It is complicated.

di SanSiro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter two. ***
Capitolo 3: *** Chapter three. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** Chapter six. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter nine. ***
Capitolo 10: *** Chapter ten. ***
Capitolo 11: *** Chapter eleven. ***
Capitolo 12: *** Chapter twelve. ***
Capitolo 13: *** Chapter thirteen. ***
Capitolo 14: *** Chapter fourteen. ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***


Il significato più antico e che dura ancora oggi di questo bellissimo fiore che prende il nome di Giglio è la purezza e la castità; non solo esprime anche nobiltà e fierezza d'animo. È il fiore ideale da regalare ad una donna fiera, onesta e di classe così da considerarla come una regina. Il Giglio simboleggia inoltre l'innocenza, la verginità e il candore. A seconda delle varie specie di questo fiore abbiamo diversi significati: 
Giglio Bianco indica verginità, purezza, maestà;
Giglio della Valle rappresenta dolcezza,ritorno alla felicità;
Giglio degli Inca, devozione;
Giglio Dorato simboleggia la perseveranza;
Giglio Giallo la nobiltà;
Giglio Martagone simboleggia la verginità mistica e Giglio Rosa la vanità.
Ma il giglio che era tra le mani di Lily aveva un significato preciso. Ben diverso da quelli indicati in precedenza. 
Per Lily quel fiore era tutto. 
 
 
“Mi puoi spiegare perché non fai altro che fissare quel fiore?”
Interruppe i pensieri della ragazza la sua migliore amica Alice. 
“Cosa?” Domandò confusa posando il fiore sul cuscino. 
“È da una settimana che non fai altro che fissarlo.”
“Oh...” Lily sussultò ripensando a quando l'aveva ricevuto. 
I suoi occhi si riempirono di malinconia solo al ricordo. 
“Lily tutto bene?” L'amica si accorse dell'improvvisa malinconia. 
La ragazza scosse la testa affranta. 
“Centra ancora quel ragazzo che ti sei portata a letto il giorno prima del matrimonio?”
“Non è un ragazzo qualunque Alice! É il ragazzo con cui sono cresciuta.. Il ragazzo di cui mi sono innamorata.”
“Lily non si può trovare l'amore a soli 12 anni.”
Lilian sconfortata si alzò dal letto, prese il fiore e lo ripose nel cassetto.
“Questo lo dici tu!” Disse leggermente arrabbiata e uscendo dalla sua camera. 
 
 
Le due ragazze erano sedute al tavolo a mangiare. Alice aveva provato più volte a rivolgere la parola alla sua amica ma Lily sembrava non avere la minima intenzione di avere una conversazione con l'amica. Si sentiva non capita, si sentiva sola. La sua migliore amica non riusciva a capire cosa provasse. Il silenzio di quella stanza fu interrotto dal suono del campanello. Lily si alzò per andare ad aprire mentre Alice si alzava per pulire i piatti. 
“Andrea” il tono della ragazza era sorpreso. Non si sarebbe mai aspettata di trovarlo li fuori.
“Lily...”
“Che ci fai qui?”
“Voglio capire. Che è successo? Andava tutto bene tra di noi.”
Negli occhi del ragazzo c'era una tristezza infinita. Lilian lo guardò in quegli occhi che aveva amato. In quegli occhi ghiaccio che ora non le trasmettevano più alcuna emozione. Prese un respiro profondo e si chiuse la porta alle spalle. 
“Facciamo quattro passi.”
 
 
I due ragazzi camminavano in silenzio lungo le strade del quartiere dove abitava la ragazza finché il silenzio non fu interrotto dalla voce di Lilian.
“Quando vivevo a Southampton stavo con un ragazzo.. Una settimana prima del matrimonio ci siamo incontrati. Abbiamo passato tutta la settimana insieme. In quei giorni sono stata bene come non stavo da tempo. Era come se fossi tornata bambina. La sera prima... Siamo stati a letto insieme. Potrei benissimo dirti che ero ubriaca, non ero cosciente, non sapevo quello che facevo. Ma non è andata così. Sapevo cosa stavo facendo, sapevo che era tutto sbagliato. Ma era ciò che volevo.”
Durante tutto il discorso Lily sospirava, era in ansia. Andrea era impassibile. 
“Per questo sei scappata? Lily, io ti amo. Posso perdonarti per questa volta. Posso far finta che non sia successo..”
“No Andrea.... Non è per questo che sono scappata. Sono scappata perché ho capito di non essere innamorata di te. Io il mio cuore l'ho dato tanto tempo fa. Mi dispiace.”
 
 
“Dove sei stata?”
Le chiese Alice quando Lilian rientrò in casa.
“Con Andrea... Voleva capire cosa fosse successo.”
Lilian si buttò a peso morto sul divano accanto all'amica.
“Scusa per stamattina.”
Sussurrò Alice. Lily alzò le spalle e le sorrise. 
“Solo.. Mi sembra strano.. Tu ti sei innamorata a 12 anni e io ancora non ho trovato nessuno.”
“Troverai anche tu qualcuno che amerai con tutta te stessa e che ricambierà il tuo amore.”
Le sorrise la ragazza. 
Alice l'abbracciò come solo una migliore amica sa fare.
“Senti.. Avevo pensato di tornare in Inghilterra.”
“Piacerebbe anche a me fare una vacanza.”
Lilian scosse la testa.
“Non in vacanza. Volevo trasferirmi.”
Alice capì subito il motivo.
“Lily devi dimenticarlo. Tornado a Southampton ti farai solo del male.”
“Dimenticare chi? Jamie? Lui che rendeva le mie giornate belle? Che con un sorriso mi faceva battere il cuore? Come potrei dimenticarlo? È un termine errato. Non si può pretendere di dimenticare una persona che è stata così importante. Posso andare avanti. Questo si ma non dimenticarlo Ali.”
Lilian era leggermente alterata. Era stanca di sentirsi dire che avrebbe dovuto dimenticarlo. 
“Poi non voglio tornare a Southampton, magari potrei andare a Londra.”
 
 
 
Lilian quella mattina si era alzata presto. Voleva trovare una casa a Londra. Quando si metteva in testa una cosa doveva ottenerla, era difficile farle cambiare idea. Aveva trovato qualche appartamento carino da condividere con la sua amica a prezzi non molto esagerati. Aveva deciso anche di iscriversi all'università. Ne aveva scelta una di medicina proprio lì a Londra.  Aveva già invito il modulo d'iscrizione. Le rimaneva solo da avvisare la sua amica e decidere insieme quale appartamento prendere. 
“Che fai?” Disse Alice entrando in cucina e trovando la sua amica con il computer in mano. 
“Vieni.. Ho trovato due appartamenti carini a Londra. Sono abbastanza grandi per tutti e due e non constano molto.”
“Lily.. No... Io non voglio trasferirmi.. andrò all'università qui a Milano lo sai.”
I sogni di Lilian furono infranti dalla sua amica. 
“Non puoi venire con me in un college a Londra?”
Domandò speranzosa. Lei sarebbe partita in qualsiasi caso, ma avrebbe preferito farlo insieme alla sua migliore amica.
“Non sono molto brava in inglese Lily.. Non riuscirei a frequentare un corso li...”
“Potrei aiutarti io..”
“E se ci trasferiamo dopo gli studi?”
Le propose Alice. Lilian scosse la testa.
“Ali, io ho bisogno di andarmene da qui. Con o senza di te. Non riesco a voltare pagina qui. Qualunque posto mi ricorda Jamie. Andrò a Londra io.. Qualche settimana prima dell'inizio dei corsi al college partirò.. Preferirei iniziare questo nuovo capitolo con te.. Ma se tu non vuoi io.. Ali io devo lasciare Milano..”
Alice sembrò capire cosa stesse passando l'amica. 
“Io ci sarò Lily.. Lontana ma ci sarò ok? Troveremo un modo per vederci.. Verrò io a trovarti o scenderai qui tu.. Un modo lo troveremo.”
Alice si avvicinò all'amica e si abbracciarono. Lilian era triste che la sua migliore amica non l'avrebbe seguita a Londra, ma era felice che non fosse arrabbiata con lei per quella fuga. 
 
 
 
Quella sera a Londra c’era molto movimento. Per le strade c’erano tanti ragazzi in giro alcuni di loro ubriachi, altri un po’ brilli e una piccola parte ancora sobria. Dai vari locali si sentiva una musica molto alta di quel periodo. Molte macchine correvano per quelle stradiene magari in cerca di un parcheggio o per tornare a casa.
Da un pub un po’ più tranquillo degli altri nei dintorni, erano appena usciti due ragazzi. Jamie e Lesley. Erano due settimane che non si vedevano, prima perché lui era partito una settimana in Italia, poi perché era stata lei a partire ed era tornata soltanto il giorno prima. Erano usciti insieme al resto del gruppo per passare una loro solita serata ma entrambi volevano passare un po’ di tempo da soli e recuperare quel tempo perso.
Erano usciti dal pub subito dopo aver salutato i suoi amici e si stavano avviando alla macchina quando lei iniziò a parlare.
“Bower, allora che hai fatto in Italia? Conosciuto qualche bella ragazza?”
Domandò mentre lei metteva in moto l’auto.
“Conosciuto proprio no, diciamo che ho incontrato una vecchia conoscenza”
Il suo tono era triste e Lesley lo notò subito. Lo conosceva molto bene e sapeva quando c’era qualcosa che non andava. Erano migliori amici e per molto tempo il loro rapporto si era basato soltanto su messaggi, mail e qualche volta anche qualche videochiamata. Si erano conosciuti durante una gita della ragazza a Southampton ed erano diventati ottimi amici. Poi lui un anno prima si era trasferito lì per l’università e da quel momento erano diventati inseparabili.
“Era più di un semplice conoscente o sbaglio?”
Lesley era sicura di aver centrato il problema e il grande sospiro che fece il biondo prima di parlare le diede conferma.
“Ti ricordi di Lily?”
“La tua prima ragazza?” chiese per conferma ricordando quante volte in passato le avesse parlato di lei.
 Jamie annuì e dopo il consenso dell’amica continuò.
“Abbiamo passato tutta la settimana insieme, in quei giorni ho capito di provare ancora qualcosa per lei. Ho creduto che anche per lei fosse lo stesso, la sera prima abbiamo fatto anche l’amore. Solo quando mi sono svegliato ho capito che mi aveva solo preso in giro. La mattina dopo lei non c’era più, c’era solo un bigliettino dove diceva che quel giorno si sarebbe dovuta sposare..”
La voce del biondo era spezzata, faceva fatica a ricordare quella settimana trascorsa in Italia.
La ragazza voltò un secondo lo sguardo verso di lui per vedere come stesse il suo migliore amico ma una luce accecò entrambi facendoli sbandare. Poi un rumore e il buio.
 
Quella sera Robert aveva deciso di uscire con i suoi amici per distrarsi un po’ da i problemi che c’erano in famiglia. Sua nonna era ammalata e la sua vita era in fine. Robert era molto legato a sua nonna, le voleva un gran bene e quando venne a conoscenza della malattia della sua nonnina si era sentito cadere il mondo sopra. I suoi amici gli erano stati accanto e finalmente erano riusciti a convincerlo a passare una serata fuori per distrarsi. Come al suo solito era in ritardo e tutti i suoi amici erano già al bar e l’avevano appena chiamato per dirgli di sbrigarsi. Mentre il riccio era in auto il suo telefono squillò, portò velocemente lo sguardo sul telefonino vedendo il nome di sua sorella sullo schermo. Allungò il braccio per prenderlo ma lo fece cadere per sbaglio a terra. Imprecò qualcosa e guardò la strada. Non vedendo nessuno si piegò per raccoglierlo ma quando rialzò lo sguardo vide una macchina arrivargli contro. Fece di tutto per frenare senza nessun risultato. La cintura riuscì ad attutire il colpo insieme all’airbag. Dopo essersi ripreso un po’ uscì dall’auto per controllare i danni e le condizioni dell’altro guidatore.
Si sentì salire il cuore in gola quando vide l’altra macchina ribaltata e con il parabrezza rotto. La prima cosa che fece fu chiamare l’ambulanza mentre altre persone si avvicinavano spaventati per capire cosa fosse successo.
L’ambulanza arrivò in cinque minuti e dopo aver tirato fuori i due corpi dall’auto li controllò chiamando una seconda ambulanza.
Robert non riuscì a capire niente di quello che dicevano i medici. Il suo sguardo era fisso su quella ragazza che avevano appena caricato sull’ambulanza e avevano portato d’urgenza all’ospedale.
Il senso di colpa lo uccideva, quella ragazza così giovane e così bella non potava morire così presto. Aveva ancora tutta la vita d’avanti. Poco dopo arrivò la polizia che iniziò a interrogarlo sull’accaduto ma Robert non rispondeva, era confuso. La testa gli scoppiava per la botta presa e in più le immagini di quella ragazza in pericolo di vita lo tormentavano senza lasciargli pace. Al ragazzo non sapeva cosa fosse successo, si era concentrato soltanto su quella ragazza e poi era arrivata la polizia a riempirlo di domande.
 
Ciao a tutte...
allora questa FF è scritta quattro mani..
siamo Lulz ed Els e speriamo che questa storia possa piacervi..
non è la solita stodia dove il ragazzo stronzo si innamora della solita sfigata..
volevamo fare qualcoa di diverso dal solito e speriamo di esserci riuscite.. 
aspettiamo vostri commenti, pensava di aggioranre due volte a settimana ma tutto dipende da voi..
se la storia non sarà seguita sarà cancellata..
ci accontentiamo anche di una, due recensione 
baci, Lulz & Els

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Capitolo 2
*** Chapter two. ***


 
‘Signore e signori, vi informiamo che siamo appena atterrati all’aeroporto di Londra con successo. Siete pregati di non alzarvi, accendere telefonini finché l’aereo non si sarà fermato. Vi ringraziamo per averci scelto e vi auguriamo una buona permanenza.’
Lilian sospirò. Non era più sicura di voler ricominciare per la seconda volta una nuova vita. Fino a qualche ora prima era sicura fosse la cosa migliore per voltare pagina, ma ora che si trovava a Londra, ora che la sua fantasia era diventata realtà non era più sicura. Forse la spaventava semplicemente il fatto di dover ricominciare da sola, questa volta non c’erano i suoi genitori, non c’era la sua amica, non c’era nessuno con lei. Sospirò nuovamente, poi si alzò, prese il bagaglio e scese dall’aereo.  Appena si trovò sulle scale fu colpita da un lieve venticello che la fece sentire a casa, le diede il coraggio di non riprendere il primo aereo e tornare a Milano. Sentire quel venticello tipico dell’Inghilterra, quel clima estivo che le era mancato tantissimo, le aveva dato la forza di andare avanti. Sin da piccola aveva detto che avrebbe frequentato il college a Londra, poi i suoi piani erano cambiati. Solo un mese prima aveva ripreso l’idea di andare al college di Londra. Entrata in aeroporto perse la sua valigia e il suo borsone e si diresse verso l’uscita.
All’uscita tra le tante persone che stavano aspettando i passeggeri scorse due ragazzi. Dovevano avere più o meno la sua stessa età. Fu colpita dal loro modo di fare, si prendevano in giro per scherzo. Ma dietro quelle battute, nei loro occhi Lilian riuscì a vederci dell’amore. Li guardò con un pizzico di invidia.
Poco dopo la ragazza della coppia si accorse dei passeggeri arrivati e disse qualcosa al ragazzo che alzò un cartello. Lilian ci mise un po’ a mettere a fuoco quello che c’era scritto e finalmente riuscì a leggere. Su quel cartello c’era scritto con una bella calligrafia in stampatello maiuscolo il suo nome: Lily Collins. Sicuramente la ragazza doveva essere la sua coinquilina. Prese un grande respiro e si avvicinò ai due ragazzi.
“Piacere, sono Lily Collins.” Disse una volta vicino a loro. Il ragazzo voltò il cartellone verso di lui vedendo che il nome scritto era proprio quello della ragazza che si era appena presentata.
"Piacere, io sono Isabelle Blake la tua nuova coinquilina.- si presentò l’altra- Lui è Cristian, il mio ragazzo” continuò indicando il castano accanto a lei.
“Allora andiamo?” il tono di Cristian era allegro, doveva essere un ragazzo simpatico pensò Lilian.
 
 
Lilian era a Londra da qualche ora e già si sentiva a casa. L’Inghilterra le era mancata davvero tanto e la sua coinquilina si era dimostrata subito disponibile. Le aveva fatto fare un breve giro del quartiere, le aveva fatto vedere la casa e l’università e infine le aveva spiegato come funzionavano più o meno le cose lì.
“Lily, stasera torna un nostro amico e andiamo a cena insieme, ti vuoi unire a noi?” Domandò la ragazza indicando lei e il suo ragazzo.
“Non so.. non vorrei creare disturbo” rispose timidamente Lilian.
“Oh non ti preoccupare, a Robert non creerà nessun disturbo e poi a noi fa piacere.” Lily si lasciò convincere da Cristian. Rimase a parlare un po’ con i due ragazzi stringendo subito amicizia poi andò in camera sua per sistemare le sue cose.
Prese una valigia e la posò sul letto e iniziò a sistemare le cose che c’erano all’interno nei vari posti a disposizione. Attaccò le varie foto con la sua migliore amica, con amici e parenti per la stanza lasciandone qualcuna sulla scrivania. Aprì l’ultimo scatolone dove c’erano tutte le cose che la legavano al passato, la legavano a Southampton. Vi erano tutte le foto dalle elementari fino alle medie e in ogni singola foto lei era sempre insieme a Jamie. Le guardò una ad una mentre i suoi occhi si riempirono di nostalgia. Poi trovò il suo giglio, lo prese tra le mani mentre nella sua mente si facevano spazio i ricordi di quella settimana che le aveva stravolto la vita. Per un attimo le era passato in mette di buttare tutto, ma non sarebbe stato di certo quello a farla andare avanti.
“Posso?”
Domandò Isabelle aprendo leggermente la porta. Lilian posò il giglio nella scatola e fece cenno di entrare alla sua nuova coinquilina.
“Wow.. hai fatto diventare questa stanza stupenda- sussurrò Isabelle guardandosi intorno- sono venuta a dirti che tra mezzora passa Cris a prenderci.”
Lilian annuì e quando Isabelle uscì per andarsi a preparare, lei tornò al suo scatolone. Lei si era trasferita per poter voltare pagina. Richiuse lo scatolone e con un pennarello nero scrisse sopra ‘ricordi’. Conservò la scatola sopra l’armadio mettendo da parte il suo passato. Lily da oggi iniziava una nuova vita.
 
 
 
A Jamie non erano mai piaciuti gli ospedali, gli mettevano tristezza. Soprattutto ora che la sua migliore amica si trovava in bilico tra la vita e la morte. Passava tutte le giornate in quell’edificio insieme ai genitori della ragazza con la speranza che da un momento all’altro si svegliasse. Gli unici che andavano a trovare la ragazza erano soltanto i ragazzi del gruppo suo e di Jamie, tutti gli altri non se la sentivano di andare a trovarla. Jamie al contrario non riusciva a lasciare quella stanza nonostante odiasse l’ospedale. Era passato un mese da quando Lesley era in quelle condizioni, era un mese che la sua amica non apriva i suoi occhi verde acqua. Ricordava benissimo l’ultima volta che aveva incrociato i suoi occhioni.
 
