Greyback

di velloSmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la prima impressione è sempre quella che conta ***
Capitolo 2: *** buon sangue non mente mai ***
Capitolo 3: *** pensare prima di agire ***
Capitolo 4: *** le bugie hanno le gambe corte ***



Capitolo 1
*** la prima impressione è sempre quella che conta ***


1939
Radius non faceva che ripeterlo. “andrà tutto bene”, “è praticamente un dato di fatto”, “figurati se qualcosa va storto”.
Che nervoso. Il viaggio in treno sembrava interminabile.
Ero nel vagone dei serpeverde con mio fratello. E i suoi fantastici amici, ovviamente. Non capivo perché dovessi stare lì con loro visto che erano tutti più vecchi, ma diceva di non voler rischiare che facessi amicizia con potenziali “grifondoro”. Sapevo che mi voleva bene ma a volte pensavo che fosse davvero scemo.
I suoi amici non mi piacevano. Erano rozzi, volgari e pieni di risentimento verso qualunque cosa. E il loro orgoglio era la cosa più irritante. Non capivo come Radius li sopportasse, ma rideva anche lui alle loro battute.
Nessuno si lagnava della mia presenza in quel vagone. Anche i ragazzi dell’ultimo anno avevano accettato tranquillamente il mio essere li. Ovviamente. Come membro di una delle famiglie purosangue nessuno avrebbe avuto niente da ridire.
Le origini della mia famiglia mi facevano sentire un enorme peso sulle spalle. I miei genitori non mi chiedevano mai niente, come mai me ne davano, ma decisamente pretendevano che entrassi nella casa giusta e facessi le amicizie giuste. Tutto qui. E chiamavano la mia “libertà”.
Non erano cattivi genitori, ma non erano mani riusciti a darmi l’affetto di cui avevo bisogno.
Poter entrare a Howgwarts era stata la miglior cosa che mi fosse successa. Lontano da casa sentivo di poter essere libera di essere ciò che volevo, o almeno di scoprirlo.
Certo Radius era il fratello migliore che avessi mai potuto avere. Mi viziava e mi assecondava in tutto. Aveva una vera e propria venerazione per me. Non aveva fatto altro che parlare per tutta l’estate di quando sarei stata nella sua casata, di come mi avrebbe insegnato, presentato le persone giuste e migliaia di altre cose, quando probabilmente, la cosa che gli piaceva di più era l’idea di avermi costantemente sotto il suo controllo.
Un altro motivo della mia trepidanza ad arrivare era quella palla al piede di Zabini.
Manfredi Zabini era la persona più detestabile al mondo che conoscessi. Era maledettamente furbo e astuto. Avevamo dovuto passare ogni singola estate, vacanza, festa, momento libero della nostra vita insieme. Ogni scusa era buona per unire le nostre famiglie, insieme con altre poche elette.
Non perché i nostri genitori andassero d’accordo, anzi, ma per una questione di facciata e di prestigio ci sforzavamo tutti di sembrare grandi amiconi.
E persino durante il viaggio aveva dovuto sedersi accanto a me. L’idea di passare anche i successivi sette anni accanto a lui era nauseante. Zabini sapeva la mia avversione nei suoi confronti e questo non faceva altro che renderlo più appiccicoso nei miei confronti.
-… ci divertiremo insieme vedrai!- vedendo che non rispondevo aggiunse- magari potremmo finire persino nella stessa stanza! Tanto ormai siamo come fratelli, no?- lo sguardo che ricevette da me era pura rabbia.
- Radius- disse un ragazzo non lontano- come mai la tua sorellina è così di mal umore? Non avrà già nostalgia di casa, vero?- e risero tutti della sua battuta, Radius compreso.
- Nah! Le mancheranno semplicemente i cani e nostra sorella più piccola. Ma adesso che abbiamo Zabini - disse indicandolo – mi sa che ci sentiremo tutti a casa. - disse sorridendo enigmatico. La stanza ammutolì e persino Zabini sembrò aver capito qualcosa. Io decisi semplicemente di ignorare il tutto. L’arrivo era l’unica cosa che potesse interessarmi.
Quando arrivammo finalmente a destinazione mi sentì più esausta che se avessi corso fino a li.
Notai altri ragazzini come me scendere spaventati dal treno. Sarebbe stato bello poter andare li e stringere amicizia. Se Radius e Zabini non mi avessero marcato stretto. Mi stettero accanto fino al punto in cui dovevamo necessariamente separarci. Non salutai nemmeno Radius quando ci separammo, ansiosa di potermi liberare pure di Zabini.
Radunarono tutti i nuovi studenti e ci fecero andare in giro per la scuola. Solo alla fine del percorso ci fecero entrare nella sala grande.
Tutti gli studenti alzavano lo sguardo stupiti ad osservare il soffitto, ma io no, visto che Radius mi aveva già anticipato tutto.
 
