Iruka di slice (/viewuser.php?uid=41375)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ha un'idea tutta sua sull'indulgenza ***
Capitolo 2: *** Quando si arrabbia, finisce male ***
Capitolo 3: *** Sicuramente non lo pagano abbastanza ***
Capitolo 1 *** Ha un'idea tutta sua sull'indulgenza ***
Ha
un'idea tutta sua sull'indulgenza
Raido
inclina la testa di lato. Non è che stia tentando di capire
cosa hanno davanti, sta solo cercando di liberarsi la visuale
dall'ingombro del braccio di Genma, che può anche essere
rumoroso e fastidioso ma almeno finora rispettava i suoi spazi. “Ti
dico che non è un'oca.” “Be', allora è
un'anatra!” “Potrebbe essere Uchiha...” Aoba si
blocca e si rivolge cautamente a Raido, anche se quello non lo sta
minimamente considerando. “Sapete, quello più
piccolo.” Kakashi sospira e lui si volta a guardarlo con
l'aria di chi si è accorto di averlo accanto solo in quel
momento. “Non è Sas'ke,” dice il copia ninja,
“Andiamo, è giallo! Ma non è nemmeno un'oca o
un'anatra.” Tenzo esplode in un verso indignato, mentre
Genma ride a bocca piena. “E quel becco, allora?”
abbaia il Capitano, infilando la mano nel sacchetto delle patatine di
Aoba mentre con l'altra indica davanti a sé. “Quale
becco? Sei tu il becco!” “Dai, ruotalo di ottanta
gradi...” “Dai, no.” Raido è rimasto
con la testa inclinata e quando se ne accorge, invece di tornare
dritto, inclina la testa ancora di più, ma non gli basta
nemmeno quello e si sposta leggermente di lato. Mette la mano sulla
pietra e si sorregge per piegarsi con tutto il corpo. “Secondo
me è un fiore...” borbotta, tornando dritto. “Ma
va'... Solo tu potevi dire una cosa del genere senza sembrare
gay.” Tenzo sbuffa e Aoba per poco non lo imita perché
Genma sta bocciando ogni forma conosciuta, da quando sono lì. “Va
bene,” sospira, allargando le braccia, “diccelo tu
cos'è!” “Che cazzo ne so?” Quattro
voci salgono in volume e veemenza e al tokujo arriva persino una
patatina in testa. “Non sono Ibiki, non ho urgenza di
entrare nella testa di un ragazzino per scoprirne le turbe mentali e
non ho idea del perché un ragazzino senza turbe dovrebbe
dipingere qualcosa sulla fronte del terzo Hokage!” “È
Naruto.” Il palazzo su cui stanno è il più
alto dopo la torre dell'Hokage e loro sono seduti proprio di fronte
alla montagna monumentale per la pausa pranzo; per un momento gli
unici rumori sono quelli che fa il vento e gli uccelli nei
dintorni. Almeno tre di loro sono sul punto di dire al copia ninja
che il suo allievo tornerà e che non deve preoccuparsi perché
è con Jiraiya sama, ma Genma è più veloce e,
anche se all'inizio sospira e basta, rompe quella concentrazione che
ci voleva agli altri per aprire bocca. “Be',” dice,
facendo vagare lo sguardo sulla montagna per poi fissare un punto
preciso, come se bastasse per indicarlo agli altri, “speriamo
che quella sia una nuova evoluzione del rasengan perché se
Iruka vede un cazzo così grande sulla guancia del Sandaime lo
sentiranno urlare anche a Kiri.” Improvvisamente tutti
inclinano la testa di lato, cosa per cui Raido si scopre
particolarmente allenato. “Ugh,” dice Aoba, passando
le patatine a Kakashi, “pensavo fosse un fagiolo.” “Io
credevo fosse lo stagno...” “Sì, con il culo
dell'anatra grosso il doppio?” “È un bambino,
magari le proporzioni non avevano tutta questa importanza!” “Alla
sua età Kakashi uccideva da anni.” “Questo non
significa che non facesse disegni con il cielo in cima al foglio e le
case più piccole delle persone!” “Nessuno
sarebbe mai andato in missione con lui se avesse avuto le percezioni
di un moccioso...” La voce di Iruka non è sempre
alta, spesso ha soltanto uno strano bordo tagliente che minaccia di
fare danno, ma al tempo stesso dà l'occasione di cavartela
rimediando o semplicemente smettendo di fare quel che
fai. “Konohamaru,” dice il chuunin, tirandosi a sedere
dopo essere stato sulla testa del terzo Hokage a sonnecchiare. Il
ragazzino, che sta pulendo la roccia una trentina di metri sotto,
alza il volto nella sua direzione anche se non può vederlo e
si pulisce la fronte con il braccio, senza mollare la grossa spazzola
che ha in mano. “Tra poco avrai un grosso aiuto,” gli
comunica Iruka. La pausa pranzo è finita da un pezzo, in
effetti, e hanno tutti un gran da fare. Raido e Genma hanno il loro
turno alla torre, Kakashi farfuglia di una sfida con Gai e Tenzo è
già scomparso in una nuvola di fumo. Aoba rimane lì
un attimo, con la mano ancora nel pacchetto di patatine, e anche da
lontano può vedere lo sguardo del chuunin assottigliarsi su di
sé. “Non guardarlo negli occhi,” bisbiglia
Kakashi, da qualche parte alle sue spalle. Lui si schiarisce la
gola, inclina la testa di lato e si porta una patatina alle
labbra. “Quello è un rasengan, vero?” chiede
all'insegnante. Iruka annuisce. “Per questo non ha in
mano uno spazzolino da denti.”
