La conservatrice che finì nel corteo liberale

di Craimy
(/viewuser.php?uid=400079)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 

La ragazza dai capelli biondi fissò intensamente la ragazza dai capelli mori. Che ci era venuta a fare, ella, lì? Infondo era soltanto una normale giovane, con pochissime idee politiche, che voleva starsene in pace, e invece si è ritrovata in una manifestazione comunista riguardante lo sfruttamento dei lavoratori.

“Vuoi un tiro?”

Jane la guardò ancora peggio di quanto stesse già facendo, per poi rispondere con un bieco: “No, non fumo, tanto meno marijuana”. E se ne andò, lasciando Caroline con sorrisetto storto sulla guancia.

 

“Chi è la ragazza con la quale ho appena parlato?” l'amica fissò Caroline a lungo, per poi rispondere semplicemente con un: “Non lo so, non è mai venuta” e lasciò la ragazza nelle sue riflessioni mentre andava a comprarsi una birra.

 

“Edo, chi è quella biondina? È nuova per caso?” Edoardo era un partigiano, uno di quelli convinti, sicuro di sé, pronto a tutto. Ma neppure lui conosceva la esile ragazzina che aveva respinto la saccente Caroline. “Mi dispiace, Carol, non ne ho la più pallida idea. Vado a chiedere un po' in giro, tu però non fumare troppo che poi vieni arrestata e non hai neanche un documento d'identità.” “Tranquillo Edo! Una giornata in questura mica mi fa male, prendo una birra, tu ricava informazioni” e gli diede un bacio sulla guancia, uno di quelli provocatori, lasciando andare il povero uomo alla ricerca infinita di un semplice nome.

 

“Jane, bel nome, vero? Pensa: il suo significato è grazia di Dio, o -se preferisci- il Signore è misericordioso”. La superba ragazza guardò l'amico con un sguardo perso. Cosa intendeva dire? Nelle manifestazioni comuniste era raro trovare qualche cristiano. Era quello che intendeva? Se no cos'altro? “Spiegati meglio, è una cristiana battezzata e cresimata fino all'ultimo?” Edoardo sorrise, era raro vederlo allegro per cause superficiali come quelle. La ragazza non aveva ancora capito la metafora? “Donna libera, anche il tuo significato ti rappresenta, perché non vai a parlarci invece di chiacchierare con me?” Caroline sbuffò. Non ci aveva capito niente di quella assurda faccenda, al diavolo il partigiano e i significati dei nomi! Cosa ne importava a lei?

 

“Jane, giusto?” La bionda si girò seccata dalla parte opposta al viso di Caroline, che -testarda com'era- si rimise davanti lei. “Allora biondina, vuoi continuare ad evitarmi o ti decidi a degnarmi di una tua parola?”. Jane era alquanto spazientita. Doveva saperlo che non avrebbe dovuto fidarsi delle sue amiche. “Ma sì tesoro, tranquilla! Arriviamo subito! Intanto non perderti in giro!” perdersi in giro? Che ridere! Era l'ultimo dei suoi problemi, adesso doveva occuparsi di una ragazza che non aveva ancora capito quanto fosse irritante. In più non sapeva nemmeno dove fosse finita in quella ressa di gente drogata e fuori di testa. “Sì, è il mio nome e non mi interessa sapere il tuo”. Dopo quella cruda risposta, Caroline decise di sferrare la sua arma migliore: la provocazione.

“Ah sì? Ti vedo persa, Jane, non vorresti venire con me? Ti tendo pure la mano!”. Infastidita, Jane la respinse e incrociò le braccia. Davvero non ce la faceva più a sopportare quell'irritante ragazzina che puzzava d'alcool e di cannabis. “Cos'è? La principessina si sente offesa? Sei troppo agitata, rilassati un po', conosco un buon metodo” Caroline ghignò, avvicinandosi sempre di più alla ragazza sperduta. Il lupo avrebbe risparmiato la pecorella? O forse l'avrebbe divorata fino all'ultimo osso? “Lasciami in pace, chiunque tu sia” “Caroline, il mio nome è Caroline, pronuncialo” Jane era sempre più nervosa, non ce la faceva veramente più a sopportarla. Cosa voleva da lei? Non si conoscevano neanche! “Caroline? È un nome troppo melodico per una guastafeste come te” “Ah sì? Mi dai della guastafeste?” La bocca della mora si allargava sempre di più in un sorriso malvagio e perverso, finché non si fu avvicinata cosi tanto da sfiorare quella della bionda, che era rimasta quasi paralizzata dall'evento. Fu come una rapida scossa: Jane si sentiva stordita, quasi rapita, mente Caroline era appassionata e spavalda, come sempre. Tutto il brivido finì quando la più moderata tirò uno schiaffo alla ribelle, gridando con tutto il fiato in gola: “Tu sei una pazza drogata!” per poi andarsene adirata e vergognosa per quello che era appena successo.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 

 

Soddisfatta, Caroline bevve un sorso alla sua bibita famosa per il suo effetto “energia 24h24” e, dopo aver ingoiato, imprecò. Quella mattina aveva una verifica ed erano le tre del mattino e -ovviamente- lei non riusciva a studiare con tutto quel fumo nel suo cervello. Accese la lampada e si massaggiò le tempie, che poteva fare di divertente nel bel mezzo della notte? Magari scoprire di più su quella ingenua biondina...

