Tour Life

di abbracciamiale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovo Lavoro e ... ***
Capitolo 3: *** La Stanza Musica ***
Capitolo 4: *** Close As Strangers E Incontri ***
Capitolo 5: *** Social Casualty ***
Capitolo 6: *** Bambini e Tour ***
Capitolo 7: *** Confessioni e Riveazioni ***
Capitolo 8: *** Solitudine & Novità ***
Capitolo 9: *** AVVISO ***
Capitolo 10: *** Feste & Fan ***
Capitolo 11: *** L'arrivo di Joshua ***
Capitolo 12: *** Tristezza & Interviste ***
Capitolo 13: *** Notizie & Ansie ***
Capitolo 14: *** Zoe ***
Capitolo 15: *** Imbarazzo ***
Capitolo 16: *** Preparativi (Parte 1) ***
Capitolo 17: *** Preparativi (Parte 2) ***
Capitolo 18: *** L'Intervista ***
Capitolo 19: *** Perchè Non Ce Lo Avete Detto? ***
Capitolo 20: *** She Looks So Perfect ***
Capitolo 21: *** Strani Incontri ***
Capitolo 22: *** Finalmente Relax? ***
Capitolo 23: *** Ansia Alle Stelle ***
Capitolo 24: *** Breakeven ***
Capitolo 25: *** Nuovi Amori ***
Capitolo 26: *** Partenze E Saluti ***
Capitolo 27: *** Welcome To Paris ... ***
Capitolo 28: *** ... The City Of Love ***
Capitolo 29: *** She's So Beautiful And I Tell Her Everyday ***
Capitolo 30: *** Questioni Di Cuore e ... Di Altezze ***
Capitolo 31: *** Oblìo ***
Capitolo 32: *** For The First Time ***
Capitolo 33: *** Vuoto ***
Capitolo 34: *** Strange Things Happen On Stage ***
Capitolo 35: *** Straight To Berlin ***
Capitolo 36: *** AVVISO ***
Capitolo 37: *** Hi Berlin! ***
Capitolo 38: *** Friendship ***
Capitolo 39: *** Telefonate e Divorzi ***
Capitolo 40: *** Danger ***
Capitolo 41: *** La Quiete Dopo La Tempesta ***
Capitolo 42: *** Chiarimenti e Appuntamenti ***
Capitolo 43: *** Amore, Amore e Sempre Amore ... Forse ***
Capitolo 44: *** On Stage ... ***
Capitolo 45: *** ... Again ***
Capitolo 46: *** In Amsterdam, Everyone Has To Be Happy ***
Capitolo 47: *** Finally In Amsterdam ***
Capitolo 48: *** I'm In Love With You ***
Capitolo 49: *** Depressione Post - Tiffany ***
Capitolo 50: *** Going Yellow ***
Capitolo 51: *** I've Got One Less Problem Without You ***
Capitolo 52: *** Films & Cinemas ***
Capitolo 53: *** Family Secrets ***
Capitolo 54: *** A Stupid Wedding ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
Stavo vivendo un sogno! Non era possibile che la madre di Luke Hemmings avesse chiamato mia madre tra tutte le donne di Sydney per lavorare come donna delle pulizie!
Per chi non lo sapesse Luke Hemmings è un mio idolo. Uno dei 4. Suona in una band chiamata 5 Seconds Of Summer. E adesso sarei andata a vivere a casa sua! Cosa si poteva desiderare di più dalla vita se non  vivere a stretto contatto con il tuo idolo adolescenziale?
  • Charlotte!! Muoviti! Il taxi è già arrivato! – urlò mamma dalla porta d’ingresso
  • Arrivo mamma! Ma ho 3 valige da trasportare di sotto! – le gridai sperando che salisse ad aiutarmi
Arrivai finalmente di sotto dove mia mamma prese una delle mie valige e le caricò sopra il taxi pregando il tassista di attendere 1 minuto perché si stava spazientendo.
  • Sbrigati! Sali veloce! – disse abbastanza nervosa mamma mentre mi spingeva sul sedile posteriore – siamo già in ritardo e sai quanto ci tengo a questo lavoro! –
  • Sì lo so mamma. È veramente importante anche per me! Sto andando a vivere in casa di Luke Hemmings. Sono emozionata anche io, non credi? – dissi acida
***
  • Benvenuta Rosaline, mi chiamo Cara e lui è mio marito Joshua. – disse una donna alta e magra aprendo la porta d’ingresso. Era veramente una bella donna. Aveva i capelli lunghi fino sotto le spalle e gli occhi azzurri. Indossava un maglione di lana grigio e una gonna a tubo nera con le calze. D’altronde siamo a novembre.
  • Salve. Piacere. Lei è mia figlia Charlotte. Grazie mille per l’opportunità che mi avete dato. – rispose cortesemente mamma.
  • Prego la accompagno alla sua stanza al piano superiore, Rosaline. La stanza di Charlotte è al secondo piano. Spero non vi dispiaccia avere 2 camere separate. – disse Cara  salendo le enormi scali bianche di marmo.
  • Oh, no no, assolutamente. Anzi, grazie mille. Ma la prego mi dia del tu. – disse mia mamma
  • Rosaline la tua stanza è questa. Il bagno è in fondo al corridoio a sinistra. Lo stesso vale per te Charlotte. Anche se la tua stanza è di sopra. Vieni pure, ti accompagno di sopra. – disse cortesemente Cara – devono pesare tanto. Lascia che ti dia una mano.
  • Oh no, Cara, non importa grazie. Non si scomodi. – dissi gentilmente anche se ne avevo bisogno
  • No dai vieni. – prese il trolley verde e andammo di sopra.
Quella casa era una reggia praticamente. Era enorme. Sembrava un labirinto. Come avrei trovato la porta di casa? Le pareti della casa erano bianche in modo da renderla molto luminosa. Al piano di sotto c’erano la cucina, un salotto e la sala da pranzo. Al primo piano c’erano un paio di camere, il bagno e una sala relax, dove c’erano 2 vasche idromassaggio e 3 poltrone che facevano i massaggi. Finalmente arrivammo al piano superiore. Qua c’erano altre 6 camere da letto, tra le quali la mia, una sala in fondo al corridoio che non so a cosa servisse e una sala giochi. Mi sorpresi di quanta roba ci potesse essere in una casa abbastanza nel centro di Sydney.
  • Eccoci qua Charlotte. Questa è la tua stanza, spero tu stia bene. – disse gentilmente Cara lasciando davanti alla porta il trolley verde.
  • Grazie mille Cara, per tutto. – dissi sorridendole mentre si dirigeva verso le scale.
Entrai nella mia camera. Era sorprendentemente grande. Le pareti erano di un rosa pallido. A circa 20 cm dal soffitto erano disegnate delle rose rosse. C’era di tutto in quella stanza. Il letto a baldacchino bianco, un televisore, un computer con la rete wi-fi e un armadio a muro bianco come il letto. Ok stavo per svenire. Tutto questo era solo mio.
Insomma ero in casa di Luke Hemmings, la sua casa era uno schianto, la mia camera era uno schianto. Che cosa mancava ancora?
Forse vedere Luke Hemmings? O Ashton Irwin? O Calum Hood? O Micheal Clifford?

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Capitolo 2
*** Nuovo Lavoro e ... ***


CAPITOLO 1
Stavo sistemando i vestiti nell’armadio quando sentii bussare alla porta.
  • Charlie come va? Tutto bene? – disse mia mamma entrando in camera mia e guardandosi intorno – wow! Questa stanza è stupenda!
  • Sì  lo so. In questo momento sto per svenire perché non posso ancora realizzare tutto questo. – dissi ridendo e saltellando
  • Tesoro, Cara mi ha detto che ti deve parlarti quindi vai di sotto in salotto. Ti sta aspettando. – disse mamma seria
  • Ok. C’è qualcosa che non va? – le chiesi
***
  • Dovrai fare da baby sitter a Perla. Questa è la condizione che ti poniamo io e mio marito se vorrai continuare a rimanere a vivere qua. – disse Cara vedendomi entrare in salotto
  • Ah ok. Non penso sia un problema per me. Insomma sono abbastanza brava con i bambini. – dissi sorpresa. Ma comunque tranquilla
  • Dovrai andarla a prendere tutti i giorni alle 4 quando esce da scuola. Oggi non importa. Ci vado io. La dovrai accompagnare a danza 3 volte a settimana e la dovrai andare a prendere. – disse elencando le mie future mansioni.
  • Va bene. Non ci sono problemi. – dissi sorridendo.
Da quando conoscevo Luke, non sapevo che avesse una sorella. Il che mi sorprese. Me ne andai di sopra
                                                           ***
  • Luke cosa ti è successo? Torna subito qui! – sentii gridare dal piano di sotto.
  • No mamma! Lasciami stare! – sentii sbattere la porta della camera accanto alla mia.
Cazzo. La camera accanto alla mia era occupata dal mio idolo. Respira. Devi respirare.
Vidi tutto nero.
                                                           ***
  • Ehi! Svegliati! Non so chi tu sia ma svegliati! – sentii una voce maschile chiamarmi e una mano calda darmi … tanti schiaffi? Perché venivo schiaffeggiata?
  • Ehm … - dissi sospirando e aprendo gli occhi piano piano. – oddio ma tu sei Luke Hemmings?
  • Sì! Oddio almeno si ricorda le cose! – disse sospirando di sollievo
Intanto mi ero rialzata. Ma lui mi teneva per i fianchi per paura che cadessi di nuovo.
  • Oddio che figura! Sei il mio idolo e io sono svenuta! Questa cosa è assolutamente la cazzata più grande della mia vita! – dissi pallida e ridendo
  • No dai tranquilla. Ora sediamoci sul letto così ti riprendi. – disse sorridendo Luke
  • Mi chiamo Charlotte, ma tu chiamami Charlie. Mia mamma mi chiama Charlotte solo quando è arrabbiata con me per qualcosa.
Lui rise.
  • Sai Luke, sono una vostra grandissima fan. Solo l’idea che uno dei miei 4 idoli viva nella stanza accanto alla mia, mi ha fatto svenire … letteralmente – gli confidai
Lui sorrise. Amavo il suo sorriso. Mi apriva il cuore. Era stupendo quando rideva. Le persone dovrebbero solo ridere. Una persona che ride è sempre bella.
  • Sei veramente importante. Le canzoni che cantate tu e i ragazzi mi toccano, tutte. Seriamente. Senza di voi le mie giornate sarebbero vuote come un cielo senza nuvole. – dissi sorprendendomi della facilità con cui mi uscivano tutti i miei sentimenti verso quel ragazzo.
  • Oddio. Smetti per favore. Mi fai emozionare. Invece di parlare di me, dato che scommetto tu sappia più di me della mia vita, parlami un po’ di te. Perché hai detto che vivo accanto alla tua camera? Fino a prova contraria questa è casa mia! – disse ridendo
Quella domanda mi sorprese. Di solito nessuno mi ascoltava. Non mi sarei mai immaginata che la prima persona con cui avrei parlato veramente sarebbe stato il mio idolo
  • Beh… sì hai ragione! Mia mamma Rosaline è la nuova donna delle pulizie, e io sono la baby sitter di Perla. – dissi guardandolo
  • Oh! Quindi ti vedrò tutti i giorni?? – mi chiese alzandosi dal letto – mi farebbe molto piacere mostrarti una cosa…

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Capitolo 3
*** La Stanza Musica ***


  • Oddio. Quanto è enorme! Stai scherzando? Questa non è una stanza! Questa è un arena! – dissi
Entrai a bocca aperta nella stanza in fondo al corridoio che mi aveva colpito dal primo momento che ci ero passata vicino. Mi misi una mano sulla bocca per non mostrare le tonsille al mio idolo.
  • Questa è la nostra sala musica. Qui è dove tutti i giorni proviamo io, Ashton, Micheal e Calum. Ma tanto tu sai un sacco di noi, quindi non hai problemi a … riconoscere i vari posti – disse facendomi ridere e spostandosi in modo che vedessi meglio le postazioni
  • Certo Hemmings, che credi? – dissi
Mi avvicinai al microfono con l’asta al centro della stanza. Vicino c’era una chitarra bianca con un plettro sempre nero.
  • Qui ci sta un certo Luke Hemmings, non so se lo conosci. – dissi ridendo e voltandomi verso di lui
  • Ok è giusto – rispose facendo un segno con la testa – vai avanti
  • Qua è dove siede sempre Ash. La sua batteria. – dissi avvicinandomi alla batteria di Ash. – ma questo affaretto è scomodo? – chiesi a Luke
Indicai il mini – gabellino su cui Ashton era costretto a sedersi per poter suonare meglio la sua mega batteria. Mi aveva sempre affascinato anche in foto e in video. era grande. Il tamburo centrale era bianco e c’era scritto ASH. Era bella dal vivo come era bella in tv.
  • Non lo so dovresti chiederlo a lui. Dovrebbe arrivare verso le 4. – disse guardando l’orologio
  • Quindi tu mi stai dicendo che tra circa 2 ore avrò davanti Ashton Irwin, Calum Hood e Micheal Clifford? – chiesi alzando il tono di voce ad ogni parola
  • Sì. Charlie sì. Ma non svenire ti prego – disse ridendo
  • Comunque … questa è la postazione di Micheal!  Adoro la sua chitarra sempre abbinata ai suoi capelli! Adesso è verde, poi come diventerà, rosso fuoco? Starebbe molto bene! – dissi ridendo 
Mi avvicinai alla chitarra verde chiaro che apparteneva al ragazzone dai capelli verdi con la voce super potente, che io avevo avuto la fortuna di sentire al concerto al Wembley Stadium dove hanno aperto il concerto dei One Direction. Micheal cambiava colore di capelli come le donne si cambiano le scarpe direbbe mia mamma.
  • Ahaha. Mi stai facendo morire. Ti prego smetti. – disse Luke mostrando il suo fantastico sorriso.
Si sedette sul divanetto di pelle nera in fondo alla stanza per non cadere a terra da tanto che rideva
  • Questa è la postazione di … rullo di tamburi: il solo e inimitabile Calum Hood!! – dissi facendo il gesto della batteria girandomi verso il biondino.
Mi ero appena avvicinata ad un basso nero con un plettro nero. Aveva l’asta nera come quella di Micheal e Luke. Tutte avevano i microfoni già inseriti.
  • Ok ok ho capito sai più cose di quanto pensassi. – disse ridendo
***
  • Ehi perché non mi canti qualcosa, Charlie? Fammi sentire se la mia fan sfegatata preferita canta bene come il sottoscritto. – disse alzando un sopracciglio nella seconda parte della frase.
Impallidii.
  • Stai scherzando spero! Mai Hemmings! Non mi metterò in imbarazzo da sola, solo perché un mio idolo perché mi ha chiesto di cantare! – dissi diventando paonazza
  • No dai. Io canto sempre e tu invece? No? E perché? – disse ridendo
  • Io NON canto! Non so se hai capito. – dissi alzando la voce e gesticolando.
  • Stai gesticolando! Sei buffissima! – disse ridendo
  • Ehi non mi prendere in giro!! – dissi dandogli una spinta.
Lui cadde sulla poltrona di velluto rosso vicina al divano

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Capitolo 4
*** Close As Strangers E Incontri ***


CAPITOLO 3
- Eravamo sempre nella “stanza dei 5 SOS” come la chiamavo io. Mancavano tipo 10 minuti all’arrivo di Ash, Michey e Cal. Ero elettrizzata.
  • Insomma non mi canti niente? – mi chiese ancora una volta speranzoso.
Avrei voluto cantare. Insomma era la mia vita. Cantare era tutto ciò che mi serviva per togliermi dalla testa i problemi. Avrei voluto cantare ma non ci riuscivo, mi vergognavo. Nemmeno davanti alla mamma riuscivo, figuriamoci davanti a Luke Hemmings. Però mi avrebbe fatto bene farmi dare un consiglio da un cantante come lui!
 
  • Sì dai. – dissi alzando le braccia
  • Davvero? – disse sbarrando gli occhi
Mi avvicinai al microfono al centro della stanza. E intonai una delle loro canzoni. Close As Strangers. Amavo quella canzone.
Six weeks since I’ve been away 
Now you’re saying everything has changed 
And I’m afraid that I might be losing you 

And every night that we spent alone 
Could be thinking of you on your own 
And I wish I was back home next to you 

Oh, every day you feel a little bit further away 
And I don’t know what to say 

Are we wasting time, talking on a broken line 
Telling you I, haven’t seen your face in ages 
I feel like we’re as close as strangers 
Won’t give up, even though it hurts so much 
Every night I’m, losing you in a thousand faces 
Now it feels like we’re as close as strangers 

Late night calls and another text 
Is this as good as it gets 
Another timezone taking me away from you 

Living dreams and fluorescent lights 
While you and I run out of time 
But you know I’ll always wait for you 

Oh, every day you feel a little bit further away 
And I don’t know what to say 

Are we wasting time, talking on a broken line 
Telling you I, haven’t seen your face in ages 
I feel like we’re as close as strangers 
Won’t give up, even though it hurts so much 
Every night I’m, losing you in a thousand faces 
Now it feels like we’re as close as strangers 

On the phone I can tell that you want to move on 
Through the tears I can hear that I shouldn’t have gone 
Every day it gets harder to stay away from you 
So tell me are we 

Wasting time talking on a broken line 
Telling you I, haven’t seen your face in ages 
I feel like we’re as close as strangers 

Wasting time talking on a broken line 
Telling you I, haven’t seen your face in ages 
I feel like we’re as close as strangers 
Won’t give up, even though it hurts so much 
Every night I’m, losing you in a thousand faces 
Now it feels like we’re as close as strangers 

Six months sine I went I went away 
And to know everything has changed 
But tomorrow I’ll be coming back to you



Mentre canto chiudo sempre gli occhi. Non so perché. È un abitudine.
Ero talmente presa dalle parole di questa canzone stupenda da non rendermi nemmeno conto che Luke aveva iniziato a battere le mani. Ma quante mani aveva? Non potevano essere così tante.
Aprii gli occhi. Vidi 4 figure. Non più solo una. Stavo per svenire di nuovo. Ma non potevo. Non DOVEVO svenire.
Notai che stavano continuando ad applaudire. Sorrisi. Stavo per piangere. Avevo davanti non uno ma tutti e 4 i miei idoli. I 5 Seconds Of Summer. (invidiaa … ahah)
  • Charlie! Non svenire ti prego! – disse Luke venendomi in contro e toccandomi una spalla.
  • No tranquillo sto bene. – gli dissi sempre sorridendo.
Questo giorno stava migliorando sempre di più.

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Capitolo 5
*** Social Casualty ***


CAPITOLO 4
  • Ehi! Chi è questa bella ragazza con una voce così bella? – chiese il ragazzo con i capelli lilla. Il chitarrista. Micheal Gordon Clifford.
  • Mi chiamo Charlotte. Ma chiamatemi Charlie. Sono la figlia della nuova domestica Rosaline. Non chè vostra grandissima fan.  – dissi timidamente.
Sentivo le guance andare piano piano a fuoco. Avevo paura si notasse …
  • Oh che carina. È arrossita. – disse il ragazzo con la bandana. Il batterista. Ashton Fletcher Irwin.
… ecco appunto.
  • Ehi perché non suoniamo qualcosa? Così la nostra fan può sentirci dal vivo! – disse il ragazzo moro. Il bassista. Calum Thomas Hood.
  • Oddio. Ma scherzi? – dissi ridendo.
Luke mi prese le spalle e mi “trascinò” verso la poltrona.
  • Ora tu ti metti qua e ascolti noi che cantiamo qualcosa. Va bene Charlotte? – disse prima puntandomi l’indice contro e poi indicando il resto della band.
  • Non me lo faccio ripetere due volte. – dissi sconvolta. – cosa mi canterete? 
Si consultarono.
Micheal prese il microfono e parlò.
  • Signori e signore e … Charlie. Canteremo per voi una delle canzoni dell’album, Social Casualty.
Spalancai la bocca.
  • Secondo me le piace quella canzone – disse Ashton alludendo alla mia espressione.
  • Certo che mi piace. Amo tutto di quella canzone. Ma anche dell’album in generale. – risposi
  • Canzone preferita? – chiese Cal
  • Ti odio! No, non è vero. Non si chiedono queste cose. Oddio è difficilissimo! Forse English Love Affair , End Up Here e Long Way Home. Non so decidere.
Vidi degli auricolari bianchi sul divano. Pensare che solo ieri li ascoltavo tramite quelle. Adesso invece me li ritrovo davanti a cantare una canzone per me. La mia canzone preferita oltretutto.
  • Dai iniziamo. – disse Luke.
La La La La La La Da Da 
La La La La La La Da Da 

Woo! 



Sono partite le chitarre e bassi tutti insieme facendo un sacco di rumore. Che figataaa!
Just a kid it's all the same 
Growing up, it doesn't change 
Who are they to try to put us down? 
Had enough of what they say 
Sick and tired of all their games, 
Stand up and sing it with me now. 



La voce di Luke mi stava letteralmente uccidendo I feels. Quel ragazzo è troppo bravo.
La La La La La La Da Da 
La La La La La La Da Da 

So save me from who I'm supposed to be 

La voce di Micheal dal vivo è la cosa più sexy che si possa immaginare. L’avevo visto anche al concerto a Wembley.

Don't wanna be a victim of authority 
I'll always be a part of the minority 

Save me from who I'm supposed to be 
So tell me, tell me, tell me what you want from me, 
I don't wanna be another social casualty. 

(Social casualty) 
Il ritornello di questa canzone mi aveva dato così tanta energia che ero quasi intenzionata a mettermi a ballare davanti a loro. Ma poi ci ho ripensato. E ho fatto bene.

Just a girl turned 18 
She ran away to chase her dreams. 

And they said she wouldn't make it far. 
She took a chance and packed her bags 
She left town and didn't look back 
So tired of wishing on the stars. 

(wishing on the stars) 


Calum si muoveva a ritmo mentre suonava il suo basso.
La La La La La La Da Da 
La La La La La La Da Da 

So save me from who I'm supposed to be 

Don't wanna be a victim of authority 
I'll always be a part of the minority 

Save me from who I'm supposed to be 
So tell me, tell me, tell me what you want from me, 
I don't wanna be another social casualty. 

Stavolta non riuscii a trattenermi. Mi alzai e iniziai a ballare. Facendoli ridere, tanto che non cantarono i la la la che ci dovevano essere e persero un po’ il tempo. Ma Micheal riprese a cantare come se nulla fosse successo. Ok avevo fatto la mia seconda figura di merda nel giro di un giorno.

So save me from who I'm supposed to be 

Don't wanna be a victim of authority 
I'll always be a part of the minority 

Save me from who I'm supposed to be 
So tell me, tell me, tell me what you want from me, 
I don't wanna be another social casualty. 

La La La La La La Da Da 
Social casualty 
La La La La La La Da Da


La canzone era finita. Mi sentivo imbarazzata. Ma ridevo. Ridevo. Ridevo.
  • Ok ti sei scatenata abbastanza piccoletta. – disse Micheal mettendomi una mano attorno al collo.
  • Ehi. Io non sono piccola. Ho solo 2 anni meno di voi e sono diversamente alta! – dissi ridendo.
Bussarono alla porta.
  • Ehm. Scusate. Charlie potresti venire giù? la signora Cara vorrebbe mostrarti qualcuno – disse mia mamma entrando nella stanza
Sì mamma arrivo subito. Ragazzi devo andare di sotto. Ci vediamo dopo. – salutai tutti con un cenno della mano tranne a Luke che mi chiese un bacio sulla guancia
 
SPAZIO AUTRICE
Mi è stato consigliato di fare gli Spazio Autrice, quindi eccolo qua!
Allora intanto mi presento: mi chiamo Ilaria, ho 16 anni e sono di Pisa. 
Spero che il capitolo vi piaccia! Dovrebbe essere l'ultimo così corto poi ho deciso di attaccare 2 capitoli insieme per farne uno un po' più lungo.
Spero di riuscire a aggiornare tutti i giorni anche se in questo momento è quasi impossibile!
Ila :)

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Capitolo 6
*** Bambini e Tour ***


CAPITOLO 5 – Bambini & Tour -
    Si chiama Charlotte, sarà la tua baby sitter quando Luke e i ragazzi saranno in tour e quando io e tuo padre saremo a lavoro. – disse Cara quando entrai nella stanza.
    Ciao Charlotte, io sono Perla. – disse una bambina accanto alla donna.
Avrà avuto più o meno 6/7 anni. Era veramente bella.
    Ciao Perla. Io sono Charlie. Lei è mia mamma Rosaline. – dissi indicando mia mamma che era accanto a me
    Quanti anni hai Charlie? – mi chiese Perla avvicinandosi e prendendomi la mia mano
    Io ho 18 anni. Tu? – le chiesi
    Io ho 6 anni. Ti va di venire nella mia cameretta? – mi chiese.
    Certo andiamo! – dissi andando con lei al secondo piano.
***
    Charlie. Questa è la mia camera. Giochiamo con le barbie? – mi chiese dolcemente sbattendo gli occhioni azzurri del fratello.
    Certo Perla. – dissi annuendo
Entrammo insieme nella sua stanza immensa. Era di ogni gradazione del rosa: dal rosa confetto, al fuxia. Il letto però era bianco, così come le tende. Sembrava di essere letteralmente entrati nella casa della Barbie. 
    Ti piace? - Disse sedendosi sul pavimento bianco.
    Wow! È stupenda – dissi sinceramente
    Guarda qui! Questa è la mia casa delle Barbie. Me l’ha regalata Luke per Natale. – disse mostrandomi una casa rosa enorme.
Tirò fuori 2 bambole: una bionda e una mora.
    La mia bambola è quella bionda, che si chiama Kelly. La tua è quella mora, si chiama Sally. – disse
    Ok 
Notai che la Barbie assomigliava moltissimo alla bambina. Avevano entrambe i capelli biondi, lunghi e lisci. Avevano entrambe gli occhi azzurri. Erano alte e magre.
    Charlie, ho fame andiamo a fare merenda? – chiese la bambina bionda
    Certo! Dai andiamo di sotto!- risposi alzandomi dalla posizione scomoda che aveva preso la mia schiena da quando eravamo sedute sul pavimento
Scendemmo e ci ritrovammo in cucina. C’erano anche Luke, Ashton, Micheal e Calum che parlavano.
    Sì! E quindi canteremo English Love Affair e 18 prima di She Looks so Perfect e Disconnected. – stava dicendo Calum
    Oppure potremmo cantare Disconnected dopo Don’t Stop e prima di 18, no? – disse Micheal
    Oh ciao ragazze. Come va? – disse Luke dando un bacio sulla guancia a entrambe
    Bene grazie. Cosa fate? – dissi preparando un panino al prosciutto a Perla e un panino al pomodoro per me
    Organizziamo la scaletta per il tour. Sei nostra fan, non lo sapevi? – disse Ashton
Certo che lo sapevo! Sarebbe partito un tour di promozione dell’album di lì a un mese che li avrebbe portati in giro per il mondo. Dall’Australia all’Italia. Dalla Cina agli States. Quindi non li avrei rivisti per circa 2 mesi. Poi sarebbero stati qua a Sidney per 2 settimane e sarebbero stati via per un altro mesetto.
    Ash. certo che lo so! Farete questo tour di promozione che toccherà ogni singolo posto nel mondo! – dissi con aria superiore
    Vedi Ash? lo sapevo che era preparata! – disse Luke sorridendo
    Insomma che canzoni canterete? – chiesi curiosa
    Allora partiremo con Good Girls e Kiss Me Kiss Me per movimentare un po’ la folla, poi … - e mi dissero la scaletta 
Sarebbe stato un tour stupendo. Si sarebbero divertiti un sacco. io li avrei solo sognati … ovviamente!
    Charlie!! Vieni di sopra? Giochiamo ancora? Non sono ancora arrivati alla festa! – disse urlando Perla
    Sì arrivo! Ciao ragazzi! Complimenti per la scaletta! – dissi rivolgendomi ai ragazzi seduti al tavolino bianco della cucina
P.o.V. Luke
    Ragazzi, dovete fare le prove. E poi dovete ancora trovare chi sarà la band di supporto al vostro tour – disse Zoe, la nostra manager, al telefono
    Certo Zoe. Lo sappiamo. Ma non sappiamo chi … - dissi lamentandomi
Era un’ora che parlavamo con Zoe della scaletta e dell’organizzazione della prima tappa del tour, qua a Londra. Ero sfinito.
    Decidete in fretta. Sappiate solo che il vostro budget è abbastanza ridotto quindi non viaggiate troppo con la fantasia! – disse
    Ok tranquilla Zoe. Ci penseremo noi. Ciao.- disse Calum chiudendo la conversazione
    A volte quella donna sa essere così pesante! – disse Ashton
Ridemmo tutti.
                    ***
    Ho fame. Andiamo di sotto a mangiare qualcosa. – dissi 
I ragazzi acconsentirono
Mangiammo come dei maiali. Micheal si mangiò un panino con la salsiccia e il ketchup sopra, Ashton decise di prepararsi 10 pancakes tutti per sé. Nel frattempo io mi ero fatto una crepe alla nutella. Calum, invece, mangiò un panino con la maionese e il prosciutto grande quanto il suo avambraccio.
    Siete sempre i soliti maiali – disse mia mamma entrando in cucina –guarda che schifo! C’è sporco dovunque, pulite tutto! Rosaline non può sgobbare tutto il tempo per colpa vostra. 
Ridemmo tutti. Calum che aveva finito di mangiare si alzò e pulì un po’ il sudicio che avevamo lasciato
    Guarda, Calum versione colf. Sei molto sexy con lo straccio in mano e il grembiulino con le papere di Rosaline. – disse Micheal ridacchiando
    Ah ah ah. Simpatico. Ora pulisci tutto il ketchup che hai rovesciato su questo tavolo perché io non pulisco la TUA roba lercia! – rispose Cal sventolando lo straccio
    Sei troppo stupido. Fatti fare una foto. La devo postare su Twittah! – disse prendendo il telefono. 
Calum si mise in posa e Micheal fece la foto. Mi arrivò la notifica del tweet di Micheal. Non ci potevo credere.
                        ***
Vidi uscire dal salotto Charlie e Perla. Mi venne un’idea. Avevo trovato la persona che sarebbe venuta con noi in tour.
    Ragazzi. Ho un’ ispirazione. Andiamo di sopra. Dobbiamo parlare – dissi frettolosamente alzandomi dalla sedia
    Ok dai andiamo
                        ***
    Sai che è una buona idea? Non ci avevo pensato. Ma il suo lavoro qui? Tua madre e sua madre potrebbero non essere d’accordo! – disse Ash
    Quello potrebbe essere un problema, sua madre mi sembra una persona con cui si può parlare ma la mia … - dissi lasciando la frase in sospeso
Con i miei genitori ho sempre avuto molti problemi, fin da quando ho detto loro che suonavo in una band e che avrei girato il mondo per fare un tour. Non erano mai stati d’accordo. Insomma avevo solo 16 anni, loro avevano sempre la loro responsabilità su di me, ma non riuscivano a capire quanto fosse importante per me. Dopo tante litigate, e notti passate insonni, acconsentirono e mi lasciarono partire. In fondo a loro importava anche tutta la “buona reputazione” e i soldi a cui sarebbero andati incontro. 
    Vabbè, ci potremmo provare comunque no, Luke? – disse Micheal incitandomi.
    Magari prima lo diciamo alla diretta interessata e poi a sua mamma e alla mia ok? – dissi cercando di essere il più convincente possibile.
    Ok ok. Hai ragione. - Disse Micheal – ora andiamo a provare qualche canzone della scaletta, ci farà bene. Quando lo diciamo a Charlie? 
    Dite cosa a Charlie ?– disse la ragazza entrando in cucina
    Di venire a sentirci provare la scaletta di sopra! – disse Ashton
Facciamo santo quell’uomo! 
    Ok dai va bene. Andiamo di sopra.

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Capitolo 7
*** Confessioni e Riveazioni ***


P.o.V. Charlotte
Cantarono Don’t Stop, Good Girls e End Up Here. Wow. Erano ECCEZIONALI. Veramente, non so che altro dire se non che amo sempre di più le loro voci.
  • Allora Charlie, che ne pensi? – disse Luke finita la canzone
  • Oddio. Siete bravissimi. Veramente – dissi
Meglio non aggiungere che mi vedrei bene con ognuno di loro nel letto a fare cose sconcie in questo momento. Ma sorvoliamo. È meglio. Lasciamo i pensieri perversi da un’altra parte.
  • Senti, perché non ci canti qualcosa? – chiese ad un tratto
  • Ehm, ok! Dai va bene. – dissi
Avevo già cantato davanti a loro. Quindi ormai non era più un grande problema. Adesso mi sentii libera. Decisi di non cantare una loro canzone ma di cantare Right now dei One Direction.
  • Wow. Mi piace un sacco quella canzone. Bellissima scelta. – disse Micheal
Mi faceva piacere. Quella canzone mi aiutava spesso a sentire vicino papà. Avevo scelto quella canzone per quello.
Iniziai a cantare, spensierata, penso si vedesse. Le parole uscivano direttamente dal cuore. Nemmeno dalla bocca. Da lì.
Alla fine della canzone sentivo un groppo in gola troppo grande. Non riuscii a trattenermi.
  • Scusate. – dissi e uscii.
Mi diressi in bagno piangendo. Forse non avevo scelto la canzone adatta da cantare. Mi pulii il viso. Mi tolsi il mascara che ormai era sceso praticamente al mento.
  • Charlie … - disse Luke entrando – come va? Ti senti meglio?
  • Sì grazie Luke, adesso vengo. Mi dispiace. – dissi sedendomi sul bordo della vasca.
  • Stai scherzando? Perché dovresti dispiacerti? Anzi, ne vuoi parlare? Sappi che con me e i ragazzi puoi parlare di qualsiasi cosa. – disse Luke
Era troppo premuroso.
  • Grazie Luke. Veramente. Mi stai aiutando tantissimo. Mi è sempre mancata una presenza maschile al mio fianco. E tu non me la stai facendo sentire. Grazie – dissi abbracciandolo
  • Di niente Charlie. Ti posso capire. Anche se non ci sono mai passato. Ma deve essere terribile. – disse
  • Sì. Mio padre se n’è andato di casa quando io avevo 2 anni. Non mi ricordo quasi niente di lui, se non che aveva i miei stessi occhi. So solo che si chiamava Jeff. Mamma non mi ha raccontato molto del motivo che lo ha spinto a lasciarci sole. Mi ha detto che si era trovato un’altra donna e che aveva una nuova famiglia. All’inizio non capivo, poi crescendo capii che papà aveva tradito mamma per circa un anno con un’altra. Non i è più fatto vedere da quando avevo 2 anni. Sono 16 anni che non lo vedo. – dissi iniziando a piangere
  • Dai Charlie. Non fare così. Ci siamo io e i ragazzi che ti facciamo da papà – disse Luke accarezzandomi i capelli. Rise alla fine della frase
  • Andiamo bene! – dissi iniziando a ridere – dai torniamo sopra.
Mi alzai e andammo di sopra. Luke mi prese la mano. Stavo per svenire di nuovo.
  • Eccoci tornati – disse Luke ai ragazzi che intanto si erano seduti sul divanetto
  • Tutto bene Charlie? – chiese premuroso Ashton
  • Sì sì grazie Ash. – dissi
Calum disse qualcosa a Luke in un orecchio e vidi apparire sul volto del biondino un sorriso grande.
  • Allora Charlie, siediti. I 5 seconds of summer devono darti una notizia. – disse Micheal alzandosi. La stessa cosa fecero gli altri 3.
  • Oddio, mi fate paura. – dissi ridendo
Luke iniziò a parlare
  • Zoe, la nostra manager, ci sta torturando per trovare qualcuno che faccia lo show di apertura del tour. Non sapevamo chi scegliere e alla fine abbiamo deciso che … rullo di tamburi grazie … - Ashton iniziò a suonare il tamburo – tu verrai in tour con noi perché la persona che aprirà il tour sei TU!
Luke aveva parlato molto velocemente nell’ultima parte, quindi rimasi a bocca aperta come un’ idiota perché stavo cercando di capire esattamente cosa aveva detto.
  • Charlie! Ci sei?? Sei sempre viva? – disse Micheal passandomi una mano davanti agli occhi
  • Sì sì. Micheal ci sono. Sto cercando di riprendermi da tutte le notizie che ho ricevuto in un colpo solo. Quindi mi state dicendo che … io verrò insieme a voi in tour e che per giunta dovrò cantare? Ma io non sono così brava a cantare da aprire i vostri concerti! – dissi
Era quasi impossibile che mi avessero proposto una cosa del genere! Io canto per hobbie. Non sono una professionista, stono un sacco di volte.
  • Tu non ti rendi conto delle doti che hai, Charlie. – disse Calum sorridendo – prima che tu uscissi, non hai potuto notare che sia io che Micheal stavamo piangendo! Ashton non piange mai, nemmeno se si rompe una costola con una pallonata – spiegò il ragazzo
  • Ma se prendo una stecca davanti a 5000 persone? Che figura ci faccio? Sembrerò un’idiota e mi tireranno i pomodori! – risposi preoccupandomi
  • Ma perché dovrebbero tirarti i pomodori? Stai scherzando? – chiese Ashton ridendo
  • No. Non sto scherzando. Sono seria. Mi sto preoccupando. Perché se accetto poi mi verranno gli attacchi di panico come minimo! – dissi alterandomi
  • Oh come siamo polemiche stamani mamma mia! – disse Ashton alzando le braccia
Io risi. Ashton mi faceva morire dalle risate. Io l’ho sempre detto. Questo ragazzo me lo devo sposare.
  • Ok ci penserò! – dissi ridendo
 SPAZIO AUTRICE
Ho deciso di riaggiornare per non lasciarvi troppo in sospeso anche se così è ancora peggio.
Cosa ne pensate della storia in sè? Vi piace? Dovrei cambiare qualcosa secondo voi? 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ila :)

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Capitolo 8
*** Solitudine & Novità ***


  • Tu hai già deciso tutto, ma forse non hai capito che devi chiedere il permesso a me! Ti ricordo che IO sono tua mamma! Tu non ci andrai in tour con loro
  • Avevo deciso: sarei andata in Tour con i ragazzi.
    Ma mia mamma non era d’accordo. Era un’oretta che discutevamo sul partire o no.
    • Non sei abbastanza grande per partire. Anche se hai 18 anni.
    • Ma mamma … - tentai di dire
    Stava urlando per tutta la casa. Era anche nervosa perché doveva finire di sistemare mezza cucina e mezzo salotto per la festa di Perla. Forse dovevo trovare un momento migliore per parlarle!
    Arrivò Cara, la mamma di Luke, che entrò in cucina.
    • Ehi Rosaline, Charlotte cosa è successo? Perché urlate così?
    • Scusaci Cara, veramente. Lei non vuole mandarmi in tour con Luke, Ashton, Calum e Micheal – mi scusai
    • Charlie, ci lasci sole? Grazie tesoro. – mi disse Cara con fare gentile
    • D’accordo.
    Andai in camera mia. Decisi di ascoltare la musica. Accesi la radio. C’era Mmm Yeah di Austin Mahone. Quindi mi misi a ballare cercando di dimenticare la possibilità di non partire con i 5 Seconds Of Summer.
    P.o.V. Cara
    Capivo benissimo Rosaline. Ci eravamo passati anche io e Joshua qualche anno fa.
    • Rosaline, ti capisco, ma ha 18 anni. È maggiorenne. È abbastanza adulta per partire.
    • Vedi Cara, la stessa cosa la penso io, ma, l’ho cresciuta da sola. Vederla partire mentre io rimango qua, mi distrugge. – risponde tristemente
    • Perché non mi racconti un po’ cosa è successo, magari ti capisco meglio, sempre se ti va! – le dissi
    Questa donna iniziava veramente ad essere simpatica, non volevo essere una titolare stronza come ci sono al giorno d’oggi. Volevo che Rosaline e sua figlia, mi ritenessero un punto di riferimento ma anche un’amica. Certo, con Charlie non ero partita con il piede giusto, ma forse potevo rimediare, se riuscivo a convincere sua mamma a farla partire.
    • D’accordo. Allora sono stata sposata con Jeff per circa 14 anni. È stato l’uomo migliore del mondo. Lo amavo. Lo ritenevo la mia anima gemella sin da quando ci eravamo conosciuti in una discoteca qua di Sydney. Poi però quando Charlie aveva 2 anni, ho scoperto che ,i tradiva con la nostra vicina di casa Katherine. Mi aveva mentito per circa 3 anni. Se penso che mi tradiva anche quando ero incinta di Charlie, sto male tuttora.
    • Oddio Rosaline, mi dispiace così tanto! e come è finita la cosa? – la abbracciai
    • Lo sono venuta a sapere quando il marito di Katherine, John, è venuto a casa mia e mi ha detto che li aveva scoperti a letto. Quella sera, quando Jeff tornò da lavoro, gli feci trovare le valige pronte fuori dalla porta e un biglietto allegato con su scritto “non rimettere piede qua dentro, stronzo che non sei altro”.
    • L’hai più rivisto? Charlotte quanto sa di questa storia? – chiesi
    • Io non l’ho più rivisto, fortunatamente, ma mi giungono voci che dicono che lui stia ancora qua a Sydney e che si sia sposato con una certa Evelyn. Buon per lui! Charlie non sa praticamente nulla di questa storia. Ho deciso che sarebbe stato meglio così.
    • Non so se sia stata una scelta giusta quella di non dire niente a tua figlia sul padre. Ma non ti biasimo.
    • La mia paura è che un giorno Charlie lo incontri e decida di andare a vivere con lui per “recuperare il tempo perso”.
    • Non penso sia possibile. È una ragazza intelligente. Non ti lascerebbe mai sola così e poi non lo riconoscerebbe..
    Decisi di cambiare discorso e ritornare a parlare della partenza di Charlotte.
    • Insomma Charlie parte o no? – chiesi curiosa
    • Non so se è abbastanza responsabile! Non so se hai visto la sua camera! E poi mi mancherà tanto e io mi ritroverò sola come quando Jeff se n’è andato!
    • Adesso Charlie ha 18 anni! Devi lasciarle vivere la sua vita.. sarebbe successo comunque no? Oppure pensavi di tenerla segregata in casa fino a 50 anni? – le chiesi ridendo
    • Forse è la seconda opzione ahaha. – disse Rosaline ridendo. – ma forse hai ragione. È che mi mancherà tanto!
    • Senti, anche a me mancherà Luke. Quindi potremmo organizzare una mega festa per salutarli. Anche se torneranno tra circa 2 mesi. – proposi
    Era già un po’ di tempo che progettavo questa cosa per Luke e i ragazzi. Ormai erano come figli per me.. avrei fatto di tutto anche per Ashton, Calum e Micheal.
    • Che bella idea! Mi piace!
                                                                           ***
    P.o.V. Charlotte
    • Charlie scendi per favore. Anche tu Luke! – disse mamma entrando nella mia stanza e poi in quella di Luke
    • D’accordo arriviamo subito – dicemmo in sincrono io e il biondino che era spuntato dalla stanza alla mia destra.
    Mamma era stranamente sorridente. Non la capivo. In questi giorni era particolarmente bipolare!
    • Allora. Ho una bella notizia per entrambi.
    • Oddio mi metti paura – intervenne Luke al posto mio. Avevamo pensato la stessa cosa. Che bello!
    • Ho parlato a lungo con Cara e mia ha fatto capire che hai 18 anni, quindi sei maggiorenne, e in quanto tale sei abbastanza grande per prenderti le tue responsabilità.
    • Mamma, non ti seguo. Arriva al punto per favore.
    La stava facendo troppo lunga. Non seguivo il suo ragionamento
    • Ho deciso che … PUOI PARTIRE IN TOUR CON I 5 SECONDS OF SUMMER!
    • Stai scherzando? – chiesi sorpresa
    Mi faceva strano vedere il nome Charlotte Ashley Harrison accanto a quello dei 5 Seconds Of Summer! Ma era così!
    Saltai in braccio a mamma che barcollò un po’ ma fortunatamente non cadde. C’era comunque Luke che si era avvicinato correndo per assicurarsi che io e mamma non andassimo a sbattere contro lo spigolo della finestra. Quel ragazzo era la dolcezza.
    • Dai ora aiutami a preparare tutto per il compleanno di Perla che tra un paio di ora ci saranno 30 bambini scatenati a mettera a soqquadro la casa!
     SPAZIO AUTRICE
    Non ho molto da dire. Spero solo che sia di vostro gradimento!
    Ila :)

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    Capitolo 9
    *** AVVISO ***


    Allora. Perdonatemi se non posto un capitolo, ma volevo ringraziare tutte quelle che stanno recensendo la storia. è veramente importante per me sapere che vi piace. ma anche se vi fa schifo, in modo da migliorarla. quindi continuate a recensire e mandarmi imessaggi qua su Efp.
    Grazie anche per i consigli che mi avete dato, come avete potuto notare, ho cercato di risistemare i capitoli in modo che fossero più lunghi.
    La stessa storia la sto scrivendo su Wattpad. Quindi la potete leggere anche di là. 
    Se volete potete seguirmi su Twitter, sono @heyhemmings_x. Oppure su Instagram, sono Ilariapaolini.
    Se volete chiedermi l'amicizia su Facebook, possibilmente mandatemi un messaggio privato su Twitter. Grazie

    Dopo tutta questa pubblicità, vi saluto. E vi ringrazio tutti. 
    Un bacio 
    Ila :)

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    Capitolo 10
    *** Feste & Fan ***


  • Charliee! Guarda queste sono le mie migliori amiche Sophie e Jennifer. – disse Perla avvicinandosi a me
  • Eravamo alla festa di compleanno di Perla. Faceva 7 anni. C’erano bambini ovunque, mi stava sentendo la testa.
    • Ciao belle bimbe! Io mi chiamo Charlotte, sono la sua tata.
    • Perla, dov’è tuo fratello? Lo volevo salutare. – disse una delle due, quella con i capelli neri legati in due treccie enormi
    • È di qua. Charlie puoi accompagnare Sophie di sopra in cucina da Luke? – mi chiese Perla gentilmente
    • Certo. Vieni Sophie. – presi per mano la morettina e andammo da Luke
    • Allora tesoro sei una sua fan? – le chiesi
    • Non solo di Luke, anche degli altri 3! Tu? – disse
    • Anche io! Eccoci arrivati. Aspetta qua che te lo chiamo. – le dissi
    Entrai in cucina e vidi tutti e 4 i ragazzi. Sophie sarebbe stata felicissima della sorpresa.
    • Luke, c’è  Sophie, un’amica di tua sorella che vorrebbe incontrarti. È una vostra fan. Non sa che ci sono anche loro.
    • Allora facciamo una sorpresa ad una nostra mini-fan – disse Micheal ridendo.
    • La vado a prendere. – dissi uscendo
    • Allora andiamo? Ti senti pronta? Conoscerai Luke Hemmings! – dissi rivolgendomi alla bambina che pazientemente mi aveva aspettato fuori dalla porta
    Era veramente tenera. Aveva i leggings neri, una maxi maglia bianca con le stampe sopra e le converse bianche basse ai piedi. Diciamo che era una mini-me perché eravamo vestite più o meno alla stessa maniera. Avevo anche io i leggings neri, una maxi maglia grigia e le converse nere.
    Aprii a porta e la bambina mi venne dietro. Notai che i ragazzi erano spariti ed era rimasto solo Luke.
    • Sophie, questo è Luke. Luke, questa è Sophie. – dissi entrando
    • Lo so chi è! Lo conosco – disse ridendo.
    • Ciao Sophie! Piacere. – disse Luke avvicinandosi
    • Facciamo una foto per favore? – chiese cortesemente Sophie
    • Ehi! Che ci siamo persi? – disse Ashton spuntando dallo sgabuzzino delle scope
    • Oddio! Ma tu sei Ashton. – disse Sophie che era rimasta a bocca aperta
    La sua faccia alla vista di Ash è stata stupenda. Ha fatto circa 3 passi indietro per la paura, ha messo la mano davanti alla bocca e se non ha urlato è stato solo perché era troppo impegnata a rimanere scioccata.
    • Così dice! – disse Ash ridendo – e dice sempre che questo sia Calum e quest’altro sia Micheal
    Spuntarono sempre dallo sgabuzzino. Come ci erano entrati tutti lì dentro? Era piccolissimo!
    Avete presente la faccia di Sophie di prima? Ecco moltiplicatela per 100. Stavolta tirò uno strillo acuto che tra poco spacca un bicchiere.
    • Hey hey hey! La ragazza potrebbe cantare in un opera! La potenza vocale non le manca – rise Micheal.
    Sophie arrossì.
    • Stava scherzando. Dal vivo è più stupido di quanto mostrino i vines e i video. – disse Calum notando l’imbarazzo della bambina
    • Lo sono un po’ tutti veramente – intervenni io facendo ridere Sophie
    I ragazzi scattarono diverse foto con lei e si conobbero. Mi faceva molto piacere aver fatto felice una ragazzina, forse perché ci sono passata anche io e non ho mai potuto incontrare così da vicino i miei idoli. Lei era letteralmente su di giri, ma poi entrò Perla e disse:
    • Avete finito di appropriarvi di Sophie? È la MIA migliore amica, non la VOSTRA!
    Ridemmo tutti e Perla se ne andò dicendomi di portare di là altri panini perché stavano finendo.
    • Dovresti iniziare a scegliere qualche canzone da cantare. Circa 10. – disse Ashton
    • 10?? State scherzando? Posso avere il gobbo per ricordarmele? – chiesi con gli occhi sbarrati mentre cercavo un  vassoio dove posizionare circa 25 panini alla Nutella.
    • Se vuoi, possiamo provvedere anche a quello. Ma sarebbe quasi un karaoke non un’esibizione live degna di Charlie! – rise Calum
    • Non avrai bisogno di un gobbo. Tranquilla. – disse Luke rassicurandomi
    • Ok. Se lo dite voi. – dissi cercandomi di fidare.
    E mi avviai in salotto dove misi i panini alla Nutella vicino alla Coca – Cola. Ma nel frattempo che sistemavo quelli caduti, un bambino mi venne addosso, facendo rovesciare tutta la Coca – Cola sui panini.
    • Ecco fantastico! Grazie mille! – dissi girandomi verso il bambino con i capelli rossi e ricci.
    • La prossima volta così impari a pestare Buzz Lightyear. È mio. Sei solo cattiva
    Sai cosa farei al tuo Buzz Lightyear?
    • Sì d’accordo. Puoi andare adesso,se non vuoi che ti affoghi in piscina.
    E se ne andò con il suo giocattolino e facendomi la linguaccia
    • Ehi tutta questa scontrosita? Oh, Buzz Lightyear colpisce ancora? – disse Ashton avvicinandosi
    • Lo conosci? – chiesi al ragazzo con la bandana verde sulla testa
    • Certo! Si chiama Edward, è il presunto fidanzatino di Perla, è sempre qua da quando ci sono queste voci in giro
    • Wow, gossip alle elementari! Roba piccante insomma
    Ridemmo.
    • Vieni ti do una mano. – prese la bottiglia di Coca -  Cola ormai vuota mentre io presi il vassoio con i panini
    • Grazie Ash. Mia mamma mi ucciderà! Ci ha messo un sacco di tempo a prepararli!
    • Nah! Rosaline è simpatica! Prepara i migliori pancakes che io abbia mai mangiato!
    • Sì lo so! I suoi pancakes sono i migliori!
    Quei bambini sarebbero stati senza panini. Non avevo voglia di rifarli.
     SPAZIO AUTRICE
    Scusate per l'avviso di ieri ma dovevo rendermi conto di quanto vi piaceva la mia storia. 
    Che ne pensate di questo capitolo? Vi piace? è più tranquillo degli altri. Si nota l'amicizia nata tra Charlie e i ragazzi e tra Charlie e Perla.
    ah sì. ultima cosa. ditemi se la lunghezza è giusta. 
    Ila :)

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    Capitolo 11
    *** L'arrivo di Joshua ***


    CAPITOLO 9  - L’arrivo di Joshua -
    *1 settimana dopo*
    Il grande giorno stava arrivando. Tra esattamente 2 settimane sarei partita in Tour con i 5 Seconds Of Summer in giro per il mondo. Ma ve ne rendete conto?
    • Charlotte vieni qua! SUBITO!
    Oddio che era successo? Mamma urla come sempre dalla mia camera. Cosa voleva stavolta?
    • Dimmi mamma che c’è? – dissi entrando in camera mia.
    • Sei impazzita? Hai seriamente intenzione di partire con quei ragazzi se nemmeno sistemi la tua camera? SE CONTINUI COSì TE LO PUOI SCORDARE!
    Aveva seriamente detto quello che avevo sentito?
    • No mamma io ci vado comunque. Non puoi mettere a rischio il tour dei ragazzi solo perché non ho sistemato la camera! Saresti crudele!
    • Ah io sarei quella crudele? È quasi un mese che siamo qua e tu non mi hai MAI aiutato in casa. Hai sempre qualcosa da fare: le tue prove, le prove dei ragazzi, uscire con i ragazzi eccetera … . e io? Quando mi hai mai considerato? Solo quando ti ho dato il permesso di andare con loro in tour!
    • Non è assolutamente vero! Ti sbagli! Ti rendi conto che per me è un sogno tutto questo? Farò tutto quello che vuoi ma TI PREGO! Lasciami andare in tour!
    • Dai va bene. Ma ora aiutami a sistemare tutto!
    Stava tornando Joshua, il marito di Cara, e tutto doveva essere perfetto.
    Era stato via per lavoro per tutto questo tempo. Era un avvocato conosciuto in tutto il mondo e doveva seguire molti processi su tutto il globo. A quanto ho capito, è stato in Giappone.
    Sentimmo il rumore di una Jeep nel vialetto, Cara andò sugli scalini precedenti alla pota d’ ingresso e appena Joshua scese dalla macchina lei lo raggiunse e si baciarono.
    Si vedeva che Cara lo amava tanto. Era la prima volta che vedevo 2 adulti baciarsi con tanto amore e passione. Ero molto felice per loro.
    Fu il turno di Luke e Perla. Luke era abbastanza impacciato, non capivo come mai, in fondo era suo padre. Perla,invece, gli saltò addosso salutandolo.
    • Papà!! Mi sei mancato così tanto!
    • Anche a me Perla, anche a me! – disse abbracciandola
    Quando Perla gli si staccò letteralmente di dosso, Joshua ci salutò in modo distaccato e entrò dirigendosi direttamente in camera.
    • Joshua! Cosa è successo? Perché te ne vai? C’è l’arrosto con le patate per pranzo! Scusate vado a vedere che cos’ha – disse Cara facendosi spazio tra noi
    Non capivo cosa stesse succedendo. Ma non erano affari miei. Insomma, al massimo sono affari di Luke.
    • Luke, tutto bene? – chiesi avvicinandomi al ragazzo che mi sembrava molto dispiaciuto
    • Sì, Charlie tranquilla. Per favore porta Perla a mangiare – disse rispondendomi
    • Tu non vieni? – gli chiesi notando che si stava dirigendo verso la piscina
    • No, vi raggiungo dopo. Andate pure – mi rispose
    • Ok va bene.
    Presi per mano Perla e andammo in sala da pranzo. Consumammo il pranzo in silenzio. Durante il pomeriggio avevo sentito Cara e Joshua discutere urlando dalla loro camera. Decisi quindi di andare in camera di Perla per passare un po’ di tempo con lei. Luke non si era più fatto vedere per tutto il pomeriggio. Lo vidi solo la sera a cena ma decisi di non chiedergli niente.
                                                                           ***
    • Charlie, vieni un attimo per favore. – era la mamma che mi chiamò entrando in camera mia
    • Sì arrivo. Mamma cosa è successo con Cara e Joshua? – chiesi
    • Ti volevo parlare proprio di questo. – mi disse sedendosi sul letto
    • Mi impaurisci così. È successo qualcosa di brutto?
    • Non so se può essere considerata tale. Cara e Joshua hanno … diciamo, preso una pausa di riflessione.
    • Un po’ come tu e papà! Chi è quella con cui si è messo Joshua?
    Ecco lo sapevo. Quello era il motivo per il quale per un po’ non volevo avere un ragazzo. Tanto gli uomini sono tutti uguali. Si trovavano delle altre donne mollando le proprie mogli a dover sgobbare per mandare avanti dei figli e una casa.
    Ecco perchè Luke era così strano. Secondo me sapeva già qualcosa, o almeno lo intuiva
    • Luke quanto sa di tutto questo?
    • Penso abbastanza. È un ragazzo intelligente. Perla invece penso non sappia nulla, ma non spetta a noi dirle tutto.
    • No infatti. Grazie per avermelo detto.
    • Prego Charlie. Ora aiutami a passare l’aspirapolvere – mi disse alzandosi
    SPAZIO AUTRICE
    Visto che è brutto tempo :( ho deciso di aggiornare pure a Ferragosto per la vostra gioia!
    In  questo capitolo volevo mostrare il "lato negativo" della vita di una rockstar come Lukey. è un capitolo triste me ne rendo conto ma poi la storia piano piano si risistemerà.
    Un bacio
    Ila:)

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    Capitolo 12
    *** Tristezza & Interviste ***


