Lei è mia di Goten (/viewuser.php?uid=1572)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Stavo
guidando la mia Volvo, Emmett mi stava aspettando dai Newton, aveva
comprato l'attrezzatura per il nostro “campeggio”.
Sbuffai
annoiato, niente in questa cittadina cambiava mai, le solite facce,
le solite strade... o forse no...
Mentre
attendevo che il semaforo diventasse verde, vidi una figura nuova
passare sulle strisce davanti a me, era una ragazza, avvolta dal un
enorme giaccone scuro, le cuffie del suo I-pod nelle orecchie, potevo
tranquillamente sentire quello che stava ascoltando, non male come
scelta, anche a me piacevano molto i Muse. Stava attraversando senza
neanche guardare dove stava andando, il suo sguardo era incollato al
libro che teneva aperto davanti a se.
Involontariamente
accennai ad un sorriso, era un tipo insolito per questa cittadina...
Quando
il semaforo divenne verde, ingranai la prima e mi recai a prendere
Emmett, la ragazza ormai era lontana...
Parcheggiai
di fronte alla porta d'ingresso.
<<
Alla buon ora! >> Esclamò mio fratello avvicinandosi con
dei pacchi in mano.
<<
Ciao Emmett. >> Lo salutai canzonatorio.
In
tutta risposta grugnì.
<<
Preso tutto? >>
<<
Si. Non manca nulla! >>
<<
Ottimo, allora possiamo andare. >>
Chiusi
il baule della macchina e muovendoci a velocità umana salimmo
ai nostri posti.
Odiavo
dover andare a piano, preferivo di gran lunga correre, ma in pieno
centro non potevo fare diversamente.
Ero
di nuovo all'incrocio dove avevo visto quella strana ragazza,
istintivamente allungai lo sguardo cercandola. Non la vidi,
tamburellai distrattamente sul volante.
Che
succede Edward?
Scossi
la testa.
Mi
voltai verso la caffetteria e li, la vidi, stava uscendo dal locale,
sempre con il suo libro in mano e le cuffie nelle orecchie.
Che
tipo strano...
Il
semaforo divenne verde e noi procedemmo per la nostra strada,
incrociammo una Bmw cabriolet rossa, al volante una bionda
mozzafiato, come l'aveva definita Emmett.
Decisamente
quella giornata mi stava svelando i nuovi arrivi di Forks.
Arrivammo
pochi minuti dopo a casa, Emmett si premurò di scaricare tutta
l'attrezzatura e di caricarla sulla sua jeep.
<<
Siamo a casa. >>
Esme
comparve subito alla porta del garage, il suo sorriso materno era una
vera manna per noi.
<<
E' andato tutto bene? >>
<<
Come sempre. >>
Carlisle
vi vuole parlare, Jasper è già nello studio.
La
cosa mi stupì molto, ma annuì. << Emmett, hai
finito? >>
Buttò
l'ultimo sacco sulla jeep. << Si. >>
<<
Andiamo, Carlisle ci sta aspettando. >>
Solo
poche ore prima avevo discusso con nostro padre Carlisle, al suo
fianco la dolce Esme tentava di sedare gli animi, ma io non ero
d'accordo con questa decisione, non lo ero io e neanche i miei
fratelli.
Noi
siamo i Cullen, antica famiglia di vampiri e questa sera, Carlisle,
l'uomo che noi chiamiamo padre, colui che ci ha donato l'immortalità
ci ha messo al corrente di una notizia che per anni ci è stata
taciuta.
Io,
Edward Cullen e i miei fratelli, Emmett e Jasper siamo
ufficialmente...
<<
Carlisle, è assurdo! Siamo nel 2009! Queste cose si facevano
prima ancora che nascessi io! >> Esplosi alla fine.
<<
Edward, lo so perfettamente in che anno siamo, ma la tregua fra umani
e vampiri va rispettata e mi sembra che fino ad ora sia andata bene.
>> Osservò Esme al suo fianco, anche lei a suo tempo era
stata inclusa nel patto.
Carlisle
ed Esme si erano innamorati e per loro era stato più semplice
accettare il fatto che lei divenisse come noi, un essere senza
anima...
Ma
adesso, io e i miei fratelli ci trovavamo fidanzati senza neanche
aver mai conosciuto quelle che io chiamo “agnelli sacrificali”.
<<
No, mi rifiuto. >> Tentai ancora di ribellarmi.
<<
Edward, si ragionevole, alla fine è solo un contratto. Anche
se sono sicuro che andrete d'accordo. >>
Scossi
la testa. Come potevo privare un essere umano della sua vita solo per
rispettare un patto più vecchio di me?! << Loro lo
sanno? >>
<<
No, non sanno nulla... >>
<<
Fantastico... >> Mormorai ironico. << Come si chiamano?
>>
<<
Sono tre sorelle... >>
<<
Ma pensa, che fortuna... >> La mia voce era tristemente
ironica.
<<
Si chiamano; Rosalie, Alice e Isabella Swan... vedrai, ti piaceranno.
>>
Lo
guardai sofferente, odiavo questa non vita...
Come
aveva fatto Emmett a convincermi ancora non lo capivo, sapevo solo di
trovarmi in una discoteca piena zeppa di esseri umani che si
agitavano e dimenavano a ritmo di musica, ignari che fra loro ci
fossero tre vampiri fortunatamente non assetati di sangue.
Osservavo
infastidito Emmett e alla sua sinistra Jasper che stavano ballando
con qualche sconosciuta. Irrigidì la mascella, non mi trovavo
a mio agio in quel putiferio di corpi.
Senza
contare che i loro pensieri non erano proprio quello che desideravo
sentire...
Basta!
Avevo deciso, avrei raggiunto Emmett e Jasper e li avrei avvisati che
me ne stavo andando, feci solamente un passo quando tre ragazze mi
passarono davanti camminando velocemente sparendo fra la folla che,
in quel momento cessò di esistere nella mia mente.
Un
profumo di rose e lavanda mi invase facendo riemergere per un attimo
il vampiro sedato in me.
I
miei occhi solitamente dorati ora erano tinti di nero pece, il mio
volto scattò nella direzione che avevano preso le tre ragazze,
una di loro aveva quel profumo delizioso, sublime... potevo già
sentire i miei denti rilasciare il veleno nella mia bocca.
Dovevo
assolutamente raggiungerla!
Dimenticai
Emmett e Jasper, il mio obbiettivo era lei. Mi feci largo fra gli
umani nella sala, la sua scia mi guidava come un faro in una
tempesta, i corpi attorno a me continuavano a strusciarsi, ad
agitarsi. Nonostante la mia vista perfetta, non riuscivo a vederla,
dov'era? Dov'era?! Maledizione!! Anche il suo profumo stava svanendo
in quel posto! L'agitazione mi stava devastando!! Dovevo trovarla!!!
<<
Edward!! EDWARD!! >>
La
mano grande di Emmett mi prese una spalla voltandomi. << Vieni!
Andiamo via!!! >>
<<
NO!! >> Ringhiai. Non poteva portarmi via! Dovevo prima
trovarla!! Dovevo vederla!! Dovevo... cosa? Cosa dovevo fare?...
Sapevo che non potevo permettermi di cercarla, non potevo trovarla,
l'avrei sicuramente uccisa.
<<
Emmett, che succede? >>
Jasper
era arrivato e avvertendo il mio stato d'animo aiutò a calmare
il mostro dentro di me. << E' meglio uscire. >>
Mi
trascinarono con loro, cercavo di non porre troppa resistenza, ma il
ricordo del profumo di lei mi stava facendo impazzire.
Eravamo
quasi all'uscita, potevo sentire la frescura notturna aiutarmi a
riprendere il controllo. Avverti la stretta di Emmett farsi più
forte, lo fissai e così fece Jasper, probabilmente aveva
avvertito anche in lui un cambiamento emotivo.
Emmett
era immobile, gli occhi neri fissi su un punto preciso, una bionda
mozzafiato fasciata con un vestito corto, aderente e nero stava
camminando verso di noi.
Il
suo profumo era buono, Emmett stava vivendo la mia stessa agonia di
prima. Veloce lo trattenni quando la ragazza ci passò accanto,
sentì mio fratello inspirare a pieni polmoni e prepararsi
all'inseguimento.
<<
Emmett! Fermo!! No!! >> Cercava di liberarsi dalla mia presa,
Jasper stava tentando di calmarlo con il suo potere, ma sapevo bene
che era difficile, entrambi quella sera avevamo avuto un assaggio
delle nostre cantanti.
Un
ringhio gutturale uscì dalla gola di Emmett. <<
Lasciami!! E' mia!!! Lei è mia!! >>
<<
No! Jasper, aiutami a tenerlo! >>
Il
fatto che la ragazza bionda fosse solo a qualche metro da noi non
aiutava, fortunatamente ne arrivò un'altra che a quanto pare
la stava cercando, bene, così sarebbero andate via, quello che
non potevo sapere era che la nuova arrivata ebbe lo stesso effetto
dirompente su Jasper.
I
suoi pensieri furono tutti concentrati su quella piccola creatura che
pareva un folletto.
<<
No! >> Sibilai cercando con la mano libera di afferrare anche
lui.
Arrivò
una terza ragazza e quando il suo profumo mi colpì, lasciai
andare i miei fratelli, era lei! La mia cantante, la mia venere
personale, ed era... bellissima! Il viso a cuore, i capelli ondulati
castani e occhi scuri da perdersi dentro. La ragazza dell' I-pod!
Il
mostro dentro di me ruggì felice, finalmente si era rivelata
ai miei occhi. Il vestito blu che indossava le risaltava la pelle
candida e metteva in risalto le sue gambe lisce.
Stavano
parlando fra loro, ma noi, potevamo sentirle senza alcun problema...
<<
Io voglio andare a casa! >>
<<
Ti prego Bella! Siamo arrivate da poco! >>
<<
Rose, a te piace stare qui, a me no! >>
<<
Dai ragazze, cerchiamo di andare d'accordo... Bella, sopporta per
un'oretta al massimo, poi c'è ne andiamo... >>
Lo
sguardo che la mia venere le lanciò avrebbe incenerito
chiunque, ma il piccolo folletto sembrava non badarci.
Mi
piaceva, aveva un bel caratterino.
Osservai
i miei fratelli, anche loro non si erano persi nulla delle loro
battute e come se ci fossimo accordati prima su un piano in
particolare da eseguire, ci avviammo contemporaneamente verso le
nostre prede. Nessuno ci avrebbe fermato. Nessuno.
Le
seguivamo poco distanti, aspettavamo solo il momento propizio...
<<
Dove diavolo è Rose?! >> Urlò la mia Bella, si
perché il mostro in me ormai la considerava sua.
<<
Non lo so! >>
La
bionda si era staccata dalle altre due, bene un'occasione perfetta
per Emmett, ed infatti quando mi voltai, era già alle sue
costole, non potei trattenere un piccolo ghigno.
<<
Bella, dobbiamo trovarla! Dividiamoci, ci troviamo qui fra mezz'ora,
va bene? >>
<<
Si! >>
Mi
spiaceva per loro che dovevano urlare per sovrastare un pochino la
musica, ma in quel momento, la fortuna era decisamente dalla mia
parte.
Il
piccolo folletto si era allontanato seguito da Jasper e finalmente,
lei era li, sola, tutta per me.
Mi
avvicinai sicuro, scivolai fra le varie persone...
<<
Bella!! >>
Mi
bloccai, e quello chi diavolo era?!!
<<
Jake!! >>
Maledizione!
Sollevai il labbro superiore sibilando.
Un
ragazzo alto, muscoloso e dalla pelle chiaramente più scura si
avvicinò, anche troppo per i miei gusti, alla mia piccola
ninfa.
<<
Cosa fai qui da sola? >>
<<
Sto aspettando Rose e Alice! >>
<<
Capito. Balli? >> Le indicò la pista.
Adesso
lo avrei ucciso, ma la reazione di lei mi calmò. << No,
grazie, detesto questo posto! >>
Il
ragazzo, chiaramente uno della riserva, rise.
<<
Bella... >> Il suo tono non mi piaceva, era quello che usavano
le persone quando si trovavano in difficoltà ad esprimere
qualche loro sciocco sentimento. << Lo sai che ... >>
<<
Jake, per favore! Non mi piace quando ti immischi nella mia vita! >>
Oh
bene, si stava arrabbiando, quel tipo doveva aver toccato un tasto
dolente, mi concentrai sui loro discorsi.
<<
Bella! Come puoi dire questo! Lo sai che ti voglio solo proteggere...
>> Le afferrò il braccio e qui, un ringhio mi uscì
spontaneo.
Nessuno
attorno a me ci fece caso, la musica copriva tutto, ma il ragazzo lo
notò e posò il suo sguardo su di me.
La
cosa mi stupì molto, come poteva un semplice umano avere quei
sensi sviluppati?
Lasciai
la mia mente vagare nella sua e scoprì con orrore cosa fosse
in realtà; licantropo!
La
sua presa sul braccio della ragazza si fece più forte.
<<
Jake mi fai male!! Lasciami! >>
La
lasciò immediatamente. << Scusami... davvero scusami
Bella. >>
Lanciava
occhiate veloci verso di me.
<<
Jake, perché non vai dai tuoi amici. Tanto adesso Alice e Rose
arriveranno presto. >>
Si,
vai via! Continuavo a ripetere anche io mentalmente. Ma il
lupacchiotto non voleva lasciarla, vedevo chiaramente nei suoi
pensieri che provava qualcosa per lei. Ma ormai io avevo deciso, lei
era MIA.
Feci
un primo passo e poi un altro, lo vidi irrigidirsi sempre di più,
finché non arrivai alle spalle della ragazza.
Maledetto!
Cosa vuoi da lei!?
I
suoi pensieri erano noiosi dopo un po', ma scoprì con gioia
che non voleva trasformarsi davanti a tutte quelle persone, bene, la
cosa mi portava in discreto vantaggio.
<<
Chiedo scusa... >> Le sussurrai vicino all'orecchio.
Lei
si girò di scatto e in quel momento mi trovai immerso nei suoi
occhi scuri, mi sentì perso... e poi avverti come se mille e
mille catene mi legassero a quella ragazza.
Usai
un tono di voce che sapevo abbagliava la maggior parte delle persone.
Ma in quel momento sapevo di voler abbagliare anche lei, volevo
allontanarla da quel cane.
<<
Credo che la ragazza laggiù ti stia facendo segno... >>
Ed
era vero, vedevo il piccolo folletto gesticolare verso la mia Bella.
Le presi con gentilezza una spalla e la voltai verso l'altra parte
della sala, in modo che notasse la sua amica.
Avvertivo
chiaramente i pensieri ostili del lupo, ma la cosa non mi
interessava.
<<
Oh... grazie... >> Si voltò nuovamente verso di me.
Le
sorrisi e lei rimase imbambolata.
Non
mi piaceva quando succedeva, ma stavolta, ero soddisfatto,
compiaciuto che lei non potesse resistermi, perché anche io
non potevo resistere lontano dal suo profumo e dai suoi occhi.
La
sospinsi con gentilezza verso la sua amica, io le ero sempre accanto.
<<
Bella! >> Cercò di chiamarla l'altro ragazzo.,
allungando un passo verso di noi. Ma notai con soddisfazione che
altri come lui lo stavano trattenendo.
<<
Fermo Jake!! Che diavolo vuoi fare!! Datti una calmata! >>
<<
Lasciami Sam! >>
<<
No! Lo sai che non possiamo interferire! >>
<<
Non mi interessa! Lei.. lei... >>
<<
Lei è sua Jake! Non possiamo rompere il patto! >>
La
mia mente stava assorbendo tutto quanto. Patto? Sapevano del patto? E
lei... era mia? Possibile che fosse... Bella... Isabella... Rose...
Rosalie e Alice.
Sorrisi
sconcertato, quando si dice il destino.
E
così la dolce visione accanto a me era la mia bellissima
Isabella.
Mmm,
questa cosa del patto mi piaceva decisamente. |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Ringrazio davvero tantissimo chi commenta e anche le 20 persone che lo hanno messo nei preferiti, adesso, sarò sincera, la mia idea è di aggiornare una volta alla settimana, questo perchè stavolta la fiction la scrivo man mano che mi viene in mente, non è pronta come la volta scorsa, quindi, il prossimo capitolo lo posterò lunedì prossimo.
Capitolo
2
<<
Posso? >>
La
vidi alzare lo sguardo dal libro che teneva in mano e guardarmi con i
suoi grandi occhi scuri.
<<
Oh, certo... >> Rispose impacciata, spostando i suoi appunti di
scuola.
<<
Grazie. >> Mi sedetti di fronte, aveva le guance leggermente
rosse, adoravo quando era in imbarazzo. << Allora, sempre con
il naso sui libri? >>
Mi
fece un piccolo sorriso di circostanza. << Già. Stavo
ripassando per il test di lunedì. >> Mescolò il
suo cioccolato caldo un paio di volte e tornò al libro che
reggeva con l'altra mano.
<<
Vuoi una mano a studiare? >> Non mi piaceva quando non avevo la
sua attenzione.
<<
Mmm >>
Non
alzò neanche lo sguardo, ora ero sinceramente arrabbiato con
quel libro, lo osservai sperando che il mio sguardo lo incenerisse.
