Non c'è magia più potente dell'amore - Parte 1

di 50shadesofLOTS_Always
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mai aveva pensato di innamorarsi. Mai. Non fino a quando non ebbe conosciuto Lui. 
Kahlan sedeva su una coperta e fissava Richard,che si riposava dopo quell'orribile mese passato con Denna.
Dopo tutta quella terribile avventura che gli aveva fatto perdere tutto. Ma lei sapeva come ci si sentisse. Lei sapeva cosa voleva dire essere soli al mondo. Si accorse però che anche lei lo aveva abbandonato. Dopo la morte di Rahl,era stata chiamata ad Aydindril per via di alcuni disordini. E Richard aveva visto sfumare davanti a sé un futuro con lei.
Avevano avuto una brutta discussione che aveva finito nel degenerare con uno schiaffo sulla guancia del Cercatore,che da allora aveva finito col diventare freddo nei suoi confronti. Prima giocava con lei,scherzava e si prendeva cura di lei. Però poi si era reso conto che Kahlan non poteva essere quello che lui voleva. Non poteva essere una donna normale,perché non lo era. Kahlan aveva provato più volte a convincerlo delle sue ragioni,ma ogni volta era stato un fallimento.
Ed era stato un fallimento anche con sé stessa. Perché nonostante tutto,lei lo amava. Ma aveva paura. Tanta paura di distruggerlo con una sola carezza.
Ora mentre i suoi occhi smeraldini erano puntati su quelli del Cercatore,capì che i suoi sentimenti non potevano essere repressi. Nessuno dei due poteva farlo,ma soprattutto non volevano.
Mentre Zedd scaldava delle radici trovate lungo il cammino,i due continuarono a guardarsi. Gli occhi di Richard ardevano fino a sembrare piombo fuso. Fuso negli occhi verdi di Kahlan che bramava anche solo una carezza da parte dell'uomo. Il Mago finse di non accorgersi di niente,in realtà aspettava solo che quei due zucconi capissero davvero il loro problema. Quello che loro credevano che fosse un ostacolo insormontabile era semplicemente la paura di farsi del male.
Era la paura di avvicinarsi. Era la paura di ciò che comporta l'amore. Amore e magia da sempre non andavano molto d'accordo ma il vecchio mago,si disse che quei due testardi com'erano avrebbero trovato un modo.
O almeno uno dei due avrebbe ceduto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Il sole sorse pigramente all'orizzonte mentre ancora i tre viandanti, si godeva il meritato riposo. Era stato un anno ricco di fatica e dolore. Ma soprattutto di amore. 
Kahlan aprì lentamente le palpebre ancora pesanti per la stanchezza. Non aveva dormito molto, anche perché Richard non aveva fatto altro che mugolare nel sonno per via degli incubi su Denna.
Il solo pensiero di quella "donna" le faceva ribollire il sangue nelle vene. Ricordava ancora quando lo aveva salvato, dopo settimane di prigionia con le Mord-sith a Jandralin. Il cuore aveva perso un battito ogni qualvolta aveva visto una sua cicatrice. E la vedeva anche adesso,nonostante il Cercatore volesse nasconderla. Il lembo della sua camicia blu cobalto lasciava intravedere parte della macchia indelebile dell'Agiel sul petto. Macchia che gli aveva bucato anche l'anima, marchiandola a vita. La Depositaria si ritrovò a desiderare di mettere una toppa su quel buco e cancellare i suoi ricordi, cancellare il suo dolore. Ma era consapevole di aver fatto un errore. Gli aveva permesso di innamorarsi di lei.
Cercò di tornare al presente per non concentrarsi sulla piega che avevano preso i suoi pensieri. Si voltò e vide uno Zedd perplesso e quasi divertito che la fissava. 
«Quando la smetterete di prendervi in giro? » domandò e lei rispose con sospiro esasperato, alzandosi per rimettere nello zaino le proprie cose.
«Zedd, sai bene quanto me che sono solo un pericolo per lui...» disse diretta.
Erano settimane che ripeteva quelle parole. A dir la verità erano mesi.
Oramai non era nemmeno convinta del loro significato reale.
«Bambina, ti sbagli. Tu sei la cosa migliore per lui... - lo guardò rabbonendolo silenziosamente, ma lui continuò - Da quando ti ha incontrata, ha ripreso a sorridere. Dopo la morte dei suoi genitori, aveva smesso di farlo. Balle, viveva solo come un cane! » quasi strillò, ma si trattenne mentre Kahlan stringeva la cinghia dello zaino da viaggio. La loro conversazione s’interruppe quando Richard iniziò a stiracchiarsi.
«Pensaci... » le sussurrò Zedd con tono paterno mentre Kahlan scosse la testa.
****

Camminavano da ore e stando al loro orientamento, avrebbero raggiunto Aydindril prima che calasse il sole e facesse buio. Il terreno in certi punti era un po’ fangoso visto le recenti piogge e la cosa non facilitava loro il compito. Superata la zona più paludosa, s’inoltrarono nel sentiero che attraversava le foreste della Galea. A Ovest le vette del Rang'Shada li osservavano minacciose.
Kahlan quasi non si accorse di inciampare su un sasso, sbattendo contro le spalle possenti di Richard. Stava per cadere con la faccia avanti, ma lui la prese al volo. Le sue mani grandi la sorressero sotto le braccia impedendole di cadere come una bambina vivace, troppo presa dal gioco per guardare dove mette i piedi. 
Quando sollevò gli occhi, incontrò quelli del Cercatore che le sembrarono nuvole tempestose, e il cuore dopo aver perso un battito, inizia a galopparle nel petto, senza freni.
« Tutto bene? » chiese lui riscuotendola dalle sue fantasticherie ad occhi aperti.
La sua voce risultò calda alle orecchie della donna, ma sapeva che era preoccupato. Lo vide dalla sua fronte aggrottata in segno di quasi perplessità come faceva sempre.
« Sì, grazie... » disse imbarazzata mentre si rimise in piedi, lisciandosi la gonna.
Lui la osservò ancora qualche istante, come se non fosse convinto. Poi riprese a camminare davanti a lei.
Richard cercò di riacquistare la lucidità mentre camminava seguendo Zedd, lungo il sentiero delimitato dal bosco. Il suo cuore non volle saperne di fermarsi e la cosa lo lasciò piacevolmente sorpreso. Succedeva ogni qualvolta i loro sguardi s’incrociavano. Quel verde che risplendeva per l'acume e la forza di Kahlan, lo aveva totalmente annebbiato. Non riusciva nemmeno a fare dei paragoni perché non ce n'erano.
La sentì camminare di nuovo a passo sicuro dietro di sé e questo lo rassicurò, anche se non ne capiva il vero motivo. Ma in cuor suo sapeva che una volta ad Aydindril, lo avrebbe dimenticato. Non avrebbe avuto tempo per l'amore, non avrebbe avuto tempo per lui. A quel pensiero, Richard si sentì morire dentro ancora una volta. Se solo avesse dato retta a Zedd quella volta che gli aveva detto di scegliere un'altra compagna. Forse non avrebbe sofferto in un modo così atroce, ma ormai aveva imparato a soffrire in silenzio. E per questo, poteva solo ringraziare Denna.
****

Quando varcarono le soglie della città, Kahlan si fece avanti. Richard pensò che avesse avuto uno scatto di ribellione e così la afferrò saldamente per il polso. Lei lo fissò torva ma lui non cedette.
« Che cosa fai? Potrebbe non essere più l'Aydindril che conosci... ».
Kahlan strattonò il braccio dalla sua presa.
« Io sono la Madre Depositaria... » ringhiò lei calcando le ultime parole.
Liberò i lunghissimi capelli color mogano dal cappuccio ed aprì il mantello rivelando il candido abito. Si espose e mostrò il suo rango mentre riprese a camminare lungo la via che portava al Palazzo delle Depositarie. Richard sbuffò irritato mentre la seguì a passo svelto.
« Rilassati, figliolo... La guerra é finita... » mormorò il Mago al suo fianco.
La strada pavimentata in pietra correva nel bel mezzo della città, ricca di negozi, botteghe e locande. Le persone in strada si aprirono e s’inchinarono al passaggio della donna in bianco. L'ultima Depositaria ancora in vita.
Qualcuno si sporse per vedere anche il Cercatore. Era rara una tale visione ad Aydindril. Attraversarono un ponte in pietra che permetteva di attraversare una profonda gola, alla cui fine spuntavano delle picche di pietra larghe quanto le ruote di un carro. Un brivido lo percosse e lo fece accelerare per attraversare il ponte al più presto. Raggiunse l'amata che si era fermata di fronte all'imponente Palazzo delle Depositarie.
Richard fu costretto a stare col naso all'insù per vedere le cime delle cinque torri, delle guglie e dei bastioni sospesi a metri di altezza. Il marmo di cui era fatto l'intero edificio brillava sotto il sole del tramonto facendogli assumere delle screziature dorate e rosee. I soldati di guardia vestiti di corazza e un mantello dal cappuccio interamente azzurro, s’inchinarono fino a toccare il ciottolato con la fronte. Intorno a loro, si apriva un delizioso giardino che continuava tutt'intorno al castello.
« Alzatevi, figlioli... » disse Kahlan in tono distaccato.
« Madre Depositaria, vi abbiamo atteso per mesi... » mormorò uno di loro con riverenza.
Improvvisamente, un uomo di circa trent'anni sbucò dal lato di un porticato che circondava la parte inferiore del palazzo. Richard estrasse la Spada che emise il suo sibilo caratteristico. I soldati sgranarono gli occhi per poi lanciarsi delle occhiate furtive di meraviglia. Non avevano mai visto un Cercatore, soprattutto ad Aydindril. Kahlan si voltò.
« Non é un nemico... » sussurrò tra i denti trattenendo il fastidio. Lui si mosse verso l'uomo frapponendosi fra lui e la Depositaria, che strinse i pugni.
« Che stai facendo?! » ringhiò alle sue spalle.
« Il mio lavoro... » rispose Richard con uno sguardo di fuoco,voltandosi per guardarla da oltre la spalla. Poi tornò a fissare l'uomo che alzò le mani.
Identificati... » disse in tono duro.
« Il mio nome é Sir Robin Werner,consigliere ufficiale della Madre Depositaria... » rispose quello rimpicciolendosi di fronte a Richard,che rinfoderò la Spada della Verità con gesti cadenzati.
« Mi assicurerò che non andrete oltre ciò che vi é permesso... - lo afferrò per il bavero della giacca in velluto e lo strattonò vicino a sé - Per fartela breve,osa anche solo pensare di toccare la Madre Depositaria e t’infilzerò con la Spada... » ringhiò con voce così bassa che nessuno lo sentì,tranne il consigliere che tremò come una foglia al vento.
« Ma... Ma io... » balbettò e il Cercatore strinse maggiormente la presa.
« Fossi in te, non sfiderei la mia pazienza,Consigliere... »
« Come desiderate,Cercatore... » Richard lo lasciò andare e accennò ad un sorriso sardonico,sistemando la giacca stropicciata dell'uomo.
« Bene – esordì - La Madre Depositaria ha bisogno di riposo e di un pasto caldo. Ed anche il Primo Mago... » disse in un sottointeso tono di comando.
« Certamente – tartagliò quello tremante - Seguitemi e vi indicherò le vostre stanze. Più tardi un’inserviente verrà a servirvi la cena... » mormorò facendo loro strada.
Kahlan continuava a fissare Richard,che camminava appena dietro al Consigliere mentre si guardava intorno. Era sorpreso da tutta la struttura e dalla semplicità che rendeva il Palazzo Bianco,un edificio di epica imponenza e di una bellezza fuori dal comune.
Fremeva dentro per l'ira,causata dalla forte insolenza del compagno e in quell'istante,Zedd le si affiancò.
« Non essere arrabbiata... »
« Facile per te! - ringhiò lei con un sussurro - Non sei stato tu ad essere messo in ridicolo davanti ai soldati... ». Zedd sbuffò alzando gli occhi al cielo.
« Primo: mi sembra che la tua aura di autorità sia ancora intatta. Secondo: ma non ti rendi conto che l’ha fatto perché é geloso?! ». Kahlan quasi si fermò in mezzo al corridoio,ma proseguì lanciando un’occhiata di muta sorpresa verso il vecchio « Geloso? Richard non si abbasserebbe a tanto... ».
Il Mago alzò un sopracciglio bianco come i suoi capelli spettinati e la donna dovette sforzarsi di non sorridere. Il fatto che Richard si comportasse a quel modo,le causava le farfalle nello stomaco.
« Kahlan,Richard é pur sempre un uomo. E non un uomo qualunque – la ammonì sollevando un dito ossuto - É un capo. Un maschio alpha,ma soprattutto é perso per te. La cosa che più lo fa diventare furioso é il pensiero che qualcuno possa prendere il suo posto nel tuo cuore » disse tornando a fissare il Cercatore,che ignorava totalmente le loro parole.
« Perché pensa questo? Sa bene che nessuno può amarmi. Nemmeno lui... Lo distruggerei... » disse in tono amaro. Zedd la guardò e si chiese come riuscisse a trattenere le proprie emozioni a soli ventiquattr’anni.
« Non é il momento di dubitare del tuo Cercatore... » mormorò a bassa voce,come se le stesse rivelando un segreto.
Un sorriso gli nacque a fior di labbra mentre Kahlan cominciò a porsi delle domande che non avrebbero trovato risposte.
Non se non ne avesse parlato con Richard.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Richard si guardò intorno quando il Consigliere lo lasciò nella sua camera. La stanza era enorme e completamente realizzata in marmo. Il pavimento di un color acquamarina risaltava sulle pareti bianche su cui erano appesi degli arazzi di antica fattura, raffiguranti maghi e Depositarie. Non aveva mai visto un posto così bello e restò affascinato dai ghirigori dorati, che ornavano le colonne monolitiche ai lati della porta. Un tavolo di legno scuro e lucido rifletteva la luce del fuoco, che scoppiettava allegro nel camino.
Si sedette sul divanetto per godersi il calore della fiamma mentre rifletteva. L'indomani non sapeva cosa avrebbe fatto. Kahlan avrebbe sicuramente ripreso la carica di Madre Depositaria e lui doveva proteggerla. Le guardie non ne erano capaci, ma lui sì.
Con o senza la Spada della Verità era in grado di proteggerla da qualsiasi cosa. Un pensiero lo mandò in bestia. Kahlan era una donna decisamente attraente e molti uomini non avevano un minimo di senso di umiltà. Avrebbe dovuto zittirli. 
 
****
 
Richard camminava fra i corridoi del palazzo per dimenticare le immagini di Denna, che costantemente lo perseguitavano nei sogni. Nemmeno nel sonno lo lasciava in pace. Sentì il balteo della spada muoversi ad ogni suo passo e questo lo fece stare tranquillo. La presenza dell’arma al suo fianco era una sicurezza in più. Si ritrovò in un cortile, con un bel prato al cui centro l'acqua zampillava da una fontana.
L'aria fredda della notte gli schiarì la mente dai brutti pensieri. Afferrò l'elsa della spada e la estrasse lentamente per far meno rumore possibile. Infatti, l'arma emise solo un lieve sibilo. Ne strinse forte l’elsa fino a sbiancarsi le nocche e, cominciò ad allenarsi. Era il solo modo che conosceva per dormire meglio.
Un movimento alle sue spalle lo mise in guardia e si voltò di scatto, puntando la spada verso la figura familiare, poggiata con una spalla ad una colonna del loggiato, che circondava il cortile.
Tirò un sospiro di sollievo quando riconobbe gli occhi verdi, che ora amava con tutto sé stesso.
«Tutto a posto, Cercatore? » chiese lei con voce bassa per non svegliare nessuno. Richard abbassò l'arma.
«Sto bene... » disse solamente. Kahlan decise di cambiare tattica.
Conosceva a fondo il suo Cercatore e sapeva che era turbato da qualcosa. O qualcuno.
«Ti va un duello amichevole? » propose spezzando il silenzio.
Lui abbozzò un sorriso e si mise in guardia. Si portò in avanti e sferrò un attacco che fu bloccato dai pugnali della Depositaria, che sbloccò prontamente la presa e menò un fendente, dando inizio a un vero e proprio duello.
«Un altro incubo su Denna? » chiese mentre parava un colpo del Cercatore.
«Kahlan... » la redarguì.
«Richard, guarda che lo so che sei traumatizzato... É comprensibile... » mormorò lei col fiato corto.
«Non sono traumatizzato... »
«Sì, lo sei... » insistette facendo crescere la rabbia del compagno. Le rune e le iscrizioni incise sulla lama della Spada della Verità si accesero.
«No. Denna appartiene al passato! » ringhiò.
«Ti ha lasciato un marchio indelebile che non appartiene solo al tuo corpo! » continuò la Depositaria, che venne pericolosamente disarmata.
Rimase con un solo pugnale cercando di parare i colpi di Richard, che menò un fendente completamente immerso nel duello. Quasi non fosse in sé. Il pugnale di Kahlan si fermò obliquamente in contrasto con la lama di Richard. I due rimasero a fissarsi dietro a quello schermo di acciaio. I loro corpi distavano pochi centimetri e premevano con tutta la forza del loro peso l'un contro l'arma dell'altra.
«Richard, sei cambiato da quando hai incontrato Denna... » disse in tono serio da cui trapelava la preoccupazione.
«Tu mi hai cambiato... » la accusò in risposta.
Gli occhi del Cercatore erano metallo fuso alla rabbia. Rabbia incontrollata e repressa per troppo tempo.
«Calmati adesso... Sei pieno di rancore verso te stesso... » disse lei pacata mentre nell'aria, i loro respiri affannati per la lotta si condensavano in nuvolette. Richard deglutì sonoramente.
«Sceglierai un uomo? » chiese tutt’ad un tratto.
Kahlan non voleva rispondere a quella domanda, ma doveva.
Per il bene di entrambi.
«Sì ».
Sembrò quasi convinta di quella sillaba. Quasi.
«Quando? » continuò lui mentre il dolore gli stava dilaniando il petto, come una lama che affonda sempre più nella carne.
«A breve... » lo liquidò lei. Richard allentò la morsa e lasciò scivolare la Spada, lungo la lama del pugnale avversario per poi rinfoderarla. Si fissarono intensamente per alcuni minuti, che sembrarono loro un'eternità.
«Promettimi che sarai felice... » disse lui interrompendo per primo il silenzio ansioso, che si era interposto fra i due.
«Sarebbe una bugia... » ammise lei, forse più a sé stessa che all'uomo che aveva davanti, e che amava. Richard annuì.
«Torno a letto... » annunciò per poi avviarsi verso la sua stanza. Kahlan si disse di dover fare qualcosa. Solo per assicurarsi che il loro rapporto di amicizia, fosse ancora esistente.
«Richard... » lo chiamò, protendendo una mano nella sua direzione.
Lui si fermò, continuando a darle le spalle.
«Troverai un'altra donna? » gli chiese. Era questa la domanda che affliggeva la mente e il cuore della donna in bianco, che improvvisamente temeva la risposta del Cercatore.
«Se lo facessi, ti renderei felice? »
«Questa é una domanda... » commentò Kahlan, che attendeva ancora una risposta da parte sua. Lui alzò le spalle prendendo un respiro profondo, espirando dopo essersi voltato a guardarla.
«Non so se troverò mai un'altra donna... ».
‘Non stupenda quanto te’, continuò mentalmente.
«E se io ti dicessi che mi renderesti felice? » domandò titubante.
In quel momento, il buio era intenso e solo la luna illuminava morbidamente i lineamenti forti del Cercatore.
«Sì, lo farei... Troverei un'altra donna... » sussurrò in tono quasi impercettibile. Kahlan lo fissò e si ritrovò a mordersi l'interno della guancia, sapendo che l'uomo stava mentendo. O almeno lo avrebbe fatto senza successo.
« E tu saresti felice con un'altra donna? ». Richard si sentì preso in giro e le si fece più vicino di due passi.
« Perché mi fai queste domande,se sai già la risposta? » la incalzò.
La Depositaria però capovolse ancora una volta la situazione e decise di verificare le parole di Zedd.
« Perché hai reagito a quel modo col mio Consigliere? »
« Volevo che ti trattasse bene – ammise - E poi non mi era piaciuto il modo in cui ti aveva guardata... >> disse alzando un palmo verso di lei, che stavolta vide la sincerità nelle sue parole.
« Sei geloso? » continuò Kahlan, toccando un nervo scoperto per Richard, che dopo essersi irrigidito, tornò con un'espressione imperturbabile.
« No... ».
'Bugia!' sibilò la voce interiore della Depositaria, che non lo lasciò andare via. Lo raggiunse e lo prese per il polso. Voleva risolvere quella situazione.
« Richard... ». La fronte del Cercatore si aggrottò, accartocciando il viso in una smorfia simile a quella di una persona che prova dolore.
« Sì, sono geloso. Lo ammetto. Sei felice adesso? » sospirò frustrato, come se stesse discutendo con qualcuno d’irritante.
Kahlan capì che era il momento giusto. Si sollevò sulle punte dei piedi e incorniciò il viso del compagno con le mani. Chiuse gli occhi e posò le labbra su quelle di Richard, che dopo un attimo di smarrimento, chiuse le palpebre a sua volta.
Portò la mano dietro la nuca di Kahlan, traendola maggiormente a sé in un bacio lento. Adorante.
Le dita della Depositaria imprigionarono in un pugno i capelli di Richard, che la avvolse col braccio libero. La strinse forte al petto sfiorandole la schiena con la punta delle dita. Le loro labbra si schiantavano assecondando la danza sinuosa delle loro lingue. A Richard sfuggì un gemito gutturale, quando Kahlan gli morse delicatamente il labbro. Si sciolsero riluttanti da quell'assurdo abbraccio e si fissarono negli occhi, col sangue che pompava veloce nei timpani.
« Meglio se vado a letto... » sussurrò lei per poi lasciargli un casto bacio sull'angolo della bocca.
Si scostò prima di iniziare ad avviarsi verso i propri appartamenti.
« Buonanotte, Richard... » gli augurò muovendo le dita di una mano per salutarlo.
Lui rimase imbambolato a guardarla, ancora troppo sbalordito da ciò che era appena successo.
« Buonanotte, Kahlan… » disse con un fil di voce mentre osservava la lunga vestaglia scivolare sul pavimento in marmo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Kahlan camminò in mezzo alla folla, attraversando l'immensa sala su un tappeto azzurro cielo con l'abito bianco che scivolava su di esso.
Salì i gradini della predella e si sedette sullo scranno mentre Richard, con la Spada della Verità appesa al fianco, si sistemò in piedi accanto a lei. Cercò di ignorare i ricordi del bacio fugace e di tutto quello che si erano detti la notte precedente. Entrarono altre tre donne e altri due uomini, che si sedettero su degli sgabelli ai lati della predella. Erano i membri del Concilio.
Due squilli di tromba riecheggiarono sulle pareti marmoree e Kahlan si alzò in piedi. La gonna si drappeggiò attorno alle sue gambe e Richard si accorse che era un abito diverso, ugualmente bianco come la neve. La gonna era più lunga e il corsetto era lievemente più attillato. Le maniche a tre quarti avevano un pezzo di stoffa ricamato, come se fossero dei prolungamenti delle maniche. Erano decorati con dei piccolissimi ghirigori argentati, presenti anche sul bordo del cappuccio, che copriva la parte retrostante della chioma fluente della donna. Alcune ciocche mogane le cadevano sul seno, coperto da una scollatura meno squadrata, ma che comunque lasciava ben poco spazio all'immaginazione. La cintura di pelle era svanita e si chiese dove Kahlan tenesse i suoi pugnali. Ma quando un raggio di sole colpì gli avambracci sull'interno, notò che le armi erano state nascoste appositamente.
«Buongiorno, cittadini di Aydindril. – esordì Kahlan - Do' un caloroso benvenuto ai Membri del Concilio che oggi sono qui con noi per celebrare il ritorno al potere delle Depositarie... - un lieve applauso pervase la folla per poi scemare dopo un cenno della donna - Come ben sapete, Darken Rahl é morto. É stato ucciso dal qui presente Cercatore di Verità, Richard Cypher e che si é offerto volontario per la mia protezione. Devo molto a quest'uomo, perfino la vita. Non ha protetto solo me, come persona. Ha protetto la stirpe delle Depositarie Amnell e mi ha permesso di far ritorno a casa per proteggere il mio popolo e provvedere ai fabbisogni di esso, secondo un giuramento che ho deposto circa cinque anni fa. Se qualcuno di voi avesse domande da pormi sul futuro, sarò ben lieta di rispondere ai vostri dubbi... ».
Un uomo dai folti baffi si fece avanti con un lieve inchino.
«Madre Depositaria, sono Sir Ethan Ambasciatore del Kelton inviato qui dallo stesso re Gregor del Kelton... – cominciò presentandosi - Con la guerra da poco conclusa, molte delle nostre miniere di oro e vari metalli sono state depredate. Che cosa farete a riguardo? ».
«Innanzitutto, c'é già un accordo con il Generale D'Hariano Zammer, già membro della resistenza, che é pronto a farsi carico di vari risarcimenti fra cui quelli del Kelton. Saranno calcolati i danni e quanto prima, avrete il vostro denaro. Così come tutti gli Stati membri della Confederazione delle Terre Centrali... » concluse Kahlan in tono autoritario.
«Vi ringrazio, Madre Depositaria... » rispose l'uomo prima di tornare in mezzo alla folla.
Un'altra donna si portò avanti senza impedirsi un'occhiata al Cercatore, che per tutta risposta la ignorò palesemente.
«Madre Depositaria, vorrei solo farle una domanda di natura privata » disse timidamente.
«Se non sarà troppo indiscreta, sarò ben lieta di rispondervi » sorrise Kahlan educatamente.
Ma era ovvio che fosse un sorriso di circostanza, che non coinvolgeva lo sguardo.
«Ora che siete l'ultima Depositaria, immagino che sceglierete un compagno per dare un erede allo Scranno di Aydindril... ». A quelle parole, il volto di Kahlan sbiancò e il suo sguardo incontrò per un momentaneo secondo quello di Richard che s’irrigidì, come se fosse stato congelato.
La Depositaria raddrizzò le spalle e riprese la sua postura autoritaria nonostante dentro di sè, il cuore le martellava nel petto.
«Avete ragione ad avere tale dubbio. Vi assicuro però che Aydindril avrà un erede, ma solo dopo che avrò ristabilito la serenità e la prosperità nel popolo. Solo allora sceglierò un compagno » finì e solo chi era un attento osservatore, poté vedere il sospiro sollevato del Cercatore.
«Perdonatemi, Madre Depositaria per la mia curiosità. Ma vorrei chiedervi se già avete fatto una lista mentale su chi potrebbe diventare il vostro compagno... » continuò la nobildonna.
«Temo di non poter rispondere a tale quesito,poiché non ho ancora compilato una tale lista... » rispose la donna in bianco trattenendo il nervosismo.
«Vi ringrazio, Madre Depositaria... » concluse la donna prima di ritirarsi anche lei.
Kahlan fece per concludere l'assemblea,quando un sibilo attraversò i presenti.
Richard estrasse la spada e si parò di fronte alla Depositaria. Sollevò l'arma appena in tempo per deviare un coltello a tre lame. Tre donne apparsero sulla soglia della sala gremita di persone,che iniziarono a parlottare fra loro dopo qualche attimo di panico. Kahlan fece per esporsi alle tre nuove arrivate,ma il Cercatore la trattenne dietro di sé «Fatevi avanti! » tuonò Richard mentre le tre donne,vestite con abiti semplici ed anche un po’ usurati,camminarono verso la predella.
«Chi siete? » domandò Kahlan in tono autoritario come pochi minuti prima.
«Siamo le Sorelle della Luce. Il mio nome Verna e queste sono le mie consorelle,Amelia e Salindra - si presentò la più anziana delle donne indicando le sue compagne - Siamo qui per te,Richard Rahl... ».
Il Cercatore le guardò confuso.
«Vi sbagliate. Il mio cognome é Cypher... ».
Zedd che era rimasto in disparte per tutto il tempo,uscì da un ingresso laterale e guardò Richard negli occhi mentre le tre donne s’inchinarono immediatamente.
« Grande Mago... » mormorarono in coro,ma il vecchio le ignorò.
«Figliolo,ciò che dicono é vero... - Kahlan fissò prima il Mago poi Richard,che restò pietrificato - Ci sono molte cose che non ti ho detto,e, una di queste é proprio la tua vera discendenza... Tu sei l'erede al trono di D'Hara. Tuo padre era Panis Rahl... ».
La folla si lasciò sfuggire un suono di sorpresa mentre la testa di Richard era un sovraffollamento di ricordi e parole.
 
****
 
Camminava su e giù per la stanza delle Assemblee in preda allo shock più traumatico della sua intera vita. Il respiro era accelerato e nonostante comandasse al cuore di rallentare,lui non ubbidiva. Richard si passò le mani nei capelli e fissò Zedd in piedi,accanto alle tre donne.
«Quindi ricapitolando: mia madre,cioè tua figlia Tarallyn... - disse indicando il Mago - Rimase incinta di Panis Rahl? E questo fa' di te mio nonno? » chiese non ancora convinto.
«Sì e sì... » rispose Zedd a entrambe le domande del giovane,che si voltò verso le Sorelle della Luce.
« E voi cosa c'entrate in tutta questa storia? » domandò ancora,cercando di trovare la verità.
Verna fece un passo avanti.
« Molti anni orsono,un Profeta annunciò la nascita di un erede di un grande impero,destinato ad essere il protettore del popolo e il più Grande Mago Guerriero da 3000 anni a questa parte... - iniziò la donna - Di recente hai delle forti meningiti,vero? » domandò.
« Sì,é vero ma... ». La Sorella della Luce interruppe nuovamente il Cercatore.
« É il Dono. Ogni Mago possiede un Han,cioè la magia che scorre nel proprio sangue. Tu hai un Han potente perché sei frutto di due progenie estremamente potenti: i Rahl e gli Zorander... E se non sarai istruito,morirai per i mal di testa... ». Kahlan ebbe un sussulto a quelle parole.
«Perché non mi hai detto nulla?! » chiese con stizza.
«Perché ti saresti preoccupata. Esattamente come stai facendo adesso... ».
La donna in bianco sospirò a tanta noncuranza.
«Devi venire con noi... » disse Amelia,ma Zedd si mise in mezzo.
«No! Non potete farlo e questo lo sapete ».
Amelia fece per ribattere,ma Verna intervenne ancora.
«Avete ragione Grande Mago,ma non sapevano che voi foste ancora in vita... Perciò Richard potrà restare qui,ma noi dovremo rimanere per accertarci dei suoi progressi... » assicurò. Richard era confuso e si sentiva messo con le spalle al muro. C’erano così tante cose da chiarire,che non sapeva da dove iniziare.
«Perché avete aggredito Kahlan? » chiese perplesso.
«Credevamo che fossi stato confessato e l'unico modo per liberarti,era ucciderla... » si spiegò l'anziana donna mentre a Richard cominciava a dolere la testa. Sia per le troppe informazioni,sia per il Dono magico.
 
****
 
L'aria fredda della notte lo raggelò,ma gli fornì un po’ di ristoro dalla calda oppressione delle notizie apprese solo quel pomeriggio. Richard sospirò stanco e guardò il panorama,stando attento a non cadere oltre il bastione che collegava due delle torri del Palazzo delle Depositarie. Kahlan gli si avvicinò con l'abito che le svolazzava per il vento,insieme ai morbidi capelli profumati.
«Richard,é tardi. – osservò con ovvietà - Perché sei qui? » chiese con un cipiglio di preoccupazione.
«Pensavo... >> rispose lui senza guardarla negli occhi. Si vergognava di sé stesso.
«A cosa? - insisté lei - Guardami... ». Richard obbedì e finalmente,incontrò gli occhi verdi della donna.
«Non voglio essere un Mago,non voglio il Dono... » disse affranto.
«Perché dici questo?! – domandò perplessa - Richard,avere il Dono é un regalo prezioso e speciale... >>
«Io odio la magia. La odio perché é la sola causa della nostra distanza... » rispose infervorato. Quel argomento era ancora una ferita aperta. Kahlan ingoiò il nodo alla gola che le si era creato. Anche lei la pensava in parte allo stesso modo.
«Io sono una Depositaria. Possiedo la magia... » disse e Richard sgranò gli occhi.
«Io non odio te,Kahlan. Odio la magia... » ribatté ancora.
«Ma la magia é parte di me. Come puoi dire di amarmi se odi la magia? É una contraddizione... » continuò la donna. Richard sospirò e si rese conto che la compagna aveva ragione.
«Io non... Kahlan,é complicato... ». Lei posò una mano su quella del Cercatore.
«No,Richard. Non lo é... Tu sei solo spaventato... » mormorò dolcemente facendolo rabbrividire piacevolmente.
Restarono qualche attimo in silenzio con la luna che rischiarava la città ed il Palazzo Bianco.
«Dovresti odiarmi... » disse Richard ad un tratto.
«Perché? » domandò Kahlan stizzita.
«Perché sono un Rahl... ».
Si mise a giocherellare col bordo del muricciolo marmoreo che costeggiava il bastione mentre lei sorrise bonaria.
«Le colpe dei padri non ricadono sui figli... » disse prima di scostare una ciocca di capelli biondo-scuro dalla fronte del compagno, che si voltò e le sorrise dolcemente.
«Ti amo... » le disse lasciandole un sapore dolceamaro in bocca.
«Anch'io... » rispose Kahlan dopo qualche attimo per poi stringersi all'uomo.
Posò la testa sulla spalla di Richard ed insieme,restarono a godere della vista su Aydindril fino a che non si ritirarono nelle loro camere.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Richard disegnò ancora una volta la Grazia, il simbolo che racchiude la magia e l'essenza dei Tre Mondi. Disegnò un cerchio.
«Questo é il Mondo Sotterraneo, ovvero il Regno del Guardiano; l'antico amore del Creatore col quale generò noi Mortali... » disse mentre con la coda dell'occhio osservava Kahlan leggere un vecchio libro, seduta sul bordo di una fontana in pietra.
Disegnò un quadrato inscritto nella prima circonferenza.
«Questo é il Velo, il sottile confine fra il mondo dei vivi, di coloro che vivono e respirano alla luce del sole, e il mondo dei morti dove le anime vagano senza una vera meta... » mormorò prima di lanciare un altro sguardo alla donna in bianco,che continuava a sfogliare le pagine ingiallite del volume,che reggeva con le proprie mani. Disegnò un altro cerchio inscritto nel quadrato.
«Questo é il Mondo dei Vivi, dove chiunque può godere del mondo generato dall'Amore... » continuò fingendosi assorto e calcando l'ultima parola,così da attirare l'attenzione di Kahlan.
Ella sollevò gli occhi smeraldini dal libro per incontrare quelli grigi di Richard.
Scosse la testa ed accennò un sorriso divertito, quasi lusingato dalle allusioni dell'uomo.
Richard disegnò una stella ad otto punte al centro delle tre figure precedenti e da ogni punta,tracciò il rispettivo segmento.
«E questa stella é il Creatore, colui che tutto sa e che col suo Dono,porta la luce e la speranza attraverso i Tre Mondi... » concluse prima di sospirare.
Era da tutto il pomeriggio che ripeteva quelle parole. La mattina aveva dovuto assistere a degli incontri fra Kahlan e alcune delegazioni.
«Richard, sei un po’ troppo distratto... » commentò Salindra, una delle tre sorelle vestita con un semplice abito rosa antico.
«Sono concentrato... » ribatté esasperato prima di guardare il cielo che cominciava a tingersi di cremisi.
Le nuvole avevano assunto delle colorazioni dorate per via del sole che poche ore dopo, sarebbe scomparso dietro il Rang'Shada per lasciare il posto alla notte.
Non badò alla conversazione fra il Vecchio Mago e la Sorella della Luce.
Nulla lo interessava di più della figura di Kahlan, ancora assorta nella sua lettura. Il nuovo abito le fasciava le forme e sfiorava il terreno ogni qualvolta la donna compiva un passo. I capelli mogani le ricadevano in parte sulle spalle ed in parte sulla schiena. Una ciocca ribelle le si sollevò per il lieve vento serale. Con raffinatezza, lo acciuffò per portarselo dietro al lobo dell'orecchio.
Si sentì osservata e staccò gli occhi dalle parole sul libro per poter osservare Richard,che la stava fissando.
Si sentì arrossire sotto quello sguardo da rapace, che era in grado di sciogliere ogni nodo nei fili del suo animo.
Al contrario del Cercatore, Kahlan si limitò a osservarne i lineamenti del viso e la forma del corpo: mascella squadrata, occhi grigi e penetranti, naso dritto, capelli biondo-scuri, collo leggermente taurino, spalle larghe e muscolose e torace abbastanza ampio. Era decisamente un uomo attraente,in grado di far scalpitare il cuore di qualsiasi donna. Ciò che Kahlan amava di lui, era l'integrità col quale perseguiva i propri ideali e valori, dedicati alla pace e all'armonia. Certo, anche l'occhio voleva la sua parte ma quello che davvero interessava alla Depositaria era il cuore di Richard. Puro e privo di macchia. Nobile, valoroso, forte. Un capo.
Un padre perfetto. Già, lo sarebbe stato se anche lei fosse stata una donna normale.
Ma non sarebbe diventato padre, non con lei. Lo amava troppo per renderlo suo schiavo e non avrebbe mai potuto vivere con un tale peso sulla coscienza.
Sarebbe diventato un padre meraviglioso, ma non con lei.
Si rese conto che sua madre aveva avuto ragione.
Ricordava ancora quella fredda mattina d'inverno, quando il padre di Kahlan, Re Wiborn di Galea fu assassinato. La madre l'aveva stretta a sé e aveva pronunciato parole fredde tanto quanto quel vento che spostava i rami degli alberi, ormai spogli:
"Le Depositarie non conoscono l'amore, ma solo il dovere. Ricordalo,bambina mia".
Quelle parole ogni giorno, ogni volta che guardava Richard, le rimbombavano nella testa fino all'esaurimento. Un continuo promemoria che però la faceva soffrire nel profondo.
Poi lui le sorrise. Un sorriso che lo faceva apparire come un ragazzino impertinente e dalla lingua biforcuta. Ed alle volte,si comportava come tale ma Richard era un ragazzino riempito di responsabilità troppo precocemente. Troppo presto aveva dovuto affrontare la morte. Troppo presto aveva dovuto affrontare le incertezze e gli ostacoli che prevedono la vita, il filo sul quale ognuno cammina fino a che non cade per raggiungere la morte. Ed ora che era divenuto anche l'unico erede al trono di D'Hara,sulle sue spalle gravavano altre nuove responsabilità. Altre nuove sfide che lo avrebbero portato, forse, alla morte per l'ennesima volta.
Spesso Richard si era avvicinato al Mondo Sotterraneo e questo, aveva angosciato l'animo della Depositaria che temeva di perdere quell'unica persona in grado di amarla e di starle accanto senza temere i suoi poteri pericolosi, che comunque lo tenevano ad una certa distanza.
«Tutto bene? » le domandò risvegliandola dai suoi pensieri.
«Sì, stavo solo pensando... » disse per liquidare la questione.
«Sembravi ricordare qualcosa di doloroso... » commentò lui mentre la squadrava per capire cosa la turbasse.
Kahlan poteva anche capire le menzogne, ma non sapeva mentire. E lo aveva imparato a proprie spese.
Si scambiarono un lungo sguardo, come se si capissero anche senza parole.
Richard venne interrotto da Zedd, che gli disse che avrebbero proseguito con le lezioni l'indomani. Quando tornò a guardare verso la fontana, Kahlan era scomparsa ed aveva lasciato il libro sulla panchina in pietra. Si avvicinò e prese il libro fra le mani, sorridendo quando vide che era un libro di fiabe e si chiese come mai la donna lo stesse leggendo.
 
