Summer memories

di Pumoski
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza ***
Capitolo 2: *** Arrivati a destinazioni ***
Capitolo 3: *** Incontri spiacevoli e piacevoli ***
Capitolo 4: *** Una cena in compagnia ***
Capitolo 5: *** Un giorno al mare ***
Capitolo 6: *** Nuvole e dipinti ***
Capitolo 7: *** Segreti e nuove amicizie ***
Capitolo 8: *** Feste e delusioni ***



Capitolo 1
*** Partenza ***


Capitolo 1 •Partenza•
 
 
 
 
Un forte solletico ai piedi mi svegliò, convinto fosse mia sorella che cercava di farmi uno scherzo aprii gli occhi e mi ritrovai davanti il mio gattino Mii che con la coda si stava divertendo a disturbarmi. Un po' infastidito mi alzai dal mio adorato letto e presi in braccio Mii che non aspettava altro che qualche carezza. Guardai il telefono per sapere l'orario, erano le 6:30, decisi di alzarmi per finire di preparare la mia valigia dato che poco dopo io e la mia famiglia saremmo partiti per Marettimo, un'isola della Sicilia, insieme ad alcuni colleghi di mio padre. Dopo aver infilato le ultime cose in valigia, andai in bagno per farmi una doccia fredda. Finita la doccia, prima di uscire mi accorsi di non aver messo davanti il tappetino e le scarpe, nonostante i tentativi di uscire lentamente scivolai e mi feci un male cane. Per fortuna riuscì a rialzarmi e andai in cucina per fare colazione. Intanto si fecero le 8:00 e vidi comparire in cucina mia madre che mi guardava con una faccia stupita.
"Ma che ci vai sveglio a quest'ora?"disse con voce assonnata.
"Colpa di Mii."risposi masticando cereali.
In seguito si alzarono anche mio padre e le mie sorelle. 
"Ragazzi avete tutto pronto?" chiese mio padre entusiasta.
"Io si." dissi alzandomi dal divano.
Stessa cosa dissero Ilenia e Anna, le mie sorelle. Mi diressi in camera per vestirmi e per sistemare i miei capelli ricci e castani. Presi la valigia e andai in salotto dove c'erano i miei genitori che facevano avanti e indietro per tutta la casa cercando le chiavi della macchina. Accanto a me c'era mia sorella maggiore Anna.
"Sei contento di partire?"mi chiese giocherellando con i suoi capelli biondi.
"No, sono sicuro che mi annoierò."
"Se già parti con questa idea starai chiuso in camera per tutto il mese Fabio."
 
Mio padre mise tutte le valigie nel portabagagli e poi partimmo...
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
 
Ehi! Questo è il primo capitolo della mia FanFiction. So che è molto breve e non si può neanche considerare un capitolo, ma sicuramente i prossimi saranno molto più lunghi. Non sono molto brava a scrivere perchè è la mia prima FanFiction. Comunque spero di ricevere recensioni positive, accetto anche quelle negative basta che non insultino ma che siano costruttive. Grazie per aver letto, al prossimo capitolo! 
 
 

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Capitolo 2
*** Arrivati a destinazioni ***


Capitolo 2 •Arrivati a destinazione•
 
 
 
