恋いの予感 Koi no Yokan

di Alex Wolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Perdenti ***
Capitolo 3: *** Umani ***
Capitolo 4: *** Madre ***
Capitolo 5: *** Genitori ***
Capitolo 6: *** Stelle ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


恋いの予感 (Koi no Yokan) : letteralmente “presagio di un amore”.
 


La guarda da lontano. La studia. Non gli piace quell’aria di tranquillità che la circonda. Il kimono che indossa la fa apparire simile ad un fantasma. E’ pallido, clorato solo da rari fiori rossi come il sangue, con rifiniture azzurre e oro. Il fur le ricade sulla spalla destra, abbracciandole una parte della schiena.
 
Shiori è strana, per essere un demone cane. Non sembra pericolosa, ma lui ha già imparato a consocerla.

Takeshi assottiglia gli occhi d’oro, carezzando il suo fur. Le dita scivolano sulla morbida pelliccia pallida che gli copre le spalle, senza però rilassarsi troppo; è sempre all’erta e pronto ad attaccare.
Gli occhi d’oro di lei lo osservano con insistenza. E’ sicuro che lo sta studiando a sua volta. Gli sembra una calcolatrice. E’ sicuro che sta aspettando il momento giusto per mostrargli la sua reale forza. Non avrebbe mai creduto che i loro genitori, per il loro primo incontro, li avrebbero gettati in un’arena a combattere.
Li vede seduti sugli spalti, assieme a quella che gli sembra un’infinità di demoni cani. Suo fratello minore, Sesshomaru, sebbene piccolo, pare molto preso da quel confronto appena nato.
Li stanno guardando tutti. Non lo sopporta. O meglio, non vede l’ora di combattere –il suo sangue freme- ma non riesce ad accettare il fatto di doversi misurare con una donna. Specialmente se è la figlia del secondo in comando di suo padre. E probabilmente la sua futura moglie.
Ci deve andare piano oppure no? Deve sfoderare le sue spade oppure…
Non se n’è accorto, lei ha già attaccato. Il suo fur schiocca nel vento e gli si stringe attorno alla caviglia tirandolo in basso. I capelli di Shiori, non pallidi come ci si aspetterebbe da un demone cane ma scuri come la notte,  volano liberi mentre lei salta all’indietro ed evita l’attacco di Takeshi.
E’ brava. Lui lo sa, l’ha capito subito. La sua astuzia è più acuta di quella di molti spettatori che adesso li additano.

Lui alza il viso, i loro sguardi s’intrecciano. Lei sorride impertinente, sfidandolo apertamente.

Le nuvole oscurano il loro campo di battaglia.  

E’ guerra.
 

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Capitolo 2
*** Perdenti ***


恋いの予感 (Koi no Yokan) : letteralmente “presagio di un amore”.
 


Lui la guarda da lontano. Oggi indossa un kimono pallido arricchito da splendide immagini di pavone; il fur le danza attorno solenne e fluente.

Non sente più dolore alla spalla, ma è ferito nell’animo. E’ stato sconfitto da una donna, la sua futura moglie. Non lo sopporta. Non riesce a capire come ci sia riuscita.

Prende un bel respiro, stringe la lunga coda bianca e poggia una mano sull’elsa della sua katana preferita. Si fa avanti affiancandola nella sua passeggiata.
Nessuno parla, lei trova quel silenzio tranquillizzante e perciò non cerca di romperlo come vuole fare lui. Non lo guarda nemmeno. E’ concentrata sulle nuvole che li circondano: le piacciono. Sono morbide, fresche e talvolta persino profumate.
Ne accarezza una, sfacendola. Le nuvole le ricordano il significato del suo nome: poesia. Forse perché sono così meravigliose ed eterne come i versi riportati sulle pergamene umane.

«Posso aiutarvi, mio signore?» domanda. La vicinanza di Takeshi la infastidisce. Vuole stare sola, per quel poco tempo che le è permesso.