    CAPITOLO 10 – Tristezza & Interviste -
    Eravamo nella stanza musica. I ragazzi stavano provando Lost Boy, una delle canzoni con più grinta del disco, ma Luke era particolarmente giù di morale. Era un problema. L’inizio del tour si stava avvicinando.
    • Ehi Lukey che hai? – chiese Micheal avvicinandosi
    • Scusate ragazzi, oggi non sono in vena.  – rispose sfilandosi la chitarra dal collo e poggiandola sul supporto.
    • Ok. Allora facciamo un’altra volta. – disse Micheal ripetendo l’azione di Luke
    • Ti va di parlare? – intervenni io
    • Semmai dopo. Adesso devo risolvere una cosa da solo. – disse
    • D’accordo. – dissi tristemente
    Luke se ne andò, lasciandomi con i ragazzi senza parole
    • Charlie, io so che tu sai qualcosa. – disse Calum sedendosi accanto a me
    • Sì lo so me lo ha detto mia mamma. Ma non mi sembra il caso che sia IO a dovevi spiegare tutto. Scusatemi. – risposi
    So che ero stata abbastanza cattiva nei loro confronti ma era  comunque meglio tacere che mettermi nei guai come sempre per non aver tenuto la bocca chiusa.
    • No fai bene. Sei una grande amica, Charlie. Noi ti vogliamo bene! – disse Ashton avvicinandosi
    • Grazie anche io ve ne voglio! – dissi
    Ashton e Micheal si catapultarono letteralmente su me e Calum sfondandomi una costola. Urlarono come dei matti, non ci sentivo più da un orecchio ma mi faceva piacere che avessi degli amici che mi tiravano su il morale quando ne avevo bisogno.
    P.o.V. Luke
    Avevo deciso di  farla pagare a Joshua. Mi aveva stancato. Erano più di 2 settimane che io sapevo tutto. Della sua scappatella con Victoria, la barista del pub all’angolo. E anche del fatto che lei fosse rimasta incinta. Ora l’avrebbe pagata. Non ce la facevo più.
    Anche quando era tornato a casa dopo essere stato “in Giappone”, non lo avevo praticamente degnato di uno sguardo. Lo avevo salutato sì, ma come saluto i conoscenti.
    Che poi non capisco perché si ostinasse a mentire alla mamma, avrebbero risolto la situazione in modo decisamente più adulto. Di certo non era stato in Giappone per 3 settimane solo per assistere ad un processo per droga come diceva lui. Non sono scemo. Sapevo anche che dal conto corrente erano stati prelevati troppi soldi per una sola persona.
    • Tu sapevi tutto vero? – mi chiese mamma mentre mi vedeva uscire di casa
    • Sì, ma ho aspettato che facesse la persona adulta lui invece che dirti tutto io. – risposi sperando che non mi attaccasse come di solito fa.
    • Davvero? TU HAI PENSATO CHE FOSSE MEGLIO FARMI PASSARE DA IDIOTA DIVENTANDO LO ZIMBELLO DI MEZZA CITTà ,PIUTTOSTO CHE DIRMI LA VERITà? A ME CHE SONO TUA MADRE? – urlò, come certamente mi aspettavo
    • Sì. TU NON MI AVRESTI CREDUTO. AVRESTI DETTO “TANTO LO SO CHE LO FAI perché CI VUOI DIVIDERE!” E NON DIRE CHE NON LO HAI MAI PENSATO! – urlai. Ero stanco volevo solo uscire
    Me ne andai. L’ultima cosa che vidi fu il viso di mia mamma spezzato dalle lacrime.
    La lezione a Joshua l’avrei data un’altra volta. Decisi di andare da Ashton.  Sicuramente era tornato a casa e i ragazzi dovevano essere a casa sua. Dovevo pur parlare con qualcuno. Mi dispiaceva aver tenuto nascosto tutto ai ragazzi, ma prima dovevo metabolizzare bene che … i miei si erano lasciati.
    Suonai il campanello e venna ad aprire Sarah, sua sorella. La salutai cortesemente e mi fece entrare.
    • Ehi ragazzi, c’è posto per me? – dissi entrando in camera di Ash. Come avevo pensato c’erano anche gli altri!
    • Guarda chi si rivede! Certo che c’è vieni siediti! – disse Micheal facendomi posto
    • Allora cosa è successo? Ce lo vuoi raccontare? – chiese pazientemente Calum mentre mi accomodavo sul letto accanto a Michey
    • Beh, i miei si sono lasciati. Joshua si è trovato un’altra che a quanto ne so io è pure incinta di qualche settimana.
    • Oddio che brutto. Mi dispiace un sacco Lukey! – disse Ash abbracciandomi
    • Senti perché non organizziamo qualcosa per toglierci questo pensiero dalla testa? – propose Cal
    Perfetto! Io adoravo questi ragazzi! Riuscivano a farmi passare tutti i problemi
    • Vediamo se ho posto nell’agenda! Sai sono molto impegnato in questi giorni! – disse Micheal facendomi ridere
    Nello stesso momento suonò il cellulare a Calum. Rispose e si allontanò. Come faceva sempre. Anche se ci aveva fatto capire che era Zoe, la manager.
    • Potremmo organizzare qualcosa per sabato pomeriggio. A regola non ci dovrebbero essere interviste o esibizioni – disse Ash
    • È una buona idea. Cosa organizziamo? – chiesi curioso
    • Partita di calcetto? Potremmo chiamare anche Charlie e qualche ragazzo della scuola. Penso sarebbe una buona idea – propose Michey
    • Mi dispiace disturbarvi ma Zoe ha detto che sabato dobbiamo rilasciare un’ intervista in TV dove presentiamo Charlie come cantante di supporto del nostro tour. – si intromise Calum che intanto aveva buttato giù.
    • Oh merda. Charlie andrà in paranoia appena lo verrà a sapere – disse Ash
    Era esattamente la stessa cosa che avevo pensato io. Solo io un pochino più finemente
    • Ok. Dobbiamo dirle di questa cosa il prima possibile. Sai è già mercoledì! – dissi alzandomi
    • Andiamo a provare. Dopo la chiamo
    SPAZIO AUTRICE
    Allora questo è il capitolo di oggi. che ve ne pare?
    A me non fa impazzire, insomma ne ho scritti di meglio! 
    Fatemi sapere come sempre le vostre impressioni. Cosa vi aspettate dai prossimi capitoli? Secondo voi nascerà prima o poi qualcosa tra Charlie e uno dei membri della band?? lo so sono cattiva ahahaha
    Ila:)

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    Capitolo 13
    *** Notizie & Ansie ***


    CAPITOLO 11 -  News & Ansia – 
    P.o.V. Charlotte
    Mi suonò il cellulare. Proprio adesso che iniziava Geordie Shore? Madonna quanto è bello Gary!
    Era Luke.
     Sbrigati a parlare che Gary e Charlotte stanno litigando. – dissi rispondendo alla chiamata
     Che cosa? Vabbè lasciamo stare. Incontriamoci tra mezz’ora al parco vicino casa. Io e i ragazzi ti dobbiamo parlare. – disse Luke in fretta 
     Ok va bene, ciao. – buttai giù. 
    Dovevo seguire quella puntata.
    ***
    *mezz’ora dopo*
     Ecco Charlie che arriva! – disse Micheal salutandomi con la mano
     Ciao ragazzi come va? Luke va un po’ meglio? – chiesi rivolgendomi al biondino
    Luke annuì dolcemente. Che tenero!
     Di cosa volevate parlare di tanto importante da lasciarmi a metà episodio? – dissi 
     Allora .. hai presente chi è Zoe? – iniziò Ashton. Io annuii – ci ha chiamato e ha detto che sabato avremo un’intervista. Dovremo presentare la cantante di supporto del nostro tour. Quindi tu dovrai partecipare a questa intervista.
    Aspetta. Ho sentito bene? Io ad un intervista? Era una bellissima notizia. Ma dovevo stare tranquilla.
     Oddio davvero? Che bello! – dissi saltellando sul posto
     Seriamente sei così tranquilla? Pensavamo ti saresti strappata tutti i capelli dalla preoccupazione! – disse Calum ridendo.
     Non vi potete immaginare come sto in questo momento! – dissi
     Che ore sono? – chiese Ash
     Manca 10 alle 4. – disse
     10 alle 4 hai detto? Cazzo devo andare a prendere Perla a scuola! – dissi mettendomi una mano sulla fronte.
     Muoviti! Che poi mamma si arrabbia! Già è nervosa … - disse Luke ridendo
     Vado vado. Grazie. – dissi avviandomi.
    Presi la metro. Dopo 5 minuti arrivai alla fermata della Sydney Primary School, la principale scuola elementare della città. Arrivai appena in tempo per vedere uscire la bambina bionda che usciva.
    Oggi si era fatta la coda di cavallo e aveva i pantaloni della tuta. Aveva avuto ginnastica.
     Ciao Sophie! Ci vediamo domani! – disse salutando la moretta del compleanno – Charlie! Perché hai il fiatone? – chiese girandosi verso di me
     Sì Perla. Ero uscita con i ragazzi e ho perso la cognizione del tempo. – dissi ridendo
    Lei rise.
     Sei una frana come baby-sitter lo sai? – chiese
     Lo so Perla. Non girare il dito nella piaga che è meglio! – le risposi.
    Prendemmo un taxi e andammo a casa.
     Oggi devi andare a danza giusto? – chiesi per conferma
     Sì. Alle 6. Oggi mi devi fare lo chignon. Mrs. Wallace vuole che sia perfetto.
     D’accordo Perla, farò del mio meglio. Come sempre. – dissi prendendo un legamino azzurro e facendo una coda alta.
    Mamma preparò 2 panini alla marmellata di fragole. Uno per me e uno per Perla per merenda.
     Perla hai preso tutto? Hai il cellulare? Possiamo andare? – chiesi 
    Mancavano sempre 20 minuti alle 6 ma era abbastanza la scuola di danza: la Wallace Dance Academy. Era una delle più prestigiose scuole di danza della città. Si trovava dall’altra parte della città. Quindi decidemmo di prendere la metropolitana.
    Cara aveva regalato a Perla il suo vecchio cellulare in modo da poterla tenere meglio d’occhio visti i suoi impegni di lavoro, a volte anche all’estero. Per sicurezza lo portava sempre.
    Entrammo in metropolitana. Era molto affollata. Era la metropolitana principale della città. Tenevo per mano Perla. Anche se aveva 7 anni, mi sentivo più sicura.
    Ma ad un certo punto sentii lasciare la presa di Perla. Subito mi preoccupai. La cercai ma non la trovavo. Guardai fuori dal finestrone del vagone e non la vidi. Dove si poteva essere cacciata?
    La chiamai. Non rispondeva. Mi stava salendo l’ansia. Iniziai a chiedere a qualche passeggero se l’aveva vista. Tutti negavano.
    La riprovai a chiamare. Continuava a non rispondere.
    Poi la intravidi. Quella bambina con la crocchia di capelli biondi. Era seduta. Stavo per piangere. 
    Mi avvicinai e la presi per un braccio. Era la nostra fermata dovevamo scendere. Appena in tempo.
     Dove eri finita? Mi hai fatto prendere un colpo! – le dissi guardandola negli occhi
     Scusami Charlie, non l’ho fatto apposta, c’erano un sacco di persone. Ho visto un posto a sedere e mi ci sono seduta. – disse lei con gli occhi lucidi.
     Dai va bene. Ma a cosa ti serve il cellulare se non lo senti? – le chiesi stavolta ridendo.
     Non lo so. C’era confusione! Non ci ho nemmeno pensato! – disse alzando le mani al cielo
     Andiamo che tra 10 minuti inizia la lezione e dobbiamo camminare un po’ – dissi prendendole la mano
    Stavolta stetti attenta a non perderla di vista. Soprattutto mentre attraversavamo la strada. 
    Finalmente arrivammo alla scuola di danza e la salutai abbracciandola.
    SPAZIO AUTRICE
    Scusatemi se è un po' di tempo che non aggiorno ma in questi giorni non ho mai messo piede in casa. Perdonatemi veramente.
    Allora, questo è un capitolo un po' diverso dagli altri. Qualcuno di voi mi aveva consigliato di mostrare la vita quotidiana di Charlotte e ho deciso di farlo in un modo un po' strano ahahah.
    Spero che il capitolo vi piaccia. Fatemi sapere!
    Ila:)

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    Capitolo 14
    *** Zoe ***


    CAPITOLO 12 – Zoe-
    P.o.V. Luke
    Suonarono alla porta. Doveva essere Zoe. Aveva deciso di venire personalmente a trovarci per vedere i progressi che stavamo avendo e per conoscere Charlie.
    • Ciao Luke. Come va? – chiese entrando – i ragazzi ci sono?
    • Bene grazie. I ragazzi sono di sopra insieme a Charlotte.
    • D’accordo, accompagnami di sopra grazie. – disse con fare autoritario
    Zoe era molto “dura”, nel senso che era molto severa con noi. Era precisa e responsabile, insomma una manager perfetta. Per tenerci d’occhio doveva esserlo. In tour siamo delle pesti, ne combiniamo di tutti i colori! Tanto c’erano George(il nostro manager in tour) i bodyguard e tutti gli altri che ci facevano ridere e passare le giornate, senza farci pensare troppo a casa e alla malinconia che proviamo pensandoci.
    Le sono comunque grato perché senza di lei, di loro, in questo momento sarei semplicemente un ragazzino con tanti sogni e basta. Invece ora faccio parte di una band che farà un tour mondiale!
    Deve essere stato molto difficile per lei e George dover prelevare a 17/18 anni dei ragazzi dalle proprie famiglie.
    • Zoe! Benvenuta! Ti va un caffè? – chiese mia mamma vedendoci salire le scale.
    Non era la prima volta che Zoe veniva qua in casa mia,ma era un po’ di tempo che non ci faceva visita.
    • No, grazie mille Mrs. Hemmings. Sono apposto. – disse Zoe sorridendo a mia madre
    • Bene. Allora ci vediamo dopo. Io vado a lavoro. Ciao Luke! – disse dandomi un bacio sulla guancia velocemente.
    • Ciao mamma. – la salutai – andiamo di sopra Zoe – dissi indicando le scale
    • Andiamo. – rispose fredda
    Arrivati alla stanza Musica sentii che Charlie cantava Team di Lorde.
    • Lei è Charlie. La ragazza che aprirà il tour. – dissi a Zoe
    • È brava. Penso abbiate fatto una buona scelta. Complimenti – disse sorridendo
    • Grazie Zoe. – risposi sospirando – entriamo così la vedi.
    P.o.V. Charlie
    Avevano suonato alla porta e Luke era sceso per aprire.
    • Perché nell’attesa non ci canti qualcosa? – chiese sorridendo Calum
    • Cosa volete che vi canti? – dissi alzandomi
    Ormai non mi vergognavo più di cantare davanti a loro. Era un’abitudine.
    • Ti riesce Team? – propose Micheal
    • Penso di sì. Non so bene le parole ma posso provare! – dissi entusiasta
    Conoscevo la canzone, mi piaceva. Non ero una grandissima fan di Lorde ma le canzoni erano carine.
    Iniziai a cantare le parole che pensavo di non ricordare e che invece mi ricordavo abbastanza da non fare figurette.
    Precisamente alla fine della canzone entrò Luke seguito da una donna sulla trentina con in mano una cartelletta piena di fogli. Penso fosse Zoe, la manager. Era molto bella. Poteva benissimo fare la modella.
    Un filo di vento le mosse i capelli castani e a caschetto. Lei si spostò una ciocca dagli occhi marroni.
    Mi sorrise.
    • Piacere, mi chiamo Zoe Williams, la manager dei 5 Seconds Of Summer. Tu devi essere  Charlotte, giusto? –mi disse porgendomi la mano
    • Sì sono Charlotte Harrison, ma la prego mi chiami Charlie. – dissi stringendogliela
    • D’accordo Charlie. Sediamoci così parliamo un po’. – si sedette sulla poltrona e io mi accomodai accanto ad Ashton  - Luke mi ha accennato alla loro decisione di farti prendere parte al loro tour, prima ti ho sentita cantare e sinceramente condivido a pieno la loro scelta. Sei molto brava. Ma ti volevo chiedere se eri disposta a cantarci un’altra canzone per controllare la tua voce sotto tensione.
    • Ehm. D’accordo. Cosa canto? – chiesi nervosa.
    Non mi aspettavo che mi avrebbe fatto cantare quindi non sapevo che canzone avrei potuto cantare
    • Tesoro. So che sei alle prime armi in questo campo, ma capisci che non puoi chiedermi che canzone devi cantare? – mi chiese alzando un sopracciglio.
    • Certo. Ha perfettamente ragione. Mi scusi – chiesi in imbarazzo
    Ero abbastanza arrabbiata perché mi aspettavo che almeno uno dei ragazzi avrebbe preso le mie difese e invece non aveva mosso un dito nessuno.
    • Allora canterò Skyscraper di Demi Lovato. Penso sia adatta. – dissi
    Iniziai a cantare senza pensare a Zoe e alla rabbia che avevo nei confronti di ogni singola persona presente in questa stanza.
    Vidi comunque tutta la band e forse anche Zoe sorridere. Mi faceva molto piacere.
    Finita la canzone i “fantastici 4 “, come li chiamavo io, applaudirono e ridevano.
    • Bene Charlie. Direi che ti meriti questo posto all’interno del tour. Ma ricordati che sabato, quindi dopodomani, avrai un’intervista in TV per presentarti prima della prima apparizione al concerto a Parigi.
    • Quindi andremo subito in Europa? – chiesi stupita
    • Sì Charlie, dopo Parigi andremo anche a Lione e poi proseguiremo in Spagna. – disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo
    Sentivo piano piano le gambe cedere quindi posai il microfono. Non volevo romperlo ahaha. Chissà quanto costava!
    • Oddio che bello! Grazie mille per questa stupenda opportunità che mi state dando. – dissi con un sorriso che partiva da un orecchio all’altro.
    • Ti sei preparata qualche canzone da cantare? Non manca molto e prima dell’inizio del tour dovrai mostrarcele per avere il via libera - disse Zoe
    • Certo, ho qualche titolo in mente e …
    • Non bastano i titoli, devi saperle cantare le canzoni – disse interrompendomi e facendo saltare dei fogli che teneva tra le mani. Micheal si alzò a raccoglierli – Grazie Micheal – aggiunse
    Posso odiarla? Mi sta antipatica a pelle. Anche se so che è la manager dei ragazzi.
    • Lo so Zoe, stia tranquilla. – dissi cercando di calmarla
    • Bene. Detto questo, alle ore 15.30 di sabato passeremo a prendervi per portarvi allo studio televisivo. – disse Zoe alzandosi
    • Dove suoneremo? – chiese Ashton
    • Suonerete She Looks So Perfect a Good Evening Sydney. Uno dei più importanti programmi televisivi dell’Australia.
    • Oh mamma sei seria? – chiese Calum.
    • Certo! Perché non dovrei? – disse sorridendo Zoe
    Detto questo uscì accompagnata da Luke.
    SPAZIO AUTRICE
    Spero che vi piaccia! Continuate a recensire e a leggerla! 
    Ila:)

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    Capitolo 15
    *** Imbarazzo ***


    CAPITOLO 13  -Imbarazzo-
    Passai mezza giornata buona a farmi un’idea delle canzoni che avrei potuto cantare durante il tour ma il risultato ovviamente fu che non avevo la più pallida idea delle figure che stavo per fare davanti a 5000 persone.
    Decisi che ormai il danno era fatto e scesi di sotto nervosamente per bere un bicchiere d’acqua.
    Trovai mia mamma che parlava tranquillamente con … Luke. Perché parlava con Luke?
    • Charlie tutto bene? – chiese mia mamma
    • Sì! COSA DOVREBBE ANDARE STORTO NELLA MIA VITA? – chiesi urlando praticamente.
    • Ehi. Calmati! Ti ha solo chiesto se va tutto bene! Non le rispondere male! Andiamo di sopra a parlare? – chiese Luke tranquillamente
    Avevo risposto malissimo a mia mamma. Mi dispiaceva troppo. Infondo cosa mi aveva chiesto di strano?
    • D’accordo. Scusa mamma. Sono abbastanza nervosa in questi giorni come puoi capire.
    • Ciclo? – chiese come se nulla fosse
    • Magari se non lo urli a mezza casa sarebbe meglio! – dissi alzando le mani al cielo.
    Luke rise.
    • Tu cosa ridi? Sono cose serie! – dissi ridendo
    Ok stavo diventando sempre più bipolare. Cosa non molto positiva per chi mi stava intorno.
    Andammo di sopra.
    • A parte il ciclo – rise - cosa ti fa stare così male? – mi chiese Luke
    • Non ho nemmeno una canzone da proporre per il tour. – dissi tristemente
    • In che senso? Avevi detto che avevi qualche titolo.. – disse dolcemente
    Non so come ma mi persi nei suoi occhi color ghiaccio
    • Eh!? Che hai detto? – dissi scuotendo la testa
    • Svegliati Charlie! Tra 2 settimane inizia il tour!! – disse lui passandomi una mano davanti agli occhi.
    • Sì scusa. Dicevi? – dissi tornando dal mondo dei sogni
    Sì mondo dove ti sogni gli occhi di Luke!
    • Che avevi detto di avere delle canzoni già pronte! – disse ridendo
    • Ah sì infatti. Ne ho solo 3 però! – risposi
    • E quali sono?
    • Wrecking Ball, Unconditionally e Strong – dissi elencandole
    Erano le canzoni che preferivo e che probabilmente mi sarebbero venute bene. Speravo vivamente che Luke mi facesse i complimenti per le scelte
    • Wow! Hai scelto canzoni molto semplici insomma – disse ironico
    • Sì lo so, ma secondo me mi verranno decentemente. –
    • Hai una voce stupenda, ti verranno sicuramente BENISSIMAMENTE! – rise
    Lo abbracciai. Era stato dolcissimo. Quando ci staccammo dall’abbraccio eravamo forse un po’ troppo vicini per avere la mente lucida. E ci baciammo.
    Fu un bacio velocissimo. Ma abbastanza lungo per farmi venire le farfalle allo stomaco. Abbastanza lungo per farmi rendere conto dell’importanza che aveva Luke nella mia vita. Abbastanza lungo per assaporare le sue dolci labbra. Abbastanza lungo per essere il bacio più bello che un ragazzo mi aveva dato.
    Appena mi rendemmo conto di cosa avevamo appena fatto ci staccammo.
    • S-scusa. Non dovevo. – dissi balbettando e alzandomi
    • N – no. Scusa tu! – disse alzandosi anche lui.
    • Ok. Facciamo una cosa. Ci dimentichiamo di tutto e torniamo amici come prima.
    Non volevo che questo bacio rovinasse la nostra amicizia in un attimo. Mi sembrava la cosa più giusta, anche se mi faceva stare molto male. Insomma era stato un bacio bellissimo.
    • Mi sembra la cosa più giusta. Insomma dove eravamo rimasti? – disse risedendosi
    C’era molta tensione nell’aria adesso. Tutto per colpa di quel bacio. Accidenti. Avevamo rovinato tutto.
    • Dovevamo trovare qualche altra canzone per il tour. – aggiunsi
    • Hai scelto il genere di canzoni che vorresti cantare?
    • Non ho un genere preferito. – risposi
    Sembrava ci fossimo entrambi dimenticati di quel bacio. L’atmosfera tesa di qualche minuto stava via via scemando fortunatamente. E stavamo ritornando ai due amici come eravamo prima.
    • Sinceramente ti consiglierei di cantare canzoni conosciute in modo che il pubblico possa comunque cantare con te nonostante ti conosca da pochi giorni come cantante. – disse Luke sinceramente
    Apprezzavo davvero tanto la sua sincerità. Avevo bisogno di sicurezze e lui mi stava aiutando molto in questo.
    • Grazie Luke. Per tutto. Mi stai aiutando molto con queste parole. – dissi sinceramente
    Forse stavo rovinando di nuovo quella poca possibilità di avere una conversazione decente con Luke dopo il bacio di prima.
    • Di niente Charlie. Anzi grazie a te. Di solito incontro, o meglio incontriamo, solo ragazze con la puzza sotto il naso e ci servirà avere un’amica al nostro fianco.
    • Ok adesso basta confessarci. Dobbiamo tirare fuori un po’ di idee.
    Parlammo per più di 2 ore.
    SPAZIO AUTRICE
    Insomma Luke e Charlie si sono baciati? Scoppierà l'amore tra loro oppure rimarranno amici?
    Fatemi sapere le vostre opinioni sul capitolo come ormai fate sempre ma è meglio ridirlo ahahha.
    un bacione
    Ila:) 

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    Capitolo 16
    *** Preparativi (Parte 1) ***


    CAPITOLO 14 –Preparativi (parte 1) -
    La situazione canzoni si era risolta solo grazie all’aiuto di Luke. Oggi era il giorno dell’intervista a Good Evening Sydney.  Io e Luke eravamo tornati a prima del bacio di ieri fortunatamente.
    • Ti senti pronta? Tra qualche ora arriverà Joseline per prepararci tutti all’intervista! – disse Luke entrando in cucina
    • Diciamo che sto tentando di non avere un attacco di panico – dissi ridendo
    Ero veramente stressata. Stanotte non avevo dormito e avevo le occhiaie viola. Non si prospettava una buona notizia per le truccatrici.
    • Notte insonne? – mi disse
    • Si nota forse dalle occhiaie o dai capelli scoppiati? – dissi retoricamente
    Rise.
                                                                           ***
    Erano le 15.30. Sentii bussare alla porta ed andai ad aprire. Vidi davanti a me una ragazza molto formosa con i capelli biondi e le meches viola.
    • Ciao. Sono Brandee, la make-up artist. Posso entrare? – disse con fare gentile
    • Prego entra pure. Vuoi una mano? – dissi prendendole una busta azzurra che teneva in mano.
    • Ah quella è la pupù del cane la potresti buttare? – disse ridendo
    Questa già mi sembrava una squinternata prima, figuriamoci ora che ho in mano la pupù del suo stupido cane in mano
    • Oh sì certo. Non so dove ti accomodi di solito ma fai come se fossi a casa tua
    Come se non lo avesse già fatto!
    • Ehm, di solito ci mettiamo in salotto. Ti dispiace se vado lì? – disse avviandosi
    • No, ehm, vai pure. – dissi praticamente correndo fuori per andare a buttare la pupù del cane.
    Entrò dentro trascinandosi dietro un enorme carrello con dentro pennelli, rossetti, ombretti e mascara multicolore. Era goffa per questo.
    Che poi dove era questo cane? Io non avevo visto nessun animale in questa casa da quando era entrata lei.
    Rientrai e mi ritrovai un piccolo barboncino bianco ai piedi.
    • Ehi. Maggie torna qua! – vidi Brandee arrancare alla ricerca del cagnolino.
    Ok ho trovato il cane! E che cane aggiungerei. Era tutto bianco ma poi notai che aveva la coda dipinta di viola, come le meches della padrona.
    Finalmente Brandee riuscì ad acchiapparla senza farla andare a curiosare dovunque in questa enorme casa.
    • Scusala Charlie. Mi è scappata dalla cuccetta – disse prendendola in braccio
    • Tranquilla Brandee non ci sono problemi. – dissi scuotendo la testa e sorridendo
    • Ehm. Luke e i ragazzi?Dove sono? – disse la bionda.
    • Ehm, penso di sopra. Aspetta li vado a chiamare – dissi avviandomi
    Sentivo delle voci provenire dalla camera di Luke quindi bussando entrai.
    Vidi Ashton, Micheal e Calum.
    • Ragazzi, Brandee vi vuole di sotto. Dov’è Luke? – chiesi
    • Eccomi Charlie. Andiamo di sotto. Manca veramente all’arrivo della crew di parrucchieri. – disse Luke sbucando dalla porta dietro di me
    • Scusate ma allora Brandee? – dissi indicando di sotto
    • Ah sì, lei è l’assistente di Joseline. È un po’ svitata ma è simpatica – disse Calum ridendo
    • Ehm, e perché è già qua? – dissi ridendo
    • Non lo so sinceramente – mi rispose Cal – è una nostra grande fan e forse voleva salutarci
    • Bene. Mi fa piacere. Ma la fan numero 1 rimango sempre io, sappia telo – risposi ridendo ai ragazzi che mi guardavano stupiti
    • Andiamo di sotto vai, fan numero 1 – disse Ash prendendomi in giro
    Wow! Insomma Brandee era solo l’assistente? Joseline come sarebbe stata allora? Come una degli abitanti di Capitol City di Hunger Games!
                                                               ***
    Erano arrivati tutti. Joseline mi aveva stupito. Era veramente bella. Alta, magra, con la pelle olivastra e nonostante fosse una make up artist era truccata veramente poco. Aveva lasciato i suoi bellissimi capelli castani lisci che ricadevano morbidi sulle spalle. Mi stava facendo abbassare l’autostima tantissimo.
    • Insomma Charlie tu farai parte dello show! – disse Patrick, il parrucchiere al quale mi avevano affidato
    • Sì. – dissi timidamente
    • Allora. Zoe ha deciso che dovrai avere un look da brava ragazza quindi Joseline ha pensato per te una bella treccia che ricada sul davanti. D’accordo? – disse illustrandomi il lavoro che avrebbe fatto su di me
    Mi aveva stupito questa cosa. Mi immaginavo un’acconciatura enorme come quelle delle star sul tappeto rosso, ma a quanto pare mi ero fatta troppi film mentali su questo.
    • Va bene. – risposi sorridendo
    Guardandomi dietro vedevo Brandee arrancare sui capelli di Micheal per renderli il meglio possibile. Joseline invece era tranquillissima e stava dando il gel sui capelli di Luke rendendoli perfetti come sempre.
    Il mio parrucchiere iniziò ad acconciarmi i capelli facendomi una treccia stupenda, nessuno me ne aveva fatta una così. Ero così elettrizzata.


    Una volta fatti i capelli, Patrick se ne andò, lasciandomi sola.
    SPAZIO AUTRICE
    Tanti auguri a me! Tanti auguri a me! No ok scusate ma è il mio compleanno e mia sorella mi ha regalato il CD.
    Dopo avervi raccontato mezza vita ahahahah, vi piace il capitolo? Fatemi sapere cosa ne pensate. Se ci sono errori fatemeli notare, così magari li controllo!
    Un bacio Ila:)

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    Capitolo 17
    *** Preparativi (Parte 2) ***


    CAPITOLO 15 – Preparativi (Parte 2 )-
    • Ciao io mi chiamo Emily, sarò la tua make up artist. – mi raggiunse una ragazza bassa con i capelli rossi e ricci.
    • Ciao – le sorrisi e la salutai con la mano come i bambini piccoli
    • Che bella la treccia. Stavolta si è davvero superato. – disse sorridendo
    Mi sembrava molto simpatica. Aveva un’aria molto dolce.
    • Sì. È bellissima. – risposi toccandola e sorridendo
    • Allora, io ti devo truccare. Zoe ha detto che devi essere poco truccata ma si deve comunque notare. Quindi ti metterò il fondotinta, un ombretto leggero color perla e il lucidalabbra ciliegia. D’accordo? – disse spiegando come aveva fatto in precedenza.
    • Wow. Bello. – dissi sorridendo
    Anche Emily aveva finito di truccarmi e se ne andò non prima di avermi lasciato il suo numero di telefono ricordandomi di chiamarla quando volevo. Mentre mi preparava ci eravamo conosciute, avevamo parlato molto  e avevamo fatto amicizia.
    • Wow. Guarda Charlie quanto è bella! – avevo sentito dire a uno dei ragazzi, forse Calum.
    • Sì è stupenda. La ameranno – stavolta ero sicura che a parlare fosse stato Luke.
    Stavo per avvicinarmi a loro quando Joseline e Zoe mi chiamarono.
    • Allora Charlie, intanto complimenti sei bellissima. Joseline hai fatto un lavoro eccellente come sempre. Adesso dobbiamo trovare qualcosa da farti indossare. Come ti hanno già detto parrucchieri e make up artist, la parola d’ordine dell’intervista è semplicità, quindi devi indossare qualcosa di comodo e semplice. – disse Zoe mentre ci incamminavamo in camera mia.
    Rimasi a bocca aperta entrando in quella che credevo camera mia. Gli stilisti e le sarte l’avevano completamente cambiata. L’avevano riempiti di relle e macchine da cucire oltre che tessuti e stampe. Mi sentivo la testa girare, un po’ per l’ansia e un po’ per i colori contrastanti della camera.
    • Allora io opterei per un jeans semplice. – disse una signora sulla cinquantina che si stava avvicinando – vieni tesoro provati questo.
    Mi prese la mano e mi porse degli skinny jeans chiari e una maglia bianca con una stampa floreale sopra.
    Mi portò in bagno e mi fece cambiare. Mi piaceva molto. Era carino. Mi sentivo a mio agio.
    • Eccomi qua. – dissi uscendo
    • Sì è carina. – disse Zoe sorridendo
    • In piedi metterei delle scarpe da ginnastica – disse la stessa signora di prima – tipo queste. – disse indicando delle ballerine nere con un fiocco sopra. Le misi e mi guardai allo specchio.
    Mi piaceva molto come stava l’insieme. Non capivo però come dei vestiti così casual fossero adatti ad un’intervista serale in tv.
    • Ho una domanda. – tentai di spiegare i miei dubbi sull’outfit
    Tutte queste persone mi mettevano in imbarazzo oltre che paura. Soprattutto Zoe.
    • Dicci pure cara. – disse Joseline sorridendo
    • Mi sembra troppo casual. Insomma, è un’intervista serale in tv. Non è troppo? – chiesi a tutte le persone presenti
    • Guarda. È la tua prima intervista in televisione, nonché tua prima apparizione televisiva. Devi farti amare dalle fan dei 5 Seconds Of Summer. Non puoi andare ad un intervista con indosso un Gucci o uno Chanel con la pochette e le scarpe di Prada, le ragazzine ti prenderebbero subito sulle scatole. E poi dovrai apparire accanto ai 5 Seconds Of Summer non a Taylor Swift! – mi spiegò Zoe.
    Mi piaceva comunque come outfit. Lo avrei indossato sicuramente.
    Annuii.
    • D’accordo. Avete ragione. Ma comunque mi piace molto. - dissi
    • Dai adesso andiamo di sotto così faremo una piccola riunione del cast pre – intervista come nostro solito – mi prese per mano Joseline.
                                                                                       ***
    Eravamo appena scesi di sotto. Sentii dei fischi di approvazione. Erano i soliti idioti degli ormai miei migliori amici.
    • Guarda quanto è bella oggi la signorina Charlotte Harrison! – disse Ashton vedendomi arrivare
    • Ma stai zitto! Guardati piuttosto. Sei stupendo. – gli dissi sorridendo
    Aveva la bandana nera tra i suoi capelli dorati e, oltre ai suoi inseparabili skinny jeans neri, la sua adorata maglia nera dei Nirvana.
    • Anche voi ragazzi ovviamente, come sempre! – dissi vedendoli rabbuiarsi
    • Finalmente ci hai degnato  di uno sguardo Charlie! Pensavamo che saresti stata tutto il giorno a fissare i capelli di Ashton – disse Micheal ridendo.
    Quel ragazzo era una forza della natura.
    • Insomma ragazzi. Sarebbe meglio parlare dell’intervista che si terrà tra 1 ora piuttosto che parlare della gelosia di Micheal nei confronti di Ashton – disse Zoe facendoci ridere
    Wow. Strano.
    • Bene. – dicemmo in coro alzando gli occhi
    • Allora. Come abbiamo già detto, parleremo di Charlie che parteciperà al tour.  – iniziò Zoe - Deve sembrare una brava ragazza…
    • Ehi! mi offendo! – dissi interrompendola
    • Charlie, sai cosa intendo. Comunque, Le ragazzine la devono adorare, non odiare perché passa tutto il giorno con i loro idoli. – continuò la manager
    • Quello è sicuro. – intervenne Calum.
    • Comunque, essendo la prima intervista di Charlie, se si troverà in difficoltà la dovrete aiutare a non fare più figuracce di quante ne farete solo voi 4. – disse facendoci ridere di nuovo
    Wow! 2 volte in nemmeno 10 minuti! Forse stava cambiando qualcosa nella sua personalità!
    • Allora preparatevi manca poco – disse Joseline mentre mi prendeva la mano e portandomi in salotto per risistemarmi un’altra volta il mascara
    SPAZIO AUTRICE
    Spero che questo capitolo vi piaccia. è un capitolo di preparazione perchè i prossimi saranno pieni di cose.
    •  

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    Capitolo 18
    *** L'Intervista ***


    CAPITOLO 16 – L’intervista -
    • Tra poco, dopo la pubblicità avremo una sorpresina! Avremo i 5 Seconds Of Summer e la loro nuova amica Charlotte. Restate con noi – disse il presentatore mandando la pubblicità.
    Luke mi stava tenendo la mano e mi stava parlando per rassicurarmi. Sentiva la mia tensione. Chiunque qui dentro la sentiva. Stavo tremando, mi stava sentendo lo stomaco come se non avessi mangiato, nonostante abbia mangiato un panino prima di partire da casa.
    Era arrivato un SUV nero con i finestrini posteriori oscurati e ci aveva portato fino alla periferia di Sydney. Lo studio era enorme. Non avevo mai visto niente di simile. Il camerino comunque era piccolino, Joseline e Zoe erano veramente nervose. Da questa intervista sarebbe dipeso il tour, anche se i biglietti erano già praticamente tutti sold-out dovunque.
    • Ehi Charlie! Ci sei? Stiamo per entrare! – mi disse Luke passandomi una mano davanti agli occhi
    Sbattei più volte le palpebre coperte di mascara nero e Luke mi lasciò la mano.
    Ovviamente non mi sarei potuta aggrappare alla sua mano per tenermi o per avere un po’ di sicurezza.
    • Ed ecco a voi Micheal Clifford, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings e la loro nuova amichetta Charlotte Harrison. Un applauso signori e signore! – disse applaudendo una ragazza alta e mora che si chiamava Janette.
    Entrammo esattamente nell’ordine in cui la presentatrice ci aveva chiamati.
    Mi sedetti e mi guardai intorno. Vedevo solo luci. Talmente forti che stavo rischiando di diventare cieca da un occhio.
    Notai che la scenografia era esattamente identica a come era vista da fuori. Solo era più piccolo. Lo spazio era occupato da qualche pianta dai lati e 1 divano e 5 poltrone al centro.
    • Allora… presentateci la ragazza qua presente – disse Eric, il presentatore, rivolgendosi ai ragazzi.
    • Ehm,lei si chiama Charlotte, è la figlia della domestica di casa di Luke, è diventata la nostra migliore amica da quando la abbiamo conosciuta qualche mese fa – disse Ashton
    Le telecamere facevano avanti e indietro sul parquet facendomi venire la nausea.
    • Eric, lo vuoi uno scoop? – si intromise Calum
    • Certo! Sono un giornalista. Amo gli scoop! – rispose l’uomo
    • Charlie aprirà il nostro tour. – disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo Calum
    • Wow! Quindi canti? – disse rivolgendosi a me
    Ok. Charlie tocca a te. Vai digli che canti. Che è la tua passione.
    • Ehm… s-sì diciamo che canto. Amo cantare, è la mia passione. Sono molto grata ai ragazzi per questa stupenda occasione che mi hanno dato. – dissi incoccando all’inizio
    Brava Charlie. Sei stata brava ora rispondi così a tutte le domande.
    • Sembrava molto timida ma non lo è a quanto vedo – disse ridendo e guardando le telecamere
    • Veramente è molto timida ma non lo da a vedere – intervenne Janette, che finora era stata zitta
    Come lo sapeva? Si vedeva così tanto?
    • Si vede così tanto? – mi uscì dalla bocca senza nemmeno rendermene conto
    Brava Charlie! Hai appena fatto una figuraccia davanti a mezza Australia!
    Con mia sorpresa, invece, risero tutti, anche se non sapevo perché. In fondo non era una battuta.
    • È anche simpatica vedi Eric – disse Calum difendendomi
    Che sia fatto santo quel ragazzo!
    • Noto noto! – disse sorridendo – voi avevate uno scoop, ma noi ne abbiamo un altro!
    Che cosa? Quale scoop? Cosa intendeva?
    Vidi tutti e 4 sbiancare.
    • Stai scherzando Eric. Siamo stati molto bravi in questi giorni, non abbiamo sgarrato né bevuto – disse Michael cercando di alleviare la tensione che si era formata improvvisamente.
    • E invece uno di voi,no anzi 2 di voi, sono stati sgamati a scambiarsi effusioni. – disse tranquillamente.
    Cosa stava dicendo questo tizio? Cosa voleva dire?
    • Ma noi non siamo gay! – disse Calum ridendo
    • Infatti! Concordo con Calum – aggiunse Luke
    • Ma io non ho detto 2 membri dei 5 Seconds Of Summer! – disse Eric
    SPAZIO AUTRICE
    Odiatemi quanto volete per avervi lasciato così, ma un po' di suspence ogni tanto ci vuole no?
    Cosa avrà scoperto Eric??? *scappa per non aggiungere altro*
    Ila:)

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    Capitolo 19
    *** Perchè Non Ce Lo Avete Detto? ***


    CAPITOLO 17 –Perché Non Ce Lo Avete Detto?-
    Tutti le facce si girarono verso di me. Io sbiancai e arrossii allo stesso tempo.
    • Fa vedere loro le foto e basta Eric! non fare il tiranno! – intervenne Janette salvandomi
    Le ero debitrice giuro.
    P.o.V. Ashton
    Si illuminarono gli schermi dietro di noi, mostrando delle foto sfocate che ritraevano una ragazza mora e un … ragazzo biondo con il ciuffo! Luke e Charlie
    • Oh merda! – sentii dire da qualcuno. Probabilmente era Luke. Era la sua solita imprecazione.
    Qualcuno aveva la coscienza sporca! Lo sapevo!
    Ci voltammo di nuovo. Ci fu un silenzio lunghissimo nel quale vidi un Luke furioso,una Charlie imbarazzata, un Calum confuso e un Michael stupito. Poi c’ero io che ero tutti i sentimenti dei miei compagni mischiati insieme. In tutto questo Eric sorrideva soddisfatto, mentre Janette era curiosa di sapere come avessimo potuto risolvere il problema in diretta.
    La domanda che mi perseguitava in questo momento era: Perché non ce lo hanno detto? In quanto migliori amici dovremmo avere abbastanza fiducia l’un l’altro da confidarci tutto, anche se potesse essere un pericolo per la nostra amicizia.
    • Sorpresi eh? – disse Eric provocandoci
    Ok. Dovevamo rispondere in modo educato e soprattutto senza far trapelare i nostri veri sentimenti, soprattutto visto che siamo in diretta nazionale e circa metà Australia e Nuova Zelanda hanno scoperto del bacio tra Luke e Charlie e stavano solo aspettando una nostra reazione.
    • Abbastanza, sì – dissi annuendo
    • Allora Luke e Charlie … abbiamo una nuova coppia nello show-business? – chiese sempre Eric
    Vidi Charlie arrossire sempre di più mentre la faccia di Luke stava diventando sempre più rossa ma di rabbia. Penso che se Calum non fosse stato subito lì accanto a tranquillizzarlo, avrebbe spaccato l’enorme naso a Eric in diretta nazionale.
    • È arrivato il momento della pubblicità, tra poco scopriremo cosa c’è veramente tra Luke e Charlie – intervenne quella santa donna di Janette.
    Vidi le telecamere allontanarsi, Luke alzarsi e Eric girarsi verso Janette.
    • Ma che ti è preso? Non dovevi mandare la pubblicità! – disse furioso Eric nei confronti della co-conduttrice, mentre le make up artist gli risistemavano il fondotinta
    • Ma stà zitto pallone gonfiato! – rispose a tono la ragazza. Oltre ad essere bella era anche di carattere. Quella donna era da sposare.
    • Ehi! – disse ferito Eric
    Intanto Luke era andato a parlare con Zoe per farsi spiegare come affrontare la cosa seguito a ruota da Cal e Mickey. Io, invece, decisi di parlare con Charlie per tranquillizzarla.
    • Ehi Charlie! Stai meglio? – chiesi sedendomi al posto di Luke.
    • Come hanno potuto scovare tutto questo! Eravamo in camera di Luke! Non eravamo all’aperto! – disse piagnucolando
    • Sai che i paparazzi quando vogliono passano anche attraverso i muri? – dissi facendola ridere – dai tranquilla. Zoe avrà trovato un modo per farci passare anche questo problema. E poi tra poco canteremo She Looks So Perfect! Non sei felice?
    Dopo il mio monologo, mentre lei rideva, vidi arrivare finalmente i 3 con delle notizie.
    • Allora. Io e Charlie ci siamo baciati non perché ci piacciamo ma perché lei non ha mai baciato nessuno e voleva che il suo primo bacio fosse con qualcuno di cui si fidava ciecamente. Quindi io e te non proviamo niente l’uno per l’altro. – disse Luke
    • Un po’come è nella realtà no? – disse Charlie lasciandomi perplesso
    Quindi Charlie non provava niente per Luke? Quindi avevo ancora qualche possibilità con lei?
    Ok sì lo ammetto. Forse mi piace Charlie. Forse mi sono anche innamorata di lei, dei suoi capelli, dei suoi occhi, della sua bocca. no ok, forse ero decisamente cotto di lei. Ma ho sempre avuto l’impressione che a lei piacesse Luke e per questo non mi sono ancora fatto avanti con lei.
    Anche se forse il posto al suo fianco si era liberato dovevo esserne certo per potermi dichiarare e passare tutta la mia vita con lei.
    Wow. Da quando ero così smielato? Non mi riconoscevo più! Forse ero cambiato. Forse mi aveva cambiato.
    • Perfetto allora siamo sicuri? – dissi sedendomi
    I ragazzi annuirono appena in tempo per il ritorno delle telecamere dritto sulle nostre facce.
    P.o.V. Charlotte
    Sinceramente il piano che Zoe si era inventata non mi convinceva molto. I giornalisti non se la sarebbero bevuta facilmente ma magari era solo un’impressione.
    • Bentornati a Good Evening Sydney. Siamo qua con i 5 Seconds Of Summer e Charlie, che abbiamo scoperto essere una grande fan delle labbra del qua presente Hemmings, giusto? – disse Eric sorridendo e facendomi un occhiolino – allora ci eravamo lasciati prima dell’inattesa pubblicità con una questione molto importante … c’è una nuova coppia all’interno dello show – business?
    La sua voce mi stava veramente urtando i nervi. Ma stiamo scherzando?
    • Ma veramente no. Io e Charlie non stiamo insieme. – disse Luke rispondendo alla domanda
    Speravo di non far trasparire la mia delusione per le parole appena dette da Luke.
    Lasciai parlare loro. Erano abituati a queste conversazioni. Io no. Per me era la prima volta che avveniva nella mia vita una cosa del genere.
    • Ma come? Mi sembra un bacio molto affiatato! – disse sempre Eric infilando il dito nella piaga
    • Ora mi spieghi come fai a dirlo da una semplice foto, per giunta tutta sfocata. – si iniziò ad alterare Luke
    • Qualcuno si sta arrabbiando! – rise Eric.

    Speravo che questa cavolo di intervista finisse presto perché non ce la facevo più a dover stare qui come un’ idiota a sentire queste cavolate da parte di un nonnetto
    SPAZIO AUTRICE
    E abbiamo scoperto un po' di cose! Ve lo aspettavate di Ash?
    Spero che vi piaccia il capitolo 
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 20
    *** She Looks So Perfect ***


    CAPITOLO 18  - She Looks So Perfect-
    • No Eric, non si sta scaldando nessuno qua dentro – disse Luke
    Nulla a parte il tuo cervello Eric
    • Io cambierei discorso. – intervenne Janette. – sbaglio oppure i 5 Seconds Of Summer dovevano cantare qualcosa?
    Non so più come dire ormai che amo quella donna. Ci salvava sempre.
    • Quindi canteremo She Looks So Perfect – disse Calum alzandosi
    Cosa dovevo fare? Dovevo restare lì? Dovevo alzarmi?
    Sentii Ashton avvicinarsi e dirmi che dovevo restare lì seduta e godermi la loro esibizione. Menomale.
    Hey, hey, hey, hey
    Hey, hey, hey, hey
    Hey, hey, hey, hey
    Hey, hey, hey, hey

    Simmer down, simmer down
    They say we're too young now to amount to anything else
    But look around
    We worked too damn hard for this just to give it up now
    If you don't swim, you'll drown
    But don't move, honey

    You look so perfect standing there
    In my American Apparel underwear
    And I know now, that I'm so down
    Your lipstick stain is a work of art
    I got your name tattooed in an arrow heart
    And I know now, that I'm so down

    Mi sorpresi che Ashton, durante la prima parte della canzone mi fissasse. Ovvio, non mi dispiaceva, ma mi imbarazzava leggermente.

    Hey, hey
    Hey, hey
    hey, hey
    Hey, hey


    Let's get out, let's get out
    'Cause this deadbeat town's only here just to keep us down
    While I was out, I found myself alone just thinking
    If I showed up with a plane ticket
    And a shiny diamond ring with your name on it
    Would you wanna run away too?
    'Cause all I really want is you

    You look so perfect standing there
    In my American Apparel underwear
    And I know now, that I'm so down
    I made a mixtape straight out of '94
    I've got your ripped skinny jeans lying on the floor
    And I know now, that I'm so down

    Hey, hey!
    Hey, hey,
    Hey, hey, 
    Hey, 

    Look so perfect standing there
    In my American Apparel underwear
    And I know now, that I'm so down
    Your lipstick stain is a work of art
    I got your name tattooed in an arrow heart
    And I know now, that I'm so down

    Hey, hey!
    Hey, hey, 
    Hey, hey, 
    Hey

    You look so perfect standing there
    In my American Apparel underwear
    And I know now, that I'm so down 
    Your lipstick stain is a work of art (hey, hey)
    I got your name tattooed in an arrow heart (hey, hey)
    And I know now, that I'm so down (hey, hey)
    • E questi erano I 5 Seconds Of Summer con la hit She Looks So Perfect. Restate con noi! Dopo la pubblicità ci sarà Ed Sheeran con noi! – disse Eric guardando in telecamera
    Insomma era finito tutto? Potevo andare via da questo posto? Aveva portato solo problemi.
                                                               ***
    Mentre tornavamo c’era molta tensione tra noi. Luke quasi non parlava. Si era messo gli auricolari e guardava fuori dal finestrino(cosa che io faccio quando sono triste e pensierosa). Aveva preferito che io mi sedessi accanto a qualcun altro in macchina per stare più tranquillo. Micheal e Calum parlottavano tra loro e Ashton aveva deciso di sedersi accanto a me per il viaggio in macchina.
    Ok Zoe si era arrabbiata parecchio per non averle detto nulla, ma Luke aveva ribadito più volte che era stato un solo bacio, che lui non aveva provato nulla ecc…
    Ovvio io ho dei sentimenti e non ci sono rimasta male quando aveva detto tutto questo, ma che ci vuoi fare? Gli uomini sono tutti uguali.
    • Hey a cosa pensi Charlie? – Ashton. L’unico dei ragazzi che mi era rimasto accanto a me dopo l’intervista.
    • A niente Ash, tranquillo. – risposi scuotendo la testa
    • Se è per Luke, gli passerà, è fatto così – disse sorridendo
    A quanto pare la mia faccia faceva trasparire ogni singola emozione che provo
    • No. Ha ragione. Dovevamo stare più attenti. E poi se non ha provato nulla, non è colpa mia. E poi nemmeno io ho provato nulla.
    • Lo sappiamo entrambi che stai mentendo. E poi non c’è alcun problema se hai provato qualcosa nel bacio con il tuo migliore amico – rispose
    Wow! Mi conosceva benissimo.
    • Dai lasciamo perdere. – dissi arrendendomi
    SPAZIO AUTRICE
    Allora. Non mi ricordo cosa succede esattamente in questo capitolo ma spero che vi piaccia comunque.
    Fatemi sapere chi è Team Luke e chi è Team Ashton! Sono curiosa!
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 21
    *** Strani Incontri ***


    CAPITOLO 19 –Strani incontri –
    P.o.V. Ashton
    Mi faceva tenerezza vedere Charlie così. Luke è stato abbastanza antipatico nei suoi confronti durante la trasmissione. Si è fatto passare per una persona senza sentimenti.
    Insomma che impressione volete che faccia una persona che in diretta TV confessa di non aver provato niente in un bacio con la ragazza che gli sedeva accanto?
    Charlie è una ragazza troppo buona, non si doveva comportare come se nulla fosse. Fossi stato in lei gli avrei risposto per le rime.
    • Hey Luke siamo arrivati scendi. – disse Zoe scendendo dalla macchina e scuotendo un po’ il braccio di Luke.
    • Ehm … che? – disse Luke con la voce impastata dal sonno
    Aveva dormito per circa 1 ora, mentre io e Charlie avevamo parlato molto
    • Scendi da questa macchina e vai a letto. È tardi. – disse intervenendo Cara, vedendo che Luke era sempre in macchina
    Borbottando qualcosa di incomprensibile, ma data la sua acidità cattivo, si decise a scendere dalla macchina e entrare a casa.
    Stava piovendo, tuonando e tirava un sacco di vento. Era comunque la fine di novembre.
    Cara decise di ospitarci per la notte. Diceva che con questo tempo e di notte avremmo potuto avere dei problemi a tornare a casa. Accettammo molto volentieri. Ormai ci eravamo abituati.
    Ci mostrò quelle che ormai potevamo considerare le nostre camere “adottive”.
    Ci sistemammo e andammo a dormire.
    *4 ore dopo*
    Mi svegliai di soprassalto. Sentivo la gola secca e avevo la fronte imperlata di sudore. Mi resi conto di aver fatto uno stupidissimo incubo, anche se molto realistico.
    Decisi di scendere per bere un bicchiere d’acqua e poi perché avevo diciamo un “bisogno impellente”. Sentivo dei passi, mi sentivo nel mio incubo di prima. Mi girai ma mi ritrovai davanti, non un ladro pronto ad uccidermi perché lo intralciavo, bensì Charlie.
    • Cosa ci fai tu qua esattamente? – dissi sussurrando
    • Ehm, probabilmente la stessa cosa che stai facendo tu qua. A meno che tu non voglia rubare tutto il pane presente in questa casa. – disse ridendo
    • Sei bellissima quando ridi
    Aspetta che cosa avevo detto? Sto per caso scherzando?
    Fortunatamente la luce era ancora spenta, si vedeva in penombra, troppo buio per notare che ero arrossito violentemente.
    • Ehm grazie. Anche tu sei bellissimo quando sorridi soprattutto perché ti spuntano le fossette, cosa che io amo in un uomo. – disse lei
    Ok Ash ragiona, cosa le risponderesti senza fare la figura dell’idiota come sempre?
    • Ehm, grazie. – dissi ridendo.
    Buttati Ash, o ora o mai più.
    • S-Senti ti andrebbe di uscire c-con me un giorno di questi prima dell’inizio del tour? – chiesi balbettando.
    Complimenti. Balbettare è la migliore cosa per fare una figura di merda, lo sai?
    • Ehm, va bene. Certo. – disse lei.
    Dopo aver bevuto, tornammo entrambi nelle rispettive camere. Io con un sorriso a 32 denti, lei pure, penso. Non vedevo nulla. Ma me lo immaginavo.
    Magari però mi faccio troppi film mentali e lei non è così felice di uscire con me. Insomma il tono che ha usato non era eccitato come mi sarei aspettato, ma magari mi sbaglio.
    P. o. V. Charlotte
    • Buongiorno. – dissi sbadigliando mentre entravo nella sala da pranzo dove mi aspettavano i famosi pancakes di mamma
    • Buongiorno – disse mia mamma baciandomi una guancia.
    Vidi finalmente un cenno da parte di Luke. Magari la dormita lo ha aiutato a fargli passare il nervosismo di ieri.
    • Buongiorno Charlie. Scusa per ieri sera. – disse baciandomi una guancia.
    • Tranquillo. Eri nervoso, come tutti. È normale. Insomma Eric è stato veramente stronzo nei nostri confronti. – risposi sedendomi e addentando un pancake al cioccolato.
    Sinceramente non sapevo bene come comportarmi né con lui né con Ashton. Capitemi avevo da una parte Luke Hemmings con cui avevo avuto un bacio stupendo. Dall’altra Ashton Irwin che probabilmente aveva una cotta per me. Chi scelgo? E dopo si porrà un altro problema: come faccio a non far pesare tutto questo all’altro? Sono comunque membri di una band conosciuta in tutto il mondo che inizieranno presto un tour!
    • Ehm, Charlie! Ci sei?? –chiese Calum passandomi una mano davanti agli occhi
    • Eh!? Sì scusate, mi ero persa nei miei pensieri! – dissi scuotendo la testa.
    • Perché non andiamo in piscina oggi pomeriggio? – propose contento Michael – Anche se siamo alla fine di novembre c’è il sole!
    • Per me è ok. – disse Calum
    • Anche per me. – si aggiunse Luke
    Guardai Ash. Saremmo usciti un altro giorno. Oggi avevo bisogno di rilassarmi e non pensare a niente. Lo vidi annuire.
    • Va bene. Penso si possa fare.- dissi sorridendo
    • Anche per me. – parlò Ashton
    • Allora perfetto. – disse Michael soddisfatto.
    SPAZIO AUTRICE
    Allora. Come vedete ho postato un altro capitolo. Alcune di voi (tra cui mia sorella ahah) si sono GIUSTAMENTE lamentate per la lunghezza imbarazzante dello scorso capitolo (She Looks So Perfect). Per questo, per farmi perdonare, ho deciso di postare un nuovo capitolo, che spero sia abbastanza lungo. 
    Chiedo nuovamente scusa.
    Ila:)

