Chinmoku no Shi

di CiroGab
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Credi nella speranza? ***
Capitolo 2: *** Pearl ***
Capitolo 3: *** Hyosuke ***
Capitolo 4: *** Disperato ***
Capitolo 5: *** Famiglia ***
Capitolo 6: *** Golden Terrorists ***



Capitolo 1
*** Credi nella speranza? ***


Io sono sempre stato così...?

 

E’ buio, non vedo le mie mani, ma non le sento nemmeno. Credo che sia semplicemente un sogno... Oppure no? Cosa mi spinge a pensarlo? Forse sono morto? 
No... Impossibile, ma sembra tutto reale... Non sento suoni, non percepisco altre presenze oltre a me, però non sento nemmeno il mio corpo. Sono una coscienza che vaga nel vuoto?
Se è così allora qual’è il mio nome? Certo... Io non ho un nome. Allora io chi sono? Ah... Sto facendo troppe domande, forse è meglio se torno a dormire...

 

???: - Hyosuke! Ehi, Hyosuke! Svegliati o faremo tardi! Sta per iniziare, su, sbrigati!

Quella voce è di un ragazzo, la riconosco, irritante come al solito, il suo nome è Ryobe Takaki, per gli amici Ryo.                                 19 anni, 172 cm, 51 Kg, capelli castani, occhi verdi, sembra un imbecille, ma è il ragazzo che ha avuto i voti più alti dell’intero istituto già al suo primo anno di università.  E’ considerato da molti un genio, ma io lo vedo solo come un patetico imbecille che mangia a scrocco.

- Che vuoi a quest’ora, Ryobe?

Sembra che sia nato solo per darmi fastidio, accidenti.

Ryobe: - Hyosuke! Sta per iniziare la partita, sbrigati!

- Sì, mi sto alzando. Non puoi fare meno casino la mattina presto?

Mh? Che ho detto? Perchè sembra confuso?

Ryobe: - Ehm, veramente sono le 17.

Che...? Quanto ho dormito?

- Oh, giusto! Ho degli impegni stasera non posso venire con te alla partita.

Certo che la mia camera è proprio un casino... E Ryobe sembra non averla presa troppo bene.

Ryobe: - Uff, vabbé sarà per la prossima volta, io vado.

Ed ecco che apre la porta, oltrepassa la soglia e alza il braccio sinistro per salutarmi per poi girare la testa e guardarmi con la coda dell’occhio. Ormai è come un libro aperto per me, da quanto è che ci conosciamo? 4 anni? Forse 5?

Siamo capitati nella stessa classe, ma non parlavamo mai, visto che io ero nell'ultimo banco a destra e lui nel primo a sinistra. Nessuno dei due aveva degli amici a scuola, l'unica cosa che non avevamo in comune erano i voti. Lui aveva quelli più alti, anche se sembrava un imbecille e io sono sempre stato promosso con la sufficienza, non perchè fossi stupido, ma perché i professori, i miei compagni e tutte le persone che mi stavano attorno mi annoiavano. Tutt'ora mi annoiano, ma in lui c'era qualcosa di diverso, aveva preso la mia attenzione, non so dire bene come né quando, ma iniziammo a parlare e a frequentarci. Un giorno mi invitò ad andare a casa sua, dall'esterno sembrava una casa giapponese ordinaria, non era molto grande, ma nemmeno troppo piccola. Quando entrai, i suoi genitori non erano in casa, mi disse di salire le scale e girare a sinistra, io mi tolsi le scarpe e notai che sembrava tutto in ordine, c'erano dei normali mobili in legno, a sinistra dell'entrata c'era la cucina e a destra le scale. Salii ed entrai in quella che doveva essere la sua camera. Rimasi subito colpito: nelle pareti vi erano affisse delle mappe con varie crocette per segnare dei punti ben precisi. Ce n'era una di Tokyo, due del Giappone e una del mondo. A sinistra c'era un letto, ma non ci si poteva dormire visto che sopra c'erano cavi, vecchi telefoni, varie valigie e attrezzi per recidere. A destra c'era un armadio aperto, si potevano subito vedere varie armi e non sembravano false: erano varie pistole di diversi calibri, due AK-47, cinque granate e un fucile da cecchino. Di fronte all'entrata c'era invece una finestra da cui non si poteva vedere né fuori né dentro. Sotto c'era una scrivania, una sedia da ufficio e in totale 6 computer: 4 portatili e 2 fissi. Anche nella scrivania c'erano vari oggetti per fabbricare bombe artigianali. Per terra era tutto sparso di giornali, fogli e pezzi di cavo.

Certo, dopo quella visione rimasi un po’ sorpreso, ma mi sentii anche felice.

- Ehi, Ryobe, come va?

