The Meanings Of The Raimbow.

di KH4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rosso / Affection's Heart. ***
Capitolo 2: *** Arancio / Peacefulness Smile. ***
Capitolo 3: *** Giallo / Calming Light. ***
Capitolo 4: *** Verde / Silent Envy. ***
Capitolo 5: *** Blu / Armony's Rain. ***



Capitolo 1
*** Rosso / Affection's Heart. ***




The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
 
Rosso.
Affection’s Heart.
 
Chiedere a Johan cosa amasse di più di Judai correva sempre il rischio di ritrovarsi fra le mani una risposta vaga, dai contorni tirati malamente insieme per il goffo tentativo di ingabbiare qualcosa che per natura non poteva essere conformato a qualche termine generico. Eppure esisteva una maniera per incanalare l’essenza della ragazza senza che la sua vitalità venisse avvelenata da parole errate ed era guardare al suo cuore, palpitante di fiamme passionali che carezzavano gli animi altrui sino ad avvolgerli nella loro fluente scia di affetto incondizionato. Quello stesso cuore colmo d’affetto a cui tutti si aggrappavano e dipendevano egoisticamente, a prescindere dai desideri di lei, legata ai suoi cari al punto da correre il rischio di morire appassita per quel troppo dare senza ricevere nulla di adeguatamente equiparabile al suo amore. Vivendo da sempre delle sue sole forze, la considerazione di Johan per l’amicizia rimandava a legami di preziosità diversificata, ma l’affetto per Judai sconfinava da quegli intrecci per il semplice fatto di amarla ed essersi conquistato un posto speciale nei suoi sentimenti. Ed era per quello spazio suo e di nessun’altro, che si era ripromesso di spezzare gli assurdi vincoli di dipendenza che il mondo intero, gli amici, esigevano incondizionatamente da quel cuore rosso e gentile.
 
 
 
 
Note di fine capitolo.
Sì, lo so, LO SO! So dove dovrei essere o cosa dovrei aggiornare, ma non ho resistito. Anche in questo caso, si tratta di una raccolta basata sui significati dei colori dell’arcobaleno, come è scritto nel titolo. La coppia è la Spiritshipping, ma con Judai al femminile (perché? Chi mi conosce o ha già letto qualche mio lavoro, sa quando adori trasformare questi personaggi). I capitoli saranno sette, come i colori dell’arcobaleno, e per la lunghezza cercherò di attenermi a quella mostrata in questo capitolo d’esordio. Spero possa piacere e chi avesse voglia, può lasciarmi una recensione, sono aperta anche alle critiche. Un mega bacione a tutti/tutte!

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Capitolo 2
*** Arancio / Peacefulness Smile. ***




The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
 

Arancio.
Peacefulness Smile.

 

“Piacere di conoscerti: mi chiamo Judai.”
“Johan.”
Le loro mani si strinsero in segno di amicizia, tastando senza particolari giudizi la morbidezza reciproca. E’ un gesto, semplice, ripetuto inconsciamente per suggellare anche il più corto dei rapporti. Eppure, nel suo piccolo, Johan lo avverte; un flebile scampanellio che fa capolino fra i suoi sensi, nulla di allarmante ne, al tempo stesso, di eccessiva positività. Il tramonto che danza sull’oceano fa traboccare le mura dell’accademia di veli dorati, drappeggiando di diamanti inafferrabili l’acqua cristallina, dalla bellezza godibile soltanto alla vista. Le tenebre aspettano silenti, armate di pazienza mentre il cielo esibisce nuvole e spruzzi rosati per dar vivacità al suo mantello arancione. Aveva atteso il sopraggiungere di quel crocevia fra giorno e  notte per rivelarsi e a stento l’esitazione ancora annidata nel suo corpo si lasciava plasmare per assumere una forma quanto meno definibile. Il suo fulcro continuava a essere quella sensazione indistinta, vaga e dai tratti astratti, situata alla bocca dello stomaco quasi fosse la presenza di quel sorriso a porlo in una posizione disorientante e al tempo stesso piacevole. Non darle troppo peso è l’unica scelta a sua disposizione, per il momento. Sa che potrà attribuirle significato soltanto conoscendo quella ragazza più di quanto fosse originariamente intenzionato, scrutandone le iridi marroncine nei momenti di intesa che saranno sicuramente innumerevoli, frugando nel suo carattere che già percepisce affine al suo, non soltanto per l’uguale affetto con cui carezza il suoi piccolo spirito buffamente ingelosito. Avrà tempo, sa anche questo, ma nel suo consueto perdersi a chiacchierare, non stette a domandarsi quante sorprese quel soggiorno gli avrebbe riservato o le difficoltà inimmaginabili che lo avrebbero tratto a sé per il fatto di aver voluto conoscere Judai. Pensò soltanto di non aver mai visto un sorriso più bello e pacifico del suo.
 
