-Bene...tu piuttosto, ehm..perchè ti sei portata appressi tutti quei libri?- domandò Lily, che nemmeno lei era mai arrivata a una quantità simile.

-Mcgranitt..tema...trasfigurazione!-rispose la ragazza riprendendo fiato.

-Non ti sembra di esagerare un po’?- domandò Mary scioccata, ma Emmeline rispose scuotendo la testa energicamente.

Insieme ripresero tutti a studiare finchè una voce gli interruppe:-Emmeline..possiamo parlare un attimo?-. David Wilson, settimo anno di Corvonero, sembrava esitante.

-Certamente. Cosa devi dirmi?- domandò Emmeline freddamente, e il ragazzo rivolse un occhiata agli altri, poi a lei:-Potremmo...discuterne in privato?-

-Bene. D’ accordo, ma non ho molto tempo da perdere- rispose Emmeline alzandosi. Lily la guardò piuttosto agitata, ma l’ amica rispose con un sorriso rassicurate. Dopodichè, i due ex fidanzati si allontanarono in un angolo più appartato della biblioteca.

Gli altri non sembravano essere molto preoccupati, erano certi che Emmeline non avrebbe ceduto. Lily tuttavia era esitante:-James..non trovo un libro..vieni un attimo di là ad aiutarmi a cercarlo?-

-Ehm..ok- rispose il ragazzo confuso e quando furono un po’ lontani dagli altri, dietro uno scaffale, Lily confessò i suoi timori:-Ho paura per Emmeline, Wilson è..credo sia piuttosto convincente, e in passato Emmeline si è fatta manovrare come una pedina da lui...--Non credo che Emmeline abbia ancora questo tipo di problemi. Non hai visto come gli ha risposto prima?-cercò di farla ragionare il ragazzo.

Ma la rossa insistette-Già..ma c’ eravamo noi..magari da soli...-

-Lily- la interrupe James:-Emmeline sa quello che fa. Sono sicuro che non si farà abbindolare da Wilson-. Lily gli sorrise un po’ più rincuorata, e poi si ricordò:-Si..ma, a parte tutto, devo davvero cercare un libro!-. James alzò gli occhi al cielo e insieme si misero alla ricerca del libro.

-Questo sicuramente no...sembra più noioso del professor Ruf...-

-Fammi vedere- disse sbrigativa Lily, e quando lo vide convenne:-Si, in effetti deve fare davvero schifo- entrambi scoppiarono a ridere, ma a bassa voce per non farsi sentire da Madama Pince.

Intanto, uno scaffale più indietro, Severus Piton li osservava disgustato, lasciando tra due libri un po’ di spazio per vedere.

Ma erano visioni tutt’ altro che piaceva. Lei, la sua dolce Lily, che rideva in quel modo con...lui, era ripugnante. Decise di smetterla di torturarsi e andarsene da lì. A cosa sarebbe servito poi?

Gli faceva solo più male vedere tutte quelle scene. Perchè?, si chiedeva spesso, perchè le cose erano precipitate così?. Sospirò, triste e desolato, e uscì dalla Biblioteca.

Spostandoci in un altro angolo di quest’ ultima sala, David Wilson stava cercando di parlare con Emmeline Vance.

Ma, siccome sino ad ora non aveva aperto bocca, Emmeline disse seccata:-Sbrigarti per favore. Come ti ho detto prima, hai poco tempo a disposizione-. Questa frase portò Wilson alla realtà e domandò diretto:-Stai uscendo con qualcuno, vero?-.
Emmeline, che si aspettava di sentirsi dire ben altro tipo di cose, chiese, colta alla sprovvista:-Come, scusa?-

-Capisci che intendo. Molte sere non sei in Sala Comune e non ti vedo salire in dormitorio-. A quelle parole Emmeline avvampò di rabbia:-Allora, primo: tu non sei nessuno per dirmi queste cose e quello che faccio o meno non ti riguarda.

Secondo: dato che altrimenti penserai certamente qualcosa di sbagliato, ti rispondo. Per il momento non esco con nessuno e se non sono in dormitorio è perchè sono con le mie amiche di Grifondoro-.

Wilson parve calmarsi, ma poi disse:-Dovesti stare lontana dalla Evans. Non è una brava ragazza-. Emmeline era furiosa:-Questo lo dici tu!Lily Evans ha una buona reputazione in tutta la scuola ed è davvero simpatica. Ed è stata la prima a capire che razza di persona sei tu!-

-Andiamo..Emmeline, quante volte dovrò dirti che mi dispiace?Come posso rimediare?-.

Emmeline sorrise, ma non era un sorriso felice:-Non puoi più rimediare, ormai il danno è fatto, David. Sapevi che non avevi nessun diritto di fare quello che hai fatto, ma lo hai fatto lo stesso. Caso chiuso-. Wilson insistette:-Non accadrà più...-

-Mi dispiace, ma non ci credo. E comunque una volta è bastata a farmi capire di cosa sei capace. E, tra l’ altro, non sono più innamorata di te-. Quest’ ultima frase tolse a Wilson le parole di bocca e Emmeline se ne ritornò al suo tavolo con un sorriso compiaciuto.

-Tutto bene?- le domandò James quando Emmeline si risedette.

-Oh, si! David è stato molto insistente, ma gli ho fatto capire che non sono più interessata- e dicendo questo Emmeline ricominciò a scrivere il suo tema.

James rivolse a Lily un sorriso da “te l’ avevo detto”. Lei alzò gli occhi al cielo, ma, in cuor suo, ringraziò James.

Dopo un oretta, dato che Sirius e James non ce la facevano più, andarono tutti al lago, seguiti da Frank e Alice che prima erano stati “troppo impegnati”. Alice e Frank si erano infatti messi insieme da poco e la ragazza sembrava al settimo cielo.

Quando furono tutti seduti in riva al lago, Emmeline iniziò a leggere un libro, ma Sirus continuava a sbirciare così entrambi si misero a inventare la storia creando delle scene estremamente ridicole. Mary e Marlene facevano una partita su un foglio a tris, un vecchio gioco babbano che aveva insegnato la madre di Mary a lei. Alice e Frank si erano appartati in un angolo parlando a bassa voce concitati, mentre Remus e Peter fecevano una partita a scacchi.

Era perciò naturale che Lily e James dovessero parlare tra loro. Ma non fu difficile, superato il primo momento di imbarazzo, entrambi inziarono a chiacchierare animatamente.

-Credo che Alice sia perfetta per Frank, insomma..vanno così d’ accordo.. tu che ne pensi?- domandò un certo punto Lily a James, il quale rispose:-So, tutti ultimamente notiamo che Frank è più euforico del solito-

-Euforicità, felicità..secondo te sono emozioni impulsive date da piccole cose o da eventi importanti?- domandò la rossa. James parve spiazzato dalla domanda:-Non saprei...-

All’ improvviso Lily iniziò a ridere. Ma non una risata corta e innocua, aveva proprio la ridarola.

-Tutto bene..Lily..?- domandò James confuso, ma la ragazza non rispose, non riusciva a smettere di ridere!Non avrebbe mai immaginato di trovarsi lì, con James, a parlare normalmente e discutere anche di argomenti importanti.

-Insomma è così strano..noi due..che parliamo..senza urlarci contro!- disse Lily tra le risate con le lacrime agli occhi per le risate, e anche James scoppiò a ridere.

-Ehi, James potrebbe essere il cocchiere matto!- esclamò Sirius, ma Emmeline scuotè la testa:-No, al massimo potrebbe fare il vetraio psicopatico, quello del negozio degli affreschi...-

-Giusto!Che idea!E potrebbe essere lui l’ amante della ragazza che mangiava le cosce di anatra...-

-Si..ma poi come risolviamo con il fioraio, quello pedofilo che si drogava...-

Lily e James si guardarono allarmati, e poi scoppiarono nuovamente a ridere.

 

NOTE DELL' AUTRICE:Ringrazio Marty Evans della recensione del capitolo precedente e tutti quelli che leggono le mie storie!Spero che il capitolo vi sia piaciuto!A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19: Sonni, stanchezza e confidenze ***


-Piantala James, mi stai seccando- sbottò Lily Evans al moro. Ormai erano a metà novembre e l’ abbondante pioggia non permetteca loro di uscire. -Quindi erano tutti nella Sala Comune di Grifondoro, Emmeline compresa. Lily stava provando a studiare ma James continuava a farle domande o a dirle cose senza senso per farle perdere la concentrazione.

-Ok, sto zitto- ribattè il moro innocentamente. Lily sospirò sollevata e poi continuò a leggere, ma neanche un minuto dopo udì la voce del Malandrino dirle:-Cosa fa un abete per conquistare una quercia?La corteccia!-

-Ok, ho già capito che non riuscirò a studiare- dicendo questo la rossa chiuse il libro rassegnata. James esultò.

Poi Lily riprese stranita:-Stavi dicendo..a proposito di una pianta..?-

-Ah, no niente di entusiasmente..- disse il ragazzo imbarazzo. Lily alzò gli occhi al cielo per la pessima battuta inventata su due piedi da James solo per ottenere la sua attenzione.

-A proposito, di piante..hai già dato da bere a Berenice?Nel caso che non fossi stato attento all’ ultima lezione, la Sprite ha detto che ha cambiato idea e dobbiamo tenere la piantina ancora fino ad aprile...-. James sbuffò:-Ma certo che lo sapevo, e comunque le ho dato da bere. Tra parentesi, solo tu puoi chiamare un pianta Berenice...-

-Berenice è un bellissimo nome. E poi non ti sei opposto- replicò Lily, ma James le fece notare:-Hai minacciato di tirarmi un pugno-

-Dettagli- bofonchiò Lily liquidando l’ argomento con una mano e cambiò argomento:-Emmeline come va la partita a scacchi?-. Sirius e Emmeline stavano appunto giocando a scacchi e sembravano entrambi molto concentrati.

-Bene, però Lily non parlarmi, ho fatto una scommesa con Sirius e non posso perdere. Mi devo concentrare. Muovo quella Torre-rispose Emmeline non spostando lo sguardo dalla scacchiera

-Su cosa avete scommesso?- domandò James ignorando il fatto che Emmeline aveva pregato loro di non parlarle perchè doveva concentrarsi.

-Se vince lei sabato devo vestirmi con i suoi vestiti, altrimenti...io mi devo vestire con i suoi. Pedone...là- disse Sirius con tono neutrale. James scoppiò a ridere ilare, e Lily, benchè non volesse prenderli in giro, non riuscì a reprimere un sorriso.

-Spero tanto vinca Emmeline!Ma Sirius è molto bravo a giocare...-intervenne Marlene, e James la rimproverò:-Non fare la pessimista come al solito!-. Marlene, infatti, era sempre stata quella più pessimista. Non che non fosse spiritosa, tutto il contrario, ma quando si trattava di aspettative lei non voleva avere delusioni e ciò la portava a tendere nel pessimismo.

Poi per il resto era davvero altruista e un suo particolare era che odiava discutere.

Marlene rise:-Vedrai che ho rag...- ma prima che potesse finire la frase, Emmeline esultò:-HO VINTO!Io, Emmeline Vance, ti ho battuto Sirius Black!Ahaaahaaah hai perso...-. Emmeline era felice come non mai e continuava a ridere, e ridere, e ridere...

-Tu...tu hai barato!- disse Sirius poco convincente, e Emmeline scuotè la testa:-Si chiama abilità-

-Fortuna- disse Sirius stringendo i denti, e Emmeline ribattè:-In ogni caso, non pensare che sarò così benevola da farti indossare un mio paio di jeans con una mia maglietta nera. Starai benissimo nel vestitino viola che ho comprato quest’ estate...-

-Tu non oserai!- esclamò Sirius alzandosi dal divano e indietreggiando.

Poi Emmeline ridacchiò:-Oh, si che oso. Ok, va bene, non ti metterai quel vestito davanti tutta la scuola. Ma lo terrai su due minuti interi nel tuo dormitorio davanti a me, Lily, Mary, Marlene, Alice, Frank, Peter, Remus e James-

-Non è comunque a mio vantaggio!Questo idiota...- e indicò James:-Mi prenderà in giro a vita..e poi ne va del mio orgoglio!-

-Io?Prenderti in giro, Sir?E quando mai?- sorrise James innocente. Sirius sbuffò, e Emmeline gli ricordò:-Non dovevi accettare la scommessa, allora-

-Pensavo di vincere!-urlò lui scandalizzato di aver perso, e Emmeline replicò:-Non devi sempre dare tutto per scontato..-

-Io non indosserò quel coso!- esclamò Felpato, e iniziò a salire gli scalini del dormitorio maschile, mentre Emmeline lo seguiva iniziando a salire gli scalini anche lei e ribattè:-Si, invece!Lo farai eccome!-

-No-

-Si-

-No-

-Si-

-No-

-No-

-Si-

-Ah!Hai visto!Hai detto si!- esclamò Emmeline trionfante, e Sirius disse con risentimento:-Ehi!Mi hai fregato!- fin quando la discussione non fu più udibile dalla Sala Comune perchè quei due erano già saliti nel dormitorio a cercare di convincere l’ altro a fare quello che voleva.

Mary disse felice:-Non vedo l’ ora di vedere Sirius in gonnella-

-Già, forse sarà il momento più bello di tutto l’ anno!- esclamarono Lily e Alice in coro. Remus mormorò ridendo:-Ben ti sta Sirius. Così impari a comportarti da idiota!- . Tutti gli altri convennero ridendo.

Dopo circa un’ ora, Remus decise di andare a studiare in Biblioteca, dato che il giorno dopo sarebbe stato interrogato insieme a Mary e Peter, che si unirono anche loro allo studio, in Storia della Magia. Marlene uscì diretta all’ aula di Divinazione insieme a Alice, Frank e Margaret Roberts, una sua compagna di Quidditch.

Quindi in Sala Comune erano rimaste solo due persone: Lily Evans e James Potter.

Subito ci fu un po’ di imbarazzo, ma poi iniziarono a chiacchierare animatemente delle cose più svariate.

-Secondo me Ruf ci metterà un secolo a interrogare quei tre...non ho mai visto un fantasma più lento, beh no c’ è anche Nick Quasi-senza- Testa. Non è che sia proprio un fulmine, sai...- stava dicendo James, ma fu interrotto proprio dal fantasma di cui stavano proprio dal fantasma di cui stavano parlando: Nick comparve all’ improvviso e disse a James:-Tu..James..che stavi dicendo?-

James stava per rispondere sarcastico, ma Lily salvò la situazione:-Salve, Sir Nicholas-

-Oh, Lily Evans, Caposcuola di Grifondoro!Che piacere vederti...- disse Nicholas sorridendo, e James esclamò offeso:-Ehi!Sono anch’ io Caposcuola!-

Sir Nicholas spalancò gli occhi e urlò:-Eh?!!!-. James sorrise e Nick se ne andò scandalizzato.

-Perchè lo tratti male?- gli domandò Lily rimproverandolo, e James disse sorridendo:-Ma no!Mi diverto solo un po’..tutto qui... e poi Nick mi vuole un gran bene!-

-Se lo dici tu...- disse Lily sarcastica, e guardò l’ orologio, per poi proporre:-Scendiamo per la cena?-

James accettò. Entrambi si diressero in Sala Grande, dove dopo poco arrivarono anche agli altri. Parlarono tutti insieme per il resto del pasto, e dopo avere passato un po’ di tempo in Sala Comune, tutti decisero di tornare nel proprio dormitorio.

Emmeline, anche quella notte decise di restare dai Grifondoro (ormai le tre sere a settimana in cui dormiva lì si erano tramutate in cinque!). Mentre tutti salivano nel proprio dormitorio, James si avvicinò un secondo a Lily, che era l’ ultima della fila, per mormorare:-A mezza notte in Sala Comune-. E se ne andò con gli altri Grifondoro, nel dormitorio maschile.

-Lily ti muovi?!- sbottò Marlene spazientita vedendola lì impalata e la rossa, riscuotendosi, la seguì. Erano le undici meno venti. Dopo che tutte ebbero indossato il pigiama. Con la magia fecero apparire il solito materasso gonfiabile di Emmeline, coperto di lenzuola e con un cuscino azzurro sopra.

Tutte, tranne Lily, avevano sonno e così spensero subito le luci. Lily attaccò un paio di cuffiette alla sveglia elettronica che le avevano regalato sempre i suoi genitori, e se le infilò alle orecchie, puntando la sveglia a mezzanotte meno dieci minuti, nel caso si addormentasse. Ma non poteva addormentarsi, altrimenti sarebbe dovuta andare a James mezza intontita, ma le palpebre erano così pesanti..

Driin!Un suono alle orecchie le fece aprire piano gli occhi. Capì che mancava poco alla mezzanotte. Disativvò la sveglia e si alzl lentamente, come uno zombie.

Là si lavò la faccia, i denti e pettinò i capelli. Stava un po’ meglio, ma non era ancora del tutto sveglia. Dopo poco scese in Sala Comune, e notò che James era già seduto sul divano. Lo raggiunse e si sedette silenziosamente, tanto che quando il ragazza la vide di fianco a se si spaventò. Ma poi notò la faccia stanca della ragazza, e domandò:-Sei stanca?Stavi dormendo?Vuoi tornare in dormitorio?-

La ragazza scuotè la testa, e, ripresasi, inizò a parlare dei più svariati argomenti con James. Parlarono di scuola, di amicizie, qual’ era il loro dolce preferito, e discuterono anche di cose importanti sul Ministero della Magia dicendo le proprie opinioni riguardo a come il Ministro si comportava.

Tutti e due erano contrari al fatto che i dissennatori sorvegliassero Azakaban. Si misero così anche a parlare di Voldemort, il nuovo mago oscuro che stava diventando sempre più potente, e entrambi ne erano disgustati, però tutti e due pronunciavano il nome.

Parlarono anche di cose sciocche come il cibo che veniva servito a Hogwarts o anche di ricordi di infanzia. Lily glì parlò del piccolo paesino c da dove veniva, vicino a Spinner’s End (ma evitò accuratamente di parlare di Piton) e spiegò che ogni anno lei andava a una fiera e che da piccola non vedeva l’ ora di andare lì solo per prendere dello zucchero filato, anche se poi non lo aveva mai finito perchè si stufava di avere le mani appiccicatticie. James le chiese cosa fosse una fiera e Lily gli spiegò che era un parco divertimenti e cosa comprendeva (incluso cosa fosse lo zucchero filato). James sembrava entusiasta: insomma...un parco divertimenti!Lui che era il re del divertimento!A vederlo così entusiasta, Lily propose:-E’ nelle vacanza di pasqua. Potresti venire!-. James la fissò stupefatto e mormorò:-Davvero lo vorresti?-

-Si!- rispose la ragazza sorridendo per nulla imbarazzata, e il ragazzo annuì:-In questo caso senz’ altro!-. Ora invece Lily divenne parecchio imbarazzata e arrossì. Ma il rossore sparì presto: era stanchissima. James che era nella parte sinistra del divano, aveva le gambe piegate verso appunto quella direzione, e la schiena appoggiata allo schienale. Lily, che prima era nella parte destra del divano, era seduta a gambe incrociate. All’ improvviso piegò anche lei le gambe, verso la sua destra, e appoggiò il braccio di James sulle sue spalle, posando la sua testolina rossa sul petto del ragazzo e chiuse gli occhi. James non era mai stato così felice. Fece comparire una coperta sopra di Lily e un’ altra sopra di lui. La guardò un attimo: com’ era bella quando dormiva!Non aveva alcuna intenzione di svegliarla e privarla di quel sonno. Le diede un bacio sulla fronte e poi chiuse anche lui gli occhi anche lui, addormentandosi.

NOTE DELL' AUTRICE: Ed ecco il diciannovesimo capitolo!Ringrazio tutti quelli che leggono/recensiscono/seguono/mettono tra i preferiti o le storie da ricordare la mia fic!Spero che il capitolo vi piaccia!A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20:Fotografie imbarazzanti per Sirius Black ***


Un luce tenue svegliò James Potter nella Sala Comune di Grifondoro. Aprì pian piano gli occhi e si accorse che la luce era quella del sole. Doveva essere appena l’ alba. Ma non fu questo a colpirlo, ma il fatto che, stretta a lui, Lily Evans dormiva beatamente. Sicuramente stava sognando. Richiuse gli occhi per poi riaprirli immediatamente, sicuro di risvelgliarsi nel suo dormitorio e sentire il russio sommesso di Sirius. Ma non udì nè vide nulla di tutto questo: Lily era ancora lì, con i capelli rossi che le incoronavano il viso, sciolti. Portava un pigiama pesante azzurro e sopra di lei c’ era la coperta rossa che James si ricordò di aver fatto apparire lui stesso la sera precedente.

Ascoltò il respiro della ragazza, che, anche se a un volume piuttosto basso, procedeva con frequenza. In quell’ esatto momento, Mary Mcdonald scese dalle scale che portavano al dormitorio di Grifondoro. Subito quando gli si presentò la scena restò qualche momento lì impalata, ma poi assunse un espressione maliziosa. James fece per ribattere, ma Mary mormorò per non svegliare Lily:-Tranquillo..non ho visto niente. Io mi sono svegliata prima per andare in biblioteca, sono interrogata in Storia della Magia. Ora vado-. Ma prima che James potesse ribattere, Mary se ne era già andata. Il Malandrino guardò un altra volta Lily e sospirò. Avrebbe voluto vederla dormire per sempre, ma sapeva che a lei non avrebbe fatto molto piacere svegliarsi magari alle otto e avere gli occhi di tutti i Grifondoro puntati su loro due.

-Lily- mormorò scostandole dolcemente una ciocca di capelli rossi dall’ occhio destro. La ragazza non dava segno di svegliarsi, e James sussurrò di nuovo:-Lily dai, svegliati. Lily...-. Finalmente la rossa dava segno di svegliarsi.

Non aveva ancora aperto gli occhi, ma tutti e due sapevano che era una questione di pochi secondi. Con gli occhi chiusi e mezza addormentata, Lily non capì subito perchè si sentisse così al calduccio. Ma quando, lentamente, aprì gli occhi, capì che era James. Si ricordò immediatamente dell’ avvenimento della sera prima, e fu un po’ sconcertata di essersi addormentata. E la sera prima appoggiare il capo sul petto di James e abbracciarlo le era sembrato così...naturale.

Anche ora lo sembrava. Non voleva staccarsi da James, ma vedendo il sole, domandò al ragazzo a voce bassa:-Che ore sono?-

-Devono essere circa le cinque e mezza del mattino- rispose James, e Lily finalmente si decise ad alzarsi, imprecò tra sé e sé, si stiracchiò per bene e disse intontita al ragazzo:-Meglio che vada. Sai non vorrei che tutta la scuola pensasse male...-. E arrossì.

James annuì e tutti e due se ne andarono ognuno nel proprio dormitorio, tornando a dormire.

Alle sette e venti, la sveglia suonò nel dormitorio femminile di Grifondoro.

Lily aprì lentamente gli occhi e si alzò dal suo letto a baldacchino, e le altre ragazze, tranne Mary che era in biblioteca, fecero lo stesso. Dopo essersi lavate, pettinate e avere indossato la divisa scolastica; Emmeline, Lily, Mary e Alice scesero in Sala Grande per la colazione. Lì Emmeline dovette andare

Si sedettero al solito posto, e salutarono i Malandrini, che erano già là. Essi erano arrivati infatti pochi minuti prima.

Lily si servì un ampia porzione di uova strapazzate con salsicce e iniziò a mangiare. Era così strano pensare di avere davvero dormito con James Potter...

-Lily mi passi il succo di zucca?- le domandò Sirius Black, riscuotendola bruscamente dai suoi pensieri. Guardò Sirius, che la osservava indicandole il succo di zucca accanto a lei.

-Si scusa- rispose la rossa riprendendosi e passandogli la brocca con il succo.

Remus alzò un soppracciglio interrogatorio alla ragazza, ma quella scrollò le spalle. James, dal canto suo, sperava proprio che Lily stesse pensando quello che la rossa pensava. Chissà se le era piaciuto dormire accanto a lui...

E se si fosse messo a russare?Di solito, a parte quando aveva il raffreddore o beveva dell’ alcol, lui non russava...ma parlava nel sonno. E se avesse detto qualcosa di non molto appropriato?

Ma non sapeva che tutte queste paranoie erano inutili, dato che la ragazza aveva dormito tutta la notte senza mai svegliarsi e che quindi non aveva sentito alcunchè.

Intanto Lily sperava di non essersi agitata troppo. Tutte le sue amiche le dicevano che mentre dormiva tirava calci e pugni, e una volta Mary l’ aveva persino filmata, ma non facendo vedere il filmato a nessuno tranne che a lei. Mary non era mai stata una ragazza pettegola, e sapeva sempre conservare bene i segreti altrui, senza mai spifferargli in giro.

Ma, anche questo Lily non sapeva, quella notte non si era agitata affatto. Era come se il corpo di James avesse un afflusso positivo su di lei...

A Lily, anche se non voleva ammetterlo, era piaciuto un sacco dormire con lui. E poi quando si era risvegliata e si era ritrovata abbracciata al suo corpo caldo... Dopo colazione, nell’ ora buca, andarono tutti in riva al lago, ma, mentre stavano tutti giocando insieme a carte un gioco babbano che Lily, Mary e Remus stavano spiegando, un ragazzo di Tassorosso si avvicinò a Emmeline.

Aveva i capelli rossi, degli occhi verdi, (ma non il verde smeraldo di Lily, più un verde acqua) ed era molto alto. Domandò impacciato alla ragazza:-Ehm..ciao Emmeline...non so se ti ricordi il mio nome...mi chiamo Jonathan Dales, siamo nella stessa classe di Erbologia.Volevo chiederti se ti va di venire con me alla prossima uscita a Hogsmeade, dopo le vacanze di natale..?-.

A Sirius cascò la mascella, e James lo guardò stupito, ma senza dire niente. Gli altri non sembravano essersene accorti, erano troppo intenti a osservare il ragazzo. Emmeline arrossì, e disse con un espressione dispiaciuta:-Ehm..scusami Jonathan, ma io ero già d’ accordo di andarci le mie amiche, Marlene e Mary...-

-Oh, fa niente. Allora ciao!- e il ragazzo se ne andò. Emmeline lo vide andare a fare la stessa proposta a una ragazza poco distante, e capì alla fine di non averlo deluso poi molto, e sorrise vedendo la ragazza che accettava la proposta. Sirius, invece, da quando Emmeline aveva risposto a Dales, era molto più allegro.

Poi Lily, Remus e Mary finirono di spiegare come si giocava a briscola, e iniziarono a giocare. Si dovettero dividere a coppie, che estrassero a sorte: Alice con Frank, Mary con Remus, Peter con la povera Marlene, Emmeline con Sirius, e, casualmente, Lily con James. Lily dispose con ordine le carte sulla mano di James, che arrossì, e la partita cominciò.

-Vedi i fiori sono la briscola. Ora la mano è bassa, quindi non giocare questa carta e lascia prendere a Emmeline e Sirius qualcosa che vale niente, prova a vedere se ci riesci tu...- disse Lily, e James alzò titubante una carta che gli sembrava valesse poco, e Lily annuì soddisfatta. James giocò molto bene e così anche Lily, tanto che vinsero la partita. Quando tutti ritornarono al castello, Lily e James erano gli ultimi nella fila e il ragazzo le disse:-Per la prossima uscita a Hogsmeade, visitiamo un po’ di più?La volta scorsa non abbiamo camminato molto...-

-Prossima uscita a Hogsmeade?E chi mi ha domandato se verrò con te a Hogsmeade?- affermò Lily sorridendo.

James la guardò stupito e poi le chiese, sicuro di ottenere un si:-Vuoi venire a Hogsmeade con me?-

 

-Ci devo pensare..- rispose Lily ridendo. Certo che ci sarebbe andata con lui, ma voleva divertirsi un po’ prima...

Ma, vedendo l’ espressione idiota da cucciolo che James le stava rivolgendo, acconsentì:-E va bene..basta solo che la smetti di fare quella faccia..-. Allora James tornò in sé sorridendo compiaciuto. La rossa alzò gli occhi al cielo e poi i due Grifondoro parlarono molto per tutto il tragitto.

Intanto, Sirius era riuscito a rimandare la punizione per aver perso la scommessa, ma non a cancellarla...

Ed era uno dei primi giorni di dicembre, quando la neve ricadeva lentamente sui prati, quando nel dormitorio maschile di Grifondoro, James, Remus, Peter, Frank, Emmeline, Lily, Alice, Mary e Marlene urlarono in coro:-TRE...DUE...UNO!-. La porta del bagno si aprì e Sirius Black apparì sulla soglia, rosso di rabbia, con indosso un abito da sera viola sbracciato che gli arrivava fino alle ginocchio. E poi furono solo risate, insulti da parte di Sirius, e altre risate...

-Ahahaaa...oddio...questo è...un sogno che si avvera!- ululò James felice, e Emmeline ridacchiò:-Ma guarda Sir che stai meglio di me...-

-Ci vorebbe proprio una bella foto..- disse Remus e Lily sorrise maliziosa tirando fuori una cinepresa:-Senz’ altro..-. Ma prima che Sirius potesse

replicare, la foto era stata scattata. Poi ne fecero una di gruppo con l’ autoscatto, in cui Sirius e James dovettero tenere Sirius a braccietto con la forta per non farlo scappare.

Poi Lily ne diede una copia a Remus:-Potrebbe servirti per ricattarlo..-. E mentre Felpata la insultava con ogni genere di insulto possibile, la rossa sorrideva.

Trent’ anni dopo:

-Harry, ho trovato una cosa in casa, nella vecchia stanza di mio padre...- disse Ted Remus Lupin al suo padrino Harry Potter.

-Cosa, Ted?- domandò Harry spostando lo sguardò dal suo giornale al figlioccio. Ted gli porse una fotografia e Harry la osservò con attenzione. I suoi occhi si spalancarono. In quella foto c’ erano tutti: suo padre, sua madre, Remus, quel traditore di Peter Minus, tutti quelli che dovevano essere stati i loro amici, poi c’ era anche Sirius...ehi, ma che ci faceva Sirius vestito così?

Harry rise vedendo l’ espressione violacea sul volto di Sirius che si agitava continuamente provando a scappare dalle grinfie di Remus e suo padre, che però lo tenevano ben saldo...

Poi sorrise di nuovo inquadrando la foto al completo: sembravano così felici...

 

NOTE DELL’ AUTRICE:Spero che il capitolo vi sia piaciuto! A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21: La verità prima o poi viene sempre a galla ***


Le giornate passavano veloci, e pian piano si avvicinavano le vacanze di natale anche a Hogwarts. Il prato intorno al castello era immerso di uno spesso strato di neve, e ormai gli alberi erano completamente spogli. Gazza diventava sempre più felice: durante le vacanze sarebbero rimasti pochissimi studenti e finalmente avrebbe avuto un po’ di pace.

L’ autunno se n’ era andato da un pezzo e il gelo spingeva gli studenti a uscire sempre ben coperti. Anche degli studenti di nostra conoscenza...

-IO TI UCCIDO, SIRIUS!- esclamò furente Emmeline Vance. Aveva i capelli completamente coperti di neve, e anche la giacca non era messa molto bene.

Sirius sorrise noncurante:-Per un po’ di nev...- ma non riuscì a finire la frase perchè un enorme palla di neve gli si spiaccicò sulla faccia. Se la scrollò dal viso con violenza. Emmeline era davanti a lui, che rideva beatamente.

-Ti diverti, vero?- esclamò Sirius irato e Emmeline annuì:-Molto-. Fu così che che allora si diede inizio alla battaglia con le palle di neve. E fu proprio così che James Potter li trovò, completamente fradici e sporchi di neve.

-Tutto bene ragazzi?- disse appunto James uscendo dal portone. Loro, che gli davano le spalle, si girarono lentamente verso di lui, che rideva. Anche Sirius scoppiò a ridere, ma Emmeline invece arrossì e domandò a Potter:-James...come mai Lily non è con te?Dov’è?-. James all’ improvviso smise di ridere e si rabbuiò:-E’ rimasta nel suo dormitorio, tra poco deve andare ad Antiche Rune...è da un paio di giorni che è giù di morale...le ho chiesto più volte cosa avesse, ma mi risponde sempre che non ha niente..-

-Probabilmente avrà il ciclo- intervenne Sirius sbrigativo e Emmeline gli tirò un pugno sul capo.

-Ehi!- si lamentò Sirius e Emmeline ribattè:-Non pensavo di farti male, hai la testa così dura che...- ma prima che potesse finire la frase, James li interruppe:-Stavamo parlando di Lily-

-Oh, giusto!Bene..no non ha il ciclo, l’ ha avuto una settimana fa..- spiegò Emmeline, e Sirius la guardò stralunato:-E tu come lo sai?-

-Tra ragazze queste cose si dicono...oh, non importa!Il punto è che Lily ha un problema. L’ ho notato anch’ io, ma non ne vuole proprio parlare-

-Dai, stiamo parlando di Lily-isterica- Evans, che c’ è di strano?- disse Sirius, ma James e Emmeline lo fulminarono con lo sguardo.

Sirius fece notare agli altri due:-Qualunque cosa abbia, se lei non vuole dircelo non potremo mai saperlo!-. Una lampadina improvvisa si accese nella mente di James. Sirius parve accorgersene e disse in fretta:-James..ti devo fare vedere quella cosa...per lo scherzo a Gazza, ti ricordi?-

James annuì e dopo avere salutato Emmeline se ne andarono. La ragazza li guardò andare via scioccata: erano proprio strani, quei due!

Intanto, James e Sirius erano entrati in uno dei tanti posti segreti: in questo caso l’ armadio delle scope. Erano completamente al buio, se non per la piccola luce tenue che filtrava dalla minuscola finestra.

-Sei un idiota!Non puoi pensare di farlo ancora!- esclamò Sirius, ma James ribattè:-Fare cosa?Non so di cosa stai parlando!-

-Si certo...e io sono Sir Cadogan...non puoi..non puoi leggere ancora il diario di Lily!Ora basta James!Avevi smesso!-disse a bassa voce Felpato.

-Senti..neanch’ io avevo intenzione di farlo più...ma hai visto come stava in questi ultimi giorni!Era distrutta!- esplose James, e l’ amico replicò:-E che differenza farebbe se tu leggessi quel dannatissimo diario?-

-Potrei aiutarla!-

-E come?- domandò Sirius scettico, e James rispose:-Dipende dalla situazione. In ogni caso potrei consolarla meglio se sapessi di cosa si tratta!-

-Questa si chiama violazione di privacy!Mai sentito parlarne?E poi fosse una persona che odiamo...tipo Avery...o Mulciber...o Mocciosus!Ma lei è Lily Evans, perchè vuoi farle questo?-

-Perchè la amo!- esclamò James all’ improvviso, e Sirius si zittì, scioccato. James si passò una mano sulla fronte. Aveva agito d’ impulso dicendo quella frase, eppure sapeva anche lui che era irremediamilmente vera. Lui l’ amava. La consapevolezza lo fece smarrire. Lui, James , il magnifico grande James Potter, amava Lily Evans. I suoi capelli rossi, i suoi occhi...

Era già da un pezzo che l’ amava, ma solo allora se n’ era accorto. Prima credeva di esserne innamorato, si, ma il pensiero di amarla....

Dei brividi strani mai provati prima gli percorsero la schiena. Lentamente James salì le scale che facevano uscire dal ripostiglio, ma prima di andarsene si voltò verso Sirius e mormorò:-Non dire a Lunastorta quello che sto per fare, ok?-

Sirius annuì:-Si, sai com’ è. Potrebbe ucciderti, e dico sul serio-.

Entrambi ridacchiarono e poi James si diresse verso la Sala Comune. Ci entrò e si stiracchiò su uno dei due divani e si mise a fare dei fumi di vari colori dalla bacchetta.

Sentì qualcuno scendere: erano Frank, Remus, Marlene, Mary, Alice e Lily. La rossa gli fece un piccolo sorriso spento, e dopo che tutti lo ebbero salutato, se ne andarono.

Lily non ascoltava i discorsi concitati dei suoi amici. Una fitta al cuore le impediva di chiacchierare allegramente. Quel giorno ci sarebbe stato il matrimonio di sua sorella, e lei, da come promesso, non aveva intenzione di andarci. Se lei non la voleva erano problemi suoi. A lei non gliene importava niente. Ma allora perchè aveva tanta voglia di chiudersi in una stanza e prendere a pugni un cuscino?

La verità era che a lei importava. Perchè Petunia, che la accettasse o meno, era sua sorella. E tra sorelle è difficile che non ti importi cosa fa l’ altra, anche se, almeno secondo Lily, per Petunia era molto facile dimenticarsi di lei.

Il suo nuovo cognato non lo conosceva di persona, ma, almeno a giudicare dalle lettere della madre, le sembrava un tipo rozzo e per niente garbato. Non doveva avere pregiudizi...magari era simpatico...anche se ne dubitava parecchio. Chissà come mai si sono sposati proprio il giorno prima del mio arrivo... pensò sarcastica la rossa.si rimproverò mentalmente.

Avrebbe voluto tanto parlarne con qualcuno, ma allo stesso tempo non voleva farlo. C’ era stato un momento in cui aveva pensato di confidarsi con James, ma non ci era riuscita, il coraggio le era mancato. Brava Lily, sei una vera Grifondoro, si rimproverò mentalmente.

Si, lo ammetteva, era una codarda. Non aveva avuto il coraggio di parlarne con i suoi amici o con il ragazzo di cui era innamorata.

Aspetta, lei era innamorata di... ma certo che lo era!Era stata così sciocca!Lei era innamorata di James Potter!Il suo acerrimo nemico, il suo compagno di litigate, il ragazzo più egocentrico di Hogwarts...lui!

Ma come era potuto accadere?Non riusciva a spiegarselo, eppure era successo!Ma la sorpresa della scoperta non durò molto, quando pensò “Chissà come deve essere stato per Petunia innamorarsi di quel ragazzo...” e un lampo di tristezza baleneò nei suoi occhi.

Non aveva detto a nessuno il motivo delle sue preoccupazioni, tranne il suo diario. Ma ora sentiva un bisogno impellente di parlarne con qualcuno. No, non con qualcuno, con James. Si, aveva deciso, dopo Antiche Rune sarebbe andata da James e gliene avrebbe parlato.

Sua sorella, la sua Tunia.. poche volte era stata così triste. Quando sua sorella l’ aveva chiamata “Mostro” e Severus “Schifosa mezzosangue”. O se ripensava a Piton...

Ma perchè tutti i brutti ricordi dovevano venirle in mente quel giorno?!Sapeva che sarebbe esplosa, se avesse continuato a tormentarsi. Ma era così difficile non pensare!Era così complicato dimenticare!Si chiese come faceva normalmente a non pensarci. Ora che riordinava tutte le idee, le sembrava strano che non fosse distrutta tutti i giorni...

Lei era Lily Evans, la ragazza dura, forte, che superava ogni imprevisto, o almeno così era catalogata a Hogwarts. Ma era in momenti come quelli che si sentiva piccola e indifesa. Come quando da piccola controllava sempre che le ante di legno della finestra della cameretta di camera sua fossero ben chiuse perchè aveva paura dei ladri. Ma ci sono cose ben peggiori dei ladri, ora lo sapeva. Voleva tanto ritornare ai tempi spensierati in cui Petunia e Severus le volevano ancora bene...

Ma, anche se loro non c’ erano più per lei, Lily sapeva (anche se in questo moemento il pensiero non riusciva a rassicurarla) che c’ erano le sue amiche, Remus, persino Sirius, e poi James...

Il suo James. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo in quel momento!Ma ormai erano di fronte all’ aula di Antiche Rune e tutti insieme entrarono. I banchi erano da due e Lily era accanto a Marlene.

Aprì la borsa per prendere il suo libro con le traduzioni antiche, ma si accorse di averlo lasciato in dormitorio.
Come si era già accorta dalla sua precedente litigata con James in settembre, quando stava andando nella stanza delle necessità, notò che quando era preoccupata per qualcosa era anche straordinariamente distratta.

E insomma... lei non era Alice, che appena le ricordavi un impegno o qualcosa da fare cascava all’ improvviso dalle nuvole, tutti sapevano che Lily Evans era accuratamente precisa e con una memoria ottima.

Forse non quanto quella di Emmeline, ma lo era molto. Tranne, appunto, in questo tipo di situazioni.

-Ho dimenticato il libro di Antiche Rune, vado a riprenderlo...- mormorò e uscì dall’ aula. Marlene guardò il punto in cui la ragazza era uscita con un aria sbalordita. Pensava, la stessa cosa che la rossa aveva pensato pochi minuti prima: cosa stava succedendo a Lily Evans?

Intanto che la nostra rossa si incamminava nelle scale, non sapeva che qualcuno era già nel suo dormitorio.

Questo qualcuno aveva corti capelli neri, occhiali ed era il Cercatore della squadra di Quidditch di Grifondoro.

James stava appunto sfogliando le ultime pagine del diario di Lily. Non aveva voluto leggere tutte le pagine che aveva scritto in quei mesi, si era imposto di non violare troppo oltre la sua privacy. Quindi stava leggendo solo le pagine dell’ ultima volta che aveva scritto...

Lily percorreva le scale del secondo piano velocemente...

James stava iniziando a comprendere il motivo della tristezza di Lily...

Terzo piano, Lily camminava più velocemente di prima, non volendo perdere la lezione...

Ora James Potter aveva quasi finito di leggere ed era infuriato con Petunia Evans, forse a quell’ ora già Dursley...

La porta del dormitorio femminile del settimo anno di Grifondoro si aprì. Lily aprì la porta e la visione di James Potter che leggeva il suo diario le si parò davanti. Fu come se mille lance affilate la colpissero.

-COSA STAI FACENDO?!!- urlò furiosa e James spostò lo sguardo dal libro, accorgendosi che Lily Evans era lì davanti con il viso tutto rosso e la voce arrabbiatissima.

James diventò pallido. Lily si avvicinò a lui e li tolse via con violenza il diario dalle mani, lanciandolo con ancora più violenza all’ altro lato della stanza.

-TI HO CHIESTO COSA STAI FACENDO, BRUTTO IDIOTA!- esclamò di nuovo la rossa fuori di se e prese James per un braccio costringendolo a alzarsi dal suo letto. Quando fu in piedi, Lily tolse il suo braccio da lui:-RISPONDI!-

-Io...- riuscì solo a dire James, che da un po’ pallido era diventato bianco come il cencio.

-Tu, cosa?!Tu cosa, eh?!Io..come hai potuto, James?- disse singhiozzante e James provò a spiegarsi:-Mi devi ascoltare...-. Ma Lily non glielo permise:-Ascoltarti?!Non hai il diritto di parlare, tu devi tacere e ascoltare me!- ribattè e il moro non disse nulla, esaudendo la sua richiesta.

-In questi ultimi mesi mi sono fidata di te. Sei stato il mio punto di forza, la persona sulla quale pensavo poter contare..-

-E’ ancora così!- replicò James, ma Lily gli scoccò un occhiata di ghiaccio:-Ti ho detto di non interrompermi. Stavo dicendo...ah si. Io mi sono fidata di te, io... io mi stavo innamorando di te-.

L’ ultima frase l’ aveva sussurrata. James sussultò, ma la Grifondoro dagli occhi verdi continuò spedita:-Credevo fossi cambiato. Ma non è così. Pensavo non fossi più il solito pallone gonfiato pronto a ridire tutto su tutti tranne su se stesso. Pensavo non fossi più quel James Potter bulletto che si divertiva a lanciare incantesimi sul prossimo. Credevo che ti importasse di me. Ma invece tu ti stavi divertendo, vero?Ti divertivi a prendermi in giro, eh?Così poi avresti usato tutte quelle informazioni per prendermi in giro davanti a tutta la scuola?Per curiosità...da quanto tempo sei a conoscenza di questo diario?-

-Da settembre, ma...- non riuscì a finire la frase che Lily lo sbattè con le spalle al muro.

-SETTEMBRE?SETTEMBRE!|Lo sai che siamo a dicembre, Potter?!!!- sottolineò bene l’ ultima parola, e James replicò:-Si, Lily, ma...-

-EVANS!SONO SOLO EVANS PER TE!HAI CAPITO?!E ORA ESCI!FUORI!FUORI!- urlò furiosa, e spinse James per le spalle con violenza fuori dalla porta.

Lily si accasciò a terra, con le spalle appoggiate alla porta che aveva appena chiuso dopo aver sbattuto fuori James. Le lacrime, che fino ad ora era riuscita a trattenere, le sgorgarono dalle guance, e mormorò:-Questo è il giorno più brutto della mia vita-.


 

NOTE DELL’ AUTRICE:Ok, so già che sarò torturata. Magari con delle fruste o con la sedia elettrica, che dite?! Ahaaah XD. Però seriamente mi dispiace aver fatto litigare James e Lily,ma io normalmente quando scrivo normalmente non lascio una bugia da parte di qualcuno in un cassetto e non faccio mai scoprire la verità. Spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino. A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22: Sull' Hogwarts Express ***


-Non capisco cosa le succede ultimamente...oggi ha persino dimenticato il libro di Antiche Rune in classe!E poi mi aspettavo che tornasse subito tutta agitata di arrivare in ritardo...ma non si è presentata!- esclamò Marlene Mckinnon mentre attraversava il buco del ritratto con le amiche. Ma una persona era accasciata ai piedi delle scale a chiocciola che portavano al dormitorio femminile. La presunta persona era infatti James Potter.

Era completamente pallido e sembrava in una specie di trans.

Senza fare domande, Marlene, Alice e Mary corserò sulle scale precipitandosi da Lily. Emmeline lo fissò immobile un attimo, e poi salì anche lei per i dormitori.

Aprì la porta della stanza delle amiche. Lily aveva gli occhi lucidi, e, seduta sul suo letto, fissava il pavimento. Alice le accarezzava una spalla, Mary la abbracciava e Marlene le sorrideva incoraggiante.

Alice domandò:-Lily..cos’ è successo?-. La rossa fece un lungo sospiro, e poi raccontò tutto per filo e per segno, non tralasciando un dettaglio.

Quando ebbe finito di spiegare, Lily si accorse che le reazioni che avevano avuto le amiche a quella notizia erano esattamente quelle che si era aspettata. Alice si era alzata di scatto e continuava a parlottare cose senza senso tra sé e sé. Mary l’ aveva stretta più forte in silezio. Era quello il bello di Mary: sapeva che il silenzio era la cosa più tranquillizzante del mondo quando si stava male. Marlene invece era rossa di rabbia e stringeva i denti, furiosa.

L’ unica reazione che non si era aspettata era quella di Emmeline.

Ella infatti non aveva battuto ciglio, e la fissava immobile.

-Emmeline..che stai facendo?- domandò Lily dopo un po’ notando che l’ amica non si era ancora mossa.

-Sto pensando- rispose lei. Si sedette anche lei ai piedi del letto, facendo lavorare il cervello febbrilmente.

-Ok, detta così può sembrare in un determinato modo. Ora, non sto difendendo James, sto solo valutando le date possibilità. Dobbiamo calcolare le circostanze, i moventi che hanno spinto a fargli fare queste determinate cose, i sentimenti di tutti e due e la versione del suddetto- disse Emmeline finalmente. Lily capì in quell’ istante perchè Emmeline era una Corvonero. Al confronto dei Grifondoro, che erano impulsivi, i Corvonero valutavano le situazioni senza farsi travolgere dai sentimenti e giudicarli in modo razionale. Prima che Lily potesse esprimere la sua opinione riguardo quello che aveva detto Emmeline, la Corvonero dagli occhi castani uscì dalla stanza.

Lily per un momento si domandò dove andasse, ma poi si stese sul letto e chiuse gli occhi. Aveva proprio bisogno di dormire un po’.

Emmeline scese dalle scale e ordinò, con un tono che non ammetteva repliche:-Alzati, James Potter!-.

James la guardò stranito, e poi si alzò. Emmeline praticamente lo obbligò a sedersi sul divano, e poi disse:-Allora, Lily mi ha raccontato la sua versione dei fatti riguardo a quello che è successo. Volglio sentire anche la tua. Perciò spiegami-.

James fece un sospiro e poi raccontò tutto con sincerità, senza tralasciare nessun dettaglio.

Alla fine della spiegazione, Emmeline affermò:-Sai di essere un completo totale deficiente, vero?-

James annuì guardando il pavimento.

Poi Emmeline disse:-Dovresti...dovresti spiegare bene come sono andate le cose a Lily, però..dopo tutto, anche se all’ inzio non eri giustificato, tu non hai letto il suo diario per prenderti gioco di lei. L’ hai fatto perchè la volevi aiutare, volevi proteggerla in questo senso. Ma ti ricordo una cosa che sicuramente ti sei dimenticato: Lily Evans non vuole mai essere protetta o aiutata-

James mormorò:-Lo so, ma vederla stare male è stato così..-. Emmeline lo interrupe sorridendogli:-Le vuoi proprio bene. Devi spiegarle di preciso come sono andate le cose. Non credo che per il momento riuscirà a perdonarti, ma tu devi spiegarglielo comunque...

-E come se non mi lascia parlare?- domandò James, e Emmeline rispose:-Sarò una strega, ma non una veggente. Ingegnati. Ma prima è meglio se ti accompagno nel dormitorio, dovrai spiegare la faccenda anche agli altri credo...-

-Remus mi ucciderà- gemette James, e Emmeline replicò mentre saliva con il Malandrino per le scale che portavano al dormitorio maschile:-Ti starebbe bene. Ma chi lo sa...forse Lily potrebbe precedere Remus-.

Entrambi entrarono nella stanza dei Malandrini. Remus leggeva un libro, Peter stava facendo la collezione delle figurine delle Cioccorane e Sirius scribacchiava qualcosa su un foglio.

-Sir..cosa stai facendo?- domandò Emmeline confusa. Sirius la guardò disperato e esclamò:-Questo dovrebbe essere il mio tema di Pozioni!-.

E mostrò un consunto foglio di pergamena con tantissime cancellature (e aveva scritto solo tre righe).

-Come mai Remus non ti ha aiutato?- domandò James sorpreso, e Remus rispose alzando i suoi occhi dal libro:-Sono stanco di corregergli i compiti!Sirius è perfettamente intelligente, molto brillante, e in grado di fare i suoi compiti..è solo pigro!-

-Tu la chiami pigrizia, io la chiamo “arte”. E’ questione di punti di vista- ribattè Sirius.

Emmeline li interrupe e si sedette ai piedi del letto di Sirius:-Prima c’ è una questione più importante da discutere-. Diede un occhiata significativa a James, il quale dovette raccontare di nuovo per filo e per segno tutta la storia.

-SEI UNO SCONSIDERATO!- urlò Remus alzandosi in piedi di scatto.

-EGOISTA, IDIOTA..-

-Abbiamo capito il concetto, Remus- gli fece notare Sirius. Remus non lo ascoltò, stava cercando di braccare Remus.

-Ehm...ragazzi...mi dareste una mano?- domandò James supplicante a Emmeline e Sirius.

Emmeline disse disinteressata:-E perchè dovrei?Non credo lo farò-

-Nemmeno io. Ti avevo detto di non farlo e non mi hai dato ascolto...- rispose Sirius. Emmeline pensò che in realtà probabilmente non lo aiutava perchè non aveva voglia di alzarsi. E probabilmente aveva ragione.

Remus esclamò:-E quando mai da ascolto a qualc...tu gli hai detto di smetterla?- domandò stupito a Sirius, il quale annuì indignato:-Ehi!Non sono così irresponsabile..-

Remus gli rivolse un occhiata scettica, per poi girarsi furioso verso James:-PERSINO SIRIUS TI HA DETTO DI SMETTERLA!Devi fare sempre di testa tua, eh?E Lily..-

-Senti, mi dispiace. Mi sento in colpa..- stava dicendo James, ma Remus lo interruppe:-Fai bene!E Lily..vado da Lily, adesso. Da quello che mi avete detto non mi sembra che stia molto bene-

-Vengo anch’ io...- disse James acquistando coraggio, ma Remus glielo impedì:-Tu non vieni. Non credo che in questo momento a Lily gli farebbe piacere vederti...-. James annuì, e Remus se ne andò da Lily.

James domandò agli altri due:-Credete che...che Lily mi perdonerà, prima o poi?-

Sirius disse vago:-Non so...insomma, deve essersi arrabbiata molto...-.

Emmeline sospirò, e poi disse:-Sentite, è solo da un paio di mesi che sono vostra amica, ma mi sono bastati per capire che tipo di persona è Lily.

Si comporta da persona dura e forte, ma non lo è. Per lei a volte è difficile dimenticare, sa essere una persona piuttosto risentita...non sto dicendo che non ti perdonerà, James..- chiarì vedendo la faccia del suddetto, ma proseguì:-Sto solo dicendo che non credo sarà semplice-.

James si accasciò sul letto, sospirando. Quanto avrebbe voluto, quel giorno di settembre, quando erano andati a prendere gli appunti di Mary, rimettere semplicemente il diario al suo posto, senza mai aprirlo...

Intanto nel dormitorio femminile, Lily abbracciava Remus stringendolo con forza. Alice, Mary e Marlene se ne erano andate per lasciarli parlare un po’ da soli. Remus aveva raccontato a Lily che aveva saputo di due volte in cui James l’ aveva usato e aveva cercato di convincerlo a non farlo, ma che poi non ne aveva saputo più niente. Lily però non era arrabbiata con Remus: anche lei avrebbe difeso una sua amica e non avrebbe fatto la spia tradendola.

-Perchè mi sono fidata...mi ha solo preso in giro...sono una stupida...- mormorò e Remus sciolse l’ abbraccio per guardarla in viso:-Non è vero. Tutta la scuola sa che Lily Evans è la ragazza più intelligente di Hogwarts.

Ma riguardo a James, io lo conosco, e, fidati, non l’ ha fatto per prenderti in giro..-.

Anche se prima Remus si era arrabbiato con James, era il suo migliore amico (insieme a Sirius e Peter, ovviamente) e sapeva che quello che aveva fatto non l’ aveva fatto con cattive intenzioni, anche se questo non lo giustificava. Ma James era innamorato di Lily, e aveva fatto tutto quello solo perchè si preoccupava per lei. Remus infondo sperava che più avanti Lily avrebbe perdonato James, ma prima James si meritava delle inevitabili torture. Aveva sbagliato, però aveva sbagliato per amore, non per prendere in giro Lily. Ma Remus non riuscì a finire la frase, perchè Lily lo interruppe:-Remus, per favore, non fargli di avvocato difensore...-

-Ma io sto dicendo la verità, non sto...-

-Non mi interessa. Per favore, Remus, non voglio più parlarne. Non mi interessa quello che James ha da dire a sua discolpa, non voglio ascoltarlo. Parliamo d’ altro- propose la ragazza, e porse un pacchetto rosso a Remus.

-Buon natale, Rem- sussurrò la ragazza. Remus aprì stupito il regalo: conteneva un libro d’ avventura e tre barrette di cioccolato (una al latte, una fondente, e una con la nocciola).

-So che si distribuiscono il giorno di natale, ma siccome nessuno dei due resta a Hogwats...- si giustificò Liy. Remus sorrise e iniziò a mangiare un quadrettino della tavoletta di cioccolato ripieno di nocciole:-Grazie mille, Lily. E’ davvero...non vedo l’ ora di leggere il libro, e riguardo alle tavolette...sai che ne vado pazzo!Grazie!Ma anch’ io ho qualcosa per te..-

Estrasse dalla tasca dei pantaloni un pacchetto piccolo incartato con la carta per regali blu. Lily lo scartò sorpresa: conteneva un braccialetto bellissimo blu notte, decorato con tanti ciondoli d’ argento: un fiore e tre stelline. Se lo mise subito al polso, e abbracciò Remus:-Grazie Rem, ti voglio bene. Sei il mio migliore amico-.

-E tu sei la mia migliore amica, Lils- sussurrò Remus. Parlarono per un po’, finchè Remus si alzò:-Andiamo a cena?-

Lily rispose che lo ringraziava ma che non aveva fame e in più non se la sentiva di andare in Sala Grande. Non ci fu bisogno di dire anche che non si sentiva di andare in Sala Grande perchè avrebbe visto James, Remus aveva capito lo stesso.

Remus domandò a Lily se volesse che lui restasse lì, ma lei gli rispose gentilmente di non scomodarsi e di andare a mangiare. Così Remus, dopo averla abbracciata un ultima volta se ne andò.

Lily guardò i regali che aveva ricevuto: oltre a quello di Remus, Mary le aveva regalato una collana verde smeraldo , Marlene le aveva invece regalato un libro giallo che sembrava molto avvincente, Alice un paio di orecchini brillantinati a forma di cuore non pendenti, molto piccoli,mentre Frank tre pachetti confezione extra di liquerizie (quelle babbane, che Frank aveva preso chissa dove, essendo Purosanque), Peter invece le aveva preso un libro di Pozioni.

Emmeline le aveva regalato uno spioscopio, molto utile per scoprire gli inganni (magari lo avesse ricevuto prima..) e un profumo buonissimo all’ orchidea.

Mentre Lily aveva regalato a Alice un orologio azzurro da polso (dato che era sempre in ritardo) più un fermaglio bellissimo (sempre azzurro) per i capelli. A Emmeline aveva regalato un cofanetto per i gioielli, a Mary un disco di musica jazz (Mary infatti adorava il jazz), e a Marlene un libro sul Quidditch (che Marlene aveva gradito molto). Aveva preso anche due pacchetti interi di cioccorane e uno di Gelatine Tutti Gusti +1 per Peter (che l’ aveva ringraziata contento), un libro uguale a quello di Marlene per Frank. Per il regalo di Sirius aveva dovuto passare ben due ore da Zonko: gli aveva infatti regalato delle caccabome, Fuochi d’ artificio del Dottor Filibuster, Dolci Singhiozzanti (che facevano appunto venire il singhiozzo a chiunque gli mangiasse) e tanto altro ancora. Così si sarebbe divertito un po’ a fare degli scherzi. L’ unica condizione era che non li facesse a lei, ma dubitava che avrebbe mantenuto la promessa. Che per altro doveva ancora fare, dato che Lily non gli aveva ancora consegnato il regalo.

Ora però non sapeva più che farne del regalo per James, che non gli aveva ancora consegnato. Gli aveva infatti preso un manuale per scope da Quidditch e un cappello da spiaggia maschile, molto bello, nella speranza che avrebbe tenuto un po’ in ordine i suoi capelli. Gli aveva scritto anche un biglietto molto carino, ma ora di certo Lily non gli avrebbe regalato niente per natale. Peccato però che non potesse restituirli. Ma ora non voleva pensarci, avrebbe deciso più tardi se conservarli o bruciarli.

Così chiuse le tende a baladacchino del suo letto, si rimboccò sotto le coperte, e si addormentò.

Intanto, in Sala Grande, James era sconsolato. Quanto avrebbe voluto che Lily fosse lì...ma non riuscì a pensarci oltre, perchè arrivarono Marlene, Alice, Mary e Marlene (mentre Emmeline era arrivata pochi minuti prima). Mary e Alice si sedettero al solito posto, ma, Marlene, si avvicinò a James e gli tirò uno schiaffo. Tutti restarono a bocca aperta: Marlene e James erano sempre stati buoni amici.

-Così impari a far soffrire Lily!Sei uno schifoso stronzo!- esclamò Marlene, e poi si sedette al suo solito posto, ignorando James. Marlene, come avevamo già detto, non sopportava le delusioni, e la faceva arrabbiare terribilmente il fatto che una delle sue migliori amiche ne avesse avuta una.

James, dal canto suo, non poteva stare peggio. La vita fa schifo,pensò inforcando con rabbia un maccherone al formaggio e ficcandoselo in bocca.

Le ore passavano, e alle dieci le ragazze rientrarono nel loro dormitorio, trovando Lily assopita. Così andarono a letto anche loro e si addormentarono dopo poco.

Ma, nel cuore della notte, all’ una per essere precisi, Lily Evans si svegliò con un brontolio allo stomaco. La fame della cena saltata iniziava a farsi sentire...

Un giorno James le aveva detto, mentre erano a Erbologia, che Sirius e Peter erano nelle cucine..ma lei non aveva idea di dove fossero...

Si infilò una felpa sopra il pigiama a pois verde, infilò un pacco regalo in una borsa rossa che si mise a tracolla e si incamminò verso il dormitorio maschile di Grifondoro del settimo anno.

-Alohomora- sussurrò puntando la bacchetta alla porta, che si aprì. Vide i ragazzi che dormivano.

James, notò la rossa, aveva una gamba che penzolava da un letto, e bisbigliava qualcosa nel sonno. Erano tutte cose senza alcun senso logico, ma l’ unica parola che riuscì a comprendere fu:-Lily...-Lily restò impietrita a fissarlo. Forse a James importava veramente di James, forse aveva ragione Remus e James non aveva avuto cattive intenzioni...no, non poteva illudersi. Lei stessa sapeva che non era così e non voleva essere presa in giro di nuovo. A Lily Evans non piaceva soffrire. Aveva già sofferto per Severus, per Petunia e ora anche per James.

Smettila di commiserarti, Lily, ordinò a se stessa e ignorando James si diresse verso il letto di Sirius. Lily, da brava persona qual’ era, non era sicura che Remus sapesse dove si trovavano le cucine (mentre in realtà Lunastorta lo sapeva già dal primo anno), ed era sicura che Peter si sarebbe lasciato sfuggire, anche per sbaglio, a James che era venuta in camera loro nel cuore della notte perchè aveva fame. Perciò, non volendo assolutamente svegliare James, si avvicinò molto a Sirius e sussurrò:-Sirius, sono Lily, svegliati..-. Ma Sirius non si svegliò, allora Lily lo prese per le spalle, e disse un po’ più alta voce:-Sirius, svegliati...-, ma dato che questo non si svegliava, gli disse fischiò nell’ orecchio e gli scosse le spalle così violentemente che Sirius cadde a terra.

-Ahia!James giuro che questa volta..- stava dicendo Sirius, ma Lily si buttò su di lui e gli zittì la bocca con una mano.

-Tu!Che ci fai qui a quest’ ora?Maledizione, Lily!- mormorò Sirius spostando la mano di Lily dalla sua bocca. Lei lo trascinò, letteralmente, fuori dalla stanza.

Appena si chiusero la porta del dormitorio alle spalle, James mormorò, sempre nel sonno:-Ti amo Lily..-.

Ma era troppo tardi, Lily era già uscita e ora era in Sala Comune a spiegare a Sirius perchè lo aveva svegliato:-Avevo fame-

-Oh, ora è tutto molto più chiaro- disse Sirius sarcastico. Lily allora spiegò:-Sirius, io non so come si entra nelle cucine, mentre tu sicuramente si-. Sirius la guardò scandalizzato:-Tu mi hai svegliato a quest’ ora per...-

-Per favore, Sir- Lily lo guardò supplicante, e lui si arrese ma prima di andare salì un attimo in dormitorio, con in mano Il Mantello dell’ Invisibilità, un pacchetto verde e un foglio di pergamena.

Lily guardò incuriosita il foglio, e domandò:-Quello cos’ è?-

Sirius sospirò:-I Malandrini mi uccideranno. Beh, non devo per forza dirglielo, no?!Comunque, questa, mia cara è la Mappa del Malandrino , non so come avrei potuto organizzare i miei scherzi migliori senza di lei...Giuro sollennemente di non avere buone intenzioni-. La Mappa inziò a rianimarsi e nella prima pagina comparve una scritta: “I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, consiglieri e alleati dei magici malfattori sono fieri di presentarvi la Mappa del Malandrino”

Lily guardò stupita la scritta:-Chi sono Lunastorta, Codaliscia, Felp..-

-Lascia perdere, già non dovevo fartela vedere, poi se ti svelo tutti i segreti...il punto è che questa mappa mostra tutta Hogwarts, e anche tutte le persone-. Lily guardò stupita due puntini nella Sala Comune di Grifondoro, sotto cui c’ erano due targhette con scritto Lily Evans e Sirius Black.

-Ma questo è...ok, non faccio domande, ho capito. Solo una: ma quindi questa mappa mostra proprio tutti?-

-Tutti- rispose fiero Sirius e poi aggiunse porgendoli il pacchetto verde:-Ah, tieni Lily. Il regalo di natale-

Lily prese il pacchetto e lo guardò titubante:-Non è che quando lo apro mi esploderà qualcosa in faccia, vero?

-Mi dispiace di non averci pensato, ma ti assicuro che è del tutto innocuo- rispose Sirius ridendo, e Lily, facendosi coraggio, lo aprì.

Il regalo era racchiuso da una piccola scatolina verde. Lily l’ aprì e rimase a bocca aperta. Conteneva una bellissima spilla dorata a forma di giglio.

-Ho pensato che sarebbe stato bello per te avere un altra spilla oltre a quella orribile che dice “Caposcuola”. E poi il tuo nome vuol dire giglio, giusto?- domandò Sirius.

-Si...Sirius come hai...grazie..è stupenda..- Lily osservava colpita il piccolo oggettino. Sirius scrollò le spalle e Lily sorrise estraendo dalla sua borsa un pacchetto rosso di medie dimensioni:-Anch’ io ti ho fatto un regalo, avanti aprilo-. Sirius lo prese sorpreso e lo scarto, e poi esclamò felice:-Ma questi sono...Caccabombe, Fuochi Artificiali dell’ Dottor Filibuster, e questi altri...oh, grazie Lily!-. Sirius saltellò sul posto estasiato, e Lily rise:-Basta che non li usi contro di me...-

-Questo non posso prometterlo!- Sirius ghignò e poi aggiunse:-Ora però è meglio se andiamo nelle cucine...-. Lily annuì e insieme si diressero nelle cucine, coprendosi con il mantello e controllando sempre la Mappa del Malandrino.

-Da quando sei una fuori legge, Lily?- mormorò Sirius mentre si incamminavano per i corridoi.

-Taci Sirius, se non vuoi che ci scoprano- disse Lily nello stesso volume di voce, ma seccata.

Sirius ribattè tranquillo:-Lily è da sette anni che vado in giro per i corridoi di notte, e non mi hanno mai beccato-

-Sai cosa vuol dire chiudere la bocca, Black?!- mormorò Lily irritata, riuscendo finalmente a zittire Sirius.

Quando giunsero al ritratto che portavano alle cucine, Sirius fece il solletico alla pera del ritratto e insieme varcarono la soglia.

Ma quando entrarono, Lily diventò color porpora, stupita al massimo. Una dozzina di elfi domestici si precipitò verso di loro, domandando cosa desiderassero.

-Ma...Elfi Domestici?!Sono loro a cucinare?- domandò Lily sorpresa, e Sirius annuì:-Certo, ma a loro piace farlo..-. Lily si sentì in colpa mentre mangiava fette di torte, dolci, focaccie, e bombolotti dolci ripieni di crema e cioccolato, ma agli elfi sembravano estasiati e aveva davvero fame. Decise che quando sarebbe tornata a Hogwarts dopo le vacanze avrebbe portato loro una torta.

Sirius, dal canto suo, non sembrava per niente a disagio, e anche se aveva cenato, si rimpinzava anche lui di dolci.

I due ragazzi chiacchierarono per un po’ del più e del meno, finchè Sirius le disse:-Lily, io sapevo la storia di James, e all’ inizio non gli ho detto niente. Poi ho cercato di dissuaderlo, ma devi sapere..-

-Sirius non fa niente. Anche Remus lo sapeva, ma non sono arrabbiata. Io non avrei mai tradito una mia amica-

-Si, ma io stavo dicendo che devi sapere che James non ti stava prendendo in giro, lui stava..-

-Per piacere, Sirius, non chiedermi di perdonarlo. Perchè non lo farò- rispose Lily seria e risoluta. Ma gli occhi celavano una profonda tristezza. A Sirius fece così tenerezza che l’ abbracciò.

Lily subito rimase sorpresa: era la prima volta che lo faceva. Ma poi ricanbiò l’ abbraccio anche lei, e, dopo aver finito di mangiare, insieme se ne andarono in Sala Comune.

Poi lì si separarono: Sirius andò nel dormitorio maschile e Lily in quello femminile, in cui si riaddormentò poco dopo.

Il mattino dopo Lily si alzò alle sette con le altre, e insieme prepararono le valigie, dato che sarebbero partite dopo colazione.

A Lily sarebbe mancata Hogwarts, ma d’ altronde dopo due settimane sarebbe tornata, e le avrebbe fatto bene stare lontana per un po’ da James. Tuttavia non voleva patire la fame per colpa sua, e insieme alle altre se ne andò in Sala Grande.

Quando fu lì James la guardò sorpreso, ma lei lo ignorò completamente. Mangiò la sua porzione di porridge e conversò con le sue amiche.

Dopo colazione presero le carrozze (in una c’ erano i ragazzi e in un altra le ragazze) e dopo poco partirono dalla stazione vicino a Hogsmeade con l’ Hogwarts Express. Sul treno Lily, Alice, Mary, Marlene e Emmeline ( che era la prima volta che viaggiava con loro) si sedettero nel loro solito scompartimento, che era distante di altri due scompartimenti da quello dei ragazzi.

Il treno partì.

Alice osservò con tristezza Lily, che, accanto al finestrino, osservava il paesaggio assorta. La sera prima Emmeline aveva raccontato a lei (Alice), Mary e Marlene la spiegazione di James, che dopo il Malandrino aveva confermato. Alice e Mary, come Emmeline, anche se arrabbiate, erano riuscite a perdonarlo, perchè lui non si era comportato in quel modo per prendersi gioco di Lily.

Mentre con Marlene la cosa era più complicata: ella si ostinava infatti a non rivolgergli ancora la parola.

Mary domandò a Lily facendole gli occhioni dolci:-Lils..per favore mi prendi le Gelatine Tutti Gusti +1 al carrello dei dolci, non ho voglia di alzarmi, puoi..?-

-Non se ne parla, Mary!-

-Per favore!- supplicò la ragazza porgendogli il denaro, e infine Lily cedette, e uscì dallo scompartimento per prendere i dolci.

Tanto quante possibilità c’ erano di incontrare James proprio in quel momento. Meno di zero.

-Cosa vuoi, cara?- le domandò gentilmente la donnetta bassa del carrello dei dolciumi. Lily, non agitarti, non ci sono possibilità che...

-Lily..- sussurrò James da dietro di lei. Maledizione!Lily sobbalzò.

James non aveva infatti scelto a caso il momento per prendere i dolci, ma appena aveva visto Lily uscire dallo scompartimento anche lui si era precipitato fuori dal suo.

-Dannazione, Potter!Cosa vuoi?- domandò Lily guardandolo irritata.

-Parlarti, mi devi ascoltare, Lily..- stava dicendo James, ma Lily lo interruppe:-Ti ho detto di chiamarmi Evans-

-Come vuoi, Evans. Mi devi ascoltare!- esclamò James e Lily disse alla signora:-Non credo che prenderò le caramelle Mou, è particolarmente fastidioso- e qui accennò a James, e continuò questa volta con lui:-Trovarne una del gusto che non ti aspetti. Una volta un mio amico ne ha trovata una al cerume, era disgustoso- e marcò di nuovo bene la parola.

James ignorò la chiara provocazione:-Per favore..-

-NO!- esclamò la rossa con decisione, e dopo aver preso i dolci e aver pagato se ne stava andando, quando James la fermò, porgendogli un pacchetto bianco con un nastro dorato.

-Ti aspetti che accetti il tuo regalo di natale?Povero illuso!- esclamò, ma mentre si girava, senza farsi notare, James glielo infilò nella tasca. Sperava tanto che lo avrebbe aperto.

Le aveva comprato una catenina d’ argento, con un ciondolo a forma di “L” brillantinato. Il restro del ciondolo era di metallo, e James ci aveva fatto incidere sopra Remember to let her into your heart,Then you can start to make it better”. Era la frase della canzone che avevano ballato quella sera, quando si erano quasi baciati. E con una stretta allo stomaco, James tornò nel proprio scompartimento.

Quando arrivarono a King’ s Kross, dopo aver salutato tutti i suoi amici, Lily andò ad abbracciare la madre. La signora Evans era una bella donna: aveva lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri, molto alta e somigliava tanto alla figlia.

Insieme uscirono dalla stazione, ma, prima di andarsene, Lily notò che James Potter la stava fissando da lontano intensamente.

Lei mantenne lo sguardo, provando dei brividi, ma poi si costrinse a seguire la madre, che era già oltre la soglia dell’ uscita.

NOTE DELL' AUTRICE: Spero che il capitolo vi sia piaciuto!A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23:E che la battaglia abbia inizio! ***


Anne Evans continuava a tempestare di domande la figlia mentre erano in macchina, dirette nel piccolo paesino in cui vivevano, vicino a Spinner’s End.

E com’ è la scuola quest’ anno?E con i tuoi amici?Come stanno Mary, Alice e Marlene?E anche quella tua amica di cui mi hai parlato per lettere..Emmeline?E con i voti?Ottimi come al solito”.

Lily faceva fatica a rispondere a una domanda alla volta, ma era molto contenta che sua madre si interessasse a lei.

Ormai erano arrivate e avevano quasi imboccato il vialetto di casa, che Anne domandò a Lily:-E con i ragazzi?-. Ma Lily per fortuna fu salvata dal rispondere alla domanda perchè suo padre era uscito dalla soglia di casa e la stava salutando freneticamente con il braccio.

Il signor Evans era alto, con i capelli biondi (anche se ne aveva alcuni grigi) che erano stati tramandati a Petunia, ma aveva gli occhi verde smeraldo, caldi e accoglienti, che aveva invece ereditato Lily.

La ragazza aprì la portiera dell’ auto e corse dal padre, gettandogli le braccia al collo.

-Oh, papà!Mi sei mancato tanto!Come stai?- gli domandò staccandosi da lui. Il padre sorrise:-Anche tu mi sei mancata. Beh, in questi ultimi giorni non sono proprio in super forma, ma nel complesso sto bene. Sarei voluto venire anch’ io a prenderti, ma Lawrence ma stanotte mi sono sentito poco bene e volevo dormire un po’...-

-Ma non fa nulla papà!Piuttosto, ora stai bene?-domandò Lily preoccupata.

-Si ora mi sento molto meglio!Avevo solo bisogno di una dormita!- esclamò il signor Evans. Lily sorrise raggiante e poi tornò indietro a prendere i bagagli, che sua madre aiutò a trasportare in camera sua. Casa Evans era a due piani: il piano terra, in cui c’ era l’ ingresso, il salotto, la cucina e la sala da pranzo, e il primo piano in cui c’ erano le camere da letto e il bagno.

Anne le disse prima di uscire dalla stanza:-Vado a preparare il pranzo. Mangeremo il risotto alle barbabietole, il tuo preferito. Beh, ti lascio disfare i bagagli-. E si chiuse la porta alle spalle.

Lily guardò la sua stanza: era esattamente come l’ aveva lasciata l’ estate prima. Le pareti erano rosa chiaro, il letto era di medie dimensioni e aveva il copriletto a strisce bianche e fucsia. Accanto al letto, alla sua sinistra, c’ era un comodino di legno bianco, sopra cui stava una lampada. Di fronte al letto c’ erano un armadio sempre bianco, stile molto romantico. Alla sinistra del letto c’ era una piccola libreria in cui Lily possedeva i suoi tesori: libri del mondo magico e babbani. Alla destra dell’ armadio, nell’ angolo c’ era una scrivania in cui Lily poteva fare i compiti. E ancora più a destra c’ era la porta finestra che dava su un piccolo balcone. Dopo la porta finestra appeso al muro c’ era un piccolo specchio e per il resto la stanza di Lily non era molto arredata, passandoci solo l’ estate, le vacanze di Natale e quelle di Pasqua.

Lily disfò le proprie valigie mettendo i vestiti nell’ armadio e poi decise di cambiarsi. Ma mentre si toglieva la divisa, un pacchetto bianco uscì dalla tasca della sua divisa. James doveva averglielo infilato nella tasca quando si era girata!Al diavolo James!

Non l’ avrebbe sicuramente aperto, ma non riusciva a buttarlo via.

Così lo infilò nel cassetto del comodino: avrebbe deciso più tardi cosa farne.

Sapeva che dopo pranzo sarebbe sicuramente uscita, quindi anziché una tuta da stare in casa indossò, un paio di blu jeans, una camicetta a maniche lunghe bianca e delle scarpe da ginnastica sempre bianche, abbinandoci una borsetta azzurra.

Uscì dalla portafinestra e appoggiò le mani sulla ringhiera del piccolo balconcino. Le era sempre piaciuto, sin da quando era piccola, stare in quel balconcino e perdersi nelle sue fantasticherie. Chiuse gli occhi e un folata di vento le scompigliò i capelli. Lily aspirò bene l’ aria per farla entrare nei polmoni.

Finchè qualcosa non gli picchiettò sulla spalla, lei aprì gli occhi di scatto e capì che quel qualcosa era un piccolo gufo maculato di un colore marroncino chiarissimo. Reggeva una lettere, che, a quanto pareva, doveva essere destinata a lei.

Ringraziò il gufo, prese un biscotto dalla cucina e poi ritornò nella terrazza. Il gufetto mangiò il biscotto tutto contento, e poi Lily prese la sua lettere. Il gufò se ne andò e lei l’ apri titubante.

Se è di James la brucio..pensò la ragazza aprendo la busta, ma, con sua sorpresa e forse anche un po’ di delusione, scoprì che quella lettera era di Alice.

