Sweet side

di Samxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° capitolo ***


1° Capitolo
 
Sistemo l’ultimo scatolone nella mia nuova ed enorme camera e mi asciugo la fronte sudata con il dorso della mano. Sospiro affaticata e osservo l’immenso numero di scatole che occupano la stanza prima semi-vuota.

<< Samantha vieni a mangiare! >> urla mia madre dal piano di sotto. Sospiro per la seconda volta e cammino a passo svelto verso la cucina sapendo che se non fossi seduta li entro 3 secondi mi avrebbe urlato all’orecchio di venire subito a tavola quando mi chiama. Arrivata mi butto a capofitto sul cibo fregandomene dei richiami di mia madre sul mangiare piano e chiudere la bocca.

<< Samantha sembri una porca. >> mi richiama la donna seduta davanti a me.

<< Beh anche tu quando hai fame non è che mangi molto educatamente… >> gli dico con la bocca piena di spaghetti al sugo. Ghigno divertita vedendo la sua faccia tutta rossa dalla vergogna, la saluto con un cenno del capo e ritorno nella mia dimora, dove avrei dovuto sistemare tutte le mie cose. Ebbene si, mi sono appena trasferita. All’inizio non ero molto contenta dell’idea dato che avrei dovuto lasciare i miei pochi amici di cui mi fidavo ciecamente, soprattutto la mia migliore amica, Sophia.

È una ragazza molto allegra, simpatica, un po’ acida ma al punto giusto, senza peli sulla lingua, per non parlare della sua immensa bellezza: capelli marroni che le arrivano a metà schiena un po’ rovinati per il numero esagerato di tinte effettuate, i suoi occhi color cioccolato con delle strane sfumature di verde molto evidenti, il suo nasino perfetto alla francese, la sua statura alta da modella, insomma, una ragazza perfetta. Vicino a lei delle volte mi sentivo sotto soggezione, io in confronto, non sono niente di che: capelli biondo scuro abbastanza lunghi, occhi color azzurro che delle volte diventano grigi o verdi (dipende dalla luce), statura bassa a confronto di altri ragazzi della mia età, lenti a contatto per non portare occhiali da nerd, assolutamente una schifezza.

Non voglio sembrare una depressa, che poi non lo sono per niente dato il mio carattere, ma nella mia vita non ho mai avuto autostima, e quel poco che ne avevo è volato via appena iniziate le medie, quando vedevo le mie coetanee perfettamente truccate, con dei vestiti super alla moda, capelli perfetti, il contrario di me. Sbuffo a quei pensieri e inizio a sistemare i miei preziosi oggetti in posti a caso, un po’ per l’istinto, un po’ per la stanchezza dato il lungo viaggio di 4 ore per partire da Londra fino a Parigi. Ho sempre considerato questa città una delle più belle al mondo, anche se la mia preferita direi che sia Roma, dato che amo la pizza e l’Italia. Osservo soddisfatta il mio lavoro di ristrutturazione e posso dire di essere finalmente sollevata. Sento qualcosa di peloso strusciarsi per un po’ sulla mia gamba, per poi saltarmi addosso abbaiando gioioso.

<< Maya! >> trillo contenta abbassandomi all’altezza del mio husky bianco di appena 5 mesi, le accarezzo allegra la testolina bianca dal quale sbucano due occhioni celesti come il cielo. Sorrido come un ebete per poi ricevere una leccata sulla guancia dalla mia piccola cagnolina. Ho sempre amato gli animali, soprattutto i cani. Prendo Maya in braccio e la porto nella sua cuccia vicino al mio letto di una piazza e mezzo. Prendo il guinzaglio e il collare posati li dentro per poi metterli alla mia cagnolina, di solito a casa la lascio senza il collare dato che non ama particolarmente quell’oggetto rosa.

