Commentarius

di lumieredujour
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 29 Agosto: Ordinaria ***
Capitolo 2: *** 2 Settembre: il Pollo ***



Capitolo 1
*** 29 Agosto: Ordinaria ***


nota: La storia è stata iniziata PRIMA che Harry Potter e il Principe Mezzosangue uscisse, quindi ci saranno alcune cose che non coincidono con la piega che poi la storia ha preso (es. Lily non conosce Severus dall'infanzia). Buona lettura e ci vediamo a fine capitolo!



“Mentre la luce si trasformava da rossa in verde, in gialla, poi in nera ed infine di nuovo in rossa, io ero seduto lì a pensare alla vita. Era altro se non un insieme di starnazzi e urla? Qualche volta sembrava così.”
-Jack Handey
 
Venerdì, 29 Agosto, Casa Evans
E’ matto.
Anzi, sono tutti matti. Ognuno di quei cosiddetti “professori” è ASSOLUTAMENTE IMPAZZITO.
Quale persona SANA DI MENTE eleggerebbe me CAPOSCUOLA?
Voglio dire, la sottoscritta deve seriamente essere la più ordinaria, noiosa e disorganizzata ragazza che ha mai graziato questo pianeta. E le altre Caposcuola, non sono proprio così. Noiose, disorganizzate e ordinarie, voglio dire. E questa non è neanche una di quelle volte in cui posso dire che hanno scelto me perché sono speciale, visto che sono una strega, perché ULTIM’ORA! TUTTI IN QUELLA MALEDETTA SCUOLA SONO SPECIALI! TANTISSIME STREGHE MERITEVOLI DEL SETTIMO ANNO TRA CUI SCEGLIERE (tutte streghe che, a proposito, HANNO una vita, non come me)
Proprio così. Io, Lily Christine Evans, sono in disperato bisogno di una vita. Davvero. SEMBRO anche noiosa e ordinaria. Voglio dire, normalmente le persone con i capelli rossi come me si notano lontano un miglio. Tutte le altre pel di carota che ho conosciuto sono:
  1. Supermodelle
O
  1. Donne d’affari estremamente di successo che DOVREBBERO essere anche supermodelle.
Ma poi naturalmente ci sono io. Io, sola soletta nel gruppo C, – le pel di carota assolutamente noiose, i cui capelli hanno vita propria e che dovrebbero fare un favore a tutti e diventare bionde, per confondersi nella folla. Oppure ficcare la testa in una busta della spesa finché i cosiddetti “capelli” non diventeranno grigi.
Comunque, i capelli non sono il mio unico problema. Sono anche bloccata nell’essere un misero metro e settanta, il che significa che non sono né bassa, né alta. Sono bloccata proprio nel mezzo di questo casino genetico. E anche se il mio dottore insiste nel dire che essere un metro e settanta è perfettamente normale, semplicemente non capisce. Non capisce che la mia altezza non è che un'altra spunta d’aggiungere sulla Lavagna dell’Ordinarietà della Vita. E chi se ne frega del fatto che se fossi più alta sarei troppo magra o sarei al limite dell’obesità se fossi un po’ più bassa? Almeno avrei una qualche caratteristica distintiva. Sarei capace di dire “Hey, sono Lily, alta e troppo magra per essere in salute” o “Ciao, sono Lily, bassa e quasi obesa”. Queste due opzioni sarebbero migliori di quella che sono costretta ad usare ora, ovvero “Ciao, sono Lily, e non ho niente di speciale e/o unico. Sono semplicemente ordinaria.”
Capite cosa intendo? E’ una schifezza vera e propria.
E, okay, dimenticando il fatto che esteriormente sia molto lontana dalla perfezione, quei professori sono davvero matti. E volete sapere perché? Accademicamente, non sono nemmeno così brillante. Voglio dire, sono assolutamente negata in Trasfigurazione. Sono seria. Ero a tre punti dall’essere bocciata in quella stupida materia. Come puoi scegliere una Caposcuola che stava praticamente per essere bocciata in una materia fondamentale? Non ha nessun senso. Anche se, onestamente, non è colpa mia se stavo per fallire. La Professoressa McGranitt è troppo veloce per me. Le persone che apprendono lentamente, come me, hanno bisogno di professori che insegnano lentamente. La McGrannit non è una professoressa lenta. Non possiamo essere tutti super-abili in Trasfigurazione come la mia cara amica, Emma Vance, o James Potter, quel trasfiguratore pomposo. E’ solo la vita. Alcune persone ce l’hanno, altre no. La McGranitt dovrebbe cercare di capirlo e non quasi bocciarmi quando non ci posso fare niente, perché davvero, non è colpa mia se non ce l’ho. E’ colpa dei miei genitori che non mi hanno dato “quel” gene.
Oh e non dimentichiamo il fatto che sono un’emarginata sociale. Vado in giro scatenando il mio incontrollabile umore su tutti gli abitanti di Hogwarts, completamente ignari delle conseguenze. E questo ovviamente, non mi rende simpatica a queste cosiddette “vittime” e di conseguenza mi ritrovo a scendere sempre più in basso nella scala sociale (HA! Come se potessi andare ancora più in basso!).
Quindi ora ti chiedo, dopo averti rivelato alcuni dei miei molti difetti:
CHE COSA DIAVOLO STAVANO PENSANDO, PER LA BARBA DI MERLINO? HANNO PERSO TUTTI IL SENNO? NON POSSO SOPPORTARE QUESTA PRESSIONE!!!!
E ora ti prego di scusarmi mentre vado e cerco di annegare in una pozzanghera!


 
Sabato, 30 Agosto, facendo i bagagli in Casa Evans
COSE DA FARE:
  1. Trovare la perduta medaglietta da Caposcuola. Vedete? Non riesco neanche a tenermi la MEDAGLIETTA, figuriamoci il lavoro. ANSIA!!!!!
  2. Raccattare tutti i vestiti che ho preso in prestito da Grace ed Emma. Sono sicura che li rivorranno.
  3. FORZARE Winnie nella sua gabbia. Stupido gufo.
  4. Chiedere alla mamma chi mi accompagnerà in stazione. Ti prego, ti prego, ti prego, non Petunia!
  5. Continuare a cerare una pozzanghera.


 
Più tardi, Casa Evans
Dannazione.
Ogni anno. Ogni maledetto anno.
Come può mia madre non comprendere l’immensa antipatia che io e mia sorella proviamo l’una nei confronti dell’altra? Non capisce che il motivo per cui non ci PARLIAMO mai quotidianamente non è perché siamo troppo occupate, ma perché ci risulta difficile perfino stare nella stessa STANZA per un periodo di tempo leggermente più lungo?
Mia madre è davvero pazza. Deve esserlo. E’ l’unica spiegazione logica. Voglio dire, non vado d’accordo con la mia sorella faccia-di-cavallo da quando ho ricevuto la mia lettera per Hogwarts, sette anni fa! Si potrebbe pensare che mia madre abbia compreso l’antipatia che c’è fra di noi, e invece no.
Cavolo. Non è giusto. Anche Petunia ODIA accompagnarmi! PERCHE’ la mia vita è così schifosa?
Mia mamma ovviamente pensa che ci sia ancora speranza per noi. Per Petunia e me, voglio dire. Ecco perché continua a costringerci a stare assieme in questo modo. Voglio dire, andavamo davvero d’accordo quando eravamo piccole – prima che scoprissi d’essere una strega. Poi tutto è cambiato. Petunia non è mai stata una che si adatta al cambiamento. Tutto deve essere perfetto e preciso per lei; la perfetta immagine della normalità. Quand’ero piccola, non mi infastidiva molto il suo bisogno maniacale di perfezione. Dopo tutto, Petunia era la mia sorellona- carina e perfetta sotto ogni punto di vista. Ogni cosa faceva, la volevo fare anch’io. Ovunque andasse, potevi scommetterci l’anima che io ero proprio dietro di lei. Era, per dirla in parole povere, il mio idolo.
Ragazzi, che bambina stupida ero.
Ricordo che quando ricevetti la mia lettera da Hogwarts, pensai che fosse completamente fantastico. Pensavo che essere una strega fosse la cosa più straordinaria che mi fosse mai capitata. Mia sorella, d’altro canto, pensava fosse strano e anormale. In pratica, pensava che fossi una specie di spostata (e lo sono, ma non c’entra niente col mio essere una strega). Durante quest’estate mi ha parlato sei volte, e tutte le volte i suoi commenti erano brevi, coincisi e assolutamente inevitabili (“Non toccarlo, Lily!” “Allontana quell’affare. I miei amici lo vedranno!” “Nascondi quel gufo e fallo stare zitto! Cosa diavolo penseranno poi i vicini?”). L’estate dopo il mio primo anno fu peggiore. Invece d’ignorarmi come aveva fatto l’estate precedente, Petunia aveva cambiato tattica. Insultarmi.
Da quel momento in poi, avevo semplicemente rinunciato ad aggiustare la nostra relazione. Ho imparato ad ignorare gli stupidi commenti di Petunia e sono andata avanti con la mia vita senza di lei.
Ecco perché non capisco cosa abbia in mente mia madre. Ho accettato la mia vita senza Petunia, perché lei no?
Ho bisogno di una terapia.
Anzi, tutta la mia famiglia ha bisogno d’entrare in terapia.
Pah.
Meno due giorni! ANSIA!
Nota a me stessa: TROVA LA MEDAGLIETTA!


