Un nuovo mondo, un nuovo inizio

di Melde Aranel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** “Scusa, ma dove siamo esattamente?” ***
Capitolo 3: *** prime impressioni ***
Capitolo 4: *** prime divergenze ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


AVVISO
Questa storia è la continuazione diretta di " THE AGE OF DEMIGODS" di Cleia
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3167493&i=1


 

PROLOGO

 

Era buio. Troppo buio, qualcosa non andava.

Alla fine era morto davvero? Sarebbe stato da stupidi, soprattutto dopo tutto quel lavoro…

Il respiro era pesante, e l’aria gli raschiava la gola.

Per non parlare del bruciore al braccio che non faceva che aumentare.

No, un attimo.

Da morto non avrebbe dovuto avvertire quelle sensazioni. Non avrebbe dovuto sentire nulla

“Ma… forse prima di arrivare a conclusioni affrettate dovrei aprire gli occhi.”

Ci provò, e in effetti vide che qualcosa c’era… il problema era che non capiva cosa.

Strani alberi lo circondavano, mentre una specie di coniglio con gli artigli e la coda da scoiattolo lo fissava da un ramo.

In cielo c’erano più soli del dovuto, almeno rispetto agli standard terrestri.

Sorrise, con quel ghigno non troppo sano che lo caratterizzava.

Quindi non era morto.

Anzi, il piano era riuscito alla perfezione.

Era esattamente dove doveva essere: lontano

Un nuovo mondo, una nuova vita, lo stesso scopo: il trono.

Ci sarebbe stato da divertirsi.  
 

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Avvertire la presenza di un nuovo disperso fu una sensazione del tutto inaspettata.

Piacevole certo, ma del tutto inaspettata. 

Certamente il suo arrivo era stato un po’brusco, ma senza dubbio un’ottima distrazione.

Gli ultimi secoli era stati così monotoni…

Da quanto non parlava con qualcuno della sua razza?

Secoli ormai, e la solitudine cominciava a farsi sentire.

Tuttavia, se non avesse provocato quel fastidioso terremoto, ora lei non starebbe guardando sconsolata l’ultima bottiglia di ambrosia aromatizzata alle rose irrimediabilmente rovesciata per terra.

Che scocciatura, era la sua preferita.

Ed era l’ultima.

Lo straniero l’avrebbe pagata.

Con un bello spavento di ben venuto, magari…

< Piccolo mio, > ghignò all’indirizzo della deliziosa creaturina acciambellata in un angolo < che ne dici di accogliere il nostro ospite? Potrebbe perdersi, non si sa mai….>

Ci sarebbe stato da divertirsi.



Angoletto autrice______________________________
Salve a tutti!!!! che ve ne pare come inizio? ci tengo a dire che questa è la prima long che mi prefiggo di pubblicare, quindi commenti, consigli e suggerimenti sono più che ben accetti :)
Ci tengo tantissimo a ridire che questa storia è il continuo di "The age of Demigods" di Cleia, che è un'autrice fantastica e della quale vi consiglioi anche le altre pubblicazioni.
A questo punto... ci rivediamo al primo capitolo gente!!! ( che sarà sicuramente più lungo del prologo)

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Capitolo 2
*** “Scusa, ma dove siamo esattamente?” ***


Capitolo 1


POV Loki:


Una volta seduto, fare un esame complessivo dei danni non fu affatto difficile: quello che all’inizio sembrava un bruciore latente, in realtà era un ustione che oltre all’intero braccio occupava anche buona parte del petto.

Sospettava che fosse decisamente più grave di quello che sembrava a prima vista.

Sfortunatamente con quest’ultimo trucchetto si era giocato gran parte dei poteri e gli ci sarebbe voluto diverso tempo per recuperali in modo almeno accettabile.

In circostanze normali, avrebbe potuto sfruttare il potere del Tesseract (straordinariamente ancora integro, al contrario dello scettro), ma rivelare in modo così plateale la sua posizione a Thanos sarebbe stato da sprovveduti.

E lui non era uno sprovveduto, assolutamente.

Era solo disperso chissà dove nell’universo, circondato da non si sa quanti organismi potenzialmente ostili.

Quel coniglio-scoiattolo, per esempio.

Che pensiero sciocco: come se avesse potuto fargli veramente del male con quelle unghiette quasi del tutto inesistenti.