Questa
raccolta farà parte di una serie... Buahahahahahah, non
saprete mai che pairing ci sono solo leggendo questa; l'ho scelta
apposta! Sappiate che per il momento sono ferma con le due long:
ogni tanto ci scribacchio ancora qualcosa, ma non riesco a vedere
dove io stessa volevo andare a parare. Nonostante questo non le ho
abbandonate, solo per il momento sono concentrata su altri personaggi
e diverse situazioni. Mi scuso *si inchina* con chi ancora spera di
vedere un aggiornamento e spero di poter riprendere presto. Le
altre due serie, quella ItaShika e quella NaruHina non sono
assolutamente ferme. Come ho detto per il momento mi concentro su
altro, ma ho roba da inserire sia di qui che di là, nella
cartella “cantiere”. Rido ogni volta che lo scrivo. XD
Nali,
sono in r i t a r d o! E non sono Kakashi quindi l'effetto fashion
(?) è andato a puttane, però ti faccio ancora
tantissimi auguri e spero che possa ispirarti un pochino con il tuo
magnifico Iruka. La raccolta è tutta incentrata su di lui, ma
anche su altri strani soggetti come quelli qui descritti. Una roba
oscena.
Auguri,
Nali! Chu! <3
I
personaggi e i luoghi e i laghi appartengono a Kishicoso e nessuno ci
lucra sopra a parte lui.
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Capitolo 2 *** Quando si arrabbia, finisce male ***
Quando
si arrabbia, finisce male
“Potevi
essere il sole, una nuvola, un uccello...” Tenzo sospira,
annoiato. “Te lo do io l'uccello!” “Ehi, ci
sono dei bambini!” ruggisce Raido. Genma sogghigna,
appollaiato sul ramo, poiché subito dopo le parole del
compagno uno di quei nanetti alti una katana ha spiaccicato in faccia
ad Aoba il biscotto che stava mangiando. “Non sono bambini
qualunque, sono i figli di un bijuu,” commenta, lui. Intanto
Iruka è voltato a discutere con un altro insegnante. Ogni
tanto guarda nella loro direzione per tenerli d'occhio e tutti
diventano immobili e tesi, improvvisamente padroni di espressioni
neutre, se non felici. “Avresti potuto essere un cervo o
anche un sasso...” Tenzo sbuffa, sempre più tendente
all'irritazione. “Sasso sarai tu, poi cosa c'entra il
cervo?” Genma alza una mano guantata e ne osserva il pelo
apparentemente morbido. “Eh, invece il leone è così
ovvio. Il cane, il gatto e il leone!
Certo.” “Senti,” dice Raido, cercando di non
farsi strappare la coda dai pargoli. “Ho solo fatto quello che
mi è stato detto di fare!” “Insomma,”
continua Kakashi, imperterrito, “avresti potuto essere una
qualunque comparsa, Yamato Coso, invece sei proprio un albero e
questo dovrebbe farti pensare.” “Capitano! Sono
Capitano!” sbotta Tenzo, beccandosi un'occhiataccia da Iruka
poiché si è mosso di qualche centimetro. “Ma
guarda se devo farmi prendere in giro da uno che fa il cespuglio!”
