Angel in disguise

di Ossidiana_
(/viewuser.php?uid=335117)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** So we're taking the long way home ***
Capitolo 2: *** And then you're just a ghost ***



Capitolo 1
*** So we're taking the long way home ***


Luke
-Perché ti ostini ancora a sognarmi Hemmings? E’ passato un anno ormai-
-Perché se io fossi stato con te, se non fossi partito per il tour, tu saresti qui a quest’ora- Jazzy rotea gli occhi incrociando le braccia al petto.
-Non capisci vero Luke? Era così che dovevano andare le cose, tu non avresti potuto impedirle nemmeno volendo…ora però devi cercare di andare avanti, cercati una ragazza e vedi di essere un po’ più sciolto quando sei sul palco, a volte passi per un pezzo di legno acido-
-Non potrò trovare mai un’altra piccola guerriera come te Jazzy-
-Secondo me invece ce n’è una molto vicino, non sono l’unica ragazza forte sulla faccia della terra- abbasso lo sguardo colpevole, lei sospira posandomi una mano sulla spalla. –Ehi, non ti devi sentire in colpa, davvero-
-Va bene, proverò a fare uno sforzo-
-Bravo il mio Lukey, ma ora è arrivato il momento di svegliarti, coraggio- prendo un respiro profondo chiudendo gli occhi, quando li riapro sono sul sedile dell’aereo, Sydney inizia a fare capolino dalle nuvole ed i ragazzi accanto a me continuano a fare casino.
-Il bell’addormentato nel bosco si è svegliato finalmente-
-Quanto ho dormito Mike?-
-Quattro ore piene- scuoto la testa ancora leggermente intontito prima di lasciarla andare contro lo schienale.
-L’hai sognata di nuovo vero?-
-Sì Cal, i sensi di colpa continuano a divorarmi come non mai- mi sorride mestamente incastrando i suoi occhi scuri nei miei azzurri.
-Ascolta Luke, so quanto l’amassi e so quante ne abbiate passate insieme, ma non è stata colpa tua se lei ti ha lasciato-
-Se io non fossi partito…-
-Sarebbe successo lo stesso. Magari sareste stati ancora insieme, ma lei era la persona più cocciuta che io avessi mai conosciuto, sarebbe tornata lo stesso per cercare notizie sulla morte di suo padre-
-Ma se io fossi stato con lei quella notte invece che allo studio di registrazione…-
-Sareste morti entrambi, Luke- mi passo le mani sul viso stanco, tutti mi dicevano che col tempo avrei accettato la scomparsa di Jazzy, sarei riuscito ad andare avanti, ma sta di fatto che è quasi passato un anno ed io mi rifiuto di accettare questa verità.
-Calum ha ragione amico, hai diciotto anni, devi ricominciare-
-Lo so Ashton, ma in questo momento voglio solo buttarmi a letto e dormire per un bel po’ di giorni- finalmente atterriamo ed io mi affretto a prendere tutti i miei bagagli, ho bisogno di un po’ di tempo per poter riordinare le idee senza che quei tre mi coinvolgano in situazione troppo esaltanti. So di essere cambiato molto nell’ultimo anno, so di non essere più il sedicenne spensierato che è partito in tour con gli One Direction aspettando di poter ritornare da Jazzy, ma sono avvenuti così tanti fatti che ormai faccio fatica anche a riconoscermi.
-Ovviamente tutti a casa Hemmings per festeggiare- Michael mi batte una mano sulla spalla ed io già maledico certe trovate di mia madre, non che odi i ragazzi o roba del genere, ma semplicemente ho imparato ad apprezzare la solitudine.
Durante l’intero tragitto in macchina mi limito ad osservare l’andamento delle auto, le cuffie cacciate nelle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto, i ragazzi ormai hanno imparato a conoscere questi miei momenti e li rispettano, e non potrei esserli più grato.
-Luke, tesoro, quanto sono felice di rivederti!- mia madre mi getta le braccia al collo mentre noto quanta gente ci sia a casa mia oggi. –Volevo presentarti una persona- mi tira per un braccio verso una donna della sua età, dai lunghi capelli ramati, il fisico slanciato e gli occhi verde scuro. –Lei è la mia migliore amica, Robin-
-E’ un vero piacere conoscerti Luke, ho sentito tante belle cose sul tuo conto-
-Hemmings, il tuo secondo nome non è Robert?- Michael mi poggia una mano sulla spalla seguito a ruota dagli altri due, mia madre e Robin si scambiano occhiate di intesa.
-Sì, è un giochino che abbiamo ideato quando eravamo ancora al liceo, se i nostri figli fossero stati coetanei avrebbero avuto il nome dell’altra-
-Infatti Robin ha una figlia di dieci mesi più piccola di te, ma non te la puoi ricordare perché vivono in Inghilterra da quando è nata-
-Esattamente, anzi….Robin Anne Elizabeth- afferra per il colletto una figura ed ecco che davanti a noi si presenta una ragazza dai capelli rossi con le punte arancioni e gli occhi di un verde indescrivibile. E’ una di quelle sfumature che puoi cogliere nelle foglioline appena sbocciate, uno di quei verdi accesi che ti lasciano senza fiato. –Robs loro sono…-
-Luke Hemmings, Michael Clifford, Ashton Irwin e Calum Hood- arrossisce leggermente prima di sistemarsi il cappello di lana rosso che poggia sul suo capo. –I 5 Seconds of Summer, potrà sembrare banale come cosa, ma adoro la vostra musica-
-E tu sei il prototipo di ragazza che descriviamo in ogni nostra canzone- mi sbatto una mano in faccia per l’affermazione da maniaco di Michael. Robs indossa una camicia a quadri rossi, bianchi e blu aperta, una maglietta con la scritta ‘Always be yourself, unless you can be a unicorn’ con appunto un unicorno disegnato (e con questa prende un bel po’ di punti), una gonna di jeans e un paio di Converse basse nere.