In lontananza si sentiva il gorgogliare dell’acqua.

Raggiungere un fiume sarebbe stato un buon punto di partenza.

Come primo obiettivo sembrava abbastanza facile, quindi si fece forza e iniziò a camminare.

Davanti a lui c’era ancora la stessa strana creaturina di prima, ma dopo una veloce occhiata la ignorò completamente.

O almeno ci provò.

Certo, ritrovandosela davanti ogni due passi poteva risultare difficile.

Tuttavia la situazione cominciò ad essere davvero strana quando cominciò a ringhiargli contro.

Gli venne da ridere: un batuffolo di pelo di 30 centimetri che voleva mettere paura a lui, il dio degli Inganni?

Proseguì ansimando per lo sforzo ( e dire che stava solo camminando… che rabbia), fino a quando si imbatté in una… fontana?

Nel bel mezzo di una foresta poi, che bizzarria…

Era una struttura imponente con il basamento a spirale, qua e la si scorgevano piccoli angioletti dalle cui trombe uscivano getti d’acqua e sulla cima… lo stesso batuffoloso coniglio-scoiattolo latrante.

Ma allora era una persecuzione!

Poteva sembrare assurdo, ma quell’ insolita creaturina sembrava avere un atteggiamento di rimprovero… anzi, no, di sfida, mentre lo fulminava con i suoi piccoli occhietti gialli.

Non era molto esperto di animali, soprattutto se strani ibridi come quello, ma era piuttosto sicuro che il messaggio fosse: “Ehi, ce l’hai con me amico?!”

Fu in modo del tutto inaspettato che il piccoletto gli si avventò contro, iniziando a mordere e graffiare. Normalmente non sarebbe stato un problema, ma un’ustione sul trenta per cento del corpo poteva essere d’intralcio.

“Ehi tu, lascialo stare!” chiamò una voce.

“Ah” pensò Loki “Finalmente qualcuno di utile!”

Fu con sollievo che si sentì togliere di dosso l’impiccio peloso, ritrovandosi davanti una giovane che, sorprendentemente, alternava sguardi preoccupati per l’obbrobrio con occhiate infastidite a lui.  

“Piccolo, ti ha fatto male questo brutto cattivone?”

No, sul serio, stava davvero parlando col “coniglio”?!

“Stammi a sentire ragazzina, c’è qualcosa che non va: sono io la vittima qui! Hai capito stupida Midgardia…” Aspetta.

Se quella era una midgardiana… allora era su Midgard… e se era su Midgard, tutto quel lavoro era stato… inutile.

Si sforzò di tirar fuori il sorriso migliore nel suo repertorio (che sembrava più un ghigno sadico) e chiese: “Scusa, ma dove siamo esattamente?”

Lei lo guardò con fare ovvio: “Sulla mia isola… ma non lo sai chi sono io?”.

Il dio si iniziava a  spazientire.

“Beh, esattamente…?”

Lei alzò gli occhi al cielo.

“Quelli che si perdono sono sempre più stupidi ultimamente… Calipso, no?”

Angolino autrice_______________________________________________

Ed eccoci qui... che ne dite?
La fantastica Crossover è tutto merito di Cleia, che mi ha dato un'importantissima mano per tirar fuori con le pinze queto primo capitolo dal mio cervellino!
aspetto vostri commenti, consigli e/o spunti prima di andare andare avanti con le pubblicazioni, sia positivi che negativi ovvio: sono sempre costruttivi :)
al prossimo capitolo!
Aranel

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Capitolo 3
*** prime impressioni ***


Capitolo 2



POV Calipso:

Lo straniero era divertente.

Era stato esilarante guardarlo arruffarsi nel vano tentativo di togliersi il suo amichetto di dosso, e ancora di più vedere la sua faccia basita quando aveva interrotto la zuffa.

Come se le fosse dovuto importare più della sua salute piuttosto che di quella dello "scoiattolo".

Che assurdità.

Certo, se oltre a essere simpatico fosse stato anche leggero, ora avrebbe faticato di meno per trascinarselo dietro.

Perché non bastava scatenare un terremoto, no, doveva anche svenire per far risultare la sua entrata in scena il più teatrale possibile!

Le era letteralmente caduto ai piedi subito dopo aver sentito il suo nome. Neanche fosse stata Afrodite!