 
"Arrivati a destinazione!"esclamò mio padre prima di spegnere la macchina.
Quel viaggio mi era sembrato infinito, mi ero pure rotto un timpano per colpa della mia sorellina di 6 anni Ilenia che aveva cantato e strillato tutto il tempo. Scesi dall'automobile e mi accorsi di avere tutte e due le gambe addormentate, quindi mi appoggiai ad Anna per evitare di cadere una seconda volta. 
Ancora i nostri 'amici' non erano arrivati, decidemmo comunque di andare a mangiare perchè tutti stavano morendo di fame. Camminammo per un po' e a un certo punto ci ritrovammo davanti una graziosa casetta dalle mura blu che poteva sembrare tutto tranne un ristorante. Ma sul portone dell'ingresso c'era appeso un quadretto con scritto "Ristorante La sirena di Marettimo". Decidemmo di fermarci poiché era il ristorante più vicino all'albergo. Quando entrammo ci accolse una cameriera dai capelli rosso fuco che ci fece accomodare in un tavolo per cinque persone. Ci sedemmo e io decisi di non mangiare niente, non sono un tipo che mangia moltissimo, è da sempre stato così. Quindi mi limitai a rubare qualche patatina dal piatto di Ilenia che ogni volta mi fulminava con lo sguardo.
"Ragazzi andiamo che Franco mi ha detto che sono davanti l'albergo." ci disse mio padre alzandosi dalla sedia. 
Ripercorremmo il tragitto di prima solo al contrario e quando arrivammo la prima cosa che notai fu una ragazza. Era forse la ragazza più che bella che io avessi mai visto; i suoi capelli color grano le incorniciavano perfettamente il viso e scendevano ondulati come le onde del mare fino ai fianchi. Le labbra erano carnose e rosee e risaltavano sulla pelle chiara e tenera. Aveva dei lineamenti perfetti. Ma la cosa che mi colpì di più del suo viso furono gli occhi: verdi e lucenti. Era magra ma non troppo, indossava una maglietta giallo canarino larga e leggera che non evidenziava molto le  sue forme, invece le sue gambe lunghe e magre erano strette in dei jeans blu. Il suo fantastico corpo si concludeva con due sandali marroni con alcuni brillanti che facevano risaltare i suoi piedi. Sicuramente poteva essere la figlia di Franco che in quel momento stava parlando con mio padre, io continuavo a fissarla e in quel momento ero in un altro mondo, non sapevo dov'ero, chi c'era accanto a me, estisteva solo lei. E volevo che quel momento non finisse mai, peccato che lei si girò, capì che la stavo fissando e arrossì.
Volevo assolutamente conoscerla.
 
 
 
 
 
    
SPAZIO AUTRICE:
 
Salve! 
Dopo non molto ho scritto il secondo, anche questo molto breve.
Il capitolo è concentrato maggiormente sulla descrizione della ragazza e non ci sono molti dialoghi. Spero vi piaccia, vi chiedo per favore di lasciare qualche recensione. Al prossimo capitolo!
 
 

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Capitolo 3
*** Incontri spiacevoli e piacevoli ***


Capitolo 3 •Incontri spiacevoli e piacevoli•
 
 
 
 
Entrammo tutti in albergo e ogni famiglia andò nella propria camera. La tessera per aprire la porta non funzionò subito e aspettammo dieci minuti prima di entrare. La stanza era davvero grande e spaziosa, le mura erano giallastre e c'era la moquette di colore grigio. Alla sinistra dell'entrata c'era il bagno e alla destra un ampio armadio a più ante. All'interno c'era un letto a castello, un lettino a una piazza e un letto matrimoniale. 
Tolsi le mie converse nere e mi buttai sul letto matrimoniale, mi riposai un pochino chiudendo il gli occhi, finalmente avevo smesso di pensare a quella fanciulla.
Intanto mia madre sistemava le valigie, Ilenia parlava al telefono con la sua migliore amica e Anna dormiva profondamente insieme a mio padre. 
"Mamma io vado a fare un giro." ero stanco di stare rinchiuso in quella camera "Ok, torna presto."mi risposte mia mamma appendendo una mia maglietta.
Mi diressi verso la hall per prendere una bottiglia d'acqua al bar e notai che c'era una stanza vicino la reception, entrai e vidi delle poltrone e dei divanetti rivolti verso una TV a schermo piatto appesa al muro. Neanche il tempo di realizzare dove mi trovavo, un ragazzo moro si alzò da una di quelle poltrone e venne verso di me "Tu sei Fabio?" mi chiese il ragazzo sconosciuto "Ehm..si. Si può sapere chi sei e che vuoi da me?" feci una faccia un po' perplessa "Tranquillo amico, sono figlio di uno dei colleghi di tuo padre. Mi chiamo Francesco Abate."si presentò facendo un sorriso "Io sono Fabio Pugliesi, piacere."
 "Tua sorella è davvero carina"mi disse Francesco.
"Ma ha solo sei anni!"lo guardai sconvolto.
"Deficente, parlo dell'altra. Come si chiama?"mi domandò scontroso.
"Anna, ma è fidanzata quindi stai alla larga da lei!"esclamai con la voce un po' arrabbiata. In realtà stavo mentendo, ma non riuscivo a immaginare Anna insieme a questo tizio.
"Calma Pugliesi, non le voglio fare niente."
"Io sono calmissimo, ma non chiamarmi per cognome."
"Ok Pugliesi."disse ridendo. 
"Che senso dell'umorismo.."sussurrai.
Lui tornò dove era seduto prima e io uscii dall'albergo. Davanti all'edificio c'era un bel parco grande, ipotizzai fosse appartenente all'albergo ma non mi importava più di tanto. Mi indirizzai verso quel bel parco e mi sedetti sull'erba appoggiando la schiena su un tronco di un albero, mi fermai qualche minuto a contemplare la natura ma poi una figura mi distrasse dai miei pensieri. Era lei, la ragazza misteriosa. 
Stava leggendo un libro, aveva un'espressione così tranquilla e serena, era bellissima. Anche se mi dispiaceva disturbarla volevo parlarle, sapere qualcosa su di lei. Mi sdraiai accanto a lei e pronunciai un "Ciao" lei si girò e i nostri occhi si incrociarono...
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Eeeei! Questo è il terzo capitolo della mia storia. In questo capitolo il protagonista incontra Francesco e rivede la ragazza misteriosa. Spero vi piaccia e lasciate una recensione per favoree. 
Al prossimo capitolo, ciau:)
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Una cena in compagnia ***


