Sotto giudizio

di redeagle86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ti presento mio padre ***
Capitolo 3: *** Un uomo molto difficile ***
Capitolo 4: *** Bagno di sangue ***
Capitolo 5: *** Duello nel mondo oscuro ***
Capitolo 6: *** Voglio solo il suo bene ***
Capitolo 7: *** Progetti di conquista ***
Capitolo 8: *** Le radici della follia ***
Capitolo 9: *** Fino all'ultima mossa ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


SOTTO GIUDIZIO

SOTTO GIUDIZIO

 

Una storia dove ogni volta che le cose sembrano sistemarsi, qualcosa le sconvolge nuovamente.

Ritroviamo Chazz ed Eilen, alle prese con l'arrivo dei genitori di lei, di una verità del passato

e di un nuovo spietato nemico.

 

 

 

1. Prologo

 

"Il rumore del mare…

Il sole splendente…

Un giorno come un altro sulla spiaggia dell'Accademia.

Chazz sorrise, vedendo Eilen sdraiata sulla spiaggia a prendere il sole.

Eppure…eppure qualcosa non andava per il verso giusto, lo avvertiva a pelle. Sembrava tutto troppo calmo, silenzioso, immobile.

I suoi passi si trasformarono in una corsa verso la ragazza.

La chiamò, preoccupato, ma lei non gli rispose.

Si chinò sulla rossa, voltandola: la sua carnagione era di un bianco innaturale ed era…fredda…

Il giovane spalancò gli occhi, cercandole febbrile il polso.

Non…non c'era battito.

Era morta…"

 

Chazz si sollevò di scatto, svegliandosi.

Era solo un incubo…

Il cuore gli batteva veloce nel petto, mentre respirava affannato, asciugandosi il sudore dalla fronte.

Era solo un incubo…

La figura accanto a lui nel letto si mosse, girandosi nella sua direzione.

-Chazz…- mormorò Eilen, tirandosi a sedere. –Cosa c'è, amore?

-Niente…ho avuto un incubo…

-Vuoi parlarne?

-No, non preoccuparti…non è stato niente…- ribatté lui, sforzandosi di sorriderle. –Non volevo svegliarti…

-Sicuro che vada tutto bene?

-Certo- concluse, abbracciandola e sdraiandosi con lei.

Stettero così a lungo, in silenzio, il ticchettio dell'orologio come unico rumore. Infine Morfeo chiuse le loro palpebre, immergendoli nel suo mondo.

 

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Capitolo 2
*** Ti presento mio padre ***


2. Ti presento mio padre

 

 

Due settimane di vacanze: l'Accademia era mezza vuota e un'insolita quiete aleggiava sull'isola. Sulla spiaggia, Eilen ascoltava il rumore delle onde, una cosa che solitamente non aveva il tempo di contemplare, presa com'era dalla vita studentesca. Ma, per festeggiare la fine dell'avventura con i bio-med, si erano fermate le lezioni.

C'era una pace unica e irripetibile: molti studenti erano tornati a casa. Anche i suoi amici erano in giro per il mondo: Jaden, Syrus e Bastion erano andati a Domino a trovare un loro amico che lavorava per Pegasus; Hasselberry e Jim erano ad uno scavo archeologico in Europa; Alexis era rientrata in famiglia e Jesse era partito senza dire dove andasse. I suoi rapporti con il ragazzo del Nord non si erano ancora distesi e tra lui e Chazz c'era parecchia tensione: troppo poco tempo era trascorso perché le cose tornassero alla normalità.

Anche le divise riposavano in quei giorni di festa: lei infatti indossava un paio di pantaloncini di jeans e un top a fascia nero su cui brillava il suo ciondolo ametista.

Nulla insomma poteva rovinare quella magia…

Ma improvvisamente venne sollevata da terra e presa in braccio da qualcuno che la portava verso l'acqua, malgrado lei si dibattesse, esclamando:

-No, Chazz!! Non vorrai…

Troppo tardi: Eilen si ritrovò in acqua, bagnata fino alle ossa, mentre il ragazzo rideva divertito. Aveva abbandonato anche lui la tenuta quotidiana, lasciando in camera la giacca nera. La fanciulla gli regalò un'occhiataccia, prima di alzarsi di colpo e saltargli al collo, facendolo cadere in mare.

-Ok, siamo pari- affermò Chazz, sedendosi sulla spiaggia. I capelli scuri, bagnati e gocciolanti, gli si attaccavano al viso e li scostò con la mano, fissando la sua ragazza raggiungerlo.

-Sei di buonumore oggi- disse Eilen, sistemandosi al suo fianco. –Non pensavo, dopo il risveglio di stanotte…

Chazz si rabbuiò un attimo a quelle parole, ricordando le immagini terribili del suo sogno. Ma altro non era…solo un sogno. Si volse verso la coetanea con uno strano sorriso sulle labbra.

-Sono di ottimo umore- mormorò, un attimo prima di stringerla fra le braccia, finendo entrambi sulla sabbia, lei sotto di lui.

La giovane rise felice, allacciandogli le mani sulla nuca e tirandolo a sé: era inutile, amava quel duellante dalle iridi plumbee, snob e presuntuoso. Lo amava da impazzire.

La baciò lievemente, separandosi poco dopo per perdersi nei suoi zaffiri brillanti. Avrebbe potuto restare per delle ore così.

-Strano che non ci siano i tuoi angeli custodi in giro- sussurrò lei, riferendosi agli "Ojama".

-Non ho idea di dove siano, ma finché dura voglio approfittarne- ribatté, dandole un altro bacio.

Eilen lo strinse a sé, lasciandosi scivolare in quello che stava diventando più di un semplice bacio. Poi, di colpo, il suo medaglione si illuminò e Chazz venne sollevato dal suolo.

-Ma cosa…- protestò, volteggiando a qualche metro dal suolo.

-Scusa, "umano"- rispose una voce nota alle orecchie della ragazza. Purtroppo. –Stavi un po' troppo vicino a mia figlia.

Un uomo apparve sulla spiaggia, un signore distinto dai capelli grigi e i baffi, con occhi della stessa sfumatura d'azzurro di quelli della diciassettenne.

-Papà…che sorpresa…- commentò la duellante, con ben poco entusiasmo. –Potresti farlo scendere?

Lui schioccò le dita e il giovane precipitò a terra.

-Chazz! Ti sei fatto male?- gli chiese, aiutandolo a rialzarsi.

-Stavo meglio prima…ma non è niente di grave.

Eilen fissò il padre in modo truce, lasciando chiaramente trasparire la rabbia che le si agitava dentro. Che diavolo voleva da loro?

L'imperatore la squadrava con altrettanto disappunto: l'erede al trono del Neo-spazio andava in giro conciata in quel modo e flirtava con un umano… Era inaccettabile: doveva assolutamente porvi rimedio.

-Eilen, tesoro- lo fermò però la moglie, comparendo al suo fianco. Era una donna bellissima, dal portamento regale ma dall'espressione buona: nei suoi occhi verdi si leggeva tanto affetto. Non era difficile capire da chi avesse preso la giovane.

-Mamma, come stai?- la salutò lieta la figlia. –Ti abbraccerei volentieri, ma…

-Oh, vieni qui e non pensarci- ribatté l'imperatrice, accogliendola tra le braccia. –Diventi sempre più bella, Eilen.

-Bugiarda, sei tu ad essere sempre in forma- commentò Eilen. –Cosa ci fai sulla Terra?

-Abbiamo saputo che eravate in vacanza e ne abbiamo approfittato per venire a trovarti…e per conoscere finalmente il salvatore del Neo-spazio- spiegò. –Hai ragione, cara: la statua non gli rende onore.

-A giudicare dal tuo comportamento, sembra che tu abbia dimenticato chi sei e da dove vieni- la riprese il sovrano. –Anche se ci ha salvato, rimane sempre un "umano".- Non mancò di calcare con disprezzo la parola "umano", cosa che mandò su tutte le furie la rossa: lo odiava quando faceva così.

-Forse non lo sa, ma ho un nome: Chazz Princeton- la precedette il giovane, portandosi accanto alla fidanzata. Si era decisamente stancato del trattamento che gli stava riservando e notò con una punta di soddisfazione lo stupore sul viso dell'uomo. Adorava distruggere la sicurezza dei propri interlocutori.

-Sì…bhe…- tentennò l'imperatore, preso alla sprovvista. –Io sono l'imperatore Julius Shino, signore del Neo-spazio. E lei è mia moglie Aurora.

-Allora sei tu ad avermi portato via Eilen- disse gentile Aurora, osservandolo. Era molto bello (Dì pure stupendo, bellissimo, meraviglioso, fantastico… °ç° NdA_che ha perso la testa) doveva ammetterlo, e non stentava a credere che sua figlia ne fosse innamorata. Ma c'era qualcosa in lui, qualcosa di cupo… Quei suoi profondi occhi grigi nascondevano una rabbia e un furore inimmaginabili…oltre all'amore per Eilen.

-Mamma, così lo metti in imbarazzo!- esclamò la principessa, arrossendo. –Immagino vorrete riposarvi un po'… Vi porto nella mia stanza.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Non dire niente- esordì Eilen, sedendosi sul divano nell'appartamento di Chazz. –Mio padre è un incubo, lo so.

-Staranno all'Obelisc?