Ridacchio al ricordo della sua faccia buffa di quando gli misi per la prima volta l’oggetto in questione, tiro Maya fino alla porta e avviso mia madre che sarei andata a fare una passeggiata con la palla di pelo bianco. Sono stata molte volte qui a Parigi per visitare la mia cara zietta con i capelli rosa, quindi devo dire di conoscere la città abbastanza per orientarmi. Cammino a passo svelto tra le strade buie, andando direttamente in direzione del mio parco preferito, che casualmente e fortunatamente, era dietro la mia nuova casa.

Mi poso sotto un albero lasciando libera Maya che ora scorazza felicemente inseguendo degli insetti notturni, chiudo gli occhi e penso ai bei momenti passati a Londra con i miei amici di vecchia data. Sono sicura al 100% che quella che mi manca di più sia Sophia, la quale conosco da 12 anni, dai tempo delle elementari, dove facevamo a gara su chi prendeva voti più alti, e come sempre vincevo io, ma la mia cara amichetta è sempre stata troppo orgogliosa per ammettere di aver perso. Si, alle elementari ero una secchiona che portava cerchietti ogni giorno, con la frangetta, e non ha mai ricevuto quel fatidico pezzo di carta dove c’era scritto ‘’vuoi metterti con me? Si [ ] No [ ]’’.
Sono sempre stata una sfigata, ma da quando solo alle superiori devo dire che la mia situazione era un po’ migliorata, calcolando che non venivo più presa di mira dalle sgualdrine oppure presa in giro dai maschi per la mia mancanza di seno grosso come le altre ‘’troie’’. Sento picchiettarmi leggermente la testa, così con le mani dietro di essa, e con gli occhi prima chiusi pensando un po’ alla mia vita, osservo la persona in questione che ha osato disturbarmi. Un ragazzo dall’aria da duro, con capelli rosso fuoco un po’ lunghetti, occhi profondi e grigi, vestito da rokettaro, mi osserva dall’alto in basso, per poi fare un ghigno che mi provoca un leggero brivido sulla colonna vertebrale.

<< Cosa vuoi? >> chiedo scontrosa per il mio carattere, questo ragazzo non mi ispira molta fiducia.

<< Sei nel mio posto. >> dice senza indugi guardandomi con aria di sfida, ma dico, chi si crede di essere?

<< Io non vedo il tuo nome scritto da queste parti… >> dichiaro soddisfatta mentre ghigno anche io per la mia grande ironia.  Con la delicatezza di un elefante, mi sposta facendomi notare che dietro la mia schiena, sul tronco dell’albero, è inciso un nome: Castiel. Sbuffo infastidita, mi alzo seccata e riattacco al guinzaglio Maya, che stava giocando con un pastore Beaceron che mi inquieta un po’ dall’aspetto, penso che sia del rosso dato che siamo solo io e lui al parco.

<< Avrò la mia vendetta… >> sussurro guardandolo per poi fargli la linguaccia come una bambina, tipico del mio carattere da bambinona cresciuta troppo. Lo vedo sghignazzare, così, indignata, torno a casa, cercando di pianificare dei piani per ucciderlo se potrei rincontrarlo.

Quando sono nella mia nuova dimora tolgo Maya dal guinzaglio e corro in camera per pianificare meglio, sono sicura che lo rincontrerò dato che ho intenzione di uscire ogni sera per portare fuori la mia cagnolina, e sicuramente lui sarà lì. Prendo un foglio per poi metterlo su un libro, per scrivere meglio sul letto. Penso che sia meglio non pensare solo al rosso, ma anche ad altre persone che potrebbero starmi antipatiche domani al liceo, così potrei attuare i miei piani anche sugli altri, ottima idea Sam!
 
PIANO PER UCCIDERE TIZI CHE MI STANNO SUL CAVOLO
1.PRENDERE UNA TANICA DI BENZINA, COSPARGERLA SULLA PERSONA CHE MI STA ALTAMENTE ANTIPATICA, E DARGLI FUOCO.
2.BUTTARLO DA UN PONTE O DA UN PRECIPIZIO
3.UCCIDERLO A FORZA DI COLTELLATE PER POI SPEDIRLO IN ALASKA PER NON DARE SOSPETTI ALL’FBI
4.SPARARGLI CON UN BAZOOKA
5.MENARLO FINO A QUANDO NON MUORE PER POI USARE ANCHE IL PUNTO 2
 
Fiera di me stessa, attacco il foglio sull’armadio pensando che forse stia esagerando, ma la mia coscienza dice che è meglio prevenire, quindi penso di aver fatto bene a scrivere questa lista.