Cara Lily,

sai che non amo scrivere lettere, ma si è dovuto rendere proprio necessario. Il gufo me l’ ha prestato Ergie. Mi sarei smaterializzata da te, ma oggi devo andare a Bristol con mio fratello Ergie e quindi sarò piuttosto impegnata. Comunque, ti scrivo per farti una richiesta: i miei zii vivono a Londra, ma passeranno le vacanze di Natale a Dublino, e mi hanno detto che se vogliono possono prestarmi l’ appartamento per me e delle mie amiche mentre sono via. Perciò..che ne dici?Sempre che tu accetti, ti verrò a prendere il 27 dicembre,cioè questo venerdì, alle quindici, e staremo là fino al 4 di gennaio. Ho invitato anche le altre. Emmeline verrà con noi venerdì, e anche Mary, ma Marlene arriverà sabato perchè è a Edimburgo con i suoi. Aspetto una tua risposta il prima possibile.

Con affetto,

Alice

Lily sorrise, ma certo che ci sarebbe andata!Lily, anche se non ci andava molto spesso, anzi, molto di rado, amava Londra e sarebbe stato bellissimo andarci con le sue amiche!

Rispose frettolosamente a Alice che sarebbe stato un piacere andarci, e poi, in risposta all’ urlo della madre che la richiamava al piano di sotto per il pranzo, uscì dalla stanza e scese velocemente i gradini delle scale che portavano al piano terra.

Era strano, brutto, e bello allo stesso tempo non avere lo sguardo di Petunia che la guardava male qualunque cosa facesse. Petunia era infatti partita subito dopo il matrimonio, il giorno prima, in luna di miele a Brighton e quindi non l’ avrebbe più rivista per tutte le vacanze Natale.

Lily si sedette al tavolo, in cui i suoi genitori erano già seduti, e osservò con euforia il piatto ricolmo di risotto alle barbabietole, che, come aveva detto poco prima sua madre, era il suo piatto preferito.

-Buon appetito- disse ai suoi genitori, e tutti e tre iniziarono a mangiare.

-Allora come va con la scuola?Stai studiando per gli esami di fine anno?-

-Si chiamano M.A.G.O, papà. Comunque si, mi sto dando un gran dafare con lo studio, venerdì ho preso Eccellente in Pozioni!-. E chiacchierarono a lungo, finchè, finito il pranzo, il signor Evans andò dal vicino di casa a vedere una partita di calcio, così Lily decise di aiutare la madre a sparecchiare e a lavare i piatti. Mentre asciugava un piatto che sua madre aveva appena lavato, la signora Evans rifece alla figlia la domanda che le aveva posto in macchina:-E come va con i ragazzi?-.

Lily non rispose, e Anne lo interpretò come un segno positivo:-Di chi si tratta?-.

Lily non sapeva se raccontarle o no quello che era successo, ma poi decise di si. Lily aveva sempre avuto un rapporto fantastico con sua madre e molto spesso le faceva delle confidenze, così domndò a Anne:-Mamma..ti ricordi..di quel ragazzo di cui ti avevo parlato la scorsa estate...James Potter?-La signora Evans sembrò stupita:-Quello che mi avevi detto di odiare e non sopportare?Che era egocentrico, infantile e arrogante?-

-Si...lui- rispose Lily, incapace di andare alcuna spiegazione.

Anne sorrise:-Era per caso lo stesso ragazzo che ti fissava in stazione a King’ s Kross?-

Lily la guardò allibita:-Come...come hai...-

-Ti stava perforando gli occhi, Lily- rispose semplicemente Anne, e la figlia sobbalzò. James la stava perforando con gli occhi?Che cosa..ridicola!O forse non era poi così ridicola..anche lei aveva notato che la guardava in modo strano.

Smettila di pensarci, smettila di tormentarti, Lily!

Ma non poteva fare a meno di non pensarci. Quanto lo odiava per il male che le stava facendo...ma lo odiava davvero?Non ne era poi così sicura.

-Beh, è molto carino..- osò insinuare Anne, e Lily sospirò:-Non è come credi. Ora ti spiego..-. Le raccontò tutto, da come aveva iniziato a piacergli, di quando erano usciti insieme, di quando si erano quasi baciati, di quando aveva trovato James che leggeva il suo diario..tutto, insomma.

Alla fine della spiegazione, la madre disse alla figlia:-Io..io mi farei qualche domanda, se fossi in te. Ha sbagliato certo, ma l’ ha fatto davvero per prenderti in giro?E a che scopo?E se è davvero così, perchè si preoccupa di chiederti scusa?Potrebbe tranquillamente infischiarsene, invece di ha persino fatto un regalo per Natale..-. Le parole della madre colpirono Lily come delle lame affilate. Era vero: se James l’ aveva veramente fatto per prendersi gioco di lei, perchè si era dato la pena di chiederle scusa e addirittuta farle un regalo?E cosa voleva dirle sul treno, quando lei si era rifiutata di ascoltarlo?

Lily mormorò:-Io..non lo so. Ma non voglio farmi illusioni, mamma-

-Posso capirti, ma bada bene, riflettici- rispose la madre, e Lily l’ abbracciò. Poi, staccandosi da lei, disse allegramente scoccandole un bacio sulla guancia:-Vado da Carol, voglio farle una sorpresa-

-Sono sicura che sarà felicissima di vederti- rispose Anne sorridendo. Lily si infilò un cappotto azzurro e uscì dalla casa, diretta da Carol.

Carol era una delle sue migliori amiche, e aveva anche lei diciassette anni. Era babbana e avevano frequentato le elementari insieme. Si sentivano spesso per lettera, e Carol era l’ unica, oltre alla sua famiglia, che sapeva che Lily era una strega.

Non se l’ era sentita di dirlo alle altre sue amiche delle elementari, che pensavano fosse in una specie di college in Scozia, perchè anche se erano amiche, non lo erano intime, ma di Carol si fidava immensamente. Quando Lily glielo aveva raccontato, la sua reazione era stata decisamente traumatica. In poche parole, era svenuta. Quando poi, però, aveva capito come stavano le cose, non si era allontanata da Lily come Petunia, ma aveva continuato a volerle bene allo stesso modo.

Carol era una ragazza solare, spigliata e allegra. Amava il mare, il sole e la natura.

Aveva due cani e passava la maggior parte del tempo all’ aria aperta. Amava nuotare e quando era felice si metteva ad urlare e ti faceva fare delle figure assurde.

Era anche molto bella: era magra, anche se non esageratamente, aveva lunghi capelli ondulati e biondi come il grano che le arrivavano appena sotto al seno e molto voluminosi. I suoi occhi erano azzurro ghiaccio, ma non quell’ azzurro freddo e distaccado ma era invece caldo e accogliente. Era più alta di Lily di almeno sei centimetri.

Odiava l’ inverno, mentre amava l’ estate. Lily aveva una voglia immensa di vederla.

Lily imboccò la strada di destra, e poi quella di sinistra, ma una figura la fece fermare di colpo, impietrita. A neanche due metri da lei c’ era Severus Piton. Anche lui la guardava piuttosto sconvolto. Lily sarebbe potuta svenire da un momento all’ altro.

I loro occhi si incontrarono, e si fissarono per alcuni minuti. Senza battere ciglio. A Lily mancava letteralmente la voglia di respirare, o muoversi, o fare qualunque cosa. Le si contorcevano le budella.

Voleva andarsene, o dire qualcosa, ma non ce la faceva proprio. Severus le aveva chiesto scusa alla fine del quinto anno e aveva continuato per i primi due mesi del sesto, ma poi, vedendo che era inutile, ci aveva rinunciato. Da quanto tempo non lo vedeva da così vicino!

Poi, senza dire niente, Severus la oltrepassò e andò dritto verso l’ altra strada, quella in cui era diretto prima di incontrare Lily. Avrebbe tanto voluto dirle qualcosa, ma sapeva che sarebbe stata vana. Lily non lo avrebbe perdonato mai. E neanche lui riusciva a perdonare se stesso per come l’ aveva chiamata al quinto anno.

Lily lo guardò andare via, con le lacrime che minacciavano di cadere dagli occhi, ma lei le trattene prontamente. Ehi, cos’è tutto questo sentimentalismo, Lily?In quei giorni per ogni cosa ci faceva un dramma. Il matrimonio di Petunia, l’ incontro con Severus, James.. la stavano facendo a pezzi.

Cercò di pensare che tra poco avrebbe visto Carol e si diresse verso la casa degli Hundson. Come immaginava, Carol era seduta sul prato e stava leggendo un libro. Quel giorno aveva i capelli raggruppati in uno chignion basso, e indossava un paio di jeans e una giacchetta blu. Lily, scavalcò il piccolo cancelletto bianco degli Hundson e si avvicinò a Carol. Ma lei era così presa dal suo libro che non si accorse nemmeno di lei.

-Ma che bel modo di salutare le amiche!- sbottò Lily, e Carol alzò gli occhi verso di lei, incredula.

Quando realizzò che quella di fronte a lei era proprio la sua amica Lily Evans, lanciò un grido acuto e le gettò le braccia al collo.

-LILY!!!- esclamò la bionda, e Lily boccheggiò:-Carol mi stai soffocando!-. Infatti Carol l’ aveva stretta un po’ troppo forte.

Carol si ritrasse facendo un sorriso a mo’ di scusa e poi esclamò di nuovo:-Oh, Lily!Sapevo che tornavi per le vacanze di Natale..ma non oggi!Perchè non mi hai detto che venivi?-

-Volevo farti una sorpresa!- rispose semplicemente Lily sorridendo.

-Beh è stata una sorpresa magnifica!Dai andiamo al parco, mi devi aggiornare di molte cose!E da ben due settimane che non ricevo nessuna tua lettera!-

-Scusa Carol, ma sono stata occupata ultimamente, sai...con i M.A.G.O...-disse Lily mentre uscivano dal giardino della casa, incamminandosi verso il parco.

Lily spiegò a Carol gli argomenti che stavano facendo in Pozioni, Incantesimi e tante altre materie. Carol la ascoltava interessata, e le chiedeva alcune domande in base a quello che la rossa le spiegava.

Finchè arrivarono al “parco”, che in realtà non era propriamente un parco, non uno di quelli grandi in cui ci passavi le giornate e potevi perdere. In realtà era un piccolo parco giochi con una giostra girevole, uno scivolo, una molla a forma di uccello, due alta lene e due panchine.

Quello era il posto preferito delle due amiche, era il loro posto.

Quando erano tristi, felici, arrabbiate, pensierose andavano sempre lì. Carol lo aveva soprannominato “il parco delle meraviglie”.

Non aveva nulla di speciale, ma era speciale perchè loro erano cresciute lì, e perchè era importante per loro. Siccome lì vicino c’ era un uomo con un carretto dei gelati, le ragazze ne comprarono due: un cono alla fragola e al cioccolato per Carol, e uno al fiordilatte e alla crema per Lily.

Entrambe si sedettero su una delle panchine del parco giochi, e guardarono la vista di fronte a loro felici, e gustandosi il loro gelato.

-E con James?Nell’ ultima lettera che mi hai scritto..le cose sembravano andare bene- disse maliziosa quest’ ultima.

Lily la guardò tristemente, e poi sospirando le raccontò tutto.

-Ma è così..strano. Eppure da quello che mi hai detto sembrava molto preso da te!-

-Che cosa vuoi dire con “preso”?- domandò scettica Lily, e Carol rispose:-Beh..sembrava che gli piacessi proprio. Ma sei sicura che l’ abbia letto per tutto questo tempo, da settembre sino ad adesso?-

-Sicurissima-

-Io non so che dirti Lily...mi dispiace, certo lui si è comportato male, ma..sei certa che l’ abbia fatto per prenderti in giro?-

-Mia madre mi ha fatto la stessa domanda, alla quale però non so rispondere. Io penso di si..ma allora perchè vuole scusarsi con me?

E’ stata sempre mia mamma ha farmi vedere le cose sotto questo punto di vista..tu che ne dici?-domandò Lily. Carol scrollò le spalle:-Anch’ io mi faccio la stessa domanda..ma non so cosa risponderti, è tutto così confuso!-

-Allora non rispondermi e parliamo d’ altro per piacere..e tu invece, con i ragazzi come va?-

Carol sorrise, ma non era un sorriso triste:-Lily..ti ricordi di Andrew, quello con cui sono uscita un paio di volte questa estate?-.

La rossa annuì. Si ricordava bene di Andrew, era un ragazzo molto simpatico dai capelli neri e gli occhi azzurri, che frequentava il liceo di Carol, che però era nella sezione B, mentre Carol era nella A. Lily aveva fatto più volte domande su di lui a Carol, ma questa aveva sempre risposta che uscivano in pizzeria, qualche volta andavano a ballare e spesso andavano al cinema insieme, ma niente di più. Non c’ era stato nessun progresso sino ad ora.

-Beh, lui non si svegliava e io non ne potevo più..e così un giorno, sera mentre facevamo una passeggiata..l’ ho baciato- rispose Carol imbarazzata.

Lily restò a bocca aperta. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata Carol a fare la prima mossa!Ma prima che potesse dire qualcosa, Carol continuò spedita:-Ma, dopo che l’ ho baciato, lui si è ritrasso dopo neanche un secondo e mi ha guardato terrorizzato. E’ un codardo. Ha farfugliato che era troppo presto...che ci doveva riflettere e se n’ è andato, senza aggiungere nient’ altro. Questo è successo una settimana fa, ed allora non mi ha più chiamato-.

Lily protestò:-Ma questo non è giusto!E poi se lui non ti chiama, vai tu da lui!-

-Non credo che sia una buona idea, Lils, l’ ultima volta che ho fatto la prima mossa non è andata molto bene. Magari tra un paio di settimane, se non mi avrà ancora chiamato, ci penserò. Ma adesso come adesso non mi sembra il caso- rispose Carol triste, e Lily esclamò:-Mi dispiace così tanto, Carol!Ma non devi perdere le speranze, magari ti chiamerà-

-Speriamo. Ora parliamo d’ altro, che sennò divento peggio di una mummia-

-Sai, venerdì parto per Londra, tornerò il 4 gennaio. Gli zii di Alice hanno un appartamento là e gliela prestano..ti va di venire?Alice sarà felicissima di rivederti!- le propose allegramente Lily.

L’ estate prima infatti Alice, Mary e Marlene erano andate a trovare Lily e avevano fatto subito amicizia con Carol. Era infatti quasi impossibile che a qualcuno potesse stare antipatica Carol. Aveva quella spigliatezza e quella gioia di vivere che la rendevano un dono per le persone che le stavano accanto.

-Se per Alice...non è un disturbo..perchè no?Sarà divertente!- rispose con entusiasmo Carol. Quella sera, scrisse a Alice per avvertirla della presenza di Carol, e, come Lily aveva previsto, Alice ne fu contentissima. Così Lily passò i giorni seguenti con Carol e la sua famiglia. Il Natale fu meraviglioso: sua madre preparò tante prelibatezze squisite e i suoi genitori le regalarono un vestito bellissimo: di un colore blu notte che le arrivava alle ginocchia e stretto in vita, senza le maniche ma con un golfino corto bianco brillantinato da abbinarci e delle ballerine anche loro blu. Mentre Carol le regalò un CD fatto da lei stessa con tutte le canzoniche preferite di Lily. Lily lo apprezzò moltissimo, mentre lei regalò a Carol una macchina fotografica (così avrebbe potuto fare molte fotografie ai paesaggi che le piacevano di più!), a suo padre comperò un orologio e a sua madre un bel fermaglio per i capelli azzurro con sopra una farfalla.

Finchè il 27 dicembre arrivò. Alice si smaterializzò nella stanza di Lily, che si aspettava già di vederla comparire da un momento all’ altro, ma non nel modo in cui si aspettava.

-ALICE?!- esclamarono sconvolte e all’ unisono Lily e Carol. Alice sorrise. I capelli di Alice, che prima erano lunghi e ondulati fin sotto al seno, ora erano cortissimi. Aveva un taglio che le arrivava appena sotto alle orecchie, scalatissimo e molto moderno.

-Pensavo fosse l’ ora di cambiare un po’ pettinatura...- spiegò Alice.

Superato il primo attimo di shok, Lily e Carol osservarono attentamente il taglio di Alice e convennero che stava molto bene!Anzi molto meglio di prima!

Glielo dissero e Alice sorrise raggiante. Dopo che ebbero salutato i signori Evans, andarono tutte e tre nella stanza di Lily e chiusero le ante della finestra, così nessuna avrebbe potuto vederle.

Lily prese la mano sinistra di Alice, e Carol guardò titubante la mano destra che Alice le stava porgendo:-Io non mi sono mai smaterializzata prima...è pericoloso?-

-Ma certo che no!- rispose prontamente Lily e Carol afferrò la mano di Alice. Un minuto prima di essere risucchiati nel buio, Alice disse:-Almeno che non ti spacchi. Ma tu tieni stretta la presa e chiudi gli occhi-. Carol la guardò allarmata, ma non potè ribattere perchè all’ improvviso vide tutto buio. Chiuse gli occhi e strinse la mano più forte che potè.

Dopo neanche trenta secondi si trovarono di fronte la casa di Emmeline, a Winchester.

Carol aprì gli occhi titubante e poi mormorò:-Sento che tra poco vomiterò...-. E infatti vomitò addosso a una siepe, sotto gli sguardi comprensivi delle altre due.

Alice le confessò:-Anche noi due la prima volta abbiamo vomitato, è normale-. Carol le lanciò un occhiata cruce, ma non riuscì a ribattere perchè Emmeline si precipitò fuori dalla porta di casa. Dopo aver fatto le presentazioni e averci parlato un po’, anche Emmeline, come tutti del resto, trovò molto simpatica Carol.

Dopo Emmeline andarono a prendere Mary e finalmente tutti andarono a Londra. Comparvero in un piccolo bagno pubblico in cui non c’ era nessuno, e, dopo essersi date una ripulita, uscirono dal bagno. Tutte quattro osservarvano estasiatate le stradine affollate di Londra e le percorrevano curiose. L’ arredamento, i palazzi, persino le cabine telefoniche sembravano qualcosa di molto esaltante. Finchè, mentre camminavano su un marciapiede, due persone sbarrarono loro il passo, fermandosi di scatto.

Per morgana!No..non può essere vero! Eppure era verissimo. La persona a destra aveva folti capelli neri che per poco non gli sfioravano le spalle e degli occhi azzurro ghiaccio:Sirius Black. E fin qui Lily sarebbe stata contenta di vedere uno dei suoi migliori amici. Il problema era la persona di sinistra. Aveva infatti capelli disordinati e sparati ovunque, occhiali rotondi che gli cerchiavano i penetranti occhi nocciola e un espressione che in quel momento era di perenne sorpresa. Esatto, niente di meno che James Potter.

Sirius fu il primo a parlare:-Alice!Non sapevo che veniste a Londra, a casa dei tuoi zii credo...-

Alice confermò, e Lily notò seccata che non sembrava troppo incredula:-Esatto!Comunque poi vi avrei di certo avvertito!-

-Voi vivete a Londra?- domandò incredula Lily guardando Sirius, ma fu James a rispondere di si. Lily lo guardò, e sentì tutta la rabbia crescerli nel petto. Come si era permesso di trattarla in quel modo e poi parlarle come se niente fosse?E poi le dava la nausea solo vederlo. Voleva vendetta. Lily si ricordò di tutti i discorsi su una presunta guerra che avrebbe dovuto esserci a settembre, che poi era sfumata nel nulla quando James era venuto a chiederle scusa prima delle selezioni di Quidditch.

Ma questa volta sarebbe stato diverso. L’ avrebbe massacrato. Intanto Alice si mise d’ accordo con i due ragazzi per vedersi quella sera, ma Lily non sentì questo discorso, perchè la rabbia le scorreva nella vene.

Così quando Emmeline, Alice, Mary e Carol se ne stavano andando, Lily si fermò un attimo e sussurrò all’ orecchio di James:-Ho voglia di giocare, Potter. E giocherò sporco-

E che la battaglia abbia inizio!

 

NOTE DELL' AUTICE:Spero che il capitolo vi sia piaciuto!Alla prossima!


 


 


 


 


 


 


 


 


 

 

 

 

 

 




 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24:Strategie, scherzi e sensi di colpa ***



James Potter entrò nella sua casa a Londra, seguito da Sirius Black. Salirono nella camera di James (in cui c’ era anche il letto di Sirius) e James si sedette agitato sul proprio letto.

-Perchè quella faccia?Dovresti essere contento di aver incontrato Lily, avrai la possibilità di parlarle!-esclamò Sirius non capendo, ma James spiegò nervoso:-Non credo che mi ascolterà. Sono messo male. Tu non hai sentito, ma prima di andarsene mi ha sibilato all’ orecchio, in un tono particolarmente terrificante:”Ho voglia di giocare, Potter. E giocherò sporco”!Sono un uomo morto!Sai cosa vuol dire una Lily Evans arrabbiata e particolarmente vendicativa?!-

-Hai paura, Jamie?- domandò Sirius ghignando, e James si alzò e disse con un aria particolarmente strafottente, passandosi una mano tra il capelli:-Io?Paura...?Il grande James Potter, paura?!Ma figuriamoc..ehi, come mi hai chiamato prima?-. James si rese conto solo in quel momento che Sirius lo aveva chiamato con il soprannome che gli aveva appena affibiato.

-In nessun modo, perchè Jamie?- ribattè Sirius con un tono non curante, sfogliando una rivista.

-JAMIE?!Ma fa schifo, Sir!E’ orribile!- esclamò James indignato, e Sirius replicò:-Ma perchè?E così carino, Jamie...-

-Smettila di chiamarmi così!Ci sono cose più importanti su cui discutere..-

-Come Lily?!Chissà come mai ogni volta che c’ è qualcosa di importante di cui parlare, poi scopro che quella cosa è lei!-

-Felpato, smettila di parlare a vanvera e dammi una mano!Ho bisogno di aiuto!- urlò James togliendo la rivista dalle mani di Sirius e buttandola a terra.

Lui guardò James piuttosto infastidito, e disse per levarselo il più presto possibile dai piedi:-Eddai...Lily non è così terribile..-

-Stai scherzando?Stiamo parlando di Lily Evans!Mi massacrerà!- esclamò James, e Sirius sorrise esasperato:-Bene, in questo caso...vuoi dei fiori gialli o bianchi sulla tomba?-

-Non sei d’ aiuto- disse James e Sirius gli consigliò:-Qualunque cosa faccia, non vendicarti perchè qui è lei che si sta vendicando. Quindi, succeda qualsiasi cosa, devi sopportare. O almeno credo che questo sarebbe il consiglio che ti darebbe Remus, che grazie al cielo arriverà domani e ti subir..consiglierà lui di persona-

-E tu invece cosa ne pensi, Sirius?- domandò James volendo conoscere il parere dell’ amico. Sirius lo guardò impassibile, e poi disse con tono altrettanto impassibile:-James dammi la rivista-.


 

Intanto, le ragazze erano appena entrate nell’ appartamento degli zii di Alice.

-Che strano trovare qua James Potter e Sirius Black, vero Alice?- domandò Lily sarcastica.

Alice sorrise innocente, ma con un leggero tremito nella voce rispose:-Già, Lils, è proprio strano!-

Carol la guardò scettica:-Certo, stranissimo...-

-Carol così non mi aiuti!- sibilò Alice, ma non potè dire nient’ altro che Lily la fulminò con lo sguardo. Anche se era una persona davvero fantastica, anche Carol aveva i suoi difetti, e uno di quelli era di far notare la verità nei momenti meno opportuni.

Emmeline disse prendendosi un bicchiere di limonata:-Ti stai scavando la fossa da sola, Ali-.

Mary fu l’ unica ad avere il buon senso di tacere. Sapeva quanto era pericoloso l’ uragano Evans.

Alice dovette ammettere:-Ok, forse potevo essere a conoscenza di questo piccolo dettaglio-

-E perchè diavolo non me l’ hai detto?!-esclamò Lily, e Alice ribattè:-Non saresti venuta mai venuta se ti avessi detto che a Londra c’ erano anche loro!-

-Avrei fatto bene!- esclamò Lily tutta rossa in viso, e in quell’ esatto momento, sul divano si smaterializzò Marlene Mkinnon, con in mano un trolley e uno zaino sulle spalle.

-Lene!Ma non dovevi arrivare domani?- domandò Alice, ma Marlene rispose:-No c’ è stato un cambio di programma..ma i tuoi capelli...stai benissimo così, Ali!Sei fantastica!-.

Marlene si alzò ammirando la sua pettinatura, ma poi vide lo sguardo omicida che Lily stava lanciando a Alice, e domandò:-Qualcosa non va?-

Lily disse stringendo i denti:-Beh, ecco, questa qui, per farmi venire, si è dimenticata di dirmi il piccolo dettaglio che anche James e Sirius erano qui-

Marlene diventò furente:-Ah, beh non mi piacerà di certo rivedere la faccia di James. Peccato che non gli sia rimasto il segno della mia sberla...-

-TU COSA?!- esclamò Lily incredula.

Mary alzò gli occhi al cielo, e rispose per Marlene:-La sera in cui tu non sei venuta a cena, Marlene è andata da James...era così arrabbiata con lui perchè ti ha fatto soffrire... così gli ha tirato uno schiaffo e gli ha dato dello stronzo-

-Se lo meritava- replicò Marlene, e, dopo un attimo di stupore, Lily disse abbracciandola:-Oh, Marlene ti adoro!Sei stata grande!Mentre tu no - e qua sciolse l’ abbraccio per guardare Alice. Emmeline disse a Lily:-Lils, dovresti calmarti, dato che stasera Sir e James vengono da noi a cena e poi usciamo tutti insieme al cinema, visiteremo la città domani con Remus...-

-Eh??- domandò Lily sbalordita, non capendo cosa si era persa. Mary la guardò sopresa:-Non hai sentito mentre parlavamo sul quel marciapiede?Alice ha invitato Sirius e James...-.

-No, non ho sentito, ero troppo occupata a pensare a come poter torturare James- disse furiosa a Alice, ma poi una lampadina si accese nella sua mente e eslamò:-Ti volglio bene, Ali!Stasera sarà fantastico!-

Alice la guardò con sospetto:-Cosa stai tramando?-

Lily sorrise innocentemente:-Ma niente, ovviamente-.

Intanto, ci rispostiamo di nuovo a casa di James. Il suddetto, sdraiato sul proprio letto, sospirò.

Sirius spostò un attimo gli occhi dalla rivista a lui, e disse irritato:-Questo è il centosettantatreesimo sospiro che fai, e gli ho contati. Non riesco a leggere se continui così!Ed è interessante questo articolo, parla di motociclette babbane...-

-Ingrato!Io ti ospito a casa mia e tu...- stava dicendo James, ma Sirius lo bloccò:-Se non ti ricordi, l’ ultima settimana dell’ estate ho comprato un piccolo appartamento, sempre a Londra, e sono andato a vivere là. Sai percè sono qui?Perchè qualcuno si è inginocchiato davanti a me e mi ha implorato “Ti prego, Sir, vieni da noi per Natale!Non è lo stesso il natale senza di te..fa niente se abiti a due passi da casa mia, non è comunque lo stesso!Dai, dai, dai...”fino a quando non ho ceduto!-

-Dettagli!E poi io non ti ho implorato!- esclamò James, e Sirius lo guardò scettico:-Si, certo come no!-

-E comunque perchè ci tieni a tanto ad abitare da solo?Potresti direttamente abitare sempre da me, come l’ anno scorso..-

-Si chiama “desiderio di indipendenza”, Jamie- gli fece notare Sirius, e James urlò:-NON...CHIAMAMI...JAMIE!-. Sirius lo fissò annoiato, e poi riprese a leggere l’ articolo.

-Sirius?-

Sirius alzò gli occhi dalla rivista esasperato:-COSA VUOI?!-

Ma poi notò, arrossendo, che non era stato James a parlare, ma la signora Potter. E si diede anche dello stupido mentalmente, perchè la voce di Dorea Potter era molto femminile e delicata, completamente diversa da quella del figlio.

-Volevo solo dirti che hai lasciato il tuo zaino di sotto!-rispose offesa Dorea. Sirius guardò James, che si sbellicava dalla risate.

Sirius si scusò imbarazzato, spiegando l’ accaduto:-No, mi scusi signora Potter, ma non mi rivolgevo a lei. Lei e suo figlio avete voci totalmente diversi, ma ero così preso dalla lettura che..non ci ho fatto caso. E dato che è da un ora che James continua ad assillarmi...-

-Non dire altro, ti capisco!Quante volte devo compatirlo anch’ io- disse Dorea.

James esclamò, smettendo all’ istante di ridere:-Ehi!Io sono qui!-

Dorea rivolse lo sguardo verso il figlio e gli raccomandò:-Bene, così puoi sentire!E smettila di importunare il povero Sirius!-. E uscì dalla stanza.

-Già, James, lascia stare il povero Sirius...- ghignò Sirius ma troppo in fretta, percè vide che James non lo stava ascoltando. Sembrava essere concentrato, e poi domandò a Sirius:-Secondo te Lily pensa che la assillo?-

-Basta!- gemette Sirius, iniziando a piangere dalla disperazione.


 

Intanto, al centro di Londra, il signor Suzuki si guardò intorno incredulo. IL signor Suzuki era giapponese, e possedeva un negozio di cibi giapponesi. C’ era il sushi, la zuppa giapponese, gli spaghetti giapponesi e molto altro ancora. Il motivo per cui il signor Suzuki era sconcertato era la ragazza che era entrata poco prima. Aveva lunghi capelli lisci rosso scuro, che sembravano fatti di seta. Era alta circa un metro e 67. Era di corporatura perfettamente normale, e aveva la pelle molto chiara. Gli occhi erano di un verde smeraldo acceso, uno dei più belli che avesse mai visto. Ma non era stato quello né l’ aspetto della ragazza a colpirlo, né i suoi modi di gentili. Era stato quello che aveva comprato: una scatola intera di wasabi! Non aveva fatto domande, per non essere indiscreto, ma era molto tentato. Chissà cosa doveva farci, quella, con una scatola intera di wasabi!

Nella casa degli zii di Alice c’ era un gran brusio. Erano infatti tutte molto indaffarate a cucinare. In quel momento era arrivata Lily, a cui Alice aveva ordinato di comprare del formaggio. La ragazza aveva due pacchetti però in mano. Uno, quello con il formaggio, lo diede a Alice e l’ altro lo nascose nella propria borsa.

Anche lei iniziò a cucinare, supervisionata però da Mary. Tra tutte Mary era la più esperta ai fornelli. Infatti fece un po’ da chef, dando consigli di qua e di là, senza contare che cucinò molto anche lei.

Dopo mezz’ ora, tutto era pronto.

Avevano apparecchiato la tavola e messo persino i segnaposti. Ovviamente Lily segnò il suo posto lontano da quello di James. Il menù era: delle penne al salmone, delle tartine e un polpettone.

Cinque minuti prima che arrivassero gli altri, iniziarono a mettere il piatto con la fetta di polpettone accanto all’ altro piatto , già ricolmo di penne,per ogni posto. Mentre le altre si dirigevano verso il tavolo, Lily prese il piatto con dentro una fetta di polpettone, ma, senza farsi vedere, lo farcì di una dose esagerata di wasabi, spalmanodolo bene all’ interno in modo che non fosse visibile. Poi portò quella fetta di polpettone nel posto in cui c’ era segnato James. Neanche un minuto dopo il campanello squillò. Lily all’ inziò avrebbe voluto fingersi amichevole, magari credibilmente, ma quando vide la faccia sorridente del ragazzo che entrava nell’ appartamento, non riuscì ad essere amichevole, neanche un po’. Anzi, gli scoccò un occhiata omicida.

Poi vide Sirius, con la solita faccia da “Ehi, è arrivato il mitico fantastico Sirius Black,perchè non applaudite?!” e non potè trattenere una risata. Lui la guardò:-Ehi, Lils, perchè ridi?Lo so che sono bellissimo, ma...-

-Rido perchè sei buffo!- esclamò lei abbracciandolo. Lui si scostò indignato:-Sirius Black, buffo?!Ma questo è un abominio...-

-Sirius, mangia invece di usare la bocca per sparare cavolate- gli disse Lily ridendo, ma Sirius non se lo fece ripetere due volte e si sedette iniziando a mangiare le penne con il salmone. James ebbe un moto d’ invidia per il suo amico, che rideva con Lily e scherzava normalmente. Prima, ahimè, poteva farlo anche lui. Ora non più. Si sedette anche a lui al suo posto. I posti erano disposti nel seguente ordine:il tavolo era un rettangolo e James e Alice erano a capotavola. Alla sinistra di James c’ era Emmeline, mentre alla sua destra si trovava Sirius. Alla destra di Sirius c’ era Lily, e ancora dopo Carol. Mentre alla sinistra di Emmeline c’ era Mary, e poi Marlene. Tutti iniziarono a mangiare con gusto.

-Che buono il salmone!Chi l’ ha affumicato?- disse James gustandolo. Lily sentì la rabbia avvampare: erano state lei e Mary ad affumicare il salmone.

Ma decise di non rispondere, l’ avrebbe fatto lasciato fare a Mary. Ella infatti, vedendo che Lily non diceva niente, rispose:-Io e Lily-.

Il ragazzo guardò un attimo Lily, e si sentì avvampare di rossore. Lily si chiese perchè diavolo James stava arrossendo, senza trovare una risposta.

Sirius decise di cambiare argomento, e domandò a Carol:-Allora, Carol, com’ è stare in una tavola piena di maghi?-

Carol rispose sorridendo:-Normale, ma dovrei stare attenta. Non si sa mai che domani mattina mi svegli con i capelli viola-.

Tutti risero, e poi quando ebbero finito la pasta, iniziarono a mangiare il polpettone. Lily guardò con la coda dell’ occhio James. Stava per assaggiare il primo morso.

L’ aveva ingoiato. Tre, due, uno..

-AHH!BRUCIA CAZZO!- urlò James e prese la bottiglia dell’ acqua, e iniziò a berla direttamente, ingoiandola a più non posso, mentre il suo viso sarebbe potuto andare a fuoco da un momento all’ altro. Gli altri lo guardavano sbalorditi, tranne Lily che si era messa a ridere.

-Lily!Cos’ hai fatto?- urlò Mary non capendo, e Lily scrollò le spalle:-Ma niente di che, in realtà. Ho solo pensato che magari a Potter piaceva il wasabi-.

Sirius, a quelle parole, al contrario degli altri che sembravano piuttosto preoccupati, scoppiò a ridere anche lui, accompagnato da Lily.

James andò di corsa in bagno, probabilmente per vomitare.

Emmeline fulminò tutti e due con lo sguardo, e disse aspra:-Siete due bambini..ma vi rendete conto che poteva stare male sul serio?Ti rendi conto, Lily?!-

Lily esclamò arrabbiata, facendosi seria all’ improvviso:-Era proprio quello che volevo. Volevo che stesse male, come lui ha fatto stare male me-.

Si alzò da tavolo e mormorò:-Vado a prendermi una boccata d’ aria, torno tra venti minuti-. E senza lasciare tempo a qualcuno di replicare, si infilò il cappotto, prese la borsa e uscì dall’ appartamento, così poi dal palazzo. Fuori all’ aria aperta, si sentì meglio. Inspriò bene l’ aria, facendola entrare nei polmoni. Ma non si sentiva in colpa, neanche un po’. E poi mica uccide un po’ di wasabi..ok, va bene era una scatola intera. Iniziò a camminare, finchè chiamo un taxi. Dopo poco fu al posto in cui lo stesso pomeriggio aveva preso il wasabi. Il signor Suzuki la guardò sorpreso: che volesse dell’ altro wasabi?

Lily disse a Suzuki:-Salve, non so se se si ricorda, oggi ho preso una scatola di wasabi...-

-Certo che mi ricordo, non capita tutti i giorni che qualcuno prenda così tanto wasabi...-.

Lily iniziò a sudare:-Perchè, signore?-

-Perchè, se preso in esagerazione, si può stare davvero male, tipo continuare a vomitare, ma proprio tanto vomito, da far stare male chiunque...-

-Quanto wasabi serve perchè una persona stia male?- domandò Lily ancora più allarmata, e l’ uomo rispose, confuso:-Anche solo mezza scatola di wasabi, circa-.

Lily si portò una mano alla bocca.

Oh, merlino, l’ aveva combinata grossa.

-Grazie- mormorò e si precipitò sul taxi con cui era arrivata lì (aveva detto all’ autista che erano questioni di minuti e di aspettarla). Dopo poco fu davanti al palazzo in cui vivevano gli zii di Alice. Pagò l’ autista ringraziandolo in fretta e corse nell’ appartamento. Quando entrò, notò che era arrivata puntuale come un orologio: erano passati venti minuti.

Adesso erano tutti sul divano, e anche Sirius non rideva più. James non era lì, perciò doveva essere ancora in bagno.

Lily domandò:-Come sta?-

Marlene scrollò le spalle:-E’ ancora in bagno a vomitare..-.

E, lasciando tutti di stucco, Lily corse verso il bagno. Aprì piano la porta, e, quando fu entrata, la chiuse bene. Uno schifoso odore di vomito le riempì le narici. Piccolo particolare, si era dimenticata che l’ odore di vomito era la cosa che odiava di più in assoluto al mondo. Le faceva venire da rimettere a sua volta, e anche da svenire. Una volta era svenuta davvero.

Cercò di farsi coraggio trattendendo il respiro. Poi lo vide, era chino sulla tazza del water e continuava a vomitare in continuazione. Non sembrava averla notata. Lily, che già l’ odore la faceva stare male, vedendo il liquido che usciva dalla bocca di James barcollò.

C’ è di peggio Lily, pensa se fossi tu a vomitare, ripetè a se stessa, e drizzandosi camminò fino alla tazza di water e si sedette sul pavimento di fianco a James, che la notò solo in quel momento.

-Lily..va..via- boccheggiò tra un vomito e l’ altro. Per due motivi diceva questo. Il primo era che in quel momento era piuttosto arrabbiato, ma, come aveva detto Sirius, doveva sopportare e quindi non voleva rischiare di risponderle male. Secondo perchè era estremamente umiliante farsi vedere da lei in quelle condizioni.

Lily cercò di stare calma, ignorando il vomito. Non guardare il vomito, non guardarlo..gemette mentalmente.

Poi vide che era un miracolo se i capelli di James non erano ancora sporchi di vomito. Glieli prese in fretta e gli tenne in alto, cercando di trattenere anche le ciocche ribelli. James cercò inutilmente di divincolarsi, ma la presa di Lily era ben salda e le sue ginocchia ben piantate a terra.

-Vattene, per favore..- boccheggiò James, ma Lily replicò in tono seccato e abbastanza autoritario:-Sta’ zitto Potter. Per favore sta’ zitto-.

Cercava di non guardarlo per non osservare il vomito, ma se lui le parlava le veniva naturalmente di girarsi verso di lui. Altro vomito. Lily tolse lo sguardo e decise che se lui le avrebbe detto qualcosa avrebbe risposto senza guardarlo.

Forse era meglio, così avrebbe potuto scusarsi senza guardarlo in faccia, e facendosi coraggio, la rossa mormorò:-Io...Potter mi dispiace...volevo solo farti un dispetto..non farti stare male così..non pensavo che...quando parlavo di “gioco sporco” non intendevo questo...scusa-.

Ma James non disse nulla perchè il vomito scendeva impetuoso dalla sua bocca. Ma aveva sentito ed era rimasto sbalordito dalle parole della ragazza.

Davvero Lily Evans si stava scusando con lui?!Ok, il mondo stava girando al contrario. In senso positivo, naturalmente.

Dopo quindici minuti, finalmente, James smise di vomitare. Stette sulla tavola ancora cinque minuti per assicurarsi che fosse finito. E poi Lily lo aiutò a mettersi in piedi.

Jamessi lavò la faccia e Lily gli porse un asciugamano, e poi Lily lo sorresse e lo aiutò ad andare sul divano in soggiorno.

Sirius lo guardò:-Come stai, James?-.

James fece un sorriso forzato, e Lily si sentì tremendamente in colpa. Questa volta l’ aveva combinata grossa. Almeno non era successo niente di grave, per fortuna. Ovviamente l’ aveva aiutato solo perchè si sentiva in colpa, non perchè era preoccupata.

Ma allora perchè quando il commesso del negozio giapponese gli aveva detto che una persona normale con metà di quel wasabi sarebbe stata molto male, il suo stomaco aveva iniziato a contrarsi e, nel profondo del cuore, aveva avuto una voglia disperata di piangere?

Lily fece sedere un attimo James sulla sedia, e montò il divano azzurro di fronte a quello in cui c’ erano tutti gli altri. Era infatti un divano letto.

Sirius domandò:-Come..perchè?-

Lily lo guardò seccata di dover spiegare la cosa:-Credete davvero che la signora Potter non penserà che si sarà ubriacato, trovandolo in questo stato?E poi avrebbe molte meno preoccupazioni. Ma è tua la scelta, Potter-

James, sentendosi esausto e avendo solo voglia di coricarsi, acconsentì.

-E io dove dormo?- domandò Sirius, e Lily rispose:-Sul divano in cui sei adesso-

-O, giusto- fece Sirius. Così le ragazze, tranne Lily, cominciarono ad andare nelle loro stanza e Sirius andò in bagno.

Lily piegò bene le lenzuola del divano/ letto di James e sistemò i cuscini. Poi aiutò di nuovo James a sorreggersi e lo fece stendere sul letto, poi lo coprì, con delle trapunte pesanti azzurro scuro che tenevano un bel calduccio . James vide la rossa indaffarata a cercare qualcosa nella borsa, che era sul bancone della cucina. Intanto, Sirius andò nel suo divano letto, che si dovette fare lui, e si coricò. Quando Lily tornò da James, notò che Sirius era già secco e dormiva.

Lily si sedette al bordo del letto di James e gli porse un bicchiere d’ acqua e una pastiglia. James la guardò titubante e domandò:-Che cos’è?-

Lily rispose con sincerità:-Una pastiglia per il mal di stomaco, Potter- e gli mostrò la scatola delle pastiglie.

James la prese in mano, e anche il bicchier d’ acqua, e Lily gli suggerì:-Ingoiala con l’ acqua. Io, una volta, quando avevo cinque anni ,non l’ ho fatto e mia madre ha dovuto infilare le mani nella mia gola-.

James, spaventato, ingoiò la pastigia con l’ acqua, , ma non bevette tutta l’ acqua.

Lily gli prese il bicchiere dalla mano:-Ti consiglio di non bere troppo, incoraggia il vomito. Ah, ti ho lasciato una baccinella nel caso che..sai com’è. Vado a mettere a posto il bicchiere d’ acqua- fece per alzarsi ma James la bloccò. Lily lo guardò stupita, e lui mormorò:-Grazie-

-Mi hai appena ringraziato per averti curato da un malessere che ti ho caustato io. Non è un comportamento molto coerente.

-Me lo meritavo- rispose James sincero, e Lily lo squadrò con sospetto.

Cos’ era tutta quella falsa innocenza?Pensava che avessero fatto pace?

Decise di avvertirlo:-Potter, lo sai che solo perchè mi sento in colpa questo non vuol dire che ti perdonerò, vero?Da domani mattina, quando starai meglio, la guerra ricomincia. Magari questa volta con mezzi un po’ meno..ehm..nocivi alla tua salute-.

Il ragazzo ridacchiò piano, e poi disse serio e un po’ abbattuto:-Beh, non nutrivo grandi speranze. D’ accordo, Evans-.

La ragazza fece un sorrisetto compiaciuto e poi si alzò, andando a riporre il bicchiere d’ acqua. Quando ripassò davanti al letto di James, il suddetto stava già dormendo.

Lily sorrise e sussurrò dolcemente:-Buona notte, James-.

Ed entrò nella sua stanza, in cui c’ erano anche le altre ragazze.

Sirius aprì appena l’ occhio sinistro per controllare che se ne fosse andata, e poi, accertatosene, aprì entrambi gli occhi. Quando James e Lily avevano pensato che dormisse, si erano dimenticati di una cosa: Sirius russava. Mentre per tutto quel tempo aveva origliato in silenzio.

E a quanto pare era stato utile. Ora sapeva esattamente cosa fare.

Intanto, nella stanza, Lily si era infilata il pigiama in silenzio e al buio, e adesso si era appena coricata sul proprio letto, convinta che tutte le altre dormissero.

Ma un sussurro da parte di Emmeline le fece capire che si era sbagliata:-Lils..mi dispiace per come ti ho risposto prima, davvero non volevo..solo che mi sono preoccupata, James è un mio amico e...scusa-

-No, sono stata io l’ idiota. Ho esagerato stavolta, l’ ho detto anche a James quando mi sono scusata con lui..-

-Ti sei scusata con lui?- domandò Emmeline incredula, e Lily confermò:-Già..assurdo, vero?Beh, era questione di dovere...questo non significa che l’ abbia perdonato-

-Sei stata carina ad aiutarlo mentre stava male-

-Si trattava solo di sensi di colpa, nient’ altro- mormorò Lily, neanche lei convinta del tutto di quello che aveva appena detto.

Emmeline sussurrò:-Ti voglio bene, Lily-

-Anch’ io, Emmeline- mormorò Lily, sorridendo nella semi oscurità. Poi Emmeline sbadigliò:-Credo dormirò, adesso. Buona notte-

-Notte- rispose Lily. Dopo poco Emmeline si riaddormentò. Lily però non ci riuscì immediatamente, e dopo mezz’ ora finalmente si addormentò, ma con il pensiero di James ancora fisso nella mente.

Però, tre ore dopo (alle due di notte) qualcuno entrò nella stanza. Emmeline, che si accorgeva sempre di ogni più piccolo rumore, guardò spaventata la figura. Non era abbastanza vicina per capire chi fosse, ma poi fece qualche passo verso di Emmeline, che caprndo chi era, mormorò:-Sirius, vattene. E’ tardi e voglio dormire-.

Ma Sirius non sembrò essere d’ accordo. La prese letteralmente in braccio ma Emmeline non potè urlare, non voleva svegliare le amiche, così gli sibilò all’ orecchio mentre Sirius era già fuori dalla stanza e si dirigeva verso il bagno:-Sirius, lasciami. Giuro che urlo se non mi fai scendere-

-Si tratta di una cosa importante- ribattè Sirius. Finalmente entrarono in bagno e Sirius chiuse la porta.

-Ora però mi fai scendere?Sei immobile- gli fece notare Emmeline, e lui ribattè:-Potresti scappare-.

-E perchè dovrei?Voglio sapere perchè mi hai svegliato a quest’ ora, prima di tirarti un pugno sul naso- rispose Emmeline, e Sirius cedette ridacchiando.

Sirius così raccontò tutto quello che aveva sentito, e Emmeline, così stanca che faceva fatica a tenere le palpebre aperte, disse:-E allora?Dove vuoi arrivare?-

-Voglio dire che le cose stanno cominciando ad andare meglio tra di loro, hanno solo bisogno di una piccola spinta...- spiegò Sirius e finalmente Emmeline iniziò a capire dove voleva arrivare:-Oh, no!Te lo scordi, non interferirò...-

-Per favore!- la implorò Sirius, ma Emmeline replicò:-No, non tutti sono degli impiccioni come te, sai?-

-Andiamo, non vuoi anche tu che facciano pace?- domandò Sirius, sentendo di parare nella direzione giusta. Emmeline sospirò:-D’ accordo. Ho solo una condizione?-

-Qual’ è?- domandò Sirius e Emmeline rispose compiaciuta:-I nomi in codice li decido io-.

Sirius scoppiò a ridere, ma disse poi con fare cospiratorio:-Affare fatto. Ecco, ora ti spiego qual’ era la mia idea...-

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25:Colazioni insolite e giri in traghetto ***


Lily aprì lentamente gli occhi. La stanza era ormai visibile, anche con le persiane delle finestre chiuse, e ciò voleva dire che era giorno. Lily guardò l’ orologio sul suo comodino: segnava le nove di mattina. Era l’ unica ad essersi già svegliata. D’ altronde tutti sapevano che spesso la rossa si alzava di buon ora, anche se non sempre.
Per esempio una volta al primo anno era arrivata in ritardo, e dopo che Vitious le aveva tolto ben sei punti a Grifondoro, da allora non aveva più fatto ritardi.
Ricordava ancora la faccia di Potter ghignare quando era arrivata in ritardo, quella volta sette anni prima.
La cosa strana era che anche Emmeline si svegliava presto, di solito, eppure dormiva ancora. Magari era stanca, anche se Lily non ne capiva il motivo. Decise di non farci caso e si scoprì dalle lenzuola colorate. Si alzò lentamente dal letto e raccolse la sua borsa nera e rossa con disegnate sopra delle matriosche cinesi. Essendo previdente, il giorno prima aveva preparato la borsa con i vestiti da mettere quella giornata. Andò silenziosamente nel bagno che adiaceva con la loro stanza. C’erano infatti due bagni nell’ appartamento: quello, e uno che adiaceva con la cucina/ soggiorno (in cui c’ erano appunto la cucina, davanti il tavolo in cui avevano mangiato la sera prima e di fianco ma un po’ distante i divani in cui in quel momento stavano dormendo Sirius e James).
Quando fu entrata in bagno, chiuse la porta a chiave e si guardò allo specchio. I capelli erano un po’ elettrici e la faccia che sembrava uno zombie. La sua bocca si contorse in una smorfia. Decise di farsi una doccia per darsi una svegliata. Lily teneva sempre l’ acqua delle doccia quasi bollente, tanto che a volte aveva rischiato di ustionarsi. Ma l’ acqua calda aveva un effetto così calmante su di lei..
Lasciò che l’ acqua scorresse sul suo corpo e sui capelli, rilassata. Inspirò l’ aria calda e iniziò a mettersi shampoo, poi balsamo e infine bagno schiuma sul corpo. Tutti questi prodotti erano alle mele, infatti Lily adorava quel profumo.
Dopo aver finito di farsi la doccia, uscì da quest’ ultima per avvolgere il corpo in un asciugamano bianco. Si asciugò i capelli con la magia, e poi tirò fuori i vestiti dalla borsa. Dopo aver messo l’ intimo, indossò un paio di blu jeans , una maglietta rossa a maniche corte con sopra una felpa abbinata, e delle scarpe da ginnastica blu.
Riposizionandosi di nuovo davanti allo specchio, si pettinò i capelli e li raccolse in uno chignion.
Poi rientrò di nuovo nella stanza sua e delle altre ed estrasse un’ altra borsa da sotto al letto, questa bianca, in cui ci infilò il portafoglio, degli elastici per capelli e dei fazzoletti. Contava infatti di uscire dopo colazione, magari anche solo a fare un giro a piedi. Uscì piano dalla stanza, sicura che Sirius e James stessero già dormendo, ma scoprì di essersi sbagliata. James infatti era già sveglio e Lily entrò nell’ esatto momento in cui James finì di fare il proprio divano/letto, facendolo ritornare alla forma originale.
-Ti sei appena svegliato, Potter?- domandò incredula Lily, e James rispose:-No, in realtà, ho anche già fatto la doccia. Devo essere sveglio da circa un quarto d’ ora. Lo so, è strano, ma ieri sera mi sono addormentato subito-. Ovviamente tutto questo lo stavano dicendo a bassa voce, per non svegliare Sirius. Anche se, in effetti, sarebbe stata un impresa svegliarlo, dato che russava più forte di un ippopotamo.
Lily fu solleva nel constatare che ora James stava molto meglio, anzi era completamente rimesso.
Poi James disse:-Stavo per fare colazione..-.
Lily affermò:-Si, anch’ io-.
Così James aprì lo sportello del frigo, ma fu inorridito nel constatare che tutte le cose che di solito si mangiano per colazione non c’ erano. Lo disse a Lily, che replicò:-Non dire sciocchezze!Ieri pomeriggio ho controllato e c’ era un sacco di roba per la colazione..-. Scansò James per verificare di persona, ma scoprì che il moro aveva ragione: tutte le prelibatezze per il mattino che aveva visto il pomeriggio prima erano sparite.
Lily sbottò:-Bene..credo mi toccherà andare in un supermercato-
-Non ci conviene, siamo piuttosto distanti dal supermercato più vicino. Saremmo più comodi ad andare nel piccolo bar a due passi da qui, lì c’ è di tutto per la colazione..- le consigliò James. Lily subito stava per seguire il suo consiglio, ma poi si rese conto di quel “noi” della frase, e disse irritata:-Cosa intendi dire con “noi”?-
-Anch’io ho fame, Lil..,ok Evans, sai?!-disse James, e Lily mugugnò qualcosa di incomprensibile.
Poi Lily si incamminò verso la porta:-Ok, Potter, se proprio il tuo bisogno di mangiare è così impellente, vieni pure...-
E varcò la soglia della porta dell’ appartamento, lasciando la porta aperta. James, senza nessuna esitazione, la seguì, richiudendosi la porta alle spalle.
-Che cosa ridicola Potter, è impossibile che servano delle pizze grandi per colazione. Va bene pizzette, ma non credo che servano la pizza ai quattro formaggi, e con sopra la nutella..-
-Ti dico invece di si!Guarda che una volta l’ ho mangiata- replicò James, e Lily lo guardò ancora più scandalizzata di prima:-Tu...hai mangiato..a colazione..-
-In realtà ne ho mangiate due- puntualizzò James e Lily esclamò disgustata:-Bleah, ma che schifo!Di mattina poi..-. James scrollò le spalle, e Lily borbottò:-Dov’ è il bar?-.
James ne indicò uno esattamente davanti a dove erano loro. Così entrarono nel bar, azionando la campanella sullo stipite della porta che suonava quando qualcuno entrava nel locale.
Il bar non era grande, ma, in compenso, era molto accogliente.
Le pareti erano rivestite di legno marrone, anche i tavoli e le sedie (che in quel caso erano due panchine lunghe con lo schienale; ognuna a uno dei due capi del tavolo) erano sempre di legno, ma di legno bianco. Sopra ai tavoli c’ erano delle tovaglie rosse e bianche a quadretti. Si sedettero in un tavolo di fianco a una finestra, uno di fronte all’ altro. Una cameriera di circa vent’a anni, dai lunghi capelli biondo scuro e gli occhi marrone cioccolato li raggiunse e domandò allegramente con un accento tipico italiano:-Ciao ragazzi, sono Alessandra!Allora cosa posso portarvi?-
Entrambi ordinarono delle uova al tegamino con pancetta affumicata e due caffè. La cameriera se ne andò con lo stesso brio, lasciandoli soli. Lily non aveva alcuna intenzione di parlare, almeno che non lo facesse lui. Era ancora arrabbiatissima con James. Dal canto suo, James era piuttosto in imbarazzo. Sapeva che la rossa avrebbe voluto fare colazione con chiunque tranne che con lui, ed era combattuto tra il starsene zitto e dire qualcosa. Ma la noia del silenzio prevalse in lui, così disse:-Oggi pomeriggio viene Remus-.
L’ espressione di Lily da irritata divenne felice:-Oh che bello!A che ora arriva?-
-Verso le quattro-
-Ma perchè nessuno me l’ ha detto prima..va beh meglio, ho avuto la sorpresa!- esclamò felice, ma poi, quando si accorse che il ragazzo la stava fissando intensamente in modo quasi inquietante, smise di parlare, ma invece di distogliere lo sguardo decise di fare come aveva fatto in stazione a King’s Kross: fissarlo anche lei. Mantenne lo sguardo e di nuovo quei brividi le percorsero la schiena.
Il respiro le mancava, e anche James. Non avevano mai avuto un contatto visivo così insistente. Nessuno dei due aveva la minima intenzione di smettere di fissare l’ altro. Sembrava che i loro occhi si stessero fondendo a vicenda. Anzi, Lily era certa, anche la sua mente, e forse il suo cuore, si stava perforando. James aveva paura di cadere dalla sedia da un momento all’ altro, tanto era concentrato. Fino a quando la voce allegra della cameriera li fece voltare di scatto verso di lei:-Ecco la colazione!Prego!-.
Servì sul loro tavolo le ordinazioni di Lily e James e poi tornò al bancone.
Lily, di fronte alla vista del cibo (dato che non avendo fatto prima colazione) inforcò con energia un pezzo di uova al tegamino, ficcandoselo in bocca. James la guardò divertito:-Fame, Evans?-
-Fatti gli affari tuoi, Potter- ribattè Lily continuando a mangiare. Anche James iniziò a mangiare, e poi domandò alla rossa:-Già fatto i compiti, Evans?-
-Naturalmente, Potter- rispose Lily altezzosa, e James disse esasperato:-Non cambierai mai-
-Nemmeno tu- mormorò la rossa. Ma questa volta il suo tono non era sarcastico, ma malinconico. James la guardò e vide un lampo di tristezza in quegli occhi verde smeraldo. Lo stomaco gli si contrarse. Lily cercò di cambiare argomento, e solo in quel momento gli venne in mente quella terrificante realtà.
-Tu..tu hai ancora Berenice!-esclamò Lily stupefatta, e James rispose con un espressione rammaricata:-No, mi dispiace Evans ma l’ ha inghiottita un ippogrifo-.
Lily strabuzzò gli occhi, già pronta a una scenata isterica per James, ma lui la precedette:-Stavo solo scherzando, Evans!Ma certo che ce l’ ho ancora io-.
Lily lo guardò con un sorriso maligno, e poi prese il bicchiere d’ acqua accanto alla tazza di caffè fumante. E prima che il Malandrino potesse dire o anche solo intuire qualcosa, rovesciò l’ acqua sulla testa del moro.
James la guardò seccato: le aveva bagnato i capelli, cavolo!E tutti sapevano che per James Potter i capelli erano sacri. Infatti, le uniche cose che cui non avrebbe mai potuto odiare nella sua vita erano tre: i Malandrini, Lily, e i suoi capelli. Se lì asciugò con il tovagliolo e disse scocciato:-Che ti è saltato in mente, Evans?Insomma..i capelli!I capelli!-
Lily ghignò:-Stavo solo scherzando, Potter!-. Ma prima che James potesse ribattere, un’ altra cameriera, questa però dai capelli neri e circa ventisette anni, disse:-Oh, come siete carini come coppia!-
James sorrise, ma Lily, dopo avergli lanciato un occhiataccia, replicò:-Mi dispiace, ma noi due non stiamo insieme-. La mora si scusò:-Scusatemi, pensavo che..allora siete solo migliori amici..-
-Migliori nemici- la corresse gentilmente Lily, estendendo il suo sorriso in tutto il volto, mentre James sbuffava e la cameriera la guardava sconcertata.
Intanto, nell’ appartamento di Alice...
-Sono ottimi questi corn flakers- disse Emmeline gustando una tazza di latte con i cereali accanto a Sirius. Entrambi, incuranti del tavolo e delle sedie, si erano seduti sul bancone. Alice, che a differenza loro era seduta in una sedia a tavola, come il resto degli altri, ribattè ridendo e mangiucchiando una barretta al cioccolato ai cereali:-Per forza, gli ho comprati io..-
-Sai che potresti quasi battere Sirius in una gara di egocentrismo?- le fece notare Emmeline ridendo anche lei. Sirius, che stava mangiando una Crepes al cioccolato, si interrupe per sentenziare:-Nessuno mi può battere in niente-
-Neanche in una partita a scacchi?- disse con aria maligna Emmeline. Sirius le lanciò un occhiataccia:-Vuoi ricordarmi questo triste evento per secoli?-
-E’ una prospettiva allettante..- stava dicendo Emmeline, ma Marlene la interruppe:-Non serve Emmeline per ricordartelo, nessuno dimenticherà mai il giorno fatale in cui il mitico Sirius Black ha indossato un vestito viola, abbiamo pure le foto!-
-Le voglio vedere!- esclamò Carol ridacchiando.
-Ricordatemi di uccidere Lily, un giorno l’ altro, ok?- sibilò Sirius, e Carol fece notare:-A proposito..dove sono Lily e James?-
Mary la guardò pensierosa:-Non so, ma è proprio strano..-
Emmeline e Sirius si scambiarono un occhiata allarmata, e Emmeline disse in fretta:-Lily sarà sicuramente a visitare un museo o qualcosa del genere..-
-E James probabilmente è a mangiare qualcosa oppure a vedere una partita di quale sport..- li rassicurò Sirius, un po’ a disagio. Tutti capirono che c’ era qualcosa che non andava, e Mary si avvicinò a loro con fare circospetto:-Voi due..cosa avete combinato?-
-Niente- risposero all’ unisono e forse un po’ troppo in fretta.
Le ragazze si mostrarono un po’ più curiose del previsto, ma alla fine cedettero alle negazioni di Emmeline e Sirius e uscì di casa per andare nel posto che preferiva. Alice e Mary decisero di andare in un negozio di abbigliamento lì vicino, mentre Marlene e Carol sarebbero andate al parco. Emmeline e Sirius sarebbero andati a fare un giro nella piazza del Big Ben. Presero un taxi, e poi arrivarono nella piazza. Lì Emmeline iniziò a fare foto praticamente ovunque, mentre Sirius la guardava esasperato. Ma poi Emmeline lo convinse a fare anche tante altre foto insieme, facendo le espressioni più assurde e divertenti che potessero esistere.
In alcune immagini erano stupiti, in altre facevano la linguaccia, in altre i rapper, in alcune i cantanti, in alcune guardavano in alto, in altre facevano la faccia offesa o quell’ arrabbiata, e altre volte sorridevano semplicemente. Poi, dopo circa mezz’ ora di foto, Emmeline estrasse dalla sua borsa un volantino con le attrazioni di Londra. Iniziò a sfogliare la pagina con il Big Ben, ma Sirius buttò il foglio a terra e coprì il volto di Emmeline con la propria felpa, divertito. Lei si scansò la felpa da dosso rimettendola sulle spalle di Sirius e incominciò a ridere, seguita a ruota dall’ altro.
Poi Emmeline domandò:-Bella idea quella di nascondere le cose della colazione nella nostra borsa, vero?-
Sirius ghignò:-Siamo stati geniali. La fase una è completata..donna invisibile!Ahaahaa, ma poi come hai fatto a sceglere un nome in codice del genere?-.
-Invece è carino..vuoi che ti ricordi il tuo, principessa dal vestitino viola?-
-No, ok..- la interruppe Sirius allarmato, ma Emmeline disse tornando all’ argomento iniziale-: Comunque, hai ragione, siamo stati grandi. Ma prima di completare la fase due...divertiamoci!- e saltò in groppa a Sirius, stringendo le proprie gambe ai suoi fianchi e posiziondandosi attaccata a lui, ma da dietro. Mise le sue braccia attorno al collo di Sirius per tenersi e gridò urli di sfogo e divertimento, e anche Sirius si mise a urlare.
Poi a un certo punto Sirius domandò:-Perchè stiamo urlando?-
-Perchè è divertente!- esclamò Emmeline, e insieme scoppiarono di nuovo a ridere.
-SEI IL MIO MIGLIORE AMICO, SIRIUS BLACK!- urlò Emmeline gioiosa, divertendosi come non mai. E anche Sirius urlò:-ANCHE TU EMMELINE VANCE!-
Poi Sirius prese la rincorsa e si capultò contro un tavolo pieghevole con dei volantini, cadendo a terra. Sia lui che Emmeline, che ora era di fianco a lui, erano completamente immersi da voltantini. Si scambiarono un occhiata eloquente, e poi di nuovo un mare di risate sgorgò dalle loro bocche.
Poi Sirius ad un tratto mormorò:-Cazzo-.
Emmeline si voltò confusa nella direzione in cui stava guardando Sirius, e scoprì con orrore che James e Lily stavano venendo nella piazza. In fretta lei e Sir si nascosero dietro un tizio particolarmente grande, (Sirius sospettava che facesse restling) e poi, quando James e Lily guardarono da un altra parte, insieme scapparono a gambe levate.
Qualche metro più in là..
-Potter prendiamo subito un taxi!Verremo qua già stasera, non voglio perdermi la sorpresa!-esclamò Lily al moro, che però ribattè-Ma ci sei già, ormai!-
-Cerca per favore di non ricordarmelo- replicò Lily, e James la guardò esasperato, per poi dire:-Ok, trova tu un taxi libero.. oggi quasi tutta la gente va in giro in taxi!-
-Io?!Dovresti essere tu il gentiluomo, comportati da tale..-
-E allora come mai prima al bar non mi hai lasciato pagare ma hai voluto che dividessimo il costo?-
-Emancipazione femminile, Potter!- sbottò Lily, ma James rispose:-Peccato, Evans, che per te conta solo quando ti fa più comodo!-
-Chiama un taxi e falla finita!- gli ordinò Lily in un tono così autoritario che il Cercatore non osò controbattere.
Dopo un paio di minuti finalmente James riuscì a raccimolare un taxi, in cui entrarono immediatamente.
James stava per pagare ma puntualmente Lily lo fermò. Divisero il conto mentre James sbuffava. Poi il moro decise di cambiare argomento:-Che bello oggi il sole...-
-Sicuramente non quanto te..- replicò Lily sarcastica.
-Simpatica, Evans. E comunque non sono così tanto megalomane..-ribattè James, ma Lily disse ancora più scettica di prima:-Si, come no, e io sono la fata turchina..-
-Chi?- domandò James non avendo mai sentito un nome simile. Lily alzò gli occhi al cielo:-Lascia perdere... Potter, hai mai pensato di iscriverti anche a babbanologia?-
-No..perchè?-
-Ti sarebbe utile..ah, no, non ci capiresti niente comunque- disse Lily malefica.
James le lanciò un occhiataccia:-Vedo che oggi sei molto dolce, Evans-
-Io sono sempre dolce, Potter- rispose Lily sorridendo beffarda. James la guardò con un sorriso scettico quanto quello di Lily di poco prima, ma poi entrambi lasciarono cadere l’ argomento. Lily aprì il finestrino.
-Hai caldo?- domandò James, e lei rispose:-No, Potter..è solo che..fa niente, non capiresti-
Ma James insistette:-Dai, posso provarci. Dimmi, peeer favoree-.
Lily sospirò e disse imbrazzata:-Perchè..perchè è rilassante quando il vento mi scompiglia i capelli..-
James scoppiò a ridere, e Lily esclamò:-Non è solo per quello!E’ anche bello sentire l’ aria che ti sfiora il viso, i raggi del sole a contatto con la tua pelle..-.
James la fissò e disse:-Questo lo posso capire..quindi ti piace il sole?-
-Non quanto la pioggia..ma parliamo d’ altro..per esempio- qui parlò a bassa a voce:-Puoi dire all’ autista di cambiare canzone..questa è deprimente-
James alzò gli occhi al cielo, ma poi domandò al conducente:-Mi scusi..può cambiare canzone?-
-Certo- rispose l’ autista cortese, e mise un’ altra canzone. Quando Lily capì che canzone era, iniziò a esultare mentalmente:Whola Lotta Love dei Led Zeppeline. Così iniziò a tenere il tempo con la gamba e canticchiò per tutto il resto del tragitto, mentre James la guardava con un espressione mista a sorpresa, timore, curiosità e divertimento.
Dopo poco arrivarono di fronte al palazzo doveva abitavano gli zii di Alice, e dopo essere scesi dal’ taxi e aver salutato l’ autista (e ringraziato) entrarono nell’ appartamento. Notarono che erano gli unici a essere già lì.
Lily aprì il frigo per prendere un lattina di Coca Cola e sbottò:-Ma qua..quà c’ è tutto il cibo per la colazione!-. James si avvicinò sbalordito, ed esclamò:-Ma com’ è possibile?-
-Probabilmente Alice ha fatto la spesa, stamattina..- disse Lily pensierosa e James annuì, convenendo che probabilmente aveva ragione.
Poi tutti e due iniziarono a bere Coca Cola, ma quando Lily stappò la sua lattina tanti schizzi di schiuma uscirono dalla latttina, bagnandole un po’ la faccia. James scoppiò a ridere, ma poi..
-Expelliarmus!- gridò Lily e in un attimo la bacchetta di James fu scharaventata quattro metri più indietro.
-Lily che ca..- stava dicendo James, ma lei lo precedette:-Levicorpus!-. James fu alzato all’ improvviso da terra, e iniziò a penzolare a testa in g
-Lily perchè..- stava domandando James, ma Lily lo interruppe:-Evans,se non ti dispiace-
-Ok, Evans. Perchè hai..?- domandò James confuso, e Lily rispose ghignando beffarda:-Così impari a ridere di me-
-Va bene, ho imparato la lezione...ora mi puoi far scendere?- le chiese il moro spazientito, ma Lily ribattè:-Ma certo..che no. Prima di tutto, questo fa parte della battaglia e della mia vendetta, e poi mi sto divertendo un sacco-
-Lil..Evans, ti ho chiesto scusa, devi lasciarmi spiegare..-
-Devo?Devo?!Io non ti devo assolutamente niente!- esclamò Lily irritata.
Ma prima che James potesse dire alcunchè, qualcunò suonò il campanello. -Chi è?- domandò Lily incerta avvicinandosi alla porta. Una voce famigliare le rispose:-Un ragazzo piutttosto arrabbiato perchè la sua migliore amica non gli apre la porta-
-Remus!- esclamò la rossa felice spalancando la porta e abbracciando il suo migliore amico. Remus sorrise, ma poi, sciogliendo l’ abbraccio guardò stranito James, che era appeso in giù per la caviglia, e disse:-Che ci fa James lassù?-
Lily sorrise, e James disse irritato:-Una certa persona quà presente ha pensato di farmi un bel Levicorpus-.
Lily replicò:-Così saprai cosa si prova quando lo fanno a te..in effetti anche tu tra poco potresti non avere più le tue mutande..-.
Remus scoppiò a ridere, e James sbottò Lily non ne sarebbe mai stata capace, ma la rossa ribattè che l’ avrebbe fatto volentieri, ma che non le importava vedere il suo di dietro. E anche lei scoppiò a ridere alla sua stessa battuta, finchè una voce che Lily riconobbe come quella di Marlene disse:-Alohmora- oltre alla porta, che si spalancò. Carol e Marlene entrarono nella stanza. Marlene salutò allegramente Remus, ma Carol si immobilizzò di colpo alla vista di Remus. Anche Remus si fermò di scatto. Si fissarono per alcuni secondi, i loro occhi erano quasi incollati. Poi le guancie di lei si imporporarono. Poi Lily, per alleviare quel momento di imbarazzo, disse:-Remus perchè non hai usato anche tu Alohomora?-
-Per cortesia, invece di altre persone...- replicò Remus, e Marlene sbottò:-Ma che palle, Rem..così abbiamo fatto prima!-
Remusa sorrise e poi continuò:-Ma, comunque, io sono Remus- disse il Lupo Mannaro sorridente a Carol, che ripresasi, si prentò:-Io mi chiamo Carol, piacere..- e aggiunse, ora allegra come al solito:-Beh in realtà so già chi sei, Lily mi parla spesso dei suoi amici nelle lettere..- e i due si misero un po’ in disparte mettendosi a parlare tra loro. Marlene invece aprì il frigo e ne estrasse un budino confezionato al caramello e cioccolato per una persona.
Poi iniziò a parlare con Lily, e quando James borbottò per la ventisettesima volta un “Voglio scendere”, Lily gli puntò la bacchetta contro e mormorò:-Silencio-.
Così riprese a parlare tranquillamente con Marlene, che non sembrava affatto preoccupata, anzi piuttosto soddisfatta. Non gli era ancora andato giù che quello che James aveva fatto alla sua amica, perciò era normale che, come a Lily, la situazione la divertisse parecchio. Dopo circa mezz’ ora, in cui Remus era troppo preso a chiacchierare con Carol per avere pensato a James, poi il Lupo Mannaro disse:-Lily, lo so che se lo merita, ed è anche piuttosto esilarante vedere la sua faccia disperata..ma così gli scorrerà tutto il sangue a testa in giù e non fa bene alla circolazione..-
Lily, non volendo causare un altro malessere fisico, mormorò dei controicantesimi al Levicorpus, così James si riprese la bacchetta e con un incantesimo non verbale sciolse anche il Silencio.
-Perchè anche il silencio..una volta che non sentivo la tua voce rompiscatole..- gemmette Lily-
-La mia voce è magnifica, Evans..- disse James non riuscendo a trattenersi, ma la rossa dopo avergli lanciato un occhiataccia, non disse altro. Per fortuna dopo poco arrivarono anche gli altri, per ultime Mary e Alice. Quest’ ultima annunciò che quella sera sarebbero andate con un traghetto a fare un giro sopra al tamigi.
Lily così indossò un paio di jeans bianchi, una maglietta beige sbracciata tutta fru’ fru’ e una giacchetta di pelle beige. Come scarpe si mise addosso un paio di ballerine sempre beige, mentre per alle orecchie orecchie indossò degli orecchini bianchi argentati. Si mise infine una borsetta (molto carina) a tracolla ,piccola e bianca, addosso.
Mentre James indossò dei semplici jeans, una maglietta nera e una giacchetta di pelle sempre nera. E così si incamminarono tutti per il traghetto. Quando salirono, c’ erano ancora poche panchine disponibili. In teoria, Emmeline e Sirius, che erano gli ultimi della fila, avrebbero dovuto loro stare nell’ ultima panchina disponibile, ma con molta accuratezza e tatto, sorpassarono Lily e James, in un momento di distrazione dei due in cui si erano messi ad osservare il Tamigi. E così pochi minuti dopo Evans e Potter si trovarono a condividere una triste e felice realtà allo stesso tempo: avrebbero trascorso il giro sul traghetto vicini.
NOTE DELL' AUTRICE:Mi scuso tantissimo per l' enorme ritardo!In teoria avrei dovuto aggiornare venerdì, ma lo studio e anche internett che aveva smesso di funzionare hanno allentato il mio aggiornamento. Spero che il capitolo sia valso l' attesa!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26:Dolci favolosi e notti non proprio usuali ***


Riassunto dell’autrice: Allora prima di tutto mi scuso per l’ enorme ritardo!Non cruciatemi! Comunque, spero che il capitolo ne valga la pena!Dato che alcuni si erano lamentati che con i periodi di aggiornamento troppo lunghi non si capiva più la storia, faccio un piccolo riassunto.
Lily e James (insieme ai loro amici) sono entrambi a Londra, uno a casa propria, l’ altra a casa degli zii di Alice. Sirius e Emmeline intanto attuano un piano per far fare la pace ai nostri due protagonisti. Intanto, Carol, l’ amica babbana di Lily, conosce Remus, e tra i due scatta qualcosa. Ricominciamo da dove è finito lo scorso capitolo, cioè quando Lily, James, Sirius, Remus, Marlene, Mary, Carol, Emmeline e Alice devono fare un giro in traghetto e, grazie agli astuti Sirius e Emmeline, Lily e James sono seduti vicini sul battello. Spero che questo capitolo vi piaccia!
 
 
-Mmh…che belle le stelle…-
-Non provarci nemmeno, Potter- lo interruppe Lily lanciandogli un occhiataccia, e James decise che era meglio spostare lo sguardo altrove. Stettero zitti per un po’, fino a quando James insistè:-Beh, a parte gli scherzi, sono davvero belle-. Lily spostò lo sguardo da lui verso il cielo, e constatò che aveva ragione. Le stelle erano parecchio luminose quella sera, e una certa atmosfera di calma aleggiava sul traghetto. Anche se non tutti i passeggeri erano proprio calmi…
-Su,dai…cosa si stanno dicendo??-domandò Sirius curioso a Emmeline, che rispose scocciata:-Niente!Assolutamente niente!
Intanto io devo stare in questa posizione scomodissima!Perchè non ci stai tu?!-.
Emmeline infatti era  talmente piegata con il collo in avanti che pensava avrebbe assunto le dimensioni di quello di una giraffa entro un ora.
-Perché davanti a me c’ è un signore alto due metri, e non ci vedrei comunque niente!Allora…cosa si stanno dicendo?-
-Nient…oh, stanno ridendo!- rispose Emmeline sorpresa.
Infatti, qualche metro più in là…
-Ahaaha, sei un cretino Potter, come diavolo hai potuto chiedere a quel signore se ti avevo rotto la guancia con il mio schiaffo di poco fa e se rischiavi di morire?Ahaah, oddio!-
-Ahaaha, ma guarda che i tuoi schiaffi sono forti..a proposito perché me l’ avevi dato?- le domandò James confuso,e la rossa rispose ridendo:-Perché ne avevo voglia!E’ il mio hobby preferito tirare schiaffi a James Potter, non lo sapevi?!-. James scoppiò a ridere, ma Lily si ricordò all’ improvviso che non poteva permettersi di ricominciare a ridere e scherzare di nuovo con lui, perciò sj alzò dalla panchina e disse a James che doveva andare in bagno.Così si alzò, ma un piccolo incidente fu fatale. Beh, non proprio fatale, ma...
Per farla breve, Lily inciampò con le ballerine in una sciarpa che doveva essere caduta a terra a qualcuno, e cadde direttamente tra le braccia di James, che l' afferrò al volo. Molto imbarazzante.
 
-Allora che stanno facendo?- domandò Sirius mangiando un sacchetto di Pop Corn annoiato, e Emmeline disse sbalordita:-Si stanno abbracciando!Lily è tra le braccia di James!-.
-Cos?!- domandò Sirius strozzandosi quasi con una patatina. A questo punto, Emmeline gli diede una pacca forte sulla schiena. E qui fu il colmo: la patatina uscì dalla bocca di Sirius per finire dritta in fronte a Mary, che era in una panchina (insieme a Alice e Marlene) poco distante dalla loro.
-Bleah!Io vi uccido con le mie mani!- disse Mary rossa in viso e arrabbiata. Emmeline e Sirius non poterono evitare di scoppiare a ridere.
 
