Il mio incubo più bello di debblovers (/viewuser.php?uid=58173)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** La sofferenza di edward ***
Capitolo 3: *** Comunicazione a Charlie ***
Capitolo 4: *** Scoperta Sconcertante ***
Capitolo 5: *** Un pò di speranza, Edward ***
Capitolo 6: *** Sorpresa ***
Capitolo 7: *** Jacob ***
Capitolo 8: *** Cosa ti ha chiesto Edward? ***
Capitolo 9: *** Dolore e Confusione ***
Capitolo 10: *** Ha bisogno di cosa...? ***
Capitolo 11: *** Finalmente stai meglio.. piccolino.. ***
Capitolo 12: *** Nomi, costole rotte, e imbarazzo altrui.. ***
Capitolo 13: *** AVVISO ***
Capitolo 14: *** Chiamate, famiglia e congetture... ***
Capitolo 15: *** Non ci posso credere!! ***
Capitolo 1 *** Ritorno a casa ***
Ciao a tutti!
Questa FF
è frutto della mia mente bacata che si è
immaginata tutta la gravidanza completa vista da bella invece che da
Jacob, spero che vi piaccia
Attenzione!!!
Spoiler Breaking Dawn
Il mio incubo più bello
Capitolo 1
Ritorno
a casa
[…]
trovai il numero che cercavo, un numero che mai avevo chiamato in vita
mia. Premetti il tasto e incrociai le dita.
“Pronto?”,
rispose una voce simile al suono di campane dorate.
“Rosalie?”,
sussurrai. “Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi”.
Dall’altra
parte del telefono ci fu un attimo di silenzio. Sicuramente dovevo
averla colpita con la mia chiamata… ma non sapevo che altro
fare, e poi solo lei poteva capire cosa significasse volere un bambino
così ardentemente, tanto da morire per lui.
“Bella?
Cos’è successo?”
“Rosalie….
Per favore devi aiutarmi… Edward è fuori ma
potrebbe tornare tra pochissimo…”
“Avanti…
dimmi cosa ti serve.”
“Sono
incinta Rosalie…”
Silenzio.
Chissà
se si stava domandando se avessi fatto sesso con qualcun altro. Ma non
mi importava adesso. Avevo bisogno di lei, a qualsiasi costo.
“Per
favore Rosalie, solo tu puoi aiutarmi!”
“Ho
sentito prima che ne… ma come diavolo
è…. “
“Per
favore….”
“Okay
Bella…. Non preoccuparti, dovranno passare sul mio cadavere
se vogliono uccidere il bambino.”
“Oddio!
Grazie Rosalie, veramente… non avrei saputo come
fare… io…” improvvisamente mi bloccai,
non solo per il conato di vomito che mi saliva su per la gola, ma per
un movimento impercettibile che sentivo venire da fuori.
Edward
stava tornando.
“Rose,
Edward sta…”
Tuuuuuuu…..
tuuuuuuuuuuu…..
Aveva
messo giù immediatamente, e questa volta non era
perché non volesse sentire la mia voce, ma perché
se Edward avesse sentito la sua si sarebbe insospettito.
Misi
già il telefono e mi precipitai in bagno, subito di fianco a
me che rigettavo trovai Edward, forse accorso a vedere cosa fosse
successo per mettermi a correre improvvisamente.
Mi
alzai dalla tazza del water, mi girai per sciacquarmi il viso e mi vidi
allo specchio, avevo un colorito quasi verde. Edward dietro di me aveva
un’espressione addolorata e infuriata insieme.
“Vedrai
tesoro, fra poche ore sarà tutto finito, ti salverai, non
succederà nulla. Te lo giuro.”
Non
riuscii ad aprire la bocca. Come poteva dire o solo pensare una cosa
del genere? Il mio… il NOSTRO bambino… e lui
voleva ucciderlo…
Mi
limitai ad annuire.
Mi
prese in braccio e cominciò a correre attraverso la foresta,
sicuramente per raggiungere la piccola barca che ci aveva condotti li.
Ed infatti poco dopo eccoci arrivare. Mi mise giù solo una
volta dentro e mi coprì con una coperta.
Lo
guardai stupita.
“Ma
non fa freddo, siamo in piena esta..”
“Lo
so, ma non voglio che tu stia male più di quanto tu non stia
già.”
Sapevo
che sarebbe stato inutile ribattere, così mi accoccolai alla
coperta e dopo poco mi addormentai, con le mani in grembo, a proteggere
il mio piccolino dal mondo.
Mi
svegliai solo per pochi minuti, quando Edward mi prese in braccio e mi
mise sul taxi, e poi mi riaddormentai. Poco dopo, mi sentii chiamare
dalla voce del mio angelo.
“Bella?
Bella… non posso portarti in braccio in aeroporto,
penseranno che ti ho rapita…”
“Umpf,
okay.”
Mi
alzai a stento, guardai le mie mani appoggiate alla pancia, e subito mi
resi conto di una cosa, era più rotonda.
Edward
seguì con lo sguardo il mio, e emise un basso ringhio che
gli usciva dalle profondità del petto. Gli misi una mano sul
petto, per cercare di calmarlo, e sul viso apparve di nuovo
quell’espressione tormentata, ma non disse nulla.
Una
volta fatto il check-in salimmo sull’aereo, e mi addormentai
immediatamente su quegli splendidi sedili. Ma prima che il sonno
prendesse il sopravvento mi chiesi come avrebbe reagito alla notizia
che avrei tenuto il bambino, ma non riuscii ad immaginarmi la sua
reazione perché la sua ninna nanna sussurrata al mio
orecchio mi fece smettere di pensare e mi fece addormentare.
Mi
svegliai dopo un po’ di tempo con la voce
dell’hostess che diceva di allacciarsi le cintura
perché si stava per atterrare, ma me le trovai
già allacciate, ed Edward che sorrideva triste.
Guardai
oltre il suo viso meraviglioso e vidi nell’oblo che eravamo
finalmente a Seattle.
Ora
era arrivato il momento della verità.
Ora
avrei visto come avrebbe reagito.
Ora
era il momento di mettermi in gioco per la vita del nostro bambino/a, e
speravo ardentemente che Rosalie mi avrebbe aiutata come aveva promesso.
Edward
mi aiutò ad alzarmi visto che ero ancora piuttosto
intorpidita e lentamente dietro la coda di gente, scendemmo
dall’aereo. Sulla scaletta vidi tutti i Cullen, la stessa
maschera di dolore dipinta su ogni viso. Tranne su quello di uno. O
meglio di una. Rosalie mi sorrideva comprensiva, e in quel momento
capii che mi ero messa in buone mani. All’istante
però inorridii. E se Edward avesse letto i pensieri di
Rosalie prima che l’avessi raggiunta? Cosa diavolo sarebbe
successo allora in quel caso?
Lo
guardai di sottecchi, ma dal suo sguardo capì solo che era
felicissimo di vedere Carlisle, poiché era a lui che
rivolgeva tutta la sua attenzione.
Sospirai,
mi guardò incuriosito, ma non mi chiese niente.
Scesi
dalla scaletta vidi Rosalie ampliare il sorriso, e ancora prima di
abbracciare Esme o Alice, mi permisi di fare un gesto mai fatto, ma che
le avrebbe fatto capire quanto le fossi grata: corsi verso di lei e
l’abbracciai. E lei non mi allontanò come avrebbe
fatto di solito, con uno sguardo di odio, ma anzi lo
ricambiò.
Dietro
i suoi capelli vedevo lo sguardo esterrefatto di Alice. Mi dispiace
Alice, ma tu non mi avresti mai aiutata, e da quello sguardo si
capisce. Vuoi troppo bene ad Edward per metterti contro di lui e
accettare la mia decisione. Per questo mi sono rivolta a Rosalie. Mi
serviva un giudizio imparziale. Dietro di me improvvisamente sento
arrivare un ringhio. Sapevo a chi apparteneva, era la prima cosa che mi
sarei aspettata da lui, infatti mi girai e lo trovai in posizione
acquattata, con i muscoli tesi, la stessa che aveva usato in passato
per proteggermi. Vidi immediatamente Emmett mettersi davanti a Rose,
non avrebbe mai permesso che le si fosse torto un capello.
Fu
Carlisle a cercare di calmarlo.
“Edward
per favore controllati. Siamo in un luogo pubblico. Torniamo a casa e
parleremo in pace.”
“Carlisle!
Non permetterò che quella vipera di Rosalie aiuti mia moglie
a morire!”
“Edward
vedi di abbassare i toni!”
Questa
volta a parlare era stato Emmett, aveva in viso uno sguardo furioso e
addolorato insieme. Sapevo quanto gli costasse mettersi contro Edward,
perché gli voleva bene, ma non voleva nemmeno che attaccasse
Rose, la sua unica ragione di vita.
Edward
continuava a ringhiare lanciandomi sguardi imploranti.
Lo
so cosa mi stai chiedendo Edward. Ma non posso. Mi dispiace ma questa
volta non esistono compromessi. Come sono sempre stata disposta a dare
la mia vita per te, sarà lo stesso per il nostro bambino.
All’improvviso
non sentii più ringhiare. Lo vidi guardarsi intorno, e solo
in quel momento che c’era quasi una folla radunata intorno a
noi, incuriosita e spaventata dalla posizione innaturale di Edward.
Cercò
immediatamente di riprendere un minimo controllo di sé. E
stessa cosa fece Emmett.
“Andiamo
a casa!” disse Edward con uno sguardo furioso.
Rose
mi prese sottobraccio e delicatamente mi accompagnò alla sua
macchina. Edward subito si bloccò quando vide che sarei
salita con Emmett e Rose, ma subito sentii una calma innaturale che
scendeva su tutti noi, capii subito che era stato Jasper, e lo
ringraziai con un sorriso, che lui ricambiò, ma nel suo
c’era una vena addolorata. In quel momento avrei voluto
sapere cosa provava Edward. Lo vidi girarsi dall’altra parte,
furioso, e salì in macchina con gli altri.
L’ultima a salire fu Alice, che mi lanciò uno
sguardo che non seppi interpretare. Dopo che furono tutti saliti,
salimmo anche noi tre.
All’interno
sentii Rose spiegare a Emmett cosa era successo e quali erano le mie
ragioni, e le sue, per aver accettato di aiutarmi. Non sapevo se lui
fosse d’accordo o meno con la mia decisione, ma disse che era
un mio diritto decidere cosa avessi voluto fare, non avrebbero potuto
obbligarmi con la forza a fare il contrario. Non adesso che
c’erano Emmett e Rose dalla mia parte.
Senza
quasi rendermene conto eravamo arrivati a casa Cullen. Dio come mi era
mancata. Vidi gli altri cinque vampiri scendere dalla Mercedes.
Chissà cosa si erano detti nel frattempo.
Sapevo
solo che adesso sarebbe stato il momento decisivo, anche se la mia
decisione era stata presa. E nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.
Nemmeno il vampiro che avevo sempre amato e che avrei amato per sempre.
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Capitolo 2 *** La sofferenza di edward ***
sofferenza edward
Capitolo
2
La sofferenza di
Edward
Scesi
lentamente dall’auto, avevo paura di vedere la delusione in quegli occhi che mi
avevano stregata, e intanto gli altri erano già entrati senza aspettarci.
Rose
mi cinse la vita con un braccio e mi spinse dolcemente dentro casa, mentre
faceva cenno a Emmett di mettersi all’altro mio lato.
In
soggiorno erano già tutti seduti, in posizione ancora più rigida del solito,
mentre Edward era in piedi, le braccia lungo i fianchi. I pugni chiusi. Come i
suoi occhi. Sembrava che stesse cercando di rilassarsi, ma appena misi piede
nella stanza vidi che i suoi sforzi erano andati in fumo all’istante.
Mi si
avvicinò con un movimento che non vidi nemmeno. Un secondo prima era tra i due
divani, un attimo dopo mi stringeva il viso tra le sue mani di ghiaccio. Subito
Rosalie lo scacciò violentemente e finii a terra.
Edward
aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto addosso, e non mi stupii affatto
quando vidi Emmett mettersi davanti a noi, acquattato.
Questa
volta però Edward non si mise contro suo fratello, che leggesse in lui quanto
gli costasse fare tutto questo?
Ma si
rivolse a me.
“Per
favore Bella. Cerca di ragionare. Non voglio perderti.”
“Lo
so, ma non mi perderai. Per favore Edward, cerca di capire. Anzi no. Dovresti
aver già capito. È il nostro bambino! Come puoi anche solo pensare di
ucciderlo?”
“Non è
un bambino! È un mostro! Tu non hai capito cosa ha detto Kaure, ma come pensi
che potrei sopravvivere sapendo quello che ti succederà per colpa di quello che
tu chiami bambino? Per favore ragiona, Bella!”
Se
prima mi fossi chiesta cosa avesse detto Kaure, ora non me lo chiedevo più. Non
solo perché avevo immaginato cosa fosse, ma non volevo neanche saperlo. Non
perché avessi paura di quello che avrei potuto sentire, ma perché nulla di
quello che avrei sentito mi avrebbe fatto cambiare idea.
“Non
morirò. Il veleno ha salvato tutti voi, perché non dovrebbe dare una nuova vita
anche a me? Mi dispiace, Edward.”
Il suo
sguardo si fece sofferente, lo stesso che aveva quando era in balia dello
sguardo torturatore di Jane.
A quel
punto intervenne Esme, con il suo sguardo materno che correva da me a colui che
riteneva il suo vero figlio.
“Edward, tesoro. Deve
scegliere lei cosa voler fare. Non possiamo costringerla con la forza a fare ciò
che non vuole. E quello che non vuole è perdere questo bambino. Cerca di
capirla. Avrà quello che io e Rosalie agogniamo da un secolo. E poi ha ragione,
anche se quella Kaure avesse ragione con quelle leggende, il veleno la salverà.
L’ha fatto con tutti noi; eravamo ridotti tutti malissimo, ed ora guardaci.
Siamo vivi. Non nella forma che intendono gli umani, ma ci siamo. Cerca di
capirla Edward.”
“Esme
non capisci. Tu.. “ non trovava le parole, sembrava che stesse annegando nel
dolore e nella crudele scoperta che anche sua madre era contro di lui. “Quella
cosa la ucciderà, e non ti ho detto come. Se lo sapessi saresti dalla mia
parte. Ti prego, Carlisle, aiutami almeno tu.” E si rivolse con uno sguardo
implorante a Carlisle. Mi faceva male vederlo così, ma mi avrebbe fatto ancora
più male uccidere il frutto del nostro amore.
“Mi
dispiace, Edward. Ma Esme ha ragione. Non possiamo costringerla con la forza.”
Ammutolii sotto lo sguardo scettico del figlio. “Hai ragione Edward, potremmo
con facilità, ma pensi che ci guarderà ancora in faccia dopo aver scoperto ciò
che le abbiamo fatto? Non voglio che mi odi. Le voglio bene, come voglio bene ad
ognuno di voi, e come voi volete bene a lei. Non voglio essere la causa della
sua infelicità. Se le hai detto cosa rischia, e lei comunque vuole continuare
con la decisione che ha preso, allora non possiamo fare niente, e il veleno
salverà lei come ha salvato noi.”
Edward
però non demordeva, sembrava che non volesse farsi entrare in testa quelle
parole.
Si
rivolse ad Alice e Jasper.
“Ragazzi. Almeno voi. Per
favore.”
“Edward non voglio
mettermi contro nessuno. Secondo me se Bella vuole avere il bambino che lo
abbia. È una sua decisione, e se anche volessi aiutarti, non saprei cosa fare,
non sono un medico, e nemmeno tu lo sei, nonostante gli studi teorici, per cose
come queste non basta la teoria.”
Mentre
Jasper parlava sentivo una calma che non mi apparteneva invadermi.
Edward
sembrava d’accordo, seppur a malincuore. Gli rimaneva l’ultima speranza, Alice,
colei, l’unica che avrebbe potuto vedere come sarebbe finita questa faccenda. Si
girò lentamente verso di lei.
Alice
per tutta risposta chiuse gli occhi, ma li riaprì quasi subito.
Lo
sguardo di Edward si fece, se ormai era possibile, ancora più addolorato.
“Non
vedo il suo futuro. Il feto… non riesco a vederlo, come i licantropi.”
“Ma
dovrai pur vedere Bella!” le ringhiò contro infuriato Edward.
Alice
si ritrasse di un passo.
“Non
posso vederla. Il suo futuro è inevitabilmente legato a quello della
creatura.”
Edward
cadde a terra, portandosi le mani sugli occhi, e ancora in quella posizione mi
supplicò un’ultima volta.
“Ti
prego, Bella. Fallo per me. Non morire per qualcosa che non conosci. Ti
supplico.”
Sembrava che stesse
piangendo. Ed ero sicura che se fosse stato umano non avrebbe smesso di piangere
nemmeno un minuto. La sua voce procedeva a singhiozzi mentre mi parlava.
Quella
visione mi fece più male di qualsiasi cosa avessi mai visto, e mi impedì di
rispondergli che comunque, la mia decisione non era cambiata.
Sentii
le lacrime riempirmi il viso e un dolore acuto al grembo. Lo vidi alzare la
testa e abbassare le mani, speranzoso, spiazzato dal momento di esitazione che
avevo avuto. Ma non riuscivo a parlare. Il dolore al grembo stava aumentando man
mano che le mie lacrime scorrevano più veloci.
Poi
non vidi più nulla.
Sentii
solo buio e dolore.
Grazie mille
per chi mi ha recensito! XD non credevo che la mia FF sarebbe piaciuta così
tanto!
Ringrazio di
cuore:
saraligorio1993
mistica88
cassandra
287
e in modo
particolare
Wind
che
gentilmente ha
accettato di
pubblicare
la mia
storia!
Senza di te
sarebbe
rimasta
nel mio
computer! XD
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Capitolo 3 *** Comunicazione a Charlie ***
cap3
Capitolo 3
Comunicazione a Charlie
Sentivo
solo confusione intorno a me. Ma poi distinsi una voce dolce che mi parlava
piano all’orecchio.
“Bella?”
chiese Esme. “Bella, cara. Riprenditi.”
Oltre alla
sua voce sentivo quella di due persone che si urlavano contro.
“Non
capisci, idiota! Morirà! È questo che vuoi? So benissimo che non ti importa
niente di lei! Vuoi solo ciò che porta in grembo!” la voce di Edward era dura,
distorta dalla rabbia.
“Non
morirà. La salverai. E io la proteggerò!”
Volevo che
la smettessero di litigare, perciò aprii gli occhi, e subito Esme li avvisò.
“Si è
svegliata grazie a voi.”
Subito
ebbi vicini i due litiganti.
“Stai bene
tesoro?” mi chiese Edward.
“Si, si.
Sto bene.”
“No
invece. Non vedi come ti ha già ridotto? Ti prego. Almeno questa volta
ascoltami!”
“Per
favore Edward. Ti prego. Non posso.”
“Ma
Bella….” Iniziò, ma fu interrotto immediatamente da Rose.
“Non l’ha
ridotta così il bambino, ma tu idiota! Con le tue scenate da malato mentale che
si crea i problemi in testa!”
Edward
sibilò.
“Ti
consiglio di smetterla, Rose. Potresti ritrovarti ridotta in fumo senza che tu
te ne accorga!”
“Provaci,
Cullen! Vediamo cosa sai fare!”
E detto
questo si acquattarono entrambi.
Io
scoppiai immediatamente a piangere e corsi a mettermi in mezzo a loro. Avevo
sentito dire che le donne incinte aumentavano la percezione delle loro
sensazioni.
Si
rimisero immediatamente in piedi e Rose mi fu accanto.
“Non
preoccuparti, va tutto bene. Rilassati. Jasper?” lo chiamò lanciandogli in
occhiata eloquente.
Subito mi
rilassai. “Adesso andiamo in camera. Dobbiamo sistemare un paio di cose.”
S’interruppe per girarsi verso gli altri. “Carlisle ed Edward. Non voglio che
vi avviciniate a lei senza il mio controllo. Sono stata chiara?”
Carlisle
annui.
Edward
invece la fissò rabbioso.
“Dovrei
chiederti il permesso per stare vicino a mia moglie??”
“Non per
starle vicino. Perché tu non le starai vicino da solo. Non mi staccherò mai da
lei.”
Edward
cominciò a ringhiare, ma Rose con un atteggiamento indifferente mi prese in
braccio e mi portò verso la sua camera da letto.
Mi
depositò gentilmente sulle coperte ricamate e di inginocchiò per fissarmi negli
occhi.
“Stai
bene?”
“S-si…”
“Bene.
Adesso viene Esme per restare un po’ con te.” E subito sulla porta si
materializzò la mia mamma acquisita.
“Tu dove
vai?”
“Devo
parlare con Carlisle per vedere cosa fare.” Notò la mia espressione
interrogativa e mi spiegò. “Non possiamo portarti in ospedale per i controlli.
Non sappiamo che tipo di bambino sia. Perciò dobbiamo trovare il modo per
attrezzare la casa con tutto quello che ci serve per far procedere la
gravidanza nel modo migliore possibile.”
“Ah ok..”
Si rivolse
ad Esme.
“Non
lasciare mai Bella da sola. Devi restare sempre con lei. Per nessun motivo poi
devi lasciarla da sola con Edward. Avrà pure solo gli studi teorici. Ma
potrebbe fare qualsiasi cosa.”
“Non ti
preoccupare, Rose. Non mi muovo.” E detto ciò si sedette sulla poltroncina in
velluto rosso sangue che si trovava nell’angolo.
Rose
annuii soddisfatta e andò di sotto. Immediatamente sentii la porta d’ingresso
sbattere delicatamente e un auto allontanarsi.
Pochi
secondi dopo arrivarono gli altri, tranne Edward. Chissà dov’era.
“Esme cosa
facciamo con Charlie?” chiesi ansiosa. Ecco un’altra cosa dolorosa da
affrontare.
“Io e
Carlisle prima ne abbiamo parlato, cara. Diremo a Charlie che hai contratto una
grave malattia contagiosa in Sud America e che sei in quarantena. Perciò non
potrò vederti. Anzi. Adesso lo chiamo per dirglielo.”
“Esme per
favore potresti mettere il vivavoce? Vorrei sentire come reagisce?” chiesi con
voce debole.
“Certo
tesoro.”
Prese un
bellissimo cellulare di ultima generazione e premette alla velocità della luce
un numero, immagino che fosse quello di Charlie, poi premette un tasto per il
vivavoce.
“Pronto?”
“Pronto
Charlie? Sono Esme.”
“Ciao
Esme! Che bello sentirti! Allora come stanno i due novelli sposini? Ancora
nessuna intenzione di tornare?” e si lasciò andare ad una risata spensierata.
Ancora non sapeva che probabilmente il mondo gli sarebbe crollato addosso.
“Ecco…
Ehm.. si Charlie. Ti ho chiamato proprio per questo.” Era bravissima a fingere
dolore.
“Cosa è
successo Esme?” improvvisamente la sua voce si fece grave.
“Non si sa
come, ma Bella ha contratto una malattia molto grave in luna di miele. È in
quarantena. Carlisle si sta occupando di lei a casa nostra.”
Dall’altra
parte del telefono silenzio.