-Scusalo, siamo sempre abituati ad essere nove maschi, non ha tanti appuntamenti- ride mostrando la dentatura perfetta, mia madre osserva la scena compiaciuta, dopo faremo i conti. –Allora come mai vi siete trasferite?- il volto di Robin si rabbuia improvvisamente mentre intensifica la presa sulle spalle della figlia.
-Ecco…-
-Oh per l’amor di Dio!- Robs scuote la testa contrariata. –Il mio ex mi picchiava, il resto dei miei amici mi usava come capro espiatorio per qualsiasi cosa, la mia migliore amica è morta sette mesi fa ed io ho tentato il suicidio- alza le spalle con una noncuranza che ci lascia spiazzati e senza parole e quegli occhi, quei dannatissimi occhi verdi, mi ipnotizzano. –Credo che sia stato più traumatico per lei che per me- ed in quel momento non posso fare a meno di pensare al sogno e alle parole di Jazzy: è lei l’altra piccola guerriera che era più vicina di quanto pensassi.
 
-Esattamente cosa pensavi di fare ieri mamma?- mi lascio andare sulla sabbia bollente opportunamente camuffato con un cappello di paglia e un paio di occhiali neri mentre la mia genitrice mi affianca cercando di risolvere un difficilissimo cruciverba.
-Ma niente tesoro, sono solo contenta che tu sia tornato-
-Quindi non cercavi di combinare qualcosa tra me e Robs vero?-
-Ormai ci ho rinunciato- risponde senza scollar gli occhi dal foglio. –Probabilmente finirai sposato con qualche modella a cui ti attribuiscono continuamente flirt-
-Sei sempre così incoraggiante- le sorrido sarcastico mentre in quel momento Ashton e Calum pensano bene di gettarmi un secchio d’acqua in testa. –Idioti- sibilo a denti stretti passandomi una mano tra i capelli fradici.
-Ciao- Robin arriva sorridendo ma lo stesso non si può dire per Ettie che, col viso coperto da un paio di vistosi occhiali da sole blu, si distende sulla tovaglia totalmente vestita.
-Ciao Robs, vieni con noi in acqua?- Calum sfodera uno dei suoi migliori sorrisi, ci sta provando spudoratamente, tipico, come se ancora non si parlasse del video del suo pene che ha fatto il giro del mondo in pochi secondi.
-Non so nuotare- stringe le gambe al petto e i due se ne vanno in acqua delusi, soprattutto il moro che già si era messo in testa chissà che cosa.
Le nostri madri si mettono a parlare fittamente volendo recuperare i diciassette anni di lontananza, io lancio occhiate fugaci a Ettie mentre cazzeggio con Twitter come sempre.
-Un’australiana che non sa nuotare, che assurdità è mai questa?- prendo posto accanto a lei cercando di vedere attraverso le lenti scure dei suoi occhiali, smanioso di poter ammirare quel verde brillante che riempie le sue iridi.
-Non sono australiana, avrò vissuto circa due giorni prima di trasferirmi a Londra-
-Ma ora sei qui, la patria del surf, dovresti darti una mossa- si scopre finalmente il viso ed il mio respiro si mozza per un momento alla vista di quei due pozzi che sembrano emanare luce propria.
-Non amo affatto l’acqua- storce il naso allungando le gambe bianche e reggendosi sui gomiti.
-Mi dispiace per ieri sera, per mia madre intendo, si improvvisa Cupido a volte-
-Oh tranquillo, non pensare che la mia sia da meno, praticamente da quando abbiamo messo piede a Sydney e si è rivista con la tua non fa che parlarmi di te, penso di conoscerti meglio di chiunque altro- mi irrigidisco iniziando a mordermi il labbro beccando di tanto in tanto il piercing nero.
-Cosa ti hanno detto?-
-Mi hanno parlato di te, di quello che ti piace, del tuo carattere, cose così- si stringe nelle spalle con noncuranza, io voglio solo sapere se le hanno detto di Jazzy, del resto non mi importa. –Anche se mi sembra impossibile che uno come te sia senza ragazza o comunque senza uno stuolo di groupies pronto a fare tutto quello che li viene ordinato-
-Cosa ti fa pensare questo?- si volta verso di me incastrando i suoi occhi verdi nei miei azzurri.
-Andiamo guardati, molte ti definirebbero da assalto-
-E tu?-
-Il mio preferito è Ashton- riduco gli occhi a due fessure osservando il sorriso comparire sul suo volto, la sua risata ha un bel suono. –Dio hai fatto una faccia assurda-
-Certo, hai ferito i miei sentimenti!- urlo indignato mentre lei continua a ridere mostrando la perfetta dentatura. –Sai che molte altre fan sarebbero svenute al posto tuo?- si blocca diventando improvvisamente tutta rossa, praticamente il colore dei suoi capelli.
