Victus era stato assegnato finalmente a un dottore particolare, o per meglio dire a due.
Il primo era uno psicologo pluridecorato nonché attuale fidanzato della direttrice Celestia, il suo amico stalker gliene aveva parlato, infondo lui sa sempre tutto di tutti, mentre la seconda era l'allieva dell'illuminare Sunset Shimmer.
Intanto il moro accompagnato dalle guardie Flash e Bic Mac, divenuti la sua scorta personale per ordine dei vice-direttori Luna e Artemis.
-Entra, il luminare ti aspetta.-
Esordi Bic Mac squadrandolo con l'unico occhio sano, il destro, dopo "l'incidente" di Francys.
-Certo..........tanto non avevo nulla da fare mica potevo andare al cinema o a cena in un ristorante.-
Dopo la "battuta", il moro entrò in una stanza ordinaria per l'ufficio di uno psicolo, il lettino rinfoderato e di color grigio, le pareti erano coperto da enormi librerie ricolme di libri, oggetti bizzarri e manufatti antichi, la scrivania ospitava un PC ultimo modello della Microsoft ed una pila di scartoffie mentre la poltrona girevole era rivolta alla finestra.
La stanza sarebbe sembrata vuota se il moro non avvertisse chiaramente il rumore di un cubo di Rubik in movimento, come faceva a saperlo? Beh......era una delle poche cosa che fai quando sei chiuso e non puoi uscire o non vuoi conoscere nessuno.
-Ehm.....salve?-
-Sei arrivato finalmente.-
La poltrona si giro mostrando un uomo sulla trentina o giù di lì, capelli bianchi in una pettinatura tirata ma sbarazzina, occhi gialli con la pupilla di un vermiglio accesso, la carnagione era pallida quasi grigia mentre una lieve barbetta albina contornava il viso.
Vestiva di un completo marroncino scuro con un paio di guanti, uno giallo e l'altro arancione, ed un paio di mocassini, uno giallo e l'altro verde scuro.
-Lascia che mi presenti il mio nome e Jonathan Discord ma ti puoi rivolgere semplicemente come Discord........ok Vincent?-
Neanche il tempo di finire la frase che un pugnale macedone argenteo sibilo a pochi cm dal viso procurando un lieve taglio alla guancia del luminare ma rimanendo incastrato nella fodera della poltrona.
Il moro era scattato con una velocità incredibile e avrebbe voluto fissare l'illuminare con astio ma ahimè non poteva.
-La pregherei non pronunciare mai più quel nome.....non posso promettere che la prossima volta mancherò il bersaglio.-
Discord fissò sorpreso per mettersi a ridere mentre il ragazzo si sdraio nel lettino ingnorandolo completamente.
L'uomo si alzò e si sedette sulla poltrona adiacente al moro mettendosi un paio di lenti dalla montatura esile ed un taccuino in pelle nera.
-Il soggetto ripudia il suo nome e le conseguenze sono scatti d'ira nonostante le sue condizioni. Da ricollegarsi ad un trauma ed all'odio verso la propria famiglia.....interesante.......Ma adesso partiamo con il nostro colloquio mio caro...Virus?-
-Victus.-
-Giusto, giusto...scusa il mio sbaglio. Allora "Victus" raccontami della tua famiglia, in quanti eravate?-
Il moro cerco di rilassarsi e comincio a parlare della sua infanzia e della sua famiglia.
-Da cosa possiamo iniziare? Ah, si......La nostra famiglia era composta da ben cinque membri ed al momento siamo rimasti in due ossia io è mia sorella minore.
Gli altri membri erano il mio patrigno padre della mia sorellina e di mio fratello, mia madre e per l'appunto mio fratello e sorella minore.
Già da quando ero nato i miei genitori mi ripudiarono, mio padre quello vero soffriva di alcolismo ed era ancora giovane quando seppe che mia madre mi aspettava in membro così fuggi lasciando tutto sulle spalle di mia madre, aveva anche svuotato il loro conto comune quindi mamma dovette trasferisti da mio zio Nex.-
Fini di parlare per riprendere fiato ed bere un po' d'acqua che si trovava nel tavolino mentre Discord annotava tutto ciò che trovava interessante.
-Continua...che successe poi?-
-Beh.......in quel periodo Evelyn, mia madre, se n'era uscita devastata quindi nonostante gli avvertimenti di mio zio, lei aveva iniziato a drogarsi.
Nex la scopriva ogni volta e dopo la quinta overdose in cui aveva rischiato di perdermi, cosa che lei sperava, lui decise di mollare il suo lavoro di Detective privato per occuparsi di lei.
La mia nascita fu abbastanza complicata visto che aveva avuto un overdose, di nascosto da mio zio, proprio quando stavo per nascere.