<<
Questo povero libro non ti ha fatto nulla Edward. >>
Sollevai
gli occhi incrociandoli con i suoi. << Non è vero. >>
Spostò
di poco la testa osservandomi scettica. << Certo, ovviamente
questo libro ti ha causato chissà quali danni... >>
<<
Beh, intanto mi toglie la tua attenzione. >>
Sbatté
due volte le palpebre, probabilmente cercando di capire se dicessi
sul serio o se la stessi prendendo in giro.
Sospirò
piano e con mia somma gioia lo chiuse riponendolo nello zaino accanto
a se, stessa fine fecero i suoi appunti di scuola.
Bene,
così andava meglio, mi era semplicemente bastato dirle che
volevo la sua attenzione? Mi stava facilitando il compito.
Mi
osservò circospetta. << Se mischio la mia cioccolata va
bene? >>
Sbuffai.
<< Ovvio. >>
La
mescolò un paio di volte e poi la spinse di lato allungandosi
verso di me.
<<
Ti posso confidare una cosa? >> Sussurrò.
D'istinto
mi allungai anch'io. << Certo. >> Chissà cosa
voleva dirmi di così importante da arrivare perfino a
sussurrare...
<<
Edward... >>
Adoravo
quando mi chiamava per nome.
<<
Ti devo confessare che... >>
Cosa?
Cosa doveva confessarmi?
<<
... con o senza libro, la mia attenzione... TE LA SOGNI! >> Si
alzò di scatto uscendo a passo veloce dal locale, tutti gli
sguardi degli altri clienti erano fissi su di me.
Li
fissai male tutti quanti.
Bella
mi stava facendo davvero innervosire, possibile che su di lei io non
avessi lo stesso effetto che avevo sulle altre persone? Perché?!
L'unica ragazza che mi interessava e da cui mi sentivo attratto, era
anche l'unica che non voleva saperne di me...
Maledetta
la sua mente contorta!! Maledii il fatto di non poterle leggere nella
mente.
Ripensai
al nostro primo incontro, dopo averla accompagnata dalla sua amica,
che scoprì essere sua sorella, rimasi attaccato a lei e anche
i miei fratelli non erano da meno con le sue sorelle.
L'unica
che apprezzava parecchio la presenza di uno di noi era Rosalie, si
stava mangiando Emmett con gli occhi e anche lui non era da meno.
Jasper
guardava Alice assiduamente, la stava imbarazzando in modo atroce,
mentre la mia Bella sembrava tesa, non imbarazzata, ma pronta a
scattare in qualunque momento.
Le
sfiorai con gentilezza un braccio. << Va tutto bene? >>
Sapevo di aver usato il tono di voce più suadente che avevo,
ma la sua reazione mi lasciò spiazzato.
Si
spostò dal mio tocco e senza guardarmi aggiunse.
<<
Tutto bene, grazie. >>
La
osservai per una piccola frazione di secondo confuso. <<
Davvero? >>
Chiuse
gli occhi e respirò profondamente. << Si, ma non usare
quella voce con me. Odio essere incantata. >>
Lo
stupore si dipinse sul mio viso, lei sapeva che stavo cercando di
ammaliarla!
<<
Perché dici così? >> Mi ero posizionato alle sue
spalle, le mie mani scorrevano sulle sue braccia bianche.
<<
So cosa sei. So cosa siete: vampiri. >>
La
sua voce era tesa e il suo cuore batteva furioso.
<<
Ma so anche... che non vi nutrite di esseri umani. >>
Questa
poi, come faceva a saperlo? Decisi di cambiare atteggiamento, se la
mia voce suadente non aveva effetto, forse trattandola da persona
normale potevo avvicinarmi di più a lei.
<<
D'accordo, così va meglio? >>
Respirò
ancora profondamente. << Si. >>
<<
Adesso potresti guardarmi mentre parliamo? Prometto che non ti
incanterò. >>
Si
voltò verso di me, quello che non avevo contato era che fui
io, ad essere incantato dal suo sguardo.
<<
Allora... chi ti ha parlato di noi? >> Per un attimo, ero
rimasto senza parole.
<<
Nostra madre. >>
La
loro madre ci conosceva? O forse era più facile supporre che
fosse a conoscenza del patto, ma non aveva informato le figlie.
<<
E' stata lei a mandarvi qui? >>
<<
Si. >>
Perché
era così restia nel rispondere? Dovevo tirarle fuori ogni
risposta con un rampino! Decisi di abbandonare l'argomento, magari
più avanti lo avrei ripreso, adesso, quello che volevo era che
lei non si staccasse più da me.
<<
Quindi non hai paura... di me... >>
Sbatté
gli occhi un paio di volte. << Beh ecco, non lo so. Più
che altro, mi stai infastidendo. >>
Una
smorfia si impossessò del mio viso. Io la stavo infastidendo?!
Questa era la prima volta nei miei quasi cento anni che una donna mi
diceva queste parole.
Ero
sinceramente colpito!
<<
Non potresti andare ad abbindolare qualcun'altra? >>
Questa
domanda mi spiazzò ancora di più!
<<
No. >>
Sbuffò
e si voltò verso le sue sorelle. << Possiamo andare? >>
I
pensieri delle sue sorelle erano limpidi per me. Rosalie non voleva
assolutamente lasciarsi scappare Emmett, chissà cosa avrebbe
fatto se le avessimo detto che per nulla al mondo avrebbe potuto
perderlo.
Alice
invece era confusa, non sapeva che fare, Jasper non le era
indifferente, ma non si fidava al cento per cento, e Bella, beh lei
era un mistero per me, tranne per il fatto che non mi voleva e me lo
stava facendo capire in tutti i modi possibili.
<<
Alice, ti prego, domani è il nostro primo giorno di scuola! >>
Scuola?
Mmm... bene, allora l'avrei rivista sicuramente.
Alice
si avvicinò a Bella, sempre con Jasper al suo seguito. <<
Rose! Possiamo andare?! >>
Lo
sguardo di sua sorella se avesse potuto l'avrebbe incenerita.
<<
Devo andare. >> Disse ad Emmett.
Si
avvicinò a lui. << Vienimi a trovare >> gli
sussurrò all'orecchio per non far sentire alle due sorelle il
suo invito.
<<
Sicuramente. >>
Lo
baciò all'improvviso, stupendoci tutti. Wow! A quanto pare
Emmett era già accasato.
Bene,
rimanevamo solo io e Jasper...
Tornai
con la mente al presente, ero ancora infastidito dal fatto di avere
solo biologia con Bella, durante le altre lezioni mi dovevo
accontentare di vederla tramite gli occhi degli altri.
La
pioggerellina scendeva fine su tutta la città, agli occhi di
tutti, eravamo semplici esseri umani, un po' particolari per il
nostro colore della pelle, ma nessuno sospettava di noi. Nessuno
sapeva del patto che secoli addietro era stato stipulato fra la
nostra razza e quella umana.
Io
lo consideravo un patto inutile, all'epoca forse andava bene per i
vampiri che si nutrivano di umani, ma ora, noi ci nutrivamo di
animali e quindi il patto poteva anche essere sciolto.
Ma
a quanto pare, i Volturi volevano che fosse rispettato. E dato che
nel patto ora era compresa Isabella, chi ero io per non volerlo
rispettare?
Ghignai,
non dovevo comportarmi così, lo sapevo, stavo obbligando una
ragazza umana a prendermi come suo compagno, sia che la cosa le
piacesse oppure no... ma io sapevo di essere una creatura
sostanzialmente egoista. Sapevo di volerla tutta per me, non era solo
il suo odore a piacermi, anche i suoi occhi mi avevano stregato. Il
suo modo di fare mi lasciava spiazzato. Mi affascinava con i suoi
modi di fare.
Ero
arrivato alla conclusione che tutto in Bella mi piaceva, se fossi
stato ancora umano, questo sentimento avrebbe di sicuro avuto un
nome... ma per adesso, non volevo darglielo.
Mi
alzai svogliatamente, uscì dalla piccola caffetteria e mi
rintanai in macchina.
Sfrecciai
verso casa, avevo bisogno di pensare e riflettere accuratamente su
Isabella.
Già
a casa?
Jasper
era intento a giocare alla Playstation da solo.
<<
Si, a cosa stai giocando? >> Buttai il cappotto sul divano e mi
misi seduto accanto a lui.
<<
Un gioco d'auto, fai una gara? >> Mi lanciò una manetta.
<<
Ma si, dai qua che ti straccio! >>
<<
Questo è da vedere! >>
Giocammo
come due idioti, spintonandoci ogni tanto, sopratutto quando Jasper
vedeva la mia auto sorpassarlo.
<<
Non vale Edward!!! >>
<<
Certo che vale! >> Ghignai strafottente.
Sullo
schermo comparve la scritta “you win!”
Mi
voltai verso di lui sorridente. << Ho vinto! >>
Jasper
si alzò esasperato. Vado a caccia.
Annuì
mentre vagliavo la selezione di giochi disponibili, fare quella gara
con Jasper mi aveva momentaneamente tolto dalla mente Isabella.
Ora
che ci facevo caso, Emmett non c'era, dove si era andato a cacciare?
Di solito a quest'ora s'impadroniva del televisore per guardare
quegli stupidi telefilm infantili.
<<
Mamma, hai visto Emmett? >>
<<
E' uscito con Rosalie, sono al centro commerciale. >>
Un
mio sopracciglio scattò in alto arcuandosi. Emmett in un
centro commerciale? Quella Rosalie lo aveva proprio ammaliato.
E'
veramente una bellissima ragazza! Dovresti vedere come è
appassionata di auto!
I
pensieri di Esme mi arrivarono tranquilli. A quanto pare Rosalie era
una fan di automobili.
Chissà
invece cosa piaceva a Bella...
Rimasi
a giocare per poco meno di dieci minuti, non riuscivo più a
togliermi dalla mente quella domanda. Dovevo sapere qualche cosa di
più su Bella, cosa le piaceva, i suoi interessi, i suoi fiori
preferiti... tutto!
Dovevo
solo trovare una scusa per andare da lei... già, ma quale? Non
potevo semplicemente andare da lei e dirle: Oh ciao! Scusa vorrei
sapere tutto di te!
Credo
che mi avrebbe sbattuto la porta direttamente in faccia.
Sbuffai.
Perché doveva essere così complicata la faccenda?
Il
telefono di casa cominciò a suonare, Esme andò a
rispondere e io tornai ai miei pensieri, questo almeno finché
non sentì la voce della mia Isabella dall'altra parte della
cornetta.
<<
Pronto? >>
<<
Ehm.. signora Cullen? >>
<<
Si >>
<<
Salve, sono Isabella Swan, mi scusi se la disturbo. >>
<<
Oh no cara, niente affatto, dimmi pure. >>
<<
Ecco, mi domandavo, mia sorella Rosalie, non è li da voi? >>
<<
No, mi dispiace, è ancora fuori con Emmett, credo si fermino
al centro commerciale a mangiare. >>
<<
Ah, capisco. Beh, mi scusi ancora per il disturbo. >>
<<
Ti serviva qualcosa di urgente? Posso darti il numero di cellulare di
Emmett. >>
<<
No no, si figuri, Rosalie si sarà dimenticata che era il suo
turno di andare a prendere le pizze, non si preoccupi. Era solo una
sciocchezza. >>
<<
Bene, allora, buona serata. >>
<<
Grazie, anche a lei. >>
Bene,
credo di avere la scusa per andare dalla mia Bella.
Veloce
presi il cappotto che avevo appoggiato sul divano, afferrai le chiavi
della Volvo e corsi verso casa Swan.
Tempo
record, cinque minuti e tredici secondi. Scesi dalla macchina e salii
i tre gradini del portichetto.
Bussai
e attesi.
Pochi
istanti dopo, la porta si aprì e una Bella decisamente
sorpresa si parò davanti a me.
<<
Tu?! Che ci fai qui Edward? >>
Sorrisi
gentile. << Ti accompagno. >> Le indicai la macchina, ero
felice di averla lasciata senza parole.
<<
Bella! Chi è? >>
Alice
comparve dietro sua sorella. << Oh ciao Edward! >> La
salutai con la mano. << Bella, fallo entrare! >>
Si
spostò di lato come un'automa, entrai venendo avvolto dal
profumo di Isabella, decisamente era impregnata tutta la casa.
Smisi
di respirare, se non volevo ucciderla, era meglio evitare che il
vampiro dentro di me prendesse il sopravvento.
<<
Allora Edward, cosa ci fai qui? >> Esclamò il piccolo
folletto, mentre agguantava un barattolo di yogurt e si metteva
seduta sul divano incrociando le gambe sotto di se.
<<
Beh, sono venuto per portare Bella a prendere le pizze. >>
<<
Oh bene! Io con le patatine. >>
Bella
la guardò come se fosse un aliena. Quanto mi sarebbe piaciuto
sapere cosa pensava in questo momento.
Spostò
il suo sguardo su di me e poi, con un semplice sbuffo si allontanò
sparendo nell'altra stanza.
<<
E' andata a prendere la giacca. >> Mi suggeri Alice con voce
complice, tenendo in mano il cucchiaino.
Le
sorrisi.
Chissà
Jasper che sta facendo...
Un
immagine di mio fratello balenò nella sua mente.
<<
E' a caccia in questo momento. >> Le risposi.
Mi
guardo con gli occhi spalancati.
Come...
Ghignai
mentre mi picchiettavo un dito sulla tempia. << Leggo nella
mente. >>
<<
Wow!! >>
Quindi
posso parlarti anche così?
<<
Si, direi di si. >>
E
Jasper invece? Lui cosa fa?
<<
Sente e riesce a controllare le emozioni della gente. >>
Accidenti,
sempre bello!
Bella
arrivò in quel momento. << Sono pronta, andiamo. >>
<<
Ciao Alice! >>
<<
Ciao! >>
Fate
con comodo...
Scossi
la testa ridacchiando mentre chiudevo la porta dietro di me.
Decisamente anche lei non aveva paura di noi.
In
macchina Bella era tesa, la pioggerellina del pomeriggio era
diventata piano piano un vero e proprio temporale.
Accesi
il lettore cd, lasciando che le note di Claire de Lune si
diffondessero in macchina.
La
sentì sospirare.
<<
Se non ti piace, puoi cambiare. >>
<<
No. Mi piace Debussy, è molto romantico e malinconico. >>
La
guardai per un attimo.
<<
Si, lo penso anche io. >>
E
un po' la vidi rilassarsi, io invece provai a respirare con il naso e
subito, forte come una cascata di mattoni, il suo odore mi colpì
e infiammò la gola.
Era
il profumo più buono che avessi mai odorato.
<<
Come facevi a sapere che mi serviva un passaggio? >>
Ottimo,
se parlavamo mi sarei distratto dalla voglia di morderla subito.
<<
Beh, diciamo che ho sentito la tua conversazione con Esme. >>
<<
Esme? >>
<<
Mia madre. >>
<<
Oh... capisco. Hai origliato! Sei un vampiro spione. >>
Ridacchiò prendendomi in giro.
Mi
piaceva che l'atmosfera si stesse rilassando fra di noi.
<<
No, mi spiace ma hai sbagliato. Io non spio, quello è Emmett.
>>
Mi
guardò scettica.
<<
Stavo giocando alla Playstation di Jasper e ho sentito la tua
conversazione, noi vampiri abbiamo un udito molto sviluppato. >>
Si
girò verso di me. << A cosa stavi giocando? >>
<<
Mmm... prima abbiamo fatto una gara di auto, poi stavo guardando a
cosa giocare. Ti piacerebbe provarla? >>
<<
Magari un giorno. >> Accennò un piccolo sorriso.
<<
Benissimo, allora un giorno ti aspetto per una partita. >> Le
risposi sincero.
<<
Siamo arrivati. >>
Parcheggiai
l'auto e alla mia velocità, andai ad aprirle la portiera.
<<
Wow! >> esclamò sorpresa. << Dovrò
abituarmi. Non fate così anche in pubblico però. >>
<<
No, decisamente no. Anzi, se potete evitare di... >>
<<
Tranquillo Edward, saremo mute come pesci. Anche se mi stupisco che
la gente non vi abbia ancora scoperto. >>
Entrammo
nella piccola pizzeria e dopo pochi istanti due pizze fumanti ci
vennero consegnate.
<<
Tu non prendi nulla? >> Mi domandò innocentemente.
La
guardai trattenendo un sorriso ironico. << Dieta speciale,
ricordi? >>
<<
Oh, scusami! >> era sinceramente imbarazzata.
Tornammo
in macchina, l'odore delle pizze copriva quello di Bella, anche se
ormai era impresso a fuoco nella mia mente.
<<
Edward, posso farti una domanda? >>
<<
Certo, dimmi pure. >>
<<
Perché tu, Jasper e Emmett ci state sempre così
addosso? >>
La
mia piccola Isabella aveva visto bene, e adesso cosa le rispondevo?
<<
Beh, Emmett e Rosalie si piacciono, quello lo vedi anche tu
chiaramente. >>
<<
Si, ma tu e Jasper? >>
<<
Jasper è molto attratto da Alice e mi sembra che anche lei
provi dell'interesse per lui. >>
<<
Forse, non ne abbiamo ancora parlato... e tu? >>
Mi
sentivo u po' in imbarazzo e un po a disagio, cosa potevo dirle? Se
le avessi detto che era soprattutto il suo sangue all'inizio ad
attirarmi ma ora era diverso... optai per una sincera verità o
almeno una parte di essa.