“Charlie?”
chiese Esme, questa volta ansiosa sul serio. Io stavo per scoppiare di nuovo a
piangere, mi alzai e tesi una mano verso Esme. Volevo il telefono. Gli avrei parlato
io. Ma lei fece segno di no con la testa.
“Esme…
come sta? Che tipo di malattia è?”
“Sta
abbastanza bene, Charlie, è piuttosto debilitata, non riesce praticamente a
muoversi. Grazie al cielo Edward conosceva un vaccino e gliel’ha somministrato
subito, ma anche con quello la malattia continua. Comunque è meglio che tu non
sappia che effetti avrà in futuro se non viene curata a dovere.”
“C’è… c’è
il rischio che possa mo-morire?” lo sentivo singhiozzare, e iniziai anche io,
non volevo che soffrisse così.
“Non si sa
ancora Charlie. Carlisle vuole parlare con alcuni specialisti di Atlanta, ed è
molto probabile che la trasferiscano lì.”
“Voglio
vederla.” Disse Charlie co voce decisa.
“Mi
dispiace, rischieresti di venire infettato anche tu.”
“E allora
chi le sta vicino? L’avete lasciata al suo destino?” chiese con voce rabbiosa,
che non era per niente naturale nel mio papà dolce e impacciato.
“Come puoi
pensare anche solo ad una cosa del genere? Pensi che non le vogliamo bene?”
Esme assunse un’aria veramente offesa.
“Io.. ecco…
non volevo dire questo Esme. Scusami. Ho solo paura di perderla.”
“Non preoccuparti.
Siamo tutti nella stessa condizione. Edward non riesce a darsi pace. Direi che
è quello che sta peggio. Mi hai chiesto chi le sta vicino. Bhe Carlisle ha
alcune conoscenza, ed è riuscito a farsi dare 3 flaconi di vaccino. Uno per lui,
uno per me e uno per Edward. È stata un’eccezione che ce l’abbiano dato. Di solito
lo tengono solo per le emergenze.”
“Capisco. Ma
io non posso proprio vederla?”
“No
Charlie.”
“Ma come
posso dormire stanotte senza sapere se mia figlia sia ancora viva o no? Come puoi
chiedermi questo?”
“Mi
dispiace veramente molto Charlie. Come ti ho detto prima stiamo tutti male per
quello che è successo. Nessuno di noi riesce a fare nulla. Sembriamo come
morti.”
“Capisco,
Esme. Per favore dille che.. che le voglio bene, e che gliene vorrò per sempre.
E di non darsi per vinta, perché lei è forte. Ce la farà. Ce la deve fare!” e
poi iniziò a singhiozzare.
“Certo
Charlie. Adesso vado di la a vedere se ha bisogno e glielo dico immediatamente.
Sarà felice di sapere che ho parlato con te. Mi raccomando Charlie. Cerca di sollevarti
il morale. Ti siamo tutti vicini.”
“Grazie,
Esme. Vi sono debitore di tutto. Se vi servono dei soldi per pagare le sue cure…
non ho moltissimo ma spero di potervi aiutare.”
“Non ti
preoccupare. Abbiamo abbastanza risparmi per permetterci tutte le migliori
cure. E poi lo facciamo con il cuore. Bella per noi è come una figlia. Non riusciremmo
più a vivere se… bhe.. adesso devo andare Charlie. Devo vedere come sta. Ti terrò
aggiornato, e ti chiamerò appena mi sarà possibile.”
“Grazie
mille, Esme. Grazie di tutto.”
E poi Esme
mise giù il cellulare. In tutto questo non ero riuscita a spiccicare parola. Non
sopportavo che mio padre dovesse stare così male. Faceva male anche a me. Ma non
potevo pensarci. Per adesso dovevo solo pensare alla salute del bambino.
Volevo vedere
Edward. Volevo che mi dicesse di volere questo bambino. Volevo che mi facesse
quel sorriso sghembo che non vedevo da 2 giorni e che mi faceva andare il cuore
a 1000.
Come ad
eco dei miei pensieri, eccolo entrare nella stanza. Di certo non ha il mio
sorriso sghembo, ma almeno non ha più quell’espressione torturata. Addolorata. Affranta.
Mi guardava con gli occhi tristi dallo stipite della porta, e io come segno dì
incoraggiamento gli feci un sorriso timido. Lui non sorrise. Ma entrò nella
stanza.
Grazie ancora a chi ha recensito! =) mi fa piacere che la mia
storia sia seguita, motivo in più per mettermi d'impegno!! alla
prossima! kiss
ringrazio:
cassandra287
ledyang
mistica88
saraligorio1993
Wind
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Capitolo 4 *** Scoperta Sconcertante ***
cap 4
Ciao
ragazze! i vostri commenti mi fanno sempre piacere... soprattutto sapere che la
mia storia vi piaccia.
In questo capitolo ho dovuto
mettere un pò di cose mediche, e mi scuso in anticipo se le cose non sono
completamente esatte, ma non sono un medico, perciò più di così non sono
riuscita a fare. =) spero che anche questo capitolo vi piaccia! baciotti!
Capitolo
4
Scoperta
sconcertante
Edward entrò in camera. Era la calma fatta
a persona, ancora una volta si muoveva con lentezza, quasi come se un movimento
brusco mi facesse scappare.
Mi guardò con aria afflitta e si sedette
sul bracciolo della poltrona dove era seduta Esme. Da li parlò agli altri,
con voce smorta, senza nessuna tonalità.
“Carlisle e Rosalie sono andati in ospedale
a fare una scorta di sangue per Bella, se magari avesse bisogno di trasfusioni.
Poi chiameranno un centro per cercare di ottenere qualche attrezzatura
ospedaliera da mettere in casa.”
Proprio in quel momento sentii sbattere la
porta d’ingresso, e immediatamente entrarono in camera Rose e Carlisle.
“Ho appena chiamato, riescono a darci il
macchinario per la tac, la macchina per le radiografie, e quella per le
ecografie, vari contenitori per la flebo e un lettino ospedaliero. Ho comprato
anche lo 0 positivo, per le trasfusioni. Adesso vado a montare
tutto.”
“Ti aiuto.” Si offrì
Esme.
“Bene, inizia a farle un po’ di controlli
tra dieci minuti.” Rispose Edward, sempre apatico.
“Io non mi stacco da lei!” ribatté Rose.
“Stai insinuando che potrei farle del male
solo?” ringhiò Edward.
“Con quello che ti passa in testa adesso
non si sa mai.
“Ok, ragazzi. Smettetela.” Intervenne
Alice.
Ma loro continuarono a ringhiarsi addosso,
mentre io piangevo come una fontana. Mi sentivo un groppo alla gola.
“Ora smettetela! Non immaginate quanto male
le fate comportandovi così!” a ringhiare queste parole fu
Jasper.
Subito mi fu accanto, e mentre ero
sbalordita, mi abbracciò gentilmente. Aveva smesso di respirare, ma mi
abbracciava con la stessa dolcezza con cui lo faceva Esme.
Questo, combinato all suo potere, mi fece
immediatamente rilassare e sentire meglio. Lo circondai con le braccia. Ma avevo
fatto un passo di troppo, lo sentii irrigidirsi e allontanarsi di
scatto.
“Scusa, Bella. Ma più di così non posso
sopportare.” E mi sorrise.
Annuii e gli feci un sorriso
timido.
Tutti intanto erano ammutoliti, forse
spaventati da quello che avrebbe potuto fare Jasper. Ma io di lui mi
fidavo.
Dalla porta intanto sbucò
Carlisle.
“Le attrezzature sono pronte. Rose, posso
portarle di sopra?” chiese Carlisle.
“Certo, vengo anche io.” Detto questo mi
prese in braccio e mi portò quasi volando su per una scalinata che non avevo mai
notato. Era piccola, stretta e bianca. Sembrava che portasse ad un piccolo e
basso sottotetto. Invece portava in una stanza enorme, anche questa decorata in
stile “Cullen”. Le pareti erano bianche e questa, a differenza del resto della
casa, aveva il pavimento in parquet.
Dentro c’era una macchina enorme con un
lungo buco all’interno. La riconobbi subito. Era il macchinario per fare la tac.
Di fronte c’era un lettino, e tutt’intorno varie macchinette che non sapevo a
cosa sarebbero potute servire. Ma d’altronde non ero un
medico.
Rose mi depositò sul lettino, subito fui
raggiunta da Carlisle, che aveva in mano una siringa.
Rose gli fece un cenno, come a dirgli che
poteva procedere.
La siringa era vuota, perciò poteva servire
a solo una cosa.
“Per primo controllo ti farò l’esame del
sangue, è il più basilare, e ci dice immediatamente se nel tuo sangue ci sia
qualcosa che non va. Hai paura delle punture?” mi chiese
premuroso.
“In effetti si.. ma non preoccuparti. Ce la
posso fare.” Risposi cercando di fare la coraggiosa.
“Non c’è bisogno che tu stia male. Abbiamo
un anti-paura. Jasper?”
Subito mi sentii rilassata, come se stessi
per addormentarmi.
“Ho finito. Visto? Non hai sentito
niente.”
Mi chiesi se mi stesse prendendo in giro.
Era passato meno di un secondo, e non avevo sentito nemmeno l’ago entrare. Ma
poi ricordai come una stupida che ero circondata da vampiri.
Carlisle esaminò brevemente il mio
campione. E annuii a sé stesso.
“Non ci sono anomalie, solo un brusco calo
di globuli bianchi. Ma non è una cosa grave.”
Sentii Edward fare un sospiro di sollievo.
Nello stesso istante sentii un piccolo colpetto dall’interno. Il mio piccolino
aveva già imparato a scalciare. E subito notai una cosa a cui non avevo fatto
caso mentre ero occupata ad ascoltare le varie liti. La pancia mi era cresciuta
ancora. Probabilmente di minimo 10 centimetri.
Mi portai le mani in grembo mentre Rose
proponeva a Carlisle di farmi una tac per avere una panoramica di tutto.
Carlisle si dichiarò subito d’accordo. Mi prese in braccio e mi mise sul lettino
che sarebbe entrato in quel tunnel.
Carlisle azionò la macchina, e il lettino
si spostò lentamente all’interno del buco.
Dopo venti minuti mi fecero uscire da quel
buco maledetto. Sentivo che stavo per diventare
claustrofobica.
Mi rialzai e Rose mi riaccompagnò al
lettino.
Mi sedetti e fissai Carlisle. Che
improvvisamente aveva un aria sconvolta. Edward era lo specchio della faccia di
Carlisle, solo che il suo dolore era più profondo.
“Cosa c’è? Cos’è successo? il bambino sta
male?” domandai allarmata. Avevo paura di averlo perso. Ma Jasper come al solito
mi calmò.
“N-non si vede nulla Bella. Sembra che il
tuo stomaco e gli organi che lo circondano siano spariti.” Mi rispose sconvolto
Carlisle.
“Cosa vuol dire?” chiese Rose al posto mio.
Io non riuscivo a parlare.
Questa volta rispose
Edward.
“Che attorno al bambino c’è una pelle dura
come la nostra che non è possibile attraversare. Non potremmo mai sapere cosa
sarà questo bambino. Dobbiamo andare avanti brancolando nel
buio.”
Ero sconvolta. Ma la cosa non mi spaventava
più di tanto. Non avevo perso il bambino, ed era questa la cosa più
importante.
Ma gli altri non sembravano del mio stesso
avviso.
Mi fissarono tutti sconvolti. Persino
Rose.
Ancora mille grazie ragazze
per chi recensisce! =)
Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Saraligorio1993
Wind
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Capitolo 5 *** Un pò di speranza, Edward ***
cap 5
Capitolo 5
Un pò di speranza, Edward
Dopo la tac
Carlisle insistette per farmi anche una radiografia e l’ecografia.
Con la
radiografia si vedeva che non avevo ossa rotte, almeno questo fece rassicurare
tutti. Ma l’ecografia ebbe la stessa funzionalità della tac. Non si vedeva
assolutamente nulla.
Questa volta
non si sconvolsero più di tanto, perché avevano già avuto la botta della tac.
Edward
osservava con occhi attenti e addolorati tutto ciò che gli accadeva intorno. E
Rose osservava lui.
Quando Carlisle
finii tutto ero stanchissima. Quasi non mi resi conto che un paio di braccia
immortali mi prendevano in braccio e mi depositavano sul lettino. Non ebbi
nemmeno la forza di guardare chi fosse.
Il mattino
dopo mi svegliai, affamatissima.
Mi misi
seduta, e tutt’intorno a me vidi che c’era tutta la famiglia Cullen al
completo.
“Buongiorno..”
bofonchiai assonnata.
“Buongiorno!”
risposero insieme sette voci melodiose.
Solo una mi
fece venire il magone. L’unica che avrei voluto che fosse allegra di avere questo
bambino. L’unica che invece sembrava quella di un automa.
“Hai fame,
cara?” mi chiese dolcemente Esme.
“Si, un
pochino.”
“Vado subito
a prepararti qualcosa. C’è qualcosa in particolare che vorresti?”
“Avete delle
uova?” chiesi quasi sorridendo.
Per un
attimo pensai che anche Edward potesse sorridere, in ricordo dell’isola Esme.
Ma come potevo benissimo immaginare non fu così.
“Certo cara.
Torno subito.”
Le sorrisi,
e mi concentrai di nuovo sui visi degli altri. Emmett mi guardava in modo
strano. Sembrava che soffrisse per me.
“Cosa c’è,
Emmett?”
“Ehm.. non
nulla. Non preoccuparti piccoletta!” e cercò di rifilarmi un sorriso finto.
“Smettila di
fare smorfie, Emmett.”
“Quali
smorfie? Ti ho fatto un bellissimo sorriso, degno da prima pagina.”
“Quello non
era un sorriso, ma una smorfia. E pure brutta.”
A quel punto
ridacchiò.
“Dai, sul
serio.. cosa c’è che non va?” chiesi improvvisamente allarmata. Perché diavolo
continuavano a guardarmi così? “Sapete qualcosa che non so?”
“Non è
nulla, Bella. Rilassati. È solo che la tua pancia è cresciuta molto durante la
notte. Te l’ho misurata.. si sono aggiunti altri 7 centimetri.” Mi rispose
Carlisle.
Ecco perché
mi sentivo così appesantita.
“Ed è un
male? Cioè lo so anche io che la pancia di una donna incinta non cresce così
velocemente. Sembro incinta di 4-5 mesi.. vero?”
“È un male
solo perché così non si sa quando potrebbe avvenire il parto. Comunque si..
esattamente di 4 mesi e 15 giorni.”
“Bhe lo
sapremo.. no? Quando si romperanno le acque..”
“Se non lo
avessi notato Bella, questa gravidanza non è come le solite. Non sappiamo cosa
ti cresce dentro alla velocità della luce, non sappiamo quando verrà fuori,
sappiamo solo come verrà fuori.”
La durezza
nelle parole di Edward mi fece stare di nuovo male. Ma cercai di controllarmi.
“Come.. come
viene fuori?”
I suoi occhi
si riempirono di dolore e dolcezza.
“Non ti
preoccupare.. ce ne occuperemo a tempo debito.”
In quel
momento tornò Esme con le mie uova.
Avevano un
odore delizioso. Cercai di alzarmi, ma sentii un gran male dappertutto, e
subito Rose mi aiutò.
“Ah..
un’altra cosa, Bella. Sei dimagrita 4 chili durante la notte. E si vede anche
dal tuo viso.”
M’informò
Carlisle.
“Rose,
prendimi uno specchio.”
Lei
riluttante me lo porse.
Avevo un
aspetto cadaverico. Sembravo malata. Molto. Avevo profonde occhiaie.
Poi
improvvisamente squillò il telefono.
Esme andò
subito di sotto e ritornò subito.
“È Charlie. Cosa
faccio?”
Rimanemmo
tutti allibiti. Credo che nessuno di noi avesse preso in considerazione il
fatto che Charlie potesse chiamare dopo appena 17 ore.
Il primo a
riprendersi fu Carlisle.
“Rispondi,
Esme.”
Sul suo viso
vi era un’espressione confusa, ma rispose.
“Pronto?”
Mentre Esme
parlava con mio padre, Carlisle mi venne vicino e mi disse che ci avrei potuto
parlare, dovevo solo cercare di avere una voce stanca.
“Charlie, Bella
non sta meglio, ma neanche peggio.. Carlisle dice che è stabile. Se mi prometti
che non dirai niente che possa far peggiorare la sua salute, te la passo.”
Attimo di
silenzio.
“Okay, Bella?
C’è Charlie al telefono.”
E me lo
passò.
“Pronto? Papà?”
la mia voce uscii stanca e strascicata senza che mi sforzassi. Mi resi conto da
sola che stavo lentamente peggiorando.
“Pronto? Bella?
Bambina mia.. come stai?” la sua voce si interruppe varie volte. Ma sembrava
che non volesse farmelo notare.
“Abbastanza
bene.. tu?”
“Io sto male
perché ho paura di perderti.. ma non stiamo parlando di me! Esme mi ha detto
che sei stabile.. ma come hai fatto a prenderti questa rara malattia? Non hanno
saputo dirmelo..”
“Ehm..”
Carlisle bisbigliò
qualcosa in merito a delle alghe o coralli..
“Sull’isola
dove siamo andati c’erano delle alghe strane. Infatti ho fatto il bagno in mare
solo una volta, perché queste alghe non convincevano Edward. Poi 4 giorni dopo
bhe..” mi rifiutai di andare oltre. La mia immaginazione era finita.
“Ah.. ma Edward
non poteva scegliere con più attenzione il posto in cui andare?”
“Papà
smettila. Non è colpa sua!”
Mi arrabbiai.
Non era colpa sua. Non era colpa di nessuno.
Immediatamente
sentii un colpo secco all’interno del mio corpo. Emisi un gemito di dolore e mi
piegai in due. Subito tutti mi furono vicini.
“Bella?
Bella?! Cos’è successo?” chiese Charlie allarmato.
“Nu-nulla papà..”
sentivo troppo male per continuare a parlare. Passai il telefono a Carlisle,
che spiegò a mio padre un qualcosa che mi era successo. intanto tutti intorno a
me cercavano di capire dove mi fossi fatta male. Rosalie mi alzò la maglia, e
poi vidi Edward inginocchiarsi, con le mani sul volto perfetto. Anche in un
momento del genere non riuscivo a non guardare la bellezza del suo viso. Ma subito
mi ripresi.
Mi guardai
il grembo, e vidi un enorme macchia violacea.
Guardai terrorizzata
Rose. Non perché mi fossi fatta male, ma perché avevo paura per il mio bambino.
Lei mi
rassicurò.
“il bambino
sta bene, Bella. È molto forte, e perciò nei suoi spostamenti ti procura dei
lividi.”
Sospiro di
sollievo. Ma Edward non sembrava pensarla come me. Mi alzai dal lettino. Rose cercò
di aiutarmi, ma con un cenno la fermai. Io continuai a barcollare verso il mio
amore.
Mi inginocchiai
di fronte a lui. Lui tolse le mani dal viso e mi fissò, con espressione
sofferente.
Gli
accarezzai il volto, avvicinai il mio viso al suo e gli sussurrai “ti amo”. Poi
lo abbracciai, cercando di trasmettergli un po’ della mia speranza. Non so se
funzionò, ma lui mi abbracciò con più dolcezza e attenzione di quanto facesse
di solito.
Ed
ecco a voi un altro capitolo! le vostre recensioni mi fanno arrossire
sempre di più.. tutti questi complimenti... =) vi ringrazio
tutte!
grazie a chi recensisce:
AlexiaLil
Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Saraligorio1993
Wind
e grazie anche a chi ha messo la mia storia tra i suoi preferiti:
akane_val
bellemorte86
Bepycka
cassandra 287
clodiina85
crusade
deneb91
Djibril88
Fairyire
ginny89potter
Honey Evans
Kathys
ki9
ledyang
miss lovett
mistica88
nene1964
nixy
Padfoot_07
sackiko_chan
saraligorio1993
sarwen
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Capitolo 6 *** Sorpresa ***
cap 6
Ciao ragazze! Oggi
mi scuso se questo capitolo è molto corto, ma è di transizione, mi serve solo
per collegarmi con la parte di Jacob, che da oggi inizia ufficialmente, perciò
siate buone! =)
Oggi voglio rispondere ad un
po’ di commentini.. sono tutti bellissimi.. uh dio.. non so che dirvi.. XD
tranne grazie! Vi voglio bene!
Saraligorio1993:
già.. Edward se la passa proprio male.. e questo non è che l’inizio… XD sono
troppo cattiva.. poveretto.. con tutto quello che passa mi ci metto pure io..
Sackiko_chan: oddio
tutti questi complimenti! Spero di meritarmeli proprio! =) sei
gentilissima!!!
Mistica88: sei
normalissima! XD anche io mi agito facendo questi capitoli.. e detto da me può
sembrare che mi vanti.. ma ti assicuro che non è così.. mi sembra di essere li
con loro.. quasi di sentire le mani fredde di Edward.. mmm.. se le sentissi sul
serio credo che i farei qualche bel pensierino… XD baci
Ledyang: bhe grazie mille!
=) ovviamente non ho la pretesa di essere paragonata a Stephanie.. ma ti
ringrazio veramente!!!!
AlexiaLil: sono
tenerissimi… e poi quando… bhe.. ecco… non voglio dire troppo… XD
kiss
Capitolo 6
Sorpresa
Le giornate passarono senza troppi
cambiamenti.
Rose non si allontanava mai da me, restava
sempre protettiva al mio fianco, e gliene ero grata. A volte si allontanava per
andare a parlare con Carlisle, ma non voleva mai dirmi di cosa
parlavano.
Durante questi momenti la sostituiva la
dolce e materna Esme. Carlisle sembrava sempre esausto, cominciai a chiedermi se
i vampiri avessero bisogno di riposo.
Alice non si avvicinava mai troppo a me, mi
faceva soffrire vederla così distante; vedere la mia migliore
amica-sorella-cognata che appena si poteva allontanare, lo faceva.
Jasper non andava mai con la sua amata
quando lei andava via, restava sempre in disparte, nell’angolo più lontano della
stanza, lontano da me. Lontano dal mio odore.
Emmett cercava di mettermi di buon umore,
diceva sogghignando che ero diventata troppo musona.
Ma non era colpa mia, o meglio era mia, ma
in particolare dei miei ormoni iper-sensibili da donna
incita.
Perché vedere Edward in quelle condizioni
mi faceva male.
Non aveva più lo sguardo sofferente,
sembrava che stesse esercitando su se stesso tutto l’autocontrollo possibile che
conteneva in corpo. Sembrava un automa, si muoveva a scatti e in vari momenti
sembrava fosse sul punto di uccidere Rose. Ero sicura al 1000% che se fosse
stato certo che il suo gesto non mi avesse fatto male, l’avrebbe uccisa con le
sue stesse mani. Ed essendo un vampiro non sarebbe stato
difficile.
Intanto la mia pancia continuava a
crescere, ma dopo le prime 24 ore, ad un ritmo più lento, 2 o massimo 3
centimetri al giorno.
Però continuavo a dimagrire ad un ritmo
impressionante, vedevo smagrire il mio viso ogni giorno di più, e ormai nemmeno
le battutine di Emmett riuscivano a farmi arrossire.