-Sì, per fortuna…almeno avrò qualche ora di respiro. Ti chiedo scusa per il suo comportamento…a confronto con lui i Princeton sembrano degli agnellini spaventati…

-Potrei anche offendermi…- sussurrò, chinandosi sulla sua bocca. –Ti sembro un agnellino?

-No…- rispose lei con malizia. –Sei il lupo cattivo…

Chazz stava per colmare i pochi millimetri che li dividevano, quando tre piccoli impiastri interruppero l'idillio.

-Capo! Siamo tornati!- annunciarono gli "Ojama", irrompendo nella stanza. –Ti siamo mancati, vero?

-Come un mal di denti- ringhiò il padrone.

-Ops…abbiamo interrotto qualcosa?- domandò quello verde, accorgendosi della situazione in cui si trovavano i due.

-Nooo…- fece ironico il moretto.

-Meglio così- conclusero gli spiriti.

-Io li ammazzo con le mie mani…- mormorò, mentre la sua ragazza si alzava. –Sempre al momento giusto arrivano….

-Su, non te la prendere- lo calmò dandogli un bacio. –Mio padre è molto peggio. In una scala da 1 a 10…si merita un 11.

Chazz sorrise, ma senza gioia: non cercò gli occhi di Eilen, ma lei riuscì comunque a vedervi una profonda tristezza. Non parlava mai dei suoi genitori, erano un argomento che il ragazzo non toccava mai, quasi vi fosse chissà quale segreto. C'erano i suoi fratelli e nient'altro: la sua famiglia si fermava lì, pareva non esserci altro.

-Chazz…tutto bene?

-Sì…sì, è tutto a posto.

 

-Lancerò un incantesimo su quella stanza, in modo che non possono starci insieme.

Aurora sospirò, scuotendo la testa: Julius odiava Chazz, non c'era scampo. Lo odiava perché era un umano, amava Eilen ed era a causa sua se la loro bambina aveva deciso di rimanere in quel mondo. Riconosceva il suo merito per aver salvato il Neo-spazio, sconfiggendo Sartorius, ma non gli avrebbe concesso sua figlia come premio.

-Perché non li lasci stare?

-Come fai a non preoccuparti? Quel tipo sta compromettendo nostra figlia!

-Compromettendo… Non ti sembra di esagerare? È un bravo ragazzo, ed è innamorato.

-Innamorato… Li ho avuti anch'io diciassette anni e so cosa si ha in testa a quell'età. Magari lui….ed Eilen…no, non voglio nemmeno pensarci- gemette l'imperatore, allontanando ciò che riteneva orrende riflessioni. –Sarebbe terribile.

-Julius, si amano e sono entrambi abbastanza grandi da sapere quello che fanno. Lascia che le cose seguano il loro corso.

-Dovrei permettergli di usare la mia bambina per i suoi comodi?! Poi magari la pianterà in asso perché non gli piace più…oppure perché è incinta!!

-Sei catastrofico come sempre. Quando si tratta di Eilen è inutile tentare di ragionare con te- concluse la moglie, stanca di discutere. –Ma se per colpa tua la loro storia va a rotoli, lei non te lo perdonerà mai.

 

Chazz guardò Eilen dormire tranquilla al suo fianco e, stando attento a non svegliarla, si alzò e prese la giacca, uscendo. Aveva fatto di nuovo quel sogno…

Forse non era un semplice frutto del suo inconscio… Forse era una premonizione, un avvertimento.

Eilen era in pericolo. Un pericolo mortale.

Ma chi, o cosa, la minacciava?

Possibile che suo padre arrivasse a tanto pur di separarli?

 

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Capitolo 3
*** Un uomo molto difficile ***


3. Un uomo molto difficile

 

 

Eilen mosse pigramente un braccio alla sua destra, senza però incontrare il corpo di Chazz. Aprì gli occhi, accorgendosi d'essere sola: strano, di solito lui non si alzava mai prima di lei…gli piaceva restare a guardarla mentre dormiva, baciata dai raggi del sole.

-Chazz!- lo chiamò, senza ottenere risposta. Non c'era nessuno nell'appartamento, oltre a lei. Nemmeno gli "Ojama". Era veramente insolito e un vago senso di panico iniziò a farsi strada in lei: era forse opera di suo padre? Da lui c'era da aspettarsi di tutto…ma se gli aveva torto un solo capello…

Poi notò un biglietto sul tavolino di fronte al divano.

 

"Sono nei dintorni, non preoccuparti. Ti amo.

Chazz

Ps: Posso sopravvivere ad un pomeriggio con tuo padre."

 

Quel messaggio le fece tirare un sospiro di sollievo: non era vittima di un intrigo dell'imperatore, che proprio non digeriva quel ragazzo. Per lui era sufficiente essere costretto a vederlo ogni volta che usciva in giardino, con quella statua di marmo bianco che era stato costretto a far realizzare. Non accettava l'idea che stesse con sua figlia… e non sarebbe mai riuscita a convincerlo del contrario: le opinioni delle persone non cambiavano mai. Soprattutto quelle di alcuni neospaziali nei confronti degli umani.

Non era sempre facile nemmeno per la fanciulla recitare quella parte e non essere sé stessa, ma amava Chazz e per lui sarebbe stata bene in qualsiasi luogo.

E avrebbe cominciato quella giornata andando a destare il paparino.

 

-Capo…oggi sei strano.

Il ragazzo non rispose, continuando a fissare l'orizzonte fin dove il suo sguardo poteva spingersi: una grande preoccupazione riempiva i suoi occhi grigi, causata dai frequenti sogni che lo tormentavano. Non aveva più dormito quella notte, era rimasto a vegliare il sonno di Eilen, come a proteggerla. Ma da cosa?

A volte…a volte era convinto di aver sbagliato tutto. A cosa stava pensando quando si erano messi insieme? Erano totalmente diversi…e non per quanto riguardava i gusti. Julius era stato il colpo di grazia: aveva aumentato i suoi dubbi e alterato il suo umore.

Doveva arrivare lui perché si rendessero conto che la loro relazione non era normale: lo sapevano da sempre, come da sempre combattevano per tenerla in vita. Sartorius, Viper, Jesse…avevano superato e vinto tutto.

Ma aveva ancora senso combattere?

 

Eilen entrò in punta di piedi nella stanza, salutando la madre con un cenno della mano: lei si alzava sempre molto presto, era una sua abitudine. Invece suo marito, quello sulle cui spalle gravava il destino del Neo-spazio, dormiva regolarmente fino a tardi. La figlia gli rivolse uno sguardo d'astio, prima di aprire di scatto le imposte facendo entrare il sole con la forza di una cascata.

-Buongiorno, padre!- esclamò, fingendo di non notare il suo sussulto: avrebbe pagato caro il suo atteggiamento nei confronti di Chazz. –È una splendida mattina, non sei d'accordo?

-Eilen…che diavolo ci fai qui a quest'ora?- si lamentò l'uomo, coprendosi gli occhi con un braccio: la sua bambina era terribile alle volte. E lui odiava essere buttato giù dal letto in quel modo.

-Vengo ad augurarti una magnifica giornata, non ti dispiace, vero?

Aurora nascose un sorriso: Eilen aveva tirato fuori le unghie. Julius si era tirato da solo la zappa sui piedi. Lui si alzò, guardando truce la rossa: non si sarebbe arreso tanto facilmente. Un umano a regnare sul Neo-spazio?

Mai.

-No, figurati- rispose infine. –Ho riposato benissimo.

-Ne sono lieta, anche il mio sonno è stato divino.

-Immagino tu sia qui per un motivo- la interruppe, arrivando subito al nocciolo della questione. –Sarai anche riuscita a mascherarti tra questi comuni mortali, ma non puoi mentire a me.

-Non era la mia intenzione. Per prima cosa volevo proporti un giro turistico dell'Accademia, dove studio- iniziò Eilen. –E nel pomeriggio potresti trascorrere qualche ora con Chazz, per conoscerlo meglio.

-Io non voglio conoscerlo.

-Devi, è l'eroe del Neo-spazio.

L'imperatore sospirò: aveva una figlia sveglia, doveva riconoscerlo. Sapeva quali tasti premere per costringerlo ad incontrare il ragazzo e li sfruttava ampiamente.

-Va bene, Eilen. Ma non mi piacerà.

 

§*§*§*§*§*§

 

Chazz non era arrabbiato: era furente. Gli "Ojama" gli sventolarono davanti al naso un drappo rosso, perché pareva proprio un toro pronto alla carica.

Era stato un incubo: per amore di Eilen aveva sopportato, aveva cercato d'essere gentile. Ma quell'uomo avrebbe fatto perdere la pazienza anche a un santo!

"Voi umani siete così arretrati"… Oppure "Da noi una cosa del genere sarebbe inaccettabile"…

-È lui ad essere inaccettabile!- gridò, tirando un cuscino contro il muro. –Quanto lo odio!

-Capo, se continui così, ti scoppierà una vena.

-Come faccio a calmarmi?! Voi non avete passato un pomeriggio all'inferno!!

-Immagino non sia andata bene- intervenne Eilen, entrando nell'appartamento.

-Eilen…- tentennò imbarazzato. –Complimenti, Chazz- si disse. –Beccato in pieno ad inveire contro suo padre.

-La tua voce si sente a stare in fondo alla strada. Cosa è successo?

-Un disastro. Tuo padre non ha fatto niente per venirmi incontro, anzi. Non ho raccolto le sue provocazioni, sono stato paziente…ma non voglio più incontrarlo per il resto dei miei giorni- decretò. –Non ci darà mai la sua benedizione e, francamente, non la voglio nemmeno da un uomo del genere.