-Se me la fai vedere sotto questa prospettiva allora sì- si posa le mani sul volto impedendomi così la vista dei suoi occhi. –E’ che, avendo sentire sempre parlare di voi, era come se vi conoscessi-
-Comunque ce l’avevo una ragazza fino ad un anno fa, ho lottato per poter stare con lei, ne abbiamo passate davvero di tutti i colori, ma purtroppo è finita nel peggiore dei modi- la voce mi muore in gola e devo lottare con tutto me stesso per evitare che le lacrime scendano dai miei occhi. –Per quel che riguarda le groupies devi parlare con Calum-
-Mi immaginavo una risposta del genere- scoppio a ridere seguito a ruota da lei, i suoi occhi verdi brillano sotto la luce del sole e per un momento sembrano screziati da striature color pistacchio. –Cosa è successo alla tua ex?- mi irrigidisco nel sentire quella domanda, tutti ormai sanno che devono trattarmi con i guanti bianchi su quell’argomento, non perché potrei scoppiare, non sono mai stata una persona che si arrabbia o fa sfuriate, bensì mi chiudo dentro a riccio, e questo spiega i miei musi lunghi durante i concerti, la mia poca voglia di incontrare le fans, e so che è una cosa sbagliata, ma è come se, con Jazzy, sia morte anche una parte di me. –Scusa, non avrei dovuto chiederlo-
-Vorrei riuscire ad affrontare la situazione come te ieri sera, eri così sicura mentre parlavi di quel che ti è successo-
-Io sono tutto fuorché che sicura, questo è poco ma sicuro, solo che, a differenza di mia madre, credo che parlarne faccia bene. So che per lei è stata una grande vergogna ma io reputo che anche questi alti e bassi facciano parte della vita- alza le spalle con una naturalezza che mi sconvolge, e quelle iridi, dio, mi ci potrei perdere dentro. –Quando stavo ancora a Londra ero una delle più popolari della scuola, non perché fossi una cheerleader o altro, semplicemente per Julian. Lui era il capitano della squadra di calcio, era bello, dannato, era il sogno di tutto. Noi ci conoscevamo fin dalle elementari ed io ne ero completamente cotta, così tanto da non accorgermi di quello che lui e gli altri stavano combinando. Ho rischiato, tu non hai idea di quanto ho rischiato, e le botte erano la parte migliore- la guardo estasiato espormi quella sua vecchia vita che assomiglia così tanto a quella di Jazzy, osservo i suoi capelli rossi che si scompigliano nel vento, i suoi occhioni verdi, le sue labbra rosee e a forma di cuore e il modo in cui gesticola quando racconta le cose.
-Come è morta la tua migliore amica?- il suo corpo diventa un pezzo di legno, il suo volto totalmente inespressivo e temo di aver fatto un’enorme cazzata.
-Questo è un argomento davvero delicato- gonfio le guance pensando ad una soluzione, la curiosità mi sta divorando, non capisco il perché.
-Facciamo un patto- riduce gli occhi a due fessure mentre io schivo prontamente un gavettone da Calum per poi lanciargli il pallone da rugby che lo fa cadere rovinosamente per terra. –E’ chiaro che sia io che te abbiamo un passato parecchio burrascoso e che abbiamo bisogno di parlarne con qualcuno, quindi che ne dici se sta sera usciamo e proviamo a sganciare le bombe?- si morde il labbro ed io mi rendo conto di non saperci più fare con le ragazze. –Sii buona, sarebbe la mia prima uscita dopo un secolo-
-Oh andiamo, chi mai potrebbe rifiutare un invito di Luke Hemmings?-
-Perfetto allora-
-Solo, come facciamo con loro due?- indica col capo le nostre due mamme che, nel frattempo, parlano fittamente, sicuramente di noi due.
-Robin Anne Elizabeth Greyson, perché per una volta non vuoi dare una gioia alla tua cara genitrice?- scoppia a ridere alzandosi sulle gambe e spolverandosi dalla sabbia in eccesso.
-Sei totalmente suonato-
-Ho passato l’ultimo anno tra gli One Direction e Michael, Calum ed Ashton, presto capirai che è impossibile rimanere sani di mente-
-Sarebbe bellissimo- mi guarda con occhi sognanti mentre io indosso la T-shirt, i suoi capelli rossi assomigliano molto alla criniera di un leone.
-Questa è per caso la parte da fan girl che prevale su di te?- arrossisce nascondendosi il volto con le mani, deve farlo spesso quando è in imbarazzo. –Noi torniamo a casa perché sta sera usciamo insieme, non fatevi troppi film mentali, vi vogliamo bene- sfodero il migliore dei miei sorrisi e loro due impazziscono letteralmente. –Ah mi sono quasi dimenticato: io non ho la patente ancora, farò l’esame tra qualche giorno- mi gratto la testa imbarazzato, ricordo quanto Jazzy smaniasse perché io imparassi a guidare, avrei voluto accontentarla ma ho sempre rimandato.
-Cambi umore molto velocemente-
-Cosa?- la voce di Robs mi scuote dal mio stato di trans momentaneo, gioca con un paio di chiavi luccicanti.
-Il tuo viso, eri diventato triste-
-A volte mi succede, combatto ancora con i ricordi-
-Ti capisco, comunque sei fortunato, io ho la Vespa- sale su un motorino rosso porgendomi un casco bianco con tanti disegni colorati. –Non ne ho uno in più quindi mi sai che ti dovrai accontentare- lo afferro salendo dietro di lei, sussulta quando le mie mani si posano sui suoi fianchi.
-Perché allora lo dai a me?-
-Perché se dovessimo fare un incidente crede che sarebbe peggio se morissi tu che io, hai tante persone in questo mondo che tengono a te nei modi più svariati possibili, non puoi deluderli- per lei doveva essere una battuta, ma a me lascia l’amaro in bocca e un senso di soffocamento assurdo.
Per il resto del tragitto nessuno dei due parla, le spiego dove abito, la casa nuova che tanto Jazzy aveva odiato quando gliel’avevo detto, vorrei non dover pensare costantemente a lei in ogni momento della giornata.