‘’Voglio proprio vedere cosa dirà mia madre quando dovrà sistemare un po’ la mia camera, crederà di avere una figlia pazza…’’ penso tra me e me. Domani andrò al mio nuovo liceo, il Dolce Amoris, che dal nome pare una scuola con cuori e cuoricini ovunque, pareti rosa e cose da femminucce. Sospiro rassegnata per poi guardare l’ora sul mio nuovo telefono, 00:17. Okay, forse è meglio che io vada a dormire, che poi mi ci vorrà una banda intera di musicisti per svegliarmi, altro che sveglia.

Imposto l’ora sul telefono alle 6 e mezza e indosso il mio amatissimo pigiama costituito da una canotta gialla con un orsacchiotto sopra e dei pantaloncini del medesimo colore. Mi butto sul letto e controllo con lo sguardo che il mio husky stia dormendo. Sorrido leggermente vedendola a pancia in su, per poi chiudere definitivamente gli occhi, addormentandomi tra le braccia di Morfeo.
 
SPAZIO ME *^*
Salve popolo di Dolce Fliiiiiirt! Spero che questo primo capitolo come inizio vi abbia incuriositi, so che non è molto, ma vi prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi di questo (pensieri pervy hehehehe). OKAY LA SMETTO. Scusate se non è gran che ma non sapevo come introdurre la storia e penso che questo sia stato il modo migliore hehehe. Accetto tutti i tipi di crtiche, anche negative, almeno facendomi notare i miei errori potrei pian piano migliorare e diventare una brava scrittrice come molti in questa sezione! Ora mi dileguo veramente, ciao al prossimo capitoloooooooo! :P
Pace e amore!

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Capitolo 2
*** 2° capitolo ***


2° capitolo
 
Mi sveglio all’improvviso a causa della luce del sole che ha deciso di accecarmi con i suoi raggi penetranti dalla finestra, mi alzo assonnata dal mio caldo letto e guardo il mio cellulare sul comò, ok ho solo 20 minuti per prepararmi, uscire ed arrivare al nuovo liceo in tempo.
 
Sospiro pensando a quanto io odi la scuola e mi dirigo in bagno per farmi una doccia rinfrescante. Amo farmi la doccia con acqua fredda, mi risveglia subito e mi impedisce di stare troppo tempo in bagno. Mi lego un asciugamano intorno al corpo e, uscendo dal mio bagno privato, apro le ante del mio nuovo armadio. Prendo al volo una maglietta mono spalla a maniche corte verde acqua, dei pantaloncini di jeans e le mie amate vans blu notte, ormai consumate.
 
 Anche se è appena iniziata la stagiona autunnale, essendo a metà settembre, fa ancora molto caldo, di conseguenza sudo come una capra e il mio aspetto diventa orribile, quindi meglio evitare vestendomi leggera. Mi vesto per poi pensare all’aspetto del viso. Lascio i miei capelli liberi, ma per sicurezza, metto un legaccio sul polso della mano.
 
 Mi trucco un po’ con matita nera e mascara, per poi mettermi le lenti a contatto, sono fastidiose ma non voglio proprio mettermi gli occhiali, penso che siano più fastidiose delle lenti. Prendo lo zaino con dentro solo qualche quaderno e il mio astuccio, per poi correre in cucina per fare colazione, constatando che è tardi e io non so nemmeno dov’è la scuola.
<< Ciao mamma, ciao papà. >> vedo mia madre lavare qualche tazza, mentre mio padre, come al solito, sorseggia il suo amato caffè leggendo il giornale. Ieri sera, appena arrivati nella nuova casa, è andato a dormire senza mangiare, ha detto di avere mal di testa per il viaggio, quindi ha preferito dormire già da subito non curandosi di cenare, e conoscendolo prima che arrivassi io avrà mangiando un pacco intero di merendine essendo un golosone.
 
