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Due settimane di vacanze:
l'Accademia era mezza vuota e un'insolita quiete aleggiava sull'isola. Sulla
spiaggia, Eilen ascoltava il rumore delle onde, una cosa che solitamente non
aveva il tempo di contemplare, presa com'era dalla vita studentesca. Ma, per
festeggiare la fine dell'avventura con i bio-med, si erano fermate le
lezioni.
C'era una pace
unica e irripetibile: molti studenti erano tornati a casa. Anche i suoi amici
erano in giro per il mondo: Jaden, Syrus e Bastion erano andati a Domino a
trovare un loro amico che lavorava per Pegasus; Hasselberry e Jim erano ad uno
scavo archeologico in Europa; Alexis era rientrata in famiglia e Jesse era
partito senza dire dove andasse. I suoi rapporti con il ragazzo del Nord non si
erano ancora distesi e tra lui e Chazz c'era parecchia tensione: troppo poco
tempo era trascorso perché le cose tornassero alla
normalità.
Anche le divise
riposavano in quei giorni di festa: lei infatti indossava un paio di
pantaloncini di jeans e un top a fascia nero su cui brillava il suo ciondolo
ametista.
Nulla insomma
poteva rovinare quella magia…
Ma
improvvisamente venne sollevata da terra e presa in braccio da qualcuno che la
portava verso l'acqua, malgrado lei si dibattesse,
esclamando:
-No, Chazz!!
Non vorrai…
Troppo tardi:
Eilen si ritrovò in acqua, bagnata fino alle ossa, mentre il ragazzo rideva
divertito. Aveva abbandonato anche lui la tenuta quotidiana, lasciando in camera
la giacca nera. La fanciulla gli regalò un'occhiataccia, prima di alzarsi di
colpo e saltargli al collo, facendolo cadere in mare.
-Ok, siamo
pari- affermò Chazz, sedendosi sulla spiaggia. I capelli scuri, bagnati e
gocciolanti, gli si attaccavano al viso e li scostò con la mano, fissando la sua
ragazza raggiungerlo.
-Sei di
buonumore oggi- disse Eilen, sistemandosi al suo fianco. –Non pensavo, dopo il
risveglio di stanotte…
Chazz si
rabbuiò un attimo a quelle parole, ricordando le immagini terribili del suo
sogno. Ma altro non era…solo un sogno. Si volse verso la coetanea con uno strano
sorriso sulle labbra.
-Sono di ottimo
umore- mormorò, un attimo prima di stringerla fra le braccia, finendo entrambi
sulla sabbia, lei sotto di lui.
La giovane rise
felice, allacciandogli le mani sulla nuca e tirandolo a sé: era inutile, amava
quel duellante dalle iridi plumbee, snob e presuntuoso. Lo amava da
impazzire.
La baciò
lievemente, separandosi poco dopo per perdersi nei suoi zaffiri brillanti.
Avrebbe potuto restare per delle ore così.
-Strano che non
ci siano i tuoi angeli custodi in giro- sussurrò lei, riferendosi agli
"Ojama".
-Non ho idea di
dove siano, ma finché dura voglio approfittarne- ribatté, dandole un altro
bacio.
Eilen lo
strinse a sé, lasciandosi scivolare in quello che stava diventando più di un
semplice bacio. Poi, di colpo, il suo medaglione si illuminò e Chazz venne
sollevato dal suolo.
-Ma cosa…-
protestò, volteggiando a qualche metro dal suolo.
-Scusa,
"umano"- rispose una voce nota alle orecchie della ragazza. Purtroppo. –Stavi un
po' troppo vicino a mia figlia.
Un uomo apparve
sulla spiaggia, un signore distinto dai capelli grigi e i baffi, con occhi della
stessa sfumatura d'azzurro di quelli della diciassettenne.
-Papà…che
sorpresa…- commentò la duellante, con ben poco entusiasmo. –Potresti farlo
scendere?
Lui schioccò le
dita e il giovane precipitò a terra.
-Chazz! Ti sei
fatto male?- gli chiese, aiutandolo a rialzarsi.
-Stavo meglio
prima…ma non è niente di grave.
Eilen fissò il
padre in modo truce, lasciando chiaramente trasparire la rabbia che le si
agitava dentro. Che diavolo voleva da loro?
L'imperatore la
squadrava con altrettanto disappunto: l'erede al trono del Neo-spazio andava in
giro conciata in quel modo e flirtava con un umano… Era inaccettabile: doveva
assolutamente porvi rimedio.
-Eilen, tesoro-
lo fermò però la moglie, comparendo al suo fianco. Era una donna bellissima, dal
portamento regale ma dall'espressione buona: nei suoi occhi verdi si leggeva
tanto affetto. Non era difficile capire da chi avesse preso la
giovane.
-Mamma, come
stai?- la salutò lieta la figlia. –Ti abbraccerei volentieri,
ma…
-Oh, vieni qui
e non pensarci- ribatté l'imperatrice, accogliendola tra le braccia. –Diventi
sempre più bella, Eilen.
-Bugiarda, sei
tu ad essere sempre in forma- commentò Eilen. –Cosa ci fai sulla
Terra?
-Abbiamo saputo
che eravate in vacanza e ne abbiamo approfittato per venire a trovarti…e per
conoscere finalmente il salvatore del Neo-spazio- spiegò. –Hai ragione, cara: la
statua non gli rende onore.
-A giudicare
dal tuo comportamento, sembra che tu abbia dimenticato chi sei e da dove vieni-
la riprese il sovrano. –Anche se ci ha salvato, rimane sempre un "umano".- Non
mancò di calcare con disprezzo la parola "umano", cosa che mandò su tutte le
furie la rossa: lo odiava quando faceva così.
-Forse non lo
sa, ma ho un nome: Chazz Princeton- la precedette il giovane, portandosi accanto
alla fidanzata. Si era decisamente stancato del trattamento che gli stava
riservando e notò con una punta di soddisfazione lo stupore sul viso dell'uomo.
Adorava distruggere la sicurezza dei propri interlocutori.
-Sì…bhe…-
tentennò l'imperatore, preso alla sprovvista. –Io sono l'imperatore Julius
Shino, signore del Neo-spazio. E lei è mia moglie Aurora.
-Allora sei tu
ad avermi portato via Eilen- disse gentile Aurora, osservandolo. Era molto bello
(Dì pure stupendo, bellissimo, meraviglioso, fantastico… °ç° NdA_che ha perso la
testa) doveva ammetterlo, e non stentava a credere che sua figlia ne fosse
innamorata. Ma c'era qualcosa in lui, qualcosa di cupo… Quei suoi profondi occhi
grigi nascondevano una rabbia e un furore inimmaginabili…oltre all'amore per
Eilen.
-Mamma, così lo
metti in imbarazzo!- esclamò la principessa, arrossendo. –Immagino vorrete
riposarvi un po'… Vi porto nella mia stanza.
§*§*§*§*§*§
-Non dire niente- esordì Eilen,
sedendosi sul divano nell'appartamento di Chazz. –Mio padre è un incubo, lo
so.
-Staranno
all'Obelisc?
-Sì, per
fortuna…almeno avrò qualche ora di respiro. Ti chiedo scusa per il suo
comportamento…a confronto con lui i Princeton sembrano degli agnellini
spaventati…
-Potrei anche
offendermi…- sussurrò, chinandosi sulla sua bocca. –Ti sembro un
agnellino?
-No…- rispose
lei con malizia. –Sei il lupo cattivo…
Chazz stava per
colmare i pochi millimetri che li dividevano, quando tre piccoli impiastri
interruppero l'idillio.
-Capo! Siamo
tornati!- annunciarono gli "Ojama", irrompendo nella stanza. –Ti siamo mancati,
vero?
-Come un mal di
denti- ringhiò il padrone.
-Ops…abbiamo
interrotto qualcosa?- domandò quello verde, accorgendosi della situazione in cui
si trovavano i due.
-Nooo…- fece
ironico il moretto.
-Meglio così-
conclusero gli spiriti.
-Io li ammazzo
con le mie mani…- mormorò, mentre la sua ragazza si alzava. –Sempre al momento
giusto arrivano….
-Su, non te la
prendere- lo calmò dandogli un bacio. –Mio padre è molto peggio. In una scala da
1 a 10…si merita un 11.
Chazz sorrise,
ma senza gioia: non cercò gli occhi di Eilen, ma lei riuscì comunque a vedervi
una profonda tristezza. Non parlava mai dei suoi genitori, erano un argomento
che il ragazzo non toccava mai, quasi vi fosse chissà quale segreto. C'erano i
suoi fratelli e nient'altro: la sua famiglia si fermava lì, pareva non esserci
altro.
-Chazz…tutto
bene?
-Sì…sì, è tutto
a posto.
-Lancerò un
incantesimo su quella stanza, in modo che non possono starci
insieme.
Aurora sospirò,
scuotendo la testa: Julius odiava Chazz, non c'era scampo. Lo odiava perché era
un umano, amava Eilen ed era a causa sua se la loro bambina aveva deciso di
rimanere in quel mondo. Riconosceva il suo merito per aver salvato il
Neo-spazio, sconfiggendo Sartorius, ma non gli avrebbe concesso sua figlia come
premio.
-Perché non li
lasci stare?
-Come fai a non
preoccuparti? Quel tipo sta compromettendo nostra figlia!