Una cosa che mi faceva stare meglio erano
le chiamate giornaliere di Charlie. Era sempre preoccupato per me, ma cercava di
tirarmi sempre su di morale.
Passò così una settimana, nella quale
continuavano a farmi controlli su controlli. Non si scopriva mai niente di
nuovo.
La domenica convinse Carlisle a farmi
trasportare in salotto. Ero stufa di trascorrere le giornate in quella soffitta,
volevo vedere un po’ di foresta intorno all’enorme
vetrata.
Rose mi prese in braccio e volando mi portò
sul divano in salotto e mi depose con delicatezza. Tutti mi stavano sempre
intorno, tranne per Esme, che spesso si allontanava per lavare i panni o
prepararmi da mangiare.
Edward mi stava sempre vicino. Era seduto
per terra, vicino alla mia pancia. Rose mi si muoveva intorno, gli altri erano
tutti vicini, immobili come statue. Ad un certo punto sembrarono tutti attenti,
guardinghi; poi si guardarono l’un l’altro d’un tratto ansiosi, quasi si
stessero consultando mentalmente. Io non avevo sentito niente, ma probabilmente
avevo perso qualche pezzo. Edward disse con voce
morta:
“Vai tu,
Carlisle?”
“Certo.”
Stavo per chiedere chi fosse, quando
Carlisle aprii la porta.
“Ciao, Jacob. Come
va?”
Immediatamente mi sentii felice, come se
finalmente l’ultimo pezzo del puzzle fosse stato collegato a tutti gli
altri.
“Ho sentito dire che Bella è sana e
salva.”
Quando poi sentii la sua voce roca, a
me così tanto familiare, mi sentii completamente a casa. La mia famiglia era
finalmente riunita.
Naturalmente
anche oggi ringrazio tutte le fanciulline che recensiscono:
AlexiaLil
Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Sackiko_chan
Saraligorio1993
Wind
e poi tutti quelli che hanno messo
la storia tra i preferiti:
akane_val
bellemorte86
Bepycka
cassandra 287
clodiina85
crusade
deneb91
Djibril88
Fairyire
ginny89potter
Honey Evans
_HoneY_
Kathys
ki9
ledyang
lisepotter
miss lovett
mistica88
Mnemophobia
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Padfoot_07
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saraligorio1993
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Capitolo 7 *** Jacob ***
cap 7
Buonasera ragazze! Anche oggi un piccolo
spazio dedicato alle risposte dei commenti, ma prima di tutto vi voglio dire che
questo capitolo è piuttosto lungo, per farmi perdonare del precedente! Ma bando
alle cance!! XD
Wind: eh si.. adesso lo avremo sempre in
mezzo.. ma cosa ci vuoi fare.. i cuccioli hanno bisogno di affetto e attenzioni..
XD
Saraligorio1993: grazie mille! Spero che
questo mi faccia perdonare!! Kiss
Ledyang: oddio grazie! Sei dolcissima! Spero
veramente di meritare questo onore! Mi raccomando.. fammi sapere se anche
questo ti piace.. non vorrei deluderti!! Baci! =)
Mistica88: io e te siamo unite
telepaticamente!! XD mamma mia che bel ragazzuolo..sinceramente neanche io
capisco perché Bella faccia così quando entra in scena Jacob, saranno i suoi
ormoni impazziti..ma secondo me dalla vita vuole anche un amaro lucano.. XD
Capitolo 7
Jacob
[…]
“Ehm, Jacob, non è il momento. Possiamo
occuparcene dopo?” Carlisle aveva la voce stanchissima.
Jacob non rispose. Chissà a cosa stava
pensando. Ma comunque era uno di famiglia, perché tenergli nascosto ciò che
stava succedendo?
Allora mi rivolsi a Edward.
“Perché no? Abbiamo dei segreti anche per
Jacob? Che motivo c’è?” mi accorsi che la mia voce era molto rauca.
Nessuno mi rispose. Si guardarono tutti
ansiosi. Ma nessuna risposta. Allora decisi di agire per mia iniziativa.
“Jacob, entra pure.” Gracchiai a voce un
po’ più forte, per farmi sentire da lui. Poi mi ricordai che era un licantropo,
quindi aveva lo stesso udito finissimo dei vampiri, perciò non dovevo sgolarmi
per farmi sentire da lui.
Sentii Jacob dire qualcosa a Carlisle, ma
grazie al mio udito da umana non sentii cosa.
Quando Jacob entrò rimase per un attimo
spiazzato al centro della stanza. Si guardò intorno.
Il primo volto su cui si soffermò fu quello
di Edward, e non mi sembrò una bella idea che vedesse lui per primo. Edward era
l’unico tra tutti che aveva uno sguardo.. non sapevo nemmeno come descriverlo,
ma sicuramente Jacob avrebbe interpretato l’espressione del suo volto in un
modo catastrofico. D’altronde era sempre il solito esagerato.
Poi mi guardò. Spalancò gli occhi e non
disse nulla.
Rosalie continuava a girarmi intorno.
Cercando di proteggermi da questa nuova minaccia. Ma Jacob non lo era, era solo
un amico, e poi non aveva nessuna laurea in medicina o campi simili. La guardai
e cercai di farla rilassare.
Ma subito, sentii qualcosa salirmi su per
la gola, un altro conato di vomito. Oddio per favore no. Pietà, sono stufa di
vomitare in ogni angolo della casa!
Rosalie capii tutto dalla mia espressione e
prese una bacinella per metterla immediatamente sotto la mia bocca, in modo che
ci rigurgitassi dentro.
Edward si inginocchio immediatamente
accanto a me, con uno sguardo addolorato. Conoscevo quello sguardo. Era quello
che mi lanciava quando stavo particolarmente male, o vomitavo. Lo sguardo con
la quale si malediva per ciò che mi aveva fatto. Rosalie sollevò immediatamente
una mano, e in quel gesto intendeva di non esagerare con la vicinanza.
Ma non mi ero dimenticata di Jacob.
Alzai la testa e gli mormorai imbarazzata
per lo spettacolo che era stato costretto a vedere:
“Scusami tanto.”
Edward iniziò a gemere piano, affondò la
testa nel mio ventre, attento a non farmi male. Gli poggiai una mano sulla
guancia, era naturale che volessi consolarlo, si sentiva tremendamente in
colpa, e le mie condizioni di salute che peggioravano ogni ora, di certo non
aiutavano a farlo stare meglio.
Jacob intanto si era avvicinato troppo per
gli standard di Rosalie, che si mise tra me e lui con un sibilo rivolto al
licantropo. Non volevo che ci fosse un’altra lite in casa.
“Rose, no” bisbigliai. “Va tutto bene.”
Rosalie si mise da parte, ma si vedeva dal
suo sguardo che non ne era per niente contenta, era pronta a lanciarsi su Jacob
se solo avesse osato sfiorarmi.
Jacob aveva una faccia terrorizzata. Ma di
certo non per la minaccia di Rose.
“Bella, cosa ti è successo?” bisbigliò. E
si mise in ginocchio vicino a me prendendomi la mano gelida. “Stai bene?”
Sinceramente Jacob? Non so se sto bene. Da
una parte mi sento felicissima, da un’altra non faccio altro che stare male.
Perciò non gli risposi. Cambiai risposta cercando di evitare l’argomento.
“Sono felice che tu sia venuto a trovarmi
Jacob”.
Edward iniziò a gemere di nuovo sulla
coperta, non so se per reazione alle mie parole verso Jacob, o altro.
“Che cosa c’è, Bella?” mi fece la stessa
domanda di prima ma cambiando le parole. Lo sapevo che non si sarebbe arreso
così presto..
Non sapevo come impostargli la cosa. Non potevo
semplicemente dirgli:
Sai
Jacob, sono incinta, di un bambino che voglio per forza, anche se mi fa stare
peggio ogni minuto che passa.
Non potevo.. e poi non mi piaceva. Perciò mi
misi a guardare i volti immobili come statue della mia famiglia. Avevano tutti
uno sguardo ansioso e perplesso. Mi arresi, cercando di non fa arrabbiare Rose
e chiesi aiuto a lei.
“Mi aiuti, Rose?”
Rose tese le labbra scoprendo i denti, e
guardò Jacob con aria omicida.
“Ti prego, Rose”
Lei arricciò il naso, ma si chinò verso di
me, cingendomi le spalle, mentre Edward rimaneva immobile dov’era.
“No. Non alzarti.” Disse Jacob, aveva paura
che potessi cadere da un momento all’altro, oppure che fossi troppo debole per
muovermi. Ma non mi andava che mi sottovalutasse così, soprattutto che
sottovalutasse Rose, pensando anche solo per un minuto che mi avrebbe lasciata
cadere..
“Sto rispondendo alla tua domanda.” Gli
risposi seccata.
Rose mi aiutò ad alzarmi dal divano, con
molta fatica. Il pancione era diventato molto ingombrante. La coperta cadde per
terra. Edward non si mosse, anzi si lasciò cadere, affondando il suo viso
perfetto tra i cuscini che mi sostenevano quando volevo restare seduta.
Portai le mani al pancione, una sopra la
sporgenza, e una sotto.
Solo in quel momento Jacob parve capire. Ma
cosa aveva pensato che fosse la sporgenza nascosta dalla coperta?
Restai perplessa di fronte alla sua
sorpresa. Certo.. forse stava facendo i conti come avessi potuto inglobare 9
mesi in 1.. ma con tutta la faccenda delle creature leggendarie che in realtà
si rivelavano vere, avrei creduto anche se mi avessero detto che in quel
preciso istante c’era un maialino che mi volava sopra la testa. E soprattutto
Jacob, che apparteneva alla stirpe leggendaria, come poteva meravigliarsi di
fronte ad una cosa simile? Ero assolutamente sbalordita, forse più di lui.
Ma ad un tratto, Edward si mise in piedi
davanti a Jacob con furia.
“Usciamo, Jacob.” Gli ringhiò.
Anche Jacob si alzò.
“D’accordo.”
Immediatamente mi sentii male. Ecco perché Edward
si era alzato così di scatto. Doveva aver ascoltato i pensieri di Jacob, e
considerata la furia con la quale gli ringhiò contro, non dovevano essere dei
pensieri lusinghieri per nessuno di noi.
Lo conoscevo. Di sicuro stava pensando che
quello che mi cresceva dentro era un mostro. Come d’altronde era convinto
Edward. Ma avrei fatto come al solito. Avrei lasciato che le sue parole mi
entrassero in un orecchio e che uscissero dall’altro. Non volevo che combattessero
a causa mia. Non potevo sopportare di perderli. Nessuno dei due.
“No.” Rantolai perdendo l’equilibrio,
mentre cercavo di trattenere Edward per un braccio. Subito Rose mi prese, senza
permettere che mi abbassassi anche di un solo centimetro.
“Devo solo parlargli, Bella.” Mi rassicurò
Edward sottovoce. Mi sfiorò il viso dolcemente e mi implorò.
“Non stancarti, riposati per favore. Fra qualche
minuto saremo di ritorno.”
Avevo paura. Paura che combattessero, paura
che uno di loro morisse. Però esaminai attentamente gli occhi di Edward. In quell’oceano
d’oro non c’era nessuna traccia di menzogna. Erano completamente sinceri. Perciò
gli credetti.
Annuii e mi accasciai lentamente sul divano,
Rose mi sistemò meglio sui cuscini, in modo che non avessi male anche ala
schiena, oltre alle altre innumerevoli parti.
Poi fissai Jacob.
“Fate i bravi, e poi tornate qui.”
Jacob non mi rispose, distolse lo sguardo
dal mio viso, e seguii Edward che intanto si era avviato verso la porta.
Non mi piaceva che non mi rispondesse, ma
non gli dissi niente. Chissà cosa voleva dirgli Edward. Ero molto curiosa.
“Sentite cosa si dicono?”
Tutti allungarono le orecchie alla mia
richiesta. Ma immediatamente afflosciarono impercettibilmente le spalle. Sembravano
tutti delusi.
“Mi dispiace, Bella. Devono essersi messi
lontano dalla nostra portata.” M’informò Carlisle
Annuii delusa.
“Sono sicuro che ti diranno quando tornano
cosa si sono detti.” Mi disse dolcemente. E aggiunse. “E poi lo sai meglio di
me che Jacob ti ha sempre detto tutto. Mi sbaglio?”
“No, non ti sbagli mai..” e gli feci un
sorriso radioso.
Da fuori non si sentiva nessun rumore.
Gli altri intanto si muovevano lentamente
nella stanza, come se fossero impazienti di sapere cosa stesse succedendo là
fuori. Ma di certo non potevano essere più impazienti di me.
Poi improvvisamente vidi due sagome
avvicinarsi verso la porta. Tirai un sospiro di sollievo vedendo che erano
tornati senza graffi.
Edward aveva ancora quell’espressione
robotica, mentre Jacob sembrava interdetto.
Ma non sembrava che avessero litigato.
Entrarono in salone, e tutti noi
aspettavamo di sapere cosa ci eravamo persi.
Ringrazio anche oggi le donzelle che
recensiscono:
AlexiaLil
Cassandra 287
Fairyire
Lady marty
Ledyang
Mistica 88
Sackiko_chan
Saraligorio1993
Wind
E naturalmente anche quelle che hanno
messo la storia tra i preferiti:
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ka chan
15 - Kathys
16 - ki9
17 - ledyang
18 - lisepotter
19 - miss lovett
20 - mistica88
21 - Mnemophobia
22 - nene1964
23 - ninfea_82
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Capitolo 8 *** Cosa ti ha chiesto Edward? ***
cap 8
Scusate,
scusate, scusate!!! Non sono riuscita a postare in questi due giorni
perchè domani ho interrogazione di Filosofia, Psicologia e
Sociologia... mi dispiace veramente tanto ragazze.. però spero
di farmi perdonare con questo capitolo super mega lungo!!!
Mistica88:
nemmeno io riesco a capirlo.. ma ho appena sviluppato una teoria..
magari la meyer quando ha scritto quel pezzo aveva fumato qualcosa..
sisi.. ne sono certa, era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.. XD
saraligorio1993:
=) è per questo che ho deciso di fare questa FF... volevo vedere
cosa sarebbe successo nella mia testolina in quel momento..
ledyang: grazie ancora! =) spero che questo capitolo ti piaccia...
Capitolo 8
Cosa ti ha chiesto Edward?
Edward e Jacob camminavano lentamente. Uno
sembrava sempre distrutto, nessuna mutazione nel suo viso d’angelo, ormai da
molto tempo non vi vedevo passare un sorriso, anche fugace. Mentre l’altro,
sembrava che stesse riflettendo su qualcosa, e le dedicava ogni pensiero. Li
fissai ansiosa. Guardai un secondo Jacob, ma poi rivolsi tutta la mia
attenzione ad Edward, preoccupata.
Attorno a me gli altri erano molto
perplessi, e Jacob, vedendo questa perplessità mi sembrò quasi sollevato.
Chissà cosa gli aveva detto Edward da farlo
vergognare nel caso che gli altri avessero sentito.
Poi Edward parlò, sempre con quella voce
robotica. Pensava che non mi accorgessi che faceva di tutto per non farmi
vedere i suoi veri sentimenti? Comunque gli ero in un certo senso grata, almeno
non stavo male più di tanto.
“Lasciamo Jacob e Bella da soli, devono
parlare in privato.”
Come previsto la reazione di Rose fu
immediata.
“Prima dovete passare sulle mie ceneri.”
Ringhiò, e mi mise una mano ghiacciata sulla guancia. Ebbi un fremito.
Ma Edward fece come se non avesse parlato.
“Bella, Jacob vuole parlarti. Hai paura di
restare da sola con lui?”
Ero confusa. Cosa aveva da dirmi Jacob, da
non poterne parlare davanti agli altri? Lo guardai, e poi guardi Rose.
“Rose, è tutto apposto. Jake non ci farà
del male. Vai con Edward.” Dissi fiduciosa.
Rosalie non approvava.
“Potrebbe essere un trabocchetto.”
“Mi pare improbabile.” Le risposi. Ed era
vero. Jacob non era un medico, non aveva esperienza, e poi che non avrebbe mai
fatto una cosa del genere. Credo. Se d’altronde voleva farla Edward, che era il
padre del bambino, perché non avrebbe dovuto farlo Jacob, che era in senso lato
un estraneo? Ma queste supposizioni fu meglio non dirle ad alta voce. Non
sapevo come avrebbero reagito.
“Potrai tenere me e Carlisle sott’occhio,
Rosalie. Siamo noi che le facciamo paura.” La voce che prima era robotica, ora
si era rotta, rivelando in realtà quanto gli facessi male. Iniziai a non
riuscire a respirare bene. Iniziai a sentirmi male.
“No.. no, Edward. Io non..” iniziai. Non
sapevo come potermi spiegare. Non avevo paura di lui. Solo paura che potesse
uccidere il mio bambino. O meglio dire nostro..
Edward scosse la testa di fronte alla mia
disperazione e fece un debole sorriso. “Mi sono espresso male, Bella.
Tranquilla, io sto bene. Non preoccuparti per me.”
Non
è vero!! Volevo urlargli. So benissimo che menti! Ma come al
solito non dissi nulla.
“Tutti, per favore.” Ripeté Edward con un
gesto verso la porta. Tutti immediatamente obbedirono alla sua richiesta. Rose
esitava, naturalmente non si fidava, e Edward la aspettava sulla soglia della
porta.
“Rose, voglio che tu vada.”
Lei lanciò un’occhiataccia a Edward e gli
fece cenno di precederla verso l’uscita, e sulla soglia, guardò male Jacob.
Quando tutti andarono via mi voltai a
guardare Jacob, che nel frattempo si era seduto sul pavimento, vicino a me. Mi
prese dolcemente le mani, ormai gelide come quelle dei vampiri, e le strinse
nelle sue, bollenti.
“Grazie, Jake. Così va meglio.”
Lui fece una specie di smorfia.
“Non ti mentirò, Bells. Sei orrenda.”
Chiamandomi con quel soprannome mi fece ricordare immediatamente Charlie. Mi
sarebbe piaciuto risentirlo.
Ma sospirai.
“Lo so. Faccio paura.”
“Già, sembri il mostro della palude.”
Scoppiai a ridere, una risata contenuta,
schietta. Mi mancava ridere. E per questo gli ero grata.
“Che bello che sei qui. Questa risata mi fa
quasi sentire bene. Non so per quanto tempo ancora riuscirò a sopportare la
tensione.”
Jacob alzò gli occhi al cielo. Il solito
movimento che faceva con me.
“Okay, okay. Sono io la causa del mio
male.” Gli concessi, e in un certo senso era vero.
“Si, è così. Cosa ti passa per la testa,
Bells? Seriamente!”
Dovevo aspettarmelo.
“Ti ha chiesto lui di sgridarmi?” gli
chiesi esasperata.
“In un certo senso. Anche se non capisco
perché crede che mi darai ascolto, visto che non l’hai mai fatto.”
Sospirai.
“Te l’avevo detto..”
Ma non lo lasciai finire. Non volevo che mi
dicesse che Edward era un mostro per avermi fatto questo.
“Lo sai che te l’avevo detto ha un fratello, Jacob? Si chiama chiudi il becco.”
“Buon questa.”
Sorrisi. “Non è farina del mio sacco.. l’ho
sentita in una vecchia puntata dei Simpson.”
“Me la sono persa.”
“Peccato, era molto divertente.”
Nessuno di noi parlo per un momento.
Volevo ardentemente sapere cosa si erano
detti.
“Davvero ti ha chiesto di parlarmi?”
Lui annuii. “Mi ha chiesto di farti
ragionare. Una battaglia persa in partenza.”
Lo guardi confusa.
“Allora perché hai acconsentito?”
Jacob non rispose. Ma credo si sapere quale
fosse la sua risposta. Era ossessionato dal fatto di potermi perdere. E questo
fatto improvviso che lui non aveva calcolato, accelerava i tempi. Volevo
rassicurarlo come avevo fatto con tutti gli altri.
“Andrà tutto bene. Ne sono sicura.”
“La demenza è uno dei sintomi?” mi chiese
improvvisamente arrabbiato.
Ma io risi. Volevo alleggerire l’atmosfera
che si stava lentamente cerando.
“Forse. Non dico che sarà facile, Jake. Ma
dopo tutto quello che ho passato, è naturale che io creda nella magia.”
“Magia?”
Non si rendeva conto che lui, come tutta la
mia famiglia faceva parte di una parte magica? Erano tutti così cocciuti a
capirlo..
“Specialmente riguardo a te. Tu hai
qualcosa di magico e vedrai che tutto andrà come deve anche per te.” Tolsi la
mano dalla sua presa e gli accarezzai la guancia.
“Ma di che parli?”
Non la smettevo di sorridere. Aveva la
testa di coccio.
“Una volta Edward mi ha spiegato come
funziona l’imprinting. Mi ha detto che somiglia al Sogno di Una Notte di Mezza
Estate, a una magia. Troverai anche tu la persona giusta, Jacob, la persona che
stai aspettando, e allora, forse, tutto avrà un senso.”
Jacob mi rispose brontolando rabbioso.
“Se pensi che l’imprinting possa dare un
senso a questa pazzia.. credi davvero che se incontrassi una sconosciuta e
avessi l’imprinting, questo aggiusterebbe tutto?” mi puntò un dito al pancione.
“Allora dimmi a cosa è servito, Bella! Che
senso ha avuto amarti? Che senso ha avuto il tuo amore per lui? Pensi che
quando morirai tutto tornerà a posto? Che senso avrà avuto tanto dolore, mio,
tuo, suo?! Non che me ne importi, ma finirai per uccidere anche lui.” Ebbi un
fremito. Per favore, non ripetermi quelle parole. Mi sento soffocare al solo
pensiero. Jacob continuò. “E a quel punto, la tua perversa storia d’amore a
cosa sarà servita? Bella, se tu ci vedi un senso, per favore, mostralo anche a
me, perché da solo non ci arrivo proprio.”
Lo lasciai sfogare. Sospirai. Perché tutti
facevano così fatica a capire quanto questo bambino fosse importante?
“Non lo so, Jake. Ma sento.. che tutto
questo porterà a qualcosa di buono, anche se ora non riusciamo a vedere cosa.” Riuscite corressi mentalmente. “Penso
che sia quella che chiamano fede.”
Non ero mai stata particolarmente
religiosa, a causa dei cambiamenti religiosi di Renèe, ma questa volta ero
piuttosto fiduciosa. Soprattutto come gli avevo detto prima, riguardo la magia
di cui costantemente ero circondata.
“Stai morendo per niente, Bella! Per
niente!”
Era cieco e non aveva visto il mio
pancione? Ma in fondo era un maschio.. non poteva di certo capire l’istinto
materno che sorge dentro di te quando hai una vita che ti cresce dentro.
Per farglielo capire senza parole, tolsi
lentamente la mano dal suo viso e la portai verso il grembo, accarezzandolo.
“Non morirò. Il mio cuore continuerà a
battere. Sono forte abbastanza.”
“Stronzate, Bella. Nessun umano può
farcela. E tu non sei abbastanza forte.”
Mi prese il viso tra le mani. Io potevo
farcela.. avrei dovuto farcela. Per il mio bambino. Per Edward. Per la mia
famiglia. E anche per Jacob.
“Posso farcela. Posso farcela.” Farfugliai.