Non mi guardava, stava scrivendo qualcosa al computer.

Ryobe: - So che è un po’ improvvisa come richiesta, ma mi aiuteresti a piazzare una bomba?

Non risposi subito, stetti un po’ zitto.

Ryobe: - Se non vuoi perché sono troppo strano puoi girare e andartene.

Non era quello il motivo per cui non rispondevo, semplicemente non avevo motivi per far saltare in aria qualcosa.

- Dove vuoi piazzarla?

Finii di scrivere e si girò verso di me. Sorrise.

Ryobe: - Esattamente qui.

Si alzò e puntò con il dito la mappa di Tokyo. Segnava esattamente dove c’era un grattacielo appena costruito.

- Perché vuoi farlo saltare in aria?

Ryobe: - Perché la vita è noiosa. Voglio divertirmi un po’.

Adesso gli direi che stava mentendo, ma in quel momento ancora non conoscevo nulla di lui.

- In effetti anche io mi annoio, ma non penso sia un buon motivo per uccidere.

Ryobe sorrise.

Ryobe: - Tranquillo ancora non ci vive nessuno lì, nel mio piano anche la strada che passa di lì sarà chiusa per lavori, quindi agiremo di notte. Mi aiuterai vero?

In quel momento il mio cuore si è diviso in due, dovevo accettare di aiutarlo o rifiutare e andarmene, dimenticando per sempre quel terrorista che veniva a scuola con me? Però, che male c’è se lo faccio solo una volta?

- Va bene, sono con te.

Due notti dopo avevamo piazzato la bomba, il palazzo si poteva vedere bene dal tetto della scuola. Erano le 23:59 quando Ryobe iniziò il conto alla rovescia, io avevo in mano un telefono che avrebbe dato il segnale per far esplodere la bomba (io lo dico al singolare, ma in verità erano una decina sparse in vari punti). 

Ryobe: - 10...9...8... Hey, Hyosuke, tu credi nella speranza?

- Eh?

Premetti il pulsante, dell’esplosione vidi solo la luce, e più in là il fumo, mi ero girato per guardare Ryobe che sorrideva mentre le sue mani tremavano.  

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Capitolo 2
*** Pearl ***


Ho detto a Ryobe di avere un impegno, non gli ho detto niente al riguardo, ma si tratta di “lavoro”, o almeno a me piace definirlo così. Consiste nell’andare in giro per Tokyo e segnare diverse coordinate in punti favoreli per piazzare delle bombe. Diciamo che raccolgo tutte le informazioni utili. Sono le 19.23, 20 Maggio 2016, c’è una piacevole brezza nell’aria. La primavera non è ancora finita, la luce rossa del tramonto è molto bella, mi rilassa, mi fa sentire... Vivo. Sono in un quartiere abbastanza vecchio, le case sono antiche, ma sono quasi tutte in buono stato, non ci sono molte persone e non sono frenetiche come in centro, sembrano tranquille, rilassate, forse anche loro per la luce del tramonto. Certo che stasera è davvero bello. La coordinata più utile qui dovrebbe essere quel palazzo. E’ più recente rispetto agli altri edifici, è della Golden Towers Operation conosciuta anche come GTO S.p.A. E’ una società americana che costruisce grattacieli in tutto il mondo, ma sembra che la società sia coinvolta con vari gruppi mafiosi. Non che mi importi, ma Ryobe vuole far fuori l’intera azienda. Non so perché, non me l’ha mai detto. In totale abbiamo distrutto 15 dei loro edifici a Tokyo, e visto che non ci hanno mai scoperti, ci chiamano i Golden Terrorists.

«Bzz, Bzz, Bzz...»

- Uh? Chi sarà a quest’ora?

“Pearl” Ah, è lei. Chissà cosa vuole.

- Pronto?

«Ehi, Hyo-chan come va?»

- Tutto apposto Pearl. E NON CHIAMARMI COSI’! 

«Oh, scusa, scusa, non lo faccio più.»

- Perché mi hai chiamato?

«Oh! Giusto! Mi servi per un lavoro.»

- Quanto?

«...12 milioni.»

Meglio guardarsi attorno. Fortunatamente non c’è nessuno qui.

- Chi devo uccidere?

«Sicuro di volerlo fare? E’ un rango S.»

- Dimmelo e basta Pearl.

«Okay, ma prometti di stare attento Hyo-chan. A quanto pare ha a che fare con la GTO, uno dei loro amminastratori giapponesi mi ha detto che bisogna uccidere una ragazza, precisamente la figlia di Ken Himari. Dovresti conoscerlo.»

Ken Himari, il mio ex professore di storia delle superiori. Sapevo da tempo che frequentava gente poco raccomandabile. A quanto pare è morto l’anno scorso a causa di un incidente stradale, ma non è stato proprio un incidente.