****
 
Kahlan si appoggio ad uno dei merli che decoravano la parte più alta della Torre Centrale, dal quale lei stava osservando la città, illuminata fiocamente dalla luna e dalle piccole e rade lanterne. Sentì il forte ululare del vento e lasciò che i capelli fluttuassero, quando avvertì una presenza alle sue spalle.
Fece scivolare i pugnali dalle maniche e strinse con forza le due armi mentre si voltava. Puntò la lama contro la gola di Richard, che alzò le mani e sorrise.
«Hai intenzione di uccidermi? » chiese fingendosi spaventato e lei rise.
«No » disse e nascose di nuovo i pugnali dentro le maniche dell'abito bianco, ignorando lo scalpitare prepotente del proprio cuore.
«Come hai fatto ad arrivare qua? ».
«So sempre dove sei... - mormorò lui come se ci fosse un altro significato in quelle parole - É un trucchetto che mi ha insegnato Zedd pochi minuti fa... ».
«Ti sposti da un posto ad un altro? » domandò la donna sorpresa.
«Esatto » confermò Richard prima di affacciarsi sul panorama insieme a lei. 
«E come ci riesci? » domandò la donna, osservandolo. Ora il tono di Kahlan divenne curioso nei suoi confronti. Per quanto fosse rimasta a contatto con i Maghi e la magia in generale, ne sapeva ben poco.
«Dice che ho due tipi di Han: quello della Magia Aggiuntiva e quello della Magia Detrattiva... » alzò le spalle.
«Ma non sai tutta la spiegazione perché sei fuggito nell'aria, vero? »ridacchiò lei immaginando la reazione del Vecchio Mago.
«Sì. Ero stanco delle sue lezioni oggi... - si voltò a guardarla negli occhi - Volevo stare con te... ».
Kahlan sentì il cuore accelerare ancora mentre sembrava essersi dimenticata di come si respira. Era così vicino fisicamente eppure tanto lontano.
«Perché leggevi quel libro oggi? – le chiese e lei rispose con un'alzata di spalle - Conosco anch'io la favola del pescatore... Era la mia preferita da bambino... ». Lei lo guardò di scatto.
«Amavo anch'io quella storia... - distolse di nuovo lo sguardo e si rabbuiò in volto - Il pescatore alla fine ebbe ciò che voleva: la libertà... » sussurrò tristemente.
«Ti senti in trappola per i tuoi poteri? ».
Kahlan annuì e Richard decise di non indagare oltre.
Restarono qualche minuto in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
«Perché hai così tanta paura di farmi del male? » domandò il Cercatore, spinto dal desiderio di sapere i pensieri della Depositaria.
«Non ti sembra ovvio? Lo hai visto anche tu in che condizioni posso ridurre una persona... » disse lei in tono terribilmente serio. Gli sembrò che le facesse male pronunciare tali parole.
«Come puoi essere sicura che accadrà questo anche a me?! » rispose lui costernato.
«Non sono pronta a rischiare! – tentò di spiegarsi lei - Lo faccio per te... ».
Lui la prese per le spalle con gentilezza.
« No. Tu lo fai per te stessa, perché lasciarti andare significherebbe un completo salto nel vuoto dove le tue sicurezze e convinzioni si sgretolerebbero, come un castello di sabbia troppo vicino all'acqua! » affermò l’uomo dagli occhi grigi. Kahlan si divincolò da quella presa, divenuta improvvisamente soffocante.
Richard lasciò cadere le proprie braccia lungo i fianchi e si lasciò sfuggire un sospiro, carico di frustrazione.
«Credevo che avessi più coraggio e che non scappassi alla prima avversità » commentò abbastanza forte perché Kahlan lo sentisse.
«Mi stai dando della codarda!? Tu che non vuoi nemmeno i tuoi poteri di Mago... » ringhiò lei ferita da quelle insinuazioni.
«Nemmeno tu vuoi i tuoi poteri di Depositaria! » rispose Richard.
«Io però ci convivo e non mi lamento di ciò che la vita mi ha dato! ». Ora stava alzando la voce.
«Ah,davvero?! E perché mi rifiuti? Nessuno potrà mai amarti,non quanto me... ».
La mano di Kahlan reagì da sola. Diede uno schiaffo sulla guancia di Richard,che incassò il colpo.
«Ho passato venti anni della mia vita ad autoconvicermi di non essere un mostro,che non merita amore. Non ho bisogno che me lo ricordi anche tu... ».
La sua voce si spezzò sulle ultime parole mentre le lacrime iniziarono a pizzicarle gli occhi.
Richard sollevò lo sguardo verso quel velo di lacrime e si sentì male nel vederla in quello stato. Odiava vederla piangere. Le prese il polso,ancora alzato dopo lo schiaffo,stringendo dolcemente le dita intorno e la attirò gentilmente a sé.
«Sai che non era quello che intendevo... » disse Richard parlando con calma.
Kahlan fissò il Palazzo Bianco sotto di loro evitando le nubi negli occhi del Cercatore,che non mollò la presa al suo braccio,allentandola comunque per non farle male.
«Sai bene che "mostro" non é una parola che affibbierei ad una donna come te... Non sono come gli altri,non sono come coloro che s’inchinano al tuo passaggio e non ti guardano negli occhi,perché credono a delle stupide leggende. Non sono come coloro che ti rispettano solo per i tuoi poteri. Io ti rispetto come donna,come la donna che amo. E tanto per precisarlo sei l'unica... Se loro ti rispettano e ti temono,io ti venero e ti amo... - lei lo guardò di sottecchi,scrutandolo da sotto le lunghe e folte ciglia - E se pensi che io sia in qualche modo ferito interiormente per i tuoi schiaffi,sappi che se questo é l'unico modo per sentire il tuo tocco e la tua pelle allora lo accetto... Accetto anche questo... » dichiarò con slancio.
Lentamente le lasciò andare il polso e continuò a guardarla,prima di chinarsi e lasciarle un casto bacio sulla guancia. Kahlan rabbrividì piacevolmente.
«Buonanotte,Madre Depositaria... » disse prima di aprire la porta in legno per scendere le scale a chiocciola.
Kahlan rimase stordita dalla loro discussione,dalle sue parole e dal suo bacio. Ma ciò che la colpì in quel momento,era il fatto che non avesse usato il trucchetto magico di Zedd. Sorrise e capì il vero trucco di Richard.
Voleva che la seguisse. Non voleva nascondersi da lei con la magia.  
Aprì la porta di legno e corse lungo le scale in pietra,facendo attenzione a non inciampare sulla stoffa dell’abito.
Lo trovò al termine della rampa,di spalle. Gli corse incontro e gli bussò sulle scapole. Quando egli si girò,gli buttò le braccia intorno al collo e posò le proprie labbra su quelle del Cercatore,che la avvolse in un caldo abbraccio per stringerla a sé. I loro corpi si incastrarono perfettamente,come due pezzi divisi che si rincollavano insieme. Le dita di Kahlan s’intrufolarono fra i capelli di Richard,che le accarezzò la spina dorsale. Si staccarono per riprendere fiato e si fissarono negli occhi,con la fronte l'una contro l'altra.
«Sei incredibile... » mormorò lei.
«Mai quanto te... » commentò il Cercatore prima di abbracciare la sua Depositaria,che ora sarebbe divenuta la sua compagna di vita.
Un titolo decisamente di altro valore morale per Kahlan,che non avrebbe conquistato e meritato con nessuno,se non con Richard.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Richard fece fatica ad addormentarsi da solo nella propria stanza. Gli sembrava di poter sentire la pressione delle labbra di Kahlan sulle proprie. Il suo profumo gli aveva ormai invaso i polmoni, con una dolce fragranza. La amava con tutto sé stesso e la desiderava, ma sapeva di dover procedere a piccoli passi. Doveva andarci piano poiché Kahlan non aveva mai avuto una relazione come quella. E francamente nemmeno lui, come ammise a sé stesso. Lentamente, pensando a lei, prese sonno e il mattino seguente, si svegliò in forze.
Anche Kahlan, che finalmente decisa nei confronti della loro relazione, lo invitò a fare colazione nei suoi lussuosi appartamenti privati. Era riposati e di buon umore. La tavola era stata imbandita di pietanze, ma le domestiche non sembrarono entusiaste della presenza del Cercatore. Non era mai capitato loro di servire un uomo all’interno di quella reggia. Non appena rimasero soli, lui la guardò negli occhi.
«Qualcosa mi dice che il mio tè potrebbe essere avvelenato... » sussurrò giocoso,strappando una risata alla Depositaria.
«Sei un uomo. É strano per loro vedere qualcuno dell'altro sesso in questi appartamenti... In generale,in questo palazzo.... » ridacchiò divertita dalla situazione quasi assurda. Richard la osservò incantato. Amava il suono della sua risata cristallina e la imitò, prima che iniziassero a consumare il loro pasto mattutino.
 
****
 
Verna lisciò la gonna del proprio abito e lo guardò con severità.
«Devi venire con me al Palazzo dei Profeti... » disse rivolta al Cercatore.
«Cosa?! » esclamò stizzito e con gli occhi sgranati mentre le pupille si ingrandirono,più nere della pece.
«Se non sarai istruito, morirai per il Dono » lo ammonì ed il suo tono risultò quasi autoritario,come lo sguardo.
«Non ve lo permetterò... » dichiarò Zedd con decisione. Non avrebbe lasciato suo nipote in un tale momento.
«Qui é distratto... » disse la Sorella alludendo alla Depositaria.
Zedd strinse i pugni callosi ed invecchiati dal tempo e dalle fatiche della vita.
«Non vi permetterò di scatenare una nuova guerra... » insisté sempre più infervorato.
Richard li fissò uno ad uno con occhio critico,prima di volgere lo sguardo verso il nonno attendendo delle spiegazioni. Il Vecchio Mago prese un bel respiro e iniziò a narrare.
« Migliaia di anni fa,scoppiò una guerra fra due fazioni di Maghi. Alcuni di loro volevano mantenere le tradizioni, gli altri desideravano che i segreti della Magia fossero custoditi dalle Sorelle della Luce, un ordine religioso d’incantatrici, che oltre a detenere i libri e le indicazioni magiche, avevano il compito di dare vita a delle vere e proprie dinastie di maghi. Questo perché il Dono stava scomparendo. Poi però i Maghi Tradizionalisti non poterono accettare un tale oltraggio e così scoppiò un sanguinoso conflitto. Vinsero i primi, che uccisero i dissidenti e limitarono i territori delle Sorelle, che costruirono un Palazzo a Tanimura nel Vecchio Mondo separato dal Nuovo, cioè il nostro; da una valle di dune desertiche che si é formata dopo la guerra. I Tradizionalisti fecero un incantesimo su questa valle, che la rese arida e priva di vita. Chiunque la attraversi é destinato a morire nelle sue stesse paure più profonde. Per questo viene detta Valle dei Perduti... Nessuno ne esce vivo » terminò momentaneamente con voce criptica. Richard lo guardò confuso ed aggrottò la fronte.
«Che vuoi dire? » domandò senza comprendere appieno.
«L'incantesimo della Valle dei Perduti ha il potere di evocare le tue paure più recondite e le rende reali,fino a che non sopraggiunge la morte. Ciò che la tua mente immagina, diventa reale per il tuo corpo. Se hai paura di morire schiacciato fra due rocce, morirai fino a che due forze invisibili non ti schiacceranno... » si chiarì il Mago «Ciò non spiega perché non dovrei andare a Tanimura... » commentò Richard.
« Poco prima della creazione della Valle,i Tradizionalisti fecero firmare un patto alle Sorelle: esse avrebbero potuto istruire i nuovi Nati Col Dono,solo se tutti i Maghi si fossero rifiutati di prendere le loro responsabilità o più semplicemente,se tutti i Maghi fossero morti – prima che potesse fare altre domande,sollevò una mano per fermarlo - Ma bada bene,non stiamo parlando dei falsi maghi che avevano solo la vocazione,ma di Maghi Nati col Dono. Uno come me e te. Ed io sono ancora in vita,per questo non possono portarti via... » concluse il Vecchio,lanciando un’occhiata di fuoco a Verna,rimasta in piedi ad ascoltare.
Richard ebbe il naturale istinto di voltarsi e la vide.
Kahlan stava con una spalla appoggiata al muro e li fissava. Sul volto era dipinta un'espressione imperturbabile. Espressione che assumeva quando stava prendendo in considerazione qualcosa. Richard aggrottò impercettibilmente la fronte,gesto che notò solo la sua compagna che ora lo fissava preoccupata.
Le rivolse un lieve sorriso,poi tornò a Zedd e Verna.
«Mi impegnerò di più,ma voglio restare ad Aydindril. E poi il mio compito é proteggere Kahlan adesso,ho fatto un giuramento... ».
Gli occhi di Richard diventarono metallo e la Sorella non poté far altro che accettare quella condizione.
 
****
 
La luna pallida splendeva in cielo,sgombro dalle nuvole,insieme alle stelle brillanti come diamanti.
I giardini del Palazzo Bianco avevano assunto colorazioni argentee mentre la coppia vi camminava attraverso. Richard camminava a fianco di Kahlan,che invece aveva gli occhi sui suoi stessi  piedi.
«Dovresti andare a Tanimura... » disse dopo attimi di silenzio e Richard si voltò verso di lei.
«Perché dici questo? » chiese lui fermandosi.
«Non voglio che tu muoia perché ti distraggo... » si giustificò strappando al Cercatore un sorriso irriverente. Le accarezzò la guancia.
«Sei la mia distrazione preferita...  » specificò intenerito dalla reazione della donna in bianco.
Lei sorrise lievemente imbarazzata e spostò gentilmente la mano del compagno.
«Sto dicendo sul serio... » disse in finto rimprovero.
«Anch'io... - la prese per le spalle e la fissò negli occhi - Non voglio perdermi nemmeno un secondo con te. Abbiamo perso fin troppo tempo... » dichiarò. Kahlan sospirò «Ma... »
«Niente ma. - la interruppe bruscamente - Ho preso la mia decisione... » rispose categorico mentre tornava a guardare il giardino,immerso nella serenità,se non interrotto dal gracidare di qualche ranocchio o dal frinire dei grilli.
«Forse posso aiutarti a studiare... » propose la Depositaria, attirando l'attenzione del Cercatore.
«Come? » domandò incuriosito e lei fece spallucce.
« Non lo so. Troveremo un metodo... » sorrise coinvolgendo anche lui.
«Mi é venuta un'idea a riguardo... » sussurrò roco prima di avvicinarsi a Kahlan.
«E quale sarebbe? » finse un tono ingenuo prima che Richard la bloccasse con le spalle su un muricciolo.
«Sto improvvisando... » disse prima di posare un bacio sulle labbra della donna.
Kahlan portò le mani dietro la nuca di Richard,che le avvolse i fianchi con le braccia. Improvvisamente,una violenta fitta dolorosa lo colpì alla testa. Il Dono esigeva un prezzo che doveva essere ripagato.
Il dolore era così forte che il Cercatore non ebbe le forze di restare in piedi. Le sue ginocchia cedettero e Kahlan lo prese per le spalle,senza però sapere come fermare l’emicrania.
«Richard... » mormorò terrorizzata al solo pensiero di poterlo perdere con le parole di Verna che la ammonivano,gettando un velo di inquietudine sulla situazione. L'uomo si prese la testa fra le mani e serrò i denti per evitare di urlare.
Si appoggiò con tutto il peso al corpo della Depositaria,che dopo essersi inginocchiata davanti a lui,lo accolse in un abbraccio confortante. Lo cullò dolcemente mentre Richard mugolava parole incomprensibili.
«Ssssh... Ora passa... » sussurrò lei al suo orecchio.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


La luce del sole del primo pomeriggio filtrava dalle grandi vetrate di alabastro, che si affacciavano sul paesaggio di Aydindril. I mobili, gli scaffali pieni di libri e volumi nelle librerie, alte sei metri della Biblioteca dove la Depositaria e il suo Cercatore stavano studiando, si colorò di morbide colorazioni tenui e dalle sfumature aranciate. Il pavimento lucido rifletteva la calda luce del tramonto. Kahlan stava spiegando alcune formule e forme incantesimo, che Richard imparò quasi subito al contrario di quanto si potesse pensare.
Zedd li osservava da lontano, seduto su una sedia imbottita e fingendo di leggere un libro di rune antiche. Poté notare come nonostante i tentativi fanciulleschi di Richard, Kahlan lo riprendeva e lo portava di nuovo a concentrarsi sullo studio. Si stupì che avesse così tanta pazienza nei suoi confronti, riuscendo a non farsi coinvolgere dai modi infantili del ragazzo. Il Vecchio era consapevole che per Richard, tutto era nuovo e all'apparenza difficile ed insormontabile.
Ci era passato anche lui da giovane, quando aveva scoperto di avere la Magia.
Continuò a guardarli, rubando segretamente loro dei piccoli attimi di quotidianità. Tentò di concentrarsi, quando un suono melodioso come una risata, lo disturbò di nuovo. La vide ridere a una probabile battuta di Richard e gli sfuggì un sorriso. Era naturale.
Suo nipote aveva un certo effetto sulle persone, in particolare sulle donne. Su Kahlan. Chi era nato nella sua epoca, sapeva che tale caratteristica, il fascino e la sensualità oltre che l'aura di potere attorno a sé, era tipica dei Rahl.
In cuor proprio, il Mago sapeva che però Richard sarebbe stato un sovrano diverso. Magnanimo. Saggio. Equo. Generoso. Orgoglioso. Tante erano le virtù che si potevano attribuire al Cercatore, che fissava imbambolato gli occhi smeraldini della donna in bianco. Era come se non avesse occhi che per lei. Era incredibile, considerando la sua giovane età.
Zedd ricordava ancora le conquiste amorose che aveva compiuto prima dei trent’anni. Prima di incontrare Erylin, la sua deceduta moglie. Le mancava spesso, come d’altronde sua figlia Tarallyn.
Notò che adesso, Kahlan si era improvvisamente fatta silenziosa.
Sui loro volti, c'erano solo dei sorrisi di complicità, che coinvolgevano i loro sguardi corresponsabili e carichi di quella passione della gioventù, che tanto il Vecchio Mago rimpiangeva. Sarebbe potuto tornare giovane con uno schiocco di dita, ma credeva che un giro sulla Ruota della Vita fosse più che abbastanza. Richard allungò una mano sul tavolo in legno lucidato verso quella della donna, che abbassò lo sguardo per un attimo.
Si poteva notare come fosse impacciata nelle dimostrazioni pubbliche di affetto. Raramente le concedeva perché era sempre stata lontana da tutto ciò che riguardava i sentimenti e l’amore. L'avevano sempre isolata da tutto ciò che non rientrasse nei doveri di Madre Depositaria e questo, le aveva portato via venti anni di vita che doveva passare con spensieratezza e non con inquietudine.
Si fissarono intensamente negli occhi, senza bisogno di parlarsi, prima che lei gli dicesse qualcosa per farlo tornare a studiare.
Zedd sorrise sotto i baffi, contenendo dentro di sè la gioia più pura che avesse mai provato.

****

Richard si concentrò, accigliandosi in volto e lentamente, sul palmo della propria mano, si accese una piccola fiammella. Danzava vivace e sinuosa, riflettendosi nello sguardo del Cercatore, che sorrise soddisfatto di sé. La fiammella s’ingrandì sotto le parole nel Nuovo Mago.
«Focum esencta... » sussurrò e le piccole fiamme si contorsero, si arricciarono e si piegarono fino a formare una piccola pallina luminosa.
Il fuoco brillava e assumeva colori tendenti al violaceo, quasi purpurei. Kahlan, che osservava la scena rapita, si portò le mani vicino davanti alle labbra giunte, come in una muta preghiera. Zedd accanto a lei esultava e sembrava che i suoi candidi capelli si stessero arruffando ancor di più.
« Bravo, ragazzo! » esclamò facendo salire il livello di autostima in Richard, che chiuse la mano spegnendo la fiamma.
Aprì e chiuse più volte la mano, restando sorpreso nel notare che non si era minimamente ustionato. Sorrise al nonno per poi incontrare lo sguardo della donna in bianco, che si morse il labbro per non cedere alla gioia.
****

Richard la trovò seduta nel Giardino Madre.
Là erano sepolte le più importanti Madri Depositarie, fra cui la madre di Kahlan.
Aguzzò la vista nel buio e la vide davanti ad una Quercia Sanguigna, dalla chioma colorata. La gonna dell'abito bianco le si era aperta sull'erba e lei se ne stava seduta sui talloni, col capo chino e gli occhi chiusi.
Le si avvicinò piano piano ed osservò la quercia,che si alzava di fronte a loro con umile regalità. Aveva il tronco piuttosto tozzo e contorto, tanto che sembrava avvitato su se stesso. I rami anch'essi massicci erano coperti dal fogliame, ormai scarso e che iniziava a tingersi di rosso. Osservò la donna per un attimo e vedendo come le labbra di Kahlan si muovessero lentamente, senza emettere un suono, si convinse che stesse pregando e si sedette accanto a lei a gambe incrociate, imitandola. Si guardò intorno, osservando le lapidi disposte ordinatamente a chiocciola, il cui centro era occupato dalla Quercia Sanguigna, sotto al quale i due si erano seduti. Si sentì un paio di occhi addosso e quando si voltò, vide il volto imperturbabile di Kahlan. Lui la guardò negli occhi verdi.
«Stai bene? » le chiese con premura.
«Sì... » mormorò a bassa voce e capì che il Giardino Madre non era nient'altro che un santuario.
«Sei stata qui nelle ultime due ore? - lei annuì solamente - Per cosa hai pregato? » domandò incuriosito e sorpreso. Lei cambiò postura e si rilassò.
«Ho chiesto un consiglio a mia madre... » ammise senza però guardarlo. Richard la scrutò minuziosamente. Osservò i lineamenti raffinati ed angelici del viso di Kahlan,che gli rivolse uno sguardo sereno ed allo stesso tempo,impassibile.
«Un consiglio su cosa? » domandò, chiedendosi mentalmente perché avesse pregato un suggerimento. Lei non aveva mai avuto bisogno di queste cose,o almeno così credeva «Su di te... ».
Quella risposta lo lasciò basito,ma un senso di angoscia strisciò nella sua mente,quando notò che l'espressione della donna diventò fin troppo triste.
«Kahlan... » la chiamò per attirare la sua attenzione.
«Devi andare a Tanimura » esordì e il Cercatore si sentì cacciato via.
«Non mi vuoi qui con te? » aggrottò la fronte. Lei voltò il viso di scatto nella sua direzione.
«Non ho detto questo » rispose con stizza.
«E allora perché insisti nel mandarmi nel Vecchio Mondo?! » esclamò lui sconcertato da tale affermazione.
«Perché ne hai bisogno per vivere » rispose Kahlan cercando di farlo ragionare.
Ma già sapeva che era una battaglia persa in partenza. Sapeva che poteva essere molto testardo. Sapeva che avrebbero discusso ancora una volta.
«C'é solo una cosa di cui ho bisogno per vivere e sei tu... » mormorò coinvolto.
Quella frase fece fare una capriola al cuore di Kahlan che gli sorrise,quasi con timidezza. Tornò seria quando riprese padronanza di sé e delle proprie emozioni,facendole indossare la sua maschera gelida ed autoritaria.
Ma a dispetto di quanto lei si aspettasse,Richard assunse la sua espressione gelida. I lineamenti del viso divennero duri e severi come il tono di voce .
«Non usare quella faccia con me,sai che non funziona... - la ammonì lasciandola quasi di stucco - Kahlan,io non andrò a Tanimura. Il mio compito adesso é proteggerti. Che ti piaccia o meno... » concluse prima di alzarsi in piedi e tornare nella propria camera lasciando la donna ai suoi pensieri.
Sola con essi e non solo,poiché un'ombra si era già nascosta nella siepe e stava solo attendendo pazientemente il momento giusto per attaccare.
Momento che era arrivato.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Kahlan sospirò mentre il vento muoveva i rami della Quercia Sanguigna, le cui foglie rossicce e dai toni rosati sotto i flebili raggi lunari, si muovevano a un ritmo costante come in una melodia. Ma ad un tratto,sentì una stonatura. Un fruscio estraneo a quello delle foglie. Restò in allerta, coi nervi tesi come la corda di un arco. Un secondo fruscio. Poi dopo qualche attimo, un ramo che si spezzava sotto il peso di qualcuno che ci aveva camminato sopra accidentalmente. Per un attimo, pregò che fosse Richard o magari Zedd. Ma quei rumori erano troppo strani e capì di non essere sola in quel santuario.
Avvertì una presenza nemica alle sue spalle e con agilità, schivò l'Agiel che le aveva quasi colpito la nuca. Eseguì una capriola, facendo scivolare al contempo i pugnali dalle maniche dell'abito, verso le mani che li afferrarono saldamente. Un altro fendente la costrinse ad indietreggiare. La Depositaria si rialzò in piedi e bloccò l'attacco della Mord-Sith, che adesso le stava di fronte. Si chiese come fosse riuscita ad entrare a palazzo.
«Strega... » sibilò velenosa la guerriera in rosso, facendo salire l'adrenalina in Kahlan, che in un impeto di rabbia, la spinse via. Tornò alla carica più volte, assestandole calci e pugni.
Alla fine, disarmò la Mord-sith tirandole un calcio a una mano e colpendo l'altra col pugnale. La guerriera indietreggiò e sollevò le mani in segno di resa, per poi ritrovarsi stesa a terra con la faccia schiacciata sull'erba. Kahlan la immobilizzò, sedendosi sulla schiena della donna. Si arrotolò la bionda treccia di quest'ultima intorno al polso e la strattonò con forza, obbligando la Mord-sith a inclinare la testa indietro mentre la donna in bianco le puntava un pugnale alla gola. Era da molto tempo che non combatteva ed il sangue scorreva così prepotente che non riusciva a smettere di tremare.
«Kahlan! » chiamò a gran voce un uomo, dal tono preoccupato.
Richard apparve dopo qualche secondo e si avvicinò, seguito da alcune guardie di palazzo vestite di tutto punto. Kahlan rivolse loro uno sguardo glaciale.
«Sparite, incapaci! » ringhiò facendo sbiancare gli uomini in divisa.
Era furiosa. Avevano permesso a un nemico di entrare a palazzo. La Mord-sith guardò Richard con riverenza prima di chiudere gli occhi.
«Maestro Rahl guidaci. Maestro Rahl insegnaci. Maestro Rahl proteggici. Nella tua luce noi prosperiamo. Nella tua pietà troviamo riparo. Siamo umili di fronte alla tua saggezza. Viviamo solo per servirti. Le nostre vite sono tue... » salmodiò per tre volte, lasciando di sasso sia il Cercatore sia la sua Depositaria, che non accennò a mollare minimamente la presa sull’altra donna.
Richard la squadrò circospetto e incrociò gli occhi verdi di Kahlan, che riluttante si alzò in piedi continuando a tenere la Mord-sith in pugno.
Compì qualche passo cauto, avvicinandosi alla donna e assumendo un'espressione seria, carica di autorità. Inclinò la testa per scrutarla meglio e la Mord-sith abbassò lo sguardo, come se lo temesse. La luce flebile della luna gli aveva permesso di vedere gli occhi color ghiaccio ed i capelli legati in una treccia stretta. I forti e decisi lineamenti con la luna creavano delle ombre dall'aspetto tetro sul viso della guerriera.
« Chi sei? » domandò assolutistico. Era un ordine.
« Il mio nome é Cara Mason – esordì - A D'Hara sono Padrona Cara » disse la donna in tono sottomesso.
« Perché sei qui? » chiese ancora per indagare.
« Per riportarvi a D'Hara, mio signore. Ma questa strega me lo ha impedito » ammise sprezzante e trattenne il fiato quando la lama del pugnale di Kahlan,premette contro la sua gola bloccandole dolorosamente la trachea esposta sotto lo strato di pelle.
« Questa é casa mia, stupida... >> le ringhiò all'orecchio, scandendo bene le parole.
Richard lasciò che la sua compagna marcasse il territorio e fissò la Mord-sith, cercando di capire la situazione.
« La Madre Depositaria é una persona a me molto cara. E se vorrai compiacermi, dovrai portarle lo stesso rispetto che riservi a me. Sono stato chiaro? ».
Cara annuì e con un cenno dell'uomo, la Depositaria ritirò la lama e rinfoderò le armi mentre Cara rimase in piedi di fronte a Richard, attendendo un nuovo ordine.
Non avrebbe mai immaginato che Lord Rahl, provasse pietà per una Depositaria. Lo squadrò da capo a piedi, constatando che fosse veramente un Rahl. I capelli tendenti al biondo, lo sguardo ipnotico e l’aura di potenza attorno a sé erano tutte caratteristiche dei Rahl.
Kahlan si chinò a raccogliere le Agiel, dimenticandosi di ciò che le bacchette potevano causare. Avvolse le mani intorno alle bacchette ed un impensato dolore insopportabile le percorse le braccia,arrivando a tutto il corpo. Si accasciò a terra mentre ogni suo pugno, stringeva un'Agiel. Gli spasmi le avevano bloccato i nervi, impedendole di lasciare le armi. Richard sgranò gli occhi e si avvicinò alla donna, girandola sulla schiena.
« Kahlan! Lascia le Agiel! » le ordinò spaventato.
Conosceva il dolore che la donna in bianco stava provando in quel momento e probabilmente, avrebbe perso i sensi. Lei ci provò, ma fallì.
Aprì la bocca per parlare, ma il dolore era così potente che non le uscì alcun suono.
Quando le forze iniziarono a mancarle, le prese sulle due bacchette si allentarono gradualmente e Richard le prese al suo posto. Incanalò il dolore, come Padrona Denna gli aveva insegnato e strinse i denti passando le armi a Cara, che le rinfoderò subito. Il Cercatore prese Kahlan tra le braccia, impedendole di accasciarsi al suolo. Le scostò i capelli mogano dal viso e la aiutò a sedersi in terra, sull'erba. Le sostenne la schiena, permettendole di appoggiarsi a lui e al suo petto.
Kahlan riprese i sensi dopo alcuni minuti e lo guardò negli occhi, stanca. Sentiva le membra intorpidite,doloranti ed aveva voglia di dormire.
« Co-Come ci sei... » balbettò.  La sua voce era un roco sussurro.
« Denna... » rispose lui prontamente, cercando di tagliare corto.
Non voleva parlare di lei in sua presenza.
Cara li osservò e sembrò spaesata. Non aveva mai visto un Lord Rahl preoccupato per una persona. Per una donna.
Trovava strano e a dir poco, stupefacente che qualcuno si prodigasse per una Depositaria. Restò col volto impassibile e si obbligò ad aiutarlo. Dopotutto, Maestro Rahl le aveva ordinato di non aggredirla. 

****

Zedd camminava su e giù per la stanza in modo nervoso.
Richard strinse a sé Kahlan, che seduta nel suo grembo, aveva steso una gamba sul divanetto imbottito. Ci sarebbero voluti un paio di giorni per riacquistare completamente  le forze. La scarica elettrica provocata da un’Agiel era debilitante anche per settimane.
Cara era in piedi, nella sua divisa rossa, con le mani dietro la schiena in una postura di chi è pronta a ricevere ed eseguire efficientemente qualsiasi tipo di ordine le venga impartito. La fibbia della cintura, che reggeva i foderi dove erano custodite le Agiel all'altezza della vita, portava il simbolo di una mezza luna dorata e due R incrociate simbolo della casata dei Rahl.
« Quindi sei qui perché il Generale che aveva firmato gli accordi é stato ucciso? - la Mord-sith annuì - E adesso chi ha le redini? » domandò il Mago sempre più preoccupato.
« Padrona Costance... ».
A quel nome, il sangue del Cercatore si gelò nelle vene. Cercò di non darlo a vedere, anche se Kahlan aveva notato come si era irrigidito.
« E quindi? » insistette Zedd attendendo delle spiegazioni.
« Ho saputo che l'erede di D'Hara era qui ad Aydindril e così sono venuta qua per riportarlo al suo posto. Al potere » disse con decisione rivolgendo un'occhiata d’intesa a Richard.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Richard era convinto che Cara non stesse mentendo, ma Kahlan non era della stessa idea. Essendo una Mord-Sith, i suoi poteri non funzionavano su di lei e le impedivano di leggerla. Era frustrata all'idea di non sapere ciò che realmente stava accadendo, poiché essere la Madre Depositaria, significava possedere la verità. Avrebbe potuto mandare dei messaggeri, ma il compagno glielo aveva impedito tassativamente.
Sospirò pesantemente mentre metteva la firma sull'ennesima scartoffia di quella lunga mattinata e tentò di far cambiare piega ai suoi pensieri.
Le mani le dolevano ancora, per non parlare delle due dita rotte a causa delle Agiel. Richard aveva passato almeno un'ora e mezza a fasciarle le mani e a steccarle le dita. Purtroppo nemmeno Zedd era riuscito a rimediare al danno, a causa della magia nera che permea le Agiel.
Sorrise al pensiero di Richard. Si era sempre presa cura di lei, in ogni situazione e questo le riportò alla mente quella volta che Zedd aveva trafugato il Secondo Scrigno dell’Orden, dalla Camera dei Gioielli di Tamarang, fingendosi un marionettista. Quel giorno il piano di confessare un soldato d’hariano era saltato per colpa dell’iperprotettività del Cercatore,che proprio in quel momento,bussò alla porta del suo ufficio facendo capolino con la testa.
« Sarebbe possibile ricevere la Madre Depositaria? » domandò giocoso.
Lei accennò a un sorriso e lui chiuse la porta alle sue spalle, prima di sedersi davanti a lei e alla sua scrivania.
« Non dovresti firmare... » disse in finto rimprovero, facendo un cenno verso le sue mani.
Kahlan si limitò ad annuirgli mentre immergeva il pennino nell'inchiostro.
Richard restò a guardarla mentre scriveva sui fogli con un ritmo costante. Sapeva che erano inutili scartoffie dettate da una serie di protocolli. Per questo, lei non prestava loro molta attenzione. Prese un bel respiro, deciso a volerle parlare.
« Devo andare a D'Hara... » disse tutto d'un fiato.
La mano di Kahlan si fermò a mezz'aria stringendo ancora delicatamente il pennino.
Aggrottò la fronte e sollevò gli occhi verso quelli grigi di Richard.
« Devi? - lui annuì con serietà - Perché? » chiese ancora.
Lui sollevò le mani per evidenziare l'evidenza.
« Devo essere lì per ripristinare l'ordine... ».
Alla donna sfuggì un sorriso sbilenco.
« Tu porti caos ovunque tu vada... » lo schernì col suo puntiglioso sarcasmo.
Lui incassò la battuta per poi lanciarle un'occhiata in tralice.
« Kahlan, io voglio che tu venga con me... » disse e stavolta il suo sguardo si ammorbidì, come il tono di voce. Lei lo fissò per un attimo interdetta.
« Richard, sono appena tornata. – disse - Non posso abbandonare di nuovo Aydindril... ». Era combattuta.
Sapeva che il suo posto era lì, in quel Palazzo Bianco. Ma era pur sempre vero che Richard era diventata la sua casa. Un luogo sicuro. Lui annuì.
« Lo so... » ammise quasi più a sé stesso.
Si fissarono a lungo e in silenzio, ponderando la situazione.
« Io devo partire,Kahlan. – ripeté Richard dopo qualche minuto - Devo assumermi le mie responsabilità... » esordì deglutendo sonoramente.
Lei abbassò lo sguardo e si sentì terribilmente sola. Comprendeva però le parole del compagno, anche se dentro di sé stava sanguinando al solo pensiero di non vederlo. Sarebbe potuto andar via per un mese, per un anno. O addirittura per dieci. Non avrebbe potuto sopportare una tale distanza, non solo temporale.
«Non é un addio... » continuò lui per rassicurarla, ben sapendo però che le parole non avrebbero sortito l’effetto sperato.
«Lo so... » mormorò lei con voce atona. Richard sospirò.
«Ti serve qualcosa? » le chiese alzandosi in piedi.
Lei scosse la testa trattenendo quelle lacrime, che le stavano pizzicando gli occhi Infatti, non osò guardarlo.
Richard la fissò ancora un istante, sperando di vedere quegli smeraldi prima di uscire dall'ufficio sconsolato.
Kahlan appoggiò i gomiti sulla scrivania, affondando il viso nelle sue stesse mani. Le lacrime scorrevano copiose sulle sue guance, bagnando i fogli sparsi in confusione sul ripiano.
****

Richard si avvicinò al Vecchio Mago, che dopo avergli dato delle pacche affettuose sulla spalla, lo abbracciò forte. Amava suo nipote e temeva del suo allontanamento, poiché non sarebbe stato lì a proteggerlo o più semplicemente ad aiutarlo. Si staccarono e il Cercatore sospirò affranto. Era consapevole che quello che stava facendo era un passo importante. Sarebbe diventato Lord Rahl. Zedd sorrise bonario,capendo l’ansia del giovane.
« Sta tranquillo. Sarai un ottimo Lord Rahl... » gli rammentò con fare rincuorante.
Richard abbozzò un sorriso, prima di tornare serio. Gli occhi divennero metallo.
« Veglia su Kahlan, come ho fatto io... » sussurrò in tono grave.
«Sicuro? Credo che sarebbe strano se baciassi una giovane donna... » lo schernì il Mago mentre Richard gli rivolgeva un'occhiata torva. Eppure non poté impedirsi un sorriso.
« Non c'è bisogno che la baci. Nemmeno il Consigliere... » brontolò il giovane uomo sotto la risata di Zedd. Richard si voltò e la vide che lo attendeva accanto ai cavalli.
Cara era già in sella al suo e aspettava solo lui. Prese un bel respiro e raggiunse l’amata mentre la osservava attentamente. L'abito lungo che nascondeva quelle forme invitanti, che tanto avrebbe voluto scoprire e i capelli color mogano che le cadevano sulle spalle e sulla schiena,come una cascata. Stava accarezzando il muso dello stallone dal mantello fulvo, che per tutta risposta la spingeva giocosamente su una spalla.
Le si fece vicino ed incrociò immediatamente quegli occhi smeraldini,pieni di intelligenza. Legò lo zaino ad una delle bisacce,prima di sfiorarle una guancia.
« Sta attento... » sussurrò lei guardando di sbieco Cara. Richard le sorrise.
« Lo farò... » disse mentre rideva dentro di sé.
Era convinto che non ci fosse di mezzo solo una lotta millenaria fra due ordini di donne.
Il mostro verde della gelosia sembrava passarle come un lampo, di tanto in tanto, confondendosi nelle iridi cristalline della donna.
Kahlan abbassò il viso e Cara, sperando che stessero partendo, si voltò a guardarli. Era impaziente di tornare a D’Hara. Richard agì e tirò a sé la Depositaria, posando le proprie labbra su quelle della compagna. Cara alzò gli occhi al cielo e guardò altrove mentre Kahlan si scioglieva fra le braccia dell'uomo. Si sentiva tremendamente al sicuro. Richard le mise una mano dietro la nuca ed approfondì il bacio,che oltre ad essere un saluto,era un modo per permettere alla Depositaria di tracciare dei confini,in cui lui stesso era inserito.
Ma Cara aveva il solo ed unico compito di proteggerlo e basta. Niente di più,niente di meno. Solo proteggerlo. Eppure non poteva impedirsi di guardarlo. Era un uomo attraente e straordinariamente gentile,nonostante la passata sventura con Denna. Cara trovava quella parte di Richard,una debolezza ma non osava dirglielo. Non sapeva come l’uomo avrebbe reagito.
« Scrivimi... » mormorò Kahlan fra un bacio e l'altro.
« Tutti i giorni » le promise lui. Le labbra dei due amanti si staccarono, permettendo loro di riprendere fiato.
« Ci vedremo presto... » le disse prima di abbracciarla forte.
La donna strinse ancora una volta la maglietta del proprio Cercatore, prima si lasciarlo salire a cavallo a malincuore. Le sorrise e spronò il cavallo, che partì al galoppo.
****
 
Quella sera la luna era alta nel cielo e illuminava l'intera città senza bisogno di lanterne.
Sospirò ricacciando indietro la quinta ondata di lacrime, che la assaliva insieme al morbo della solitudine. Si era rifugiata sulla cima della torre più alta per stare da sola. Per riflettere. E per non farsi vedere in quelle condizioni, ma non le era servito a niente. Anzi, aveva peggiorato la sua situazione, facendole sentire ancora di più la mancanza di Richard.
Zedd apparve in quel preciso istante, e pareva stanco dopo aver salito le scale a chiocciola. Le si fece vicino e fece finta di ignorare il viso mogio e rabbuiato della donna in bianco,segnato dalle lacrime e con gli occhi arrossati. Tirò su col naso e si mise in piedi lisciandosi la gonna, con fare distratto ed indifferente.
Il Vecchio sorrise.
« Manca anche a me... » ammise cogliendola in fallo. Si sentiva smarrita senza Richard. Si sentiva sola. Abbandonata, come si era sentita tempo addietro quando sua madre era morta.
« Pensi che con Cara sarà al sicuro? » domandò esprimendo la propria preoccupazione.
Zedd la scrutò, notando un malcelato tormento assillante nel tono della giovane donna.
« Ragazza mia, rilassati. Ha la Spada della Verità... - si voltò a guardarla mentre lei si strofinava le mani sulle braccia, come se avesse freddo - É normale sentirsi persi,mia cara,quando la persona che si ama non c'è... » la consolò avvolgendola in un abbraccio paterno. Kahlan si sentì meglio per un attimo. Avere Zedd era come avere una parte di Richard.
« Tornerà da me? »
« Ma certo,bambina! » mormorò il Mago.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Una settimana dopo... 


