A bruciapelo

di franciolin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La squadra dell'agente Gibbs era al lavoro, chi era chino sul proprio computer, chi attaccato al telefono, ma tutti nella speranza di riuscire a risolvere quel caso che li stava tenendo inchiodati a quelle sedie da giorni.

Si sa, più passano le ore e più si fatica a trovare prove e soluzioni e quello che sembrava un caso di routine, in pratica si stava rivelando piuttosto intricato. Per la prima volta nessuno di loro sembrava riuscire a capire davanti a cosa si stessero trovando. Benchè sia noto che l'omicidio perfetto non esiste, quello sembrava davvero esserlo.

- Non è possibile, mi arrendo! - sbottò Tony, gettando la matita sulla scrivania, dopo l'ennesimo buco nell'acqua – capo, non è possibile, non arriviamo a niente! - concluse amareggiato alzandosi dalla sedia.

- Torna a sederti, Dinozzo, non hai finito. - replicò Gibbs senza nemmeno alzare gli occhi dalla pagina del fascicolo che stava consultando

- Capo, non finiremo mai! Ogni percorso ci porta ad un punto morto.. possibile?

- No, non è possibile Dinozzo. È possibile, invece, che TU stia seguendo percorsi che ti portano ad un punto morto. Quindi – stavolta alzò lo sguardo – risiediti e vedi di trovare qualcosa di serio.

Tony smise di replicare e tornò a sedersi riprendendo in mano i fogli che gli sommergevano la scrivania e che ormai conosceva a memoria.

Il “ding” dell'ascensore annunciò l'arrivo di qualcuno al loro piano; un uomo si avvicinò alle loro scrivanie e si mise davanti a quella di Tony

- Cerco l'agente DiNozzo – si limitò a dire

- Sono io.. - Tony alzò lo sguardo incrociando quello dello sconosciuto che in una frazione di secondo fece scivolare fuori dalla manica della giacca una piccola arma da fuoco – lieto di averti trovato – gli disse con un sorriso malvagio. Tutto successe in una manciata di secondi. Il dito dell'uomo si spostò sul grilletto e fece fuoco.




-*-*-*- N.d.A. -*-*-*- 
Ciao!! E' la prima volta che mi cimento nella scrittura di una ff, quindi spero siate clementi! ;-) Grazie a tutte/i coloro che leggeranno e, magari, avranno voglia di lasciarmi un commentino. Un bacione!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Nessuno di loro ebbe il tempo e il modo di reagire. L'uomo fu così veloce che vennero colti tutti di sorpresa. Gibbs in una frazione di secondo scattò dalla sua sedia e si gettò alle spalle dell'uomo il quale però riuscì a fare fuoco. Il colpo andò a segno.

Tony sentì il petto bruciargli e si portò istintivamente una mano all'altezza del dolore. Si guardò la mano rossa di sangue. Tutto attorno a lui iniziò a muoversi al rallentatore. Vide davanti a sé il suo capo che disarmava lo sconosciuto. L'uomo continuava a guardarlo con la vittoria negli occhi.

Sentì le gambe cedergli. Indietreggiò appoggiandosi alla parete dietro la scrivania e, scivolando, arrivò a sedersi a terra. Ora sentiva un'altra mano premergli lì, nel punto in cui gli bruciava. Voltò il viso e incrociò lo sguardo terrorizzato di McGee, ma anche questa visione pian piano gli risultava sempre più sfuocata. Lo vedeva muovere la bocca, ma non riusciva a sentirlo. Non sentiva il rumore attorno a sè, tutto era ovattato e senza tempo, tutto si stava svolgendo in una manciata di secondi eppure a lui stavano sembrando un'eternità.

- Tony, resisti, stanno già arrivando i soccorsi – Mcgee teneva premuta la mano contro la ferita nel petto dell'amico. Era semplicemente terrorizzato. La vista del sangue gli aveva sempre creato più di un problema e molte prese in giro da parte del suo collega ed amico. Ora era lì, al suo fianco, il liquido caldo e denso tra le sue dita mentre cercava quasi inutilmente di bloccarne la fuoriuscita. Il viso di Tony si faceva sempre più pallido e sudato, e lui non sapeva come fare per cercare di nascondere l'orrore di quello che nella sua mente si stava facendo strada.

- Bishop! - nessuna risposta – BISHOP! Urlò nuovamente Gibbs come per destarla dall'ipnosi che sembrava averla colta. Era scattata in piedi e fissava la scena davanti a sé con occhi sbarrati – BISHOP!!! - al terzo richiamo, Ellie si voltò verso di lui con il terrore negli occhi – porta quest'uomo di sotto! Penserò a lui personalmente più tardi! - Un collega si offrì di aiutare una Eleanor in evidente stato di shock nello scortare al piano di sotto l'uomo misterioso.

No, non stava succedendo questo. Se non gli avesse detto di rimettersi al lavoro? Se gli avesse permesso di prendersi una mezz'ora di pausa? Forse tutto questo non sarebbe successo. O forse si sarebbe solamente rimandato? Gli sembrava tutto così irreale. Lui, Leroy Jethro Gibbs, stavolta non riusciva a nascondere la paura che si era impossessata di lui, come di tutti loro. Non poteva permettere a nessuno di toccare la sua squadra, di colpirli nell'intimo di quella che praticamente era la loro casa. E, soprattutto, non poteva permettere a nessuno di toccare Tony. Si chinò accanto a lui, cercando di dimostrarsi il solito, fermo e risoluto Gibbs... ma accidenti se stavolta gli sembrava difficile.

- Tony, guardami! - premette anche lui la sua mano contro la ferita cercando di tamponarla in attesa dei soccorsi – Tony, resta sveglio, hai capito? Mi senti?

- C- capo.. i-io.. - Tony sentiva gli occhi pesanti, la testa leggera. Solo quel bruciore non passava mai, come se gli continuassero a trafiggere il petto con una lama arroventata.

- Stanno arrivando i soccorsi, tieni duro o dovrai vedertela con me, mi sono spiegato?!

Un debole sorriso increspò le labbra di Tony; quando vide arrivare i due paramedici, guardò il suo capo e gli sussurrò – sono arrivati.. adesso.. posso mollare.. - e tutto attorno a lui fu completamente buio.   

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


- Tim, Tim, Tim! Hanno parlato di un pazzo, ma cosa... - Abby si bloccò di colpo portandosi una mano alla bocca per l'orrore, dopo aver svoltato l'angolo dell'ufficio. McGee era ancora seduto a terra, nel punto in cui, fino a pochi istanti prima, c'era Tony; gli occhi fissi nel vuoto, sangue fresco macchiava il pavimento e la scrivania di quello che amava definirsi “l'agente molto speciale” Anthony DiNozzo – T-tony.. McGee.. che è successo?? - lo scosse per un braccio, pallida e tremante – parlami!!

Tim voltò lentamente il viso verso di lei, la guardava senza vederla realmente, come se le guardasse attraverso – sangue.. - si limitò a dire.

- Tim.. – si mise davanti a lui prendendolo per le spalle e scuotendolo – guardami! Che cosa è successo??

- Sangue... -

Abby si guardò attorno, le lacrime cominciavano a scenderle senza che lei riuscisse a trattenerle, sciogliendole il trucco e macchiandole il viso di nero.

 

Gibbs seguì il suo agente in ambulanza, nella folle corsa fino all'ospedale. Tony aveva perso i sensi e i paramedici stavano facendo tutto quanto nelle loro facoltà per cercare di stabilizzarlo.

Quando arrivarono al Pronto Soccorso, Tony venne portato subito in una stanza per la terapia d'urgenza.
– Agente ferito, colpo d'arma da fuoco a distanza ravvicinata. Ha perso molto sangue. Ha perso conoscenza quando l'abbiamo prelevato. - Gli ordini tra i medici e gli infermieri si susseguivano veloci. Gibbs quasi non si accorse dell'infermiera che lo tratteneva e gli diceva di restare fuori dalla stanza. I suoi occhi erano inchiodati sul suo agente, probabilmente il suo miglior agente, che ancora una volta stava lottando contro la morte ed era certo, anche stavolta ce l'avrebbe fatta a riaverlo con sé.

Rimase a guardare attraverso il vetro i medici che si affannavano attorno al corpo immobile di Tony, non capendo se il suo cuore stesse accelerando i battiti o se si stesse fermando. Ad ogni azione dei medici non poteva far altro che trattenere il fiato.

Mille pensieri si rincorrevano nella sua mente. Non era certo la prima volta che affrontava una situazione simile, molte volte si era trovato di fronte alla morte. Quando Tony aveva contratto la peste, le possibilità di riaverlo con sé erano pressoché inesistenti ed invece ce l'aveva fatta. Era guarito. Quando aveva creduto di averlo visto saltare in aria con la sua macchina, tutto sembrava perduto un'altra volta. Ma ancora una volta, DiNozzo era tornato nella sua squadra. Guardava attraverso il vetro e si convinceva che, sì, l'avrebbe riavuto indietro anche questa volta.

- Agente.. Gibbs? - il medico lo destò dai suoi pensieri 

- Come.. come sta?

- Ecco.. abbiamo fatto tutto il possibile, purtroppo.. il suo agente ha perso molto sangue, la ferita è molto grave..

- Venga al punto!

- In questo momento non possiamo fare niente, agente Gibbs. L'agente DiNozzo è troppo debole per sopportare l'operazione di rimozione del proiettile. L'unica cosa che abbiamo potuto fare è stato indurlo in coma farmacologico in attesa di... un rientro dei parametri.

- E quando avverrà questo rientro?? - Gibbs sentiva il battito del suo cuore accelerare in attesa della risposta del medico – ho chiesto.. quando rientreranno i suoi parametri?? Quando lo opererete??

- Agente.. - lo sguardo glaciale di Gibbs lo stava trafiggendo, costringendolo quasi a distogliere lo sguardo – stando così la situazione clinica... non ci resta che aspettare.

- Aspettare.. cosa?? - la sua pazienza stava raggiungendo il limite, aveva una gran voglia di prenderlo a pugni e fargli sputare quelle dannate parole.

- Di staccare la spina, agente Gibbs.

Il suo cuore perse un battito, forse due, forse cento. Quelle parole che tanto voleva fargli sputare fuori, ora lo avevano investito come un treno.