- Dove si trova adesso la ragazza?

«Stando al GPS del tuo telefono, esattamente nel palazzo davanti a te, una bella coincidenza non credi?»

Coincidenza... Ma fammi il piacere Pearl.

- Come devo ucciderla?

«Hanno detto che serve un cecchino, dato che non ci si può avvicinare alla sua stanza. Sembra che sia circodata da almeno 20 guardie del corpo. La sua camera è al 20esimo piano, facciata est.»

- Ricevuto. Entro 3 ore dovrebbe essere morta. Ora vado, ti chiamo quando ho finito.

«Bye bye, Hyo-chan.»

- NON CHIAM---. Ha attaccato, perfida stronzetta.

Facciata est, eh? Dovrebbe esserci un palazzo a 800 metri da qui, se sono fortunato dovrei riuscire a ucciderla in fretta. Meglio che inizi ad andare.

20.48, vento Nord 3 m/s, distanza 824 metri. Obbiettivo: puntato. Ora un bel respiro, ce la posso fare, anche se non uccido da un anno e mezzo. Forse è impossibile per me uccidere di nuovo, ma devo farlo, quei soldi mi servono. La vedo, è una bella ragazza, avrà 18 anni, capelli neri lunghi e lisci, occhi neri anche loro. E’ vestita elegante, forse sta aspettando qualcuno. Sembra annoiata, è seduta in una sedia. Intravedo 3 guardie, ma nemmeno una di loro è alla finestra. Aspetto ancora un po’, devo fare un altro respiro.

- ....eh....

Certo che è sempre difficile togliere la vita a qualcuno. Uh? Che succede? E’ arrivato qualcuno. Aspetta un attimo, ma quello è... Non è possibile... Dov’è il telefono?

- Pearl! C’è un problema!

«Eh? Che tipo di problema?»

- Lui è dentro quella stanza....

«Non intenderai mica...?»

- Ken Toriyama...

«Annulla la missione Hyosuke...»

...

«Ehi? Hyosuke? Ci sei? Rispondi!»

Perchè sento caldo allo stomaco? Che sta succedendo?

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Capitolo 3
*** Hyosuke ***


Eh? Dove mi trovo? C’è troppo buio, non vedo niente. Non sento rumori e non riesco a muovermi, a quanto pare sono stato rapito, ma quando? Mi fa anche male lo stomaco. Che dito nel culo... Mh? Che succede? Sento dei passi... Sono veloci. Ora si sono fermati, ma sembravano abbastanza vicini, circa a 5 metri davanti a me. 

*Toc Toc*

Stanno cercando me a quanto pare, cosa dovrei fare? Rispondere? Non credo di potermi fidare.

???: - Oiii! Tu, sei ancora vivo? Ho sentito dire che sei un cecchino, è vero?

E’ la voce di una ragazza, sembra giovane, ma soprattutto come fa a sapere che sono qui?

- Non sono un cecchino di professione, e abbassa le voci, sei fastidiosa.

???: - Ehi! E’ così che si tratta una ragazza carina che sta venendo a salvarti?

Eh? Salvarmi? Cosa intende dire?

- Prima di tutto, non è detto che tu sia carina, e secondo cosa intendi con il salvarmi?

???: - Oh certo che sei maleducato! Sto dicendo che sono venuta a liberarti, sono una spia di Pearl.

Pearl. Quella donna è davvero mostruosa quando si tratta di lavori sporchi.

- Qual è il tuo codice?

???: - 82...30. (Lo dice in inglese dicendo due cifre alla volta.)

- Yoshino Aoi, giusto?

Yoshino: - Esatto, numero 10...23, Hyosuke Kouki. 

Certo, non ci siamo mai visti di persona, ma tutti quelli che lavorano per Pearl conoscono tutti gli altri numeri e i rispettivi nomi. Siamo oltre 9000 in tutto il Giappone.

- Bene, sai dove ci troviamo ora?

Yoshino: - Durante la missione per l’uccisione della figlia di Himari sei stato sparato allo stomaco da uno degli uomini di Ken Toriyama e sei stato trasportato in una Golden Tower. Ora siamo nei sotterranei dell’edificio. 

Merda, quell’uomo è davvero attento ad ogni cosa. In questo momento anche Aoi potrebbe essere in pericolo anche se è una delle migliori 10 di Pearl, come me d’altronde.

- Puoi venire a liberarmi?

Yoshino: - Eheheh, mentre stavamo parlando ho forzato la serratura, sto aprendo.