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    Capitolo 22
    *** Finalmente Relax? ***


    CAPITOLO 20 – Finalmente Relax? -
    AVVISO IMPORTANTE: Probabilmente inizierò a pubblicare i capitoli un giorno sì e un giorno no, per un problema di organizzazione. Godetevi il capitolo e ci vediamo in fondo!!
    Erano le 2. Stavo aiutando mia mamma a finire di sistemare i piatti che avevamo usato per pranzare. Aveva fatto le melanzane alla parmigiana, piatto tipico italiano che a lei veniva benissimo, e dell’arrosto di maiale.
    • Charlie ti volevo chiedere una cosa.  – iniziò mia mamma – da un po’ ti vedo strana. È successo qualcosa? Qualche problema con i ragazzi? Sei tesa per il tour?
    • Non è successo nulla, tranquilla. Sono solo stressata per le canzoni che dovrò cantare in tour. Non preoccuparti, davvero. – le risposi.
    Era troppo presto per dirle cosa stava succedendo veramente con Luke e Ashton. Optai per “nascondere una parte della verità” per non farla preoccupare troppo. E poi, conoscendola, se la sarebbe presa un po’ troppo con i 2 biondini.
    • Eccoci. Siamo tutti pronti? – disse Cal entrando in cucina.
    • Ehm. Sì. Aspettate un secondo che vado a prendere il telefono di sopra. – dissi salendo velocemente le scale.
    Arrivata in cima alle scale mi imbattei in qualcuno.
    • Oops, scusa non volevo – dissi mordendomi il labbro inferiore.
    • Tranquilla Charlie. Senti possiamo parlare un attimo? – disse quello che riconobbi essere Ashton.
    • Ehm, certo. Ti volevo parlare. – dissi sorridendo
    • Andiamo di qua. – disse indicando camera mia.
    Presi il telefono e ci sedemmo. Dovevamo parlare. Gli dovevo spiegare tutti i miei dubbi su me e Luke e su me e lui. Mi rendevo conto che non era la persona più indicata per parlare di tutto questo, ma era meglio se mettevamo le cose in chiaro subito, piuttosto che ritrovarsi nei problemi dopo compromettendo così la nostra e la loro amicizia.
    • Ehm, chi inizia? – dissi fremendo
    • Tu. – disse
    • Ok. Allora, ho ripensato molto a quello che mi hai detto stanotte in cucina. – iniziai
    • Non vuoi più? – si intromise
    • No, non è quello, ma il problema riguarda Luke anche. Quando ci siamo baciati ho sentito le farfalle nello stomaco, ho avuto l’impressione che quello fosse stato il bacio più bello che un ragazzo mi avesse dato. Mi sentivo bene. Ora ho paura che uscendo con te io possa dimenticarmi di questa sensazione. – dissi sfogandomi
    • Beh, hai tutta la ragione del mondo, ma pensa a Luke. Ha detto in diretta nazionale che lui non aveva provato nulla durante il vostro bacio, sei sicura che non fosse la verità? Non la prendere come una cattiveria, ma se fosse vero che lui non ha provato niente, bruceresti l’occasione di uscire con un ragazzo a cui piaci per un ragazzo che non prova nulla per te!
    • Ma se non fosse così? Se Luke in realtà avesse provato qualcosa ma ha tenuto tutto nascosto solo per non farci bombardare dai giornalisti che pretendono gli scoop?
    • 1. Lo avrebbe detto, 2. Non avrebbe dato retta al piano di Zoe ma avrebbe fatto di testa sua, 3. Avrebbe avuto il coraggio di dirtelo!
    • Ti ricordo che il coraggio di dirglielo non l’ho avuto nemmeno io. Infatti ne sto parlando con te. E poi sto solo dicendo che voglio prima chiarirmi le idee sui miei sentimenti nei confronti di Luke prima di uscire con te Ashton!
    L’aria si era abbastanza riscaldata. Non volevo litigare con Ashton. Era l’ultima cosa che volevo.
    • Se è questo quello che vuoi, va bene. Adesso se non ti dispiace, sento il nervosismo di Calum da qui. – disse alzandosi
    • Ash. Io non volevo litigare. Non voglio che tu ci stia male. Ti prego perdonami. – dissi abbracciandolo. Sentii delle lacrime scendere sulle mie guance.
    • Non piangere Charlie. Succede di avere delle chiamiamole “visioni differenti dell’amore”. Sappi che qualunque sia la tua decisione io ci sarò e rimarrò il tuo migliore amico. E poi …  se dovessi scegliere Luke, ho tante ragazze a cui potrei interessare. Insomma guardami, sono adorabile – disse abbracciandomi e ridendo alla fine della frase.
    Era la persona più dolce che avessi mai conosciuto. Sarebbe stato molto difficile scegliere tra loro.
    • Certo che sei adorabile! Adesso andiamo. Calum ci odierà! – dissi avviandomi per le scale
    Scendemmo e incontrammo Calum e i ragazzi abbastanza spazientiti
    • Toh Mimì e Cocò! Finalmente ci avete degnato della vostra presenza! – disse Calum alzando le braccia al cielo.
    Io e Ash alzammo gli occhi al cielo in sincrono. Nemmeno lo avessimo progettato prima.
    • Andiamo su! Mi rubano tutti i lettini e mi tocca sdraiarmi sul pavimento! – disse Michael uscendo
    • Quanta gente vuoi che ci sia a novembre in piscina? – chiesi retoricamente
    Arrivammo alla piscina comunale. Mi sorpresi di quanta gente avesse avuto la nostra stessa idea. C’erano un sacco di bambini con le rispettive famiglie, qualche vecchietto e solo un gruppetto di ragazzi adolescenti come noi.
    • Ci mettiamo qua? – propose Michael indicando  4 sdraio libere.
    • D’accordo. – dissi  io aggiudicandomi il lettino accanto ad Ash e Luke.
    Mi tolsi gli shorts di jeans e la maglia nera che avevo usato come copricostume, rimanendo nel bikini a fiori bianco e fuxia.
    Mi sentii osservata dai miei 4 amici. Loro si saranno sentiti osservati quando si sono tolti le maglie mostrando le tartarughe che avevano sull’addome.
    Vidi Calum spalmarsi la crema solare. Anche se era novembre, il sole picchiava come se fosse Ferragosto.
    Avevo bisogno di qualcuno che mi spalmasse la crema sulla schiena così mi girai verso Luke con il tubetto arancione in mano e come se fosse la cosa più ovvia del mondo glielo porsi.
    • Ehm, scusa ho già fatto io. – disse capendo benissimo cosa volevo in realtà.
    Risi.
    Invece di spalmarmi la crema sulle spalle come fanno tutti, mi iniziò a fare un massaggio rilassante. Giuro che lo avrei strozzato. Come si permetteva di massaggiami le spalle?
    Non me ne resi nemmeno conto, ma gemetti. I ragazzi lo sentirono e si girarono ridendo. Ero veramente imbarazzata, tanto che ripresi il tubetto di crema e spostai Luke dal lettino e mi sdraiai mettendomi gli occhiali da sole. Dovevo prendere un po’ di sole approfittandomi di questa stupenda giornata.
    Vidi Michael avvicinarsi a me con sguardo malizioso. Cosa voleva?
    Poi capii le sue intenzioni: voleva buttarmi direttamente in piscina.
    • Se lo fai giuro che ti uccido. Non ti azzardare a buttarmi in acqua! – dissi alzando gli occhiali da sole in modo che vedesse i miei occhi.
    Notai che sfortunatamente si erano alzati anche tutti gli altri.
    Ok ora mi toccava veramente fare un bel tuffo in piscina. Mi avrebbero guardato tutti, nonostante lo facessero già perché andavo in giro con i 5 Seconds Of Summer.
    Mi presero tutti e 4 e mi gettarono in acqua tipo sacco di patate. Tirai uno strillo. L’acqua era gelata.
    • L’acqua è gelata! Prenderò sicuramente un raffreddore per colpa vostra! – mi lamentai
    I “Fantastici 4”, intanto mi avevano raggiunto in acqua. Con in tuffo a bomba, ovviamente. E avevano fatto talmente tanti schizzi che una signora anziana si era ritrovata completamente bagnata!
    • Non ti lamentare sempre! Diventi noiosa poi! – disse Michael.
    • Beh,grazie. Mi fa molto piacere. – dissi sarcasticamente
    • Di niente tesoro. – mi rispose
    Passammo quella che mi parve un’oretta tutti e 5 in acqua facendo a gara a chi nuotava più velocemente, giocando a pallavolo e rilassandosi. poi io mi stancai e decisi di uscire e stendermi sul mio telo azzurro. Vedevo i ragazzi che si schizzavano e si tuffavano(sempre a bomba e sempre schizzando la signora di prima). Io mi misi comoda e mi misi a leggere Cosmopolitan, una delle mie riviste preferite.
    • Eccoci tornati. – disse Ash stendendosi nel lettino vicino al mio.
    Michael e Calum si allontanarono. Andarono a prendere dei drink al bar della struttura, lasciandomi sola con Luke e Ashton. Speriamo non succeda niente.
    • Charlie io e i ragazzi ti volevamo proporre una cosa – iniziò Luke – il lunedì sera è abitudine del “Madison” fare una serata karaoke per principianti. Potresti partecipare per provare cosa si prova a cantare davanti ad un pubblico.
    • Mi sembra un’ ottima idea. – dissi felice
    Mi faceva piacere che i ragazzi avessero pensato ad una cosa del genere per farmi prendere confidenza con il palco. Mi sarei sentita più a mio agio sul palco a Parigi, durante la prima tappa del tour.
    Finalmente i ragazzi tornarono con 5 drink tra le mani (non chiedetemi come perché non l’ho capito nemmeno io!). Mi passarono la mia Coca Cola con limone e si divisero gli altri tra loro. Per Luke un cocktail alla frutta, per Calum e Ashton un redbull, mentre Michael prese un Bitter.
    Passammo qualche altra ora a rilassarci e a parlare tra noi. Erano le 7 di sera e decidemmo di andare a casa, ognuno a casa sua.
    SPAZIO AUTRICE
    Eccomi tornata! Come vi sembra il capitolo?? 
    Spero come sempre che vi piaccia!
    Ci vediamo alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 23
    *** Ansia Alle Stelle ***


    CAPITOLO 21 – Ansia-
    Essendo lunedì, andai a prendere Perla a scuola e la portai a danza. I ragazzi si erano ritrovati tutti a casa di Calum per provare le ultime canzoni prima dell’ inizio del tour. Quindi io mi misi ad ascoltare la musica.
    Poi mi ricordai dell’esibizione al “Madison” della sera. Cosa avrei indossato? E soprattutto cosa avrei cantato?
    Presi il telefono e chiamai Emily, aveva detto che potevo chiamarla per qualsiasi cosa e ora avevo bisogno di sostegno morale.
    • Ehi Emily! Sono Charlie! Sei a lavoro per caso? Avrei bisogno di aiuto! – dissi quando la rossa rispose
    • Charlotte! Sono libera! Arrivo subito. – disse eccitata.
    Sentii un rumore di chiavi e la chiamata interrompersi.
    10 minuti dopo il campanello suonò, mamma aprì e Emily salì le scale.
    • Eccomi. Parla. Raccontami tutto. – disse fiondandosi sul letto come se fosse casa sua.
    • Allora. Stasera mi esibirò al “Madison”. Non so come vestirmi né cosa cantare. Sono nei casini. – dissi mettendomi le mani sul viso in segno di disperazione.
    • Wow. Calmiamoci e ragioniamo. Prima cosa: scelta della canzone. – disse sorridendo e alzandosi in piedi
    Iniziò a camminare avanti e indietro in camera pensando.
    • Conosci i The Script? – chiese ad un certo punto.
    • Sì, ma che c’entra questo ora? – dissi non capendo dove volesse andare a parare.
    • Potresti cantare una loro canzone! Sono bravi! – disse ridendo
    • Tipo? – chiesi. Li conoscevo sì, ma non ero una loro grandissima fan
    • Superheroes? Oppure Breakeven? – propose
    • Oh sì! Breakeven mi piace un sacco! – accettai – abbiamo trovato la canzone!
    Ok. La canzone ce l’avevamo. Ora dovevamo scegliere cosa indossare. Tra 2 ore sarei dovuta andare al “Madison”.
    • Cosa mi metto? – dissi aprendo l’armadio
    Anche se mia mamma non riceveva molto di stipendio, non mi aveva mai fatto mancare nulla, mi aveva anche viziato secondo me, avevo sempre le Nike o le Converse ai piedi. Indossavo sempre i jeans della Levi’s e le maglie dell’Abercrombie, quindi il mio armadio era sempre pieno di vestiti alla moda.
    Nonostante questo, sono sempre stata vittima della sindrome “non ho niente da mettermi”.
    • Vestito o jeans? Tacchi, ballerine o scarpe da ginnastica? – dissi in preda all’ansia.
    • Io direi niente tacchi. Hai un vestito un po’ sportivo? Così ci abbini le Converse. – disse lei.
    • Aspetta. E se mi metto questo? – dissi tirando fuori una gonna nera a vita alta e una maglia bianca con i cuori rossi
    • Sì e magari ci metti le converse bianche. Oppure le ballerine rosse.. – disse prendendole entrambe in mano
    • Vada per le Converse. – dissi posando il tutto sul letto.
    Sentii suonare il telefono. Andai a controllare. Era un messaggio di Luke
    “Stiamo arrivando. Sei pronta?
    Luke”
    Non tardai a rispondergli.
    “Non ancora. Ma c’è Emily con me!
    Charlie”
    Stavano arrivando. Mi avrebbero aiutato a provare la canzone l’ultima volta la canzone. Era abbastanza complessa tecnicamente la canzone. Avrei potuto stonare.
    • Allora chi era? – disse appena posai il telefono in carica sul comodino
    • Luke. – risposi sedendomi
    • Mi devi per caso raccontare qualcosa? – disse sapendo che “nascondevo” qualcosa.
    • In che senso? – dissi facendo la finta tonta.
    • Ti vedo. Sei giù di morale. Sappi che non puoi affrontare un’esibizione così! – disse incoraggiandomi.
    • A parte che Breakeven è triste come canzone, poi sono solo triste. Ma non ne voglio parlare. – dissi
    Non so perché ma indugiavo a dirle tutto. Forse non ci volevo pensare. Forse avevo già risolto tutto in precedenza. Ma allora perché sono ancora triste così?
    • Posso almeno sapere chi riguarda? – disse implorandomi sbattendo gli occhi.
    • Ehm, va bene dai, riguarda Luke e Ashton. – dissi
    Lei sospirò, appena in tempo per vedere i ragazzi entrare nella stanza
    • Insomma hai deciso cosa cantare? – chiese Luke
    • Sì, Emily mi ha aiutato a scegliere. Canterò Breakeven dei The Script. Vi piace? – chiesi curiosa
    • Wow! Amo quella canzone – ammise Calum – ehm, come ti vestirai?
    • Metterò questa gonna, con questo top e le Converse. – dissi tranquillamente mostrando loro i vestiti sul fondo del letto.
    • Carino. Manca esattamente un’ora preparati che devi andare. – disse Ashton tirandomi per una mano
    Mi bloccai. Come dovevo? Sarei stata sola? Loro non sarebbero stati con me? Avrei dovuto affrontare la mia prima esibizione senza loro che mi avevano spinto a farlo?
    • Aspetta. In che senso devo? Voi non venite? – dissi bloccandomi di colpo in mezzo al corridoio
    • Ehm, piccolo problema. Zoe ha detto che sarebbe meglio per noi non venire in bar stracolmi di gente. Sai com’è le fan, gli alcoolici, i giornalisti. E poi non sarebbe giusto nei tuoi confronti, ti ruberemmo tutta la scena. Invece la star della serata al “Madison” devi essere tu. – disse Ashton
    Il discorso ovviamente non faceva una piega, ma mi faceva salire il nervoso. Come potevano non venire?
    • Dai va bene, chiederò ad Emily di venire con me per supportarmi.
    • Vedi come ci rimpiazzi in fretta? – disse ridendo
    • Non fare lo scemo! Lo sai che stavo scherzando!
    • Ti accompagno io se vuoi – disse Emily sulla porta
    Stavamo discutendo su chi mi avrebbe accompagnato al bar. Io non ho la macchina. Devo sempre fare gli esami. Per cui ho sempre il problema del trasporto.
    • Grazie Emily. – dissi
    Sarebbe rimasta al mio fianco per tutta l’esibizione e poi mi avrebbe riportata a casa.
    • Divertitevi! E bevete anche per noi! – disse Ashton baciandomi la guancia
    • Sì infatti – disse Luke ripetendo il gesto di Ash
    Oh Gesù! Non è possibile!
    • Andiamo – disse Emily prendendo le chiavi di casa e avviandosi verso la sua macchina
    Impiegammo un quarto d’ora a arrivare.
    • Eccoci qua. Guarda quanto è bello! – disse scendendo dalla macchina
    • Wow! È enorme! – dissi spalancando la bocca per lo stupore
    • Andiamo dentro. Conosco un po’ di persone qui quindi entreremo senza problemi e tu ti finirai di preparare.
    Si fece spazio tra la folla non badando a tutti gli insulti che ci venivano mandati e arrivammo davanti al body-guard.
    • Ciao Carlos. Dovrei avere una prenotazione per 2 per questa sera fatta dai 5 Seconds Of Summer – disse con non-chalance.
    • Sì. Prego entrate pure e buon divertimento.- disse quell’armadio di uomo. Chissà se era tutto muscoli così o se si era ricoperto di gomma piuma per sembrarlo! A volte penso facciano veramente così.
    • Grazie mille Carlos. – dicemmo in sincrono io e Emily
    Appena entrai, ammirai lo stile che aveva quel bar. Era uno dei bar più in del momento quindi doveva essere immacolato, anche se dopo poco tempo sarebbe diventato un porcile data la scarsa educazione e pulizia delle persone.
    • Ciao Aaron come stai? Senti hai visto Nathan? Dovrei chiedergli una cosa – disse Emily rivolgendosi al barista. Un ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri.
    • Ehi guarda chi si fa viva ogni tanto! Emily Benson! Comunque Nathan è accanto al Deejay per provare le ultime cose prima dello spettacolo. – disse sorridendoci
    • Ah bene grazie. Allora lo andiamo a cercare. – disse sorridendo di rimando
    • Ehm, senti, quando vuoi chiamami. Il mio numero ce l’hai! – disse di nuovo il biondo
    Wow! Emily era fortunata! Aaron era veramente un bel ragazzo e con molta tranquillità le aveva praticamente chiesto di uscire.
    • Ehi Nathan. – disse salutando con la mano un uomo sulla trentina.
    • Emily Benson! Che piacere rivederti! – disse abbracciandola
    Mi sentivo un po’ fuori luogo ma lasciai correre.
    • Ehm, lei è Charlie, una mia amica, potresti farla cantare stasera? I 5 Seconds Of Summer mi hanno detto che c’è il karaoke! – disse spiegandogli il motivo della nostra presenza qui.
    • Oh, certo che posso! Anzi vieni ti mostro come devi fare! – disse prendendomi un polso e portandomi accanto al DJ che scoprii chiamarsi Andy.
    Il palco era piccolo, ma abbastanza grande per essere occupato dalla console di Andy, uno schermo dove appariva il testo della canzone e alcuni riflettori.
    • Charlotte giusto? – mi chiamò Andy dalla console
    • Sì chiamami Charlie però! – dissi sorridendo e avvicinandomi
    • Che canzone canterai? Così la cerco sul computer e faccio in modo di trovarne il testo! – disse spiegandomi
    • Canterò Breakeven dei The Script. – dissi
    • Ok perfetto. – dissi
    Era un bel ragazzo anche Andy. Anche se portava il cappello potevo intravedere i suoi capelli castani tagliati cortissimi, quasi rasati a zero. Gli occhi erano di un blu intenso.
    Mentre mi ero persa nella descrizione di Andy, avevo letteralmente stavolta, perso di vista Emily. Dove si era cacciata stavolta quella scema?
    • Eccomi. Mi cercavi? – disse sbucando dal nulla
    • Che fai mi leggi nel pensiero per caso? – dissi
    • No. Allora sei pronta? Tra poco apre il bar e tu sei lo show di apertura. Per poi passare a tutti gli altri aspiranti cantanti. – disse – ho spiegato un po’ la tua storia a Nathan in modo che sappia come presentarti.
    • Ok. Ce la posso fare. – dissi autoconvincendomi

    SPAZIO AUTRICE
    Allora io sono una frana e si vede dal fatto che ero sicurissima di aver aggiornato ieri con il capitolo nuovo e invece no. Quindi anche se in ritardo ho aggiornato.
    Siete pronte per la prima esibizione?
    Alla prossima 
    Ila:)

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    Capitolo 24
    *** Breakeven ***


    AVVISO IMPORTANTE
    Prima di pubblicare il capitolo devo avvisare che inizierò a postare con meno frequenza, tipo un giorno sì e uno no oppure un giorno sì e 2 no. è anche per una questione di organizzazione per via della scuola. Spero comunque che ci siano sempre molti lettori e molti recensori.
    Grazie per l'attenzione. Godetevi il capitolo 
    Ila:)
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    CAPITOLO 22 – Breakeven-
    P.o.V. Luke
    • Ti vuoi muovere Michael? – dissi bussando ripetutamente alla porta del bagno dove il mio amico si era rifugiato.
    • Sì un secondo! – disse da dentro.
    Avevamo deciso di andare comunque a vedere Charlie, nonostante Zoe ce lo avesse proibito. Sinceramente non ci interessa. La nostra migliore amica stava per affrontare la sua prima esibizione live. Non potevamo mancare. Sarebbe stata la nostra sorpresa per Charlie.
    Scesi le scale e vidi Ashton al telefono.
    • Sì esattamente. Un privèe per 6 persone. Grazie Nathan sei il migliore – disse chiudendo la chiamata.
    Si girò e disse:
    • Abbiamo un privè tutto per noi con Charlotte e Emily. – disse entusiasta
    Finalmente arrivò anche Michael e uscimmo dirigendoci verso il “Madison”.
    *15 minuti dopo*
    • Eccoci arrivati. – disse Mike, l’autista.
    • Grazie Mike. Mi raccomando non dire nulla a Zoe. Ehm, potresti tornare a riprenderci alle 4? – disse Michael scendendo dalla macchina e affacciandosi al finestrino
    • D’accordo. – disse Mike sottointendendo qualcosa.
    • Ovviamente avrai un aumento se è questo che vuoi! – disse Calum
    Entrammo scavalcando tutta la fila e salutando cordialmente Carlos, il body-guard. Eravamo dei clienti assidui del bar. Quindi ci conosceva e ci fece entrare senza problemi.
    P.o.V. Charlotte
    La gente stava entrando. Io ero seduta su un panchetto vicino ad Aaron che si era deciso a non darmi nessun drink prima dell’esibizione.
    • Charlotte vieni con me dietro le quinte. Tra 2 minuti devi cantare e non puoi stare qua in mezzo alla gente. – disse Nathan prendendomi un polso.
    • Ehm, d’accordo arrivo – dissi io.
    Stava tirando un po’ troppo. Il mio braccio stava iniziando a farmi male, ma arrivati nel dietro le quinte, mi lasciò.
    • Scusa Charlie, non volevo farti male. – disse accarezzandomi una guancia
    Avete presente i cani che quando sentono il pericolo abbaiano?Ecco volevo fare così.
    • Va bene. Non mi hai fatto molto male, ma adesso lasciami per favore. – dissi togliendo la sua mano dalla mia guancia.
    • Dai, ma perché? Sei single tesoro? – disse rimettendo la mano al suo posto, cioè la mia guancia.
    Dovevo inventarmi qualcosa. Non potevo dire che ero single altrimenti mi avrebbe scopata subito, dovevo dire che ero fidanzata. Ma con chi? Se mi fossi azzardata a dire che stavo con uno dei ragazzi sarebbe stato il caos più totale. Decisi di inventarmi un ragazzo. Lui non avrebbe indagato, o almeno spero sulla mia vita sentimentale.
    • Sì. Si chiama … Frank. Lo amo veramente tanto – dissi facendo l’attrice
    • Ma Frank è un tipo geloso? – disse abbassando la mano sulla spalla
    • Sì. Molto. Diciamo che appena mi vede con un uomo, vorrebbe uccidere quell’uomo – dissi minacciosa
    • Beh, è un peccato che Frank non sia presente. – disse accarezzandomi il fianco destro e poi quello sinistro.
    • Ma io sono una ragazza che ama il suo ragazzo e che non tradirebbe mai il suo fidanzato – dissi staccando le sue mani dalle mie gambe. – adesso presentami per favore.
    • D’accordo d’accordo,quanta scontrosità! – disse prendendo il microfono e salendo sul palco.
    Ok avevo rischiato di essere violentata. Ma non c’era tempo per disperarsi. Ora dovevo cantare.
    • Attenzione prego! Come avevamo annunciato nel corso della settimana. Questa serata sarà dedicata al karaoke. Quindi iniziamo subito. La prima aspirante cantante si chiama Charlotte Ashley Harrison. Forse la avrete vista al Good Evening Sydney sabato sera. Sarà la cantante che aprirà i concerti del tour dei 5 Seconds Of Summer. Ci canterà Breakeven dei The Script. Un applauso signori e signore per Charlie!
    Iniziai a camminare e a salire le scale sistemandomi la gonna che quel maniaco aveva alzato.
    Notai un sacco di persone. Andai in confusione. Ok no dovevo cantare.
    Sentii partire la base. Iniziai a cantare. Tentai di rilassarmi.
     
    I'm still alive but I'm barely breathing, 
    Il primo verso quasi non si sentiva. Ero troppo emozionata e c’era sempre un po’ di rumore dalle persone che entravano scortate da Carlos.

    Just prayed to a god that I don't believe in, 
    'Coz I got time while she got freedom, 

    La mia voce piano piano si alzava anche se avevo deciso di cantare piano la prima parte per poi fare con più grinta il ritornello che mi caricava sempre.

    'Coz when a heart breaks 
    no it don't break even. 

    Her best days will be some of my worst, 

    La canzone si faceva sempre più veloce e iniziai a battere un piede a terra a ritmo.

    She finally met a man that's gonna put her first, 
    While I'm wide awake, she's no trouble sleeping, 
    'Coz when a heart breaks 
    no it don't break even, even no. 

    What am I supposed to do when the best part of me was always you 

    Al ritornello tolsi il microfono dal supporto su cui era posizionata e mi sentii più libera. Cantai il ritornello con più grinta di quella che probabilmente occorreva, ma non mi interessava. Cantavo e mi svuotavo da tutti i problemi.
    What am I supposed to say when I'm all choked up and you're ok 
    I'm falling to pieces 
    I'm falling to pieces 

    They say bad things happen for a reason 

    Rimisi il microfono sulla sbarra nera di metallo e cantai come prima ma con più sicurezza nella voce.

    But no wise words gonna stop the bleeding 
    'Coz she's moved on while I'm still grieving 
    And when a heart breaks 
    no it don't break even, even no. 

    Mentre centavo cercavo di vedere Emily da qualche parte, ma I riflettori mi stavano uccidendo letteralmente.

    What am I gonna do when the best part of me was always you 
    What am I supposed to say when I'm all choked up and you're ok 
    I'm falling to pieces, yeah 
    I'm falling to pieces, yeah 
    I'm falling to pieces 
    (One still in love 
    while the other one's leaving) 
    I'm falling to pieces, 
    (Cuz when a heart breaks 
    no it don't break even) 

    Mi girai sulla destra, dove c’era uno spazio dedicato ad alcuni VIP che probabilmente non erano ancora arrivati. Mi sorpresi di vederci Emily.

    You got his heart and my heart and none of the pain, 
    You took your suitcase, I took the blame. 
    Now I'm tryna make sense of what little remains, oh. 
    'Coz you left me with no love, with no love to my name. 

    La vidi avvicinarsi seguita da … no! Non potevano essere veramente loro! Come è possibile?! Ma loro non ci dovevano essere! Zoe non lo avrebbe permesso.

    I'm still alive but I'm barely breathing, 
    Just prayed to a god that I don't believe in, 
    'Coz I got time while she got freedom, 
    'Coz when a heart breaks 
    no it don't break, no it don't 
    break, no it don't break even no. 

    Vidi I ragazzi sorridere, applaudire, urlare, cantare. Un po’ come avevo fatto io al loro concerto a Wembley.

    What am I gonna do when the best part of me was always you 
    What am I supposed to say when I'm all choked up and you're ok 
    Iniziai a ridere quando le persone presenti iniziarono a battere le mani a ritmo.

    I'm falling to pieces, yeah 
    I'm falling to pieces, yeah 
    I'm falling to pieces, 
    (One still in love 
    while the other one's leaving) 
    I'm falling to pieces, 
    (Cuz when a heart breaks 
    no it don't break even) 

    Conclusi la canzone sorridendo. Vedevo le persone entusiaste per la mia performance.

    Oh, it don't break even, no 
    Oh, it don't break even, no 
    Oh, It don't break even, no


    Scesi dal palco tra gridolini, applausi eccetera.
    • Che ci fate voi qui? Perchè non mi avete avvisato? Siete delle merde, ve lo ha mai detto nessuno? – chiesi appena mi avvicinai ai 4.
    • Grazie della finezza e delicatezza nei confronti dei tuoi migliori amici. E poi sì, ce lo dicono in tanti, tranne le nostre fan che sono le migliori – disse Ashton facendo il lecchino.
    • Ma stai zitto. Lo sanno tutti che le Directioners sono meglio! – dissi
    Mi lanciarono tutti e 4 uno sguardo inceneritore. Ok ero nei guai. Ma cosa avrebbero potuto farmi? Buttarmi in una vasca piena di Whisky? Non penso proprio.
    • Dai ora siediti e bevi qualcosa. Sarai accaldata! – disse Emily facendomi sedere su un divanetto di pelle bianca.
    Mi resi conto che eravamo in una specie di privèe. Troppo grande per essere occupato solo da noi.
    • Scusate ma questo posto è solo nostro? – chiesi notando i ragazzi spaparanzati sulle mega-poltrone che c’erano nella saletta.
    • Sì perché? – chiese stupito Michael.
    • Mi sembra molto grande! – dissi perplessa
    • Abituatici tesoro. Con noi tutto sarà così! – disse vantandosi Michael
    • Ma sentilo! Non è per niente modesto no no.  – dissi alzando gli occhi al cielo
    SPAZIO AUTRICE
    Vi piace il capitolo? Spero di sì, recensite un po' i capitoli, in modo da farmi sapere se avete degli appunti da farmi.
    Ila:)
     

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    Capitolo 25
    *** Nuovi Amori ***


    P.o.V. Emily
    • Pronto? – risposi al cellulare che era appena suonato sulla mensola
    • Ehm, Emily?? – chiese la voce maschile all’altro capo del telefono.
    • Sì chi è? – chiesi impaziente, avevo ben altro da fare che stare al telefono con una persona che non avevo la più pallida idea di cosa volesse da me.
    • Sono Drew, il migliore amico di Aaron. – disse come se io lo conoscessi
    • Ehm, Aaron lo conosco, tu non ti ho mai sentito nominare sinceramente – dissi
    • Beh, non mi stupisce. Comunque Aaron vorrebbe invitarti ad uscire domani sera. Ti andrebbe? – disse
    Aspetta aspetta aspetta. Avevo capito bene? Drew faceva il portavoce ad Aaron per chiedermi di uscire? Era lo stesso Aaron che ieri sera aveva fatto lo sfacciato dicendomi di “chiamarlo quando volevo”? Chi era il vero Aaron, quello che si vergognava a chiedermi di uscire o quello sfacciato di ieri sera? A questo punto non lo sapevo più.
    • Ehi, ci sei ancora? – chiese Drew all’altro capo del telefono.
    • Sì, scusami ero soprappensiero. – risposi – Mi potresti passare Aaron? Sai non mi piace parlare attraverso altre persone.
    • Ehm, aspetta che te lo passo. – disse
    Sentii mormorare qualcosa. E poi sentii dei rumori strani, forse Aaron aveva appena preso il telefono in mano.
    • Eccomi qua. Allora per stasera? – disse parlando
    • Allora intanto ciao Aaron, mi fa piacere che tu abbia avuto il coraggio di parlare con me senza terzi in comodo. – iniziai a dirgli tutti i pensieri che mi passavano per la testa.
    • Ehm,mi dispiace veramente tanto. Comunque ci terrei davvero se tu uscissi con me stasera. – disse sincero
    Ero veramente felice del fatto che finalmente mi avesse chiesto di uscire, senza che fosse Drew a farlo.
    • E io ci terrei molto ad uscire con te. Allora dove andiamo? – chiesi impaziente
    • Facciamo che è una sorpresa. – disse e mi resi conto che stava sorridendo.
    • Dai almeno dimmi come mi devo vestire! Mi devo mettere i tacchi o più sportiva? – chiesi
    • Mettiti pure i tacchi, ma non troppo alti che diventi troppo alta e io mi sentirò uno dei 7 nani. – disse. Lo sentii ridere e di sottofondo la risata di Drew.
    • D’accordo. Un tacco 12 va bene? – dissi ridendo
    Sono alta solo 1 metro e 65 mentre lui è alto come minimo 1 metro e 80. Non capisco di cosa si preoccupi per un po’ di tacco.
    • Insomma vedrò una Emily 12 cm più alta? Mi spieghi come fate voi ragazze a stare su quei trampoli? – chiese ridendo
    • Mah, veramente sono molto comodi. – dissi ridendo – adesso devo andare. Joseline ha bisogno del mio aiuto al salone. Ci vediamo per stasera.
    Dal giorno in cui Zoe aveva chiamato Joseline come parrucchiera ufficiale dei 5 Seconds Of Summer, al Salone si era scatenato l’inferno, letteralmente. Al Salone ci saranno circa 80 persone al giorno, Joseline ha assunto 10 nuove parrucchiere. Il Salone è diventato un assoluto caos.
    • Fatti trovare pronta per le 8.
    • Certo.
                                                                                             ***
    Era arrivato il momento di prepararsi. Erano le 19.30 tra esattamente mezz’ora Aaron sarebbe sbucato dalla porta e io ero ancora con i vestiti del lavoro e avevo i capelli sgaruffati.
    Mi feci una doccia veloce lavandomi i capelli che avrei lasciato asciugare al naturale. Mi avvicinai all’armadio quasi vuoto, visto che avevo messo tutto a lavare prima della partenza. Trovai un vestito da mettermi in quel casino che era la mia stanza.
    Scesi un vestito acquamarina stretto sui fianchi fermato con un fermaglio con i brillantini. In piedi misi le mie amate décolleté nere. Erano le mie “migliori amiche” come le chiamavo io.
    Mi truccai e pettinai i capelli sempre umidi ma che si sarebbero asciugati presto.
    • Tesoro, è arrivato un ragazzo. Che faccio lo lascio entrare? – disse mia mamma entrando
    • Fallo venire in salotto. Non farlo entrare in camera che è uno schifo. – dissi mostrando i vestiti sparsi in terra.
    • Hai ragione, magari gli offro qualcosa. – disse uscendo.
    • Grazie – dissi mettendomi qualche bracciale
    Presi il telefono e il portafoglio e lo misi nella pochette e uscii.
    Arrivai in salotto e vidi Aaron seduto sulla poltrone di pelle beige e mia madre e mio padre seduti davanti a lui sul divano. Ok cosa era tutta questa tensione? Magari sono solo gelosi perché la loro unica figlia sta finalmente crescendo e sta iniziando ad uscire con un ragazzo. Ho 18 anni sarà anche il caso che succeda! Comunque lui non è il primo ragazzo con cui esce quindi non si devono preoccupare!
    • Eccomi. Andiamo? – dissi rivolgendomi ad Aaron che appena mi vide si alzò.
    • Certo. Grazie mille signori Benson per il bicchiere d’acqua – disse imbarazzato
    Poverino mi faceva davvero pena. Lo presi per mano e, salutando i miei, uscimmo.
    • Allora dove  mi porti mio cavaliere? – dissi ridendo per smorzare la tensione e l’imbarazzo che la mia famiglia gli aveva provocato.
    • È una sorpresa, quindi ora Sali in macchina e fatti guidare senza fare altre domande. – disse indicando una Ferrari bianca parcheggiata pochi metri più in là.
    • Aspetta quella è tua? L’hai rubata? – dissi stupendomi di vedere una macchina del genere
    Solo nei miei sogni avevo pensato di salire su una cosa del genere. Non era possibile che Aaron potesse possedere una macchina del genere. Insomma faceva il barista! Il suo stipendio non era così alto!
    • No, non l’ho rubata! Cos’è non ti piace? – disse ridendo
    • Stai scherzando? È la cosa più figa che abbia mai visto in vita mia! – dissi
    Lui, da gentiluomo quale era, mi aprì lo sportello e mi fece salire sorridendo.
    Dentro la macchina era ancora meglio dell’esterno, gli interni erano tutti in pelle nera con qualche scritta in grigio topo.
    Partimmo. Lui guidava tranquillamente, nè troppo velocemente, né troppo lentamente(come se si potesse andare piano su una Ferrari!).
    • Insomma questa macchina è tua? – chiesi curiosa
    • Sì, diciamo che è un prestito di mio padre. Mi da una delle sue macchine quando ne ho bisogno. – disse
    • Una delle macchine? Quante ne hai? – chiesi dando voce ai miei pensieri contrastanti sulla sua vita
    • Diciamo che ne ha 3. Questa Ferrari, un SUV nero e una 500 per mia sorella. – mi rispose sorridendo con il tono di voce di uno che ritiene che avere 3 macchine sia una cosa normale!
    Stetti zitta per il resto del viaggio. Lui mi guardava intristito. Probabilmente non capiva il mio comportamento. Era normale. Gli sarò sembrata bipolare come a Matthew.
    Arrivammo davanti ad un ristorante. Era il “Big City Restaurant”, uno dei più prestigiosi della città. Era costosissimo. Forse pagava lui, sennò ero nei guai, e parecchio. Con il mio misero stipendio al Salone, non potevo permettermi di pagare tutto.
    • Andiamo dentro. – disse prendendomi per mano.
    Anche se ero abbastanza confusa, e penso si notasse, era comunque dolce e gentile, due delle cose che deve avere il ragazzo dei miei sogni. Decisi di godermi la serata. Ero al “Big City Restaurant”, con Aaron, ero appena arrivata a bordo di una Ferrari. Cosa si voleva di più dalla vita?
    • Buonasera. Ho una prenotazione per Williams, Aaron Williams. – disse davanti alla signora in piedi sulla porta
    • Oh sì. Certo entra pure Aaron. – disse cortesemente la donna sorridendo
    Aspetta un attimo. Lo conosceva? Gli aveva dato del tu e lo aveva chiamato Aaron come se fossero amici da una vita? Perché?
    • Vi conoscete? – dissi rivolgendomi al mio accompagnatore
    • Diciamo che vengo spesso qua. – disse calmo
    • Quindi sei ricco? – dissi andando direttamente al punto. Volevo sapere perché aveva così tanti soldi e soprattutto perché è un barista se ha già così tanti soldi
    • Non ti seguo scusa. In che senso sono ricco? – disse sorpreso della domanda
    • Sei venuto a casa mia in Ferrari, mi porti al “Big City Restaurant” dove una pizza Margherita costa 10€! Indossi un Rolex, una camicia di Calvin Klein, i pantaloni di Cavalli e le Nike! Se non è essere ricco questo cosa lo è? Il mio vestito comprato a 10€ al mercato? Come minimo dopo usciremo di qua e mi ritroverò davanti una carrozza con i cavalli neri come quelli del Novecento! – dissi irritata
    Mi faceva salire il nervoso il fatto che negasse e che facesse finta di capire! La mia domanda “Quindi sei ricco?” quanti sensi può avere? Uno solo! Ho capito che hai un sacco di zeri sul conto corrente in banca. Punto.
    • Sì ok hai ragione. Forse mi sono vestito troppo elegante e ho fatto le cose in grande ma penso che per uscire con una ragazza come te occorra fare le cose in grande. Insomma guardati, sei bellissima. E per farti capire che mi dispiace di questa cosa ordinerò una pizza
    Arrivò il cameriere e ci chiese le ordinazioni.
    • Comunque. È bellissimo qua. – dissi prendendogli la mano sopra il tavolo
    Devo ammettere che, anche se è troppo così, non ero mai stata in un ristorante lussuoso così e avevo rovinato tutta l’uscita lamentandomi troppo per la troppa qualità della serata.
    • Mi dispiace aver rovinato tutto subito a inizio serata. Ma non sono abituata a tutto questo. – aggiunsi ridendo.
    Come minimo mi prenderà per una scizzofrenica che non sa decidere cosa vuole nella vita. E tutto per uno stupido capriccio. Mi sentivo malissimo.
    • Dai tranquilla. Ora mangiamo e poi usciamo a guardare le stelle. – disse sorridendo e stringendo di più le nostre mani incrociate sulla tovaglia bianca.
    • Comunque non mi hai risposto alla domanda che ha scatenato tutto questo. – dissi sorridendo
    Stavolta era solo per curiosità che facevo una domanda del genere.
    • Sì sono ricco. E anche parecchio. Mio padre è un chirurgo plastico delle star. Ha rifatto le tette a gente come Scarlett Johannson, Megan Fox e Mariah Carey. Mia sorella invece è la manager di una boyband. – disse
    Oddio. Aspetta. Non mi dire che …
    • I 5 Seconds Of Summer, forse li conosci! Sono di Sydney. – disse
    Oh merda. Non poteva essere. No,no, no. Non poteva essere Zoe. NO!
    Stavo per urlare.
    • Sì, li conosco e conosco anche tua sorella. – dissi ridendo
    • Davvero? Come la conosci? – disse
    • È la manager del gruppo a cui io e la mia capa andremo a fare i capelli prima dei concerti – dissi
    • Non ci credo! Che coincidenza!- disse ridendo
    Passammo tutta la serata e poi uscimmo a guardare le stelle. Era stata una serata molto romantica, a parte la partenza. Era molto simpatico. Aveva molti aspetti che coincidevano con quello che ritengo il mio ragazzo ideale, forse era praticamente uguale. Insomma era anche ricco! Quindi ero abbastanza sicura che tutto questo potesse funzionare. A parte per la questione del tour. Quando glielo avevo detto era rimasto un po’deluso dalla notizia. Forse si aspettava che la nostra “storia” iniziasse in un altro modo, e non con una partenza di 3 mesi della propria ragazza. Ma decidemmo di passare il più tempo possibile l’uno con l’altro.
    Il primo bacio? C’è stato sì. È stato stupendo. Eravamo a guardare le stelle seduti su un campo da golf. Era la cosa più romantica che avrebbe potuto fare.
    • Dovevo pur riscattarmi in qualche modo! – aveva detto quando meravigliata avevo visto la coperta sul prato e pure qualche cuscino per stare più comodi.
    • È bellissimo – gli avevo risposto abbracciandolo e baciandogli la guancia.
    Ci eravamo seduti e avevamo contemplato le stelle. Poi aveva detto delle cose dolcissime, ripetendo anche quanto era dispiaciuto per aver “esagerato” con la cena. Io mi ero girata e avevo preso l’iniziativa, lo baciai e restammo così per penso 10 minuti senza muoversi, mormorando delle frasi dolci uno sulla bocca dell’altra e poi ci siamo staccati. Poi siamo rimasti abbracciati fino a che non dovetti tornare a casa.

    SPAZIO AUTRICE
    Ecco un nuovo capitolo. Vi piace il capitolo? A me sì. Ho deciso di tenervi ancora un po' sulle spine per la partenza e intanto Aaron e Emily si mettono insieme...
    Durerà? Ricordatevi che Emily parte con i ragazzi in giro per il mondo. Cosa succederà?
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 26
    *** Partenze E Saluti ***


    CAPITOLO 24 – Partenze e Saluti-
    P.o.V. Charlotte
    *3 giorni dopo*
    Domani si parte. Domani è il grande giorno. Domani inizia il tour. Domani vedrai il mondo da un’altra prospettiva. Da domani si inizia una nuova vita.
    La casa è il caos più totale. Luke gira per casa alla ricerca di calzini, maglie, saponi e scarpe da mettere in valigia.
    Cara si dispera per la confusione presente. Si vedono panni sporchi e puliti dagli scalini della scala alle sedie in cucina al retro del divano in salotto.
    Mamma stira come un’ossessa i miei e i panni di Luke in modo che noi li possiamo mettere nelle svariate valige da portare.
    Perla ride. Ride per l’atmosfera che c’è in casa. Luke prima ha rischiato di volare tutte le scale perché è inciampato nelle sue stesse scarpe perché correva a chiamare sua mamma.
    • Mamma dove sono i calzini neri!! – disse Luke entrando in cucina dove Cara e mia mamma parlavano tranquillamente
    • Hai cercato … ehm, non lo so ai tuoi piedi? – disse ironica Cara. Non si era accorto che li stava indossando.
    • Oh sì giusto. Scusa. – disse
    • Sei sicura di essere tranquilla e che non perda nulla? – disse mia mamma una volta che Luke si era allontanato
    • Sì, è abbastanza responsabile. Oggi deve essere la tensione e l’emozione per il tour! Come ha fatto anche quando i ragazzi hanno aperto i concerti dei One Direction! Lo fanno sempre, sia lui che gli altri 3 ragazzi. – disse
    • Beh, Charlotte cosa ci fai ancora qua? Vai a preparare le valige e il beauty case! – disse mia mamma rivolgendosi a me.
    Salii e mi misi a piegare alcune maglie che poi avrei messo nel trolley verde.
    Cosa provavo in questo momento? Un sacco di emozioni tutte insieme. Confusione, eccitazione, tristezza, paura, tranquillità, stanchezza e ovviamente felicità. Tutto questo prima o poi mi avrebbe portato l’emicrania. Ma la cosa che più mi impauriva non era certo l’emicrania! Avevo paura di affrontare un volo da sola così lungo. Sì lo so, sono una stupida per non averlo detto prima e aver accettato senza pensarci ma capitemi, è il mio sogno! Partirò in tour con i miei idoli!
    • Come ti senti? Sei pronta? – mi chiese Luke entrando nella stanza
    • Sì sono super eccitata per questa cosa! Giuro che vi adoro e sapere che partirò con voi e vi vedrò tutti i giorni cantare e gireremo il mondo insieme! – dissi sognando ad occhi aperti
    • Vedo che sei felice di questa cosa! – disse eccitato quanto me
    • Decisi che era giunto il momento di parlargli di questa cosa dell’aereo. magari mi avrebbe aiutato.
    • C’è una cosa che ti devo dire. È molto importante. – dissi
    Lo vidi preoccuparsi.
    • Dimmi. Sai che puoi parlare di tutto con me e i ragazzi. – disse prendendomi una mano e sedendoci sul letto
    • Ho un problema. Ho paura degli aerei o meglio non ci sono mai salita da sola. – dissi confidandomi
    • Davvero? Ok. Sappi che non sei da sola e che ci siamo io e i ragazzi a darti una mano quando ci saranno problemi. Sei la nostra migliore amica. Faremmo di tutto per aiutarti.– disse abbracciandomi
    • Qualcuno mi aiuti a respirare per favore. Io continuavo a pensare che senza Luke tutto questo non sarebbe successo. Non avrei avverato il mio sogno e non avrei girato il mondo. Quindi gli ero debitrice.
    • Grazie mille Luke. Per tutto. Sei il migliore amico che si potesse mai avere. Mi stai aiutando davvero tanto. – dissi ricambiando l’abbraccio
    • Dai ti do una mano a preparare tutto. – disse prendendo una maglia dall’armadio e iniziandola a piegare.
    • Va bene. Grazie. – dissi raggiungendolo e sistemando un paio di pantaloni
    Finito di sistemare la prima valigia, Luke decise di ritornare ai suoi bagagli.
    Dopo nemmeno un’oretta, sentii suonare il campanello. Cara andò ad aprire e fece entrare Emily.
    • Charlie! Charlina! Charlotte! – disse praticamente gridando salendo le scale
    Ok forse le mancava qualche rotella al cervello. Era comunque la mia migliore amica.
    • Non importava che tutta la casa sentisse il tuo arrivo. – dissi vedendo che anche Luke si era affacciato per salutarla
    • Vabbè chi se ne frega! – disse entrando in camera mia.
    • A cosa devo questa tua stupenda visita Emily? – chiesi sedendomi sul letto
    Ormai era di casa qua, ogni giorno era qua con un pretesto diverso ma era qualche giorno che non ci sentivamo per i suoi turni di lavoro e anche per i miei. Avevo bisogno di una presenza femminile come migliore amica, visto che i miei migliori amici erano tutti ragazzi
    • Ti devo raccontare una cosa stra- importante. – disse eccitata
    • Ok doveva essere successo qualcosa con Aaron l’altro giorno quando sono usciti.
    • Riguarda Aaron? – le chiesi incalzando
    • Yes! L’altra sera quando siamo usciti ci siamo baciati. – disse
    • E me lo dici così? – le chiesi – è una grande notizia! Quindi ora state insieme, uscite…?
    • Per ora usciamo anche se c’è l’enorme problema della partenza …
    • Ah già parti anche tu! – dissi battendomi una mano sulla testa
    • Perché … ti eri forse dimenticata che io, Emily Benson, la tua migliore amica, parte con te? – disse mettendo un finto broncio
    • No no. Mi era solo passato di mente scusa. – dissi abbracciandola – ma ora voglio i dettagli della serata con Aaron. Subito!
    Mi raccontò tutta la loro bellissima serata. Anche se era partita male, si era risolta nei migliori dei modi. Era stato veramente romantico, anche se poteva vestirsi in un modo un po’ più “povero” per non far sfigurare la povera Emily!
    • E non sai cosa ho scoperto sul conto di Aaron! Non ci potrai veramente credere! – disse finendo di raccontare la sua stupenda serata che io avevo passato a guardare un film con Luke e Michael e sgranocchiando noccioline, pop corn e bevendo Coca-Cola.
    • Dai dimmelo non mi far rimanere sulle spine! – dissi maledicendola per l’ansia che mi stava mettendo
    • Aaron si chiama di cognome Williams – disse
    Williams. L’avevo già sentito dire da qualcuno questo cognome. Williams. Chi poteva essere.
    No aspetta. Ho capito. Lui è fratello di …
    • Oh mio Dio! No. Zoe no! Ti prego. Come può essere suo fratello o quantomeno parente di Zoe! – dissi – è impossibile! Mi prendi in giro!
    • Non ti prendo in giro! È la verità! Lui e Zoe sono fratelli. Mi dispiace.
    • Ma sono così diversi! Lui è così simpatico e carino mentre lei è una vera e propria arpia!
    • Lo so! Ci sono rimasta di sasso anche io quando mi ha detto di chi era parente! È pure figlio di uno dei più grandi chirurghi plastici del mondo!
    • Insomma ha i soldi che gli sbucano da tutte le parti! – dissi
    • Sì ci sono rimasta veramente male quando me lo ha detto! Insomma io sono una parrucchiera, mia mamma è casalinga e mio padre è muratore. Non siamo una famiglia con così tanti soldi! – disse
    Aveva ragione e la capivo benissimo. Vivevo nella sua stessa identica posizione. Solo che io adesso avevo Cara che si era offerta di darci una mano anche economicamente. Quindi diciamo che vivevo molto meglio rispetto a 2 mesi fa, quando vivevo in quell’appartamento nel quartiere di Glebe.
    • Per quello penso che Aaron sia un ragazzo tranquillo. Non penso che gli altri membri della sua famiglia (a parte il caso di Zoe) abbiano dei problemi con una ragazza carina e coccolosa come te ahahah – iniziai a ridere e lei mi seguì
    • Quanto ti manca qui per finire? – disse alzandosi e notando il gran casino presente nella mia camera
    • Lo noti da sola. E poi devo finire di fare le valige. Tu a che punto sei?
    • È meglio se vado. Ciao. – disse andandosene.
    Avevo capito cosa intendesse. La conoscevo ormai. Come minimo non aveva nemmeno iniziato a fare le valige e stanotte partiamo. Sì avete capito bene. Stanotte. Per via del fuso orario Zoe aveva deciso che saremmo dovuti partire la notte in modo che saremmo arrivati là di giorno e avremmo potuto prepararci bene. Il volo sarebbe stato a mezzanotte, quindi arriveremo là alle 14 e avremo tutto il tempo che vogliamo per stare a Parigi.
                                                                              ***
    Sono le 23. Tra un’ora esatta abbiamo il primo volo di questo tour. Salirò su  quel maledetto aereo che mi fa tanto preoccupare e andrò a Parigi. La città degli innamorati. Ho sempre voluto andarci ma per ovvi motivi non ci sono mai stata.
    • Allora. Noi siamo pronti. Possiamo andare? – disse velocemente Zoe a mia mamma e a Cara che ci aspettavano sulla porta.
    • Puoi aspettarci 5 minuti fuori? – chiese gentilmente Luke.
    Aveva avuto la mia stessa idea. Dovevamo salutare prima le nostre tre donne preferite. Mamma, Cara e la piccola Perla. Ah già non vi ho detto che ovviamente Cara aveva assunto una nuova baby-sitter, Amelie, che starà con lei mentre io sono via.
    • Ehi piccolina – disse Luke salutando la bambina con le trecce bionde sul vestitino a pois rosa
    Io mi avvicinai a mia mamma. Mi sarebbe mancata così tanto quella santa donna che mi ha dovuto sopportare per tutto questo tempo.
    • Mamma mi mancherai un sacco! – dissi abbracciandola.
    Non respiravo più ma non mi interessava. Non la avrei rivista per un po’. Lei sarebbe stata qua per tutto il tempo ad aspettarmi solo con Cara e Perla. Io ero dalla parte opposta del mondo a godermi il mio sogno. Se ci penso un po’, mi rendo conto che una brava figlia non lo avrebbe fatto, soprattutto dopo tutto quello che ha passato mia mamma in questi anni.
    • Anche a me tesoro, non sai quanto. – mi abbracciò più forte e mi sentii piano piano scivolare di dosso il senso di colpa rimpiazzato dalla felicità di quel momento.
    • Sappi che ti voglio un sacco di bene e che appena torniamo sia io che gli altri vogliamo trovare una scatola piena di pancakes! – dissi ridendo anche per sollevare il morale a tutti
    • Certo! Inizierò a prepararli da ora in modo che siano pronti quando tornerete. – disse sorridendo.
    Passai a salutare Cara.
    • Grazie di tutto Cara. Luke è molto fortunato ad avere una mamma come te. Ti chiedo un favore, tienila d’occhio, che non si butti giù di morale. Non voglio che stia troppo male. – dissi tutto d’un fiato. Lei annuì e mi abbracciò dicendo che avrebbe fatto di tutto pur di farla felice e che dovevo stare tranquilla.
    Vidi Perla che aspettava solo un mio abbraccio. Quindi mi abbassai e la abbracciai talmente forte che la stavo per stritolare.
    Era arrivato il momento di partire per l’aeroporto. Salutai per l’ultima volta mia mamma e uscimmo.
    Prima di uscire vidi delle lacrime scendere dal volto di mamma. Cosa che non aiutò a sentirmi meglio. Salimmo velocemente sul veicolo che ci avrebbe portato all’aeroporto e partimmo tra mille pensieri.
    Arrivati all’aeroporto vidi Emily e Aaron che si abbracciarono. Feci finta di non notare lo stupore sulla faccia di Zoe. Emily ci raggiunse insieme al resto della troupe e varcammo il gate.
    Mi girai un’ ultima volta indietro, verso l’uscita e poi andai dietro a Luke e Emily con le mie 3 valige.
    Una volta passato il gate salimmo sul nostro jet privato. Luke mi disse di sedermi accanto a lui per tranquillizzarmi. Accettai molto volentieri.
    • Sarebbe meglio che tu non ti sieda accanto al finestrino. – disse Luke con fare premuroso
    • Perché? – chiesi. Non avevo paura dell’altezza
    • Ci voglio stare io. – iniziò a ridere. Gli diedi uno scappellotto sul braccio e ci sedemmo.
    Pensavo che affrontare questo viaggio senza mia mamma sarebbe stato un problema e invece mi sentivo quasi più libera.
    Sentii partire l’aereo partire. Luke, da buon amico, mi prese la mano e quando decollammo la strinse ancora di più.
    Sinceramente? È stata l’esperienza più bella della mia vita. Mi sentivo benissimo. Talmente bene che durante il viaggio mi addormentai su una spalla di Luke, mentre lui se ne stava tranquillo a guardare la proiezione di School Of Rock, in perfetto stile 5 Seconds Of Summer.
    Chissà cosa sarebbe successo durante questo tour. Mi sarei innamorata? Sarei diventata famosa? Avrei combinato qualche casino come mio solito? Non lo sapevo. Sapevo solo che mi dovevo godere tutto questo perché sarebbe stata la prima e ultima volta che mi sarebbe successa un’occasione del genere.

