Rediscovered future

di Nyangelica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno di lavoro ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una nuova vita ***


Dopo quella che era stata la seconda scomparsa di Claire, pur continuando la mia vita in un'apparente serenità, non smisi mai di cercare il modo per riportare in vita la mia amata, dispersa nel tempo. Ci vollero mesi di notti insonni per trovare quell'equazione ma non furono spesi invano.
Quando la vidi uscire da quell'ordigno che avevo a lungo progettato non potei fare a meno di pensare che quello era stato l'enigma più soddisfacente che avessi mai risolto, la mia scoperta più gratificante. Claire era bella come sempre, in tutta la sua semplicità, e la sua visione non poté che riempirmi il cuore di gioia. Credo che lo stesso sia successo a lei in quanto non appena ripresa dal lieve scombussolamento mi corse ad abbracciare quasi in lacrime:”Oh Hershel, non ci posso credere!.. Grazie!”. Forse avrebbe voluto dire molto di più, fare delle domande, ma un'altra parola e non sarebbe riuscita a trattenere la commozione, come del resto neanche io che mi limitai a stringerla per poi finire le altre procedure e chiudere quell'opprimente laboratorio.
“Andiamo a casa ora” dissi sorridendo pacatamente, ma lei abbassò gli occhi con uno sguardo triste “Ma io non ho più nulla, non ho un soldo e tanto meno una casa, non voglio gravare su di te!”
“Sciocchezze, ti troveremo una sistemazione, nel frattempo puoi stare da me, a Luke non dispiacerà affatto”
Sembrò riprendere i colori “..Come sta il ragazzino?” sorrise gentilmente, così tanto che mi fermai ad osservarla qualche istante prima di risponderle: “Sta benone, sai era partito con i suoi genitori e non sapevo quando l'avrei rivisto, ma poi ha scelto di continuare qui i suoi studi e ovviamente il padre non si è opposto”
Fece un altro dei suoi dolcissimi sorrisi al ché decisi di incamminarmi verso la macchina per scostare lo sguardo da lei ed evitare di rendere la situazione imbarazzante “Ehm, seguimi per favore”. Non sapevo quanto fosse scossa né che atteggiamento adottare con lei, erano passati così tanti anni... Il viaggio fu estremamente silenzioso, si sentiva solo lo scrosciare della pioggia londinese sul parabrezza. Eravamo chiaramente a disagio.
Giunti a casa riposi l'ombrello e decisi che il mio piccolo amico sarebbe stato sicuramente più sciolto di me con lei:”Luke! Luke vieni! Abbiamo un'ospite inaspettata stasera.”
Il ragazzino si precipitò per le scale tutto sorridente”Professore!” la vista di Claire lo lasciò attonito, era rimasto molto sconvolto quando ci aveva visti salutarci, e per la prima volta aveva conosciuto un lato diverso di me.
“Professore non posso crederci! Che bello ti fermi per cena?” lei sorrise arrossendo “Ciao! Come stai?”
“Bene, grazie!” si toccò la visiera del cappello come era solito fare, io intervenni “Luke, Claire starà qui per un po', ti ricordo che viene dal passato e perciò ora non ha dove stare, la aiuteremo a sistemarsi”
“Certo! Ha ragione che stupido, non ci avevo pesato! Accomodati!”