Uno spiraglio di luce sta attraversando la stanza, è come accecante, ma finalmente riusco a vedere per la prima volta la mia salvatrice, non che una delle mie rivali di lavoro. E’ una ragazza abbastanza carina, da quello che vedo è 153 cm di altezza, capelli neri con dei riflessi blu che le arrivano alle spalle, occhi grigi. E’ vestita casual, ha una felpa bianca smanicata e dei pantaloncini. In bocca ha un Chupa-Chups e adesso mi sta sorridendo come se fosse soddisfatta.

Yoshino: - Non immaginavo che fossi così carino.

Che sta dicendo? E che è quel sorrisetto? Se sei contenta per aver compiuto una missione affidata da Pearl allora non ti meriti di stare tra primi 10.

- Smettila di dire cavolate e slegami.

Yoshino: - In cambio cosa mi dai se ti slego?

Eh? Ha cambiato sguardo tutto ad un tratto.

- Un grazie, penso possa bastare.

Yoshino: - Risposta sbagliata.

- Tch, allora cosa vuoi?

Yoshino: - Mhh.

E’ per questo che non sopporto le donne, sempre a pensare il miglior modo per prenderti in giro e farti innervosire. Se devono dire qualcosa lo nascondono e sinceramente non le capisco molte volte. Forse è per questo che non ho mai avuto una fidanzata. Bah, a chi importa?

- Sbrigati, non abbiamo tutto il giorno.

Yoshino: - Trovato! Voglio un bacio!

- Sì, va be.... Eh?

Donna, non prenderti gioco di me.

Yoshino: - Hai capito bene. Se non vuoi baciarmi allora non ti slego.

Sembra offesa o qualcosa del genere. Che problemi ha questa qui? Ah... Vabbè per ora è meglio se la accontento se non vogliamo morire entrambi.

- Okay, avvicinati.

Yoshino: - Eh? Lo farai davvero?

Perché è diventata rossa? E’ solo uno stupidissimo bacio in fondo. Eh... Forse voleva solo prendermi in giro.

- Facciamo in fretta e slegami.

Yoshino: - Oh, mh va bene.

E’ davanti a me, non ho mai baciato una ragazza, ma sono abbastanza insensibile per non sentire niente. Ha buttato via il Chupa-Chups e ora sta prendendo la mia faccia con le mani. Ecco, arriva. E ora  

se ne va. E’ stato piuttosto veloce.

- Ora che sei contenta slegami.

Yoshino: - Va bene.

Ah, finalmente. Lo stomaco mi fa ancora male, però molto probabilmente avranno già tolto il proiettile.

Yoshino: - Non immaginavo che fossi così carino.

Che diavolo sta dicendo di nuovo questa pazza? Non credo di essere per niente carino. Posso riprovare a fare un riassunto del mio aspetto: 175 cm, 19 anni, capelli neri e mossi, occhi neri e muscolatura infima. Che cosa avrei di carino? Probabilmente se avessi avuto gli occhiali non sarei mai stato definito carino da questa qui e forse non sarei nemmeno entrato in contatto con Pearl come cecchino.

- Comunque sia, grazie. Andiamocene via adesso.

Yoshino: - Cer...

???: - Oh? E dove vorreste andare di bello?

Cazzo... Adesso anche questa.... E datemi un momento di tregua! 

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Capitolo 4
*** Disperato ***


Adesso anche questa... Ah, non ci voleva... E’ un uomo sulla trentina, robusto, alto più di 1.85. E’ vestito come un militare, ha anche lo stesso equipaggiamento dell’esercito giapponese. L’unica differenza dai normali militari è che nel petto ha cucito lo stemma della GTO: un cerchio dorato attraversato da due torri e in mezzo ad esse una “G” di oro bianco. Non so il suo nome, nè voglio saperlo.

Yoshino: - Merda...

???: - Ragazzina, cerca di non darmi troppo fastidio. Se fai la brava puoi anche andartene adesso lasciando qui il tuo amichetto.

E’ armato, non conviene mettersi contro di lui in questo momento.

- Puoi andare.

Perché mi guardi così? Che ho detto di male?

Yoshino: - Va bene, me ne vado.

???: - Brava, fai la brava bambina e vattene.

Yoshino: - Tch.

Tch? Smettila di fare la bambina e vattene, lo sto facendo per te. Penserò da solo a come andarmene via di qui. Finalmente ha deciso ad andarsene, ha appena attraversato la porta. Adesso quell’omaccione sta guardando verso di me.

???: - Come va la vita, 1023? Io sono Rob, piacere di conoscerti. Oh, ora che ci penso: hai fame? O forse ti fa male il pancino per il buco che ti ho fatto?

Sei stato tu a spararmi? Lurido bastardo, giuro che se esco vivo di qui ti spacco la faccia.

Rob: - Oi, oi, non c’è bisogno di guardarmi così male.

Che è quel sorrisetto? Cosa vuole fare?