Lei si era voltata a guardarlo, solo un secondo di distrazione e una macchina era andata contro la loro. Non ricordava bene quello che era successo dopo, ricordava solo di aver visto la sua amica priva di sensi, ricoperta di sangue e portata via dall’ambulanza, poi aveva perso i sensi anche lui. Una volta che si era risvegliato si era trovato in una stanza d’ospedale, il suo primo pensiero era stato l’incidente. Aveva chiesto al primo infermiere che cosa fosse successo alla sua amica e ricevette solo un “Mi dispiace, abbiamo fatto il possibile. La sua amica è in coma, non sappiamo quando e se si risveglierà.”
 
Jamie non aveva mai perso le speranze, sapeva che Lesley si sarebbe svegliata, lei era una ragazza forte.
Come ogni giorno il ragazzo era nella stanza d’ospedale aspettando che la sua amica si svegliasse. I suoi amici erano appena andati via e i genitori erano fuori a prendere un caffè.
“Svegliati Les.. abbiamo bisogno tutti di te, ci manchi tanto.” Appena il ragazzo finì di parlare sentì un lamento. Guardò subito la ragazza ma quando vide i suoi occhi ancora chiusi credette di aver immaginato tutto. Pian piano però la ragazza aprì i suoi occhioni chiudendoli subito dopo per l’eccessiva luce e portando una mano sugli occhi.
Jamie rimase immobile, non sapeva che fare. Aveva desiderato tanto che Lesley si svegliasse che ora gli sembrava solo un sogno. Le sfiorò la mano ma la ragazza spaventata la ritirò.
Il biondo confuso uscì a chiamare i medici e i genitori della ragazza.
 
 
Erano passati venti minuti da quando i medici erano entrati nella camera di Lesley a fare i controlli e l’ansia cresceva sempre di più. Finalmente uscì il dottore e sia lui che i genitori si avvicinarono.
“Lesley è una ragazza molto fortunata, dopo quello che è successo le possibilità che si svegliasse erano veramente basse. Ora è del tutto fuori pericolo però l’incidente ha causato dei danni.”
I signori Murray e Jamie si guardarono preoccupati.
“Che tipo di danni?” domandò il padre.
“La ragazza ha perso la memoria. Ricorda solo il suo nome e quelli dei suoi genitori. Per il resto ha rimosso tutto. Può essere una perdita temporanea, ma le su condizioni non mi convincono. Nessuno deve farle ricordare il suo passato, non tutto in una volta. Sarà lei stessa a dover chiedere informazioni sul passato e bisognerà dirle solo il necessario, pian piano potrete aiutarla a ricordare il resto.”
Jamie si sentì mancare il fiato, la sua migliore amica aveva perso la memoria. Non sapeva chi fosse lui. Si allontanò lentamente andandosi a sedere su una sedia. La signora Murray entrò nella stanza della figlia mentre il signor Murray andò da Jamie, sarebbe andato dopo dalla figlia.
 
“Mamma?”
Domandò insicura Lesley. Nella sua mente c’era una gran confusione, eppure non ricordava niente se non quel ragazzo che aveva trovato in camera sua al risveglio.
“Figliola.”
La signora Murray andò ad abbracciare sua figlia mentre piangeva. Aveva temuto di perderla.
Lesley strinse sua madre tra le braccia, la reazione della donna le aveva risposto alla sua domanda. Le uniche cose che sapeva ora Lesley era il suo nome e il volto di sua madre.
“Mamma, chi era il ragazzo che stava qui prima?”
Lo sguardo della donna si spense. Aveva davvero sperato che il dottore si fosse sbagliato sulle condizioni della figlia, ma quella domanda le fece capire che era tutto vero.
 
“Jamie?”
Il ragazzo alzò lo sguardo incontrando quello del padre di Lesley.
“Si sistemerà tutto, vedrai.” Greg posò una mano sulla spalla del ragazzo.
“Torna a casa a riposarti ora, tornerai domani. Vedrai che Lesley recupererà la memoria.”
Jamie si lasciò convincere, non era sicuro che la sua amica avrebbe recuperato la memoria ma lui ci sarebbe stato sempre per lei.
Abbracciò il signor Murray e andò via.
 
 
Era un mese che Robert non girava per le strade Londinesi. Tutto questo da un lato gli era mancato. Ma quello che era successo prima che lui partisse lo aveva trattenuto ancora di più a Port Laoise, in Irlanda. Le immagini di quella ragazza portata via in ospedale d’urgenza erano ben impresse nella sua mente e il senso di colpa lo mangiava ogni giorno. La morte della nonna non l’aveva di certo aiutato a riprendersi, però aveva bisogno di distrarsi da tutto questo. Infatti, quando Cristian gli aveva proposto di uscire aveva accettato subito senza neanche pensarci.
Si erano dati appuntamento al solito bar e lui si trovava lì a pensare al mese che era appena passato.
“Rob” lo richiamò Cristian appena lo vide.
“Hey ragazzi..- Robert salutò i suoi due amici e poi posò lo sguardo sulla ragazza nuova- mi sono perso qualcosa?” Domandò rivolgendosi ai suoi due amici.
“Oh lei è Lilian, la mia nuova coinquilina.” la presentò Isabelle.
“Piacere Robert e buona fortuna per la convivenza. Isabelle è una vera rompiscatole.”La prese in giro il riccio.
“Ah Ah neanche sei tornato e già fai le tue battutine di merda?” rispose divertita Belle.
“Mi è mancata la tua acidità Blake!”
“La tua simpatia per niente Sheehan.” disse abbracciando il riccio.
 

Eccoci qui con un nuovo capitolo..
Lily si è trafesita a Londra e ha conosciuto la sua coinquilina e due ragazzi, si è trovata subito a suo agio anche se all'inizio aveva cambiato idea..
Les si è sveglaita dopo un mese di coma, ma non ricorda nulla.. Jamie le è stata tutto il tempo accanto e continuerà a farlo cercando di far ricordare qualcosa alla sua amica..
come proseguiranno le cose? Che succederà ora?


baci Lulz&Els
 

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Capitolo 3
*** Chapter three. ***


“Tra quanto potrò tornare a casa, dottore?” chiese Lesley quando un uomo con il camice bianco entrò nella stanza.
“Un paio di giorni, non di più. Vogliamo essere sicuri che vada davvero tutto bene” rispose lui, controllando dei macchinari.
“C’è qualche possibilità che io stia.. male?” chiese lei timorosa.
“Non credo, ma meglio accertarsene” gli sorrise, provando a tranquillizzarla.
Sentirono tre colpi alla porta, prima che questa si aprisse e mostrasse lo stesso ragazzo che lei aveva visto il giorno prima, quando si era svegliata.
Il dottore le sorrise di nuovo, prima di prendere una cartellina bianca ed uscire.
“Jamie.. giusto?” chiese Lesley, mentre il biondo si avvicinava e si sedeva accanto al lettino.
“Sì, come fai a..”
“Ieri eri qui quando mi sono svegliata e mia madre mi ha detto che sei mio amico..” Lui sorrise, prendendole istintivamente la mano.
“Sì, è vero”
“Ci conosciamo da molto?”
“Qualche anno..” Lei prese a mordicchiarsi il labbro inferiore.
“Mi dispiace io..- sospirò- vorrei davvero riuscire a ricordarmi e mi sto sforzando, sul serio, ma..” Jamie sorrise teneramente.
“Non preoccuparti Les, non ce l’ho con te. Ti aiuterò a ricordare, vedrai che ce la farai.” Lei annuì riconoscente.
“Puoi chiedermi quello che vuoi” aggiunse Jamie, vedendo che lei aveva aperto bocca per parlare, prima di richiuderla subito dopo.
Lesley si sistemò meglio sul letto, lisciando le lenzuola con le mani e seguendo i movimenti con lo sguardo.
Era davvero dispiaciuta di non potersi ricordare di uno dei suoi amici, ma era decisa a voler ricordare ogni cosa.
D’altronde, anche se ancora non lo sapeva, la determinazione era sempre stata parte del suo caratterino acceso.
“Puoi.. non so, dimmi di come ci siamo conosciuti o che scuola frequentavo o frequento ancora.. Parlami di te, non lo so.. voglio sapere tutto” Jamie ridacchiò.
“Una cosa alla volta magari. Allora vediamo.. innanzitutto al momento sei al secondo anno di università, i corsi, se non ricordo male, inizieranno tra poco, tra qualche settimana e..” lei alzò una mano per interromperlo.
“Che facoltà?” Lui sorrise ancora quando vide nei suoi occhi un barlume di speranza.
“Tu quale speri che sia?” le chiese. Lo sguardo di Lesley si perse nel vuoto per qualche minuto.
Quando Jamie vide che lei non era più nella stanza con lui mentalmente si preoccupò e la scosse, chiamandola più volte. Lei però rimaneva immobile a guardare il nulla.
Jamie si alzò di scatto dalla sedia.
“Lesley! Dannazione.. dottore!” esclamò.
Una lacrima scese sulla guancia della ragazza ed in quel momento la mora si riprese, respirando profondamente.
“Mio Dio, Les, mi hai fatto venire un infarto” disse di getto Jamie, abbracciando l’amica.
“S.. scusa. È che.. credo di essermi ricordata una cosa” sussurrò, portandosi una mano alla testa che le pulsava leggermente.
“Davvero? Ma è fantastico! Cosa hai ricordato?”
“Quando ero piccola..- cominciò, a bassa voce- passavo sempre davanti ad un’università.. Mi ricordo che ogni volta tiravo il vestito di mia madre e gliela indicavo, perché mi piaceva. E lei mi diceva che era l’accademia di belle arti e che se avessi voluto un giorno sarei potuta andare lì” sorrise, abbassando lo sguardo.
“Tutto qui?” chiese Jamie, forse un po’ deluso. Era un ricordo davvero vecchio..
“No, mi ricordo che un giorno ero davanti ad una ragazza, forse una mia amica.. e avevo in mano una macchina fotografica. Stavo scattando foto a qualunque cosa e intanto le dicevo che un giorno sarei voluta entrare in quell’accademia.. Ci sono andata, poi?”  Lui sorrise. Poi annuì con la testa.
“Sì. Sei al secondo anno, nel corso di fotografia” Lesley lo guardò stupita.
“Davvero?”
“Sì. E ti dirò di più. Sei una delle fotografe più brave che abbia mai incontrato” disse, ridendo quando poi aggiunse “non che ne abbia incontrate tante, in realtà.” Anche lei accennò una risata.
“Beh.. grazie” Jamie sospirò, poi la abbracciò di nuovo.
“Mi sei mancata in questo mese” ammise.
“Io..- cominciò la ragazza- credo.. ecco sì, credo di volerti bene” E Jamie rise di nuovo, felice perché, anche se non ricordava nulla, la sua migliore amica era sempre lì con lui.
 
 
“Stai uscendo?” domandò Isabelle quando vide la sua coinquilina infilarsi il giubbotto.
“Si, vado a cercare un lavoro.- le sorrise la più piccola- ci vediamo per pranzo?” chiese successivamente.
“Tra poco uscirò anche io, non credo di tornare per pranzo.” anche la ragazza si alzò dal divano.
“Oh ti vedi con Cristian?” Lilian si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“No, ho un servizio fotografico.” spiegò fermandosi davanti alla nuova amica.
“Sei una fotografa?” chiese curiosa. Isabelle scosse la testa.
“Modella.” aggiunse poi.
“Forte.. buon servizio. Ci vediamo stasera.” Lilian si avvicinò alla ragazza e dopo averla salutata con un bacio sulla guancia uscì di casa.
Lilian prese il telefonino dalla tasca e si connesse ad internet. Aprì google maps e dopo aver inserito l’indirizzo del bar che aveva trovato su internet, si diresse alla metro più vicina. La sera prima aveva cercato qualche locale che cercava del personale su internet e ne aveva trovai due, tre. In cinque minuti di metro arrivò al primo bar ed entrò dentro. Un ragazzo biondo e con un grembiule rosso si voltò verso la porta e la raggiunse.
“Cosa desidera?” chiese una volta che le fu vicino.
“Sono qui per il lavoro.” Lilian prese un foglio che aveva stampato e lo mostrò al ragazzo. Il biondino annuì e fece segno di seguirla. Lei fece come richiesto ed arrivarono davanti l’ufficio del proprietario. Il ragazzo bussò e poi aprì la porta.
“Scott? C’è una ragazza per il lavoro.” avvisò affacciandosi con la testa.
“Falla entrare.” disse una voce dall’ufficio. Il ragazzo si scostò e fece entrare Lilian nell’ufficio.
Un signore sulla quarantina si alzò dalla scrivania e si avvicinò, le porse la mano sorridente.
“Piacere, Scott. Tu sei?”
“Lilian Jane Collins.” si presentò lei porgendo poi un curriculum al signore. Scott ne lesse il contenuto.
“Frequenti l’università?” domandò successivamente.
“Inizierò i corsi tra qualche settimana.” Scott annuì.
“Perfetto, puoi iniziare oggi come prova. Per te va bene?” Lilian scosse la testa.
“Non c’è nessun problema.” il signore le porse lo stesso grembiule che indossava il ragazzo biondo di prima e le disse di uscire dall’ufficio e iniziare a lavorare e occuparsi di servire i tavoli.
“Hai già ottenuto il lavoro?” domandò stupito il biondino mentre si dirigeva al bancone con l’ordinazione appena presa.
“Sono in prova.” Lilian poggiò la borsa dove le indicò il ragazzo e si legò il grembiule in vita.
“In bocca al lupo allora. Comunque sono Matthew.” il biondino le porse la mano sorridente.
“Lilian, ma puoi chiamarmi Lily.” sorrise lei.
 
Jamie uscì dalla stanza dell’amica quando arrivarono i suoi genitori ed andò al solito bar dove si incontrò con il resto del gruppo.
“Bower.” lo richiamò il suo coinquilino.
“Kyle.” Jamie diede una pacca sulla spalla all’amico e si sedette accanto a lui.
“Ciao Jamie.” lo salutò una ragazza sedendosi accanto a Kyle.
“Emily.” le diede un bacio sulla guancia e poi si sedette anche lui.
“Sei stato da Les?” chiese Emily vedendo lo sguardo afflitto dell’amico. Jamie annuì.
“Come sta?” Kyle era preoccupato per la sua amica.
“Non si ricorda di niente, tranne per il fatto che aveva la passione per la fotografia.” Jamie dopo la brutta notizia era stato malissimo solo al pensiero che la sua amica non si ricordasse si lui. Quando era entrato in quella camera e lei l’aveva chiamato per nome aveva creduto che avesse recuperato la memoria ma non era andata così, ma Jamie voleva troppo bene a Lesley per abbandonarla e nonostante gli facesse male starle accanto mentre lei non ricordava niente della loro amicizia, l’avrebbe aiutata.
“È una cosa positiva no?” chiese questa volta Emily. Jamie annuì, era felice che la ragazza fosse riuscita a recuperare un piccolo ricordo, sperava solo che si ricordasse di lui.
“Jam, andrò tutto bene ok?” Kyle capì subito l’amico. Si conoscevano solo da due anni ma erano ormai quasi fratelli.
“Comunque le ho parlato di voi. E ha detto che vuole vedervi.” aggiunse Jamie prima di ordinare una birra e un panino come i suoi amici.
 
Quella mattina, Robert non si era svegliato proprio di buonumore.
La macchinetta del caffè sembrava non voler collaborare, dato che non funzionava e persino il rubinetto del bagno era difettoso.
Il riccio sbuffò sonoramente, lavandosi alla men peggio e vestendosi in fretta, decidendo che sarebbe andato a fare colazione fuori.
Quando uscì di casa notò che non era l’unico ad aver pensato di uscire.
“Ehi, Robs!” lo salutò Cristian dalla casa affianco. Il più piccolo alzò una mano per ricambiare e l’altro accelerò il passo per raggiungerlo.
“Dove vai?” gli chiese poi.
“In un bar a prendere qualcosa, la macchinetta del caffè si è rotta” sbuffò in risposta.
“Oh, andiamo insieme? Io mi scocciavo di preparare tutto” chiese Cristian alzando le spalle. Robert si limitò ad annuire e si passò una mano tra i capelli per aggiustarli mentre camminava al fianco del suo amico.
“Tutto bene? Ti vedo strano” gli chiese Cristian quando arrivarono al solito bar, dopo un tragitto passato completamente in silenzio.
“Sì, tutto bene..” rispose stancamente e quasi in modo meccanico.
“Sicuro?” Robert sospirò, sedendosi ad uno dei tavoli.
“Non lo so” ammise. Sapeva che poteva fidarsi di Cristian, d’altronde era uno dei suoi migliori amici e lui doveva assolutamente sfogarsi con qualcuno.
“Cos’è successo?” Ordinarono entrambi un cornetto ed un cappuccino, prima che il riccio puntasse i suoi occhi verdi in quelli azzurri dell’amico.
“Un.. un mese fa- cominciò- ho fatto un incidente con l’auto..”
“Oh mio Dio, stai bene? Ti sei rotto qualcosa? Sembravi integro ieri..” Robert sorrise.
“Sì, sto bene. Io non mi sono fatto quasi niente..” Cristina rimase in silenzio, aspettando che lui continuasse.
“Il fatto è che.. beh, nell’altra macchina..- sospirò, cercando la forza per descrivere ciò che aveva visto- nell’altra macchina c’era una ragazza, era svenuta e credo di aver visto del sangue, ma non sono sicuro, in quel momento non capivo niente e.. so solo che era davvero bellissima e non so se ora sta bene oppure no e.. Dio, Cris, mi sento terribilmente in colpa..”
“Non sei andato a trovarla?” Robert scosse la testa.
“Non ho neanche capito in quale ospedale l’hanno portata.. spero solo che stia bene” Cristian provò a sorridergli.
“Andrà tutto bene” lo confortò poi.
“Lo spero” ripeté Robert, prima di nascondersi dietro il suo cappuccino e provare a dimenticare tutto per un giorno.
 
Ciao a tutte.. 
siamo tornate con un nuovo capitolo...
Lesley si incontra con Jamie e chiede qualoca su di lei e ha il suo primo ricordo..
Jamie è triste perchè la sua migliore amica non ricorda nulla di quello che hanno condiviso ma è comunque determinato e vuole aiutarla..
Lily ha fatto conoscenza con un ragazzo ed è in prova per un lavoro...
Robert invece si apre con il suo migliore amico e racconta dell'incidente..
cosa succederà ora?
Abbiamo deciso di eliminare la storia se non dovesse essere seguita perchè ci spacchiamo il culo per scriverla essendo di città diverse, quindi se dovessimo vedere che la storia non è seguita lasceremo tutto e cancelleremo la storia..
Speriamo di non dover arrivare a questo e di avere anche poche recensioni...

baci Lulz&Els
 

 

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Capitolo 4
*** Chapter four. ***


"Lilian?" Rose, la figlia maggiore di Scott, la chiamò appena entrò nello spogliatoio per lasciare le sue cose. Oggi era il suo secondo giorno di prova ed era arrivata qualche minuto in anticipo per fare una buona impressione. Con la speranza che l'assumessero. 
"Si Rose?" 
"Mio padre ti vuole nel suo ufficio." Le comunicò la ragazza. Sorrise riconoscente e dopo aver appeso il giubbotto all'appendiabiti andò nell'ufficio del proprietario del bar.
Bussò timidamente alla porta e quando ebbe il permesso entrò.
"Rose mi ha detto che mi cercava." Spiegò Lilian.
"Si.. Non credevo fossi già arrivata. Volevo comunicarti che il lavoro è tuo. Per il momento farai gli orari di ieri, appena inizieranno i corsi li modificheremo insieme." Spiegò Scott. Lily annuì felice di aver ottenuto il lavoro. Poi uscì dall'ufficio e dopo essersi messa il grembiule in vita andò al primo tavolo per prendere la prima ordinazione della giornata.
 
