A soul like mine

di its_sadcore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - The Beginning ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - The Beginning ***


Tutto ebbe inizio quel pomeriggio  di Ottobre in cui Zoe tornava dalla libreria dopo aver fatto numerosi acquisti: amava i libri e non faceva altro che comprarne di nuovi per poi divorarli in pochi giorni. Col tempo la lettura era diventata il suo rifugio perché i personaggi dei libri la capivano e si indentificava in loro, insomma era il suo modo per sfuggire dalla realtà e scoprire di essere capace di provare dei sentimenti.
Zoe camminava  sul marciapiede deserto e  affrettando il passo girò l’angolo, quando un uomo con una felpa blu scuro con il cappuccio calato sulla testa le venne incontro correndo, le afferrò la borsa dal manico e strattonandola  la fece cadere a terra sfilandogliela dal braccio  per poi fuggire con la stessa velocità con cui le era  venuto addosso. Zoe non urlò, non ne ebbe il tempo, e si rialzò lentamente da terra sorretta da un passante che aveva assistito alla scena e si era fermato a soccorrere la ragazza scioccata.
Il signore, sulla cinquantina e con i capelli brizzolati, aveva aiutato Zoe a sedersi sulla panchina più vicina e le aveva chiesto se volesse essere accompagnata dai carabinieri a fare la denuncia oppure se volesse andare in ospedale vedendola pallida in viso, ma nonostante le insistenze dell’uomo Zoe decise di declinare le offerte e tornare a casa.
Arrivata sul vialetto del suo condominio Zoe si accorse che le chiavi si trovavano nella borsa e sperava che la sua coinquilina Veronica fosse in casa e non fuori a qualche concerto hip-hop come al solito, così all’ingresso si tastò le tasche come d’abitudine per prendere le chiavi, ma non sentì il metallo duro scontrarsi con il palmo della mano e frustrata suonò il campanello. Fortunatamente Veronica era in casa e quando vide Zoe emergere dalla rampa di scale con una faccia più accigliata del solito le bastò rivolgerle un’occhiata interrogativa per far vuotare il sacco all’amica appena ebbe varcato la soglia del piccolo appartamento.
“Mi hanno scippata. Stavo tornando dalla libreria e un tizio mi ha strattonato e mi ha preso la borsa.” disse Zoe sprofondando nel divano e guardando fissa davanti a sé.
“Oh,e me lo dici così? Dobbiamo andare a fare la denuncia!”  affermò agitata Veronica che intanto si  era già messa la giacca sportiva e così anche lei dovette indossare la sua giacca di pelle ed uscire frettolosamente per seguirla.
Entrambe salirono nella macchina di Veronica che non aspettò nemmeno che Zoe chiudesse lo sportello per partire. Durante il tragitto Zoe come al solito alternava lo sguarda dal finestrino alla giovane conducente incurante dei limiti di velocità: Veronica era bassa, magra ma formosa, con dei lunghi capelli neri e ricci che contornavano il viso dai lineamenti delicati e facevano risaltare la carnagione scura, era una ragazza decisa e matura, a volte intrattabile, ma era sempre pronta ad ascoltarti e nonostante avesse ventidue anni aveva la testa sulle spalle, ma la sua particolarità era senz’altro il suo modo di vestire, diverso dalle altre ragazze e simile a quello del membro di una gang.
Zoe, invece, aveva diciannove anni ed era alta, con i fianchi prosperosi, i capelli lunghi e castani che li ricadevano lisci sulle spalle ancora abbronzate dall’estate e che spesso le coprivano i grandi occhi nocciola messi in evidenza dalle ciglia lunghe, ma la cosa che più colpiva di lei erano le labbra carnose percorse raramente dal suo splendido sorriso. Zoe e Veronica si erano conosciute alla facoltà di lingue e quasi subito, per motivi economici, avevano deciso di vivere insieme e solo in seguito era nata la loro amicizia.
Veronica aveva appena parcheggiato borbottando qualcosa riguardo al traffico risvegliando Zoe dalla tempesta dei suoi pensieri, così le due ragazze scesero dall’auto e una di fianco all’altra entrarono nell’edificio comunale, si diressero all’ufficio denunce e attesero dieci minuti prima che un giovane impiegato le facesse entrare in un ufficio.
“Come posso aiutarvi?” chiese educatamente l'impiegato.
“Vorrei denunciare la perdita dei miei documenti.” rispose Zoe.
“Bene, ci sono una serie di moduli da compilare. Come li ha persi?”: le domandò l'impiegato concentrato a scrivere tutto su un foglio.
“Oggi mi hanno scippato.“ disse Zoe all’impiegato che sorpreso rispose:”Per la denuncia dello scippo deve recarsi subito ai carabinieri!”.
Zoe annuì, ma non aveva assolutamente nessuna intenzione di denunciare: a causa del suo lavoro, meno carabinieri e company hanno a che fare con il suo nome, meglio è per lei.
Finito di riempire moduli che sembravano essere migliaia le due ragazze si ritrovarono di nuovo in macchina stanche dalla terribile giornata, così decisero di passare dalla loro pizzeria preferita e prendere delle pizze per rimpizzarsi a casa davanti a uno dei loro film preferiti.
Veronica guidava incurante, come al solito, dei cartelli stradali e in dieci minuti le due ragazze arrivarono a destinazione ed entrarono in pizzeria per ordinare la loro cena.
“Sai, mi sembra una buona idea che tu faccia un corso di autodifesa o roba simile,insomma con il “lavoro" che ti ritrovi a fare ti servirebbe saperti difendere. Nella palestra vicino alla libreria fanno dei corsi di kick boxing per ragazze, perché non ti iscrivi?” disse Veronica appoggiandosi al bancone con i gomiti per sbirciare a che punto era la loro ordinazione. “Non ne sono convinta, non ho nemmeno tempo” le rispose Zoe perplessa. Avrebbe sempre voluto fare kick boxing, ma si vergognava troppo per fare qualsiasi sport perché era una frana.
“Dai, vai a fare una prova. Che ti costa? Se ti piace ti iscrivi, altrimenti no.” Veronica tentava di persuaderla “E poi pensa a tutti i ragazzi palestrati che ci saranno, dai, so che non vedi l’ora!”. Zoe non potè fare a meno di sorridere nonostante cercasse in tutti i modi di non darla vinta all’amica: ”Va bene,provo a iscrivermi.” Borbottò la ragazza prendendo le due pizze in mano e uscendo dalla pizzeria seguita dall’amica.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - ***