 
Note di fine capitolo.
E procediamo con il secondo capitoletto striminzito. La mia intenzione di provare a essere più concisa funziona, ma in cuor mio preferisco dilungarmi, dilungarmi e dilungarmi ancora. Allora, giusto a titolo informativo, se ricordo bene e se mi sono informata adeguatamente, il primo incontro fra Judai e Johan avverrebbe al mattino, ma io avendo in testa il tramonto e l’arancione, che il colore di questo capitolo, l’ho personalizzato. Prima di lasciarvi, volevo solo ringraziare i lettori e le splendide ragazze che mi hanno recensito, siete degli angeli che illuminano le mie giornate, grazie di cuore. Un bacione a tutti/tutte quante. Alla prossima!
 
 

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Capitolo 3
*** Giallo / Calming Light. ***




The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
 
Giallo.
 Calming Light.
 
Il lento calare della notte danzava al ritmo di una passione contraria a quella della sua controparte diurna. Riccioli lattei si attorcigliavano fra le fronde degli alberi inquieti e fra gli anfratti del cemento usurato dalle intemperie; il profumo dell’erba umida imperlata di lacrime appena esauritesi rifletteva l’agitarsi delle nuvole scure, il cui chiarore ne permetteva la distinzione dal cielo stellato, un blu in bilico sul nero. Ad accordare il silenzio vi era un eco leggero, sottile come una corda di violino che scivolava lungo l’aria e percepibile su un fondo indistinto; creava una quiete melodiosa non increspata dai tuoni o dalle onde capricciose che facevano a gara per potersi abbattere sugli scogli. Judai sarebbe stata capace di perdervisi anche senza sostare davanti alle scie trasparenti che segnavano il vetro della finestra.
“Finirai per ammalarti se continuerai a privarti del giusto sonno.”
Era così difficile riuscire a dipanare la densa laconicità accumulatasi strato dopo strato nei suoi pensieri, ma ancor di più dominarla con una forza che, giorno dopo giorno, pareva assottigliarne la vita.
“Credo…Che anche per quest’oggi l’alba riposerà.” E lei quasi se ne rallegrò, immobile a fissare il paesaggio esterno e i suoi lugubri rituali, seppur il freddo dell’acqua ascoltata sino a quell’istante colasse lungo le sue ossa con puntaspilli di ghiaccio per pungerne le giunture portanti.
Ultimamente il sole le dava riluttanza. Il suo splendore ne accecava le iridi come a volerla punire per l’essersi permessa di guardarlo e le lunghe punte della corona circolare ne accaldavano il respiro con pesi d’acciaio sui polmoni. Non vi era modo di paragonare la sua scintilla con l’immagine che gli altri avevano di lei. Si trattava di un frammento della sua essenza, minuscolo e insignificante, non il totale. Delicate ombre ammantavano la sua anima e le mostravano il loro cuore fasciato di profondità recondite, voci che poteva udire nella sua testa e assorbire fra i veli consapevoli della sua reale natura. A dividerla dagli spettrali artigli bluastri che la pioggia aveva gonfiato di umida lucidità c’era soltanto il vetro quadrato della sua finestra, dove l’immagine semi trasparente del suo viso si perdeva nei ricordi di chi era realmente; Haou vibrava sotto la sua pelle, fra i fili tessenti emozioni divergenti e l’immagine di mondo spaccato in due metà per cui non riusciva a esprimere alcun favoritismo.
“Non sta scritto da nessuna parte che si debba affrontare qualcosa per cui non si è ancora pronti.” Le braccia di Johan la trassero a sé gentilmente e soltanto allo schiudersi delle sue labbra per poter accettare il bacio offertole, l’errare dei suoi pensieri si incrinò “E nemmeno che si debba affrontarla da soli.”
Un tempo ci sarebbe arrivata da sola, per istinto, una naturalezza che non si poneva domande ad altrettanti quesiti complicati. Dire quel che voleva fare e avrebbe fatto, allora, sembrava così facile come il comune respirare. Ma amare Johan l’aiutava a ricordare chi realmente lei sentiva di essere e volere, a prescindere da tutto il resto. Vedere il mondo e le sue meraviglie con occhi che non ne escludevano i segreti insidiosi era una comunanza che, pur nella rispettiva anomalia delle parti incarnate, rafforzava la loro vicinanza. Perché se Judai era l’Araldo della Gentile Oscurità, Johan era una luce tranquilla che si discostava dall’intensità distruttiva bramosa di opacizzare l’universo, un suo personale equilibrio di cui necessitava per non finire spezzata dal giorno o consumata dalla notte a cui apparteneva. Una tenue luce cristallina a cui accoccolarsi, riflettente i colori dell’arcobaleno che tanto amava, lo specchio limpido della sua anima vibrante di coraggio, dagli occhi smeraldini velati da screziature oltremare e i capelli d’oceano, sbarazzini quanto il sorriso che ringraziò con un altro bacio sincero per l’essere un piccolo sole di cui non doveva temere il calore.