*-*-*-*-* N.d.A. *-*-*-*-*
Ecco il terzo capitolo della mia storia! Lo so, vi sto facendo penare.. chiedo scusa non odiatemi, vi prego!! *-* Grazie a tutte/i coloro che hanno letto e soprattutto a tutte/i voi che mi avete commentato, le vostre parole mi hanno fatto davvero tanto piacere e spero di avervi incuriosite/i con questa mia storia. 
A presto! :-) 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


L'ufficio era particolarmente silenzioso, ora. E particolarmente ed insolitamente silenzioso era anche il laboratorio di Abby, dove era riunita la squadra in attesa di notizie da parte di Gibbs.

- Ora chiama.. ora chiama e ci dice che Tony sta bene. - Abby continuava a camminare avanti ed indietro, contorcendosi le mani, nella vana speranza di calmarsi – ci dirà che sta bene e che presto tornerà da noi.. vero, Ducky? - il medico la guardò abbozzandole un tenero sorriso per cercare di confortarla prima di accoglierla nel suo abbraccio paterno.

- Non dovremmo essere qui. Dovremmo essere da Tony.. - McGee ruppe il silenzio, i suoi abiti ancora sporchi del sangue dell'amico.

- No, agente McGee. Dovreste essere al lavoro per capire CHI e PERCHE' ha fatto questo a DiNozzo – il Direttore Vance apparve sulla porta del laboratorio, rientrato urgentemente dal viaggio di lavoro che lo stava tenendo fuori città.

- Direttore.. - McGee arrossì sentendosi ripreso, non aspettandosi la sua presenza.

- Posso sapere come è potuta accadere una cosa simile? - chiese fermo Vance

- Ha superato i controlli regolarmente, Direttore. Abbiamo già visionato le registrazioni dell'arrivo dell'uomo. È stato sottoposto ai controlli di routine e non gli è stata trovato niente di strano, come lei può vedere – Eleanor fece partire sul video la registrazione delle telecamere di sorveglianza – tantomeno gli è stata trovata l'arma con cui.. ecco, ha sparato a Tony. Abbiamo ragione di credere che indossasse degli indumenti schermati, creati appositamente per eludere i nostri controlli di sicurezza – concluse in un fiato.

- Non posso tollerare simili falle nel nostro sistema di sicurezza, ma chiaramente questa è una questione di secondo ordine rispetto a quello che è accaduto. Cosa sappiamo di quest'uomo?

- Al momento nulla, Direttore.. Gibbs l'ha fatto portare di sotto in attesa di interrogarlo. Personalmente. - rispose velocemente McGee.

- Credo che sareste più di aiuto all'agente DiNozzo al lavoro, piuttosto che seduti qui. Mettetevi subito al lavoro, su qualsiasi cosa che riuscite a trovare. Riesaminate i filmati, cercate di trovare qualche indizio su quest'uomo venuto dal nulla. - concluse risoluto voltandosi e deciso a scendere per anticipare Gibbs nell'interrogatorio del killer.

Si rendeva conto di essere stato particolarmente freddo e forse sì, anche particolarmente odioso agli occhi dei suoi agenti. Avrebbe potuto magari confortarli, con una parola che li avrebbe un po' sollevati nell'animo prima di riprendere in mano il lavoro. Che razza di Direttore si dimostra così insensibile davanti a ciò che aveva appena sconvolto la sua squadra migliore? No, decisamente non era mai stato bravo con le parole, lui. Questo pensava mentre scendeva le scale e apriva la porta della sala interrogatori. E quello che vide quando l'aprì, non gli piacque affatto.

*-*-* N.d.A. -*-*-*
Aggiornamento!!  capitolo breve, sorry. giusto perchè non mi odiate abbastanza :D 
mi rifarò prossimamente ;-) 
grazie ancora a chi legge e mi lascia dei commenti.. mi fanno piacerissimo. 
A presto!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Gibbs era seduto su una poltroncina nel corridoio dell'ospedale. Tony era stato portato in terapia intensiva e non gli era permesso vederlo. Sapeva che non aveva senso stare seduto li, a bere caffè su caffè in attesa.

In attesa.

L'orologio a muro appeso davanti a lui sembrava fermo, i minuti gli sembravano ore, le ore giorni. No, sarebbe dovuto tornare all'NCIS e mettere sotto torchio quell'uomo che era venuto per portargli via Tony. Gli avrebbe fatto sputare ogni singola parola, anche se ci sarebbero dovuti volere giorni, anche se ci sarebbe dovuta volere la forza.

Sentiva di non avere più niente da perdere. Soprattutto se avesse perso Tony.

Si alzò, deciso a mettere fine a quella brutta storia. A mettere fine anche a quel pazzo, se si fosse ritenuto necessario. Stava dirigendosi verso l'uscita quando il suo cellulare squillò nella tasca della giacca.

- Gibbs..

- Jethro.. - la voce del Direttore era glaciale

- Sto tornando Leon. Il sospetto è in sala interrogatori e ora..

- E ora è morto, Jethro.

Percorse il tragitto dall'ospedale all'NCIS a folle velocità, furioso e pieno di rabbia. Si diresse verso l'ufficio del Direttore salendo le scale a due a due e spalancò la porta senza disturbarsi a bussare.

- Come è possibile?! - chiese furibondo

- Sono sceso per anticiparti nell'interrogatorio. Quando ho aperto la porta, l'ho trovato riverso sul tavolo. McGee e Bishop hanno già visionato la registrazione della sala interrogatori ma non risulta nulla di strano. Ad un certo punto si è semplicemente accasciato ed è morto. L'ho fatto portare da Ducky. Ci saprà dare le risposte che cerchiamo.

- Voglio ben più che risposte!! Quest'uomo è venuto nei NOSTRI uffici, armato, e ha sparato ad un agente, Leon! Ad un MIO agente!! DiNozzo è in fin di vita e io non mi fermerò finchè non avrò trovato chi e perchè ha voluto tutto questo. Dovessi mettere sottosopra tutta la città, tutto lo Stato, tutta la Nazione, sappi che con ogni mezzo voglio arrivare alla verità!! - gli urlava in faccia, puntandogli il dito contro, rosso in viso per la rabbia e la frustrazione per la situazione. Uscì senza lasciargli il tempo e il modo di replicare e sbattendo violentemente la porta. L'unico che poteva mettere sotto torchio era morto ed ora giaceva sul freddo tavolo metallico di Ducky.

 

- Sembra proprio che ci troviamo di fronte all'Innominato.. - disse il Dottor Mallard rimanendo chino sul corpo dell'uomo -

- Innominato?

- Mio caro Signor Palmer, il personaggio dell'Innominato è una figura misteriosa e terribile presente in un grande romanzo della letteratura italiana, che..

- Poche parole Ducky, chi è quest'uomo?! - Gibbs entrò a passo sostenuto dirigendosi verso il dottore che stava analizzando il cadavere. Di solito, anche se non lo dava a vedere, trovava divertente quando il suo amico si perdeva fra i suoi pensieri e gli raccontava di storia, di arte e di libri per arrivare a spiegargli un rigor mortis. Ma oggi no, oggi non era proprio dell'umore adatto.

- Oh, Jethro. Notizie di Anthony?

Gibbs scosse il capo – Ducky, cos'hai per me?!

- Come stavo dicendo al signor Palmer, parlavo dell'Innominato perchè al momento non so dirti chi sia quest'uomo, Jethro. Le sue impronte digitali sono state cancellate, come puoi vedere – gli mostrò una mano del cadavere – aspetto i risultati delle impronte dentarie, e l'analisi del DNA. Abby sta analizzando le analisi del sangue.

- Cosa l'ha ucciso?

- Oh, su quello non ho dubbi. Il suo corpo, anche se poco, mi sta parlando e sicuramente è morto per un ingestione di veleni.

- Una morte controllata?

- Il nostro Innominato era una bomba ad orologeria, mio caro Jethro – concluse il dott. Mallard.   

*-*-*- N.d.A. -*-*-*
Eccomi, di nuovo. :-) spero vi faccia piacere continuare nella lettura della mia storia e spero che vi stia piacendo.. 
Vi ringrazio fin d'ora se vorrete lasciarmi un commentino ;-)
Alla prossima, baci! 
Franci

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


- Caffè? - Eleanor porse a Tim un bicchierone di caffè fumante

- Oh.. no, grazie.. - si rituffò veloce sul suo computer.

Ellie tornò sconsolata alla sua scrivania, infilò le cuffiette nelle orecchie si rimise al lavoro. Lo sguardo cadeva insistentemente sulla scrivania vuota di fronte alla sua. Era inevitabile non pensare a Tony, ma dovevano andare avanti con il lavoro. Dovevano arrivare a qualcosa prima che arrivasse il capo.

C'era così silenzio adesso. Non c'era nessuno che si lamentava del lavoro, del caldo, nessuno che li interrompeva con delle battute, nessuno che si vantava dei successi sul campo. Semplicemente, non c'era Tony. E, Dio, se si sentiva la sua mancanza.

Lei era con loro da poco ma era stato facile inserirsi nel gruppo, nella loro famiglia. Certo, Gibbs era spesso e volentieri un orso, ma stava iniziando a capire anche lui. Sapeva che sotto la sua corazza di uomo di ferro, c'era un uomo con un grande cuore e un capo fantastico che avrebbe fatto di tutto per la sua squadra.

La musica nelle sue cuffie passò dal rock ad una canzone triste e malinconica, che si apprestò a “skippare” velocemente. Il suo sguardo si spostò su McGee.
Povero Tim, si vedeva quanto era in pena per il suo amico. Avrebbe tanto voluto aiutarlo, essergli di conforto. Ma anche lui sembrava aver costruito attorno a sé una barriera impenetrabile, che lo isolasse dal dolore. Si era semplicemente buttato a capofitto nel lavoro; analizzava i video di sorveglianza nella speranza, che finora si era rivelata vana, di trovare qualche indizio, qualcosa che li mettesse finalmente sulla strada giusta. Proprio non ci voleva la morte dell'uomo misterioso.

- Aggiornamenti! - Gibbs entrò in ufficio e afferrò il bicchiere di caffè rimasto abbandonato sulla scrivania di Bishop. - Ho chiesto aggiornamenti! - sbattè la tazza sul suo tavolo rovesciando il caffè ovunque.

McGee e Ellie scattarono di soprassalto. Non era mai il caso di farlo attendere, tantomeno di farlo arrabbiare. E sicuramente non era il caso di farlo oggi.

- Abbiamo visionato più volte i video, capo.. - Eleanor fece partire i video dell'arrivo dell'uomo sullo schermo davanti a loro – nessuna anomalia. È tranquillo e passa senza problemi i controlli all'ingresso. La pistola è di piccolo calibro, il numero di serie è stato cancellato, ma è un'arma facilmente recuperabile su qualsiasi mercato più o meno lecito.. inoltre, anche nel video della sala interrogatori...