 
Domenica, 31 Agosto, Casa Evans

Ultimo giorno prima della mia partenza per Hogwarts. Non vedo l’ora, a parte il fatto che sono stata ingiustamente scelta come Caposcuola e non mi sono esercitata per niente in Trasfigurazione anche se l’avevo promesso alla McGranitt…
Sono euforica, però. Più o meno. E’ solo che… Voglio dire, non fraintendetemi, Hogwarts è meravigliosa – non la scambierei con nulla al mondo- ma… anche le mele più succose hanno dei vermi. E ora con tutta quest’ansia… non lo so.
Davvero, dovrei smetterla di lamentarmi. Non importa quanti vermi ci siano in questa mela chiamata Hogwarts, sarà sempre un qualcosa di speciale. Ci saranno sempre le mie amiche.
Io, Grace Reynolds ed Emmeline Vance siamo migliori amiche sin dal nostro primo anno ad Hogwarts. Quel primo Settembre ero un po’ spaventata, a dirla tutta. Ricordo che vagavo senza meta per la stazione di Kings Cross, cercando il Binario 9 ¾, il tutto pregando che questo magico mondo nel quale ero stata stranamente ammessa fosse reale. Quella fu una di quelle poche situazioni in cui i miei genitori erano essenzialmente inutili. Camminavano affianco a me, grattandosi il capo e guardandosi attorno, cercando di aiutarmi, ma fallendo miseramente. Vedete, sono una Nata-Babbana e non avevo nessunissima idea di come fosse questo mondo magico. Stavo per tuffarmi in questo nuovo mondo con niente se non il mio cervello e la scarsa conoscenza che avevo acquisito.
Incontrai per la prima volta Grace mentre sostavo stupidamente davanti alla barriera (avevo undici anni! I Babbani di undici anni non pensano che si possano attraversare i muri!), quasi in lacrime mentre mi preoccupavo del fatto che in qualche modo ero destinata a perdere il treno, o peggio, che dovevo considerare il fatto che tutto questo era stato solo un crudele scherzo organizzato da qualcuno.
“Anche tu devi andare ad Hogwarts?”
Mi girai, il cuore che iniziò a battere fortissimo nel sentire la parola ‘Hogwarts’ detta dalla bocca di qualcun altro. Non ero matta! Era reale! Ero così felice che dimenticai di rispondere, mentre la piccola ragazzina con i capelli marroni raccolti in due trecce me lo chiese di nuovo, “Beh, sì o no?”
Annuii immediatamente e un grande, ridicolo sorriso si espanse sul mio viso. “Sì!” buttai fuori in un respiro, mentre sentivo il sollievo espandersi come fuoco nelle mie vene.
La ragazza annuì semplicemente. “Sono Grace Reynolds.” E mi diede la mano.
La strinsi euforica. La mia prima amica del mondo magico! “Sono Lily,” le dissi. “Lily Evans.”
Grace sorrise facendo brillare i suoi occhi blu. “Stai andando al binario?” mi chiese. “Mamma mi ha detto che è un po’ presto, ma dobbiamo ancora caricare sul treno il baule e il resto.”
Stavo per annuire, ma mi fermai ricordando ancora la mia ricerca di un quarto d’ora per quello stesso binario. “Er, stavo cercando di andarci, ma…” mi guardai attorno un’altra volta, controllando casomai il binario fosse apparso dal nulla in seguito all’arrivo della mia nuova amica “Dov’è esattamente il binario?”
Grace aggrottò le sopracciglia. “Cosa intendi per ‘dov’è il binario’? E’ proprio lì”
Ed indicò il muro.
Guardai attorno al muro. Guardai sopra il muro. Guardai perfino se ci fosse delle scale al di sotto del muro. Non c’era niente. Solo un muro.
Cercai di non ridere, girandomi verso Grace. “Er…cosa?”
Grace mi lanciò di nuovo uno sguardo curioso mentre mi fissava con evidente confusione, finché non capì. “Oh!” disse, schiaffeggiandosi la fronte. “Sei una Nata-Babbana, vero?”
La guardai assorta. “Sono una cosa?”
Grace sorrise. “I tuoi genitori sono magici?” mi chiese.
Scossi la testa. “No,” le risposi “solo io. Non c’è nessuno che io conosca che è-“ cercai di cancellare dal mio viso un sorriso idiota mentre dissi, “-magico.”
Grace annuì. “Questo spiega tutto,” disse. Poi, sorrise e avvolse con il suo braccio le mie spalle. “Beh, sembra che io abbia tante cose da insegnarti, Lily Evans.”
Annuì, euforica e nervosa allo stesso tempo. Se lei era pronta ad istruirmi, io ero pronta ad imparare.
Dopo il mio ultimo saluto ai miei genitori, Grave mi aiutò ad attraversare la barriera (avevo finalmente compreso che il muro in sé era la barriera), riempiendomi  di tutti i tipi di nozioni fondamentali sul mondo magico che le saltavano in mente mentre ci accingevamo a salire sul treno. Grace era una purosangue, cosa che non sapevo. Conoscemmo Emma quando eravamo già salite sull’Hogwarts Express alla ricerca di uno scompartimento che non fosse riempito da spaventosi studenti del Quinto e Sesto anno.
“Possiamo sistemarci qui? La maggior parte degli altri scompartimenti sono pieni,” Grace chiese ad Emma quando arrivammo al suo scompartimento quasi alla fine del treno. Essendo una divoratrice di libri, Emma non alzò nemmeno la testa dall’enorme volume che stava leggendo, neanche per risponderci; annuì soltanto e continuò a leggere. Emma attrasse subito la mia attenzione. Vedi, entrambe le mie amiche sono molto molto carine. Sono come una perfetta coppia di Barbie a grandezza umana – se non per il fatto che, sai, non sono di plastica. E forse non sono neanche così abbondanti di seno. Ma comunque, delle Barbie. Con personalità, però. Personalità un po’ strane, se si va a fondo.
Emma è la più silenziosa delle due e ha i capelli biondissimi e degli adorabili occhi cerulei. E’ anche la più studiosa fra di noi (o almeno, lo è ora che sono diventata una pigrona. Non sono mai andata così male. Davvero. Non sono sempre stata la procrastinatrice professionista che sono oggi. E’ semplicemente successo). Anche se ha una strana ossessione per oggetti stranieri e curiosi. Ogni volta che torna da un viaggio, ne ha qualcuno di nuovo, oppure li compra in un qualche assurdo negozio di Hogsmeade. Una volta è andata con la sua famiglia in India ed è tornata con uno scialle color smeraldo che indossava sempre. Ogni giorno, trovava un nuovo modo per indossarlo. Io e Grace pensavamo fosse strano, ma eravamo già abituate alle sue fisse particolari. Comunque, un giorno ci svegliammo e trovammo Emma con indosso un nuovo turbante color smeraldo e quello fu il giorno in cui io e Grace mettemmo fine a quella pazzia (anche se Emma ce l’ha ancora. Lo scialle. L’ho visto una volta mentre stavo rovistando nel suo baule). Emma è la Barbie Sapientona (ed inclusa nella confezione vi è anche uno scialle verde! Guarda in quanti modi può indossarlo!).
E Grace? Dovessi darle un nome, sarebbe Combina-Guai Teresa. Quella ragazza ha fin troppa energia e l’attenzione di un pesca. E’ completamente pazza quando non ha niente da fare e questo l’ha portata più di una volta –assieme a me e ad Emma- in una serie di guai. Per esempio, una volta non aveva niente da fare e decise che sarebbe stato divertente andare a prendere un po’ di gelato dal freezer che si trovava nelle cucine di Hogwart… naturalmente, sarebbe stato ‘divertente’ solo se fosse andata a prenderlo alle tre del mattino. Così una notte trascinò una reticente Emma e una me mezza addormentata giù per quattordici rampe di scale che ci sono per arrivare nelle cucine alle tre e mezzo del mattino. Questo sarebbe stato già abbastanza pazzo, ma poi eravamo riuscite non si sa bene come ad entrare in quello stupido stramaledetto freezer quando Grace chiuse accidentalmente la porta dietro di noi. Cinque ore dopo, quando un Elfo Domestico finalmente aprì il freezer, venimmo spedite tutte e tre in Infermeria.
E sapete cosa? Mentre eravamo tutte e tre in Infermeria, congelate da capo a piedi, Grace decise che avremmo dovuto rifarlo prima o poi (in realtà, NON succederà mai, visto che preferisco avere tutte le mie dita e non le voglio perdere per assideramento). Capisci cosa intendo? Pazza! Ma Grace in qualche modo ha ereditato anche i geni della bellezza. Ha questi capelli lunghi e scuri e la pelle perennemente abbronzata. Il suo naso è leggermente più lungo del normale, ma quella è una sua peculiare caratteristica piuttosto che un difetto.
Ed io? Beh, io sono la Barbie pel di carota che è stata messa fuori produzione perché non piaceva a nessuno.
Ma non volevo arrivare qui. Dov’ero rimasta… oh, giusto, il treno. Comunque, io e Grace trascorremmo i primi venti minuti circa a parlare tra di noi finchè Emma non ebbe altra scelta se non partecipare alla conversazione. E’ strano come tre persone così diverse possano andare d’accordo così bene, ma in qualche modo ci siamo riuscite. Abbiamo solo un paio di cose in comune, ma non sembra importare davvero.
“Mia madre era una Corvonero, ma mi piacerebbe essere una Grifondoro,” disse Emma mentre stavo discutendo riguardo alla Cerimonia di Smistamento che si sarebbe svolta quella sera stessa.
“Tutta la mia famiglia è stata in Grifondoro per generazioni.” Grace alzò le spalle “Spero di essere Smistata anch’io lì.” Poi si girò verso di me. “E tu, Lily? In quale Casa vorresti finire?”
Quella domanda mi colse di sorpresa. Non capivo davvero quale fosse la differenza fra le Case. La sommaria sintesi di Grace era essenzialmente questa: tutti i cattivi erano Smistati in Serpeverde, tutti i coraggiosi in Grifondoro, quelli intelligenti in Corvonero e quelli gentili in Tassorosso. Non pensavo di appartenere ad una sola categoria, ma volevo stare con Emma e Grace, perciò dissi anch’io Grifondoro.
“Non sarebbe fantastico se venissimo tutte e tre Smistate in Grifondoro?” chiese Emma, sorridendo radiosa.
“Sarebbe meraviglioso!” aggiunse Grace, annuendo con la testa. “Ma con la mia fortuna, probabilmente sarò Smistata sola soletta in Serpeverde!” Pronunciando l’ultima parola fece una smorfia disgustata, che ci fece sghignazzare. Le nostre risate vennero presto spazzate via, poiché la porta del nostro scompartimento venne violentemente aperta e allo stesso modo chiusa da uno dei lati negativi di Hogwarts.
James Potter.
(In realtà, non c’era solo lui. Tre dei quattro Malandrini erano lì. Che tipo di persone si fa chiamare “Malandrini”? Voglio dire, non riesco nemmeno a ricordare un momento in cui non erano i “Malandrini”. Ho capito che causano problemi e tutto, ma onestamente, che cosa stupida)
“Gracie!” gridò un particolarmente felice e sporco (e io ancora non so bene perché fosse sporco) Sirius Black. Sirius è uno dei tantissimi cugini di Grace. C’è un'altra cosa interessante nel mondo magico – tutti sono in qualche modo imparentati. Davvero. In verità, tutte le famiglie Purosangue. Grace e Sirius sono cugini lontani e remoti, ma comunque imparentati. Sirius è uno abbastanza popolare tra i ragazzi di Hogwarts, visto che tutti pensano che sia meraviglioso e bellissimo. Non posso davvero obiettare, visto che davvero divertente e ha una bellezza oscura e misteriosa, ma non lo considererei mai per un appuntamento. Voglio dire, è davvero troppo immaturo. Sarebbe come avere una cotta per un moccioso di sei anni.
“Black!” Grace sorrise, salutano suo cugino. Guardò tutti e tre i ragazzi, che indossavano tutti dei vestiti molto sporchi. “Per la barba di Merlino, cosa avete in mente voi tre?”
“Volevano per forza andare a fare una visita a Piton”, disse il secondo compagno, Remus Lupin, indicando col suo pollice i suoi amici. Remus è leggermente diverso dagli altri fissati-con-gli-scherzi-e-con-l’essere-idioti Malandrini. E’ particolarmente studioso e si interessa davvero della sua istruzione, non come gli altri tre che non sembrano studiare mai e vanno in classe solo per dormire e pianificare scherzi. Non lo conosco molto bene, anche se siamo stati Prefetti assieme per gli ultimi tre anni, ma sembra che non sia così fissato con gli scherzi e i guai come gli altri. E’ anche lui carino, ma in maniera diversa rispetto a Sirius. Remus ha i capelli chiari e gli occhi marroni e sebbene abbia un non so che di misterioso (quale ragazzo non sembra così?), non è esattamente “oscuro”. O almeno, non credo,
Grace sospirò “Siete davvero degli idioti.”
“Oh andiamo, Gracie! Non siamo così male!” insistette l’ultimo compagno.
Merlino, lo detesto.
James Potter credo sia il più egocentrico, pomposo e arrogante essere di sesso maschile che ha mai messo piede su questo pianeta. Ha la testa più montata che io conosca. Davvero. In più, è anche cattivo- in realtà, okay, non con tutti, ma lo è con me. Tutti gli altri credono che sia un ragazzo okay, ma solo perché loro non hanno mai avuto paura di passargli davanti in corridoio. Sì, è così fastidioso. Solo perché è intelligente e gioca a Quidditch tutti credono che sia brillante, anche se in realtà l’unica cosa che sa fare è pavoneggiarsi. Pensa di essere il dono di Merlino per il mondo intero! E’ patetico. E chi se ne frega se a quanto pare ha vinto al jackpot genetico? E non è nemmeno COSI’ bello. I suoi capelli sono SEMPRE disordinati, i suoi occhi troppo cervoni e non a tutti piace un corpo scolpito da giocatore di Quidditch…
Va bene, è così bello, ma il problema è che lo sa. E’ davvero egocentrico.
“Chi è Piton?” mi sussurò Emma nell’orecchio mentre Grace continuava a parlare. Io scossi la testa.
Grace parlò con loro per almeno cinque minuti, completamente dimentica del fatto che io ed Emma fossimo ancora nello scompartimento. Noi, d’altro canto, non avevamo ancora idea di chi fossero quegli strani intrusi.
“Oh! Quasi dimenticavo” disse finalmente Grace, guardando me ed Emma per la prima volta. “Lily, Emma, questi sono Remus Lupin, James Potter e mio cugino, Sirius Black. Ragazzi, loro sono Emma Vance e Lily Evans.” Ci stringemmo tutti le mani e ci salutammo.
E qui iniziò la leggendaria Guerra Evans-Potter.
“Sai” mi disse Potter “i tuoi capelli sembrano in fiamme.”
Lui, assieme a Remus e Sirius, trovarno questo commento particolarmente intelligente e divertente e si misero a ridere a gran voce. Io, d’altro canto, ero abbastanza offesa. So che i miei capelli sono orribili e li detesto moltissimo, ma ciò NON significa che avrei lasciato che un cretino come James Potter potesse insultarmi.
“Non è vero!” dissi infuriata, spingendo alcune ciocche dietro le mie orecchie. “E comunque, i tuoi capelli sembrano le setole di un vecchio e sporco spazzolone! Mai pensato di pettinarli?”
Il che è assolutamente vero. Riguardo i suoi capelli. Credo sia perché o i suoi capelli sono naturalmente così disordinati, (dimostrando che esiste davvero qualcuno con dei capelli peggiori dei miei) o perché lui non se ne frega un accidente (provando che il premio per i Peggiori Capelli al Mondo gli spetta di diritto).
Sfortunatamente per me, la mia risposta intelligente e offensiva non sembrò infastidire il grande James Potter. Anzi, passò una mano tra i capelli come sempre e continuò a ridere.
“Come sono strani,” bisbigliò Emma guardando i tre ragazzi ridere come delle iene.
“Ragazzi,” sospirò Grace, quasi fosse una spiegazione.
Poi, proprio quando ero certa che le cose non potevano andare peggio, (dopotutto, avevo un gruppo di probabili compagni di scuola che stavano ridendo di me), le cose peggiorarono.
Lei entrò.
La vera motivazione per cui Hogwarts poteva essere un vero e proprio inferno.
La VERA Barbie a grandezza umana di tutta Hogwarts volteggiò nel nostro scompartimento (che era già abbastanza pieno. Una vera e propria bomba pronta ad esplodere, anche se non lo sapevo all’epoca).
“James! Sirius!” gridò, salutandoli con la sua mano fresca di manicure. “Speravo d’incontrarvi” E non è forse Remus Lupin quello accanto a voi? Non ti vedevo da secoli!”
L’unica cosa decente che uscì da tutta questa faccenda fu che i Malandrini smisero finalmente di ridere.
“Elisabeth,” vidi Potter deglutire vistosamente. “Er… come stai?”
Sai, forse ho provato un po’ di pena per Potter in quel momento…nah, non è vero. Neanche quella scema e innaturalmente bella Elisabeth Saunders sarebbe riuscita a farmi provare pena per quello stupido idiota.
“Bene,” disse Elisabeth, sedendosi fra i tre ragazzi che sembravano avessero ingoiato un qualcosa di orribile. “Mia madre mi ha portata a Parigi quest’estate. Ero così arrabbiata che non sono potuta venire alla tua festa. Non vedevo l’ora di stare un po’ con voi.”
“Davvero?” chiese Grace, inserendosi nella conversazione. “Noi non abbiamo sentito la tua mancanza. Affatto.”
Elisabeth iniziò a fissarla con odio. Grace stava sorridendo trionfante.
“Ti ho chiesto qualcosa, Reynolds?” gracchiò Elisabeth. Grace la ricambiò lo sguardo d’odio. “Non credo proprio.”
E allora, anche se non avevo niente a che fare con questa piccola faida e a stento conoscevo quelle ragazze, il mio incontrollabile e automatico caratteraccio prese il sopravvento (l’avevo detto che era orribile).
“Beh, non credo neanche che qualcuno qui abbia chiesto di essere graziato dalla tua presenza, ma vedi, questa è la vita.”
Appena le parole uscirono dalla mia bocca, me ne pentii subito. L’occhiataccia di Elisabeth si spostò da Grace a me e al mio maleducato e completamente improvviso insulto. All’inizio sembrò scioccata, ma poi i suoi occhi si fecero grandi, notando una cosa: i miei vestiti da Babbana. Fece una smorfia tipica di Elisabeth. Ma non pensavo fosse per me. Non pensavo ci fosse qualche problema, ero troppo occupata a sembrare intimidatoria. Cercai di assottigliare gli occhi per lanciarle un’occhiataccia, ma l’unica cosa che feci fu arricciare il naso. Guardai Elisabeth girarsi lentamente verso Grace.
“Gracie, Gracie, Gracie…” sospirò, piazzando la sua mano sulla spalla di Grace cercando di sembrare fintamente preoccupata. “Non avrei mai pensato che avrei visto il giorno in cui avresti iniziato a stringere amicizia con i Mezzosangue. Cosa penseranno tutti?”
Vidi cedere la mascella di Emma e sentii un rumore infuriato che uscì dalla bocca di Grace, persino i Malandrini sembravano offesi, ma io rimasi immobile e non feci niente. Non avevo idea del perché fossero tutti così sconvolto. Non sapevo cosa significasse Mezzosangue. Non sapevo che Elisabeth mi aveva appena insultata nel peggiore dei modi.
“Sparisci. Ora” ordinò Grace in una voce freddissima.
Elisabeth sorrise e si alzò dal suo posto per avviarsi verso la porta dello scompartimento e poi, poco prima di uscire, si rivolse di nuovo a me.
“Guardati le spalle, Mezzosangue. Non vorrai acquisire i lati peggiori di certe persone.”
E se ne andò. Avrei dovuto picchiarla, avrei dovuto tirarle i capelli o imprecare nei suoi confronti finchè non mi fosse scoppiata la testa. Avrei dovuto fare qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma, no, ancora non sapevo cosa diavolo stesse dicendo. L’ho solo “guardata male” finchè il naso non ha iniziato a farmi male.
E questo è quanto.
Quindi eccomi qui, sette anni dopo, anche se non è cambiato nulla. Io ed Elisabeth ci odiamo ancora l’un l’altra e chissà per quale strano motivo, lei- così come me, Emma, Grace e i Malandrini- siamo stati tutti Smistati in Grifondoro. Puoi solo immaginare quale sia il clima nel nostro dormitorio. Non divertente. Potrei raccontarti certe pazze storie riguardo-
Hey.
Aspetta un momento.
Mi sono appena resa conto di un cosa…
Io sono Caposcuola
Il che significa… che Elisabeth non lo è!
SI’!!!!!!!!!!!!!
SAPEVO CHE CI SAREBBE STATO UN LATO POSTIVO
Posso andare a letto soddisfatta stanotte! SI’!
Oh e ho trovato la medaglietta. Era in qualche modo attaccata già alla mia uniforme. Chissà chi l’ha messa là. Forse qualcuno responsabile… e organizzato… e non completamente ordinario.
Non io.