Dopo la sconfitta che gli ha inflitto nell’arena i loro padri hanno iniziato i preparativi per le nozze. Shiori si è rivelata una grande combattente, degna del primo genito del Signore dei demoni Cane.  
Il giovane demone la osserva senza rispondere. Le sembra stanca, per la prima volta da cui l’ha conosciuta. Le lunghe dita pallide accarezzano le nuvole con movimenti lenti.

Rinuncia a chiederle una rivincita, in quanto ormai sarebbe inutile. Non si può cancellare quello che è stato.
«Vi sentite bene, mia signora? Sembrate stanca.»
«Certamente, mio signore. Mai stata meglio, vi ringrazio per la vostra considerazione. » In realtà è davvero stanca, i preparativi per la cerimonia la stanno sfinendo.

Torna il silenzio. Il pulsare nella sua testa si placa, ma lui riesce a percepire che c’è ancor qualcosa che non va. Riesce a fiutarlo.

«Mia signora, siete sicura che…»

«Se la smetteste di parlare, starei molto meglio mi creda» lo blocca ringhiando. Non sopporta quando la gente cerca di estorcerle le risposte contro voglia.

«Ma io…» Takeshi si ritrova imbarazzato, si sente fuori posto. Gli occhi d’oro di lei sembrano lame affilate pronte a trapassarlo.

«E’ inutile che tenta di nasconderlo» inizia lei, «so bene che volevate una rivincita. Vi ho sentito parlare con vostro fratello; purtroppo per voi, comunque, se dovessi concedervi un nuovo incontro il risultato sarebbe lo stesso.» Avanzò con velocità lasciandoselo alle spalle. «Gli sconfitti rimangono tali anche se gli viene concessa una seconda opportunità.»

Lui la guarda andare via.

Stringe la bocca in una linea retta.

Non la sopporta.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Umani ***


恋いの予感 (Koi no Yokan) : letteralmente “presagio di un amore”.
 
 

Le stringono l’abito nuziale. Sono ore ormai che le sarte lo modificano e le pungono involontariamente le gambe e le braccia con quei maledetti spilli.
Sente i capelli appiccicati alla cute, ha caldo. C’è caldo.  Non le piace, lo trova insopportabile.
Sospira per l’ennesima volta, borbottando fra se mentre fuori dalle grandi finestre osserva le nuvole cambiare; suo padre sorridere al suo futuro marito. Sembrano andare d’accordo. Ma non  è una novità, visto che lo stesso essere che l’ha messa al mondo ha visto crescere non solo lei ma anche Takeshi.
Trattiene un ringhio quando la pungono nuovamente. Abbassa lo sguardo e trova gli occhi spaventati di una pallida serva. E’ bella, ha la classica bellezza eterea e innevata dei demoni cane. Si trova ad invidiarla, Shiori, desiderosa di possedere quei capelli del colore della luna e non della notte.
Istintivamente, senza pensare, la graffia segnandole la guancia destra con profondi tagli. I segni indistinguibili che quella porta sulle gote svaniscono sotto il sangue.
 
«Incapaci», si affetta ad aggiungere, «sono stufa della vostra inettitudine. Finiamola qui per oggi.» Si spoglia, indossa il nuovo kimono preparatole dalla madre e se ne va.
 
Si trova sorpresa a specchiarsi in un piccolo lago d’acqua. Per la prima volta dopo tanto tempo torna a guardarsi bene, con antipatia. Passa le mani fra i suoi capelli e ne esamina il nero con occhio critico. Perché non sono bianchi? Lei li vorrebbe dello stesso colore della luna, e invece si ritrova a indossare le tenebre più buie.
E’ triste, ma non ne capisce il motivo.
Cammina fra i boschi lasciando che le sue vesti si macchino di terra. Stare nel bosco la tranquillizza quasi quanto sfiorare le nubi. Gli umani che vi circolano posseggono il suo stesso colore di capelli: questo la fa sentire meno imperfetta.
Mentre cammina non si accorge della bambina che le sta innanzi, chinata a raccogliere le erbe medicinali che le sono cadute. La nota solo quando le calpesta la mano.
Si tira indietro, immerge le proprie iridi in quelle nere di lei e si sente stranamente bene. Si abbassa, le raccoglie le piccole piante e le deposita nel cestino che tiene fra le braccia.
 