Era finalmente arrivato il momento dello smistamento.
Non ero preoccupata. Tutto sarebbe andato come doveva. Non sentivo neanche la voglia di pesare di oppormi. Prima di me c’erano diversi ragazzini.
Il primo fu smistato in Serpeverde. Tom mi pare si chiamasse.
Zabini ovviamente serpeverde.
Una ragazzina timida in corvonero.
Mentre aspettavo, un ragazzino aveva cominciato ad attaccare bottone con me. Capelli rossi, occhi castani cioccolato.
Sorrideva e decantava ogni cosa attorno a noi. Io lo ascoltavo senza particolare interesse. Disse di chiamarsi Cedric Warley. Non ricordavo di aver mai sentito un cognome del genere. Gli sorridevo ogni tanto come per segnargli che lo ascoltavo ed ad ogni mio segno continuava sempre più entusiasta.
In quel momento quasi mi mancava la compagnia di Zabini, che si era nel frattempo seduto al tavolo della sua nuova casa. Sentivo lo sguardo fisso sulla schiena di Radius.
-Cedric Warley- disse il professore.
Il ragazzo a fianco a me si alzò. Fu un sollievo. Si sedette sullo sgabello e appena in cappello fu appoggiato sulla sua testa urlò “grifondoro”.
Avevo appena parlato con un grifondoro. Se madre lo avesse saputo mi avrebbe ucciso. Cedric scendendo mi fece l’occhiolino e  mi sussurrò un buona fortuna.
Radius aveva notato il gesto sicuramente. Me lo avrebbe ricordato.
-Amelia Hati Greyback- . era il mio turno.
Mi alzai e raggiunsi velocemente il posto. Mi aspettavo una cosa veloce, proprio come per Cedric. Ma il cappello sulla mia testa rimase muto per un paio di secondi.
Proprio quando stavo per chiedere ad un professore cominciò a parlare – Hmm… Difficile. Hai talento da vendere ragazzina. Saresti davvero un’ottima serpeverde. L’ambizione certo non ti manca. Ma c’è qualcos’altro. Non avevo mai trovato nulla di simile in un Grayback. Suo fratello è stato fin troppo facile come suo padre prima di lui. Mah. Noto in te una certa tenerezza non indifferente verso ciò che ti circonda. Saresti davvero un’ottima tassorosso, a mio parere. Ma dove ti metto?-  continuava a rimurginare.
E fu li che mi vidi. Vidi la me stessa del futuro. Con una sciarpa verde e nera ad incorniciare il mio collo, a camminare con passo altezzoso per i corridoi, schernire gli altri, cercare di ambire al massimo. Sembrava tutto molto interessante. Ma fu li che pensai a mia madre. Avrei fatto la sua stessa fine? Un matrimonio combinato e come unico obbiettivo stringere false amicizie?
Dall’altra parte invece tassorosso mi dava la possibilità di essere una persona diversa, di reinventarmi. Ma la mia scelta avrebbe avuto un prezzo alto. Ma sarei stata libera davvero. Niente più controllo ossessivo di Radius, Zabini, stupidi ricevimenti e infiniti discorsi sull’importanza della nostra famiglia. Quanto valeva per me l’orgoglio dei Greyback?
Chiusi gli occhi. Il capello urlò - Tassorosso- .
 

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Capitolo 2
*** buon sangue non mente mai ***


PREMESSE:
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfic su Harry Potter e spero siate clementi se delle cose, penso molte in effetti ^^”, non coincidono con la storia originale o i personaggi hanno dei caratteri strani. Alcuni personaggi li ho inventati di sana pianta, mentre per altri mi sono lasciata ispirare dalle fanfic di altri autori/autrici!
Ultimamente mi sono innamorata follemente delle creazioni di Ladyriddle, per cui se ne avete occasione fidatevi e andate a dare un’occhiata!
Spero che questa storia possa piacere e cercherò di starci dietro il più possibile! ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
 
 
 
 
 
Aprì gli occhi di scatto e mi alzi velocemente. Il mio tavolo non applaudiva. Nessuno mormorava niente. L’espressione di Radius era scioccata. Sapevo già che probabilmente sarebbe andato dal preside a chiedere spiegazioni. Tutto inutile. Quel che era fatto, era fatto.
Speravo solo che la notizia arrivasse ai miei genitori solo il giorno seguente. Ne avevo abbastanza per quella sera.

Lo smistamento riprese mentre andavo a sedermi al mio tavolo. Sentì qualcuno tra i tassi mormorare qualcosa tipo “wow, una Grayback” o qualcosa del genere. Poco lontano, Zabini dal suo tavolo mi guardava come se mi vedesse per la prima volta. E il ragazzino a fianco a lui, Tom, mi guardava più con uno sguardo di celata curiosità e disprezzo. Beh, poco male mi dissi. Radius non si mosse per tutta la serata.
Il ragazzino seduto accanto a me si presentò come Sebastian Hallow. Sorrisi teneramente e notai che ne rimase colpito.
Forse allora erano vere le parole di quello slogan babbano ” sorridi alla vita, ed essa ti sorriderà”.
Avevo già un futuro amico davanti a me.
La casa dei tassorosso si presentava come una caotica costruzione dove vari tunnel portavano delle diverse stanze senza una grande logica. Ad un occhiata più approfondita si poteva notare che in realtà nascondeva un organizzazione efficiente. Le camere avevano diversi tipi di entrata e se dall’esterno pareva sembrare ogni singola stanza non avesse la sua privacy, si poteva notare che in realtà era impossibile vedere dentro le varie stanze o inoltre raggiungerle se non si sapeva la strada. Un piccolo formicaio insomma.
la sala comune era piena di finestre, per far filtrare più luce possibile. I colori oro e nero troneggiavano nella stanza. A dispetto delle mie idee i tasso rosso non dormivano tutti insieme in un’unica stanza, ma ognuno aveva il suo piccolo angolo di privacy, e intendo davvero piccolo, senza una porta, ma solo con una tendina all’entrata. Persino ogni stanza aveva una finestra.