"Lily?- Matthew richiamò la ragazza che stava sistemando la sedia sopra il tavolo.-Ti va di pranzare insieme?" Chiese timidamente.
"Certo.." Sorrise lei. Le avrebbe fatto piacere conoscere qualcuno di nuovo.
Seguì Matthew nello spogliatoio e presero le loro giacche. Avevano finito entrambi il proprio turno di lavoro per quel giorno. 
"Va bene la pizza?" Domandò Matthew una volta usciti dal bar.
"Pizza? In Inghilterra?" Domandò quasi disgustata. Da quando si era trasferita in Italia aveva capito cosa fosse una vera pizza e non riusciva più a mangiare quella che facevano in Inghilterra. 
"Perché cosa ha che non va la pizza?"
Chiede confuso il biondino.
"La pizza non ha niente che non vada, solo che la pizza inglese è il problema. Sono troppo abituata alla pizza italiana ormai per poterla mangiare." Spiegò la ragazza.
"Sei italiana?" 
"No, ma ho vissuto per 6 anni a Milano." 
"Bella.. Ci sono stato, amo l'Italia.- disse sognante il biondino.- Ho mangiato anche io la pizza italiana e dove vado a mangiare io la pizza la fanno quasi uguale. È la pizzeria migliore di Londra." Continuò il biondino.
"Mi ha detto la stessa cosa la mia coinquilina ieri sera e la pizza era plastica." Lily fece una faccia disgustata che fece ridere il ragazzo.
"Fidati di me..mi intendo di cibo." Insistette il biondo. Lilian si arrese e seguì un Matthew felice.
"E così ti intendi di cibo?" Domandò Lily per fare conversazione.
"Si.. Il cibo è la mia passione, insieme alla musica." 
"Anche a me piace molto la musica." 
"Suoni qualche strumento?" Si informò Matthew.
"No, non ho mai avuto tempo per impararne a suonare uno. Te?" 
"La chitarra." Disse Matthew dopo aver annuito.
"Siamo arrivati." Aggiunse indicando la pizzeria che si trovava davanti a loro.
 
Quando Kyle entrò nella camera di ospedale seguito da Emily, Lesley era impegnata a guardare la copertina di un album.
Il ragazzo si avvicinò curioso e lei alzò lo sguardo.
“Ciao.. ci conosciamo?” domandò subito. Kyle sorrise tristemente.
“Io sono Kyle e lei è Emily- presentò entrambi- Jamie ha detto che ti aveva parlato di noi..” continuò. Gli occhi di Lesley si sbarrarono di poco.
“Lui è qui?” chiese. Emily annuì, parlando poi per la prima volta da quando era entrata.
“Sì, è qui fuori” Si sorrisero, prima che Lesley si mettesse seduta.
“Sì, mi ha parlato di voi, ma in realtà mi ha detto solo che eravamo amici e che tu vivi con lui..” disse, indicando Kyle. Quest’ultimo annuì, mentre Emily si sedeva affianco al lettino.
“Cos’hai lì?” le chiese poi indicando l’album.
“Me lo ha portato mia madre- spiegò, tornando a fissarne la copertina- ha detto che ci sono le mie foto dentro”
“Non lo hai aperto?” Lesley scosse la testa.
“Perché?” chiese Kyle.
“Non lo so.. ho paura di scoprire che sono una frana” Emily rise.
“Tu? Ho visto due foto tue, Les, e ti assicuro che erano stupende. E poi, magari guardarle ti aiuterà a ricordare..” ipotizzò.
“Tu credi?”
“Puoi provarci. Ti aiuteremo noi” La mora annuì, sospirando, prima di aprire l’album.
Nella prima pagina c’erano tutte foto che rappresentavano paesaggi. Erano tutte una diversa dalla’altra, vari colori, vari luoghi e la domanda che Lesley pose appena la vide non fu del tutto stupida.
“Ho viaggiato molto in questi anni?”
“No, non che io sappia. Però sei andata in altre città, oltre Londra, anche se sempre in Inghilterra”
“Tipo?” Emily indico la foto di un molo.
“Questa ad esempio. Ci sono stata anche io, è Brighton” Lesley sfiorò la carta con due dita, poi cambiò pagina.
In questa, oltre le foto c’erano anche delle scritte.
“Questo sei tu!” esclamò guardando il Kyle sorridente nella foto. Era seduto su un divano con un joystick in mano e al suo fianco Jamie aveva lo sguardo concentrato su quello che probabilmente era il televisore.
“Beh, è così che passiamo la maggior parte del tempo quando siamo a casa” rise Kyle. Lesley rimase a guardare la foto sperando di ricordare qualcosa, ma quando non ci riuscì spostò lo sguardo su quella di sotto.
“Siete.. voi due?” chiese poi. La foto rappresentava due ragazzi a pochissimi centimetri di distanza che si sorridevano.
“Oddio, quando l’hai fatta questa? Non l’ho mai vista!” esclamò Emily.
“Neanche io in realtà” rispose Lesley ironica.
“Qui c’è scritto che è di più o meno quattro mesi fa..” 
“E’ davvero bellissima Les.. posso averne una copia?” chiese la ragazza.
“Certo.. potresti chiedere a mia madre se le ho sulla macchina fotografica, altrimenti ti do questa e poi me la riporti dopo averla ristampata” Emily annuì, prima di incitarla a sfogliare l’album.
Passarono in rassegna ogni foto e per ognuna i due ragazzi sembravano avere qualcosa da dire o qualche complimento da farle.
Fu quando arrivarono all’ultima pagina che Lesley rimase immobile.
Lo sguardo fisso su una foto, non sentì neanche la porta aprirsi.
“Lesley? Les? Stai bene?” si allarmò Kyle quando vide che la sua amica non muoveva un muscolo.
Jamie, che era appena entrato, la guardò, poi sospirò.
“Credo.. credo che stia ricordando qualcosa” disse poi.
 
“Ehi, scusa, posso sedermi qui? Non c’è nessun posto libero..” chiese una ragazza sorridente al biondo che aveva appena tolto le cuffie dalle orecchie. Lui si limitò ad alzare le spalle.
“Non ho ancora comprato questo tavolo, fai come ti pare” sussurrò poi. Lei si sedette e chiamò il cameriere per ordinare.
“Comunque piacere, Lesley” si presentò dopo, senza perdere il sorriso.
“Jamie”
“Sei di qui, vero?” gli chiese.
“Perché, tu no?”
“No, sono di Londra. Sono qui in gita con la mia classe, stiamo nell’hotel qui di fronte e ho pensato di venire a fare colazione qui..”
“Da sola?”
“Sì, gli altri avevano già mangiato, io ho fatto tardi.. Dormo parecchio la mattina” sorrise.
“Anche io” per la prima volta, Lesley lo vide sorridere.
“Quanti anni hai?” gli chiese poi.
“Quindici”
“Davvero? Sembri più grande” ammise.
“Lo so” rispose semplicemente.
“Anch’io ne ho quindici” pensò di informarlo lei.
“Bello”
“Non sei molto loquace, vero?” gli chiese.
“Ma dai?” fu la risposta ironica che Jamie accompagnò con un sopracciglio alzato. Lei scosse le spalle.
“Non fa niente, io invece lo sono parecchio”
“Sai, non è che mi piaccia ascoltare”
“Non sai neanche quello che potrei dirti..”
“Non mi interessa”
“Antipatico” fece una smorfia. Poi rimase in silenzio, mentre beveva il cappuccino che il cameriere le aveva portato.
Lo vide sorridere all’improvviso, divertito.
“Che c’è ora?” gli chiese.
“Niente” e fece di nuovo quel sorriso.
“Jamie” lo richiamò.
“Ti sei sporcata” rise lui. Lei si pulì in fretta le labbra.
“Non è carino ridere degli altri, sai?” gli domandò poi.
“Non volevo essere carino”
“Sai, anche se sei antipatico mi piace, credo che saremo buoni amici”
“Viaggi con la fantasia”
“Dammi una possibilità”
“Non cerco ragazze, non voglio storie al momento” Lesley rise liberamente.
“Io volevo solo esserti amica.. Sai, ho sempre desiderato avere un amico di penna”
 
Un’altra lacrima le scese sulla guancia, dovuta dal forte mal di testa, prima che i suoi occhi incrociassero quelli di Jamie. E fu proprio come se fossero tornati a cinque anni prima.
 
"Avevo ragione o sbaglio?" Disse tra le risate Matthew quando vide il piatto di Lily pulito.
"Ok, ammetto che è buona. Non come quella italiana ma quasi." Disse mentre si puliva la bocca con il tovagliolo.
“Come mai ti sei trasferita a Londra?” domandò Matthew per conoscere meglio la ragazza. Lily si incupì ma non lo diede a vedere.
“Dovevo voltare pagina e a Milano non ci sarei riuscita. E tu? Hai detto di essere scozzese giusto?-chiese e quando il biondino annuì continuò.-Come mai sei venuto a Londra?”
“Per l’università..” 
“Oh.. dove vai?” chiese curiosa.
“All’Imperial College. Te vai all’università?” Lily annuì.
“Quale?” si volle informare il biondo.
“Non ricordo il nome.. comunque farò medicina ed è tra le migliori università di Londra.”            
“All’Imperial c’è medicina ed è tra le migliori università.” sorrise Matthew.
“È vicino al Tower Bridge?” 
Matthew scosse la testa.
“Quello è il King’s college.”
“Giusto..- disse come se avesse avuto un’illuminazione.- Comunque vado lì..peccato sarebbe stato bello conoscere già qualcuno.” sussurrò tristemente.
I due amici si alzarono dal tavolo e dopo aver pagato uscirono dalla pizzeria. Si incamminarono insieme verso la metro.
“Che indirizzo hai preso?” Lily riprese il discorso sull’università che prima era stato interrotto dall’arrivo della cameriera con il conto.
“Economia e commercio. Voglio aprire un ristornare tutto mio, magari dove si faccia anche musica live.- disse con occhi sognanti.- Te invece? Sai già in cosa specializzarti?” Lily scosse la testa.
“Sono ancora indecisa, ma credo opterò per neurologia.”
I due ragazzi continuarono a parlare finché non si dovettero separare per poter tornare a casa propria. Si scambiarono i numeri per tenersi in contatto e si salutarono con un bacio sulla guancia.


Ciao a tuttiiii
Jamily is back sjdfjalsbdf siamo troppo felic, finalmente la nostra otp di nuovo insime **
btw fateci sapere cosa pensate del capitolo, lasciate qualche recensione...

Lulz&Els

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Capitolo 5
*** Chapter five. ***


La porta della camera d'ospedale di Lesley si aprì facendo uscire la ragazza insieme alla madre. Jamie si alzò dalla sedia dove era seduto e si avvicinò alla donna prendendo il borsone che aveva sulle spalle.
"Posso affidarla a te, Jamie? Tra poco ho una riunione e non posso mancare." Disse la madre di Lesley dispiaciuta.
"Certo, mi occupo io di Les." Sorrise Jamie all'amica che ricambiò titubante.
"Grazie." Disse la donna prima di abbracciare la figlia e andare via.
"Come stai?" Chiese gentilmente Jamie mentre si incamminavano verso l'uscita dell'ospedale.
"Bene.. Sono felice di uscire da qui." Sorrise Lesley.
Rimasero in silenzio, Jamie aveva tante domande da farle ma non voleva infastidirla, voleva darle il suo spazio.
"Mi sei mancata così tanto Les." Disse fermandosi e abbracciando la ragazza che ricambiò il gesto.
"Posso chiederti una cosa Jamie?" Domandò la ragazza una volta che si fermarono alla fermata del bus.
Jamie annuì facendole segno di continuare.
"Perché eri così scontroso con me quando ci siamo conosciuti?"
Jamie spalancò gli occhi e sentì il suo cuore fermarsi per un attimo.
"Come fai a saperlo?" Balbettò stupito.
"Mi sono ricordata più o meno una settimana fa del nostro incontro.." Spiegò la ragazza.
"Ma è fantastico Les.. Perché non l'hai detto subito?" Domandò cercando di sviare il discorso. Non era ancora pronto a raccontarle il suo passato lontano e recente.
"Ecco l'autobus." Disse cambiando discorso e indicando il bus che stava arrivando. Quando si fermò, le porte si aprirono e loro salirono.
"Sbaglio o stai cercando di evitare la mia domanda?" Chiese Lesley quando l'autobus partì. Jamie le indicò un posto libero poco più in là. Fece sedere la ragazza e lui si appoggiò al palo per non cadere.
"No.." Mentì il ragazzo.
"Farò finta di non averti chiesto niente..-scherzò Les, anche se non ricordava quasi niente del suo passato, riusciva ancora a comprendere l'amico.-almeno per ora." Aggiunse sorridendo.
"Testarda eri e testarda rimani eh." La prese in giro il biondo ridacchiando.
 
“Dai Robs, ti farà bene uscire!” Era più o meno la terza volta che Cristian esclamava quella frase. Il riccio sbuffò, alzandosi dal divano sul quale era comodamente sdraiato.
“E va bene, andiamo!” disse poi raggiungendo la porta di casa. Il più grande sorrise e alzò le mani al cielo in segno di vittoria.
“Finalmente!” Entrarono in macchina ed Robert incrociò le braccia al petto.
“Passiamo a prendere Belle e poi andiamo al bar dove lavora Lily, ok?” spiegò Cristian. L’altro si limitò ad annuire.
Isabelle salì sull’auto pochi minuti dopo e salutò entrambi con un sorriso.
“Sei uscito dal guscio, finalmente” disse sistemandosi meglio sul sedile e rivolgendosi a Robert.
“Quanto sei simpatica, davvero” rispose lui.
“Sempre con te, Sheehan”
Quando entrarono nel bar, il campanello sulla porta suonò e gli occhi di Lilian trovarono presto quelli dei suoi amici.
“Ragazzi!” li salutò, quando loro la raggiunsero.
“Come va?” le chiese Cristian.
“Bene, oggi non c’è quasi nessuno” disse, guardandosi attorno.
In effetti, nel locale c’erano poche coppiette e qualche signore impegnato a leggere il giornale o a godersi la tranquillità di quel giorno.
“Lily, mi aiuti?” la richiamò Matthew, poggiando un vassoio con due caffè sul bancone.
“Torno subito” disse lei ai suoi amici. I ragazzi si sedettero ad un tavolo ed il ragazzo biondo gli si avvicinò immediatamente.
“Cosa vi porto?” chiese.
“Ehm no, aspettiamo Lily se non ti dispiace” rispose Cristian, sperando di non sembrare troppo scortese. Il cameriere si illuminò.
“Oh, siete suoi amici?” Isabelle annuì ed in quel momento arrivò anche la diretta interessata.
“Ah, ragazzi, lui è Matt. Loro sono Cristian, Robert e Isabelle” li presentò, indicandoli uno per uno.
Rimasero lì a chiacchierare qualche minuto, Matthew risultò davvero simpatico a tutti e non ci volle molto prima che si inserisse perfettamente nel gruppo.
“Quindi fai economia?” chiese Robert per conferma, mentre Lily si allontanava per prendere un’ordinazione.
“Sì, secondo anno” annuì il biondo.
“Bello! Io devo iniziare l’università di lingue”
“Cosa farai dopo?” Il riccio alzò le spalle.
“Qualcosa nel campo del turismo” disse solo. Matt sorrise.
Il rumore di bicchieri rotti distolse tutti dalla conversazione. I loro sguardi si soffermarono sul corpo immobile di Lilian che fissava la porta.
Si dice che a volte basta un attimo per dimenticare una vita, ma non basta una vita per dimenticare un attimo e, anche se Robert non lo sapeva ancora, fu proprio quello che provò quando i suoi occhi incrociarono quelli della ragazza che era appena entrata.
 
Più i giorni passavano, più cose Lesley ricordava.
Alcune erano molto superficiali, molte erano ancora immagini sfocate di cui non conosceva ogni dettaglio, ma piano piano, poco alla volta stava cominciando a ricostruire la sua vita.
Jamie era felice per la sua amica, ogni giorno faceva dei piccoli passi e facendo riaffiorare qualche ricordo.
"Non puoi proprio restare?" Domandò Lesley una volta giunti al bar dove erano soliti andare. Da quando era uscita dall'ospedale passava ogni secondo con Jamie e quando non stava con lui era con sua madre o suo padre.
"Si Les.. Devo tornare a Southampton, avevo promesso a mia sorella che ci sarei stata per il suo compleanno." Si scusò Jamie mentre apriva la porta del bar.
"Non ti preoccupare." Sorrise rassicurante la ragazza salutando con un cenno della mano Emily seduta al solito tavolo.
"Ok, allora vado. Ci vediamo domani." La salutò Jamie con un abbraccio.
Un rumore di bicchieri rotti richiamò l'attenzione dei due ragazzi.
Jamie si voltò verso il rumore incontrando una ragazza minuta. Questa era piegata sulle ginocchia e gli dava le spalle, ma nonostante tutto aveva qualcosa di famigliare. Non ci diede peso e dopo aver salutato con un cenno della mano Emily si allontanò dal bar.
 
La visita dei nuovi amici di Lily aveva fatto piacere alla ragazza. In poco tempo aveva creato un bel legame sia con Matt, il collega, che con Isabelle e il suo gruppetto.
Lasciò Matthew a fare conoscenza con la sua coinquilina e gli altri due per andare a servire un tavolo. Mise le due tazze di frappé sul vassoio e uscì da dietro il bancone.
Un momento di distrazione e fece cadere tutto per terre attirando l'attenzione su di lei, ma il suo sguardo era fisso sulla porta. Sul ragazzo che era appena entrato. Non poteva essere davvero lui.
"Lily? Tutto bene?" Domandò Matthew richiamando la sua attenzione.
Lily annuì frettolosamente e si piegò dando le spalle alla porta per raccogliere il disastro che aveva fatto.
Quando si alzò e portò lo sguardo sulla porta non lo vide più. Perlustrò tutto il bar con lo sguardo ma di lui non c'era traccia.
"Rose puoi sostituirmi un attimo?" Domandò Lily posando il vassoio sul bancone, quando Rose annuì, uscì fuori dal locale per prendere una boccata d'aria. Una volta fuori si poggiò sul muro sospirando. Lei era andata a Londra per toglierselo dalla testa, per voltare pagina. E allora perché nonostante tutti i suoi sforzi riusciva a vederlo ovunque?
Il cellulare nella tasca del grembiule iniziò a vibrare. Lily lo prese e rispose ancora scossa senza vedere chi fosse il mittente.
"Lily..ciaoooo" il tono felice della sua migliore amica la distrasse.
"Ciao Ali.. Come va?" 
"Qui tutto bene, ieri é venuto Andrea.. Voleva parlarti e convincerti che non stavate sbagliando..." Il tono di Alice cambiò facendo preoccupare Lily.
"Quando gli ho detto che eri partita è andato via, credo abbia capito che non può fare più niente.." Continuò la ragazza dall'altra parte del telefono.
"Li tutto bene? Sono iniziati i corsi?" 
"Tutto ok Ali, dopodomani ho la prima lezione.." Disse in un sussurro Lily.
"Sicuro che sia tutto apposto?" Alice intuì dal tono della sua migliore amica che le stava nascondendo qualcosa.
"Lily?" Matthew uscì dal bar richiamando la ragazza.
"Ali scusa devo andare.. Ci sentiamo più tardi." Disse velocemente prima di chiudere la chiamata, poi rivolse la sua attenzione al biondo.
"Rose deve andare.."
"Oh.. Giusto.." Mormorò rientrando nel bar subito dopo l'amico.
 