    SPAZIO AUTRICE
    Diamo ufficialmente inizio al Tour dei 5 Seconds Of Summer. Cosa vi aspettate da questo Tour? 
    Scrivetemi:) Rispondo a tutte! 
    Potete anche scrivermi su Twitter. Sono @heyhemmings_x per chi volesse seguirmi e anche parlare.
    Detto questo vi saluto
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 27
    *** Welcome To Paris ... ***


    CAPITOLO 25 – Welcome To Paris …  -
    Mi risvegliai sull’aereo. ah già stiamo andando a  Parigi. Wow chi lo avrebbe mai detto.
    • Bentornata dal mondo dei sogni Charlie, come ti senti? – chiese affettuosamente
    • Bene grazie. Per quanto ho dormito? – chiesi con la voce impastata dal sonno e sbadigliando
    Abbiamo visto 3 film e ho ascoltato 10 canzoni. Hai dormito parecchio diciamo. – disse ridendo
    • Cosa mi sono persa? – chiesi curiosa
    • Oh, niente. A parte Ashton che è andato in bagno un paio di volte e Calum che è scivolato sulla bibita che Michael ha rovesciato! – iniziò a ridere
    • Oddio. – mi alzai e vidi gli altri
    Michael stava giocando col telefono, Calum si era addormentato, Ashton chiacchierava con Ben, una guardia del corpo, Emily messaggiava probabilmente con Aaron.
    Manca poco all’atterraggio. Vi preghiamo di sedervi. Grazie. – disse una voce metallica.
    • Ok. Allora mi siedo. – dissi accomodandomi accanto a Luke.
    Presi il mio MP3. Premetti Riproduzione Casuale e partì Lovestruck dei The Vamps. Amavo quella canzone. Era rilassante. Quindi mi rilassai. Mi persi nei miei pensieri talmente tanto che Luke mi dovette risvegliare 5 canzoni dopo per avvertirmi che stavamo atterrando.
    • Dai scendiamo. Siamo a Paris, la ville de l’amour! – disse con accento francese il mio compagno di viaggio che intanto si stava piano piano avviando verso l’uscita
    • Oui. Scendo subito. – dissi sorridendo e tirando giù il borsone azzurro.
    Ashton mi raggiunse e mi aiutò a tirare giù il mega-borsone con le scarpe e la biancheria.
    • Grazie. – gli dissi ridendo
    Scendemmo tutti e mi trovai una folata di aria fresca addosso. Amavo già questo posto.
    • Metti questi. Attenta alle fan. Qua dobbiamo stare più attenti,ok? – mi disse Calum affiancandomi e porgendomi un cappellino di lana e un paio di occhiali da sole
    • Io non ho questi problemi, Calum. Voi siete quelli famosi. Non io ok? – dissi rendendoglieli
    • Ti sorprenderà sapere che su una rivista australiana ho visto la tua faccia in prima pagina e solo sotto c’erano Justin Bieber e gli One Direction. Dovresti sentirti onorata di una cosa del genere. Nemmeno noi ci eravamo mai arrivati – disse mentre io ero nel panico più totale
    • Ero così famosa in Australia? Non è possibile! Io non sono famosa!
    • Ma siamo comunque dalla parte opposta del globo! Siamo in Europa! Patria degli One Direction e della pizza. Chi vuoi che parli di me? – chiesi  - e poi anche se fosse, come ho fatto a non rendermene conto? – chiesi.
    • Le fans di solito ti attaccano ogni volta che ti muovi da casa. E invece in Australia non era successo assolutamente nulla.
    • Diciamo che abbiamo fatto un “patto” con le nostre fans australiane, magari avendone fatto parte pure tu lo sai . Soprattutto quelle di Sydney. Non devono attaccarci e noi quando possiamo dovremo stare almeno 10 minuti con loro a scattare foto e firmare autografi. – disse
    • Ah sì giusto me lo ricordo. E con i paparazzi? – chiesi
    • Diciamo che quello è un problema. Basta vedere te e Luke al Good Evening Sydney! Dai andiamo che le fans ci aspettano. Ti sei esercitata a fare autografi? – chiese retoricamente Calum tirandomi per un braccio, che già mi faceva male perché ci ho dormito sopra.
    I bagagli li avevo dati tutti al fattorino che era venuto con dei carrellini per poterli portare meglio.
    Entrati nell’aeroporto venni abbagliata da dei flash. Non ci vedevo più niente.
    • Te lo avevo detto io – disse Calum iniziando a ridere.
    • Ok. Va bene. – dissi ridendo anche io
    Vidi i ragazzi che erano già più avanti a firmare foto, fare selfie e abbracciare fan. Mi sentii chiamare.
    Era una ragazza di circa 10 anni.
    • Ciao. Scusa. Tu sei Charlie? – mi chiese timidamente
    • Sì sono io. – risposi
    • Mi faresti un autografo? E magari facciamo anche una foto insieme! – disse
    Quella ragazzina mi faceva tenerezza. Era dolcissima. Mi ricordava me quando andavo fuori da casa dei 5 Seconds Of Summer per una foto o un autografo.
    • Certo. Come ti chiami tesoro? – chiesi
    • Julie. – disse porgendomi il foglio e il pennarello nero che aveva portato.
    • Ok. A Julie, la mia prima fan, con affetto Charlie. – le diedi il foglio e ci facemmo una bella foto insieme
    Poi continuai a camminare e le ragazzine mi fermavano. Feci molti autografi perché piano piano mi scioglievo e iniziavo a capire il meccanismo.
    Poi Zoe ci venne a chiamare e dovemmo salutare tutte le fan. Anche le mie.
    Ero rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere la compostezza che avevano le fan francesi. Diciamo che io non ero per niente così. Io piangevo come un’idiota ogni volta che li vedevo. Loro invece niente. Zero totale. Sembrava non avessero avuto nemmeno un’emozione nel vedere i loro idoli.
    • Wow. È stato fantastico. Davvero qua in Francia sono così famosa? – chiesi a Michael
    • Davvero non hai visto i Trend su Twitter? Parlano solo di “Charlie” oppure “Cantante di Supporto” e poi c’è “Welcome To Paris 5SOS e Charlie”. Direi che sei diventata già quasi una idoletta. – disse
    • No. Impossibile. Cosa avrei fatto di così bello per diventare una loro idoletta? – dissi irritandomi
    Ho sempre odiato quando le fan dichiarano Idoli una persona che non fa niente per essere idolatrata. Per esempio io. Cosa ho fatto per essere considerata un idolo? Non ho ancora mai cantato davanti a nessuno. A parte il “Madison” che non è mai stato ripreso quindi mi ha vista solo poca gente. Ho mai emozionato qualcuno? Ho mai fatto un CD  che ha fatto stare bene qualcuno? La risposta è NO. Quindi non possono chiamarmi Idolo solo perché vado a cantare con i 5 Seconds Of Summer”!
    • Dai vabbè. Lasciamo stare. – disse
    • Decisi di lasciare da parte questa cosa e salii nella macchina che era stata noleggiata.
    Arrivammo in un enorme hotel, si chiamava Grand Palace Hotel (da leggere con accento francese). Era altissimo ma ovviamente non quanto un grattacielo ma 6 piani li aveva tutti.
    Zoe entrò e si diresse verso la reception e parlando in un perfetto francese disse che erano state prenotate delle stanze per i 5 Seconds Of Summer.
    Appena entrammo capii che se questi erano gli standard degli hotel dove avremmo alloggiato durante questo tour saremmo stati molto bene. I colori erano solo il bianco, rosso e nero. Nella hall erano presenti moltissime poltroncine rosse che contrastavano con le pareti bianche.
    La receptionist ci illustrò le regole dell’albergo. Poi ci mandò al 6° piano dove c’erano 10 camere tutte per noi e lo staff
    • Merci beaucoup mademoiselle Dubont. – disse Zoe in perfetto francese avviandosi dentro un ascensore grandissimo.
    • Scusate ma io dovrò parlare in francese tutto il tempo? – chiesi preoccupato tornando all’inglese
    Vidi Emily annuire. Aveva pensato la stessa cosa.
    • Non penso sia necessario cara. Le persone francesi parlano anche inglese. Magari non fate frasi troppo complesse. – rispose Zoe cortesemente
    • Ah perfetto allora sono a posto – dissi tirando un sospiro di sollievo
    Finalmente arrivammo al 6° piano. Anche se era grande l’ascensore venne riempito da tante persone e dalle valige e si era diciamo ristretto in qualche modo.
    Aperte le porte dell’ascensore, rimasi a bocca aperta per lo stupore. L’ascensore dava direttamente su un enorme corridoio fatto da finestre che davano tutte su Parigi. Penso fosse fatto apposta per vedere la Tour Eiffel direttamente dal corridoio dell’ albergo. Ripensandoci si notava dalla strada che gli ultimi 2 piani avevano la vista sul corridoio.
    • Allora vediamo un po’ Charlie e Emily dormirete insieme nella stanza 563 che è accanto a quella di Luke e Michael, la 564, mentre la 565 è per Ashton e Calum. Va bene? – ci disse Zoe con in mano le chiavi delle nostre stanze. – se volete uscire in queste ore prima del sound check dovete chiedere a me che sarò nella stanza 570 in fondo al corridoio. Mi raccomando se volete uscire portatevi dietro almeno un bodyguard. Non siamo in Australia dove c’è il patto con le fans. Qua possono fare quello che vogliono.
    • Ok no problem. – dicemmo tutti
    Zoe ci consegnò le chiavi raccomandandosi di essere in albergo comunque alle 17 perché dovevamo andare a fare il sound- check sul palco. Eravamo pronte per iniziare una nuova avventura.

    SPAZIO AUTRICE
    Che cosa succederà a Parigi? Vi tengo un po' sulle spine...
    Commentate il capitolo perchè voglio anche conoscervi.
    Sono @heyhemmings_x su Twitter per chi volesse seguirmi. Potete commentare anche da lì. Rispondo a tutte.
    Un bacio, alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 28
    *** ... The City Of Love ***


    CAPITOLO 26 - … The City Of Love-
    La nostra stanza era bellissima. Era ovviamente in tono con il tema dell’albergo che io amavo particolarmente.
    Poggiai sulla moquete bianca le 3 valigie e mi tuffai letteralmente sul piumone rosso messo sul letto bianco. Mi ero praticamente appropriata di un letto senza nemmeno chiedere ad Emily quale preferisse.
    • Vado a farmi una doccia. Vuoi farla prima tu? – chiese la rossa prendendo un cambio.
    • No no tranquilla. Vai pure. Io chiamo mia mamma. – dissi
    La conversazione con mamma è stata rapida e indolore. Sarà durata sì e no 2 minuti. Se fossi stata più tempo al telefono sarei scoppiata a piangere e non potevo piangere sempre.
    Una volta chiusa la chiamata mi misi a ripassare i testi delle canzoni. Stasera avremmo avuto il primo spettacolo. Non potevo rischiare di sbagliare le parole.
    • And if you were to ask me, After all that we’ve been through, Still believe in magic. Why yes, I do. Oh yes, I do – dissi ripetendo piano le parole di una canzone
    • Boom clap, the sound in my heart. The beat goes on and on and on and on and. Boom clap, you make me feel good. Come home to me, come home to me now – ne ripetei invece un’altra
    Poi finalmente uscì Emily dal bagno. In confronto a lei sembravo un’occhiaia vivente(?).
    • Allora vado che sono in uno stato pietoso. – dissi prendendo un maglione verde menta e un paio di jeans.
    • D’accordo – mi rispose
    P. o. V. Ashton
    Eravamo a Parigi. Non era la prima volta che ci venivo ovviamente. Eravamo nella città dell’amore. Ero felice di esserci con Charlie.
    Erano circa 3 giorni che organizzavo questa cosa con l’aiuto di Calum, ero elettrizzato. Avevo fatto tutto questo in segreto anche da Luke sapendo la sua passione per la mia futura fidanzata. Sì sono sicura che questa “cosa” vada a buon fine.
    • Amico sono troppo felice per te. Ti meriti una ragazza decente dopo tutto quello che è successo con Britney e Clarisse!
    • Sì infatti. E penso che lei sia la scelta più adatta per dimenticarmi di questa stupida storia! – dissi
    Britney e Clarisse erano le mie ex. Avevo avuto una storia molto importante con Clarisse. Diciamo che è stata la mia prima vera fidanzata. Gli ho dato tutto e specifico tutto. Sono stato con lei per 2 anni e poi mi ha lasciato per quello stupido di Chris. Li avevo trovati a sbaciucchiarsi nello sgabuzzino dei bidelli. Per dimenticarmi di lei mi sono messo con Britney e siamo stati insieme per un paio di mesi. Il tutto è finito perché Clarisse ha capito che io modestamente sono meglio di Chris ed è tornata da me. Diciamo che poi mi sono stufato di questi tira e molla e ho lasciato entrambe ritrovandomi da solo.
    • Vai a chiederglielo cosa aspetti? Che le chieda di uscire prima Luke? – chiese Calum ridendo
    • No! Vado subito! Ciao Cal grazie! – dissi abbracciandolo e avviandomi verso la porta
    Uscii e mi diressi verso la stanza 563. Pronto per uscire con la donna della mia vita.
    Anche se c’era questo problema riguardo a Charlie, io e Luke avevamo deciso di non litigare e soprattutto di continuare ad essere migliori amici nonostante tutto.
    • Ehi Emily! Ehm, Charlie? – dissi quando ad aprirmi venne la rossa e non la ragazza castana che mi aspettavo
    • È sotto la doccia. Vieni entra pure. Aspettala pure dentro. La avverto. – disse facendomi passare.
    Riconobbi le valige di Charlie: il trolley verde, il borsone blu e l’altra valigia nera. Mi sedetti su uno dei due letti e mi guardai intorno. La camera era praticamente identica alla mia. Cambiava solo il colore del letto che era nero.
    Vidi Emily andare verso il bagno e poi uscire, prendere dei vestiti e rientrare.
    Poi finalmente uscì con i capelli tutti bagnati. Era ancora più bella.
    P. o. V. Charlotte
    • Ehi Charlie. Ashton vuole vederti. Gli ho detto di aspettarti qua che tra poco uscivi – disse Emily entrando nel bagno mentre stavo finendo di sciacquarmi.
    • CHE COSA HAI FATTO? Come gli hai detto di aspettarmi qua? Sei impazzita? – le chiesi appena mi resi conto di ciò che mi aveva appena detto
    • Che problema c’è!? I vestiti ce li hai e al massimo esci con i capelli bagnati! – disse
    • Ora esci e mi prendi una maglia decente! Non penserai che io esca con un maglione del genere! – dissi quando uscita le mostrai che in realtà il maglione verde menta era quello che aveva cucito mia nonna ed era pieno di papere.
    • Ok forse è meglio se ne prendo una migliore. – disse uscendo
    Sbuffai. Cosa voleva Ashton? Mi aveva visto nemmeno un’ora fa!
    Emily ritornò e mi portò una camicetta rossa. Ok questa andava bene. Almeno non mi sarei messa una maglia con le papere sopra!
    • Grazie. Ora vai pure a chiacchierare con Ashton mentre mi sistemo qua rendendomi quantomeno presentabile – dissi facendole segno di uscire
    Mi vestii e mi pettinai i capelli. Problema: DOVE STA IL PHON? Come cavolo me li asciugo i capelli? Forse si nota che sono leggermente nervosa. Ci mancava solo Ashton che disturba i miei bagni rilassanti.
    Uscii dopo essermi messa le ciabatte. Vidi Ashton.
    • Ehi ciao. Che ci fai qua? – chiesi salutandolo con la mano
    • Volevo chiederti una cosa. – disse nervoso
    Cos’era tutto questo nervosismo? Perché si vergognava? Siamo sempre stati amici!
    • Allora io me ne vado. Vado da Joseline. Ciao – disse Emily uscendo.
    • Dimmi pure – dissi mentre intanto cercavo quel benedettissimo phon.
    • Ehm, t-ti va di uscire? – che carino quando balbettava.
    • Ehm, va bene. Dammi 10 minuti e sono pronta ok? Sì! Grazie Signore! – dissi alzando il phon in alto e benedicendolo. – mi faresti un piacere? Mi cerchi le blazer rosse? Dovrebbero essere nel borsone blu. Ma non ruffolare grazie. Ci sono cose private insieme.
    • Va bene. – disse ridendo e mostrandomi le sue meravigliose e sottolineo meravigliose fossette
    Io andai in bagno ad asciugarmi i capelli. Dopo 2 minuti spuntò Ashton con in mano le mie blazer e un mio reggiseno.
    • Sono queste? – disse mostrandomi le scarpe.
    • Perché hai in mano un mio reggiseno? Sei un idiota. Ridammelo subito! – dissi iniziando a sbraitare
    • Guarda che è molto bello. Insomma Mi starebbe molto bene no? – disse facendo finta di indossarlo.
    Ok il nervosismo se ne stava andando a quanto pare lasciando il posto al mio istinto omicida nei confronti di Emily ,che lo aveva lasciato entrare, e di Ashton che mi aveva rubato il reggiseno.
    • Sì ti è perfetto. Ora dammelo. – dissi avvicinandomi e riprendendomelo
    • Quanto sei scorbutica oggi! – disse iniziando a ridere
    • Ah sarei anche scorbutica? Ma stai zitto! – dissi iniziando a picchiarlo con il mio reggiseno.
    Una volta pronti trovai pronto Scott, il bodyguard, per accompagnarci.
    Non avevo la più pallida idea di dove potessimo andare. C’erano così tanti posti in cui avremmo potuto andare!
    Prendemmo un taxi per non muovere troppo il SUV che avevamo noleggiato e che ci sarebbe servito dopo per andare alla Bercy Arena, dove ci esibiremo davanti a più di 10000 persone. Domani invece saremmo andati allo Zenith de Paris con 6300 posti.
    Ashton parlava bene francese e disse tranquillamente all’autista di un taxi l’indirizzo, lui annuì e ci portò … oddio ma quella è la Tour Eiffel. Cazzo è grandissima! Ho paura solo a vederla.
    • Eccoci arrivati – disse Ashton pagando il tassista.
    • Oddio non ci posso credere. Sembrava così piccola nelle foto e invece guardala! – dissi indicando il puntino che equivaleva alla punta della Torre.
    • Ahahaha sì è enorme. Dai saliamo. Così vedrai un bellissimo paesaggio. – mi incoraggiò Ash.
    Mi prese per mano e mi trascinò dall’altra parte della biglietteria.
    • Guarda che bisogna fare i biglietti e la fila! Non possiamo salire così! – gli dissi indicando il centinaio di persone che aspettavano il loro turno.
    • Ssh! Zitta parli troppo! Lascia fare a me!
    Mi portò dietro la biglietteria. Scott ovviamente ci veniva dietro ma stava in silenzio, come se sapesse già dove stava andando a parare Ashton con tutto quel casino.
    • Buongiorno. Sono Ashton Irwin dei 5 Seconds Of Summer. Vorrei salire con la mia ragazza su. – disse ad un signore.
    • Ah forse ti ho riconosciuto. Sei quello che canterà stastera alla Bercy Arena. – disse l’uomo enorme – certo che la faccio passare.
    Davvero? Ci faceva passare? Io amavo quell’uomo! Se non fossi stata con Ash mi sarei dovuta sorbire un’ ora e mezzo di fila per salire. Il lato positivo di essere famosi.
    • Grazie mille, davvero. – dicemmo tutti e 3 insieme
    L’uomo, che aveva detto di chiamarsi Adrien, andò a dire alla sua collega della biglietteria di farci passare.  Lei annuì e aprì lo sportello dell’ascensore facendoci salire.
    Arrivammo al primo piano della torre e Ashton disse che voleva andare fino in cima. Voleva assaporare l’adrenalina dell’altezza. Io avevo paura ma mi andava bene. Sì lo so sono un’idiota, se mi fossi sentita male sarebbero stati affari miei, ma chi non vorrebbe salire in cima alla Tour Eiffel?
    • Noi vorremmo andare fino sulla punta. – disse alla macchinista dell’ascensore
    • Va bene. – disse la donna mora.
    Arrivati mi girò la testa per un attimo. Eravamo veramente in alto. Passò subito e mi resi conto che di lì si vedeva tutto. Davvero tutto. Era una cosa stupenda.
    • Wow! È una cosa stupenda! Mi piace da morire! – dissi sorridendo ad Ashton che intanto si era avvicinato a me e mi abbracciava.
    • Ok questa è una cosa un po’ strana. Io e lui eravamo solo amici. O forse non più?
    SPAZIO AUTRICE
    Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Cos'è questa cosa che non recensite più? Siete in ansia per la scuola e non trovate il tempo per leggere un capitolo? Vabbeh!
    Questo capitolo è abbastanza monotono, me ne rendo conto. Ma il prossimo sarà stupendo. è stato veramente difficile e spero che vi piaccia.
    Recensite. recensite  e recensite.
    Ila:)

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    Capitolo 29
    *** She's So Beautiful And I Tell Her Everyday ***


    CAPITOLO 27 – She’s So Beautiful And I Tell Her Everyday-
    • Sono molto felice che ti piaccia tutto questo Charlie. – disse Ash guardandomi
    • Sì. È davvero stupendo. Grazie per avermi mostrato tutto questo. Senza di te probabilmente non avrei mai visto un paesaggio così. – dissi sorridendo
    • Mi aspetti un attimo? Torno subito. – disse sciogliendosi dall’abbraccio
    È veramente strano tutto questo. Con Ashton è cambiato tutto da quando mi ha portato qua esattamente 10 minuti fa. Si è comportato da perfetto gentiluomo e da perfetto fidanzato, anche se io e lui eravamo solo amici.
    Se ne andò lasciandomi da sola ad osservare questa bellissima città. Da qui si vedevano gli Champs – Elysèes, la Senna, l’Arc Du Triomphe, insomma tutti i monumenti più belli da lì si vedevano. E io ero veramente molto felice di esserci.
    Vidi Ashton tornare con … una chitarra? Dove l’aveva trovata? Che cosa ci faceva con una chitarra in cima alla Tour Eiffel?
    • Sai Charlie – iniziò il biondo avvicinandosi piano piano a me – è da molto tempo che volevo fare una cosa del genere. E se non ne approfitto ora che siamo qua, sulla Tour Eiffel, a Parigi, una delle città più belle al mondo, sarei solo uno sciocco!
    Sentii il ritmo del mio cuore partire a razzo. Probabilmente sarebbe uscito dal mio corpo e se ne sarebbe stato a spasso sulla Senna.
    • Oddio. – riuscii a dire.
    Avevo capito tutto. Stava veramente per fare cosa avevo capito? La cosa più romantica che un ragazzo possa fare ad una ragazza?
    Iniziò a strimpellare quella chitarra acustica color panna. Il motivetto mi ricordava una canzone che conoscevo ma che ancora non riuscivo ad individuare.
    • Oh her eyes her eyes 
      Make the stars look like they're not shining. 
      Her hair , her hair 
      falls perfectly without her trying
    Appena iniziò a cantare, non potei non notare a quanto la sua voce fosse dolce.
    Con quella sua voce stupenda stava cantando una delle canzoni più belle possibili immaginabili in cima alla Tour Eiffel. C’è qualcosa che può rendermi più felice di così?
    • She's so beautiful and I tell her every day 

      I know, I know 
      When I compliment her she wont believe me 
      And it's so, it's so 
      Sad to think she don't see what I see
       

      But every time she asks me 'Do I look okay?' I say 
    Mi misi le mani alla bocca per non urlare ad Ashton che era la persona più dolce del mondo. Sentii le lacrime invadermi le guance rese rosse dal sole e lui sorrise. Forse non si aspettava una reazione simile da me a questo suo passo.
    • When I see your face 
      There's not a thing that I would change 
      Cause your'e amazing 
      Just the way you are 

      And when you smile 
      The whole world stops and stares for a while 
      'Cause girl you're amazing 
      Just the way you are 
       
    Si avvicinò e iniziò a toccarmi I capelli e, visto che non suonava perchè aveva le mani occupate, cantava acapella la canzone, rendendola ancora più emozionante. Oddio giuro che non ho mai pianto così tanto per un ragazzo in tutta la mia vita.
    • Her lips, her lips 
      I could kiss them all day if she'd let me 

      Her laugh, Her laugh 
      She hates but I think it's so sexy 
    Come era logico. In fondo era sempre Ashton, iniziò a ridere alla parola sexy, come se fosse una parolaccia. Io iniziai a ridere come lui.
    • She's so beautiful and i tell her every day
    Ashton mi diede un bacio sulla guancia dopo questa frase e io arrossii molto violentemente.
    • Oh you know, you know, you know I'd never ask you to change 
      If perfect is what you're searching for 
      Then just stay the same 
    Questa canzone è già molto dolce di suo, immaginatevi quel gran figo di Ashton Fletcher Irwin che ve la dedica.
    • So don't even bother asking if you look okay 
      You know I say 
    Riiniziò FINALMENTE a suonare la chitarra, perchè era insostenibile per le mie povere emozioni di sentire Ashton che cantava a 2 cm dalla mia bocca acapella Just The Way You Are.
    • When I see your face 
      There's not a thing that I would change 
      Cause you're amazing 
      Just the way you are 

      And when you smile 
      The whole world stops and stares for a while 
      'Cause girl you're amazing 
      Just the way you are 
    Dovrebbero far santo Bruno Mars solo per le canzoni che fa.
    • The way you are 
      The way you are 
      Girl you're amazing 
      Just the way you are 

      When I see your face 
      There's not a thing that I would change 
      'Cause you're amazing 
      Just the way you are 

      And when you smile 
      The whole world stops and stares for a while 
      'Cause girl you're amazing 
      Just the way you are 

      Yeaaaah
       
    Una volta finita la canzone Scott, la guardia del corpo, prese la chitarra e la riportò dove l’aveva presa Ashton prima lasciandoci finalmente un po’ di pace per farmi chiarire tutto il casino che avevo in testa in questo momento
    • Oh mio Dio Ash grazie. Non mi merito tutto questo – dissi scuotendo la testa
    • Sai, è veramente molto tempo che volevo dirtelo. Diciamo che è dal nostro “incontro segreto” quella notte a casa di Luke – disse iniziando ad arrossire – tu mi piaci Charlie e vorrei essere più di un amico per te.  Vorrei essere il tuo ragazzo.
    Allora stavo per collassare a terra. Ashton Irwin si era appena dichiarato a me in cima alla Tour Eiffel.
    Luke con me è stato dolcissimo. Mi ha aiutato a passare la paura degli aerei e mi ha sempre sostenuto ma Ashton è stato veramente romantico ad organizzare tutto questo, solo per me. Quindi vuol dire che ci tiene veramente molto a me.
    • Sì Ashton, mi piacerebbe molto diventare la tua ragazza. – dissi sorridendo.
    • Davvero? Cioè ok! – disse sorridendo e avvicinandosi a me mi baciò.
    Quel bacio, ovviamente non era il primo, ma è stato qualcosa di diverso. Non avevo mai provato prima tutte le sensazioni che avevo dentro dopo il nostro contatto. Era un enorme mix di eccitazione e felicità. Ma anche di preoccupazione. Preoccupazione sì. Avevo sempre diffidato a mettermi insieme ad un ragazzo per paura che poi succedesse come a mamma e … Jeff. Ovvio non siamo sposati e non abbiamo una figlia, ma so che Ashton non mi abbandonerebbe mai.
    Ci allontanammo leggermente.
    • Wow. Cioè è-è stato troppo … wow! – disse iniziando a balbettare e a cercare di formulare una frase di senso compiuto, un po’ come me del resto.
    Risi. Era molto buffo e il suo imbarazzo lo faceva sembrare una persona vera, non come quelli che si vedono alla televisione o nelle fan fiction che sembrano dei palloni gonfiati e che non arrossiscono mai e non piangono mai. Lui non era così. E per questo ero molto felice della scelta che avevo fatto.
    • È- È stato veramente … - iniziai
    • … bellissimo – concluse lui
    Ho sempre ritenuto che la cosa più dolce in una coppia fosse, non il baciarsi in sé, ma il completarsi a vicenda delle frasi. Era segno che pensavano la stessa cosa e che quindi erano perfetti l’uno per l’altra. Il fatto che fosse appena successo con Ashton mi aveva reso particolarmente felice.
    • Grazie. – dissi rivolgendomi al mio ragazzo? Sì al mio ragazzo.
    Non riuscii a dire altro. Infatti Ashton mi guardò con aria perplessa.
    • Aspetta …  tu ringrazi me? Dovrei essere io a ringraziare te. – disse
    Oddio che dolce che era.
    • No. Grazie a te. Per tutto questo. Un ragazzo non mi aveva mai fatto una cosa del genere. Sono rimasta scioccata di ogni piccola cosa che hai fatto per me oggi. – dissi
    Rimasto senza parole da quello che mi era appena uscito dalla bocca, mi baciò di nuovo. Stavolta l’imbarazzo di Ashton era sparito, lasciando posto a un sacco di dolcezza. Rese questo bacio, forse anche migliore di quello precedente.
    • Guarda quanto è bello il paesaggio. – dissi girandomi verso Parigi.
    • Niente sarà mai bello come te – disse Ashton abbracciandomi da dietro
    Oh porca vacca. Mi dovranno portare all’ospedale per eccesso di zuccheri da un momento all’altro. E non mi sembra il caso di iniziare una relazione con Ash con uno svenimento.
    Diedi voce a tutti i miei pensieri contrastanti di quel momento
    • Ma ora che stiamo insieme, come faremo con Luke? – chiesi – non voglio perdere il rapporto che ho con lui. E poi viviamo nella stessa casa.
    Anche se non si era dichiarato, tra me e Luke si era creato un bellissimo rapporto. Sì, forse era più un rapporto tra fratelli, ma era comunque un rapporto speciale. E in una relazione andava comunque messa in conto. Se la relazione tra me e Ashton fosse durata dopo il tour, dovevo comunque tornare a vivere a Syndey con Luke e mia mamma.
    • Se è quello il problema, lo diremo a Luke in privata sede, non con gli altri. Ah sì! Bisogna avvertire Zoe di questa relazione in modo che non succeda come al Good Evening Sydney – disse tornando serio
    • Certo. – dissi annuendo
    Lui mi prese e mi baciò di nuovo. Ah sì in tutto questo Scott era tornato ma era rimasto abbastanza lontano lasciandoci un po’ di privacy.
    Erano ormai le 5, quindi dovevamo avviarci all’hotel per poi andare alla Bercy Arena per la mia prima volta su un palco conosciuto a livelli nazionali e internazionali.
    • Ehm, Ashton, dovremmo andare – dissi guardandolo
    Sbuffò ma poi scendemmo.

    SPAZIO AUTRICE
    Eccomi di nuovo:) Allora, questo capitolo penso che sia probabilmente il mio preferito finora. Forse perchè penso che Ashton sia stato veramente dolce negli ultimi capitoli.
    Cosa ne pensate della nuova coppia? Fatemelo sapere. Ci tengo veramente molto.
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 30
    *** Questioni Di Cuore e ... Di Altezze ***


    CAPITOLO 28 –Questioni di cuore e di … altezze-
    • Allora come è andata l’uscita? – mi chiese Emily appena varcai la porta della stanza
    • Sì è messo il mio reggiseno – dissi scherzando. La volevo tenere sulle spine fino in fondo
    • Che cosa? – chiese confusa
    • Hai capito bene tesoro. Tu lo hai fatto entrare e lui si è messo il mio reggiseno mostrandomi quanto è figo con il mio reggiseno addosso
    • Ooh. Capito. E come stava – chiese
    • Stai scherzando? Sei impazzita? Come vuoi che stia Ashton con un reggiseno a pois bianco e nero? – chiesi molto sarcasticamente
    • Molto bene starebbe. Vorrei che a indossarlo fosse Aaron. Così capirebbe una volta per tutte che la vita di una donna non è così semplice senza avere un fidanzato accanto che ti tira su di morale – disse iniziando a intristirsi
    Lei aveva dei problemi con Aaron. Non potevo spiatterlarle davanti la mia nuova relazione con Ashton quindi optai per ometterla. Solo fino a che la sua situazione sentimentale non si fosse sistemata.
    • Che cosa è successo? Ne vuoi parlare? – chiesi sedendomi sul letto ancora ricoperto da alcuni vestiti da sistemare
    • Ehm, lui è geloso. Ha paura che io in questi giorni in giro per il mondo possa tradirlo con qualcuno. Ma sinceramente ne ho molta paura anche io. Lui oltretutto è barista in un pub che è aperto tutte le sere. Si potrebbe trovare una bella biondona pure rifatta, magari ubriaca e scema e lui se la porta a letto direttamente. – disse iniziando a disperarsi
    • Dai, tranquilla. È il rischio di avere una relazione a distanza. Entrambi vi dovete fidare l’uno dell’altro. Se no è normale che le relazioni finiscano così presto. Ora prendi il telefono, lo chiami e gli dici che lo ami e che ti manca. – dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo
    • Ti sei letta un manuale intero sulla filosofia dell’amore mentre eri fuori con Ashton? A proposito mi devi raccontare ogni minimo dettaglio di questa storia. – disse
    • Prima chiami Aaron. Che io devo andare da Zoe per scegliere come vestirmi – la avvisai uscendo dalla porta.
    Era rimasta senza parole dalla mia uscita. Me lo aspettavo. Ma prima risolveva con Aaron, prima le avrei detto di me e Ash.
    Uscendo mi trovai davanti Luke e Ashton che stavano andando insieme da Zoe, probabilmente per il mio stesso motivo
    Salutai entrambi. Facendo attenzione a non lasciar trasparire la mia felicità di rivedere il mio ragazzo.
    • Cosa hai fatto oggi pomeriggio Luke? – chiese Ashton per aprire una conversazione
    • Mi sono rilassato. Ho guardato un film con Michael, che si è addormentato a metà film. – disse il biondo iniziando a ridere – a volte mi sorprendo di come faccia a tirare fuori tutta quella grinta sul palco se di solito non fa altro che dormire.
    Iniziammo a ridere tutti. Michael riusciva a farci ridere anche se non era presente.
    Arrivati da Zoe. Entrammo, trovandola indaffarata a sistemare gli ultimi fogli. Davanti a lei c’era una rella di vestiti divise in diverse buste di cellophan contrassegnate da etichette enormi. Cercai di individuare la mia ma era coperta da quella di Michael.
    • Eccovi qua. Allora. Charlie. Prova questo. – disse dandomi la mia busta – Luke, questa è la tua. Provala. Tu Ash fai lo stesso.
    Ci mandò ognuno in una stanza diversa. Io lo guardai. Era un vestito abbastanza semplice. Ma temevo per le scarpe. Era un vestito troppo semplice per essere indossato con delle converse quindi … tacchi? Sinceramente spero di sbagliarmi.
    Lo misi e lo osservai. Era veramente stupendo. Era bianco sul corpetto e la gonna era rosso fuoco, era comunque abbastanza corto. Arrivava a metà coscia. Era stretto sul corpetto e poi era scivolato nella parte della gonna. Uscii e vidi Ashton e Luke a bocca aperta. Zoe sorrideva per l’espressione da ebeti dei ragazzi.
    • Charlie sei stupenda. Ma ora le scarpe. Ti dispiacerebbe provarti queste? -  disse porgendomi dei tacchi bianchi
    • Ah bene. Tacchi. Me lo immaginavo. Ma se poi cado? – chiesi preoccupata
    Vidi Ashton e Luke ridere sotto i baffi. Dovevano avere visto la mia faccia quando Zoe aveva tirato fuori quei trampoli su cui avrei dovuto stare per un bel po’ di tempo.
    • Vedrai. Non cadi. Provali. – disse dandomele
    Le misi e mi ritrovai più altra di 10 cm. Ashton si mise le mani nei capelli. Sapevo a cosa pensava. “come faccio ora che è più alta di me?” ma ovviamente non poteva esprimersi. Luke era presente.
    • Come sono? – disse Zoe impaziente
    • Comodi e … alti – dissi iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza
    Non era la prima volta che indossavo i tacchi. Ma dall’ultima volta che me li ero messi era passato molto tempo e dovevo assicurarmi di saperci camminare.
    • Ok ora puoi ricambiarti. Dovete tutti fare il sound-check. Quindi ridatemi tutto. E andate a prepararvi. Anche mentalmente.
    Dalla prima volta che l’avevo conosciuta, Zoe era molto cambiata. Anche nei miei confronti. Si era ammorbidita. Certo era sempre l’acidità in persona ogni tanto, ma per il resto era molto più dolce. Forse è anche grazie a lei che avevo i nervi saldi per questa avventura. Forse la dovrei solo ringraziare.
    Mi cambiai rimettendomi i jeans bianchi e la maglia nera dell’Hard Rock London. Misi le mie immancabili converse bianche e uscii. Luke se n’era andato. Ashton era lì ad aspettarmi. Forse era arrivato il momento di parlarle di noi due. Prima che fosse stato troppo tardi.
    • Ehm, Zoe, io e Charlie ci siamo messi insieme. Volevamo che tu lo sapessi. – disse senza un minimo di tatto Ashton
    • Ok. Grazie mille per avermelo detto. Comunque fate in modo che questa cosa con sconvolga gli equilibri che si sono formati nella band. E ne parlerò con gli altri manager e vi farò sapere cosa abbiamo deciso riguardo alla stampa. Perché ovviamente dobbiamo decidere se, come e quando dirlo ai giornali.
    • Ah va bene. – dissi io perplessa.
    Sinceramente? Mi aspettavo una reazione diversa da Zoe, del tipo “siete degli irresponsabili, ora succederà solo un casino nella band. E tutto per colpa vostra!” e invece ha reagito in modo molto soft. Forse troppo per una donna come lei.
    Ce ne andammo entrambi senza parole.
    • Allora ci vediamo dopo? – disse Ashton lasciandomi un tenero bacio a stampo sulla bocca
    • Certo. Devo controllare una cosa con Emily e poi esco. – dissi sorridendo al nostro nuovo contatto
    • Bene. Ciao. – disse andandosene
    • Cos’è vai via così? – gridai mettendo un finto broncio
    Tornò e mi diede un bacio molto dolce. Oh mamma stavo in paradiso praticamente.
    • Via ora devo andare veramente. Poi se no spunta qualcuno e siamo nel casino – dissi andandomene
    Vidi arrivare Emily saltellando gioiosa per il corridoio dirigendosi verso la camera di Joseline. Potevo benissimo non chiederle se era andato tutto bene con Aaron perché tanto lo vedevo benissimo che era esaltata.
    • Che è successo? – dissi fermandola con una mano e facendola arretrare di qualche passo
    Era talmente eccitata che nemmeno mi aveva visto probabilmente.
    • Ho sistemato tutto con Aaron. Mi ha chiesto scusa e mi ha detto che quando ha detto quelle cose perché aveva appena litigato con Nathan, il suo capo. Ha scoperto di quello che è successo sul retro del palco quando hai cantato al “Madison”. Gli ha detto di tutto e lui l’ha licenziato. – disse
    • Oh mio Dio. Mi sento così in colpa nei suoi confronti. Non ha più un lavoro per quello che è successo a ME! – dissi mettendomi le mani nei capelli
    • Ma cosa dici! È stato solo un bene! Non sai come Nathan trattava Aaron! Era diventato una specie di tiranno. – mi rispose rassicurandomi
    • Dai ora andiamo che mi devi sostenere – dissi alzandomi e avviandomi in camera per prendere il cellulare
    Scendemmo e ci trovammo con gli altri.
    • Salite sulla macchina. Veloci che è tardi. – disse Zoe irritata
    • Va bene, cavolo. Rilassati. – disse Calum
    Ci fu un assalto da parte dei paparazzi fuori dall’hotel. Non me lo aspettavo quindi diciamo che rimasi accecata dai flash delle macchine fotografiche.
    • Charlie, Charlie, è cambiato qualcosa dal bacio con Luke? – chiese un giornalista con i capelli corti e brizzolati da dietro gli occhiali dalla montatura tonda.
    • No. non è cambiato assolutamente nulla – intervenne Ashton
    Lo ringraziai mentalmente. Salimmo sul SUV nero.
    • Wow. È stato così strano – dissi battendo gli occhi molto velocemente
    • Ora sai che la vita dei “VIP” non è così semplice. Paparazzi ovunque – disse Calum
    • Im your biggest fan I'll follow you until you love me papa-paparazzi, baby there's no other superstar that know that I'll be papa-paparazzi – ovviamente poteva mancare Michael che, prima del concerto cantava Paparazzi di Lady Gaga? Ovvio che no!
    • Eddai smetti! – disse Luke dandogli una pacca sulle gambe
    Eravamo arrivati all’Arena. Era veramente enorme. Da fuori sembrava che un campo da tennis si fosse alzato circondando le tribune. Mi piaceva veramente tanto il design dell’arena. Ci fecero posizionare negli spogliatoi.
    • Tra poco ci sono i sound-check quindi preparatevi. Charlie tu sarai la prima.
    Queste parole di Zoe mi avevano messo molto in ansia. Era il mio primo sound-check. Cosa sarebbe successo.

    SPAZIO AUTRICE
    No ok il capitolo fa schifo. Mi dispiace un sacco ma sono impegnatissima tra la scuola e altri impegni. Questo è anche un capitolo di passaggio quindi è normale che sia veramente terribile. 
    Premetto che con l'inizio della scuola non so quanto riuscirò a pubblicare ma cercherò ovviamente di fare il possibile.
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 31
    *** Oblìo ***


    CAPITOLO 29 – Oblìo -
    Mi avvicinai a Ashton che stava parlando con Luke.
    -       Sono in ansia. Aiutami. Non so come fare. – dissi
    -       Ehi Zoe possiamo venire a vedere Charlie che prova? – disse indirizzando le sue parole alla manager
    -       Ehm, d’accordo. – disse sorridendo
    Forse era cambiata talmente tanto che era felice che i ragazzi potessero darmi una mano.
    -       Ok. Perfetto. Grazie mille. – disse Luke sorridendo.
    Dovevo scegliere una canzone da cantare per il sound – check e poi dovevo ripassarmi bene le parole delle canzoni che avrei cantato.                                                                                                                                                                                                                 ***
    -       Charlie sei pronta? – chiese Zoe entrando nel camerino con in mano i vestiti e i miei tacchi.
    -       Ehm, sì sono pronta. Andiamo. Potrei passare a dirlo ai ragazzi? – chiesi.
    -       Sì vai pure. Ti aspetto nel dietro le quinte.
    -       Grazie mille.
    Mi affacciai nel camerino dei ragazzi e notai che c’era solo lui che stava dando le direttive a Patrick su come acconciargli i capelli.
    -       Oh tesoro. Sarebbe fa-vo-lo-so se tu facessi una cosa del genere! – disse ridendo Patrick.
    -       Sì lo so Patrick. L’ho deciso io … Ehi. Entra Charlie. – disse prima atteggiandosi e poi sorridendomi e mostrando le sue fossette stupende.
    Non sapevo come comportarmi. Fortunatamente ci pensò lui a darmi un bel bacio.
    -       Oh mio Dio! Che dolci che siete! – disse Patrick con una mano davanti alla bocca
    Ridemmo entrambi.
    -       Vieni a vedere le prove? – chiesi
    -       Che domande sono? Certo che vengo. – disse alzandosi e prendendomi una mano
    -       Menomale! – dissi stringendogliela più forte.
    Arrivati dietro le quinte mi resi conto che era praticamente un salotto. Avete presente quelli di X-Factor? Bene identici. Solo che c’erano anche molte poltrone di pelle color crema e poi c’era una televisione per vedere ciò che succedeva sul palco senza dover stare troppo vicino al palco.
    Zoe mi incoraggiò a salire sul palco. Voleva vedere come avrei reagito alla vista del palco.
    Fortunatamente Ash si offrì di accompagnarmi.
    -       Oh cazzo. Tutto questo sarà completamente pieno? –dissi vedendo come prima cosa la platea
    Ero rimasta praticamente a bocca aperta per la quantità di posti (e di persone quindi) che erano presenti in quel posto. Saranno 10000 persone!
    -       Ehm, sì. – disse ridendo per la mia faccia
    -       Allora Charlie sei pronta? – intervenne Zoe facendo scendere Ashton
    -       Sì. Possiamo andare. – dissi sorridendo
    -       Prego vada pure con la prima base. Grazie. – disse Zoe al buio. Dietro ci doveva essere un uomo che avrebbe mandato la prima delle 12 basi delle canzoni che avrei cantato.
    Capii subito che avrei provato l’intera scaletta anche se mi accorsi dalla seconda canzone in poi che non seguivano  l’ordine che avevamo deciso con i manager. Avevo chiesto a Zoe di poter cantare una canzone particolare della scaletta perché la volevo dedicare ad Ashton e lei mi aveva risposto che avrebbe fatto il possibile. Riconobbi che invece era Titanium di David Guetta.
    I primi versi della canzone li avevo cantati veramente piano perché mi dovevo ambientare al nuovo luogo. Forse troppo. Se fossi stata una vera cantante avrei iniziato a cantare senza emozione nella voce. Soprattutto se cantavo una canzone come Titanium dove le note sono altissime, soprattutto nel ritornello.
    Nel ritornello mi sciolsi molto, era anche il momento di trovare la voce e non sembrare un’idiota che canta canzoni che non erano alla sua portata. Prima di oggi avevamo già provato diverse volte le canzoni anche con Zoe presente e avevano detto tutti che la canzone mi veniva bene abbastanza da essere cantata davanti ad un pubblico così vasto come quello di stasera.
    Dopo la prima parte della canzone un po’ incerta mi ero ripresa e stavo cantando con tranquillità.
    I riflettori che lo staff aveva messo erano molto belli. Cambiavano colore a seconda del ritmo della canzone e quando era più alta la nota. A volte erano blu, altre volte erano bianchi e fissi.
    Vedevo Ashton che rideva e poi vidi che c’erano anche Luke, Emily, Calum e Michael. Perché Ashton ride sempre? Sono così buffa quando canto?
    Finita Titanium sapevo che Ashton avrebbe riconosciuto la canzone che stavo iniziando a cantare. Era la nostra canzone. Era Just The Way You Are.
    Dalle prime note capii che ci avevo azzeccato in pieno e che, anche se non lo dava a vedere, Ashton era veramente felice della mia scelta.
    Ormai mi ero ambientata al palco quindi ero tranquilla. Questa canzone era così bella per me che la cantai con tutta l’emozione che ci avrei potuto mettere.
    Cantai tutte le canzoni con naturalezza, vedevo i ragazzi, Emily e Zoe che sorridevano e che erano felici di come stavo cantando.
    Arrivammo alle ultime 2 canzoni. Erano Boom Clap di Charlie XCX e Stronger di Kelly Clarkson. Erano le canzoni che aspettavo di più a cantare perché mi piacevano tantissimo. Forse erano le mie canzoni preferite della scaletta. Ovviamente dopo Just The Way You Are.
    Doesn't mean I'm lonely when I'm alone 
    Not alone
    Le Ultime note di Stronger significavano la fine delle prove. Zoe mi fece segno che era stato tutto perfetto e i ragazzi ridevano e applaudivano. Ma ora era il momento delle loro prove. Avevo chiesto in precedenza a Zoe di rimanere a vedere almeno una loro canzone e poi sarei andata con Emily a prepararmi.
    Luke, Michael e Calum si avvicinarono al microfono mentre il mio ragazzo figo si era messo alla batteria.
    -       Dopo la grandissima esibizione di Charlie, proviamo a fare altrettanto ok? – disse Luke sorridendo - Questa è Never Be, signori e signore
    Vidi Ashton diventare una belva quando capì che quella canzone poteva essere un problema. Se Luke provava veramente qualcosa per me, non avrebbe aspettato altri momenti per dedicarmi una canzone come Amnesia o Never Be. Lui mi guardava e io gli intimavo di stare tranquillo. Emily mi toccò una spalla come per rassicurarmi, come se sapesse di me e Ash (cosa che in realtà non era vera!). Forse era veramente arrivato il momento di dirle delle novità che c’erano nella mia sfera sentimentale, perché una migliore amica non si comporterebbe così. Prima di dirlo a Zoe io e Ash avremmo dovuto parlarne con Luke e Emily per farci dare dei consigli. Decisi, quindi, che una volta arrivate nei camerini avrei dovuto spiegarle cosa succedendo.
    I wanna hold you hold you all night 
    I wanna tell you that you're all mine 
    P. o. V. Luke
    Avevo scelto la canzone più adatta al momento. Avrei dedicato a Charlie Never Be per potermi dichiarare prima che lei potesse salire sul palco e cantare le sue canzoni. Poi se no sarebbe stato troppo tardi: non avrei avuto più il coraggio di dirle cosa provavo e lei si sarebbe fidanzata probabilmente con Ashton, che aveva più coraggio di me in queste cose.
    Vedevo la preoccupazione nei suoi occhi. Forse non era sincera con me. Forse non mi diceva la verità e magari si era fidanzata con qualcuno prima di partire, come aveva fatto Emily. Spererei di no. Non sono cattivo, ma se fosse fidanzata in questo momento, farei qualsiasi cosa per farla lasciare perché voglio stringerla tutta la notte e voglio dirle che è tutta mia.
    Mi sento ancora in colpa per tutto quello che le avevo fatto passare dopo l’intervista al Good Evening Sydney. L’ultima cosa che avrebbe voluto sapere era che non avevo provato nulla durante quel bacio. Probabilmente una delle bugie più grosse che ho mai detto nella mia vita. Perché in realtà è da quel bacio che mi sono innamorato di lei. È da quel momento che ho capito che non dovevo lasciarmela scappare.
    Ma, anche se sono una star internazionale, sono pur sempre un ragazzo di 18 anni, insicuro e con problemi di autostima. Come ogni adolescente che si rispetti. E non ho mai avuto il coraggio di spiegarle che non la vedevo più come un’amica.
    Ma dovevo parlarle. E avevo deciso. Prima del concerto le avrei detto tutto. Mancavano solo un paio d’ore e io avrei fatto un grande passo avanti, per la mia autostima e per la mia situazione sentimentale.
    We'll never be as young as we are now
    Its time to leave this old black & white town 
    Lets seize the day, lets burn away 
    Don't let the colours fade to grey


    P. o. V. Ashton
    Conoscevo bene le intenzioni di Luke. Probabilmente avrebbe detto tutta la verità a Charlie. Charlie era debole e fragile e tutto questo casino nella sua testa le avrebbe fatto male alla concentrazione pre – concerto quindi dovevo fare in modo che Luke quantomeno si dichiarasse a Charlie dopo il concerto o, ancora meglio, non si dichiarasse mai.
    Conoscevo i suoi sentimenti nei confronti di Charlie. Avevamo fatto un patto prima di diventare una band affermata, secondo il quale, non avremmo MAI dovuto litigare per una ragazza, perché la nostra amicizia e la band erano più importanti di qualunque altra cosa. Continuo a pensarla così ma la ragazza è Charlotte, la ragazza che verrà con noi in tour. Come avremmo sistemato la cosa senza litigare e senza rovinare tutto? Era veramente difficile.
    Ma io sicuramente non avrei rinunciato a Charlie. Avrei fatto in modo che potessi ottenere entrambe le cose. Beh, una delle due ce l’avevo già. Io e Charlie stavamo insieme e questa era la cosa più importante finora. Al resto penseremo più tardi.
    Eravamo tutti nell’oblìo tra la felicità e la sofferenza.

    As young as we are now

    SPAZIO AUTRICE
    Come è andato il vostro primo giorno di scuola? Il mio è andata abbastanza bene anche se mi sono dovuta svegliare alle 7 di mattina. 
    Ringrazio quel film stupendo che è Colpa Delle Stelle perchè mi ha dato l'idea per il titolo del capitolo. Spero  che ci dica. Secondo me ci sta a pennello. Secondo voi?
    Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
    Alla prossima, che non so quando sarà!
    Ila:)

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    Capitolo 32
    *** For The First Time ***


    CAPITOLO 30 – For The First Time -
    P. o. V. Charlotte
    • Inizia a prepararti Charlie. Vai con Emily. – disse Zoe una volta finita Never Be
    Ero molto preoccupata per tutto quello che sarebbe successo stasera. Sinceramente mi aspettavo una serata diversa. Molta tranquillità. Non mi aspettavo assolutamente tutta la tensione che si palpava nei camerini prima del concerto. Certamente non mi mette di buon umore e non mi tranquillizza. Soprattutto ora che avrei detto tutto a Emily.
    • Mi spieghi cosa è successo di sopra? Ashton era praticamente pronto ad uccidere Luke prima! – mi chiese Emily mentre entravamo nel camerino
    • Penso di saperlo. Siediti. Devo dirti una cosa veramente importante. – dissi
    La vidi impallidire.
    • M - Mi inizio a p-preoccupare Charlotte. Sbrigati. Ti prego. – disse balbettando. Cosa che faceva quando era nervosa.
    • No. Tranquilla. Hai presente quando Ashton mi è venuto a prendere? – iniziai il discorso
    • Non è successo solo il discorso del reggiseno vero? – disse
    • Ahahah no. Mi ha portato sulla Tour Eiffel. È stato dolcissimo. E, mentre eravamo lassù mi ha cantato Just The Way You Are di Bruno Mars. E si è dichiarato. Mi ha detto che aspettava da tanto questo momento. E poi ci siamo baciati. – dissi sorridendo, sognando ad occhi aperti e ricordando tutto
    • Aww ma che dolce che è stato! Insomma ha fatto le cose non in grande, di più! Perché non me lo hai detto prima? – chiese
    Insomma mi sono preoccupata per niente?
    • Non c’è stato tempo. Poi quando ci siamo incontrate, tu stavi male per Aaron e io non potevo farti vedere quanto ero felice di questa cosa mentre tu eri triste per la stessa cosa. – dissi
    • Grazie. – disse semplicemente. Mi abbracciò.
    • Dai ora vai a chiamare Joseline. – dissi sedendomi sulla poltrona.
    • Ok
    Dopo nemmeno 2 minuti erano arrivati tutti. Joseline si avvicinò con il suo staff.
    • Tesoro oggi diventerai … riccia! Ti piace l’idea? – disse Joseline prendendo in mano un arricciacapelli
    • Sì. Riccia! Ho sempre voluto esserlo! Odio questi spaghetti che ho al posto dei capelli. – dissi ridendo
    • Sai che le ricce darebbero di tutto per avere questi “spaghetti” come li chiami tu. – disse facendo in modo che i miei capelli diventassero delle onde voluminose. – Pronta!
    Erano passati 5 minuti! Wow era velocissima. Ci ero rimasta di stucco.
    • Ti piace? – mi chiese
    • Non mi ero ancora mai vista riccia – risposi ridendo
    Spuntò una testa rossa dalla porta.
    • Ehi ragazza fidanzata, come va? – chiese Emily
    • Bene. Ti piaccio riccia? – chiesi
    • Stai benissimo cara. Complimenti. – rispose. – ora zitta e lasciati truccare da un’ esperta.
    • Modestia a parte… - dissi sarcasticamente
    • Se non stai zitta ti faccio sembrare un pagliaccio. Talmente brutto che ti daranno un contratto per le feste di compleanno dei marmocchi. – disse iniziando a ridere
    • Ok.  Va bene. – dissi arrendendomi
    Mi truccò con un po’ di eye-liner nero e un sacco di mascara come piace a me. Poi decise di mettermi un lucidalabbra a lunga tenuta color ciliegia dicendo che “sarebbe dovuto resistere a tanto sudore ma soprattutto molti baci”. A questa sua affermazione ricevette un ceffone sulla nuca.
    • Posso entrare? – chiese Ashton entrando.
    • Certo. Vieni pure. – dissi
    • Possiamo parlare io e te da soli? – chiese impaziente
    • Ok allora me ne vado. Ciao splendori! – disse Emily uscendo dal camerino
    • Dobbiamo assolutamente parlare con Luke di noi. Adesso. Prima del concerto. – disse prendendomi le mani
    • Perché tutta questa impazienza? È successo qualcosa? – chiesi impallidendo
    Odiavo quando faceva il misterioso e voleva che facessi delle cose.
    • No, ma è necessario che glielo diciamo. Non mi sembra giusto nei suoi confronti. – disse sorridendo e premendo le sue labbra sulle mie dolcemente
    • D’accordo. – dissi arrendendomi
    Uscimmo e ci scontrammo letteralmente con Luke.
    • Oh, ehm, scusa. – disse lui imbarazzato.
    • Senti, devo parlarti. Assolutamente. Adesso. – iniziò Ashton
    • Beh, peccato che io debba parlare da sola con Charlie. – disse irritato Luke
    Allora, non può succedere. Mancano 2 ore al concerto e loro sono sul punto di litigare. Per colpa mia.
    • Dai, vieni. Tanto deve parlarti anche lei quindi entra in questo camerino e ascoltami. – disse sempre più irritato il mio ragazzo.
    Lo vidi entrare nel camerino. Fermai Ashton e gli chiesi di usare tatto. Non volevo che glielo dicesse come aveva fatto con Zoe. Lui mi rispose “Ovviamente” come se non sapessi che glielo avrebbe detto.
    • Allora, sai che  ho sempre provato qualcosa per Charlie e te l’ho detto svariate volte che ci avrei provato, qualunque cosa potesse succedere, e … l’ho fatto. Mi sono dichiarato. Gliel’ho detto. E probabilmente è stata una delle cose che ho fatto meglio nella mia vita, di cui sono più orgoglioso. – disse Ashton
    • Ehm, ti ringrazio per avermelo detto. – disse semplicemente Luke
    P. o. V. Luke
    • … di cui sono più orgoglioso. – mi disse Ashton
    Ecco, lo sapevo. Era troppo tardi. E ora come avrei fatto? Tanto Charlie ormai era impegnata. Non aveva più senso stare male per una ragazza che tanto sta già con qualcun altro. Decisi quindi di mollare tutto e fare le mie congratulazioni ai ragazzi anche perché non avrei potuto fare altro in questo momento.
    • Ehm, ti ringrazio per avermelo detto. – dissi – e sono molto felice per voi.
    • Davvero? – vidi Ashton con gli occhi sbarrati e stupiti.
    • Sì insomma. Sono cose vostre. – dissi in imbarazzo
    Rimasero di sasso. Sapevo che non si sarebbero aspettato una cosa del genere uscire dalla mia bocca, ma è così. E basta. Ormai ci posso perdere le speranze perché ormai sono destinato a stare da solo.
    • Ehm, dovevi dirmi qualcosa? – chiese Charlie ricordandosi di prima
    • No … cioè sì … non è più importante ormai. Tranquilla – dissi impappinando e scuotendo velocemente la testa.
    • Ehm, ok. – rispose
    Sapevo esattamente cosa stava pensando. Non ci credeva. Ero sicuro al 100% che avrebbe voluto sapere tutta ma dico TUTTA la verità su questa vicenda. Ma decisi che era arrivato il momento di pensare all’esibizione. A tutto il resto avrei pensato dopo.
    P.o.V. Charlotte
    Penso che Luke mi creda un’idiota o una scema. Pensa che io mi beva la sua storia e che non me ne possa importare di meno di tutto quello che è successo in questi giorni. Ma non è così. Dopo le esibizioni torneremo ai nostri problemi.
    • Sono le 19 30. Tra esattamente 30 minuti avvererai il tuo sogno. Ti esibirai per la prima volta davanti a un sacco di gente. Ti rendi conto? – chiese Ashton
    • Sì. è veramente incredibile. Se me lo dicessero non ci crederei. – dissi iniziando a ridere
    • Lo so. Se ripenso a tutto quello che è successo finora con la band potrei morire dalla gioia. – rispose prendendomi le mani.
    Mi lasciò un tenero bacio sulle labbra e se ne andò dicendomi che doveva parlare con Calum per delle cose top – secret per la band.
    Spero che tutto questo attrito che si era formato tra Luke e Ashton non rovinasse tutto il tour. Sarei stata solo male se fosse stata solo colpa mia. Cosa che in realtà è. È solo la prima tappa del tour e ½ band è nervosa tra loro. Possiamo dire che partiamo bene.
    • Charlie,  10 minuti e vai in scena. – mi disse Zoe preparandomi
    • Ok. Grazie. – dissi sorridendole
    Dal mio sorriso Zoe poteva aver benissimo capito quanto io fossi nervosa per questa cosa per me nuova. E se alle fan non fossi piaciuta? Se invece di applaudire mi avessero tirato addosso i pomodori? Se mi avessero odiato perché passo un sacco di tempo con i loro “amori”. Queste erano solo 3 delle 800 domande che mi frullavano in testa come farfalle. Facevano tantissimo rumore facendomi venire l’emicrania.
    Vidi Ashton venirmi vicino e iniziare a massaggiarmi le spalle, cosa che faceva sempre quando stavo iniziando a innervosirmi.
    Se non ci fosse lui in quel momento, probabilmente avrei preferito andare a sbattere contro un palo e perdere i sensi piuttosto che affrontare tutto questo.
    • Mancano 5 minuti. Saluta Emily, Sali sul palco e spacca. Possibilmente se potessi non spaccare la mia batteria, te ne sarei grato. – disse ridendo nell’ultima parte della frase
    Non riusciva a stare serio, non riusciva a farmi concentrare. Forse era una cosa positiva, sarebbe stato peggio stare troppo concentrata sul fatto che tra nemmeno 5 minuti sarei salita su un palco davanti a un sacco di gente.
    • Dai. Ora Sali. Queste scale e canta come hai cantato prima al sound- check. Vedrai ti adoreranno – disse Ash sorridendo e mostrandomi le sue bellissime fossette.
    Le fossette di Ashton furono l’ultima cosa che vidi prima di venire letteralmente accecata dai riflettori. Non mi ricordavo fossero così forti. Avevo bisogno di un paio di occhiali da sole.
    In un intervista dei One Direction, Liam Payne aveva detto che, una volta saliti sul palco, non sentivano più niente. Solo adrenalina. Adrenalina allo stato puro. Successe la stessa cosa a me in quel momento. Tutta la tensione e la fifa che avevo accumulato nel back-stage era svanita come per magia, trasformandosi in adrenalina e irrequietezza. Aspettavo solo di poter cantare la prima canzone. Aspettavo Heart Attack di Demi Lovato.
    Finalmente notai quanto fosse grande e quanto fosse piena l’arena dove mi stavo esibendo. Mi sembrava di essere in uno stadio un po’ più piccolo del solito ma sempre uno stadio sembrava.