Entrai nella mia stanza e vi trovai già la mia valigia adagiata sul letto. La aprì e come prima cosa tirai fuori la foto  di noi fratelli e i nostri lupi. Stavo davvero per mettermi a piangere.
quando mi accorsi di un’ombra alla “porta”. Mi girai di scatto e vi trovai una delle ragazze che avevo visto al tavolo nella sala grande. Da quello avevo già capito che bussare non era una cosa che mi sarei dovuta aspettare. – Ehm- bofonchiò – Volevo chiederti se ti univi a noi nella sala comune per bere un te insieme e mangiare qualche dolcetto. Sarah ne ha portati un sacco!- disse sorridendo.
Le sorrisi di rimando. – Certo arrivo subito grazie – si rilassò visibilmente come se fino ad allora avesse avuto paura che avessi potuto mangiarla. Greyback era davvero un nome molto potente.
Se pensai che le lettere che ricevetti fossero il peggio che potesse capitarmi, ebbi decisamente una visione troppo rosea della situazione. Radius e i miei genitori andarono ripetutamente dal preside per spiegazione e la richiesta di un cambiamento. Arrivarono addirittura a minacciare che mi avrebbero tolto dalla scuola.
Nelle lettere riuscivano a dare sfogo a tutto il loro disprezzo della mia condizione, non sapendo che fosse stata una mia scelta, e smisero persino di obbligarmi a partecipare alle loro stupide feste.
I periodi di vacanze a casa non erano così terribili. Il silenzio e il velato disprezzo nel loro sguardo non posso negare mi avesse ferito profondamente. Solo la mia dolce sorellina Amanda mi guardava sempre con gli stessi occhi.

A lei andava tutto il mio rammarico sulla mia scelta. Le era toccata la sorte peggiore. Le punizioni corporali che aveva subito, schiaffi e magia per lo più, non erano niente al confronto alla ferrea disciplina a cui era sottoposta. Per un periodo le era persino stato proibito di rivolgermi la parola.
Radius sembrò offeso per un certo lasso di tempo. Non ci volle molto perché ricominciasse a parlarmi, ma il nostro rapporto non era più come prima, mi vedeva diversamente adesso.
Zabini si dimostrò ancora una volta sempre più fastidioso. Non si curava della mia scelta e continuava a parlarmi e infastidirmi se non come prima peggio. I periodi insieme era una vera e propria tortura. Mia madre, rallegrata dalla mia mancata perdita dell’amicizia con Zabini, non aveva fatto altro che alimentarla, facendoci stare insieme il più possibile.
Confesso che rimuginai sulla mia scelta più e più volte.
Ogni qual volta Zabini me lo faceva notare ad esempio.
Ma sotterravo quel pensiero dietro la felicità e la sensazione di libertà che la mia scelta mi avevano finalmente donato. Nella mia casata mi sentivo finalmente a casa. Nessuno si aspettava da me nulla, gli errori erano perdonati e gli amici leali. Ero innamorata di tutta quella purezza e di tutte quelle persone candide. E loro stessi vedevano tutto ciò in me. Vedevano solo i miei pregi. Ero la più brava in tutto, persino di quelli più vecchi di me. Del mio anno con le mie stesse abilità poteva vantarsi un certo Tom Riddle, un tipo strano, amico di Radius.
 
 
 
1941
Fu solo al terzo anno che le cose cominciarono a mutare in maniera riguardevole.
Radius aveva finalmente ricominciato a parlarmi come un tempo. Non so se era il mio successo, i miei voti, o il fatto che i nostri genitori avessero finalmente riacquisito il loro pregio decidendo per me e Zabini un matrimonio combinato, ma le acque si erano totalmente calmate.
La calma prima della tempesta insomma.
Così l’inizio del terzo anno si presentò come un disastro.

Sul treno per la scuola eravamo seduti nello stesso vagone io, Zabini, Radius e Amanda. Sarebbe stato il suo primo anno ed era talmente emozionata da riuscire a strapparmi un sorriso anche con la vicinanza di Zabini, appositamente seduto al mio fianco. Non lontano da noi erano seduti altri serpeverde che ci guardavano di sottecchi e ovviamente l’amico di Zabini, Riddle. Quel tipo proprio non mi piaceva.
Parlavamo del più e del meno quando nel vagone entrò Cedric Warley.
Negli anni era decisamente migliorato. Era cresciuto e si era irrobustito. Inoltre aveva il fascino dello sportivo e il sorriso più disarmante e furbesco che avessi mai visto.
Aveva avuto un’enorme dose di coraggio ad entrare in quel vagone.
L’unica presenza giustificata eravamo io e Amanda. Tutti gli altri erano off limit.
Non avevo neanche mai fatto un viaggio con quelli della mia casa ma sempre con Radius. Orami tutti erano abituati alla cosa. Tutti loro mi salutavano e mi rispettavano in misura al valore del mio cognome, beh non proprio tutti.