-Chazz, non pensi che per me sia importante? È mio padre: ti costa tanto cercare di andarci d'accordo?!

-Costarmi?! Tu non hai idea di quanto sia… Oh, ma cosa sto qui a discutere con te…tu sei dalla sua parte.

Entrambi avevano iniziato ad alzare i toni, la rabbia faceva dire loro cose che non pensavano realmente. Gli "Ojama" spostavano lo sguardo dall'uno all'altra, tentando inutilmente di placarli: non concedevano spazio al loro intervento.

-Vogliamo parlare della tua di famiglia?! Se credi sia stata felice della loro accoglienza, bhe, ti do una notizia: non è così!

-Perfetto, su una cosa siamo d'accordo: nemmeno la tua è il massimo! Per fortuna ce ne siamo accorti prima di fare l'errore di sposarci!!

-Uno sbaglio che non commetterò! Non avrei mai dovuto mettermi con te!- esclamò, sbattendosi la porta alle spalle e correndo via.

Chazz si gettò sul divano, immergendo la faccia nel cuscino, mentre il senso di colpa cominciava a sostituirsi all'ira.

-Capo, devi correrle dietro! Cosa ci fai ancora qui?! Inseguila e chiedile scusa!

No, quello era troppo. Il duellante si sollevò di scatto e tuonò:

-Chiederle scusa?! Dopo che suoi padre mi ha trattato come uno zerbino, io dovrei chiedere scusa?!

I mostriciattoli non si scomposero, abituati al suo carattere e alle sue sfuriate.

-Certo, è quello che fanno i ragazzi: giocano a calcio, seguono gli eventi sportivi e chiedono scusa alle loro ragazze- risposero. –Hai esagerato.

-Eilen non è stata da meno.

-Io sono sicuro che anche lei si è già pentita…

 

Eilen era seduta sulla scogliera, ferita e colpevole: non avrebbe dovuto dire quelle cose…non a Chazz…ma era stato più forte di lei. Insultare così suo padre…

Già, suo padre…

Andava tutto a meraviglia prima che lui arrivasse…

Ora andava tutto a rotoli. Un re avrebbe dovuto sapersi destreggiare e trovare la soluzione migliore per tutti. Lui era capace solo a tirar fuori il peggio di ogni persona.

Non le riusciva difficile credere al racconto di Chazz…

Perché non li lasciava vivere la loro vita?

Che non accettasse le sue scelte era normale, ma pensava desiderasse solo il suo bene…

Basta, gli avrebbe detto chiaramente che doveva andarsene o lasciarli in pace.

Peccato che il fato avesse progettato diversamente: sotto i suoi piedi si aprì un varco e la giovane svanì da quel mondo senza lasciare traccia.

 

 

 

 

Ciao!

Rispondo all'unica commentatrice…

 

Court: Ciao, appassionata della saga di Eilen. Come vedi non potevo lasciare il nostro Chazz senza la sua Eilen… C'è stato addirittura chi mi ha detto che ormai non riesce a vederlo con nessun'altra…^_^ Bhe, lo stile di scrittura copre i punti dove la trama lascia il tempo che trova (Ma ti critichi da sola?! O.o Sei un caso disperato… -_-" NdChazz). Cos'altro dire? Mi fa tanto piacere che tu ci sia a commentare e spero di risentirti. Un bacione!! ^_^

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Capitolo 4
*** Bagno di sangue ***


4. Bagno di sangue

 

 

-Passano i giorni, ma la mensa dello Slyfer è sempre pietosa- si lamentò Chazz, guardando il proprio piatto riempito con una non ben definita sostanza. Perché non era tornato all'Obelisc quando ne aveva avuto la possibilità?

-Chazz, vecchio amico e compare, come ti ha trattato in questi giorni il vento?

Il moretto sollevò appena gli occhi su Atticus, euforico come sempre: in lui non c'era la minima traccia di serietà nemmeno cercandola con attenzione. Era talmente diverso da Alexis, da far dubitare che fossero realmente fratelli.

-Che ti prende? Sei più depresso di una chitarra scordata…

-Sono arrivati i genitori di Eilen, e suo padre mi odia- spiegò brevemente.

-Ho capito perfettamente la situazione e ho un sistema infallibile per fare in modo che accettino la vostra relazione.

-E quale?- domandò speranzoso il duellante. Forse l'aveva giudicato male…

-Dire che Eilen è incinta.

Chazz spruzzò la colazione ovunque: non si era affatto sbagliato! E quello lo chiamava consiglio?!

-Sei pazzo?! Quello mi uccide senza nemmeno pensarci!

-Effettivamente è un'eventualità- convenne il bruno. –Ci rifletterò e se avrò altre idee te le comunicherò.

-Se sono come questa, lascia perdere- si congedò il giovane, uscendo.

Anche perché Eilen, probabilmente, non voleva parlargli. La sera prima era andato a cercarla per fare pace, ma non l'aveva trovata: aveva perso il controllo, ma sapeva che non era una giustificazione. La verità era che avevano delle famiglie terribili.

Stava entrando nella sua stanza, quando qualcuno lo abbracciò di colpo, gettandolo a terra.

-Ciao, Chazz!

-Jaden…- gemette il coetaneo. –Sei tornato…

-Sei felice, vero?

-Come un condannato a morte- replicò, alzandosi e pulendosi i vestiti. –È finita la pace. E dov'è il resto della banda?

-Syrus è andato a trovare i suoi genitori, Bastion è ad un convegno…così io sono rientrato da solo. Dov'è Eilen?

-Capo! Capo!- li interruppero gli "Ojama". –Eilen è sparita!

 

-Dove l'hai nascosta, maledetto?!-gridò Julius appena vide Chazz.

-Calmati, caro.

-Forse è scappata perché non la sopporta più!- replicò Chazz.

Jaden si portò una mano sul viso: ora iniziava a capire quale fosse il problema. E perché l'amica avesse perso le staffe.

-Le hai fatto del male, ne sono certo!

-Io non le farei mai del male!

-BASTA!!- urlò, stufo di quella discussione. –Dobbiamo ritrovarla!

Chazz si placò, convenendo con il compagno: i litigi sarebbero venuti dopo. Sempre che ci fosse un dopo. Le immagini del suo incubo riapparvero ai suoi occhi, malgrado vi fosse un incubo più vicino e reale da affrontare in quel momento.

-Ciao, Jaden. Mi sembrava "Kuriboh" quello che c'era in giro- intervenne una voce nota.

-Jesse!

-Ci mancava solo lui- brontolò il moretto.

 

§*§*§*§*§*§

 

Eilen aprì a poco a poco gli occhi: le sembrava di aver dormito per dei mesi…con un elefante sulla testa! Provò a portarsi una mano al capo, accorgendosi così d'essere ammanettata alla parete. Cos'era successo?! Quella non era l'Accademia del duellante…pareva una grotta… Ma come ci era arrivata?

-Ti sei svegliata, principessa.

-Chi sei? Chi c'è?

-Calmati, angioletto. Non hai nulla da temere.

Nulla da temere?!

Cosa aveva da temere da chi l'aveva rapita e incatenata chissà dove?! Era come stare in compagnia del proprio migliore amico!

-Fatti vedere!

Voleva almeno sapere con chi aveva a che fare. Apparve un giovane, forse di poco più vecchio di lei, dai capelli verdi e le iridi topazio. Era un bel ragazzo anche se i terrestri avrebbero forse trovato strane le sue orecchie a punta, che tradivano l'appartenenza al Neo-spazio. Uno del suo mondo l'aveva rapita…perché?

-Non sei tu la mia preda, Eilen- disse, quasi leggendole nel pensiero. –Tu sei la mia esca.

-Cosa vuoi? Un duello? Un biglietto di sola andata per le prigioni?

-La corona che è stata tolta alla mia famiglia!- la interruppe, lasciandola di sasso.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Cos'hai intenzione di fare?- Jesse era preoccupato per Eilen, scomparsa nel nulla. "Rubino" e gli altri la stavano cercando dentro e fuori dal Neo-spazio, come anche loro avevano passato la giornata ribaltando l'isola.

-Cosa dovrei fare?- ribatté distrattamente Chazz, senza guardarlo.

Il coetaneo lo afferrò per il colletto, sbattendolo al muro: non gli interessava quello che le sarebbe potuto accadere?!

-Andarla a cercare, mi sembra ovvio! Al tuo posto girerei il mondo intero!- gli urlò contro. Eilen poteva correre chissà quali rischi e il suo ragazzo non alzava un dito. –Tu non la meriti!

Il moretto si limitò a strattonarsi dalla sua stretta senza ribattere e il suo silenzio fece infuriare Jesse, che sollevò un pugno con tutta l'intenzione di colpirlo. Ma Jaden lo trattenne.

-Non ti intromettere, Jaden.

-Jesse, smettila!

-Non sei mai stato in grado di proteggerla, Chazz! Se ci fossi stato io…

-Cosa?! Non avresti litigato a causa di suo padre?!- sbraitò Chazz, completando il discorso.

-Volete finirla?!

-È una cosa fra noi due!

-Siete innamorati della stessa ragazza, ma se non restiamo uniti, non la ritroveremo mai.

-Scusa, hai ragione- convenne Jesse, abbassando le braccia. –Non è il momento di litigare.

