- Story of Mudblood -

di Abeforth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 - Cosa sono io!? ***
Capitolo 2: *** #2 - Ma che storia è questa... ***
Capitolo 3: *** #3 - Ma che razza di posto è questo!? ***



Capitolo 1
*** #1 - Cosa sono io!? ***


Angolo dell'Autore: Per chi avesse già letto la storia in precedenza mi scuso di averla modificata.
Ho avuto dei problemi così ho deciso di riscriverla e magari con questa ci aveste capito meglio.
Per chi deve ancora leggerla spero vi piaccia, anche se potrebbero esserci ancora degli errori
siccome l'ho scritta di sera. Se trovaste questi 'orrori' potete avvisarmi con una recensione.




 
#1 – Cosa sono io!?

Ethan Bennett era un ragazzino di 11 anni che si definiva ‘normale’. Viveva in una casa ‘normale’ in quartiere ‘normale’ con la Signora Hazel Wright e il signor Aloysius Wright. Ovviamente, non erano i suoi genitori. Erano i vicini dei suoi veri genitori che morirono in uno strano incidente domestico. Assurdo, ma era così che i Signori Wright gli avevano raccontato.
Il suo quartiere veniva chiamato Little Whinging, nel Surrey Inghilterra. Per lui era abbastanza strano, c’era gente vestita in maniera anomala. Anche i Signori  Wright ogni tanto si comportavano in modo diverso dal solito ma lui faceva finta che non fosse successo nulla.
Quel giorno era comodamente seduto sul letto della sua cameretta quando sentì qualcosa sbattere contro il vetro della finestra. Allarmato si avviò verso la su detta e la spalanco ma non vì trovo nulla di strano. Stava per richiuderla confuso quando una civetta volò verso di lui proprio da sotto la finestra. Pensò che magari la bestiola vi aveva sbattuto contro nel tentativo di appollaiarsi sul davanzale. Non la trovava una cosa insensata poiché di gufi e civette in quel quartiere ne aveva visti molti. Questa però aveva una lettera nel becco. La prese tenendo d’occhio la civetta ad ogni suo movimento magari pensando qualcuno sarebbe spuntato dal suo armadio urlando che fosse tutto uno scherzo. Ma la lettera era accuratamente specifica. Su di esse vi era uno stampo rosso con una grossa ‘H’ impressa sopra e in alto a destra una piccola scritta faceva capolino. Diceva:

“Signor E. Bennett
Cameretta al Secondo Piano
Little Whinging
Surrey, Inghilterra”

La lettera era per lui, ma chi era il mittente. Oltre questo all’esterno della lettera non c’era scritto nient’altro. La aprì e solo all’ora la civetta si librò in aria e volò via, oltre le case squadrate. Riportò l’attenzione sulla lettera ingiallita e lesse:
“SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Preside: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)
Caro signor Bennett,
Siamo lieti di informarla che Lei ha il diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. L’anno scolastico avrà inizio il 1° Settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 Luglio p.v.
Distinti saluti,
Minerva McGranitt

Vicepreside”
Ethan rimase per un attimo in silenzio… Stava ancora aspettando qualcuno che uscisse dall’armadio. Ma nessuno arrivò.
Con la lettera in mano e un espressione non poco stupita uscì dalla sua camera, percorse il piccolo corridoio e scese le scale. Si diresse in cucina e solo quando vide i Signori Wright e non qualche candid camera si convinse che non era uno scherzo.
<<
Che diavolo è questa? >> Chiese subito Ethan.
<<
Di cosa parli… Per la Barba di Merlino!! Quella… è la lettera?! >> Aggiunge poco dopo la Signora Wright.
<<
Sì, è una lettera e dice un mucchio di fesserie… Cioè, io… un mago? >> Commentò Ethan sarcastico.
<<
Oh giusto, piccolo… volevamo parlartene proprio quando sarebbe arrivata quella… >> Si decise a parlare il Signor Aloysius.
<<
Parlarmi di che? >> Suggerì Ethan.
<<
Bhe… volevamo dirti che sei… un Mezzosangue! >> Squittì allegra Hezel.
Dopo un paio di minuti di silenzio Ethan riuscì solo a dire:
<<
Cosa sono io!? >>
 
 
 

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Capitolo 2
*** #2 - Ma che storia è questa... ***


#2 – Ma che storia è questa…

Ethan passò l’intero giorno  a rielaborare nella sua testa il fatto che fosse un Mago.
Solo ora capiva perché tutta quella gente si comportava in maniera così strana.
Il giorno dopo sarebbe dovuto andare in un altro quartiere per Maghi che però si trovava a Londra, si chiamava Diagon Alley.
Insieme alla Lettera che aveva ricevuto la mattina precedente era allegato un foglietto di carta con i nomi dei libri che gli servivano per l’anno scolastico. Pensò che magari sarebbe stato meglio della scuola che frequentava lui.
<< Verranno anche i miei amici delle Elementari? >> Chiese Ethan speranzoso mentre salivano sulla metropolitana.
<< Mi spiace piccolo, ma loro sono Babbani! Non possono andare ad Hogwarts… >> Rispose la signora Wright.
<< Babbani? Che cosa vuol dire? >> Chiese subito lui.
<< Non-Maghi… >> Disse lei con una punta di riguardo poiché si trovavano proprio in mezzo a questi ‘babbani’.
Ethan proprio non capiva questa cosa dei babbani e dei Maghi. Com’era possibile che lui fosse tanto diverso dai suoi amici anche se poco tempo prima pensava che fossero uguali in tutto e per tutto.
 