    Riuscii a notare alcune delle fan dei ragazzi che cantavano e che erano felici di vedermi cantare. Mi faceva molto piacere vederlo.
    • Buonasera Parigi!! Sono Charlotte. Grazie per essere qua e divertitevi! – urlai alla folla che urlò dalla gioia
    Ero felice di sentire che sul ritornello le fan cantavano con me. Sentivo ogni singola voce di ogni singola ragazza. E ognuna di loro mi rendeva felice a modo suo.
    Quando andai al concerto degli One Direction a Wembley pensavo che I ragazzi dal palco non sentissero e non vedessero niente di quello che succedeva sotto  il palco. E invece mi sbagliavo. Da lì si vedeva molto. Vedevo che a Just The Way You Are avevano tirato fuori le Starlights ( come succedeva in Little Things degli One Direction al loro concerto) e avevano cantato con me tutta la canzone. Alle prime note della canzone di Bruno Mars mi ero emozionata perché pensavo a cosa stesse facendo Ashton in quel momento.
    Right Now dei One Direction e Wrecking Ball di Miley Cyrus sono state le canzoni più emozionanti che avevo cantato. Sono state veramente stupende. Immaginatevi anche Right Now con  le voci delle fan che sormontavano la mia voce.
    Boom Clap di Charlie XCX e Stronger di Kelly Clarkson sono state la ciliegina sulla torta. Le avevo scelte come canzoni finali perché erano le canzoni più ritmate e perché volevo lasciare nelle fan abbastanza adrenalina per affrontare le prime 4 canzoni della scaletta dei 5 Seconds Of Summer tra cui Don’t Stop e Lost Boy.

    SPAZIO AUTRICE
    Eccomi!! 
    Spero che il capitolo vi piaccia. Recensite come sempre.
    Qualcuno di voi andrà al concerto di Torino? Se sì, in che settore siete? Perchè ci sono anche io!
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 33
    *** Vuoto ***


    CAPITOLO 31 – Vuoto -
    Il mio concerto era finito. Le urla delle fan si sentivano  dal camerino dove mi ero seduta per un po’ per riprendermi da tutto quello  che era successo nell’ultima ora. Ashton che diceva di noi a Luke, Luke che non vuole più parlare con me confidandosi come faceva un tempo, il mio primo concerto. Mi pare abbastanza.
    • Charlie mangia qualcosa. Ora. – Come sempre Zoe era pronta a darmi ordini, nonostante avessimo finito da poco di mangiare.
    Il nervosismo mi aveva chiuso lo stomaco, cosa che ovviamente era inaccettabile per una ragazza che aveva appena finito le energie cantando Stronger e Boom Clap.
    • D’accordo, d’accordo. – Emily era arrivata e mi aveva dato  una mela, che addentai per mostrare a Zoe che stavo mettendo qualcosa sotto i denti.
    I  5 Seconds Of Summer erano adesso sul palco. Si stavano scatenando a ritmo di American Idiot,  Rejects e End Up Here. Loro sì che si sapevano muovere.  Probabilmente in alcune canzoni sarò sembrata un manichino che non sa cantare e che si dimentica le parole. Penso che più o meno tutti i cantanti quando non si ricordano le parole facciano cantare il pubblico fino a che non viene loro in mente, così ho fatto io quando mi sono dimenticata sbadatamente una delle canzoni più importanti della scaletta, Team.
    Ci sono rimasta male perché era molto importante per me fare una buona impressione e certamente non ho fatto una bella figura scordandomi le parole di Team, la prima canzone che ho cantato davanti ai 5 Seconds Of Summer.
    • Thank you so much Paris. It’s been a pleasure to play for you guys! – sentii Ashton gridare con tutta la sua Potenza vocale, in modo che anche I muri capissero la loro felicità di essere qua a Parigi.
    La folla rispose con un urlo che avrebbe potuto sfondare un muro. Questo urlo mi fece sentire molto orgogliosa dei miei 3 migliori amici e del mio ragazzo.
    Quando Ashton cantava era tipo un colpo al cuore. Non canta molto, ma quando lo fa, mi ricorda troppo la Tour Eiffel e di conseguenza, il nostro primo bacio, quella che è diventata la nostra canzone e le sue parole dolci che mi aveva sussurrato  nelle orecchie.
    In tutte le canzoni che cantavano cercavo la voce di Ashton, non perché fosse il mio ragazzo ma perché amavo la sua voce. Punto.
    Con le parole di Ash si concludeva il primo concerto del tour. Per quanto mi riguarda è stato veramnete stupendo. Non c’è che dire. Per la prima volta ho capito che sono veramente grata ai 5 Seconds Of Summer per tutto questo.
    • Eccovi. Ora velocissimi sul SUV e via all’albergo prima dell’invasione delle fan. – disse Zoe prendendomi un braccio – parlerete dopo.
    • Va bene ma mi stai letteralmente staccando il braccio dalla spalla. Lasciami per favore.
    I ragazzi avevano sempre l’adrenalina del concerto addosso e quindi scherzavano mentre io invece venivo trascinata fuori dall’Arena per andare  sul SUV. Poi vidi Scott e Ben che prendevano i 4 scalmanati e li conducevano fuori spingendoli e sgridandoli per farli stare attenti a non andare a sbattere contro tavolini e poltrone del dietro le quinte mentre parlavano di quando Michael si è scordato le parole di Wrapped Around Your Finger e Luke lo ha dovuto aiutare. Oppure del mega striscione che aveva mostrato una ragazza con su scritto “I Want Your Banana”.  Oppure di 2 ragazze in prima fila che piangevano come delle disperate.
    • Volete muovervi? Gli steward non ce la fanno più a non far passare nessuno. Una ragazza ha rischiato di staccare una mano ad uno di loro. – dichiarò Joseline rientrando un attimo dalla porta posteriore.
                                                                                             ***
    Eravamo riusciti finalmente a tornare sani e salvi all’albergo. Era stata un’ impresa però. Centinaia e centinaia di fan erano pronte ad attaccare la macchina per almeno toccare i loro idoli. Se avessi saputo che dentro il furgone lo vivevano così, probabilmente non lo avrei mai fatto nemmeno io quando ero una fan scatenata.
    • Hai fatto uno show stupendo, Charlie. Hai spaccato. – mi aveva detto Michael in macchina.
    • Grazie, ma nulla in confronto al vostro. Siete stati FAN – TAS – TI – CI. – gli avevo risposto.
    Ashton e Luke ancora non si parlavano. Sul palco avevano fatto finta che non fosse successo nulla, ma una volta spenti i riflettori, la tensione tornava a farsi sentire.
    Non ce la facevo più a reggere tutto questo così decisi di parlare con Luke.
    • Devo assolutamente parlare con te. Adesso. È stra-importante. – gli dissi quando venne ad aprire la porta.
    • No. Sono occupato. Devo andare a letto. Sono le 2 di notte. Te lo ha mai detto nessuno che la notte la gente dorme? – chiese acido
    Stamattina deve aver mangiato pane, limone e acidità perché davvero non è il Luke che conoscevo ieri.
    • Non ti riconosco più Luke. Sei cambiato. Cosa è cambiato da ieri? Dove è finito il mio migliore amico? Perché mi tratti così? – chiesi sentendo delle lacrime scendere lentamente sulle mie guancie.
    • Davvero sei così ingenua? Davvero non capisci perché mi comporto in questo modo? – chiese lui
    • No. Non lo so. Mi dispiace di non riuscire a fare come Edward Cullen e entrare nella tua testa. – dissi
    Mi stavo innervosendo e probabilmente si capisce anche dalle risposte che stavo dando a Luke. Ma capitemi. Che domande erano quelle che mi aveva appena fatto. Non sono un’ indovina.
    • Sei venuta a dirmi che ti sei appena messa con Ashton dopo che IO ti ho aiutato su quell’aereo, IO ti ho aiutato a non stare male per tuo padre, IO ti sono stato vicino per tutto questo tempo. IO non LUI. IO CHARLIE! – disse quasi urlando
    Ormai eravamo usciti dalla camera per non svegliare Michael. Ora si sarà svegliato comunque.
    • Ashton ha avuto il coraggio di dirmi che gli piacevo e che voleva mettersi con me. Tu no. come facevo a sapere che piacevo a te? Ribadisco il concetto che io non sono un’ indovina. – gli risposi.
    • Beh, se la metti così, ho aspettato il momento giusto e soprattutto ho aspettato di essere sicuro di non rompere troppo i legami se non dovesse funzionare tra noi. – disse
    Se ci penso bene Luke non ha torto. Insomma lo ha fatto per farmi stare bene e non farmi soffrire. Ma come può arrabbiarsi con me se io sono andata avanti con Ashton mentre lui è rimasto nella paura?
    • Apprezzo che tu abbia prima pensato a me, prima di dichiararti, ma non capisco perché tu sia così tanto arrabbiato.
    • Sono arrabbiato perché invece di parlarne con me, dopo tutto quello che abbiamo passato, tu sia andata tra le sue braccia, senza assolutamente pensare che io potessi provare qualcosa per te. E poi perché Ashton non ha pensato che, sapendo tutto dei miei sentimenti per te, avrebbe potuto rovinare tutto: tour, amicizia …
    • Ti rendi conto di che cosa mi stai chiedendo Luke? E poi io e Ashton ne avevamo già parlato di questa possibilità – dissi
    • E cosa avevate detto? –
    • Che ne avremmo parlato. E se poi fosse finita, avremmo tentato di fare il più possibile per tornare alla vita di prima.
    Vidi Luke innervosirsi e poi calmarsi, probabilmente stava cercando di ragionare e dire delle cose razionali senza sembrare più stronzo di quello che era sembrato finora.
    • D’accordo. Tu fai la tua vita, io faccio la mia d’accordo? –
    Con questo sta dicendo che … non sarà più il mio migliore amico? Non farà più parte della mia vita come prima? Sarà solo un manichino vicino a me?
    • Che cosa significa questa domanda? Non ti seguo. – chiesi visibilmente perplessa
    • Che io vivo la mia vita fatta di ragazze e tu vivi la tua vita fatta di … Ashton – disse sospirando sull’ultima parola, come se quel nome gli desse l’orticaria.
    È quello che voleva? Lo accontenterò! Ma che non si azzardi a tornare indietro e chiedermi perdono perché sarò … intransigente.
    • D’accordo. Buonanotte. – dissi girandomi e andandomene a letto
    Mi sentivo vuota. Nemmeno il mio amore per Ashton poteva colmare il vuoto che sentivo dentro. Sembrava avessi dentro un buco che non si sarebbe mai riempito per un po’ di tempo.

     

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    Capitolo 34
    *** Strange Things Happen On Stage ***


    CAPITOLO 32 – Strange Things Happen On Stage -
    Mi aveva davvero ferito. Non mi aspettavo tutto questo. Non mi aspettavo che avrebbe rinunciato così velocemente al nostro rapporto. Pensavo che il nostro rapporto, quasi fraterno, sarebbe stato abbastanza solido da passare tutto questo trambusto. Ma invece mi sbagliavo. Decisi quindi di estraniare completamente dalla mia vita Luke. D’altronde me lo aveva chiesto lui.
    • Ehi amore, vieni a mangiare delle crepes con me? – mi chiese Ashton il giorno dopo la tragedia
    • Certo. Aspetta un attimo … amore? Da quando? – dissi sorprendendomi molto per il termine da lui usato.
    • Da quando abbiamo deciso di dare la notizia alla stampa!
    • Davvero?? Quando lo avete deciso? Perché non me lo hai detto? Oddio sono così contenta!
    Dare la notizia alla stampa. Fan. Paparazzi. Niente più privacy. Oh cavolo.
    Tutto a un tratto non mi sembra questa grandissima idea. Non mi sembra una notizia così strabiliante.
    La mia vita era sempre stata molto “soft”, nel senso che era sempre stata senza stress o problemi, ora tutto insieme si è formato un caos attorno al mio cervello che mi rendeva acida e nervosa e tranquilla e pacata allo stesso tempo. Diciamo che ero molto bipolare in questi giorni.
                                                                              ***
    • Bienvenue sur les Champs – Elysèes, ma cherie. – disse Ashton
    • Amore Da quanto parli in modo così internazionale? – chiesi iniziando a ridere
    Era dal nostro arrivo a Parigi che Ash non la finiva più di parlare francese. Come minimo avrebbe cambiato lingua quando noi cambiavamo città. Era un po’ strano non capire esattamente cosa sta dicendo il tuo ragazzo.
    • Da quando ho preso lezioni sulle lingue internazionali prima di partire da Sydney – disse con aria da so tutto io
    • Mmh, comunque … voglio fare shopping. Ti toccherà portare qualche busta. Tipo 10.
    • CHE COSA? 10 BUSTE? MA QUANTO HAI INTENZIONE DI SPENDERE OH! – urlò.
    Eravamo praticamente sotto l’Arc Du Triomphe. Sinceramente me lo aspettavo più piccolo. Era veramente enorme.
    • Scusa ma sono in una delle capitali della moda. Se non faccio shopping qua dove lo faccio? Al mercato?
    • Ok allora prego, compra ciò che vuoi ma ricordati che non sono un facchino quindi con calma che poi finisci i soldi prima di arrivare a Milano!
    • E allora? – chiesi come se non me ne importasse niente del denaro.
    Iniziammo a camminare e mi fermai a guardare ogni singola vetrina.
    • Guarda qua che giacchetta stupenda! È bellissima no? Dovrebbero fare santo Roberto Cavalli per una giacca del genere. – dissi attaccando il mio naso sulla vetrina appannandola
    • Sì sì… è stupenda. – mi rispose con fare annoiato.
    • Ti stai annoiando amore? – mi girai
    • Nooo. No tranquilla. Stiamo camminando solamente da 3 ore  e mezzo ma perché dovrei esserlo? – mi rispose sarcasticamente
    • D’accordo, d’accordo. Andiamo in albergo. – dissi arrendendomi
    Arrivati in albergo notai che Zoe era infuriata.
    • Vi siete scordati che stasera dovete cantare di nuovo? Oggi niente prove? Andate a spasso a fare shopping e vi fate due risate mentre qui la gente sgobba?
    • Scusaci Zoe ma non pensavamo … - tentai
    • Eh non pensate mai! Non vi ha detto nessuno che i paparazzi vi avrebbero visto? Ora ci troveremo una bella prima pagina su un giornale senza che ce ne siamo nemmeno accorti. Complimenti. – disse infuriata
    • Ehi calma. Con noi c’era Ben. Non c’erano paparazzi. Vedrai che non ci saranno prime pagine.
    • Appunto perché non li avete visti ci sono dei problemi! Charlie … è la seconda volta che ci facciamo sorprendere così dai paparazzi. Un’altra volta e torni a casa a Sydney, sappilo.
    Detto questo girò sui tacchi a spillo grigi e se ne andò.
    • Oh mio Dio. No. Io non posso andarmene. Dopo tutto quello che è successo, non voglio rinunciare a tutto così! – dissi quasi iniziando a piangere.
    • Dai non piangere. Non succederà un’altra volta perché staremo attenti. Ora andiamo di sopra.
                                                                                             ***
    Sentii l’emozione salire ancora. Era arrivato il mio momento. Dovevo spaccare ancora come ho fatto ieri sera. Stavolta ancora meglio.
    • Ciao Parigi! Benvenuti! – dissi nel microfono.
    Mi resi conto sin da subito che erano presenti meno persone rispetto a ieri, ma pur sempre tante da scaldare subito l’atmosfera.
    • Partiamo subito! Cantate con me se sapete le parole – dissi mentre partiva la prima base.
    Era sempre Heart Attack. Stavolta però le fan capirono subito la canzone e sentii un boato che mi rallegrò.
    Oramai volavo sui miei tacchi, oggi azzurri, e facevo svolazzare la gonna bianca del vestito. Stavolta mi sentivo meglio rispetto a ieri anche per quanto riguarda il look, ero più a mio agio.
    La folla seguiva il ritmo con me. Vidi alcune ragazze che addirittura piangevano?? Cosa stava succedendo?
    Finì il mio concerto e arrivò il momento di lasciare spazio ai 5 Seconds Of Summer ma sentii le ragazze che urlavano:
    • Bis! Bis! Bis! Bis!
    Non sapevo cosa fare, insomma dovevo uscire. Dovevano entrare. Erano pronti.
    Ma vidi Michael farmi un cenno di cantare.
    Allora decisi che avrei cantato l’ultima canzone. Lovestruck dei The Vamps.
    • D’accordo, d’accordo allora canterò l’ultima canzone.
    Iniziai e sentii tutto il calore delle fan che mi aiutava tantissimo.
    Finita la canzone uscii contentissima. Forse stasera sono stata meglio di ieri. Sono più soddisfatta di stasera piuttosto che per quella di ieri, dove c’era molta tensione.
    Lasciai spazio ai  miei 4 migliori amici super eccitati.
    • Buonasera Parigi! Siete pronti? – disse Michael al microfono
    • Partiamo con il primo pezzo?? – disse Calum rivolgendosi agli altri
    • No, io aspetterei un altro po’ – rispose Luke.
    Si sentirono delle urla e delle risate. Dovetti andare nel camerino per cambiarmi quindi non riuscii a sentire altro.
    P. o. V. Michael
    • Buonasera Parigi! Siete pronti? – dissi una volta entrati sul palco
    Appena salivamo in scena ci trasformavamo in animali da palcoscenico. Sentivo l’adrenalina. Sentivo che avremmo spaccato. Sentivo che avremmo rese fiere le nostre fan. Volevo che le fan fossero soddisfatte  di aver speso dei soldi in questo modo invece che comprare dei pantaloni o delle scarpe.
    • Partiamo con il primo pezzo? – iniziò Calum
    Oggi avevamo deciso di non partire subito con la prima canzone, quindi Don’t Stop, bensì volevamo tenere un po’ in fermentazione le fan chiacchierando un po’.
    • No, io aspetterei un altro po’. – rispose Luke.
    Vedevo le facce delle fan sbigottite, non capivano cosa stava succedendo.
    • Ok, cosa facciamo nel frattempo? – chiesi curioso.
    • Chiacchieriamo un po’. – rispose Calum
    • D’accordo, allora mi metto comodo. – dichiarai.
    Sul palco mi sentivo talmente tanto a casa che poggiai sul treppiedi la chitarra e mi sedetti in terra, lo stesso fecero gli altri. Anche Ashton uscì dalla sua postazione e si sedette con noi.
    Calum e Luke iniziarono a battibeccare su quale sia il migliore piatto francese. Ashton aveva fatto delle foto alla platea e all’arena.
    Ebbi un’idea. Avremmo fatto una cosa che sarebbe finita su Twitter, Facebook; insomma sarebbe diventata famosa. E soprattutto avrebbe fatto impazzire le fan: avremmo cantato una canzone acapella solo per le nostre fan. Adesso. In quel momento. Avremmo fatto capire a tutti che il nostro posto è “on stage”, davanti a migliaia di fan. E che sarebbe stato così fino a quando a 90 anni non avremmo potuto più muoverci  velocemente sul palco per colpa dell’artrite e della vecchiaia.
    Dissi in un orecchio a Luke la mia idea e vidi il suo viso aprirsi in un sorriso. Lo stesso fecero gli altri e decidemmo velocemente la canzone da cantare.
    • Vogliamo farvi un regalo. Grazie per esserci state sempre finora. Speriamo che questa versione acapella di Amnesia vi piaccia e che cantiate con noi! – disse Ashton facendo in modo che le fan non si sentissero perse come era successo solo 2 minuti fa.
    La canzone iniziò. Quella era probabilmente la mia canzone preferita del cd. Se era un successo e se alle fan piaceva era solo merito dei fratelli Madden dei Good Charlotte. Solo grazie a loro eravamo riusciti a far emozionare le nostre fan con questa canzone.
    Le farfalle nello stomaco non sparivano mai quando si trattava di quella canzone. Penso che cantando questa canzone acapella abbiamo fatto lo stesso effetto alle nostre “piccole” fan.
    Dal palco riuscivo a vedere alcune lacrime scendere sulle guance di alcune fan in prima fila.
    • E adesso possiamo passare a Don’t Stop? O ne volete un’altra? – dissi una volta finita la canzone
    • Io direi di cantare Don’t Stop. Abbiamo fatto stare male i cuori delle nostre fan un po’ troppo. – rispose Ashton andandosi a posizionare alla sua amata batteria.
    Riuscivo a leggere alcuni cartelloni che mi facevano emozionare. Sui social network leggevo messaggi delle fan in cui dicevano che noi 4 ragazzi avevamo salvato la loro vita. Non penso proprio. Sono loro che ci hanno salvato da una vita così barbosa …
    Da quel momento cantammo ogni singola canzone della scaletta con il sorriso sulle labbra. Avevamo avuto un incontro “più ravvicinato e emozionante” con le nostre fan.
    Mi rendeva felice sentire le voci delle fan che si univano alle nostre.

    SPAZIO AUTRICE
    Ecco un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia, anche se non è uno dei miei preferiti. 
    Allora, proprio qua su EFP alcune di voi mi hanno aperto gli occhi sul fatto che Michael sia praticamente assente nella storia. Quindi ho deciso di inserire in questo capitolo un Point Of View tutto suo. Spero che sia di vostro gradimento.
    Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre, del capitolo o anche della storia in sè. Ditemi anche cosa vorreste avvenisse nei prossimi capitoli!
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 35
    *** Straight To Berlin ***


    CAPITOLO 33 – Straight To Berlin -
    P. o. V. Michael
    Il concerto era finito. Avevamo reso le fan entusiaste. Ero veramente felice.
    Adesso la prossima tappa è la Germania. Berlino. Una città stupenda. Non so perché ma temo per il peggio.
    • Ehi Michael sei sempre sveglio? Dormi! Domani dobbiamo prendere l’aereo. – mi diceva Luke invitandomi a spengere la luce
    • D’accordo, d’accordo. Buonanotte. – gli risposi quando non vidi più nulla per il buio.
    Da quando aveva litigato con Charlie si era praticamente attaccato a me e a Calum. Ma la sua presenza non mi dava noia, è quasi un fratello per noi. Quindi gli stiamo vicini per tutto questo.
    Non doveva lasciare che Charlie continuasse a stare con Ashton e soffrire. Un vero uomo dovrebbe lottare per riprendersi la ragazza. O almeno io avrei fatto così. Ashton aveva fatto così.
    Ho sempre dovuto dirlo a Luke che stava sbagliando ma non ho potuto. Insomma sono affari suoi alla fine.
    Ormai il problema però si era “risolto”. Nel peggiore dei modi, ma si era risolto.
    Ora Charlotte e Luke si parlavano a malapena. Ashton e Luke collaboravano solo on stage e io e Calum eravamo obbligati a fare da collanti.
                                                                                             ***
    • Svegliati. Michael. Svegliati. – disse … Calum penso.
    • Mmm eh? Sì mi alzo. – risposi
    Lo sentii mugolare. Aprii gli occhi e notai che non era Calum a parlare ma Luke. Che cosa ci faceva altrimenti Calum in camera mia?
    • Ci sei? Devi muoverti idiota! – urlò Luke dal bagno.
    Con la voce impastata lo maledii perché stava stressando abbastanza.
    Mi lavai velocemente e, tornato in camera, mi vestii. I miei immancabili jeans neri, gli anfibi neri e la camicia a quadri blu.
    • Sono pronto Luke andiamo idiota! – dissi una volta messa la seconda scarpa.
    Mi ripagai della stessa moneta. Ora io ero pronto e lui invece era in bagno a finirsi di passare il gel sui capelli.
    • Eccomi pronto. Andiamo – disse prendendo il suo borsone nero.
    Uscimmo e ci scontrammo con Ashton. Letteralmente. Era appena uscito dalla sua camera. Calum doveva essere già uscito in precedenza.
    • Scusa. – disse freddamente indietreggiando
    Sentii anche Luke indietreggiare. Decisi che ne avevo abbastanza.
    • Ora la smettete di fare i bambini. Vi sembra da persone adulte quali dovremmo essere, litigare così per una ragazza? Rispondo io: NO. Non potete pretendere che continuiate a stare nella stessa band senza litigare, e quindi che nessuno si accorga del vostro attrito. E tutto per cosa? Per una ragazza! Dovreste smettere. – dissi
    • Non mi interessa. Sinceramente una persona che ruba la ragazza del migliore amico non ha bisogno del mio rispetto – ribadì Luke acidamente
    La cosa si prospettava ancora più difficile del previsto. Fortunatamente spuntò Calum che capì cosa stava succedendo e mi venne in aiuto.
    • Luke ti rendi conto che stai parlando di Ashton? Stai parlando di tuo “fratello”. Non puoi voltargli le spalle così. Solo per colpa di Charlotte. – disse il moretto
    • Se il tuo migliore amico ti rubasse la ragazza solo perchè sei timido e hai paura delle conseguenze a cui questa cosa avrebbe potuto portare. Cosa a cui qualcun altro qui presente non ha presente. – disse Luke alterato
    Come si poteva voltare le spalle a una persona così importante per noi come Ashton?
    • Ci ho pensato, Ci ho pensato. Ma non pensavo che il mio migliore amico fosse così incosciente da arrabbiarsi per una cosa del genere – finalmente parlò Ashton
    Si era ammutolito fino a quel momento sotto le accuse di Luke.
    • Ah quindi è colpa mia e della mia incoscienza? Bene. Bravissimo. – disse applaudendo sarcasticamente
    • Allora se la situazione è questa, dovrò dire a Zoe di cancellare la tappa di domani sera a Berlino perché non potete mostrare la stessa enfasi di sempre se siete in conflitto in questo modo – entrai nel discorso io
    Sapevo che dicendo così si sarebbero calmati intanto, e avrebbero perlomeno tentato di cambiare idea. La cosa che volevano di meno era cantare e suonare come una band. Almeno finora lo era.
    • Non puoi metterci alle strette così Michael! – ribattè Luke
    • Posso invece … ora smettete di fare i bambini e tornate ad essere amici. – dissi
    • Io con lui ci voglio parlare il meno possibile in questo momento. Ma non voglio rinunciare a suonare a Berlino. – disse Ashton
    • Per una volta concordo. – rispose Luke
    • Allora il concerto rimane ma … che non succeda niente di spiacevole sul palco altrimenti arriverò anche a far cancellare qualche tappa. E sapete che ne va di mezzo la band. – risposi
    Speravo di essere stato abbastanza chiaro. Non volevo che i paparazzi avessero qualcosa di strano di cui parlare. Oltre alla coppia ormai assodata di Charlie e Ashton.
    P.o.V. Charlotte
    • Ehi Charlotte sei sveglia? – disse Emily togliendomi di dosso le coperte calde
    • Ehm, sei una stronza … comunque sì – dissi sbadigliando e con la voce assonnata.
    • Beh, buongiorno! – disse ridendo
    Mi alzai. Avevo freddo. Colpa dell’improvviso cambio di temperatura dovuto a quell’idiota di Emily.
    Mi lavai velocemente e mi vestii. Indovinate? Ero in ritardo! Misi qualcosa di comodo. Dovevo salire su un aereo. Quindi optai per dei leggings neri, anfibi neri e una maximaglia verde acqua. Presi il trolley verde e portai le altre valige al facchino in modo che venissero portate di sotto.
    • Pronta. Usciamo? – dissi
    • Ok. Dai andiamo. -  rispose la rossa.
    Mentre ero in corridoio sentii un litigio provenire dall’angolo dietro di me. Strano. Il corridoio è solo nos… ODDIO NO! Non potevano averlo fatto. Non potevano litigare adesso … è solo la terza tappa del tour! Se litigano già da adesso, è un problema enorme per la continuazione del tour.
    • Luke ti rendi conto che stai parlando di Ashton? Stai parlando di tuo “fratello”. Non puoi voltargli le spalle così. Solo per colpa di Charlotte – sentii dire a Calum.
    Mi sentii morire. Davvero pensavano questo di me? Lo pensava solo Calum o lo pensavano anche gli altri? Lo sapevo anche da sola che era colpa mia, ma sentirlo dire dava tutto un altro effetto.
    • Emily, lo pensi anche tu? – chiesi alla rossa.
    • Che cosa? Non ho capito a cosa ti stai riferendo. – mi chiese. Ero sicura che facesse la finta tonta solo per non ferirmi
    • Dai Emily! Lo sai benissimo! Hai sentito anche tu quello che ha detto Calum! – dissi iniziando a spazientirmi
    • Ah … beh, diciamo che se tu non ti fossi messa con Ashton, gli equilibri non si sarebbero toccati, invece Ashton ha voluto fare il romanticone e tu hai accettato la sua proposta. Quindi in realtà sarebbe colpa tua e di Ashton.
    • Beh, grazie mille per l’aiuto – dissi sarcasticamente
    Non stavo bene. Per niente. Mi sentivo sola. Tutti a parte Ashton, che non fa testo ovviamente.
    • Mi dispiace Charlie, ma è così! Non sto dando tutta la colpa a te. Ti ripeto … forse se Ashton non ti avesse chiesto di uscire, tu non avresti dovuto dirgli di sì e non ti ci saresti messa insieme e tutto questo casino non sarebbe successo.
    • Ah ok. Ora torna. – dissi sorridendola. – ora dovremmo andare.
    Prendemmo le valige e andammo dai ragazzi. Appena arrivammo lì, i ragazzi si zittirono.
    • Ehi ragazzi andiamo? – dissi fingendo di non sapere nulla.
    • Ok. – mi risposero in coro prendendo le  loro valige e dirigendoci di sotto
    Ad aspettarci c’erano come sempre Zoe, Ben e Scott.
    • Finalmente ragazzi. Era ora. Dai andiamo – disse Scott
    • Mi hai rubato le parole – sorrise Zoe
    Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso l’aeroporto.
                                                                                             ***
    P.o.V. Calum
    • Sai, mi mancherà molto questa città – dissi a Michael accanto a me
    • A me no. – rispose freddamente
    • Perché? Io amo Parigi. Anche se ci sono stati diversi problemi, è pur sempre la città dell’amore. Ho sempre desiderato conoscere l’amore della mia vita qua a Parigi, come nei film. – gli confessai
    In televisione e alla radio sembravo uno spaccone,in realtà sono una persona molto dolce e romantica. Sognavo di avere una ragazza che mi amasse per quello che sono, non per la parte famosa di me.
    Avevo sempre avuto paura che le ragazze di cui mi innamoravo fossero tutte intenzionate a portarmi a letto e che, di conseguenza, volessero stare con me solo per i miei soldi.
    Intanto che pensavo questo Michael si era allontanato per andare a parlare con Luke. La litigata di prima non aveva aiutato nessuno. Tantomeno me e Mickey che dovevamo scegliere con quale dei 2 “schierarci”. Se così si poteva chiamare.
    Mi impauriva questa situazione eravamo in bilico tra 2 cose: lo scioglimento della band oppure tornare alla nostra vecchia amicizia come se nulla fosse successo. Speravo si risolvesse il tutto il prima possibile. Solo per tornare ad essere più che migliori amici, fratelli.
    • Ehi Calum devo parlarti un attimo. Da soli. – disse Emily fermandomi
    Sinceramente? Non avevo la più pallida idea di che cosa volesse da me Emily, non avevamo questo grande rapporto. Anzi probabilmente non lo aveva con nessuno di noi ragazzi. Aveva buoni rapporti solo con Charlie, che era la sua migliore amica, e con Joseline e lo staff di parrucchieri.
    • Ehm, sediamoci accanto in aereo e parliamo. Non mi sembra il luogo adatto per parlare. – risposi sorridendo
    Eravamo pur sempre in un aeroporto. Se doveva parlare da sola con me era meglio parlarne dopo. Adesso dovevamo pensare ad andare diretti verso Berlino.

    SPAZIO AUTRICE
    Ho potuto aggiornare solo ora per via della scuola. Spero che il capitolo vi piaccia come sempre. Recensite un po' di più che leggo tutte le recensioni che mi mandate. Mi raccomando!
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 36
    *** AVVISO ***


    AVVISO
    Mi dispiace tutta questa attesa. è quasi una settimana che non pubblico. Scusate veramente ... sto tentando di fare il possibile per scrivere un capitolo decente. Capitemi per favore. Sono in terza liceo. Ho tantissima lezione e cerco di farci entrare tutto. Diciamo che la ff mi sta passando un po' in secondo piano. Penso lo fareste anche voi no?
    Comunque ... pubblicherò il prima possibile il prossimo capitolo. Giuro. 
    Sappiate che comunque sto scrivendo il prossimo capitolo quindi penso che non tarderà ad arrivare.
    Ripeto per l'ennesima volta che mi dispiace.
    Un bacio enorme
    Ila:)

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    Capitolo 37
    *** Hi Berlin! ***


    CAPITOLO 33 – Hi Berlin!-
    P. o. V. Emily
    Eravamo fermi al gate. Stavamo per salire sull’aereo ma, mentre i ragazzi stavano salendo sull’aereo, Charlie mi fermò.
    • Ti vedo triste Emily. Che succede? – mi disse Charlie
    • Sì, diciamo che non ho un grande periodo in questo momento. – confessai
    • Che cosa riguarda? – chiese confusa
    • Aaron. – dissi
    Sì. Riguardava Aaron. Non sapevo bene cosa fosse ma … c’era qualcosa che non andava tra noi per ora.
    • Che cosa è successo stavolta? Ogni volta ce n’è una! – disse quasi spazientita.
    • Diciamo che… probabilmente lui ha un’altra ragazza. Me lo ha detto Kristen, sua cugina. – gli dissi piangendo
    Kristen mi aveva chiamato ieri dicendomi che aveva visto Aaron abbracciato in modo più che amichevole un’altra ragazza, Serena.
    • Come si chiama questa tizia? – disse lei.
    • Serena Watson. – dissi
    • Hai detto W-Watson? – balbettò
    • S-sì. Perché?  - chiesi confusa
    • La conosco. O almeno, se è la stessa Serena, la conosco - rispose
    • Come la conosci? – chiesi confusa
    • È stata la mia migliore amica a Sydney prima di trasferirmi da Luke. – confessò
    Insomma conosceva Serena … mi dispiaceva ma lei non lo sapeva quindi era ok.
    • Dai va bene. Saliremo prima o poi su questo aereo? – dissi ridendo
    Mi ricordai del “patto” con Calum e mi sedetti accanto a lui, sotto gli occhi sbalorditi di Charlie.
    Calum si girò e mi sorrise. Intanto sentii partire l’aereo.
    • Allora … di cosa mi volevi parlare? – disse
    • Di … Charlie e Ashton – risposi
    Charlie e Ashton? Davvero? Pensavo volesse parlare di altro … da amici. Non abbiamo mai avuto finora questo grande rapporto. Magari voleva che gli dessi dei consigli.
    • Charlie e Ashton? – chiese curioso
    • Sì. Non li conosci? Insomma Ashton è uno dei tuoi migliori amici! – dissi ridendo
    • Scema! Li conosco! Sono solo sorpreso dell’argomento! – rispose ridendo e dandomi una patta sulla spalla.
    • Sì. comunque … vi abbiamo sentiti. Ti abbiamo sentito dire ai ragazzi che la colpa di tutto questo è solo di Charlie. Sappi che stai dicendo una assoluta cavolata. – dissi scaldandomi
    • Tranquilla. Non lo penso veramente. Era solo per non scaldare ancora di più il gruppo. – disse
    Mi stupì. Non so se in senso negativo o in senso positivo, ma mi stupì.
    • Ah. Davvero? Charlie si era già preoccupata! – dissi con gli occhi fuori dalle orbite
    • Mi dispiace per questa cosa … non volevo farla stare male ma l’ho fatto per il bene della band. – disse triste
    • Dai poi glielo dirai. – dissi soddisfatta
    Mi sentivo veramente soddisfatta. Charlie non avrebbe avuto più problemi. Come sempre. Le andavano tutte bene. Non era come me che ne aveva una sempre.
    • Che hai? Sei pensierosa … - mi disse Calum girandomi la testa per fare in modo che lo guardassi negli occhi
    • No no  nulla grazie per l’interessamento Calum. – risposi scuotendo la testa
    Non era che non mi fidassi di lui, ma ancora non ci conoscevamo così bene da potergli confidare tutti i problemi dalla mia stupida vita.
    • D’accordo. Se non vuoi parlarne ora, sappi che quando vuoi … - disse lasciando la frase in sospeso sapendo che avrei capito.
    Che dolce però Calum … non me la sarei mai aspettato da uno come lui una gentilezza del genere. Meglio direi …
    Misi le cuffie. Partì Bloodstream di Ed Sheeran e mi rilassai. Caddi in un sonno profondo.
    P. o. V. Charlotte
    Mi ero addormentata. Per tutto il viaggio avevo dormito appoggiata alla spalla di Ashton che intanto guardava la partita che trasmettevano alla televisione. Era qualcosa tipo Bayern Monaco – Liverpool. Mi aveva detto che era la Champions League. Una delle più importanti competizioni calcistiche italiane.
    • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL – urlò tutto l’aereo. Il Bayern Monaco aveva evidentemente segnato e Ashton mi aveva appena svegliato.
    • Ehm, per caso vince 1 a 0? – chiesi sarcastica rivolta al mio ragazzo
    • Veramente vince 3 a 0 ma dormivi così profondamente che non ti sei nemmeno resa conto che ti ho urlato, stritolato e strattonato per 3 volte mentre dormivi. – disse ridendo
    • No, seriamente? – chiesi
    Dormo così profondamente? Quindi se qualcuno mi disegna i baffi mentre sono tra le braccia di Morfeo, non me ne accorgerei nemmeno?
    • Yes. Vuoi una dimostrazione? – mi rispose
    • MA SEI IMPAZZITO? MA CHE ARBITRO DEL CAVOLO SEI? – sentii Michael iniziare a urlare e a sbraitare forse per un rigore non concesso al Bayern.
    • Ehi, ma cosa urlate? Qua c’è gente che sta dormendo – Emily. Dormiva poveretta. Michael l’aveva appena svegliata.
    Dovevate vedere in che stato era Emily! Aveva i capelli tutti sparati da una parte all’altra. Probabilmente l’avrebbero scambiata per Medusa se non si fosse sistemata i capelli.
    • Scusa se hanno scelto un pessimo arbitro per questa partita importantissima! – sbraitò Michael in direzione di Emily
    La vidi riabbassarsi e penso riaddormentarsi. Non so per qualche motivo si fosse seduta accanto a Calum. Ma questa cosa mi puzzava parecchio.
    • Ragazzi svegliatevi tutti che siamo arrivati – Luke aveva preso il posto di Zoe in questo caso e ci era venuto a chiamare.
    • Arriviamo. – dicemmo all’unisono io e Ashton.
    Questo ci fece sorridere e Luke si girò arrabbiato. Ok non era stata una grande idea. Sembrava avessimo mostrato quanto fossimo felici io e Ash senza Luke in mezzo.
    • Dai scendiamo. Abbiamo delle fan ad attenderci. – disse il mio ragazzo facendomi segno di scendere.
    Mi sentivo eccitata all’idea di incontrare di nuovo delle fan. Stavolta volevo sembrare una vera e propria cantante che sa di avere delle fan e che sa come muoversi davanti alle sue fan.
    Ero veramente felice. Ero pronta.
    • Te li devo ricordare sempre io eh? – disse Calum avvicinandomi
    • Ah già, giusto. Potrebbe diventare la nostra tradizione. – ridemmo
    • Beh sì, molto volentieri. – disse sorridendo il moretto
    • Senti, devi per caso raccontarmi qualcosa? – chiesi
    • Non so a cosa ti riferisci Charlie – disse lui confuso
    • Perché Emily era accanto a te prima sull’aereo? Ti piace? – dissi
    • Guarda delle fan. – urlò entrando nell’aeroporto
    Aveva fatto l’astuto e aveva fatto in modo di cambiare argomento.
    • Lo sapevo. – dissi sotto voce
    Finalmente eravamo arrivati nell’aeroporto. Entrai.
    Era pieno di persone.
    Mi sentivo felice. Erano veramente tante persone. Mi sembrava di essere ad un concerto. Alcune ragazze avevano anche portato dei cartelloni (ovviamente per i ragazzi) solo per il loro arrivo a Berlino.
    Berlino. Vi rendete conto di dove siamo? In Germania. Siamo dalla parte opposta dell’Australia! Non avrei mai pensato di arrivare fino a qui e invece eccomi qua stretta nel mio borsone nero carico di vestiti da esibire davanti alle mie, nostre fan.
    Firmai qualche autografo, feci qualche foto con delle facce strane e ce ne andammo.
    P. o. V. Calum
    Il calore delle fan facevano sì che fossi orgoglioso di essere una star della musica. Con i miei 4 migliori amici ovvio. Se non ci fossero stati loro probabilmente a quest’ora sarei stato … all’università rovesciato sui libri senza capirci un’emerita mazza. Perché è questo che sarebbe successo. Era logico. Non che io andassi male a scuola ma, diciamo che non ero mai stato una cima in queste cose.
    Vedevo Ashton e Charlie sempre più felici insieme e non sapevo se fosse un lato positivo o negativo di tutta questa storia. Era una cosa buona perché Ashton era felice e Charlie pure, ma era una cosa negativa perché tutto questo aveva portato a diversi problemi e la divisione di Luke dal resto di noi.
    • Voglio davvero trovare una fidanzata. – affermai sicuro a Michael che annuì dandomi ovviamente ragione.
    • Sì pure io. Sono tutti felici tranne noi. – disse sorridendomi
    • Non è vero comunque che sono tutti felici. Ti sbagli. Hai visto Luke? – dissi riferendomi al biondo
    • Sì in effetti lui sta un po’ peggio di noi. – affermò convinto
    Io e Michael eravamo gli unici 2 che non avevano ancora litigato tra loro. Speravo davvero che non accadesse o allora sì che sarebbe stato un problema per la band.
    • Hai mai pensato di uscire con una fan? – gli proposi.
    • Sì ci ho pensato. Ma è difficile trovare solo una di loro. Insomma sono tante. – disse
    • Magari potremmo uscire a fare conquiste come facevamo una volta! – proposi.
    Non so se si nota che avevo bisogno di attenzioni da parte di una ragazza e avrei fatto di tutto per uscire e trovare una nuova fiamma, come l’avrebbero chiamata i giornalisti.
    • Sai che non è una cattiva idea? – mi rispose il rosso
    • Allora ci organizziamo e facciamo un’uscita solo io e te come ai vecchi tempi. Ok? – dissi soddisfatto.
    Zoe ci stava chiamando. Dovevamo andare. 

    SPAZIO AUTRICE
    Sono resuscitata!! E con un nuovo capitolo! Giuro non so come farmi perdonare per tutto questo tempo che vi ho fatto aspettare. Spero che ci siano comunque lettori e che continuiate a recensire i capitoli. 
    Stavolta vi avverto, non ho la più pallida idea di quando aggiornerò quindi potrebbe essere domani o tra una settimana, non lo so.
    Chiedo scusa in anticipo
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 38
    *** Friendship ***


    CAPITOLO 34 – Friendship-
    P. o. V. Emily
    • Pronto Aaron? – dissi al telefono
    Erano esattamente 10 volte che provavo a chiamare quello che pensavo fosse il mio ragazzo. Era da tipo 3 giorni che litigavamo in continuazione. Non sopportavo più questa situazione. Ero davvero esausta. Se non avessi posto una fine io lo avrebbe fatto probabilmente lui.
    • Sì. Chi è? – chiese con la voce assonnata
    Davvero non mi riconosceva? Va bene che sono raffreddata ma la voce di una persona non cambiava così tanto da essere irriconoscibile.
    • Oddio. Mi dispiace. Non volevo svegliarti. – risposi
    • Dai lascia stare. Dimmi. Perché mi hai chiamato? Vuoi scusarti per caso? – mi chiese
    No ma questo è rincoglionito forte! È colpa sua! Stiamo litigando per la sua troppa gelosia e lui invece pretende che io gli chieda scusa perché sono partita in tour?
    Fu una cosa impulsiva. Chiusi il telefono. Sbuffai. Urlai. Lasciando Aaron dall’altra parte come un assoluto idiota che probabilmente non capiva cosa fosse successo. Come sempre.
    Succedeva sempre la stessa cosa. Lui mi accusava di cose che non avevo fatto. Mi arrabbiavo e gli chiudevo il telefono in faccia. Urlavo e piangevo a volte.
    • Ehi ehi. Che cosa succede? Perché tutto questo casino? Perché urli? – entrò nella mia stanza Calum.
    • Scusa. Non pensavo avresti sentito da fuori. – dissi triste.
    • Dai tranquilla. Ora dimmi perché stavi strillando. Sempre se vuoi ovvio. – rispose lui.
    Se dovessi decidere a chi dei 4 ragazzi chiedere dei consigli, la mia scelta probabilmente ricadrebbe su Calum. Non perché non mi fidi degli altri. Ma … non so … lui è … speciale. È come se lo conoscessi da sempre. È come se dentro di me sentissi che se mi trovassi in un’isola deserta, la persona che vorrei al mio fianco sarebbe lui. … non sono innamorata di Calum, non fatevi strane idee per la testa.
    • D’accordo. Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Sai, Charlie in questo momento ha diverse cose a cui pensare. Non ha abbastanza tempo per stare con la sua migliore amica. – tirai fuori tutto quello che pensavo della situazione. Anche se questo avrebbe potuto ferire qualcuno. Avevo bisogno che qualcuno sapesse che Emily Benson non ha la vita perfetta che la gente pensa.
    • Ti capisco. L’unico con cui posso parlare in questo momento è Michael, mentre prima eravamo in 4 ad affrontare i problemi. No ok vai pure aventi. Probabilmente non dovevo intervenire. – si scusò imbarazzato
    No ok. Calum Hood è imbarazzato? Con me? Perché?
    • Comunque. Sai di me e Aaron penso … - dissi
    Lui annuì. Così io continuai
    • Da quando siamo partiti è cambiato. Siamo usciti solo una volta, quindi diciamo che non lo conoscevo ancora benissimo, ma a primo impatto non sembrava una persona così gelosa. – dissi
    • Aspetta … Aaron? Quell’Aaron? Geloso? Sei sicura? Lo conosco abbastanza bene, non è così. Magari gli manchi e vuole sentirti più vicina. È una persona che si attacca troppo alle persone, è un suo difetto. Lo sa.
    Non avevo mai pensato a questa storia da quel punto di vista.  Certo, lui quando ha risposto al telefono stamattina non sembrava l’angioletto di cui parla Calum, ma penso che potrei chiamarlo e tentare di chiarire.
    • Davvero è così? Perché ogni volta che lo chiamo, lui mi chiede di chiedergli scusa. Per una cosa che non ho fatto. – dissi iniziando a sentire le lacrime cominciare a scendere sulle mie guance
    • Vuoi che parli con Drew? Siamo amici. 2 minuti e la situazione è risolta. Ma non piangere. Diventi brutta se piangi. – propose facendomi ridere
    • Grazie Calum. Davvero. – dissi abbracciandolo.
    Adesso mi stava venendo il dubbio se volevo davvero tornare a stare con Aaron. Va bene che si attacca subito alle persone e che potrei mancargli, ma se si fosse mostrato più rispettoso nei miei confornti, sarei stata molto meglio.
    Ma adesso Calum stava parlando con Drew, il migliore amico di Aaron, e gli stava chiedendo cosa avesse che non andava Aaron per trattarmi così. Quindi ormai il “danno” era fatto. Che poi, anche se si fosse presentata l’occasione di chiarire con Aaron mi ci sarei rimessa volentieri.
    OH MIO DIO CHE CASINO!
    P. o. V.  Ashton
    Questa situazione mi stava facendo diventare pazzo. Volevo tornare a scherzare con Luke come facevamo una volta, volevo tornare a ridere e a fare doppi sensi senza che nessuno se la prendesse a male. Volevo indietro Luke. Volevo farci pace. Ma come avrei potuto fare? Lui a mala pena mi parla, figuriamoci se vuole tornare ad essere il mio migliore amico.
    Avrei anche rinunciato a Charlie piuttosto. Ma avevo bisogno che i 5 Seconds Of Summer tornassero i 5 Seconds Of Summer. Volevo che tornassimo i migliori amici che eravamo prima di quello stupido litigio.
    Decisi che prima del concerto di stasera i 5 Seconds Of Summer sarebbero ritornati più forti che mai.
    Così, visto che Calum non c’era, feci tutto da solo. Mi cambiai velocemente e andai in camera di Luke e Michael sperando di trovare solo il biondino. Per mia fortuna Michael era uscito per comprare delle pizze così avevo tutto il tempo per parlare con Hemmings.
    • Ehm, possiamo parlare? È importante. Veramente importante. – dissi quando Luke venne ad aprirmi in accappatoio.
    • D’accordo. – rispose facendomi entrare
    Ashton concentrati. Adesso devi parlare con Luke. Devi dirgli che ha ragione e tutto il resto. Come se tu avessi litigato con Charlie.
    • Volevo parlarti di … noi – dissi
    Lo vidi accigliarsi. Non capiva. Questa frase poteva essere fraintesa quindi lo capivo benissimo. Ok forse tutto quello che è successo oggi può essere frainteso. Ma diciamocelo. Se si trattasse di Luke, diventerei gay. E voi fareste lo stesso. Ammettetelo.
    • Non capire male. Non voglio mettermi con te. – precisai.
    Lo vidi rasserenarsi.
    • Perché anche se fosse stato che volevo mettermi con te, non ti ci saresti messo? – chiesi dubbioso
    • Dopo quello che è successo non penso diventerei gay per una persona spregevole come te. – rispose furioso
    • Beh, non so se sia una cosa positiva o negativa ma va bene … - dissi sorridendo
    Io sorridevo. Lui aggrottava le sopracciglie. C’era molta tensione tra noi quindi era meglio iniziare subito a discutere per il motivo per cui ero lì.
    • Comunque sono venuto qua per parlare di tutto il casino che gira intorno alla band in questo momento. – iniziai
    • Sì. – rispose freddo
    • Allora. Mi dispiace un sacco per tutto quello che è successo. Tutto. Di averti portato via Charlie, di aver pensato che una ragazza, sebbene sia Charlie, potesse mettersi tra noi, amici inseparabili. Per questo ho deciso che, pur di risistemare le cose tra noi, potrei benissimo mollare Charlie. – dissi praticamente tutto d’un fiato.
    Lo vidi rimanere sorpreso. Ovvio più che da amici, sembrava mi fossi dichiarato, ma volevo davvero che succedesse.
    • Ok allora apprezzo lo sforzo. Davvero. Sono molto felice che tu sia venuto. Dopo tutte queste frasi dolci, potrei anche decidere di perdonarti. Ma non ho ancora deciso nulla quindi diciamo che hai il 50% di possibilità che io ti perdoni.
    • Beh grazie, di certo senza che tu me lo avessi detto, non me ne  sarei nemmeno reso conto. Insomma sono più vicino al perdono o no?
    • Diciamo che con questa ti sei avvicinato parecchio … - rispose sorridendomi
    • Possiamo … abbracciarci? – chiesi sbattendo gli occhi come un angioletto
    • D’accordo, vieni qui. – disse ridendo come un bambino
    Mi ci fiondai. Lo abbracciai e ridemmo. Iniziai a fargli il solletico sui fianchi. Lui rideva. Sapevo che avrebbe mollato prima o poi e che mi avrebbe perdonato.
    • Va bene va bene merdaccia. Sai essere moto convincente sai? – disse ridendo – ti perdono ma ora vai che devo fare una doccia.
    • Grazie. Ciao- dissi salutandolo e uscendo
    A volte fare lo sdolcinato serve no? Questa ne è la prova.
    Andai in camera mia dove trovai Calum.
    • Ehi amico. Perché questo cambio di umore improvviso. Voglio dire, prima eri triste che sembrava ti fosse morto il gatto …
    • Non toccare Fluffy!! – sbraitai
    • Ok ok scusa.. comunque ora sei felice come se avessi chiesto a Charlie di sposarla! Non lo hai fatto veramente, giusto? – chiese preoccupato.
    • Nooo. Ma sei scemo? Ho fatto pace con Luke. Punto. – dissi sorpreso.
    • Oddio che bello! – iniziò a saltare sul letto
    Calum sapeva essere un vero idiota. Ma era uno dei miei migliori amici. Ed era una cosa normale. Essere idioti faceva parte della nostra vita. Se non fossimo così, le nostre fan non ci cagherebbero nemmeno.