Richard e Cara avevano trovato non poche difficoltà nel raggiungere D'Hara. Avevano dovuto cambiare più volte sentiero quando si erano trovati a superare le montagne innevate,che dividevano la Galea e la vasta Piana di Azrith. Durante il viaggio si erano visti costretti a far rifornimento di cibo, acqua coperte e acquistare dei nuovi cavalli poiché i precedenti erano troppo stanchi ed anziani per proseguire. A ciò, si dovette aggiungere il fatto che uno dei due stalloni si era slogato una zampa ed era arrivato ad essere inutilizzabile per almeno tre giorni.
Avevano percorso poi un lieve tratto semidesertico prima di giungere di nuovo nelle folte foreste della riserva privata di Lord Rahl.
Superata anche quella seppur con fatica, i due viandanti erano finalmente arrivati ai piedi del Palazzo del Popolo. Era una sorta di città-palazzo, con forti mura. Un castello con colonne enormi, altissime e i bastioni insieme alla cupola vetrata sembravano voler toccare il cielo.
La fortezza era circondata dalle case dei più poveri e dei contadini, ma comunque isolato da loro da altre mura, meno spesse di quelle che invece circondavano tutta la collina sulla quale sorgeva tale magnificenza.
Giunsero a un fornice, sorvegliato da due soldati. Due uomini di grande stazza, armati fino ai denti e protetti da una cotta di maglia e da una corazza si fecero avanti. La stessa divisa che ricordava Richard. Cara smontò da cavallo e si avvicinò alle due guardie con passo sicuro.
« Padrona Cara... » mormorò uno in un saluto composto.
La Mord-sith mantenne il suo sguardo gelido, senza tradire alcuna emozione. Richard aveva notato che lo faceva spesso.
« Ho riportato a casa l'erede al trono... ».
I due si lanciarono un'occhiata furtiva prima di osservare Richard, ancora in sella al suo destriero che nitrì manifestando la sua stanchezza. I due soldati, sotto lo sguardo nervoso di Cara, s’inchinarono di scatto e salmodiarono tre volte la devozione. Evidentemente non lo avevano riconosciuto per via dei suoi abiti da viaggio, per niente consoni al suo vero rango secondo il parere della Mord-Sith. A Richard questo non importava ed andava fiero di quella maglia e di quel gilet in pelle,che lo avevano accompagnato nei suoi lunghi viaggi e durante la sua passata vita nei Territori dell’Ovest. Vita che gli pareva lontanissima.
Quando gli uomini si rialzarono, permisero loro di passare e procedettero lungo il breve viale sterrato, affiancato da sontuosi alberi longilinei che li separavano da prati limitati a loro volta da siepi, che coprivano dei muri alti appena due metri e mezzo che limitavano un giardino maestoso nel retro dell'edificio.
Gli zoccoli dei cavalli sollevarono sassolini e polvere, annunciando il loro arrivo. Alle porte del palazzo,vennero accolti da un gruppo di Mord-sith in uniforme marrone. Segno che non stavano addestrando nessuno e la cosa calmò Richard,che smontò da cavallo sicuro di sé.
Avanzò superando Cara, sapendo di doverlo fare per stabilire subito chi fosse il capo. Atteggiamento che non aveva mai dovuto assumere a meno che non dovesse fingere di essere qualcun altro.
« Voglio vedere Constance... » dichiarò duro, fissandole negli occhi una ad una.
Le guerriere lo guardarono confuse, ma a un cenno di Cara, anche loro s’inchinarono per recitare la devozione.

Attraversarono molteplici corridoi, con soffitti altissimi e terminanti con volte a crociera e pareti in pietra, pavimenti in marmo pregiato,posti su un disegno ben preciso e di significato esoterico. I muri decorati con arazzi e quadri di ogni genere di rappresentazione, che non riuscì a comparare con quelli visti ad Aydindril. Le colonne monolitiche e tondeggianti erano incise con ghirigori in oro e abbinati a delle tende rosse, che in parte oscuravano le finestre di alabastro dalle sfumature aranciate. Gli sembrò di entrare in un altro mondo. Un mondo più complesso ed articolato,a suo modo bello e grandioso. Niente a che vedere col Palazzo delle Depositarie, che anche senza tanto sfarzo, riusciva ad incutere una riverenziale meraviglia solo guardando il marmo bianco. Il Palazzo del Popolo sembrava più vanitoso, sembrava costruito appositamente per manifestarsi e rendersi partecipe della tua visuale per catturarne tutta l’attenzione. Entrambi grandi, imponenti, altissimi e belli.
Richard non riuscì a non far guizzare gli occhi di qua e di là, senza concentrarsi sulla strada che avevano percorso. Se non ci fosse stata Cara, si sarebbe facilmente perso in quel labirinto architettonico, un capolavoro dell’uomo costato chissà quanti anni di lavoro.
Giunsero nella sontuosa sala del trono, dove il soffitto a cassettoni quadrangolari attirò per un attimo l’attenzione anche delle Mord-Sith che lo accompagnavano. La figura di Constance si alzò senza scomporsi dallo scranno, posto su una predella cui si accedeva attraverso quattro gradini. Il trono dominava quieto sull’intera sala, accerchiato da una carica di misterioso potere.
Richard fece il suo ingresso e né lui né le Mord-sith che lo avevano seguito,compresa Cara,si inchinarono.
La donna lo fissò sorpresa ed in parte compiaciuta. I capelli scuri, di un nero cornacchia,erano stretti in una lunga treccia che le ricadeva su una spalla. Le Agiel pendevano ai suoi fianchi proprio come il Cercatore ricordava. Spesso Denna era in compagnia di Constance e si divertivano su di lui. Si sentì per un attimo debole, ma al ghigno della guerriera, raddrizzò le spalle e assunse un'espressione intellegibile.
« Richard, che piacere rivederti... – esordì melliflua - Ancora vivo... » sibilò mentre scendeva i gradini della predella. Richard non si lasciò convincere.
« Per te, sono solo Lord Rahl... » disse gelido e lei inarcò le sopracciglia.
« Non credo proprio... » disse mentre si avvicinava a lui.
Le Mord-sith si prepararono all'attacco, ma rimasero sorprese nel vedere Richard afferrare l'Agiel di Constance un istante prima che lo toccasse.
La fissò negli occhi scuri mentre tratteneva la bacchetta a pochi centimetri dal suo stomaco e nonostante il dolore, che dalla mano gli attraversava il braccio per poi irradiarsi in tutto il corpo, resistette. In un attimo, ruotò l'Agiel piegando anche il braccio di Constance, che pur di opporre resistenza, non mollò la presa. La spalla le si ruppe per lo sforzo e si accasciò a terra mollemente fra gemiti convulsi di dolore. La faccia le si accartocciò mentre Richard gettò via l'arma e fissò la donna,che ora giaceva inerme ai suoi piedi. Inclinò la testa.
«Ora comando io, Constance... » ringhiò facendo rabbrividire segretamente Cara e le altre guerriere che non osarono aiutarla.
Il clima era denso per la tensione. Non avevano mai visto una scena del genere, poiché nessuna Mord-Sith sana di mente osava opporsi a lord Rahl, il Maestro delle Mord-Sith.
Alzò la mano per chiamare Cara, che subito gli si affiancò.
« Portami nelle mie stanze e procurami carta, pennino e inchiostro. Devo scrivere una lettera alla Madre Depositaria... » ordinò secco.
« Sì, mio signore - mormorò la bionda guerriera in risposta - Desiderate altro? » chiese titubante.
« Sì. Solo un pasto caldo… - ci pensò su mentre Cara compì un passo indietro - Ah, aspetta... - la richiamò prima che si allontanasse troppo - Stanotte vorrò te come guardia di fronte alle mie stanze... ».
Cara annuì e dopo un lieve inchino, scomparve per eseguire gli ordini.
L'erede di D'Hara stava riprendendo ciò che gli spettava.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


"Mia adorata Kahlan,

sento la mancanza della tua presenza intorno a me. I doveri di Lord Rahl sono così tanti che spesso non mi rendo conto che i giorni passano. Zedd come sta? Gli ho chiesto di tenerti d'occhio,visto che quando non ci sono,hai la straordinaria capacità di cacciarti nei guai"

Da che pulpito!,commentò mentalmente la Depositaria mentre leggeva la seconda lettera in un mese che Richard le aveva mandato grazie ad un falco ammaestrato. Riprese a leggere con trasporto,ignorando Zedd seduto su una sedia imbottita,intento a leggere un libro. Di tanto in tanto, la osservava.

"Dovresti aiutarmi col galateo e le regole di comportamento durante le riunioni o alla ricezione di delegazioni.
Qualcuno mi ha definito impertinente." 

A Kahlan, scappò quasi una risata leggendo tali parole nero su bianco. Sapeva che c'era del vero e scosse la testa rassegnata, immaginando la scena e qualche povero ambasciatore con le mani nei capelli. 

"Vorrei solo tu fossi qui. Ti prego, raggiungimi non appena ne avrai la possibilità.
Ho bisogno di rivederti e di poter sentire a sensazione delle farfalle nello stomaco ogni volta che i nostri sguardi s’incrociano.

Attendo con ansia una tua risposta, che spero, giungerà rapidamente.

Per sempre tuo,Richard Rahl". 

Kahlan prese subito un foglio bianco e cominciò a scrivere. Col pennino che scorreva dolcemente sulla carta, sorrise alle parole che aveva letto sotto lo sguardo soddisfatto di Zedd.

Qualche giorno dopo,a Palazzo del Popolo...

Richard mosse le braccia per permettere alla sarta di mettergli la giacca di un rosso scuro, che si abbinava all'intera divisa da Lord Rahl.
La piccola donna, che aveva lavorato giorno e notte a quegli indumenti, gli girò più volte intorno per assicurarsi che la camicia rossa e i pantaloni neri insieme alla giacca, fossero rifiniti da particolari in oro senza errori. Senza una macchia o una stropicciatura. Niente doveva andare storto per l'arrivo della Madre Depositaria. Cara, con le braccia conserte, lo osservava da un angolo della stanza. Per lei era una cosa buona, che Richard iniziasse a vestirsi come un vero Lord Rahl. Aveva sopportato i suoi abiti da “boscaiolo” per troppo tempo.
Per quanto lo riguardava invece, voleva solo lasciare di stucco la sua amata. Spesso lo aveva rimproverato di non essersi vestito adeguatamente durante i ricevimenti. Stavolta, la avrebbe accontentata.
Era al settimo cielo ed il solo pensiero di poterla rivedere dopo quasi due mesi,avrebbe potuto fargli spiccare il volo in un attimo.
« Cara,ricorda alle tue consorelle ciò che ho detto loro riguardo la Madre Depositaria... » la ammonì con un tono di comando.
« Sì, Lord Rahl... » mormorò per rassicurarlo.
Richard aveva dovuto usare il pugno di ferro per far capire loro, che Kahlan non era un pericolo.
O almeno, non fino a quando non l'avrebbero toccato. Sorrise al pensiero di una Kahlan gelosa.
In realtà, sapeva che quello che provava la donna era semplice paura di perderlo. Non aveva mai avuto qualcuno con cui intraprendere una vera relazione e questo, le causava forti e continui sbalzi d’umore.

Scese l'ultima rampa di scale,recandosi poi all'ingresso del palazzo.
Le guardie aprirono il portone a due battenti, che cigolarono rumorosamente a causa dei grossi cardini di ferro. Cara lo seguì insieme con altre cinque Mord-sith, restandogli però a debita distanza. D’altronde, erano al sicuro e la scorta era pressoché inutile.
Ma proprio per questo,Richard aveva fatto sì che non abbassassero la guardia. Erano pur sempre la Madre Depositaria e il Primo Mago che si recavano a Palazzo del Popolo. Un’occasione che avrebbe fatto gola anche al più ingordo e subdolo dei nemici.
Camminò sul ciottolato, fermandosi in mezzo al viale d’accesso alle mura interne. Poi in fondo ad esso, il cancello inferriato si aprì, permettendo il passaggio a una grossa carrozza, trainata da quattro stalloni bianchi. Non era niente di sfarzoso, ma lasciava sicuramente a bocca aperta. Il cocchiere fermò i cavalli, che sbuffarono esausti per il lungo viaggio. Attese che il buffo ometto panciuto aprisse lo sportello, consentendo a Zedd di uscire. Il viso segnato dal tempo e contornato da candidi capelli, s’illuminò alla vista del nipote.
Richard sorrise.
« Figliolo! » trillò quello, sollevando le braccia.
Si abbracciarono affettuosamente prima che Richard fece segno a Berdine di avvicinarsi.
La guerriera obbedì, con la treccia che dondolava ad ogni suo passo. Era una delle poche che aveva accolto Richard con calore. Il che significava tanto per una Mord-Sith.
« Berdine, per favore. Accompagna il Primo Mago nelle sue stanze e fa’ sì che gli portino tutto ciò che vuole – disse prima sollevare una mano per aggiungere altro - E mi raccomando: rimani tu fuori dalla sua porta... ».
La donna annuì e iniziò a camminare, guidando il Vecchio all'interno del sontuoso edificio.
Richard sorrise nel vedere la figura di Kahlan,scendere dalla carrozza. Le porse una mano, come da galateo e lei la afferrò gentilmente. Con la mano libera, tenne leggermente sollevato un lembo della lunga gonna, così da non cadere. Una volta che mise entrambi i piedi per terra, lasciò andare la stoffa dell'abito e sorrise al Cercatore. Era sorpresa nel vederlo vestito da Lord Rahl e ne rimase affascinata. Tanto che sembrava con la testa altrove, ma in realtà era ben fissa sul presente. Soprattutto sulla figura del suo amato.
« Siete ancora più bella. I miei ricordi non vi rendevano affatto giustizia... » disse con voce calda ed usando un tono formale.
« E voi invece, siete completamente diverso. Che ne avete fatto del Cercatore? » lo schernì con un tono più giocoso, nonostante la formalità delle loro parole.
« Vieni, ti mostro il palazzo... » le sussurrò porgendole un braccio.
Lei lo incrociò col suo camminando con lui. L'abito bianco con la sua lunghissima gonna, che quasi assomigliava a uno strascico, accarezzava il terreno fino a scivolare sul marmo dei gradini, che portavano all'interno dell'edificio. Alcune Mord-sith adocchiarono Kahlan, che però non si scompose minimamente.
« Ci sono molte Mord-sith... » sussurrò all'orecchio di Richard, che captò immediatamente l'inclinazione di voce della donna in bianco.
« Sì, ma presto alcuni gruppi si divideranno nei vari templi... ».
Sperò ardentemente che quelle parole la rincuorassero, ma quando guardò di sottecchi il viso di Kahlan, notò che aveva ancora la sua espressione gelida. Impassibile. Imperturbabile.
« Desideri qualcosa da mangiare? » le chiese cercando di cambiare argomento mentre salivano le scale.
Una Mord-Sith passò loro accanto.
« No, grazie... >> rispose Kahlan prima di lanciare una lunga occhiata alla guerriera in rosso.
Come per segnarla sulla sua lista nera.
« Ti spiace se dormi con me? » le disse distogliendola dai suoi progetti di sterminio.
Ottenne la sua completa attenzione mentre superavano due corridoi.
« Affatto. E poi sarà come ai vecchi tempi... » rispose lei prima che Richard si fermasse davanti ad una porta. La aprì e la lasciò entrare.
« Ecco, la nostra stanza... » disse lasciandole la precedenza.
La donna si guardò intorno, osservando le pareti quasi spoglie. Eccezion fatta per i quadri rappresentanti due viste della Pianura di Azrith. Le tende rosse coprivano in parte le finestre, che lasciavano entrare gli ultimi raggi del tramonto. Accarezzò il tavolo di legno lucidato, su cui c'era un vaso di peonie bianche, al centro dell'anticamera in fondo alla quale, in posizione centrale, dominava un bel camino acceso.
Mentre il fuoco scoppiettava allegro, Kahlan aprì una seconda porta che dava sulla vera stanza da letto.
Era grande. Molto grande. A destra, c'era un grande armadio che quasi toccava gli estremi delle pareti. In un angolo, c'era un piccolo mobile, simile ad uno sgabello con più ripiani,su cui erano poggiati una scodella,una brocca e degli asciugamani. A sinistra, in un angolo vi era una specchiera con diversi cassetti. Accanto una porta vetrata che si apriva su un balcone. La stanza era dominata da un grande letto matrimoniale a baldacchino, affiancato da un comodino per lato.
« Ti piace? » le chiese osservandola nei suoi movimenti.
« Beh, non é come Aydindril... -sorrise - Ma ha comunque il suo fascino... ». Richard le mostrò il cassetto.
«Ho fatto acquistare qualcosa per te... ».
Kahlan si avvicinò e osservò sorpresa le diverse camicie da notte, piegate con cura. Il fatto che le avesse fatte acquistare le ricordò che era la prima donna ad avere un vero rapporto di mutuo amore e rispetto con un Rahl. Incontrò i suoi occhi grigi non appena sollevò il viso.
« Stai bene? » le chiese mentre Kahlan poté notare come le pupille si allargassero coprendo quasi le iridi nuvolose del Cercatore.
« Sì, sono solo un po’ stanca... » confessò mentre si guardarono intensamente negli occhi.
Richard s’inclinò verso di lei e le stampò un casto bacio sulle labbra.
« Ti lascio cambiare... » mormorò con un sorriso prima di lasciarla sola nella stanza.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Le candele poste sui comodini illuminavano morbidamente la stanza.
Kahlan si guardò allo specchio. La lunga sottoveste di un rosa chiaro semitrasparente le fasciava le forme e la stoffa si era drappeggiata attorno alle sue gambe,coprendola sino ai piedi. Le maniche a tre quarti e lo scollo squadrato la coprivano abbastanza bene e ne fu soddisfatta. Sorrise dando ancora uno sguardo al letto. In quel momento,qualcuno bussò alla porta che si aprì rivelando un Richard lievemente imbarazzato.
<< Stai benissimo... >> disse lasciandosi sfuggire una lunga occhiata alla donna che amava,insieme ad un sospiro di meraviglia e ad un sorriso sornione.
<< Grazie... >> mormorò timidamente in risposta.
Lei arrossì lievemente,ma finse che fosse il caldo mentre si avvicinò alla specchiera. Si sedette ed iniziò a spazzolarsi la chioma fluente.
Sullo specchio,osservò i movimenti di Richard che si tolse la giacca posandola su una sedia imbottita,poco distante dal letto. Sbottonò i bottoni della camicia uno ad uno,rivelando il corpo scolpito e la poggiò sulla giacca,restando a torso nudo. Kahlan lo osservò attentamente. Le spalle larghe e possenti,la schiena dritta e le braccia abbastanza muscolose in modo non eccessivo rendevano il Cercatore,una figura statuaria.
Distolse lo sguardo quando lo vide armeggiare coi pantaloni e si sentì avvampare.
Tornò a guardarlo pochi minuti dopo e notò che aveva dei pantaloni più comodi,di colore nero. 
Si sorrisero quando i loro sguardi si incontrarono. Ricordava ancora bene quella mattina in cui la sorprese a farsi un bagno in un lago,durante la loro battaglia contro Darken Rahl. Non aveva visto molto e non avrebbe nemmeno voluto. Sarebbe stato come mancarle di rispetto. Si fissarono a lungo in quel momento fino a che Kahlan non si alzò per raggiungere il sontuoso giaciglio. Scostò le coperte e si infilò dentro. Il materasso era morbido e si sentì quasi affondare nel caldo. Richard le si sdraiò accanto e fissarono per un pò il soffitto,in silenzio. Era una situazione strana per loro. Avevano dormito vicino é vero,ma mai nello stesso letto. Si sentivano come dei ladri,beccati con le mani nel sacco. Si voltarono contemporaneamente l'uno verso l'altra e ridacchiarono un pò nervosi.
<< Vuoi che lasci la candela accesa? >> le chiese dolcemente.
Gli occhi verdi avevano una nuova luce. Erano intensi e parevano di un verde più forte. Scalpitante come i loro cuori.
<< No,puoi spegnerla... >> lo rassicurò lei prima di rannicchiarsi su sé stessa. Richard si protese verso il comò e soffiò sulla candela,che si spense facendo sollevare un ricciolo di fumo,che si sollevò contraendosi fino a dissolversi nell'aria.

La luna era alta nel cielo stellato ed il vento soffiava con sporadiche raffiche,che facevano ondeggiare le insegne di botteghe ed ostelli. Le vie della città-palazzo erano fiocamente illuminate da lanterne. Alcune si spensero ed altre rimasero accese nonostante il passaggio di una figura incapucciata,di cui si distinguevano solo i lineamenti femminili ed i capelli color del grano,lunghi fino a poco sotto il seno. Gli occhi color ametista puntati fissi sulla meta tanto agognata di raggiungere. La donna osservò da lontano il Palazzo del Popolo,pregustando la vittoria del suo potente padrone.

****

Il sole sorse con pigrizia da dietro le altissime cime del Rang'Shada. I raggi mattuttini filtravano dalle finestre colpendo il letto e il volto della Madre Depositaria,che aprì lentamente gli occhi. Subito notò l'assenza di Richard al suo fianco,ma al suo posto vi era un vassoio con la colazione ed una rosa bianca accompagnata da un biglietto. Sorrise mentre lo apriva con frenesia.

"Alla miglior compagna di vita che si possa avere.
Spero che sia tutto di tuo gradimento.
Richard"
 

Kahlan prese la rosa e la avvicinò al viso per poterne sentire il dolce profumo. La mise sul comò prima di osservare il vassoio d'argento su cui vi era una teiera,una tazza ed una fetta di torta. Si chiese dove si fosse cacciato il Cercatore. Si versò un pò di té e con la tazzina fra le mani,si diresse nell'anticamera ma non vide nessuno. Si soffermò a guardare una porta socchiusa nell'angolo della stanza,che appena arrivata a palazzo,non aveva notato poiché nascosta dal camino.
La porta era socchiusa e da dentro provenivano delle voci. Due o tre uomini forse. Si avvicinò cautamente nel modo più silenzioso possibile e sbirciò dentro la stanza. Era un ufficio. Richard era di profilo rispetto a lei ed era seduto dietro ad una scrivania in legno,intagliato con dettagli floreali. Due uomini gli stavano davanti e a giudicare dai gradi segnati sulle armature,erano due generali.
<< Non é stato visto nessuno nei paraggi in quel momento? >> chiese il Cercatore che apparì a Kahlan decisamente preoccupato ed in ansia per qualcosa.
<< No,Lord Rahl. Inoltre nessuno ha sentito nulla. Abbiamo già interrogato alcuni vicini di casa della donna: nessun indizio >>.
Richard sospirò pesantemente e si passò una mano sulla fronte. La Depositaria si chiese quale fosse il problema.
<< Come si sente la vittima? >> domandò perentorio.
Kahlan alzò un sopracciglio. Vittima?
<< Bene,Lord Rahl. Solo un pò scossa... >> ammise uno dei due generali. Si percepiva una certa ansia nei tre uomini.
<< Bene,tenetemi aggiornato sugli sviluppi. Potete andare >>
<< Lord Rahl... >> fecero un lieve inchino portandosi la mano sul cuore,poi uscirono con discrezione.
Kahlan entrò facendo cigolare la porta. Richard alzò subito il volto e sembrò dimenticare ciò che era appena successo. Le labbra si piegarono in un sorriso che coinvolgeva perfino gli occhi grigi,sempre tenebrosi ed ipnotizzanti come nuvole tempestose,in cui Kahlan si immerse in quel momento. 
<< Buongiorno... >> le disse con voce calda.
<< Buongiorno... >> sorrise lei sedendosi di fronte alla scrivania,dove prima vi erano i generali.
<< Dormito bene? >> le chiese premuroso prima di dividere alcuni fogli.
<< Sì. Quel materasso é una vera meraviglia... >> commentò prima di tornare più seria
.
<< Richard,tutto a posto? >> quella domanda lo colse in fallo. Non sapeva se voleva dirglielo. Non voleva che si preoccupasse.
<< Ne parliamo dopo... - la liquidò alzandosi dalla sedia,facendo poi il giro del tavolo - Prima voglio farti vedere l'edificio... >> le disse porgendole un braccio che lei accettó più che volentieri.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Kahlan teneva il braccio incrociato con quello di Richard,che la guidava ormai da ore in giro per il palazzo,illustrandole ogni singolo particolare di colonne,pareti ed arazzi che ornavano il maestoso edificio. I colori rosso ed oro erano spesso ricorrenti,insieme al legno ed al metallo per gli infissi. Una fortezza bella quanto inattaccabile.
<< E questa,é la sala del trono >> annunciò Richard con orgoglio. Kahlan si staccò da lui e camminò lungo il tappeto rosso che portava alla predella su cui si ergeva uno scranno,impreziosito da gemme incastonate e da una seduta in velluto pregiato.
<< Davvero appropriato per Lord Rahl... >> sussurrò e la sua voce risuonò sulle pareti marmoree fino alle orecchie di Richard,che la guardava estasiato.
Se la immaginò seduta su un secondo scranno accanto a lui. La prima Lady Rahl ufficiale in tutta la casata. Si disse però che per il matrimonio era un pò presto. Prima dovevano godersi un pò ciò che avevano. E poi temeva in un rifiuto da parte della donna in bianco.
<< Hai lasciato Verna ad Aydindril? >> chiese un pò titubante.
<< Sì... >> rispose lei dopo essersi voltata a guardarlo.
<< Dovrai tornare laggiù? >> domandò sempre più insicuro nel non voler sapere la risposta. Lei gli si fece più vicino.
<< Beh,dipende. Ho un libro di viaggio con me che mi permette di sapere tutto ciò che succede. Verna me lo ha prestato... >> disse rassicurando Richard che tentò di convincere la Depositaria a trasferirsi a D'Hara.
<< Allora trasferisciti qua. Se ci sarà un problema,te lo faranno sapere... >>. Lei sorrise bonaria e si avvicinò ancor di più al Cercatore. Posò le mani sul suo petto e lo attirò verso di sé << Cosa state cercando di dirmi,Lord Rahl? >> gli sussurrò col viso a pochi centimetri dal suo.
I loro sguardi erano vicinissimi tanto che facevano fatica a metterli a fuoco. Richard sorrise lievemente.
<< Che ti voglio,qui. Con me... >> disse avvolgendola con le braccia.
Le loro labbra si incontrarono ancora in un dolce e casto bacio.
<< Vedrò cosa posso fare... >> sussurrò la Depositaria fra un bacio e l'altro.
Continuarono a consumarsi le labbra indisturbati e totalmente immersi nella loro piccola bolla. Si staccarono solo quando l'aria iniziava a scarseggiare nei polmoni << Ti amo... >> mormorò Richard facendole gonfiare il cuore di gioia.
<< Ti amo anch'io... >> gli disse col cuore che le pulsava nel petto. Lui sorrise e le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Allora... Qual è il problema di stamattina? >> chiese la donna in bianco sempre più curiosa. Il Cercatore si lasciò sfuggire un sospiro.
<< Una donna afferma di essere stata aggredita durante il sonno da una figura incappucciata... >> ammise con amara preoccupazione mentre le dava le spalle.
<< Non ha visto l'aggressore? >> domandò ancora.
<< No,era buio. Dice che era sola in casa... >> continuò,passeggiando per la sala del trono.
<< Forse dovremo farle visita. Sono la Madre Depositaria,con me si confiderà... Così sapremo se è un caso da sorvegliare o meno... >> disse Kahlan cercando di persuaderlo << Sì,forse hai ragione... >> abbozzò un sorriso e lei lo ricambiò.


*****

Le guardie li scortarono fino alla umile casetta di legno della donna.
Alcuni passanti si inchinarono,restando in terra. Altri erano stupefatti di vedere la Madre Depositaria,non che l'ultima della sua specie in vita,accanto alla figura di Lord Rahl. Altri ancora aumentarono il passo per un timore riverenziale. Kahlan era ormai abituata a questi atteggiamenti,ma Richard si sentiva ancora a disagio nel percepire tutti quegli sguardi addosso. Kahlan si voltò.
<< Spostatevi un po’,potrebbe spaventarsi... >>. Gli uomini obbedirono immediatamente. Avevano ricevuto l'ordine di obbedire alla compagna di Lord Rahl senza batter ciglio.
Kahlan bussò piano alla porta che scricchiolò quando la donna la aprì. Era bassina ed esile. Un pò curva sulla schiena ed i capelli bianchi erano raccolti in una morbida crocchia. I segni del tempo erano visibili sul volto minuto,ma lasciavano spazio al ricordo della sua giovane bellezza. Kahlan sorrise rassicurante.
<< Buongiorno. Mi chiamo Kahlan Amnell,sono la Madre Depositaria... - indicò Richard alle sue spalle con un cenno della mano - Questo é Lord Richard Rahl. Non si agiti,siamo qui solo per farle qualche domanda... >>. La sua voce era calma e non troppo alta.
La donna sorrise debolmente e si scansò per poter permettere loro di entrare. La casa era decisamente quella di una contadina. In un angolo,poco lontano dal braciere acceso messo sotto ad una specie di camino,vi erano sistemati dei vecchi attrezzi da lavoro,come falci e vanghe che però ormai erano stati attaccati dalla ruggine. Un velo di polvere adombrava alcuni vasetti su una mensola,ma era comunque una casa accogliente e ben tenuta.
<< Vive da sola? >> chiese Kahlan gentilmente mentre Richard osservava l'ambiente.
<< No,ho due figli. Uno,il più grande ha deciso di viaggiare dopo la morte del mio povero marito. É un mercante come suo padre,ma ogni tanto torna per farmi visita. Il secondogenito vive con me e fa' il contadino nelle terre a sud. La mattina invece si reca al mercato... >> spiegò la donna mentre si sedeva sulla piccola sedia in legno,accanto ad un tavolino che con una tovaglia gialla era l'unica nota di colore nell'abitazione.
Kahlan la osservò con le mani giunte davanti al grembo mentre Richard le si affiancò silenzioso << Signora,lei ha segnalato di essere stata aggredita... >> esordì.
<< Sì,ieri notte >> affermò.
<< Volevamo sapere se aveva dei dettagli,che magari le sono venuti in mente solo adesso... >>. La donna parve pensarci su.
<< Beh... In effetti,ora che mi ci fa' pensare posso dirvi che la figura incappucciata non era un uomo. Non lo sembrava almeno... >> disse un pò insicura.
Kahlan la scrutò << Era una donna quindi? >> chiese senza essere invasiva.
<< Credo di sì,aveva dei capelli lunghi e biondi... Non ricordo altro,mi spiace... >>
<< Non si preoccupi,ci é già stata tanto di aiuto... >> la rassicurò la donna in bianco.
<< Come posso ricompensarvi? >> chiese gentilmente Richard con un lieve sorriso.
L'anziana arrossì e Kahlan fu costretta a trattenere una risata. Il compagno faceva proprio affetto a tutte le donne.
<< La vostra presenza é già una ricompensa. Non credevo di vivere abbastanza per vedere di nuovo una Depositaria. E poi non avevo mai ricevuto di visita da Lord Rahl in persona... >>. Richard sorrise un pò di più,lusingato e sollevato che la sua figura di sovrano non incutesse terrore nel popolo. Si portò una mano alla cintura << Lasci almeno che le dia un pò di denaro... >>.
Dal piccolo sacchetto in pelle,estrasse quattro monete d'oro ed una d'argento.
<< Ecco... - disse mentre la donna le prendeva con le mani tremanti - Così potrà esaudire qualche desiderio... >>. La donna annuì e sorrise.
<< Vi ringrazio. Che il Creatore vi protegga nella sua luce... >> mormorò riconoscente.


****

Uscirono dall'abitazione e scortati dalle guardie,si avviarono a palazzo mebtre ancora il cielo nuvoloso incombente su di loro.
Kahlan sorrise << Un'altra donna caduta ai tuoi piedi... >> lo accusò giocosamente. Lui si voltò e rise.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Richard era seduto alla scrivania che firmava dei rapporti di vari protocolli prettamente militare,ma che non avevano un'importanza troppo influente. Il sole filtrava dalla finestra alle sue spalle e lo scaldava piacevolmente durante il noioso lavoro. Stava rimuginando sull'episodio dell'anziana donna. Si chiese chi potesse avere un minimo interesse per u a fragile contadina indifesa. Si disse che probabilmente era solo un caso isolato.
Qualcuno bussò alla porta,distogliendolo dai suoi pensieri e qualcosa gli disse che non erano buone notizie << Lord Rahl... - la testa bionda di Cara fece capolino dalla porta socchiusa - La vostra presenza é fondamentale in sala del trono. La Madre Depositaria sta' avendo dei problemi con un uomo... >>.
Non attese spiegazioni ulteriori,che si alzò dalla sedia imbottita afferrando il fodero con la Spada che aveva lasciato appeso allo schienale della sedia. Scese le scale marmoree ed entrò a passo svelto nella grande sala,dove Kahlan sulla predella ma rigorosamente in piedi,parlava con un uomo che appariva agitato.
Rimase sorpreso dal portamento calmo della compagna,nonostante l'atteggiamento dell'uomo che perfino ad un occhi esterno poteva apparire anche pericoloso. Alla vista del Cercatore però,l'uomo si inchinò.
<< Chi siete? >> chiese Richard con voce calma,ma decisamente bassa e csrica di autorità.
<< Sono Jack,il figlio della donna a cui avete donato del denaro... >> disse mentre Kahlan,guardò il compagno visibilmente preoccupata.
<< Afferma che la madre é morta di peste... >> sussurrò per non farsi sentire da orecchie indiscrete. Richard inarcò le sopracciglia stupefatto da tale notizia. I capelli sulla nuca gli si rizzarono,segno che c'era di mezzo la magia. La prese sotto braccio e si allontanarono dall'uomo.
<< Kahlan,sei sicura che non ti stia mentendo? >> chiese a bassa voce.
<< É questo il punto: non riesco a leggerlo... >> confessò la donna in bianco e sul volto,trasparì del nervosismo.
<< Pensi che qualcosa lo stia oscurando dai tuoi poteri? >> continuò Richard fissandola negli occhi verdi. Si chiese però il perché non avesse avvertito la presenza di un incantesimo sull'uomo. Lui era il grado di percepirlo << Probabilmente un sortilegio... Ma per esserne sicura,devo confessarlo... >>.
Lui seppur dubbioso per una tale decisione,acconsentì con un lieve cenno della testa. Ella si voltò e in un attimo,fu vicino all'uomo che li fissò in attesa.
Fu allora che Richard si accorse di un'escrescenza sul collo dell'uomo. Un bubbone scuro come il carbone,nei pressi della giugulare. Afferrò Kahlan per un braccio e la ritrasse con forza prima che potesse anche solo sfiorarlo << Non toccarlo. Ha la peste... >> la ammonì.
L'uomo li fissò sgranando gli occhi.