-Passo da te alle otto-
-Sai si dice così quando vai a prendere la ragazza con la macchina-
-Sei proprio un tipetto Robin Anne- allaccia il casco sotto il suo mento pallido sorridendo, per averne passate tante è spesso allegra, Jazzy invece mi faceva morire per regalarmi un suo sorriso.
-Ci vediamo più tardi Luke- entro in casa canticchiando, Michael è nella stessa posizione in cui l’ho lasciato sta mattina: il cappuccio grigio della felpa tirato fin sopra i capelli rossi, le cuffie e le dita che si districano abilmente tra i tasti del joystick.
-Mike dovresti farti una vita-
-Il che, detto da te, risuona leggermente ipocrita- gemo infastidito, so bene a cosa si sta riferendo. –Non ti sto dicendo di buttarti in una nuova relazione, non penso che te lo possa permettere col nostro lavoro, ma almeno esci con qualcuno!-
-Lo farò, sta sera mi vedo con Robs- si solleva di scatto facendo cadere tutto per terra, si avvicina a grandi falcate verso di me e mi posa le mani sulle spalle fissandomi con gli occhi sgranati.
-Lei è la ragazza che descriviamo in ogni canzone, cioè è esattamente il mio tipo-
-Rilassati, non ho alcuna intenzione di provarci, siamo totalmente incompatibili-
-Stai scherzando vero? E’ la tua versione al femminile- scuoto la testa, come ho detto una volta a Jazzy io ero stato fatto per lei e lei per me, non c’è nessuna che possa eguagliarla.
-Sai che con questo tu stai dicendo che io sono la tua anima gemella vero? Comunque dovresti fare attenzione a Calum, credo che ci voglia provare-
-E questo dimostra quanto, nonostante il successo, facciamo ancora schifo con le ragazze, praticamente l’abbiamo vista solo una volta e guarda che stiamo combinando!-
-Mi piacerebbe moltissimo continuare questa conversazione con te, ma ora devo prepararmi, metterò una buona parola per te con lei- gli do una pacca sulla spalla lasciandolo alla sua attività preferita.
Mi fiondo subito sotto la doccia, l’acqua scivola fredda lungo il mio corpo e vorrei che così facessero anche tutti quei ricordi che non mi lasciano più vivere. A volte mi sembra quasi di soffocare, vedo il suo volto ovunque e i sensi di colpa mi trascinano ogni giorno sempre di più verso il baratro.
Mi preparo prendendo le prime cose che mi capitano a tiro, non è un vero e proprio appuntamento quindi va bene così. Il mio sguardo cade verso quel vecchio scatolone in cui sono riposte tutte le sue cose, tutte le sue foto, non so bene perché lo tenga ancora qui, forse per paura di dimenticare, è come se mi servisse come prova per dimostrare che lei è esista per davvero, che la nostra storia è esistita davvero. L’ultimo anno è stato così frenetico che spesso ho dubitato su cosa sia reale e cosa no e quando, tornando dal primo tour, speravo finalmente di poter sistemare tutto, lei non ne ha voluto sapere, affermava che fosse meglio così, e prima che me ne rendessi conto mi veniva portata via.
La testa mi scoppia e perciò mi getto sul letto, non ho ancora smaltito il fuso orario, non credo che ci riuscirò mai del tutto, appena mettiamo piede a casa dobbiamo già ripartire, da quando siamo partiti a febbraio del 2013 siamo stati a casa sì e no quattro mesi, il resto fa parte della mia nuova vita, quella che tengo rigorosamente separata da quella vecchia, dal ricordo di Jazzy, perché io per lei non ero Luke Hemmings, ma semplicemente Lukey, il ragazzino timido e biondo che bisognava difendere a costo della vita.
Le lacrime iniziano a correre giù dai miei occhi azzurri lungo le mie guance, sono debole, lei era forte per entrambi. Mi obbligo a chiudere le palpebre e, nel buio, mi lascio annegare nei miei demoni.

Sbam!

Ecco a voi come promesso il seguito di ITOFATF *schiva i pomodori*
So che molti di voi in questo momento leggeranno indignati e mi odieranno per aver fatto morire Jazzy (ci sono già passata quando ho fatto andare via Blue in EHC) ma dopotutto, JK Rowling e la Collins non hanno forse fatto morire molti dei personaggi più amati delle loro storie? E sì, mi sto riferendo in modo particolare a Finnick, dio io amavo quell'uomo.
Detto questo, che ve ne pare della nuova storia? L'idea di un Lukey depresso mi attirava molto ed è nata perché l'anno scorso, al meeting che c'è stato a Milano aveva un muso che non finiva mai, per non parlare del 29 giugno quando, nel bel mezzo del concerto, ha preso il telefonino e ha controllato se non ci fossero notifiche. NO MA TRANQUILLO, NON CI SONO MIGLIAIA DI RAGAZZE CHE TI STANNO GUARDANDO, PER NIENTE.
Okay, credo di essermi dilungata troppo, ora mi dileguo, un bacio Ossidiana xx
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** And then you're just a ghost ***


Robs
Sbuffo bloccando per l’ennesima volta l’iPhone, sono quasi le nove e mezza e Luke è ancora nel mondo dei sogni. Quando, mezz’ora fa, lui non era ancora arrivato, ero andata a prenderlo io, ma Calum mi aveva gentilmente detto che stava dormendo, probabilmente cercava di smaltire il fuso orario, e mi aveva invitato a rimanere lì. In poco tempo però sia lui che Ashton erano usciti ed io ero rimasta con Michael che giocava avidamente con un videogioco e il bello addormento che non ne voleva sapere di ridestarsi.