- Fammi indovinare Bishop.. non c'è niente di strano?! - La incenerì con lo sguardo - McGee, abbiamo qualcosa di più?!

- Sto analizzando il computer di Tony, capo.. mail, files e quello a cui stava lavorando.. ma.. capo, non abbiamo niente in mano. Da dove partiamo?

- Partite dall'inizio!! Nessuno abbandona queste scrivanie finchè non si arriva a qualcosa di concreto! Non siamo di fronte a fantasmi e Innominati. Voglio nomi e cognomi di chi ha voluto tutto questo! - il cellulare riprese a squillare – Gibbs.. arrivo. - chiuse con un clic il telefono e si diresse veloce verso il laboratorio di Abby.

 

- Gibbs, Gibbs, Gibbs! - Abby gli si buttò addosso, stritolandolo in un forte abbraccio. Lui la strinse fra le sue braccia accarezzandole la schiena. Per un secondo ebbe voglia di piangere, far cadere la maschera, e urlare la sua frustrazione. Ma nessuno l'avrebbe visto così. Doveva essere forte per i suoi agenti, doveva essere forte per Tony.

- Cos'hai per me, Abby? - le chiese cercando di essere gentile sciogliendosi dal suo abbraccio.

Abby tirò su col naso asciugandosi una lacrima velocemente con la manica del camice – Ho.. ho analizzato la sostanza nel sangue del nostro fantasma, e ho scoperto una concentrazione di arsenico e mercurio. La dose dei due veleni è stata calcolata perfettamente per permettere all'uomo di.. compiere la sua missione e poi semplicemente, puf, autodistruggersi. - gli spiegò gesticolando – il fatto che queste due sostanze siano di “comune reperibilità” non ci aiuta a scoprire qualcosa sul nostro Innominato. Ma... - alzò un dito orgogliosa – ho recuperato delle fibre e delle sostanze dai suoi abiti e dai suoi capelli – sto aspettando i risultati dallo spettometro di massa. Pensano di essere furbi, ma io lo sono molto più di loro – concluse con un sorriso velato dalle lacrime.

- Brava piccola.. - le diede un leggero bacio sulla guancia e tornò di sopra, con un altro caffè, che lo avrebbe aiutato in quella che sarebbe stata una delle notti più lunghe della sua vita.

*-*-* N.d.A. *-*-*
CIAO! sono riuscita a lasciarvi un nuovo capitolo di aggiornamento prima delle vacanze.. :-)
Colgo l'occasione per fare a tutte/i voi i miei auguri di Buona Pasqua!
Chissà che sorprese usciranno dall'uovo per la mia storia... ;-p
Alla prossima!!
 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


- Abbiamo tolto di mezzo quel ficcanaso arrogante? Chiese un uomo dalla voce profonda, la sua figura solo un ombra stagliata contro la finestra che guardava sul Campidoglio.

- Il nostro uomo è riuscito a colpirlo.. -

- Non ho chiesto se è riuscito a colpirlo. Ho chiesto se ce lo siamo tolti di mezzo!

- Non ancora, capo.

L'uomo dalla voce profonda continuava a guardare fuori dalla finestra, dando le spalle al suo interlocutore – E' proprio vero che se si vuole un lavoro ben fatto, bisogna agire da soli.. - disse sorseggiando un bicchiere di whisky – avete almeno distrutto le prove che ha trovato?

- Non sappiamo dove le tenesse capo. A casa sua abbiamo cercato dappertutto, probabilmente teneva tutto all'NCIS ma ormai sarà praticamente impossibile entrare e..

- E come al solito devo pensarci io. - l'uomo parlava con una calma quasi inquietante – puoi andare ora. Ah, sarebbe opportuno che chiudessi questa storia prima che arrivino a me. Ne sarei oltremodo contrariato. - concluse accendendosi un sigaro e sbuffando il fumo fuori dalla finestra nella fredda aria crepuscolare.

 

- Ho trovato qualcosa! - esclamò Eleanor togliendosi in fretta le cuffiette dalle orecchie – continuavo a visionare il video di sorveglianza perchè c'era qualcosa che attirava la mia attenzione ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse. Guarda qui, capo.. - mandò avanti la registrazione fino al momento in cui l'uomo misterioso si trovava davanti alla guardia dei controlli di sicurezza. Nello schermo le immagini in bianco e nero mostravano un gesto quasi impercettibile tra i due.

- Gli ha passato lui l'arma! - esclamò Gibbs guardando le immagini

- Subito dopo aver passato il metal detector. Quei due erano d'accordo, capo. Si conoscevano. Sono risalita al nome della guardia, tramite i fogli presenza. Il suo nome è Charles Andrews.

- McGee, indirizzo di questo Andrews subito!

Tim si buttò velocemente sul computer, cercando tutti i files delle guardie armate che prestavano opera di sicurezza all'interno degli uffici governativi – Oakcrest Road, capo. Arlington.

- Prendete le vostre cose. Andiamo a sentire cos'ha da dirci questo Andrews! - si mossero in fretta, sollevati finalmente di avere un punto da cui partire.

 

Quando arrivarono ad Arlington, il giorno aveva già lasciato spazio alla sera e il buio era sceso velocemente.

- McGee, con me. Bishop, tu va' sul retro nel caso in cui al nostro amico venisse voglia di scappare.

Salirono le scale del portico e bussarono alla porta. - Sig. Andrews, agenti federali, apra la porta! - si qualificarono.

Nessuna risposta.

- Andrews, NCIS, apra subito! - ancora nessuna risposta. McGee e Gibbs si scambiarono un cenno d'assenso e si apprestarono a buttare giù la porta che, con una spallata, cadde facilmente.

Non gli servì nemmeno entrare in casa: Andrews giaceva a terra nell'ingresso, un colpo d'arma da fuoco in fronte gli aveva lasciato poche possibilità di sopravvivenza. La rabbia ormai era incontenibile. Gibbs prese a calci un tavolino rovesciandolo e urlando tutto la sua frustrazione. Non era possibile. Chi poteva essere sempre un passo avanti a loro? Avrebbero dovuto ripartire da zero. Ancora una volta.   


*-*-* N.d.A. *-*-*
Eccomi tornata con l'aggiornamento!! Lo so, vi sto tenendo sulle spine e mi odiate, vero?
Ma qualcosa si sta delineando.. chi sarà quest'uomo misterioso? 
E i nostri eroi riusciranno a mettersi sulla strada giusta? ;-) 

Grazie per i vostri commenti. Li apprezzo moltissimo! Alla prossima!! 
Franci 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Il ritorno verso l'ufficio avvenne in un assordante silenzio.

- Andate a casa a riposare. - commentò lapidario Gibbs quando salirono al loro piano.

- Ma capo... - provò ad obbiettare Tim

- Non ve lo sto chiedendo, McGee. Ve lo sto ordinando. Andate a casa, fatevi una doccia, dormite e riposatevi. È stata una giornata dura per tutti e inoltre in queste condizioni mi servite poco. - concluse senza permettere loro di rispondere e scendendo verso l'obitorio dove sperava di trovare ancora Ducky.

 

Il dottor Mallard stava spegnendo le luci e si stava incamminando fuori dalla sua stanza quando incrociò Gibbs nel corridoio.

- Jethro. Ho provato a chiamarti più volte..

Gibbs guardò il cellulare e si accorse solo ora delle numerose chiamate che gli aveva fatto l'amico.

- Novità, Ducky?

- Sto andando da Anthony, Jethro.

Altro pugno nello stomaco.
Tony. 
I suoi occhi tradirono l'agitazione e Ducky lo capì al volo, aggiungendo velocemente - .. lo opereranno domattina per asportare il proiettile.

- Sta meglio, allora? Che ti hanno detto Ducky? - la sua proverbiale impazienza adesso stava aumentando a dismisura

- Non ho notizie più approfondite, Jethro. È per questo che stavo andando all'ospedale per vedere di parlare con qualche medico che sta seguendo Anthony.

- Vengo con te. -

 

L'ospedale era freddo e silenzioso quella sera. Le luci al neon illuminavano i corridoi semideserti, solo qualche medico passava di tanto in tanto a controllare i pazienti nelle loro camere. Chiesero di Tony ed un'infermiera li accompagnò nella stanza dove l'avevano spostato in attesa dell'operazione prevista per il giorno seguente. Il medico che seguiva Tony aveva già staccato dal suo turno così Ducky si risolse di fare da sé. Prese la cartella appesa ai piedi del letto ed iniziò a studiarne il contenuto annuendo e dissentendo mestamente ad ogni nozione che vi leggeva.

- Dio mio, Ducky che c'è?

- Oh, nulla Jethro.. stavo semplicemente analizzando il quadro clinico di Anthony e..

- E..? cos'altro c'è che non va? - Gibbs era ormai esasperato. Quella giornata era cominciata così male che di sicuro non sarebbe potuta finire peggio.

- I suoi parametri sembrerebbero essersi leggermente stabilizzati, per questo domani proveranno ad intervenire per rimuovere il proiettile.

- Proveranno, Duck?

- Jethro.. dobbiamo essere pronti a qualsiasi cosa in questo momento. Il proiettile fortunatamente non ha colpito organi vitali ma è molto vicino al cuore. È probabile che anche se l'operazione di rimozione dovesse riuscire... è probabile che non si risvegli, Jethro.

Era stanco.
Sì, si sentiva così maledettamente stanco e frustrato. Non aveva nemmeno la forza di rispondere a quello che aveva appena sentito dalla voce del suo amico. Ducky solitamente cercava sempre di essere ottimista, cercava di dargli buone notizie anche laddove non ve ne erano.
Stavolta sembrava anche lui arreso alla realtà dei fatti.

- DiNozzo non morirà. - sentenziò secco, gli occhi fissi sul letto dove riposava il suo miglior agente, quello che per tutti quegli anni aveva ritenuto un figlio.

- Se questo è il tuo ordine, Anthony lo eseguirà. Non ti ha mai disobbedito – cercò di fargli un sorriso mentre gli posava una mano sulla spalla – credo che vorrai restare qui stanotte. - Gibbs si limitò ad annuire e il dottor Mallard se ne andò silenziosamente.

Quando restò solo, si sedette a fianco del suo letto con una gran voglia di sfogarsi. Ora nessuno lo poteva vedere mentre metteva a nudo tutte le sue debolezze, tutte le sue fragilità.