-Compromettendo…
Non ti sembra di esagerare? È un bravo ragazzo, ed è
innamorato.
-Innamorato… Li
ho avuti anch'io diciassette anni e so cosa si ha in testa a quell'età. Magari
lui….ed Eilen…no, non voglio nemmeno pensarci- gemette l'imperatore,
allontanando ciò che riteneva orrende riflessioni. –Sarebbe
terribile.
-Julius, si
amano e sono entrambi abbastanza grandi da sapere quello che fanno. Lascia che
le cose seguano il loro corso.
-Dovrei
permettergli di usare la mia bambina per i suoi comodi?! Poi magari la pianterà
in asso perché non gli piace più…oppure perché è incinta!!
-Sei
catastrofico come sempre. Quando si tratta di Eilen è inutile tentare di
ragionare con te- concluse la moglie, stanca di discutere. –Ma se per colpa tua
la loro storia va a rotoli, lei non te lo perdonerà mai.
Chazz guardò
Eilen dormire tranquilla al suo fianco e, stando attento a non svegliarla, si
alzò e prese la giacca, uscendo. Aveva fatto di nuovo quel
sogno…
Forse non era
un semplice frutto del suo inconscio… Forse era una premonizione, un
avvertimento.
Eilen era in
pericolo. Un pericolo mortale.
Ma chi, o cosa,
la minacciava?
Possibile che
suo padre arrivasse a tanto pur di separarli?
Eilen mosse
pigramente un braccio alla sua destra, senza però incontrare il corpo di Chazz.
Aprì gli occhi, accorgendosi d'essere sola: strano, di solito lui non si alzava
mai prima di lei…gli piaceva restare a guardarla mentre dormiva, baciata dai
raggi del sole.
-Chazz!- lo
chiamò, senza ottenere risposta. Non c'era nessuno nell'appartamento, oltre a
lei. Nemmeno gli "Ojama". Era veramente insolito e un vago senso di panico
iniziò a farsi strada in lei: era forse opera di suo padre? Da lui c'era da
aspettarsi di tutto…ma se gli aveva torto un solo capello…
Poi notò un
biglietto sul tavolino di fronte al divano.
"Sono
nei dintorni, non preoccuparti. Ti amo.
Chazz
Ps:
Posso sopravvivere ad un pomeriggio con tuo padre."
Quel messaggio
le fece tirare un sospiro di sollievo: non era vittima di un intrigo
dell'imperatore, che proprio non digeriva quel ragazzo. Per lui era sufficiente
essere costretto a vederlo ogni volta che usciva in giardino, con quella statua
di marmo bianco che era stato costretto a far realizzare. Non accettava l'idea
che stesse con sua figlia… e non sarebbe mai riuscita a convincerlo del
contrario: le opinioni delle persone non cambiavano mai. Soprattutto quelle di
alcuni neospaziali nei confronti degli umani.
Non era sempre
facile nemmeno per la fanciulla recitare quella parte e non essere sé stessa, ma
amava Chazz e per lui sarebbe stata bene in qualsiasi
luogo.
E avrebbe
cominciato quella giornata andando a destare il paparino.
-Capo…oggi sei
strano.
Il ragazzo non
rispose, continuando a fissare l'orizzonte fin dove il suo sguardo poteva
spingersi: una grande preoccupazione riempiva i suoi occhi grigi, causata dai
frequenti sogni che lo tormentavano. Non aveva più dormito quella notte, era
rimasto a vegliare il sonno di Eilen, come a proteggerla. Ma da
cosa?
A volte…a volte
era convinto di aver sbagliato tutto. A cosa stava pensando quando si erano
messi insieme? Erano totalmente diversi…e non per quanto riguardava i gusti.
Julius era stato il colpo di grazia: aveva aumentato i suoi dubbi e alterato il
suo umore.
Doveva arrivare
lui perché si rendessero conto che la loro relazione non era normale: lo
sapevano da sempre, come da sempre combattevano per tenerla in vita. Sartorius,
Viper, Jesse…avevano superato e vinto tutto.
Ma aveva ancora
senso combattere?
Eilen entrò in
punta di piedi nella stanza, salutando la madre con un cenno della mano: lei si
alzava sempre molto presto, era una sua abitudine. Invece suo marito, quello
sulle cui spalle gravava il destino del Neo-spazio, dormiva regolarmente fino a
tardi. La figlia gli rivolse uno sguardo d'astio, prima di aprire di scatto le
imposte facendo entrare il sole con la forza di una
cascata.
-Buongiorno,
padre!- esclamò, fingendo di non notare il suo sussulto: avrebbe pagato caro il
suo atteggiamento nei confronti di Chazz. –È una splendida mattina, non sei
d'accordo?
-Eilen…che
diavolo ci fai qui a quest'ora?- si lamentò l'uomo, coprendosi gli occhi con un
braccio: la sua bambina era terribile alle volte. E lui odiava essere buttato
giù dal letto in quel modo.
-Vengo ad
augurarti una magnifica giornata, non ti dispiace, vero?
Aurora nascose
un sorriso: Eilen aveva tirato fuori le unghie. Julius si era tirato da solo la
zappa sui piedi. Lui si alzò, guardando truce la rossa: non si sarebbe arreso
tanto facilmente. Un umano a regnare sul Neo-spazio?
-Ne sono lieta,
anche il mio sonno è stato divino.
-Immagino tu
sia qui per un motivo- la interruppe, arrivando subito al nocciolo della
questione. –Sarai anche riuscita a mascherarti tra questi comuni mortali, ma non
puoi mentire a me.
-Non era la mia
intenzione. Per prima cosa volevo proporti un giro turistico dell'Accademia,
dove studio- iniziò Eilen. –E nel pomeriggio potresti trascorrere qualche ora
con Chazz, per conoscerlo meglio.
-Io non voglio
conoscerlo.
-Devi, è l'eroe
del Neo-spazio.
L'imperatore
sospirò: aveva una figlia sveglia, doveva riconoscerlo. Sapeva quali tasti
premere per costringerlo ad incontrare il ragazzo e li sfruttava
ampiamente.
-Va bene,
Eilen. Ma non mi piacerà.
§*§*§*§*§*§
Chazz non era
arrabbiato: era furente. Gli "Ojama" gli sventolarono davanti al naso un drappo
rosso, perché pareva proprio un toro pronto alla carica.
Era stato un
incubo: per amore di Eilen aveva sopportato, aveva cercato d'essere gentile. Ma
quell'uomo avrebbe fatto perdere la pazienza anche a un
santo!
"Voi umani
siete così arretrati"… Oppure "Da noi una cosa del genere sarebbe
inaccettabile"…
-È lui ad
essere inaccettabile!- gridò, tirando un cuscino contro il muro. –Quanto lo
odio!
-Capo, se
continui così, ti scoppierà una vena.
-Come faccio a
calmarmi?! Voi non avete passato un pomeriggio
all'inferno!!
-Immagino non
sia andata bene- intervenne Eilen, entrando
nell'appartamento.
-Eilen…-
tentennò imbarazzato. –Complimenti, Chazz- si disse. –Beccato in pieno ad
inveire contro suo padre.
-La tua voce si
sente a stare in fondo alla strada. Cosa è successo?
-Un disastro.
Tuo padre non ha fatto niente per venirmi incontro, anzi. Non ho raccolto le sue
provocazioni, sono stato paziente…ma non voglio più incontrarlo per il resto dei
miei giorni- decretò. –Non ci darà mai la sua benedizione e, francamente, non la
voglio nemmeno da un uomo del genere.
-Chazz, non
pensi che per me sia importante? È mio padre: ti costa tanto cercare di andarci
d'accordo?!
-Costarmi?! Tu
non hai idea di quanto sia… Oh, ma cosa sto qui a discutere con te…tu sei dalla
sua parte.
Entrambi
avevano iniziato ad alzare i toni, la rabbia faceva dire loro cose che non
pensavano realmente. Gli "Ojama" spostavano lo sguardo dall'uno all'altra,
tentando inutilmente di placarli: non concedevano spazio al loro
intervento.
-Vogliamo
parlare della tua di famiglia?! Se credi sia stata felice della loro
accoglienza, bhe, ti do una notizia: non è così!
-Perfetto, su
una cosa siamo d'accordo: nemmeno la tua è il massimo! Per fortuna ce ne siamo
accorti prima di fare l'errore di sposarci!!
-Uno sbaglio
che non commetterò! Non avrei mai dovuto mettermi con te!- esclamò, sbattendosi
la porta alle spalle e correndo via.
Chazz si gettò
sul divano, immergendo la faccia nel cuscino, mentre il senso di colpa
cominciava a sostituirsi all'ira.
-Capo, devi
correrle dietro! Cosa ci fai ancora qui?! Inseguila e chiedile
scusa!
No, quello era
troppo. Il duellante si sollevò di scatto e tuonò:
-Chiederle
scusa?! Dopo che suoi padre mi ha trattato come uno zerbino, io dovrei chiedere
scusa?!
I
mostriciattoli non si scomposero, abituati al suo carattere e alle sue
sfuriate.
-Certo, è
quello che fanno i ragazzi: giocano a calcio, seguono gli eventi sportivi e
chiedono scusa alle loro ragazze- risposero. –Hai
esagerato.
-Eilen non è
stata da meno.