Chazz invece non fiatò, lasciando la stanza: la discussione con il duellante del Nord non aveva fatto altro che aumentare il suo malumore. Certo che era preoccupato, certo che temeva per la vita di Eilen, ma pensarci non lo aiutava a stare meglio.

Se solo non avessero litigato…lei lo amava, cos'altro voleva?

Forse il problema non era Julius, o Eilen, o il Neo-spazio…

Il problema era lui.

Era la sua esistenza.

Chazz Princeton…un nome importante, rispettato, invidiato…da chi non sapeva cosa ci fosse dietro. La sua non era una famiglia in cui si desiderasse nascere. O meglio, era una famiglia in cui, una volta entrati, si faceva di tutto per uscire.

Sua madre era morta quando lui aveva poco più di quattro anni, gettandosi dal tetto della Princeton Corporation, dopo una vita di eccessi, dopo aver provato di tutto per affogare i suoi anni in quel mondo di lustrini e apparenze. Non era così fantastico essere ricchi, non dava la felicità avere un attico in centro o i vestiti dei più famosi stilisti.

E così lei aveva preferito la via più facile e definitiva.

Non la ricordava, se non dalle fotografia: una donna bionda, occhi grigi come i suoi… Una donna normale…troppo normale per non esplodere al passaggio improvviso da commessa a moglie di uno dei più ricchi industriali del mondo.

Suo padre l'aveva amata moltissimo, al punto che, dopo la sua morte, si tramutò in una specie di fantasma. Il ricordo che Chazz aveva di lui era di un'indistinta sagoma colorata, indifferente a tutto e a tutti.

Erano stati i suoi fratelli a fare di lui ciò che era, scegliendo i suoi precettori, i suoi passatempi e infine la sua vita: sarebbe diventato un duellante e lo avevano spedito all'Accademia.

Nessuno di loro era mai riuscito a farlo sentire amato.

Ed era questo che aveva inseguito con Eilen: per una volta, una soltanto, avrebbe voluto essere parte di una famiglia. Ma a lui non era permesso.

Fu qualcosa di bianco a distoglierlo da quei pensieri. Qualcosa di bianco che cadeva dal cielo.

Chazz tese una mano e si stupì nel constatare che era proprio neve. Ma era agosto: come poteva cadere la neve in agosto?!

-Che sta succedendo?

 

§*§*§*§*§*§

 

Eilen era sconvolta: rannicchiata a terra non faceva che ripensare alle parole del suo rapitore. I suoi nonni…che le erano sempre parsi miti e incapaci di far male ad una mosca…avevano sterminato la famiglia reale per salire al trono.

 

"-E tu…tu come fai a saperlo?

-Io sono figlio dell'unico sopravvissuto: il vero principe del Neospazio. Mio padre era solo un bambino quando i suoi genitori vennero brutalmente uccisi dagli Shino, ma era abbastanza grande per odiare e decidere di vendicarsi. Raccontò il giovane. –Io sono Rency Till'Aver, il legittimo erede.

-Io non…

-Tu non lo sapevi e mi dispiace servirmi di te. Ma Julius Shino deve restituirmi ciò che mi spetta di diritto!"

 

No, non voleva crederci…

C'era sangue nel passato della sua famiglia, sangue innocente di donne, di bambini strappati alle culle e sgozzati…in una notte di tanti anni addietro.

Una famiglia intera…un bagno di sangue… Ora capiva i sussurri della servitù, la mancanza di una lunga storia della sua casata…del loro regno…

-Chi sono davvero le persone che mi hanno cresciuta?

 

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Capitolo 5
*** Duello nel mondo oscuro ***


5. Duello nel Mondo Oscuro

 

 

-L'avete trovata?

-No, abbiamo cercato ovunque- rispose "Neos". –Non c'è traccia di lei.

-Dobbiamo continuare le ricerche- disse Jaden.

-La neve sta continuando a cadere fitta- intervenne Jesse. –E sta calando la notte. Conviene fermarci e riprendere domani. È la cosa migliore.

-Sì, ma…

-Siamo tutti stanchi, Jaden. Non ha senso proseguire in queste condizioni.

-Già…anche se questo tempo è strano: non nevica in agosto!

-A meno che non stia accadendo qualcosa…- aggiunse il mostro del brunetto, preoccupato. Non gli piaceva: avvertiva il male nell'aria, il presagio di una sventura.

-Sai dov'è Chazz?

-No, non l'ho visto, ma credo sia in giro con gli "Ojama".

 

-Capo, fa freddo…

-Se sento ancora un lamento…- iniziò Chazz, bloccandosi. Avevano fatto del loro meglio, poveri mostriciattoli…meritavano un po' di riposo. –Andate, su. Sparite.

-E tu? Non puoi rimanere fuori con questo gelo.

-Non preoccuparti. Ho affrontato l'inverno dell'Accademia del nord, non ricordi?

-Va bene, ma non restare qui fino a tardi.

Eilen…lei era in pericolo. Doveva essere in pericolo: non poteva essersene semplicemente andata senza dire niente a nessuno. Non era da lei.

-Chazz!- lo chiamò Jaden, raggiungendolo. –Dai, torniamo dentro o rischiamo di congelarci. Domani la troveremo, vedrai.

-Tu credi nei segni del destino?

-Strano sia tu a nominarli. Tu non sei più forte del destino?

-Già, ma forse il Cuore di Neos ha esagerato. Io non ci credevo fino ad oggi.

-Non starai pensando…

-…che il fato mi stia consigliando di lasciar perdere?- concluse per l'amico. –Sì, Jaden. Julius, Sartorius, Viper, Jesse… Solo coincidenze? Non penso…non c'è niente che vada per il verso giusto da quando stiamo insieme. Forse non la troviamo perché lei non vuole essere trovata.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Posso sapere almeno dove siamo?

-In una dimensione oltre il Neo-spazio…il Mondo Oscuro. Il sovrano che lo governa mi ha dato i poteri necessari a compiere la mia vendetta.

-La vendetta verso cosa?- domandò Eilen. –Mio padre era un bambino come il tuo… Non è colpa sua se la tua famiglia è stata sterminata. Versare altro sangue è inutile, non pensi?

-Tu non puoi capire… Passare una vita nella miseria…guardare il palazzo e sapere che sul trono siede un usurpatore…che ciò che ha dovrebbe essere tuo…- ribatté Rency. No, lei non poteva sapere, cresciuta nel lusso della vita di corte. –Ma avrò ciò che è mio…grazie a te.

-Cosa?- mormorò, vedendolo avvicinarsi.

-Certo, saremo i sovrani del Neo-spazio…re e regina- spiegò, un istante prima di tentare di baciarla. Eilen si scostò, sconvolta. Non avrebbe mai consegnato il suo regno ad un folle. Mai. –Come preferisci… Sulla Terra mi pare che i contrasti si risolvano in un modo molto simpatico…con un duello, giusto?

-Fra duellanti è così.

-Perfetto, ma ti avverto: qui, chi perde dona la sua energia e finisce alle stelle. Vuoi combattere ancora?- le chiese, liberandola.

-Io non mi tiro mai indietro.

 

Alcuni turni più tardi la partita procedeva in parità.

-Sei brava, lo riconosco, ma questo sarà il tuo ultimo duello.

-È questo che vuoi, Rency? È questo che ti ha insegnato tuo padre?

No, lui gli aveva ripetuto di dimenticare, di non covare odio. Erano vivi, avevano una casa, degli affetti…

"Il senso di colpa che avvolge Julius Shino è già la miglior punizione. Non ho bisogno di infliggergliene altre."

Era questo che gli aveva sempre detto, eppure lui non lo aveva ascoltato, aveva cercato la vendetta.

-Questa battaglia non ha niente a che vedere nemmeno con me o con te…- aggiunse la giovane.

-Già…peccato averlo capito troppo tardi…

-Troppo tardi?

-Quando si inizia un duello nel Mondo Oscuro, lo si deve portare a termine. Deve esserci un vincitore e un'anima che finisca alle stelle- spiegò Rency. –Io devo pagare per il mio errore…cercavo solo giustizia…ma nel modo sbagliato…

I suoi life-points iniziarono improvvisamente a scendere, fino allo zero. Aveva volontariamente deciso di perdere quel duello, perché Eilen continuasse a vivere.

-Rency…- mormorò lei, vedendolo scomparire a poco a poco in una polvere di luce brillante.

-Vai nel Neo-spazio e sali sul trono, Eilen Shino… Io sono certo che sarai una gran regina… Addio…

-Rency…Rency!!

 

§*§*§*§*§*§

 

-Eilen…

Chazz quasi non credeva ai suoi occhi: era lì, di fronte a lui, come se non se ne fosse mai andata dall'isola. Era un sogno… La abbracciò, accorgendosi che era viva e reale, non un frutto della sua immaginazione. Era tornata…

-Perdonami, amore…- sussurrò, stringendola a sé.

La sentì singhiozzare e infine scoppiare in lacrime, ricambiando quella stretta con disperazione, come si aggrappasse alla sua ultima speranza. Tra un singulto e l'altro gli raccontò tutto, ogni dettaglio perché doveva confidarsi con qualcuno o sarebbe scoppiata.

-E adesso? Cosa farai?- le domandò infine. Non aveva fatto un commento durante tutto il racconto, non c'era bisogno di infierire con acide battute. Davanti al dolore immenso di lei, tutto ciò che Julius gli aveva fatto passare erano solo sciocchezze senza importanza.

