Lei è mia

di Goten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Stavo guidando la mia Volvo, Emmett mi stava aspettando dai Newton, aveva comprato l'attrezzatura per il nostro “campeggio”.

Sbuffai annoiato, niente in questa cittadina cambiava mai, le solite facce, le solite strade... o forse no...

Mentre attendevo che il semaforo diventasse verde, vidi una figura nuova passare sulle strisce davanti a me, era una ragazza, avvolta dal un enorme giaccone scuro, le cuffie del suo I-pod nelle orecchie, potevo tranquillamente sentire quello che stava ascoltando, non male come scelta, anche a me piacevano molto i Muse. Stava attraversando senza neanche guardare dove stava andando, il suo sguardo era incollato al libro che teneva aperto davanti a se.

Involontariamente accennai ad un sorriso, era un tipo insolito per questa cittadina...

Quando il semaforo divenne verde, ingranai la prima e mi recai a prendere Emmett, la ragazza ormai era lontana...

Parcheggiai di fronte alla porta d'ingresso.

<< Alla buon ora! >> Esclamò mio fratello avvicinandosi con dei pacchi in mano.

<< Ciao Emmett. >> Lo salutai canzonatorio.

In tutta risposta grugnì.

<< Preso tutto? >>

<< Si. Non manca nulla! >>

<< Ottimo, allora possiamo andare. >>

Chiusi il baule della macchina e muovendoci a velocità umana salimmo ai nostri posti.

Odiavo dover andare a piano, preferivo di gran lunga correre, ma in pieno centro non potevo fare diversamente.

Ero di nuovo all'incrocio dove avevo visto quella strana ragazza, istintivamente allungai lo sguardo cercandola. Non la vidi, tamburellai distrattamente sul volante.

Che succede Edward?

Scossi la testa.

Mi voltai verso la caffetteria e li, la vidi, stava uscendo dal locale, sempre con il suo libro in mano e le cuffie nelle orecchie.

Che tipo strano...

Il semaforo divenne verde e noi procedemmo per la nostra strada, incrociammo una Bmw cabriolet rossa, al volante una bionda mozzafiato, come l'aveva definita Emmett.

Decisamente quella giornata mi stava svelando i nuovi arrivi di Forks.

Arrivammo pochi minuti dopo a casa, Emmett si premurò di scaricare tutta l'attrezzatura e di caricarla sulla sua jeep.

<< Siamo a casa. >>

Esme comparve subito alla porta del garage, il suo sorriso materno era una vera manna per noi.

<< E' andato tutto bene? >>

<< Come sempre. >>

Carlisle vi vuole parlare, Jasper è già nello studio.

La cosa mi stupì molto, ma annuì. << Emmett, hai finito? >>

Buttò l'ultimo sacco sulla jeep. << Si. >>

<< Andiamo, Carlisle ci sta aspettando. >>


Solo poche ore prima avevo discusso con nostro padre Carlisle, al suo fianco la dolce Esme tentava di sedare gli animi, ma io non ero d'accordo con questa decisione, non lo ero io e neanche i miei fratelli.

Noi siamo i Cullen, antica famiglia di vampiri e questa sera, Carlisle, l'uomo che noi chiamiamo padre, colui che ci ha donato l'immortalità ci ha messo al corrente di una notizia che per anni ci è stata taciuta.

Io, Edward Cullen e i miei fratelli, Emmett e Jasper siamo ufficialmente...

<< Carlisle, è assurdo! Siamo nel 2009! Queste cose si facevano prima ancora che nascessi io! >> Esplosi alla fine.

<< Edward, lo so perfettamente in che anno siamo, ma la tregua fra umani e vampiri va rispettata e mi sembra che fino ad ora sia andata bene. >> Osservò Esme al suo fianco, anche lei a suo tempo era stata inclusa nel patto.

Carlisle ed Esme si erano innamorati e per loro era stato più semplice accettare il fatto che lei divenisse come noi, un essere senza anima...

Ma adesso, io e i miei fratelli ci trovavamo fidanzati senza neanche aver mai conosciuto quelle che io chiamo “agnelli sacrificali”.

<< No, mi rifiuto. >> Tentai ancora di ribellarmi.

<< Edward, si ragionevole, alla fine è solo un contratto. Anche se sono sicuro che andrete d'accordo. >>

Scossi la testa. Come potevo privare un essere umano della sua vita solo per rispettare un patto più vecchio di me?! << Loro lo sanno? >>

<< No, non sanno nulla... >>

<< Fantastico... >> Mormorai ironico. << Come si chiamano? >>

<< Sono tre sorelle... >>

<< Ma pensa, che fortuna... >> La mia voce era tristemente ironica.

<< Si chiamano; Rosalie, Alice e Isabella Swan... vedrai, ti piaceranno. >>

Lo guardai sofferente, odiavo questa non vita...


Come aveva fatto Emmett a convincermi ancora non lo capivo, sapevo solo di trovarmi in una discoteca piena zeppa di esseri umani che si agitavano e dimenavano a ritmo di musica, ignari che fra loro ci fossero tre vampiri fortunatamente non assetati di sangue.

Osservavo infastidito Emmett e alla sua sinistra Jasper che stavano ballando con qualche sconosciuta. Irrigidì la mascella, non mi trovavo a mio agio in quel putiferio di corpi.

Senza contare che i loro pensieri non erano proprio quello che desideravo sentire...

Basta! Avevo deciso, avrei raggiunto Emmett e Jasper e li avrei avvisati che me ne stavo andando, feci solamente un passo quando tre ragazze mi passarono davanti camminando velocemente sparendo fra la folla che, in quel momento cessò di esistere nella mia mente.

Un profumo di rose e lavanda mi invase facendo riemergere per un attimo il vampiro sedato in me.

I miei occhi solitamente dorati ora erano tinti di nero pece, il mio volto scattò nella direzione che avevano preso le tre ragazze, una di loro aveva quel profumo delizioso, sublime... potevo già sentire i miei denti rilasciare il veleno nella mia bocca.

Dovevo assolutamente raggiungerla!

Dimenticai Emmett e Jasper, il mio obbiettivo era lei. Mi feci largo fra gli umani nella sala, la sua scia mi guidava come un faro in una tempesta, i corpi attorno a me continuavano a strusciarsi, ad agitarsi. Nonostante la mia vista perfetta, non riuscivo a vederla, dov'era? Dov'era?! Maledizione!! Anche il suo profumo stava svanendo in quel posto! L'agitazione mi stava devastando!! Dovevo trovarla!!!

<< Edward!! EDWARD!! >>

La mano grande di Emmett mi prese una spalla voltandomi. << Vieni! Andiamo via!!! >>

<< NO!! >> Ringhiai. Non poteva portarmi via! Dovevo prima trovarla!! Dovevo vederla!! Dovevo... cosa? Cosa dovevo fare?... Sapevo che non potevo permettermi di cercarla, non potevo trovarla, l'avrei sicuramente uccisa.

<< Emmett, che succede? >>

Jasper era arrivato e avvertendo il mio stato d'animo aiutò a calmare il mostro dentro di me. << E' meglio uscire. >>

Mi trascinarono con loro, cercavo di non porre troppa resistenza, ma il ricordo del profumo di lei mi stava facendo impazzire.

Eravamo quasi all'uscita, potevo sentire la frescura notturna aiutarmi a riprendere il controllo. Avverti la stretta di Emmett farsi più forte, lo fissai e così fece Jasper, probabilmente aveva avvertito anche in lui un cambiamento emotivo.

Emmett era immobile, gli occhi neri fissi su un punto preciso, una bionda mozzafiato fasciata con un vestito corto, aderente e nero stava camminando verso di noi.

Il suo profumo era buono, Emmett stava vivendo la mia stessa agonia di prima. Veloce lo trattenni quando la ragazza ci passò accanto, sentì mio fratello inspirare a pieni polmoni e prepararsi all'inseguimento.

<< Emmett! Fermo!! No!! >> Cercava di liberarsi dalla mia presa, Jasper stava tentando di calmarlo con il suo potere, ma sapevo bene che era difficile, entrambi quella sera avevamo avuto un assaggio delle nostre cantanti.

Un ringhio gutturale uscì dalla gola di Emmett. << Lasciami!! E' mia!!! Lei è mia!! >>

<< No! Jasper, aiutami a tenerlo! >>

Il fatto che la ragazza bionda fosse solo a qualche metro da noi non aiutava, fortunatamente ne arrivò un'altra che a quanto pare la stava cercando, bene, così sarebbero andate via, quello che non potevo sapere era che la nuova arrivata ebbe lo stesso effetto dirompente su Jasper.

I suoi pensieri furono tutti concentrati su quella piccola creatura che pareva un folletto.

<< No! >> Sibilai cercando con la mano libera di afferrare anche lui.

Arrivò una terza ragazza e quando il suo profumo mi colpì, lasciai andare i miei fratelli, era lei! La mia cantante, la mia venere personale, ed era... bellissima! Il viso a cuore, i capelli ondulati castani e occhi scuri da perdersi dentro. La ragazza dell' I-pod!

Il mostro dentro di me ruggì felice, finalmente si era rivelata ai miei occhi. Il vestito blu che indossava le risaltava la pelle candida e metteva in risalto le sue gambe lisce.

Stavano parlando fra loro, ma noi, potevamo sentirle senza alcun problema...

<< Io voglio andare a casa! >>

<< Ti prego Bella! Siamo arrivate da poco! >>

<< Rose, a te piace stare qui, a me no! >>

<< Dai ragazze, cerchiamo di andare d'accordo... Bella, sopporta per un'oretta al massimo, poi c'è ne andiamo... >>

Lo sguardo che la mia venere le lanciò avrebbe incenerito chiunque, ma il piccolo folletto sembrava non badarci.

Mi piaceva, aveva un bel caratterino.

Osservai i miei fratelli, anche loro non si erano persi nulla delle loro battute e come se ci fossimo accordati prima su un piano in particolare da eseguire, ci avviammo contemporaneamente verso le nostre prede. Nessuno ci avrebbe fermato. Nessuno.

Le seguivamo poco distanti, aspettavamo solo il momento propizio...

<< Dove diavolo è Rose?! >> Urlò la mia Bella, si perché il mostro in me ormai la considerava sua.

<< Non lo so! >>

La bionda si era staccata dalle altre due, bene un'occasione perfetta per Emmett, ed infatti quando mi voltai, era già alle sue costole, non potei trattenere un piccolo ghigno.

<< Bella, dobbiamo trovarla! Dividiamoci, ci troviamo qui fra mezz'ora, va bene? >>

<< Si! >>

Mi spiaceva per loro che dovevano urlare per sovrastare un pochino la musica, ma in quel momento, la fortuna era decisamente dalla mia parte.

Il piccolo folletto si era allontanato seguito da Jasper e finalmente, lei era li, sola, tutta per me.

Mi avvicinai sicuro, scivolai fra le varie persone...

<< Bella!! >>

Mi bloccai, e quello chi diavolo era?!!

<< Jake!! >>

Maledizione! Sollevai il labbro superiore sibilando.

Un ragazzo alto, muscoloso e dalla pelle chiaramente più scura si avvicinò, anche troppo per i miei gusti, alla mia piccola ninfa.

<< Cosa fai qui da sola? >>

<< Sto aspettando Rose e Alice! >>

<< Capito. Balli? >> Le indicò la pista.

Adesso lo avrei ucciso, ma la reazione di lei mi calmò. << No, grazie, detesto questo posto! >>

Il ragazzo, chiaramente uno della riserva, rise.

<< Bella... >> Il suo tono non mi piaceva, era quello che usavano le persone quando si trovavano in difficoltà ad esprimere qualche loro sciocco sentimento. << Lo sai che ... >>

<< Jake, per favore! Non mi piace quando ti immischi nella mia vita! >>

Oh bene, si stava arrabbiando, quel tipo doveva aver toccato un tasto dolente, mi concentrai sui loro discorsi.

<< Bella! Come puoi dire questo! Lo sai che ti voglio solo proteggere... >> Le afferrò il braccio e qui, un ringhio mi uscì spontaneo.

Nessuno attorno a me ci fece caso, la musica copriva tutto, ma il ragazzo lo notò e posò il suo sguardo su di me.

La cosa mi stupì molto, come poteva un semplice umano avere quei sensi sviluppati?

Lasciai la mia mente vagare nella sua e scoprì con orrore cosa fosse in realtà; licantropo!

La sua presa sul braccio della ragazza si fece più forte.

<< Jake mi fai male!! Lasciami! >>

La lasciò immediatamente. << Scusami... davvero scusami Bella. >>

Lanciava occhiate veloci verso di me.

<< Jake, perché non vai dai tuoi amici. Tanto adesso Alice e Rose arriveranno presto. >>

Si, vai via! Continuavo a ripetere anche io mentalmente. Ma il lupacchiotto non voleva lasciarla, vedevo chiaramente nei suoi pensieri che provava qualcosa per lei. Ma ormai io avevo deciso, lei era MIA.

Feci un primo passo e poi un altro, lo vidi irrigidirsi sempre di più, finché non arrivai alle spalle della ragazza.

Maledetto! Cosa vuoi da lei!?

I suoi pensieri erano noiosi dopo un po', ma scoprì con gioia che non voleva trasformarsi davanti a tutte quelle persone, bene, la cosa mi portava in discreto vantaggio.

<< Chiedo scusa... >> Le sussurrai vicino all'orecchio.

Lei si girò di scatto e in quel momento mi trovai immerso nei suoi occhi scuri, mi sentì perso... e poi avverti come se mille e mille catene mi legassero a quella ragazza.

Usai un tono di voce che sapevo abbagliava la maggior parte delle persone. Ma in quel momento sapevo di voler abbagliare anche lei, volevo allontanarla da quel cane.

<< Credo che la ragazza laggiù ti stia facendo segno... >>

Ed era vero, vedevo il piccolo folletto gesticolare verso la mia Bella. Le presi con gentilezza una spalla e la voltai verso l'altra parte della sala, in modo che notasse la sua amica.

Avvertivo chiaramente i pensieri ostili del lupo, ma la cosa non mi interessava.

<< Oh... grazie... >> Si voltò nuovamente verso di me.

Le sorrisi e lei rimase imbambolata.

Non mi piaceva quando succedeva, ma stavolta, ero soddisfatto, compiaciuto che lei non potesse resistermi, perché anche io non potevo resistere lontano dal suo profumo e dai suoi occhi.

La sospinsi con gentilezza verso la sua amica, io le ero sempre accanto.

<< Bella! >> Cercò di chiamarla l'altro ragazzo., allungando un passo verso di noi. Ma notai con soddisfazione che altri come lui lo stavano trattenendo.

<< Fermo Jake!! Che diavolo vuoi fare!! Datti una calmata! >>

<< Lasciami Sam! >>

<< No! Lo sai che non possiamo interferire! >>

<< Non mi interessa! Lei.. lei... >>

<< Lei è sua Jake! Non possiamo rompere il patto! >>

La mia mente stava assorbendo tutto quanto. Patto? Sapevano del patto? E lei... era mia? Possibile che fosse... Bella... Isabella... Rose... Rosalie e Alice.

Sorrisi sconcertato, quando si dice il destino.

E così la dolce visione accanto a me era la mia bellissima Isabella.

Mmm, questa cosa del patto mi piaceva decisamente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ringrazio davvero tantissimo chi commenta e anche le 20 persone che lo hanno messo nei preferiti, adesso, sarò sincera, la mia idea è di aggiornare una volta alla settimana, questo perchè stavolta la fiction la scrivo man mano che mi viene in mente, non è pronta come la volta scorsa, quindi, il prossimo capitolo lo posterò lunedì prossimo.


Capitolo 2


<< Posso? >>

La vidi alzare lo sguardo dal libro che teneva in mano e guardarmi con i suoi grandi occhi scuri.

<< Oh, certo... >> Rispose impacciata, spostando i suoi appunti di scuola.

<< Grazie. >> Mi sedetti di fronte, aveva le guance leggermente rosse, adoravo quando era in imbarazzo. << Allora, sempre con il naso sui libri? >>

Mi fece un piccolo sorriso di circostanza. << Già. Stavo ripassando per il test di lunedì. >> Mescolò il suo cioccolato caldo un paio di volte e tornò al libro che reggeva con l'altra mano.

<< Vuoi una mano a studiare? >> Non mi piaceva quando non avevo la sua attenzione.

<< Mmm >>

Non alzò neanche lo sguardo, ora ero sinceramente arrabbiato con quel libro, lo osservai sperando che il mio sguardo lo incenerisse.