La scortai al piano di sopra, nella mia stanza da letto “Puoi dormire qui nel mio letto, cambierò le lenzuola”
“E tu?”
“Oh, io posso dormire sul sofà, non è poi così scomodo.”
“Neanche per sogno! Dormirò io sul sofà! Non posso assolutamente permettere che tu dorma scomodamente per chissà quanto tempo a causa mia!”
“Non sarei un vero gentiluomo se non mi comportassi così, mi sembra davvero doveroso.”
Lei tacque per qualche secondo incrociando le braccia e volgendo lo sguardo lateralmente, pensosa.
“Ho detto qualcosa che non va?” chiesi.
“N-no.. è che .. Ricordi quando andavamo in campeggio, ai tempi del college? Beh condividevamo la stessa brandina e...” Stava arrossendo, le feci uno dei miei più pacati sorrisi, senza un briciolo di malizia (che non provavo, tra l'altro). Ero felice che tutti questi anni non l'avessero resa troppo distaccata, ma non avevo intenzione di fare passi avanti senza il suo consenso e volevo metterla totalmente a suo agio: “Se per te non ci sono problemi..”
Cadde il silenzio ma fortunatamente Luke ci chiamò dal piano inferiore per dirci che aveva preparato del tè. Il ragazzo allentava molto la tensione tra noi due e riuscimmo a parlare del più e del meno, cercando di non toccare argomenti troppo dolorosi o riguardanti gli incidenti del passato. Lei sembrava stanca, i suoi occhi sembravano volersi chiudere da un momento all'altro perciò la invitai ad andare di sopra senza preoccuparsi di noi se lo desiderava e le dissi anche che quando aveva fame non doveva far altro che chiedere. “Grazie Hershel, ma non ho appetito. Forse un po' di riposo mi farebbe bene” si alzò dalla poltrona “Buonanotte Luke, grazie del tè”
“Buonanotte Claire!”
Rimasi un po' giù con il ragazzo chiedendogli di portare pazienza, ma lui sembrava così felice per me da non curarsi di nulla. Gli diedi un colpetto sul berretto “Anche tu dovresti andare a dormire, domani hai lezione”
“Sì professore, buonanotte”
“Buonanotte ragazzo mio”

Quando Luke era già nella sua stanza salii le scale con un certo nervosismo, bussai e, dopo che mi fu accordato il permesso entrai nella mia stanza. Claire mi venne vicino sorridendo a malapena e toccò la mia tuba : “E così questa è diventata la famosa tuba del professor Layton, sono contenta che il mio regalo sia stato così apprezzato”. Sorrisi felice.
“Ehm Hersh, mi dispiace chiedere ma.. non avresti per caso qualcosa da prestarmi per dormire?”
“Oh, certo che sì, aspetta” frugai nel mio armadio e le consegnai un camice extra large che era lì dentro chissà per quale ragione.
“Grazie”
“Non c'è di che, hai già usato il bagno?”
“Sì, tranquillo, puoi andare mentre mi cambio”
Presi il mio pigiama appoggiato sulla sedia e mi dedicai alla mia igiene per qualche minuto, per poi cambiarmi e uscire, sempre dopo aver chiesto il permesso come un vero gentiluomo deve sempre fare. “Come sto?” mi chiese lei con tono spassoso, ma io non la presi allo stesso modo, quasi mi pentii. Come potevo immaginare che anche un solo camice le potesse stare così bene? Le si adagiava perfettamente addosso scendendole fino a sopra le ginocchia esaltando la sua figura esile. Dovetti riprendermi. Mentre mi grattavo il retro del capo le dissi, cercando di sembrare disinvolto: “Stai benissimo”. Stentai un po' prima di levarmi la tuba ma non potendoci ovviamente dormire la appoggiai sulla sedia dopo aver riposto i miei abiti e mi avvicinai al letto, sedendomi sul ciglio per poi spegnere la luce e sdraiarmi su un lato, quasi in pizzo perché sebbene fossimo su un due piazze non volevo invadere in alcun modo i suoi spazi. Lei fece lo stesso, dandomi le spalle.
“Ehm, buonanotte allora”
“Buonanotte Hershel” .. Ma io non dormii, ci misi alcune ore a prendere sonno.. ero così scosso. Mesi e mesi a cercare un modo per farla tornare e adesso eccola qui, ed io non so che dire o fare. Non mi importa neanche del valore della mia scoperta, non importa nulla, lei è qui, sento di nuovo il suo respiro dopo anni, tantissimi anni. Perderla è stata una delle esperienze più traumatiche della mia vita, sebbene molto importante nel mio sviluppo come uomo.
Mi persi nei mie pensieri, riflettendo su come tutti gli avvenimenti della mia vita avessero fatto di me quello che sono e proprio quando i miei occhi sembravano volersi chiudere la sentii mugugnare. Rotolò dolcemente verso di me appoggiandosi al mio braccio e con una mano incominciò a carezzare il mio petto, sobbalzai.
“Hersh”
“Va tutto bene Claire?”
“Si... Volevo solo dirti che.. vorrei dire tante cose” la sua voce era bassa e stanca “..Mi sei mancato.. mi dispiace tanto” Si strinse ancora più a me, credo per non lasciar sfuggire troppe emozioni ma il mio corpo iniziava a percepire la sua presenza così vicina. “Ehm Claire non credi che forse..”
“Cosa?”
“Beh ecco non vorrei offenderti ma .. forse il tuo atteggiamento rischia di diventare inappropriato”
“....” si staccò da me guardandomi un po' sconvolta, forse l'avevo offesa.
“Perdonami non volevo .. Non sei inappropriata solo che.. sai dopo tutto questo tempo..” continuavo a grattarmi la testa e a sorridere nervosamente.
“Oh.. Capisco. Hai ragione.. scusami”
Aveva decisamente frainteso.
“Claire io.. io ti voglio ancora bene come ai tempi del college, sta solo accadendo tutto troppo in fretta e non so come comportarmi nei tuoi confronti.. e neanche nei miei”
“Hershel..”
“Sì? “
“Vorrai perdonarmi” Mi diede un bacio sulla bocca. Un bacio interminabile che sapeva di amaro, che mi ricordava quando avevo dovuto lasciarla l'ultima volta, forse per sempre. Ma le sue labbra erano così soffici e gentili che non potei più separarmene. Le accarezzavo i capelli per sprigionarne quell'odore che inebriava le mie narici, quando credo per un fraintendimento del mio atteggiamento scivolò sopra i miei fianchi. Non avevo mai provato una simile vergogna, non volevo pensasse male di me solo perché.. Beh, mi piaceva, ed era percepibile. Lei era imbarazzata come non mai ma per nulla infastidita da me, mi ricordai delle nostre prime esperienze insieme al liceo e .. mi abbandonai a lei.
Continuare con la mia descrizione non si confà affatto ad un gentiluomo come me, è stato un momento che voglio custodire gelosamente.. Lei, la sua pelle, il suo respiro.. La sentivo più viva che mai.