gracchia, ora decisamente irritato. In quel momento Iruka si
abbassa, permettendo a un gruppetto di bambini di appendergli sulla
schiena il foglio che reca la scritta “sono nervoso perché
mi sono fatto la pipì addosso”, poi
fa un cenno all'insegnante con cui discorreva e si dirige verso di
loro, procurando ilarità quando dà la schiena ad altri
bambini. “Come va, Miko chan?” dice, rivolgendosi a
una bambina mora con l'aria molto concentrata, occhiali da vista e
taccuino in mano, che li osserva da un pezzo. Lei schiocca la
lingua sul palato e assottiglia lo sguardo sul cane, prima di
rispondere. “Non lo so, sensei... Il cane è sporco,
il gatto ride troppo, il cespuglio è mezzo grigio,”
elenca, indicandoli uno per uno e facendo una faccia strana a
quest'ultimo punto, prima di proseguire, “l'albero si muove e
il leone pare sia stato buttato lì perché avanzava da
un'altra recita.” Iruka si ferma a considerare ogni critica,
pesando quelle parole come se uscissero dalla bocca di un'autorità
teatrale, alla fine si porta una mano al mento e sospira. “Che
mi dici del sole?” “Beee'... abbaglia. E credo sia
questo che un sole deve fare, dopotutto,” risponde, alzando le
spalle. “Va bene,” l'insegnante muove una mano davanti
al volto, “cerchiamo di fare con quello che abbiamo, ma tienili
in riga.” “Sì, sensei!” Iruka lancia
un'ultima occhiata alla scena, poi si volta e inizia a camminare. Di
sicuro quei cretini ci penseranno bene, da ora in poi, prima di
interrompere una delle sue lezioni per motivi futili come la mancanza
di un membro per il loro stupido gioco; per questo motivo, a metà
sala non riesce a trattenere un sospiro soddisfatto che inquieta
vagamente la collega addetta ai costumi, quando le passa vicino. “Non
vi state impegnando: non ci credo che questo sia il vostro massimo,”
dice Miko chan, riportandosi gli occhiali a posto dopo che le sono
scivolati sul naso. “Volete dire che un giorno sarò un
grande e grosso ninja e non saprò fare un albero o un cane?
Volete uccidere i miei sogni di bambina ancora prima che mi venga
consegnato il coprifronte?” Kakashi sente un brivido lungo
tutta la schiena e improvvisamente avere la testa incastrata in un
pezzo di cartone a forma di cespuglio lo innervosisce, Tenzo sposta
il peso da una gamba all'altra, a disagio perché, albero o no,
a lui scappa da pisciare. Raido è a carponi da troppo tempo
per avere dignità bastante a fingere di non trovare quella
bambina la cosa più adorabile che abbia mai visto, mentre Aoba
mima il gesto degli occhiali, poco a suo agio nell'interpretare un
cane che dovrebbe grattarsi un orecchio con la zampa
posteriore. “Demonio,” borbotta Genma, fiero delle sue
orecchie, zampe e coda di pezza, appollaiato su una passerella
sospesa trasformata in ramo da cartone e pastelli. “Hai
perfettamente ragione, Miko chan,” grida Gai, sopra le loro
teste, “faremo del nostro meglio per le future generazioni di
Konoha e i nostri brillanti maestri dell'accademia!” “Sta'
zitto, Sole!” ringhia Tenzo, ché per lui tenere sospeso
sopra di sé una folta chioma verde di cartone è quasi
un insulto. “Al contrario,” dice Miko chan,
sistemandosi di nuovo gli occhiali sul naso e costringendo ancora una
volta Aoba a fare altrettanto, “il Sole è l'unico che
può parlare: tutti gli altri devono impegnarsi per non farmi
perdere autostima,” continua la bambina, con una serietà
che stona su quel volto paffuto e le guanciotte rosse, “al mio
tre voglio vedere un atteggiamento diverso, ok? Uno...” “Fa
sul serio?” chiede il cane, indignato. “Oddei, mi è
venuto un crampo,” si lagna il leone. “Devo
pisciare...” annuncia il gatto. “Sssh, concentratevi!”
dice l'albero a denti stretti. “Se lo faccio mi piscio
addosso.” “Che tristezza...” “Disse il
cespuglio nel cespuglio!” ribatte l'albero. “Due...” “Oh,
fa sul serio davvero... Sul serio! Davvero!” sibila il
cane. “Mi prude il naso da venti minuti.” “Ho
sete...” “Riusciamo almeno a tenere a bada i bisogni
primari come ogni adulto dovrebbe saper fare!” “No.” “Ci
ripensavo: sei. l'albero.” “Oooh... Presto! Un
decespugliatore!” “Tre!” Rimangono tutti in
silenzio e la loro attenzione si divide tra la posizione richiesta
dal copione e la bambina con l'espressione seria e critica poco
distante da loro. Poi il sole si stacca, cade al suolo con un tonfo e
un lamento che sembra sospettosamente “mi sono rotto una
chiappa”, perciò la bambina si toglie gli occhiali per
stropicciarsi drammaticamente gli occhi. Sospira e alza le
braccia. “Non posso lavorare così!”