<< Questo povero libro non ti ha fatto nulla Edward. >>

Sollevai gli occhi incrociandoli con i suoi. << Non è vero. >>

Spostò di poco la testa osservandomi scettica. << Certo, ovviamente questo libro ti ha causato chissà quali danni... >>

<< Beh, intanto mi toglie la tua attenzione. >>

Sbatté due volte le palpebre, probabilmente cercando di capire se dicessi sul serio o se la stessi prendendo in giro.

Sospirò piano e con mia somma gioia lo chiuse riponendolo nello zaino accanto a se, stessa fine fecero i suoi appunti di scuola.

Bene, così andava meglio, mi era semplicemente bastato dirle che volevo la sua attenzione? Mi stava facilitando il compito.

Mi osservò circospetta. << Se mischio la mia cioccolata va bene? >>

Sbuffai. << Ovvio. >>

La mescolò un paio di volte e poi la spinse di lato allungandosi verso di me.

<< Ti posso confidare una cosa? >> Sussurrò.

D'istinto mi allungai anch'io. << Certo. >> Chissà cosa voleva dirmi di così importante da arrivare perfino a sussurrare...

<< Edward... >>

Adoravo quando mi chiamava per nome.

<< Ti devo confessare che... >>

Cosa? Cosa doveva confessarmi?

<< ... con o senza libro, la mia attenzione... TE LA SOGNI! >> Si alzò di scatto uscendo a passo veloce dal locale, tutti gli sguardi degli altri clienti erano fissi su di me.

Li fissai male tutti quanti.

Bella mi stava facendo davvero innervosire, possibile che su di lei io non avessi lo stesso effetto che avevo sulle altre persone? Perché?! L'unica ragazza che mi interessava e da cui mi sentivo attratto, era anche l'unica che non voleva saperne di me...

Maledetta la sua mente contorta!! Maledii il fatto di non poterle leggere nella mente.

Ripensai al nostro primo incontro, dopo averla accompagnata dalla sua amica, che scoprì essere sua sorella, rimasi attaccato a lei e anche i miei fratelli non erano da meno con le sue sorelle.

L'unica che apprezzava parecchio la presenza di uno di noi era Rosalie, si stava mangiando Emmett con gli occhi e anche lui non era da meno.

Jasper guardava Alice assiduamente, la stava imbarazzando in modo atroce, mentre la mia Bella sembrava tesa, non imbarazzata, ma pronta a scattare in qualunque momento.

Le sfiorai con gentilezza un braccio. << Va tutto bene? >> Sapevo di aver usato il tono di voce più suadente che avevo, ma la sua reazione mi lasciò spiazzato.

Si spostò dal mio tocco e senza guardarmi aggiunse.

<< Tutto bene, grazie. >>

La osservai per una piccola frazione di secondo confuso. << Davvero? >>

Chiuse gli occhi e respirò profondamente. << Si, ma non usare quella voce con me. Odio essere incantata. >>

Lo stupore si dipinse sul mio viso, lei sapeva che stavo cercando di ammaliarla!

<< Perché dici così? >> Mi ero posizionato alle sue spalle, le mie mani scorrevano sulle sue braccia bianche.

<< So cosa sei. So cosa siete: vampiri. >>

La sua voce era tesa e il suo cuore batteva furioso.

<< Ma so anche... che non vi nutrite di esseri umani. >>

Questa poi, come faceva a saperlo? Decisi di cambiare atteggiamento, se la mia voce suadente non aveva effetto, forse trattandola da persona normale potevo avvicinarmi di più a lei.

<< D'accordo, così va meglio? >>

Respirò ancora profondamente. << Si. >>

<< Adesso potresti guardarmi mentre parliamo? Prometto che non ti incanterò. >>

Si voltò verso di me, quello che non avevo contato era che fui io, ad essere incantato dal suo sguardo.

<< Allora... chi ti ha parlato di noi? >> Per un attimo, ero rimasto senza parole.

<< Nostra madre. >>

La loro madre ci conosceva? O forse era più facile supporre che fosse a conoscenza del patto, ma non aveva informato le figlie.

<< E' stata lei a mandarvi qui? >>

<< Si. >>

Perché era così restia nel rispondere? Dovevo tirarle fuori ogni risposta con un rampino! Decisi di abbandonare l'argomento, magari più avanti lo avrei ripreso, adesso, quello che volevo era che lei non si staccasse più da me.

<< Quindi non hai paura... di me... >>

Sbatté gli occhi un paio di volte. << Beh ecco, non lo so. Più che altro, mi stai infastidendo. >>

Una smorfia si impossessò del mio viso. Io la stavo infastidendo?! Questa era la prima volta nei miei quasi cento anni che una donna mi diceva queste parole.

Ero sinceramente colpito!

<< Non potresti andare ad abbindolare qualcun'altra? >>

Questa domanda mi spiazzò ancora di più!

<< No. >>

Sbuffò e si voltò verso le sue sorelle. << Possiamo andare? >>

I pensieri delle sue sorelle erano limpidi per me. Rosalie non voleva assolutamente lasciarsi scappare Emmett, chissà cosa avrebbe fatto se le avessimo detto che per nulla al mondo avrebbe potuto perderlo.

Alice invece era confusa, non sapeva che fare, Jasper non le era indifferente, ma non si fidava al cento per cento, e Bella, beh lei era un mistero per me, tranne per il fatto che non mi voleva e me lo stava facendo capire in tutti i modi possibili.

<< Alice, ti prego, domani è il nostro primo giorno di scuola! >>

Scuola? Mmm... bene, allora l'avrei rivista sicuramente.

Alice si avvicinò a Bella, sempre con Jasper al suo seguito. << Rose! Possiamo andare?! >>

Lo sguardo di sua sorella se avesse potuto l'avrebbe incenerita.

<< Devo andare. >> Disse ad Emmett.

Si avvicinò a lui. << Vienimi a trovare >> gli sussurrò all'orecchio per non far sentire alle due sorelle il suo invito.

<< Sicuramente. >>

Lo baciò all'improvviso, stupendoci tutti. Wow! A quanto pare Emmett era già accasato.

Bene, rimanevamo solo io e Jasper...


Tornai con la mente al presente, ero ancora infastidito dal fatto di avere solo biologia con Bella, durante le altre lezioni mi dovevo accontentare di vederla tramite gli occhi degli altri.

La pioggerellina scendeva fine su tutta la città, agli occhi di tutti, eravamo semplici esseri umani, un po' particolari per il nostro colore della pelle, ma nessuno sospettava di noi. Nessuno sapeva del patto che secoli addietro era stato stipulato fra la nostra razza e quella umana.

Io lo consideravo un patto inutile, all'epoca forse andava bene per i vampiri che si nutrivano di umani, ma ora, noi ci nutrivamo di animali e quindi il patto poteva anche essere sciolto.

Ma a quanto pare, i Volturi volevano che fosse rispettato. E dato che nel patto ora era compresa Isabella, chi ero io per non volerlo rispettare?

Ghignai, non dovevo comportarmi così, lo sapevo, stavo obbligando una ragazza umana a prendermi come suo compagno, sia che la cosa le piacesse oppure no... ma io sapevo di essere una creatura sostanzialmente egoista. Sapevo di volerla tutta per me, non era solo il suo odore a piacermi, anche i suoi occhi mi avevano stregato. Il suo modo di fare mi lasciava spiazzato. Mi affascinava con i suoi modi di fare.

Ero arrivato alla conclusione che tutto in Bella mi piaceva, se fossi stato ancora umano, questo sentimento avrebbe di sicuro avuto un nome... ma per adesso, non volevo darglielo.

Mi alzai svogliatamente, uscì dalla piccola caffetteria e mi rintanai in macchina.

Sfrecciai verso casa, avevo bisogno di pensare e riflettere accuratamente su Isabella.

Già a casa?

Jasper era intento a giocare alla Playstation da solo.

<< Si, a cosa stai giocando? >> Buttai il cappotto sul divano e mi misi seduto accanto a lui.

<< Un gioco d'auto, fai una gara? >> Mi lanciò una manetta.

<< Ma si, dai qua che ti straccio! >>

<< Questo è da vedere! >>

Giocammo come due idioti, spintonandoci ogni tanto, sopratutto quando Jasper vedeva la mia auto sorpassarlo.

<< Non vale Edward!!! >>

<< Certo che vale! >> Ghignai strafottente.

Sullo schermo comparve la scritta “you win!”

Mi voltai verso di lui sorridente. << Ho vinto! >>

Jasper si alzò esasperato. Vado a caccia.

Annuì mentre vagliavo la selezione di giochi disponibili, fare quella gara con Jasper mi aveva momentaneamente tolto dalla mente Isabella.

Ora che ci facevo caso, Emmett non c'era, dove si era andato a cacciare? Di solito a quest'ora s'impadroniva del televisore per guardare quegli stupidi telefilm infantili.

<< Mamma, hai visto Emmett? >>

<< E' uscito con Rosalie, sono al centro commerciale. >>

Un mio sopracciglio scattò in alto arcuandosi. Emmett in un centro commerciale? Quella Rosalie lo aveva proprio ammaliato.

E' veramente una bellissima ragazza! Dovresti vedere come è appassionata di auto!

I pensieri di Esme mi arrivarono tranquilli. A quanto pare Rosalie era una fan di automobili.

Chissà invece cosa piaceva a Bella...

Rimasi a giocare per poco meno di dieci minuti, non riuscivo più a togliermi dalla mente quella domanda. Dovevo sapere qualche cosa di più su Bella, cosa le piaceva, i suoi interessi, i suoi fiori preferiti... tutto!

Dovevo solo trovare una scusa per andare da lei... già, ma quale? Non potevo semplicemente andare da lei e dirle: Oh ciao! Scusa vorrei sapere tutto di te!

Credo che mi avrebbe sbattuto la porta direttamente in faccia.

Sbuffai. Perché doveva essere così complicata la faccenda?

Il telefono di casa cominciò a suonare, Esme andò a rispondere e io tornai ai miei pensieri, questo almeno finché non sentì la voce della mia Isabella dall'altra parte della cornetta.

<< Pronto? >>

<< Ehm.. signora Cullen? >>

<< Si >>

<< Salve, sono Isabella Swan, mi scusi se la disturbo. >>

<< Oh no cara, niente affatto, dimmi pure. >>

<< Ecco, mi domandavo, mia sorella Rosalie, non è li da voi? >>

<< No, mi dispiace, è ancora fuori con Emmett, credo si fermino al centro commerciale a mangiare. >>

<< Ah, capisco. Beh, mi scusi ancora per il disturbo. >>

<< Ti serviva qualcosa di urgente? Posso darti il numero di cellulare di Emmett. >>

<< No no, si figuri, Rosalie si sarà dimenticata che era il suo turno di andare a prendere le pizze, non si preoccupi. Era solo una sciocchezza. >>

<< Bene, allora, buona serata. >>

<< Grazie, anche a lei. >>

Bene, credo di avere la scusa per andare dalla mia Bella.

Veloce presi il cappotto che avevo appoggiato sul divano, afferrai le chiavi della Volvo e corsi verso casa Swan.

Tempo record, cinque minuti e tredici secondi. Scesi dalla macchina e salii i tre gradini del portichetto.

Bussai e attesi.

Pochi istanti dopo, la porta si aprì e una Bella decisamente sorpresa si parò davanti a me.

<< Tu?! Che ci fai qui Edward? >>

Sorrisi gentile. << Ti accompagno. >> Le indicai la macchina, ero felice di averla lasciata senza parole.

<< Bella! Chi è? >>

Alice comparve dietro sua sorella. << Oh ciao Edward! >> La salutai con la mano. << Bella, fallo entrare! >>

Si spostò di lato come un'automa, entrai venendo avvolto dal profumo di Isabella, decisamente era impregnata tutta la casa.

Smisi di respirare, se non volevo ucciderla, era meglio evitare che il vampiro dentro di me prendesse il sopravvento.

<< Allora Edward, cosa ci fai qui? >> Esclamò il piccolo folletto, mentre agguantava un barattolo di yogurt e si metteva seduta sul divano incrociando le gambe sotto di se.

<< Beh, sono venuto per portare Bella a prendere le pizze. >>

<< Oh bene! Io con le patatine. >>

Bella la guardò come se fosse un aliena. Quanto mi sarebbe piaciuto sapere cosa pensava in questo momento.

Spostò il suo sguardo su di me e poi, con un semplice sbuffo si allontanò sparendo nell'altra stanza.

<< E' andata a prendere la giacca. >> Mi suggeri Alice con voce complice, tenendo in mano il cucchiaino.

Le sorrisi.

Chissà Jasper che sta facendo...

Un immagine di mio fratello balenò nella sua mente.

<< E' a caccia in questo momento. >> Le risposi.

Mi guardo con gli occhi spalancati.

Come...

Ghignai mentre mi picchiettavo un dito sulla tempia. << Leggo nella mente. >>

<< Wow!! >>

Quindi posso parlarti anche così?

<< Si, direi di si. >>

E Jasper invece? Lui cosa fa?

<< Sente e riesce a controllare le emozioni della gente. >>

Accidenti, sempre bello!

Bella arrivò in quel momento. << Sono pronta, andiamo. >>

<< Ciao Alice! >>

<< Ciao! >>

Fate con comodo...

Scossi la testa ridacchiando mentre chiudevo la porta dietro di me. Decisamente anche lei non aveva paura di noi.

In macchina Bella era tesa, la pioggerellina del pomeriggio era diventata piano piano un vero e proprio temporale.

Accesi il lettore cd, lasciando che le note di Claire de Lune si diffondessero in macchina.

La sentì sospirare.

<< Se non ti piace, puoi cambiare. >>

<< No. Mi piace Debussy, è molto romantico e malinconico. >>

La guardai per un attimo.

<< Si, lo penso anche io. >>

E un po' la vidi rilassarsi, io invece provai a respirare con il naso e subito, forte come una cascata di mattoni, il suo odore mi colpì e infiammò la gola.

Era il profumo più buono che avessi mai odorato.

<< Come facevi a sapere che mi serviva un passaggio? >>

Ottimo, se parlavamo mi sarei distratto dalla voglia di morderla subito.

<< Beh, diciamo che ho sentito la tua conversazione con Esme. >>

<< Esme? >>

<< Mia madre. >>

<< Oh... capisco. Hai origliato! Sei un vampiro spione. >> Ridacchiò prendendomi in giro.

Mi piaceva che l'atmosfera si stesse rilassando fra di noi.

<< No, mi spiace ma hai sbagliato. Io non spio, quello è Emmett. >>

Mi guardò scettica.

<< Stavo giocando alla Playstation di Jasper e ho sentito la tua conversazione, noi vampiri abbiamo un udito molto sviluppato. >>

Si girò verso di me. << A cosa stavi giocando? >>

<< Mmm... prima abbiamo fatto una gara di auto, poi stavo guardando a cosa giocare. Ti piacerebbe provarla? >>

<< Magari un giorno. >> Accennò un piccolo sorriso.

<< Benissimo, allora un giorno ti aspetto per una partita. >> Le risposi sincero.

<< Siamo arrivati. >>

Parcheggiai l'auto e alla mia velocità, andai ad aprirle la portiera.

<< Wow! >> esclamò sorpresa. << Dovrò abituarmi. Non fate così anche in pubblico però. >>

<< No, decisamente no. Anzi, se potete evitare di... >>

<< Tranquillo Edward, saremo mute come pesci. Anche se mi stupisco che la gente non vi abbia ancora scoperto. >>

Entrammo nella piccola pizzeria e dopo pochi istanti due pizze fumanti ci vennero consegnate.

<< Tu non prendi nulla? >> Mi domandò innocentemente.

La guardai trattenendo un sorriso ironico. << Dieta speciale, ricordi? >>

<< Oh, scusami! >> era sinceramente imbarazzata.

Tornammo in macchina, l'odore delle pizze copriva quello di Bella, anche se ormai era impresso a fuoco nella mia mente.

<< Edward, posso farti una domanda? >>

<< Certo, dimmi pure. >>

<< Perché tu, Jasper e Emmett ci state sempre così addosso? >>

La mia piccola Isabella aveva visto bene, e adesso cosa le rispondevo?

<< Beh, Emmett e Rosalie si piacciono, quello lo vedi anche tu chiaramente. >>

<< Si, ma tu e Jasper? >>

<< Jasper è molto attratto da Alice e mi sembra che anche lei provi dell'interesse per lui. >>

<< Forse, non ne abbiamo ancora parlato... e tu? >>

Mi sentivo u po' in imbarazzo e un po a disagio, cosa potevo dirle? Se le avessi detto che era soprattutto il suo sangue all'inizio ad attirarmi ma ora era diverso... optai per una sincera verità o almeno una parte di essa.

<< Beh, tu mi incuriosisci. La prima volta che ti ho visto, ho sentito il profumo del tuo sangue, desideravo morderti e assaggiarlo. >>

La vidi spalancare gli occhi sconvolta. Dentro di me pregavo affinché mi lasciasse finire e che capisse.