Ci vollero ben 12h per farmi nascere ma neanche il quel momento mia madre mi accetto e venni subito ripudiato da lei.
Quindi fino si miei cinque anni vissi sotto la tutela di mio zio Nex che cercava sempre di non farmi mancare nulla.-
-Ok...capisco.....spiegami come sai tutte queste cose?-
-Nex aveva deciso che era meglio che sapessi la verità fin da subito, almeno non avrei sofferto subito.....se avessi sofferto.-
-Che intendi dire?-
-Beh.....per colpa di mia madre fui subito colpito all'età di solo un anno dal tumore di cui tutti conoscono gli effetti.
Altri avvenimenti che posso rendere molto la mia infanzia furono tre: quando ma dai in coma un mio coetaneo per tre mesi, quando mio zio morì e quando incontrai mia madre per la prima volta.-
Discord notò come il moro stesse muovendo freneticamente le mani quindi riprese il cubo e glielo consegnò.
-Dimmi del incidente col quel bambino, cosa e successo, esattamente?-
-Mi trovavo in un orfanotrofio gestito da un amico di mio zio perché lui mi tenesse un paio di mesi, Nex infatti era stato convocato per ti investigare sul caso di un antico manufatto rubato.
Avevo 5 anni e nonostante fissi molto piccolo mi piaceva giocare con i coltelli e chiesi allo zio d'insegnarmi a usarli, mi disse che l'avrebbe fatto al suo ritorno, ma io vagavo sempre con un coltellino svizzero nonché unico ricordo e oggetto appartenuto a mio padre, non che lo stimassi ma lui mi ha abbandonato per paura mia madre per disprezzo quindi era al secondo posto della mia "Lista"....-
-Lista?-
-La "Lista" e una lista dove io inserisco coloro che mi hanno fatto male....prendi a esempio tutti i pazienti di questo ospedale, tutti sono soggetti pericolosi quanto o più di me ma non per questo ho legato con loro e finora non mi hanno fatto niente quindi per me possono uccidere anche che non cambierei opinione su di loro, se invece questo inizia a fare qualcosa contro di me o ciò che ho di più caro allora cambia.-
-Ciò che dici e che finché la tua "bolla" non viene infranta tu non ti metteresti contro gli altri....perciò hai ucciso i tuoi, hanno rotto la "bolla".-
-Diciamo che hanno fatto l'ultima goccia che fa traboccare il vaso.-
-Capisco....continua col racconto del bambino, sono interessato a sapere come finisce.-
Victus alzo gli occhia soffitto.
-E il suo lavoro......no?-
-Già....e ti dico che l'adoro.-
-Comunque tornando alla mia infanzia.......il bambino non ricordo neanche come si chiami.
Era un bullo prepotente e da quando frequentavo l'orfanotrofio era praticamente la sua vittima favorita, vittima di ogni suo scherzo innocente o no, il fatto che fece traboccare il vaso fu che mi rinchiuse nello sgabuzzino dopo avermi picchiato e malmenato fratturandomi un paio do costole e diversi lividi.
Ma il vero fatto e che aveva rubato il mio coltellino svizzero, un regalo di mio zio prima di partire ed era il mio tesoro ai tempi.-
-Come gli hai provocato il coma?-
-Beh....una settimana dopo gli avevo dato un appuntamento sul tetto di nascosto e poi è bastato irritarlo un po' che mi piombasse addosso col il coltellino in bella vista quindi con un mossa di karatè, che mio zio voleva che frequentassi, lo disarmai e usando la sua stessa spinta lo buttai fuori.
Il ragazzino fece un volo di 3 piani e per sua fortuna rimase vivo ma in coma e io ripresi il mio coltellino svizzero.....nessuno fino a d'ora sa di questa storia.
-Quindi è ripercorso dai rimorsi?-
-No....se le meritato secondo me......non mi pento delle mie azione, sono altre le cose che mi divorano l'anima dottore.-
In quel momento suono la campana della fine orario e Victus si rialzò riconsegnando il coltello al Discor per uscire dalla stanza.
-Ci vediamo tra una settimana...allora.......ci vediamo alla prossima seduta Vincent "Victus" Marth.-
Un altro sibilo risuono nell'aria ma stavolta il dottore con un movimento repentino del capo schivò il pugnale d'argento che si pianto nella poltrona.
-Tsk.....mi spiace ma questo trucchetto non funziona due volte.-
Esclamo l'uomo mentre il moro usciva dalla stanza mentre una dottoressa dai capelli rossi con striscia gialle ed con il logo di un sole arancione, giallo e rosso.
-Vieni...ti accompagno nella tua "camera".-
-Grazie Sunset....andiamo.-