Lunedì, 1 Settembre, In Macchina verso la stazione di Kings Cross
Mia sorella è stupida.
Voglio dire, davvero, davvero stupida. Mi fa quasi ridere quanto sia stupida.
Crede davvero che indossando degli occhiali da sole, nessuno la riconoscerà.
E’ completamente ridicolo perché so che è facilmente riconoscibile. Lo so perché non ci sono molte ragazze ossute, con la faccia di cavallo e il collo da giraffa in Little Whinging. Anzi, non penso ci siano molte ragazze, con la faccia di cavallo e il collo da giraffa in Inghilterra. O nel mondo, in realtà. Capite cosa voglio dire? E’ soltanto stupida.
Devo davvero smetterla di essere così cattiva. Non mi piace quando gli altri sono cattivi con me, quindi perché io dovrei essere cattiva con Petty? Dopo tutto, ciò che fai ti ritorna sempre indietro e io ho già così un karma bruttissimo.
“Quindi, come stai Petty?” ho appena chiesto a mia sorella, sforzandomi d’essere gentile.
Lei ha grugnito e non ha risposto.
Beh, questo mio tentativo d’iniziare una conversazione è fallito miseramente.
E sai cosa? Petunia ha solo grugnito. Non penso che dovrebbe grugnire così. I maiali grugniscono. Petty non è un maiale. Ha una faccia-da-cavallo e un collo-da-giraffa, ma non ha nessuna caratteristica da-maiale. I cavalli e le giraffe non grugniscono. Anzi, le giraffe non hanno nemmeno corde vocali. I cavalli invece emettono molti suoni strani, ma non grugniscono. Ecco perché lei non dovrebbe grugnire. Penso sia contro le regole della natura o una cosa così.
Diavolo, sono stata cattiva di nuovo. Davvero, devo smetterla. Imparerò ad essere gentile. Magari chiederò ad Emma qualche lezione. Lei è la persona più gentile che io conosco.
Sì, credo proprio che lo farò…