<< Mi sono trattenuto e ho cominciato a conoscerti. Adesso, non è solo questo che mi attira. Mi incuriosisci... sei, particolare. >>

La vidi arrossire, al mostro piacque e anche a me.

<< Siamo arrivati. >> Le dissi a bassa voce.

Osservò casa sua, sembrava indecisa se scendere o rimanere.

Si voltò verso di me e mi sorrise. << Grazie Edward. >>

<< Di cosa? >>

<< Per avermi accompagnata e per avermi detto la verità. Grazie. >> Il sorriso che mi fece fu la cosa più bella che avessi mai visto ed era tutto per me.

<< Prego. >>

Scese dalla macchina e corse in casa, per quella sera, potevo dirmi felicemente soddisfatto.






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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Tornai a casa felice, Esme mi venne in contro sorridente.

<< Allora, dove sei stato? >>

<< Da Isabella. >> Ammisi.

I suoi occhi si illuminarono. Sono così felice per te Edward!

<< Veramente non è come pensi. Abbiamo solo parlato un po'. >>

Si, ma sono certa che ti accetterà. Sei troppo speciale per non accorgersene.

<< Si, certo... >>

<< Io e tuo padre andiamo a caccia, ti unisci a noi? >>

<< Si, ne ho davvero bisogno. >>

Ed era vero, stare a contatto con Isabella era bellissimo, ma temevo sempre che la parte meno nobile di me venisse a galla e questo non potevo permetterlo.

Lasciai a casa il cappotto per evitare di rovinarlo, qualche istante dopo comparve Carlisle.

<< Edward, pronti per andare? >>

<< Si. >>

Vedevo nella sua mente le domande che avrebbe voluto pormi, ma per il momento non sapevo dargli una risposta precisa, era troppo poco il tempo che avevo passato con Isabella per capire se anche lei provasse per me almeno una briciola di attrazione.

La caccia era uno di quei momenti in cui potevo lasciare libero il mostro e farlo sfogare, gli animali si nascondevano al nostro passaggio, ma tutto inutile.

Siamo i predatori più pericolosi del mondo, niente ci sfugge.

Afferrai un cervo e lo morsi, i miei denti affondarono come se la sua carne fosse burro, succhiai quel liquido scarlatto riempiendomi e saziandomi.

La gola finalmente aveva smesso di bruciare in modo così assillante, almeno per qualche altro giorno potevo restare a contatto degli umani senza correre rischi inutili.

Edward, Esme mi ha raccontato che hai passato la serata con Isabella.

<< Si, abbiamo parlato. >>

Si avvicinò di qualche passo. << E come è andata? >> Le hai detto tutto?

<< No, non le ho detto tutto, le ho spiegato che il suo sangue mi attirava all'inizio, ma che adesso c'è dell'altro. >> Lo fissai negli occhi. << Lei non ha paura di noi e neanche le sue sorelle. Ma, non sono riuscito a dirle del patto... >>

La mano di Carlisle si appoggiò sulla mia spalla. E' già una buona cosa che non ci temano.

<< Si, questo è vero, ma io, non mi sento corretto nei suoi confronti. >>

<< Devi darle tempo, Edward. Cercate di conoscervi prima, sono certo che se lei ti conoscesse veramente, non prenderebbe male la verità. Isabella mi sembra forte. >>

Vidi nella sua mente un suo incontro con Isabella e Alice.

<< Quando vi siete visti? >> Mi infastidiva il fatto che Bella avesse incontrato mio padre e io ne fossi all'oscuro.

<< E' venuta da me oggi. Mi ha fatto una richiesta un po' particolare. >>

Frugai nella sua mente curioso. Cosa gli aveva chiesto la mia piccola ninfa?

Socchiusi le labbra stupito.

<< Esme le sta raccogliendo adesso. >>

<< Lei ti avrebbe... >>

<< Si, mi ha chiesto di procurargliene un paio. >>

<< Ma perché? >>

Beh, questo domandalo a lei.

Sicuramente le avrei posto la domanda, Bella era una continua sorpresa.

Era ancora notte quando tornammo a casa, mi cambiai i vestiti e mi infilai sotto la doccia, ancora molte ore mi separavano dal mio incontro mattutino con lei.

Mi preparai con calma, avevo tutto il tempo a mia disposizione, mi osservai allo specchio, blue jeans, camicia e maglioncino. Lanciai uno sguardo all'orologio e un suono lamentoso uscì dalla mia bocca.

Erano solo le due di mattina, non avevo mai odiato così tanto lo scorrere lento dei minuti.

<< Edward, ricordati queste per favore. >> Esme mi diede un sacchetto contente la richiesta di Bella.

Lo presi e lo fissai assorto, decisamente mi doveva dare una spiegazione.

Afferrai le chiavi della macchina, caricai la borsa e il cappotto grigio. Sapevo che era prestissimo, ma dovevo assolutamente vedere Bella, anche se l'avessi trovata nel letto a dormire.

Starle lontano troppo a lungo non mi piaceva.

Battei il mio record precedente, stavolta ci avevo messo solo tre minuti e undici secondi, parcheggiai la macchina nel loro vialetto e scesi.

La casa era completamente al buio.

Annusai l'aria e individuai la sua stanza, era al primo piano, la finestra socchiusa, senza riflettere, presi la borsa che Esme mi aveva affidato, con un piccolo slancio e una piccola arrampicata arrivai a destinazione, sbirciai all'interno, la stanza era satura del suo odore.

Guardai verso il letto, lei era li.

Entrai senza fare alcun rumore, appoggiai il pacchetto nelle mie mani sulla sua scrivania e mi avvicinai.

Rilassai i muscoli.

Respirai piano piccole dosi del suo odore, era veramente delizioso.

Bella era assolutamente poco femminile, dormiva con i pantaloni neri della tuta, una magliettina sbrindellata verdona, i capelli raccolti in qualche modo, tenuti fermi da una matita, probabilmente usata per prendere degli appunti scolastici.

Era completamente abbracciata al cuscino, sembrava un koala aggrappato al ramo di un albero, le coperte completamente attorcigliate attorno alle gambe.

Dava l'impressione di essere un tipino molto agitato durante il sonno.

Sorrisi come uno scemo. Ai miei occhi era adorabile.

Mi avvicinai ancora incautamente, aveva le labbra socchiuse, sentivo il suo respiro caldo su di me, era una sensazione piacevole.

<< Mmm... stupi..do... >>

Parlava nel sonno!

Questa non volli perdermela, mi inginocchiai accanto a lei e ascoltai tutti i suoi assurdi discorsi.

<< Cre..tino... >>

Mmm, decisamente stava dando del cretino e dello stupido a qualcuno. Sghignazzai.

<< Edward... >>

Ora non ridevo più. Ero io il cretino?!

<< Mm.. noo Jake... va via.... >>

Bè, almeno mandava via il lupacchiotto anche nei sogni. Anche se, sapere che quel cane era nei suoi sogni, per quanto sgradita la sua presenza anche da Bella, era per me motivo di enorme fastidio.

Si agitò un po', il cuscino scivolò fra me e il letto, la sua mano tastava il materasso cercandolo, mi piegai appena per ridarglielo, quando le sue dita si aggrapparono ai miei capelli.

Mi trascinò verso il letto, le sue braccia mi avvolsero la testa come un boa, smisi immediatamente di respirare, mentre mi pareva invece che Isabella prendesse degli enormi respiri.

<< Mmm... Edward... >>

Oh bene, ero tornato nel sogno, chissà cosa mi avrebbe detto stavolta, fino ad ora mi ero beccato uno stupido e un cretino, cos'altro poteva dirmi?

<< ... resta. >>

Bé, questo mi faceva piacere, voleva che restassi, e lo avrei fatto, per nulla al mondo mi sarei separato da lei.

Mi rilassai, o almeno tentai, ripresi a respirare le piccole dosi del suo profumo, le sue braccia mi passavano una sul collo e una sulle labbra, non potevo muoverle o avrei rischiato di morderla, ma dentro di me gioivo nell'essere così abbracciato da lei.

La sentì strofinare il suo volto contro i miei capelli, era come sentire una scia infuocata dove le sue labbra mi sfioravano la pelle.

Non parlò più, i minuti passavano lenti, mi persi nell'ascoltare i suoi respiri, il suo cuore aveva un battito melodioso. All'improvviso il battito cambiò la sua frequenza, anche il respiro si fece meno profondo.

Osservai la sveglia, erano quasi le sette, presto si sarebbe svegliata, non era il caso che mi facessi trovare li, avrebbe pensato di nuovo che ero un vampiro spione.

E stavolta non potevo darle torto.

Piano piano scivolai via dalla sua presa, mugugnò infastidita, sorrisi di nuovo. Mi dispiaceva lasciarla ma l'avrei rivista a breve.

Presi il pacchetto di Esme e saltai, fuori dalla finestra, osservai ancora per qualche attimo la casa, già sentivo la sua mancanza.

Scossi la testa incredulo dell'effetto che mi scatenava, ero completamente dipendente da lei.

Feci forza su me stesso e me ne andai, guidai lentamente fino a casa pensando continuamente al suo dolce profumo.

Varcai la soglia di casa appena in tempo per vedere Carlisle uscire per andare al lavoro.

Sei andato da lei?

Annuì. Ricevetti un breve sorriso compiaciuto.

<< Jasper >> Chiamai a voce normale, con il nostro udito non c'era bisogno di urlare.

Arrivò in pochi attimi.

Hai addosso il suo odore.

Si, lo sapevo e mi dava sollievo poter sentire a sua fragranza su di me.

<< Sei pronto? >>

<< Certo, andiamo. >>

Salimmo sulla Volvo, e cercando di trattenere la velocità, ci recammo a scuola.

Durante il tragitto, potevo chiaramente sentire i pensieri di mio fratello, erano quasi tutti rivolti ad Alice, mi veniva da sogghignare, non eravamo messi molto bene io e lui.

A quanto pare, voleva chiedere alla piccola Swan un appuntamento, chissà se il piccolo folletto avrebbe accettato. I suoi pensieri, la sera prima, erano rivolti a Jasper, forse non gli era del tutto indifferente. Bé, io facevo il tifo per lui.

Alice mi sembrava un tipo molto bizzarro e vivace, tutto l'opposto di Jasper, si, credo che assieme avrebbero fatto faville.

Parcheggiai al mio solito posto, prima invidiavo Emmett, lui dimostrava quasi vent'anni e poteva risparmiarsi il supplizio di andare a scuola, ma ora che Bella era arrivata, la scuola non mi sembrava più tanto male, se lei era nei paraggi.

I primi studenti cominciarono ad arrivare, scorsi Mike, Jessica, poco dopo arrivarono Laurent, Tayler e poi ancora Angela con Ben... poco a poco arrivarono tutti, e alla fine, eccole.

Accompagnate da Rosalie con la Bmw rossa, Alice e Bella fecero il loro arrivo, molto occhi si puntarono su di loro. Notai i lieve rossore sulle guance della mia piccola ninfa.

Era imbarazzata.

Avrei voluto staccare gli occhi a tutti, solo io potevo permettermi di ammirarla, i pensieri di Jasper erano pari con i miei, avrebbe volentieri massacrato i ragazzi che posavano su Alice il oro sguardo.

Rosalie le fece scendere e se ne andò, nella sua mente vidi che aveva un appuntamento con Emmett.

A quanto pare, stavano davvero andando d'amore d'accordo quei due.

Ci avvicinammo con passo normale all'ingresso dell'istituto.

<< Hey ciao! >> La voce squillante di Alice ci raggiunse, accompagnata da un saluto con la mano.

La vidi correre verso di noi con un leggero passo di danza, era davvero buffa.

<< Ciao! >> Ci sorrise felice di vederci, e lo era davvero, o almeno era felice di vedere Jasper.

<< Alice. >> La salutai.

<< Ciao Alice >> La voce di mio fratello era bassa e suadente, per un attimo vidi lo sguardo di Alice diventare leggermente vacuo, ma si riprese quasi subito.

Cercai Bella e la vidi, Jessica le si era appiccicata come una sanguisuga, dalle smorfie di Bella, intuì che non era felice della situazione.

Ascoltai cosa le stesse dicendo Jessica di così fastidioso.

<< E così siete amiche dei Cullen. Wow... non sono mai stati molto sociali con gli studenti di questa scuola. Come avete fatto? >>

<< Fatto... >> Sospirò Bella. << Non abbiamo fatto assolutamente nulla. >>

Ma lei continuò come se Bella non avesse parlato. << Voglio dire, non è che potresti presentarmi a Edward? >>

Stavolta Isabella spalancò gli occhi. << Jessica, è un tuo compagno di scuola, lo conosci da più tempo di me! >>

Mike si aggiunse al piccolo duo. << Allora, pronte per biologia? >>

Appoggiò un braccio attorno alle spalle di Bella.

Per un attimo l'ira mi accecò, già mi vedevo avanzare rapido e staccargli con un morso quel braccio, ma fu solo il pensiero di un secondo, Bella gli afferrò il polso e se lo scrollò di dosso infastidita.

<< Prontissime. >> Rispose di malumore.

Basta, decisi di intervenire.

<< Scusatemi... >> Sibilai a Jasper ed Alice che ormai non mi ascoltavano neanche più.

A passo umano raggiunsi il mio piccolo sole.

<< Bella, andiamo. >> Le misi una mano sulla spalla, la sentì tendersi e poi rilassarsi.

Gli occhi di Jessica e Mike si allargarono. << Ragazzi. >> Li salutai, le feci solo una lieve pressione con la mano e assieme ci avviammo nel corridoio della scuola.

La rabbia di prima venne spazzata via dall'euforia, si perché Bella non aveva ancora spostato la mia mano dalla sua spalla e la cosa mi piaceva un sacco.

<< Dovresti ringraziarmi, ti ho salvato la vita. >> Le sussurrai abbassandomi verso il suo orecchio.

Notai i brividi sulla sua pelle. << Me la sarei cavata anche da sola. >>

Ecco, da un'altra ragazza mi sarei aspettato un grazie, da lei non potevo aspettarmi che questo. Aveva un carattere assurdo, mi piaceva anche per quello, scossi la testa con un leggero sorriso.

Ah Bella! Quanto mi piaci!!


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Allora, questo aggiornamento straordinario, lo dovete a USAGI, per merito suo aggiornerò prima.
Ringrazio le 70 persone che lo hanno messo nei preferiti e vi chiedo, vi costa tanto lasciare un commento? ...


Capitolo 4


Entrammo nell'aula di biologia, quella era la nostra prima e unica lezione assieme in quella giornata, la mia mano era ancora posata sulla sua spalla, la condussi al mio tavolo, non avevo un compagno e fui più che felice di dividere la mia postazione con lei.

Ci sedemmo tranquilli.

<< Ho qualcosa per te in macchina. >>

<< Davvero? >>

<< Si, anzi, mi piacerebbe sapere, come mai hai fatto una richiesta simile a Carlisle. >>

<< Oh! >> Sorrise tentando di nascondere l'imbarazzo.

L'aula si stava poco alla volta riempiendo.

<< Diciamo che è stata un'idea di Alice. >> Buttò li come risposta.

<< Sono curioso... >> Mi avvicinai un po' con la sedia.

Abbassò di un tono la voce. << Credo che voglia uscire con Jasper. >>

La guardai senza capire. E allora? Cosa centrava?

Corrugai le sopracciglia.

Isabella sbuffò. Si guardò attorno e notò che i nostri compagni ci stavano fissando, in effetti eravamo molto vicini, entrambi concentrati l'uno verso l'altra, occupavamo solo la parte confinante fra i due banchi e il resto era vuoto.

Si sollevò un po' spostandosi di qualche centimetro.

<< Dopo ti spiego... >> Bofonchiò portando la sua attenzione al professore che entrava in quel momento.

Io non volevo saperlo dopo, io volevo saperlo adesso!

Presi un foglio e con rapidità le scrissi un bigliettino, lo feci scivolare accanto a lei.

Lo prese e lo lesse, le sue dita bianche afferrarono la matita e scrisse una risposta sotto la mia domanda.

Non puoi dirmelo adesso?

No

Ripresi il foglio e scrissi nuovamente, lo spostai verso di lei, poco dopo arrivò la sua nuova risposta.

Per favore, vorrei saperlo.

Dopo...

Mi sentivo come i bambini delle elementari. Scrissi nuovamente e lo passai sulla sua parte di banco.

Sbuffò. Ci mise un po' a scrivere la risposta.

Ti prego Bella, sono curioso di sapere a cosa servono quelle due bottiglie che Esme a riempito di sangue animale.

