L'attesa di un'intera vita

di winter falls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Itachi ***
Capitolo 2: *** Bilbo ***



Capitolo 1
*** Itachi ***


"Ehi, Uchiha… Uchiha!" Chiamò ad alta voce con tono scocciato, guardandolo in attesa di essere considerato.

Itachi assottigliò appena gli occhi, scostando il mento da sopra le mani intrecciate, guardando il ragazzo con celata irritazione.

"Finalmente! Ci voleva tanto? Ti conviene ascoltare Pain per la spiegazione della prossima missione quando arriverà, non ci tengo a spiegare poi tutto a un baka come te!"

"Capisco meglio di te anche se la mia mente vaga nel mare dei pensieri, Deidara." disse con tono incolore, vedendo il ragazzo sbattere le palpebre e poi chiaramente irritarsi.

"Ah, ma chi me l'ha fatto fare! Possibile che proprio oggi Kisame non possa fare coppia con te? Sono tutti impegnati qui! Mi toccherà farti da balia." affermò con convinzione, sospirando al pensiero.

Itachi gli prestò la giusta attenzione, portando lo sguardo davanti a sé, socchiudendo gli occhi, ripensando all'incontro con Bilbo. Era passata una settimana e ancora non lo aveva chiamato. Ma cosa poteva aspettarsi? Era stato lui d'altronde ad andarsene dicendo che aveva bisogno di riflettere. Peccato che il pensare non fosse proprio di casa al momento. Portò le dita sulle palpebre, massaggiandole, sentendo gli occhi affaticati, non accorgendosi quasi di Deidara che si sedeva abbastanza vicino sul divano. D'istinto girò il volto verso di lui, aggrottando le sopracciglia, sperando che non cominciasse con uno dei suoi monologhi pieni di lamentale visto che al momento proprio non sarebbe riuscito a sopportarlo.

"Sei strano in questi giorni. Non hai mai avuto una faccia allegra, ma sembri come logorato da qualcosa. Non che siano fatti miei eh, e nemmeno me ne importa! Pensavo solo di potermi sdebitarmi per quando… insomma… lo sai. Sasori." mormorò quel nome, e Itachi lo sentì sospirare. Ma non c'era più tristezza nel suo tono ormai. Magari una sfumatura di soffocata rabbia per essere stato abbandonato dal compagno.

"Ho incontrato… una persona." disse allora, ripensando in un istante alle volte in cui aveva cercato di far parlare quel testone di Deidara nei momenti critici dopo la morte di Sasori. Si era beccato tanti insulti e pugni, ma sapeva che anche quelli contribuivano a fare il suo bene. Deidara a quel tempo doveva assolutamente sfogarsi, altrimenti sarebbe diventato come…

"Uchiha?"

… come la propria persona.

"Mh?"

"Beh, ti sei già fermato? Racconta! Che persona?"

"Un hobbit."

"Un cosa?"

"Hobbit. Sono delle creature più basse di noi. Hanno le orecchie a… a punta diciamo. I piedi più grandi delle misure standard. E arrivano alla maggiore età a trentatré anni."

Deidara stette in silenzio, guardandolo allibito e con le sopracciglia arcuate.

"Mi stai prendendo in giro?"

"No."

"E dove avresti conosciuto questo hobbit? Che avrà un nome credo, no?"

"Bilbo. Una settimana fa mi sono spinto oltre i confini di qui e sono arrivato in un posto particolare. La Contea. Pare surreale. Questi hobbit hanno le case costruite dentro le colline."

"… mi ci devi portare. Altrimenti giuro che non ci credo." disse con tono scherzoso ma non tanto convinto.

Itachi a quelle parole mostrò evidente disappunto, non volendo fargli incontrare Bilbo. Si morse appena il labbro, rendendosi conto di cosa avesse provato. Gelosia.

"Gli ho lasciato un corvo. Per chiamarmi. Ma non l'ha fatto ancora." mormorò, trattenendo un sospiro all'ammettere ciò a voce.

Deidara sbattè le palpebre, facendosi furbo a quella realizzazione.

"Ma non mi dire… il grande Uchiha Itachi si è preso una cotta per questo hobbit!" disse, ridendo e gongolando con aria divertita.

Itachi sgranò appena gli occhi, guardandolo male.

"Pondera le parole prima di parlare, Deidara." disse quasi a minaccia, ottenendo come risultato solo il farlo ridere di più.

"Chi l'avrebbe mai detto… ora si che voglio conoscere lo hobbit! Quando si va da Bilbo?" chiese allegro, la scocciatura di prima ormai dimenticata.

"Tu non vai proprio da nessuna parte."