“A me non pare proprio. Allora dimmi, qual
è il tuo piano? Spero che tu ne abbia uno.”
Certo che ne avevo uno.. gli sembrava
stupida fino a tal punto?
Perciò annuii ed evitai il suo sguardo. Non
volevo che si arrabbiasse in anticipo.
“Lo sapevi che Esme si è buttata da una
scogliera quando era ancora umana?”
“Quindi?”
Ancora non capiva.
“Era più morta che viva, tanto che non si
sono nemmeno presi la briga di portarla al pronto soccorso: è finita dritta
all’obitorio. Però il suo cuore pulsava ancora quando Carlisle l’ha trovata..”
“Quindi non è in forma umana che pensi di sopravvivere.”
Finalmente ci era arrivato.
“No, non sono stupida fino a quel punto. Ma
presumo che tu la veda in maniera diversa.”
Ricordai ancora le parole che mi aveva
detto qualche mese prima.
Brontolò. “Pronta vampirizzazione.”
“Con Esme ha funzionato. E anche con
Emmett, con Rosalie e pure con Edward. Nessuno di loro era in forma smagliante,
sai? Carlisle li ha trasformati perché se non lo avesse fatto sarebbero morti.
Lui non mette fine alle vite, le salva.”
Non voleva demordere. Lo vedevo.
“Dammi retta, Bells. Non farlo. Non
aspettare che sia troppo tardi, Bella. Non così. Vivi, okay? Vivi e basta. Non
farmi questo. E non farlo a lui.” Poi improvvisamente alzò la voce. “Sai cosa
farà quando morirai. Lo hai già visto. Vuoi che torni da quegli assassini
italiani?”
Mi rannicchiai, respirai a fondo. Non
volevo ricordare quei momenti spaventosi, vissuti nella paura di doverlo
perdere se non fossi stata abbastanza veloce. Potevo sentire il sole che mi
scaldava mentre correvo verso la sua salvezza. Non volevo pensarci. Perché me
lo ricordava? Così mi faceva stare solo peggio.
Fece un respiro e proseguii.
“Ricordi quando mi sono fatto massacrare da
quei neonati? Ricordi cosa mi hai detto?”
Ecco
un altro ricordo. Con Jacob era sempre così. Ti faceva ricordare tutto.
Serrai le labbra e non risposi. Non volevo ripensare a tutte le mie insicurezze
e a quanto lo avessi fatto soffrire.
“Mi hai detto di fare il bravo e dare
ascolto a Carlisle. E io cos’ho fatto? Ho dato ascolto al vampiro. Per te.”
Ma come poteva paragonare quella situazione
a quella attuale?
“Gli hai dato ascolto perché era la cosa
giusta.”
“Okay, una ragione vale l’altra, scegli
quella che preferisci.”
Feci un bel respiro.
“Ma ora non è la cosa giusta.” Guardai il
pancione e bisbigliai. “Non lo ucciderò.”
“Oh, che bella notizia! Allora aspettiamo
che nasca questo bel bambino che scoppia di salute. E sai che ti dico? I
palloncini azzurri li porto io.”
Arrossii. Non avevo mai detto a nessuno del
bambino del mio sogno. E non sapevo se era saggio parlarne a Jacob.
“Non so se è un maschio. L’ecografia non
può dirlo. La membrana che lo avvolge è troppo dura, come la loro pelle. Perciò
sarà una sorpresa. Ma nella mia mente vedo sempre un maschietto.” Non gli dissi
del sogno.
“Non c’è un bel bambino li dentro, Bella.”
Non gliel’avrei data vinta. Come al solito.
“Vedremo.”
“Tu no di certo.”
Uffa.
“Sei molto pessimista, Jacob. Secondo me
almeno una possibilità di farcela c’è.”
Non rispose e respiro profondamente.
Gli arruffai i capelli. “Jake, andrà tutto
bene. Sssh. Andrà tutto bene.” Gli accarezzai una guancia.
“No, invece no.”
Sempre il solito testardo.
“Sssh.”
“Cosa c’è sotto, Bella? Ero convinto che
non desiderassi altro che il tuo vampiro. E ora che fai? Ci rinunci? Non ha
senso. Da quand’è che sei così smaniosa di diventare mamma? Se ci tenevi tanto,
perché mai hai sposato un vampiro?”
Non riusciva a capire. Maschi.
“Non è così. Non m’importava di avere un
figlio. Non ci pensavo neanche. Non di tratta di avere un bambino. Si tratta
di, be’, questo bambino.”
“È un assassino, Bella. Guarda come ti ha
ridotta.”
Mi fece arrabbiare. Il mio bambino non era
un assassino.
“No, non è un assassino. Dipende da me.
Sono debole e umana. Ma tengo duro, Jake, posso..” non mi fece nemmeno finire
la frase.
“Oh, avanti! Sta’ zitta, Bella. Puoi
incantare il tuo succhiasangue, ma non puoi infinocchiare me. Sai benissimo che
non ce la farai.”
Aveva toccato perfettamente il mio punto
debole. Volevo rassicurare Edward dicendo quelle parole, ma dentro di me avevo
una certa paura che qualcosa non andasse come non doveva.
“No che non lo so. Ovviamente sono
preoccupata.”
“Preoccupata.”
Dolore.
Sentivo un dolore acutissimo al centro del
pancione. Mi afferrai il ventre, e senza che me ne accorgessi alzai un piccolo
lembo di maglia.
“Sto bene, non è niente.”
Sapevo benissimo di avere dei lividi su
tutta la pancia. E Jacob li stava fissando intensamente.
“È forte, tutto qui.”
Iniziò a balbettare.
“Bella.”
Lo fissai.
“Bella, non farlo.”
Si stava agitando troppo.
“Jake..”
“Ascoltami. Non ti arrabbiare, okay? Sta’
solo a sentirmi. E se..?”
Non completò la frase, ma dal tono mi
sembrava una domanda.
“E se cosa?”
“E se ci fosse una possibilità? Se ci fosse
un’alternativa? Se dessi retta a Carlisle, da brava, e sopravvivessi?”
Non riuscivo a capire dove volesse
arrivare.
“Io non..”
“Non ho ancora finito. Intanto sopravvivi e
poi si vedrà pensa che per questa volta non è andata. E magari, più in là, ci
riproverai.”
Aggrottai le sopracciglia, alzai le dita e
gli accarezzai la fronte. Questa volta a non capire ero io..
“Non capisco.. cosa vuol dire ci
riproverai? Non penserai che Edward mi permetterà..? E che differenza farebbe?
Sono sicura che qualsiasi bambino..” non mi lasciò di nuovo finire la frase.
“Si. Sarebbe lo stesso con qualsiasi suo
bambino.”
Confusione totale.
“Cosa?”
Cercai di afferrare il senso delle sue
parole.. qualsiasi suo bambino sarebbe come quello che portavo in grembo..
l’unica soluzione che vedevo era..
“Oh. Bleah! Ti prego, Jacob. Pensi che
dovrei uccidere il mio bambino per sostituirlo con un surrogato? Magari
ricorrendo all’inseminazione artificiale? Perché dovrei volere il figlio di uno
sconosciuto, come fosse la stessa cosa? Pensi che un bambino valga l’altro?” mi
stavo arrabbiando.
Non credo che sarei mai stata una madre
perfetta. Ma questo proprio no.
“Non intendevo questo. Non il figlio di uno
sconosciuto.”
“Allora cos’è che stai dicendo?”
“Niente. Non sto dicendo niente. Tanto per
cambiare.”
Ma si vedeva lontano un miglio che stava
mentendo.
“Come ti è venuto in mente?”
“Lascia perdere, Bella.”
Ecco. Avevo toccato il tasto giusto. Non era
stata di certo una sua idea. Chi era che mi amava così tanto da essere disposto
a qualsiasi cosa pur di farmi vivere?
“È stato lui, vero?”
“No, fidati. Non ha parlato di qualcosa di
artificiale?”
Okay, non capivo. Ero stanchissima e mi
lasciai sprofondare nei cuscini.
Non mi accorsi nemmeno di stare parlando ad
alta voce..
“Farebbe qualsiasi cosa per me. E io lo sto
facendo soffrire così… ma cosa crede? Che scambierei questo con quello di uno
sconosciuto..”
“Non devi farlo soffrire. Puoi tornare a
farlo felice, Bella. Penso che stia veramente perdendo la testa, sul serio.”
Mentre lui parlava io ripensavo alle sue
parole, parola per parola. Sapevo che c’era un significato che stava cercando
di nascondermi. Distrattamente disegnavo dei piccoli cerchi sul pancione. Oddio.
Forse avevo capito. Ma che fosse disposto ad arrivare fino a quel punto? Possibile
che.. dovevo chiederlo di nuovo.
“Non con uno sconosciuto? Cosa ti ha detto
Edward esattamente?” Rabbrividii al solo pensiero di una risposta positiva.
“Niente. Pensava solo che magari mi avresti
dato retta.”
Ah ah.. devi cambiare battuta, Jake.
“Sbagliato. Riprovaci.”
Lo guardai negli occhi, e lui cercò di
negare ancora, ma senza troppa convinzione.
“Niente.”
Questo dimostrava che avevo ragione.
Schiusi la bocca per la sorpresa.
“Wow.”
Jacob non osava guardarmi. Scossi lentamente
la testa.
“È veramente disposto a tutto, vero?”
Lui sembrò cedere. E mi confermò quello che
ormai stavo iniziando a capire.
“Te l’ho detto che sta letteralmente
impazzendo, Bells.”
“Mi stupisce che tu ti sia lasciato
sfuggire l’occasione di fare subito la spia, per metterlo nei guai.”
Alzò lo sguardo in tempo per vedere sul mio
viso scavato un ghigno.
“Ci avevo pensato.”
Eppure, nonostante Jacob sapesse che non
avrei più cambiato idea, fece la stessa cosa che aveva fatto quando era venuto
al matrimonio. Si era sacrificato pur di farmi felice. Soffriva lui al posto
mio.
“Anche tu saresti disposto a tutto per me,
eh?” sussurrai. “Non capisco proprio perché ti dia tanta pena. Non vi merito,
non merito né lui né te.”
Di questo ero sicurissima. Entrambi si
sarebbero sacrificati per la mia felicità, mentre io li facevo solo soffrire.
“Tanto non cambia niente, vero?” mi chiese.
“Non stavolta. Vorrei proprio spiegartelo
in modo che tu capisca. Non posso fargli del male” indicai la mia pancia. “così
come non poteri impugnare una pistola e sparare a te. Gli voglio bene.”
“Perché vuoi sempre bene alle persone
sbagliate, Bella?”
“Non è così.” Ed era vero. Come poteva ritenere
sbagliato voler bene a Edward, così dolce; a lui stesso, che si sacrificava
sempre per me; alla mamma che tutti vorrebbero, Esme; al comprensivo Carlisle; alla
piccola folletta Alice; all’orsacchiotto Emmett; a Rose, che mi aveva aiutata
quando ne avevo bisogno; a Jasper che mi considerava come una sorella; al
piccolo Seth, con quel suo faccino ancora da bambino? Come si poteva non voler
bene a queste persone?
Ma lui, come in tutto non sembrava d’accordo.
“Invece si, fidati.”
Si alzò.
“Dove vai?” non volevo che andasse via. Aveva
portato un po’ di normalità nella mia vita fatta di tensioni.
“È inutile che resti qui.”
Sollevai una mano. “Non andartene.”
“Questo non è il mio posto. Devo tornare a
casa.”
“Perché sei venuto oggi?”
“Per vedere se eri viva davvero. Charlie ha
detto che eri malata e non gli ho creduto.”
Sempre il mio solito Jacob.
“Tornerai, prima..”
Non mi lasciò finire.
“Bella, non me ne starò qui a guardarti
morire.”
Trasalii a quelle parole.
“Hai ragione, hai ragione. È meglio che te
ne vada.”
Si voltò verso la porta.
“Addio. Ti voglio bene, Jacob.”
Lo sentii farfugliare qualcosa mentre
usciva e poi scomparii tra gli alberi.
Avrei voluto che fosse rimasto, ma non era
giusto. Ero egoista, e gli stavo facendo ancora del male. Non bastava quanto
gliene avessi già fatto? Ma adesso tutto era cambiato, io volevo solo il mio
amico Jacob, non ero più innamorata di lui.
I Cullen rientrarono, e mi guardavano
perplessi. Non avevano sentito una parola della nostra discussione, e non
volevo certo mettere in imbarazzo Edward. Rose mi venne immediatamente al
fianco mentre io guardavo Edward. Doveva averlo capito anche lui che non avevo
accettato la sua richiesta indiretta, e tornò uno sguardo addoloratissimo.
“Cosa ti ha detto il cane?”
“Nulla, Rose. Solo che non credeva alla
storia di Charlie.”
Sbuffò.
Non dissi nient’altro.
Poi vidi Rose allontanarsi improvvisamente,
e tornare subito dopo, con una spugna e una bacinella con dell’acqua. La guardai
confusa.
“Puzzi di cane, Bella.”
Tutti tranne Edward ci lasciammo andare ad
una lieve risata, almeno fino a quando non si udii uno strano rumore provenire
dall’interno del grembo, che mi fece piegare in due dal dolore.
Ringraziamenti:
- a chi recensisce: (per ogni capitolo scrivo chi ha recensito per quello precedente..)
ledyang
mistica88
saraligorio1993
- e naturalmente chi mi ha messo tra i preferiti:
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ibiscus
15 - ka chan
16 - Kathys
17 - ki9
18 - ledyang
19 - lisepotter
20 - miss lovett
21 - mistica88
22 - Mnemophobia
23 - nene1964
24 - ninfea_82
25 - nixy
26 - Padfoot_07
27 - sackiko_chan
28 - saraligorio1993
29 - sarwen
30 - _HoneY_
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Capitolo 9 *** Dolore e Confusione ***
cap 9
Ciao
ragazze!! ma quanti splendidi commenti!! sono veramente felicissima che
la mia storia vi piaccia così tanto!! credo che posterò
sempre ogni 2 giorni, perchè con la scuola non riesco a fare di
meglio, cioè.. potrei postare ogni giorno.. ma verrebbe una
schifezza secondo me, perciò preferisco fare le cose bene, con
calma...
bhe adesso rispondiamo ai commentini... alla prossima! baci! =)
_Hysteria:
una nuova fan, che bello!!! =) mi fa molto piacere che ti sia
appassionata! spero che ti piaccia come andrò avanti... XD baci..
ledyang: bene bene!! =) così avrò sempre degli splendidi commenti!! grazie mille!!
saraligorio1993:
grazie! =) anche io credo che la sottovalutino troppo... ma è il
loro carattere.. come dice anche la Meyer, Bella è molto
più forte di quanto si creda..
Wind: eh lo so.. per quanto possa avermi divertito la parte di jacob, sarebbe stata tutta un'altra cosa narrata da bella..
mistica88:
sisi.. ricordo mamma mia che dolor... uh dio.. non voglio pensarci..
poveretta... mi stupisco che fosse rimasta semicosciente...
Capitolo 9
Dolore e confusione
Il male alla pancia continuava a crescere.
Emisi un altro gemito mentre tutti mi si raccoglievano attorno.
“Bella? Cosa ti senti?” mi chiese Rose.
“Non lo so.” Altro gemito. “Credo che si
stia muovendo. Solo che mi fa male.”
Vidi Edward stringere le nocche e guardare
il pancione con aria omicida. Ma Rose, troppo occupata a passarmi l’acqua sulla
fronte, non a causa del mio odore canino, per fortuna non se ne accorse,
altrimenti sarebbe scoppiata un’altra lite.
“Bella dobbiamo portarti di sopra a fare
una lastra, per sicurezza.”
“È troppo rischioso continuare a
trasportarla, Edward. Perché non portate tutte le attrezzature qua?”
“In effetti è una buona idea.”
“Emmett, Jasper e Edward, smontate tutto.
Io e Alice facciamo spazio nella stanza.”
Immediatamente tutti si volatilizzarono,
Edward qualche secondo più tardi. Forse non voleva lasciarmi sola, oppure
aspettava che gli dicessi qualcosa riguardo la mia conversazione con Jacob.
Le ragazze si misero a spostare
silenziosamente i mobili del salotto, mentre io, con le mani sul pancione, le
fissavo muoversi.
Spostarono il tavolo in cucina, tolsero un
divano e con particolare attenzione portarono di sopra il piano di Edward nello
stesso momento in cui Emmett e Jasper portavano giù il lettino d’ospedale. Lo
sistemarono davanti al divano.
Poi Emmett, prendendomi con tutti la
delicatezza che aveva in corpo, mi prese tra le braccia e mi mise sul lettino,
coprendomi con una coperta.
“Vedi di non far prendere il raffreddore al
mio nipotino!” e mi fece un gran sorriso.
Io lo ricambiai.
Sapevo che Emmett soffrisse di fronte alla
possibilità di perdermi, ma era comunque emozionato di diventare zio, e avere
la possibilità di tenere un bimbo tra le sue braccia. La sua natura glielo
negava. Perciò sperava di avere una piccola possibilità con il bimbo in arrivo.
Mentre gli sorridevo scese dalle scale il
mio angelo, con dei monitor in mano, guardò male Emmett, e questo tossicchiò e
andò di nuovo di sopra. Edward aveva sentito quello che aveva detto Emmett.
Logico. Non sopportava tutta questa dolcezza verso la creatura che era la causa
del mio dolore.
Mise i monitor su dei sostegni, mi guardò
addolorato e tornò di sopra.
Dopo solo mezz’ora di spostamenti vari, la
stanza era quella di un ospedale.
Rose si avvicinò.
“Dove sono Carlisle ed Esme?”
“Ne hanno approfittato per andare a caccia
qualche ora nei dintorni. Se ci serve qualcosa ci può aiutare Edward.” Disse
con una smorfia, come a voler dire che se fosse stato per lei, non si sarebbe
mai avvicinato più di tre miglia.
Questo mi si avvicinò con il sacchetto
della flebo in mano. Rose camminò verso di lui e glielo tolse dalle mani. Edward
non fece una piega mentre lei lo annusava e glielo restituiva con un breve
sorriso, ma mi sembrava di aver intravisto nei suoi occhi una strana luce,
folle oserei dire. Edward non lo ricambiò poi si fermò vicino al lettino. Lo
guardai supplichevole. La puntura no, per favore quella no.
“Edward, è proprio necessario?”
“Si, questi medicinali non li puoi bere. Mi
dispiace molto, Bella. Ma non credo che questa sia l’unica puntura che dovrai
sopportare. Dobbiamo controllare come funziona tutto il tuo organismo. Stai
dimagrendo troppo velocemente, lo hai notato, vero?” parlava ancora con voce da
automa.
Annuii. Da due giorni mangiavo pochissimo,
qualsiasi cosa mi mettessero davanti mi dava una nausea terribile, ma mi
avevano convinta a mangiarne almeno un pochino, per il bene del bambino e per
il mio.
Edward mi mise la flebo al braccio
sinistro, e accese tutti i vari monitor. Non facevano nessun rumore,
segnalavano il battito del mio cuore e altre cose. L’unico rumore era quello
della flebo, ma preferii non pensarci. Mentre stavo cercando qualcosa per farmi
dimenticare quel rumore orrido, avvertii un leggero cambiamento nell’aria.
Poi improvvisamente tutti si misero
all’erta. Cercai di ascoltare qualche rumore strano, ma da fuori veniva sempre
il solito scricchiolio dei rami degli alberi, e naturalmente quello della
maledettissima flebo.
“Emmett, Jasper, venite con me.” Disse
Edward.
“Edward? Cos’è successo?” chiesi ansiosa.
“Nulla, non preoccuparti. Ti spiegherò
tutto dopo.”
Annuii più ansiosa di prima, probabilmente
Jasper se ne accorse immediatamente e diffuse una calma inopportuna in casa.
Poi velocemente uscirono dalla porta.
Da fuori si sentiva ogni tanto qualche
ringhio, che non sapevo collegare al suo proprietario.
Vicino a me, Rose e Alice impietrire ogni
secondo di più. Si lanciarono uno sguardo che non seppi interpretare e poi
dalla porta entrò Emmett. Non disse nulla. Si limitò ad andare al telefono e
comporre un numero alla velocità della luce. Attese qualche secondo e poi
iniziò a parlare velocissimo.. chi aveva chiamato?
Provai a parlare, ma Emmett uscii di nuovo,
seguito poco dopo da Alice. Uffa. Che noia essere l’unica a non sentire..
I minuti passavano, e i miei occhi non
reggevano più. Volevo aspettare che tornassero, ma la stanchezza mi assalii, e
mi addormentai. Non sentii rientrare nessuno.
Entrai di nuovo in uno di quegli incubi che
mi assillavano anche sull’isola Esme.
Avevo il mio bambino in braccio, i Volturi
si avvicinavano sempre di più.
Ma non erano loro a preoccuparmi, bensì
un’altra figura che si avvicinava. Non riuscivo a vedere chi fosse, a causa
della forte nebbia. Ma a qualche metro di distanza lo riconobbi con un gemito.
Era Edward, che avanzava verso di noi. Non riuscivo a capire dai suoi movimenti
se le sue intenzioni erano buone o meno. A pochi passi da me si fermò e mi
rivolse uno strano sorriso che mi fece sussultare. Poi non lo vidi più. Vedevo
solo buio.
E finalmente la notte proseguii senza
sogni.
Grazie mille a chi recensisce:
_Hysteria
Ledyang
mistica88
saraligorio1993
Wind
e ovviamente anche a chi ha messo la storia tra i preferiti XD
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ibiscus
15 - ka chan
16 - Kathys
17 - ki9
18 - ledyang
19 - lisepotter
20 - miss lovett
21 - mistica88
22 - Mnemophobia
23 - nene1964
24 - ninfea_82
25 - nixy
26 - Padfoot_07
27 - sackiko_chan
28 - saraligorio1993
29 - sarwen
30 - _HoneY_
31 - _Hysteria
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Capitolo 10 *** Ha bisogno di cosa...? ***
cap 10
Haloa!!
=) i commenti sono sempre più belli!! Grazie
mille per seguirmi..!! XD ecco un altro capitolo.. spero che vi piaccia come i
precedenti.. ma ormai ne mancano pochini.. solo 6… sta di fatto che mi piace un
mondo farmi leggere quello che è in grado di produrre il mio cervellino.. XD e
vedere che vi piace così tanto mi fa veramente felice! Ora vi lascio al
capitolo.. lo so che non volete starmi a sentire.. XD kiss
_Hysteria:
grazie mille per i complimenti! =) non credevo di scrivere così bene! Cosa ne
pensi di questo capitolo?!? Kiss
Ledyang:
grazie grazie grazie!! =)
Saraligorio1993:
Emmett è decisamente uno dei miei Cullen preferito.. quell’aria da orsacchiotto
coccoloso la adoro!!
Wind: anche
io non vedo l’ora di scriverlo.. e mi sta venendo una piccola ideuzza… sta
cercando di farsi spazio tra i miei neuroni atrofizzati dalla matematica… ma si
sta facendo strada… XD
Mistica88:
ma che vecchiaia!! XD quanti anni hai?! Comunque è quel can.. ehm.. è quel
bravo ragazzo di Jacob.. XD (non si nota
il mio rancore verso di lui vero?)