Sai Edward, ti facevo più intelligente. Ma è ovvio che bellezza e intelligenza non vanno mai di pari passo.

Alice vuole uscire con Jasper, Emmett ci ha detto che ha ancora dei problemi a gestire i suoi rapporti con gli esseri umani e Alice non vuole correre rischi.

Rimasi per un attimo sconcertato dalla risposta, ma poi un sorrisetto mi comparve in volto.

Scrissi rapido un altro commento, veloce lo misi sul suo quaderno e attesi.

Qualche minuto dopo arrivò la sua risposta.

Emmett ha ragione e Alice ha avuto una buona idea.

Quindi mi trovi bello?

Oddio Edward, non dirmi che vuoi davvero sentirtelo dire?! Avevo capito che eri un narciso, ma non fino a questo punto!

Sei bellissimo! Un vero schianto! Contento?!

Le mie labbra si stirarono in un sorriso, la mia mano scorreva veloce, mentre la sua nelle risposte era molto più lenta.

Non molto ma e' gia' un passo avanti. Io ti considero bellissima.

Edward, credo proprio che la tua vista sia un po' offuscata sai?

Storsi il naso, evidentemente non aveva una buona idea di se ed inoltre, i complimenti non le facevano nessun effetto.

Per un paio di minuti recai attenzione alla mente del professore, nel caso fosse servito e formulai la seguente domanda, stavolta attesi con un po' di ansia, cosa mi avrebbe risposto?

Il foglietto scivolò piano verso di me.

La mia vista e' perfetta, sei tu che non ti consideri abbastanza. Sinceramente, a cosa stai pensando in questo momento?

Io nutro ancora dei dubbi sulla tua vista sai?

Sto pensando a diverse cose, primo fra tutte, non ho seguito nulla della lezione per colpa tua. Secondo mi sento molto sciocca se penso a quello che stiamo facendo in questo momento, neanche da piccola facevo cose simili! Terzo, nonostante il punto due, mi sto divertendo. Sei simpatico, un po' vanesio, ma simpatico.

Vieni a pranzo con me vero? Non puoi lasciarmi sola, Jessica e Mike mi assalirebbero!

Sorrisi debolmente, staccai un altro foglio e scrissi. Mentre attendevo la sua risposta, nascosi tutto quello che ci eravamo scritti nel mio libro, lo avrei conservato.

Lasciamo stare la mia vista che ripeto e' perfetta, sono contento che ti diverti e che mi trovi bello e simpatico.

Si, vengo con te a pranzo. Anzi, da oggi saro' sempre al tuo fianco, cambi di lezione compresi.

Wow! Ho il mio vampiro personale! Sono lusingata Edward, sul serio! Ma io ho detto solo che sei simpatico, non che sei bello.

Aggiunsi rapido una nota sotto la sua scrittura

No, tu hai detto che sono bellissimo, uno schianto!

Non poté scrivere altro, la campanella suonò la fine delle lezioni, mi votai verso di lei e le sorrisi mostrando leggermente i miei denti. << Allora, adesso il tuo bellissimo vampiro ti accompagna a ... ? >>

Sghignazzò divertita. << Spagnolo... >> Mi rispose ponendo i libri nella sua borsa e porgendomi il foglio, dove il nostro piccolo discorso faceva bella mostra di se. << Andiamo... >> Si alzò sempre ridacchiando e io la seguii subito. << ... mio bellissimo vampiro. >> Bofonchiò a bassa voce.

Lei ridacchiava, ma quelle parole mi mandarono brividi per tutto il corpo. Se solo avesse cominciato a comprendere seriamente che ormai, davvero, io le appartenevo.

L'aula di spagnolo era nell'edificio B, durante il tragitto, notammo spesso gli sguardi curiosi degli altri studenti.

Bella tentava d'ignorarli e anche io, ma non potevo fare nulla per ignorare i loro pensieri. Le ragazze invidiavano letteralmente la mia piccola cantante, mentre i ragazzi avrebbero voluto essere al mio posto.

Alcune immagini mentali a dir poco sconvenienti mi fecero ribollire. Come si permettevano di immaginarsi con Bella in quelle situazioni?Era assurdo!

<< Ci stanno guardando tutti. >> Parlò piano a bassa voce.

<< Si, sono tutti invidiosi. >>

<< Le ragazze di sicuro. Penseranno che ci sia qualcosa fra di noi... >> Il tono pensieroso con cui lo disse mi fece sorgere una domanda.

<< Ti darebbe fastidio? >>

La sua risposta era di vitale importanza per me. Non avrei sopportato l'idea di sapere che Bella non avrebbe mai gradito la mia figura al suo fianco.

<< No, io almeno non avrò più i ragazzi che mi scodinzolano attorno, il che è un bene. Mi dispiace per te >>

Mi sentii sollevato, mi veniva da sorridere, ma esternamente rimasi impassibile. << Perché? >>

<< Bé, non ti da fastidio che le tue spasimanti credano che fra noi ci sia qualcosa? Una di loro potrebbe essere la tua futura compagna, no? >>

Non potei trattenermi dal ridacchiare. << No, tranquilla. Nessuna di loro può esserlo. >>

Alzò le spalle indifferente. << Oh bé allora, sono più tranquilla. >>

<< Bella, sei totalmente assurda. >> Le posai un braccio sulle spalle, non mi ero mai sentito così leggero in vita mia.

La lasciai davanti all'aula di spagnolo, era dolore fisico quello che sentivo nel lasciarla da sola, ma non potevo fare altrimenti.

Durante tutta l'ora mi intrufolai nella mente dei suoi compagni, la osservavo con i loro occhi, non era lo stesso come averla vicino, ma potevo almeno garantirmi che stesse bene e che nessuno le si avvicinasse troppo.

Sfortunatamente Mike Newton era suo compagno in quella lezione e, oltre a sentire i suoi pensieri, dovevo anche sorbirmi lui che ci provava spudoratamente.

Nella mia mente, già mi vedevo correre nell'aula e staccargli la testa con un semplice gesto, era già la seconda volta che Mike mi scatenava questa ira, doveva solo pregare di non esagerare o non avrei potuto trattenere il mostro e, sinceramente in quei momenti avrei voluto davvero lasciarlo libero per uccidere chiunque si avvicinasse a Bella. Ma il pensiero di lei e dell'orrore che avrebbe provato solo a guardarmi, bastava a frenare la mia rabbia.

I minuti scorrevano troppo lenti, com'era possibile? L'ora che avevo passato accanto a Bella era volata e adesso sembrava che lo facessero apposta di non passare mai...

Mi sintonizzai nuovamente nelle menti dei suoi compagni. Mi dovevo essere perso qualcosa, Mike si stava tenendo una mano dolorante...

Saltai nella mene di Angela, a quanto pare Mike aveva tentato un approccio fisico, visto che con le parole non sortiva l'effetto voluto, vidi il giovane Newton prendere la mano di Isabella e sfiorarle il dorso con il pollice. Il mostro dentro di me si riscosse, mai toccare ciò che appartiene a Edward Cullen.

Ma la visione non era finita, Bella aveva afferrato il suo righello e con un sorriso tirato sulle labbra lo aveva picchiato non molto delicatamente sulla mano incriminata.

Newton si era trattenuto dall'urlare dal male, ma il color rosso accesso della sua mano parlava da solo, doveva avergli fatto veramente male.

<< Non provarci più Mike, sono già impegnata. >> Gli sibilò furente mantenendo sempre un finto sorriso di circostanza.

<< Sshhh... >> Sibilò Mike dal dolore. << E non potevi semplicemente dirmelo? >>

Isabella si fece più vicino sempre con il righello nella mano. << Pensavo avessi capito... stamattina. >>

Il ragazzo dolorante spalancò gli occhi. << Cullen?! Tu e ... >>

<< Io e Edward >> Confermò Bella.

Mi sentì orgoglioso di lei e molto molto arrabbiato verso di lui.

Isabella per oggi, gli aveva salvato la vita dalla mia furia.

La campanella finalmente suonò e come una gazzella, mi recai rapido verso l'aula di spagnolo.

Arrivai giusto in tempo per vedere Mike uscire tenendosi la mano dolorante, mi fissò e lessi i suoi pensieri.

Maledetto! Perché Isabella!

Non lo degnai più di tanto, in quel momento, la perfezione assoluta stava uscendo dall'aula.

<< Ciao. >> La salutai allegro.

<< Ciao. >>

<< Tutto bene? >>

Mi sembrava pensierosa.

<< Si. Credi che mi espelleranno? >>

La guardai cercando di capire, poi mi fu chiaro. << Se l'è cercata. A proposito, sei stata grande! >>

Il suo sguardo parlò per lei.

<< Come... come fai a saperlo? >> I suoi occhi mi osservano seri.

Mi ero fregato da solo.

Valutai per una manciata di secondi se dirle quel piccolo particolare e optai per un si, più ero sincero con lei e meglio era.

Presi un respiro profondo, sentendo il suo profumo scivolarmi in gola.

<< Diciamo che non è il luogo per parlarne... >>

<< Edward... >>

<< Tranquilla, non voglio avere segreti con te. >> Le sorrisi rassicurante. << Ti fidi di me? >>

La sentì respirare profondamente. << Si, mi fido. >>

<< Bene, allora dopo, pranzerai con me e ti dirò tutto quello che vuoi sapere. >>

<< Tutto tutto? >>

<< Tutto tutto. >>

Mi sentivo febbricitante dalla gioia, lei si fidava di me.

<< Ok. Andiamo, adesso ho trigonometria. >> Mi accennò ad un sorriso.

<< Andiamo... >> Non potei non rispondere al suo piccolo sorriso.

Se quello era solo un assaggio della felicità che avrei potuto provare con Bella al mio fianco, mi domandavo come sarebbe stata meravigliosa l'eternità con lei.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


ringrazio le 86 persone che hanno messo la ficci nei preferiti e un grazie di cuore anche e soprattutto a chi commenta!!


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Capitolo 5


L'ora di trigonometria volò rapida, Angela si era offerta di essere la sua compagna di banco, avrei davvero voluto fare un dono a quella ragazza, la sua mente non era mai volgare, era sempre mite e gentile verso il suo prossimo. Bella era fortunata ad averla come amica.

Al suono della campanella, già mi trovavo appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate, attendevo l'arrivo della mia piccola venere.

Il suo profumo mi giunse pochi attimi prima di vederla, era sempre magnifica ai miei occhi.

<< Ciao. >> Le sorrisi. << Andiamo... >>

Mi sorrise in rimando, si mise accanto a me e ci avviammo verso la mensa.

Al nostro ingresso moltissime teste si voltarono verso di noi, per un attimo sentì il cuore di Bella accelerare e d'istinto mi domandai perché.

La condussi verso i vassoi e sempre standola accanto la vidi prendere della verdura, una mela e una soda.

<< Solo questo? Non dovresti nutrirti di più? >> Le domandai curioso.

Sogghignò rispondendomi. << No, fidati, questo va più che bene. >>

Io per salvare le apparenze presi un trancio di pizza e una bottiglia d'acqua.

Ci sedemmo nel tavolo più distante di tutti, cercando di trovare un po' di intimità per poter parlare tranquilli.

Notai poco distanti da noi Jasper e Alice, li salutai con un cenno della testa, anche loro, come noi avevano preso un tavolo da soli.

Ciao!

Il saluto gioioso di Alice mi arrivò senza problemi.

Tratta bene la mia sorellina!!

Annuì leggermente in modo che capisse e poi mi concentrai su Bella che non si era persa nulla a quanto pare del mio comportamento.

Aveva lo sguardo serio e curioso, sapevo che adesso sarebbero piovute le domande, cercai di rilassarmi e di apparire più tranquillo di quanto non fossi in realtà, speravo ardentemente che le risposte alle sue domande non la facessero allontanare da me.

<< Allora... >> Cominciai << chiedi pure. >>

Si accomodò meglio sulla sedia e si sporse leggermente in avanti verso di me, si stava tormentando le labbra con i denti, sperai vivamente che non si tagliasse.

Assottigliò lo sguardo e mi pose la sua prima domanda. << Cosa ti piace? >>

Tutto mi aspettavo tranne una simile domanda. Aggrottai le sopracciglia. Cosa mia piaceva? In effetti nessuno me lo aveva mai chiesto... non era una domanda sciocca, realizzai.

Mi schiarii la voce. << Poche cose in effetti. Ehm... Mi piace suonare, guardare il sole che spunta al mattino... >> Guardare il tuo viso, sentire la tua fragranza, ma questo non lo potevo dire, non ancora... era troppo presto, lei non provava nulla di più della semplice amicizia nei miei confronti.

<< Tutto qui? Nient'altro? >>

La guardai trattenendo una piccola risata. << Tutto qui... >>

<< Oh. >>

<< Delusa? >>

<< No, è solo che... non ti facevo così... >> Sembrava che stesse cercando le parole giuste.

<< Così come? >> Come mi vedeva?

<< Romantico. >> Sentenziò.

Le mie labbra si socchiusero ma non uscì nessuna parola. Romantico? Lei mi vedeva romantico?

Isabella mi aveva lasciato senza parole.

<< Posso farti un'altra domanda? >> Riprese in mano le redini della situazione.

<< Si, si certo. >> Mi diedi un po' di contegno, non volevo che capisse quanto mi stesse stupendo.

<< Che cosa non ti piace? >>

La fissai di nuovo per una manciata di secondi senza dire nulla. Possibile che mi facesse tutte domande talmente semplici ma che non avevano nulla a che fare con la mia natura di vampiro?

Possibile? In teoria, avrebbe dovuto sentirsi impaurita e non lo era, avrebbe dovuto sentirsi curiosa verso la mia natura e non sembrava che lo fosse.

Mi stava trattando come un... normale essere umano.

La cosa mi lasciò di stucco, Isabella mi vedeva come un ragazzo di diciassette anni normale.

Avrei potuto piangere di felicità?! Purtroppo no, ma avrei tanto voluto in quel momento.

Tornai alla realtà e schiarendomi di nuovo la voce risposi. << Venire a scuola e ripetere gli stessi argomenti all'infinito, il tramonto perché segna la fine e... essere quello che sono. >> Finì con un tono di voce più basso, quasi un sussurro, ma lei mi sentì comunque.

Mi sentii improvvisamente vulnerabile, con due sole, semplici domande, aveva scalfito il mio essere vampiro, oppure ero io che sentivo di poter aprire il vero me stesso con lei.

Dovevo aver assunto un'aria terribilmente seria, perché mi parve che la sua voce avesse una nota di preoccupazione.

<< Edward, tutto bene? >>

Allungò la sua mano calda appoggiandola sopra la mia, fredda e morta. Quel semplice contatto mi fece fremere e capire quanto fossimo diversi, lo sapevo fin dall'inizio, ma ora, mi sembrava così terribilmente chiaro e netto.

Non era giusto che lei facesse parte del patto, non era giusto legarla per sempre a me, lei era calda, la vita le scorreva nelle vene, mentre io ero quello che la rubava agli altri.

Ritirai la mano e mi alzai dal mio posto. << Si, tutto bene. Scusami, devo... >> Dovevo cosa? Andarmene? Allontanarmi da lei? Si, dovevo.

Afferrai la mia borsa e mi allontanai sotto il suo sguardo, non osai guardarla, non me la sentivo.

Edward?! Edward tutto bene?!

I pensieri di Jasper mi raggiunsero e poco dopo anche la sua figura.

<< Edward, cosa è successo? >>

Mi fermai nel corridoio, lontano da tutti gli sguardi.

<< Niente Jas, sto bene. Ho bisogno di andare a casa. >>

Capisco.

Ovviamente capiva, sentiva il mio stato d'animo.

Lasciami le chiavi della macchina, una corsa non ti farà male.

Annuì, in effetti non era una cattiva idea, le consegnai a lui e veloce mi diressi verso l'uscita.

Appena fui fuori, camminai rapido verso il bosco e una volta nascosto dagli alberi mi misi a correre, sentire l'aria fredda sul volto mi fece bene, ma i pensieri di prima non abbandonavano la mia testa.

Ruggì frustrato.


Giunsi a casa che ormai era sera, avevo passato tutto il tempo a pensare e riflettere, non volevo lasciare Bella, ma non potevo condannarla alla mia non vita. Il solo pensiero di non vederla più mi provocò un dolore atroce, ma dovevo pensare a lei prima.

Aprì la porta di casa e subito un odore delizioso mi colpì forte.

Non è possibile! Pensai.

Con lo sguardo raggiunsi le figure dei miei genitori, seduti sul divano bianco, seduta di fronte a loro stava la mia Isabella, con accanto Alice e Jasper.

<< Edward! >> Esclamò Esme. Cosa è successo?