-Potter togli subito le tue manaccie da me!- esclamò Lily con furore, mentre James la lasciava andare. 
-Ehm...dovresti ringraziarmi!Ti ho salvato la vita!- disse James con fare pomposo, e Lily ribattè:-Ma per piacere!Mica morivo!Guarda mi immagino già le circostanze "Strega di diciassette anni  inciampata in una
sciarpa e morta sul colpo"-.
-Un "Grazie" poteva bastare- replicò James punto sul vivo, al che Lily protestò:-Per quale motivo?Così avresti potuto pavoneggiarti?Non mi sembra il caso-
-Non dovevi andare in bagno?- sviò l' argomento James, e Lily disse frastornata, ricordandosene solo in quel momento:-Oh, si, giusto. Grazie-
-Mi hai detto grazie!- esultò James soddisfatto, e Lily sgranò gli occhi e boccheggiò:-No...io..tu..ah!-.
 E corse indispettita in bagno.
Intanto, nella panchina di fronte a Emmeline e Sirius...
-Non posso crederci!Davvero Hogwarts ha degli animali così fantastici?Chissà che belli sono gli ippogrifi!- esclamò Carol stupita dalle quantità di cose che le stava spiegando Remus. Non che Lily non le avesse già raccontato molte  cose su Hogwarts, ma non si era mai divulgata molto sulle creature magiche di quel posto. E degli Ippogrifi sapeva solo vagamente cos' erano, e sapeva anche un altra cosa su di loro...
-Peccato che Lily abbia paura di loro!- esclamò Carol di nuovo, non rendendosene neanche conto. 
-Lily ha paura di loro?- domandò James sorpreso, che mentre aspettava Lily si era alzato e si era messo vicino alla loro panchina e a quella di Sirius, più che altro per chiacchierare un po'.
-Io ho paura di cosa?- chiese Lily arrivando in quel momento dal bagno. 
-Carol dice che hai paura degli Ippogrifi- intervenne Emmeline tranquilla, e Lily diventò tutta rossa in viso:-Io...non..ma fatevi gli affaracci vostri!-. Tutti scoppiarono ridere (comprese Alice, Mary e Marlene che si erano alzate anche loro) tranne ovviamente Lily.
-Questa me la devo segnare!Chissà come la prendere tutta Hogwarts quando saprà che la coraggiosa Lily Evans ha paura di un paio di Ippogrifi- disse Sirius ridendo, e Lily sibilò:-Non oseresti-
-Oh, sappiamo benissimo tutti e due che lo farei- disse Sirius alzandosi con aria di sfida, e Lily lo avvertì:-Black..comincia..A CORRERE!-. E così Lily si diede alla rincorsa di Sirius, che in fatto di velocità non scherzava, e, che, per precisare, si stava divertendo come un matto.
-Io punto per Lily!- esclamò Remus sorridendo,  e Sirius sbottò (non smettendo però di correre):-Bell' amico  che sei, Remus!-
-Vedi, Sirius, tutti preferiscono me a te!- disse Lily ansimante, mentre Sirius continuava a correre e ridere. Poi a un certo punto Sirius si fermò di scatto, e Lily gli finì addosso. Entrambi caddero a terra, e Sirius ansimò:-Lily, alzati, mi stai spezzando le budella-
-Oh, scusa- disse Lily alzandosi e tendendo una mano a Sirius. Il quale la prese e si alzò anche lui.
In quel momento, un addetto del traghetto, che indossava una divisa bianca e blu, disse loro in tono brusco:-Potreste tornare ai vostri posti, alcuni passeggeri si stanno lamentando...-
-Mica abbiamo ucciso qualcuno!- sbottò Sirius, e Lily, sorprendendo tutti, gli diede man forte (ma comunque in tono cortese):-Mi scusi signore, ma non mi sembra che abbiamo fatto niente di male, siamo ragazzi, in fondo-. Quà l' addetto rispose sgarbatamente:-Andatevi subito a sedervi ai vostri posti o vi segnalerò una multa-
-Per aver fatto cosa?Per esserci divertiti?Siamo solo degli amici che si stanno divertendo!- sbottò Lily questa volta piuttosto in collera, e Sirius stava per dire qualcosa molto più cattivo di quello che aveva detto Lily, ma per fortuna gli altri ragazzi li convinsero a tornare ai propri posti, altrimenti avrebbero avuto un sacco di guai.
Così ora James e Lily erano di nuovo vicini...
-Allora...hai davvero paura degli Ippogrifi?- domandò James trattenendo a stento una risata, e Lily rispose scrollando le spalle:-Tutti hanno paura di qualcosa-
-Io no- rispose James convinto, e un sorriso  si estese sulle labbra della rossa, che disse malefica:-Ah, si?Tu non hai paura di niente, Potter?Nemmeno quando dovevamo andare in biblioteca, quella volta...ad Hallowen...-
-Io non avevo paura...e poi comunque dopo ci sono andato e ho anche studiato!Quindi non vale-
-Bene, Potter. Vedrai, troverò qualcosa di cui hai paura, prima o poi. Ricordi? La battaglia non è ancora conclusa- gli fece notare Lily, e James replicò:-In realtà, Evans, questa non è esattamente una battaglia, dato che stai combattendo soltanto tu-
-Non è colpa mia se tu non reagisci, Potter. Che poi ci mancherebbe...oh, guarda il Big Ben!- esclamò Lily puntando un dito alla destra di James. Lui si voltò in quella direzione e  in effetti vide il Big Ben, luminoso e in bella vista.
-Ci siamo già stati, oggi Lil..Evans- si corresse subito James, evitandosi delle urla da parte della rossa assolutamente fuori luogo, dato chedei passeggeri si erano a lamentati con quell' addetto appena pochi minuti prima.

-Ti avevo detto di non ricordarmelo!E poi non ha importanza...di sera è ancora più bello da vedere- mormorò Lily fissando il mare e le luci della città, e James notò che le brillavano gli occhi. In quel momento gli sembrò più bella che mai.
Iniziò a fissarla attentamente, e notò che tremava.
-Hai..freddo?- domandò incerto, e Lily spostò lo sguardo dal mare a lui, e rispose sorpresa:-Un po'...-
-Tieni...- James le porse il suo giubbotto di pelle, mettendolo sulle spalle di Lily, che però sbottò scrollandosi di dosso la giacchetta e ridandola a James:-Non essere sciocco, Potter. Avrai freddo se ti togli la giacchetta-
-Ne dubito seriamente-
-Piantala di blaterare e infilati quella dannata giacchetta!- esclamò la rossa irritata. James alla fine cedette e si rinfilò di unuovo la sua giacchetta. Poi Lily disse:-Io vado a prendere da bere..tu hai sete?-
-No, grazie..se vuoi ti accompagno...- propose James, la Lily troncò la risposta sul nascere:-No, grazie, faccio da sola, Potter. Emancipazione femminile, ricordi?-
James ridacchiò mentre Lily si dirigeva al bar nel piano di sotto del traghetto. Quando arrivò al bar, disse alla cameriere, sedendosi in una seggiola piuttosto alta di fronte al bancone:-Salve, vorrei un bicchiere di Coca Cola, grazie-
-Certamente- rispose gentile il cameriere, un ragazzo di circa ventun' anni dai capelli neri e gli occhi dello stesso colore.
Lily sorrise, e dopo poco una lattina di Coca Cola fu tra le sue mani. Si sedette in un piccolo tavolino di fianco al bancone, e sussurrò:-Perchè?Perchè James?Perchè hai rovinato tutto?Se solo tu non avessi...ora magari staremmo insieme. Perchè vuoi complicare ogni cosa?Perchè rendi i miei pensieri confusi e poco chiari?E soprattutto..perchè sto parlando da sola?-. Smise di parlare e iniziò a bere velocemente la sua lattina. Dopo poco uscì dalla porta del bar, ma non sapeva che Sirius e Emmeline erano stati nel tavolino dietro di lei e che avevano ascoltato ogni parola di quella conversazione. Erano entrambi sconcertati, e nella mente di tutti e due affollava un pensiero: dovevano assolutamente fare qualcosa al più presto.
Uscirono dal bar pochi minuti di Lily, che intanto aveva già ricominciato a parlare con James. Non che stessero parlando di granchè, in effetti, piuttosto di battutine pungenti e commenti sarcastici. Quando ebbero finito il traghetto, Lily disse sollevata al moro alzandosi:-Grazie al cielo, non ne potevo più di stare vicino a questUna figura comparve sullao presuntuoso occhialuto ed egocentrico-
-Tu mi lusinghi, Evans- rispose James sarcastico, e poi disse quando c' erano tutti:-Perchè stanotte non dormite tutti a casa mia?Così ricambio il favore di ieri sera-
-Il "favore ricambiato" non è affatto un favore ricambiato, dato che ti sei fermato a dormire a casa degli zii di Alice perchè avevi vomitato per colpa mia. Quindi non mi sembra il caso- rispose Lily, che non aveva la minima voglia di dormire a casa di James. Ma gli altri sembravano molto entusiasti dell' idea di James, e anche lei fu costretta ad acconsentire.
Così presero due taxi (dato che non ci stavano tutti in uno solo" e dopo poco scesero da questi, ritrovandosi davanti a un immensa villa. Aveva pareti rosso scuro ed era davvero enorme. Il giardino era vasto, e lanterne blu lo illuminavano, donando alla quiete della sera un atmosfera romantica. Le luci della casa sembravano molto appariscenti. Lily non aveva mai visto una casa così grande, e rimase lì immobile per un secondo, frastornata. 
-Tu vivi qui?- riuscì solo a mormorare stupefatta a James, che rispose scrollando le spalle con disinvoltura:-Si, perchè?-
-Io..ecco..niente- rispose Lily riprendendo il controllo di sè e  entrò dal cancello cercando di ostentare disinvoltura. Carol, Emmeline, e Mary sembravano sorprese anche loro, mentre Marlene e Alice evidentemente dovevano esserci già state, dato che erano perfettamente tranquille. Ma la sorpresa di Lily, anche se in quel momento stava cercando di celarla, era la più grande. Quella casa era decisamente troppo grande per i suoi gusti e la faceva sentire a disagio. 
Non che la sua famiglia fosse povera: erano in condizioni economiche perfettamente normali, cosi' come le dimensioni  di casa sua: una casetta piccola ma graziosa, a due piani. Non che fosse piccolissima, anzi sia lei che Petunia avevano camere separate, ma,a confronto di quella di James, la sua piccola dimora non era niente.
Una figura comparve sulla soglia di casa. Era una donna.
Aveva dei lunghi capelli biondi color del grano, e dei belissimi occhi color nocciola, gli stessi di James. Doveva avere circa 45/50 anni. 
<< Ciao Mamma >> la saluto' distrattamente James. Dorea Potter sorrise  e saluto' vivacemente gli amici del figlio:-Ciao ragazzi!Come va?Non credo do conoscervi tutti...Alice, Marlene, Remus e Sirius li conosco...ma gli altri..sono la mamma di James, Dorea Potter-
-Io sono Emmeline, piacere- disse cortesemente la suddetta.
-Io Mary-
-E io Carol-
Lily stava per presentarsi, ma Dorea, dopo averla osservata attrntamente pochi minuti prima, le domando' con un aria interrogativa:-Tu se Lily Evans?-
-Si- rispose la ragazza frastornata. Come diavolo faceva la madre di James a sapere il suo nome?
Cavolo, non era possibile!Si erano appena conosciute!E se James avesse...ma perché avrebbe dovuto farlo?! 
Lily non ne comprendeva proprio il motivo. 
La verità era che, anche se Lily non lo sapeva ancora, era che la signora Potter si era dovuta sorbire per ben sette anni le chiacchiere di suo figlio a proposito della rossa. Beh, in realtà non proprio sei anni. Al primo anno a Hogwarts per James, questo parlava della rossa solo per dire come faceva una bambina così graziosa  a stare con un bambino così cupo e tetro come Severus Piton. Al secondo anno, stessa identica cosa, con la lieve differenza che una volta quando lei aveva chiesto come stesse quella bambina a James, che stava bevendo, per poco  non si ingoiò con l' acqua. Al terzo anno, ogni volta che si nominava Lily Evans il ragazzo trasaliva, e iniziava a cambiare subito argomento. Al quarto anno, James aveva iniziato a parlarle ogni tanto di Lily Evans che era brava in Pozioni, e si era lasciato sfuggire che aveva dei bei capelli. Al quinto anno, l' inizio era stato come il quarto anno, ma quando James era tornato per le vacanze estive, non aveva nominato una sola volta Lily, e quando lei gli aveva fatto una domanda su quella ormai ragazza, James l' aveva fulminata con lo sguardo e si era chiuso in camera sua sbattendo violentemente la porta. 
Al sesto anno, James aveva iniziato a parlare con assidua frequenza della Evans, e senza neanche rendersi conto, elogiandola. Dicendo che era simpatica, che aveva dei begli occhi, e che era molto intelligente, bella e un altro milione di aggettivi. 
Dorea Potter era ormai sicura che James fosse innamorata di Lily, anche perchè Sirius aveva passato quasi tutta l' estate precedente a prenderlo in giro. 
Dorea aveva riconosciuto immediatamente la ragazza. Capelli rossi, occhi verdi, pelle chiara, statura media: era senza dubbio lei.
-Beh..entrate!Ho preparato un dolce alle banane, cioccolato er panna!- disse raggiante Dorea, e tutti la seguirono in sala da pranzo.
La sala da pranzo era magnifica. C’ era un lungo tavolo al centro della stanza, con un lampadario di vetro sopra, e un po’ distante dal tavolo c’ erano delle poltroncine blu e un camino, e un mobile in cui sopra c’ erano tutte delle fotografie di famiglia. Tutti si sedettero a tavolo e dopo poco un dolce ripieno di cioccolato, banane e panna fece capolino al centro della tavola. Si servirono le porzioni e tutti iniziarono a mangiare con gusto.
Ma la persona a cui piacque di più fu proprio Lily, insieme a James. Lily
Sentì un piacere immenso scioglierle il palato, e un gusto piacevole
entrarle in bocca. Dio, quanto era buono quel dolce.
Così non poté trattenersi dal dire:-Signora Potter, complimenti, è
buonissimo!-
-Grazie mille, Lily!E’ anche il preferito di James!- disse Dorea con il solito entusiasmo che la caratterizzava. Lily arrossì, e per non dover rispondere ingoiò un boccone di dolce alla banana.
James intanto osservava Lily piuttosto stupito: si era aspettato un occhiata scettica da parte della rossa quando sua mamma aveva detto che quel dolce era il suo preferito, ma invece era arrossita.
Chissà perché poi…
La Signora Pottersalì al piano di sopra, e Mary domandò:-Perché non giochiamo ancora a carte come l’ altra volta?-
-E teniamo  le stesse coppie!Così ci mettiamo meno tempo!- aggiunse Sirius baldanzoso, cogliendo al volo l’ opportunità di fare giocare di nuovo James e Lily insieme.
Le coppie così rimasero come la volta precedente, con l’ unica eccezione che (a causa dell’ assenza di Peter e Frank, che erano entrambi in vacanze) Carol, Marlene, e Alice formarono un trio. Mary estrasse le carte di briscola dalla sua borsa e il gioco iniziò. Lily non poteva credere a quello che stava facendo. Stava rivivendo, era tutto un flashback. Che le faceva male come una freccia scagliata in pieno petto. Le si contorceva lo stomaco.
Dai, Lily, calmati, o penseranno tutti che sei una malata mentale.
-Potter, tocca a noi- disse con tono di sufficienza, e James, che non era ancora del tutto esperto di quel gioco, borbottò imbarazzato:-Oh, si giusto!Cosa giochiamo?-
-La mano la prende Carol, perciò gioca una carta che vale poco- rispose Lily evitando accuratamente di guardarlo.
 Così James buttò giù un tre che non valeva niente. Non faceva bene neanche a lui rivivere quei momenti. Lily, la vera Lily (non la ragazza di adesso che lo destava) gli mancava da impazzire. Come poteva essere stato così stupido da leggere il diario di Lily?
La fissò mentre questa giocava una carta. Quanto amava i suoi capelli, i suoi occhi, il suo viso, la sua pelle, il suo carattere … amava lei. Ma ora aveva davvero il terrore che fosse troppo tardi. Questa volta, probabilmente a causa della scarsa collaborazione e interesse di Lily, non vinsero lei e James. I vincitori furono, inaspettatamente, Emmeline e Sirius. In effetti, non era così inaspettato, dato che Emmeline era anche lei una figlia di babbani, ma Sirius non ci capiva proprio niente di briscola!
Beh …, riflettè James,… infatti ha giocato Emmeline quasi tutto il tempo mentre Sirius beveva della Coca Cola…
-James dammi una mano a lavare i piatti con cui avete mangiato il dolce- disse Dorea raccogliendo i piatti e portandoli nella cucina dietro di loro.
James sbuffò, non dando segno di alcun movimento.
E, senza nessun preavviso, Lily si alzò in piedi e disse frettolosa:-Vado io-. Tutti la fissarono stupefatti, in particolare James. Quest’ ultimo era rimasto a bocca aperta, perplesso.
Intanto Lily non perse tempo e si catapultò in cucina. Aveva proprio voglia di stare un po’ lontana da James e aveva colto al volo l’ occasione.
Del resto, non le dispiaceva dare una mano alla signora Potter. Lei non centrava assolutamente con il casino combinato da suo famiglia.
Non dovresti centrare nemmeno tu, non dovrebbe importare nemmeno a te …
E’ normale che mi importi, insomma, mi ha mentito … ribatté la parte razionale di Lily, ma la vocina continuò imperterrita: Sicura che sia solo per quella?Non è che a te importi proprio James stesso?
Non dire stupidaggini, Lils…
-Oh, ciao!Lily, giusto?Potresti chiamarmi mio figlio?- domandò sorridente la signora Potter, ma Lily rispose:-Non c’ è ne bisogno, posso darle una mano io … -
-E’ molto carino da parte tua, ma non posso permettere a un ospite di…- stava spiegando Dorea, ma Lily disse gentilmente:-Non si preoccupi, mi fa piacere aiutare …- .
E anche se quello non era l’ unico motivo, era vero. A Lily piaceva molto rendersi utile ed era contenta di dare una mano agli altri.
Così iniziarono a lavare i piatti, ovviamente con la magia. Facevano vuotare da solo il sapone e il detersivo sui piatti, poi una sciacquata, infine una bella asciugata …
-James mi ha detto che sei brava in Pozioni- disse Dorea per attaccare discorso. Lily la guardò sorpresa:-James le ha detto questo?-
-Si..ed è vero?- domandò Dorea,  e Lily disse arrossendo lievemente:-Si... è la mia materia preferita...-
-James invece la odia- sentenziò la signora Potter. Lily non disse nulla, continuando ad asciugare i piatti.
-Sei gentile a lavare i piatti, James è talmente pigro...-.
Ma perchè diavolo la signora Potter continuava a parlarle di James?!, pensò Lily scocciata, per poi dire:-Questa credenza è davvero bella-
-Oh, grazie. L' ha scelta Charlus, mio marito- disse allegramente Dorea.
Dorea stava cercando di capire cosa pensasse la ragazza del figlio. Ma finora non era riuscita ad ottenere molto, dato che la rossa non sembrava essere interessata a parlare di James.
-Questo è James?- domandò all' improvviso Lily indicando una  foto incorniciata appesa a una parete. C' era un piccolo bambino dall' aria vivace, gli occhiali e i capelli neri completamente scompigliati. Teneva in mano una macchinina giocattolo e sorrideva birbantello.
Dorea sorrise, ricordandosi di quando il figlio era bambino:-Si è lui, un bel bambino..- poi spostò lo sguardo sul James attuale, che lo vedeva attraverso la porta vetrata della cucina.
E aggiunse senza neanche accorgersene:-Alla fine è un bravo ragazzo, non è vero?-
Lily guardò James che sorrideva a una qualche battuta di Sirius, poi spostò lo sguardò sulla signora Potter, che la stava guardando a sua volta, e mormorò:-Si, lo è-.
Si rese conto di quanto era malinconica la sua voce solo dopo che aveva pronunciato una frase. Sperò davvero che la signora Potter non se ne fosse accorta, ma invano. Dorea aveva colto immediatamente il tono di voce di Lily, e stava per replicare qualcosa, ma non fece in tempo. La porta della cucina si aprì e James ne fece capolino dentro.
-Ho pensato di dover aiutare anch' io a lavare i piatti- disse James sorridendo. Dorea gli sorrise e esclamò allegramente, mentre Lily glio faceva il gesto di ucciderlo:-Bene, allora tu e Lily potete fare da soli!Allora io vado di sopra a letto...sono così stanca!-. E così, prima che Lily potesse replicare, Dorea uscì dalla stanza richiudendosi la porta di vetro alle spalle.
-Certamente, Potter, sei qui solo perchè il tuo buon cuore ti ha consigliato di lavare i piatti, giusto?- chiese Lily riprendendo a lavare i piatti. James si mise al suo fianco, e disse lavando i piatti anche lui:-Ovviamente-.
Lily sospirò:-Beh, a differenza tua, tua madre è simpatica-
-Io sono simpaticissimo, Evans...e comunque, mia madre non ha detto niente di imbarazzante, vero?-
Lily esitò, ma poi rispose:-No, non abbiamo parlato di te-. James sospirò sollevato. Non ci teneva a fare delle figure proprio ora che le cose con Lily non andavano proprio a gonfie vele.
-Oh, beh, abbiamo finito!- disse Lily con un po' troppo entusiasmo. James annuì, non troppo contento come la rossa. Quest' ultima uscì, seguita a ruota dal moro.
Quella sera chiacchierarono ancora un altro po' tutti insieme, e poi se ne andarono tutti a dormire.
Lily condivideva la stanza con Emmeline e con Carol. Si coricò sul letto e si addormentò quasi immediatamente...
Lily si trovava in alta montagna piena di neve, in piedi sul piccolo viottolo che cerchiava la montagna. Era l' alba, ed era stanca. Osservò i contorni delle piccole sfumature arancioni , rosa e azzurre del cielo...
Aveva freddo, e non aveva idea di dove si trovasse. All' improvviso, una voce la chiamò da dietro le spalle:-Lily-
Lily si girò di scatto, e si trovò di fronte James Potter. La sua espressione era seria e serena allo stesso tempo.
-James!Che ci fai qui?
- esclamò Lily sorpresa.
-Ti stavo cercando,.tu invece cosa ci fai qui?- rispose James  in un sussurro avvicinandosi a lei. Lily mormorò:-Non lo so, io...-
-Ti sei persa- concluse James avvicinandosi sempre di più a lei. Ora i loro visi distavano pochi centimentri.
-Si- sussurrò  la rossa con un filo  di voce.
-Lily- ripetè di nuovo James nello stesso tono di voce, e prima che Lily potesse replicare, lui la prese per un fianco e la baciò. Era un bacio appassionato, forte. Lily subito restò spiazzata, ma fu solo un secondo. Presto iniziò a baciarlo con altrettanta passione, infilando una mano nei suoi folti capelli neri...
Lily si svegliò di botto, tutta sudata. Era notte fonda e il silenzio regnava nella stanza. Il suo cuore batteva fortissimo. Si alzò e si affacciò a una finestra di fianco al letto. Con stupore, vide James seduto su una sedia bianca in giardino. Guardava il prato e sembrava pensieroso. Senza neanche pensarci, infilò le pantofole, una felpa, ed uscì dalla stanza, diretta al giardino di casa Potter.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 27:Paure, segreti e mangiamorte ***


James fissava il prato del giardino, assorto. Non riusciva a dormire e ed era venuto lì a rilassarsi e riflettere.
Riflettere su cosa, poi?, pensò James scioccato. Non riusciva ancora credere che proprio lui, James Potter, il grande giocatore di Quidditch e uno dei ragazzi più popolari di Hogwarts, fosse andato in giardino nel cuore della notte perriflettere. Da quanto era diventato così emotivo?
Da quando ti sei innamorato di Lily, credo..disse una vocina fastidiosa nella mente di James. Che stupide vocine nella testa. Stava diventando psicopatico?Probabile.
Ma era l’ unico che sentiva voci nella testa, diamine?
Un giorno avrebbe chiesto a Sirius se lui a volte sentiva delle vocine nella testa. Anzi, meglio di no, l’ avrebbe preso in giro a vita. Oppure avrebbe potuto dirlo a Remus … no, no di certo, l’ avrebbe sicuramente fatto ricoverare in una clinica psichiatrica. Dubitava che Peter avesse mai avuto vocine nella testa, ed era certo che l’ amico non si era mai posto domande del genere.
Devo imparare a scegliere gli amici con più attenzione … pensò James sarcastico. Ok, torniamo all’ argomento iniziale,  impose a se stesso: Lily.
Come diavolo avrebbe potuto farsi perdonare?
Non ne vedeva via d’ uscita. Forse avrebbe dovuto dimenticarla,  continuare la sua vita senza pensare più a lei, e lei avrebbe fatto altrettanto, sarebbe stato meglio per tutti e due …
Ma non è quello che vuoi,disse la vocina nella sua testa.
Stai zitta voce nella mia testa. Lily sta male per colpa mia, non voglio che soffra più   ribattè James, (nella mente ovviamente).
Sapeva di volere entrambe le cose. Voleva che Lily non stesse male, ma allo stesso tempo aveva un disperato desiderio di farsi perdonare …

Ma, come aveva soggiunto poco prima, questo era praticamente impossibile. Conosceva Lily Evans, e dopo anni di litigi e sfuriate non bastavano un paio di mesi di “riappacificamento”.

 Era riuscito ad ottenere la fiducia di Lily, dopo  anni di corteggiamento invano e dei soliti rifiuti, e l’ aveva persa di nuovo. E questo solo perché era il più completo idiota del mondo.
Congratulazioni James, ci sei riuscito, alla fine, di rovinare tutto.
Per favore vocina smettila subito,la implorò James, ma prima che la vocina potesse replicare, uno scalpiccio di passi assordanti gli fece voltare la testa di scatto. E, scandalizzato, si trovò di fronte Lily Evans.
-Lily, cavolo… - stava dicendo James scioccato, ma la rossa lo interrupe bruscamente, (sedendosi e rannicchiandosi su un’ altra sedia bianca di fronte a quella di James):-Taci. Per favore, taci-.
Ora che ci faceva caso, James notò che Lily non era esattamente tra le sue giornate più in forma. Era tutta sudata, il fiato ansimante, la faccia sconvolta, gli occhi spalancati, e righe di sudore le imperlavano la fronte.
-Stai bene?- domandò il moro stranito, e Lily replicò secca:-No-.
Poi la faccia di Lily, da sconvolta, diventò anche furiosa.
-Come osi?Come diavolo osi entrare nei miei sogni, Potter?- rimbeccò Lily, diventando leggermente rossa in viso. La voce era arrabbiata, come fosse stata colpa di James se lo aveva sognato. Quest’ ultimo domandò, non capendo:-Eh?-
-Lascia perdere, non importa. Ci sono cose più importanti di cui discutere- disse Lily gesticolando impaziente con la mano, ritornando solamente sconvolta. La ragazza respirò a fondo, cercando di riprendere fiato.
James chiese confuso:-Per esempio?-
-Per esempio, la bugia..quella del diario insomma, hai capito … è stata la più grande che hai detto?- disse Lily mettendosi una ciocca di capelli dietro l’ orecchio destro.
Ora James era ancora più confuso di prima. Per quale motivo gli stava facendo quella domanda?
Così glielo chiese, incerto:-Per quale motivo mi stai facendo questa domanda?-
-Tu rispondi e basta- replicò Lily sbrigativa. A James venne in mente Remus, i Malandrini, loro tutti che si trasformavano in Animagus una volta al mese per stare accanto a Remus durante le sue trasformazioni …
Poi guardò Lily. Non voleva mentirle, non più. Ma non poteva nemmeno dirle il suo segreto … , il loro segreto …
Così rispose semplicemente:-No-
-No cosa?- chiese Lily, e solo un secondo dopo rimpianse di quella domanda da ritardata.
-No, non è  la bugia più grande che ho detto. Diciamo la seconda- rispose James sincero. Lily lo scrutò, chiudendo gli occhi a due fessure, poi li riaprì e domandò cercando di sembrare tranquilla (impresa che non riuscì neanche un po’:-E qual’ è la prima?-
A James dispiacque moltissimo di non poter dire la verità, avrebbe tanto voluto farlo, ma sapeva che i Malandrini non glielo avrebbero perdonato.
Così, con una morsa che gli stringeva lo stomaco, disse lentamente:-Io … non posso dirtelo. Mi dispiace … -
Lily prese un respiro profondo, e mormorò:-Ho capito-.
La sua faccia mostrava una profonda delusione. Si alzò, e stava per andarsene quando James le prese delicatamente un braccio e la implorò:-Non andartene. Io … vorrei davvero dirtelo, ma non posso. Questa bugia … non riguarda solo me, io … per favore … -
E, con una sorpresa enorme, vide Lily risedersi sulla propria sedia. La rossa esitò un momento prima di parlare, poi affermò:-Se non  riguarda solo te, allora è bene che tu non la dica. Non si tradiscono mai le persone che contano su di noi-. James le sorrise, ma Lily distolse lo sguardo e disse guardando verso un albero alla sua destra:-Sai, stanotte ho fatto un sogno-
-Cosa hai sognato?- domandò James, curioso. Lily sussurrò, sempre senza guardarlo:-Ero su una montagna, mi ero persa. C’ era tanta neve, ed era l’ alba. Avevo freddo ed ero stanca morta. Poi all’ improvviso sei arrivato tu, hai detto il mio nome e … - si interruppe, non riuscendo a continuare.
-E?- mormorò James interessato e preoccupato allo stesso tempo che quel sogno fosse in realtà un incubo, dato che c’ era lui.
-E’ stato un sogno strano … non brutto, no … - poi si voltò verso di lui, e domandò  cambiando argomento:-C’ è ancora un po’ di quel dolce alle banane che ha fatto tua madre?-
James rimase spiazzato dalla domanda così improvvisa, sopra tutto perché la rossa stava dicendo che quello non era stato un brutto sogno …
Ma, dato che Lily ora sembrava piuttosto calma e che stava riuscendo ad avere una conversazione civile con lei, decise di acconsentire alla sua richiesta:-Credo di si, vado a vedere … torno tra un minuto-
-Ok- rispose Lily con voce piatta. Dopo poco vide James entrare in casa e si chiese cosa ci stava facendo lì, perché diavolo era andata lì, perché si era messa a parlare con James di cose che normalmente non avrebbe mai detto?
Stupido sogno.
Come se non ti fosse piaciuto, Lils…disse la solita vocina irritante nella testa della rossa, che ribatté nel pensiero:Stai zitta o ti fucilo con un mitra super…
Ma non riuscì a finire la frase perché James comparve fuori dalla porta con in mano due scodelle con dentro quel dolce magnifico con banane, cioccolato e panna (e naturalmente un cucchiaino dentro ciascuna) .
La porse a Lily, che con un sorriso appena accennato mormorò:-Grazie-. Prese la ciotola che James le porgeva e iniziò a mangiare lentamente il dolce, mentre James si risedeva sulla propria sedia e incominciava a mangiare il dolce anche lui.
-Non credi che sia … ecco … il fatto che io sia qui…-
-Strano?- disse James pensando la stessa cosa. Lily annuì, e poi sussurrò:-Io..nemmeno io so perché..James posso farti una domanda?-
-Certo- rispose  James a voce bassa, e Lily farfugliò:-Ecco... tu, insomma … Potter  tu … mi…-. Si bloccò.
James, involontariamente, posò la propria mano su quella di Lily, e mormorò:-Io..ti cosa?-
Lily ritrasse la mano guardando il prato. James si scostò un po’ indietro, come se quel gesto di allontanamento da parte della rossa gli avesse dato una scossa elettrica, tuttavia non si lasciò scoraggiare.
-Lily  guardami … - sussurrò il moro. Spinse  con la mano il mento di Lily
esattamente all’ altezza del suo. Si fissarono per un momento
interminabile, poi Lily si alzò e disse:-Io, ho finito il dolce … grazie ancora
… ritorno a letto, buonanotte-
-Buonanotte- rispose James un po’ deluso. Lily si voltò e iniziò a camminare verso l’ enorme villa, ma dopo i primi quattro passi si fermò.
- Potter - disse voltandosi verso di lui, questa volta con una voce brusca e secca. Lui si girò verso di lei, e domandò:-Si?-
-Dimentica questa notte, ok?Fa..che non sia successo niente. Domani mattina sarò scontrosa come sempre, d’ accordo?-
-Ovviamente- rispose James facendo un piccolo sorriso. Ma non era un sorriso felice. Lily lo fissò un secondo immobile, con aria impassibile, e poi finalmente se ne ritornò nella casa.
Dopo poco anche James ritornò in casa, nella propria stanza. Ma nessuno dei due si addormentò subito: entrambe le loro menti erano piene di pensieri, dubbi e riflessioni.
Il mattino dopo, alle dieci, James si svegliò molto dolcemente. Questo “dolcemente” era sarcastico naturalmente. Un cuscino gli finì dritto in faccia violentemente. Lui aprì gli occhi assonnato, ma allo stesso tempo arrabbiato, si scostò il cuscino dalla faccia e vide Remus, che, in piedi di fronte al suo letto, aveva un aria compiaciuta.
-Remus, lasciami dormire in pace- bofonchiò James, ma Remus scosse la testa:-Non se ne parla, ti ho già lasciato dormire troppo. Sono già le dieci, pigrone!-
-Questo non è giusto!Perchè non hai svegliato anche Sirius?-
-James sei troppo idiota!Guarda il letto di fianco al tuo- disse Remus esasperato alzando gli occhi al cielo. James voltò il capo alla sua destra e vide che effettivamente il letto di fianco a lui (in cui dormiva Sirius) , anche se non fatto, era vuoto.
-Dov’ è Sirius?- domandò il James confuso, e Remus sorrise ancora più compiaciuto di prima:-Ho cercato di svegliarlo con le buone, come con te… ma dato che non si alzava … ora Sirius si sta cambiando perché il suo pigiama è tutto bagnato, dopo che gli ho versato un secchio d’ acqua gelata addosso-
James sgranò gli occhi, e poi spaventato si alzò immediatamente.
-Bravo bambino- replicò Remus ridendo, e James gli lanciò un occhiata di fuoco:-Remus … io … ti … odio!-
-Lo prendo per un complimento!- esclamò Remus facendo il suo letto. In quell’ istante Sirius  uscì dal bagno che era collegato alla camera e guardò Remus come se fosse uno schifoso parassita.
-Tu la pagherai!- disse Felpato con furore, al che Remus scrollò le spalle:-Sai che paura!-
-Ora che ci penso, Rem, ti stimo!- disse James vedendo il volto furente del suo migliore amico. Sirius replicò:-Bene, in questo caso, ucciderò tutti e due-
-E come pensi di poterti mettere contro un Lupo Mannaro?- ghignò Remus, e Sirius ribattè convinto:-Pff, i Lupi Mannari saranno anche forti, ma non sono niente in confronto a degli enormi cani neri-
-Io sono un cervo e ho delle corne enormi!Corna, chiaro?Posso staccare la testa a tutti e due!- esclamò James con aria saccente, e Sirius replicò:-Dimentichi, Ramoso, che i cacciatori  babbani per sparare ai cervi o comunque prenderli ci vanno con dei cani da caccia, perché fanno paura ai cervi-
-Che cavolata!E secondo te io ci credo?- stava ribattendo James, ma Remus lo interruppe:-Sirius, James, fate i vostri letti-
-E per quale motivo dovremmo farlo?- dissero all’ unisono James e Sirius, e Remus rispose:-Perché altrimenti lo dirò a tua madre, James-
Sia Sirius che James si fissarono un secondo, e poi entrambi si avventarono su Remus. E così fu una vera propria lotta.  Con pugni, schiaffi, calci, graffi e sopra tutto risate.
Poi tutti e tre dissero contemporaneamente:-Mi arrendo!-. E scoppiarono tutti a ridere. Ma Sirius era astuto, e anche se aveva detto che si era arreso, si scagliò nuovamente su entrambi che risposero all’ attacco. E in quel momento, al culmine della lotta, Emmeline entrò nella stanza sconvolta:-Ma siete scemi?!
Tutti e tre la fissarono imbarazzati, rialzandosi. Poi Emmeline scoppiò a ridere e disse:-Siete proprio dei bambini, anche tu Remus, da te non me lo aspettavo,  ahaaahahaah-
-Non è colpa mia, sono questi qua che si sono buttati (letteralmente) su di me!-
-Remus mi ha versato un secchio d’ acqua fredda addosso per svegliarsi!-
-E io sono bello!- intervenne James, e gli altri tre si misero a ridere. Poi Emmeline disse:-Comunque, sono venuta a chiamarvi perché è pronta la colazione-.
Così tutti e tre scesero per la colazione. C’ erano ancora solo tre posti liberi. Beh, in realtà solo un secondo prima ce n’ erano quattro, ma Emmeline era stata la più veloce e si era già seduta alla destra di Lily. Remus si sedette nel posto accanto a Carol. Così ora rimanevano solo due posti. Uno era alla destra di Emmeline, e uno alla sinistra di Lily. Così, Sirius, cogliendo al volo l’ occasione di far stare seduti vicino Lily e James (e anche per un altro motivo impulsivo che però non riusciva a comprendere) a colazione  si sedette di fianco a Emmeline.
Quindi, di conseguenza, James si sedette accanto a Lily, la quale stava mescolando con un cucchiaino lo zucchero nel caffè , e fissava la propria tazza. James prese una brioche dal tavolo (imbandito di dolci e focacce).
Lily  non guardarlo, non guardarlo …ordinò la rossa a se stessa non guardandolo. Mise un po’ di latte nella tazza del caffè, e in quel momento James le chiese:-Ti piace il caffè con il latte?-
-Si, Potter- rispose Lily cercando di essere acida, e questa volta ce la fece.
Ma James continuò:-A me invece non piace. E’ da quando l’ ho assaggiato la prima volta che lo odio-
-Strano, di solito piace a quasi tutti gli inglesi- osservò Lily, e James replicò:-Oh, beh, lo sanno tutti che io sono unico-
-Unicamente idiota?Si, sono pienamente d’ accordo-
-Divertente-
-Si, lo so che sono simpatica, Potter. Grazie mille- ribattè Lily, con la solita risposta pronta.
-Prego … tra parentesi, hai davvero intenzione di bere quel coso?- domandò James piuttosto schifato. Lily gli lanciò un occhiataccia e disse, dopo averne bevuto un sorso:-Si, e a dire la verità è davvero buono-
-Contenta tu…- bofonchiò James.
-Lily hai finito di mangiare?-
-Si, ho appena finito, perché?- domandò Lily curiosa rimettendo sul tavolo la tazza ormai vuota.
-Perché adesso io e te andiamo a correre- disse Carol come se niente fosse, e Lily strabuzzò gli occhi:-COSA?!-
-Lils, non fare la piantagrane che fare esercizio fisico fa solo bene … e poi staremo all’ aria aperta!Non è fantastico?- esclamò Carol entusiasta, e Lily disse sarcastica:-Yuppi-
Carol, ignorando lo scarso entusiasmo dell’ amica, domandò agli altri:-Vuole venire anche qualcuno di voi?-
-Io mi dissocio, grazie- disse Emmeline non avendo nessuna voglia di andare a correre, e Sirius annuì:-Neanch’ io, credo che me ne starò qua a dare una partita a scacchi con Emmeline-. Poi guardando meglio Emmeline, si corresse:-Anzi forse è meglio se giochiamo a Spara Schiocco-
-Come vuoi- rispose Emmeline mordicchiando un pezzo di focaccia.
-Io vengo volentieri a correre- rispose Remus, alzandosi.
Ti prego fa che non venga James, ti prego, ti prego…implorò Lily al destino, ma in quell’ esatto momento James si alzò e disse sorridendo:-Vengo anch’ io, dopo tutto ci si deve tenere in forma-
Lily alzò un sopracciglio. Si figuriamoci se James veniva per quel motivo … e aveva ragione. James infatti aveva accettato di andare a correre solo perché c’ era anche lei.
 
-Marlene … tu non vieni?- domandò Lily speranzosa (sapendo quanto era sportiva Marlene) ma Marlene scoccò un occhiata schifata a James, e poi rispose secca all’ amica:-No-.
Lily le lanciò un occhiataccia, ma quella la ignorò e iniziò a leggere la gazzetta del profeta.
-D’ accordo, allora … andiamo- cedette Lily, e lei, Remus, Carol e James uscirono dalla porta di casa.
-Allora, spara schiocco?- domandò Emmeline sedendosi sul divano, al che Sirius si sedette di fronte e lei e disse:-Perché no?Qualcuno di voi vuole giocare?-
Marlene declinò l’ offerta, dicendo che doveva andare a visitare un museo e Alice e Mary andarono a fare shopping.
-Sicura che non vuoi venire, Em?- le domandò Alice, ma Emmeline rispose:-Adesso non ho voglia, grazie. Magari più tardi-.
Così Emmeline e Sirius rimasero in casa a fare una partita a spara schiocco.
-Tanto lo sai anche tu che vincerò io…- disse Emmeline, al che Sirius ribattè:-Che ne sai?Lo vedremo!-
Intanto, in un parco di Londra…
-E così siamo scivolate entrambe per terra!Ahahaa- disse Carol a Remus, che scoppiò a ridere anche lui.
Remus adorava la risata di Carol. La conosceva da pochi giorni, ma quella risata era così … perfetta. Cristallina, chiara e sincera. Stupenda.
 Remus non si era mai sentito così con una ragazza. Remus osservò i capelli biondi di Carol illuminarsi al sole come del grano e gli occhi azzurri vivamenti accesi  e divertiti dalla conversazione.  Con Carol era stato davvero strano… anche quando l’ aveva vista la prima volta, aveva sentito qualcosa di strano nello stomaco..
Quando i suoi occhi avevano incontrato per la prima volta quelli di Carol, lui aveva capito che quella ragazza era speciale.
Anche Carol si sentiva strana. Prima era sicura che le piacesse Andrew, ma ora…
Remus era così…fantastico. Dolce. Simpatico. Timido. Perfetto.
Era bellissimo parlare con lui, ma sapeva che presto sarebbe tornato a Hogwarts…
Perciò era meglio continuare a chiacchierare per non perdersi neanche un istante del loro tempo a disposizione.
Lily intanto continuava a correre guardando di fronte a sé. Era contenta per Carol, a cui sembrava piacere Remus, ma non era felice di trovarsi di fianco James Potter.
 -Sbaglio o sei stanca?- domandò James sfacciatamente guardando Lily, che in effetti era tutta sudata e ansimava.
-Certo… che... no… Potter. E fatti gli affari tuoi- replicò Lily brusca,
- Scusa- disse James, anche lui un po’ ansimante, ma meno di Lily. La rossa ribattè:-Scusavo anche prima-. E all’ improvviso iniziò a correre molto più velocemente, per liberarsi di James, che però incominciò anche lui a correre ancora più veloce. Ma Lily non vide un sasso e inciampò con il piede sinistro, cadendo a terra.  James si fermò di scatto, e domandò chinandosi verso il basso, vicino alla rossa:-Stai bene?Ti sei fatta male?-
Lily si tolse la scarpa sinistra di ginnastica, e poi il calzino, e vide che dal piede c’ era un taglio da cui colava una riga di sangue. James disse subito, preoccupatissimo:-Dai vieni, ti porto da un medico … -
Lily lo squadrò come se fosse impazzito:-Stai scherzando?!E’ solo un taglietto!-
-Non lo trovo così piccolo…- disse James guardando male la riga di sangue. 
E Lily si accorse che lo sguardo di James sul sangue non era rancoroso, o schifato, ma era terrorizzato e nauseato all’ insieme.
-Tu …  tu hai paura del sangue?- domandò Lily incredula, e James rispose cercando di sembrare disinvolto e passandosi una mano tra i capelli, ma non guardando la ferita di Lily:-Io?Paura di…?Ovviamente no…-
-Si invece!Ho trovato una cosa che ti fa paura!- esclamò Lily soddisfatta, e James replicò:-Tu..non..-, ma vedendo l’ espressione scettica di Lily, aggiunse sbottando:-Ok, è vero!Ho paura del sangue!Contenta?-
-Molto- rispose la rossa sicura di sé, ma poi disse osservando meglio il taglio di proporzione media da cui colava del sangue:-Hai un fazzoletto?-
-Perché?-
-Così magari fermo l’ emorragia …- rispose Lily, mentre James gli passava un fazzoletto. Lily aprì la sua borsa a tracolla e ne estrasse una bottiglietta d’ acqua. Svitò il tappo della bottiglietta e bagno il fazzoletto con un po’ di acqua. Poi rimise la bottiglietta al suo posto, e premette bene il fazzoletto sulla ferita.
James gemette, vedendo il fazzoletto sporcarsi di sangue.

-Su, non fare il bambino..è solo un po’ di sangue … - rimbeccò Lily, e poi disse autoritaria, vedendo che James continuava a fissare il fazzoletto che diventava sempre più sporco di sangue:-Potter, ti ordino di non guardare la mia ferita. Guarda qualcos’ altro. I fiori, la natura … ma smettila di fissare il mio piede!-
James così si ritrovò a fissare un albero, e si accorse che era di gigli.
-Sono gigli …il tuo nome non significa giglio..?- mormorò James cercando di pensare ad altro. Lily sgranò gli occhi, e domandò acida:-E tu come diavolo lo sai?-
-Oh, beh…- stava dicendo James imbarazzato, ma in quel momento Remus e Carol, che erano rimasti indietro, li raggiunsero.
-Lily…ti sei fatta male?- domandarono all’ unisono Carol e Remus, per poi guardarsi nello stesso istante e arrossire imbarazzati.
-No…sono solo inciampata- ma vedendo le espressioni preoccupate di Carol e Remus, aggiunse:-Sul serio, sto bene. Solo … non credo di farcela ancora a correre, ora. So che non possiamo smaterializzarci in centro a Londra per via dei babbani, ma non possiamo prendere un taxi?-
Carol, Remus e James acconsentirono.
Intanto, fuori da una caffetteria a Londra…
Marlene non poteva crederci. Era completamente scioccata. Cosa diavolo stava facendo?
Torna indietro Lene, che è meglio …la rimproverò quella che a Marlene sembrò la sua coscienza. Per un attimo, pensò di ascoltarla, pensò di ritornare a casa degli zii di Alice, o a casa di James, a seconda di dov’ erano i suoi amici.
Ma poi prese un bel respiro profondo, si fece coraggio ed entrò nel locale.
In quello stesso momento, a casa di James …
-Ah!Ti ho stracciato!- esultò Sirius mettendo i pugni in aria e sorridendo trionfante. Emmeline lo guardò scocciata:-Rivincita-
-Per umiliarti di nuovo … dovresti sapere che sono una brava persona- replicò Sirius sorridendo, e Emmeline replicò:-No, in realtà non lo sapevo … da quando ti sei ravveduto?-
-E poi sarei quello che non sa perdere … - bofonchiò Sirius scoccando un occhiata a Emmeline, che ribatté:-Io so perdere … ma voglio la rivincita-
-Ti ho detto di no … anche perché la volta scorsa che abbiamo fatto una partita in qualcosa ho dovuto indossare un vestito viola … -
-Questa volta però non abbiamo fatto nessuna scommessa … non devo mica indossare vestiti da uomo o roba del genere … te lo puoi scordare- sbottò Emmeline, e Sirius spiegò:-Non intendevo niente del genere. Intendevo, che credo di meritarmi almeno un premio-.
Sirius incrociò le braccia al petto, cocciuto. Finalmente Emmeline sorrise, e disse estraendo dalla borsa un pacchetto di Gelatine Tuttigusti+1 :-Questo va bene come premio?-
-Che figata- disse Sirius contento aprendo il sacchetto di gelatine e guardandole poi dubbioso, e domandò a Emmeline:-Secondo te quale devo prendere?-
-Prova con una verde- suggerì Emmeline dicendone una a caso. Sirius se ne infilò una verde in bocca. Con sollievo, scoprì che era alla menta. Così tutti e due si rimpinzarono di gelatine trovandone dei più svariati gusti. Fino a quando Mary e Alice entrarono in casa.
-Novità?- domandò Emmeline mangiando una gelatina al limone, e Alice rispose:-Si!Ho preso un paio di scarpe bellissime … -
-Me le fai provare?- domandò Emmeline alzandosi.
-Perché?- domandò Alice titubante, e Emmeline rispose:-Per vedere se portiamo lo stesso numero più o meno. Così poi possiamo scambiarcele-
-D’ accordo, ma vedi di non romperle…-  l’ ammonì Alice, e Emmeline disse ridendo e infilandosi un paio di scarpe bianche con le zeppe alte.
-Sono bellissime, me le presti ogni tanto?- domandò Emmeline osservando i suoi piedi e vedendo come calzavano a perfezione con le scarpe, e Alice rispose ridacchiando:-Certo … -
-Io invece ho comprato un libro bellissimo!Orgoglio e pregiudizio!Ho letto le prime pagine mentre raggiungevamo il taxi … -
-Già, non ha fatto che leggere quel libro mentre camminavamo … una macchina la stava quasi per investire!- sbottò Alice irritata, mentre Mary, Emmeline e Sirius ridevano.
In quel momento, James, Lily, Remus e Carol entrarono nella stanza. Vedendo che Lily non aveva una scarpa,  Alice domando preoccupata:-Cosa ti sei fatta?-
-Stavo correndo e … sono inciampata in un sasso. Niente di grave, ma un taglio c’ è e mi faceva male indossare una scarpa. Abbiamo preso un taxi per tornare.
Guardando meglio gli altri si accorsero del taglio su piede di Lily.
-Ma come diavolo hai fatto a camminare nel viottolo che si dirige verso la porta di casa di James?- domandò Sirius, e quà Lily disse bruscamente e seccata:-Mi ha aiutato Potter … -
-Prego, Evans- rispose James alzando gli occhi al cielo. Poi però la porta d’ ingresso si aprì di nuovo e Marlene comparì sulla soglia.
-Lily cosa ti sei fatta?- domandò preoccupata, e James stava rispondendo:-E’ inciampat … -
-Non l’ ho chiesto a te- sibilò Marlene al moro, e poi domandò preoccupata a Lily:-Allora…cosa è successo?-
Lily le spiegò stancamente di nuovo la storia, così Marlene si calmò. Poi Alice domandò sedendosi sul divano:-Allora..Lene di sei divertita?-
-Mmh?- domandò Marlene confusa, e Alice rispose:-Al museo-
-Oh si è stato parecchio interessante!- esclamò Marlene, e Mary disse:-Non sapevo che ti interessasse la storia…-
-Invece si … la trovo molto affascinante- poi aggiunse, per cambiare argomento:-Em, mi passi la Gazzetta del Profeta?-
-Certo- rispose Emmeline, e dopo che gliela ebbe passata e Marlene ebbe ringraziato, Marlene iniziò a leggere a occhi sgranati, per poi mormorare:-Non è possibile-
-Cosa non è possibile?- fece Lily preoccupata, e Marlene lesse ad alta voce:-Sono tre, i babbani morti solo negli ultimi due giorni. Due a Bristol, e uno a York. Continue sparizioni e morti spaventose. Il ministero sospetta di Colui-Che- Non- Deve-Essere- Nominato.. e poi bla bla… tutte roba simili- concluse Marlene ancora sconvolta. Tutti stettero in silenzio per cinque minuti, fino a quando tutti non dissero all’ unisono:-Che bastardo-
-Giuro che se succede qualcosa alla mia famiglia … io … - stava dicendo Lily con foga, ma James la interruppe:-Non accadrà-. Lily lo fissò un secondo per poi voltarsi, e con sconcerto vide Sirius che fissava il pavimento immobile, impietrito.
-Sir?- domandò la rossa, e Sirius rispose:-Mio fratello… lui è uno di loro…un mangiamorte-
-Mi dispiace davvero, Sirius- replicò Lily. Anche Emmeline si avvicinò all’ altro lato di Sirius e gli strinse la mano.
-Dai, Sirius, guarda, ci siamo noi, tutti i tuoi amici, e ti vogliamo tutti molto bene. Insomma, è vero, forse un tuo fratello è un mangiamorte,ma ne hai un altro. Che ora è qui per te- sussurrò James.
Sirius sorrise e alzandosi si abbracciarono, e poi, a un certo punto, Mary esclamò:-Ma ora basta tristezza!-.
Azionò un giradischi e una musica molto movimentata. Così si misero tutti a ballare , scatenandosi e dimenticando le proprie preoccupazioni. Fino a quando, a metà serata, nel caos, Sirius domandò a Lily:-Puoi venire un secondo di là?-

-Certo- rispose Lily ed entrambi andarono in una stanza degli ospiti. Lì Sirius mormorò:-Volevo parlarti … perché tu sei l’ unica che può capirmi … cosa hai provato quando hai capito che Piton sarebbe diventato mangiamorte?-
-Non credo, lo sia già- rispose Lily seccamente non guardando Sirius, che però ribattè:-Io non volevo dire questo…ma sappiamo entrambi che se non lo è ora…-
-Lo diventerà, si- replicò Lily con una punta di amarezza nella voce. Non aveva mai parlato con nessuno di Severus, mai, e mai si era sentita pronta di farlo, tantomeno in quel momento e proprio con Sirius Black. Ma sapeva che lui ne aveva bisogno, così disse lentamente, e con gli occhi un po’ lucidi:-Io ho provato… e provo… delusione. Una delusione così profonda  che mi lacera l’ anima. Per questo io non ne parlo mai… perché non ce la faccio. Fa ancora troppo male … io … per favore non dire questa cosa a James-
Sirius l’ abbraccio e le assicurò:-Tranquilla, ho la bocca sigillata-.
Così tornarono di sotto, e, tornando appunto anche nella mischia, ritrovarono il buon umore.


Poi a un certo punto un uomo alto, dai capelli neri e dai fantastici occhi blu (non azzurri, proprio blu!) entrò nella stanza.
-Ciao papà- esclamò James sorpreso, aggiungendo poi:-Non avevi un turno dell’ ordine?-
-No… per fortuna mi rimpiazza un mio collega, sono stanco morto. Ciao ragazzi!- disse Charlus Potter, sorridendo. Non aveva l’ entusiasmo tipico della moglie, e nemmeno il carisma, ma aveva una faccia da brav’ uomo come se ne vedono pochi in giro, e  un sorriso gioviale.
Chiacchierò un po’ con i ragazzi e poi salì al piano di sopra, dalla moglie.
-E ora un bel bicchiere di Whisky  Incendiario!- esclamò Sirius servendo un bicchiere a tutti, ma proprio in quel momento, Dorea Potter scese dalle scale:-SIRIUS!COSA DIAVOLO STAI FACENDO?!-
-Ehm … niente, signora Potter!- esclamò Sirius mettendo via i bicchieri in fretta, mentre tutti scoppiavano a ridere.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Capitolo 28:Spiegazioni, chiarimenti e questioni d' istinto ***


-E questa cos’ è?- domandò James incredulo guardando il piatto con una fetta di torta di cioccolato che gli stava porgendo Lily. La rossa sbuffò:-Sinceramente, cosa ti sembra Potter?-
-Una fetta di torta- disse James guardando di nuovo la fetta di torta.
-Esattamente-
-E perché tu stai dando una fetta di torta a me?- domandò James non capendo, e Lily sbottò posando il piatto con una fetta di torta sul tavolo (precisamente sotto al naso di James):-Perché stamattina mi sono svegliata alle otto e mezza, cioè due ore fa, e ho deciso di preparare una torta. E tu sei il primo che è sceso per la colazione, escludendo Carol che non l’ ho nemmeno vista, deve essersi svegliata prima di me… perciò…-
-Perché ho il  terribile sospetto che  quella torta sia avvelenata?-
-Perché sei un malfidente, Potter. Ecco perché-
-Calcolando che l’ ultima volta che mi hai dato da mangiare qualcosa sono dovuto andare in bagno a vomitare…-
-Ok, ok- disse Lily frettolosamente, per poi aggiungere:-Ho capito che non si scherza con il cibo. Senti, fa come ti pare… ma giuro su Merlino che questa è solo una normalissima torta al cioccolato- e dicendo questo bevve poi un bicchiere di succo d’ arancia.
-D’ accordo- rispose James e cautamente infilò un pezzetino della fetta di torta in bocca.
-Ma è buonissima!- esclamò il moro un attimo dopo. Lily sorrise compiaciuta e disse:-Vedi che non  era avvelenata?-
-Si, avevi ragione, è deliziosa-
-Grazie-.
 Poi anche Lily prese una fetta di torta e insieme iniziarono a mangiarla.
Intanto, nella camera delle ragazze…
-Emmeline svegliati!Dobbiamo sbrigarci-
-Ancora dieci minuti, mamma- bofonchiò Emmeline ad occhi chiusi rigirandosi nel suo letto, ma delle mani forti la scossero per le spalle e  una voce le disse all’ orecchio:-Non sono tua madre, sono Sirius.  Devi sbrigarti. Avete cambiato la data, ricordi…domani sera partite … perciò  ci vuole un nuovo piano-
-Lasciami dormire, Sir. Prometto che ti darò tutte le mie gelatine TuttiGusti+1 se te ne vai- rispose Emmeline infilando la testa sotto al cuscino.
-Proposta allettante, ma ti devi alzare, è importante. Ehi, ho fatto la rima!- esclamò Sirius compiaciuto di sé stesso, e Emmeline sbottò da sotto il cuscino:-Buon per te, ora levati dai piedi-
Sirius, capendo che era l’ unico modo per farla alzare le tirò via tutte le coperte di dosso e le strappò via il cuscino buttandolo ai piedi del letto.
-Ehi!- sibilò Emmeline contrariata, ma sempre a bassa voce per non svegliare le amiche.
E prima che potesse replicare, Sirius la prese per le gambe e le prese letteralmente in braccio.
-E’ già la seconda volta in pochi giorni che mi prendi in braccio senza permesso-
-Tu non mi lasci altra scelta- rispose Sirius sorridendo e poi chiuse la porta della stanza delle ragazze dietro di sé.
Poi lasciò andare Emmeline, che lo fulminò con lo sguardo.
-Ti odio ufficialmente Sirius Black-
-Ma se mi adori!-
-Ora stai esagerando… e comunque ho fame. Pr.ima di architettare qualsiasi cosa tu abbia in mente, riempiamo lo stomaco- bofonchiò Emmeline stropicciandosi gli occhi.
Così scesero le scale e trovarono seduti a tavolo James che continuava a rubare dei pezzi di torta  di Lily con la propria forchetta.
-Smettila!E’ poi questa cosa non ha nessuno scopo, dato che tu hai già una fetta di torta!- esclamò Lily irritata, e James replicò:-Si , ma così è più divertente!-
-Ti ordino di piantarla subito, Potter-
-D’ accordo…-.
Ma propprio mentre James aveva finito di rubare la torta a Lily, Emmeline piombò di fianco alla rossa, prese una forchetta e inforcò un pezzo della fetta di torta.
-Emmeline!- esclamò Lily sbalordita. Emmeline scrollò le spalle:-Ho fame, Lils. A proposito, non è che c’ è dell’ altra torta?-
-In cucina- bofonchiò Lily mentre Emmeline si dirigeva in cucina a velocità della luce. Finalmente poteva mangiarsi la sua torta in pace.
Lily esultò mentalmente ringraziando il cielo per poter finalmente mangiare in pace quel poco che restava della sua fetta di torta. Purtroppo, Sirius, che era agile e svelto, colse al volo l’ occasione di infastidirla, prendendo l’ ultimo pezzo della fetta di torta di Lily e infilandosela in bocca.
-Sirius!- esclamò Lily disperata e soprattutto affamata. Sirius scrollò le spalle sorridendo, e anche James tratteneva a stento le risate.
-Non c’ è problema- replicò poi la rossa. Estrasse la bacchetta dalla tasca dei jeans e con un gesto pigro della bacchetta, formulò l’ incantesimo:-Accio torta!-
Il piatto con la torta che si trovava in cucina si catapultò veloce come il vento in sala da pranzo, per poi atterrare delicato esattamente di fronte a Lily.
-Perfetto!Adoro avere diciassette anni!- esclamò Lily compiaciuta di sé stessa, tagliando una fetta di torta e mettendola nel proprio piatto.
In quel preciso momento Emmeline Vance uscì dalla cucina per dirigersi come una furia vicino a Lily. Sembrava piuttosto arrabbiata.
-Lily, mi puoi spiegare perché diavolo l’ hai fatto?Stavo per tagliarmi  una bella fetta di torta quando ho sentito la tua voce che urlava “Accio Torta!” e la torta è voltata via!Proprio mentre la stato per mangiare, capisci?Stavo per mangiarla!-.
-Non è colpa mia se ti sei dimenticata di essere una strega maggiorenne. E, tra l’ altro, così imparare a rubare la torta altrui- rispose Lily sorridendo, e cercando anche lei di non ridere.
-Sbaglio o mi stai sfottendo?- insinuò Emmeline.
Lily sgranò gli occhi, facendo finta di essere incredula:-Io?Ma figuriamoci…-
-Ah, è così?Hai voglia di prendermi in giro?Questa me la paghi- esclamò Emmeline scoppiando a ridere, così prese la fetta di torta che Lily aveva appena messo nel proprio piatto e la spiaccicò sulla faccia della rossa.
-Vuoi la guerra, eh?E la guerra avrai!- esclamò Lily fingendosi indignata, ma stava ridendo anche lei. Si alzò, prese un pezzo di quella torta che aveva preparato con tanta cura quella mattina e la spalmò anche lei sulla faccia di Emmeline.
Intanto, Sirius e James le guardavano terrorizzati.
Poi Sirius sussurrò nell’ orecchio a James, con quel fare complice che per anni erano stati abituati ad utilizzare, essendo sempre e per sempre compagni di scherzi, avventure e disavventure:-Filiamocela, Ramoso-
-Sono perfettamente d’ accordo con te, Felpato. Al via- mormorò James, mentre le altre due continuavano a lanciarsi pezzi di torta in faccia (ma anche sui vestiti, sui capelli e sulle braccia).
-Tre- mormorò Sirius.
-Due- disse James mentre entrambi facevano un passo indietro.
-Uno…- stava finalmente dicendo Sirius, ma in quel momento Emmeline si voltò verso di loro con un espressione diabolica dipinta in viso:-James, Sirius…avete fame anche voi?-
-Già…vi va di assaggiare un po’ di torta?- aggiunse Lily malefica. James e Sirius sgranarono gli occhi impauriti, facendo un altro passo all’ indietro, ma prima che potessero scappare, Emmeline e Lily iniziarono a tirare fette di torte su di loro, e la rissa iniziò. Continuarono a tirarsi pezzi di torta per almeno un quarto d’ ora, ma la rissa giunse al culmine quando Lily tirò un abbondante pezzo di cioccolato della torta sui capelli di James.
-Come diavolo…?Evans, per Morgana!- esclamò James guardando disgustato i propri capelli. Lily rise e disse facendo un inchino:-Piacere di averti soddisfatto, Potter-.
SPLASH! Dell’ altra torta finì dritta sul petto di Lily, e il cioccolato finì sotto la maglietta andando a insinuarsi in dei punti del corpo poco piacevoli.
-Sirius, giuro che se osi fare qualche battutina del cavolo al riguardo, giuro che questa è la volta buona che ti ammazzo- disse Lily guardando Sirius che rideva come un matto, per poi lanciare un’ occhiataccia a James, che ritrasse lo sguardo.
James aveva esagerato, e lo sapeva. Insomma…andava bene lanciarsi un po’ di torta, ma, proprio lì… è solo che si era arrabbiato così tanto per la storia dei capelli.
-Mmmh…scusa…- bofonchiò James non guardandola.
Lily a quel punto sembrò perdere il controllo:-Ovviamente!Tutti questi “Scusa” e “Mi dispiace”… SAI DIRE UNICAMENTE QUESTO!Non me ne frega un bel niente se ti dispiace o no, per qualsiasi cosa. E per “qualsiasi cosa” sto parlando del fatto che hai letto il MIO diario!Degli “Scusa” non cambieranno un bel niente!Conosci il detto “Un gesto vale più di mille parole”…bene, tu non hai fatto niente!Non una singola cosa…niente! Non ci hai nemmeno provato!Non mi interessano le tue parole, volevo che tu facessi qualcosa! Ma hai la testa più bacata di un rinoceronte con la febbre! Sapevo che non ti importava granché di me, infondo…-
-Questo non è vero!- protestò James punto sul vivo.
 Lily lo guardò sprezzante:-Ah no?James tu ti rendi conto di quanto … di quanto mi hai fatto sentire…STUPIDA!TU, JAMES POTTER, HAI FATTO SENTIRE ME, LILY EVANS…STUPIDA!Stupida per aver creduto che potessi essere cambiato,  stupida per essermi fidata di te, stupida per averti voluto bene…STUPIDA!-
-Lily, tu non sei stupida- mormorò James, e Lily continuò, furibonda:-Certo che lo sono!Altrimenti avrei capito subito che il grande James Potter non è mai cambiato e non cambierà mai!-. Ci fu un momento di silenzio, in cui Emmeline e Sirius guardavano scandalizzati gli altri due.
Poi Lily sussurrò:-Vado di sopra a farmi una doccia-. Così, a testa alta e con dignità, anche se la tua testa era per un quarto di torta al cioccolato, Lily uscì dalla stanza.
Dopo pochi minuti entrò in bagno, si svestì, entrò nella doccia e aprì il rubinetto. L’ acqua bollente iniziò a penetrare nella sua pelle, e improvvisamente scoppiò a piangere. Era contenta di essere da sola. Lily, se piangeva, non piangeva mai in pubblico. Le poche volte in cui aveva pianto davanti a qualcuno, erano state quell’ anno e sempre davanti alla stessa persona: James. 
Ma... ora che ci pensava, non era vero. L’ unica volta in cui aveva pianto realmente in pubblico era quando aveva trovato il moro nella sua stanza per leggere il suo diario
Ma in quel momento, mentre lei faceva la doccia, non c’ era nessuno,  così avrebbe potuto piangere tutto il tempo che le andava…
E come succede spesso quando si è molto tristi, ci si mette a rimuginare su ciò che ci rende tali.
Lily sapeva di aver esagerato, in un certo senso. Sapeva che avrebbe potuto evitare di dire tutte quelle cose, ma quando aveva sentito quel odioso “Mi dispiace” da parte di James aveva perso le staffe. Solo ora si era accorta che da tempo, incoscientemente, aveva sempre aspettato che lui facesse qualcosa. Ma ora era certa che a lui non importasse niente di farsi perdonare, e non capiva nemmeno perché a lei invece  importasse tanto…
Aveva solo voglia di piangere…
Intanto, in un fast food in centro a Londra…
-Sai, non sono mai andato a fare colazione in un  fast food- disse Remus addentando un morso del proprio cheeseburger. Carol annuì, e  lo corresse sorridente dopo aver mangiato una patatina fritta:-Mai prima d’ ora-.
Anche lei diede un morso al suo cheeseburger, per poi dire:-Deve essere così forte andare a Hogwarts… scommetto che non ci sia annoia mai…-
-Questo non è del tutto vero..- stava dicendo Remus, al che Carol gli lanciò un occhiata scettica.
Allora Remus ammise:-D’ accordo, diciamo che “noia” non è  un termine molto adatto per Hogwarts. Ma neanche la vita dei babbani deve essere così male…-
-Beh, non lo è , in particolare se hai degli amici che sono delle streghe e dei maghi- .
Entrambi scoppiarono a ridere.
Ora invece ci spostiamo di fronte a una pasticceria nella parte ovest di Londra…
Marlene uscì dalla pasticceria  con in mano una scatola di bignè. Si guardò intorno sperando di non vedere nessuno che conoscesse, ma, purtroppo per lei…
-Ciao Lene!- esclamò Mary  vedendola e avvicinandosi.
-Ciao Mary!Come mai qui?- domandò Marlene cercando di sembrare naturale.
-In realtà sono venuta proprio a cercarti… James, Emmeline e Sirius mi hanno detto che eri andata a prendere dei dolci quà e  così ho pensato di aggregarmi- rispose Mary, ma capì subito che l’ amica non era lì solo per prendere dei dolci.Ma per quale altro motivo avrebbe dovuto essere lì? Pensò Mary non trovando risposta.
-Esatto…comunque, hai idea del perché fossero ricoperti di torta al cioccolato?- le chiese Marlene. Mary scrollò le spalle:-Non ne ho idea, avranno fatto una specie di battaglia “Lancia torta” o qualcosa del genere.
Allora che dolci hai preso?Sono buoni?-
-Lo spero. Sono dei bignè…- rispose Marlene, per poi aggiungere frettolosamente:-Beh, ora potremmo tornare a casa…che ne dici?-
-Io in realtà pensavo, dato che comunque in casa di James ci sono molti dolci, che avremmo potuto fare colazione fuori, qua c’è una bella piazza…- rispose Mary guardandosi intorno.
-Mi piacerebbe, ma, che abbiano pure tutti i dolci che desiderano, ho detto agli altri che avrei preso dei dolci per tutti…-
-Oh, d’ accordo- replicò Mary, un po’ confusa.
-Ok, allora prendiamo un taxi…-.
Ma mentre Marlene si guardava intorno ansiosa alla ricecra di un taxi, Mary la osservava. 
 Ora era completamente sicura che la sua amica avesse mentito. Marlene normalmente non si sarebbe mai preoccupata di una cosa del genere come portare i dolci anche agli altri, e, pensò Mary, la sua amica non era poi neanche tanto brava a mentire.
Mary era una persona particolare. Non era propriamente estroversa o  loquace. Era sempre stata al contrario una ragazza piuttosto riservata, almeno con gli estranei. Per lei non era mai stato così semplice fare amicizia, e ci aveva messo un anno per diventare in confidenza con le sue compagne di dormitorio. Non che al primo anno non parlasse con nessuno, ovviamente, chiacchierava piacevolmente con le altre ragazze e con i membri della sua Casa, ma  non andava certo in giro a parlare dei propri segreti. Tuttavia, un anno era più che sufficiente per entrare in confidenza con i compagni, e dal secondo anno in poi era diventata molto amica con tutte le sue compagne di stanza,  e dal terzo anno anche con i Malandrini.
Ormai non era più molto timida, ma riservata si, quello si. Non nel senso che fosse sempre muta come un pesce, al contrario. Mary Mcdonald sapeva quando era il momento di parlare e quando non lo era. Perché riservata, allora?
Perché Mary parlava, ma non amava parlare di sé stessa. Le interessavano i problemi dei suoi amici, ma parlava raramente dei suoi.
E quando lo faceva, la maggior parte delle volte era perché le sue amiche le facevano domande in proposito.
Come fare da commentatrice alle partite di Quidditch… Mary si divertiva molto a farlo. Non che fosse una fanatica del Quidditch, ma le piaceva come sport, anche se ovviamente solo da guardare. Quando la Mcgranitt le aveva chiesto se il ruolo di commentatrice le interessasse, Mary era stata entusiasta della sua offerta. Come è stato citato poco prima,  a Mary piaceva parlare, ma non di sé stessa.  E soprattutto amava ascoltare. Forse era per quello che molte sue amiche trovavano così semplice confidarsi con lei.
-Sai- le aveva detto un giorno Alice:-Sei un ottima ascoltatrice… mi ha fatto bene parlare con te oggi…-
E un  altro giorno Lily aveva esclamato:-Merlino, Mary, mi fai dire un sacco di cose che normalmente non direi mai!-.
Ci sarebbero milioni di esempi, ma, per non perdere il filo della storia, è bene non divulgarci troppo.
Perciò non le rimaneva fare altro che aspettare, osservare, psicanalizzare, intuire, e, sopratutto, ascoltare.
Intanto, a casa di James …
-Abbiamo finito- sbottò James rimettendo sul lavandino  della cucina uno degli asciugamani che avevano usato per ripulire la sala da pranzo dalla torta al cioccolato.
-Grandioso- replicò Sirius senza un gran entusiasmo.
-Sono un idiota, non è vero?- bofonchiò James guardando il pavimento. Emmeline gli domandò sarcasticamente:-Vuoi il nostro modesto parere?-.
A quel punto James ci ripensò:-No… credo di no- e poi aggiunse uscendo dalla cucina:-Vado a farmi una doccia anch’ io…-
Emmeline strabuzzò gli occhi, e James chiarì:-Non nello stesso bagno in cui la sta facendo Lily, ovviamente-.
Così James uscì finalmente dalla stanza. In cucina regnò un silenzio abbastanza tetro per qualche minuto abbondante, fino a quando non fu Emmeline a romperlo:-Hai ragione, Sirius. Ci serve un nuovo piano… e alla svelta-.
Quella sera, quando tutti uscirono insieme per fare un giro per Londra, presero uno di quei pullmann turistici con i posti per sedersi anche nella parte superiore, ma James e Lily non si rivolsero la parola.
Lily era ancora troppo arrabbiata per parlare con James, e anche lui era ancora troppo scosso dalla litigata del pomeriggio per riuscire a parlarle.
L’ unica cosa che sembrò andare bene quella serata  fu che quando erano sul pullmann, Carol, (che era seduta accanto a Remus) appoggiò la testa sulla spalla del Malandrino.
-Ehm … - stava dicendo Remus imbarazzato, ma Carol lo interruppe:-Bella serata, questa, non è vero?-
-Certo- rispose Remus, arrossendo lievemente.
-Sai, Remus … mi piace molto Londra- affermò Carol socchiudendo gli occhi.
-Oh, anche a me … - replicò Remus, e quando Carol stava per chiudere definitivamente gli occhi, assonnata, Remus esclamò:-NO!-
Carol sgranò gli occhi, sorpresa, e si raddrizzò sullo schienale per vedere in faccia Remus, che pareva imbarazzato.
-No cosa?- chiese la bionda sconcertata, e Remus si corresse frettolosamente:-Ah, no scusami, insomma … non importa … -
-Dai, dimmelo- lo implorò Carol, e Remus bofonchiò:-Perché … ecco … è un peccato per gli altri, ecco … privare loro … della vista … dei tuoi occhi-. Le ultime tre parole le aveva dette così velocemente che erano a malapena comprensibili, ma la ragazza capì lo stesso.
Carol sorrise.
Quando scesero tutti dal pulmann e andarono in una  frappertia (come la chiamava Marlene, si avete letto bene, proprio frappertia!), lì le cose non migliorarono per Lily Evans e James Potter.
Non si rivolsero un monosillabo neanche lì, ma,a differenza di prima, James continuava a fissare Lily, che cercava come meglio poteva di ignorarlo.
La rossa in questione bevve un sorso del suo frappè cercando di consolarsi, e si ricordò all’ improvviso di aver preso un frappè ala fragola. Perché, poi?Aveva sempre odiato il frappè alla fragola…
Beh, pensò, se non bevo dovrò alzare lo sguardo e se alzerò lo sguardo i miei occhi non potranno impedirmi di vedere James Potter, perciò… ho deciso che oggi sarà il giorno in cui cambierò idea sul frappè alla fragola.
Così si costrinse a berlo, anche se le faceva davvero, davvero, davvero schifo.
Quella notte Lily si addormentò piuttosto tardi. Tornarono a casa di James all’ una di notte, e più o meno quella fu l’ ora in cui tutti andarono a letto, compresa Lily, ma lei si addormentò solo alle tre del mattino, a causa dei suoi pensieri fissi su James.
Quando si risvegliò alle nove e mezza, scoprì sorpresa che quella notte, in fatto di sogni, era stata decisamente apatica.
Sicuramente doveva aver sognato qualcosa, perché ricordava che quando faceva la terza elementare la maestra Elena Shubert aveva spiegato all’ intera classe, che, anche se la maggior parte delle volte le persone non si ricordano dei propri sogni, sognano sempre mentre dormono.
Ma questa volta Lily non ricordava assolutamente niente di nemmeno un sogno, e ne fu lieta. Non ci teneva a ricordare sogni in cui, con il novanta per cento delle probabilità, c’ era anche James.
 
Si sedette a tavola, in cui c’ erano già Remus e Mary.
-Ciao ragazzi- disse Lily in tono piatto. Si servì dalla caffettiera un dose abbondante di caffè, per poi prendere la brocca del latte e mettere anche un po’ di quello nella tazza.
-Ciao Lils- replicò Remus sorridendo e versandosi del the nella propria tazza.
-Buongiorno, dormito bene?- disse Mary prendendo un bombolone alla crema da un vassoio.
-Non proprio- rispose Lily intingendo una brioche nel suo caffellatte, per poi addentarne un morso.
Mary la osservò, è poi domandò:-Qualcosa non va?-
Ma prima che la rossa potesse rispondere, una voce familiare disse a disagio:-Ciao Remus, Mary … Lily-.
Remus e Mary lo salutarono mentre si sedeva accanto al primo di questi due, ma Lily continuò a bere la sua tazza di caffellatte, apparentemente non guardandolo.
Mary scrutò ansiosa prima James e poi Lily, e anche Remus pareva aver intuito qualcosa.
Ma prima che qualcuno potesse dire alcunchè , Lily ruppe il silenzio:-Io.. ecco..mi sono appena ricordata di … - si interruppe, per poi iniziare a dirigersi verso le scale, ma quando aveva salito il primo scalino, James si alzò di scatto e disse, titubante:-Se è per me, non c’ è bisogno che tu te ne vada. Posso andare via io, se vuoi-
Lily stette zitta un momento, con le labbra tremanti, poi mormorò:-Non sei al centro dell’ universo, Potter-.
Così salì le scale, e  James si lasciò cadere pesantemente sulla sedia.
-Sai, James … - cominciò Remus con un tono piuttosto irritato, e Mary continuò, accigliata:-Te l’ ho mai detto…-
-Che sei … - proseguì Remus, e Mary concluse:-Un vero disastro?-
-Zitti voi due- sbottò James infastidito.
Lily intanto si stava cambiando in bagno (dopo avere appena fatto una doccia) furiosa.
Beh, era vero che Lily se n’ era andata dalla cucina solo perché c’ era anche James … ma era decisamente arrogante da parte del moro pensarlo, anche se aveva ragione.
E non  avrebbe mai dato la soddisfazione a James Potter di avere ragione.
Lily indossò un maglione azzurro piuttosto carino, dei jeans bianchi, delle ballerine azzurre e una borsa bianca.
Stando ben attenta a non sporcare il maglione, si lavò i denti e la faccia.
 