Irukino,
caro... *liscia* Bello, lui! ^^' Nella speranza che non mi metta
a fare il sasso o il cervo, u.u proseguo volentieri con questa
raccolta; visto che me ne ero dimenticata. Argh.
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Capitolo 3 *** Sicuramente non lo pagano abbastanza ***
Sicuramente
non lo pagano abbastanza
Raido
sbuffa e alza lo sguardo in tempo per vedere una piccola pallina di
carta rimbalzare sul collo di Inoichi, tre file più avanti. Il
jounin si volta, irritato, e lancia un'occhiataccia a Genma che sta
di nuovo prendendo la mira. Questa volta la pallina finisce in mezzo
ai capelli sparati in aria della coda alta di Shikaku e la sua testa
cade in avanti, mentre le sue spalle si alzano e si abbassano
lentamente, a indicare un lungo sospiro. “Dai, rompi un po'
meno le palle, Genma,” dice Raido, togliendogli di mano il
foglio da cui strappa i pezzetti di carta, un po' perché
irritare una stanza piena di shinobi annoiati non è la cosa
più intelligente che abbia fatto quella settimana e un po'
perché, anche senza essere una sua vittima, ha rotto il cazzo
pure a lui. “No, dammelo! Va bene, non li tiro più...”
brontola Genma, riappropriandosi indignato del proprio foglio quando
Raido lo mette nuovamente alla sua portata. Aoba si accascia sul
suo banco, davanti a loro. “Che palle... Ma quando si
inizia?” Si alzano un paio di risposte strascicate tra cui
un “appena avrò preso sonno”, proveniente dalla
zona dell'Ino Shika Cho, e un “appena avrete mangiato tutte
'ste palline” che solleva grugniti e sibili infastiditi, poi
però torna il silenzio. Non certo un assoluto silenzio, ma un
leggero brusio e una cacofonia di colpi di tosse, oggetti che cadono
a terra, sedie trainate, sbadigli, sbuffi e persino starnuti, ma
nessun suono spicca in quella cappa omogenea. Genma si gratta la
testa, abbassa il gomito sul piano ligneo e infine poggia la tempia
su quella stessa mano, accasciandosi di lato, solo allora si mette da
bravo bambino a compilare il foglio per partecipare al corso. “Nome:
questa è facile...” dice, scrivendo il suo nome sulla
riga. “Data di nascita: che razza di curiosi. Grado: no, non
gradisco che mi si chieda l'età,” brontola, trascinando
le parole in uno sbadiglio. “Come le donne...”
ridacchia Raido. “Sesso: taaanto.” Kakashi, accanto
a Genma, alza la testa dal banco per sbirciare sul suo foglio. “Non
credo che funzioni così,” dice, quando vede la parola
“tanto” strizzata tra le caselle con la M e la
F. “Villaggio: mh...” bisbiglia pensoso il tokujo,
picchiettandosi il lapis sulle labbra, “persone!” “Non
è un cruciverba,” dice Tenzo, sporgendosi da sopra la
spalla di Kakashi. Aoba si volta a ridacchiare proprio mentre una
pallina di carta arriva sulla faccia di Genma, lui smette di
scrivere, rimane immobile e alza gli occhi per lanciare una finta
occhiataccia a Nara, voltato verso di loro e appoggiato per metà
sul banco e per tre quarti sul fianco di Akimichi. Il fatto che poi
il tokujo torni a dire stronzate e a compilare il foglio, lo fa
sorridere. “No, cioè, ci pensate che palle: per una
volta che è utile avere un noiosissimo clan alle spalle e di
tutti voi serve che uno solo vada al corso, devi farlo tu perché
sei il capo clan! Che cazzo di sfiga, dai.” sbotta Genma. Raido
ride, poggia il braccio sul banco e la faccia nell'interno del gomito
per smorzare il rumore, mentre Aoba si lascia andare a un suono più
alto che attira occhiate curiose. Kakashi, che è rimasto a
guardare il documento, si acciglia mentre porta l'indice sul
foglio. “Perché ti chiedono il villaggio di
provenienza?” “Sono formulari standard...”
biascica Raido, “Ma il tuo, non l'hai compilato?”
