Il cacciatore. di marthiachan (/viewuser.php?uid=61784)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il cacciatore e la sua protetta.. ***
Capitolo 2: *** Una dura giornata.. ***
Capitolo 3: *** Pericolo in agguato. ***
Capitolo 4: *** Il cacciatore in azione! ***
Capitolo 1 *** Il cacciatore e la sua protetta.. ***
In questa ff non troverete Python o pistole di alcun genere, non ci
sono lavagne, stazioni o mini rosse. Non ci sono bombe o bazooka,
né tecnologia. Ho provato a immaginare i nostri
sweeper preferiti in un lontano e imprecisato Medio Evo. Ho pensato che
forse all'epoca, Ryo avrebbe potuto essere un cacciatore di taglie e
Kaori la sua protetta e compagna di viaggio.
Forse ho esagerato e chissà quante imprecisioni o
assurdità ho inserito, ma mi sono lasciata guidare dalla
fantasia. Spero non vi dispiaccia.
Piccola precisazione: ovviamente nel Medio Evo, Ryo non può
essere “City Hunter”, così ho deciso di
semplificarlo ne “Il cacciatore”. Perdonatemi
l'eresia..
Buona lettura.
Il cacciatore.
1 – Il cacciatore e la sua protetta.
La luna era alta nel cielo da qualche ora. Un piccolo accampamento
vicino ai boschi aveva ancora il fuoco acceso. Due giacigli erano stati
preparati di fianco, ma solo uno dei due era occupato e un solo cavallo
era legato lì accanto.
La persona sotto le coperte si rigirava da un po', sino a che non
decise di tirarsi su a sedere. Era un ragazzo vestito in tenuta da
cavaliere, ma era troppo gracile per poter esserlo realmente. Le sue
fattezze delicate potevano essere solo di un ragazzo molto giovane
oppure..
“Come al solito non torna prima dell'alba!”
sbuffò all'improvviso con una voce femminile.
A un più attento esame, si poteva capire che il ragazzo in
realtà era una ragazza vestita da uomo. Si alzò
dal suo giaciglio e cominciò ad aggiungere legna al fuoco
per evitare che si spegnesse.
Come tutte le notti, restava sveglia ad aspettare il suo ritorno. Ogni
sera, dopo un frugale pasto, lui si dirigeva al villaggio
più vicino e passava la notte a bere in qualche bordello.
Lui glielo aveva confessato senza la minima esitazione. Non si
vergognava nemmeno di quello che faceva. Quando lei gli aveva fatto
presente che non era un comportamento da persona rispettabile, lui le
aveva detto che tutti lo facevano e che di rispettabile non esisteva
nessuno. Era un ingenua a crederlo..
Forse era un ingenua, in fondo non sapeva molto degli uomini. Tutto
ciò che aveva imparato, grazie a lui, era che tutti gli
uomini erano solo dei pervertiti che pensavano solo a una cosa..
Durante quella conversazione non aveva osato fargli presente che, per
andare a donne, la lasciava sola per quasi tutta la notte. E se
l'avessero aggredita? Sapeva difendersi, ma se l'avessero assalita in
gruppo non ce l'avrebbe fatta. Lui l'avrebbe derisa se avesse detto
qualcosa del genere. Probabilmente le avrebbe detto qualcosa del tipo
“Chi aggredirebbe mai te?” rinfacciandole di non
essere una vera donna. Erano anni che quella storia andava avanti. Da
quando suo fratello morendo l'aveva affidata a lui..
Un rumore di zoccoli la risvegliò dai suoi pensieri. Si
tirò giù il cappello sul viso e
impugnò la sua spada. Vide arrivare un cavallo lentamente,
sopra c'era qualcuno che sembrava svenuto o ferito. Era quasi certa che
fosse proprio lui, ma era meglio non fidarsi troppo. Quando finalmente
riuscì a scorgerlo meglio, lo riconobbe. Si
avvicinò al cavallo e riscontrò che, come
immaginava, era ubriaco fradicio. Tirandolo per un braccio, lo fece
scendere e lo guidò al suo giaciglio. Lo
coprì con una coperta di pelle di capra e lo
osservò per qualche secondo. Era così bello e lei
lo amava da impazzire, ma lui continuava a considerarla solo una
ragazzina, anzi peggio, un ragazzino.
Scacciando i suoi pensieri si diresse verso il cavallo e lo
legò accanto all'altro. Con un sospiro si recò
nuovamente al suo giaciglio e, finalmente, prese sonno.
Il sole che sorgeva la svegliò poche ore dopo. Lui
continuava a dormire. Quando era in quello stato nemmeno una cannonata
poteva svegliarlo. Scuotendo la testa con disapprovazione, si
recò al vicino lago a pescare la loro colazione. Ormai erano
settimane che andavano avanti a mangiare solo pesce. Ogni volta che si
trovavano bene in un posto, poi dovevano lasciarlo. Lui era uno che
attirava l'attenzione e non solo per il suo aspetto. Dotato di una mira
eccezionale, riusciva a colpire un uomo con una freccia a 500 m di
distanza e mantenendo una precisione incredibile. Ormai da anni usava
la sua abilità come cacciatore di taglie ed era conosciuto
come “Il cacciatore”. Per questo motivo erano
costretti a spostarsi in continuazione e, qualche volta, a scappare da
qualche banda che meditava vendetta.
In quel periodo il lavoro scarseggiava e, non potendo acquistare
provviste come sempre, dovevano accontentarsi di quello che offrivano i
boschi o il lago vicino. Inoltre lui non faceva che farsi dei debiti
ogni volta che andava in quel maledetto bordello! Ogni volta che
avevano un po' di soldi li doveva immediatamente dare alla proprietaria
che si presentava puntualmente a riscuotere. Quella donna creava non
pochi problemi. Spesso li ricattava per dei favori in cambio dei
servizi della sua casa. Lui accettava sempre perchè sperava
che un giorno fosse lei personalmente a ricompensarlo. Ma, ormai era
chiaro, quella donna gestiva il bordello, ma non era in vendita.
Tornò al loro piccolo accampamento e si preparò a
cuocere il pescato, mentre lui continuava a russare. Lo vide cominciare
a dare segni di vita quando il pesce era quasi cotto. Evidentemente
aveva fame e l'odore del cibo cominciava ad attirarlo. Si rigirava
sotto le coperte cercando di ignorare i brontolii del suo stomaco.
Orma il pesce era pronto. Lo tolse dal fuoco e poi si
avvicinò al suo giaciglio per svegliarlo. Una radice che non
aveva visto la fece inciampare finendo proprio sopra di lui.
“Cosa diavolo fai?” domandò lui aprendo
gli occhi all'improvviso.
“Scusa, sono inciampata.. Comunque è
pronto..” spiegò lei alzandosi immediatamente con
il viso arrossato. Quella vicinanza non prevista le aveva fatto battere
il cuore all'impazzata.
Lui si tirò su a sedere con gli occhi semichiusi per la luce
mattutina. Con un sospiro si alzò e si
avvicinò alla colazione.
“Ancora pesce..” brontolò quando la vide.
“Sai bene che non abbiamo altro. Se tu non spendessi tutti i
soldi in quel postaccio..”
“Kaori, quante volte devo dirtelo, gli uomini hanno anche
altri appetiti da soddisfare.”
Lei sbuffò. Glielo ripeteva sempre come giustificazione.
Ogni volta lei pensava “Non solo gli uomini..” ma
non avrebbe mai avuto il coraggio di ammettere di provare certi
desideri.
“Molti uomini si controllano.. Tanto più se non
possono permettersi certi vizi.”
“E poi magari finiscono a violentare la prima donna che
passa.” replicò lui sarcastico. “Molto
meglio non controllarsi, fidati di me.”
Stufa di quel discorso si alzò e si allontanò
verso il bosco. Odiava quando lui le diceva certe cose, come se
parlasse con un uomo. Non aveva nessun rispetto della sua condizione di
donna. La trattava sempre come se lei dovesse condividere certe idee.
Anni prima, quando lui l'aveva presa con se per mantenere la promessa
fatta in punto di morte a suo fratello, l'idea di vestirsi da uomo era
sembrata perfetta. Non sarebbe stata notata e non avrebbe corso il
rischio di essere aggredita da qualche malintenzionato. Lui aveva
cominciato a presentarla come suo fratello minore ogni volta che si
recavano in qualche villaggio. Col passare del tempo però,
aveva iniziato a rivolgersi a lei come a un uomo anche quando erano da
soli. Inizialmente lei si arrabbiava e lo minacciava con un pugnale, ma
ultimamente aveva deciso di adottare la tattica dell'indifferenza.
Purtroppo però, non funzionava.. Le loro discussioni
sull'argomento finivano sempre così. Lei non ribatteva e si
allontanava seccata, ma lui non la seguiva mai.
Ripensando alla discussione appena avuta, Kaori passeggiava nel bosco e
ne approfittava per raccogliere legna per il fuoco. Quando ormai aveva
le braccia cariche e la rabbia era sbollita, si diresse al loro piccolo
accampamento. Sul limite del bosco, però, si
fermò quando lo vide a torso nudo che si radeva con un
pugnale affilato specchiandosi sulla lama della spada. Rimase
paralizzata a guardarlo. Il corpo tornito di lui era uno spettacolo che
la affascinava ogni volta che aveva la fortuna di vederlo. Si sentiva
andare in fiamme e sembrava che lava bollente le scorresse nelle vene.
Sospirò pensando che lui non avrebbe mai ricambiato quello
che lei provava. Per lui era solo un mezz'uomo.. Lei, invece, ormai ne
era certa, non sarebbe stata in grado di amare nessun'altro uomo oltre
lui. Qualche volta lui scherzando le aveva detto che doveva trovarle un
marito, ma lei si era sempre rifiutata categoricamente. Preferiva
essere considerata un uomo pur di stargli accanto.. Solo quando lo vide
rivestirsi, si decise a raggiungerlo. Non sapeva cosa sarebbe successo
se si fosse trovata troppo vicina a lui mentre era seminudo..
Poggiò la legna senza guardarlo, aveva ancora il viso
arrossato dall'emozione. Cercando di nasconderlo, si occupò
del fuoco.
“Tieni.” le disse lui all'improvviso dandole dei
fogli. “Li ho presi stanotte al villaggio.”
Prese in mano quei fogli e li guardò con attenzione. Erano
degli annunci di criminali ricercati. Le taglie erano più o
meno tutte uguali, ma gli ultimi avvistamenti erano fra le montagne.
Avrebbero dovuto spostarsi di nuovo.
“Quando partiamo?” replicò lei.
“Non so.. Magari domani mattina, così stasera
posso andare a salutare le ragazze!” rispose lui con faccia
da maniaco.
“Sempre a pensare a quelle donnacce..”
sospirò lei seccata.
“Certo! Non vedrò una donna per un bel
po'!”
In preda alla rabbia, afferrò uno dei tronchi per il fuoco e
lo utilizzò come una mazza per colpirlo in testa.
“Idiota! Io sono una donna!”
“Ahi..” si lamentava lui accarezzandosi i
bernoccoli. “Non sembra però..”
Tentata di dargli un altra botta, prese in mano un altro tronco, ma poi
lo gettò. Era inutile. Si allontanò nel bosco e
lo lasciò solo.
La guardò andare via. Era da tanto che non lo prendeva a
mazzate, si era quasi abituato a vederla rassegnata. In fondo,
però, non gli dispiaceva, anche se ora aveva un bernoccolo
enorme. Se si arrabbiava voleva dire che gli importava dei suoi stupidi
commenti..
Si era scoperto innamorato di lei e non sapeva nemmeno come o quando
tutto ciò era iniziato.
Forse quando le aveva dovuto annunciare la morte di suo fratello. Alla
notizia, lei si era seduta su una sedia con sguardo vuoto, ma senza
versare una sola lacrima. Dopo un minuto si era ripresa.
“Che ne sarà di me?” aveva chiesto con
sguardo coraggioso. Essendo così giovane e senza
nessun'altro al mondo, sapeva che il suo futuro era incerto.
“Tuo fratello mi ha chiesto in punto di morte di occuparmi di
te. Sarò il tuo tutore.” aveva risposto lui
seriamente
“D'accordo. Allora vado a prepararmi.” aveva
acconsentito lei senza battere ciglio.
Dieci minuti dopo se l'era ritrovata di fronte con addosso gli abiti
del fratello. Si era tagliata i capelli e poteva benissimo passare per
un ragazzo, eppure fu solo in quel momento che lui si rese conto di
quanto era bella. Era impressionante come degli abiti maschili
potessero segnare in maniera tanto sexy un corpo femminile. Si era
ritrovato a desiderarla.. Per controllarsi, si era detto che era solo
una questione fisica e che comunque lei era intoccabile. Era troppo
giovane e innocente per lui. Inoltre aveva promesso di proteggerla da
chi poteva farle del male, lui compreso.
Le cose però, erano sempre peggiorate con il tempo. Spesso
rimaneva a guardarla a lungo, senza che lei se ne accorgesse. Lei non
doveva sapere che lui la desiderava. Per ricordarlo anche a se stesso,
continuava a trattarla da uomo, sperando che questo lo aiutasse, ma non
serviva più di tanto. Per soffocare il suo desiderio,
passava tutte le notti in qualche bordello con una ragazza diversa, ma
quando tornava da lei e la guardava, si rendeva conto che la desiderava
ancora di più, perchè lei era diversa dalle
altre. Lei era forte, coraggiosa, determinata, dolce e pura, tanto che
temeva di sporcarla solo standole vicino. Si era ripetuto che questa
situazione andava avanti da troppo tempo. Erano sette anni che lui era
il suo tutore ormai. Avrebbe dovuto trovarle un bravo marito in modo
che avesse la famiglia e l'amore che meritava. Ogni volta che glielo
aveva proposto, però, lei aveva rifiutato. Preferiva
vagabondare piuttosto che essere costretta a occuparsi dei figli di
qualche ubriacone, aveva risposto. In effetti lei non si era mai
lamentata della vita che conducevano. Fare il cacciatore di taglie lo
costringeva a vivere alla giornata, accampato dove capitava, odiato da
molti..
Dovevano mangiare quello che trovavano, sopportare il tempo tiranno,
vivere in mezzo ad animali vari, eppure lei si era adattata subito,
senza mai pretendere di più. Le uniche cose di cui si
lamentava erano le sue scorribande notturne.. Qualche volta aveva
pensato fosse gelosa, ma poi si era detto che era impossibile. Kaori
conosceva ogni suo singolo difetto, non avrebbe mai potuto amarlo..
“Aiuto!” un urlo proveniente dal bosco lo
risvegliò dai suoi pensieri. Era la voce di Kaori!
Si mise a correre in direzione della voce impugando il suo arco. A
circa 200 metri di distanza vide che un uomo l'aveva buttata a terra e
che cercava di violentarla. Scoccò una freccia che con
estrema precisione trafisse la gola dell'uomo che si
accasciò su di lei morendo all'istante.
In un attimo la raggiunse e le tolse il cadavere di dosso. La vide
tremare, sporca di terra e coi capelli arruffati.
“Stai bene?” le chiese lui apprensivo.
“Sì.. Non ha fatto in tempo.. Grazie.”
sussurrò lei con voce flebile mentre si risistemava i
vestiti che l'uomo aveva tentato di strapparle di dosso.
“Stai tremando. Vieni vicino al fuoco.”
“Non ho freddo.” replicò lei. Era chiaro
che tremava per lo shock.
“Lo so, ma il calore ti farà stare
meglio.” insistette lui abbracciandola e guidandola
all'accampamento.
La fece sedere e le coprì le spalle con una coperta. Si
sedette accanto a lei e l'abbracciò.
“Come è andata? Ti va di raccontarmelo?”
“Mi ero avvicinata al lago e mi sono tolta il cappello per
rinfrescarmi il viso. Deve avermi visto e ha capito che ero una
donna..”
Aveva parlato senza espressione, continuando a guardare il fuoco con
aria assente.
“Senti, se hai voglia di piangere, di sfogarti, ti capisco.
Non ti prenderò in giro..” disse lui cercando di
essere comprensivo.
Lei si voltò di scatto con sguardo di fuoco.
“Perchè mai dovrei piangere? Io non
piango.”
“Forse dovresti. Non ti farebbe male sfogare quello che
provi. Non hai pianto nemmeno quando è morto tuo..”
“Certo che no!” lo interruppe lei. “Non
mi posso permettere di piangere! Non me lo potevo permettere allora e
non posso oggi!”
“Perchè non puoi permettertelo?”
“Perchè se iniziassi, non smetterei
più..”concluse lei tornando a fissare il fuoco.
“Io sono certo che ti farebbe bene e che smetterai quando non
ne avrai più bisogno.” insistette accarezzandole i
capelli per toglierle delle foglie rimaste impigliate.