«Grazie» mormora quella, stringendolo.
Shiori sorride, carezzandole la testa. «Va a casa, di notte nella foresta si nascondono molte insidie.» La bambina annuisce sorridendo, corre via.
Nel verde scuro di quel luogo ricade un silenzio anormale. Shiori sospira, alzando gli occhi alla mezza luna che s’intravede dalle fronde. Si accarezza la fronte, percorrendo il simbolo che le marchia la pelle.
 
«Ti piacciono gli umani?» Takeshi non ha potuto fare a meno di seguirla, curioso.
In quel suo kimono rosso e bianco, mentre si volta a guardarlo, le sembra un’antica divinità.
 
«O più semplicemente, vi piacciono i bambini umani?» Le si avvicina. E’ curioso.
Lei inarca le sopracciglia; si tocca distrattamente i capelli, per un istante quasi stesse pensando a qualcosa di importante. Non gli sfugge lo sguardo che gli lancia, prima di tornare a lui.
 
«Non è affar vostro, mio signore», risponde calma. «Ora, se volete scusarmi, ho dei preparativi da concludere.»
La guarda andare via, mentre la mano che poggia sulla sua katana si stringe fino a che le lunghe unghie non gli si impiantano nella carne.
 
Che donna impertinente!
 
 

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Capitolo 4
*** Madre ***


恋いの予感 (Koi no Yokan) : letteralmente “presagio di un amore”.
 
 
 
La notte cala più velocemente nel palazzo dei Demoni Cane che sulla terra. Le nuvole si colorano di sfumature blu e risplendono della luce delle stelle.
Takeshi sorride al padre e al suocero, mentre quest’ultimo ride divertito  dopo la sua ennesima battuta. Non ha mai creduto di essere così divertente, ma il fatto che Akio sorrida per non farlo dispiacere lo rende felice.

«Takeshi.» Lui si gira e trova sua madre a fissarlo. I tre uomini si ammutoliscono. «Vieni con me figliolo.»
 
Cammina accanto al demone che gli ha dato la vita. E’ tutto silenzioso ora che hanno lasciato il gruppo di ospiti che stanno festeggiando. Lui sente che qualcosa non va. C’è uno strano odore nell’aria. Gli sembra che persino le stelle tendano a splendere di meno.

«Takeshi, come va con la tua compagna?» E’ una domanda che lo spiazza. Sua madre è fredda e rigida mentre gliela porge.

Lui aspetta a rispondere. A dire la verità non crede che il loro rapporto vada così a gonfie vele come credono i loro padri, ne che sia inesistente come pensano le loro madri. Almeno si parlano. Poco. Forse nulla. Ma qualcosa si dicono!
Sospira. Quel ragionamento non lo porterà da nessuna parte.

«Credo bene» ammette alla fine, ignorando gli occhi taglienti della donna.

«Credi?» sottolinea quella parola con fare snob. Lui si maledice per aver aggiunto quella piccola, insignificante parola. Vorrebbe strozzarsi con le sue stesse mani.

«Takeshi, non riesco a capire perché tuo padre voglia farti sposare quella donna e adesso tu mi confidi che non riesci a parlarle come una coppia dovrebbe fare», la donna si blocca e incrocia le braccia.

Takeshi la osserva dall’alto della sua statura, muto come un pesce.  Qualcosa si muove nella sua pancia e lo porta a pensare. Cosa  vuole fare sua madre? Perché non parla più?

«Sto pensando di annullare il matrimonio.» Lui si gela. Lei sorride.  «Quella ragazza non sembra intenzionata a sposarsi come invece dovrebbe essere; anzi, mi da l’idea che più lontana ti sta meglio si sente. Non posso accettarlo.»

«Madre» non riesce a sussurrare altro. All’improvviso un senso di inquietudine gli attanaglia il petto, portandolo a restare senza respiro.

Lui non vuole che il matrimonio venga annullato. Non lo sopporterebbe. Ha trovato un’anima guerriera in Shiori e vuole riuscire a domarla e farla sua. E poi, si sente male a dover pensare che non potrebbe più vederla, ogni giorno.
 
