Did you know?

di Arcadia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda ***
Capitolo 3: *** Parte Terza ***
Capitolo 4: *** Parte Quarta ***
Capitolo 5: *** Parte Quinta ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***


Did you know?


#1 – Kendall
 
«Allora, che ti va di fare? – chiese Kendall sorridendo e stringendo la mano alla ragazza accanto a lui – Andiamo alla sala giochi? Al cinema?»
«Oh, è uscito un remake de Il matrimonio del mio migliore amico. – esclamò guardando le locandine appese davanti all’edificio – È un film romantico molto bello»
Alla parola “romantico” un brivido percorse la spina dorsale di Kendall.
«Che ne dici invece di questo? – Kendall guardava incantato l’immagine di Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger su un manifesto – I Mercenari. Si prospetta un film ricco di sparatorie e azione» esclamò felice come un bambino in un negozio di caramelle.
La ragazza lo guardò alzando un sopracciglio, «Ma io volevo guardare un film romantico» mormorò delusa.
«Dai Jade, è l’ultimo giorno di proiezione. – congiunse le mani in preghiera – Ti prego. Quel film puoi venirlo a vedere con le tue amiche»
Anche questo puoi vederlo con i tuoi amici, pensò la mora, scuotendo la testa.
Presero i biglietti, cercarono la sala e si sedettero in due poltroncine appartate. Jade sperava almeno di strappare un paio di baci a Kendall durante la proiezione dei trailer, ma il biondo era concentrato nella lettura di un opuscolo del film.
La ragazza sbuffò, «Kendall, vado un attimo in bagno. Torno subito»
«D’accordo» rispose, ma la ragazza era già uscita dalla sala.
Una volta finita la lettura, Kendall si mise comodo, aspettando la sua ragazza. Un film d’azione era sicuramente meglio di un film romantico, inoltre poteva tenerle la mano e tranquillizzarla durante le scene violente e, magari, poteva anche distrarla con qualche sbaciucchiamento durante le scene noiose.
Le luci si spensero, ma di Jade nemmeno l’ombra. Passarono i trailer, le porte si chiusero.
Kendall controllò il cellulare, ma non vide chiamate o messaggi. Provò ad alzarsi, ma ormai era tardi per lasciare la sala.
 
Fun fact: Una volta Kendall è uscito con una ragazza che, dopo avergli detto che sarebbe andata al bagno, non è più tornata da lui.
 
 *
 
#2 – Jogan
 
Carlos aveva le chiavi di casa Henderson attaccate alle sue, quindi Presley quella sera non si fece problemi a vedere l’amico del fratello entrare in casa come se niente fosse. Lo salutò e poi tornò alla sua deliziosa cena in compagnia di Pretty Little Liars.
«Oh, andiamo James. Possiamo superarlo. – Carlos si fece riguardo a entrare nella camera di Logan. Non voleva sorprese – Lo facciamo insieme»
Che diavolo stanno combinando quei due?, pensò Carlos continuando a origliare.
«Sì, ma non possiamo tornare indietro, giusto?», James sembrava parecchio preoccupato.
«Ormai il primo passo l’abbiamo fatto»
Carlos aprì di scatto la porta e osservò gli amici, indeciso se morire dal ridere o scattare una foto e mandarla alle loro ragazze.
«Carlos, si usa bussare» disse Kendall, sdraiato tranquillamente sul letto del latino e immerso nella lettura di una rivista sportiva.
«Ma che diavolo state facendo?» chiese Carlos asciugandosi le lacrime e guardando la carta stagnola avvolta attorno ai capelli di James e di Logan.
«Stamattina non mi credevano quando ho detto dov’è nata la prima chitarra Gibson» spiegò Kendall alzandosi e controllando la situazione dei capelli degli amici.
«A Kalamazoo, nel Michigan. – rispose Carlos, sempre informato su tutto – Ma questo non spiega il perché le loro teste luccichino più di quella di R2D2»
«Abbiamo scommesso e, dato che ha vinto Kendall, dobbiamo fare quello che vuole lui. – piagnucolò Logan – Ma che razza di nome è Kalamazoo?»
«Sembra il nome di un personaggio dei Flintstones. – continuò James – Quanto durerà ancora questa tortura? Inizia a pizzicarmi la pelle»
«Andate pure. – Logan e James scattarono verso il bagno della camera – Dato che continuavano a prendermi in giro perché sono biondo, ora lo saranno anche loro» aggiunse, in risposta alla faccia perplessa di Carlos, che dopo un attimo scoppiò a ridere.
Passarono circa cinque minuti, poi un urlo da parte di Logan attirò la loro attenzione.
James uscì dal bagno un attimo dopo, i capelli leggermente più chiari di quelli di Kendall.
«Beh, dopotutto non sto così male» commentò, guardandosi compiaciuto allo specchio.
«Effettivamente stai bene. – concordò Carlos. Kendall annuì – Logan?»
«Non l’ha presa molto bene»
Passarono altri dieci minuti. Logan si era chiuso in bagno e l’unico rumore che si sentiva era un fastidioso ronzio di sottofondo.
«Secondo voi che sta facendo?» chiese Carlos agli amici, ma Logan uscì in quel momento, dando risposta alla sua domanda.
I tre ragazzi scoppiarono a ridere, «Sembri una palla da bowling»
 
Fun fact: Una volta Logan si è rasato i capelli a zero e James si è tinto di biondo.
 
 *
 
#3 – James
 
«Ehi Masloser, ci sei agli allenamenti oggi pomeriggio?»
James spinse gli occhiali da vista sul naso e guardò il ragazzo all’altro tavolo.
«Ci sarò» rispose con un sorriso.
Bisogna essere superiori agli idioti, ricordò mentalmente, rigirando con la forchetta quella strana sostanza che la cuoca spacciava per polpettone.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per un buon tacos di Zia Aunty, il bar di fronte a casa sua che si affacciava sulla spiaggia di Santa Monica dove, spesso e volentieri, perdeva i suoi pomeriggio a surfare.
Si guardò attorno. La mensa era gremita di studenti che andavano e venivano, professori radunati a commentare i ragazzi di questo o quell’altro corso. Nessuno prestava attenzione a lui.
Il momento perfetto per svignarsela era arrivato e il suo stomaco gli stava dando ragione.
Si alzò, lasciando il vassoio nell’apposito carrello, e si unì alla massa di studenti che tornava a casa a pranzo o aveva appena finito lezione per quel giorno e non avevano attività pomeridiane.
Recuperò un paio di libri dal suo armadietto e poi uscì dal cancello principale, saltando in macchina.
Controllò ancora una volta che nessuno dei ragazzi della squadra di basket, sport che odiava profondamente ma che era costretto a fare per avere crediti extra, lo stesse guardando e sfrecciò verso casa.
Non fece in tempo ad salire in camera sua che già aveva addosso la muta blu da surf. Individuò la tavola all’interno della cabina armadio e, messe le lenti a contatto, corse da Zia Aunty.
«James. – lo accolse Julia, una delle cameriere del locale – Non dovresti essere a scuola?»
«Esattamente. – dopo poco gli servì un tacos ripieno – Grazie»
«Cosa ci fai qui? Non hai gli allenamenti di basket e stasera quelli con il coro?»
Fece spallucce, leccandosi le dita sporche di salsa al curry, «A scuola servono cibo schifoso e questo è decisamente meglio»
«Finirai in un mare di guai, lo sai questo?»
«Ed è per questo che tu non mi hai visto», le fece l’occhiolino e finì di mangiare.
Dopo essersi riposato giusto cinque minuti per digerire il pranzo, raccolse le sue cose e si diresse in spiaggia. Non c’era molta gente e i surfisti scarseggiavano.
Meglio, più onde per me.
Si gettò in acqua e passò tutto il pomeriggio tra le onde, scottandosi le spalle a riva e cercando di rimanere in equilibrio su onde alte anche vari metri.
Questo è decisamente meglio del basket, pensò, tuffandosi in acqua dopo aver cavalcato l’ultima onda della giornata.
Una volta sulla spiaggia, piantò la tavola nella soffice sabbia e si sdraiò, prendendo un po’ di sole di fine giornata.
Da lontano sentì una voce chiamarlo e l’associò a quella di Julia, ma non le diede peso, almeno fino a quando l’ombra di sua madre non si proiettò su di lui.
«Ciao mamma» disse, facendo un sorrisino di scuse.
«James David Maslow, sei in un mare di guai»
 