-Scusalo, non ha un appuntamento da troppo tempo-
-Allora siamo in due-
-Vuoi farmi compagnia?- mi porge uno dei due joystick sorridendo.
-Ma sì dai, tanto credo che qui andrà per lunghe- prendo posto accanto a lui, è diverso da come me lo immaginavo, è gentile, sempre sorridente.
-Se avessi conosciuto Luke due anni fa te ne saresti innamorata, era solare, casinista e, soprattutto, amava suonare. Ora non so se tu sei mai stata ad un nostro concerto ma…-
-Sì ho sentito, qualche volta è un po’ freddo e dice sempre che odia la band-
-Pensa sempre che, se non fosse stato impegnato con noi, nulla di quello che è successo sarebbe accaduto- batto Mike lasciandolo a bocca aperta, i suoi capelli rossi sono arruffati.
-Cioè?-
-E’ una storia che non posso raccontarti io, è troppo personale e troppo dolorosa per Luke, ci vorrebbe un miracolo perché la superasse- in quel momento sentiamo un rumore e la voce del biondo imprecare, infatti ecco che un secondo dopo lo vediamo scendere le scale mentre cerca di mettersi le scarpe. Il risultato, però, è disastroso in quanto cade rovinosamente lungo le scale scatenando le risate mie e di Michael.
-Oddio scusami Robs, ti giuro sono crollato sul letto, so che può sembrare una scusa ma…-
-Tranquillo- taglio corto io per evitare ulteriori situazioni imbarazzanti. –E’ stata tua madre a farmi venire qui, io pensavo che avessi cambiato idea-
-No, no affatto- si passa una mano sul viso assonnato e tra i capelli arruffati. –E’ da tanto che aspetti?-
-Un’ora a casa e un’ora qui- butta un’occhiata veloce all’orologio imprecando per l’ennesima volta.
-Forse ce la facciamo ancora, hai mangiato?- scuoto la testa portando una mano sullo stomaco che brontola.
-Luke non sei obbligato…-
-Robin Anne, stiamo perdendo ulteriormente tempo, posso sentire la tua pancia da qua sotto-
-L’ho detto io che non ci sa più fare- se gli sguardi potessero uccidere Michael sarebbe cenere.
-Ti prego Robs ho davvero bisogno di parlare con qualcuno che non sia uno di loro, conoscono troppo bene la storia-
-Va bene- indosso la giacca di pelle cacciando le mani in tasca per prendere le chiavi della Vespa. –Andiamo su- un sorriso luminoso si apre sul suo volto mentre ci congediamo da Michael.
-Non hai la macchina?- prende posto dietro di me indossando il mio casco, se mia madre sapesse che io sono senza probabilmente darebbe di matto.
-Sì ma me l’ha regalata mio padre, quindi cerco di usarla il meno possibile-
-Perché?-
-Se ne è andato di casa quando avevo quattro anni per poi ricomparire dieci anni dopo, credo di poter comprare il tempo perso e il mio affetto con i suoi costosi regali- stringo le mani intorno al manubrio, il freddo vento di questa serata di primavera mi sferza il viso arrossandolo, non mi piace parlare di questa storia. –Non ho avuto affatto fortuna col genere maschile-
-Jazzy, si chiamava Jazzy la mia ex ragazza. Il suo patrigno l’ha picchiata per anni, ed io ne ero all’oscuro perché lei voleva soltanto proteggermi- il suo capo si posa sulla mia spalla, io mi mordo il labbro costatando, con mia grande sorpresa, che anche Luke Hemmings ha avuto un passato difficile. –Comunque domani mi compro un casco, è inaccettabile che tu rischi la vita ogni volta che andiamo con la Vespa-
-Quindi stai cercando di dirmi che ci saranno anche altre volte?-
-Ferma qui- faccio come dice parcheggiando davanti ad un ristorante che sembra pullulare di gente. –Beh mi pare ovvio, siamo amici noi due- posa una mano sulla mia schiena conducendomi dentro, improvvisamente metà della sala comincia a mormorare scattando foto qua e là. –Dimenticavo, la tua privacy potrebbe essere un pochino compromessa da oggi in poi-
-Spero solo che non scavino troppo a fondo, ci sono cose che preferirei non diventassero di dominio pubblico- prendiamo posto ad un tavolino più appartato e Luke ordina per entrambi dicendo di fidarmi di lui.
-Del tipo?- sospiro torturandomi le mani per il nervosismo. –Va bene, inizio io. Dopo aver scoperto la doppia vita di Jazzy grazie al tentato suicidio di sua madre lei ha fatto di tutto per proteggermi, anche da un nostro compagno di scuola invischiato con quel pessimo giro…comunque, poi l’hanno messo in prigione e, superata qualche altra piccola vicissitudine, noi ci siamo messi insieme, eravamo innamoratissimi, avrei fatto di tutto per lei, ma poi arrivò la proposta degli One Direction-
-Un sogno che si avvera-
-Già all’inizio era così…ma poi cominciarono gli impegni, le chiamate si fecero più sporadiche e i gossip pullulavano come i funghi…noi non riuscimmo ad andare al suo sedicesimo compleanno e lei al nostro anniversario, che poi era anche il giorno in cui compivo diciassette anni…e lei a quel punto mi lasciò sostenendo che fosse meglio così- i suoi occhioni azzurri si velano di uno strato di lacrime, non avrei mai immaginato che un ragazzo potesse piangere. –Un mese, ho impiegato un intero mese quando sono tornato per farmi perdonare, e sai poi come è finita? Lei stava cercando il killer di suo padre, ma alla fine lui ha trovato lei, e le ha sparato un colpo- mi si mozza il respiro notando le incredibili somiglianze tra le nostre due storie.