Lei si appoggiò sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Dopo
qualche secondo, vide una lacrima brillarle tra le ciglia. Pianse
sommessamente per diverso tempo e lui la tenne sempre stretta a
sé per confortarla.
Non potè dire per quanto tempo rimasero in quella posizione.
Quando lei simse di piangere, si asciugò il viso con la
coperta e poi si alzò allontanandosi da lui.
Sentì una fitta di delusione allo stomaco.
“Dove vai?”
“A lavarmi. Quel bastardo mi ha sporcato..”
“Aspetta!” la fermò lui. “Non
puoi andare da sola. Potrebbero essercene altri.”
“Che vorresti fare, rimanere di guardia?”
“Sì, mi sembra il caso.”
“Va bene..” acconsentì lei alla fine.
Ritornando verso il lago, passarono vicino al cadavere dell'aggressore.
Non potevano lasciarlo lì, qualcuno lo avrebbe potuto vedere
e collegarli alla sua morte. Si caricò il cadavere nelle
spalle e lo portò con se al lago. Lì,
riempì i suoi vestiti di pietre e poi lo buttò in
acqua. Affondò immediatamente. Salirono verso una
piccola cascata alla foce del lago dove c'era un punto riparato dalla
vista dei passanti.
“Tu aspetta qui e non voltarti mai, o ti uccido..”
lo minacciò lei dirigendosi verso la cascata.
Rimase immobile dando le spalle alla cascata. Chiuse gli occhi e
ascoltò il rumore dei passi di lei, il fruscio di come si
levava i vestiti, i suoi gridolini a contatto con l'acqua fresca..
Senza neanche averla vista, si ritrovò eccitato. Come poteva
quella ragazza farlo sentire così? Non gli era mai successo
di provare qualcosa di simile per nessun'altra donna.
“Ryo?” lo chiamò a un certo punto lei.
“Sì?” rispose lui senza voltarsi.
“Dovremmo partire subito. Qualcuno potrebbe trovare il
cadavere..”
Si era decisamente ripresa dallo shock se pensava in maniera
così lucida e pratica.
“Sì, ma non possiamo dirigerci sulle montagne.
Dobbiamo cambiare direzione.”
“E dove vuoi andare? Non abbiamo soldi!”
continuò lei con la voce ancora attutita dall'acqua che la
avvolgeva.
“Andremo del mio amico oste..”
“Di nuovo?” domandò lei con tono di
rimprovero. “Gli dobbiamo ancora un sacco di soldi!”
“Lo so, ma è un amico, non ci
abbandonerà.”
“Speriamo..”
In quel momento sentì un rumore. Si allontanò di
qualche metro con la spada in pugno e girò attorno a degli
alberi. Si rilassò quando vide un cervo scappare via.
Tornò verso la cascata più tranquillo sino a che
non alzò lo sguardo e la vide. Da quell'angolazione, lei non
poteva scorgerlo, ma lui ci riusciva benissimo. Il corpo nudo di lei
era avvolto dall'acqua della cascata e luccicava come una pietra
preziosa. La sua pelle era bianca come avorio e liscia come la seta
più rara. La perfezione delle sue forme lo fece eccitare
più di quanto avrebbe mai immaginato..
Rendendosene conto, si voltò immediatamente prima che lei
potesse scoprirlo. Chiuse gli occhi cercando di dimenticare l'immagine
di quello splendido corpo, ma non era facile cancellare dalla sua mente
una simile visione..
Appoggiò la schiena a un albero, continuando a tenere gli
occhi chiusi e respirando lentamente. Doveva calmarsi. Se lei l'avesse
visto in quello stato sarebbe stato un disastro..
Quando, qualche minuto dopo, sentì i passi delicati di lei,
si era finalmente ripreso, anche se non era stato facile.
“Ce ne hai messo di tempo..” esclamò
quando la vide. “Guarda che i veri uomini non ci mettono
tanta cura nel lavarsi.. Vuoi passare per un finocchio?”
Un enorme tronco d'albero si materializzò nelle mani di
Kaori che lo usò come mazza per dargli un colpo tanto
potente da farlo volare sopra un albero.
“Io sono una donna! Maleducato..” sbuffò
lei andandosene con passo svelto.
Ryo scese dall'albero dolorante. Cosa si doveva inventare per
nascondere ciò che provava, pensò massaggiandosi
il secondo bernoccolo della giornata.
Lentamente la seguì. Era meglio tenersi a dovuta distanza,
ma non la perdeva di vista un secondo. Non dopo quello che era
successo. Se solo pensava a cosa le stava per fare quell'animale..
Ringraziò di averlo già ucciso perchè
altrimenti lo avrebbe torturato tanto a lungo che avrebbe pregato la
morte di prenderlo con sé.
Ormai erano tornati al campo e la vide cominciare a preparare le loro
poche cose per il viaggio. Si muoveva con la velocità e la
pratica acquisita negl'anni.Una ragazza della sua età
avrebbe dovuto imparare altre cose, non come si smonta un
campo.. Forse, se fossero stati per un po' al villaggio, lei
avrebbe potuto cambiare idea sul fatto di sposarsi. Non meritava quella
vita, né di sprecare il suo tempo accanto a lui.
Ora che aveva terminato di raccogliere le loro cose, la vide
accarezzare il suo cavallo e dargli qualche tubero che aveva raccolto.
Il cavallo apprezzava e mangiava direttamente dalle sue mani facendola
ridere. Adorava sentire la sua risata. Gli dava una sensazione di
calore al petto che lo faceva sentire bene. Avrebbe mai potuto
rinunciarci?
Sentendosi turbato da quella sensazione, si diresse con aria decisa al
suo cavallo e vi salì in groppa.
“Andiamo!” le ordinò con tono severo.
Kaori lo imitò immediatamente e si avviarono verso il
villaggio.
Quando vi arrivarono, era pomeriggio inoltrato e i loro stomaci
brontolavano per la fame. Avevano decisamente bisogno di mangiare
qualcosa. Legarono i loro cavalli e poi entrarono in una
taverna molto affollata. Molti uomini mangiavano e bevevano
ma, nonostante fossero chiaramente ubriachi, nessuno di loro si
permetteva di comportarsi in maniera sconveniente con la bella donna
che serviva ai tavoli. Quando la donna li riconobbe, gli corse incontro.
“Siete tornati!” disse salutandoli con un abbraccio
fraterno. “Come va? Tutto bene?”
“Non esattamente..” rispose Ryo con aria seria.
“Tuo marito c'è? Devo parlargli.”
“Certo! È un cucina. Te lo chiamo. Intanto
sedetevi, vi porto qualcosa da mangiare.” replicò
la donna indicandogli un tavolo d'angolo rimasto vuoto.
La videro entrare in cucina e subito dopo si sentì un gran
fracasso. Ryo sapeva bene il perchè.. Non erano ospiti
graditi.
Un uomo gigantesco uscì dalla cucina e si diresse con passo
aggressivo verso il loro tavolo.
“Che cosa ci fai di nuovo qui?” sibilò
tra i denti. “Sai quanto mi devi?”
“Lo so. Non volevo venire, ma è una situazione
particolare.”
Il gigante sembrò calmarsi all'improvviso, come se avesse
recepito un messaggio in codice fra loro.
“Va bene. Ora mangiate, ne parleremo quando se ne andranno
tutti.” concluse allontanandosi.
Ryo sospirò. Anche questa volta non l'aveva buttato fuori a
calci..
“Ecco!” esclamò la moglie del suo amico
portandogli del pane e due piatti di stufato.
“Grazie Miki.” rispose sorridendo Kaori.
“Di nulla. Non fate caso a mio marito. Deve dare l'idea di
essere molto pericoloso o qui non lo rispetta più nessuno!
In realtà è un orsacchiotto..”
Le due donne si misero a ridere sommessamente per non farsi notare. Ryo
si dedicò al pasto per non guardare quella risata che lo
faceva sentire strano..
Rimasero a quel tavolo nelle ore successive, aspettando che il locale
si svuotasse. Quando finalmente l'ultimo cliente ubriaco se ne
andò, i proprietari si sedettero al tavolo con loro.
“Allora? Cosa è successo?” li
interrogò il gigante.
“Ho dovuto uccidere un uomo.”
“Hai dovuto?” domandò Miki incuriosita.
“Sì, per me.” lo giustificò
Kaori. “Mi stava aggredendo e Ryo mi ha salvato giusto in
tempo.”
Il gigante lo guardava con aria severa. Sembrava indeciso sul da farsi.
“D'accordo.” disse infine. “Resterete qui
per un po'. Diremo che siete dei lontani parenti, ma lavorerete mentre
siete qua! Kaori può aiutare Miki ai tavoli e tu puoi
occuparti dei campi e delle stalle.”
“Tu ti approffitti sempre dei miei guai, vero?”
protestò Ryo.
“No, sto solo recuperando quello che mi devi. Pagherai con il
tuo lavoro i tuoi debiti e l'ospitalità.”
“Se la devo pagare, che ospitalità
è?”
Le due donne li guardarono ridendo. Finivano sempre a litigare quei
due. Eppure erano grandi amici.
“Smettetela!” gli ordinò Miki.
“Piuttosto, ho solo una camera da offrirvi. Non
sarà un problema per voi dividerla, giusto?”
Ryo pensò che era decisamente un problema, specialmente dopo
averla vista nuda, ma non poteva certo ammetterlo.
“No, non è un problema.”
mentì.
“Ma Miki..” cercò di protestare Kaori.
“Io non credo..”
“Se vuoi dividiamo la stanza con una tenda. Anche se avete
dormito accanto tante notti nei boschi, non vedo cosa ci sia di
diverso.”
“D'accordo..” accosentì infine Kaori con
sguardo basso per l'imbarazzo.
“Infatti.” aggiunse lui per sdrammatizzare.
“E poi lo sai che non ti farei mai nulla. Non salto addosso
agli uomini!”
Il piatto dello stufato gli fu sbattuto in faccia con
velocità fulminea. Ora la faccia di Ryo era stampata nella
ciotola di rame.
“Cafone..” mugugnò lei alzandosi.
“Mi hai stufato con questa storia.”
“Lascialo perdere.” la consolò Miki
mettendole una mano sulla spalla. “Vieni, ti mostro la
stanza.”
Ryo le guardò allontanarsi. Vedere il corpo sinuoso di Kaori
salire le scale, gli riportò alla mente l'immagine di lei
nuda. Si riprese quando voltandosi si ritrovò la faccia
dell'amico di fronte.
“Umi! Mi hai spaventato!”
“Io ero qui anche prima.. Cosa stavi guardando??”
gli domandò inquisitorio.
“Niente..” rispose lui immediatamente. Sapeva che
era terribilmente geloso di sua moglie.
“Non stavi guardando Miki, vero?”
“No! Assolutamente..”
“Come sarebbe? Improvvisamente mia moglie non ti piace
più?” chiese ispiegabilmente Umi.
“Cosa? Ma, scusa, cosa vuoi dire?”
“Voglio dire che, se non stavi guardando mia moglie, allora
stavi guardando..”
“Non dire idiozie!” lo interruppe lui
immediatamente prima che facesse un nome. “Io.. Non ti devo
dare nessuna spiegazione!”
Il gigante si mise a ridere estremamente divertito.
“Ho capito, sai? Hai preso una sbandata per la tua protetta,
vero?”
“Ma.. Cosa.. No!” balbettò lui senza
riuscire a creare una frase sensata.
Umi gli diede una pacca sulla spalla facendolo spostare di mezzo metro.
“Magari potresti aproffittarne per cambiare vita, come ho
fatto io.”
“Io non sono come te.” dichiarò lui con
sguardo basso.
No, loro non erano uguali. Umi aveva sposato la sua protetta e aveva
lasciato il suo lavoro di cacciatore di taglie aprendo una taverna.
Lui, però, non sarebbe mai stato capace di cambiare
così radicalmente ingabbiandosi in una vita tradizionale. Ne
era convinto. Non aveva mai vissuto normalmente. Sin da bambino, era
cresciuto orfano in mezzo ai boschi, combattendo per la sua vita, solo
contro tutti. Non aveva mai avuto una casa, una famiglia. Aveva solo
potuto osservare le vite degli altri e, se da un certo punto di vista
li invidiava per quello che avevano, da un altro lato sapeva che lui
aveva la libertà di un passero e che quegl'altri non avevano
idea di cosa si provava.
L'unica volta che aveva veramente provato una profonda invidia per una
vita tradizionale, era stato quando aveva incontrato Kaori e suo
fratello Hideyuki. Lui una volta gli aveva salvato la vita e da allora
erano diventati inseparabili, lavorando insieme. Hideyuki,
però, tornava sempre alla sua casa, da Kaori, e sembrava
felice, sino a quando era stato ucciso a tradimento durante un duello e
lui non era riuscito a salvarlo. Viveva da anni pieno di rimorsi per
quello che era successo..
Quando aveva dovuto occuparsi di Kaori, avrebbe potuto avere una casa,
semplicemente prendendo il posto di Hideyuki, ma lei non lo aveva
neanche pensato. Aveva immediatamente capito che lui non avrebbe potuto
vivere così, e si era adattata alla vita di Ryo. Da allora,
gli aveva sempre semplificato la vita, mettendo gli interessi di lui al
primo posto, rinunciando alle sue esigenze e ai suoi desideri.
Umi lo risvegliò dai suoi pensieri versandogli da bere. Ryo
si scolò il bicchiere senza aggiungere altro. Era meglio non
pensare.. Era meglio dimenticare che aveva lasciato che una ragazza
rinunciasse a una vita comoda e normale probabilmente rovinandogliela..
Si versò nuovamente da bere, per perdersi nell'oblio
dell'alcol.
Miki stava sistemando i letti insieme a Kaori. Le due donne ridevano e
scherzavano.
“Ecco fatto!” esclamò Miki una volta
terminato. “Ora, dimmi, sei davvero sicura di volere la
tenda?”
“Cosa?? Ma certo.. Perchè me lo chiedi?”
replicò la ragazza imbarazzata.
“Sai, mi chiedevo se dall'ultima volta che ci siamo viste,
fosse cambiato qualcosa tra te e Ryo..”
“Ma che dici? Non è cambiato nulla, a cosa ti
riferisci?”
La donna sospirò sedendosi in uno dei letti.
“Kaori, non vorrai negare che sei innamorata di
lui..”
Sbiancò sedendosi nell'altro letto di fronte all'amica.
“È così evidente?”
“Sì, cara, almeno per me.”
La ragazza scosse la testa con rassegnazione.
“Non sono brava a nasconderlo, lo so, ma comunque non
cambierebbe nulla. Lui non mi considera nemmeno. Pensa solo a quelle
donnacce..”
La sua amica rise divertita.
“Certo come no.. Quando ti guarda non si direbbe. Io credo
provi anche lui qualcosa per te.”
Kaori arrossì violentemente.
“Non può essere.. Non fa che trattarmi da uomo!
Per lui non sono una donna..”
“Allora ricordarglielo!!” urlò la donna
esasperata. “Fagli vedere quanto puoi essere bella e
affascinante.”
“Io..” protestò lei debolmente.
“Non credo di esserne in grado..”
“Lascia fare a me.” spiegò Miki
alzandosi e raggiungendola. “Starai qui per un po'. Ti
presterò i miei vestiti e ti aiuterò a essere
più sensuale.”
“No, Miki, no.. Non posso farcela.”
“Sì, che puoi.” insistette l'amica
sedendosi accanto a lei. “Comunque andremo per gradi. Per ora
mettiamo quella tenda, poi vedremo..”
Kaori sorrise all'amica. Era certa che cercasse di aiutarla, ma lei era
convinta che niente sarebbe cambiato. Insieme appesero la tenda allo
stipite della finestra di legno e all'altro capo sullo stipite della
porta di ingresso. Ora i due letti erano separati da quella debole
muraglia. Non era certo una grande difesa per una ragazza, ma Kaori era
certa di non suscitare il minimo interesse in Ryo, quindi credeva di
non correre pericoli comunque. Anche perchè lei non avrebbe
considerato un pericolo un eventuale aggressione di Ryo, anzi lo
desiderava da tanto tempo, anche se le costava ammetterlo, persino con
se stessa.
L'amica la lasciò sola augurandole la buona notte. Con un
sospirò si levò i vestiti di dosso e
indossò una delle camicie da notte prestatele da Miki. Era
da tanto che non dormiva in un letto vero e che non indossava una
comoda camicia da notte. Le sembrava di essere tornata indietro nel
tempo a quando viveva con suo fratello. Si infilò sotto le
coperte di lana, cullata da questo dolce pensiero. Era così
stanca che prese immediatamente sonno.