Note di fine capitolo.
Terzo capitolo pubblicato con successo e come potete vedere, il dono della sintesi mi ha abbandonato (quando una è recidiva…). Il contenuto del testo è ben più cupo del titolo, che esprime solarità e porterebbe a pensare a qualcosa di più spensierato, ma io, che son contorta e, ripeto sempre, voglio farmi del male, ho puntato ad altro. Il colore di quest’oggi è il giallo, simbolo della calma. Ho pensato che se Judai è, come detto, un’oscurità gentile, Johan poteva essere una luce tranquilla, cosa fra l’altro confermata dal manga, credo. Ringrazio nuovamente chi mi legge e recensisce, siete tutti gentilissimi! A presto, un bacione!
 

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Capitolo 4
*** Verde / Silent Envy. ***




The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
Guest Star: Yubel (YubelxFemJudai, non Yaoi).
 
Verde.
Silent Envy.
 
I ricordi feriscono. Cicatrizzare le reminescenze o spezzarne l’amarezza scoperchiata va oltre il comune sbucciarsi della pelle; evoca desideri impossibili, il potere di smettere di essere umano, di provare il calore e il gelo di mille emozioni una diversa dall’altra. Tanto controllo sul fisico non riusciva a compensare a quella mancanza, il dolore scivolava nell’inevitabilità di poter essere soltanto vissuto, consumato con la stessa intensità della passione ardente che ne aveva forgiato l’emozione originale. Come, era anche involontario, preferibilmente, sicché il silenzio assaporava l’interno logorarsi dell’anima con maggior gusto. Soltanto allora, Johan realizzava di essere una semplice marionetta nelle mani di un destino bruciante, vivace, nel dargli l’illusione di essere lui l’unico e vero padrone di se stesso. Ma non era così e l’impegnarsi ad accettarlo lo obbligava a ingoiare una verità scalciante il bisogno di solitudine, di non mostrare il proprio viso neppure allo specchio per timore di vedere negli occhi smeraldini un barlume sinistro che ne illuminasse gli oscuri pensieri.
 
“Riesci a sentirla, vero? Non devi fingere con me, non puoi.
Abbiamo condiviso molto più che il corpo e la mente.
Quanto tenti di contrastare, io l’ho vissuto per secoli, nella solitudine
e nella rabbia, senza potermene mai fare una ragione.”
 
Aveva preso atto dei propri sentimenti nei confronti di Judai entrando in simbiosi con le sensazioni di Yubel, ospitandone l’anima accanto alla propria prima che chiudesse la mente in una prigione di cristallo e il contatto si trasformasse in qualcosa di così radicato da risultare un peso. A quel tempo lei necessitava solo di un corpo che suscitasse nella ragazza il desiderio di continuare a cercare il volto dietro cui si era nascosta, nella speranza di ricucire lo strappo allargatosi dal tempo trascorso e ripristinare a tal modo un ordine che non includesse nessun’altro al dì fuori di loro due. Carpire il cuore di Johan, il suo cuore, e costringerla ai limiti delle proprie certezze, ne aveva esposto la totale trasparenza al cospetto di qualsiasi forma di luce esistente nell’universo.
Ma una promessa che trascendeva l’eternità e le sue soglie implacabili non poteva avere rivali con un affetto qualunque, di aspetto minuscolo, insignificante e acerbo. Da ovunque osservasse Judai, in qualunque situazione fosse immersa, constatava la presenza di Yubel al suo fianco, l’attenzione legata ai suoi occhi di tenebrosa apprensione, alla sua voce, alla sua coscienza felice di essersi riappropriata dei propri privilegi. Ogni respiro, movimento, le loro esistenze si appartenevano in una reciprocità incondizionata che scindeva leggi arcane, la regolarità del mondo stesso come se il suo peso fosse ancor meno del nulla. Tutto, di quella creatura, aveva la piena e totale dedizione di Judai, l’amore puro e ingenuo che invece Johan si limitava a toccare con mano amica, i sorrisi incondizionati e i timori che avrebbe raccolto e cullato con il proprio coraggio, se soltanto l’evidenza non fosse stata tanto impegnata a rimarcare un’altrettanta ineluttabile invidia per quel divario che Yubel rendeva e avrebbe continuato a rendere insormontabile d’innanzi all’intorpidirsi dei suoi occhi, amari di profonda gelosia.