Entrò con il suo sorriso disarmante e si annunciò con un gigantesco “ciao” a tutto il vagone.
Non lo sopportavo questo lato dei grifondoro: insomma, tutta quella stupida dose di coraggio e di pazzia dove diavolo la prendevano?
Non rimase molto fermo in quella posizione e si avvicinò a me. Non curante delle persone che ci osservavano si appoggiò allo schienale del mio sedile e cominciò a parlarmi:
 
- Allora Grayback come sono andate le vacanze?- chiese sicuro di se.
Radius era visibilmente alterato e persino Zabini sembrava infastidito, ma nessuno si mosse.
- Sono andate splendidamente, grazie Warley. Come hai passato la tua estate invece?- chiesi per educazione, cosa che molti non apprezzarono.
- Ti prego, chiamami Cedric.- prese un attimo fiato - Comunque ho viaggiato prevalentemente. Ho visto un sacco di posti, sai? Un giorno potremmo uscire insieme a bere qualcosa così potrei raccontarteli.- disse tutto d’un fiato. Zabini si alzò di scatto e gli puntò la bacchetta contro. – Cosa stai facendo Warley?-
- Io?- chiese spalancando gli occhi- niente. Solo due chiacchiere con Amelia- disse scandendo ogni sognola parola e rivolgendosi verso di me continuò – Sei sempre più bella ogni anno che passa. Qual’ è il tuo segreto Grayback?- chiese ammiccando.
Fu così che anche Radius si alzò e sguainò la sua bacchetta puntandogliela contro.
Ma fu Riddle a parlare per primo ancora tranquillamente seduto. – Se ci tieni alla pelle Warley, io me ne andrei all’istante.- disse con tono pacato.
- Ovviamente.- rispose. Prese la mia mano ed eseguì un perfetto baciamano. Per un momento pensai a quanto aveva dovuto allenarsi per riuscire a farlo così bene. – Non vedo l’ora di poter di nuovo parlare con te. - disse e uscì con calma dal vagone.
Erano tutti caduti in un silenzio innaturale.
La prima a parlare fu Amanda con il commento “ che romantico!”. Tutto il resto non furono che insulti.
 
La cerimonia di smistamento fu noiosa come quella di tutti gli anni.

Al mio tavolo erano tutti agitati ed entusiasti della cosa, ma a me importava solo della mia sorellina. Sembrava essere una delle ultime della lista e l’attesa non faceva che agitarmi.
Radius dal canto suo era tutto rilassato, certo che nulla sarebbe andato storto di nuovo. Ma io avevo un brutto presentimento, e non sbagliavo mai a riguardo.
Sorrisi gioviale alle nuove reclute tassorosso, ma in realtà non mi importava niente di loro. A volte mi chiedevo se il cappello avesse avuto ragione a spedirmi in quella casa.
 
Quando arrivò il turno di Amanda trattenni il fiato. – Amanda Skoll Greyback_
Si sedette sullo sgabello e ancora prima che il cappello fosse appoggiato sulla sua testa urlò.
 

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Capitolo 3
*** pensare prima di agire ***


-Grifondoro-
 
La faccia di Amanda all’affermazione fu puro terrore. Non si sarebbe mai aspettata una risposta simile. Lei non aveva neanche potuto scegliere. Rimase seduta su quello sgabello guardando il pavimento e dopo pochi secondi alzò lo sguardo nella mia direzione. Aveva paura.
 
Mi alzai in piedi e cominciai correre a perdifiato nella sua direzione.
Salì il più velocemente gli scalini e l’abbracciai, facendole scudo con il mio stesso corpo.

Radius dopo un breve momento di shock, aveva cominciato ad urlare insulti confusi e molti serpeverde si erano alzati in segno di sdegno. La sala mormorava e il brusio era ormai insopportabile.

La strinsi maggiormente aspettandomi che da un momento all’altro qualcuno ci avrebbe lanciato contro una maledizione senza perdono.
La tenevo stretta sussurrandogli in continuazioni frasi come “ andrà tutto bene” o “non avere paura, ci sono qui io”.

Mi stringeva nascondendo il suo viso nel mio petto.
Guardai velocemente il tavolo dei professori intenti ad attenuare il brusio e mi voltai lentamente preparandomi ad affrontare il peggio.

Radius si stava avvicinando a noi velocemente. Sciolsi l’abbraccio e spostai Amanda dietro la mia schiena nascondendola alla sua vista, dopodiché sfoderai la bacchetta.
Alcuni serpe verde avevano cominciato ad insultare la casata grifondoro di un qualche complotto e questi di rimando si muovevano agitati.
 
Radius si fermò a pochi metri da me, incenerendomi. – Spostati Amelia.- disse.
- No. Non mi muovo Radius.- risposi stringendo la presa sulla bacchetta.
- Ho detto che DEVI MUOVERTI!- urlò sfoderando la bacchetta.- Non mi costringere Amelia! Non sfidarmi!- disse con un tono basso tra i denti, scandendo ogni parola.
- No Radius, TU non mi sfidare. Non fare un passo verso di noi o GIURO che ti schianto verso quel fottutissimo muro, CHIARO?- dissi con tutto il coraggio che riuscì a tirare fuori. Sentivo dietro di me Amanda tremare. I professori nel frattempo si erano alzati in piedi e cercavano di calmare la situazione.
- Dimmi, Amelia, come è possibile che pure lei non sia una serpeverde, eh? È colpa tua? Cosa le hai fatto? RISPONDIMI! COSA DIAVOLO LE HAI FATTO?- cominciò ad avanzare verso di noi furiosamente.

Spinsi via Amanda e lanciai un incantesimo di schiantamento contro Radius.
Lo parò velocemente, ma non abbastanza da non rimanerne stordito.