- Tony... non so ancora chi ha voluto farti questo, nè perchè. Ti prometto e ti giuro che lo troverò e quando ci riuscirò sarà molto peggio per lui. Ma tu devi svegliarti e aiutarci perchè.. perchè non ce la stiamo facendo. Per ogni passo che facciamo in avanti, siamo costretti a farne dieci all'indietro. Cosa hai scoperto, Tony?
Per la prima volta dopo tanti anni si sentiva ancora un uomo fragile, come se gli avessero strappato via di colpo tutte le sue certezze, le sue convinzioni. In quel momento non era il Gibbs che tutti temevano. Era solo un uomo, un padre preoccupato per la sorte di suo figlio.
– Non mollerò finchè non ti avrò fatto giustizia. A chiunque tu abbia pestato i piedi, Tony, fosse anche al Presidente in persona, dovrà vedersela con me. - fece una breve pausa poi riprese – la squadra ha bisogno di te, DiNozzo. Io ho bisogno di te. Se c'è qualcuno del quale mi posso fidare ciecamente, so che sei tu Tony. E adesso ti chiedo di non deludere la mia fiducia. Torna da me.
Non si stupì di sentir scendere una lacrima dai suoi occhi solitamente glaciali. Era spaventato, sentiva di non star facendo abbastanza. Si sentiva perso. Fu allora che decise che se avesse perso Tony, nulla avrebbe avuto più senso all'NCIS. Tantomeno la sua presenza a capo di una squadra orfana di un “agente molto speciale”.

 

*-*-* N.d.A. *-*-*
Aggiornamentino del giovedì! Qualche notizia di Tony, finalmente.. anche se so che non era quello che volevate sentirvi dire! Ma non agitatevi, ho tutto sotto controllo! :p 
Adoro il rapporto father/son che Gibbs ha con Tony, quindi non ho potuto non inserirlo all'interno di questo capitolo.. Spero che il capitolo vi piaccia, come sempre vi ringrazio per le vostre belle parole. Sono felice che la storia vi stia prendendo, come ha preso me scriverla! 
PS: Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà forse cortino.. ma da li in poi ci sarà una "discesa libera", chiamiamola così ;-)

A presto!!
Franci

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L'alba di un nuovo giorno filtrava dalle finestre della stanza di Tony.

Gibbs si era addormentato al suo fianco, con il sottofondo del macchinario che controllava il respiro ed il battito del suo agente, su quella poltroncina che gli aveva lasciato un gran mal di schiena come ricordo di una notte in cui aveva dormito poco e male.

Il suo sonno era stato disturbato da incubi che ora voleva solo relegare al suo inconscio. Si alzò stiracchiandosi.

Tony sembrava dormire tranquillamente. Se non fosse stato per tutti quei tubicini che si infilavano nel suo corpo, se non fosse stato su quel letto immobile, fasciato per la ferita, sembrava semplicemente addormentato.

Uscì dalla stanza per andare a prendere un caffè, il primo di una lunga serie.

Quella sarebbe stata un'altra lunga giornata, ma sperava almeno più proficua della precedente.

Controllò il cellulare dove trovò un messaggio che Abby gli aveva mandato un'ora prima.. era stata sicuramente tutta la notte in laboratorio per cercare delle prove da dargli. La chiamò.

- Abby, hai novità?

- Gibbs, finalmente! Come sta Tony?

- Lo opereranno tra un paio d'ore.

- Oh.

- Abby.. cosa hai per me? - tagliò corto; gli stava venendo un gran mal di testa.

- Ti avevo parlato delle sostanze che avevo trovato sul corpo dell'uomo. Quando ho scoperto di cosa si trattava, ho analizzato anche quello che Ducky ha trovato all'interno del corpo dell'uomo. Sui suoi abiti ho trovato spore di Lycoperdum Perlatum, praticamente è una specie di fungo.

- Un fungo, Abby? - si passò la mano sugli occhi. Sapeva che Abby aveva la passione per prendere le cose alla larga, ma lui e la sua emicrania speravano che stavolta arrivasse velocemente al sodo

- Si, un fungo. Benchè sia commestibile dal punto di vista alimentare bisogna fare attenzione a non inalare la polvere sporale che emette quando giunge a completa maturazione perchè se viene inalata in quantità importante, può portare alla Lycoperdonosi cioè una grave polmonite allergica che, infatti, Ducky mi ha confermato.

- Questo come ci aiuta, Abby?

- Ci aiuta perchè questo fungo è abbastanza facile da trovare nelle zone erbose dopo abbondanti piogge. E dopo aver analizzato dove ha piovuto maggiormente in questi giorni, e dove si è concentrata la coltura di questo tipo di funghi, sono risalita a Harper's Ferry, Virgina. Il nostro Innominato viveva sicuramente da quelle parti, Gibbs.

- Ottimo lavoro, Abby. Passa tutto quello che hai trovato a Bishop e McGee. Digli di partire da lì. - chiuse il telefono con un leggero senso di sollievo. Stavolta avevano almeno un punto di partenza. E ora non potevano permettersi di tornare indietro.

 

*-*-* NdA *-*-*
Buon lunedì! Come vi avevo anticipato la scorsa volta, questo è un aggiornamentino-ino-ino.. il capitolo è corto e di "transizione", faccio già mea culpa. La nostra Abby non delude mai, e finalmente mette i nostri sulla strada giusta.. sarà la volta buona?!
Non odiatemi per questo capitolo un po' "Blah".. vi prometto che aggiornerò velocemente con gli sviluppi sul caso e sul nostro Tony! <3
Grazie a tutte! Bacioni a presto!!
Franci

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


McGee era già seduto alla sua scrivania ad analizzare ed incrociare i dati che gli aveva portato Abby quando arrivò Ellie.

- Buongiorno, Tim..

- Speriamo lo sia davvero.. - rispose senza nemmeno alzare gli occhi dal monitor

Ellie accese il pc, senza rispondere; poteva capire quello che stava passando e provando. Il telefono sulla sua scrivania squillò

- Bishop.. - rimase in ascolto di quello che un agente di polizia le stava dicendo all'altro capo del filo – la ringrazio. Provvediamo immediatamente. - notò che Tim aveva alzato lo sguardo curioso e senza che lui le chiedesse qualcosa, lei gli spiegò – qualcuno si è introdotto in casa di Tony.

- Come abbiamo fatto a non pensarci prima! - sbattè un pugno sul tavolo – informo Gibbs – disse prendendo il telefono e comunicando la novità al loro capo che gli ordinò di andare immediatamente presso l'abitazione di Tony per i rilievi del caso.

- Andiamo Ellie. Il capo vuole che ci pensiamo noi. Lui resta in ospedale. Stanno operando Tony. - disse con un nodo alla gola.

 

Era agitato. Quella notte non era riuscito a dormire, le immagini della mattina precedente erano una macabra fotografia che gli si materializzava davanti ogni qualvolta provava a chiudere gli occhi. Un attimo prima Tony era seduto alla sua scrivania che si lamentava come al suo solito ed un attimo dopo era a terra, in una pozza di sangue. Lui al suo fianco.

 

L'appartamento di Tony era tutto sottosopra, la vicina se n'era accorta quella mattina avendo notato la porta d'ingresso leggermente aperta e aveva avvertito immediatamente la polizia che poi aveva chiamato Bishop.

- Cosa stavano cercando? - si chiese Ellie guardandosi intorno

- Difficile dirlo. Non sappiamo nemmeno se hanno trovato quello che cercavano. Visto il caos, forse non sono stati molto fortunati.

Si misero al lavoro, analizzando ogni centimetro quadrato dell'appartamento. Stavano per andarsene con un pugno di mosche in mano quando lo sguardo di Tim cadde su una foto incorniciata che nel trambusto era stata gettata a terra ed era quasi finita sotto al divano; il vetro che la ricopriva era crepato in più punti. La prese in mano incuriosito. Ricordava quando era stata scattata quella foto. La cena del ringraziamento a casa di Ducky..
Tony sorrideva in mezzo a loro, abbracciato a lui e a Abby.

"Non ti facevo così sentimentale, Tony” pensò sorridendo con un velo di malinconia.

La cornice però, non conteneva solo quella foto. Dietro, tra la foto ed il supporto, Tony aveva nascosto dei fogli con degli appunti. Li prese e se li rigirò tra le mani notando un appunto scritto velocemente a penna nell'ultima pagina “se hai trovato questi, capo, forse ho già fatto una brutta fine”.

E gli si gelò il sangue nelle vene.


*-*-* N.d.A.*-*-*

Eccomi con il nuovo aggiornamento! Scusatemi, pensavo di riuscire ad aggiornare prima ma tra lavoro e varie ed eventuali, non ce l'ho fatta. -.-" 
Comunque, finalmente i nostri hanno trovato degli indizi!! Vedremo la luce in fondo al tunnel? 
Nel prossimo capitolo vedremo come andrà l'operazione di Tony.. tranquille ho tutto sotto controllo! :D 
Baci e buon weekend!!
Franci 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Le ore passavano lente ed inesorabili e la porta della sala operatoria continuava a restare chiusa. Ogni qualvolta si apriva, per far uscire un'infermiera o un medico, Gibbs scattava in piedi sperando che venissero a portargli notizie di Tony. Ma sempre gli passavano oltre, presi da altre mansioni e altri lavori. Il cestino accanto alla sua poltrona, nella sala d'attesa, si stava riempiendo di bicchieri di caffè.

- Dovresti darci un taglio.. non vorrei dovermi occupare anche di te che ti fai venire un infarto. - lo apostrofò Leon sedendosi accanto a lui – novità?

Scosse la testa.

- McGee e Bishop hanno trovato degli appunti a casa di DiNozzo. Li aveva nascosti bene, chi li voleva non è riuscito a trovarli.

- Appunti di che genere? - chiese; non capiva il motivo per cui Tony avesse dovuto tenere nascoste alcune sue scoperte. Perchè poi a casa sua? E perchè diavolo McGee non l'aveva chiamato subito per dirglielo?!

- Al momento sono solo un elenco di nomi e numeri. Bishop e McGee sono già al lavoro per capire di cosa si tratti. Purtroppo non c'è altro, né sul suo computer personale né in quello del lavoro. Solo quegli appunti.

- Leon, cosa mi stai nascondendo?

Rimase in silenzio

- DiNozzo stava lavorando a qualcosa per te? Qualcosa di cui io non sono stato informato, per caso? Non sarebbe la prima volta. E vorrei ricordarti che quando succede va sempre a finire in modo poco piacevole! - si stava innervosendo, aiutato anche dai numerosi caffè che aveva in corpo.

- No, Jethro. DiNozzo non stava lavorando per me.

- Per chi allora?! Leon!!

- F6 - rispose guardandolo negli occhi, sfidando il suo sguardo.