La mattina seguente mi svegliai rilassato e mi sembrò una sensazione mai provata prima. Controllai che lei fosse lì accanto a me, che non fosse stato un sogno, e c'era, in tutta la sua dolcezza. Aveva gli occhi umidi, forse aveva pianto nel corso della notte. Le rimboccai le coperte e mi alzai per andare al bagno a farmi una doccia, preoccupandomi di portarmi dei vestiti da mettere successivamente ma non appena infilai l'accappatoio sentii la maniglia muoversi :“He-hershel, posso?”
“Ehm veramente...”
“Oh scusami tanto!”
“Non c'è problema sono in accappatoio, dimmi, hai bisogno di qualcosa? È ancora presto puoi dormire se vuoi io oggi avrò molto da fa-” Non mi fece finire, mi venne ad abbracciare chiedendomi con un filo di voce ed un tono quasi bambinesco se ero arrabbiato.. E perché mai avrei dovuto esserlo? Era lei che doveva essere arrabbiata con me, un gentiluomo corteggia sempre la sua donna prima di baciarla.. Ma non risposi perché mi accorsi che l'acqua scorreva da troppo tempo e non volendo fare sprechi feci per chiuderla, ma lei mi bloccò.
“Tranquillo, fai pure” si voltò per uscire ma la presi per mano e poi in braccio, facendole mettere le gambe attorno al mio addome “ Anche tu hai bisogno di una doccia”
La portai sotto la doccia così com'era, camicia e occhiali, non mi importava del disordine che avrei creato volevo farla ridere e la mia mossa andò a buon fine. Ci baciammo fradiciandoci sotto l'acqua che rendeva le nostre labbra ancora più bagnate. Dopo alcuni interminabili minuti lei mi guardò negli occhi sorridente accennando a parlare ma fummo interrotti da una voce; “Professore! Professore è sveglio?”
Sobbalzai. Sarebbe stato di pessimo esempio per lui vedere ciò a cui mi ero lasciato andare, prima di aprire la porta avrei dovuto ripulire tutto.. tutto. Perciò mi limitai a dire con tono decisamente più imbarazzato del dovuto “Ehm tra dieci minuti scendo” mi misi una mano sulla fronte e dissi tra me e me “Sono uno stupido”
“Hersh tranquillo, asciugati e vestiti, ci penso io!”
“M-ma io non posso..”
“Sh! Niente storie! Sbrigati o farai tardi”
Triste e abbattuto la lasciai fare e mi vestii in fretta e furia per poi scendere a fare la colazione più imbarazzante della mia vita con Luke, sperando di non averlo messo troppo a disagio
“Dormito bene?”
“Sì grazie professore, lei? E Claire?”
“Ehm.. Claire ha dormito nel mio letto ed io stamattina mi sono permesso di andare nella mia stanza per prendere i miei oggetti personali e vestirmi..”
“Capito! Spero non sia ancora scossa”
“Si vedrà più tardi” sorseggiai il mio tè al latte “A proposito! Oggi all'università cercherò di far assumere Claire come assistente, è una ragazza davvero brillante non farà fatica a passare un banale colloquio”
“Ottima idea professore!”
“Già.. E mi chiedevo se non ti dispiacerebbe se noi due andassimo a cena fuori, vorrei darle la buona notizia in caso io riesca nel mio intento”
“Non si preoccupi professore io saprò come intrattenermi”
“Grazie ragazzo mio” finii il mio tè e uscii con una certa fretta, senza purtroppo poter salutare Claire “Buona giornata Luke!”
“Buona giornata a lei!”