"E dai, non fare sempre il guastafeste!"

"Non mi ha nemmeno chiamato, chi ti dice che voglia vedermi?" chiese allora, non riuscendo a mascherare del tutto la tristezza.

Deidara lo guardò allora, levando l'aria da sbruffone, dandogli una pacca sulla spalla.

"Sai qual'è il tuo problema? Entri troppo facilmente in paranoia. Guarda che fa bene a farsi desiderare un po'!" disse con tono di chi la sa lunga, facendogli un sorriso.

Itachi inclinò appena il volto, riflettendo su quelle parole.

"Non so cosa sia successo fra di voi, ma ti vedo parecchio coinvolto. L'unica cosa che posso dirti è di smetterla di rimuginare. Vedrai che ti chiamerà. Altrimenti alzi il culo e vai da lui. Semplice, no?" disse con disinvoltura, guardandolo.

Itachi sospirò, accennando poi un sorriso divertito.

"Che resti fra noi però che parliamo come se fossimo amici, Uchiha. Ci tengo alla mia reputazione."

"Tu hai una reputazione? Non lo sapevo."

Deidara sbattè le palpebre, girando la testa con fare offeso.

"Quando conoscerò questo Bilbo, vedremo se farai ancora il saputello…" disse vago, lanciandogli un'occhiata furba, facendo formare sulle labbra un ghigno di chi sapeva bene come si sarebbe divertito da lì in avanti.

Itachi tornò ad aggrottare le sopracciglia, girando a sua volta il capo, incrociando le braccia al petto. Abbassò lo sguardo, facendo un sorriso celato a occhio esterno. Non l'avrebbe mai ammesso, ma si sentiva un po' meglio. E forse pensava che avrebbe potuto anche convivere a vita con quella gelosia se ciò significava avere Bilbo al suo fianco per sempre.

 

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Capitolo 2
*** Bilbo ***


Bilbo socchiuse gli occhi, appoggiando la guancia sulle nocche della mano sinistra, osservando di lato il corvo lasciatogli da Itachi. Sembrava quasi finto quell'animale. Non si muoveva praticamente mai se non per cambiare posizione di rado, muovendo appena il muso. A volte gli si avvicinava, guardandolo, vedendo l'animale come prestare attenzione e restare in ascolto nel caso avesse qualche messaggio da dargli. Era passata una settimana da quando aveva visto Itachi, e ancora non lo aveva chiamato. Non era propriamente paura la sua. In realtà non era certo nemmeno lui di cosa si trattasse. Forse temeva una risposta negativa alla richiesta di vederlo, dato che alla fine il corvo serviva per un'emergenza e non ce n'era stata nessuna. E poi, gli aveva detto che aveva bisogno di riflettere. Non voleva sembrare insistente, d'altronde i tempi di riflessione erano diversi da persona a persona. Eppure la voglia di rivederlo aumentava a ogni ora che passava, e così si rendeva pienamente conto di essere sul serio coinvolto con Itachi. Ed erano quelli i momenti in cui sospirava più del solito, arricciando il naso mentre i pensieri vagavano e si faceva mille e più possibilità in testa. Restò ancora in quella posizione per diversi minuti, per poi alzarsi e avvicinarsi con passo sicuro al corvo. Fece un piccolo sorriso all'animale, osservandolo, portando la mano sul suo corpo, accarezzandolo piano, sentendolo gracchiare.

"Avrei bisogno che dicessi al tuo padrone che mi piacerebbe vederlo se… se per lui non è un problema. E che lo aspetto qui. Quando vuole, può venire."

Il corvo inclinò la testa, gracchiando più forte. Fece un piccolo saltello, volando sulla spalla di Bilbo, dandogli un piccolo colpetto con il muso sui capelli. Lo hobbit sbatté le palpebre, girando il viso verso il corvo. Fece per parlare, vedendolo però volare via verso l'ingresso. Bilbo subito lo seguì, trovandolo alla porta come in attesa. Si avvicinò allora, aprendogliela, vedendolo volare via. Lo osservò fino a che scomparve dalla propria vista, chiedendosi se volasse fino a dove si trovava Itachi oppure scomparisse come era apparso la prima volta. Gli sarebbe piaciuto saperne di più sulle abilità ninja. E magari chissà, diventare un combattente a propria volta.

"Stai volando più in alto di quel corvo con questi pensieri, Bilbo Baggins." Mormorò tra sé e sé, ridendo piano. Fece poi un sorriso più sollevato, il primo della giornata, rientrando il casa, chiudendo la porta alle proprie spalle. Avrebbe atteso il loro secondo incontro con malcelata impazienza.

 

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