Gibbs scattò in piedi furioso. - Tu mi stai dicendo solo ora che il MIO agente stava lavorando per il Special Collection Service?

- È sicurezza nazionale, Gibbs.

- E non pensavi di dovermi avvisare?! Il MIO agente sta morendo di là per qualcosa che ha scoperto “grazie” a questa tua bella trovata di permettergli di lavorare per l'F6! E non mi parlare di sicurezza nazionale. NSA e CIA non sono sufficienti per loro? Perchè DiNozzo? - venne ripreso da un'infermiera che lo invitò ad abbassare il tono della voce. Stava urlando in faccia al suo capo e non se ne rendeva quasi conto.

- Volevano un esterno. DiNozzo è il migliore, lo sai anche tu.

- Certo che lo so! Ma è un mio agente! E io non sono stato avvisato! - gli puntò un dito contro – prega Dio che ne esca sano e salvo perchè, in caso contrario, sono pronto a scatenare un inferno.

Rimasero per dei lunghi istanti a fissarsi a pochi centimetri uno dall'altro, con aria quasi di sfida. Nessuno dei due accennava a distogliere lo sguardo dagli occhi dell'altro. In questo momento a Gibbs sembrava di trovarsi di fronte ad uno sconosciuto, non al Direttore che conosceva e sì, nonostante gli alti e bassi, stimava.

Non si accorse della porta della sala operatoria che si era aperta nuovamente facendo uscire il medico che stavolta si diresse verso di lui.

- Agente Gibbs..

Si voltò di scatto, come risvegliato da un'ipnosi

- Siamo riusciti a rimuovere il proiettile. Tuttavia..

- Pochi giri di parole, dottore. - il suo cuore batteva all'impazzata

- L'agente DiNozzo ha avuto un arresto cardiaco durante l'operazione. L'abbiamo ripreso per miracolo ma.. è in coma, agente Gibbs. Devo essere franco e dirle che le speranze che si svegli sono molto basse. Mi dispiace.

Gibbs rimase immobile, paralizzato dalla notizia. Tutto questo stava non stava succedendo veramente.
Leon gli posò una mano sulla spalla per dargli coraggio. Gibbs non riuscì ad impedire al suo corpo di reagire e si voltò violentemente liberandosi dal suo tocco e voltandosi verso di lui tirandogli un pugno che lo fece volare a terra. Il medico fece per aiutare il direttore a rialzarsi ma questi lo liquidò con un gesto facendogli capire che andava tutto bene.

No, non si sentiva affatto meglio. A cosa era servito rompere il naso al suo capo? Si massaggiò la mano mentre si incamminava per tornare all'NCIS. Tornare al lavoro lo avrebbe fatto sentire bene. Distruggere chi gli stava portando via Tony lo avrebbe fatto sentire ancora meglio.

 

*-*-* N.d.A. *-*-*
Eccomi!! Vi comunico che stiamo scollinando verso la seconda metà della storia.. :D
Gli animi si stanno scaldando, eh? xD
Vi ho dato notizie di Tony, purtroppo non molto rassicuranti ma tranquille.. stiamo parlando sempre del nostro DiNozzo, no?! <3
Inoltre abbiamo capito cosa stava facendo.. ma cosa avrà scoperto per cacciarsi in questo pasticcio?
Alla prossima, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto!
Franci

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Entrò a passo svelto in ufficio dirigendosi verso la sua scrivania.
McGee e Ellie lo guardarono senza proferire una parola. Avevano mille domande da fargli, una su tutte sapere come stava Tony. Ma bastava guardarlo in faccia per capire che chi gli avesse rivolto la parola si sarebbe preso uno degli scappellotti più forti della storia. Avrebbero aspettato che fosse stato lui a parlare. E non dovettero aspettare a lungo.

- McGee, Bishop. Andate a Harper's Ferry e cercate di capire chi era il nostro cadavere senza nome. - continuava a parlare senza guardarli, non ce l'avrebbe fatta a sopportare il loro sguardo; sapeva cosa stavano per chiedergli – ah, McGee, gradirei essere informato prima del Direttore se trovi qualcosa di importante, mi sono spiegato?

- E io gradirei essere informato su Tony! - urlò.

“Oh mio Dio.” - pensò “cosa ho detto. No, non posso averlo detto sul serio! Ho urlato contro il mio capo. Oh mio Dio, ora mi uccide”.

Ellie si voltò di scatto stupita della reazione di McGee e fissava la scena tra i due, certa che avrebbe assistito al massacro del povero Tim in meno di venti secondi.

Gibbs si limitò a fare un gran respiro e finalmente alzò gli occhi dalla scrivania, guardando direttamente McGee.

Sarebbe servito proteggerli nascondendo loro la verità?
Non gli piaceva dovergli mentire ma al momento non sapeva cosa era meglio fare.
Lui di solito le capiva le persone. Sapeva cosa dire e cosa fare.
Sempre.
Ma adesso era così difficile. McGee era arrivato ad urlargli contro, mezzo ufficio si era voltato shockato. Il timido pivello si era infilato l'armatura ed era sceso in guerra. Quello di cui non aveva proprio bisogno ora era una squadra a pezzi. Ma era quello che aveva, a tutti gli effetti.
Era inutile negare che era Tony il collante tra loro. Se fosse stato lì in quel momento sicuramente si sarebbe fatto una gran risata, profetizzando la morte di McGee a suon di scappellotti e sicuramente gli avrebbe trovato un nuovo soprannome.
McFolle probabilmente era quello che gli si addiceva di più in quel momento.

- Tony.. è stato operato e.. - gli rispose calmo – e starà bene. Presto.. Molto presto.- distolse lo sguardo per evitare di fargli leggere nei suoi occhi la verità. - Ora andate, stiamo perdendo tempo prezioso.

I due agenti presero i loro zaini e se ne andarono in silenzio, Tim ancora spaventato dalla sua stessa reazione.

- Credevo mi avrebbe sbranato vivo. - si confidò in ascensore mentre scendevano

- E' preoccupato per Tony, Tim..

- E come credi che stia io?? - bloccò l'ascensore. Adesso aveva una gran voglia di urlare e sfogarsi – non riesco a dormire, continuo a pensare al caso, a Tony, ai suoi appunti, a quest'uomo misterioso. Io credi non sia preoccupato? Stava per morire tra le mie braccia, Ellie! -

- Starà bene, hai sentito Gibbs... - gli disse cercando di tranquillizzarlo

- No, Ellie. Non starà bene. Conosco Gibbs. Se fosse stato tranquillo per la salute di Tony non.. non mi avrebbe risposto così. Mi avrebbe portato all'ascensore a suon di scappellotti per come ho osato rivolgermi a lui e avrebbe bofonchiato qualcosa sul fatto che avrei dovuto fare anche il lavoro suo e di Tony fino al loro pensionamento, per punizione. È come se.. è come se si fosse messo a nudo per la prima volta. Come se si fosse arreso. Ellie, Gibbs ha paura.

- L'abbiamo tutti, Tim. - disse mettendogli una mano sul braccio cercando di calmarlo – ma dobbiamo fare quello che sappiamo fare meglio per fermare queste persone. Lo dobbiamo a Tony. Ora calmati.. - fece ripartire l'ascensore – o la prima cosa che dirò a Tony quando tornerà sarà questa tua sceneggiata. - gli fece un dolce sorriso.

- Ma io lo potrò prendere in giro per la nostra foto incorniciata – rispose asciugandosi una lacrima -

- Santo cielo, dovrò sopportarvi per dei secoli allora.. - gli diede una pacca sulla spalla sorridendo

- Lo spero, pivella.. Lo spero davvero. - concluse malinconico.
 

*-*-* N.d.A. *-*-*
aggiornamento! questa volta sono riuscita ad essere un po' più veloce.. :D 
come vi avevo anticipato, gli animi si stanno un po' surriscaldando e i nervi sono sempre più tesi. ma ci staremo avvicinando alla svolta del caso? 
tony sarà riuscito a mettere i suoi amici sulla buona strada? 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
bacioni 
Franci

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Gibbs, seduto alla sua scrivania, studiava gli appunti che erano stati trovati nell'appartamento di Tony. Se li ripassava tra le mani certo che fossero quelli la “patata bollente” che aveva infilato DiNozzo in quella situazione.

Erano quelli i momenti in cui sperava che bastasse guardare delle prove perchè queste gli parlassero e gli rivelassero tutto l'intreccio del caso. Bishop e McGee non avevano ancora avuto modo di lavorarci sopra e decise di cominciare il lavoro lui stesso. Sperava che questo lo tenesse abbastanza impegnato per non pensare all'irreparabile.

- DiNozzo, ricordami di obbligarti a fare un corso di calligrafia appena torni.. - brontolò prendendo in mano una pagina di suoi appunti. Gli cadde l'occhio sulla frase che Tony aveva lasciato per lui sull'ultimo foglio e si sentì di colpo come se qualcuno gli stesse ripetutamente tirando pugni dello stomaco. Tony aveva capito di essere nei guai.

Perchè non gliene aveva parlato prima?
Certo erano impegnati in quel caso che non riuscivano a sbrogliare e che adesso era stato passato, per ovvie ragioni, ad un'altra squadra. Gli faceva male essere stato escluso da Leon ma lo feriva ancora di più essere stato escluso da Tony. Si sarebbe arrabbiato, sarebbe andato su tutte le furie se gli avesse raccontato in cosa era stato tirato in ballo. Ma lo avrebbe aiutato. E forse adesso non sarebbero arrivati a questo punto.

Come aveva potuto non accorgersi? Era per quello che Tony stava sempre al lavoro fino a tardi ultimamente?

Era forse per quello che, quando la mattina arrivava, lo trovava già alla sua scrivania? O era meglio dire “ancora” alla sua scrivania?

Se non fosse stato così inquadrato su quel caso, se avesse aperto gli occhi sui suoi agenti, certamente avrebbe notato qualche segnale che Tony gli stava mandando.

Di certo adesso era tardi per colpevolizzarsi. Con i “se” e con i “ma” non si risolve un caso. Doveva capire cosa aveva scoperto il suo agente. E doveva fare in fretta.

 

- Agente.. mmh.. Leroy Jethro Gibbs? - un uomo si presentò davanti alla sua scrivania, un pass da visitatore faceva bella mostra di sé sul taschino della sua giacca.

Gli rivolse un cenno di assenso.

- Porter Casey, SCS – gli mostrò il distintivo.