Fun fact: Una volta James scappò dalla mensa della scuola per andare a fare surf e non tornò più.




Angolo Autrice:
Buonasera a tutti!
Sì, lo so, oggi ho già postato e quindi non dovrei rompere ulteriormente le scatoline, ma stavo girando su Instagram e ho trovato alcune immagini "Fun Facts" che mi hanno fatto davvero pensare -ma che cavolo stavano facendo in quei momenti?- e mi sono ovviamente data una risposta del tutto inverosimile: lo decido io che fanno! Ci scrivo delle flash fic!
Quindi ho buttato giù qualche riga ed ecco a voi la mia prima racconta super demenziale di flash fic sui Big Time Rush nei loro momenti strambi. (NOTA BENE: non do la certezza assoluta che questi fatti siano veri! Io li ho trovati divertenti e verosimili, quindi ho deciso di proporveli)
Nella prima flash, incentrata su Kendall, ho citato due film che vi consiglio di vedere, anche se di generi totalmente diversi! Sono stupendi entrambi ("I Mercenari soprattutto!" cit. Kendall); R2D2, citato nella seconda flashfic, è questo simpatico robot che, chi avrà visto Star Wars, conosce bene. Nella flashfic su James ho usato il termine Masloser in modo scherzoso: io adoro quel ragazzone! E' come un secondo fratello :3 (però non l'ho salvato dalla madre #mecattiva)
In totale penso di fare quindici flash e di postarle a blocchi di tre, quindi, anche se la matematica dal mio modesto punto di vista è un'opinione, posterò altri quattro "capitoli".
Spero che quest'idea vi piaccia e, se siete talmente pazze quanto me, fatemelo sapere con una recensione, vi va?

Jade

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Capitolo 2
*** Parte Seconda ***




#4 - Logan
 
«James, Fox è come una mascotte per il cast. – il regista, Scott Fellows, guardava il piccolo cucciolo tra le braccia dei ragazzi un po’ preoccupato – Ma, ti prego, tienilo a bada. Non voglio scrivere nel rapporto di fine settimana “oggetti di scena distrutti da uno scoiattolino”»
«Ehi. – James strinse il cane tra le braccia, accarezzandogli la testolina – Non è uno scoiattolo. È un temibile e feroce cane da caccia» e avvicino Fox alla faccia di Scott, che si ritrovò ricoperto di bava.
Si tolse gli occhiali, «Te lo ripeto, tienilo a bada» e se ne andò, cercando un asciugamano, o meglio, le docce.
Carlos rovistò nello zaino di James e cercò le ciotole e la pappa di Fox, «Tanto prima della fine della stagione, si farà tutte le poltrone dell’appartamento 2J»
Kendall annuì, versando dell’acqua al cane, che subito corse a bere, «Ragazzi, sapete che fine ha fatto Logan?»
«È andato a pranzo con Erin e Curt» rispose James rosicchiando un cracker.
«Ma loro sono là. – replicò il biondo, indicando gli attori di Camille e Dak – Vado a cercarlo, tra dieci minuti si inizia»
Carlos e James sghignazzarono, «Vai dal tuo fidanzatino dai»
Kendall alzò il dito medio contro gli amici e andò verso i camerini.
James ridacchiò e si accucciò, dando a Fox una scatoletta di cibo assieme a qualche crocchetta.
«Forse Scott ha ragione. – commentò Carlos – Forse almeno il guinzaglio mentre siamo sul set dovresti metterglielo»
«Ma ce l’ha» gli fece notare il moro.
«Intendo metterlo e fissarlo da qualche parte» specificò il latino.
Alzò le spalle, «Non ucciderà mai nessuno»
In quel momento, Logan e Kendall, mano nella mano, corsero nella loro direzione.
«Logan, fermati» stava cercando di frenarlo il biondo, trattenendolo per la manica.
«Siamo in ritardo!» esclamò.
Carlos li guardò e, un po’ perplesso, si mise in mezzo e cercò di placcare Logan, ma quello deviò all’ultimo secondo.
Successe tutto in fretta, Fox riuscì a togliersi il guinzaglio e scappò, Kendall mollò la mano di Logan, che a sua volta scivolò sulla striscia di stoffa che il cane aveva appena abbandonato e, letteralmente, volò.
«Logan? Tutto bene?» chiese James, guardando l’amico disteso per terra.
Il moro si alzò lentamente e guardò l’amico, che stava cercando di trattenere una risata.
«Odio il tuo cane»
 
Fun fact: “Ehi Logan, ricordi quando sei caduto con la testa nella ciotola di Fox?”
 