Eilen si avvinghiò ancora a lui… Le era mancato immensamente…le sarebbe mancato immensamente. Aveva preso una decisione, una decisione estrema, ma necessaria.

Forse il destino le avrebbe presentato un conto salato, ma non poteva proprio fare altro.

-Chazz…io…io devo andare da mio padre…- annunciò, separandosi.

Voleva porgli una sola domanda. Una soltanto.

Ma, come in un gioco cattivo, era la domanda da cui dipendeva tutto.

 

-Eilen…tesoro…sei tornata…

-Non toccarmi- sibilò la giovane, in direzione dell'imperatore.

-Eilen, ma cosa…

-Till'Aver- pronunciò la rossa, glaciale, vedendo il colore sparire dal viso del padre. Era la risposta che cercava, non aveva bisogno d'altro. Lui sapeva e non le aveva detto niente, non si era curato di accertarsi che fossero davvero tutti morti, che non ci fossero sopravvissuti.

Si voltò e fece per andarsene.

-Eilen!

-Perché non me ne hai parlato? Perché ho dovuto saperlo da altri?

-Io non volevo che tu…

-Che pensassi di avere degli assassini per antenati?!- gridò, puntandogli addosso uno sguardo di fuoco. –Bhe, è troppo tardi.

-Credi che per sia stato facile? Ma non c'era modo per espiare quel peccato- replicò con voce stanca.

-Scuse…non sai inventare altro… Io ti chiedo ufficialmente di lasciare il trono e andartene- ordinò Eilen, con un tono che mai aveva adoperato, prima. –Prenderò il tuo posto e regnerò sul Neo-spazio, nel nome degli Shino e dei Till'Aver.

-Se è questo ciò che desideri…

-Sì.

Ma per quanto quel passo fosse stato difficile, non era niente a confronto di quello che la aspettava. Con il cuore gonfio di tristezza, andò dal suo ragazzo: gli avrebbe fatto del male, lo sapeva, ma sperava che lui capisse. O almeno si illudeva con questa vana speranza: Chazz non avrebbe capito, era la realtà, ma accettarla rendeva tutto ancora più difficoltoso.

-Chazz, io…io vado nel Neo-spazio- disse in un solo fiato. Se si fosse fermata, non avrebbe più avuto il coraggio di continuare. –Mi dispiace…ho bisogno di stare da sola, di fare chiarezza dentro di me.

Gli occhi plumbei del diciassettenne la scrutarono e lei non fu in grado di reggerli, abbassando il viso. Se avesse scorto la sua insicurezza, avrebbe certo trovato il modo per convincerla a restare, a cambiare idea. E la fanciulla non voleva permetterglielo.

-È un addio?

-È una pausa di riflessione… Ti amo, ma quello che è accaduto mi ha aperto gli occhi su quali siano i miei doveri- rispose. –E il mio primo dovere è verso il mio popolo. Non volermene, ti prego…

-Sarà difficile- replicò duramente, allontanandosi.

-Chazz…- Non poteva biasimarlo: lei avrebbe reagito nello stesso modo. Ma non poteva ignorare le proprie origini: era sul trono da usurpatrice, però sarebbe stata una sovrana degna di quel nome. Rency le aveva dato fiducia e, anche se significava separarsi da Chazz, era pronta a farlo.

Forse si era sbagliata. Forse il loro era davvero un addio.

Non c'era possibilità di ritorno.

Il Neo-spazio era come le spire di un serpente, che avevano incatenato il suo corpo e la sua anima, come una corazza, o una camicia di forza.

La sua casa e la sua trappola.

Per questo vi entrò a testa alta, ma con le lacrime agli occhi.

 

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Capitolo 6
*** Voglio solo il suo bene ***


6. Voglio solo il suo bene…

 

 

Erano trascorsi due giorni dall'accaduto: nel Neo-spazio regnava la tranquillità e lo stesso silenzio che dominava al dormitorio Slyfer. Jaden sospirò, preparandosi a chiedere udienza a palazzo: "Neos" gli aveva chiesto di tentare di parlare ad Eilen, e sebbene sapesse di non avere molte possibilità, aveva deciso di fare un tentativo.

Le guardie lo riconobbero e lo lasciarono passare, indicandogli la via per la sala del trono: non gli piaceva quel posto, somigliava ad una prigione. Una cella in cui l'amica si era volontariamente rinchiusa, decisa a non avere più contatti con il loro mondo.

-Eilen- la chiamò.

Lei era sul trono, splendida nel suo abito di velluto bianco e oro, ma con un sorriso talmente triste che il brunetto si sentì struggere: Eilen aveva rinunciato a tutto ciò che lui rappresentava, ciò che doveva dimenticare. Per non soffrire ancora.

-Jaden, come stai?- gli domandò, dando il via ad una conversazione che sapeva di non poter evitare.

-Potrei star meglio se chi mi sta accanto fosse felice- rispose sinceramente, leggendo nelle sue iridi cerulee lo stesso dolore contenuto in quelle plumbee di Chazz. Parevano morire un po' per giorno, senza accorgersene, senza fare niente per impedirlo: l'ardore che solitamente li animava si era spento e i due ragazzi si abbandonavano a poco a poco all'apatia. –Ci manchi…non è più lo stesso senza di te. E Chazz è a pezzi.

Quel nome…quel nome che come una lama la trafiggeva senza alcuna pietà. Il suo unico grande amore…ormai finito per sempre…

-Gli passerà.

-Sai che non è vero. Tu sei la cosa più importante per lui.

Eilen restò in silenzio: per molto tempo aveva creduto che l'amore potesse essere più forte di qualsiasi cosa, potesse vincere contro qualunque ostacolo. Finché non si era scontrata con la verità: l'amore era un sentimento come altri, non era dotato di poteri speciali. E c'erano barriere che non poteva valicare.

-Eilen, torniamo indietro…- propose Jaden, tendendole una mano. Non sopportava di vederli così infelici.

-Io non tornerò, Jaden. Questo è il mondo, è il mio regno e io l'ho dimenticato per troppo tempo, giocando a fingermi qualcuno che non sono.

-Lo stai facendo anche adesso! Guardati in uno specchio, se non ci credi: sei triste, abbattuta…e tutto perché non sei con chi ami.

-Non sempre l'amore è sufficiente…nel mio caso non è bastato- concluse. –Ora va, ti prego.

-Come vuoi, ma sappi che stai sbagliando.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Le hai parlato?

-Sì, Jesse. E non sente ragioni- rispose lo Slyfer. –È stato come discutere con un muro… Un muro reale, ma pur sempre un muro.

-Senti…pensi che cambierebbe qualcosa se la incontrassi io?

Jaden lo fissò seriamente con un'aria per nulla rassicurante: non era affatto convinto che fosse una buona idea e una vocina gli ripeteva che qualcosa non andava per il verso giusto.

-Non complicare le cose, Jesse. So quello che provi per lei.

-Non voglio certo approfittarne…

-Ti ho solo dato un consiglio da amico.

-Puoi stare tranquillo. Io voglio solo il suo bene.

-Mi fido di te, ma aspetta domani: per oggi ne ha avuto abbastanza della mia visita.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Jaden, di nuovo qui- disse Eilen, senza voltarsi. Ferma nel giardino, dava le spalle al suo visitatore: pensava di essere stata chiara…

-Non sono Jaden.

Si girò a quella voce: Jesse la guardava a poca distanza, tranquillo, con la sua aria serena da eterno ottimista. Era lui il terrestre ad aver chiesto udienza…

-Pensavo ti andasse di parlare con qualcuno che non erige un monumento all'amore di Chazz nei tuoi confronti. Dovrei gioire della vostra rottura, ma non mi da gioia saperti così triste.

-Jesse…non tornerò indietro. Quindi se sei qui per…- iniziò, mentre il giovane si avvicinava.

-No. Io sono qui per restituirti il sorriso- rispose, portandole una mano sotto al mento per alzarle il viso e specchiarsi nei suoi zaffiri. Eilen era come ipnotizzata dai suoi occhi: cos'avevano di diverso dal solito? Cosa la incatenava ad essi? Era come essere sull'orlo di un burrone…e desiderare di cadere…

-J…Jesse…- riuscì a balbettare, sentendo quello strano incantesimo insinuarsi sotto la sua pelle.

-Nessuno dovrebbe permettersi di far piangere un bel fiore come te…- mormorò. –Chazz non ti merita.

-Jesse…io non…

Ma il ragazzo si chinò imperterrito su di lei, fino a sfiorarle le labbra, sussurrando soavemente:

-Vieni con me…io sono la risposta a tutti i tuoi problemi…

Era la verità? Era lui che desiderava?

Perché improvvisamente avvertiva l'intenso bisogno di credergli, di affidarsi completamente a lui?

-Osserva- continuò il compagno, separandosi. Il mondo che li circondava stava cambiando, spariva assorbito da un'altra dimensione, tetra e sinistra, in cui l'unica luce era quella di una cometa azzurra.

-Che posto è questo?- domandò Eilen.

-Benvenuta nel Mondo Oscuro…il mio regno.

-Il tuo regno?- Mondo Oscuro…dove aveva già sentito quel nome? Non riusciva a ricordarlo…

-Già, sono capitato qui per caso durane il mio viaggio…e mi sono fatto valere sui demoni che governavano- raccontò il duellante, avviandosi con lei verso i troni, due immani scranni ricchi di rostri e punte, degni di chi regnava sull'Inferno. –Ora sono io a fare il bello e il cattivo tempo… Io e te, ovviamente: sarai la mia regina… Vedrai, insieme otterremo il potere sul Neo-spazio, sul mondo di mezzo e infine sul bottino più prezioso: la Terra.

