L'Accademia dei Campioni

di Malefica5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Villains ***
Capitolo 2: *** AB+ ***



Capitolo 1
*** Villains ***


-Ehi, dove credi di andare?!-
Un energumeno poco rassicurante mi si para davanti, bloccandomi il passaggio. Ha delle spalle talmente larghe che lo fanno sembrare un armadio ed è fin troppo muscoloso per la sua età. Mi guarda e il suo volto è contratto in una smorfia strafottente ed iraconda.
Curioso che il bullo della scuola ce l’abbia proprio con me da sempre, eppure io conosco bene il motivo per cui mi ha preso di mira, sebbene sia estremamente stupido.
Agita la sua mazza da baseball (alla cui estremità, per qualche motivo, è attaccata un’ascia bipenne dal gusto decisamente rozzo) e non mi stacca gli occhi di dosso.
Ovviamente non mi lascio intimorire.
Mi sfugge un sospiro infastidito.
-Farai meglio ad attaccar briga con qualcun altro, Darius… Lo sai, non ho tempo da perdere con un plebeo zero positivo.-
Faccio un passo avanti per provare a superarlo, ma lui non ha preso bene la provocazione.
-CHE CAZZO HAI DETTO, SCHIFOSO FIGLIO DI PAPÀ?!- Senza preavviso, si scaglia contro di me brandendo l’ascia –TI FACCIO SCOMPARIRE QUELL’ESPRESSIONE SPOCCHIOSA DALLA FACCIA IN UN MILLISECONDO!-
Il colpo giunge dall’alto e, se non riesco a schivarlo, probabilmente mi taglierà in due. Ma non c’è la più remota possibilità che questo succeda.
In un istante scompongo tutti gli atomi che costituiscono il mio corpo e persino i vestiti. Li riassemblo subito, modificandoli a mio piacere. Tutto quello che mi riguardava fino a poco prima si converte in un unico elemento: sangue.
In quella forma liquida e impalpabile allo stesso tempo, attraverso il corpo di Darius assorbendo un po’ della sua linfa vitale.
Amo prosciugare le persone delle loro energie senza che possano opporsi.
Mi fa sentire potente.
Invincibile.
Ma, d’altra parte, questa sensazione…

Mi rimaterializzo dietro di lui.
L’ascia ha mancato il bersaglio e si è conficcata nel pavimento del corridoio dell’Accademia, ma i miei poteri sono ancora attivi. Scie nebulose composte da gocce simili a piccoli rubini si distaccano dalla pelle del bullo da punti diversi del suo corpo e confluiscono in un globo rosso vivo che ribolle sul palmo della mia mano.
Quando sono soddisfatto, interrompo i miei poteri e ostento una smorfia delusa.
-Che sangue scadente!-
Faccio volatilizzare la sfera cremisi e mi incammino verso la mia classe. Sembra che sia ancora in tempo, posso raggiungerla prima del suono della campanella.
Sento dietro di me il tonfo sordo tipico dei palloni gonfiati che cadono a terra svenuti dopo essere stati umiliati dalle loro stesse vittime.
È impressionante quanto poco sangue si debba prelevare dal corpo di un uomo per fargli perdere i sensi.
Degli urli impauriti sono le ultime cose che sento prima di svoltare l’angolo: tanto rumore per nulla, Darius non rimarrà incosciente a lungo.
Mi guardo il palmo della mano, lo stesso che teneva la sfera di sangue.
Odio quel noxiano imbecille.
Ma, soprattutto, odio il modo in cui mi costringe a usare i miei poteri.


 

 

 

Eccoci qui!
Beh, Vladimir è uno dei miei personaggi di LOL preferiti e, chi mi conosce, lo sa bene.
Penso che questa raccolta di flashfic avrà prevalentemente lui come personaggio centrale, ma vi avviso adesso: andrò parecchio ooc. Il motivo è che scrivo questa storia per divertirmi, ma anche perché mi piacerebbe vedere un personaggio descritto come uno spietato assassino sin dalla più tenera età (cosa che mi affascina tantissimo, non fraintendete), acquisire una sfaccettatura più complessa e verosimilmente umana.

Detto questo spero vi divertiate a leggere!
Cya nerds!