-Io sono sicuro
che anche lei si è già pentita…
Eilen era
seduta sulla scogliera, ferita e colpevole: non avrebbe dovuto dire quelle
cose…non a Chazz…ma era stato più forte di lei. Insultare così suo
padre…
Già, suo
padre…
Andava tutto a
meraviglia prima che lui arrivasse…
Ora andava
tutto a rotoli. Un re avrebbe dovuto sapersi destreggiare e trovare la soluzione
migliore per tutti. Lui era capace solo a tirar fuori il peggio di ogni
persona.
Non le riusciva
difficile credere al racconto di Chazz…
Perché non li
lasciava vivere la loro vita?
Che non
accettasse le sue scelte era normale, ma pensava desiderasse solo il suo
bene…
Basta, gli
avrebbe detto chiaramente che doveva andarsene o lasciarli in
pace.
Peccato che il
fato avesse progettato diversamente: sotto i suoi piedi si aprì un varco e la
giovane svanì da quel mondo senza lasciare traccia.
Ciao!
Rispondo
all'unica commentatrice…
Court:
Ciao,
appassionata della saga di Eilen. Come vedi non potevo lasciare il nostro Chazz
senza la sua Eilen… C'è stato addirittura chi mi ha detto che ormai non riesce a
vederlo con nessun'altra…^_^ Bhe, lo stile di scrittura copre i punti dove la
trama lascia il tempo che trova (Ma ti critichi da sola?! O.o Sei un caso
disperato… -_-" NdChazz). Cos'altro dire? Mi fa tanto piacere che tu ci sia a
commentare e spero di risentirti. Un bacione!!
^_^
-Passano i giorni, ma la mensa
dello Slyfer è sempre pietosa- si lamentò Chazz, guardando il proprio piatto
riempito con una non ben definita sostanza. Perché non era tornato all'Obelisc
quando ne aveva avuto la possibilità?
-Chazz, vecchio
amico e compare, come ti ha trattato in questi giorni il
vento?
Il moretto
sollevò appena gli occhi su Atticus, euforico come sempre: in lui non c'era la
minima traccia di serietà nemmeno cercandola con attenzione. Era talmente
diverso da Alexis, da far dubitare che fossero realmente
fratelli.
-Che ti prende?
Sei più depresso di una chitarra scordata…
-Sono arrivati
i genitori di Eilen, e suo padre mi odia- spiegò
brevemente.
-Ho capito
perfettamente la situazione e ho un sistema infallibile per fare in modo che
accettino la vostra relazione.
-E quale?-
domandò speranzoso il duellante. Forse l'aveva giudicato
male…
-Dire che Eilen
è incinta.
Chazz spruzzò
la colazione ovunque: non si era affatto sbagliato! E quello lo chiamava
consiglio?!
-Sei pazzo?!
Quello mi uccide senza nemmeno pensarci!
-Effettivamente
è un'eventualità- convenne il bruno. –Ci rifletterò e se avrò altre idee te le
comunicherò.
-Se sono come
questa, lascia perdere- si congedò il giovane, uscendo.
Anche perché
Eilen, probabilmente, non voleva parlargli. La sera prima era andato a cercarla
per fare pace, ma non l'aveva trovata: aveva perso il controllo, ma sapeva che
non era una giustificazione. La verità era che avevano delle famiglie
terribili.
Stava entrando
nella sua stanza, quando qualcuno lo abbracciò di colpo, gettandolo a
terra.
-Ciao,
Chazz!
-Jaden…-
gemette il coetaneo. –Sei tornato…
-Sei felice,
vero?
-Come un
condannato a morte- replicò, alzandosi e pulendosi i vestiti. –È finita la pace.
E dov'è il resto della banda?
-Syrus è andato
a trovare i suoi genitori, Bastion è ad un convegno…così io sono rientrato da
solo. Dov'è Eilen?
-Capo! Capo!-
li interruppero gli "Ojama". –Eilen è sparita!
-Dove l'hai
nascosta, maledetto?!-gridò Julius appena vide Chazz.
-Calmati,
caro.
-Forse è
scappata perché non la sopporta più!- replicò Chazz.
Jaden si portò
una mano sul viso: ora iniziava a capire quale fosse il problema. E perché
l'amica avesse perso le staffe.
-Le hai fatto
del male, ne sono certo!
-Io non le
farei mai del male!
-BASTA!!- urlò,
stufo di quella discussione. –Dobbiamo ritrovarla!
Chazz si placò,
convenendo con il compagno: i litigi sarebbero venuti dopo. Sempre che ci fosse
un dopo. Le immagini del suo incubo riapparvero ai suoi occhi, malgrado vi fosse
un incubo più vicino e reale da affrontare in quel
momento.
-Ciao, Jaden.
Mi sembrava "Kuriboh" quello che c'era in giro- intervenne una voce
nota.
-Jesse!
-Ci mancava
solo lui- brontolò il moretto.
§*§*§*§*§*§
Eilen aprì a
poco a poco gli occhi: le sembrava di aver dormito per dei mesi…con un elefante
sulla testa! Provò a portarsi una mano al capo, accorgendosi così d'essere
ammanettata alla parete. Cos'era successo?! Quella non era l'Accademia del
duellante…pareva una grotta… Ma come ci era arrivata?
-Ti sei
svegliata, principessa.
-Chi sei? Chi
c'è?
-Calmati,
angioletto. Non hai nulla da temere.
Nulla da
temere?!
Cosa aveva da
temere da chi l'aveva rapita e incatenata chissà dove?! Era come stare in
compagnia del proprio migliore amico!
-Fatti
vedere!
Voleva almeno
sapere con chi aveva a che fare. Apparve un giovane, forse di poco più vecchio
di lei, dai capelli verdi e le iridi topazio. Era un bel ragazzo anche se i
terrestri avrebbero forse trovato strane le sue orecchie a punta, che tradivano
l'appartenenza al Neo-spazio. Uno del suo mondo l'aveva
rapita…perché?
-Non sei tu la
mia preda, Eilen- disse, quasi leggendole nel pensiero. –Tu sei la mia
esca.
-Cosa vuoi? Un
duello? Un biglietto di sola andata per le prigioni?
-La corona che
è stata tolta alla mia famiglia!- la interruppe, lasciandola di
sasso.
§*§*§*§*§*§
-Cos'hai
intenzione di fare?- Jesse era preoccupato per Eilen, scomparsa nel nulla.
"Rubino" e gli altri la stavano cercando dentro e fuori dal Neo-spazio, come
anche loro avevano passato la giornata ribaltando l'isola.
-Cosa dovrei
fare?- ribatté distrattamente Chazz, senza guardarlo.
Il coetaneo lo
afferrò per il colletto, sbattendolo al muro: non gli interessava quello che le
sarebbe potuto accadere?!
-Andarla a
cercare, mi sembra ovvio! Al tuo posto girerei il mondo intero!- gli urlò
contro. Eilen poteva correre chissà quali rischi e il suo ragazzo non alzava un
dito. –Tu non la meriti!
Il moretto si
limitò a strattonarsi dalla sua stretta senza ribattere e il suo silenzio fece
infuriare Jesse, che sollevò un pugno con tutta l'intenzione di colpirlo. Ma
Jaden lo trattenne.
-Non ti
intromettere, Jaden.
-Jesse,
smettila!
-Non sei mai
stato in grado di proteggerla, Chazz! Se ci fossi stato
io…
-Cosa?! Non
avresti litigato a causa di suo padre?!- sbraitò Chazz, completando il
discorso.
-Volete
finirla?!
-È una cosa fra
noi due!
-Siete
innamorati della stessa ragazza, ma se non restiamo uniti, non la ritroveremo
mai.
-Scusa, hai
ragione- convenne Jesse, abbassando le braccia. –Non è il momento di
litigare.
Chazz invece
non fiatò, lasciando la stanza: la discussione con il duellante del Nord non
aveva fatto altro che aumentare il suo malumore. Certo che era preoccupato,
certo che temeva per la vita di Eilen, ma pensarci non lo aiutava a stare
meglio.
Se solo non
avessero litigato…lei lo amava, cos'altro voleva?
Forse il
problema non era Julius, o Eilen, o il Neo-spazio…
Il problema era
lui.
Era la sua
esistenza.
Chazz
Princeton…un nome importante, rispettato, invidiato…da chi non sapeva cosa ci
fosse dietro. La sua non era una famiglia in cui si desiderasse nascere. O
meglio, era una famiglia in cui, una volta entrati, si faceva di tutto per
uscire.
Sua madre era
morta quando lui aveva poco più di quattro anni, gettandosi dal tetto della
Princeton Corporation, dopo una vita di eccessi, dopo aver provato di tutto per
affogare i suoi anni in quel mondo di lustrini e apparenze. Non era così
fantastico essere ricchi, non dava la felicità avere un attico in centro o i
vestiti dei più famosi stilisti.
E così lei
aveva preferito la via più facile e definitiva.
Non la
ricordava, se non dalle fotografia: una donna bionda, occhi grigi come i suoi…
Una donna normale…troppo normale per non esplodere al passaggio improvviso da
commessa a moglie di uno dei più ricchi industriali del
mondo.
Suo padre
l'aveva amata moltissimo, al punto che, dopo la sua morte, si tramutò in una
specie di fantasma. Il ricordo che Chazz aveva di lui era di un'indistinta
sagoma colorata, indifferente a tutto e a tutti.