“Lesley!” esclamò Emily quando la vide entrare nel bar.
“Ragazzi, ciao” li salutò lei, prendendo posto di fronte a Kyle. Lui le sorrise.
“Come va?”
“Abbastanza bene, se non contiamo il fatto che la mia camera non mi sembra più mia” disse un po’ tristemente, abbassando lo sguardo.
Anche se la sua mente ricordava molto di più ora, parecchie cose, punti fondamentali della sua vita le sfuggivano ancora e Lesley odiava questa situazione.
Odiava camminare per strada e doversi guardare intorno come se fosse una turista, odiava doversi far accompagnare da Jamie ad ogni incontro perché lei non ricordava la strada, odiava chiudere gli occhi e vedere solo nero, odiava sfogliare le foto che aveva fatto come se stesse guardando un giornale, senza che l’immagine le dicesse nulla.
“Vedrai che con il tempo andrà meglio” provò a confortarla Emily.
“In fondo, sei da poco uscita dall’ospedale e già hai ricordato qualcosa, sono sicura che andrà sempre meglio”
“Lo spero davvero” confessò Les.
“Sai..- cominciò Kyle, giocando con il portachiavi che aveva in mano- io ed Emily avevamo pensato ad una cosa.. per aiutarti a ricordare” La sua ragazza si morse un labbro con insistenza, mentre Lesley ascoltava curiosa.
“Davvero?- si illuminò- cosa?”
“Beh.. in realtà non siamo proprio sicuri.. credo che dovremmo parlarne prima con Jamie ma io sono quasi convinto che funzioni” disse Kyle.
“Il fatto è che non sappiamo se è una buona idea” lo aiutò Emily.
“A cosa avete pensato?” chiese di nuovo la mora, mentre dentro di sé sentiva l’entusiasmo salire a mille.
“E’ una specie di tour” spiegò l’amica, mimando le virgolette all’ultima parola. Lesley aggrottò la fronte.
“Io credo che ti piacerà, ma.. lascia che sia una sorpresa, okay?- sorrise Kyle- In fondo, tra poche settimane è il tuo compleanno” Les spalancò gli occhi.
“Cosa? Davvero?”
“Sì, il 31 settembre. Compi venti anni anche tu, finalmente!”
“Oddio” Non aveva mai pensato al suo compleanno.
Ai suoi genitori, così come a Jamie, aveva sempre chiesto cose più riguardanti il suo carattere, cosa faceva nel tempo libero, che posti frequentava, che amici aveva, che rapporti instaurava con le persone.. ma al suo compleanno non ci aveva mai pensato.
E no, pensò in quel momento, non c’è cosa più brutta del non ricordarsi nemmeno il giorno del proprio compleanno.
Sentì di aver toccato il fondo ed ora voleva solo risalire e scoprire tutto.
Ogni minimo dettaglio della sua vita.
E sperò che l’idea di Kyle funzionasse, perché ne aveva disperatamente bisogno.

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Capitolo 6
*** Chapter six. ***


Se Robert avesse dovuto spiegare ai suoi amici quello che gli era appena scoppiato dentro, sarebbe rimasto con la bocca aperta e nessuna parola da dire.
Tutto dentro di lui era terribilmente confuso e caotico, soprattutto i suoi pensieri.
Ad ogni secondo che passava, il suo sguardo rimaneva fisso su quella ragazza, seguiva ogni suo movimento, anche il più piccolo e i suoi dubbi diventavano sempre più conferme.
Dopo dieci minuti si era deciso.
Era lei, ne era sicuro ormai.
Cercò Cristian con gli occhi e provò a dirgli cose delle quali neanche lui era sicuro.
Il suo amico, infatti, lo guardò con la fronte aggrottata, come a chiedergli maggiori spiegazioni.
Robert scosse impercettibilmente la testa e tornò a guardare quella chioma nera che da quando era entrata nel bar gli aveva totalmente stravolto la mente.
“Stai bene amico?” gli chiese Cristian.
“Sì.. torno subito, scusate” detto questo si alzò dal tavolo e si passò una mano tra i capelli per aggiustarli, prima di camminare a passo spedito verso la ragazza.
 
“Scusate, posso?” Lesley stava ridendo quando una voce roca la interruppe. Alzò lo sguardo, incrociando due occhi verdi.
“Ci conosciamo?” domandò Kyle, alzando un sopracciglio. Robert lo guardò, prima di scuotere la testa.
“No, in realtà no” disse.
“Ti serve qualcosa?” lo incitò Emily. Lui si portò una mano dietro la nuca.
Prese un respiro profondo e guardò Lesley dritto negli occhi.
“No, beh, ecco.. il mio amico sosteneva che non avrei avuto il coraggio di venire a parlarti e abbiamo scommesso, quindi..” La ragazza sorrise. 
“Vuoi sederti?” gli chiese. Lui si limitò a prendere posto affianco a lei.
“Io sono Robert” si presentò poi, porgendo una mano alla mora.
“Lesley” sorrise di nuovo lei. Si presentarono anche Emily e Kyle, poi quest’ultimo prese la parola.
“Quanti anni hai?” chiese.
“Diciannove”
“Anche io!” esclamò Les.
“Anche se ancora per poco” aggiunse dopo.
“Voi?” domandò Robert agli altri due.
“Venti, entrambi” Lui annuì, lanciando poi un’occhiata veloce al tavolo dove i suoi amici erano ancora seduti. Cristian lo stava guardando e lui ne approfittò.
“Ragazzi, scusate, il mio amico mi sta fissando- cominciò indicando il castano- posso rimanere da solo con Lesley? Cinque minuti” Kyle si morse un labbro. Emily invece, sorrise maliziosa all’amica prima di alzarsi.
Prese il braccio del suo ragazzo e lo costrinse a seguirla.
“Em! Non lo conosciamo neanche, potrebbe essere un assassino o..” disse quando furono fuori dal locale. Lei lo zittì piantandogli una mano sulla bocca.
“Tra dieci minuti torniamo dentro e poi lo hai visto bene? Non aveva la faccia di un malintenzionato o cose simili” Kyle sbuffò.
“Ti ricordo che Lesley a stento sa come si chiama e dove vive..”
“E allora? Lasciala vivere, il passato non è importante” Ma se Emily la pensava così, dentro il bar Lesley sarebbe volentieri voluta sparire.
Robert aveva cominciato a farle domande a cui lei non aveva saputo rispondere e sulle quali aveva dovuto improvvisare.
“Cosa fai nel tempo libero?” Questa la sapeva. Sorrise.
“Foto. Mi piace tantissimo fare foto”
“Davvero?” chiese lui entusiasta.
“Mi piacerebbe vederne qualcuna” disse poi. Lei arrossì.
“Magari un giorno..”
“Ma quello è un tatuaggio!- esclamò, notando solo ora la piccola macchia nera che le spuntava sulla spalla- quando lo hai fatto?” Lesley spalancò gli occhi. Abbassò lo sguardo per guardare il disegno che aveva già notato, ma sul quale non si era mai interrogata.
“Tempo fa.. non mi ricordo esattamente” mormorò, mordendosi un’unghia.
“Perché proprio lo ying o lo yang?” chiese ancora Robert, sinceramente curioso. Lesley sentì il suo labbro inferiore tremare e fece uno sforzo enorme per fermarlo.
Perché si era tatuata quel simbolo? Quando lo aveva fatto? Con chi? Erano tutte domande a cui non aveva una risposta.
“Io..” Non voleva dire ad Robert che non lo sapeva, non voleva mostrarsi debole, anche se qualcosa la spingeva a fidarsi di lui. Solo che non lo conosceva e dire a qualcuno che non ricordi niente di ciò che sei o che sei stata non è la cosa più intelligente da fare..
Rimase quindi in silenzio, mentre il riccio la guardava in attesa di una risposta.
“Robs!” la voce di una ragazza la salvò da quella situazione. Le fu enormemente grata, almeno fin quando non si avvicinò al tavolo.
I capelli castani le contornavano il viso magro e gli occhi marroni erano messi in risalto dal mascara nero. Era davvero stupenda e Lesley si sentì maledettamente piccola in confronto a lei.
La ragazza sorrise al riccio e si sedette al suo fianco, battendo due volte le mani sul tavolo.
Les abbassò lo sguardo e- anche se non lo ricordava- per la prima volta nella sua vita desiderò essere qualcun altro.
 
"Matt!" Un ragazzo entrò nel bar richiamando l'attenzione del biondino. 
"Greg? Cosa ci fai qui?" Domandò stupito il più piccolo andando incontro al ragazzo.
"Sono qui per lavoro, rientro stasera. Ero venuto a fare un salto e fare gli auguri al mio fratellino."
"Non c'era bisogno." Disse con un sorriso sulle labbra.
"Auguri per cosa?" Si intromise Cristian.
"Oggi è il suo compleanno." Rispose Greg. 
"Davvero? Non lo sapevo. Auguri Matthew.." Sorrise raggiante Lily.
"Auguri.." Le fecero eco Cristian e Isabelle.
Le guance del biondino si tinsero di rosso facendo ridere Cristian ed intenerire le due ragazze. 
"Stasera dobbiamo uscire a festeggiare.."
Disse contenta Lily.
"Non ho nessun amico con cui festeggiare..." Disse tristemente Matthew.
"Ti sbagli, Lily è amica tua, noi siamo amici di Lily- la ragazza sorrise a quella frase, non era una che faceva molto facilmente amicizia.- e gli amici di Lily sono nostri amici, quindi appena stacchi tutti a casa mia a festeggiare il tuo compleanno." Concluse Cristian dando un pugno giocoso sulla spalla del ragazzo. 
"Grazie ragazzi.."
 
 
"Ci vediamo questa sera Scar." Una ragazzina saluto la sua migliore amica con un abbraccio prima di entrare in macchina della madre.
L'altra ragazzina si guardò intorno in cerca della sua con aria leggermente triste. Quel giorno avrebbe festeggiato il suo compleanno e suo fratello non sarebbe stato presente. Da quando si era trasferito a Londra si vedevano poco e a lei mancava veramente tanto.
Sbuffò quando non trovò la macchina della madre, prese il suo telefono e, dopo aver messo le cuffie, ascoltò la musica sedendosi sul marciapiede. 
Una moto frenò proprio davanti a lei facendole alzare gli occhi al cielo. 
"Aspetta qualcuno signorina?" Disse il ragazzo in moto richiamando la sua attenzione. Scarlett si tolse la cuffietta pronta ad attaccare quel ragazzo per poi spalancare gli occhi quando riconobbe quella figura possente.
"Jamieee." Urlò buttandosi tra le sue braccia.
"Ciao principessa." Le posò un bacio sulla guancia stringendola a sè.
"Come mai sei qui?" Domandò con un sorriso a trentadue denti. 
"Credevi davvero che mi sarei perso il compleanno della mia principessa?" Le sorrise facendole il solletico e facendola ridere.
Scarlett alzò le spalle in risposta prima di abbracciare di nuovo suo fratello.
"Come sta Lesley?" 
"Sta meglio.." 
Scarlett sorrise più felice, aveva conosciuto quella ragazza e si era affezionata subito a lei. Proprio come era successo con la prima ragazza del suo fratellone. Aveva legato subito con Lilian e quando era andata via era rimasta male e saputo dell'incidente di Lesley aveva avuto paura di perdere anche lei.
 
 
 
“Dobbiamo andare, oggi è il compleanno di Matthew!” esclamò la ragazza seduta di fronte a Les. Robert portò il suo sguardo alla mora.
“Non preoccuparti, vai, tanto ci sono i miei amici fuori” gli ricordò. Il riccio annuì, dispiaciuto.
“Posso.. puoi darmi il tuo numero?” Lesley arrossì.
“O.. okay” balbettò, prima di cominciare a dettare la serie di numeri che Robert scrisse sul cellulare.
“Ci sentiamo. Grazie per non avermi mandato via a calci” le disse poi. Lei si limitò a sorridere, prima di guardarlo alzarsi e salutarla con la mano mentre si allontanava.
Neanche cinque secondi che Emily era già seduta di nuovo al tavolo, avida di notizie.
“Chi era?” chiese immediatamente Isabelle.
“Non lo so”
“Oh, andiamo! Sei andato da lei senza dire una parola e, questo te lo rinfaccerò per sempre, eri imbarazzato!” Robert sbuffò.
“Non è vero”
“Che c’è Sheehan, ti piace quella mora?”
“Visto come ti piace prendermi in giro, anche se fosse non te lo direi”
“Lo hai appena ammesso” sorrise lei divertita.
“Blake, stai giocando col fuoco”
“Uuh, paura” scherzò.
“Robert si è innamorato, Robby si è innamorato” cominciò a canticchiare, mentre tornavano al tavolo.
“Ma non è vero!” esclamò lui.
“Robby si è innamorato” ripetè lei, pur sapendo che era decisamente troppo presto perché quell’affermazione fosse vera.
“E non chiamarmi Robby!”
“Povero Robby! Anzi, povera ragazza che dovrà subirti tutto il tempo”
“Cosa è successo?” chiese Cristian vedendo Isabel che ancora cantilenava.
“Isabelle Blake, sei morta” disse Robert, facendo ridere la ragazza.

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Capitolo 7
*** Chapter seven. ***


"Jamie?" La madre del ragazzo entrò nel soggiorno richiamando la sua attenzione.
Il ragazzo alzò lo sguardo dal quaderno della sorellina che gli aveva chiesto aiuto per un esercizio di matematica.
"Si mamma?" Chiese.
"Vai te a prendere tuo fratello dal suo amico? Poi ci raggiungete direttamente al locale.."
"Certo- annuì con un sorriso.- finisco di aiutare Scarlett con questo problema e vado." Aggiunse prima di riportare l'attenzione alla sorella.
 
Jamie e il fratello arrivarono alla festa della più piccola di casa poco prima dell'inizio.
Quando il ragazzo era andato a prendere il fratello, quest'ultimo aveva tardato per completare una partita alla play dal suo amico.
Una volta arruvati, Samuel era andato subito dal cugino, avevamo la stessa età e andavano molto d'accordo, mentre Jamie raggiunse uno dei cugini più grandi. I suoi genitori chiacchieravano con i parenti e la festeggiata aspettava la sua migliore amica.
"Bower?" Una voce maschile interruppe il discorso tra Jamie e il cugino.
"Danny?" Il tono del ragazzo era stupito quando riconobbe la figura maschile davanti a lui.
"Che ci fai qui? Credevo fossi andato a Londra."
"Sono qui per il compleanno di mia sorella." Sorrise indicando la ragazzina che era seduta al tavolo da sola mentre i suoi compagni giocavano tra di loro.
"Mi piacerebbe fermarmi a parlare Jam, ma il lavoro mi chiama.."
Jamie si accorse solo in quel momento che il suo amico di infanzia indossava lo stesso grembiule degli altri camerieri.
"È stato bello rivederti." Disse Danny dando una pacca amichevole.
"Anche per me Danny." Proferì Jamie prima di lanciare nuovamente uno sguardo alla sua sorellina.
La vide ancora seduta da sola con aria triste.
"Principessa, non ti diverti?" Le chiese sedendosi accanto a lei.
Scarlett scosse la testa tristemente.
"Dove è Emma?"
"A casa con la febbre." Sbuffò la piccola.
"Poi il dj fa schifo. Nessuno vuole fare i balli di gruppo, sono da bambini piccoli quelli che mette." Jamie sorrise amaramente, ricordava amaramente i momenti in cui aveva avuto la sua stessa età. A quell'età tutto era più semplice, tutto era più bello.
Jamie si alzò da dove era seduto e si avvicinò alla console vuota. Prese in mano il microfono e lo accese.
"Buonasera a tutti signorini e signorine. È Dj Bower a parlare." Urlò richiamando l'attenzione di tutti i ragazzini presenti in sala.
"Come sapete oggi è la festa della vostra compagna Scarlett, forza facciamole un applauso.- aggiunse e quando tutti i bambini applaudirono divertiti, continuò.-che la vera festa abbi inizio." Concluse prima di far partire qualche base.
La madre lo guardava fiera e lui le sorrise.
Presto tutti gli invitati si scatenarono sulla pista, compresa la piccola festeggiata.
"Me lo concede un ballo milady?" Chiese Jamie, una volta abbandonato momentaneamente la console, alla festeggiata.
Scarlett gli sorrise a trentadue denti prima di annuire.
Finito il ballo, prima che il ragazzo tornasse alla console, Scarlett lo bloccò per un braccio, si alzò sulle punte facendolo abbassare e gli lasciò un bacio sulla guancia.
"Grazie Jamie." Sussurrò felice prima di abbracciarlo.
"Non c'è di che principessa."
 
"Che si fa?" Chiese Robert ancora leggermente scocciato per essere stato interrotto con la ragazza.
"Se proprio dovete festeggiarmi venite da me." Propose Matthew.
Tutti i ragazzi annuirono e seguirono il biondino fuori il locale.
"Alice?"
Urlò felicemente Lilian quando vide la sua migliore amica qualche metro più in là.
Le corse incontro stringendola in un grande abbraccio. Non si vedevano da poco più di due settimane eppure le era mancata tantissimo.
"Che ci fai qui?"
"Volevo farti una sorpresa." Le sorrise l'amica.
Qualcuno alle spalle di Lily tossì. La ragazza di ricordò solo all'ora dei suoi amici.
"Ragazzi lei è la mia migliore amica Alice, Ali loro sono Cristian, Isabelle, Robert e Matthew." Disse indicando uno ad uno i ragazzi.
 
 
"Perché non mi hai mai detto che i tuoi amici sono dei fighi pazzeschi?" Domandò fintamente offesa Alice.
"Calma i tuoi spiriti bollenti Ali." La prese in giro Lily.
"Cristian è impegnato da quasi quattro anni.." Aggiunse quando vide la sua amica puntare lo sguardo sul ragazzo.
"È pronto!" Urlò Matthew dalla cucina richiamando l'attenzione di tutti.

“Lo hai visto bene, Les?” chiese Emily per la centesima volta. Kyle roteò gli occhi.
“E’ un figo assurdo, come può non piacerti neanche un po’?” continuò.
Lesley rise vedendo la faccia annoiata di Kyle.
“Credo che tu abbia altro di cui preoccuparti” le disse poi, indicandolo. Emily portò lo sguardo al suo ragazzo.
“Dico così ovviamente perché il ragazzo più bello di tutti ce l’ho io e non posso condividerlo con te.. solo per questo” disse, sorridendo innocente alla fine. Les rise di nuovo.
“Quanto sei ruffiana” sbuffò Kyle.
“Sono sincera! E’ diverso” replicò.
“Certo” Emily si allungò verso di lui per dargli un bacio sulla guancia.
“Comunque, a parte questo..- riprese- sai che vi vedrei bene insieme?” chiese.
“Em, abbiamo parlato sì e no mezza volta, credo che abbia una ragazza e inoltre non mi ha ancora chiamata, quindi è inutile sperare in una cosa del genere” disse. L’amica le puntò un dito contro.
“Ah-ah!- esclamò- Hai ammesso che aspettavi una sua chiamata!” Lesley la guardò, battendo le ciglia più volte.
“Veramente..”
“Ah! Niente scuse. Ormai lo hai detto”
“Ma io..”
“Niente da fare. Non c’è niente di male se ti piace eh” Lesley guardò quindi Kyle.
“Cosa le hai dato?” gli chiese. Lui alzò le mani.
“E’ così di suo. Niente droghe o alcolici” Les si batté una mano sulla fronte.
“Poveri noi, allora” commentò.
“No, ma tranquilli, parlate pure male di me come se io non fossi qui, eh” si intromise Emily, scoppiando a ridere subito dopo.
“Okay, mi correggo, forse ha  bevuto qualcosa” disse Kyle.
“Idioti” rispose la sua ragazza, alzando gli occhi al cielo.
 