Qualche ora dopo, il rumore della porta che si aprì, la
svegliò. Ryo era finalmente salito a coricarsi.
Sentì il suo passo incerto e poi un rumore sordo. Ancora
assonnata, si alzò a controllare e, scostando la tenda, lo
vide buttato a terra. Doveva aver fatto nuovamente una gara a chi
beveva di più con Umi e, come sempre, aveva perso..
Lo tirò su e lo trascinò sin sopra il letto. Gli
tolse gli stivali e lo coprì con una coperta. Come tutte le
notti, rimase un secondo a guardarlo dormire. Gli piaceva immaginare di
potersi stringere fra le sue braccia.
Stava per allontanarsi quando il braccio di lui la attirò a
sé nel sonno. Imbarazzata, senti mancarle il respiro. Lui
continuava a dormire come se non sapesse che era lei. O forse lo
sapeva? Dopottutto non stava facendo niente di lascivo, come faceva di
solito con le sue donnacce. La stava solo abbracciando. Per un attimo
pensò che forse avrebbe potuto dormire con lui, ma quando la
mano di lui le palpò il seno, cambiò idea
immediatamente. Si allontanò immediatamente con uno
strattone. Maledetto maniaco, pensò furiosa. Sicuramente
stava sognando una di quelle sgualdrine.. Con rabbia, tornò
sul suo letto e faticò non poco per calmarsi e prendere
sonno.
CONTINUA..
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Capitolo 2 *** Una dura giornata.. ***
Grazie a tutti per le vostre recensioni. La storia medievale
è una sfida perchè non è facile
immaginare i nostri sweeper senza armi! ^_^
Spero che il secondo capitolo non vi deluda. Buona lettura!
2 – Una dura
giornata.
Ryo e Kaori iniziano a
lavorare come due persone comuni, ma non è semplice come
può sembrare. Nonostante abbiano sempre passato tanto tempo
insieme, improvvisamente è molto più difficile
gestire quello che provano quando sono vicini.
Si sentì scuotere violentemente e aprì gli occhi
di scatto trovandosi l'enorme faccia di Umibozu di fronte.
“Che diavolo vuoi?”
“Devi alzarti. Devi andare nei campi, lo hai
dimenticato?”
“Nooo.. Ho dormito solo qualche ora.”
“Per l'esattezza ne hai dormito tre. Una in più di
quelle che ti avrei concesso io.. Alzati immediatamente.”
Ryo si infilò nuovamente sotto le coperte. Non voleva
alzarsi così presto, era stanco e la testa gli rimbombava
ancora per i postumi della sbornia. Come faceva Umi a essere
così lucido? Anche lui aveva bevuto la sera prima..
“Non farmi arrabbiare o ti trascino di sotto di
peso!” lo minacciò il gigante strappandogli la
coperta di dosso.
“Ma è ancora l'alba..”
“I campi si lavorano a quest'ora.. Indossa questi.”
continuò lanciandogli dei vestiti.
Ryo si tirò a sedere sul letto e prese fra le mani
quegl'indumenti.
“Non saranno mica tuoi? Non mi starebbero mai..”
“Non sono miei. Sono di un ragazzo che ha lavorato qui un po'
di tempo fa. Li ha dimenticati. Era piuttosto mingherlino,
forse ti staranno anche un po' stretti.. Muoviti o non troverai la
colazione.”
Sbuffò e annuì. Il gigante sembrò
accontentarsi e si allontanò, ma non prima di avergli
lanciato uno sguardo minaccioso.
Ryo si alzò ancora dolorante e si sfilò i
vestiti. Cominciò a infilarsi i pantaloni da lavoro, gli
andavano bene. La camicia invece gli andava un po' stretta, ma poteva
andare.
Si sentiva ridicolo vestito così, sembrava un campagnolo
qualsiasi.. Uscendo dalla stanza si guardò intorno. Una
tenda divideva la stanza in due, con un letto da ciascun lato. Entrambi
erano vuoti, Kaori si era già alzata evidentemente. Era
sempre stata mattiniera.
Si diresse al piano di sotto ancora confuso dall'alcol che aveva ancora
in corpo. Arrivò alla sala e si sedette a un tavolo
apparecchiato. Appoggiò i gomiti sul tavolo e si tenne la
testa con le mani, gli sembrava estremamente pesante..
Una mano delicata gli posò un piatto sul tavolo distraendolo.
“Grazie Miki..” sussurrò senza alzare lo
sguardo..
“Che c'è? Non mi riconosci
più?” gli chiese una voce differente.
Alzò lo sguardo e si trovò di fronte a una
splendida ragazza con i capelli corti e grandi occhi nocciola.
Indossava un abito bianco da contadinella ed era semplicemente stupenda.
“Kaori??”
“Sì, chi credevi che fossi?”
“Io..” si sentiva la bocca impastata e non riusciva
a parlare. “Io non..”
“Che succede? Improvvisamente non sai che dire?”
Doveva dire qualcosa. Non poteva lasciare che lei capisse quanto la
trovava attraente.
“Il fatto è che sei strana vestita da donna.. Non
pensavo fossi un finocchio!”
Una brocca d'acqua calda gli fu sbattuta in testa. Ryo si
ritrovò con un bernoccolo e scottato. Si levò i
cocci di creta dalla testa. I colpi di Kaori diventavano sempre
più forti a dimostrazione che lui la faceva infuriare sempre
più..
Accidenti a lui! Non riusciva proprio a non offenderla? Ma cosa poteva
dirle? “Kaori lo sai che oltre a un bel culo hai anche delle
belle tette?” No, decisamente non poteva dirle una cosa del
genere. Si sarebbe preso una doppia mazzata. Anche perchè,
dopo averla insultata per anni, lei avrebbe creduto che la stesse
prendendo in giro.
Mangiò in silenzio senza rialzare il viso. Non era il caso
di incontrare il suo sguardo. Per prima cosa lei
probabilmente era infuriata e in secondo luogo lui non voleva farle
capire quanto la desiderasse. Perchè era tutto
così difficile?
“Hai finito?” gli intimò la voce
baritonale dell'amico. “Vieni ti faccio vedere..”
continuò quando Ryo annuì.
I due uomini si diressero fuori dalla taverna e camminarono per un
centinaio di metri prima di arrivare a un campo coltivato.
Lì accanto c'era una stalla e un fienile con alcuni animali.
“Lì dentro ci sono gli attrezzi.”
spiegò il gigante indicandogli il fienile. “Hai
mai curato un orto?”
“Veramente no..”
“Uff..” sbuffò il gigante guidandolo
nella stalla. In un angolo c'era una vanga, un rastrello e dei sacchi
di sementi. Gli fece vedere come usare la vanga e come seminare e
irrigare. Ryo lo osservava attentamente e si impresse nella menti le
brevi e chiare istruzioni dell'amico.
“Per quanto riguarda le mucche, sai come mungerle?”
“Sì, quello l'ho già fatto.”
rispose lui ricordando di quando da ragazzo rubava il latte mungendolo
di nascosto.
“Allora occupati prima di quello e poi torna ai campi. Io
devo tornare alla taverna.”
Annuì tornando nella stalla e si mise a mungere le vacche
con solerzia. Era interessante occuparsi di qualcosa di diverso. Il
movimento ritmico lo aiutava a pensare. Tante idee gli affollavano la
mente, tanti pensieri si accavallavano di continuo. Kaori era in cima
ad essi. Non riusciva a smettere di rivedere il suo viso, il suo
sorriso, il suo corpo.. Più volte si impose di non ripensare
a quando l'aveva vista nuda, ma non riusciva a evitarlo.
Dopo un'ora aveva terminato di mungere tutte e cinque le mucche e
tornò al campo. Umi sarebbe andato a prendere il latte
durante la mattinata.
Ormai il sole era sorto del tutto e illuminava il cielo di uno strano
color rosa-arancio.
Seguì le istruzioni dell'amico alla lettera e, dopo un po',
gli sembrò di prenderci la mano. Non era difficile. Faticoso
sì, ma non difficile. Avrebbe anche potuto fare il
contadino. Magari avrebbe avuto una piccola casa, qualche animale e un
piccolo orto. E, magari, una moglie e dei figli con gli occhi color
nocciola... Stava decisamente correndo troppo con la fantasia.
Il sole cominciava a essere forte e si tolse quella camicia che
oltretutto gli impediva di avere dei movimenti fluidi. Dopo poco,
però, cominciò a pentirsene. Il sole avrebbe
finito per ustionarlo. Anche se era più che abbronzato, il
sole era troppo forte e lui doveva stare diverse ore a lavorarci sotto.
Sbuffò. Accidenti a Umi per avermi costretto a fare certe
cose, pensò. Si sentiva uno stupido a sudare sui campi. Non
era neanche del tutto lucido a causa dell'alcol e delle poche ore di
sonno. Chissà quante cose aveva sbagliato.. Senza
arrendersi, però, continuò imperterrito il lavoro
che aveva iniziato.
Ormai il sole era alto e il suo stomaco cominciava a brontolare, ma era
sicuro che Umi non gli avrebbe permesso una pausa o uno spuntino.
Continuò a lavorare rassegnato, ma dopo mezz'ora gli
sembrò di avere le visioni.
Kaori si dirigeva verso i campi. Il suo vestito bianco svolazzava a
causa del leggero vento estivo. Il suo viso era arrossato dal caldo e
portava fra le mani qualcosa. Sembravano una brocca e un sacco in
pelle. Man mano che si avvicinava sembrava affaticata. Riusciva a
vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi con un ritmo veloce. Sotto il
sole il tessuto bianco del vestito era trasparente e, persino a
distanza, riusciva a intravedere i suoi capezzoli. Si
ritrovò a respirare a fatica sentendosi eccitato. Dovette
distrarsi immediatamente per riprendersi. Ricominciò a
lavorare cercando di ignorare il rumore dei passi di lei che si
avvicinavano.
“Ti ho portato da mangiare..” lo informò
lei con sguardo basso. Sembrava non volesse guardarlo.
“Grazie. Ti manda Miki?”
“Sì. Umi non voleva, ma Miki l'ha
convinto.” replicò lei tendendogli la mano con la
brocca che lui afferrò immediatamente.
Ryo rise e poi bevette avidamente. L'acqua fresca lo
rinfrancò. Quando smise di bere si accorse che Kaori lo
fissava. Aveva uno strano sguardo, era fin troppo seria. Per un attimo
lo sfiorò l'idea che anche lei lo desiderasse. No, non era
possibile. Lei non poteva realmente provare qualcosa per lui. Lei lo
considerava come un fratello, o no? Eppure le sue guance non sembravano
arrossate solo dal sole e il suo respiro era troppo affannato per la
breve camminata fatta.. I suoi occhi lo guardavano in un modo che lo
faceva rimescolare dentro. Dopo qualche secondo, lei abbassò
lo sguardo e gli tese la mano con il sacco di pelle. Ryo lo
aprì e vi trovò pane e formaggio.
“Grazie.” disse lui cercando di non guardarla in
viso di nuovo.
“Di niente. Io torno dentro. Miki avrà bisogno di
me.” si congedò la ragazza allontanandosi.
“Kaori?” la chiamò lui dopo che lei
aveva fatto solo qualche passo.
“Sì?”
“Mi spiace per prima. Stai bene vestita
così.” riuscì a dire lui facendo una
sforzo su se stesso.
La vide arrossire ancora e abbassare lo sguardo.
“Io.. Grazie. Devo.. Devo andare.”
balbettò lei scappando via.
Lui la guardò allontanarsi e sorrise. Era proprio uno
stupido a pensare che Kaori provasse certi desideri nei suoi confronti.
Una ragazza tanto innocente da arrossire per un simile complimento, non
poteva certo pensare certe cose. O no?
Kaori era corsa dentro la taverna e si rifugiò vicino al
lavello. Aveva bisogno di rinfrescarsi e non solo perchè era
una calda giornata estiva.. Si bagnò il viso e il collo.
Solo al pensiero del corpo seminudo e sudato di Ryo, sentì
che le mancava il fiato.
Lo aveva visto da lontano e sarebbe tornata immediatamente indietro, ma
lui l'aveva già vista e la osservava con
curiosità. Probabilmente non l'aveva riconosciuta, infatti,
quando lei gli fu più vicina, lui si era voltato riprendendo
il suo lavoro come se niente fosse. Evidentemente, aveva capito che la
ragazza che gli andava incontro era l'unica che non gli interessava.
Però era stato gentile con lei, l'aveva ringraziata e le
aveva anche sorriso. E poi, c'era stato un momento in cui l'aveva
guardata in un modo.. Si era fatta sorprendere a guardarlo con
desiderio e lui doveva essersene accorto. Aveva ricambiato il suo
sguardo e lei era stata costretta ad abbassare il suo. Il cuore le
martellava nel petto. Aveva capito o stava solo cercando di comprendere
perchè lei lo fissava? Aveva dovuto scappare via, non poteva
affrontare eventuali domande, ma quando lui l'aveva chiamata aveva
pensato di non essere riuscita a evitarlo. Era rassegnata all'essere
scoperta e invece, inspiegabilmente, lui le aveva chiesto scusa e le
aveva fatto un complimento! Aveva balbettato qualcosa ed era fuggita
via. Non riusciva a crederci.. Ryo che faceva un complimento a lei??
Era assurdo.. Solo ripensandoci arrossì di nuovo e fu
costretta a bagnarsi ancora il viso.
“Ehi! Che fai qui?” domandò la voce
dell'amica.
“Nulla, fa caldo fuori..” si giustificò
immediatamente.
“Dici? Eppure è ben ventilato.. Non
sarà che hai caldo per qualche altro motivo?”
Kaori si girò di scatto a guardarla con aria colpevole.
Possibile che fosse così trasparente?
“Ma cosa..”
“Andiamo! Vuoi dire che il tuo viso arrossato non ha niente a
che fare con l'uomo seminudo che si sta occupando dei campi?”
“Miki!” la sgridò immediatamente. E se
Umi o qualcun altro le avesse sentite? E se glielo avessero riferito?
“Kaori, non puoi mentire. Ti si legge in viso..”
Appoggiò la schiena al muro e sospirò. Se era
così evidente, allora lo aveva capito anche lui?
“Miki, ti prego, non parliamone.” concluse tornando
a servire ai tavoli.
La giornata passò velocemente. Era così impegnata
che non aveva il tempo di pensare a Ryo e a tutto quello che provava
per lui. Passò l'ora del pranzo, ma non si sedette a
mangiare continuando a servire i clienti che affollavano il locale.
Il suo stomaco brontolava da un pezzo quando un cliente ubriaco la
afferrò per un braccio.
“Ehi, bellezza. Da dove sei spuntata?” le chiese
l'uomo con un alito fetido.
“Mi lasci il braccio per favore. Il proprietario non apprezza
che i clienti si comportino così..”
“Ma tu non sei sua moglie, quindi non ha motivo di
minacciarmi!” insistette l'uomo attirandola a sé.
Kaori si ritrovò fra le braccia di quel vecchio ubriaco e
puzzolente. Se solo avesse avuto la spada o anche solo uno dei suoi
pugnali.. Decise di improvvisare e gli diede una gomitata allo stomaco.
L'uomo si piegò in due per un secondo, ma poi la prese con
maggiore forza e la strinse facendole male al braccio.
“Sei davvero selvaggia ragazza, ma mi piacciono quelle che
hanno tanta energia.”
“Lasciami porco..” lo insultò lei
cercando con lo sguardo Miki o Umi che la aiutassero. Nessuno si
vedeva. Dove erano finiti?
Si dimenò e scalciò mentre quel'animale le
matteva le mani ovunque e infine le diede uno schiafffo per farla stare
ferma. La testa gli rimbombò per il colpo e rimase stordita.
Non riusciva a difendersi e sentì in lontananza delle
risate, la porta che si apriva, urla.. Improvvisamente non era
più stretta tra le braccia di quell'uomo, ma qualcuno di
più dolce la abbracciava. Il profumo di Miki la avvolgeva e
aprendo gli occhi vide Ryo dare un pugno all'uomo che la stava
molestando.
“Ryo..” sussurrò debolmente.
Lo vide raggiungerla e carezzarle il viso. Si sentì prendere
in braccio dalle sue forti braccia e venne portata di sopra. Dopo
qualche minuto affondò nel morbido letto sotto di lei e si
addormentò cullata dalle stesse braccia che l'avevano
trasportata.
Ryo era ancora nei campi quando gli si era avvicinata Miki. Cosa faceva
lì da sola? Era successo qualcosa? Perchè lo
veniva a cercare?
“Ryo, puoi rientrare ora.” gli disse invece.
“Tuo marito sarà d'accordo?”
“Lui è andato a comprare alcune provviste, quindi
decido io.”
Ryo rimise a posto gli attrezzi e si rimise la camicia.