Ammetteva di aver provato un qualche autocompiacimento, quando era precipitato in ginocchio.

Solo che poi non si era fermato, crollando a terra palesemente privo di sensi.

A quel punto l’autocompiacimento era diventato ilarità mal trattenuta per l’assurda situazione.

“Va bene Calipso, adesso concentrati e… tira!”

Una volta dentro la grotta, lo sistemò sul giaciglio di pellicce e gli si sedette a fianco, respirando pesantemente per la fatica.

Solo a quel punto si permise di guardarlo con più attenzione.

Sembrava avere più o meno l’età che lei stessa dimostrava.

La pelle del viso era chiara, tirata sui lineamenti resi ancora più spigolosi del normale, vista l’espressione tesa anche nell’incoscienza.

La fronte era alta, le labbra fine e il naso dritto come nelle statue dei tempi d’oro dell’amata Grecia.

I capelli li aveva così neri da gareggiare con le ali dei corvi più scuri.

In qualche modo lo trovò affascinate.

Lo sguardo scivolò sul petto del ragazzo, dove l’insolita veste era bruciata in più punti.

Le bastò scostarla un poco per inorridire dallo spavento: il braccio destro del giovane era completamente rosso per le ustioni, che continuavano feroci fino alla metà del petto, incidendo la pelle in modo molto più grave di come aveva supposto all’inizio.

Nella mano sinistra artigliava una strana pietra blu cangiante, ma da quanto era forte la stretta non se ne parlava proprio di sfilargliela.

Per un momento le parve di notare che le dita intorno al prisma avessero assunto anche loro una sfumatura celestina… ma sicuramente si sbagliava.

Senza pensarci si diede da fare per sfilare ciò che rimaneva di quella strana tunica verde.

Incominciò facendo attenzione, per ovvi motivi, ad ogni suo movimento, ma mano a mano che si imbatteva in una delle fin troppo numerose cinghie di quel vestiario, a lei così estraneo, la delicatezza lasciava sempre più posto all’irruenza.

Sicuramente era un’altra strameberia dell’epoca moderna, o come diavolo la chiamava Ermes.

Che fossero benedetti i chitoni e i pepli!

Una volta che il ragazzo rimase solo in calzoni scuri, alla ninfa sfuggì d’impeto un gesto d’esultanza.

Eppure, tutta la determinazione dimostrata fino a quel momento evaporò di colpo, quando si rese conto di non saper più dove sbattere la testa.

Doveva medicare quel disastro, certo, ma come?

Era una ninfa, per Zeus, e neanche troppo potente!

Poco male, si sarebbe arrangiata con il poco che aveva.

Andando a prendere l’unguento per le medicazioni non si accorse dell’ospite che, circospetto, zampettava fino al comodo giaciglio.

Fu così che li trovò: l’amichetto acciambellato al lato della testa del suo ospite, e quest’ultimo che nel sonno arricciava il naso in una smorfia buffa, nel vano tentativo di sfuggire agli assalti della coda pelosa.

Sorrise, mentre cominciava a spalmare la crema.

Si, lo straniero era veramente divertente.



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POV Loki:


La ragazzina era irritante.

Lo aveva pensato da appena aveva iniziato a parlargli con quel tono impertinente e lievemente saccente.

Purtroppo, non aveva potuto neanche rimetterla al suo posto perché, esausto, era svenuto come uno stupido.

A destarlo fu il ritmico gocciolare dell’acqua sul viso.

Portò una mano in alto a ripararsi e, come per magia,  quel fastidio cessò immediatamente.

< Ti sei svegliato finalmente!>

Ma cosa…?

Provò a sbirciare tra le dita e quello che vide non gli piacque affatto: una ragazzina con le lentiggini e grandi occhioni blu, la stessa ragazzina amica del coso peloso, era seduta al suo fianco, mentre reggeva sulla sua testa un recipiente con il quale lo stava palesemente innaffiando.

Per svegliarlo, supponeva.

Con un sorriso a trentadue denti, per di più.

< Era, ora sai?  Non ce la facevo più a stare qui seduta ad aspettare e poi ora che finalmente vedo qualcuno non poterci neanche parlare è fastidioso ma tu dormivi tutto il tempo e…>

SPLASH!

Con un semplice gesto annoiato del dio, il bacile si era svuotato per intero in testa alla ragazza.