****

Il cielo era grigio come gli occhi di Richard e le nuvole cariche di pioggia,attendevano il momento giusto per scatenare un temporale che avrebbe sicuramente riempito le cisterne dell'acqua.
Zedd,nella casa dell'anziana donna ormai deceduta,si guardava intorno con aria scettica,ma sorpresa. Non c'era niente in quella casa che facesse pensare il luogo d'origine della malattia. Uscì dalla catapecchia,lasciando il corpo,ormai freddo,di Jack sul pavimento. Guardò Richard e Kahlan che lo attendevano fuori.
<< Dobbiamo bruciare la casa per sicurezza. Il fuoco magico impedirà alla malattia di diffondersi. E per precauzione,faremo mettere dei pentoloni con acqua calda e le erbe mediche che vi indicherò, in ciascuna abitazione così da purificare l'aria >>. Richard fece cenno alle due Mord-sith,che udendo le parole del Mago,si allontanarono per ubbidire << Credi che sia collegata all'aggressione? >> domandò Kahlan al Vecchio che sollevò stancamente le esili spalle.
<< Non lo so. Ma questa malattia,non é nata dal nulla... - ammise guardando la casetta in legno - Sicuramente é meglio che la cosa resti fra noi... >>
<< Perché? - chiese Richard - Il popolo deve sapere... >> ribatté con convinzione. Kahlan lo guardò negli occhi. 
<< Richard, scateneresti solo il panico in questo modo... Non serve mettere paura di un qualcosa che é stata debellato... >>.
Richard non ammise la sua insicurezza nell'aver debellato la malattia,ma comunque la donna aveva ragione.
Era meglio non allarmare il popolo,non dopo la guerra contro Rahl << Che faremo poi? >> domandò al Mago mentre tornavano a palazzo.
Qualche passante li osservò stranito,ma vagamente contento di quella vista di speranza << Attenderemo delle risposte dal Fato... >> rispose il Vecchio.

****

Kahlan si stava spazzolando i capelli come ogni sera prima di coricarsi,mentre Richard tentava di cambiarsi. Era troppo nervoso per la faccenda della peste e più guardava l'enorme pila di scartoffie sulla scrivania,più non riusciva a sganciare la cintura dei pantaloni. Kahlan si alzò dalla specchiera riponendo la spazzola e si avvicinò al compagno. La pioggia batteva incessantemente sui vetri delle finestre,oscurati a metà dalle tende purpuree. Un tuono lontano preceduto da un lampo fece sussultare il Cercatore,che improvvisamente si ritrovò davanti la Depositaria.
<< Calmati... >> gli disse gentilmente. Lui sospirò.
<< É difficile essere Lord Rahl... >> ammise gettando fuori quei timori che lo perseguitavano giorno e notte. Lei sorrise bonariamente.
<< Guarda che stai andando bene... >> lo rassicurò posandogli una mano sul viso stanco.
<< Davvero? >> chiese lui ignorando la forte vicinanza della donna,che gli faceva accelerare il cuore.
<< Sì... >> mormorò lei con un altro sorriso. Uno di quelli speciali che rivolgeva solamente a lui. Un sorriso complice e sincero.
<< Che ne dici di dedicarti un po’ alla tua compagna? >> lo stuzzicò mentre la sua mano scivolava sul petto del giovane uomo,che sorrise attirandola un dolce abbraccio << Volentieri,Madre Depositaria... >> mormorò prima di baciarla con passione.
Le loro lingue giocarono sfiorandosi morbosamente mentre le labbra venivano assaporate con bramosia << Richard,ho paura... >> ammise la donna sottovoce. Lui la osservò << Paura di cosa? >> chiese un pò confuso da tale cambiamento.
<< Di farti del male... >> rispose lei quasi con ovvietà.
Lui le accarezzò il volto con una mano. Il pollice vagò sullo zigomo ora un pò arrossato.
<< Perché non provi a lasciarti andare? >> propose Richard stringendola di più a sé.
Lasciò vagare la sua mano sulla spina dorsale della donna in bianco,che rabbrividì di piacere per quel tanto amato tocco.
Le dita del Cercatore si soffermarono sulla cintura della vestaglia della Depositaria,che nonostante il terrore di poterlo rendere suo schiavo,era ormai persa in quel vortice di emozioni contrastanti che la trascinava verso quei desideri nascosti e mai provati e che invece avrebbe voluto sperimentare. Lasciò che Richard la lasciasse con la sottoveste mentre le posava dei baci sulla gola che lei espose,presa dal piacere di tale premure che nessun uomo avrebbe potuto donarle. Non un uomo che lei avrebbe voluto.  Richard la trascinò con sé,sedendosi sul bordo del letto e permettendo a Kahlan di sedersi a cavalcioni su di lui.
Si consumarono le labbra fino a che non mancò loro il fiato. Si fissarono negli occhi che ora bruciavano di un amore immenso e puro,alimentato dalle fiamme del desiderio umano di appartenersi nel corpo e nell'anima.
<< Ti amo... >> sussurrarono quasi all'unisono prima di tornare alla loro passione che ormai infiammava indelebile i loro corpi.
La toccò come mai prima di allora,saggiando quelle forme che aveva tanto amorevolmente agognato. Le accarezzò le cosce soffermandosi su ogni centimetro di pelle prima di stenderla sul materasso,sotto di sé così da poterla ammirare. Il viso arrossato,i seni prosperosi,il ventre piatto e quei fianchi sensuali che aveva sempre osservato fasciati dalla stoffa bianca. Era ormai dipendente da quello sguardo smeraldino e sapeva di poter più fare a meno di lei. La amava più della sua stessa vita.
Kahlan dal canto suo lo guardò interessata a quelle braccia che spesso l'avevano confortata in un affettuoso abbraccio e che adesso,la inchiodavano sotto la presenza erotica del Cercatore. Quel petto poderoso ora così esposto,su cui aveva versato tante lacrime e sotto al quale aveva sentito battere un cuore nobile. Gli occhi grigi le mozzarono il fiato in gola prima che entrambi cadessero vittime dei loro desideri d'amore.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Alcuni flebili raggi di sole spaccarono l'intreccio di nubi che avevano portato un furioso temporale sul D'Hara,durato per tutta la notte. Notte che era passata in fretta per Richard e Kahlan,ancora dormienti in un groviglio di braccia,gambe e lenzuola.
La Depositaria dormiva con la testa posata sul petto del Cercatore,che con un braccio la teneva a sé mentre ancora erano vittime del torpore del sonno. Non era esattamente mattina presto,ma nessuno dei due aveva intenzione di alzarsi. Se non fosse stato per il bussare frenetico che li svegliò bruscamente.
Richard si stiracchiò liberandosi dall'abbraccio della compagna e si alzò,avvolgendosi uno dei lenzuoli attorno alla vita. La stoffa scivolò sul pavimento in marmo quando Richard aprì la porta,mezzo assonnato << Lord Rahl,c'é un problema urgente in sala del trono... >> sentenziò Berdine coi suoi profondi occhi castani. Richard scattò sull'attenti << Che genere di problema? >> chiese con un cipiglio di preoccupazione mentre la Mord-sith spostò la sua lunga treccia su una spalla << Una donna. Ed il Primo Mago sembra agitato... >> disse la guerriera.
Qualcosa fece capire al Cercatore che qualcosa decisamente non andava. Tornò dentro e si avvicinò al giaciglio,dove ancora dormiva la Depositaria. Prese i pantaloni che erano finiti quasi sotto al letto e li indossò in fretta,chiudendo la cintura prima di chinarsi verso l'orecchio della donna.
<< Kahlan,svegliati... Il sole é già alto ed ho bisogno di te... >> le sussurrò dolcemente e ben presto le labbra della donna,si incresparono in un dolce sorriso.
<< Va bene... >> bofonchiò ancora nel mondo dei sogni mentre Richard afferrò una nuova camicia bianca,di seta,indossandola velocemente.
Kahlan si avvolse nel secondo lenzuolo per cercare l'abito bianco,finito in un angolo della stanza. I due si occhieggiarono con complicità, ancora ben memori della notte trascorsa insieme. Notte che difficilmente avrebbero scordato. Si sorrisero << Dormito bene? >> le chiese con un tono ironico.
<< Benissimo... >> disse lei con un'espressione maliziosa dipinta sui suoi giovani lineamenti.

*****

Scesero quasi di corsa le scale,arrivando nella grande sala del trono dove Zedd ed una donna misteriosa li attendevano. Richard e Kahlan rimasero così di sasso che si bloccarono contemporaneamente. Il sangue della Depositaria si gelò nelle vene quando riconobbe l'arcana figura di Shota. Richard la fissò incredulo e quasi come avvertimento,i capelli sulla sua nuca si rizzarono. La strega li osservò sotto lo sguardo torvo di un Zedd nervoso. I capelli lisci e di un luminoso color rame le cadevano sulle spalle arrivandole poco sotto il seno mentre l'abito lungo,di un intenso color cobalto e privo di forme,scendeva sull'apparente esile corpo della strega,coprendola fino ai piedi scalzi. Il sorriso grottesco che le si dipinse sul volto,fece immobilizzare il Cercatore.
<< Richard,Kahlan... Che piacere vedervi... >> esordì in finto tono mellifluo.
Kahlan indossò la sua tipica espressione imperturbabile e si avvicinò di qualche passo,cauta come se stesse camminando su un terreno tapezzato da mine di Alito di Drago. Richard la seguì quasi in automatico << Shota... - sibilò sospettoso - Cosa ci fai qui? >>
<< Oh,beh sai... Ero di passaggio... - fece un gesto vago con la mano - E ho deciso di darti un ammonimento per risparmiare il mondo da una vera e propria piaga fatale... >> annunciò con la voce che calava sull'ultima parola,enfatizzandone il significato.
Richard strinse lievemente gli occhi a fessura << Spiegati >> mormorò ancora dubbioso sulle vere intenzioni di Shota,che cominciò a girargli intorno facendo assomigliare la situazione ad una scena di caccia fra preda e predatore.
<< Vedi,tu sei consapevole dei poteri di Kahlan e sai anche cosa accade se una Depositaria avesse un figlio maschio... >>.
Kahlan la fissò come se potesse farla prendere fuoco col solo pensiero. Richard restò impassibile.
<< Dove vuoi arrivare,Shota? >> ringhiò.
<< Ieri notte,ho visto in un futuro,non so quanto vicino, Kahlan dare alle luce un Depositario... >>.
Quelle parole taglienti fecero scendere il silenzio fra i presenti.
<< Perché dovremmo crederti?! >> sbottò la donna in bianco.
<< Dubiti dei mie poteri,Madre Depositaria? >> mormorò aspramente Shota.
<< Dubito delle tue intenzioni... >> rispose Kahlan sempre più sulla difensiva.
Shota sollevó una mano verso di lei,ma quando provò a ricoprirla di serpenti essi  si scontrarono con la tela del mago che Richard aveva applicato sulla compagna,pochi istanti prima. La tela magica brillò facendo scappare i rettili,che si dileguarono per poi dissolversi come polvere.
<< Ti ricordo che sei in casa mia... >> ringhiò Richard,fissando la strega in modo minaccioso.
Shota abbassò nuovamente il braccio mentre Kahlan restava immobile,accanto a Zedd che osservava attentamente,seppur in silenzio,la situazione. Richard scrutò la strega nei suoi occhi nocciola,dove quasi si poteva vedere l'Han dentro di lei << Cosa hai visto esattamente? >> domandò in tono di comando.
<< Non posso rivelarlo a nessuno,tranne che ad un Mago Profeta >> rispose la donna.
<< Ti ricordo che stai parlando con un Mago Guerriero e non con un ragazzino nelle mani delle Sorelle della Luce >> sbottò quello sempre più nervoso e sempre più convinto che Shota,non portasse buone notizie. La strega inarcò un sopracciglio,in un'espressione stupita mista al dubbio.
<< Ho visto un bambino. I capelli erano biondi come i tua e gli occhi verdi come i sua... - disse facendo un cenno in direzione della donna in bianco - Indossava degli abiti pregiati e soggiogava un altro bambino,durante l'ora dei giochi in un grande giardino... >>.
Kahlan sentì un brivido percorrerle la schiena e come se lo avesse sentito anche Richard,lui si voltò a guardarla. Kahlan temeva che le parole della strega fossero vere,per quanto catastrofiche apparissero. Eppure nelle nubi racchiuse nelle iridi del compagno,scorse un lampo di speranza e sicurezza del futuro. Shota li osservò << Potrebbe essere un qualsiasi bambino... Il fatto che abbia dei tratti simili ai nostri non significa che sia nostro figlio... >> rispose il Cercatore,tentando inutilmente di trovare una scorciatoia. Era anche vero però che le profezie o meglio,le visioni,non erano delle prove sul futuro.
Prove infondate su cui non si poteva fare affidamento. Eppure Shota,aveva sempre detto il vero. Come quando gli disse che Kahlan lo avrebbe tradito ed in effetti,almeno moralmente,lo aveva fatto. Nonostante ciò,sapeva che probabilmente il bambino visto dalla strega sarebbe stato il loro primogenito. Kahlan però era spaventata dalla cosa. Sarebbe stato comunque un Depositario,come quello di Denee.
Fu quel pensiero che diede speranza alla Depositaria,che si avvicino a Richard di un passo.
<< Io non avrò un maschio. Lo ha già avuto mia sorella... E poi é normale che una piccola Depositaria non controlli i poteri prima dei cinque anni. Io stessa ho confessato il mio gattino,che é morto pochi istanti dopo che lo avevo preso in braccio... >> si giustificò.
Shota la osservò << Era un maschio... >> ringhiò sempre più offesa << Ne sei sicura?! >> rispose Kahlan sollevando un sopracciglio,in tono accusatorio.
Il silenzio pervase la stanza quando Shota non rispose. Si limitò a squadrare Richard e Kahlan da capo a piedi. I capelli mogano di lei erano lievemente scompigliati e se si era abili osservatori,aveva cercato vanamente di ordinarli con poche spazzolate. Il che valeva anche per Richard,che aveva anche un bottone della camicia sganciato poiché si era rivestito in fretta. Inoltre,la cosa più lampante erano i loro occhi lucidi e brillanti. Pieni di quell'euforia che ti da' il sangue dopo che hai consumato il tuo amore,da tempo trattenuto ed accresciutosi per l'attesa e la libertà bramata.
<< Voi siete già stati insieme... - osservò in un mormorio soddisfatto - Questa stessa notte... >>. Kahlan perse l'autorità nella sua postura e Richard arrossì leggermente sulle guance,dove si affacciava un principio di barba. Zedd quasi sussultò alla reazione del nipote.
<< Ma la cosa sorprendente... - continuò Shota con fare criptico,avvicinandosi al Cercatore fino ad un braccio di distanza - É che non sei suo schiavo. Lei ha liberato i tuoi poteri su di te,ma tu hai ancora il tuo libero arbitrio... >> commentò lasciando lo sconcerto generale.
Cara nascosta in un angolo a vigilare sull'incolumità del suo signore,sgranò leggermente gli occhi. Kahlan fissò la strega sorpresa ed altrettanto terrorizzata,quando posò lo sguardo su Richard che ricambiò l'occhiata. Solo in quel momento,la Depositaria si era resa conto di ciò che avevano concretamente fatto. Aveva ceduto alla passione ed aveva infranto il suo giuramento.
Richard scansò Shota e si avvicinò alla compagna prendendole gentilmente per le spalle << Kahlan,respira... >> le ordinò gentilmente,con un cipiglio di preoccupazione. Lei ubbidì dopo qualche istante. Non si era accorta di star trattenendo il respiro. Gli occhi le stavano pizzicando per le lacrime imminenti.
<< Kahlan,sto' bene. Te lo giuro... Non ti mentirei su una cosa del genere e lo sai... >> disse provando a rassicurarla.
I muscoli della donna in bianco si rilassarono alla vista della sincerità nell'atteggiamento del compagno,che la prese amorevolmente fra le braccia. Kahlan avvolse le proprie intorno al corpo di Richard,che guardò Zedd poi Shota << Anche se Kahlan restasse incinta,nessuno torcerà un capello al bambino... >> sibilò pericoloso. La strega scosse la testa << Sei un pazzo. Stai mandando a monte tutto: il tuo Impero,il tuo "amore" ed il tuo mondo... >>
<< Un bambino nato dall'amore non é mai una minaccia... - disse staccandosi lentamente dalla compagna ed avvicinandosi come se la sua figura stesse aumentando di dimensioni - Sono gli esseri infidi come te,la vera piaga dell'umanità... >>.
Le puntò il dito,ma la donna ramata non si scompose. Non mosse un muscolo << Sono i sovrani sciocchi ed inesperti come te,che fanno crollare un regno... >>. Zedd si stava decisamente trattenendo. Si avvicinó a Kahlan per confortarla,pur di rispettare gli spazi di Richard che ancora incombeva sulla strega,senza timore << Io sarò anche inesperto,ma sono altrettanto magnanimo nei tuoi confronti perché se fosse per me,in questo momento,saresti già ai piedi del Guardiano... >> disse chiudendo le mani a pugno.
In quel momento,Shota si sentì schiacciare la gola in una morsa invisibile,che premeva sulla trachea impedendole di prendere anche la minima boccata d'aria. Il suo viso cominciò a diventare paonazzo. Kahlan si avvicinó subito a Richard,posandogli una mano sul braccio permettendogli di rilassarsi e riacquistare la calma,ma soprattutto il controllo della rabbia. La strega emise un gemito strozzato,quando finalmente l'aria rientrò a fatica nei suoi polmoni.
Si massaggiò la gola << Le mie parole potranno anche non piacerti,ma presto o tardi ti renderai conto che sono la verità... >> disse Shota,prima di svanire nell'aria come nebbia al sole.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Una settimana dopo...

Richard e Kahlan erano nella loro stanza e dormivano rannicchiati,l'uno stretto all'altra come a volersi confortare nel sonno.
Un'ombra passò accanto al loro giaciglio e Richard aprì gli occhi di scatto a causa del brivido raggelante che lo percorse.
Spostò lo sguardo su tutta la mobilia,sul pavimento e sui muri,sospirando quando si accorse che non c'era nessuno nella stanza. Osservò l'armadio e parte dell'anticamera che riusciva a vedere,senza scorgere alcun pericolo. §
Si disse che probabilmente si era immaginato tutto. Rivolse lo sguardo alla donna in bianco,che dormiva accoccolata fra le sue braccia mentre la luna illuminava fiocamente la stanza. Nonostante il pericolo,sarebbe stato contento se la sua Depositaria fosse stata incinta. Certo,un figlio era una gran responsabilità,ma insieme sarebbero riusciti ad affrontare la cosa. Entrambi amavano i bambini ed il loro spirito ingenuamente frivolo e senza pensieri. Fin da quando l'aveva incontrata nei boschi della Foresta di Ven attorno ad Hartland,fra quegli alberi che conosceva sin da bambino,sapeva che avrebbero avuto un futuro.
Restò così,a guardarla e a venerarla quando qualcosa attirò la sua attenzione. Un'ombra si era mossa ai piedi del letto. Un guizzo verso la parete opposta.
Si disse che stavolta non se lo era immaginato. Allungò una mano verso la testata del letto afferrando la Spada della Verità e la estrasse lentamente per non svegliare la compagna. Con gesti cadenzati si mise a sedere sul letto e si guardò intorno con circospezione.
I raggi lunari colpivano morbidamente l'arredamento creando strane forme e giochi di luce che confusero Richard. Di nuovo,quella strana figura gli passò vicino tanto da sfiorare la lama dell'arma che parve arroventarsi. S'illuminò di un rosso acceso per poi spegnersi non appena la figura si era allontanata nuovamente verso l'anticamera. Richard impugnò la Spada con entrambe le mani e si mise in guardia. Avrebbe protetto Kahlan con la vita.
Vide che l'ombra si era spostata fuori dai loro appartamenti e nonostante fosse contrario ad allontanarsi dalla Depositaria,seguì l'ombra. Camminò con passi felpati e cercò di respirare senza farsi sentire. Quasi trattenendosi per evitare di perdere di vista l'ombra. Arrivò in un sala che si affacciava sul cortile più esterno,adibito alle annunciazioni e le adunanze più importanti,con un balcone. Le tende rosse ne coprivano la vetrata ed il buio regnava negli angoli creati dalle mura e dalle colonne su cui erano fissate delle torce. In quel momento,il Cercatore notò che non vi erano guardie. Non fece in tempo e porsi altre domande che una donna incappucciata,gli apparì a pochi metri. Le puntò la spada e rimase fermo << Chi sei? >> chiese temendo quasi la risposta.
La donna sollevò leggermente il capo,permettendo a Richard di vedere i suoi occhi violacei come ametiste. I capelli di un color del grano sfuggirono al cappuccio,risaltando sul lungo abito nero che lasciava intuire il corpo longilineo e femminile.
Abbassò il cappuccio,rivelando il volto fine e quasi scarno. Erano lineamenti poco dolci,ma restava una bella donna.
<< Richard Rahl... >> sibilò la donna a bassa voce per guardarlo dall'alto in basso e viceversa. Il tono era quasi mellifluo ed ammaliante << Colui che genererà il più grande male del Mondo e che protegge una grande Magia... >> disse ancora più criptica.
<< Rispondi! >> continuò Richard perentorio.
La donna ghignò << Io sono Morgana... >> disse  e quel nome,pur non conoscendolo,lo intimidì.
Comprese che era un nemico ed andava eliminato. Ma non riuscì neanche ad avvicinarsi a lei che scomparve sotto i suoi occhi,in una piccola nuvola di fumo nero. Udì un suono di passi lenti,ma ritmici alle sue spalle e si girò di scatto per incontrare dei familiari occhi smeraldini << Kahlan... >> sussurrò sollevato.
Lei abbozzò un sorriso,spostandosi una ciocca si capelli dietro il lobo dell'orecchio << Chi era quella donna? >> chiese preoccupata avvicinandosi a lui.
La lunga vestaglia la copriva fino ai piedi,lasciando intravedere il suo corpo giovane e formoso.
<< Ha detto di chiamarsi Morgana... - sospirò cercando di capire la causa dell'accaduto - Tu l'hai mai vista? >> le domandò ancora scettico di ciò che aveva visto. Le si fece vicino e le avvolse la vita con un braccio.
<< No,francamente no... >> mormorò stringendosi al compagno.

*****

Zedd lo osservò ancora incapace di recepire la notizia della settimana prima. Credeva che i due giovani non avrebbero mai ceduto ai loro istinti. O almeno non in quel delicato momento,in cui Richard doveva affermare la propria corona imperiale.
<< Ho seguito l'ombra e mi é apparsa una donna... - gli stava spiegando ciò che aveva visto la notte precedente mentre camminava nervosamente su e giù per la stanza - Aveva i capelli lunghi fino alle spalle,biondi e gli occhi viola. Era vestita di nero e sembrava un po’ più vecchia di me... >> continuò gesticolando ansiosamente. Zedd lo fissò ancora per metà immerso nei suoi pensieri.
<< Hai scoperto come si chiama? >> chiese.
<< Morgana... >> rispose il Cercatore agganciando i pollici alla cintura a cui era legato il fodero con la Spada della Verità.
Zedd si portò un dito sulle labbra assumendo un'aria pensierosa.
<< Morgana... - mormorò ripentendo il nome in tono meditabondo - Non ne sono sicuro,ma credo di averla già sentita... Dovrò fare delle ricerche >> annunciò tornando a guardare il nipote mentre qualcuno bussò alla porta.
Kahlan fece capolino con la testa prima di entrare,chiudendo in seguito la porta alle sue spalle. L'abito di un azzurro ceruleo intenso la copriva come un petalo,con la gonna morbida che si drappeggiava sulle sue gambe quando si fermò vicina a Richard,che salutò con un veloce bacio sulla guancia.
<< Non ricordi altro?>> chiese Zedd.
<< Sì. Ha detto che genererò il più grande Male al mondo e che custodisco una Grande Magia... >>.
Il Vecchio lo guardo in modo assente poiché cercava di concentrarsi sul problema. Dopo qualche minuto di dialogo, Kahlan guardò il Vecchio Mago poi Richard << Puoi lasciarci soli? >> gli chiese gentilmente.
Il Cercatore annuì ed uscì dalla camera con dei forti dubbi. Se Kahlan voleva parlare con Zedd,significava che c’era qualcosa di grosso. Di solito,quando gli nascondeva qualcosa si trattava della sua salute. Poi un’idea. E se Kahlan fosse incinta?
Sorrise a quel pensiero. Sì,era sicuramente così. Per esserne sicuro,poggiò l’orecchio sulla porta per ascoltare seppur provando  repulsione per sé stesso mentre la Depositaria si accomodó su una sedia imbottita,restando vicino al Vecchio  << Zedd,potresti visitarmi? - lui la scrutò senza capire - Credo di essere incinta... >>. Richard sorrise.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Zedd si abbassò per poter passare un palmo della mano sul ventre della Depositaria,che da qualche minuto se ne stava seduta comodamente. Il Vecchio avvertiva della vita nel corpo della giovane donna,che lo fissava preoccupata con occhi attenti. Lui incrociò quello sguardo.
<< Allora? >> domandò la donna in bianco,stringendo in una mano la stoffa della gonna così forte,da sbiancarsi le nocche.
Zedd si raddrizzò col busto sulla sedia ed abbozzò un sorriso,annuendo in un cenno affermativo. Kahlan si morse il labbro inferiore,torturandolo in preda al nervosismo. Zedd inclinò leggermente la testa << Kahlan... Cosa c'è? >>
<< Non sai se é maschio o femmina? >> domandò sempre più in ansia.
Zedd scosse la testa facendo ondeggiare i capelli nivei e costantemente arruffati. La donna non temeva la reazione del compagno,ma le conseguenze che avrebbe avuto la gravidanza. Se si fosse trattato di un maschio,ci sarebbero stati dei seri problemi,sia per il popolo che per il piccolo stesso. Nessun bambino avrebbe giocato con un Depositario e chiaramente nessuna madre avrebbe permesso che ciò accadesse. Sarebbe rimasto solo per tutta la vita. La cosa però non sarebbe cambiata in meglio anche se si fosse trattato di una femmina. Le Depositarie non erano rispettate come donne ed anche la piccola avrebbe trovato difficoltà di fronte all'amore. Quei pensieri le davano il tormento e decise che per ragionare lucidamente,avrebbe dovuto rilassarsi.
Uscì con discrezione,salutando Zedd,per dirigersi verso le terme poste nei piani inferiori del palazzo,nell'ala opposta alle scale che portavano nelle segrete sotterranee. 
Mentre camminava per i corridoi,Cara la raggiunse di corsa.
<< Madre Depositaria... - fece un veloce cenno con la testa - Lord Rahl mi ha chiesto di seguirvi... >>. Kahlan alzò gli occhi al cielo.
<< Torna pure da lui e digli che sto' bene... Voglio solo rilassarmi con un bagno... >> la liquidò con voce gelida,permettendo alla Mord-sith di preparare le consorelle per la sua sicurezza.
Cara si allontanò sbuffando sonoramente. Certo,le era stato ordinato di obbedire alla Madre Depositaria,ma era anche vero che se non l'avesse protetta come desiderava Richard,lei sarebbe finita sul patibolo nel migliore dei casi. Si avvicinó al suo signore,seduto sulla scranno che rileggeva con Berdine alcuni protocolli. Lui sollevò lo sguardo su di Cara prima di torbare al foglio che teneva tra le mani.
<< Lord Rahl... La Madre Depositaria ha insistito perché la lasciassi da sola... >>.
Richard smise di leggere e tornò a guardare la guerriera << E tu le hai obbedito? >> chiese.
<< Me lo avete detto voi,Signore... >> disse Cara cercando di raccogliere tutto il coraggio e tutta la pazienza possibile per non dare di matto.
Lui sospirò porgendo il foglio a Berdine,che lo afferrò confusa << Dov'é adesso? >>
<< Al piano inferiore,nelle vostre terme... >> riferì la bionda mentre osservava Richard scendere i gradini della predella.
<< Bene... >> mormorò soddisfatto prima di incamminarsi verso la compagna. Si sarebbe divertito sicuramente.
Kahlan gli avrebbe negato fino all'ultimo di non essere incinta,ma lui sapeva già tutto.


****

Kahlan entrò nella sala,al cui centro si apriva una grande piscina d'acqua calda. Si guardò intorno,per accertarsi di essere sola prima di tirare i laccetti dell'abito che scivolò sul pavimento,raccogliendosi ai suoi piedi. L'aria riscaldata dai braceri negli angoli della stanza,soffiò leggermente tiepida sulla sua pelle.
Uscì dal vestito e si avvicinò alla piscina per poi entrarvi lentamente. L'acqua limpida la riscaldò subito ed un brivido piacevole le percorse la schiena ed i muscoli le si sciolsero. Erano sempre tesi,nello sforzo di trattenere i propri poteri.
Si chiese per un attimo il motivo di tanta vigilanza sulla sua persona. Sapeva difendersi,con o senza le Mord-sith. Era ovvio che Richard stava esagerando. Ma non badò molto a tale pensiero,poiché si immerse trattenendo il fiato,nuotando appena sotto il pelo dell'acqua.
Riemerse restando coperta dal liquido trasparente fino alla clavicola. Si portò le mani alla testa per portarsi indietro i lunghi capelli ora bagnati. Sentì dei passi di stivali e quando si voltò,Richard era in piedi vicino al bordo della piscina. Vestito di tutto punto con una giacca ed una camicia rossa,decorate da fini ghirigori dorati,abbinate ad un paio di pantaloni neri e degli stivali in pelle. Le rivolse un sorriso impertinente,facendole sfuggire un risolino malizioso.
<< Sempre nel momento meno opportuno... >> commentò ironica.
<< Come piace a te... >> mormorò di rimando prima di camminare verso il punto più vicino a lei.
Si chinò sui talloni,poggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendo il viso verso di lei. La osservò << Tutto a posto,Kahlan? >> le chiese gentile.
<< Sì... >> rispose facendo spallucce,gesto che insospettì il Cercatore che si alzò in piedi iniziando a spogliarsi.
La donna sollevò le sopracciglia,osservando l'uomo di fronte a lei.
<< Che stai facendo? >> domandò con la voce più alta di almeno due ottave rispetto a prima.
<< Vengo a farmi un bagno con te... >> disse innocentemente il Cercatore,che non appena si tolse i pantaloni la seguì nell'acqua.
La donna non aveva potuto impedirsi una lunga occhiata al compagno,che ora nuotava vicino a lei.
<< Non fare quella faccia... - la riprese giocoso - Ti ho già visto meravigliosamente nuda... >>
<< Richard! >> strillò Kahlan rimproverandolo sconvolta.
Lui rise avvolgendola in un morbido abbraccio,facendole un sorriso irriverente che la irritò e divertì allo stesso tempo.
<< Non fare la timida... >> continuò a stuzzicarla cercando di afferrarla per i fianchi sotto l'acqua.
Giocarono nell'acqua,nonostante non fosse consono fino a che Richard non si fece più serio << Kahlan,sicura di stare bene? >> le chiese di nuovo.
<< Sì,Richard... >> ribadì con un sospiro esasperato.
Lui la strinse a sé e le sfiorò il ventre sondandolo col proprio Dono,ed avvertendo una vita nel corpo della donna che ora lo guardava in un misto sorpreso di confusione e agitazione. Le sorrise dolcemente << Kahlan,tu sei incinta... >> affermò mentre lei abbassava lo sguardo.
Si sentiva vigliacca per non aver avuto il coraggio di ammetterlo davanti a lui. Si sentiva incosciente per la futura vita del piccolo. Le mise una mano a coppa sotto al mento e le sollevò il viso fino ad incontrare quei due occhi smeraldini che ormai conosceva fino in fondo.
<< Ed io ne sono felice... >> aggiunse facendole apparire un sorriso a fior di labbra.
<< Non sei arrabbiato? >> chiese Kahlan titubante.
<< Perché dovrei!? Io non credo alle profezie,soprattutto se  a pronunciarle é Shota... >> rispose Richard con convinzione.
<< Però l'ultima volta non si é sbagliata... >> ammise la donna in bianco che posò le mani sul petto dell'uomo,la cui pelle ancora mostrava i segni dell'Agiel di Denna. Lui le sorrise << Anche se il nostro sarà uno sbaglio,io lo rifarei comunque... >> le disse scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Kahlan sorrise dolcemente continuando a fissare la cicatrice tonda proprio sul cuore di Richard,che aveva già notato un senso di colpa attanagliarle lo stomaco al ricordo di Denna << Andrà via... >> la consolò con un sussurro mentre l'acqua li riscaldava.
Kahlan puntò i suoi occhi su quelli nuvolosi ed imperturbabili del compagno << Ne vuoi parlare? >> gli chiese poco convinta.
Si sentiva esclusa da quell'episodio che lo aveva tanto segnato,da lasciargli ricordi indelebili sul corpo e nella mente. Ricordi ben ancorati nei meandri della sua psiche,rendendo la sua anima interiormente tormentata << Non adesso...>> le rispose Richard come se gli avessero toccato un nervo scoperto.
Kahlan rinunciò a porgli altre domande e posò la fronte nell'incavo della spalla del compagno.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Quattro mesi dopo... 

Richard era intento a firmare le solite scartoffie prima di potersi riposare con la propria amata. Quei mesi erano stati duri per entrambi.
Lei aveva dovuto affrontare una gravidanza complicata dal punto di vista di successione imperiale ed anche per quanto riguardava la sua stessa psicologia,poiché temeva di non diventare una buona madre. Richard aveva dovuto rassicurarla a lungo su questo ed anche sul fatto che non avrebbe permesso alla loro bambina di diventare Mord-Sith, come voleva la tradizione. Ma il Cercatore si era dovuto mettere in condizioni tali da poter gestire la famiglia con l'Impero,che esattamente come Kahlan reclamava attenzioni. Si doveva occupare degli approvvigionamenti in caso di siccità e carestie,che avevano colpito piccoli villaggi e spegnere dei rari fuochi di peste,per evitare la strage di un'epidemia. Inoltre,l'unico ed inquietante incontro con Morgana lo aveva sconvolto insieme alle parole di Shota,che di tanto in tanto tornavano a tormentarlo come gli incubi su Denna.
Era stanco ed aveva voglia di tornare ad Hartland. Di tornare a quella vita semplice,fatta di piccole e piacevoli cose,come le passeggiate nei boschi. Avrebbe tanto voluto tornarci con Kahlan e vivere là con lei,e con i loro figli se mai il Fato avrebbe concesso loro di averne più di uno. Ma sapeva di non poter affidare a nessuno l'Impero di D'Hara che presto si sarebbe unito alle Terre Centrali.
Richard aveva intenzione di farle la proposta di matrimonio,ma non era mai convinto che fosse il momento giusto. E poi,si disse che prima avrebbe dovuto eliminare qualsiasi minaccia. A partire da Morgana,che dopo quella volta non si fece più vedere. Non diede più segno della sua pragmatica presenza,lasciandoli tutti col fiato sospeso. Zedd aveva solo rispolverato la memoria per arrivare alla magra informazione che Morgana fosse un'incantatrice,dalle dubbie capacità di mutazione della forma e dell'aspetto. Sospirò,arrendendosi ai fogli e si spinse indietro con la sedia,che gridò per lo spostamento improvviso.
Si alzò per avviarsi nell'anticamera,dove Kahlan riposava dinanzi al camino acceso mentre si accarezzava la pancia gonfia. Si sorrisero.
<< Tutto bene? >> le chiese sedendosi accanto a lei.
<< Sí,grazie... - porse la guancia sulla quale il compagno,schioccò un tenero bacio - Tu hai concluso coi rapporti? >>
<< No,ma li affiderò a Cara. Terminerà lei il mio lavoro... Ora devo occuparmi di te... >> disse facendole voltare il viso verso il suo per baciarla sulle labbra con più desiderio.

*****

Il buio regnava nella stanza dei due sovrani,ma la luna brillava al di fuori nel cielo stellato e filtrando dalle finestre,rischiarava l'ambiente sicuro.
Kahlan aprí gli occhi e sbadigliò. Sentiva un certo languorino e pensò che fosse veramente strano. Quella gravidanza le stava facendo uno strano effetto. Si disse che la fame che sentiva era una conseguenza della vita che portava in grembo. Ma cosa poteva magiare a quell'ora della notte senza poi sentirsi male? Si accorse di avere l'acquolina in bocca ripensando alle more,che il giorno prima avevano servito per pranzo con del fagiano arrostito. Si voltò verso Richard,che dormiva sereno al suo fianco. Esitante mosse una mano e la posò sulla sua spalla << Richard... - quello non si mosse - Richard... >>.
Lo chiamò di nuovo e lui bofonchiò il suo nome nel sonno. Era stanchissimo,ma quando gli tornò in mente che la compagna era incinta,cercò di aprire gli occhi.
<< Kahlan... >> borbottò assonnato mentre aprí con fatica una palpebra,incontrando il timido sorriso della donna accanto a sé.
<< Richard,lo so che sei stanco,ma ho voglia di more... >>.
Il Cercatore inarcò le sopracciglia sorpreso << More? >> domandò incredulo.
<< Sí,come quelle di ieri... >> mugolò la donna mentre osservava il compagno sgranchirsi le gambe e le braccia.
Sospirò mentre si alzava per poter accontentare Kahlan,che lo attese in camera.
Al ritorno dalle cucine,Richard teneva in mano un piccolo cestino colmo di more. Si avvicinò al letto e la vide dormire profondamente.
Alzò gli occhi al cielo e sorrise sentendosi sul bordo del letto. Guardò la compagna e rinunciò al svegliarla. Aveva bisogno di dormire. Guardò il cestino fra le sue mani e senza indugio,cominciò a gustarsi le more mentre ammirava Kahlan dormire al suo fianco.