<<
Beh, tu mi incuriosisci. La prima volta che ti ho visto, ho sentito
il profumo del tuo sangue, desideravo morderti e assaggiarlo. >>
La
vidi spalancare gli occhi sconvolta. Dentro di me pregavo affinché
mi lasciasse finire e che capisse.
<<
Mi sono trattenuto e ho cominciato a conoscerti. Adesso, non è
solo questo che mi attira. Mi incuriosisci... sei, particolare. >>
La
vidi arrossire, al mostro piacque e anche a me.
<<
Siamo arrivati. >> Le dissi a bassa voce.
Osservò
casa sua, sembrava indecisa se scendere o rimanere.
Si
voltò verso di me e mi sorrise. << Grazie Edward. >>
<<
Di cosa? >>
<<
Per avermi accompagnata e per avermi detto la verità. Grazie.
>> Il sorriso che mi fece fu la cosa più bella che
avessi mai visto ed era tutto per me.
<<
Prego. >>
Scese
dalla macchina e corse in casa, per quella sera, potevo dirmi
felicemente soddisfatto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Tornai
a casa felice, Esme mi venne in contro sorridente.
<<
Allora, dove sei stato? >>
<<
Da Isabella. >> Ammisi.
I
suoi occhi si illuminarono. Sono così felice per te Edward!
<<
Veramente non è come pensi. Abbiamo solo parlato un po'. >>
Si,
ma sono certa che ti accetterà. Sei troppo speciale per non
accorgersene.
<<
Si, certo... >>
<<
Io e tuo padre andiamo a caccia, ti unisci a noi? >>
<<
Si, ne ho davvero bisogno. >>
Ed
era vero, stare a contatto con Isabella era bellissimo, ma temevo
sempre che la parte meno nobile di me venisse a galla e questo non
potevo permetterlo.
Lasciai
a casa il cappotto per evitare di rovinarlo, qualche istante dopo
comparve Carlisle.
<<
Edward, pronti per andare? >>
<<
Si. >>
Vedevo
nella sua mente le domande che avrebbe voluto pormi, ma per il
momento non sapevo dargli una risposta precisa, era troppo poco il
tempo che avevo passato con Isabella per capire se anche lei provasse
per me almeno una briciola di attrazione.
La
caccia era uno di quei momenti in cui potevo lasciare libero il
mostro e farlo sfogare, gli animali si nascondevano al nostro
passaggio, ma tutto inutile.
Siamo
i predatori più pericolosi del mondo, niente ci sfugge.
Afferrai
un cervo e lo morsi, i miei denti affondarono come se la sua carne
fosse burro, succhiai quel liquido scarlatto riempiendomi e
saziandomi.
La
gola finalmente aveva smesso di bruciare in modo così
assillante, almeno per qualche altro giorno potevo restare a contatto
degli umani senza correre rischi inutili.
Edward,
Esme mi ha raccontato che hai passato la serata con Isabella.
<<
Si, abbiamo parlato. >>
Si
avvicinò di qualche passo. << E come è andata? >>
Le hai detto tutto?
<<
No, non le ho detto tutto, le ho spiegato che il suo sangue mi
attirava all'inizio, ma che adesso c'è dell'altro. >> Lo
fissai negli occhi. << Lei non ha paura di noi e neanche le sue
sorelle. Ma, non sono riuscito a dirle del patto... >>
La
mano di Carlisle si appoggiò sulla mia spalla. E' già
una buona cosa che non ci temano.
<<
Si, questo è vero, ma io, non mi sento corretto nei suoi
confronti. >>
<<
Devi darle tempo, Edward. Cercate di conoscervi prima, sono certo che
se lei ti conoscesse veramente, non prenderebbe male la verità.
Isabella mi sembra forte. >>
Vidi
nella sua mente un suo incontro con Isabella e Alice.
<<
Quando vi siete visti? >> Mi infastidiva il fatto che Bella
avesse incontrato mio padre e io ne fossi all'oscuro.
<<
E' venuta da me oggi. Mi ha fatto una richiesta un po' particolare.
>>
Frugai
nella sua mente curioso. Cosa gli aveva chiesto la mia piccola ninfa?
Socchiusi
le labbra stupito.
<<
Esme le sta raccogliendo adesso. >>
<<
Lei ti avrebbe... >>
<<
Si, mi ha chiesto di procurargliene un paio. >>
<<
Ma perché? >>
Beh,
questo domandalo a lei.
Sicuramente
le avrei posto la domanda, Bella era una continua sorpresa.
Era
ancora notte quando tornammo a casa, mi cambiai i vestiti e mi
infilai sotto la doccia, ancora molte ore mi separavano dal mio
incontro mattutino con lei.
Mi
preparai con calma, avevo tutto il tempo a mia disposizione, mi
osservai allo specchio, blue jeans, camicia e maglioncino. Lanciai
uno sguardo all'orologio e un suono lamentoso uscì dalla mia
bocca.
Erano
solo le due di mattina, non avevo mai odiato così tanto lo
scorrere lento dei minuti.
<<
Edward, ricordati queste per favore. >> Esme mi diede un
sacchetto contente la richiesta di Bella.
Lo
presi e lo fissai assorto, decisamente mi doveva dare una
spiegazione.
Afferrai
le chiavi della macchina, caricai la borsa e il cappotto grigio.
Sapevo che era prestissimo, ma dovevo assolutamente vedere Bella,
anche se l'avessi trovata nel letto a dormire.
Starle
lontano troppo a lungo non mi piaceva.
Battei
il mio record precedente, stavolta ci avevo messo solo tre minuti e
undici secondi, parcheggiai la macchina nel loro vialetto e scesi.
La
casa era completamente al buio.
Annusai
l'aria e individuai la sua stanza, era al primo piano, la finestra
socchiusa, senza riflettere, presi la borsa che Esme mi aveva
affidato, con un piccolo slancio e una piccola arrampicata arrivai a
destinazione, sbirciai all'interno, la stanza era satura del suo
odore.
Guardai
verso il letto, lei era li.
Entrai
senza fare alcun rumore, appoggiai il pacchetto nelle mie mani sulla
sua scrivania e mi avvicinai.
Rilassai
i muscoli.
Respirai
piano piccole dosi del suo odore, era veramente delizioso.
Bella
era assolutamente poco femminile, dormiva con i pantaloni neri della
tuta, una magliettina sbrindellata verdona, i capelli raccolti in
qualche modo, tenuti fermi da una matita, probabilmente usata per
prendere degli appunti scolastici.
Era
completamente abbracciata al cuscino, sembrava un koala aggrappato al
ramo di un albero, le coperte completamente attorcigliate attorno
alle gambe.
Dava
l'impressione di essere un tipino molto agitato durante il sonno.
Sorrisi
come uno scemo. Ai miei occhi era adorabile.
Mi
avvicinai ancora incautamente, aveva le labbra socchiuse, sentivo il
suo respiro caldo su di me, era una sensazione piacevole.
<<
Mmm... stupi..do... >>
Parlava
nel sonno!
Questa
non volli perdermela, mi inginocchiai accanto a lei e ascoltai tutti
i suoi assurdi discorsi.
<<
Cre..tino... >>
Mmm,
decisamente stava dando del cretino e dello stupido a qualcuno.
Sghignazzai.
<<
Edward... >>
Ora
non ridevo più. Ero io il cretino?!
<<
Mm.. noo Jake... va via.... >>
Bè,
almeno mandava via il lupacchiotto anche nei sogni. Anche se, sapere
che quel cane era nei suoi sogni, per quanto sgradita la sua presenza
anche da Bella, era per me motivo di enorme fastidio.
Si
agitò un po', il cuscino scivolò fra me e il letto, la
sua mano tastava il materasso cercandolo, mi piegai appena per
ridarglielo, quando le sue dita si aggrapparono ai miei capelli.
Mi
trascinò verso il letto, le sue braccia mi avvolsero la testa
come un boa, smisi immediatamente di respirare, mentre mi pareva
invece che Isabella prendesse degli enormi respiri.
<<
Mmm... Edward... >>
Oh
bene, ero tornato nel sogno, chissà cosa mi avrebbe detto
stavolta, fino ad ora mi ero beccato uno stupido e un cretino,
cos'altro poteva dirmi?
<<
... resta. >>
Bé,
questo mi faceva piacere, voleva che restassi, e lo avrei fatto, per
nulla al mondo mi sarei separato da lei.
Mi
rilassai, o almeno tentai, ripresi a respirare le piccole dosi del
suo profumo, le sue braccia mi passavano una sul collo e una sulle
labbra, non potevo muoverle o avrei rischiato di morderla, ma dentro
di me gioivo nell'essere così abbracciato da lei.
La
sentì strofinare il suo volto contro i miei capelli, era come
sentire una scia infuocata dove le sue labbra mi sfioravano la pelle.
Non
parlò più, i minuti passavano lenti, mi persi
nell'ascoltare i suoi respiri, il suo cuore aveva un battito
melodioso. All'improvviso il battito cambiò la sua frequenza,
anche il respiro si fece meno profondo.
Osservai
la sveglia, erano quasi le sette, presto si sarebbe svegliata, non
era il caso che mi facessi trovare li, avrebbe pensato di nuovo che
ero un vampiro spione.
E
stavolta non potevo darle torto.
Piano
piano scivolai via dalla sua presa, mugugnò infastidita,
sorrisi di nuovo. Mi dispiaceva lasciarla ma l'avrei rivista a breve.
Presi
il pacchetto di Esme e saltai, fuori dalla finestra, osservai ancora
per qualche attimo la casa, già sentivo la sua mancanza.
Scossi
la testa incredulo dell'effetto che mi scatenava, ero completamente
dipendente da lei.
Feci
forza su me stesso e me ne andai, guidai lentamente fino a casa
pensando continuamente al suo dolce profumo.
Varcai
la soglia di casa appena in tempo per vedere Carlisle uscire per
andare al lavoro.
Sei
andato da lei?
Annuì.
Ricevetti un breve sorriso compiaciuto.
<< Jasper >> Chiamai a voce normale, con il nostro udito non c'era
bisogno di urlare.
Arrivò
in pochi attimi.
Hai
addosso il suo odore.
Si,
lo sapevo e mi dava sollievo poter sentire a sua fragranza su di me.
<<
Sei pronto? >>
<<
Certo, andiamo. >>
Salimmo
sulla Volvo, e cercando di trattenere la velocità, ci recammo
a scuola.
Durante
il tragitto, potevo chiaramente sentire i pensieri di mio fratello,
erano quasi tutti rivolti ad Alice, mi veniva da sogghignare, non
eravamo messi molto bene io e lui.
A
quanto pare, voleva chiedere alla piccola Swan un appuntamento,
chissà se il piccolo folletto avrebbe accettato. I suoi
pensieri, la sera prima, erano rivolti a Jasper, forse non gli era
del tutto indifferente. Bé, io facevo il tifo per lui.
Alice
mi sembrava un tipo molto bizzarro e vivace, tutto l'opposto di
Jasper, si, credo che assieme avrebbero fatto faville.
Parcheggiai
al mio solito posto, prima invidiavo Emmett, lui dimostrava quasi
vent'anni e poteva risparmiarsi il supplizio di andare a scuola, ma
ora che Bella era arrivata, la scuola non mi sembrava più
tanto male, se lei era nei paraggi.
I
primi studenti cominciarono ad arrivare, scorsi Mike, Jessica, poco
dopo arrivarono Laurent, Tayler e poi ancora Angela con Ben... poco a
poco arrivarono tutti, e alla fine, eccole.
Accompagnate
da Rosalie con la Bmw rossa, Alice e Bella fecero il loro arrivo,
molto occhi si puntarono su di loro. Notai i lieve rossore sulle
guance della mia piccola ninfa.
Era
imbarazzata.
Avrei
voluto staccare gli occhi a tutti, solo io potevo permettermi di
ammirarla, i pensieri di Jasper erano pari con i miei, avrebbe
volentieri massacrato i ragazzi che posavano su Alice il oro sguardo.
Rosalie
le fece scendere e se ne andò, nella sua mente vidi che aveva
un appuntamento con Emmett.
A
quanto pare, stavano davvero andando d'amore d'accordo quei due.
Ci
avvicinammo con passo normale all'ingresso dell'istituto.
<<
Hey ciao! >> La voce squillante di Alice ci raggiunse,
accompagnata da un saluto con la mano.
La
vidi correre verso di noi con un leggero passo di danza, era davvero
buffa.
<<
Ciao! >> Ci sorrise felice di vederci, e lo era davvero, o
almeno era felice di vedere Jasper.
<<
Alice. >> La salutai.
<<
Ciao Alice >> La voce di mio fratello era bassa e suadente, per
un attimo vidi lo sguardo di Alice diventare leggermente vacuo, ma si
riprese quasi subito.
Cercai
Bella e la vidi, Jessica le si era appiccicata come una sanguisuga,
dalle smorfie di Bella, intuì che non era felice della
situazione.
Ascoltai
cosa le stesse dicendo Jessica di così fastidioso.
<<
E così siete amiche dei Cullen. Wow... non sono mai stati
molto sociali con gli studenti di questa scuola. Come avete fatto? >>
<<
Fatto... >> Sospirò Bella. << Non abbiamo fatto
assolutamente nulla. >>
Ma
lei continuò come se Bella non avesse parlato. << Voglio
dire, non è che potresti presentarmi a Edward? >>
Stavolta
Isabella spalancò gli occhi. << Jessica, è un tuo
compagno di scuola, lo conosci da più tempo di me! >>
Mike
si aggiunse al piccolo duo. << Allora, pronte per biologia? >>
Appoggiò
un braccio attorno alle spalle di Bella.
Per
un attimo l'ira mi accecò, già mi vedevo avanzare
rapido e staccargli con un morso quel braccio, ma fu solo il pensiero
di un secondo, Bella gli afferrò il polso e se lo scrollò
di dosso infastidita.
<<
Prontissime. >> Rispose di malumore.
Basta,
decisi di intervenire.
<<
Scusatemi... >> Sibilai a Jasper ed Alice che ormai non mi
ascoltavano neanche più.
A
passo umano raggiunsi il mio piccolo sole.
<<
Bella, andiamo. >> Le misi una mano sulla spalla, la sentì
tendersi e poi rilassarsi.
Gli
occhi di Jessica e Mike si allargarono. << Ragazzi. >> Li
salutai, le feci solo una lieve pressione con la mano e assieme ci
avviammo nel corridoio della scuola.
La
rabbia di prima venne spazzata via dall'euforia, si perché
Bella non aveva ancora spostato la mia mano dalla sua spalla e la
cosa mi piaceva un sacco.
<<
Dovresti ringraziarmi, ti ho salvato la vita. >> Le sussurrai
abbassandomi verso il suo orecchio.
Notai
i brividi sulla sua pelle. << Me la sarei cavata anche da sola.
>>
Ecco,
da un'altra ragazza mi sarei aspettato un grazie, da lei non potevo
aspettarmi che questo. Aveva un carattere assurdo, mi piaceva anche
per quello, scossi la testa con un leggero sorriso.
Ah
Bella! Quanto mi piaci!!
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Allora, questo aggiornamento straordinario, lo dovete a USAGI, per merito suo aggiornerò prima. Ringrazio le 70 persone che lo hanno messo nei preferiti e vi chiedo, vi costa tanto lasciare un commento? ...
Capitolo
4
Entrammo nell'aula di
biologia, quella era la nostra prima e unica lezione assieme in
quella giornata, la mia mano era ancora posata sulla sua spalla, la
condussi al mio tavolo, non avevo un compagno e fui più che
felice di dividere la mia postazione con lei.
Ci sedemmo tranquilli.
<< Ho qualcosa per
te in macchina. >>
<< Davvero? >>
<< Si, anzi, mi
piacerebbe sapere, come mai hai fatto una richiesta simile a
Carlisle. >>
<< Oh! >>
Sorrise tentando di nascondere l'imbarazzo.
L'aula si stava poco alla
volta riempiendo.
<< Diciamo che è
stata un'idea di Alice. >> Buttò li come risposta.
<< Sono curioso...
>> Mi avvicinai un po' con la sedia.
Abbassò di un tono
la voce. << Credo che voglia uscire con Jasper. >>
La guardai senza capire.
E allora? Cosa centrava?
Corrugai le sopracciglia.
Isabella sbuffò.
Si guardò attorno e notò che i nostri compagni ci
stavano fissando, in effetti eravamo molto vicini, entrambi
concentrati l'uno verso l'altra, occupavamo solo la parte confinante
fra i due banchi e il resto era vuoto.
Si sollevò un po'
spostandosi di qualche centimetro.
<< Dopo ti
spiego... >> Bofonchiò portando la sua attenzione al
professore che entrava in quel momento.
Io non volevo saperlo
dopo, io volevo saperlo adesso!
Presi un foglio e con
rapidità le scrissi un bigliettino, lo feci scivolare accanto
a lei.
Lo prese e lo lesse, le
sue dita bianche afferrarono la matita e scrisse una risposta sotto
la mia domanda.
Non puoi dirmelo adesso?
No
Ripresi il foglio e
scrissi nuovamente, lo spostai verso di lei, poco dopo arrivò
la sua nuova risposta.
Per favore, vorrei saperlo.
Dopo...
Mi sentivo come i bambini
delle elementari. Scrissi nuovamente e lo passai sulla sua parte di
banco.
Sbuffò. Ci mise un
po' a scrivere la risposta.