<< Eccoci! >> Esclamò il Signor Wright finalmente dopo un lungo ed estenuante viaggio verso Londra e per i suoi vicoli insidiosi. Era un tipo piuttosto silenzio e parlava di tanto in tanto.
Erano arrivati davanti la porta di un Pub con un Insegna in dissesto. Su di essa vi era scritto:
“Paiolo Magico”
<< Cos’è questo posto? Un altro luogo per soli Maghi? >> Chiese Ethan fissando oltre la vetrata del locale.
<<  Certo, ma da qui possiamo accedere a… Diagon Alley! >> E disse l’ultima parte della frase sussurrando.
Entrarono. Sembrava tutto normale quando però un tizio in fondo al locale non estrasse una specie rametto e lo sventolò in aria con non curanza e all’ora le pagine del libro che stava leggendo si giravano da sole. Poi notò che il gobbo dietro il bancone porgeva un bicchierino con l’orlo in fiamme.
<< Per di qua… >> Disse il Signor Wright interrompendo il momento di stupore di Ethan.
Qualche metro più avanti un omaccione con un pastrano grande quanto il suo armadio li precedeva con al suo fianco un ragazzino esile che portava degli occhiali tondi. Li vide di sfuggita uscire sul retro Retro del Locale.
<< Perché andiamo anche noi lì? >> Disse Ethan confuso.
<< Ora vedrai >> Rispose Hazel mentre si spostava per evitare gli ordini dei clienti che fluttuavano verso di loro.
Una volta raggiunto il Retro del Locale si accorse che l’omaccione e il ragazzino erano spariti. Ethan proprio non capiva come avessero fatto.
Poco dopo aver richiuso la porta alle loro spalle il Signor Wright sfilò anche lui un rametto esile come quello del signore appostato fuori che leggeva il suo libro incantato. Lo fissò attentamente e poco dopo capì come mai quei due soggetti di prima fossero spariti nel nulla.
Aloysius ora stava sfiorando alcuni mattoni del muro di fronte a loro con quella che doveva essere una Bacchetta Magica. Fino ad allora Ethan conosceva quegli strumenti come aggeggi per i trucchi di Magia che vedeva in televisione. Dopo che il signor Wright punterellò con la punta della bacchetta alcuni mattoni in ordine sparso il muro si spalancò mattone per mattone e ora il retro puzzolente di quel locale in dissesto si affacciava su un viale con ai lati case e negozietti che sembravano si facessero piccoli, piccoli, per far spazio agli edifici che venivano dopo. Per le strade c’erano un sacco di persone e poco più in là vide l’uomo barbuto di prima affiancato dal ragazzino dall’aria al quanto sorpresa come la sua.
<< Allora? Andiamo a fare compere! >> Incalzò la Signora Wright vedendo Ethan sempre più confuso.
<< Ma che storia è questa… >> Sussurrò tra se e se il ragazzino che da un momento all’altro si aspettava si sarebbe svegliato in preda a uno dei suoi soliti Incubi.

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Capitolo 3
*** #3 - Ma che razza di posto è questo!? ***


#3  - Ma che razza di posto è questo!?