Faticò ad abbottonarla per quanto era stretta.
“La camicia non ti va bene? Ne vuoi una di Umi?”
“Quella mi sarebbe troppo grande..”
“Te ne procureremo un'altra.”
“Non importa. Tanto col caldo che fa, me la tolgo.”
“L'ho notato e non sono stata l'unica...”
Ryo la guardò con sospetto. Cosa intendeva dire?
“Kaori era sconvolta..”
“Kaori??” domandò stupito. Non poteva
essere.. “Ma cosa dici?”
“Ryo dovresti ricordare che, anche se cerchi di ignorarlo,
lei è una donna. Ha delle esigenze e dei
desideri..”
Non rispose. Intendeva davvero dire quello che lui aveva capito?? Kaori
provava dei desideri.. Per lui?
Senza replicare, ritornò alla taverna seguito da Miki.
Mentre camminava sentiva le parole dell'amica rimbombargli in testa.
Non poteva crederci..
Quando entrarono nella taverna c'era una grande confusione. In un
attimo, Ryo distinse Kaori semisvenuta tra le braccia di un uomo
ubriaco. Lui e Miki la raggiunsero immediatamente e la strapparono
dalle braccia del suo aggressore. Mentre Miki la allontanò
abbracciandola, Ryo prese a pugni il colpevole e tutti quelli che lo
avevano appoggiato.
“Se lo fate un'altra volta non vi prenderò solo a
pugni.. Toccatela di nuovo e siete morti. E ora fuori di qui,
animali..” concluse prendendoli di peso e sbattendoli fuori.
“Non fatevi più vedere.”
Una volta buttati fuori, tornò verso Miki e Kaori. La sua
dolce protetta era semincoscente tra le braccia dell'amica. Le
controllò il viso. Quel bastardo le aveva dato uno schiaffo
tanto forte da stordirla e ora aveva un livido. Si pentì di
non aver ucciso quel tizio..
La prese tra le braccia e la portò nella loro camera,
adagiandola sul suo letto. Rimase a guardarla per qualche secondo.
Sembrò addormentarsi immediatamente. Lui le
accarezzò i capelli e ne aspirò il profumo.
“Piccola, mi dispiace. Avrei dovuto evitare che
succedesse..” le sussurrò all'orecchio.
“Perchè non riesco a proteggerti?
Perchè devo vederti soffrire?”
La strinse più forte a sé, continuando ad
accarezzarle i capelli e il viso. Sembrava rilassata e non voleva
svegliarla allontanandosi. Inoltre, tenerla fra le braccia era
ciò che aveva sempre desiderato.
Rimasero immobili in quella posizione per circa un ora. I loro corpi
erano così vicini che i loro respiri si fondevano.
Era così assorto nell'osservare la perfezione del suo viso,
che rimase stupito quando vide spalancarsi un paio di grandi occhi
nocciola.
“Ciao.” la salutò con un sorriso.
“Come ti senti?”
“Ho mal di testa e mi sento il viso gonfio.. Ma
perchè sei qui?”
“Ti sei addormentata quando ti ho preso in braccio e temevo
di svegliarti se me ne fossi andato..”
La vide arrossire e cercare qualcosa da guardare che non fosse lui.
“Ora sono sveglia. Puoi lasciarmi.”
“Sì.. Hai ragione.” ammise Ryo, ma non
la lasciò continuando a guardarla.
La sentì agitarsi, non era a suo agio. Fece un sospiro per
farsi forza e si allontanò da lei. La guardò di
sottecchi mentre usciva dalla stanza. Sembrava non riuscire a respirare
con calma.. Forse Miki aveva ragione?
Uscito dalla camera, si diresse alla taverna a mangiare. Quando vi
arrivò c'era un Umibozu furioso che urlava come un ossesso.
“Se qualcun'altro si azzarda a mettere le mani addosso a
qualsiasi donna qui dentro, che sia mia moglie o che sia mia cugina
Kaori, verrà sbattuto fuori e ucciso lentamente! Sapete che
non scherzo..”
Tutti i presenti erano terrorizzati. Il gigante era davvero pericoloso
quando si arrabbiava.
Ryo ne fu soddisfatto e si sedette su un tavolo d'angolo. Il suo
stomaco brontolava..
Vide l'amico rientrare in cucina dopo aver mandato uno sguardo di fuoco
a tutti i presenti. Subito dopo ne riemerse con dei piatti in mano e si
avvicinò a lui.
“Tieni. Mi dispiace per prima. Non potevo
immaginare..” esordì l'amico sedendoglisi accanto.
“Non è colpa tua. Mia casomai..”
sbuffò mentre afferrava un pezzo di pane. “Non
riesco a proteggerla.”
“Lo fai invece.. L'hai salvata due volte in due
giorni.”
Era vero, ma entrambe le volte era arrivato all'ultimo momento. Se solo
avesse tardato di pochissimo.. Non voleva pensarci. Solo l'idea lo
faceva impazzire.
Iniziò a mangiare il suo stufato con sguardo basso. Non
voleva parlarne ancora.
“Come è andata nei campi?”
domandò l'amico cambiando discorso come lui sperava.
“Abbastanza bene, pensavo peggio.”
“Visto? Non è così strano avere una
vita normale.”
“Cosa vuoi dire?” chiese esasperato.
“Voglio dire che, se tu volessi, potresti cambiare vita. E
magari sposarti e farti una famiglia..”
Rimase in silenzio. Erano gli stessi pensieri che aveva avuto lui
mentre lavorava.
“Tu vorresti, vero?”
Era davvero così evidente? Era come un libro aperto quindi..
Non rispose, ma si versò da bere.
“Non dovresti bere. Domani mattina all'alba si
ricomincia.” lo redarguì l'amico.
Ryo si fermò con la mano a mezz'aria. Forse aveva ragione,
ma non voleva dargli retta e prese il suo bicchiere e lo bevette in un
solo sorso. Stava per versarsi nuovamente da bere quando vide Kaori
scendere le scale. Miki la raggiunse immediatamente e la
abbracciò accompagnandola al tavolo.
“Ti porto del ghiaccio..” le disse l'amica con un
sorriso quando si fu seduta.
“Io torno in cucina.” si congedò il
gigante seguendo la moglie e lasciando Ryo e Kaori soli.
“Ti si è gonfiata la guancia?” chiese
lui senza alzare lo sguardo.
“Un po'..” rispose lei con lo stesso tono vago.
“Grazie.”
“Avrei voluto evitare che avessi quel livido.”
replicò lui con tono colpevole.
“Non è colpa tua..”
Continuavano a ripeterglielo, ma lui non faceva che pensare il
contrario.
“Comunque da domani sarò sempre armata.
Nasconderò un pugnale sotto il vestito.”
“Mi sembra una buona idea.”
Il silenzio calò fra loro, sino a che non tornò
Miki con un secchio di metallo. All'interno vi era del ghiaccio che
stava già cominciando a sciogliersi.
“Dove sei riuscita a procurarti del ghiaccio?”
chiese Kaori perplessa.
“Umi ha delle conoscenze..” ammise la donna
mettendo alcuni pezzi di ghiaccio su un tovagliolo e poi lo tese
all'amica poco prima di allontanarsi di nuovo.
Kaori si posò il tovagliolo sulla guancia e fece una smorfia
di dolore e sollievo. Ryo sentì la rabbia invaderlo
quandò la vide.
“Dovresti mangiare qualcosa.” esordì
invece per non pensarci.
“In effetti ho fame, ma non mi va di masticare..”
Ryo si alzò senza risponderle e si diresse in cucina.
Tornò un minuto dopo con un piatto in mano e lo
posò di fronte a lei.
“Tieni, ti farà sentire meglio.” C'era
solo del brodo all'interno, così non era necessario che
masticasse.
“Grazie.” replicò lei con un sorriso
tirato.
Lui la fissò mentre lentamente portava ogni cucchiaio alla
bocca. Faticava anche ad aprire le labbra, ma non si lamentava, come
sempre.
Assorto com'era nel guardarla, non si rese conto che qualcuno era
entrato nella taverna e che chiedeva informazioni al proprietario. Umi
si avvicinò al loro tavolo scortando il nuovo arrivato.
“Ryo?” lo chiamò con la sua profonda
voce.
“Sì?” domandò lui
riscuotendosi dai suoi pensieri.
“Questo signore vuole farti qualche domanda..” lo
informò l'amico con uno strano tono.
Spostando lo sguardo sull'uomo accanto, vide che era un gendarme. Era
piuttosto giovane e aveva uno sguardo zelante e ambizioso. Era
sicuramente uno che procurava problemi.
“In cosa posso aiutarla?” chiese in modo lezioso.
“Lei è arrivato qui ieri?”
“Sì.”
“Solo?”
“Ero con mio fratello, ma lui è tornato al
villaggio in montagna.. Non riesce a stare lontano dalle sue
mucche..”
“Come mai lei è rimasto?”
“Perchè io, invece, mi sono stancato di vivere
solo tra pecore e mucche. Voglio vivere qui. Ci sono certe belle
ragazze..” disse abbracciando Kaori che rimase sorpresa, ma
sorrise immediatamente per stare al gioco.
“Durante il viaggio, vi siete forse imbattuti in dei
briganti?” continuò a interrogarlo il militare.
“No, non mi pare. Ma perchè mi fa tutte queste
domande?”
“Abbiamo ritrovato il corpo di un uomo nel fiume. La sua gola
era stata trapassata da una freccia.”
“Oh mio Dio!” esclamò Kaori perdendo il
controllo.
“Mi scusi signorina se l'ho turbata con questa descrizione
macabra. Purtroppo ci sono dei veri delinquenti in giro..”
cercò di consolarla l'uomo credendo di aver capito cosa
pensava la ragazza.
“Ma avete scoperto almeno chi era il morto? Per dargli degna
sepoltura..” replicò Ryo per cercare di capire
cosa sapesse il gendarme.
“Ancora no, ma pensiamo fosse anche lui un delinquente.
Comunque, la ringrazio per il suo tempo. Arrivederci.” disse
facendo un piccolo inchino militare verso Kaori e poi si
allontanò.
“Ryo.. Siamo in pericolo?” domandò la
sua protetta con tono preoccupato.
“Per ora no. E comunque, sarei io ad essere in pericolo, non
tu. Se vengo scoperto scapperò da solo. Tu dovresti restare
qui.”
“NO!” si rifiutò lei immediatamente.
“Io ti seguo. Non resto qui da sola.”
“Kaori, desteremmo sospetti. Preferisco se stai qui per un
po'. Quando le acque si calmeranno tornerò a
prenderti..”concluse cercando di rassicurarla, ma sapeva che
non era così. Se avesse trovato la forza di allontanarsi da
lei, non sarebbe più tornato, lasciando che lei avesse una
vita normale.
“Stai mentendo!” lo rimproverò lei.
Riusciva sempre a scoprire le sue bugie. “Non
torneresti.. E io? Cosa farei qui da sola?”
Ryo si guardò intorno. Per fortuna la taverna era piena di
gente ubriaca e il rumore evitava che chiunque li sentisse litigare.
“Magari potresti conoscere qualche bravo ragazzo e
sposarti..”
“Cosa?? Vuoi liberarti di me?”
“No! Voglio solo il meglio per te, che non è fare
la fuggitiva insieme a me. Sono il tuo tutore, devi
rispettare le mie decisioni.”
“Il mio tutore? Sai quanti anni ho??”
“Ventiquattro mi sembra..”
“Ventisei.. Non ho più bisogno di un tutore da
molto tempo, anche secondo la legge. Decido io cosa fare, non tu. Se
sono rimasta con te per tanti anni è perchè l'ho
scelto io, non perchè ti seguivo obbedientemente”
Ryo rimase a fissarla. Sembrava sconvolta più per l'idea che
lui l'abbandonasse che per l'aggressione subita qualche ora prima.
“Kaori, ma perchè vuoi seguirmi?” chiese
infine esasperato. “Non capisci che io porto solo
guai?”
Lei scosse la testa con sguardo furioso, i suoi occhi divennero lucidi.
“Sei proprio stupido, lo sai?” concluse alzandosi
dal tavolo e tornando al piano di sopra.
Entrò nella stanza da letto come una furia.
Perchè era così stupido? Perchè non
capiva che lei voleva stare con lui perchè l'amava?? Se non
glielo diceva a chiare lettere lui non era in grado di arrivarci da
solo? Sbuffò sedendosi nel letto.
Quando era scesa di sotto, Miki abbracciandola le aveva sussurrato che
non aveva mai visto Ryo così preoccupato e furioso. Lei non
era una grande esperta di queste cose, ma la sua amica giurava che
significasse amore. In effetti era stato gentile con lei per tutto il
giorno. Dopo averla difesa l'aveva portata nel suo letto e le era
rimasto accanto. E c'era stato un momento in cui per un attimo aveva
pensato che volesse baciarla.. Sicuramente si era sbagliata. Lui voleva
liberarsi di lei, doveva essersi stancato di preoccuparsi e di
proteggerla. Voleva che lei si sposasse con qualcuno e facesse una vita
normale, ma lei non aveva mai aveva mai desiderato niente del genere.
Lei aveva sempre voluto solo stargli accanto..
Fece un sospiro e uscì dalla camera per dirigersi al bagno.
Si tolse i vestiti e si immerse in una vasca di acqua fredda. Era
abituata, dopotutto per anni si era lavata nell'acqua di un lago. Si
lavò in fretta con la saponetta profumata dell'amica e ne
uscì come energizzata. Sentiva il suo sangue pulsare
più veloce e si sentiva improvvisamente più
forte. Si asciugò e si infilò una delle camicie
da notte che Miki le aveva prestato. Tornando alla camera da letto
sentì dei passi nelle scale. Era Ryo e lei si chiuse
immediatamente dentro la camera per evitarlo. La forza che gli era
sembrato di avere si era appena dissolta. Non voleva vederlo, non in
quel momento. Si infilò immediatamente sotto le coperte
volgendo il viso verso il muro. Non avrebbe potuto incontrare il suo
sguardo in quel momento..
Sentì la porta della stanza aprirsi, ma non ci furono dei
passi all'interno. Lui era rimasto sulla porta e probabilmente la stava
osservando. Invece di entrare o dire qualcosa, richiuse la porta e
sentì i suoi passi allontanarsi nel corridoio.
Come aveva già fatto tante volte, chiuse gli occhi per
ricacciare indietro le lacrime che cercavano di fuoriuscire. Non doveva
piangere, non per lui. Erano anni che riusciva ad evitarlo e doveva
continuare a farlo, ma le emozioni degli ultimi due giorni erano dure
da sopportare..
Sentì nuovamente la porta aprirsi una decina di minuti dopo.
Il profumo di sapone inondò la stanza. Anche Ryo aveva
deciso di sfruttare il bagno di Umi e Miki.
Rimase immobile sperando che lui la credesse addormentata e che non le
rivolgesse la parola. Non sapeva se avrebbe avuto la forza di
controllarsi ancora a lungo.
Lui non disse niente e sentì il letto scricchiolare. Si era
coricato, evidentemente, neanche lui voleva affrontare l'argomento per
quella sera. Meglio così..
Ormai le candele erano spente e solo la luce della luna illuminava la
stanza. Kaori sapeva che lui era sveglio. Riusciva a percepirlo e
probabilmente anche lui si rendeva conto che anche lei non dormiva.
“Lo so che sei sveglia.” disse infatti la calda
voce di lui un minuto dopo.
Kaori non rispose, non sarebbe riuscita a trovare il fiato necessario.
“Sei arrabbiata con me, ma io cerco solo di proteggerti.. Lo
so che non ci riesco, ma almeno ci devo provare..”
Le lacrime stavano per inondarla. Certo, lui doveva proteggerla
perchè l'aveva promesso, aveva preso un impegno con
Hideyuki, poco prima che morisse, aveva dato la sua parola.
Ciò però non significava che lui fosse realmente
preoccupato per lei, o che tenesse al suo bene.
“Sai, in tutti questi anni io.. Beh, ti ho considerato come
se fossi realmente mia sorella.”
Il cuore di Kaori sembrò sbriciolarsi. Lui la considerava
una sorella? Solo una sorella? Miki si sbagliava allora, lui non
l'amava, almeno non come l'amava lei. Una lacrima ribelle le
rigò il viso.
“Vorrei solo vederti felice. Magari con una famiglia, dei
bambini..” continuò lui pensando di confortarla,
ma lei si sentiva morire ad ogni parola di più.
Perchè le diceva certe cose? Era una tortura.. Lei sognava
di avere dei bambini, ma non avrebbe mai potuto averli con un altro
uomo. Lei voleva solo Ryo.
“Sono sicuro che anche tuo fratello avrebbe
voluto..”