Intanto da qualche parte,sulle cime nevose del Rang'Shada...
Morgana sedeva di fronte ad un focolare improvvisato all'interno di una buia caverna mentre al di fuori,imperversava una violenta tempesta di neve. Osservò le fiamme danzanti del fuoco,che illuminavano l'angusto ambiente mentre ripeteva ancora una volta le parole terribili.
<< Domini mea Ermes reacta iura kefler... >> sussurrò ed in un attimo,le fiamme guizzarono verso l'alto aumentando di intensità,schioppettando mentre si tinsero di un verde furioso << Morgana... >> mormorò una voce profonda ed incorporea proveniente dal fuoco.
L'incantatrice chinò il capo << Mio Signore... >> << Che notizie mi porti, con cosí ampio ritardo? >> chiese di nuovo la voce.
Morgana deglutí sonoramente,sperando che il suo padrone non si sarebbe arrabbiato. Cosa rara per uno come lui.
<< Guardiano,ho cercato di distruggere l'Impero,ma inutilmente. Ho fatto scoppiare più volte dei focolari di peste,ognuna diversa dall'altra. Ma Lord Rahl é troppo potente,ha al suo fianco il Primo Mago... >> si giustificò.
<< E allora liberati di quel vecchio! >> tuonò la voce facendola rabbrividire.
<< Non posso,Mio Signore... I miei poteri a Palazzo del Popolo sono pressoché inutili: il castello é costruito su una forma incantesimo che rafforza i poteri dei Rahl ed estingue quelli degli altri. Fino a che sono nella cittadella,non posso attaccarli... >>. Pur non potendolo vedere,Morgana sapeva che il Guardiano stava meditando sul da farsi << Dove sono gli Scrigni dell'Orden? >> domandò.
<< Li ho cercati,Mio Signore, ma non ci sono. Devono essere andati distrutti con la morte di Darken Rahl... >> mormorò sperando di non farlo arrabbiare ancora di piú. Col Guardiano,era meglio non rischiare la sorte << Hai scoperto almeno il punto debole di Richard? >>.
L'incantatrice sorrise << Sí,Mio Signore. La Madre Depositaria e il bimbo che porta in grembo... >>
<< Occupati di loro,ma non li uccidere per il momento... >> sibilò cupo il Guardiano attraverso le fiamme,che brillavano ogni qualvolta pronunciava una parola.
<< So già cosa fare... >> mormorò Morgana soddisfatta.
Il Guardiano sarebbe stato fiero di lei e l'avrebbe ricompensata oltre ogni immaginazione.
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Altri cinque mesi dopo... 

Tutto era cominciato nel bel mezzo della notte. Kahlan si era svegliata con un forte dolore al basso ventre,aveva respirato profondamente e svegliato il compagno stringendogli forte il braccio. Si era svegliato subito,temendo il peggio.

“La bambina,Richard… Mi si sono rotte le acque” .

La frase che aveva fatto perdere un battito al Cercatore che dopo aver ripreso la propria lucidità era andato a chiamare Zedd in preda al panico.
Richard ora,era seduto alla scrivania nel suo ufficio,in compagnia di Cara,tamburellava ritmicamente le dita sul legno del tavolo. Era nervoso,dato che Zedd aveva schermato con una tela del mago la camera da letto,dove Kahlan stava affrontando un travaglio che continuava da circa quattro ore. Avrebbe voluto consolarla,ma l'ostetrica,venuta appositamente da Aydindril un mese prima del parto, lo aveva letteralmente sbattuto fuori,rendendolo inutile. Zedd aveva provato a convincere la donna di mezza età,ma era stato tutto vano.
Sospirò consumato dal terrore che qualcosa potesse andare storto. Certo,in quei mesi non avevano avuto grossi problemi e Morgana sembrava scomparsa per sempre,ma Richard sapeva che il Male trovava sempre un modo per risorgere. In quel periodo,si era informato sul parto e sui neonati. Si disse che era stata la più orrenda idea che gli potesse venire in mente,poiché gli avevano raccontato tutto ciò che di più pessimistico si possa trovare in una tale situazione.
Aveva sentito di donne morte durante il parto per colpa di un’emorragia interna o di bambini nati morti. Ed il pensiero che potesse accadere a loro,gli gelava il sangue nelle vene. Conosceva Kahlan ed in caso di problemi,lo avrebbe costretto a salvare la bambina.
Prese un profondo respiro per calmarsi e cercare di scacciare quei brutti pensieri. Cara lo osservò da lontano,con le spalle appoggiate al muro. Si stupiva del rapporto fra i due regnanti,ogni giorno di piú. Mai aveva visto un Lord Rahl in pena per qualcuno,eccetto sé stesso.
<< Andrà tutto bene – disse incerta - Non preoccupatevi >> gli disse interrompendo il pesante silenzio,che alle orecchie del Cercatore stava diventando terribilmente fastidioso. Fissava la porta,sperando che questo bastasse a farne uscire Zedd o l’ostetrica.
Ma dovette attendere altre cinque ore prima che,improvvisamente,la porta della stanza si aprí. Richard scattò in piedi,come se si fosse scottato e Cara si raddrizzò contemporaneamente. Zedd comparve sulla soglia e sul volto,in mezzo ad un'espressione di stanchezza,si faceva larga strada un grande sorriso di felicità,che accompagnava gli occhi lucidi per la commozione << Richard… >> esordí senza sapere da dove iniziare.
<< Andiamo Zedd,dì qualcosa! >> lo esortò il nipote innervosito.
<< Kahlan sta’ bene ed ha chiesto di te >> disse infine,come a non volergli anticipare nulla.
Richard entrò nella grande camera da letto,in poche falcate. Al centro del letto a baldacchino,la donna in bianco era sdraiata sotto le coperte con la testa sollevata da un morbido cuscino mentre tra le braccia,teneva un minuscolo fagottino. La Depositaria sollevò gli occhi sul compagno che con cautela,si avvicinò al giaciglio. Si sorrisero mentre Richard si sedeva sul bordo del letto con gesti cadenzati.
La osservò attentamente << Avrei voluto starti accanto,ma mi hanno sbattuto fuori... >> cominciò in tono di scuse,sfiorandole la guancia col dorso della mano prima di regalarle un casto bacio sulle labbra. Aveva gli occhi bordati di rosso,leggermente gonfi e lucidi in uno sguardo stanco. Non riuscí ad immaginare nemmeno lontanamente il dolore che aveva provato.
Il Cercatore abbassò lo sguardo e per la prima volta,scorse il volto di suo figlio,incorniciato da una morbida coperta che lo teneva al caldo ed al sicuro,fra le braccia materne. Il viso paffuto,il naso piccolo ed un po’ schiacciato e le manine ancora piú piccole,socchiuse. Sulla testa,si vedevano già i primi capelli biondi come quelli del padre,che non mosse un muscolo,troppo emozionato. Troppo intento ad ammirare l'aura di innocenza che gravitava intorno al neonato.
Non si era mai sentito come in quel momento: completo.
<< Shota si sbagliava... - gli disse ad un tratto e lui le rivolse uno sguardo confuso - É una femmina >> gli rivelò Kahlan,con un dolce sorriso sornione.
Richard sorrise ancora di piú,fino a che le guance non iniziarono a fargli male. Osservò la piccola neonata aprire i grandi occhioni verdi,dalle sfumature grigiastre. Un perfetto connubio fra i genitori,che quasi piangevano di gioia.
Il Cercatore allungò la mano verso la piccola,che con entrambe le mani gli afferrò saldamente l'indice. Rise con quell'euforia che solo i bambini possono regalare << Ciao,tesoro mio... >> sussurrò Richard accomodandosi accanto a Kahlan per godersi la nuova arrivata nella casata Rahl.


*****

Quella stessa sera,ci fu un banchetto in onore della nuova nata,che dormiva adagiata al centro del materasso matrimoniale.
Kahlan prese la giacca da Lord Rahl ed aiutò Richard a mettersela. La guardò mentre chiudeva i bottoni della divisa con aria trasognata. I capelli color mogano le cadevano sulle spalle egli occhi verdi erano diventati di nuovo dei luminosi smeraldi. Il bagno che si era fatta le aveva ridonato energia << Sei meravigliosa... >>. Un lieve rossore colorò le guance della Depositaria mentre lisciava la stoffa della giacca per poi stringergli la cintura << Adulatore... >> lo schernì lei.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Erin Tarallyn Rahl. Cosí si chiamava la nuova arrivata nella casata che dominava il D'Hara.
Il secondo nome lo aveva voluto Kahlan,in memoria della madre di Richard. I festeggiamenti erano iniziati nel tardo pomeriggio quando il sole,iniziò a calare dietro le montagne del Rang'Shada e si era svolto con un sontuoso banchetto,fino a tarda notte quando Richard e Kahlan,che teneva la piccola fra le braccia,decisero di ritirarsi per la notte. Salirono le tre rampe di scale marmoree per raggiungere la loro stanza mentre la luna era già alta nel cielo e rischiarava il paesaggio,reso oscuro dal buio,al di fuori delle grandi vetrate che attraversarono. Il vento soffiava flebile come una brezza di mare. Le tende si muovevano al passaggio dell'aria mentre i due regnanti davano la buonanotte alla loro bambina << Ecco qua... >> sussurrò Kahlan coprendo la pancia della principessa.
Richard le si affiancò vicino alla culla per osservarla,come se fosse un raro spettacolo di aurora boreale.
Volse lo sguardo verso la su Depositaria,di cui stringeva i fianchi con un braccio. Osservò il profilo della donna: la fronte,il naso dritto e le labbra carnose,ora lievemente socchiuse e da cui spira un dolce sospiro di serenità. I capelli lunghi e mossi le ricadevano in parte sulle spalle ed in parte sulla schiena. Il corpo,ancora un pò formoso come quello di una donna gravida,aveva ripreso un pò delle rotondità originali. A Richard piaceva il modo in cui il corpo di Kahlan,si era modificato per accogliere una nuova e piccola vita. Gli piaceva tutto di lei. Forse amava di piú i suoi difetti che i suoi pregi. La amava con tutto sé stesso e si convinse che doveva farla sua moglie.
Kahlan sbadigliò,portandosi una mano sulla bocca << Sei molto stanca... >> le disse a bassa voce,spostandole i capelli su una sola spalla.
Lei lo fissò, voltandosi verso il compagno al contempo. I capelli ambrati erano cresciuti ed ora,il ciuffo sbarazzino gli pizzicava la fronte. Alcune piccole ciocche gli oscuravano perfino i cupi occhi grigi. Profondi,come due pozze scure in cui specchiarsi.
<< Sei davvero bello... >> mormorò Kahlan,senza nemmeno accorgersene.
Richard sorrise << Grazie... Me lo dicono in tante... >> azzardò spavaldo,meritandosi il pugno sul braccio della Depositaria che però non riuscí a non ridere.
<< Attento a te,Lord Richard Rahl! >> lo minacciò giocosamente.
Il suo sguardo divenne ipnotizzante per Kahlan. La incatenò con la mente e quasi le mozzò il fiato in gola.
<< É un avvertimento,Milady? >> la scherní abbassando notevolmente il tono di voce.
Non solo perché Erin dormiva,ma per inibire le capacità della donna in un gioco di seduzione a cui arrivavano entrambi vincitori. Si chinò maggiormente per lasciarle un casto bacio sul collo,che andò a provocarle un gemito strozzato.
<< É una minaccia... >> lo ammoní Kahlan di nuovo,risalendo le grosse spalle del Cercatore con entrambe le mani,fin dietro alla nuca dove strinse i pugni,imprigionandogli i capelli con forza. Richard fu costretto ad inclinare la testa all'indietro mentre Kahlan posava le proprie labbra sulla sua gola. Poté sentire le labbra della Depositaria accendere la pelle in un fuoco di amore misto alla lussuria,repressa per via della gravidanza soprattutto negli ultimi mesi. Richard posò le proprie mani sui fianchi di Kahlan,che non smise di baciarlo lungo la mascella sulla quale accennava un principio di barba ruvida.
Il Cercatore trovò quella strana posizione spaventosamente familiare. Un lampo di ricordi gli attraversò la mente ed il suo corpo di irrigidí. Rivide la bionda chioma di Denna e quegli occhi di ghiaccio,che lo perseguitavano giorno e notte << Kahlan... >> sussurrò quasi supplicando.
Lei lasciò andare la presa e lo guardò con le guance rosse. Ad un paio di invisibili occhi azzurri,si sostituirono gli smeraldi della compagna.
<< Devi riposare... >> la riprese con calma.
<< Ti senti bene? Sei pallido... >> gli chiese incorniciandogli il viso con le mani.
Lo costrinse a guardarla negli occhi << Sí,sto bene... >> la rassicurò con un sorriso sornione nel ritrovarsela a pochi centimetri.
Le sfiorò la spina dorsale con la punta delle dita e le stampò un dolce bacio sulla fronte. Kahlan chiuse gli occhi,posando le mani sul petto del suo uomo ed appoggiandosi al suo corpo. Amava la sensazione di sentirlo cosí vicino da poter udire il battito del suo cuore.


****


Un lupo ululava nelle lontane foreste delle Terre Centrali,che si potevano ammirare dalle torri del Palazzo del Popolo.
Le stelle brillavano mentre una bassa figura incappucciata,superava le guardie che sorvegliavano i corridoi. Si nascose dietro ad una delle mastodontiche colonne prima di addentrarsi silenziosamente nella camera di Lord Rahl e della sua compagna. Furtivo,l'essere magico strisciò sulla punta delle zampe fino alla culla dove riposava Erin. Osservò Richard e Kahlan,avvinghiati l'uno all'altra sotto le coperte. Posò lo sguardo di nuovo sulla neonata e portò le nodose mani sulla culla.
<< Magna ectem isos lupis nocturm... - sibilò - Et Morgana inis contram... >>. Un alone verde avvolse la culla per poi sparire dopo pochi secondi.
La creatura ghignò soddisfatta e fece per andarsene così com'era tornata,ma quando si guardò alle spalle,Kahlan lo afferrò per il mantello e lo scaraventò lontano dalla culla. L'essere rotolò contro la parete mentre Richard balzò dal letto,estraendo la Spada della Verità.
Il mantello aveva rivelato la lunga coda dell'intruso che quando tentò di difendersi,si ritrovò con le spalle al muro. Il Cercatore si pose davanti alla culla,dove Erin piagnucolava assonnata. Kahlan strinse la gola della creatura e liberò il suo potere. Gli occhi vennero oscurati di nero,come la pece e un tuono senza boato percosse l'intero palazzo. Un'ondata di energia si abbatté su Richard,che eresse una tela del Mago per attutire l'impatto invisibile.
La creatura cadde sulle zampe posteriori << Padrona... Ai vostri ordini... >> mormorò con il solito sguardo vacuo che Kahlan aveva visto tante volte nella sua vita. Fissò la creatura con disprezzo mentre Richard accendeva le candele della stanza con un solo gesto della mano.
Una morbida luce permise ai due di vedere le fattezze dell'essere davanti a loro: era il corpo di un umano,misto a quelli di un garg dalla coda lunga. Il volto era un mostruoso connubio fra uomo e gargoil,completato da un paio di occhi gialli quasi dorati  << Chi sei? >> domandò Kahlan perentoria.
<< Sono l'umile servo di Morgana... >> rispose quello contento di poter servire la sua nuova padrona.
A quel nome,un brivido percosse la schiena di Richard che nel frattempo aveva tranquillizzato la bambina. Kahlan fissò la creatura seduta ai suoi piedi. Provava un certo ribrezzo << Qual é il tuo nome? E perché Morgana ti ha mandato qua? >>
<< Mi chiamo Ermes e sono qui per lanciare un incantesimo sulla vostra bambina,Padrona... - delle lacrime appannarono la vista del "metà garg" - E ci sono riuscito... Chiedo perdono, Padrona... >>.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Richard non riusciva proprio a concentrarsi.
Interrogare la creatura non era servito. Per non contare poi la rabbia di Kahlan esplosa poco dopo,che le ha fatto perdere il controllo rendendola schiava del Con'Dar,la Furia del Sangue. Morgana non aveva minimamente accennato al suo scagnozzo dei suoi futuri piani,a parte affermare di voler distruggere l'Impero di D'Hara. Ciò che però impensieriva Lord Rahl,era il fatto che probabilmente Morgana non agisse da sola. Sí,era potente ma non abbastanza da battere lui e Zedd,un Mago Guerriero ed il Mago del Primo Ordine. Inoltre,avevano dalla loro parte le Mord-Sith e le Sorelle della Luce. Erano sicuramente in vantaggio sotto tutti gli aspetti bellici. Eppure il Cercatore continuava a sentirsi vulnerabile e privo di qualsiasi difesa.
Abbandonò la piuma nella boccetta d'inchiostro e si massaggiò le tempie con la punta delle dita. La testa gli aveva cominciato a pulsare per la stanchezza ed i molteplici pensieri,che turbinavano nella sua mente come una tempesta.
Sentí bussare alla porta e sperò per un attimo, che non fosse nessuno che rientrasse nei ranghi militari. Quando sollevò lo sguardo però vide Kahlan nel suo elegante abito bianco,che aveva fatto confezionare ad Aydindril mesi prima. Non aveva potuto indossarlo durante la gravidanza ed era piacevole vederla di nuovo in quella veste. Aveva sempre amato quella stoffa bianca,che cadeva perfettamente sulle curve della compagna. Notò in quel momento che teneva per i manici,un vassoio d'argento su cui tintinnavano leggermente due tazzine ed una teiera fumante,da cui proveniva un piacevole profumo di té.
<< Buon pomeriggio,Lord Rahl... >> esordí Kahlan avvicinandosi a Richard,che non si perse nemmeno il piú piccolo dei suoi movimenti mentre posava il tutto sulla scrivania. Chinandosi Richard poté scorgere maggiormente le rotondità dei suoi seni,vista la scollatura dell'abito.
Si riscosse prima di esser beccato inflagrante e le sorrise << Buon pomeriggio,Madre Depositaria... >> rispose osservandola ed incontrando poi due smeraldi sul viso di Kahlan,a cui però non era sfuggita la fugace occhiata del compagno alla sua scollatura.
<< A cosa devo questa visita? >> chiese il Cercatore appoggiandosi allo schienale della sedia.
<< Ho pensato che avreste gradito un pò di té... >> rispose lei sbattendo le ciglia e giocando sul tono formale.
Lasciò scivolare le dita sul bordo della scrivania,girandoci intorno fino ad arrivare di fianco a Richard,che ruotò la sedia per permetterle di sedersi sulle sue ginocchia. La Depositaria però rimase in piedi e si sporse verso di lui,poggiando le mani sui braccioli della sedia,bloccando anche i polsi di Richard che decise saggiamente di non tentare la fuga. Sapeva di esser stato beccato,ma avrebbe accettato di buon grado la punizione della compagna. L'amava davvero col tutto il cuore e cercava solo il momento adatto alla proposta. Ma non poteva trattenere l'attrazione fisica fra loro.
<< Ed anche un pò di compagnia... >> concluse Kahlan con voce calda,costringendo Richard ad ingoiare un fiotto di saliva.
La presa sui suoi polsi era ferrea,ma non aggressiva. Si chiedeva spesso come la donna riuscisse a misurare la propria forza.
<< Accetto entrambe le proposte volentieri... >> rispose con disinvoltura mentre i loro volti avevano già annullato le distanze.
<< Bene... - un istante prima che Richard potesse baciarla, si drizzò ritraendosi ed mollando la presa - Perché vi consolerete col té,visto che avete già usufruito della mia presenza... >> annunciò sfiorandosi di propositi il bordo della scollatura con un dito.
Richard sorrise alzandosi in piedi e superando la scrivania,si diresse verso di lei.
<< Ne siete sicura? >> le chiese ruotando le dita,chiudendo entrambe le porte dell'ufficio,sia quella principale che quella della loro anticamera.
In poche falcate,le fu vicino. Kahlan sorrise,ritrovandosi con la schiena sul battente della porta. Le sue labbra furono catturate da quelle di Richard,che le accarezzò i fianchi con gentilezza. Da quando si erano trasferiti a Palazzo del Popolo,non riuscivano mai a stare un pò insieme. C'erano sempre rapporti da firmare,colloqui coi generali e delegazioni provenienti da ogni parte del D' Hara.
Si staccò da lei << Scusa,ma tu ed Erin mi mancate moltissimo... >> sussurrò poggiando la fronte contro quella della compagna,che intrecciò le dita dietro al suo collo << Lo so,per questo sono qui... >> gli disse soffiandogli sulle labbra.
<< Se continui a baciarmi... - mormorò fra un bacio e l'altro - Rischiamo di non uscire piú da questa stanza... >> la avvisò maliziosamente.
Kahlan allontanò le proprie labbra continuando a perdersi negli occhi del Cercatore, che si rifiutava di staccarsi comunque da lei.
<< State diventando volgare,Maestro Rahl... >> osservò fingendosi scioccata.
Lui rise << Sarà la vostra influenza,Madre Depositaria... >> convení giocosamente e dopo qualche istante, tornarono a guardarsi reciprocamente negli occhi.
<< Stai meglio? >> le chiese scostandole una ciocca di capelli.
<< Sí,ero solo presa dalla rabbia. Ho paura per Erin... Hai sentito anche tu che le ha fatto un incantesimo... >> rispose mal celando la preoccupazione.
<< Sí,lo so. Ma io e Zedd scopriremo la forma incantesimo e la annulleremo... Spero solo che Morgana resti dov'é... >> mormorò lui avvicinandosi alla vetrata e dandole la schiena. Sentí Kahlan versare il té nelle tazze per poi porgergliene una. La accettò di buon grado e soffiò sulla bevanda ancora bollente.
<< Verna cosa dice da Aydindril? >>
<< Va' tutto bene. I commerci sono floridi ed il Palazzo Bianco é tornato alla vita... Solo che il popolo si sta' ponendo delle forti domande politiche >> sospirò Kahlan per poi bere un sorso di té << Daremo loro una risposta... >> rispose Richard criptico,incontrando lo sguardo della compagna.
Prima che potesse dire altro,qualcuno bussò alla porta.
<< Avanti >> disse Richard ed una donna sulla cinquantina,entrò tenendo fra le braccia un piccolo fagotto.
Kahlan posò la tazza e si avvicinò alla nutrice per riprendere la figlia fra le braccia. Richard congedò la donna che silenziosamente,dopo un lieve inchino,se ne andò chiudendo la porta. Osservò la Depositaria cullare Erin e sussurrandole qualcosa che però non riuscí a captare. Era incantato. Abbassò lo sguardo verso le scartoffie prima di voltarsi verso la finestra.
Il sole era prossimo al tramonto ed il cielo andava sempre piú all'imbrunire << Richard? >>.
La voce di Kahlan lo riscosse dal paesaggio e notò che era accanto a sé. La piccola dormiva serena con la testa poggiata leggermente contro il seno materno. Lei osservò il compagno << Vuoi tenerla? >> gli chiese con un mormorio.
Lui parve agitarsi << Kahlan,io... >>
<< Avanti... - lo esortò - Metti le braccia come se dovessi tenere una grande cesta... >>.
Richard obbedí e restò immobile mentre la compagna depositava il fagotto fra le sue braccia. Il Cercatore sorrise e sentí uno strano calore nel petto irradiarsi fino alle punte dei capelli. Guardó Kahlan che posò una mano su un suo bicipite e con l'altra,accarezzò la testa della bambina << Com'è tenerla in braccio? >>
<< Non ci sono parole... - rispose lui scrutando il viso di sua figlia - Ti arrabbi se ti dico che mi sono innamorato,di nuovo? >> disse facendo ridere Kahlan.
<< Posso conviverci... >> annunciò alzando gli occhi al cielo.
Richard la guardò << É bellissima... Come sua madre >> disse sciogliendo il cuore della Depositaria,che posò la testa sulla sua spalla.
Si godettero il tramonto quando udirono un lieve respiro rumoroso. Abbassarono lo sguardo e si resero conto che era Erin a russare.
Ridacchiarono << Non c'é dubbio: é tua figlia... >> lo derise Kahlan.
Lui le rivolse una finta occhiata offesa. Dopo qualche attimo,Erin cominciò a piangere.
Richard iniziò a dondolarla << No,no... Non piangere... - le sussurrò avviandosi nella camera -  C'é il tuo papà qui... >>.


****


Morgana aveva poco tempo. Doveva svolgere quella prima fase in un paio di minuti. Non poteva perdere neanche un prezioso secondo, ma doveva comunque calcolarne i dettagli. Sconfiggere D'Hara era di per sé una vera impresa a causa delle risorse dello stesso impero: Mord-Sith,Sorelle della Luce e il Primo Mago. L'incantesimo sulla principessa aveva funzionato in pieno,ma ora si entrava in scena. Si spostò nel villaggio,nascondendosi dietro ai barili e ai carri caricati di fieno fresco. Era il momento di far chiudere il sipario su Richard Rahl.

Kahlan lo osservò,seguendolo nell'anticamera per poi fermarsi sulla soglia mentre Richard adagiava la bambina nella candida culla.
Incrociò le braccia sotto al seno,poggiandosi con una spalla allo stipite della porta e sorridendo mentre il compagno si assicurava che Erin fosse a posto.
Si chiese per un attimo cosa intendesse quando le aveva detto che avrebbero dato presto delle risposte al popolo delle Terre Centrali. In fin dei conti però Kahlan sapeva a cosa si riferisse il Cercatore: matrimonio. Era la cosa migliore e non solo per loro,ma era una condizione che avrebbe posto le Terre Centrali al sicuro. Avrebbe potuto controllarle piú agevolmente e nulla le avrebbe impedito di tornare ad Aydindril di tanto in tanto. Non voleva commettere lo stesso errore. Immersa nei suoi pensieri,non si accorse che Richard le si era avvicinato << Tutto a posto? >> le chiese prendendola gentilmente per le spalle.
<< Sí,sto' bene... >> rispose con un sorriso.
Lo osservò facendo scorrere lo sguardo lungo la figura di Richard,che improvvisamente si sentí avvampare.<< Che c'é? >> domandò perplesso.
<< Sto pensando ad un modo per vendicarmi della tua occhiata di prima... >> gli disse ammiccante ed i suoi smeraldi sembrarono brillare.
Lui sorrise sardonico e sollevò le mani in segno di resa mentre Kahlan posò una mano sul suo petto, nascosto dall'elegante giacca. Lo spinse sul materasso e gattonò sopra di lui,incurante degli stivali << Ti voglio... >> gli sussurrò prima di baciarlo sul collo,scivolando sulla mascella.
<< Ho del lavoro da terminare... La scrivania... >>. Lei lo interruppe posandogli un dito sulle labbra << La scrivania può aspettare... >>.
Lentamente,lasciò vagare la punta del dito sul mento,lungo la gola,sul pomo d'Adamo fino allo sterno dove prese a sganciare i bottoni della giacca e poi della camicia,che aprí infilandoci la mano. Sfiorò la pelle di Richard, che era ormai perso nei baci di Kahlan le cui labbra parevano tizzoni ardenti. Il Cercatore non si curò del frenetico bussare alla porta,troppo concentrato nel cercare di capire dove si sarebbe spinta la mano della compagna,che ancora vagava sul suo corpo sotto i vestiti. Si lasciò sfuggire un ansito roco col respiro pesante per l'accrescere del desiderio.
Poi qualcuno tossí sonoramente,attirando l'attenzione di entrambi. Cara in piedi sulla soglia li osservava con un sopracciglio inarcato.
Kahlan sbarrò gli occhi senza voltarsi e si spostò,permettendo a Richard di sedersi. La Mord-Sith gli indicò la giacca aperta sul petto e lui se la richiuse,nascondendo l'imbarazzo << C'é qualche problema? >>
<< In effetti,sí.... Ma se volete passo piú tardi... >> disse nascondendo il divertimento.
Richard si era dimostrato diverso dagli altri Lord Rahl: impacciato,gentile ed alle volte perfino imbranato. Un vero spasso per Cara,che si divertiva a prenderlo in giro. Ma al di là di questi suoi singolari aspetti,era comunque un capo e sapeva farsi rispettare.
Nel frattempo,Kahlan si era rimessa in piedi e si stava lisciando la gonna stropicciata << No,venite... Andiamo nel mio ufficio >> rispose alzandosi dal comodo materasso.

Angolo Autrice: Salve Lettori! Perdonate il mio grosso ritardo,ma nonostante le vacanze sono attualmente in fase Bradipo (sono i miei tre mesi di libertà,abbiate pietà di me >.< ). Inoltre,mi sto dedicando alla stesura di moltissimi scritti fra ff e storie originali,quindi scusate questo ritardo e questo capitolo un pò noioso,ma mi serve solo per il prossimo che sarà un pochino piú corposo ;).
Detto questo,ci vediamo presto e al prossimo capitolo!

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Passarono due giorni intensi. Nevicava,grandinava ed il freddo pungente dell’inverno si faceva sempre più pesante.
Mentre Kahlan si prendeva cura della bambina,Richard si occupava di una misteriosa faccenda,che coinvolgeva le pianure attorno al Palazzo.
Quel pomeriggio decise di convocare i generali ed in seguito,anche Cara che però non poterono dargli che una sola notizia: un’inquietante nebbia scura si stava facendo strada verso la reggia,uccidendo chiunque si trovasse sul suo cammino. Qualche contadino sopravvissuto affermò perfino che non si trattasse di semplice nebbia,ma di un fosco branco di lupi,dalle sembianze quasi indistinte. Nessun arma,nemmeno la più affilata delle falci,poteva ferirli. La difesa non era servita a nulla e Richard credeva che ci fosse di mezzo la magia. O peggio ancora,che l’artefice fosse Morgana. Un brivido lo percosse mentre il panico si intrufolava maligno nella sua psiche. Temeva per Kahlan e per la bimba appena nata,con chissà quale maledizione addosso per colpa di quell’incantatrice di cui sapevano poco e niente,tranne che il nome. Un nome che di per sé,aveva un suono raccapricciante. Nelle lunghe ricerche che Richard aveva svolto con Zedd,ed anche con l’aiuto di Berdine,una delle Mord-Sith più colte,avevano scoperto che il nome Morgana nell’Antico D’Hariano Alto,un dialetto usato dai maghi di quella regione,significava “Grande Sacerdotessa del Male”.  
<< Ne sei proprio sicura? >> domandò Richard ancora scettico nei confronti delle parole di Cara,in piedi di fronte a lui e Kahlan.
<< Sì,Lord Rahl… I rapporti dei messaggeri parlano chiaro >> confermò la Mord-Sith.
Anche Kahlan conservava dei dubbi,ma non credeva che Cara ed i generali avessero un motivo per dire il falso.
<< Va bene,puoi andare >> la congedò Richard.
<< Posso fare altro, Lord Rahl? >> chiese la guerriera in rosso prima di uscire dall’ufficio.
<< Resta qui fuori di guardia,per  favore… >> le rispose lui prima che si chiudesse la porta alle spalle.
Kahlan lo osservò sbuffare ed abbandonarsi sulla sedia imbottita << Credi che sia possibile? >> le chiese.
<< Beh… Esiste il Popolo Ombra perché non credere ad un branco di lupi di nebbia… >> rispose la Depositaria,sedendosi sulle ginocchia del compagno,che sorrise a quell’affermazione che pareva paradossale.


Quella sera si coricarono tranquilli,sotto le coperte calde mentre fuori una tempesta di neve imperversava brutale,scuotendo gli alberi fino a piegarli ed abbatterli. Le porte delle locande,delle botteghe e della case attorno al Palazzo del Popolo vennero chiuse e sbarrate.
Era raro che nevicasse sulla piana di Azrith,di solito attraversata da temporali carichi di umidità,ma di tanto in tanto,il vento del nord proveniente dalle montagne del Rang’Shada,spingeva i candidi fiocchi fin laggiù. Intanto Morgana camminava sicura nonostante la neve,accumulatasi in pochi minuti, le intralciasse la lunga gonna nera. I capelli biondi svolazzavano alla brezza gelida notturna mentre un branco enorme di lupi la seguiva fedele.
Aveva camminato a lungo coi quegli esseri,che di vivente non avevano nulla. I loro occhi verdi e luminescenti,segno della loro provenienza ultraterrena,contrastavano contro il buio della notte,che avvolgeva D’Hara. Il silenzio regnava sovrano e Morgana si fermò a osservare il mastodontico palazzo,che si ergeva in cima al promontorio di fronte a lei.
Si voltò a sinistra e a destra,sussurrando alcune parole e i lupi divisi in tre branchi,si lanciarono verso l’obbiettivo.