    SPAZIO AUTRICE
    Rieccomii
    Stavolta non vi ho fatto aspettare così tanto come l'ultima volta.. diciamo che è un passo avanti no?
    Comunque ci sono delle novità, e anche abbastanza importanti in questo capitolo. Spero che siate felici del riavvicinamento di Ashton e Luke,
    Mi rendo conto che il discorso tra Luke e Ashton fa molto gay, ma non sapevo come parlare dell'argomento.
    Spero che vi piaccia comunque.
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 39
    *** Telefonate e Divorzi ***


    CAPITOLO 35 –Telefonate & Divorzi-
    P. o. V. Charlie
    Eravamo a Berlino, dovevo trovare qualcosa da fare, per uscire. Ma prima dovevo fare una cosa, chiamare la mamma. Era un po’ che non la sentivo e avevo bisogno di sentirla vicino anche se era dalla parte opposta del mondo.
    • CHARLIE, oh tesoro. Come stai? Hai mangiato? Stai bene? – sentii mia mamma strillare dall’altro capo del telefono
    • Sì mamma. Tranquilla. Stiamo tutti bene.- dissi sorridendo
    Mi faceva sempre piacere sentire la sua voce. Era rilassante.
    • Dai raccontami qualcosa, di solito ti sfogavi con me … - disse con un filo di amarezza nella voce
    • Beh … ho una stra- mega – giga notizia da darti. – dissi alzando il tono della voce
    • Eccola la mia Charlotte, la mia Charlotte di sempre. – disse ridendo – dimmi subito quella notizia. Mi fai venire il nervoso.
    • Ehm … Io ed Ashton ci siamo messi insieme. – urlai
    • CHE COSA? ODDIO SONO TROPPO FELICE! – la sentii urlare dall’altro capo della cornetta.
    • Davvero? – chiesi sarcasticamente tanto sapevo già la risposta
    • Sì! Siete una bellissima coppia tesoro!
    • Grazie mamma. Là come va? Tutto bene? – chiesi curiosa
    • Tutto bene, tesoro. Ti passo una persona, d’accordo? – disse
    • Certo.
    • Pronto Charlieee!! Mi manchi tanto -
    Riconobbi la voce della piccola Perla,mi mancava quella peste bionda. Mi mancava portarla a danza e sperderci sulla metropolitana, mi mancava andarla a prendere a scuola e vederla uscire con le trecciolone bionde. Mi mancava giocare con le Barbie con la piccolina e mandare le bambole alla festa per fidanzarsi con Ken.
    • Piccoletta! Come stai? – le chiesi prendendola in giro
    • Ehi … comunque io sto bene. Tu? Luke? Vi divertite?
    Non era certo il momento né tantomeno la persona adatta per parlare di tutti i problemi.
    Decisi quindi di mentire. Una piccolissima bugia. Una innocente bugia. Andiamo non fate così, lo so che non volete ma … voi direste a una bambina di 6 anni che “voi” e suo fratello avete litigato? Io no. Quindi la decisione è presa. Punto.
    • Tutto bene cara. Ci stiamo divertendo tanto. Sai abbiamo fatto tanto shopping, quindi quando torno ti faccio vedere tutto, come sempre.
    • Sì vestitiii. Sai che li amo. Mamma ha comprato un vestito di una marca italiana … Qualcosa tipo Gucci, mi pare. – disse con la voce felice
    • Gucci? Alla faccia! Bello! – risposi sorpresa
    Insomma Cara non aveva badato a spese in questi giorni. Cioè siamo via da soli 3/4 giorni e si era già presa il lusso di comprarsi un Gucci. Beh non c’è che dire, ha preso bene la notizia della nostra partenza e del suo divorzio da Joshua.
    • Ha detto che per riprendersi dal divorzio da papà, deve svuotargli il conto in banca. – disse ad un certo punto
    • Ah davvero? – chiesi stupita
    Cara si comportava in modo strano, non aveva mai fatto discorsi del genere. Dovevo assolutamente parlare con mia mamma.
    • Ehm, Perla, mi faresti parlare con mia mamma? È urgentissimo. -  chiesi alla piccola.
    • Va bene. Mi manchi un sacco. Ciao Charlie! – disse allontanandosi dalla cornetta.
    Sentii riavvicinarsi mamma.
    • Cosa succede a Cara? E soprattutto perché Perla sa così tante cose? – la attaccai
    • Non è colpa mia! Lei vuole sapere … - mi disse
    • Vuole sapere cosa esattamente? - 
    Mi stavo innervosendo. Come sempre ovviamente. Ma stavolta mi giravano parecchio. Come si può fare una cosa del genere ad una bambina di 6 anni?
    • Diciamo che il divorzio tra Cara e Joshua è stata anche peggio di quello a cui eri rimasta tu. Cara vuole qualsiasi cosa ha l’ex – marito perché , dice, i ragazzi rimarranno con lei. Quindi ha bisogno di tutto. Pure il Rolex di Joshua. - 
    • E Joshua ovviamente non ci sta … e quella storia del vestito di Gucci, che come minimo costa 2000$? – chiesi
    • Diciamo che, visto che non hanno ancora diviso il conto in banca perché non sono ancora divorziati secondo la legge, quindi ha deciso di svuotare tutta la sua parte. – disse
    Rimasi sbalordita dalla notizia. I genitori a volte sono più infantili dei figli. Dovevo assolutamente parlare con Luke. Lui era il solo che poteva risolvere i problemi nella sua famiglia.
    • Mamma parlerò con Luke e farò in modo che sistemi tutto.
    • No. Non lo farai. È già tanto se ti ho detto tutto questo, figurati se Cara viene a sapere che tu hai parlato con Luke. Ci caccerà e addio lavoro stupendo e addio tour. – mi rispose
    Aveva ragione … ma io Dovevo ASSOLUTAMENTE dire a Luke tutto ciò. O lo faceva Cara direttamente o lo avrei fatto io.
    • Convinci Cara a dirlo a Luke altrimenti lo farò io. Ultimo avvertimento. – dissi
    • Va bene. Tenterò. Adesso devo andare. Ci sentiamo. Mi manchi tanto. Ciao tesoro.
    • Ciao Mamma. Mi manchi tantissimo! – dissi e con questo chiusi la conversazione
    Ero indecisa. Dare retta al mio cervello o dare retta al mio cuore. Il mio cuore diceva di andare a parlare da Luke, il mio cervello diceva di non dirgli nulla.
    Dovevo parlare con qualcuno.
    Ashton. Mi serviva Ashton. Dovevo parlargli. Dovevo farmi coccolare dal mio sexy ragazzo e rilassarmi tra le sue braccia.
    Uscii velocemente dalla stanza.
    Indovinate? Andai a sbattere contro Luke. L’ultima persona che dovrei incontrare è Luke e … incontro Luke? Stiamo scherzando?
    • Charlie. Come va? – chiese fermandomi
    • Bene bene. Tu? Qualche novità? – chiesi
    Speravo che la risposta fosse: sì, devo tornare in Australia per fermare lo scempio che sta facendo mia madre nei confronti di mio padre … ma tanto la risposta sarebbe stata completamente diversa.
    • Sono un po’ preoccupato ma … tutto bene dai. – mi rispose
    • Preoccupato? Per cosa? Lo posso sapere? – chiesi.
    Penso che l’ultima cosa che lo preoccupa in questo momento siamo io e Ashton. Non so se sia una cosa positiva o negativa.
    • Sediamoci pure qua Charlie. – disse indicandomi il divanetto nero con i cuscini verdi.
    • Ok. Dai dimmi tutto. – risposi
    • Allora … mi sento in colpa. Non dovevo attaccarti perché ti sei messa con Ashton. Alla fine la vita è tua. – disse
    Ok. Mi sbagliavo. Lui stava male per me e Ashton, invece di pensare al divorzio dei genitori. È strano. Penso che non si preoccupi quasi per tutto questo. Anche se un figlio non farebbe una cosa del genere nei confronti dei genitori. Ma va bene. La vita è sua, non mia. Deve essere libero di fare le sue scelte.
    • Non ti devi preoccupare per questo. Avrai altri pensieri per la testa … - lasciai in sospeso la frase in attesa di una sua risposta.
    • Beh sì in effetti sì. Ma sono meno importanti rispetto a voi 2. – disse
    Wow. Addirittura? Non penso sia lucido. Chissà quale abbinamento lo abbia portato a tutto questo.
    • Non è vero. Non penso che il divorzio dei tuoi sia meno importante di me e Ashton che stiamo insieme. – risposi
    • Il divorzio dei miei? E questo che c’entra adesso? – chiese
    Impallidii. Adesso ero nei casini. Cosa mi sarei inventata?
    • Charlie rispondi. Sai qualcosa che io non so?? – chiese
    Ecco ora che faccio?
    • No no. tranquillo. So le stesse cose che sai tu. – risposi
    • Ah meglio. Comunque sì, uno dei pensieri che ho per la testa è quello del divorzio. Ma ormai ci ho perso le speranze.
    • In che senso?
    • Nel senso che tanto loro non torneranno insieme ed io sono abbastanza grande per prendere una casa tutta per me.
    • E Perla?
    • Perla può venire a vivere con me o rimanere con uno dei 2 genitori. Non sono fuori di testa, l’avvocato deve solo decidere a chi dei due dare la bambina.
    • Se la pensi così … contento tu, contenti tutti. – risposi
    • Perché? Cosa dovrei fare secondo te? – chiese sincero
    Forse avevamo fatto pace? Forse aveva riiniziato a parlare con me?
    • Beh, secondo me potresti parlare con i tuoi genitori e provare a far cambiar loro idea. Sei pur sempre loro figlio … conterai qualcosa nella loro vita no? – dissi sinceramente.
    • Mah, sai, veramente non è così. Hanno sempre voluto e avuto tutto il controllo nelle loro mani. Non hanno mai sentito altre opinioni, soprattutto se si tratta delle nostre opinioni. La mia, a volte, viene presa in considerazione; ma non viene mai seguita realmente. Quella di Perla non viene nemmeno ascoltata. Secondo loro una bambina di 7 anni non ha senso. Anche se ha ragione. Questa cosa mi ha sempre portato dei problemi e l’unico modo di non pensarci è suonare con i ragazzi.
    • Mi dispiace Luke. Non sembra che tu abbia tutti questi problemi. – confessai
    I magazine, la tv, i concerti, insomma lo show – business in generale non mostra questi lati delle persone. È un peccato perché probabilmente le persone non giudicherebbero se conoscessero di più il motivo che ha spinto le persone ad intraprendere la loro passione.
    • Tu prova a parlarci comunque. Dovranno ascoltarti. – decisi al posto suo.
    • D’accordo. Farò il possibile. Lo sai. – rispose
    • Senti, ehm, una domanda … quindi tra noi è tornato tutto come prima? – chiesi speranzosa
    • Certo. Amici. – mi porse la mano.
    Io non accettai la sua mano. Feci di meglio. Lo abbracciai. Mi era mancato. Avevo ritrovato il mio migliore amico. Nulla e nessuno me lo avrebbe tolto di nuovo

    SPAZIO AUTRICE
    Allora. Non so quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento, ma so che è poco, rispetto ad altre volte.
    Bene, passiamo al capitolo. Scopriamo delle cose molto interessanti sulla vita della famiglia Hemmings. Poi finalmente Charlie e Luke fanno pace! Non siete felici?
    Cosa stra - importante!! Perchè non avete ancora recensito l'ultimo capitolo? Capisco che non sia uno dei migliori, ma è comunque un capitolo!
    Recensite sempre ... fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre.
    Un bacione, 
    Ila

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    Capitolo 40
    *** Danger ***


    CAPITOLO 36 – Danger –
    P. o. V. Michael
    • Allora. Andiamo in un pub. Siamo in Germania, il paese della birra. Se non beviamo qui andiamo a bere il succo della noce di cocco alle Hawaii? – disse Calum
    Io lo guardai storto. Era scemo? Che razza di discorsi erano
    • Cal, hai già bevuto qualcosa prima di andare al pub? No perché sei abbastanza fuori. – dissi provocandolo
    • No. Sono così di natura.
    • Andiamo bene!
    Ci mettemmo entrambi i soliti jeans neri e sopra io misi una canotta nera dei Rolling Stones mentre Calum mise la canotta rossa dei Ramones. Entrambi ai piedi le vans e via, diretti verso nuove ragazze.
    • Io voglio una bionda con le curve sexy. – affermò Calum convinto
    • Bene io una mora magra e alta. Siamo d’accordo. – dissi
                                                                                             ***
    Arrivammo in un pub chiamato Paul’s pub. Ci sedemmo sugli sgabelli di pelle verde bottiglia e ordinammo al barista 2 birre medie.
    • È il nostro momento. Guarda quella. È … focosa.
    • Che problemi hai Cal? Comunque sono d’accordo. È molto sexy. – risposi alla sua affermazione
    Era appena entrata una bionda alta e magra. Aveva il cosiddetto “fisico da modella”. Secondo me era una di quelle ragazze belle e stupide. Ma non era il mio tipo di ragazza ideale. Non che non fosse bella, attenzione, solo che sembrava veramente scema.
    Il suo vestito attillatissimo bianco con tutte le paillettes era talmente corto che, se non avesse avuto le mutande, si sarebbe visto tutto. E sottolineo tutto.
    Calum stava sbavando come un cane. Lo stesso stavano facendo TUTTI  gli altri uomini del pub.
    Colpo di fortuna. L’unico posto libero del pub, era quello accanto a Calum quindi la ragazza si dovette sedere accanto a Calum. Per la sua gioia.
    Io intanto mi bevevo assorto la mia birra e vedevo Calum che ci provava costantemente con la bionda. Fortunatamente reggevo abbastanza bene l’alc0ol quindi potevo anche esagerare un po’ di più. Non troppo. Ma un pochino sì.
    Riuscii a sentire un pezzo della loro conversazione. Per poco non scoppiai a ridere. La faccia di Calum era veramente da fotografia.
    • Mi chiamo Chantal McConney. – disse la bionda mentre, tra una parola e l’altra si era già scolata mezzo boccale di birra.
    • Io sono Calum, Calum Hood. Forse mi hai sentito nominare perché sono in una band. – disse
    Io stavo veramente morendo dalle risate. Calum davvero si era giocato la carta della band dopo nemmeno 2 minuti che si conoscevano questi due.
    • Ehm, no. Mi dispiace. Non ho mai sentito dire il tuo nome. – disse
    A quel punto non riuscii a trattenermi e mi alzai dal tavolo. Andai in bagno e scoppiai a ridere.
    Quando tornai di là … li trovai che si baciavano? L’alcool fa male. Molto male.
    Rimasi spiazzata. Rimasi forse anche deluso da questa cosa. Ma ad un certo punto la vita è sua. Vuole farsi questa bionda tinta? Affari suoi.
    Mentre tornavo a sedere, mi venne a sbattere contro una ragazza, che riconobbi come la cameriera perché versò tutta la birra che aveva in mano finì sul pavimento.
    • Oh, ehm, scusami. Non l’ho fatto apposta. – dissi abbassandomi per aiutarla a raccogliere tutto.
    • Tranquillo. È colpa mia. Ti sono venuta a sbattere io addosso. – disse alzando finalmente gli occhi.
    La guardai. Era stupenda. Sembrava una dea greca. Avete presente Afrodite? Bene esattamente uguale, solo che lei è mora. Ci guardammo intensamente per alcuni secondi ma poi sentii un urlo.
    • Sarah! Che cazzo ci fai ancora lì con quel ragazzo!? Torna qua a lavorare! Ti tolgo dallo stipendio la birra che hai fatto cadere a terra! – a urlare era probabilmente il titolare della birreria.
    Lo identificai come l’ “armadio” che era dietro il bancone. Era enorme. Era alto e grasso. Una barba grigia lunga fino a mezza pancia. Aveva le mani grandi più o meno quanto la mia faccia. Sì mi faceva paura. Come aspetto fisico assomigliava a Hagrid di Harry Potter, solo che era molto più cattivo di lui.
    • Arrivo Armin! Scusa. – vidi la donzella che avevo davanti alzarsi di scatto e iniziare a correre dal titolare.
    Ero immobile. Non avevo parole. Come si fa a trattare una donna così? Ha fatto cadere le birre ma non c’era bisogno di risponderle così!
    Era calato il silenzio nel ristorante.
    • Ehi! Si calmi! Pago io per le birre che ha rovesciato. Anzi per quanto mi riguarda le potrei pagare tutte. Ma lei porti un po’ di rispetto a … Sarah hai detto? – lei intanto si era rifugiata in  cucina.
    • E ora tu chi sei scusa? Come ti permetti di venire a dare ordini a me? – mi rispose
    Oops. Forse era meglio se me ne stavo zitto. Ma chi se ne frega. Era la cosa giusta da fare.
    • Mi chiamo Michael Clifford. ho talmente soldi che potrei comprare tutta questa catapecchia, signor … - chiesi di finire la frase
    • Armin Van Casuen – mi rispose arrogante.
    • Sa che le dico?? Non ho mai sentito dire il suo nome. Come la mettiamo? – chiesi impertinente
    Con queste mie parole avrei benissimo potuto prendermi un cazzotto in faccia, ma pace. Io PRETENDEVO che quell’uomo chiedesse scusa a quella ragazza.
    • Dai Mickey andiamo in albergo. Ci siamo messi nei guai. Andiamo. – intervenne Calum
    Finalmente era tornato dal mondo di Natalie. Ma ora doveva rompere con la storia di tornare a casa.
    • No. io resto qua fino a che questo individuo qua non chiede scusa alla cameriera.
    • Adesso tu vieni con me o dovrò chiamare Scott per farti venire a prendere – mi minacciò
    Intanto Armin se ne tornò in cucina come se tutto questo non fosse mai successo.
    • TORNA FUORI! IMBECILLE! – urlai
    • CHE CAZZO VUOI ORA? – mi rispose quel ciccione che di nome faceva Armin.
    Che poi, che razza di nome è Armin? È un nome che non darei nemmeno al mio cane!
    P. o. V. Calum
    • CHE  CAZZO VUOI ORA? –rispose il proprietario del pub
    Dovevo chiamare Scott o Zoe. Era urgentissimo. Altrimenti qua sarebbe successo un macello.
    • Pronto Scott sono Calum. Devi venire al Paul’s Pub. Michael sta facendo un casino! – dissi praticamente urlando
    • Sì. Arrivo subito. Devo comunque avvertire Zoe. – mi rispose in nostro body – guard
    • D’accordo. D’accordo. Ma fai in fretta. Qui la situazione si mette male. – risposi
    • Certo. Parto subito. 
    Intanto che parlavo al telefono sentivo volare offese pesanti. Non sapevo come comportarmi.
    Michael aveva ragione. Ma ovviamente non ci si comporta così.
    Dovevo intervenire, questo Armin poteva uccidere Michael.
    • Ehi. Michael fermati. Magari Armin ha trattato male la cameriera solo stavolta. Che ne sai? – dissi cercando di essere convincente
    • Questo qui come minimo si mangia 2 gatti a colazione. Come fai ad essere così cieco? – chiese
    La sua voce mi faceva capire che era ubriaco, come se non si vedesse già abbastanza. 
    • Smetti di fare lo scemo. Prendi la giacca che arriva Scott. – lo avvertii
    • Che cosa? Hai veramente chiamato Scott? – domandò incredulo
    • Pensavi che ti lasciassi qua a rischiare di farti ammazzare da questo “armadio”? – chiesi sarcastico
    • No. ma così mi hai messo nei casini. – rispose
    • Sinceramente dei tuoi casini mi importa poco. Mi interessa uscire vivo di qui, e magari con te al mio fianco vivo. – risposi alla sua affermazione
    Fortunatamente l’hotel in cui alloggiavamo era abbastanza vicino al pub. Infatti Scott varcò la porta del pub seguito a ruota da Zoe.
    • Che cosa è successo qua? – chiese la nostra manager rivolgendosi solo a me.
    • Michael e il proprietario se ne stanno dicendo di tutti i colori. Ero impegnato in altre cose e quindi non ho capito da cosa è spuntato tutto. – dissi
    • Ok. Hai fatto bene a chiamarci. – disse Zoe sorridendomi – ora passiamo a lui.
    Andò verso Michael, che iniziava ad essere sudato dopo tutto quell’urlare. c’era molto caldo in quel pub. Era praticamente un forno. E inoltre c’era pure odore di stantìo. Avevo davvero bisogno di uscire a prendere una boccata d’aria.
    • Scott. Esco 2 secondi. Mi gira la testa – informai
    • Vai pure. – disse senza calcolarmi praticamente
    Uscii. La brezza fresca mi fece riprendere dallo spavento.
    Mi sentivo già meglio. Ma non ero ancora pronto per rientrare dentro quello che di lì a poco si sarebbe trasformato in un inferno.
    Chissà dove era ora Chantal? Era stato stupendo. Ma di certo quella sventola era troppo per me. Probabilmente cambiava il ragazzo una volta al giorno. E io non ero pronto a questa cosa nel modo più assoluto.
    • Ehi tutto bene? Vuoi che ti porti qualcosa da bere? – mi disse una ragazza che si era avvicinata a me.
    • Sì, tutto bene. Grazie mille. – dissi sedendomi.
    Mi sfiorai il viso per togliere il sudore che mi imperlava la fronte.
    • Comunque io sono Natalie. Piacere. – disse la ragazza porgendomi una mano
    • Calum. – la strinsi sorridendo
    Quel contatto mi fece venire dei brividi. Non mi era mai successo prima.
    • Vuoi dirmi che cosa è successo? – chiese curiosa
    • Ehm, d’accordo. – risposi sedendomi ad un tavolino che si trovava accanto alla porta d’ingresso.

    Mi dimenticai di quello che succedeva dentro. O almeno non volevo pensarci. Probabilmente era meglio così. Volevo solo perdermi negli occhi verdi di Natalie.
    SPAZIO AUTRICE
    Con questo capitolo e anche il prossimo, ho fatto un esperimento. Ho testato il mio modo di scrivere dei  capitoli un po' diversi da quelli soliti. Spero che siano venuti bene. Sappiate che ci ho messo tutto l'impegno possibile.
    Nuove coppie all'orizzonte? Vi sembra simpatica Natalie? 
    Commentate come sempre!! Votate sempre!!
    Un abbraccio
    Ila:)

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    Capitolo 41
    *** La Quiete Dopo La Tempesta ***


    CAPITOLO 36 – La quiete dopo la tempesta-
    P. o. V. Zoe
    Dovete credermi quando dico che è molto difficile tenere a bada 4 ragazzi come Calum, Ashton, Luke e Michael. Magari in questo momento sono qua a salvare dai casini Michael e in hotel Luke e Ashton, con l’aiuto di Charlie, hanno dato un party con 500 persone. Ne sarebbero capaci, ammettetelo.
    Quando Calum ha chiamato Scott ero accanto a lui. Mi ha impaurito sentire la loro conversazione. Ho tra le mie mani la responsabilità di 4 ragazzini. Non vorrei mai che succedesse loro qualcosa.
    Adesso mi trovavo al Paul’s Pub sperando che questo Armin cambiasse idea su Michael e che lo lasciasse venire via con noi.
    Sarebbe stato un grande problema per la nostra economia. Avremmo dovuto sganciare un sacco di soldi per ripagare Armin.
    • Ora chi siete voi? – chiese un uomo enorme con la barba lunga. Doveva essere Armin.
    • Sono la manager di Michael. Volevo scambiare due parole veloci con lei. – mi feci avanti.
    • Sinceramente non mi interessa di cosa vuole parlarmi signora – disse
    • Signorina. – lo corressi
    • Non cambia molto. Sempre donna è. – disse
    Ora capisco perché Michael si era infuriato così con Armin.
    Mi dovevo calmare. Non potevo rispondergli male.
    • Beh, diciamo che potrei toglierle Michael di torno, se solo mi ascoltasse – dissi con più calma possibile
    Avevo paura. Questo qua se mi tirasse un pugno mi manderebbe direttamente al Creatore ma non era il caso di mostrarsi deboli proprio adesso.
    • Allora prego. Si accomodi. – disse con fare fintamente gentile l’uomo.
    • Beh, grazie – dissi sarcasticamente
    Mi fece sedere su una sedia unta in uno sgabuzzino. Avevo paura che mi rapisse. Invece lasciò la porta aperta.
    • Mi dica. – disse
    • Possiamo darci del tu? – azzardai
    • Certo. Ma fai in fretta. Ho un locale da mandare avanti – disse frettoloso
    Dopo tutto questo non penso continuerà a lavorare, ma lasciamo stare questo discorso.
    • Mi dispiace per le accuse che Michael ti ha rivolto. Capiscilo. Ha 20 anni, non ragiona come un adulto. Poi è ubriaco. Con gli ubriachi non si ragiona. – dissi
    Per favore, credimi. Fammi pagare e fammi uscire da questo posto immonde per favore.
    • Anche se avessi ragione, voglio il risarcimento per i danni. Ha mandato via tutti i clienti. – disse
    • Certamente. Quello era indubbio per noi. Lo avremmo fatto sicuramente. – gli risposi.
    Scrisse una cosa su un foglietto.
    • Questo è quello che voglio come risarcimento. – affermò facendomi vedere il foglietto
    • 500€? Stai scherzando? Te ne do al massimo 300. – dissi convinta
    • No. o 500€ o sporgo denuncia. – disse
    • 400. Chiuso l’affare. – annunciai
    • 450. Assolutamente. – ribattè
    Ma quanto pretendeva! Basta non ce la faccio più. Me ne voglio andare da questo posto che puzza di marcio.
    Accettai. La puzza mi stava uccidendo.
    Firmai un assegno e mi alzai. Mi scusai nuovamente e uscii.
    • Andiamo Michael. È tardi. Hai fatto abbastanza danni per oggi.
    Dissi entrando nel salone dove trovai solo Michael e Scott. Calum era sparito da un po’.
    P. o. V. Calum
    Ormai quello che succedeva là dentro mi interessava il giusto. Mi faceva stare in pensiero sì, ma ero preso da altro. Natalie si era rivelata una ragazza molto simpatica e dolce.
    • Domani che fai? – azzardò.
    Divenne tutta rossa.
    • Niente. Mi fai da guida qua a Berlino? – chiesi
    • Certo. – rispose
    Mi venne un’ idea. Sapevo che era la cosa giusta da fare per poterla rivedere.
    • Ti regalo 2 pass per il concerto di domani sera. – annunciai
    • Ma io sono solo una. L’altro a chi lo regalo? – chiese
    Mi venne un dubbio. E se fosse fidanzata?
    •  … al tuo ragazzo? – tentai
    Lei rise.
    • Lo avessi, molto volentieri. – rispose
    • Allora porta una tua amica! Magari carina, così Michael non si invaghisce più della cameriera di un pub. – risi
    • Ho già un’idea di chi potrei chiamare. – rispose
    Forse avevo trovato la ragazza di cui parlavo con Michael prima. È un po’ diversa da come me l’ero immaginata, ma è pur sempre bella.
    Infatti mi sono piaciuti da subito i capeli castano – rossicci che le scendevano lisci sulle spalle.
    • Penso che debba andare via, Natalie. – dissi ricordandomi di quello che stava succedendo.
    • Aspetta. Dammi il telefono. – disse porgendomi la mano
    • Vuoi rubarmelo? – chiesi fingendomi confuso. Sapevo cosa voleva fare.
    • Certo, certo. Dai dammi quel coso – disse iniziando a ridere
    • Non trattare il mio I Phone così! – dissi porgendogli il mio prezioso cellulare
    • Ecco qua. Grazie mille. – disse alcuni minuti dopo
    Guardai il cellulare e vidi che aveva cambiato lo sfondo. Prima avevo una foto della band, ora avevo una sua foto che aveva modificato scrivendoci sopra CALUM + NATALIE.
    • Che pensiero dolce. – dissi sorridendo.
    • Adesso hai una mia foto e pure il mio numero di telefono. – disse alzandosi – sappi che non lo troverai sotto il nome “Natalie” come pensi. Dovrai faticare un po’ per trovarlo.
    E se ne andò. Lasciandomi lì impalato come un idiota.
                                                                                             ***
    P. o. V. Michael
    • Svegliati. – Zoe mi tolse le coperte di dosso evidentemente irritata
    • Ehi ehi ehi! Calmati! Che è successo?  – chiesi sorpreso di tutta questa irruenza
    Ieri sera? Beh, diciamo che mi ricordo fino a quando Calum si è attaccato a Chantal. Poi di lì non mi ricordo assolutamente nulla e quindi potrei anche aver potuto rapinare un negozio di dolciumi e non me lo sarei ricordato.
    • Tu non ti ricordi assolutamente niente di quello che è successo ieri sera nel pub? – chiese con una voce strana. Aveva le mani che si muovevano a scatti, come se mi volesse staccare la testa, ma si tratteneva dall’attaccarmi.
    • No. A parte che Calum si è attaccato a quella bionda no. Perché cosa ho fatto? – risposi incredulo
    Davvero non ho idea di cosa io possa aver combinato ieri sera. Ho ucciso qualcuno? Ho davvero rapinato un negozio di dolciumi?
    • Hai quasi fatto a botte con un colosso perché aveva trattato male una ragazza. – disse fredda
    • Che cosa? Ho davvero fatto tutto questo? – chiesi stupito
    Non so se da sobrio avrei fatto una cosa del genere.
    • Dovresti ringraziare Calum. Se non ci fosse stato lui, adesso saresti in coma o direttamente in cimitero – disse
    • Addirittura? – chiesi sorpreso
    • Sì. Dovevi vedere quanto era grosso quell’uomo!
    Vidi entrare il moretto che mi aveva “salvato la vita”.
    • Calum dov’eri finito ieri sera? Sei sparito! – disse Zoe.
    • Beh, diciamo che non mi sentivo molto bene e sono rimasto fuori. – rispose
    Sapevo che stava mentendo. Lo conoscevo.
    • Mmh, non me la bevo. Ma non mi interessa poi così tanto. Almeno tu non hai rischiato di diventare una frittella – disse ridendo.
    La tensione si stava piano piano calmando. Se prima Zoe avrebbe voluto uccidermi, adesso non più. Fortunatamente.
    • Dopo questo casino diciamo che non uscirai più la sera da solo e in un pub. È troppo pericoloso. – disse severamente
    Mi stava punendo? Come si fa con i bambini di 10 anni togliendo loro tutti i dolciumi?
    Ma devo rendermi conto che ho sbagliato. E l’unico modo per tenermi in regola poteva fare solo questo.
    P.o.V. Charlie
    Era un po’ di tempo che non passavo del tempo con Ashton da sola. Quindi gli proposi di guardare un film accoccolati sul divano. Lui accettò molto volentieri pretendendo però di vedere un film horror. Odiavo quei film. Mi impaurivano e basta.
    • Sei sicuro di dover guardare per forza L’esorcista? – chiesi speranzosa
    • Certo. Se vuoi essere la mia fidanzata dobbiamo condividere tutto. Pure i film. – disse sicuro
    • Quindi mi stai dicendo che … domani vedrai con me Titanic? – chiesi scherzando
    • Oh mio Dio. Titanic? Stai scherzando? – chiese
    • No. Assolutamente. Sono serissima. E adesso ti tocca guardare con me questo film strappa-lacrime. – risposi decisa
    • D’accordo. Ma ora zitta che inizia. – mi dette un colpo su una spalla.
    Presi un cuscino. Il migliore amico di una donna davanti a un film horror
    Nei punti che mi facevano più paura, stritolavo il mio amico cuscino. Lo avevo chiamato Bobby.
    • Bobby. Non guardare! Non guardare! – dissi girandomi dall’altra parte.
    Vidi Ashton mettere in pausa.
    • Charlie, stai bene? Chi è Bobby? – disse guardandomi male
    • Sì. Diciamo che va bene. Bobby è il mio migliore amico cuscino! – dissi come se fosse stato tutto normale.
    • Vado a prendere il termometro. Tu stai male. O sei impazzita. – disse alzandosi
    • Stupido. Non ti alzare. Non ti muovere sto benissimo. Non fare il geloso. Bobby è solo un amico! – dissi scherzando
    Lo vidi allontanarsi. Spostai il cuscino e mi rilassai. Avevo i nervi tesi dovuti a questo stupido film.
    • Eccomi. Misurati la febbre. Stai delirando. – era andato veramente a prendere il termometro!
    • Sì, d’accordo. – risposi misurandomi la febbre. – vedi? Non ho la febbre e ora non rompere. Finisciti di guardare il tuo bel film.
    • D’accordo. Ma Bobby lo prendo io! Stai considerando di più lui di me! – disse imbronciato e togliendomi di mano il cuscino bianco.
    • Ma io lo avevo detto che eri geloso Irwin! Ammettilo! Eri geloso di un cuscino – dissi avvicinandomi e abbracciandolo
    La sua pelle era morbidissima. Altro che Bobby! Era lui il cuscino!
    • Come potrei non essere geloso, se anche il cuscino potrebbe portarti via da me? – chiese dolcemente
    • Sappi che nessuno potrà allontanarmi da te fino a che stiamo insieme – soffiai leggermente sulle sue labbra
    Gli lasciai un bacio dolce sulle labbra e sorridemmo entrambi.
    Ashton approfondì il bacio facendo danzare le nostre lingue a ritmo. Era stupendo come andassero insieme.
    • Che vuoi fare? – domandai confusa staccandomi
    • Lascio a te la scelta – rispose malizioso
    • Il film horror mi fa schifo quindi o vado a letto o cambiamo film. – dissi con la faccia da angioletto
    • Vai pure a letto. Io devo vedere la fine del film – disse scherzando.
    Mi alzai e spensi la televisione.
    • EHIIII!! CHE FAI? – urlò sdignato
    • Niente film Fletcher. Quel film è terribile. – dissi
    • D’accordo. D’accordo. Andiamo a letto. – disse alzandosi e abbracciandomi da dietro
    • Guarda che io ho detto che IO vado a scuola. Mica te!- dissi allontanandolo
    • No no. Adesso vengo a dormire con te! Non fare la finta tonta! Lo sai anche te che non vedi l’ora che questo bel fustacchione venga a dormire con te! – disse scherzando
    • Bel fustacchione? Dove? Non lo vedo! – dissi scherzando e facendo la finta tonta
    • È qui davanti a te. – disse prendendomi e baciandomi
    • Forse hai ragione. – dissi estasiata.
    Andammo nella mia camera da letto e ci addormentammo accoccolati

    SPAZIO AUTRICE
    Vi prego non mi fucilate perchè vi ho lasciato a metà di un avvenimento importante come quello di prima.
    Comunque: ho aggiornato finalmente!
    Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Ho provato, come vedete, a scrivere un capitolo un po' diverso dagli altri.
    Recensite perchè mi sembra che non stiate considerando molto i capitoli, nonostante io faccia i salti mortali per aggiornare il prima possibile.
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 42
    *** Chiarimenti e Appuntamenti ***


    CAPITOLO 37 – Appuntamenti e Chiarimenti -
    P.o.V. Luke
    • Pronto? – dissi dopo che sentii suonare il telefono
    • Pronto tesoro sono la mamma – ecco qualcuno che non avevo bisogno di sentire per il momento ma che ovviamente chiama
    • Ah. Dimmi. – dissi  sorpreso
    Di solito non chiamava. Anche nei vecchi tour non mi chiamava, almeno non direttamente. Faceva sempre chiamare Perla con la scusa che le mancavo. Oppure faceva chiamare la vecchia governante. Mi aveva sorpreso questa cosa. Doveva essere successo qualcosa di importante.
    • È veramente importante che tu sappia delle notizie del divorzio. – disse tranquilla
    Ah giusto. Il divorzio. Con il tour e le altre cose mi era passato di mente. Forse era meglio così.
    • Cosa dovrei sapere esattamente del divorzio? – chiesi stranito
    • Beh, diciamo che le cose si sono complicate con tuo padre – disse nervosa
    Non sapeva come dirmi questa cosa. Sapeva che avrei probabilmente reagito male. La capivo. Ma se non si fosse mossa a dirmi tutto sarei letteralmente impazzito.
    • In che senso? Mamma spiegati meglio per favore. – dissi impaziente
    • Beh, diciamo che il conto in banca di tuo padre si sta piano piano svuotando. – disse cambiando evidentemente discorso.
    Rimasi spiazzato. Papà ha parecchi soldi. Come fa ad averli spesi così?
    Mi venne un dubbio.
    • Cosa c’ entra questo con il divorzio? … Aspetta … hai speso tutto tu? – dissi sorprendendomi sempre di più di quello che stavo dicendo
    • Mmm … ma come ti viene in mente di diffidare di tua madre? – disse
    • Lo so che stai fingendo per pararti il culo, mamma. – dissi  non credendo a ciò che mi stava dicendo
    • Non mi parlare così. – mi rimproverò.
    • Da che pulpito viene la predica mamma? TU? Davvero? – dissi innervosendomi
    Davvero non la capivo. Come fa? Dovrebbe avere abbastanza cervello per sapere una cosa del genere no? Lei era quella che mi ha cresciuto educandomi e dicendomi che non si ruba e non si danneggiano le persone a cui si vuole bene. Era lei giusto? E allora come può fare una cosa del genere?
    • D’accordo. Ammetto di aver sbagliato, ma Joshua mi ha tradito. Mi ha fatto sembrare una debole! Ho sempre cercato, e tu lo sai, di mostrare il mio lato del carattere forte. Ho sempre tentato di non far trapelare tutto quello che è successo nella mia vita prima di incontrare tuo padre. E lui ha rovinato tutto. Come sempre. – disse piangendo
    Mi dispiaceva sentirla stare male. Dopo quello che ha passato da piccola, le violenze del padre e la morte prematura di sua sorella, era l’ultima cosa che desideravo.
    Era sempre stata una stronza con me e Perla perché non ci considerava minimamente, ma sentirla stare male così, mi faceva stringere il cuore.
    Volevo fare qualcosa per riunire la mia famiglia. Dovevo. Era il mio dovere in quanto figlio maggiore. Se non lo avessi fatto io, probabilmente nessuno lo avrebbe fatto.
    • Mamma, tranquilla. Non sono lì vicino a te. Mi dispiace in questo caso. Ma non so che fare. Devi solo smettere di comportarti da bambina e cercare di ragionare con papà. Cercate di riunire questa cazzo di famiglia che per colpa vostra sta andando allo scatafascio.
    • D’accordo. Farò come dici. Forse hai ragione. – disse sinceramente
    Non capisco. Forse davvero stavolta mi ha ascoltato e ha seguito un mio consiglio. Mi sentivo benissimo. Come se almeno stavolta le mie parole avessero avuto un senso. Almeno stavolta.
    P. o. V. Calum
    Natalie.
    C’era solo lei nella mia testa. Era un bel problema. Tra poco andremo via da Berlino e andremo ad Amsterdam quindi non ci vedremo più. Non so come fare per non soffrire a questo punto.
    Non mi ero innamorato ma ammetto che mi sarebbe mancata.
    Non ho davvero idea di come avrei fatto a non sentire la sua mancanza.
    Luke e Ashton non sanno ancora nulla. Aspetto un altro po’ a dirlo. Preferivo che nemmeno Michael lo sapesse, ma … lui me l’ha fatta conoscere!
    • Calum … mi devi mettere al corrente di qualcosa? – mi chiese il rosso entrando nella mia camera.
    • Non so a cosa ti riferisci Mikey … - dissi tranquillo
    Non è successo nulla da quando l’ho visto l’ultima volta. Cioè 2 minuti fa.
    • No. tu devi dirmi qualcosa? – chiesi curioso a questo punto
    • Ehm, no. – disse poco convinto
    • Dimmi la verità Michael. – rispose
    • Ok. Voglio andare a cercare quella Sarah del pub dell’altra sera – disse convinto
    • Sai Michael, a volte mi chiedo se tu sia coglione di natura oppure se tu ti ci impegni ad esserlo – dissi
    Come si può essere così idioti? Ha rischiato di farsi ammazzare per aver bevuto un po’ troppo e ora vuole tornarci?
    • Ehi! Non offendere! – disse deluso
    • Sì che ti offendo invece! Non puoi tornare da quell’uomo! E soprattutto in quel pub.
    • Perché? Stavolta non berrò e soprattutto non offenderò Armin! – disse alzando le mani in segno di resa
    • D’accordo. Ma vacci con qualcuno. Tipo Ben o anche uno dei ragazzi. Io non vengo. – dissi voltandogli le spalle
    • D‘accordo, d’accordo. Grazie eh! – disse uscendo.
    Ok forse mi sentivo in colpa. Ma sinceramente io tenevo alla mia pelle.
    Nemmeno il tempo di andare in bagno, che mi suonò il cellulare.
    “Calum, vieni alla Statua della Vittoria tra 20 minuti. Ti devo parlare. Natalie.”
     Forse aveva il radar perché prima pensavo proprio a lei.
    Cosa voleva da me adesso? E soprattutto: perché sono così nervoso all’idea di vederla? 
    Questa cosa mi preoccupava. Ma decisi di non pensarci.
    Mi vestii e andai ad avvertire Zoe della mia “perlustrazione di Berlino alla ricerca di Natalie”.
    Lei mi dette le indicazioni esatte per arrivare lì. Facciamola santa in questo caso.
    Mi aveva appioppato Craig, un altro dei manager. Da quando Michael si era messo nei casini ieri sera aveva fatto di tutto per essere seguiti da un bodyguard o da un manager dovunque andassimo. Stamattina per esempio Charlie e Ashton sono usciti a fare colazione in un bar. Volevano stare da soli almeno per una mezzoretta, ma Zoe non lo ha consentito e ha mandato loro dietro Jasper, il terzo bodyguard.
    Con questa cosa del seguito perenne, la nostra privacy era definitivamente finita. Ci mancava solo che mentre siamo in bagno, spunti Scott a passarci la carta igienica!
    Comunque torniamo a noi. Craig mi seguiva come un’ ombra. Mi indicava anche la strada per arrivare alla Statua Della Vittoria (cosa più che positiva in questo caso!).
    Ero sotto questa gigantesca Colonna, ma di Natalie nemmeno l’ombra. Iniziavo a preoccuparmi. La chiamai.
    • Calum, scusa sto arrivando! Sono in metropolitana! Sto scendendo – disse rispondendo con tono affannoso
    • Tranquilla, non fa niente. Vieni pure con calma. Ti aspetto qua. – dissi
    • Oh, grazie Cal. Sono sempre stata una frana con gli orari! – disse facendomi ridere.
    Mi faceva tenerezza. La capivo. Anche io ho sempre fatto schifo per quanto riguarda gli orari, ma adesso ero migliorata, da quando devo stare molto attento agli appuntamenti e alle prove.
    Vedevo Craig attendere dall’altra parte della strada. Gli avevo chiesto un po’ di privacy con Natalie e lui aveva acconsentito a non starmi appiccicato sempre. Anche perché Natalie si sarebbe sentita in imbarazzo davanti ad un perfetto sconosciuto.
    Mi sentii chiamare e vidi Natalie correre verso di me. Sentii qualcuno saltare sulle mie spalle e delle risate nelle orecchie. Ok Natalie era arrivata.
    • Ciao Calum! Scusa il ritardo! Mi ci è voluto un po’ a prepararmi. Mi perdoni? – disse abbracciandomi e facendo gli occhioni dolci.
    • Ahi. Mi hai fatto male stronzetta. Sai che anche se pesi tipo 50 kg, rischi comunque di spezzarmi la schiena? – dissi scherzando
    • Ehi! Mi offendi! – disse mettendo il broncio
    • Ora metti davvero il broncio? – chiesi sorpreso
    • No. Dai. Siamo pari. – disse lei
    Mi prese la mano. Mi sorpresi. Di solito se 2 persone si conoscono a mala pena, non si prendono già la mano. Ma a me stava bene così.
    Mi sorrise.
    • Dove vogliamo andare, mio cavaliere? – disse lei
    • Non lo so. Sei tu la tedesca qua. Non io. Non ho la più pallida idea di dove potremmo andare per fare una girata. Dimmelo tu piuttosto. – dissi
    • Ho un idea. – disse illuminandosi
    • Niente shopping. Per favore. Ci pensa già Charlie. – dissi
    • No, no tranquillo. Voglio mostrarti i Schloss CharlottenHof. – disse come se si aspettasse che io sapessi cosa fossero questi cosi
    • Ehm, che? – chiesi
    • I Schloss CharlottenHof, i giardini più famosi di Berlino! – spiegò.
    • Ahhhh. Sembri una guida turistica – risi
    Lei mi tirò uno schiaffetto sulla spalla. Ma poi iniziò a ridere come se non fosse successo nulla.
    • Eccoci qua.
    • Waaaa. Quanto è bello – dissi a bocca aperta.
    Ero rimasto piacevolmente sorpreso dalla bellezza di questi giardini.
    Mi sarei divertito molto.
    Avevo ben presente il motivo per il quale Natalie mi aveva portato qua. Proprio in dei giardini romantici dove un sacco di coppiette si scambiavano effusioni seduti su delle panchine. E comunque sì avrei fatto questo passo. O almeno ci avrei provato. Non era detto che avrebbe detto di sì, ma almeno ci avrei provato. Era abbastanza improbabile che mi dicesse di no. è abbastanza ovvio cosa vuole da me, visto come si comporta e visto dove mi porta.
    • Sì, questo penso sia uno dei posti più belli di Berlino sinceramente. A me piace davvero un sacco. – disse sognante
    • Sì, bellissimo. – dissi guardandola ridere.
    Sì. Forse era davvero la scelta migliore da fare.
    SPAZIO AUTRICE
    Il capitolo nuovo sono riuscita a postarlo solo ora.. mi dispiace come sempre.
    Premetto che non conosco bene Berlino e quindi non so se in questi capitoli a Berlino potrei benissimo avere detto delle cazzate enormi sulle piazze o sui giardini...
    Come vedete  Calum e Natalie? Li vedete come una coppia? Secondo me sono molto carini insieme, ma ovviamente non posso preannunciare nulla. Non voglio spoiler.
    Alla prossima, un bacio
    Ila:) 

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    Capitolo 43
    *** Amore, Amore e Sempre Amore ... Forse ***


    CAPITOLO 40 –Amore Amore e Sempre Amore, Forse -
    P. o. V. Natalie
    Si vede che mi piace Calum? Forse è abbastanza evidente. Ma speravo davvero che facesse lui il primo passo, so che è un po’ egoista, ma ovviamente se lui non avesse deciso di chiedermi di mettermi insieme a lui, ci avrei pensato io ovviamente.
    • Questo è il posto dove mio padre ha chiesto a mia mamma di sposarla. È un posto che mi dà tantissimi ricordi. – dissi nostalgicamente
    • Davvero? Dai che cosa figa! – disse lui sorridendo.
    Non sapevo esattamente che cosa aspettarmi da lui. Ci avrebbe provato? Mi avrebbe rifiutata? Questo davvero non lo so ma spero che io e lui possiamo stare insieme perché ci tengo davvero. Ok le cose sdolcinate in questo momento non calmano la situazione. Adesso basta.
    P. o. V. Michael
    Avevo chiesto a Calum di venire con me  a cercare Sarah, ma lui mi aveva detto di no. Decisi quindi di chiedere a Luke. Io c’ero sempre per lui e lui c’era sempre per me. Speravo che stavolta mi avrebbe aiutato e sarebbe venuto con me.
    Bussai alla sua porta. Lui non rispondeva. Bussai di nuovo. Sentii dei movimenti e lo vidi apparire assonnato. Stava dormendo. Poverino. L’ho svegliato.
    • Ehi Luke. Sei libero oggi pomeriggio? – chiesi speranzoso
    • Ehm, certo. Stavo dormendo ma d’accordo. – mi rispose sorridendo
    • Scusa. Sono un rompipalle, me ne rendo perfettamente conto. – dissi iniziando a ridere.
    • Menomale che te ne rendi conto da solo! – disse sorridendo
    Andò a vestirsi. E quando uscì mi chiese dove saremmo andati. Io gli risposi che volevo andare da Sarah e lui mi disse che ero un completo rincoglionito che doveva farsi curare da uno bravo. Me lo immaginavo. Lo sapevo che sarebbe andata a finire così. che mi continuava a dire che non ci voleva andare e che voleva che Big Ben( il body – guard) venisse con noi. Ammetto che era la cosa giusta da fare. Siamo comunque in un pub, potrei comunque bere qualcosa.
    • Eccoci qua. – dissi entrando nel pub.
    C’erano così tanti ricordi lì dentro! Mi sentivo la mente offuscata dai ricordi.
    • Dai tranquillo. Armin potrebbe non essere presente. – mi rassicurò Luke.
    • Davvero? È il titolare del pub. Sarebbe irresponsabile per lui, ma sarebbe un bene per me. – dissi
    Vidi Sarah. Rimasi di sasso. Era ancora più bella di quanto mi ricordavo.
    Luke mi guardava ridendo sotto i baffi.
    • Attento … sbavi. – mi avvertì Luke sghignazzando
    • Oh. – mormorai toccandomi  gli angoli della bocca per controllare che non stessi facendo davvero quella grande figuraccia.
    Sarah mi vide e mi venne in contro preoccupata.
    • Cosa ci fai qua? – chiese stranita
    • Ehm, volevo parlare con te. È urgente altrimenti non sarei venuto fin qui. – dissi
    • Certo. Armin è di là in cucina. Potresti aspettare 10 minuti? Così vado in pausa senza che tu vada nei casini. – mi disse
    • D’accordo. Intanto ci porti una birra bionda piccola? – chiesi
    Luke mi tirò un pugno su una spalla in segno di rimprovero.
    • … anzi nulla grazie. – dissi a Sarah cambiando idea velocemente.
    Avevo l’impressione che tutto questo avrebbe dovuto essere dimenticato dopo, per questo ho chiesto da bere. Speravo di sbagliarmi, ma pensavo che Sarah non era molto felice di vedermi
    P. o. V. Calum
    Mi stavo divertendo molto. Forse avevo trovato davvero qualcuno che quantomeno mi voleva bene come persona non come cantante famoso. Mi faceva piacere che Natalie si stesse dimostrando una ragazza che rispecchia i miei gusti, aveva tutto ciò che cercavo in una ragazza, e infatti mi trovavo molto bene con lei.
    • Ti va un hot dog? – mi propose
    • Certo. – risposi entusiasta
    Era forse la prima ragazza che proponeva di mangiare qualcosa. E soprattutto era la prima a propormi di mangiare una cosa grassa come un hot dog. E siccome ormai la conoscevo, anche se poco e avrebbe potuto sorprendermi con qualsiasi cosa, sapevo che ci avrebbe messo un sacco di salse.
    • Hot dog ben cotto, con maionese, ketchup e senape. Grazie mille. – disse al cameriere che era venuto al nostro minuscolo tavolino fuori dal bar.
    • Per me senza senape ma con i crauti. – ordinai.
    • Qua fanno gli hot dog migliori del mondo. – disse
    • Ci credo. – gli sorrisi
    Mi sarebbe mancata quando saremmo andati ad Amsterdam. Volevo diventare suo grande amico. Anche se non ci fossimo messi insieme, mi sarebbe mancata comunque.
     Arrivò il cameriere. I suoi occhi si illuminarono.
    Vidi il mio hot – dog e capii. Era gigantesco. E sembrava buonissimo. Ora non vado nei dettagli, ma sappiate che sono stati i soldi spesi migliori della mia vita probabilmente.
    Dopo aver mangiato, Natalie mi portò in una piazza che disse chiamarsi Pariser Platz.
    Vidi che era un posto magnifico. Mi piaceva Berlino, anche se probabilmente preferivo Parigi, ma pensavo che sarebbe stato stupendo parlarle in questo posto stupendo, ma avevo in mente altri programmi che le sarebbero piaciuti di più.
    P. o. V. Michael
    • Eccomi, scusa l’attesa. Armin ha capito che si trattava di te e non voleva lasciarmi uscire. – disse Sarah spuntando e togliendosi di dosso il piccolo grembiule nero
    • Tranquilla. Mi hai fatto schiarire le idee. – dissi sorridendole
    Luke e Ben se ne erano andati a bere qualcosa lasciandomi la mia privacy con Sarah.
    • Allora? Di cosa volevi parlarmi? – disse incalzando
    • Senti, mi dispiace per aver fatto tutto quello che è successo ieri sera. – dissi dispiaciuto
    • Non dovresti chiedere scusa, dovrei ringraziarti io. – rispose sorridendo
    Mi stavo perdendo nei suoi occhi quando fece una precisazione.
    • … il mio ragazzo George ti sarebbe molto grato. -  disse
    Rimasi di sasso.
    Ha un ragazzo.
    • Oh. – mormorai deluso
    • Che cos’hai? – disse
    • N -no niente, tranquilla. – dissi scuotendo la testa
    • Eri venuto per qualcos’altro? – chiese curiosa
    E ora cosa le dicevo? Non potevo certo permettermi di dirle che avevo una cotta per lei, soprattutto perché aveva il ragazzo, era impegnata.
    Ero deluso da me stesso. Di solito i ragazzi si affezionano troppo in fretta alle ragazze e rimani di merda quando loro ti deludono.
    Ero rimasto tagliato da una lama che era più grossa di me. Dovevo andare via di qui. Anzi volevo andare via direttamente da Berlino. Voglio andare via. Facciamo velocemente questo concerto stasera e basta. Andiamo ad Amsterdam e basta.
    • No, no ci tenevo solo a scusarmi per come mi sono comportato ieri sera. Io in realtà non sono così. – dissi
    • Ah. Sicuro? Mi sembrava che tu mi volessi dire altro, ma mi fido di te. – disse confusa
    • Certo. Se c’era dell’altro te ne avrei parlato. – dissi
    • Ok. Senti adesso dovrei andare. – disse alzandosi
    • Oh, va bene. – dissi fintamente dispiaciuto
    Finalmente potevo alzarmi da quella cavolo di seggiolina che stava diventando sempre più stretta.
    Me ne andai. Arreso. Probabilmente sarebbe stata l’ultima volta che avrei rivisto Sarah.
    P. o. V. Calum
    Ok adesso mi ero deciso. Lei sarebbe stata la mia ragazza. Tour o non tour.
    • Vorrei parlarti di una cosa. È abbastanza importante. – dissi fermandomi e voltandomi
    • Mi devo preoccupare? – chiese confusa.
    • No no, anzi …
    L’adrenalina che  avevo in corpo mi aveva portato ad avvicinarmi sempre di più a Natalie. Forse troppo. A quel punto non potei più fermarmi. La baciai. E fui molto felice di averlo fatto.
    Lei si staccò stranita.
    • Che cosa significa Calum? – chiese
    • Diciamo che voglio approfondire il bel rapporto che abbiamo finora. – risposi convinto
    • Oh mio Dio davvero? – disse iniziando a piangere.
    • Perché piangi? Ho sbagliato in qualcosa? – chiesi preoccupato
    • No… no. No anzi Calum sei stato dolcissimo. Sono troppo felice – mi rispose
    • E allora sorridi! Non piangere! – dissi sorridendo
    • D’accordo d’accordo. – disse.
    La baciai di nuovo. Stavolta sentii le farfalle nello stomaco, segno che avevo fatto una buona scelta.
    • Mmh. Wow. Sei bravissimo sai? – disse retoricamente
    Arrossii. Era forse la prima volta che mi succedeva davanti ad una ragazza. Questo mi rendeva molto fiero della ragazza che mi ero scelto.
    I suoi occhi verdi erano stupendi e ridevano. Probabilmente era la stessa cosa che aveva intenzione di chiedermi lei se non avessi fatto io la prima mossa.
    Suonò il telefono.
    • Ehm, scusami Natalie. – dissi staccandomi dall’ennesimo bacio.
    Luke.
    • Ehi ragazzo innamorato. Ti sei dimenticato delle prove? Sono le 4. Vieni velocemente in hotel oppure raggiungici direttamente là. – disse
    • Eh giusto. Sì va bene. Arrivo subito. – dissi. e chiusi la chiamata
    Mi voltai verso Natalie.
    • Devo andare a fare le prove. Ma facciamo così. Questi sono 2 biglietti per il concerto all’ O2 World di stasera. Porta anche un’amica. Possibilmente carina. Sai uno dei miei compagni è stato friendzonato e ha bisogno di qualcuno per togliersi dalla testa quella ragazza. – dissi dopo che Craig mi aveva portato 2 biglietti.
    • Oh, certo Calum. Convincerò una mia amica a venire al concerto dei 5 Seconds Of Summer. – disse sarcasticamente
    Adesso era davvero arrivato il momento di tornare in hotel. Mancavano esattamente 3 ore e saremmo tornati sul palco. Mi era mancato dopo 3 giorni di Stop tornare a cantare tutte le nostre canzoni.
    SPAZIO AUTRICE
    Allora ho un avviso stra - importante da fare: ho aperto un profilo Twitter dedicato alla FF e alle mie storie in generale. è @abbracciami_ale. Seguitemi e fatemi le domande. Risponderò a tutte le domande il prima possibile.
    Detto questo, commentate.
    Alla prossima
    Ila:)

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    Capitolo 44
    *** On Stage ... ***