Approfittai della situazione e ne lanciai immediatamente un altro che andò prontamente a segno.
Nella confusione intravidi velocemente Warley non lontano da me.
Corsi verso di lui e prendendolo per un braccio dissi- Portala immediatamente al vostro dormitorio. Domani mattina sarò li davanti per portarla a lezione. Fallo e farò poi tutto quello che vuoi. Ma se le succede qualcosa ti ucciderò con le mie mani, capito?- forse stordito dal tono ma annuì immediatamente e si allontanò con Amanda fuori dalla calca.
Zabini, mi aveva nel frattempo raggiunta e appena Amanda fu già pochi metri lontana da me e sempre più vicina alla porta, mi afferrò da dietro e mi tenne strette le braccia.
Radius si era alzato in piedi e i professori erano riusciti a ristabilire un ordine.

- Neanche gli animali!- tuonò il preside. – Non toglierò punti a nessuna casata perché non esiste numero sufficientemente alto per darvi la lezione che meritate! Che non si ripeta MAI più una cosa del genere!- la sala si zittì – E voi- indicando me e Radius- Subito nel mio ufficio. E non sperate di cavarvela con qualche semplice spiegazione. Ma soprattutto se vedo uno di voi alzare la bacchetta contro l’altro chiederò personalmente al ministero di farvi fare una gita ad Azkaban per rinfrescarvi le idee, chiaro?-
 
L’intera sala cadde nel silenzio. Gli studenti di ogni casa tornarono velocemente al proprio dormitorio, mentre io e Radius seguivamo il preside silenziosi. Poco mi importava di cosa volesse parlarci. Avrei rischiato anche Azkaban pur di difendere Amanda.
Arrivati nel suo ufficio si sedette dietro la scrivania. Non ci chiese di sederci, così rimanemmo in piedi davanti alla sua scrivania.

- Radius e Amelia Greyback, avrete rispettivamente un mese di punizione. Pulirete i bagni del settimo piano, senza l’aiuto della magia ovviamente.- ci guardò furente – così la smetterete di pensare con l’orgoglio più che con il cervello.- neppure Radius osò ribattere.- Spero vivamente- continuò- che riflettiate sul vostro comportamento. Puntare la bacchetta contro i vostri fratelli! Spregevole! Per cosa poi? L’orgoglio non vi porterà da nessuna parte ragazzi.- rimanemmo in silenzio. Non udendo la nostra risposta sospirò.

– Potete andare nei vostri dormitori adesso.- facemmo per uscire quando aggiunse – Amelia rimani qui un attimo per cortesia che vorrei scambiare due chiacchiere con te. –

Radius uscì silenziosamente dall’ufficio. Parlò senza neanche guardarmi – Quello che hai fatto è stato sbagliato lo sai, vero?- non risposi e continuò – So che nella vostra famiglia la scelta della casa scolastica è una cosa molto importante, ma questo sono convinto che non li fermerà dal continuare a volervi bene. È solo una vecchia mentalità. I tempi sono cambiati e lei, signorina Greyback, ne è la dimostrazione. Adesso comprendo che lei abbia agito in buona fede difendendo sua sorella, ma non posso lasciare che un attacco ad uno studente rimanga impunito. Mi capisce?-
- Perfettamente. – risposi. Non mi piaceva quell’uomo. Era un illuso sognatore.

Cosa ne sapeva di come andavano realmente le cose? Le famiglie delle persone importanti non erano certo bei posti dove crescere. E la frase” i tempi sono cambiati?”, “non  li fermerà dal continuare a volervi bene”? I miei genitori mi parlavano ancora a stento e solo quando necessario. Uscì dall’ufficio senza salutare. Non mi importava cosa pensasse quell’uomo di me.

Decisi di non tornare nel mio dormitorio ma mi diressi immediatamente verso i sotterranei. Camminai lentamente per schiarirmi la mente e magari riuscire a tirare fuori quello stesso coraggio che era spuntato poco prima. Dopo un tempo che mi sembrò un eternità giunsi davanti alla porta della casata serpeverde.
La formula di apertura dei serpeverde non era certo mai stato un mistero per me.

Ero sempre potuta entrare ed uscire a mio piacimento, cosa che non faceva grado ne a loro ne ai tassorosso. Nella sala comune erano seduti sul divanetto nero rispettivamente Riddle, Zabini, Radius e quell’idiota di Nott insieme ai suoi amichetti, i Black. Radius scagliava insulti in tutte le direzioni e Zabini aveva la faccia di uno che non aveva esattamente voglia di fare quattro chiacchiere.
 
-Guarda chi c’è. - disse Nott notandomi, con la sua orribile faccia da schiaffi.
Lo ignorai e mi avvicinai al gruppetto. Piegai la testa a mo di saluto nei confronti di Riddle. Meglio tenerselo in buona quello. Rispose con un cenno appena accennato. Radius ammutolì immediatamente.

- Cosa ti ha detto il preside?- disse Radius con lo sguardo altrove.
- Niente di importante. Ha solo confermato i miei sospetti.-
- Ovvero?- chiese Nott.
- Che è un emerito imbecille Nott, proprio come te. - dissi senza neppure guardarlo.
Zabini che aveva avuto sino ad un momento prima una faccia da funerale, scoppiò a ridere. Sembrò davvero che per un attimo l’atmosfera si fosse alleggerita.