Rob: - Che ne dici se ci divertiamo un po’? Tanto Ken mi ha detto che non cambia se sei vivo o morto.

Quello è un coltello, anche di buona fattura direi, il manico è molto semplice, ma la lama è qualcosa di pregiato... Ma che cazzo sto pensando adesso!? Potrebbe uccidermi in questo momento... Ah... Pensa....

Rob: - Ahahah! Vediamo se fa male! Voglio sentirti urlare, pezzo di merda!

Mi ha conficcato il coltello nella spalla. Fa male. Sta iniziando ad uscire molto sangue... Fa male.... Fa davvero male.... Se solo potessi muovermi... Pensa, Hyosuke, osserva. Mi bruciano gli occhi, la stanza è un 5 x 5, non ci sono luci, ma si vede grazie alla porta aperta. Non ci sono oggetti qua dentro, e Yoshino Aoi non ha fatto in tempo a slegarmi le mani, però i nodi sono un po’ allentatati. Ho i piedi liberi, ma questo qui è armato, se provassi a fuggire mi sparerebbe. Cazzo! Pensa... Non ci riesco.. Fa male... E questo psicopatico continua a ridere...
Non so che fare sono nel pa...

???: - Ehi, amico, non stai un po’ esagerando?

Rob: - Uh?

*Bang*

Lo ha sparato alla coscia, aspetta... Quella voce! Ryobe!

- Che ci fai qui!? Questo tipo è armato!

Ryobe: - Eheheh, io non sono da meno! 

Ha una mazza da baseball. Certo... Era alla partita di baseball della squadra della sua vecchia scuola. Però come faceva a sapere che ero qui? Lui non conosce Pearl, l’unica persona che avrebbe potuto 

dirgli qualcosa era Yoshino... No! Io ho il cellulare nella tasca dei jeans. Che abbia usato il GPS? Conoscendolo saprebbe trovarmi anche se andassi su Plutone... In fondo lui è...

Ryobe: - “Prendi questo, signor militare!” 

*Sdeng!*

Ryobe Takaki! Lo sguardo felice con cui fa le cose nasconde un velo: è il velo della noia. Lui sa tutto, per imparare tutto su il corpo umano ci ha messo poco più di una settimana. Potrebbe stendere un uomo di 2 metri in meno di un secondo. Sa tutti i punti deboli di ogni persona. E infatti ecco che Rob cade a terra privo di sensi.

- Sei in ritardo, Ryobe.

Ryobe: - Eheheh, per tua fortuna avevi il cellulare acceso. Adesso andiamo via.

Finalmente vengo slegato per bene, stupida Yoshino, hai perso tempo per baciarmi e ora mi ritrovo con un buco nella spalla. 

Ryobe: - Oh dimenticavo, mentre venivo qui mi ha chiamato una certa Pearl. Ha detto che devi andare velocemente in C-21. Sembra che tu abbia rimorchiato, fratello!

C-21... Quindi nel rifugio del distretto di Nishitama. Se ha chiamato Ryobe per farmelo sapere allora è davvero urgente.

 

Finalmente sono arrivato, Ryobe mi ha fasciato la spalla, ma fa ancora male. Pearl è seduta a bere, come sempre. Quella donna è davvero un caso perso. Bella come il sole, ma disperata come la luna. E’ una donna alta 172 cm, sulla trentina, occhi come il cielo in tempesta e capelli biondi e lucenti. Ha una minigonna, delle scarpe eleganti e un abito smanicato, tutto nero, come sempre è molto elegante il mio capo.

Pearl: - Hyo-chan ben arrivato! Ti stavo aspettando!

Sta sorridendo? Sta veramente sorridendo?

- Cosa ti ridi, donna!? Stavo per morire e mi dici ben arrivato e sorridi?

Pearl: - Certo, in fondo sei ancora vivo. Se fossi morto non potrei sorridere.

Mi ha battuto.

- Comunque sia, cosa ti serve?

Pearl: - Il rango S, è ancora viva.

- Non credo di poter fare niente, è protetta da Toriyama e dai suoi uomini.

Che ha in mano? Ci sta giocando da prima. Sembra un foglietto.

Pearl: - Allora annullo la missione. Riceverai 10.000 yen per i danni ricevuti direttamente sul tuo conto.

- Ricevuto.

Si sta alzando. Se era solo questo che doveva dirmi poteva anche chiamarmi.

Pearl: - Ti fa male?

Intende la spalla o lo stomaco? Beh, diciamo che non sta proprio bene. Uh? Si sta avvicinando. Eh? Che sta facendo? Non vorrà mica abbracciarmi?

Pearl: - Ti fa male, non è vero? Mi dispiace, non avrei dovuto chiedere a te. Sei da quella volta che non riesci ad uccidere.