****

Una delle vecchie campane per le devozioni risuonò,spaccando il drappo di silenzio che fasciava l’edificio.
Richard fu il primo a svegliarsi. Kahlan si girò nel letto,troppo stanca per aprire gli occhi dopo aver impiegato quasi due ore per far addormentare Erin. Pure lei mugugnò nel sonno,infastidita dall’eco della campana,che tuonava nei corridoi marmorei.
Poi un tonfo sordo,proveniente dalle mura del castello. Cara spalancò la porta di colpo,facendo sobbalzare Kahlan.
<< Lord Rahl,Madre Depositaria dovete venire con me e subito >> sentenziò prendendo alcune coperte dall’armadio per avvolgerci la neonata.
<< Cara,dimmi cosa sta’ succedendo >> le ordinò severamente,infilandosi la maglia mentre Kahlan faceva lo stesso col suo abito.
<< I lupi,gli stessi di ieri sono arrivati in città e stanno invadendo le strade. Presto saranno qui >>
<< Ma non è possibile. Questo palazzo è costruito su una particolare forma incantesimo che impedisce a qualsiasi magia esterna di penetrare >> le spiegò chiudendosi la giacca prima di afferrare la Spada della Verità.
La Mord-Sith lo fissò facendo ondeggiare i capelli biondi,sciolti in modo inconsueto. Segno che si stava riposando .
<< Ascoltate,io non so niente di magia. Il mio unico compito è portare voi e l’erede di D’Hara al sicuro ,che siate d’accordo o meno >> ribattè la guerriera passando la bambina a Kahlan,che cercò di calmarla.
Uscirono in fretta dalla stanza e si resero conto di avere ancora del tempo. Cara sbraetava ordini alle compagne perché preparassero un carro per i regnanti,che la superarono di qualche passo quando avvistarono Zedd in mezzo al corridoio.
Si guardava intorno freneticamente,osservando l’atteggiamento nervoso dei soldati << Zedd,sai che succede? >> chiese Richard facendoglisi vicino.
<< No,figliolo. Ma non credo che tu,Kahlan ed Erin siate al sicuro qui >> commentò osservando un gruppo di soldati dirigersi a sud-est verso l’entrata posteriore del palazzo << Finalmente qualcuno che ragiona! >> si intromise Cara.
Richard la rimproverò con un’espressione accigliata << Non me ne andrò di qui. Proteggerò casa mia >>
<< Anch’io >> disse Kahlan avanzando di un passo.
<< No,tu verrai scortata con Erin in un posto sicuro >> le rispose piatto.
<< E lasciare te da solo? Non sopravvivresti nemmeno cinque minuti senza di me >> gli rinfacciò la donna in bianco.
<< Porterò io Erin al sicuro – disse Zedd interrompendoli – Ho già portato via un neonato di nascosto: posso rifarlo >>.
Un vago sorriso d’orgoglio affiorò sulle sue labbra rivolgendosi a Richard,che seppur riluttante acconsentì al piano. Dopotutto,i poteri del Mago all’interno del palazzo erano pressocchè inutili.
<< Va bene,ma Berdine verrà con te per sicurezza >> insistè quando la guerriera mora si era era avvicinata per comunicare a Cara,che il carro era pronto. Zeddicus annuì e raccolse la nipotina fra le braccia,che nonostante il caos attorno a loro dormiva serenamente.
Kahlan le lasciò un leggero bacio sulla fronte ed osservò gli occhi nocciola del vecchio Mago << Proteggila e sta’ attento >> si raccomandò prima di lasciarlo andare con Berdine,che aveva già impugnato le due Agiel.
Richard si avvicinò alla compagna e le avvolse un mantello rosso col simbolo della casata,sopra le spalle.
<< E’ in buone mani >> la rassicurò trattenendola gentilmente.
<< Lo so >> rispose lei chiudendo i bottoni del mantello del compagno,appena sotto la clavicola.
<< Cara,facci strada. E’ ora di rispedire quei lupi nel bosco >> mormorò le ultime parole quasi a sé stesso e seguì la Mord-Sith,affiancato da Kahlan che a suo avviso,pareva così tranquilla e rilassata che sembrava quasi inquietante.
Attraversarono una decina corridoi,giungendo infine alle mura interne e poi oltre,ritrovandosi nella cittadella.
La gente gridava in preda al terrore,scappando ovunque senza preoccuparsi di dove stava realmente andando. I bambini strillavano anche loro terrorizzati mentre delle ombre terrificanti e dai denti aguzzi,irrompevano nella loro dimora che fino a quel momento,consideravano sicura. Cara guizzò verso destra evitando un’ombra e Richard la colpì,con una fiammata di fuoco magico. La creatura emise un ululato straziante,come se soffrisse e svanì nell’aria come,portato via dal vento simile alla neve,che presto imbiancò anche i loro mantelli. Non ebbero il tempo di elaborare un piano,che si buttarono in mezzo alla mischia. Kahlan continuava a menare fendenti coi suoi pugnali,senza però eliminare le ombre.
Richard la afferrò per un braccio,tirandola contro il suo petto innalzando una tela del mago su cui ribalzò un lupo. Sfilò la spada dal balteo e la cedette a Kahlan.
<< Usa questa. Respinge i lupi,ma sta’ attenta comunque >>. Annuì e strinse la mano attorno all’elsa,fissando gli occhi grigi di Richard.
Chiusero entrambi gli occhi,poggiando la fronte l’una contro l’altra.
Si separarono e la Depositaria,seppur preoccupata per il suo Cercatore,si disse che il fuoco magico lo avrebbe protetto. Meno un fendente quando un lupo le si gettò addosso e squarciò l’ombra,che si contorse e svanì in seguito. Mentre combatteva furiosamente,notò che le Mord-Sith non avevano problemi a combattere,visto che potevano respingere la magia. Al contrario dei soldati,che dopo i primi tentativi di difesa,finivano azzannati dai lupi.
Dopo qualche minuto,l’odore di sangue divenne così forte che a Kahlan vennero i conati di vomito. Era abituata alle battaglie,fin da ragazzina,ma non aveva mai visto un massacro di quelle dimensioni. Dopo quasi un’ora,la neve caduta assumeva una tonalità vermiglia a causa del sangue dei feriti. Il branco di animali nebulosi sembra sterminato e pareva non subire grosse perdite. Kahlan intravide il generale Zammer e gli si avvicinò,facendosi largo tra i lupi,mulinando la spada.
<< Generale! Raccolga i soldati sopravvissuti e tornate a palazzo! >>
<< Signora,con tutto il rispetto,sono un D’Hariano! >> rispose quello piccato evitando per pochi millimetri l’ennesimo animale.
<< Non m’interessa! Abbiamo già subito troppe perdite e siete solo d’intralcio alle Mord-Sith che non possono proteggervi! >> gridò la donna in risposta,affondando la lama dell’addome di un altro lupo che si era lanciato addosso al generale,col tentativo di sorprenderlo alle spalle. Aveva guidato molte battaglie in passato,anche prima di incontrare Richard e sapeva quando era l’ora di dire basta. L’uomo riluttante si rivolse ai soldati che combattevano intorno a lui << Uomini! Ritirata! >> urlò in tono di comando mentre Kahlan tornò a combattere gli animali.
Intanto,in mezzo alla ressa,Morgana se ne stava in piedi all’angolo di una stradina,vicina alle mura di una casetta. Sogghignò nel vedere il generale battere in ritirata coi pochi uomini rimasti. Il suo unico problema erano le Mord-Sith. Erano le uniche oltre a Richard e Kahlan,a poter sconfiggere il suo esercito oscuro.
Notò un candido guizzo a pochi metri da lei. Osservò la Madre Depositaria muoversi in mezzo al banco di nebbia canina,squarciando le ombre facendo sibilare la Spada della Verità. Si stupì che sapesse imbracciare una tale arma,ma non diede troppo peso a ciò.
Si guardò intorno e vide la figura di Richard,anche lui poco lontano,che scagliava palle di fuoco contro i lupi che avevano smesso di attaccarlo singolarmente,ma in gruppi da quattro o cinque. Cominciò a camminare nella sua direzione,senza accorgersi di Kahlan,che avendolo visto in difficoltà,gli si stava avvicinando. Mulinò di nuovo la spada,correndo per un paio di metri quando fu costretta a fermarsi a causa di due lupi,che la assalirono contemporaneamente. Riuscì ad allontanarli quando notò una strada figura femminile,vestita di nero. Sgranò gli occhi,quando si accorse che si stava dirigendo verso il compagno,che non l’aveva vista. Riprese a farsi spazio verso il Cercatore,quando le ombre dei lupi svanirono improvvisamente.
Restarono solo alcuni lupi attorno a Richard,col compito di distrarlo da Morgana che nel frattempo,si era avvicinata pericolosamente. Distava a circa una decina di metri da lui mentre Kahlan,appena quattro metri. La consapevolezza delle vere intenzioni dell’incantatrice le fece comprendere che era l’unica salvezza per Lord Rahl. Le Mord-Sith erano troppo lontane per sbarrare il lampo  di luce nera,che si stava per abbattere sul Cercatore.
Pochi istanti prima che Morgana protendesse un pugno verso Richard,la Madre Depositaria cominciò a correre verso di lui sotto lo sguardo sbigottito di Cara. Era un suicidio. Fece per chiamarla,ma ormai la donna in bianco era vicina.
Urlò quando il fulmine scaturì dal pugno di Morgana. Sollevò la Spada della Verità di traverso,frapponendosi fra il lampo fatale e Richard,che si voltò quando gli ultimi lupi svanirono. Il fulmine colpì la lama,che iniziò ad arroventarsi gradualmente. Kahlan puntò i talloni sperando che gli stivali avrebbero fatto presa sulla neve,ma il fulmine la spingeva,facendola scivolare lentamente all'ndietro. Strinse i denti e grugnì per lo sforzo,stringendo la stretta delle dita attorno all'elsa,che iniziò a farsi più debole sotto la pressione magica. Non sarebbe durata a lungo. La lama stava diventando sempre più simile ad un tizzone ardente,tanto che poteva avvertirne il calore sul volto.
Morgana insistette ancora qualche secondo e ruotò il pugno,facendo cambiare direzione al lampo energetico che scivolò sulla lama,colpendo la Depositaria in pieno addome. Il dolore era così acuto ed inaspettato,che quando aprì la bocca per urlare,non ne uscì alcun suono.
Richard sbarrò gli occhi,cingendo Kahlan con le braccia. Avvertì il suo peso sul petto mentre la spada le scivolò dalla mano,cadendo a terra. La neve attutì il suono metallico e Morgana sorrise malevola. Aveva ottenuto parte dello scopo.
Si volatilizzò,quasi senza essere notata,fiera del suo successo.


Angolo Autrice: Salve Lettori! Mi spiace per questo folle ritardo,ma non avevo molta ispirazione a causa di alcuni eventi (poco felici),che hanno preso possesso della mia mente per diversi giorni. Spero che comprendiate e vi chiedo scusa per il disagio.
Per quanto riguarda il capitolo (che finlamente ho potuto scrivere al pc :D ),come vi avevo promesso è un pò più corposo e lungo,tanto che ho usato tre pagine di word ;) 
Ora vi lascio a pensare le possibili imprecazioni che potreste lanciarmi in questo momento per avervi lasciato sul più "bello" xD
L'ho fatto perchè altrimenti vi annoiereste e poi,dovreste aver capito che sono sadica! ahahahah
Un bacio a voi che continuate a seguirmi (nonostate la mia mente malata :) ) e a recensire,leggere le mie storie :*
Al prossimo capitolo,che stavolta arriverà più presto!
50shadesofLOTS_Always

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Morgana svaní davanti agli occhi di Richard. La neve continuava a cadere lenta ed inesorabile,depositandosi al suolo come se fosse diventata improvvisamente pesante. Il vento si era placato ed ora soffiava solo una leggera brezza. Si inginocchiò a terra quando il peso di Kahlan,cominciò a gravare sulle sue ultime forze rimaste. Il suo han si era prosciugato come una pozza d'acqua al sole estivo,lasciandolo spossato ed esausto. Cara si voltò verso una compagna << Va' a cercare il Primo Mago,corri! >> le ringhiò addosso in tono di comando. Rimase pietrificata. Per la prima volta,si sentí davvero impotente. Lord Rahl era inginocchiato a terra con la sua donna fra le braccia,ormai morente e lei,Padrona Cara non poteva fare niente. Cauterizzare con l'Agiel una ferita di tale portata,sarebbe costata la vita alla Depositaria quasi inerme e col sangue,che le usciva dalla bocca. Richard cercò di coprirla il piú possibile con un lembo del proprio mantello << Kahlan,resta sveglia... - le ordinò premendo la mano libera sulla ferita,da cui continuava a sgorgare sangue - Non puoi morire. Erin ha bisogno di te. Io ho bisogno di te... >>. La sua voce tradí la sua calma nelle ultime parole. Stava cercando di fermare il sangue con la magia,ma il suo han era come svanito. Inutile. Kahlan ebbe la forza di posargli una mano sulla guancia,resa ispida per il principio di barba << Dovresti raderti... Sembri piú vecchio di quel che sei... >> lo riprese giocosamente. Istintivamente,Richard sorrise e sulle labbra della Depositaria,comparve un sorriso complice. Quel raro sorriso che riservava solo a lui. Cara e le Mord-Sith non poterono far altro che guardare quella scena,pregando silenziosamente che Zedd non fosse troppo lontano. Il Cercatore osservò attentamente la sua Depositaria,perfino nei dettagli e notò che i suoi occhi verdi non erano piú brillanti. Sembravano ingrigirsi,sbiadire gradualmente. Segno che la vita la stava abbandonando << Resisti,per favore... >> la implorò con le lacrime che gli appannavano la vista,al solo pensiero di non riuscire a salvarla. Non aveva avuto la possibilità di farle la proposta di matrimonio. Non aveva avuto tempo. Morgana,le delegazioni,i rapporti,Erin e poi il nuovo attacco dell'incantatrice. Era stato cosí occupato,da non rendersi nemmeno conto che stava perdendo tempo con lei. Era stato sciocco. Come se lo avesse letto nel pensiero,il sorriso di Kahlan si allargò mentre le palpebre si abbassavano sempre un po’ di piú,troppo pesanti per continuare a restare aperte << C'é qualcosa che devi chiedermi? >> gli domandò con voce arrochita dal sangue,che le saliva in gola. Un rivolo scuro quasi color rubino,le traboccò dal labbro e Richard ebbe un singulto. Annuí e lei cercò di fargli forza,asciugando col pollice una goccia salata sfuggita al compagno. Dopo qualche istante,fissò i suoi occhi di tempesta negli smeraldi della donna,i cui capelli pendevano come una cascata,arrivando a bagnarsi al contatto con la neve << Kahlan Amnell,vuoi sposarmi? >> le chiese piangendo,quando la mano della Depositaria cominciò a scivolare via dal suo volto. Sentiva la vita fluire via dal corpo mentre era disposto a dargli la sua. La risposta di Kahlan arrivò quasi subito. Con un sussurro,che Richard dovette sforzarsi per sentirla,ma arrivò comunque chiara e tangibile << Sí... - chiuse gli occhi - Sí,lo voglio... >>. Richard le posò una mano sulla guancia. La stessa mano col quale aveva cercato di trattenere l'emorragia. Le sue dita erano grondanti di sangue. Il sangue di Kahlan,che ora si stava arrendendo alla morte << Kahlan... Kahlan,resta con me. Parlami,ti prego! - la avvicinò a sé,posandole un bacio sulle labbra - Dannazione,resta con me! >>. Alzò la voce,sperando che quel bacio e le sue urla potessero trattenerla in vita << Ti amo,Richard... >> spirò con un debole soffio di voce << No... No,no,no,no... Apri gli occhi. Resta con me... >> la supplicò invano. La pelle stava diventando diafana mentre il sole sorgeva pigramente,dando inizio allo spettacolo dell’alba. Il cielo divenne violaceo e le sporadiche nuvole si dipinsero di rosa. Cara si avvicinò cauta a Richard,che stringeva a sé il corpo immobile di Kahlan. Era una scena straziante che nemmeno lei,la Mord-Sith piú glaciale di D'Hara,poté sopportare. Provò a posargli una mano sulla spalla per confortarlo,ma lui la respinse violentemente continuando a cullare la sua Depositaria e versando lacrime che bagnavano l'incavo del collo della donna che amava più di sé stesso,su cui aveva posato la fronte per inspirarne il profumo. Cara distolse lo sguardo da Lord Rahl e vide la figura di Zedd che correva affannosamente,seguito da Berdine che teneva in braccio un piccolo fagotto. Il Mago si avvicinò al nipote << Richard,per favore lasciala... >>. Poté avvertire attraverso il Dono,una piccolissima scintilla di vita nel corpo di Kahlan. Richard obbedí riluttante e la adagiò a terra. I capelli riccioli e di un bel color mogano,si aprirono a ventaglio sulla neve candida. Zeddicus posò una mano sulla ferita,resa evidente dall'enorme macchia sull'abito bianco e cominciò a recitare un incantesimo << Voglio aiutarti >> ribatté il Cercatore con fervore,ma Zedd lo fulminò con lo sguardo << Richard,tu non sei in grado di aiutarla adesso. Sei stanco e privo di han... Togliti dai piedi! >> lo rimproverò,sapendo che il suo attacco verbale sarebbe servito a salvare la donna,appesa alla vita con un sottilissimo filo. Richard fece per inveire su di lui,ma due Mord-Sith lo afferrarono per le braccia ed una terza per le spalle,cercando di trattenere anche la sua furia. Cara si avvicinò al Mago << É ancora viva? >> chiese << É debole. Ha perso molto sangue e sento appena il battito... Non so se riuscirò a salvarla >> ammise con rammarico << No! >> urlò Richard,sbuffando e ringhiando mentre cercava di liberarsi dalle guerriere. Zedd puntò gli occhi in quelli di Cara << Per farlo però ho bisogno che tu porti via Richard di qui... E se necessario,dovrai soggiogarlo... >>. La Mord-Sith sbarrò gli occhi e lanciò un'occhiata al suo Signore che continuava a dimenarsi. Si alzò controvoglia,capendo che l’idea di Zedd si stava rivelando necessaria ed estrasse un'Agiel dal fodero,avvicinandosi a Richard. Ad un suo cenno,la consorella gli diede un colpo secco alla schiena abbastanza forte da farlo cadere in ginocchio. Continuarono a trattenerlo con tenacia mentre un'altra consorella,lo afferrò per i capelli tirandogli la testa indietro ad un secondo muto ordine di Cara. Richard col petto di alzava ed abbassava velocemente,la fissò con odio e rabbia. I suoi occhi divennero due pozze scure e per un attimo,la bionda guerriera tentennò << So cosa vuoi fare,Cara... Ma non ho paura di te >> sibilò velenoso e fuori di sé,perché lo stavano separando dalla sua unica ragione di vita. Cara si decise e posò l'Agiel sulla guancia di Richard,che iniziò a tremare opponendo resistenza. Aveva imparato ad incanalare il dolore,a proteggersi. Cara spinse maggiormente la bacchetta contro lo zigomo del Cercatore,che cominciò ad urlare per il dolore. La faccia gli si contorse in una smorfia << Ricordati l'appellativo,Padrona. Io sono Padrona Cara,per te >> mormorò stringendo i denti.

****

L'emicrania sembrava spaccargli la testa in due. Nel sonno,non ci aveva fatto caso,ma adesso che era sveglio la testa gli doleva in modo infernale. Ricordava ben poco della settimana precedente. Provò ad allungare la gambe e si rese conto di averle intorpidite e doloranti. Cara era stata costretta a soggiogarlo,o almeno in parte. Quella dura decisione di Zedd aveva messo alla prova la sua mente. Il periodo con Denna non gli sembrò cosí lontano nel tempo e per un attimo,gli parve di sentire la sua Agiel sul fianco. Si rese poi conto che in realtà,era un ematoma lasciatogli da Cara,quando il giorno prima per poco non le aveva rotto la mascella con un pugno. A quel ricordo,anche la mano iniziò a pulsargli dolorosamente. Si sentiva ammaccato,ma abbastanza in forze per usare il proprio han e rimuovere il mal di testa. Scostò la coperte e si sedette piano sul letto. Sbadigliò e si guardò intorno,osservando la mobilia pregiata. Non erano a D'Hara e nemmeno al Palazzo delle Depositarie. Poi gli sovvenne una cosa: erano al Mastio del Mago,la vera casa di Zedd che si trovava sempre ad Aydindril a pochi chilometri dal centro della città. Si alzò,troppo velocemente e la testa prese a vorticargli facendolo barcollare. Si appoggiò con una mano alla parete di pino scuro ed attese che il giramento,terminasse. Quando riacquistò il suo equilibrio, uscí dalla stanza. I suoi piedi nudi incontrarono un morbido tappeto verde foresta,rifinito da bordi dorati. Si sentiva ancora stordito,ma stavolta non si sarebbe piegato. Camminò passando di fronte ad una stanza,con la porta accostata. Da dentro,sentì un vagito. Spalancò il battente ed in poche falcate,raggiunse la piccola cesta dove Erin piagnucolava. Richard si sentì in pace per un attimo. Si chinò e le fece una carezza. Subito la neonata lo riconobbe e smise di piangere. Quando aprì gli occhietti,Richard si sentì mancare. Aveva gli stessi smeraldi di sua madre << Il mio fiorellino… >> sussurrò mentre Erin ridacchiò,come solo i bambini sanno fare ed un grosso sorriso le colorò il visetto paffuto. Sgambettava allegramente osservando il padre coi suoi occhioni vispi. Richard si chinò maggiormente per poterla prendere fra le braccia << Buongiorno,Principessa >> le mormorò dandole un bacio sul nasino. Lei rise e lui non potè far altro che imitarla. La dondolò tenendola in modo delicato,stando attento a non farla cadere. Si chiese se non avesse fame,ma gli fu chiaro che avevano trovato una nutrice quando la stessa giovane donna di palazzo,entrò nella stanza. Vedendolo,fece un inchino << Lord Rahl,mi perdoni. Non sapevo fosse qui >> farfugliò la donna << Nessun problema. Volevo solo vedere mia figlia. Per il momento,puoi riposarti >> le disse gentilmente,uscendo dalla camera con Erin fra le braccia << Come desiderate >> rispose lei con l’accenno di un sorriso.
Percorse diversi corridoi,di cui le pareti erano occupate da dipinti paesaggistici nelle quattro stagioni o da arazzi preziosi che ritraevano scene di guerra fra Maghi. Erin gli tirava alcune ciocche di capelli che gli si erano allungati un po’,da quando avevano sconfitto Darken. Sorrise,cercando di ignorare il gioco un po’ doloroso della figlia mentre scendeva la seconda rampa di scale. Raggiunse l’infermeria,dove trovò Kahlan distesa sotto le coperte. Il fuoco scoppiettava nel camino,diffondendo un piacevole calore. Prese uno sgabello e si sedette,sistemando Erin sulle sue ginocchia di modo che fosse rivolta verso la madre,che guardò con interesse. Continuò a tenere a sé la bambina,posando la mano libera su quella della compagna. Il contatto con la sua pelle gli causò un brivido,che durò per tutta la durata della visita. Quando Erin si addormentò,decise di riportarla nella stanza della nutrice. Salutò Kahlan lasciandole un bacio sulla fronte e si avviò ai piani superiori.
Zedd,Cara e Berdine intanto erano chini sui libri cercando qualcosa che potesse dar loro delle informazioni su Morgana,anche le più futili e banali,senza però dare dei veri risultati.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Cara camminava su e giù,attraversando i bastioni ed i ponti,sospesi a metri di altezza,che rendevano il Mastio del Mago una vera fortezza,permettendo di vedere i nemici anche a dieci chilometri distanti. Il suono delle suole dei suoi stivali attirarono l’attenzione di Richard,che osservava il paesaggio con sguardo perso e vuoto,come se la sua mente fosse altrove. Si comportava a quel modo da giorni. Per Cara e Zedd,stava diventando quasi un fantasma. Parlava raramente e Berdine aveva perfino giurato che stesse facendo lo sciopero della fame,visto che ogni qualvolta gli portava il pasto,era costretta a riportare in cucina il vassoio così come glielo aveva consegnato. Inoltre,si poteva notare che le guance si stava scavando sempre più,rendendo il viso scarno e spaventosamente pallido. A ciò si aggiungevano le grandi occhiaie violacee sotto agli occhi,rendendo sempre più concreto il sospetto che nemmeno i sogni riuscivano a dargli tregua. E di certo,l’Agiel di Cara che lo colpiva ogni volta che si arrabbiava con sé stesso,perdendo le staffe fino ad auto lesionarsi,non lo aiutava affatto a prender sonno poiché risvegliava in lui,il ricordo di Denna. Si voltò a guardarla per un attimo per poi tornare con gli occhi,più bui e tempestosi del solito,sul Rang’Shada. La Mord-Sith gli si avvicinò,restandogli comunque qualche passo più a lato << Cara,non c’è bisogno della ronda… >>. Finse un rimprovero,ma la sua voce sembrò lo stesso atona ed assente << Mai abbassare la guardia >> rispose lei piccata. Era l’unica cosa che poteva fare in quel momento. La sua vicinanza,insieme a quella di Zedd e Berdine,non bastava a risollevarlo e questo la faceva sentire ancora più inutile di quanto già si fosse sentita. Era un fatto nuovo quanto strano per lei,così abituata ed a suo agio nelle vesti di guerriera al servizio di Lord Rahl. Lui sospirò pesantemente ed abbassò lo sguardo verso il basso. Là,le mura del maestoso edificio si perdevano nelle profondità della montagna,la stessa su cui era stato costruito nella notte dei tempi. Le pareti di solida pietra si confondevano fra le rocce a causa della fitta nebbia << A cosa state pensando? >> gli chiese Cara col suo abituale tono formale << Alla morte >>. A quella risposta,inarcò un sopracciglio biondo,perplessa << Credete che sia la soluzione al problema? >> << Forse… >> rispose lui sollevando le spalle << Vi arrabbiate se vi do la mia opinione? >> domandò facendo un passo verso il suo Signore. Richard voltò il viso nella sua direzione << Dimmi pure >> << Personalmente, non credo che la morte sia la vostra unica soluzione. Ma oltre ciò,credo che dobbiate farvi forza per l’erede di D’Hara >> propose incrociando le braccia sotto al seno. La fibbia della cintura su cui era impresso il simbolo della casata,riluceva per i raggi lunari << Non… Tu non hai qualcuno,non hai figli… - mormorò amaramente op una breve pausa – Credimi,quando la persona che ami di più al mondo è vicina alla morte,anche tu crederesti che sparire per sempre ed attenderla nel Mondo Sotterraneo sia una soluzione… >> concluse prima di tornare dentro. Gli era dispiaciuto risponderle a quel modo,ma almeno era stato sincero.

Dopo essere passato dalla nutrice per dare la buonanotte alla sua bambina,era tornato in infermeria. Ora,se ne stava seduto sullo sgabello a fissare Kahlan. Il suo respiro era regolare ed era l’unico suono che Richard voleva sentire. Significava che stava bene e che stava guarendo. Zedd le aveva medicato nuovamente la ferita al fianco e cambiato le bende,così da permettere la cicatrizzazione. Lui non aveva assistito. Non avrebbe retto una seconda volta,la vista del sangue della Depositaria. Eppure,nonostante i suoi “progressi”,non riusciva a stare tranquillo. Sentiva tutti i muscoli tesi,come le corde di una cetra,rendendolo nervoso di carattere e dolorante di fisico. Studiò come i raggi candidi della luna,giocassero sulla pelle della donna accentuando la sua bellezza eterea. I capelli glieli aveva pettinati personalmente . Gli era piaciuta la sensazione di lasciarli scivolare fra le dita,morbidi e setosi,in contrasto con le se mani ruvide da guida dei boschi. Aveva lasciato poi che si adagiassero sulle sue spalle,coprendole i seni sopra un abito color pesca. In quel momento,per l’ennesima volta,sentì una forte malinconia per Hartland. Chiuse gli occhi per un secondo,cercando di allontanare qualsiasi pensiero mentre posava una mano su quella della compagna. Focalizzò la sua forza e lasciò fluire l’han nel corpo di Kahlan,che lentamente si svegliò. Sentiva un calore estraneo,ma comunque gradevole e dolce,che le riscaldava il corpo simile alla stessa energia che avvertiva ogni mattino,ogni volta che sapeva di doversi alzare e vivere una nuova giornata accanto all’uomo che amava. Al pensiero di Richard,sentì la voglia di vederlo. Di perdersi in quei suoi occhi grigi di tempesta. Tentò di aprire gli occhi un paio di volte,prima di riuscirci davvero. Ci mise qualche attimo per mettere a fuoco la curiosa stanza in cui si trovava. Sapeva di aver già visto quella mobilia pregiata e di alto artigianato,ma non riusciva a ricordare dove. Si accorse che era notte,dato il buio della stanza rischiarato dalla luna fuori dalle finestre e da alcune candele sul comodino. Voltò il viso e finalmente lo vide. Era seduto accanto a lei e capì che era lui a provocarle quell’eccentrico calore,grazie al suo Dono. La stava curando. Sorrise nel vederlo accigliato,con gli occhi chiusi. Era così concentrato su quello che stava facendo,da non accorgersi che si era svegliata. Si chiese per quanto avesse dormito. La cosa che però più la inquietò,fu lo stato di Richard. Il viso era ossuto e spigoloso. La pelle smunta e i capelli in disordine,esattamente come la giacca che portava. Era sgualcita e sembrava che si trascurasse. Aggrottò la fronte impensierita  mentre il Cercatore aprì di nuovo le palpebre. Quando posò gli occhi su di lei,li spalancò sorpresi prima che apparisse un’espressione di muto e felice sollievo sul volto << Kahlan… >> sussurrò sommesso,come se gli mancassero le forze per parlare. Lei non riuscì a tenergli il muso e ricambiò il sorriso << Guarda che mi ricordo ancora il mio nome… >> lo brontolò scherzosamente. Lui si chinò col busto sulla branda,poggiando la fronte sulla sua spalla. Sorrise ancora quando Richard si lasciò sfuggire un gemito strozzato,insieme alle lacrime che le bagnarono la camicia da notte. Era un pianto di panacea. Sollevò debolmente una mano per potergli accarezzare i capelli,confortandolo. Si sfogò,vergognandosi di mostrarsi così fragile. Sollevò il viso dalla sua spalla,guardandola con gli occhi bordati di rosso << E’ colpa mia… E’ stata tutta colpa mia… - singhiozzò – Mi dispiace… Mi dispiace,Kahlan… >> << Sssh… Non dirlo,sai che non è vero… >> rispose lei,provando a tranquillizzarlo. Lasciò che piangesse fino a che i suoi singulti non cessarono. Richard tornò a sedersi,restandole comunque vicinissimo. Le permise di asciugargli le lacrime prima di sentire le sue labbra sulle proprie. Gli sembrò di essere rinato. Le loro labbra restarono incollate ancora pochi attimi prima di separarsi. La guardò negli occhi,appagato dalla sensazione di potersi immergere i quegli smeraldi << Mi sei mancata… >> << Anche tu… - gli rispose commossa – Che ti è successo? Sembri così… Magro… - non ottenne risposta – Quanto ho dormito? >> << Ho perso il conto dei giorni… Mi sono sembrati tutti uguali da quando ti abbiamo portata qui al Mastio… >> rispose deglutendo sonoramente,respingendo la nuova ondata di lacrime che gli pizzicarono gli occhi. La Depositaria finalmente capì dove si trovava: da bambina,aveva passato molto tempo al Mastio del Mago. Ci aveva studiato da ragazzina,quando ancora viveva ad Aydindril. Scacciò i ricordi adolescenziali per tornare al presente. << Richard,non hai mangiato… >> lo sgridò bonariamente,comprendendo quel suo stato di smarrimento. Anche lei ci era passata quando lui era stato catturato da Denna << Lo so… Scusa… >> bisbigliò fiacco mentre abbassava lo sguardo. Kahlan non riuscì a trattenere un altro sorriso coinvolto da quell’atteggiamento teneramente turbato << Andiamo in camera tua… Non mi piace qui >> << Kahlan,non puoi sforzarti… La ferita… >> farfugliò lui << Allora portami tu… Ti prego,non voglio dormire da sola >> rispose con insistenza. Richard non se la sentiva di dirle di no. Non ne aveva le forze e dovette ammettere a sé stesso,che nemmeno lui voleva dormire da solo. Sospirò prima di accennare ad un sorriso partecipe.

Tenendola in braccio come una sposa,Richard salì le scale cercando di fare il meno rumore possibile. Compito reso arduo dalle risatine gutturali della Madre Depositaria,che pareva tornata ad essere ragazzina alle prese con le prime marachelle,dettate dall’amore giovane. Raggiunse finalmente la sua stanza. Aprì la porta con una spalla,indietreggiando senza staccare gli occhi da quelli di Kahlan che si reggeva a lui con le braccia intorno al suo collo. La depose su una metà del letto matrimoniale e controllò che le bende fossero al loro posto. Kahlan soddisfatta,lo guardò riboccarle le coperte e fare il giro per poi distendersi accanto. Alzò le coperte e si girò a guardarla contento,ben sapendo che Zedd l’indomani,li avrebbe bastonati entrambi << Dammi la mano >> gli disse e lui obbedì. Sorrise complice quando Kahlan fece in modo che il palmo della mano,accarezzasse il suo ventre piatto della donna. Era un contatto che la Depositaria amava sentire,soprattutto dopo la prima notte che avevano trascorso insieme. Richard le aveva posato la mano sull’addome,massaggiandola fino a che non si era addormentata. Lei gli sorrise e chiuse gli occhi,senza voltarsi. Richard mantenne la mano sulla sua pancia,spostandola però più in alto,sul diaframma perché tormentato dall’assillante pensiero della ferita,non ancora del tutto ripresa.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Il mattino seguente il sole sorse puntuale su Aydindril. Le nuvole erano scomparse lasciando spazio all’azzurro del cielo,ancora tenue per l’orario. Non accennavano a svegliarsi. Entrambi erano troppo stanchi per farlo. Intanto Zedd,camminava in giro per il Mastio alla disperata ricerca di Kahlan. Preoccupato per le sue condizioni,non aveva considerato il fatto che Richard potesse averla portata in camera. Salì le scale,giungendo di fronte alla porta ed entrò senza tante cerimonie. Arraffò un guanciale quadrangolare su una delle sedie imbottite e lo lanciò con forza sulla faccia del nipote,che si svegliò di soprassalto. Agitò un braccio per spostare il cuscino arrivatogli sul volto ed incontrò la figura del Vecchio Mago. Pareva il ritratto di qualcuno che non aveva avuto un buon risveglio. I capelli nivei erano ingarbugliati sulla testa e sembravano avere vita propria,quando Zedd sollevò le braccia mettendo a nudo la sua frustrazione. Nel mentre,Kahlan aprì pigramente gli occhi << Pazzo scriteriato! Tu non hai il senno con cui sei nato! – strillò Zedd su tutte le furie – Come ti è venuto in mente di spostare Kahlan dall’infermeria!? >>. Richard sbuffò,passandosi le mani fra i capelli << Gliel’ho chiesto io,Zedd… >> intervenne la donna ponendo fine a quella discussione. L’Anziano restò sorpreso << Figliola,ma… >> tartagliò << Sto’ bene. Volevo solo dormire con Richard… >> si giustificò. Zedd,dopo essersi scusato,uscì dalla stanza lasciandoli di nuovo soli. La Madre Depositaria lo osservò prima di voltarsi alla sua sinistra,in direzione del compagno. Lo guardò,disteso sotto le coperte che cercava di riprendere sonno,dandole le spalle. Scostò un poco le lenzuola,che le impedivano di muoversi troppo e si spostò su un fianco per potersi sporgere oltre la spalla del Cercatore. Volse il capo verso il suo viso e gli stampò un bacio sulla guancia. A quel gesto,Richard sorrise come un bambino. Kahlan continuò a stuzzicarlo,lasciandogli una scia di baci sul volto fino al lobo dell’orecchio,che catturò fra i denti bianchi. Quel delicato morso fece rabbrividire Richard di piacere,tanto che fu costretto ad aprire gli occhi e girarsi di nuovo sulla schiena << Buongiorno Madre Depositaria… >> le disse carezzandole col dorso della mano, la gota sulla quale si era creata una fossetta per colpa del sorriso << Lord Rahl… >> rispose giocosa,allungando al contempo la mano che posò sul petto dell’uomo. Avvertì il battito cardiaco e sorrise di più. Le era mancato. Non riuscì a resistere e si chinò su di lui,posando le labbra sulle sua. Richard ricambiò il bacio,che divenne sempre più intenso e focoso << Richard… >> soffiò sulle labbra del Cercatore,pronunciando il suo nome come una litania. Cercava di resisterle per il suo bene. Sapeva che se avessero esagerato,la ferita al fianco le si sarebbe riaperta. Il desiderio di averla per sé però non era facile da scacciare << Kahlan,non posso… >> mormorò senza avere la capacità di allontanarla. Lei non cedette e continuò a baciarlo << Per favore… >> lo supplicò di nuovo. Raccolse la poca lucidità rimastagli e le incorniciò il viso,allontanandosi dalle sua labbra con fastidiosa controvoglia << Non chiedermi di farti del male… >> mormorò maldisposto a rinunciare. Kahlan lo scrutò,ben sapendo che la desiderava a sua volta << Non sono fatta di vetro,Richard… >> rispose lei amareggiata. Il Cercatore sospirò abbandonandosi sul letto. Non aveva il coraggio di discutere con lei. Non in quel momento almeno << Kahlan… >> esordì senza sapere cosa dirle davvero << Richard,fa’ l’amore con me… >> gli chiese con imbarazzo. Richard la fissò negli occhi verdi,accesi di un amore bramoso e vibrante. Si sentì lusingato da tale esplicita richiesta,ma la paura di danneggiarla era troppo onnipresente. Non riuscì a dirle di sì,né di no. A quel punto,il silenzio divenne indigesto e Kahlan si sentì pervadere da un dubbio << Non mi vuoi più? >> << No,Kahlan! Non dirlo neanche per scherzo… - le prese una mano e la tenne fra le sua – E’ solo che ho paura… >> le disse scattando come una molla. Notando quella reazione,si tranquillizzò << Oh,Richard… Sei così insensato! – lo brontolò tirandolo su di sè – Sono sicura che saprai essere delicato… >>. La sua voce si abbassò di due toni,diventando sensuale ed ammaliante come gli occhi,che lo guardavano con cupidigia gentile. Richard non riuscì a controbattere stavolta e fu costretto ad arrendersi. Perse ogni inibizione quando le mani di Kahlan si infilarono di nascosto nella sua maglietta,vagando sui suoi addominali e pettorali scivolando anche dietro la schiena. Quel tocco così leggero,gli fece riaffiorare dei ricordi impellenti che subito gli infiammarono l’anima. Un vero e proprio incedio. Chiuse gli occhi cercando di assimilare quelle carezze,che gradualmente si facevano sempre più insistenti,arrivando anche nei luoghi più proibiti. Non potè opporsi un minuto di più e si avventò su quelle labbra rosee,che lo invitavano a prenderne possesso. Sostenendosi sulla braccia per non schiacciarla,continuò il suo assalto erotico spostandosi con le labbra sul collo di Kahlan scendendo fino alla clavicola. Sentì le dita della donna intrufolarsi dietro la propria nuca ed afferrargli i capelli con forza,tirandoli gentilmente. Quando voltò il viso di lato,Richard le posò un bacio dietro l’orecchio. Il punto debole di Kahlan,che da quel momento prese ad ansimare.
Il silenzio del tardo mattino era interrotto dai sospiri concitati ed appagati di Richard e Kahlan,dopo aver placato il desiderio improrogabile di appartenersi. Nessuno aveva osato disturbarli e questo aveva permesso ad entrambi di ripristinare un certo contegno. Richard si stese su un fianco,giocherellando con una ciocca di capelli di Kahlan << Se restassi di nuovo incinta? >> esordì facendo ghiacciare il Cercatore << Lo sei?! Come fai a saperlo? >> domandò fissandola negli occhi << No,non lo sono… - rise lei – Perché così agitato,non ne saresti felice? >> << Certo che lo sarei e lo sono anche adesso per Erin. E’ solo che sono diventato padre appena due settimane fa’… - fece spallucce - Concedimi una sosta >> la prese in giro,tracciando un invisibile segno circolare seguendo le rotondità dei suoi seni. Kahlan sorrise gioiosa << Va bene,Cercatore… >> concesse prima di attirarlo di nuovo in un bacio. Sentì la calda mano di Richard accarezzarle il fianco,il gluteo e la coscia mentre le loro lingue danzavano allegramente. Entrambi si lasciarono sfuggire dei gemiti gutturali << Richard… - lui si staccò lievemente per poterla guardare – La medicazione prude… >> si lamentò la donna. Lui abbassò il lenzuolo e notò una piccola macchiolina scura spandersi sulle bende << Devo cambiarle prima di poterti curare col Dono… - la avvertì alzandosi e vestendosi – Torno subito… >>. Uscì dalla camera e Kahlan si guardò l’addome. Le bende le prudevano così tanto che si sentì costretta a scostarle per trovare un po’ di sollievo. Vide due punti che erano saltati aprendo così la ferita sanguinolenta. La sentiva pulsare dolorosamente ed il prurito non accennava a diminuire,anzi aumentava. Iniziò a grattarsi e il prurito si trasformò in bruciore. Richard tornò nella stanza e per poco,non gli defluì il sangue dal viso. Si avvicinò a Kahlan e le afferrò i polsi,allontanandole le mani dalla ferita << Kahlan,non farlo o sarà peggio >> la redarguì severamente << Lo so,ma non ce la facevo più… >> ammise lei con cruccio.

Qualche giorno dopo…
Richard e Berdine si davano da fare per medicare la ferita di Kahlan,che però non riusciva a smettere di grattarsi. Zedd era costretto ogni volta a riapplicarle i punti e questo non favoriva la guarigione della Depositaria,che si sentiva sempre debole a causa delle perdite di sangue. Inoltre,c’era la possibilità che il lampo di Morgana non si fosse limitato a quella ferita,ma avesse fatto il suo corso simile ad una malattia che progrediva,senza che loro lo sapessero. Quel pomeriggio,quando il sole era ormai pronto a tramontare,Richard venne convocato dal nonno mentre la compagna riposava nella camera. Una volta entrato,vide i volti cinerei e seri di Cara e Zedd << Richard,siediti >> gli propose con calma il Vecchio Mago. Lo guardò con perplessità,accigliandosi mentre obbediva << Allora… - esordì lanciando un’occhiata alla Mord-Sith - Qual è il problema? >> chiese congiungendo le mani sul grembo << Come ben sai,Kahlan non sta’ guarendo da quella ferita e sei consapevole della causa… - annuì – Ho concordato con Cara e Berdine su un’unica azione da fare. So già che non ti piacerà,ma ti chiedo di ascoltare e comprendere ciò che abbiamo da dirti… >>. Il suo sguardo divenne serio,troppo serio. ‘Brutto segno’,pensò il Cercatore. Era abituato ai segnali che suo nonno gli lanciava,facendogli sempre capire se c’era da preoccuparsi o meno. E quella volta,si disse,che doveva avere paura.