Ti prego Bella, sono curioso di
sapere a cosa servono quelle due bottiglie che Esme a riempito di
sangue animale.
Sai Edward, ti
facevo più intelligente. Ma è ovvio che bellezza e
intelligenza non vanno mai di pari passo.
Alice vuole uscire
con Jasper, Emmett ci ha detto che ha ancora dei problemi a gestire i
suoi rapporti con gli esseri umani e Alice non vuole correre rischi.
Rimasi per un attimo
sconcertato dalla risposta, ma poi un sorrisetto mi comparve in
volto.
Scrissi rapido un altro
commento, veloce lo misi sul suo quaderno e attesi.
Qualche minuto dopo
arrivò la sua risposta.
Emmett ha ragione e Alice ha avuto
una buona idea.
Quindi mi trovi bello?
Oddio Edward, non dirmi che vuoi
davvero sentirtelo dire?! Avevo capito che eri un narciso, ma non
fino a questo punto!
Sei bellissimo! Un vero schianto!
Contento?!
Le mie labbra si stirarono in un
sorriso, la mia mano scorreva veloce, mentre la sua nelle risposte
era molto più lenta.
Non molto ma e' gia' un passo
avanti. Io ti considero bellissima.
Edward, credo proprio che la tua
vista sia un po' offuscata sai?
Storsi il naso, evidentemente non
aveva una buona idea di se ed inoltre, i complimenti non le facevano
nessun effetto.
Per un paio di minuti recai attenzione
alla mente del professore, nel caso fosse servito e formulai la
seguente domanda, stavolta attesi con un po' di ansia, cosa mi
avrebbe risposto?
Il foglietto scivolò piano
verso di me.
La mia vista e' perfetta, sei tu
che non ti consideri abbastanza. Sinceramente, a cosa stai pensando
in questo momento?
Io nutro ancora dei dubbi sulla
tua vista sai?
Sto pensando a diverse cose,
primo fra tutte, non ho seguito nulla della lezione per colpa tua.
Secondo mi sento molto sciocca se penso a quello che stiamo facendo
in questo momento, neanche da piccola facevo cose simili! Terzo,
nonostante il punto due, mi sto divertendo. Sei simpatico, un po'
vanesio, ma simpatico.
Vieni a pranzo con me vero? Non
puoi lasciarmi sola, Jessica e Mike mi assalirebbero!
Sorrisi debolmente, staccai un altro
foglio e scrissi. Mentre attendevo la sua risposta, nascosi tutto
quello che ci eravamo scritti nel mio libro, lo avrei conservato.
Lasciamo stare la mia vista che
ripeto e' perfetta, sono contento che ti diverti e che mi trovi bello
e simpatico.
Si, vengo con te a pranzo. Anzi, da
oggi saro' sempre al tuo fianco, cambi di lezione compresi.
Wow! Ho il mio vampiro personale!
Sono lusingata Edward, sul serio! Ma io ho detto solo che sei
simpatico, non che sei bello.
Aggiunsi rapido una nota sotto la sua
scrittura
No, tu hai detto che sono
bellissimo, uno schianto!
Non poté scrivere
altro, la campanella suonò la fine delle lezioni, mi votai
verso di lei e le sorrisi mostrando leggermente i miei denti. <<
Allora, adesso il tuo bellissimo vampiro ti accompagna a ... ? >>
Sghignazzò
divertita. << Spagnolo... >> Mi rispose ponendo i libri
nella sua borsa e porgendomi il foglio, dove il nostro piccolo
discorso faceva bella mostra di se. << Andiamo... >> Si
alzò sempre ridacchiando e io la seguii subito. << ...
mio bellissimo vampiro. >> Bofonchiò a bassa voce.
Lei ridacchiava, ma
quelle parole mi mandarono brividi per tutto il corpo. Se solo avesse
cominciato a comprendere seriamente che ormai, davvero, io le
appartenevo.
L'aula di spagnolo era
nell'edificio B, durante il tragitto, notammo spesso gli sguardi
curiosi degli altri studenti.
Bella tentava d'ignorarli
e anche io, ma non potevo fare nulla per ignorare i loro pensieri. Le
ragazze invidiavano letteralmente la mia piccola cantante, mentre i
ragazzi avrebbero voluto essere al mio posto.
Alcune immagini mentali a
dir poco sconvenienti mi fecero ribollire. Come si permettevano di
immaginarsi con Bella in quelle situazioni?Era assurdo!
<< Ci stanno
guardando tutti. >> Parlò piano a bassa voce.
<< Si, sono tutti
invidiosi. >>
<< Le ragazze di
sicuro. Penseranno che ci sia qualcosa fra di noi... >> Il tono
pensieroso con cui lo disse mi fece sorgere una domanda.
<< Ti darebbe
fastidio? >>
La sua risposta era di
vitale importanza per me. Non avrei sopportato l'idea di sapere che
Bella non avrebbe mai gradito la mia figura al suo fianco.
<< No, io almeno
non avrò più i ragazzi che mi scodinzolano attorno, il
che è un bene. Mi dispiace per te >>
Mi sentii sollevato, mi
veniva da sorridere, ma esternamente rimasi impassibile. <<
Perché? >>
<< Bé, non
ti da fastidio che le tue spasimanti credano che fra noi ci sia
qualcosa? Una di loro potrebbe essere la tua futura compagna, no? >>
Non potei trattenermi dal
ridacchiare. << No, tranquilla. Nessuna di loro può
esserlo. >>
Alzò le spalle
indifferente. << Oh bé allora, sono più
tranquilla. >>
<< Bella, sei
totalmente assurda. >> Le posai un braccio sulle spalle, non mi
ero mai sentito così leggero in vita mia.
La lasciai davanti
all'aula di spagnolo, era dolore fisico quello che sentivo nel
lasciarla da sola, ma non potevo fare altrimenti.
Durante tutta l'ora mi
intrufolai nella mente dei suoi compagni, la osservavo con i loro
occhi, non era lo stesso come averla vicino, ma potevo almeno
garantirmi che stesse bene e che nessuno le si avvicinasse troppo.
Sfortunatamente Mike
Newton era suo compagno in quella lezione e, oltre a sentire i suoi
pensieri, dovevo anche sorbirmi lui che ci provava spudoratamente.
Nella mia mente, già
mi vedevo correre nell'aula e staccargli la testa con un semplice
gesto, era già la seconda volta che Mike mi scatenava questa
ira, doveva solo pregare di non esagerare o non avrei potuto
trattenere il mostro e, sinceramente in quei momenti avrei voluto
davvero lasciarlo libero per uccidere chiunque si avvicinasse a
Bella. Ma il pensiero di lei e dell'orrore che avrebbe provato solo a
guardarmi, bastava a frenare la mia rabbia.
I minuti scorrevano
troppo lenti, com'era possibile? L'ora che avevo passato accanto a
Bella era volata e adesso sembrava che lo facessero apposta di non
passare mai...
Mi sintonizzai nuovamente
nelle menti dei suoi compagni. Mi dovevo essere perso qualcosa, Mike
si stava tenendo una mano dolorante...
Saltai nella mene di
Angela, a quanto pare Mike aveva tentato un approccio fisico, visto
che con le parole non sortiva l'effetto voluto, vidi il giovane
Newton prendere la mano di Isabella e sfiorarle il dorso con il
pollice. Il mostro dentro di me si riscosse, mai toccare ciò
che appartiene a Edward Cullen.
Ma la visione non era
finita, Bella aveva afferrato il suo righello e con un sorriso tirato
sulle labbra lo aveva picchiato non molto delicatamente sulla mano
incriminata.
Newton si era trattenuto
dall'urlare dal male, ma il color rosso accesso della sua mano
parlava da solo, doveva avergli fatto veramente male.
<< Non provarci più
Mike, sono già impegnata. >> Gli sibilò furente
mantenendo sempre un finto sorriso di circostanza.
<< Sshhh... >>
Sibilò Mike dal dolore. << E non potevi semplicemente
dirmelo? >>
Isabella si fece più
vicino sempre con il righello nella mano. << Pensavo avessi
capito... stamattina. >>
Il ragazzo dolorante
spalancò gli occhi. << Cullen?! Tu e ... >>
<< Io e Edward >>
Confermò Bella.
Mi sentì
orgoglioso di lei e molto molto arrabbiato verso di lui.
Isabella per oggi, gli
aveva salvato la vita dalla mia furia.
La campanella finalmente
suonò e come una gazzella, mi recai rapido verso l'aula di
spagnolo.
Arrivai giusto in tempo
per vedere Mike uscire tenendosi la mano dolorante, mi fissò e
lessi i suoi pensieri.
Maledetto!
Perché Isabella!
Non lo degnai più
di tanto, in quel momento, la perfezione assoluta stava uscendo
dall'aula.
<< Ciao. >>
La salutai allegro.
<< Ciao. >>
<< Tutto bene? >>
Mi sembrava pensierosa.
<< Si. Credi che mi
espelleranno? >>
La guardai cercando di
capire, poi mi fu chiaro. << Se l'è cercata. A
proposito, sei stata grande! >>
Il suo sguardo parlò
per lei.
<< Come... come fai
a saperlo? >> I suoi occhi mi osservano seri.
Mi ero fregato da solo.
Valutai per una manciata
di secondi se dirle quel piccolo particolare e optai per un si, più
ero sincero con lei e meglio era.
Presi un respiro
profondo, sentendo il suo profumo scivolarmi in gola.
<< Diciamo che non
è il luogo per parlarne... >>
<< Edward... >>
<< Tranquilla, non
voglio avere segreti con te. >> Le sorrisi rassicurante. <<
Ti fidi di me? >>
La sentì respirare
profondamente. << Si, mi fido. >>
<< Bene, allora
dopo, pranzerai con me e ti dirò tutto quello che vuoi sapere.
>>
<< Tutto tutto? >>
<< Tutto tutto. >>
Mi sentivo febbricitante
dalla gioia, lei si fidava di me.
<< Ok. Andiamo,
adesso ho trigonometria. >> Mi accennò ad un sorriso.
<< Andiamo... >>
Non potei non rispondere al suo piccolo sorriso.
Se quello era solo un
assaggio della felicità che avrei potuto provare con Bella al
mio fianco, mi domandavo come sarebbe stata meravigliosa l'eternità
con lei. |
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
ringrazio le 86 persone che hanno messo la ficci nei preferiti e un grazie di cuore anche e soprattutto a chi commenta!!
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Capitolo
5
L'ora di trigonometria
volò rapida, Angela si era offerta di essere la sua compagna
di banco, avrei davvero voluto fare un dono a quella ragazza, la sua
mente non era mai volgare, era sempre mite e gentile verso il suo
prossimo. Bella era fortunata ad averla come amica.
Al suono della
campanella, già mi trovavo appoggiato allo stipite della porta
con le braccia incrociate, attendevo l'arrivo della mia piccola
venere.
Il suo profumo mi giunse
pochi attimi prima di vederla, era sempre magnifica ai miei occhi.
<< Ciao. >>
Le sorrisi. << Andiamo... >>
Mi sorrise in rimando, si
mise accanto a me e ci avviammo verso la mensa.
Al nostro ingresso
moltissime teste si voltarono verso di noi, per un attimo sentì
il cuore di Bella accelerare e d'istinto mi domandai perché.
La condussi verso i
vassoi e sempre standola accanto la vidi prendere della verdura, una
mela e una soda.
<< Solo questo? Non
dovresti nutrirti di più? >> Le domandai curioso.
Sogghignò
rispondendomi. << No, fidati, questo va più che bene. >>
Io per salvare le
apparenze presi un trancio di pizza e una bottiglia d'acqua.
Ci sedemmo nel tavolo più
distante di tutti, cercando di trovare un po' di intimità per
poter parlare tranquilli.
Notai poco distanti da
noi Jasper e Alice, li salutai con un cenno della testa, anche loro,
come noi avevano preso un tavolo da soli.
Ciao!
Il saluto gioioso di
Alice mi arrivò senza problemi.
Tratta
bene la mia sorellina!!
Annuì leggermente
in modo che capisse e poi mi concentrai su Bella che non si era persa
nulla a quanto pare del mio comportamento.
Aveva lo sguardo serio e
curioso, sapevo che adesso sarebbero piovute le domande, cercai di
rilassarmi e di apparire più tranquillo di quanto non fossi in
realtà, speravo ardentemente che le risposte alle sue domande
non la facessero allontanare da me.
<< Allora... >>
Cominciai << chiedi pure. >>
Si accomodò meglio
sulla sedia e si sporse leggermente in avanti verso di me, si stava
tormentando le labbra con i denti, sperai vivamente che non si
tagliasse.
Assottigliò lo
sguardo e mi pose la sua prima domanda. << Cosa ti piace? >>
Tutto mi aspettavo tranne
una simile domanda. Aggrottai le sopracciglia. Cosa mia piaceva? In
effetti nessuno me lo aveva mai chiesto... non era una domanda
sciocca, realizzai.
Mi schiarii la voce. <<
Poche cose in effetti. Ehm... Mi piace suonare, guardare il sole che
spunta al mattino... >> Guardare il tuo viso, sentire la tua
fragranza, ma questo non lo potevo dire, non ancora... era troppo
presto, lei non provava nulla di più della semplice amicizia
nei miei confronti.
<< Tutto qui?
Nient'altro? >>
La guardai trattenendo
una piccola risata. << Tutto qui... >>
<< Oh. >>
<< Delusa? >>
<< No, è
solo che... non ti facevo così... >> Sembrava che stesse
cercando le parole giuste.
<< Così
come? >> Come mi vedeva?
<< Romantico. >>
Sentenziò.
Le mie labbra si
socchiusero ma non uscì nessuna parola. Romantico? Lei mi
vedeva romantico?
Isabella mi aveva
lasciato senza parole.
<< Posso farti
un'altra domanda? >> Riprese in mano le redini della
situazione.
<< Si, si certo. >>
Mi diedi un po' di contegno, non volevo che capisse quanto mi stesse
stupendo.
<< Che cosa non ti
piace? >>
La fissai di nuovo per
una manciata di secondi senza dire nulla. Possibile che mi facesse
tutte domande talmente semplici ma che non avevano nulla a che fare
con la mia natura di vampiro?
Possibile? In teoria,
avrebbe dovuto sentirsi impaurita e non lo era, avrebbe dovuto
sentirsi curiosa verso la mia natura e non sembrava che lo fosse.
Mi stava trattando come
un... normale essere umano.
La cosa mi lasciò
di stucco, Isabella mi vedeva come un ragazzo di diciassette anni
normale.
Avrei potuto piangere di
felicità?! Purtroppo no, ma avrei tanto voluto in quel
momento.
Tornai alla realtà
e schiarendomi di nuovo la voce risposi. << Venire a scuola e
ripetere gli stessi argomenti all'infinito, il tramonto perché
segna la fine e... essere quello che sono. >> Finì con
un tono di voce più basso, quasi un sussurro, ma lei mi sentì
comunque.
Mi sentii improvvisamente
vulnerabile, con due sole, semplici domande, aveva scalfito il mio
essere vampiro, oppure ero io che sentivo di poter aprire il vero me
stesso con lei.
Dovevo aver assunto
un'aria terribilmente seria, perché mi parve che la sua voce
avesse una nota di preoccupazione.
<< Edward, tutto
bene? >>
Allungò la sua
mano calda appoggiandola sopra la mia, fredda e morta. Quel semplice
contatto mi fece fremere e capire quanto fossimo diversi, lo sapevo
fin dall'inizio, ma ora, mi sembrava così terribilmente chiaro
e netto.
Non era giusto che lei
facesse parte del patto, non era giusto legarla per sempre a me, lei
era calda, la vita le scorreva nelle vene, mentre io ero quello che
la rubava agli altri.
Ritirai la mano e mi
alzai dal mio posto. << Si, tutto bene. Scusami, devo... >>
Dovevo cosa? Andarmene? Allontanarmi da lei? Si, dovevo.
Afferrai la mia borsa e
mi allontanai sotto il suo sguardo, non osai guardarla, non me la
sentivo.
Edward?!
Edward tutto bene?!
I pensieri di Jasper mi
raggiunsero e poco dopo anche la sua figura.
<< Edward, cosa è
successo? >>
Mi fermai nel corridoio,
lontano da tutti gli sguardi.
<< Niente Jas, sto
bene. Ho bisogno di andare a casa. >>
Capisco.
Ovviamente capiva,
sentiva il mio stato d'animo.
Lasciami
le chiavi della macchina, una corsa non ti farà male.
Annuì, in effetti
non era una cattiva idea, le consegnai a lui e veloce mi diressi
verso l'uscita.
Appena fui fuori,
camminai rapido verso il bosco e una volta nascosto dagli alberi mi
misi a correre, sentire l'aria fredda sul volto mi fece bene, ma i
pensieri di prima non abbandonavano la mia testa.
Ruggì frustrato.
Giunsi a casa che ormai
era sera, avevo passato tutto il tempo a pensare e riflettere, non
volevo lasciare Bella, ma non potevo condannarla alla mia non vita.
Il solo pensiero di non vederla più mi provocò un
dolore atroce, ma dovevo pensare a lei prima.
Aprì la porta di
casa e subito un odore delizioso mi colpì forte.
Non è possibile!
Pensai.
Con lo sguardo raggiunsi
le figure dei miei genitori, seduti sul divano bianco, seduta di
fronte a loro stava la mia Isabella, con accanto Alice e Jasper.