- Cosa vuoi Amelia? Scagliarmi ancora una volta contro il muro? Non ho gradito affatto il tuo comportamento di sta sera, sappilo.- disse Radius fulminandomi. Scrollai le spalle.
- Cosa pensi del mio comportamento non mi interessa. Non so se ti rendi contro ma tra i due eri tu quello che ha minacciato nostra sorella. Hai il coraggio di giudicarmi?- dissi con un tono irritato.
- Melia lascia stare.- sussurrò Zabini.
- No Fredi, non lascio stare!- dissi e rivolgendomi ancora verso Radius continuai- Volevi fare del male a nostra sorella, brutto ipocrita! Era sconvolta e tu cosa hai fatto? Le hai puntato quella tua fottutissima bacchetta contro? Ma cosa diamine ti dice il cervello?-

Al ché Zabini si alzò e fece per toccarmi un braccio. – Non mi toccare Fredi, non provarci neanche!- dissi allontanandomi velocemente.
– Domani Loro verranno a sapere dell’accaduto e come pensi che andrà a finire? Eh? Faranno come hanno fatto come me STUPIDO! Ma a differenza mia non avranno un altro figlio su cui riverseranno tutte le loro bacate idee e speranze! E non ci sarà neanche un Fredi che si sacrificherà pur di salvarle il culo Radius. E tu cosa hai fatto, eh? Hai solo peggiorato la situazione! Ora sarà da sola in quella stanza in mezzo a tutti quegli estranei! Starà piangendo per colpa nostra Radius! NOSTRA SORELLA! - dissi alzando le braccia. Le ultime parole mi erano uscite ad un volume più alto e un tono più acuto di quanto volessi. Trattenevo le lacrime a stento.
Radius sembrava continuare ad ignorarmi, ma sapevo che in realtà ascoltava ogni mia parola, come tutti gli altri dal resto. – Sei venuta solo per dirmi questo, Amelia?- rispose.
- No, Radius, non solo. Sappi che se le succede qualcosa, e intendo qualsiasi cosa, verrò a reclamare la tua pelle, fratello o non fratello, chiaro?- sibilai. Dagli occhi cominciarono a scendere lentamente le lacrime, ma ciò non servì ad addolcire la mia espressione di disprezzo.
- Mi stai minacciando Amelia?- chiese quasi in un sussurro.
- Ti sto avvertendo Radius. So quello che fate e avete fatto tu e la tua piccola combriccola di idioti comandati a bacchetta da Riddle.- dissi e questi alzò uno sguardo di sprezzo- Sono molto più brava e più furba di te Radius. E anche se non sono finita in serpeverde non vuol dire che non sia capace di ferirti e gioire della mia vendetta, e tu questo lo sai. Falle del male e non ci sarà magia abbastanza potente per fermarmi.- dissi le ultime parole con quanto disprezzo avevo in corso e mi avviai lentamente verso la porta.
 
Ma giusto un attimo prima di uscire aggiunsi- A proposito, Marley, il mezzosangue che avete mandato in infermeria la settimana scorsa sta cominciando a riprendere conoscenza, e non vorrei proprio che si ricordasse di come ci è finito li. Sarebbe per voi una vera e propria cruciata.- detto ciò uscì velocemente.

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Capitolo 4
*** le bugie hanno le gambe corte ***


Il mio gesto non era stato uno dei più intelligenti che avessi mai fatto.
Scherzare con Riddle e la sua combriccola non era certo una cosa da prendere alla leggera, ma se volevo che il mio messaggio fosse efficace non avevo molte altre alternative. Camminai per i corridoi fino al quarto piano. Le lacrime mi sgorgavano a fiotti dagli occhi e ormai ero ridotta a pochi singhiozzi.

Mi fermai davanti al quadro della signora grassa che stupita di vedermi non sembrava avere la benché minima intenzione di lasciarmi entrare. Sarà stato il mio volto affranto o il fatto che i pettegolezzi ad Hogwarts non rimanevano mai un segreto per nessuno, ma la porta si aprì, lasciandomi entrare.
I pochi presenti nella sala comune mi guardarono come se avessero appena visto un fantasma.
Non li guardai neanche finché non scorsi di fronte a me il volto di Cedric Warley.

Mi fermai e gli sorrisi con il sorriso migliore che riuscì a fare – Io. – cominciai titubante.
I suoi occhi mi guardavano limpidi e curiosi.- Ti devo ringraziare Cedric.- a sentire il suo nome venir pronunciato il battito gli aumentò impercettibilmente. Ma io quelle cose le sapevo notare.
– Mi hai fatto davvero un grande favore- continuai- sarebbe stato difficile affrontare Radius sapendo che Amanda poteva essere ferita. Sei stato davvero coraggioso.- scelsi con cura quelle parole perché sapevo quanto contassero per un grifondoro.

Le gote gli si arrossarono lievemente. Mi sentivo subdola a giocare così con lui, ma una spalla grifondoro mi avrebbe certo aiutato nel mio scopo. Ormai ero certa sull’errore commesso dal cappello quel giorno.
Mi sporsi velocemente e depositai un casto bacio sulla sua bocca, e poi corsi via, su nell’ala femminile sotto gli occhi sgranati di molti.
Sapevo come mi vedevano: una piccola tassorosso spaventata che era venuta a consolare la sorella che era stata quasi attaccata da quel malato di un serpeverde.
Nessuno avrebbe detto niente a riguardo se avessi passato la notte li, questo era certo. Se solo ci avessero anche provato non avrei potuto rispondere della mie azioni allora.
Ma quel bacio se lo era davvero meritato tutto.