Note di fine capitolo:
Quarto capitolo postato con successo. Ormai la regolarità è un pregio di cui non posso più vantarmi, ma presto o tardi, arrivo comunque a pubblicare qualcosa. Il colore di quest’oggi è il verde, riferito agli occhi di Johan e il significato l’invidia, inerente ai suoi pensieri frustrati. Preciso, qualora non l’avessi fatto, che conosco a grandissime linee la storia di questa saga, ma del personaggio di Yubel mi affascinava la devozione trasformata in follia quando è stata allontanata da Judai e la sua ossessione nel voler essere il suo unico centro (e se rammento bene, nella sua vita passata, Judai aveva per l’appunto che avrebbe sempre e solo amato lei). Qui ho cercato di far leva sull’intensità di questo rapporto, nel mio solito modo che a volte non comprendo, ma senza sforare nell’osceno (oserei dire che è semplice e malsana dipendenza l’una dall’altra, come due anime separate e che un tempo condividevano lo stesso corpo…Ok, forse è il caso che io mi cerchi hobby più costruttivi…). Prima di lasciarvi, vi ringrazio nuovamente, tutte o tutti che leggono e recensiscono, mi rendete sempre felice di tornare su questo sito! Un bacione a tutti!
 
 

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Capitolo 5
*** Blu / Armony's Rain. ***




The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
Guest Star: Yubel.
Blu.
Armony’s Rain.
 