Li ignorai e mi rivolsi a lei, alla mia cantante. << Che cosa ci fai qui? >> La mia voce suonava dura e fredda, la stavo ferendo, lo vedevo dal suo sguardo, ma fu solo un attimo, i suoi occhi brillarono di rabbia.

<< Ero preoccupata! Te ne sei andato senza motivo! >>

<< Non devo rendere conto a te di quello che faccio. >>

Si avvicinò di qualche passo, era notevolmente più piccola di me, ma in quel momento mi sembrava tanto un adorabile gattino che tirava fuori gli artigli. Le sue guance si colorarono di un leggero rosso pastello e i suoi occhi si fecero più aggressivi.

Sia il mostro che l'Edward umano la desideravano in maniera impressionante.

Puntò il suo fragile dito contro il mio petto e sibilò. << Sai cosa ti dico!? Hai ragione! Sono proprio un'idiota! Come ho potuto preoccuparmi per te! >> Prese un bel respiro e cercò di controllare la sua voce che vibrava di collera. << Ho sbagliato a giudicarti. Credevo di aver trovato un amico, una persona... >> Si fermò serrando le labbra e abbassò lo sguardo.

Mi sentivo uno schifo.

La vidi rivolgersi ai miei genitori e ad Alice. << Scusatemi, è meglio che vada. Tu che fai? Rimani o vieni? >>

<< Vengo, andiamo. >> Rispose Alice avvicinandosi e poggiandole una mano sul braccio.

La testa mora di Bella annuì piano.

<< Ci vediamo Jasper, signori Cullen, Edward. >> Salutò Alice tutti quanti, spingendo Bella fuori da casa nostra e avviandosi a piedi verso casa loro.

Edward?! Ma perché? Era così preoccupata!

Lo sapevo, lo vedevo nei loro ricordi, Bella era davvero preoccupata per me.

Figliolo, non capisco.

<< Papà, non voglio che Bella diventi come noi, non voglio privarla della sua vita. >>

Carlisle si avvicinò. << Edward, hai pensato all'eventualità che se tu rifiutassi Bella, ci potrebbero essere altri in lista dopo di te... >>

Assottigliai lo sguardo. << Cosa vuoi dire. >>

<< Noi siamo stati scelti dai Volturi per il patto, ma se dovessimo rifiutare, Aro sceglierebbe qualcun altro a cui destinare Bella. >>

<< NO! >> Non poteva! Possibile che la mia Bella non avesse possibilità di scelta!?

Raggiungila, parlale, spiegati!

Esme aveva ragione, dovevo chiarire subito, dovevo trovare un modo per farmi perdonare.

La loro scia era chiara e inconfondibile, le vedevo chiaramente, stavano camminando tranquille, parlavano o meglio Alice parlava, Bella si limitava a dei semplici monosillabi.

<< Bella, sono certa che domani vi chiarirete. >>

<< ... >>

<< Ci sei rimasta male eh? >>

Bella infilò le mani nelle tasche e inspirò profondamente. << Si, molto. Ma ha ragione lui. >>

Sia io che Alice eravamo sorpresi dalla sua risposta.

<< Sono solo due giorni che lo conosciamo, e cosa so di lui, niente. Ha ragione, non mi deve assolutamente nessuna spiegazione. >>

Ci fu qualche attimo di silenzio e io mi sentivo sempre di più uno schifo.

<< E' solo che... >> Riprese Bella con voce bassa. << Credevo di aver trovato una persona speciale. Sai, avevo pensato che forse... >> Scosse la testa. << No, niente, lascia stare. >>

Cosa? Cosa aveva pensato? Mi sentii ancora più frustrato.

La loro casa ormai era all'orizzonte e io non avevo ancora la più pallida idea di come chiedere scusa a Bella.

Le ore passavano, le tre inquiline ormai dormivano nei loro letti ed io ero li seduto sul davanzale della sua finestra ad osservarla.

Era li, indifesa e bellissima. Non potevo lasciarla ad un altro vampiro... sospirai frustrato.

Entrai e mi inginocchiai accanto a lei, le spostai delle ciocche che cadevano sul suo viso.

<< Bella... >> La chiamai a bassa voce.

<< Bella... >>

Un mugugnio e niente altro come risposta.

<< Bella. >>

Il battito del suo cuore cambiò e poco dopo aprì gli occhi, era assonnata, ma io dovevo parlarle, non potevo lasciare le cose in quel modo.

<< C.. ciao. >> Le sussurrai.

Mi fissò silenziosa aggrottando la fronte. << Edward? >>

<< Si.. >>

<< Sei vero? >>

Sorrisi, era troppo buffa. << Si... >>

Si spostò un po' creando un vuoto fra me e lei. << Cosa fai... qui? >>

Forza, era il momento delle scuse. << Io... ecco, ti volevo chiedere scusa... >>

<< Mmm... >>

<< Mi dispiace Bella, io... >>

<< Aspetta. >> mi interruppe e io la fissai dubbioso.

<< Puoi dirmelo domani mattina, io... non sono molto.. sveglia adesso... >>

Sorrisi, come potevo negare qualcosa a quel piccolo pulcino.

<< Va bene, allora ci vediamo domani... >>

<< No... >>

<< No? Non ci vediamo domani? >> O ero io a non capire o lei stava davvero dormendo con gli occhi aperti.

<< Si, domani... adesso resta. >>Spostò le coperte e indicò il posto accanto a se.

Scherzava?!

<< Bella io non credo che... >>

<< Edward, ho sonno, dai. Non ti mangio mica. >> Sbuffò.

Lei mangiare me?! Quanto volevo ridere.

Mi misi accanto ma sopra le coperte, Bella scartò il cuscino e mi abbracciò posando la testa sul mio torace.

<< Notte Edward. >>

<< Notte Bella. >> Le baciai i capelli, cullandola dolcemente.



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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Grazie mille a tutte le 97 persone che lo hanno messo nei preferiti e soprattutto a chi ha lasciato un commento
Ho deciso che aggiornerò due volte a settimana, una di lunedì e una di giovedì.


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Ero sinceramente stupito del suo comportamento, Bella era incredibile. Rimase per tutta la notte aggrappata a me, quasi temesse una mia fuga.

Sciocchina, non avrei mai potuto lasciarla, non prima di averle spiegato tutto. A quel pensiero mi sentì sprofondare. Ero ancora terribilmente dispiaciuto per averla fatta preoccupare, non era nelle mie intenzioni.

Era buffo pensare che Bella, nonostante mi conoscesse da pochi giorni si fosse affezionata così a me. La cosa mi piaceva un sacco ma, mi rendeva anche terribilmente consapevole del futuro che l'aspettava.

Le stelle si spensero e il debole chiarore del giorno si fece sempre più insistente, la sveglia accanto al suo letto segnava ormai le sei.

Il mio piccolo angelo si mosse strofinando il suo volto su di me, era adorabile.

Respirò a pieni polmoni e poco alla volta i suoi occhi si aprirono e io ci sprofondai dentro.

<< Ciao. >> Le sussurrai. Mi sembrava un dolce e tenero gattino, con quei capelli arruffati e gli occhi sonnacchiosi, come poteva essere destinata a me una simile creatura?

<< Mmm, ciao. >> Mi rispose muovendo appena le labbra e aggrappandosi a me come un koala.

Avrei dovuto mettere le distanze, lo sapevo. Ma sentire il suo calore, il suo corpo morbido premuto contro il mio, mandavano in fumo letteralmente i miei pensieri. Bella era il mio tormento e la mia gioia personale. Avrei davvero voluto nasconderla al resto del mondo per poterla avere solo ed esclusivamente tutta per me.

<< Bella, stai ancora dormendo? >> Le passai una mano fra i capelli, erano morbidi e leggeri.

<< Mmm >>

Ridacchiai, era assurda e dolce. Ah! Mio amore, se tu sapessi quanto ti amo in questo momento!

<< Bella, posso parlarti adesso? >>

<< Mmh.. si... >> Sospirò sempre rimanendo abbracciata a me.

Ok, era il momento. << Io volevo chiederti scusa. Ieri mi sono comportato da idiota. >>

<< E' vero. >>

Ok, me lo meritavo. << Non volevo farti preoccupare, non sono stato gentile verso di te. >>

<< Si, sei stato molto maleducato. >>

Ok, mi meritavo anche quello. << Scusami, sono stato uno stupido. >>

<< Si, un vero stupido, un idiota e maleducato. >> Rincarò la dose.

Spostai leggermente il busto e la guardai. << Lo so, ma non serve che rincari la dose. >>

Sbuffò contraria e si riaccomodò meglio contro di me.

<< Il fatto è... che mi sono sentito vulnerabile, Bella. Non mi era mai capitato nella mia lunga vita di sentirmi così. >> Presi un bel respiro e il suo odore mi infiammò nuovamente la gola. << Tu, mi tratti da umano e questo mi ha confuso. Vedi Bella, io ho quasi cento anni e questa è la prima volta, da quando sono un vampiro, che qualcuno mi tratta da umano. Le mie emozioni, le mie sensazioni umane, io credevo di averle perse, dimenticate. Invece ieri sono tornate a galla prepotentemente e mi sono sentito... scoperto. >> Mi fermai dandole il tempo di assimilare tutto. << Probabilmente per te non ha senso, ma io ti chiedo, Bella, puoi perdonare il mio comportamento riprovevole? >>

Un'ansia incredibile mi stava assalendo e il silenzio di Bella era come un macigno sopra e dentro di me.

Si staccò dal mio abbraccio e questo mi fece quasi morire. Rimase vicino a me e si portò alla mia altezza, i nostri volti erano l'uno difronte all'altro.

<< Sei un idiota, uno stupido e un maleducato, ed è già una buna cosa che tu l'abbia ammesso. Non credevo che le mie domande ti avessero creato tutto questo scompiglio. Potevi dirmelo. >>

Aveva ragione, potevo semplicemente parlarle.

<< Allora? >> Sospirai.

Avvicinò di più il suo volto al mio e fece una cosa che mi spiazzò. Appoggiò le sue labbra calde sulla mia guancia fredda. Fu lungo quanto un battito di ciglia, ma per me fu incredibile.

<< Perdonato. >> Mormorò allontanandosi.

Il mio corpo voleva ardentemente prenderla, sdraiarla sotto di me e impossessarsi di lei, di ogni suo singolo pezzetto.

Ma non lo feci.

Stiracchiai un sorriso. << Grazie. >>

Mi sorrise in risposta. << Adesso però, concedimi qualche minuto, ho bisogno del bagno... e di una buona colazione. >>

Ci alzammo, pensavo ormai di andare a casa.

<< Edward. >>

Mi voltai verso di lei.

<< Mi aspetti vero? >> Un'ombra di insicurezza le era passata sul volto.

<< Vado a casa e torno. >>

Si mordicchiò le labbra, ormai avevo capito che quel gesto significava che era combattuta su cosa volesse dirmi.

<< Se faccio veloce, posso venire con te? >>

La sua richiesta mi spiazzò, perché no?! Magari le avrei fatto provare cosa voleva dire andare alla velocità di un vampiro.

<< Si, ti aspetto in cucina? >>

Annuì e uscì dalla sua stanza, qualche secondo dopo io feci lo stesso entrai nella loro cucina, trovando un piccolo folletto alle prese con un tostapane.

<< Alice. >> La salutai osservandola. Era in pigiama, o meglio, pantaloncini corti e maglietta a mezze maniche, i suoi capelli sparavano in tutte le direzioni.

<< Oh, ciao Edward. >> Mi fissò curiosa. << Sei qui per farti perdonare? >>

Le sorrisi amichevole, non c'era modo di tenerle il broncio a quella nanetta. << Si, me lo ha già concesso. >> Ammisi.

Spalancò gli occhi. << Wow! Bella è già sveglia! Strano. E ti ha già perdonato, ancora più strano. >>

<< Perché scusa? >> Non capivo, perché non doveva perdonarmi? Ma non era lei che perorava la mia causa con sua sorella?

<< Bé >> Cominciò sedendosi e impiastricciando di marmellata le sue fette tostate. << di solito Bella non perdona, o almeno, ci mette secoli a farlo. Deve volerti un gran bene! >>

La cosa mi fece un piacere immenso. << Ci conosciamo da poco... >>

<< Si ma >> Mi interruppe. << vedi Edward, non è da Bella legare subito con qualcuno. Anche con me e Rose ci ha messo parecchio. >>

Aggrottai la fronte. << Non capisco. >>

Alice morse la sua fetta con gusto, ingoiò il suo boccone. << Non siamo sorelle sorelle, siamo state tutte adottate. >>

Ora ero stupito. In effetti, non si somigliavano per niente, ma la somiglianza poteva essere dettata da altri fattori e quindi non era rilevante.

Una domanda si porse nella mia mente. << Come vi ha trovato, la vostra madre adottiva? >> Già come era possibile che, forse l'unica donna che conosceva il patto fra vampiri e umani le avesse scovate? Tutte e tre le nostre cantanti? Come?

Vidi i suoi pensieri riordinarsi. << Eravamo in paesi e luoghi diversi. Io ero in Texas, Rosalie a Chicago e Bella a Phoenix. >> Addentò nuovamente la sua fetta. << Un giorno, si presentò alla porta una donna, accompagnata da un uomo. Vi assomigliava sai, aveva la pelle come la vostra, ma gli occhi erano rossi. >>

Si fermò e ricordò il volto dell'uomo, inorridì; Aro in persona si era mosso da Volterra per cercarle.

Le mie labbra si aprirono stupite.

Lo conosci?

Annuì, non sapevo che tono avrebbe avuto la mia voce, era meglio che non parlassi in quel momento.

<< Comunque >> Riprese. << Si presentarono, lei era Renèe, e lui Aro. Quando gli strinsi la mano, mi vennero i brividi... >> Scrollò le spalle come per eliminare qualcosa di molto fastidioso.

<< Ricordo che disse “ Lei è la seconda.” Renèe lo guardò entusiasta, mi spiegarono velocemente che mi avrebbero adottato e che già un'altra ragazza ci stava attendendo. Il tempo di compilare tutti i documenti e il giorno dopo vennero a prendermi, con loro c'era Rosalie. >>

Quindi Rosalie era stata la prima a essere trovata, Alice la seconda e Bella la terza.

<< Anche per Bella, è stato così? >>

Annuì concentrata, mentre portava alle labbra un sorso di latte.

Sentimmo dei passi veloci sulle scale e Bella comparve sull'uscio della porta.

<< Giorno Alice! >>

<< Mmm. >> Salutò in rimando con la faccia nella tazza.

<< Scusa, ci ho messo un po'. >> Si rivolse a me.

Mi alzai dalla sedia e la feci accomodare al mio posto. << Wow! Che cavaliere! >> Sorrise imbarazzata.

Allungò le mani afferrando i cereali e il latte, stavo ancora pensando alle parole di Alice, era così assurdo.

La guardai mangiare con gusto, mi scappò una smorfia. << Sono davvero così buoni? >>

<< Oh si! Vuoi provare? >> Indicò la tazza con cucchiaio.

<< No, no. >> Mi vennero i brividi al solo pensiero, sembravano così schifosamente appiccicosi e mollicci.

<< Meglio, ne ho di più per me! >> Esclamò con una nota di gioia nella voce.


Erano quasi le sette quando fummo pronti, il leggero chiarore grigio tipico di Forks era ormai su tutta la cittadina.

<< Andiamo. >> Scesi i primi scalini con lei al mio fianco.

Finito il vialetto si fermò. << Dov'è la tua macchina? >>

<< A casa. >>

<< Oh. Ma, se andiamo a piedi, non faremo in tempo ad andare a scuola. >>

Mi portai vicino a lei e le dissi con voce bassa. << Ti fidi di me? >>

Arcuò un sopracciglio. << Che domanda! Ovvio che mi fido, non sarei qui adesso, no?! >>

Giusta osservazione. Veloce l'afferrai e la caricai sulla mia schiena.

<< Edward!! >> Urlò leggermente spaventata.

<< Così facciamo prima. Reggiti. >> E partii. Sentivo Bella aggrappata alle mie spalle, tesa come una corda di violino, rallentai di poco la mia velocità.

<< Tutto bene? >>

Il suo volto era nascosto nel mio collo, avvertivo il suo respiro sulla mia pelle dura. << Credo... di si. >>

Rallentai ancora un pochino e finalmente alzò il volto.

<< Wow! >> Esclamò e io non potei fare a meno di ridere.

Eravamo nella foresta, gli alberi sfrecciavano via veloci.

<< E' bellissimo!! >> Sussurrò piano, ma la sentii comunque. Il suo cuore galoppava e la mia felicità cresceva di pari passo, la sua guancia sfiorava la mia, tutto questo mi stava dando alla testa, ero il vampiro più felice del mondo.