-Parli sul serio, Jesse?

-Certo- rispose lui, passandole un braccio attorno alla vita. –Non dirmi di no… Ti voglio, Eilen, voglio dividere tutto questo insieme a te. Ti voglio al mio fianco, ogni giorno e ogni notte. Non dirmi di no, cos'hai da perdere?

Regina di tutto…qualcuno che la amava davvero…qualcuno che la voleva…

-Nulla, hai ragione- convenne, sollevandosi sulle punte. –Ho solo da guadagnare.

E una densa nebbia scura li avvolse, perché in quel bacio si celava l'inizio di un tempo di terrore e di buio per l'universo intero.

 

§*§*§*§*§*§

 

Ma dov'era finto?

Jesse mancava dall'Accademia da un giorno intero. Che fosse ancora con Eilen?

Non sapeva spiegarsene il motivo, ma sentiva che stava per accadere qualcosa di grave…

-"Kuriboh", vai a dare un'occhiata.

 

 

 

Eccomi qui dopo questa lunga attesa…mille impegni mi hanno impedito di aggiornare la ff.

 

Court: Ciao, tesoro. La mia unica e fedele commentatrice… Allora, come vedi il nostro Jesse (Non potrei mai sostituire Chazz con lui…) non è il dolce studente che abbiamo conosciuto… Sono perfettamente d'accordo sulle ChazzxAlexis: quei due non hanno niente da spartire…anche se, a giudicare dall'anime, abbonda più lo yaoi che altro…Jaden sempre fidanzato con Jesse…-__-" (Non prendertela: distruggere psicologicamente Jaden è il mio passatempo… Lui che deve sempre salvare il mondo e nonostante tutto il resto dei duellanti abbia un deck più forte del suo, riesce a vincere regolarmente con i suoi eroini elementari anche se era rimasto con 1 life-points… Mi mette la depressione… La prima serie secondo me era la migliore…) Dopo questo delirio anti-Jaden, passiamo alla ff: la storia della famiglia di Chazz è venuta praticamente da sola…serviva alla ff e a spiegare perché sia tanto acido con il resto del mondo. Scrivi pure quanto vuoi che io mi diverto a leggere i tuoi commenti! Un bacione!

 

E per concludere un appello:

Avete presente le stupide carte di Jaden con le lettere? Sì, mi riferisco a "H: Ho il cuore in fiamme", "R: Retta giustizia" e "O: Oltre l'anima". C'è per caso qualcuno che si ricorda la "E"?! Mi piaceva scrivere una raccolta in cui ogni ff si intitolasse come queste carte ma non riesco a ricordare cosa volesse dire la "E".. Se qualcuno lo sa sarebbe così gentile da dirmelo?

Grazie

La vostra Redeagle86 ^_^

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Capitolo 7
*** Progetti di conquista ***


7. Progetti di conquista

 

 

-COSA?!- urlò Jaden, precipitandosi fuori dalla sua stanza. "Kuriboh" doveva essersi sbagliato, non poteva aver detto la verità… Erano nei guai, in un mare di guai. Anzi, era un vero e proprio disastro! Perché le persone non se ne stavano buone, mentre lui tentava di risolvere un problema alla volta?

-Chazz, abbiamo un problema!- esclamò, entrando come un ciclone nell'appartamento del moretto.

-Solo uno?- ribatté laconico l'amico, sdraiato sul divano.

-Parlo seriamente! Eilen e Jesse…

Il duellante provò una fitta al cuore nell'udire quei due nomi nella stessa frase. Il suo rivale si era dato da fare…non aveva atteso nemmeno la sua morte. E aveva vinto: se si impegnava, riusciva perfino a immaginare la scena…

-Se devi dirmi che stanno insieme, non ne farò un dramma.

-Sono impazziti!- gridò, stanco delle sue continue interruzioni. –Hanno sottomesso il Neo-spazio, instaurando un governo di terrore e violenza. Faranno lo stesso alla Terra!

-Stai scherzando?- replicò Chazz, alzandosi. Era sicuramente uno scherzo.

-No, non so cosa sia preso loro, ma dobbiamo fermarli.

-Ha ragione, capo- intervennero i fratelli "Ojama". –Nel Neo-spazio ci sono dei demoni che imprigionano gli spiriti… Chi prova a ribellarsi viene spedito alle stelle.

-Spedito alle stelle?

-Sì, viene distrutto, disintegrato…scegli la tua versione.

-Hai visto Eilen?- domandò di scatto il padrone. Non riusciva a crederci: lei non avrebbe mai fatto niente del genere, era incapace di fare del male. e neppure Jesse, per quanto gli risultasse odioso, era malvagio. Che diavolo era accaduto loro? Cosa avevano in mente?

-Solo di sfuggita. Lei e Jesse si sono autoproclamati Sommi sovrani del Mondo Oscuro. Sembravano…altre persone… Mettevano i brividi…

Chazz strinse i pugni: forse avrebbe dovuto lasciarla nel suo brodo dopo il modo in cui l'aveva trattato, ma ne era troppo innamorato.

-Andiamo nel Neo-spazio, Jaden- decise, risoluto. Se ne sarebbe pentito, lo sapeva, ma non poteva farci niente: l'avrebbe fatta rinsavire…

 

§*§*§*§*§*§

 

-Brindiamo, amor mio, perché domani la Terra sarà nostra.

-Sei stata fantastica- si complimentò Jesse, sollevando il proprio calice. –Ero certo che non avremmo incontrato ostacoli.

-Uniti non abbiamo rivali. L'unico da cui dobbiamo guardarci è Jaden- replicò Eilen. –Può diventare un problema.

-E il ragazzo più forte del destino? Non pensi possa intralciarci?

-Chazz non deve preoccuparti. Risolverò la questione in un attimo.

Il ragazzo sorrise, incontrando le sue labbra in un bacio languido: quella nuova versione, spietata e sanguinaria, gli piaceva da impazzire. Si era innamorato di quella dolce ed innocente, ma era questa che possedeva, che condivideva i suoi piani.

-Per quanto riguarda Jaden…è come se fosse già alle stelle- sussurrò Jesse.

Eilen si alzò, sottraendosi alle sue brame e versandosi da bere: c'era qualcosa che la rendeva inquieta, la sensazione che stesse per succedere un imprevisto. Era stato facile espandere la dimensione del Mondo Oscuro nel Neo-spazio…troppo facile. I Neospaziali non erano così remissivi, di solito…a meno che non attendessero l'intervento di un eroe, com'era accaduto con Sartorius.

-Cosa ti turba?- mormorò il coetaneo, arrivandole alle spalle e abbracciandola.

-Non lo so… Credi che il potere sia saldamente nelle nostre mani?

-Ne sono convinto. Sono terrorizzati dalla prospettiva di finire alle stelle… Nulla può impedirci l'avanzata alla Terra.

-Sì, probabilmente è così…- concluse, abbandonandosi a lui.

Ma fu un idillio di breve durata. Una guardia, infatti, irruppe nella stanza: avevano dei prigionieri umani.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Complimenti, genio. Per fortuna dovevamo essere prudenti.

-Non l'ho fatto apposta, Chazz. Dovevo intervenire.

-E tu chi sei? L'eroe che salva tutti?

Circondati dalle lance delle guardie, i due amici avevano fatto ben poca strada nel nuovo Neo-spazio: appena arrivati si erano trovati davanti alle decine di spiriti imprigionati e torturati. Il sangue di Jaden aveva preteso che lui intervenisse ed il giovane era uscito dal nascondiglio, finendo nelle grinfie dei guardiani.

E con lui Chazz.

-Stanno arrivando i sovrani- annunciò uno, costringendoli a rivolgere l'attenzione all'orizzonte.

Non riuscivano a credere ai loro occhi. Lo stavano vedendo eppure pareva loro incredibile: Eilen e Jesse…due ragazzi buoni, gentili…erano adesso tiranni dal pugno di ferro che si divertivano a dissolvere gli spiriti dei duelli.

Le cavalcature infernali atterrarono sulla piana desolata, facendo scendere i loro padroni: Jesse porse il braccio alla compagna e insieme si avvicinarono alle guardie. Gli "Ojama" avevano ragione: erano irriconoscibili.

Il duellante del Nord aveva abbandonato il gilet blu dell'Accademia in favore di un pettorale d'armatura nero, da cui partiva un mantello rosso sangue, mentre per la coetanea era un corto abito bordeaux a fasciarle il corpo, accompagnato da calze a rete nere e da un paio di stivaletti della stessa tinta del vestito. Il tutto completato da un mantello nero come il suo cuore.

Eppure gli abiti non erano niente in confronto ai loro occhi: cremisi, privi di luce e di umanità. Iridi di assassini senza morale e coscienza, interessati solo al potere.

-Guarda un po' chi è venuto a trovarci, tesoro- iniziò Jesse, dando ordine ai tirapiedi di scostare le lance. –Che piacevole sorpresa…

-Eilen…- mormorò Chazz, fissandola incredulo. Era lei, ma allo stesso tempo non lo era. E non era gelosia ad animare il moretto. Era dolore, sofferenza, rabbia…

Si slanciò di colpo in avanti, verso la giovane, ma le lance calarono di nuovo, impedendogli di raggiungerla: strinse il legno dell'arma, maledicendo la propria stupidità e urlando:

-Non può piacerti davvero tutto questo!