Venire al mondo non aveva rilevanza quanto il decidere come impegnare la propria vita. Talvolta Judai vi rifletteva sopra, ben sapendo di star semplicemente galleggiando, fra quei mondi onirici che alternavano le loro bizzarrie a sottili strascichi di quiete. La lunga lontananza miscelava i giorni agli innumerevoli passi compiuti, scombinandone l’ordine e lasciando riaffiorare profonde nostalgie man mano che i pensieri sorvolavano agli amici rimasti indietro, a casa, dove, talvolta, desiderava essere. Il deserto di sabbia immacolata dentro cui i piedi avevano affondato per l’intera giornata – almeno così le pareva, dato che la concezione del tempo era sicuramente diversa da quella del mondo terrestre - si stagliava lungo l’orizzonte con sinuose dune somiglianti a morbide pieghe di una gonna vaporosa. Il genere di vestito dagli scintillanti veli candidi che lei non avrebbe mai indossato per il semplice fatto che, per certe prove, non occorreva semplicemente il coraggio, ma qualità come il portamento – e altri fattori che danzavano reciprocamente attorno alla sua poca predisposizione a farsi infiocchettare come una bomboniera -. Ammirò il cielo azzurro ancora una volta, prima di abbassare il mento e puntarlo a ovest. Onde burrascose si accavallavano fra di loro arricciando le punte nuvolose e i tuoni rombavano con l’umido profumo della pioggia a impregnare l’aria.
“Arriverà presto.” Judai si limitò a sospirare, imparziale, scostando il sudore dalla fronte solleticata dalla frangetta marrone.
Ogni mondo aveva le sue leggi, un equilibrio che lo rendeva unico e adattarvisi era il solo modo per venire accettati. Le rovine presso cui si era fermata facevano capolino da dietro le dune con lo scheletro nero e cariato, rocce appuntite che avevano visto periodi migliori, ingressi abbandonati a perduti giorni di gloria che nessuno avrebbe più potuto evocare. Come la sua dimora, il palazzo antico dove le ombre si erano annidiate e i sentimenti assopiti avevano continuato ad aspettarla.
“Curioso, questo tuo interesse per la pioggia. Da bambina ne mal sopportavi perfino la vista.”
L’acqua aveva iniziato a picchettare sulle braccia scoperte della ragazza senza riuscire a interromperne la contemplazione a occhi chiusi. Yubel si antepose alla quiete drappeggiata da quel suono ritmico senza che dalla sua voce trasparisse con fare appariscente la minuscola nota di stupore sbocciata senza preavviso. Guardava e vegliava sulla sua Judai da fin troppe lune per non accorgersi delle anormalità che ogni tanto guizzavano dal suo carattere, allergico a ogni forma di bugia. Dubbi e pensieri si materializzavano nella sua mente ancor prima che lei trovasse le giuste parole per esporglieli, difficilmente la Lady dagli occhi bicromatici permetteva all’imprevedibilità di coglierla in fallo. Prefissatasi di essere il centro della castana, fonte inesauribile di rassicurazione e saggezza, aveva sacrificato tutto e scelto di immedesimarsi nelle vesti di un’ombra abominevole pur di rimanere accanto all’unica persona di cui rispettasse il libero arbitrio. Eppure, la principessina delicata e dal cuore sensibile, timorosa del cattivo tempo e dei frastuoni che esso comportava, era cresciuta al punto da imparare a difendersi da sola e ora, Yubel, pur con tutto il suo amore, la sua immortale dedizione, non riusciva a focalizzare il perché di quel sorriso comparso sulle labbra pallide della ragazza.
“Forse perché allora mi concentravo solo su quello che vedevo e non su quello che potevo immaginare.” La risposta arrivò sull’onda di una leggera risata divertita, uno sguardo colmo di sorpresa non tanto rivolta alla guardiana, ma a lei stessa. Condividere, o meglio, accettare che l’affetto di Judai fosse spartito in tanti pezzetti diversificati era una consapevolezza sopra cui stava lavorando con tutta la pazienza a sua disposizione. E mentre ciò accadeva, la sua protetta ammirava lo scrosciare dell’acqua senza temerne i tuoni iracondi o gli artigli tenebrosi, che, favoriti dalle rocce nere, davano l’impressione di volerla trascinare negli angoli più bui delle rovine.
“E cos’è che ti fa immaginare la pioggia?” Troppo tardi si diede della stupida nel pretendere una risposta diversa a tale domanda, snocciolata fino all'osso per comprendere il perchè la sua protetta avesse fatto di lui un pilastro pari a  lei, che, ancora, si domandava cosa Judai ci trovasse in quel comune essere umano. Lo aveva capito, in realtà, come per molte questioni celate dietro l'imbarazzo o l'attesa di tempi maturi, ma la sua stoicità le impediva di lasciarsi andare ai dati di fatti, soprattutto se non era sicura della totale inclumità della ragazza.
“Molte cose…Rabbia.” I palmi della castana cullarono delle gocce incolori mentre gli occhi si opacizzavano di amarezza “Dolore, paura, condanna…Armonia.”
E’ lontana da casa, in una dimensione sconosciuta, intricata, dove la solitudine è regina suprema dell’orizzonte. Quando e se riuscirà a svegliarsi fra mura colme di affetto e visi cari, è un enigma che talvolta la inghiotte in incertezze a cui ancora non sa rispondere con assoluta fermezza, ma vicina o lontana che fosse dalla sua meta, una costante ne impediva il distacco totale dai suoi attaccamenti. Una melodia composta da tante stelle d’acqua dall’eco identico a quello di una risata che custodiva gelosamente nel suo cuore, blu come il cielo nascosto che sapeva esistere dietro le nuvole, come l’acqua dell’oceano in una assolata giornata d’estate e certi fili sbarazzini tanto sottili da dare l’impressione di essere stati tracciati con matita leggera. Blu come i capelli Johan.
 
 
Note di fine capitolo.
E…Il quinto capitolo è andato in porto. Lo so, sono molto, molto, ma mooooolto in ritardo, chiedo venia! Pensavo di riuscire a postarlo molto prima, ma essendo Natale è difficile che si riesca a tener fede agli impegni; all’inizio, poi volevo rendere la trama più natalizia o fare uno special cortino giusto per essere in tema, ma alla fine ho deciso di terminare ciò che avevo iniziato. Non sono pienamente convinta di come sia uscito nonostante sia più lungo degli altri ( e ancora una volta, la mia promessa di essere concisa va a farsi benedire), ultimamente non riesco a esprimere pienamente quello che vorrei ma questo è stato il massimo delle mie possibilità. Insomma, per farla breve, il colore di questo capitolo è il blu, sinonimo di armonia: il collegamento sta nella pioggia e la tranquillità che sa esprimere, che a Judai ricorda Johan. Auguro a tutti voi delle bellissime feste! Divertitevi tanto e mangiate poco, un bacione!!!!!
 

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