 *
 
#5 – Kendall
 
«Che noia» borbottò Logan, guardandosi attorno. Non c’era ancora nessuno in quel triste locale che l’organizzazione del concerto aveva destinato al meet n greet pre serata.
Farlo in un bar o in un pub funzionante era troppo mainstream, pensò il ragazzo, ma sì! Mettiamoli in una vecchia sala conferenze in disuso dal Dopoguerra.
Carlos si mise in piedi su una sedia girevole e iniziò a girare, «Beh, hanno detto alle quattordici, mancano ancora dieci minuti» fece notare.
«Io mi sto annoiando. – si lamentò il più basso e guardò gli altri due amici, intendi a sbaciucchiarsi – Ragazzi, ci siamo qui anche noi»
James si voltò, appoggiandosi con la schiena al petto di Kendall, seduto sul grande tavolo di legno, «Oh, accadono sempre cose interessanti ai meet, abbi fede»
«Uhm, sì. – roteò gli occhi, controllando l’ora – Ma Chris dov’è finito?» chiese, riferendosi al loro manager.
«Andava a recuperare le vincitrici del concorso. – disse Kendall accarezzando i capelli del proprio ragazzo – Però effettivamente è via da tanto»
«Ricordate che voi due non potete farvi trovare insieme. – disse Carlos, dandosi un’altra spinta e continuando a girare – Quindi sistematevi»
«Non riesco a capire il perché non possiamo dirlo. – borbottò James spostandosi un po’ e sistemandosi il colletto della camicia nera e facendo lo stesso con la felpa di Kendall – Contenti?»
«Lo sai che è Chris che si fa mille problemi» cercò di rimediare Logan.
La porta si aprì e entrarono una decina di ragazze.
«Eccoci qua ragazzi! – un uomo alto e con i capelli rossi si fece spazio tra la folla di ragazzine – Fate i bravi, non fatele impazzire e siate i voi di sempre»
«D’accordo Chris. – con un salto Carlos scese dalla sedia – Buongiorno signorine»
Il meet iniziò e, dopo una breve intervista lampo delle ragazze alla band, iniziarono le foto e gli autografi.
«Ehi. – James si avvicinò a Kendall, che in quel momento stava sorridendo a una ragazza alta e mora – Non fare troppo il carino»
Il biondo gli fece la linguaccia e si dedicò alla ragazza, «Allora, a chi lo dedico, dolcezza?» chiese, marcando volutamente il nomignolo per farsi sentire dal moro.
«Basta che metti il tuo nome qui. – disse lei, sorridendo timidamente – Anche il cognome magari. – disse, indicando la fine della pagina – E anche il secondo nome, perché no?»
James sbirciò da sopra la spalla del ragazzo e spalancò gli occhi, rubandogli di mano il foglio.
«Ma stavo firmando! – James strappò il foglio – Ehi!»
«Era un contratto di matrimonio!»
Kendall spalancò gli occhi e guardò la ragazza di fronte a lui.
«Ops, chissà com’è finito nella mia borsa. – provò a sdrammatizzare, torturandosi le mani – Forse è meglio se vado»
James poggiò una mano sulla spalla della ragazza, «Mi dispiace, ma questo ragazzo è già impegnato», si voltò e stampò un bacio sulle labbra di Kendall.
«Ti annoi ancora Logan?» chiese Carlos ridacchiando, vedendo tutte le fans accalcate attorno agli amici.
 
Fun fact: a un meet n greet in Arizona Kendall stava per firmare un contratto di matrimonio.
 
 *
 
#6 – Big Time Rush
 
«Dove sono quei cani?» chiese Stephen, aggirandosi per i camerini, vestito come Gustavo Rocque.
«A saperlo. – Ciara Bravo lo seguì con il piccolo cane di James tra le braccia – Sta calmo Fox, ora troviamo quelle zucche vuote»
La porta del camerino dei ragazzi era aperta e i due attori stavano per entrare, ma, di contro, videro un cuscino volare per il corridoio e atterrare nel camerino di fronte.
Si avvicinarono preoccupati e stavolta fu una tazza del caffè a fare una brutta fine, frantumandosi in mille cocci contro la parete.
«No, fanculo Phillip! Tieni in ordine le tue cose se vuoi vivere» stava urlando James, armandosi con un pallone da calcio.
«Ha parlato Mister Perfezione, vero David?!»
«Ragazzi, possiamo convivere civilmente, andiamo! – Carlos s’intromise – È solo fino a quando non sistemano il nostro camerino»
«Roberto, tu sta zitto. – Kendall guardò il latino con aria furente – Se magari alzavate il culo e giocavate a paintball in giardino e non nel vostro camerino, non vi trovereste in questa condizione»
Ciara diede il cane a Stephen, che le fece segno verso il set, e entrò nel camerino, trovando i ragazzi schierati su due fronti: James e Kendall tenevano in mano dei cuscini a mo’ di scudo e delle cannucce in mano, sicuramente cariche di palline di carta; Logan e Carlos, dietro al divano, reggevano i copioni e minacciavano di dar fuoco a quelli degli avversari.
«Si può sapere che succede?» chiese Ciara incrociando le braccia al petto.
«Phillip e Roberto hanno saggiamente usato il loro camerino come campo di gioco e ora hanno le finestre, il soffitto e una parete da ristrutturare. – le spiegò Kendall, senza perdere d’occhio gli amici – E quindi devono stare con noi per due settimane»
«Oh certo, perché ti dispiacerà stare a stretto contatto con Carlos, vero Francis?» chiese Logan, facendo arrossire il biondo.
«Ragazzi, avete una crisi d’identità? – chiese Ciara, perplessa da tutti quei nomi nuovi – E comunque non capisco che problemi ci sono: sono quattro anni che lavorate insieme e sapete come siete, mi pare assurdo che litighiate per una convivenza»
I ragazzi si guardarono, perplessi, «Effettivamente Ciara ha ragione» disse James.
«Beh, possiamo trovare un accordo, no?» chiese Kendall, guardando il latino e abbassando le armi.
«Seguiamo le regole del tour bus, che ne dite?» propose Logan e batté il cinque a James.
Ciara li guardò perplessa. Come diavolo avevano fatto a risolvere una lite furibonda, con tanto di tazze frantumate e un vetro rotto nella stanza, in nemmeno un secondo?
Scrollò le spalle, «Ragazzi, stiamo per ricominciare le riprese. – annunciò, guardando Carlos e Kendall abbracciarsi dolcemente – Posso sapere perché usate quei nomi?»
I ragazzi si guardarono, ridendo.
 
Fun fact: quando i ragazzi si arrabbiano tra di loro, si chiamano con i loro secondi nomi.

 



Angolo Autrice
Buonasera a tutti!
Sono tornata con la mia mini raccolta di fun facts sui Big Time Rush, un po' carente stavolta, mi dispiace. Non è il massimo, ma volevo pubblicare dato che molto probabilmente The Definition of Impossible e Growing Up and Other Lies avranno dei ritardi (date la colpa a Geometria, io non c'entro niente!), ma volevo lasciarvi comunque qualcosina di mio da leggere per insultarmi.
Anyway, dato che adoro quel biondone che è Kendall Schmidt e secondo me (so che molte mi uccideranno per quello che sto per dire) è gay, qui mi sono divertita a shipparlo con tutti e tre i ragazzi della band -la Kogan è marginale, ma vi prometto che più avanti ci sarà una flash fic solo su di loro! La Kenlos devo ancora pensarci-, soprattutto con la Kames, che già da un po' volevo scrivere. 
E nulla, ora chiudo!
.
.
Ah, no! Dimenticavo: stavo riguardando le fun facts che devo ancora scrivere, ma non ho fun facts su Carlos e pochissimi di James, quindi, appello in mondovisione, chiunque avesse fun facts su di loro (o anche sui ragazzi in generale) me li scriva in recensione, che poi ci lavoro ;)
Ed ora veramente chiudo, come al solito, ringraziando Chrivsti -io ti adoro!- e Hooked -grazie per avermi sopportato in questi giorni!- per aver recensito lo scorso "capitolo/prima parte della raccolta" e tutte le persone che hanno letto e messo la raccolta tra le seguite e affini.