Erano stati i
suoi fratelli a fare di lui ciò che era, scegliendo i suoi precettori, i suoi
passatempi e infine la sua vita: sarebbe diventato un duellante e lo avevano
spedito all'Accademia.
Nessuno di loro
era mai riuscito a farlo sentire amato.
Ed era questo
che aveva inseguito con Eilen: per una volta, una soltanto, avrebbe voluto
essere parte di una famiglia. Ma a lui non era permesso.
Fu qualcosa di
bianco a distoglierlo da quei pensieri. Qualcosa di bianco che cadeva dal
cielo.
Chazz tese una
mano e si stupì nel constatare che era proprio neve. Ma era agosto: come poteva
cadere la neve in agosto?!
-Che sta
succedendo?
§*§*§*§*§*§
Eilen era
sconvolta: rannicchiata a terra non faceva che ripensare alle parole del suo
rapitore. I suoi nonni…che le erano sempre parsi miti e incapaci di far male ad
una mosca…avevano sterminato la famiglia reale per salire al
trono.
"-E tu…tu
come fai a saperlo?
-Io sono figlio
dell'unico sopravvissuto: il vero principe del Neospazio. Mio padre era solo un
bambino quando i suoi genitori vennero brutalmente uccisi dagli Shino, ma era
abbastanza grande per odiare e decidere di vendicarsi. Raccontò il giovane. –Io
sono Rency Till'Aver, il legittimo erede.
-Io
non…
-Tu non lo
sapevi e mi dispiace servirmi di te. Ma Julius Shino deve restituirmi ciò che mi
spetta di diritto!"
No, non voleva
crederci…
C'era sangue
nel passato della sua famiglia, sangue innocente di donne, di bambini strappati
alle culle e sgozzati…in una notte di tanti anni addietro.
Una famiglia
intera…un bagno di sangue… Ora capiva i sussurri della servitù, la mancanza di
una lunga storia della sua casata…del loro regno…
-Chi sono
davvero le persone che mi hanno cresciuta?
-No, abbiamo
cercato ovunque- rispose "Neos". –Non c'è traccia di lei.
-Dobbiamo
continuare le ricerche- disse Jaden.
-La neve sta
continuando a cadere fitta- intervenne Jesse. –E sta calando la notte. Conviene
fermarci e riprendere domani. È la cosa migliore.
-Sì,
ma…
-Siamo tutti
stanchi, Jaden. Non ha senso proseguire in queste
condizioni.
-Già…anche se
questo tempo è strano: non nevica in agosto!
-A meno che non
stia accadendo qualcosa…- aggiunse il mostro del brunetto, preoccupato. Non gli
piaceva: avvertiva il male nell'aria, il presagio di una
sventura.
-Sai dov'è
Chazz?
-No, non l'ho
visto, ma credo sia in giro con gli "Ojama".
-Capo, fa
freddo…
-Se sento
ancora un lamento…- iniziò Chazz, bloccandosi. Avevano fatto del loro meglio,
poveri mostriciattoli…meritavano un po' di riposo. –Andate, su.
Sparite.
-E tu? Non puoi
rimanere fuori con questo gelo.
-Non
preoccuparti. Ho affrontato l'inverno dell'Accademia del nord, non
ricordi?
-Va bene, ma
non restare qui fino a tardi.
Eilen…lei era
in pericolo. Doveva essere in pericolo: non poteva essersene semplicemente
andata senza dire niente a nessuno. Non era da lei.
-Chazz!- lo
chiamò Jaden, raggiungendolo. –Dai, torniamo dentro o rischiamo di congelarci.
Domani la troveremo, vedrai.
-Tu credi nei
segni del destino?
-Strano sia tu
a nominarli. Tu non sei più forte del destino?
-Già, ma forse
il Cuore di Neos ha esagerato. Io non ci credevo fino ad
oggi.
-Non starai
pensando…
-…che il fato
mi stia consigliando di lasciar perdere?- concluse per l'amico. –Sì, Jaden.
Julius, Sartorius, Viper, Jesse… Solo coincidenze? Non penso…non c'è niente che
vada per il verso giusto da quando stiamo insieme. Forse non la troviamo perché
lei non vuole essere trovata.
§*§*§*§*§*§
-Posso sapere
almeno dove siamo?
-In una
dimensione oltre il Neo-spazio…il Mondo Oscuro. Il sovrano che lo governa mi ha
dato i poteri necessari a compiere la mia vendetta.
-La vendetta
verso cosa?- domandò Eilen. –Mio padre era un bambino come il tuo… Non è colpa
sua se la tua famiglia è stata sterminata. Versare altro sangue è inutile, non
pensi?
-Tu non puoi
capire… Passare una vita nella miseria…guardare il palazzo e sapere che sul
trono siede un usurpatore…che ciò che ha dovrebbe essere tuo…- ribatté Rency.
No, lei non poteva sapere, cresciuta nel lusso della vita di corte. –Ma avrò ciò
che è mio…grazie a te.
-Cosa?-
mormorò, vedendolo avvicinarsi.
-Certo, saremo
i sovrani del Neo-spazio…re e regina- spiegò, un istante prima di tentare di
baciarla. Eilen si scostò, sconvolta. Non avrebbe mai consegnato il suo regno ad
un folle. Mai. –Come preferisci… Sulla Terra mi pare che i contrasti si
risolvano in un modo molto simpatico…con un duello,
giusto?
-Fra duellanti
è così.
-Perfetto, ma
ti avverto: qui, chi perde dona la sua energia e finisce alle stelle. Vuoi
combattere ancora?- le chiese, liberandola.
-Io non mi tiro
mai indietro.
Alcuni turni
più tardi la partita procedeva in parità.
-Sei brava, lo
riconosco, ma questo sarà il tuo ultimo duello.
-È questo che
vuoi, Rency? È questo che ti ha insegnato tuo padre?
No, lui gli
aveva ripetuto di dimenticare, di non covare odio. Erano vivi, avevano una casa,
degli affetti…
"Il senso di
colpa che avvolge Julius Shino è già la miglior punizione. Non ho bisogno di
infliggergliene altre."
Era questo che
gli aveva sempre detto, eppure lui non lo aveva ascoltato, aveva cercato la
vendetta.
-Questa
battaglia non ha niente a che vedere nemmeno con me o con te…- aggiunse la
giovane.
-Già…peccato
averlo capito troppo tardi…
-Troppo
tardi?
-Quando si
inizia un duello nel Mondo Oscuro, lo si deve portare a termine. Deve esserci un
vincitore e un'anima che finisca alle stelle- spiegò Rency. –Io devo pagare per
il mio errore…cercavo solo giustizia…ma nel modo
sbagliato…
I suoi
life-points iniziarono improvvisamente a scendere, fino allo zero. Aveva
volontariamente deciso di perdere quel duello, perché Eilen continuasse a
vivere.
-Rency…-
mormorò lei, vedendolo scomparire a poco a poco in una polvere di luce
brillante.
-Vai nel
Neo-spazio e sali sul trono, Eilen Shino… Io sono certo che sarai una gran
regina… Addio…
-Rency…Rency!!
§*§*§*§*§*§
-Eilen…
Chazz quasi non
credeva ai suoi occhi: era lì, di fronte a lui, come se non se ne fosse mai
andata dall'isola. Era un sogno… La abbracciò, accorgendosi che era viva e
reale, non un frutto della sua immaginazione. Era tornata…
-Perdonami,
amore…- sussurrò, stringendola a sé.
La sentì
singhiozzare e infine scoppiare in lacrime, ricambiando quella stretta con
disperazione, come si aggrappasse alla sua ultima speranza. Tra un singulto e
l'altro gli raccontò tutto, ogni dettaglio perché doveva confidarsi con qualcuno
o sarebbe scoppiata.
-E adesso? Cosa
farai?- le domandò infine. Non aveva fatto un commento durante tutto il
racconto, non c'era bisogno di infierire con acide battute. Davanti al dolore
immenso di lei, tutto ciò che Julius gli aveva fatto passare erano solo
sciocchezze senza importanza.
Eilen si
avvinghiò ancora a lui… Le era mancato immensamente…le sarebbe mancato
immensamente. Aveva preso una decisione, una decisione estrema, ma
necessaria.
Forse il
destino le avrebbe presentato un conto salato, ma non poteva proprio fare
altro.
-Chazz…io…io
devo andare da mio padre…- annunciò, separandosi.
Voleva porgli
una sola domanda. Una soltanto.
Ma, come in un
gioco cattivo, era la domanda da cui dipendeva tutto.
-Eilen…tesoro…sei
tornata…
-Non toccarmi-
sibilò la giovane, in direzione dell'imperatore.
-Eilen, ma
cosa…
-Till'Aver-
pronunciò la rossa, glaciale, vedendo il colore sparire dal viso del padre. Era
la risposta che cercava, non aveva bisogno d'altro. Lui sapeva e non le aveva
detto niente, non si era curato di accertarsi che fossero davvero tutti morti,
che non ci fossero sopravvissuti.
Si voltò e fece
per andarsene.
-Eilen!
-Perché non me
ne hai parlato? Perché ho dovuto saperlo da altri?
-Io non volevo
che tu…
-Che pensassi
di avere degli assassini per antenati?!- gridò, puntandogli addosso uno sguardo
di fuoco. –Bhe, è troppo tardi.