<< Edward! >>
Esclamò Esme. Cosa è successo?
Li ignorai e mi rivolsi a
lei, alla mia cantante. << Che cosa ci fai qui? >> La mia
voce suonava dura e fredda, la stavo ferendo, lo vedevo dal suo
sguardo, ma fu solo un attimo, i suoi occhi brillarono di rabbia.
<< Ero preoccupata!
Te ne sei andato senza motivo! >>
<< Non devo rendere
conto a te di quello che faccio. >>
Si avvicinò di
qualche passo, era notevolmente più piccola di me, ma in quel
momento mi sembrava tanto un adorabile gattino che tirava fuori gli
artigli. Le sue guance si colorarono di un leggero rosso pastello e i
suoi occhi si fecero più aggressivi.
Sia il mostro che
l'Edward umano la desideravano in maniera impressionante.
Puntò il suo
fragile dito contro il mio petto e sibilò. << Sai cosa
ti dico!? Hai ragione! Sono proprio un'idiota! Come ho potuto
preoccuparmi per te! >> Prese un bel respiro e cercò di
controllare la sua voce che vibrava di collera. << Ho sbagliato
a giudicarti. Credevo di aver trovato un amico, una persona... >>
Si fermò serrando le labbra e abbassò lo sguardo.
Mi sentivo uno schifo.
La vidi rivolgersi ai
miei genitori e ad Alice. << Scusatemi, è meglio che
vada. Tu che fai? Rimani o vieni? >>
<< Vengo, andiamo.
>> Rispose Alice avvicinandosi e poggiandole una mano sul
braccio.
La testa mora di Bella
annuì piano.
<< Ci vediamo
Jasper, signori Cullen, Edward. >> Salutò Alice tutti
quanti, spingendo Bella fuori da casa nostra e avviandosi a piedi
verso casa loro.
Edward?!
Ma perché? Era così preoccupata!
Lo sapevo, lo vedevo nei
loro ricordi, Bella era davvero preoccupata per me.
Figliolo,
non capisco.
<< Papà, non
voglio che Bella diventi come noi, non voglio privarla della sua
vita. >>
Carlisle si avvicinò.
<< Edward, hai pensato all'eventualità che se tu
rifiutassi Bella, ci potrebbero essere altri in lista dopo di te...
>>
Assottigliai lo sguardo.
<< Cosa vuoi dire. >>
<< Noi siamo stati
scelti dai Volturi per il patto, ma se dovessimo rifiutare, Aro
sceglierebbe qualcun altro a cui destinare Bella. >>
<< NO! >> Non
poteva! Possibile che la mia Bella non avesse possibilità di
scelta!?
Raggiungila,
parlale, spiegati!
Esme aveva ragione,
dovevo chiarire subito, dovevo trovare un modo per farmi perdonare.
La loro scia era chiara e
inconfondibile, le vedevo chiaramente, stavano camminando tranquille,
parlavano o meglio Alice parlava, Bella si limitava a dei semplici
monosillabi.
<< Bella, sono
certa che domani vi chiarirete. >>
<< ... >>
<< Ci sei rimasta
male eh? >>
Bella infilò le
mani nelle tasche e inspirò profondamente. << Si, molto.
Ma ha ragione lui. >>
Sia io che Alice eravamo
sorpresi dalla sua risposta.
<< Sono solo due
giorni che lo conosciamo, e cosa so di lui, niente. Ha ragione, non
mi deve assolutamente nessuna spiegazione. >>
Ci fu qualche attimo di
silenzio e io mi sentivo sempre di più uno schifo.
<< E' solo che...
>> Riprese Bella con voce bassa. << Credevo di aver
trovato una persona speciale. Sai, avevo pensato che forse... >>
Scosse la testa. << No, niente, lascia stare. >>
Cosa? Cosa aveva pensato?
Mi sentii ancora più frustrato.
La loro casa ormai era
all'orizzonte e io non avevo ancora la più pallida idea di
come chiedere scusa a Bella.
Le ore passavano, le tre
inquiline ormai dormivano nei loro letti ed io ero li seduto sul
davanzale della sua finestra ad osservarla.
Era li, indifesa e
bellissima. Non potevo lasciarla ad un altro vampiro... sospirai
frustrato.
Entrai e mi inginocchiai
accanto a lei, le spostai delle ciocche che cadevano sul suo viso.
<< Bella... >>
La chiamai a bassa voce.
<< Bella... >>
Un mugugnio e niente
altro come risposta.
<< Bella. >>
Il battito del suo cuore
cambiò e poco dopo aprì gli occhi, era assonnata, ma io
dovevo parlarle, non potevo lasciare le cose in quel modo.
<< C.. ciao. >>
Le sussurrai.
Mi fissò
silenziosa aggrottando la fronte. << Edward? >>
<< Si.. >>
<< Sei vero? >>
Sorrisi, era troppo
buffa. << Si... >>
Si spostò un po'
creando un vuoto fra me e lei. << Cosa fai... qui? >>
Forza, era il momento
delle scuse. << Io... ecco, ti volevo chiedere scusa... >>
<< Mmm... >>
<< Mi dispiace
Bella, io... >>
<< Aspetta. >>
mi interruppe e io la fissai dubbioso.
<< Puoi dirmelo
domani mattina, io... non sono molto.. sveglia adesso... >>
Sorrisi, come potevo
negare qualcosa a quel piccolo pulcino.
<< Va bene, allora
ci vediamo domani... >>
<< No... >>
<< No? Non ci
vediamo domani? >> O ero io a non capire o lei stava davvero
dormendo con gli occhi aperti.
<< Si, domani...
adesso resta. >>Spostò le coperte e indicò il
posto accanto a se.
Scherzava?!
<< Bella io non
credo che... >>
<< Edward, ho
sonno, dai. Non ti mangio mica. >> Sbuffò.
Lei mangiare me?! Quanto
volevo ridere.
Mi misi accanto ma sopra
le coperte, Bella scartò il cuscino e mi abbracciò
posando la testa sul mio torace.
<< Notte Edward. >>
<< Notte Bella. >>
Le baciai i capelli, cullandola dolcemente.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Grazie mille a tutte le 97 persone che lo hanno messo nei preferiti e soprattutto a chi ha lasciato un commento Ho deciso che aggiornerò due volte a settimana, una di lunedì e una di giovedì.
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Ero sinceramente stupito
del suo comportamento, Bella era incredibile. Rimase per tutta la
notte aggrappata a me, quasi temesse una mia fuga.
Sciocchina, non avrei mai
potuto lasciarla, non prima di averle spiegato tutto. A quel pensiero
mi sentì sprofondare. Ero ancora terribilmente dispiaciuto per
averla fatta preoccupare, non era nelle mie intenzioni.
Era buffo pensare che
Bella, nonostante mi conoscesse da pochi giorni si fosse affezionata
così a me. La cosa mi piaceva un sacco ma, mi rendeva anche
terribilmente consapevole del futuro che l'aspettava.
Le stelle si spensero e
il debole chiarore del giorno si fece sempre più insistente,
la sveglia accanto al suo letto segnava ormai le sei.
Il mio piccolo angelo si
mosse strofinando il suo volto su di me, era adorabile.
Respirò a pieni
polmoni e poco alla volta i suoi occhi si aprirono e io ci sprofondai
dentro.
<< Ciao. >>
Le sussurrai. Mi sembrava un dolce e tenero gattino, con quei capelli
arruffati e gli occhi sonnacchiosi, come poteva essere destinata a me
una simile creatura?
<< Mmm, ciao. >>
Mi rispose muovendo appena le labbra e aggrappandosi a me come un
koala.
Avrei dovuto mettere le
distanze, lo sapevo. Ma sentire il suo calore, il suo corpo morbido
premuto contro il mio, mandavano in fumo letteralmente i miei
pensieri. Bella era il mio tormento e la mia gioia personale. Avrei
davvero voluto nasconderla al resto del mondo per poterla avere solo
ed esclusivamente tutta per me.
<< Bella, stai
ancora dormendo? >> Le passai una mano fra i capelli, erano
morbidi e leggeri.
<< Mmm >>
Ridacchiai, era assurda e
dolce. Ah! Mio amore, se tu sapessi quanto ti amo in questo momento!
<< Bella, posso
parlarti adesso? >>
<< Mmh.. si... >>
Sospirò sempre rimanendo abbracciata a me.
Ok, era il momento. <<
Io volevo chiederti scusa. Ieri mi sono comportato da idiota. >>
<< E' vero. >>
Ok, me lo meritavo. <<
Non volevo farti preoccupare, non sono stato gentile verso di te. >>
<< Si, sei stato
molto maleducato. >>
Ok, mi meritavo anche
quello. << Scusami, sono stato uno stupido. >>
<< Si, un vero
stupido, un idiota e maleducato. >> Rincarò la dose.
Spostai leggermente il
busto e la guardai. << Lo so, ma non serve che rincari la dose.
>>
Sbuffò contraria e
si riaccomodò meglio contro di me.
<< Il fatto è...
che mi sono sentito vulnerabile, Bella. Non mi era mai capitato nella
mia lunga vita di sentirmi così. >> Presi un bel respiro
e il suo odore mi infiammò nuovamente la gola. << Tu, mi
tratti da umano e questo mi ha confuso. Vedi Bella, io ho quasi cento
anni e questa è la prima volta, da quando sono un vampiro, che
qualcuno mi tratta da umano. Le mie emozioni, le mie sensazioni
umane, io credevo di averle perse, dimenticate. Invece ieri sono
tornate a galla prepotentemente e mi sono sentito... scoperto. >>
Mi fermai dandole il tempo di assimilare tutto. <<
Probabilmente per te non ha senso, ma io ti chiedo, Bella, puoi
perdonare il mio comportamento riprovevole? >>
Un'ansia incredibile mi
stava assalendo e il silenzio di Bella era come un macigno sopra e
dentro di me.
Si staccò dal mio
abbraccio e questo mi fece quasi morire. Rimase vicino a me e si
portò alla mia altezza, i nostri volti erano l'uno difronte
all'altro.
<< Sei un idiota,
uno stupido e un maleducato, ed è già una buna cosa che
tu l'abbia ammesso. Non credevo che le mie domande ti avessero creato
tutto questo scompiglio. Potevi dirmelo. >>
Aveva ragione, potevo
semplicemente parlarle.
<< Allora? >>
Sospirai.
Avvicinò di più
il suo volto al mio e fece una cosa che mi spiazzò. Appoggiò
le sue labbra calde sulla mia guancia fredda. Fu lungo quanto un
battito di ciglia, ma per me fu incredibile.
<< Perdonato. >>
Mormorò allontanandosi.
Il mio corpo voleva
ardentemente prenderla, sdraiarla sotto di me e impossessarsi di lei,
di ogni suo singolo pezzetto.
Ma non lo feci.
Stiracchiai un sorriso.
<< Grazie. >>
Mi sorrise in risposta.
<< Adesso però, concedimi qualche minuto, ho bisogno del
bagno... e di una buona colazione. >>
Ci alzammo, pensavo ormai
di andare a casa.
<< Edward. >>
Mi voltai verso di lei.
<< Mi aspetti vero?
>> Un'ombra di insicurezza le era passata sul volto.
<< Vado a casa e
torno. >>
Si mordicchiò le
labbra, ormai avevo capito che quel gesto significava che era
combattuta su cosa volesse dirmi.
<< Se faccio
veloce, posso venire con te? >>
La sua richiesta mi
spiazzò, perché no?! Magari le avrei fatto provare cosa
voleva dire andare alla velocità di un vampiro.
<< Si, ti aspetto
in cucina? >>
Annuì e uscì
dalla sua stanza, qualche secondo dopo io feci lo stesso entrai nella
loro cucina, trovando un piccolo folletto alle prese con un
tostapane.
<< Alice. >>
La salutai osservandola. Era in pigiama, o meglio, pantaloncini corti
e maglietta a mezze maniche, i suoi capelli sparavano in tutte le
direzioni.
<< Oh, ciao Edward.
>> Mi fissò curiosa. << Sei qui per farti
perdonare? >>
Le sorrisi amichevole,
non c'era modo di tenerle il broncio a quella nanetta. << Si,
me lo ha già concesso. >> Ammisi.
Spalancò gli
occhi. << Wow! Bella è già sveglia! Strano. E ti
ha già perdonato, ancora più strano. >>
<< Perché
scusa? >> Non capivo, perché non doveva perdonarmi? Ma
non era lei che perorava la mia causa con sua sorella?
<< Bé >>
Cominciò sedendosi e impiastricciando di marmellata le sue
fette tostate. << di solito Bella non perdona, o almeno, ci
mette secoli a farlo. Deve volerti un gran bene! >>
La cosa mi fece un
piacere immenso. << Ci conosciamo da poco... >>
<< Si ma >>
Mi interruppe. << vedi Edward, non è da Bella legare
subito con qualcuno. Anche con me e Rose ci ha messo parecchio. >>
Aggrottai la fronte. <<
Non capisco. >>
Alice morse la sua fetta
con gusto, ingoiò il suo boccone. << Non siamo sorelle
sorelle, siamo state tutte adottate. >>
Ora ero stupito. In
effetti, non si somigliavano per niente, ma la somiglianza poteva
essere dettata da altri fattori e quindi non era rilevante.
Una domanda si porse
nella mia mente. << Come vi ha trovato, la vostra madre
adottiva? >> Già come era possibile che, forse l'unica
donna che conosceva il patto fra vampiri e umani le avesse scovate?
Tutte e tre le nostre cantanti? Come?
Vidi i suoi pensieri
riordinarsi. << Eravamo in paesi e luoghi diversi. Io ero in
Texas, Rosalie a Chicago e Bella a Phoenix. >> Addentò
nuovamente la sua fetta. << Un giorno, si presentò alla
porta una donna, accompagnata da un uomo. Vi assomigliava sai, aveva
la pelle come la vostra, ma gli occhi erano rossi. >>
Si fermò e ricordò
il volto dell'uomo, inorridì; Aro in persona si era mosso da
Volterra per cercarle.
Le mie labbra si aprirono
stupite.
Lo
conosci?
Annuì, non sapevo
che tono avrebbe avuto la mia voce, era meglio che non parlassi in
quel momento.
<< Comunque >>
Riprese. << Si presentarono, lei era Renèe, e lui Aro.
Quando gli strinsi la mano, mi vennero i brividi... >> Scrollò
le spalle come per eliminare qualcosa di molto fastidioso.
<< Ricordo che
disse “ Lei è la seconda.” Renèe lo guardò
entusiasta, mi spiegarono velocemente che mi avrebbero adottato e che
già un'altra ragazza ci stava attendendo. Il tempo di
compilare tutti i documenti e il giorno dopo vennero a prendermi, con
loro c'era Rosalie. >>
Quindi Rosalie era stata
la prima a essere trovata, Alice la seconda e Bella la terza.
<< Anche per Bella,
è stato così? >>
Annuì concentrata,
mentre portava alle labbra un sorso di latte.
Sentimmo dei passi veloci
sulle scale e Bella comparve sull'uscio della porta.
<< Giorno Alice! >>
<< Mmm. >>
Salutò in rimando con la faccia nella tazza.
<< Scusa, ci ho
messo un po'. >> Si rivolse a me.
Mi alzai dalla sedia e la
feci accomodare al mio posto. << Wow! Che cavaliere! >>
Sorrise imbarazzata.
Allungò le mani
afferrando i cereali e il latte, stavo ancora pensando alle parole di
Alice, era così assurdo.
La guardai mangiare con
gusto, mi scappò una smorfia. << Sono davvero così
buoni? >>
<< Oh si! Vuoi
provare? >> Indicò la tazza con cucchiaio.
<< No, no. >>
Mi vennero i brividi al solo pensiero, sembravano così
schifosamente appiccicosi e mollicci.
<< Meglio, ne ho di
più per me! >> Esclamò con una nota di gioia
nella voce.
Erano quasi le sette
quando fummo pronti, il leggero chiarore grigio tipico di Forks era
ormai su tutta la cittadina.
<< Andiamo. >>
Scesi i primi scalini con lei al mio fianco.
Finito il vialetto si
fermò. << Dov'è la tua macchina? >>
<< A casa. >>
<< Oh. Ma, se
andiamo a piedi, non faremo in tempo ad andare a scuola. >>
Mi portai vicino a lei e
le dissi con voce bassa. << Ti fidi di me? >>
Arcuò un
sopracciglio. << Che domanda! Ovvio che mi fido, non sarei qui
adesso, no?! >>
Giusta osservazione.
Veloce l'afferrai e la caricai sulla mia schiena.
<< Edward!! >>
Urlò leggermente spaventata.
<< Così
facciamo prima. Reggiti. >> E partii. Sentivo Bella aggrappata
alle mie spalle, tesa come una corda di violino, rallentai di poco la
mia velocità.
<< Tutto bene? >>
Il suo volto era nascosto
nel mio collo, avvertivo il suo respiro sulla mia pelle dura. <<
Credo... di si. >>
Rallentai ancora un
pochino e finalmente alzò il volto.
<< Wow! >>
Esclamò e io non potei fare a meno di ridere.
Eravamo nella foresta,
gli alberi sfrecciavano via veloci.
<< E' bellissimo!!
>> Sussurrò piano, ma la sentii comunque. Il suo cuore
galoppava e la mia felicità cresceva di pari passo, la sua
guancia sfiorava la mia, tutto questo mi stava dando alla testa, ero
il vampiro più felice del mondo.