“Basta!” urlò lei al limite della
pazienza. “Basta! Non dire più niente! Lasciami
dormire..” la sua voce si era sicuramente sporcata con le
lacrime e lui doveva essersene accorto. Sentì i passi di lui
attraversare la stanza e fermarsi di fronte al suo letto.
“Ti prego lasciami in pace..” pensò
disperata.
Lui invece si sedette sul letto accanto a lei. Sentì una
delle sue mani poggiarsi sulla sua spalla e un brivido la percorse.
“Kaori.. Stai piangendo?” le domandò lui
con tono preoccupato.
Ormai l'aveva scoperta, tanto valeva dirgliene quattro. Si
alzò a sedere sul letto e lo guardò con rabbia.
“Sì, sto piangendo e allora? Cosa
t'importa?”
“Mi dispiace, io non volevo..”
“Tu non volevi cosa? Umiliarmi? Ignorarmi per anni? Liberarti
di me? Fingere di non capire?”
“Ma cosa dici? Fingere di non capire che cosa?”
Esasperata sospirò. Stava quasi per dirgli quello che
provava per lui, ma non doveva. Sarebbe stato come un suicidio.
“Non vuoi capire che io non voglio cambiare vita?? La mia
vita va bene così com'è!”
improvvisò per giustificarsi.
“Tu non vorresti avere una casa, un marito, dei
figli?”
“Questi non sono affari tuoi. Se deciderò che
voglio quelle cose, allora te lo farò sapere. Per ora non mi
interessano.”
“Ma io credevo che..”
“Tu credi sempre di sapere tutto, ma non sai un bel niente.
Non capisci un bel niente.”
Ryo rimase in silenzio a guardarla. Sembrava offeso. Per una volta era
lui a rimanerci male..
“Ora, se non ti dispiace, vorrei dormire. Ho avuto una brutta
giornata.” concluse lei tornando a coricarsi e a dargli le
spalle.
“Va bene.” acconsentì lui alzandosi.
“Comunque, per quello che vale, mi dispiace per
tutto.”
Anche a lei dispiaceva di essere stata così dura. Avrebbe
voluto dirgli tutt'altro, ma non avrebbe sopportato lo sguardo di lui
mentre le ripeteva che non l'amava perchè lei per lui era
solo una sorella.
Una volta iniziato, le lacrime scesero copiose sul suo viso. Pianse in
silenzio, non voleva che lui la sentisse, ma era certa che se ne fosse
accorto. In fondo, ormai cambiava poco.. Si lasciò invadere
dal pianto e si addormentò.
CONTINUA..
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Capitolo 3 *** Pericolo in agguato. ***
Ecco un nuovo capitolo!
Ringrazio tutte per i vostri commenti. Lo so ci sono andata un po'
pesante con Kaori, la faccio soffrire un po' troppo, ma mi
farò perdonare..
Per tutte le fan di Mick: mi spiace ragazze, in questa ff lui non
c'è. Per me è stato abbastanza difficile creare
una ff ambientata nel medioevo, quindi inserire un personaggio come
Mick, che non conosco abbastanza bene, mi avrebbe complicato alquanto
la situazione.
Per quanto riguarda questo capitolo vi posso solo dire che è
il penultimo, quindi siamo vicini a un lieto fine. Spero l'abbiate
capito ormai, con me il lieto fine è una garanzia! ^_^
Buona lettura!
3 – Pericolo in agguato..
La situazione si
complica. La tensione tra Ryo e Kaori si taglia con il coltello e Miki
cerca di essere d'aiuto, ma apparentemente senza esito. Inoltre
qualcuno è alla ricerca de “Il
cacciatore”..
Ryo si rigirò nel letto per tutta la notte. Si sentiva un
vero idiota. Voleva scusarsi, farle capire che lo faceva per lei, per
il suo bene, e invece.. Aveva dovuto fare uno sforzo su se stesso per
dirle che la considerava una sorella. Era la bugia più
grossa che avesse mai detto in vita sua.. E poi lei si era
messa a piangere. Non lo faceva mai. Aveva dovuto convincerla per farla
sfogare il giorno prima. Perchè piangeva proprio ora? Per
colpa sua? Per quello che aveva detto? Non riusciva a evitare di farla
soffrire?
Aveva detto che lui fingeva di non capire. Si riferiva al fatto che lei
voleva vivere così, ma lui sospettava ci fosse dell'altro. E
se Miki avesse avuto ragione? Se Kaori intendeva dire che..
Rifiutò quel pensiero. Se fosse stato vero, non avrebbe
più avuto la forza di starle lontano. Se lei provava lo
stesso sentimento che provava lui, avrebbe fatto qualsiasi cosa per
stare con lei, anche cambiare radicalmente la sua vita.
Quando bussarono alla porta, finse di dormire. Miki entrò
lentamente e si diresse al letto dell'amica.
“Svegliati Kaori!” sussurrò scuotendola.
“Sono già sveglia.” rispose lei
alzandosi.
Anche lei quindi non aveva dormito? Perchè? Cosa non l'aveva
fatta riposare? La loro lite o qualcos'altro?
Un minuto dopo, le due donne lasciarono la stanza. Il sole non era
ancora sorto, ma sapeva che ora Umi sarebbe venuto a
svegliare lui. Infatti, la porta si spalancò subito dopo.
“Alzati!” gli urlò l'amico. Sembrava
pronto a trascinarlo di sotto con la forza, ma Ryo si alzò
immediatamente senza proferire parola o lamentarsi. Vide il gigante
guardarlo perplesso. Lo ignorò e si vestì in
silenzio.
Quando scese al piano di sotto qualche minuto dopo, si
guardò intorno, ma non vide Kaori da nessuna
parte. Si sedette al solito tavolo d'angolo e un secondo
dopo, Miki lo raggiunse con la sua colazione.
“Grazie..”
“Grazie un corno! Che cosa hai combinato??” lo
sgridò l'amica.
“Cosa vuoi dire?”
“Kaori è furiosa e ha detto che non ti vuole
vedere per tutto il giorno. Inoltre ha delle profonde occhiaie.. Che
cosa le hai detto?”
Ryo abbassò lo sguardo sentendosi un verme. Come al solito
era colpa sua. L'amica gli si sedette accanto sospirando.
“Allora, non hai proprio afferrato il discorso che ti ho
fatto ieri?”
“Quale discorso? Tu non mi hai detto un bel
niente..”
“Uff..” sbuffò la donna.
“Allora è vero che sei stupido.. Bisogna che te lo
dica a chiare lettere?? Kaori è innamorata di te!”
Ryo per poco non si affogò con il latte che stava bevendo.
Doveva aver capito male..
“Cosa??”
“Hai capito benissimo. Cosa hai intenzione di fare?”
Finì di bere il suo bicchiere di latte e poi
sospirò.
“Niente, perchè ti stai sbagliando.”
“No, non mi sbaglio, me l'ha confessato lei. E tu? Tu cosa
provi per lei?”
Ryo non rispose. Si alzò senza proferire una parola e
uscì dalla taverna. Non poteva risponderle.. Cosa poteva
dirle? Ancora non riusciva a credere a quello che le aveva detto.
Kaori.. Era innamorata di lui? Non poteva essere.. Però
questo spiegava la sua gelosia e il perchè non volesse
lasciarlo. Spiegava anche cosa intendesse quando gli aveva detto che
fingeva di non capire..
Scosse la testa come a cercare di cancellare quei pensieri. Si diresse
alla stalla e iniziò lavorare.
Per tutta la mattina i pensieri gli vorticarono confusamente in testa.
Cercando di evitarli, il tempo passò velocemente, tanto che
si sorprese nel vedere arrivare Miki con la brocca d'acqua e il sacco
in pelle che il giorno prima le aveva portato Kaori. Allora era vero
che non voleva vederlo..
“Ti ho portato da mangiare, ma non abbiamo ancora chiuso il
discorso di stamattina.”
“Io non ho nulla da dirti.”
“A me forse no, ma dovresti dire qualcosa a lei. Hai
aspettato fin troppo..”
“Miki.. Io non gli dirò qualcosa che la
ferisca.” mentì per chiudere l'argomento.
“Andiamo! Vorresti dire che tu non la ami?? Ho visto come la
guardi ed ero presente quando l'hai salvata, smettila di
mentire.”
Ryo non rispose. Non voleva dare spiegazioni, anche perchè
non era in grado di farlo.
“Grazie per avermi portato da mangiare. Io torno al
lavoro.” concluse tornando alla vanga.
“Non finisce così Ryo!!” gli
urlò dietro la donna furiosa.
Lui la ignorò e continuò imperterrito a lavorare.
Perchè non lo lasciava in pace? Perchè voleva
costringerlo ad ammettere ciò che provava? Se avesse deciso
di farlo non sarebbe certo stato con lei. Con la coda dell'occhio vide
Miki tornare alla taverna. Chissà cosa avrebbe detto a
Kaori..
Lo aveva ignorato di proposito per tutto il giorno. Quando lui era
sceso a fare colazione, non si era fatta vedere, rimanendo chiusa in
cucina. Aveva spiegato all'amica che preferiva non incontrarlo, ma non
le aveva detto il perchè. Quando però lui era
uscito nei campi, Miki era tornata all'attacco.
“Allora? Che è successo?”
“Niente..”
“Su, hai bisogno di sfogarti, aproffittane ora che siamo
entrambe libere.”
Kaori guardò l'amica con titubanza.
“E va bene.. Ieri mi ha detto che se le cose si mettono male,
scapperà da solo. Vuole che io resti qui. Poi mi ha detto
che lo fa per me e che mi vuole bene come a una sorella!”
L'amica la guardava con aria interrogativa.
“E tu ci hai creduto?”
“Certo! Perchè non dovrei.. L'unica persona che
crede che lui provi qualcosa di più per me, sei
tu.”
“E ho ragione!”
“No, Miki non hai ragione. Ora ti prego non parliamone
più. Non mi fa bene illudermi..”
“Kaori!” sbuffò l'amica. “Non
capisci? Dice queste cose proprio per proteggerti, per tenerti a
distanza in modo che tu non corra pericoli. È disposto a
perderti pur di tenerti al sicuro. Vuoi dire che questo non
è amore?”
“No, non lo è. Sta solo mantenendo una
promessa.” concluse lei allontanandosi dall'amica.
Uscì all'aria aperta della mattina e si appoggiò
a uno steccato. Lo vide in lontananza camminare verso la stalla e
sentì un tuffo al cuore. Sospirò, ripensando a
come era stata sciocca a credere alle parole dell'amica.
La mattinata passò velocemente e presto arrivò
l'ora di pranzo. Kaori ogni tanto guardava l'amica che faceva finta di
non vederla. Forse si era offesa per la discussione precedente. Appena
le fu possibile le si avvicinò.
“Miki?”
“Che c'è Kaori?” rispose fredda l'altra.
“Mi spiace se ti sei offesa. Lo so che cerchi di
aiutarmi..”
“Non mi sono offesa, ma so di avere ragione.”
“Spero che tu l'abbia, ma ti prego non parliamone
più.”
“D'accordo.” acconsentì l'amica cercando
di allontanarsi.
“Aspetta!” la fermò tenendola per un
braccio. “Ti prego, porta tu da mangiare a Ryo.”
“Uff..” sbuffò l'altra.
“D'accordo, ma solo per oggi. Poi dovrai deciderti ad
affrontarlo.”
L'amica prese la brocca e del cibo da portare nei campi e
uscì lanciandole uno sguardo di rimprovero.
Kaori tornò a servire ai tavoli, guardando con ansia la
porta, in attesa che l'amica tornasse con delle notizie. Non appena la
vide le corse incontro.
“Ti ha detto qualcosa?”
“Di che parli? Mi è sembrato di capire che tu non
voglia che io mi immischi..”
“Andiamo, Miki. So che gli hai detto qualcosa.” la
implorò con un sorriso.
“E va bene..” sospirò l'amica con
sguardo addolcito. “Ho provato a farlo confessare, ma non ci
sono riuscita.”
“Certo, immagino.” replicò lei
rassegnata. C'era da aspettarselo.
“Ehm.. Kaori, devo dirti una cosa.”
continuò Miki con sguardo imbarazzato.
“Che cosa?” le chiese leggermente preoccupata.
L'amica di solito non si imbarazzava mai.
“Ehm.. Ryo sa che tu lo ami.”
“Cosa? E come lo sa?”
“Gliel'ho detto io.” la informò
titubante l'altra.
Una doccia gelata in quel momento l'avrebbe sorpresa di meno.
“Cosa?? Tu gli hai detto.. Stai scherzando?”
“No..” confermò Miki.
“Oddio.. Ora non avrò più il coraggio
di guardarlo in faccia..”
“Non dire sciocchezze! Non c'è niente di male se
lui sa che lo ami. Io gliel'ho detto perchè speravo di
spingerlo a confessare..”
Kaori si sedette a prendere fiato.
“E lui come ha reagito?”
“Non ci ha creduto, ma io gli ho detto che ne ero
certa.”
E ora? Cosa avrebbe fatto quando lo avrebbe incontrato quella sera?
Cosa avrebbe detto?
“Miki, lo so che cerchi di aiutarmi, ma ti prego, non farlo
più.”
“Ho esagerato, vero?”
Annuì con un sorriso. Aveva dimenticato come Miki potesse
essere insistente.
“Mi dispiace, cara. Pensavo di far bene..”
“Non importa. Ormai è fatta. Torniamo ai tavoli o
Umi impazzisce..”
Ripresero a servire ai tavoli e la giornata passò senza
niente degno di nota. L'ansia di rincontrare Ryo le faceva provare dei
terribili crampi allo stomaco..
Presa com'era dai suoi pensieri, rimase stupita quando un tizio la
prese per un braccio.
“Ehi, bella, sto cercando una persona.”
“Mi lasci o..”
“Hai mai sentito parlare di un cacciatore di taglie con una
mira eccezionale?”
Deglutì a fatica.
“Un cacciatore di taglie? E come si chiama?”
“Il vero nome non lo so. Tutti lo chiamano “Il
cacciatore”. Pare che con l'arco possa c'entrare un uomo a un
chilometro di distanza.”
Kaori imprecò mentalmente. Stava cercando Ryo, era chiaro.
“Mi spiace non conosco nessuno che corrisponda alla
descrizione. Ora mi lasci il braccio per favore.”
“Peccato che tu non sappia indicarmelo, ma perchè
non mi fai compagnia?” insistette lui tirandola a
sé.
Kaori si sfilò il pugnale dal petto e glielo
puntò in mezzo alle gambe.
“Io servo ai tavoli, non sono qui per farle compagnia. Mi
lasci o sarà peggio per lei.”
L'uomo mollò la presa e lei potè allontanarsi in
maniera apparentemente normale. Appena arrivata in cucina, corse
incontro al proprietario della taverna.
“Umi! Avvisa Ryo, c'è un tizio che lo
cerca..”
“Chi?”
Kaori si affacciò alla porta della cucina e glielo
indicò con aria casuale.
“Sai chi è?”
“Non l'ho mai visto. Cosa ti ha chiesto?”
“Ha detto che sta cercando “Il
cacciatore”. Bisogna avvisarlo, potrebbe essere in
pericolo.”
“Va bene. Ci penso io.” acconsentì il
gigante poco prima di uscire dalla porta d'ingresso.
Riprese a servire ai tavoli cercando di non apparire nervosa, ma non
era facile. E se quel tipo voleva ucciderlo? Dubitava che ne sarebbe
stato capace, ma non era il caso di sottovalutarlo. E, soprattutto, se
lui era in pericolo, sarebbe andato via senza di lei come le aveva
detto la sera prima?
Qualche minuto dopo, Ryo e Umi rientrarono. Con naturalezza, Ryo si
sedette al solito tavolo d'angolo e di tanto in tanto si guardava
intorno studiando i presenti. Kaori gli si avvicinò con una
brocca per non attirare sospetti e gli versò da bere.
“È quello seduto vicino all'ingresso.”
gli sussurrò senza guardarlo in viso.
“Ha detto perchè mi cerca?”
“No, ma non credo voglia sfidarti ai dadi..”
Lo vide sorridere mentre portava il bicchiere alle labbra.
All'improvviso si ricordò che lui sapeva..
Si stava per allontanare, quando lui la fermò afferrandola
per un braccio.
“Grazie Kaori..” le sussurrò con
dolcezza. “Mi spiace per ieri sera..”
La mano di lui sul suo braccio sembrava bruciarle la pelle. I suoi
battiti stavano aumentando..
Senza dire una parola si liberò e si allontanò da
lui dirigendosi in cucina. Appoggiandosi al muro fece un profondo
respiro. Era troppo nervosa e ora si aggiungeva anche la presenza di
quel tipo..