-Credi che per
sia stato facile? Ma non c'era modo per espiare quel peccato- replicò con voce
stanca.
-Scuse…non sai
inventare altro… Io ti chiedo ufficialmente di lasciare il trono e andartene-
ordinò Eilen, con un tono che mai aveva adoperato, prima. –Prenderò il tuo posto
e regnerò sul Neo-spazio, nel nome degli Shino e dei
Till'Aver.
-Se è questo
ciò che desideri…
-Sì.
Ma per quanto
quel passo fosse stato difficile, non era niente a confronto di quello che la
aspettava. Con il cuore gonfio di tristezza, andò dal suo ragazzo: gli avrebbe
fatto del male, lo sapeva, ma sperava che lui capisse. O almeno si illudeva con
questa vana speranza: Chazz non avrebbe capito, era la realtà, ma accettarla
rendeva tutto ancora più difficoltoso.
-Chazz, io…io
vado nel Neo-spazio- disse in un solo fiato. Se si fosse fermata, non avrebbe
più avuto il coraggio di continuare. –Mi dispiace…ho bisogno di stare da sola,
di fare chiarezza dentro di me.
Gli occhi
plumbei del diciassettenne la scrutarono e lei non fu in grado di reggerli,
abbassando il viso. Se avesse scorto la sua insicurezza, avrebbe certo trovato
il modo per convincerla a restare, a cambiare idea. E la fanciulla non voleva
permetterglielo.
-È un
addio?
-È una pausa di
riflessione… Ti amo, ma quello che è accaduto mi ha aperto gli occhi su quali
siano i miei doveri- rispose. –E il mio primo dovere è verso il mio popolo. Non
volermene, ti prego…
-Chazz…- Non
poteva biasimarlo: lei avrebbe reagito nello stesso modo. Ma non poteva ignorare
le proprie origini: era sul trono da usurpatrice, però sarebbe stata una sovrana
degna di quel nome. Rency le aveva dato fiducia e, anche se significava
separarsi da Chazz, era pronta a farlo.
Forse si era
sbagliata. Forse il loro era davvero un addio.
Non c'era
possibilità di ritorno.
Il Neo-spazio
era come le spire di un serpente, che avevano incatenato il suo corpo e la sua
anima, come una corazza, o una camicia di forza.
La sua casa e
la sua trappola.
Per questo vi
entrò a testa alta, ma con le lacrime agli occhi.
Erano trascorsi
due giorni dall'accaduto: nel Neo-spazio regnava la tranquillità e lo stesso
silenzio che dominava al dormitorio Slyfer. Jaden sospirò, preparandosi a
chiedere udienza a palazzo: "Neos" gli aveva chiesto di tentare di parlare ad
Eilen, e sebbene sapesse di non avere molte possibilità, aveva deciso di fare un
tentativo.
Le guardie lo
riconobbero e lo lasciarono passare, indicandogli la via per la sala del trono:
non gli piaceva quel posto, somigliava ad una prigione. Una cella in cui l'amica
si era volontariamente rinchiusa, decisa a non avere più contatti con il loro
mondo.
-Eilen- la
chiamò.
Lei era sul
trono, splendida nel suo abito di velluto bianco e oro, ma con un sorriso
talmente triste che il brunetto si sentì struggere: Eilen aveva rinunciato a
tutto ciò che lui rappresentava, ciò che doveva dimenticare. Per non soffrire
ancora.
-Jaden, come
stai?- gli domandò, dando il via ad una conversazione che sapeva di non poter
evitare.
-Potrei star
meglio se chi mi sta accanto fosse felice- rispose sinceramente, leggendo nelle
sue iridi cerulee lo stesso dolore contenuto in quelle plumbee di Chazz.
Parevano morire un po' per giorno, senza accorgersene, senza fare niente per
impedirlo: l'ardore che solitamente li animava si era spento e i due ragazzi si
abbandonavano a poco a poco all'apatia. –Ci manchi…non è più lo stesso senza di
te. E Chazz è a pezzi.
Quel nome…quel
nome che come una lama la trafiggeva senza alcuna pietà. Il suo unico grande
amore…ormai finito per sempre…
-Gli
passerà.
-Sai che non è
vero. Tu sei la cosa più importante per lui.
Eilen restò in
silenzio: per molto tempo aveva creduto che l'amore potesse essere più forte di
qualsiasi cosa, potesse vincere contro qualunque ostacolo. Finché non si era
scontrata con la verità: l'amore era un sentimento come altri, non era dotato di
poteri speciali. E c'erano barriere che non poteva
valicare.
-Eilen,
torniamo indietro…- propose Jaden, tendendole una mano. Non sopportava di
vederli così infelici.
-Io non
tornerò, Jaden. Questo è il mondo, è il mio regno e io l'ho dimenticato per
troppo tempo, giocando a fingermi qualcuno che non sono.
-Lo stai
facendo anche adesso! Guardati in uno specchio, se non ci credi: sei triste,
abbattuta…e tutto perché non sei con chi ami.
-Non sempre
l'amore è sufficiente…nel mio caso non è bastato- concluse. –Ora va, ti
prego.
-Come vuoi, ma
sappi che stai sbagliando.
§*§*§*§*§*§
-Le hai
parlato?
-Sì, Jesse. E
non sente ragioni- rispose lo Slyfer. –È stato come discutere con un muro… Un
muro reale, ma pur sempre un muro.
-Senti…pensi
che cambierebbe qualcosa se la incontrassi io?
Jaden lo fissò
seriamente con un'aria per nulla rassicurante: non era affatto convinto che
fosse una buona idea e una vocina gli ripeteva che qualcosa non andava per il
verso giusto.
-Non complicare
le cose, Jesse. So quello che provi per lei.
-Non voglio
certo approfittarne…
-Ti ho solo
dato un consiglio da amico.
-Puoi stare
tranquillo. Io voglio solo il suo bene.
-Mi fido di te,
ma aspetta domani: per oggi ne ha avuto abbastanza della mia visita.
§*§*§*§*§*§
-Jaden, di
nuovo qui- disse Eilen, senza voltarsi. Ferma nel giardino, dava le spalle al
suo visitatore: pensava di essere stata chiara…
-Non sono
Jaden.
Si girò a
quella voce: Jesse la guardava a poca distanza, tranquillo, con la sua aria
serena da eterno ottimista. Era lui il terrestre ad aver chiesto
udienza…
-Pensavo ti
andasse di parlare con qualcuno che non erige un monumento all'amore di Chazz
nei tuoi confronti. Dovrei gioire della vostra rottura, ma non mi da gioia
saperti così triste.
-Jesse…non
tornerò indietro. Quindi se sei qui per…- iniziò, mentre il giovane si
avvicinava.
-No. Io sono
qui per restituirti il sorriso- rispose, portandole una mano sotto al mento per
alzarle il viso e specchiarsi nei suoi zaffiri. Eilen era come ipnotizzata dai
suoi occhi: cos'avevano di diverso dal solito? Cosa la incatenava ad essi? Era
come essere sull'orlo di un burrone…e desiderare di
cadere…
-J…Jesse…-
riuscì a balbettare, sentendo quello strano incantesimo insinuarsi sotto la sua
pelle.
-Nessuno
dovrebbe permettersi di far piangere un bel fiore come te…- mormorò. –Chazz non
ti merita.
-Jesse…io
non…
Ma il ragazzo
si chinò imperterrito su di lei, fino a sfiorarle le labbra, sussurrando
soavemente:
-Vieni con
me…io sono la risposta a tutti i tuoi problemi…
Era la verità?
Era lui che desiderava?
Perché
improvvisamente avvertiva l'intenso bisogno di credergli, di affidarsi
completamente a lui?
-Osserva-
continuò il compagno, separandosi. Il mondo che li circondava stava cambiando,
spariva assorbito da un'altra dimensione, tetra e sinistra, in cui l'unica luce
era quella di una cometa azzurra.
-Che posto è
questo?- domandò Eilen.
-Benvenuta nel
Mondo Oscuro…il mio regno.
-Il tuo regno?-
Mondo Oscuro…dove aveva già sentito quel nome? Non riusciva a
ricordarlo…
-Già, sono
capitato qui per caso durane il mio viaggio…e mi sono fatto valere sui demoni
che governavano- raccontò il duellante, avviandosi con lei verso i troni, due
immani scranni ricchi di rostri e punte, degni di chi regnava sull'Inferno. –Ora
sono io a fare il bello e il cattivo tempo… Io e te, ovviamente: sarai la mia
regina… Vedrai, insieme otterremo il potere sul Neo-spazio, sul mondo di mezzo e
infine sul bottino più prezioso: la Terra.
-Parli sul
serio, Jesse?
-Certo- rispose
lui, passandole un braccio attorno alla vita. –Non dirmi di no… Ti voglio,
Eilen, voglio dividere tutto questo insieme a te. Ti voglio al mio fianco, ogni
giorno e ogni notte. Non dirmi di no, cos'hai da perdere?
Regina di
tutto…qualcuno che la amava davvero…qualcuno che la
voleva…
-Nulla, hai
ragione- convenne, sollevandosi sulle punte. –Ho solo da
guadagnare.
E una densa
nebbia scura li avvolse, perché in quel bacio si celava l'inizio di un tempo di
terrore e di buio per l'universo intero.
§*§*§*§*§*§
Ma dov'era
finto?