Entrai nella camera delle ragazze e vedendomi Amanda scoppiò a piangere.
Mi avvicinai lentamente al letto e la strinsi forte nel mio abbraccio.
Le sue giovani compagnie di stanza ci guardavano curiose e in un altro momento mi avrebbe dato fastidio, ma ora le mie priorità erano altre.
Le lettere che mandavano erano diventate davvero tante, ma tutte quelle che riceveva Amanda venivano intercettate prima da me e bruciate. Non andarono dal preside e Radius non si avvicinò più a noi.
Molti serpeverde avevano cominciato ad ignorarmi e l’unico che continuava a parlarmi come se niente fosse era Fredi.
I miei compagni non avevano preso bene la scenata che avevo fatto il sala grande, ma ne avevano attribuite le cause allo stress del momento. Adoravo la loro ingenuità.

Passavo i miei pomeriggi con Amanda, i suoi amici o i miei, seppur pochi.
Non la perdevo d’occhio un secondo. Persino quando mangiavamo le sedevo accanto, ma i grifondoro, seppur all’inizio riluttanti, avevano cominciato a prendermi in simpatia grazie alla dolcezza contagiosa di Amanda e le buone parole di Cedric.
Le vacanze furono quanto mai terribili. Amanda non era neanche considerata in quanto persona e io e Radius, soprattutto lui, eravamo decantati come i migliori eredi della famiglia, migliori persino dei Black.
Aveva dovuto passare ogni singolo momento libero nella sua stanza, perché si rifiutavano di vederla e l’unico momento in cui le era permesso uscire era la notte quando non c’era nessuno Neanche alle cene era ammessa. La sua sedia era persino stata tolta dal tavolo e il suo volto cancellato dai ritratti di famiglia. Nessuno la riconosceva più come tale e il suo nome venne cancellato dalla genealogia dei Greyback. Erano tempi duri quelli.
Era evidente all’inizio la sofferenza di Amanda, ma col passare del tempo si trasmutò sempre in una più palese indifferenza. Non le importava più dei commenti degli altri. Lei era felice.
1943
L’inizio del quinto anno fu uno tra i più tranquilli che ricordassi. Non c’erano aspettative nei nostri confronti di alcun genere, e persino Radius visibilmente più rilassato aveva ripreso a parlare con me totalmente e perlomeno non ignorava più Amanda.
In lei era nata una vera e propria passione per il Quiddich, il che l’aveva spinta ad allenarsi duramente per entrare in squadra già all’inizio del suo terzo anno.
Ero così fiera di lei.

Io e Zabini eravamo ormai considerati una coppia di fatto. Ma la realtà era totalmente diversa. Tranne le poche uscite insieme e le varie feste, nessuno provava il minimo sentimento per l’altro. Sapevo delle ragazze che incontrava di nascosto dopo il coprifuoco. Ma finché non si faceva scoprire andava bene. Dal canto mio non ero interessata a nessuna relazione.

Avevo cominciato a chiacchierare sempre più frequentemente con Cedric.
In realtà non avevo più bisogno del suo aiuto, ma la sua compagnia non mi dispiaceva affatto. Era diventato davvero un bel ragazzo. Inoltre aveva un ottimo carattere ed era molto intelligente.
Seguivamo molti corsi insieme e ogni scusa era buona per sedersi vicini. Adoravo il fatto che riuscisse a farmi ridere anche dopo che avevo visto Loro. Sapevo che era egoista da parte mia tenerlo tutto per me e probabilmente illuderlo di un nostro possibile futuro insieme, ma non riuscivo proprio a stargli separata. Speravo davvero che potesse essere amore.

Radius ovviamente non approvava questa mia amicizia, per niente. Ma comunque mi conosceva abbastanza da sapere che se mi avesse proibito di vederlo non sarebbe andata bene la situazione, e non voleva rischiare di perdermi.
Era sempre più amico di Riddle e della sua combriccola, e anche Fredi, anche se da un lato più distaccato, aveva cominciato a farne parte. La cosa mi spaventava e ogni volta che provavo a toccare l’argomento mi liquidavano con poche parole.


Pozioni era forse la materia che odiavo di più tra tutte. Lumacorno era un insegnante viscido e furbo, ma mi aveva preso sotto la sua ala protettrice. Ero l’unica tassorosso a poter partecipare ai festini del “luma club”. Che nome ridicolo. Non solo il nome era ridicolo ma trovavo lo stesso professore insopportabile e frivolo. Ma peggio dei suoi festini? Niente. Quelle feste erano una vera e propria tortura.

La settimana della festa il mio umore era più nero che mai. Uscì lentamente della sala comune per andare a fare colazione. Non mi piaceva come era stata organizzata la casa dei tassorosso e quella mattina mi sembrava più fastidioso del solito.
Era tutto molto caotico, molte stanze vicine e una marea di porte. Sembrava proprio un alveare. Giallo e nero troneggiavano nelle stanze, sempre così luminose. Rimanevo sempre a riflettere su quanto fosse diversa dalla casa dei Greyback. Non esistevano segreti tra quelle stanze. Non c’erano neanche piccoli furtarelli o simili! Da brivido. Le prime notti ricordo gli incubi a causa di tutto quel giallo.
 