 
  Capitolo 1 •Una cena in compagnia•

 
Non rispondeva, a un certo punto pensai fosse sorda o muta. 
"Ciao."disse accennando un sorriso"Tu sei quello che mi fissava?" mi domandò mentre continuava a leggere il suo libro.
"Si, sei davvero bella."risposi imbarazzato.
"Come ti chia..?"mi interruppe.
"Sai, starei leggendo, potresti lasciarmi sola?"mi chiese con gentilezza. 
"Certo, scusami per averti disturbato."
Devo ammettere che ci rimasi un po' male. Un po'? Ci rimasi malissimo. Comunque non dissi altro, tornai nella mia camera perchè presto saremmo andati a cenare. 
 
Quando arrivai in camera, tutti erano già pronti per uscire e quindi non ebbi neanche il tempo di prepararmi. Aspettammo nella hall l'arrivo dei colleghi di mio padre e delle loro rispettive famiglie per andare a cenare tutti insieme. Vidi Francesco arrivare, a seguire arrivarono Franco, sua moglie, una ragazza mora, l'altro collega Giovanni, sua moglie Carla, la ragazza misteriosa e suo fratello. 
Ci dirigemmo verso una pizzeria e ci sedemmo in un tavolo con la vista sul mare. Quella sera c'era un bel vento, era piacevole ma mi scompigliò tutti i capelli. Presi una pizza quattro stagioni, non era molto buona.
 
"Ragazzi perchè non fate una passeggiata e noi ci andiamo a prendere delle birre in un bar?"chiese Giovanni.
"Ok"rispose mia sorella.
"Anna stai attenta ad Ilenia."disse mia madre.
"Perchè mamma io non sono affidabile?"chiesi facendo la faccia triste.
"No."disse seria.
"Grazie, eh!"
Anna diede la mano ad Ilenia e ci incamminammo verso non so dove. Io mi avvicinai alla ragazza misteriosa.
"Oggi non mi hai detto il tuo nome, mi hai cacciato via."
"Scusa, io sono Irene"sorrise. 
"Io mi chiamo Fabio, ma puoi chiamarmi Fab o Fa o come vuoi, comunque hai un bel nome e un bel sorriso."
"Grazie, ma tutti questi complimenti mi mettono in imbarazzo."arrossì.
Ma perchè è così bella? 
"Quanti anni hai?"mi chiese mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
"Diciassette, tu?"
"Io pure."
"Sembri più grande."
"Davvero? E quanto dimostro?"mi domandò abbassando lo sguardo.
"Bah..non so. Sui quarant'anni, all'inizio mi sembravi tu la collega di mio padre."
Scoppiò a ridere. Ero riuscito a farla ridere con una mia battuta, non mi ero mai sentito così soddisfatto.
"Che scuola fai?"le chiesi.
"Faccio il liceo linguistico. Tu invece?"
"Classico. Vai bene a scuola?"
"Non sono la più brava della classe ma ho buoni voti. All'inizio pensavo di scegliere pure io il classico ma poi mi sono data alle lingue, da grande voglio andare a vivere all'estero."mi spiegò.
"Capisco, e dove vorresti andare a vivere?"
"A Londra, oppure da qualche altra parte sempre in Inghilterra."
"Bello!"
"Tu invece intendi rimanere in Sicilia?"
"Non ne ho idea."
"Ciao." sentii una voce dietro di me, mi girai incuriosito e mi ritrovai davanti una ragazza mora, alta, magra e abbastanza carina che mi salutava con la mano.
"Ehm..ciao?"
"Sono Aurora piacere."
"Fabio"dissi infastidito, aveva interrotto la mia discussione con Irene. 
"Hai dei capelli meravigliosi."magari me lo dicesse Irene.
"Grazie."
 
