Day and Night

di Giuggy03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quella mattina mi svegliai particolarmente triste. Mi alzai dal letto a baldacchino color rosso e oro e mi avviai verso il bagno. Mi specchiai: avevo gli occhi gonfi e rossi dal pianto della sera precedente, i capelli più scompigliati del solito e la faccia stravolta. Iniziai a lavarmi il viso. Quel giorno non avrei voluto fare niente, ma non potevo saltare le lezioni. Non durante il mio ultimo anno ad Hogwards. "Buongiorno Hermione, come stai?". Era Ginny. Non dissi nulla ma la guardai mordendomi il labbro inferiore, mentre l'ennesima lacrima mi scendeva sulla guancia. "Tesoro, non piangere. Mio fratello è la persona più schifosa che io abbia mai conosciuto... Non posso credere che ti abbia lasciato solo per quella lurida Lavanda Brown!". La abbracciai; Ginny era la mia migliore amica da una vita, e spesso solo lei riusciva a capirmi. Restammo abbracciate qualche minuto, senza aprire bocca, perché era il silenzio a parlare, e poi le sorrisi. Lei uscì dal bagno per lasciarmi il tempo di prepararmi, non prima di aver ricambiato il mio gesto. Quando ebbi fatto la doccia, andai in camera e aprii l'armadio. Solitamente non ero tipa da scegliere accuratamente cosa indossare, ma da quella mattina volevo ricominciare, cambiare personalità, essere una persona migliore e non pensare più a quel disgraziato di Ronald. E poi, durante il settimo anno ad Hogwards ci si poteva vestire come si voleva, dal momento che eravamo i più grandi. Così misi una maglietta turchese abbastanza larga e soffice, molto confortevole da indossare, e dei jeans attillati. Delle scarpe da ginnastica e un velo di trucco ed ero perfetta. Quando uscii dalla stanza trovai Ginny che mi aspettava fuori dalla porta. Insieme ci incamminammo fino alla sala grande per fare colazione, e ci sedemmo vicine. Harry era di fronte a noi, ma il posto a fianco a lui era vuoto. Il posto di Ron era vuoto. "Dov'è Ron?" chiesi quasi involontariamente. Harry mi guardò stupito, evidentemente Ron gli aveva raccontato tutto, ed era sorpreso del fatto che chiedessi notizie di lui. Poi rispose: "Emh... É con la Brown da questa mattina alle 5:00". "O...ok..." risposi balbettando. Poi mi ricordai che avevo deciso di dimenticare il mio ex, quindi ripresi a mangiare la mia fetta biscottata. Rimasi tranquilla. Almeno finché non successe. Un grido provenne dal tavolo dei serpeverde. Una voce che purtroppo conoscevo molto bene. "E così la So tutto io è stata lasciata da Lenticchia! Patetico!" e tutta la casa di Salazar scoppiò a ridere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Hermione si sentì svenire. Dapprima divenne paonazza, poi sentì che la mano di Ginny si poggiava sopra la sua. Fissò un punto nel vuoto per un tempo infinito, poi, con lo stesso sguardo indignato che aveva assunto dallo scoppio delle risa di quelle maledette serpi, si alzò lentamente e uscì dalla sala, seguita a ruota da Harry e Ginny. Non ci fece caso. Non fece caso a nessuno. Si rifugiò in camera sua sperando che i due ragazzi l'avessero persa di vista per un momento, poi si sdraiò sul letto e contemplò disinteressata il soffitto. -Fantastico- pensò fra se e se -mi sono alzata dal letto stamattina e in meno di un'ora mi ci ritrovo di nuovo stesa. Fece il punto della situazione: lei che si svegliava, piangeva, Ginny che la coccolava, la colazione, il maledetto urlò di quel disgraziato serpeverde e lei che fuggiva in camera. La giornata non prometteva bene. Un turbine di emozioni le passò attraverso l'anima. Tristezza. Le lacrime iniziarono, per la terza volta in quella mattinata, a sgorgarle sul viso, lei aveva lasciato Ronald, aveva rinunciato al suo amore, ai suoi baci, alle sue carezze. E in quel momento anche se la colpa era per la maggior parte di Ron, lei l'attribuì tutta a se stessa. Rabbia. Ringhiò. Quel dannato serpeverde le aveva peggiorato la vita con una sola frase. Lo odiò per questo. Odiò tutti, la serpe, Ronald, Harry, Ginny, tutti. E in quel momento... Vendetta. Oh si, ci voleva un amara vendetta. In genere non era una tipa vendicativa, ma in questo caso... Il serpeverde credeva che lei fosse debole? Si sbagliava, eccome se si sbagliava...