Poi legò i capelli in una treccia accurata, e in quel momento si chiese come diavolo avrebbe potuto impiegare la mattinata.
Colta da un improvviso lampo di ispirazione, scese le scale che portavano alla sala da pranzo, e disse a Mary con entusiasmo:- Mary ti va di andare a fare una passeggiata?Possiamo passare in libreria, o andare in giro per negozi, o anche solo camminare e basta … che ne dici?-
Mary fu sorpresa da tutta quell’ allegria improvvisa dell’ amica, dato che solo sei minuti prima era salita al piano di sopra furiosa, però rispose:-Certo, Lily!Mi vesto  e vengo!-.
E mentre Mary andava a cambiarsi, Lily notò che James la stava guardando in modo strano, lo sguardo illeggibile. Cercò di ignorarlo, e disse a Remus:- Dov’ è Carol, Rem?-
-Credo stia dormendo, ma perché lo chiedi a me?- le domandò Remus un po’ accigliato, e Lily rispose sorridendo:-No, così … -
Dopo poco Mary scese dalle scale. Aveva i capelli castani raccolti in una coda di cavallo, indossava una maglietta rosa con sopra un giubbotto marroncino di pelle, dei blue jeans, una borsa rosa e delle ballerine beige. E non era sola: era accompagnata da Emmeline.
Anche questa, con indosso dei semplici jeans, una maglietta rossa, un golfino nero e delle ballerine dello stesso colore del golfino, stava piuttosto bene.
Come al solito portava i capelli raccolti in uno chignion basso.
-Ho incontrato Emmeline mentre ero di sopra...-  disse Mary, e Emmeline spiegò:-Mi sono alzata da poco, così … -
-Certo!Andiamo, allora?- domandò Lily alle due. Entrambe annuirono.
-Ciao Remus- disse Lily uscendo per prima dalla porta. Le altre due uscirono dopo poco di lei , avendo salutato però entrambi i ragazzi.
 -Che cosa intendeva dire prima … di … di Carol?- disse Remus, e James gli lanciò un occhiata derisoria:-Oh, niente, Lunastorta-
-No … sul serio … - disse Remus, e James disse sorridendo e alzandosi:-Oh, non so, Rem, non credo che tu voglia avere consigli da un disastro come me-
-Beh, devi ammettere che con Lily … - stava dicendo Remus, ma James lo interruppe seccamente:-Non una parola, Lunastorta, o ti farò pentire di essere nato-
-Invece di discutere, potreste fare attenzione al mio arrivo trionfale?- domandò retorico Sirius Black ad un tratto scendendo dalle scale.
James e Remus alzarono gli occhi al cielo.
Intanto, in una via piuttosto rumorosa di Londra…
-..e veramente non ne posso più. Lo odio- Lily concluse il suo discorso incrociando le braccia al petto.
-Questo non è vero. Sai anche tu che non è vero- mormorò Emmeline lentamente.
-D’ accordo, non è vero … ma quanto vorrei che lo fosse!- ammise la rossa.
-Secondo me dovreste parlarne- intervenne Mary, saggiamente. Lily strabuzzò gli occhi:-Chi?Io e James?-
-E chi sennò?Ma certo che sto parlando di voi due!- esclamò Mary spazientita, e Lily replicò:-Bene, in questo caso, credo non seguirò il tuo consiglio, Mary -
- Lily, potrebbe essere davvero una buona idea- le fece notare Emmeline, ma la rossa ribatté cocciuta:-Non se ne parla!E di cosa dovremo parlare, poi?-
-Ehm … per esempio  chiarire quello che è successo con il tuo diario?- le fece notare di nuovo Mary,  e Lily disse seccamente:-Non c’ è niente da chiarire. So come sono andate le cose. Non c’ è niente da dire in proposito-
-Tu non sai come sono andate le cose. Tu credi di sapere come sono andate le cose, ma non le sai. Non del tutto. Tu sai la tua versione di quello che è successo, ma non quella di James. Dovresti ascoltarlo- replicò Emmeline.
-Vi ho detto di no-
- Ma Lils … - stava dicendo Mary, e a quel punto Lily la interruppe bruscamente:-Ma niente. Non mi interessa ascoltarlo, e non ho la minima intenzione di farlo. Non sono costretta a farlo … grazie al cielo non siamo come in uno di quelli smielati film gabbani in cui i due ragazzi rimangono chiusi in uno sgabuzzino o qualcosa del genere … -.
Un improvvisa lampadina si accese nella mente di Emmeline. Ma certo … come diavolo aveva fatto a non  pensarci prima?
Appena arrivata a casa avrebbe dovuto parlarne con Sirius.
A differenza però di quello che pensava, disse alle amiche:-Già, sarebbe una cosa altamente ridicola-
Lily annuì gravemente.
Il pomeriggio passò velocemente. Emmeline spiegò concitata la sua vaga  idea a Sirius in un piccolo salotto al terzo piano di casa Potter, e Sirius la perfezionò pianificando i dettagli. Ma fu questione di solo venti minuti. Per il resto del pomeriggio giocarono tutti  a spara schiocco, a carte, a scacchi e chiacchierarono.
Ovviamente Lily non rivolse la parola a James.
Quella sera decisero di mangiare tutti a casa degli zii di Alice, e poi sarebbero andati al cinema a vedere un film d’ azione.
Così cenarono tutti nel posto prestabilito, con una cenetta deliziosa cucinata minuziosamente da Mary, con l’ aiuto di un po’ di tutti.
Quando ebbero finito di mangiare, Sirius annunciò:- Lily, James stasera lavate voi i piatti-
- Perché?! - domandarono all’ unisono entrambi, uno a disagio e l’ altra irritata.
-Perché la volta scorsa nessuno di voi due ha lavato i piatti, e siete stati gli unici!- replicò Emmeline.
-Io stavo vomitando in bagno!-
-E io ero andata in un negozio giapponese perché mi sentivo in colpa di averlo fatto vomitare!-
Davvero?- domandò James sorpreso a Lily.
 Si ricordava che era venuta in bagno mentre stava vomitando, ma non aveva mai saputo che Lily era andata nel negozio giapponese in cui aveva comprato quel maledetto wasabi perché si sentiva in colpa …
Lily fu salva dall’ imbarazzo di rispondere da Sirius, che affermò:-In ogni caso siete stati gli unici che non l’ hanno fatto. Quindi ora noi incominciamo andare al cinema, d’ accordo?Così ci raggiungete più tardi...-
-Basta che ci sbrighiamo … - assentì Alice, e tutti, tranne Lily e James, uscirono dall’ appartamento richiudendosi la porta alle spalle.
Così tutti si incamminarono verso alle scale, ma a un certo punto Emmeline disse:-Ho dimenticato la mia borsetta … -
-E io la mia giacca- aggiunse Sirius. Gli altri alzarono gli occhi al cielo, ma Sirius si affrettò d’ aggiungere:-Non importa, andiamo a prendere un attimo le nostre cose e poi vi raggiungiamo … -
-Sicuri?- domandò Marlene, e Emmeline annuì. Così tutti gli altri uscirono dal palazzo, e Emmeline e Sirius ritornarono di nuovo di fronte alla porta dell’ appartamento degli zii di Alice. Sorridendo maliziosamente, estrassero dal porta ombrelli di fianco alla porta dell’ appartamento la borsetta di Emmeline e la giacca di Sirius.
-Sai, potremmo aprire un’ azienda :“Sirius e Vance - consulenze amorose” non sarebbe male-
-Sirius-
-D’ accordo … allora fuori le bacchette- disse Sirius. Entrambi estrassero le proprie bacchette dalle tasche dei pantaloni.
Fecero tantissimi incantesimi (non verbali) piuttosto complicati, e uscirono dal palazzo, per poi prendere un taxi che gli avrebbe  condotti verso il cinema.
 Intanto, dentro all’ appartamento …
-E abbiamo finito- esclamò Lily sollevata. Lei e James non si erano rivolti la parola mentre lavavano i piatti,  e quel silenzio era stato piuttosto imbarazzante.
-Già- replicò James senza un particolare entusiasmo nella voce, anzi, la sua voce era completamente piatta.
Lily decise di non  farci caso,  e premette la mano sulla maniglia sulla porta d’ ingresso. Con orrore, scoprì che questa non si apriva. Riprovò più volte, il panico crescente, ma la porta non voleva aprirsi.
- Potter - disse con voce acuta, e aggiunse allarmata:- La porta non si apre-
-Che cosa?Ma è impossibile!- esclamò James avvicinandosi alla porta e provando a sua volta ad aprirla.
- Caz … - stava dicendo James, ma Lily lo interruppe:-Non  c’è tempo per lamentarsi, apri questa porta, diavolo!-
-E come faccio se non si apre, Lily … -
-EVANS!-
-Ok, Evans, non è colpa mia, ti ho detto che  la porta non si apre!- esclamò James, e Lily borbottò disperata:-Magari dobbiamo infilare dentro alla serratura le chiavi dell’ appartamento … -
-Dubito che funzionerà, Evans, di solito la porta si apre sempre dall’ interno- disse James con aria esasperata,  ma Lily lo ignorò e provò ad aprire la porta con la chiave, ma senza alcun  risultato.
-Beh?Cosa aspetti?Chiama qualcuno!- sbottò Lily. James alzò gli occhi al cielo, e domandò:-E chi dovrei chiamare, scusa?Sono tutti al cinema, nessuno è a casa!-
-Uhm … vediamo- disse Lily ironica facendo finta di  concentrarsi per riflettere, per poi esclamare irritata:- Potresti chiamare a casa tua, no?-
-Giusto- mormorò James. Compose il numero di casa sua con il telefono di casa degli zii di Alice, ma si accorse che all’  improvviso il telefono non funzionava.
-Non funziona!-
Lily gemette. Poi si ricordò di essere una strega, e sollevata, frugò le mani nella tasca dei pantaloni alla ricerca della sua bacchetta, ma scoprì che non c’ era.
-Merlino, non ho la mia bacchetta!-
-Potresti averla persa … - suggerì James, ma Lily scosse la testa:- Nient’ affatto, sono piuttosto ordinata e comunque stasera prima di mangiare era nella tasca dei miei pantaloni.
-Calmati, prendo la mia …-  cercò di tranquillizzarla James mettendo una mano nella tasca dei propri pantaloni, ma anche lui non vi trovò nulla!-
-Non c’ è neanche la mia!- sbottò, e Lily replicò, cercando di calmarsi:-Bene, è evidente che  qualcuno aveva voglia di farci uno scherzo … giuro che se è stato Sirius … -
-In effetti è proprio il genere di cose che lui farebbe…e..ma è chiaro!Ricordi?Sono stati Sirius e Emmeline che ci hanno praticamente costretto a lavare i piatti!-
-E so anche perché!Oggi Mary e Emmeline volevano convincermi ad ascoltarti per sentire cosa avevi da dire in proposito a quello che era successo con il mio diario, e  a un certo punto io ho detto che per fortuna non eravamo in uno di quei film babbani romantici in cui i due protagonisti vengono chiusi da altre persone in uno sgabuzzino o qualcosa del genere in modo che sono costretti a parlarsi!Sirius e Emmeline hanno cercato di farci parlare, credo!-
-Questo spiegherebbe anche perché la mattina in cui siamo usciti per far colazione non c’ era niente in frigo, l’ avevano tolto loro!- esclamò James mentre la consapevolezza affiorava nella sua mente.
-E quella sera, in traghetto, ora che ci penso … Emmeline e Sirius erano dietro a noi!Ci hanno superato per fare in modo che fossimo sicuramente vicini!- disse Lily sbalordita.
Stettero zitti per qualche minuto, per realizzare l’ accaduto. Poi James disse:-E così, ci hanno chiusi qua dentro per farci parlare … -
-Non pensarci nemmeno, Potter. Io vado nella camera di Alice…- disse Lily bruscamente, ma quando cercò di aprire la porta che conduceva alla camera della sua amica, scoprì che non si apriva nemmeno quella.
Agitata, provò ad aprire tutte le porte ( e anche finestre, sebbene fossero al quarto piano dell’ edificio) ma nessuna si apriva.
-Hai perso solo tempo. Conosco Sirius da anni, ed è troppo astuto per non pensare a dettagli del genere- le disse pigramente James.
Lily si sedette accigliata sul divano e sibilò tra i denti,sarcastica:-Perfetto. Assolutamente perfetto-.
James si sedette a sua volta sul divano, e Lily cercò di rivolgere lo sguardo altrove.
Che stupida, orripilante situazione, pensò Lily, sola nella stessa stanza con James. I miei incubi si stanno avverando.
Per dieci minuti circa nessuno dei due parlò, poi James mormorò:-Sai, credo che abbiano ragione-
-Cosa intendi dire?- domandò la rossa seccamente voltandosi verso il moro.
James sospirò, e poi disse:-Al fatto che dovremmo parlare … penso abbiano ragione-
-E io penso di no-
- Lily, so che hai ragione riguardo a quello che è successo con il diario. Non ho intenzione di giustificarmi né niente del genere per quello che ho fatto. Ma credo, che per essere  completamente sicura della scelta di avercela a morte con me per sempre, dovresti ascoltarmi. Non ti sto chiedendo di perdonarmi o quant’ altro. Voglio solo che tu mi ascolti. Poi potrai essere libera di odiarmi, detestarmi … ma prima ascoltami-
Lily lo osservò attentamente. Vide un qualcosa negli occhi del moro, come una scintilla di speranza. Giudicò in fretta le varie possibilità.
Se gli avesse detto di no, sarebbe potuta vivere con il rimpianto di non averlo mai ascoltato.
Mentre se gli avesse detto di si, sarebbe stata completamente sicura della sua scelta, e magari avrebbe smesso di rimuginarci sopra e farsi domande al riguardo. Guardò di nuovo gli occhi di James, e finalmente si decise.
-D’ accordo. Ti ascolto- mormorò.
James prese un bel respiro profondo e l’ avvisò:-Ti devo chiedere un favore, però, prima di spiegarti. Potresti non interrompermi?Poi, quando avrò finito, potrai dirmi tutto quello che pensi su ciò che ti ho detto, ma prima ti prego, puoi lasciarmi raccontare senza interruzioni?-
-Okay- fu tutto quello che riuscì a dire Lily.
Così James iniziò a raccontare:-Incominciò tutto quel maledetto ventuno di settembre.
Quel giorno io, Peter e Sirius salimmo al vostro dormitorio rubando della pozione non scivolante di Remus. Eravamo andati lì perché Mary doveva prestarci degli appunti di Astronomia, ma aveva detto a Sirius che se voleva averli doveva prenderseli da solo, ingegnandosi per entrare nel dormitorio delle ragazze. Come ti ho detto prima, riuscimmo ad entrare nel vostro dormitorio.
Così mettemmo  a frugare dappertutto in cerca del diario. Mi misi a cercare sotto a un letto, che ora so che è il tuo. Cercando tra le assi del letto,  cadde un quadernetto per terra, e la  la prima  pagina del quadernetto si spalancò mentre l’ oggetto cadeva sul pavimento. Stavo per rimetterlo a posto: Mary aveva detto di avere preso gli appunti in un quadernetto rosa  … e quello era verde. Ma, sfortunatamente vidi la prima pagina del diario, che, ricordo ancora, recitava:”DIARIO SEGRETO DI LILY EVANS; STATE ALLA LARGA!”. Subito sono stato un po’ indeciso se leggerlo no, ma poi, spinto dalla curiosità, iniziai a leggere il diario. Dato che sulla prima  pagina non avevi scritto niente di molto interessante, solo una breve presentazione,  mi misi a leggere la pagina di quel giorno. C’ era scritto, che mi odiavi, che non capivi come fossi potuto finire a Grifondoro, e che mi volevi morto-.
James fece un piccola pausa per vedere come aveva reagito la ragazza, e notò che si era portata una mano davanti alla bocca, e aveva gli occhi spalancati.
James cercò di non farci caso e proseguì:-E’ per questo motivo che quel giorno a cena, ti trattai male. E’ per questo motivo che il giorno dopo ti ignorai, e poi ebbi una breve discussione con te, dicendo in poche parole che eri una persona falsa …  ma credo che tu te ne ricordi già. Comunque, più tardi ho parlato con Remus , che mi ha fatto capire di aver sbagliato perché quello che avevi scritto tu sarebbe dovuto essere personale e io ti avevo trattato da schifo senza spiegazione … sta di fatto che io, da stupido, per capire meglio come stavano le cose, due giorni dopo, mi sembra, tornai a leggere il  tuo diario. Come la volta precedente, eri ad Antiche Rune ,perciò era normale che non ci fosse nessuno in dormitorio. Questa volta però lessi, con soddisfazione e sollievo, che in realtà tu non mi odiavi, che non mi volevi morto e che avresti cancellato subito quella frase dopo averla scritta se non fosse arrivata Alice-
-Così corsi dritto da te per chiederti di uscire, e tu, a buon ragione, mi spinsi via arrabbiata. Beh, prima che facessimo una partita di Quidditch di gruppo, il resto lo sai anche tu. Ti chiesi scusa prima dei provini di Quidditch, in seguito ad essi ti atterrai con la mia scopa, e mi perdonasti tutto durante una delle ronde dei Caposcuola … -
Si interruppe perché vide che Lily aveva alzato la mano, e le domandò:-E’ molto importante quello che mi devi dire?-
Lily annuì.
Allora James cedette :-Okay. Spara-
-Io … non … mi dispiace per quello che avevo scritto, ma … -
 
-Non fa niente, Lily. E’ passato- la rassicurò James e  la rossa aggiunse titubante:-La mattina dei provini per la squadra di Quidditch, tu venni a scusarti con me per come mi avevi trattata. Ricordo che ti chiesi perché ti eri comportato quel modo … e tu, anche se non del tutto, mi mentisti. Posso, sapere perché?Insomma … se mi avessi detto la verità allora, certo mi sarei arrabbiata, ma non così tanto … dopo poco tempo ti avrei perdonato … perché mi mentisti?Perché volevi continuare a leggere il mio diario?-
-No, non si tratta di questo. La risposta è facile: quel giorno ti mentii per il semplice fatto che sono un completo idiota-
Lily alzò un sopracciglio  e chiese:-Questo lo sapevo anch’ io … che sei un idiota, intendo.  Ma io dicevo … ragionando da idiota, con quale logica hai ragionato... perché insomma ti sei comportato così?-
-Credo … credo di avere avuto paura. Avevo paura che tu non mi avresti parlato mai più, e avevo paura della tua reazione. Vedi, Lily, durante il tragitto in traghetto ho che io non avevo paura di nulla, ma è una bugia bella e buona. Hai già scoperto solo alcune cose di cui ho paura sono in pochi giorni. Una è questa, l’ altra è l’ imbarazzante paura del sangue-.
Lily fece un piccolo sorriso, ma non disse nulla.
-Posso continuare, ora?- chiese gentilmente James alla rossa, che annuì.
James allora riprese la sua spiegazione:-Beh, come dicevo prima, facemmo una partita di quidditch in gruppo. E andava tutto bene, fino a quando, mentre giocavamo, ti arrivò una lettera. Tu...la lessi sconvolta e andasti al castello. Io ti raggiunsi, ma tu mi dissi che non ne volevi parlare,( o qualcosa del genere, non ricordo con esattezza), e semplicemente salisti per i dormiti. Io ero così preoccupato, volevo aiutarti, volevo sapere cosa avessi per darti una mano... così, mentre eri ad Antiche Rune ritornai nel tuo dormitorio per leggere il tuo diario. Scoprii così quello che ti aveva detto Petunia... così scesi le scale e ritornai in Sala Comune. Quando tu tornasti...ti abbracciai, ricordi? Ero così dispiaciuto per quella cosa, e lasciami dire che tua sorella è una vera...-
Ma vide l' occhiata ammonitrice che gli stava lanciando Lily, perciò decise di non pronunciare quell' insulto decisamente poco carino e proseguì:-Beh, sta di fatto che io mi stavo sempre...stavo diventando sempre più legato a te. Così decisi di non leggere più il tuo diario, e  nei mesi successivi mantenni la mia parola. Fino a quando, prima di Natale, tu cominciasti ad essere triste. Io non sapevo perché, e la cosa mi faceva stare male, era brutto vederti così... sta di fatto che andai a leggere il tuo diario, facendo attenzione a leggere solo quello che avevi scritto quel giorno ( non mi interessava leggere altro) e scoprii che eri triste perché in quei giorni tua sorella si sposava e non eri stata invitata, ma quel giorno tu tornasti prima da Antiche Rune e mi trovasti lì a leggere il tuo diario. Il resto lo sai. Questo è tutto-.
Finì il suo discorso fissandola con aspettativa.
Lily aveva la strana sensazione che presto per il suo troppo sforzo il suo cuore avrebbe smesso di battere.  
Così... James non aveva mai letto il suo diario per mesi... ma solo quattro volte!
In più l' aveva letto perché (almeno le ultime due volte) era preoccupato per lei!
Lily continuò a respirare con foga, ma non serviva, il suo cuore proprio non voleva saperne di calmarsi. Ma doveva farlo, perché c' era un domanda importante che doveva porre al moro.
Così mormorò con voce smorzata:-Se tutto questo è vero...per quale motivo eri preoccupato per me?Perché ti importava se io fossi triste o meno?Perché...-
-Questa domanda è giusta, ma è un po' più difficile risponderle rispetto all’ altra...- disse James agitato, all' improvviso cominciando anche lui a respirare rumorosamente.
- James - disse Lily con voce piatta, e James notò immediatamente il ritorno al nome di battesimo.
Il moro sospirò, poi, titubante, le prese una mano, e con sua sorpresa, Lily non ritirò la mano, anzi, la strinse.
James tacque un minuto, poi sussurrò, cercando di tirare il suo coraggio da vero Grifondoro e guardandola negli occhi:-Io... il motivo per cui ero preoccupato per te e che... io... io ti amo, Lily. Non so di preciso quando ho iniziato ad amarti, so solo che è così. E vederti triste, è così... sto diventando troppo sentimentale-. James disse l' ultima frase con un tono un po' sprezzante nella voce.
All' improvviso notò che Lily aveva gli occhi lucidi. La rossa gli credeva, non aveva dubbi. Le parole che James le aveva detto l' avevano toccata profondamente.
Ma c' era qualcosa che non andava. Il suo cuore le diceva di gettargli le braccia attorno al  collo,  e stranamente questa volta anche il cervello era
d' accordo con il cuore.
Solo l' istinto era in disaccordo. Sembrava scontento, non del tutto soddisfatto.
Sapeva perché. Sapeva anche quello che detto da lì a poco le sarebbe costato molto, ma voleva  essere sincera con James. Così tolse la propria mano da quella del capitano della squadra di Quidditch , ma invece di rimetterla lungo ai fianchi,  iniziò ad accarezzare dolcemente quella di James.
- James...io ti credo. So che non stai mentendo....ne sono sicura...vedi, ora capisco il motivo per cui l' hai fatto e ti perdono. Ma...non credo che potremmo frequentarci o anche essere solo amici, non adesso, almeno. Io lo vorrei tanto, te lo assicuro, ma il mio istinto... non credo che per il momento io riesca a fidarmi completamente di te. Con questo non dico che non dobbiamo più rivolgerci la parola, possiamo farlo se ci va, ma essere amici o frequentarci...credo sia meglio non vederci troppo spesso in questo periodo. Per me, nei rapporti con le persone in generale, la fiducia è di massima importanza. Forse un giorno potremo... ma non ora. Non stanotte. Io... oh, James, mi dispiace così tanto!-. Una piccola minuscola lacrima cadde dall' occhio destro di Lily, ma lei si affrettò ad asciugarla e altre lacrime non scesero dal suo volto. 
-Io...non posso dirti certamente di esserne contento... ma posso capire. Voglio solo che tu sappia che se tornassi indietro...non farei mai più lo stesso errore- disse James sincero.
Lily fece un piccolo sorriso triste, e mormorò:- Ti voglio molto bene, James -.
Anche James sorrise, ma come quello di Lily, il suo non era un sorriso felice.
Lily gli diede un delicato bacio sulla guancia, e poi si allontanò di qualche centimetro per scusarsi di nuovo, ma qualcosa, o meglio qualcuno, li interruppe.
-Sir, Em, siete due idioti!- sbottò Remus aprendo la porta. All' improvviso tutti i loro amici entrarono nell' appartamento, e Lily e James si alzarono dal divano di scatto.
-Cosa diavolo succede qui?- sbottò Alice sempre rivolta a Emmeline e Sirius.
Poi Remus spiegò a Lily e James:-Stavamo guardando il film, poi abbiamo visto che non arrivavate, ma ci sono voluti venti minuti prima che ci convincessimo ad andare, perché Emmeline e Sirius continuavano a inventare scuse assurde … -
-Dire che Lily magari aveva contratto una rara malattia a causa delle cioccorane non è assurdo!- protestò Sirius, e Emmeline lo guardò male:-Sai, Sir, questa è la cosa più ridicola che abbia mai sentito-
-Ma anche tu hai mentito!- ribatté Sirius, e Emmeline replicò:-Ma non ho detto cose così … -
Ma Lily la interruppe seccamente:-Emmeline, Sirius, io e James vorremmo riavere le nostre bacchette-
-Cosa?Avete preso le loro bacchette?!- esclamò Marlene sconcertata.
Sirius scrollò le spalle, mentre Emmeline arrossì imbarazzata.
Sirius uscì un attimo dall’ appartamento, estrasse le due bacchette degli amici dal portaombrelli e le lanciò a James e Lily, che le presero al volo.
Poi Emmeline si accorse degli occhi arrossati di Lily e domandò:-Ehm… va tutto bene?-
-Si..va tutto benissimo. E comunque Emmeline abbiamo capito tutto il vostro giochetto … stasera, il giro in traghetto, la colazione … -
-Un piano ingegnoso, ma non perfetto- concluse James. Lily gli sorrise, e poi annunciò a tutti:-Beh, ora io sono un po’ stanca, domani mattina ci svegliamo presto, perciò … io me ne vado a letto, buonanotte-.
Ma non sapeva ancora che non avrebbe chiuso occhio tutta notte. Quando arrivò in camera, Emmeline la raggiunse, scusandosi:- Lily io … mi dispiace tanto, ma … -
-Non c’ è bisogno che tu dica niente, Em. Davvero, è tutto a posto- replicò Lily dolcemente.
-E con James?Che cosa è successo?- aggiunse Emmeline un po’ titubante. .Lily sospirò, e dato che in quel momento arrivarono anche le altre ragazze raccontò loro tutto quello che era successo.
Quando ebbe finito, Marlene domandò sbalordita (e anche un po’ schifata):-Ti ha detto che ti ama?!-
-Marlene,  non è il momento di insultare James- le fece notare Carol, e Lily le sorrise riconoscente.
Poi tutte  abbracciarono la rossa. Lily si sfogò per un po’ con loro ma poi andarono tutte quante  a letto.
Lily  però non riuscì a dormire e si alzò il mattino dopo alle sei con le occhiaie e un terribile mal di testa.
Le altre invece sembravano più riposate, ma comunque tutte, compresa Lily, fecero in fretta i bagagli. E arrivò il momento degli “ addi” (anche se, escludendo Carol, si sarebbero rivisti tutti il giorno dopo alla stazione di King’ s Cross per tornare a Hogwarts).
 
Remus abbracciò un po’ impacciatamene Carol, che scrisse frettolosamente il proprio indirizzo su un piccolo foglietto di carta, e porgendolo al ragazzo, disse:-Questo è il mio indirizzo … sono anni che scrivo a Lily via gufo, ma dato che io non ne ho, dovresti essere tu a mandarmi la prima lettera, così posso rispondere con il tuo … sempre se ti va-
-Certo!Allora … ci teniamo in contatto- disse Remus, un po’ nostalgico, e Carol sorrise.
Intanto Sirius stava abbracciando a sua volta Emmeline, e lei sbottò:-Sirius, ci vediamo domani in stazione-
-Così fa più scena … - replicò lui sciogliendo l’ abbraccio, e entrambi scoppiarono a ridere.
Invece  Lily stava salutando James:-Beh, allora, ci vediamo … -
-Domani- concluse James, e Lily annuì. Fece per abbracciare James, ma si interruppe, ricordandosi che se voleva stare per un po’ lontana da James avrebbe dovuto incominciare subito.
Così si limitò a porgergli una mano, che il  moro strinse. Poi tutte le ragazze unirono le proprie mani l’ una in quella dell’ altra, e con un Crac si smaterializzarono.
 
NOTE DELL' AUTRICE:Ciao a tutti!Oltre a scusarmi per il solito ritardo ringrazio anche tutti quelli che leggono/recensiscono e mettono queste storie tra le preferite/seguite/ ricordate!Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' triste!Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Capitolo 29: Un gesto vale più di mille parole ***


  • Lily ruppe l' uovo che aveva preso poco prima dal frigo per versarne il contenuto nell' impasto. Era tornata a casa Evans da circa un ora e aveva già incominciato a cucinare una torta. Alle mele, per la precisione. Aveva promesso a se stessa che quando sarebbe tornata a Hogwarts avrebbe portato una torta agli elfi domestici, in cambio di quando una notte era fuggita con Sirius alle cucine*.
Continuò a preparare la torta con cura, e stava proprio per metterla nel forno quando suonò il campanello. Sbuffando, e vedendo che nessuno andava ad aprire, si avvicinò alla porta e domandò:-Chi è?-
-Sono Carol- rispose la voce di Carol. Lily aprì la porta, e Carol entrò sorridendo nella stanza.
Lily alzò gli occhi al cielo:- Carol, ci siamo viste un’  ora fa-
-Non importa- replicò lei avvicinandosi al bancone della cucina e sporgendosi per vedere cosa stava facendo la rossa, che era ritornata dall’ altra parte del bancone per prendere una torta.
-Perché stai cucinando una torta?- domandò Carol sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’ orecchio, e Lily rispose mettendo finalmente la torta nel forno:-Sono in debito con gli Elfi Domestici-.
Carol alzò un sopracciglio:-E perché non hai cucinato con la magia?-
-Sono in debito, perciò devo impegnarmi a preparare questa torta- replicò Lily scrollando le spalle e richiudendo lo sportello del forno.
-Usciamo?- propose Carol, e Lily scuotè e la testa:-Ora non posso. Devo aspettare che la torta sia pronta, ma possiamo andare più tardi appena la torta è pronta-
-Okay- rispose Carol sedendosi sul tavolo di fronte al bancone.
Lily sorrise:-Sai, potresti evitare di sederti sui tavoli-, ma Carol replicò:-Tua  madre non è in casa ora, tuo padre dorme e tua sorella è in luna di miele. Qual’ è il problema?-
-Che è poco educato sedersi sui tavoli della gente- replicò Lily, scoppiando a ridere. Anche Carol scoppiò a ridere, e si sedette su una sedia del tavolo. Le due chiacchierarono per un po’, poi, quando la torta fu pronta, la incartarono e la lasciarono sul bancone con sopra un biglietto con scritto: “Non mangiare”, nel caso che il padre di Lily si fosse svegliato.
Incominciarono a camminare.
Quel giorno c’ era il sole, e perciò Carol era euforica:-Guardati intorno, Lils, non è meraviglioso?-
-Si- disse Lily cupa. Carol le prese la mano:-Sono certa che prima o poi si risolverà tutto con James. E poi non dovevi non pensarci più?-
-Già … ma è difficile- replicò Lily continuando a camminare. Carol disse per cambiare argomento:-Che ne dici se stasera usciamo con Lisa, Scott e gli altri?Non sanno che sei tornata a casa per Natale, e scommetto sarebbero contentissimi di rivederti!-
-Buona idea!- esclamò Lily diventando più allegra. Così passarono la mattinata passeggiando, ridendo e scherzando, andando a prendere un gelato e ovviamente andando nel loro parco.
Poi alle undici Carol propose:-Possiamo andare a mangiare una pizza!Hanno aperto una pizzeria nuova da poco!-
Così passarono un attimo a casa di entrambe per avvisare i rispettivi genitori che avrebbero mangiato fuori  e intanto Lily potè vedere Marie, la sorella più piccola di Carol che aveva tredici anni e che stava molto simpatica a Lily. La salutò allegramente e chiacchierarono per qualche minuto. Marie, però, non sapeva che Lily andava a Hogwarts e come tutte le altre persone tranne Carol e la famiglia di Lily pensava andasse in un collegio in Irlanda.
Poi Carol e Lily andarono a mangiare in pizzeria, chiacchierando allegramente. Dopo che ebbero mangiato la pizza e dopo aver pagato, le due amiche uscirono dalla pizzeria.
-Ora devo andare a casa. Mi dispiace ma non ho ancora terminato i miei compiti e questo pomeriggio vorrei finirli … - si scusò Lily, e Carol annuì:- Anch’ io devo finire i miei compiti … -
-Puoi venire a casa mia e li facciamo insieme!Beh, non proprio insieme perché facciamo materie diverse, ma allo stesso tavolo!-.
Così entrambe andarono a casa di Lily e si misero a fare i compiti e non  si rivolsero la parola fino alle sedici, quando Lily si alzò e le domandò:-Vuoi dei biscotti al cioccolato?Gli ha comprati oggi mia madre … -
-Certo, grazie- replicò Carol non distogliendo lo sguardo dalla pergamena. Era concentrata su un problema di matematica particolarmente complicato, e la matematica non era mai stata il suo forte.
Lily riempì un piattino di biscotti al cioccolato e prese due bicchieri dalla credenza, lì riempì di succo d’ arancia e ritornò al tavolo sedendosi con il tutto . Mise il piattino con i biscotti in mezzo a lei e Carol, e un bicchiere di fronte alla bionda e uno di fronte a se stessa. Poi riprese il suo saggio di incantesimi. Ogni tanto prendevano dei biscotti dal piattino o  bevevano del succo d’ arancia.
Alle diciotto, Lily e Carol annunciarono all’ unisono:-Ho finito!-.
Si guardarono per un attimo, sbalordite, e poi scoppiarono a ridere.
Quella sera Carol mangiò a casa di Lily, e poi entrambe si vestirono per andare dai loro amici. Carol non aveva la minima voglia di tornare a casa sua per prendere degli altri vestiti, così Lily le presto un vestito rosa molto carino, mentre la rossa ne indossò uno bianco un po’ a sbuffo  decorato con dei piccoli fiorellini bianchi che le arrivava fino alle ginocchia.
Naturalmente si misero anche un golfino sopra per non prendere troppo freddo, ma d’ altronde sarebbero comunque state quasi tutto il tempo al chiuso, perciò questa precauzione era superflua. Dato che al signor Evans era venuta un po’ di febbre, la madre di Lily accompagnò loro davanti al bar che era nello stesso edificio in cui si trovava casa di Scott.
Anne avvertì le due ragazze prima che uscissero dall’ auto :-Vi vengo a prendere alle undici, capito?Non un minuto di più-
-Ma, mamma, non li vedo quasi mai … - la supplicò Lily, e allora Anne sorrise:-D’ accordo, alle undici e mezza, ma poi a quell’ ora ti vengo a prendere, domani ti svegli alle sei … -
-Grazie mamma!- esultò Lily dando un bacio sulla guancia alla madre. Poi Carol e Lily entrarono nel bar, ma Carol prima di Lily, e aspettava che la bionda la chiamasse. Voleva fare una sorpresa ai suoi amici.
-Ciao Carol!- esclamò Lisa, (una ragazza della sua età dai capelli castano scuro e gli occhi verdi). Anche gli altri stavano per salutarla, ma Carol gli precedette:-Ciao ragazzi, ehm … c’è qualcuno con me-
-Chi?- domandò Michelle, un’ altra ragazza dai capelli rosso chiaro (molto più chiaro di Lily, quelli di Michelle erano proprio color carota).
Carol sorrise, e poi disse ad alta voce, dato che la porta d’ ingresso era ancora aperta:-Puoi venire-.
Lily entrò sorridendo nel locale, e la bocca di tutti si curvò in una “O” perfetta, e poi … tutti si buttarono addosso a lei.
-Ah!Ragazzi!Lasciatemi respirare!- esclamò Lily. Gli altri la fecero rialzare, ma continuarono a investirla di abbracci.
Prima quello di Lisa, poi Michelle, poi Barbara (un'altra ragazza dai capelli castani e gli occhi marrone scuro), e infine Scott.
-Scott!Mi stai stritolando!- si lamentò Lily, ma Scott non la lasciò andare, ridendo. Poi sentì qualcuno scompigliarle i capelli ed esclamò:-Ricky!Mi sembrava strano non mi avessi ancora abbracciato!-
Ricky sbuffò:-Vedo che sei tornata tra noi comuni mortali-
-Mmh … tutto bene?- domandò Lily non capendo, e Scott rispose al posto di Ricky:-E’ offeso perché ci hai abbandonati per quel collegio in Irlanda-
-Io non sono offeso!- ribattè Ricky, e poi disse a Lily:-Però sei mancata a tutti!-
Scott annuì. Scott e Richky erano migliori amici dall’ asilo ed erano inseparabili, e ora con una certa fitta allo stomaco Lily ricordò che conosceva altre due persone così inseparabili: James Potter e Sirius Black.
Scott era biondo con gli occhi azzurri, mentre Riley era castano con gli occhi verdi, ma un verde leggermente più chiaro di quello verde smeraldo di Lily.
Lily sorrise a entrambi, e Lisa esclamò:-Allora?Che mi racconti?E con i ragazzi?-
Richky e Scott sbuffarono, pensando a quando pettegole fossero a volte le ragazze.
-Mmh … niente di che. Davvero- chiarì la rossa, e poi tutti cambiarono argomento. Presero tutti una bibita come la  Coca Cola e una Fanta e chiacchierarono un po’ in quel locale. Esattamente fino alle dieci, poi tutti salirono al piano superiore, nell’ appartamento di Scott.
-I miei genitori sono fuori, perciò … brindiamo!- esclamò Scott estrasse dei bicchieri di plastica dalla credenza e riempì ognuno di un po’ di birra.
Poi, quando tutti ebbero un bicchiere, Scott urlò:-A Lily!-
-A Lily!- esclamò Barbara.
-A Lily!- affermò Riley.
-A Lily- sorrise Carol.
-A Lily!- replicò Lisa entusiasta.
-A Lils!- disse Michelle, e Lily arrossì. Poi fecero tutti “cin- cin” e bevvero un bicchiere di birra.
Lily non bevette altro oltre quel bicchiere, non aveva la minima intenzione di ubriacarsi proprio la sera prima del ritorno a Hogwarts.
Il resto della serata passò serenamente, a parte quando Lisa le chiese, in un momento in cui erano sole:-Non ci credo che non c’ è nessun ragazzo. Uno deve esserci-
-Beh, uno c’ è, ma … -
-Come si chiama?- domandò Lisa interessata. Non voleva essere invadente, Lily lo sapeva, ma era comunque imbarazzata, e disse arrossendo lievemente:-Ehm … frequenta il mio collegio … si chiama James-
Ma prima che potesse dire altro, tutti si unirono a un ballo di gruppo, così Lily fu tolta dall’ imbarazzo a dover parlare di James.
Poi Lily continuò a divertirsi come non mai con tutti i suoi amici, fino a quando alle undici e mezza  la madre di Lily venne a prendere la figlia e Carol.
Lily salutò tutti uno ad una, e promise loro che quando sarebbe tornata a fine giugno li avrebbe visti di certo.
Poi Carol e Lily tornarono a casa di Lily, e Carol passò la notte lì. Chiacchierarono fino a tardi, fino a quasi l’ una, e poi si addormentarono.
Il mattino dopo, a Londra, invece …
DRIIIIN!!!
James si svegliò di soprassalto, imprecando.
-Stupida sveglia del cavolo- borbottò Sirius infilando la testa sotto al cuscino, ma Remus si rialzò quasi immediatamente.
-Sbrigatevi, se non volete arrivare in ritardo … -  consigliò loro Remus dirigendosi in bagno.
-Ritardo?Ritardo per cosa?- domandò James a Sirius, e Sirius bofonchiò:-Non ne ho idea-. E richiusero entrambi gli occhi.
Quando Remus uscì dal bagno, lavato e vestito, esclamò, stupefatto:-Non vi siete ancora alzati??!-
-No, Lunastorta, cosa c’ è di tanto importante?- domandò Sirius non capendo  e aprendo gli occhi, e Remus disse esasperato:-Siete due dementi!Oggi ritorniamo a Hogwarts!Ricordate?!-
-Oh, cazzo- sibilò James alzandosi di scatto, e così Sirius. Entrambi si prepararono in molto in fretta, e stavano per andare a fare colazione quando Remus li fermò:-Non c' è tempo per fare colazione. Mangeremo dei dolci nel treno dalla signora anziana che li vende...-
-Mildred!- esclamò Sirius, e James e Remus gli lanciarono un occhiata confusa.
-La donna del carretto? Mildred!Non vi dice niente?- domandò Sirius sorpreso, e loro scossero la testa.
-Se fossi in voi mi vergognerei, è da anni che quella donna ci dà dei dolci e voi non avete la più pallida idea di chi sia-
-Esattamente, ed è preoccupante che tu lo sappia, Felpato- replicò Remus mentre James annuiva, e poi Lunastorta aggiunse:-Andiamo, ora-
Così salutarono i genitori di James e con i loro bauli si smaterializzarono in un angolo davanti alla stazione King's Cross dove per fortuna nessuno li vide. Poi finalmente entrarono nella rinomata stazione. Da lontano, vicino al binario nove e dieci, scorsero due figure famigliari.
Una era una ragazza dai capelli rosso scuro che le arrivavano fino al seno con indosso un paio di jeans e una camicetta bianca, mentre l' altra era anche lei una ragazza, ma piuttosto alta, dai lunghi capelli biondi e ondulati, che indossava un maglioncino verde e anche lei un paio di jeans.
Erano Lily e Carol, che erano accompagnati da due adulti che James presumette fossero i genitori di Lily. I tre ragazzi si avvicinarono.
-Ciao Lily!Carol!- esclamò Sirius allegramente, e Remus gli tirò una gomitata, per poi dire:-Ciao ragazze, salve signori Evans-
-Salve- disse James un po’ imbarazzato.
-Piacere di conoscervi, Anne Evans- disse la donna dai capelli rossi e gli occhi azzurri  che doveva essere la madre di Lily. Strinse la mano di tutti i tre ragazzi, e ogni ragazzo le disse il proprio nome mentre le stringeva la mano. Quando James disse il suo nome, Lily notò che sua madre si fermò un secondo di più a osservare lui. Ma fu solo un secondo, perciò gli altri non lo notarono.
Lily capiva il perché sua madre lo avesse scrutato più a lungo degli altri. La sera prima, mentre stava andando in bagno e Carol l’ aspettava in camera, aveva incontrato sua madre e le aveva raccontato brevemente e con una sintesi molto veloce quello che era successo. Sua madre l’ aveva abbracciata, e l’ aveva anche rassicurata che con il tempo sarebbe andato tutto molto meglio. Lily ne dubitava vivamente, anche se era contenta di essersi chiarita con James.
-Io sono il padre di Lily, Mason Evans- disse a sua volta sorridendo il padre di Lily a tutti i tre ragazzi. Si era svegliato il mattino senza più la febbre, e sebbene lei e sua madre avessero insistito perché rimanesse a casa a riposarsi, lui aveva ignorato i loro consigli ed era venuto ad accompagnare anche lui sua figlia alla stazione.
Strinse la mano anche lui a tutti e tre i ragazzi.
Poi Carol sorrise:-Divertitevi a Hogwarts-
-Ti scriveremo, Carol!Addio!- disse Sirius con fare melodrammatico, e Carol rise:-Si, ci credo di sicuro!Comunque, sul serio divertitevi e fate una foto a un Ippogrifo, Lily non me ne ha mai mandata una…-
-E non succederà presto- la interruppe Lily con un occhiata truce, ma lasciandosi scappare poi un sorriso.
Lily guardò i suoi genitori e sorrise loro:-Beh, sarà meglio che vada … se non voglio perdere il treno … -
-Certo. Scrivici, mi raccomando!- la avvertì  Mason, e lei annuì dandogli un bacio sulla guancia. Poi ne diede uno a sua madre e disse a tutti e due:-Chissà … magari se non avrò troppo da studiare tornerò per le vacanze di Pasqua-
-Lo spero. In ogni caso stai bene, studia e divertiti!- disse Anne, e Lily annuì:-Certo, mamma. Grazie-
Poi abbracciò Carol con un abbraccio stritolatore, e le mormorò all’ orecchio, in modo che solo lei potesse sentirla:-E mi raccomando, manda a Andrew un paio di schiaffi da parte mia-
-Non mi interessa più Andrew- mormorò di nuovo Carol con lo stesso tono di voce. Lily sorrise e poi si staccarono. Carol guardò un secondo Remus, e ritornando poi a guardare Lily, vide che il sorriso della rossa era più largo di prima.
Remus, Sirius e James diedero un abbraccio veloce a Carol (anche se quello di Remus durò appena un secondo in più) e salutarono educatamente i signori Evans.
-Ciao!Mi mancherete!- esclamò Lily rivolta a tutti e tre e con un sorriso attraversò la barriera che portava al Binario nove e tre quarti.
Velocemente l’ attraversarono anche i tre, per poi guardarsi intorno.
I gufi strepitavano e cinguettavano nei carrelli di molti studenti. Alcuni indossavano già la divisa, altri no. Alcune ragazze avevano gatti di vari colori: rossi,  neri , bianchi …
L’ odore dei sassi della ferrovia e il chiacchiericcio degli studenti rendeva quel luogo ancora più magico.
-Bene, Lils, che hai fatto ier … o c’ è Pete!- esclamò Sirius alzando le braccia con fare forse un po’ troppo entusiasta.
Lily alzò gli occhi al cielo, e James disse a Sirius, guardandosi intorno:-Ma dov’ è che lo  vedi?Io non riesco proprio a vederlo da nessuna parte!-
-E’ là!Te lo assicuro!Peteerr … - Sirius si sbracciò ancora di più per farsi notare, indicando un punto un po’ distante, ma sempre vicino al treno.
-Smettila di fare tutto questo casin … - ma non riuscì a finire la frase perché Sirius lo prese per il colletto trascinandolo verso Peter.
James fece dardaneggiare lo sguardo dai suoi amici a Lily, e lei capì che stava decidendo se stare con loro o con lei.
Lily si guardò intorno, cercando una persona che conosceva per liberarsi dall’ impiccio di dover far conversazione e principalmente per evitare James. Aveva deciso di stargli lontano, ma era difficile se lui complicava le cose a quel modo!
Finalmente, nella sua disperata ricerca con lo sguardo, Lily vide Jane Carter poco distante con il suo carrello con il baule e sopra una gabbia che conteneva una civetta piumata rossiccia e bianca.
Guardò James e gli disse frettolosamente:-Scusami,  devo andare a salutare Jane … - e più veloce di un fulmine si allontanò da James per dirigersi verso Jane.
Jane Carter* era una delle ragazze più belle di tutta Hogwarts, e alcuni osavano addirittura dire che fosse la più bella in assoluto.
Jane era più alta di Lily, ma più bassa di Carol. Era perfettamente nella media. In quel momento stava guardando trafficando con il baule per farlo stare dritto. Quando ci riuscì, il suo viso si aprì in un sorriso soddisfatto.
Jane aveva dei capelli biondo scuro che le arrivavano di una spanna sotto le spalle. I capelli erano lisci, ma non del tutto e avevano una tendenza lievemente ondulata.
Aveva delle labbra bellissime. Carnose, e fatte bene come in un dipinto creato da un pittore di prestigio.
Ma la cosa che colpiva di più di Jane erano gli occhi. Lily non aveva mai visto nessun altro con degli occhi del genere. Non erano azzurri, e nemmeno castani, e neanche verdi. Erano di un blu intenso, così intenso che sembrava quasi uscito da una favola. Quegli occhi erano incredibili, quasi surreali.
Jane aveva un bel fisico, e anche un viso molto bello. I tratti erano dolci e lievi, come se fossero stati creati con una cura innaturale.
Non indossava ancora la divisa, anzi aveva una giacchetta azzurro e dei pantaloni  neri, ma teneva al collo la sciarpa della sua Casa: Tassorosso.
Lily a volte si chiedeva come mai Jane non fosse a Corvonero. Era brillante, sveglia e  pronta di mente, eppure era finita a Tassorosso.
Non che Lily avesse nulla contro i Tassorosso, ma Jane era una ragazza davvero molto intelligente e perciò a volte pensava che sarebbe dovuta finire a Corvonero.
Per precisare, a differenza della maggior parte delle ragazze così belle che normalmente erano delle oche, Jane non lo era affatto.
Oltre a essere intelligente, era anche simpatica, spiritosa, leale e, che Lily ricordasse, l’ unico ragazzo con cui era uscito si chiamava Dick, ed era successo l’ anno prima, ma si erano frequentati solo per un paio di settimane.
A parte lui, Jane non aveva mai avuto ragazzi, anche se la  maggior parte di Hogwarts pensava il contrario, dato che è difficile che una ragazza così bella resti sola.
Be’, ovviamente, Jane aveva avuto dei “corteggiatori” ma lei non si era mai mostrata particolarmente interessata a nessuno di loro.
-Jane!- esclamò Lily con forse troppo entusiasmo. Jane  la guardò sorpresa, e la salutò cercando di nascondere la propria perplessità:-Oh, ciao Lily!-.
In effetti, la sorpresa era dovuta. Lei e Lily erano in rapporti amichevoli, ma non in stretta confidenza e Lily si chiese se non avesse esagerato con l’ entusiasmo.
Decise comunque di non desistere e domandò allegramente:-Ti sei divertita durante le vacanze?-
-Be’, i primi giorni non molto, in realtà. Sono talmente sfigata che mi è venuta la febbre durante le vacanze … tu come stai?- domandò Jane dopo aver alzato gli occhi al cielo per la sua sfortuna.
Lily si accorse che non doveva nemmeno sforzarsi molto per fare conversazione con Jane, dato che lei era piuttosto simpatica e la conversazione scorrevole.
-Io bene ma … cosa hai avuto di preciso?Sei stata tanto male?- chiese Lily seriamente interessata, ma Jane scrollò le spalle, mentre un sorrisetto le saliva sulle labbra, e rispose:-Be’, solo per i primi giorni, infondo … e in quelli successivi sono successe tante cose belle … -
-Per esempio?- le domandò Lily incuriosita, ma Jane non poté rispondere perché un Tassorosso del loro stesso anno si avvicinò a lei e le tappà le labbra con un bacio.
Jane lo ricambiò sorridendo, con un lampo di felicità negli occhi.
Il ragazzo aveva i capelli neri e gli occhi verde scuro (più scuri di quelli di Lily) e indossava già la divisa.
 
Si chiamava Josh  Varren, da quello che Lily ricordava, ma non sapeva altro di lui.
Jane si staccò un secondo da lui e mimò a Lily con le labbra, velocemente:-Questa è una di quelle cose belle di cui parlavo-.
Lily ridacchiò, ma quello che a quanto pare doveva essere il nuovo ragazzo di Jane non sembrò rendersene conto o curarsene e baciò di nuovo Jane.
Lily sorrise a quella scena. Era bello vedere due ragazzi che erano innamorati, che erano felici …
Per un attimo, come in un sogno, vide che al posto di Jane c’ era lei, e un ragazzo dai capelli neri ma molto più spettinati di quelli di Josh la baciava nello stesso modo appassionato …
Si riscosse bruscamente dai suoi pensieri e neanche un secondo dopo Josh si staccò da Jane, porgendo la mano a Lily:-Piacere, Josh Varren, tu sei Lily Evans, giusto?-
-Sì. Piacere- disse Lily cortese stringendogli la mano. Dopo che si furono presentati, Josh disse a Jane:-Ehm, Jane, andiamo a cercare uno scompartimento?-
-Oh, certo. Lily ti dispiace … - stava dicendo Jane, ma Lily la interruppe:-No, no nessun problema!Andate pure!-
-Oh, d’ accordo, allora … ciao- disse Jane iniziando a camminare verso il treno con Josh che salutò Lily con la mano.
Lily ricambiò il saluto con la mano a Josh e disse sorridendo a sua volta a Jane:-Ci vediamo in giro-.
Così Jane e Josh salirono sul treno. Lily si guardò intorno e osservò con piacere che James si era avvicinato agli altri malandrini, ma notò con ancora più piacere che Marlene, che doveva essere appena arrivata, si stava dirigendo verso di lei.
-C
iao Lene!- la salutò allegramente Lily, ma Marlene non la stava guardando. Fissava un punto imprecisato oltre la la spalla di Lily. La rossa si voltò in quella direzione ma non vide nessuno.
Finalmente Marlene sembrò notarla:-Oh, ciao, Lils!Ti stavo cercando!-. Lily suppose che Marlene prima stesse cercando proprio lei mentre guardava in una direzione e lasciò perdere.
Intanto, dai Malandrini...
-Che peccato che eri in vacanza Pete, altrimenti saresti potuto venire anche tu a Londra!- esclamò James dispiaciuto che l' amico non fosse venuto.
-Mi dispiace, ma sarà per un altra volta...- disse Peter, e Sirius annuì:-Giusto!Poi sono successe tante cose con Jam ... oh, c'è Emmeline! EMMELINE!- tutti si voltarono nella direzione indicata da Sirius e videro poco distante da lì Emmeline che conversava con una ragazza, Grace , (un prefetto, per precisione)del sesto anno di Corvonero a proposito degli orari.
Sirius si avvicinò a Emmeline mentre gli altri Malandrini stavano ancora chiacchierando, e la prese per la vita facendola alzare da terra.
Emmeline presa alla sprovvista, strillò:-AH!Che diavolo succed...-. Poi quando Sirius la rimise a terra, Emmeline potè vedere la faccia del suo "assalitore" e alzò gli occhi al cielo:-Avrei dovuto immaginarlo-
-Ciao Emmeline!Ti sono mancato?- domandò Sirius allegramente, e Emmeline inarcò un soppracciglio:-Ci siamo visti ieri-
-Non ha importanza... ehi, perchè quel ragazzo mi sta guardando male?- domandò Sirius a Emmeline. Emmeline si girò e vide David Wilson poco distante, che scrutava Sirius con un  odio crescente.
-Oh, è David, il mio ex, ricordi... in biblioteca?- chiese Emmeline a Sirius voltando con decisione le spalle a David.
-Oh, giusto, avevo dimenticato...- fu la risposta di Sirius, che sentì una nodo nella stomaco di cui non volle approfondire la motivazione.
-Voi due state insieme?- chiese a sorpresa Grace, una ragazza dai capelli biondo sporco , bassetta e con delle lentiggini sul viso.
Emmeline e Sirius strabuzzarono gli occhi. Evitarono accuratamente di guardarsi e Emmeline rispose arrossendo leggermente:-Cosa.... noi non.. certo che no!-
-Emmeline e io non... Emmeline vuoi venire a salutare Lily?- domandò Sirius sviando l' argomento.
-Certo!Ciao Grace!- disse Emmeline cogliendo al volo l' occasione e allontanandosi da Grace prima che potesse fare altre domande inopportune.
Il viaggio in treno fu piuttosto tranquillo.
Lily stette nel solito scompartimento con le sue amiche, (dopo che Alice ebbe salutato Frank dandogli un bacio mozzafiato sulle labbra) mentre James stette con gli altri Malandrini e con Frank.
Quando arrivarono al castello,  mancava un ora alla cena.
Lily era davvero molto stanca e avrebbe voluto e avrebbe voluto riposarsi ma prima doveva portare la torta agli elfi se non foleva che ammuffisse.
Nel suo tragitto verso le cucine, però, incontrò  Sirius, che le domandò divertito:-Che ci fai con quella torta?Hai fame, Lisl?-
Lily alzò gli occhi al cielo:-Non è per me, ma per gli elfi domestici-
-E perchè vuoi portare loro una torta?- chiese Sirius confuso, e Lily spiegò:-Ti ricordi quando prima di Nartale siamo andati nelle cucine di notte e loro ci hanno preparato tutta quella roba?Ecco, voglio ricambiare il favore...-
-Se vuoi gliela porto io, stavo già andando in cucina...- propose Sirius. Lily esitò un momento, ma concluse mentalmente che era davvero stanca e quindi acconsentì:-D'accordo, grazie-
-Figurati- ribattè Sirius. Lily gli diede la torta e se ne andò.
-Bene, ora non devo neanche andare più in cucina a mangiare, direi che questa basta- mormorò Sirius  quando la rossa se ne fu andata. E sorridendo, si avviò in Sala Comune con l' intenzione di mangiare quella torta che doveva essere ottima.
I giorni seguenti non furono molto belli per James. Lily lo evitava continuamente, e quando aveva chiesto alla ragazza come stasse durante una delle ronde lei gli rispose con un veloce:-Bene, grazie- per poi avanzare il passo e superarlo.  Durante l' ora di Erbologia James aveva provato qualche volta a parlarle dato che erano vicini di banco, ma lei rispondeva sempre piuttosto esurientemente e con l' aria di non aver voglia di fare conversazione. James sapeva che la rossa aveva bisogno di tempo per riflettere, ma avrebbe preferito centomila volta che Lily gli urlasse contro anzichè evitarlo in quel modo.
Anche per Lily le cose non stavano andando umolto bene. Da un a parte gli mancava James, ma da un altra voleva stargli il più lontano possibile al momento ed era davvero difficile farlo dato che James era della sua stessa Casa, del suo stesso anno e di conseguenza seguivano quasi tutte le stesse materie.
Gennaio intanto passava, e il peso dei M.A.G.O si faceva sentire sempre di più.
Con l' inizio del nuovo quadrimestre i professori avevao aumentato notevolmente la quantità di studio, ed era tutto piuttosto irritante per tutti gli alunni del settimo anno.
Le cose tra James e Lily intanto non miglioravano, ed è proprio a questo che James stava pensando il 25 gennaio a colazione  quando i Malandrini, Frank e le ragazze (tranne Lily che non era ancora scesa in Sala Grande) si avvicinarono a lui.
-Dobbiamo organizzare una festa a sorpresa per Lily, sabato è il suo compleanno... devi darci una mano - disse Frank senza giri di parole.
James alzò gli occhi dal piatto:-Nel caso che tu non te ne sia accorto, Frank, Lily non vuole vedermi-
-Non fare il guastafeste, James!Sarà divertente!- esclamò Sirius entusiasta, ma James ribattè:-Sono sicuro che non le farebbe piacere che partecipassi anch' io-.
Mary intervenne:-James, Lily ti vuole bene-. Marlene fece uno sbuffo irritato, ma non disse nulla.
-E poi, più siamo ad occuparcene...- dissse Remus, e Emmeline concluse:-Meglio è-.
-Sarà divertente- aggiunse Peter, e Alice disse sorridendo:-E poi, sarà una festa grandiosa dato che è stata mia l' idea-.
Con un sospiro, James acconsentì.
Così passarono i giorni seguenti a occuparsi dei regali, degli addobbi per la festa, dei dolci da farsi preparare dagli elfi e chi ne ha più ne metta.
Finchè il 30 gennaio arrivò. Aveva nevicato tutta la notte e aveva smesso solo da un ora quando Lily si svegliò alle nove. Le altre stavano ancora dormendo e dopo essersi vestita andò in Sala Comune. Li ammirò la neve dalla finestra, felice. Da ora aveva diciotto anni, e non era più maggiorenne solo nel mondo magico, ma anche in quello babbano.
Lily adorava il suo compleanno. Era un giorno in cui era obbligata ad essere felice, e un giorno in cui si sentiva speciale. Nessuno avrebbe potuto rovinare quel giorno.
Dopo pochi secondi, però si sentì chiamare:-Lily?-
La rossa si voltò e vide James.
-Oh, ciao- disse la rossa sorpresa, e James disse sorridendo:-Buon compleanno!-.
-Grazie-replicò Lily e stava già per andarsene quando James la fermò:-Aspetta, ho il tuo regalo di compleanno-. Le porse un pacchetto verde.
Lily lo guardò sorpresa:-Oh, grazie ma... non dovevi...-
James scrollò le spalle. Lily prese il pacchetto e lo aprì.



3 anni prima, 6 dicembre, Hogsmeade
 
Un gruppo di ragazzine di circa quattordici anni camminava incuriosito tra le vie acciottolate di Hogsmeade. Di quel gruppo facevano parte quattro persone: Mary Mcdonald, Alice Prestert, Marlene Mckinnon e Lily Evans. Allora Lily aveva quattordici anni, e portava i capelli fino alle spalle.
Gli occhi verdi erano stupendi come sempre, ma i lineamenti, il volto, era più giovane. Anche le altre ragazzine avevano quattordici anni, e tutte sembravano attratte dalle vetrine e dalla folla che si aggirava per Hogsmeade.
-Pura libertà!Dopo due mesi finalmente possiamo andarcene in giro per Hogsmeade!- esclamò Mary allegramente, e Lily confermò:-Già, non vedevo l’ ora…credi che dai Tre Manici di Scopa facciano le cioccolate calde? Ho proprio voglia di prenderne una…- .
Alice replicò:-Bene, anzi, è perfetto dato che ci siamo quà davanti!- Le altre scoppiarono a ridere, sorprese di non aver notato prima di essere già lì. Così si avvicinarono alla porta d’ ingresso del locale, ma a un certo punto Mary si fermò di colpo, e si guardà intorno.
-Se stai cercando Burtlett, non credo sia qui, non lo vedo da nessuna parte- disse Lily con nonchalance. Burtlett era un ragazzo di Grifondoro del quinto anno, e per cui Mary si era prese una cotta da almeno un mese. -Eh?Cosa?Io non sto cercando Burtlett, nient’ affatto…-
-See certo come no- dissero all’ unisono Alice e Marlene. Poi trasportarono di peso Mary a braccietto fino alla porta del locale, ma si bloccarono di nuovo perché videro che Lily si era fermata.
 -Lily?- domandò lice non vedendola muoversi di un millimetro. Lily replicò voltandosi verso di loro:-Arrivo tra un minuto… ho visto una vetrina interessante-
-Okay, intanto noi entriamo a prendere i posti- rispose Marlene, e un attimo dopo entrarono nel locale.
Nel frattempo Lily si era avvicinata a una vetrina lì vicino. Era stata quella ad attirare la sua attenzione. Si ritrovò di fronte alla vetrina e osservò affascinata un carillon che c’ era dentro. Era dorato e verde, e una ballerina dai capelli rossi e gli occhi verdi come Lily danzava leggera.
Degli spruzzi di scintille blu, viola, rossi, bianchi, gialli e argentati uscivano dal carillon, dal quale, anche da attraverso al vetro, proveniva la musica più bella che Lily avesse mai sentito finora. Era una musica classica, dolce, delicata, come una ninna nanna. Lily chiuse gli occhi, beandosi di quell’ armonia.
Intanto, poco più in là, di fronte a Zonko… -Non so per quale motivo mi sono riuscito convincere a venire in un negozio di scherzi…- borbottò Remus contrariato.
-Smettila di fare il guastafeste, Rem.E poi potrebbero essere utili per infastidire Mocciosus, capisci quello che voglio dire, James?- ribattè Sirius con un sorrisetto, e James rispose, anche lui sorridendo:-Capisco benissimo, Felpato…ehi, io vi raggiungo tra cinque minuti- aggiunse poi James osservando una vetrina poco più in là, in particolare una chioma dai capelli rosso scuro.
-D’ accordo- rispose Sirius spiccio senza neanche guardare dove andava James. Peter annuì, e gli altri tre Malandrini entrarono nell negozio.
L’u ltima frase che James sentì loro pronunciare prima che entrassero fu quella di Remus, che chiedeva preoccupato a Sirius:-Stavi scherzando, a proposito di Piton, vero?-
James sorrise di nuovo e poi si diresse verso Lily. Quando arrivò a destinazione. Notò che Lily aveva gli occhi chiusi, e perciò non si era accorta di lui. Così si mise dietro di lei e le sussurrò a un orecchio:-Evans-
 E addio pace interiore… pensò Lily rassegnata.
Aprì gli occhi e disse secca, voltandosi verso di lui:-Potter- James si passò una mano tra i capelli, al che Lily alzò gli occhi al cielo.
Poi il moro le domandò, essendo ormai di fianco a lei:-Bella giornata, vero?-
-Ora non più- sibilò Lily tra i denti a bassa voce. James le chiese fingendo di non aver sentito:-Come, scusa?-
 -Mmh…niente- rispose Lily voltandosi dall’ altra parte per non mostrare che stava sorridendo.
 -Dovremmo essere qua insieme, lo sai- disse James con fare un po’ arrogante.
Il sorriso svanì dalle labbra di Lily, che si voltò verso di lui e replicò:-No, non credo-
-Si, invece- ribattè James cocciuto, e Lily disse esasperata:-Sai, non so davvero che ti prende quest’ anno. Insomma, già gli altri anni eri abbastanza insopportabile. Ma ora hai superato di gran lunga i tuoi standard. Non ne ho idea del motivo, probabilmente perché ti sei montato la testa ancora di più con tutte quelle ragazzine che ti sei portato a Hogsmeade l’ anno scorso, ma è tutto l’ anno che mi chiedi costantemente, incessantemente di uscire-
-E non ho intenzione di smetterla fino a quando mi dirai di sì- rispose James con noncuranza. Lily rise:-Dovrai aspettare molto, allora-
 -Ho tutto il tempo, Evans- ribattè James. Lily lo fulminò lo sguardo:- Con “Dovrai aspettare molto”, intendevo “Non ti dirò mai di sì”, chiaro, Potter?-
 -Come sei pessimista, Evans-
-Sai, Potter, ti do un consiglio: se vuoi uscire con una ragazza, evita di tormentare il suo migliore amico-
-Quello non sa nemmeno cos’ è l’ amicizia- bofonchiò James, e Lily ribattè pungente:-Perché tu lo sai, vero, Potter?-
-Ne so più di lui. E comunque, se Piton è così un buon amico, come mai non siete quà insieme?- disse brusco James, e Lily mormorò:-Io…aveva un impegno-
-Remus mi ha detto di averlo visto prima in giro per Hogsmeade… insieme ad Avery e Mulciber- disse James, e Lily ribattè, irritata:-E allora?Non vuol dire niente!Anch’ io sono qua con le mie amiche, sono appena entrate dentro ai Tre Manici di Scopa!-
 -Peccato che Alice, Marlene e Mary siano persone un po’ più raccomandabili di Avery e Mulciber-
-Di un po’, Potter, non ti hanno mai insegnato a farti gli affaracci tuoi?- .
James stava per dire qualcosa, ma Lily lo precedette, aggiungendo:-Shh.. taci un secondo-.
Il carillon aveva appena suonato una nota stupenda, che sembrava fatta da una sirena. Ascoltò ancora la musica del carillon, guardandolo incantata. -Ti piace quel carillon?- domandò James facendo dardaneggiare lo sguardo dal carillon a Lily.
-Si…molto- rispose Lily fissando strabiliata il carillon.
·          -Perché non lo prendi?- le chiese James con nonchalance. In realtà Lily ci aveva pensato, ma sul carillon c’ era attaccato un piccola bigliettino con il pezzo, ed era decisamente troppo salato per il salvadanaio di Lily. Non che fosse povera, ma non era nemmeno ricca e quel carillon non poteva permetterselo.
·         -Perché si- rispose Lily, versognandosi un po’ a spiegare la vera ragione. James spostò un secondo lo sguardo su Zonko, e vide che Sirius stava guardando fuori dalla finestra con un espressione preoccupata in volto, sicuramente si stava domandando dove fosse. Perciò disse con un sospiro:-Ora devo andare…mi stanno aspettando. Può darsi che la prossima volta saremo insieme quà…-
·         -Sognare non ti costa nulla, Potter- rispose Lily scrollando le spalle. James sorrise e poi le sussurrò di nuovo all’ orecchio:-E chissà… magari un giorno riceverai da qualcuno quel carillon…-.
Lily si voltò verso di lui sconcertata, ma vide che si era già allontanato.
·          E quando stava per ritornare da Zonko si voltò verso di lei, e le fece l’ occhiolino. Lily lo guardo ancora più sconcertata, e poi entrò piuttosto perplessa nel locale dei Tre Manici di Scopa.