Più tardi, Sull’Hogwarts Express
C’è qualcosa di sbagliato.
Un qualcosa terribilmente e orribilmente sbagliato.
Oppure qualcosa NEL FUTURO andrà terribilmente e orribilmente male.
Mentre siedo qui, guardando Emma leggere e Grace dormire, sono preoccupata. Sono preoccupata perché se penso a cosa è appena successo, successo davvero, una di queste due cose deve per forza essere corretta:
  1. Molto presto sarò il bersaglio di uno scherzo molto cattivo ordito dai Malandrini.
Oppure
  1. Ho appena avuto una conversazione decente e ho flirtato un po’ con James Potter.
Sì, anch’io credo che la A sia quella giusta.
Meglio spiegare, perché ho bisogno di buttare tutto fuori e ho paura di cosa Emma e Grace potrebbero dire/fare se glielo dicessi. Ecco cos’è successo…
Sono arrivata a Kings Cross molto prima di quanto mi aspettassi. Sembra che Petty non vedesse l’ora di liberarsi di me, se n’è quasi andata con il mio baule ancora nella macchina. Questa, naturalmente, non è stata una situazione carina, in quanto ho dovuto rincorrerla per quasi tutto il parcheggio finché finalmente non si è fermata ad uno stop a cento chilometri dall’entrata della stazione. Fortunatamente, c’era un carrellino abbandonato lì vicino, così vi ho buttato sopra il mio baule e ho camminato per 100 chilometri (okay, saranno stati 100 metri in realtà, ma sono sembrati molti di più). Arrivata all’entrata finalmente, erano ancora le 9.55. Quindi ho vagato per la stazione.
Non mi ero mai resa conto di quanto fosse grande la stazione di Kings Cross. Voglio dire, è comunque una stazione dei treni e tutto, quindi deve essere per forza grande, ma non ho mai apprezzato quanto fosse grande. Vi era perfino una piccola band che suonava vicino al Binario 15. Ed erano anche molto bravi pur essendo un insieme di vecchi musicisti intenti a suonare vicino ad un binario ferroviario, perciò ho lasciato loro qualche monetina.
Quando raggiunsi il muro tra i Binari 9 e 10, erano le 10.15. Pensai che era meglio essere in anticipo che in ritardo, così attraversai la barriera. Fu abbastanza facile, in verità. L’anno scorso, invece, c’era un signore che non smetteva di guardare Emma e suo padre fu costretto a distrarlo mentre noi attraversavamo la barriera. Non fu divertente. Ripensandoci ora, sembra divertente, ma non lo fu.
Il Binario non era pieno di gente come al solito, ma neanche sgombro completamente. C’erano alcuni studenti che parlavano sul Binario con i loro genitori, ma non ne riconobbi neanche uno. Pensai che la maggior parte di loro fosse del primo anno, visto che non vi era nessuna traccia dei colori tipici delle quattro Case sulle loro divise. Mi guardai attorno velocemente prima di dirigermi verso le porte del treno per salirci assieme al mio baule.
E fu in quel momento che accadde.
Non c’era nessuno dei soliti ragazzi-che-sollevano-i-bauli davanti al treno. In realtà, non avevo mai caricato il mio baule sul treno prima, perché quei ragazzi erano sempre lì per aiutarmi e farlo al posto mio, ma ero abbastanza sicura che non fosse poi così difficile. Dopo tutto, le donne diventano sempre più forti al giorno d’oggi. Ho visto un concorso di donne culturiste in tv quest’estate, e loro potevano sollevare delle macchine, perché io non potevo sollevare un baule? Lo potevo fare benissimo. Sono una ragazzina forte, giovane e atletica. Potevo farcela.
Sì. Certo. Come no.
Perché sono così idiota?
Stavo caricando il mio baule sul treno, quando improvvisamente quest’ultimo aveva deciso di diventare molto pesante… estremamente pesante. E non intendo pesante del tipo no-mamma-non-posso-portare-il-bucato-in-camera-mia-perché-è-troppo-pesante. Era più un pesa-il-doppio-di-me. E ora che ci penso, sono stata abbastanza stupida. Stupida alla Petunia. Avrei dovuto semplicemente aspettare che uno di quei ragazzi forti arrivasse e lo sollevasse per me. I fatto che io non abbia neanche la minima traccia di muscoli sembrava fosse scivolata via dalla mia mente in quel particolare momento. Ero troppo occupata, pensando a tutte quelle donne muscolose che potevano sollevare camion con un solo dito per considerare il fatto che io non fossi una di loro. Così ero lì come una stupida, il mio baule sollevato a mezz’aria ed io che stavo per farlo cadere. Stavo aspettando che le mie braccia dessero forfait e che il mio baule cadesse e si aprisse, rivelando qualunque cosa che una ragazza potrebbe nascondere nel suo baule… ma non successe niente.
Anzi, il mio baule fu sollevato dalle mie mani di ricotta e fu caricato sul treno prima che mi accorgessi che era sparito. All’inizio, non avevo la minima idea di cosa fosse successo. Pensai che forse, a causa della disperata voglia che avevo di impedire ai miei segreti di evadere dal baule e cadere sul binario sotto gli occhi di tutti, la mia adrenalina fosse entrata in circolo e avessi trovato la forza per caricarlo. Poi notai che qualcuno era affianco a m, e tutto quadrò.
“Grazie,” dissi, girandomi per guardare negli occhi lo sconosciuto, che a questo punto era diventato il mio cavaliere-dall’-armatura-lucente.
Ma non era uno sconosciuto quello che avevo affianco.
E diavolo, sicuramente non era neanche il mio cavaliere.
Era James Potter.
“Prego,” rispose, in un modo che non aveva niente del tono James-Potter-che-parla-con-Lily-Evans. Questo tono gentile e amichevole che stava usando era un tono che non avevo mai sentito prima, visto che non siamo mai stati gentili l’un l’altra. Lo fissai scettica, aspettando che se ne uscisse con qualche commento maleducato sul fatto che non fossi in grado di sollevare cose o sul fatto che fossi così debole… ma non arrivò nessun commento. Rimase lì, sorridendomi dall’alto – e sottolineo alto perché, a differenza mia, lui non era stato maledetto con un penoso metro e settanta, ma era alto un metro e ottanta, altezza molto bella e virile e alta. Ma non era questo ad infastidirmi. Ciò che m’infastidiva era il suo sorriso. Non era un sorriso del tipo sono-più-bravo-di-te-e-posso-sollevare-bauli-pesanti, sorriso che mi sarei aspettata dal tipico James Potter. Era un sorriso alla sono-un-bravo-ragazzo-e-voglio-davvero-piacerti che non mi sarei mai aspettata. Ero troppo occupata nel contemplare il suo sorriso e i suoi movimenti per rendermi conto che avrei dovuto rispondere al suo “Prego”. Rimasi lì a fissarlo e ad essere completamente maleducata. Naturalmente, non se ne accorse neanche lui. Quello, oppure non gliene fregava niente.
“Sei Caposcuola?” chiese, interrompendo i miei pensieri ridicoli e facendomi ritornare sulla Terra. Indicò la spilletta che era attaccata al mio mantello.
“Er- sì. Sì, sono Caposcuola.” Abbassai lo sguardo sulla piccola e scintillante spilletta che ora sembrava prendersi gioco di me. “In realtà,” dissi, le parole che uscivano prima che riuscissi a fermarle, “sto aspettando che qualcuno venga e me la porti via. Sai, mi direbbero che è stato tutto un errore e la darebbero a qualcuno come Elisabeth Sauders o roba del genere.”
Perché gliel’ho detto? PERCHE’? Ce ne era alcun bisogno? Che bocca fedifraga che ho.
“Perché dovrebbero farlo?” chiese, dal suo tono sembrava fosse davvero preoccupato. Mi prese completamente alla sprovvista. Non avevo la minima idea del perché fosse così gentile con me- beh, non così gentile, quella parte non è ancora arrivata, ma certamente non si stava comportando come al solito. Non mi aveva ancora insultata, il che era un record.
“Perché sono completamente disorganizzata e ordinaria,” risposi, le parole che uscivano ancora una volta da sole. “Per non parlare del fatto che non sono per niente intelligente. Quindi perché darla a me quando puoi avere una perfetta piccola socievole Elisabeth?” il che era tutto vero, ma non avevo nessuna intenzione di dirlo a qualcuno. Perché stessi improvvisamente confidando tutto a James Potter, non ne avevo idea. Tutta colpa della mia bocca fedifraga.
Poi rise.
Ma ancora una volta non era una risata cattiva o finta, come quelle a cui ero abituata. Era una risata amichevole e dal suono molto bello(cosa che non dovrei dire vito che neanche mi piace James Potter, quindi la sua risata non dovrebbe risultare così bella).
“Non essere ridicola,” disse, ridendo ancora in quel modo. “Dovrebbero essere pazzi per scegliere Elisabeth al posto tuo.”
La mia mandibola per poco non toccò il pavimento.
Non avevo mai sentito James Potter dire un qualcosa di così gentile. O meglio, mai seriamente, mai in questo modo. Mi aspettavo una specie di “Ha! Hai ragione! SFIGATA!” ma no, era così gentile con me, il che mi poteva portare solo a un mal di testa senza precedenti.
Poi un’idea mi folgorò.
Doveva essere uno scherzo.
Da qualche parte vicino a noi, gli altri Malandrini erano nascosti e stavano aspettando di rovesciarmi qualcosa in testa, o buttarmi sui binari, o qualcosa del genere. Quella era l’unica logica spiegazione a cui potevo pensare. Perciò feci ciò che ogni altra persona nella mia posizione avrebbe iniziato a fare; iniziai a cercare attorno a noi, osservando se nelle vicinanze ci fosse traccia dei Malandrini, o forse un secchio di qualche tipo, o una corda, o un qualsiasi altro oggetto che poteva risultare sospetto.
Anche se per me era perfettamente sensato, Potter era ovviamente un po’ confuso.
“Er, Lily? Cosa stai facendo?”
Fermai immediatamente la mia caccia al Malandrino/secchio/corda, mi congelai sul posto. La testa iniziò a girarmi.
Mi aveva chiamata Lily.
Lily.
Lui non mi chiama MAI Lily. Sono sempre stata Evans. Mai Lily.
Fu in quel momento che la mia bocca fedifraga si azionò in modalità sospetto e diede al ragazzo la soddisfazione.
“Perché sei così gentile con me?” chiesi, aggrottando le sopracciglia mentre un piccolo sorriso rimase imperturbato sulla faccia di Potter. “E’ una specie di scherzo? Verrò colpita o forse lanciata da qualche-“ il mio blaterare venne interrotto da Potter che iniziò a ridere di nuovo.
“Non ho il permesso d’essere gentile con te?” chiese con una strana espressione sul viso. “Sono gentile e immediatamente pensi che sia uno scherzo? E’ davvero questo che pensi di me?” Il modo in cui rise, sembrava quasi ferito, ma non poteva abbindolarmi. Magari la mia bocca fosse stata dalla mia parte.
“E’ una domanda retorica?” dissi senza rendermene conto. Il problema fu che la mia bocca fedifraga rovinò ciò che volevo dire ancora una volta, perché invece di usare un tono completamente serio come mi ero prefissata, uscì un tono completamente civettuolo, che non era ASSOLUTAMENTE ciò che volevo usare. Avrei voluto spiegare a Potter che problema fosse avere una bocca fedifraga perché sembrava completamente scioccato dal tono che avevo usato.
E anch’io lo ero.
Vuoi che sia cattivo con te?” chiese lui in un tono per metà civettuolo, ma molto più serio del mio. Mi chiedo se anche Potter abbia una bocca ribelle come la mia. Se è così, quel commetto mezzo civettuolo sarà stato involontario. Perché sicuramente non era intenzionale. Semplicemente non è possibile.
“Beh…” sospirai, cercando una risposta alla sua domanda. Volevo che fosse cattivo con me? Non credo lo volessi… ma… un Potter gentile? Sarebbe stato strano. Voglio dire super-strano. Gli dissi questo.
Lo stupido bastardo mi rivolse il suo stupido sorriso alla sono-un-bravo-ragazzo, che ora è sulla mia lista delle cose da odiare (assieme alla sua risata) e mi guardò sovrappensiero.
“Strano?” chiese, massaggiandosi il mento e facendo finta di soppesare la mia risposta. Poi la mia stupida bocca ha DOVUTO piegarsi in un piccolo e ghigno divertito. Naturalmente, non avrei mai sorriso INTENZIONALMENTE, visto che la vecchia non-sono-controllata-dalla-mia-bocca-fedifraga Lily non avrebbe MAI sorriso a NIENTE che James Potter avrebbe detto o fatto. Anche se sembrava completamente ridicolo mentre si massaggiava il mento in quel modo. “Sì, credo tu abbia ragione,” disse sorridendo (con quel sorriso che odio), ricambiando il mio sorriso (che ti ricordo, NON era lì per mia volontà).
“Sì,” annuii, cercando ancora di cancellare quel sorriso stupido dal mio viso. “Molto strano.”
Poi ci fu un po’ di silenzio. Sono sicura che tutta questa scena sarebbe sembrata molto strana a chiunque si fosse fermato a guardare. Non penseresti mai di vedere Lily Evans e James Potter davanti all’Hogwarts Express, che sorridono come idioti l’un l’altra (sebbene sono abbastanza sicura che entrambi i sorrisi fossero involontari) e che stanno avendo un’apparente normale conversazione. Anzi, io sarei un po’ spaventata.
“Quindi,” disse, distogliendomi dalla mia personale guerre civile (la mia testa vs la mia bocca). “Non sai ancora chi è l’altro Caposcuola, vero?”
Non era la prima volta che qualcuno mi aveva posto questa domanda. Sono sicura che una qualsiasi altra Caposcuola organizzata, popolare e straordinaria avrebbe saputo esattamente con chi avrebbe dovuto lavorare, ma naturalmente, visto che io non ho NESSUNA delle suddette qualità, non ne avevo idea. Segretamente speravo fosse Amos Diggory, un Tassorosso per cui ho una cotta da sempre. L’ultima notizia che avevo sentito lo dava tra i migliori candidati, quindi forse Silente aveva deciso di darmi tregua e aveva scelto lui.
“Naturalmente no,” risposi con una scrollata di spalle. “Solo una Caposcuola responsabile e giustamente eletta saprebbe certe cose, e visto che io verrò presto licenziata dalla mia posizione, non si sono preoccupati di dirmelo.” Questa era la spiegazione che avevo dato a mia madre e a me stessa, nel momento in cui la domanda mi veniva posta, quindi non capivo perché non avrei dovuto dire questo a James Potter, visto che gli ho già stupidamente detto delle insicurezze che avevo riguardo la mia posizione.
“Non avevamo già affrontato l’argomento?” mi prese in giro, muovendo la testa a destra e sinistra. Poi ha dovuto mettere le sue mani sulle mie spalle, cercando di sembrare irremovibile e questo gesto, non solo era completamente inaspettato, ma mandò una serie di brividi non voluti giù lungo la mia spina dorsale. “Tu NON sarai licenziata, okay? Non potevano scegliere nessuno migliore di te per questo lavoro. Capito?”
Speravo che qualcuno mi avesse avvisato in anticipo che tutto questo sarebbe successo. In quel modo, mi sarei potuta preparare mentalmente per tutta quella gentilezza e tutto quel flirt e non sarei rimasta completamente muta come in quel momento. Sarò sembrata davvero un’idiota, ferma lì ad annuire mentre James Potter mi teneva per le spalle. Naturalmente, non avrei pensato a niente da dire neanche se mi avessero avvisato in anticipo.
“Bene,” disse, finalmente lasciando la sua presa su di me. Non mi ero accorta che avevo trattenuto il fiato, ma a quanto pare l’avevo fatto, visto il lungo sospiro che scappò dalla mia bocca dopo che mi aveva lasciata andare.
“Non è che magari tu lo sai, vero?” chiesi, dopo aver riguadagnato un po’ di controllo. James alzò le spalle, chiaramente non interessato all’argomento. Fu allora che ricordi che, nonostante tutti i suoi precedenti da combina guai, James era uno dei migliori candidati per il ruolo di Caposcuola, e mi sentii immediatamente orribile per aver iniziato a parlare dell’argomento.
“So una cosa però,” disse in maniera calma. “Chiunque sia, è sicuramente un ragazzo fortunato,”
“Perché?” chiesi come una stupida. Era ovvio che James voleva essere Caposcuola e si stava addolorando per non essere stato scelto.
Almeno, credevo fosse così.
“Bhe,” rispose molto dolcemente, facendo un passo verso di me. “Può lavorare con te, o no?”
QUELLO fu il momento in cui mi persi. E intendo COMPLETAMENTE persa. I ragazzi come James, non dico cose come quelle alle ragazze come me. Forse le dicono a ragazze come Elisabeth Saunders, o a quelle che assomigliano a Grace Kelly, ma MAI a ragazze come me. Va semplicemente contro ogni regola sociale mai esistita. E non dimentichiamoci che prima di questa conversazione, io e Potter ci DETESTAVAMO completamente.
Fu allora che tutta l’idea dello scherzo ritornò a galla, perché ero abbastanza sicura che tutto quello che aveva detto andasse contro ogni forza della natura.
Fu un cavolo di miracolo che il resto dei Malandrini scelse quel particolare momento per arrivare e portarsi via James, perché ero abbastanza sicura che, sebbene avessi i miei sospetti che fosse tutto uno scherzo, la mia bocca fedifraga avrebbe detto qualcosa di cui mi sarei pentita del tipo “Vorrei fossi tu” o qualcos’altro altrettanto inappropriato.
“RAMOSO!” fu l’urlo che emise Sirius mentre lui, Remus, e Peter Minus –il quarto e ultimo Malandrino – si avvicinavano nel punto dove io e Potter ci trovavamo. James si allontanò da me immediatamente, cosa per cui gli fui grata. Guardai Sirius catapultarsi verso di noi, intrappolando immediatamente la testa di James col suo braccio.
“Credo sia felice di vederti, Prongs,” Remus rise, mentre Sirius iniziò a incasinare senza pietà i capelli di James, il quale cercò di spingere via le braccia di Sirius strette attorno il suo collo. James fece un suono di protesta in risposta al commento di Remus. Non potei non emettere una risatina, che portò Sirius a rendersi conto che anch’io ero lì vicino. Naturalmente, lasciò la sua presa su James e mi graziò con tutta la sua attenzione. Che fortunata che sono.
“EVANS!” gridò, tirandomi in un abbraccio stritolante. “Ragazzi, è fantastico vederti! Mi rendo conto che non ti ho vista tutta quest’estate!” un suono di assenso scappò dalla mia gola, mentre osservavo gli altri Malandrini oltre la spalla di Sirius. Remus e Peter stavano ridendo a crepapelle per la mia situazione e James stava riaggiustandosi i suoi occhiali per colpa del suo stesso amico. Aveva uno strano sguardo, però, quasi fosse leggermente deluso. Io non sarei stata delusa, fossi stata in lui. Non vedevo l’ora di rincontrare i MIEI amici. Perché lui no?
Mentre stavo pensando alle mie amiche mi resi conto che avrei dovuto incontrarle nel nostro solito scompartimento un po’ di tempo fa. In più, avevo bisogno di una scusa per svignarmela.
“Hai visto tua cugina?” chiesi a Sirius, subito dopo essermi liberata dalla sua stretta mortale.
“Gracie?” chiese, massaggiandosi il mento come James qualche momento prima (naturalmente, la mia perfida bocca non sorrise quando era SIRIUS a farlo. Stupida maledettissima bocca). Annuii. Mi rendo conto ora che non avrei dovuto dire ‘cugina’, considerando il fatto che metà scuola è in qualche modo imparentata con Sirius, ma io vorrei avere notizie solo di Grace, quindi credo che fosse una domanda accettabile. “E’ salita sul treno qualche minuto fa,” mi disse Sirius dopo qualche secondo. “Anzi, credo ti stesse cercando.”
“Grazie! Er, ciao, allora.” Poi mi allontanai più velocemente possibile dai Malandrini. Salii sul treno e camminai velocemente lungo i corridoi verso la fine del treno. Il nostro scompartimento era il sesto dalla fine. E’ quello in cui ci sediamo dal primo anno, e ci siamo sempre incontrate lì all’inizio dell’anno.
“Lily!” gridò Grace quando aprii la porta del nostro scompartimento. Sorrisi immediatamente alla familiare vista delle mie amiche. Emma era, come al solito, seduta sul sedile centrale a leggere un enorme libro, e sembrava che Grace avesse già sistemato la sua tana sui sedili del lato destro. Strinsi Grace in un abbraccio e subito Emma si alzò per riceverne uno. Era un sollievo vedere che almeno loro non erano cambiate. Ne avevo abbastanza di quello per oggi.
“Dove sei stata?” mi chiese Emma mentre mi posizionai nel mio solito sedile affianco a lei.
Non volevo davvero dirle cosa mi avesse distratta, perché avevo paura di quello che avrebbero potuto dire, o che avrebbero evidenziato l’ovvio (che non volevo assolutamente sentire). Quindi, ho mentito.
“Traffico,” dissi, esitando un po’. “Sono rimasta imbottigliata venendo qui.”
Fui sollevata quando non si soffermarono ancora sull’argomento.
Ci sedemmo e iniziammo a parlare di ciò che avevamo fatto quest’estate. Emma era stata a Roma con sua mamma per tutto Luglio. Aveva sfilato una vecchia pietra da uno degli edifici lì e l’aveva legata con un nastrino, così da poterla indossare come collana. Sia io che Grace facemmo finta d’essere impressionate dal vecchio gioiello, anche se personalmente penso fosse proprio una brutta pietra e che sarebbe dovuta stare nella pattumiera e non attorno al collo di Emma. Grace era stata impegnata tutta l’estate partecipando a tutte le feste di famiglia. Ha detto che è stato noiosissimo perché Sirius non c’era a nessuna di queste feste, visto che ora viveva a casa dei Potter (per colpa di qualche disguido familiare, credo) quindi non ha avuto nessuno con cui fare conversazione (ciò che intendeva, in realtà, era che non aveva nessuno con cui combinare disastri). Io, naturalmente, ero rimasta a casa per tutta l’estate, a fare assolutamente nulla se non mangiare e guardare la tv. Erano entrambe molto felice che fossi state scelta io come Caposcuola (gliel’avevo scritto nel momento in cui avevo ricevuto la mia spilletta con la posta) e hanno insistito ancora una volta sul fatto che non sarei stata licenziata e che fossi stata scelta giustamente per quel lavoro.
Psh. Che bugiarde.
Quindi, eccomi qui.
Wow.
Ora mi sento molto meglio.
Forse lo dirò a Grace ed Emma.
Vedremo.