 Mio padre è un uomo non molto alto, di media altezza, molto robusto direi. Ha gli occhi color nocciola e i suoi soliti capelli in disordine del medesimo colore. Non gli si vede in faccia per niente la vecchiaia, anche se un po’ di capelli bianchi gli si vedono osservandolo per bene. Ha un carattere molto giovane e simpatico, vado molto d’accordo con lui avendo un carattere identico. Mia madre invece è una donna un po’ più bassa di mio padre, capelli biondi, occhi celesti che ho ereditato e un corpo che farebbe invidia a una 20enne. Anche se il suo carattere è un po’ isterico, le voglio comunque un mondo di bene.
 
 Prendo una merendina al cioccolato dalla credenza e la mangio con solo due morsi, bevo un po’ di succo ed esco correndo come una pazza, senza nemmeno salutare i miei. Ho qualche ricordo di dove si trovi il liceo essendoci passata qualche volta davanti con la macchina da piccola, quindi passo per il parco ed esco dal cancello secondario, svolto a sinistra e camminando un po’ si nota subito un enorme edificio bianco di vari piani, spero almeno che dal nome dentro non sia tutto rosa.
 
 Entro dal cancello e passo per un enorme giardino dove quasi tutti mi stanno osservando, quindi un po’ a disagio, entro nell’edificio per poi ritrovarmi una donna paffutella tutta rosa con sul volto un grande sorriso.
 
<< Lei deve essere la nuova alunna, beh le do il benvenuto, io sono la preside di questa scuola e spero che negli anni lei si trovi bene e a suo agio… >> annuisco accennando un piccolo sorriso per poi farla continuare.
 
<< Oggi avrà tutto il giorno libero per stabilizzarsi e conoscere l’edificio per bene, ma prima deve terminare la sua iscrizione, vada in sala delegati, li Nathaniel le dirà cosa serve per terminare il tutto, beh ora devo proprio scappare, buona giornata signorina Vance. >> conclude salutandomi calorosamente.
 
<< Emh...si…buona giornata >> rispondo goffamente facendo un leggero inchino, ma lei era già andata. Sento la campanella suonare e osservo tutti gli studenti entrare nelle rispettive classi per iniziare le lezione, tranne me ovviamente. Bene, io approfitterò di questa occasione per perdere tempo, quindi… subito al distributore! Corro senza fare rumore per i corridoi quando noto finalmente un distributore con tanto cibo dentro.
 
 Mi lecco le labbra pensando già alla mia pancia ringraziarmi mentre mangio quelle delizie che si trovano dietro quel fastidioso vetro, quel maledetto vetro che mi separa dalla felicità fatta in merendine. Inserisco i soldi e mi prendo delle patatine, mini ciambelle confezionate e una lattina di coca cola. Okay forse sto esagerando, ma ehy, ho fame. Metto tutto nel mio zaino e corro in sala delegati per finire la mia iscrizione il prima possibile.
 
 Busso aspettando di entrare per poi sentire un ‘’avanti!’’, così, facendomi forza e cercando di nascondere il mio imbarazzo, entro timidamente, sperando che il delegato sia almeno un po’ carino e non uno di quei vecchi rimbambiti. Noto un ragazzo biondo firmare dei fogli, devo dire che mi affascina parecchio con quella camicia, se fosse almeno un po’ sbottonata sarebbe più sexy.
 
‘’ Samantha Vance non è ora dei tuoi filmini mentali e delle tue perversioni.’’ Mi ricorda il mio mini-me che stranamente per una volta ha ragione.
 