La casa bianca ci apparve davanti. << Siamo arrivati. >> Sentenziai fermandomi e aiutandola a scendere.

<< Edward è stato... wow!! >> Mi sorrise con gli occhi luminosi.

Mi piaceva come mi guardava, era tutto per me il suo sguardo e la sua attenzione.

La porta si aprì e Jasper ci venne incontro. << Ah! Ecco a chi apparteneva quella euforia. Ciao Bella. >> La salutò con un cenno della mano, lanciando a me le chiavi della macchina.

<< Ciao Jasper. >> Ricambiò la mia Bella sempre sorridente.

<< Datemi un attimo, mi cambio e arrivo. >> Dissi, veloce entrai in casa, cambiai i jeans e la maglietta. Meno di due minuti e tornai fuori. << Bene, possiamo andare. >>

La mia ninfa annuì sempre con il sorriso sulle labbra, mentre prendeva posto sul sedile posteriore, Jasper si sedette accanto a me.

Eravamo di nuovo a casa Swan, giusto in tempo per prendere Alice e andare a scuola.

Rosalie ci guardò andare via, i suoi pensieri gravitavano sull'appuntamento che avrebbe avuto nel pomeriggio con Emmett.

Le cose a quanto pare cominciavano a migliorare per tutti.

In macchina i pensieri di Alice erano quasi tutti dedicati a Jasper, ero sinceramente felice, doveva aver intuito dalle emozioni della ragazza che provava qualcosa per lui. Avessi avuto anche io questa fortuna con Bella, non era d'aiuto sapere leggere nella mente di tutti tranne che nella sua. Era maledettamente frustrante!

L'arrivo a scuola fu un colpo d'occhio, tutti gli studenti ci guardavano allibiti, molti erano gelosi, altri invidiosi, mi sforzai di tenere a bada il mio istinto di vampiro e cercai di non far caso ai loro pensieri.

<< Oggi non abbiamo nessuna materia in comune. >> Sospirò amara Bella.

Le sorrisi sghembo e le posai un braccio attorno alle spalle, dopo aver percepito un pensiero molesto di Newton. << Ci vedremo ad ogni cambio dell'ora e a pranzo. >>

<< Mmh... >> Mugugnò non molto soddisfatta.

Mi avvicinai al suo orecchio e bisbigliai. << Sei ancora a credito di domane, potrai farmene quante vorrai. >>

Si voltò verso di me di scatto, i nostri nasi si sfiorarono, il suo respiro sulle mie labbra.

Tutto era come congelato attorno a noi, mi sarebbe bastato davvero poco per baciarla e rivelarle finalmente quanto amore provassi per lei.

Potevo sentire il suo cuore battere forte e veloce, il calore salire lungo le sue gote e vedere quel rosso delizioso imporporarle il volto.

Rilasciai un sospiro d'aria fredda dalle mie labbra, anche le sue si aprirono delicate, non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, in quel momento sentii chiaramente forte il bisogno che avevo di lei. Era mia, solo mia, non avrei permesso a nessuno di toccarla, lei doveva rimanere al mio fianco.

Ma non era ancora il momento, feci forza su me stesso e mi ritrassi un po', lasciando che il suo profumo così delizioso venisse meno al mio olfatto.

<< Andiamo. >>

Si riscosse e balbettò un debole si.



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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


WOW! Grazie mille per tutti i vostri bellissimi commenti e alle 117 persone che l'hanno messa fra i preferiti!!
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Capitolo 7


L'avevo accompagnata, o meglio, scortata, fra un'aula e l'altra, Jessica e Angela le erano vicine in alcune lezioni, mentre in altre, Mike Newton cercava ancora di avere qualche approccio con Bella, decisamente il piccolo Newton aveva bisogno di una bella dose di paura per farlo allontanare dalla mia ninfa.

Eccola raggiungermi sorridente.

<< Pronta per il pranzo? >> Le domandai rispondendo al sorriso.

<< E tu pronto per le domande? >>

<< Questa volta si. >> Era vero, questa volta ero pronto. Mi sarei messo in gioco completamente per lei, le avrei mostrato chi era davvero Edward Anthony Masen Cullen. Speravo solo che lei potesse accettarlo e amarlo, almeno quanto io amavo lei.

Arrivammo alla caffetteria, io presi solo una bottiglietta d'acqua e lei un trancio di pizza e una soda, ci recammo nello stesso tavolo isolato del giorno prima.

Eravamo seduti uno di fronte all'altro, lei dava le spalle a tutti gli altri.

<< Allora... >> Mormorai.

La vidi giocare con la bottiglietta, i suoi occhi la osservavano vuoti, posai una mano sulla sua.

<< Bella, cosa c'è? >> Cosa le prendeva, era tranquilla fino a un attimo prima.

Alzò lo sguardo su di me. << Promettimi che stavolta non te ne andrai. Non lasciarmi, Edward. Promettimelo. >>

Era seria, ma anche io, ci tenevo troppo perché potessi rinunciare. << Te lo prometto. >> Le accarezzai il dorso della mano con il pollice.

Sembrò credermi, volevo che mi credesse, sempre.

<< Allora... >> Si schiarì la voce. << Come facevi a sapere quello che avevo fatto a Mike ieri? >>

Mi allungai con il busto verso di lei, la mia mano era ancora sulla sua. << Riesco a leggere nella mente. >>

Non se lo aspettava, rimase ad osservarmi allibita, le sue labbra aperte, stupite.

<< Tu... >> Non riusciva a dire altro. Si passò la lingua sulle labbra, un sorrisetto comparve sul suo viso. A quel punto mi rilassai, la stava prendendo bene.

I suoi occhi non mi lasciavano, mi piaceva.

<< Davvero?! >> Domandò ancora incredula.

<< Si. >> Ridacchiai, era davvero assurda. La sua faccia non esprimeva diffidenza, ma sincero stupore misto a incredulità.

I suoi occhi si accesero di una luce nuova. << Cosa sto pensando? >>

Un lamento uscì dalle mie labbra. << Tu, sei l'unica eccezione, Bella. >>

Aggrottò la fronte e una smorfia le increspò le labbra. Avrei dato tutto quello che possedevo per sapere cosa stesse pensando in quel momento.

Fece schioccare la lingua e mi osservò di nuovo. << Però gli altri li senti tutti? >>

Annuii.

Arricciò il nasino. << Non mi piace essere l'unica eccezione. >> Si lamentò.

Ero sinceramente sorpreso. << Vorresti che ti leggessi nella mente? >>

<< Certo. >> Rispose come se fosse una cosa ovvia. << Non voglio avere segreti con te! >>

Isabella era veramente stupefacente. Non voleva avere segreti? Perché?

<< Bé, basta che tu sia sincera. >>Incatenai il mio sguardo al suo.

<< Lo sarò, Edward. Lo sarò. >> Promise.

Avevo già detto che l'amavo? Lei ormai era tutto il mio mondo.

<< Bene, ci conto. >> Le sorrisi contento.

<< Sai una cosa... è bello stare con te. Mi piace. >>

Rimasi spiazzato e felice. << La stessa cosa vale per me. >>

Un lieve color rosso si propagò sulle gote.

<< Ah. >> Mi lamentai ad un certo punto.

<< Cosa c'è? >>

<< Jessica e gli altri ti stanno per invitare ad una gita in spiaggia. >>

<< Oh. >> Rimase silenziosa per qualche secondo. << Vieni anche tu, vero? >>

Le sorrisi sghembo. << No. >>

<< Come no? >>

<< Ci sono diversi motivi. >>

<< Spiegami. >>

<< Primo, noi Cullen non possiamo andare alla spiaggia, abbiamo un accordo territoriale con i Quilutes. Non possiamo invadere il loro territorio. >>

Sgranò gli occhi. << Jake è uno di loro. >>

<< Si. >> Sospirai.

<< Quindi, quella sera, voi vi conoscevate già. >>

Di nuovo annuì.

<< E perché non potete andare nei loro territori? Voglio dire, non vi nutrite di sangue umano. >>

<< E' un accordo che risale a molto tempo fa, lo stipulò Carlisle con il bis nonno di Jacob. Noi non possiamo cibarci degli animali sul loro territorio. >>

Sospirò. << Capisco, e gli altri motivi? >>

<< Domani ci sarà il sole a quanto pare, le previsioni prevedono bel tempo. >>

Mi guardò sospettosa. << Ti sciogli alla luce del sole? >>

Avrei riso volentieri, ma sapevo che avrei attirato l'attenzione di tutti. << No. >>

La vedevo chiaramente che stava cercando di immaginarsi cosa mi poteva mai fare il sole.

<< Brillo. >> Le dissi solo.

<< In che senso. >>

<< Diciamo che sembro un diamante che cammina. >> Ridacchiai un po' triste. Odiavo non potermi esporre al sole quando altri erano vicini a me. Mi piaceva la sensazione di caldo che lasciava sulla mia pelle morta.

Afferrò forte la mia mano. << Promettimi che mi farai vedere. >>

<< Cosa? >>

<< Voglio vedere come risplendi! >>

Guardai lei e poi le nostre mani, intrecciai le dita con le sue. << Non riesco a dirti di no. >> Ammisi e lei mi sorrise compiaciuta.



Durante le lezioni rimanenti, il mio pensiero volava sempre e solo verso Bella, ero felice per tutto quello che mi stava accadendo, mai avevo provato una simile felicità in tutta la mia vita. Mi sembrava tutto così bello, così perfetto.

Nello stesso momento, Bella stava ricevendo da Jessica l'invito per andare a La Push.

Potevo chiaramente vederla nei pensieri di Jessica.

Bella stava rifiutando l'invito, voleva venire con me, voleva vedermi brillare, ma in quel momento, una domanda si pose nella mia mente; era giusto che lei limitasse le sue amicizie per colpa mia?

Sapevo di essere egoista, ma non riuscivo a proporle un equità fra di noi, la volevo solo per me. Non le avevo lasciato molta possibilità di scelta, ero sempre con lei e di conseguenza, mai nessuno le si avvicinava più del dovuto.

E se, fra quelli che le ronzavano attorno ci fosse stato l'uomo a cui Bella avrebbe potuto cedere il suo cuore?

Al solo pensiero mi sentivo male.

Io ero innamorato di lei, ma da quello che capivo, Bella per me provava solo amicizia, forse qualcosa di più, ma non amore.

Con un leggero sconforto, mi passai una mano fra i capelli ramati.

Poteva Bella innamorarsi di me? Poteva vedere Edward Cullen la persona da amare? Poteva cedere a me, un vampiro, il suo amore?

La campanella suonò la fine della lezione, ci misi stranamente più del solito a rimettere in ordine i libri, stavo ancora meditando sui miei dubbi.

Mi bloccai con la schiena rivolta alla porta, un dolce profumo mi colpì il naso, chiusi gli occhi e inspirai forte, Adoravo essere circondato dalla sua fragranza.

La sua mano leggera si posò sul mio fianco, aprì gli occhi e mi trovai Bella di fronte che mi guardava preoccupata.

<< Edward, tutto bene? >>

Adesso si, stavo bene.

Perché lei era li con me.

Perché lei mi stava vicino senza temermi.

Perché lei era tutto per me.

<< Si, tutto bene. >>

<< A cosa stavi pensando? >>

Ghignai. << Di solito sono io che pongo questa domanda. >>

La mano che era appoggiata al mio fianco si mosse e leggiadra si posò sulla mia guancia, potei sentire il suo calore, il suo profumo, la sua morbidezza.

<< Anche io voglio sapere cosa pensi. >> Mormorò con voce bassa, il suo cuore aumentò il battito e un lieve rossore le imporporò il volto.

Le sorrisi e, per un attimo decisi di espormi un po. Con delicatezza le presi la mano e la strusciai dalla mia guancia alle labbra, e li, le baciai il palmo.

Il cuore di Bella sembrava volare, il suo respiro si fece rapido e il suo rossore più prorompente.

Le sue labbra rosse mi tentavano, leggermente dischiuse, sembrava chiedessero solo di essere baciate da me. E io, non avevo più la forza di reprimere ciò che provavo. Perché resistere? Era mia, Bella era destinata a me.

Spostai in avanti di un soffio il mio viso...

<< Bella! >> La voce di Alice mi riportò un po' di forza di volontà.

Oh, ciao Edward.

<< Alice. >> Mi sforzai di sorriderle voltandomi verso di lei.

Bella era ancora tremendamente rossa e il suo cuore batteva ancora forte.

Ho interrotto qualcosa?

<< Forse... >> Allusi.

Mi rivoltai verso la mia adorata, aveva lo sguardo attento. << Voi due, cosa state... >>

Mi picchiettai la tempia con un dito. << Lettura del pensiero, ricordi? >>

Una smorfia di fastidio le passò sul volto.

<< Andiamo? >> Propose il folletto malefico, mentre Jasper faceva il suo ingresso nell'aula.

<< Andiamo... >> Dissi, seguendo le due Swan e lanciando un occhiata d'intesa a mio fratello.

Credo che Bella provi qualcosa per te. Le sue emozioni quando sei nei paraggi mi stravolgono.

Sghignazzai, forse, dopotutto era giunto il momento di confessarle davvero cosa provassi per lei.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


ringrazio di cuore tutti voi che commentate e le 138 persone che lo hanno messo nei preferiti!! THANKS!!!!

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Capitolo 8


Arrivammo a casa nostra, Carlisle e Esme sapevo che ci attendevano all'interno, così come Emmett e Rose, ma quello che non immaginavo, e che capì appena scesi dalla macchina, era che, il clan di Denali era venuto a trovarci.

Io e Jasper ci guardammo.

Io sto vicino ad Alice, tu pensa a Bella, non lasciarla mai sola.

Annui e mi voltai verso la mia amata.

<< Bella, ascolta. >> La presi per i fianchi e la tirai verso di me, era un gesto intimo, ma sapevo che i vampiri dentro casa ci stavano osservando.

<< Cosa succede, Edward? >> Le sue mani mi abbracciarono in vita, e per un attimo il mio cervello fu tentato di andare in pausa e godersi quel piccolo momento, ma non potevo.

Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai bassissimo, temevo che perfino Bella non potesse sentirmi talmente era bassa la mia voce. << Dentro ci sono tre vampire, stammi vicina e non obbiettare a quello che dirò. >>

Mi sollevai quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. Quegli occhi così scuri e profondi che mi risucchiavano ogni volta che posavo il mio sguardo dorato su di lei.

Si sollevò un po' sulle punte e mi diede un bacio sulla guancia, sussurrandomi contro. << Mi fido di te. >>

La strinsi senza riflettere contro di me e affondai il viso sul suo collo baciandoglielo. << Grazie. >>

Un mugolio di piacere uscì dalla sua gola.

E così per Bella era il collo il suo punto debole? Poteva esserci più ironia di questa?

Avvertivo i pensieri dei nostri ospiti, non erano molto amichevoli, ma avremmo protetto le nostre cantanti, a qualunque costo.

Mano nella mano Alice e Jasper fecero il loro ingresso, io e Bella li seguimmo, il mio braccio appoggiato attorno alle sue spalle e il suo attorno alla mia vita.

Ora andavamo in scena.

Appena varcata la soglia, Esme ci venne incontro, era sempre bello vederla così felice per noi.

<< Alice, Bella, ben tornate. >>

Isabella sciolse il nostro abbraccio e senza pensarci, assieme ad Alice abbracciarono Esme.

<< Anche per noi Esme, è sempre bello venire qui. >>

Oh Edward, sarebbe così bello essere tutti una sola famiglia.

Le sorrisi, anche per me sarebbe stato bellissimo, ma ora avevamo il problema del clan di Denali da risolvere.

<< Abbiamo ospiti? >> Domandai a mia madre.

Sciolse l'abbraccio dalle nostre cantanti e ci fissò con un sorriso tirato. << Si, Tanya, Irina e Kate, sono venute a trovarci. >>

Le tre sorelle di Denali, dovevamo tenere tutti gli occhi aperti.

Bella tornò immediatamente accanto a me, le sorrisi rassicurante e la sua presa sulla mia vita si accentuò, il mio braccio tornò al suo posto sulle sue spalle.

Andammo in salotto con Esme che apriva il nostro piccolo corteo.

Emmett e Rosalie erano seduti vicini, la bionda Swan sembrava molto arrabbiata e adesso che ci facevo caso, Emmett la stava trattenendo.

Carlisle era seduto accanto a Rosalie, sulla poltrona di fronte a loro, stavano le tre belle vampire.

Eccone altre due.

Il pensiero sprezzante di Irina mi arrivò chiaro, la mia presa sulla spalla di Bella si fece più possessiva.

Non mi piacciono, come possono accettare questa assurdità?