"Ci fermiamo qua? Davanti al porto?"chiese mia sorella che stava parlando con quel demente di nome Francesco.
"C'è un parco giochi là, ci andiamo?"chiese Ilenia. 
"Va bene.."rispose Anna.
"Sii!"gridò Elia il fratello di Irene.
 
Ci recammo in quel parcogiochi...
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Eeeei! Questo è il quarto capitolo della mia storia. Spero tanto che vi sia piaciuto, recensite e seguite la storia mi raccomando! Al prossimo capitolo, ciauu:)
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Un giorno al mare ***


Capitolo 5   •Un giorno al mare•
 
 
 
 
Il giorno dopo mi svegliai tardi, verso le dieci. La mia famiglia era già tutta in piedi. 
"Finalmente ti sei svegliato dormiglione."disse Ilenia che si era accucciata accanto a me sul mio letto.
Mentre mi spostavo per sbaglio la buttai a terra, e lei cominciò a strillare insultandomi.
"Fabio, alzati e mettiti il costume."mi disse mia madre.
"Mammina non gli dici niente?"
"Ile sei troppo esagerata, non ti sei fatta niente."mai stato così d'accordo con mia madre.
Saltai via dal letto e infilai il mio costume nero e blu. Già tutti erano pronti quindi ci sbrigammo e alle dieci e mezza eravamo già fuori dalla camera. 
Intravidi Irene e sorrisi, lei si fermò a guardarmi e ricambiò il sorriso, face un cenno con la mano in segno di saluto. Indossava un bikini lilla, la scrutai da capo a piedi ma distolsi subito lo sguardo per non farle capire che la stavo guardando.
Durante il tragitto per il mare, Anna si avvicinò a me per parlarmi.
"Ti piace quella ragazza, Fab."
"Che ne sai tu?"chiesi indifferente.
"Ma si vede benissimo, i tuoi occhi diventano due cuoricini quando Irene sorride."
"Un pochino mi piace, ma davvero si vede così tanto?"
"Beh.."
"Parliamo di te..ti piace Francesco?"
"Cosa? Francesco? Stai scherzando? È la persona più tamarra che io abbia mai conosciuto. È sicuro che io piaccia a lui ma non è ricambiato."
Tirai un sospiro di sollievo.
"Tu gli hai detto che sono fidanzata?"mi domandò ridendo.
"Si, non volevo che stessi con quel 'coso'."
"Sappi che sono stata al gioco, hai fatto bene."mi diede una pacca sulla spalla, io le feci l'occhiolino.
"Comunque ti aiuterò con Irene, fratellino."
"Grazie sorellona."
Dopo qualche minuto arrivammo nella spiaggia. 
Bellissima era quella spiaggia, c'era sia la sabbia che le rocce e l'acqua era limpida e trasparente. I nostri amici erano già là e ovviamente mettemmo le tovaglie vicino a loro. Irene non era là, convinto fosse in acqua levai subito la maglietta e mi buttai in mare.
"Ei bello."sentii una voce in lontananza. Mi girai cercando di capire da dove provenisse quella voce. Una canoa mi si piazzò davanti, era lei.
"Non mi sentivi?"disse sfoggiando il suo sorriso smagliante.
"No, sai remare?"
"So fare tante cose che tu non sai. Comunque vuoi salire?"
"Certo."
Cercai invano di salire sulla canoa ma continuavo a scivolare. Volevo mostrarmi forte davanti a lei invece chissà cosa avrà pensato. 
Irene rise e poggiò i remi sulla canoa.
"Aspetta che ti aiuto." mi prese i polsi e mi tirò su. 
"Sei molto più forte di me."dissi faciendo la finta faccia imbronciata. 
"Hai tutti questi muscoli e non riesci a salire su una canoa. Tieni questo giubbottino." mi diede un giubbotto imbottito arancione e me lo allacciò. Sembravo un bambino e lei la mia mamma. 
"Ti dona."mi disse afferrando i remi.
Mi fece fare un giro vicino alla riva e poi cominciammo ad andare più lontano. 
"Ahi, mi stanno cominciando a fare male le braccia."
"Ehm...non è che sono molto esperto ma se mi spieghi come si fa posso provare a remare io fino alla riva."le proposi.
"Ok Fab." 
Cercò di insegnarmi ma sono proprio scarso in queste cose.
"Sei un caso perso, mi dispiace." 
"Ho un'idea Irene. Io faccio nuoto da 10 anni, e sono molto veloce. Tu di sdrai sulla canoa e io ti spingo fino a riva nuotando."
"No dai, continuo io. C'è molta strada e ti stanchi troppo."
"Faccio tre giorni alla settimana 8 vasche di seguito in stile libero e non posso portarti fino a riva perchè mi stanco?."
"Ecco spiegate quelle spallone e quei muscoli."
Si sdraiò con la faccia davanti a me e mentre nuotavo lei mi fissava sorridendo. 
"Hai una faccia così concentrata."
"E tu hai una faccia così rilassata."
"Vuoi che continuo io?"
"Non ci pensare neanche, continua a rilassarti, hai remato per così tanto tempo."
"Sei dolce, lo sai?"mi chiese arrossendo.
Ero così felice, mi aveva fatto un complimento. 
Mi limitai a rispondere con un grazie, perchè  se cominciavo a farle complimenti non la smettevo più. Giunti a riva la spinsi in acqua e lei mi diede un leggero schiaffetto sulla guancia. Uscimmo fuori e ci asciugammo, era ormai ora di pranzo e mangiammo dei panini che Carla aveva preparato in camera.
Tra scherzi e risate si fecero le cinque e ogni  famiglia tornò nelle proprie stanze.
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
 