<< Ehm…salve sto cercando il delegato Nathaniel, devo terminare la mia iscrizione e la preside mi ha detto di rivolgermi a lui… >> dico mentre dentro di me cerco di sconfiggere la timidezza che mi porto da anni ormai.
 
<< Sono io Nathaniel, tu devi essere Samantha Vance vero? Ora ti faccio firmare delle cose e basta che tu mi dia 24$ e una tua foto per finire l’iscrizione. >> mi dice mentre mi porge dei fogli. Okay un delegato così sexy non l’ho visto nemmeno nei film, è così bravo nel suo lavoro, chissà se lo è anche a le…
 
‘’Ma vuoi firmare? Ti sta osservando e tu stai impalata come una gallina in calore!’’ mi risveglio dai miei pensieri, per poi finalmente firmare, ovviamente non poteva mancare la figura di merda della giornata. Prendo dalla tasca dei miei pantaloncini 24$ e dall’altra tasca una mia foto, okay forse mia madre aveva ragione quando mi ha detto di portarmi una foto tessera mia e dei soldi che forse mi sarebbero serviti. Prende i fogli e li mette in una cartellina, per poi prenderne altri e consegnarmeli.
 
<< Questi sono i tuoi orari e la tua classe, beh spero che ti troverai bene… >> mi dice con un sorriso, okay ora cosa dico?! Ricambio il sorriso e lo saluto educatamente, uscendo di fretta per evitare altre cose imbarazzanti. Sospiro sollevata e vado in giardino, leggendo per bene i miei orari che farò da domani e leggendo in che classe starò.
 
‘’Bene, 3°A, fantastico anche nell’altra scuola facevo parte della sezione A…’’ sospiro pensando e rassegnandomi che ormai il passato mi perseguiterà a vita, alzo gli occhi che prima avevo posato sul foglio per leggere, e noto un albero abbastanza grande che copre molto bene dal sole. Sorrido soddisfatta e mi poso per terra con la schiena sul tronco, prendo le patatine dallo zaino e inizio a mangiare continuando a leggere il foglio. Leggo anche il codice dell’armadietto e cerco di memorizzarlo, fallendo miseramente.
 
‘’Cavolo se non riesci a memorizzare un numero come caspita farai a studiare quest’anno?’’ beh caro mini-me, non hai mai pensato che io forse non studio mai?
 
‘’Cavolo allora sei più stupida di quello che credevo..’’ sbuffo constatando quanto io sia idiota a parlare da sola, e prendo dal mio caro zaino le mie amate cuffiette e il mio cellulare. Accendendolo noto che ci sono 3 messaggi, così apro whatsapp e vedo chi caspita mi rompe.
 
Sophia: ciaooooooooooo
Sophia: sei morta? ._.
Sophia: ODDIO NO MI E’ MORTA LA MIGLIORE AMICA E ORA COME FACCIO? :( va beh tanto ho la nutella u.u
 
Rido per i messaggi di Sophia e decido di rispondergli che sto bene e di raccontargli tutto quello che mi è successo fino adesso, scrivendo per lo più un poema. Infilo le cuffiette nelle orecchie e alzo il volume al massimo, con Sugar dei Maroon 5 che mi spacca i timpani. Dopo una buona mezz’oretta passata a mangiare mini ciambelle, bere coca cola e ascoltare Ariana Grande, Demi Lovato e riflettere sulla mia inutile vita, la campanella è suonata, quindi vuol dire che è iniziata la seconda ora per gli altri babbani (le citazioni su Harry Potter sono puramente casuali :’) ).
 
Sbuffo infastidita e quasi quasi decido di farmi una passeggiata per la città, quando sento togliermi una cuffia all’improvviso, chiunque sia lo uccido all’istante.
 
<< Chiunque tu sia io ti ucc-… >> mi giro di scatto incontrando di nuovo degli occhi color pece molto profondi, mi paralizzo all’istante davanti a quei bellissimi pozzi che sembrano vagare dentro la tristezza, ma subito mi ricordo chi è e la rabbia prende il sopravvento.
 