Anche Kate, a quanto pare era ostile alle nostre cantanti, sapevo che aveva sempre avuto un debole per Jasper, anche lui aveva sempre sospettato qualcosa. Speravo solo che riuscisse a proteggere il piccolo folletto.

Brutta schifosa, avvicinati ancora e ti spezzo le braccia!

Accidenti che grinta Rosalie! Vagai nella sua mente in cerca del motivo della sua aggressività e lo trovai.

A quanto pare, Irina non aveva capito che la bionda Swan sarebbe diventata la compagna di Emmett, da quel che vedevo, Rosalie non aveva preso bene il suo flirtare con lui. Avrei quasi voluto esserci, vedere Emmett trattenere quella furia bionda senza farle del male, doveva essere stato difficile per uno non abituato a dosare la forza come lui.

Edward, cerchiamo di mandarle via, non voglio che a Rose accada qualcosa o che mi lasci.

Neanche Emmett era contento della situazione.

<< Buon giorno a tutti. >> Dissi avvicinandomi alla mia famiglia e così anche Jasper.

Dovevamo sembrare un fronte unito.

Rose parve calmarsi un pochino, ma ero certo che Jasper la stesse aiutando.

<< Ciao Edward. >> Tanya parlò per prima. << E' un vero piacere rivederti. >>

Stava usando un tono di voce suadente, io sapevo solo che non mi costava nessuno sforzo rimanere freddo nei suoi confronti, l'unica che volevo al mio fianco per l'eternità era Bella.

<< Anche per noi è piacere rivedervi. >>

<< Ci erano giunte alcune voci insistenti su una vostra presunta relazione con tre umane. >> Si fermò un attimo guardando le umane in questione. << A quanto pare, le voci erano vere. >>

<< Come puoi vedere. >> Le confermai.

<< Isabella, Alice e Rosalie. >> Le presentò Carlisle. << fanno parte della nostra famiglia. >> Specificò, calcando sulle parole “nostra” e “famiglia”.

Bella appoggiò la testa sul mio torace e Alice si strinse contro Jasper.

Le tre vampire le stavano osservando, i loro volti di pietra non mostravano nulla, ma io sapevo, leggevo i loro pensieri. La gelosia e l'incredulità erano a livelli incredibili.

<< Allora, quando diventeranno le signore Cullen? >>

<< Presto. >> Risposi. << Prima finiremo la scuola. >> Dovevo trovare il modo di evitare falsi sospetti, non mi piaceva questo argomento, non avevamo ancora parlato di nulla con loro e non volevo che venissero a sapere le cose in questo modo.

<< Capisco, spero che non vi daremo disturbo, ma avevamo intenzione di fermarci un paio di giorni... >>

<< Naturalmente, nessun disturbo. >> Disse Carlisle, ma leggevo chiaramente nella sua mente un avvertimento per noi. Dovevamo girare al largo con le ragazze e non lasciarle mai sole.

Poteva giurarci che l'avrei fatto!

<< Bene. >> Esclamò Tanya alzandosi. << Non ci siamo neanche presentate, che maleducate. >>

Si avvicinò a Bella, il mio sguardo si tinse di nero, ero pronto a scattare se fosse servito. << Io sono Tanya. >> Le porse la mano fredda, Bella la prese e con un sorriso dolce le rispose. << Io sono Bella, piacere. >>

<< Loro sono Irina. >> Questa fece un gesto con la mano.

<< E lei è Kate. >>

Un grugnito fu il suo unico saluto.

<< Sono certa che passeremo del tempo assieme, per conoscerci meglio. >> Guardò me in quel momento e io la odiai profondamente.

<< Oh, sono certa che non ci mancheranno le occasioni. Ma purtroppo, stasera avevamo già degli impegni che non possiamo rimandare. >> Non mostrai il mio stupore, ma Bella stava elegantemente eclissando Tanya.

<< Sono davvero così improrogabili? >> Voce sospettosa, non andava bene.

<< Eh si. >> Sospirò affranta Bella. << E' per non destare sospetti, sai... vivendo a contatto con gli umani, bisogna adattarsi e non vedendoci arrivare, i nostri amici potrebbero spargere strane voci... >>

<< Voci? >>

<< Ovviamente. Eravamo solo venuti per avvisare Carlisle ed Esme che saremmo stati fuori tutta la notte. >>

<< Oh cara, sei sempre così premurosa verso di noi. >> Le venne incontro Esme reggendo la versione di Bella. << Bene, adesso che vi siete conosciuti, non vogliamo trattenervi oltre, ci vedremo domani. >>

<< Certamente. >> Le sorrise la mia futura compagna. << Alice, Rose, forza andiamo o faremo tardi. >> Allungò uno sguardo verso di loro che prontamente si avvicinarono, pronti per uscire.

<< Anche loro? >> Domandò sospettosa Irina.

<< Certo. >> E qui fu Alice ad intervenire. << Loro sono gli adulti che ci controlleranno. >> Spiegò come se fosse ovvia una cosa del genere. << Hai idea di quanti maschietti con ormoni impazziti ci saranno? Gli adulti devono sempre vigilare su noi povere anime innocenti. >> Sorrise maliziosa.

Con Bella al mio fianco e Jasper con Alice, entrammo nella Volvo, Emmett e Rosalie ci seguivano a breve distanza con la Bmw rossa.

Sapevamo di dover dare parecchie spiegazioni, ma sinceramente speravo anche di poterle rimandare il più possibile.


Arrivammo a casa Swan, una fine pioggerellina cominciava a cadere su tutta la città, Alice accese le luci e si diresse in cucina, lanciò un sacchetto di patatine a Bella e poco dopo riapparve con dei panini preparati al volo.

Le tre ragazze si sedettero attorno al tavolino sgranocchiando il loro pasto, leggevo le mille domande nelle menti di Rosalie e Alice, ma quella che mi interessava più di tutte era silenziosa.

Bella sfuggiva al mio sguardo e la cosa non mi piaceva per niente.

<< Ahm... credo che sia il caso di darvi delle spiegazioni. >>

Lo sguardo di tutte e tre mi arrivò come una lama, si, decisamente dovevamo spiegare parecchie cose...

Osservai i miei fratelli, i loro pensieri erano identici: opta per una via di mezzo.

Nessuno di loro aveva trovato il modo di spiegare alle ragazze Swan la situazione in cui si erano trovate.

<< Io ho tre semplici domande. >> Intervenne Rosalie lanciando uno sguardo assassino a Emmett. In quel momento non lo invidiai affatto. << Cosa diavolo sta succedendo? Chi cavolo sono quelle tre megere? E da quando noi saremmo destinate a essere le Signore Cullen? >>

Spostai il mio sguardo su Emmett e gli feci cenno che ora, spettava a lui la parola.

<< Rose, sai che mi piaci molto e non voglio nasconderti nulla. >>

<< Non girarci intorno Emmett. >> Disse categorica. << Rispondi alle domane e falla finita. >>

Decisamente Rosalie aveva un caratterino molto aggressivo.

Emmett si passò una mano fra i capelli cortissimi. << Dunque, ehm. Quelle tre megere, fanno parte del clan di Denali, vengono dall'Alaska. Per un breve periodo, abbiamo soggiornato da loro. Le consideriamo come delle cugine acquisite. >>

<< E' vero. >> Confermai anche io

<< Si. >> Si aggiunse Jasper.

Rosalie ci fulminò con lo sguardo. << Non ho chiesto a voi! >>

Certo che Emmett se l'era scelta proprio bene, con quel carattere sembrava già una vampira. Mi metteva i brividi.

<< Continua. >> Si rivolse a mio fratello.

<< Bé, io non so loro, ma Rosalie, io davvero vorrei che tu diventassi la nuova signora Cullen, il prima possibile. >>

Ok, questo non me lo aspettavo neppure io.

E a quanto pare nemmeno la bionda Swan. La sua mente era completamente in bianco.

Emmett fece un passo verso di lei e le afferrò entrambe le mani.

<< Rosalie, sposami, diventa la mia compagna per sempre. >>

Tutti noi stavamo letteralmente trattenendo il fiato, gli occhi di Rosalie si allargarono ancora di più se possibile.

<< Io... io... >> Balbettò ancora confusa.

<< Io senza di te non riesco a stare, sei l'unica donna che voglio, sposami Rosalie. >>

Non potevo crederci, Emmett stava facendo la proposta in maniera seria, era una cosa assolutamente scioccante anche per noi.

Sul volto di Rosalie, comparve un timido sorriso, in completo contrasto con il su carattere orgoglioso e forte. << Si, Emmett. Si. >>

Si sporse in avanti baciandolo sulla bocca.

Fu un bacio a stampo, ma io e Jasper rimanemmo comunque pietrificati. Era rischioso, il veleno poteva facilmente raggiungerla e ucciderla, ma sembrava che non fosse il primo bacio che si scambiavano quei due...

Emmett la trascinò con se sul pavimento senza mai lasciarla, lo invidiavo palesemente, anche io avrei tanto voluto fare lo stesso con Isabella, ma sembrava che per me quel momento non fosse ancora giunto.

Mi voltai a guardarla, era felice per sua sorella, potevo chiaramente vederlo dal suo sorriso compiaciuto.

E una è andata! Pensò invece Alice, lanciando sguardi veloci a Jasper.


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Sono veramente contenta che la storia vi piaccia! Grazie mille a tutti voi che con i vostri commenti mi supportate e a tutti voi ( che siete la bellezza di 151 ) che l'avete messa nei preferiti!

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Capitolo 9


Rosalie e Emmett adesso erano ancora più attaccati di prima, lui stava con la testa sulle sue gambe, facendosi coccolare come un bambino, mentre lei continuava a chiamarlo “ Il mio scimmione.” Oddio, uno spettacolo da incubo.

Bella non aveva più detto nulla, ormai erano passate quasi due ore buone. Il non sentire la sua voce mi faceva stare mare.

<< Bella, va tutto bene? >>

Annuì.

No, non andava bene, io dovevo assolutamente sentirla parlare.

Mi sedetti per terra accanto a lei, avevamo la schiena appoggiata al divano, le presi la mano. << Bella, ti prego parlami. >>

Si voltò verso di me e mi regalò un tenue sorriso. << Va tutto bene, davvero Edward. Sono solo pensierosa. >>

Aggrottai la fronte. << Per cosa? >>

<< Pensavo a Tanya e le altre. >> Respirò a fondo. << Rosalie e Emmett ormai sono una coppia, ma... io mi domandavo... Alice e io dobbiamo fingere di essere le vostre fidanzate, giusto? >>

Annuì, io e Jasper non eravamo ancora riusciti a capire cosa provassero nei nostri confronti e, per quanto il patto imponesse a loro di diventare le nostre compagne, non volevamo che accadesse in quel modo.

<< Una volta che quelle se ne saranno andate, tutto tornerà come prima? >>

Non riuscivo a capire, aveva un tono di voce strano... se solo fossi riuscito a capire meglio cosa passava in quella buffa testolina.

<< Si, tutto tornerà come prima... >> Sospirai, mentre dentro di me urlavo il contrario.

<< Capisco. >> Disse solamente appoggiandosi contro di me.

Le cinsi le spalle con il braccio, la adoravo, mi piaceva avere questi momenti con lei, dove c'eravamo solo io e lei.

Le baciai i capelli e lei sospirò, il suo cuore si mise a battere un po più veloce.

Il film in tv ormai aveva perso il suo fascino, anche se a dire il vero, per me non ne aveva mai avuto, il mio interesse era sempre stato per la mia piccola ninfa.

<< Non hai freddo? >> Le domandai a bassa voce.

Si accoccolò meglio nel mio abbraccio. << No, sto bene. Tu invece? Sei scomodo? >>

<< No. >> Le sorrisi.

Agguantò una manciata di popcorn appena sfornati da Alice e continuò a guardare il film avvolta nel mio abbraccio.

Mezz'ora dopo Bella dormiva profondamente, la presi in braccio e la portai in camera sua salutando gli altri.

La depositai con cura sul letto, coprendola con la sua coperta. Era così dolce e indifesa, sorrisi come uno sciocco. Adoravo guardarla dormire.

Mi sdraiai accanto a lei, non potevo fare a meno di accarezzarle il volto, il nasino, stavo passando il dito indice sulle sue labbra così dannatamente morbide e sensuali, mi prese alla sprovvista.

Isabella posò delicata un bacio sul mio dito, gelandomi.

Alzai lo sguardo per vedere i suoi occhi aperti.

Rimasi di sasso, lei era sveglia e mi stava guardando.

La vidi allungare la mano e prendere con dolcezza la mia, portò il palmo alle labbra e la baciò. Era una sensazione indescrivibile quella che stavo provando. Sentivo il suo calore, le sue labbra morbide appoggiate con delicatezza sulla mia mano.

Respirai a pieni polmoni il suo profumo.

I suoi occhi profondi non lasciavano mai i miei, ero suo e lei era mia, mai verità era più grande in quel momento.

Mi avvicinai lentamente, volevo essere sicuro, non volevo che Bella si spaventasse, sapevo che per me ormai era giunto il momento del non ritorno, non avevo più la forza di resisterle e non volevo più neanche farlo. La desideravo, la bramavo, la volevo e adesso l'avrei presa.

Spostai la mano dalle sue labbra e le accarezzai il collo, appoggiandoci poi le mie labbra gelide, un sospiro spezzato le usci dalle labbra.

<< E.. Edward... >> Sospirò e in quel momento ogni briciola di autocontrollo andò a quel paese.

Le presi il volto fra le mani e la baciai sulle labbra. Finalmente! Finalmente stavo assaporando quelle labbra peccaminose, erano mie adesso!

Le sue piccole mani si aggrapparono alla mia schiena, quasi temesse una mia fuga, mai pensiero fu più errato, non sarei fuggito, io le appartenevo e avrei fatto in modo che anche lei mi appartenesse per sempre.

Mi staccai da quelle labbra continuando a baciarle però le guance, gli zigomi, la punta del naso, mi abbassai sul suo collo tentatore.

<< Bella... ti desidero... >> Sussurrai. Sapevo che mi aveva sentito, un sospiro di piacere e i brividi sul suo corpo ne erano la prova.

Le mie mani febbrili presero ad accarezzarle il collo, scendendo leggere, accarezzavano ogni singola parte di lei, coperta da quella misera magliettina che avrei fatto volentieri a pezzi.

<< Edward... >> Un rantolo, un sospiro, le sue mani mi presero il volto tirandolo verso di se. Ci baciammo di nuovo, la sua lingua mi accarezzava le labbra chiuse.

Dio mio! Quello era il paradiso!

Il veleno sgorgava a fiotti nella mia bocca, più volte dovetti ingoiarlo.

La guarda attentamente, il suo volto era rosso dalla passione, i suoi occhi accesi e brillanti.

Sentivo le sue mani calde avanzare senza timore sotto la mia maglietta e sfilarmela, anche la sua cadde accanto alla mia, dimenticate per terra.

Immersi il viso fra i suoi seni, ancora coperti dalla leggera stoffa del reggiseno. Inspirai profondamente.

<< Dimmi che sei mia, Bella. Dimmelo. >> Le sibilai.

Lei si inarcò contro di me. << Si, Edward. Si lo sono, sono tua. >>

E il mostro dentro di me ruggì felice.

La sovrastai con il mio corpo, le sue gambe si intrecciarono attorno alla mia vita.

Mia, mia, mia. Solo questo riuscivo a pensare, lei era esclusivamente mia!

La luna era alta nel cielo, mentre il resto dei nostri vestiti si spargeva per la stanza, i nostri corpi si sfioravano, toccavano e seducevano.

Eravamo un incastro perfetto.

Più e più volte affondai in lei, facendole gemere il mio nome, appropriandomi del suo corpo, del suo cuore e della sua anima.


Per tutta la notte rimanemmo abbracciati, non riuscivo a mettere di baciarla, posavo ogni tanto le mie labbra fredde sulla sua testa, sulle sue labbra dischiuse, sul suo collo.

Adesso Bella aveva impresso nella sua pelle il mio odore, e la cosa non solo mi piaceva, ma sentivo di essere diventato ancora più possessivo nei suoi confronti.

Bella, la mia bella, si era donata a me. Ero stato il primo uomo a cui si era concessa.

<< Non permetterò a nessuno di portarti via da me. >> Le sussurrai dolce. Ed era vero, avrei ucciso per lei.

Si mosse nel sonno e si rannicchiò ancora di più contro di me. << Mmm... Edward... >> Mormorò.

<< Sono qui. >> Sospirai. << Sono qui, amore mio. >> Le baciai le labbra, non ne ero mai sazio.

Isabella rispose incerta al bacio, poi il suo respiro si fece più veloce.

Lasciai libera la sua bocca e la guardai aprire i suoi occhi profondi.

<< Ciao... >> Le sussurrai piano.