Come credevo quando al lavoro parlai delle sue doti non ci fu un solo dei docenti di fisica che non volle testare la ragazza, perciò a fine giornata rientrai soddisfatto. Volevo passare a prendere Luke quando pensai a qualcosa di tanto banale quanto fondamentale; Claire aveva bisogno di dei vestiti ma non mi avrebbe mai permesso di comprarle nulla in sua presenza perciò, consapevole del mio buon gusto, andai a comprarle un completo semplice ma elegante e comprai anche una camicia per il mio piccolo gentiluomo affinché non si sentisse troppo trascurato.
Quando rincasai trovai Luke e Claire a chiacchierare animatamente sul divano, sembravano andare così d'accordo che mi rincuorarono. Gli porsi i miei acquisti, Luke mi ringraziò con un tono eccitato, Claire invece era molto a disagio ma sarebbe stato maleducato rifiutare, quindi si limitò a dire:”Hershel!! Sai che non dovevi vero?! Però ti ringrazio.”
“Oh invece dovevo eccome. Mi domandavo infatti se stasera ti andava di venire a cena con me in quel locale dove andavamo sempre da giovani”. I suoi occhi profondi si illuminarono, sembrava entusiasta.
Salii nella mia stanza per cambiarmi ma lei mi seguì, aveva rassettato perfettamente tutto.
“Claire non dovevi, non sei mica qui per fare le pulizie”
“Hershel..” Aveva gli occhi bassi “Grazie di tutto”
La guardai attonito qualche istante per poi abbracciarla.

“Ho prenotato per le otto, su, forza”

Uscimmo salutando caldamente Luke. Lei sembrava felice come una bambina ed aveva ritrovato la sua spontaneità. Fu una serata meravigliosa, proprio come ai vecchi tempi. Si fece raccontare tutte le mie avventure e disavventure, ascoltando sempre attenta e sorridente. Le stringevo la mano sul tavolo ogni tanto.. Non la avrei mai più lasciata. Quando le dissi che le avevo già trovato dei colloqui per il giorno mi disse: “ Non ci credo! Sei fantastico Hersh! Facciamo un brindisi?”
Ero così contento si fosse sciolta , riuscimmo anche a sfidarci con qualche enigma!