La guarda da lontano. Dall’alto. Si, perché è scesa nuovamente sulla terra a specchiarsi in un lago. Si tocca in continuazione i capelli finché non lancia un’unghiata alla superfice d’acqua e si volta. La sua aura demoniaca sale, forse sta per trasformarsi ma poi si trattiene.
Takeshi si ritrova a lasciare uscire il fiato d’un colpo.  Non si era nemmeno accorto di averlo trattenuto.
Si chiede cosa la spinga a fare così. A cosa sia dovuto tutto quell’odio nei suoi confronti. E’ così bella, perché non si accetta?
L’osserva ancora un po’.
 
Lei alza lo sguardo all’improvviso, sa che lui è li. Lo ignora e si nasconde ai suoi occhi.
 
Poi grida e lui la vede volare lontano, non rialzarsi più.
 

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Capitolo 5
*** Genitori ***


恋いの予感 (Koi no Yokan) : letteralmente “presagio di un amore”.
 
 
 
Le fa male ovunque. Chi l’avrebbe mai detto che un misero demone avrebbe potuto ferirla in quel modo tanto brutale? Si è difesa, certo, ma non è servito. Era troppo intenta pensare alle parole della madre che Takeshi le aveva rivolto per controbattere, e quel demone si muoveva troppo velocemente.
Un rumore. Shiori abbandona la luna e con le dita strette alle coperte del futon si volta. Guarda Takeshi, che sta sulla porta della stanza che le hanno assegnato a palazzo. Per la prima volta, gli è grata. E’ lui che le ha salvato la pelle.

«Grazie, mio signore» sussurra. Nota come le labbra di lui si schiudono  un poco, le pupille si dilatino, le sopracciglia si corrugano.

Fa un passo avanti, il kimono bianco e viola che veste gli fluttua attorno abbellito dal lungo e grande fur. Si ferma vicino al letto, in una danza di stoffa e capelli pallidi mossi dagli ultimi soffi di movimento. Visto così da vicino, alla luce lunare che penetra oltre le finestre, Takeshi sembra uno di quei tanti meravigliosi dei che gli esseri umani venerano.

Con i suoi occhi ambrati la guarda, osservandola attentamente. «Takeshi» soffia fuori. Lei alzale sopracciglia curiosa. «Takeshi, non mio signore. Solo Takeshi, Shiori.»

Lei si morde le guance. Non vuole dirlo, ma chiamarlo con il proprio nome la imbarazza. Le sembra una cosa così intima. Quasi un tabù, specialmente adesso che il loro matrimonio è stato annullato. Per colpa sua.

Perciò, scuote la testa e non distoglie lo sguardo da quel volto giovane nemmeno per un secondo mentre dice: «Non posso, mio signore. Non potevo prima in quanto appena conosciuti e non posso adesso in quanto il nostro matrimonio è stato annullato. Mi sembrerebbe un gesto troppo scortese.»

Takeshi tace, com’è solito fare quando –ormai Shiori lo sa bene- cerca di trattenere domande e certe volte anche la rabbia. Si chiede per quale delle due cose adesso si stia scontrando con se stesso.
 


«Tu non decidi nulla», la sua voce è carica di potenza e rabbia. E’ raro vederlo così adirato. «Se continuerai in questa direzione, giuro, non solo prenderò il tuo gesto come un affronto ma ti perseguiterò fino alla morte.»

Takeshi non ha mai visto suo padre così adirato. Sa che fra lui e la madre non scorre buon sangue, che il loro matrimonio è stato messo in piedi per necessità, ma lo turba un poco vederli così sulla difensiva. Sembra che si debbano scannare da un momento all’altro.

«Quella ragazza», sua madre sposta le mani sulle tempie, «è inaccettabile per Takeshi. Non ha nulla che mi spinga a dire che un giorno sarà una brava sposa, o una brava madre! Non degna nostro figlio nemmeno di uno sguardo, e tu gliela vorresti dare in moglie. Hai sempre avuto u cattivo gusto in fatto di donne.»