Grazie a chiunque stia leggendo questa storia, è la prima che scrivo seriamente quindi se avete dei consigli da darmi mi aiutereste tantissimo a migliorare. CAPITOLO 2
Era Martedì e quindi Zoe e Veronica non avevano corsi all’università, ma Zoe non era il tipo da alzarsi tardi e così già alle nove mentre Veronica dormiva, lei rassettava, spazzava e lavava il piccolo appartamento solo con la compagnia  della musica nelle orecchie. Quel giorno doveva essere dedicato alle pulizie e alla spesa, così Zoe andò in camera di Veronica e tirando le coperte fece cadere la ragazza sul pavimento svegliandola bruscamente:“Muoviti, dobbiamo fare la spesa.” Zoe rimproverò Veronica che rispose alzando il dito medio mentre si chiudeva in bagno a prepararsi.
Quando entrambe furono pronte si avviarono in macchina al supermercato cantando le canzoni di Lil Wayne che lo stereo dell’auto di Veronica diffondeva nell’abitacolo: entrambe amavano l’hip-hop e grazie alla musica sono diventate così amiche.  Era appena finita l’ultima canzone quando le due coinquiline arrivarono al supermercato e armate di carrello e lista della spesa entrarono attraverso le porte scorrevoli; per fortuna all’ora di pranzo avevano concluso tutte le commissioni e così poterono gustarsi un pranzo salutare…da McDonald’s e tra un morso di hamburger e un sorso di milkshake al cioccolato Veronica riuscì a convincere Zoe ad andare quel pomeriggio stesso ad iscriversi a lezione di kick boxing.
Veronica accompagnò l’amica davanti alla palestra e spingendola fuori dall’auto le urlò che l’avrebbe aspettata nella libreria, così Zoe entrò dalla porticina nascondendo il suo imbarazzo. Sin dai primi anni delle superiori, infatti, aveva imparato che bisognava sempre nascondere qualsiasi tipo di insicurezza e qualunque altra emozione che potesse farla sembrare fragile, odiava esprimere i suoi sentimenti e affrontava tutto con indifferenza e freddezza all’esterno quando in realtà era ferita o delusa.
All’entrata della palestra erano appese foto dei grandi campioni di box e degli iscritti che praticavano questo sport a livello agonistico, e su grandi scaffali erano posate coppe e medaglie. Zoe si era fermata a guardare una fotografia in particolare: l’uomo raffigurato  si allenava  con così tanta passione che era come se in gioco ci fosse la sua vita e non solo un premio.
“E’ una bella foto,vero?” disse improvvisamente una voce dietro la ragazza facendola spaventare “Scusa non volevo spaventarti, io sono Michael e sono il proprietario di questa palestra. Posso aiutarti?”
“Io sono Zoe.” disse accennando un sorriso “Ho sentito del corso di kick boxing femminile e vorrei parteciparci.”
Michael rimase per un momento sorpreso poichè aveva fatto quel corso solo perché in città i crimini stavano aumentando e  le autorità avevano richiesto ad ogni palestra di fare delle lezioni di autodifesa femminile, così Michael aveva creato quel corso,ma nessuna ragazza si era presentata visto che la sua attività era conosciuta solo dagli appassionati di box.
“Beh..in realtà non c’è ancora nessuna iscritta al corso…quindi le lezioni sarebbero individuali.” Michael era così imbarazzato da far quasi ridere Zoe: in realtà la scena era comica se consideriamo che Michael era un uomo sulla trentina, alto, tutto muscoli e tatuaggi e vederlo arrossire era piuttosto divertente.