30 gennaio, Sala Comune di Grifondoro, adesso


  •  

  • Lily restò a guardare il carillon a bocca aperta, e boccheggiò:-Io…tu…come hai fatto a...-. James scrollò di nuovo le spalle:-Ho una buona memoria-.
    E senza nessun preavviso, la rossa gli gettò le braccia al collo, abbracciandolo. Per un attimo, James rimase piuttosto sorpreso, ma poi ricambiò l’ abbraccio,
    -Ricordi… ricordi quando ti ho detto che un gesto vale più di mille parole?- mormorò Lily sempre abbracciandolo.
    -Si?- disse James titubante, e Lily sussurrò sorridendo:-Questo è uno di quei gesti di cui parlavo-.
    Finalmente ora Lily sapeva che poteva fidarsi di lui. Non aveva più bisogno di riflettere.
    James sorrise a sua volta. Lily si sentì felice come non si sentiva felice da tempo, e pensò che il giorno del suo compleanno non sarebbe potuto andare meglio.
NOTE DELL' AUTRICE: E finalmente Lily e James hanno fatto pace !Spero che il capitolo vi sia piaciuto!Stanotte parto in Marocco in vacanza e starò via circa otto giorni, spero di riuscire a rispondere alle recensioni con il cellulare là se ci sarà la connessione o in caso contrario lo farò al mio ritorno!A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Capitolo 30: La festa a sopresa ***


  -È  incredibile che James si sia ricordato una cosa del genere- disse Emmeline scuotendo la testa incredula.
-Che cosa dolce- disse Mary sognante, e Alice aggiunse:-E romantica … -
-E schifosa- concluse Marlene accigliata.
Lily aveva appena raccontato alle amiche cosa era successo mezz’ ora prima in Sala Comune con James, e cosa le aveva regalato.
Lily guardò Marlene:-Hai intenzione di rovinare la mia euforia?-
Marlene sospirò:-No, davvero, scusa … insomma se tu sei felice, dovrebbe essere un bene. Sono contenta che tu lo sia. Mi dispiace solo che lui lo sia-
-Marlene, tu e James siete amici- le ricordò la rossa, ma Marlene scosse il capo:-Ora non lo siamo più. E comunque, non eravamo poi così amici, dato che non è mai sembrato affatto turbato del fatto che io lo odio-
-L’ amore è cieco, Lene. James era occupato a pensare al dramma con Lily, ma sono sicura che ora noterà che tu sei ancora piuttosto ansiosa nei suoi confronti, insomma, lo aveva già notato, ma … - stava dicendo Alice, ma Marlene la interruppe:-Ah, si?Ora che non ha più problemi con Lily riesce a notare anche il resto del mondo?Beh, non importa in ogni caso. Io non lo perdonerò-
-Ma lui non ti ha fatto niente- sottolineò Lily, e Marlene scrollò le spalle:-Non voglio parlarne. Piuttosto, che programmi abbiamo per il pomeriggio?-
-Oh, be’…- disse Lily
FLASH BACK, MEZZ’ ORA PRIMA
Lily sciolse l’ abbraccio da James lievemente imbarazzata, e propose:-Mmh … oggi  ho voglia di fare una specie di battaglia a palle di neve … tu ci saresti?-
-Certo. A chi devo diffondere l’ invito?- domandò James, e Lily rispose:-Dillo ai tuoi compagni di dormitorio. Alle ragazze ci penso io, okay?-
-Va bene-
-Grazie- rispose Lily e un po’ di fretta diede un bacio sulla guancia a James per poi dirigersi verso le scale del dormitorio delle ragazze e entrare successivamente nella propria stanza.
Le sue compagne si erano appena alzate, e Lily annunciò  allegramente appoggiando il meraviglioso carillon sul comodino di fianco al proprio letto:-Vi devo raccontare una cosa-
FINE FLASH BACK, PRESENTE
-Che belloo!Palle di neve!- esclamò Alice entusiasta, e Lily alzò gli occhi al cielo divertita.
Emmeline confermò scherzando:-Be’, in questo caso Lily, mi dispiace, so che è il tuo compleanno, ma non hai alcuna speranza di vincere-.
-Lo vedremo … sempre che Alice non rimanga impantanata sotto terra nella neve - disse Mary sorridendo, e tutte, Alice compresa, scoppiarono a ridere.
 In quel momento Lily ricevette una lettera da parte dei suoi genitori, che le auguravano buon compleanno, con accluso un pacchetto che conteneva una collana argentata con un ciondolo a forma di cerchio che brillava come un diamante, anche se ovviamente non era vero.
Lily indossò la collana tutta contenta, e Alice esclamò:-Oh, che bella!Me la presti ogni tanto?-
Lily sorrise:-Mmh … solo se ti comporterai bene-. Alice mise su il broncio:-Sei cattiva, Lils-.
Lily rise:-Scherzavo, dai!Certo che te le presterò!-. Il viso di Alice si aprì in un sorriso trionfante alzando un pugno per aria.
Marlene sorrise:-Ci vuole poco per fare felice, Alice-
-Non è vero!- protestò Alice indignata, e Emmeline ribatté:-Oh, si che lo è-
Alice la guarda minacciosa:-Em, vuoi che ti presti le mie scarpe nuove o no?-
-Oh, certo!Non è vero che ci vuole poco per fare felice Alice…- aggiunse in fretta Emmeline, e Mary rise di gusto.
Poi la porta si spalancò e una figura apparve sulla soglia: Sirius Black.
-Buon compleanno!- esclamò Sirius avvicinandosi a Lily e stritolandola in un abbraccio, rischiando quasi di soffocarla.
-Sirius levati di dosso, maledizione!- boccheggiò Lily, e Sirius sciolse l’ abbraccio guardandola divertito:-Sei sempre così dolce, Ev-
-Ev?- ribattè Lily accigliata, e Sirius spiegò impaziente:-E’ un diminutivo di “Evans”-
-Fa schifo-
-Come dicevo prima, la tua solita dolcezza, Lily- disse Sirius ironico, e Lily protestò:-Be’, che dovevo fare?Mi stavi stritolando!-.
Sirius alzò gli occhi al cielo, e poi esclamò:-Cosa sono quelle, Em?-
Emmeline lo guardò confusa, fissando prima lui e poi il pacchetto di liquerizie sul suo letto, e rispose sconcertata:-Liquerizie, perché?-
-Lique-cosa?- domandò Sirius accigliato e incuriosito.  Emmeline ripetè con pazienza:-Liquerizie!Vuoi assaggiarne una?-
-Sicuro!- rispose Sirius prendendo il pacchetto, aprendola e mettendone una in bocca.
-Non fare troppi complimenti- disse Emmeline ironica.
Sirius ignorò il commento sarcastico e masticò con gusto la caramella nera, per poi decretare:-Favoloso!Semplicemente fantastico!Ti dispiace se ne prendo ancora qualcuna?-
Emmeline alzò gli occhi al cielo:-Serviti pure-. Sirius prese quattro liquerizie dal pacchetto, si sdraiò bellamente sul letto di Lily e iniziò a divorarne una.
Questa volta fu il turno di Lily di alzare gli occhi al cielo, ma non disse nulla. La rossa aprì invece il proprio armadio e lanciò a Sirius un altro pacchetto di caramelle, che atterrò sulla pancia del Malandrino. Lui prese in mano il pacchetto guardandolo incuriosito:-E queste cosa sono?-
-Coca-cole. Provale- gli suggerì Lily prendendo una spazzola e iniziando a pettinare i propri capelli rossi.
Sirius iniziò a mangiare anche quelle con entusiasmo, scoprendo che erano deliziose.
-Mmmh … Sirius, sei venuto a saccheggiarci i dolciumi?- chiese sorridendo Marlene, e Sirius rispose sulla difensiva:-E’ stata Lily a offrirmi queste caramelle. E comunque sono venuto per augurare buon compleanno alla nostra rossa!-
-Stai festeggiando piuttosto bene il suo compleanno- notò Mary ridendo, e Sirius ribattè:-Voi scherzate, ma io sono venuto solo per farle gli auguri, siete voi che mi avete distratto con tutte queste caramelle-
-Certo, come no- Lily alzò di nuovo gli occhi al cielo e ripose la propria spazzola nel cassetto del suo comodino. Poi si sedette sul proprio letto ai piedi di Sirius e chiese:-Sirius mi dai una caramella?-
Sirius gliela passò e Lily iniziò a masticarla lentamente.
Tutte le ragazze e Sirius iniziarono a chiacchierare allegramente delle cose più svariate (per esempio di quando una volta Sirius era caduto dalla  scopa e un infermiera non particolarmente esperta gli aveva spalmato del gelato sulla gamba come rimedio), fino a quando non arrivò l’ ora di pranzo.
Così si avviarono verso la Sala Grande, e trovarono Remus, James,Frank e Peter già seduti al tavolo di Grifondoro.
-Beh, auguro buon pranzo a tutti quanti- annunciò Emmelineper poi voltarsi e dirigersi al tavolo dei Corvonero.
-Auguri!- dissero in coro Remus, Peter e Frank con entusiasmo. Lily sorrise:-Grazie mille, ragazzi-.
La rossa si sedette seguita a ruota dagli altri, e Sirius canticchiò:-Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Lily isterica, tanti auguri a te!-. James rise, ma Lily lanciò un occhiataccia a tutti e due,per poi ritornare di buon umore e servirsi con un abbondante porzione di patate e pollo.
Iniziò a mangiare alquanto affamata, dato che non aveva fatto colazione, e gustò con piacere il cibo in silenzio, finchè Marlene le sussurrò all’ orecchio:-Ti sta fissando-.
-Chi?James?- chiese Lily con lo stesso tono di voce basso.
Marlene scosse la testa:-No, Severus Piton-.
Lily alzò la testa di scatto rivolta al tavolo dei Serpeverde, e vide che effettivamente Severus Piton la stava fissando con un espressione indecifrabile. Ma quando si accorse che la rossa l’ aveva notato,distolse in fretta lo sguardo.
-Mmh…che vorrà?- domandò Lily all’ amica, che rispose pensierosa:-Secondo me sta combattendo contro l’ istinto di augurarti buon compleanno-
-Be’, sarà meglio che non lo faccia. Non voglio che mi rovini il compleanno- disse Lily. Marlene tacque, e Lily ricominciò a mangiare.
-Allora- esordì Lily rivolta a Marlene per cambiare argomento:-Come pensi che sia andato il compito di Antiche Rune?-
-Non so, ma sicuramente non ho fatto un compito eccellente. Ero un po’ distratta- spiegò Marlene,
e Lily ripetè:-Distratta. Perché?-
Marlene bevve un po’ di succo di ribes, e poi rispose:-Sinceramente, non ricordo con esattezza. Deve essere stato un giornono. Hai presente quel tipo di giorno in cui parti con il piede sbagliato la
mattina e sai che la giornatà non migliorerà?-.
Lily annuì, e   poi dichiarò:-Be’, questo non è sicuramente un giorno no. E’ iniziato bene e spero che altrettanto bene finisca-.
-Mmmh … credo che tu sia estremamente fortunata che il tuo compleanno capiti di sabato. Il mio quest’ anno sarà un mercoledì- spiegò Marlene imbronciata, e Lily sorrise:-Già, ma non cambia poi molto alla fine. Non ho niente di speciale in programma per oggi-.
Marlene involontariamente piegò le labbra in un sorriso, e disse:-Già, in effetti hai ragione-.
Marlene riflettè entusiasta che anche se Lily non aveva dei programmi speciali per quel giorno, loro ne avevano per lei. 
Quando ebbero finito di mangiare, Lily disse alzandosi:-Va bene se per la battaglia di neve ci troviamo in cortile davanti al portone d’Ingresso-.
-Per me è okay- disse James facendole un largo sorriso, che Lily ricambiò, e anche gli altri acconsentirono. Così Lily dopo pranzo andò nel dormitorio e si immerse nella vasca di fianco alla doccia, che dopo poco fu piena di acque e schiuma. Non faceva quasi mai il bagno, in quanto le occupava più tempo del necessario, ma il giorno del suo compleanno poteva permetterselo.
Prese un po’ di schiuma in una mano e soffiò, facendo dividere la schiuma in tanti batuffoli bianchi che volarono verso la parte opposta della vasca. Sul como’ vicino al lavandino Lily aveva posato solo dieciminuti prima una vecchia radio di legno, e da essa ne usciva la canzone “In my
life” dei Beatles.
Lily appoggiò la testa allo schienale della vasca e chiuse gli occhi, rilassata. Si sentiva leggere e il profumo di mela della schiuma che aveva messo nella vasca le arrivava delicato alle narici.  I capelli li aveva raccolti in una crocchia per non bagnarli. La sua testa era libera, sgombra di qualunque pensiero, perché finalmente era calma. Lasciava solo che le note della canzone la cullassero, dolci. 
La canzone finì, per essere sostituita da Here Comes The Sun,una canzone appartenente sempre ai Beatles.
Lily era calmissima e passò almeno un’ ora in quella vasca da sola, fino a quando Emmeline entrò chiudendosi la porta alle spalle. Lily sobbalzò per il rumore della porta e aprì gli occhi di scatto. Emise un sospiro di sollievo quando si accorse che era Emmeline.
-Bella musica- commentò Emmeline sedendosi sul bordo della vasca. Lily sorrise:-Si chiama Let it Be, è dei Beatles-.
-Lo so. Sono Nata Babbana, anch’ io, ricordi?- domandò Emmeline ricambiando il sorriso, e Lily si battè una mano sulla fronte:-Me ne sono scordata!Be’, allora, grazie ai tuoi genitori devi conoscere per forza i Beatles, no?-
-Si, mia mamma li adora, e anche a mio padre piacevano- spiegò Emmeline, e Lily ripetè confusa:-Piacevano?-
Emmeline tacque un momento, poi disse lentamente:-Mio padre è morto quando avevo tredici anni-.
Lily si portò una mano alla bocca:-Oh, io … scusa, mi dispiace tanto, non lo sapevo…-
Emmeline la interruppe cercando di sorridere:-Non è un problema. Sul serio-.
Stettero zitte un paio di secondi, poi Emmeline disse guardando il soffito:-Era il 19 dicembre, quando mio padre morì, e ricordo che anche se le vacanze iniziavano il ventuno, ero ritornata due giorni prima a causa appunto di questo fatto. C’ era tanta neve il giorno in cui … be’ hai capito. Un camionista doveva portare degli attrezzi in una officina, e come ho detto prima, c’ era un sacco di neve. Una vera e propria tormenta. Mio padre era uscito per comprare del pane. Mia madre gli aveva detto di non uscire con quel tempo. Ma lui era testardo. Uscì di casa in auto, e il camionista era in ritardo per la consegna, perciò andava un po’ più veloce del normale. C’ era tanta neve, e anche la nebbia, e non si vedeva bene, e perciò il camion bocciò con l’ auto di mio padre. Morì sul colpo-.
Il silenzio regnò nella stanza, e Lily notò che Emmeline aveva gli occhi leggermente lucidi.
Lily tacque per un paio di minuti, e poi accarezzò il braccio dell’ amica, e mormorò:-Mi dispiace tanto, Emmeline. Tu sei una persona fantastica, e non ti meritavi tutto quello che ti è successo-.
Emmeline fece un sorriso forzato, che era tutt’ altro che felice, e disse:-Neanche lui se lo meritava. Era una persona buona. Un medico. E io … quando l’ ho saputo non ci volevo credere. E’ impossibile che papà sia morto, continuavo a ripetere dentro alla mia testa quando ricevetti la lettera che mi annunciava la sua morte. Quando arrivai a casa, ignorai mia madre che cercava di abbracciarmi, ricordo che me la scrollai di dosso e iniziai a entrare in tutte le stanze e chiamarlo. Aprivo gli armadi, guardavo sotto il letto, aprivo i cassetti dei mobili … ma non successe nulla. E quando mi resi conto che era veramente morto, quando lo realizzai, mi sentii completamente svuotata, e … non dovrei davvero deprimerti dicendoti tutte queste il giorno del tuo compleanno-.
Lily scosse la testa e replicò dolcemente:-No, figurati, io … mi fa piacere che ti confidi con me e … mi dispiace tanto per tuo padre e la tua famiglia. Ma ricorda che c’ è il resto della tua famiglia, e noi ragazze e i Malandrini … -
-Lily, tu non hai la minima idea di come sia migliorata la mia vita da quando ti ho conosciuta. Ho fatto amicizia con persone fantastiche come te, Sirius, Mary,  Alice, Marlene, Frank, James, Remus, Carol … tu non ti rendi conto di quanto ti sono grata per quello che hai fatto per me. Prima io ero sola. Avevo un ragazzo decisamente possessivo e che mi stressava, avevo litigato con le mie amiche di Corvonero e … -
-Perché hai litigato con le tue ex amiche e compagne di stanza a Corvonero? Insomma, non mi hai mai spiegato di preciso … - chiese Lily un po’ curiosa, e Emmeline disse incerta:-Io … io preferirei non parlarne. Non che non mi fidi di te, Lily, anzi, ma sul serio non me la sento di parlarne con nessuno in questo periodo. Mi dispiace molto … -
-Non devi. Me ne parlerai solo quando ti sentirai pronta. E comunque, tutti noi siamo grati a te per averci permesso di conoscerti e diventare tuoi amici. Ti voglio bene- sussurrò Lily piegando le labbra in un sorriso, che Emmeline ricambiò di nuovo e la ragazza dai capelli marrone cioccolato mormorò:-Ti voglio bene anch’ io, Lily. Tanto. Grazie per avermi ascoltata-
-Di niente. Mi ha fatto piacere- ribattè Lily e Emmeline si alzò per andarsene. Fece due passi ma poi si voltò di nuovo verso di Lily e domandò titubante:-Ehm, Lily, non dirai a nessuno quello che ti ho detto, vero?-
-Certo. I tuoi segreti sono al sicuro con me. Prometto che non uscirà niente dalla mia bocca con nessuno- promise Lily posando una mano sul petto, e Emmeline disse continuando a sorridere:-Grazie-.
Emmeline uscì dalla stanza. Lily riflettè per circa un quarto d’ ora riguardo a quello che le aveva confidato Emmeline, e poi si decise a uscire dalla vasca.
Ritornò nella stanza in accappatoio e notò che erano già le due e un quarto. Mary scriveva con la piuma su un foglio di pergamena, Alice era andata a fare un giro con Frank, Marlene si era appisolata sul proprio letto, e Emmeline stava leggendo un libro di Incantesimi sdraiata sul suo materasso gonfiabile. Lily indossò un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe verde con sopra un maglione sempre verde. Si tolse le pantofole e si sdraiò sul letto, prendendo un libro di Agatha Christie e iniziando a leggere.
Fino a quando non arrivarono le tre meno dieci e Alice entrò nel dormitorio saltellando e esclamando:-Be’?Non siete ancora pronte?Sbrigatevi!-.
Così Lily con un sospiro infilò gli stivali da neve ai piedi, indossò il suo cappotto azzurro, la sciarpa del Grifondoro, una cuffia azzurra e bianca in testa e anche un paio di guanti bianchi di lana. Anche le altre si vestirono piuttosto pesantemente, e poi tutte si diressero fuori nel cortile, precisamente davanti al portone d’ Ingresso, dove le aspettavano i Malandrini.
-Buenos Dias!- salutò allegramente James, e Lily non potè evitare di ridere.
-Bene- annunciò Sirius, e James continuò:-Ora che ci siete tutti … -
-Decidiamo le coppie per la battaglia di neve!- concluse Sirius, e James tirò fuori dallo zaino che aveva portato con sé una scatolina di cartone senza nemmeno il coperchio.
-Contiene dei biglietti- spiegò James, e iniziarono ad estrarre le coppie. Il risultato fu: James e Mary, Sirius e Marlene, Peter e Frank, Alice e Emmeline e infine Lily e Remus.
-Si!Sono con il mio migliore amico!- esclamò Lily cingendo le spalle di Remus, che disse sorridendo agli altri:-Mi dispiace dirvelo, ma non avete alcuna chance contro noi due-.
James disse con aria di sfida:-Certo, come no. Io e Mary vinceremo di sicuro. Vero, Mary?-.
Mary annuì con vigore, e Emmeline si intromise:-Tutte idiozie. Lo sapete benissimo che alla fine saremo io e Alice a vincere-
Sirius ghignò, e lui e Marlene dissero in coro:-Lo vedremo-.
E la battaglia iniziò. Palle di neve cominciarono a volare da tutte le parti, spietate. E intanto, un coro di risate dei guerrieri faceva da sottofondo.


A un certo punto una palla di neve colpì Lily in piena faccia, costringendola a ingoiare la neve. Davanti a lei, James Potter, la
persona che ovviamente aveva lanciato quella palla, la osservava con un ghignodivertito dipinto in volto. Lily lo fissò sorridendo malefica:-Questa me la paghi!-.
Gli lanciò anche lei una palla di neve, ma lui la schivò
prontamente, e il moro stava proprio cantando vittoria quando una palla di neve lanciata da Marlene gli finì dritta nel petto.
James ghignò rivolto a Marlene:-Mmmh…osi sfidarmi?-
Ma Marlene non si dimostrò minimamente divertita, e rispose
glaciale:-Sì-.
Quella freddezza prese un po’ alla sprovvista James, che  aveva pensato che anche Marlene lo avesse perdonato, ma se ne dimenticò in fretta, quando Emmeline gli lanciò addosso un’
altra palla di neve.
Il pomeriggio trascorse piacevolmente, tra neve e risate.
Alle cinque e mezza, tutti dovettero convenire che i vincitori indiscussi erano Lily e Remus.
O meglio, quasi tutti.
Emmeline esclamò:-Non è vero!Avete sbagliato!Siamo state io e Alice a vincere!-. A tutti era noto, soprattutto a
Sirius, che Emmeline a volte sapeva essere leggermente competitiva.

Remus scosse la testa:-Nient’ affatto. Siamo tutti d’accordo sul fatto che abbiamo vinto io e Lily-.

Emmeline stette zitta un momento, poi concesse
sorridendo:-D’ accordo, ma solo perché è il compleanno di Lily!-. Gli altri risero, e poi decisero di andare nel castello.

Mentre tutti si avviavano, James chiese a Lily:-Aspetta … vuoi
venire a fare un giro?-

-Uhm…certo- rispose Lily avviandosi con lui per i cortili. 

-Adoro il mio compleanno- disse Lily sorridendo, e James
chiese curioso:-Per i regali?-.

Lily scosse la testa, ma poi si corresse:-Be’, si, mi fanno
piacere anche i regali, ma più che altro è che mi sento speciale in questo giorno. Non so … è strano-.

Tu sei sempre speciale,pensò James, ma si trattenne dal dirlo ad alta voce. Il Malandrino replicò invece:-In che senso strano?Nel seno che hai paura di essere mangiata da delle
tigri?-.

Lily rise:-Ma che cosa stupida!Come fanno a venirti in
mente?-. 

James scrollò le spalle:-Talento naturale-.
Lily gli diede una gomitata scherzosa nei fianchi, per poi coricarsi sulla neve essendo seguita da James.
Lily iniziò a muovere le gambe e le braccia, e all’ occhiata
interrogativa di James, spiegò:-Sto provando a fare un angelo di neve-
-Mmmh … non sei un po’ troppo grande per questo tipo di cose?-

-Non si è mai troppo grandi per fare gli angeli di neve- protestò Lily sorridendo. La rossa ricordò che era stata sua sorella a
insegnare a fare gli angeli di neve, quando aveva cinque anni.

Al ricordo le si strinse lo stomaco, ma decise di non pensarci.

James imitò la rossa:-Be’, allora forse è meglio se lo
facciamo in due-. 

Lily annuì:-Decisamente meglio-. Chiacchierarono per un
quarto d’ ora circa, fino a quando non si alzarono per vedere le loro opere.
Lily si disse soddisfatta del risultato, e anche James.

Poi Lily gli stampò un bacio sulla guancia e annunciò:-Vado a lavarmi i capelli. Ci si vede a cena-

-Okay, ciao- rispose James e Lily si incamminò di buon umore
verso il castello. 
 Quando arrivò nel dormitorio una piacevole sorpresa l’ aspettava un gufo (appartenente alla guferia di Hogwarts) stava sul suo letto, con un pacco di medie dimensioni tra le zampe, una lettera coordinata e anche un piccolo bigliettino piegato
perfettamente e legato da un nastro bianco.

Lily ringraziò il gufo offrendogli un biscotto allo zenzero
e slegò le sue consegne dalla zampa del gufo (che era piuttosto grande). Per prima aprì la lettera, che diceva:
Cara Lily,
Tanti tanti auguri di buon compleanno!Il tuo diciottesimo compleanno!Ti rendi conto che da oggi sei maggiorenne?! Insomma, nel mondo magico lo eri anche prima, ma ora lo sei anche per noi “babbani”.
Ancora non mi piace essere apostrofata così. So che non è un insulto, ma mi irrita ancora un po’. Strano vero? Come stanno le altre ragazze? Spero bene. Salutale da parte mia.
E invece con James?E’ cambiato qualcosa o siamo sempre al punto di partenza? Come si sta comportando? Stai ancora riflettendo? Okay, ora ti sto facendo decisamente troppa pressione. Devo piantarla. Salutami anche Sirius e gli altri. Oggi sono uscita a fare una passeggiata, è stato magnifico, c’ era il sole quà, e ho anche portato i cani a passeggio …
Ieri sera mi è arrivata un'altra lettera di Remus: niente di nuovo nel complesso.
Hai già ricevuto dei regali?E se la risposta è si, che cosa?
Ti auguro un davvero, davvero, felice compleanno.
Con tutto l’ affetto possibile immaginabile,
Carol

Lily sorrise e si ripromise di rispondere a Carol il giorno seguente, per raccontarle com'era andato il giorno del suo compleanno.
Finora la giornata stava procedendo bene, Lily sperava solo che non venisse rovinata in qualche modo. Apri' il pacco, e scopri' che conteneva uno splendido vestito piegato per bene.
Era stupendo: color crema, con una fascia bianca alla vita e lungo fino due spanne sotto le ginocchia.

Lily lo osservò stupefatta della sua bellezza, e si appuntò mentalmente che quando a Maggio ci sarebbe stato il compleanno di Carol avrebbe fatto un regalo fantastico a quell' angelo della sua amica.
Sorrise ancora piu' felice, e poi si ricordò del piccolo biglietto piegato ordinatamente e legato da un nastro bianco.
Lily slegò il nastro chiedendosi che cosa le avesse scritto Carol li', ma scopri' che non era di Carol.
Il biglietto conteneva solo sei parole, ma che sorpresero Lily considerevolmente.
"Ti auguro buon compleanno, Lily.                                                                                                                          Petunia”
Lily rilesse più volte il biglietto, sebbene non ci fosse niente di particolarmente complicato da capire, data la brevità del biglietto.
Lily si portò una mano alla bocca' sorridendo sbalordita.
Da quando era a Hogwarts, Petunia non le aveva mai fatto nessun regalo di compleanno e nemmeno un biglietto.
Per i primi tre anni nella scuola di magia, Lily aveva sperato almeno in un biglietto, ma le sue speranze erano svanite al quarto, ormai già  conscia dell' astio da parte di sua sorella nei suoi confronti.
Quindi, figuriamoci se Lily se l' era aspettato quell' anno, quando Petunia si era sposata e l' aveva caldamente invitata a non assistere al giorno più importante della sua vita. 
Lily si alzò lentamente dal letto e si tormentò una ciocca di capelli con un dito iniziando a saltellare.
-Mmmh, Lils, che succede?- domandò Mary ansiosa, e Lily rispose:-Petunia … lei … mi fa fatto gli auguri di compleanno!-
-Oh, be’,è una bellissima notizia Lily –affermò Mary sorridendo, e Lily ricambiò il sorriso raggiante. Poi si rese conto che erano già le sette e così si diresse con le amiche a cenare in Sala Grande.
La cena trascorse piacevolmente. Più tardi Lily andò in Sala Comune con l’ intenzione di stare con tutti i suoi amici la sera del proprio compleanno, ma Alice, arrivò cinque minuti dopo di lei, annunciando:-Ho incontrato Lumacorno in Sala d’ Ingresso. Stasera organizza una festa e siamo invitate-.
Lily non potè evitare di essere un poco delusa. Aveva sperato di passare la sera del suo compleanno con i suoi amici. Non che non le piacessero le feste di Lumacorno, ma proprio il giorno del suo compleanno … con un sospiro, concluse che non aveva scelta se non andarci. Così che si lavò i capelli, che inizialmente pensò di portare naturalmente (lisci) ma poi cambiò idea e ci mise ben tre quarti d’ ora a farsi i boccoli.
Poi indossò un abito color crema e un paio di ballerine bianche abbinate.
Così Lily uscì dal dormitorio con Alice, ma i suoi amici le annunciarono che avrebbero accompagnato lei e Alice fino alla porta dell’ ufficio di Lumacorno e poi se ne sarebbero andati, tranne forse James e Sirius, che erano invitati ma non pensavano di venire.
Ma a metà tragitto Marlene legò improvvisamente una benda intorno alla testa di Lily e coprendole gli occhi.
-Che diamine …?- esclamò Lily seccata, ma Marlene rispose facendo di tutto per non scoppiare a ridere:-Ci siamo dimenticate di darti il tuo regalo!Che sbadati!Ti tengo una benda così non lo vedi. E’ una sorpresa!-
-Se è qualcosa che puzza o urla o che proviene da Sirius o James giuro che…- stava minacciando Lily, ma Sirius la interruppe:-Ti assicuro che questa volta non centriamo nulla!-
-Lasciati guidare da noi!- suggerì James, e Remus lo ammonì:-Mmh…io non mi fiderei di James e Sirius se fossi in te, ma di noi altri si!-.
Lily rise nervosamente. Era ansiosa di togliersi quella benda di dosso. Non vedere nulla la innervosiva. Mentre camminava guidata dai suoi amici, si chiese vagamente cosa le avessero regalato, ma quando un paio di minuti più tardi le slegarono la benda permettendole di vedere, Lily si rese conto che non avrebbe mai immaginato niente del genere.
Si trovava in una stanza enorme dalle pareti bianche e azzurre.  Due lunghi tavoli erano schiacciati ai due lati verticali della stanza, ricoperti delle cose più svariate: dolcetti, salatini, gelati, buffet, torte, patatine, popcorn, Acquaviola, Whiski Incendiario, Rum di ribes rosso, Burrobirra, Coca cola…
Su un mobile stava una bella radio sempre di legno (simile a quella di Lily ma un po’ più grande) da cui usciva You Shook Me All Night Long degli ACDC.
Appesi alle pareti c’ erano vari striscioni con scritto cose del tipo “Buon diciottesimo compleanno, Lily!”, o “Lily sei la migliore”, oppure “Ti vogliamo bene, Lily!-. C’ erano appese alcune foto di lei con le sue amiche per la stanza, una con Remus al quinto anno, una quella che avevano fatto tutti di gruppo in cui Sirius indossava il vestito di Emmeline. Infine una foto dell’ anno prima in cui c’ era solo Lily. L’ aveva scattata Mary senza che Lily se ne accorgesse, ma non fu un’ impresa difficile dato che la rossa stava contemplando il lago. Lily constatò che era una delle foto più belle che avesse. C’ era qualche divano e qualche poltrona nella parte destra della stanza, un pezzo di pavimento libero per ballare e un angolo con vari cuscini e un telo sparsi per terra (a cui stava vicino uno scatolone con su scritto “Coperte”). Poi una piccola porta sbucava dall’ ultima parete: quella piccola porta conteneva un minuscolo bagno comunicante. Decorazioni con stelle filate e coriandoli erano ovunque, e fiori di vario tipo (soprattutto gigli) erano appesi alle pareti.
-Sorpresa!- urlarono in coro tutti tranne Lily, che li fissò a bocca aperta, per poi esclamare:-Ma voi … come … io …. GRAZIEEE!-. E con gli occhi lievemente lucidi abbracciò uno a uno tutti loro stampando anche un bacio su ciascuna guancia di tutti loro.
-Questo è fantastico!Ma come avete fatto?Siamo nella stanza delle Necessità, giusto?- chiese Lily euforica.
Sirius annuì, e Lily esclamò:-E non c’ era nessuna festa di Lumacorno, vero?-
-No, non c’ era- rispose James sorridendo divertito.
Lily era sicura che quella serata sarebbe stata fantastica.

NOTE DELL' AUTRICE:Mi scuso per l' immenso ritardo ma meglio tardi che mai!Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto!E vi informo che conto di aggiornare non questo sabato ma quello dopo!

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Capitolo 31: Il regalo più bello ***


-Bene, cosa facciamo?- chiese Lily, quando lei e tutti i ragazzi furono in seduti in cerchio nella stanza delle Necessità solo dieci minuti dopo che era iniziata la festa a sorpresa per lei, e Emmeline propose:-Che ne dici di obbligo o verità?-

-Certo-

-Bene, il gioco è semplice: ora incomincia Lily perché è la festeggiata, quindi Lily deve tenere in mano una pallina e scegliere qualcuno a cui chiedere obbligo o verità, quest' ultimo risponde, e poi lui sceglie qualcun' altro, chiaro?- chiese Emmeline, e tutti risposero di sì.

Così Lily disse:-Mmh...scelgo Frank-

-Verità- disse subito Frank. Lily ci pensò un attimo e poi chiese:-Qual' è stata la prima ragazza per cui hai avuto una cotta?-

-Non se ne parla. Io a questa domanda non rispondo punto e basta- disse risoluto Frank, probabilmente sperando di cavarsela in questo modo.

-Le regole di obbligo o verità sono molto chiare. Hai scelto verità, dici la verità- replicò Emmeline anche lei con risolutezza.

-Ma, non credo che...- lanciò un' occhiata dubbiosa a Alice, ma ella replicò sorridendo:-Tranquillo, Frank, non mi dà fastidio, non mi arrabbio e non mi offendo né niente del genere...-

Frank sembrava ancora scettico, così Alice disse posando una mano sul cuore:-Lo prometto-

-D' accordo. Ehm...- stava dicendo Frank titubante, e disse il nome della ragazza così a bassa voce che nessuno capì niente.

-Non sentiamo niente se parli così- fece notare Marlene, e Mary la rimproverò dimostrando di nuovo il suo animo romantico, dolce e sensibile:-Sei un insensibile. E' ovvio che Frank non se la sente, perché dovete insistere tutti voi non lo so...-.

-Già. Esatto...- stava dicendo Frank cercando di tirarla per le lunghe, ma James disse schietto:-Dai, dillo!-

-Uhm...ok. Ecco...la ragazza è...- abbassò di nuovo lo sguardo e disse, questa volta a voce alta:-Sei tu, Lily-.

Lily sgranò gli occhi, esclamando:-Io?-

-Lei?!- esclamarono all' unisono Alice e James visibilmente infastiditi scattando in piedi.

-Avevi promesso di non arrabbiarti, Alice!- disse Frank, e Alice disse risiedendosi seguita da James e cercando di riprendere il controllo di sé stessa:-Infatti non sono arrabbiata. Sul serio, non mi dà per niente fastidio-.

Ma non era molto credibile.

James ora stava zitto, cercando di ignorare il fastidioso bruciore alla gola.

-Aspetta...ma davvero io ti piacevo io?Cioè...insomma...ma quando?- chiese Lily stupefatta e curiosa allo stesso tempo.

-Al terzo anno- disse Frank affranto, e Peter commentò:-Be', non me lo sarei mai aspettato-

-Nemmeno io- ribatterono Remus, Marlene, Emmeline e Mary in coro, e Sirius prese in giro:-Sul serio, insomma...Lily isterica Evans?-

-Sirius, hai davvero voglia di essere cruciato?- lo sfidò Lily con un' occhiataccia, trattenendo però un sorriso.

-Mai, Evans, mai- disse lui beffardo, e Lily gli fece la linguaccia. Poi la rossa si rivolse di nuovo a Frank:-No, però io voglio sapere di più...mi sembra una cosa così strano...ma perché ti piacevo?-

-Non ho intenzione di entrare nei dettagli. Non faceva parte degli accordi- si difese Frank. Lily cedette:-Okay, okay, va bene, è solo che mi sembra una cosa così carina...-

-Carina?- ripetè James disgustato, e Lily disse guardandolo stranita:-Si, carina...- poi aggiunse guardando Frank:- Insomma...mi lusinga. Perciò...grazie-.

James fremeva di invidia, a lui piaceva da anni Lily, ma non aveva mai ricevuto nessun ringraziamento da parte della ragazza per questo motivo!

-Cambiamo argomento. Mi sembra che ora devo scegliere io a chi far fare obbligo o verità-. Il silenzio calò nella stanza, e persino James dimenticò di essere arrabbiato: tutti avevano paura di essere scelti. E sapevano che Frank sarebbe stato spietato, visto cosa era stato costretto a fare lui.

Ancora qualche secondo silenzioso, e poi Frank disse:-Remus-

-Dannazione- imprecò Remus, e Frank chiese sorridendo:-Obbligo o verità?-

-Obbligo- rispose Remus. Non aveva avuto dubbi su cosa scegliere. Nessuno oltre i Malandrini sapeva che Remus era un Lupo Mannaro, e anche se era piuttosto improbabile che Frank gli chiedesse se lui lo era o meno, Remus non voleva rischiare.

È vero, un Grifondoro sa correre il rischio, e ancora di più un Malandrino, ma questo segreto era troppo importante per lui.

-Bene. Fammi pensare...- disse Frank grattandosi il mento pensoso, e alla fine decretò:-Devi cantare una canzone-

-Eh?Qui...no...- disse Remus imbarazzato, ma James ribattè:-Devi farlo. Sono le regole. Hai tre minuti al massimo per decidere-.

Così Remus scelse una canzone di un piccolo gruppo musicale magico non molto famoso. Remus cantava abbastanza decentemente anche se non era molto bravo, tuttavia i ragazzi per prenderlo in giro si misero a ridere.

Remus lanciò un' occhiataccia a tutti loro, mentre le ragazze applaudivano.

James in particolare si sbellicava dalle risate continuando a muoversi leggermente sul pavimento e tenendosi la pancia.

-Mmmh...James. Si, James, tu- disse Remus sorridendo sornione, e James smise di ridere all' istante e chiese:-Io cosa?-

-Ho scelto te per fare obbligo o verità-

-Mer...- stava esclamando James, ma Remus lo interruppe:-Obbligo o verità?-

James ci riflettè, poi alla fine decise:-Obbligo-.

- Va bene. Il tuo obbligo è di dare un bacio sulla guancia a Sirius, dato che ormai fate quasi coppia fissa- disse Remus, ma James ribattè ironico:-Ah-ah. Molto divertente. Ora, qual' è il vero obbligo?-

-E' questo- rispose Remus con semplicità. James scosse la testa ridendo:-E' fuori discussione. Gli amici non si baciano sulla guancia. Se si abbracciano è già tanto-

-Devi farlo. Sono le regole- replicò Remus vendicandosi, e James gli scoccò un' occhiataccia, poi si avvicinò a Sirius, sospirando:-Se proprio devo!-

-Ma che cavolo io non ho intenzione di...stammi lontano, dannazione!- esclamò Sirius allontanando l' amico. Iniziò a scappare da lui, mentre tutti ridevano e James lo rincorreva. Dopo qualche minuto riuscì a dargli un velocissimo bacio sulla guancia, e dopo tutti e due emisero un verso di disgusto.

-La pagherai!- esclamarono James e Sirius all' unisono, rivolti a Remus, che si limitò a sorridere.

-Ok...ora tocca a me e scelgo... Sirius- disse James, Sirius rispose tranquillo:-Verità. Per il primo turno sto sul leggero-.

-Okay, qual' è la ragazza più bella tra quelle che ci sono in questo momento?- chiese James.

-Devo proprio rispondere?-

-Si-

-Okay. Belleza fisico e viso insieme, dici?-

-Esatto-

-Bene... allora...mmh...non so a dire la verità. Sono tutte diverse. Non riesco a capire chi sia la più bella- disse Sirius pensoso.

-Devi rispondere, Sir-

-Okay, allora...Emmeline, credo- rispose Sirius, e Emmeline arrossì leggermente.

Lily fece del suo meglio per trattenere un sorriso, come del resto gli altri.

-Bene, ora io scelgo...si, perché non te, Emmeline- disse Sirius per lasciare cedere l' argomento.

-Uhm, si...obbligo- rispose Emmeline dopo averci riflettuto per qualche secondo.

-D' accordo. Buttati dalla finestra- disse Sirius serio, e Emmeline sgranò gli occhi:-Stai scherzando vero?-

-Si- rispose Sirius, e tutti scoppiarono a ridere.

Poi, Sirius annunciò, questa volta serio:-Devi...devi dirci con chi è stato il tuo primo bacio-.

Emmeline lo guardò per qualche secondo, poi mormorò:-Con David Wilson-.

Tutti rimasero in silenzio, a disagio, poi Emmeline lo ruppe dicendo allegramente:-Bene, ora scelgo te, Mary-

-Me?- chiese Mary facendosi tutta a un tratto preoccupata.

-Si-

-Ma io non gioco!- esclamò Mary, ma siccome tutti insistevano acconsentì.

-D' accordo...obbligo o verità?- chiese Emmeline.

-Verità- fu la risposta di Mary.

-Bene. Prima cotta, come con Frank- confermò Emmeline, e Mary sgranò gli occhi, arrossendo furiosamente e disse a disagio:-No, io, non...non voglio...-

-Dai, Mary, tanto è passato, puoi dirlo...- la incoraggiò Lily, ma Mary scosse la testa:-No-

-Ma devi farlo!- esclamò Sirius, e James ribattè:-Be', però se non vuole farlo non è obbligata...in fondo lei non voleva nemmeno giocare...-

-Appunto- rincarò la dose Mary, ma Marlene disse sbrigativa:-Se non volevi giocare potevi dire di no anche se noi insistevamo-

-Ok, allora...Chris Dank, all' inizio del terzo anno- disse Mary, e Sirius esclamò sorpreso:-Chris Dank, quello capellone?-

Mary lo ignorò dignitosamente e si rivolse a Lily:-Tocca a te-

-No grazie-

-Obbligo o verità?-

-Verità- sospirò Lily, e Mary, dopo averci riflettuto per qualche secondo, chiese:-Con chi è stato il tuo primo appuntamento?-

-Lo sai già-

-Ma gli altri no-

-Ma tu sì-

-Non importa-

-D' accordo...con uno che si chiamava Berrys. Era a Grifondoro ma aveva un anno in più di noi infatti adesso non è più a scuola con noi- chiarì Lily,

e James si chiese perché all' improvviso aveva una strana senzazione allo stomaco.

Non vi badò troppo. Lily così annunciò:-Basta, questo gioco mi ha stufato. Altre idee?-

-E se ognuno di noi raccontasse qualcosa di divertente che ha fatto quando era piccolo?- propose di nuovo Emmeline, e gli altri acconsentirono entusiasti.

Così passarono l' ora seguente a raccontarsi a vicenda di aneddoti interessanti compiuti da bambini.

Alice raccontò di quando aveva fatto crollare tutto il tavolo di ricevimento alla festa di Natale quando aveva sei anni con la magia, perché le avevano detto che non poteva fare il brindisi con lo spumante. Sirius raccontò di quando per non vedere i suoi genitori si era nascosto sotto terra e i vicini si lamentavano delle piante che non crescevano, ma in realtà era lui che tagliava le radici. James raccontò di quando era salito per la prima volta sulla scopa di suo padre e aveva quasi investito un topo, e successivamente fatto a pezzi la scopa. Lily spiegò quando a sette anni stava per cadere in una pozzanghera ma poi quando era riuscita a saltarla aveva calpestato della cacca di mucca.

Mary disse imbarazzata che a cinque anni aveva rotto tutti i fornelli in cucina perché sua madre non voleva prepararle del risotto con i funghi perché ci avrebbe impiegato troppo tempo.

Marlene disse che a sei anni stava leggendo un libro a sua nonna e dato che non era ancora pratica con le parole, invece di dire “La capra tornò dai pascoli” disse:”La lontra tornò dalle vie” e siccome poi era troppo difficile da leggere aveva lanciato il libro con la magia nel camino.

Remus raccontò un giorno di maggio quando aveva cinque anni, i suoi genitori uscirono al ristorante, e lui triste per essere rimasto a casa da solo, fece crollare l' armadio dei genitori.

Emmeline disse ridendo che quando una volta suo padre l' aveva portata alla fiera, il suo zucchero filato era finito tutto addosso a un cavallo delle giostre e che ci erano voluti tre quarti d' ora per spiegare al proprietario del cavallo che era stato un' incidente, anche se Emmeline prima che succedesse il fatto aveva pensato che al cavallo avrebbe fatto piacere assaggiare un po' di zucchero filato.

Frank disse che una volta a quattro anni mentre raccoglieva l' uva era diventato così stanco che senza accorgersene la forbice per tagliare l' uva si era messa a lavorare da sola senza le sue mani.

-E ora pausa- annunciò Sirius, e Lily si alzò diretta al tavolo. Riempì la mano di una manciata di popcorn.

-Mmh...credo che ne prenderò anch' io un po'- disse James e senza preavviso tolse di mano i popcorn a Lily e lì infilò tutti in bocca in un colpo solo, rimanendo con la bocca piena zeppa di popcorn.

-Ma che schifo!- commentò Lily schifata, e James ingoiò in una volta sola tutti i popcorn e disse sorridendo:-Uhm...davvero ottimi-

-Non crederti troppo fico, caro- commentò Lily infilando anche lei una manciata enorme di popcorn in bocca e anche lei deglutendoli in un colpo solo.

-Questo è schifoso- disse James simulando ribrezzo, e Lily ribattè:-E' la stessa cosa che hai fatto tu!-

-Ma io la faccio con eleganza-

-Il solito egocentrico-,

-Io?Egocentrico?Sbagli di certo persona-

-Sicuro-

-Ovvio-

-Ridicolo-

-Io non scherzo!Sono molto modesto-

-Si, certo come Poirot!-

-E chi è questo Porront?- chiese James non capendo, e Lily rispose scuotendo la testa:-Lascia stare, James. Fatti una cultura-

-Io sono molto acculturato- protestò James indignato, e Lily disse sarcastica:-Si, come una capra-

-Questo è un chiaro insulto per le capre- intervenne Sirius.

James gli lanciò un' occhiataccia:-Tu non dovresti essere dalla mia parte?-

-Perchè?-

-Perchè siamo migliori amici-

-E quindi?-

-E quindi basta!-

-E quindi basta basta?-

-E quindi basta basta!-

-E allora?-

-E allora cosa?- chiese James, e Lily sbottò:-Smettetela, mi state facendo venire il mal di testa.

-Il mal di cosa?- chiese James, e Sirius rispose:-Il mal di testa?-

-Testa?- domandò James interessato, e Sirius disse:-Testa di porco?-

-Io non sono un porco!-

-Si invece!-

-STATE ZITTI!- disse Emmeline portandosi una mano sulla fronte: chiaramente quei due stavano facendo venire il mal di testa anche a lei.

-D' accordo- sospirò Sirius, e aggiunse:-Ma è così divertente!-

-Il gioco è bello fino a quando dura poco- replicò Lily seccata, ma trattenendo un sorriso.

-Che noia. Facciamo qualcosa!- esclamò Alice iniziando a saltellare impaziente.

-Cosa?- chiese Frank, e Alice rispose:-Non so, io ho già avuto l' idea della festa, non posso avere io tutte le idee brillanti!-

-Oh, è stata tua l' idea?Che dolcee!Ti voglio bene, Alice!- esclamò Lily commossa abbracciandola.

E Sirius disse irritato:-Alice, potevi anche evitare di farci sentire in colpa-.

Lily sciolse l' abbraccio e disse felice a tutti:-No, non dovete. Perchè anche se l' idea iniziale è stata di Alice, tutti voi avete fatto una cosa incredibile per me!Vi ringrazio molto!-.

Tutti i ragazzi sorrisero, e Sirius disse:-Allora, accendiamo la musica?-

-Mmh...ci sto- rispose Marlene entusiasta, e Sirius accese la musica.

La musica “Whola Lotta Love” dei Led Zeppelin. Tutti iniziarono a ballare sparsi nella stanza, ma non Lily.

-Adoro questa canzone!- esclamò infatti la rossa eccitata e James disse sorridendo e avvicinandosi a lei:-Lo so-

Oddio ha scelto questa canzone lui perché sa che l' adoro, si è ricordato di quando l' ho cantata su quel taxi a Londra...che cosa dolce... stava pensando Lily, ma James interruppe i suoi pensieri:-E' per questo che abbiamo preso il tuo CD da camera tua!-

-Questo è...il mio CD?- farfugliò Lily, e James rispose:-Si, perché?-

-Niente, lascia stare- disse Lily alzando gli occhi al cielo e mettendosi a ballare.

Anche James iniziò a ballare.

La musica rock filtrava in tutta la stanza, aggressiva e meravigliosa. Lily chiuse gli occhi ballando e beandosi di ogni parola di quella canzone.

All' improvviso la musica cambiò e Lily aprì gli occhi.

Lily ricobbe immediatamente la canzone: Revolution dei Beatles.

Lily sorrise: anche quella canzone le piaceva molto.

Ballò per un po' per conto suo, fino a quando ... James sorrise e le prese il braccio facendole fare una piroetta.

Lily rise e disse:-Sai, se vuoi sai essere divertente James Potter-

-Sai, non avrei mai pensato di sentirtelo dire, Lily Evans- disse James, e Lily sorrise:-Non montarti troppo la testa-

-Mai- replicò James e Lily rise di nuovo. Si accorse che James non le aveva ancora lasciato il braccio e lo ritrasse imbarazzata.

La canzone cambiò di nuovo: questa volta era “Let it be” dei Beatles.

-Vuoi ballare?- chiese James. Lily annuì curvando appena gli angoli della bocca in un sorriso. James le cinse i fianchi con le braccia e lei gli mise le braccia al collo.

Iniziarono a ondeggiare a ritmo della musica, e Lily si ricordò di quando avevano ballato in quel modo “Hey Jude” ma questa volta sapeva che sarebbe stato diverso, che non avrebbero nemmeno provato a baciarsi. Non sapeva perché, sapeva semplicemente che era così.

La musica li cullava dolcemente, e Lily si sentì felice e mormorò:-Sei simpatico, James...e oggi sei stato molto...carino, con me. E, io...grazie davvero. Per la festa e tutto il resto...-

-Tutto il resto cosa?- chiese James. Lily lo fissò per qualche secondo, poi rispose fissandolo intensamente:-Per il regalo, e...per esserci per me. Io...lo apprezzo molto...grazie-

-Oh, ecco...figurati- disse James imbarazzato. Lily sorrise e non disse nulla per qualche istante, poi mormorò:-Sei molto importante per me, lo sai, vero?-

-Be'...ora lo so, anche se è strano sentirlo dire da te, ma...- stava dicendo James, ma Lily lo interruppe:-Perchè è strano sentirlo dire da me?-

James disse fingendo di sembrare pensieroso, e disse:-Mmh...forse perché fino a settembre mi dicevi che avresti preferito uscire con una piovra gigante piuttosto che con me?-

-Te lo meritavi, Potter-

-Siamo ritornati di nuovo a Potter, vero?Posso sapere il motivo?-

-Perchè è divertente- rispose Lily, e entrambi ridacchiarono a bassa voce, le note della canzone che si diffondevano sempre di più nella stanza.

-Be', tu sai già cosa provo io per te. Mi sembra di essere stato abbastanza...chiaro, a Londra- disse James imbarazzato, e anche Lily annuì arrossendo e non guardandolo negli occhi.

Ci fu qualche istante di imbarazzo, poi James disse allegro:-Allora, come sta andando la tua festa?-

-Alla grande. Io...non mi aspettavo minimamente una festa a sorpresa...pensavo di dover passare la serata del mio diciottesimo compleanno con il Lumaclub!- esclamò Lily, e James sussurrò:-E questo è meglio?-

-Decisamente- mormorò Lily, e entrambi continuarono a ballare, persi ognuno nello sguardo dell' altro.

C' era qualcosa di magico nel modo in cui si guardavano, e non perché erano dei maghi. Quei due ragazzi erano fatti per stare insieme, anche se non lo sapevano ancora.

La musica terminò e Sirius all' improvviso urlò nell' orecchio di Lily, rischiando di farla diventare sorda:-E ADESSO I REGALI!-

-Sirius ma sei completamente rintronato, lo sai che potevi spaccarmi i timpani?!- esclamò Lily massaggiandosi l' orecchio, ma Sirius liquidò l' argomento con un gesto impaziente della mano, come a voler dire che non era importante, e ricordò:-E' il momento di aprire i regali!-

-Prima il mio!- esclamò Alice saltellando verso di lei con un pacco bianco e giallo tra le mani-.

-Oh, grazie, Alice, non dovevi...- stava dicendo Lily, ma Alice la interruppe sorridendo:-Non dire cose che non pensi, Lily Evans, perché ti conosco da sette anni e so che sei contentissima che ti abbia fatto un regalo. Quindi apri il regalo e taci-

Anche Lily sorrise:-Mi conosci così dannatamente bene- così Lily aprì il regalo, che scoprì contenere un meraviglioso cappotto color panna e con i bottoni neri, ma quel cappotto era magico, infatti, chiunque lo indossasse e di qualunque umore fosse, diventava felice all' improvviso, ma l' effetto sarebbe durato solo un mese, dopodichè sarebbe ritornato un cappotto normale, ma comunque bellissimo.

Ringraziò Alice abbracciandola entusiasta del regalo, e passò ai regali successivi.

Marlene gli regalò un flauto che avrebbe fatto addormentare chiunque, e ci volle ben un quarto d' ora per convincere Lily a passare al regalo successivo, perché la rossa continuava a suonarlo vicino a Sirius e smetteva di colpo e Sirius riprendeva a parlare normale come prima, non ricordandosi nemmeno di essersi addormentato

poi lei lo suonava di nuovo e ancora...insomma, Lily si divertiva da matti!

Poi fu il turno del regalo di Mary, che lasciò Lily sbalordita. Conteneva infatti una strana scatoletta bianca con uno schermo su una facciata mentre da un altra ne uscivano un paio di auricolari.

-Mmmh...è...cos' è?- chiese Lily osservando affascinata la scatoletta, e Mary spiegò:-E' un guarda-sogni. L' hanno brevettato da poco, finora ne hanno vendute pochissimi in commercio. Praticamente hai a disposizione tre notti, che puoi utilizzare quando vuoi. Praticamente quando spegni la luce per dormire, infili gli auricolari nelle orecchie e il guarda- sogni registra tutti i sogni che hai fatto durante quella notte, così alla mattina puoi guardarteli-

-Ma è...è fantastico Mary!- esclamò Lily strabiliata guardando prima il guarda-sogni e poi la sua amica, che stritolò in un abbraccio mozzafiato.

Poi Remus, Frank e Peter le regalarono un fantastico kit da pozionista nuovo di zecca (Remus oltre a quello le regalò anche un libro che Lily desiderava da tempo, e per cui la rossa gli fu eternamente riconoscente).

-Infine- annunciò Sirius, e continuò:-Arriva il momento di un regalo talmente bello quanto il sottoscritto, il che, permettete che ve lo dica, è tutto dire. Perciò, Lily, aspettati, la meraviglia, delle meraviglie, un regalo che ti farà sognare e abbagliare dalla sua bellezza...-

-Sarà anche modesto quando te?Spero proprio di no, buon Godric- lo interruppe Lily, e Sirius ribatté con un sorriso:-L' ultimo regalo che ti ho fatto ti era piaciuto, no?-

-In effetti sì. Grazie- disse Lily guardando la spilla a forma di giglio che aveva attaccato al proprio vestito quella sera. James lanciò un occhiata ai due, ma non disse nulla.

-Figurati. Ora apri. Ma leggi prima il biglietto. Ma non ad alta voce- disse Sirius mettendole tra le mani un grosso pacco incartato da una carta da regalo rossa e un nastro blu.

Lily aprì la lettera e lesse il biglietto, prima con un espressione esasperata, poi divertita, poi più interessata, e alla fine finì di leggerlo con gli occhi lucidi.

-Oh, Sirius, grazie!- esclamò abbracciandolo, e poi lo supplicò:-Per favore, posso leggerlo ad alta voce?-

-D' accordo- concesse Sirius. Lily gli sorrise e sciogliendo l' abbraccio lesse ad alta voce:-Cara, Lily. Buon, buon compleanno!Stiamo diventando vecchi, eh, Evans? Fino all' anno scorso non avrei mai pensato di scriverti questo biglietto o anche solo farti un regalo.

Insomma, tu eri Lily- sottutto- Evans, e, senza giri di parole, fino all' anno scorso non siamo mai stati particolarmente amici...-

-Basta- la ammonì Sirius, e Lily replicò:-Perchè è? tanto dolce! -Non è da uomini, quindi per favore metti via quella dannata lettera!-

-Cosa c' è scritto?- chiese subito James, e Sirius rispose:-Cavolate. Niente che valga la pena ascoltare. Quindi metti via quella dannata cosa-

-D' accordo- sospirò Lily mettendo il biglietto nella propria borsa, e disse più allegramente:-E ora il regalo...-

Lily scartò il regalo mentre gli altri battevano le mani sul pavimento gridando “Ohhhh” per fare la suspence, ma quando finì di aprirlo la smisero.

Lily tirò fuori il contenuto, fissandolo perplessa. Era un semplice tappetto orientale, bello, ma pur sempre un tappeto.
Si chiese mentalmente perché Sirius le regalasse un tappetto, ma, dopotutto, a Caval d' Onato non si guarda in bocca.

Così Lily disse sorridendo:-E' molto bello, Sirius!Grazie, lo metterò vicino al mio letto baldacchino di Grifondoro-

-Ma cosa dici?- domandò Sirius ridendo, e aggiunse:-Ma non serve come arredo a una stanza!-

-A-ah no?- farfugliò Lily confusa, e Sirius disse impaziente:-Distendilo e sieditici sopra, Lils-. Lily si guardò intorno, e notò che anche gli altri, tranne Sirius, sembravano confusi quanto lei.

-Perchè?- chiese Evans.

-Tu fallo-

-O-ok- balbettò Lily sempre più disorientata, lo distese e ci si sedette sopra. Non successe nulla.

-Mmh...dovrebbe accadere qualcosa?- chiese Lily, e Sirius alzò gli occhi al cielo:-Tirà le due estremità del tappetto davanti a te e datti una leggere spinta in avanti.

Lily obbedì, e il tappettò all' improvviso si librò in volo. Lily sgranò gli occhi, sbalordita.

Quindi quello era...era...un tappetto volante!

Lily si chiese cercando di frenare le emozioni come comandarlo e per prova tirò le estremità verso sinistra e vide con un moto di esultanza che rispondeva ai suoi comandi.

-CHE FORZAAA!- urlò euforica mentre il tappetto continuava a volare dal' altra parte della stanza. Tutti guardavano il tappetto e lei sbalorditi, tranne Sirius che rideva.

-Sirius apri la finestra!- esclamò ad un tratto Lily, presa da un eccesso di entusiasmo. Nessuno se ne preoccupò più di tanto, perché nessuno pensava che Sirius avrebbe fatto uscire Lily da sola in volo la prima volta che saliva sul tappeto volante, ma avrebbero dovuto ricordarsi che Sirius, in nessun caso, era un persona responsabile.

Sirius perciò aprì la finestra in un batter d' occhio, e altrettanto velocemente Lily uscì dalla finestra.

-Lily, torna qui!- gridò Remus affacciandosi alla finestra, ma la rossa proseguì dritto di frontè a sé.

-Felpato, sei un completo idiota!- esclamò James affacciandosi anche lui alla finestra preoccupato, come del resto gli altri.

-Perchè?Si sta divertendo in modo spericolato e pericoloso. Era esattamente lo scopo di quel regalò- replicò Sirius con fare risaputo.

-Sei un emerito deficiente, Sirius Orion Black!Non puoi davvero pensare di farla volare la prima volta per il cielo senza alcuna istruzione!- ribattè con forza Emmeline, e gridò più forte che poteva verso la figura che si allontanava di Lily:-LILY, TORNA INDIETRO, E' PERICOLOSO!- esclamò Emmeline, ma Lily non la sentì.

-Basta, vado a prendere la mia scopa- disse James, ma Sirius ribattè:-Non se ne parla!Non vedi come si sta divertendo?E poi, siccome temevo questa evenienza, ho nascosto la tua scopa, Ramoso-

-Vai a quel paese, Felpato- disse James non insistendo oltre, perché conosceva il suo migliore amico e sapeva che non avrebbe mai trovato la scopa e Sirius non gli avrebbe dato assolutamente alcun indizio.

Guardò di nuovo verso la finestra, ma Lily non era più visibile per loro...

Lily planò facendo una lieve curva sulla torre dei Corvonero, veloce come un razzo. Ripartì a tutto spiano verso destra. Si beava della velocità e delle ondate di freddo sulla faccia. Per fortuna che indossava un maglione pesante, perché aveva freddo anche con quello, ma non importava.

Andava sempre più veloce, con un sorriso raggiante stampato sulla faccia.

La neve ricopriva Hogwarts facendola sembrare ancora più magnifica, e Lily volava guardando il panorama e sentendosi completamente libera.

E la cosa più bella è che quel momento incredibile era davvero tutto suo: non coinvolgeva altre persone (come James, o i suoi amici, o Severus, o Petunia) ma solo e unicamente lei.

Poteva gridare e urlare fino a quando i suoi polmoni non si fossero congelati, guardare il panorama finché i suoi occhi non si sarebbero accecati, poteva respirare il vento freddo fino a quando la bocca non le si fosse ghiacciata...

Lily aveva sempre avuto una classifica dei momenti più belli della sua vita, ma, di fronte a quello, gli altri scomparivano.

Lily planò in alto fino alla Torre di astronomia, e atterrò sul piccolo tettuccio di essa. Non era mai salita sopra al tetto della torre.

Piegò le ginocchie prendendole con le mani e guardando assorta tutto quello che la circondava.

La vista di Hogwarts era splendida, e così come il lago nero, che ora doveva essere gelato. Poche luci illuminavano le finestre della scuola, e la luna a spicchio di fronte a Lily era semplicemente bellissima.

Tutto era magico, quasi più della magia stessa.

Lily giocherellò con un poco di neve che era sul tetto, poi se ne mise un poco sul dito e gli diede una leggere leccatina.

Anche se era strano, a Lily era sempre piaciuto mangiare la neve.

Ora però lasciò ricadere il resto della neve sul tettuccio, e fissò il paesaggio per ancora sei minuti circa, pensando se poteva esistere al mondo qualcosa di così meraviglioso, così unico e speciale.

Poi però la coscienza della rossa le disse che se avesse passato più tempo fuori al freddo le sarebbe venuta la polmonite, perciò con un sospiro, e un ultima occhiata alla luna, ripartì diretta alla Stanza delle Necessità di Hogwarts.

Non fu difficile individuarla, dato che parecchie facce spuntavano dalla finestra di quella stanza chiamandola preoccupati.

Lily si trattenne dall' alzare gli occhi al cielo, più che altro per evitare di cadere.

Raggiunse la finestra e volò sopra le teste degli amici, atterrando al centro del grande pavimento nella stanza delle Necessità!

-Ma sei completamente matta?- esclamò James, e Emmeline gli diede manforte:-Già, cosa ti è preso, Lily?!-

-Potevi farti male sul serio!- disse Remus, e si diffusero mormorii di assenso, ma Lily sbottò interrompendoli:-Oh, sciocchezze- e aggiunse:-È stato uno dei momenti più belli della mia vita, voi non capite, è stato...illuminante, e...oh, grazie Sirius!-

Lily gettò le braccia al collo a Sirius abbracciandolo, e lui disse imbarazzato:-Ehm...prego, ma...potresti per favore spostarti?Ho una reputazione da difendere-

-Oh, certo, ovviamente- disse Lily sforzandosi di essere pungente staccandosi, ma non ci riuscì. Era troppo grata a Sirius per quel momento.

Continuava a fissarlo con affetto, e lui disse imbarazzato:-Mmh...usalo bene, però...perchè scade il due marzo. Con “scade” intendo che dal due marzo, ritornerà un normale tappeto, che potrai usare per l' arredamento di camera tua, o come vuoi. Anche questo è da poco in commercio...perciò...be', in realtà è solo nel commercio orientale...-

-C-cosa?- farfugliò, e Sirius rispose leggermente compiaciuto:-Proprio così, Ev, questo tappeto è stato importato dal lontano oriente!Fico, è?-

-Sirius, ma è legale?- domandò sconcertata e Sirius rispose facendo spalluce:-Credo di si- e aggiunse:-Però non dirlo troppo in giro, ok?E' legale secondo la legge dei maghi, ma non credo che a Hogwarts sia permesso, sai-

-Sirius...-

-Allora ti è piaciuto il volo, Ev?- chiese Sirius distraendola, e lei rispose:-Smettila di chiamarmi così, te l' ho già detto, comunque... si, mi è piaciuto tantissimo!E' stato grandioso!- e in effetti a Lily non importava davvero se fosse legale o meno, perché quel volo era stato talmente bello che l' avrebbe rifatto mille volte anche a costo di finire ad Azkaban.

-Come dicevo, i regali di Sirius Black sono sempre i migliori!- si vantò Sirius, e Emmeline alzò gli occhi al cielo:-Non per interromperti, Sirius, ma credo sia il momento della torta!-.

Lily tirò fuori dal sotto tavolo una confezione rosa e dorata da torta che aprì.

Era una torta con panna e fragole, e con la scritta di glassa rosa in corsivo “Auguri, Lily e buon diciottesimo compleanno!”.

Lily abbracciò tutti ad uno a uno, e poi Emmeline accese diciotto candeline sulla torta con la magia e spense le luci.

Tutti si misero a cantare “Tanti auguri a te”, e quando finì la canzone, Lily soffiò felice sulle candeline.

 

NOTE DELL' AUTRICE: Allora, prima di tutto mi scuso per il mostruoso ritardo, ma ultimamente sono stata molto impegnata con la scuola e il corso di teatro, e prometto che la prossima volta cercherò di aggiornare prima!A parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Capitolo 32: La Torre di Astronomia ***


NOTE DELL' AUTRICE E RIASSUNTO DEL CAPITOLO PRECEDENTE: Ciao a tutti!Oltre a scusarmi per il solito ritardo, per non ripetere più questa distanza tra un aggiornamento e l' altro ho deciso che d' ora in poi nelle note di ogni capitolo scriverò la data e l' ora del prossimo aggiornamento. Il prossimo per esempio sarà il sedici febbraio alle ore venti circa!

E ora il riassunto:Gli amici di Lily le hanno organizzato una festa a sorpresa per il suo diciottesimo compleanno in cui la ragazza riceve dei regali che lei apprezza molto, in particolare un tappeto volante da parte di Sirius e ancora di più il biglietto di quest' ultimo, che inizia a leggere ai suoi amici ma poi Sirius la obbliga a smettere di leggerlo perché si vergogna.

Intanto, Marlene ha un comportamento strano che fa sospettare Mary. Inoltre Marlene non ha ancora perdonato James dopo avere letto il diario di Lily.

Lo scorso capitolo finisce con Lily che spegne le candeline della sua torta di compleanno alla festa, che è nella stanza delle Necessità.

Buona lettura!

 

 

Capitolo 32:La Torre di Astronomia

 

 

La luce del sole filtrava fioca attraverso le tende delle finestre nella stanza delle Necessita'. Quest' ultima era in uno stato pessimo.
I tavoli un tempo apparecchiati elegantemente e ordinatamente per la festa a sorpresa di Lily Evans ora erano sporchi, molte patatine erano per terra e un po' di Whisky Incendiario era colato sul pavimento (tutto merito di Sirius).
Varie fotografie prima appese alle pareti al momento erano o per terra, o per meta' appese al muro e per meta' no.
Al centro della sala, i ragazzi del settimo anno di Grifondoro della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dormivano.
Da loro provenivano solo qualche respiro, a volte qualche bofonchio da parte di James, e anche una o due persone che russavano.
Le due persone che russavano erano infatti Sirius Black (abbastanza prevedibile) e Alice Prestert. Proprio cosi', Alice russava. Nessuno avrebbe mai pensato che lei, di solito abbastanza fine, di notte russasse.
Certo, non lo faceva forte, ma comunque lo faceva.
Oh, tutte quelle notti che le sue amiche le avevano tirato i cuscini perché non riuscivano a dormire a causa sua!
Lily rigiro' la testa nel sonno. Aveva la testa appoggiata alla spalla di James (ma era dietro di lui), e Sirius aveva la testa appoggiata sulla pancia della rossa in senso orizzontale, mentre Emmeline aveva la testa sulle gambe di Lily e i piedi sulla pancia di Sirius.
Inoltre, sulla pancia di Emmeline vi era la testa di Alice, e...be', avete capito che la situazione era complicata e un po' aggrovigliata.
Lily apri' gli occhi, assonnata, e svegliata dalla luce del sole. Guardo' pigramente l' orologio da polso sul palmo sua mano, e scopri' che erano le dieci del mattino.
Era ancora un po' stordita dall' alcool della sera precedente. Ne aveva bevuto un bel po', sotto insistenza di Sirius, e doveva esserci stato un bel casino, ma in realta' non ricordava granché.
Un' occhiata da lontano alle pareti e al tavolo tuttavia le fecero capire la situazione.
Si rese davvero conto in quel momento della testa di Sirius sulla sua pancia e del peso di essa. Così,quando non ne poté più, sussurrò stanca:-Sirius spostati-
-Mmh...- grugni' Sirius, e Lily insistette:-Non scherzo. Mi fai male-
Sirius fece finta di niente, e Lily in un attimo si riaddormentò.
Quando' si risveglio', guardando il suo orologio, scoprì che erano...buon Godric, erano le due del pomeriggio!
-Dannazione, alzatevi!- esclamò la rossa a tutti alzandosi e facendo cadere la testa di Sirius.
Tutti si svegliarono bruscamente.
-Cosa diavolo stai facendo?- sibilò James assonnato e infastidito, ma Lily continuo' imperterrita:-Vi sto svegliando!Sono le due del pomeriggio!-
-E allora?- bofonchiò Frank stanco, e Sirius gli diede man forte:-È

domenica!-.
-Ma non ho ancora fatto i miei compiti!- urlò Lily e traballo' leggermente. Quella notte era stata davvero sfiancante.
-E vai a farli, allora- borbottò Remus, anche lui non abituato al peso di tutto quell' alcool.
-Perche', voi li avete fatti?- domandò Lily sorpresa. Un' occhiata di puro astio da parte dei suoi amici le fecero capire che no, non gli avevano fatti.

-Dobbiamo pulire- farfugliò Mary, intontita anche lei dal post-sbornia.
Gli altri le ricordarono seccamente che la stanza della Necessità non aveva bisogno di essere pulita, e lei li guardo' leggermente offesa, per poi ribattere sulla difensiva:-Non mi ricordavo-.
Così, con la loro roba appressa, uscirono dalla stanza delle Necessità che scomparve dietro di loro quando furono fuori. Il corridoio per fortuna era deserto.

Si diressero verso la Sala Comune di Grifondoro. Quando arrivarono, si misero immediatamente a svolgere i loro compiti. Ne avevano un bel po' essendo all' ultimo anno, eppure dopo soli tre quarti' d' ora Emmeline si alzò dal tavolo in cui erano seduti a fare i compiti e disse:-Io ho finito. Vado a farmi di nuovo una dormita- e stanca si diresse verso i dormitori femminili di Grifondoro, dove un grande materasso gonfiabile la aspettava invitante.
Tutti rimasero alquanto allibiti, e lo furono anche venti minuti dopo, quando anche Lily terminò i propri compiti.

La rossa si alzò anche lei dal tavolo, dicendo però invece a differenza di Emmeline:-Dato che ho finito vado a farmi una passeggiata-

-Una passeggiata?- ripetè Sirius perplesso, e Lily confermò:-Una passeggiata-.

Raccolse le sue cose nella propria borsa, che indossò a tracolla. Andò nel suo dormitorio a prendere il cappotto, attenta però a non svegliare Emmeline.

Lily uscì di conseguenza un minuto dopo dalla Sala Comune iniziando a camminare per i corridoi.

Aveva proprio bisogno di una bella passeggiata. Dopo poco tempo fu fuori dal castello, nei cortili.

Sentì l' aria fredda di gennaio avvolgere il suo corpo in modo quasi rilassante anche se leggermente traumatico all' inizio. Camminò senza una meta precisa per i giardini, persa nei suoi pensieri. Aveva passato un compleanno fantastico la sera precedente. I suoi amici erano stato incredibile.

Era bello, nonostante la guerra e Voldemort, avere quegli attimi di felicità.

La guerra...pensò Lily con un sospiro.

Voldemort si faceva sempre più forte man mano che passava il tempo, e anche i suoi seguaci aumentavano.

Ogni giorno nuove stragi di babbani uccisi, nati babbani torturati, Auror che morivano combattendo...

Prima di fare i compiti quel giorno aveva letto solo il titolo di un articolo della "Gazzetta del profeta" che parlava di una coppia di nati babbani, morti in modo sospetto in un villaggio nei dintorni di Liverpool. Lily era sicura che Voldemort fosse immischiato in questa improvvisa morte della coppia, ma era altrettanto sicura che non fosse stata una cosa molto importante da dovere agire di persona.

Probabilmente qualche suo seguace, i cosiddetti "mangiamorte", si trovava semplicemente da quelle parti in quel momento ed era capitato in una via in cui c' era una casa di babbani...

Lily rabbrividì. L' aria fredda invernale le sferzava la faccia, ma, tutto sommato, era bello.

Lily pensò che anche lei era voluta morta da un sacco di persone. Be', non precisamente lei, ma tutti i nati babbani, inclusa quindi anche lei.

In quel momento non aveva paura per lei, a Hogwarts nessuno le avrebbe fatto del male, ma una volta finita la scuola...chi poteva dirlo...

Ma anche ora era preoccupata per i suoi genitori,sua sorella, Carol e tutti gli altri suoi amici babbani...

Anche loro, come tutti quei babbani, sarebbero potuti essere uccisi da un giorno all' altro...e lei in quel caso non avrebbe potuto fare assolutamente nulla.

E in un attimo, un' idea le baleneò in testa. Veloce come un lampo, potente come una scossa elettrica. Un' idea nient' affatto piacevole, ma era un' idea.

Un' idea che, anche se Lily non lo sapeva ancora, non sarebbe scomparsa presto dalla sua mente.

Lily si chiese preoccupata se davvero dovesse pensare a quell' eventualità, e cosa fosse giusto.

Perché era obbligata a pensare a quel tipo di cose?Non poteva vivere la sua adolescenza come una qualsiasi altra diciottenne?

No. Perché non era una qualsiasi altra diciottenne,era una strega, ed erano in tempo di guerra. Una guerra fredda e spietata.

Lily provo' un moto di odio enorme per Voldemort, e quella dannata possibilità continuava a rimbalzarle nella testa come una pallina di gomma.

-Lily?- chiese una voce a Lily famigliare. Alzò la testa (che fino a poco prima guardava in basso) sorpresa, e ritrovandosi davanti la casa di Rubeus Hagrid e anche il suo proprietario.

-Ciao Hagrid!Come stai?- lo salutò Lily allegramente. Non era poi molto in confidenza con il guardiacaccia della scuola, ma era un tipo buono e simpatico e qualche volta gli anni precedenti l' aveva persino invitata a prendere un the.

-Bene, c' ho solo un bel po' di lumache cornute che devo nutrire per consegnarle alla professoressa Mcgranitt. Le servono per una lezione. E tu come stai?-

-Tutto bene, grazie- Lily sorrise al guardiacaccia, che la invito' a prendere un the.

Lily accetto' l' invito e entrarono nella piccola casetta.

Lily si sedette al tavolo mentre Hagrid faceva bollire l' acqua in un grosso pentolone.

-Come va con la scuola?- chiese il guardiacaccia, e Lily rispose:-Oh, bene, grazie. Insomma...quest'anno è più impegnativo degli altri ma...è normale, no?-

-Ci credo. I M.A.G.O non devono essere roba facile...ma tu sei brava, eh?-.

Lily arrossì al complimento di Hagird, mormorando un imbarazzato "grazie".

Dopo pochi minuti, Hagrid si servi' il the in una tazza con disegnato un fiore rosa sopra e anche lui si servì una tazza di quella bevanda, per poi sedersi di fronte alla ragazza.

HOGWARTS, DORMITORIO FEMMINILE DEL SESTO ANNO DI GRIFONDORO

Emmeline continuava a contorcersi nel letto di Lily (aveva deciso di rubarglielo per quel sonnellino pomeridiano) dicendo alcune parole senza senso. Poi le contorsioni diventarono sempre più forte e le parole delle imprecazioni.

Mentre continuava a dormire, le lacrime scendevano dai suoi occhi chiusi impetuose.

Era sudata fradicia, e lacrime di sudore le imperlavano la fronte. Aveva le guance tutte rosse, e le coperte avvolte strette tra le gambe.

-No!No!- urlava Emmeline dormendo, e fu in quel momento che James Potter entrò nel dormitorio femminile. Era venuto alla ricerca della borsa di Alice (la ragazza lo aveva praticamente costretto), ma si bloccò alla vista di Emmeline che continuava a dire parole e gemere dal dolore.

-No!Harriet!N-no!- urlò Emmeline disperata, e James allarmato e preoccupato la scuotè leggermente per le spalle, svegliandola:-Emmeline, è solo un sogno, svegliati...-

Emmeline aprì piano gli occhi, che continuavano a lacrimare.

-No!Perché?- esclamò Emmeline continuando a piangere, e James ripeté a bassa voce:-Era solo un brutto sogno. Va tutto bene. Sei sveglia-.

Quando Emmeline si rese conto di quello che era accaduto e del fatto che James Potter la stesse vedendo piangere come una bambina di due anni, alzò la schiena di scatto e strofinandosi le guance (asciugandosi in questo modo le lacrime e smettendo di piangere), domandò:-Come mai sei qui?-

-Ero accanto a Alice mentre studiavo e lei aveva bisogno della sua borsa dei libri. E ho detto tutto- disse James sorridendo, e Emmeline sorrise forzatamente a sua volta.

Poi riflettè per qualche istante, e alla fine disse:-Cosa stavo facendo mentre dormivo?-

-Oh, urlavi, sudavi, piangevi, dicevi parole, e anche parolacce...- stava dicendo James, e Emmeline lo interruppe, con la voce che le tremava:-Che cosa ho detto mentre dormivo?-

-Oh, solo qualche parole indistinta, imprecazioni, una serie di "No" e hai anche nominato una certa Harriet...- disse James, e Emmeline a quel nome ultima si sentì gelare, irrigidendosi.

Chiuse gli occhi riflettendo di nuovo e facendo mente locale, poi disse con lentezza e serietà guardando James:-James, ascoltami bene. Devi promettermi che non dirai mai a nessuno quello che è successo questo pomeriggio, e tanto meno quello che hai sentito. Per favore, promettimelo-.

James fece per chiedere spiegazioni, ma poi vendendo lo sguardo risoluto e determinato di Emmeline, giurò sollennemente:-Te lo prometto-

-Grazie-.

SALA COMUNE DI GRIFONDORO

-Finito. Grazie a Merlino- sospirò Marlene chiudendo i libri e stiracchiandosi. James tornò in quel momento e passò con riluttanza un borsone verde ad Alice, che gli sorrise:-Grazie!Sei stato molto gentile-

-Non è che avessi molta scelta, sai. Era da dieci minuti che provavo a studiare con te che continuavi a rompermi le scatole con questa dannata borsa, perciò ho deciso che forse era meglio prendertela-

Alice prendendo la borsa annunciò:-Lezione di vita da ricordare: se per ottenere quello che vuoi continuerai a chiederlo agli altri, per lo sfinimento alla fine ti accontenteranno-

Sirius alzò lo sguardo dal libro, guardando Alice a bocca aperta per qualche secondo, e poi esclamò:-Questa è...la perla di saggezza più bella che abbia mai sentito!Sbatti!-

Si batterono il cinque, e Remus sbottò:-Sto cercando di studiare-.

Marlene all' improvviso domandò ansiosa:-Che ore sono?-.

Mary la guardò stranita, poi osservò il proprio orologio e rispose:-Sono le quindici e mezza. Perché?-

-Devo scappare- disse Marlene alzandosi e raccogliendo tutte le cose nella sua borsa.

-Dove?- chiese James, e Marlene gli lanciò un' occhiata di puro astio, poi rispose:-Devo...devo dare ripetizioni di volo a una bambina del primo anno. E comunque non sono affari tuoi- fece per andarsene, ma James si alzò e la bloccò:-Perché mi odi?-

-Fatti qualche domanda-

-Per favore, possiamo parlare un secondo?-

-No-

-Ma si tratta di soli pochi minuti!-

-Ti ho detto di no, sai cosa vuol dire “No”, James?- ribatté Marlene uscendo dal buco del ritratto.

Dopo appena un secondo, James la seguì fuori dalla Sala Comune.

-Dannazione- imprecò sottovoce Marlene quando si accorse che anche James era uscito dal buco del ritratto.

Il malandrino le disse appunto:-Mi odi ancora per la storia di Lily?-

-Ah, no, guarda, è perché hai fatto sparire i fenicotteri blu in Alaska!Ma certo che è per la storia di Lily!- esclamò Marlene, e James si chiese vagamente nella testa se davvero esistessero dei fenicotteri blu in Alaska, ma si trattenne dal dirlo ad alta voce.

Disse invece:-Ascoltami, io...sono stato un idiota, lo so. Ma comunque...a me dispiace sul serio-

-Si, certo, come no. Comunque, io ora dovrei proprio andare...- fece per dire Marlene, ma James le bloccò di nuovo la strada:-Dico sul serio!Non avrei mai voluto fare quella cavolata!-

-Non ti sembra un po' tardi per chiedere scusa?-

-Ma io a te non ho fatto assolutamente nulla!-

Marlene lo guardò con gli occhi incandescenti, e poi disse:-Ma lo hai fatto a Lily, che è una delle mie migliori amiche. Ma sai qual' è la cosa che mi dà più fastidio?Che tu ti sei accorto solo adesso di come mi comporto con te. Solo quando hai fatto pace con Lily. Prima nessun' altra cosa non importava, non è così?Nemmeno che una tua amica non ti rivolgesse quasi più la parola!Quindi, per favore, piantala con tutte queste stupidaggini di “scusa” e “mi dispiace” perché Lily forse ci avrà abboccato, ma io no, chiaro?E ora lasciami andare!-.

Marlene spinse da parte James e iniziò a scendere le scale. James restò immobile a guardarla scomparire, con la consapevolezza, per la prima volta, che rischiava di perdere, se non l' aveva già persa, l' amicizia di Marlene Mckinnon.

Intanto, Marlene, in un corridoio deserto di Hogwarts...

Marlene camminava furiosamente per i corridoi, arrabbiata. James Potter era un completo deficiente.

Ma doveva ammettere che era stato gratificante sputargli in faccia tutto quello che pensava del suo comportamento. Si, senza dubbio.

Ma allora perché le faceva così male lo stomaco?

Meglio ignorarlo. Si ricordò per un momento dove stava andando, e si chiese se fosse l' ora di dirlo a qualcuno...no, assolutamente no.

L' avrebbero giudicata, e lei non voleva assolutamente che qualcuno la giudicasse. Marlene Mckinnon era una delle persone che probabilmente giudicava di più le persone, ma odiava quando qualcuno lo faceva con lei.

Sapeva infatti che era sbagliato giudicare, ma nella sua mente, seppure non volesse farlo, spesso giudicava.

E lei odiava sia essere giudicata che giudicare, ma entrambe le cose succedevano lo stesso.

Sospirò. No, non poteva assolutamente dirlo a qualcuno.

INTANTO, A CASA DI RUBEUS HAGRID...

-Hagrid...tu...sai se il Ministero sta facendo qualcosa di utile riguardo ai Mangiamorte?- chiese Lily a Hagrid, che stette zitto per un po' poi rispose:-Non lo so-

-Oh, fa niente è solo che tutta questa storia è...-

-Un gran brutto affare, lo so- concluse Hagrid. Ci fu silenzio per qualche secondo, poi Hagrid confessò alla rossa:-Sai, io ci ho un po' di paura, ma il professor Silente sta facendo di tutto per dare una mano nella “lotta” contro Tu-Sai-Chi e i suoi seguaci...-

-Chissà perché Voldemort ha iniziato a odiare...- stava dicendo Lily, ma Hagrid gemette:-Non dire quel nome!-

-Ehm...- Lily avrebbe voluto fargli capire che, anche se lei stessa aveva iniziato a pronunciarlo solo un anno prima, era stupido chiamare una persona che si odia esattamente come quella persona vuole che venga chiamata. Sarebbe stato come dare retta a Voldemort o addirittura rispettarlo.

Ma non disse tutto questo, perché temeva in una possibile litigata, e in quel momento si trovava talmente bene con Hagrid che non voleva rovinare quel pomeriggio, quindi la rossa continuò:-Chissà come mai Tu-Sai-Chi ha iniziato a odiare così tanto i nati babbani...-

Hagrid sospirò, e entrambi stettero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri, poi Hagrid cambiò argomento:-Allora, sai già cosa fare dopo Hogwarts?-

Lily scosse la testa:-No, non ancora-

Hagrid la guardò sorpresa:-Proprio non c' hai un' idea?-, e Lily rispose:-Be', ho tante idee a dire la verità. Tante idee che mi sembrano alcuni giorni stupide, altre giuste e a volte inutili. Ma, in sostanza vera e propria, non ho una concreta idea, nemmeno riguardo all' ambito in cui voglio lavorare-

-Sono sicuro che farai la cosa giusta- disse Hagrid, e Lily gli sorrise.

Era bello chiacchierare con quell' uomo enorme con cui non era mai stata particolarmente amica anche se gli stava simpatico, e solo adesso le dispiaceva.

Lei e Hagrid chiacchierarono allegramente fino alle ore diciotto, e a quel punto Lily disse:-Sarà meglio che vada-

-Certo, ma prima ti devo fare vedere una cosa che ti piacerà molto- disse Hagrid, e Lily, sorridente, lo seguì fuori dalla casetta vicino agli alberi che portavano al limitare della foresta proibita.

-Guarda!- disse Hagrid indicando un punto non molto lontano da loro.

E fu allora che Lily li vide. Erano due. Se ne stavano lì, in quella specie di recinto magico provvisorio, pronti ad attaccare come due assassini, pensò la ragazza.

Quest' ultima iniziò a tremare e diventare pallida. Quegli enormi animali erano a soli pochi metri da lei, e Lily si disse che era un miracolo se non era già svenuta.

Avevano quello sguardo secondo la ragazza malefico e penetrante, come se non desiderassero altro che morderla e annientarla.

Uno era marroncino chiaro, l' altro grigio a pois color crema, ma alla rossa in quel momento non le importava assolutamente niente dei colori di quei due imponenti Ippogrifi.

Lily sentì le ginocchia diventarle deboli e disse in un tono di supplica:-Hagrid, per favore, andiamo via-

-Ma la parte più bella deve ancora arrivare!La professoressa di Cura delle Creature Magiche me l' ha data per mostrare ai ragazzi del quinto anno come sono le piume di questi animaletti, senza però farli avvicinare o farli salire!Ed è proprio ciò che farai tu oggi!- esclamò Hagrid entusiasta.

-Cosa?Non se ne parla neanche!- ribatté Lily spaventata, e decise che se non voleva offendere Hagrid, c' era un sola possibilità: dire la verità.