-Quando io e Julian ci siamo messi insieme io non avevo ancora quindici anni, ma sai cosa si prova a quell’età, ti sembra di avere il mondo in mano…i problemi sono iniziati a distanza di un anno, era arrivata una nuova ragazza da New York, si chiamava Emma e da quel giorno sono iniziati i miei casini…ha portato tutti, soprattutto Julian, verso una cattiva strada, prima che lei irrompesse nelle nostre vite lui non si sarebbe mai sognato di toccarmi nemmeno con un dito…senza che me ne rendessi conto dovevo aiutarli a nascondere gli alcolici, la marijuana, dovevo passarli i compiti, e se, per puro caso, mi azzardavo ad alzare la testa loro riuscivano a rimettermi al mio posto- le mie mani cominciano a tremare, alcuni sintomi di paura non si sono ancora del tutto acquietati. Luke lo nota e le afferra prontamente, sento il calore divamparsi per tutto il mio corpo e le mie guance tingersi di un rosso acceso. –Il culmine lo abbiamo toccato il dieci marzo, ricordo di essere quasi svenuta per le botte quella sera ma Aria, la mia migliore amica, era riuscita a portarmi a casa in tempo. L’indomani mattina mia madre, posandomi le mani sulle spalle, mi ha detto che il suo corpo era stato trovato in uno strapiombo completamente senza vestiti, non mi hanno detto nient’altro- la voce mi muore in gola bloccata da un nodo stretto. In quel momento arrivano le nostre ordinazioni, gli occhi di Luke mi perforano la pelle.
-Ti ha mai toccata più del voluto?-
-Intendi dire se mi hanno stuprata? No, non credo che Julian ne avrebbe mai avuto il coraggio-
-La storia di Jazzy mi ha reso molto sensibile su questo argomento, non sopporto che si torca anche un solo capello alle ragazze- sorrido notando come la vena del suo collo si ingrossi notevolmente quando aumenta il tono di voce.
-E’ per questo che ti senti in colpa vero? Pensi di non essere riuscito a proteggerla abbastanza?-
-Hai parlato con Michael scommetto- faccio un lieve cenno di sì con la testa e lui sorride addentando un boccone di pane. –Non posso fare a meno di pensare che, se fossi stato con lei quella sera, se non fossi mancato nove mesi forse non ci saremmo mai lasciati e lei sarebbe stata ancora qui con me-
-Dovevi amarla tanto-
-Era la mia migliore amica, sarei morto per lei, ed in un certo senso è quello che è successo, il Lukey che più di un anno e mezzo fa è partito con la chitarra in spalla e tanti sogni nel taschino è scomparso quel diciannove dicembre con lei, lasciando spazio al Luke Hemmings di cui tutti parlano-
-Secondo me Luke Hemmings non è tanto male- riduce gli occhi a due fessure mordendosi il labbro, l’imbarazzo comincia a crescere dentro di me. –Voglio dire, qualche volta fai ridere, anche se tratti male Ashton-
-Cosa?-
-Oh mi ricordo benissimo quel video, Ash era tutto allegro e contento che diceva ‘Where we’re going today?’ e tu, come se ti avesse appena svegliato con la batteria, hai risposto ‘Texas’. Un po’ di enfasi Hemmings, per dio!- scoppia a ridere mentre io gesticolo imitando la sua faccia, ricordo di aver perso ora intere su quel filmato postato su Instagram.
-Jazzy mi chiamava sempre così, era da tanto che non me lo sentivo dire- mi blocco biascicando delle scuse che lo fanno sorridere ancora di più. –Tranquilla, anzi mi fa piacere…e parlando di piacere, devo dire che non sei affatto fissata con Ashton- sgrano gli occhi di fronte al suo sguardo malizioso lanciandogli molliche di pane.
-Se ti azzardi a dirgli qualcosa…-
-Perché sprecar fiato quando posso scriverglielo?-
-LUKE!- la sua risata si diffonde per tutto il ristorante, credo che mia madre e Liz non avessero tutti i torti quando dicevano che io e lui ci saremmo trovati bene insieme, condividiamo gli stessi dolore e quindi sappiamo quali tasti toccare per non rovinare ogni cosa.
-Oh sì Robin Anne, ora assomigli davvero ad una nostra fan- incrocio le braccia sotto il seno lasciandomi andare con la schiena sulla sedia. –Sai, questo potrebbero essere l’inizio di un’amicizia interessante-
 
-Robin Anne scendi giù dal lettoooooo- spalanco gli occhi sentendo un peso non indifferente sul mio corpo, Luke Hemmings sta liberamente saltando su di me per farmi svegliare.
-Cristo Hemmings- mi giro facendolo cadere per terra, il tonfo allerta mia madre che urla il mio nome di battesimo dal piano di sotto. –Per il futuro, sappi che odio essere svegliata-
-Tua madre poteva anche avvertirmi- si alza scrocchiandosi la schiena e guardandosi intorno tristemente. –Va tutto bene?-
-Era casa di Jazzy questa, si era trasferita dopo che Bruce era finito in carcere…l’ultima volta che sono entrato qui era parecchio diversa- mi metto seduta incrociando le gambe, posso vedere Luke piegarsi come un giunco sotto il vento dei ricordi, deve essere davvero dura per lui.