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Capitolo 2
*** AB+ ***


Arrivo di fronte alla porta della classe senza avere troppi altri fastidi (cosa molto strana per gli standard dell’Accademia) ma, proprio quando sto per posare le dita sulla maniglia, mi accorgo che qualcosa non va. Mi guardo intorno e capisco di essere all’interno di una strana cupola opaca poco rassicurante.
Impreco a bassa voce e sento un «PISTAAAAAAAA!» Che si avvicina pericolosamente.
Non ho tempo per reagire: una forza invisibile mi immobilizza e un’ombra mi si avventa contro gettandomi a terra con una botta terribile.
Quando mi riprendo, mi rendo conto di essere steso sul pavimento; la cartella è caduta e tutti i libri sono sparsi per il corridoio. Mi afferro il braccio dolorante e una risatina fastidiosa mi costringe a guardare nella direzione da cui proviene. Appoggiato allo stipite della porta della classe, con fare strafottente, un ragazzo dalla pelle scura sta ridendo di me, assieme al suo strano clone azzurrognolo ed evanescente.
«Wow Vladdy, non sapevo che volessi imparare a volare, ma mi sembra che tu debba perfezionare la tecnica!» E si mette a ridere ancora più forte.
Che razza di figura! La rabbia che mi sta montando dentro è molto difficile da contenere,  ma non gli darò soddisfazione. Stringo i denti: dannato ragazzino di Zaun…
«Molto, molto divertente, Ekko.» Comincio a raccogliere i libri e penso già alla mia vendetta: “Me la pagherai, prima o poi, eccome se me la pagherai…”
Proprio in quell’istante mi raggiungono alcune risate femminili e sento dei passi che si avvicinano. Tre delle ragazze più belle dell’Accademia stanno passando per il corridoio proprio nel momento in cui sono intento a raccogliere i fogli sparsi degli appunti di “Strategia militare nella Landa” del professor Xin Zhao. Che cosa terribilmente disdicevole…
Con vergogna noto che si sono fermate di fronte alla mia classe, da quel punto non posso sperare di passare inosservato, così decido di sbirciare cosa stanno facendo per capire se si sono accorte di me. Miss Fortune fa scoppiare il suo chewing gum e mi rivolge un’occhiata disgustata in quello stesso secondo. Katarina ravviva i suoi capelli rossi e continua a ignorarmi.
Deglutisco.
Ahri si sta controllando il trucco con il suo specchietto tascabile. Forse non mi noterà.
Non finisco neppure di formulare quel pensiero che i suoi splendidi occhi da volpe si alzano e si posano proprio su di me. Arrossisco e abbasso il capo, ricominciando a raccogliere le mie cose.
Quell’Ekko e i suoi occhialetti rotondi devono sparire dalla faccia di Runeterra: nessuno può permettersi di umiliarmi così. Mentre architetto il mio piano, delle dita affusolate dalle unghie perfettamente curate si posano sul dorso della mia mano, che aveva appena raggiunto la copertina di un libro.  Non ho dubbi su chi sia la proprietaria di quelle piccole opere d’arte.
Ahri mi sta sorridendo.
«Vladimir, cos’è successo? Si tratta di uno scherzo di Ekko, vero? Dai, ti aiuto a sistemare!»
Il mio cuore perde un colpo per essermela ritrovata tanto vicina.
«No, non ho bisogno dell’aiuto di una ragazza.»
Oh no.
L’ho fatto di nuovo.
Ahri… Beh, lei è uno splendido AB positivo e ho una fissa per lei sin dal primo anno ma, ogni volta che le parlo, finisce sempre così: la offendo involontariamente. Eppure ho sempre le migliori intenzioni. Questa volta, per esempio, volevo solo evitarle di disturbarsi per me.
Ma lei non capisce.
Gonfia le guance, contrariata «Se è così, allora addio!», si alza e raggiunge le sue amiche che adesso mi guardano con la più schifata delle loro espressioni. Le bisbigliano qualcosa, sicuramente offese rivolte al sottoscritto, poi la salutano e si allontanano mentre lei entra in classe.
La campanella suona: devo sbrigarmi.
Finisco di raccogliere in fretta le ultime cose e attraverso anch’io quella maledetta porta.
Stamattina non avrei dovuto alzarmi dal letto.

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