Capitolo
10
Ha bisogno di cosa…?
Mi risvegliai.
Sentivo dei
bisbigli intorno a me, probabilmente non volevano che mi svegliassi.
Appena aprì
gli occhi, subito Edward mi fu accanto.
“Buongiorno,
amore. Come stai?”
Come stavo? Mi
sentivo tremendamente stanca, non riuscivo nemmeno a trovare la forza di
rispondere.
Ma dovevo
farcela. Lui non doveva stare male. Non più di quanto non ci stesse già.
“Benino..”
risposi con voce flebile.
“Hai fame?”
“Mhm.. non
molta..”
“Bella..” mi
rimproverò Rose. “Devi sforzarti, ricorda il bambino.”
Certo che
ricordavo il bambino. Era il mio pensiero fisso. Come poteva solo insinuare che
per un solo attimo non ci pensassi?? Ma preferii non dire nulla. D’altronde
stava facendo così tanto per me, come potevo trattarla male?
“Va bene,
vediamo cosa posso mangiare..”
In tre si
volatilizzarono in cucina. Esme, Edward e Alice.
Alice come
al solito appena aveva un occasione libera scappava via.
Tornarono
prima ancora che potessi pensare al motivo per cui si comportava così.
Mi misero
davanti un vassoio con su un piatto di pasta, uno di uova, e un bicchiere d’aranciata.
Sembrava tutto
delizioso. Questo fino a quando non mi arrivò l’odore al naso. Era nauseante. Mi
faceva schifo.
E subito un
conato di vomito mi salii per la gola.
“R-Rose..”
cercai di avvertirla di quello che stava per succedere.
Grazie al
cielo capii e mi mise sotto una bacinella che prima non c’era. Probabilmente era
andata a prenderla in un’altra stanza della casa.
Vomitai abbondantemente,
poi tirai su la testa.
Mi sentivo
stanchissima.
“Bella? Devi
mangiare qualcosa.” Mi rimproverò Carlisle.
“Ci ho
provato, te lo giuro. Ma non riesco.”
“Proviamo di
nuovo.”
Ed Esme mi
spinse di nuovo il vassoio sotto il naso.
Oh no. Lo sapevo.
Li avevo avvisati. Uffa. Ero già abbastanza magra, se poi adesso non mangiavo e
in più vomitavo, sarei dimagrita troppo.
Vomitai di
nuovo.
Con la coda
dell’occhio vidi Carlisle scuotere la testa.
“Okay. Proviamo
per endovena.”
Ecco. Altra puntura.
Ma non potevo oppormi. Avevo una fame tremenda. Come avrei fatto?
Carlisle fece
esaminare il sacchettino della flebo a Rose, lei lo approvò, e poi mi piantò
delicatamente un ago nel braccio. Ahi.
Vidi Carlisle
fissare il cosino della flebo sconcertato. Edward aveva spalancato gli occhi
della misura di due palle da bowling.
“Co-cosa c’è?”
Si fissarono
interdetti.
“Ehm.. le
vitamine non entrano nel tuo organismo. Non so perché. I medicinali si, e
allora perché il cibo no?” quasi sembrava che stesse parlando con se stesso.
Mi sentivo
debolissima.
“Come
possiamo fare?”
“Aspettare. Vediamo
se riesci ad assorbirle.”
E tutti si dispersero
nella casa. Chissà da quanto non si dedicavano ampiamente alle loro
occupazioni.
Emmett,
Alice e Jasper andarono insieme di sopra, come Esme, ma lei probabilmente
doveva lavare i miei innumerevoli panni sporchi. Edward aveva in viso un’espressione
che diceva chiaramente che non si sarebbe allontanato da me per nessuna ragione
al mondo. Rose.. bhe lei non capivo se stava li perché era preoccupata per me o
perché non voleva lasciarmi da sola con Edward. Carlisle si avviò verso la
cucina, ma poi improvvisamente, si voltò verso la porta e si diresse fuori.
Guardi perplessa
Edward.
“È arrivato
Jacob.”
Annuii. Che bello.
Era tornato. Mi faceva sentire felice. Portava un po’ di normalità in questa
tensione.
Rosalie ed
Edward erano attentissimi a sentire la conversazione che stava avvenendo fuori.
Poi, improvvisamente,
Edward assunse un’espressione speranzosa. Lo fissai. Fissai quella nuova
emozione che prendeva sempre più spazio in quel viso che era rimasto invariato
in 3 settimane.
Si voltò guardarmi. Quel sentimento ancora ben
visibile sul suo volto d’angelo.
“Torno
subito, Bella. Devo parlare con Carlisle. Ehm, Rosalie, vieni con me?”
Cosa stava
succedendo? Fissai Rosalie, aspettandomi di vedere quel sentimento sul so viso,
ma non ve ne era traccia. Allora Edward doveva aver sentito qualcosa nel
pensiero di Carlisle, o di Jacob.
“Cosa c’è,
Edward?” gli chiesi rauca.
“Niente di
cui tu debba preoccuparti, amore. Ci metto un attimo. Rose, ti prego!”
Mi illuminai.
Sentirmi chiamare amore con quell’espressione mi faceva sentire al settimo
cielo.
Rose sembrò
incuriosita.
“Esme? Mi dai
il cambio con Bella?”
Esme fu subito
al mio fianco. “Certo.”
Edward e
Rose uscirono fuori, chiudendosi la porta alle spalle.
Esme sembrava
sentire tutto. Quindi questa volta erano rimasti vicini. Avrei voluto chiederle
cosa stesse sentendo, quando all’improvviso anche sul suo viso apparve quell’espressione
felice, speranzosa, che aveva anche Edward. Perciò mi limitai a fissare quel
viso, illuminato. Finalmente stava per succedere qualcosa di buono. Ma chissà
cosa. Mi misi a fissare il vuoto, cercando di immaginare cosa sarebbe potuto
succedere. Ma non mi venne in mente nulla. Mentre ero in quello stato,
rientrarono tutti.
Si misero di
nuovo tutti ai loro soliti posti, intorno a me.
“Cosa
succede?” chiesi. Passai una mano scheletrica sul pancione, dove continuava a
crescere il mio piccolino.
Fu Carlisle
a rispondermi.
“Jacob ha
avuto un’idea che potrebbe aiutarti. Non sarà piacevole, ma..”
“Ma aiuterà
il bambino.” Lo interruppe Rose.
Aiuterà il bambino?
Non riuscivo a capire come. Qualsiasi cosa avessimo provato non funzionava, e
soprattutto cosa voleva dire..
“Non sarà
piacevole?” tossì una risatina. E cosa nella mia vita era piacevole? Soprattutto
quei tubi che avevo conficcati nel braccio dalla mattina alla sera. Li fissai e
tossì un’altra risatina. “Grande novità!”
Anche Rose
rise con me. Da quanto tempo non c’era questa atmosfera in casa?
Edward mi si
avvicinò immediatamente e mi prese la mano tra le sue.
“Bella, amore,
stiamo per farti una richiesta mostruosa. Ributtante.”
Okay. Se lui
diceva che era ributtante, allora qualcosa di brutto doveva essere per forza.
“È tanto
brutto?”
Mi rispose
Carlisle. “Pensiamo che l’appetito del feto sia più simile al nostro che al
tuo. Può darsi che abbia sete.”
Battei le
palpebre. Ah. Ecco cosa intendevano. Mi avrebbero dovuto fare un’altra puntura.
Ma non riuscivo a collocare la parola mostruoso in tutto questo. Era solo un
altro ago.
“Oh. Oh.”
“Le tue
condizioni.. le vostre condizioni, ecco, peggiorano rapidamente. Non c’è tempo
da perdere, non possiamo permetterci il lusso di affannarci alla ricerca di un
metodo più invitante. Il modo più veloce per verificare la nostra teoria..”
Ecco.. capii
cosa c’entrava quella parola in tutto questo. Ah.
“Devo berlo.”
Mormorai. Ma annuii. Dovevo essere forte. Dovevo farlo soprattutto per lui. “Posso
farcela. E nel frattempo mi alleno per il futuro, no?” guardai Edward, sperando
che ricordasse con un sorriso, come me, quella scommessa che avevano fatto
qualche mese prima Emmett e Jasper. Ma così non fu.
Rosalie
sembrava impaziente, batteva il piede sul pavimento.
“Allora chi
è che va a cacciarmi l’orso?” mormorai.
Vidi Edward
e Carlisle scambiarsi uno sguardo fugace. Rosalie si immobilizzò.
“Che c’è?”
“Perché il
test sia efficace, non dobbiamo prendere scorciatoie, Bella.” Mi disse mio
suocero.
Ecco un’altra
cosa che rendeva la parola mostruoso più brutto. Iniziai a capire.
“Se il feto
brama sangue, non si accontenterà del sangue di un animale.”
Spalancai gli
occhi. Avrei dovuto uccidere qualcuno?
“Chi?” e
guardai Jacob.
Lui borbottò,
al suo solito.
“Non sono
venuto qui per immolarmi come donatore, Bella. E poi quella cosa vuole sangue
umano, perciò non credo proprio che il mio faccia al caso suo..”
Rosalie interruppe
anche Jacob.
“Abbiamo del
sangue a portata di mano. Per te. Non si può mai sapere. Non preoccuparti di
niente. Andrà tutto bene. Me lo sento, Bella. Sono sicura che il bambino starà
molto meglio.”
Se lo diceva
lei, allora, potevo fidarmi. Mi aveva aiutata fino a questo punto, perché adesso
avrebbe dovuto mentirmi?
Portai adesso
entrambe le mani al pancione, e lo accarezzai.
“Bene. Io sto
morendo di fame, per cui suppongo che anche lui non veda l’ora di mangiare.”
Sussurrai. Stavo veramente malissimo. Avevo una fame insopportabile. Mi feci
forza.
“Forza. Sarà
il mio primo gesto da vampira.”
Sperai che
andasse tutto bene. Ma se Edward aveva avuto quell’espressione speranzosa,
voleva pur dire qualcosa. Lo guardai. Adesso non ce l’aveva più, ma
probabilmente era solo perché si preoccupava di come avrei reagito bevendo il
sangue. Non avrei fatto la schizzinosa, perché se avrebbe fatto stare meglio il
bambino, allora avrebbe fatto stare meglio anche me, e soprattutto avrei fatto
vedere a Edward quanto fossi forte.
Si. Ce l’avrei
fatta. Per tutti e tre.
Grazie di cuore a chi recensisce!
_Hysteria
Ledyang
Mistica88
saraligorio1993
wind
E anche a
chi mi ha messo la storia tra i preferiti, che aumentano ogni giorno!!!
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - Fiorellina94
12 - francy94
13 - giagiotta
14 - ginny89potter
15 - Honey Evans
16 - ibiscus
17 - ka chan
18 - Kathys
19 - ki9
20 - lamagica91
21 - ledyang
22 - lisepotter
23 - miss lovett
24 - mistica88
25 - Mnemophobia
26 - nene1964
27 - ninfea_82
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29 - Padfoot_07
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32 - sarwen
33 - stizy
34 - _HoneY_
35 - _Hysteria
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Capitolo 11 *** Finalmente stai meglio.. piccolino.. ***
cap 11
Scusate
ragazze!! Chiedo perdono umilmente per non aver aggiornato!!! È che giovedì ho
la verifica sulla divina commedia, e c’è un sacco di roba.. sul serio.. mi
dispiace da morire!! Spero che possiate perdonarmi… vi voglio bene! Kiss =)
Bene
passiamo a tutti questi bei commentini:
Wind:
certo che non può lamentarsi.. XD la trattano come una regina.. che invidia… =)
Ledyang:
anche io non vedo l’ora di scrivere quel capitolo! Ma pian piano ci stiamo
arrivando!
_Hysteria:
XD grazie mille per questi complimenti bellissimi che fai ogni volta.. =) mi
dispiace tantissimo per aver tardato così tanto a postare, spero solo di non
continuare a fare così tardi.. comunque grazie per avermelo fatto notare
quell’errore.. va benissimo ricevere anche delle dritte e delle correzioni! XD
Mistica88:
già che schifo.. guarda quando l’ho letto grazie al cielo non avevo ancora
mangiato, altrimenti non so come avrebbe reagito il mio corpo davanti ad una
cosa del genere.. XD
Capitolo
11
Finalmente
stai meglio… piccolino..
Appena
pronunciai quelle parole, Rosalie e Carlisle sparirono al piano di sopra.
Che
strano. Rosalie non si era mai allontanata da me, e se mi aveva lasciata con
Edward voleva dire che magari stava iniziando a fidarsi un po’ di lui.
Edward mi
prese la mano e mi fissò solamente. Io feci lo stesso. Mi dimenticai che Jacob
e gli altri componenti della mia famiglia erano nella stessa stanza, perché in
quel momento c’eravamo solo io e Edward.
O meglio
io, Edward e il nostro piccolo brontolone.
Negli
occhi di Edward vedevo tanto dolore nel vedermi in quella condizione. Ma il
dolore non era per se stesso. Era sempre stato una creatura egoista, come
adorava definirsi, ma in quel momento non riuscii a capire come potesse
definirsi tale. Quel dolore così distruttivo che vedevo nei suoi occhi si
preoccupava che io potessi stare troppo male. E mentre i nostri sguardi erano
intrecciati, volevo fargli capire, come d’altronde in queste settimane, che la
sua preoccupazione non serviva a nulla. Lui ce l’avrebbe fatta a salvarmi.
Stavo riponendo tutta la mia vita, la mia anima, il mio cuore nelle sue mani, e
conoscendolo, sapevo che li avrebbe trattati come se fossero il suo tesoro più
prezioso. E dallo sguardo che mi rimandava mi correggeva. Non le avrebbe
trattate come se fossero state il suo tesoro più grande, perché lo erano
veramente. Sembrava che io fossi la causa della sua esistenza, perché se io non
esistessi, allora nemmeno lui esisterebbe. Come me d’altronde. Non riuscivo
nemmeno ad immaginare la mia vita prima di lui. Credo che non si potesse
nemmeno chiamare vita quella che vivevo prima.
Rosalie,
quando volò di nuovo di sotto, ci riportò alla realtà. Schizzo in cucina.
“Non
trasparente, Rosalie.” Disse Edward.
A cosa si
riferiva? Guardi Edward curiosa, ma lui scosse la testa. Uffa. A volte non
sopportavo proprio la mi incapacità di sapere cosa mi succedeva attorno.
Mi voltai
verso Jacob.
“E’ stata
una tua idea?” sussurrai. Jacob si avvicinò, sembrava scocciato.
“Non è con
me che devi prendertela. È stato il tuo vampiro a rubarmi certi commenti
maligni dalla testa.”
Sorrisi
quanto le mie forze mi permettevano.
“Non mi
aspettavo di rivederti.”
“Già,
neanch’io.”
Sapevo
cosa aveva fatto. Me l’aveva raccontato brevemente, ma molto brevemente Edward.
“Edward mi
ha detto cosa hai dovuto fare. Mi dispiace.”
Non mi
piaceva l’idea che si fosse dovuto mettere contro la sua famiglia per
proteggermi, ma in fondo era Jacob, ce l’aveva nel DNA.
“E’ tutto
a posto. Probabilmente era solo questione di tempo. Prima i poi mi sarei ribellato
a Sam.”
Ma non era
l’unico.
“Anche
Seth.”
“A dire il
vero lui è molto felice di aiutaci.”
Già. Il
piccolo e dolce Seth. Non riuscivo ancora ad immaginarlo come un enorme
licantropo.
“Detesto
essere la causa dei tuoi guai.”
Non mi
piaceva per niente. Lo cacciavo sempre nei guai, e continuavo a farlo soffrire
con la mia vicinanza costante.
Rise, ma
era il suo latrato da lupo.
Non
riuscivo quasi a respirare. Mi stavo indebolendo sempre di più. “Immagino che
non sia una novità, vero?”
“No, in
effetti non lo è.”
“Non sei
costretto a guardare.”
Per un
attimo fu titubante, come se una parte di lui volesse rimanere, e l’altra
parte, scappare a gambe levate.
“Francamente
non saprei dove andare. Da quando Leah si è unita a noi, la faccenda dei lupi è
molto meno allettante.”
Eh?
“Leah?”
Jacob
sembrò confuso, e guardò Edward. “Non gliel’hai detto?”
Edward che
non aveva smesso di guardarmi, fece spallucce, come a dire che non era una
notizia molto importante, paragonata a tutto quello che mi succedeva.
“Perché?”
ansimai. Ero preoccupata, non le ero mai piaciuta.
“Per
tenere d’occhio Seth.”
“Ma Leah ci odia.” Sorrisi mentalmente, ormai usavo il plurale senza
accorgermene, e non me ne pentivo affatto. Eravamo tutti una grande famiglia.
“Leah non
darà fastidio a nessuno. Appartiene al mio branco perciò fa quello che le dico
di fare.”
Non ne ero
per niente convinta.
“Hai paura
di Leah ma sei diventata l’amichetta del cuore della bionda psicopatica?” mi
chiese Jacob.
Corrugai
la fronte. Non mi piaceva che parlasse così dell’unica che aveva accettato
immediatamente di aiutarmi.
“No. Rose
mi capisce.”
“Già.
Capisce che stai per morire e non gliene importa un bel niente. Per lei conta
solo che il mutante si salvi la pelle.”
Mutante?!
Il mio piccolino?!
“Smettila
di fare lo scemo, Jacob.”
“Lo dici
come se fosse possibile.” E mi sorrise, o almeno cercò di farlo.
Apprezzai
il tentativo e lo ricambiai.
L’arrivo
di Carlisle e Rose mise fine alla nostra discussione. Carlisle aveva in mano un
bicchiere con coperchio e cannuccia. Me lo porse interdetto. Scrutai quel
semplice bicchiere e assunsi un’espressione di terrore.
“Possiamo
provare con un altro metodo.” Mi disse Carlisle.
Sussurrai.
Non avevo la forza per parlare ad alta voce, e comunque erano vampiri.
“No. No,
prima proverò così. Non c’è tempo..” e mi toccai la pancia. Non mi sarebbe
importato molto di me, se alla mia salute non fosse legata inevitabilmente a
quella del mio piccolino.
Presi il
bicchiere e cercai di appoggiarmi su un gomito. Ma non ce la facevo proprio. Per
fortuna Rose mi cinse le spalle con una mano, e con l’altra mi resse la testa.
“Grazie.”
Sussurrai. Lasciai vagare lo sguardo su tutto il mio pubblico.
“Non fare
caso a loro.” M’incoraggiò Rose.
Mi feci
coraggio. Sollevai il bicchiere e lo annusai, facendo una smorfia.
“Bella,
tesoro, possiamo trovare un modo più semplice.” Mi disse il mio angelo,
tendendo una mano per prendere il bicchiere.
Credeva
che la mia smorfia fosse di disgusto. Invece era tutto il contrario.
Anche Rose
sembrò capire che fosse di disgusto.
“Tappati
il naso.”
Mi
vergognavo ad ammetterlo.
“No, non è
questo. È solo che..” feci un respiro profondo. “Ha un buon odore.” Ammisi.
“Ottimo,
allora. Vuol dire che siamo sulla strada giusta. Forza, assaggia.”
Okay. Su.
Coraggio.
Portai la
cannuccia alle labbra. Automaticamente strizzai gli occhi e storsi il naso.
Come quando il sangue mi faceva perdere i sensi. Ma quei tempi ormai non
esistevano più.
Sorseggiai
quel liquido denso che mi scendeva per la gola. Era caldo, e piacevole,
Edward mi
sfiorò il viso.
“Bella,
amore…”
“Va tutto
bene.” Gli sussurrai, ed aprii gli occhi per rassicurarlo. Lo guardai e cercai
in tutti i modi di mettere in quello sguardo tutte le mie scuse per ciò che
stavo per dirgli.
“Ha anche
un buon sapore.”
Oddio..
adesso chissà cosa avrebbero detto..
Ma almeno
Rosali sembrava al settimo cielo.
“Bene,
benissimo. Ottimo segno.”
Ma Edward
sembrava non pensarla allo stesso modo. Mi mise la mano sulla guancia e me la
avvolse, delicatamente.
Sospirai a
quel tocco leggerissimo, e venni presa immediatamente dalla voglia di
continuare a bere quella sostanza densa.
Avvicinai
di nuovo le labbra alla cannuccia e iniziai a bere di nuovo. Stavo morendo di
fame, non riuscivo a fermarmi.
“Come va
lo stomaco? Hai la nausea?” mi chiese Carlisle.
Scossi il
capo. Stavo benissimo.. altro che nausea!
“No,
affatto. C’è sempre una prima volta, no?”
Rose era
raggiante. “Magnifico.”
“Credo sia ancora presto per dirlo, Rosalie.” Mormorò Carlisle.
Presi
un’altra grande sorsata, e nel frattempo lanciai un’occhiata a Edward.
“Questo
intacca il mio punteggio? Oppure iniziamo a contare dopo che sarò diventata un
vampiro?”
“Non c’è
nessun punteggio, Bella. E comunque nessuno è morto per questo. La tua fedina
penale è ancora immacolata.” E mi fece
un debole sorriso.
Sentii
Edward mormorare qualcosa, ma non ne ero certa.
“Cosa?”
“Parlavo
fra me.”
Parlava da
solo?
mi voltai
verso la finestra per evitare di incrociare gli sguardi degli altri mentre
bevevo.
Ad un
certo punto Edward ridacchiò.. okay, se adesso rideva anche da solo la cosa
iniziava a farsi veramente seria, visto che non c’era niente di cui ridere.
Però mi piaceva moltissimo risentire quella dolcissima melodia, perciò lo
guardai e abbozzai un sorriso.
“Qualcosa
di divertente?”
“Jacob.”
Rispose Edward.
Allora
lanciai all’interessato un sorriso. “Jacob è una sagoma.”
Brontolò
qualcosa di indistinto.
Sorrisi e
continuai a bere, poi con mio grande disappunto, il sangue finii.
“Fatto. Se
lo trattengo, Carlisle, mi togli tutti gli aghi?”
Non ne
potevo più di quelle spine conficcate nelle braccia 24 ore su 24.
“Al più
presto, del resto, là dove sono non servono a molto.” Mi promise.
Che bello.
Rose mi
accarezzo la fronte, e ci guardammo speranzose, forse questa era la volta
buona.
Mi sentivo
un po’ più in forze, e gli occhi di Edward si illuminarono definitivamente.
“Ne vuoi
ancora?” mi chiese Rose.
Afflosciai
le spalle. Mi vergognavo a chiederne dell’altro.
“Non devi
berne subito dell’altro.” Mi disse Edward.
Dovevo
ammetterlo.
“Si, lo
so. Ma ne ho voglia.”
Rose mi
passò una mano tra i capelli. “Non devi sentirti a disagio, Bella. Il tuo corpo
ne ha una voglia matta, lo capiamo tutti. Chi non lo capisce non dovrebbe stare
qui.”
Credo che
quella battutina acida fosse rivolta a Jacob. Ma non ne ero sicura al 100 %.
Carlisle
mi prese il bicchiere dalle mani. “Torno subito.”
Fissai
Jacob.
“Jake, hai
un aspetto pessimo.”
“Senti chi parla.”
“Sul serio...
quando è stata l’ultima volta che hai dormito?”