Jade




 

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Capitolo 3
*** Parte Terza ***


#7 – Carlos
 
«E cinque, sei, sette e otto»
«Abbi pietà Steve. – Logan supplicò il loro coreografo in ginocchio – Una pausa di dieci minuti, ti prego»
Kendall e James da dietro fecero una faccia talmente ridicola da convincere il ragazzo davanti a loro.
«E va bene. – Steve prese dal borsone un pacchetto di sigarette – Guai a voi se mettete sottosopra la sala e non distruggete nulla. Non voglio chiamare di nuovo il negozio per prendere dei nuovi specchi»
«Beh, avevamo le mazze da hockey. – provò a scusarsi Carlos spegnendo la musica – Partitina a basket?» propose, guardando gli altri della band.
«Troverai tutto in ordine» promise Kendall e finalmente rimasero soli.
Logan e James si sdraiarono per terra, mentre il biondo saltellò fino alla sacca da palestra a prendere delle bottigliette d’acqua per tutti.
«Non sono più allenato.»
«Non lamentarti troppo, Henderson. – James diede una pacca sull’addome all’amico – Non eri tu l’atleta del gruppo? Capisco Kendall che non ha mai fatto sport o Carlos che si è deciso a fare palestra solo l’anno scorso, ma, cavoli!, tu hai fatto atletica per sei anni»
«Sì, quando avevo dodici anni. – Logan si mise a sedere – E comunque Carlos è più coordinato di me»
«Ed anche più slanciato nelle figure. – s’intromise Kendall, poi guardò il più basso del gruppo – Carlos, hai fatto un corso di danza prima di fare i provini senza dircelo?»
«Ho fatto taekwondo per anni. – balbettò – Forse è per quello», si voltò per cercare qualcosa nel suo zaino, ma i ragazzi lo guardarono perplessi.
«Oh, qui c’è qualcuno che non sa affatto mentire. – James guardò l’amico con un sorriso malizioso – Carlos, che scuola hai frequentato?»
«La Sagemount Upper School, perché?» chiese preoccupato.
I tre ragazzi si lanciarono uno sguardo d’intesa e recuperarono il tablet del latino.
«Una breve ricerca. – Kendall prese l’amico e lo mise a sedere – Giusto per sapere cosa ci nascondi»
«Non serve, non ho fatto molto al liceo. – si difese Carlos – Solo taekwondo e dei musical»
«E del cheerleading che mi dici? – chiese James ridendo – Bella divisa Los!» e mostrò agli amici lo schermo, dove troneggiava la home page del liceo del latino.
Tra le varie foto, ne passò una di un gruppo di ragazzi, ragazze per la maggior parte, con una divisa nera con delle strisce bianche e rosse e la scritta Lions sul petto. Abbracciato a un paio di compagni, i ragazzi riconobbero il loro amico.
«È successo alle superiori. – borbottò lui – Ed ero una base»
«Avete fatto delle gare?»
«Siamo arrivati in semifinale ai nazionali. – mormorò sconsolato, ormai l’avevano scoperto – Non eravamo di sostegno alle squadre sportive della scuola»
«Sì, anche perché con il gonnellino e i pom pom non ti ci vedo. – scherzò James aprendo YouTube – Non avevi il gonnellino e i pom pom, vero?» chiese, diventando serio.
Carlos alzò gli occhi al cielo, «No e su YouTube non troverete niente, è roba troppo vecchia»
«Oh, allora chiamo tua madre. – Kendall si alzò e recuperò il cellulare, digitando velocemente il numero di casa di Carlos – Salve signora Pena, sono Kendall. Avrei un favore da chiederle»
«Io vi odio», Carlos non provò a fermarli. Tanto o lo cercavano ora o lo avrebbero fatto una volta finite le prove.
«Fantastico, la ringrazio! Passiamo più tardi a prenderli. – Kendall concluse la chiamata e guardò gli amici – Tua mamma mi masterizza una copia delle tue gare. Allora, pizza da me stasera?»
«Cibo e spettacolo? Come posso dire di no!»
Quando Steve rientrò in sala, trovò i ragazzi impegnati in un’animata conversazione completa di pugni e schiaffi sulle braccia. Scosse la testa e prese un’altra sigaretta.
Forse altri cinque minuti di pausa poteva concederseli.
 
Fun fact: Carlos è stato un cheerleader per tre anni al liceo.
 
 *
 
#8 - Kogan
 
«Ragazzi, dovremmo smetterla di fare mattina con queste cose. – James sbadigliò vistosamente – Domani abbiamo anche un concerto»
«Sì, ma devi ammettere che il nuovo gioco di Halo è una grandissima figata» intervenne Carlos eccitato, o forse per i quindici energy drink che si era scolato nell’ultima mezz’ora.
«Forse è meglio se mettiamo un po’ in ordine. – commentò Kendall, osservando le lattine vuote e le scatoline del cibo cinese che avevano ordinato per quell’assurda maratona notturna di gioco – Questa non è un salotto, ma una discarica» disse rivolgendosi a Logan, che intanto stava raccogliendo i bicchieri di carta e li gettava in un sacco dello sporco.
«Puliamo il grosso, tanto arriva mia sorella domani e, dato che adora il suo fratellone, sistemerà il resto» acconsentì il padrone di casa.
«Secondo me lo fa solo perché, con la scusa che ora abiti da solo e noi iniziamo il tour, può usare questa casa come covo per le sue serate tra amiche» commentò James appallottolando un paio di tovaglioli e facendo canestro.
«Probabile, ma almeno tiene in ordine e mi fa la spesa. – rispose lui – Allora, rimanete a dormire? Ho già preparato i letti»
«Molto volentieri. – Kendall accartocciò i vari contenitori e li buttò – Non ho voglia di fare sei isolati con lo skateboard alle tre del mattino» aggiunse, appoggiando la fronte contro la spalla di Logan e chiudendo gli occhi.
«Anche io rimango» disse Carlos ritornando dal bagno e riallacciandosi i pantaloni.
«Idem. – James prese il sacco della spazzatura – Lo porto fuori»
«E io non dovevo bere così tante Redbull», il latino corse nuovamente per il corridoio fino al bagno.
Kendall scosse la testa, divertito, «Io vado a mettermi il pigiama, te che fai?»
«Arrivo subito, ho solo sete»
Il biondo annuì e si diresse verso la zona notte dell’appartamento, mentre Logan entrò nella sua moderna cucina, cercando nella penombra la bottiglietta d’acqua che aveva tolto dal frigorifero poco prima.
Bevve un lungo sorso, guardando fuori dalla finestra e vide James al telefono. Chi diavolo poteva chiamare alle tre del mattino?
Non diede peso alla cosa e si diresse in camera sua, dove un letto matrimoniale e due singoli erano pronti per ospitare i quattro amici.
«Kendall, quello non è il tuo posto», Logan sospirò, togliendosi la felpa e i pantaloni della tuta.
«Il lato destro è più comodo» borbottò l’altro, schiacciando il viso contro il cuscino.
«Lo so, infatti ci dormo io. – prese una maglietta pulita e la mise – Schmidt, rotola» gli ordinò e il biondo lo accontentò, lasciandosi sfuggire uno sbuffo.
Logan si sdraiò accanto a lui sotto le coperte, «Sei arrabbiato con me?»
Il biondo annuì, voltandosi verso di lui e poggiando un braccio sul suo petto, «Per una notte potresti cedere»
Il moro sbuffò, doveva smetterla di dargliele tutte vinte.
«Vieni qui dai»
Quando James e Carlos entrarono in camera, trovarono i due amici abbracciati sotto le coperte e con uno sguardo sereno, entrambi profondamente addormentati.
Carlos prese il cellulare e fece una foto, «Non li trovi adorabili?»
 
Fun fact: una volta, mentre Kendall stava dormendo, Logan si è messo vicino a lui e il biondo l’ha abbracciato.
 