 
Più tardi, Dormitorio Femminile del Settimo Anno

MI HA MENTITO!
QUEL VISCIDO E INSULSO BASTARDO MI HA MENTITO!
NON CI POSSO CREDERE!
Sedevo tutta felice al tavolo dei Grifondoro, parlano con Grace, Emma e un paio dei nuovi ragazzi del Primo Anno, quando Silente si è alzato per fare il suo annuale Discorso di Benevenuto.
“Salve a tutti, studenti di Hogwarts!” ha detto, sorridendo e lanciando uno sguardo alla Sala Grande. “Benvenuti per un altro anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ho giusto un paio di annunci da fare prima che possiate tutti iniziare il banchetto. Prima di tutto, bisogna ricordare agli studenti di tutti gli anni, che la Foresta Proibita è, per l’appunto, proibita.” Sono abbastanza sicura che stesse guardando in particolare i Malandrini quando ha detto ciò, perché sapevamo tutti che loro vi si sono avventurati in più di un occasione. Perché mai vorrebbero andare in quel posto così da brividi e pieno di mostri che è la Foresta Proibita, non lo saprò mai.
“In secondo luogo,” continuò Silente, i suoi occhi che scintillavano alla luce di tutte le candele accese nella Sala Grande. “Il Signor Gazza mi ha chiesto di ricordare a tutti gli studenti che i prodotti comprati al Negozio di Scherzi di Zonko non possono essere usati all’interno del castello. Una lista di tutti gli oggetti proibiti può essere trovata vicino all’ufficio del Signor Gazza nel corridoio del quarto piano. Poi, vorrei informare tutti gli studenti dal Terzo Anno in poi, che la prima visita ad Hogsmeade è stata programmata per il diciotto di Ottobre. Ed infine,” disse guardano tutti nella Sala Grande ed incontrò il mio sguardo per un momento. “Vorrei annunciare i Capiscuola di quest’anno, ovvero Miss Lily Evans di Grifondoro”, mi alzai lentamente (in realtà, fu Grace a spingermi su, ma ero in piedi comunque) dal mio posto, mentre tutti applaudirono leggermente. “E il nostro altro Caposcuola,” continuò Silente, mentre mi sedetti di nuovo pregando in silenzio che dicesse in nome di Amos, “è il Signor James Potter, anche lui di Grifondoro.”
James Potter.
Era lui.
Lui era Caposcuola!
C’è voluta tutta la forza di volontà che avevo in corpo per non alzarmi di nuovo e strangolare Potter. Invece, sono rimasta seduta con la mia bocca completamente aperta, guardando quel maledetto idiota. E sapete cosa? Neanche gli importava che avesse mentito. E sapete come so che non gli importava? Perché stava ricambiando il mio sguardo. E sapete cosa ha fatto?
HA SORRISO!
Ora perché MAI qualcuno SORRIDEREBBE quando sa che ha MENTITO e illuso una povera ragazza con false speranze? PERCHE’ LO FAREBBE? PENSAVO STESSE DIVENTANDO GENTILE? COS’HA NEL CERVELLO?!?
E io che mi sono pure DISPIACIUTA per lui! Lui e il suo stupido tono da ‘è-meglio-se-non-ne-parliamo’. Una cosa è certa, non mi sentirò MAI più dispiaciuta per James Potter! Anzi, non PARLERO’ mai più con James Potter! Mai! In tutta la mia intera e patetica vita!
E la serata ha continuato ad andare male. Non solo ero completamente distrutta per tutto il Banchetto di Benvenuto, (visto che non vedevo l’ora di lavorare con Amos Diggory, che sono certa non mi mentirebbe mai, visto che è perfetto sotto tutti gli aspetti) ma ho dovuto pure sorbirmi Grace ed Emma che cercavano di confortarmi. Eppure, semplicemente non capivano.
E questo non era neanche la parte PEGGIORE! Dopo aver scortato tutti quei chiacchieroni dei ragazzi del Primo Anno nella Sala Comune dei Grifondoro (mantenendo più spazio possibile tra Potter e me ), ero particolarmente felice di entrare nel mio letto a baldacchino e dormire per dimenticare quest’orribile serata, ma Merlino solo sa se potrò riuscire a farlo. TUTTO mi va male.
ELISABETH SAUNDERS DOVEVA METTERSI TRA ME E IL MERITATO RIPOSO!!
“Quindi,” ha iniziato quella vipera velenosa quando sono entrata nel dormitori. Ho alzato lo sguardo, non avendo l’umore adatto per un botta e risposta, ma sapendo che sarebbe avvenuto comunque. Elisabeth era seduta sul suo letto, più perfetta che mai, con il suo leale clone, Carrie Lloyd, (la quale è una Grifondoro del Settimo Anno) seduto affianco a lei. “Sei tu la Caposcuola.”
Mi sono morsa il labbro per evitare di risponderle. Non volevo avere a che fare con lei. Non volevo darle corda.
Scosse la testa con amarezza, delusa dal mio silenzio. “Posso dire onestamente che è stato un completo shock, Evans.” Un piccolo, pericoloso sorriso le attraversò le labbra. “Dopo tutto, chi sceglierebbe una ragazza come te per una posizione come quella?” poi si girò verso Carrie. “Mio padre dice sempre che Silente è completamente fuori di testa.” Si girò di nuovo verso di me, col suo stupido e perfido sorriso. “Credo che questa sia la prova che effettivamente papà ha ragione.”
Non mi ero mossa dalla porta per tutta la breve conversazione, ero rimasta lì con la bocca aperta e incapace di rispondere. Dopo tutto, aveva ragione. Non DOVREI essere Caposcuola. Ho SEMPRE saputo d’essere inadatta per la posizione.
Forse era stato tutta quella schifosa giornata che mi aveva resa così emotiva, o forse il fatto che fosse stata Elisabeth a farmi notare fatti già ovvi per me, qualunque cosa fosse, ho fatto la cosa più stupida che una ragazza nella mia posizione poteva fare.
Ho iniziato a piangere.
Era una cosa così stupida, lo so, ma sinceramente non potevo farne a meno. Era stato un giorno così brutto. Ed era così ingiusto perché di solito non sono il tipo di ragazza che scoppia in lacrime al primo insulto. Di solito sono abbastanza brava a evitare di scoppiare a piangere. Non riuscivo nemmeno a ricordare l’ultima volta che fossi scoppiata a piangere. Ma comunque, eccomi là, sulla poeta con le lacrime che cercavano di uscire mentre io mi sforzavo di trattenerle.
“Oh, ti ho forse punta sul vivo, Evans?” Elisabeth mi prese in giro mentre lei e Carrie si avvicinavano verso di me. Non mi mossi di un centimetro, ma quello sembrò dare molta più soddisfazione a Elisabeth mentre lei e Carrie mi spinsero e continuarono sulla loro strada, ridendo, verso la Sala Comune.
Quindi questa sono io. La Caposcuola piagnucolona. PERCHE’ hanno scelto me per questo lavoro? Renderà l’intero anno mille volte peggio.
Merlino, che vita orribile che ho.
 







*angolo della traduttrice* Salve! Come ho già spiegato nell'intro, questa storia appartiene a B.C. Daily, io non faccio altro che tradurla in italiano cosicchè molte più persone possano leggerla ed apprezzarla. Vi avviso che la storia è attualmente incompleta e che Bee è un po' lentina con gli aggiornamenti, ma molto molto prolissa. I suoi capitoli sono sempre lunghissimi, quindi mi ci vorrà un po' per tradurre tutto e tradurlo bene. Se avete commenti, se credete che qualcosa nella traduzione sia errato o potrebbe essere migliorato, non esitate a contattarmi.
Anche se la storia non è mia, una recensioncina la lasciate?
A presto (spero)
Em

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Capitolo 2
*** 2 Settembre: il Pollo ***


nota: perdonatemi per il ritardo, ma appena ho finito ho preferito postare il capitolo
 
Se perdi il lavoro, il matrimonio e la testa tutto in una settimana, cerca di perdere la testa per prima, cosicché il resto non t’importerà così tanto.
-Jack Handey
 
 

Martedì, 2 Settembre, Sala Grande

Ci sono le persone mattiniere… e poi noi altri. Io mi identifico nell’ultimo gruppo. Io e le mattine, non siamo affatto in sintonia. Semplicemente non andiamo d’accordo. Non siamo mai andate d’accordo e probabilmente non ci andremo mai. La colpa, lo dico davvero, non è di nessuno, è semplicemente così.

E vorrei davvero che qualcuno informi Emma di ciò, perché- pur essendo una fantastica amica- ovviamente non è a conoscenza dell’antipatia reciproca che io e il mattino condividiamo. D’altro canto, forse lei sa tutto, ma non se ne importa più di tanto dei miei sentimenti e/o delle mie preferenze. Ha continuato semplicemente a blaterare questa mattina su come io debba “incontrare il nuovo giorno con una faccia felice” e a rimuovere le mie coperte dal mio corpo infreddolito ad un’ora assolutamente innaturale del mattina quando avrei dovuto semplicemente continuare a dormire. A quanto pare, svegliarsi ad un orario indecente in qualche modo porta a incontrare il nuovo giorno con il sorriso, e non con uno sbadiglio, così come pensavo io. Ma comunque sono quasi completamente sicura che svegliare una persona-non-mattiniera come me alle sette del mattino sia un serio reato, non importa QUANTO buone siano le tue intenzioni.

E quindi mentre sono qui seduta a infilzare i miei waffles e a sorseggiare esausta il mio succo di zucca, informo Emma del crimine da lei commesso.

“Oh smettila, Lily,” mi dice “non è così presto.”

Certo, è facile dirlo per lei. A lei piacciono queste cose.

“Tanto dobbiamo andare a prendere i libri,” mi informa Grace, sebbene io SAPPIA che è stanca tanto quanto me, visto che le sue palpebre continuano a chiudersi quando Emma non la sta guardando. In più, ha appena sbadigliato sulla sua farina d’avena.

Se ne pentiranno tutte e due quando mi addormenterò sui miei waffles e saranno costrette a trascinarmi giù nei sotterranei per la lezione di Pozioni, tutta appiccicosa. Glielo dico.

Emma si lascia scappare uno dei sui grandi, lunghi ed infiniti sospiri. “Onestamente, Lily! Se hai abbastanza energia per scrivere sul tuo diario, penso che ne avrai abbastanza anche per rimanere sveglia!”

Oh, dannazione.
 

Più tardi, Pozioni

Perché mai qualcuno dovrebbe imparare una pozione TREMOLANTE?

Seriamente. Chi vorrebbe mai tremare? Ha davvero uno scopo? Quando mai avrò bisogno di usare una Pozione Tremolante nella mia intera vita? Quando mai ne avrà bisogno chiunque altro? La Professoressa Abbott ha davvero bisogno di riordinare le proprie priorità. Non le INTERESSA che sono in piedi dalle sette di mattina? Non ho tempo per avere a che fare con questa pazzia!

Pozione Tremolante-
  1. Crea piccoli brividi che percorrono il corpo di chi la beve.
  2. Dà a chi la beve… blah blah blah
NOTA A ME STESSA: Copiare gli appunti sulla Pozione Tremolante da Emma.
 
Più tardi, Divinazione

Ma perché ci scomodiamo a venire a seguire la lezione?
Non lo so. –EV
E’ orribilmente divertente, non credete? –GR
Divertente? Pensavo si potesse descrivere meglio con fuori di testa
Però, mi piace la sua gonna.
E ci risiamo. Veloci! Distraetela! Che ne dite se iniziamo una lista?
Buon’idea.
Lista di Emmeline Vance, Grace Reynolds,
e Lily Evans sui Ragazzi Single
Più Belli ad Hogwarts
(Con Annesso Commento)
1.Amos Diggory – un Tassorosso sexy del Settimo Anno che non solo è estremamente attraente – con quei capelli di un castano chiaro molto sexy e quei adorabili zigomi- ma è anche un favoloso giocatore di Quidditch, con un corpo che lo prova. Ho bisogno di dire altro?
EV: Quest’opinione è totalmente di parte, Lily! Non è così perfetto come lo dipingi.
GR: Incredibilmente sexy, sebbene anche lui ha i suoi difetti.
LE: Siete tutte pazze. E’ perfetto.
 
2.  Thomas Dunn Cosa importa se è del Terzo Anno? Questo ragazzo ha ECCELLENTI punti nella casella bellezza. Avete visto i suoi occhi? Rappresentano un’immagine perfetta per tutti gli uomini (o ragazzi).
LE: E’ adorabile, e non è neanche un cazzone! Un fantastico partito per ogni ragazza del TERZO ANNO.
GR: Dimentica che è del Terzo Anno! Amerei trovarmi in un ripostiglio per le scope con lui.
EV: Ignorando le tattiche da molestatrice di Grace, devo dire che Thomas non è carente né nelle caselle di bellezza e personalità. Una buona scelta, Gracie.

3. Remus Lupin – Sebbene faccia parte del noto clan dei Malandrini, Remus è un ragazzo incredibilmente piacevole. Le sue abitudini studiose e le sue occasionali uscite da Malandrino lo rendono un perfetto mix di tutto. Un buon partito per qualsiasi ragazza fortunata.
EV: Remus è la mia scelta visto che è un mix di tutto ciò che una ragazza potrebbe volere. A parte le sue abitudini strane e il suoincredibile gusto in fatto di amici, credo si potrebbe considerare il Signor Lupin come un Principe Azzurro.
GR: Oh, vedo che qualcuno si è preso una cotta per il nostro amico, Signor Lupin, eh? A parte questo, devo dire, non è una cattiva scelta. Remus è molto forte.
LE: Che cosa carina, Em! Remus non è una cattiva scelta. Perché voi due non vi vedete e “studiate” un po’, eh?
NOTA DALLA RAGAZZA INFAMATA (EV): NON HO UNA COTTA PER REMUS LUPIN.
 
4.Sirius Black – Un altro membro dei Malandrini, non si può non notare quanto Sirius sia attraente. Sappiamo tutte che è immaturo e completamente fuori di testa, ma sicuramente non gli mancano punti nella casella della bellezza.
EV: Giusto. Sirius è matto, ma non brutto.
GR: Non credo di poter rispondere visto che i familiari (non importa quanto remoti e distanti siano) non dovrebbero dire certe cose di altri familiari.
LE: Questa lista riguarda solo l’aspetto fisico ed è per questo che ho aggiunto Sirius. Non puoi negare la sua bellezza (o pazzia se bisogna dirla tutta).
 
5.James Potter – Anche James fa parte del clan dei Malandrini (che bei ragazzi che sono!) ed è un ragazzo incredibilmente di bell’aspetto. Per non parlare delle sue capacità eccezionali nel Quidditch e la sua innaturale intelligenza (che competa con quella della nostra cara Signorina Evans), quel ragazzo ha tutto.
EV: Assolutamente vero. Sebbene sia un cretino a volte, non si possono negare i suoi tratti incredibilmente belli e il suo ottimo sensodell’umorismo. Approvato!
GR: Adoro James. Infatti, se non fosse un mio amico COSI’ stretto, lo considererei come amante.
LE: Andiamo! POTTER? E’ un cretino! A parte il fatto che tutti sanno che è praticamente sposato con la Saunders. Semplicemente continuano ad uscire e a lasciarsi dal Terzo Anno. Voi ragazze mi fate venire il voltastomaco.
 
NOTA PER LA RAGAZZA CHE NEGA L’EVIDENZA: Questa è una lista di ragazzi single e ATTRAENTI, e non puoi escludere James Potter da questa lista. A parte, James e Elisabeth hanno rotto secoli fa. Tutti lo sanno.
 
NOTA PER LA MENTALMENTE INSTABILE: Ma levati di torno.
 

Più tardi, Cena in Sala Grande

Amo cenare ad Hogwarts. Davvero, lo adoro.

Voglio dire, quando hai avuto una giornata dura e tutto sembra andare di male in peggio (praticamente ogni giorno), hai sempre quella buona aspettativa per la cena che ti aspetta. Puoi semplicemente sederti, rilassarti, e lasciarti andare.

Naturalmente, il mio amore per le cene ad Hogwarts potrebbe avere qualcosa a che fare con la mia enorme e anormale infatuazione per il riso.

Sì, il riso.

Non ricordo davvero quando sia iniziata la mia ossessione per il riso, ma da quando sono piccola, è l’unica cosa che ho mai mangiato. Ricordo che mia nonna faceva il riso più delizioso del mondo. Ci aggiungeva tutte queste erbe diverse e queste salse speciali, che potrei elencare separatamente, ma che mai avrei pensato potessero stare così bene insieme. La guardavo mentre mischiava tutto e il riso sfrigolava e ribolliva, ma non sono mai risuscita a riprodurlo. Dopo la sua dipartita, io e la mamma abbiamo provato varie volte a copiare la sua ricetta, ma aveva sempre un orribile sapore. Forse il riso della nonna ha fatto tutto, ma non ne sono molto sicura.

E sai cosa? Hogwarts deve avere almeno tre tipi di riso ogni sera. Sì, tre! Cosa non si può amare di tutto ciò?

E mentre sei seduta al tavolo di Grifondoro, mangiando i vari tipi di riso e chiacchierando con i tuoi amici, ha la fortuna di avere una perfetta visuale sul tavolo dei Tassorosso. Ciò significa che puoi anche avere una perfetta visuale su un certo prefetto del Settimo Anno (e no, non parlo di Julie Little).

Quindi mentre siedo qui, mangiando il mio riso e guardando il tavolo dei Tassorosso, non devo preoccuparmi di Capiscuola bugiardi e compagne di stanza rivali, né del fatto che non ho gli appunti sulla Pozione Tremolante perché ho dimenticato di chiedere ad Emma i suoi.

Posso soltanto rimanere seduta, rilassarmi, e fare due delle mie attività preferite.

Mangiare e andare in estasi per Amos Diggory.