Jesse mancava
dall'Accademia da un giorno intero. Che fosse ancora con
Eilen?
Non sapeva
spiegarsene il motivo, ma sentiva che stava per accadere qualcosa di
grave…
-"Kuriboh", vai
a dare un'occhiata.
Eccomi
qui dopo questa lunga attesa…mille impegni mi hanno impedito di aggiornare la
ff.
Court:
Ciao,
tesoro. La mia unica e fedele commentatrice… Allora, come vedi il nostro Jesse
(Non potrei mai sostituire Chazz con lui…) non è il dolce studente che abbiamo
conosciuto… Sono perfettamente d'accordo sulle ChazzxAlexis: quei due non hanno
niente da spartire…anche se, a giudicare dall'anime, abbonda più lo yaoi che
altro…Jaden sempre fidanzato con Jesse…-__-" (Non prendertela: distruggere
psicologicamente Jaden è il mio passatempo… Lui che deve sempre salvare il mondo
e nonostante tutto il resto dei duellanti abbia un deck più forte del suo,
riesce a vincere regolarmente con i suoi eroini elementari anche se era rimasto
con 1 life-points… Mi mette la depressione… La prima serie secondo me era la
migliore…) Dopo questo delirio anti-Jaden, passiamo alla ff: la storia della
famiglia di Chazz è venuta praticamente da sola…serviva alla ff e a spiegare
perché sia tanto acido con il resto del mondo. Scrivi pure quanto vuoi che io mi
diverto a leggere i tuoi commenti! Un bacione!
E
per concludere un appello:
Avete
presente le stupide carte di Jaden con le lettere? Sì, mi riferisco a
"H:
Ho il cuore in fiamme",
"R: Retta giustizia"
e "O:
Oltre l'anima".
C'è per caso qualcuno che si ricorda la "E"?!
Mi piaceva scrivere una raccolta in cui ogni ff si intitolasse come queste carte
ma non riesco a ricordare cosa volesse dire la "E".. Se qualcuno lo sa sarebbe
così gentile da dirmelo?
-COSA?!- urlò Jaden,
precipitandosi fuori dalla sua stanza. "Kuriboh" doveva essersi sbagliato, non
poteva aver detto la verità… Erano nei guai, in un mare di guai. Anzi, era un
vero e proprio disastro! Perché le persone non se ne stavano buone, mentre lui
tentava di risolvere un problema alla volta?
-Chazz, abbiamo
un problema!- esclamò, entrando come un ciclone nell'appartamento del
moretto.
-Solo uno?-
ribatté laconico l'amico, sdraiato sul divano.
-Parlo
seriamente! Eilen e Jesse…
Il duellante
provò una fitta al cuore nell'udire quei due nomi nella stessa frase. Il suo
rivale si era dato da fare…non aveva atteso nemmeno la sua morte. E aveva vinto:
se si impegnava, riusciva perfino a immaginare la scena…
-Se devi dirmi
che stanno insieme, non ne farò un dramma.
-Sono
impazziti!- gridò, stanco delle sue continue interruzioni. –Hanno sottomesso il
Neo-spazio, instaurando un governo di terrore e violenza. Faranno lo stesso alla
Terra!
-Stai
scherzando?- replicò Chazz, alzandosi. Era sicuramente uno
scherzo.
-No, non so
cosa sia preso loro, ma dobbiamo fermarli.
-Ha ragione,
capo- intervennero i fratelli "Ojama". –Nel Neo-spazio ci sono dei demoni che
imprigionano gli spiriti… Chi prova a ribellarsi viene spedito alle
stelle.
-Spedito alle
stelle?
-Sì, viene
distrutto, disintegrato…scegli la tua versione.
-Hai visto
Eilen?- domandò di scatto il padrone. Non riusciva a crederci: lei non avrebbe
mai fatto niente del genere, era incapace di fare del male. e neppure Jesse, per
quanto gli risultasse odioso, era malvagio. Che diavolo era accaduto loro? Cosa
avevano in mente?
-Solo di
sfuggita. Lei e Jesse si sono autoproclamati Sommi sovrani del Mondo Oscuro.
Sembravano…altre persone… Mettevano i brividi…
Chazz strinse i
pugni: forse avrebbe dovuto lasciarla nel suo brodo dopo il modo in cui l'aveva
trattato, ma ne era troppo innamorato.
-Andiamo nel
Neo-spazio, Jaden- decise, risoluto. Se ne sarebbe pentito, lo sapeva, ma non
poteva farci niente: l'avrebbe fatta rinsavire…
§*§*§*§*§*§
-Brindiamo,
amor mio, perché domani la Terra sarà nostra.
-Sei stata
fantastica- si complimentò Jesse, sollevando il proprio calice. –Ero certo che
non avremmo incontrato ostacoli.
-Uniti non
abbiamo rivali. L'unico da cui dobbiamo guardarci è Jaden- replicò Eilen. –Può
diventare un problema.
-E il ragazzo
più forte del destino? Non pensi possa intralciarci?
-Chazz non deve
preoccuparti. Risolverò la questione in un attimo.
Il ragazzo
sorrise, incontrando le sue labbra in un bacio languido: quella nuova versione,
spietata e sanguinaria, gli piaceva da impazzire. Si era innamorato di quella
dolce ed innocente, ma era questa che possedeva, che condivideva i suoi
piani.
-Per quanto
riguarda Jaden…è come se fosse già alle stelle- sussurrò
Jesse.
Eilen si alzò,
sottraendosi alle sue brame e versandosi da bere: c'era qualcosa che la rendeva
inquieta, la sensazione che stesse per succedere un imprevisto. Era stato facile
espandere la dimensione del Mondo Oscuro nel Neo-spazio…troppo facile. I
Neospaziali non erano così remissivi, di solito…a meno che non attendessero
l'intervento di un eroe, com'era accaduto con Sartorius.
-Cosa ti
turba?- mormorò il coetaneo, arrivandole alle spalle e
abbracciandola.
-Non lo so…
Credi che il potere sia saldamente nelle nostre mani?
-Ne sono
convinto. Sono terrorizzati dalla prospettiva di finire alle stelle… Nulla può
impedirci l'avanzata alla Terra.
-Sì,
probabilmente è così…- concluse, abbandonandosi a lui.
Ma fu un
idillio di breve durata. Una guardia, infatti, irruppe nella stanza: avevano dei
prigionieri umani.
§*§*§*§*§*§
-Complimenti,
genio. Per fortuna dovevamo essere prudenti.
-Non l'ho fatto
apposta, Chazz. Dovevo intervenire.
-E tu chi sei?
L'eroe che salva tutti?
Circondati
dalle lance delle guardie, i due amici avevano fatto ben poca strada nel nuovo
Neo-spazio: appena arrivati si erano trovati davanti alle decine di spiriti
imprigionati e torturati. Il sangue di Jaden aveva preteso che lui intervenisse
ed il giovane era uscito dal nascondiglio, finendo nelle grinfie dei
guardiani.
E con lui
Chazz.
-Stanno
arrivando i sovrani- annunciò uno, costringendoli a rivolgere l'attenzione
all'orizzonte.
Non riuscivano
a credere ai loro occhi. Lo stavano vedendo eppure pareva loro incredibile:
Eilen e Jesse…due ragazzi buoni, gentili…erano adesso tiranni dal pugno di ferro
che si divertivano a dissolvere gli spiriti dei duelli.
Le cavalcature
infernali atterrarono sulla piana desolata, facendo scendere i loro padroni:
Jesse porse il braccio alla compagna e insieme si avvicinarono alle guardie. Gli
"Ojama" avevano ragione: erano irriconoscibili.
Il duellante
del Nord aveva abbandonato il gilet blu dell'Accademia in favore di un pettorale
d'armatura nero, da cui partiva un mantello rosso sangue, mentre per la coetanea
era un corto abito bordeaux a fasciarle il corpo, accompagnato da calze a rete
nere e da un paio di stivaletti della stessa tinta del vestito. Il tutto
completato da un mantello nero come il suo cuore.
Eppure gli
abiti non erano niente in confronto ai loro occhi: cremisi, privi di luce e di
umanità. Iridi di assassini senza morale e coscienza, interessati solo al
potere.
-Guarda un po'
chi è venuto a trovarci, tesoro- iniziò Jesse, dando ordine ai tirapiedi di
scostare le lance. –Che piacevole sorpresa…
-Eilen…-
mormorò Chazz, fissandola incredulo. Era lei, ma allo stesso tempo non lo era. E
non era gelosia ad animare il moretto. Era dolore, sofferenza,
rabbia…
Si slanciò di
colpo in avanti, verso la giovane, ma le lance calarono di nuovo, impedendogli
di raggiungerla: strinse il legno dell'arma, maledicendo la propria stupidità e
urlando:
-Non può
piacerti davvero tutto questo!
-Jesse…cosa
diavolo ti è successo?- domandò Jaden, esterrefatto quanto l'amico. Si era
sempre fidato di quel ragazzo… era come un fratello… Non poteva essere quello il
suo vero aspetto.
-Nulla, Jaden.
Ho semplicemente ottenuto il potere…
-Il potere di
distruggere ogni cosa?!- esclamò il brunetto. –Tu non sei così! Il vero Jesse è
un altro!