 *
 
#9 – James
 
«Ci vediamo domani mattina, ragazzi»
«Notte Jamie» lo salutarono Logan e Carlos con un gesto della mano. Kendall stava già dormendo.
Il moro chiuse la porta e si inoltrò in quel lungo corridoio che portava agli ascensori dell’hotel dove alloggiavano. Per qualche assurda ragione, i suoi compagni avevano tutti le stanza vicini, Logan e Carlos addirittura comunicanti, mentre a lui avevano assegnato una camera a due piani di distanza.
Iniziò a fischiettare Look Around dei Red Hot Chili Peppers mentre risaliva al suo piano e cercava la tessera magnetica per aprire la camera. Quando arrivò al settimo piano, le porte si aprirono su un altrettanto desolato corridoio, permettendogli di raggiungere la sua stanza senza nessuna occhiata strana per i passi di danza improvvisati.
Strisciò la tessera nella serratura e entrò in camera, rischiando subito la vita, dal momento che stava per inciampare nelle sue valigie.
Si tolse la giacca e l’appoggiò sul letto matrimoniale, sdraiandosi lui stesso dopo qualche attimo.
Controllò l’ora, erano sono le undici e mezza di sera. Non era davvero stanco, aveva semplicemente voglia di starsene da solo e rilassarsi con un bel gioco violento per la playstation, miracolosamente presente nella stanza di quel lussuoso hotel.
Controllò i social network a cui era iscritto, mettendo qualche like e mi piace alle foto che le sue fans avevano fatto durante il meet di quel pomeriggio, poi si alzò e lanciò il cellulare dall’altra parte del materasso, iniziando a spogliarsi e pronto a gettarsi sotto la doccia.
Entrò nel piccolo bagno della camera e, tolti anche i ridicoli boxer con le paperelle che i ragazzi gli avevano regalato a Natale, si concesse una rilassante doccia, giusto per cancellare lo stress di quella giornata.
Continuò a fischiettare, stavolta accennò anche le parole di Behind The Sea dei Panic! At The Disco, e nel mentre si insaponò i capelli e il corpo.
Oltre allo scroscio dell’acqua, James percepì dei rumori, ma non vi diede peso: aveva lasciato la finestra aperta e non poteva pretendere che New York vivesse nel silenzio totale la notte.
Una volta pulito, prese un accappatoio dell’hotel e se lo mise, frizionando i capelli con un asciugamano.
Tornò in camera fischiettando, a quanto pareva era davvero di ottimo umore, e iniziò a cercare il pigiama nella valigia, assieme a un paio di boxer puliti, magari tinta unita, e una canottiera.
Gettò l’accappatoio sulla scrivania vicina e si vestì con calma, accendendo la televisione e sintonizzandola sulla piattaforma da gioco.
«Fantastico, non ci sono i giochi» borbottò James, chinandosi a guardare nel mobile del televisore.
Un rumore attirò la sua attenzione dall’altra parte della stanza, vicino all’ingresso. James recuperò il joypad, reggendolo come se fosse un’arma, e si avvicinò alla porta, sicuro di aver sentito uno starnuto o qualcosa di molto simile.
Aprì la porta, ma il corridoio risultò, ancora una volta, deserto.
«Etciù»
Il ragazzo si voltò allora verso l’armadio a muro della camera. Era sicuro di averlo lasciato chiuso quel pomeriggio, ma ora un’anta era leggermente aperta.
«Etciù»
Era una voce femminile quella proveniente dal suo armadio o il tè alle mandorle che Carlos aveva preparato quel pomeriggio gli stava procurando forti allucinazioni?
«Etciù»
Si decise ad aprire l’armadio e al suo interno, accanto ai giochi per la console e le lenzuola pulite, vide una ragazza. Aveva i capelli neri mossi lunghi fino alle spalle, un viso ovale, ben truccato, e uno sguardo impaurito.
«Salute. – disse James, porgendole una mano per aiutarla ad uscire – Stai bene?»
Lei annuì, passandosi le mani sui jeans leggermente impolverati.
«Io sono James. – si presentò, anche se, a giudicare dall’intraprendenza, doveva essere una fan – Tu sei?»
La ragazza si schiarì la voce, «Alice. – abbassò lo sguardo – Mi dispiace, è che non sono riuscita a venire al meet e ci tenevo tanto a conoscervi e non sapevo che altro inventarmi. – lanciò un’occhiata fugace al suo idolo – Vuoi denunciarmi?»
«Come sei arrivata qui?» chiese James curioso. Era il settimo piano di uno degli alberghi più alla moda di New York, tra l’altro anche uno dei più controllati.
La ragazza alzò le spalle, «La scala antincendio e poi il terrazzo di questo piano. – James spalancò gli occhi – Ti prego, voglio solo il tuo autografo e poi me ne vado» e gli porse il suo diario e una penna.
«Beh, io… – il ragazzo si passò una mano tra i capelli ancora umidi – Vado a chiamare gli altri, così hai anche i loro, che ne dici?»
 
Fun fact: James ha detto che la cosa più pazza che una fan abbia fatto per lui è stata entrare nella sua stanza d’albergo.

 



Angolo Autrice
Hola gentaglia!
Ebbene, ieri ho aggiornato, oggi aggiorno... e basta, domani non ci sperate!
Allora, queste flash sono frutto di una malsana trattazione tra me e il mio cervello, spero vi piacciano (la Kogan io la adoro <3)
Vorrei ringraziare Demon Heart per avermi suggerito alcuni fun facts che compariranno in questa raccolta, grazie cara!
Inoltre, benedite quella santa donna che è Hooked. Grazie per avermi sopportato in tutti questi scleri e per avermi segnato la retta via (e altri fun facts!) ù.ù queste flash sono per te!
E nulla, non saprei che altro dirvi se non grazie, grazie e altre novantaquattro volte grazie! Sono davvero felice che questa raccolta stupida last minute vi piaccia #mecommossa
Dal momento che ho passato la giornata a non fare niente, la concluderò sdraiata sul divano in compagnia di un bel filmetto!
Ah, quasi dimenticavo! Qui potrete vedere Carlos cheerleader, e qui e qui ascoltare le canzoni che James fischietta :)

Bacioni,
Jade

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Capitolo 4
*** Parte Quarta ***