Anche se era piuttosto imbarazzante ammetterla esplicitamente, e soprattutto con un adulto, Lily si fece coraggio e spiegò:-Vedi, Hagrid, non offenderti ma io...io ho la fobia degli Ippogrifi!-.

Hagrid la fissò a bocca aperta per qualche istante, poi bofonchiò:-Cosa...ma com' è possibile che tu...-

-Scusami Hagrid, ma sul serio è forse la cosa che mi fa più paura al mondo- ammise Lily ancora più imbarazzata di prima. Odiava ammettere di avere paura, ma non poteva sopportare gli Ippogrifi. Se in quel momento non fossero stati legati a diversi metri di distanza da lei sarebbe scoppiata piangere e avrebbe cercato di correre per poi probabilmente svenire.

Non sapeva perché, ma fin da quando aveva visto per la prima volta dal vivo queste creature magiche , al quinto anno anche a lei avevano fatto studiare le piume di questi animali, l' avevano spaventata.

Tutti i suoi compagni avevano cercato di avvicinarsi, fermati sempre però dalla professoressa Godcot, che lo riteneva troppo pericoloso.

Lily invece non aveva provato nemmeno ad avvicinarsi. Era rimasta lì immobile a osservare gli Ippogrifi terrorizzata, fissando quegli occhi così minacciosi e profondi che sembravano pronti e determinati ad assassinare qualcuno (sempre secondo il parere della rossa, ovviamente).

Così, dopo essere stata per un po' immobile, la quindicenne Lily Evans era corsa in bagno a vomitare, e, come già menzionato in precedenza, Lily odiava profondamente il vomito.

Così, ora, due anni dopo quell' evento, era spaventata quasi allo stesso modo di allora.

Si sentiva infantile, ma che cos' altro avrebbe potuto fare?Quegli animali avevano il potere di farla tremare come una foglia.

Hagrid la guardò per qualche secondo, poi concesse:-Va bene. Ma ci dovrai salire, un giorno o l' altro-.

Lily preferì non dire niente in proposito di una possibile cavalcata in futuro: sapeva già che non l' avrebbe fatta. Le dispiaceva per Hagrid, ma si poteva già scordare l' idea di lei a cavallo di un Ippogrifo. Non se ne parlava nemmeno.

Ma non voleva proprio discutere con Hagrid, perciò si limitò a dire sorridendo:-Grazie per il pomeriggio, Hagrid. Sono stata davvero bene con te oggi. Grazie per il the e tutto il resto, sul serio-

-Figurati. Vienici ancora, a trovarmi- replicò Hagrid cordiale, e Lily promise sincera:-Lo farò. Be', allora ciao!Ci vediamo-

-A presto!- salutò Hagrid e Lily voltandosi si incamminò a marcia spedita verso il castello.

Era più felice di prima. Il pomeriggio con Hagrid l' aveva messa di buon umore. Saltellò allegra fino al portone, e entrò nel castello continuando a saltellare senza nemmeno accorgersene.

-Cosa stai facendo?- domandò all' improvviso una voce scandalizzata, e Lily si girò per trovarsi davanti Sirius Black.

Lily scoppiò all' improvviso a ridere, e Sirius ripeté scioccato:-Dicevo sul serio. Cosa stavi facendo?-

-Sono felice. È una bella giornata-

-Mi dispiace che tu sia di buono umore. Che giornata sprecata-

-Oh, smettila. Tu dici tanto così, ma poi per esempio nel mio biglietto di compleanno, scrivi...- stava dicendo Lily, e Sirius la interruppe:-Vuoi piantarla con questa storia?Sono un idiota, non avrei mai dovuto scriverlo-

-Hai fatto benissimo, invece!- ribatté Lily.

Gli stampò un bacio sulla guancia e poi sempre saltellando lasciò indietro Sirius, salendo le scale.

Black scosse la testa sorridendo esasperato, e poi si rese conto di quel che stava accadendo, per poi esclamare:-Hey, aspettami, dannazione!-.

Sala Comune di Grifondoro

James Potter, l' unico nella Sala Comune a quell' ora, (tutti ormai avevano già finito da un pezzo i loro compiti), fissava la finestra.

In quel momento, assorto nei propri pensieri e nelle proprie congetture, la concentrazione gli dava una bellezza quasi innaturale.

Ed è spesso così, se ci si fa caso, quando una persona è concentrata in qualcosa che richiede un certo sforzo mentale, di solito è sempre bellissima, solo che in quel momento la persona non ci pensa, perché è troppo presa a riflettere a cose molto più importanti che alla bellezza esteriore..

E così valeva per James in quel momento. Ci aveva guardato tutto il pomeriggio, ogni cinque minuti aveva controllato finestra, ma ormai ne era sicuro. Aveva fissato per parecchio tempo il campo di Quidditch, ma quello era rimasto deserto tutto il tempo.

C' era qualcosa di strano in tutto questo, e James, fissando il cielo, si chiese cosa diavolo fosse.

Poi all' improvviso Sirius e Lily entrarono in Sala Comune.

-Che stai facendo?- domandò la rossa incuriosita guardando prima il ragazzo e poi la finestra, ma James rispose allontanandosi dalla finestra:-Niente. Mi chiedevo solo come sarà il tempo. Niente di interessante-, credo, aggiunse mentalmente ma non lo disse ad alta voce, invece concluse:-Comunque, andiamo a cena?-

-Un momento. Voglio andare prima in bagno e poi mettere la borsa sul mio letto, per favore. Torno tra cinque minuti-

-Fai pure con comodo- ribattéSirius buttandosi su un divano al centro della sala,e Lily salì le scale che portavano dormitorio femminile del sesto di Grifondoro.

Quando vi arrivò, senza volerlo quasi inciampò nella scatola che conteneva il tappeto volante di Sirius, e per forza di cose il suo sguardo si posò sulla lettera che c' era sopra alla scatola.

Era quella di Sirius. Le era piaciuta così tanto che aveva voglia di rileggerla. Infondo non importava se arrivava con qualche minuto di ritardo...

Cara Lily,

buon, buon compleanno!Siamo diventando vecchi, eh, Evans?

Fino all' anno scorso non avrei mai pensato di scriverti questo biglietto o anche solo farti un regalo.

Insomma, tu era Lily- sottutto –Evans,e,senza giri di parole, fino all' anno scorso non siamo mai stati particolarmente amici.

Anzi, quasi ci odiavamo. Credo che l' unica persona che detestassi più di me fosse James. Poi però, a ottobre, le cose sono cambiate.

Probabilmente a causa di James, abbiamo iniziato a parlare di più. Abbiamo iniziato a chiacchierare e farci confidenze. So che hai un milione di difetti, ma so anche che hai altrettante qualità.

In questi mesi abbiamo imparato a conoscerci, e ci siamo stati accanto nei momenti di maggiore difficoltà.

Come quando ero triste a causa di mio fratello, o quando James ti ha mentito sull' aver letto il tuo diario...ed è stato fantastico quando a Natale tu mi hai regalato i fuochi del dottor Filibuster e io ti ho regalato la spilla a forma di giglio, che, confessalo, non è centomila volte meglio di quella da Caposcuola?

In ogni caso, diventando tuo amico, mi sono reso davvero conto che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.

Perchè sei una persona grandiosa, Lily, devo dirtelo. Sebbene ci divertiamo un sacco a insultarci, voglio che tu sappia che io ci sono se hai bisogno.

E sai perché ci sono?Perchè so che tu faresti lo stesso per me.

Ti faccio questo regalo nella speranza che ti faccia sognare e ti faccia soprattutto divertire, e magari fare anche cose un po' stupide!

Tutti siamo stupidi, in fondo. In particolare tu sei parecchio idiota, come del resto io, ma questo è un altro dettaglio...

A parte gli scherzi, sul serio, ti voglio bene.

Buon diciottesimo compleanno Lily.

Con affetto, Sirius.

Lily finì di nuovo di leggere con gli occhi lucidi e posando per qualche istante la lettera sul cuore e chiudendo gli occhi. Quando gli riaprì, ripose ordinatamente la lettera nel cassetto del proprio comodino, andò in bagno e quando ne uscì, appoggiò la borsa sul letto.

Infine, ritornò in Sala Comune.

Dopo pochi minuti lei, Sirius e James furono in Sala Grande e tutti e tre si sedettero vicino agli altri che erano già lì.

La cena fu abbastanza tranquilla. Non successe nulla di particolare, mangiarono solo il loro pasto chiacchierando.

Niente di che, insomma. Solo il fatto che Marlene arrivò a cena venti minuti dopo l' arrivo di Lily, Sirius, e James (che anche loro erano arrivati dopo).

-Eri ancora al campo di Quidditch?- chiese James, e Marlene lo guardò per qualche secondo, poi disse seccamente:-Si, esatto. Mary, mi passi le patate, per favore?-

Mary guardò la ragazza con sospetto, ma obbedì. Marlene la ringraziò cominciando a servirsi le patate.

E quello fu tutto. Ripresero tutti quanti a parlare d' altro, e, per quella sera, l' argomento non fu più affrontato.

Gennaio terminò, lasciando posto a febbraio.

La neve però non si sciolse come molti studenti avevano sperato, e il freddo penetrava ovunque tra le mura della scuola.

I compiti dei ragazzi del settimo anno a Hogwarts erano sempre di più, e James si chiese, se erano già così tanti adesso, quanti sarebbero stati messi a maggio e a giugno.

Temi su temi, verifiche su verifiche...dal troppo studiare a quasi tutti scoppiava la testa.

Emmeline si era persino fatta uno schema per i vari giorni della settimana che aveva appeso sopra al suo materasso gonfiabile nel dormitorio di Grifondoro (e ne aveva fatta una copia, per ogni evenienza).

Aveva mezz' ora di tempo per fare colazione ogni mattina, dieci minuti per prepararsi, un quarto d' ora per studiare e poi le ore di lezione, e poi...be', anche se per ogni giorno della settimana aveva un programma, spesso doveva cambiarlo per i compiti e le verifiche fissate all' ultimo minuto, perciò il suo sistema non stava funzionando molto.

Inoltre, Emmeline aveva fatto anche un quaderno con tutti i fascicoli di ogni materia scolastica e dentro a ciascuno di essi gli appunti della rispettiva materia messi in ordine di date.

Quello era piuttosto utile, in effetti, perché non doveva perdere un sacco di tempo inutile a cercare le sue cose quando doveva studiare, come invece faceva Sirius, che perdeva mezz' ora solo a cercare il materiale che gli era indispensabile per lo studio.

Lily Evans spesso ormai aveva carenze di sonno per il troppo studiare.

Di notte invece di dormire pensava a tradursi mentalmente delle frasi nell' antico linguaggio delle Antiche Rune, si faceva domande sulla rivoluzione dei Goblin o ripassava a mente la teoria di un incantesimo di Trasfigurazione e si addormentava dopo ore.

Un giorno, l' otto di febbraio per la precisione, mentre Lily e James stavano studiando in biblioteca, una immersa in una lettura di Storia della Magia e l' altro che studiava Incantesimi, lui ruppe il silenzio:-Non ce la faccio davvero più a studiare più di così, per oggi-.

Lily sospirò. Era quasi il tramonto, ed era da tre ore che si trovavano in biblioteca. E inoltre, era davvero, davvero stanca.

Non ne poteva più di studiare, e in quel momento l' implicita proposta di James di smettere l' allettava parecchio.

Così, dopo, averci riflettuto per qualche istante, Lily ammise a bassa voce perché Madama Pince non la rimproverasse:-Nemmeno io. Ci diamo un taglio?-

James annuì e entrambi raccolsero la propria roba per poi alzarsi e uscire dalla biblioteca.

Lily ultimamente si trovava davvero molto meglio con James. Non sapeva perché, ma scherzavano molto più spesso nell' ultimo periodo, e parlavano anche di cose serie.

Per esempio, qualche sera prima...

FLASHBACK, 5 FEBBRAIO

Erano le undici di sera, e tutti se ne erano già andati a letto, mentre James e Lily erano ancora lì a causa del fatto che non avevano finito i loro compiti.

A un certo punto James smise di scrivere il suo tema, e disse:-Cosa...cosa pensi di preciso dei mangiamorte?-

Lily lo guardò sorpresa:-Cosa penso dei...cosa penso dei mangiamorte?Alle undici di sera, quando stiamo entrambi morendo di sonno a causa di questi dannati compiti che dobbiamo finire, tu mi chiedi cosa ne penso dei mangiamorte?-

-Esatto-

-Be'...io penso che in generale siano crudeli come Voldemort, ma non sempre. A volte hanno solo paura di Voldemort. A volte la loro scelta è solo un gesto di codardia- rifletté Lily, e James convenne:-La codardia può fare molte cose-

-Chissà dove nasce la paura. Voglio dire, perché noi abbiamo paura?Tutti hanno paura di qualcosa, ma perché?Chissà da quali radici proviene tutto questo terrore...- disse la rossa, e James replicò:-Non si può sapere. Però è strano che ogni cervello sia diverso e quindi di conseguenza anche le parole...-

-Si!Ed è così anche per il cibo!Magari a me piace la torta alla melassa, ma magari a te non piace...-

-Odio la torta alla melassa-

-Vedi!Ed è strano tutto questo!Anche gli aspetti della vita cambiano secondo il carattere, per esempio tu cosa pensi del fatto che i Dissennatori facciano alla guardia ai prigionieri, ad Azkaban?-

-Io penso sia un' ingiustizia. Insomma, secondo me non importa quanto una persona abbia fatto di male, nessuno si merita quella vita!E non parliamo del bacio!- esclamò James, e Lily convenne:-Lo penso anch' io!Secondo me il fatto che un essere possa portarti via l' anima è una delle cose più brutte al mondo...-

Parlarono così per molte altre ore. Parlarono della speranza, dei vari problemi del mondo, delle varie differenze di sangue “puro” e non, parlarono delle varie culture straniere, dei diritti degli omosessuali, di musica e di pessimismo, realismo, e ottimismo...e un sacco di altre cose!

Entrambi erano molto presi dalla conversazione e rimasero a parlare fino alle tre di notte.

In quel momento non importava che fossero con l' acqua al collo per i compiti, né che ora fosse, importavano solo loro e i loro discorsi, e tutto il resto sembrava potere aspettare...anche se il mattino dopo entrambi si dovettero svegliare alle sei del mattino per svolgere i loro compiti dopo una dormita di sole tre ore!

FINE FLASHBACK, ADESSO

Lily sorrise a quel ricordo, e James al suo fianco le domandò curioso:-Perchè stai sorridendo?-

-Oh, niente, lascia stare- replicò Lily e fece per dirigersi verso la Sala Comune di Grifondoro, ma James la fermò:-Non stiamo andando in Sala Comune, adesso. Non io almeno. Se vuoi annoiati fai pure, io vado a spassarmela!-

-Cosa intendi per spassartela?- chiese Lily sospettosa, e la bocca di James si allargò in un enorme sorriso:-Se vieni, lo vedrai-.

Lily lo guardò qualche secondo pensierosa, poi guardò il corridoio che conduceva al ritratto della signora Grassa, e poi di nuovo James.

Infine cedette:-D' accordo. Vengo anch' io-.

James esultò mentalmente e entrambi iniziarono a fare una passeggiata.

Chiacchieravano allegramente, ridendo e scherzando come due persone che si volevano bene da tutta la vita, e non da persone che fino a qualche mese fa si odiavano.

Vagarono per i corridoi per un po', poi James prendendole la mano trascinò la rossa alla Torre di Astronomia.

Ci arrivarono praticamente correndo, e, quando raggiunsero la destinazione, sciolsero la stretta di mano per reggersi sulle ginocchia e respirare e inspirare.

Entrambi scoppiarono a ridere, poi si sedettero su una panchina al centro della torre, guardando il lago, e il tramonto dinanzi a loro di un arancione sfumato e tenue.

-Lo ammetto: James Potter hai avuto una bella idea- ammise Lily, e James ribatté:-Che ti avevo detto?Io non sbaglio mai, Lily-.

Lily rise esasperata, e James all' improvviso si mise a guardarla come non aveva mai fatto prima. Era uno sguardo intenso e penetrante, e in qualche modo diverso.

James non sapeva perché, ma guardando Lily ridere in quel modo così bello, e con la luce arancione che rifletteva su di lei, impulsivamente sentiva che era il momento. Non l' aveva programmato, ma improvvisamente lo sentiva. Il suo stomaco tremava, e James in que si sentì come un maledetto schiavo delle sue emozioni.

Anche Lily era confusa, non sapeva più cosa stava per succedere e sentiva dei formicolii, che immaginava fossero farfalle, inondarle il suo di stomaco.

In quel momento, con il viso di James a pochi centimetri dal suo, si dimenticò del suo orgoglio, delle sue maledette ragioni e dei suoi fondamenti.

James era semplicemente lì, e a lei mancava il respiro. Sembrava che battito del suo cuore aumentasse a un ritmo preoccupante.

James la guardò ancora una volta, i suoi occhi color nocciola che fissavano in quelli verdi di lei, e, infine, la baciò.

Quella notte, in un piccolo paese vicino a Spinner's End, a casa Anderson...

Carol Anderson, coricata sul proprio letto e addormentata, si svegliò all' improvviso sentendo qualcosa picchiettarle alla finestra.

Intontita, si alzò dal letto, e vide un piccolo gufo grigio, bianco e marroncino zampettare sulla sua finestra.

Lily, pensò Carol alzando gli occhi al cielo, ma comunque felice che la sua amica le avesse scritto.

Aprì la finestra e il gufo entrò nella stanza appoggiandosi sul suo braccio. Carol chiuse la finestra e poi il gufetto iniziò a volarle intorno con una busta attaccata a una zampa. Carol slegò il nodo alla zampa prendendo la busta.

La bionda diede un biscottino al gufo e accese la lampadina sul suo comodino di fianco al proprio letto. Si sedette su quest' ultimo e aprì la lettera mentre il gufo mangiava il biscotto.

Cara Carol,

non ci crederai, ma oggi è successa una cosa incredibile!Ho baciato James Potter!Cioè, in realtà lui ha baciato me, ma ci siamo baciati!

E anche se so che in futuro mi pentirò di stare scrivendo tutto questo devo ammettere che è stato...wow!

E sono felicissima!Non ci siamo poi detti molto dopo, e non so come saranno le cose tra noi d' ora in poi, o se stiamo insieme oppure no, ma in questo momento non mi importa!

È stato stupendo!E adesso proprio non mi interessa se non era programmato, è stato molto più bello così!

Oh, sapessi quanto sono felice!Perché poi?

Non ho la minima idea di cosa succederà dopo l'avvenimento di oggi...ma tutto questo,per ora, passa in secondo piano.

Perchè è stato davvero bellissimo, Carol, credimi. Era il tramonto, ed eravamo sulla Torre di Astronomia e...non ci sono parole per descrivere quel bacio.

Forse ora dovrei smetterla di parlare di me stessa, ma sono così entusiasta!

E tu invece come stai?Hai qualche novità?

Spero che anche tu sia felice come lo sono io in questo momento. Attendo presto una tua risposta, quindi spicciati, mi raccomando!Ti voglio molto bene!

Con affetto, Lily Evans.

Carol sorrise.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Capitolo 33: Migliori amici ***


NOTE DELL' AUTRICE: Mi scuso come al solito per il ritardo a pubblicare il capitolo, ma bando alle ciance, ecco il riassunto del capitolo precedente.

RIASSUNTO CAPITOLO PRECEDENTE: Lily e James si sono finalmente baciati sulla Torre di Astronomia al tramonto, e Lily, in una lettera scritta a Carol, sembra molto eccitata dalla cosa.

Emmeline intanto fa un brutto sogno, in cui dice anche il nome “Harriet”. James, che è anche lui nel dormitorio in quel momento per fare un favore a Alice, la sente, ma promette a Emmeline di non dire nulla a nessuno e non chiede ulteriori spiegazioni.

Marlene litiga con James dicendogli tutto quello che pensa di lui, in particolare che non solo è arrabbiata perché ha fatto soffrire una delle sue migliori amiche, ma anche perché da quanto è iniziata tutta la faccenda con Lily lui non si è nemmeno accorto che la lei (Marlene) non gli rivolgeva più la parola.

James si rende conto che potrebbe avere perso Marlene come amica, ma allo stesso tempo, come Mary, inizia a sospettare anche lui che Marlene nasconda qualcosa.

Lily, pensando alla guerra e quello che potrebbe succedere alla sua famiglia e ai suoi amici babbani, gli viene in mente una possibile soluzione (che non è ancora stata resa nota) che però non ha ancora deciso se attuare o meno, perché non le piace affatto.

Buona lettura!

 

Capitolo 33:Migliori amici

 

Erano le sette del mattino, e nel dormitorio femminile del settimo anno di Grifondoro, a causa del fatto che le ante delle finestre erano ancora chiuse (a parte un leggero raggio di luce del sole tra di esse,) la stanza era quasi del tutto buia.

A parte Alice Prester che russava, e Lily che si muoveva agitata nel letto dando ogni tanto calci e pugni al cuscino e al materasso, tutto era silenzioso.

Mary dormiva con la bocca lievemente aperta, mentre Marlene aveva la testa sotto al cuscino e riusciva a respirare nel sonno solo grazie alla piccola fessura tra il cuscino e il materasso. Emmeline dormiva immobile su un fianco.

La quiete regnava nella stanza, e non c' erano chiacchiere inutili, parole o urla a interrompere quel silenzio.

Fino a quando...DRIIN!

Purtroppo, la sveglia suonò.

Marlene fu la prima a sentirla, infatti imprecò assonnata aprendo gli occhi:-Maledizione. Non può essere già ora-.

-Mmh...qualcuno risponda a questo dannato telefono...- bofonchiò Mary ancora stordita dalla sveglia e dimenticandosi che a Hogwarts non c' erano telefoni babbani.

Alice si svegliò stordita mentre la sveglia continuava a suonare:-Qualcuno la spenga, cazzo-

-È sul comodino di Lily- disse Marlene con voce impastata, e Emmeline farfugliò stanca:-Lily spegni quella cosa-.

Lily, che non aveva sentito la sveglia, aprì gli occhi solo allora, bofonchiando:-Eh?Cosa?Chi mi chiama?-.

-Spegni la sveglia- disse Marlene stanca, e Lily obbedì.

-Pace- sospirò Alice richiudendo gli occhi, ma Marlene si alzò.

-Sarà meglio alzarci- disse quest' ultima e Lily alzò la schiena di scatto:-Svegliarci?È già mattina?-

Alice rise leggermente aprendo gli occhi:-Dov' eri con la testa bella addormentata?-

-Ma...buon Godric è gia mattina- disse Lily scioccata, cercando di fare mente locale.

Merlino, era già mattina.

Lily pensava che essa sarebbe arrivata tardi, ma si sbagliava. Certo, era felice, ma era anche in ansia perché non sapeva cosa dire o fare quel mattino, né come comportarsi con quella persona.

Insomma, non sapeva nemmeno se stavano insieme.

Dopo l' accaduto del giorno precedente (e avere scritto una lettera in tutta fretta a Carol) c' era stata la cena e poi Lily era andata immediatamente a letto, perciò lei e James non avevano avuto modo di affrontare quello che era successo.

Be', era stato senza dubbio bellissimo. Non era il primo bacio di Lily, (il suo primo bacio era stato l' anno precedente con un ragazzo con cui era uscita più volte) ma era stato senza dubbio migliore del primo.

Era stato semplicemente fantastico.

FLASHBACK, GIORNO PRECEDENTE (dal punto di vista di Lily)

Con il viso di James a pochi centimetri da quello della rossa, entrambi fissavano assorti gli occhi dell' altro, e, infine, James la baciò.

Non fu come il bacio passionale e forte che Lily si sarebbe aspettata e che aveva sognato a Londra.

Fu l' esatto contrario. Fu dolce, delicato, e anche abbastanza veloce.

James la baciò sulle labbra, e lei ricambiò il bacio, sentendosi come una farfalla che vola libera nel cielo, e non pensando ad altro.

Fu una sensazione che durò appena tre secondi, perché il bacio fu davvero parecchio veloce, ma allo stesso tempo, Lily lo reputò incredibile.

Quando si staccarono, ci fu un silenzio imbarazzante per alcuni secondi.

Nessuno dei due aveva programmato quello che era appena accaduto, perciò era normale rimanere imbarazzati in un primo momento.

James lo era soprattutto perché non aveva la minima idea di cosa stesse pensando la rossa in quel momento, infatti fu il primo a parlare dicendo:-Be', ecco, come...com' è stato?-.

Lily avvampò dal rossore, dicendo:-N-non si fanno queste domande-.

James la guardò in attesa, ignorando il suo utimo commento, e Lily balbettò osservando (senza però vederlo veramente) fisso di fronte a lei il panorama e cercando di non guardare il moro:-Be', e-ecco, è stato...insomma... e-cco ... wow-.

James le sorrise, ma lei non poteva vederlo dato che guardava il paesaggio che si estendeva ai loro occhi.

Anche James si mise a osservarlo. Stettero lì qualche minuto, in silenzio, guardando il panorama, poi Lily controllò l' ora, e annunciò:-Ehm...è quasi ora di cena. Sarebbe meglio andare, non credi?-

-Certo- rispose James e entrambi si alzarono.

Lily lo precedette, e mentre scendevano le scale che portavano alla Torre di Astronomia, la rossa disse:-Non dire a nessuno che prima mi sono messa a farfugliare come una bambina di sei anni, okay?-

James rise e disse mettendosi una mano sul cuore:-Lo giuro sul mio onore di Malandrino-.

-Mi fido di sicuro, allora- disse Lily sarcastica mentre scendevano sempre di più le scale, e James rise di nuovo.

FINE FLASHBACK

Lily fu riscossa dai suoi pensieri dal fatto che Marlene aprì le ante della finestra accecandola quasi. La luce del sole penetrò all' improvviso in tutta la stanza, dichiarandosi completamente indifferente al sonno delle ragazze.

-Maledizione!Marlene ti odio!- dissero all' unisono Mary, Lily, Alice, e Emmeline, mentre Marlene sorrise.

Anche Alice e Mary sollevarono la schiena dal materasso mettendosi sedute con il busto, e Mary chiese guardando l' espressione agitata di Lily:-Lily, va tutto bene?È da ieri sera che sei strana-

Lily guardò le sue amiche mordendosi un labbro, cercando di decidere se confessare alle sue amiche quanto era accaduto.

Perchè si, non aveva ancora informato le sue amiche dell' accaduto tranne Carol. Non che si fidasse di più di Carol che di loro, ma a Carol aveva scritto per lettera e non c' era alcun pericolo che l' assalisse di domande fino allo sfinimento (non ora, almeno).

Però si sarebbe sentita in colpa a non dirlo alle amiche, e inoltre aveva un disperato bisogno di parlarne con qualcuno a voce.

-Ragazze, ieri è successa una cosa che non vi ho detto- disse Lily guardando tutte con apprensione, e dal suo sguardo le amiche capirono che era importante, così tutte si sedettero ai bordi del letto di Lily.

Quest' ultima prese un bel respiro profondo e alla fine disse:-Io e James ieri ci siamo baciati-.

-Ah, lo sapevo che sarebbe successo qualcosa!- esclamò Alice alzando un pugno in aria vittoriosa, e Lily alzò gli occhi al cielo.

Marlene sorrise forzatamente, e Emmeline chiese interessata:-E com' è stato?-

-Oh, bellissimo...era il tramonto ed eravamo sulla Torre di Astronomia...è stato incredibile- rispose Lily ricordando quel momento di nuovo, e Mary disse sognante:-Oh, che romantico-.

-Tu non ne sei contenta, vero?- chiese Lily a Marlene, che rispose:-No, Lily, io sono contenta per te...insomma, come ti avevo già detto in precedenza, se tu sei felice io lo sono. Tu sei felice, Lily?-

-Si, lo sono, ma...- Lily si interruppe, e Emmeline insistette:-Ma?-

Lily stette in silenzio per qualche secondo, poi alla fine ammise:-Sono spaventata da come mi dovrò comportare oggi. Insomma...che cavolo gli devo dire?Che mi è piaciuto il bacio di ieri?Che non mi è piaciuto?Se stiamo insieme oppure no dato che non ne ho la più pallida idea?Che cosa devo dire?E che atteggiamento dovrò avere?Non so davvero cosa fare...-

-Be', se fossi in te- la interruppe Emmeline, e aggiunse:-Comincerei con “Ciao”, poi il resto verrà da solo...non puoi prevedere le sue risposte, no?-

-Giusto- Lily respirò con ansia, e poi sentenziò:-Sarebbe la cosa giusta da fare, ma credo che quello che farò sarà di non andare a lezione-.

-Lily- la rimproverò Mary, e la rossa replicò con una scrollata di spalle:-E allora?Che c' è di male?-.

-Dannazione, Lily, non sei una ragazzina di quattordici anni alle prime prese con tutto questo!Ti ricordo che hai già dato il tuo primo bacio, e non ti sei nemmeno fatta tutti questi giri mentali. Posso sapere cosa c' è ora di diverso?- domandò Alice, e Lily si decise a spiegare:-C' è di diverso che l' anno scorso non mi piaceva così tanto quel ragazzo e nemmeno tenevo così tanto a lui. Howard mi piaceva e basta, non era niente di serio, mentre ora...- la rossa si interruppe e non riuscì più a continuare.

Alice sospirò:-Ascolta, Lily. So che spaventa quando ci si innamora di qualcuno seriamente per la prima volta. Non fraintendermi- disse la ragazza all' occhiata della rossa:-Non sto dicendo che ami James. Ma sai anche tu di esserne innamorata-.

Lily non la contraddisse su questo punto:-Vai avanti-.

Alice sorrise lievemente, poi continuò:-Stavo dicendo, so che quando ci si innamora per la prima volta sul serio di qualcuno fa paura, ma è un' esperienza allo stesso tempo meravigliosa. Se sei spaventata da quello che potrebbe pensare una persona di te, vuol dire che ti importa sul serio di quella persona. E quando succede...be', non bisogna lasciarsi scappare questa persona. L' ho provato sulla mia pelle, credimi-.

Emmeline fece finta di vomitare, ma all' occhiataccia di Lily, sorrise a quest' ultima:-Stavo scherzando...più o meno-.

Tutte risero, poi incominciarono a prepararsi. Quando furono pronte, scesero in Sala Grande per la colazione.

Intanto, nel dormitorio maschile del settimo anno di Grifondoro...

-Be', ragazzi, io vado in Sala Grande. Muoio di fame. Quindi vi aspetterò di sotto- annunciò Frank Paciock ai suoi compagni di stanza, e Sirius Black disse ironico:-Che gentile che sei-.

-Grazie- replicò altrettanto sarcastico Frank sorridendo, e uscì dal dormitorio.

Dopo qualche secondo, James Potter, comodamente “steso “su una sedia del dormitorio, disse ai compari Malandrini:-Ragazzi, vi devo dire una cosa-.

-Se hai finito ancora una volta la mia scorta di Whisky Incendiario ti ammazzo...- avvertì Sirius, ma James scosse la testa:-No, non si tratta di questo-.

-Ti sei di nuovo dimenticato del tuo turno da Caposcuola?- chiese Peter, ma James scosse la testa di nuovo:-No. E quando mai ho dimenticato un mio turno?-

Sirius rise:-James, in tutto l' anno avrai svolto il tuo compito di Caposcuola massimo quattro volte!-

-Be', allora, James?Che devi dirci?- intervenne Remus, e James rispose guardando tutti:-Io e Lily ci siamo baciati-.

Sirius scoppiò a ridere:-Ahaahah, divertente, amico-

-Non è uno scherzo- disse James guardato stranito Sirius, che disse smettendo all' istante di ridere:-Oh, davvero?Ma cosa ha bevuto, Lily?-

-Si, Felpato, ho finito la tua scorta di Whisky Incendiario- disse James vendicandosi, e Sirius esclamò:-COSA?!Fottuto bastardo!-.

-Felpato, non è il momento. Be', complimenti allora, James- disse Remus sorridendo, e gli altri asserirono.

James sorrise, ripensando al giorno prima.

L' aveva baciata delicatamente, con dolcezza, era stato tutto quasi spontaneo. Ed era stato incredibile. Aveva sentito centinaia di emozioni invadere il suo corpo e....doveva davvero smetterla con tutti quei pensieri sdolcinati.

Scuotendo la testa per tornare al mondo reale (più che altro, non voleva che i suoi amici si accorgessero di qualcosa) James propose:-Allora, scendiamo anche noi in Sala Grande?-

-Sì- risposero gli altri.

IN SALA GRANDE....

Lily disse vittoriosa mentre usciva dalla Sala Grande con le amiche dopo avere fatto colazione:-Ah-ah!Non è venuto!-.

Era davvero felice, e non sapeva nemmeno perché. Da una parte sentiva di avere davvero il bisogno di parlare con James, ma la sua parte più infantile cercava di reprimere i sentimenti che provava l' altra, soffocandoli. Perciò, si, era relativamente felice del fatto che James Potter non si fosse presentato a colazione.

Era stupido, e lo sapeva, ma non sempre le cose hanno un senso.

Altrimenti di certo non si sarebbe ritrovata a baciare James Potter sulla Torre di Astronomia il giorno precedente.

Mary la guardò scioccata:-E dove è finito tutto il discorso epico che ha fatto Alice?-.

-Sfumato- rispose Lily semplicemente, e Alice sorrise:-Non canterei vittoria troppo presto se fossi in te. Guarda alla tua destra-.

Lily obbedì e imprecò a bassa voce:-Dannazione-.

James Potter, infatti, accompagnato dagli altri Malandrini (Frank era invece entrato a fare colazione da pochi minuti) si dirigeva verso di loro. Lily sentì un nodo stringerle lo stomaco, e si domandò dove diavolo fosse finita tutta l' euforia della sera prima.

Doveva essere sfumata come il discorso di Alice.

Alice rise piano, poi Lily disse a bassa voce:-E ora che gli dico?-.

Ma Alice non fece in tempo a dire nulla, perché Sirius salutò, avvicinandosi insieme agli amici:-Ciao, ragazze!-

-Ciao- salutò Mary, e Lily vide James sorriderle. La rossa ricambiò il sorriso imbarazzata, ma nessuno si accorse di niente.

Oh, non aveva tredici anni, porco Salazar. Perchè si comportava in quel modo?, pensò di nuovo la rossa, ma si trattenne dal dirlo ad alta voce, sapendo cosa avrebbe potuto comportare ciò.

Non voleva pensare alla teoria di Alice, perciò cercò di scacciarla via dalla mente, ma invano.

Infatti, Sirius disse entrando in Sala Grande:-Sto morendo dalla fame, quindi io vado a mangiare. Ci vediamo a lezione-.

Remus e Peter seguirono Sirius all' interno della Sala Grande, ma James rimase lì impalato. La lampadina scattò nella mente di Alice, che annunciò in fretta cogliendo l' occasione al volo:-Ehm...ho dimenticato il libro di Incantesimi in dormitorio!Emmeline, Mary, Marlene, mi accompagnate?-

E senza aspettare risposta, Alice trascinò le altre tre amiche su per le scale, lasciando James e Lily soli.

Quest' ultima decise che quando avrebbe rivisto Alice l' avrebbe affatturata.

E ora cosa diceva?

Optò per la cosa più ovvia:-Ciao-.

-Ciao- disse James sorridendo, e Lily disse imbarazzata:-Come stai?-.

Perchè si sentiva così dannatamente a disagio?

Maledetta Alice!Le aveva fatto venire più dubbi di quanti non ne avesse già.

Perchè all' improvviso stava sudando?E perché sentiva il suo corpo tremare?

Era spaventoso.

-Bene...senti, sei a disagio per quella cosa di ieri?- chiese il ragazzo abbassando la voce, e Lily mentì:-No, non sono a disagio-

-Si, e Voldemort è una persona buona e altruista- disse James sarcastico. Aveva capito subito l' umore della rossa, e si domandato vagamente come comportarsi in proposito, ma alla fine aveva optato per essere diretto e esplicito. E così era stato. Ora aspettava solo una risposta alla sua domanda. Non che gli importasse...

Lily ammise:-Ok, forse un po'. Ma non voglio che tu pensi che quello che è successo ieri non mi sia piaciuto. Perché è stato l' esatto contrario. Mi è piaciuto molto-.

Si vergognava a dirlo ad alta voce, perché era come ammetterlo sul serio, ammettere davvero che aveva baciato James Potter e gli era piaciuto. Certo, l' aveva detto a voce alle sue amiche e l' aveva scritto a Carol, ma era diverso. In ogni caso, l' aveva detto, e non se ne pentiva poi molto.

-Anche a me- replicò James, e aggiunse:-Senti, abbiamo un' ora buca dopo incantesimi. Perchè non andiamo a fare un giro in quell' ora?-

-Certo- rispose Lily, e James sorrise.

-Be', sarà meglio che andiamo se non vogliamo arrivare in ritardo a lezione- disse Lily mentre il suo cuore batteva all' impazzata, e James annuì.

Fecero per andarsene, ma poi furono raggiunti da Frank e dal resto dei Malandrini, e andarono a lezione tutti insieme.

La lezione fu lenta e noiosa. Lily in generale adorava Incantesimi (era la sua materia preferita dopo Pozioni), ma quell' argomento non le piaceva per niente e quell' ora fecero solo la teoria riguardante quell' argomento.

Alla fine dell' ora, James Potter e Lily Evans andarono a fare una passeggiata nei prati di Hogwarts.

Erano, in apparenza, gli unici fuori in quel momento probabilmente a causa del freddo che spingeva gli studenti a starsene all' interno del castello al caldo, ma alla rossa né al capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro importava granché del freddo in quel momento.

Camminavano in silenzio senza meta tra i prati.

Quel giorno il cielo era bianco opaco, e tutto sembrava stranamente spento.

Il leggero vento spostava appena le fronde degli alberi, e il lago di Hogwarts era ancora ghiacciato. Un' aura spenta aleggiava intorno a loro, e, per una persona metereopatica, come per esempio Remus, ciò sarebbe bastato per essere di cattivo umore, ma, comunque, James e Lily non erano meteoropatici, perciò riuscivano a essere relativamente di buon umore nonostante il pessimo tempo.

La mente dei due era occupata da molti pensieri, compreso il pensiero di cosa stesse pensando l' altro. Stettero zitti ancora per una decina di minuti.

James all' improvviso, però, disse allarmato:-Ho sentito un rumore. Sembravano degli zoccoli-

-Cosa?- esclamò Lily all' improvviso nel panico. Si guardò intorno.

Zoccoli...no, per favore Merlino fa che non siano Ippogrifi...

-Oddio, cazzo, cazzo, cazzo!- esclamò Lily agitata guardandosi intorno, e James scoppiò a ridere.

-Non c' è un bel niente da ridere!- fece Lily spaventata, ma James replicò sempre ridendo cingendo le spalle della rossa con un braccio:-Lily...era uno scherzo!Aahaahahah!-.

-Lurido schifoso bastardo!- esclamò Lily dandogli un leggero pugno sul petto, ma James continuò a ridere sommessamente.

-Ti fa ridere, eh?- continuò la rossa con gli occhi ridotti a due fessure, e James continuò a ridere:-Be', dai, devi ammetterlo che è divertente!Ahaahah-

-Ridi pure, James Potter. Avrò la mia vendetta- ribattè Evans con dignità, ma invano: James continuava a ridere come un' idiota.

Ah, si, lo è, pensò Lily alzando gli occhi al cielo.

La rossa aspettò che James smettesse di ridere, poi sentenziò:-Sei odioso quando ridi in quel modo-.

-Grazie. Sono lusingato- disse James, poi diede un leggero bacio sui capelli della rossa.

Lily sorrise inconsapevolmente, e camminarono continuando a scherzare in quel modo per un po'.

Lily si fermò tutto ad un tratto, facendo di conseguenza fermare anche James che aveva ancora il braccio che cingeva le spalle della rossa.

Lily si portò una mano alla fronte, e disse tremando leggermente:-J-james vedo tutto nero-.

-COSA?!- esclamò James guardandola preoccupato e mettendosi di fronte a lei e sorreggendola tenendogli le spalle. No, porco Salazar, Lily non poteva stare male adesso...non poteva stare male punto...per le mutande di Merlino, lui non era pratico di queste situazioni...

Lily disse stordita:-Vedo sfuocato, mi s-scoppia la testa...-

-Lily, guardami, sono qui...- James la guardò ancora più preoccupato di prima accarezzandole i capelli, e adesso fu Lily che scoppiò a ridere:-Ahahaahah!Fregato!-.

-Cosa?Mi hai imbrogliato!- esclamò James scandalizzato, e Lily annuì fiera:-Esatto-.

Entrambi scoppiarono a ridere, mentre James diceva tra una risata e l' altra:-Mi...hai...fatto...preoccupare, però!-

Lily rise ancora più forte dicendo:-Non è colpa mia se sei un credulone!-.

Lo superò correndo verso un enorme quercia, ma James la raggiunse in fretta.

Tutti e due si sedettero sotto ai piedi dell' imponente albero.

INTANTO, NELLA PARTE OPPOSTA DEI CORTILI...

Emmeline Vance, coperta da un pesante cappotto blu scuro, lanciò con forza un sasso trovato a terra sul lago ghiacciato, rompendone una lastra.

Non poteva essere vero. Non poteva davvero avere sognato Harriet.

Dopo tutto quel tempo...perché?

Una lacrima scese dall' occhio destro di Emmeline, ma lei l' asciugò in fretta, poi prese un altro sasso e lo lanciò con ancora più forza di prima sul lago.

Risultato: altre due lastre di ghiaccio rotte. Non sapeva perché lo stava facendo, ma certamente era un ottimo sfogo.

Harriet...un altro sasso.

Emmeline rabbrividì, e riprese a tirarne altri.

Continuò così per quasi una decina di minuti, finché una voce disse dietro di lei:-Sai, Vance, non capisco proprio perché te la prendi con quel povero ghiaccio-.

Emmeline si girò di scatto verso la voce,e, trovandosi davanti Sirius, la ragazza replicò forzatamente:-Che ne sai?Magari è l' essere più feroce della terra-

-È un pezzo di ghiaccio. Dubito seriamente che possa esserlo- commentò Sirius, e Emmeline ribatté:-Non infrangere le mie illusioni-

-Cosa c' è che non va?- chiese Sirius di getto, e Emmeline rispose cercando di sembrare convincente e inarcando un sopracciglio:-Niente, perché?-.

-Dai, Emmeline, ti conosco. Si vede lontano un miglio che non stai bene- ribattè Sirius, e Emmeline negò con forza:-No, invece. Sul serio, sto bene-. Lei stava bene...perchè non avrebbe dovuto stare bene, in fondo?Erano passati otto mesi, perché sarebbe dovuta stare male adesso?Eppure ci stava ancora male...Emmeline fu riscossa dai suoi pensieri da Felpato.

-Così bene da volere demolire il ghiaccio sul Lago Nero- rispose infatti il suddetto, ma Emmeline protestò:-Non lo voglio demolire. É solo...divertente-

-Emmeline- insistette Sirius, ma dato che la sua migliore amica non diceva nulla, l' avvertì:-Non farmi usare le maniere forti, Vance-

-E quali sarebbero?-

-Ci devo ancora riflettere- rispose Sirius, e entrambi risero piano. Poi, Emmeline confessò:-Senti, ok, forse non sto completamente bene. Ma non ho davvero voglia di parlarne. Perciò, per favore, non continuare a chiedermelo-

-Va bene. Ma, tanto per sapere...me ne parlerai prima o poi?- domandò Sirius, e Emmeline rispose sorridendo leggermente:-Ci devo riflettere-.

Tutti e due risero di nuovo, poi Sirius si avvicinò alla ragazza e le passò un braccio intorno alle spalle, dicendo, imbarazzato:-Ti voglio bene-

-Anch' io- rispose Emmeline, e entrambi stettero lì, a fissare il lago Nero a lungo.

DA LILY E JAMES, INVECE...

Seduti sotto la quercia, James e Lily guardavano il paesaggio.

Ad un tratto, James spostò lo sguardo dal paesaggio a Lily e le prese il viso tra le mani, baciandola con passione.

Lily ricambiò il bacio con sempre più passione, le loro lingue che giocavano tra loro.

Lily infilò una mano tra i capelli del moro con ardore, provando ancora più emozioni del bacio del giorno precedente.

James era altrettanto preso dal bacio. Non pensavano a nulla, continuavano solo a baciarsi con brevi pause di allontanamento di circa due centimetri per respirare e che duravano circa solo due secondi.

Era dannatamente...wow...

A un certo punto però, fu Lily ad allontanarsi. Respirò per qualche secondo,poi annunciò:-Ti devo chiedere un favore-.

James la guardò interrogativo, capendo a stento quello che stava dicendo la ragazza e sul fatto di essere stato riportato sul pianeta Terra, e la rossa si chiese mentalmente se dovesse dirglielo veramente.

Da una parte, pensava che James l' avrebbe preso nel modo sbagliato, ma dall' altra non voleva assolutamente che accadesse quello che lei desiderava con tutta la sua forza che non accadesse.

Alla fine, Lily decise che sì, era necessario farlo, perciò chiese al moro:-Potresti evitare di...di menzionare il bacio di ieri e quello di e oggi alle altre persone?Insomma...puoi dirlo agli altri Malandrini, se vuoi...ma gradirei che nessun altro lo venisse a sapere-.

-Perché?- domandò James in tono brusco, ritornando di colpo a capire con chiarezza ogni singola parola della rossa.

Forse la sta prendendo esattamente come temevo che la prendesse, pensò la Caposcuola, e si affrettò a spiegare:-Non è che non voglio che si sappia che noi...- cosa stiamo facendo, esattamente?Stiamo insieme oppure no?Che termine devo usare?, si chiese mentalmente la ragazza quasi disperata.

-Noi cosa?- domandò James forse ancora più brusco di prima, e Evans rispose, dopo averci riflettuto brevemente:-Non è che non voglio che si sappia che noi ci stiamo frequentando...non voglio solo che si sappia che ci siamo baciati-

-Scusa, Lily, ma davvero non ti seguo- disse ora James sinceramente confuso, e la rossa insistette:-Quello che voglio dire...è che non mi va che tutta Hogwarts conosca i miei segreti intimi. É...imbarazzante-.

James la guardò per qualche secondo, pensieroso, poi decretò:-Okay, si può fare. Dirò ai Malandrini di non farne parola con nessuno. Tu farai lo stesso con le tue amiche?-

-Sì- rispose Lily, sollevata che il moro avesse capito. Poi, si ricordò che avevano lezione tra poco, così si alzò da terra e incitò James a fare lo stesso.

Dopo uno sbuffo, Ramoso si alzò e la seguì.

Il resto della mattinata passò in modo piuttosto monotono, e quando ebbe finito di consumare il suo pranzo, Lily decise di andare in Sala Comune. Non aveva un granché da fare quel giorno, e, dato che questo era piuttosto inusuale, Lily decise di occupare la giornata riposandosi.

Intanto, al terzo piano di uno dei corridoi del Castello di Hogwarts...

Sirius Black se ne stava comodamente seduto con la schiena al muro nel bel mezzo del corridoio, incurante della poca gente che passava ogni tanto per di lì fissandolo straniti.

Teneva tra le mani un sacchetto di caramelle gommose rubate a Emmeline, mangiucchiandone una di tanto in tanto con fare annoiato.

Dopo poco, Sirius si addormentò, e dormì per circa tre quarti d' ora, dato che nessuno aveva osato svegliarlo, ma poi, una persona si avvicinò a Felpato dichiarando divertito:-Be', devo ammetterlo, questa volta mi hai superato-.

Sirius aprì leggermente gli occhi, stropicciandoli, per poi vedere una figura di fronte a sé.

La analizzò per qualche secondo, cercando di capire chi fosse, poi la individuò chiaramente. Corporatura alta, figura allampanata, capelli scompigliati, occhiali, espressione idiota...era senz' altro il suo migliore amico, James Potter.

Sirius sospirò assonnato, e domandò chiudendo di nuovo gli occhi con la voce roca per il sonno:-A che ti riferisci?-

-Hai saltato l' ultima ora di lezione, in cui tra l' altro c' era Trasfigurazione, cosa che ho fatto anch' io, ma non ho mai avuto l' idea geniale di addormentarmi nel bel mezzo del corridoio con in mano un pacchetto di caramelle- rispose James sorridendo e sedendosi, imitando la postura di Sirius, che replicò sempre con gli occhi chiusi:-Niente di che, Ramoso. Abbiamo compiuto entrambi imprese migliori di questa-.

-Ovviamente- ribattè James prendendo una caramella dal sacchetto di Sirius e iniziando a masticarla. Stettero in silenzio per qualche minuto, poi James lo ruppe:-Hai intenzione di stare qui tutto il giorno?-

-Forse- rispose Sirius stancamente, e domandò:-Ti importa?-

-Sì, perché la mia era una domanda retorica. Non puoi stare qui tutto il giorno- disse con fermezza James, e Sirius aprì finalmente gli occhi, guardando scettico Ramoso e dicendo:-Ah, sì?E chi me lo impedisce, sentiamo?-

-L' allenamento di Quidditch, ecco cosa te lo impedisce- rispose l' altro, e Sirius lo guardò innervosito:-Non mi ricordavo, Merlino, possibile che ti ricordi sempre tutti allenamenti?E non importa se sei tu che gli fissi, è comunque inquietante-.

James fece spallucce, alzandosi, e invitando l' amico di fare lo stesso.

L' amico, di malavoglia, si alzò, e fece per dirigersi verso la direzione che portava nella Sala Comune di Grifondoro, quando James gli ricordò:-Abbiamo lasciato le nostre cose in spogliatoio l' ultima volta, cervellone-.

Sirius in risposta gli fece la linguaccia, poi insieme a James, iniziò a camminare, diretto agli spogliatoi maschili della Squadra di Quidditch di Grifondoro.

-Ehm...senti- proruppe James e continuò:-Lily...lei non vuole che si sappia in giro che ci siamo baciati e...-

-Noi non ci siamo baciati, Ramoso. Sono abbastanza certo che me lo ricorderei- lo interruppe Sirius scherzando, e James gli lanciò un' occhiata truce:-Idiota. Stavo dicendo, Lily non vuole che si sappia in giro che io e lei ci siamo baciati-

-Perchè?- lo interruppe di nuovo Sirius, e James rispose infastidito:-Perché non vuole che tutta la scuola conosca quelli che lei definisce “I suoi segreti intimi”, ovviamente ha detto che tu e gli altri Malandrini potete saperlo, ma solo voi. Perciò gradirei che non andassi a sbandierare questa cosa ai quattro venti...-

-Okay- rispose Sirius tranquillo, e aggiunse:-Comunque, pensi davvero che si vergogni perché non vuole che la gente sappia i suoi segreti privati?-

-Si, lo penso davvero Felpato, e ti avverto, non riuscirai a farmi inculcare delle idee nella mia testa...-

-Non sto cercando di inculcarti cose nella testa. Sto solo dicendo che, James, ragiona bene: vi siete odiati per anni, o almeno lei ti odiava, e probabilmente si sentirebbe debole davanti agli occhi di tutti se questi sapessero che si è “arresa”-. Sirius, in realtà, non lo pensava davvero, ma si divertiva un mondo a cercare di condizionare James.

-Si, Felpato, avevo ragione: stai esattamente cercando di condizionarmi. Sei psicopatico, lo sai vero?-

-Ma sono anche il tuo migliore amico- rispose Sirius con fare saccente, e James sapeva che aveva ragione.

SALA COMUNE DI GRIFONDORO, LILY EVANS

Quando Lily arrivò in Sala Comune, essa era deserta, se non per uno studente che apparentemente leggeva un libro seduto su una sedia a un tavolo, da solo.

Lily si potè dire sorpresa, quando si accorse che quel qualcuno era Remus Lupin.

Remus era infatti da lì da circa una mezz' ora buona, e si era recato in quel luogo con il proposito di leggere, ma non era riuscito nel suo intento.

Con solo due giorni mancanti alla Luna Piena, non si poteva dire che il suo umore fosse dei migliori. Iniziava a sentire i pre-sintomi che gli davano un certo senso di dolore non ben definito, e la mattinata non sarebbe potuta andare peggio.

Aveva preso un brutto voto in Divinazione, materia che molte volte gli faceva domandare perché la seguisse ancora. Era stato davvero un idiota, a volerla proseguire dopo il quinto anno, ma ormai gli sembrava troppo tardi per cambiare idea.

Oltretutto, dopo aver preso quel votaccio, era inciampato in una fossa nei cortili di Hogwarts mentre si recava alla serra di Erbologia, macchiandosi completamente la veste di fango.

Per fortuna, nessuno lo aveva visto, ma era dovuto ritornare in dormitorio a cambiarsi, arrivando quindi in ritardo alla lezione di Erbologia e facendo perdere dieci punti a Grifondoro.

E poi, come se non bastasse, Pix il Poltergeist aveva imbrattato un muro di un corridoio e se l' era svignata in tempo per non essere scoperto da Gazza, che, quando arrivò, non trovò Pix, ma bensì Remus, che stava passando di lì per caso, e perciò il Lupo Mannaro si era ritrovato ad avere una punizione prenotata per quel giovedì, che, guarda caso, era il giorno che seguiva alla Luna Piena.

Fottutissimo Merlino.

Così, Remus era venuto in Sala Comune per cercare di rilassarsi leggendo, ma invano. Era troppo irritato per riuscire a concentrarsi sul libro, perciò non fu infastidito quando Lily Evans entrò nella Sala Comune salutandolo.

 

-Hey, Lily- salutò lui senza ombra di entusiasmo, e Lily domandò sedendosi anche a lei al tavolo e capendo al volo che c' era qualcosa che non andava:-Va tutto bene?-

-Si, bene-

-Ne sei sicuro?- insistette Lily guardandolo in modo penetrante, e Remus rispose:-Okay, forse non va tutto bene. Ma, davvero, è una giornata schifosa, e non ho voglia di parlarne-.

Non avrebbe potuto, comunque.

Anche se l' avere preso un brutto voto, essere finito in punizione ed essere arrivato in ritardo alla lezione di Erbologia lo infastidivano parecchio, il fastidio più grande era che il suo “problema peloso” (come lo chiamava James) era ormai vicino, e Lily, dato che non era a conoscenza del segreto, non poteva essere a conoscenza davvero del motivo per cui fosse così giù di morale.

Lily stette in silenzio per qualche momento, poi annunciò inaspettatamente:-So che lo sai-.

Remus sorrise leggermente:-Sapere cosa?-

-Di me e James l' altro giorno. So che lo sai- rispose Lily sorridendo, e Remus disse fingendo di avere appena capito cosa intendesse la rossa:-Ah, quello-.

Lily rise piano, poi disse più seria:-Forse ti farebbe bene parlarne-

-No, davvero- disse Remus, e c' era un po' di fastidio nella sua voce. Lily lo notò.

-Be', ma questo non è coerente!- esclamò Lily all' improvviso, lasciando finalmente che lo sconcerto la riempisse.

Remus chiese non capendo:-Cosa non è coerente?-

-Noi ci diciamo sempre di essere migliori amici, ma tu non mi dici mai niente- spiegò la rossa irritata, e Remus domandò stranito:-Cosa dovrei dirti?-

-Quello che vuoi!Dovresti tanto meno parlare- replicò Evans, e Remus ribatté:-Noi parliamo-

-Già, ma...insomma, i migliori amici dovrebbero farsi confidenze segrete o cose di questo genere, mentre tu non ti apri mai con me- rispose Lily, e Lupin chiese iniziando ad irritarsi:-Perché, quando è stata l' ultima volta che tu mi hai fatto una confidenza?-

Lily ci pensò, ma si rese conto di non ricordarsene. Remus infatti le fece notare:-Vedi. Non sono solo io che non mi apro. Nemmeno tu mi dici mai niente-

-Non è vero- protestò Lily debolmente, e Remus sbottò:-Ah, sì?E allora, come mai, sono venuto a sapere da James che voi vi siete baciati, quando tu ovviamente non avevi pensato di dirmi assolutamente nulla?-

-Non pensavo ti importasse-

-Be', allora non lamentarti dicendomi che io non ti dico mai i miei segreti quando tu non mi racconti mai i tuoi!-

-Ma questo...questo non è da migliori amici!Insomma...ultimamente io e te non parliamo quasi più da soli!-

-Ma se quando a dicembre eri triste per James ti ho consolata e tutto il resto?- domandò Remus, e Lily borbottò:-Appunto!È stata l' ultima volta in cui abbiamo avuto una conversazione decente!Che, se vogliamo puntualizzare, non ci siamo nemmeno detti dei segreti o fatti delle conseguenze. Diciamocelo, Remus, tu quest' anno non mi sei stato per niente vicino-

-Perchè tu si, allora?Non è colpa mia. Chissà come mai, non abbiamo parlato più così tanto da quando James ha letto il tuo diario- fece Remus ironico, e Lily alzò la voce:-E con questo cosa vorresti dire?-

-Che da quando è iniziata la storia di James, non so perché...tu non mi hai più raccontato nulla!Non ho la minima idea del perché...sta di fatto che ti sei comportata così!- urlò Remus, e Lily gridò a sua volta:-NON RIGIRARE LA FRITTATA!SEI TU QUELLO CHE SI È ALLONTANATO QUI!-

-MA PER PIACERE!SAI BENISSIMO DI AVERE TORTO!-

-SMETTILA, IO NON TI HO TRASCURATO PER COLPA DI JAMES, CHIARO?-

-E chi ha mai detto che era colpa di James?Lily, era colpa tua!- esclamò Remus, e Lily ribattè:-Non è vero!Perchè io non ti ho trascurato, semmai il contrario!-

-Sul serio, Lily?Lo pensi davvero?!-

-Sì!-rispose la Caposcuola con vigore.

-Questo è davvero...lasciamo stare. Non ho più voglia di litigare. Me ne vado in dormitorio- concluse il Lupo Mannaro irato, e fece come aveva detto.

Lily lo guardò andare via, poi prese un cuscino sul divano e lo lanciò dall' altra parte della stanza con furia.

Che rabbia, pensarono all' unisono Remus Lupin e Lily Evans, entrambi furibondi.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Capitolo 34: Il peggiore San Valentino ***


 

NOTE DELL'AUTRICE: Scusatemi per il solito ritardo, che questa volta è più mostruoso delle altre, dato che son passati ben cinque mesi.

Ad ogni modo, ecco il 34 capitolo. Se riesco dovrei aggiornare il prossimo entro il 18 ottobre (lo so avevo detto prima, ma ho dovuto cambiare). Ringrazio tutti quelli che recensiscono/seguono/mettono tra le preferite la mia mia storia.

RIASSUNTO DEL CAPITOLO PRECEDENTE: Dopo che James e Lily si sono baciati per la prima volta, la rossa in questione è un po' in imbarazzo con lui, ma poi vanno a fare una passeggiata insieme per i cortili di Hogwarts, e l'imbarazzo di Lily “svanisce”. Inoltre, tranne che agli amici intimi, James e Lily decidono (sotto richiesta di Lily) di non dire a nessuno che “si stanno frequentando”.

Marlene nasconde un segreto che per il momento non è ancora noto, ma gli unici a sospettare qualcosa sono James e Mary, che però non ne hanno ancora parlato tra di loro. Inoltre, Marlene non ha ancora perdonato James per la faccenda del diario di Lily, ed è arrabbiata anche perché lui ha iniziato ad accorgersi di quanto lei (Marlene) fosse arrabbiata solo dopo che aveva fatto pace con Evans.

Emmeline ha qualcosa che non va, ma non vuole confidarsi con nessuno; l'unico che sa qualcosa al riguardo è James, il quale sa appunto che centra una certa Harriet in tutto questo. Quest'ultimo nome è stato per l'appunto pronunciato da Emmeline nel sonno, ma la ragazza (Emmeline) ha fatto promettere a James di non raccontare a nessuno quanto aveva sentito.

Lily accusa Remus (che ha avuto una giornata molto brutta per una serie di svariati motivi) del fatto che non si fanno più confidenze. Remus ribatte che è lei a non dirgli più niente da quando è iniziato tutto quel “casino” con James (inizio che risale al primo capitolo della storia), ma aggiunge anche che la colpa non è di James, ma di Lily.

Lo scorso capitolo termina con la litigata tra Lily e Remus, entrambi furiosi.

 

Buona lettura!

 

Capitolo 34: Il peggiore San Valentino

 

-Mmh...deve essere questa- disse a bassa voce James Potter avvicinandosi furtivamente a una porta chiusa di un'aula di disuso in un corridoio deserto della Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.

-Continuo a pensare che sia una cattiva idea- insistette Remus, ma Sirius lo rimbeccò piazzando l' orecchio sulla porta:-Taci, Lunastorta. Sto cercando di sentire-.

James e Peter Minus appoggiarono anche loro un orecchio sulla porta, e Remus, dopo un sospiro, li imitò.

Una voce piuttosto fredda e distaccata ma allo stesso tempo preoccupata giunse al loro udito:-...cosa si potrebbe fare, altrimenti?-.

-È la Mcgranitt- notò Peter, e Sirius intimò anche a lui il silenzio.

-Non lo so...ma la situazione sta peggiorando- disse a bassa voce quello che sembrava essere il professor Vitious.

-É ovvio che qualcosa deve essere fatto-

-Be', non è che il ministero se ne sia stato proprio con le mani in mano- commentò il professor Lumacorno, anche lui preoccupato, e la voce del Professor Witch, l' insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, risultò seccata e di un'ironia pungente:-Già, e quanti risultati ha ottenuto, Horace?-

-Si, certo, ovviamente tu hai ragione- disse Lumacorno quasi accondiscendente (dopo qualche momento di imbarazzato silenzio), e James mormorò:-L' ho sempre detto che il professor Witch è un grandissimo figo-.

-Per la centesima volta, chiudete tutti quella dannatissima bocca- borbottò Sirius appoggiando ancora di più l' orecchio alla porta.

-Mmh...che rompiscatole, Felpato...-

-Sta' zitto, ti ho detto!- replicò Sirius irritato, e i quattro Malandrini riuscirono chiaramente a sentire il professor Vitious dire:-Ma ci saranno davvero della persone interessate?Insomma, con la paura...-

-Confido nel meglio, Vitious. E poi, come ha detto poco fa Minerva, non vedo altra soluzione- ribatté quello che era senza alcun dubbio Albus Silente, nel suo solito tono calmo e impassibile. James riusciva a immaginare l'espressione pacata del preside.

-Ad ogni modo- riprese Lumacorno, leggermente imbarazzato:-Io devo andare, temo. Ho lezione tra poco-.

-Anche io- concordò il Professor Witch, e i Malandrini sentirono dei passi avvicinarsi verso la porta.

-Oh, cazzo- sibilò Sirius e James, veloce come un fulmine, tirò fuori dalla tasca della divisa il mantello dell' Invisibilità stropicciandolo e facendo cadere di proposito i suoi amici a terra, tutti ammassati l' uno contro l' altro (compreso lo stesso James) e ricoprì tutti quattro con il mantello.

C' era un motivo se l' aveva fatto: erano troppo grandi ormai per riuscire a stare sotto al mantello tutti e quattro insieme, perciò aveva pensato velocemente a quella possibile soluzione: stendersi a terra, rannicchiandosi e facendosi piccoli l'uno contro l'altro per rimanere coperti dal mantello.

Ora c' era solo un possibile, e eventuale problema, che James non aveva considerato immediatamente: che qualcuno dei professori calpestasse il mantello, così scoprendoli.

Sperò con tutto il cuore che ciò non accadesse, e fu straordinariamente fortunato. Quando gli insegnanti furono scomparsi dal corridoio, i Malandrini aspettarono qualche secondo, per essere sicuri che non ci fosse più nessuno nei paraggi, e, quando ne ebbero la conferma, si tolsero il mantello.

-Mi stavi schiacciando Sirius!- sbottò Remus levando via bruscamente da sé il corpo di Sirius che, a seguito della spinta di James per fare atterrare tutti sul pavimento, era caduto su di lui.

Anche James e Peter si alzarono.

-Quante storie. E poi sono cavolate. Io peso meno di una rondine- ribattè Sirius, e Remus concordò:-Si, una rondine che ha appeno mangiato tre chili di patatine, sei di formaggi, e nove di torta al cioccolato...-

-Non eravate voi quelli su Peter!-

-Hey!- fece Peter indignato, e James soffocò una risata:-Scusa, Codaliscia. Scherzavo-.

-Io no- fece Remus, e poi aggiunse più seriamente:-Ma avete sentito quello che hanno detto gli insegnanti?-.

-Si, ma non di certo grazie a voi tre- fece Sirius scorbuticamente, e Remus ribatté:-Non è questo il punto. Che ne pensate?-.

Ci fu un momento di silenzio. Quel dialogo appena udito era strano, davvero. Quale era la “possibile soluzione” che gli insegnanti stavano pensando di attuare?E quello che loro avevano ascoltato poteva davvero avere rilevanza?

-Non credo sia un problema scolastico. Non sarebbero così preoccupati, o no?- fece Peter, e James annuì:-No, no di certo-.

-Andiamo, ragazzi, rifletteteci. Gli insegnanti sono preoccupati riguardo a una situazione che sta peggiorando, e vogliono trovare una soluzione...si tratta di Voldemort, no?- disse Sirius come se fosse ovvio, ignorando il sussulto di Peter al nome del mago.

-Non so...insomma, perché tutti gli insegnanti?Dovrebbero essere delle persone che sono tutte contro al movimento di Voldemort, e non sappiamo se tutti gli insegnanti lo sono- rifletté Remus, e James sbuffò:-Ti prego. Hai visto i nostri professori...insomma, alcuni sono piuttosto odiosi, ma non credo che uno di loro potrebbe mai schierarsi dalla parte di Voldemort. La situazione di cui parlano deve riguardare per forza lui-.

-Bene. Abbiamo chiarito che riguarda Voldemort, almeno dal punto di vista ipotetico- concesse Remus, e aggiunse:-Ma quale sarebbe il modo in cui gli insegnanti pensano di poter eventualmente risolvere tutto questo?-.

-Vuoi sempre mettere il dito nella piaga, eh Remus- ribatté Sirius irritato, e Remus, inaspettatamente, tacque.

Non riusciva a smettere di pensare alla litigata con Lily del giorno precedente. Non pensava di avere torto, non del tutto almeno.

Lily non aveva il diritto di dire a lui che non gli confidava mai niente quando lei faceva lo stesso con lui. In quell'esatto momento, realizzò quante cose erano cambiate dall'anno precedente, da quando erano diventati amici. L' anno precedente si dicevano eccome le cose, ma quell'anno, chissà perché (Remus non riusciva ancora a ideare nella sua mente un motivo totalmente razionale e sensato, anche se aveva alcuni sospetti) non c'erano più stare vere confidenze tra di loro.

-Remus?Che hai?- domandò Peter stranito guardando l' amico, che si risvegliò come da uno stato di apparente trance:-Ehm, si, cos...no, non ho niente-.

-Si nota proprio- commentò sarcastico James, e Sirius chiese:-Hai litigato con Lily?-

-Cosa te lo fa pensare?-

-Non vi siete degnati di uno sguardo per tutto il giorno!- esclamò Sirius, e Remus gli lanciò un' occhiataccia:-Piantala,Felpato. Dico sul serio-.

-Come mai avete litigato?- domandò James per nulla scalfito dalla volontà di Remus a lasciare cadere l' argomento, e il Lupo Mannaro ribattè:-Affari miei-.

-Ce lo dirai prima o poi- fece Peter, e James e Sirius si mostrarono d'accordo:- Sei troppo prevedibile, Remus-.

Remus scosse la testa divertito, scompigliando i capelli di Peter:-Andiamo a mangiare qualcosa nelle cucine, invece di continuare a sparare cavolate come vostro solito-.

-Okay- rispose immediatamente e senza esitazione Sirius aumentando il passo, e gli altri tre risero.

Nel cortile di Hogwarts, intanto...

Era un pigro tipico giorno di febbraio, in cui il cielo era opaco e l' umore tetro, anche se il venticello fresco che inondava il cortile era nel complesso piacevole.

Emmeline Vance, Marlene Mckinnon e Lily Evans se ne stavano all'ombra di un salice, ognuna leggendo o studiando per conto proprio.

-Basta- fece a un certo punto un'esausta Marlene chiudendo il suo libro di Pozioni, e Lily concordò rimettendo nella sua borsa il proprio libro di Antiche Rune:-Concordo...sono esaurita-.

Emmeline non alzò nemmeno gli occhi dal libro, dicendo un breve:

-Io no- e continuando a studiare.

Lily e Marlene alzarono gli occhi al cielo, ma poi iniziarono a parlare tra loro sottovoce per non disturbare Emmeline:-Allora, Marlene, che mi racconti?-

-Al solito- fu la risposta pigra di Marlene, che aggiunse:-E tu invece?Oltre alla cosa con James, intendo-.

-Ho litigato con Remus- rispose Lily, e Marlene domandò tirando fuori dalla borsa un sacchetto di dolciumi e afferrandone uno:-Perché?-

-Non so dirtelo con precisione...è difficile da spiegare-

-Va bene- rispose Marlene non insistendo oltre.

Era questo il bello di Marlene, rifletté Lily: non era mai insistente, non che non le interessasse sapere della cose, ma rispettava la volontà degli altri e non insisteva di fronte a un “Non lo so” o “Non ne voglio parlare”.

-Vado in bagno...torno tra poco- annunciò Marlene alzandosi e dirigendosi verso il castello.

Lily annuì, prendendo un dolce del sacchetto che Marlene aveva lasciato a terra e mangiucchiandolo.

Poi, all'improvviso, realizzò una cosa, e imprecò. Si alzò di scatto lasciando cadere il dolce che aveva in mano, e facendo anche alzare lo sguardo di Emmeline su di lei.

Ma Lily non aveva tempo di dare spiegazioni. Iniziò a correre, controllando l' orologio. Merda. Erano le diciotto e tre minuti.

Aumentò la velocità della corsa, entrando nel castello e salendo le scale con tutto il fiato che le era rimasto in gola.

Stava salendo una rampa di scale quando all'improvviso quella mutò la propria direzione e dovette cambiare tragitto, imprecando di nuovo.

Dopo qualche minuto riuscì finalmente a raggiungere la Torre di Grifondoro e entrare (dopo avere detto la parola d'ordine alla Signora Grassa e avere attraversato la Sala Comune) nel proprio dormitorio.

Aprì il cassetto del suo comodino, convinta di trovarci il saggio sul libro di Trasfigurazione che la Mcgranitt aveva assegnato alla sua classe tre settimane prima, ma non lo trovò. Dannazione!Aveva sempre tutto perfettamente in ordine, e una buona volta che una cosa le serviva con urgenza...

Disperata, la rossa iniziò a frugare nell'altro cassetto del comodino, non trovando nulla neanche in quello.

Senza preavviso, una voce dietro di lei chiese divertita:-Che stai facendo?-.

Lily si girò nervosa, trovandosi davanti James Potter che la guardava confuso e divertito allo stesso tempo.

La ragazza prese un respiro profondo, poi propose al moro:-Se adesso mi aiuti, ti devo un favore, ok?-

-Tre favori-

-Va bene!- esclamò Lily in preda al panico, e James domandò sorridendo:-Cosa devo fare?-.

-Prima di tutto, smettila di ridacchiare, secondo, non trovo il mio saggio di Trasfigurazione-

-Quello sul libro della Trasfigurazione dalle persone agli oggetti?-

-Sì, quello!L' ho rilegato in una busta rossa, un po' trasparente!C' è scritto: SAGGIO DI LILY EVANS SUL LIBRO “Trasfigurazione tra umani e oggetti”!- urlò la rossa frugando nella sua scrivania, in cui era però tutto perfettamente ordinato e impilato.

James aprì un armadio a caso e iniziò a frugare tra i vestiti. Lily alzò gli occhi al cielo:-Dubito che potrebbe trovarsi lì-.

-Sicura?- chiese James inarcando le sopracciglia e mostrandole un fascicolo incartato in una busta rossa.

-Oddio, grazie!- fece Lily afferrando la cartella, e uscendo dal dormitorio, mentre James chiedeva:-Ma come ha fatto quel compito a trovarsi lì?-.

Ma Lily era già uscita. La rossa continuò a correre, fino a quando non arrivò davanti alla porta dell'ufficio della professoressa Mcgranitt. Bussò e dopo pochi secondi si ritrovò a faccia a faccia con Minerva Mcgranitt.

La professoressa, molto più alta di Lily, la guardava sorpresa, inarcando un sopracciglio, i capelli raccolti in una crocchia come le era di abitudine.

-Signorina Evans...posso esserti utile?- domandò la professoressa ancora confusa, e Lily rispose ansimando e porgendole il suo fascicolo rosso:-Il mio saggio!So che avrei dovuto consegnarlo- controllò l' orologio-venti minuti fa!Mi dispiace, ma ho avuto dei problemi ultimamente, so che questo non mi giustifica, ma...-

-Niente scuse, signorina Evans. Tre settimane fa sono stata chiara. Chiunque non avrebbe presentato il compito entra le ore diciotto di questa sera avrebbe dovuto scontare una punizione. Ho saputo che il signor Gazza deve lucidare i premi che si trovano nella bacheca dei trofei. Lo farai tu al suo posto. Trovati alle ore ventuno di questa sera davanti alla bacheca dei trofei. E, ovviamente, dovrai fare tutto il lavoro senza usare la magia-.

Lily annuì, imbarazzata e forse anche un po' amareggiata.

La Mcgranitt, squadrando un'ultima volta la propria alunna, prese il fascicolo che la rossa le porgeva e, con un breve cenno del capo, chiuse la porta, mentre Lily sussurrava:-Arrivederci-.

Lily chiuse gli occhi, prendendo un bel respiro profondo e dicendosi che sarebbe potuta andare peggio, ma non aveva ancora terminato il pensiero che un sacco di crema pasticciera le cadde sui capelli.

-Pix!- urlò la ragazza furiosa, guardando un punto in alto, in cui Pix il Poltergeist se ne stava sdraiato sul nulla, con in mano una ciotola ormai vuota di crema pasticciera.

-Se Pix la ragazzina dai capelli rossi fa infuriare, allora io mi devo rallegrare!- canticchiò Pix con voce melensa che fece venire a Lily solo più voglia di picchiarlo.

La rossa però non fece in tempo a dire altro, perché Pix si dileguò.

Con la voglia sempre più crescente di prendere a pugni qualcuno, Lily si diresse verso la Sala Comune.

Quando attraversò il buco del ritratto, la rossa trovò James che la guardava, facendo apparentemente di tutto per non ridere, senza però ottenere risultati eccellenti.

-Non una parola- soffiò Lily minacciosa, e James, smettendo di ridere (ma non di sorridere) chiese:-Che diavolo ti è successo ai capelli?-

-Pix- rispose Lily irritata salendo le scale del dormitorio femminile.

Quando però la rossa provò ad aprire la porta, scoprì con sua sorpresa che questa non si apriva. Formulò “Alohomora”, ma non successe nulla. Dannazione, Alice doveva essersi addormentata un' altra volta mettendo le difese alle stanza per sbaglio!

Non è che sbagliasse incantesimo, ma lo faceva proprio per distrazione, ed era questa la cosa che più di tutte dava sui nervi a Lily, perché glielo aveva ripetuto centinaia di volte nei precedenti sette anni di non farlo, ma spesso si dimenticava ancora.

Quest'ultima iniziò a battere la mano contro lo stipite della porta e esclamando:-Alice, apri!-, ma Alice non si svegliava. Erano rare le poche volte che ciò accadeva: era difficile che persino un carro armato potesse svegliarla.

La rossa udì la voce di James provenire dai piedi delle scale:-Che succede?-

-Alice!Ha messo di nuovo per sbaglio gli incantesimi difensivi al nostro dormitorio mentre lei dorme, e quindi non posso entrare!- fece Lily quasi isterica scendendo le scale.

-E ora come faccio a fare la doccia?Non posso andare in giro conciata così- la rossa indicò i suoi capelli.

James rifletté un momento, poi le propose:-Puoi venire a farla nel nostro dormitorio-.

Lily sembrò inizialmente sorpresa, poi inarcò un sopracciglio:-Non mi sembra appropriato, quindi no, grazie-.

James sbuffò:-Lils, hai i capelli coperti completamente di crema pasticciera, mi sembra eccome appropriato-.

Evans ci pensò per qualche secondo, poi sentenziò:-Va bene, grazie...ma come faccio poi ad asciugarmi?Insomma, i capelli posso farli con la magia, ma il...resto no-.

-Puoi usare il mio accappatoio- disse James, e Lily ponderò la domanda:-Ci sono altri tuoi amici nel dormitorio attualmente?-.

-Nah...sono tutti in giro- rispose James e Lily allora accettò:-Okay, grazie per la doccia e per l'accappatoio-.

James sorrise e entrambi salirono nel dormitorio dei ragazzi, immerso nel caos più totale.

-Bello- commentò Lily sarcastica, e, con un groppo alla gola, guardò l'unico letto in cui tutto era in ordine, pensando che probabilmente doveva essere di Remus.

James notò il comportamento della rossa e chiese di getto:-Perché tu e Remus avete litigato?-.

La rossa si girò si scatto verso di lui:-Noi non abbiamo...perché, ti ha detto qualcosa?-. Sembrava quasi un po' speranzosa.

Il moro scosse la testa:-No, ma non vi siete rivolti la parola tutto il giorno...quindi, ripeto, perché avete discusso?-.

Lily disse evasiva:-Devo farmi un bagno per pulirmi questa robaccia dai capelli. Dove si trova il bagno?-.

James alzò gli occhi al cielo, poi indicò una porta bianca vicino al letto di Sirius:-Là. Lo shampoo e tutto il resto sono vicino alla vasca-.

Lily domandò aprendo la porta del bagno:-Sicuro che posso usare il tuo accappatoio?-.