Mugugnò un ciao sonnacchioso. La sua mano mi accarezzò una guancia.

<< Sei un bellissimo sogno, sai? >> Mormorò ancora mezza addormentata.

Ridacchiai. << Sono più reale di quanto credi. >>

Arcuò un sopracciglio fine. << Davvero? >> La sua voce era ancora impastata dal sonno.

Presi la sua mano delicata, la posai sulle mie labbra, baciandole il palmo e poi intrecciai le nostre dita. << Si, sono molto reale. >> Le dissi, avvicinandomi al suo collo, strofinandoci contro il naso. << Molto, molto reale. >> Mormorai ancora.

Sospirò a quanto pare deliziata dalle carezze che le stavo rivolgendo. << Mmm... a me non sembri vero. Sei troppo bello per esserlo. >>

<< Potrei... dire... la stessa... cosa... di... te... >> Ad ogni parola baciavo una parte diversa del suo corpo.

<< Edward... così mi farai impazzire. >> Sospirò.

<< Non chiedo di meglio, mia dolce Bella. >> Mi misi sopra di lei, allargandole con gentilezza le gambe.

<< Mmm... chi ti dice che sono tua. >> Lo sguardo malizioso, voleva giocare la mia bellissima futura moglie.

Sorrisi sghembo. << L'hai detto tu, stanotte. >> Mi guardò seria. << Bella, non è un sogno questo. >>

Il tempo degli scherzi era scemato via. << Io e te, stanotte, ci siamo appartenuti. Io ti desidero, non voglio che qualcuno ti porti via da me. Non voglio perderti. >>

La vidi deglutire e rendersi finalmente conto che quello che stava vivendo era la realtà.

<< Voglio che tu sia soltanto mia, Isabella. Solo mia. >>

Il suo cuore si mise a battere furioso.

Perché non mi aveva ancora risposto? Mi sentivo in ansia, avevo fatto l'amore con la donna della mia vita, l'amavo e sapevo che avrei fatto di tutto per proteggerla e per non perderla.

Le sue labbra si mossero piano. << Edward... >>

<< Si?... >>

<< Fai ancora l'amore con me... Voglio essere tua e solo tua. >>

Potevo scoppiare di gioia in quel momento. Mi abbassai e unì di nuovo le nostre bocche in un bacio a stampo.

Le sue mani mi accarezzavano sulla schiena, mentre riprendevo possesso della mia donna, colei che mi aveva accettato per quello che ero; Edward Anthony Masen Cullen, un vampiro e un essere umano.


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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


E siamo giunti alla fine. I ringraziamenti che vorrei farvi sono tantissimi e infiniti! Grazie alle 165 persone che lo hanno messo nei preferiti! E soprattutto, GRAZIE a chi ha trovato il tempo e la voglia di lasciare un commento!

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Capitolo 10


Il sole era spuntato da poco, la mia dolce Bella era arrotolata nel lenzuolo e giaceva sfinita sopra di me. Non riuscivo a smettere di accarezzarla, dovevo sentire le mie mani sul suo corpo.

Finalmente era mia.

Le baciai i capelli.

Avvertivo un grande cambiamento, sapevo che ora la mia parte vampiresca era più forte che mai, il mostro dentro di me, ruggiva possessivo nei suoi confronti.

Volevo farla diventare immortale e averla per l'eternità al mio fianco.

Isabella mugugnò contro il mio torace, qualcosa di incomprensibile, il suo battito cardiaco cambiò di poco, segno che il risveglio era vicino.

<< Hey... buon giorno. >> Le dissi, osservando i suoi bellissimi occhi aprirsi.

Sollevò il viso verso di me e mi regalò un sorriso magnifico. << Buon giorno. >> Si allungò un po' e raggiunse le mie labbra per un bacio delicato.

Si accoccolò meglio contro di me e si lasciò accarezzare dalle mie mani morte.

<< Come siamo docili. >>

<< Mmm... mi piace quello che stai facendo. >> Mi diede un bacio sul collo. << E' così... bello. >> Mormorò contro la mia pelle.

Sentivo di essere il vampiro più fortunato del mondo. Le presi con gentilezza il volto e la baciai.

Avrei tanto voluto che quei momenti durassero per sempre, ma prima, sapevo di doverle raccontare ogni cosa.

<< Bella, vorrei che tu mi ascoltassi. >>

<< Certo, dimmi. >> Strofinò il suo nasino contro il mio collo.

Questa ragazza aveva il potere di mandare in fumo tutta la mia determinazione.

<< Seriamente, Bella. Devo dirti una cosa importante. >>

Sentì il suo cuore aumentare il battito. << Edward... >>

<< Non agitarti. Ricordi quando mi hai detto che non ti piaceva avere dei segreti con me? >>

Annuì.

<< Neanche a me piace averli con te. Isabella, ti chiedo davvero di ascoltare tutto. >>

<< Mi stai mettendo paura, Edward. >> Mormorò con voce tremolante.

Le baciai una tempia. << Non devi averne. >>

La avvolsi fra le mie braccia e presi un bel respiro profondo, la gola bruciò forte. << Il vostro arrivo a Forks, non è stato un caso, così come non lo è stata la vostra adozione. >>

La sentì irrigidirsi, ma non disse nulla, pregavo solo che alla fine capisse quanto amore provassi per lei, patto o non patto.

<< Molti anni fa, venne stabilito un patto fra umani e vampiri. All'epoca, i vampiri che vagavano qui, nella penisola di Olympia, non erano vegetariani. Per evitare il massacro della gente che abitava in questi luoghi, venne indetto un patto. Sarebbero stati scelti degli esseri umani da dare in sacrificio a questi vampiri, ed in cambio non avrebbero cacciato nessun altro. >>

Il suo battito continuava a battere furioso. << Fu in quel periodo che fecero la loro comparsa i licantropi. Loro, sono protettori della vita. La loro natura è quella di proteggere gli umani da noi vampiri. >>

Mi fermai per darle il tempo di assimilare tutte le mie parole.

<< Jacob, come tutti gli altri della sua tribù, sono a conoscenza del patto. Quasi cento anni fa, arrivammo noi; io, Carlisle, Emmett e Jasper. Il nostro modo di cacciare cambiò letteralmente in questo posto. Diventammo i primi vampiri vegetariani. Noi, non volevamo e non vogliamo tutt'ora uccidere gli esseri umani. Riesci a capire fino a qui? >> Le domandai ansioso.

L'unica risposta che ottenni fu un movimento affermativo della sua testa.

<< Un giorno, ricevemmo la visita di Aro. Ci disse che aveva pronto un essere umano per onorare il patto. Carlisle provò a spiegargli che noi eravamo vegetariani e che il patto, poteva anche non essere rispettato. Fu in quel momento che Aro, ci mostrò Esme. >>

Vidi Bella sgranare gli occhi, una luce di consapevolezza si stava impossessando del suo sguardo stupito.

<< Ci disse che se noi non lo avessimo rispettato, un altro vampiro avrebbe preso il nostro posto. Io lessi nei pensieri di Esme, era terrorizzata, impaurita ma anche... attratta da Carlisle. Mi ricordo che mi bastò una semplice occhiata verso mio padre per capire. Lei era la sua cantante, come tu lo sei per me. >>

Le passai una mano fra i capelli ondulati.

<< Adesso, la storia si sta ripetendo. Tu, Rosalie e Alice, siete le nostre cantanti. Aro e Renèe vi hanno condotto a noi... >>

La sentì trattenere il respiro, scosse energicamente la testa. < No! No! Non è possibile! >>

Le presi fra le mani il volto con dolcezza. << ... ti prego, ti prego... >> le sussurrai come un disperato, avevo il terrore che si allontanasse da me. Non sarei riuscito a sopportare questo dolore. << ... Bella, ti prego, ascoltami. >>

<< Tu mi stai dicendo che... che... noi non abbiamo scelta. >> Singhiozzò, io mi sentì morire. << La nostra vita, non ci appartiene... siamo... siamo come degli animali sacrificali. >>

Dentro di me sentivo la disperazione crescere, come potevo fare per farle capire che se lei mi avesse rifiutato, io l'avrei accettato. Sarei morto di dolore, ma l'avrei fatto.

Appoggiai la mia testa contro la sua, la guardavo negli occhi, quegli occhi così tristi e impauriti. << No, non è così... >> Sentivo la mia voce vibrare d'angoscia. << Bella, io morirei per te. Se tu... se tu non mi volessi, io ti lascerei libera. >>

Nonostante il dolore che quelle parole mi causavano, riuscì lo stesso a dirglielo, lei era importante per me. Lei era la donna che possedeva il mio cuore. << Ti amo, Isabella Swan. Ti scongiuro, credimi. Non è solo il tuo sangue che mi attira. Sei tu. Tutto di te mi attrae. >> Bella si aggrappò più forte a me piangendo. << Isabella, sono io che ti appartengo. Tu sei l'unica donna che mi abbia rapito il cuore. Tu sei il mio unico amore e lo sarai per sempre, anche se dovessi rifiutarmi. >>

Continuava a piangere, il suo volto era nascosto nel mio collo. MI sentivo disperato, l'unica cosa che potevo fare era attendere la sua risposta, sperando e pregando che volesse rimanere accanto a me.

La mia mano continuava ad accarezzarle la testa, lentamente i singhiozzi diminuirono, fino quasi a cessare del tutto.

Piano piano, sciolse il suo abbraccio e si sollevò. Trattenni il fiato, perché ormai sapevo che la sua sentenza era arrivata.



Arrivammo a casa poco dopo mezzogiorno, le ragazze avevano pranzato e discusso.

Ora sapevano tutta la verità.

Chi l'aveva presa meglio alla fine era stata Alice, quel piccolo folletto non si era scoraggiata davanti alla disastrosa dichiarazione di Jasper, anzi, lo aveva rassicurato e gli aveva garantito che mai e poi mai lo avrebbe lasciato.

Mio fratello sembrava quasi umano per la felicità che stava provando.

Rosalie e Bella invece, non avevano accettato il loro destino, assieme, sotto lo sguardo vuoto mio e di Emmett, si erano allontanate.

Alice aveva provato a sollevarci il morale, dicendo che serviva loro del tempo per accettare tutto quanto, ma ormai, capivo che non serviva. I suoi occhi mi sfuggivano, non c'era più la sintonia che avevamo fino a poche ore prima.

L'avevo persa.

In salotto trovammo Esme, Carlisle e le tre vampire di Denali. Tutti avvertirono su di noi l'odore delle sorelle Swan, era come un marchio indelebile, non percepibile all'olfatto umano, ma chiarissimo per quello dei vampiri e licantropi.

Edward, dove sono Rosalie e Bella?

Guardai Esme con occhi tristi e questo le bastò.

Avete detto la verità?

Annuì.

Oh, tesoro...

Si alzò e mi abbracciò come se fosse la mia vera madre.

Tornerà, devi darle tempo, tornerà.

Abbracciò anche Emmett che in quel momento sembrava una statua di pietra.

Ecco cosa si ottiene a fare degli stupidi patti con delle umane.

Il pensiero sprezzante di Tanya mi irritò.

<< Ammettilo, Edward. Quell'umana non ti merita. Non riesce neanche a capire che vampiro fantastico tu possa essere! >>

<< Tanya, non ho voglia di ascoltarti. >> No davvero, in quel momento volevo solo essere lasciato solo.

Si avvicinò posando la sua mano curata sul mio braccio. << Io sono qui. Posso essere una compagna fedele e rispettosa. Lo sai, farei di tutto per te. >>

La guardai afflitto, erano le parole che avrei voluto sentire dire alla donna che amavo... invece, lei non c'era, non mi voleva.

Mi sentivo male, il petto era come squarciato in due.

Sospirai. << Tanya, io non ti voglio. >> Spostai la sua mano e mi allontanai da li, da loro.

Avevo bisogno di cacciare.

Vagai per la foresta, correvo come non avevo mai corso prima d'ora. Tanti, tantissimi pensieri affollavano la mia mente, uno più distruttivo dell'altro.

Cacciai con rabbia, con delusione e con tristezza.

La notte arrivò, portando con se l'oscurità. Decisi di tornare a casa, Esme e Carlisle di sicuro erano in pensiero...

Arrivai a fiume e li mi bloccai. Un nuovo pensiero era arrivato in quel momento.

<< Rosalie! >> Esclamai, senza accorgermi di correre verso casa. Se Rosalie era tornata, allora, anche Bella...

Spalancai la porta e vidi Emmett baciare con passione la sua bionda fidanzata.

<< Non lasciarmi più! >> Lo sentivo sussurrare ad ogni bacio che si scambiavano.

Era una scena bellissima, ma io, non vedevo e non sentivo l'odore di colei che bramavo...

Non c'è, Edward... non è ancora tornata...

Alice mi guardava afflitta.

Ormai avevo capito, non sarebbe mai più tornata da me... mai più.

Sentì dentro di me un dolore atroce, mille schegge mi trafissero, perfino Jasper mi guardò spaventato tenendosi una mano sul petto.

Edward!

Scossi la testa cercando di rimanere lucido. << Scusate... >> Balbettai uscendo di corsa.


Passarono i giorni, tutti cercavano in ogni modo di non farmi perdere le speranze, ma io le avevo già perse. Nel momento in cui Isabella si era volatilizzata, la mia non-vita non aveva più senso.

Vagavo nel bosco, come ormai da sette giorni, avevo gli occhi neri come la pece, al mio naso era arrivato un profumo delizioso, mi fermai aspettando, sentivo la mia preda venire verso di me, verso la sua fine...

<< La stupidità umana non ha limiti... >> Isabella uscì dalla boscaglia rendendosi completamente visibile a me.

Io la fissai ghiacciato. Perché? Perché era tornata? Doveva tormentarmi ancora?

Tirò su con il naso. << Puoi amare questa umana stupida? >> La voce le tremava, i suoi occhi così scuri mi stavano di nuovo risucchiando.

Non riuscivo a dire nulla.

Dentro di me si agitavano tante emozioni, rabbia, stupore, felicità, angoscia.

Bella deglutì e inspirò forte. << Edward... >> Respirò ancora affannosamente.

Mi avvicinai, solo pochi centimetri ci dividevano. << Morirai se starai con me. >>

La vidi tremare davanti al mio sguardo duro e scuro.

<< Non mi importa. >> Sospirò. << La mia vita ti appartiene. >>

<< No. >> Le dissi. << Non la voglio... sei libera Isabella. >> La mia voce suonava morta, lei era la mia vita e volontariamente le stavo dicendo di lasciarmi.

<< No... >> Sussurrò debole. << Non intendo lasciarti. >>

Mi afferrò le braccia, sembrava impazzita. << Preferirei morire che stare lontana da te. >>

La guardai rigido. << Perché? Perché te ne sei andata? >>

<< Avevo bisogno di pensare... scoprire che la mia vita, non era mai stata veramente mia, è stato uno shock. >> Mi guardava, gli occhi erano lucidi. << Anche se... >> La sua voce si ruppe. << Sapere di essere destinata a te, è stata l'unica cosa bella della mia esistenza. >>

Cosa dovevo fare? Mi aveva lasciato, il dolore dentro di me si stava affievolendo, il solo fatto di riaverla vicino era come un balsamo.

<< Io ti amo, Edward... >>

Rimasi colpito e frastornato. Mi amava... lei mi amava...

<< Ogni minuto, ogni secondo della mia vita non vale la pena di essere vissuta se non ci sei tu. Io amo il tuo essere vampiro, amo il tuo essere uomo. Ti prego Edward, ti supplico... c'è ancora una speranza che tu mi possa... amare? >>

Il suo respiro era spezzato e il suo cuore batteva furioso.

<< Bella. >> La mia voce era calma, ma dentro di me, non lo ero per niente. << Questa è la domanda più scema che potessi farmi. Certo che ti amo! Questo fatto non cambierà mai... >>

Non finì neanche la frase che mi saltò al collo baciandomi con passione.

<< Ti amo! Ti amo! >> Continuava a ripetere sulle mie labbra, mentre io la stringevo a me e mi inebriavo del suo profumo.

<< Non lasciarmi mai più... >> Le dissi, facendo scorrere le labbra sul suo collo.

<< Lo giuro. >> Sussurrò stringendosi a me...



<< Stai ancora pensando al nostro incontro? >>

Isabella mi venne vicino, silenziosa e bellissima. La mia compagna immortale.

<< Si. E penso anche che sono il vampiro più fortunato della storia. >> La presi fra le braccia.

<< Davvero? >> Mormorò sensuale.

<< Oh si... davvero. >> La baciai senza esitazione, non più semplici baci a stampo, ma baci veri e passionali. << Ti amo, signora Cullen. >> E la baciai di nuovo, sentendomi finalmente completo.
FINE

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