-Luke se ti fa male puoi anche scendere giù-
-Credo sia meglio…comunque mettiti il costume, oggi io e Calum ti svezziamo, quindi preparati al tuo battesimo dell’acqua- mi strizza l’occhio richiudendosi la porta alle proprie spalle, io gemo frustrata gettando la testa all’indietro.
L’idea di imparare a nuotare non mi alletta tanto, ho sempre avuto una paura folle, soprattutto quando l’acqua è profonda e sotto di te vedi solo il blu del fondale.
-Questa tua pensata non mi alletta molto a dir la verità-
-Fidati di noi- un sorriso sornione si apre sul volto del biondo, deglutisco a fatica poco rassicurata.
-Mamma tu non ti opponi minimamente?-
-No- butto gli occhi al cielo esasperata, probabilmente non metterò mai più piede in questa casa, e quei due mi avranno sulla coscienza.
–Fammi capire, guidi tu che non hai ancora la patente?-
-Sto facendo pratica- Luke sfodera un sorriso a trentadue denti che mi fa accapponare la pelle mentre prende posto nel lato del guidatore. –E tu starai accanto a me-
-Oggi muoio sicuro- i due ridacchiano accendendo lo stereo, alla radio passano una loro canzone.
-You look so perfect standing here, in my American Apparel underwear, and I know now that I’m so down- Luke mi guarda negli occhi mentre canta quella parte, io sorrido voltando lo sguardo dall’altra parte, sicuramente con le guance rosse.
-Ed ecco dimostrato come Luke Hemmings riesce ad avere tante ragazze-
-Nah, con lei non funziona Cal, il suo preferito è Ashton-
-Non ti va proprio giù questa cosa vero?- mi tira un buffetto sul naso prima di tornare con entrambi le mani sul volante. Il resto del tragitto lo passo ascoltando quei due cantare a squarciagola le canzoni passata da quella stazione, conoscono tutte le parole.
-E’ troppo tardi per tirarsi indietro?- osservo il mare di fronte a noi, il respiro mi si blocca per un attimo.
-Andiamo Robs, un po’ di coraggio- Luke afferra il mio polso trascinandomi verso la spiaggia totalmente deserta. –Ecco a te Santa Cruz, l’unico luogo in cui possiamo ancora stare in pace-
-Making our plans on the Santa Cruz sand that night- i due mi guardano sorridendo mentre si tolgono le magliette, oggi muoio sicuro.
-Vieni dai-
-Non ci penso minimamente Hemmings- incrocio le braccia al petto e lui si avvicina a grandi falcate verso di me, ed io che pensavo che fosse un ragazzo magrolino e senza muscoli.
-Ascolta Robin Anne, molto probabilmente tu non vuoi rimanere in costume per tutta la storia che non ti piace il tuo fisico e bla bla bla, ed io ti dovrei dire ‘Oh no, sei bellissima così come sei’ quindi evitiamo tutti questi discorsi inutili, su-
-E’ diventato l’anti-romanticismo, che ti posso dire- Calum solleva le braccia per poi farle ricadere lungo i fianchi.
-Lasciamo stare- mi passo le mani tra i capelli prima di rimanere in costume da bagno, Luke si limita a mettere su la tipica espressione soddisfatta di qualcuno che ha appena vinto. –Se affogo…-
-Stai tranquilla- taglio corto lui tuffandosi nell’acqua cristallina del mare.
-Ehi, se ti dovesse succedere qualcosa ci sono io- Calum sorride, gli si formano delle adorabili rughe di espressione.
-Romeo e Giulietta datevi una mossa- il moro raggiunge Luke ed io prendo un respiro profondo immergendo i piedi, rabbrividisco. –Ettie…-
-Ho paura dell’acqua, devi darmi il tempo- abbassa lo sguardo mordendosi il labbro e si avvicina a me prendendomi le mani.
-So che è difficile superare certe paure, ma bisogna affrontarle per andare avanti- i suoi occhioni azzurri si incastrano nei miei verdi, sono lo stesso colore del mare.
-Belle parole, dovresti applicarle anche alla tua vita- Calum gli batte una mano sulla spalla beccandosi un’occhiataccia da parte di Luke.
-Va bene, se Robs supererà la paura dell’acqua io cercherò di andare oltre Jazzy-
-Accetta Robs-
-Luke non devi…- la presa sulle mie mani si intensifica, il sole lo colpisce delineando il suo profilo.
-Invece sì Robs, prima o poi dovrò affrontare questa situazione, non posso continuare ad andare avanti così-
-E allora se tu riesci a superare tutto ciò io posso riuscire ad entrare in acqua- chiudo gli occhi avanzando lentamente, Luke non mi molla e l’acqua comincia ad arrivarmi fino allo stomaco.
-Fai il morto ora- spalanco le palpebre guardandolo titubante. –Ti terrò io-
-Morirò oggi me lo sento- faccio come dice, sento l’acqua solleticarmi le orecchie, il cielo sopra di me è di un azzurro stupendo e il silenzio che ci avvolge e sovrumano.
-Rilassante vero?-
-Sì-
-E non ti sei nemmeno accorta che ti ho lasciato-
-Cosa?!- a quelle parole il mio corpo diventa improvvisamente pesante e cade verso il basso, mi ritrovo sott’acqua, con gli occhi spalancati ed i pesciolini che mi nuotano intorno.