Stava per tornare a servire ai tavoli, ma Umi la fermò
“Fai una pausa. Siediti a tavola con Ryo e mangia
qualcosa.”
“Ma..”
“Non intendo ripeterlo.” la zittì il
gigante.
Lentamente si sedette al tavolo con Ryo, ma rimase in silenzio. Lui
beveva e fissava il fondo del suo bicchiere. Che imbarazzo.. Doveva
dire qualcosa, ma che cosa?
“Come va la guancia?” domandò lui per
primo. “Ti fa ancora male?”
“Cosa? Oh, no..” rispose quando ricordò.
Aveva persino dimenticato il livido sul viso. “Sto bene,
grazie.”
“E oggi come ti è andata?”
continuò lui, ma sempre senza guardarla.
“Bene. Ho tirato fuori il coltello solo per quel tizio che ha
chiesto di te.”
“Ti ha fatto qualcosa?”
“No, ma era un po' troppo insistente. Gentilmente, gli ho
fatto presente che, se non mi lasciava, l'avrei trasformato in un
eunuco.”
Ryo scoppiò a ridere divertito. Kaori ne fu sorpresa, non
pensava di essere così spiritosa.
“Sei proprio pericolosa quando ti ci metti, lo sai?”
“Non sarò più impreparata.”
“Bene.” annuì lui riprendendo a bere.
Lui continuava a non guardarla in viso. Era per la loro lite della sera
prima o per quello che gli aveva detto Miki? Probabilmente per la
seconda ipotesi.. Voleva dire qualcosa, ma fu interrotta da Umi che
portò due piatti con dello stufato e del pane.
Ryo iniziò immediatamente a mangiare senza fiatare. Kaori lo
imitò, ma sentiva la pesantezza del silenzio fra loro..
Quando finirono di mangiare fece un profondo respiro per trovare il
coraggio di dire qualcosa, ma Ryo si alzò quando vide l'uomo
che chiedeva di lui uscire dalla taverna.
“Devo andare.”
“Ma..” cercò di protestare lei, ma lui
ormai stava già uscendo dalla porta. Pregò
silenziosamente che non gli succedesse nulla.
Fuori ormai era buio, ma riusciva a distinguere bene sia quell'uomo,
sia il suo cavallo. Stava per salirci sopra, ma Ryo lo prese alle
spalle passandogli il braccio intorno al collo e stringendo in modo che
faticasse a respirare e che, soprattutto, non potesse urlare.
Lo trascinò in un angolo più buio degli altri,
tenendosi sempre alle sue spalle in modo che l'altro non lo vedesse in
viso. Aveva portato con se un pugnale e glielo puntò alle
gola.
“Perchè mi stai cercando?” gli
sibilò all'orecchio e poi allentò leggermente la
presa per permettergli di parlare.
“Tu.. Tu sei “Il cacciatore”? Allora
quella ragazza ti conosceva..”
“Non ha risposto alla mia domanda.” insistette lui
ignorando il riferimento a Kaori e premendo maggiormente il pugnale.
“Il mio capo vuole incontrarti.”
“Perchè?”
“Perchè hai ucciso uno dei nostri e vuole sfidarti
a duello.”
“A duello? Vorrai dire che vuole farmi un imboscata.. Credi
sia stupido?”
L'uomo non rispose, evidentemente non pensava che Ryo lo scoprisse
subito.
“Sai, il tuo capo non è mica il primo a provarci.
Gli altri non possono più raccontarlo
però..”
“Tu vuoi dire che li hai uccisi?”
“Sì, e anche tutta la loro banda.”
“Da solo?”
“Io lavoro sempre da solo..” mentì
spudoratamente.
Sentì l'uomo deglutire a fatica. Lo aveva spaventato
abbastanza.
“Ora tornerai dal tuo capo e gli dirai che, se ancora ci
tiene a sfidarmi a duello, deciderò io il posto e il momento
e che se si azzarda a farmi un imboscata non avrà neanche il
tempo di pentirsene. Mi sono spiegato?”
“Veramente, il capo mi ha detto che se non accetti la sua
proposta, verrà in questo villaggio e ucciderà
gli abitanti uno ad uno, partendo dalle donne.”
Adesso era Ryo a sentirsi spaventato, ma non poteva darlo a vedere.
“Quindi vuole fare il gioco duro? D'accordo, ma non
sarò certo clemente con lui quando arriverà il
suo momento. Siete accampati sul lato ovest del lago?”
“Sì, come lo sai?”
“Non mi sfugge niente.. Ora vai e riferisci al tuo capo che
domani sera vi raggiungerò. Per quanto riguarda te, se
rivedo il tuo brutto muso a 100 metri dal villaggio, ti taglio a pezzi
e poi ti do in pasto ai maiali. Ora sparisci, verme
schifoso..” concluse dandogli un calcio.
L'uomo barcollò e si voltò a guardarlo, ma era
buio e non poteva distinguere nulla, quindi terrorizzato corse verso il
suo cavallo e scappò via al galoppo.
Ryo sospirò. Le cose si mettevano male. Volevano ucciderlo,
era chiaro. La morte di quell'uomo era solo un pretesto, ma non poteva
rifiutarsi o avrebbe messo in pericolo il villaggio e le prime a
passarci sarebbero state le donne. Kaori e Miki ovviamente facevano
parte della lista. Doveva agire, non poteva restare con le mani in
mano, ma non poteva parlarne a nessuno, tantomeno a Kaori. Avrebbe
accennato qualcosa a Umi, ma non sarebbe sceso nei dettagli. Sapeva che
se solo avesse sospettato che sua moglie era in pericolo,
sarebbe diventato una vera belva.
Nascose il pugnale e tornò alla taverna. Ormai era quasi
vuota, solo alcuni vecchi ubriachi tardavano ad andarsene, ma presto il
proprietario li avrebbe buttati fuori volenti o nolenti.
Kaori e Miki non si vedevano. Si sedette al solito tavolo e si
versò da bere. L'amico lo raggiunse poco dopo.
“Dove sei stato?”
“Ho fatto una chiaccherata con il curiosone..”
“Che hai scoperto?”
“Il solito. Il capo di una banda di delinquenti vuole
uccidermi.”
“Già, che noia..” replicò
sarcastico il gigante.
“Senti, partirò all'alba. Puoi tenere d'occhio
Kaori mentre sarò via?”
“Per quanto tempo?”
“Non lo so. Spero solo per qualche giorno.. Se tardo a
tornare, non aspettatemi più.”
L'amico annuì. Capiva bene la situazione. C'era passato
tante volte anche lui quando faceva lo stesso mestiere.
“Cosa devo dire a Kaori?”
“Cerca di farle sapere il più tardi possibile che
me ne sono andato e poi, impediscile di seguirmi. So che ne sarebbe
capace.”
“D'accordo.”
Umi versò da bere a entrambi e poi alzò il
bicchiere verso l'amico per un brindisi. Ryo fece lo stesso. Sapeva che
gli stava augurando buona fortuna.
Dopo aver bevuto, salì al piano di sopra. Sperò
che lei dormisse già, non sapeva se era pronto a mentirle.
Entrando nella stanza sentì il profumo del sapone, doveva
aver appena fatto un bagno, ed era già a letto.
Entrò lentamente, cercando di evitare i rumori per non
svegliarla, ma poi se la ritrovò di fronte. Indossava solo
una camicia da notte bianca e i suoi capelli erano ancora umidi. Gli
sembrò quasi una visione..
“Allora? Hai scoperto qualcosa?” lo
interrogò lei con ansia.
“Sì.. Niente di che, un tizio voleva assumermi per
acciuffare un ladro.. Gli ho detto che ci devo pensare.”
“Tutto qui?”
“Sì, niente di grave, puoi rilassarti.”
“Grazie a Dio..” sospirò lei sedendosi
sul letto di Ryo. “Ero così preoccupata. Pensavo
avesse a che fare con quello che hai ammazzato l'altro ieri.”
Si sentì mancare, dimenticava sempre quanto Kaori potesse
essere intuitiva.
“Beh.. Per quello non ti preoccupare. Se ci saranno problemi
me ne occuperò io. Risolvo sempre tutto, lo sai.”
“Sì, lo so, ma non posso fare a meno di
preoccuparmi..”
Si sentì un idiota. La faceva preoccupare e poi le mentiva.
L'indomani sarebbe partito senza neanche salutarla e forse non sarebbe
tornato. Forse avrebbe dovuto dirle quello che provava nel caso non si
fossero più visti..
Si sedette accanto a lei e fece un sospiro per trovare un po' di
coraggio.
“Senti, io..” cominciò, ma si
bloccò immediatamente. Forse era meglio non dirglielo. Se
Miki aveva ragione, lei gli avrebbe detto che ricambiava i suoi
sentimenti e allora non avrebbe mai trovato il coraggio di lasciarla..
“Io, non voglio che ti preoccupi.”
improvvisò alla fine.
“Neanche io vorrei, ma non so come evitarlo..”
replicò lei con un sorriso. “Ma se tu dici che
è tutto a posto, mi fido di te..”
Il senso di colpa lo trafisse, lei si fidava di lui e invece la stava
imbrogliando.
“Non devi fidarti di me.. Cioè, sì puoi
fidarti, ma devi fidarti più di te stessa, perchè
quando vuoi tu..” balbettò con tono
indeciso.
“Ma cosa stai dicendo??” chiese lei confusa.
Sospirò. Non riusciva neanche a formulare delle frasi
sensate.
“Voglio dire che tu puoi fare quello che vuoi, puoi riuscire
ad essere quello che vuoi, perchè tu sei una persona con
grande potenzialità e devi solo avere fiducia in te
stessa..”
Lei lo guardava con aria divertita e perplessa.
“Ma.. Perchè mi dici questo?”
“È solo che, a volte temo che tu non ti renda
conto che in realtà non hai bisogno di me.”
“Io.. Come puoi dire che non ho bisogno di te? Senza di te
cosa mi sarebbe successo negli ultimi due giorni?”
“Forse perchè tu ti aspetti sempre che arrivi io..
Non dovresti. Tu puoi cavartela benissimo anche da sola.”
Kaori si alzò in piedi e sembrava furiosa.
“Vuoi abbandonarmi? È per questo che mi dici
questo?” replicò lei con foga. “Se vuoi
lasciarmi dimmelo subito, non girarci attorno.”
Non poteva rispondere, non poteva ammettere che, anche se non voleva,
alla fine l'avrebbe abbandonata.
“Allora è così..”
continuò lei interpretando il suo silenzio.
“Quando?”
“Kaori.. Non è come credi..”
cercò di spiegarsi anche se non sapeva da che parte iniziare.
“A me sembra proprio così. Ti sei stancato di me,
mi pare ovvio.” fece una lunga pausa e un profondo sospiro.
“È per quello che ti ha detto Miki?”
Ryo sentì mancare un battito. Lei sapeva della sua
conversazione con Miki. Si alzò dal letto con aria nervosa.
“No, non è per quello.” rispose
velocemente. Non voleva che lei gli facesse altre domande.
“Allora dimmi, perchè?”
“Sai, io non devo spiegarti tutto!” rispose lui con
esasperazione e uscì dalla camera.
Si diresse al bagno e si immerse nell'acqua gelida per
cercare di calmarsi. Non sapeva proprio come comportarsi con lei..
Quando tornò nella loro tanza, il buio l'avvolgeva. Kaori
aveva spento ogni candela e solo la luce della luna illuminava i mobili
il tanto sufficiente per non andarci a sbattere. Si sdraiò
nel suo letto e rimase ad ascoltare. Nel silenzio, riusciva a sentire
il suo respiro. Non era regolare, era sveglia e anche agitata. Doveva
aspettare che si addormentasse e poi si sarebbe dovuto preparare per
partire. Lei però continuava a rigirarsi nel letto.. Lui
riusciva a percepirne il fruscio. Poi sentì qualcosa di
diverso. Lei si era alzata e stava attraversando la stanza. Stava
venendo da lui, perchè?
Kaori si sedette sul suo letto e gli scosse la spalla.
“Ryo?”lo chiamò con dolcezza.
“Cosa c'è Kaori?”
“Ti prego non lasciarmi..”
Si tirò su a sedere nel letto e guardò il suo
viso illuminato dalla luna. Era davvero bellissima..
“Kaori..” cercò qualcosa da dire, ma non
voleva mentirle. “Sapevamo che prima o poi sarebbe
successo.”
“No, ti prego, non dire così. Io non potrei vivere
lontano da te..”
Non poteva ascoltare quelle parole senza reagire. Desiderava prenderla
fra le braccia e baciare la sua pelle diafana.. Combattè una
dura lotta con i suoi istinti per trattenersi.
“Non ci pensare ora.. Vai a riposarti.”
“No, prima rispondimi. Tu.. Mi ami solo come una sorella? O
provi qualcosa di più per me?”
Adesso cosa doveva dire? Non poteva risponderle, non poteva ammettere
di amarla..
“Kaori, sai che tengo a te, ma ora non posso darti una
risposta.”
Lo sguardo deluso di lei lo colpì come una pugnalata.
L'aveva ferita, ancora. La guardò ritornare suo letto
lentamente e si sentì un mostro..
CONTINUA..
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Capitolo 4 *** Il cacciatore in azione! ***
Siamo arrivati al capitolo finale. Ringrazio chiunque abbia commentato
o anche solo letto la mia ff. Spero vi sia piaciuta e spero che la fine
vi soddisfi.
4 – Il cacciatore in azione!
Ryo e partito e presto
Kaori lo scoprirà, ma non resterà con le mani in
mano!
Qualcuno la scosse. Aprendo gli occhi si trovò di fronte a
Miki che le sorrideva.
“Sveglia Kaori!”
Si alzò immediatamente, anche se si sentiva a pezzi. Aveva
dormito malissimo per la discussione avuta con Ryo. Il suo corpo aveva
ceduto e alla fine si era addormentata, ma aveva continuato a sentirsi
profondamente agitata.
Si vestì velocemente ma, quando oltrepassò la
tenda per uscire dalla stanza, vide che l'altro letto era vuoto.
“Dov'è Ryo?”
“Nei campi. Umi mi ha detto che oggi ha iniziato
presto.”
Sospirò, la stava forse evitando? Senza replicare scese al
piano di sotto. Sentiva che sarebbe stata una giornata più
pesante delle altre..
Il lavoro sembrava come gli altri giorni, a parte il fatto che Umi non
c'era e quindi lei e Miki avevano un bel da fare. Quando aveva chiesto
all'amica dove era il marito, le aveva detto che era andato a sbrigare
degli affari, ma non le aveva detto quali. Non sembrava che questo
fatto la stupisse, quindi Kaori pensò capitasse spesso.
Quando arrivò l'ora in cui normalmente portavano
il pranzo a Ryo, si precipitò da Miki.
“Devo andare a portargli da mangiare.”
“No, vado io. Umi mi ha detto che oggi me ne devo occupare
io.”
“Perchè?”
“Non lo so..”
“Deve averglielo detto lui.. Non vuole vedermi.”
concluse con tristezza. “Ieri abbiamo parlato e.. Sono certa
che sia per quello.”
“Kaori.. Magari vuole solo riflettere un po'.”
Non replicò, sapeva che non era così. Aveva osato
troppo chiedendogli cosa provava per lei e lo aveva spaventato, e ora
lui la teneva a distanza.
“Ti prego, cerca di capire se è arrabbiato o se ce
l'ha con me per qualche motivo.”
“Va bene..” acconsentì sospirando
l'amica. “Ma non sono molto brava a parlare con Ryo, non ho
avuto buoni risultati ieri..”
Un minuto dopo, l'amica usciva portando con se la solita acqua e il
cibo. Kaori riprese a servire ai tavoli tenendo sempre sotto controllo
la porta con ansia. Sperava che l'amica le portasse buone notizie,
anche se non sapeva nemmeno lei cosa aspettarsi.
Quando però la vide entrare da quella porta, si
sentì mancare. Miki era pallida e aveva uno strano sguardo.
“Cosa è successo??” le chiese
preoccupata.
“Kaori, siediti.”le ordinò.
“Devo parlarti.”
Obbedì sentendosi improvvisamente le gambe deboli. Non
riusciva né a deglutire né a respirare.
“Vedi.. Ryo non c'è.”
“Come sarebbe che non c'è?
Dov'è?”
“Non lo so. Ai campi c'è Umi.”
“Umi?? Allora lui sa dov'è Ryo?”
“Non me l'ha detto. Non credo che lo sappia, ma sapeva che se
ne sarebbe andato. È per questo che mi ha mentito e ha preso
il suo posto. Mi ha persino chiesto di non dirti nulla!”
concluse l'amica con rabbia. Era furiosa per essere stata presa in giro
dal marito.
Kaori rimase seduta con sguardo triste. Le aveva detto che se ne
sarebbe andato, ma perchè così presto? Doveva
essere successo qualcosa..