- Puoi anche evitare di abbracciarmi, Pearl. Ho accettato io la missione, anzi se ne hai delle altre anche di rango inferiore ti prego di dirmelo.

Pearl: - Capisco. Ti servono davvero molti soldi. Prendi questo biglietto, è un rango B, ma è ben pagato. Ti prego solo di continuare a vivere, Hyosuke. 

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Capitolo 5
*** Famiglia ***


Oggi non lavoro eh? Pearl si sta preoccupando troppo, ho solo una ferita d’arma bianca nella spalla e un buco in pancia, posso benissimo fare dei compiti anche di grado A o B. Ah... Che noia, stare a casa con i miei è davvero una rottura, anche se non sono veramente i miei genitori, sono stato adottato. Non mi dispiace più di tanto anche se sono noiosi, come tutto in questo mondo.

???: - Hyosuke, potresti andare a fare una commissione per tuo padre?

E’ la mia madre adottiva, purtroppo è in sedia a rotelle fin da bambina, perché era stata investita da un camion. Sono stato adottato probabilmente per quel motivo.

- Ok, che devo fare?

Mamma: - E’ appena tornato dal lavoro e ha detto di essersi dimenticato una cartella importante in ufficio, potresti andare a riprendegliela?

Il mio padre adottivo invece è un uomo nella norma, un po’ sovrappeso, ma un gran lavoratore ed è anche sempre molto gentile con tutti. E’ un normale impiegato, per cui non guadagna molti soldi, per questo una parte di quello che guadagno con il mio lavoro con Pearl va a loro. Ovviamente non sanno che tipo di lavoro faccio, sono un tipo abbastanza riservato.

- Non c’è problema, dovrei metterci un’oretta non aspettatemi per cena.

Che giorno è oggi? Me lo sono dimenticato, ora controllo... Il cellulare dice 24 Maggio 2016, ore 19.11. Sono passati 4 giorni eh? Meglio che vada ora.

Devo sbrigarmi il treno potrebbe passare da un momento all’altro... Mh? Chi è quel tipo lì in piedi, impalato? Sembra che stia sorridendo. Bah. Sarà uno di quei furbacchioni che vendono a domicilio oggetti strani, ora sono di fretta. 

Ore 19.42

La cartella dovrebbe essere questa? E’ nera e c’è scritto il suo nome sopra: Yamada Kouki. Già, con l’adozione ho preso anche il suo cognome. Chissà qual’era il cognome del mio vero padre... Meglio non pensarci troppo, probabilmente non lo saprò mai. Ora devo tornare, non voglio farli preoccupare.

Ore 19.50

«Annuncio dell’ultima ora, annuncio dell’ultima ora! Un nuovo detective che viene da New York ha deciso di indagare al caso dei Golden Terrorists. Il suo nome è Tony Miura, riconosciuto come uno dei migliori, se non il migliore investigatore al mondo! E ora una breve intervista.»

«Tony: - Sono ritornato in Giappone dopo 15 anni, dopo aver scoperto che la mia terra è in pericolo per colpa di alcuni terroristi. Ancora non sappiamo nè quanti sono nè come li troveremo, ma sfrutterò ogni indizio possibile per acchiapparli e metterli in cella.»

Eh, davvero? Sei il terzo che ci prova quest’anno. Probabilmente non sai nemmeno dove hai le chiavi di casa. 

Sono arrivato finalmente a casa dove sono le chiavi? Oh, in tasca... Eheheh. 

- Sono torna---. 

C’è troppo silenzio, e anche troppo buio. C’è qualcosa che non va... Ho una pistola nascosta nei pantaloni, ma non vorrei causare problemi. Devo usare la testa, in cucina ho sentito un rumore poco prima di chiudere la porta dietro di me... Se c’è qualcuno è sicuramente lì, ora devo andare piano. Vedo una sagoma, ma chi...?

Sorride... No, non va bene! 

E’ una pistola quella? Mi sta puntando una pistola contro? Merda. Non ho tempo per pensare, devo solo scappare. Ora!

*Bang*

L’ho sentito ha preso il muro, ho fatto in tempo devo correre via.

*Bang*

Sarà verso sinistra, quindi devo abbassarmi verso destra, apro la porta, fortuna che l’ho solo appoggiata. Chiudi veloce.

*Bang*

Questo l’ho sentito bene, sento caldo dietro la porta.

Eh? E questi chi sono? Ho un in intero esercito che mi vuole morto? Davanti a casa mia ci sono 5 macchine, in totale 11 persone armate davanti a me e una dietro di me. Ho poco tempo, alla mia destra ci sono dei cespugli e dopo varie viuzze intersecate, sarebbe un buon punto per scappare, peccato che potrebbero averci già pensato loro. A sinistra non ci sono molti posti dove nascondersi, mi prenderebbero in un battito di ciglia, dietro casa mia invece ci sono delle scale e posso salire sopra alla palazzina vicina. Potrebbe essere una buona idea, stanno per sparare passerò da sinistra ed arriverò alle scale. Ora!