<< No Ethan! Quelle è meglio se le lasci perdere! >> Disse Hazel dolcemente ma comunque in tono d’allarme.
Ethan stava per innescare una serie di Caccabombe da una bancarella.
<< Scusi… è che per me è tutto nuovo! >> Disse Ethan con entusiasmo riavvicinandosi ai Signori Wright.
<< Ma dove stiamo andando ora? >> Chiese Ethan guardandosi intorno incuriosito.
<< Alla Gringott. >> Rispose non quasi subito Aloysius in tono spiccio. << E’ la banca dei Maghi… devi sapere che nel  1865 il Ministero lasciò di nuovo la Banca in mano ai Goblin, però sono sicuro che cercano ancora di impadronirsene! Quegli avidi… >> Iniziò col rispondere alla domanda di Ethan ma finì con bofonchiare qualcosa contro il Ministero dove, ironia della sorte, lavora più specificatamente al Quarto Livello alla Divisione Animali, Esseri e Spiriti. Mentre la Signora Hazel lavora all’Ospedale San Mungo al Primo Piano che si occupa prevalentemente di curare i feriti da lesioni da parte di Creature Magiche.  Però prima di sapere quella versione dei fatti Ethan sapeva solo che il Signor Aloysius lavorava ‘per la legge’ e Hazel in un comunissimo ospedale. Entrambi hanno lavori molto interessanti e in qualche modo si equivalgono ma ogni tanto Ethan si chiedeva dove lavoravano i suoi genitori perché proprio non se lo ricorda, all’epoca era troppo piccolo e i signori Wright non credo lo sapessero.
Dopo un paio di minuti di cammino si ritrovarono davanti un enorme palazzo di marmo bianco.
Sulla porta d’Ingresso vi era una scritta incisa nel marmo bianco:
“Entra, straniero, ma ti ricordo
Cosa spetta a chi è ingordo.
Chi prende senza meritare
Molto cara la dovrà pagare.
Quindi se cerchi nei sotterranei qui da noi
tesori che non furono mai tuoi,
stà attento, ladro, sei avvisato:
ben altro che un tesoro ti è riservato.”
Ethan lesse con attenzione e non osava immaginare cosa ci fosse nelle Segrete di quel posto.
Solo un pazzo poteva intrufolarsi in quel posto dopo un avviso del genere. Quando entrò vide subito questa sala dall’aspetto reale. Un pavimento di marmo bianco e nero. Alte colonne e un lampadario di cristallo che penzolava al centro del soffitto. Tutte intorno alla stanza c’erano queste piccole sagome che scribacchiavano indaffarate su dei leggii. Ethan osservò meglio quelle strane, piccole figure. Avevano le orecchie  a punta, erano vestite di tutto punto e solo allora capì di cosa parlasse prima il Signor Aloysius. ‘In mano ai Goblin’, Ethan prima pensò che fosse una delle solite frasi fatte da ‘Mago’ e invece era da prendere alla lettera. Dei veri Goblin governavano quel posto. Buffo a dirsi, il ragazzino pensò “Come possono figure tanto piccole occuparsi di un posto tanto grande!” Forse perché avevano un aiuto… magari da quel “ben altro che un tesoro” dell’annuncio di prima. Solo al pensiero gli venne un groppo in gola.
Camminarono fino in fondo alla stanza. La Signora Hazel era raggiante, come sempre. Non sembrava essere preoccupata eppure a Ethan quelle piccole figure facevano un po’ impressione. Fece una smorfia di paura quando una di loro alzò la testa dalla sua pergamena e lo osservò oltre gli occhiali a mezzaluna. Aveva degli occhietti piccoli e iniettati di sangue. Arrivarono in fondo, davanti il più alto di quei leggii dove vi sedeva un Goblin dall’aspetto grassoccio. Affianco a lui vi erano altri 2 leggii, ma più piccoli con 2 rispettivi Goblin.
<< Desidera? >> Disse quello al centro con una smorfia.
<< Ehm… dovremmo scendere alla Camera Blindata… >> E solo all’ora il Signor Aloysius sfilò un pezzetto di carta ingiallito con su scritto un numero. Lo lesse strizzando gli occhi poi si mise in punta di piedi per cercare di avvicinarsi il più possibile al Goblin grassoccio e quasi sussurrò << Camera Blindata 712… >>
Allora il Goblin grassoccio fece un gesto con la mano e il Goblin alla sua destra scese dal leggio.
Ci fece cenno con la mano di seguirlo e così facemmo. Ci fece entrare in questa specie di ascensore e poco dopo ci trovammo in un grande sotterraneo. Ci guidò fino a una rotaia sospesa nel vuoto.
<< E ora… cosa dovremmo fare? La strada è finita… >> Disse Ethan osservando meglio il precipizio.
E quasi a risposta della sua domanda un vagone arrivò sulle rotaie stridenti e si fermò a un palmo di naso da loro. Il Goblin vi salì all’istante e così la Signora Hazel e il Signor Wright.
Ethan era un po’ titubante all’idea di dover salire su quell’aggeggio arrugginito per poi percorrere delle rotaie pericolanti su un burrone senza fondo. Fece quasi un passo indietro ma la Signora Wright lo incitò, con un cesto della mano, a salire e sorrise come per dire ‘Non c’è alcun pericolo’.
Così Ethan si decise, a passo malfermo, a salire.
Il Goblin si voltò quasi meccanicamente e mise le mani artigliate sulle sbarre che fungevano da ‘volante’ e poi il vagone partì a una velocità indicibile. Ethan mentre cercava di reggersi a qualcosa che non trovava vide più avanti un altro vagoncino, altrettanto rovinato dalla ruggine con a bordo l’omaccione di prima con il ragazzino che sembrava disperato quanto lui.
<< Ma che razza di posto è questo?! >> Riuscì a dire dopo qualche metro di una corsa folle in preda al panico.                               

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