    CAPITOLO 41 – On Stage … –
    P. o. V. Luke
    Michael era stato friendzonato senza che lei nemmeno sapesse della sua palese cotta. Mi dispiaceva. Dovevo fare qualcosa per farlo tirare su di morale. Ma non ora. Ora dobbiamo pensare al concerto. L’ O2 World non era un palco semplice, infatti l’ansia si faceva sentire, forse più di Parigi anche se era la prima tappa del tour. Stasera avevamo deciso di cantare una canzone che non avevamo ancora mai cantato: Everything I Didn’t Say. Ero eccitato all’idea. Era una canzone molto personale.
    Oh! Ecco Calum! Finalmente si è fatto vedere.
    • Ti aveva preso tanto Natalie vero? – chiesi ammiccando
    • Beh, sì. – ammise – ah già. Viene al concerto con una amica. Le ho detto che te la farò conoscere.
    • Oh … - rimasi spiazzato
    Non me la aspettavo sinceramente. Quando è arrivato qua non mi aspettavo che mi aiutasse in questo modo.
    • Che c’è? Non sei felice? Dovresti esserlo! – disse stupito dalla mia reazione
    • Sì sì, anzi grazie mille. Solo non me lo aspettavo. – risposi confuso
    • Vabbè. Adesso che lo sai, possiamo andare a provare le canzoni nuove. – disse prendendomi per un braccio e trascinandomi da Zoe che, impazientemente, aspettava noi.
    Charlie, Ashton e Michael erano già tutti pronti e sembravano carichi per cantare. Io e Calum eravamo elettrizzati. Eravamo pronti.
    • Allora, il cambiamento della scaletta avverrà tra Amnesia e Long Way Home. – iniziò a spiegare Zoe
    • Voglio cantare io – intervenne Calum
    Era strano. Di solito a lui piaceva soprattutto intrattenere il pubblico urlando e correndo da una parte all’altra del palco saltando. Stavolta ha detto che vuole cantare. Chissà cosa ha in testa questo qua!
    • Oh va bene ma la vuoi cantare tutta? – chiese stranita Zoe
    • Quanto posso, nel rispetto della band – rispose cordialmente
    • Per me puoi farla tutta tu. – intervenne Ash
    • Anche per me – acconsentì Michael
    • Per me è ok. – dissi anche io
    Ok. Forse dovevo preoccuparmi? Forse Calum era malato e stava già delirando? O magari mi sto facendo troppi problemi?
    Comunque sia, questo è quanto succederà: Calum canterà tutta Everything I Didn’t Say al concerto a Berlino.
    P. o. V. Natalie
    L’invito di Calum era stato una graditissima sorpresa, non me lo aspettavo, ma lo ammetto che ci speravo. Non sono una fan sfegatata dei  5 Seconds Of Summer, ma mi faceva piacere andare ad un concerto, soprattutto quando il bassista è il tuo ragazzo.
    • Finalmente sei tornata! – disse mia mamma quando mi vide entrare in casa
    • Sì, stasera vado ad un concerto al O2 World. Calum mi ha regalato i biglietti – la avvertii
    • Un po’ di preavviso sarebbe stato meglio.. stasera io e tuo padre usciamo e tua sorella rimane da sola a casa – disse
    • Oh, no. Non è possibile!– dissi esausta
    • Tranquilla. Tu vai di sopra, io parlo con papà e ti faccio sapere se puoi andare o no a quel concerto. – disse tranquillizzandomi
    • D’accordo. – dissi rassegnata
    Salii e mi affacciai alla camera di JJ, mia sorella. Ha 8 anni. È la mia piccolina. Abbiamo un rapporto stupendo. Ci vogliamo un mondo di bene. Farei qualsiasi cosa per lei, ma stavolta pretendo di andare a quel concerto. Ho già in mente chi sarà la persona che porterò. Nicole. La mia migliore amica. Fan dei 5 SOS. È andata a 3 concerti dei One Direction solo per vedere loro. Se non è perfetta lei per questo ruolo, chi?
    • Ehi piccoletta. Cosa fai? – dissi entrando nella sua stanza
    • Faccio i compiti – rispose
    • Uu i compiti. Difficili? – chiesi curiosa?
    • Mmh, naah. Mi riescono. – rispose
    • Ah ma allora sei intelligente! – dissi sarcastica.
    Detto questo lei rise e io me ne andai. Lasciandola sola a studiare matematica.
    Volevo davvero andare a quel concerto. Era la priorità più assoluta in questo momento. Se non ci fossi andata sarei stata male per tutta la sera. Calum ci tiene molto. Non posso rifiutare. Dovevo trovare una soluzione.
    Ma certo. Carmen.
    Carmen era la mia ex baby sitter, non chè vicina di casa. Ha sempre detto che mi doveva un favore e che per qualsiasi cosa, le avrei potuto chiedere tutto. Conosce molto bene JJ e JJ conosce molto bene lei.
    • Mamma ho un’idea. Vieni di sopra. – dissi affacciandomi alla porta.
    • Sì tesoro arrivo subito. – disse. Sentivo nella sua voce il fiatone, quindi stava già salendo le scale.
    Arrivata in camera mia, si sedette sulle lenzuola azzurre del mio letto bianco.
    • Carmen. – dissi semplicemente sperando che capisse
    • Carmen? Cosa ci incastra ora Carmen? – chiese estremamente confusa
    • Potrebbe fare da baby – sitter a JJ. – risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo
    • Ah, beh, sì potrebbe essere un’ idea, ma non è detto che di sabato sera sia disponibile.
    • Beh la chiamiamo oppure la vai a trovare. – risposi sapendo già che la pigrizia di mia mamma avrebbe portato la risposta ad essere molto scontata
    Digitai il numero per chiamare la vicina. Rispose la voce squillante di Carmen. Le dissi il nostro problema, all’inizio sembrava piuttosto perplessa. Poi però capì che c’era bisogno di lei. E accettò. Tirai quasi un urlo quando pronunciò le parole “Va bene. Passo alle 8 a casa vostra”. Eravamo infatti arrivati al compromesso che lei avrebbe portato JJ a casa sua a dormire. Poi domani mattina saremmo andati a riprenderla.
    Una volta risolto il problema, ecco spuntare il secondo: come avvisare Hannah senza farla collassare.
    Decisi di farla venire a casa mia e di dirle tutto.
    P. o. V. Calum
    Avrei fatto questa cosa per dimostrare quanto tenevo a Natalie. Luke mi guardava stranito, come se fossi rincoglionito tutto in un colpo. Ma non era così, assolutamente. La cosa che sapevo fare meglio era cantare, quindi perché non sfruttare questa cosa a mio favore?
    Alcune di voi penseranno che ho solo copiato Ashton, quando si è dichiarato a Charlie, ma non è così. Ashton ha fatto molto di più. Per parlare con Charlie sono andati in cima alla Tour Eiffel, noi invece ci siamo mangiati un hot dog e abbiamo parlato. Certo, entrambi abbiamo dedicato una canzone alle ragazze, ma la differenza sta nel significato delle due canzoni. Just The Way You Are è moooolto più romantica di Everything I Didn’t Say, che è più una confessione che faro io a Natalie.
    Mi sentivo abbastanza in ansia per questa cosa. Natalie non la conosceva nessuno ancora, non sose le fan la avrebbero accettata come hanno fatto con Charlie, ma spero di sì. spero di poter continuare ad amare le fan e continuare nel frattempo ad amare anche Natalie.
    Prima dell’arrivo di Natalie dovevo fare le prove quindi dovevo sbrigarmi.
    Erano già tutti lì. Ero l’ultimo come sempre.
    • Sei pronto? – mi chiese Ashton avvicinandosi a me
    • Ehm, sì, anche se sono un po’ in ansia.
    • Allora iniziamo le prove da Everything I Didn’t Say va bene? – chiese annunciandolo
    • D’accordo.
    E iniziò la base.
    P. o. V. Natalie
    Hannah era appena arrivata e aveva già iniziato a cantare una canzone che penso si chiamasse Disconnected. Era sempre la stessa storia. Cantava sempre e soltanto loro canzoni, non che mi dispiacessero.
    Era arrivato il momento della verità. Dovevo dirle tutto velocemente e subito come se fosse lo strappo della ceretta.
    • Andrai al concerto dei 5 Seconds Of Summer perché sto uscendo con Calum Hood e mi ha regalato 2 biglietti. – dissi velocemente e mangiandomi mezze parole
    • Che cosa? – la vidi sedersi.
    Ho capito. Le girava la testa e stava per collassare, quindi si sedette per farselo passare.
    Mi aspettavo una reazione diversa.
    • OH MIO DIO! MA STAI SCHERZANDO? – iniziò ad urlare quando si fu ripresa.
    • No. è tutto vero. –
    • Aspetta tu stai con Calum Hood? – disse quando comprese tutte le parole che avevo detto.
    • Mmm.. sì. – dissi sorridendo
    • ODDIO SONO TROPPO FELICE! MAMMA MIA TU ESCI CON UN MIO IDOLOOO! – disse iniziandomi a stritolare la testa
    E c’era dell’altro. Cioè che lei avrebbe dovuto uscire con uno di loro single. Ma decisi di non dirle niente. Doveva essere una sorpresa. Cioè speravo che l’altro membro della band non dicesse “sai la tua amica e Calum hanno deciso di farci incontrare”, altrimenti, oltre a ucciderlo, Hannah si sarebbe incazzata con me per non averla avvertita.
    • Q -Quindi mi s-stai d-dicendo c-che incontreremo Ashton, Luke, Calum e Michael dal vivo? – chiese balbettando per l’emozione
    • Beh, Calum non ha parlato di accesso al backstage, ma penso di sì. – dissi dubbioso
    • Oh – disse delusa
    Eravamo entrambe elettrizzate. Hannah disse che sarebbe andata a casa sua per prendere i vestiti e che mi avrebbe preso una delle sue centinaia di maglie dei 5 Seconds Of Summer e me l’avrebbe prestata, non regalata, prestata, sottolineò.
    Detto questo se ne andò lasciandomi lì da sola in attesa del suo ritorno.
                                                                                             ***
    Quando ritornò, Hannah aveva in mano 3 buste piene di roba. Penso fossero solo vestiti, scarpe e trucchi.
    • Eccomi. – disse entrando in camera mia
    • Hai svaligiato un supermercato? - dissi ridendo
    • Se se ridi ridi. Tanto ora ti sistemo io. – disse tirando fuori dei vestiti da farmi mettere.
    La maglia mi piaceva molto. Era bianca e sopra aveva il logo del gruppo in nero. Poi mi aveva dato una gonna nera a vita alta. Non era il mio stile ma era carina come idea.
    Mi provai tutto e mi innamorai di tutto quello che mi aveva proposto.
    • Ti metterai la gonna anche tu vero? – chiesi speranzosa
    • Ehm, d’accordo. – rispose
    Si mise una gonna ampia blu scuro. Sopra invece mise una maglia sempre dei 5 Seconds Of Summer ma con disegnate sopra le facce dei 4 ragazzi.
    In piedi entrambe mettemmo degli stivaletti bassi. Io neri, lei beige.
    Eravamo pronte.
     

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    Capitolo 45
    *** ... Again ***


    CAPITOLO 42 – … Again -
    P. o. V. Calum
    Avevo una cosa in mente per poter stare il più tempo possibile con Natalie. Non vi aspettate una cosa romantica come ha fatto Ashton. Natalie non è una persona che guarda alla dolcezza del suo ragazzo.
    • Zoe, avrei bisogno di chiederti una cosa. Abbastanza urgente. – dissi rivolgendomi alla manager che mi era venuta in contro
    • Dimmi tutto Calum. – disse
    • Vorrei che Natalie venisse in tour con noi. So che è una richiesta grossa. – dissi
    La vidi fare una smorfia di disapprovazione. Avevo paura che mi avrebbe detto di no. Non volevo staccarmi così presto da Natalie. Stiamo insieme da 3 ore nemmeno!
    • Vedi, il problema è questo: se faccio venire la tua ragazza, poi verranno pure le future ragazze di Michael e Luke, Ashton non lo metto perché la sua è un’ eccezione. – precisò.
    • Sì, ma è veramente importante per me che venga con noi. Vorrei farti notare quanto l’Australia e la Germania siano lontane l’una dall’altra! – dissi
    • Ti capisco Calum, ma è un grande rischio e una grossa responsabilità far venire Natalie in tour. E poi non conosciamo i genitori – mi spiegò tranquillamente
    Ormai Zoe era abituata ai nostri “capricci” quindi sapeva come affrontare responsabilmente la cosa. Era la cosa che invidiavo di più in una donna come lei. Era responsabile e matura, abbastanza da prendere le decisioni giuste al momento giusto.
    • Diciamo che ne parlerò con il resto dello staff e ti farò sapere. Va bene? – aggiunse sorridendomi
    • Oddio. Grazie Zoe. Sei la migliore! – le risposi
                                                                                             ***
    Mancava mezz’ora al concerto. L’ansia saliva sempre di più. Diciamo che la canzone solista non aiutava per niente, ma se ho scelto di fare il cantante e quindi devo smettere di essere in tensione per una cosa che dovrò fare per il resto della mia vita.
    Natalie stava arrivando. Mi aveva mandato un messaggio e mi aveva avvertito che sarebbe arrivata tra 10 minuti perché il traffico qua fuori era bloccato a causa delle fan che ci aspettavano qua fuori.
    Finalmente vidi i capelli arancioni sotto al palco che aspettavo di vedere da un po’. Natalie.
    Accanto a lei c’era una biondina riccia. Doveva essere la sua amica. A Luke sarebbe piaciuta.
    Ero preoccupato. Da quando avevo scoperto che anche Michael era rimasto single, mi sentivo in colpa per non aver pensato anche a lui.
    Non mi facevo vedere perché la sala si stava riempiendo di fan e non mi sembrava il caso di uscire allo scoperto per poi far scoppiare un putiferio.
    Le inviai un messaggio con scritto “Ti vedo.”. Sembrava un po’ tetro, un po’ da stalker questo messaggio, ma lei lo prese bene. Alzò la testa cercandomi senza vedermi. Mi dispiaceva per lei.
    Fortunatamente Ashton, Luke e Michael vennero ad aiutarmi.
    • Non ce la facciamo più a vederti così. – disse Ashton prendendomi per un braccio
    Entrammo sul palco.
    Grida e urli alla nostra entrata. Natalie mi guardava. Io guardavo lei. Lei sorrideva. Io sorridevo.
    • Tra poco iniziamo – diceva Ashton ad una fan che piangeva dalla gioia
    Lei annuiva. Penso che probabilmente sarebbe svenuta se non ci fosse stata così tanta calca da non riuscire a respirare.
    • Dobbiamo rientrare. – disse Luke facendomi segno di rientrare dietro le quinte. Tra poco Charlie avrebbe iniziato a cantare.
    Andammo via. Ero in tensione.
    Ormai i ragazzi sapevano di me e Natalie. La loro faccia era stata stupenda. Mi ero messo a ridere.
                                                                                             ***
    • Welcome to everyone!! – gridò, come sempre, Michael entrando in scena
    • Hello!! – dissi io
    • Gutentag Berlin! – provò con accento tedesco Ashton
    • We’re Back people!!! – e questo era Luke.
    Ci posizionammo e iniziammo subito a cantare Don’t Stop.
    Sapevo che Natalie non era una nostra grande fan. Infatti non si stava scatenando come facevano le altre fan.
    • Guarda quanto è bella quella ragazza! – mi disse Luke mentre cantava Michael.
    Mi sorpresi. Le piaceva l’amica di Natalie. Beh, il problema non si poneva a questo punto. Avrei detto a Natalie di portare Hannah nel dietro le quinte e li avrei fatti conoscere.
    Ma ora dovevo pensare alle prossime canzoni. Non era ancora passata Everything I Didn’t Say.
    P. o. V. Hannah
    Ero veramente fuori di me. Non era possibile. Ero così felice! Ovviamente non è il primo concerto dei 5 Seconds Of Summer, ma era la prima volta che mi regalavano i biglietti per il concerto.
    • Ehi Hannah, il biondino ti fissa. – mi fece notare Natalie.
    • Seeee … non mi prendere in giro, è una cosa seria. – dissi canzonandola
    • Ma guarda che non sto scherzando, è dall’inizio del concerto che ti guarda. – rispose
    Ci dovevo credere? E se poi fosse vero e Luke ci stesse davvero provare con me? Come dovrei reagire?
    • Adesso abbiamo una sorpresa speciale. Solo per voi. Abbiamo deciso di … fare uno strappo alla regola. Ripeto: solo per voi fan tedesche. Non lo abbiamo mai fatto prima. Un solo cantante di noi canterà una canzone che non è in scaletta. – sentii dire ad Ashton, il batterista più sexy
    • Secondo voi chi è?? – chiese Michael
    Sentii un boato alle mie spalle a cui io mi aggiunsi gridando che secondo me quello a cantare sarebbe stato Ashton. Era un mio desiderio. Sentire Ashton cantare una canzone intera senza gli altri.
    • Okay okay. Lo ammetto sono io. – ammise Calum.
    Vidi Natalie sbiancare.
    • Ho un brutto presentimento, Hannah. – disse preoccupata ma al tempo stesso elettrizzata
    • Dai tranquilla. Non penso farà quello che stiamo pensando.
    Lei sorrise inquieta.
    • Ho deciso di cantare solo per voi Everything I Didn’t Say. E la voglio … ehm, dedicare ad una persona speciale. È molto, molto speciale questa persona …
    • È tua madre vero Hood? – scherzò quello scemo di Ashton
    • Lo stavo per puntualizzare idiota, non è mia madre. Ah, a proposito … ciao mamma! – disse iniziando a ridere
    Natalie era arrossita come i suoi capelli. Michael la stava guardando male. Calum la guardava ridendo e arrossendo allo stesso tempo.
    • Insomma iniziamo, che sennò qua non si finisce più. – disse Michael
    Calum iniziò a cantare una versione acustica di quella che era una delle mie canzoni preferite dell’album.
    • Oddio, ma lo senti? – disse ad un certo punto Natalie
    • Certo, Natalie. – dissi sorridendo.
    Le emozioni che provocava a me quel ragazzo erano tante, figuriamoci cosa stava provando Natalie in questo momento.
    P. o. V. Calum
    Everything I Didn’t Say aveva entusiasmato ogni fan che riuscivo a vedere e, dal calore che arrivava fin sul palco, potevo capire che si stavano divertendo molto.
    Ora avremmo finito il concerto e poi avrei avvertito Natalie dei pass per il back stage.
    • Allora siamo pronti per il gran finale? – chiesi felice a Luke
    • Io sono sempre pronto per She Looks So Perfect! – disse entusiasta
    • Allora andiamo! – rientrammo sul palco subito dopo aver fatt0 una pausa prima del gran finale.
    Entrammo di nuovo in scena. Le fan riiniziarono a urlare.
                                                                                             ***
    • Natalie hai 2 posti nel backstage con noi. – dissi una volta finito il concerto
    • oh mi Dio … t –tu m – mi stai d- dicendo che potremmo passare del tempo con loro? – disse la ragazza riccia
    • sì Hannah. – disse Natalie leggermente infastidita dal comportamento della sua amica.
    Non capivo questo suo fastidio. Hannah era solo un'altra delle tante fan.
    • Ah, ehm, lei è Hannah, la mia migliore amica, non che vostra grandissima fan. – disse Natalie indicando la riccia al suo fianco
    • Quindi se sei nostra fan, non occorre che ci presentiamo, non è vero? – si fece avanti Luke.
    • No, certo non serve. Conosco meglio voi della mia vita probabilmente. Passo quasi metà della mia giornata a: farmi seguire su Twitter da voi, tenermi aggiornata sulla vostra pagina Facebook e a scrivere fan fiction su tutti i film mentali che mi faccio sulla vostra vita. – iniziò a blaterare Hannah
    • Okay okay okay. hai già detto anche troppo Hannah – disse Natalie facendo tacere la nostra fan
    • Dai, a me piace sapere che tipo di film mentali si fanno le nostre fan su di noi. È interessante sapere che abbiamo delle fan super pervertite. – diceva ridendo Luke
    • Certo, come se già non lo sapessimo – disse ironico Ashton
    Tra le risate generali, la serata finì anche meglio del concerto. Infatti ognuno andò nella propria camera. Natalie e Hannah tornarono a casa.
    Berlino ci aveva lasciato delle bellissime sensazioni. Io avevo trovato una ragazza e Luke e Michael continuavano ad essere single. Ma non per molto. L’obiettivo di Amsterdam sarebbe stato quello i trovare una ragazza a tutti i membri della band. Emily doveva trovare un modo di chiarire con Aaron perché ad Amsterdam, tutti avrebbero dovuto essere felici.

    SPAZIO AUTRICE
    Cosa sta succedendo? Dove sono tutte le recensioni che facevate prima? Mi dispiace per farvi aspettare così tanto, ma sono impegnata con la scuola e non posso morire per pubblicare tutti i giorni un capitolo.
    Detto questo ho aggiornato, quindi spero che il capitolo vi piaccia.
    Spero di poter pubblicare il capitolo il prima possiibile.
    Un abbraccio
    Ila:)

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    Capitolo 46
    *** In Amsterdam, Everyone Has To Be Happy ***


    CAPITOLO 43 – In Amsterdam, Everyone Has to Be Happy –
    P. o. V. Charlie
    Era da un po’ che non vi raccontavo cosa succede nella mia vita. Anche se probabilmente la mia vita è meno interessante dalla vita di Luke, Calum, Michael, Natalie,Hannah e tutti gli altri.
    Da Parigi le cose non sono cambiate radicalmente, come è successo alle vite sentimentali di Calum e Natalie.
    Spero che ad Amsterdam tutti trovino l’amore e siano felici, almeno per questi 5 giorni di passaggio tra la capitale tedesca e la capitale olandese.
    • Allora Michael, ricordati che le olandesi, sono delle gran gnocche. Sarà meglio che in questi giorni tu trovi una bella sventola perché sei diventato musone da quando hai scoperto di Sarah e del suo ragazzo – esordì Calum entrando nella nostra camera
    Non eravamo ancora partiti. Saremmo partiti stasera. E sarebbe stato bellissimo.
    Amsterdam è sempre stata una città affascinante, piena di colori.
    • Sì, certo. Tu pensa a non esagerare con Natalie. Sua mamma è già tanto se ce la manda in tour con noi! – rispose il rosso
    Ah già, voi non lo sapete.
    Zoe aveva chiamato i genitori di Hannah e Natalie per chiedere loro il permesso di proseguire il tour. A quanto avevo capito la loro scuola era un linguistico, quindi tutto questo poteva essere un aiuto a migliorare il loro inglese. Quindi Hannah e Natalie sarebbero venute con noi in tour, almeno per qualche tappa.
    • Deve essere veramente coraggioso per mandare la figlia con noi. – dissi scherzando
    • Sai che si divertirà di più che sui banchi di scuola – rispose Calum
    Insomma, dovevamo ancora finire di fare le valige e già si pensava a cosa avremmo fatto di interessante ad Amsterdam.
    L’ho già detto che sono eccitata all’idea di andare nella città dove è stato girato uno dei miei film preferiti? Avete mai sentito parlare di Colpa Delle Stelle? Io amo quel film. Non importa quello che dice la gente, John Green è un genio, non c’è dubbio.
    A parte questo dilungamento sul film, torniamo a noi. Il nostro volo è stasera quindi abbiamo un pochino di tempo per vedere le ultime cose di Berlino, e poi sarebbe stata la volta di una nuova città. Nuova città, nuove avventure, nuovi amori (speriamo!)
    P. o. V. Hannah
    La notizia della mia imminente partenza mi aveva ovviamente sconvolto i piani, ero in 4° liceo, dovevo finire la scuola. Ma chi se ne frega della scuola quando hai la possibilità di praticare l’inglese in compagnia dei tuoi idoli.
    Come potete capire, sono una ragazza che tiene alla scuola. Non mi considero una secchiona, ma penso che più una persona ha studiato nella vita, meglio si troverà da grande sia nel lavoro che nella società.
    Comunque questa era un’esperienza che non mi sarei fatta scappare e mia mamma sa quanto io ci tenga. Ho sempre fatto di tutto per potermi meritare tutto questo. E infatti mi ha premiato.
    • Hannah. Hai fatto le valige? – chiese dall’ultimo scalino delle scale in ebano.
    • Sì mamma. Papà dov’è ? – chiesi curiosa.
    Papà aveva preso una giornata di ferie dal lavoro perché sapeva che non mi avrebbe rivisto per qualche tempo. Anche se penso che prima o poi faremo una specie di pausa e tornare a casa per una settimana. Almeno è quello che spero.
    • È andato un attivo a comprare una cosa. Tra poco torna. – mi rispose
    Aveva uno strano sorrisetto sulla faccia. Mi stavo preoccupando.
    • Ook. – dissi stranita
    Mamma se ne andò lasciandomi da sola con i miei poster. Io davvero non capisco come posso aver visto dal vivo tutti e 4 i ragazzi che stanno lì davanti a me, nelle foto, sul red carpet dei VMAs. e capisco ancora meno come abbia fatto Natalie a fidanzarsi con uno di loro. A proposito … non ho mai capito questa storia di Luke al concerto che, secondo lei, mi guardava con gli occhi dell’amore. Ovviamente la cosa che capisco meno di tutte è come fa una ragazza come me a partire con loro.
    P. o. V. Emily
    Voi eravate rimasti a me che parlavo con Aaron e chiarivamo la nostra situazione come coppia, anche se sapevo che mi stava tradendo, giusto?
    Beh, diciamo che da quel momento sono cambiate totalmente le cose. Mi sono resa conto di essere stata una ingenua a credere che lui potesse in qualche modo cambiare dopo il mio perdono. Infatti l’ho lasciato pochi giorni dopo. E sto molto meglio adesso.
    Zoe, sua sorella, nonché manager del gruppo, mi aveva detto che Aaron è fatto così e di lasciarlo perdere perché sarei stata meglio senza di lui. Le do pienamente ragione.
    Dalla mia rottura con Aaron sono single. Non sono fidanzata con nessuno. Forse mi piace qualcuno, ma non si dice chi. E poi sto meglio da sola piuttosto che con uno come Aaron. Ma mi sento troppo sola, voglio un nuovo ragazzo. Possibilmente carino, ma che sia gentile e che mi tratti come una principessa.
    • Ad Amsterdam voglio trovare un ragazzo. Non come Aaron. Ho bisogno di sentirmi amata. Stavolta veramente. – stavo parlando con Charlie nella nostra camera.
    • Ehm, va bene. Mettiti in fila. Prima ci sono Luke e Michael. Poi ci sei tu. – disse sorridendomi
    • Sì, ma io sono più importante di Michael e Luke. – dissi tirandole un cuscino sulla faccia
    • Ma come ti permetti!! Rovini questa bellissima faccia! – disse mostrandomi la sua faccia
    • Lo so io chi te lo rovina il tuo bel visino! Ashton. A furia di limonare ti verranno le labbra viola e non potrai più salire sul palco perché ti scambieranno per un travestito!
    • Ma sentila!! Mi hai offeso. Adesso non ti parlo più. Anzi vado via direttamente. E tu rimani da sola.  – disse mettendo il finto broncio
    • Manca solo che tu dica che non siamo più migliori amiche e le hai dette tutte Charlotte. – dissi ridendo
    Lei uscì. E io iniziai a ridere.
                                                                                             ***
    P. o. V.  Ashton
    Diciamo che il periodo passato a Berlino, non è stato così tranquillo come speravo. Per la mia vita sentimentale sì, ma gli altri ne hanno passate di tutti i colori.
    Spero che ad Amsterdam tutto sia differente. Soprattutto per Luke. In questo momento ha tantissimi casini per la testa. Molti dei quali causati da me.
    Adesso avevo deciso di trovare una soluzione a tutti i suoi problemi, o almeno ci avrei provato.
    Eravamo all’aeroporto. Eravamo tutti. Charlie mi teneva la mano. La mia Charlie. Zoe e i manager erano a fare i check – in per il nostro volo. Michael se ne stava in disparte ascoltando la sua musica. Anche i suoi gusti musicali erano cambiati da quando aveva scoperto di Sarah. E nemmeno di poco. Dagli Ac / Dc adesso passa ad ascoltare Ed Sheeran e Birdy. Non che non mi piacciano. È un bel salto. Poi ci sono Calum e Natalie che si stanno abbracciando e baciando come i piccioncini che sono.
    Poi vedo una cosa molto interessante. Luke sta parlando con Hannah. E Bang! mi viene un’ idea. So come trovare una soluzione alla solitudine di Luke, ma non ora. Adesso dobbiamo salire sull’aereo e andare ad Amsterdam!
    P. o. V. Luke
    Vi chiederete che fine hanno fatto i miei … diciamo che le cose non si sono messe per niente bene. Da quando avevo parlato con papà e mamma l’ultima volta, i miei si erano separati definitivamente. Per questo ormai non pensavo più a tutti questi casini. Ci stavo ancora male, certo, ma non posso permettermi di pensare troppo ai miei genitori e alla loro immaturità.
    • Hey Luke tutto bene? – mi chiese Hannah avvicinandosi a me
    • Sì sì, perché? – dissi sovrappensiero
    • Ti vedo preoccupato … - disse
    • No niente lascia stare Hannah. – risposi
    Con Hannah si era formato uno strano feeling, che non avevo ancora avuto da nessuno.
    Però io continuavo ad avere una cotta per Charlie. E questo complicava tutto. Perché non posso dimenticarmi di Charlie, ma devo guardare avanti e l’unico modo per farlo è dare una possibilità ad Hannah.
    Che poi non è nemmeno detto che le piaccia, magari Hannah potrebbe non avere una cotta per me e tutti questi film mentali potrebbero essere invani e inutili.
    • Sappi che se hai qualche problema, puoi parlarmene tranquillamente. – disse allontanandosi verso Natalie
    Vedevo tutte coppiette: Natalie e Calum e Ashton e Charlie, e non potevo non pensare al fatto che sono solo e questa cosa non mi piace.
    Dovevo prendere una decisione al più presto.
    P. o. V. Michael
    Io mi sentivo il Forever Alone del gruppo. La batosta che avevo preso da Sarah mi aveva reso un depresso. Questa cosa non mi piaceva. Avevo già pensato che trovare una ragazza sarebbe stato probabilmente la soluzione ai diversi problemi che avevo.
    Dovevo ASSOLUTAMENTE trovare qualcuno. Avrei iniziato a guardarmi intorno e avrei cercato la mia anima gemella, sperando di trovarla ovviamente.
    • Michael ho una chiamata per te, non so perché abbia chiamato me, il tuo numero ce l’ha … - disse Zoe portandomi un cellulare
    • Grazie Zoe. – dissi cortesemente
    Riconobbi subito il numero di telefono. Mi mancava tanto quella voce.
    • Pronto mamma! – dissi
    • Michael piccolo mio! Come va il tour? – disse la voce cristallina di mamma
    Quando senti la voce di mamma, tutti i problemi svaniscono, fanno Puff come Cosmo e Wanda dei Fantagenitori. Questa è una cosa molto positiva, soprattutto in questo momento.
    • Bene. Ci stiamo divertendo molto. È sempre bellissimo. – dissi
    • È come se vedessi i tuoi occhi illuminati da qua. – disse felice
    È questo il bello di mia mamma, capisce sempre come mi sento. Spero solo che non capisca che sono anche abbastanza depresso, perché altrimenti sarebbe un casino. Non voglio che la telefonata venga rovinata così.
    • Sì, è veramente bellissimo. Le fan danno tantissimo calore e a noi fa tantissimo piacere. – dissi sorridendo
    • Sono felice che tu ti stia divertendo. Anche nelle foto sulle pagine dei giornali sai? – mi rispose
    Qualcosa mi dice che sa di Sarah e che quindi sa dei miei problemi. Potrebbe quindi sapere della mia sbronza e della mia quasi rissa nel pub tedesco.
    • Ah sì? Mi fa piacere! – dissi nervoso
    • Sei nervoso vero? Sai che io so di Berlino? – chiese duro
    Mamma capisce sempre tutto. E questo ha sia lati positivi che lati negativi. Come sempre.
    • Eh!? Che cosa? Noo.. – dissi facendo finta di non capire
    • Smetti di fare il finto tonto. Lo so. Sei stato uno stupido e spero che tu lo sappia. – disse abbastanza incazzata
    • Sì mamma lo so. Me ne rendo conto. Ma l’ho fatto per una giusta causa. – dissi difendendomi
    • Anche se era per una giusta causa hai rischiato di morire. Se quell’uomo ti avesse tirato un cazzotto, avresti potuto finire all’ospedale. –
    Mi mancava una sua strigliata sapete? No ok il mio sarcasmo non si capisce. Ma non mi interessa. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era proprio sentire che mamma era arrabbiata con me..
    • D’accordo. Hai ragione. Ma ormai è passata. Sono sempre vivo e ora sto bene. – dissi mordendomi un labbro alla fine della frase
    • Perché ti stai mordendo un labbro? – disse stupendomi
    Va bene che mi conosceva, ma così è un po’ improbabile.
    • Girati. – disse ordinando melo
    Feci quello che mi aveva detto e mi cadde il telefono di mano.
    Davanti ai miei occhi c’erano mia mamma e mio papà.
    Ero rimasto di stucco. Non sapevo cosa dire.
    L’unica cosa che successe fu mamma che mi venne incontro e mi abbracciò.
    Iniziai a piangere. Era la sensazione migliore in questo momento. Mi sentivo forse rinato. Mi erano mancati così tanto.
    • Cosa ci fate voi qua? – chiesi stupito.
    • Tesoro siamo qui perché abbiamo capito quanto stavi male e speriamo che adesso tu possa sentirti meglio. – disse papà.
    • Grazie. Grazie davvero. –risposi
                                                                              ***
    • Hey Michael svegliati – disse Luke scuotendomi
    • Cosa vuoi mamma? – chiesi
    • Siamo ad Amsterdam Michael. Svegliati. Hai dormito due ore e mezzo. – mi rispose
    • Eh!? Che cosa? – chiesi sempre più frastornato
    • Alzati e muoviti. È tardi – disse scuotendomi ancora
    • Sì va bene arrivo. – dissi alzandomi
    Di solito non facevo questo tipo di sogni in tour probabilmente il fatto che mi sento solo ha accentuato questo tipo di pensieri. Comunque il sogno era molto realistico. Pensavo veramente che ci fosse mia mamma qui con me. Forse questo sogno era un “sogno rivelatore” perché mi ha fatto capire di non  essere mai da solo perché ho sempre vicino i miei genitori e i miei parenti.

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    Capitolo 47
    *** Finally In Amsterdam ***


    CAPITOLO 44 – Finally In Amsterdam -
    P. o. V. Luke
    È stato strano. Di solito Michael non ci chiamava mai “mamma” quando lo svegliavamo. È per questo che sono rimasto molto stranito quando lo ha fatto. questa cosa è sintomo di mancanza di casa. A volte lo fa anche a me. Non in questi giorni perché ovviamente non voglio tornare a casa, ma durante i tour precedenti sì.
    • Dobbiamo fare qualcosa per Michael – dissi ad Ashton
    • Perché? Cosa è successo? – chiese preoccupato
    • Sente nostalgia di casa. Prima quando l’ho svegliato mi ha chiamato “mamma”. – gli risposi facendolo calmare
    • Stronzo, mi hai fatto preoccupare!! Pensavo fosse successo chissà cosa! – rispose tirandomi un pugnetto su una spalla
    • Scusa, non volevo. Comunque cosa gli organizziamo? – chiesi
    • Stasera abbiamo il concerto, ma domani possiamo andare in una discoteca solo noi 4. – propose
    • Non è una cattiva idea. Ma non è che poi Charlie e Natalie si ingelosiscono? – dissi pensieroso
    L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è proprio un litigio tra le coppiette.
    • Loro non saranno un problema. Il problema potrebbe formarsi con Hannah.. – disse
    • Hannah? E perché? – chiesi stranito da questa cosa
    Di solito io e Ashton ci dicevamo tutto. Ora non so perché ma c’è quasi tensione tra noi. Spero che non sia sempre per quello che è successo per Charlie.
    • Dai. Lo sappiamo tutti qui dentro, lo sa pure il caro e vecchio gatto Fluffy, che ti piace! – disse serio
    • Ma da dove ti escono queste cose? – chiesi ridendo
    • Il mio cervello è molto sfruttato, non per ragionare decentemente, ma per trovare queste belle battute che hanno conquistato le fan. – disse seriamente
    • Che poi il bello è che credi veramente in quello che dici! Quanto puoi essere idiota! – dissi ridendo
    • Come la maglia di Michael! – disse ridendo
    • Ecco appunto. – dissi chiudendo il discorso
    P. o. V. Ashton
    Il problema è questo: non ho la più pallida idea se Charlie sia una persona gelosa oppure no. Quindi non so se la prenderà bene o male la notizia della futura festa a cui andremo domani sera.
    Tornai in camera di Charlie dove la trovai in asciugamano.
    • Ok vestiti. Devo farti un discorso importante. Mi distrai. – dissi serio
    • Ehm va bene, girati. – disse lei prendendo tutto
    • Siamo sempre a quello step? – dissi stranito
    • Esci muoviti. Sei un imbecille. Voi uomini siete tutti uguali – mi sembrava abbastanza incazzata
    Non è il modo di affrontare il problema. Ho appena fatto un casino.
    La vidi rispuntare dopo 5 minuti tutta pronta che apriva la porta.
    • Ehi amore scusami, non volevo offenderti. Lo so, sono un idiota, ma non volevo, veramente. Perdonami. – dissi
    La baciai. Era il nostro bacio di riconciliazione. Finalmente. Anche solo 5 minuti sapendo che lei era arrabbiata con me mi aveva appena ucciso.
    • Non lo dire più. Per favore. – disse
    Annuii.
    • Per farmi perdonare, ti porto fuori a pranzo. – dissi sicuro
    • Bravo. Sei un fidanzato perfetto. Come sempre. – disse baciandomi lei stavolta
    Stava succedendo qualcosa. Stavolta era diverso. Completamente diverso.
    • No. no. non voglio. Charlie. – dissi
    C’era qualcosa che mi fermava. Eppure fino a 5 minuti fa ero io che aspettavo impazientemente questo momento.
    • Che succede Ash? – chiese stupita
    • No, non è questo. È che c’è qualcosa che mi blocca. Voglio che la nostra prima volta sia perfetta, e non uno sfogo personale perché abbiamo appena litigato. – dissi sinceramente
    • Sì hai ragione. Abbiamo sbagliato. Dobbiamo aspettare. Deve venire da sé. Non dobbiamo cercarlo. – disse sorridendo.
    Mi baciò.
    • Dai prepariamoci. Dobbiamo prepararci. Ho detto che ti porto fuori a pranzo no?
    • Sì. Quale metto? La maglia crema o la maglia rosa? – chiese
    • Quella rosa. Sai che mi piace. Non dovresti nemmeno mettere opzioni quando si parla di quella maglietta. – dissi
    P. o. V. Emily
    La mia vita ormai doveva andare avanti. Aaron doveva essere un capitolo passato nella mia vita. E sapevo come. Dovevo uscire, uscire e uscire. Non stasera perché Charlie aveva il concerto, ma domani sarebbe stato il giorno adatto per uscire a bere qualcosa e divertirsi.
    • Domani sera usciamo con le ragazze. Ho deciso. – dissi entrando in camera di Zoe
    Da quando avevo lasciato suo fratello, era diventata molto più simpatica. Avevamo iniziato a parlare e anche a confidarci. Tanto non era più mia cognata.
    • Brava Emily, sono felice per te. Comunque va bene, bastava che non fosse stasera e non è così. Quindi perfetto. Verranno con voi sia Ben che Craig. – disse sorridendo
    • Perfetto. Allora lo vado a dire a Charlie. – dissi
    • Penso sia impossibile, Charlie è appena uscita con Ashton. – disse lei
    • Ah, okay – dissi
    La ringraziai e uscii dalla sua stanza.
    Non mi dava fastidio che lei stesse così tanto tempo con il suo ragazzo, ma una migliore amica di solito ti considera un po’. Non se ne sta sola tutto il tempo con Ashton. È veramente tanto che non abbiamo una conversazione come prima della sua relazione con il bel batterista.
    Ogni volta che parlavamo o entrava Ashton  o lei doveva andare da Ashton.
    P. o. V. Charlie
    Da quando sto con Ashton la mia vita è più felice. Sono più  tranquilla e ho meno preoccupazioni. Questa è la cosa positiva dell’avere un fidanzato. Il lato negativo è che ti trovi tutti i giorni a parlare con una persona che magari la vede in modo diverso da te. Ma in questo caso io e Ashton la vediamo in maniera  simile in molti casi e questo fa sì che non litighiamo spesso.
    Adesso ha deciso di portarmi fuori a pranzo prima delle prove generali di stasera. Non ho idea di dove mi voglia portare. Ma mi fido.
    • È tanto tempo che non stiamo un po’ di tempo da soli, senza la vicinanza degli altri e lo stress dei concerti. – disse ad un certo punto Ashton
    • Beh sì. Diciamo che portare avanti una relazione in questo modo non è facile. Ma noi ci stiamo riuscendo.
    • Sì infatti. Spero che ci inizino a lasciare un po’ di privacy perché qua la cosa si fa complicata. Guarda Calum e Natalie. Non capisco come Calum faccia a stare con Natalie se sono sempre interrotti da Hannah.
    • Hannah ha solo paura di perdere Natalie come amica. Cerca di fare in modo che la consideri. D’altronde è lei che ha fatto in modo che conoscesse Luke.
    • A proposito di Luke. Lo vedo preso da Hannah. Alle prove ne parla sempre.
    • Sveglia!! Hannah è presa da Luke da quando è diventata vostra fan.
    Intanto eravamo arrivati in un parco che si chiama Vondelpark. Non avevo ancora capito esattamente cosa aveva  in mente Ashton perché ogni volta che tentavo di entrare nell’argomento lui mi zittiva e cambiava discorso. Spero solo che non sia una sorpresa come quella a Parigi sulla Tour Eiffel perché non lo potrei sopportare. Era troppa dolcezza tutta insieme.
    • Scusa ma dove stiamo andando? Mi vuoi portare a sperdere perché ti sto antipatica? – chiesi stufa di questa attesa
    • Non te lo dico. Lo sai Charlie. Se è una sorpresa non devi tentare di farmi parlare perché non riesco a stare zitto, e non me lo perdonerei. – disse ripetendo
    • Lo so ma non riesco ad aspettare! – dissi
    • Ma stai facendo le bizze come Perla? – chiese ridendo
    • Sì, se non mi dici dove andiamo sì. – risposi speranzosa
    Lo vidi sbuffare e cedere.
    • Non so perché tu aspettassi così tanto con ansia per un semplice appuntamento – mi disse
    • Ma perché sei una persona imprevedibile e ho paura di quello che potresti fare.. – risposi
    • Dai tranquilla. Siamo arrivati. Ma ora ti devo tappare gli occhi – disse sorridendo
    Mi fece avanzare sull’erba del parco. Era bellissimo sentire l’erba solleticarmi il punto scoperto dai pantaloni.
    Solo in quel momento capii che un non- vedente ha una percezione del mondo molto diversa da quella delle persone che riescono a vedere. Riesci a sentire tutti i profumi e gli odori diversamente da come faresti normalmente perché non puoi vedere cosa stai annusando e devi cercare di riconoscerlo usando solamente 4 sensi invece che 5.
    Capii al volo che la dolcezza di Ashton era solo cresciuta dall’ultima volta che mi aveva detto qualcosa di carino.
    • E ora fuori gli occhioni di Charlie. – disse Ashton togliendomi la bandana che mi aveva messo sugli occhi
    Era dolcissimo anche solo nel togliermi la bandana dagli occhi.
    • Finalmente! – dissi sospirando
    SPAZIO AUTRICE
    Dopo la mia resurrezione, posso darvi un nuovo capitolo. è un capitolo di passaggio, quindi è leggermente noioso. Il prossimo sarà STRA-BELLO. Probabilmente uno dei miei preferiti dopo il capitolo della Tour Eiffel (almeno per ora ...). Detto questo passiamo al capitolo 44. Vi lascia abbastanza con la suspence, ma l'ho fatto apposta. è una cosa normale.
    Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
    Un bacio a tutte/i
    Ila:)

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    Capitolo 48
    *** I'm In Love With You ***


    CAPITOLO 45 – I’m In Love With You-
    Sul prato c’era una tovaglia a quadri bianchi e rossi. Sopra c’erano delle vivande. C’erano panini, frutta e bottiglie di acqua, aranciata, coca – cola e succo d’arancia.
    • Oh Cristo, Ashton! Ma quanto hai speso?? – dissi sorpresa
    • Cioè tu mi stai dicendo che ti trovi davanti tutto questo ben di Dio e la prima cosa a cui pensi è quanto ho speso per tutto questo? – chiese stupito
    • Beh sì! Non mi merito tutto questo! – dissi
    • Ma stai zitta. Siediti e addenta questo bel paninozzo alla mortadella. – mi rispose spingendomi un po’ verso la tovaglia
    • Beh, grazie per la tua leggerezza di sempre, amore. – dissi ridendo
    Avevamo scherzato tutto il tempo, ma ad un certo punto si fece serio.
    • Che è? Perché sei diventato serio tutto di un colpo? Prima ridevi e scherzavi e ora no? – chiesi confusa
    • No stavo pensando  - rispose
    • A cosa? Lo posso sapere? – chiesi stavolta curiosa
    • A quanto sei bella -  rispose
    Addentai il mio panino per non mostrare il mio rossore sulle guance. sarò ripetitiva, ma quel ragazzo mi faceva sempre arrossire quando mi parlava.
    Mi sentivo osservata. Alzai leggermente la testa, giusto il tempo di notare che Ashton mi stava guardando con un sorrisetto di soddisfazione.
    • Sai Charlie, Non ho mai pensato che mi sarei avvicinato così tanto ad una persona come mi sono avvicinato a te. Non ho mai tenuto così tanto ad una persona così tanto. Ma è successo. Ogni volta che mi guardi o che io guardo te, non riesco a fare a meno di pensare quanto sei importante per me in questo momento. È un privilegio per me stare con te. Sei una delle persone con cui vado più d’accordo nella mia vita. Non penso di poter immaginare una fidanzata più bella e non penso che esista nemmeno. E tutto questo per merito di Luke, di sua mamma e di tua mamma. Ogni volta che penso al fatto che stiamo insieme mi viene in mente il fatto che voglio avere un futuro con te, perché io TI AMO, Charlie. Sono innamorato di te dal primo giorno che ti conosco e soprattutto ti amo sempre di più da quando mi hai detto di sì in cima alla Tour Eiffel, e penso che ti amerò per sempre. Perché la cosa che mi rende più felice è sapere che oltre me e te c’è un noi che ci unisce.
    Le parole che aveva appena detto sono le parole che ho sempre sperato di sentirmi dire dal mio fidanzato/ marito nel mio futuro. Il fatto che me le abbia dette Ashton mi rende fiera della persona che ho accanto in questo momento.
    • Ti amo Ashton. Ti amo veramente tanto. – dissi avvicinandomi sempre di più al mio ragazzo
    • Attenta al barattolo di maionese aperto che sennò ti sporchi tutti i vestiti. – disse sorridendo
    • Ecco come rovinare un momento romantico – dissi sospirando
    • Ricordati Charlie che fino a che stai con me, non ci saranno veri momenti seri, perché non è colpa mia se ti sei messa con uno scemo – disse facendomi ridere
    • Allora baciami scemo – dissi maliziosa
    Da Parigi avevo avuto alcuni dubbi su quello che provassi per Ashton, se volessi veramente affrontare una storia d’amore come lui, adesso è come se i miei dubbi avessero fatto “puff!” come nei fumetti. Adesso ero sicura che la mia scelta era quella giusta, quella che mi rendeva felice.
    L’amore aveva colpito la mia vita come un fulmine che colpisce un albero. All’inizio avevo paura di questa cosa, poi mi sono resa conto che forse era arrivato anche il mio momento, dovevo avvicinarmi a questo nuovo sentimento, e così eccomi qui. A dire per la prima volta nella mia vita “Ti Amo” ad una persona a cui sono affezionata da molto tempo.
    Infatti io, da adolescente, e da fan soprattutto, ho sempre amato Ashton, ma magari in un modo un po’ diverso. Prima il mio non era proprio amore, era solo una grandissima ammirazione. Adesso sono sicura che quello che provo per lui sia amore perché è un sentimento diverso da quello che provo per i miei amici normali.
    Ho sempre avuto una “passione” per Ashton rispetto agli altri 4, anche se Luke era quasi al suo pari. Non che Michael e Calum non mi piacessero, ma Ashton e Luke erano i miei “preferiti”. E non mi interessa della gente che mi dice che in una band una persona non dovrebbe avere preferenze perché dipende. Se uno più degli altri 4 mi fa emozionare più degli altri, nessuno più impedirmi di preferire una persona all’altra. E comunque se uno ha un preferito, non vuol dire che disprezza gli altri.
    Comunque torniamo a noi.
    Ci stavamo gustando i nostri bei panini alla mortadella e al formaggio, quando sentii cadere delle goccioline sul mio naso.
    • Ashton non mi schizzare con l’acqua. – dissi acidamente rivolgendomi a Ashton
    • Va bene scusami … - disse tristemente
    • Grazie.
    E ripresi a mangiare tranquillamente il mio ultimo panino al formaggio. Non mi interessava quanti brufoli mi vengano per colpa di tutti questi panini, mi dovevo divertire.
    • Hai intenzione di smetterla di bagnarmi i capelli con l’acqua? – dissi infastidita stavolta
    • Guarda che non sono io, amore. – rispose lui stranito
    Lui guardò in alto e vide un enorme salire.
    • Alzati. Dobbiamo andare via di qui. Inizierà a piovere pre...
    Nemmeno il tempo di pronunciare quella frase che da due schizzi scese il diluvio universale: vento e pioggia fecero in modo che tutto il nostro bel pic-nic andò a farsi benedire e dovemmo andare via da quel posto bellissimo. Aiutai Ashton a raccogliere le poche cose rimaste sulla tovaglia.
    • Tieni. Mettitelo sulla testa. Almeno non ti bagni. – mi disse passandomi la tovaglia
    • Beh, grazie tesoro – risposi sorridendogli
    E iniziammo a correre per raggiungere la macchina che nel frattempo Ashton aveva chiamato. L’arrivo dell’auto fu talmente tempestivo che rimasi stupita di trovarla parcheggiata nel parcheggio vicino.
    Una volta arrivata sulla macchina mi ci gettai letteralmente dentro. ok non sono per niente allenata a questa cosa.
    • Devo assolutamente fare ginnastica – affermai decisa non appena salì anche Ashton
    • Penso anche io. corri come un ippopotamo – disse prendendomi in giro
    • Ah sì? vogliamo parlare di quando esci dai tuoi concerti?  Non ti azzardare più a tentare di provare a dormire con me senza prima farti un bagno! Sudi come un maiale! -  dissi indignata
    • Va bene. Allora non verrò più a dormire con te! – rispose
    • Ma io non ho detto questo … - dissi leggermente delusa
    • Beh, ormai ti arrangi tesoro, dovevi pensarci prima! – disse
    Vedevo che stava per scoppiare a ridere da un momento all’altro, ma non volevo dargliela vinta. Quindi tentavo in qualunque modo di fargli cambiare idea. Sempre ridendo ovviamente.
    Lo vidi starnutire. Era bellissimo anche mentre starnutiva. Ma nulla era bello quanto il suo sorriso. Il suo sorriso non lo può superare nessuno in quanto a bellezza.