 
 
Robert continuava a fissare il telefono nella vana speranza che questo decidesse di premere il pulsante di chiamata al posto suo.
“Che fai, Sheehan?” Il riccio si voltò a guardare Isabelle che gli sorrideva, raggiungendolo.
La sera prima la festa di Matt era andata benissimo ed i ragazzi si erano tutti fermati a dormire a casa del biondo.
Ora, Robert e Isabelle erano gli unici già svegli alle nove di mattina.
“Niente” sospirò, tornando a guardare il numero sullo schermo del telefono.
“Chi devi chiamare?” chiese la ragazza.
“E’ che.. ho chiesto il numero alla ragazza di ieri ed ora non ho il coraggio di chiamarla.. Non sono neanche sicuro di starle simpatico..”
“La mora con cui stavi parlando al bar?”
“Sì lei..”
“Non la conoscevi?”
“In un certo senso..” disse e sospirò di nuovo, prima di decidersi a raccontarle tutta la storia.
Isabelle lo ascoltò stupita, aspettandosi tutto tranne una confessione del genere.
“Quindi, lei non sa che sei stato tu a..” constatò alla fine.
“No”
“Ah. E cosa aspetti a chiamarla?”
“Te l’ho detto, non ho il coraggio.. E poi, andiamo, cosa dovrei dirle? Non ho neanche una scusa..” La ragazza sembrò pensarci su, poi sul suo volto si fece spazio un sorriso malizioso.
“Ops” fu l’unica cosa che disse prima di sfiorare il tasto verde, avviando la chiamata.
“Che cosa hai fatto?!” Sbarrò gli occhi il riccio. Isabelle rise.
Robert fu costretto a portarsi il telefono all’orecchio, stritolando la sua maglietta con la mano libera.
“Pronto?” La voce dall’altro lato del telefono lo fece immobilizzare.
“Pronto? Chi è?” chiese ancora Lesley.
Il riccio guardò l’amica in cerca di aiuto, ma quando lei lo incitò a salutare almeno, lui attaccò senza rispondere.
Guardò il telefono quasi terrorizzato. Isabelle scosse la testa.
“E’ solo una ragazza, non una serial killer” disse sarcastica.
“Non ci riesco” sospirò.

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Capitolo 8
*** Chapter eight. ***


"Già di ritorno?"
Kyle salutò con una pacca sulla spalla il suo coinquilino appena rientrato dal weekend passato dalla famiglia.
"Domani iniziano i corsi, non avevo scelta." Scherzò Jamie posando la sua valigia all'entrata.
"Vieni al bar? Ci sono anche Les ed Emily." Lo informò Kyle. L'amico annuì controllando il telefono.
In dieci minuti arrivarono al locale ed entrarono facendo suonare la campanella sulla porta.
Si diressero al solito tavolo trovando Emily. Kyle la salutò con un bacio prima di sedersi accanto a lei.
"Les?" Domandò Jamie.
"In bagno." Il telefono di Jamie squillò. Il biondo lo cacciò dalla tasca per visualizzare il messaggio appena ricevuto.
Una risata famigliare attirò la sua attenzione alzò lo sguardo dal telefonino nello stesso istante in cui la cameriera si voltò verso di lui.
Entrambi si bloccarono e si fissarono finché il ragazzo non si alzò dal tavolo ed uscì fuori senza aprire bocca.
 
Quel lunedì mattina, il bar era pieno di gente. I corsi dell'Università accanto al bar erano iniziati e molti ragazzi andavano li tra una lezione e l'altra.
Lily era appena arrivata al bar insieme al biondino, i loro turno erano stati spostai nel pomeriggio ma per quel giorno avrebbero fatto qualche ora in più nella mattinata.
Indossarono entrambi il grembiule e si misero a lavorare. Lilian prese block-notes e penna e si diresse al primo tavolo. Avevo lo sguardo fisso sul biondo che era appena inciampato in una borsa di una ragazza facendola ridere.
Una volta giunta al tavolo portò la sua attenzione ai clienti immobilizzandosi quando lo vide. Non disse nulla, lo guardò alzarsi e lo seguì con lo sguardo finché non uscì dal locale.
"Che gli è preso?" Sussurrò la ragazza seduta al tavolo rivolgendosi all'altro ragazzo.
"Cosa desiderate?" Balbettò Lilian con lo sguardo fisso sulla porta.
"Torno subito." Proferì il ragazzo alzandosi dalla sedia e raggiungendo l'amico.
Lily guardò la ragazza in attesa di qualche risposta.
"Un frappè al cioccolato.." Ordinò confusa.
Lilian segnò l'ordinazione sul foglio.
"Per lei?" Domandò rivolgendosi alla ragazza che si era appena seduta. La riconobbe immediatamente, era la stessa ragazza che aveva visto qualche giorno prima quando credeva di aver visto Jamie.
 
"Jamie? Che ti è preso?"
Domandò stranito Kyle quando raggiunse il suo amico.
Jamie non rispose e non spostò il suo sguardo da un punto fisso della strada.
La sua mente non faceva altro che rielaborare quello che era appena successo.
Come mai Lily era lì? E soprattutto perché era a Londra?
"Jamie? Tutto ok?" Riprovò Kyle quando il suo amico non rispose.
Il ragazzo sussultò quando Kyle posò una mano sulla sua spalla.
"Tutto bene?" Ripeté per la terza volta.
"Si.. Credo." Disse prima di prendere una sigaretta e l'accendino dalla tasca del giubbotto.
"Si può sapere che è successo dentro?" Chiese Kyle ancora confuso per il comportamento dell'amico.
"Avevo bisogno di fumare una sigaretta.. Ora torno." Deglutì Jamie. Kyle finse di crederci e poi rientrò nel bar. Dopo dieci minuti Jamie ritornò al tavolo cercando di non pensare a quell'incontro.
"Ciao Jamie" Lesley sorrise felice di rivedere il suo migliore amico dopo tre giorni di assenza.
"Hey" ricambiò il saluto sorridendo. Lesley però si accorse subito che quel sorriso nascondeva qualcosa ma non riusciva a capire cosa. Lo abbracciò per cercare di fargli pensare ad altro proprio in quel momento accanto a loro passò Lily. Si sentì morire dentro, un tempo solo a lei erano dedicati quegli abbracci. Si videro, non si salutarono, passarono soltanto l'uno accanto all'altro con gli occhi bassi.
 
Dopo aver servito un tavolo, Lily tornò al bancone e prese le ordinazioni del tavolo 5. Prese un grande respiro e poi ad occhi bassi servì il tavolo. Si sentiva uno sguardo addosso ed era quasi sicura fosse quello di Jamie. Le sue mani tremavano e per poco non rovesciò il frappé della ragazza alla sua sinistra. Cercò di restare calma e si allontanò il più in fretta possibile dal tavolo.
 
Lo sguardo di Lesley era concentrato sulla figura dell’amico.
Sapeva che c’era qualcosa che non andava e quando la cameriera si avvicinò al tavolo e lui abbassò gli occhi sul bicchiere, Lesley pensò di aver capito qualcosa.
“Carina, vero?” chiese all’improvviso. Jamie la guardò.
“Cosa?” Lei sorrise, indicando la ragazza con un cenno della testa.
“La cameriera” specificò poi. Lui sbarrò gli occhi e guardò istintivamente verso Lily, prima di distogliere lo sguardo.
“Mmh” borbottò in risposta. Lesley stava per fargli un’altra domanda, quando la sua attenzione fu catturata dalla persona che era appena entrata nel bar.
Si morse il labbro inferiore, mentre Robert raggiungeva il bancone insieme al suo amico.
“Torno subito” si ritrovò a dire lei, mentre si alzava.
Si aggiustò la maglietta e risistemò i capelli, poi si avvicinò al riccio.
“Ehi” lo salutò.
Robert si voltò a guardarla e assunse un’espressione abbastanza sorpresa quando la riconobbe.
“Lesley” Lei sorrise.
“Come va?”
“Tutto bene.. a te?”
“Bene” Rimasero in silenzio, mentre l’imbarazzo cominciava ad avvolgerli.
“Vieni spesso qui?” chiese lei, tanto per parlare.
“Ultimamente abbastanza, sì” Robert si passò una mano tra i capelli.
“Scusa se non mi sono fatto sentire, volevo chiamarti, ma non ho avuto tempo e..”
“Oh, non preoccuparti. Non era un problema” sorrise di nuovo lei. Lui si limitò ad annuire, mentre  dentro si stava dando dell’idiota. Perché non riusciva a comportarsi normalmente?
“Les, io devo andare, ti aspetto fuori?” Chiese un ragazzo dietro di lei. Lesley si voltò, poi tornò a guardare Robert.
Forse si aspettava che lui la fermasse, ma era da un po’ di tempo che il riccio aveva perso tutto il coraggio ormai.
“Sì, arrivo” disse quindi lei. Il ragazzo annuì, poi se ne andò.
“E’.. il tuo ragazzo?” chiese Robert, quando lei puntò gli occhi nei suoi.
“Jamie? No, assolutamente!” si affrettò a chiarire.
“No, no. E’ il mio migliore amico” aggiunse.
“Beh, io vado. Ci sentiamo” concluse accennando un sorriso.
“Certo. Ti chiamo appena posso, giuro” si costrinse a dire lui. Lei si allungò a dargli due baci sulle guancie.
“Ciao” gli sorrise un’ultima volta, prima di voltarsi per uscire dal locale.
“Ciao” sussurrò lui, quando lei era già lontana ormai.
Rimase a fissare la porta che Lesley aveva appena chiuso, finchè Cristian non gli scosse una spalla.
“Robert? Tutto bene? Chi era?” chiese. Lui si passò una mano tra i ricci, prima di girarsi verso l’amico.
“La ragazza dell’incidente” si limitò a rispondere.
“Davvero?” domandò sorpreso. Robert annuì, prima di sospirare.
“Secondo te dovrei dirle la verità?”
“Non glielo hai detto ancora?”
“No..”
“Dovrebbe saperlo allora”
“Ma.. come faccio a dirle una cosa del genere, Cri? Mi odierà per il resto della sua vita e..”
“E tu non vuoi”
“No”
“Magari potresti chiamarla e uscirci.. Falle capire che ovviamente non era tua intenzione farle del male e che ti dispiace davvero” Robert annuì di nuovo, prima che Matt gli portasse le ordinazioni e mettesse fine a quel discorso.
 
Jamie abbassò lo sguardo incapace di guardare negli occhi la cameriera che era appena arrivata con i vari ordini.
"Carina, vero?" chiese all'improvviso Lesley. Alzò lo sguardo di scatto portando l'attenzione alla sua migliore amica.
"Cosa?" Lei sorrise indicando con un cenno della testa la ragazza.
"La cameriera." Jamie sbarrò gli occhi portando istintivamente lo sguardo sua ragazza. Deglutì prima di borbottare qualcosa di incomprensibile.
"Torno subito." Annunciò Lesley. Jamie sembrò non sentirla. I suoi pensieri erano rivolti a ciò che era successo poco più di un mese prima.
"Jamie tutto bene?" Chiese ancora Kyle. Aveva notato come fosse nervoso. Lo si poteva capire dalla gamba che si muoveva in continuazione sotto il tavolo, dal fatto che su passava una mano tra i capelli ogni dieci secondi.
"Si, ora devi andare. Ci sentiamo." Jamie si alzò dal tavolo dirigendosi da Lesley.
"Les, io devo andare. Ti aspetto fuori?"
Chiese una volta che fu dietro di lei.
"Si arrivo." Disse l'amica. Jamie annuì dirigendosi fuori il locale. Aveva solo bisogno di quello. Allontanarsi il prima possibile da quel locale, più precisamente da quella ragazza che gli aveva spezzato il cuore. Aveva bisogno della sua migliore amica per potersi distrarre. Era stata l'unica a riuscire a non farlo pensare a Lily quando era uscita per la prima volta dalla sua vita.
 
"Come è andata al lavoro?" Domandò allegra Alice quando vide la sua migliore amica sedersi accanto a lei.
"Tutto bene?" Le domando quando notò il volto sconcertato della ragazza.
Lily scosse affranta la testa passandosi una mano sulle tempie.
"Che è successo?" Chiese preoccupata.
Lily sospirò pesantemente.
Aprì la bocca per dire qualcosa ma la voce non le uscì.
Non si sarebbe mai aspettata di trovarsi Jamie a Londra e soprattutto non si sarebbe mai immaginata una reazione simile. Aveva immaginato di aver ferito Jamie lasciandogli quello stupido biglietto, ma non pensava che la situazione fosse così grave. Nel preciso istante in cui i loro sguardi si erano incrociati e lui si era allontanato senza rivolgerle nessuna parola, aveva sentito il suo cuore spezzarsi a metà.
"Il treno per Stansted sta per partire, tutti i passeggeri sono pregati di recarsi al binario 9." Disse una voce metallica
Alice guardò la sua amica preoccupata.
"Sto bene, sono solo un po' stanca." Mentì Lily.
Alice abbracciò la sua migliore amica non sapendo quando l'avrebbe rivista.
"Ti voglio bene Lily." Le sussurrò all'orecchio.
"Tu voglio bene anche io." Sorrise Lily prima di vedere la sua migliore amica prendere il suo trolley e dirigersi al suo treno.
 

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Capitolo 9
*** Chapter nine. ***


“Ci vediamo a pranzo?” domandò Kyle uscendo subito dopo l’amico dall’appartamento.
Jamie con la tracolla sulla spalla si girò a guardarlo.
“Non so se riesco a venire al bar.” rispose cercando di rimanere sul vago. In realtà lui non aveva le forze per andare lì e vedere di nuovo quella ragazza.
“Jamie, sicuro di stare bene? È da ieri che sei strano.”
Kyle era preoccupato per il suo migliore amico e fissava il suo volto non trovando nessuna risposta. Jamie era un ragazzo molto chiuso in se stesso ed era difficile capire quello che gli passava per la testa.
“Tutto bene, davvero. Ora devo scappare altrimenti Les mi ammazza.” deviò ancora il discorso avvicinandosi alla sua moto.
Kyle lo salutò con un cenno del capo prima di incamminarsi verso la metro più vicina.
Jamie indossò il casco e, dopo aver conservato la sua tracolla sotto il sellino, partì verso casa della sua migliore amica.
“Stavo per andarmene.” disse Lesley appena Jamie le si fermò accanto rimproverandolo scherzosamente per il suo ritardo.
“E dovrei crederti?” la prese in giro il ragazzo porgendole il casco.
“Siamo sicuri che sai guidarla la moto?” lo stuzzicò.
“Sei libera di andare a piedi se non vuoi un passaggio.”
Lesley sbuffò divertita prendendo il casco dalle mani del suo migliore amico. Lo indossò e salì dietro tenendosi stretta a lui.
In dieci minuti arrivarono all’università.
I due amici entrarono nell’edificio insieme. Lesley si guardava intorno affascinata e spaventata.
Alcune persone salutavano entrambi i ragazzi,altre solo lei. Ma Les non aveva la minima idea di chi fossero queste persone.
“Che corso hai?” le chiese Jamie facendola voltare verso di lui.
“Hey, andrà tutto bene.” sussurrò abbracciandola quando vide il terrore nei suoi occhi.
“Ho storia dell’arte, te?” rispose infine.
“Pure io.- sorrise incoraggiante lui.- andiamo.”
Jamie passò un bracciò attorno il collo della ragazza per infonderle sicurezza. Quando lei gli sorrise, si incamminarono verso l’aula occupando due posti vicini.
 
Ritornare all’università e rendersi conto di non riconoscere nessuno faceva sentire Lesley sempre meno entusiasta di quel giorno.
La sera prima aveva parlato con Jamie e lui le aveva spiegato come funzionavano i corsi e lei aveva sentito una scarica di adrenalina attraversarle il corpo.
Era felice di cominciare, di tornare a fare foto e si chiedeva che effetto le avesse fatto.
Quando quella mattina poi si era svegliata, si era sentita nervosa, ma l’entusiasmo l’aveva riempita sin da subito, tanto che mezz’ora prima dell’appuntamento che aveva preso con Jamie era già sveglia.
Alla prima ora, la lezione che aveva in comune con il suo amico era andata veramente meglio di quanto si aspettasse e Lesley sperava vivamente che l’intera giornata sarebbe continuata così.
Alla seconda ora, tuttavia, quando si era trattato di andare nell’aula di fotografia, dove lo stesso Jamie l’aveva accompagnata, Les si era ritrovata spiazzata.
Una ragazza si era avvicinata a lei e l’aveva salutata sorridendole.
“Ciao..” aveva risposto lei, sentendo il panico farsi sempre più forte.
Si guardò intorno.
Jamie se ne era già andato e lei non aveva la più pallida idea di chi quella ragazza fosse.
“Come va Les? Che hai fatto quest’estate?” sorrise di nuovo lei.
Lesley si morse un labbro, accennando ad un sorriso di risposta.
“Va tutto bene. Oh, niente di particolare, vacanza con i miei e poi con i miei amici..” si ritrovò a dire senza neppure sapere se fosse la verità o meno. L’altra annuì.
“Io ho fatto quel viaggio alla fine, è stato stupendo!”
“Si?” L’altra annuì.
“Sì, sono riuscita ad andare nei posti che avevo programmato ed Andy è venuto con me..”
“Chi è Andy?” chiese Lesley, prima ancora che se ne accorgesse davvero. Spalancò di poco gli occhi subito dopo.
“Come chi è.. Fa il corso con noi..”
“Ah, quell’Andy” sorrise nervosa.
“Sì, lo sapevi che saremo partiti insieme.. Stai bene?” le chiese la ragazza. Lesley sentì il fiato mancare, mentre annuiva incerta.
“Sì, sì solo un momento di svista, scusami” L’altra aprì la bocca per parlare ancora, ma il telefono di Les squillò proprio in quel momento.
“Scusami, devo rispondere” disse prendendo il telefono.
“Okay, ti aspetto dentro” Lesley rispose senza nemmeno guardare il numero sullo schermo.
“Pronto?”
“Ehi, sono Robert” Lei dovette aspettare qualche secondo, prima di essere in grado di rispondere.
Non pensava lui la chiamasse davvero.
“Ehi, ciao”
“Disturbo?” chiese lui.
“No, figurati” si allontanò dal telefono per guardare l’orario “ho ancora dieci minuti liberi” sorrise poi.
 
 
Robert era con Isabelle quando quest’ultima lo aveva convinto a chiamare Lesley.
“Non puoi tirarti di nuovo indietro!” gli aveva detto prima di entrare nell’aula di francese e lui ci aveva pensato per un po’.
Aveva un’ora libera e quando ormai il telefono stava già squillando, lui aveva pensato che forse Lesley fosse impegnata.
“Pronto?”
“Ehi, sono Robert” fu l’unica cosa che riuscì a dire. Lei lo salutò dopo un po’ e lui si sentì sollevato dal suo tono di voce. Non era scocciata, almeno.
“Disturbo?” chiese.
“No, figurati, ho ancora dieci minuti liberi”
“Sei all’università?”
“Sì, tu no?”
“Sì, ma ho un’ora libera”
“Ah, capisco” Il silenzio che seguì era imbarazzante per entrambi e Robert non riuscì a trovare niente da dire per riempirlo.
“Ti.. ti serve qualcosa?” chiese quindi Lesley.
“Ehm.. no, in realtà no..” disse, prima di chiudere gli occhi e darsi dell’idiota.
“Anzi, in realtà sì” rimediò.
“Sei libera oggi pomeriggio?” Lei ci pensò su.
“Credo di sì.. Perché?”
“Ti va di andare a fare un giro? Per conoscerci meglio..” propose, mordendosi un labbro. Lesley sorrise istintivamente dall’altro lato del telefono.
“Sì, va bene” disse poi.
“Davvero? Grandioso! Allora.. beh, sì, ci vediamo..” Lei rise, pensando che Robert fosse adorabile quando si imbarazzava.
“Mi mandi un messaggio con l’orario e il posto?” Il riccio annuì.
“Sì, okay” si affrettò poi a rispondere, rendendosi conto del fatto che lei non poteva vederlo.
“Okay” ripeté lei.
“Allora a dopo” lo salutò.
“Ciao” disse lui, prima di attaccare. Rimase a guardare lo schermo del telefono per qualche secondo, prima di sorridere e lasciarsi andare a qualche esclamazione di gioia.
Neanche fosse stato una ragazza!
 