La casa bianca ci apparve
davanti. << Siamo arrivati. >> Sentenziai fermandomi e
aiutandola a scendere.
<< Edward è
stato... wow!! >> Mi sorrise con gli occhi luminosi.
Mi piaceva come mi
guardava, era tutto per me il suo sguardo e la sua attenzione.
La porta si aprì e
Jasper ci venne incontro. << Ah! Ecco a chi apparteneva quella
euforia. Ciao Bella. >> La salutò con un cenno della
mano, lanciando a me le chiavi della macchina.
<< Ciao Jasper. >>
Ricambiò la mia Bella sempre sorridente.
<< Datemi un
attimo, mi cambio e arrivo. >> Dissi, veloce entrai in casa,
cambiai i jeans e la maglietta. Meno di due minuti e tornai fuori. <<
Bene, possiamo andare. >>
La mia ninfa annuì
sempre con il sorriso sulle labbra, mentre prendeva posto sul sedile
posteriore, Jasper si sedette accanto a me.
Eravamo di nuovo a casa
Swan, giusto in tempo per prendere Alice e andare a scuola.
Rosalie ci guardò
andare via, i suoi pensieri gravitavano sull'appuntamento che avrebbe
avuto nel pomeriggio con Emmett.
Le cose a quanto pare
cominciavano a migliorare per tutti.
In macchina i pensieri di
Alice erano quasi tutti dedicati a Jasper, ero sinceramente felice,
doveva aver intuito dalle emozioni della ragazza che provava qualcosa
per lui. Avessi avuto anche io questa fortuna con Bella, non era
d'aiuto sapere leggere nella mente di tutti tranne che nella sua. Era
maledettamente frustrante!
L'arrivo a scuola fu un
colpo d'occhio, tutti gli studenti ci guardavano allibiti, molti
erano gelosi, altri invidiosi, mi sforzai di tenere a bada il mio
istinto di vampiro e cercai di non far caso ai loro pensieri.
<< Oggi non abbiamo
nessuna materia in comune. >> Sospirò amara Bella.
Le sorrisi sghembo e le
posai un braccio attorno alle spalle, dopo aver percepito un pensiero
molesto di Newton. << Ci vedremo ad ogni cambio dell'ora e a
pranzo. >>
<< Mmh... >>
Mugugnò non molto soddisfatta.
Mi avvicinai al suo
orecchio e bisbigliai. << Sei ancora a credito di domane,
potrai farmene quante vorrai. >>
Si voltò verso di
me di scatto, i nostri nasi si sfiorarono, il suo respiro sulle mie
labbra.
Tutto era come congelato
attorno a noi, mi sarebbe bastato davvero poco per baciarla e
rivelarle finalmente quanto amore provassi per lei.
Potevo sentire il suo
cuore battere forte e veloce, il calore salire lungo le sue gote e
vedere quel rosso delizioso imporporarle il volto.
Rilasciai un sospiro
d'aria fredda dalle mie labbra, anche le sue si aprirono delicate,
non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, in quel momento sentii
chiaramente forte il bisogno che avevo di lei. Era mia, solo mia, non
avrei permesso a nessuno di toccarla, lei doveva rimanere al mio
fianco.
Ma non era ancora il
momento, feci forza su me stesso e mi ritrassi un po', lasciando che
il suo profumo così delizioso venisse meno al mio olfatto.
<< Andiamo. >>
Si riscosse e balbettò
un debole si.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
WOW! Grazie mille per tutti i vostri bellissimi commenti e alle 117 persone che l'hanno messa fra i preferiti!!
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Capitolo
7
L'avevo accompagnata, o
meglio, scortata, fra un'aula e l'altra, Jessica e Angela le erano
vicine in alcune lezioni, mentre in altre, Mike Newton cercava ancora
di avere qualche approccio con Bella, decisamente il piccolo Newton
aveva bisogno di una bella dose di paura per farlo allontanare dalla
mia ninfa.
Eccola raggiungermi
sorridente.
<< Pronta per il
pranzo? >> Le domandai rispondendo al sorriso.
<< E tu pronto per
le domande? >>
<< Questa volta si.
>> Era vero, questa volta ero pronto. Mi sarei messo in gioco
completamente per lei, le avrei mostrato chi era davvero Edward
Anthony Masen Cullen. Speravo solo che lei potesse accettarlo e
amarlo, almeno quanto io amavo lei.
Arrivammo alla
caffetteria, io presi solo una bottiglietta d'acqua e lei un trancio
di pizza e una soda, ci recammo nello stesso tavolo isolato del
giorno prima.
Eravamo seduti uno di
fronte all'altro, lei dava le spalle a tutti gli altri.
<< Allora... >>
Mormorai.
La vidi giocare con la
bottiglietta, i suoi occhi la osservavano vuoti, posai una mano sulla
sua.
<< Bella, cosa c'è?
>> Cosa le prendeva, era tranquilla fino a un attimo prima.
Alzò lo sguardo su
di me. << Promettimi che stavolta non te ne andrai. Non
lasciarmi, Edward. Promettimelo. >>
Era seria, ma anche io,
ci tenevo troppo perché potessi rinunciare. << Te lo
prometto. >> Le accarezzai il dorso della mano con il pollice.
Sembrò credermi,
volevo che mi credesse, sempre.
<< Allora... >>
Si schiarì la voce. << Come facevi a sapere quello che
avevo fatto a Mike ieri? >>
Mi allungai con il busto
verso di lei, la mia mano era ancora sulla sua. << Riesco a
leggere nella mente. >>
Non se lo aspettava,
rimase ad osservarmi allibita, le sue labbra aperte, stupite.
<< Tu... >>
Non riusciva a dire altro. Si passò la lingua sulle labbra, un
sorrisetto comparve sul suo viso. A quel punto mi rilassai, la stava
prendendo bene.
I suoi occhi non mi
lasciavano, mi piaceva.
<< Davvero?! >>
Domandò ancora incredula.
<< Si. >>
Ridacchiai, era davvero assurda. La sua faccia non esprimeva
diffidenza, ma sincero stupore misto a incredulità.
I suoi occhi si accesero
di una luce nuova. << Cosa sto pensando? >>
Un lamento uscì
dalle mie labbra. << Tu, sei l'unica eccezione, Bella. >>
Aggrottò la fronte
e una smorfia le increspò le labbra. Avrei dato tutto quello
che possedevo per sapere cosa stesse pensando in quel momento.
Fece schioccare la lingua
e mi osservò di nuovo. << Però gli altri li senti
tutti? >>
Annuii.
Arricciò il
nasino. << Non mi piace essere l'unica eccezione. >> Si
lamentò.
Ero sinceramente
sorpreso. << Vorresti che ti leggessi nella mente? >>
<< Certo. >>
Rispose come se fosse una cosa ovvia. << Non voglio avere
segreti con te! >>
Isabella era veramente
stupefacente. Non voleva avere segreti? Perché?
<< Bé, basta
che tu sia sincera. >>Incatenai il mio sguardo al suo.
<< Lo sarò,
Edward. Lo sarò. >> Promise.
Avevo già detto
che l'amavo? Lei ormai era tutto il mio mondo.
<< Bene, ci conto.
>> Le sorrisi contento.
<< Sai una cosa...
è bello stare con te. Mi piace. >>
Rimasi spiazzato e
felice. << La stessa cosa vale per me. >>
Un lieve color rosso si
propagò sulle gote.
<< Ah. >> Mi
lamentai ad un certo punto.
<< Cosa c'è?
>>
<< Jessica e gli
altri ti stanno per invitare ad una gita in spiaggia. >>
<< Oh. >>
Rimase silenziosa per qualche secondo. << Vieni anche tu, vero?
>>
Le sorrisi sghembo. <<
No. >>
<< Come no? >>
<< Ci sono diversi
motivi. >>
<< Spiegami. >>
<< Primo, noi
Cullen non possiamo andare alla spiaggia, abbiamo un accordo
territoriale con i Quilutes. Non possiamo invadere il loro
territorio. >>
Sgranò gli occhi.
<< Jake è uno di loro. >>
<< Si. >>
Sospirai.
<< Quindi, quella
sera, voi vi conoscevate già. >>
Di nuovo annuì.
<< E perché
non potete andare nei loro territori? Voglio dire, non vi nutrite di
sangue umano. >>
<< E' un accordo
che risale a molto tempo fa, lo stipulò Carlisle con il bis
nonno di Jacob. Noi non possiamo cibarci degli animali sul loro
territorio. >>
Sospirò. <<
Capisco, e gli altri motivi? >>
<< Domani ci sarà
il sole a quanto pare, le previsioni prevedono bel tempo. >>
Mi guardò
sospettosa. << Ti sciogli alla luce del sole? >>
Avrei riso volentieri, ma
sapevo che avrei attirato l'attenzione di tutti. << No. >>
La vedevo chiaramente che
stava cercando di immaginarsi cosa mi poteva mai fare il sole.
<< Brillo. >>
Le dissi solo.
<< In che senso. >>
<< Diciamo che
sembro un diamante che cammina. >> Ridacchiai un po' triste.
Odiavo non potermi esporre al sole quando altri erano vicini a me. Mi
piaceva la sensazione di caldo che lasciava sulla mia pelle morta.
Afferrò forte la
mia mano. << Promettimi che mi farai vedere. >>
<< Cosa? >>
<< Voglio vedere
come risplendi! >>
Guardai lei e poi le
nostre mani, intrecciai le dita con le sue. << Non riesco a
dirti di no. >> Ammisi e lei mi sorrise compiaciuta.
Durante le lezioni
rimanenti, il mio pensiero volava sempre e solo verso Bella, ero
felice per tutto quello che mi stava accadendo, mai avevo provato una
simile felicità in tutta la mia vita. Mi sembrava tutto così
bello, così perfetto.
Nello stesso momento,
Bella stava ricevendo da Jessica l'invito per andare a La Push.
Potevo chiaramente
vederla nei pensieri di Jessica.
Bella stava rifiutando
l'invito, voleva venire con me, voleva vedermi brillare, ma in quel
momento, una domanda si pose nella mia mente; era giusto che lei
limitasse le sue amicizie per colpa mia?
Sapevo di essere egoista,
ma non riuscivo a proporle un equità fra di noi, la volevo
solo per me. Non le avevo lasciato molta possibilità di
scelta, ero sempre con lei e di conseguenza, mai nessuno le si
avvicinava più del dovuto.
E se, fra quelli che le
ronzavano attorno ci fosse stato l'uomo a cui Bella avrebbe potuto
cedere il suo cuore?
Al solo pensiero mi
sentivo male.
Io ero innamorato di lei,
ma da quello che capivo, Bella per me provava solo amicizia, forse
qualcosa di più, ma non amore.
Con un leggero sconforto,
mi passai una mano fra i capelli ramati.
Poteva Bella innamorarsi
di me? Poteva vedere Edward Cullen la persona da amare? Poteva cedere
a me, un vampiro, il suo amore?
La campanella suonò
la fine della lezione, ci misi stranamente più del solito a
rimettere in ordine i libri, stavo ancora meditando sui miei dubbi.
Mi bloccai con la schiena
rivolta alla porta, un dolce profumo mi colpì il naso, chiusi
gli occhi e inspirai forte, Adoravo essere circondato dalla sua
fragranza.
La sua mano leggera si
posò sul mio fianco, aprì gli occhi e mi trovai Bella
di fronte che mi guardava preoccupata.
<< Edward, tutto
bene? >>
Adesso si, stavo bene.
Perché lei era li
con me.
Perché lei mi
stava vicino senza temermi.
Perché lei era
tutto per me.
<< Si, tutto bene.
>>
<< A cosa stavi
pensando? >>
Ghignai. << Di
solito sono io che pongo questa domanda. >>
La mano che era
appoggiata al mio fianco si mosse e leggiadra si posò sulla
mia guancia, potei sentire il suo calore, il suo profumo, la sua
morbidezza.
<< Anche io voglio
sapere cosa pensi. >> Mormorò con voce bassa, il suo
cuore aumentò il battito e un lieve rossore le imporporò
il volto.
Le sorrisi e, per un
attimo decisi di espormi un po. Con delicatezza le presi la mano e la
strusciai dalla mia guancia alle labbra, e li, le baciai il palmo.
Il cuore di Bella
sembrava volare, il suo respiro si fece rapido e il suo rossore più
prorompente.
Le sue labbra rosse mi
tentavano, leggermente dischiuse, sembrava chiedessero solo di essere
baciate da me. E io, non avevo più la forza di reprimere ciò
che provavo. Perché resistere? Era mia, Bella era destinata a
me.
Spostai in avanti di un
soffio il mio viso...
<< Bella! >>
La voce di Alice mi riportò un po' di forza di volontà.
Oh,
ciao Edward.
<< Alice. >>
Mi sforzai di sorriderle voltandomi verso di lei.
Bella era ancora
tremendamente rossa e il suo cuore batteva ancora forte.
Ho
interrotto qualcosa?
<< Forse... >>
Allusi.
Mi rivoltai verso la mia
adorata, aveva lo sguardo attento. << Voi due, cosa state... >>
Mi picchiettai la tempia
con un dito. << Lettura del pensiero, ricordi? >>
Una smorfia di fastidio
le passò sul volto.
<< Andiamo? >>
Propose il folletto malefico, mentre Jasper faceva il suo ingresso
nell'aula.
<< Andiamo... >>
Dissi, seguendo le due Swan e lanciando un occhiata d'intesa a mio
fratello.
Credo
che Bella provi qualcosa per te. Le sue emozioni quando sei nei
paraggi mi stravolgono.
Sghignazzai, forse,
dopotutto era giunto il momento di confessarle davvero cosa provassi
per lei. |
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
ringrazio di cuore tutti voi che commentate e le 138 persone che lo hanno messo nei preferiti!! THANKS!!!!
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Capitolo
8
Arrivammo a casa nostra,
Carlisle e Esme sapevo che ci attendevano all'interno, così
come Emmett e Rose, ma quello che non immaginavo, e che capì
appena scesi dalla macchina, era che, il clan di Denali era venuto a
trovarci.
Io e Jasper ci guardammo.
Io
sto vicino ad Alice, tu pensa a Bella, non lasciarla mai sola.
Annui e mi voltai verso
la mia amata.
<< Bella, ascolta.
>> La presi per i fianchi e la tirai verso di me, era un gesto
intimo, ma sapevo che i vampiri dentro casa ci stavano osservando.
<< Cosa succede,
Edward? >> Le sue mani mi abbracciarono in vita, e per un
attimo il mio cervello fu tentato di andare in pausa e godersi quel
piccolo momento, ma non potevo.
Mi avvicinai al suo
orecchio e le sussurrai bassissimo, temevo che perfino Bella non
potesse sentirmi talmente era bassa la mia voce. << Dentro ci
sono tre vampire, stammi vicina e non obbiettare a quello che dirò.
>>
Mi sollevai quel tanto
che bastava per guardarla negli occhi. Quegli occhi così scuri
e profondi che mi risucchiavano ogni volta che posavo il mio sguardo
dorato su di lei.
Si sollevò un po'
sulle punte e mi diede un bacio sulla guancia, sussurrandomi contro.
<< Mi fido di te. >>
La strinsi senza
riflettere contro di me e affondai il viso sul suo collo
baciandoglielo. << Grazie. >>
Un mugolio di piacere
uscì dalla sua gola.
E così per Bella
era il collo il suo punto debole? Poteva esserci più ironia di
questa?
Avvertivo i pensieri dei
nostri ospiti, non erano molto amichevoli, ma avremmo protetto le
nostre cantanti, a qualunque costo.
Mano nella mano Alice e
Jasper fecero il loro ingresso, io e Bella li seguimmo, il mio
braccio appoggiato attorno alle sue spalle e il suo attorno alla mia
vita.
Ora andavamo in scena.
Appena varcata la soglia,
Esme ci venne incontro, era sempre bello vederla così felice
per noi.
<< Alice, Bella,
ben tornate. >>
Isabella sciolse il
nostro abbraccio e senza pensarci, assieme ad Alice abbracciarono
Esme.
<< Anche per noi
Esme, è sempre bello venire qui. >>
Oh
Edward, sarebbe così bello essere tutti una sola famiglia.
Le sorrisi, anche per me
sarebbe stato bellissimo, ma ora avevamo il problema del clan di
Denali da risolvere.
<< Abbiamo ospiti?
>> Domandai a mia madre.
Sciolse l'abbraccio dalle
nostre cantanti e ci fissò con un sorriso tirato. << Si,
Tanya, Irina e Kate, sono venute a trovarci. >>
Le tre sorelle di Denali,
dovevamo tenere tutti gli occhi aperti.
Bella tornò
immediatamente accanto a me, le sorrisi rassicurante e la sua presa
sulla mia vita si accentuò, il mio braccio tornò al suo
posto sulle sue spalle.
Andammo in salotto con
Esme che apriva il nostro piccolo corteo.
Emmett e Rosalie erano
seduti vicini, la bionda Swan sembrava molto arrabbiata e adesso che
ci facevo caso, Emmett la stava trattenendo.
Carlisle era seduto
accanto a Rosalie, sulla poltrona di fronte a loro, stavano le tre
belle vampire.
Eccone
altre due.
Il pensiero sprezzante di
Irina mi arrivò chiaro, la mia presa sulla spalla di Bella si
fece più possessiva.
Non
mi piacciono, come possono accettare questa assurdità?