Potrebbe la vita ANDARMI meglio?
 

Mercoledì, 3 Settembre, Classe di Incantesimi

Odio la mia vita.

Odio la mia vita, e odio la mia stupida bocca automatizzata.

Se potessi andare in un negozio di bocche e scambiare la mia bocca con una diversa, lo farei. E dovrei sperare che neanche la mia nuova bocca fosse così maledettamente indipendente come la mia vecchia bocca perché altrimenti sarei in guai grossi (in più, probabilmente dovrei tornare nel negozio di bocche e il pensiero di un posto del genere non mi attrae così tanto).

Semplicemente non capisco. Cosa avrò mai fatto alla mia stupida bocca, per averla resa così ribelle? NON MERITO QUESTO TORTO! PROPRIO NO!

Voglio dire, le persone perfette come Elisabeth Saunders meritano bocche come la mia. Non le persone che sono-già-un-fallimento-nella-vita, come me.

Se Elisabeth Saunders si rendesse completamente ridicola, rischiasse di essere quasi cacciata da un corso davvero importante, e POI iniziasse a piangere rumorosamente di fronte al suo (ex?)nemico/collega Caposcuola/nuovo-tutor-di-trasfigurazione, probabilmente neanche io sarei riuscita a riderle in faccia! Probabilmente mi sarei sentita molto male per questa ragazza, anche se è una completa tonta. Ma, no, cose così semplicemente non SUCCEDONO ad Elisabeth Saunders. Succedono a persone come me. Devono sempre succedere a me. Sempre a Lily.

Questa mattina tutto era iniziato molto bene. Anzi, era iniziato tutto molto più che bene. Io, per una volta, avevo davvero capito una pozione. Una pozione di cui, soprattutto, avevo dimenticato di copiare le indicazioni il giorno prima! Sai che aumento di autostima può dare una cosa del genere? Ho davvero ricevuto un VOTO ALTISSIMO sulla mia prova pratica! E’ molto emozionante considerando il fatto che so che la Professoressa Abbott mi odia e sarebbe costretta a darmi un voto altissimo soltanto se la mia pozione fosse davvero davvero brillante. Chi non sarebbe di buon umore dopo una cosa del genere?

Quindi mi stavo dirigendo verso Trasfigurazione con un umore scoppiettante e radioso (un qualcosa che non accade molto spesso), evitando di preoccuparmi del fatto che fossi assolutamente TERRIBILE in Trasfigurazione e del fatto che un Caposcuola-assolutamente-cretino e bugiardo – con il quale, a proposito, non volevo/dovevo parlare mai più- fosse seduto dietro di me, intento a chiacchierare con i miei amici.

“Sistematevi, ragazzi! Tornate ai vostri posti!” disse la Professoressa McGrannit sull’uscio dell’aula. Il chiacchiericcio morì immediatamente mentre gli occhi di tutti si posarono sulla Professoressa dall’altra parte della classe. “Grazie,” disse la McGrannit mentre si girava verso la lavagna alle sue spalle e iniziava a scriverci.

TRASFIGURAZIONE ANIMALE ORALE

Ugh. Perfino scriverlo ora mi fa venire voglia di morire dall’imbarazzo. Ma a onor di cronaca, non ho mai avuto nessun tipo di talento in Transfigurazione. Sono brillante in Incantesimi e sono ben oltre la media in Difesa, ma Trasfigurazione? Mai. In realtà non dovrei neanche esserci in questo corso. La McGrannit non permette mai a nessuno di accedere alle sue classi per i M.A.G.O. se ottiene meno di Oltre Ogni Aspettativa nei G.U.F.O., e io sono sicuramente ben al di sotto di tutto ciò. Comunque, per un qualche miracolo, persuasi la McGrannt a prendermi nel corso con la promessa che avrei studiato come una matta per tutta l’estate e la garanzia che sarei migliorata. Credo che abbia accettato solo perché sono tra le sue preferite (perché le piaccio così tanto? Non è ho la minima idea. Voglio dire, se vuoi favorire qualcuno, procedi e scegli un qualche ragazzino straordinario con un talento sconfinato. Perché mai la McGrannit abbia scelto una persona noiosa e ordinaria come me per essere tra le sue grazie è davvero al di là delle mie capacità di comprensione). Avrei dovuto studiare tutta l’estate (cosa che ho fatto… qualche volta) e la McGrannit avrebbe valutato quanto fossi migliorata per dirmi se sarei potuta rimanere nel suo corso all’inizio di quest’anno scolastico. Ero – e lo sono ancora- determinata nel rimanere in quel corso, ma le cose nella mia vita sembrano trovare sempre i modi per incasinarsi da sole. So che gli Aurors hanno bisogno d’essere bravi in Transfigurazione e tutto, ma onestamente, se semplicemente non la capisci, semplicemente non ci arrivi. Non possono fare una sola eccezione per me? Sono sicura che UN Auror senza un talento per la Trasfigurazione andrebbe bene. Posso applicarmi con Incantesimi. Posso fare quelli.

“Bene.” La McGrannit si voltò verso la classe ancora una volta, guardando ognuno di noi con occhio critico. Odio quando lo fa. “Ieri avete tutti rinfrescato i dubbi accumulati durante quest’estate sulla teoria della Transfigurazione Animale e oggi dovrete ripetere la formula oralmente.
Ricordate di agitare le vostre bacchette con i giusti movimenti circolari e di pensare chiaramente a trasformare le lucertole maculate di fronte a voi in polli. Avete tutti capito?”

Ci furono dei rumori affermativi che percorsero tutta la stanza. Dentro di me, iniziai a cedere al panico.

“Bene,” la McGrannit annuì velocemente. I suoi occhi si spostarono verso il fondo della classe. “E non voglio vedere nessun incidente spiritoso- Black, Potter, mi avete capita?”

Molte ragazze sghignazzarono mentre Potter e Black annuirono con fare innocente. Che stupidi buffoni che sono.

“Bene,” disse ancora una volta la McGrannit, continuando a guardare insospettita i due ragazzi. “Potete iniziare.”

Giusto.

Iniziare.

Certo.

Se solo.

Rimasi seduta al mio posto per qualche momento a guardare Emma che trasformava facilmente le sue lucertole in polli e viceversa. Poi, cercando per un po’ di comprensione, mi voltai verso Grace, sperando che stesse avendo anche lei un briciolo di problema come me, ma la mia ricerca si rivelò infruttuosa nel vedere che anche Grace era facilmente riuscita ad ottenere un pollo. Un veloce sguardo rivolto dietro di noi mi fece notare che anche i due Malandrini erano riusciti nel trasformare le loro lucertole e che avevano continuato a cercare nuove forme di intrattenimento. Sirius stava ora cercando di convincere il suo pollo ad attaccare quello di Potter, che d’altro canto stava incitando il suo pollo a contrattaccare. Mi girai cautamente verso la mia lucertola, guardandola con occhio critico. Non SEMBRAVA così difficile. Tutti gli altri potevano farlo, perché non io? Potevo. Potevo assolutamente.

Merlino, perché sono così stupida?

Presi la bacchetta poggiata sul mio banco, determinata a trasformare quella maledetta lucertola in un pollo ad ogni costo. Controllai le mie note un’ultima volta prima di tentare l’impossibile.

Animus nero” dissi piano, agitando la mia bacchetta con movimenti prestabiliti. A quanto pare, però, non erano gli esatti movimenti prestabiliti, perché invece del pollo, davanti a me c’era un qualcosa che aveva la testa di un pollo, il corpo piumato di una lucertola e una coda da rettile. Un Pollo-Rettile.

Naturalmente, questa trasfigurazione errata non sarebbe stata poi così male, se non fossi stata in grado di creare un pollo-rettile posseduto che decise che quello fosse il momento più appropriato per ribellarsi.

“CCCUUUUUUUUUUUUUCCCCCCCCCKKKKKKKK!” gridò la metà lucertola-metà pollo (in un tono sorprendentemente alto per un animale così piccolo, a proposito). Tutte le teste si girarono immediatamente verso di me mentre il pollo saltellò via dal mio banco e iniziò la sua marcia di guerra.

Il caos eruppe quando l’animale impazzito andò a sbattere dritto contro la sedia di Jervis Rennet, costringendo il povero Jervis a cadere su Penny O’Jene, che gridò molto forte nell’orecchio di Jervis. Il pollo poi si diresse verso il banco di Tammy Turner, lanciando le sue pergamene e le sue piume in tutte le direzioni, facendo gridare a Tammy le peggiori oscenità in chissà quale lingua, che credo suonasse come il Maridese.
Fatto ciò, si decise a imprimere le sue zampette immerse nell’inchiostro sulle delicate spalle di Carrie Lloyd.

“VATTENE VIA! EEWWW! TOGLIETEMELO DI DOSSO!” urlò al suo compagno, Timmy Ricks, che sembrava trovare questa situazione molto comica, ed era incapace di aiutarla visto quanto forte stava ridendo.

A quel punto l’intera classe era nel più completo caos mentre la mia creazione rimbalzava da una scrivania all’altra, saltando sulle persone, rovinando i compiti e portando distruzione ovunque andasse. L’unico che sembrava davvero godersi l’intero fiasco era Sirius, che stava proclamando a gran voce al suo pollo che avrebbe dovuto seguire l’esempio della mia creatura. Ho davvero sperato che il pavimento si potesse semplicemente aprire e risucchiarmi tutta intera. Posso solo immaginare quanto fosse diventata rossa la mia faccia a quel punto. Per tutto il tempo seguii l’animale impazzito con i miei occhi, concentrandomi per non scoppiare a piangere lì davanti a tutti.

La situazione fu finalmente bloccata quando la McGrannit fece cadere una grossa edizione di “I segreti e i trucchi della Trasfigurazione” sopra la caotica bestiolina. Ci fu un sospiro di sollievo collettivo che si diffuse in tutta la stanza prima che la tensione risalisse e io sentissi gli occhi di tutti alternarsi tra l’animale tramortito, e il suo creatore.

Me.

“Signorina Evans,” disse la McGrannit in tono tranquillo, sollevando lentamente i suoi occhi dalla creatura a me. “Si fermi dopo la lezione, per favore.”

Solo lo sguardo che aveva- pieno di delusione, rimpianto- fu abbastanza per farmi esplodere. Il mio corpo tremò tutto di paura e nervosismo.
Annuii, ma solo appena. Stavo tremando troppo per fare qualsiasi altra cosa. Era molto probabilmente il peggior momento della mia intera esistenza.

La classe si calmò dopo quello. Carrie Lloyd fu mandata nella lavanderia femminile appena smise di piangere e la McGrannit aggiustò la sedia di Jervis Rennet, così come il banco di Kiki Molter. Tutti iniziarono a raccattare le proprie cose, che erano state sparate in vari luoghi nella classe per colpa dell’ira del mio pollo.

Ed io ero seduta, impietrita dalla preoccupazione e dalla vergogno mentre guardavo tutti che guardavano me. C’erano sorrisi pieni di pietà e sguardi preoccupati che venivano nella mia direzione, ma li ignorai. Ero troppo occupata ad auto-compatirmi. Lo SAPEVO che dovevo studiare di più! LO SAPEVO! Ma no, dovevo per forza guardare quello show sulla tv, o dovevo per forza andare a vedere quel film, o dovevo per forza farmi un pisolino. Vedi cosa succede quando procrastini? SONO SENZ’OMBRA DI DUBBIO UN FALLIMENTO NELLA VITA!

La lezione stava per finire e io ero sollevata che non era sorto nessun altro problema.

“Potter,” disse la McGrannit qualche minuto prima della fine della lezione. “Vieni a trovarmi dopo la lezione.”

Potter alzò lo sguardo, sorpreso.

“Ma non ho fatto ancora nulla, Professoressa!” sbottò, guardando verso la McGrannit in cerca di risposte. Lo scemo pensava davvero che le avrebbe ricevute.

“Il fatto che tu abbia usato ‘ancora’ non può promettere niente di buono, non è vero, Signor Potter?” lo guardò sospettosa, il suo sguardo inaspritosi nel rimarcare il suo ‘ancora’. Potter scrollò le spalle, ma ovviamente era ancora molto confuso.

Iniziai subito ad entrare nel panico dopo questa piccola conversazione. Si era dimenticata di me? Stava per cacciarmi via dal corso con Potter NELLA STANZA? Poteva davvero essere così crudele? La McGrannit è severa, ma non l’ho mai considerata crudele. E cosa aveva fatto Potter, dopotutto? Non poteva parlargli in un altro momento? Diciamo in un momento in cui, non so, NON sono presente? Aveva la minima idea di cosa mi stesse facendo?

La lezione finì qualche minuto dopo, per il sollievo di tutti. In silenzio, mentre dentro ero terrorizzata, guardati tutti, tranne me e Potter, camminare lentamente fuori dalla classe, bisbigliando e spettegolando sulla lezione pregna di event. Il mulino del gossip sarebbe stato in pieno lavoro per un bel po’.

“Ti aspettiamo se vuoi,” si offrì Emma con un sorriso confortante, facendo segno verso il corridoio dove lei e Grace volevano aspettare. Scossi la testa, ancora insicura del mio totale controllo sulle mie corde vocali.

“Non preoccuparti, Lily,” disse dolcemente Grace, naturalmente cercando anche lei di offrirmi conforto. “Tutti commettono errori.”

Sì, ma non errori come polli impazziti.

“Sei sicura che non vuoi che aspettiamo?” Emma mi disse ancora una volta. “Abbiamo solo il pranzo. Va bene se arriviamo un po’ in ritardo.”

Feci segno di no con la testa un’altra volta.

“Okay.” Emma sospirò mesta, poggiando una mano sulla mia spalla. “Ci vediamo a pranzo, credo.”

Poi lei e Grace se ne andarono, lasciando me, Potter e la McGrannit soli nella classe precedentemente piena. Provai d’ignorare Potter e guardai la McGrannit con sguardo speranzoso. Era seduta alla sua cattedra e stava scrivendo qualcosa.

“Aspetta fuori, Potter,” ordinò coincisa, evitando perfino di alzare lo sguardo da ciò che stava scrivendo. Sospirai velocemente per il sollievo mentre mi rendevo conto che la McGrannit non era così crudele da cacciarmi di fronte a lui. Guardai in silenzio Potter che raccattava le sue cose anche lui senza fare rumore. Nel prendere il suo ultimo libro, i suoi occhi si alternavano tra me e la McGrannit. Evitai il suo sguardo, non volevo vedere il suo sguardo di scherno che sicuramente avrei trovato nei suoi occhi. Uscì dalla classe qualche momento dopo. Chiuse la porta dietro di sé.

“Si avvicini, Signorina Evans.”