domanda, spostandosi per vederlo meglio. L'occhio di Kakashi si
riduce e la maschera s'increspa leggermente, rivelando un
sorriso. “Me lo farà lui prima di uscire.” Tenzo
osserva il pollice che punta verso di sé incrociando gli occhi
per la vicinanza. Poi si rende conto della situazione e si acciglia,
lasciandosi andare a esclamazioni indignate, senza notare che
parecchi nelle vicinanze si voltano a lanciare sguardi di
disapprovazione e, nel caso di Kurenai, di esasperazione verso
Kakashi. Lui si affretta a dire che è appena tornato dal
confine, indicandosi addosso; peccato che sia un élite e che
non sempre si veda che è stato in missione. La sua divisa
infatti non ha niente che non vada. “Sei ignobile,”
sibila Genma, mentre firma con una faccina con la bandana che lecca
la guancia di un'altra faccina con il codino. Aoba si spinge gli
occhiali sul naso, facile preda del suo tic ora che si sta
annoiando. “Fallo fare ai tuoi allievi... Cioè, a
Sakura.” Genma ride, spuntando le caselle di tutte le
malattie sul retro del documento anche se Raido continua a dirgli che
quella parte non serve. “Nome: Naruto Uzumaki,”
ridacchia, come se avesse davanti il modulo compilato da lui. “Questo
non sarebbe sbagliato...” “Sì, se lo compila
per Kakashi!” “Perché, invece quell'altro?
Sai?” “Sesso: ho letto in un libro che...” celia
Yamato. “Dove l'ha letto?” “Sull'Icha
Icha...” In quel momento la porta si apre e Iruka poggia una
pila di fogli sulla scrivania. Con calma si avvicina alla prima fila
e ne lascia un fascicolo, poi va a rovistare nei cassetti della
cattedra e consegna un ciuffo di penne a ogni capo fila. Inoichi ha
già alzato la mano, preso dal fatto di essere in un'aula
dell'accademia con un insegnante, ma Ebizu lo batte sul tempo e
chiede a Iruka a cosa servano i fogli. “Per prendere
appunti.” Ovviamente l'intera classe esplode in proteste e
grugniti, ma lui alza le mani e appoggia il sedere al bordo della
cattedra. “Ho fatto un corso per farvi questo corso! e non
me ne frega niente se il serpente vi ha mangiato il foglio,”
dice, alludendo ad Anko, davanti a lui, “se avete registrato
tutto con lo sharingan o avete dormito per metà del tempo,
senza appunti non potrete uscire di qua.” “I miei
allievi non avevano appunti!” quasi lo interrompe Gai. “Questo
perché i tuoi allievi mi ascoltano, quando parlo.” Ancora
una volta si alzano voci indignate che riferiscono di quanto lui
peggiori di anno in anno e Iruka risponde allo scazzo che si respira
tra i banchi con un sospiro, poi prosegue nell'illustrare altre
piccole regole. Genma scarabocchia sul foglio che gli è
appena arrivato un omino con un codino seduto a gambe aperte e le
parti intime nascoste dalla testa con la bandana di un altro omino
voltato di schiena. Sbadiglia mentre fa delle virgolette per
aggiungere l'effetto movimento sulla testa di quest'ultimo. “Ma
non c'è altro personale, fa tutto Iruka?” “Be',
è bravo,” bisbiglia Kakashi che anche se parla nessuno
lo vede mai, grazie alla maschera. “Sì, a prenderlo
nel...” “Genma, che cosa ho detto?” lo
interrompe il chuunin. “Non lo so, stavo prendendo
appunti.” Iruka allarga le braccia e sospira di nuovo,
adesso pronto per partire. “Ah, un'altra cosa,” dice
poi, alzando la voce e un dito per attirare più attenzione
possibile, “non voglio vedere gente stilizzata che fa sesso,
sui moduli!” “Cazzo...” dicono più o meno
una ventina di shinobi. “Neanche sui bordi?” chiede
Genma. “No! L'anno scorso c'era una graficnovel oscena di un
omino con la bandana e uno con il codino, lungo tutto il bordo del
tuo,” continua il chuunin. La testa di Shikaku cade sul
banco con un tonfo udibile sopra le risate, mentre Genma dice che
allora lo farà sugli appunti, a tutta pagina. Iruka si
massaggia entrambe le tempie, prima di cominciare.
Mmh...
** Quanto amo Genma! E Shikaku? E Inoichi che alza la mano? Ma Genma
è Genma! Grazie al cielo. XD
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