- F6. - commentò lapidario, nascondendo con nonchalance gli appunti di Tony in un fascicolo

- Preferiamo Special Collection Service. Fa meno “007”. - commentò sarcastico

- Cosa posso fare per lei? - chiese glissando e cercando di mantenere la calma.
Sapeva che doveva giocarsi qualsiasi carta per arrivare ad una soluzione di quel puzzle e una di queste era fingere di mostrarsi collaborativo con chi gli aveva sottratto il suo miglior agente.

- Possiamo uscire a bere un caffè e fare quattro chiacchiere? - lo invitò

Gibbs si alzò senza rispondere, prese la giacca e lo seguì verso l'ascensore.

Si incamminarono verso il chiosco davanti agli uffici.

- Ho saputo dell'incidente accorso all'agente DiNozzo.

- Mh, vede Casey.. Un'uscita di strada la definirei un incidente. Un braccio rotto per una caduta, la definirei un incidente. Un uomo che entra nel mio ufficio e spara a bruciapelo al mio agente, non lo definirei propriamente un incidente. - commentò cercando di restare calmo.

- Certamente. Lei ha perfettamente ragione, Gibbs. So che ha superato l'operazione, mi auguro che possa tornare presto operativo.

- Lo farà certamente. - gli rispose con espressione di sfida

- Sono qui per offrirle tutto il nostro aiuto, Gibbs. Siamo grati all'agente DiNozzo per il prezioso supporto che ci ha dato in una nostra recente operazione.

- Un'operazione della quale io non ero stato messo al corrente. - precisò

- Ha ragione anche su questo, Gibbs. Lei capirà che il nostro programma di raccolta informazioni a livello nazionale ed internazionale non va sbandierato troppo ai quattro venti. Ciò nonostante, mi sono premurato personalmente di scusarmi con lei per non averla coinvolta. Avevo espressamente chiesto al direttore Vance di non divulgare la notizia. Pensavamo che sarebbe stato un lavoro veloce e senza problemi.

- A quanto pare c'è stato più di un problema, Casey. Cosa è sfuggito alla vostra potente rete di informazioni?

-Lo scopriremo, Gibbs. Lo scopriremo assieme se ce ne darà il modo. - concluse accendendosi un sigaro e sbuffando il fumo verso l'alto.




*-*-* N.d.A. *-*-*
Aggiornamento in corsa! Scusatemi, il lavoro questa settimana mi ha impedito di poter aggiornare prima.. T_T
Ecco svelato qualche altro piccolo tassello del puzzle.. stiamo scivolando verso la fine della storia, adesso vedrete che tutti i pezzi entreranno al loro posto! Prometto di non farvi soffrire troppo! xD
Come al solito un GRAZIE di cuore a chi legge e mi commenta.. (ma anche a chi legge e basta, ovviamente!!) le vostre parole mi fanno un sacco piacere soprattutto quando leggo che vi arriva quello che avevo pensato mentre scrivevo! :-)
un bacione, alla prossima!
Buon (lungo) weekend! :-)
Franci
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


C'era qualcosa che non lo convinceva in Porter Casey.

Continuava a pensarci dopo averlo lasciato con la falsa promessa di una collaborazione al caso. Forse era quella sua aria arrogante e strafottente da Padrone dell'Universo? Forse era il modo in cui gli aveva parlato di Tony, quasi che fosse un suo agente?! Molto più probabilmente era solo il fatto che gli aveva sottratto il suo miglior agente. E sentirlo parlare così di Tony, lo disgustava.

"Un incidente" - pensò furioso tra sè e sè - "balle!"

Ripensava alle parole di Casey mentre tornava verso la sua scrivania per riprendere in mano il lavoro lasciato a metà. C'era qualcosa che non gli tornava, qualche sensazione che gli diceva di scavare, qualcosa che sentiva di avere sotto il naso ma non riusciva comunque a vedere.

- Capo, abbiamo delle novità. - esclamò McGee uscendo a passo veloce dall'ascensore – abbiamo scoperto l'identità del nostro John Doe.. - si sistemò in fretta al pc e lo collegò al video per mostrare a Gibbs i loro sviluppi.
- Carl Morton, 47 anni di Harper's Ferry. Divorzato, niente figli. Abbiamo parlato direttamente con l'ex moglie. Ci ha confermato che frequentava ambienti poco raccomandabili.

- Altro? - chiese

- Si – continuò Ellie prendendo la parola – Morton ha lavorato fino al 2010 come collaboratore esterno per la NSA. Venne allontanato a seguito di una fuga di notizie a lui riconducibile e da allora ha vissuto di lavori saltuari più o meno legali. Ultimamente si era buttato nel campo delle investigazioni private. E, cosa molto strana per un investigatore privato, sul suo conto abbiamo trovato un versamento di 100.000 dollari fatto da una banca off-shore.

- Il prezzo della vita di Tony. - commentò secco Gibbs – scoprite da dove sono partiti quei soldi. -

- Capo, non sarà facile.. - Tim sentì lo sguardo del suo capo trafiggerlo come mille spade – ma questo non vuol dire che non debba provarci. Mi metto subito al lavoro. - concluse distogliendo lo sguardo e nascondendosi dietro al monitor del pc.

- DiNozzo stava lavorando per l'F6. - confessò

- Cosa? - Tim rialzò lo sguardo fissandolo in attesa di spiegazioni – tu.. Tu lo sapevi, capo?!

- L'ho appena saputo, McGee. Il direttore ha fatto tutto alle mie spalle. Hanno chiesto di Tony per un caso di “sicurezza nazionale” - disse con una smorfia – ha sicuramente trovato qualcosa di molto grosso e molto marcio. - gli buttò sulla scrivania gli appunti – scavate, cercate di capire cosa aveva scoperto DiNozzo. - disse allontanandosi deciso a tornare in ospedale.

 

Gli mancava Tony.
Più passavano le ore e i giorni, più sentiva la sua mancanza e si rendeva conto che perderlo avrebbe significato perdere una parte di sé. Gli mancava la sua sbruffonaggine, le sue battute, gli mancava lavorare con lui.

Entrò nella sua stanza dove un infermiere gli stava sistemando una nuova flebo.

- Ho subito finito.. - gli disse sistemando la fiala – Gibbs annuì rimanendo fuori dalla stanza ad osservarlo.
Fu quando uscì dalla stanza che si accorse che in quell'infermiere c'era qualcosa di strano. Le sue scarpe erano sporche, del fango era rimasto sulle suole. Decisamente strano per una persona che cammina per corridoi sterili.

- Hey.. - lo chiamò, ma questi aumentò il passo senza girarsi – togli immediatamente quella flebo a DiNozzo! Non era un infermiere! – urlò all'agente di guardia mentre si mise ad inseguire l'uomo che intanto aveva cominciato a correre. Lo inseguì per le scale esterne dell'edificio, convinto di averlo ormai in pugno.

- Agente federale, fermati o sparo! - gli urlò bloccandolo mentre era sul cornicione del tetto, puntandogli la pistola contro.
- Scendi da li! In ginocchio e mani dietro la testa! - gli intimò.

L'uomo si girò a guardare Gibbs con aria di sfida e poi, semplicemente, si buttò di sotto.



*-*-* NdA *-*-*

Aggiornamentino pre weekend ! :-)
E adesso cosa succederà al nostro povero Tony? Tranquille, come vi ho già promesso non sono stata per niente crudele.. :D
Allora che mi dite? Avete capito anche voi chi è il nostro cattivone? xD
Vi anticipo che il prossimo capitolo è uno di quelli che mi è piaciuto di più scrivere.. spero che piacerà anche a voi leggerlo.. intanto, se vi va, fatemi sapere che ne pensate di questo ;-)
Un bacione, alla prossima!
Buon Weekend
Franci

PS: siete in ansia anche voi come me per il Season Finale?? Non voglio che finisca T_T

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Cavoli, stavolta l'ho combinata davvero grossa. Non so se ho più paura di morire o di svegliarmi e subirmi gli scappellotti di Gibbs.

Ok, ok, me li merito!! Ma cosa potevo fare? Contravvenire ad un ordine del Direttore?! Odiavo dover mentire a Gibbs, eseguire degli ordini di nascosto da lui, ma non avevo altra scelta.

Ancora una volta.

Sapevo di averlo deluso.

Ancora una volta.

Mi aveva detto di avere fiducia in me, ma io l'ho tradito.

Ancora una volta.

Dovevo metterlo al corrente, dovevo dirgli subito quello che avevo scoperto. Era una cosa troppo più grande di me, stavolta. Non potevo fare tutto da solo. Io e la mia testa dura!!

Scusa, capo.

Adesso sono qui, inchiodato su questo letto, peraltro tutt'altro che comodo, e non posso aiutarti.

Ti sento, capo, ho sentito che hai bisogno di me. Ti voglio aiutare ma non riesco a parlarti! È come in quei sogni in cui vorresti parlare, urlare, ma per quanto apri la bocca e ti sforzi, non esce nemmeno un fiato.

Mi sento come fossi in una stanza affollata, e tu dall'altro capo. Ti sto parlando ma tu non mi senti.
Non riesco a raggiungerti, boss...

Ah, ma è mai possibile che io, l'agente molto speciale Anthony DiNozzo, debba mettermi sempre in questi pasticci?!

Capo, sei tornato? Sento la tua voce.

Con chi stai parlando? Con il direttore? Ah, no.. dev'essere McGenio..

Ma certo capo che mi vogliono morto! Sai che novità?! Non ti ricordi che mi hanno sparato?! Tra l'altro avevo anche il mio abito nuovo..

Ah ma allora li avete trovati i miei appunti! Grande McCaneDaTartufi, sapevo di poter contare su di te! Eviterò di incollarti la tastiera appena torno.

Certo, se torno.

Uff, capo, voglio così tanto svegliarmi...  ma non ci riesco!

Sono qui.. ehi! No capo, non mollo. Non mollerò stavolta. Non gli permetterò di vincere.

Ma no che non sono morto! Certo, c'è da ammettere che ci stanno provando un po' troppo spesso a farmi fuori in queste poche ore.

Tutto questo mi fa sentire molto Patrick Swayze in Ghost. Capo, forse dovresti cercarti una medium che ti faccia parlare con me. Magari se mi portassi anche Demi Moore..

Ouch!! Hey, questo scappellotto me l'hai dato sul serio! Mi hai sentito, boss?!

 

Dopo aver riattaccato con Tim, Gibbs si era seduto accanto a Tony sollevato che la flebo di veleno che gli stava per essere iniettata giaceva distrutta a terra.

- Riesci a cacciarti nei guai anche da mezzo morto, DiNozzo- gli disse con un mezzo sorriso dandogli un leggero scappellotto.