La mia testa scatto verso la McGrannit e lo stomaco mi si chiuse all’istante. Con qualche difficoltà, mi avvicinai lentamente alla sua cattedra, pregando tutti gli dei o le entità che potevano esistere.

“Professoressa-“ iniziai a dire.

“Avevamo un patto, Signorina Evans” m’interruppe con calma, per la prima volta alzando lo sguardo da ciò che stava scrivendo. Strinsi i denti, sforzandomi di trattenere le lacrime. Sembrava così delusa. Volevo morire.

“Lo so, Professoressa,” mormorai triste, guardandomi le scarpe. Non riuscivo più a guardarla in faccia.

“Ti avevo detto che avresti potuto seguire il corso quest’anno e tu avevi promesso che avresti studiato e saresti migliorata. Non vedo dei miglioramenti, Lily.” Nel momento in cui mi chiamò ‘Lily’, sapevo che era tutto finito. Il suo tono era tranquillo, ma severo. Chiusi gli occhi, cercando di concentrarmi su ciò che stava dicendo e stavo contemporaneamente cercando di trattenere le lacrime che minacciavano d’inondare i miei occhi. Non mi sono mai vergognata così tanto come in quel momento.

“L-lo so.” Inghiottii, cercando di sbarazzarmi del nodo di emozioni che si era formato nella mia gola. “E ho studiato, Professoressa! Davvero, l’ho fatto!”

“Non sto dicendo che non l’hai fatto, Signorina Evans, ma che non vedo come tu possa seguire questo corso se non riesci a migliorare.”

“Ma è soltanto il secondo giorno di lezioni, Professoressa! Sono leggermente arrugginita.” La mia voce stava tremando sempre più. Stava per cacciarmi, me lo sentivo. Non potevo farci niente. Perché stavo pure cercando di oppormi?

“La strada sarà sempre in salita d’ora in poi, Lily,” mi disse piano. “Questa era solo una spolverata. Sei sicura di voler andare avanti e fare un’altra dimostrazione come quest’ultima?”

Scossi la testa, preparandomi a sentire la brutta notizia.

“Mi dispiace, Professoressa, sono desolata, ma prometto che m’impegnerò di più! Studierò tutto il tempo! Per favore mi faccia rimanere nel suo corso! Ho bisogno di rimanere in questo corso.” Sapevo d’essere un caso irrecuperabile, ma ero disperata. La McGrannit sospirò e ogni mio organo interno iniziò a tremare. “Per favore,” implorai, cercando un’ultima volta di convincerla. Rimasi lì in silenzio, aspettando soltanto per la sua risposta… sperando nella sua risposta.

“Non ti caccerò dal corso, Signorina Evans.”

Mi bloccai, il discorso isterico che avevo preparato era ancora sulla punta della mia lingua e sentii il cuore iniziare a battere come un pazzo nel mio petto. Aveva detto ciò che avevo pensato avesse detto? “Io-Io- cosa?”

Lo sguardo gelido della McGrannit si soffermò su di me. “Non ti caccerò dal mio corso,” ripetè

Lei… lei non…

SSSIIIII’!!!!!!!!!!!!

“Oh, grazie mille, Professoressa!” gridai felice, facendomi prendere dal momento, quasi la strinsi nelle mie braccia. “Grazie tante, davvero!
Migliorerò, lo farò! Studierò con costanza e migliorerò e… oh, grazie!” ero così sollevata che quasi riuscivo a respirare. Feci una promessa a me stessa in quel momento, che avrei studiato di più, al di là di tutto. Dopotutto, nessuno vorrebbe un Auror incapace in Trasfigurazione, vero?
Eppure, avevo ancora un buco allo stomaco. E se non potevo? Cosa sarebbe successo se, al di là di quanto impegno ci mettessi nello studio, non sarei riuscita a migliorare? Cosa avrei fatto allora? Cercai di spingere questi pensieri ansiogeni fuori dalla mia testa. Ero ancora nel corso e questa era l’unica cosa importante.

“Mi assicurerò che sarà così, Signorina Evans,” mi disse severa la McGrannit, allontanandomi dai miei pensieri.

La guardai confusa. “Cosa intende?” le chiesi.

La McGrannit iniziò a rimettere a posto le cose sulla sua cattedra e mi spiegò con calma, “Ti voglio assegnare un tutor, Signorina Evans. Dovrai incontrarti con questo tutor una volta a settimana per almeno un’ora. Studi da sola per quanto tempo ritiene appropriato, ma se non vedrò nessun miglioramento, dovrò cacciarla dal mio corso. Sono stata chiara?

Annuii.

Un tutor.

Hm.

Non avevo mai avuto un tutor prima. Chi sarebbe stato? Come sarebbe stato? Sarebbe stato in grado davvero di aiutarmi?

“Potter!”

La voce della McGrannit mi allontanò dal mio dilemma. I miei occhi si fissarono sulla porta aperta dietro di me. Potter rientrò nella classe, ancora fissandoci con il suo sguardo confuso.

Guardai incerta la McGrannit. Aveva finito con me? Dovevo andarmene? Ma chi era il mio tutor? Quando avrei dovuto incontrarlo? Non sembrava volesse darmi alcuna informazione. Mi girai verso Potter, che si era avvicinato alla cattedra della McGrannit e ora si trovava al mio fianco.

“Qualunque cosa sia, Professoressa, io non c’entro niente,” disse James all’istante, guardando dritto negli occhi della McGrannit. “Non è colpa mia, lo giuro.”

Cercai di trattenere una risata mentre lo sguardo della McGrannit si posava su di lui. Sembrava così innocente. Cosa aveva fatto, comunque?
Che io sapessi, niente era esploso di recente, e nessuno si era ritrovato con i capelli di un colore diverso.

“Non è niente del genere Potter-“ lo guardò ancora severa “-per questa volta.” Iniziò a raccattare le sue pergamene ancora una volta. “Ti ricordi di cosa abbiamo parlato ieri?” Ritornò a scrivere come prima. Ancora una volta, mi chiesi se la mia presenza era di troppo oppure no. Se
Potter non era qui per essere sgridato per qualcosa, allora non c’era davvero nessun divertimento per me. Cosa aveva fatto, comunque? Di cosa avevano parlato ieri?

“Le ripetizioni come tutor?”

Ah, le ripetizioni.

Aspetta, LE RIPETIZIONI?

Poi tutto sembrò avere senso.

“Sì, le ripetizioni,” disse la McGrannit annuendo. Si girò verso di me. “Ti presento la tua nuova studentessa, Potter.”

Ti presento la tua nuova studentessa, Potter.

Volevo gridare.

Volevo piangere.

Volevo rimangiarmi ciò che avevo detto. Volevo fare qualsiasi cosa tranne guardare James Potter. Ma, naturalmente, visto che sono sempre stata un relitto emotivo, non feci niente se non guardarlo con aria sciocca.

Perché lui? Sarebbe potuto essere chiunque altro! PERCHE’ HA DOVUTO SCEGLIERE LUI?

“Lily?” mi chiese, sebbene non fossi sicura se stesse parlando con me o con la McGrannit. Aveva detto un’altra volta il mio primo nome. Perché continuava a farlo?

“Sì,” gli rispose la McGrannit, non sollevando lo sguardo da ciò che stava scrivendo. “Darai delle ripetizioni alla Signorina Evans d’ora in poi.”

Il mio sguardo da pesce lesso ritornò su Potter, che a mio avviso sembrava fin troppo contento. Era impossibile che io sarei riuscita a fare questa cosa con lui. Potevo solo immaginare tutte le cose che avrebbe detto… le cose che avrebbe detto alle altre persone…

Dio santo. Lo odio.

“Ma, Professoressa,” commentai, parlando per la prima volta da quando Potter era entrato nella classe. “Forse Potter è troppo impegnato per darmi ripetizioni, non crede? Voglio dire, gioca a Quidditch e ha i suoi doveri da Caposcuola. Sono sicurissima che qualcun altro potrebbe farlo…”

Disperata, dite?

Assolutamente.

“Dare ripetizioni fa parte dei doveri di un Caposcuola, Signorina Evans, così come è anche un suo dovere.” Il mio cuore sprofondò nel sentirle dire quelle parole. “Se non fossi tu, sarebbe qualcun altro. D’altro canto, però, apprezzo la tua premura.

Piano A mandato in fumo. Maledetta.

“Credo sia giusto lasciarmi soli per accordarvi su un orario.” La McGrannit si alzò dalla sedia e, nel fare ciò, lanciò occhiate nella nostra direzione. La pergamena su cui aveva scritto era ora stretta nelle sue mani. “Ho un appunto da far vedere al Preside. Buona giornata ad entrambi.” Poi, senza dire un’altra parola, uscì.

Soli.

Credo che quello fu il momento in cui il mio cervello riuscì a capire completamente la situazione.

Potter.

James Potter era il mio tutor.

Un tutor è un qualcuno che aiuta gli studenti.

Potter, che mi aiuta? Non è probabile.

D’altro canto, dovevo superare questo corso. Non avevo scelta. Se non fossi migliorata, la McGrannit non mi avrebbe mai permesso di rimanere nel corso e poi non sarei mai potuta diventare un Auror. Ma come dovrei migliorare se il mio tutor è il più grande cretino che io conosca? Come potevo migliorare se ho fatto un patto con me stessa di non parlare con il mio cosiddetto ‘tutor’ mai più? Come potevo migliorare se il mio tutor molto probabilmente non mi sopportava?

Si rende conto che cosa ha fatto la McGrannit? Si rende conto che la mia intera vita è finita giù per il tubo perché mi ha assegnato un tutor inutile? Si rende conto che non si può essere un Auror senza avere un M.A.G.O. in Trasfigurazione? SE NE RENDE CONTO?!

Non ci credo. Fallirò. Potter probabilmente mi insegnerà cose false, dicendomi che sto andando bene, quando in realtà mi starà deridendo per colpa delle mie inabilità in Trasfigurazione. MERLINO, è davvero un idiota!

Mentre io mi ritrovavo nel bel mezzo di un auto-discorso, credo che Potter stesse cercando di parlarmi, visto che mi ha fissata stranita quando a un certo punto mi sono accasciata a terra e ho iniziato a piangere come una pazza (hey, sono un relitto emotivo, ricordi? Non avevo nessun controllo sulle mie immediate e impulsive reazioni).

“Lily!” si accovacciò immediatamente accanto a me. “Stai bene? Cosa ti fa male?”

Oh, cavolo. Lo stupido ha pensato seriamente che fossi ferita o una cosa così.

“Sto bene!” dissi arrabbiata tra i singhiozzi. “Lasciami in pace!” nascosi la mia faccia con le ginocchia ed iniziai a piangere più forte.

Credo che quello fu il momento in cui Potter si rese conto che non era un qualche danno ai miei organi interni ad avermi fatta cadere come un sacco di patate. Si vedeva che era ovviamente sorpreso dalle mie lacrime e un po’ insicuro su cosa fare con me, sentendo che stava allontanandosi un po’ dal mio corpo tremolante. Sapevo era confuso su cosa fare della sciocca ragazza in lacrime che era seduta affianco a lui – diavolo, anche io sarei stata confusa!- ma la confusione sembrò sparire lentamente, e dopo qualche secondo, sentii il suo braccio circondarmi con esitazione.

Forse stava cercando di confortarmi (ha!), ma quel gesto mi rese ancora più nervosa. Perché non poteva semplicemente dimenticarsi di questo stupido scherzo o qualunque cosa fosse e semplicemente tornare ad essere cattivo con me? Stava già rovinando la mia vita, perché peggiorare la situazione?

“Va via!” gridai vicino alla sua camicia, cercando di divincolarmi dalla sua stretta. Per lo meno, era una camicia morbida. Credo che se avessi dovuto piangere sulla camicia di qualcuno, sarebbe stato bello sapere che fosse una camicia comoda.

“Qual è il problema?” mi chiese con calma, senza però allentare la sua presa su di me. Era ovviamente incerto su cosa fare con me. E sembrava che neanche lui pensasse che stringere la sua nemesi in una stretta molto intima fosse strano. Io, naturalmente, ero così confusa che non sapevo cosa pensare.

“Ho detto, vai via!” gridai ancora più forte mentre cercavo di divincolarmi.

“Non finché non mi dici cos’hai!” gridò in rimando.

Oh, sì. Sicuramente non era ancora nervoso.

Ma se credeva che gli avrei detto tutti i miei problemi così facilmente, stava per essere molto deluso. Chi se ne frega se si stava comportando bene? Chi se ne frega se la sua camicia era morbida? ERA UN ORRIBILE E STUPIDO BUGIARDO!

Tutto!” gridai, cercando ancora più forte di allontanarmi da lui. Sembrava una risposta abbastanza buona. Strinse ancora di più la sua presa su di me. Faceva quasi male, perciò smisi di contrastarlo. Cretino.

“Tutto?” mi chiese dolcemente, allentando la sua spira mortale su di me.

“Sì! Soddisfatto ora?”

Scosse la testa. “No.”

Lo guardai incredula. “No?”

“Nope,” ripetè. Volevo gridare tanto ero frustrata, o tirargli un pugno fortissimo sulla sua piccola faccia. E invece, piansi ancora più forte.

“Ugh! Non puoi solo andartene?”

“Non me vado se prima non mi dici qual è il problema”, continuò ad insistere. Sentii il suo indice sotto il mio mento mentre sollevava il mio viso rigato dalle lacrime verso il suo. “Dimmi qual è il problema,” disse ancora una volta.

La mia mente continuava a gridarmi che tutto ciò non era normale – che c’era sicuramente qualcosa sotto. Perché stava continuando ad essere così disponibile con me quando io non solo mi stavo comportando malissimo (cosa che si meritava assolutamente), ma stavo cercando spasmodicamente di liberarmi dalla sua presa? Invece di sputargli in faccia così come avevo pensato all’inizio, cercai sul suo viso un qualunque tipo d’indizio su cosa stesse cercando di fare, ma non traspariva niente. La sua espressione era vuota mentre aspettava con pazienza la mia risposta e i suoi occhi erano pieni di una strana emozione che non riuscivo bene ad individuare. Sebbene, lo devo dire, erano molto belli. I suoi occhi, voglio dire. Sebbene non se li meriti, visto che non è un’ottima persona (quasi sempre). Spero che li doni o un qualcosa del genere.

“Che te ne frega?” chiesi cercando di risultare attraverso le lacrime più fredda possibile. “Non mi sopporti.”

Dissi l’ultima frase in maniera affermativa, come se fosse risaputo, cosa che pensavo fosse, ma Potter sembrava confuso.

“Non è vero che non ti sopporto,” disse “lo sai, vero Lily?”