"Cristian?"
Il tono di Lily era stupito quando trovò il ragazzo fuori la porta.
"Belle non c'è.. È già andata via."
Disse mentre prendeva la tracolla appesa accanto alla porta.
"Lo so, sono venuto a prenderti."
Ciò confuse ancora di più Lily. 
"Frequentiamo lo stesso college, siamo amici, che c'è di male se ti vengo a prendere?"
"Nessuno.. Solo che non me l'aspettavo." Sorrise Lily. Quando era sull'aereo per Londra non avrebbe mai immaginato di legare così facilmente con qualcuno.
"Andiamo?"
La riscosse dai suoi pensieri Cristian.
La ragazza annuì. Si infilò il giubbotto, uscì di casa e chiuse la porta alle sue spalle.
"Come è andare al college?" Chiese Lily una volta salita in macchina.
"All'inizio, i primi giorni, sarai un po' disorientata. Poi quando capirai come funziona il college ti piacerà."
Disse con il suo solito tono allegro.
"Per te è il quarto anno giusto?"
Cercò di ricordarsi Lily.
"Si,  penultimo anno prima di prendere la specializzazione."
"Sai già cosa fare?"
Il tono di Lily era curioso.
"Vorrei diventare ginecologo.. Quindi mi specializzerò in ginecologia e ostetrica."
Lily poté notare nel suo sguardo quanto gli sarebbe piaciuto diventare un ginecologo.
"Te? Sai già in cosa vorrai specializzarti?"
Le chiese il ragazzo mentre spegnava l'auto.
"Non so ancora.. Ma una cosa che credo non farò mai sarà chirurgia. Non riuscirei mai ad operare qualcuno. Sono troppo sensibile.."
I due ragazzi si incamminarono all'interno del college.
"Se vuoi a pranzo ti faccio fare un giro del college."
Le propose Cristian.
"Mi saresti di grande aiuto."
Scherzò Lily guardandosi intorno.
"Allora a dopo.." La salutò Cristian prima di sparire tra la folla.
Lily si incamminò nell'aula magna dove vi erano tutte le matricole.
 
 
Robert era appoggiato al muretto di fronte l’università di Lesley.
Alla fine aveva deciso che sarebbero usciti direttamente dopo le lezioni, nel pomeriggio e lui stava aspettando di riconoscerla tra la folla.
Quando lei lo vide dall’ingresso dell’edificio, non riuscì ad impedirsi un sorriso.
Si affrettò a scendere le scale, ma dovette fermarsi quando Jamie la richiamò.
“Ehi, dove corri?” Lei si morse l’interno della guancia e sorrise di nuovo.
“Devi dirmi qualcosa signorina?” la prese in giro lui.
“Devo andare Jamie”
“Eh no! Non ti muovi di qua finchè non mi dici dove devi andare così di fretta” Lei sospirò, poi si decise a dirgli la verità.
“Esco con un ragazzo”
“E chi sarebbe?”
“Il ragazzo riccio con cui parlavo l’altra volta al bar” Jamie corrugò le sopracciglia, provando a ricordare.
Si ricordava di Lesley che si era allontanata per parlare con qualcuno, ma non teneva presente la figura, perché quando l’aveva vista era troppo impegnato a pensare a Lily.
“Jam, devo andare” lo riprese di nuovo lei.
Lui la salutò, poi la seguì con lo sguardo fino a quando non la vide salutare un ragazzo con due baci sulle guance.
Jamie pensò che aveva un viso familiare, prima che scrollasse la testa e si decidesse a tornare a casa.

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Capitolo 10
*** Chapter ten. ***


Erano dieci minuti buoni che Lesley rideva senza freno.
All’inizio, tra i due c’era stato un silenzio imbarazzante, colmato da qualche domanda di circostanza e brevi commenti, ma poi avevano trovato un punto in comune ed avevano iniziato a sciogliersi entrambi ed ora si stavano raccontando aneddoti divertenti mentre passeggiavano lungo la riva di un lago in un parco.
Non che lei avesse parlato tanto, perché di cose da raccontare ne aveva pochissime per ora.
Quando si fermarono su una panchina, lui cominciò a chiederle cose sul suo passato e Lesley si irrigidì visibilmente.
“Scusami, non volevo essere indiscreto” disse subito lui quando lo notò.
Lei sorrise, pensando che Robert le aveva dimostrato di essere sincero quel pomeriggio e che qualcosa dentro di lei la spingeva a fidarsi di lui. Sospirò.
“Non preoccuparti, è che..” si prese qualche secondo, poi abbassò lo sguardo e lasciò che i capelli le nascondessero il viso mentre gli raccontava ciò che le era successo.
“Anche se volessi, non potrei raccontarti niente sul mio passato perché.. beh, è complicato, io.. ecco, qualche mese fa ho fatto un incidente in auto ed ho perso la memoria o qualcosa del genere” ammise nervosa.
“Non mi ricordo niente della mia vita di prima” riassunse, mordendosi il labbro inferiore. Robert spalancò gli occhi e la guardò scioccato.
“Cosa?” Al contrario, lei chiuse gli occhi, serrandoli forte.
“Mi dispiace, io.. lo so che è strano uscire con qualcuno che praticamente non sa chi sia ma.. non è colpa mia, io non volevo che succedesse tutto questo e..” Lui scosse la testa.
Era colpa sua se Lesley non ricordava niente e lei doveva saperlo.. in qualche modo.
Robert si sentì terribilmente a disagio. Voleva dirglielo, ma allo stesso tempo non voleva perderla. Anche se la conosceva da poco e- come d’altronde la stessa Lesley- sapeva poco o niente su di lei, le si era comunque affezionato e sapeva che questo si sarebbe solo rafforzato col tempo. Voleva dirle la verità, ma non ne aveva il coraggio.
Quindi se ne stette in silenzio, fino a quando le spalle di lei non si mossero, seguite dal suono di un singhiozzo.
Robert le spostò i capelli dietro le orecchie e le alzò il viso, asciugandole le lacrime prima di stringerla a se.
“Va tutto bene” sussurrò, anche se non ci credeva neanche lui.
“Mi dispiace così tanto, Robert..”
“Non importa- rispose lui- davvero. Ti aiuterò a ricordare ogni cosa, anche se non ti conoscevo prima. Ce la farai, lo so” Lei sorrise lievemente.
“Grazie” disse solo. Rimasero lì, stretti l’uno all’altra per qualche altro minuto.
“Stasera ho una cena con i miei amici” cominciò lui.
“Ti va di venire?” chiese, guardandola negli occhi. Lei annuì.
“Posso portare anche i miei amici?” domandò.
“Certo” Lei annuì.
“Ehi, tutto bene?” le chiese lui dopo un po’, vedendo che Lesley si era improvvisamente ammutolita.
“Non lo so, sono solo triste, okay? Ed arrabbiata.. per niente.. e tutto” sbottò lei.
“Arrabbiata?”
“Sì. Odio il fatto di non sapere nulla di me” Robert si sentì terribilmente in colpa.
“Vedrai che riuscirai a ricordare ogni cosa” provò a confortarla.
“Lo spero” disse lei, prima di alzarsi.
 
“Ti prego Jamie.” Lesley si ritrovò a supplicare il suo migliore amico ad uscire con lei e gli altri quella sera. Jamie non se la sentiva di uscire, aveva un brutto presentimento e preferiva rimanere a casa a vedere qualche film, ma dopo le continue suppliche della sua migliore amica aveva ceduto.
Ora si trovavano tutti e quattro fuori il ristorante.
“Ciao Robert.” Lesley salutò timidamente il riccio.
“Ciao Les..” ricambiò con un sorriso.
“Loro sono Jamie, Kyle ed Emily.” La ragazza presentò i suoi amici indicandoli uno ad uno.
Emily e Kyle, che avevano già conosciuto il riccio lo salutarono e si presentarono agli altri ragazzi.
Jamie guardò male il riccio, c’era qualcosa in lui che non lo convinceva.
Lesley si sedette accanto il riccio e Jamie prese posto accanto a lei. Kyle si mise capotavola ed Emliy accanto a lui, tra Jamie e il suo ragazzo. Dall’altra parte del tavolo, di fronte al riccio, c’era Cristian. Al suo fianco Belle e poi Matthew. Il posto frontale a quello di Jamie era vuoto.
Il cameriere arrivò lasciando qualche menù. Il biondo ne prese uno portando la sua attenzione sui fogli di carta.
 
“Vado un secondo in bagno.” annunciò Lily ai suoi amici alzandosi dal tavolo.
Quella sera avevano deciso di andare tutti fuori a cena per ‘festeggiare’ l’inizio dei corsi universitari.
Lily sbuffò quando vide la fila fuori il bagno delle donne. Aspettò qualche minuto e poi arrivò il suo turno. Quando tornò a tavola, notò che l’amica di Robert era arrivata. Si incamminò al tavolo rispondendo al messaggio di sua madre e quando si sedette alzò lo sguardo.
Fece cadere il telefono per terra quando riconobbe la figura che aveva di fronte attirando l’attenzione degli altri.
“Lei è Lily.- Robert presentò la ragazza ai nuovi arrivati.- Lily, loro sono Lesley, Kyle, Emily e Jamie.”
Kyle porse cordialmente la mano alla ragazza, proprio come fecero Emily e Les.
“Piacere..” sussurrò con lo sguardo fisso sul ragazzo di fronte a lei.
‘Non dovevo cedere..’ pensò Jamie quando si trovò la ragazza davanti.
Non sapeva come comportarsi e quando vide i suoi amici allungare la mano alla ragazza, lo fece anche lui.
Forse fingere di non conoscerla era la situazione migliore, tanto nessuno era a conoscenza dei loro trascorsi. L’unica a sapere tutto di Lily era Lesley, ma ormai lei non ricordava più niente.
“Piacere..” mormorò senza guardare la ragazza.
Lily si morse il labbro ferita vedendo l’indifferenza di Jamie.
Sentì una scarica di brividi quando sfiorò la sua mano, lo stesso fu per Jamie.
 
Quella serata era quasi giunta al temine. Jamie e Lily non si erano rivolti neanche una parola. Lily aveva parlato e scherza tutto il tempo con Matthew. Jamie aveva parlato con Kyle ma era rimasto per la maggior parte del tempo in silenzio. Aveva cercato di evitare lo sguardo della ragazza seduta di fronte a lui. Eppure non aveva fatto altro che fissarla per tutta la serata. L’aveva vista ridere e scherzare con il biondino, di cui non ricordava più il nome, come se nulla fosse. Si chiedeva come facesse a fare finta di niente, come fosse in grado di mentire così bene a suo marito. Come faceva a comportarsi così spontaneamente con lui dopo che la sera prima del matrimonio era stata a letto con un altro?
Quando uscirono dal ristorante per andare a fare una passeggiata tutti insieme, Lily aveva notato che Jamie era rimasto più in disparte rispetto il gruppo. Sospirò ripensando a tutto quello che avevano passato insieme.
“Torno subito.” disse a Matthew lasciandoli un bacio sulla guancia e rallentando il passo per aspettare Jamie.
“Che vuoi?” il tono di Jamie era duro e fece chiudere la bocca alla ragazza che stava per dire qualcosa.
“Parlarti..” disse poi abbassando lo sguardo.
“Beh, io non ho nulla da dirti.” Jamie non la guardava in faccia. Guardava un punto fisso della strada continuando a camminare.
“Perché mi tratti così Jamie?” il tono di Lily era spezzato.
Jamie si fermò di colpo voltandosi verso la ragazza.
“E me lo chiedi pure? Forse non ti sei resa conto della cazzata che hai fatto.” urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Lily non sapeva cosa dire, non capiva la sua reazione. Se c’era uno che doveva essere arrabbiato in quel modo, quello doveva essere Andrea.
“Tutto bene?” chiese preoccupato Matthew che era tornato indietro preoccupato quando aveva sentito le urla del ragazzo.
“Lui lo sa?” Jamie indicò il biondino con un cenno della testa. Matthew aggrottò le sopracciglia confuso.
“Jamie..” mormorò Lily quasi sul punto di piangere.
“Non credo lo sappia. Se sapesse cosa hai fatto non ridereste come stavate facendo al ristorante.” continuò Jamie.
“Jamie.. non…” balbettò Lily capendo l’errore del ragazzo. Lui credeva che Matthew fosse il ragazzo con cui si era sposata.
“Cosa dovrei sapere?” chiese confuso Matthew guardando i due ragazzi.
“Jamie..” cercò di richiamarlo lei ma lui non le diede ascolto.
“La notte prima del vostro matrimonio lei è venuta a letto con me.”
Urlò attirando l’attenzione di qualche passante. Matthew guardò confusa la ragazza che aveva lo sguardo fisso su Jamie e gli occhi pieni di lacrime.
Jamie guardò i due ragazzi prima di allontanarsi nella direzione opposta.
Lily vide il ragazzo allontanarsi e lasciò le lacrime scendere copiose sulle sue guance.
Matthew spostavo lo sguardo confuso dalla figura lontana di Jamie a Lily. L’unica cosa di cui era certo era che quei due non si erano conosciuti quella sera.
 
Se poco prima Lesley aveva pensato che quella cena sarebbe stata un disastro, si era ricreduta appena si era presentata agli amici di Robert.
Quest’ultimo, in particolare, si era dimostrato parecchio comprensivo e le era rimasto vicino tutta la serata, cosa che Les non si aspettava minimamente dopo il crollo che aveva avuto quello stesso pomeriggio.
“Me lo hai promesso eh? Non puoi più tirarti indietro” disse lui sorridendo mentre passeggiavano, dopo cena. Lei rise, portandosi una mano alla bocca.
“Sì, sì, non preoccuparti, avrai il tuo book fotografico” rispose poi.
“Non vedo l’ora!” esclamò lui, facendola ridere ancora.
“Scommetto che le appenderai tutte al muro per ammirarti ogni volta che entri in casa tua”
“Ovviamente. Mi conosci già così bene” si finse emozionato. Lei lo spinse leggermente, divertita.
Stava per rispondere, ma la sua attenzione fu cattratta dalla voce troppo alta del suo migliore amico.
Si voltò immediatamente verso Jamie e lo vide guardare Matthew e Lily con un’espressione indecifrabile sul viso, prima di andare via.
“Jamie..” sussurrò, guardandolo confusa. I suoi occhi tornarono alla ragazza in lacrime accanto al biondo.
“Cos’è successo?” chiese a Robert, anche se lui ne sapeva poco quanto lei.
“Non ne ho idea..”
“Io.. scusami, torno subito” disse Lesley, allontanandosi velocemente per seguire Jamie.
Non aveva mai visto il suo amico tanto arrabbiato, finora non aveva mai fatto una sfuriata del genere e Les ne era sorpresa. Ma sapeva che c’era qualcosa sotto.
Doveva esserci. In quelle settimane Jamie le aveva dimostrato di essere la persona più calma del pianeta e se quella sera si era comportato così doveva per forza esserci un motivo.
E Lesley voleva scoprirlo.

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Capitolo 11
*** Chapter eleven. ***


Jamie si allontanò il più velocemente possibile dai due ragazzi. Non avrebbe retto un minuto di più li. 
"Jamie?"
La voce spaventata della sua migliore amica veniva dalle sue spalle.
"Lasciami stare Lesley." Rispose duramente.
Voleva rimanere solo.
"Jamie si può sapere che è successo?" Chiese quando lo raggiunse.
"Tornatene dal tuo nuovo amichetto."
Lesley guardava spaventata il suo migliore amico. Non l'aveva mia visto così arrabbiato, così fuori di se.
Ci doveva essere qualcosa di grosso sotto.
"Non me ne vado finché non mi hai spiegato cosa succede."
Il tono di voce determinato di Lesley fece arrendere il ragazzo. Lesley poté notare lo sguardo spento e ferito del suo migliore amico.
"Che é successo?" Chiese di nuovo. Jamie si lasciò cadere sulla panchina e Lesley si sedette accanto. Inviò un messaggio ad Emily dicendo di andare avanti e che li avrebbe raggiunti dopo. Ora il suo migliore amico aveva bisogno di lei e non l'avrebbe abbandonato.
Lo vide sospirare e poi finalmente la rabbia sparì dal suo viso lasciando solo una sconfinata tristezza.
"Ti ricordi quando mi hai chiesto perché ero scontroso con te quando ci siamo conosciuti?"
Domandò lui facendo curvare le sopracciglia di Les.
"Si ma cosa.."
"Mi comportavo così perché..-la interruppe Jamie.-perché qualche giorno prima la mia ragazza era.." Jamie si interrompeva continuamente. Gli faceva male tutto quello.
"Si era appena trasferita e lei era stata la tua unica amica femmina fino ad allora.. Si ricordo.." Lo interruppe lei.
"Come..come ricordi?"
Jamie si voltò stupito verso di lei.
"Me ne sono appena ricordata..-ammise- ma non capisco cosa centra questo con la tua sfuriata di poco fa."
"Due settimane prima dell'incidente sono andato in Italia e dopo sei anni ci siamo rivisti.. Quando l'ho rivista ho capito che non l'avevo mai dimenticata.. Può sembrare stupido, infantile.."
"Non è stupido, è romantico."
"Il punto è che fino all'ultimo giorno ho creduto che fosse stato lo stesso anche per lei.. Soprattutto dopo che mi aveva chiesto di..di fare l'amore. La mattina dopo, quando mi sono svegliato ho scoperto che lei si sarebbe dovuta sposare quel giorno."
Lesley notò il dolore negli occhi del ragazzo.
"Jamie...io.. "
"Non avrei mai immaginato che poi si trasferisse qui a Londra, ma soprattutto non avrei mai immaginato di dover frequentare il suo stesso gruppo."
Lesley collegò subito le immagini della ragazza in lacrime a quella che era la ragazza che aveva spezzato il cuore al suo migliore amico.
"Lily è.."
Quando Jamie annuì, l'unica cosa che fu in grado di fare Lesley, fu abbracciare il suo migliore amico e dargli tutto il confronto necessario.
"Se l'avessi saputo, non ti avrei mai costretto ad uscire con noi Jamie.." Lesley si sentiva in colpa ora.
Jamie non voleva andare a quella cena e lei l'aveva praticamente costretto.
"Non lo potevi sapere Les.."
 
"Lily? Tutto ok?" Domandò Matthew preoccupato avvicinandosi alla ragazza in lacrime. 
Aveva tante domande da farle: che era successo? Che intendeva dire con quelle parole Jamie? Da quanto si conoscevano? Perché avevano fatto finta di non essersi mai visti prima? Che voleva dire il giorno prima del matrimonio?
Ma non disse niente, non gli sembrava il momento adatto. Abbracciò soltanto la ragazza. 
Lily si fece cullare dalle braccia del suo amico. Gli fu grata quando vide che lui non le chiese spiegazioni. Non sarebbe riuscita a spiegare cosa fosse successo. 
 