*-*-* NdA *-*-*

Rieccomi!
Visto che non sono stata cattiva? Povero Tony, ne sta già passando abbastanza! xD
Come vi avevo già anticipato, questo è stato uno dei capitoli che mi è piaciuto di più scrivere. Riportare i pensieri di Tony, le sue paure e ovviamente anche il suo non smentirsi mai ;-)
Spero davvero che questo capitolo vi piaccia. Come al solito, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Un bacione, a presto!

Franci
 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Casey era seduto in macchina, parcheggiata sull'altro lato della strada, quando vide volare giù dal tetto dell'ospedale il finto infermiere.

- Ovviamente quell'idiota si è fatto scoprire – disse al suo interlocutore seduto accanto a lui – speriamo almeno che sia riuscito a portare a termine il compito che gli era stato affidato. In caso contrario mi ha risparmiato la fatica di ammazzarlo personalmente. Sembra proprio che mi stia circondando di idioti! - concluse
 

- L'agente Gibbs si è dimostrato collaborativo, capo? - chiese l'uomo accanto a lui, timoroso che l'ira del suo capo potesse rivolgersi presto contro di lui

- È un osso più duro di quanto immaginassi. Ha palesemente finto di voler collaborare con noi. Ed è altrettanto palese che non gli piaccio ma questo non è un mio problema. DiNozzo sembrava perfetto per il nostro piano. Invece si è dimostrato molto meno idiota di quanto pensassi. Avrei dovuto leggere con più attenzione il suo fascicolo. Il nostro piano ci si è ritorto contro. ma troverò un modo per riappropriarmi delle prove che è riuscito a sottrarci. Non posso permettere che arrivino a me! - concluse urlando e impartendo al suo autista l'ordine di partire.


 

- Non capisco.. - disse McGee sfogliando gli appunti di Tony – cosa voleva farci capire Tony con questi? Questi nomi non significano niente. Niente riscontri da CIA, FBI, DIA. Niente nemmeno dall'Interpol.

- Hai provato ad usare Google, McGee? - chiese Gibbs entrando a passo svelto e dirigendosi diretto verso la sua scrivania.

- Goo.. ehm.. capo, no.. - gli rispose smarrito non capendo a cosa si riferisse il suo capo – ma tu hai certamente avuto un'intuizione, quindi controllo subito – si nascose dietro al monitor del pc e iniziò la sua ricerca.

- Notizie di Tony, capo? - chiese Elly quasi timorosa di sentire la risposta

- L'abbiamo fermato in tempo. Il veleno della flebo che gli stava per essere iniettata non ha fatto in tempo ad entrare in circolo. - rispose troncano in fretta il discorso - Allora, McGee?! Ci vuole un secolo con quel coso?! -

- Non.. non è possibile.. capo.. ma.. ? - alzò lo sguardo guardando Gibbs che sorrise velocemente soddisfatto della sua intuizione.

- Volete spiegare anche a me? - chiese Ellie smarrita guardando prima uno poi l'altro.

- Tony ha nascosto un messaggio nel messaggio! - le rispose Tim velocemente - Queste non sono persone reali! Roger Thornhill, Phillip Vandamme, Lester Townsend.. sono personaggi del film Intrigo Internazionale! - concluse agitato dalla scoperta.

- Intrigo Internazionale?! Cosa voleva dirci Tony, capo?

- Tornate a casa di DiNozzo. Cercate il dvd del film. - disse velocemente – era certo che avremmo trovato prima quelli, e ha saputo come metterci sulla strada giusta. Siete ancora qui? Volete un invito scritto? Muoversi! - gli urlò. Spostò lo sguardo sulla scrivania vuota di Tony e si ritrovò a fare un mezzo sorriso pensando al fatto che solo lui poteva lasciare loro una pista simile.

 

- Tony deve aver scoperto qualcosa di grosso se si è impegnato così tanto a nascondere le prove. - riflettè a voce alta Tim mentre rientravano nell'appartamento di Tony, ancora a soqquadro – ci metteremo una vita a trovare quel dvd in questo caos!

- Cosa può aver scoperto, Tim? Deve aver pestato i piedi a qualcuno di importante per.. per essersi meritato tutto questo. Credi che.. credi che c'entri l'F6?

- Non lo credo, Bishop.. ne sono certo. E anche il capo lo è. Non si spiega altrimenti. Lo Special Collection Service opera nella raccolta di informazioni per la sicurezza interna ed internazionale, monitorando vari canali a livello informatico, telefonico ed elettronico. Non sappiamo per cosa Tony sia stato chiamato, ma sappiamo che deve aver scoperto qualcosa di brutto finchè lavorava per loro. E sono certo che qui – disse trovando finalmente il dvd – scopriremo di cosa si tratta.



*-*-* N.d.A. *-*-*
Buonasera!
Avete visto che non mi sono accanita sul povero Tony nel precedente capitolo?! Sono contenta che vi sia piaciuto, ho cercato davvero di rendere, per quanto possibile, tutto il DiNozzo che conosciamo :D
Ormai la storia si sta dipanando e spero che vi continui a piacere ^-^ fatemi sapere!
Un bacione
Franci

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Abby stava parlando con Gibbs quando il Il telefono di quest'ultimo si mise a vibrare sulla sua scrivania, distranedolo da quanto la scienzata gli stava spiegando in maniera concitata.
Guardò il display.
Aveva imparato a conoscerlo a memoria ormai, quel numero.
Quello dell'ospedale.
E ogni volta che appariva, il suo cuore iniziava a battere all'impazzata.

- Tony.. - Abby capì al volo, leggendo negli occhi del suo capo lo smarrimento - Gibbs.. - gli sfiorò il braccio con la mano cercando di dimostrarsi meno agitata di quello che in realtà era.

Aveva paura a rispondere. Lui, il freddo Gibbs, era semplicemente terrorizzato di rispondere a quella chiamata.
Prese il telefono che continuava a vibrare insistentemente nella sua mano. Di solito al primo squillo rispondeva sempre. Ora indugiava con il dito sul tasto che avrebbe attivato la chiamata. Fece un respiro profondo e rispose

- Gibbs.

- Agente Gibbs, sono il dottor Flynn. Dovrebbe venire subito in ospedale..

Non gli permise di continuare la frase, chiuse il telefono e corse agitato verso l'ascensore che si aprì facendolo quasi sbattere contro McGee e Bishop

- Capo abbiamo trovato il dvd e..

- DiNozzo. – disse secco facendo chiudere le porte in faccia ai suoi agenti preoccupati e shockati nel vederlo così fuori di sé.
Gli sembrava che l'ascensore ci mettesse un secolo a portarlo di sotto. Guardava i numeri dei piani illuminarsi e spegnersi ad ogni piano che lasciava.
Lanciò un pugno contro la parete metallica, liberando la sua rabbia.
Salì velocemente in auto e percorse il tragitto fino all'ospedale con il cuore che sembrava uscirgli dal petto. Tutti i pensieri peggiori che in quei giorni si erano rincorsi nella sua mente adesso stavano tornando insistentemente a galla.

“Non morire Tony. Non azzardarti nemmeno a farmi una cosa simile. Non posso farcela senza di te. Resta con me. Resisti, sto arrivando.” pensava mentre premeva il piede sull'acceleratore.

 

Quando arrivò all'ospedale, trovò Ducky fuori dalla porta della stanza di Tony.

- Ducky!

- Jethro.. ero passato a vedere come stava Anthony quando il dottor Flynn ti ha chiamato..

- Ducky! Che sta succedendo?! - chiese agitato

- L'operazione alla quale è stato sottoposto Anthony è stata molto lunga e difficoltosa nelle sue condizioni. Se a questo aggiungiamo l'arresto cardiaco che ha avuto...

- DUCK! - lo afferrò per le spalle, non riuscendo a trattenersi oltre

- Jethro.. - lo guardò rimanendo in silenzio per alcuni istanti – non sappiamo spiegarci come sia possibile ma.. - tornò a guardarlo con occhi sorridenti – i valori di Anthony stanno rientrando e.. potrebbe svegliarsi molto presto.. - concluse sollevato.

Gibbs si sentì come se qualcuno gli avesse finalmente tolto dal cuore il macigno che da giorni lo opprimeva.
Tony non l'aveva mai deluso. Era certo che non avrebbe iniziato ora.

Senza dire niente, entrò nella stanza in cui riposava il suo agente anziano. Un'infermiera lo stava liberando da alcuni macchinari che ora non gli sarebbero più serviti

– Tra poco tornerà anche a respirare da solo – gli disse con un sorriso gentile, uscendo.

- Tony... - Gibbs si mise a sedere accanto a lui – mi senti? Sono qui, figliolo. Ce l'hai quasi fatta. Fai un ultimo sforzo e apri gli occhi.

Capo, ce la sto mettendo tutta. Ti sento, sì. Sento gli occhi pesanti, ma li voglio riaprire. Faccio fatica a respirare, ma ti voglio parlare. Ce la sto mettendo tutta, capo. Non lasciarmi, resta un po' accanto a me.

Fu in quel momento che Gibbs vide una lacrima scendere dagli occhi chiusi di Tony e capì che lo stava sentendo e, a modo suo, gli stava parlando.


*-*-* NdA *-*-*

Eccomi, non sono sparita! In ritardo rispetto al solito ma ecco il mio aggiornamento.
Mi odiate un po' meno ora?! :D
Spero che vi piaccia il capitolo, un grazie enorme a tutti voi che leggete e a chi mi fa felice con i suoi preziosi commenti!
A presto!
Bacioni
Franci

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Sono seduto alla scrivania, ma non è la mia.
Questo ufficio non è arancione, è grigio e tetro. Le facce attorno a me sono tese, nessuno mi sorride, nessuno mi parla. Accidenti che simpaticoni!

Mi guardo attorno, annoiato. Il lavoro d'ufficio mi annoia terribilmente. Nessuno che entra urlando "prendete le vostre cose, Marine morto".
Otto ore di fila inchiodati a questa scrivania a sorvegliare tracce informatiche. Perchè poi hanno chiamato me e non McSteveJobs, non l'ho ancora capito.
Il Direttore di questa sezione è un uomo davvero irritante
e saccente.. E io che pensavo di avere i capi più seri sulla faccia della terra. Gibbs e Vance a confronto sono come Jack Lemmon e Walter Matthau ne " La Strana Coppia"! A proposito, fantastico quel film.. é tanto che non lo vedo. Quasi quasi stasera..
Casey mi riprende vedendomi assorto nei miei pensieri.. cos'altro devo fare per farmi passare le ore in questo buco di ufficio?!
Torno al lavoro che mi è stato affidato, smanettando sul pc. Come fa McInformatico a trovare questo lavoro divertente, solo Dio lo sa.
Certo che se questi musi lunghi si devono occupare di sicurezza nazionale, siamo messi bene.. qua ci sono più falle che in un colabrodo.
E la cosa che mi puzza terribilmente è che Casey, ancora una volta, tende a minimizzare il tutto, cercando di spostare la mia attenzione e le mie indagini su altri fronti. DiNozzo, datti da fare! C'è del marcio in questo ufficio (e non è solo l'odore del pranzo del tizio seduto di fronte a me.. mio Dio ma di cosa si nutre?!) .. se non altro il mio lavoro ora diventerà un po' più interessante. Regola n. 3 "Non fidarti di quello che ti dicono, controlla sempre" ed è quello che farò.