 

“Edo, perché ci hai messo così tanto a rispondere?” “Sono le tre e un quarto del mattino! Perché mi chiami a quest'ora?” “Cosa sai di quella ragazza?” “Quale? Potresti essere un po' più chiara, ho sonno” Caroline sbuffò, cosa le toccava fare per divertirsi. “Jane, la biondina cristiana” “Ah, quella che ti ha respinto due volte?” Ci mancava poco che la mora chiudesse la telefonata. “Questi sono inutili dettagli, dimmi ciò che sai di lei e finiamola qui” Edoardo chiuse gli occhi per pensare: perché quell'adolescente era così insistente? Era come una figlia per lui, ma a volte si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare per accontentarla una buona volta. Appoggiò la mano sulle labbra e cercò di ricordare quello che era riuscito a scoprire, infondo le tre del mattino sono le tre del mattino per tutti. “Vive in un paesino sperduto, ha un anno in più di te e non è sicuramente di sinistra” “E dai così poco? Puoi fare di meglio! Dimmi tutto quel che sai!” l'uomo si alzò dal letto e andò a bere un bicchiere d'acqua, Caroline lo stava facendo impazzire. “Beh, è single... e a quanto pare va alla scuola cristiana, cos'altro vorresti sapere?” “Mmm... è vergine?” Il partigiano stava per sputare l'acqua dalla sorpresa. Perché si ritrovava sempre a dover rispondere a domande del genere? Pazza! Ecco cos'era. Stropicciò gli occhi e ripensò alle parole dell'informatrice: “Oh, caro, non ha assolutamente esperienza in quell'ambito... potresti insegnarglielo tu...” ancora diventava rosso dopo quella informazione. Non era per niente un donnaiolo, solo che gli piaceva avere tante ragazze intorno, questo non voleva dire che voleva portarsele a letto. “Sì, è vergine, adesso posso continuare a dormire?” “Ooh, certo Edo! Grazie! Ti devo un favore!” E così il bruno aggiunse un altra linea ai troppi favori che già le doveva la giovane donzella.

 

Jane non ci poteva credere. Cosa cazzo ci faceva lei lì? Ad osservarla -per giunta- con quello sguardo autoritario e saccente. “Che caso rivederci, JeJ” infastidita, la cristiana si mise una mano fra i capelli cercando di non adirarsi troppo. “Cosa vuoi?” “Un appuntamento” le stavano iniziando a prudere le mani. “Cosa intendi per appuntamento?” “Voglio invitarti a cena fuori” “Tutto questo è ridicolo! Vattene dalla mia vita!” Jane alzò il braccio per tirare un secondo schiaffo alla superba, ma fu bloccato dal braccio svelto dell'altra. Caroline le prese il mento e inclinò il viso verso destra. “Non vorrai mica rifiutarmi ancora, vero?” E mentre diceva questo baciò la candida ragazza un'altra volta, in maniera più delicata, forse anche sentimentale, mentre con una mano le accarezzava la schiena fino ad arrivare... “Signorina Jane cosa sta facendo?!?” Ed ecco che un prete di avvicinò alle due, provocando una dicotomia fra esse, che sarebbe durata a lungo sulle sedie della suora maggiore.

 

“Questo comportamento indisciplinato, snaturato, immaturo...” Caroline cercava di non sbadigliare ma era più forte di lei. Cosa aveva da dire quella vecchiaccia? Non aveva mai visto alcun tipo di bacio? O forse era più arrabbiata per il fatto che fossero due ragazze... ma chi se ne importa! Non era arrivata lì per una predica, voleva soltanto rimediare un appuntamento. Stanca di tutte quelle inutili parole dettate da una suora, Caroline iniziò a pensare a cosa avrebbe potuto compiere per avere quell'appuntamento, doveva mettersi in ginocchio, forse? Impossibile! Non le sembrava affatto una ragazza così smidollata.

 

“Allora usciamo questa sera?” “Ma il criceto nel tuo cervello ha smesso di correre o semplicemente non l'hai mai avuto? Mi hanno appena sospesa per colpa tua!” “Hai due pomeriggi liberi, uno lo puoi passare con me” “Ed invece penso proprio che me ne andrò a scuola a svolgere attività utili per essa invece che passare anche solo un secondo di più con una scema come te!” “Però ti è piaciuto il bacio quindi potresti almeno ringraziarmi” “Ti ringrazio, dolce Caroline, per esserti presentata nella mia scuola -atteggiamento da stalker, ricordiamolo- ed essermi saltata addosso come una assatanata di sesso, e ora, se vuoi scusarmi, devo studiare e leggere Sant'Agostino” “Se lo leggo anche io accetteresti un appuntamento con me per commentarlo insieme?” “Ti fermeresti alla seconda pagina” “Scommettiamo?” “Scommettiamo”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 