Il Demone Cane si alza, sbattendo una mano sul bracciolo della propria sedia con tanta forza da sbriciolarlo. I resti toccano il pavimento del palazzo con un rumore sordo e leggero, quasi avessero paura gli dovesse capitare qualcos’altro.

«Non per altro ho scelto te!»

«Oh, ma sentitelo! » Si alza anche lei, sbattendo i pugni sul tavolo con una grazia sinistra. «Al massimo sono i nostri genitori che hanno scelto, io non avrei mai acconsentito a sposare un cane come te.»

Takeshi sprofonda sulla propria sedia, portandosi le mani davanti agli occhi per non vedere quella scena pietosa. Sono anni ormai che spera in una loro separazione, sempre a vuoto. Sesshomaru accanto a lui si tira indietro, poggia i piedi a terra ed esce. Il fratello maggiore lo segue con lo sguardo, desideroso di fare altrettanto. Ma, purtroppo, il motivo di quella sfuriata è Shiori e lui non intende che i suoi genitori decidano di lei senza che sia presente. In un certo senso, sapere che quella donna è il centro del problema lo rende inquieto. A lui Shiori non sembra una persona problematica, solo una che ha bisogno di schiudersi un po’.

«Io non voglio annullare il matrimonio» sputa fuori a un tratto. Si alza, ricevendo occhiate da entrambi i genitori. Suo padre non può nascondere un sorrisetto divertito, mentre la madre trattiene a stento un urlo di nervosismo. «Questa è la mia decisone.»

Se ne va, con la testa alta e il corpo apparentemente più leggero. Riuscirà a far capire a Shiori che il loro matrimonio non diventerà come quello dei suoi genitori, la convincerà che non deve avere paura ad aprirsi con lui sebbene ci vorrà tempo.

Imparerà anche ad amarla, come ogni marito dovrebbe amare la propria moglie.

E così farà lei.

Ne è sicuro.

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Capitolo 6
*** Stelle ***


恋いの予感 (Koi no Yokan) : letteralmente “presagio di un amore”.
 
 


 «Ti piacciono le stelle, Shiori?»
 
Lei si gira. Era concentrata su quelle sfere luminose da talmente tanto tempo ormai che non aveva sentito il passo leggero del padre di Takeshi.
Ma ora, che se lo trova in tutta la sua fierezza non può più ignorarlo.
Le sembra imponente, lo è, ma non le incute timore come invece fa la madre del suo futuro sposo. Lui ha uno sguardo più dolce, una voce più profonda e rassicurante.
 
«Si, mio signore.» Congiunge le mani dentro le maniche larghe del kimono, lanciando sguardi furtivi al cielo blu che si erge sopra di loro.
 
Vorrebbe farne parte, ma spera di non dover mai morire perché sa che se succedesse il suo spirito cadrebbe negli abissi infuocati e non nell'immensa quiete che lei brama tanto.
Non vuole morire. Per nessuno.
 
«Anche a me piacciono» afferma il futuro suocero, sorridendole affabile. «E anche a Takeshi.»
 
Si accarezza la lunga coda bianca, facendo tintinnare i pezzi di armatura che indossa. Gli occhi d'oro volano alla luna, e per un attimo tutto si zittisce. È strano il silenzio. Adesso che si è abituata ad ascoltare la sua voce la quiete le sembra un buco nero senza capo ne coda, le incute timore.
 
Lui si affaccia al terrazzo. Il vento notturno muove i suoi capelli simili a fili di luce. Secondo Shiori il demone deve aver rubato alcuni raggi alla luna, perché brilla così tanto da farle quasi male agli occhi.
 
«Non siete poi tanto diversi» mormora, talmente piano che il vento trascina via le sue parole.
 
Ha lo sguardo perso nel vuoto, le sembra quasi che riesca a vedere più lontano di quanto voglia far credere.
 