-Oh per dio!- sento due mani afferrarmi i polsi e tirarmi su, Luke mi osserva con le braccia incrociate e lo sguardo imbronciato. –Stavi andando bene, cosa ti è preso?-
-Non mi dovevi dire che mi avevi mollato, hai fatto finire l’effetto placebo-
-Effetto cosa?- Calum ci guarda confusi piegando la testa di lato. –Ho lasciato la scuola per far parte della band, non fissatemi in quel modo-
-L’effetto placebo è un meccanismo psicologico in cui tu credi di aver superato un ostacolo grazie ad un qualcosa, come me che prima pensavo di stare a galla grazie a Luke, invece era tutto merito mio-
-Oh- il moro si gratta la testa cercando di venire a capo della discussione.
-Non hai capito niente, fidati-
-Ehi!- Calum si getta sul biondo facendolo cadere dentro l’acqua e ingaggiando così una lotta all’ultimo respiro.
-Perfetto, le lezioni di nuoto sono finite- prendo posto sulla tovaglia osservando quei due animaletti cercare di affogarsi a vicenda e subito la mia mente va a ritroso nel tempo, quando ancora avevo un gruppo di amici e tutto andava bene.
Luke
-Grazie a te ho tutta la barriera corallina nell’orecchio- lancio l’asciugamano bagnata su Calum che se ne sta sul divano col cellulare spiaccicato sul volto. –Con chi stai parlando?-
-Con Robs-
-Ahia- getta un’occhiata a Michael, che ancora non si è staccato da quel dannato videogioco, prima di prendere a mordermi il labbro.
-Che intenzioni hai Cal?-
-E’ carina- alza le spalle con noncuranza, sento un campanellino d’allarme suonarmi in testa.
-E’ il tipo di ragazza che descriviamo in ogni canzone!-
-E’ la frase che ho sentito più frequentemente nell’ultima settimana- Ashton scende le scale lasciandosi andare sul divano, il suo volto è pallido e madido di sudore.
-Sì okay come volete voi, ma Calum toglici mano-
-Perché? Credevo che non ti interessasse più nessuna-
-Non sto dicendo che mi piace, solo non credo che tu voglia una relazione seria, e lei non ha bisogno di qualcun altro che la faccia soffrire- lui è sicuramente pronto a ribattere in qualche altro modo, ma Ashton cade a terra con le mani portate sul ventre. –Ehi, ehi, ehi che succede?-
-Mi fa malissimo il fianco-
-Cristo…Mike aiutami a sollevarlo, Calum prendi le chiavi della macchina- io e la testa rossa ci portiamo le braccia del batterista intorno alle spalle e cerchiamo di portarlo fino all’autovettura, dove lo lasciamo andare sui sedili posteriori, con la testa appoggiata sulle gambe del malato di videogame. –Vai all’ospedale, io avverto i suoi genitori- e mentre faccio il giro di telefonate ricevo un messaggio di Robs, sorrido.
Robs Greyson
Sai, credo che, nonostante tutto, tu mi abbia aiutato a quasi superare una mia paura😁
Ne sono contentissimo Robin Anne , ma ora non posso proprio parlare
Oh scusami se ti ho disturbato, non volevo…

Mi do dello stupido per essere stato così freddo e per averla sicuramente ferita, ha ragione mia madre quando dice che sono diventato un orso delle caverne.
No scusami tu, è che stiamo portando Ash all’ospedale perché ci è praticamente svenuto davanti, sono preoccupatissimo
Se hai bisogno, io ci sono
Vieni qui appena puoi.

Mi lascio andare sul sedile socchiudendo gli occhi, non so per quale motivo le ho detto quelle cose, o per quale assurdo caso del destino io stia provando queste sensazioni. Forse sto semplicemente crollando e ho bisogno di qualcuno altrettanto forte a cui appoggiarmi.
Quando finalmente arriviamo a destinazione Ashton ci viene strappato di mano e portato via, il suo corpo forte, che ho sempre guardato con un occhio di invidia, cedeva ad ogni passo di più.
-Secondo voi che cosa avrà?-
-Appendicite- ci voltiamo tutti sentendo il suono della voce di Robs, i suoi capelli arruffati assomigliano molto ad una criniera. –O almeno, da quel che mi hanno detto Calum e Luke-
-Cosa ci fai qui?- il moro la guarda con un’espressione corrucciata, non deve averlo avvertito. La vedo annaspare nella speranza di trovare una risposta adeguata che non concerna il mio piccolo momento di debolezza.
-L’ho chiamata io- Calum e Michael si voltano verso di me a rallentatore, Robs prende a mordersi il labbro.
-Ora sì che ne vedremo delle belle- testa colorata si siede con un sorriso sornione e con le braccia dietro il capo.

Sbam!

I wanna a little bit of Californiaaaaa, with a little bit of London skyyyyyy.
Svegliarsi e trovare l'annuncio del nuovo album dei 5sos non ha prezzo. Per tutto il resto c'è MasterCard, in particolare per comprarl su iTunes ahahaha.
Allora come state gente? Come ogni anno, di questo periodo, pubblico una ff e nessuno se la caga, la sfiga mi sta incollata al culo as always (this is for you Ella, you know what I mean).
Anyway, come potete vedere in questo capitolo Luke tentenna e comincia a scioglersi un pochino mentre Calum ci prova con Ettie e lei si trova da due cuori ahaahah, quanto la capisco (sì, infatti io sono divisa tra il gelato e la granita, gne invidiatemi).
Okay sto dando di matto, ma per ora non esco tanto con i miei amici e sono praticamente tutto il giorno con mia nonna, mia zia e i miei due cugini più piccoli....SO SMASH SAVE MEEEE FROM WHO I'M SUPPOSED TO BEEEEEEEE.
Dopo ciò mi dileguo, un bacio, Ossidiana xx.
PS WE'RE THE KINGS AND THE QUEENS OF THE NEW BROKEN SCENE
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3192571