“Hai le Confessioni di Sat'Agostino?” il bibliotecario guardò la ragazza con faccia divertita. “Scommetto che è un libro che devi prendere per la scuola” Caroline sospirò, sarebbe stato un motivo migliore comprare uno stupido libro pieno di stupide frasi dette da una persona non troppo stupida per una semplice lettura scolastica. Ed invece si ritrovava a fare tutto ciò per saperne qualcosa su questo “Dio”, su quest'essere che non poteva neanche definirsi essere. Su questo qualcosa per il quale non aveva mai provato niente di niente e non aveva di certo interesse adesso iniziare ad innamorarsi di qualcuno che non la stava nettamente guardando. La sua considerazione -quindi- per questo cosìddetto “Dio” era pari a zero. “No, mi serve per una ragazza”. Marco dopo quella risposta sorrise. “E tu per conquistare ragazze ti metti a leggere Sant'Agostino? Sei quasi peggio di me che ci leggevo Paul Watzlawick inneggiando all'infelicità dell'essere quasi come volessimo suicidarsi insieme come le migliori coppie adolescenziali” la mora non capiva questi amori metallari da suicide teneeger, nei quali per amarsi veramente bisognava perforza volersi ammazzare insieme da impasticcati. Che stupido problema, lei avrebbe ucciso con le proprie mani chiunque le avesse proposto una sciocchezza del genere. “Beati voi adolescenti metallari che vi divertivate così, io mi diverto a riscoprire la religione o almeno cercarci di capire qualcosa, ma grazie comunque per l'informazione”. E così l'indiscreta adolescente prese il libro e se ne andò.

 

Caroline guardò il libro. Pagina due. Incredibile, era arrivata a pagina due e si era già stancata di leggere così tante volte la parola Dio. Jane aveva ragione, non sarebbe mai riuscita ad arrivare alla fine, soprattutto in un giorno. Pensò, magari qualche sua amica l'aveva letto... no, impossibile, si teneva lontana da possibili amicizie cristiane. Internet -però- poteva essere la soluzione ai suoi problemi. Sì, certo, non ci avrebbe capito niente nemmeno su internet e poi non le sembrava neanche giusto. “Stronza di cristiana, a quest'ora potevo tranquillamente dormire, ed invece sono qui a cercare di capirci qualcosa di un libro per cui non ho alcunchè di interesse” fu così che la nostra eroina si addormentò a pagina trentasei, dove si sarebbe fermata a leggere per tutto il resto delle volte in cui avrà provato ad aprirlo.

 

“Allora, l'hai letto?” la bionda guardò la mora con aria trionfante, era sicura di ciò che si sarebbe sentita rispondere. “Ne ho letto abbastanza per dare una mia opinione” Jane aveva previsto giusto, troppo noioso per una mina incandescente come lei. “Ah sì? E quanto avresti letto? Cinque pagine?” si divertì a sfottere. “Trentasei, per l'esattezza, ma questo non è importante per un uomo che scrive come un parroco noioso” “Allora ho vinto la scommessa” “Hai vinto questa scommessa, la prossima la vincerò io” “Non accetti proprio di perdere, eh?” Jane ridacchiò, l'ingenua ragazzina la faceva proprio divertire. “L'ho ammesso, e ora usciamo?” la cristiana sospirò. Quanto era assillante Caroline? Ma uno spirito di peccato le stava germogliando dentro, cosa mai le avrebbe portato di male uscire un po' con lei? Ovviamente un appuntamento non lo avrebbe mai accettato, ma forse non era un caso così disperato come faceva credere, forse poteva anche lei riscoprire le bellezze della religione. Ma Jane pensava a tutto fuorché convertire una ragazza, ella -infondo- era l'ultimo dei suoi problemi. Guardò gli occhi verdi di Caroline e si convinse: non poteva essere così antipatica. “Possiamo uscire, ma se vedo che ti avvicini ancora in modo sospettoso scordati di vedermi di nuovo” e dopo quella risposta Caroline non potè che sentirsi felice dei suoi sforzi.

Caroline guardò sogante il libro di scuola. Il giorno dopo non le sarebbe convenunto bigiare, aveva la bellezza di una verifica davanti a lei -però- che le faceva riconsiderare l'idea della bellezza dello saltar le lezioni. “No, non posso, non posso, ho già saltato ieri e oggi, domani devo assolutamente andarci”. Poi guardò il libro, lesse “Platone e l'iperuranio” e decise che un giorno in meno di scuola non le avrebbe fatto male. Poi prese Sant'Agostino e riprovò a leggerlo, fermandosi come al solito a pagina trentasei e capì che forse filosofia non era poi così difficile... e si avventurò allo spassionante studio di quel che definiva lei -il filosofo più noioso ed inutile, di tutta la storia della filosofia. E lo diceva perché non aveva studiato Anassagora.

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3212080