< Prendi fiato ogni tanto, ragazzina. Sei fastidiosa. >

Lei si limitò a scansarsi le ciocche vermiglie ormai fradicie dagli occhi.

< E tu un grandissimo maleducato, contando il fatto che sono stata io a medicarti. Dovresti essermi grato. Ma chi ti credi di essere?>

Beh, a questo punto se l’era voluto.

Si tirò lentamente a sedere, facendo leva sul braccio sano e con un ghigno rispose:

< Io, stupida ragazzina, sono Loki, dio degli Inganni e delle Malefatte. Ora, > sospirò teatralmente < direi di ripartire con ordine. Dove accidenti siamo?>

Per tutta risposta lei gli ficcò un pezzo di focaccia insipida in bocca, tappandogliela.

< Un dio dici? Mai sentito uno con questo nome. Ora mangia, che ti devi riprendere. Poi ne riparleremo.>

Si, la ragazzina era veramente irritante.


Angoletto autrice____________________________
Ma ciao! ed eccoci qui... belle le "presentazioni ufficiali" eh?
Ammetto che tappare la bocca all'intrigante dio delle malefatte è sempre stato un mio segreto sogno nel cassetto , per cui non vedo come non poterlo far fare almeno a Calipso che ne ha la possibilità!
Dare una prima impressione dei personaggi ( sia a voi che tra loro) mi sembrava una buona idea, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del capitolo, se vi va.
Alla prossima ;*
Aranel

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Capitolo 4
*** prime divergenze ***


Capitolo 3

 

POV Loki
 
Il freddo della pietra ruvida non era per nulla piacevole contro le fasciature della schiena, ma lo aiutava in modo considerevole a rimanere lucido.

< Quindi…fammi capire. Siamo su un’isola di nome… Ogigia? >

La ragazza fece un cenno affermativo.

< Bene. Se non ho sentito male qui non c’è nessuno a parte me, te e il coso peloso. >

Per tutta risposta il cucciolo iniziò a ringhiargli contro.

< Drys. Si chiama Drys. >

< Si, si come ti pare. Ecco, ora arriva la parte che non capisco: mi vuoi far credere che qui equivale a nessun luogo? >

Calipso sbuffò, infastidita.

 < Per essere un presunto dio sei duro di comprendonio. Te la semplifico, va bene? Ogigia è un posto fisico, nei suoi confini, ma non nel resto dell’universo.
E’ nel punto dove tutti i mondi si toccano, dove le dimensioni si accavallano. per farti un esempio: tante foglie messe in cerchio, una vicino all’altra, sono i vari mondi; la punta, dove si sovrappongono, è quest’isola. Qui ci finiscono i viaggiatori che perdono la strada, gli indecisi. Purtroppo poi se ne vanno sempre… >

Verso la fine del discorso il suo tono aveva assunto una piega malinconica, ma Loki non ci prestò attenzione, preso com’era a riflettere.

Dopotutto poteva anche avere senso: quando aveva attivato il cubo non aveva pensato a un luogo preciso, ma soltanto a uno lontano, molto lontano da li.

E quale posto era più lontano del confine di ogni universo?

Un attimo.

Un brivido di panico gli salì lungo la schiena.

< Che fine ha fatto il Tesseract? > sibilò minaccioso.

Lei sembrò riprendere il sorriso che per un attimo aveva perso.

Ma sorrideva sempre, quella ragazzina petulante?

< Quella strana pietra?All’inizio la tenevi così stretta che pareva avessi la dita azzurre tu stesso! Che cosa strana, ti pare? >

“ Oh si, ” pensò ironicamente lo juton “ proprio impensabile… ”

< Ma come vedi, stupida mocciosa, ora non ce l’ho. >

Lei si imbronciò

< Se magari mi fai finire, capellone presuntuoso, riesco a dirtelo. >

“ Capellone presuntuoso? Come osa chiamarmi in questo modo? ”

Sollevò repentinamente un braccio in direzione della ninfa, sbattendola al muro con la magia.

< Come ti permetti piccola insolente? Dovresti avere pura di me! Dovresti trem….ah! >

Senza farsi notare, una radice, controllata da Calipso, gli si era agganciata alla caviglia e ora lo teneva appeso a testa in giù.

Che cosa umiliante.