Sembrò
riflettere. “Uhm. Non lo so di preciso.”
“Oh, Jake. Adesso t’incasino anche la salute. Non comportarti da stupido.
Riposati un po’, per favore. Di sopra ci sono le stanze da letto.. puoi
scegliere quella che vuoi.”
“Grazie,
Bells. Ma preferisco dormire per terra. Lontano dalla puzza, sai.”
Feci una
smorfia. Già. La puzza che solo loro sembravano sentirsi addosso. Come avevo
sempre ribadito, avevano, entrambe le specie, un odore a dir poco buonissimo.
Bha.
“Giusto.”
Carlisle
tornò, e afferrai il bicchiere e iniziai a bere con ingordigia. Mi tesi in
avanti, facendo attenzione ai tubi, e mi misi seduta. Rose sembrò che volesse
aiutarmi, ma sapevo che stavo riprendendo le forze a velocità impressionante.
Poco dopo finii anche questo.
“Come ti
senti?” mi chiese Carlisle.
“Non ho la
nausea. Anzi, ho un po’ di fame. Però, non sono sicura se sia fame o sete,
sai?”
Rose era a
dir poco felicissima.
“Carlisle,
guardala. È ovvio che è quello che vuole il suo corpo. Dovrebbe berne
dell’altro.”
“È ancora
umana, Rosalie. Ha bisogno anche di cibo. Diamole un po’ di tempo per vedere
che effetto le fa e intanto possiamo provare a farle mangiare qualcosa. C’è
niente che desideri, Bella?”
Sorrisi
tra me e me. Chissà se a questa Edward avrebbe riso?
“Uova.”
Risposi immediatamente, guardando Edward e facendogli un sorriso. E grazie al
cielo lui lo ricambiò. Non era esattamente l’immagine della felicità, ma per il
momento mi bastava. Carlisle andò in cucina, e Edward si rivolse a Jacob.
“Jacob,
dovresti dormire. Come ha detto Bella, puoi sistemarti dove preferisci qui in
casa, anche se probabilmente saresti più a tuo agio fuori. Non preoccuparti di
nulla. Ti prometto che, se sarà necessario, verrò a cercarti.”
“Certo,
certo.” Rispose lui.
Si
avvicinò a me e misi la sua mano enorme e caldissima sopra la mia.
“Sembra
che vada meglio.”
“Grazie,
Jacob.” Gli strinsi la mano, la mia sembrava scheletrica al confronto.
Jake si
girò e mentre andava verso la porta, brontolò.
“Procuratele
una coperta.”
E poi
uscii. Subito dopo ritornò Carlisle con il mio piatto di uova.
Improvvisamente
Edward s’irrigidì.
Lo fissai.
“Edward, cos’è successo?”
Aggrottò
le sopracciglia.
“Dei
licantropi sono venuti a parlare con Jacob, Seth e Leah. Vogliono convincerli a
tornare nel branco di Sam.” Si fermò un attimo, si guardò intorno con aria
pensierosa e poi aggiunse.
“Se
attaccano, Rose ed Emmett, portate via Bella, in un luogo sicuro.”
Entrambi
annuirono. Io ero terrorizzata. Non era troppo pericoloso spostarmi con questo
pancione enorme? E poi mi dava una sensazione di dolore fortissimo dovermi
separare da Edward, senza sapere che cosa gli sarebbe successo.
Ma di
nuovo l’espressione di Edward cambiò, e grazie al cielo, era di sollievo.
“Sono
andati via. Non attaccheranno. Jacob ha fatto un gran bel discorso.”
Era quasi
orgoglioso di lui, ed ero felicissima del fatto che stavano sistemando i loro
rapporti.
Finalmente,
forse, sarebbero stati amici. Lo speravo con tutto il cuore.
Un milione
di grazie a chi recensisce:
_Hysteria
Ledyang
Mistica88
Wind
E
naturalmente anche a chi mi ha messa tra i preferiti:
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - Fiorellina94
12 - francy94
13 - giagiotta
14 - ginny89potter
15 - Honey Evans
16 - ibiscus
17 - ka chan
18 - Kathys
19 - ki9
20 - lamagica91
21 - ledyang
22 - lisepotter
23 - luxu2
24 - miss lovett
25 - mistica88
26 - Mnemophobia
27 - nene1964
28 - ninfea_82
29 - nixy
30 - Padfoot_07
31 - sackiko_chan
32 - saraligorio1993
33 - sarwen
34 - Shona
35 - _HoneY_
36 - _Hysteria
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Capitolo 12 *** Nomi, costole rotte, e imbarazzo altrui.. ***
cap 12
Bene
ragazze! Rieccomi qua.. non mi sono persa nella foresta tropicale prigioniera
di indigeni. L’unica cosa che mi tiene prigioniera è la scuola.. grr..
Ma vi siete
arrabbiate perché l’altra volta vi ho fatto aspettare tanto? Tranne la
gentilissima _Hysteria nessuno ha recensito il mio ultimo capitolino… =( Vi siete tanto arrabbiate?!? Scusate! Vi
chiedo umilmente scusa! Non so come potermi scusare.. tranne che lasciarvi a
questo capitoletto bello lungo.. =)
Spero che vi
piaccia! Kiss ^-^
_Hysteria:
dai.. addirittura di astinenza?! XD mi fa piacere che la mia storia ti
appassioni fino a questo punto.. le cose si stanno facendo sempre più belle..
nella mia testolina.. XD bwahahaha! E non preoccuparti se le recensioni ti
sembrano monotone, perché non lo sono affatto! XD Spero che ti piaccia anche
questo! Mi raccomando fammi sapere.. vanno benissimo anche i commenti negativi
se trovi qualcosa che non ti piace! Bacioni =)
Capitolo 12
Nomi,
costole rotte, e imbarazzo altrui..
Considerando
il fatto che la mia dieta a base di sangue stava andando alla grande, Carlisle
decise che la maggior parte delle attrezzature potevano essere riportate di
sopra. Ormai non c’era più motivo di tenerle ad ingombrare il salotto quando la
nuova medicina sperimentata aveva avuto un effetto così positivo.
Un effetto
negativo però c’era. E Rose lo sapeva benissimo..
Poverina..
la stavo facendo impazzire!
Ogni ora, e
anche di meno, a seconda di quanto sangue avessi bevuto dovevo andare in bagno.
Per Rose era
una cosa assolutamente disgustosa, credo, tenermi in braccio mentre facevo la
pipì.
E finalmente
dopo tanto tempo, tutti sembravano molto più rilassati. La tensione che c’era
stata per tanto tempo in casa sembrava che si stesse sciogliendo lentamente.
Alice,
Emmett e Jasper erano andati di sopra. Il piccolo folletto voleva sistemare le
varie camere che per un po’ di tempo erano rimaste abbandonate a sé stesse.
Esme e
Carlisle erano vicino alla vetrata.
Io non
potevo muovermi più di tanto, a sicuramente ero molto più in forza di qualche
giorno prima.
Ero sdraiata
sul divano, Edward con le mie gambe in grembo e Rose era seduta per terra
vicino alla mia testa.
Tra lei ed
Edward sembrava che ci fosse una sorta di tacito rispetto.
Ormai
eravamo in questa posizione da qualche ora, e io mi ero anche addormentata. Ero
troppo stanca.
Nonostante
il sangue mi rimettesse in forze, dovevo continuarne a berlo per rimanerci.
Mi
risvegliai nel tardo pomeriggio, e non mi stupii affatto di trovarci ancora in
quelle posizioni.
Mi ero svegliata
da poco più di mezz’ora quando sentii di nuovo sete. Uffa.
“Ehm..
Carlisle.. io ecco..” inizia balbettando. Mi vergognavo sempre tantissimo a
chiedere del sangue. Non so il perché, ma non volevo che mi guardassero mentre
bevevo, mi sentivo sempre in imbarazzo.
“Non ti
preoccupare, Bella. Arrivo subito.” E volò subito di sopra.
Tornò prima
ancora che io riuscissi a vedere dove si fosse diretto.
Iniziai a
berlo, come al solito guardando verso la finestra. Era buonissimo. Non riuscivo
a capire come facessero a resistere a starmi intorno quando bevevo una sostanza
così dolce e sublime. Okay. Adesso basta. Grazie al cielo Edward non riusciva a
leggermi nei pensieri, altrimenti cosa avrebbe pensato che avrebbe letto nella
mia mente che non desideravo altro che sangue? Sicuramente sarebbe rimasto
disgustato da sua moglie. In questo contesto iniziai a pensare a come potrebbe
essere la sua espressione, la sua reazione durante la mia prima caccia.
Mi persi in
questi pensieri continuando a bere.
Mi fissai
sul volto di Edward e feci altre speculazioni. Come sarebbe stato il bambino?
Speravo
ardentemente che assomigliasse a lui. Immaginavo un piccolo Edward stretto tra
le mie braccia mentre lo cullavo intonandogli una canzoncina. Le sue manine
paffute, il suo faccino morbido, e magari dei bellissimi capelli ramati.
Poi
improvvisamente atterrii. E se non avessi potuto vederlo per mesi? Già mi
sentivo estranea a lui, cosa sarebbe successo se non lo avessi visto per mesi?
O magari anni? Perdermi la pronuncia della sua prima parolina, sentirmi
chiamare mamma, vederlo gattonare e poi camminare. Mi sentii soffocare al solo
pensiero, ma mi venne in mente una cosa importantissima a cui non avevo
pensato.
Il nome.
Bhe, se
sarebbe stato il bambino che immaginavo lo avrei chiamato con un nome che
riprendesse due persone che mi erano state vicinissime.
Edward,
l’amore della mia esistenza, mio marito, padre di mio figlio.
E Jacob,
colui che mi aveva aiutato moltissimo da amico, e continuava a farlo. Colui che
si era messo contro tutti per proteggermi, e che avevo fatto stare – e
continuavo a farlo- malissimo per la mia decisione.
Abbreviato
EJ. Un bel nome.
Poi c’era
l’altra opzione, che sinceramente non avevo mai considerato veramente, quella
di avere una bambina. Nei miei sogni c’era sempre e solo un bellissimo bambino,
ma per quanto lo ritenessi improbabile potevo anche sbagliarmi, perciò
bisognava pensare ad un nome da dare al mio piccolino se fosse venuto femmina.
Ci voleva
anche qui un nome speciale. Degno di una creatura unica al mondo, di una
creatura che non era mai esistita.
Mmm.. volevo
qualcosa di particolare, ma non mi veniva in mente nien.. si invece.
Come ringraziare
la donna che mi aveva messa al mondo e quella che da due anni a questa parte
continuava a prendersi cura di me? E naturalmente anche le parti maschili che
le avevano accompagnate in questo faticosissimo viaggio.
Avevo
deciso. Se fosse stata una femmina l’avrei chiamata Renesmee Carlie. Un bel
nome. Degno di una creatura della mitologia più bella.
A
distogliermi dai miei auto-complimenti per aver trovato dei nomi così belli, ci
pensò Edward, che si voltò e sorrise debolmente verso la porta.
Mi girai
anche io e vidi Jacob. Ero felicissima di vederlo, e non potevo certo negargli
un sorrisone.
Lui sembrò
perplesso, e notai che si era cambiato i vestiti. Erano di Emmett, enormi per
una persona normale, ma quasi stretti per Jacob, che di una persona normale,
nella taglia, non aveva proprio niente.
“Volevano
solo parlare. Niente attacchi in vista.” Borbottò, così piano che quasi non lo
sentii.
“Si, ho
sentito quasi tutto.” Gli rispose Edward.
“Come?”
“Ormai ti
sento con più chiarezza: è una questione di familiarità e concentrazione. E
poi, quando hai sembianze umane mi è più facile carpire i tuoi pensieri. Perciò
ho afferrato quasi tutto quello che è successo là fuori.”
Lo dicevo
che i loro rapporti stavano migliorando.
Ma in un
certo senso Jacob sembrava scocciato.
“Ah. Bene.
Odio ripetermi.”
Sembrava
assolutamente esausto. Chissà da quante ore, o peggio giorni non dormiva.
“Ti direi di
andare a dormire un po’, ma ho l’impressione che fra non più di sei secondi
sverrai qui per terra, quindi non ne vale nemmeno la pena.”
Jacob si
diresse verso la porta, e lo sentii scambiarsi una serie di bisbigli con
Rosali. Senza girarsi disse:
“Sai come si
fa ad annegare una bionda, Rosalie? Basta incollare uno specchio sul fondo di
una piscina.”
E si chiuse
la porta alle spalle.
Edward
ridacchiò, ma io non ero sicura di aver captato le vere parole.
“Già
sentita.” Gli urlò dietro Rose.
All’improvviso
Edward si alzò e fece per seguire Jacob.
“Dove vai?”
gli chiesi.
“Mi sono
dimenticato di dirgli una cosa.”
“Lascialo dormire.
Quello che devi dirgli può aspettare.”
Ma Edward
proseguii imperterrito.
“Ci vorrà un
attimo.”
Ed uscii
dalla porta.
“Cosa si
stanno dicendo, Rose?”
“Il tuo
carissimo maritino sta dicendo al cagnaccio che di qualsiasi cosa abbia bisogno
lui gliela darà. Che non deve farsi problemi.” Sbuffò. “Ma come è dolce. Di
sicuro c’è un bagno in cui non puoi fare la doccia, cagnaccio puzzolente..”
Ma io stavo
a sentirla per metà.
Annaspavo.
Quasi non riuscivo a respirare, mi piegai in due dal dolore, e improvvisamente
si sentii uno scrocchio fortissimo.
Ahi che
dolore. Oh santo cielo. Non riuscivo
quasi a respirare. Immediatamente entrò Edward, seguito a ruota da Jacob.
Rose cercava
di tenermi ferma, mentre attorno a me si erano riuniti Esme, Carlisle ed Edward.
Carlisle
fece per avvicinarsi di più, ma non ce l’avrei fatta. Avevo bisogno di aria.
“Dammi un
secondo, Carlisle.”
Ma lui era
ansioso.
“Bella, ho
sentito il rumore di qualcosa che s’incrinava. Devo dare un’occhiata.”
Io credevo
di aver capito di cosa si trattasse.
“Quasi
sicuramente.. una costola. Ahi. Si. Qui.” Ed indicai il mio lato sinistro.
Ansimai, non riuscivo a parlare normalmente.
“Devo farti
una lastra. Potrebbero esserci dei frammenti. Non vogliamo che ti perfori
qualcosa.”
Respirai
profondamente. “Okay.”
Rose mi
sollevò dolcemente, nello stesso momento in cui si muoveva Edward per prendermi
in braccio.
“L’ho già
presa.”
Rosalie volò
di sopra con me in braccio, e al seguito Carlisle ed Edward.
Nella
saletta al piano di sopra, mi depositarono sul lettino. Carlisle prese a farmi
una lastra. Dopo aver appurato che la costola incrinata era quella che gli
avevo indicato io, la fasciò delicatamente.
Poi mi
riportarono di sotto. Ero stanchissima.
Appena mi
appoggiarono al divano mi addormentai.
Mi
risvegliai poco dopo però. Avevo una gran fame. Ormai sapevo distinguere la
fame dalla sete.
Edward si
accorse che mi ero svegliata e mi fece un piccolo e stiracchiato sorriso, che
era pur semper un sorriso.
“Edward..
avrei fame. C’è qualcosa da mangiare?”
S’illuminò
debolmente.
“Ma certo,
tesoro. Cosa ti andrebbe?”
“Omelette!”
Scosse la
testa e si diresse in cucina.
Tornò pochi
minuti dopo con una deliziosa omelette.
Mangiai
qualche boccone e iniziai ad avere freddo.
Rose se ne
accorse, e mi coprii con una coperta. Ma non bastava.
“Vado a
chiamare Jacob.” Disse Edward.
Iniziai a
battere i denti mentre mangiavo la mia squisita omelette. Poco dopo Edward
tornò con il piccolo Seth. Piccolo per modo di dire.
“Ciao Bella!
Come stai?” mi chiese con un sorriso.
“Bene, Seth.
E tu?”
“Bene. Ero
venuto a vedere che fine avesse fatto Jake, ma è crollato. Hai freddo?”
Si sedette
vicino a me e mi passò un braccio intorno alle spalle.
“Vado
subito.” Disse Edward.
A quale
domanda pensata stava rispondendo?
Vidi Seth
imbarazzato che abbassava lo sguardo.
“Mmm.. non
preoccuparti, Edward. Mangerò qualcosa da quello che offre la natura.”
“Non se ne parla assolutamente. Mangerai. Cosa preferisci?” intervenne
Esme.
Seth la guardò gentilmente.
“Quello che
c’è in casa. Non ho preferenze particolari.”
Ma Edward
fece un sorrisone come se gli avesse letto nella mente cosa volesse veramente.
Intanto
Alice si era messa vicino a noi, con un’espressione tranquillissima in volto, e
si sedette per terra vicino a Rosalie.
Edward tornò
poco dopo con un piatto con omelette al formaggio e un tortino alla cannella.
Sorrisi
anche io.
“Ti ho detto
di fare come se fossi a casa tua, Seth.”
Lui sorrise,
chiese timidamente.
“Non avete
qualcosa che possa portare a Leah? Sapete.. non le piace molto mangiare da
lupo..”
“Certo!”
rispose Esme. Sparì in cucina e tornò immediatamente con un piatto coperto.
“Vado a
portarle da mangiare e poi torno a scaldarti, Bella. Sei freddissima.”
Ed uscii di
corsa.
Non notai il
bicchiere di sangue finché Edward non lo mise tra di noi. Probabilmente era
solo in caso che non avessi digerito l’omelette.
Seth tornò
poco dopo, con uno sguardo leggermente colpevole, ma non disse nulla. Si
sedette vicino a me ed iniziò a mangiare con una mano sola, mentre con l’altro
braccio mi copriva le spalle.
Stavo
iniziando a sudare. Ma era piacevolissimo avere questo calore addosso.
Rosalie
borbottò qualcosa.
Feci per
girarmi a chiederle cosa avesse detto, ma vidi entrare Jacob. Lui guardò
sbalordito il braccio di Seth e poi Edward.
“Era venuto
a cercarti. Ed Esme lo ha convinto a fermarsi per la colazione.”
Seth
continuò.
“Si, Jake.
Volevo solo vedere se era tutto apposto,
dato che non ti eri ritrasformato. Leah si stava preoccupando. Le ho
detto che probabilmente eri crollato dal sonno mentre eri ancora umano, ma sai
com’è fatta. Comunque avevano tutto questo cibo e, cavolo amico, tu si che sai
cucinare.” Disse rivolgendosi ad Edward.
“Grazie.”
Gli mormorò lui.
Seth
improvvisamente mi tolse il braccio dalle spalle e iniziò a mangiare con
entrambi le mani, mentre Jacob si avvicinava. Sicuramente, come al solito mi
ero persa qualche battuta.
“Leah è di
ronda?”
“Si. È tutto
sotto controllo. Tranquillo. Se succede qualcosa, ci avverte ululando. Ci siamo
dati il cambio verso mezzanotte. Ho corso per dodici ore.” Gli rispose Seth.
Oddio. Ma da
quanto tempo non dormiva?
“Mezzanotte?
Aspetta un attimo… che ora è?” chiese Jake.
“L’alba, più
o meno.”
“Merda.
Scusami, Seth. Sul serio. Avresti dovuto svegliarmi a calci.”
Che buffo.
Si sentiva in colpa solo per aver dormito più del dovuto.
Anche Seth
sembrava pensarla al mio stesso modo.
“Nah, avevi
bisogno di dormire. Da quant’è che non prendevi una pausa? Dall’ultima notte in
cui sei stato di ronda per Sam? Tipo quaranta ore? Cinquanta? Non sei unna
macchina, Jake. E poi non ti sei perso proprio niente.”
Jake
sembrava che non avesse voglia di ribattere alle parole di Seth, probabilmente
perché erano vere, e si girò verso di me, e sentendomi in colpa gli sorrisi.
“Come va la
costola?” mi chiese.
“Fasciata
per bene. Neanche la sento.”
Alzò gli
occhi al cielo, come se anche qui non avesse la voglia di controbattere.
“Cosa c’è
per colazione? 0 negativo o AB positivo?” chiese sarcastico. Il Jake di sempre.
Non riuscii
a trattenermi dal fargli la linguaccia. “Omelette.”
“Vai a fare
colazione, Jake. In cucina c’è di tutto. Devi essere affamato.” Gli disse Seth.
Vidi Jake
esaminare il contenuto del suo piatto, con uno sguardo sognante. E mi sembrò di
sentire anche il suo stomaco brontolare.
“Cos’ha
avuto Leah per colazione?” chiese rivolto a Seth. Sempre a pensare agli altri
che a se stesso.
“Ehi, le ho
portato da mangiare prima di soddisfare la mia pancia. Ha detto che avrebbe
preferito divorare una carcassa putrida, ma scommetto che ha ceduto. Questo
tortino alla cannella..” sembrò che avesse perso l’uso della parola.
Intanto era
tornato Carlisle.
“Allora vado
a caccia con lei.” Preferiva cacciare qualcosa e farle compagnia piuttosto che
mangiare decentemente e lasciarla da sola.
Ma Carlisle
lo bloccò.
“Puoi
aspettare un attimo, Jacob?”
“Si?”
Carlisle gli
si avvicinò ed Esme andò nell’altra stanza.
“A proposito
di caccia. Per la mia famiglia comincia a diventare un problema. Mi rendo conto
che al momento la tregua non è in vigore, perciò volevo il tuo parere. Sam ci
darà la caccia fuori dal perimetro che hai creato? Non vogliamo correre il
rischio di fare del male a un tuo familiare né di perdere qualcuno dei nostri.
Se fossi nei miei panni, come procederesti?”
Tutti si
voltarono a fissare Jake. Me compresa.
“È un
rischio. Sam ha calmato gli animi, ma sono certo che nella sua testa il patto
non vale più. Finché sarà convinto che la tribù, o qualsiasi altro essere
umano, è in pericolo, non si farà tanti scrupoli, non so se mi spiego. Però,
tutto sommato, la sua priorità resta La Push. E in realtà non sono abbastanza
numerosi per vigilare come si deve sulla gente e contemporaneamente organizzare
battute di caccia troppo pericolose. Credo che non si allontanerà molto.”
Carlisle
annuii.
“Perciò, se
posso dire la mia, uscite tutti assieme, non si sa mai. E magari di giorno,
perché noi aspetteremmo il calare della notte. Classiche cose da vampiri. Siate
veloci: vi basta superare le montagne e cacciare lontano. È improbabile che
mandi qualcuno fin laggiù.”
“E Bella
resterà da sola? Indifesa?”
“E noi che
ci facciamo qui?”
Carlisle
fece una breve risatina, ma immediatamente tornò serio, come se avesse capito
esattamente il senso delle sue parole.
“Jacob, non
puoi combattere contro i tuoi fratelli.”
“Non dico
che non sarà dura, ma se venissero per ucciderla sarei in grado di fermarli.”
No. Anche
questo per me no. Vederlo combattere contro Embry, o Quil, magari? O qualsiasi
altro membro del branco a causa mia? Non potevo permetterlo, e neanche Carlisle
l’avrebbe permesso.
Carlisle
scosse la testa.