****

Era distrutto. Non sapeva cosa fare,cosa dire  a Kahlan che lo guardava in attesa di sapere come fosse andato il colloquio fra lui e Zedd. Cara era presente,in piedi e silenziosa come di consueto,in un angolo della camera. L’ultimo raggio di sole morente illuminava la camera con tonalità scarlatte << Kahlan,è una decisione che ho preso perché so che è per il tuo bene. Non puoi continuare a grattarti e lo so,che per te,è un impulso irrefrenabile. Ma devo… - prese un profondo respiro – Devo legarti le mani al letto >>. Kahlan aprì la bocca per rispondergli,ma il panico le aveva bloccato qualsiasi forma di reazione. Cara restò statica sulla sua posizione,mantenendo i sensi in allerta. Richard,seduto sul bordo del materasso,guardava la sua Depositaria. Notò le pupille allargarsi per il terrore,inghiottendo parte delle iridi verdi << No… Richard,questo no… Ti prego… Non puoi farmi questo… >> singhiozzò tremante. Ricordi spiacevoli e dolorosi dell’infanzia trascorsa con sua sorella,con l’assenza materna,le annodarono lo stomaco << Andrà tutto bene,fidati… >> cercò di prenderle la mano con una delle sua,cercando di non farle vedere la corda che teneva nell’altra << No,Richard… Le mani,no… >> rantolò ancora,con le lacrime che le rigavano il viso. Tentò di legarla con calma e per quanto potesse,anche con delicatezza. Non ci riuscì. Sapeva quanto era insopportabile per lei vedersi le mani legate. Glielo aveva ammesso un anno prima,davanti al bambino ascoltatore,Renn. Suo padre le aveva legato le mani ed ora lei,stava rivivendo quei momenti. Iniziò a gridare dalla paura e Richard si allontanò di scatto. Cara intervenne con velocità e senza esitazione,le legò i polsi al letto. Nel mentre,si dimenava e si contorceva per l’angoscia. La guardava impietrito,con la schiena premuta sulla porta senza essere in grado di aprir bocca per confortarla << Sei come lui! – gridava con la voce strozzata dalle lacrime – Sei come mio padre! Vattene! >>. Un tuffo al cuore. Quel momento,sapeva che gli sarebbe sempre rimasto impresso. Oltre alla sofferenza e all’orrore,negli occhi di Kahlan vide la delusione nei suoi confronti. Giurò a sé stesso di aver visto un velato odio per ciò che stava permettendo di fare alla Mord-Sith. Tutte quelle sensazioni,le stava riversando su di lui con le parole. Parole affilate come lame,che non facevano altro che ferirgli il cuore,senza alcuna pietà. Di solito,sapeva che le parole dettate dalla paura e dall’ira spesso non avevano un fondo veritiero. Eppure le grida disperate di Kahlan,lo confusero e non seppe dire con certezza se lo odiasse sul serio. I dubbi di Richard però,divennero presto realtà e li trasformarono in un incubo. Quella stessa sera infatti,Kahlan si rifiutava di condividere il letto con lui. Era stato peggio che ricevere uno schiaffo in faccia. Si sentiva orribile. Non riuscì nemmeno a guardarsi allo specchio mentre si lavava il viso. Si sentiva in colpa. Aveva permesso a Zedd e Cara,di prendere quella decisione. Già. Zedd. Al pensiero del nonno ed alle parole che lo avevano convinto nel pomeriggio,gli fecero salire una collera incontrollata. Il sentimento divenne così forte e scalpitante che lo specchio si infranse,creando una ragnatela lungo tutta la piastra vitrea. Purtroppo però,la rabbia si unì alla sconforto in un mix micidiale. Le parole acute che Kahlan gli aveva gridato,scacciandolo via,gli rimbombavano in testa simili ad un eco martellante e continuo. Strinse i pugni,sbiancandosi le nocche quando le finestre alle sue spalle ed il vaso sul comodino,si spaccarono in un unico tonfo sordo. Decise di uscire e sfogarsi,magari con un allenamento insieme a Berdine,l’unica persona che ancora non lo innervosiva. La incrociò sulla via che portava al cortile. Si fermarono in mezzo al corridoio,l’una di fronte all’altro. Il suono delle finestre rotte doveva averla preoccupata << Lord Rahl,posso chiedervi cosa ci fate in piedi? >> << Sto’ andando in cortile ad allenarmi >> rispose gelido,con gli occhi impassibili,mal celando la furia che tratteneva in sé << Oh,vi raggiungo fra poco… >> continuò Berdine imperturbabile. Richard annuì e proseguì verso il cortile interno del Mastio,superando la donna. I suoi passi si persero fra le mura del corridoio e la guerriera in rosso rimase sconcertata. Non aveva mai visto Lord Rahl così furioso,tranne al tempo di Darken Rahl. Ma percepire una tale ira in Richard,era decisamente astruso per Berdine che turbata per il suo Signore,si recò dal Primo Mago.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Il suo respiro era pesante e somigliava al vento che si abbatteva sulle montagne del Rang’Shada. Il fiato corto si condensava in buffe nuvolette,che salivano verso l’alto per poi dissolversi gradualmente. Si stava allenando con la Spada della Verità,immerso nella concentrazione come se stesse meditando. Un raggio lunare si abbattè sulla lama,attirando l’attenzione del Cercatore che si fermò,osservando l’arma. Rivisse alcuni ricordi piacevoli,avvenuti durante il viaggio compiuto mesi prima contro Darken Rahl. Le sembrò quasi di rivederla,seduta su un tronco di un albero abbattuto o rannicchiata nella cavità di un pino del viaggiatore,davanti ad un fuoco da campo o durante il cammino verso quelli che per lui erano luoghi ancora sconosciuti. Per un attimo,sul suo volto affiorò un sorriso malinconico. Un po’ gli mancava dormire sotto le stelle. Ben presto però i ricordi più recenti tornarono a rodergli l’anima. Si rivide,nel mezzo della battaglia di poche settimane prima,mentre affidava la spada a Kahlan per proteggersi dai lupi. Gettò via l’arma con gesto improvviso e si portò le mani sul viso stanco,stropicciandosi gli occhi prima di massaggiarsi le tempie,sforzandosi di controllare l’emicrania che stava insorgendo. La figura di Zedd comparve da dietro una delle colonne del porticato,insieme a Cara << Richard… >> << Stammi lontano >> lo ammonì,con lieve minaccia. Zedd fu colto alla sprovvista dal tono con cui il nipote gli si era rivolto. Non era normale e si rese conto che qualcosa non andava in lui << Qual è il problema? >> chiese con voce pacata << E me lo chiedi anche?! >> sbottò Richard raccogliendo la spada. La lama si arroventò quando la sua mano si strinse attorno all’elsa,illuminandosi per qualche istante. Zedd ora aveva la prova che Richard non stava bene. Era furioso,come un toro chiuso in un recinto << E’ per Kahlan? >> domandò ancora. Richard iniziò a ridere. Rise,ma senza divertimento. Era una risata tesa ed agghiacciante per le loro orecchie. Cara trasalì. Darken Rahl lo faceva ogni volta che gli veniva riferita una brutta notizia. Sapeva che i due fratelli erano completamente diversi,ma quella reazione da parte di Richard,la mise in allerta facendole venire perfino i brividi sotto l’uniforme in pelle attillata << Tu mi prendi in giro,vero?! – disse voltandosi e stavolta,fu Zedd ad avvertire un brivido freddo salirgli lungo la schiena – Hai una vaga idea di quello che sto’ provando adesso?! >>. Gli occhi del Cercatore divennero metallo fuso e scuri,come pozzi plumbei << Richard,lo so che sei arrabbiato… >> esordì << Arrabbiato?! – rise di nuovo con uno sguardo omicida – Non credo che sia l’aggettivo giusto… Tu non lo sai,non ti rendi conto di quello che mi stai facendo… >> lo accusò sollevando la spada nella sua direzione. C’erano solo una decina di passi fra loro << Richard,sai benissimo che è indispensabile per lei >> insistè l’Anziano,cercando di farlo ragionare. Sperava di spegnere quel fuoco che bruciava in suo nipote. Era consapevole di essere lui la causa di tale reazione,ma di certo non ne aveva tratto piacere << E’ vero,ma perché dovevo legarle io i polsi?! >> rispose alzando la voce << Perché di te si fida >> continuò Zedd << Lei mi odia,adesso! >> urlò Richard,fuori di sé. Era sul punto del non ritorno. Cara intervenne,estraendo l’Agiel ma Richard aveva previsto una tale reazione. Afferrò la bacchetta,incanalando il dolore e la Mord-Sith gli oppose resistenza. Il Cercatore serrò la mascella e con un unico movimento,le strappò l’arma di mano e gliela puntò sotto al mento << Sta’ al tuo posto… >> le ringhiò velenoso mantenendo la bacchetta su Cara,che iniziò a tremare per il dolore. Zedd era paralizzato. Non si sarebbe mai aspettato una scena del genere. Trasse un sospiro di sollievo quando Richard la lasciò andare. Mulinò la spada,rinfoderandola << Kahlan non ti odia >> ribadì il Vecchio Mago,ottenendo però un fuoco maggiore rispetto al precedente << Non c’eri oggi nella camera,tu non l’hai vista! – urlò di nuovo,eludendo la distanza fra loro – Mi ha paragonato al bastardo di suo padre! Non hai visto i suoi occhi mentre piangeva,supplicandomi di non farlo! Lei non supplica,lei combatte! E per colpa tua,io l’ho distrutta. Ho distrutto la mia di Kahlan… >>. Mentre abbaiava quelle parole,i suoi occhi grigi di velarono di lacrime. Oltre a danneggiare la Depositaria,aveva danneggiato sul nipote. Era un’equazione semplice per Zedd: colpire Kahlan,significava colpire Richard. Era questo  su cui contavano i nemici,che puntualmente si presentavano nei momenti meno opportuni. Anche Morgana aveva fatto due più due. La consapevolezza di essere lui,Zeddicus Zu’l Zorander Mago del Primo Ordine,il responsabile della devastazione di Richard,il suo solo nipote,lo fece star male. D’altronde la seconda regola del Mago lo sosteneva: Il peggior danno può scaturire dalle migliori intenzioni. Ora mentre guardava il dolore negli occhi di quel ragazzo di soli 24 anni,provocò in Zedd un profondo sconforto << Le avevo chiesto di sposarmi! Voglio sposarla! E’ la sola donna che abbia mai amato e questo tu,lo sapevi! >>. Aveva sollevato una mano per colpirlo,colpire suo nonno,ma l’aveva abbassata con un altro gesto rabbioso. Non si sarebbe spinto tanto al di là. Indietreggiò barcollando lasciandosi sfuggire un singhiozzo,che però represse insieme alle lacrime amare,quasi soffocandosi. Sentiva il bisogno di urlare,di scoppiare e di annientare tutto. Si inginocchiò sull’erba fresca e così fece. Gridò con quanto fiato avesse nei polmoni,strizzando gli occhi con forza. La sua voce risuonò nell’aria notturna e spaventò alcuni fringuelli,che riposavano sui rami degli alberi del giardino,da cui era circondato. Un’onda d’urto di origine magica si generò dal suo corpo e spinse Zedd all’indietro,che per poco non battè la testa su una colonna. Cara protese una mano avanti,parandosi dal frangente energetico. La terra tremò per un momento causando in lontananza una valanga,che slittò sul fianco di un monte limitrofo a quello su cui era costruito il Mastio del Mago. Il grido si perse nell’aria quando ormai Richard non aveva più forze. Era riuscito ad effondere la sua frustrazione,l’amarezza e la paura. Si sentiva meglio con sé stesso,almeno in parte. Si lasciò andare sull’erba,rannicchiandosi su sé stesso come un bambino indifeso << Andate via… Lasciatemi solo… >> mormorò stanco. Zedd avrebbe voluto portarlo in camera,ma sapeva che Richard aveva bisogno di stare fuori,a contatto con la terra e con gli alberi,anche se in un giardino. Fece cenno a Cara di seguirla e si avviò nelle sue stanze. La Mord-Sith obbedì,raccogliendo l’Agiel e dando un’ultima occhiata a Richard. Non le era mai capitato di vedere Lord Rahl così a pezzi. Si incamminò in silenzio mentre il Cercatore,si era già addormentato col vento che lo cullava gentile.

Una settimana più tardi…
Quando il sole sorse Kahlan aprì gli occhi. Si sentiva meglio,nonostante la continua percezione dei lacci attorni ai polsi. Si sgranchì le gambe,piegandole più volte mentre girava le braccia per potersi liberare. Dopo qualche minuto di sforzi,la mano destra guizzò fuori dalla stretta dei lacci in pelle,che le graffiarono la pelle. Mosse le dita per poi slacciare anche il laccio sinistro. Si massaggiò i polsi e lentamente,si sedette sul letto. Notò con sorpresa che la ferita non le prudeva. Non sentiva dolore e le bende erano ancora intatte. Si sentì sollevata. Significava non restare più a letto. Aveva voglia di correre,come quando era bambina. Prese la spazzola sul comodino ed iniziò a sbrogliare i lunghi capelli mentre pensava a quali piaceri concedersi per prima,facendone una lista mentale. Si sarebbe fatta un bel bagno,poi dopo essersi sistemata delle nuove bende,avrebbe fatto una colazione abbondante. Avrebbe letto un libro,fatto una passeggiata a cavallo e magari avrebbe fatto visita a Verna al Palazzo Bianco. C’erano alcune cose che voleva chiedere alla Priora delle Sorelle della Luce e quello,era il momento più adatto. Avrebbe fatto un giro per la città,portando conforto ai malati ed ai poveri. Le mancavano quei piccoli gesti,che facevano nascere dei sorrisi in chi la guardava e non timore. Nel mentre,si sedette sul bordo del letto,stirandosi pigramente le membra intorpidite dalla lunga degenza. Si alzò poi con calma dal letto facendo qualche prova di stabilità,prima di compiere qualche passo verso la finestra,che si affacciava su uno dei cortili interni all’edificio. I rami degli alberi oscillavano lenti sotto il leggero vento del mattino. Spalancò la finestra,facendo entrare l’aria fresca che la rigenerò quando incontrò la sua pelle. Fece un respiro a pieni polmoni odorando la ancora lontana primavera. Magari si sarebbe scaricata con una bella sessione di allenamento. Quel pensiero le fece venire in mente Richard. Non lo vedeva da giorni ormai. Più di una volta,aveva pensato che se ne fosse andato ma Cara le diceva che era ancora lì al Mastio. Le sue parole dovevano averlo ferito nel profondo e la cosa gravava sul cuore della Depositaria,come un grosso macigno che la schiacciava ogni giorno sempre di più. Si era improvvisamente resa conto di ciò che aveva realmente fatto nel pronunciare quelle parole. Non avrebbe dovuto paragonarlo a suo padre,sapeva che Richard non sarebbe mai stato capace di maltrattarla. Ricordava come era rimasto pietrificato mentre Cara le legava i polsi. Si chiese però cosa lo avesse spinto ad accettare una tale proposta da parte di Zedd,ben conoscendo la sua passata ed infelice infanzia. ‘Forse non aveva scelta’,si disse la donna in bianco,riflettendo su ciò che era accaduto. Dopotutto lo avevano fatto per lei,perché guarisse il prima possibile. Arrivò perfino a credere che fosse in parte colpa sua: se non si fosse grattata la ferita,sarebbe guarita in fretta e non sarebbero arrivati a quel punto. Le mancava il suo Cercatore. Voleva immergersi nei suoi occhi grigi per affogarci dentro. Voleva sentire la sue carezze sulla pelle,il suo profumo addosso,i suoi muscoli sotto i polpastrelli e le sue labbra sulle proprie. Si morse il labbro inferiore,torturandolo fino quasi a farlo sanguinare e ponderando le sue azioni,nei confronti del compagno mentre si chiudeva nella sala da bagno,accanto alla sua stanza.

Nel frattempo,mentre quei giorni erano trascorsi inesorabili,Richard si era visto costretto a rispondere alle lettere delle delegazioni inviategli dagli ambasciatori o i governatori dei vecchi regni all’interno delle Terre Centrali,infatti si rifiugiò in una delle vaste e molteplici biblioteche che si trovavano nel Mastio. Era chiaro che i rappresentanti dei vari regni  volessero una risposta ai loro quesiti. Molti temevano di un attacco da parte di Morgana. Altri volevano sapere delle condizioni della Madre Depositaria,notizia che si era sparsa a macchia d’olio fra il popolo. Altri ancora chiedevano se ci fosse stata un’eventuale unificazione. Ed era proprio questo l’obiettivo di Richard: oltre a rendere saldo il loro amore,il matrimonio sarebbe servito loro come pretesto per accentrare il controllo sul territorio vastissimo del D’Hara e delle Terre Centrali,permettendo così il trasferimento al Palazzo del Popolo più tranquillo per Kahlan. Ovviamente aveva già previsto dei disaccordi,ma avrebbe trovato un modo per appianarli in futuro. O almeno ci avrebbe provato. Aveva scoperto,sperimentando sulla sua stessa pelle,in quei lunghi mesi,quanto fosse difficile amministrare un Impero,poiché tutti si aspettavano qualcosa da te. E non c’era spazio per esitazioni. Bisognava essere caparbia e decisi,ma soprattutto forti ed in grado di sostenere il peso che comporta un grande regno da governare e proteggere. Ovviamente il pensiero di Kahlan era come un chiodo fisso ed ogni giorno,Berdine gli comunicava i suoi miglioramenti. Aveva smesso di rivolgere la parola a Zedd e Cara,almeno per quel periodo. Non se la sentiva di affrontarli,non prima che avesse risolto con Kahlan. Si parlavano a stento,solo quando era prettamente necessario. Nessuna parola superflua,nemmeno sussurrata. Guardò fuori dalla finestra della biblioteca ed osservò la vicina Aydindril su cui svettava il maestoso Palazzo Bianco delle Depositarie.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Kahlan scese le scale,giungendo in uno dei tanti cortili. Quello in particolare,era stato costruito per il tiro con l’arco. Non che le interessasse quella disciplina,ma sperava che Richard si sarebbe fatto vedere lì. Adorava vederlo scoccare frecce,centrando i bersagli anche a metri di distanza. Camminò attraverso gli alberi ed afferrò uno degli archi,sistemati ordinatamente su una rastrelliera. Ne saggiò l’elasticità del legno e prese una freccia dalla faretra,che posò ai suoi piedi. Incoccò il dardo e tirò la corda,fino a che le piume decorative le sfiorarono la guancia. Prese un bel respiro,tentando di prendere la mira quando una presenza familiare attirò la sua attenzione. Non aveva bisogno di voltarsi poiché sapeva chi era.  Richard si avvicinò cautamente. Era sorpreso di vederla in piedi per allenarsi con l’arco. Pensò che fosse là per vederlo e d’istinto,sorrise a quel pensiero. Dopo essersi dedicato al suo ruolo di Lord Rahl,aveva deciso di far visita ad Erin prima di allenarsi,per assicurarsi che la nutrice facesse il proprio dovere. Si posizionò alle spalle della donna in bianco e toccandola leggermente con la punta delle dita,le corresse la postura << Tieni il braccio con l’arco ben teso. L’altro gomito tienilo sollevato,parallelo all’altro braccio… Rilassa le spalle >> le sussurrò vicino all’orecchio,poggiando le mani sulle sue spalle apparentemente esili. Kahlan cercò di non badare al tocco del compagno e dopo qualche attimo,lasciò andare la freccia che veloce come l’aria,si conficcò nel bersaglio a due centimetri dal centro. Richard sorrise orgoglioso << Complimenti >> mormorò a bassa voce,causando un brivido gradevole lungo la schiena della Depositaria. Si allontanò da lei per prendere un altro arco,sentendosi osservato dalla compagna che ancora non osava parlargli. Era bello esattamente come ricordava. I capelli di un intenso biondo scuro,la mascella lievemente squadrata,le spalle larghe e le braccia forti. E gli occhi profondi,dello stesso colore delle nubi di tempesta. Nubi che le mozzarono il fiato in gola,quando i loro sguardi si incrociarono. Uno sguardo intenso ed ipnotico quello del Cercatore << Come ti senti? >> le chiese pacato mentre si posizionava a due passi da lei,incoccando una freccia. La sua voce calda vibrò nel petto di Kahlan << M-Meglio… >> balbettò. Riusciva sempre a metterla in soggezione con una sola occhiata. Pochi secondi in grado di mandarla in confusione. Lo osservò tirare la corda,mirare e scoccare il dardo che si piantò al centro del bersaglio. Non gli staccò gli occhi di dosso,quando abbassò l’arco con gesti cadenzati << Richard… >> lo chiamò con un fil di voce << Tutto bene? >> le chiese ancora,aggrottando la fronte << Veramente,io volevo chiederti scusa… >> esordì,senza riuscire a reggere lo sguardo del Cercatore. Richard sospirò << Kahlan… >> la rimproverò bonariamente << No,Richard. Fammi finire… - sollevò una mano,interrompendolo – E’ colpa mia. Non avrei mai dovuto compararti a mio padre. Mai… >>. La guardò mentre qualcosa in lui si spezzò,nel vedere le lacrime rigare il volto della donna << No,non farlo… - le disse a bassa voce – Sai che odio vederti piangere… >>. Le avvolse un braccio intorno alle spalle,tirandola a sé mentre la mano libera si intrufolava fra le lunghe ciocche color mogano. La sentì singhiozzare in modo sommesso,come se volesse trattenersi << Mi dispiace tanto,Richard… >> mugolò Kahlan con la voce ovattata quando affondò il viso nel petto del compagno,stringendo la stoffa della sua blusa fra le dita fino a stropicciarla << Anche a me… >> rispose lui,baciandola sulla testa. Dopo qualche minuto,Kahlan riuscì a quietarsi e sorrise nel sentire la mano di Richard accarezzarle la schiena. Sollevò il capo,incontrando di nuovo gli occhi del compagno su cui volto,aleggiava un sottile sorriso << Perché sorridi? >> chiese imitandolo << Perché sei di nuovo qui con me… - rispose sistemandole una ciocca ribelle,dietro il lobo dell’orecchio sinistro – Vuoi ancora sposarmi? >> << Certamente… >> trillò lei posando le mani sui suoi bicipiti,resi evidenti dalla casacca << Ti amo tanto… >> le sussurrò amabilmente << Ti amo,Richard >> rispose Kahlan senza riuscire a trattenersi dal baciarlo. Catturò le sue labbra,assaporandole con passione intrecciando le dita fra i suoi capelli. Richard ricambiò con tale foga da continuare a baciarla,anche quando l’aria iniziava a scarseggiare << Non respiro… >> bisbigliò fra un bacio e l’altro << Vuoi smettere? >> gli chiese lei con un soffio << No… >> rispose lui di pari tono,lasciandosi sfuggire un sorriso nonostante gli schianti silenziosi delle loro labbra.

Zedd li aveva osservati dalla finestra e sorrideva mesto,col cuore più leggero nel vederli di nuovo insieme. Gli sarebbe piaciuto sentire le loro frasi,ma i loro occhi e le loro espressioni parlavano al posto loro,senza bisogno dell’udito. Il Vecchio Mago non aveva mai dubitato ed aveva già dimenticato il modo con cui Richard gli si era rivolto qualche sera prima. Non gli importava. Conosceva suo nipote ed in fin dei conti,non gli interessava se gli avesse fatto le scuse o meno. Per lui,era fondamentale che il figlio della sua adorata bimba,Tarallyn,fosse felice. Osservandoli baciarsi,accarezzarsi coi cuori giovani e pulsanti nei loro petti,Zedd sentì il peso dei suoi ottant’anni gravare sulle sue spalle. Provò una strana nostalgia per la gioventù,ma come aveva già detto una volta a Richard,”Un giro sulla ruota del tempo è più che sufficiente”.
Intanto,i due amanti erano tornati nella loro camera. Kahlan chiuse la porta con un tonfo sordo,spingendoci addosso Richard con forza giocosa per poi impossessarsi delle sue labbra. Il Cercatore,dal canto suo,non oppose resistenza e quando sentì la Depositaria schiacciarlo contro il battente ligneo,rise << Così mi uccidi! >> la riprese scherzoso. Lei gli diede un secondo strattone,ridendo a sua volta mentre le proprie mani vagavano sul corpo dell’uomo di fronte a sé. Afferrò i lembi della casacca di cotone e la sollevò,scoprendogli il busto. Richard alzò le braccia per collaborare e lanciò l’indumento sul pavimento. La veemenza impetuosa che spingeva Kahlan a bramare un suo contatto fisico,fece sì che non notasse i grossi ematomi di forma circolare dal piccolo diametro e facilmente riconoscibili,sul corpo di Richard. Lo carezzò con  ardore,lo stesso che bruciava il corpo del Cercatore,che sussultò di dolore quando le dita della compagna lo toccavano sui lividi. A Kahlan,questo non sfuggì e si placò per un attimo. Abbassò lo sguardo sul torace di Richard e si accorse che i segni erano recenti,data la colorazione violacea. Lo guardò negli occhi << Agiel? >> chiese sconcertata. Il Cercatore annuì suo malgrado << Se Cara non lo avesse… >> farfugliò cercando di spiegarsi << Cara?! >> ringhiò Kahlan stringendo i pugni lasciati lungo i fianchi << E’ stato necessario: avrei potuto far del male a qualcuno… - la afferrò per le spalle – Kahlan,ero sul punto di ammazzarmi… >>. La Depositaria si fece silenziosa ed era un fatto raro. Rarità che fece temere il peggio a Richard << Vuoi ancora suicidarti? >> << No! No,Kahlan… Adesso sto bene… - dichiarò abbozzando un sorriso,che la donna ricambiò – E adesso,voglio fare l’amore con te… Voglio baciarti fino allo sfinimento,voglio averti tutta per me e coccolarti… >> continuò con voce roca,avvolgendole le braccia intorno ai fianchi << Mmmh… Dove il mio timidissimo Richard Rahl? >> ridacchiò lei,strillando quando sentì le mani grandi del compagno,saggiare le rotondità delle proprie natiche << L’ho rapito e nascosto. – rispose lui brioso – Spero non vi dispiaccia,Madre Depositaria… >>.

****

Il sole stava quasi per tramontare mentre Alana guidava il gruppo attraverso la fitta foresta. Nella mano,stringeva la catenella a cui era appeso un ciondolo luminescente. Il ciuffo notturno non sarebbe riuscito a sopravvivere ancora per molto. Le aveva guidate fino ad Aydindril permettendo loro di arrivarci sane e salve. Alana si voltò,incontrando i volti stanchi delle altre Depositarie. Erano soltanto in otto. Si erano salvate rifugiandosi a Valeria,durante il governo di Darken Rahl insieme a Denee. Avevano però appreso sei mesi prima,da un vecchio mercante,che il malvagio Rahl era morto grazie al Cercatore. Ora il loro obiettivo era raggiungere Kahlan,divenuta per loro scelta ed anche per forza di cause,la nuova Madre Depositaria << Resistete. Dobbiamo solo attraversare la città e presto saremo al Palazzo Bianco >> disse esortando le compagne a mantenere il ritmo di marcia.

Intanto Morgana si era recata a sud,verso la casa di una vecchia amica. Una strega potente rimasta viva nonostante la furia di Darken Rahl. Il Guardiano attendeva degli sviluppi e l’incantatrice,aveva intrapreso quel viaggio proprio per assicurarsi la vittoria su D’Hara. Seppur molto potente,Morgana aveva bisogno di un aiuto e quell’aiuto,poteva ottenerlo solo da una come Shota. Si erano conosciute molti anni addietro,quando Morgana era solo una ragazzina con poteri speciali. Si era avventurata nella foresta di Agaden per caso e si era imbattuta nella strega,che da quel momento l’aveva presa sotto la sua ala protettrice insegnandole tutto ciò che sapeva sulla stregoneria e sulla magia nera. Superò l’ennesimo albero,raggiungendo il tronco morto di un salice. Scostò il fogliame ed il fango accumulatosi sopra il passaggio con lo stivale e proseguì il cammino. Gradualmente,il buio fitto della foresta si sostituì alla calda luce del tramonto ormai giunto al termine,facendo salire il crepuscolo. Notò Shota,seduta in mezzo al prato e la raggiunse a passo sicuro e moderato. Quando la strega la riconobbe,sorrise << Piccola Morgana… >> esordì vezzeggiativa << Shota… Quanto tempo! >> commentò la giovane donna avvicinandosi. Salutò Samuel,il leccapiedi della strega con un cesto del capo << Dimmi,cara. Di cosa hai bisogno? >> << Conosci un certo Richard Rahl? >> domandò Morgana mentre sul volto di Shota,si dipinse un grottesco sorriso malefico.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Kahlan e Richard si svegliarono presto il giorno seguente. Il sole sarebbe sorto di lì a poco e loro stavano finendo di vestirsi. Richard dopo essersi allacciato la cintura,cerco la sua blusa invano. Aveva guardato anche sotto al letto,ma non c’era traccia dell’indumento << Cerchi qualcosa? >> gli chiese Kahlan facendo ondeggiare la sua maglietta,appesa ad un dito di fronte a sè. Il Cercatore sorrise e si lasciò sfuggire un sospirò che stava fra l’esasperato e il divertito << Potrei riavere la mia maglietta? >> domandò gentilmente sollevando le braccia. Kahlan si morse il labbro inferiore e lasciò cadere la blusa alle sua spalle e con un leggero tonfo,si accumulò sul pavimento. Richard fu costretto ad ingoiare un fiotto di saliva e raccogliere tutte le sue forze per non cedere alla tentazione,generata dal corpo nudo della Depositaria. Cercò di non guardarla,ma gli fu praticamente impossibile << Vieni a prenderla >> gli sussurrò suadente la donna. Scosse la testa,mordendosi la lingua per evitare di dire qualcosa di fin troppo esplicito. Kahlan se ne stava lì,in piedi accanto al letto,con un’espressione per niente innocente e gli occhi verdi che brillavano di un’attraente e vivace malizia. Avevano passato tutta la notte a fare l’amore e nonostante questo,Richard non riusciva mai a sentirsi completamente sazio di lei. Lasciò vagare lo sguardo su quelle forme invitanti ed ebbe un fremito << Kahlan,per favore… >> la supplicò,tentando disperatamente di far affidamento su tutta la sua razionalità. Lei però non sembrava voler cedere << Richard… - lo chiamò con voce ammaliante – Vieni qui. Nessuno saprà Lord Richard Rahl,il più intrigante adescatore di donne,non ha saputo resistermi >> lo prese in giro e lui incassò il colpo,ridacchiando e distogliendo lo sguardo dai suoi seni morbidi e rotondi,la pancia piatta e le gambe lunghe e toniche perché se il suo sguardo si fosse posato di nuovo su quel delizioso corpo,non era certo di riuscire a contenersi. Alzò gli occhi al cielo,guardando il soffitto quando Kahlan gli fu vicino << Davvero non dirai niente? >> chiese mentre sentiva la sua forza vacillare nel percepire il profumo dolce della pelle di Kahlan a contatto con la sua. Avvertì i suoi seni e le sue forme femminili,schiacciarsi ed incastrarsi nelle sua << Sarà il nostro segreto >> gli promise lei e Richard abbassò lo sguardo su quello smeraldino della donna. Il suo sguardo si abbassò ancora su quelle labbra rosee che Kahlan,schiuse di proposito sapendo di avere la “vittoria” in pugno. Richard sollevò una mano e passò il pollice sul labbro inferiore della sua Depositaria,constatando ancora una volta la sua leggerezza e si accigliò,come se si stesse pentendo di ciò che stava per fare << Sei terribilmente bella >> le sussurrò prima di baciarla. La lingua di Kahlan si fece esigente e cercò la sua,dando inizio ad una danza erotica. Quando le loro bocche ripristinarono le minime distanze,Richard trattenne il respiro nel sentire le intraprendenti mani di Kahlan vagare sui suoi pettorali,scivolando sugli addominali per poi proseguire verso il basso. Sempre più in basso. Le bloccò un polso,ma la mano libera della donna arrivò sulla sua schiena per ricominciare  il viaggio sensuale fatto di carezze incandescenti e partì dalle spalle,passando per le scapole e scendendo lateralmente sul costato per poi tornare sulla schiena,terminando con una sonora pacca sul sedere. Il Cercatore sussultò sorpreso e Kahlan rise quando notò del rossore sulle sue guance << Ti amo,Richard… E non vedo l’ora di essere tua moglie >> dichiarò stampandogli un bacio sulle labbra prima di tornare sui suoi passi e porgergli la blusa,che Richard afferrò soddisfatto. Prima di indossarla però,si permise un’altra lunga occhiata al corpo ancora scoperto di Kahlan. Socchiuse gli occhi ghignando dopo aver visto le natiche sode,che aveva assaporato sotto i propri polpastrelli << Stasera potrò riavere la mia rivincita? >> chiese continuando a guardare le sue movenze mentre indossava il suo consueto abito bianco << Forse >> gli concesse con un sorriso,fingendosi indifferente ai lunghi sguardi,capaci di accederle la pelle in pochi istanti. Risero come adolescenti e finirono di vestirsi,avviandosi poi da Zedd che raggiunsero in un paio di minuti. Era seduto dietro ad una scrivania e Berdine in piedi,poco lontano di guardia. Sollevò il capo vedendoli entrare << Zedd >> lo chiamò Kahlan allegramente. Il Vecchio Mago si alzò dalla sedia,girò intorno alla scrivania ed allargò le braccia per poi stringerle attorno alle spalle della Depositaria << Figliola,sono felice di vederti di nuovo in piedi >> rispose l’Anziano sciogliendo l’abbraccio. Richard era rimasto a pochi passi di distanza. Nonno e nipote si guardarono << Zedd mi dispiace,n-non ero in me… >>. Il Mago lo interruppe posandogli una mano sulla spalla << Va tutto bene,figliolo… - sorrise dandogli una leggera stretta al braccio – Ma mi stavo chiedendo una cosa: quando avevi intenzione di dirmi che ti sposi? >> domandò fingendosi offeso. Richard spalancò la bocca << I-Io… Come? >> chiese stupefatto << Intuito,Cercatore… - lo schernì il vecchio sollevando gentilmente la mano sinistra della Depositaria – Io non vedo anelli,però… >>. Kahlan rise insieme a Zedd,quando videro Richard grattarsi la nuca imbarazzato << Ecco… In realtà,volevo portare Kahlan in città oggi,ma mi hai rovinato la sorpresa >> rispose il giovane. Kahlan sorrise << Intanto ne approfitteremo per recarci al Palazzo Bianco >> annunciò a Zedd,che li scrutò con circospezione << Posso stare tranquillo? >>. Richard si affiancò a Kahlan,avvolgendole il braccio attorno alla vita << Ma certo. Sono il suo Nuovo Mago >> rispose inarcando un sopracciglio.
Intanto Morgana sedeva sull’erba vicina a Shota,lisciandosi la gonna scura. Il sole splendeva nel cielo brillante << Allora,bambina… - esordì - Con chi ti sei alleata? >> << Col Guardiano,naturalmente >> rispose la donna dagli occhi d’ametista,facendo sorridere Shota che si lasciò sfuggire un ‘oh’ di sorpresa << E dimmi,cosa ti ha promesso in cambio? >> domandò sempre più curiosa << L’intero mondo ai miei piedi per le anime dei vivi – sorrise malevola la più giovane – Ma naturalmente,ho intenzione di lasciarti oltre al Pozzo di Agaden,i Territori dell’Ovest… Dopotutto te lo meriti >>. Shota sorrise accarezzandosi una delle sue ciocche ramate << E cosa posso fare per te? Devo sdebitarmi in qualche modo >>. Morgana la osservò e le strinse una mano << Dovrei distruggere Richard Rahl… >> mormorò pericolosa.
 