 
Quando Lesley tornò da Robert, lui le sorrise.
“Tutto bene?” le chiese e lei annuì, anche se non ne era troppo sicura.
Liam ed Emily si avvicinarono ai due.
“Ragazzi!” esclamò Kyle. Portò un braccio attorno le spalle di Les e lei sorrise.
“Dov’è Jamie?” chiese subito.
“Oh lui.. ha avuto un imprevisto, è dovuto tornare a casa”
“Capisco.. Niente di grave, giusto?”
“No, no, tutto ok” Kyle annuì.
“Dobbiamo organizzare qualcosa per il tuo compleanno. Per la sera, intendo, la nostra sorpresa non basta” aggiunse rivolto all’amica.
“Che giorno è?” chiese Cristian che nel frattempo si era aggregato con Isabelle. All’appello mancavano ancora Lily e Matt, ma erano impegnati a parlare di qualcosa e nessuno osò disturbarli.
“Lunedì, il 31” rispose Emily.
“E non me lo hai detto!” esclamò Robert, guardando Lesley. Lei lo guardò innocente alzando le spalle.
“Non era importante..” provò.
“Stai scherzando! Dobbiamo assolutamente fare qualcosa, quanti anni compi?”
“Venti”
“Ecco, venti anni si compiono una sola volta nella vita, dobbiamo festeggiare!” esclamò ancora il riccio, facendola ridere.
“Noi avevamo pensato di andare in un locale tutti insieme.. venite anche voi?” chiese Kyle. Cristian gli sorrise.
“Per me va bene” disse poi, seguito da Isabelle e, naturalmente, Robert.
“Perfetto. Dopo lo dico anche a Lily e Mett?” chiese a Les. Quest’ultima annuì titubante.
Dopo quello che le aveva detto Jamie non sapeva più se era una buona idea invitare Lily alla sua festa.
“Okay, ora dobbiamo solo decidere dove”
“Conosco un locale, non molto lontano dalla tua università Les, è quasi in centro- cominciò Robert- magari possiamo prenotare una sala lì” disse.
“Com’è?” chiese Emily.
“Molto carino”
“Quando torniamo vediamo le foto e poi decidiamo”
 
"Ciao Lily.." Matthew salutò la ragazza quando entrò nel bar. Non si vedevano dalla sera prima, dopo la sfuriata di Jamie.
Lily gli sorride timidamente prima di lasciargli un bacio sulla guancia.
Non parlarono molto durante il loro turno. Lily era ancora scossa dall'episodio della sera pretendente e Matthew le stava lasciando i suoi spazi.
"Ti va di fare un giro?"
Le domandò Matthew mentre indossava il giubbotto.
Lily annuì per poi indossare il cappellino di lana.
"Come stai?"
Chiese dopo qualche minuto di silenzio Matt.
"Mi dispiace per ieri sera.. Non volevo andasse a finire così."
"Ti va di raccontarmi come stanno le cose?" Domandò Matt cercando di non sembrare invadente.
"Io e Jamie ci conosciamo da quando avevamo sei anni...- Iniziai a raccontare tutto quello che c'era stato tra me e il moro fino alla notte del mio matrimonio.- quella sera sono stata così bene in sua compagnia. Sapevo che quello che stai facendo era sbagliato, eppure in quel momento mi sembrava così giusto. Era quello che volevo.- ricordò quella notte con un sorriso e continuò a raccontare cosa era successo dopo. - Hai mai amato e perso qualcuno? Vorrei che ci fosse la possibilità di dire che mi dispiace. Hai mai sentito il tuo cuore rompersi? Io lo so benissimo perché, ho amato e perso qualcuno il giorno che l'ho lasciato andare."
Matt abbracciò la ragazza così fragile ora sotto i suoi occhi.
"Non é colpa tua.. Tu hai provato a fermarlo."
"Non mi sarei dovuta arrendere così, dovevo fargli capire che quella notte per me ha significato tanto. Avrei dovuto dirgli che lo amavo, che l'avevo sempre amato. Ora lui mi odia."
"Non ti sei trasferita qui per fare questo?" Domandò confuso Matthew.
"No.. Sono venuta qui per dimenticare, non sapevo che lui si fosse trasferito."
 
 
“Io sto uscendo con Cris, non credo di tornare per cena.” Isabelle entrò in camera di Lily sorridendo.
“Ciao..” disse una voce metallica proveniente dal computer.
“Ciao Alice..” la salutò lei quando riconobbe la migliore amica della sua coinquilina.
Lily la salutò con un abbraccio prima di riportare la sua attenzione alla sua migliore amica.
“Lily tutto bene? Sono giorni che sei strana e oggi mi sembri più triste del solito.”
Lily sospirò mordicchiandosi il labbro inferiore. Aveva lo sguardo fisso sulla tastiera del suo computer e il suo pensiero ritornò alla sera prima.
I suoi occhi divennero lucidi al solo ricordo.
“Terra chiama Lily.” la richiamò la ragazza dall’altra parte dello schermo.
“Sto bene Alice.. solo che..non riesco a non pensare a Jamie..” disse senza accennare all’incontro spiacevole con il ragazzo.
“Perché mi sembra che mi stai nascondendo ancora qualcosa?”
“Perché mi conosci troppo bene..” 
“Allora su, dimmi tutto.” le sorrise incoraggiante.
“Jamie vive a Londra…”
“Oh..” sussurrò soltanto la ragazza intuendo qualcosa. Lily iniziò a raccontare i due incontri con il ragazzo. Si alzò dal letto camminando avanti e indietro poi si sedette per terra poggiando la schiena sulla porta della sua camera.
Piegò le gambe nude ricoperte fino alla coscia dal vestito chiaro che aveva indossato quel giorno. Potrò le mani al grembo e voltò la testa verso lo schermo del pc poggiato sulla scrivania.
Il suo sguardo era triste e vuoto.
“Che farai ora? Hai intenzione di andare via?”
“No.. non posso continuare a scappare Ali.. Alla fine Londra è grande giusto? Se vogliamo evitarci non sarà poi così difficile.”

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Capitolo 12
*** Chapter twelve. ***


“Ancora qualche secondo..” disse Kyle all’orecchio di Lesley, prima di sorridere soddisfatto.
“Eccoci” disse poi.
“Posso guardare ora?” chiese lei, ansiosa.
“Sì” rispose lui, sciogliendo il nodo della benda che le avevano precedente messo sugli occhi.
Emily, accanto a lei, sorrise emozionata.
“Dimmi che ti è familiare, ti prego” disse Kyle, mentre gli occhi di Lesley si riabituavano alla luce e mettevano a fuoco il posto in cui si trovava.
Alla fine, anche a Jamie aveva convinto l’idea dei ragazzi di farle fare una specie di tour con tutti i posti in cui la loro amicizia si era sviluppata ed in cui erano successe le cose più importanti della loro vita.
Purtroppo il moro era rimasto bloccato nel traffico e Kyle, Emily e Lesley si erano dovuti avviare senza di lui.
“Io non..” cominciò la festeggiata. Continuò a guardare il parco in cui si trovavano, ma il posto non le suggeriva nulla. Il sorriso di Emily si affievolì a poco a poco.
“Nulla?” chiese, leggermente delusa. Les fece in tempo a scuotere la testa dispiaciuta, prima che i suoi occhi si fermassero sull’incisione di un albero ed un flashback le attraversasse la mente, fulmineo.
 
“Allora, cosa ne pensi di Londra?” sorrise la ragazza, guardando quello che ormai era il suo migliore amico.
Jamie si guardò intorno, seduto sotto il grande albero.
“Ammetto che una città così caotica non era proprio quello che volevo, ma per ora non ho niente da obiettare. Mi piace” disse, ricambiando il sorriso dell’amica.
“Guarda” disse lei, spostando lo sguardo sul tronco dell’albero ed invitandolo a fare lo stesso.
“E’ da quando sono nata che vengo qui e queste scritte ci sono sempre state. Una volta mia madre mi spiegò che le persone vengono qui per farsi promesse e poi le sigillano su quest’albero. Di solito lo fanno i fidanzati, ma ho pensato che.. beh, ecco, magari potevamo farlo anche noi” disse, arrossendo lievemente alla fine.
“Che cosa stomachevole” commentò Jamie. Lei roteò gli occhi.
“Chissà perché, Bower, mi aspettavo un commento del genere” disse poi. Lui sbuffò.
Si mise una mano in tasca e ne cacciò un coltellino. Lesley sgranò gli occhi.
“Non voglio uccidere nessuno, tranquilla”
“Perché hai un coltellino?” Lui alzò le spalle.
“Per sicurezza. Non ci faccio nulla” Lei sospirò.
“Sicuro?”
“Sì, Les, se ti fa felice posso anche non portarlo più”
“Sì, grazie” Lui alzò gli occhi al cielo, prima di cercare un posto vuoto sul tronco dell’albero. Quando lo trovò, vi incise le loro iniziali.
“Ecco, va bene?” chiese poi alla ragazza. Lei sorrise.
“Certo che sei strano tu.. Però ti voglio bene”
“E tu sei decisamente smielata, ma ti voglio bene anche io” disse sincero, prima di stringerla in un abbraccio.
 
 
“Allora Lily? Vieni stasera?”
Domandò Isabelle quando la ragazza si avvicinò al tavolo dove c’erano lei e Cristian.
“Non credo di farcela..” disse lei sedendosi con loro.
“Perché?” si intromise Robert prendendo posto anche lui insieme a Matthew.
“Devo studiare e poi non mi sento molto bene.” mentì Lily.
Quelle ultime due settimane erano state terribili.
Jamie andava ogni giorno al bar insieme ai suoi amici e lei era sempre lì. Era sempre Matthew quello a servire il loro tavolo, ogni tanto scambiava anche qualche parola con i ragazzi sembrava aver legato in qualche modo con loro.
“Non puoi rimanere a casa a non fare niente. È venerdì sera.” Anche Cristian cercò di convincerla.
“Non so ragazzi, davvero. Non me la sento.” cercò di rimanere sul vago Lily.
Matthew era l’unico a comprendere il motivo, solo perché era l’unico a sapere tutto.
Rimasero a discutere per un po’ ma nessuno riuscì a far cambiare idea a Lily.
“Un the alla pesca.” ordinò un ragazzo seduto dietro il bancone. Lily annuì per poi voltarsi e preparare l’ordine.
Quel giorno non c’era molta gente al bar, solitamente lo riempivano i ragazzi che andavano all’università, ma essendo venerdì sera, molti erano rientrati nella propria città natale.
“Ecco a lei.” disse Lily porgendo l’ordine al ragazzo per poi tornare a sistemare alcune tazze.
Mentre le lavava si sentiva lo sguardo del ragazzo sopra.
"Lily mi passi lo zucchero?" La ragazza annuì per poi consegnare il contenitore di zucchero al biondo. Quando si voltò verso il ragazzo seduto al bancone lo vide con un'espressione mista tra felicità e sorpresa.
"Mio dio Lily.. Sei proprio tu?" Domandò come se avesse avuto un illuminazione.
"Sono Tom, il cugino di Jamie." Disse ancora il ragazzo quando Lily non rispose. A quelle parole Lily si sentì gelare il sangue nelle vene.
"Ciao Tom.." Sussurrò cercando di sembrare sorpresa e felice.
"Quanto sei cresciuta.. Ti sei fatta proprio bella, ormai sono.."
"Sei anni.."
"Ormai sono sei anni che non ci vediamo." Disse con un sorriso.
"Lo sai che mio cugino si è trasferito qui a Londra?"
Lily abbassò lo sguardo prima di rispondere.
"Si.. Viene ogni giorno qui con i suoi amici.."
"Davvero? Strano che non mi abbia detto niente.." Il tono del ragazzo era confuso.
Lui ricordava i due ragazzi di sei anni prima. Due ragazzi che erano inseparabili e innamorati persi l'uno dell'altro. Lui non sapeva quello che era successo negli ultimi mesi tra di loro.
"Come mai sei qui?" Domandò Lily cercando di cambiare discorso.
"Ho uno stage di lavoro, rientrerò a Southampton domenica sera.."
I due parlarono per un po'. Lily si trovava a disagio a parlare con lui. Tom le ricordava Jamie e le faceva male questo.
"Ora devo andare.. È stato bello rivederti." Disse il fratello di Jamie lasciando un bacio sulla guancia della ragazza prima di uscire dal bar.
"Vorrei fosse lo stesso per tuo cugino.." Sussurrò tra se e se prima di tornare a lavoro.
 
 
“Ommioddio!” esclamò Lesley, tornando a guardare Kyle.
“Sì, sì che mi ricordo!” disse poi. Lui sorrise entusiasta, seguito da Emily.
“Tutto?”
“No, non esagerare” scherzò Les.
“Mi ricordo di una volta che sono venuta qui con Jamie.. e abbiamo fatto questo” disse, indicando le scritte sull’albero.
“Solo quello?” chiese di nuovo Emily.
“Sì” rispose l’amica, accennando un sorriso dispiaciuto.
“Va bene, non importa, meglio di niente! Andiamo avanti, magari ricordi altro” disse poi, prima di prenderla sotto braccio e riportarla di nuovo in macchina.
“Un altro posto?” chiese Lesley.
“Certo, te lo avevamo detto che era un tour!” rise Kyle prima di rispondere al suo telefono che aveva squillato a causa di un messaggio da parte di Jamie che gli chiedeva dove fossero.
“Non dovete bendarmi di nuovo, vero?” chiese Les. Emily alzò le spalle.
“Era divertente” rispose semplicemente.
“Come no”
“Jamie ci raggiunge lì” si intromise Kyle. Lesley sorrise.
“Lì dove?” provò.
“Ora lo vedi” rispose lui. Lei sbuffò, lasciandosi andare sul sedile posteriore.
Cinque minuti dopo, Kyle parcheggiò fuori un palazzo.
“E questo?” chiese Lesley, scendendo dall’auto e guardando l’edificio. 
“Vieni” le sorrise lui, accompagnandola all’interno. Salirono al secondo piano ed entrarono in una delle porte. Kyle accese la luce d’ingresso, mentre Emily andava diretta a sedersi sul divano.
“Benvenuta a casa mia” disse lui, mentre Les osservava ogni angolo della stanza in cui si trovavano. Raggiunse l’amica sul divano e guardò Kyle.
“Ci passavamo tanto tempo qui?” chiese poi. Lui alzò le spalle.
“A volte sì, i fine settimana soprattutto” Lei tornò a guardarsi intorno.
“Non mi dice niente” ammise, abbassando lo sguardo.
“Oh.. aspetta qualche minuto, magari fatti un giro..” provò a consigliarle Kyle. Lei annuì, alzandosi.
Girò tutta la casa, provando disperatamente a cercare qualcosa che le facesse ricordare.
Quando tornò in salotto, venti minuti dopo, non aveva ricordato niente.
Jamie era arrivato poco prima e la raggiunse appena la vide, abbracciandola.
“Buon compleanno Les!”
“Di nuovo?” rise lei, ricambiando l’abbraccio del suo migliore amico.
“Te lo ripeterò fino alla mezzanotte” le assicurò lui.
“Allora?” si intromise Emily, speranzosa. Lesley scosse semplicemente la testa.
“Andiamo in un altro posto allora. La giornata è ancora lunga” disse Jamie, ottimista.
Lui sapeva che Lesley avrebbe ricordato prima o poi e non aveva intenzione di arrendersi così.
“Dove?” chiese lei. Kyle rise.
“Rassegnati” rispose poi, facendo uscire tutti e chiudendo la casa.
Quando tornarono in macchina le arrivò un messaggio di Robert che la fece sorridere.
“Guarda che sono geloso, moretta” la prese in giro Jamie, vedendola sorridente.
“Chi è?” chiese poi sporgendosi per guardare il display.
“Robert” ammise lei.
“Ti piace?”
“Eh? No! Cioè.. un po’.. non lo so” Jamie rise, seguito da Emily.
“Secondo me anche tu piaci a lui” Lesley arrossì.
“E’ solo che.. ho paura che il fatto che non ricordi niente possa trattenerlo.. lui dice che mi aiuterà, ma non mi è sembrato tanto rilassato quando lo ha detto..”
“Non sarà di certo quello a fermarlo, non farne un problema”
“E’ solo che..- sospirò- non lo so, è come se vedessi tutto buio, ho il costante pensiero che nessuno accetti questo fatto.. d’altronde chi starebbe mai con una ragazza che a stento sa del suo compleanno?” si sfogò.
“Les.. Vorrei solo che ricordassi tra i drammi più brutti che il sole esiste per tutti, soprattutto per te” disse Jamie. Lei sorrise lievemente.
“Sul serio. Non è un problema il fatto che tu abbia pochi ricordi, pensa a costruirne di nuovi, piuttosto che a recuperare i vecchi. A quello ci pensiamo noi” disse sorridendo, mentre Kyle fermava l’auto a qualche centinaio di metri da casa sua.
Lesley sorrise e pensò che aveva senza dubbio i migliori amici di sempre.

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Capitolo 13
*** Chapter thirteen. ***


Quando Robert era arrivato a casa di Cristian quella mattina, la prima cosa che aveva fatto era stata quella di sedersi comodamente sul divano con un sorriso felice.
“Siamo di buonumore, Sheehan?” gli chiese il più grande, prendendolo in giro, prima di sedersi al suo fianco. Robert si limitò ad annuire e sorridere ancora.
“Hai visto che bella giornata? Fuori c’è il sole!” esclamò poi.
“Sì, gli uccellini cinguettano e tu sei completamente cotto” scherzò ancora Cristian. Robert sbuffò.
“Tu passi troppo tempo con Isabelle, stai diventando come lei” disse. L’altro rise.
“Perché, vorresti dire che non è vero?” chiese.
“Assolutamente no. Non mi piace nessuna” disse il riccio, mentre cacciava il cellulare dalla tasca e lo sbloccava.
“Certo, quindi ora non stai controllando se una certa ragazza mora ti ha scritto un messaggio o ti ha mandato una foto dei suoi bellissimi occhi verdi” lo prese in giro ancora. Robert gli lanciò un’occhiata severa per zittirlo.
“No” rispose semplicemente. Cristian rise.
“Ah no?” chiese poi retorico, indicando il telefono sul quale era aperta proprio una conversazione con la diretta interessata. Il suo amico sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
“Non è che mi piace- cominciò- è solo che mi sento in colpa per ciò che le è successo, perché è effettivamente colpa mia, e mi piace la sua compagnia, ma non sono ‘cotto’” spiegò. Cristian sorrise, scuotendo la testa.
“Sei sempre stato bravo a trovare le scuse migliori, ma io ti conosco più di così, Robs- gli disse- e non c’è niente di male ad ammettere che ti piace”
“Ma non mi piace!” continuò ad insistere.
“Va bene, va bene” si arrese Cristian, anche se era ancora convinto della sua teoria.
“Accendi la tv, così ci facciamo una partita, va” propose Robert e, mentre l’altro si alzava per obbedire, lui si ritrovò inevitabilmente a scrivere un “ciao :)” ed inviarlo a Lesley.
 