“No, non
intendevo dire che non saresti in grado. Ma sarebbe sbagliato. Non posso avere
una cosa simile sulla coscienza.”
Bravo,
Carlisle. Convincilo!
“Non ce
l’avresti tu, dottore. Ce l’avrei io. E potrei sopportarlo.”
“No, Jacob. Agiremo in modo che non sia necessario. Andremo tre alla volta.
Probabilmente è la cosa migliore.”
Ma Jake non
sembrava convinto.
“Non lo so,
dottore. Separarsi non è esattamente una strategia vincente.”
Ma Carlisle
sembrava che avesse già una strategia pronta in mente, e infatti non si smentì.
“Useremo le
nostre doti per bilanciare l’inferiorità numerica. Se Edward sarà uno dei tre,
potrà garantirci la sicurezza nel raggio di qualche chilometro.”
Si voltarono
entrambi verso Edward, che li fulminò con lo sguardo, come a voler dire che se
non avessero trovato un’altra maniera di organizzarsi, gli avrebbe staccato la
testa a morsi.
“Sono certo
che ci siano altri modi, naturalmente. Alice, immagino che tu possa vedere
quali percorsi dovremmo evitare.” Disse Carlisle.
“Facile,
quelli che scompaiono.” Annuii la vampira più piccola.
Fissai
ansiosa Alice. E se si fosse sbagliata? E se si fossero messi in pericolo?
Jake
sembrava che non vedesse l’ora di andare via.
“Bene,
allora. È tutto sistemato. Io mi rimetto in marcia. Seth, ti aspetto al
crepuscolo, quindi schiaccia un pisolino, okay?”
“Certo,
Jake. Mi ritrasformo appena finisco. A meno che..” e si girò verso di me.
Tenero,
dolce, premuroso Seth. “Hai bisogno di me?”
Io e Jake
rispondemmo contemporaneamente, con una piccola differenza. Io gli risposi
premurosa, Jake scocciato.
“Ha le
coperte.” Rispose Jake.
“Sto bene,
Seth, grazie.” Gli risposi io.
In quel
momento tornò Esme con un piatto coperto in mano, si fermò timida dietro
Carlisle, guardò Jake, e avvicinandosi gli porse il piatto.
“Jacob. So
che per te è poco appetitosa l’idea di mangiare qui, per via dell’odore. Ma mi
sentirei meglio se portassi con te un po’ di cibo. So che non puoi tornare a
casa e la colpa è nostra. Per favore.. allevia il mio rimorso, almeno in parte.
Prendi qualcosa da mangiare.” E gli porse il piatto.
Guardai
Esme, ringraziando il cielo di avere una mamma adottiva buona e dolce come lei.
Jake sembrò
rimanere senza parole.
“Certo,
certo. Mi sa.. Forse Leah ha ancora fame.”
Allungò la
mano per prendere il piatto.
Esme sembrò
sollevata.
“Grazie,
Jacob.” E gli sorrise.
Lui ancora
una volta sembrò imbarazzato, ma credo che ringraziare i vampiri non sia una
cosa da tutti i giorni. Soprattutto se sono i tuoi nemici mortali e baggianate
del genere.
“Ehm, grazie
a te.” E arrossii.
“Torni più
tardi, Jake?” gli chiesi.
“Uhm, non lo
so.”
Certo..
sempre a volersi far desiderare.
Cercai di
trattenere un sorriso. “Dai.. potrei avere freddo.” Come Edward anche lui non
sopportava di evitare di darmi qualcosa.
“Forse.”
Centro!
Colpito e affondato!
Si voltò per
andare via, ma lo chiamò di nuovo Esme, seguendolo.
“Jacob? Ho
lasciato una cesta di vestiti in veranda. Sono per Leah. Sono appena lavati, ho
cercato di toccarli il meno possibile. Ti dispiace portarglieli?”
Bofonchiò
qualcosa e andò via.
Credo che si
sentisse a disagio con tutta questa gentilezza che gli riservavano. In fondo
gli avevano sempre insegnato che i vampiri erano brutti, cattivi e crudeli, che
mangiano le persone.
Okay, non
era proprio così, ma il senso era questo.
Ma sapevo
che Jake sapeva che i vampiri, o almeno i Cullen, erano buoni, proprio come
lui, e come tutti gli altri esseri umani.
Dovevano
essere cattivi solo perché bevevano sangue animale?
Non era
giusto, e questo lo sapeva anche Jake, altrimenti non sarebbe qui con noi.
A
proteggerci.
Come si fa
con una vera famiglia.
Perché ormai
era questo che eravamo diventati.
Una grande
famiglia.
Noi Cullen,
Jake, Seth, e anche Leah, che assisteva a tutto dai bordi del campo, senza mai
fare qualcosa in prima persona.
Si. Sapevano
che erano buoni.
Un ringraziamento speciale a _Hysteria!
naturalmente anche a chi ha messo la mia storia tra i preferiti:
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 -
bellemorte86
4 -
Bepycka
5 -
cassandra 287
6 -
clodiina85
7 -
CreazyFreakOfNature
8 -
crusade
9 -
deneb91
10 -
Djibril88
11 -
Fairyire
12 -
Fiorellina94
13 -
francy94
14 -
giagiotta
15 -
ginny89potter
16 -
Honey Evans
17 -
ibiscus
18 -
ka chan
19 -
Kathys
20 -
ki9
21 -
lamagica91
22 -
ledyang
23 -
lisepotter
24 -
luxu2
25 -
miss lovett
26 -
mistica88
27 -
Mnemophobia
28 -
nene1964
29 -
ninfea_82
30 -
nixy
31 -
Padfoot_07
32 -
RockAngelz
33 -
sackiko_chan
34 -
saraligorio1993
35 -
sarwen
36 -
Shona
37 -
WaterAlch
38 -
Wind
39 -
_HoneY_
40 -
_Hysteria
Mi
sono resa conto di non aver mai ringraziato tutte le persone che
leggono semplicemente la mia fan fiction.. lo so.. sono maleducata.. =)
comunque GRAZIE MILLE!!
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Capitolo 13 *** AVVISO ***
AVVISO
Ciao
ragazze! lo so... sono assolutamente imperdonabile.. non so nemmeno
cosa dirvi.. a parte che l'unico motivo per cui non ho postato è
la scuola.. mi sento terribilmente in colpa.. mi dispiace da matti...
durante le feste non riesco ad aggiornare.. quindi probabilmente ci
ritroveremo direttamente nell'anno nuovo! nel frattempo cerco di
portarmi avanti il più possibile.. scusate ragazze.. spero che
continuiate a seguirmi anche dopo! intanto vi auguro
UN BUON NATALE E UN FELICE 2009!!!
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Capitolo 14 *** Chiamate, famiglia e congetture... ***
cap 13
Lo so.. non dovrei nemmeno avere il
coraggio di tornare a farmi viva dopo un mese intero senza aggiornamento, e vi
assicuro che mi dispiace da morire.. è solo che la scuola mi distrugge, non
riesco a trovare neanche un secondo di pace, quasi quasi non riesco più a
mangiare.. sembra esagerato ma è la verità.. ed è solo la 3° superiore.. non
immagino nemmeno cosa dovrò patire all’università! Mi hanno completamente
riempita di compiti… fai questo saggio breve, fai il riassunto di questo libro,
oh.. anche di quello, ripassa la parabola e le equazioni di secondo grado, e
anche Boccaccio già che ci sei!!! Okay.. so che non ve ne frega assolutamente
nulla!! XD XD
Comunque veramente scusatemi! E per
rispetto nei vostri confronti devo avvertirvi che non so quando riuscirò a
postare.. di certo non questa settimana, magari la prossima. Spero di riuscire
a postare il più presto possibile, considerando che il prossimo sarà il
dolcissimo incontro padre-figlia.. =) e mi dispiace informarvi che oltre a
questo ci saranno solo 2 capitoli… forse 3, perché volevo fare il prossimo
oltre che dal punto di vista di Bella, anche da quello di Edward.. ma devo
vedere cosa ne viene fuori! E voi cosa mi dite?! Vi piacerebbe leggere un
capitolo del genere?! Un bacione a
tutti!
Ora per la gioia (spero! XD) di tutti
coloro che continuano a seguirmi e soprattutto per simlyme che non voglio
diventi minacciosa, e alla quale lo dedico, ecco a voi il capitolo!! =)
Capitolo 13
Chiamate, famiglia e congetture...
Quando Jacob andò via Esme venne verso di
me con il telefono in mano. Sillabando con le labbra mi informò che era
Charlie.
Non mi disse nulla di nuovo. Era
preoccupato per me e io cercai di essere il più convincente possibile. Ma
infondo parlare al telefono mi permetteva più facilmente di mentirgli, e lui
sembrava crederci. Mi chiese se per caso avevo chiamato Renèe.
“No, papà. L’ho chiamata agli inizi della
malattia per dirle che stavo male ma poi basta. Parla ogni tanto con Carlisle
per sapere come sto, ma lui preferisce non passarmela mai perché dice che poi
capirebbe che sto troppo male e andrebbe nel panico.”
“Ah, okay, piccola. Allora io ho fatto bene
a non dirle che mi chiamavi tutti i giorni.”
“Ti ha chiamato?” chiesi sorpresa; ma non
più di tanto. Doveva essere molto preoccupata la mia mamma. Ma era meglio per
lei non sentirmi così. Charlie invece era più forte. Non sarebbe scoppiato in
una crisi isterica.
“Si, qualche giorno fa. Mi ha chiesto se ti
avevo mai parlato, ma dal tono ho capito che con lei non l’avevi fatto perciò
le ho detto di no.”
“Grazie, papà!” gli risposi profondamente
grata.
“Bhe piccola, io adesso vado a trovare Sue,
le faccio un po’ di compagnia.”
“Certo, papà. Non preoccuparti. Ci sentiamo
il più presto possibile.”
“Ti voglio bene, piccola.”
“Anche io.” E misi giù, passando il telefono
a Esme.
Mi sentivo bene quando parlavo con lui. Mi
sentivo normale.
“Bella, hai fame?” mi chiese Rose.
“Un po’. Ma io la chiamerei sete.” E feci
una mezza risatina, a cui si aggiunsero brevemente e un po’ nervose quelle
degli altri.
Rose scomparve in cucina, e tornò poco dopo
con il solito bicchiere coperto in mano, che più che ad un bicchiere somigliava
ad un secchio, tanto era grande. Me lo
mise tra le mani, e iniziai a bere dalla cannuccia che sporgeva. Restammo tutti
in silenzio, e mi accorsi che mancavano Jasper ed Emmett. Ogni tanto mi
accorgevo della loro assenza. Stavano via svariate ore, ma non avevo mai
chiesto dove andassero o cosa facessero.
“Edward?” volevo un minimo di contatto con
lui. Da quando avevamo scoperti che il sangue umano mi faceva stare meglio, lui
era tornato l’Edward calcolatore e freddo di quando avevo scoperto di essere
incinta.
“Si, Bella?” voce che non cambiava mai di
una virgola.
“Ecco, ehm.. mi chiedevo dove vanno Emmett
e Jasper quando non sono con noi.”
“Sono nello studio di Carlisle, a tradurre
antiche leggende.”
“Che tipo di leggende?”
“Cercano prove dell’esistenza di qualcosa
di simile a quello che ti sta succedendo.”
“Ah, ci sono novità?”
“No.” Ma all’improvviso l’espressione del
suo viso si fece dura, come se stesse ricordando qualcosa di tremendamente
spiacevole.
“Okay.” E così chiusi la discussione. Non
che lui si mettesse d’impegno per farla continuare. Così ricominciai a bermi la
mia dose giornaliera di sangue.
Dopo poco sentii la mia vescica piena. Ecco
uno dei difetti di bere un sacco di litri al giorno.
“Rose, dovrei andare in bagno, mi
accompagneresti?”
Fece un sorrisetto sarcastico, ma non disse
nulla. Mi prese in braccio delicatamente, e mi portò al bagno di sopra. Per
quanto ogni volta mi prendesse delicatamente, sentivo un dolore fitto alla
schiena e al ventre, ma mi trattenevo sempre dall’emettere qualche gemito; non
riuscivo a controllare invece la smorfia che mi appariva sul viso, e che
perennemente non sfuggiva ad Edward.
Entrammo in bagno, mi abbassò i fuseaux e
mi fece sedere sul water. Dopo che ebbi finito, mi alzò i pantaloni e mi prese
nuovamente in braccio. Sulle scale mormorò.
“Meraviglioso. Mi pareva di aver sentito un
cattivo odore.” Disse con un ghignò.
Mi voltai verso colui che aveva provocato a
Rosalie quelle parole, sicura al 108% che fosse Jacob. E infatti non mi
sbagliai.
Ero felicissima di vederlo, e non potei
trattenermi dal rivolgergli un enorme sorriso, che però lo fece un po’
oscurare.
Cercai di parlare normalmente, ma il dolore
che sentivo non me lo permise.
“Jacob, sei venuto.”
“Ciao, Bella.”
Esme ed Edward si alzarono dal divano, su
cui probabilmente si erano seduti dopo che ero andata in bagno.
Rosalie, mi fece stendere sul divano, ma
non potei fare a meno di trattenere il respiro. Notai una coperta ai miei
piedi. Me l’aveva fatta Esme nel suo immenso tempo libero. Era veramente
bellissima, color crema con vari fiori di tutti i tipi e di tutti i colori.
Edward mi sfiorò delicatamente la fronte e
poi il collo, e mi scostò i capelli. Ad ogni suo tocco non potevo fare a meno
di reagire esattamente come la prima volta: il cuore iniziava a battere
all’impazzata, con l’unica differenza che adesso non arrossivo a causa della
mia magrezza.
“Hai freddo?” mormorò.
In effetti un po’ si, ma non
esageratamente.
“Sto bene.”
Ma Rose sembrò capire che un po’ di freddo
lo sentivo.
“Bella, hai sentito cos’ha detto Carlisle.
Non devi minimizzare. Non ci aiuta a prenderci cura di voi.”
Giusto. Non volevo che il mio piccolo
brontolone stesse male.
“Okay. Ho un po’ di freddo. Edward, mi
passeresti quella coperta?”
A quel punto s’intromise Jacob.
“Sbaglio o è il motivo per cui sono qui?”
“Sei appena arrivato, dopo aver corso per
tutto il giorno, immagino. Perciò riposati un attimo. Probabilmente mi scalderò
nel giro di niente.”
Povero Jake. Sempre così esausto e sempre a
pensare a farmi stare bene. Perciò degno del suo nome, fece finta di non avermi
sentito, si sedette sul pavimento e stese il suo braccio vicino al mio e mi mise l’altra mano sul mio viso.
Rabbrividii.
“Grazie, Jake.”
“Già.”
Edward si sedette sul bracciolo del divano
accanto ai miei piedi, e non allontanava lo sguardo dal mio, mentre Alice era
seduta dietro la spalliera del divano.
“Rosalie, perché non vai in cucina a
prendere qualcosa per Jacob?” disse Alice.
“Grazie, Alice, ma non credo di voler
mangiare qualcosa in cui ha sputato la bionda. Scommetto che il mio organismo
non reagirebbe tanto bene al veleno.” Le rispose Jake.
“Rosalie non metterebbe mai Esme in
imbarazzo, dando prova di una tale mancanza di ospitalità.”
“Certo che no.” Rispose Rose, ma con una
voce dolcissima che non le avevo mai sentito usare, e mi fece pensare a qualche
sua trovata.
E si volatilizzò in cucina.
Anche Jake sembrava del mio stesso avviso.
“Se lo avvelena me lo dici?”
Chiese Jake rivolto ad Edward, e questo gli
rispose. “Si”
In cucina si sentii un fracasso
incredibile, non riuscivo ad identificare cosa si stesse distruggendo.
Poi tornò Rose e si riuscì a scoprire
l’arcano mistero. Aveva un ghignò in faccia che faceva accapponare la pelle, e
una ciotola in metallo in mano. Sembrava una di quelle ciotole per cani che
vendevano nei negozi. Dentro c’era una grossa bistecca e una patata al
cartoccio. La mise accanto a Jacob.
“Buon appetito, bastardo.”
“Grazie, bionda.” Le rispose Jacob. Poi
sembrò ripensarci e continuò. “Ehi, sai come si chiama una bionda con il
cervello? Golden retriver.”
“Ho già sentito anche questa.” Ribatté lei.
“Ci riproverò.” Annunciò prima di fiondarsi
sul cibo, che ingurgitò come se potesse scomparire. Aveva imparato ad abbassare
la guardia in questa casa infestata di vampiri, finalmente iniziava a fidarsi.
Poi l’occhio mi cadde sui suoi capelli, più lunghi del normale. Chissà da
quanto tempo non si prendeva cura di se stesso. Sempre qui ad aiutare me. O
come era meglio dire adesso che ero la Signora Cullen, ad aiutare noi. Ormai
facevo parte della famiglia ufficialmente, nonostante fossi ancora umana, a
differenza dei miei progetti iniziali. Mi chiesi cosa sarebbe successo una
volta nato il mio piccolo brontolone. Magari sarei potuta restare umana per un
altro po’.. giusto qualche mese, per non essere costretta ad allontanarmi dal
mio bimbo con la paura di doverlo uccidere. Il MIO bambino.. mi faceva strano
dirlo, o meglio, pensarlo. Io che non ci avevo mai pensato mi ritrovavo a
diventare mamma tra poco. Sorrisi mentalmente e mi concentrai di nuovo sui
capelli di Jake. Aveva finito di mangiare perciò potevo farlo parlare.
“E’ ora di tagliarli?” gli chiesi infilando
una mano nei suoi capelli. “Ti sta crescendo il pelo. Forse..” volevo dire che
forse uno della famiglia avrebbe potuto tagliarglieli, ma m’interruppe.
“Fammi indovinare. Qui c’è qualcuno che
tagliava i capelli in un salone parigino?”
Ridacchiai. “Probabile.” Sinceramente non
lo sapevo. Nessuno mi aveva mai accennato di aver svolto questa professione, ma
sapendo che tutti erano in grado di fare tutto, avrebbero tagliato i capelli di
Jake meglio di qualsiasi stilista di acconciature al mondo.
“No, grazie. Sono a posto ancora per qualche
settimana.”
Uffa. Era inutile discutere con lui. Però
ricordai quanto agli inizi della sua trasformazione li aveva tagliati, e non
stava esattamente bene con i capelli corti. Lo preferivo con i capelli lunghi.
Addolcivano i tratti scuri del suo viso Quileute.
Parlò e mi prese di sprovvista con la sua
domanda.
“Allora.. uhm.. quel è la, ehm, data? Cioè,
la data prevista per il mostriciattolo.”
Non risposi e preferii colpirlo alla nuca
per aver chiamato il mio bimbo ‘mostriciattolo’. Come si permetteva? Mi venne
in mente il bimbo del sogno. Bellissimo. Assomigliava ad Edward, perciò non
sarebbe stato un ‘mostriciattolo’. Speravo solo che non prendesse nulla da me.
Soprattutto la mia goffaggine. Doveva essere identico al padre. Bellissimo.
Divino. Magnifico. Splendido. Non avevo altre parole per descrivere la bellezza
di Edward. Era.. bhe.. semplicemente era.
“Dico sul serio. Voglio sapere per quanto
dovrò restare qui.”
Colpita e affondata. Sapevo che in realtà
avrebbe voluto chiedere quanto sarei rimasta IO qui. Ma grazie al cielo non
l’aveva fatto. Avrebbe solo fatto stare male Edward. Anche se ricordando il suo
potere extra, se l’aveva pensato, Edward lo aveva sentito comunque. Mi decisi a
rispondere. Secondo i miei calcoli, ovvero di una che con la matematica andava
a braccetto solo quando a Forks c’era il sole, il mio piccolo brontolone
sarebbe nato tra all’incirca 4-5 giorni. Perciò decisi di dirgli solo i vari
dati, sperando che almeno lui non riuscisse a fare il calcolo.
“Non lo so. Non con precisione. Ovviamente,
non segue il corso dei nove mesi e,
senza ecografie, Carlisle deve calcolare a occhio, in base a quanto mi allargo.
Le donne normali di solito raggiungono i quaranta centimetri.” Dissi e mi
indicai il pancione. “quando il bambino ha completato la crescita. Un
centimetro a settimana. Stamattina ero a trenta, e prendo più o meno un paio di
centimetri al giorno, a volte anche di più..” mi fermai, sperando che non
riuscisse a calcolare. Ma dall’espressione del suo volto capii che i miei tentativi
erano stati vani.
“Tutto bene?” gli domandai.
Annuii. Sembrava che non fosse in grado di
parlare. Poi, improvvisamente, vidi gocce lente che gli scendevano sugli zigomi
ambrati.
“Andrà tutto bene.” Lo dissi per farlo
stare meglio, ma lui non si faceva imbrogliare dalle mie parole. Perché lui era
Jake. Il mio migliore amico, colui che aveva sacrificato se stesso pur di
vedermi felice, e colui che mi conosceva meglio al mondo, ad eccezione di
Edward.
“Si.” Mormorò.
Mi rannicchiai contro di lui.
“Non pensavo che saresti venuto. Seth
diceva di si, e pure Edward, ma io non ci credevo.”
“Perché no?”
“Qui non sei felice. Ma sei venuto
ugualmente.”
“Mi volevi.”
Certo. Che affermazione stupida. Lui era
parte della mia famiglia. Era ovvio che lo volessi in questo particolare
momento della mia vita.
“Lo so. Ma non eri obbligato. Non è giusto
che io ti voglia qui. Avrei capito.”
Non mi rispose. Sembrava concentrato a
pensare a qualcosa.
“Grazie per essere venuto.” Gli sussurrai.
Finalmente si decise a parlare.
“Mi dici soltanto una cosa?”
“Certo.” A lui era impossibile nascondere
qualcosa quando te lo chiedeva così esplicitamente.
“Perché mi vuoi qui? Seth potrebbe
riscaldarti e forse sarebbe meno in imbarazzo, il mocciosetto. Ma quando da
quella porta entro io, sorridi come se io fossi la persona a cui vuoi più bene
al mondo.”
Che sciocco. Ancora non riusciva a capire.
Certo, dopo quello che avevamo passato per lui doveva essere stato difficile
cercare di ignorare tutto per farmi stare meglio. Magari cercando di non
volermi più bene. Ma io gli volevo bene come se fosse mio fratello.
“Sei una di quelle persone.”
“E’ una grande fregatura, lo sai.”
“Si. Mi dispiace.” Sospirai.
“Ma perché? Non hai risposto alla domanda.
“Mi sento completa quando ci sei tu, Jacob.
Come se tutta la mia famiglia fosse riunita. Cioè, credo. Non ho mai avuto una
famiglia numerosa prima d’ora. È bello. Ma se tu non ci sei, manca qualcosa.” E
sorrisi brevemente.
“Non farò mai parte della tua famiglia,
Bella.”
Certo, aveva ragione in un certo senso. Non
sarebbe mai stato parte della famiglia come intendeva lui, ovvero come mio
fidanzato e magari marito. Se prima questo pensiero mi faceva male perché lo
vedevo come la vita che avrei potuto avere, adesso mi faceva male solo perché
lui ci soffriva per entrambi.