Alana camminò sul ponte,guidando il gruppo di Depositarie verso il Palazzo Bianco. Delle guardie le accolsero,riconoscendo i loro abiti neri su cui sfoggiavano il simbolo delle Depositarie: un cerchio bianco ricamato davanti all’altezza dell’ombelico,sul corpetto in pelle visibile,attraversato verticalmente da una serpentina,che da entrambi i capi cominciava ad intrecciarsi col cerchio iniziale. Sir Robin Werner si fermò nell’atrio e le vide << Depositaria Alana,è un piacere rivedere voi e le vostre consorelle >> esordì con un caloroso sorriso ed una profonda riverenza << Sir Robin,è un piacere anche per noi rivedervi. – rispose con un cordiale cenno della testa – Ma adesso vorremmo vedere la Madre Depositaria Kahlan Amnell >>. Kahlan entrò a palazzo proprio in quell’istante,seguita da Richard << Sono qui >> disse allargando le braccia. Alana si voltò,facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi << Kahlan! >> esclamò con le lacrime agli occhi ed una ad una,le otto Depositarie la abbracciarono prima di ricomporsi << Ah,ehm… Volevo dire… Madre Depositaria >> balbettò Alana  e Kahlan sorrise indulgente << Cosa vi porta qui a Palazzo? >> chiese curiosa mentre il volto di Alana e le altre si rabbuiò << Madre Depositaria,siamo qui purtroppo con una brutta notizia – mormorò tristemente – Denee vostra sorella,è morta due mesi fa. E’ caduta da una scogliera e Flynn ha cercato di salvarla inutilmente >>. Richard sgranò gli occhi e accolse Kahlan fra le braccia. La strinse forte a sé,accarezzandole i capelli lunghi << Ci dispiace,Madre Depositaria per la vostra perdita >> disse Sophia,una delle otto fra i cenni di assenso generali. Chinarono il capo rammaricate di quella perdita,che in fin dei conti,le coinvolgeva singolarmente. Richard intravide il Consigliere << Sir Robin,vi fornirà delle stanze ed un pasto caldo. Sarete stanche dopo tanta strada… >>. Alana annuì,ringraziando il Cercatore con un lieve sorriso. Una volta soli,Kahlan sollevò leggermente il viso dal petto di Richard evitando però i suoi occhi << Richard,possiamo andarcene? >> bisbigliò tremante << Ma sei appena arrivata,non volevi vedere Verna? >> le chiese perplesso << Non me la  sento adesso… >> si limitò a dire con un cipiglio di irritazione << Sì,scusa… Hai ragione – le sfiorò una guancia con la punta delle dita – Senti visto che non mi piace vederti così,permettimi di viziarti. Ti va’ un giro in città? Magari trovo il modo di farti sorridere >> le disse baciandole la fronte prima di prenderla per mano.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Il sole aveva già superato lo zenit da un paio d’ore,ma le botteghe si ostinavano a stare aperte grazie ai flussi di clienti,che percorrevano il centro cittadino già affollato di bancarelle e venditori ambulanti. Kahlan continuava a parlargli delle vie che aveva attraversato correndo da bambina,quando ancora studiava al Mastio e lui la ascoltava sempre più curioso di conoscere un’infanzia diversa dalla propria. La osservò mentre gli indicava un’altra bottega di stoffe,narrandogli dei deliziosi dolcetti ai mirtilli,che la proprietaria le donava ogni tanto. Restò incantato dal suo profilo angelico e le scostò i capelli dalla spalla col dorso della mano,attirando la sua attenzione << Che c’è? >> gli chiese Kahlan,guardandolo negli occhi << Vestita da sposa sarai ancora più bella >> mormorò con tono sognante. Lei abbassò per un attimo lo sguardo,arrossendo vistosamente quando Richard posò un bacio sulle sue labbra. Il tenero gesto catturò gli sguardi di alcuni passanti << Richard,non siamo soli… >> gli ricordò con un bisbiglio imbarazzato << Non siamo mai soli… - soffiò sulle sue labbra,passandole una mano dietro la nuca – Pensi che m’importi qualcosa? >> sorrise rubandole un altro bacio << A me importa però… - finse una lamentela senza riuscire ad opporsi – E poi sono la Madre Depositaria… >> gli ricordò << E sei anche bella… >> continuò lui,baciandola. La gente che passava loro accanto,sorrideva o commentava con la persona che gli era accanto. Kahlan gli posò una mano sul petto per fermarlo non troppo bruscamente. Un gruppetto di ragazze poco piú giovani,passò loro vicino lanciando esplicite occhiatine di apprezzamento nei confronti del Cercatore,ridacchiando e parlottando fra loro. La donna in bianco sbuffò,alzando gli occhi al cielo quando Richard salutò le ragazze con un semplice cenno del capo. La osservò,intercettando subito il lampo di fastidio nei suoi smeraldi. Le prese una mano e ne baciò le nocche,una ad una fino a farla sorridere << Vieni con me. Ti aiuterò a far morire d’invidia le altre donne… >> le sussurrò all’orecchio prima di entrare nella bottega orafa a pochi metri da loro. Una volta entrati,il commerciante giunse le mani e sorrise calorosamente notando di ricevere visite,che avrebbero riempito le sue tasche d’oro << Buongiorno Madre Depositaria,Cercatore… - chinò il capo educatamente - E’ un onore per me avervi nel mio umile negozio. Come posso aiutarvi? >> domandò cortesemente. Richard si avvicinò in pochi passi e guardò Kahlan con complicità.

Samuel gongolava attorno alla sua Padrona,che lo ignorava del tutto,troppo concentrata su quello che stava facendo. Versò poche gocce dell’acqua che scorreva nella ciotola << Let recumna kolos ecterom mortis… Let recumna kolos ecterom mortis… Let recumna kolos ecterom mortis drakar… >>. Shota continuò a salmodiare la formula diverse volte mentre nella misteriosa conchiglia,contenente un liquido di dubbia entità,apparve il volto di una donna bionda e dagli occhi freddi e chiari come il ghiaccio. Morgana scrutò la figura con curiosità e la osservò svanire,quando Shota soffiò la polvere del corno di Shadrin sull’acqua scura << L’incantesimo agirà solo di notte,ma ben presto anche il giorno diventerà insostenibile per Richard >> ghignò la donna ramata. Morgana le sorrise << La Depositaria non ci sarà d’intralcio date le condizioni in cui l’ho lasciata l’ultima volta… >> continuò alzandosi in piedi. Strinse ancora una volta la mano di Shota,che le sorrise << Sono fiera di te >> le confessò,quasi amorevolmente  << Dirò al Guardiano del tuo prezioso contributo >> mormorò soddisfatta prima di avviarsi fuori dal Pozzo di Agaden.

****

Dopo aver passato il pomeriggio al Palazzo Bianco per avvertire Verna,Alana e le Depositarie della minaccia che incombeva sul Nuovo Mondo,Richard e Kahlan tornarono al Mastio sui loro cavalli per fare le valigie. Volevano tornare a D’Hara quanto prima. Smontarono dai cavalli e si recarono subito da Zedd a passo svelto << Va bene. Partiremo domani all’alba >> concesse loro il Vecchio Mago prima di trarre a sé la mano sinistra di Kahlan,osservando il cerchio di oro bianco su cui brillava uno zaffiro,tagliato in forma ovale e circondato da piccolissimi cristalli di luna,diamanti provenienti dalle Miniere di Atanasia << Complimenti,figliolo. Non avrei saputo trovare di meglio >> commentò Zedd mentre Richard lo guardava inorgoglito. Si congedarono per raggiungere Erin,con cui passarono qualche ora prima di ritirarsi nella loro camera,adiacente a quella della nutrice.

****

Il buio era calato come un tendaggio pesante sul Mastio del Mago,rendendolo più inquietante di quanto già non fosse. Il grande portone ligneo d’ingresso e le finestre facevano sembrare l’edificio e la montagna su cui era costruito,un enorme mostro di pietra. La luna era semioscurata dalle nuvole,sospinte dal vento freddo.

Denna camminava davanti a lui,facendo roteare l’Agiel fra le dita di una mano. I suoi stivali emettevano il classico suono di scarpe  sul pavimento,come i rintocchi ritmici di una campana funeraria. I polsi erano legati a delle catene e tutto il suo peso pendeva verso il basso. Si voltò nella sua direzione e sorrise di sbieco. Poi dal nulla,la rabbia incontrollata sembrò prendere possesso di lei. Lo colpì con forza sul volto prima di spingere la bacchetta contro la sua gola. Un dolore acuto lo attraversò,impedendogli perfino di urlare. Si allontanò di un passo e lo guardò mentre i polmoni gli chiedevano ossigeno << Richard,non capisco perché ti ostini ad amare quella Depositaria… - gli girò intorno,fermandosi alle sue spalle – Ormai è solo il ricordo di una donna,se così si potrebbe dire  >> sibilò la bionda e dal nulla comparve Kahlan. Era distesa a terra e non si muoveva. Non respirava. Il bel volto era tumefatto,l’abito bianco sporco e logoro ed i capelli erano stati tagliati senza forma,come per sfregio << Kahlan… >> gemette col terrore negli occhi già umidi di sale. Denna scoppiò in una grassa risata,che continuò a rimbombargli nella testa.

Kahlan si svegliò con un lieve sobbalzo. Richard disteso accanto a lei,si contorceva nel letto aggrovigliandosi fra le lenzuola,gridando angosciato << No! Noo! >>.  Si sporse verso di lui e lo girò sulla schiena << Richard… - lo scosse gentilmente – Richard,amore apri gli occhi… >> mormorò sperando di riuscire nell’intento. Dopo pochi istanti,il Cercatore aprì le palpebre di scatto. Le pupille erano dilatate ed inghiottivano le iridi bigie mentre scrutavano nell’oscurità,nella disperata ricerca di un volto amico. Quando mise a fuoco,vide due smeraldi che lo fissavano turbati. Respirava appena,come se fosse stato in apnea per lungo tempo << Richard,era solo un sogno… >> bisbigliò pacatamente,incorniciandogli il viso con le proprie mani. Non lo aveva mai visto così << Kahlan…. Sei qui… >> disse con un fil di voce e posò la mano sul suo volto perfetto,toccando la pelle calda rischiarata da un flebile raggio lunare << Ma certo. Sono sempre qui,con te… >>lo rassicurò. Gli spostò alcune ciocche ambrate dalla fronte,velata di sudore mentre gli occhi del Cercatore guizzavano su di lei come per accertarsi che fosse reale. La risata della Mord-Sith risuonava nei suoi timpani assillante << D-Denna è morta? >> farfugliò mezzo assonnato e sospirò di sollievo,quando Kahlan annuì carezzandogli una guancia << Richard,stai bene? >> chiese << Ti amo tantissimo… >> rispose posandole un dolce bacio sull’angolo della bocca. Kahlan gli sorrise mesta,sedendosi a cavalcioni sul suo bacino. Si sedette anche lui,raddrizzando il busto ed avvolgendola con le braccia. Chiuse gli occhi,assaporando il tocco delle dita della Depositaria sul proprio volto,sulla mascella e fra i capelli. Inspirò ed espirò profondamente,senza lasciarla andare e quando aprì gli occhi,potè ammirare la sua bellezza eterea da vicino. Si accigliò quando vide gli occhi di Kahlan diventare lucidi << No,no,no… Non piangere. Sto’ bene,è solo un incubo >>. Lei però non versò alcuna lacrima quando gli prese la faccia fra le mani << Parlami… Voglio sapere di lei,di quello che ti ha fatto… - posò la fronte contro la sua,guardandolo da sotto le ciglia – Ti prego… Non escludermi dalla tua vita,perché tu sei la mia vita… Mi fa’ male vederti così,più di quello che pensi… Voglio aiutarti,Richard… >>. Abbassò lo sguardo << Kahlan,non sono sicuro che tu sia pronta per questo… >>. Si interruppe quando Kahlan catturò le sue labbra << Te lo sto chiedendo da moglie,anche se ancora non lo sono… Te lo chiedo da amica… >> << Va bene… Ti dirò tutto quello che vuoi sapere >> rispose lui con un sospiro,con le labbra a pochi millimetri da quelle della donna,che ancora teneva abbracciata su di sé. Sapeva che quando Kahlan si metteva qualcosa in testa,la avrebbe portata a termine. Fino in fondo.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Kahlan lo fissava ancora seduta su di lui,in attesa che iniziasse quel racconto che si portava appresso da ormai troppo tempo. Sospirò << Cosa vuoi sapere? >> le chiese gentilmente << Parlami di lei >> rispose la donna dopo qualche attimo di silenzio << Denna… Era crudele. Rahl l’aveva addestrata molto bene…  Non credo di aver mai incontrato una persona così… - si soffermò a pensare alle parole adatte – Era priva di qualsiasi sentimento umano possibile. E la cosa peggiore è che era in grado di andare ben oltre l’Agiel… >> aggrottò la fronte mantenendo un contatto visivo con Kahlan << Che vuoi dire? >> << Vedi… Denna riusciva a leggerti nei pensieri,un po’ come tu riesci a distinguere verità e menzogna. Io non so come potesse riuscirci,ma era capace di entrarti nella mente… Ti controllava attraverso il dolore. Lo usava come mezzo per arrivare al fine: distruggerti… Arrivava ai tuoi pensieri,desideri,bisogni. Nemmeno il sonno riusciva a darmi pace... – sembrò trattenere il respiro – E dato il potere dell’Alito di Vita,nemmeno la morte era una via di fuga >>. Kahlan era praticamente immobile per paura che Richard si fermasse << Continua >> lo esortò gentilmente << Ho provato a sfuggirle,in qualsiasi modo. Ogni volta che chiudevo gli occhi,cercavo di vederti… Ma dopo un po’,non sono riuscito più a farlo. Al posto tuo,c’era lei. E ti giuro su mia madre,che nonostante questo io… Non ho lasciato che prendesse il tuo posto qui… >> dichiarò portandosi una mano sul cuore << Lo so,Richard… - cercò di calmarlo,raccogliendo una sua lacrima col pollice posando la mano libera sulla sua – Continua a raccontare,per favore… >>. Annuì,seppur riluttante a riprendere il racconto << Dopo essersi impossessata dei miei pensieri,c’è stato un momento in cui sembrava essersi… Era cambiata. Sembrava aver perso tutta la rabbia,anche verso sé stessa… Si era… - chiuse gli occhi con forza – Non posso,non davanti a te… >> << Ssssh… - gli posò un lieve bacio sulle labbra e lo sentì tremare – Qualunque cosa dirai,mi hai già messo un anello al dito. Niente mi farà cambiare idea su di te… >> abbozzò un sorriso divertito,che però lui non ricambiò. Gli lasciò qualche minuto per riprendere un po’ di lucidità << Si è innamorata di me… Mi ha costretto a… A giacere con lei - confessò senza riuscire a trattenere un singhiozzo – Mi sentivo indegno di te. E Kahlan,mi dispiace… Mi dispiace di non essere riuscito a tenerti lontana da lei. Io non voglio più vederti accanto ad un’Agiel… Mi spaventa. Se ti accadesse qualcosa io… >> concluse lasciando in sospeso quella frase,che presto divenne pesante come un macigno. Non riuscì  trattenere il pianto e gemette. Provava vergogna verso sé stesso ed abbassò il capo,nel tentativo di nascondersi dallo sguardo di Kahlan,temendo il suo giudizio. La donna si incupì nel vederlo così debole per la prima volta. Gentilmente,gli raccolse il viso costringendolo a guardarla. Ma lui tenne gli occhi chiusi << Richard,apri gli occhi… Non voglio che tu ti nasconda da me >>. Titubante,obbedì e constatò che gli smeraldi dell’amata,non erano inquisitori. Non provavano pena nei suoi confronti e parevano pieni di orgoglio per lui. Sospirò beato nel sentire le carezze della donna sul proprio volto. Gli spostò il ciuffo di capelli,allungatisi col tempo seppur mantenendosi corti. Avvertì le sue dita,intrufolarsi fra le ciocche bionde sulla sua nuca,giocando con esse mentre il respiro profumato di Kahlan era sempre più vicino al proprio volto. Sapeva di averla a pochi centimetri,ma non aprì di nuovo gli occhi. Voleva apprezzarla solo per la sua presenza,poiché ormai conosceva ogni dettaglio della sua bellezza a memoria << Sei il miglior compagno che abbia mai avuto… >> mormorò sarcastica,facendolo sorridere << Non avevo dubbi >> rispose lui di pari tono,facendo scorrere le proprie mani sulla schiena della donna che in silenzio,scostò le spalline della camicia da notte e lasciò che l’indumento le scivolasse via,fino a raccogliersi sui fianchi formosi. Si sistemò sul bacino del compagno,avvolgendogli la parte bassa del busto con le proprie gambe. Intanto le dita di Richard le sfioravano la pelle,dalle spalle  lungo il solco della spina dorsale facendola rabbrividire piacevolmente << Apri gli occhi,per favore >> gli chiese a bassa voce. Lui acconsentì e lentamente sollevò le palpebre,incontrando subito gli occhi di Kahlan,che gli sorrise. Da quando l’aveva conosciuta,poche volte gli aveva rivolto quel sorriso. Aveva un modo tutto di suo di farlo: non mostrava mai i denti. Era un sorriso nascosto,ma sincero. Bianco,come i petali di una rosa fresca di primavera. Questo era Kahlan,una rosa pura da conservare e proteggere. Ed Erin era un secondo bocciolo da proteggere. Restarono a guardarsi negli occhi,immersi nel silenzio della notte interrotto dal respiro tranquillo della neonata. Le mani di Richard continuarono ad esitare sul corpo di Kahlan,carezzandola come la brezza che arriccia l’acqua del mare << Meglio andare a letto… O domattina,saremo stanchi… >> gli consigliò con una punta di rammarico nel dover interrompere per momento così intimo. Non spesso potevano godere di tali momenti,dati gli impegni nei confronti dell’impero << Preferisco restare sveglio e guardarti dormire,che chiudere gli occhi e vedere Lei… >> rispose Richard solleticandola all’altezza del costato. Lei accennò ad un bonario sorriso,posando le proprie mani sul suo petto. Incontrò la pelle calda dell’amato e cercò di contenere il desiderio mentre lo spingeva sul letto. Restò a fissarlo negli occhi bigi prima di distendersi accanto a lui,sollevando il lenzuolo per infilarcisi dentro. Sollevò un braccio,passandolo sulla testa di Richard che si girò su un fianco per poter poggiare la testa sul petto di Kahlan. Inspirò il suo profumo mentre la sentiva giocare coi suoi capelli << Sono qui… >> lo rassicurò prima di chiudere gli occhi.

Il giorno seguente,quando i primi raggi illuminarono Aydindril,il gruppo partì. Arrivarono nelle foreste della Galea,quando il cielo cominciava ad imbrunirsi. Fermarono i cavalli vicino ad un lago e si accamparono,lasciando i cavalli liberi di pascolare abbastanza vicini da poterli sorvegliare. Mentre Cara e Berdine sorvegliavano la zona,Richard si occupava di procurare un po’ di legna mentre Kahlan e Zedd preparavano la buca per il fuoco,circondandola con le pietre. Non appena ebbero terminato,Richard sistemò i rametti nella buca e li accese passandoci sopra la mano. Kahlan controllò che Erin stesse bene e la passò al compagno. Voleva approfittare del lago per farsi un bagno << Ho bisogno di rinfrescarmi… >> annunciò schioccando un bacio sulla guancia del Cercatore,che annuì coccolando la neonata << Sta’ attenta >> si raccomandò,osservandola allontanarsi nella boscaglia.  Zedd,attese che la Depositaria si fosse allontanata,prima di rivolgersi al nipote << Allora,com’è essere padre? >> << E’ bellissimo >> chiese Richard senza degnarlo di uno sguardo. Era troppo impegnato a sorridere ad Erin << E Kahlan? >>. Alzò gli occhi verso quelli del Vecchio Mago << Sta’ bene. Come se non si fosse mai ferita… - fece spallucce,tornando a sorridere alla bambina -  Dovresti vederla quando la allatta… >>. Zedd ridacchiò nel vedere l’espressione sorniona del nipote << E tu come stai? >> il suo tono divenne più serio e Richard lo percepì << Se stanno bene loro,io sto’ bene… >> rispose altrettanto serio. Zedd abbassò lo sguardo con un sospiro << Sicuro? Kahlan è preoccupata per te… - silenzio – Mi ha detto del tuo incubo,ma non mi ha detto cosa hai sognato… Anche se sono quasi certo che si tratti di Denna… >> disse cercando di capire cosa stesse realmente accadendo. Il Cercatore scosse lievemente la testa << Ho sempre avuto gli incubi e questo lo sai… >>. Il Vecchio Mago annuì << Me lo dirai se c’è un problema? >> << Sarai il primo a saperlo… >> assicurò il giovane alzandosi in piedi. Si chinò abbastanza per lasciargli la neonata fra le braccia << Dove vai? >> gli chiese Zedd << Approfitto anch’io dell’acqua… >> disse cospiratorio con un cipiglio di malizia. L’Anziano rise intuendo le vere intenzioni del Cercatore,che si avviò fra gli alberi in cerca della compagna. La vide in mezzo alle acque limpide del lago di cui ne accarezzava la superficie,creando delle piccole onde. I capelli le ricadevano sulle spalle,coprendole i seni e gli sorrise quando si accorse di lui << La storia si ripete… >> commentò ironica,facendo sorridere Richard che si spogliò per raggiungerla. Nuotò verso di lei e con poche bracciate,le fu vicino << Stavolta è diverso >> si difese lui,guardandola negli occhi. Kahlan si spostò all’indietro per poi schizzarlo. Richard strizzò gli occhi prima di dare inizio al gioco. Cara assisteva poco lontano,nascosta dalle fronde degli alberi e  dai cespugli di biancospino. Stava tornando verso l’accampamento,dopo la ronda e si era fermata sentendo degli schiamazzi. Osservò la Madre Depositaria e Lord Rahl fra gli spruzzi d’acqua col tramonto imminente,facendo attenzione alle espressioni sui loro volti. Sentì un fruscio e vide la figura di Berdine,comparire pochi secondi dopo << Spii Lord Rahl? >> le chiese in tono frivolo. Cara inarcò un sopracciglio biondo << Mi sto’ solo assicurando che non si faccia male… >> << Sei tu che ti stai facendo del male,Cara… >> rispose la mora,fissandola negli occhi << Parli come mangi >> le sibilò velenosa << Sta’ alla larga da Richard,perché rischi grosso con la Madre Depositaria… - la avvertì severamente,ma col tono di un’amica – Si sposeranno presto e non dovrai ritrovarti nel mezzo… E poi ti ricordo che hanno una figlia >>. In quelle parole,Cara trovò un altro messaggio ben più chiaro di quel che potesse apparire << Non capisco cosa ci trovi in lei,una Depositaria! >> mormorò acida << Forse anche Denna la pensava,come te e guarda la fine che ha fatto… - le posò una mano sulla spalla – Richard ci rispetta e non si approfitta di noi. Ma lui non prova niente per te,né per alcuna Mord-Sith tranne che amicizia… >> << Passi troppo tempo col Mago Zorander >> la rimbeccò la bionda << No,Cara… Ho aperto gli occhi sulla reale situazione: al loro matrimonio,io ci sarò e ne sarò felice… - si allontanò – E dovresti esserlo anche tu… >>.
Richard e Kahlan si rivestirono in fretta con gli abiti che si erano portati appresso,mettendo gli altri appena lavati poco lontani dal fuoco per farli asciugare. Zedd li osservò mentre riscaldava della carne << Allora Kahlan… Com’è andata stavolta? >> chiese fingendosi curioso << Si è distratto,ma non ha perso i cavalli >> rispose la Depositaria sghignazzando. Richard scosse la testa,arrendendosi mentre si accorse che Cara lo guardava in modo strano. Sembrava inquieta,fatto raro per la guerriera bionda. Venne distolto da quel pensiero,quando Zedd annunciò che la cena era pronta. Si godettero il pasto,che seppur scarso,riuscì a sfamarli. Zedd e Berdine si distesero ognuno sulla propria coperta,addormentandosi quasi subito. Nonostante il rumoroso russare del Vecchio Mago,Erin dormiva tranquilla fra le braccia materne << Sono contento che i suoi occhi siano,come i tuoi… >> mormorò Richard specchiandosi negli occhi di Kahlan,che sorrise di rimando << Perché? >> domandò inarcando entrambe le sopracciglia << Perchè quando stavi per morire,quando la guardavo… Era come avere te,in un certo senso… >> si spiegò,carezzandole una guancia. Le posò un casto bacio sulle labbra,prima di sistemarle la coperta addosso << Richard? - lui sorrise – Ti amo… >> << Lo so… - rispose abbracciandola delicatamente,tenendo Erin al caldo fra loro due – Anch’io… >>.
Si addormentarono profondamente con Cara che faceva la guardia al campo,controllando che i cavalli non si agitassero ad ogni suono della foresta. Richard stringeva i pugni al petto,tremando mentre un altro incubo gli annebbiava la mente.

Denna indossava la sua solita divisa rosso sangue. Gli stivali battevano sul pavimento in pietra,roteando l’Agiel da una mano all’altra << Padrona Denna… >> mormorò privo di forze. Non sapeva neanche da quanto tempo lo stesse addestrando. Intuì che fossero almeno tre ore a giudicare dal sudore che le imperlava la fronte. Alcun ciocche bionde,sfuggite alla treccia,le si erano attaccate al viso << Sei stanco,non è vero? >> gli chiese melliflua,avvicinandosi con uno strano sorriso che lo fece rabbrividire. La guardò negli occhi azzurri. Due lapislazzuli cristallini,color del ghiaccio altrettanto freddi come lei << Sì,Padrona… >> rispose con un fioco sussurro,che neanche lui riuscì a sentirsi << Immagino,piccolo mio… Ma vedi,oggi ho bisogno di divertirmi. Per questo ho chiamato un’amica… >> rispose la donna,scansandosi mentre dalla porta,entrò Kahlan. Non indossava l’abito bianco,ma aveva la divisa da Mord-Sith. I bei capelli lunghi erano stretti in una treccia,come quella di Denna ed su ogni fianco,era appesa un’Agiel. Darken Rahl apparve dietro di lei,spingendola in avanti quando esitò di fronte a lui. I suoi occhi verdi erano pieni di paura,non solo di quello che sarebbe successo ma anche verso sé stessa. Era disagio e lo percepì dal suo passo indeciso. Rahl sogghignò ed all’improvviso,una potente scarica di dolore,percosse il Cercatore che in preda alle urla,vide lo sguardo di Kahlan mutare. Sul suo viso candido,era dipinta un’espressione sadica. La stessa di Denna. Urlò con quanto fiato avesse nei polmoni mentre qualcuno lo chiamava da lontano.

<< Richard! Richard,svegliati… >> lo scosse allontanando Erin dai suoi calci e pugni,che involontariamente avrebbero potuto colpirla. Berdine intervenne,prendendo fra le braccia la neonata mentre Kahlan cercava di svegliare il compagno,ancora vittima di un’angoscia inesistente. Zedd si svegliò ed assistette impotente al dimenarsi del nipote. Poi tutt’ad un tratto,gli occhi di Richard di spalancarono pieni di terrore puro. Per un attimo,con la mente e gli occhi appannati dall’incubo ed i sensi intorpiditi dal sonno,colpì la Depositaria sul viso. Lei balzò all’indietro,ma non gridò nonostante il dolore poiché sapeva che quel pugno non glielo avrebbe mai dato se non fosse stato per l’incubo. Zedd e Berdine sussultarono al colpo,ma Cara restò immobile in attesa. Richard ansimava,fissandola spaventato. Il volto aveva assunto un colorito cinereo,diventando cadaverico quando si rese conto di ciò che aveva fatto: il labbro di Kahlan era spaccato e dal taglio,uscivano alcune gocce di sangue vermiglio che le scivolarono lentamente sul mento. Eppure lei era impassibile. Completamente priva di emozioni. Vide i lineamenti familiari della donna in bianco,ammorbidirsi e gli occhi diventare immensi prati verdeggianti in cui perdersi << Richard,è tutto finito… >> << No. Guarda che ti ho fatto… >> mugolò con un forte senso di colpa mentre si sedeva di fronte a lei << Sto’ bene… - ribadì lei,incorniciandogli il viso fra le mani – Non credevo fossi così forzuto… >> scherzò,sperando di alleggerire l’atmosfera. Richard deglutì sonoramente,lasciando scorrere lo sguardo sui presenti prima di tornare  a Kahlan << Zedd,medicala… Ho bisogno di una passeggiata >> annunciò,posandole un bacio sulla fronte prima di alzarsi ed incamminarsi nel bosco.

Angolo Autrice: Salve Lettori! Oltre per rigraziarvi,volevo fare un annuncio: sto' pensando di dividere questa storia in due parti (forse tre) per farne una serie,come le altre ff in questo fandom. Questo perchè siamo già a 29 capitoli (praticamente un record per me! ) xD.
Mi piacerebbe però avere delle opinioni a riguardo,le vostre poichè mi farebbe piacere sapere se il fatto di dividere la storia in due,sia una buona scelta o meno. Inoltre,per aiutarmi,basterebbe che lasciaste una piccola recensione sulla storia e se vi è piaciuta almeno fino ad'ora. Perciò aspetto con ansia le vostre recensioni ed ancora grazie per essere miei seguaci :* Un bacio ad eclisse0016 per il suo assiduo sostegno!
Al prossimo capitolo,miei cari!
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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Mancavano ancora tre ore all’alba. Camminò fino alla riva del lago,sperando di schiarirsi le idee. Il riflesso incerto della pallida luna brillava sulla superficie delle acque scure. Il Cercatore sospirò,odorando il profumo dei pini attorno a sé,interrogandosi sulle cause di quel sogno. Kahlan era il suo amore,la sua vita. Come aveva anche solo potuto sognarla nelle vesti di Denna? Era angosciato,non solo per il sogno in sé. Gli capitava di sognare la Mord-Sith,ma mai così spesso. Due notti consecutive. Era strano. Mentre cercava di sciogliere i fili di quell’intricata matassa,udì un fruscio alle sue spalle. Posò una mano sul pomo della spada,appesa al suo fianco pronto a difendersi. Tolse la mano vedendo la figura di Cara,uscire dalla boscaglia con le mani sollevate in segno di resa << Sono io. Il Mago Zorander mi ha chiesto di controllarvi >> si giustificò,avvicinandosi al suo fianco. Richard annuì,tornando a guardare le placide acque del lago. Era frustrato,poiché non riusciva ad ipotizzare le cause di quei sogni. Cara lo osservava in silenzio per timore di disturbarlo. Si limitò ad ammirarlo ad un braccio di distanza. Notò per la prima volta il colore delle iridi dell’uomo: grigio. Un grigio intenso,lo stesso del metallo. Altrettanto freddi come quelli azzurri di Darken. Nonostante fossero fratelli,la Mord-Sith si ritrovò a credere che Richard fosse decisamente più attraente. Oltre all’aspetto fisico,era tutto ciò che avesse potuto desiderare da un uomo. Forte,orgoglioso,impavido. Un capo << Qualcosa vi turba,Lord Rahl? >> chiese la guerriera,accigliandosi quando si rese conto della piega che avevano preso i suoi pensieri << In realtà,sì… >> ammise lui tenendosi un gomito con la mano opposta,assumendo una posizione pensierosa << Se non sono indiscreta,confidatevi pure… >> concesse la bionda,mantenendo un tono distaccato. Richard la guardò di sottecchi << Sono due notti di seguito che mi capita di sognare Denna. Non mi era mai successo da quando Kahlan mi ha liberato da lei… >> concluse voltando leggermente la testa per poter incontrare gli occhi cerulei della guerriera. Cara non seppe spiegarsi il tuffo al cuore che la colse,impreparata,quando i loro sguardi si incrociarono. Non era la prima volta che si fissavano negli occhi e le parve un mistero,il piacevole calore che la scaldò dal petto,fino alla punta del piedi << Beh… Non saprei cosa dirvi. Forse Zeddicus conosce un rimedio… Magari un sonnifero >> propose,sperando che Richard distogliesse lo sguardo del suo. Quando lo fece,Cara riprese a respirare << No,non voglio allarmarlo. E poi Kahlan ha già abbastanza pensieri,soprattutto con l’annuncio della morte di sua sorella… >>. Cara lo guardò si scatto << Sorella? >> << Sì,Denee Amnell. Si era rifugiata a Valeria insieme ad altre Depositaria,che prima che partissimo,si sono rifugiate ad Aydindril >> continuò Richard,senza prestarle troppa attenzione << So che Darken Rahl mandò diverse pattuglie dell’Armata del Dragone a Valeria… >> disse in tono assente,attirando l’attenzione dell’uomo << Quando? >> domandò improvvisamente interessato << Non so. Credo… Un mese prima della vostra vittoria >> << Quindi circa un anno fa… >> << Sì >> assicurò Cara << Ma Alana ha detto che Denee è morta due mesi fa,cadendo da una scogliera >> disse Richard confuso << Dovete considerare i membri della Resistenza ed il territorio da attraversare,il mare da attraversare per raggiungere l’isola… - lo scrutò – Senza interruzioni,per giungere a Valeria ci vogliono cinque mesi se si parte da D’Hara  >>. Richard assentì con un cenno del capo,anche se non del tutto certo della tesi della Mord-Sith. La loro conversazione si interruppe da una seconda serie di passi. Kahlan comparve,scansando i rami di un cespuglio mentre Cara si voltò a guardarla. I loro occhi si vincolarono sfidandosi. Richard sorrise,poiché sapeva chi era giunto alle sue spalle. Le due donne continuarono a fissarsi,come fossero da sole. Non sentendo la voce dell’amata,il Cercatore si girò nella sua direzione e restò meravigliato ed allo stesso tempo sconnesso da quella situazione. Avvertì una certa elettricità fra la sua Depositaria e la Mord-Sith << Cara,ti spiacerebbe lasciarci soli? >> le chiese Kahlan,convincendola della veridicità dell’avvertimento di Berdine. Con lei,rischiava di rimetterci la vita <<  Sì,Madre Depositaria… >> rispose con voce alienata,obbediente prima di sparire nuovamente,seguita dallo sguardo minaccioso della donna in bianco. Richard assistette alla scena,inarcando un sopracciglio << C’è qualcosa che devo sapere? >> domandò tentennante. Kahlan gli rivolse uno sguardo docile,cosa che lo impensierì << No… >> rispose tranquilla,compiendo dei passi verso di lui facendo scricchiolare la brina che incartava gli aghi di pino. Pose le mani delicate sulla sua spalla,incrociandole per appoggiarcisi sopra col mento. Sorrise sornione nel vedere il viso della donna,assumere quell’espressione innocente ed infantile quando le sue labbra si arricciarono per ricambiare il sorriso << Stai meglio? >> gli chiese interrompendo il silenzio << Sì… - rispose,socchiudendo gli occhi per un nano secondo – Anche se sono preoccupato per la tua gelosia >>. Kahlan di drizzò,mantenendo una mano sulla sua spalla << Io? Gelosa? E di chi? >> domandò punta sul vivo. Richard lanciò una frecciatina nella direzione in cui Cara era sparita e la compagna seguì la sua indicazione,voltandosi leggermente prima di tornare a guardarlo stranita. Puntò il pollice alle sua spalle,verso una Cara ormai lontana << Non fare finta di non capire… >> la riprese lui bonario << Richard,io non sono gelosa. Tanto meno di Cara… >> rispose piccata. Richard si girò completamente verso di lei,incrociando le braccia sul petto e guardandola inquisitore << Davvero? Quindi se ti dicessi che ci siamo baciati? >>. Kahlan spalancò la bocca,scioccata e gli tirò un pugno sul braccio quando Richard scoppiò a ridere. Sapeva che non era vero,ma il fatto che avesse provato a rifilarle una bugia solo per fargli ammettere una sua debolezza,la fece innervosire << Sto’ scherzando! >> salvandosi mentre la Depositaria continuava a picchiarlo sul petto e sulle braccia,con una certa forza giocosa e sgridandolo,senza impedirsi di ridere. Richard le afferrò entrambi polsi,ridendo quando la sentì cacciare un gridolino di sorpresa. La fece girare,incrociandole le braccia davanti e bloccandola contro il proprio petto. Cercò di impedirle di dimenarsi mentre le mordicchiava il lobo dell’orecchio,godendosi nel contempo la risata cristallina della compagna << E così non saresti gelosa?! >> la rimbeccò lui cominciando a farle il solletico << Richard! >> schizzò lei senza riuscire a smettere di ridere. Tentò di guizzare via dalla sua presa,ma lui la bloccò di nuovo per i polsi << Lasciami! >> lo supplicò fra i singhiozzi del riso << Ti lascio,se ammetti di essere gelosa >> << Giammai! >> gridò la donna in bianco e lui la strattonò gentilmente contro il suo petto. Per un attimo,si preoccupò delle lacrime che vide scivolarle sulle guance per poi tranquillizzarsi quando si accorse che erano lacrime dettate dal solletico e dalle risate << Va bene! Va bene,lo ammetto. Sono gelosa >> confessò senza fiato,asciugandosi le lacrime mentre si voltava verso il compagno. Lui ridacchiò e provò a posarle le mani sui fianchi << No! – gli spinse via le mani,indietreggiando – Non mi toccare! >> continuò con vago tono offeso. Lui continuò con la sua tattica fino ad avvolgerla nelle sue braccia,ma Kahlan posò le mani sul suo petto tentando vanamente di allontanarsi da lui << Oh,Kahlan… >> mormorò Richard,divertito << No,smettila! >> lo sgridò spingendo le proprie mani sul suo petto. Era arrabbiata. L’aveva costretta a dire quelle cose ed ora lui,la prendeva in giro. Non riuscì a non sorridere mentre lo spingeva via inutilmente << Kahlan,davvero sei gelosa? >> le domandò intenerito << Sei crudele! – lo rimprovero permalosa – Mi hai costretta a dirlo >> continuò a spingerlo via,senza ottenere alcun risultato. Richard la guardò senza sapere se stesse fingendo o se si fosse davvero offesa << Sei arrabbiata? >> le chiese provando un approccio diverso << Sì… No… Cioè sì! - piagnucolò lei confusa – Tu ti diverti a farmi dire le cose che non voglio. Mi costringi con questi stupidi giochetti infantili e poi ridi alle mie spalle… >> << Kahlan… - bisbigliò carezzevole giocando coi lunghi capelli della compagna,che nel frattempo smise di dimenarsi – Pensi che mi interessino altre donne all’infuori di te? Tu che sei praticamente perfetta… Abbiamo una figlia,che amo nello stesso modo con cui amo te,l’unica donna che voglio sposare… – le mise una mano a coppa sotto al mento,costringendola a sollevare gli occhi nei propri – E poi,che t’importa se le altre mi guardano?! Magari guardano te… >> disse baciandole una guancia << Perché dovrebbero guardarmi? >> chiese ingenuamente,non riuscendo a fare a meno di lui. Sentiva il suo profumo di bosco inebriarle i polmoni. Profumo che aveva costantemente su di sè << Perché sono invidiose. Perché sono solo ed esclusivamente tuo… - si spiegò lunsighiero - E mi piace quando ti comporti come una lince >> mormorò lasciandole un altro bacio sul collo << Mascalzone… >> disse lei lasciandosi sfuggire una risatina gutturale quando Richard le morse piano la spalla lasciata scoperta dall’abito,un po’ scomposto per quell’assurdo abbraccio << Ti amo… >> sussurrò lui sensuale << Anch’io… >> rispose lasciandosi catturare le labbra in un bacio intenso.

Angolo Autrice: Salve Lettori! Come vi avevo già fatto sapere,ho deciso di dividere la storia in due. Questo più che altro,perché siamo già a 30 capitoli,se non vado errato (incluso il prologo). Inoltre,lo sto facendo anche per una questione di trama,poiché a partire dalla seconda parte ci saranno molti colpi di scena,di cui preferisco non farvi spoiler ;) La seconda parte verrà intitolata “Non c’è magia più potente dell’amore – Parte 2”,di cui pubblicherò il primo capitolo a breve (se riesco domani) e che troverete naturalmente nella mia pagina. Forse la seconda parte avrà un rating rosso,ma non ne sono ancora sicura. Detto ciò,spero che continuerete a seguirmi e ringrazio ancora eclisse0016,ma anche tutti voi che recensite,inserite le mie storie nelle categorie o che semplicemente leggete in silenzio! :*
Grazie di cuore ed al prossimo capitolo (o meglio,al sequel di questa ff xD )!
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