Più tardi facemmo una passeggiata sul lungofiume, sottobraccio. Lei mi chiese di fermarmi un secondo e si sedette su un muretto e mi sistemò la tuba in testa.
“Sai Hershel.. Io non mi sarei mai perdonata il fatto di averti abbandonato, devi aver sofferto moltissimo” La guardai con aria seriosa “Non credo sia il caso di parlarne..”
“Hershel io..” Mi strinse le mani “Non è cambiato nulla in questi anni, nulla.. Io.. Ti amo.”
Mi diede il bacio più pieno d'amore che avessi mai ricevuto, la strinsi a me più forte che potevo
“Claire, io ti avrei aspettato per sempre, ed ora che sei qui non mi sembra vero.. Ti amo.”
Restammo lì per un altra mezz'ora, con le mani strette e gli occhi pieni di gioia e commozione. Poi tornammo a casa e dopo esserci sistemati lei si mise a dormire con la testa e un braccio sul mio petto.
La mia vita stava prendendo una piega meravigliosa.

 

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Capitolo 2
*** Il primo giorno di lavoro ***


Fui svegliato da un raggio di sole che penetrò le tapparelle. Mi stropicciai gli occhi e guardai l'orologio, erano già le sette. Claire non era accanto a me nel letto ma non tardai a identificare la sua posizione sentendo lo scrosciare dell'acqua che proveniva dal bagno. Non volendo disturbarla preparai i miei vestiti e la mia ventiquattrore da portare al lavoro, poi bussai “Buongiorno, si può?” 
Lei aprì la porta, era già pronta e sembrava energica come da ragazza. “Buongiorno Hershel, fai pure, io scendo a fare colazione, ti aspetto giù!”
Mi preparai con solerzia e rapidità, scesi a prendere il mio tè e vidi con certo stupore che lei e Luke stavano animatamente facendo dei pancakes. “Buongiorno Luke! Che bella idea che avete avuto, ma non faremo tardi?” 
“Buongiorno professore, niente affatto!  Oggi lei comincia le lezioni alle nove,no? E anche Claire prima di quell'ora non verrà di certo ricevuta.”
“Ma le tue lezioni iniziano alle otto”
“Wooh, è vero! Allora io scappo! Buona giornata professore, Claire” fece un cenno rapido con la testa prese la sua cartella infilandoci dentro due pancakes già pronti in un involucro. Io guardai Claire sorridente e facemmo un ottima colazione per poi avviarci con calma. Un vero gentiluomo si gode sempre il pasto più importante della giornata.
Mentre eravamo in macchina spiegai a Claire cosa avrebbe dovuto fare e che tipo di domande le sarebbero state fatte, per tranquillizzarla le dissi anche che avevo già discusso con il rettore che mi aveva assicurato che la sua assunzione non fosse affatto un problema. Lei era così gioviale che non sembrava passato un giorno da quando eravamo noi gli studenti.
Una volta arrivati io mi diressi verso la mia classe dandole prima delle brevi indicazioni : “... e poi se ti perdi puoi sempre chiedere.” Mi ricordai di quando aveva chiesto a me delle indicazioni, la prima volta che interagimmo e credo lei condivise il mio ricordo perché sorridemmo entrambi.
“A dopo, buona fortuna!”
“Grazie, Professor Layton!” disse scherzosamente mentre mi salutava agitando il braccio.

Quel giorno le mie spiegazioni furono più distratte, pensavo a quanto la mia bellissima signorina sarebbe stata brillante ma al contempo ero ansioso di conoscere l'esito dei suoi colloqui. Era molto bello pensare che avremmo lavorato nello stesso istituto. Ero così assorto che non feci caso neanche  a Lucy e Chriss, le due studentesse che sembrano seguire le mie lezioni solo per bisbigliare commenti riguardanti la mia persona che, spesso, quasi mi imbarazzano.. Ah, che strani i giovani d'oggi! 
A fine lezione proposi il solito enigma facoltativo ai miei studenti, del quale avrei svelato soluzione l'indomani. Quest'oggi era toccato a un enigma sugli scacchi, un gioco da veri gentiluomini!