“ Quindi è una specie di maga… strano che non me ne sia accorto prima. Ma avendo i poteri così indeboliti la cosa non mi sorprende più di tanto. ”

Nel frattempo la giovane era di nuovo in piedi, anche se un po’ traballante.

< Stavo dicendo… il tuo prezioso cubo ti è caduto nell’incoscienza, finendo tra le coperte. Così l’ho messo al sicuro. >

Si avvicinò parlando, con uno sguardo, doveva ammetterlo, abbastanza minaccioso.

Si fermò solo quando i loro visi arrivarono a pochi centimetri di distanza.

< Tienilo a mente, fattucchiere da strapazzo. Nonostante tu abbia evidentemente la magia non mi fai paura e non me ne farai, perché qui siamo nella mia grotta, sulla mia isola, nel mio mondo. Sono stata abbastanza chiara? >

Con la bocca aperta, non sapeva davvero che rispondere.

Mai nessuno si era permesso di rispondergli in quel modo senza subirne le conseguenze.

Ma lei, quella ragazzina, lo aveva fatto e in qualche modo si era anche…vendicata.

Lo stava perfino minacciando.

Impensabile.

Da parte sua, la giovane continuò a tenere lo sguardo fisso nel suo per qualche secondo.

Poi, come se nulla fosse, raddrizzò la schiena e tirò indietro i capelli ancora bagnati.

Cambiò totalmente espressione, assumendo tutto d’un tratto un atteggiamento perfettamente paragonabile a quello della sua vecchia balia.

< Oh, guarda che disastro: muovendoti hai fatto risanguinare le ferite! Su ora, rimettiti a letto, che ti cambio le bende. >

Era in errore, o la ragazza non stava affatto bene? La solitudine doveva averle giocato brutti scherzi….

E davano a lui del pazzo.

    
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POV Calipso
 
< Ahia! >

“ Si, lo hai già detto…”

< Stai fermo. >

< Mi stai facendo male, ragazzina! >

“ Ah, che pazienza! ”

< Se tu stessi fermo, farebbe meno male. >

< Ma io sto fermo: sei tu che sei un’incapace! >

Sbuffò infastidita.

Ne aveva abbastanza.

Non sapeva neanche più da quanto andasse questo botte risposta e, se prima lo trovava in qualche modo comico, ora era solamente infastidita.

< I miei impacchi sono prodigiosi, ma devo prima metterteli per far in modo che agiscano. >

Così dicendo, spalmò senza troppi riguardi una buona dose d’impacco sulla schiena del giovane, che gemette di dolore.

Se lo meritava, quel maleducato.

Calò un silenzio pesante, che non le piaceva per nulla.

< Allora… hai detto di essere un dio. Una qualche divinità minore, forse? >

Sembrò infastidito.

Che aveva detto di sbagliato?

Si era girato, stizzito.

< Minore? Io sono uno degli dei più potenti di Asgard e dei nove mondi, essere inferiore! >

Asgard? Doveva aver sbattuto la testa poverino: si inventava perfino gli universi!

< Si, si. Come ti pare. Ora girati, che non ho finito. >

 
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------ LONTANO, IN UN ANGOLO BUIO DELL'UNIVERSO ------------- 
 
< Mio signore… >

< COME SAREBBE A DIRE CHE LO HAI PERSO? >

< Il principe cadetto, oh sommo, ha sfruttato il potere combinato dello scettro e del Tesseract per fuggire indisturbato da Midgard, tradendoci. >

Il servitore fu sollevato lentamente in aria, mentre una forza arcaica gli impediva il respiro.

< CERTO che ci ha traditi, insetto inutile. Proprio per questo avresti dovuto sorvegliarlo! >

Lo scagliò lontano, senza alcun riguardo.

< Ora vai, trovalo e portamelo qui vivo. Io e il principe ingannatore abbiamo un accordo da rispettare. >


angoletto autrice________________________
buona sera!!!!!!
allora, direi che l'unica precisazione da fare in questo capitolo è che nell'ultimo pezzetto non si capisce di chi si parla... ma per ora va benissimo così! ;D
se qualcuno ha una qualunque cosa dachiedere, dire o sottolineare ci terrei molto a sentirvi nelle recensioni!
ne approfitto per ringraziare chi regolarmente e con pazienza segue le mie pubblicazioni e mi lascia una sua opinione! <3
al prossimo capitolo!!!!!



 

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