-Jesse…cosa diavolo ti è successo?- domandò Jaden, esterrefatto quanto l'amico. Si era sempre fidato di quel ragazzo… era come un fratello… Non poteva essere quello il suo vero aspetto.

-Nulla, Jaden. Ho semplicemente ottenuto il potere…

-Il potere di distruggere ogni cosa?!- esclamò il brunetto. –Tu non sei così! Il vero Jesse è un altro!

-Il vero Jesse…vuoi dire quello vecchio, il perdente… Bhe, dimenticalo: mi è stata data una seconda possibilità e l'ho colta. Ora ho tutto ciò che desidero.

Lo Slyfer abbassò il capo, mordendosi un labbro: non poteva aver pronunciato sul serio quelle parole… Era troppo.

-Battiti con me- propose, attivando il diulin disk.

-Non hai la minima speranza contro di me, Jaden.

-Lo vedremo.

-E tu, Princeton?- domandò Eilen. –Hai il coraggio di batterti con me?

 

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Capitolo 8
*** Le radici della follia ***


8. Le radici della follia

 

 

-Gioco "Evion" in posizione d'attacco e due carte coperte.

-Perfetto, io metto in campo "Mammut oscuro" e una carta. Attacca!

Il mostro di Jesse faceva parte delle Bestie Cristallo…prima che subisse la medesima trasformazione del padrone: ora era una creatura delle tenebre, con una pietra nera dove un tempo c'era l'ambra. E, mentre caricava su di lui, Jaden capì quanto potesse essere pericoloso: "Evion" venne distrutto, insieme a 500 dei suoi life-points.

-Attivo "O: Oltre l'anima" e recupero il mio amico. Poi uso "Polimerizzazione" per fonderlo e dar vita a "Uomo alato della fiamma"! (Avete notato quante volte Jaden fa questa mossa? O.o E c'è ancora qualcuno che perde contro di lui…incredibile! NdA)

-Oh, oh…che paura… Questa è davvero una mossa imprevedibile- commentò ironico l'avversario. –Annullo la tua mossa con "Divisione", che separa i tuoi mostri e ferma l'attacco. Vuoi fare ancora qualche patetica mossa?

-Sì, gioco "Grattacielo" che regala 1000 punti al mio eroe se è più debole del tuo.

-Non basterà a salvarti, Jaden- aggiunse, pescando una carta. –Dì addio alla tua città appena sorta…è stata costruita sulle rovine di Roma. Infatti, dalle sue macerie sorge "Arena dell'oblio"!

Le mura di un'arena diroccata presero il posto della metropoli, dando al campo un aspetto lugubre: era peggio della "Torre dell'orologio" di Aster.

-Credevo evocassi "Camposanto abbandonato" oppure "Polverosa casa dell'orrore"- trovò da scherzare il brunetto.

-Mi fa piacere che la sconfitta ti renda così euforico… "Arena dell'oblio" toglie 200 punti ai tuoi mostri e ti obbliga ad ogni turno a scartare una carta tra quelle che hai in mano. Oh, per non dimenticare i 500 punti che dona ai miei soldatini. "Mammut" attacca "Evion"!

Il danno, questa volta, fu di 1200 life-points. Doveva correre ai ripari in fretta, se voleva vincere il duello. Spostò lo sguardo su Chazz, impegnato a duellare con Eilen. Sembrava messo male quanto lui…

 

-Attivo "Reggia dei congiurati"!- disse Eilen, cambiando aspetto al paesaggio. Apparve una sala del trono, nera, oscura, in cui si poteva avvertire l'odore metallico del sangue. –E ora "Regnante feroce"! Vai, distruggi "Cannone armato"!

Chazz rimase impassibile, malgrado i suoi life-points avessero subito un drastico taglio. Era di ghiaccio di fronte alla nuova Eilen: sapeva di dover vincere se voleva riavere la ragazza che amava.

E avrebbe vinto.

-Gioco "Ojama giallo"! E "Ojamagia" che chiama in campo "Ojama verde" e "Ojama nero"! Ti ricordi del simpatico trio? Bhe, sto per rinfrescarti la memoria con "Tornado Ojama"!

I tre mostri si abbatterono su "Regnante feroce", spedendolo al cimitero con molti dei life-points di Eilen. Ma non l'avevano ancora sconfitta.

-Bella mossa, ma saluta uno dei tuoi mostriciattoli. Evoco "Boia del re"! Vai, ed elimina "Ojama verde"!

-NO!- esclamò la creatura. –Ti prego, Eilen!

-Trattieni il tuo macellaio!- la bloccò Chazz. –Attivo "Ferma attacco".

-Concludo il turno.

-Eilen, so che ci sei ancora…- pensò il moretto, pescando una carta. Poteva essere l'ultima del duello. –Dai, mi serve una sola carta… per favore…

La girò lentamente, come se temesse di vedervi la propria disfatta. Ma il suo deck non l'aveva tradito.

-È l'ultimo turno, Eilen.

-Sul serio? E spedirai alle stelle la ragazza che ami?

-No, la sua gemella cattiva. Sacrifico "Ojama nero" ed "Ojama verde"…poi attivo "Aiuto dal cimitero". Questa carta mi permette di prendere i punti d'attacco di tutti i mostri finiti al cimitero e sommarli a quelli di "Ojama giallo", che raggiunge…3500 punti, abbastanza per scrivere la parola fine all'incontro!

-Eilen, mi dispiace- mormorò il mostro prima di sferrare l'attacco. –È per il tuo bene.

I suoi life-points si azzerarono e la ragazza perse i sensi.

-Eilen!- urlò Chazz, raggiungendola. La prese delicatamente fra le braccia, scostandole i capelli dal viso e scrutandola preoccupato: le aveva fatto del male? No, non poteva nemmeno pensare una cosa del genere… -Eilen, amore…

La coetanea mosse le palpebre, aprendole a poco a poco, specchiandosi nelle iridi plumbee del giovane e sorridendogli lievemente. Era tornata…e lui era lì, al suo fianco, com'era sempre stato.

-Chazz…

-Stai bene?

-Sì, adesso sì- rispose, trovandosi tra le sue braccia, in quel calore tanto rassicurante e noto. Il suo Chazz… Ma c'erano questioni più urgenti da risolvere. –Jesse! Dov'è Jesse?

-Sta duellando contro Jaden.

-Lui…lui non è in sé…è come posseduto da qualcosa…o da qualcuno…- spiegò.

 

Quegli occhi…quello sguardo…

Jaden era certo di averlo già visto…ma quando? E dove? Accidenti, per quanto si sforzasse non riusciva proprio a ricordare.

-Accetta un consiglio d'amico: arrenditi. Avrai capito di non poter vincere.

-Io non sono tuo amico. Perché tu non sei Jesse! Lui è un ragazzo onesto, giusto, non un tiranno!

-Te l'ho già detto: quello era il vecchio e patetico ragazzetto insignificante. Ora ho tutto il mondo nelle mie mani.

-Sì, un mondo di sofferenza, di dolore, di terrore, in cui al rispetto hai sostituito la paura.

-La paura rende docile anche la bestia più feroce- ribatté il giovane, sorridendo con perfidia.

-Yubel…- sussurrò il brunetto, riconoscendo quel ghigno. La carta che aveva da bambino…una carta dai poteri oscuri che aveva preferito allontanare da sé, spedendola nello spazio. Con una punta di vergogna, dovette ammettere di averla dimenticata. Ed ora era risorta per vendicarsi. –Sei proprio tu… Hai preso Jesse per arrivare a me…

-Avevo alternative? Ora sbrigati: ho un duello da vincere.

-Questo è tutto da vedere! Gioco "Ritorno totale" che cancella gli effetti di tutte le carte magia e trappola presenti in campo. Quindi anche "Arena dell'oblio" finisce al cimitero. Bene, per uno scenario che se ne va, un altro ne prende il posto…ecco "Neo-spazio"!- annunciò Jaden. –Seguito da "Evocazione Neos", con cui mi è concesso fare un solo sacrificio per chiamare in gioco "Neos". Pensaci tu, amico!

-No! Non è possibile! NO!- protestò Jesse, perdendo.

-Lascialo andare, Yubel!

Un fumo nero abbandonò il corpo del duellante, prendendo forma lentamente. Yubel…come aveva potuto dimenticare quello sguardo cattivo, quell'aura di potere oscuro? Il mostro più forte del suo deck…

Prima che se ne liberasse.

-Avrai anche sconfitto Jesse, ma con me sarà tutta un'altra storia! Io non ti ho perdonato, Jaden! Mi hai abbandonata al mio destino, mi hai tradito e per questo pagherai con la stessa sofferenza che ho provato io!

La terra cominciò a tremare, mentre i demoni e ciò che li circondava svanivano nel nulla.

-Cosa vuoi, Yubel?- domandò Jaden.

-Un duello…contro di te, Eilen- affermò la creatura, indicando la rossa. Questa ricambiò lo sguardo decisa, senza alcun timore negli occhi azzurri: non aveva paura di uno spirito dato che lo era anche lei.

Ma il suo ragazzo le prese la mano, costringendola a voltarsi.

-No, Eilen. Prendo il tuo posto- disse, le immagini del sogno che lo assillavano. –Io…non posso perderti… Non ti permetterò di rischiare la vita.

-Yubel, perché te la prendi con loro?- intervenne lo Slyfer. –Sono io che ti ho abbandonata! È con me che devi batterti!