Aspettai per una mezz'ora Claire nel giardino della Gressenheller, poi la vidi. Sembrava felice. Mi corse in contro con un plico di fogli tra le braccia dicendomi: “Hersh.. Ehm, professore! Scusami sono in ritardo.”
“Non essere sciocca Claire, nessuno penserà male se mi chiami per nome.. E poi una signorina non è mai in ritardo, sono tutti gli altri che sono in anticipo. Insomma come è andata?”
“Benissimo Hershel! Sia il professor Ershnaw che il professor Hawks sembravano sbalorditi, non seguivano neanche i miei ragionamenti” sorrise timidamente e sorrisi anche io con aria fiera e soddisfatta: “Lo immaginavo, sei sempre stata brillante.” Arrossì, forse avevo esagerato.. 
“Ehm beh se vuoi puoi anche provare con i docenti di meccanica ed elettronica, o da qualche altra parte se vuoi una cattedra tutta tua.. La Gressenheller è specializzata in archeologia e le altre materie sono un po'.. trascurate?”
“Hershel non preoccuparti, per adesso posso fare da assistente a quei due, poi si vedrà. D'altronde lo stipendio mi basterà per provvedere a me stessa” fece una pausa “E poi se la Gressenheller trascura le altre materie è solo colpa tua” rise divertita “ Se le tue lezioni non fossero così famose e tutti non accorressero solo per te si darebbe più spazio agli altri” 
Quasi mi rabbuiai ma lei mi diede una piccola spinta con la spalla “Scherzavo, stupidotto! Era solo per esaltare la tua bravura Hersh” ammiccò. Era così carina che dimenticai tutto il resto.

Camminammo fino alla macchina parlando come due innamorati, quasi mi vergognavo, ma non di lei! Lei era deliziosa e mi rendeva così fiero, ma il professore che tutti conoscevano non era certo quello. Vidi Lucy e Chriss sedute su un muretto impallidire quando salimmo in macchina insieme e, con forse un pizzico di maleducazione, risi. 
“Che succede, Hershel?”
“Nono, nulla” mi grattai la testa, tornando serio “Dai andiamo.”

Tornammo a casa parlando del più e del meno, lei manifestò il desiderio di vedere una delle mie così dette “famose lezioni” ed io accettai onorato. Preparai il tè e ci sedemmo sul divano aspettando il rientro di Luke. Claire si sciolse i capelli e, finito di sorseggiare il suo tè, mi si avvicinò e mi accarezzò una guancia. 
“Non saprò mai come ringraziarti.. Grazie di tutto”
Volli mascherare il dolore che quella frase ancora mi arrecava e le baciai dolcemente una delle sue morbide guance, odorando la sua chioma. Lei mi guardò negli occhi e posò le sue labbra sulle mie. Quel bacio così delicato era destinato a trasformarsi presto in un'innocente passione che, mio malgrado, dovetti reprimere. 
“Claire mi dispiace ma devo contestare questo comportamento” mi guardò con aria interrogativa
“Se tornass-”
“SONO A CASA!” Claire sobbalzò sedendosi in modo composto a una certa distanza da me, io mi sistemai la camicia e il cappello, leggermente fuori posto. Luke sembrava stanco ma supposi fosse normale dopo la scuola 
“Come è andata ragazzo mio?”
“Benissimo professore, ma ho bisogno di una buona merenda”
“Vuoi che ti prepari qualcosa?” intervenne Claire
“Grazie ma mi servo da solo” contestò Luke educatamente, non volendo disturbarla.
“Non esagerare” dissi io “Stasera c'è lo stufato” ma non sembrò ascoltarmi.