Vari colpi di mitragliatrici, io ho sparato solo un colpo ad un palo della luce così la visibilità è diminuita. Corro...

- Anf... Anf... Certo che saltare da un palazzo all’altro è difficile, ora non ho più nessuno dietro di me. Forse hanno perso le mie tracce. Non so che fare, non posso più tornare a casa e non so dove sono finiti i miei. 

Eh, che palle. Posso provare a chiamare Ryobe.

- ... Ryobe, sono Hyosuke.

«Hey, dimmi.»

- Sono nel bel mezzo di un casino, hanno rapito i miei e la mia casa è circondata da uomini armati. Sapresti dirmi un posto dove posso andare a dormire?

«Eh? Cosa? Ti farei venire da me, ma potrebbero sapere anche della mia abitazione... Mhh... Oh! Certo! L’anno scorso ho comprato un garage bello grande in centro, se andiamo lì 
non dovrebbero trovarci!
»

- Penso vada bene, dammi l’indirizzo.

 

Ryobe: - Eccolo qui, è un gioiellino all’interno non credi?

- E’ un po’ polveroso, ma per due terroristi penso vada bene. Hai portato la maggior parte del tuo arsenale vedo.

Ryobe: - Sono solo 10 computer e vari strumenti per fare bombe artigianali, niente di che. E poi con i tuoi risparmi possiamo abbellire un po’ questo posto. Tu che hai con te?

- Una felpa, dei jeans, una pistola con 4 proiettili rimasti, un portafoglio, 10 milioni di yen nascosti in una campagna a ovest e una cartella di mio padre...

Una cartella? Aspetta, aveva detto che era importante... Che cosa riguardava? Meglio controllare subito.

- Una cartella che ha delle informazioni molto interessanti a quanto pare.

Ryobe: - Eh?

- Capirai presto, amico mio.

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Capitolo 6
*** Golden Terrorists ***



Sono passati 3 giorni da quando sono dovuto fuggire via da casa, ancora non abbiamo scoperto sotto chi agivano quegli uomini. Non ho notizie dai miei genitori, l’unica cosa rimasta è la cartella che ha lasciato mio padre. 
A quanto pare non era un normale impiegato, ma un membro delle forze speciali giapponesi. La cartella conteneva tantissime informazioni sulla GTO e sui Golden Terrorists, ovvero su me e Ryobe. Inoltre c’era un fascicolo segnato come top secret, ma l’interno era scritto in caratteri incomprensibili.

Adesso sto facendo la spesa con Ryobe, sembriamo una coppietta... Ecco ora voglio vomitare.

Ryobe: - Ohi, Hyosuke, a che stai pensando?

- Uhm? Non riesco a capire come hanno fatto a trovarmi.

Ryobe: - Beh, in quella cartella sembrava che non ci fossero abbastanza informazioni per capire chi eri. 

In quella cartella... Mio padre l’aveva dimenticata... Anche se lui era uno che non dimenticava niente... Forse...

- Probabilmente gli uomini di Toriyama mi hanno seguito dopo che sono scappato l’altro giorno.

Ryobe: - Mh, non credo. Comunque andiamo, altrimenti il gelato si scioglie.

- Possibile che pensi solo a mangiare?

Dove ho messo la chiave? Ah... Me lo dimentico sempre che ho 4 tasche nei pantaloni. Eccola è nella tasca posteriore sinistra. 

Uh? Cos’è questa sensazione? E’ come se avessero scassinato la serratura per aprire il garage. Prima di uscire ho controllato e c’era una piccola macchia di olio all’interno della serratura. 

Ryobe: - Che stai facendo Hyosuke?

- Controllo se qualcu.... Qualcuno ha scassinato la serratura.

Ryobe: - Oh, bene. Apri.

- Che vuoi fare?

Senza nemmeno aspettare la risposta ho già aperto. Maledetta curiosità. Ci sono 3 sagome in piedi. 

- Credo che abbiate sbagliato pos...

Ryobe: - Ehi! Siete arrivati? Finalmente, ce ne avete messo di tempo!

- Ryobe?

Ryobe: - Oh, giusto questi sono i nostri nuovi compagni. Presentatevi a Hyosuke, ragazzi.