-Il vero
Jesse…vuoi dire quello vecchio, il perdente… Bhe, dimenticalo: mi è stata data
una seconda possibilità e l'ho colta. Ora ho tutto ciò che
desidero.
Lo Slyfer
abbassò il capo, mordendosi un labbro: non poteva aver pronunciato sul serio
quelle parole… Era troppo.
-Battiti con
me- propose, attivando il diulin disk.
-Non hai la
minima speranza contro di me, Jaden.
-Lo
vedremo.
-E tu,
Princeton?- domandò Eilen. –Hai il coraggio di batterti con me?
-Gioco "Evion"
in posizione d'attacco e due carte coperte.
-Perfetto, io
metto in campo "Mammut oscuro" e una carta. Attacca!
Il mostro di Jesse faceva
parte delle Bestie Cristallo…prima che subisse la medesima trasformazione del
padrone: ora era una creatura delle tenebre, con una pietra nera dove un tempo
c'era l'ambra. E, mentre caricava su di lui, Jaden capì quanto potesse essere
pericoloso: "Evion" venne distrutto, insieme a 500 dei suoi
life-points.
-Attivo "O:
Oltre l'anima" e recupero il mio amico. Poi uso "Polimerizzazione" per fonderlo
e dar vita a "Uomo alato della fiamma"! (Avete notato quante volte Jaden fa
questa mossa? O.o E c'è ancora qualcuno che perde contro di lui…incredibile!
NdA)
-Oh, oh…che
paura… Questa è davvero una mossa imprevedibile- commentò ironico l'avversario.
–Annullo la tua mossa con "Divisione", che separa i tuoi mostri e ferma
l'attacco. Vuoi fare ancora qualche patetica mossa?
-Sì, gioco
"Grattacielo" che regala 1000 punti al mio eroe se è più debole del
tuo.
-Non basterà a
salvarti, Jaden- aggiunse, pescando una carta. –Dì addio alla tua città appena
sorta…è stata costruita sulle rovine di Roma. Infatti, dalle sue macerie sorge
"Arena dell'oblio"!
Le mura di
un'arena diroccata presero il posto della metropoli, dando al campo un aspetto
lugubre: era peggio della "Torre dell'orologio" di Aster.
-Credevo
evocassi "Camposanto abbandonato" oppure "Polverosa casa dell'orrore"- trovò da
scherzare il brunetto.
-Mi fa piacere
che la sconfitta ti renda così euforico… "Arena dell'oblio" toglie 200 punti ai
tuoi mostri e ti obbliga ad ogni turno a scartare una carta tra quelle che hai
in mano. Oh, per non dimenticare i 500 punti che dona ai miei soldatini.
"Mammut" attacca "Evion"!
Il danno,
questa volta, fu di 1200 life-points. Doveva correre ai ripari in fretta, se
voleva vincere il duello. Spostò lo sguardo su Chazz, impegnato a duellare con
Eilen. Sembrava messo male quanto lui…
-Attivo "Reggia
dei congiurati"!- disse Eilen, cambiando aspetto al paesaggio. Apparve una sala
del trono, nera, oscura, in cui si poteva avvertire l'odore metallico del
sangue. –E ora "Regnante feroce"! Vai, distruggi "Cannone
armato"!
Chazz rimase
impassibile, malgrado i suoi life-points avessero subito un drastico taglio. Era
di ghiaccio di fronte alla nuova Eilen: sapeva di dover vincere se voleva
riavere la ragazza che amava.
E avrebbe
vinto.
-Gioco "Ojama
giallo"! E "Ojamagia" che chiama in campo "Ojama verde" e "Ojama nero"! Ti
ricordi del simpatico trio? Bhe, sto per rinfrescarti la memoria con "Tornado
Ojama"!
I tre mostri si
abbatterono su "Regnante feroce", spedendolo al cimitero con molti dei
life-points di Eilen. Ma non l'avevano ancora sconfitta.
-Bella mossa,
ma saluta uno dei tuoi mostriciattoli. Evoco "Boia del re"! Vai, ed elimina
"Ojama verde"!
-NO!- esclamò
la creatura. –Ti prego, Eilen!
-Trattieni il
tuo macellaio!- la bloccò Chazz. –Attivo "Ferma attacco".
-Concludo il
turno.
-Eilen, so che
ci sei ancora…- pensò il moretto, pescando una carta. Poteva essere l'ultima del
duello. –Dai, mi serve una sola carta… per favore…
La girò
lentamente, come se temesse di vedervi la propria disfatta. Ma il suo deck non
l'aveva tradito.
-È l'ultimo
turno, Eilen.
-Sul serio? E
spedirai alle stelle la ragazza che ami?
-No, la sua
gemella cattiva. Sacrifico "Ojama nero" ed "Ojama verde"…poi attivo "Aiuto dal
cimitero". Questa carta mi permette di prendere i punti d'attacco di tutti i
mostri finiti al cimitero e sommarli a quelli di "Ojama giallo", che
raggiunge…3500 punti, abbastanza per scrivere la parola fine
all'incontro!
-Eilen, mi
dispiace- mormorò il mostro prima di sferrare l'attacco. –È per il tuo
bene.
I suoi
life-points si azzerarono e la ragazza perse i sensi.
-Eilen!- urlò
Chazz, raggiungendola. La prese delicatamente fra le braccia, scostandole i
capelli dal viso e scrutandola preoccupato: le aveva fatto del male? No, non
poteva nemmeno pensare una cosa del genere… -Eilen, amore…
La coetanea
mosse le palpebre, aprendole a poco a poco, specchiandosi nelle iridi plumbee
del giovane e sorridendogli lievemente. Era tornata…e lui era lì, al suo fianco,
com'era sempre stato.
-Chazz…
-Stai
bene?
-Sì, adesso sì-
rispose, trovandosi tra le sue braccia, in quel calore tanto rassicurante e
noto. Il suo Chazz… Ma c'erano questioni più urgenti da risolvere. –Jesse! Dov'è
Jesse?
-Sta duellando
contro Jaden.
-Lui…lui non è
in sé…è come posseduto da qualcosa…o da qualcuno…- spiegò.
Quegli
occhi…quello sguardo…
Jaden era certo
di averlo già visto…ma quando? E dove? Accidenti, per quanto si sforzasse non
riusciva proprio a ricordare.
-Accetta un
consiglio d'amico: arrenditi. Avrai capito di non poter
vincere.
-Io non sono
tuo amico. Perché tu non sei Jesse! Lui è un ragazzo onesto, giusto, non un
tiranno!
-Te l'ho già
detto: quello era il vecchio e patetico ragazzetto insignificante. Ora ho tutto
il mondo nelle mie mani.
-Sì, un mondo
di sofferenza, di dolore, di terrore, in cui al rispetto hai sostituito la
paura.
-La paura rende
docile anche la bestia più feroce- ribatté il giovane, sorridendo con
perfidia.
-Yubel…-
sussurrò il brunetto, riconoscendo quel ghigno. La carta che aveva da
bambino…una carta dai poteri oscuri che aveva preferito allontanare da sé,
spedendola nello spazio. Con una punta di vergogna, dovette ammettere di averla
dimenticata. Ed ora era risorta per vendicarsi. –Sei proprio tu… Hai preso Jesse
per arrivare a me…
-Avevo
alternative? Ora sbrigati: ho un duello da vincere.
-Questo è tutto
da vedere! Gioco "Ritorno totale" che cancella gli effetti di tutte le carte
magia e trappola presenti in campo. Quindi anche "Arena dell'oblio" finisce al
cimitero. Bene, per uno scenario che se ne va, un altro ne prende il posto…ecco
"Neo-spazio"!- annunciò Jaden. –Seguito da "Evocazione Neos", con cui mi è
concesso fare un solo sacrificio per chiamare in gioco "Neos". Pensaci tu,
amico!
-No! Non è
possibile! NO!- protestò Jesse, perdendo.
-Lascialo
andare, Yubel!
Un fumo nero
abbandonò il corpo del duellante, prendendo forma lentamente. Yubel…come aveva
potuto dimenticare quello sguardo cattivo, quell'aura di potere oscuro? Il
mostro più forte del suo deck…
Prima che se ne
liberasse.
-Avrai anche
sconfitto Jesse, ma con me sarà tutta un'altra storia! Io non ti ho perdonato,
Jaden! Mi hai abbandonata al mio destino, mi hai tradito e per questo pagherai
con la stessa sofferenza che ho provato io!
La terra
cominciò a tremare, mentre i demoni e ciò che li circondava svanivano nel
nulla.
-Cosa vuoi,
Yubel?- domandò Jaden.
-Un
duello…contro di te, Eilen- affermò la creatura, indicando la rossa. Questa
ricambiò lo sguardo decisa, senza alcun timore negli occhi azzurri: non aveva
paura di uno spirito dato che lo era anche lei.
Ma il suo
ragazzo le prese la mano, costringendola a voltarsi.
-No, Eilen.
Prendo il tuo posto- disse, le immagini del sogno che lo assillavano. –Io…non
posso perderti… Non ti permetterò di rischiare la vita.
-Yubel, perché
te la prendi con loro?- intervenne lo Slyfer. –Sono io che ti ho abbandonata! È
con me che devi batterti!
-C'è molta più
soddisfazione nel distruggere uno alla volta i tuoi amici… Farti provare lo
stesso dolore che ho subito io. Allora, imperatrice? Sto
aspettando.