<< Tu! >> urlo come una pazza. Lui forma un ghigno sulla sua faccia per poi osservarmi a con le braccia incrociate sul petto, facendomi incavolare ancora di più.
 
<< Io. >> dice facendo il finto simpatico.
 
<< Cosa cavolo ci fai qui? >> chiedo sbuffando e sperando che se ne vada subito via per ritornare ai miei bellissimi pensieri sulla mia vita da nerd.
 
<< In realtà dovrei farti io questa domanda… >> dice senza nessuna emozione nella voce e senza espressione sul viso, come se fosse annoiato.
 
<< Primo giorno di liceo qui a Parigi non ti dice niente rosso? >> chiedo scorbutica mentre lo fisso con aria di sfida.
 
<< Quindi sei la novellina…. >> mi guarda divertito con un ghigno più grande.
 
<< Tu invece stai qui dalla prima superiore vero? >> chiedo con la stessa aria da ‘’duro’’ ( doppio senso everywhere) che aveva assunto anche lui.
 
<< Ma brava allora hai anche un cervello in quella testa…  >>
 
<< Ma brava allora hai anche un cervello in quella testa… >> cerco di imitarlo con la sua stessa voce e facendo la sua stessa espressione annoiata. Il rosso per un attimo mi guarda confuso per poi mettersi a ridere senza un domani, è molto carino quando ride, no okay è carino anche quando non fa niente… aspetta cosa?
 
‘’hehehehehe….’’ Okay qui c’è qualcosa che non quadra, anche se constatando che il biondo è sexy e anche il rosso, se in questa scuola sono tutti così forse potrei cambiare opinione sul liceo.
 
<< Ragazzina sei simpatica. >> mi dice sghignazzando.
 
<< Grazie, tu no. >> gli faccio la linguaccia, poi continuo << e ora se non ti dispiace vorrei ritornare a non fare niente. >> mi rimetto la cuffietta e riavvio Break Free di Ariana Grande, amo questa canzone e questa ragazza… non che io sia lesbica, ma la trovo una ragazza straordinaria e…
 
‘’ Guarda non si era capito…’’ taci cervello. Sospiro e vedo se Castiel è ancora in piedi che mi fissa o non so cosa, ma invece non lo vedo da nessuna parte. Mi guardo in giro stranita per poi fare spallucce, sarà andato via mentre fantasticavo su Ariana…
 
Guardo l’ora e noto che è quasi ora dell’intervallo, ed ecco infatti, che preciso come un orologio svizzero suona la campanella. Di corsa butto gli scarti della mia ‘’pausa mattutina’’ e rimetto le cuffiette e il cellulare nello zaino, non ho amici e non so come caspita farò… Aspetta, ora che ci penso bene mia cugina Rosalya ha detto di andare al Dolce Amoris, e ho anche ottimi rapporti con lei, quindi andiamo alla ricerca di capelli blu, anche se penso si sia cambiata tinta conoscendola.
 
Io e Rosalya dato la parentela siamo abbastanza simili, gli occhi sono dello stesso taglio, molto felini e femminili direi anche se io ce li ho molto più grandi e marcati, i tratti del viso li stessi, e se non fosse per la tinta di Rosa ci scambierebbero per sorelle, cosa già successa in precedenza. Il giardino a poco a poco si affolla, e io non riesco ancora a trovare dei capelli lunghi e blu, o qualsiasi altra tinta abbia deciso di rifare.
 
Vedo una ragazza con dei capelli bianchi, però non riesco a riconoscerla dato che è di spalle, noto che sta parlando con un ragazzo dai capelli azzurri, una ragazza dai capelli viola e un’altra dai capelli arancioni. Okay in questo liceo amano i capelli colorati, constatando anche Castiel e i suoi capelli rossi fiammeggianti.
 
Sospiro all’idea che non la troverò mai, l’unica amica che potevo farmi, che tristezza… stavo per tornare sotto l’albero quando la ragazza dalla testa bianca si gira di lato mostrandomi gli occhi ambrati e felini, esattamente come i miei. Sorrido riconoscendola subito, così mi butto tra la leggera folla, raggiungendo Rosa e la sua nuova tinta.
 