Salve a tutti! Questo è il quinto capitolo della mia storia. Forse è nato qualcosa tra Irene e Fabio?
Recensite e seguite la storia. 
Al prossimo capitolo! Byee:)
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Nuvole e dipinti ***


Capitolo 6 –Nuvole e dipinti-
 
 
Sdraiati sul prato del parco guardavamo le nuvole in cielo.
Lei era stupenda quel giorno, aveva raggruppato due ciocche di capelli dietro la testa con un fermaglio a forma di girasole e indossava un bel vestito giallo e degli stivaletti beige con un po’ di tacco.
Ormai era passata una settimana ed eravamo diventati buoni amici. Pensavo all’inizio che fosse una ragazza  molto timida e riservata, ma conoscendola meglio ho scoperto che è troppo simpatica e non è affatto timida.
 
“Guarda quella nuvola sembra una signora che innaffia delle rose, e invece quell’altra un barboncino gigante che mangia una mela.” disse indicando una nube bianca.
“Che fantasia che hai, Ire! Io vedo una semplicissima nuvola senza forma.”
“Devi provare a immaginare. Come diceva Leopardi l'immaginazione è il primo fonte della felicità umana. Quanto più questa regnerà nell'uomo, tanto più l'uomo sarà felice. Guarda quella bella nuvola, cosa ti sembra?” più parlava, più la mia ammirazione verso di lei aumentava.
“Sembri tu.”risposi sorridendo.
“Davvero? E  cosa ti ricorda me?”domandò incuriosita.
“E’ bianca come è bianca la tua pelle, è morbida come sono morbide le tue guancie, è grande come sono grandi i tuoi occhi, è bella come sei bella tu.”
“I tuoi complimenti mi lusingano, Fabio.”sorrise.
Sentii pronunciare i nostri nomi, era la voce di mia madre.
“Ragazzi, venite a prepararvi che andiamo a mare.”
“Vi raggiungiamo dopo!”esclamò Irene.
 