Siccome un vero gentiluomo deve saper far tutto, mentre Claire si metteva gli abiti da casa cominciai a cucinare.
Cenammo tutti insieme e brindammo con dello spumante al nuovo impiego di Claire. Luke ovviamente brindò con una bevanda analcolica.
“Non appena prenderò il primo stipendio non dovrò più disturbarvi” disse lei, con tono fiero
“Quindi te ne andrai?” chiese Luke guardando il mio viso dal quale trapelava irrimediabilmente un velo di tristezza.
“ Non posso vivere sulle vostre spalle.”
“Sì ma.. Puoi restare se vuoi”
Sapevo che Luke non era entusiasta di ciò che lui stesso stava proponendo ma lo faceva per me, mi  vuole molto bene il ragazzo.
“Ma vi sono d'intralcio, non avete una camera per me e...”
“Puoi continuare a dormire con il professore!”
Diventai paonazzo, così paonazzo che sentii il mio viso ribollire e cercai di nasconderlo dietro la tuba.. lei non fu da meno e Luke si accorse di aver detto qualcosa che non andava. Calò un imbarazzante silenzio che Claire ruppe furbescamente.
“Se ci tieni così tanto va bene ragazzino, ma mi occuperò della casa, della spesa e mi prenderò cura di voi” sorrise e ammiccò. Il mio cuore mi sembrò più leggero.. Avremmo vissuto insieme, come una famiglia, e Luke non sembrava alla fine così dispiaciuto. Mi guardò con un sorrisino soddisfatto e finì di ingozzarsi beato.

Dopo la cena sparecchiammo e, dopo esserci dati la buonanotte, ci dirigemmo nelle nostre stanze.
“Spero a te e al ragazzo non dispiaccia se resto, non fatelo solo per educazione per piacere”
“Non dire sciocchezze Claire! Luke sa che sarà sempre il mio apprendista preferito e capisce che dopo tutto questo tempo ci fa piacere stare insieme. Spero non dispiaccia a te se continueremo a vivere le nostre avventure io e lui ogni tanto”
“Avete diritto al vostro svago” alzò le spalle con un sorriso di approvazione, io nel frattempo mi ero levato la giacca e avevo iniziato a sbottonarmi distrattamente la camicia. Mi fermai e mi diressi verso il bagno.
“Non fa niente....” mi bloccò la sua voce che si era fatta timida
“Uhm?”
“Non mi da problemi..”
Non senza un pizzico di vanità che nascosi avidamente mi levai la camicia e mi sedetti sul letto. Lei si avvicinò al piego di fogli che aveva riportato indietro dalla Gressenheller e si sedette sulle mie ginocchia facendomi sussultare.
“Hersh mi ero scordata di dirti che oggi il professor Hawk mi ha sottoposta ad un enigma, lo vuoi sentire?”
Rimasi imbambolato a sentire il suo buonissimo profumo, passandole delicatamente il naso trai capelli, ma per educazione dovetti riprendermi
“Certo, un vero gentiluomo risolve ogni enigma!”
Ci divertimmo un po' con quello che era il mio hobby preferito dopodichè lei posò il plico per poi levarsi gli occhiali appoggiandoli sul comodino e si sedette nuovamente sulle mie gambe.. ma non dandomi la schiena stavolta..
“Il tuo fascino con gli anni non ha fatto che aumentare,Hershel” la sua voce era carica di un'innocente sensualità, cercai di sdrammatizzare imbarazzato, volgendo lo sguardo altrove
“Beh sarà.. Sarà il fascino del gentiluomo” ridacchiai nervosamente, sembravo uno stupido, avevo risolto i crimini più complessi ma non sapevo gestire una situazione intima.. e lei era così bella che mi toglieva il fiato e ogni capacità di ragionare, era così semplice e pacata e per nulla volgare in ciò che faceva che quasi mi spaventavano i miei pensieri.
I suoi polpacci erano a contatto con la parte esterna delle mie cosce, mi levò gentilmente la tuba appoggiandola accanto a noi e mi baciò la fronte in modo aggraziato
“Non c'è nulla per cui essere nervoso, anche un vero gentiluomo può avere una compagna no?” nulla sembrava illogico per lei, il suo viso era dipinto con il suo solito meraviglioso sorriso rasserenante.
Mi distesi accompagnando il suo corpo col mio, facendo un respiro profondo, cercando di non rendere il contatto troppo stretto per evitare che si posasse sul vergognosissimo bozzo che spingeva sulla cerniera dei miei pantaloni.. invano. Le nostre lingue si intrecciarono, poi scesi per baciarle il collo e le spalle, per sentire il sapore della sua pelle che tanto mi era mancato. 

Inutile dire che non dormimmo molto quella notte.

 

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