-Eilen…
-Andrà tutto
bene- lo rassicurò dandogli un bacio sulla guancia. –Non mi succederà niente,
Chazz. Sono pronta. Combattiamo!
La netta
superiorità di Yubel fu chiara fin dalle prime mosse: in pochi turni mise Eilen
alle strette, decurtando buona parte dei suoi life-points. Doveva trovare subito
una soluzione o… O il rischio che la sua vita si concludesse quel giorno,
diventava molto alto. E lei aveva troppe cose, troppe persone, troppi spiriti a
cui non voleva rinunciare.
-Coraggio,
Eilen…puoi farcela- si incitò. –Ne hai viste di peggio…hai sconfitto Viper e i
fratelli di Chazz… Non puoi mollare proprio adesso.
Spostò lo
sguardo su Jaden, ancora accanto a Jesse svenuto, e poi a Chazz: nel suo sguardo
era chiara la preoccupazione e la paura. Le aveva detto che non voleva perderla,
e per lei quelle parole valevano quanto un giuramento d'amore
eterno.
Ora cominciava
la sua risalita.
-Mi sento come
se una mandria di elefanti mi fosse passata sulla testa…- biascicò Jesse,
svegliandosi. Si passò una mano sul viso e sui capelli, tirandosi lentamente a
sedere. –Ahia…
-Bentornato!
-Jaden! Che ci
fai qui?- domandò, guardandosi attorno. –Qui dove a
proposito?
-Non ricordi
niente?
-No. L'ultimo
ricordo che ho è…la partenza dall'Accademia. Che sta succedendo? E chi è
quella?
-È Yubel, lo
spirito di una carta che avevo un tempo. Si era impossessata del tuo corpo e tu
hai ipnotizzato Eilen- spiegò il brunetto. –Insieme avete sottomesso il
Neo-spazio e vi preparavate a fare lo stesso con la Terra.
-Cosa?!
E…perché sta duellando contro di lei?
-È stata una
decisione di Yubel, ed Eilen ha accettato.
-Io…non riesco
a crederci… Non ho alcun ricordo di questi giorni…
-Meglio così,
credimi. È molto meglio…
-Gioco "Giorno
dell'incoronazione". Se non ho mostri sul campo, questa carta mi permette di
evocare "Giovane regnante" e il suo cantastorie "Ragazzo di luna"- affermò la
rossa. –Peccato che per te innalzerà un canto funesto: lo equipaggio con "Flauto
d'argento", che gli consente di saltare la tua difesa e attaccarti
direttamente.
La musica del
giullare costò cara a Yubel: 2000 dei suoi life-points vennero
distrutti.
-Sarà la tua
ultima nota- minacciò.
-Non starai
dimenticando "Giovane regnante", vero? A lei regalo "Corona di domani" che
aumenta di 500 punti il suo attacco, permettendole di distruggere "Signore del
caos"!
-Non hai ancora
vinto, ragazzina.
-Io dico di sì,
perché grazie al potere speciale della mia amica tu perdi l'equivalente dei
punti d'attacco di "Signore del caos".
-NO! Non posso
aver perso contro una mocciosa!
I poteri di
Yubel si dissolsero rapidamente, riportando tutti all'Accademia e riportando nel
loro mondo coloro che erano stati spediti alle stelle. La creatura era in
ginocchio a terra, sconfitta e delusa.
-Non valgo
niente…io non volevo far del male a quelle persone…
-Yubel…
-Volevo solo
proteggere il mio padrone…evitargli di soffrire…
-Ma hai agito
nel modo sbagliato- ribatté Eilen. –Non era mandando i suoi avversari
all'ospedale che gli eri d'aiuto.
-Ho anch'io le
mie colpe.- Jaden si era avvicinato in silenzio, colpito dalle parole dello
spirito. –Non sono stato in grado di controllarti, di domare il tuo potere, e ho
preferito mandarti nello spazio. Avrei dovuto tenerti con me. Yubel…per quello
che può valere adesso…ti chiedo scusa.
-Jaden…
-Vuoi tornare
nel mio deck?
-Sì. E questa
volta senza trucchi- decretò felice.
§*§*§*§*§*§
-Eilen… Come
mai senza Chazz?
-Non viviamo in
simbiosi- ribatté senza voltarsi, riconoscendo la voce di chi aveva parlato. La
notte era già calata sull'Accademia del duellante, calma come la pace che
finalmente pareva regnare.
Piombò il
silenzio fra di loro, carico di significati: entrambi sapevano cosa contenesse
quel nulla, quali frasi non dette arrivassero comunque al loro
cuore.
-Mi dispiace,
Jesse. Tu attendi qualcosa che io non posso darti- intervenne infine la
fanciulla. –Non puoi odiare Chazz per questo.
-Non odio
Chazz, anzi…lo invidio. Il nostro è solo l'astio che corre tra i rivali in
amore- disse, con un sorriso rassegnato, malgrado gli occhi fossero devastati
dall'infelicità. –Non ti è mai successo?
Un velo di
tristezza scese sugli zaffiri della coetanea.
-Capita a tutti
d'innamorarsi, ma le principesse fantasticano sui personaggi dei romanzi, sui
principi azzurri, prendono cotte per i pochi compagni di gioco che vengono loro
concessi- rievocò con amarezza. –Finché altri non decidono chi devono
sposare.
-Ma per te non
è così. Tu sposerai Chazz.
La giovane si
volse stupita: di solito non nominava mai il moretto, lo evitava come la
peste.
-Se fosse stato
un umano qualsiasi, avrei dovuto rinunciare al trono per stare con lui, ma dato
che è l'eroe del Neo-spazio nessuno trova niente da ridire. A parte mio
padre.
-Io sono certo
che non avresti rinunciato a lui, qualunque fosse il prezzo da pagare. E per
quanto riguarda tuo padre: non si è comportato diversamente da Yubel. Vuole
proteggerti, ma nel modo sbagliato.
-A proposito di
Yubel…perché ha scelto proprio te?
-Perché cercava
qualcuno che soffrisse al punto da nutrire rancore, come lei. E ha incontrato
me, che scappavo da questo posto…e da te.
-Vorrei che tu
fossi felice…ma non puoi esserlo se continuerai a pensare a
me.
-Eilen…dimenticarti
sarebbe molto peggio che non averti mai conosciuta- si congedò, avviandosi verso
il dormitorio Obelisc.
-Jesse?
-Dimmi.
-Grazie.
I suoi passi
echeggiavano nel silenzio del dormitorio: come aveva potuto dare quell'ordine?
Era stata una stupida… Suo padre, forse, non l'avrebbe perdonata e avrebbe avuto
tutte le ragioni: costringerlo ad andarsene e prendere il suo
posto…
Dopo un lungo
respiro si apprestò a bussare, ma si bloccò nell'udire delle voci nella
stanza.
-Chazz, davvero
saresti disposto a tanto?
-Voglio che lei
sia felice e non può esserlo senza la sua famiglia. Per questo, se sono io il
motivo che la allontana da voi…io rinuncerò ad Eilen.
Chazz…ecco
perché non l'aveva trovato da nessuna parte. Ma che stava dicendo? Lei non
poteva essere felice senza di lui…
-Perché? Tu
l'ami- replicò l'imperatore. –Ed io non sono stato gentile nei tuoi confronti.
Tu l'hai salvata ed ora la restituisci a me… Perché?
-Lei era solo
preoccupato per sua figlia. Io so cosa vuol dire non avere una famiglia, non
avere nessuno che si preoccupa per te: Eilen ha la fortuna di avere voi, ed io
non voglio privarla di questo.
Julius sospirò:
aveva sbagliato nel giudicarlo. Quel ragazzo non era solo arrogante o
presuntuoso. Non era il "figlio di papà" che tutti dipingevano: era la prova che
denaro e importanza non facevano la felicità. E sapeva anche essere saggio,
molto più dell'uomo con cui discuteva.
-Chazz, no!-
intervenne Eilen, irrompendo nella camera. –Se perderò la mia famiglia, sarà
solo per colpa mia. Ho voluto giudicarti, papà, senza fermarmi a riflettere…
Rency non era il solo a soffrire…
-Era qualcosa
che dovevi comprendere da sola… Ed io dovevo capire quanto tenessi a te e al tuo
bene: ho sbagliato fin dall'inizio con entrambi. Ora lascerò che sia tu a
decidere: cosa vuoi davvero, Eilen?
-Non sono
ancora pronta per regnare… Voglio restare sulla Terra con lui- disse la
fanciulla prendendo la mano di Chazz. –Perché io lo amo.
-E così sia,
allora. Chazz, accetteresti le scuse di un vecchio stupido? -Certo… Voglio
dire…sì, signore.
-Sei andato da
mio padre- esordì Eilen, una volta rimasti soli. Le vacanze erano terminate,
volate via come foglie al vento. E, visto come erano andate, non potevano che
rallegrarsene. Forse il nuovo giorno avrebbe portato con sé la promessa di una
nuova era, di un periodo migliore, dove finalmente ci sarebbe stata un po' di
tranquillità anche per loro. –Lo hai affrontato per me…
-Sapevo che tu
ci tenevi. Mascheri da sempre la tua identità, solo per me… Sicura di aver fatto
la scelta giusta? Sei una principessa…
-E voglio
quello che ogni principessa sogna: vivere per sempre felice e contenta, con il
ragazzo che amo…