“Non vuoi andare a mare subito?”chiesi a Irene dopo che mia madre se ne andò.
“Volevo farti una cosa.”disse toccandosi i capelli.
“Vieni?”mi porse la mano per farmi alzare.
“Certo.”la afferrai e cominciai a seguirla, mi portò in un gazebo, all’interno c’era un tavolo di vetro e alcune sedie, accanto invece c’era un cavalletto
“Ti ho fatto un ritratto.”disse porgendomi una tela. Quel dipinto era meraviglioso, la cosa che mi sorprese di più è che era perfettamente uguale a me e non mi aveva
fatto mai mettere in posa o cose del genere.
“Ma sei bravissima. Ma come mai hai deciso di farmi un ritratto?”
“Faccio sempre ritratti delle persone più interessanti che conosco.”
“E quindi vorresti dire che sono interessante?”le feci l’occhiolino.
“Esattamente.” rise strappandomi dalle mani la tela.
“Non posso tenerlo?”domandai facendo gli occhi dolci.
“Nono, l’ho fatto io e decido io.” rispose alzando la testa.
“Ma quello che hai dipinto sono io, io ho la mia privacy e non voglio che la mi faccia stia nella tua casa.” dissi ironicamente.
“M sta zitto cretino che non sei altro.” rise colpendomi la spalla con la sua mano.
 
 
 
Continua…
 
 
 
 
Spazio autrice:
Salve! Il capitolo è corto lo so, mi dispiace. Vi andrebbe di mettere la storia tra i preferiti e i seguiti?
Ci vediamo al prossimo capitolo, ciaoJ
 

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Capitolo 7
*** Segreti e nuove amicizie ***


Capitolo 7 •Segreti e nuove amicizie•
 
La mattina successiva mi svegliai prima di tutti, non ero particolarmente assonnato e quindi decisi di alzarmi e andare a fare un giro. Presi la scheda per aprire la porta e in punta di piedi uscii dalla stanza. Ero sicuro che avrei incontrato Irene, perchè lei di solito si sveglia abbastanza presto. Invece niente, stranamente i posti in cui di solito lei stava erano vuoti. Mi appoggiai al muro del corridoio sbuffando, sentii dei passi e girai la testa per vedere chi si stava avvicinando. Incrociai lo sguardo di una ragazza dagli occhi color nocciola.
"Ciao, come mai sveglio a quest'ora?"mi domandò accennando un sorriso. Era Aurora, la sorella di Francesco. Avevo parlato con lei solo una volta, mi ricordo che si presentò e mi fece un complimento ai capelli. Dopo quella volta la dimenticai completamente, ogni volta che andavamo a mare stava a disparte con Francesco oppure parlava con mia sorella ma io ero sempre troppo impegnato ad osservare Irene.
"Non avevo sonno, tu sei Aurora?"
"Esatto."
"Ma tu sei fidanzato con Irene?" chiese curiosa, io arrossii all'istante.
"C-cosa? Assolutamente no!"
"Strano, state sempre insieme voi due."
"Siamo solamente amici."infilai le mani in tasca. L'altro giorno non l'avevo osservata molto bene, era davvero carina. Capelli castano scuro leggermente mossi lunghi fino alle spalle, pelle scura e occhi grandi, i soliti tratti della ragazza mediterranea. 
"A te piace?"
"No."dissi cercando il più possibile di sembrare sincero.
Mi guardò alzando un sopracciglio.
"Non sai mentire."rise.
"È vero."
"Senti caro Fabio, è meglio che non ti fissi troppo con quella ragazza. Io la conosco da tanto tempo, è una brava amica ma quando si mette con i ragazzi non fa altro che farli soffrire. Non si è mai innamorata veramente e si fidanza quasi per passare il tempo. Ha mille persone che le vanno diretto e per questo se la tira un sacco."mi spiegò mentre io ero a bocca aperta.
"Ma sembra così gentile e simpatica con me!"
"Conquista i ragazzi facendo la falsa."disse alzando gli occhi al cielo.
"Mi dispiace Aurora ma non ti credo."
"Senti, sembri un bravo ragazzo e non voglio che soffri per lei, lo so che sembra buona e carina ma lei in realtà non lo è. Prima era una brava persona, poi sono successe varie cose che l'hanno cambiata. Io continuo ad esserle amica perchè mi sono affezionata ma a volte ha certi comportamenti che non mi piacciono."
cominciai a crederle un po', ma tutto quello che mi aveva raccontato era assurdo e io ero sconvolto. 
"Va bene, cercherò di starle lontano. Ti ringrazio di avermi avvertito."
"Di niente!"mi fece l'occhiolino.
"Io ora vado, volevo fare colazione in un bar vicino l'albergo."disse girandosi e dandomi le spalle.
"Ti dispiace se vengo pure io?"chiesi afferrandole il braccio.
"No, anzi mi fa piacere."sorrise.
"Aspetta che entro in camera un secondo per prendere i soldi."
 