Si alzò immediatamente e si diresse nei campi, doveva
parlare con Umi. Correndo, percorse in pochi secondi il centinaio di
metri che la separavano dalla stalla. Il gigante stava arando
il campo.
“Umi!” lo chiamò appena lo vide.
Lui si voltò, ma finse di non averla vista e
proseguì il suo lavoro. Lei gli corse incontro e lo
tirò per un braccio.
“Dov'è Ryo?”
“Non lo so.”
“Allora cosa sai?”
“So che lui voleva che tu lo sapessi il più tardi
possibile.”
“Perchè?” domandò lei con
esasperazione.
“Non voleva che tu lo seguissi.”
Kaori digrignò i denti dalla rabbia. Quel bastardo se n'era
andato lasciandola sola, senza neanche salutarla, e forse non sarebbe
più tornato.
“Quando lo ha deciso?”
“Ieri sera, dopo aver seguito quel tipo..”
“Allora mi ha mentito. Mi aveva detto che quel tizio non era
un problema.”
Il gigante non replicò.
“Devo seguirlo.” decise allontanandosi, ma un
enorme braccio la bloccò.
“No, gli ho promesso che te l'avrei impedito.”
“Lui è solo, potrebbe succedergli qualsiasi cosa e
non ci sarà nessuno a coprirgli le spalle..”
“Per lui è meglio se è solo.”
Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Cosa vuoi dire? Ti ha detto che gli sono
d'impiccio?”
“No, lui non ha detto niente del genere, ma si può
concentrare meglio se è solo.”
“Come lo sai? Lui ha accennato qualcosa o..”
“Lo so perchè io facevo lo stesso lavoro. Non
riuscivo a stare tranquillo quando Miki era con me, ero sempre
distratto dalla paura che le succedesse qualcosa.”
“Tu e Ryo non capirete mai che noi non siamo solo qualcosa da
proteggere? Ci avete insegnato abbastanza per potervi aiutare, per
potervi coprire le spalle. Se solo ce ne deste la
possibilità..”
“Kaori, non ho intenzione di discutere. Tu resti qua, a costo
di legarti a una sedia.”
Stava per ribattere, ma poi capì che era inutile.
Annuì e si allontanò. Umi riprese a lavorare
ignorandola.
Passando accanto alla stalla, prese della corda e se la nascose sotto
il vestito. Non si sarebbe arresa..
Tornando alla taverna, si era scusata con Miki dicendo di non sentirsi
bene, ed era corsa nella sua camera. L'amica non aveva avuto sospetti,
probabilmente pensava che fosse depressa per la partenza di Ryo. Appena
sola, si era tolta il vestito e aveva recuperato i suoi abiti maschili.
Dopo aver indossato i pantaloni, la giacca e gli stivali in pelle,
prese le armi. Sarebbe stata pronta a tutto!Nascose un pugnale in
ognuno degli stivali e uno sotto la giacca. Si appese l'arco e le
frecce alle spalle e infilò la spada nella fondina. Una
volta pronta, legò la corda a uno dei letti e la
buttò giù dalla finestra. Lentamente
scivolò in basso senza fare rumore. Si era calata in un
vicolo dove nessuno l'avrebbe notata. Si diresse alla stalla, stando
attenta a non farsi vedere da nessuno. Umi era impegnato a usare la
vanga e non la notò. Si avvicinò al suo cavallo e
lo accarezzò. L'animale, felice di rivederla,
nitrì, e lei temette che il gigante lo sentisse, ma non
notò nessuna reazione in lui. Cercando di evitare ulteriori
rumori, sellò il cavallo e poi lo guidò fuori
dalla stalla. Solo quando fu abbastanza lontano, vi salì in
groppa e partì al galoppo.
Cavalcò fuori dal villaggio e si diresse ai boschi. Era
certa che lui fosse andato in quella direzione. Il suo istinto gli
diceva che la partenza di Ryo aveva a che fare con l'uccisione di
quell'uomo al lago. A un certo puntò notò delle
impronte proprio in quella direzione. Riconobbe la forme dei ferri del
cavallo di Ryo. Li aveva fatti mettere dall'altra parte della montagna
qualche mese prima, nessun altro li aveva così in quella
zona. Seppe di essere sulla buona strada.
Dopo circa due ore di viaggio era arrivata al lago. Le tracce di Ryo
salivano sino al fiume e si fermavano all'altezza di un guado.
Attraversarlo significava entrare nella zona a ovest del lago che era
pricincipalmente frequentata dai briganti. Lui l'aveva avvisata tante
volte di starne alla larga, ma lei era certa di trovarlo lì.
Armò l'arco tenendosi pronta a ogni evenienza e
attraversò il fiume. Non poteva fermarsi ora, ormai era
fatta. Lentamente si introdusse in quel lato del bosco. Il sole
cominciava a tramontare e dopo mezz'ora era immersa nel buio.
All'improvviso, qualcosa la tirò giù da cavallo e
si ritrovò a terra stretta da delle forti braccia. Con
fatica, sfilò uno dei coltelli dal suo stivale e lo
puntò alla gola dell'uomo.
“Lasciami animale!”
L'uomo si bloccò immediatamente, ma non sembrava spaventato.
“Kaori?” chiese una voce che conosceva bene.
“Ryo?” si sorprese lei. Lo aveva trovato!
“Grazie a Dio sei tu!.”
“Cosa diavolo ci fai qui??”
“Sono venuta ad aiutarti.”
“Ad aiutarmi? Kaori non dovresti essere qui. É
pericoloso, è per questo che ho detto a Umi di tenerti
lì.. Come ha fatto a perderti di vista, non è da
lui..”
“Forse sono più in gamba di quanto
pensi!” replicò irritata dal fatto che lui
credesse che fosse così incapace.
“Non ne ho mai dubitato, ma sai Umi è un osso
d'uro..”
“Davvero? Tu mi ritieni in gamba?”
Lui non rispose e la fissò imbarazzato. Le sembrava a
disagio. Solo in quel momento si rese conto che lui le stava ancora
sopra. Cominciò a sentirsi emozionata.. Il cuore le batteva
sempre più veloce. Stava per dire qualcosa, ma lui si
alzò all'improvviso e le tese la mano per aiutarla.
“Preferirei che tu tornassi indietro.”
“Io sono qui per aiutarti, l'hai detto tu che sono in
gamba..”
Ryo alzò gli occhi al cielo esasperato.
“D'accordo, resta. Ma dovrai fare esattamente come ti dico!
Non so nemmeno quanto uomini mi aspettano..”
“Hai detto bene. Aspettano te, non noi. Li colpiremo di
sorpresa!”
Lui sbuffò e poi lo sentì ridere.
“Va bene Attila!” acconsentì prendendola
in giro. “Cerca solo di essere prudente. E se le cose si
mettono male non pensare a me, fuggi e basta, ok?”
“Preferirei tornare indietro con te, quindi anche tu sii
prudente!” gli ricordò lei con un sorriso
supplicante.
Lui la guardò in un modo strano, come se non potesse
promettergli nulla del genere.
“D'accordo.” le rispose infine. “Ora si
comincia. Hai abbastanza frecce?”
“Certo.”
Nascosero i cavalli e proseguirono a piedi. Il silenzio era
fondamentale per poter cogliere di sorpresa il nemico. Dopo
un centinaio di metri, videro dei simboli sugli alberi. Avevano un che
di familiare.. Infine ricordò. L'uomo che l'aveva aggredita
aveva un tatuaggio identico. Stava per dire qualcosa, ma sentirono
delle voci in lontananza e si nascosero dietro a dei cespugli. Due
uomini, armati di tutto punto, chiaccheravano del più e del
meno. Dovevano essere di guardia, ma non sembravano molto attenti. Vide
Ryo fare un sorriso beffardo e poi allontanarsi lentamente. Kaori
rimase lì e armò l'arco per coprirgli le spalle
se fosse stato necessario. Passarono dei minuti in cui
aspettò che succedesse qualcosa. Uno dei due uomini di
guardia si allontanò e l'altro non commentò. Il
silenzio avvolse nuovamente il bosco per qualche altro minuto, poi vide
un ombra fulminea aggredire la guardia rimasta alle spalle e
tramortirla con il manico di un pugnale. Era Ryo. Si
avvicinò a lui in silenzio. Lo vide trascinare anche il
primo uomo, ormai svenuto, nello stesso punto.
“Non li hai uccisi..” commentò sorpresa.
“Non ne valeva la pena..”
Sorrise. A differenza di tanti altri cacciatori di taglie, Ryo non
uccideva se non era necessario. Nonostante tutto, non era diventato un
cinico assassino.
Legarono e imbavagliarono entrambi gli uomini e li nascosero dietro a
un cespuglio.
Continuarono a proseguire in silenzio sino a quando non sentirono delle
voci di un gruppo di persone. Lentamente si avvicinarono sino a vedere
un accampamento. Erano circa una quindicina di uomini, armati fino ai
denti. Erano troppi per loro due. Lui era in grado di farne fuori
abbastanza, ma non tutti, e lei se la cavava, ma non era certo brava
come lui.
“Dovremmo dividerli per riuscire a combinare
qualcosa..”
“Proprio quello che pensavo..” confermò
Ryo con un sorriso complice.
Si divisero e si allontanarono verso i due lati opposti
dell'accampamento. Kaori si mosse lentamente con in mano il suo pugnale
e arrivò alle spalle di un uomo che beveva. Essendo
all'ombra nessuno poteva vederla. Con il manico del pugnale, diede un
colpo alla nuca dell'uomo che cadde a terra tramortito.
Aspettò un minuto nel caso qualcuno avesse notato qualcosa,
ma non ci fu nessuna reazione. Lentamente trascinò il corpo
verso il bosco dove vi trovò Ryo con ben due uomini svenuti.
Era inutile, lui era decisamente più bravo!
Legarono e imbavagliarono anche quelli, e proseguirono nella stessa
maniera sino a che nell'accampamento rimasero solo sei uomini. Ora
potevano farcela anche se erano solo in due. Ryo aveva perlustrato la
zona intorno all'accampamento, non c'erano altri uomini di guardia o
nascosti. Non avrebbe avuto sorprese.
Con aria tranquilla, entrò nell'accampamento dei briganti.
“Il vostro capo mi aspetta.” disse a un uomo che
masticava del tabacco.
“Ah, sì? E tu chi saresti pivello?”
Con una mossa fulminea, prese il braccio dell'uomo e glielo
bloccò dietro la schiena, mentre con l'altra mano gli
puntò un pugnale alla gola.
“Indovina?” sibilò minaccioso.
“Ho.. Ho capito. Lo avviso subito..”
balbettò impaurito l'altro.
Ryo lo liberò e lo vide entrare in una tenda da cui
riuscì subito dopo con un altro uomo.
“Finalmente ci incontriamo.” disse colui che doveva
essere il capo.
Ryo lo osservò. Era un po' più vecchio di lui e
il suo viso era segnato da diverse cicatrici. Fisicamente erano simili,
quindi non avrebbe avuto grosse difficoltà a batterlo.
“Non pensavo di avere tanti ammiratori..”
“Non fare lo spiritoso! Ho intenzione di chiudere la tua
boccaccia per sempre..”
“E perchè mi vuoi morto? Giusto per
sapere..”
“Perchè hai ucciso mio fratello..”
“Quello al lago era tuo fratello? L'ho ucciso
perchè stava cercando di violentare una ragazza.”
“Non mi interessa. La pagherai comunque. Inoltre uccidere te
sarà un monito per tutti gli altri cacciatori di taglie.
Nessuno può mettersi contro di noi!”
“Se lo dici tu..” commentò sarcastico
Ryo. “Comunque, facciamola breve. Non volevi un
duello?”
L'altro rise divertito.
“Non crederai che ti darò la
possibilità di difenderti..”
“Non l'ho mai creduto, ho sempre saputo che era una trappola,
ma tu non crederai che io sia venuto impreparato..”
“Cosa vuoi dire?”
Per Kaori quello era il segnale. Scoccò una freccia verso
l'uomo che si trovava accanto al capo, colpendolo alla spalla. Con un
altra freccia colpì un altro uomo che si stava avvicinando
colpendolo a una gamba. Aproffittando della confusione, Ryo si
lanciò contro il capo e gli puntò la spada alla
gola.
“Ti va di raggiungere tuo fratello?”
Due degli uomini restanti si stavano dirigendo verso di lui per
fermarlo, Kaori scoccò due frecce il più
velocemente possibile e li colpì uno alla mano e l'altro al
piede. Due altri uomini, però, la stavano cercando avendo
individuato da dove venivano lanciate le frecce. Lasciò
l'arco e impugnò la spada e il pugnale. Avrebbero avuto pane
per i loro denti..
Ryo fu distratto dagli uomini che cercavano Kaori e il capo ne
aproffittò per afferrare la sua spada. Ripresosi
immediatamente, cercò di bloccarlo, ma non fece in tempo.
Ora i due uomini impugnavano entrambi una spada ed erano intenzionati a
combattere.
Nel frattempo, uno di quei briganti raggiunse Kaori che, con un abile
mossa gli conficcò un pugnale nell'avambraccio lasciandolo
dolorante. Il secondo la raggiunse poco dopo e tentò di
colpirla con la spada. Lei si difese e stava per colpirlo, quando
l'altro si scansò e le colpì il cappello,
rivelando il suo candido viso alla luce della luna.
“Sei una donna!” esclamò sorpeso.
Aproffittando della sua distrazione, Kaori lo colpì con la
spada ferendolo a un fianco.
“Sì, sei appena stato battuto da una donna,
idiota..”
Legò i feriti a un albero e poi raggiunse Ryo che stava
duellando con il capo banda. Era veloce e molto forte, ma anche l'altro
lo era. Per un attimo temette per la sua vita e fu tentata di aiutarlo
colpendo il suo avversario con una freccia, ma Ryo non avrebbe
approvato. Le aveva sempre detto che non si interferisce con un duello.
Si finisce solo per macchiare la reputazione di uno dei due combattenti.
La lotta continuava a essere in parità. Kaori continuava a
osservare la scena mentre legava anche gli altri feriti. Aveva appena
terminato quando, con un fulmineo colpo di spada, Ryo fu ferito alla
spalla. Un urlo di terrore la percorse.. L'avversario ne fu distratto e
così Ryo potè attaccarlo di sorpresa colpendolo a
una gamba.
“Allora? Ti arrendi?” domandò minaccioso
mentre gli puntava la spada alla gola.
“Io..”
“Ripeto: Ti arrendi? O vuoi che ti mandi realmente a trovare
tuo fratello?”
L'altro non rispose, ma si accasciò esausto a terra. Ryo lo
tirò su di peso e lo legò trascinandolo accanto
agli altri e iniziò a legarlo.
Kaori gli corse incontro immediatamente.
“Sei ferito?” chiese con ansia.
“Alla spalla, ma non è nulla di grave. E
tu?”
“Io sto bene..” replicò lei con un
sorriso. “E ora che ne facciamo con tutti questi
delinquenti?”
“Possiamo ucciderli oppure consegnarli ai gendarmi. Sono
certo che ci sia una bella taglia sulla testa di ognuno di
loro.”
“Io preferirei le taglie. Un po' di soldi non
guastano..”
“Sono d'accordo.”
Kaori avrebbe voluto abbracciarlo, ma si trattenne, non era il momento
e lui era ferito. Si avvicinò a uno degli uomini tramortiti
e gli strappò un pezzo della camicia e poi
ritornò da Ryo.
“Bisogna fermare il sangue..”
Lui abbozzò un mezzo sorriso e si tolse la giacca in pelle e
la camicia restando seminudo. Kaori, ignorò i suoi battiti
che accelleravano, fece un profondo respiro per concentrarsi e prese
dell'acqua che aveva visto in una bisaccia. Lavò
delicatamente la ferita e poi legò il pezzo di stoffa
intorno bendandola.
“Ora sono più tranquilla.”
“Grazie Kaori..”
Lui le stava sorridendo e, per un attimo, ebbe l'impressione che anche
lui volesse abbracciarla, ma subito dopo si allontanò e si
rivestì. Si diede della sciocca. Se lui avesse voluto fare
qualcosa del genere, non l'avrebbe certo fatto di fronte a quei
briganti che, anche se doloranti e feriti, li osservavano.
Insieme, a uno a uno, bendarono anche le ferite dei prigionieri.
Dovevano arrivare vivi dalle autorità o non avrebbero avuto
nessuna taglia. Recuperarono anche quelli che avevano stordito sino ad
arrivare a un totale di diciannove uomini. Li trascinarono dove avevano
lasciato i cavalli e ve li legarono. Montarono in sella e si diressero
ad un villaggio vicino. Evitarono di tornare dove stavano Umi e Miki,
ormai lì potevano essere riconosciuti.