#10 - Kendall
 
«Ehi Kendall, mi servono gli spartiti della nuova canzone. – Dustin entrò nella stanza con il capo chino su dei fogli – E dobbiamo andare dal commercialista e poi da Susan, ha detto che ha pronte le nuove felpe e ovviamente tu non mi sta ascoltando»
«Gli spartiti per Susan e le felpe dal commercialista, ho capito Dustin. – Kendall infilò la mano nel pacchetto di patatine e ne mangiò alcune – Ancora una puntata e mi vesto»
Dustin alzò gli occhi al cielo e si sedette accanto all’amico sul letto, «Kendall, hai venticinque anni. È ora che tu la smetta di guardare i cartoni animati, anche se è Spiderman» disse, guardandosi attorno e osservando l’imbarazzante sveglia rossa e blu che l’amico si ostinava a tenere sul comodino.
«Non mi piacciono i film, Andrew Garfield non è abbastanza convincente e Tobey Maguire è orribile. – si tolse gli occhiali da vista – Quindi mi guardo i cartoni»
Il ragazzo alzò le mani, in segno di resa, «Dal momento che hai una televisione super intelligente, che a momenti prepara anche i toast, mettili in registrazione e vestiti. – ci riprovò Dustin – Sei in mutande e ho il cellulare pronto per instagrammarti, o peggio, twittarti»
In un nanosecondo il biondo si alzò e aprì l’armadio, cercando un paio di jeans scuri e una maglietta pulita, mentre l’amico continuava a leggere distrattamente i fogli che Kathy gli aveva dato nel salire.
«Mettiti la maglietta di Spiderman e ti uccido. – spostò gli occhiali sulla punta del naso – Insomma, con tutti i supereroi che esistono, proprio Peter Parker dovevi preferire? Perché? Cos’ha in più di Captain America o Iron Man?»
Kendall alzò le spalle, «Puoi per favore smetterla? Tu hai i My Little Pony sugli auricolari da concerto» gli ricordò prendendo una camicia a quadri.
«Io ho perso una scommessa, è diversa la cosa»
«Sì, certo» borbottò il biondo e finì di vestirsi, poi andò spedito in bagno.
Dustin finì di leggere le nuove normative per la casa discografica e si mise a giocare con il cellulare, ma l’amico ci stava impiegando decisamente troppo in bagno.
«Kendall?» chiamò alzandosi e bussando alla porta.
«Un attimo» rispose quello. Sembrava in difficoltà.
«Va tutto bene? Te l’avevo detto di non mangiare tacos a colazione»
«N-non è per quello. – rispose Kendall e si sentì un rumore, come qualcosa che si schiantava a terra – Dannazione!»
«Kendall? Che stai combinando?»
«Non entrare!»
Troppo tardi. Dustin entrò e guardò perplesso l’amico, in piedi sul gabinetto, lo spazzolino in bocca e due flaconi di shampoo in mano.
«Kendall, che diavolo stai facendo?» chiese il moro, divertito e anche curioso.
«Mi stavo lavando i denti ed è comparso quel coso» e indicò per terra. Dustin ci mise un po’ a capire cosa l’amico stesse indicando e infine lo vide, un sottilissimo e minuscolo aracnide.
«E poi tu eri il fan numero uno di Spiderman»
 
Fun fact: Kendall ama Spiderman, ma ha paura dei ragni.
 
*
 
#11 – Carlos
 
La domenica era il giorno preferito di Carlos. Niente impegni sul set, nessuna corsa contro il tempo per arrivare a un’intervista, assolutamente niente.
Poteva stare con Alexa tutto il giorno e rilassarsi, andare a fare una passeggiata oppure giocare con i suoi adorabili gattini.
«Carlos, ci sono i ragazzi» esclamò la sua dolce metà dal fondo delle scale. Il latino provò a ignorare quella sveglia e si coprì con un lenzuolo fino ai capelli.
«Ehi, Carlitos. – esclamò Logan saltando sul letto accanto a lui – Sveglia, oggi si va a fare shopping»
«Perché?»
«Come perché? Perché sono iniziati i saldi e tra un po’ andiamo in tour. Ho bisogno di nuovi giochi per la play» gli fece presente Kendall.
«Ti prego, dimmi che non condividerò il tour bus con te» lo supplicò Carlos sedendosi sul materasso. Era risaputo che più cose il biondo portava, più ne avrebbe sparse per il bus, creando uno spiacevole effetto accampamento.
«Starò con Logan, come sempre. – sbuffò Kendall – Andiamo?»
Dopo cinque minuti, Carlos fu pronto e, una volta salutata la moglie, saltò sulla macchina di James assieme agli altri.
Girarono quasi tutta Rodeo Drive, incontrarono qualche fans e fecero molto shopping, cosa abbastanza strana dal momento che né lui né James erano dei patiti della moda, a differenza di Kendall.
«Che catering hanno chiamato per il tour? – chiese James in un momento di pausa. Avevano cambiato zona e ora si trovavano in un gigantesco centro commerciale – Spero non quello dell’altra volta»
«Non avevano la SevenUp» mormorò Carlos sconsolato.
«Già. – Logan lo guardò divertito – Anziché girare per bar e locali, abbiamo fatto venti tappe del tour a svaligiare supermercati solo per la tua malsana voglia di gassosa»
«Non è semplicemente gassosa, è SevenUp!» lo riprese Carlos.
«Brutte notizie allora, abbiamo lo stesso catering» s’intromise Kendall, dal momento che aveva chiamato il loro manager per risolvere il dubbio.
«Fantastico»
Carlos iniziò a guardarsi attorno e, nell’area ristoro dove si trovavano, vide un distributore di bevande.
«C’è un negozio fai da te da queste parti?» chiese agli amici.
«Sì, giù da basso ce ne sono due, perché?» chiese a sua volta James.
«Devo prendere un paio di cose»
Logan lo guardò perplesso, ma acconsentì e, preso un carrello, entrarono nel primo negozio di bricolage.
I ragazzi seguirono Carlos tra le varie corsie, cercando di capire a cosa gli servissero i tubi, le pinze, il telo ermetico e tutte le componenti in plastica che stavano riempiendo il carrello.
La risposta arrivò due settimane dopo con l’inizio del tour, quando i Big Time Rush ebbero il loro distributore personale di SevenUp nel backstage.
 
Fun fact: Carlos vorrebbe un distributore solo della sua bevanda preferita.
 
*
 
#12 – Logan
 
«Il primo concerto del Better With U Tour è ufficialmente concluso. – esclamò Logan entusiasta – E voi perché siete nella mia camera d’albergo quando le vostre sono esattamente in fondo al corridoio?» chiese, guardando gli amici sdraiati chi sul letto, chi sulle poltrone della stanza.
«Appunto Logan, sono in fondo al corridoio, quindi troppo lontane. – puntualizzò Kendall prendendo un cuscino – Possiamo dormire qui?»
«Te lo puoi scordare. – recuperò il piccolo trolley e lo poggiò sul tavolo – Ho bisogno di stare lontano da voi e dal vostro sudore per almeno quattro ore, inoltre vorrei dormire, non giocare alla playstation tutta notte»
«Come sei noioso Logiebear» disse James sbadigliando.
Logan non diede retta agli amici e, messo il cellulare sotto carica e collegato al Wi Fi dell’hotel, si mise a cercare il beauty case e il pigiama per la notte.
«Oh, Logie ha fatto la valigia nella camera di sua sorella. – scherzò Carlos – Shampoo all’albicocca? Crema per le mani? Latte detergente?»
«Ho la pelle sensibile» si difese riprendendo i vari flaconi.
«Quelle passano, ma queste? – chiese Dustin prendendo un paio di pantofole dalla borsa – Andiamo Logan, delle pantofole rosa? Con i coniglietti?»
«Ecco, quelle n-non sono mie. – il moro scosse la testa – Ho sbagliato a prenderle, v-volevo prendere le mie infradito militari. Sono di Presley»
«E vorresti farmi credere che tua sorella ha il quarantaquattro di piede? – chiese James divertito provandosi le pantofole – Oh, sono anche comode»
«Le piacciono le ciabatte larghe» s’inventò Logan.
In quel momento il cellulare suonò, segnale di un nuovo messaggio.
«Leggo io. – si offrì Kendall – È tua sorella, chiede com’è andato il concerto»
Logan sospirò, «Rispondile te» e tornò a parlare con i ragazzi, cercando di convincerli che le pantofole non erano sue.
A un certo punto, il biondo si alzò e fece una foto ai coniglietti rosa che decoravano quelle strane ciabatte da camera.
«Che c’è? Tua mamma voleva sapere se avevi portato veramente le tue pantofole preferite»
 