-Lo odio- disse franco James, e Lily chiese perplessa:-Cosa?-.

-Odio quando le persone mi chiedono se sono sicuro di fare una cosa. Se dico una cosa, è perché sono sicuro-

-Ok. Allora, be'...grazie- fece Lily, e James annuì mentre la rossa si chiudeva a chiave in bagno.

Attraverso il muro della porta, James udì l' urlo di Lily (che gridava per farsi sentire):-Qual' è il tuo accappatoio?-

-Quello giallo- rispose James, e poi si stese comodamente sul proprio letto, fissando le tende a baldacchino.

E si sentì felice. Felice perché finalmente frequentava la ragazza che gli piaceva da anni, la ragazza la quale si era reso conto di amarla solamente qualche mese prima (anche se, in cuor suo, sapeva che era da più tempo).

Tutto sembrava più allegro e vivido ora: il colore del cielo, la tonalità delle foglie, il suo letto, i sorrisi, la sua mano quando toccava i capelli di Lily...tutto.

Sospirò beato, sorridendo alle tende del letto a baldacchino.

Come si può definire quando uno è così felice che non riesce a smettere di sorridere?

Il suo sorriso limpido sarebbe bastato a rallegrare chiunque altro (tranne forse Severus Piton) per quanto fosse sincero.

James Potter in quel momento era completamente spontaneo, come non lo era da tempo.

Stette lì, a pensare, troppo pigro per muoversi ma troppo sveglio per addormentarsi.

Ma la felicità non durò a lungo. Il pensiero di Marlene gli piombò addosso come un fulmine.

Era l' estate precedente. James stava seduto a gambe incrociate sul proprio letto, cercando di rileggere senza risultato (non aveva dormito molto quella notte) il suo tema di Trasfigurazione completato il giorno precedente. Era solo, quel giorno: Sirius era andato a fare un'escursione in montagna con sua cugina Andromeda, suo padre era a lavoro e la madre era a casa di un'amica.

Qualcosa di strano stava accadendo in lui da tempo ormai, e i suoi amici l'avevano notato, ma avevano fatto attenzione a non lasciare trapelare niente.

James, anche se non se ne rendeva ancora conto, stava cambiando. Stava maturando, e anche i suoi modi di pensare con il tempo stavano lentamente mutando.

Ad ogni modo, dovette smettere di fare finta di leggere, perché all' improvviso qualcuno bussò alla sua finestra.

Quando si affacciò ad essa, con sua grande sorpresa, Potter vide la sua amica Marlene Mckinnon a cavallo di un manico di scopa che gli indicava impaziente di aprire la finestra.

-Ciao Marlene!Ehm...cosa fai?- chiese James sorpreso aprendo la finestra, e Marlene ordinò sbrigativa:-Prendi la tua scopa e vieni a fare un giro-.

-Cosa?-

-Hai capito bene-

-Okay- rispose James. Andò a prendere il suo manico di scopa e, quando tornò nella stanza, montò a cavallo di essa e uscì anche lui dalla finestra. Richiudendola, il moro chiese all'amica:-Dove si va?-

-A Bristol. Seguimi!- urlò Marlene partendo in quarta verso il cielo, e James la seguì ridendo:-Perché proprio a Bristol?-.

-Perchè mi piace come città- rispose Marlene, con il vento che le scompigliava i capelli e tutti e due aumentarono la velocità, dando così a entrambi un senso di vuoto e libertà, e inoltre risero come dei matti.

Non erano migliori amici, ma erano amici, e si volevano bene.

Il sole illuminava i loro visi e la loro velocità aumentava sempre di più, regalando a entrambi una sensazione gratificante...

James dovette interrompere il corso dei suoi pensieri, perché la porta del bagno si aprì, e James si sollevò dal letto.

Lily si era rivestita, ma aveva i capelli completamente bagnati.

-Gli devo ancora asciugare- spiegò la rossa, e aggiunse:-Ho pensato che magari tu volevi andare in bagno, quindi sono uscita-.

-No, non devo andare in bagno- mormorò James.

Lily si accorse in quel momento che James la guardava in modo strano.

Così la ragazza domandò perplessa:-Ehm...James, va tutto bene?James?-.

Il moro si alzò e sussurrò avvicinandosi alla rossa:-Si, tutto alla grande...- le accarezzò lievemente una ciocca di capelli bagnati, e Lily sentì dei brividi percorrerle la schiena, fino a quando le labbra di James sfiorarono le sue, e allora parve tutto più semplice.

Approfondì il bacio, chiudendo gli occhi e beandosi di quella sensazione piacevole, come James del resto stava facendo.

James sentiva il suo corpo bruciare, mentre lo stomaco di lei faceva le capriole.

“Ramoso” si staccò di qualche centimetro e disse a bassa voce:-Sei molto bella-.

Lily sorrise, leggermente imbarazzata ma più felice di prima:-Grazie, anche se non credo sia vero. Penso che “carina” sia più che sufficiente-.

James scosse la testa, divertito, poi la baciò di nuovo, le loro lingue che giocavano tra loro e la loro mente che per qualche secondo si estraniava completamente dal resto del mondo.

Questa volta fu la rossa a interrompere il bacio, annunciando:-Devo asciugarmi i capelli-.

James si allontanò sorridendo, alzando le mani e sedendosi a gambe incrociate sul proprio letto:-Fai pure-.

La rossa così formulò mentalmente un incantesimo e si asciugò i capelli con la bacchetta.

James stette lì, in silenzio, a guardarla asciugarsi i lunghi capelli rossi.

Quando lei ebbe finito, ripose la bacchetta (bollente) nella tasca.

A quel punto James si alzò di nuovo dal letto, e disse, più serio di prima:-Dal tuo umore di prima intuisco che non sia andata bene con la Mcgranitt-.

-Be', fai conto tu che stasera devo andare a lucidare tutti i trofei nella bacheca- rispose la rossa irritata, e James concordò:-Si, non è esattamente l'ideale di serata, immagino-.

Lily annuì, poi si stropicciò gli occhi:-Ho davvero bisogno di dormire. Vado in Sala Comune-.

-Cosa?No, puoi fermarti qui!- esclamò James, e la rossa alzò un sopracciglio:-Qui?Non farti strane idee-.

James soffocò una risata:-Intendevo che posso prestarti il mio letto-.

Lily ci pensò un attimo, poi affermò, pensando già all'eventualità con imbarazzata:-Non voglio che i tuoi compagni di stanza mi vedano dormire qui-.

-Be', Remus è in biblioteca a studiare, e ha pregato tutti di non disturbarlo fino alla chiusura della biblioteca, che sarà alle nove.

Frank è uscito con alcuni suoi amici del sesto anno.

Peter sta scontando anche lui una punizione che terminerà tra un'ora e mezza, e Sirius è probabilmente da qualche parte per dormire-.

-E se dovessero tornare?- chiese Lily alzando di nuovo un sopracciglio, ma il moro rispose:-Metto gli incantesimi di difesa. Con quelli nessuno dei miei amici potrebbe entrare, tranne forse Sirius:ha un coltellino in grado di aprire qualsiasi serratura, sai? Ad ogni modo, non ha dormito molto la notte scorsa (non chiedermi perché, ma so solo che non c'è stato nessun russare fastidioso per quasi tutta la notte) quindi dormirà ancora un bel po', penso. E anche nella remota possibilità che dovesse arrivare, ti importa davvero cosa pensa Sirius?-.

Lily lo guardò un attimo, poi fece spallucce:-Giusta osservazione-, e, togliendosi le scarpe, si sdraiò sotto le coperte del letto di James.

La rossa disse chiudendo gli occhi:-Non lasciarmi dormire troppo. Massimo un'ora, è chiaro?-.

-Va bene, padrona- commentò sarcastico James, e Lily mormorò con gli occhi chiusi:-Bravo, schiavo-.

E, in pochi secondi, si addormentò.

James, seduto sul bordo del letto di Sirius (che stava di fianco al suo) guardò il viso di Lily. La carnagione era molto chiara come al solito. Lily agitò un po' le gambe, e James si stropicciò gli occhi. Era esausto, quel giorno aveva avuto anche l'allenamento di Quidditch...

Si coricò sul letto, gli occhi che volevano chiudersi...aveva deciso, li avrebbe chiusi solo per due minuti...due minuti soltanto, e poi li avrebbe riaperti...ma, contro la sua volontà, in quei due minuti James si addormentò profondamente.

Alle nove meno un quarto di sera circa, la porta del dormitorio si aprì.

Sirius Black ghignò nella penombra.

C'era già buio, ma non abbastanza per impedire a Sirius di non orientarsi per la stanza.

Era da un po' che non faceva un bello scherzo.

Sarebbe stato scortese da parte sua, svegliarli mentre erano così profondamente addormentati e in un certo senso dolci.

Bleah, doveva assolutamente fare qualcosa di divertente.

Ci pensò per qualche secondo, e poi, ecco l'illuminazione.

Cercando di fare il meno rumore possibile, prese il suo giradischi fregato qualche anno prima (non si ricordava più dove l'avesse sgraffignato e da chi, esattamente, forse da una vecchietta babbana) e infilò nel giradischi un disco babbano dei Queen.

Indossò un cappello argentato che una ragazza aveva lasciato qualche mese prima nel suo dormitorio, dopo, ehm...avete certamente capito il concetto.

Fece un incantesimo non verbale inventato e brevettato da lui qualche tempo prima e fece partire la musica.

La canzone “Another One Bites The Dust” si diffuse nella stanza grazie al suo incantesimo, e un getto di luci viola, rosse, blu e verdi iniziò a prodursi magicamente per la stanza, illuminando soprattutto “Felpato” che improvvisava un balletto.

-Ma cosa...?!- grugnì James aprendo gli occhi, e Lily alzò di scatto la schiena, mentre Sirius continuava a ballare in modo idiota, mentre la musica a tutto volume spaccava le orecchie di Lily e James.

-SIRIUS!COSA STAI FACENDO?!- urlò Lily, e Sirius sorrise e disse ad alta voce per sovrastare il suono della musica:-Piaciuto il risveglio, Lily?E ora viene la grande mossa-.

E fece una doppia piroetta, mentre veniva inondato di sprizzi di luci dorate, con la musica che terminava.

James guardò male l' amico, sibilando:-Sparisci entro i prossimi sei secondi-.

Sirius rise:-Che paura, guarda, sto morendo dal terror...- ma non riuscì a finire la frase che James gli saltò addosso, placcandolo a terra.

Lily si alzò infuriata, prima guardando il suo orologio, e poi i due a terra:-Mentre voi due vi picchiate come due poppanti, io vado, perché sono quasi in ritardo. Grazie James per avermi svegliata- l' ultima frase la disse con evidente ironia e fastidio.

Uscì dalla porta del dormitorio afferrando la sua borsa e cominciando a camminare in fretta, diretta alla bacheca con i trofei.

Quando ci arrivò, Gazza era lì che l' aspettava, guardandola in quel suo solito modo leggermente inquietante e soddisfatto che possedeva ogni qualvolta un alunno veniva messo in punizione.

-Bene, signorina, ecco i tuoi attrezzi da lavoro. E se vengo a sapere che hai pulito anche solo un trofeo con la magia, vado immediatamente dalla professoressa Mcgranitt. Siamo intesi?- disse Gazza perfido.

Lily annuì, facendo del suo meglio per respingere l' istinto di sputargli in faccia.

Gazza sorrise soddisfatto più che mai, e facendo un cenno alla sua altrettanto perfida gatta Mrs Purr, se ne andò, ma, appena, prima di scomparire dalla sua vista, la informò:-Pulisci solo la metà dei trofei nella bacheca, tra poco arriverà un altro tizio, in punizione come te, che dovrà pulire il resto dei trofei-.

Infatti, una copia perfetta degli attrezzi che erano stati consegnati a Lily stava a terra, a quanto pare destintati a quello che dopo poco tempo si sarebbe definito comunemente il nuovo arrivato.

Lily fu abbastanza sollevata dalla notizia: non avrebbe dovuto fare tutto da sola, e avrebbe avuto qualcuno con cui chiacchierare.

Con un sospiro, iniziò a pulire con tutte le cose babbane (un secchio d'acqua, del sapone e una salvietta) che gli aveva affibbiato Gazza (insieme a una scaletta per quando avrebbe dovuto pulire i trofei e i vetri dei ripiani alti).

Stupido babbuino degenere, pensò la ragazza riferendosi al custode della scuola, e pulendo con abbastanza foga.

Sei o sette minuti dopo, apparve il compagno di punzione di Lily per quella sera.

Il ragazzo doveva essere anche lui al settimo anno, a giudicare dall'aspetto (almeno che non fosse stato bocciato)..

Era abbastanza alto, anche se non esageratamente, e possedeva due occhi azzurri che sembravano abbastanza penetranti.

I capelli erano corvini, ma più ordinati di quelli di James, e sicuramente più corti di quelli di Sirius (che arrivavano quasi alle spalle del malandrino).

Sorrise, probabilmente per educazione, ma Lily comprese che non si sarebbe fatta un nuovo amico quella sera quando vide l'uniforme che il ragazzo indossava: l' uniforme di Serpeverde.

Non che avesse qualcosa contro i Serpeverde in generale (era stata la migliore amica di uno di loro per cinque anni e mezzo), ma li conosceva abbastanza bene (Piton era un caso escluso, perché ci erano stati molti mutamenti nel suo comportamento nei confronti di Lily durante tutti quegli anni, ma bastava vedere come era cambiato lui diventando amici dei Serpeverde perché tutti possano farsi un'idea di come fossero in generale la maggior parte dei Serpeverde) e sapeva che era abbastanza raro che una “Serpe” (così lì aveva sempre definiti Marlene) potesse scambiare delle chiacchiere amichevole e sincere con una Grifondoro, figuriamoci poi con un Nata Babbana.

Rassegnata, la rossa salutò, decisa a ignorare i tentativi di provocazione che sarebbero certamente usciti dalla bocca del Serpeverde quando quest'ultimo si sarebbe reso conto dell'uniforme che indossava lei:-Ciao. Le tue cose per pulire sono sul pavimento, ma pulisci solo metà bacheca, al resto Gazza ha detto che ci devo pensare io-.

Lui annuì, e disse afferrando i suo attrezzi e iniziando anche lui a pulire:-Piacere. Come ti chiami?-

-Lily Evans, tu?- rispose lei, e si aspettava che l'altro suo compagno di punizione dicesse qualcosa in merito al non aver mai sentito quel cognome, ma, tuttavia, l'altro non lo fece, ma rispose a sua volta:-Andrew-.

La rossa si domandò come mai Andrew non volesse rivelare il suo cognome, e pensò che probabilmente era uno di quei ragazzi che aveva madre strega e padre (da cui aveva per l'appunto ereditato il cognome) babbano, e se ne vergognava enormemente.

-Comunque, Lily, a che anno sei?- domandò Andrew, e la ragazza rispose (stranita dal fatto che la chiamasse già per nome, ma non estremamente infastidita):-Al settimo. Te?-.

-Stessa cosa. Non ti ho mai notato durante i corsi- notò lui, e la rossa gli fece notare a sua volta, in modo ironico:-Non sarà mica perché non facciamo parte della stessa Casa, vero?-.

Andrew rise:-In effetti. Ma tu di che casa sei?-.

La rossa pensò che dopo la sua ormai non più futura rivelazione (a quanto pare lui non le aveva guardato l'uniforme) la “chiacchierata” che si prospettava al momento amichevole avrebbe certamente cambiato direzione verso una più ostile, ma fu comunque sincera:-Grifondoro. E tu sei un Serpeverde, a giudicare dalla tua cravatta-.

-Esatto. Sinceramente però, non è che ami le cravatte. Preferirei che a parte la giacca non si mettesse un bel niente sulle camicie- affermò lui, e Lily cercò di non far trasparire quanto fosse stupita. Davvero aveva ignorato l'appartenenza della sua casa?

Lily ribatté, ad ogni modo:-Non sono d' accordo-

-E i papillon sono semplicemente odiosi-

-Non è vero!- protestò la ragazza, e Andrew rise.

Lily sorrise a sua volta, salendo al gradino più in alto della propria scaletta e ripulendo un altro ripiano.

Ci fu silenzio per qualche minuto, poi Lily lo ruppe:-Perché non mi hai voluto dire il tuo cognome?-.

Anche se Liy manteneva il suo sospetto, era curiosa di avere una conferma.

Andrew inarcò un sopracciglio:-Vuoi davvero saperlo?-.

Lily annuì, e Andrew disse non guardando la ragazza:-Io...io mi chiamo Andrew Cheese**-.

Lily avrebbe voluto non ridere, ma davvero non riuscì a trattenersi.
Scoppiò a ridere come una deficiente, e cercava di scusarsi tra una risata e l' altra, ma non ci riusciva, dato che le risate non volevano proprio cessare.

Andrew aspettò che lei smettesse di ridere, e le disse con un sorriso:-Ridi pure, ma conosco tanti di quei proverbi babbani sui capelli rossi che potrebbero farti vergognare sul serio-.

Lei sgranò gli occhi, sorpresa:-Conosci dei proverbi babbani?-.

-Un sacco. Mio padre me ne racconta spesso, lui è babbano, sai- affermò Andrew, ma non lo disse con disgusto.

Lily evitò di dire tutte le cose che le passavano per la testa, perché sarebbero state inopportune (per esempio che era un Serpeverde molto particolare o che era sorprendentemente strano che facesse parte di quella Casa), ma si limitò a informare Cheese:-Anche i miei genitori sono babbani-.

-Conoscerai anche tu gli Abba, quindi?Mio padre dice che sono fantastici, ma io li trovo ridicoli, a dirla tutta- confessò Andrew, e Lily ribatté:-Forse sono un po' ridicoli, e non sono il mio gruppo preferito, ma secondo me non sono neanche male...Mamma mia mi piace un sacco come canzone-.

-Non sono d' accordo io questa volta. Ti piacciono i Queen?-

-Da matti-

-Anche a me-

-Qual'è la tua canzone preferita dei Queen ?-

-Another one bites the dust- rispose Andrew, e Lily rise:-Mi hai ricordato un mio amico, oggi mi ha fatto uno scherzo terribile con quella canzone-.

-A proposito di scherzi...che ci fa una come te in punizione?Non sembri proprio il tipo, e osservando la spilla da Caposcuola sulla tua divisa lo sembri ancora meno- disse Andrew, e Lily rispose:-Mi sono dimenticata di consegnare il tema della Mcgranitt entro il tempo previsto. E tu?Qual'è il motivo per cui sei qui a parlare con me di cravatte e cantanti che ritieni ridicoli?-.

Andrew sorrise:-Ho preso con un mio amico i libri che di solito il professor Vitious usa uno sopra l'altro per farsi vedere dagli alunni, e li ho nascosti nel bagno di Mirtilla...e ho anche buttato il suo registro, prima che arrivasse, fuori dalla finestra-.

-Ora si che mi ricordi qualcuno- Lily sospirò, poi continuò:-E perché?-

-Vitious è noioso come pochi-

-Non è vero. E non è una valida motivazione- gli fece notare Lily, e lui rise:-Ti ricordo che sei in punizione anche tu-.

Lily strinse le labbra, poi annuì sorridendo:-In effetti-.

Chiacchierarono del più e del meno ancora per un po', fino a quando Lily finì di pulire l'ultimo trofeo tra quelli che le erano stati assegnati. Richiuse la bacheca e salutò il ragazzo con un sorriso, scendendo dalle scale e andandosene, diretta ai dormitori di Grifondoro...

 

 

Aveva fame, ma la cena era passata da un pezzo e non aveva la minima voglia di andare fino alle cucine.

Pazienza, avrebbe sopportato il brontolio che ogni tanto proveniva dal suo stomaco da ormai mezz'ora o circa (non aveva idea di quanto fosse passato da quanto la sua punizione fosse terminata, dato che era rimasta immersa nei suoi pensieri per un po'.

Non si era nemmeno accorta di avere rallentato il passo, ma alla fine, non è che le importasse molto.

Il turno da caposcuola era già stato svolto da Remus probabilmente (di sicuro James lo aveva saltato un'altra volta).

Remus.

Una fitta provenne dallo stomaco della ragazza al pensiero del mago sopra citato.

Quasi quasi rimpianse di avere iniziato con quella storia delle confidenza e non avere semplicemente taciuto.

Ma era vero che era da un sacco di tempo che non si facevano confidenze.

E avevano il coraggio di chiamarsi “migliori amici”.

Che poi Lily, a dirla tutta, non era mai stata amica con Remus come lo era stata con Severus.

Ma quest'ultimo attualmente rimaneva il suo amico più caro, e non si dicevano nulla di privato, non si raccontavano segreti e non passavano neanche più molto tempo insieme da soli.

Pensò alle parole dell'amico del giorno prima, alle quali trasalì “E chi ha detto che era colpa di James!Lily, era colpa tua!-.

Cercando di scacciare via quei pensieri, diede la parola d'ordine alla signora Grassa, che (Merlino solo sapeva perché)era molto felice quella sera, quindi non se la prese con Lily per averla svegliata.

Il ritratto si aprì, e visto che doveva essere quasi mezzanotte (la punizione era stata lunga, e probabilmente lo era stata anche quella sua specie di “passeggiata” fuori programma) Lily si aspettava di non incontrare nessuno in Sala Comune, e che fossero tutti a letto. Si sbagliava.

-James- disse la rossa infastidita osservando il suddetto: non le era ancora passata del tutto “l'arrabbiatura” nei confronti del ragazzo per non averla svegliata come invece aveva detto che avrebbe fatto.

-Lily- disse lui sorridendosi e avvicinandosi al punto in cui si trovava lei (dato che al momento la sua attuale ubicazione era dall'altra parte della stanza).

Lily alzò gli occhi al cielo:-Cosa vuoi?-.

Questa volta fu James ad alzare gli occhi al cielo:-D' accordo, mi dispiace di non averti svegliato!Mi sono addormentato!-.

-Ah, bene, quindi sei giustificato dal non mantenere la parola data!- esclamò sarcastica la rossa sedendosi a terra, e usando come schienale la parte in basso (del davanti) del divano principale della Sala Comune.

James si sedette di fianco a lei, nella sua stessa posizione, ribattendo:-Non ho detto questo. Merlino, mi dispiace, ma sai anche tu che è una cavolata!-

-Non è una cavolata!Se Sirius non mi avesse svegliato, non sarei andata a svolgere la mia punizione!E ne avrei avute delle altre in più!- ribatté la rossa, e James ammise:-Va bene, ho sbagliato, ma non volevo dormire, è solo che ero così stanco...devo essermi appisolato-.

Lily lo guardò con sguardo truce, ma poi il suo sguardo si posò su un piatto che stava sopra al tavolino, con sopra una omelette fumante che doveva essere stata portata in Sala Comune da poco (almeno che qualcuno non l' avesse scaldata con la magia, e, anche se Lily non lo sapeva, era quello che aveva fatto James a intervalli di mezz'ora nell'ultima ora e mezza), sopra ci stava una forchetta, e, sinceramente, il piatto sembrava molto invitante.

-Cos'è quella?- domandò Lily stranita.

James sembrò un poco imbarazzato, ma non troppo, e rispose:-Ho pensato che dovevi avere fame dato che non avevi cenato...ero vicino alle cucine a fare un giro...e quindi ti ho portato una omelette-.

Lily guardò prima il moro, poi la omelette, e decise che aveva davvero troppa fame per lasciare vincere l'orgoglio e non mangiare quella omelette.
Così prese il piatto tra le mani, e, stringendo con la mano destra la forchetta, borbottò:-Ruffiano- e bofonchiò anche qualcos'altro, che probabilmente doveva essere un “Grazie”.

Lily iniziò a mangiare, cercando di non fare trapelare quanto fosse deliziosa quella omelette.

-Sai, Peter oggi ha fatto esplodere il suo calderone, era disperato, per fortuna siamo riusciti a ripararlo- raccontò James, nell'evidente tentativo di fare conversazione.

Lily continuò a mangiare la sua omelette senza degnarlo di uno sguardo.

-E dai, andiamo. Sei ancora arrabbiata con me?- esclamò il moro, e Lily alzò lo sguardo dal piatto.

- Arrabbiata no - ammise lei, ma aggiunse:- Infastidita? Un po' -.

- Mi dispiace, lo sai. Mi sono addormentato contro la mia volontà...avevo fatto l' allenamento di Quidditch, ero stanco, sai?Ma scusa se non ho mantenuto la parola data. In futuro cercherò di mantenerla-.

Lily lo guardò per qualche istante, poi sospirò:-Va bene. Sei perdonato-.

James sorrise, e Lily disse sorridendo ancora più apertamente di prima:-Anche perché questa omelette è troppa buona per non perdonarti-.

James rise, e Lily si unì alla risata. Quando quest'ultima cessò, Lily domandò:-A proposito di Quidditch, quando è la prossima partita?-

-Tra una settimana- rispose James, e Evans annuì addentando un altro morso di omelette.

-Verrai?- chiese James, cercando di sembrare indifferente, ma senza riuscirci.

Lily sorrise, e disse alzando la mano in modo solenne:-Lo prometto-.

James avvicinò il proprio viso a quello di Lily, e le loro labbra non si sfioravano solo per qualche millimetro, ma Lily lo avvisò in un sussurrò:-Sicuramente il mio alito ora puzza del formaggio e del prosciutto che c'erano nella omelette-.

-Non mi importa- mormorò James, baciandola. Lily ricambiò il bacio, ma si staccò quasi subito.

Lily rispose allo sguardo confuso di James:-Devo finire di mangiare la omelette. Ho fame-.

James rise di nuovo, e Lily addentò un altro morso del favoloso piatto.

-Sai, se dovessi ringraziare gli elfi domestici per la omelette, e gli preparassi una torta, non gliela farei portare mai più da qualcun altro- disse Lily, e James domandò:-Per essere precisi, stai parlando di Sirius?-.

Lily lo guardò sorpresa:-E tu come lo sai?-.

-É il mio migliore amico, Lily- le ricordò James, e Lily masticò un altro morso della pietanza.

-Tu hai una migliore amica, Lily?- le domandò James, e Lily gli lanciò un'occhiataccia:-Perché lo vuoi sapere?-.

-Curiosità- rispose il moro, e Lily sospirò, poi confessò:-Rimanga tra noi...non è che la chiamo “migliore amica” o cose del genere, ma probabilmente Carol è la mia amica la quale sono più legata-.

James alzò le sopracciglia, e Lily ne inarcò una:-Cosa?-.

-È solo che voi due sembrate così diverse- fece notare James, e Lily alzò le spalle:-Per certe cose siamo diverse, in alcune siamo simili. Forse hai ragione, sono più le cose per le quali siamo diverse, ma la diversità non è affatto un male. Non tutti hanno per amici gemelli siamesi-.

L'ultima frase la rossa la disse con ironia, e James ribatté:-Hey, io sono amico anche con Peter e Remus, che sono molto diversi da me!-.

-Ma, ad ogni modo, è Sirius il tuo migliore amico. Non Peter o...qualcun altro- protestò la rossa, e James ammise:-Forse, e dico forse, hai ragione. Ad ogni modo, oggi non hai risposto alla mia domanda-.

-A quale domanda?- domandò Lily, ma aveva il timore e il sospetto riguardo a ciò che il malandrino si riferisse.

Infatti, James disse esattamente quello che Lily temeva:-Si può sapere per quale motivo tu e Remus avete litigato?-

-No- rispose però la rossa prontamente, inghiottendo un ultimo morso di omelette e così terminandola.

-Ma Lily...- stava dicendo James, ma la ragazza (probabilmente per tappargli la bocca, pensò James) lo baciò.

Fu un bacio trasportante, ricco di passione.

Le loro labbra si incastravano perfettamente fra loro, e nessuno dei due riusciva a pensare qualcosa di razionale.

Lily ammise a se stessa una cosa che sapeva da tempo ma che fino a quel momento non aveva mai osato ammettere (escludendo il giorno in cui aveva poi scoperto che James aveva letto il suo diario, e comunque, proprio dopo questa scoperta, si ero auto-convinta di essersi sbagliata riguardo a James, e quindi di conseguenza anche ai propri sentimenti) : lei era innamorata di James Potter. Ma non lo disse, perché avrebbe potuto confondere le idee al moro.

Per lei “essere innamorati” non era sinonimo di amare, ma era uno stadio di emozione che si trovava dopo il semplice “piacere” ma prima dell'amare.

Ma, per non confondere le idee, disse semplicemente tra un bacio e l'altro, forse con un po' di imbarazzo:-Mi piaci un sacco, James-.

James non disse niente, sorridendo sulle labbra di lei e continuando a baciarla.

Stettero così per un po' fino a quando dopo un po' lei si fermò:-Sono stanca ora, vado a letto-.

-Be', buonanotte allora- disse James sorridendo, e lei replicò alzandosi:-Notte- per poi salire le scale del dormitorio femminile di Grifondoro.

Lì, Lily indossò il suo pigiama di pizzo rosa, sentendosi in qualche modo stranamente fresca.

Leggera, eccome si sentiva. Facendo attenzione a non svegliare altre si coricò, ma era sempre difficile non svegliare Emmeline.

Infatti, la suddetta mormorò, coricata sul suo materasso/letto (poco meno alto dei letti a baldacchino di Grifondoro):-Ho sentito dire che sei stata in punizione-.

-Già. Non è stata una cosa per niente piacevole- affermò Lily, e Emmeline sussurrò:-Come va con James?-.

Lily, senza che prima avesse pensato a come rispondere, disse spontaneamente e sinceramente:-Molto bene-.

E così, dopo avere augurato la buona notte a Emmeline, la rossa sprofondò tra le braccia di Morfeo.

In quei giorni, Lily pensò molto a Remus e alla loro litigata, passando delle notti insonni a rimuginare su ciò che era accaduto.

Il quattordici febbraio arrivò.

Lily non aveva mai amato il giorno di San Valentino, e, sebbene, non lo detestasse, le era alquanto indifferente come festa, se si poteva definire tale, a suo parere.

Quindi nutriva qualche speranza che James non avrebbe fatto nulla, soprattutto un regalo o una sorpresa per una festa secondo lei priva di senso. A suo parere, se si è innamorati di una persona lo si è sempre, non soltanto un giorno.

Ma, ad ogni modo, quel giorno fu importante per Lily, principalmente per due motivi.

Prima di tutto, capì una cosa.

Forse, in una parte più recondita del suo cervello, Lily aveva iniziato a non confessare più cose a Remus Lupin da quando era iniziato tutto quel casino con James alla fine di settembre (il ventuno, precisamente) perché Remus era un amico del moro, e probabilmente aveva avuto paura che i due si dicessero delle cose tra amici.

Forse aveva avuto il timore che Remus dato che era amico di James avrebbe potuto raccontargli quello che lei gli diceva, e non lo biasimava se nemmeno lui (Remus) aveva più voluto farle confidenze, dato che lei (Lily) non si era degnata di farlo con lui.

E Lily ammise a sé stessa di avere sbagliato, anche perché Remus si era mostrato degno della massima fiducia e...

Lily non riuscì a terminare il pensiero, perché una bambina del secondo anno le si avvicinò, porgendole una pergamena:-Da parte del professor Silente-.

Lily afferrò la pergamena stranita, e fece appena in tempo a sillabare un “Gra-” che la bambina corse via di fretta.

Lily alzò le sopracciglia. Silente?

Di cosa doveva avere bisogno Silente da lei?Non riusciva a ricordare di avere fatto qualcosa di sbagliato, aveva sempre eseguito i suoi compiti di Caposcuola.
Certo, si era dimenticata di consegnare quel tema alla Mcgranitt, ma era assurdo che Silente volesse convocarla per un motivo così futile.

Insomma, non era una cosa “urgente” come quando al primo anno trasfigurava le tazze da the in topi fuori da Hogwarts nell'estate tra il primo e il secondo anno della scuola di magia… Lily sorrise al ricordo.

Poteva affermare in sua difesa che allora la magia era una cosa totalmente nuova, e che chiunque l'avrebbe fatto al suo posto.

Di solito interrompeva la gente che le faceva notare che un sacco di Nati Babbani non avevano commesso il suo stesso piccolo errore.

Accorgendosi di stare divagando, Lily aprì la pergamena incuriosita, e lesse:

Cara signorina Evans,

ti aspetto questo pomeriggio alle ore sedici nel mio ufficio, ti dovrei parlare di una questione urgente.

La parola d'ordine è “Mosche al caramello e cioccolato”.

Cordiali Saluti,

Albus Wulfric Percival Brian Silente

Lily rilesse più volte il biglietto ambiguo, non essendo meno confusa di prima. Perché Silente voleva parlarle?E se qualcuno gli avesse raccontato del falso sulla sua condotta?

Non riuscì nemmeno a rimuginarci sopra più di tanto perché un gufo dalle piume bianche e rosse planò nella Sala Comune (che era al momento l'ubicazione di Lily) con maestosità e con una lettera avvinghiata alle sue zampe.

Lily riconobbe il gufo: era quello che aveva spedito qualche settimana prima ai suoi genitori per consegnare loro una lunga lettera, in cui chiedeva loro come stessero e raccontava le proprie novità.

Finalmente mi hanno risposto, pensò la ragazza.
Diede qualche biscotto allo zenzero al gufo come “premio” per avere intrapreso quel viaggio, poi sfilò la lettera dalla busta colorata in cui l'aveva rilegata (a giudicare dalla grafia con cui aveva scritto l'indirizzo) Anne Evans, e con un sorriso iniziò a leggere, ma il sorriso si spense subito.

Cara Lily,

è così difficile trovare le parole per dirtelo. So che è sbagliato farlo per lettera, ma so anche che non si può fare altrimenti, e sono consapevole anche del fatto che vorresti esserne informata.

Non trovo un modo bello per dirtelo, Lily, quindi lo farò e basta: tuo padre ha un tumore. Glielo hanno diagnosticato qualche settimana fa. É ricoverato all'ospedale “Happy Help”.

Ti sarei grata se oggi o domani partissi da Hogwarts e ti fermassi per un paio di giorni a casa...tuo padre non me l'ha detto esplicitamente, ma credo che vorrebbe vederti.

Ho già avvertito il professor Silente, lui ti spiegherà meglio la faccenda.

Qualunque cosa accada, ti voglio bene, e spero di rivederti il più presto possibile,

Mamma

A Lily cadde di mano la lettera, e sentì le ginocchia cedere a terra.

 

 

** Per chi non lo sapesse, Cheese significa "Formaggio" in inglese.

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Capitolo 35: Pretesti e Parkes Yellow ***


RIASSUNTO: I Malandrini sentono i professori parlare di un problema serio e di una possibile soluzione al riguardo. I quattro ipotizzano che si tratti di una soluzione per impedire l'ascesa al potere di Voldemort. Intanto, Lily e Remus non hanno ancora fatto pace dopo la litigata del capitolo 33: Lily ha infatti accusato Remus di non confidarsi mai con lei e quindi di non essere il suo migliore amico, Remus l''ha accusata di averlo trascurato. Lily si dimentica di consegnare un saggio alla Mcgranitt e per questo motivo sconta una punizione con Andrew, un ragazzo molto simpatico e per niente razzista (per quanto riguarda lo Stato di Sangue), pur essendo un Serpeverde. Marlene è strana, ma nessuno sa cosa abbia e nessuno lo sospetta tranne Mary e James.

Anche Emmeline ha vari problemi collegati sopratutto al suo passato e a una certa Harriet, per il momento a noi ignoti.

Lily fa pace con James dopo una litigata avvenuta a causa di un motivo stupido (Lily si era fermata a dormire in uno dei letti nel dormitorio di James dato che Alice aveva chiuso a chiave il dormitorio femminile, e lui si era addormentato non svegliandola, come aveva promesso dal momento che Lily sarebbe dovuta andare a scontare la punizione citata prima).

Lily, in un momento di tenerezza, dice a James che le piace molto e gli promette di assistere alla partita di Quidditch.

Il quattordici febbraio Lily capisce di avere sbagliato riguardo al litigio con Remus, ma non fa in tempo a pensare di più alla discussione perché gli arriva una lettera da parte di sua madre, la quale la informa che suo padre ha un tumore e prega la ragazza di andare a casa il prima possibile.

Lily sviene.

 

Buona lettura!

 

Capitolo 35:

Ci fu un rumore sordo. Lily cercò di parlare, ma non ci riuscì.

Un enorme vuoto nero si estendeva davanti ai suoi occhi e sentiva solo dei rumori fiochi e una voce che diceva, evidentemente agitata, ma lontana anni luce:-Lily!Riprenditi!-.

Lily si sentì afferrare la testa e finalmente, pian piano, le figure iniziarono a riprendere forma davanti ai suoi occhi: riuscì così a distinguere una figura davanti al suo viso.

Presto i contorni divennero molto meno sfocati, e si rese conto che quella persona era Sirius Orion Black.

-Sirius, cosa...- riuscì a dire la rossa con un filo di voce, ma Sirius le fece cenno di tacere, continuando a tenerle la testa e facendole bere un bicchiere di acqua e zucchero.

-Che cosa è success...- fece Lily dopo qualche momento rialzando la schiena, ma poi si interruppe, vedendo la lettera aperta sul pavimento e iniziando a ricordare.

-Sei svenuta, per fortuna passavo da queste parti...- disse Sirius, e Lily chiese passandosi una mano sulla fronte e socchiudendo gli occhi:-Come hai fatto a trovare in tempo la...l'acqua e lo zucchero?-.

-Be', potrei avere obbligato una bambina del primo anno ad andare a prendere nel mio dormitorio una brocca d'acqua e alcuni zuccherini-per gli Ippogrifi,sai- che tenevo da parte da tempo- disse Sirius, ma Lily non si arrabbiò con lui: era grata per quello che aveva fatto, e probabilmente se non avesse obbligato quella bambina a prendergli l'acqua e lo zucchero ora il suo risveglio sarebbe stato molto peggiore.

Tuttavia, non riuscì a ringraziarlo a dovere, perché aveva troppa voglia di piangere, ma le lacrime sembravano essersi prosciugate, anche se non aveva versato una lacrima.

-S-Sirius- balbettò la ragazza, e l'amico aggrottò le sopracciglia preoccupato:-Cosa è successo, Lily?Come mai sei svenuta?Hai mangiato poco o...-.

-Che ore sono, Sirius?- lo interruppe Evans, e lui la guardò stranito, per poi dare un' occhiata all'orologio della stessa rossa e rispondendo:-Le quattro meno dieci, perché?-.

Lily non rispose immediatamente, poi si alzò e disse dopo qualche istante:-Devo andare. Silente mi aspetta per le quattro nel suo ufficio-.

-Perché?- domandò Sirius, ma Lily non rispose, limitandosi a dire:-Devo andare, ciao-.

Fu con queste parole che si dileguò fuori dalla Sala Comune, passando attraverso il ritratto della Signora Grassa in tutta fretta.

Sirius alzò un sopracciglio, stranito e, sinceramente, un po' preoccupato. Poi notò un foglio spiegazzato a terra (con una busta a terra vicino ad esso), e, incuriosito, lo raccolse.

Merda, fu tutto quello che riuscì a pensare Sirius dopo che ebbe terminato di leggere la lettera.

 

 

Davanti al Grifone che conduceva all'ufficio di Silente, Lily pronunciò la parola d'ordine; sebbene non fossero ancora le sedici del pomeriggio, ma francamente, in quel momento alla rossa non le importava assolutamente nulla di arrivare in anticipo.

Suo padre non poteva avere un tumore. Non poteva essere vero. Non Mason. Non suo padre. Non lui, che aveva sempre avuto una salute di ferro...

Mentre si dirigeva (o, più correttamente, le scale la dirigevano) verso lo studio dell'illustre e saggio preside, Lily non riuscì a formulare un pensiero sensato, se non mio padre ha un tumore.

Davanti alla porta dell'ufficio, Lily non si preoccupò di bussare. Aprì la porta, trovandosi di fronte niente meno che Albus Silente, seduto su una poltrona dai braccioli comodi.

Indossava un abito verde e dorato (piuttosto stravagante per chiunque non fosse uno studente di Hogwarts, ma Lily ci era abituata, ormai), lungo molto di più rispetto a dove arrivavano i piedi, e gli occhi azzurri, semi-nascosti dalle lenti degli occhiali a mezzaluna, potevano lasciare trasparire un miliardo di emozioni come essere scambiati per completamente indifferenti e neutrali. Lily rimaneva sempre stupita dall'atteggiamento di Silente, sempre, ma non quel giorno.

 

-Lily?- disse Silente, e la rossa notò immediatamente l'uso da parte del preside del suo nome di battesimo (cosa che egli non aveva mai fatto in sette anni di conoscenza con la rossa).

-Sì?- replicò Lily con un filo di voce chiudendo la porta alle sue spalle, e Silente, la invitò a sedersi.

Lo sguardo di Silente era comprensivo ma allo stesso tempo non troppo compassionevole, e Lily gliene fu grata. Non avrebbe sopportato di fare pena anche al preside.

Silente, ad ogni modo, le offrì una tazza di the, ma Lily la rifiutò con un freddo:-No, grazie-.

Non era sua intenzione essere scortese, ma, in fin dei conti, non è che le importasse davvero se il suo comportamento fosse educato o sgarbato quel giorno.

Lily andò dritta al punto, parlando a Silente della lettera che aveva ricevuto dalla madre.

Silente capì che la rossa aveva bisogno di sapere più dettagli senza ulteriori indugi.

Le spiegò, con calma e con pazienza, cosa aveva suo padre.

A quanto pare aveva un tumore ai polmoni.

Silente spiegò con molti termini medici e scientifici le cure che stessero adottando per il padre di Lily. Lei seguì cercando di capire meglio che poteva, mentre la testa le scoppiava sempre di più.

Quando Silente smise di parlare, Lily chiese debolmente:-Potrebbe salvarsi, vero?Non è necessariamente detto che...-. Si interruppe, perché sapeva che se avesse finito la frase sarebbe scoppiata a piangere, proprio in faccia a Silente, e sinceramente non le sembrava davvero opportuno.

Ad ogni modo, il preside sembrò capire quello che intendeva dire Lily e disse con un sorriso triste:-Nulla è scontato o pianificato. Ovviamente potrebbe guarire-.

-E se...- la voce di Lily si smorzò, e chiese immediatamente (non lasciando nemmeno a Silente il tempo di dire qualcosa, perché non voleva nemmeno nominare quella ipotesi):-Quando posso andare a casa?Devo...devo andarci, professore-. Non lo disse come se lo pretendesse, ma solamente come una figlia che aveva bisogno del padre.

 

Gli occhi di Lily non erano mai stati così sicuri come in quel momento e, sebbene fosse ancora piuttosto pallida e debole, in quell'istante, con quella postura ritta, le labbra screpolate e lo sguardo dritto e determinato, Lily Evans avrebbe messo in soggezione quasi chiunque (probabilmente persino a James e a Sirius).

A Silente non mise inquietudine, ma restò comunque colpito dalla determinazione chiaramente visibile dagli occhi della ragazza.

-Puoi andare a casa dalla tua famiglia addirittura oggi, a dire il vero. Per ragioni di sicurezza non possiamo farti smaterializzare fuori dai cancelli di Hogwarts, ma potresti recarti a casa con la Metropolvere tramite il camino della professoressa Mcgranitt-.

Lily acconsentì e Silente le disse così di farsi trovare alle sei nell'ufficio della Mcgranitt per andare a casa.

La rossa annuì appena, poi domandò, mordendosi un labbro:-Quanto posso restare a casa, professore?-.

Silente alzò le sopracciglia per qualche istante, ma non sembrò sorpreso:-Generalmente in questo tipo di situazioni darei il permesso anche per una o due settimane, ma tu fra qualche mese dovrai affrontare gli esami M.A.G.O, quindi ti sconsiglierei di tornare non più tardi di cinque giorni-.

Lily vide per la prima volta nella sua vita il vecchio preside in difficoltà, come se gli costasse “dare un termine di scadenza” per quella occasione.

Lily sospettò che quel termine di scadenza fosse stato preteso soprattutto dai suoi professori, ma non indagò su quel punto.

Annuì di nuovo, ringraziando il preside:-Certo...grazie, professore-.

Silente si limitò a mostrare un sorriso incoraggiante, per poi congedarla.

Ma proprio mentre Lily stava per aprire la porta di ingresso per uscire, Silente la richiamò:-Signorina Evans?-.

Lily si girò, mentre gli occhi di Silente la scrutavano, splendidi, e egli disse a bassa voce:-Buona fortuna...per tutto-.

Evans arricciò appena le labbra in un sorriso, ma lo ringraziò, perché apprezzava davvero l'augurio del preside, nonostante tutto.

Così, con questo ultimo atto di commiato, Lily uscì dall'ufficio.

La rossa si incamminò diretta ai dormitori femminili di Grifondoro con un nodo alla gola.

Doveva fare i bagagli.

Cinque giorni...e all'improvviso realizzò una cosa. Cinque giorni. Si sarebbe persa la partita di Quidditch. Non avrebbe mantenuto la promessa*.

Ma presto dimenticò quel pensiero: James avrebbe capito.

Aumentò il passo e dopo qualche minuto fu nel proprio dormitorio, che però non era vuoto come si era aspettata (le sue compagne erano infatti tutte impegnate quel giorno per vari motivi).

Sirius Black era seduto sul letto di Alice.

Un piccola parte del cervello di Lily realizzò (quella che non era occupata a pensare a suo padre) che il moro non indossava il solito ghigno stampato sulla faccia.

L'occhio le cadde su ciò che teneva in mano l'amico e capì subito il motivo dell'assenza di quel ghigno.

La sua espressione non cambiò di una virgola, ma disse mentre prendeva il proprio baule, lo posava sul letto e lo apriva:- Non ti hanno insegnato che non si legge la posta degli altri? -.

- Era un semplice foglio caduto a terra - osservò Sirius, ma senza volere davvero avere ragione.

Lily sospirò, socchiuse gli occhi e poi riaprendoli iniziò a fare i bagagli.

Aprì con la magia le ante dell'armadio in cui teneva i propri vestiti, intimi, scarpe e roba varia, e iniziò a richiamare degli indumenti a sé con un Accio mentale e incantandoli perché si piegassero da soli nel baule.

Sentì il materasso del letto di Alice cigolare: probabilmente Sirius si era alzato.

Ora era vicino a lei, ma Lily non gli prestò troppa attenzione, apparentemente troppo occupata con le valige.

Dopo qualche momento, Lily udì il sussurro di Sirius:-Mi dispiace-.

Evans non disse nulla (sapendo che l'amico non si riferiva all'avere letto la sua lettera), continuando a fare i bagagli.

Sirius domandò alla rossa:-Quando parti?-.

-Alle sei devo essere nell'ufficio della Mcgranitt. Andrò a casa dal suo camino. Dovrei stare via per cinque giorni- rispose Lily non guardandolo.

Una parte di lei era concentrata su cosa mettere nel baule, l'altra era rivolta al padre. Non c'era davvero spazio per altro, ora.

Gli occhi grigio-azzurro di Sirius erano in qualche modo cupi e persino la sua bellezza che tanto lo contraddistingueva tra tutti i ragazzi di Hogwarts (perché si, nonostante i continui litigi tra Sirius e James su chi avesse un aspetto migliore, Sirius batteva l'amico di gran lunga) pareva tetra.

-Senti- incominciò Lily dopo un po', aggiungendo:-Sono davvero...sollevata dal fatto che tutti siano impegnati, perché non riuscirei a sopportare troppi sguardi compassionevoli in questo momento. Sai cosa voglio dire, vero? - Sirius annuì, e la rossa continuò:-Perciò ti chiedo un favore: spiega tu agli altri cosa è successo, e fallo dopo che sarò partita. Dovrei riuscire ad andarmene prima che abbiano finito con i loro impegni. Alice è con Frank in qualche ripostiglio delle scope, probabilmente, James e Marlene sono a posto, perché sono all'allenamento di Quidditch...a proposito, perché tu non sei all'allenamento di Quidditch?-.

Non è che le interessasse poi molto, ma la domanda le sorse spontanea, perché, dopotutto, era sempre Lily Evans.

Sirius la guardò imbarazzato, ma lei non parve accorgersene, e lui confessò:-Potrei avere detto una balla enorme a James-.

-Che sarebbe?-

-Ho detto di stare male...non giudicarmi!Abbiamo fatto allenamenti tutta la settimana, so gli schemi di gioco a memoria, so persino i nomi di tutti i giocatori – anche quelli di riserva! - per quanto abbiamo fatto allenamento!Ero stanco- si giustificò Sirius, e Lily inarcò un sopracciglio (solo una piccola parte del suo cervello ora aveva attenzione per Sirius:- Ok...ma James è il tuo migliore amico. Non capisco perché non glielo hai detto-.

Sirius provò a scherzare:-Sarà pure il mio migliore amico, ma quando si mette nei panni del tirannico capitano di Quidditch Potter... potrebbe fare paura persino a Lily Evans-.

Lily però non sorrise alla battuta di Sirius, limitandosi a un:-Ne dubito- e a richiamare a sé gli asciugamani, lo spazzolino e la spazzola del bagno.

Poi la rossa si accorse di avere lasciato la sua richiesta in sospeso, così la ripropose e alla fine Sirius accettò con riluttanza di riferire quello che era accaduto ai compagni Grifondoro dopo che Lily se ne fosse andata (anche se questo implicava dire a James che aveva mentito riguardo all'allenamento di Quidditch e al sentirsi male).

Lily terminò di fare le proprie valigie, e con un colpo di bacchetta il baule si richiuse.

Evans si ricordò improvvisamente di una cosa e disse a Sirius girandosi verso di lui:-Mi dispiace di non potere venire alla partita di Quidditch. L'avevo anche promesso a James sai, riferisci anche a lui che mi dispiace, ma digli anche che mio padre è più importante -.

E, senza che Lily ne avesse il presentimento, Sirius la baciò.

 

Nah, tranquilli, scherzo. Quello che fece davvero Sirius, senza che Lily ne avesse il presentimento, fu abbracciarla.

La rossa chiuse gli occhi, stringendoli per non piangere. Perché non voleva piangere, o tutto le sarebbe sembrato troppo reale.

Si staccò dopo poco dall'abbraccio, sussurrando:-Grazie, Sirius. Ora devo...devo andare-.

Gli diede un bacio sulla guancia, e, prendendo il proprio baule, Lily uscì dal dormitorio femminile di Grifondoro.

Dopo un po', all'orario esatto, questa volta, Lily si trovava nell'ufficio della professoressa Mcgranitt.

 

Intanto, nei bagni degli spogliatoi maschili di Quidditch di Grifondoro...

 

L'acqua scorreva fredda sulla sua pelle, e, sebbene la doccia non stesse eliminando completamente tutta quell'adrenalina, James si sentiva complessivamente appagato.

L'allenamento era andato abbastanza bene.

Certo il portiere aveva sbagliato un tiro, ma per il resto era filato tutto abbastanza liscio. Lui aveva giocato da Dio, pensò James.

Ovviamente, aveva intenzione non solo di fare altri allenamenti, ma anche di farne uno in più, dato che Sirius quel giorno aveva la febbre.

La squadra di Quidditch si era lamentata dell'ultimo allenamento fissato fuori programma, ma James era stato irremovibile. La partita era troppo vicina per permettersi distrazioni.

Terminò la doccia e, dopo essersi asciugato abbastanza in fretta, si vestì.

Strofinò un po' i capelli con l'asciugamano.

Gli altri suoi compagni erano andati a fare le docce nei dormitori quel giorno, ma James aveva preferito farla lì.

Una volta vestitosi, il Capitano di Quidditch si rese conto di non sapere che giorno fosse la partita. Cioè, sapeva che sarebbe due giorni dopo ma non ricordava il numero...

Guardò il calendario appeso allo spogliatoio. La partita era il sedici febbraio. Aspetta, questo significa che...

-Merda- borbottò James. Era San Valentino. Il fottutissimo giorno di San Valentino, e lui non aveva preparato assolutamente nulla per Lily. Va bene, probabilmente non stavano proprio insieme, ma- James terminò il pensiero -si suppone che a San Valentino dovrei fare qualcosa.

E se lei gli avesse fatto un regalo mentre lui non aveva nulla da darle?

Pensò brevemente, e alla fine decise che non avrebbe fatto nulla di speciale. Avrebbero potuto semplicemente passare la serata all'aperto nei prati di Hogwarts, e magari avrebbero mangiato qualche tramezzino o un gelato.

Non era il massimo, ma a James sembrava un gesto carino, e poi si sarebbe divertito con Lily.

Così riponendo le sue cose da Quidditch nel proprio armadietto, uscì dallo spogliatoio, diretto al castello.

Andò prima alle cucine a prendere tutto l'occorrente per la serata e poi tornò in Sala Comune con l'idea anche di controllare come stesse Sirius, ma con sorpresa vide che il suo migliore amico era già in piedi davanti al buco del ritratto e pareva stare benissimo (almeno dal punto di vista di salute).

-Sirius cosa...-stava dicendo James, ma Sirius lo interruppe, serio:-James, vieni di sopra, ti devo parlare di una cosa importante...-.

-TIPO CHE HAI FINTO DI STARE MALE CON ME, CHE SONO IL TUO MIGLIORE AMICO, PER SALTARE L'ALLENAMENTO DI QUIDDITCH, DUE GIORNI PRIMA DELLA PARTITA?!- esclamò James furibondo e Sirius tentò di parlare:-James, è davvero...-

-MA TI SEMBRA DI...- stava dicendo James furioso, ma, per farsi ascoltare, questa volta Sirius esclamò:-Il padre di Lily ha un tumore!-.

James sembrò scosso, e riuscì a balbettare:-C-cosa?-.

-Si, Lily l'ha scoperto questo pomeriggio- spiegò Sirius senza entusiasmo nella voce.

No, no, no pensò James sentendo dei brividi percorrergli il corpo.

Non voleva osare immaginare come si sentisse Lily in quel momento. Doveva andare da lei.

-Dove è Lily, ora?- chiese James, ma Sirius scosse la testa:-Non è a Hogwarts. É andata a casa a trovare suo padre-.

James sgranò gli occhi, provando l'impulso di prendere a pugni Sirius.

Si trattenne, comunque, ma chiese con non molta cortesia:-E per quale diavolo di motivo non me l'hai detto?-.

-Perché Lily non voleva che lo dicessi a nessuno finché non se ne fosse andata. Non voleva parlare con nessuno. A questo proposito, ho un messaggio da riferirti da parte della rossa- disse Sirius, e James pressò:-Cioè?-.

-Testualmente, è “Dì a James che mi dispiace di non potere vedere la partita di Quidditch, ma che mio padre è più importante”-.

James si sedette sul divano, analizzando mentalmente la notizia.

Se ne era andata. Così. Avrebbe potuto salutare (o quantomeno avvisare) ma James decise che non gli importava (per il momento).

Immaginava Lily, con chissà quanto peso sullo stomaco.

E, con quella immagine, venne inevitabilmente anche a lui.

 

 

 

Lily si avvicinò al cammino, quando la Mcgranitt la fermò:-Signorina Evans, se avesse necessità di qualsiasi...-.

-Grazie, professoressa- disse Lily facendo un piccolo sorriso forzato. La Mcgranitt annuì cercando di nascondere l'aria preoccupata.

Lily entrò nel camino, prese in mano la Metropolvere e disse ad alta voce:-Numero 17, Roses Street, a Parkes Yellow, in provincia di Greater Manchester-.

Dopo poco sentì il suo corpo sballottarsi qua e là, così chiuse gli occhi tossendo.

Quando li riaprì, si trovava nel camino del salotto di casa sua.

La madre di Lily era seduta sul divano e sobbalzò alla vista di Lily, incenerita da capo a piedi.
Poi, quando si accorse che quella figura nera era sua figlia, si alzò, correndo ad abbracciarla:-Ciao, tesoro!- .

Lily constatò in due secondi quanto sua madre stesse male. Non si faceva la tinta da settimane, probabilmente, e i capelli sopra alla testa avevano assunto un colore grigiastro.

Puzzava e aveva un alito terribile. Inoltre, Lily non l'aveva mai vista così invecchiata.

Le rughe sembravano più evidenti, nonostante sua madre non avesse neanche cinquant'anni.

Anche la casa era in condizioni peggiori, seppur non terribili come si era aspettata. Strano che sua mamma riuscisse a sistemare la casa in quelle condizioni*.

Lily ricambiò l'abbraccio, stringendola forte.

-Mamma...-

- Ne parliamo dopo, ora datti una ripulita – disse Anne e Lily annuì, per poi salire le scale che portavano al piano di sopra.

Fece una doccia veloce, togliendosi la cenere dai capelli e da altri punti non molto piacevoli (non aveva ancora imparato a usare bene la Metropolvere e francamente non le piaceva nemmeno “Viaggiare” in quel modo).

Dopodiché, infilò l'accappatoio e un paio di pantofole, scendendo al piano di sotto.

Lì, una sorpresa tutt'altro che piacevole l'aspettava.

Al bancone della cucina stava Petunia, che svuotava le borse della spesa.

- Ciao – salutò Lily guardandola, ma non riuscendo a costringersi di sorridere.

Petunia la guardò di rimando, dicendo educatamente:- Ciao, Lily -.

- Hai fatto la spesa...vuoi una mano a disfare le borse? – chiese Lily tirando fuori la bacchetta, ma Petunia la fermò:-No, grazie, non ce ne è bisogno. Vai a dormire, Lily. Sarai stanca -.

Ma Lily capì che quello di Petunia era solo un tentativo di farla andare via.

- Dov'è la mamma? - domandò Lily guardandosi intorno e Petunia rispose:- A letto. Non stava bene. Le ho fatto prendere alcune erbe. Non riesce a dormire senza quelle, ultimamente -.

Lily annuì:- E...papà? Quando si può andare a trovarlo? -.

- Ora l'ospedale è chiuso, ma sono certa che domani mattina potrai andare – disse Petunia, e si vedeva che era impaziente che Lily se ne andasse, così la rossa replicò:- Va bene, ora vado a farmi una dormita. Ciao, Tunia -.

-Lily- replicò la sorella, e la rossa si allontanò, salendo le scale.

Arrivata in camera sua, si cambiò, infilandosi un pigiama, poi si sedette sul davanzale della finestra, fissando il cielo.

Quel giorno, il cielo aveva assunto un colore opaca. Di una brutta tonalità, rifletté Lily. Il cielo rispecchiava perfettamente il suo umore.

Aprì la finestra, guardando il cielo grigio e bianco, mentre una folata d'aria le investiva il viso.

 

 

- C'è il vento, papà – disse una piccola Lily di otto anni stringendosi nel suo cappotto blu.

Suo padre l'aveva portata al lago, in campagna, per guardare le anatre e per trascorrere una giornata piacevole, ma il vento era stato più forte del previsto. Petunia era malata, quindi sua madre era rimasta a casa con lei, mentre Lily era uscita con Mason.

-E allora?Mica ti porta via- replicò il padre.

-Non ne sono sicura-

- Sai che ti dico, hai mai letto Mary Poppins? - chiese Mason inginocchiandosi e parlando alla figlia in modo confidenziale.

-No, che libro é?- chiese Lily incuriosita, e Mason disse stupito:- Non hai mai letto Mary Poppins?Non ci posso credere. C'è una libreria lì, ne compro una copia e te la leggo -.

- Ma di cosa parla?- insistette Lily, cocciuta.

-Parla di una tata, una tata che può volare nel cielo -

-Nel cielo?- chiese Lily affascinata, per poi domandare curiosa:- E come? -.

-Con un ombrello. Aspetta, prendo il libro...- disse Mason.

Un quarto d'ora dopo, Mason leggeva ad alta voce, sdraiato sul prato, con la testa della figlia appoggiata sulle sue ginocchia:-Se volete trovare il Viale dei Ciliegi, tutto quello che dovete fare è chiedere al vigile all'incrocio. L'uomo piegherà l'elmetto da una parte, si gratterà la testa pensosamente e infine, puntando l'imponente dito guantato, dirà...-.

Da lì in poi venne l'abitudine al signor Evans di leggere a lei e a Petunia un capitolo di Mary Poppins al giorno.

Trascorsero dei giorni stupendi, giorni in cui le due bambine aspettavano solo la sera per il momento della storia...

 

Lily si riscosse dai suoi pensieri, scuotendo la testa.

Si alzò chiudendo la finestra e poi si diresse a letto sdraiandosi sotto le calde lenzuola ma senza la minima intenzione di dormire.

 

A Hogwarts, un gruppetto di persone occupava il Dormitorio Maschile del settimo anno di Grifondoro...

 

Per essere precisi , questo gruppetto era composto da: Alice Prestert, Frank Paciock, Emmeline Vance, Mary Mcdonald, Sirius Black, Peter Minus, James Potter e Remus Lupin.

C'era una ritardataria, però.

- Scusatemi – disse Marlene affaticata, ancora in tenuta da Quidditch, entrando nel dormitorio.

- Come mai sei in ritardo? - volle sapere Mary e Marlene replicò:-Dovevo sistemare alcune faccende...allora, che succede?-.

Sirius, seduto sul proprio letto, esitò, poi spiegò:-Lily starà via per alcuni giorni. Oggi ha ricevuto una lettera da sua madre che le chiedeva di tornare a casa...suo padre ha un tumore -.

Un momento di silenzio, poi Mary chiese con un filo di voce:-Dove...dov'è Lily adesso?-.

-È già partita...- stava dicendo Sirius, ma Alice lo interruppe esclamando:-COSA?E per quale diavolo di motivo non ci hai detto niente prima?-.

-A quanto pare lei l'ha pregato di non dire nulla a noi fino a che non fosse partito- disse James lanciando a Sirius un'occhiata infuocata, e il suddetto si difese:-Così sembra in modo diverso da ciò che è accaduto realmente. L'ho trovata svenuta in Sala Comune con accanto quella lettera. L'ho letta io, non è stata lei a raccontarmi queste cose...-.

-Potevi dircelo, però, sai- ribatté James tagliente e Sirius fece per rispondergli a tono, ma Remus lo precedette, mentre il senso di colpa e di ansia che incominciavano a farsi strada nelle sue viscere:- Come stava, Sirius? -.

-Non bene- rispose l'interpellato.

Marlene annunciò dopo qualche istante:-Io vado a trovarla-.

-Non dire sciocchezze, Marlene. Se si è comportata così è perché non ha voglia di parlarne con noi ora. Sai come è Lily- disse Emmeline alzandosi, per poi dire uscendo:-Io...devo andare a fare una cosa. Ci vediamo a cena-.

Uscì dalla stanza e dopo qualche istante anche Sirius si alzò:-Anche io devo andare un attimo...torno più tardi-.

Uscì dalla stanza scendendo le scale e guardandosi intorno, continuando a cercare Emmeline con lo sguardo. La trovò vicino al buco del ritratto, così corse, raggiungendola.

-Emmeline...stai...bene?- chiese Sirius a Emmeline, che si girò, con gli occhi stranamente lucidi.

Deglutì, poi rispose:-Uh, si, ora però devo andare...devo finire Incantesimi...ci vediamo a cena-.

Sirius fece per dire qualcosa, ma Emmeline se ne era già andata.

-È una cosa penosa, Sirius- disse amaramente una voce dietro di lui. Era James.

Sirius replicò fronteggiandolo:-James, smettila. Non è colpa mia se Lily è andata a casa senza salutarti, va bene?-.

-Avresti potuto dirmelo comunque-

-Lei non voleva, James. Non voleva che lo dicessi a nessuno prima che partisse- disse Sirius, e James sapeva che l'amico aveva ragione, ma era arrabbiato e ferito, e Sirius era l'unico con cui potesse arrabbiarsi in quel momento trovando un pretesto:-Stronzate. Era solo giù di morale e...-.

-Giù di morale?Aveva appena scoperto che suo padre aveva un tumore, Porco Salazar!-

-...e tu sei un codardo- concluse James.

-Scusami?- chiese Sirius stringendo i pugni fino a fare diventare i polsi rossi, così James ribatté:-Non riesci nemmeno a dichiararti a Emmeline, e lei ti piace da...-.

-Stai attento, James- lo ammonì Black, ma l'altro proseguì, contento di avere toccato il tasto giusto:-Non riesci nemmeno a dirle che ti piace. E non negarlo, perché due secondi fa è stato palese, e non è stata nemmeno l'unica volta. Sei corso da lei appena è uscita dalla stanza...come del resto hai assecondato Lily non dicendomi nulla. Alla fine, forse, l'unico di cui non te ne frega un cazzo sono proprio io!-.

SBANG!

Sirius aveva dato un pugno sulla mascella a James, che ora si copriva la bocca.

Felpato uscì dalla Sala Comune, furioso.

 

 

Lily, a Parkes Yellow, non riusciva proprio a prendere sonno, perciò decise di preparare la cena per lei e per sua madre (nel caso che quest'ultima si fosse alzata, non aveva la minima intenzione di svegliarla). Petunia (l'aveva vista dalla finestra) era andata a casa, perciò non avrebbe avuto intralci.

Quando scese in salotto, però, suonarono al campanello.

- Chi é?- chiese Lily e una voce fin troppo famigliare rispose:-Sono Carol-.

Lily aprì la porta e l'amica le gettò le braccia al collo, abbracciandola.

- Come...come facevi a sapere che ero arrivata? - chiese Lily e la bionda ribatté con un filo di voce:- Sai come sono i pettegolezzi da queste parti -.

Quella sera, Carol aveva i capelli completamente spettinati ed era vestita in modo non curato, ma risultava bella comunque. Carol era sempre bella.

- Sai di mio padre? - chiese Lily in un sussurro e Carol rispose staccandosi, con la voce roca:-Si...io lo sapevo. Scusa se non ti ho detto niente ma voleva essere tua madre...tua madre a dirtelo -.

- Tranquilla, Carol – disse Lily, mentre la bionda la abbracciava di nuovo mormorando:- Ti va se mi fermo a dormire? -.

Lily annuì:- Grazie – poi, aggiunse:- Non ho proprio voglia di cucinare -.

- Be', io invece ho una ricetta perfetta: pizza a domicilio – disse Carol avvicinandosi al telefono e Lily concordò:- Sembra una buona idea. Prendi una quattro formaggi per me, e per mia mamma una prosciutto e funghi, nel caso che si svegli -.

- Va bene - rispose Carol componendo il numero della pizzeria.

Lily intanto, apparecchiò con qualche colpo pigro di bacchetta.

Dopo che ebbe finito di ordinare le pizze, Carol commentò:- Non sai quanto ti invidio ... ad avere la magia, sai. In pochi minuti puoi fare delle faccende domestiche per cui io metterei delle ore -.

- Già – replicò Lily senza troppo entusiasmo.

 

A Hogwarts, Emmeline Vance stava sdraiata sul freddo pavimento di pietra dei sotterranei di Serpeverde, illuminata dalla luce flebile delle torce.

Non c'era nessuno che vagava per i corridoi, a quell'ora tutti erano a cena, così poteva godersi quella sottospecie di tranquillità in santa pace.

O almeno così aveva creduto.

- Emmeline? - chiese una voce a Emmeline fin troppo nota.

La ragazza sentì un brivido e decise di non girarsi:- Mi stai pedinando? -.

- No. È il mio posto preferito, non ti ricordi?- disse David Wilson avvicinandosi.

Emmeline si decise a guardarlo. Era quasi uguale a prima: i capelli castani brizzolati, gli occhi color cioccolato, i lineamenti marcati. Aveva però delle profonde occhiaie, occhiaie così profonde come mai Emmeline aveva visto sul suo volto.

- Ah, già. Vai via, per favore – replicò Emmeline bruscamente. Stava già abbastanza male senza che lui si aggiungesse ai suoi problemi.

- Questo però non è giusto, e tu lo sai!- esclamò David e Emmeline lo guardò scioccata:- Scusami? -.

- Lo so che sono stato stronzo, stupido, egoista e insensibile, ma...per un gesto da coglione dimentichi tutto il resto...tutto quello che ho fatto per te...? - domandò Wilson e la ragazza replicò decisa:- Non mi farai sentire in colpa, ti avviso in anticipo che non ci riuscirai -.

- Ma è stato solo uno...-

- Oh, David, per l'amore del cielo, non ti ho mollato solo per lo schiaffo. Mi trattavi come se fossi una nullità ed era diventato un rapporto malsano, un rapporto regolato unicamente da te! – esclamò Emmeline guardandolo dritto negli occhi, al che lui ribatté:- Era un periodo!Ne abbiamo passate così tante, tre anni di...-.

La voce di Emmeline diventò stridula:-Un periodo? David, era un anno che le cose andavano così!-.

Ma in quel momento, senza che Emmeline se la aspettasse, David la baciò improvvisamente. Le labbra di lui erano piene di calore e il bacio di disperazione, ma Emmeline lo spinse via subito, non volendo rischiare un ritorno di fiamma.

- Stammi alla larga, cazzo - disse la ragazza alzandosi arrabbiata e salendo le scale in fretta.

Intanto, a casa Evans...

Quella sera, seduta a terra e con i cartoni di pizza sulle ginocchia, Carol cercò di tirare su il morale a Lily, ma fu inutile.

Lily non poteva stare bene. Doveva vedere suo padre. Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno seguente solo per andarlo a trovare.

Sua mamma non si era ancora svegliata e probabilmente era meglio così, non avrebbe sopportato di dovere parlare con lei della faccenda (non in quel momento, almeno).

Carol, saggiamente, aveva cercato di evitare di parlarne, raccontando futili pettegolezzi paesani che in realtà non erano argomento di interesse per nessuna delle due ragazze, ma era sempre qualcosa di cui poter parlare.

- Allora, di te, invece, che mi dici?Con James a tutto posto?Nelle tue ultime lettere eri terribilmente reticente – osservò Carol.

- Scusa – disse Lily, ma senza riuscire a sentirsi davvero in colpa, aggiungendo:- Tutto a posto, comunque. O almeno credo...mentre con...Remus? Vi scrivete ancora? -.

Carol annuì, poi guardò meglio la rossa, che era pallida come un lenzuolo (più del solito, il che era tutto dire, vista la carnagione di Lily):- Lily, forse dovresti andare a letto. Sparecchio io qua -.

- Sicura? - chiese Lily e l'amica confermò:- Sicura. Vai, io ti raggiungo dopo -.

Così Lily si incamminò verso le scale, sentendosi le gambe e il cuore pesanti come mai prima di allora.

Quando arrivò in camera, dopo essersi messa il pigiama, cercò un rifugio per fuggire dai suoi pensieri nelle morbide coperte del letto.

Miracolosamente, forse, si addormentò. Ma il suo sonno fu popolato di incubi, con continui e bruschi risvegli.

Carol, accanto a lei, cercava di calmarla ogni volta che si svegliava, ma ciò non era sempre facile.

Alle tre di notte, Lily era talmente sudata che Carol dovette scendere al piano di sotto per prenderle un panno di acqua fresca (nonostante le proteste della rossa).

Mentre Carol era di sotto, Lily aprì il cassetto del comodino in cerca di pacchetto di fazzoletti e fu allora che lo vide.

Un pacchetto bianco dal nastro dorato, così piccolo e soffice da potere passare troppo facilmente inosservato.

Lily aveva già visto quel pacchetto e si ricordava benissimo dove e quando: sull'Hogwarts Express, durante il viaggio per andare a casa, lo scorso Natale.

James voleva darle quel pacchetto, ma “All'epoca” lei era ancora arrabbiata con lui per la questione del diario e di conseguenza non aveva voluto accettarlo; tuttavia, come si era accorta quello stesso giorno arrivando a casa, James le aveva infilato il pacchetto nella tasca**.

Non si ricordò immediatamente del perché non lo avesse aperto, poi si ricordò di averlo lasciato nel comodino per decidere più tardi cosa farne. A quanto pare, si era dimenticata.

Prese il pacchetto, lo fissò, poi iniziò a strapparne l'involucro. Restò a bocca aperta.

Un ciondolo lucente a forma di “L” stava appeso a una catena argentata, bellissimo. Lo prese tra le mani, toccandolo, quando una scritta nella parte posteriore (e metallica) del ciondolo spuntò ai suoi occhi.

Lesse, incisco a caratteri eleganti e in corsivo:”Remember to let her into your heart, then you can start to make it better”.

Il ricordo di quando avevano ballato, quella sera, dopo la partita di Quidditch, le tornò alla mente.

Si strinse la collana al petto, chiudendo gli occhi.

Hey Jude, don't be afraid, you were made to go out and get her, the minute you let her under your skin, then you begin to make it better....

 

Il mattino dopo, Lily si alzò presto.

Le visite al Rose Hospital aprivano, almeno ufficialmente, alle otto, e lei doveva essere pronta prima di quell'ora.

Quando arrivò in cucina, si poté dire sorpresa. Petunia era già tornata ed era intenta a preparare la colazione.

- Buongiorno - salutò Lily avvicinandosi al frigo, e la sorella disse senza neanche guardarla:- Sto preparando la colazione per mamma, ma ce ne è in più. Vuoi? -.

Lily osservò le uova strapazzate senza il minimo appetito:- No, grazie. Non ho tanta fame, stamattina. Penso che berrò solo un po' di succo -.

Petunia annuì, mentre Lily beveva del succo di arancia.

- Ciao, Petunia - salutò passivamente una stordita Carol in camicia da notte.

- Carol - ricambiò gentilmente Petunia, ma piuttosto freddamente. Non era un segreto il fatto che Petunia e Carol non si fossero mai trovate molto simpatiche.

Carol si preparò un caffè davanti a una Petunia leggermente stranita, che dopo un attimo se ne andò al piano di sopra.

- Posso tirarle una tazza da the in testa? - chiese Carol con naturalezza e Lily la guardò male:-Evita, grazie-, poi aggiunse:- Strano che sia già qui -.

Carol scrollò le spalle:- Pensi che verrà anche lei stamattina? -.

- Francamente non ci avevo pensato, ma è probabile - asserì Lily e Carol replicò imburrando un toast sul bancone:-Io devo andare a scuola, scusa-.

- Non importa, Carol. Anzi, dispiace a me di averti lasciato dormire così poco - disse Lily e Carol ribatté dando un morso al pane:-Nessun problema. Piuttosto, non hai fame?Dovresti mangiare qualcosa-.

- Non mi va - replicò Lily schiva uscendo dalla cucina per andare a lavarsi.

Dopo mezz'ora, era lavata e vestita. Ed erano solo le sette e un quarto.

Pensava di smaterializzarsi in un vicolo lì vicino, ma Petunia la raggiunse in cucina:-Vai?Vengo anche io -.

- Non svegliamo mamma? - chiese Lily e Petunia replicò:- Non penso sia una buona idea. Era molto stanca -.

Lily annuì:- Andiamo a piedi? -.

- Ho la macchina - replicò Petunia, così freddamente che Lily si chiese quasi se la sorella intendesse portare anche lei.

Tuttavia, quando chiese a Carol se aveva bisogno di un passaggio per andare a scuola (solo per educazione, ovviamente), fu evidente che l'invito fosse esteso anche a lei.

Carol, tuttavia, rifiutò:-No, grazie. Mi piace andare a piedi-.

In macchina, Lily non riuscì a trarre la forza per intavolare una conversazione.

Non vedeva l'ora che arrivassero le otto. Doveva vederlo.

Ma, quando arrivarono all'ospedale, erano solo le sette e mezza. Passò i successivi venticinque minuti seduta su una sedia in sala di aspetto, fino a quando aprirono le tapparelle delle finestre interne della stanza a vetro.

Come un fulmine, Lily si catapultò davanti ad esse. Arrivata, dovette aggrapparsi al piccolo davanzale della finestra per non cadere a terra.

Suo padre dormiva, ma non sembrava suo padre.

Era magro come uno scheletro, da far spavento, non aveva più capelli e la pelle era rovinata, totalmente priva della quantomeno decenza che aveva solo a Natale, quando Lily lo aveva visto l'ultima volta.

Lily si girò verso Petunia, realizzando:- Questo non è un tumore che va avanti da solo qualche settimana! -.

Petunia la guardò, non dimostrando alcun coinvolgimento emotivo di fronte all'affermazione di Lily.

- Allora?Da quanto ce l'ha?Da quanto lo sapete? - disse Lily con la voce che diventava pericolosamente acuta.

- Da due mesi - rispose Petunia apatica e Lily esclamò, non trattenendosi più:- Due mesi?!Perché nessuno non mi ha detto un cazzo di niente?Perché tu non mi hai scritto niente? -.

Petunia si alzò, e disse amaramente:- Perché avrei dovuto?Io non ti devo niente -.

Lily si sentiva davvero furiosa, al che ribatté:- Non mi devi niente?Che ti piaccia o no, io sono tua sorella e lui è mio padre!Ho il diritto di sapere queste cose! -.

Le guance di Petunia diventarono rosse:- Una domanda migliore sarebbe: perché qualcuno doveva scrivertelo? -.

- Come? - disse Lily, non abbassando il tono di voce di un millimetro.

Petunia continuò amaramente, visibilmente accalorata:- Tu non c'eri, Lily. Non c'eri per le cose più stupide, come quando mi sono fatta la pipì addosso in prima media. Non c'eri quando papà ha ricevuto una promozione, non c'eri nemmeno quando mi sono diplomata... -.

- Non mi avevi invitato! - esclamò Lily, e Petunia continuò, soddisfatta di stare toccando il tasto giusto:-Se fossi stata qui, non avresti avuto bisogno di ricevere un invito!E lo stesso vale per il mio matrimonio! Non c'eri quando è morto il cane, non c'eri quando mamma è stata licenziata e quando ha dovuto trovarsi un nuovo lavoro, e non c'eri neanche adesso, quando mamma stava da schifo e papà stava crepando!-.

Una parte di Lily sapeva che non avrebbe dovuto fare quello, ma la rabbia e in rancore erano troppo forti. Mai, in alcuna occasione, era stata così furiosa nella sua vita.