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


La giovane griffondoro passò quasi tutta la notte ad architettare una vendetta degna del suo peggior nemico. Niente. La notte era stata solo una delle numerose notti insonni, in cui le riflessioni presero il sopravvento nella sua testa. Hermione era in bagno e Ginny, dopo qualche sbadiglio, l'aveva raggiunta poiché lei non aveva la porta chiusa a chiave. La trovò seduta sul tappeto che fissava il muro pensierosa. «Che c'è, vuoi dipingere quella parete di un colore diverso?». La riccia emise una debole risatina poi disse «Ecco... Volevo pianificare una vendetta contro quel coglione che mi ha derisa davanti a tutta la scuola ieri a pranzo.». A Ginny per poco non vennero le lacrime agli occhi da tanto stava ridendo: « Tu e una vendetta? Ma dico Herm, sei andata fuori di testa?!». Lei la guardò offesa. Fece per parlare ma poi si bloccò. «Se proprio devi vendi arti con qualcuno, chiedi consiglio alla persona giusta.». Ginny si diede un'aria altezzosa. «E cosa dovrei fare, sentiamo?» chiese Hermione incredula. L'unica parola che pronunciò la rossa, fece imbarazzare Hermione come non fu mai stata in vita sua. «Non se ne parla, Ginny.». Ginny aveva preso molte caratteristiche da sua madre. Quella che Hermione non tollerava era il fatto che quando diceva una cosa, non ammetteva repliche. Così, quando la caposcuola scese in sala grande per pranzare, si trovò tutti gli occhi addosso, in particolare quelli maschili. Ginny le aveva reso i capelli perfettamente lisci e in ordine, con un ciuffo che ricadeva sul lato destro del grazioso faccino, truccato con un filo di trucco che le donava molto. La maglietta, molto aderente e scollata, ricadeva benissimo sul suo corpicino esile, così come i suoi pantaloni super attillati. Le scarpe col tacco alzavano un po' la sua figura. Nel complesso era incantevole. Hermione fece per andare verso il tavolo dei grifoni, ma la sua "carissima" migliore amica, con uno strattone al braccio, la costrinse a attraversare tutta la sala per raggiungere la meta desiderata. Quando passarono accanto a serpeverde, Draco Malfoy alzò lo sguardo e la osservò, impietrito. Lei fece finta di nulla e continuò a camminare. Dopo aver raggiunto i Grifondoro, la rossa le fece l'occhiolino e si sedette vicino ad Harry, che mangiava tutto solo. Lei andò a sedersi accanto a Lavanda Brown, una sua semplice amica con cui solitamente chiacchierava del più e del meno. Hermione non voleva mangiare con Harry e Ginny, perché i due avevano bisogno di un po' di tempo per loro. Da poco, infatti, erano fidanzati, e Hermione si sentiva in colpa di occupare il tempo che avevano per stare assieme, coi suoi soliti problemi. Lavanda chiese: «Emh... Hermione, non vorrei toccare un argomento delicato, ma allora hai lasciato Ron?». Lei ebbe un sussulto, ma poi si accorse del rossore sul viso di Lavanda. Non aveva mai preso le cose da questo punto di vista, da quando aveva rotto con lui: e se Ron si trovasse un'altra ragazza? Dapprima ad Hermione non piacque l'idea, ma poi pensò che Ron poteva fare quello che voleva. «No Lavanda, non ti sbagli, io e Ron abbiamo chiuso qualche giorno fa. Quindi adesso è libero» disse la caposcuola lanciando uno sguardo di incoraggiamento a Lavanda. Lei sorrise. E poi, pensò Hermione, lei doveva concentrarsi sul suo piano, o meglio, sul piano di Ginny: sedurre Draco Malfoy.

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