Perciò gli diedi quella che sarebbe sempre
dovuta essere la risposta.
“Hai sempre fatto parte della mia
famiglia.” Come migliore amico, fratello, cugino.
“Che cazzo di risposta.” Jake non si
smentiva mai. Perciò volevo sapere quale sarebbe stata secondo lui la risposta
giusta.
“E qual è la risposta giusta?”
“Per esempio: ‘Jacob, adoro vederti
soffrire’.”
Trasalii. Non volevo vederlo soffrire a
causa mia. Odiavo vederlo stare male. Come poteva solo pensare ad una cosa del
genere?
“L’avresti preferita?” biascicai.
“Sarebbe più facile. Mi sforzerei di
farmene una ragione. Potrei provare ad accertarlo.”
Chiusi gli occhi. Era ora di esporgli ad
alta voce quello che pensavo.
“Abbiamo perso la direzione, Jake. E
l’equilibrio. Tu fai parte della mia famiglia: io lo so, e lo sai anche tu. Ma
non così. Abbiamo commesso un errore. No, sono stata io. L’ho commesso io l’errore,
e abbiamo perso la direzione..” cominciai a perdere le forze, e ad una velocità
sovraumana mi ritrovai a dormire e russare.
I miei sogni erano solo figure sfuocate,
che grazie al cielo non riconoscevo, e colori, tanti colori, che mi ricordavano
meravigliosamente l’Isola Esme. Sentii un rumore improvviso, innaturale, e mi
contorsi. E se era stato il bambino? Se si era fatto male? Poi in lontananza
sentii una risata, tanto familiare quanto sconosciuta, perché non la sentivo da
tantissimo tempo.
Jake rideva.
Ancora mezza addormentata chiesi:
“Che c’è di tanto divertente?”
“Le ho gettato del cibo nei capelli.” Mi
rispose Jacob, e ricominciò a ridere.
“Non me ne dimenticherò, cane.” Sibilò
minacciosa Rose.
“Non ci vuole tanto a cancellare la memoria
di una bionda. Basta soffiarle in un orecchio.” Ribatte Jake.
Ma anche questa non sembrò intaccare
minimamente Rosalie.
“Aggiorna il repertorio.” Gli rispose.
“Dai, Jake. Lascia in pace Ro..” mi
interruppi e cercai di prendere aria. Sentivo un movimento fortissimo al centro
del mio corpo. Edward mi fu subito accanto e mi tolse la coperta. Avevo la
schiena curvata, mi muovevo come nei film si muovevano le persone con attacchi
epilettici. Ma io sapevo benissimo che non era perché soffrivo di epilessia.
“E’ lui. Si sta solo.. distendendo.” Questa
volta si mosse troppo velocemente. Cercai di trattenere l’urlo che stava per
uscirmi serrando le labbra, e direi che ci riuscii egregiamente.
Edward mi prese il viso tra le mani, come
di solito faceva quando voleva baciarmi, in tempi remoti, a confronti i
dinosauri sembravano nostri contemporanei. Mi concentrai sulla sua presa sul
mio viso per rilassarmi.
“Carlisle?” chiamò lui.
“Sono qui.” Ripose Carlisle.
Feci un piccolo respiro. Aveva smesso di
muoversi.
“Okay. Credo sia finita. Povero piccolo,
non ha abbastanza spazio, tutto qui sta diventando così grande.” Ero solo una
semplice umana in fondo. Non potevo contenere un bambino tanto grande
all’interno del mio corpo.
All’improvviso mi ricordai di una cosa che
avevo notato in uno dei miei tanti pomeriggi di nullafacenti.
“Sai, Jacob, mi ricorda te.” Gli dissi in
tono affettuoso.
“Non paragonarmi a quella cosa.”
…………. Non avevo altro per esprimere i miei
sentimenti in quel momento. Ma continuai imperterrita.
“Mi riferivo al tuo sviluppo velocissimo.
Sei cresciuto a vista d’occhio. Ti vedevo diventare più altro un minuto dopo
l’altro. Anche lui è così. Cresce in fretta.”
Sembrava cercare di non lanciare qualcosa
anche a me. E penso che preferii non rispondere.
“Mmm,” sentii mormorare Carlisle. E visto
che rispose Jacob, dovetti immaginare che si riferisse a lui.
“Sai che ero curioso di conoscere la
composizione genetica del feto, Jacob. Il numero di coppie di cromosomi.”
“Quindi?”
“Be’, tenendo conto le vostre analogie..”
“Analogie?” ringhiò Jacob.
“La crescita accelerata e il fatto che
Alice non riesce a vedere nessuno dei due. Insomma, mi chiedo se non significhi
che abbiamo trovato una risposta. Magari le analogie hanno radici genetiche.”
“Ventiquattro coppie.” S’intromise Edward.
“Non puoi saperlo.”
Iniziai a perdere di nuovo le forze.
“No, ma fare congetture è interessante.”
Disse Carlisle.
Iniziai di nuovo a dormire, perciò non
potei sentire la risposta che gli diede Jacob. Doveva essere stata colorita,
anche se Jacob non avrebbe mai mancato di rispetto a Carlisle. Da quello che
avevo potuto vedere lo stimava molto, forse perché lo aveva guarito, o forse
per la luce di bontà che emanava ovunque.
Mi abbandonai al sonno, con l’immagine del
mio bambino che spiccava dall’oscurità.
Ringrazio
enormemente coloro che nonostante i ritardi continuano a seguirmi e
quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti. GRAZIE INFINITE A
TUTTI!!!!! =)
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Capitolo 15 *** Non ci posso credere!! ***
cap 14
Bhe rieccomi qua dopo un ritardo non molto lungo.. ma mi devo scusare
comunque! Chiedo perdono!! * me si inginocchia! * per farmi perdonare, come
potete vedere è arrivato il magnifico capitolo in cui si sentono i pensierini
del nostro piccolo tesoro!!! Che carino!!! XD
Devo assolutamente ringraziarvi per
seguirmi ancora e per supportarmi!! Perciò ragazze questo capitolo è dedicato a
tutte voi che continuate a leggere la mia storia nonostante gli enormi
ritardi!!! Bhe che altro dire.. questo è il penultimo capitolo.. ma non vi dimenticherete
presto di me.. infatti se guardate c’è un’altra storiella che si è creata nella
mia testolina.. spero che vogliate darle un’occhiata! Bacioni! =)
Ora passiamo alle risposte per le vostre
incoraggianti recensioni!!
Simlyme: certo che ti ho dedicato il
capitolo!! XD mi sopporti sempre quando ti faccio commenti chilometrici alla
tua FF!! comunque ti ringrazio veramente di cuore!! Cercherò di postare più
spesso.. ma non so se mi sarà possibile.. ma cercherò di impegnarmi 1 perché
manca pochissimo alla fine, 2 perché ho fan meravigliose come te che mi
supportano!!
Mi dispiace tantissimo per il tuo
ginocchio!! Mi raccomando cerca di rimetterti!! Bacioni!!
Ps: posso fare un po’ di pubblicità alla
tua FF?!
Ledyang: grazie infinite!! =)
PrincessMarauders: oh che bello!! Due nuove
fan!! Sono sempre felicissima quando qualcuno scopre la mia piccola FF!! spero
che questo capitolo vi piaccia ragazze!! Kisses! XD
Mistica88: sono riuscita a postare appena
ho potuto!! Fammi sapere se ti piace! =)
Sa chan: grazie mille per i complimenti e
per averla inserita tra i preferiti!! Naturalmente ho continuato a leggere la
tua FF, anche se non ho più commentato.. è che riesco a mettermi davanti al pc
solo la sera, e non ho più la forza di commentare, solo di continuare a leggere
le storie, perciò ti chiedo perdono se non commenterò molto spesso.. ma la scuola
mi uccide... comunque la tua storia ha preso una piega che mi piace
moltissimo!! Continua presto! È da tanto che non aggiorni.. (il bue dice
cornuto all’asino… XD eh lo so.. sono così.. XD ) bacioni!!
Saraligorio1993: ciao! Grazie mille del
complimento! E grazie soprattutto di continuare a seguirmi, credimi, ogni volta
cerco di aggiornare il più presto possibile, e infatti appena ho un minuto
libero corro a scrivere qualche frase, anche perché spunta sempre qualcosa che
devo fare.. XD comunque grazie mille! Kisses!
Capitolo 14
Non ci posso credere!!
Mi svegliai senza Jacob al mio fianco,
immaginai di essermi scaldata troppo. Edward, Rosalie e Alice erano intorno a
me, silenziosi si muovevano per la stanza.
Cioè Alice danzava da una parte all’altra
della stanza a sistemare gli innumerevoli fiori nei mille vasi, mentre Edward
era seduto ai piedi del divano, con le mie gambe in grembo, e Rosalie era
seduta sulla poltrona a fare zapping a 300 km/h.
Edward mi fissava, sembrava che non avesse
allontanato gli occhi dal mio viso nemmeno un attimo. Era.. non so descrivere
quali sentimenti vi fossero sul suo viso. Era tremendamente infelice,
dispiaciuto, addolorato. Ecco.. forse era questo il sentimento prevalente in
lui. Il dolore nel vedermi in quelle condizioni. Scorsi un’altra emozione.
L’odio, la rabbia verso colui che era la causa del mio soffrire. Cercai
mentalmente di calmarmi. Non volevo farlo addolorare e non volevo far star male
il mio bimbo.
Mi fissava, e io lo fissavo di rimando.
Come sempre ero ipnotizzata dai suoi occhi, non riuscivo a smettere di
guardarli.
Mentre li fissavo erano solo indifferenti,
e guardandoli ricordavo i momenti in cui il suo sguardo era brillante, felice,
angelico. Come quando ci siamo sposati. Nulla avrebbe potuto descrivere
l’emozione che vi lessi dentro. Erano assolutamente rapiti, felici, esulanti,
meravigliati, quasi stupiti, come se io gli avessi fatto l’onore di sposarlo.
In realtà ero io ad essere stata miracolata, perché mi era stato permesso di
avere al fianco un angelo simile.
Ad un tratto però il suo sguardo cambiò.
Divenne terrorizzato e infuriato.
“Carlisle!” urlò. Sobbalzai dallo spavento
e dallo stupore.
Lui comparve immediatamente dalle scale.
“Cos’è successo?” chiese allarmato.
“Le deve aver rotto un’altra costola!”
rispose adirato.
Ma cosa stava dicendo? Io non avevo sentito
nessun dolore acuto come la volta precedente.
“Io non ho sentito niente Edward, sarà
stato un rumore fuori.” Gli rispose Rose.
Ma lui la fulminò, si alzò e mi prese
delicatamente in braccio. Rosalie ringhiò, ma ciò che probabilmente non li fece
litigare, fu che io rantolai, e mi toccai il bacino.
“E’ il bacino!” disse Edward.
Subito si mosse il più velocemente
possibile portandomi in mansarda.
Mi depositò delicatamente sul lettino e mi
prese la mano mentre Carlisle iniziava a visitarmi.
Non c’erano rumori in casa, oltre alla
macchinetta per i raggi X.
Dopo qualche minuto, Carlisle finii, e vidi
la perplessità sul suo volto, come su quello di Edward.
“Edward, non si è rotta assolutamente
niente.. sicuro di aver sentito qualche rumore?” chiese Carlisle scettico.
“Ti dico di si, Carlisle! Come quello
dell’altra volta! Ne sono sicuro!!” sembrava inferocito, come se credesse che
lui lo stesse deridendo. Era troppo preoccupato per me.
“Meglio se bevi questo, Bella. Sei troppo
pallida.” Intervenne Rose. Mi mise tra le mani un bicchiere stra colmo di
sangue, su cui mi avventai famelica, e nel frattempo osservavo tutto quello che
succedeva intorno.
Carlisle non rispose ad Edward, come se
sapesse che il figlio non era appieno delle sue facoltà mentali.
“Sono sicuro, Carlisle. Non mi invento le
cose.”
“Non ho mai affermato il contrario
figliolo, ma solo tu l’hai sentito. Tu, Rosalie?”
“No, nessuno. Sono sicurissima.”
“E io ti dico il contrario. Accidenti
Rosalie, eri li, come hai potuto non sentire?”
Intanto Edward mi prese tra le braccia e si
era avviato verso le scale.
“Ehi, ti ho detto che non ho sentito
nessuno schiocco. Meglio che tu ti faccia controllare le orecchie, Edward.”
Ribatté Rose.
Ma Edward preferì non risponderle. Io dal
canto mio stavo concentrando tutte le energie che mi erano rimaste nel cercare
di non urlare. Nonostante i movimenti fossero delicatissimi, mi faceva male
tutto.
Poi vidi Edward fissare il piano di sotto,
e seguii il suo sguardo. Trovai Jacob, nell’ingresso che guardava all’insù.
“Jake.” Sussurrai, sicura che potesse
sentirmi, grazie al suo udito superfino.
Edward mi depositò molto dolcemente sul
divano, mentre lui si sedette vicino a me, sul pavimento.
“Carlisle, siamo arrivati a metà strada per
Seattle. Non c’è traccia del branco. Potete andare.”
“Grazie, Jacob. È il momento buono. Ne
abbiamo davvero bisogno.”
“Secondo me, potete partire tranquilli e
andare in più di tre alla volta. Sam si sta concentrando su La Push, ci
scommetto.”
“Se ne sei convinto tu, va bene. Alice,
Esme, Jasper e io andremo ora. Poi Alice
tornerà a prendere Emmett e Rose..”
Ero troppo concentrata a bere, che non feci
caso alle sue parole, cosa che invece non sfuggì a Rose.
“Neanche per sogno. Emmett viene con voi
adesso.” Sibilò.
“Dovresti andare a caccia.” Le rispose
Carlisle.
“Andrò a caccia quando ci andrà lui.”
Ringhiò voltandosi verso Edward che non fece una piega.
Jasper ed Emmett si posizionarono subito
vicino a Carlisle, come Alice ed Esme. Dovevano avere proprio bisogno di
andare. Stavo facendo stare male tutti. Rinunciavano a cacciare e fare le loro
cose di tutti i giorni per stare dietro a me. Gliene ero profondamente grata,
ma mi sentivo tremendamente in colpa.
Andarono via, volando oltre la finestra, e
Jacob si sedette nella poltrona vicino a Rose.
Che non fece mancare il suo disgusto.
“Bleah. Qualcuno porti fuori il cane.”
“La sai questa, Psycho? Sai come muoiono i
neuroni delle bionde?”
Ecco un’altra sciocca battuta per cercare
di farle perdere la pazienza. Sorrisi tra me e me.
“Allora? L’hai già sentita o no?” chiese di
nuovo, non avendo ottenuto nessuna risposta.
Così decise di appigliarsi a l’unico che
poteva saperlo.
“L’ha già sentita?” chiese rivolgendosi a
Edward.
Girai il viso verso il suo, e mi stava
fissando.
“No.” Rispose, senza staccarmi gli occhi di
dosso.
“Magnifico. Allora ti piacerà,
succhiasangue. I neuroni delle bionde muoiono soli.”
Rosalie non sembrò per niente scossa.
“Ho ucciso centinaia di volte più di te,
bestia schifosa. Non te lo scordare.”
“Un giorno, Miss Universo, ti stancherai di
minacciarmi a vuoto. Non vedo l’ora che arrivi, quel giorno.”
Possibile che sapessero solo cercare un
buon pretesto per uccidersi a vicenda?
“Basta, Jacob.”
Si girò verso di me.
“Vuoi che me ne vada?”
Perché aveva pensato ad una cosa simile?
“No! Certo che no.”
“Sembri stanco.”
“Morto.”
Jacob si lasciò cadere sulla sedia, e mise
il piede vicino alla faccia di Rosalie.
“Rose, potresti riempirmi il bicchiere?”
E volò via.
Con la mente iniziai a divagare, per
cercare di svagarmi. La prima cosa che mi venne in mente fu il ricordo
dell’isola Esme. Ah. Così bella, pacifica, tutte quelle piume in giro
soprattutto! Ricordo quanto mi trovai buffa. Sembravo una gallina.
“Hai detto qualcosa?” Edward interruppe le
mie divagazioni.
Mi stava fissando, e io lo fissai di
rimando. Ero completamente confusa. Che gli stesse succedendo qualcosa?
“Io non ho detto niente.”
Edward di mise in ginocchio, chino su di
me.
“Che stai pensando ora?”
Ok. Adesso iniziava a spaventarmi.
Possibile che i vampiri potessero impazzire?
“A niente. Che succede?”
“A cos’hai pensato un minuto fa?”
Oh oh. Ammetterlo o no?
“Solo.. all’Isola Esme. E alle piume.” e
come al mio solito arrossii.
“Di qualcos’altro.” Mi mormorò.
Mi stava facendo preoccupare seriamente. Oh
mio dio. Perché Carlisle era andato via proprio adesso? Avrebbe potuto
visitarlo, capire cosa avesse!
“Ma cosa? Edward, che succede?”
Poi mi paralizzai dalla sorpresa. Edward,
lentamente e delicatamente aveva appoggiato le mani sul pancione, come avrei
voluto avesse fatto dal primo momento.
Dietro di lui vidi comparire Rose,
completamente scioccata con il bicchiere in mano.
“Il fe.. Al.. al bambino piace il suono
della tua voce.”
___________________ questo era il mio stato
mentale. Ero completamente allibita. Per una frazione di secondo mi sembrò di
non capire nulla di ciò che avesse detto. Poi collegai tutto, e non potei fare
altro che urlare dalla gioia.
“Santo cielo, riesci a sentirlo!” ma me ne pentii.
Il mio bimbo mi aveva dato un calcio bello forte. E sussultai.
“Sssh. Hai spaventato il.. lui.” Mi disse
Edward. Vedevo una nuova luce nei suoi occhi mentre fissava il mio pancione
enorme. Sembrava sorpreso, felice, entusiasta. Finalmente un’emozione diversa!
Appoggiai la mano nel punto in cui aveva scalciato.
“Scusa, piccolo.”
Edward intanto aveva praticamente
appoggiato la testa sul pancione.
Rosalie ci fissava terrorizzata. Probabilmente
credeva che quello di Edward fosse un trucco, ora che non c’erano gli altri a
trattenerlo, sarebbe stato facile per lui far bloccare Rose da Jacob, che
voleva la sua stessa cosa, e poi drogarmi per uccidere il bambino. Ma quest’idea
non mi era passata per un solo secondo nella mente.
Non avevo dubitato nemmeno un attimo delle
intenzioni di Edward. E poi l’espressione del suo viso diceva tutto. Nemmeno lui
era in grado di fingere così bene.
Ero ansiosa di nuove informazioni. Finalmente
poter conoscere il mio piccolo mi dava una gioia immensa.
“Cosa pensa ora?”
“La cosa.. lui, o lei è..” mi fissò negli
occhi, completamente stupito e gioioso. “Felice.”
Mi si bloccò il respiro. Il mio bambino. Improvvisamente
iniziai a piangere dalla gioia e sorridere. Non riuscivo a farne a meno.
Chissà se poteva sentirmi bene? Bhe perché non
provare?
“Certo che sei felice, bel bambino, certo
che lo sei. Come potresti non esserlo, così al sicuro, così al caldo, così
amato? Ti amo tanto, piccolo EJ, certo che sei felice.” Utilizzai il suo nome,
e Edward se ne accorse.
“Come lo hai chiamato?” mi chiese
incuriosito.
Arrossii. “Gli ho dato una specie di nome. Non
pensavo che volessi.. bè, ecco.” Non volevo ricordargli come si era comportato
fino ad un attimo prima, non ora che era così felice ed euforico.
“EJ?”
“Anche tuo padre si chiamava Edward, no?”
Volevo portare avanti la tradizione, ma
forse c’era qualcosa che non gli tornava, la J. Non c’era nessuno con la J in
famiglia. Almeno non in quella biologica.
“Si. Ma cosa..?” si fermò e sorrise.
Sorrise. Il mio Edward aveva sorriso. Ecco.
Adesso ero completamente e assolutamente felice. Ero sposata. Aspettavo un
meraviglioso bambino. Jacob era tornato e sarei diventata presto una vampira. Non
potevo chiedere altro dalla vita.
“Che c’è?”
“Gli piace anche la mia voce.”
Che sciocco. Come poteva non piacere al nostro bimbo piacere la voce del suo
papà?
“Certo che gli piacce. Hai la voce più
bella dell’universo. A chi non piacerebbe?”
Rose sembrava aver superato lo shock
iniziale, e adesso sembrava fiduciosa nei confronti di Edward.
“Avete un piano di riserva? Che si fa se è
una lei?”
Mi asciugai gli occhi che non volevano
saperne di smettere di lacrimare.
“Qualche idea mi è venuta. Pensavo a un
misto fra i nomi di Renèe ed Esme..”
“Resmé?”
“Ma no: Renesmee. Troppo strano?”
“No, mi piace. È bellissimo. E unico,
quindi perfetto.”
“Comunque sono convinta che sia un Edward.”
Ne ero assolutamente certa. Altrimenti come
spiegare il bambino presente nei miei sogni?
Guardai di nuovo Edward. La sua espressione
era strana. Fissava il vuoto, come faceva Alice quando aveva una visione.
“Che c’è? Cosa pensa?”
Poi lo vidi appoggiare l’orecchio al centro
del pancione. Che tenero!
“Ti vuole bene, ti adora indiscutibilmente.”
Annaspai. Ma questa volta non per il
dolore. Ero felicissima. In quel momento non c’erano più Jacob e Rose, solo noi
tre. La famiglia che dopo varie peripezie si era formata. Una famiglia
speciale. Quante persone potevano vantarsi di averne una del genere? La risposta
era solo una: nessuno.
“Ah.” Non capii a cosa si riferiva Edward. Che
fosse successo qualcosa al bambino? Poi vidi il suo sguardo posato su Jacob. E capii.
Lui odiava quella creatura, e adesso anche Edward era dalla mia parte. Lui era
solo, a combattere una battaglia persa già prima di iniziarla.
Edward si spostò fino al tavolino, prese
qualcosa di argentato dal cassetto e glielo lanciò.
“Vai, Jacob. Vai via di qui.” Non lo stava
affatto cacciando via. Voleva farlo andare via per alleviare le sofferenze che
gli stavo arrecando. Che io, con il mio egoismo gli infliggevo ogni giorno.
E scappò via, lontano dalle sofferenze che
la vita gli aveva dato, lontano da tutti e tutto, ma soprattutto lontano da me.
Edward si rimise di nuovo al mio fianco, e
si mise ad accarezzare il pancione. Rose decise che si poteva fidare di Edward
e andò di sopra.
Non parlammo. Non ce n’era bisogno. Il nostro
quadretto familiare era completo e felice.
Ma come si sa ogni cosa bella deve finire.
Edward si alzò e si posizionò davanti a me,
con le braccia tese, e venne subito affiancato da Rose, scesa immediatamente
dal piano di sotto.
Cosa diavolo stava succedendo?
La risposta alla mia domanda venne data
quando vidi Leah trasformarsi davanti alla porta di casa e infilarsi velocemente
un pezzo di stoffa per evitare di essere nuda. Ed entrò così, con una faccia
infuriata e rabbiosa che non prometteva niente di buono.
Ringrazio infinitamente coloro che mi hanno messa tra i preferiti!!
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