Uh, no, non lo sapevo.

“Di che stai parlando?” chiesi, spazientita per ciò che stava cercando di farmi intendere. Questa era tutta una parte del suo piano da genio del male, ne ero sicura. Confortare ragazza in lacrime, dirle che non la odi, continuare ad essere Signor Buono e Nobile, e poi prendere in giro la ragazza finchè non impazzisce. “Mi odi dal nostro Primo Anno. Le tue intenzioni sono sempre state molto chiare.”

Sospirò ad alta voce, scuotendo la sua testa con rimorso. “Non ti ho mai odiato, Lily.”

Che ragazzo bugiardo che è!

“Non mentire!” gridai, guardandolo come se volessi accoltellarlo. “Cosa sei, una specie di bugiardo patologico o qualcosa del genere?”

“Sono cosa?” mi chiese confuso.

“Mi hai mentito prima e mi hai mentito ora!” spiegai con fare pratico, non preoccupandomi di tenere fuori la rabbia dal mio timbro di voce. “Ti piace mentire, o sei solo malato e non ci puoi fare niente?”

Potter sospirò ancora un volta, muovendo una delle sue mani dalla mia spalla per spingere via i suoi capelli. “Non volevo mentirti prima,” disse.
“Scusami.”

Dovetti trattenermi dal ridergli in faccia. Di che cosa stava parlando? Come poteva non voler mentirmi? Quando menti, lo sai che stai mentendo. Voglio dire, io lo so, visto che lo faccio molte volte. Lui lo sapeva! Voglio dire, ha sorriso! Non solo sapeva che cosa stesse facendo, ma era soddisfatto nel farlo!

“Non puoi non voler mentire,” sbottai arrabbiata. “L’hai fatto di proposito.”

Potter ci mise un po’ per trovare le parole giuste da dire. “Lo so,” disse, “ma… era… io non volevo…oh, lascia perdere! Non capiresti.”

“Mettimi alla prova,” gli risposi, ora davvero curiosa di cosa volesse dire con ‘non volevo mentirti’, in contrasto con prima, quando stavo solo cercando di sviare la conversazione su un altro argomento che non fosse me in lacrime. Se lui poteva essere testardo, potevo riuscirci anch’io.

“Non finchè non mi dici perché stavi piangendo,” continuò con uno sguardo persistente.

Oh, al diavolo.

Avrei dovuto prevederlo.

Non avevo intenzione di dirgli perché fossi un’isterica, naturalmente. Anche se si stava comportando bene e tutto. Anzi, avevo voglia di gridare e urlare e fargli un’enorme ramanzina su come non si dovesse permettere di voler scoprire i miei problemi personali. Ma, naturalmente, la mia celeberrima bocca scelse quel preciso momento per colpire ancora una volta. Penso che sono stati quei suoi stupidi occhi che in qualche modo hanno riattivato la mia bocca idiota (!), ma in un modo o nell’altro, mi trovai subito a parlare dell’intera storia di Trasfigurazione –i miei orribili risultato ai G.U.F.O, il mio patto con la McGrannit, i miei problemi da Auror, perfino i miei dubbi sul suo ruolo di tutor- proprio con James Potter, proprio lì sul pavimento della classe di Trasfigurazione.

Sì, lo so, sono un’idiota.

Mi ascoltò attento, come se se ne fregasse davvero qualcosa di cosa stessi dicendo, il che è il motivo per cui la mia bocca continuò a parlare, anche quando pensavo che ormai non c’era più niente da dire. Poi, finalmente, dopo che la mia bocca fedifraga aveva finito di blaterare, conclusi la mia storia con un carino “La mia vita è un inferno in Terra”, e poi chiusi velocemente la mia bocca, maledicendomi mentalmente per tutto il tempo. Potter sembrava aspettare se avessi davvero finito, per poter fare o dire qualsiasi cosa. Sembrava in realtà abbastanza sorpreso che avessi ceduto così facilmente. Passarono alcuni secondi di silenzio prima che iniziasse a ridere.

“E’ tutto?” mi chiese con una smorfia. Lo guardai male. “Pensavo onestamente che fosse un qualcosa di importante.”

“Tutto ciò è importante!” sbuffai.

Lui rise di nuovo, non capendo quanto mi stessi innervosendo. “Senti,” mi disse, sorridendomi leggermente. “Prima di tutto, tutti hanno la propria scorta di problemi. Tutti pensano che la propria vita sia un inferno in Terra prima o poi- voglio ire, diavolo! Anch’io odio la mia vita! E poi, non verrai bocciata in Trasfigurazione. Per questo ci sono io.”

Sembrava così sincero quando disse quest’ultima parte, che quasi mi convinse. Quasi. Voglio dire, volevo credergli, davvero, ma stavamo parlando di James Potter. Lo stesso James Potter che mi aveva mentito. Lo stesso James Potter che mi odiava dal Primo Anno (anche se insiste che non è vero. Anche questa è una bugia). Voglio dire, dopo tutto questo, perché dovrei credergli ora?

“Hai intenzione di aiutare me?” chiesi, non curandomi di nascondere l’ovvio sarcasmo che scaturiva dal mio timbro di voce. “Okay. Certo.”

“Lo farò!” insistette, continuando a sembrare molto sincero, sebbene io sapessi che non lo era.

Alzai gli occhi al cielo. “Davvero?” chiesi con tono monocorde.

“Certo che lo farò!” rispose. Gli lanciai uno sguardo sospettoso. Le sue braccia si staccarono dal mio corpo e le usò per toccarsi il cuore.
“Promessa Sacra da Malandrino.”

“Alzai di nuovo gli occhi al cielo. “Come se potrei fidarmi di qualunque promessa tu potrai mai farmi!” risi. Beh, almeno tentai di ridere. Tossii anche nel bel mezzo della risata, quindi fu più un attacco di tosse che una risata.

“Stai bene?” mi chiese Potter dopo che il mio attacco di tosse fu finito. Potevo vedere benissimo che stava trattenendosi dal ridere.

“Sto bene,” quasi soffocavo.

“Bene,” sorrise ed annuì. Lo fissai mentre si rimise in piedi, staccandosi dal pavimento. Poi mi offrì una mano, aiutandomi a rimettermi in piedi.

“Grazie,” gracchiai, ancora non mi ero completamente ripresa dal mio attacco di tosse.
“Nessun problema,” rispose con un altro sorriso. Distolsi lo sguardo e mi ci misi d’impegno nel pulire la mia gonna dallo sporco invisibile. Mi
resi conto che se non lo avessi fissato, forse potevo anche dimenticare tutto ciò che era successo.

“Quindi.” Potter guardo verso di me pieno di aspettativa, ovviamente non sapendo cosa dire a quel punto. Se mi stava fissando per ricominciare la conversazione, era matto. Penso che avessimo parlato abbastanza per un solo giorno, grazie mille.

Non saprei dire quanto tempo passò, ma so che era passato un bel po’ dopo l’aver spiattellato l’intera storia della mia vita al povero ragazzo.
Sembrava stranissimo che io avessi parlato con James Potter per tutto quel tempo. Era possibile? Non l’avrei mai pensato.

“Meglio… meglio che vada,” disse finalmente Potter, rompendo il silenzio. “Devo pranzare e tutto.”

“Sì.” Annuii, asciugandomi gli occhi e sperando che non sembrassi completamente orribile. “Pranzo. Vero.”

Ci fu un’altra pausa silenziosa prima che Potter dicesse, “Ma per quelle ripetizioni… Io ho il Quidditch ogni lunedì e venerdì, quindi perché non iniziare domani? Diciamo, alle 8?”

Annuii ancora, sebbene non fossi sicura se queste ripetizioni ne valessero davvero la pena. Cosa sarebbe successo se il cretino avesse davvero cercato di insegnarmi cose fasulle? Cosa sarebbe successo se non fosse stato in grado di aiutarmi? Cosa avrei fatto, allora?

“Bene.” Sembrò sollevato che avessi accettato davvero. “Ci vediamo nella Sala Comune, allora?”

Annuii stupidamente ancora una volta. Mi sorrise e poi andò a raccattare le sue cose da uno dei banchi. Lo guardami mentre si avviava verso la porta, ma per qualche motivo, sentivo che la nostra conversazione non poteva finire in quel modo e in quel modo.

Avrei dovuto sapere che, naturalmente, la mia bocca fedifraga avrebbe potuto facilmente prendersi cura di una cosa del genere.
“Potter!”

Si girò verso di me, guardandomi come se si aspettasse chissà cosa. Almeno lui.

“Uh…beh…er..grazie. Per, er…avermi permesso di urlarti addosso.”

Oh. Merlino.

Davvero ho fatto uscire certe parole dalla mia bocca?

Sono proprio un’idiota.

Cosa abbia pensato di me in quel momento, non so davvero. Probabilmente un qualcosa del tipo ‘stupida ragazzina’.

“Prego,” ridacchiò.

Sì, Gran Cretina Lily.

Mi sorrise un’ultima volta prima di avviarsi verso la porta ancora una volta. Cercai di ricambiare il suo sorriso al meglio, ma ero così rossa a quel punto, che non credo davvero importasse.

Mi girai velocemente verso i miei libri, che erano sparsi per tutto il mio banco, cercando di non pensare alla nostra conversazione precedente.
C’era un solo modo per scoprire se Potter era davvero il bugiardo che credevo fosse, ed era quella di andare a queste ripetizioni. Chissà, forse stava dicendo la verità. Forse poteva aiutarmi.

“Lily!”

La mia testa si voltò nel sentire il mio nome. Potter stava appoggiato sull’uscio, guardandomi pieno di aspettativa. Cosa voleva ora?

“Hm?”

Cercai di sembrare quanto più calma possibile. Naturalmente, non c’era nessunissimo motivo per cui non sarei dovuta essere calma. Voglio dire, è solo Potter. Anche se gli avevo appena raccontato l’intera storia della mia vita.

“James,” disse semplicemente.

Lo guardai confusa, pensando che avrebbe rielaborato. “Cosa?” chiesi.

“Il mio nome,” disse nello stesso tono calmo, “è James.”

Lo guardai in modo strano. “Lo so che è il tuo nome,” dissi con uno strano risolino. Come potevo sapere di cosa stesse parlando?

“Mi rendo conto che forse dovresti chiamarmi così, vero?”

Il mio corpo s’immobilizzò. Lo fissai completamente incredula.

Aveva appena detto ciò che pensavo avesse detto? Mi aveva appena detto di chiamarlo James? Dopo sei anni di cognomi, me lo stava dicendo ora?

“Er-sì,” quasi mi strozzai. “Credo di sì.”

Ghignò. “Perfetto.” E poi sparì completamente.

Ora, mi chiedo, cos’era tutto quello? Cosa stava facendo? Chissà che diavolo pensava di me?

Aspetto, perché mi interessa cosa pensa? L’opinione di Potter non mi è mai interessata! Cosa, due giorni di insolita bontà e all’improvviso era il mio stramaledetto idolo o qualcosa così? Dovevo davvero fermarmi. Dopo tutto, è solo Potter. Lo stupido, megalomane cretino che ho sempre odiato sin dal primo anno… vero?

VERO?

Più tardi, Dormitorio Femminile del Settimo Anno

Si potrebbe pensare che le persone hanno altre cose da dirsi.

Davvero. E’ come se tutti quanti non sentissero un pettegolezzo degno di nota da secoli.

Voglio dire, lo so che è stata una lezione piena di eventi, ma si spera che le persone possano interessarsi in qualcos’altro e non della Caposcuola che si sente una scema.

Il fatto che non sono riuscita a finire la cena (che includeva QUATTRO diversi tipi di riso, a proposito) per colpa di tutti gli sguardi e i bisbigli, davvero avrei qualcosa da dire ai miei compagni di scuola. Speravo che avrebbero capito che nessuno è perfetto, me compresa, e se ne sarebbero fregati, ma questo semplicemente non poteva accadere. Davvero non è appropriato. Lo so che un fallimento in Trasfigurazione, ma non devono rigirare il coltello nella piaga.

Ho detto a Grace ed Emma tutto l’incidente di “Potter/James” quando sono tornata nel dormitorio. Pensavano fosse completamente naturale. A quanto pare, sto esagerando nell’esaminare la situazione. Che scema che sono.

“E’ bello che stia cercando di fare pace,” ha detto Grace. “Le vostre stupide litigate sono andate avanti per fin troppo tempo.”

Il che è vero probabilmente. L’intera litigata è davvero stupida. Ma è sempre stato lui ad iniziare a litigare con me. Io non l’ho mai attaccata senza essere stata prima provocata.

“James è davvero molto bravo in Trasfigurazione,” mi ha detto Emma riguardo la storia delle ripetizioni. “Sarà un buon tutor. Devi solo cercare di studiare di più. Fai fare a James la sua parte, ma sii certa di fare anche tu la tua.”

Gli ho detto anche di Kings Cross e l’idea dello scherzo. Grace l’ha trovato assurdo.

“Stava cercando di essere gentile e tu pensi automaticamente che sia uno scherzo?” mi ha chiesto con uno strano sguardo.

“E’ quello che ha detto anche lui,” mormorai in silenzio, sentendomi ora un po’ in colpa. Sembrava una spiegazione perfettamente valida a quel tempo. Cos’altro poteva essere?

“Beh, forse non è solo quello che pensi tu,” ha detto lei. “Forse c’è un’altra ragione, ma tu non te ne rendi conto.”

Ed è stato quello il momento in cui ho capito che lei sapeva qualcosa che io non sapevo. Odio quando si comporta da ‘misteriosa’. Non puoi mai cavare un ragno dal buco quando si comporta così. Si aspetta sempre che tu sappia esattamente dove vuole mirare. Non capisco mai cosa stia cercando di dirmi, quindi perché preoccuparsi di cercare di capirla? E’ davvero così bello confondermi le idee?

“O forse è esattamente quello che penso io,” risposi testarda. Non poteva essere nient’altro. Non c’ERA nessun’altra motivazione.

Grace ha scosso la testa e la conversazione è finita.

Davvero, odio quando fa così.
 
 
 
 
 
 
 
*Note*: Salveeee! Mi scuso per il ritardo, ma il mio computer è impazzito ed ha eliminato il capitolo e ho dovuto ritradurla tutta. Contate nel frattempo un trasloco e una casa senza connessione internet e potete chiaramente comprendere il motivo del mio ritardo (o almeno spero!). D'altro canto, Bee non aggiorna da due anni, io ho impiegato solo un mese ahahah
Spero che la traduzione sia abbastanza buona (altrimenti ditemelo) e che la storia stia iniziando a piacervi, ne vedremo delle belle!
Un bacione a tutti e a presto,
Em

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