 
Entrammo nel bar e prendemmo due cornetti alla nutella, un caffè per me e un cappuccino per lei. 
Ci sedemmo ad un tavolino e parlammo di tutto. Aurora è divertente e molto intelligente. 
"Eeheh, ovviamente offro io."dissi facendo un sorriso malizioso.
"Scordatelo bello."
"Eh dai, sto provando a fare il gentiluomo, non rovinare tutto!"
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Salve!! Scusate se questo capitolo l'ho pubblicato un po' in ritardo ma non avevo molte idee. Sicuramente non vi aspettavate che Irene fosse così.
Comunque grazie per aver letto il capitolo fino alla fine e alla prossima:D
 
 
 

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Capitolo 8
*** Feste e delusioni ***


Capitolo 8 •Feste e delusioni•
Non riuscivo a smettere di pensare a ciò che mi aveva detto Aurora. Non ci credevo, o almeno, non ci volevo credere, Irene sembrava così dolce e sincera. 
Alla fine decisi di ascoltare il consiglio di Aurora e cercare di ignorala, magari trattarla più come una amica normale senza cadere ai sui piedi ogni volta che dice qualcosa. Ero tranquillo, ero sicuro che non sarebbe stato così difficile, dato che Irene non mi calcola più di tanto. 
Invece quel giorno tutto era cambiato, ad aspettarmi al portone dell'albergo c'era una Irene diversa.  Non ebbi manco il tempo di pronunciare un semplice ciao che lei mi saltò addosso stringendomi come se dovessi andarmene via per sempre, non me lo sarei mai aspettato da lei, non era mai stata così contenta di vedermi. Accanto a Irene c'era Aurora che mi fissava mi con preoccupazione e un pizzico di rabbia. Poco dopo sentì un forte dolore al braccio, e mi accorsi che Aurora mi aveva appena dato una gomitata. Dopo aver emesso un piccolo urlo di dolore le afferrai il braccio con forza e la trascinai lontano dal gruppo.
"Scusami, ma non mi aspettavo tutto questo entusiasmo da parte sua." le sussurrai
"Fabio, come ti ho già detto, la devi ignorare! Non voglio che diventi il suo schiavo personale."
"Schiavo personale?"
"Esatto, se non lo vuoi diventare, meglio che inizi a non rivolgerle la parola."
Aurora mi stava confondendo sempre più le Idee e avevo una voglia terribile di andare a chiedere spiegazioni a Irene.
 
"Ragazzi, di che state parlando?" 
ci chiese Irene con un sorriso stampato in faccia.
"Bhee.."stavo per parlare ma Aurora mi interruppe.
"Stavamo parlando della festa che organizzeranno nel paese, ci sono volantini ovunque!"disse sicura come se si fosse preparata prima il discorso.
"Davvero organizzeranno un festa? Andiamoci!" disse Irene entusiasta.
"No, manco per sogno. Non sono tipo da discoteca."rispose Aurora scuotendo la testa.
"Ma dai, è una noia mortale questo paesino, spezziamo un po' la monotonia e andiamoci, Fabio sei d'accordo con me vero?"
"Emm.."da un lato vedevo Irene che mi fissava aspettando una risposta positiva è e dall'altro Aurora che mi faceva segno di rispondere di no.
"NO!"gridai.
"Ma perché no?"mi chiese Irene prendendomi la mano e stringendola. Sapevo che aveva ragione Aurora e che era meglio non andarci, ma mi piaceva da impazzire Irene e non riuscivo a contraddirla. 
"C'è, volevo dire sì ovviamente. Hai ragione Ire!"alla fine sbadigliai tutto e Aurora se ne andò via delusa.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti! Sono secoli che non pubblico un capitolo ma ora che è iniziata la scuola non ho più tanto tempo. Mi dispiace tanto! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se secondo me non è granché, se volete darmi qualche consiglio o semplicemente dire il vostro parere lasciate una recensione. 
Al prossimo capitolo!

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