 
La moto di Jamie si fermò davanti l’abitazione della sua migliore amica.
Avevano finito il loro tour qualche minuto fa e il biondo si era offerto di riaccompagnarla a casa.
“Aspetta Les..” Jamie richiamò la ragazza quando scese dalla moto. Si sfilò il casco mentre la ragazza lo guardava in attesa che dicesse qualcosa.
Il ragazzo scese dalla moto mettendo il cavalletto, poi alzò il sedile prendendo un pacco rosso.
“Per te..” disse porgendolo alla ragazza.
“Cos’è?” chiese con un sorriso Lesley mentre scartava il regalo.
Jamie prese la carta rossa per dare la possibilità alla sua amica di vedere il regalo.
“È stupendo Jam.. l’hai fatto tu?” domandò sfogliando l’album e senza staccare gli occhi da esso.
“Le foto sono le tue, i disegni miei.- ammise leggermente in imbarazzo.-ci ho lavorato per due mesi.”
Lesley continuava a sfogliare quell’album sognante. Su ogni pagina c’era una foto scattata da Lesley e il resto della pagina era ricoperta da disegni di Jamie che completavano la foto.
“Grazia Jamie.. È stupendo.” sorrise felice la ragazza stringendo l’amico tra le braccia.
“Mi hai sempre chiesto di vedere qualche mio disegno, sei la prima a cui li mostro.”
“Perché? –chiese confusa la ragazza- Sei bravissimo, davvero.”
“Grazie Les.” Gli sorrise dolcemente Jamie.
“Ora vado.. tra due ore c’è la festa e devo prepararmi.”
“Ti devo passare a prendere?”
“No.. passa Rob. A dopo e grazie ancora per l’album.” disse abbracciando ancora il ragazzo.
“Ancora auguri Les.” disse lui prima di vedere la sua migliore amica entrare in casa.
 
Jamie ci impiegò una decina di minuti ad arrivare a casa sua. Parcheggiò la moto nel garage e poi salì nel suo appartamento.
“Tom?” il tono di voce del ragazzo era un misto di stupore e felicità quando vide il cugino seduto sul suo divano.
“Ciao cuginetto.” il ragazzo si alzò dal divano abbracciando il cugino.
“Che ci fai qui?”
“Stage di lavoro. Domani mattina rientro.”
“Dove dormi?” gli domandò.
“Pensavo di venire prima a salutarti e poi di andare a trovare qualche hotel.” sorrise il ragazzo.
“Perché non resti qui?”
“Non vorrei creare disturbo.”
“Non c’è nessun problema Tom. Lo sai che sei il benvenuto.” Kyle entrò in soggiorno facendo un segno di saluto al suo migliore amico.
“Grazie ragazzi.” sorrise Tom.
“Vado a vestirmi che tra mezzora devo passare da Emily.” annunciò Kyle.
Quando i due cugini rimasero da soli, Tom iniziò a parlare.
“Verso pranzo ho incontrato Lily.” annunciò. Jamie si irrigidì sul posto.
“Perché non mi hai detto niente? Lavora al bar dove vai sempre con Kyle e le ragazze.”
Jamie abbassò lo sguardo non sapendo cosa dire.
“Non abbiamo più il rapporto di prima. Non ci sentiamo da sei anni.” cercò di terminare lì il discorso il biondo.
“Ma il rapporto che avevate era qualcosa di unico. Non ti ho più visto così preso per una ragazza dopo che tu e Lily vi siete lasciati. Sei stato male per tanto tempo, perché non provi a riallacciare un rapporto con lei?”
“Perché due ex non possono essere amici Tom.” rispose freddamente alzandosi dal divano.
“Vado a vestirmi. Tra un’ora c’è la festa di Les.”
 
Quando il campanello di casa suonò, Lesley era ancora nella sua stanza ad infilarsi le scarpe.
Sentì qualcuno parlare al piano di sotto poi sua madre salì per dirle che c’era un ragazzo che la stava aspettando. Les arrossì, guardandosi un’ultima volta allo specchio, prima di prendere un profondo respiro e scendere.
“Ehi” disse, non appena Robert entrò nella sua visuale. Lui la squadrò da capo a piedi, poi le sorrise, mentre lei si avvicinava.
“Noi andiamo, a dopo mamma” salutò velocemente Lesley, prima di trascinare il riccio fuori la porta e chiudersela alle spalle.
“Ciao” rise Robert, vedendola imbarazzata.
“Andiamo, siamo già in ritardo” disse poi, entrando in macchina.
“Veramente quello in ritardo sei tu” gli fece notare, nonostante anche lei non avesse del tutto rispettato l’orario che si erano dati.
“Tu sei qui con me ora, quindi siamo entrambi in ritardo” provò a giustificarsi lui. Lei non rispose, limitandosi a roteare gli occhi. Nonostante tutto, non riuscì a nascondere un sorriso felice.
“Ah, comunque sei bellissima” aggiunse Robert. Lesley arrossì violentemente, mentre balbettava qualche ringraziamento e lui rise ancora.
 
Il resto del viaggio lo passarono in silenzio, ma non dispiacque a nessuno dei due.
Quando arrivarono al locale che avevano prenotato, gli altri erano già tutti lì.
“Finalmente!” esclamò Jamie camminando verso di loro appena li vide.
“Che avete fatto tutto questo tempo?” chiese poi, prima di salutare lei con un bacio sulla guancia e lui con un cenno del capo.
“Niente, il signorino qui si è fatto attendere” scherzò Lesley.
“Ehi! Non è vero” si difese lui.
“Ok, non ha importanza, vieni, ti stavano aspettando tutti” disse Jamie, trascinando la sua migliore amica tra la folla.
Robert rimase da solo per qualche minuto, prima di notare Cristian e raggiungerlo.
Chiacchierò con il suo migliore amico per un po’, poi entrambi si avvicinarono al buffet per mangiare qualcosa. Cristian gli sorrise.
“Le hai già dato il regalo?” gli chiese. Robert scosse la testa, cercando poi Lesley con lo sguardo.
“Quando hai intenzione di darglielo?” chiese ancora il più grande.
“Ora” disse Robert quando finalmente la vide. Era davvero bellissima, non stava scherzando prima.
Stretta in quell’abito nero che le fasciava perfettamente il corpo, Les aveva subito attirato l’attenzione di tutti ed Robert era sicuro che il motivo non fosse il suo compleanno.
Lei stava ballando e tutto quello che fece lui fu raggiungerla e poggiarle le mani sui fianchi, ballando con lei.
“Robs!” esclamò Lesley quando si rese conto di chi fosse.
“Vieni con me” disse semplicemente lui. Lei annuì seguendolo.
Uscirono dal retro e lui si passò una mano tra i capelli.
“Qualcosa non va?” chiese subito lei, preoccupata.
“No, no, niente” rispose lui, prima di mettersi una mano nella tasca posteriore ed estrarne un pacchetto.
“Non ti ho ancora dato il mio regalo e ormai è quasi mezzanotte” spiegò, porgendoglielo.
“Auguri” aggiunse, mentre lei lo guardava sorpresa.
“Non dovevi, ci conosciamo da così poco, non eri obbligato a..”
“Aprilo” la interruppe lui.
“Grazie” si arrese Lesley, mentre toglieva la carta regalo. Aprì la scatola che aveva scoperto e ciò che vide la fece sorridere come finora non aveva mai fatto.
“Io.. non.. non so che dire” balbettò, guardando il bracciale che Robert le aveva regalato. Era d’argento, con un ciondolo a forma di macchina fotografica. Era semplice, ma in quel momento Lesley pensò che quello fosse il regalo più bello che avesse ricevuto.
Per una serie di circostanze, perché lei ed Robert si conoscevano davvero da poco eppure lui le era già entrato così tanto dentro, perché la conosceva già così bene, forse meglio anche di quanto lei facesse e tutto questo le sembrava così assurdo e speciale allo stesso tempo che non poteva non apprezzare Robert ancora più di quanto non facesse già.
“Grazie” ripetè, guardando il ragazzo di fronte a lei, prima di stringerlo in un lungo abbraccio.
“Ti voglio bene” si lasciò sfuggire, ma non se ne pentì perché in quel momento lo sentiva davvero. Lui la strinse un po’ più forte.
“Anche io te ne voglio” sussurrò lui, lasciandole un bacio sui capelli.
“Ti piace?” le chiese poi.
“Lo adoro” rispose Lesley sincera. Se lo fece legare al polso, poi guardò ancora il ciondolo, prima di sorridere un’ultima volta ad Robert.
“Torniamo dentro” disse lui, mettendole una mano sulla schiena e entrando di nuovo a festeggiare, stavolta con lei.
 

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Capitolo 14
*** Chapter fourteen. ***


“Andiamo a fare una passeggiata?” Cristian richiamò l’attenzione di tutti. Il gruppo che nell’ultimo mese si era allargato acconsentì mentre uscivano tutti insieme dal locale.
“Io non posso.” Lily si distinse dagli altri.
“Perché?” domandò Emily stretta tra le braccia del suo ragazzo.
“Domani devo svegliarmi presto, devo andare in aeroporto a prendere la mia migliore amica.” sorrise felice la ragazza.
“Ci vediamo domani.” aggiunse poi prima di salutare tutti con un bacio sulla guancia, tutti tranne Jamie.
Quando arrivò accanto a lui abbassò lo sguardo facendoli un cenno di saluto con la mano poi andò via.
Tutti i ragazzi iniziarono ad incamminarsi verso una meta imprecisa. Kyle scherzava e rideva con la sua ragazza, proprio come facevano Cristian ed Isabelle. Robert e Lesley erano un po’ più indietro rispetto gli altri, in quel mese avevano legato molto ed erano entrambi attratti l’uno dall’altro.
Jamie era in disparte ad osservare i due ragazzi, teneva molto a Lesley e non vedeva di buon occhio Robert, credeva stesse nascondendo qualcosa.
“Hei.” Matthew cercò di aprire una conversazione con il biondo. Era l’unico che non aveva interagito con il resto del gruppo. Ogni volta che uscivano stava sempre in disparte o in compagnia di Les o Kyle.
Jamie fece un cenno con il capo senza staccare lo sguardo dalla sua migliore amica.
“Jamie, accompagno Em a casa che non si sta sentendo bene. Poi vado a casa.”
Lo informò Kyle interrompendo il silenzio imbarazzante tra lui e il biondino.
“Vengo anche io.” disse Jamie guardando il suo migliore amico.
Poi si avvicinò a Lesley.
“Les noi stiamo andando. Ci vediamo domani.” la salutò lasciandole un bacio sulla guancia. Lanciò uno sguardo al riccio prima di allontanarsi insieme a Kyle ed Emily.
 
Quando aveva salutato Jamie, Lesley non si era accorta di come il numero di persone si fosse ristretto.
Matthew si era allontanato poco dopo ed erano rimasti solo lei, Robert, Cristian ed Isabelle.
Questi ultimi due non ci misero troppo ad andare via per i fatti loro, forse più per lasciare gli altri due da soli che per altro.
Alla fine, Lesley si era ritrovata da sola con Robert a passeggiare, mentre si tenevano per mano.
Arrossì quando se ne accorse, ma non fece, né disse, niente.
“Ti va un gelato?” chiese lui.
“E’ praticamente pieno inverno!” ribatté lei.
“Ma se è appena iniziato! E poi fa caldo” rispose ancora Robert, sporgendo il labbro inferiore.
“Tu sei pazzo Sheehan!- rise lei- E va bene, facciamo questa pazzia” Lui sorrise soddisfatto, prima di trascinarla in un bar.
“Salve, cosa prendete?” chiese un signore dietro il bancone.
“Un gelato a fragola e panna ed uno a..” cominciò Robert prima di interrompersi.
“Cioccolato e nocciola”
“Cono o coppetta?” chiese ancora il signore.
“Cono” risposero insieme, prima di scoppiare a ridere. Robert pagò alla cassa prima che Lesley potesse prendere il portafoglio dalla borsa e, nonostante le lamentele, alla fine lei fu costretta a cedere. Presero i coni gelato ed uscirono dalla gelateria.
“Vieni, sediamoci lì” disse lui, indicando una panchina poco lontano.
“Hai.. presente quel ‘servizio fotografico’ di cui abbiamo parlato l’altra volta?” cominciò lui quando si sedettero. Lesley annuì ed Robert si morse un labbro prima di continuare.
“Ti va di farlo domani?” chiese ancora. Lei cercò di nascondere la faccia sorpresa e sorrise.
“Credo.. credo di sì. Certo. Non dovrei avere impegni, quindi..”
“Perfetto. Poi ci organizziamo” disse lui, cominciando a mangiare il suo gelato. Fece una smorfia.
“E’ freddo” disse poi, facendo ridere di cuore la ragazza.
“Te lo avevo detto io!” esclamò lei, assaggiando poi il suo cono. Lui sorrise.
“Non poi così tanto freddo però” si corresse lui, orgoglioso. Lei alzò gli occhi al cielo. Passò qualche secondo, prima che la risata di Robert risuonasse nell’aria.
“Che c’è ora?” chiese lei, fingendosi spazientita.
“Ti.. ti sei sporcata” riuscì a dire tra le risate. Les arrossì e si portò immediatamente il tovagliolo che aveva in mano alla bocca.
“No, qui” l’aiuto lui, senza smettere di ridere.
“Non è molto carino da parte tua, Sheehan” lo riprese lei, rossa in volto, mentre provava a pulirsi.
“Aspetta, ti aiuto” disse lui, poi le prese il tovagliolo di mano e le tolse la macchia di cioccolata.
Nel frattempo, si era avvicinato sempre di più e Lesley se ne era perfettamente accorta.
Sorrise divertita, pensando che per una volta poteva lasciare spazio all’istinto.
“Certo che potevi usare una scusa migliore Robert” disse infatti.
“Cosa..- balbettò lui confuso- non era una scusa, guarda” rispose, mostrandole il fazzoletto sporco.
“Ah no?” chiese lei, provocandolo.
“Perché avrei dovuto..” provò a dire, ma lei lo interruppe.
“Non lo so, forse per questo, perché è esattamente quello che avrei fatto io” ammise lei, prima di avvicinarsi a lui e baciarlo.
 
La sveglia suonò facendo svegliare Lily. Aprì lentamente gli occhi stiracchiandosi per poi realizzare che tra qualche ora la sua migliore amica sarebbe arrivata a Londra. Sorrise alzandosi dal letto e andando a farsi una doccia. Dopo un'ora era già in macchina diretta verso l'aeroporto.
Si sistemò meglio la sciarpa una volta scesa dall'auto per il freddo. Prese la borsa ed entrò nell'aeroporto dirigendosi verso gli arrivi.
"Lily!" Esclamò felice una ragazza andandole incontro con un trolley.
Lily le corse incontro stingendola in un abbraccio. Erano sei settimane che non si vedevano.
"Quanto mi sei mancata Alice." Sorrise Lily.
"Anche tu mi sei mancata tanto." Alice strinse ancora la sua amica tra le sue braccia prima di incamminarsi con lei all'auto.
"Allora? Hai detto la verità a Southampton?" Lily perse il sorriso dalle labbra. Si spostò una ciocca di capelli prima di aprire l'auto. Lilian scosse la testa salendo al posto del guidatore.
"Sta sempre per i fatti suoi e mi evita come se avessi la peste. Jamie mi odia."
"Lily.."
"Non mi va di parlarne Ali.." La interruppe lei.
"Stasera Cristian sta dando una festa per Halloween, vieni?"
Cambiò argomento Lilian.
"Va bene." Le sorrise Alice.
 
"Robert! Vuoi stare fermo un secondo?" esclamó Lesley, senza tuttavia riuscire a trattenere una risata.
"Tipo così?" chiese il ragazzo, mettendosi in una strana posizione.
"Sì, basta che la smetti di muoverti!"
"O così?" cambió posa proprio mentre la ragazza stava per scattare la foto.
"Senti ci rinuncio" disse lei. Lui rise e la raggiunse con una corsa veloce, poggiandole le mani sui fianchi e sorridendo felice.
"Ora la faccio io una foto" disse, prendendo la macchina fotografica e poggiando la sua fronte su quella di Lesley. Scattó la foto mentre entrambi sorridevano, poi lasció ricadere l'apparecchio sul petto della ragazza e si allungó a darle un bacio veloce sulle labbra.
Il sorriso di lei si accentuó, prima che lui la baciasse di nuovo, stavolta più a lungo.
Les chiuse gli occhi e portó le mani dietro il collo di Robert, poi un'immagine veloce le attraversó la mente.
Lei e Jamie in una macchina, che parlavano, poi delle luci accecanti e infine il buio.
Si allontanó da Robert, con il respiro affannato e il cuore che batteva veloce.
"Tutto bene?" le chiese lui.
"Sì.. No" ammise la ragazza, sedendosi a terra.
"Cos'hai?" domandó lui imitandola.
"Ho.. Ho avuto un flashback.. Dell'incidente" lui spalancó gli occhi e deglutì.
"Cosa hai visto?" Lei gli raccontó brevemente ció che aveva ricordato, poi chiuse gli occhi.
"È così... difficile" disse.
"Cosa?"
"Continuare così. Senza sapere nulla sulla mia vita ed avere questi flash improvvisi che non fanno che destabilizzarmi totalmente- sospiró, prendendo una pausa e lasciando che una lacrima le scivolasse sulla guancia- non ce la faccio più" concluse poi.
"Les io.." provó a dire Robert senza peró riuscire a finire la frase. Invece, la abbracció stretta fino a perdere il fiato.
"Voglio ricordare Robert, perchè non so chi sono, ma allo stesso tempo mi spaventa così tanto scoprirlo" sveló, la testa poggiata al petto di lui e le mani strette attorno la maglietta.
"Mi dispiace piccola" sussurró lui, lasciandole un bacio sui capelli.
"Aiutami" chiese lei in un singhiozzo.
"Certo. Va tutto bene" la rassicuró, sperando che fosse davvero così.
 
Per tutta la serata Lily era stata con Matthew e la sua migliore amica ma il suo sguardo era non si era spostato da Jamie.
“Lily tutto bene?” le domandò Alice notando la sua amica turbata. Lily spostò il suo sguardo per un momento da Jamie che era in presenza di qualche bionda e si posò sui due amici.
“Si.. torno subito.” disse allontanandosi senza aspettare una risposta.
Si avvicinò con passo sicuro al ragazzo e si mise tra lui e la bionda con cui parlava.
“Devo parlarti.”
Non sapeva da dove stava prendendo tutto questo coraggio, forse il fatto che fosse un po’ brilla l’aiutava.
“Non voglio parlare con te.” Jamie si spostò tornando a parlare con la bionda alle spalle della ragazza.
Lily si intromise di nuovo tra i due. Era determinata a chiarire, o almeno a provarci.
“Io si, devi solo ascoltare quello che ho da dirti.”
“Perché non vai a parlarne con Matthew?”
“Io e Matthew non siamo sposati.” rispose a tono Lily stanca di quella situazione.
“Ah..- Jamie ora era stupito, ma poi ritornò ad essere scontroso.-E quindi hai lasciato tuo marito da solo? Siete molto aperti come coppia vedo.”
“Io non sono sposata! Ho piantato il mio ragazzo sull’altare per venire da te, ma era troppo tardi.” finalmente si liberò da quella verità che nascondeva da mesi.
“Perché dovrei crederti?”
Lily sospirò delusa dal comportamento del ragazzo.
“Se non hai altro da dire puoi anche andare.” aggiunse Jamie quando Lily non rispose.
“Si, volevo anche dirti che si può recuperare a tutto, che una persona non la perdi mai fino in fondo, che per le persone si può lottare, che la fiducia si può riconquistare. Io ci credo e lotterò perché mi manchi e mi manca il tuo sorriso e la tua voce e mi mancano i tuoi messaggi e mi mancano le tue mani e mi manca il tuo amore e mi manca poterti amare e sapere che mi ami. Mi manchi e voglio che torni, che io per te combatterei anche ottomila guerre.”
Lily era sicura che se non fosse stato per l’alcol che le circolava nelle vene, non sarebbe riuscita ad aprirsi a Jamie.
Jamie ascoltò quelle parole senza smettere di guardarla. Sentiva il suo cuore battere velocemente ma non sapeva se fidarsi delle parole della ragazza. La vide allontanarsi e lui non fece niente. Toccava a lei riconquistare la sua fiducia, toccava a Lily dimostrare che quello che aveva appena detto fosse vero. E Jamie sperava che avrebbe lottato per lui, che avrebbe lottato per loro.
 

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