Anche Kate, a quanto pare
era ostile alle nostre cantanti, sapevo che aveva sempre avuto un
debole per Jasper, anche lui aveva sempre sospettato qualcosa.
Speravo solo che riuscisse a proteggere il piccolo folletto.
Brutta
schifosa, avvicinati ancora e ti spezzo le braccia!
Accidenti che grinta
Rosalie! Vagai nella sua mente in cerca del motivo della sua
aggressività e lo trovai.
A quanto pare, Irina non
aveva capito che la bionda Swan sarebbe diventata la compagna di
Emmett, da quel che vedevo, Rosalie non aveva preso bene il suo
flirtare con lui. Avrei quasi voluto esserci, vedere Emmett
trattenere quella furia bionda senza farle del male, doveva essere
stato difficile per uno non abituato a dosare la forza come lui.
Edward,
cerchiamo di mandarle via, non voglio che a Rose accada qualcosa o
che mi lasci.
Neanche Emmett era
contento della situazione.
<< Buon giorno a
tutti. >> Dissi avvicinandomi alla mia famiglia e così
anche Jasper.
Dovevamo sembrare un
fronte unito.
Rose parve calmarsi un
pochino, ma ero certo che Jasper la stesse aiutando.
<< Ciao Edward. >>
Tanya parlò per prima. << E' un vero piacere rivederti.
>>
Stava usando un tono di
voce suadente, io sapevo solo che non mi costava nessuno sforzo
rimanere freddo nei suoi confronti, l'unica che volevo al mio fianco
per l'eternità era Bella.
<< Anche per noi è
piacere rivedervi. >>
<< Ci erano giunte
alcune voci insistenti su una vostra presunta relazione con tre
umane. >> Si fermò un attimo guardando le umane in
questione. << A quanto pare, le voci erano vere. >>
<< Come puoi
vedere. >> Le confermai.
<< Isabella, Alice
e Rosalie. >> Le presentò Carlisle. << fanno parte
della nostra famiglia. >> Specificò, calcando sulle
parole “nostra” e “famiglia”.
Bella appoggiò la
testa sul mio torace e Alice si strinse contro Jasper.
Le tre vampire le stavano
osservando, i loro volti di pietra non mostravano nulla, ma io
sapevo, leggevo i loro pensieri. La gelosia e l'incredulità
erano a livelli incredibili.
<< Allora, quando
diventeranno le signore Cullen? >>
<< Presto. >>
Risposi. << Prima finiremo la scuola. >> Dovevo trovare
il modo di evitare falsi sospetti, non mi piaceva questo argomento,
non avevamo ancora parlato di nulla con loro e non volevo che
venissero a sapere le cose in questo modo.
<< Capisco, spero
che non vi daremo disturbo, ma avevamo intenzione di fermarci un paio
di giorni... >>
<< Naturalmente,
nessun disturbo. >> Disse Carlisle, ma leggevo chiaramente
nella sua mente un avvertimento per noi. Dovevamo girare al largo con
le ragazze e non lasciarle mai sole.
Poteva giurarci che
l'avrei fatto!
<< Bene. >>
Esclamò Tanya alzandosi. << Non ci siamo neanche
presentate, che maleducate. >>
Si avvicinò a
Bella, il mio sguardo si tinse di nero, ero pronto a scattare se
fosse servito. << Io sono Tanya. >> Le porse la mano
fredda, Bella la prese e con un sorriso dolce le rispose. << Io
sono Bella, piacere. >>
<< Loro sono Irina.
>> Questa fece un gesto con la mano.
<< E lei è
Kate. >>
Un grugnito fu il suo
unico saluto.
<< Sono certa che
passeremo del tempo assieme, per conoscerci meglio. >> Guardò
me in quel momento e io la odiai profondamente.
<< Oh, sono certa
che non ci mancheranno le occasioni. Ma purtroppo, stasera avevamo
già degli impegni che non possiamo rimandare. >> Non
mostrai il mio stupore, ma Bella stava elegantemente eclissando
Tanya.
<< Sono davvero
così improrogabili? >> Voce sospettosa, non andava bene.
<< Eh si. >>
Sospirò affranta Bella. << E' per non destare sospetti,
sai... vivendo a contatto con gli umani, bisogna adattarsi e non
vedendoci arrivare, i nostri amici potrebbero spargere strane voci...
>>
<< Voci? >>
<< Ovviamente.
Eravamo solo venuti per avvisare Carlisle ed Esme che saremmo stati
fuori tutta la notte. >>
<< Oh cara, sei
sempre così premurosa verso di noi. >> Le venne incontro
Esme reggendo la versione di Bella. << Bene, adesso che vi
siete conosciuti, non vogliamo trattenervi oltre, ci vedremo domani.
>>
<< Certamente. >>
Le sorrise la mia futura compagna. << Alice, Rose, forza
andiamo o faremo tardi. >> Allungò uno sguardo verso di
loro che prontamente si avvicinarono, pronti per uscire.
<< Anche loro? >>
Domandò sospettosa Irina.
<< Certo. >>
E qui fu Alice ad intervenire. << Loro sono gli adulti che ci
controlleranno. >> Spiegò come se fosse ovvia una cosa
del genere. << Hai idea di quanti maschietti con ormoni
impazziti ci saranno? Gli adulti devono sempre vigilare su noi povere
anime innocenti. >> Sorrise maliziosa.
Con Bella al mio fianco e
Jasper con Alice, entrammo nella Volvo, Emmett e Rosalie ci seguivano
a breve distanza con la Bmw rossa.
Sapevamo di dover dare
parecchie spiegazioni, ma sinceramente speravo anche di poterle
rimandare il più possibile.
Arrivammo a casa Swan,
una fine pioggerellina cominciava a cadere su tutta la città,
Alice accese le luci e si diresse in cucina, lanciò un
sacchetto di patatine a Bella e poco dopo riapparve con dei panini
preparati al volo.
Le tre ragazze si
sedettero attorno al tavolino sgranocchiando il loro pasto, leggevo
le mille domande nelle menti di Rosalie e Alice, ma quella che mi
interessava più di tutte era silenziosa.
Bella sfuggiva al mio
sguardo e la cosa non mi piaceva per niente.
<< Ahm... credo che
sia il caso di darvi delle spiegazioni. >>
Lo sguardo di tutte e tre
mi arrivò come una lama, si, decisamente dovevamo spiegare
parecchie cose...
Osservai i miei fratelli,
i loro pensieri erano identici: opta per una via di mezzo.
Nessuno di loro aveva
trovato il modo di spiegare alle ragazze Swan la situazione in cui si
erano trovate.
<< Io ho tre
semplici domande. >> Intervenne Rosalie lanciando uno sguardo
assassino a Emmett. In quel momento non lo invidiai affatto. <<
Cosa diavolo sta succedendo? Chi cavolo sono quelle tre megere? E da
quando noi saremmo destinate a essere le Signore Cullen? >>
Spostai il mio sguardo su
Emmett e gli feci cenno che ora, spettava a lui la parola.
<< Rose, sai che mi
piaci molto e non voglio nasconderti nulla. >>
<< Non girarci
intorno Emmett. >> Disse categorica. << Rispondi alle
domane e falla finita. >>
Decisamente Rosalie aveva
un caratterino molto aggressivo.
Emmett si passò
una mano fra i capelli cortissimi. << Dunque, ehm. Quelle tre
megere, fanno parte del clan di Denali, vengono dall'Alaska. Per un
breve periodo, abbiamo soggiornato da loro. Le consideriamo come
delle cugine acquisite. >>
<< E' vero. >>
Confermai anche io
<< Si. >> Si
aggiunse Jasper.
Rosalie ci fulminò
con lo sguardo. << Non ho chiesto a voi! >>
Certo che Emmett se l'era
scelta proprio bene, con quel carattere sembrava già una
vampira. Mi metteva i brividi.
<< Continua. >>
Si rivolse a mio fratello.
<< Bé, io
non so loro, ma Rosalie, io davvero vorrei che tu diventassi la nuova
signora Cullen, il prima possibile. >>
Ok, questo non me lo
aspettavo neppure io.
E a quanto pare nemmeno
la bionda Swan. La sua mente era completamente in bianco.
Emmett fece un passo
verso di lei e le afferrò entrambe le mani.
<< Rosalie,
sposami, diventa la mia compagna per sempre. >>
Tutti noi stavamo
letteralmente trattenendo il fiato, gli occhi di Rosalie si
allargarono ancora di più se possibile.
<< Io... io... >>
Balbettò ancora confusa.
<< Io senza di te
non riesco a stare, sei l'unica donna che voglio, sposami Rosalie. >>
Non potevo crederci,
Emmett stava facendo la proposta in maniera seria, era una cosa
assolutamente scioccante anche per noi.
Sul volto di Rosalie,
comparve un timido sorriso, in completo contrasto con il su carattere
orgoglioso e forte. << Si, Emmett. Si. >>
Si sporse in avanti
baciandolo sulla bocca.
Fu un bacio a stampo, ma
io e Jasper rimanemmo comunque pietrificati. Era rischioso, il veleno
poteva facilmente raggiungerla e ucciderla, ma sembrava che non fosse
il primo bacio che si scambiavano quei due...
Emmett la trascinò
con se sul pavimento senza mai lasciarla, lo invidiavo palesemente,
anche io avrei tanto voluto fare lo stesso con Isabella, ma sembrava
che per me quel momento non fosse ancora giunto.
Mi voltai a guardarla,
era felice per sua sorella, potevo chiaramente vederlo dal suo
sorriso compiaciuto.
E una è andata!
Pensò invece Alice, lanciando sguardi veloci a Jasper.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Sono veramente contenta che la storia vi piaccia! Grazie mille a tutti voi che con i vostri commenti mi supportate e a tutti voi ( che siete la bellezza di 151 ) che l'avete messa nei preferiti!
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Capitolo
9
Rosalie e Emmett adesso
erano ancora più attaccati di prima, lui stava con la testa
sulle sue gambe, facendosi coccolare come un bambino, mentre lei
continuava a chiamarlo “ Il mio scimmione.” Oddio, uno
spettacolo da incubo.
Bella non aveva più
detto nulla, ormai erano passate quasi due ore buone. Il non sentire
la sua voce mi faceva stare mare.
<< Bella, va tutto
bene? >>
Annuì.
No, non andava bene, io
dovevo assolutamente sentirla parlare.
Mi sedetti per terra
accanto a lei, avevamo la schiena appoggiata al divano, le presi la
mano. << Bella, ti prego parlami. >>
Si voltò verso di
me e mi regalò un tenue sorriso. << Va tutto bene,
davvero Edward. Sono solo pensierosa. >>
Aggrottai la fronte. <<
Per cosa? >>
<< Pensavo a Tanya
e le altre. >> Respirò a fondo. << Rosalie e
Emmett ormai sono una coppia, ma... io mi domandavo... Alice e io
dobbiamo fingere di essere le vostre fidanzate, giusto? >>
Annuì, io e Jasper
non eravamo ancora riusciti a capire cosa provassero nei nostri
confronti e, per quanto il patto imponesse a loro di diventare le
nostre compagne, non volevamo che accadesse in quel modo.
<< Una volta che
quelle se ne saranno andate, tutto tornerà come prima? >>
Non riuscivo a capire,
aveva un tono di voce strano... se solo fossi riuscito a capire
meglio cosa passava in quella buffa testolina.
<< Si, tutto
tornerà come prima... >> Sospirai, mentre dentro di me
urlavo il contrario.
<< Capisco. >>
Disse solamente appoggiandosi contro di me.
Le cinsi le spalle con il
braccio, la adoravo, mi piaceva avere questi momenti con lei, dove
c'eravamo solo io e lei.
Le baciai i capelli e lei
sospirò, il suo cuore si mise a battere un po più
veloce.
Il film in tv ormai aveva
perso il suo fascino, anche se a dire il vero, per me non ne aveva
mai avuto, il mio interesse era sempre stato per la mia piccola
ninfa.
<< Non hai freddo?
>> Le domandai a bassa voce.
Si accoccolò
meglio nel mio abbraccio. << No, sto bene. Tu invece? Sei
scomodo? >>
<< No. >> Le
sorrisi.
Agguantò una
manciata di popcorn appena sfornati da Alice e continuò a
guardare il film avvolta nel mio abbraccio.
Mezz'ora dopo Bella
dormiva profondamente, la presi in braccio e la portai in camera sua
salutando gli altri.
La depositai con cura sul
letto, coprendola con la sua coperta. Era così dolce e
indifesa, sorrisi come uno sciocco. Adoravo guardarla dormire.
Mi sdraiai accanto a lei,
non potevo fare a meno di accarezzarle il volto, il nasino, stavo
passando il dito indice sulle sue labbra così dannatamente
morbide e sensuali, mi prese alla sprovvista.
Isabella posò
delicata un bacio sul mio dito, gelandomi.
Alzai lo sguardo per
vedere i suoi occhi aperti.
Rimasi di sasso, lei era
sveglia e mi stava guardando.
La vidi allungare la mano
e prendere con dolcezza la mia, portò il palmo alle labbra e
la baciò. Era una sensazione indescrivibile quella che stavo
provando. Sentivo il suo calore, le sue labbra morbide appoggiate con
delicatezza sulla mia mano.
Respirai a pieni polmoni
il suo profumo.
I suoi occhi profondi non
lasciavano mai i miei, ero suo e lei era mia, mai verità era
più grande in quel momento.
Mi avvicinai lentamente,
volevo essere sicuro, non volevo che Bella si spaventasse, sapevo che
per me ormai era giunto il momento del non ritorno, non avevo più
la forza di resisterle e non volevo più neanche farlo. La
desideravo, la bramavo, la volevo e adesso l'avrei presa.
Spostai la mano dalle sue
labbra e le accarezzai il collo, appoggiandoci poi le mie labbra
gelide, un sospiro spezzato le usci dalle labbra.
<< E.. Edward... >>
Sospirò e in quel momento ogni briciola di autocontrollo andò
a quel paese.
Le presi il volto fra le
mani e la baciai sulle labbra. Finalmente! Finalmente stavo
assaporando quelle labbra peccaminose, erano mie adesso!
Le sue piccole mani si
aggrapparono alla mia schiena, quasi temesse una mia fuga, mai
pensiero fu più errato, non sarei fuggito, io le appartenevo e
avrei fatto in modo che anche lei mi appartenesse per sempre.
Mi staccai da quelle
labbra continuando a baciarle però le guance, gli zigomi, la
punta del naso, mi abbassai sul suo collo tentatore.
<< Bella... ti
desidero... >> Sussurrai. Sapevo che mi aveva sentito, un
sospiro di piacere e i brividi sul suo corpo ne erano la prova.
Le mie mani febbrili
presero ad accarezzarle il collo, scendendo leggere, accarezzavano
ogni singola parte di lei, coperta da quella misera magliettina che
avrei fatto volentieri a pezzi.
<< Edward... >>
Un rantolo, un sospiro, le sue mani mi presero il volto tirandolo
verso di se. Ci baciammo di nuovo, la sua lingua mi accarezzava le
labbra chiuse.
Dio mio! Quello era il
paradiso!
Il veleno sgorgava a
fiotti nella mia bocca, più volte dovetti ingoiarlo.
La guarda attentamente,
il suo volto era rosso dalla passione, i suoi occhi accesi e
brillanti.
Sentivo le sue mani calde
avanzare senza timore sotto la mia maglietta e sfilarmela, anche la
sua cadde accanto alla mia, dimenticate per terra.
Immersi il viso fra i
suoi seni, ancora coperti dalla leggera stoffa del reggiseno.
Inspirai profondamente.
<< Dimmi che sei
mia, Bella. Dimmelo. >> Le sibilai.
Lei si inarcò
contro di me. << Si, Edward. Si lo sono, sono tua. >>
E il mostro dentro di me
ruggì felice.
La sovrastai con il mio
corpo, le sue gambe si intrecciarono attorno alla mia vita.
Mia, mia, mia.
Solo questo riuscivo a pensare, lei era esclusivamente mia!
La luna era alta nel
cielo, mentre il resto dei nostri vestiti si spargeva per la stanza,
i nostri corpi si sfioravano, toccavano e seducevano.
Eravamo un incastro
perfetto.
Più e più
volte affondai in lei, facendole gemere il mio nome, appropriandomi
del suo corpo, del suo cuore e della sua anima.
Per tutta la notte
rimanemmo abbracciati, non riuscivo a mettere di baciarla, posavo
ogni tanto le mie labbra fredde sulla sua testa, sulle sue labbra
dischiuse, sul suo collo.
Adesso Bella aveva
impresso nella sua pelle il mio odore, e la cosa non solo mi piaceva,
ma sentivo di essere diventato ancora più possessivo nei suoi
confronti.
Bella, la mia bella, si
era donata a me. Ero stato il primo uomo a cui si era concessa.
<< Non permetterò
a nessuno di portarti via da me. >> Le sussurrai dolce. Ed era
vero, avrei ucciso per lei.
Si mosse nel sonno e si
rannicchiò ancora di più contro di me. << Mmm...
Edward... >> Mormorò.
<< Sono qui. >>
Sospirai. << Sono qui, amore mio. >> Le baciai le labbra,
non ne ero mai sazio.
Isabella rispose incerta
al bacio, poi il suo respiro si fece più veloce.
Lasciai libera la sua
bocca e la guardai aprire i suoi occhi profondi.