-C'è molta più soddisfazione nel distruggere uno alla volta i tuoi amici… Farti provare lo stesso dolore che ho subito io. Allora, imperatrice? Sto aspettando.

-Eilen…

-Andrà tutto bene- lo rassicurò dandogli un bacio sulla guancia. –Non mi succederà niente, Chazz. Sono pronta. Combattiamo!

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Capitolo 9
*** Fino all'ultima mossa ***


9. Fino all'ultima mossa

 

 

La netta superiorità di Yubel fu chiara fin dalle prime mosse: in pochi turni mise Eilen alle strette, decurtando buona parte dei suoi life-points. Doveva trovare subito una soluzione o… O il rischio che la sua vita si concludesse quel giorno, diventava molto alto. E lei aveva troppe cose, troppe persone, troppi spiriti a cui non voleva rinunciare.

-Coraggio, Eilen…puoi farcela- si incitò. –Ne hai viste di peggio…hai sconfitto Viper e i fratelli di Chazz… Non puoi mollare proprio adesso.

Spostò lo sguardo su Jaden, ancora accanto a Jesse svenuto, e poi a Chazz: nel suo sguardo era chiara la preoccupazione e la paura. Le aveva detto che non voleva perderla, e per lei quelle parole valevano quanto un giuramento d'amore eterno.

Ora cominciava la sua risalita.

 

-Mi sento come se una mandria di elefanti mi fosse passata sulla testa…- biascicò Jesse, svegliandosi. Si passò una mano sul viso e sui capelli, tirandosi lentamente a sedere. –Ahia…

-Bentornato!

-Jaden! Che ci fai qui?- domandò, guardandosi attorno. –Qui dove a proposito?

-Non ricordi niente?

-No. L'ultimo ricordo che ho è…la partenza dall'Accademia. Che sta succedendo? E chi è quella?

-È Yubel, lo spirito di una carta che avevo un tempo. Si era impossessata del tuo corpo e tu hai ipnotizzato Eilen- spiegò il brunetto. –Insieme avete sottomesso il Neo-spazio e vi preparavate a fare lo stesso con la Terra.

-Cosa?! E…perché sta duellando contro di lei?

-È stata una decisione di Yubel, ed Eilen ha accettato.

-Io…non riesco a crederci… Non ho alcun ricordo di questi giorni…

-Meglio così, credimi. È molto meglio…

 

-Gioco "Giorno dell'incoronazione". Se non ho mostri sul campo, questa carta mi permette di evocare "Giovane regnante" e il suo cantastorie "Ragazzo di luna"- affermò la rossa. –Peccato che per te innalzerà un canto funesto: lo equipaggio con "Flauto d'argento", che gli consente di saltare la tua difesa e attaccarti direttamente.

La musica del giullare costò cara a Yubel: 2000 dei suoi life-points vennero distrutti.

-Sarà la tua ultima nota- minacciò.

-Non starai dimenticando "Giovane regnante", vero? A lei regalo "Corona di domani" che aumenta di 500 punti il suo attacco, permettendole di distruggere "Signore del caos"!

-Non hai ancora vinto, ragazzina.

-Io dico di sì, perché grazie al potere speciale della mia amica tu perdi l'equivalente dei punti d'attacco di "Signore del caos".

-NO! Non posso aver perso contro una mocciosa!

I poteri di Yubel si dissolsero rapidamente, riportando tutti all'Accademia e riportando nel loro mondo coloro che erano stati spediti alle stelle. La creatura era in ginocchio a terra, sconfitta e delusa.

-Non valgo niente…io non volevo far del male a quelle persone…

-Yubel…

-Volevo solo proteggere il mio padrone…evitargli di soffrire…

-Ma hai agito nel modo sbagliato- ribatté Eilen. –Non era mandando i suoi avversari all'ospedale che gli eri d'aiuto.

-Ho anch'io le mie colpe.- Jaden si era avvicinato in silenzio, colpito dalle parole dello spirito. –Non sono stato in grado di controllarti, di domare il tuo potere, e ho preferito mandarti nello spazio. Avrei dovuto tenerti con me. Yubel…per quello che può valere adesso…ti chiedo scusa.

-Jaden…

-Vuoi tornare nel mio deck?

-Sì. E questa volta senza trucchi- decretò felice.

 

§*§*§*§*§*§

 

-Eilen… Come mai senza Chazz?

-Non viviamo in simbiosi- ribatté senza voltarsi, riconoscendo la voce di chi aveva parlato. La notte era già calata sull'Accademia del duellante, calma come la pace che finalmente pareva regnare.

Piombò il silenzio fra di loro, carico di significati: entrambi sapevano cosa contenesse quel nulla, quali frasi non dette arrivassero comunque al loro cuore.

-Mi dispiace, Jesse. Tu attendi qualcosa che io non posso darti- intervenne infine la fanciulla. –Non puoi odiare Chazz per questo.

-Non odio Chazz, anzi…lo invidio. Il nostro è solo l'astio che corre tra i rivali in amore- disse, con un sorriso rassegnato, malgrado gli occhi fossero devastati dall'infelicità. –Non ti è mai successo?

Un velo di tristezza scese sugli zaffiri della coetanea.

-Capita a tutti d'innamorarsi, ma le principesse fantasticano sui personaggi dei romanzi, sui principi azzurri, prendono cotte per i pochi compagni di gioco che vengono loro concessi- rievocò con amarezza. –Finché altri non decidono chi devono sposare.

-Ma per te non è così. Tu sposerai Chazz.

La giovane si volse stupita: di solito non nominava mai il moretto, lo evitava come la peste.

-Se fosse stato un umano qualsiasi, avrei dovuto rinunciare al trono per stare con lui, ma dato che è l'eroe del Neo-spazio nessuno trova niente da ridire. A parte mio padre.

-Io sono certo che non avresti rinunciato a lui, qualunque fosse il prezzo da pagare. E per quanto riguarda tuo padre: non si è comportato diversamente da Yubel. Vuole proteggerti, ma nel modo sbagliato.

-A proposito di Yubel…perché ha scelto proprio te?

-Perché cercava qualcuno che soffrisse al punto da nutrire rancore, come lei. E ha incontrato me, che scappavo da questo posto…e da te.

-Vorrei che tu fossi felice…ma non puoi esserlo se continuerai a pensare a me.

-Eilen…dimenticarti sarebbe molto peggio che non averti mai conosciuta- si congedò, avviandosi verso il dormitorio Obelisc.

-Jesse?

-Dimmi.

-Grazie.

 

I suoi passi echeggiavano nel silenzio del dormitorio: come aveva potuto dare quell'ordine? Era stata una stupida… Suo padre, forse, non l'avrebbe perdonata e avrebbe avuto tutte le ragioni: costringerlo ad andarsene e prendere il suo posto…

Dopo un lungo respiro si apprestò a bussare, ma si bloccò nell'udire delle voci nella stanza.

-Chazz, davvero saresti disposto a tanto?

-Voglio che lei sia felice e non può esserlo senza la sua famiglia. Per questo, se sono io il motivo che la allontana da voi…io rinuncerò ad Eilen.

Chazz…ecco perché non l'aveva trovato da nessuna parte. Ma che stava dicendo? Lei non poteva essere felice senza di lui…

-Perché? Tu l'ami- replicò l'imperatore. –Ed io non sono stato gentile nei tuoi confronti. Tu l'hai salvata ed ora la restituisci a me… Perché?

-Lei era solo preoccupato per sua figlia. Io so cosa vuol dire non avere una famiglia, non avere nessuno che si preoccupa per te: Eilen ha la fortuna di avere voi, ed io non voglio privarla di questo.

Julius sospirò: aveva sbagliato nel giudicarlo. Quel ragazzo non era solo arrogante o presuntuoso. Non era il "figlio di papà" che tutti dipingevano: era la prova che denaro e importanza non facevano la felicità. E sapeva anche essere saggio, molto più dell'uomo con cui discuteva.

-Chazz, no!- intervenne Eilen, irrompendo nella camera. –Se perderò la mia famiglia, sarà solo per colpa mia. Ho voluto giudicarti, papà, senza fermarmi a riflettere… Rency non era il solo a soffrire…

-Era qualcosa che dovevi comprendere da sola… Ed io dovevo capire quanto tenessi a te e al tuo bene: ho sbagliato fin dall'inizio con entrambi. Ora lascerò che sia tu a decidere: cosa vuoi davvero, Eilen?

-Non sono ancora pronta per regnare… Voglio restare sulla Terra con lui- disse la fanciulla prendendo la mano di Chazz. –Perché io lo amo.

-E così sia, allora. Chazz, accetteresti le scuse di un vecchio stupido?
-Certo… Voglio dire…sì, signore.

 

-Sei andato da mio padre- esordì Eilen, una volta rimasti soli. Le vacanze erano terminate, volate via come foglie al vento. E, visto come erano andate, non potevano che rallegrarsene. Forse il nuovo giorno avrebbe portato con sé la promessa di una nuova era, di un periodo migliore, dove finalmente ci sarebbe stata un po' di tranquillità anche per loro. –Lo hai affrontato per me…

-Sapevo che tu ci tenevi. Mascheri da sempre la tua identità, solo per me… Sicura di aver fatto la scelta giusta? Sei una principessa…

-E voglio quello che ogni principessa sogna: vivere per sempre felice e contenta, con il ragazzo che amo…

 

FINE

 

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