All'alba, avevano consegnato tutti gli uomini e incassato una bella
taglia. Ora sarebbero potuti tornare dai loro amici, così
pensava Kaori, ma si chiese se Ryo non avesse altri progetti. Le aveva
detto che prima o poi l'avrebbe abbandonata, era arrivato il momento?
“E ora?” chiese incerta, mentre cavalcavano via dal
villaggio.
“Ora torniamo alla taverna, sono davvero stanco e ho
fame..”
“Ryo..” cominciò a dire con tono triste.
“Perchè te ne sei andato senza dirmi
niente?”
Lui non rispose continuando a tenere lo sguardo basso.
“Pensavi di non tornare, vero? Anche se fossi riuscito a
sconfiggere da solo la banda, non saresti tornato. È per
quello che mi hai detto quelle cose l'altra notte?”
“Kaori.. La nostra situazione è
insostenibile.”
“Perchè?” obbiettò lei
tagliandogli la strada per costringerlo a fermarsi e a guardarla in
viso.
“Perchè non voglio che ti succeda nulla e, invece,
quando sei con me attiriamo i pericoli come una calamita..”
“Vuoi dire che io attiro i pericoli e che tu da solo te la
caveresti meglio perchè non dovresti preoccuparti
di me, giusto?”
“Non metterla così. Dico solo che sarebbe
più semplice per entrambi..”
“Ma cosa ne sai? Chi ti dice che per me sarebbe
più semplice??” insistette lei con rabbia.
“Tu non hai idea di come mi sento quando non ci sei.. Mi
sembra che mi manchi la terra sotto i piedi.”
Lui non rispondeva, ma continuava a guardarla con tristezza.
“Anche per me è così, ma non posso
continuare a rischiare la tua vita perchè sono troppo
egoista per lasciarti andare..” rispose infine lui tutto d'un
fiato.
Kaori ne rimase pietrificata. Aveva capito bene?
“Cosa hai detto?” domandò incredula.
Ryo si morse il labbro. Si era lasciato scappare l'unica cosa che non
avrebbe mai dovuto confessare, ma non era riuscito a controllarsi. Lei
era stata fantastica e lo aveva aiutato veramente tanto quella notte, e
se possibile, l'aveva amata ancora di più. La stanchezza e
la fame gli avevano impedito di controllarsi come sempre e aveva finito
per dichiarare che non riusciva a stare senza di lei.. Ormai era fatta.
“Io.. Hai capito cosa ho detto.” concluse lui
cercando di troncare il discorso. Fece spostare il cavallo in modo da
evitare quello di lei che lo ostacolava.
“Ryo! Non puoi dirmi una cosa del genere e poi
andartene..” continuò lei seguendolo.
Lui non rispose. Era meglio se si stava zitto. Ogni volta che apriva
bocca combinava un guaio, ma lei gli bloccò nuovamente la
strada con il suo cavallo.
“Non ti permetterò di evitare il
discorso.”
Sospirò. Era proprio testarda..
“Kaori, sono stanco, non possiamo discuterne un altro
giorno?”
“NO! Ne discutiamo ora!”
Lei sapeva benissimo che, se avessero rimandato la conversazione, non
l'avrebbero ripresa mai più, lo conosceva troppo bene.
Ryo esasperato, scese da cavallo e si sedette all'ombra di un albero
lì vicino. Visto che dovevano parlare si sarebbe almeno
messo più comodo. Lei lo seguì un attimo dopo
mettendosi accanto a lui.
“Allora?” incalzò lei.
“Aspetto delle spiegazioni.”
“Cosa vuoi sapere?”
“Voglio sapere cosa provi per me e questa volta non
accetterò una risposta vaga o che tu mi offenda. Voglio la
verità a costo di torturarti per averla!” lo
minacciò lei con sguardo risoluto.
Ryo chiuse gli occhi per concentrarsi, averla così vicino lo
destabilizzava e non riusciva a pensare lucidamente.
“Io ti voglio molto bene.” disse infine sperando
che lei si accontentasse.
“Come? Come una sorella oppure in maniera diversa?”
Non aveva modo di evitare la domanda, non più. Era arrivato
il momento di confessare. Dopo anni che aveva cercato di reprimere ogni
sentimento verso quella splendida ragazza, ora doveva invece lasciarsi
andare, non era certo semplice.
“Non è facile da spiegare.”
iniziò cercando le parole giuste. Lei lo guardava in
silenzio con sguardo speranzoso e incoraggiante. “Io non
credo di averti mai considerato una sorella..”
Kaori non replicava, ma lo fissava in attesa. Doveva continuare, la
risposta non era sufficiente.
“Credo di averti amata dal primo giorno che sei venuta a
stare con me.. O magari anche da prima. Quando ti vedevo con Hideyuki,
lo invidiavo. Pensavo fosse perchè lui aveva una casa e una
famiglia, ma comincio a credere che in realtà lo invidiavo
perchè ti aveva accanto.”
Lei non diceva nulla, ma sorrideva, e i suoi occhi luccicavano di
quella che sembrava felicità.
“Perchè non mi hai mai detto niente?”
gli domandò infine emozionata.
“Perchè eri così giovane e io
così.. Beh, non sono certo l'uomo ideale! Pensavo che mi
sarebbe passata e che tu avresti sposato un contadino o un
commerciante.. Non ho mai pensato che avresti potuto stare con uno come
me.”
Kaori gli si avvicinò e lo abbracciò. Ryo chiuse
gli occhi aspirando il profumo di quella pelle delicata.
“Sciocco..” gli sussurrò lei
all'orecchio. “Ti amo dal primo momento che ti ho visto, non
avrei mai potuto amare o sposare qualcun altro..”
Si allontanò leggermente da lei per vederla in viso. Le mise
una mano sulla guancia per poterla accarezzare. Lei socchiuse gli occhi
beandosi della sensazione che provava a contatto con la sua pelle.
Sembrava una gatta che faceva le fusa.. Si avvicinò a lei e
baciò quelle labbra rosee che aveva tanto sognato. Erano
dolci e morbide e non avrebbe voluto lasciarle mai..
“Bene!” esclamò lei un minuto dopo
staccandosi da lui e alzandosi. “Ora possiamo tornare da Miki
e Umi, saranno preoccupati.”
“Aspetta!” protestò lui confuso.
“Dove vuoi andare? Torna qui..” le
ordinò prendendola per un braccio e tirandola nuovamente a
sé. “Improvvisamente hai voglia di andare? Io
invece ho voglia di restare..”
“Non avevi fame?” le ricordò lei
ridendo. “Ed eri anche stanco e, aggiungerei, hai bisogno di
un bagno. Abbiamo tanto tempo per il resto.”
“Ma..”
“Vorrei anche ricordarti che siamo in un posto in cui
chiunque può vederci e che io sono vestita da
uomo..”
Imprecò. Ci mancava solo che li prendessero per due
finocchi. Sospirò e la lasciò andare. Si alzarono
e rimontarono in sella. Impaziente, Ryo lanciò il cavallo al
galoppo seguito immediatamente dalla sua compagna.
Un'ora dopo arrivarono alla taverna di Umi e Miki. Appena entrati, la
donna corse incontro a Kaori con aria ansiosa.
“Ma si può sapere cosa ti è venuto in
mente? Ero terrorizzata..”
“Tranquilla, so come cavarmela, giusto Ryo?”
“Sì, è stata bravissima.”
confermò con un sorriso mentre si sedeva a un tavolo.
Un attimo dopo li raggiunse anche Umi e sembrava furioso.
“Nessuno mi ha mai disobbedito!!” urlò
contro Kaori.
“Calma Umi, va tutto bene..” lo
tranquillizzò Ryo. “Certo, non mi
aspettavo che ti facessi gabbare a questa maniera, stai perdendo
colpi..”
“Ma cosa.. Come ti permetti?? Vuoi che ti infilzi con uno
spiedo??”
“Basta Umi!” lo fermò la moglie.
“Calmati ora. È andato tutto bene.”
Il gigante si calmò e si allontanò uscendo dalla
taverna.
“Si è offeso?” domandò Kaori
con aria colpevole.
“No, era solo terribilmente preoccupato che ti succedesse
qualcosa. Si sentiva responsabile per te perchè Ryo ti aveva
affidato a lui.” spiegò l'amica.
“E a quanto pare, era meglio se mi rivolgevo a
qualcun'altro..” commentò Ryo ridendo.
“Ehi! Non ti permetto di fare certe allusioni!” lo
rimproverò Miki.
“Va bene, scherzavo..” si scusò
immediatamente. Per qualche motivo, Miki gli faceva più
paura di Umi. “Senti, non mangiamo da un giorno intero, non
è che potresti..”
“Ma, certo! Subito! Che sciocca, non ci avevo pensato, torno
subito..”
Quando furono soli, Ryo allungò il braccio sotto il tavolo e
prese la mano di Kaori nella sua. Le vide sorridere e arrossire. Voleva
dirle quanto era bella, ma furono interrotti da Miki che gli portava
due piatti di zuppa.
“Allora, come è andata?”
“Bene.” replicò lui vago dedicandosi al
piatto.
“Miki, avremo bisogno della vostra ospitalità
almeno per un altro giorno, se non vi dispiace.” la
informò Kaori.
“Potete restare tutto il tempo che vi serve.”
“Sai siamo molto stanchi..” continuò la
ragazza con un sorriso. “Inoltre ho proprio bisogno di un
bagno..”
Ryo si fermò con il cucchiaio a mezz'aria e rimase a
fissarla. L'immagine di lei nuda lo investì.
“Certo cara..” acconsentì l'amica.
“Ryo? Respira..” continuò ridendo
notando l'espressione scioccata di lui poco prima di allontanarsi.
Imprecò sottovoce, si era fatto beccare come un idiota..
Riprese a mangiare in silenzio con lo sguardo basso.
Kaori con una mano gli toccò il braccio costringendolo a
guardarla. Gli sorrise per dimostrargli la sua complicità.
Sembrava contenta che lui la desiderasse..
Circa mezz'ora dopo, osservò Kaori salire al piano di
sopra. Gli aveva sussurrato che andava a farsi un bagno e lui
non aveva capito più niente.. Bastava così poco a
sconvolgerlo? Aspettò un tempo ragionevolmente distaccato e
poi salì anche lui. Entrò nella camera che
avevano diviso, c'era ancora la tenda a separare i due letti. Si
sedette sul suo e aspettò il rientro della sua amata. Quando
tornò, aveva indossato nuovamente un abito femminile e
profumava.. Incapace ci trattenersi, le corse incontro e la prese fra
le braccia per baciarla. Lei rispose docilmente al suo bacio, ma si
staccò poco dopo.
“Ora tocca a te fare il bagno. Sai, puzzi..” gli
ricordò ridendo.
“Va bene, ma aspettami qui. Farò
presto.” acconsentì allontanandosi con dispiacere.
Tornò una decina di minuti dopo. Lei era affacciata alla
piccola finestra e i raggi del sole facevano brillare i suoi capelli
ramati.
“Sai, è da qui che sono scappata.” gli
raccontò senza voltarsi. “Non mi ero accorta di
quanto fosse alto, non me ne sono nemmeno preoccupata!”
concluse con un sorriso girandosi verso di lui.
Ryo ricambiò il sorriso e la raggiunse. Le mise le mani sul
viso e la attirò a se per baciarla. Lei gli cinse il collo
con le braccia e rispose appassionatamente.
La trascinò sul suo letto e si sdraiò su di lei.
Mentre le baciava il viso, le sue mani scivolarono sotto l'ampia gonna
e le accarezzarono le gambe, salendo verso le calde cosce.. Si
bloccò però quando si rese conto che forse stava
andando troppo veloce. Lei era così innocente..
“Kaori, forse..”
“Non ti fermare Ryo.” lo implorò lei
arrossendo.
Lo sguardo di lei era deciso e sicuro. Le sue mani continuarono a
esplorarla sotto il vestito sino a farla fremere di desiderio. Quando
capì che era pronta, si spogliò. Si aspettava che
lei sarebbe stata impaurita o imbarazzata, ma non fu così.
Lei lo guardava con uno strano sorriso. Sembrava felice, come se avesse
aspettato quel momento da sempre..
Lui si avvicinò a lei e le tolse i pochi indumenti che la
nascondevano ancora a lui. Le baciò il collo, il seno, la
pancia e ogni altra parte del suo corpo le fosse visibile. Sentiva i
battiti accellerati di Kaori e il suo respiro si era fatto ansimante.
Era giunto il momento. Entrò lentamente in lei mentre
copriva con un bacio le sue labbra per attutirne un gridolino. Si mosse
ritmicamente dentro di lei sino a portare entrambi al piacere assoluto.
Il suo respiro stava riprendendo regolarità. Aveva
appoggiato la testa sul petto muscoloso di lui e riusciva a sentire il
battito del cuore di Ryo andare allo stesso ritmo del suo.
Si sentiva felice, rilassata e incredula. Non le sembrava vero che
fosse realmente successo. Forse si sarebbe svegliata da un momento
all'altro..
La mano di lui continuava ad accarezzarle la schiena nuda, praticandole
un eccitante massaggio. Avrebbe voluto rimanere lì, in
quella posizione, per sempre. Non si era mai sentita così
bene.
Alzò lo sguardo e vide che lui aveva gli occhi chiusi, ma
sapeva che non stava dormendo.
“Quando vuoi ripartire?” domandò per
cercare di tornare alla realtà.
Lui spalancò gli occhi e la guardò pensieroso.
“Non lo so.. Dobbiamo proprio?”
“Immagino che dovremo tornare alla solita vita, prima o poi.
Mi chiedo solo quando.”
“E se io non volessi tornare alla solita vita? Se volessi dei
cambiamenti?”
“Che intendi? Quali cambiamenti?” chiese
preoccupata. Non l'avrebbe lasciata, pensò, non dopo quello
che era successo fra loro. Sperò di non sbagliarsi..
“Sai, in questi giorni ho pensato che mi piacerebbe mettere
radici.” iniziò lui accarezzandole dolcemente i
capelli. “Magari acquistare una piccola fattoria e riempirla
di bambini con gli occhi color nocciola.”
Kaori sentì mancarle il fiato. Aveva capito bene? Le stava
facendo una proposta?
“Dici sul serio?”
“Sì. Con le taglie di oggi potremo acquistare una
piccola casa e un orto. Ti piacerebbe?”
“Io.. Credo di sì, ma quindi smetteresti di fare
il cacciatore di taglie?”
“All'inizio no, almeno sinchè non ingraniamo con
la fattoria, ma poi sì, smetterei. Non potrei lasciare mia
moglie sola a lungo..”
Le vorticavano in testa parole che le sembravano incredibili. Moglie,
casa, orto, fattoria, bambini?
“Ryo, mi stai realmente proponendo di..”
“Sì, voglio che ci sposiamo e voglio tanti bambini
che ti somiglino. Pensi di poter accettare?”
Senza replicare, alzò il viso e si avvicinò alle
labbra di lui baciandole con dolcezza. Lui non resistette e
presto prese possesso della sua bocca accarezzandola con desiderio.
“Sappi che lo prendo come un sì.” le
disse fra un bacio e l'altro.
“È un sì..” rispose lei
ridendo
“Kaori, mi fai impazzire..” le sussurrò
baciandole il collo. “Non posso credere di aver resistito per
tutti questi anni.. Quanto tempo perso!”
“Sono d'accordo.” annuì lei cominciando
a sentirsi nuovamente ansante. “Mi hai fatto davvero
aspettare troppo..”
“Non ti farò aspettare oltre..”
continuò lui entrando nuovamente in lei. Cominciò
a muoversi con lentezza, ma il ritmo aumentava sempre
più.“Ti amo.. Sposami.. Oggi stesso..”
le sussurrò ansimante durante l'amplesso.
“Ryo.. Oggi.. È .. Impossibile..”
replicò lei con il poco fiato che aveva in corpo.
“Allora.. Domani..”
Non poteva rispondere ancora, il piacere la stava invadendo di nuovo.
Si morse il labbro inferiore per contenere l'urlo che le stava per
squarciare il petto. Lui la raggiunse in vetta poco dopo.
Riprese ad accarezzarle la schiena mentre con dei caldi baci le
esplorava il viso.
“Sì.” esclamò lei appena
ritrovò sufficiente fiato. “Ti sposo domani
stesso, se vuoi.”
Lui le sorrise e le accarezzò il viso. Si
specchiò negli occhi di Ryo e vi lesse l'amore che provava
per lei. Come aveva potuto non accorgersene prima? Felice, si
accoccolò fra le sue braccia lasciandosi cullare da una
sensazione di sicurezza che non aveva mai provato.
FINE
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