<< Ciao... >>
Le sussurrai piano.
Mugugnò un ciao
sonnacchioso. La sua mano mi accarezzò una guancia.
<< Sei un
bellissimo sogno, sai? >> Mormorò ancora mezza
addormentata.
Ridacchiai. << Sono
più reale di quanto credi. >>
Arcuò un
sopracciglio fine. << Davvero? >> La sua voce era ancora
impastata dal sonno.
Presi la sua mano
delicata, la posai sulle mie labbra, baciandole il palmo e poi
intrecciai le nostre dita. << Si, sono molto reale. >> Le
dissi, avvicinandomi al suo collo, strofinandoci contro il naso. <<
Molto, molto reale. >> Mormorai ancora.
Sospirò a quanto
pare deliziata dalle carezze che le stavo rivolgendo. << Mmm...
a me non sembri vero. Sei troppo bello per esserlo. >>
<< Potrei...
dire... la stessa... cosa... di... te... >> Ad ogni parola
baciavo una parte diversa del suo corpo.
<< Edward... così
mi farai impazzire. >> Sospirò.
<< Non chiedo di
meglio, mia dolce Bella. >> Mi misi sopra di lei, allargandole
con gentilezza le gambe.
<< Mmm... chi ti
dice che sono tua. >> Lo sguardo malizioso, voleva giocare la
mia bellissima futura moglie.
Sorrisi sghembo. <<
L'hai detto tu, stanotte. >> Mi guardò seria. <<
Bella, non è un sogno questo. >>
Il tempo degli scherzi
era scemato via. << Io e te, stanotte, ci siamo appartenuti. Io
ti desidero, non voglio che qualcuno ti porti via da me. Non voglio
perderti. >>
La vidi deglutire e
rendersi finalmente conto che quello che stava vivendo era la realtà.
<< Voglio che tu
sia soltanto mia, Isabella. Solo mia. >>
Il suo cuore si mise a
battere furioso.
Perché non mi
aveva ancora risposto? Mi sentivo in ansia, avevo fatto l'amore con
la donna della mia vita, l'amavo e sapevo che avrei fatto di tutto
per proteggerla e per non perderla.
Le sue labbra si mossero
piano. << Edward... >>
<< Si?... >>
<< Fai ancora
l'amore con me... Voglio essere tua e solo tua. >>
Potevo scoppiare di gioia
in quel momento. Mi abbassai e unì di nuovo le nostre bocche
in un bacio a stampo.
Le sue mani mi
accarezzavano sulla schiena, mentre riprendevo possesso della mia
donna, colei che mi aveva accettato per quello che ero; Edward
Anthony Masen Cullen, un vampiro e un essere umano.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
E siamo giunti alla fine. I ringraziamenti che vorrei farvi sono tantissimi e infiniti! Grazie alle 165 persone che lo hanno messo nei preferiti! E soprattutto, GRAZIE a chi ha trovato il tempo e la voglia di lasciare un commento!
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Capitolo
10
Il sole era spuntato da
poco, la mia dolce Bella era arrotolata nel lenzuolo e giaceva
sfinita sopra di me. Non riuscivo a smettere di accarezzarla, dovevo
sentire le mie mani sul suo corpo.
Finalmente era mia.
Le baciai i capelli.
Avvertivo un grande
cambiamento, sapevo che ora la mia parte vampiresca era più
forte che mai, il mostro dentro di me, ruggiva possessivo nei suoi
confronti.
Volevo farla diventare
immortale e averla per l'eternità al mio fianco.
Isabella mugugnò
contro il mio torace, qualcosa di incomprensibile, il suo battito
cardiaco cambiò di poco, segno che il risveglio era vicino.
<< Hey... buon
giorno. >> Le dissi, osservando i suoi bellissimi occhi
aprirsi.
Sollevò il viso
verso di me e mi regalò un sorriso magnifico. << Buon
giorno. >> Si allungò un po' e raggiunse le mie labbra
per un bacio delicato.
Si accoccolò
meglio contro di me e si lasciò accarezzare dalle mie mani
morte.
<< Come siamo
docili. >>
<< Mmm... mi piace
quello che stai facendo. >> Mi diede un bacio sul collo. <<
E' così... bello. >> Mormorò contro la mia pelle.
Sentivo di essere il
vampiro più fortunato del mondo. Le presi con gentilezza il
volto e la baciai.
Avrei tanto voluto che
quei momenti durassero per sempre, ma prima, sapevo di doverle
raccontare ogni cosa.
<< Bella, vorrei
che tu mi ascoltassi. >>
<< Certo, dimmi. >>
Strofinò il suo nasino contro il mio collo.
Questa ragazza aveva il
potere di mandare in fumo tutta la mia determinazione.
<< Seriamente,
Bella. Devo dirti una cosa importante. >>
Sentì il suo cuore
aumentare il battito. << Edward... >>
<< Non agitarti.
Ricordi quando mi hai detto che non ti piaceva avere dei segreti con
me? >>
Annuì.
<< Neanche a me
piace averli con te. Isabella, ti chiedo davvero di ascoltare tutto.
>>
<< Mi stai mettendo
paura, Edward. >> Mormorò con voce tremolante.
Le baciai una tempia. <<
Non devi averne. >>
La avvolsi fra le mie
braccia e presi un bel respiro profondo, la gola bruciò forte.
<< Il vostro arrivo a Forks, non è stato un caso, così
come non lo è stata la vostra adozione. >>
La sentì
irrigidirsi, ma non disse nulla, pregavo solo che alla fine capisse
quanto amore provassi per lei, patto o non patto.
<< Molti anni fa,
venne stabilito un patto fra umani e vampiri. All'epoca, i vampiri
che vagavano qui, nella penisola di Olympia, non erano vegetariani.
Per evitare il massacro della gente che abitava in questi luoghi,
venne indetto un patto. Sarebbero stati scelti degli esseri umani da
dare in sacrificio a questi vampiri, ed in cambio non avrebbero
cacciato nessun altro. >>
Il suo battito continuava
a battere furioso. << Fu in quel periodo che fecero la loro
comparsa i licantropi. Loro, sono protettori della vita. La loro
natura è quella di proteggere gli umani da noi vampiri. >>
Mi fermai per darle il
tempo di assimilare tutte le mie parole.
<< Jacob, come
tutti gli altri della sua tribù, sono a conoscenza del patto.
Quasi cento anni fa, arrivammo noi; io, Carlisle, Emmett e Jasper. Il
nostro modo di cacciare cambiò letteralmente in questo posto.
Diventammo i primi vampiri vegetariani. Noi, non volevamo e non
vogliamo tutt'ora uccidere gli esseri umani. Riesci a capire fino a
qui? >> Le domandai ansioso.
L'unica risposta che
ottenni fu un movimento affermativo della sua testa.
<< Un giorno,
ricevemmo la visita di Aro. Ci disse che aveva pronto un essere umano
per onorare il patto. Carlisle provò a spiegargli che noi
eravamo vegetariani e che il patto, poteva anche non essere
rispettato. Fu in quel momento che Aro, ci mostrò Esme. >>
Vidi Bella sgranare gli
occhi, una luce di consapevolezza si stava impossessando del suo
sguardo stupito.
<< Ci disse che se
noi non lo avessimo rispettato, un altro vampiro avrebbe preso il
nostro posto. Io lessi nei pensieri di Esme, era terrorizzata,
impaurita ma anche... attratta da Carlisle. Mi ricordo che mi bastò
una semplice occhiata verso mio padre per capire. Lei era la sua
cantante, come tu lo sei per me. >>
Le passai una mano fra i
capelli ondulati.
<< Adesso, la
storia si sta ripetendo. Tu, Rosalie e Alice, siete le nostre
cantanti. Aro e Renèe vi hanno condotto a noi... >>
La sentì
trattenere il respiro, scosse energicamente la testa. < No! No!
Non è possibile! >>
Le presi fra le mani il
volto con dolcezza. << ... ti prego, ti prego... >> le
sussurrai come un disperato, avevo il terrore che si allontanasse da
me. Non sarei riuscito a sopportare questo dolore. << ...
Bella, ti prego, ascoltami. >>
<< Tu mi stai
dicendo che... che... noi non abbiamo scelta. >> Singhiozzò,
io mi sentì morire. << La nostra vita, non ci
appartiene... siamo... siamo come degli animali sacrificali. >>
Dentro di me sentivo la
disperazione crescere, come potevo fare per farle capire che se lei
mi avesse rifiutato, io l'avrei accettato. Sarei morto di dolore, ma
l'avrei fatto.
Appoggiai la mia testa
contro la sua, la guardavo negli occhi, quegli occhi così
tristi e impauriti. << No, non è così... >>
Sentivo la mia voce vibrare d'angoscia. << Bella, io morirei
per te. Se tu... se tu non mi volessi, io ti lascerei libera. >>
Nonostante il dolore che
quelle parole mi causavano, riuscì lo stesso a dirglielo, lei
era importante per me. Lei era la donna che possedeva il mio cuore.
<< Ti amo, Isabella Swan. Ti scongiuro, credimi. Non è
solo il tuo sangue che mi attira. Sei tu. Tutto di te mi attrae. >>
Bella si aggrappò più forte a me piangendo. <<
Isabella, sono io che ti appartengo. Tu sei l'unica donna che mi
abbia rapito il cuore. Tu sei il mio unico amore e lo sarai per
sempre, anche se dovessi rifiutarmi. >>
Continuava a piangere, il
suo volto era nascosto nel mio collo. MI sentivo disperato, l'unica
cosa che potevo fare era attendere la sua risposta, sperando e
pregando che volesse rimanere accanto a me.
La mia mano continuava ad
accarezzarle la testa, lentamente i singhiozzi diminuirono, fino
quasi a cessare del tutto.
Piano piano, sciolse il
suo abbraccio e si sollevò. Trattenni il fiato, perché
ormai sapevo che la sua sentenza era arrivata.
Arrivammo a casa poco
dopo mezzogiorno, le ragazze avevano pranzato e discusso.
Ora sapevano tutta la
verità.
Chi l'aveva presa meglio
alla fine era stata Alice, quel piccolo folletto non si era
scoraggiata davanti alla disastrosa dichiarazione di Jasper, anzi, lo
aveva rassicurato e gli aveva garantito che mai e poi mai lo avrebbe
lasciato.
Mio fratello sembrava
quasi umano per la felicità che stava provando.
Rosalie e Bella invece,
non avevano accettato il loro destino, assieme, sotto lo sguardo
vuoto mio e di Emmett, si erano allontanate.
Alice aveva provato a
sollevarci il morale, dicendo che serviva loro del tempo per
accettare tutto quanto, ma ormai, capivo che non serviva. I suoi
occhi mi sfuggivano, non c'era più la sintonia che avevamo
fino a poche ore prima.
L'avevo persa.
In salotto trovammo Esme,
Carlisle e le tre vampire di Denali. Tutti avvertirono su di noi
l'odore delle sorelle Swan, era come un marchio indelebile, non
percepibile all'olfatto umano, ma chiarissimo per quello dei vampiri
e licantropi.
Edward,
dove sono Rosalie e Bella?
Guardai Esme con occhi
tristi e questo le bastò.
Avete
detto la verità?
Annuì.
Oh,
tesoro...
Si alzò e mi
abbracciò come se fosse la mia vera madre.
Tornerà,
devi darle tempo, tornerà.
Abbracciò anche
Emmett che in quel momento sembrava una statua di pietra.
Ecco
cosa si ottiene a fare degli stupidi patti con delle umane.
Il pensiero sprezzante di
Tanya mi irritò.
<< Ammettilo,
Edward. Quell'umana non ti merita. Non riesce neanche a capire che
vampiro fantastico tu possa essere! >>
<< Tanya, non ho
voglia di ascoltarti. >> No davvero, in quel momento volevo
solo essere lasciato solo.
Si avvicinò
posando la sua mano curata sul mio braccio. << Io sono qui.
Posso essere una compagna fedele e rispettosa. Lo sai, farei di tutto
per te. >>
La guardai afflitto,
erano le parole che avrei voluto sentire dire alla donna che amavo...
invece, lei non c'era, non mi voleva.
Mi sentivo male, il petto
era come squarciato in due.
Sospirai. << Tanya,
io non ti voglio. >> Spostai la sua mano e mi allontanai da li,
da loro.
Avevo bisogno di
cacciare.
Vagai per la foresta,
correvo come non avevo mai corso prima d'ora. Tanti, tantissimi
pensieri affollavano la mia mente, uno più distruttivo
dell'altro.
Cacciai con rabbia, con
delusione e con tristezza.
La notte arrivò,
portando con se l'oscurità. Decisi di tornare a casa, Esme e
Carlisle di sicuro erano in pensiero...
Arrivai a fiume e li mi
bloccai. Un nuovo pensiero era arrivato in quel momento.
<< Rosalie! >>
Esclamai, senza accorgermi di correre verso casa. Se Rosalie era
tornata, allora, anche Bella...
Spalancai la porta e vidi
Emmett baciare con passione la sua bionda fidanzata.
<< Non lasciarmi
più! >> Lo sentivo sussurrare ad ogni bacio che si
scambiavano.
Era una scena bellissima,
ma io, non vedevo e non sentivo l'odore di colei che bramavo...
Non
c'è, Edward... non è ancora tornata...
Alice mi guardava
afflitta.
Ormai avevo capito, non
sarebbe mai più tornata da me... mai più.
Sentì dentro di me
un dolore atroce, mille schegge mi trafissero, perfino Jasper mi
guardò spaventato tenendosi una mano sul petto.
Edward!
Scossi la testa cercando
di rimanere lucido. << Scusate... >> Balbettai uscendo di
corsa.
Passarono i giorni, tutti
cercavano in ogni modo di non farmi perdere le speranze, ma io le
avevo già perse. Nel momento in cui Isabella si era
volatilizzata, la mia non-vita non aveva più senso.
Vagavo nel bosco, come
ormai da sette giorni, avevo gli occhi neri come la pece, al mio naso
era arrivato un profumo delizioso, mi fermai aspettando, sentivo la
mia preda venire verso di me, verso la sua fine...
<< La stupidità
umana non ha limiti... >> Isabella uscì dalla boscaglia
rendendosi completamente visibile a me.
Io la fissai ghiacciato.
Perché? Perché era tornata? Doveva tormentarmi ancora?
Tirò su con il
naso. << Puoi amare questa umana stupida? >> La voce le
tremava, i suoi occhi così scuri mi stavano di nuovo
risucchiando.
Non riuscivo a dire
nulla.
Dentro di me si agitavano
tante emozioni, rabbia, stupore, felicità, angoscia.
Bella deglutì e
inspirò forte. << Edward... >> Respirò
ancora affannosamente.
Mi avvicinai, solo pochi
centimetri ci dividevano. << Morirai se starai con me. >>
La vidi tremare davanti
al mio sguardo duro e scuro.
<< Non mi importa.
>> Sospirò. << La mia vita ti appartiene. >>
<< No. >> Le
dissi. << Non la voglio... sei libera Isabella. >> La mia
voce suonava morta, lei era la mia vita e volontariamente le stavo
dicendo di lasciarmi.
<< No... >>
Sussurrò debole. << Non intendo lasciarti. >>
Mi afferrò le
braccia, sembrava impazzita. << Preferirei morire che stare
lontana da te. >>
La guardai rigido. <<
Perché? Perché te ne sei andata? >>
<< Avevo bisogno di
pensare... scoprire che la mia vita, non era mai stata veramente mia,
è stato uno shock. >> Mi guardava, gli occhi erano
lucidi. << Anche se... >> La sua voce si ruppe. <<
Sapere di essere destinata a te, è stata l'unica cosa bella
della mia esistenza. >>
Cosa dovevo fare? Mi
aveva lasciato, il dolore dentro di me si stava affievolendo, il solo
fatto di riaverla vicino era come un balsamo.
<< Io ti amo,
Edward... >>
Rimasi colpito e
frastornato. Mi amava... lei mi amava...
<< Ogni minuto,
ogni secondo della mia vita non vale la pena di essere vissuta se non
ci sei tu. Io amo il tuo essere vampiro, amo il tuo essere uomo. Ti
prego Edward, ti supplico... c'è ancora una speranza che tu mi
possa... amare? >>
Il suo respiro era
spezzato e il suo cuore batteva furioso.
<< Bella. >>
La mia voce era calma, ma dentro di me, non lo ero per niente. <<
Questa è la domanda più scema che potessi farmi. Certo
che ti amo! Questo fatto non cambierà mai... >>
Non finì neanche
la frase che mi saltò al collo baciandomi con passione.
<< Ti amo! Ti amo!
>> Continuava a ripetere sulle mie labbra, mentre io la
stringevo a me e mi inebriavo del suo profumo.
<< Non lasciarmi
mai più... >> Le dissi, facendo scorrere le labbra sul
suo collo.
<< Lo giuro. >>
Sussurrò stringendosi a me...
<< Stai ancora
pensando al nostro incontro? >>
Isabella mi venne vicino,
silenziosa e bellissima. La mia compagna immortale.
<< Si. E penso
anche che sono il vampiro più fortunato della storia. >>
La presi fra le braccia.
<< Davvero? >>
Mormorò sensuale.
<< Oh si...
davvero. >> La baciai senza esitazione, non più semplici
baci a stampo, ma baci veri e passionali. << Ti amo, signora
Cullen. >> E la baciai di nuovo, sentendomi finalmente
completo.
FINE
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