Camminando per la stanza tutti mi salutavano, come sa sempre.
Sebastian era come ogni mattina fermo ad aspettarmi. Mi piacevano le certezze. E lui ne era una.
– ‘Giorno Amelia.- si alzò in piedi e mi guardò. Ormai conosceva tutte le mie espressioni.
– Sei sempre bellissima ma qualcosa in quell’espressione mi dice che non sei esattamente di buon umore, eh?- sorrise. Il suo sorriso mi ricordava quello di uno di quei grossi gatti persiani. Uscimmo dalla casa.
– Sai benissimo la causa del mio malumore, Seb. - dissi.
- Certo, certo.- disse guardandosi intorno. Camminavamo alla pari lungo il corridoio che cominciava ad essere gremito di studenti. Mi passai una mano tra i capelli come gesto rilassante.
- Smettila Amelia, o qui la gente andrà a fuoco. Letteralmente.- disse sogghignando. Mi guardai in torno. Effettivamente molti studenti mi guardavano, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine. Se non era per me, era per lo scandalo di qualche mio familiare, o Fredi.
Dio sa solo dove si era cacciato quell’idiota.
- Mi fermerò soltanto quando sarai andato a fuoco anche tu Seb. - gli sorrisi affabile.
-  Hmmm…. Maliziosa. – sorrise – Senza dubbio una serpe verde con i fiocchi.- ridacchiò tra i baffi.
- Hmm… perspicace. Senza dubbio un corvonero di grande talento. – scoppiai a ridere.
Erano anni che facevamo sempre le stesse battutine, ma mi facevano sempre ridere.
L’intera famiglia Hallow era purosangue corvonero. Tutti i fratelli minori e maggiori di Sebastian erano o erano stati corvonero. Sebastian era la pecora nera della famiglia, in tutti i sensi.
Entrammo in sala grande, già affollata di studenti intenti a mangiare in fretta. Ci sedemmo con tutta calma al tavolo. Afferrai una brioche e cominciai a mordicchiarla lentamente.
- Eddai Amelia smettila! Il povero Cedric sta per venire su quella panchina tra un po’!-
Per poco non mi soffocai con la brioche. – Ma che…? – risposi dopo aver bevuto una buona sorsata di aranciata.
- Chi è che sta per venire? – chiese Amanda sedendosi al mio fianco.
Appena ripresi un po’ di contegno sporsi la guancia aspettandomi il consueto e non molto facoltativo bacio del buongiorno. Me lo diede con un sonoro smack.
– Buongiorno Amy. E no. Non sta venendo nessuno, vero Sebastian?- dissi fulminandolo.
- Avanti Amelia! Sono anni che ti sbava dietro! Farebbe qualsiasi cosa per te! Quante volte ti avrà invitato ad uscire ad Hogsmade?-
- Si chiama cortesia, Seb. E poi si è sempre trovato una ragazza per cui non vedo tutta questa dedizione da parte sua che decanti. – dissi tornando a mangiare la mia brioche.
- Avanti Melia! – disse Amanda, una delle poche persone a cui permettevo di chiamarmi così. - è palese!-
- Cos’è palese?- disse Radius spuntando alla mia destra. La brioche mi andò nuovamente di traverso.
- Si può sapere cos’è questa moda di farsi gli affari degli altri?!- dissi paonazza.
- Più che moda, direi diritto. Se non ci possiamo fare gli affari tuoi a che serve essere imparentati?- Disse Radius facendo l’occhiolino ad Amanda che vi rispose prontamente.
Detto ciò mi sfilò la mia povera brioche di mano e dove avermi rifilato un sonoro bacio sulla guancia cominciò tranquillamente a mangiarsela.
- Siete dei barbari.- risposi.
- Eh no, cara mia. Sei tu quella crudele. Lasciare soffrire così le pene d’amore ad un povero grifondoro … - disse Sebastian lasciando la frase in sospeso solo per irritare Radius.
Quella non era decisamente la mattina giusta per mangiare la brioche, visto che anche Radius per poco non soffocò. – Chi … - cominciò a dire.
- Chi è che ci sta provando con la mia ragazza?- rispose una voce dietro di me. Fredi si era avvicinato e mi abbracciava da dietro, pronunciando quelle parole appoggiandosi con il mento alla mia spalla.
Gli feci posto tra me e Amanda che nel frattempo si godeva la scena.
- Solo mezza scuola, tranquillo. – rispose sornione Sebastian. Lo fulminai.
- Sarebbe strano il contrario.- disse e poi si avvicinò a posarmi anche lui un non di certo casto bacio sulla guancia. Sapeva che ci stavano guardando tutti e gli piaceva dare scena.
– Buongiorno- sussurrò vicino al mio orecchio. Sentivo lo sguardo di fuoco di molte ragazze sulla mia schiena, quasi mi facevano male.
Davanti a me Sebastian ridacchiava come una ragazzina, sicuramente geloso di me. Rimase a tenermi il braccio intorno alla vita.
– Buongiorno Manfredi. – dissi scandendo il suo nome. – Mi chiedevo quando saresti venuto a salutarmi.-
- Appena ho potuto credimi. – rispose sorridendo con uno dei suoi sorrisi “sinceri”.
- Fredi smettila di molestare pubblicamente mia sorella. Per Salazar non sei mica un bello spettacolo sai. - disse Radius.
- Oddio, oddio, Warley sta venendo qua.- sussurrò Sebastian.
- Chi? Quell’orribile grifondoro?- disse Radius, incrociando l’occhiataccia di Amanda.
– Intendevo dire che lui mi sta antipatico, non tutti gli altri si intende.- disse. Da quando i rapporti erano ripresi Radius cercava di stare attento a non rovinare di nuovo tutto. Non con la mia minaccia di perderci entrambe. 

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