Essendo di spalle non mi ha visto, ma i suoi amici mi guardano un po’ strana, così con decisione, picchietto sulla spalla di Rosa. Si gira di scatto, per 2 secondi non mi ha riconosciuto, ma poi si è buttata tra le mie braccia sorridente come non mai.
 
<< Oddio, oddio, oddio, oddio non ci credo! >> mi urla nell’orecchio mentre ricambio l’abbraccio davanti a tutti imbarazzata, forse era meglio se me ne stavo da sola sotto l’albero…
 
<< Si okay Rosa ti amo anche io ma togliti! >> finalmente si stacca da me, un secondo in più e sarei morta soffocata. Mi sorride di nuovo per poi iniziare ad osservarmi, a toccarmi i capelli e analizzando i vestiti.
 
<< Oh mio dio sei diventata bellissima, non ci vediamo da solo 2 mesi e sei diventata così bella in poco tempo. >> arrossisco a tutti quei complimenti, non sono abituata, quindi mi gratto la testa e dico un flebile ‘’grazie’’.Rosa mi prende il braccio e mi porta più vicino ai ragazzi con cui stava parlando prima.
 
<< Ragazzi questa è Samantha, la mia cara cuginetta che viene da Londra, lui è Alexy… >> dice indicando il ragazzo dai capelli azzurri che mi fa ciao con la mano e con occhi luccicanti <<…lei è Violet e lei Iris. >> dice indicandomi in fila la ragazza dai capelli viola e poi quella da quelli arancioni.
 
<< Spero diventeremo tanto amici! >> dice Alexy abbracciandomi peggio di Rosa. Sorrido per la spontaneità di questo ragazzo, per poi ricambiare. Quando si stacca, saluto anche Violet che sembra molto timida, infatti arrossisce e mi saluta con un flebile ‘’ciao’’, oddio è la dolcezza fatta in persona, poi saluto Iris, che mi sembra abbia il mio stesso carattere dato che pare molto allegra.
 
<< Comunque chiamatemi Sam, odio essere chiamata per nome intero… >> Sorrido a tutti e incominciamo a parlare del più e del meno, per lo più sono loro che mi fanno domande a raffica.
 
<< Quindi hai 17 anni e farai la 3°A, bene allora starai in classe con noi yeeh! >> Alexy contento, inizia a battere le mani come un bambino, spruzza allegria da tutti i pori! Ora che ci penso vorrei fare anche io una domanda…
 
<< Una domanda ragazzi, allora prima ho parlato con Castiel, penso lo conosciate, e…>> ma prima che finisca Rosa mi interrompe di colpo.
 
<< Hai parlato con Castiel? Lo conosci? >> mi chiede strabuzzando gli occhi.
 
<< Si l’ho incontrato ieri al parco, stavo dicendo e…>> ma Rosa mi interrompe di nuovo.
 
<< Lo hai incontrato al parco, e come vi siete cono-…>> ma stavolta sono io che la interrompo.
 
<< Rosa mi fai finire? >> chiedo quasi urlando, si sono molto isterica. Annuisce con il broncio così finalmente posso finire di formulare la mia santa domanda.
 
<< Va beh stavo dicendo, lui mi ha chiesto cosa ci faccio qui, così io gli ho detto che questo è il mio primo giorno al liceo, è lui fa ‘’quindi sei tu la novellina’’ quindi suppongo che c’è stata una notizia dove diceva che una nuova alunna veniva al liceo, quindi avete anche un giornalino scolastico, giusto? >> tutti e 4 mi guardano strabuzzando gli occhi, perché mi guardano così? Cosa ho fatto di male?
 
<< Sei molto intelligente, hai capito queste cose solo con due frasi di Castiel… >> dice Violet che è stata zitta tutto il tempo.
 