Fun fact: “Una volta siamo entrati in camera di Logan e abbiamo trovato delle pantofole rosa con dei coniglietti”


 
Angolo Autrice
Hola gentaglia!
Ebbene, sono tornata con la quarta parte di questo assurdo esperimento che, a giudicare dalle recensioni, vi sta piacendo! Non sapete quando sia felice di questa cosa!
Bene, ecco a voi le altre tre flash fic, ne ho ancora alcune in cantiere, devo decidere quali fare e poi boom! -Sì, signor Finnegan, boom!- finalmente potrò dire completata una storia su EFP! #mecommossa.
Non sono molto in vena di chiacchiere, o forse non ho voglia di scrivere ancora a pc -mistero- quindi vi abbandono miei cari, ci rivedremo con la quinta parte non appena questa raggiungerà le quattro/cinque recensioni (se sono sei non mi offendo eh!)

 
Jade

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Capitolo 5
*** Parte Quinta ***


Attenzione: Onde evitare minacce di morte, nella flashfic #14 ci saranno spoiler dei seguenti film: Guardiani della Galassia, The Imitation Game, X Men: Giorni Di Un Futuro Passato. Lettore avvisato... niente, lettore avvisato, scrittrice messa in salvo! Ci vediamo in fondo alla pagina!
 


#13 - James
 
«Perché non possiamo semplicemente andare al bar e ubriacarci come facciamo sempre a fine tour? – James poggiò un braccio sulle spalle di Carlos – Sono stanco e non mi piacciono i luna park»
«Dai Jamie. – lo riprese Logan voltandosi verso gli amici – Su con la vita, abbiamo finito di lavorare!»
«Dopo ventisette date, tre continenti e ottantaquattro proposte di matrimonio, ho bisogno di un po’ di tranquillità nella nostra cara e vecchia Los Angeles. – commentò Kendall stiracchiandosi e guardando Carlos – James, Carlitos non è un sostegno»
«Lui non si lamenta»
«Perché altrimenti mi dai pizzicotti per tutta sera. – gli fece notare il latino – Andiamo alla casa degli orrori?»
«Andiamo!» esclamò il biondo correndo all’imboccatura di quella che doveva essere una riproduzione di una grotta.
Logan scosse la testa, divertito, «Allora, che facciamo noi?»
James alzò le spalle, «Spariamo alle papere?»
I due ragazzi si avvicinarono a una delle tante bancarelle a premi presenti e presero due pistole giocattolo, pronti a vincere almeno una birra gratis.
«Ah! Ho vinto!» esclamò Logan dopo una serie di sette partite. James lo guardò in cagnesco, pronto a ribattere, ma l’amico gli diede il peluche a forma di delfino che aveva appena vinto.
«Vado a prendere due birre, ti va?»
«Certo. Ti aspetto qui, magari arrivano gli altri due» acconsentì James, guardando l’uscita della casa degli orrori.
Il moro si appoggiò a un muretto, osservando le famiglie e le coppie di fidanzati passeggiare per le attrazioni del luna park, ridendo e scherzando per i vari acrobati e artisti di strada che si potevano incontrare per le vie.
Dopo qualche istante, sentì una vaga musichetta nell’aria, mista alle altre mille del parco. Era un ritmo allegro, coinvolgente e, per James, inquietante.
Il ragazzo iniziò a guardarsi attorno preoccupato, sperando di capire subito da che parte provenisse il motivetto e, al tempo stesso, cercando un nascondiglio.
Una mano si posò sulla sua spalla nell’esatto momento in cui individuò la freccia per i bagni.
James si voltò lentamente e la vide: la faccia ben truccata, il sorriso largo, i capelli ricci pieni di colori e uno strano ed eccentrico vestito.
«Ciao. – disse semplicemente la ragazza, alimentando le paure di James e facendolo sbiancare – Come ti chiami?»
A quel punto, James non riuscì a trattenersi e urlò terrorizzato.
Perché quella ragazza vestita da clown aveva deciso di importunare proprio lui?
 
Fun fact: James ha paura dei clown.
 
*
 
#14 – Carlos
 
«Allora, che si fa stasera?» chiese Carlos entusiasta, entrando nel camerino che condivideva con i ragazzi.
Kendall sbuffò e guardò gli altri due, «Niente di che» disse, rimanendo sul vago.
«Specifica» lo invitò il latino sorridendo.
James alzò gli occhi al cielo, «Niente di che» ripeté.
«Guarderete un film. – concluse Carlos, guardando Logan che nemmeno provò a parlare – Dai ragazzi, prometto di non dire nulla!»
«Carlos, l’hai detto anche quando abbiamo guardato Avatar» gli ricordò Kendall.
«E Iron Man» continuò James.
«E Captain America: The Winter Soldier» aggiunse Logan.
«Dai ragazzi, erano ovvi quei finali! – si scusò Carlos – Prometto di stare zitto stavolta»
I tre ragazzi si guardarono e sospirarono, «Alla prima parola, passi una settimana con una parrucca con le trecce viola» lo minacciò Logan.
«D’accordo! Che si guarda?»
«Guardiani della Galassia, da me alle venti» rispose James prendendo in braccio Fox e uscendo dal camerino.
Il latino sorrise agli altri due, che, di conseguenza, sbuffarono, ben sapendo come sarebbe andata a finire quella storia.
«Vado a prendere la parrucca nel reparto costumi» disse Logan una volta rimasto solo con il biondo.
Alle venti, carico di snack e bevande, Carlos si presentò sull’uscio di casa Maslow, notando le luci accese nel salone.
«Ciao Carlitos. – lo accolse il padrone di casa sorridendo – Deve ancora arrivare Logan»
«Ho portato il cibo. – disse, seguendo James verso la cucina – Sei già passato in videoteca?»
«A dire il vero l’ho scaricato illegalmente, come faccio sempre. – alzò le spalle – So cosa stai per dire, ma preferisco spendere quindici dollari in lezioni di surf piuttosto che in film»
«Ha ragione» commentò Logan mangiando un muffin al cioccolato.
«E tu da dove sbuchi?» chiese Kendall, raggiungendo gli amici in cucina.
«Dalla finestra» rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Ragazzi, davvero volete passare la serata a guardare un film di bassa qualità? – chiese Carlos preoccupato – Ma meno male che il vostro amicone Carlos ha comprato il blue-ray qualche giorno fa»
«Come la mettiamo con il fatto che ho la play station dai miei?» chiese James, sottolineando l’inutilità di quel disco senza il supporto.
«Ho portato il mio lettore. – rispose subito – Non mi faccio trovare impreparato»
«Ma quante cose hai in quel dannato zaino?» chiese Kendall divertito e tirando la cerniera dello zaino di Carlos.
«Lo chiamavano Mary Poppins»
«Altro film rovinato dagli spoiler di Carlos»
«Oh andiamo ragazzi! – il latino non ne poteva più – Giuro che non dirò nulla sul sacrificio di Groot né su come si scopre che Starlord non è umano. O peggio, che il Collezionista non è morto, ma cercherà di raccogliere le Gemme dell’Infinito per conquistare la Galassia»
«Scappa» disse James guardandolo in cagnesco.
«Ma non volete vedere Starlord provarci spudoratamente con Gamora?»
«Scappa in Messico»
Guardò Kendall e Logan e realizzò quello che aveva appena detto, «Cambiamo film? – controllò i film che aveva nello zaino – Magari The Imitation Game, anche se lui alla fine si suicida. Oppure X Men: Giorni Di Un Futuro Passato, c’è Wolverine che salva il passato ed è una figata, anche se poi cambia la storia e tutta la trilogia precedente va a farsi benedire»
«Carlos» lo fermò Logan.
«Sì? – guardò gli amici – Va bene, vado a giocare con Fox» disse alzandosi e andando sconsolato verso la camera di James.
«Ehi amico» lo chiamò Kendall.
«Cosa c’è?» chiese il latino, tornando di corsa in cucina, nella speranza che gli amici avessero cambiato idea.
«Hai dimenticato la parrucca»
 