“Vorrei iscrivermi ugualmente” continuò Zoe decisa
“Certo, vieni a compilare i moduli” rispose Michael “Vieni nel mio ufficio” e le indicò con la mano una porta vicina.
Zoe entrò nel piccolo ufficio da dove si poteva sentire il rumore di pugni, colpi e grugniti che distraerono la ragazza per tutto il tempo durante la compilazione dei moduli per l’iscrizione,dopotutto era solo una diciannovenne e come tutte le diciannovenni era in preda agli ormoni se si trovava vicino a ragazzi palestrati e sudati.
“Puoi iniziare a venire a lezione quando vuoi, ma ti consiglio di venire la sera tardi….quando ci sono meno ragazzi,sai…potrebbero essere un tantino distratti da te.” Disse Michael schiarendosi la voce imbarazzato.
Stavolta Zoe non riuscì a contenere un sorriso e rispondendo con “Va bene,grazie.” Uscì dal piccolo ufficio trovandosi però un gruppo di ragazzi che bloccavano la porta. Erano in tre: il più basso le dava le spalle,un altro le fece un sorriso che probabilmente conquistava decine di ragazze e l’altro,l’unico che aveva attirato l’attenzione di Zoe, le diede solo una breve occhiata. Alla ragazza bastò poco per memorizzare il suo aspetto: era alto, fisico atletico, carnagione scura, capelli scuri, qualche tatuaggio e qualche cicatrice, ma ciò che più colpì Zoe furono la mascella squadrata coperta da una leggera barba e gli occhi, così scuri che sembravano precipizi in cui cadere dentro e che al momento la stavano rivolgendo uno sguardo severo.
La ragazza, ostentando calma, passò in mezzo al gruppetto farfugliando “Permesso” e uscì dalla palestra dandosi della stupida per aver fissato quel ragazzo. Durante il breve tragitto verso la libreria in cui Veronica la stava aspettando  pensò che quel ragazzo aveva qualcosa di famigliare e che le ricordava qualcuno,ma Zoe si diede della stupida una seconda volta nel giro di un minuto e decise di archiviare la faccenda, dato che rimuginarci non sarebbe servito a nulla.
La ragazza entrò nella libreria e andò verso Veronica e Clarissa, la propietaria della libreria, che chiaccheravano allegramente. Clarissa era una signora sulla quarantina ed era sempre disponibile a dare consigli che riguardassero i libri, la scuola, le torte o i ragazzi ed era sempre gentile e disponibile a fare conversazione.
“Cara, finalmente, stavao giusto parlando di te!” la salutò Clarissa.
“Spero stesse dicendo cose buone. Che si dice?” Zoe non potè fare a meno di accenare un sorriso, daltronde quella signora trasmetteva allegria da tutti i pori.
“Veronica mi ha detto che ti iscrivi alla palestra qui all’angolo. Dimmi,hai già adocchiato qualcuno? Sono tutti palestrati,vero? Io conosco Michael  e se i ragazzi che frequentano la sua palestra sono come lui sei molto fortunata!” affermò Clarissa quasi elettrizzata.
“Hey,sei una donna sposata!” cinguettò Veronica facendo ridere tutti “E poi sei un po’ avanti con l’età per guardare quei ragazzi!”
Tra una chiacchera e l’altra si fece l’ora di cena e le due studentesse decisero che era ora di rientrare a casa e prepararsi mentalmente per il giorno successivo all’università.
Chissà cosa nascondono gli occhi di quel ragazzo?

E con quest’ultimo pensiero Zoe si addormentò.

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