La prima persona a sinistra è un ragazzo, 185 cm, ha dei capelli molto lunghi neri e li porta all’indietro con qualche ciuffo ribelle che gli rimane sulla fronte. E’ a petto nudo, ha vari tatuaggi sul busto. Indossa dei jeans larghi neri e ha una catenella alla sua destra che probabilmente non ha una vera utilità se non estetica. Ha gli occhi verdi brillanti e sta giocherellando con un piccolo bullone.

K: - Io non dico mai il mio nome, ma puoi chiamarmi K. Lavoro per Pearl come te e sono il numero 50...12.

Il prossimo a parlare è il tipo al centro, 168 cm, ha dei capelli castani a scodella, porta degli occhiali a goccia giganteschi e non si intravedono bene gli occhi, ma sembrano scuri.  E’ piuttosto brutto, sembra uno di quelli che chiamano nerd. Indossa una camicia bianca abbotonata completamente con una cravatta nera a pois bianchi. I pantaloni sono a vita alta e sono eleganti e neri.  Nella tasca della camicia ha un cellulare e in mano ha un gameboy color. Sta giocando a Pukkemon. 

Mamoru: - Il mio nome è Mamoru Hara. Piacere di conoscerti. Ah, sono il numero 38...60. EEH? Ho perso!?

Terza ed ultima è una ragazza, se posso definirla così. Yoshino Aoi, è vestita come la volta scorsa, l’unica differenza è che porta i capelli legati dietro e la felpa smanicata non è bianca, ma mimetica. 

Yoshino: - Penso che tu mi conosca già, in fondo mi hai rubato il primo bacio.

Sta arrossendo? Davvero? Vedi di crepare in fretta ragazzina.

Yoshino: - Comunque sono il numero 82...30. 

Uhm cosa è stato?

- Quella ragazza non si presenta?

K: - Di chi stai parlando?

Che? Non l’hanno vista? Era qui tutto il tempo.

- La ragazza là, in alto a destra, dietro quegli scatoloni.

Sta uscendo allo scoperto.

Ryobe: - Oh, giusto: Chika Fukuda-san.

Chika: - Come hai fatto a vedermi?

- Beh, tutte le spie hanno un difetto in comune: respirano. E dato che qui è ancora polveroso si è alzata un po’ di polvere da là sopra.

Sembra che l’abbia sorpresa, è una ragazza alta 165 cm, capelli rossi scarlatto e occhi castani. Indossa una tuta di pelle attillata che mostra il seno, a quanto pare è senza reggiseno. I pantaloni sono anch'essi attillati e mostrano bene le forme della ragazza.

- E’ una coppa E?

Centro.

Chika: - C-c-c-che diavolo stai dicendo!?

- Per essere una spia sei abbastanza vistosa, numero 79...11. Ryobe, come mai ci sono tutti quelli che lavorano per Pearl qui?

Sta sorridendo.

Ryobe: - Ora tocca a me presentarmi! Io sono il numero 0. Ovvero Pearl è mia zia per chi non lo sapesse. Da oggi noi 6 siamo ufficialmente i Golden Terrorists. K sarà il nostro ladro, Mamoru il nostro hacker, Yoshino il cecchino, Chika la spia, Io sono un semplice bombarolo, e Hyosuke, beh tu sarai...

- Momento, momento, momento! Io faccio tutti e 5 questi ruoli, non c’è più niente di libero per me.

Ma cosa diavolo gli passa per la testa?

Ryobe: - Infatti sarai il nostro stratega, sei quello con il quoziente intelletivo più alto qui. Ma se vuoi puoi anche decidere se essere il leader.

- Non posso essere il leader. Non riesco a mantenere la calma e il sangue freddo in situazioni disperate. E se un leader non riuscisse ad essere lucido condannerebbe a morte il suo gruppo.

Ryobe: - Giusto. Per questo io sarò il leader e tu lo stratega.

- E cosa c’è di speciale in uno stratega?

Ryobe: - Il leader ha il compito di tenere unito il gruppo e di non perdere contro le difficoltà. Mentre lo stratega ha il compito più importante di tutti: deve portare il gruppo alla vittoria ancora prima di scendere in battiglia ed è colui che non deve permettere di arrivare a situazioni critiche. Accetterai di essere lo stratega dei Golden Terrorists?

Eh... Certo che questo è un pazzo. Ma è proprio per questo che continuerò a seguirlo, anche se mi dovesse portare alla morte. In fondo lui è....

- Accetto con piacere l’offerta, Ryobe Takaki, numero 0.

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Angolo dell'autore: Ya-haro! Spero che la storia vi stia piacendo! Al momento accetto tutti i tipi di critiche e spero di ricevere anche molti consigli da voi piccoli sconosciuti. Sono qui per informarvi che fra 7 giorni uscirà il prossimo capitolo e spero di riuscire ad aggiungere un po' più di azione! Detto questo, vi saluto e al prossimo capitolo!

 

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