Non quando James le aveva fatto trovare delle lumache nella sua borsa (facendole ricomprare la metà dei libri scolastici) al primo anno, non quando Marlene le aveva dato della falsa al secondo; non era stata così furiosa neanche quando aveva letto dell'uccisione di venti nati babbani in una sola ora in un piccolo paesino del Surrey, non quando aveva scoperto che James aveva letto il suo diario, non quando Witch le aveva detto che era permalosa (non con queste parole, ovviamente, ma il significato era quello) l'anno precedente, non quando Alice le aveva dato buca ad un appuntamento per uscire con un ragazzo e nemmeno quando Piton l'aveva chiamata:“Piccola schifosa Mezzosangue”.

Lily diede uno schiaffo alla sorella, repentino, e disse furibonda:-Vaffanculo, Petunia-.

Petunia la guardò anche lei arrabbiata, ma non riuscendo a dire nulla.

Lily, dal canto suo, era troppo furiosa per sentirsi in colpa (almeno per il momento).

La rossa girò i tacchi ed entrò nella stanza dell'ospedale.

Suo padre dormiva profondamente, e Lily preferì non svegliarlo: prese una sedia e si sedette accanto al letto, prendendogli la mano.

Guardò il volto di Mason e la rabbia si spense. La paura la invase, ma preferì non pensarci troppo.

Lily si alzò dalla sedia, abbracciando suo padre.

Lui ricambiò l'abbraccio e disse con un sorriso a trentadue denti mentre le accarezzava i capelli:- Da quanto sei qui? -.

- Se intendi in ospedale da mezz'ora, mentre a casa da ieri sera - spiegò Lily, staccandosi leggermente dal padre ma rimanendo seduta al bordo del letto, mentre Mason continuava ad accarezzarle i capelli.

- Faccio un po' pena, non è vero? - chiese amaramente il signor Evans e Lily scrollò le spalle:- Non hai mai visto Mary appena sveglia. La sua dolcezza va assolutamente a farsi benedire, a quell'ora -.

Mason sorrise:-Come stai, Lily?-.

- Oh, tutto ok. Più o meno. Il...il solito, sai. Tu...tu come stai?- chiese la rossa dopo un attimo di indecisione e il padre replicò:- Non c'è molto da dire, stando qui. È tutto abbastanza monotono. Tu, con la scuola?-.

- Bene. Ho alzato la media in Antiche Rune, sono abbastanza soddisfatta... - commentò Lily. Nella sua ultima verifica aveva preso una “E” (inutile dire quante urla di giubilo provenienti dal dormitorio femminile del settimo anno di Grifondoro si fossero udite quella sera).

- A proposito, hai pensato a cosa fare, l'anno prossimo? - domandò Mason.

Lily avrebbe voluto tanto che non glielo chiedesse, come ci sperava ogni volta che l'argomento capitava tra i suoi amici.

A differenza di quasi tutti i suoi compagni di casa, infatti, che quando al quinto anno avevano avuto un colloquio con la Mcgranitt avevano già avuto più o meno un'idea di cosa fare una volta finita Hogwarts, Lily era stata a corto di idee.

O meglio, aveva tante idee, tutte con dei difetti (alcuni non proprio trascurabili) e troppe che le sarebbero piaciute.

Quindi, all'epoca, aveva scelto di seguire nei successivi due anni tutte le lezioni che sarebbero potute servirle, escludendo quelle che assolutamente non le sarebbero state utili ( come Cura delle Creature Magiche, Babbanologia e Divinazione).

- Ehm...si, ma non ho ancora deciso. Tra qualche mese ho gli esami, sai- fu la vaga risposta di Lily.

Per un po' parlo con il padre della scuola, poi lui le chiese come stavano i suoi amici.

-Oh, bene. Alice è lievemente isterica, ma questo è normale...-.

 

 

Quando Lily uscì dalla stanza dell'ospedale, era mezzogiorno.

Petunia non era entrata neanche una volta da che Lily era dentro, e quando la rossa uscì la sorella si catapultò nella stanza. Le due non si degnarono di uno sguardo, ovviamente.

Lily aveva un gran groppo alla gola, ma parlare con suo padre l'aveva fatta sentire meglio. Sarebbe tornata il pomeriggio.

Guardò l'ora e si rese conto che mancava solo mezz'ora all'uscita di Carol da scuola.

Tanto per fare qualcosa con cui occupare la mente, decise di andare a prenderla a piedi.

E poi, non sapeva davvero dove si sarebbe potuta smaterializzare vicino al liceo.

Si impiegavano solalmente venti minuti (abbondanti) dalla scuola all'ospedale, dopotutto, e c'era bel tempo quel giorno. Lily indossò la giacca e uscì dall'ospedale.

Quel giorno, Parkes Yellow era rumorosa come al solito. Le vecchiette che guardavano tutti, le donne che spettegolavano vicino ai davanzali delle finestre, le rose gialle sparse per tutto il paese (da qui, il nome del comune), i bambini che giocavano al parco... si era dimenticata di quanto Parkes Yellow fosse chiassosa.

Quando, a Spinnner's End, passò di fronte a casa Piton, aumentò il passo. Non ci teneva affatto a vedere i genitori di Piton: non le piacevano nemmeno quando era amica del figlio, figuriamoci ora.

Severus le aveva raccontato più volte di quando suo padre picchiasse la madre, e, sebbene l'amico non glielo avesse mai confessato apertamente, Lily si era sempre accorta di quanto tutto questo lo avesse fatto soffrire. Per quello, lui, a undici anni, non vedeva l'ora di andare a Hogwarts. Per fuggire da quella casa.

Arrivata davanti alla scuola di Carol, si accorse di essere un'idiota troppo tardi.

Non se ne accorse prima che suonasse la campana che segnava la fine delle lezioni, no, ma quando Ricky Williams*** varcò la soglia del portone studentesco da cui tutti gli alunni uscivano in fretta.

Merda, pensò la rossa voltandosi di scatto e iniziando a camminare velocemente. Se c'era una cosa che non le andava adesso, era vedere un suo amico/a babbano che non fosse Carol. Non ora. Non aveva voglia di dare spiegazioni, di fare discorsi inutili o di mentire (soprattutto di mentire ). Semplicemente non ne aveva la forza. Incrementò il passo quando sentì la voce di Ricky esclamare:-Lily?!-.

Ma la voce cominciò a farsi più vicina:- Lily! -.

Lily iniziò quasi a correre, attraversando il parco, quando una mano la fermò, afferrandole la spalla.

Lily si voltò:- Ciao...ciao, Ricky -.

Sinceramente, le fece un po' paura. Era cresciuto negli ultimi due mesi di almeno otto centimetri (come fosse possibile, Lily non ne aveva idea) e ora era alto sicuramente sugli 1.90 (gli 1.65 di Lily erano una bazzecola in confronto).

Ricky chiese con il fiatone:- Perché scappavi? -.

- Io...non stavo scappando -

- Hai il fiatone! -

- Stretching - replicò Lily, al che Ricky inarcò un sopracciglio.

- Ok, ti stavo evitando. É solo, che sai, oggi non è esattamente una bella giornata e...- stava dicendo Lily, ma Ricky la interruppe, abbracciandola.

Lily mormorò:- Lo sai? -.

Ricky annuì:- Sai come vanno i pettegolezzi qui -.

- Ne...ne so qualcosa - replicò Lily, staccandosi e ripensando alla conversazione con Carol della serata prima. Francamente, in quel momento gli abbracci le davano solo fastidio.

- Da quanto sei qui? - chiese Ricky mentre i due iniziavano a camminare senza una meta precisa.

- Da ieri pomeriggio. Starò qui fino a venerdì, credo - (era martedì) disse Lily, poi aggiunse:- Tu...sapevi in che condizioni era mio padre? -.

Un momento, poi Ricky annuì.

Lily aumentò il passo, stringendo i denti:- Grazie per avermi informata -.

- Tua madre non voleva che te lo si dicesse!Cosa facevo, ti scrivevo decidendo io cosa era meglio per te? -

- Pensavo solo che dopo dodici anni di conoscenza e di amicizia stessi dalla mia parte - insistette Lily. Sapeva che l'amico aveva ragione, ma era arrabbiata e ferita, e Ricky era l'unico con cui potesse arrabbiarsi in quel momento trovando un pretesto.

- Ora non dire così, Lily. Anche perché, anche nel caso che avessi voluto farlo, come avrei potuto?Non so nemmeno l'indirizzo della tua scuola! -

- Ora non giocare con i sensi di colpa, Ricky. Un modo per contattarmi l'avresti trovato -

- Non mi posso intromettere negli affari della tua famiglia, Lily! - esclamò Ricky, al che Lily lo guardò, per poi sospirare.

- Scusa, non ce l'ho veramente con te. È solo che sono arrabbiata con mia mamma, ma non posso sfogarmi con lei. Non posso farla sentire male anche per questo. Merlino, mi hai rivisto da soli due minuti e ti sto già deprimendo -.

Ricky inarcò un sopracciglio, divertito:- Merlino? -.

Lily si maledì per la gaffe, ma si corresse cercando di sembrare naturale:- Il mago leggendario, che allevò Re Artù...hai presente, ignorante che non sei altro? -.

- Certo che ho presente. Solo che sei la prima persona che sento imprecare in nome di Merlino - disse Ricky sulla difensiva e Lily ribatté:- Questo perché sei ignorante, e forse anche perché io sono strana -.

- Penso che l'opzione più probabile sia la seconda. Allora, andiamo a mangiare da Hugo? -. Hugo era la migliore paninoteca di Parkes Yellow.

- Va bene -.

 

 

Quella sera, a Hogwarts, James terminò l'ultimo allenamento di Quidditch prima della partita.

Scese dalla scopa:- Bene, vi ricordate tutti gli schemi di gioco. Oggi...siamo andati bene -.

Tutti i suoi compagni erano straniti: da quando James Potter faceva loro dei complimenti per come avevano giocato durante un allenamento?Era già un raro evento che lo facesse dopo una partita.

- Vi consiglio di andare a letto presto, però. E tutte le altre solite raccomandazioni, eccetera e eccetera...ok? - continuò James.

- Si, Potter - rispose la squadra in un coro esausto.

Mentre gli altri si dirigevano verso gli spogliatoi, James si avvicinò al centro del campo, guardando il cielo coperto di stelle.

Si girò:- Sirius?Puoi venire un attimo? -.

Sirius Black, in lontananza, lo guardò sorpreso. Poi si avvicinò:- Sì? -.

- Ehm...mi dispiace, per ieri... - disse James non guardando l'amico, che inarcò un sopracciglio:- Questo è tutto quello che sai dire?Belle, scuse, James, davvero. Sei un oratore nato -.

- Sai cosa voglio dire. E...anche io mi sarei tirato un pugno- ammise James, e Sirius sorrise:- Così va meglio. Bene, ti va di fare una corsa sulle scope?Chi arriva per ultimo al dormitorio femminile di Corvonero comprerà del gelato per tutta Grifondoro -.

James annuì:- Mi sembra giusto. Ok, allora al via... -.

Non domandatevi troppo su come facessero a sapere entrambi così bene dove si trovasse il dormitorio femminile di Corvonero, non ve lo consiglio.

- VIA! - esclamò Sirius e entrambi si librarono in aria.

Il giorno successivo, in seguito alla vittoria della sua Casa, Sirius Orion Black offrì gentilmente e dal più profondo del cuore dei gelati a tutta Grifondoro.

 

 

 

*Come si capirà tra poco, non è la madre di Lily che sistema la casa.

**Vedi Capitolo 22 (“Sull' Hogwarts Express”).

***Vedi Capitolo 29 (“Un gesto vale più di mille parole").

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE : Ehm...c'è ancora qualcuno di vivo?Non so davvero cosa dire per farmi perdonare, solamente: mi dispiace. Al prossimo capitolo e spero in qualche recensione (ammettendo sempre che ci sia ancora qualcuno che segue questa storia, dopotutto non aggiorno da quasi un anno)! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Capitolo 36: Rivelazioni ***


RIASSUNTO: Lily, dopo avere scoperto che suo padre ha un tumore, torna a casa per alcuni giorni. Suo padre è in condizioni peggiori rispetto a come si era aspettata, dal momento che sua mamma le ha mentito scrivendole che era malato solo da qualche settimana, mentre in realtà stava male da quasi due mesi.

Inizialmente per questo motivo, Lily e Petunia litigano. Petunia accusa Lily di essere sempre stata assente nei momenti più importanti e Lily le tira uno schiaffo.

 

Lily trova conforto solo in Carol, la sua migliore amica (già incontrata in alcuni capitoli). Ritrova però anche un suo amico: Ricky Williams, con il quale ha una piccola discussione.

Ma fanno pace quasi immediatamente e vanno a mangiare insieme.

 

Ad Hogwarts, intanto, James litiga con Sirius dal momento che quest'ultimo, pur essendo a conoscenza della partenza di Lily, non ne aveva fatto parola (su richiesta di Lily stessa) prima che quella partisse. Durante il litigio, James dice arrabbiato a Sirius cose che non dovrebbe dire su Emmeline e su Lily, così Sirius gli tira un pugno.

 

Marlene, oltre a nascondere un segreto, è ancora arrabbiata con James (ormai da mesi) per avere letto il diario di Lily e per essersi interessato alla rabbia di lei (dato che loro erano stati amici prima di questo evento) solo dopo avere sistemato le cose con Lily.

 

Emmeline è inquieta per quello che è successo a Lily, ma anche per motivi personali ancora ignoti.

Lo scorso capitolo si chiude con James e Sirius che fanno pace e con la vittoria di Grifondoro contro Corvonero.

 

Buona lettura!

                                                                              Capitolo 36


Aveva bevuto quattro bicchieri di Acquaviola, il che non era affatto un bene, rifletté sedendosi barcollante sul divano.

Non era abituata a bere e l'unica altra volta in cui si era ritrovata in una circostanza simile (al compleanno di Lily), la mattina seguente il risveglio non era stato di certo uno dei suoi migliori.

C'era una differenza, però: ora non stava ridendo allegramente come quella notte, quando Lily aveva compiuto diciotto anni, ma si era

rintanata malinconica in un angolo, non rivolgendo la parola a nessuno e anche ora che si era seduta le cose non sembravano andare meglio.

- Mary, stai bene? - le chiese una voce sedendosi di fianco a lei.

- Alla grande, Marlene – rispose lei e l'altra voce ribatté:- Sono James -.

- Oh...perché...perché non ti stanno portando...quei cosi sai...facendoti salire su quelle cose...sai cosa? - chiese Mary e James suggerì:- Le spalle, forse? -.

- Esattamente, le spalle. Ma senti, tu non ci trovi qualcosa di sbagliato in questi striscioni?N-non credi, James?- insistette Mary.

James la guardò, volendole rispondere che sì, c'era qualcosa di sbagliato, ma sentendo meglio l'odore di Mary capì che c'erano altre priorità.

Si alzò e disse offrendole la mano:- Vieni, ti accompagno in dormitorio. Sei in condizioni orribili -.

- Parla per te – replicò Mary accettando comunque la mano mentre lui la conduceva nella strada che portava al dormitorio di lei.

James era quasi divertito da questa affermazione:- Sei molto meno gentile da ubriaca, sai? -.

Mary gli lanciò un occhiataccia:- Vai al cavolo -.

James alzò gli occhi al cielo, poi tirò fuori una boccetta dalla divisa e controllò che nessuno li stesse guardando.

Gesto completamente inutile, comunque. Tutti erano troppo occupati a festeggiare per la recente vittoria di Grifondoro contro Corvonero per prestare attenzione a loro e soprattutto alla pozione non-scivolante* di Remus, che James non avrebbe dovuto affatto avere.

Guardò Remus, ma lui si stava occupando di qualcosa di molto più importante: non lasciare cadere a terra un Peter ubriaco che, evidentemente, non voleva proprio saperne di tornare in dormitorio.

James versò una goccia della pozione verdastra sulle scale. Quando salì il primo gradino, esse non diventarono affatto scivolose come sarebbe successo di nuovo dopo due minuti.

Si, la pozione aveva la durata di due minuti, il che non aveva mai costituito un problema, insomma, chi ci metteva due minuti interi a fare le scale?

Ma ora Mary era molto ubriaca e temeva in una caduta. Pensò di riportarla nella Sala Comune, ma poi guardò il suo aspetto e cambiò idea. Mise un braccio di lei attorno alle sue spalle, aiutandola a salire.

Scomparsi alla vista degli altri Grifondoro, James si accorse che in quelli che dovevano essere più di quaranta secondi avevano fatto un numero molto ristretto di gradini, così, con un sospiro, la prese in braccio (nonostante le proteste di Mary) e si mise a correre. Arrivò al dormitorio femminile del 7° anno di Grifondoro appena in tempo.

Anche per un altro motivo: Mary corse in bagno a vomitare.

- Hai bisogno di una mano? - chiese James fuori dal bagno, sperando con tutto il cuore in un “No” come risposta.

Quando Mary però non rispose, sospirò e si decise a fare quello che sapeva andava fatto.

Prese il suo specchietto dalla tasca e chiamò, sperando che il suo miglior amico fosse abbastanza sobrio per rispondere:- Sirius? -.

Fu insolitamente fortunato.

Sirius non era ancora ubriaco e il suo viso leggermente scocciato ne fu una prova :- Che vuoi? -.

- Ho bisogno di un favore. Puoi andarmi a chiamare Alice o Marlene? Mary sta vomitando e io non capisco se è il caso di entrare oppure...-.

- Diciamo che ti fa schifo. Chiamo Marlene, aspetta. Alice è scomparsa da qualche parte con Frank... - disse Sirius, la cui immagine svanì dallo specchietto.

Ma Marlene non arrivò subito, e James, sentendo Mary urlare qualcosa come “Quello è giallo” entrò nel bagno di malavoglia.

Mary vomitava ancora, ma sembrava sul punto di terminare. Non come quando lui aveva vomitato per un'intera mezz'ora, durante le vacanze di Natale, a causa del wasabi che Lily gli aveva fatto mangiare**.

Ricordò di come lei gli aveva tenuto i capelli e dandosi dell'idiota si avvicinò a Mary, prendendo i suoi.

Per fortuna di James, la ragazza smise dopo pochi minuti.

A James Potter il vomito non ripugnava tanto quanto a Lily Evans*, ma non era di certo una delle sue visioni preferite.

Mentre l'aiutava a uscire dal bagno, Marlene entrò con il fiatone nel dormitorio.

Guardò James, poi Mary, per poi spostare di nuovo lo sguardo su James e chiedere:- Ha finito? -.

- Finito tutto, perché Mary è molto brava – rispose Mary con un tono estremamente petulante e Marlene alzò gli occhi al cielo, poi disse sbrigativa a James:- Dammi, l'aiuto io a cambiarsi -.

Marlene si avvicinò, prendendo la mano di Mary e facendola stendere sul letto.

Mary a quel punto, appoggiò la testa sul cuscino e chiese fissando il copriletto:- Perché siamo nel dormitorio di Corvonero? -.

- Forse è meglio se le togliamo le scarpe, la copriamo e...e basta - osservò James e Marlene annuì.

Le tolsero le scarpe da ginnastica, lasciandola con i suoi vestiti, la coprirono con le calde lenzuola rosse e dorate.

Mary osservò fissando il suo naso:- Vedo, un pezzo del mio naso, non me ne ero mai accorta...-.

Poi, si addormentò.

- Fa sempre così? - chiese James e Marlene scrollò le spalle:- Non saprei dirti, francamente a questa stasera e al compleanno di Lily non l'ho mai vista ubriaca -.

James annuì, poi, sentendosi a disagio e conscio di non essere ben voluto lì, disse:- Be', io vado, ora... -.

 

Stava per uscire, quando Marlene lo richiamò:- James, aspetta un attimo... -.

- Sì? - domandò James sorpreso, voltandosi verso la ragazza.

Marlene si morse un labbro, poi si decise:- Mi dispiace -.

- C-cosa? - chiese James, sbalordito. Marlene gli stava chiedendo scusa?

- Mi dispiace – ripeté la mora, aggiungendo:- Mi hai chiesto scusa in mille modi diversi e io non ho mai nemmeno considerato le tue scuse. E io...io so che ci tieni e so che dispiace anche a te, perciò...se non hai nulla in contrario, di nuovo amici come prima? -.

James sorrise, sentendo un nodo molto sgradevole sciogliersi e liberare (almeno in parte) il peso che sentiva in fondo allo stomaco:- Certo -.

Marlene sorrise, poi interloquì:- Allora...finale contro i Serpeverde, quindi? -.

- Così sembrerebbe. Ma è quasi sempre così, alla fine, perciò non bisognerebbe stupirsi più di tanto. L'odio reciproco è talmente tanto profondo che Grifondoro e Serpeverde sembrano sempre non aspettare altro che giocare avversarie in finale – affermò James e Marlene rise piuttosto forzatamente.

James la guardò, rendendosi conto dello sforzo fin troppo pronunciato nella risata di Marlene:- Lo so, anche io sono preoccupato per Lily -.

Marlene si incupì:- Vorrei scriverle, ma non credo che sarebbe una buona idea. Voglio dire, probabilmente, aspettando che la lettera arrivi a casa di Lily, che lei risponda e che la lettera di risposta giunga ad Hogwarts, Lily sarebbe già tornata -.

James sapeva che Marlene aveva ragione, eppure nei giorni precedenti aveva avuto l'impulso di scriverle, pur sapendo che sarebbe stato inutile. In quel momento avrebbe voluto solo andare da lei, poterle parlare, consolarla in qualche modo. Forse fare anche qualcos'altro, ma non era il caso di approfondire ciò.

 

 

Lily Evans guardò la sua amica con attesa.

Carol la osservò, indifferente:- Sei così fiduciosa delle mie capacità? Rilassati -.

Posò la sua carta. Un tre di denari.

Lily sospirò di sollievo: finora, nessuno era ancora riuscita a batterla a bridge.

Certo in teoria si sarebbe dovuto giocare in quattro, ma, dato che Lily più volte nella sua vita si era ritrovata a non trovare altre tre persone disposte a giocare con lei (consce dell'inevitabile perdita a cui sarebbero andate incontro) aveva modificato leggermente qualche regola, permettendo anche partite da due o tre persone. Comunque, dovevano esserci sempre due fazioni nel bridge, checché si cambiasse delle regole. Quando erano in tre i giocatori, normalmente Lily decideva di stare in squadra da sola: avrebbe vinto comunque.

Ora, comunque, a giocare erano solo lei e Carol.

- Ero perfettamente fiduciosa delle mie capacità – ribatté Lily e Carol alzò gli occhi al cielo:- Sbrigati -.

Lily indugiò un attimo, poi, giocò la sua carta. Continuarono a giocare per almeno mezz'ora fino a quando Lily, prevedibilmente, vinse.

Carol la guardò male mentre riponevano le carte e notò pensierosa:- Sai, sto iniziando a pensare che l'ipotesi avanzata anni fa da Ricky sul tuo barare non sia del tutto infondata -.

- È semplice invidia – ribatté Lily, poi, accorgendosi di somigliare tremendamente a James, cambiò tono:- Grazie comunque Carol, sul serio. In questi giorni...non so come...-.

Carol la interruppe quasi immediatamente:- Non ce n'è bisogno, sul serio. Io ti voglio bene -.

Lily sorrise forzatamente e poi si costrinse a parlare, almeno a Carol, di una possibilità da attuare a cui pensava da settimane, ma che ora, dati i recenti avvenimenti, le sembrava più probabile che mai:- Sto pensando di lasciare Hogwarts, Carol -.

La sorpresa fu troppo grande perché Carol potesse contenersi.

- Come?!- esclamò la bionda sgranando gli occhi, scioccata. Lily sospirò.

- Carol, io...-

- Tu ami Hogwarts! – disse Carol guardandola sconvolta e Lily proseguì:- Certo Carol, ovviamente amo Hogwarts. Ma amo più la mia famiglia di qualche ammasso di pietra. Stavo già pensando da settimane di tornare a casa: la mia famiglia non è al sicuro e potrei cercare di proteggerla in qualche modo rimanendomene a Parkes Yellow. Potrei proteggere anche te, forse. Inoltre, mio padre ha un tumore...-.

 

- È per quello che ha detto Petunia, non è vero? - chiese Carol ribollente di rabbia (Lily aveva raccontato a Carol dell'episodio con Petunia proprio la sera precedente).

Lily non confermò né smentì:- Non è solo per quello, come ti ho già detto è da settimane che...-.

- Lily, è stata Petunia ad avere torto!Lei non doveva dirti quelle cose, è stata crudele...- stava dicendo Carol, ma la sua amica la interruppe:- Non sto giustificando Pertunia, Carol. Sono maledettamente arrabbiata con lei e penso anche io che non si sarebbe dovuta permettere di dire quelle cose. Ma quelle cose, che mi piaccia o meno, sono vere. Io non ci sono...se accadrà qualcosa di davvero serio io non ci sarò e non mi sentirò in colpa perché me l'avrà detto qualcuno e non l'avrò scoperto di persona, ma perché sarà effettivamente una mia colpa -.

 

Carol la guardò qualche momento, poi scosse la testa, prendendole la mano e mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio:- Lily, non puoi lasciare Hogwarts, chiaro? Io... Lily, io ti conosco e so che tendi sempre a mettere il bene degli altri prima del tuo, ma in questo caso non puoi permetterti di farlo -.

 

- Hogwarts è la tua casa, è vero, e un posto in cui ci sono molte persone a cui vuoi bene, ma è prima di tutto un posto in cui ti puoi sentire te stessa e fare ciò che ti piace e nel quale sei brava davvero, stare qui, a Parkes Yellow, vivendo come una babbana, sarebbe quasi peggio che un reato. E non sto esagerando.

Negheresti te stessa e non devi farlo, perché io adoro Lily Evans. É la persona più forte che io abbia mai conosciuto e privarsi della sua vera identità sarebbe un male non solo per sé stessa, ma anche per tutte le persone che la circondano. Credi davvero che tua madre e tuo padre sarebbero felici sapendo che tu lasci Hogwarts?Probabilmente sarebbe per entrambi peggio che avere un cancro -.

Lily trasalì, colpita da quelle parole dure seppur forse vere, ma Carol continuò:- E dal punto di vista pratico, ti ricordo che Hogwarts è anche il tuo futuro. Se tu non finisci questi fottutissimi quattro mesi che ti mancano per terminare gli studi, non potrai nemmeno trovare un lavoro. E la guerra non finirà tanto presto Lily, perché tu possa riconsiderare l'idea di terminare Hogwarts -.

- Non puoi...non puoi lasciare scivolare via la tua vita semplicemente perché gli altri hanno bisogno di te. E comunque, pensi seriamente che se stessi qui riusciresti a salvare i tuoi genitori?Saresti solo una diciottenne con una bacchetta che non ha nemmeno terminato gli studi, una diciottenne nata babbana che senza l'aiuto di nessuno i Mangiamorte, i quali certamente non verrebbero in pochi, farebbero fuori in tre secondi. Basta, Lily. Non ti puoi privare di te stessa perché credi di potere fare del bene a qualcun altro -.

Lily tacque qualche momento, visibilmente colpita dalle parole di Carol: Carol era solita essere schietta, ma non così tanto.

Poi si riscosse:- Forse...forse hai ragione, io...io devo pensare -.

Carol annuì, poi si avvicinò, abbracciando l'amica.

Lily la guardò.

- Non è un momento per gli abbracci, vero? - chiese Carol, intuendolo, e l'amica annuì.

Carol propose staccandosi:- Un'altra partita a bridge? -.

- Allettante, ma sono stanca. Sono stata in ospedale da questa mattina alle otto – ribatté Lily, dirigendosi verso le scale. Carol la seguì.

Quando Lily fu sotto le calde coperte del suo letto, con Carol al suo fianco, ripensò alla conversazione di quel giorno con sua madre.

TREDICI ORE PRIMA...

- Potrei cucinare qualcosa – propose Anne mentre usciva dall'ospedale, seguita dalla figlia. C'era la pausa fino alle due del pomeriggio per le visite e entrambe le rosse avevano fame.

- Siamo appena di fianco a Stars – fece notare Lily, accennando al bar che era aperto da quando Lily aveva tre anni.

Anne acconsentirono e così dopo poco entrarono nel locale stabilito.

Ordinarono due panini e per un po' non discussero di niente che riguardasse suo padre e/o la situazione attuale, ma parlarono unicamente degli ultimi tempi a scuola di Lily.

Lily si era sentita così logorroica poche volte nella sua vita, doveva ammetterlo, ma non poteva smettere di parlare, perché poi avrebbero toccato un tasto dolente e l'ultima cosa che desiderava in quel momento era litigare con sua mamma.

Però, quando arrivò il dolce, l'argomento fu inevitabile. Fu sua mamma a tirarlo fuori:- So che sei arrabbiata, Lily -.

Lily si affrettò a negare, davanti all'espressione dispiaciuta e stanca di sua madre:- No, mamma, non sono arrabbiata, io... -.

- Lo so, Lily. E voglio dirti che mi dispiace davvero di non avertelo detto prima, sai che ti dico sempre tutto, ma io...speravo davvero che migliorasse e non volevo preoccuparti inutilmente...ma quando mi sono... - qui la sua voce si incrinò, ma continuò:- Quando mi sono accorta che la situazione era più grave del previsto, ho deciso di scriverti. Mentirti nella lettera è stato stupido, me ne rendo conto, ma avevo paura che ti saresti arrabbiata con me e in quel momento...ultimamente non sono proprio sempre in me, Lily. Non nella me responsabile, voglio dire. Mi dispiace davvero -.

- Mamma....- fece Lily alzandosi e sedendosi accanto a lei, per poi stringerla in un abbraccio:- Va tutto bene. Non sono più arrabbiata. Io...ti voglio bene -.

- Anche io, amore -disse Anne iniziando a singhiozzare, mentre Lily le dava dei colpetti sulla schiena e la stringeva più forte, i suoi pensieri rivolti a Dio.

 

FINE FLASHBACK

Lily chiuse gli occhi, ma, tutt'altro che stranamente, non si addormentò immediatamente. E quando ciò accadde, ancora più prevedibilmente, il suo sonno fu popolato da terribili incubi.

Ormai era quasi sicura che per un po' non se ne sarebbero andati, ma pazienza. Ci avrebbe fatto l'abitudine, supponeva.

Il mattino dopo, quando, completamente sudata, si ritrovò di fronte Carol, la quale stava ancora dormendo, esausta per i continui e bruschi risvegli nel corso della notte appena trascorsa.

Ripensò alle parole dell'amica per un bel po', quando concluse che aveva ragione.
Era stata una tale stupida a pensare di lasciare Hogwarts. Ora, poi! A quattro mesi dalla fine dell'anno scolastico! Non avrebbe avuto proprio senso...

Sperava solo di non pentirsene.

 

 

 

Emmeline si stropicciò gli occhi, fissando le tende blu e argento che attorniavano il suo letto. Non era più molto abituata a dormire nel dormitorio di Corvonero, ora ci dormiva si e no tre volte al mese.

Guardò l'orologio. Erano solo le sei. Sbuffando, si alzò, conscia del fatto che non si sarebbe più addormentata.

Le altre ancora dormivano. Meglio. Emmeline non aveva alcuna voglia di parlare con loro.

Fece una rapida doccia e si vestì in fretta, poi, afferrando le proprie cose, si diresse al Campo di Quidditch, con l'intenzione di studiare sugli spalti in solitudine.

Quando arrivò, però, scoprì di non essere sola.

James era lì, sulla sua scopa, che lanciava il boccino dall'altra parte del campo, tentando di afferrarlo. L'aria gli scompigliava i capelli e in quel momento nessuno avrebbe potuto negare il suo fascino, nemmeno Emmeline, sebbene la ragazza usualmente non ne fosse particolarmente attratta.

Sembrava molto frustrato e Emmeline non faceva fatica a capire perché.

Era lo stesso motivo per il quale lei era così nervosa...o, almeno, uno dei motivi.

- Sai che tutto questo è completamente inutile, vero? - chiese Emmeline.

James prestò l'attenzione alla ragazza dall'alto dei suoi venti metri da terra, sorpreso, mentre lei accennava al boccino (che al momento si trovava dall'altra parte del campo).

- No, invece. E anche con tutta la buona volontà possibile, non riuscirei a trovare un avversario quantomeno decente alle sei e mezza del mattino – rispose James scrollando le spalle.

Emmeline si avvicinò, alzando la mano:- Eccone uno -.

James sorrise:- Carino da parte tua, Emmeline, ma non ti ci vedo proprio a giocare a Quidditch -.

- Non essere così malfidente – replicò la ragazza, per poi aggiungere:- Allora, ci stai? Prendo una scopa e mi unisco? -.

Un attimo di esitazione, poi James annuì.

- Sei capace ancora di volare? Sai, è dal primo anno che non facciamo lezioni di volo – le gridò dietro James mentre lei (ignorando la provocazione di lui) si dirigeva a grandi passi verso lo spogliatoio femminile, per poi tornare dopo poco con un manico di scopa tra le mani.

Emmeline salì a cavalcioni sulla scopa, per poi sfrecciare in alto, fino ad arrivare di fianco a James in pochi secondi.

Il Malandrino la guardò, sinceramente sorpreso:- Ci hai messo pochissimo –.

- Ti avevo detto di non dubitare di me – replicò Emmeline con un sorriso, per poi aggiungere:- Vedo che c'è ancora il boccino, là...scommettiamo dieci sterline per chi lo prende? -.

James la guardò con un sopracciglio inarcato:- Chiariamo le cose, Emmeline, io adoro vincere, ma così sarebbe troppo facile e disonesto. Ti ricordo che, bravura e talento a parte, sono Cercatore e Capitano della squadra di Quidditch -.

- Bene, cinque sterline?- propose Emmeline.

Il moro scosse la testa tre sé e sé, divertito, poi accettò:- Va bene. Al mio via partiamo, preparati...VIA! -.

Entrambi sfrecciarono in direzione del boccino, che al momento si trovava vicino a uno degli anelli.

James stava quasi per acchiapparlo, quando delle dita di Emmeline, troppo lontane per afferrare l'oggettino dorato ma abbastanza vicine da porterlo toccare, lo spinsero lontano da lui.

La guardò irritato, mentre il boccino cambiava traiettoria.

James lo seguì e ci vollero almeno venti minuti prima che riuscisse ad acchiapparlo, battendo così Emmeline.

Che l'avrebbe battuta era fin troppo prevedibile, ma James era rimasto comunque colpito.

Mentre scendevano a terra, James le chiese curioso e sbalordito allo stesso tempo:- Perché diavolo non hai mai giocato nella Squadra di Quidditch di Corvonero? -.

Emmeline scrollò le spalle, mentendo (almeno in parte):- Non mi è mai interessato fare parte di una squadra. Mi dispiace un po', ora, però -.

- Be', sei brava, comunque. Quasi più brava di Sirius, oserei dire, e lui è nella squadra da alcuni anni – si complimentò James, per poi aggiungere:- A questo proposito, ti sarei davvero grato se non glielo dicessi -.

Emmeline annuì, comprensiva.

La colazione non veniva servita prima delle sette e mezza, perciò giocarono ancora un po', per poi decidere di stendersi sul prato, in mezzo al campo di Quidditch.

Quella mattina il cielo era coperto da nubi e il temporale sembrava ormai prossimo.

Infatti, una goccia elegante bagnò il naso di Emmeline, la quale si alzò:- Sarà meglio andare, se non vogliamo inzupparci come dei pulcini bagnati -.

Si incamminò verso il castello, quando si accorse che il moro non la stava seguendo.

Si voltò:- Tu non vieni? -.

- Tu vai, ti raggiungo tra poco – replicò James sicuro. Emmeline annuì, poi si dileguò.

James stette a fissare il cielo per almeno un quarto d'ora, fino a quando non fu completamente zuppo.

A quel punto, seppur con fatica (non si sarebbe mai voluto alzare da quel prato), ritornò al Castello.

Tirò fuori la mappa dalla tasca. Gazza e Mrs Purr erano abbastanza lontani perché il custode potesse vederlo, insultarlo e pregare la Mcgranitt affinché ricevesse una punizione, dal momento che aveva commesso l'orrendo reato di inzuppare un corridoio (Che reato capitale, pensò James sarcastico).

Entrò, ma guardando la mappa non si era accorto (da vero idiota) del puntino che si avvicinava all'Ingresso con l'etichetta di Severus Piton.

Quest'ultimo lo accolse con un'espressione tutt'altro che amichevole:- Potter, hai così bisogno di pavoneggiarti da uscire dal castello di prima mattina con l'unico scopo di bagnarti affinché le bambine del primo anno ti possano trovare attraente? -.

-Mocciosus, perché non mi imiti? Avresti proprio bisogno di una doccia – replicò James pungente e aggiunse, oltrepassandolo:- E ora, se vuoi scusarmi, vado a fare qualcosa di cui tu non conosci nemmeno l'esistenza: si chiama...- qui scandì bene le sillabe:- La-var-si -.

Piton diventò rosso dalla rabbia ed esclamò estraendo la bacchetta:- Stupeficium! -.

James, totalmente impreparato, si ritrovò schiantato contro le colonne di marmo dell'Ingresso, con un punto imprecisato (almeno per il momento) della testa che pulsava terribilmente.

Estrasse la bacchetta dalla tasca, pensando con forza:- Oppugno! -.

Uno stormo di uccelletti tutt'altro che dolci si avventò su Piton, mordicchiandolo.

James rise.

Poi, ci fu un lampo di luce e gli uccellini smisero di tormentare Piton. James si girò contrariato verso il lampo di luce, per scoprire con orrore che era Remus:- James, sei un idiota!Dovresti essere Caposcuola! -.

- Lunastorta, è stato lui a... - stava dicendo James difendendosi, ma Remus lo interruppe:- Non mi interessa -.

Piton fece per puntare la bacchetta contro i due, ma Remus lo ammonì:- Non ti conviene, Piton. Non conviene a nessuno dei due continuare a duellare, perché giuro che vi basta solo un altro incantesimo e poi vado di filato dalla Mcgranitt -.

Piton guardò Remus con odio e lo stesso fece con James. Quest'ultimo ricambiò lo sguardo a Piton, mentre Remus lo afferrava per un braccio:- Andiamo -.

Remus rimase insolitamente silenzioso per tutto il tragitto fino al loro dormitorio, poi, una volta arrivati, esplose:- SEI UN EMERITO IDIOTA!Ma cosa cazzo ti passa per la testa? -.

- Piano con la volgarità, Lupin. Di prima mattina, poi – commentò Sirius accigliato uscendo dal bagno, per poi aggiungere:- Che cosa è successo? -.

- L'idiota qui presente... - Remus accennò a James, aggiungendo:- Stava duellando nell'Ingresso con Piton -.

- Fantastico, quindi?- chiese Sirius non capendo. Riuscì per poco a schivare il pugno di Remus.

- Non ti facevo così manesco, Lunastorta!- esclamò Sirius falsamente scandalizzato.

- Non è divertente – insistette Remus.

- Piton, cosa...?- domandò Peter assonnato e Sirius alzò gli occhi al cielo:- Torna a dormire, Pete. Hai lezione alle nove, oggi. Con me. Perciò ti sveglio io più tardi e facciamo colazione nelle cucine -.

Peter annuì assonnato, richiudendo gli occhi.

James si portò una mano alla testa e Remus esclamò ancora più indignato di prima:- E oltretutto il coglione si fa pure male! -.

- Remus per favore piantala di urlare, ho male alla testa! Comunque, per la cronaca, è stato lui a colpirmi per primo – disse James, mentre Remus appellava del ghiaccio che si depositò sulla testa di James, in un punto dove dopo pochi giorni ci sarebbe stato un enorme bernoccolo.

James si lasciò sfuggire un gemito, poi ringraziò, provando sollievo:- Grazie, Rem -.

Remus sospirò, trattenendo la risposta acida che aveva in mente perché, dopotutto, sapeva che James non stava bene in quei giorni.

- Lunastorta, che ore sono? - domandò Sirius e Remus alzò gli occhi al cielo, esasperato:- Sirius, non pensi che sia l'ora di comprarti un orologio, invece di continuare ad assillare me allo scopo di conoscere l'ora come fai da sette anni a questa parte? -.

- Invece di continuare a dire cose stupide, potresti rispondere alla mia domanda, per favore? - chiese gentilmente Sirius, sedendosi su una sedia.

- Le otto. E poi, James, sei completamente bagnato...- continuò Remus, ma si interruppe:- Cazzo, sono le otto!Sono in ritardo! -.

Afferrò la propria sacca, uscendo in fretta.

- Non c'è di che! - gli gridò dietro Sirius, mentre Remus lo mandava mentalmente al diavolo.

James si avviò verso il bagno, mentre Sirius si sedeva nel posto occupato precedentemente da Remus con in mano un sacchetto di gomme bollenti.

- Sirius! - urlò James uscendo dal bagno con un rotolo di carta igienica vuoto tra le mani. Sirius sfoderò il suo miglior sorriso.

 

 

 

Severus Piton aprì il suo libro di Antiche Rune, di cattivo umore. Lo era stato la sera prima, e anche quando si era svegliato...e di certo l'incontro con Potter non aveva migliorato il suo umore.

Mentre il professor Green si preparava ad un esauriente lezione sugli usi di una lettera dell'alfabeto che era opzionale nelle Rune Antiche (maledettamente interessante, pensò sarcasticamente Severus).

In quel momento, Remus Lupin entrò affannato in classe, tenendosi le ginocchia:- Buongiorno, professore. Mi scusi per il ritardo, ho avuto un contrattempo...-.

- Niente scuse, Lupin. Cinque punti in meno a Grifondoro e ora siediti – disse impaziente Green.

Severus pensò che forse la giornata stava assumendo una lieve svolta positiva.

Green, un uomo dai capelli rossi, anziano e decisamente sovrappeso, odiava essere interrotto. Non che ci fosse poi molto da spaventarsi (non aveva mai dato una punizione, da che qualcuno ricordasse), ma era sempre consigliabile arrivare alle sue lezioni puntuali.

Ora, teoricamente, Severus sapeva che non avrebbe dovuto attaccare James Potter quella mattina e che la sua non era stata una decisione saggia.

Ma vedendo il volto di Potter - che, da quanto Severus aveva potuto osservare, passava un sacco di tempo in compagnia di Lily Evans, ultimamente – non aveva resistito.

E a proposito di Lily, dove diavolo era?

Aveva notato la sua assenza alle lezioni degli ultimi giorni, ovviamente, ma aveva semplicemente pensato fosse malata.

Era strano che non si presentasse neanche quel giorno a lezione. Non era da Lily non venire per vari giorni di fila a lezione.

In quel momento, Mulciber lo chiamò e Severus si riscosse dai suoi pensieri.

 

 

Lily saltò il pranzo. Suo padre insistette perché andasse a mangiare, ma alla ragazza non andava di lasciare suo padre da solo.

In teoria ci sarebbe stata una pausa nell'orario delle visite, ma le infermiere chiusero un occhio e Lily fu loro grata.

Stava trascorrendo ogni minuto che poteva con suo padre ed erano d'accordo che quando se ne sarebbe andata si sarebbero tenuti in stretto contatto.

Lily, comunque, quella mattina- dopo ore di tormenti e di pensieri insistenti- era arrivata a un compromesso con sé stessa: finché suo padre sarebbe stato in ospedale, avrebbe passato ogni fine settimana a casa. I professori non avrebbero potuto prendersela con lei: non avrebbe saltato delle lezioni e si sarebbe impegnata a studiare anche a casa. Era sicura che Silente avrebbe accettato la sua richiesta. Be', quasi sicura.

Rimase in ospedale fino alle sette, quando sua madre era già andata via da un'ora con Petunia ( Anne aveva avuto una forte emicrania – le veniva spesso, negli ultimi tempi - e Petunia si era offerta di riaccompagnarla a casa).

A quel punto, Lily si congedò da suo padre con un bacio sulla fronte.

Quando uscì dall'ospedale, una sorpresa la attendeva: Ricky Williams se ne stava appoggiato alla sua vespa nera, con un casco in testa e un'altro tra le mani.

- Ciao – salutò Lily colta alla sprovvista, aggiungendo:- Che ci fai qui? -.

- Volevo proporti di mangiare da qualche parte, sai – disse Ricky in una richiesta implicita.

Lily indugiò, saltellando sul posto:- Non saprei, mia madre... -.

Ma poi fu il suo stomaco a parlare, consapevole del fatto che probabilmente sua madre non aveva cucinato assolutamente nulla, date le condizioni in cui si trovava al momento.

- D'accordo, grazie – accettò Lily afferrando il casco che lui le porgeva e chiese mentre se lo allacciava, ancora dubbiosa:- Dove vuoi andare a mangiare? -.

- I miei hanno preparato una grigliata da portare a dei loro amici per una cena di compleanno, ma hanno lasciato una buona parte del cibo a casa, così... – stava spiegando Ricky e Lily sospirò affamata, salendo sulla vespa:- Non dire altro -.

Si aggrappò a Ricky, mentre lui partiva ridendo.

Il vento le sferzò il viso, aiutandola a risvegliarsi in una maniera stranamente eccitante e che le restituì po' di vita. E un po' di colore, anche.

- Vedo che l'hai lavata, complimenti. Miracolo – commentò Lily ad alta voce per superare di tonalità il rombo della moto. Ricky sbuffò, replicando:- Non rompere le scatole, Lily -.

Lily sorrise, poi osservò Parkes Yellow che si estendeva intorno a lei.

Le stradine acciottolate, le rose gialle presenti ovunque...tutto sembrava sfrecciarle vicino e scivolare via, lontano da lei.

Avrebbe voluto continuare quel giro in moto per ore, ma dopo solo venti minuti furono a casa di Ricky, purtroppo.

Quando però si ricordò che lì l'attendeva una grigliata, Lily fu straordinariamente contenta di essere arrivata. La ragazza telefonò a sua madre, avvisandola che sarebbe tornata più tardi, dopodiché apparecchiarono velocemente nel tavolo sotto il portico. Infine, iniziarono a mangiare.

Lily assaggiò un pezzo della sua salsiccia, gustandosela soddisfatta.

- Sbaglio o avevi fame? - osservò lui, i morbidi capelli castani che ricadevano di fianco ai suoi occhi.

- Sbaglio o stai infilando una mano nel ketchup? - chiese Lily divertita, mentre l'amico si accorse che la rossa aveva ragione. Si affrettò ad asciugarsi la mano con un tovagliolo.

- Imbranato – borbottò Lily con un sorriso. Non era neanche poi così forzato.

Stare con Ricky e con Carol la faceva sempre sentire meglio, sebbene, ora come ora, non riuscisse veramente a stare bene.

- Allora, mi è venuto in mente che ieri, sebbene tu l'abbia nominato varie volte, non ti ho nemmeno chiesto come sta Scott***... -

- Oh, alla grande, è un idiota come al solito. Hey, Michelle ha un nuovo ragazzo, sai? É abbastanza insopportabile, a dire il vero, pensa che... -.

 

 

 

- Sirius, potresti stare sfamando una nazione – commentò Remus osservando sconvolto il piatto di Sirius, ancora più pieno del solito.

Era ricoperto da patate, salsicce, pollo, bistecca di manzo, cipolle, fagioli, formaggio e miele.

- Sono solo alla prima portata, Remus – gli ricordò Sirius, per poi ingurgitare un boccone di pollo.

Remus continuò a guardare il piatto di Sirius, schifato:- È questo che mi preoccupa. Starai male, vedrai. E poi, si può sapere da dove diavolo l'hai preso, il miele? Non lo vedo da nessuna parte! -.

- Remus, lasciami mangiare in pace. Sai come si dice, no? Il pasto è il momento più importante della giornata – replicò leggero Sirius, masticando un pezzo di salsiccia.

Remus alzò gli occhi al cielo:- È:”La colazione è il pasto più importante della giornata”, Felpato -.

- Non ti sto ascoltando – gli fece notare Sirius, per poi riprendere a mangiare.

Anche Remus iniziò a mangiare dal suo piatto, decisamente più appropriato e che non gli avrebbe causato un biglietto diretto per l'ospedale. Da anni, Remus si chiedeva come facesse Sirius a mangiare quelle quantità assurde di cibo e stare bene.

- Tutto bene, James? - chiese Remus osservando il Capitano della Squadra di Quidditch, che lo guardò, scuotendosi da una momentanea trance nella quale aveva giocato con la forchetta e fissato le sue patate:- Uh...cosa? -.

Remus sospirò, posando il suo cucchiaio:- Ho detto: tutto bene? -.

- Ehm...no, non proprio. Non ho molta fame, a dire il vero. Ci vediamo più tardi nel dormitorio... – salutò James alzandosi e dirigendosi a grandi passi fuori dalla Sala Grande.

- Io non lo capisco – si lasciò sfuggire Sirius.

- Come? - chiese Remus inarcando un sopracciglio.

-Voglio dire, è normale che sia preoccupato per Lily. Anche io lo sono, ovviamente, ma caso mai dovrebbe mangiare di più. Davvero non lo capisco -.

Remus gli diede una pacca consolatoria sulla spalla:- Io ti capisco fin troppo bene, Sirius, il che mi deprime soltanto -.

- Come?- domandò Peter, troppo preso con il suo piatto di risotto per prestare attenzione ai suoi amici prima di quel momento.

Remus alzò gli occhi al cielo:- Niente, a dire il vero -.

- Neanche io ho capito bene, se devo dirla tutta. Puoi spiegarmi, Lunastorta?Hey...Lunastorta, ma mi ascolti? -

- No – rispose deciso Remus prendendo un'altra cucchiaiata di zuppa.

La sua preferita, alle cipolle.

Marlene si sedette al loro tavolo, comparendo bruscamente di fronte a loro.

- Buonasera – salutò Remus sorpreso e Marlene salutò cupamente:- Ciao. Sirius, mi passi la salsa? -

- Davvero me lo stai chiedendo?-

- Rettifico: Remus, mi passi la salsa?- sbuffò Marlene, per poi ringraziare e afferrare la salsiera che Remus le porgeva.

Marlene mangiò nervosa qualche boccone di pollo, poi guardò il piatto di Sirius:- Sirius, quanto cavolo di roba mangi? -.

E se glielo diceva Marlene Mckinnon, c'era sicuramente un problema. Ma Sirius ovviamente, all'osservazione di Marlene, scrollò le spalle, ingozzandosi di uova.

 

 

 

Ricky Williams non era particolarmente bello.

Non era brutto, certo, e chi avrebbe mai osato pensarlo?

Era carino, ma nulla di speciale. Nemmeno paragonabile a Sirius, ovviamente.

Era molto alto e non troppo in forma, anche se non sovrappeso.

Aveva dei capelli castani piuttosto graziosi, naturalmente. Aveva degli occhi molto belli, però: verde scuro con delle pagliuzze dorate all'interno.

Ricky era un tipo estremamente socievole, ma molto riservato. Parlava con tutti ma non raccontava niente di sè a nessuno. O meglio, quasi a nessuno. Le uniche persone con cui avesse mai confidato qualcosa (il che, anche con loro, consisteva in molto poco) erano Scott (il suo migliore amico) e Lily.

Era un tipo per niente schizzinoso, caratteristica che era apprezzata molto da Evans.

Ricky era abbastanza paziente, sebbene nutrisse una rabbia aggressiva-passiva certamente non salutare, che lo faceva esplodere di tanto in tanto nei momenti meno opportuni.

Ricky era però (nonostante le apparenze) straordinariamente comprensivo, un buon consigliere ed ottimo ascoltatore.

Era anche molto onesto e, sebbene a volte potesse sembrare di primo acchito un ragazzo insensibile, era l'esatto contrario.

 

La sua lealtà era sconfinata: Lily non si sarebbe mai scordata di quando due anni prima, l'aveva chiamata alle due di notte per andare a coprire di panna montata la moto della ragazza che aveva tradito Scott e di intasare di olio il rispettivo motore.

Era anche riflessivo, Ricky. Poche volte agiva d'impulso: era una persona che si metteva sempre a riflettere a lungo sulle possibili conseguenze delle proprie azioni. Un po' come Emmeline.
Difatti Lily era sempre indecisa se smistare – si, perché lei si divertiva spesso a smistare mentalmente le persone babbane che conosceva nella Casa di Hogwarts che secondo lei era adatta a loro - Ricky tra i Corvonero (a causa del suo seguire sempre la ragione) o tra i Tassorosso (per la sua onestà, la sua pazienza e la sua comprensione).

Anche se, a dire il vero, Ricky non era esattamente un secchione e non era nemmeno poi così gentile.

Be', di certo con Lily e i suoi amici lo era abbastanza (più o meno), ma non era proprio un tipo che va in giro a regalare dolci e biscotti alle vecchiette.

Oh, Ricky e i biscotti. Se qualcuno non vuole morire in pochi secondi, è consigliabile per quel qualcuno di non prendere un biscotto di Ricky Williams.

Seriamente, quel ragazzo amava i biscotti.

Lily si ricordava ancora (provando dei brividi) di quando una volta, a dodici anni, gli avesse chiesto se poteva prendere uno dei suoi biscotti al cioccolato.
Se lo ricordava come se fosse ieri. Ricky le aveva lanciato uno sguardo omicida, le sue mani tremavano e la rossa si era chiesta se avesse mai provato così paura nella sua vita.

Poi, Ricky aveva chiuso le mani, aveva preso un respiro profondo e aveva detto con aria rilassata:- Vorrei mangiarli solo io, Lily, va bene? -.

Lily aveva annuito, spaventata. Perciò mai, mai prendere uno dei biscotti di Ricky Williams ( che erano cucinati personalmente da lui)

Perciò quando, dopo un'ora che avevano terminato la grigliata - ora si stavano trattenendo a tavolo giocando a bridge e bevendo birra -, Ricky venne da lei con un piatto di biscotti ai lamponi e al cioccolato, Lily non ci poteva credere.

- Ricky, stai bene? - chiese la rossa, perplessa.

Ricky la guardò sorpreso:- Si, perché?-.

- Mi hai appena offerto i tuoi biscotti!- esclamò Lily scioccata. Si sarebbe stupita meno se Ricky si fosse messo a ballare nudo dentro un cubo con le sbarre.

- Non tutti, ovviamente – ribatté lui con ovvietà, risedendosi sulla sedia. Ma Lily non smetteva di fissarlo come se avesse appena visto Merlino in persona.

Williams si sentì a disagio:- Cosa c'è che non va?-.

- Non credo che tu te ne ricorda, ma sei anni fa ti ho chiesto un biscotto e tu per poco non mi picchiavi – fece notare Lily con voce sorprendentemente acuta.

Poi capì. E si sentì malissimo.

- Si tratta di compassione, non è vero? - chiese Lily con una punta di fastidio. Sapeva che Ricky le voleva bene, ma la compassione era una delle cose che sopportava meno al mondo e lui avrebbe dovuto saperlo.
Ricky scosse la testa:- No, si tratta semplicemente del fatto che siamo amici e, di conseguenza, mi dispiace se sei triste. E i miei biscotti sono ottimi, perciò questa è l'occasione per farli provare almeno una volta a qualcuno. Tranquilla, tranne che in occasione di altri momenti di vera depressione, non ne assaggerai più -.

Lily sorrise, rincuorata. Afferrò un biscotto e addentò un morso.
Subito i sapori di lamponi e cioccolato insieme la avvolse, inebriando il suo palato con il loro gusto e le sue narici con il loro profumo.

Da tempo non mangiava niente di così buono. Chiuse gli occhi, assaporandolo, poi domandò:- Hai mai pensato di fare il cuoco? -.

- Ieri stavo cucinando e ho quasi bruciato un fornello -

- Be', il pasticciere allora – replicò Lily come se fosse ovvio, perché un talento del genere non poteva essere sprecato. Ma anche questa volta Ricky scosse la testa, divertito:- Ieri stavo cucinando una torta -.

- Oh – Lily indugiò un attimo, poi annunciò:- Va bene, allora sarai senza dubbio un biscottiere -.

- Se fossi un biscottiere, che non esiste, tra parentesi, si suppone che dovrei fare i biscotti per altre persone, e io, tranne che in occasioni speciali per persone speciali, mi rifiuto di offrire anche solo una briciola di uno dei miei biscotti a qualcun altro che non sia il mio stomaco – ribatté Ricky.

Probabilmente chiunque riderebbe di fronte a un'osservazione del genere, non ritenendo che Ricky stia parlando sul serio, ma Lily annuì convinta, perché mai si doveva contraddire il suo amico quando parlava di biscotti.

Lily giocò la sua carta e Ricky la guardò male:- Perché vuoi sempre vincere? Sei una persona insopportabile, sai? -.

Mostrò le sue carte e Li,ly sorrise vittoriosa.

- Potrei essermi sbagliato. Non so se sei degna di mangiare i miei biscotti – le disse lui falsamente offeso.

Era incredibile da come Ricky potesse passare dai più svariati toni e si capisse con difficoltà se scherzasse o meno.

Lily questa volta non lo capì, infatti fece degli occhioni così dolci che spinsero Ricky a darle un affettuoso e lieve scappellotto sulla testa:- Smettila subito. Il tuo sguardo è fastidioso -.

Lily fece una faccia indignata, poi rise. Esitò, poi:- Un'altra partita? -.

- A che scopo?Mi batterai -

- Dai...-

-Va bene – sospirò rassegnato il ragazzo, ma parve anche lui piuttosto allegro alla prospettiva di giocare una nuova partita.

Lily si servì un altro bicchiere di birra:- Vuoi? -.

- Si, grazie – rispose lui mentre lei gliela versava. Dopodiché, Ricky la bevve quasi in un sorso.

Lily lo guardò disgustata:- Non capirò mai come fai a reggere così bene l'alcool. Non penso di averti mai visto ubriaco, e ti ho visto bere tre bicchieri e mezzo di Vodka. Questo non è umanamente possibile -.

Williams si limitò a scrollare le spalle, mentre Lily distribuiva la carte.

- Perché devi sempre fare tu il mazziere? - osservò lui con tono lamentoso. Lily alzò gli occhi al cielo:- Fallo tu, se vuoi -.

- No, non ho voglia – rispose Ricky.Lily lo mandò al diavolo, per poi finire di consegnare le carte.

- Bene, Williams, a te la prima mossa – lo incoraggiò Lily. Quanto adorava giocare a bridge.

Quella sera, il tempo era magnifico. Certo, c'era un po' freddo (Ricky aveva prestato a Lily una sua felpa che alla rossa stava decisamente grande, ma le teneva caldo), ma l'aria era leggera e c'erano le stelle in cielo, sebbene Lily, a causa del portico, riuscisse a scorgere la volta celeste solo in parte.

Giocò la seconda mano, ma poi Ricky le chiese improvvisamente:- Lily, tu stai già pensando a cosa fare dopo avere finito gli studi? So che abbiamo ancora due anni, ma...-.

- In realtà, la mia scuola finisce un anno prima del liceo di qui. Questo è il mio ultimo anno – rispose Lily. Non poté fare a meno di notare il leggero sorriso che si dipinse sulle labbra di Ricky. Il sorriso però scomparve subito, esclamando e forse decidendo che sorridere non era la cosa più appropriata da fare in quel momento:- Questa però è un'ingiustizia! -.

- Piano. Io ho un anno in meno, ma a differenza vostra ho degli esami tutti gli anni, in particolare uno molto importante al quinto e al settimo. Alla fine non siamo preparati meno di voi – disse Lily, mentendo in parte. Perché paragonare i suoi studi con quelli babbani era decisamente un po' azzardato.

- Oh, allora cosa farai l'anno prossimo? - chiese incuriosito lui.

Lily avrebbe voluto rispondergli che non era sicura e cambiare l'argomento in fretta come faceva con tutti, ma, inspiegabilmente, la sua bocca iniziò a raccontare tutto ciò che l'assillava: il non riuscire a prendere una decisione, il sentirsi immatura e le insicurezze che erano scaturite dal fatto che fosse l'unica del suo anno che non era nemmeno sul punto di decidere.

Parlò ininterrottamente per almeno mezz'ora, fino a quando Ricky, che l'aveva ascoltata attentamente tutto il tempo, ebbe la possibilità di dire la sua opinione:- Non sei immatura, Lily, e sicuramente non sei inferiore agli altri. Io conosco davvero poche persone mature e in gamba come te... e non lo dico perché sono un tuo amico, lo sai. Ma da quanto pensi queste cose? La vecchia Lily sapeva di essere una forza -.

- La vecchia Lily aveva meno problemi di adesso – ribatté Lily, e c'era una lieve nota di amarezza nella sua voce.

- Per tuo padre, intendi? - chiese Ricky. Lily aspettò qualche momento prima di rispondere. Infine disse:- Si, ma non solo. Vedi, Petunia...tu sai com'è. Mi ha detto cose orribili l'altro giorno, mi ha detto che io non ci sono mai stata in più occasioni...lo so che queste cose le pensi anche tu e so pure io che è vero, ma...-.

- Lily – la interruppe Ricky, incredulo:- Perché pensi una cosa del genere? -.

Lily lo guardò come se fosse ovvio:- Ogni volta che torno da scuola per le vacanze sembri quasi offeso all'inizio. É palese -.

- Lily, ma io...io non sono offeso!La verità è che mi manchi, ma sai come sono io...non sono un tipo che ama esternare le sue emozioni o parlare a lungo di ciò che pensa. Sopratutto parlare a lungo di ciò che pensa. Ma io penso sia giusto che tu faccia la sua scuola che ti piace e non importa ciò che dice Petunia. Tu sei felice, lì? -.

Lily annuì, sorpresa. Poche volte aveva visto Ricky così infervorato.

Il suo amico continuò:- E per quanto riguarda l'anno prossimo, ti ricordo che hai solo diciotto anni, Lily. Hai tutta la vita per pensare a quello che vuoi fare. Dio, forse tutta la vita no, ma credo che tu abbia capito il concetto -.

Lily annuì, poi mormorò, con un sorriso:- Grazie, Ricky. Quello che mi hai detto...mi ha fatto molto piacere, ecco -.

- Non c'è di ch...hey, vacci piano con i biscotti! - esclamò il ragazzo, vedendo Lily che afferrava un altro biscotto.

La rossa scoppiò a ridere, sentendosi più leggera. Era forse il momento in cui stava meglio da quanto aveva scoperto della malattia di suo padre (non che fosse felice, comunque).

Per questo motivo, non si sarebbe mai aspettata che Ricky si avvicinasse improvvisamente a lei e in particolare alle sue labbra, lo sguardo puntato negli occhi di lei.

Riuscì a scostare il viso per non essere baciata appena un attimo prima (le loro labbra distavano di un centimetro, davvero) che Ricky potesse effettivamente posare le sue labbra su quelle della ragazza.

Lily era davvero sorpresa, dal momento non aveva avvertito il minimo sentore di una cosa del genere fino a quando i loro visi non si erano ritrovati a una distanza troppo ravvicinata perché la rossa non potesse accorgersene.

E ora aveva paura che Ricky provasse qualcosa per lei, perché non era così stupido da gettare un'amicizia in frantumi solo perché era lievemente attratto da lei.

Ma a lei non interessava Ricky. O meglio, lei adorava Ricky e gli voleva molto bene, ma non in quel modo.

James le piaceva in quel modo, non Ricky. Proprio no. Infatti, ora si stava sentendo in colpa sia con James (anche se, in realtà, non era successo nulla con Ricky) che con Ricky per averlo rifiutato e ora non stare spiaccicando una parola, mentre lui, che si era allontanato, era arrossito come un peperone.

- Ricky...- riuscì a farfugliare Lily, ma quello la interruppe:- Non è niente, Lily. Sul serio -.

- Io è solo che...ho un ragazzo, sai – disse Lily e si sentì davvero stupida. Perché aveva detto che aveva un ragazzo? Lei e James si stavano frequentando, ma non stavano insieme.

Eppure, si accorse che avrebbe voluto davvero starci e che se un'amica di James ci avesse provato con lui...a lei avrebbe dato più che molto fastidio.

Ricky arrossì ancora di più:- Mi dispiace davvero, Lily...-.

Fantastico, stava riuscendo a far scusare lui, pensò sarcastica la rossa.

- No, non è a te che deve dispiacere, ma a me...sul serio, mi spiace se ti ho dato l'impressione che...io ti voglio bene, ma non...-

- Non è nulla, sul serio, dimentica...dimenticati di questo, ok? - chiese Ricky e il suo sguardo era supplichevole.

Le labbra di Lily si mossero prima che la ragazza potesse controllarle:- Sono una strega -.

Il cuore iniziò a palpitare, il corpo a sudare leggermente, mentre aspettava la reazione del suo amico.

Ora, vi chiederete voi, se Lily e Ricky erano così amici, perché Lily non gli aveva mai confessato di essere una strega?

C'è un motivo preciso: a undici anni, quando Lily lasciò Parkes Yellow per studiare a Hogwarts, Lily e Ricky non erano così amici. Erano amici, naturalmente, ma a quell'età i bambini sono portati a stringere amicizia di più con i bambini dello stesso sesso (unica eccezione Severus, a cui Lily era stata accomunata inizialmente dalla magia).

In più, a quel tempo, non passavano così tanto tempo insieme (come avrebbero poi fatto nelle estati seguenti).

Perciò, tra i suoi amici, all'epoca, Lily se l'era sentita di raccontarlo solo a Carol, che anche adesso rimaneva la sua migliore amica, preferita tra tutti, compreso Remus (al pensiero di lui, Lily ebbe una fitta al cuore).

Certo, lei definiva quest'ultimo il suo migliore amico perché, effettivamente, tra i suoi amici maschi lo era (lo erano diventati l'anno scorso, a dire il vero), ma nessuno avrebbe mai battuto l'intesa che aveva con Carol. Un'intesa del genere l'aveva avuta solo con Severus, ma ormai era finita.

Eppure, lei voleva molto bene a Ricky e il fatto che non fosse invadente come molti dei suoi amici babbani era un fattore davvero apprezzato da lei.

E poi, si era certi che se si faceva una confidenza a Ricky lui non l'avrebbe mai detta a nessuno.

Poche persone gli facevano confidenze, comunque, dal momento che lui non ne faceva a nessuno (a parte qualcuna – ma sempre poche - a Lily e a Scott, come già da prima menzionato).

C'erano state più occasioni in quegli anni in cui Lily avrebbe potuto rivelargli il suo segreto, ma non ne aveva mai avuto il coraggio, dato che non tutte le persone erano come Carol. Lo sapeva per esperienza.

Quindi, anche se sapeva di potersi fidare, Lily era sempre stata restia a raccontare la verità a Ricky Williams.

Solo ora, chissà per quale ragione, quella verità era uscita dalle sue labbra in uno dei momenti meno opportuni che possano esistere.

La reazione di Ricky a tale rivelazione arrivò quasi immediatamente:- Lily, non sei una strega, sono io che sono un idiota...-.

Lily sapeva che era la sua occasione di ritirare quello che aveva detto, di non confessare a Ricky il suo segreto, eppure proseguì:- No, Ricky, non intendo che sono una strega nel senso che sono malefica. Voglio dire che sono davvero una strega. Con i poteri e tutto, sai -.

Un sorriso si piegò sulle labbra di Ricky:- Certo, come no, e io sono mago Merlino -.

Lily sospirò: ci sarebbe voluto un po' di tempo.

La rossa ribatté seriamente:- Dico sul serio, Ricky. Sono una strega. Non vado davvero in un collegio in Irlanda, ma frequento una scuola di magia in Inghilterra. Si chiama Hogwarts -.

Lo sguardo divertito, vedendo il volto serio della rossa, diventò preoccupato:- Lily, ti senti bene? Forse hai bevuto troppo... se vuoi stenderti...-.

- Non ho bevuto troppo – replicò Lily con dignità, perché era certa che la sua confessione non derivasse dai due bicchieri di birra, dal momento che era comunque perfettamente in sé.

Ricky concluse divertito:- Allora sei scema e basta- .

Lily lo guardò, indugiò un attimo, infine sospirò ed estrasse la bacchetta.

Ricky guardò la bacchetta stupefatto, mentre Lily pronunciò:”Incanto Patronus”.

Una cerva scaturì dalla sua bacchetta, chiara e leggiadra.

Lily sorrise, osservando distrattamente:- Per fortuna che ho già compiuto da più di un anno diciassette anni, altrimenti potrei davvero venire espulsa, dopo il giochetto con le tazzine da the in topi -.

Poi si ricordò di non essere sola e spostò lo sguardo su Ricky, che la fissava sconvolto.

Non muoveva una ciglia.

Poi, l'esplosione:- Cosa?!Quello cosa diavolo era e tu...Lily, potresti spiegarmi? -.

Lily sospirò:- Ti conviene sederti comodo. É una storia davvero lunga -.

E lo fu davvero. Lily passò due ore intere a spiegare molto sinteticamente di Hogwarts, della magia, del mondo dei maghi, di come avesse scoperto che era una strega e che era questo uno dei motivi per il quale Petunia l'aveva allontanata tanto, non perché era andata in un collegio in Irlanda.

Ricky la ascoltava senza mai interromperla, rapito e sconvolto dalla storia. Ma, pian piano, anche lui iniziò a calmarsi. Certo, a quel punto iniziò a fare un sacco di domande.

- Ora, tu mi hai spiegato che ci sono quattro Case, giusto?Grifondoro, giusto?Tu sei Grifondoro. Poi c'è Serpeverde, Corvonero e Tasso...Tassorosso? Ok, e queste case hanno una Sala Comune in cui c'è un dormitorio per tutti...ma in cosa si distinguono le case? -.

- Allora, Grifondoro è per le persone coraggiose e con una grande nobiltà d'animo, Corvonero per le persone sagge e razionali, Tassorosso per quelle oneste, gentili e costanti, Serpeverde per quelle ambiziose e furbe...- stava dicendo, ma Ricky la interruppe per fare un'altra domanda.

Poi, mentre stava spiegando in cosa consisteva la Trasfigurazione, Lily si accorse dell'ora. Imprecò:- Merda -.

Ricky la guardò interrogativo:- Cosa c'è? -.

- È l'una e mezza -

- Non hai le chiavi?-

- Non è questo il problema, è solo che è davvero tardi. Dovrei andare – disse Lily alzandosi e Ricky si offrì, alzandosi a sua volta:- Ti accompagno io in moto -.

- No, non c'è problema, mi smaterializzerò in un punto vicino a casa – disse Lily, al che Ricky inarcò un sopracciglio:- Smaterializzare? -.

- Oh, già, giusto...noi maghi, dopo che abbiamo superato l'esame di Smaterializzazione, possiamo andare da un posto all'altro in pochi secondi. Posso chiudere gli occhi e scomparire qui, per poi riapparire nel vicolo vicino a casa mia – spiegò Lily.

Ricky era decisamente accigliato e, quando Lily ne chiese il motivo, lui rispose seccato:- In pratica noi...babbani?Noi babbani siamo degli sfigati -.

Lily rise, poi Ricky disse più serio:- Ma è l'una mezza. Poi ho voglia di fare un giro in moto. Posso accompagnarti senza problemi -.

Lily scosse la testa:- Sarò davvero molto vicino. Non ce ne è bisogno, davvero. E poi ho la mia bacchetta -

- Sicura?-

- Sicurissima -

- Va bene, allora – replicò lui, scrollando le spalle.

Lily si rese conto di non avere ancora detto una delle cose più importanti:- Ricky questo è...un segreto, lo sai, vero? Non puoi dirlo a nessuno -.

Ricky annuì perplesso:- Non sono così stupido, sai -.

- Ho i miei dubbi – disse Lily, mentre Ricky le dava un pugnetto affettuoso sulla spalla. Lui dava sempre pugnetti affettuosi sulla spalla. A lei, almeno.

Lily stava per salutarlo con un semplice:”Buonanotte”, quando lui l'abbracciò.
Lily, sorpresa, ricambiò l'abbraccio, mentre lui sussurrava:- Grazie per esserti fidata di me -.

Lily sorrise, poi mormorò, più seria:- Ricky, stai bene?-.

- Non sono così scioccato – ribatté Williams, per poi staccarsi dall'abbraccio con un sorriso in volto.

Lily fu tentata dal lasciare cadere il discorso, ma non ce la fece:- Sai che non mi riferisco a questo -.

Ricky diventò improvvisamente più nervoso:- Si, sto bene -.

- Ricky, dico sul serio. Se vuoi possiamo non scriverci, sai che prima avevamo parlato dei gufi...se tu non...- stava dicendo Lily, ma Ricky la interruppe, più calmo:- Non dire sciocchezze, Lily. Io sto benissimo. Ti prego, facciamo davvero finta che non sia successo niente, prima. Per favore -.

Evans esitò, poi annuì. Si diedero la buonanotte, poi Lily si smaterializzò con un sonoro crack, scomparendo nell'aria.

 

 

 

Il giorno seguente era l'ultimo di Lily a Parkes Yellow prima di tornare a Hogwarts. Trascorse gran parte della giornata con suo padre e ,quando gli confessò che sarebbe tornata a casa tutti i fine settimana da allora in poi, Mason non parve molto entusiasta dell'idea (e neppure Anne, quando la figlia gliene parlò). Ma Lily aveva deciso.

 

Lily trascorse parte della serata con sua madre, ma, quando quella andò a letto, la ragazza giocò a Cluedo con Ricky e Carol. In quel gioco però il più bravo era senz'altro Ricky.

Lily non riuscì a raccontare a Carol del quasi bacio con Ricky, gli parlò però di quello che lei gli aveva svelato.

Dopo qualche attimo di stordimento e alcune domande, Carol aveva accettato la notizia senza ulteriori riserve.

Si addormentarono tutti e tre sul divano in soggiorno a tarda ora.

Certo, Lily continuò a fare incubi, ma quella notte non si svegliò prima della sette del mattino, il che era certamente positivo.

Fece colazione con una tazza di the caldo, in compagnia dei suoi amici e di sua madre. Petunia non sarebbe venuta a salutarla, ovviamente, ma non se l'era neanche aspettato. Non che le dispiacesse poi così tanto, ora come ora.

 

Alle otto, come da accordato in precedenza con la professoressa Mcgranitt, Lily si posizionò nel proprio camino.

Dopo che ebbe dato un rapido abbraccio a tutti (si sarebbero visti il weekend successivo, dopotutto), prese la Metropolvere e disse con voce chiara e squillante:- Ufficio della professoressa Mcgranitt, Hogwarts! -.

Ci fu un lampo di fuoco verde, poi Lily scomparve, con un baule tra le mani e un macigno nel cuore al pensiero che avrebbe trascorso altri giorni lontano da suo padre.

 

 

 

La Mcgranitt la guardava apprensiva, mentre Lily tossiva per la cenere.

- Buongiorno – salutò Lily mentre si dava una ripulita ai capelli e usciva dal camino.

- Buongiorno – replicò la professoressa, poi aggiunse, forse più gentilmente:- Come sta tuo padre? -.

- Non molto bene, a dire la verità. Grazie – rispose Lily, cercando di non incrociare troppo lo sguardo della Mcgranitt. Non avrebbe sopportato di vedere la compassione anche sul suo volto. Non ora.

- E tu come stai, Lily? -.

Era la prima volta in sette anni che veniva chiamata con il suo nome di battesimo dalla professoressa Mcgranitt.

- Meglio, grazie – mentì Lily e, poiché la Mcgranitt sembrò accorgersene, evitò ulteriori domande.

Mentre Lily usciva dall'ufficio, sentiva sempre di più un groppo alla gola. E se adesso suo padre stava male, se adesso...

- Mosche al caramello – disse con un filo di voce e il ritratto della Signora Grassa scivolò di lato per lasciarla passare.

Lily attraversò il buco del ritratto e si ritrovò nella Sala Comune di Grifondoro.

Per la prima volta in sette anni, Lily non avrebbe voluto essere a Hogwarts.

 

Fu in quel momento che dalle scale del dormitorio maschile scese niente di meno che Remus John Lupin.

Entrambi si immobilizzarono, gli occhi di una riflessi in quelli dell'altro.

Poi, Lily gli corse incontro, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo.

Fu a quel punto, quando Remus ricambiò l'abbraccio, che Lily, finalmente, scoppiò a piangere. Non aveva ancora pianto da quando aveva scoperto che suo padre era malato e ora tutte le lacrime del mondo stavano scivolando via come rugiada dai suoi meravigliosi occhi verdi.

- S-scusa, R-Remus, sono una stu-stupida....- singhiozzò e Remus la strinse più forte.

- S-sto così m-male – continuò la rossa. Normalmente non si sarebbe comportata in quel modo, mostrandosi così debole e vulnerabile, ma ora non era proprio in sé.

Era una ragazza che soffriva. E il silenzio forzato aveva provocato un'enorme esplosione.

Le labbra di Remus si mossero prima che il ragazzo potesse controllarle:- Sono un Lupo Mannaro -.

I Grifondoro non hanno la fama di riconoscere la differenza tra i momenti più opportuni da quelli assolutamente inappropriati per fare rivelazioni di questo genere.

 

 

 

 

 

 

 

* Capitolo 1, La scoperta del Diario. James, Sirius e Peter la utilizzano per entrare nel dormitorio femminile allo scopo di prendere gli appunti di Astronomia di Mary.

** Vedi Capitolo 24 (“Strategia, scherzi e sensi di colpa”).

*** Vedi Capitolo 29, Un gesto vale più di mille parole.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE: Anche se so di non aggiornare esattamente dopo poco, è sempre meglio rispetto all'ultima volta. Comunque, potrei decidere di fare capitoli più corti (circa quindici pagine) e aggiornare più spesso. Devo pensarci in base ai miei impegni. Lasciando queste questioni, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Mi sono accorta oggi di non avere mai detto quando la storia terminerà, bene la storia terminerà più o meno alla fine del settimo anno. Ho pensato a un possibile sequel, ma prima di tutto devo riuscire a finire questa storia ahahah. Alla prossima!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1578310