<< Beh come dire sono molto intuitiva… >> spiego semplicemente. Sin da piccola riuscivo a trovare gli oggetti scomparsi oppure risolvere problemi difficili sia mia che degli altri, anche se essendo una bambina di complicazioni non ne avevo… Passano ancora 5 minuti e suona la campanella, per i miei ‘’ nuovi amici ‘’ è ora di tornare in classe.
 
<< Ah ragazzi prima che ve ne andiate, dato che questo è il mio primo giorno e ho già fatto tutto posso tornare a casa? >> chiedo speranzosa.
 
<< Ma certo tesoro, ora noi andiamo, ti consiglio di mettere la roba che hai nello zaino e non ti serve nel tuo armadietto, così non te la devi portare dietro. >> annuisco e saluto i ragazzi che sono già entrati nell’edificio. Sbuffo osservando il giardino ormai vuoto e decido di dare retta a Rosalya e al suo consiglio.
 
Metto lo zaino su una spalla e corro in cerca del mio armadietto che fortunatamente hanno i numeri. Dopo un po’ di tentativi falliti sbagliando corridoio finalmente trovo il mio, così metto il codice e poso quasi tutti i quaderni nel mio mini armadio, lo chiudo e finalmente posso tornare a casa. Ora che guardo meglio, per fortuna i muri non sono rosa ma di un giallo opaco che rendono l’edificio molto professionale senza nessuna scritta, graffiti o altro.
 
Non rendendomi conto vado a finire per scontrarmi contro qualcuno, ma essendo abbastanza forte, non cado per terra, ma l’altra persona si: oddio e se ho colpito Violet? Lei è piccolina e tenera. Distolgo lo sguardo dai muri per concentrarlo sulla persona in questione. È una ragazza bionda, occhi celesti che sta usando in questo momento per fulminarmi, ed è vestita…. da troia.
 
Dietro di lei ci sono una ragazza asiatica dai capelli mori e lunghi, troppo impegnata a mettersi il rossetto per aiutare l’’l’amica’’, e un'altra ragazza con una coda di cavallo, bruna, con un percing sul sopraciglio.
 
‘’Ecco scommettiamo che abbiamo incontrato le troie della scuola?’’ fantastico direi. Sospiro e sorpasso le zoccole per andare verso l’uscita, quando una di loro mi prende il braccio. Scommetto che mi chiederà di…
 
<< Chiedi immediatamente scusa ad Ambra, la reginetta della scuola. >> dice la mora, mentre la bionda si alza in piedi. Sbuffo infastidita mentre penso ad altre cose.
‘’Cavolo non abbiamo salutato Maya stamattina!’’ Abbiamo? ‘’ Si tu sei tu, io sono un mini-te, quindi siamo in due!’’ oh cavolo sto davvero male..
 
<< Scusa. >> dico staccandomi dalla presa della cinese e ritornando ai miei passi, quando mi risento prendere il braccio.
 
<< Eh che palle ma fatevi una vita sociale! >> dico sbuffando. Non mi ricordo l’ultima volta di aver risposto così a delle troie, ah già, non l’ho mai fatto. Nella mia vecchia scuola se osavi sfiorare almeno una di loro ti massacravano a botte e io non ci tenevo.
 
<< come scusa? >> la bionda che suppongo si chiami Ambra si avvicina a me con passo sicuro ma lento in modo inquietante. Roteo gli occhi in aria e mi stacco di nuovo dalla presa della cinese, ma stavolta non mi faccio prendere di nuovo e ritorno davvero verso i miei passi, non prima di aver salutate il terzetto facendo il dito medio.
 
SPAZIO ME
Salveeeeeeeeeeeee popolo di dolce fliiiiiirt! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (ci ho messo ore a scriverlo), grazie a tutti quelli che leggono questa storia uscita dalla mia testa malata (?). Come promesso questo capitolo è mooooooolto più lungo (hehehe) del primo. Bene ora vi saluto e mi farebbe piacere se lasciaste qualche commentino, a presto!
 
Pace e amore!
 
 
 
 
 

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