    SPAZIO AUTRICE
    Allora, come ho anticipato sulla pagina Twitter della storia (@abbracciami_ale), il capitolo è abbastanza corto rispetto agli standard che avevo impostato. Ma a me piace da morire perchè c'è l'essenza della storia, cioè la dolcezza e l'amore tra Charlie e Ash. Anche se nei prossimi capitoli ci saranno degli avvenimenti che scoinvolgeranno tutta la trama.
    Spero comunque che vi piaccia questo capitolo.
    Un bacio
    Ila:)

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    Capitolo 49
    *** Depressione Post - Tiffany ***


    CAPITOLO 46 –Depressione Post - Tiffany-
    P. o. V. Michael
    Era da un po’ che ragionavo su come trovare una ragazza  adatta a me e soprattutto disposta a venire con noi in tour. Ovviamente se fosse stata quella giusta. Per ora nemmeno l’ombra, ma come si dice la speranza  è l’ultima a morire.
    A Berlino, oltre a Sarah avevo avuto un “flirt” segreto, di cui non sapevano niente né i ragazzi, né Zoe, né voi. Non vi arrabbiate con me, adesso ve lo sto raccontando.
    Ho deciso di andare in discoteca. Ma non una discoteca qualsiasi, uno strip club. Era una cosa nuova, che non avevo mai fatto prima. Ma non potevo andarci da solo. Infatti ho deciso di farmi accompagnare da Luke.
    Quando entrai in quel locale rimasi stranita dalla quantità enorme di luci stroboscopiche, non ci sono abituato fuori dal palco.
    Luke mi spingeva ad accomodarmi su una di quelle sedie rosse e morbide davanti al palco dove, di lì a pochi minuti si sarebbe tenuto uno spettacolo coi fiocchi.
    Mi sedetti e mi rilassai. Ero felice di essere qui. Eravamo entrambi sicuri che questa “esperienza”, mi avrebbe aiutato a cancellare, forse per sempre, la mia depressione anti – ragazze. E sì, mi ero reso conto con l’aiuto dei miei amici e amiche, che essere così depresso, mi avrebbe fatto sembrare un ragazzo moscio, quindi dovevo movimentare la mia vita, più di quello che la mia “passione- professione” mi permetteva di fare tutti i giorni.
    • Ed ecco a voi le ragazze! – disse una voce fuori campo che mi impaurì
    Dalle tende verdi e pesanti, spuntarono circa 10 ragazze, che si avvicinarono ai loro rispettivi pali. Iniziò una musica lenta e sensuale.
    Vidi subito una brunetta avvicinarsi pericolosamente a me e Luke. Vidi l’uomo stempiato al mio fianco fare dei gesti strani che mi fecero ridere. Ma in quel momento la mia attenzione era concentrata soprattutto sulla brunetta.
    • Ciao, io sono Roxee, tu come ti chiami? – mi chiese con un accento strano, tipo rumeno
    • I – io sono Michael – balbettai in preda al nervosismo e all’eccitazione
    • E tu chi sei? – domandò a Luke
    • Io sono Luke. Ciao – disse tranquillo
    La vidi allontanarsi sculettando e andare da una ragazza con i capelli a caschetto color carota. E insieme vennero verso di noi. Anche se Roxee era leggermente più intrigante dell’altra.
    Io e Luke ci scambiammo un’occhiata strana. Lui sorrideva sotto i baffi, io ero stranito dalla sua faccia.
    • Io mi chiamo Jasmine. Tu sei Michael e tu sei Luke, vero? – disse con voce provocante.
    • Veramente io sono Luke, e lui è Michael – la corresse il biondo.
    • Beh allora ciao Luke. – la donna ne approfittò per dire quelle parole soffiandole sulle labbra di Luke, che si allontanò schifato.
    Non è razzista, è solo diffidente da Jasmine. Non è un discorso di razza la sua diffidenza, è solo un problema di confidenza. Lo conosco molto bene, siamo simili in questo. Anche per quanto riguarda me, ho bisogno di un po’ di confidenza per avvicinarmi ad una donna.
    Tutto ad un tratto mi resi conto di quanto l’idea che avevo avuto fosse un’assoluta stronzata e di quanto avrei voluto andarmene.
     Ma poi una persona mi fece cambiare idea.
    Vidi una ragazza mora, dalla parte opposta del palco, che osservava, stava ferma e osservava. Osservava quelle donne sul palco davanti a lei con ammirazione. Speravo per lei che non volesse diventare come Roxee  e Jasmine, ma poi mi resi conto che non erano problemi miei. Poi vidi che il punto che stava guardando in realtà non era la bionda senza reggiseno sul palco, in realtà stava guardando qua, verso di noi. Verso di me.
    Rimasi folgorato dalla bellezza dei suoi occhi, che prima non avevo notato. Il suo sguardo perforava, i suoi occhi color ghiaccio riuscivano a penetrarti il petto per raggiungere direttamente l’anima e il cuore. Il suo viso era proporzionato alla sua statura minuta, ed era circondato da dei capelli ricci color nocciola legati in una lunga treccia. I suoi capelli erano in contrasto con la sua pelle chiarissima, colorata solamente da un poi di trucco che la rendeva meno pallida.
    Tornando a noi, dopo la vista “celestiale” di quell’angelo sotto forma di donna, decisi che lei doveva essere mia, doveva diventare la mia donna. Era lei quella che avevo scelto per essere la mia fidanzata.
    • Mickey chiudi quella bocca, Jasmine e Roxee se ne stanno rendendo troppo conto della potenza su di te e sui tuoi sentimenti. – disse Luke chiudendomi la bocca con una mano
    • Zitto te, e smetti di fare cose sconce pensando all’amica di Natalie. – dissi ridacchiando
    • Lasciamo stare questo discorso. Comunque a cosa stavi pensando? – chiese curioso
    • Diciamo che ne ho adocchiata una niente male. – dissi
    • Di loro? Intendo … ti piace una delle spogliarelliste? – chiese sorpreso
    • Ma nooo!! Mi piace una spettatrice!! – dissi
    • Ahhh! E lo potevi dire prima!! – disse mettendosi una mano sul cuore dallo spavento
    Decidemmo di andare a conoscerla meglio. Magari aveva un’ amica. Magari quest’amica poteva uscire con Luke e quindi avremmo potuto fare un’uscita a 4 tutti insieme. No ok basta filmini mentali da teenager con il ciclo.
    • Ciao io sono Michael. Tu come ti chiami? – dissi cercando di attaccare bottone con la ragazza
    Lei all’inizio mi guardò male e sembrava che da un momento all’altro avrebbe potuto scoppiare a ridere, poi invece mi rispose gentilmente.
    • Io sono Tiffany – disse porgendomi la mano
    • Ehm, lui è Luke. – dissi impacciato
    • Ehm, ciao Luke. – disse lei arrosendo
    Tentai in tutti i modi di attaccare bottone con lei tramite battute, e di farmi notare. Ma lei sembrava ferma.
    Solo prima di uscire dal locale mi sentii chiamare.
    Lo ammetto, prima di girarmi pregai Dio affinchè fosse lei. Mi girai, lentamente e me la trovai davanti sorridente.
    • Senti, ti piacerebbe uscire con me domani pomeriggio? Potremmo andare a mangiare qualcosa.. – disse lei lasciandomi un piccolo foglietto in mano – questo è il mio numero. Se ti va chiamami.
    E se ne andò. Ma prima mi schioccò un bel bacio sulla guancia lasciandomi senza fiato dal profumo che emanava.
    Come potete immaginare io e Tiffany non ci siamo mai più rivisti, più che altro per mio timore. Mi mangio le mani se ripenso al fatto che avrei potuto uscire con lei, e invece mi sono fatto sfuggire questa occasione.
    Ho deciso di raccontarvi questa storia perché ho intenzione di rimediare a questo grandissimo errore. Ho deciso di incontrarla.
    Fortunatamente in quel momento ero talmente preso da aver salvato il suo numero sul cellulare e quindi di avere la possibilità di parlarle.
    Voi vi chiederete come è possibile che nessuno si sia accorto della mia felicità. E soprattutto come poteva Luke non avere idea di come fare a farmi passare la mia depressione che, da quel momento si era trasformata in depressione post – Tiffany.
    La risposta è che sia io che Luke siamo dei grandissimi attori. E questo è cosa è successo appena usciti dallo strip club quella sera.
    • Te lo dico una volta sola Luke. Questa cosa non deve uscire di qui. – dissi rivolgendomi a Luke
    • Dammi un motivo valido per non dire ad Ashton e a Calum di questa uscita. – disse lui
    • Diciamo che ho il “terrore” dei paparazzi e di cosa potrebbero dire. Ormai mi conosci abbastanza da sapere come sono fatto.
    • Dai ma cosa?? Devi essere aperto almeno con Ashton e Calum. – disse cercando di essere convincente
    • Non è per Ash e Cal che non voglio parlare di questo, è solo che non è ancora successo niente di che!! Ho solo incontrato una ragazza! – dissi
    • D’accordo, se è questo quello che vuoi, la vita è tua! Ti lascio libero. – disse lui
    In quel momento avevo capito che io e Tiffany avremmo potuto uscire insieme, ma non pensate che sia tutto semplice, e che io e Tiffany abbiamo potuto uscire insieme. E infatti, ho scoperto che Tiffany aveva un piccolo segreto, chiamato Anthony. A quel punto mi resi conto che la mia fortuna faceva schifo. Era già la seconda persona con cui avrei potuto stare e in realtà, lei sta con un altro e quindi arrivo per secondo. Da quel momento ho lasciato perdere la storia con Tiffany.
    SPAZIO AUTRICE
    Cosa sta succedendo a tutte le lettrici che lasciavano commenti su commenti alla storia? Perchè non trovo recensioni alla storia?
    Daii voglio sapere cosa ne pensate della storiaa
    Un bacio
    Ila:)

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    Capitolo 50
    *** Going Yellow ***


    CAPITOLO 47 – Going Yellow-
    P.o.V. Michael
    Quando mi ripresi dalla trance in cui ero entrato per raccontarvi la storia, mi resi conto che era tardi, e che dovevo partire e andare verso il palazzetto in cui avremmo cantato quella sera. Stavolta si trattava dell’ Heineken Music Hall. Uno dei più importanti in Olanda, e in tutta Europa.
    Se devo essere sincero sono leggermente eccitato all’idea di cantare davanti a più di 5500 persone. Ormai ci sono abituato, ma è quasi surreale vedere come la mia vita è cambiata fino qua.
    Trovai i ragazzi stesi sul letto di Charlie insieme ad Emily. Non so cosa stessero facendo, so solo che Charlie era in piedi davanti a loro e blaterava.
    • … insomma quale dovrei mettere? – chiese alle 4 persone davanti a lei senza nemmeno avermi visto
    • Oh ciao Michael – disse Calum salutandomi, - comunque dovresti mettere il vestito color crema, con i tacchi neri. Faresti una certa figura.
    Charlie sorrise. Io ero sempre più confuso. Aveva intenzione di vestirsi così per salire sul palco? O aveva un matrimonio.
    Mi avvicinai a Ashton e gli chiesi.
    • Cosa mi sono perso? – chiesi retoricamente
    • Ashton sapeva che io in realtà non ero così interessato all’intera storia. Volevo solo sapere di cosa stavano parlando in quel momento.
    • Charlie ha il matrimonio di sua cugina, e ci ha chiesto aiuto per l’abbigliamento – disse
    • Beh, allora me ne posso anche andare. – dissi alzandomi dalla scomodissima posizione in cui mi trovavo
    Infatti mi ritrovai sdraiato sulla pancia di Ashton con la testa infilata sotto l’ascella di Calum e con la testa di Emily sulle gambe. Davvero non so come si possa entrare tutti quanti in un letto ad una piazza sola.
    Comunque me ne andai lasciando gli altri nell’ardua decisione di uno stupidissimo vestito.
    Incontrai Zoe davanti alla mia stanza intenta ad arrabbiarsi perché non rispondevo.
    • Zoe non penso troverai molto lì dentro. – dissi facendola sussultare
    • Oh, ciao Michael. Ti volevo dire di prepararti. Tra un’ora e mezzo abbiamo una intervista in radio. – mi disse
    • Oh veramente? – dissi un po’ deluso. Speravo che in questa  giornata mi sarei potuto rilassare, magari leggendo un libro sdraiato sul letto.
    • Sì, mi dispiace, so quanto siete stanchi. E poi so che stasera darete il massimo all’Heineken Music Hall, ma è una intervista importante. Vi farà aumentare ancora di più la popolarità ad Amsterdam. Parlerete in una delle radio più importanti dell’Olanda, e dobbiamo cogliere l’occasione.
    • D’accordo Zoe, mi preparerò. Vai ad avvertire gli altri. soprattutto Luke, che ha bisogno di un sacco di tempo per vestirsi e mettersi in tiro.
    Diciamo che da un po’ di tempo le stiliste ci lasciavano molto liberi di scegliere cosa indossare nelle diverse occasioni. Quindi decidiamo cosa indossare e poi i nostri vestiti passano tra le mani delle stiliste che quasi sempre approvano perché abbiamo uno stile unico e perfetto. No ok, questa è una stronzata,ma lasciamo stare.
    Decisi che la scelta più ovvia sarebbe stata quella di  mettere i pantaloni neri e gli anfibi. Sopra avrei messo una maglia a maniche corte rossa dei Ramones.
    Li portai a Eva, la nostra stylist, proveniente direttamente da Milano. Ha detto che ha lavorato nelle più grandi case di moda, come quelle di Dolce e Gabbana e Missoni. Zoe decise che sarebbe stata perfetta come stylist e avrebbe dato una nota di prestigio ai nostri look.
    Comunque lei approvò, consigliandomi di aggiungere qualcosa per dare un tocco più glamour. Mi diede un bracciale di pelle nero che io amai subito.
    • Te lo regalo – disse
    E fu uno dei regali più belli che mi potessero fare.
                                                            ***
    P. o. V. Calum
    Siamo arrivati ad un punto della nostra carriera che non hai più molta privacy, quindi se te ne rimane anche solo un briciolo, devi sfruttarlo fino all’ultimo. È per questo che ho deciso di portare fuori Natalie a cena il prima possibile. Non stasera, abbiamo un concerto, ma forse domani, forse domani posso portarla fuori.
    Quando glielo dissi, lei era felice e entusiasta dei progetti che ci attendevano.
    Intanto eravamo arrivati alla radio in cui avremmo dovuto suonare e presentare 5 Seconds Of Summer, il cd. Era un posto che ispirava simpatia, non so perchè. Zoe aveva espressamente detto di farsi vedere simpatici e carini perché gli olandesi sono un po’ snob per quanto riguarda la musica. Non sapevo se prenderla male o no, ma poi mi decisi che era una cavolata.
    Scoprii il nome della radio: Amsterdam Trance Radio, una delle principali radio olandesi. Entrammo dalla porta principale e mi ritrovai davanti un mondo giallo. Sembrerà strano, ma i mobili, i vestiti e pure le pareti!, ruotavano attorno al colore prescelto, che fosse il giallo, il nero, il rosso … era una cosa che era strana ma allo stesso tempo mi affascinava. Non si trova tutti i giorni una radio che ha queste caratteristiche.
    Mi venne un’idea
    • Stasera, all’Heineken Music Show, ci vestiremo di giallo. Tutti di giallo. Non sarebbe fantastico? – proposi.
    Vidi le espressioni dei ragazzi cambiare radicalmente. Erano entusiasti di questa cosa. Zoe acconsentì, a patto che lo dicessimo in diretta in radio alle fans. Doveva essere una specie di invito a vestirsi di giallo.
    • E questo era Stay With Me di Sam Smith. Ma, come avevamo previsto e annunciato, abbiamo qui in studio, pronti per l’intervista del giorno, coloro che faranno vibrare le pareti dell’Heineken Music Hall questa sera. Loro sono Michael Clifford, Ashton Irwin, Calum Hood e Luke Hemmings. Conosciuti anche come 5 Seconds Of Summer. – disse la ragazza mora vicina al microfono.
    Aveva un vestito giallo, corto, le calze nere e le scarpe nere.
    • Ciao Heidi!! – la salutò Michael
    Io neanche sapevo il nome della presentatrice.
    • Allora ragazzi, da poco siete arrivati. Com’è l’aria di Amsterdam finora? – chiese
    • Mah, finora bene. È la nostra seconda volta qui in Olanda, è sempre stupenda. Le fan sono sempre calorose. – disse la solita frase da copione Luke
    • Lo sapete che ci fa sempre piacere avervi qua. Come sta andando il tour? – chiese
    Mi sembrava fosse tutto troppo da copione, le fan avrebbero preferito cambiare, piuttosto che ascoltare questa intervista. Così decisi di fare l’idiota.
    Iniziai a sussurrare nel microfono la parola “patata”, facendo ridere gli altri tre e Heidi.
    • Dopo questa dichiarazione d’amore, possiamo passare alla prossima domanda: sul fronte amoroso come siete messi? – disse facendo tornare l’aria un po’ più seria
    Ci guardammo impallidendo. Era giusto far sapere alle fan di Hannah e Natalie? E, era corretto nei confronti di Michael parlare in pubblico delle nostre vicissitudine amorose mentre lui aveva solo 2 di picche?
    • Sapete già di Ashton e Charlie, no? – dissi prendendo la parola
    • Sì sappiamo anche che è la coppia dell’anno. E invece tu? – disse
    Mi maledii. E adesso cosa mi invento?
    Ho capito.
    • Diciamo che sto uscendo con una ragazza. – dissi vuotando il sacco
    • Ah sì? E come si chiama? È una storia seria? – chiese
    • Si chiama Natalie, e penso che sia una storia seria, perché tengo veramente molto a lei. – dissi
    Poi passò a Luke, fortunatamente. Lui disse la stessa cosa, più o meno, mia.
    Passando a Michael, decisi di pararlo, dicendo una stronzata, ma era l’unico modo per non metterlo in imbarazzo.
    • Diciamo che abbiamo tutti una persona con cui stiamo uscendo, anche se quello che ha la storia più seria è ovviamente Ashton. – dissi
    Non so se Nat avrebbe preso bene questa storia, ma non penso di aver detto niente di sbagliato, non ho negato il mio amore per lei.
    • Come vi sentite a cantare davanti a tutte le persone che vi aspetteranno all’Heineken Music Hall? – chiese
    • Diciamo che l’ansia è sempre presente, è presente sempre, anche davanti a 3 persone. Abbiamo ansia pure adesso, sapendo che tra poco dobbiamo esibirci in radio. Siamo umani, siamo come gli altri, proviamo le stesse cose che proveresti tu, o una fan. – disse Ashton
    • Possiamo avere qualche anticipazione su stasera? Voglio dire, l’atmosfera, le canzoni, se ci sarà qualcosa di particolare... – disse lei
    • Come fai a sapere che ci saranno delle novità sul palco di Amsterdam? Hai parlato con Zoe o con Eva? Adesso ho paura di te!! – disse Michael
    • No, sinceramente non ho parlato né con la vostra manager, né con la vostra stylist. E so solo che la vostra hair – dresser si chiama Joseline. Ma dopo quello non so altro. – ci rispose
    • Beh, allora non sai che ci sarà un solo colore dominante stasera. Diciamo che lo stile di questo studio ci ha invogliato a cambiare la serata.
    • Smettete di mettere ansia alle tantissime fan in ascolto, e diteci in cosa consiste questo cambiamento! – disse ridendo Heidi
    • Giallo. Giallo sarà la parola chiave della serata. Quindi care fan, preparatevi a trovarvi davanti di tutto. Ma il tutto sarà GIALLO! – disse Ashton facendoci ridere
    • Il suo discorso non ha molto senso, ma è la verità. Vestiremo di giallo e le luci saranno giallo. Insomma tutto giallo – intervenni io
    Detto questo la nostra intervista andò avanti parlando di diverse cose.
    • D’accordo. Il tempo di chiacchierare è finito. È il momento di sentirvi cantare. Cosa cantate di bello? – disse
    Dopo la mia “battuta” che aveva rasserenato l’intervista, la presentatrice sembrava una nostra fan e sembrava anche molto simpatica.
    • Canteremo Good Girls, no? – disse Michael guardandoci
    • Certo. Cosa sennò? – chiesi sarcasticamente
    • Prima di cantare avete un annuncio da fare? – chiese Heidi
    • Certo. A soli 15.99€, comprate il nostro CD, 5 Seconds Of Summer! – disse Ashton ridend
    • A parte questo? – chiese la ragazza aspettando qualcos’altro da aggiungere
    • Beh, vi aspettiamo stasera all’Heineken Music Hall per godervi le canzoni presenti nell’album. – dissi io
    • ... e vorremmo anche aggiungere che vi ringraziamo per il supporto che ci avete dato finora. – disse Michael
    • Come ultima cosa vi ricordiamo che il colore di stasera è il GIALLO! – concluse Luke
    E concludendo così, partì la base del nostro ultimo singolo
    SPAZIO AUTRICE
    Questo capitolo a me piace tanto, spero di aver messo l’essenza dei 5 Seconds Of Summer. Sappiate comunque che ci ho provato. Avevo bisogno di “tirare il freno” sugli avvenimenti perché stanno succedendo un sacco di cose.
    Vorrei ricordare che solo i nomi e le quantità di persone che possono entrarci, dei luoghi dove suonano i 5Sos sono veri. Tutto il resto è inventato.
    Detto questo vi saluto.
    Un bacio
    IlaJ
     

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    Capitolo 51
    *** I've Got One Less Problem Without You ***


    CAPITOLO 48 – I’ve Got One Less Problem Without You -
    P. o. V. Ashton
    Usciti dalla radio, la prima preoccupazione di Calum fu quella di chiamare Natalie. Era terrorizzato al pensiero che la sua Nat, lo potesse già lasciare per colpa del suo “lavoro”. Ebbene Natalie era abbastanza nervosa, ma tutto le passò quando Calum le ricordò che solo a lei aveva chiesto di uscire la sera dopo. Ogni tanto litigavano, ma la verità è che sono assolutamente dolcissimi insieme questi due.
    Arrivammo all’Heineken Music Hall e mi sorpresi della grandezza. Metteva soggezione. Io avevo paura di suonare lì dentro.
    Zoe ci rassicurò. Eva ci procurò dei vestiti che, nonostante il colore molto acceso, rispecchiavano i nostri stili.
    Avete presente quando ti senti solo? Ecco, da un po’ di tempo mi sento così. Nonostante io abbia una ragazza.
    Per esempio adesso, Charlie se ne sta in disparte con Emily, che le acconcia i capelli, Natalie e Hannah che le danno supporto morale, come se ne avesse bisogno.
    Non è la prima volta che mi succede. Per esempio l’altro giorno.
    Ho intenzione di chiedere di uscire un po’ a Charlie, non è la prima volta che mi lamento della mancanza di privacy che si ha essendo cantanti.
    Per questo ho organizzato una cenetta a lume di candela in un ristorante che è praticamente sulla riva dell’Amstel, il fiume che la attraversa.
    • Hey tesoro, stasera cena per 2. – le scrissi per messaggio
    • Mi dispiace, non posso. Amore, Natalie ha organizzato un’uscita solo per noi ragazze. Non posso dirle di no.
    Con questo ho perso le speranze di uscire di nuovo con la mia ragazza.
    • Charlie vieni qua. Dobbiamo parlare. È importante. – dissi prendendola per un braccio
    • Ahia!! Mi stai facendo male al braccio! – si lamentò – cosa c’è di così importante da dirmi che mi devi portare via così? Guarda i miei capelli!
    • Smetti di lamentarti perché quello che dovrebbe lamentarsi dei 2 sono io. – iniziai
    • A proposito di cosa scusa? – chiese
    • Davvero ti importa così poco di me? Mi sembra che essendo io e te fidanzati, ogni tanto, non dico sempre, dovremmo passare un po’ di tempo insieme no? E invece una cavolo di uscita di sole donne è più importante di una cena romantica con me.
    • Sei presuntuosissimo con questo tuo discorso, Ashton. Spero te ne stia rendendo conto.
    • Io? Io sarei quello presuntuoso? E allora guarda, questo presuntuoso se ne va. – dissi
    Girai i tacchi e me ne andai. Mi ero stufato.
    • Bene! Ho un problema in meno senza di te!! – mi urlò dietro
    Adesso non dovevo pensare a Charlie. Dovevo pensare a salire sul palco, o almeno dovevo pensare a finirmi di preparare. Ho perso le scarpe!
    Quando sentii Charlie cantare Just The Way You Are fu un colpo al cuore. Mentre cantava aveva la voce rotta dal pianto. Magari ci tiene a me. Mi mancava la complicità che avevamo prima. Adesso sembra che io sia un “peso” per lei. Lo so, di solito questi discorsi li fa la donna riguardo alla donna, ma in questo caso è il contrario.
    Decisi di darle un’ultima opportunità. Dopo questa, basta. Avrei lasciato perdere e avrei pensato ad altro.
    Quando scese dal palco la abbracciai e la baciai. Mi era mancata un sacco. Lei sorrise e mi chiese scusa. Anche se avevamo litigato, un suo bacio era come andare in Paradiso.
    Entrammo in scena e mi resi conto di quanto la nostra intervista sia stata seguita. Almeno metà della platea aveva almeno una cosa gialla: chi aveva il cappello giallo, chi una sciarpa, chi si era dipinta la faccia di giallo fosforescente sembrando un Simpson. Era una cosa veramente bellissima.
    • Ma quante siete?? – dissi al microfono già sudato dopo aver cantato solo 2 canzoni.
    Sentii un urlo seguito da un’unione delle loro voci nella ripetizione di “5 Sos! 5 Sos!”.
    • Ehi, stavolta c’è anche qualche maschio!! Rifatelo!! Voi maschi urlate e fatevi sentire! – gridò Michael
    Sentii di nuovo urlare e fui veramente felice del calore che emanavano le nostre fan olandesi.
                                                            ***
    P. o. V. Michael
    Finito il concerto ce ne tornammo velocemente negli spogliatoi e poi direttamente sul pullman che ci avrebbe riportato fino all’hotel.
    Zoe mi passò il telefono dicendomi che aveva suonato incessantemente mentre ero sul palco.
    Rimasi sorpreso. Di solito la gente mi chiama una volta sola e non durante i concerti.
    Rimasi ancora più sorpreso nello scoprire che non conoscevo il contatto che mi aveva chiamato 10 volte. Erano le 23.00 era inutile chiamare adesso. Avrei chiamato domani.
    Durante la notte pensai costantemente alla chiamata e a chi potesse essere stato.
    La mattina dopo mi svegliai presto per fare colazione. Avevo un buco nello stomaco e non capivo nemmeno da cosa derivasse, ieri sera avevamo mangiato al Mc Donald’s.
    Sentii il telefono squillare, mi avvicinai, ancora quel numero. Stavolta risposi.
    Quasi svenni rendendomi conto di chi mi aveva appena chiamato.
    • Hey Michael, sono Tiffany! Ti ricordi di me? – chiese quella voce delicata al telefono
    • T-Tiffany?? C-Come hai il mio numero? C-Come mai mi hai chiamato? È strano! – dissi riuscendo a mala pena a parlare.
    Calum, che era davanti a me, lasciò cadere il suo cucchiaio pieno di cereali sul tavolo, rimanendo a bocca aperta per lo stupore.
    • Ehm, sì scusa. Così senza preavviso, volevo parlare con te. Dimmi tu quando sei libero. – disse
    • Tiffany, forse non lo sai, ma io sono ad Amsterdam adesso. – dissi io
    Lei sospirò.
    • Lo so, ma prenderò il primo aereo utile e verrò a trovarti. – mi rispose
    • S-Seriamente? S-Saresti disposta a venire ad Amsterdam? – chiesi. In modo che Calum sapesse cosa aveva detto.
    • Sì, perché c’è qualche problema, Mickey? – disse come se non ci fossimo mai divisi
    Avevo messo il vivavoce in modo che anche Calum sentisse. Lo vidi sbarrare gli occhi quando mi chiamò Mickey. Lui mimò che la credeva una pazza. E io mi sentivo d’accordo.
    • No, tranquilla. – dissi
    • Allora, ci possiamo incontrare? – chiese
    Calum scuoteva la testa. Ma io volevo sapere il vero motivo per cui mi aveva chiamato. Quindi acconsentii a trovarci il giorno dopo.
                                                            ***
    *Il Giorno Dopo*
    P. o. V. Michael
    È arrivato il giorno in cui io e Tiffany ci rincontriamo dopo un mese praticamente dall’ultima volta. Sono emozionato ma anche stranito da questa cosa. Non è una cosa che accade tutti i giorni che una ragazza che non senti da un sacco di tempo, ti ricerchi così. Che poi io il mio numero a lei neanche lo avevo dato.
    • Ciao Tiffany come va? – chiesi appena la trovai
    • Bene grazie, ti vedo bene! – disse osservandomi da capo a piedi.
    • Beh, grazie mille. Ma dimmi cosa come mai hai voluto venire fino ad Amsterdam? – arrivai dritto al sodo
    • Volevo parlare con te... –
    • E questo lo avevo intuito
    • Di quello che è successo a Berlino. –
    • Adesso? Voglio dire, è passato un mese. Non importa.
    • No. Per me non è passata.
    E mi baciò. Cioè mi baciò. Vi rendete conto? Manco mi conosce questa e mi bacia.. però devo ammettere che bacia bene, potrei abituarmici.
    • Mh, scusa ma tu non avevi un ragazzo?
    • Hai detto bene, avevo. Quello stronzo di Anthony mi ha lasciata per quella puttana di Roxee. Ti ricordi no?
    • Sì, sì, mi ricordo.. la spogliarellista.
    • E quindi lui ti ha lasciato e tu sei tornata dalla ruota di scorta: Michael Clifford, qui presente.
    • Ma no, non è così. Uno dei motivi per i quali Anthony mi ha lasciata è legato anche a te. Perché io gli avevo detto del nostro incontro e gli avevo detto anche che mi mancavi e che mi ero affezionata a te.
    • Quindi tu mi stai dicendo che tu hai detto al tuo ragazzo che provi qualcosa per me? Davvero? Tu sei impazzita, ma veramente tanto.
    • Perché? È vero!
    E mi ribaciò, come se non fosse successo nulla.
    P. o. V. Natalie
    Mi ritrovai con Hannah, Charlie e Emily in camera mia. Dovevano aiutarmi a scegliere come vestirmi per l’appuntamento di stasera con Calum, ma Ashton chiamò Charlie e quindi lei dovette andare via. Per poi tornare dopo poco comunque.
    Charlie mi disse dopo che Ashton le aveva proposto un appuntamento a 4 con me e Calum. Rimasi perplessa. Calum aveva detto che era una cosa “solo me e lui”e ora se ne esce che è una cena per 4.
    Uscii infuriata dalla stanza e andai in camera dei ragazzi. Feci uscire Calum e gli dissi in faccia tutto quello che pensavo riguardo a questa storia. Lui mi rispose dicendo che lo faceva per far riavvicinare Charlie e Ashton perché Ashton si era lamentato dell’atteggiamento distaccato che aveva in quei giorni la sua ragazza.
    Dopo avermi spiegato le sue buone intenzioni, lo perdonai e me ne tornai nella mia stanza, dove mi aspettavano le ragazze con in mano 3 vestiti ciascuna. Sarebbe stato un pomeriggio molto lungo.
    P. o. V. Charlie
    È vero, lo ammetto. Mi sto comportando da stronza con Ash, ma non so come fare a staccarmelo da dosso. È appiccicoso. Non si direbbe, ma è così. Se esco con le mie amiche, è geloso perché vorrebbe che uscissi con lui! Quindi stavolta abbiamo trovato questa via di mezzo dell’uscita a 4, che a me sta bene. Speriamo di divertirci.
    • Quindi? Quello rosso o quello nero? – dissi chiedendo il parere alle mie amiche
    • Quello nero è più sexy mentre quello rosso è più carino. – disse Hannah
    • Io opterei per quello nero. E quello rosso me lo prendo io – concluse Natalie
    I ragazzi non hanno detto molto su quello che faremo, ma so che quei due non organizzeranno roba molto romantica...

    SPAZIO AUTRICE
    Auguri a tutti e tutte. buon 2015.

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    Capitolo 52
    *** Films & Cinemas ***


    CAPITOLO 49 – Cinemas & Films -
    P. o. v. Charlie
    Eravamo pronte per andare con Ashton e Calum a questo “appuntamento segreto”. Né io né Natalie avevamo la più pallida idea di dove i nostri rispettivi ragazzi volessero portarci, l’unica cosa che avevamo capito era che non potevamo indossare abiti formali, quindi i vestiti che avevamo deciso ieri sera non andavano bene. Decidemmo quindi di andare sul sicutro e metterci un paio di jeans e una maglia che Emily aveva comprato per noi da H & M, il nostro negozio preferito.
    Quando uscimmo dalla nostra stanza, mi trovai davanti Ashton, con indosso una camicia bianca e i pantaloni neri. Calum, invece, aveva una maglia nera, una giacca di pelle e i suoi immancabili jeans neri
    • Ti sta benissimo questo rossetto rosso, amore. Peccato che adesso ti sparirà. – disse dandomi un bacio
    • Smetti. Devo tornare a metterlo sennò!! – dissi staccandomi
    Calum era rimasto imbambolato alla vista di Nat che aveva una camicetta bianca abbastanza scollata e i pantaloni neri che le mettevano in risalto il di dietro scolpito. Diciamo che era vestita come Ashton, solo al femminile.
    • Ehi, bello addormentato nell’amore!! Svegliati! – dissi passandogli una mano davanti agli occhi – e tu Ash, non le guardare il culo!
    • È vero, è meglio il tuo – disse dandomi una pacca
    • Smettila. – dissi imbronciata
    • Andiamo? – propose Natalie
    Mentre ci incamminavamo verso la porta, Natalie chiese dove ci portavano e Calum le rispose che andavamo a vedere un film al cinema e poi ci portavano a mangiare una pizza e, se non eravamo abbastanza stanche, saremmo andati a ballare in una discoteca. Mi aspettavo esattamente questo. Non mi aspettavo certo che ci portassero in un ristorante esclusivo a mangiare caviale, ma è questo che mi piaceva di Ashton. E penso sia la stessa cosa che piace a Natalie di Calum. La loro spontaneità.
    Non so come io abbia potuto lasciare in disparte Ashton, e come lui abbia potuto sopportare per tutto questo tempo il mio atteggiamento distaccato, ma ho deciso di tornara la charlotte Harrison delle origini, quella che Ashton e i ragazzi hanno conosciuto, la Charlie che si vergognava a salire sul palco davanti a tante persone, la Charlie che voleva diventare una star, non quella che dopo un briciolo di celebrità si è già montata la testa.
    Per questo decisi che era il caso di scusarmi con Ash per essere stata così stronza nei suoi confonti. Perché lo sono stata. Ammettiamolo.
     
    • Ash, possiamo parlare un attimo? È urgente. – dissi prendendolo in disparte
    • D’accordo – lo vidi abbastanza perplesso
    • Volevo chiederti scusa. Per tutto. Mi sono comportata come una snob, solo perché mi sono resa conto che ho alcune fan che credono in me. Ma in realtà sono la solita ragazza che hai conosciuto qualche settimana fa, e con cui hai passato momenti magnifici, o a cui hai dedicato Just The Way You Are in cima alla Tour Eiffel. Ci tenevo a fartelo sapere. Non sono cambiata. E spero che tu apprezzi questo mio gesto, sai quanto sono orgogliosa. È un passo importante per me venire a chiederti scusa. Lo sai. – dissi tutto d’un fiato, non facendomi interrompere da Ashton con qualche battutina o commento sulle frasi che stavo dicendo.
    Per me era fondamentale, farlo capire alle mie fan ma soprattutto ad Ash, il mio ragazzo. Senza di lui la mia vita sarebbe stata totalmente diversa, a quest’ora sarei sui banchi del mio liceo aspettando che la prof di latino mi chiamasse interrogata per rimediare all’insufficienza presa in uno stupido compito, ricordandomi che se fosse andata male, mi sarei ritrovata il debito in pagella.  È solo grazie a loro se adesso non sono a casa di Luke a fare da baby-sitter a Perla. Non capite male, io adoro Perla, è bravissima; solo che io preferisco di gran lunga una vita come questa piuttosto che una vita comune, come quella di un’adolescente qualsiasi.
    • Intanto devo ringraziarti per questa tua confessione gratuita, che non mi sarei mai aspettata, ma mi fa piacere che tu abbia pensato a come gli altri si possano sentire quando hai un atteggiamento come quello che hai avuto nell’ultimo periodo. Ma, devi sapere, che è normale. Tutti ad un certo punto hanno un periodo in cui si sentono Dio sceso in terra. Guarda Luke, lui è dall’inizio del tour che si comporta da leader solo perché è il vocalist principale del gruppo. Cosa che poi non è perché anche Calum, Michael ed io cantiamo spesso nelle nostre canzoni. Ma lui in questo momento, sarà per il fatto che le fan lo trattano come la perfezione fatta persona , sarà perché nei giornalini appare sempre il suo faccione; lui è particolarmente egocentrico. Ma questo non vuol dire che egocentrico significa antipatico, ricordatelo. – mi rispose
    • Tu mi stai dicendo che ero simpatica anche se ero egocentrica e snob? – chiesi retoricamente
    • No, assolutamente. Mi stavi altamente sulle palle. Detto sinceramente. Ma adesso sei cambiata, e questo lo apprezzo moltissimo. E infatti adesso mi stai di nuovo simpatica. Anzi, ti amo di nuovo come prima. – chiuse il discorso.
    P. o. V. Natalie
    Ashton e Charlie erano probabilmente morti perchè non si trovavano da nessuna parte. Quindi io e Calum ci sedemmo su una panchina a discutere di quale film fosse più adatto ad una serata a 4.
    • No, Calum, non puoi pensare che un film come Fast & Furious sia adatto a una cena romantica! – dissi io
    • Io dico di sì, visto che voi donne andate in iperventilazione  ogni volta che si parla di Paul Walker o Vin Diesel! – mi rispose
    • E allora andiamo a vedere Twilight così potete fare i vostri comodi guardando Kristen Stewart, o Hunger Games, Jennifer Lawrence è stupenda! – gli risposi infuriata
    • Io direi che Fast & Furious sia un film più che valido! Ma aspettiamo Ash e Charlie così decidiamo  - mi disse
    Neanche  afarlo apposta, Charlie e Ash sbucarono dall’angolo dietro il quale erano spariti prima.
    • Bene. Andremo ai voti. Chi vota per Fast & Furious alzi la mano! – disse Calum
    • Ah, ma davvero? È ovvio che Charlie sarà dalla mia par... Charlie! Hai davvero alzato la mano? Stai scherzando? – chiesi stupida e irritata
    • No, a me piace Fast & Furious. Penso che sia un ottimo film e visto che il 5° non l’ho mai visto, ne approfitto. – si giustificò.
    • Uffa! Ma se vedessimo un bell’horror? Tanto poi usciamo a mangiare la pizza! – proposi, anche se l’idea mi faceva assolutamente schifo. Odio quel tipo di film, ma farei di tutto pur di non rivedere per la 50° volta quel film d’azione.
    • Stai scherzando Nat? Ti conosco ormai e so che quel genere di film ti fa schifo! – disse Charlie
    • Sì, è vero. Ma io ho visto Fast & Furious 5 almeno 250 volte, dopo un po’ basta! – risposi
    Sinceramente non avevo voglia di discutere, anche se non avevo voglia di rivedere quel film, decisi di acconsentire a rivedere quel film. Così ci incamminammo verso il cinema.
                                                               ***
    • Allora?  Come era il film? Ti è piaciuto amore? – mi chiese Calum appena usciti dal cinema
    • Stai scherzando? – dissi sarcastica
    • Possibile che voi due non abbiate smesso un attimo di battibeccare e mandarvi frecciatine durante il film? – chiese Charlie
    • Lo so, ma non è possibile che Calum ritenga che quello sia un film da far vedere alla sua ragazza ad un appuntamento. Senza offesa per il bel film. – dissi
    • Ma anche se non fosse un film adatto, adesso ce ne andiamo a mangiare una pizza. Come se avessi fame. Mi sono scolato una lattina di Coca–Cola e un pacchetto di patatine al ketchup. – disse Calum
    • Ma perché sei idiota. Te lo avevo detto che poi non avresti mangiato nulla. – le rispose Natalie.
    A quel punto Charlie e Ashton sbuffarono e si misero in mezzo a noi, dividendoci.
    Probabilmente lo sanno che il nostro continuo battibeccare e litigare, è il nostro modo di volerci bene e di amarci.  Anche se a volte può sembrare assolutamente stupido e incoerente con l’amore comune, questo è il nostro modo di amarci, e nessuno può mettersi tra noi. Perché il nostro è un legame inossidabile, e di questa cosa sono sicura.
    La mia vita da quando sto con Calum è sicuramente migliorata, se prima non avevo amici all’infuori di Hannah, adesso molte più persone a cui sono affezionata, e questo è solo grazie a lui.
    • Io prendo una pizza ai 4 Formaggi, grazie – ordinò Ashton
    • Io una Vegetariana – disse Charlie
    • Io una Speck e Mascarpone – ordinai io
    • E per me una al salamino piccante. – disse Calum ringraziando il cameriere.
    • Se per te questo è non avere più fame, ho paura per la tua futura moglie! – disse Charlie ridendo
    Aspettammo la pizza chiacchierando del più e del meno e dell’amore che inaspettatamente era scoccato tra Luke e Hannah.
    Finita la pizza, tornammo a casa.
    Charlie e Ashton dovevamo discutere della partenza del giorno dopo.
    Solo loro due. Per un matrimonio.
     

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    Capitolo 53
    *** Family Secrets ***


    CAPITOLO 50 – Family Secrets-
    P. o. V. Charlie
    Ebbene sì, io e Ashton partiamo alla volta di un matrimonio in Spagna, più precisamente a Barcellona. Lì, ci avrebbero raggiunto gli altri ragazzi per la tappa spagnola. Inoltre avevano deciso che, come regalo a mia cugina Lindsay e suo marito Robert, avrebbero fatto un’esibizione speciale. Solo per loro.
    Qualche giorno prima mia mamma aveva mandato una mail a Zoe in cui chiedeva cortesemente che io andassi al matrimonio di mia cugina di secondo grado Lindsay. Era strano che mia madre non mi avesse avvertito di questo avvenimento direttamente, magari chiamandomi, magari le bastava così, semplicemente chiamare Zoe e avvertirla di questa imminente partenza. La cosa mi dispiace, magari, con la mia “rivoluzione interiore e caratteriale”, ci è rimasta male per il fatto che l’ho chiamata raramente …
    Decisi quindi che era il caso di parlare con lei e raccontarle cosa mi succedeva  soprattutto i miei cambiamenti caratteriali.
    • Pronto? – disse una voce che non apparteneva a mia mamma
    • Pronto sono Charlie, volevo parlare con mia mamma Rosaline. – dissi
    • Oh, aspetta un attimo cara. Ti passo Cara. Penso tu debba sapere una cosa. – disse quella voce limpida, che si era trasformata in una voce preoccupata
    • G- Grazie. – dissi io
    Mi aveva impaurito quella donna. Cosa era successo a mia mamma? Perché non me l’ha passata subito? Perché non mi è stato detto nulla prima?
    • Pronto, Charlie? – disse la voce che riconobbi subito come quella di Cara.
    • Sì, Cara, dimmi. Sono preoccupatissima. Cosa vuol dire che devo sapere una cosa? – dissi impaziente.
    • Beh, diciamo che tua mamma ha deciso di licenziarsi. Non ho capito bene perché. So solo che è tornata a vivere nella vostra vecchia casa.
    No aspetta. Che cosa? Stiamo scherzando? Mia mamma? Si è appena licenziata? Dal migliore posto di lavoro che le sia mai stato offerto? No, è Impossibile. Non lo farebbe mai. La conosco troppo bene.
    • Non ci credo. Lei amava lavorare lì. Ma cosa è successo? Perché ha deciso di andarsene? E poi dove lavora adesso? – chiesi impaurita
    Nel frattempo Ashton e Luke si erano avvicinati sentendomi preoccupata; probabilmente era il fatto che stavo camminando avanti e indietro nel corridoio.
    Ashton mi mimò un “cosa è successo?”. Io misi il vivavoce in modo che sentissero la nostra conversazione.
    • Senti, non lo so. Era strana da un po’. Non penso sia cola nostra, magari le manchi. Sai, non chiamavi mai. Si lamentava spesso di quanto aveva bisogno di sentirti  vicino. – disse
    Non so perché, ma mi sentii come se mi avesse pugnalato. So di aver sbagliato. Ma sentirselo dire è sempre peggio di rendersene conto da soli.
    Luke rimase scioccato nel sentire la voce di sua mamma. Ma gli dissi di stare in silenzio.
    • So di aver sbagliato a non chiamarla, ma non penso che sia un motivo valido per andarsene da quella casa. Soprattutto sapendo che si sarebbe sentita ancora più sola, una volta tornata a casa. – dissi io
    Non aveva più senso parlare con Cara. L’unica persona con cui devo ASSOLUTAMENTE  parlare è mia mamma. Luke e Cara possono parlare un’altra volta.
    • Comunque non è con te che devo parlare Cara. Grazie comunque per avermi avvertito – le dissi chiudendo la conversazione
    • Non devi ringraziarmi Charlotte. Anzi, salutami Luke per favore. Un bacio. Ciao. – disse
    Detto questo chiuse la telefonata e mi sentii assolutamente vuota.
    Ashton e Luke, che non avevano seguito tutta la conversazione, mi chiesero quale era il problema. Io raccontai loro tutta la telefonata e i miei dubbi su cosa avesse scatenato in mia mamma una reazione del genere. Loro mi rassicurarono dicendomi che magari aveva trovato un lavoro migliore. Cosa quasi impossibile.
    • Devo chiamarla. Deve spiegarmi. Non posso partire per Bruxelles e andare dai miei parenti, dai suoi parenti non sapendo esattamente come sta mia mamma, e se fosse malata? Io sono dall’altra parte del mondo e non posso farci niente! – dissi scoppiando a piangere
    • Come sei melodrammatica oggi! Charlie calmati! – mi disse Luke
    Spuntarono anche Emily, Hannah e Natalie e mi videro preoccupata e in mezzo ad un pianto isterico. Luke le prese da pare e raccontò loro la storia.
    Io intanto feci il numero di casa mia. Dopo pochi squilli rispose mia mamma.
    • Ehi mamma. Come stai? – dissi freddamente
    Ashton mi abbracciava e mi riscaldava rassicurandomi. Mi disse di calmare la freddezza.
    • Ehi Charlie, io sto bene. Tu? – disse come se fossi scema e non mi fossi resa conto di aver chiamato il numero di casa
    • Sai. Sono delusa. Ma sto bene. Grazie per l’interessamento. – ero sempre più fredda. Ma Ashton stavolta lo accettò
    • Delusa? È successo qualcosa durante il tour? – disse
    • Mamma, scusa ma per chi mi hai preso? Credi che sia un’idiota? – dissi irritata – davvero credi che Cara non mi abbia detto nulla? Anzi, davvero credi che non lo sarei mai venuta a sapere? Davvero. Mi stupisci. Non ti facevo così stolta da pensarlo, sai?
    • Senti, non so cosa ti abbia raccontato Cara, ma io ho solo preso una decisione che mi ha fatto aprire gli occhi. Ho deciso che in quella casa non ci dovevo più stare. – disse lei
    • Ah sì? E il motivo per il quale hai deciso di lasciare il miglior posto di lavoro è...? – aspettai che finisse la frase. Cosa che inaspettatamente non successe
    Io e Ashton ci guardammo. Lui mi sorrise. Era un sorriso come se dicesse: “tranquilla piccola ci sono io per te”. Sorrisi di rimando. Ma la voce di mamma richiamò la nostra attenzione.
    • Diciamo che nell’ultimo periodo è stata abbastanza difficile la convivenza con Cara e Perla. – disse tranquilla
    • In che senso? Come era difficile?
    • Sì, da quando te ne sei andata, Cara si è rivelata un mostro. Mi dava ordini su ordini, nemmeno fosse Adolf Hitler.
    • E da cosa è dato questo cambiamento repentino? Intendo, prima non era così. È stata sempre gentile e cortese.
    • Penso che sia la mancanza che ha di Luke.
    • Oh andiamo! Tutti a dare la colpa a noi. Sai cosa mi ha detto Cara? Mi ha detto che te ne sei andata perché ti mancavo troppo. E adesso tu ici la stessa cosa di Cara. Non è colpa nostra! Lo volete capire? È una nostra scelta. E poi, se ti mancavo tanto, potevi anche chiamarmi! Non devo sempre essere io a chiamare te. E soprattutto, una mamma avrebbe pensato di dire di un suo cambio radicale di vita alla figlia; non avrebbe lasciato che lei lo venisse a scoprire così, chiamando la sua vecchia titolare! – detto questo scoppiai a piangere
    Non avevo mai trattato così mia mamma. Non mi sarei mai permessa di trattarla in questo modo maleducato.
    • E io cosa dovrei dire? Vengo a sapere dfei tuoi spostamenti dai giornali, che anzi dicono delle cose poco carine nei tuoi confronti! A chi devo credere? A mia figlia che non mi chiama e non mi dice niente, o ai giornali che almeno mi raccontano dove sta mia figlia?
    • Lo sai che non devi credere ai giornali. Davvero preferisci credere ai giornali piuttosto che a me? Pensavo avessimo fiducia l’una nell’altra, è da quando papà se n’è andato che abbiamo fiducia e ci supportiamo a vicenda.
    Luke e le ragazze erano usciti lasciando me e Ashton da soli con in mano il mio cellulare.
    Davvero non so più cosa aspettarmi.
    • Dai Charlie, non dire così. Ho sbagliato a dubitare della tua sincerità. Non ho mai creduto ad una sola parola di quello che i giornali dicono di te. Ma capisci che è veramente dura per me? Non so come comportarmi! Stavamo sempre insieme prima!
    • È lo stesso discorso che mi hai fatto prima della mia partenza. Adesso non mi serve più. Mi hai fatto sentire una persona inutile. Che per te non conta niente. Ti rendi conto di quanto è grave? E il fatto che lo rende ancora più grave è che tu sei mia mamma. Una mamma dovrebbe sorreggerti, non farti affondare!
    E lì successe una cosa che mi rese assolutamente impotente. Sentii la voce di un uomo.
    No. Non poteva essere lui. Era l’ultima persona a cui mia mamma doveva rivolgere la parola.
    Avete presente quando ti crolla tutto il mondo addosso? Ecco, mi è appena successo. Tutte le mie certezze, le mie sicurezze erano andate a farsi fottere. Non riconosco più mia mamma, non riconosco più me stessa. Non riconosco più nessuno. La mia vita non ha più senso. Almeno per ora. Devo trovare un motivo per cui non spaccare qualcosa.
    Mio padre. Quella voce apparteneva a mio padre. 

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    Capitolo 54
    *** A Stupid Wedding ***


    CAPITOLO 52 – A Stupid Wedding-
    Avevo già messo in guardia Ashton sulla possibilità di farmi calmare in molte occasioni. Soprattutto quando avrei rivisto la zia Lisa, la sorella di mamma. Non l’avevo mai vista, e non mi aveva mai fatto nulla, ma in questo momento era una persona troppo vicina a mamma per sopportare tutto questo stress.
    • So che è un momento difficile per te, Charlie, ma devi pensare che per il bene della tua famiglia di una volta, dovresti essere felice di riunire la famiglia Harrison!
    • Menomale che mi capisci tesoro. È una cosa che mi fa veramente molto piacere. Solo che pensare che i miei parenti possano anche solo chiedermi qualcosa riguardo a mia mamma mi fa arrabbiare e essere tesa. Cosa risponderò? Che mia mamma sta bene e che lavora sempre da Luke, oppure la verità? – chiesi confusa
    • Non è il momento di pensarci adesso. E poi dobbiamo partire per Barcellona. Là vedremo. – mi disse
                                                                           ***
    Il viaggio è finito, i ragazzi ci raggiungeranno presto. Devo pensare a dopo, quando arriveranno e ci godremo le loro canzoni.
    Zoe mi aveva detto che avrei dovuto passare dalla casa di Lindsay, poi saremmo andati in chiesa.
     
    Dato  che non avevamo pullman, che sarebbero stati noleggiati solo dopo l’arrivo degli altri, dovemmo optare per un taxi.
    • Mi scusi, ci può portare aquì? – disse Ashton con accento spagnolo
    • D’accordo. – disse con fare annoiata e stanca. – aspetti, ma questo è l’indirizzo di casa mia!
    • Sei lo zio Felipe? – dissi io
    • Sì, eres Charlotte? – chiese lui
    Annuii sorridendo al sentire il suo tentativo di parlare inglese. Lui sorrise. Ci accompagnò in questa mega villa. Wow, la mia famiglia è ricca? Da quando?
    La sorpresa lasciò il posto alla tristezza e alla rabbia. Se questi nostri familiari avessero avuto così tanti soldi, perché non ci hanno dato una mano nei momenti in cui mamma aveva seriamente problemi economici?
    Decisi di non pensare sempre a tutto con negatività. Per questo sorrisi all’idea di quanto mi sarei divertita con Ashton e i ragazzi durante il matrimonio.
    • Eccoci arrivati. Porto le vostre valige di sopra, nella camera degli ospiti va bene? – chiese gentilmente.
    • Gracias zio – dissi io tentando di parlare solo leggermente lo spagnolo.
    Solo in quel momento mi ricordai che il mio cellulare era ancora spento. Lo accesi e ritrovai 20 chiamate di mia mamma. Le ignorai, l’ultima cosa di cui ho bisogno adesso è un’altra litigata con lei e Jeff.
    • Bienvenidos chicos, - disse una donna abbastanza alta quando ci vide arrivare
    • Ciao zia! – la salutai abbracciandola.
    Anche se non la volevo vedere, era mia zia. Non potevo tenere il broncio tutto il tempo, altrimenti avrei ottenuto una reazione opposta a quella che volevo. Mi avrebbero chiesto cosa avevo e avrei dovuto mentire.
    Mia zia era bellissima. Lo avevo appurato nel vedere tutte le foto che mia nonna tirava fuori per Natale tutti gli anni. Aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle, tenuti legati da una pinza. I capelli biondi erano lisci, ma si vedeva che erano stati piastrati per l’occasione.
    Gli occhi erano verdi, come quelli di mia mamma. Ma non un verde chiaro, erano un verde tendente al marrone. Avete presente?
    Aveva più o meno 4 anni meno di mamma. E, fatemelo dire, la differenza si vedeva. Nonostante la differenza di età, si era sposata molto giovane con mio zio Felipe e avevano avuto Lindsay poco dopo essersi sposati. La zia avrà avuto più o meno 25 anni. Anche Lindsay si sta sposando molto giovane, ha solo 20 anni, si vede che in Spagna va di moda..
    Diciamo che mio zio è il motivo principale per il quale all’interno della nostra famiglia c’è una spaccatura così grande. Penso che se mio zio non avesse sposato Lisa, adesso lei vivrebbe ancora a Sydney e saremmo tutti più felici.
    • Charlotte, sei cresciuta un sacco da quando ti ho vista l’ultima volta in fotografia! Sai Rosaline mi mandava sempre molte foto di te quando eri più piccola.. – disse con un po’ di malinconia
    • Zia ma non è mica morta … - dissi leggermente irritata
    • Lo so, lo so, ma mi manca il rapporto che avevamo prima. Ma entrate prego. – disse facendoci spazio
    Dentro di me dissi “non sai quanto mancano a me …” ma non mi sembrava il caso di dirlo ad alta voce e davanti a lei.
    • Hola Charlotte, - disse una ragazza mora avvicinandosi
    Era Lindsay. Okay, forse non lo avevo mai conosciuta, ma se posso dire la mia, me la immaginavo diversa. Mamma ne aveva sempre parlato come una ragazza bellissima, che sarebbe potuta andare a Miss Universo. In realtà non era niente di che. Solo una ragazza con degli occhi blu bellissimi.
    Dietro di lei puntò Samantha , la sorella di Lindsay, nonché mia cugina minore. Lei era una bionda e alta 1 m e 80 che si presentò prima ad Ashton facendo la civetta e sbattendo gli occhi verdi per mostrargli quanto fosse troia. Non mi era mai stata simpatica. E penso di aver avuto ragione per tutti questi anni.
    Solo quando si rese conto che Ashton non la stava calcolando minimamente, passò a salutare me.
    • Ciao Charlotte, è il tuo ragazzo? – disse lanciandomi un’occhiataccia
    • Chi credi che sia? Suo nonno? – disse sarcastica Lindsay
    Io amavo quella ragazza. Lindsay 1, Samantha 0.
    • Simpatica veramente. – disse sarcastica
    • Sei solo un’oca. È appena entrata tua cugina e la prima cosa che fai è salutare il suo ragazzo! Non l’hai mai vista e non mi sembra il modo di presentarsi a loro. Voglio vedere cosa fai quando arrivano gli altri 3 componenti del gruppo. Salti loro al collo! – disse andandosene
    Da lì iniziò un putiferio. Zia Lisa ci accompagnò di sopra per poi tornare di sotto dalle altre due che si stavano tirando i capelli.
    • Sai, Barcellona non è poi così male.. – dissi sdraiandomi sul letto stanchissima
    • Sapevo che lo avresti detto. Hai una mente perversa amore. – disse lui
    Vedendo lo stress che avevo accumulato e le occhiaie che mi erano venute, decise di farmi un massaggio. Okay, ora dovete sapere che i massaggi di Ashton Irwin sono la fine del mondo. Veramente. Vai in paradiso.
                                                                           ***
    • Siamo qui riuniti per celebrare l’unione di Lindsay Lopez e Manuel Garcia nel sacro vincolo del matrimonio. Adesso passiamo alle cose concrete. Qualcuno vuole che questi due bei ragazzi non si sposino? Se è così, cosa che spero, si alzi. – disse il prete facendo ridere tutti.
    Nessuno fiatò. E il prete poté continuare la cerimonia. Fu breve e concisa. Menomale, avevo voglia di rivedere i ragazzi.
    Finita la festa ci allontanammo e ci dirigemmo tutti insieme verso il ristorante.
    Arrivati in questo ristorante dal nome impronunciabile, ci sedemmo. Arrivò Lindsay con un nuovo abito. In tutto questo tempo ho capito molte cose, ma quella più importante è che i miei zii hanno veramente una montagna di soldi, soprattutto per permettersi due abiti del genere. Durante la cerimonia in chiesa aveva un abito cosiddetto “da principessa”; era pomposo, ma che non cade nel pacchiano come molta gente pensa quando si parla di questo tipo di vestiti. Aveva molti strati di velo semplice, non aveva disegnato nulla sopra, e sul corpetto aveva delle rose rosse. Il vestito di adesso era un abito “a sirena” di seta bianco. Anche qua sul corpetto c’erano delle rose rosse.
    Penso che il tema della festa fosse quello delle rose rosse perché anche lo sposo aveva una rosa rossa nel taschino del suo smoking bianco. In più aveva un cappello bianco in testa, da vero spagnolo.
    • Sai Charlie, quando mi sposerò, se mi sposerò perché sono uno spirito libero, voglio avere un cappello bianco anche io.. – disse Ashton
    • Ma cosa stai dicendo? Spirito libero? Cappelli? – dissi io ridendo
    • Ma è vero! – rideva
    ***
    P. o. v. Luke
    • Ho sempre amato la Spagna! È bellissima! Poi ci sono tanti chicos muy guapos! – disse Natalie
    • Ehii! Hai un fidanzato presente! Ti pregherei di fare apprezzamenti sugli altri ragazzi quando il tuo fidanzato super- figo non è presente! – disse Calum geloso
    • Beh, non è colpa mia se i ragazzi spagnoli sono così sexy! È risaputo! – disse Natalie
    Questi due mi facevano morire dal ridere. Stavano sempre a litigare. Ma penso che loro come coppia siano più affiatati di me e Hannah e Ashton e Charlie.
    Eravamo appena scesi dall’aereo che ci aveva condotti a Barcellona. Ero già stato a Barcellona con la scuola durante una gita scolastica.
    Io e Natalie eravamo gli unici che avevano studiato lo spagnolo a scuola. Anche se Hannah e Natalie andavano a scuola insieme, Hannah aveva deciso di studiare l’italiano invece che lo spagnolo come seconda lingua,
    • Insomma che canzoni dobbiamo cantare al matrimonio della cugina di Charlotte? – chiesi io per cambiare argomento
    • Zoe ha detto di cantare Beside You, Teenage Dream , Amnesia e She Looks So Perfect. – mi rispose Calum che aveva  smesso di litigare con la sua donna
    • Teenage Dream? Davvero? – dissi io stupito
    Zoe non ci aveva mai permesso di cantare una cover durante una esibizione live semplice, come un matrimonio. Il fatto che ci abbia dato il permesso di cantarla, mi ha reso felice. Adoravo quella canzone, come adoravo Katy Perry d’altronde.
                                                               ***
    • Eccovi finalmente! – venne ad aprirci la porta la mamma della sposa probabilmente.
    • Buongiorno signora, è un piacere conoscerla! Io sono Luke, loro sono Calum e Michael. – dissi presentandomi
    Lei ci salutò gentilmente e ci fece spazio verso un palco. Per essere un palco di un matrimonio sembrava quello dell’Heineken Music Hall!
    Charlie appena ci vide ci saltò addosso, dalla gioia. Le eravamo mancati così tanto?
    Probabilmente l’aria che si respirava nella sua famiglia è veramente pesante. Ma così lascia intendere che la sua famiglia siamo noi. Quindi è una cosa positiva, no?
    • Charlie! Come stai? – disse Natalie
    • Mah, diciamo che sono stata meglio. Sono stanca di fare la finta figlia perfetta e la cugina carina e coccolosa. Voglio solo che tutto questo finisca e di andarmene da questa gabbia di matti. Non vi potete immaginare quanto io odi tutto questo. – disse lei
    • Dai, adesso ci esibiamo. Poi domattina vi veniamo a recuperare e andiamo a giro per Barcellona. – dissi io tranquillizzandola.
    Vidi Ashton guardarmi male.
    • Devo dirvi alcune cose importanti quindi è meglio che tutto questo passi in fretta … - aggiunse Michael
    Ci avvicinammo al palco. Salimmo. Charlie, Emily, Hannah e Natalie si posizionarono di lato per lascviare spazio agli sposini e ai parenti di godersi lo spettacolo.
    Iniziammo a cantare.
    Beside You è una canzone che mi è molto cara. È una delle nostre prime canzoni. Quando la cantavamo nessuno ci conosceva ancora. E adesso siamo qui a cantarla. Durante una piccola pausa del nostro Tour Europeo! È incredibile!
    Quando Hannah sentì le note di Teenage Dream rimase shockata. Quella canzone era la notra canzone. Gliela cantavo tutte le volte che non riusciva ad addormentarsi.
    Io sorrisi. Lei sorrise. Ma non so, stavolta questa canzone mi fece un effetto strano, come se fosse cambiato tutto, ma in realtà fisicamente non è cambiato niente. Sono sempre attratto da lei, ma magari non sono più attratto da lei in quel modo.
    Mi stupii quando le persone presenti cantarono Amnesia e She Looks So Perfect. Soprattutto perché l’età media degli invitati era più o meno 50 anni.
    • Signori e signore, grazie per averci ascoltato. È stato un piacere intrattenervi con la nostra musica. A nome dei miei compagni, ci tenevamo a ringraziare Lindsay e Manuel per averci invitato. Ci tenevamo a darvi le congratulazioni e una vita felice insieme ragazzi. Grazie ancora e arrivederci.
    Scesi dal palco, ci fermammo a mangiare qualcosa al buffet. Con tutto il sudore che avevo perso suonando e cantando avevo una fame…

    SPAZIO AUTRICE
    Dopo tutto questo tempo ho deciso di continuare a postare la storia anche qui, almeno qualche capitolo sperando che continuiate a seguirla.
    Sto sinceramente provando ad andare avanti nella storia quindi spero che apprezziate lo sforzo. Un saluto a tutti Ilaria

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