«Sai, io sono convinto che una persona, un demone, chi che sia, debba passare la propria vita con chi desidera perché vuole e non perché le viene imposto» se ne esce fuori sospirando, e in quel gesto c'è tanta amarezza e solitudine. «Io ho sposato la madre dei miei figli perché mi è stato imposto, e ora mi ritrovo innamorato di un'altra. E questa cosa mi spezza il cuore», Shiori resta muta a quella confessione, sebbene nel petto le sta iniziando a battere con foga il cuore.
 
Si sente quasi soffocare da quella schiettezza improvvisata.
 
«Quando mia moglie mi è venuta a dire che ha annullato il matrimonio, ho pensato che all'inizio fosse un bene: le unioni combinate non rendono praticamente mai felici gli sposi, ma non mi è sfuggita la scintilla di delusione negli occhi di mio figlio maggiore. Per questo mi sono opposto a tutto ciò, e Takeshi non è stato da meno.»
 
Shiori trema leggermente nell'animo, scoprendosi felice del fatto che il suo futuro sposo fosse dispiaciuto della loro separazione. Poi si immagina la madre, quel suo sguardo di ghiaccio, e la sua felicità scema. Le fa paura la padrona di casa, terribilmente. Strige un pò le mani fra la stoffa del kimono, attorcigliandovi le dita colta dall'ansia, che si affretta a nascondere.
 
Il padrone di casa la guarda di sottecchi. Capisce che lei non ammetterà mai di avere timore della moglie.
 
«Per mia moglie questo matrimonio non deve essere celebrato, ma a me non importa. Voglio che mio figlio sia felice, che mi dia dei nipoti con la donna con cui ha scelto di trascorrere la propria vita.» Le si avvicina, poggia una mano artigliata sulla sua spalla. «Shiori, Takeshi ha iniziato ad amarti da qualche tempo ormai. Dagli una possibilità.»
 
Le sembra così strano che il Grande Cane le stia dicendo tutte quelle cose che quasi le viene da pensare che sia un sogno. E poi, quelle ultime parole. Si sente scoppiare dentro, è tanto frastornata che le gira la testa.
Scosta il corpo da quello del futuro suocero e indietreggia. Si sente scossa dalle sue frasi tanto semplici quanto d'impatto.
 
Rantola in cerca di una risposta. «Sarò una buona moglie per vostro figlio, e una brava madre per il nostro erede. Non gli farò mancare nulla, mai. E, sebbene adesso mi riesce difficile, prometto che saprò amare Takeshi, nello stesso modo in cui, affermate, lui ama me.»
 
Il Grande Cane sorride, carezzandole la testa e spettinandole i capelli. La sua mano calda le infonde tranquillità. Si domanda se ance quella di Takeshi ne sarà in grado.
 
«Ne sono certo, mia cara Shiori, e mio figlio anche. Non per altro, ha deciso che ti vuole al suo fianco come compagna.» Le bacia la fronte, lasciandola nuovamente in compagnia delle stelle.
 
Ora che se n'è andato si sente sola. La notte le sembra fredda e il vento troppo sibilante. 
Rientra, percorrendo i corridoi vuoti della dimora. E’ rimasta fuori per molto più tempo di quanto si aspettasse, ormai è notte inoltrata.
Quando gira l’ennesimo angolo si accorge che Takeshi è seduto davanti alla porta della sua stanza, poggiato al muro con  le braccia conserte al petto, le ginocchia incrociate e la testa a penzoloni.
 I ciuffi che gli ricadono sul volto scompigliati. Sembra un essere angelico, ora che indossa semplici abiti e il suo fur.
È bello.
Gli si avvicina. Lo guarda ancora un po'. Lo scansa ed entra in camera. Non può fare a meno di sorridere.
 
 
La luce che lo colpisce è debole, ma fastidiosa quel tanto che basta per fargli aprire gli occhi. Ha il collo intorpidito e le ginocchia doloranti.
Fa per alzarsi, ma quando ci prova qualcosa lo trattiene: una coperta.
La prende fra le mani e la esamina, con le sopracciglia corrugate. Da dov'è spuntata?
 
Poi sente il suo odore dolce.
 
Non può fare a meno di sorridere.
 
È pur sempre un passo avanti.

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