***


McGee e Bishop si rimisero al lavoro preoccupati e in pensiero per Tony. Vedere andare via il loro capo in quelle condizioni li aveva sconvolti non poco. Decisero comunque di rimettersi in fretta al lavoro per non contrariarlo e soprattutto per accorciare le distanze tra loro e chi aveva permesso che succedesse questo al loro collega ed amico. Ellie si infilò le cuffiette e si rimise al lavoro sul flusso di denaro che era stato accreditato sul conto del sicario, mentre McGee iniziò a visionare il dvd che Tony aveva inserito all'interno della custodia di uno dei suoi film preferiti. Quello che gli si presentò davanti agli occhi non appena aprì il contenuto del dvd lo lasciò senza parole. Prese il dischetto dal computer e salì di corsa le scale correndo dal direttore sotto lo sguardo curioso di Ellie

– Tim! Che cosa.. ? - gli chiese togliendosi le cuffiette.

- Devo parlare con il direttore, subito! - salì di sopra e aprì la porta senza bussare – Direttore devo mostrarle quest... - si bloccò. Un uomo era seduto davanti alla scrivania di Vance e stava parlando.

- Agente McGee, devo dedurre che hai preso la brutta abitudine di Gibbs di entrare senza bussare. - disse incenerendolo con lo sguardo – ti presento Porter Casey, direttore del SCS.

Tim rimase bloccato sulla porta, mentre l'uomo che gli era stato presentato come Porter Casey lo fissava insistentemente – Ha trovato qualcosa che ci possa essere d'aiuto in questa intricata vicenda, agente? - chiese.

- I-io.. ecco veramente. N-no. No, niente che non possa aspettare più tardi. - mentì

- Non si direbbe dalla foga con la quale hai fatto irruzione qua dentro, McGee. Novità sul caso? - lo interrogò Vance

- No, direttore. Ecco.. pensavamo.. ma, ci siamo sbagliati. Ecco, ero venuto a dirle questo. Non abbiamo niente. - mentì di nuovo.

Casey lo guardò alzando un sopracciglio. “questo idiota non è proprio in grado di mentire. E la cosa non mi piace” pensò cercando di non dimostrarsi in allarme

– Allora le chiedo se fosse così gentile da lasciarci finire il nostro incontro, agente. - Casey lo liquidò bruscamente.

Tim si girò velocemente uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.

Porter Casey. Quello era il nome che tornava in tutti i files che Tony aveva raggruppato sul dvd.
Parlare con il direttore adesso era assolutamente fuori questione. Almeno finchè Casey era nei paraggi.

Doveva dire tutto a Gibbs, subito. Finalmente avevano trovato il nodo che andava sciolto all'interno di quell'intricata matassa.



*-*-* NdA *-*-*

Eccomi! Nuovo capitolo, siamo in dirittura d'arrivo!
Un piccolo flashback di Tony e poi la luce in fondo al tunnel.. ;-)
spero, come sempre, che la lettura sia stata di vostro gradimento!
grazie dei vostri commenti, mi fanno sempre super piacere *-*


 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Si stava dirigendo a passi veloci per il corridoio dell'ospedale.

Non poteva permettere che la facesse franca.

L'avevano scoperto, ormai era chiaro. Avevano trovato le prove ma non avrebbero mai avuto lui.

E soprattutto, non avrebbero riavuto indietro il loro collega.

Doveva mettere fine a quella storia, durata ormai troppo a lungo.

Continuava a pensare che si era circondato di incapaci. Se da subito avesse pensato lui a liquidare quello scocciatore di DiNozzo, le acque si sarebbero calmate molto prima.

Ora invece in quelle acque, lui, ci stava annegando e aveva tutta l'intenzione di tirare a fondo con sé anche il suo principale accusatore.

Entrò furtivamente nella camera di Tony, guardandosi attorno per non essere notato.

L'agente riposava nel suo letto, i miglioramenti che aveva riportato, l'avevano liberato dai macchinari che fino a qualche ora prima lo circondavano.

- Sei un osso duro, DiNozzo, ma non sai con chi ti sei messo contro – sussurrò avvicinandosi a lui – non dovevi ficcare il naso in cose che non ti riguardavano. Ti sei fatto prendere un po' troppo la mano – concluse mentre montava il silenziatore sulla sua pistola.

 

 

***

 

 

- Capo, c'è Casey dietro a tutto questo! - Tim continuava ad aggiornare il suo capo che lo ascoltava attentamente – Tony ha scoperto tutto finchè lavorava per lui. Casey si serve dell'F6 per entrare a conoscenza di tutti i più nuovi sistemi di sicurezza nazionali ed internazionali. Tramite il controllo che l'SCS ha su tutto il territorio, ha accesso facilmente a qualsiasi database governativo. Non solo degli Stati Uniti. Tony l'ha scoperto e ha raggruppato su questo file tutti i database che sono stati hackerati da Casey.

- E come se la cosa non fosse abbastanza grave – continuò Ellie – una volta ottenuti tutti i dettagli dei nuovi piani della sicurezza, li vende al miglior offerente. Terroristi in primis, che così hanno campo libero per entrare fisicamente e virtualmente nel Paese.

 

Prese il telefono e compose l'interno di Leon, senza troppe cerimonie gli chiese se Casey fosse ancora li con lui.

- Maledizione! - urlò chiudendo bruscamente la comunicazione - Presto, all'ospedale!

Non può finire così, non ora che abbiamo scoperto tutto. Te lo dobbiamo, Tony. Tutto questo non può e non deve finire così! - Gibbs continuava a pensare questo mentre, gli occhi fissi sulla strada e senza proferire parola, correvano per i corridoi dell'ospedale per raggiungere la stanza di Tony.

 

Fu questione di un secondo, una frazione di secondo.

 

Spalancò la porta e lui era già lì, l'arma puntata contro Tony.


- Ma che bravi.. - Casey si voltò di scatto, senza togliere la mira dal corpo di Tony

- Non ti muovere, Casey. Fermo dove sei – gli intimò Gibbs.

- Siete dei poveri illusi.. Non avete niente in mano - disse strafottente – è la mia parola di direttore di un'agenzia governativa che si occupa di sicurezza internazionale contro quella di un semplice agente federale. Come la mettiamo? A chi crederanno?

- Ah, capo, dimenticavo – aggiunse Ellie tenendo sempre sotto tiro l'uomo – i 500.000 dollari che sono stati pagati a Morton per uccidere Tony.. stranamente provengono da un conto “fantasma” appartenente al Direttore Casey. Devo dire che ha fatto un discreto lavoro nel cercare di rendere irrintracciabile il flusso di denaro. Purtroppo, come per l'omicidio perfetto, anche questa operazione ha avuto dei piccoli difetti. Tipo utilizzare i fondi dell'NSA per pagare il sicario. É così che siamo riusciti a risalire a lui. - concluse soddisfatta.

- E adesso, Casey.. come la mettiamo? A chi crederanno? Ad un direttore di un'agenzia governativa che vendeva segreti ai terroristi e ingaggiava sicari con soldi pubblici, o ad un agente che ha rischiato la vita per far conoscere la verità? - gli chiese freddamente Gibbs.

- Sapevo che avrei dovuto disfarmi di DiNozzo molto prima.. - parlò tranquillamente, quasi che la cosa fosse normale routine –

- A quanto pare anche questo tuo piano è andato a monte, Casey – rispose secco Gibbs

- Questo lo credi tu, agente Gibbs.. - con un sorriso diabolico, continuando a fissarlo come in una sfida, tese il braccio verso il corpo immobile di Tony e fece partire il colpo che aveva in canna.

- NO! - Gibbs urlò sparando contemporaneamente e uccidendo Casey all'istante –

- McGee, va subito a cercare qualcuno! - gli urlò, mettendosi velocemente accanto a Tony. Il proiettile l'aveva sfiorato, facendogli una leggera ferita sul braccio sinistro per poi conficcarsi nella parete alle sue spalle.

 

Sto bene capo, non è niente.

Certo, ora che quel pazzo di Casey è fuori dai giochi mi sento decisamente meglio. Non so se ve ne siete resi conto ma hanno cercato di farmi fuori tre volte. Dico, TRE volte. Un record anche per me.

Pivelli, mi sembra di sentirvi un po' scossi.. non devo avere un gran bell'aspetto accidenti.

Ma certo che mi riprenderò, McPreoccupazione.. ti pare?!

É bello sapervi qui accanto a me, ragazzi davvero.

Capo, non che non mi abbia fatto piacere averti avuto al mio fianco eh?! Ma questi due pivelli... Pensavo si fossero dimenticati di me! Con le tracce così CHIARE che ho lasciato loro, guarda quanto ci hanno messo ad arrivare a Casey! Voglio dire.. chi non conosce Intrigo Internazionale, il noir dei noir del grande maestro Alfr... OUCH! Capo, smettila! Vuoi procurarmi anche un trauma cranico?!

 

Dopo che l'infermiera curò la ferita al braccio di Tony, “guaribile in qualche giorno” gli disse tranquilla, Gibbs si sedette a fianco del suo letto.

- Guai a te se accetti altri casi senza il mio permesso, DiNozzo! - gli disse sorridendo sollevato e dandogli uno scappellotto.


*-*-* N.d.A. *-*-*

UPDATE dopo SECOLI ! 
ce l'ho fatta, yeeeeee! Scusate, ma l'ultimo periodo prima delle ferie è stato di fuoco!! 
spero che il capitolo vi sia piaciuto, l'ho rivisto perchè come scritto in precedenza non mi convinceva quindi spero di aver fatto un lavoro discreto xD  
per un attimo mi avete odiata, vero? xD su, non potevo essere così crudele al penultimo capitolo!! 
eh, si.. il prossimo sarà l'ultimo, breve, capitolo a chiusura di questa mia prima FF.

a presto, un bacione e BUONE VACANZE a tutte voi!! 
Franci 

 

 

 

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