Fun fact: Carlos ha il brutto vizio di spoilerare i film.
 
*
 
#15 – Kogan
 
«Kendall, non fare lo stupido. – la voce di Logan era decisa nel messaggio vocale che il biondo stava ascoltando – Tu vieni, senza se né ma. Avevi promesso di passare la Pasqua con me e la mia famiglia»
Kendall finì di lavarsi i denti e poi mandò un vocale al suo ragazzo, «Io avevo detto forse, non sicuramente. – precisò, poi finse di tossire – Inoltre non sto molto bene, non vorrei farti ammalare. Oggi sto a riposo, così domani usciamo con James e Carlos senza problemi» e inviò. Non era il massimo, ma sperò di scampare al pranzo di Pasqua della signora Henderson.
«Fratellino, non vai da Logan?» chiese Kevin passando davanti alla camera di Kendall e vedendolo intento a sistemare dei fogli nella scrivania. Inoltre era ancora in pigiama e mancava poco a mezzogiorno.
«Tu non mi hai visto a questa scrivania, ma a letto con quaranta di febbre» lo minacciò il biondo senza staccare lo sguardo dalle scartoffie della casa discografica.
Kevin alzò le mani in segno di resa e lasciò il fratello da solo, un po’ perplesso.
Passarono circa dieci minuti e Kendall iniziò a sentire un mormorio di sottofondo, segno che i suoi zii erano arrivati a casa.
«Ciao Kindle», Kendall sobbalzò e guardò Logan appoggiato alla porta della sua camera.
«Logan. – fece un colpo di tosse – Che ci fai qui?»
«Beh, sono passato a vedere come stavi, mi sembra ovvio. – si avvicinò e poggiò le sue labbra sulla fronte – Cavoli, sei caldissimo» esclamò facendolo alzare e mettendolo a letto.
«Ehm, sì. – Kendall si toccò la fronte, effettivamente era caldo – Dai tranquillo, vai dai tuoi parenti, non stare qui per me»
«Sei il mio ragazzo, devo prendermi cura di te. – disse, sorridendo e frugando nel beauty di Kendall – Com’è possibile che tu abbia più preservativi che medicine?»
Il biondo arrossì, «Ho già preso qualcosa, tranquillo. – lo rassicurò, iniziando a sudare freddo. Si sarebbe ammalato seriamente – Vai, su»
«Sto qui a farti compagnia, non c’è problema»
Kendall deglutì, sentendosi in colpa. Logan amava passare le festività con la sua famiglia e lui glielo stava impedendo.
Era il peggior ragazzo del mondo.
«Logan, non farti pregare. – disse Kendall incrociando le braccia – Non ho bisogno della balia, vai a casa»
«È la prima Pasqua che passiamo assieme, inoltre mia mamma ha preparato uno dei tuoi piatti preferiti. – il più basso si sedette sul bordo del materasso – Che hai, Kindle?» chiese, vedendolo impallidire.
«Solo un po’ di freddo» disse, passandosi le mani sulle braccia per far sparire la pelle d’oca.
«Oh. – il ragazzo si alzò e guardò nell’armadio – Spostati dai, mi metto vicino a te»
«Perché?»
«Come perché? – Logan si tolse le scarpe e si sdraiò accanto a Kendall, stendendo poi la coperta che aveva trovato – Stai male e hai freddo. Rinuncio anche alla Pasqua per stare con te, Kindle» disse, dandogli un bacio sulla tempia.
Kendall si sentiva tremendamente in colpa ed era anche irritato, Kindle era un nomignolo orribile. Logan ci teneva davvero tanto a passare quella giornata insieme, dato che ultimamente di momenti da soli non ce ne erano stati molti, e lui, come al solito, stava rovinando tutto per la sua strana paura.
«Sai cosa? Potrei raggiungerti dopo pranzo, che ne dici? – provò a dire Kendall – Insomma, ora mi faccio una dormita e verso il pomeriggio vengo da te o tu vieni qui»
«Ma sono già qui. – Logan sorrise – Vorrà dire che aprirò le uova, farò la caccia per il giardino con i miei cuginetti l’anno prossimo, sempre se non saremo in tour»
Sensi di colpa.
«Oh, e va bene! – Kendall scalciò le coperte – Non sto male»
«Lo sapevo. – disse Logan beffardo – Allora andiamo?»
«No!» esclamò Kendall impaurito.
«Kendall, non puoi fare sempre così. – il moro alzò gli occhi al cielo – Prima o poi dovrai affrontarla, non puoi continuare a rimandare!»
«Invece posso! – s’impuntò il biondo, nascondendosi sotto le coperte – Dice sempre che non mangio e mi riempie il piatto almeno sette volte! Inoltre non sono sicuro di reggere altre domande su noi due»
Logan sospirò e cercò il suo ragazzo in mezzo a quel groviglio di coperte.
«Tesoro, è solo mia madre»
 
Fun fact: Kendall ha paura della madre di Logan.


 
Angolo Autrice
Ebbene, siamo arrivati in fondo a questa breve raccolta di quindici flashfic. Ho deciso di chiudere con una flash per ogni ragazzo, ma, dato che sono tre, due li ho uniti e non potevo far altro se non pubblicare una Kogan? Ovviamente no u.u
Bene, ora in teoria dovrei ringraziarvi per aver seguito la storia, per avermi recensita e per aver sostenuto questa orribile raccolta, ma sinceramente mi sembra troppo banale, quindi vi invito a uscire da casa in questo preciso momento, andare nella prima pasticceria delle vicinanze e ordinate un donuts. Pago io!
Tornando seri: grazie davvero per aver seguito questo esperimento! Finalmente posso mettere la spunta su "Completa" :D
Non disperate, tornerò a rompervi le scatole con un'altra raccolta (stavolta una What if...?) e sicuramente una seconda parte di questa serie. Ho davvero troppi fun facts da sottoporvi e lo stesso per le "What if...?" (Avete idee sul nome di questa nuova raccolta?)

 
Dedico questa raccolta alle mie #Rushers, perché siete semplicemente fantastiche! Vi voglio bene!
 

Jade

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